Bollettino_Salesiano_197805


Bollettino_Salesiano_197805

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-. Bollettino
a es1ano
RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA DON BOSCO NEL 1877
ANNO 102 N . 5
• SPEOIZ. IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2 ° l701 • 1• DUINOICINA •
1 MARZO
1978
La ssione
secondo
i ragazzi di lres

1.2 Page 2

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no Sommario--«Caro S ...»---Salesia1
Servizio di copertina, pag. 18
Foto: Luigi Melesi
LE IDEE
Giovani. La chiave che apre i cuori, 8
GLI UOMINI
Don Egidio Viganò: «Credo nei salesiani
che hanno entusiasmo•, 3-5
Salesiani. Tra annuncio e testimonianza
ai giovani, 5
Fioritura di vocazioni in Asia, 30
Cooperatori. Da 10 anni visitano le mis-
sioni, 20
Exallievi. Verso il terzo Eurobosco, 6-7
Missioni. Libri sull'attività salesiana, 29
Bollettino. Aiutateci a risparmiare, 36
NELL AZIONE
Argentina. Sono amici di Dom. Savio, 28
Brasile. Medaglia al difensore degli in-
dios, 30
Francia. Poi la mamma si è fatta suora, 29
Germania Federale. AZ invece del vec-
chio mulino, 12-13
Giappone. Il Vangelo è entrato in casa
Kurozawa, 24-25
India. Se cl fossero migliaia di padri Go-
betti..., 20-21
Israele. Dopo trent'anni di incomunicabi-
lità, 28
Italia. Passione secondo i ragazzi di Are-
se, 18-19
I sassolìni ora sono sassofoni, 22-23
Le vacanze familiari, 28
Ragazzi, oratorio e fantasia, 29
Premio della bontà a Camporeale, 30
Messico. E le Giovani Cooperatrici si fan-
no missionarie, 14-16
Paraguay. L'anno primo del gemelli, 31
Perù. Diocesi per mons. Vallebuona, 28
S. Domingo. Cosi rispose Jarabacoa, 9-11
Timor. Scuola per la pace in mezzo alla
guerriglia, 16-17
Il PASSATO
Don Rinaldo Ruffini. un giorno Don Bo-
sco mi prese in braccio•, 26-27
Audiovisivi. D. Bosco e li suo ambiente, 23
Rubriche
Caro BS, 2 - Educhiamo come Don Bosco,
8- Libreria, 21 e 23 - Dal mondo salesiano,
28 - Ringraziano I nostri santi, 32 - Pre-
ghiamo per i nostri morti, 34 - Solidarietà
missionaria, 35.
ALLORA Ml ACCORGO
DI FAR PARTE DI UNA STORIA
Caro BS, con le cento candeline del tuo
centenario, anche i miei auguri.
Il nostro Bollettino è ancora oggi come
lo voleva Don Bosco. Espone senza artifi-
ci notizie e fatti di molta importanza. Al-
meno per noi della Famiglia Salesiana, e
per chi crede nello sforzo continuo e ap-
passionato dell'uomo che fa della sua vita
un dono.
Qualcuno non trova il Bollettino troppo
moderno. Ma oggi non è troppo moderno
che nasca un bambino; non è alla moda
un volto senza trucco e qualsiasi espres-
sione senza ambiguità. Per qualcuno il
servizio disinteressato, o addirittura fatto
per amore, rientra in programmi del tutto
superati...
Il Bollettino non ha pretese. E a me pia-
ce leggerlo per questo. E mi piace perché
mi ci ritrovo. Allora mi verifico, e continuo
a vivere senza tenere gli occhi chiusi. Al-
lora io, tanto minuscola creatura, mi ac-
corgo di far parte di quella storia che Don
Bosco voleva si svolgesse solo per la glo-
ria di Dio e per il miglioramento dell'uomo.
Anna Costabile, Torre Annunziata
Grazie, per aver compreso così bene il
cuore di Don Bosco, e ciò che il BS do-
vrebbe essere sempre.
DAL POSTINO ALLA PATTUMIERA
Geni.mo Direttore, da tempo mi arriva il
vostro BS, e io vorrei tanto risparmiarvi la
fatica di mandarmelo. Perché? A causa
del mio più completo disinteressamento.
Ogni volta va sempre dal postino al sacco
della pattumiera, senza che io ne guardi (e
non voglio assolutamente) il contenuto.
Non condivido dalla «a» alla «z» tutto
quel che voi sostenete come cattolici, da-
to che io ho avuto modo di verificare che
tutti i vostri insegnamenti sono sballatf al
Segue a p. 31
PUBBLICATE QUESTA
L'ho vista In una pubblicazione france-
se: mi è piaciuta, e ve la mando. Mettete le
parole in ìtaliano.
Gianni Lo Russo (Catanzaro)
Rivista della Famiglia Salesiana
fondata da san Giovanni Bosco nel 1877
Quindicinale d'informazione e cultura religiosa
Dlretlore responsabile:
DON ENZO BIANCO
Collaboratori
Sr. Giuliana Accornero - Pietro Ambroslo - Te-
resio Bosco - Sr. Elia Ferrante - Adolfo L'Arco -
Jesus Mélida
Fotografia: Antonio Gottardt
Archivio salesiano: Guido Cantoni
Archivio Audiovisivi LDC
Fotocomposizione e Impaginazione
Scuola Grafica Salesiana Pio Xl - Roma
Stampa: Officine Grafiche SEI - Torino
Autorizzazione del
Tribunale.di Torino n. 403 del 16-2-1949
COLLABORAZIONE
La Direzione sollecita a inviare notizie e loto
riguardanti la Famiglia Salesiana, e s'impegna
a pubblicarle secondo le possibilità del BS.
IL BS NEL MONDO
Il BS esce nel mondo con 37 edizioni nazionali
(in 20 lingue diverse, con tiratura annua di oltre
10 milioni di copie) in:
Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Austra-
lla - Austria - Belgio (In fiammingo) - Bolivia -
Brasile -Centro America (a San Salvador)- CIie
- es Cinese (a Hong Kong) - Colombia - Ecua-
dor - Flllpplne - Francia (per I paesi di lingua
francofona) - Germania - Giappone - Gran Bre-
tagna - India (ln Inglese, più le edizioni nelle
lingue locali malayalam, tamil e telugù)- Irlanda
- Italia - Jugoslavia (edizioni in croato e slove-
no) - Korea del Sud - BS Lituano (edito a Roma)
- Malta - Messico - Olanda - Perù - Polonia -
Portogallo - Spagna - Stati Uniti - Thailandia -
Venezuela.
PER RICEVERE IL BS
Il Bollettino Salesiano viene inviato gratis:
- ai componenti la Famiglia Salesiana
- agli amici e sostenitori delle Opere di san
Giovanni Bosco.
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Comunicare, Insieme con il nuovo. anche l'in-
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co del richiedente);
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CONTO CORRENTE POSTALE
numero 46.20.02, Intestato a Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, Roma.
IL GRAZIE CORDIALE DI DON BOSCO
a chi contribuisce alle spese per Il BS o aiuta le
Opere Salesiane nel mondo.
2

1.3 Page 3

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INTERVISTA A DON EGIDIO VIGANO'
<<Credo nei salesiani
che h nno entusiasmo,,
Il nuovo Rettor Maggiore: da una girandola di domande e risposte esce l'Immagine di un uomo che sa che
cosa «umanamente» lo attende E' finita la libertà, non più un minuto per me... »), ma anche l'immagine
di un uomo fiducioso:« I salesiani non hanno ancora venduto i collegi per pagare il proprio funerale• . Un
uomo che ha - come fu detto di Papa Giovanni - «la tentazione del futuro».
D. So11u p111 belle le Alpi o le Amk?
R. Ugualmente belle: le Alpi
perché l'uomo vi ha messo la mano '>LI
ogni metro quadrato: e le Ande
rcrché l'uomo non vi ha ancora po~to
il piede.
(Don F:Kidio Viganò è 1111 mlu: llim•\\t.'
1'I\\.\\1tt<> IJlla~i 32 a1111i (Ili 'omhra tielle
A11de, che Jw11110 c:011 lui 1111 debito di
\\(ll/g11e: il 7 ht~l,o 1953 1111a w1.lc111Ka di
1ie1•e J!ll wlw il mif!lior amico. t/011 Li-
1•io Mo,ru, e 21 raga;:.;:.i: l11i tras,·on<•
ore di cm,!o.sda cerca11do per 1111 me~c 1
cmlal'f!II tiella tragiro spedit.io11e. I.
111algmdo 11.1110, le Ande ,·011.,cn•a110
per lui U/1/o il loro fascino).
D. Cu111c .~0110 i Cileni?
R. Mah! Sono brava gente, a,~ai
O!-.pi1ali. ~h accolsero e sono dh·cnlatn
cileno. Sono coraggiosi, non hanno
paura di ne~uno. E sono acuti, aperti,
lanciali in anmti: gente con la quale è
un piacere la\\·orare, con la qunlc s1
può .:u~11u1re il luturo.
D. Clr,· cu,(1 ric:urda di quel l'ia~r4iu,
Ge11urn-Sa11tiar40, s11/l'A11,:11Mu~. 11d
dice111bre 1939?
R. E' il ricordo gradevole della pri-
ma avventura della mia\\ ita: a, e\\ o 19
anni. Volc\\'a dire abbandonare 1u110 e
incominciare· di nuovo. Sono ,tato
mandato per tre anni, poi ~coppiò la
guerra e io mi ero già innamorato e.lei
Cile.
D. Il ~110 dolore pilÌ grn11de.'
R . S'1, la morie del mio compug110
di ,1udi e amico indimenticabile Li\\'io
Mona e dei i,uoi ragaai. E' morto
nella neve, con 21 ragazzi e un mae-
stro. A\\ c\\'amo studialo insit•mc la
teologia all'Università Cauolica di
Saniiagu {lui fece la 1csi su san Bona-
\\ Cntura, e io c,u san Tommai.o), am
bcc.Juc eravamo scalatori e accompa-
gnavamo i ragaz.r.i a sciare... Fu un
dolore tremendo.
Un ahro grane.le dolore è :.tata la
crisi <lclla democrazia nel Cile.
D. Lei lw 1·i~~11to questa c:ri,1 a fi.
vt!llu di e11i.,copu10. cli Chie.,a?
R. Cro presic.Jcntc <lei Religiosi del
Cile. e pa, tcciparn alle riunioni e di-
scussioni dei \\'cscovi: ero amico di
tulli loro. Sicché ho an1to modo di
1·i\\crc e wntirc il polso dei pastori
della Chiesa nei momenti più c.Jclicati.
Don Egidio Viganò.
D. E' mo/tu tli/fidle giuclicure u~Ki
questa cri.,i...
R. Molto difficile, perché è ancora
in corso. Nc'lsuno. dicci anni fa, pcn•
sava che il Cile potesse arrivare ali.i
situazione allualc.
D . Non crctle e/re la democra;:.ia sia
patrimonio clei pcu:li eco11omica11ie111e
forti?
R. No! E' putnmo1ùo dei paesi
umanamcnlc .,, iluppali, maturi.
D. E qual<' la parte della Chie!>a e,.
lerw ill questa crisi?
R. Si può <,cmprc fare qualcosa di
più; ma non tocca alla Chiesa prcvc-
nire le crisi di crescita dell'umanità.
Le 1occa accompagnarle e fermentar-
le. La Chiesa batteua un uomo già
nato, che vive già. Sembra che la
Chiesa giochi sempre con la mossa di
!>\\'antaggio degli scacchi: comincia
dopo. Ma vince.
Un diario per noi tre
D. Facciamo 1111 po· di strada al/'in·
c/1etro: chi dobbiamo rinKruziare per la
.,cimi/la della s1w vocazione?
R. Lo Spiri10 Santo. Ma lo Spirito
Santo agisce sempre allraverso gli
uomini, e io devo dire che appartengo
n una ramiglia verso la quale lo Spiri-
le> Santo si è mostrato generoso.
Quando da raga:,.zo ritornavo a casa
dal collegio salesiano, in famiglia mi
sentivo quasi pi,ì cri.wiww: c'era un
ambiente di fede robusta.
D. E la sua mamma?
R. Durante questi ultimi anni della
mia permanenza a Roma sono potuto
..tare con lei frequentemente e ascol-
tarla; inoltre ho il dia tio che mi ha
I::: '-ilo.
Ht1 scritto un diario?
R. Sì, per noi Ire, i ligli. E' formi-
dabile! Ani,ra fino a •profetizzare» il
mio futuro... E non -;mette di ripeter-
mi ciò che mi disse una volta quando
le scrissi che dovevo preparare una
conferenza molto impegnativa: «Non
prcoccupani tanto di studiare; piut-
tosto riempili dello Spirito Santo, che
è ciò che imporla».
D. E i sulesilmi, chi ricorda?
R. Molti, tulli: il maestro di novi-
1ja10, che vive ancora... I due salesiani
che mi hanno segnato di più furono: il
primo c.Jon Borghino. che era direttore
dell'oratorio di Sondrio. e mi do-
mandò se volevo l:irmi salesiano; lui
mi portò all'aspirantato di Chiari. Don
Borghino è a ncora un idolo nel ricor-
do di tutti.
li secondo è il card. S ilva: era av-
\\'Ocato e si fece salesiano: studiò alla
Crocetta di Torino c. di ritorno a l Cile.
fu mandato come professore e cate-
chis1a allo s1udcn1ato teologico. Fu
allora che vi ani vai io come a~istente
degli aspiranti e filosofi. Poi ho lavo-
rato con lui quanc.Jo lo fecero vescovo ►
l' cardinale...
3

1.4 Page 4

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D. E quanti Rertori Maggiori ha co-
11oscù110?
R. Ho conosciuto don Rinaldi nel
primo corso di aspirantato: lo ricordo
mentre ci parlava sotto il porticato,
con i suoi occhiali piccolini così. Sia-
mo rimasti tutti con l'impressione che
ci aveva parlato un santo. Con don
Ricaldone quasi non ho avuto con-
tatti personali: era una robusta per-
sonalità dalle grandi visioni del rutu-
ro, e di amore intclligeme alla Con-
gregazione. Don Ziggiotti lo ricordo
con il «tessitore dell'unità», con tutti
quei viaggi che fece nel mondo sale-
siano. Sono 1·imasto anni accanto a
don Ricceri, e lo ammiro come un la-
voratore insuperabile...
S e uno ha capacità per ven ti
D. E lei ha partecipwo al Vaticano
Il come esperto co11ciliare del/"Episco-
paro Cileno.
R. Beh. mi hanno dato la tessera di
e_.,perto quindici giorni dopo il mio
arri\\'O a Roma con il cardinale. E ho
potuto assistere per quattro anni a
tutte le sessioni. Prendevo appunti di
bili alla realtà socio-religiosa latino-a-
mericana. I documenti di Medellin
sono molll> com.:reti, ricolmi di corag-
gio, ma anche molto equilibrati. e fe-
deli al Vaticano 11.
Si può dare il ca~o che qualcun()
abbia manipolato quei documenti;
per esempi<> alcuni fautori o avversnri
della «liberazione»...
D. Lei credt alla reologia della /ibe-
ra:;ione?
R. Prcfe,isco clistingucre. «Teolo-
gia della liberazione» è un nome bel-
lo, ma ci sono varie classi <li teologia
della liberazione. Dire un «sì» roton-
do sem.a rillettere, è per lo meno in-
genuo. E <lire un « no» rotondo è. dirci
io, una catti\\·e1·ia: è chiudere gli occhi
davanti alla ricchez1.a di riflessione e
alla prospettiva di futuro che è emer-
sa realmente nell'America Latina.
Dunque teologia della liberazione co-
me emerge dalle conclusioni di Me-
dellin, s't; come alcuni teologi l'hanno
voluta presentare, e in modo speciale
i « ciistiani per il socialismo», no: ci ~i
sro:.ta racilmentc verso un 'ideologia
di ispirazione marxbta.
D . Oualcww ri1ie11e c:lie il 11u11:ti-
--
Don Viganò appena eletto Rettor Maggio re e già Inghirlandalo dal salesiani dell'India.• Garantisco
lo», sembra dire a tutti quanti don Riccerl.
LUtti gli interven ti, collaboravo con i
vescovi nello studio degli schemi e dei
problemi, ccc. E" stata una panecipa-
1.ione faticosa ma proficua.
D. Cosa ha rapprese11ta10 nella sua
vita il \\larica110 Il Fiss11fo così?
R. Un'cspci-icnza un ica. E' stato un
curricolo straordinario <li formazione
permanelllc.
D. E la Co11(ere1u.a Lati110-A111eri-
crma di Medelli11?
R. Medellin ha un solo Litolo: « II
Vaticano Tl nella trasfoonazionc del-
l'America Latina». Le sue conclusioni
hanno voluto concenlran: tutlo il
Concilio in formule pratiche, applica-
4
s1110 11011 ha rroppa risoua,1,:a m:ll 0A-
111erica /.,(Jli1111.
R. Sì, ne ha. Non lo si vede ..:hiara-
melllc, per la presenza di governi di
tipo forte. li problema per la Chiesa
consiste nel rar vedere che la religione
cristiana non è l'oppio <lei popoli ma
una soluzione reale, altrcttanl<.l reale
come l'alternativa marxista. E capaèc
meglio di questa di affrontare i pro-
blemi, di sbloccare le situazioni di in-
g i u s t i z i a ...
D . L'opera salesiana 11ell'A111erica
Larinci ha <111alche 1011ali1à speciale?
R. Sì, ha le caratteristiche dc:llc co-
se latino-americane. Cioè: più che la
nostalgia del passato, c'è la preoccu-
pa1.ione per il I uturo. C'è un sen!>O in-
nato di speranza; la creatività è con-
siderata come elemento normale, na-
turale. In America oggi uno ~ente di
più il clima delle origini salesiane... Lì.
,e uno ha capacità per venti. tro\\'a
modo di impegn.:irsi per venti.
E' fin ita la libertà
D. Parliamo del Re/tor Maggiore.
Quali q11ulirà avra11110 cercaw per
eleggere lei Rettor Maggiore?
R. Francamcmc questa domanda
bisognerebbe farla agli altri e non a
me. Ma sospelto o.:he sia stato fattore
determinante il !atto di essere nato
qui in Italia, e cresciuto in un'altrn
cultura e con un'altra ,isione delle
coi.e... Il poter fare da ponte fra una
tradizione e una prospcuiva di fut.urn.
D. Che i:u.,1.1 si sente 411a11do il pro-
prio 110111e arrii•a alla 11wg1:iora11;.a (IS·
sol11ta?
R. Si pcn~a alle cose più profonde
tiella propria voca ✓innc:, davanti a
Dio. E si lasciano da parte tulle le al-
tre i:ose... Pl!rchl; questa è per mc
un'aulentic.:i Pa!>qua, un ll'CIIISÌlo: è
pi.Issare Jall'Egllto al deserto. E' finita
la libertà, non li rimane un mi11utu per
te: per esempio adc:.!>O invece di ~tara
parlare con te, potrei leggere il gior-
nale o passeggiare un poco...
D. Dal 1971 e fh10 al 15 dicembre
:,cvrso lei è ~wro alla dire:.io11e del-
/'i111purtante Dic:a.,rero della Fo1111a-
:.io11e w/e:,iww, respo11.,ahile hz modo
~pedale dei xiu1wli salesia11i; è sw10
un proble111a w,io fu co111esrazio11e
degli ,tmle111i di leologia?
e R. Beh, questi giovan i dai venti ai
trent"anni avevano tutto il tempo
l'intelligem.a e la metodologia per
criticare le cose che sono suscettibili
di critica. Gli stuclcnti di LCologia,
specialmente quelli dei primi anni del
sessennio !->corso, avevano in qualche
1.ona una carallcri~tica psicologica <li
rc.:a1.ione a un tipo di formazione che
non era rorsc in consonanza cori le
esigcnLe d\\>ggi. E così in quesLi gio-
vani si ebbe il punto i:ulminante della
reazione. Tenerli tutti insieme era, in
ceri.i casi, come raggruppare le parti-
celle di un'atomica in esplosione.
Senza dubbio il periodo dello studen-
tato teologico è assai delicato e diffi-
cile: credo :.inccramen te che il pro-
blema delln formazione in questa
tappa abbia bisogno di particolare
cura e approfondimento.
Ma noi di solito parliamo sempre
rnn allarmbmo di ciò che conoscia-
mo di più. cioè guai-dando verso l'oc-
cidente. Bi,,ogna guardare anche al-
l"orientc, all'fndia. alle Filippine, do\\'e
ci sono tanti confratelli giovani in
lorma7ione; e alla Polonia...
Penso che in senso globale stiamo
risalendo la curva, e camminiamo
verso una formazione più positiva dl"I
salesiano giovane.

1.5 Page 5

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Ci troviamo nel meridiano di Dio
D. Lei crede che la Congrega:.io11e
ila compreso i segni dei 1empi?
R. La Congregazion<.: ha preso una
decisione chiara nel Capitolo del 197 1,
assumendo con sicureZ7a assoluta le
prospettive nuove ùclla Chiesa ema-
nale da l Vaticano 11. Altra cosa però è
ùire che tutti i suoi membrile abbiano
già messe in pratica. .In alcuni posti lo
fanno al cento p<.:r cento, e in a ltri al
dieci. Ma qucsLO L' normale in tutti
cambi della storia.
D. S1ia1110 im•ecc:hiando?
R. Un :,alesiano di ouant'anni ma
ricolmo di Spirito Santo e di cnLUsia-
smo - come per esempio era il car-
dinal Caglicro - non imt!ccbia mai.
Se abbiamo aria di Pentecoste entria-
mo nella primavera. Si invecchia sol-
tanto secondo l'età delle s tatistiche,
ma qui stiamo parlando dell'età dei
caris mi.
D. Cos'è la sperw1::.a, don Viganò?
R. La speranza è trovarsi davanti a
un lavoro che è un milione di volte
fare gol; qualcuno ora ha qualche li-
nea cli febbre, ma poi si rimetterà, e
farà nuovamente gol!
Le lspettoric e i Salesiani si muo-
vono per cercare di uscirne. Qualche
volta si saranno sbagliati, ma non si
sono fermali. Non hanno venduto i
collegi per pagare ìl proprio funerale.
L'incertezza non è una virti1
D. L ei ha Tanta fede nelle persone.
Perché?
R. Le persone sono l'oggeuo abi-
tuale delle mie rifle:,sioni; io sono
convintissimo che esse sono il punto
culminante della creazione, dell'esi-
stenza; sono quelle che fanno la sto-
ria. Ciò che è più pedetto nel mondo.
è la persona.
D. Che c:osa succederà alla Pila r·eli-
giosa tra 25 anni?
R. Domandalo a un profeta. Io
credo che sarà meglio di adesso,
perché si sta approfondendo a livello
d i riflessione e di vita. Almeno quali-
tati va men te, sarà migliore.
D. Lei crede in Don Bosco "rinno-
\\'ll/0" og~i?
Che ci facev
questo
Birichino
al CG21
?
rl
Nel BS di aprile un
<< inserto speciale» sul
21 ° Capitolo Generale:
I Salesiani
tra annuncio
e testimonianza
ai giovani
Uomini problemi di-
battiti preghiera
orientamenti scelte
speranze programmi
e anche foto e vi-
gnette... di quasi quat-
tro mesi di lavoro.
La responsabilità di don Viganò: guidare la Famiglia Salesiana nel suo Impegno per l'educazione
cristiana del ragaul del mondo.
superiore a lle proprie lor/<.:, e avere la
certezza che lo si può fare perché Dio
è con noi. Per questo noi chiamiamo
la Madonna «Ausiliatrice". perché
contiamo - con la cercezza e/dia :,pe-
ranza - su un aiu to di qualcuno su-
periore a noi. Non è che noi ci tirerc-
mo a lucido mutuamente gli Mi vali: tu
e io siamo due poveri diavoli, ma ci
troviamo nel meridiano di Dio.
D. E che aliri molivi, ol!re a Dio,
ali111e111a110 la sua spert111;.a 11e!la Con-
gregazione?
R. Che non si respira aria d i cimi-
tero, che ci s tiamo riprendendo! Che
!>iamo calcia101i che hanno voglia di
R. Credo nella Congregàzione rin-
novala, credo nei Salesiani che hanno
entusiasmo.
D. Quesw cenez;:.a che lei possiede è
1111a qualità positiva o negativa?
R. ln una siwazione di cambia-
mentì uno sta cercando insieme agli
altri, ha inccrtcn:c. Ma non ho mai
capito come si possa lodare l'incer-
tezza come virttt superiore.
D. Cosa si a.spellano i Salesiani dal
lltW\\10 Rertor Maggiore: tt11 paJre. o un
g0Perna111e?
R. Un padre che governi.
D . Lei ha q11alc/ie "lnu:o" nel mo
011i111is1110?
R. Oggi no, ma tutto è possibile.
Penso a lla Vergine immobile ai piedi
della Croce.
D. Le costa parlure in p11bb!ico sen-
;;a che si veda il professore della "Cat-
tolica" di Santiago?
R._ Sì. Dovrò di nuovo leggere la vi-
ta_ d1_mam~a Margherita. per rico-
m111c1are a un parare. (E' w1'a!lttsione
a D011 Bosco, che leggeva i suoi di-
scorsi a_:,1,a madre, pri111a di farli. per
essere s1c111·0 che fossero comprensibili
dalla ge11te}.
D. Tsuoi amici dicono che lei 11011 è
un politico: vorranno dire ciTe il go-
l'emare 11011 è il suo p11n10 fo11e?
R. O vorra nno dire che non sono
diplomatico? Questo è un vantaggio,
nella vita religiosa, no?
D. Di chi ha paura?
R. Ho paura di mc stesso.
D. Soltanto?
R. E del diavolo...
JESOS MARlA Mlll. lDA
(R iduzione da ANS)
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1.6 Page 6

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EXALLIEVI DI DON BOSCO
Verso il terzo Eurobosco
Ancora un congresso, per impostare sotto il punto di vista cristiano e
salesiano alcuni temi che sono problematici nell'attualità europea.
Perché il milione e mezzo di Exallievi di Don Bosco che vivono in
Europa, se resi più consapevoli e responsabilizzati, forse potranno
dare un valido contributo nel costruire l'unità cristiana dell'Europa. Al
congresso, che si terrà a Madrid, sarà invitato anche il re di Spagna
Juan Carlos, e per un legittimo motivo...
«Gli Exallievi di Don Bosco e l'Eu-
ropa» è il terna, che verrà <liballulo a
Madrid nel settembre prossimo, nel
corso del «terzo Congresso Eu ropc·o
<lcgli exalliel'i ;.alesiani », detto in hn:-
1·c « Eurobosco 78». Ha :-.cnso eh,• gli
l'xallicvi si occupino di un problema
cosi vasto? O è solo frullo di ambizio-
ne? In realtà gli adulti oggi in Europa,
che da ragazzi sono passati aura verso
le opere di Don Bosco ricevendo\\'i
una impronta salesiana più o men<>
profontla, sono almeno un milione e
mezzo. E non pochi occupano posti cli
responsabilità. E' in questo dato non
certo trascurabile, che !>i può trovar<:
una rispos ta e una mo1iva1ionc al
Congresso Europeo.
via e Polonia. ln più, sotto il punto di
vista organizzativo della Confedera-
Lione exaltievi si collocano nell'ambi-
to europeo anche alcune Federazioni
del Medio Oi-iente, che saranno pre-
senti: Egitto, Iran, Israele, Turchia e
Iorse Libano (molti di questi cxallievi
non sono crisLiani).
Saranno p1·escnLi anche osservatori
<la altrl' parti del mondo, di sicuro da
Argentina, Colombia e Messico. E poi
rappresentanti dei vari rami della Fa-
miglia Salesiana: in primo luogo le
Exallievc, poi i Cooperatori, le Figlie
cli Maria Aw,iliatrice, le Volontai-ic
Don Bosco, ecc. Si prevedono 250
congressisti dalla Spagna, e a ltrcltan-
ti dall'estero.
E come quest'ultimo, anche quello
di Madrid ha per tema l'Europa. Si
traucrà di impostare sot to un punto
cli vista cristiano e salesiano alcuni
argomenti che s0110 problematici nel-
l'attualità europea.
Sono previl.Li u·c sollotemi, illu-
strali in tre relazioni. 11 primo, « Unità
e vocazione dcli' Europa», sarà affi-
dalo a un exarnevo appartenente a
uno dei paesi di sicuro orientamento
unilado. 11 secondo tema, « L'inse-
gnamento oggi», sempre rapportato
all'Eumpa, sarà trattato dal vescovo
salesiano spagnolo mons. Antonio Ja-
vicn-e, segretario <lella Sacra Congre-
gazione per l'Educazione cattolica. ll
ter,:o sottotema sarà «Matrimonio e
famiglia».
L'organizzazione. A Ma<lri<l la sede
della Fcdcraziom: Exallievi d i Spa-
gna, in calle Alcatà 201, è pure diven-
tala il cenLro dell'organizzazione del
congresso. E è sempre affollata. fl
presidente Javier Marco Artueh e il
delegato padre Benigno Castej(m
hanno il loro da fare con le varie
commissioni che si occupano dei te-
mi, <lcll'economia e finanziamcnLO,
delle relazioni pubbliche, dei rapporti
con la stampa, dell'organizzazione lo-
gb,Lica, della segreteria.
I I ··1 s
I partecipanti. Dunque le rappre-
sentanze degli exallievi d'Europa si
troveranno a Madrid per cinque gior-
ni, dal 19 al 23 sellcmbre 1978, nel
• Palazzo dei Congressi» muni to cli
ogni altrezzatw·a, compresi gli im-
pianti di traduzione in simultanea. Le
FcdcraT.ioni nazionali di exallievi in-
viLale sono 22; hanno dato il loro as-
senso. oltre a quella spagnola che è
organizzatrice, le Federazioni di Au-
stria, Belgio, Francia, Germania Fe-
derale, Gran Bretagna, Irlanda, llalia,
Lussemburgo, Malta, Olanda, Porto-
gallo, Svez.ia e Svizzera; si avranno
probabili rappresentanze da Jugosla-
6
In p1u, molli porteranno insieme
degli accompagnatori (mogli, figli...),
per i quali saranno organizzate atti-
vità parallele di turismo e folklore.
E' probabile che nei momenLi cul-
minanti del congresso si arrivi alle
mille rcn,onc.
l contenuti. E' la terza volta che gli
exalHevi d'Europa si riuniscono./\\ un
primo inc<>nlro a Torino nel 1965 ha
fallo seguito dicci anni <lopo quello di
Lovanio in Belgio, per il quale fu co-
niato il termine «Eurobosco», dalla
trasparente fusione delle parole Eu-
ropa e Don Bosco.
Per gli Exallievi giovani. Non sol-
tanto gli cxallicvi adulti si incomre-
ranno ma anche quelli giovani: rer
101·0, nei giorni immediatamente pre-
cedenti il congresso è previsto un
« Eurobosco dei giovuni ,,. Si riuniran-
no così per riflettere sull'impegno
cristiano dei giovani d'oggi. e sul mo-
<lo di alluarc quest'impegno atLraver-
so le associazioni cxallievi inserite
nella missione salesiana. Che cosa
chie<lono i giovani oggi a queste as-
sociat.ioni? E che cosa esse sono in
grado di offrire ai giovani? Qual è la
loro realtà attuale, e come progellare
il fuLuro?

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C'(, molta a11esa pe1· questo Euro-
bosco giovanile, che raccoglie le spe-
rante per il domani del mm imento
l'\\.llJil'\\'Ì.
L'Ideale europeistico. La proble-
m:i1h:a dell'europeismo interessa gli
c:,athe\\ i pe1·cht1 :.ono uomini incar-
nali nel loro tempo. E l'idc:a europea i.•
quan10 mai auuale: gli uomini politici
più :,ensibili wdono in un uccordo Ira
gli :.lati cu.-opei la pOs!>ibilità di resti-
tuire al \\'ccchm continc:ntc una :,ua
autonomia. di renderlo da\\ \\ero ca-
pal·c di contribuire alla pace e alla
libcnà degli nitri popoli. Pensano a
una moneta europea che faciliterebbe
una più gim,ta politica sociale, indu-
,1rialc e agricola all'interno della co-
munità. Peni.ano a un pa:.:.apono
unii icatu. Ma intanto le cll'tioni pl'r il
purlamenlo europeo ancora una volta
:,onu state dll\\ 1ate. perché non c'i.•
,ulficientc :,pinta all'unità, e se tulio
anùrà bt:ne ,i tenannu nel '79.
Ltl Chic:,a im l'Cl' incora§gia un 'Eu-
rura unita, e ledcle ali i:.pirazionc
c1bliana. Sono -,iati prnf'ondam..:nll'
cri,tiani gli i:,piraw,i delle tendente
c.·umpcistichc di ieri: Aùcnauer, 0l."
Ga,pcri, Spaal,., Schuman. E fu un
santo cauolicc, colui che in un lontano
pas~.:ilO riusc'I a lare dcli' Europa la
patria ..:omunc deUe cri-,tianil.à: san
borazionc ddle lor1c cattoliche. E
appena ne ì: <,lato in grado. ha :.ui.ci•
1a10 nei \\ an pae:.i J'Emopa chi si oc-
cupasi.e sole!>ianamcntc della gio-
n:ntù. Prima di morire mandò i :.uoi
tigli in Francia, Spagna, Austri.l c
~,.,.,j G1·a11 81..:1agna. Prima che finis!>e il
-,uo secolo si tro\\'a\\'ano a la\\'orarc
in SYiztc.•ni, Belgio, Polonia e Prn·to-
gatlo.
I programmi concreti. Quello cu-
rop<.:1!,lico è dunque un di:.con,o pro-
fon<lamcntt· cristiano e salesiano. e
non »tupbce che gli cxallieYi :,c ne
occupino con insisten1.a. Non cci 10
per fcrnrnr~i a elaborare enunciati
teorici, ma per agire.
Nel 1975 uno dei ,datori di Lo\\'a•
nio, il belga Augmto \\lanindc:.tad,
propone\\ a: ~ Presenti praticamente
in 1u110 il continente.•, gli exa!Jicvi pos-
~ono, raf for,.ando le loro organi11.a-
1ioni na,ionali. sc.1mbiarsi informa-
1ioni, Cl'l'are collegamenti inle1 nr cd
e~tcmi. i.1imolarl' la lorma1.ionc tec-
nica e umanistica dei giovani <: la
qualific,.11ione dei lavoratori. pro-
muovere il turismo come me110 di
fonna1ionc di una mc.·ntalità comune,
approlonùire i problemi sociali e col-
laborare per la loro !.oluz.ione, dedi-
carsi all'aiuto degli emigrati che lor-
mano auualmenrc il problema lor:,e
l'occasione ideale per incontrarsi, co-
no-.ccr..i meglio, e ùeciùcrc insieme.
Piì1 ancora po:,:.ono ri!>ultare impor-
tanti il •pn'• e il "post • congre:.:.o:
,ono lt•mpi di bilancio e di mobilita-
1ionc prima, e di programmadone e
realiu.azionc poi. 11 congresso è un
po' come la punta dcll'iccbl·rg. che si
~panùe in profondità.
Ciò :,piega perché la stona recente
degli cxallievi è punteggiata cli con-
grC'>!>i. Nd 1973 ,i tenne a Città del
Mcs!.ico il-t Ltl1ino-ameiicano, nel '75
- come già ricordato - l'Eurobosco
di Lo\\anio, nd '76 a Hong Kong il
primo dell'Estremo Oriente. Senza
coniare i tantissimi, per non dire nor-
mali, congressi nazionali (in aprile, tra
l'ahro, i.i avrà a Pompei quello italia-
no, l>l'tlimo ùclla serie, di cui il BS ha
già parlato: clr. numero di gennaio,
pag. 29).
l mportallli per i loro rincssi pratici,
i 1.:ongre!>Si -,ono perciò avvalorati
dalla pre:,cn1a d1 chi ha le massiml'
rcsponi.abili1à. A Madrid giungerà dal
Ml•i.sico il prc.,idcnte conlcùcralc de-
gli c-;.allievi Jo.,é Gonztllc1. Torrcs; da
Roma sono attc-,i il Rcuor Maggiore e
il Consigli<:rc JlCr la Famiglia Salei.ia-
na; in Madrid prci.enzieranno il Car-
dinale e il Nun.do Apo:,tolico.
E sarà invitato anche il re di Spagna
Juan Carlo:.. Sarf1 ancht· quc-.10, irut-
Da slniS\\ra. Il manifesto dell'Eurobosco. Il presidenteconfederale degli exalllavl, Il messicano José
Gonulez: Torres. Il delegato confederale don Umberto Bas1a11, durante una vl1lla agli exallleYI del
Brasile. Il presidente degll eulllevl di Spagna, Javler Marco Artuch, con I suol bambini (au di lui
ricade In parte la respon.sabllltà dell'Eurobosco). E nella vignetta un sogno tramonùillo degli
europeisti: votare per Il Parlamento europeo net 1978.
Bcncdcuo da Norcia.
Di recente il card. Bendh, parlando
a Ruma in un con\\'cgno degli in-.c-
gn:11111 ml'di cauolici, ha ricordaw chl.'
~rt:uropa ha prima di 1u1Lo bisogno
di un'anima•, che occonc mcltcn:
l'accento - prima che ,ull'clcmenw
ccunomico o politico - ,ull'elcmento
-.pirituall.', :.ull'impegno morale. Per•
cii> occorrono •cristiani che si imp1:
gnino nella l'l'aliua1.ion<: ùi formule l'
progelli di società conformi ai princi-
pi crislia111 •·
Don Bo~co non si po,l' ceno e,pli-
c 1ttuncn tl" questi problemi, ma ha
wmprc aw,picalO l'unione e la colla-
pi[1 rilevante dcll'Eurnpa, divulgare
l'ideale l'Uropeo ...
E non !.ono stati.' :.olo parole. Le
iniziali\\ e ,i ,ono intensificate. Cquasi
tosse un riconoi.cimcn10 ufficiale, la
«Conlc.-derazionc Exallicvi di Don
Boi.co• nel 1977 (.• -,tata amml."s-.a al
Com,igho d'Europa di Strasburgo co-
me • Membro con.,uhn o non l,!.O\\ er-
nali\\O•.
11 rilancio. Ma l'nrgoniz.zazionc de-
gli exallic\\ i \\ edc nd congrc:,so anche
un'occa-.1onc di ,eril'ica e di I ilancio.
l,;n congrcs:.o - al d1 delle co-.e che
-.i po~.,ono dire o lare - olfrc -.empre
Lo di ambizione? Niente al'latto, c'è un
legillimo motivo: il re Juan Carlo!>
quand'era ragauo (ordinariamente
anche i re a un ceno punto della loro
\\ ita ~ono s1a11 ragazzi). e viveva in
Poi togaJlo a El>toril, ebhc tra i !luoi
prcc.:eLLoii un salesiano di Spagna:
p~1<lrc Alfonso 'lachcr, oggi missiona-
rio a Timor. Dunque, anche lui è un
po' cxallicvo di Don Bosco.
Riu.,cir,111111) gli l."x:1llil·11 u Jarc una
mano nella ùifficilc impresa di cc>-
l>tnure quell'unità cristiana dell'Eu-
ropa che fu sogno e programma di
tanti piccoli e grandi uomini di buona
\\Olontà?
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1.8 Page 8

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--Educhiamo come Don Bosco------....
gio1·u ne.
E' un epbodiu che merita qualche
tocco di commento...
La chiave magica
che apre i cuori
Nel lerzo volume delle Memorie
biografiche, a pagina 42, è documen-
lato il seguente episodio accaduto ai
primi tempi dell'Ora torio.
Verso me:::::.ogiomo Don Bosco ri-
tornava a casa, e sul ca11cello che
chiudeva il suo cortile e il suo ono vide
il giovane B..., che abiwva poco di-
stante. Aveva mani e faccia sudice, e
indossava una blouse wila e bisunta.
Fino allora Don Bosco non era riu-
scirò a creare con lui rapporti neam.:he
di buon vici11a10; il gio1w1e .~i era
sempre rifiutato di panecipare alle
funzioni. Don Bosco però lo coiwscel'(I
pe,· fama: il poi•eretto ne a\\'eva faue di
ogni colore, e a liiisi attribuiva,10 grari
delitti. D011 Bosco gli si a\\ll'icinò, e il-
luminato dal suo irresistibile .sorriso, lo
.sal111ò affeuuosmne111e:
«Buongiorno, mio caro!»
«Buongiorno!» rispose 8... tenendo
basso il capo con i capelli che gli cade-
vano sulla fronte.
«Sono molto contento d'ai•erti hz-
c;ontrato. Oggi devi farmi w1 grande
piacere... e 11011 dirmi di 110».
«Se posso, ben volemieri».
«Sì che puoi: che 111 \\leuga a pranzo
con me».
«Io u pranzo con 0011 Bosco?»
«Sì, tu: oggi 111i trovo solo».
«Ma lei si sb[(g/ia, mi sca111bia per
qualche altro. Lei 11011 mi conosce».
«Sì, li conosco: non sei il figlio del
tale?»
« lo che ne lzo fatte ta111e, che lei 1w11
può neppure i1111nagi111.1re?»
« Proprio tu in perso,w ».
«M[( lei, prendersi queslO incomodo
peri/le... ».
«Nessun co111plimentu, è cosa deci-
sa... Vieni».
« Io 110n ho coraggio di \\le11i1'e così...
nello sfato in c11i 111i troi•o! Pote;,;,i al-
meno a11dar111i a confessai·e!»
« Ci andrai, se crederai bene, .mbulo
sera o domenica ma1ti11{1. Ma que-
sl 'oggi dei>i venire con me a pranzo».
« Verrò u11'altra l'OllCI. Mia mai/re
11011 è avi·ertita, mi aspe1te1·à a cc1sr1 ».
«A tua mamma glielo 111w1deremo a
dire, c/1e oggi pranzi con Do11 Bosco. Jl
signor Pinardi mi farà il piacere di
mandare una persona».
«Ma Peda. sono così sporco! 81'.~o-
gnerebbe che 111i lavassi, che andassi a
cambianni i panni. Ho vergogna di ve-
nir così».
«No: ti l'aglio oggi e cu111e ti trol'i.
Sono troppo co11tento che passiamo
u11 'ora insieme».
·
«Ma... ma... ».
«Non c'è 111a che tenga. Vieni, la mi-
nestm è in tavola».
« Già che lei l'Iwle proprio così...
Andiamo».
E andarono. Mamma _Ma rgherita al
11ede1·e quell'ospite disse a Don Bosco
sotwvoce: «Perché hui conc/0110 que-
sto spo1·caccio11e? Do11e l'hai troFato?»
«No11 dite cos) - rispondeva Don
Bosco -. E' mio amico. E grande
amico, sapete. Trattate/o bene». E si
pranzò.
Il giovane da quel giorno co111i11ciò a
cambiw·e vita, e divenne poi 11n bra1·0
., Don Bosco conosce a meraviglia
lo stlle dell'Incarnazione : scende a l
livelJo de l ragazzo per solle varlo al
suo. Ma egli scende da amico sorri-
dente, senza un'ombra di disprez...:o
per il peccatore. Quel giovane, p er es-
sere elevato, deve din:nirc suo amico;
qucslo è J'cssenz.ialc ; il resto è relati-
,·u. Don Bosco l'acce ua cusi com'è.
Il povc1·cuo intuisce che l'amicizia
di un san to ~accrdotc importerebbe il
rotore dell'anima. perci1'.> afferma che,
per assidersi alla mensa di Don Bosco,
dovre bbe p1ima confossarsi. Il santo
educatore, che brucia dal des iderio di
conlcrirgli i sacramenti. non l'a nes-
sun cennu alla vita di gra,:ia; pcn;,a a
gcuarc un ponte uma110. Perciò non
dà alcuna imponan,:a neanche alla
sporcizia, che pmc tanto impres,.iona
mamma Margherita. Don Bosco fa
capire a l giovane con evidente since-
rità che sarà mol to contento di tra-
scoffcrc con lui un'arella di gioiosa
co nvidalità.
- li Verbo si è Iatto simile a noi per
farci simili a Lui. Don Bosco ha assi-
milato stupendamente questa peda-
gogia deU'incarna,:ionc: s i fa simile al
giovane per renderlo simile a sé. E !,i
capisce, qucst<> assimilarsi a ll'altro si
realizza solo a livello dcll'amici;:ia.
li !,auto inserisce il giovane nel la
sua famiglia dove questi deve sentirsi
a ~uo agio come nella prnrria. Forse
quanti.o siede aUa i,ua me nsa il giova-·
ne indossa abiti nuovi? Quel ragaao
non s'era sentito mai così accettato e
stimato; perciò gusta as!>ai la com i-
vialità del santo educatore.
Don Bosco in certo modo s i ves te
de lla sua grandezza, della sua c ultu-
ra, della sua supciiorilà morale e ci-
vile, per mettersi sinceramente, c<>r-
dia lmente. !,pontaneameme al livello
del ragazw, che egli ama non per
quello che è stalO ma per quello che
sta per veti tare.
L'amore ha sempre Jo sguardo
rivolto al futuro. Don Bosco si espri-
me col linguaggio non del dono o del
gentiluomo, ma col linguaggio con cui
l'uomo comune parla all'amico: o~sia
traduce la s ua carità nella mcnlé\\lità
del giovane: in altri termini adopera
la chiave magica del sis tema preven-
tivo: chiave questa che arn: infalli-
bilmente i cuori.
Questa chiave magica, Don Bo-
sco la chiamava amorevolezza. L'a-
morevolezza si poLrcbbc definire
così: è la carità Lradona nel linguaggio
psicologico della persona amata.
ADOLFO L 'ARCO
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REPUBBLICA
DOMINICANA
Ponte sospeso sul rio Yaque del Nord: una delle tante realizzazioni del comitato parroc,chiale di Jarabacoa.
Così rispose Jarabacoa
Era cc un appello all'azione concreta », e Jarabacoa ha risposto con una serie di iniziative sul piano sociale
che stanno rinnovando in profondità la vita della popolazione. All'origine della trasformazione c'è una
comunità e un giovane salesiano coadiutore - Carlo Colombo - che hanno preso sul serio la Populo-
rum Progressio di Paolo VI.
T utto cominciò nel 1967, con una
le1tcra :,clitta migliaia di chilo-
metri di distanza. Lo scrivente era
Paolo VI, la lettera s'intitolava « Po-
pulorum Progressio», il progresso dei
popoli. Era per l'esattezza «un appel-
lo all'azione concreta»: per reali7.zare
« lo sviluppo imegralc di tutto l'uomo
e di 1uui gli uomini». Il Papa diceva a
chi voleva ascoltarlo: «Si tratta dico-
:,truirc un mondo in cui ogni uomo
possa condurre una vita pienamente
umana, emancipata dalle scbiavitt1
che gli provengono da parte degli uo-
mini, e da una natura non sufficien-
temente assoggettala». E il Papa sug-
ge1iva cli non accontentarsi di qual-
che gesto Ji generosità isolata: «La
siwazionc atwale esige p.-ogrammi
tracciati insieme. Un programma è
più e meglio che un aiuto occasionale.
lasciato alla bi1ona volontà di ciascu-
no».
li Papa aveva indirizzato la sua let-
tera enciclica a tutti gli uomini. ma a
quanto risulta non tutti l'hanno ac-
colta. Jarabacoa sì, e con cntLtsiasmo.
Jarabacoa è una località: un comune
nella provincia di La Vega, nella Re-
pubblica Dominicana, nelle Grandi
Antille. E' un comune nel cuore del-
l'isola, inerpicato sui monti. li capo-
luogo conta 3.000 abitanti; gli 8 piccoli
centri attomo, altri 10.000 e tutti in-
siernc formano la parrocchia « Maria
Ausiliatrice».
Jarabacoa ha risposto al Papa della
Popolorum Progressio creando il
«ComitatO Parrocchiale Populorum
Progressio». Perché, còme dice Paolo
VI nella sua leuera (e a Jarabacoa so-
no tuui d'accordo), «combattere la
miseria e lottare contro le ingiustizie è
promuovere nello stesso tempo il
maggior benessere, il progresso uma-
no e spirituale di tutli, e di conse-
gucnLa il bene comune dell'umanità».
I leaclers rurali. Quando uscl l'en-
ciclica, a Jarabacoa il ~alesiàno coa-
diutore Carlo Colombo era da un
buon anno già al lavoro. Tramite la
«Cariw, Dominicana» riceveva e di-
st1ibuiva aiuti (vivcd e indurncnU) al-
la gente povera, a quelli che vivono
nelle catapecchie - i hohros, come le
chiamano lì. Per realizzare questo
piano di aiuli egli aveva scelto un re-
sponsabile in ciascuno dei piccoli
centri: a Paso Bajito, Pedregal. Pinar
Quemado, Arrovo CcrcaJo, Hato Vic-
jo, Piedra Bianca. La Piòa e Buena
Vista. Tutti insieme questi uomini di
buona volontà formavano allora il
«Comitato Caritas».
Ma la lettera del Papa venne a dire
che bisognava fare di più, che soprat-
tutto bisognava passare dai semplici
aiuti distribuiti a destra e a sinistra, a
«un programma tracciato insieme».
La comunità salesiana si rese conto
che c'erano neUa zona grandi risorse .
umane, che potevano es~ere meglio
impiegate a vantaggio di tutti. Nel
1969 i tempi parvero maturi, e a Pina.r
Quemado venne organizzalo un
«Corso promozionale per leaders 1·u-
rali » a cui presero parte 30 persone
qualificate. Esse si impegnarono nella
lunga strada che conduce allo svilup-
po dcli.e comunità.
Caritas avrebbe continuai<> nella
sua opera, ma non sarebbe più stata
l'unica iniziativa. E si dette via al
«Comitato Parrocchiale Populorum
Progrcssio», rormaLo dai leaders dei
principali centri, dal sindaco (exallie-
vo dell'oratorio e ottimo Cooperato-
re), dal parroco di Jarabacoa, e diretto
da Carlo Colombo.
Avanti dunque nel lavoro. Per pri-
ma cosa furono scelti gli obiettivi (ar-
ticolo 4" del regolamento):
coordinare la promozione umana
e l'assistenza sociale nella parrocchia:
I canali7.zare e mettere a frutto
tulle le risorse umane e mate1iali in
favore dello sviluppo;
promuovere l'inLercambio dei
beni;
aiutare soprattutto le classi più
bisognose, a procurarsi mezzi onesti
9

1.10 Page 10

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di sussisLcnza, a e levare il livello di
vita, a promuovere la loro tTasforma-
zionc in clementi produtlivi e utili alla
comunità.
.
Non è stato facile realizzare iutLo
questo. In un primo tempo il comitato
non aveva w1a sede in cui riunirsi. Poi
c'era chi voleva piegare l'organizza-
zione verso finalità e interessi di par-
te. Ma l'amore cristiano verso il pros-
simo e l'impegno che esso sa suscitare
hanno avuto la meglio sulle debolezze
umane. Così il Comitato è diventato
via via sempre più capace di aiutare a
soddhfare le necessità primarie degli
abitanti della regione. e di insegnare
loro con sicurezza la stTada che porta
a una vita più degna di esseri umani.
Il quadro delle iniziative realizzate è
impressìonante.
1 gruppi comunitari. Anzitutto i re-
sponsabili dei vari centri si sono tro-
vali dei collaboratori nei centri stes~i.
e con 4 di loro hanno formalo in cia-
scuna località il Comitato Locale. A
livello inferiore poi si sono costituite
le associazioni con attività ben preci-
se.
Otto cli queste sono «associazioni
agricole». La prima è: sorta a Pedre-
gal. si è sviluppata molto bene, e è
servita da modello alle ahre. Le asso-
ciazioni di Paso Bajito e Los Cocos
mcuono a frutto capitali forniti da
vari enti per migliorare il lavoro agri-
colo. L'associazione cli Limonal sta
realizzando un progetto di indusllia-
lizzazione della produzione del caffè.
Altre associa.doni sono state cosliLui-
te a Dajaos, e a Arroyo Cercado. L'ul-
tima associazione messa su è· il
«Gruppo dei Risicoltori».
Ma si banno associazioni anche di
altro genere, come quella sorta a
Buena Vista, che è impegnata i.n aui-
vità educative, sportive e culturali; o
l'opera sociale Paolo VI a Pieclru
Bianca, che raggruppa Lutle le fon:1:
di sviluppo sociale della zona, come il
Club giovanile, J'..Associazione delle
madri, padri e amici della scuola», e il
Club culturale. E' un organismo an-
cora in fase di sperimentazione, ma i
primi risultati ouenuti sono ottimi.
Tulle queste associazioni sono rag-
gruppale in un organismo superiore,
i.I Consaja o «ConsorLio delle associa-
zioni di Jarabacoa», che ne coordina
l'azione e le rappresenta.
I centri comunali. Perché questi
gruppi comunitari potessero funzio-
nare bene, il Comitato Parrocchiale si
è dato da fare per la costruzione dei
«centri comunali» in c ui porre le basi.
Cinque edifici sono già stati realizzati,
con un costo Lotalc di quasi 20 milioni
di lire.
Cc n'è uno a Pinar Quemado, che
dispone di un salone. un piccolo
spaccio, uffici. e il terreno per i campi
da gioco. A Paso Bajito il centro co-
munale serve anche da scuola per
l'insegnamento di sartoria, taglio e
10
cucito. A Burma Vista lo si chiama
« Centro polivalente», e è :,tato realiz-
zato con l'ait1Lo di un ente cattolico
svizzero. A Pie<lra Blanc.i si chiama
salone :,ocialc; ad Arrovo Cercaclo
l'edificio è ancora in la:,c tli ultima-
zione.
Questi centri non sono piovuti dal-
l'alto belli e latti, ma sono stati realiz-
1.ati dai cc,mponcn1i le varie comu-
nità, che in genere hanno so:,tenuto di
Lasca pi·opria - soldino dopo soldino
- il grosso delk spese per L'acquisto
del materiale, e hanno messo per in-
tero la mano d'opera. Il Comitato
Parrocchiale si è preoccupato - oltre
ai contatli 11ece:,sari con i, ari l'nti -
Carlo Colombo, l'animatore delle tante inlziatì-
ve sociali In corso a Jarabacoa.
di cos<.:ienlinare la gente sull'impor-
tanza delle opere da tinire su, di
coordinare le forze, e di fornire l'assi-
stenza tecnica.
I corsi di fonnazfone. Tante perso-
ne dunque si sono impeg{late: perso-
ne sen~ibiliLL.:lle al bene comune at-
Lraverso «Corsi di formazione» orga-
niZLati dal Comitato.
Si sono avuti «Corsi di promozione
sociale e umana» per i leaclers rurali,
«Corsi di abilitazione tecnica agraria»
di varia natura (coltivazione <lei caffè,
ecc.); «Corsi sulla paternità respon-
sabile». E poi conferen1:e e conversa-
zioni per avviare le donne alle attività
dello sviluppo. E ancora riunioni
men~ili in cui i membri del Comitato
Populurnm Progressio presentavono
e lace, ano discutere documenti
adatti a orientare il lavoro dei gruppi.
Queste iniziative di sensibilizzazione
sono in corso da anni appena, ma
sono ritcnuLe orn1ai di \\'alorc ilTinun-
ciabile.
Altre iniziative sono state avviate a
livello di formazjone professionale. Il
«CenLro di taglie> e cucito» è staio una
delle pii me attività lanciate, e al fidat0
alle Figlie tli Maria Ausilia trice: pre-
para le giovani, ;,oprattuLlOquelle che
hanno scarsi mezzi economici, a s,·ol-
gere una professione decorosa che le
renda indipendenti. Il Centro dispone
di 2➔ macchine da cucire, ha 1,>ià di-
plomato 72 giovani, e ne sta pn:pa-
rando allre ➔8. Le diplomate in genert'
vengono poi aiutate a svolgere la loro
profcss.ione nei centri di provenien1:a.
In più, queste giovani hanno licevuto
dalle suore una buona fom1azione
cristiana e una sensibilità ai prnblemi
~ociali che permene loro di inserirsi in
modo efficace e costruttivo nella vita
della loro comunità.
C'è poi una Scuola-laboratorio di
Ebanisteria. sotto la direzione cli Car-
i<> Colombo. Ragazzi che l'hanno fre-
quentata, ora hanno apeno le loro
piccole officine nella regione, e inse-
gnano ad altri ragazzi il mestiere.
Il Comi tato sa che questa della
prepara1.ione professionale è la via da
seguire, e si s ta preoccupando di ot-
tenere nuovi aiuti rcr ampliare le
possibilità di formazione profcs!->io-
nale dei giovani.
I servizi medici. Fra tante iniziati-
ve, quelle per la difesa della salute
:,ono state le meglio accolte. Erano
anche le più necessarie.
Nel 1970 si è aperto un c.lispensa1io
medico nel quale si sono già contate
più di 50 mila presenze, ton maiali
anche da mollo lontano. Perciò il co-
mitato si è dato da fare per m igliorare
i servizi. Attualmente sono 8 le iqi1u-
1ioni nazionnli o estere che aiutano il
dispensario, sopra11u110 inviando i
medicina li. Si è costruito un edificio a
un piano con farmacia. attrcz7allirc
mediche, e due piccole sale per i pa-
Lienti. Mediti e infermieri vengono
dal capoluogo La Vega; pr~tano la
loro opera gratis e con molta genero-
sità.
Ci si impegna non solo a curare ma
anche a prevenire, con iniziative di
educazione all'igiene.
Migliorare le case. Altro settore di
inLervenLO riguarda le abitazioni. Bi-
sogna assolutamente migliorare le
troppe case che sono troppo povere: i
bohfo~ dei barrio.,, cioè le baracche
della perilcria.
Si è cominciato nel 1972, grazie a un
fondo iniziale di circa 18 milioni di lire
donati dai cattolici svizzeri. e si sono
costruiti poco fuori di J arabacoa 20
alloggi per 20 famiglie che prima \\'i-
1 evano come rintanate. Non si tratta
di un regalo, ma di un prl·~titu a con-
dizioni straordinarie d i lavorc, l' con
coinvolgimento ùi re:.ponsabilità so-
ciale: la restituzione graduak· m e\\'a il
significalo preciso di mc11C1"e alt1·e la-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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miglic, ugualmente povc1·c ma \\ 'O-_ Un scuon: appena :nviato ma di
lcnlerosc, in condizione di co:,truirsi ~icuro - anzi indispensabile - svi-
la loro casella. Per poi restituire l'aiu- luppo, è J'addestramcn10 e la lorma-
to ric:e\\ uto. che sarà reinvestito,~ CO!-.Ì zionc dd giovani e non più giovani,
di ~eguilo...
perché conoscano meglio la regione
Tre anni dopo l'avvio, k case co- in cui vivono. le possibilità che essa
:,truitc erano già 40. Naturalmente ci offre. e prendano coraggio per intra-
vuol altro per risolvere il pn1blcma prendere vie nuove e più vantaggiose.
ddlc abitazioni nella ✓.ona. Bbogna 11 ri!>chio delle zone agricole sol wsvi-
potcnLiarc e rnoltiplicar1.: i program- luppatc è la monocultura: grandi
mi, e i :,alcsiani dell'Olanda :,tannu possibilità di sviluppo si realizzano
ora dando un loro aiuto.
i111ecc con l'introduzione di coltiva-
/.Ìoni nuove. Progetti in questo sen!.o
I progetli di sviluppo agricolo. I sono in spcrimcnta1.ione; dapprima a
progeui agricoli già rcalizLati, quelli raggio limitato, e con lo ;.copo imnw-
in cor:,o di sperimenrnzionc, quelli in diato Ji arricchire la d ieta delle po-
progetto. fom,ano tutti insieme un polaLioni locali; in seguito. se i risul-
panorama impressionante. Occorre- Latì saranno buoni, !>i penserà a una
vano centinaia di milioni per inco- produ;,_ione indu:,triale.
minciare, e molti sono già stati trO\\ a-
ti.
S i s tudiano le s ituazioni. L'elenco
Co:,ì i.• !>orta la "Fatloria comunita- delle iniLiative av, iate a Jarabacoa
ria del caffè», amministrata dai con- ùal comitato parrocchiale, a percor-
tadini ;.tcs~i. che controllano lllllo il rerlo fino in rondo, !.an:bbe ancora
processo del la\\'oro dalla semina alla lungo. Si deve aggiungere almeno il
vendita sui mercati. Da due anni lun- « Programma di alimentazione», unC1
1.iona, e sono ~Lati :,,ufficicnti per con- dei primi avdati. che per anni ha
seguire risultati a sOl·presa. I contadi- somministrato i pa!,li lino a 8 mila
ni :,i sono ace-orti di essere capaci, in per~one aJ giorno (ora le proporzioni
Lo studio delle situazioni non è
un'iniziativa adollata solo per questo
barrio singolare, ma fa parte del me-
todo normale di l,11 nrn <lei Comitato
Parrocchiale Populorum Progressio.
Si parte ogni volta dalla \\'alutazionc
delle necessità locali, cioè delle con-
di7Joni concrete in cui vi ve la gente. E
non basta: man mano che i punti del
programma sono realizzati. prima di
ulteriori passi avanti ci si ferma a va-
lutarne gli effetti sulla situazione ge-
nerale.
Questo metodo« pcrmclle <li offrire
risposte sicure, e di raffol7are sempre
più le basi delle organizzazioni già
sorte. La rillcssione viene avviata in-
sieme con In gente, e ciò favorisce l'e-
sito felice dei programmi. E spiega
anche la facilità con cui gli organismi
naz.ionali e internazionali acccttan<, di
collaborare col Comitato».
La rispos ta migliore. All'azione so-
ciale fa ,·iscontro una parallela azione
pastorale, che ha visto per esempio il
rirn,ovamento delle chiese in cui si
riuniscono le comunità dei fedeli. E
ha visto anche il sorgere di associa-
Il «Centro di taglio e cucito» attldato alle Figlie di M aria Auslllat.rlce.
Il dispensarlo medico: I medici e gll lnlermieri sono lutti volontari.
determinate condi7Joni di a,;sistenza
tecnica, a lavorare da soli; hanno po-
lLIIO constatare con i loro occhi quan-
to s i gua<lai;,'Tla a lavorare in proprio, e
di rirlesso hanno visto quanlo guada-
gnano di solito i proprietari alle cui
dipendenze prima lavoravanu (la re-
lazione dei dirigenti dicl' cbiaramcntc
in proposito: « Scoprirono la gran-
dezza dell'inganno di cui fino allora
erano stati vitlime»). Non basta: i
soldi guadagnati nella Falloria, ora
vengono reinvestiti in opere di inte-
resse sociale, a vantaggio della comu-
nità.
Numerosi alu·i progclli minori sono
in corso di realiZLazionc; uno tra gli
altri quello di utilizzare propri meui
di tra~pono per l'acquisto di sementi,
lcrtilizzanti e inscuicidi, e per la ven-
dita diretta sui mercati dei propri
prodotti: « Rc~ta co~ì eliminala l'aLio-
nc odiosa degli intermediari».
degli aiuti si !>ono ri<loue, e il pro-
gramma si è in parte trasfu1111alo mi-
rando all'educazione dl'lla gente a
nutrin,i secondo norme più igieni-
c he).
E va aggiunto lo «Studio delle con-
dizioni di vita dd Ba1Tio Don Bosco»,
un rione quanto mai popolato, venuto
su in modo incontrollato, con abitanti
piovuti <lalle parti più diverse del
pa1.:se. sen ✓.a tradizioni in comune.
sprovveduti di lonti fisse di guada-
gno, con alto grado di cmarginaLione
sociale. Perché si sludia questo rione?
Non certo per il gusto delle analisi, ma
per poterlo aiutare. E' impossibile
aiutare la gente che non si conosce e
non si capisce. In un secondo mo-
mento si passerà ai programmi con-
creti, perché anche quelli del Barrio
sono fratelli da aiutare. Non per nulla
il rionl! è stato posto sollo la protc-
rionc di Don Bosco.
zioni d'impegno spirituale, come il
«Gruppo Don Bosco•. che organizza
a Jarabacoa iniziative. incontri, ritiri
annuali, ecc. Quando ci si impegna
nel sociale e si ha il coraggio di f}agarc
di pen,ona, vuol dire che in prece-
denza è già avvenuta una profonda
maturazione a livello personale.
Un po' tulle le organizzazioni di Ja-
rnbacoa sono intitolate in modo in-
confondibile: a Don Bosco, Maria
Ausiliatrice, Domenico Sa\\·io; o al
Papa Paolo VI che aveva scritto la
Popolorum Progressio, o direttamen-
te alla Popolorum Progressio stessa. I
crisLiani di Jarabacoa, stretti intorno
al parroco loro capo spirituale don
Luigi Sertore e al loro animatore so-
ciale Carlo Colombo. hanno preso sul
!>crio la Jet lcra cnticlica del Papa, l' le
stanno dando la risposta migliore:
quella con i latli.
ENZO BIANCO
11

2.2 Page 12

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GERMANIA FEDERALE
AZ invece del
vecchio mulino
A Benediktbeuern il mulino cadente dell'antico convento è stato sostituito con un modernissimo edific io,
che dall'anno scorso ospita il «Centro di Azione Pedagogica e Pastorale ». I giovani lo conoscono più
semplicemente come« AZ », evi trovano mille occasioni per fare amicizia tra loro, riflettere sul senso della
vita, maturare all'impegno cristiano.
H anno inaugurato i nuovi locali
l'anno scorso. e ce n'era urgente
bisogno. Perché i giovani da tempo
hanno preso a frequentarlo, questo
«AZ» che ha soppiantato il vecchio
mulino, e è assai piì.l che un centro
giovanile. E' inl'alli una realtà com-
plessa che richiama oltre ai giovani
anche gli adulti, educatori e genitori,
da tutta la Baviera e anc he da piC1
lontano. Sorge a Benediktbeuern, nel
convento benedeLLino del nono secolo
che i salesiani nel 1930 hanno rilcvaLO,
nel '34 adattato a casa <li lormazione
per i giovani confratelli, e negli anni
successivi arricchito di sempre nuove
opere. La parrocchia, l'albergo per la
gioventù, la scuola superiore di peda-
gogia sociale. ecc. L'AZ è com inciato
nel 1970, ma ha preso tale sviluppo da
pretendere e poi o ttenere un 'adegua-
ta sistemazione.
Benediktbeuern è un piccolo centro
LUristico nel sud della Baviera, con
2.500 abitanti, a un'ora da Monaco e
due ore da Augusta. Lo scenario na-
turale è incantevole (montai,,'lle, un
lago pittoresco. paludi selvagge), e
con i suoi dinLorni (Garmisch, tanto
per fare un nome) è diventato un luo-
go turistico e d'attrazione per tutta la
zona. Ma i giovani di cui si parla qui
vengono a Bcnediktbeuern non per
12
turismo: ricercano l'amici,:ia, il senso
delhi loro vita, i motivi per un impe-
gno cristiano.
U primo vagito. Che cosa devono
Tare, dopo il Concilio, i salesiani di
Germanìa? Il paese ha ancora biso-
gno di loro? Le domande che i sale-
sian i si ponevano negli anni 060 ave-
vano tanto più ragione d'c$:;crc, in
quantO i vari enti s tatali e regionali ;,i
occupavano abbondantemente dei
giovani, e con gran copia di mez;,;i fi-
nanziavan(l scuole e <.:enlli per il tem-
po libero. I salesiani avevano parroc-
chie e pensionati, e risultava che
agendo a ll'interno delle· loro opere·
raggiungevano appena una minima
parte dei giovani, senza poter espri-
mere un'~ione a largo raggio e più
determinante.
Eppure la Congregazione Saksia-
na, radunata nel 1965 per celebrare il
s uo 19" Capitolo Generale, aveva ri-
badito a chiare lettere che la sua mis-
sione nella Chiesa è ancora c sempre
tli ponare «i» giovani (e dunque non
soltanto «quei pochi» degli internati)
verso Cristo. Occorreva allargare il
campo, trovar·c nuove \\·ic.
La prima indicazione del CG19" era
staia di creare in ciascuna ispeuoria
un incadcato per la Pastorale Giova-
nilc, e l'Ispettore lo collocò propt'io a
Beneiliktbeuem. egli avrebbe po-
tuto ~ensibilizzare i gic,\\•ani salesian[
intenti allo studio, e intanto qualcosa
col tempo sarebbe maturato. Difatti
quei briovani salesiani non chiedevano
di meglio che mette1·c in pratica nel-
l'azione le idee teoriche che impara-
vano sui Hbri, e Benediktbeuern co-
minciò ad aprir!>i ai ragazzi per le ini-
Lialive più svariate. Nel I970 tu ne-
cessario far loro ufficialmente un po'
di posto nd robusLo monastero, dc-
l>linarc loro qualche locale. Era il pri-
mo pa~s(> fatale. il primo vagito del-
l'AZ. Dopo di che l'AZ awcbbc chiesto
e preLc:,,o sempre più, in iniziative.
uomini e spa1.i vitali.
Occorreva pote nziare. Nel 1970 il
Centro nasceva già con idee ben pre-
dsc e compiti prefissati. 1 salesiani
che \\'Ì operavano si impegnavano ad
animat'l' la Pa~turale Gio\\·anilc nelle
altre case salc5iane. offrendo mate-
riale didattico selezionato e interventi
:,pccifici (giornale di riLiro conven.a-
1,ioni :sui problemi della vita, ccc.). Un
programma anche più denso presero
a svolgere nella sc<lc ste~sa, con gior-
nate e settimane di pastorale giovani-
le per gli educaLori, organiua1ione di
un centro <.li documenta.cionc, ra<.:col-

2.3 Page 13

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ta <li ma1e1iale au<liovh.ivo, ccc. E in
tutte que,te atth ità presero a coin-
\\ olgcn: anche i ...alei.iani inu:n1i allo
slUdio, richiedendo loru ogni volta la
progella1ione delle iniziative, e quindi
gli studi korici connt::,i.i, e alla fine la
\\'aluta1:1onc e <liscu.,sione sui 1isuhati.
Nd 1973 i i.alc,iani della Germania
Sud si riuniront.> nel loro Capitolo
lspettodolc, e Lrnccinrono un bilancio
dcll'ini1iati\\·a Con,tatarono che -
come era o\\'\\ io essa a.....orbh'a
molto ll'mpo, uommi e mezzi. Ma in-
tanto anche la Chic~a di G\\.'rrnania
a,·e\\·a arprofondi10 il ,uo dbcor-,o sui
gim·ani, e in un dncumento ul liciale
di quello stesso anno, pieno di tc'>i
progrnmmatiche, proponeva enun-
'ciaii cbml.' questi:
«La .,oèie1à indw,tnale non offre ai
gio\\'ani quello ~pa110 vitale di cui ha
bisogno. La Chic..a de,·c farsi più che
mai l'.t\\ vocato di qul':,Li gion1ni. La
, ita in un gruppo giovanile o in un
ceniro th lom1n1ionc, puè> '>OStt'ncr\\.'.
in modo tkcisi, o qut.•,ti gio\\'ani...•.
« I g10\\·ani ,.ono '>ommen,i da un
nume di -.ollec11a1:ioni ed c,posti a
manipolaiioni d'ogni genere. Do-
, rcbbc, o a,·crc an1itutto l'occasione
<li wrnarl' su se st<.•.,...i, cli giungere alla
scoperta di ,é». Vanno incoraggiati a
cercare un punto di vista personale
sui probk-mi, e a prendere decisioni
per,.onali •·
E am:nra il documento in'>t:-te\\·a sul
problema del senso della \\ ita, sulla
scop<.'tt,1 del« tu», i.ulla crisi giovanile,
sull'edm:a1.ionc pc1 mancntc dei gio-
vani. ccc. Tutte tesi che il Centro AZ
condh idcva in pieno. e che da tempo
portava m·anti con limpida chiarezza.
La conclusione dei salesiani 11el lo-
ro Capit<>lo Generale fu che il Centro
andava potenziato, e le altre case si
impegnarono a contribuire finanzia-
riamente
L'anno successi\\'O, il Gnvt.:rno Ba-
\\ aresc nd suo prngramma giovani-
le» insistna sulla nece.,'>ità <li pro-
muovere, a determinate condizioni, i
centri formath·i per i giovani. Le con-
dizioni 8\\ an1:ate dal piano, si armo-
ninavano largamente con gli in1en 1i
~alesiani, t• a l termine di fillc trai tali-
ve condoue con l'Organi1.1a1ione
GiO\\•anile Jugcndring. si giunse a ot-
tenere che la nuo,•a costru1:ionc in
progetto per Bencdiktcbcuem, sareb-
be <:tata sov\\'cn,Jonata dal Governo
nella mbura del 66Po, Che più?
Le attività fatte e que lle no. Mentre
la cos1ru1ionc cresceva (prima... sulla
ca t La, e p<>i mauone :,u matlone), AZ
potcnzi,l\\a la s ua auivìtà. In pratica è
:rn<lato chiedendo un salesiano in più
ogni anno. fino a quauro a lt'mpo
pieno, e altri quallro tirocinanti. E poi
moltì coll,1boratori volontari e saltua-
ti (ncll'cll'nco ne figurano 80), più a l-
1rn pcr:,onalc esterno fisso per l'am-
minìstr.11ione e la cucina.
1.«!>Crvi,i » resi ai giovani e non gio-
v,111i si suno man manu accre:.duti di
numero 'e <li\\'ersilicati di qualità. Si
.,ono tenui\\.' «giornate di orientamen-
to• per gruppi giovanili chiu'>i (classi,
assoda1io11i). Generalmente l'incon-
tro dura tre giorni, e viene accc.·n1uata
la tematica del sen:.o della vi1a, della
crcath·ità. della forma,Jone sociale e
relìgio!.a. Si :,volgono discw,sioni, di
gruppo, si la largo ticorso ai !.Ussidi
audiovisivi e alla dinamica di gruppo.
L'aiuto pedagogico \\ i<.·ne offerto fino
al colloquio individuale, e natural-
mente fino alla confessione.
Per i gruppi aperti si organinano
anche cori.i più lunghi e impesnativi.
Vengono invitati gio\\'ani che abbiano
già partecipato a giornate dì orienta-
mento, m,1 la partecipazione è libera a
lutti, e l'inìzialiva viene fatta cono-
scere largamente at1raverso la stam-
pa. ì manilcsli, i pieghevoli di,.tribuili
alle organia:azioni gio\\'anilì. Col ri-
sultato che ogni volta AZ è cu:.trctto di
dìre di no a decine di richicsw.
Si organizzano pure «domeniche
per le famiglie», con prognimma for-
mati\\·o per i genitori. I ragazz.i e bam-
bmi che essi ,i 1imorehiano appresso.
\\engono in1ra11enuti in modo ade-
guato.
E c'è ancora dell'altro: corsi <li for-
ma11one e qualificazione per giovani
e adulti che lm·orano nel campo del-
l'animazione giovanile, ogni anno una
«settimana di studio per le atLività
estive», frequenti poi per i giovani le
serate di cineforum e <li discussione...
Le \\'arie ìni1iati\\e sono passate da
73 nell'anno 1971 a oltre 200 nel 1975,
con più di IO mila persone parteci-
panti. Ma di pari pas1,o sono cresciuti
ogni anno gli incon1ri richiesti che
non si 'lonu potuti tenere per man-
can/a di tempo e spa1.io. e le persone
che non si sono porutc accogliere.
Esattamente, nel 1975, AZ ha dovuto
<lire no a 139 incontri richiesti, e a 5215
persone.
Il parere dei giovani. I salesiani
delle altre case riconoscono in pieno
ora. l'utilità e l'efficacia di AZ: il Cen-
tro ha \\'a,1a risonan,a e inOus!.i ra-
mificati lontano. li clero delle diocesi
di Augw,La e di Monaco dapprima era
!.lato a vedere come andavano k cose,
ma \\ isli i rii.ultati ora aiuta anch1.· fi.
nanLiariamcnte. Come pure lo Jugcn-
dring, che ogni tanto dirotta a Bcne-
diktbeucrn visitatori s1ranicri in cerca
tli esperienze pilota <la st utliare (sono
\\ enuti giapponesi, 1us!>i, israeliani,
finlandesi, brasiliani). La tele\\·isionc e
la radio barnrcse, come pure la radio
auslliaca, hanno già tlcdicato al cen-
tro AZ dei servizi giornalistici.
Ma ciò che più conta, è il parc<e dei
giovani, e:.presso più che a parole con
la loro sempre maggiore prcscn1.a.
Questi giovani. trovano nel vecchio
mulino del monastero, diventalo cen~
tro AZ, l'ambiente ideale per incon-
trar:,i, approloncli1·c i loro problemi. e
impegnarsi davanLi a C1i:,to nella loro
vita di fede.
(Da t111a relazione
di Jlerbert Bill,marer)
Il cuore del centro AZ: la cappella In cui I giovani si confrontano Ira loro e
con Il Signore.
Nella pagina accanto e qui sopra; Il salone plurl-vso del centro AZ. per gli
Incontri del gruppi g10V11nlll.
13

2.4 Page 14

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MESSICO
E le Giovani Cooperatrici
SIfanno m1ss1onar1e
A lrapuato si è preso sul serio l'impegno missionario, con la conseguenza che i Mixes - figli di Dio come
tutti gli uomini della terra - sono aiutati a liberarsi dell'ignoranza, dalla povertà e da una secolare
emarginazione.
N on sempre i congressi sono un
mucchio di parole al vento: a
\\ olle anivanu a cambiare la realtà.
CO!>Ì i •Cooperatori :.alesianj di lra-
puato tornarono dal Congresso Coo,
pcratori del 20.11.1970 convinti chl· la
Chiesa è mis!>Ìomnia. che missionaria
è la Congrcgaz.ion..: di Don Bo:.co. c
missionari devono essere anche i
Cooperatori. E fondarono il loro
«Gruppo missionario».
Ave,ano n,glia di fare. e cercarono
il modo. Per prima co!>a punrarono gli
occhi !>ulle mb~ioni di casa loro: nel
Mcs!>ico csbtono ione abitate da po-
polazioni pressoché primitive, ancrn a
rintanate nelb lor6ta, appena inlarl-
nate cli cri!,tianesimo, legate ad anti-
chi culti e supcn,ti1ioni. Una di queste
wnc, abitata dai ML,e.,, è la Prelatura
Mhcpolitana con centro ad /.\\yu1la
nello stato di Oa,aca, affidata ai ~ale-
~•am. I Cooperatori di lrapuato imi-
tarono il \\'e.,co\\·o mon.,. Braulio San-
chcz, e i suoi mi~siona1 i di passaggio,
per sentire da lorn notizie autentiche
e avere orienlamt·nli precisi. I mi!.•
sionari portarono Lll1 documentario
filmalo. che 1i!..ullò quanto mai per-
!>Ua'>Ì\\ o: eccoli a colori e i,ullo ,cher
mo i Mixcs, e i lorn «cugini» 1 Chi-
nantecos, chiamali a essere come
ogni uomo figli di Dio, e ancora bh.o•
gnosi di essere libera Il dall'ignoran1a,
dalla povertà, da umi ~ecolarc cma1-
gim1;,ionc.
li primo Cooperatore missionario.
Almeno per cominciare - si pensa a
lrapuato - . bisogna ùarc un aiuw
eC'lmomico. Sono in arrho i giorni
c.lclla Fiera delle Irngolc ». il 1uaggior
cn'nlo della cillà, c i Coopcratorì or-
ganizzano varie ini,dative. Vogliono in
primo luogo far conoscere alla genie
questi Mixcs, e <,lampnno e diffondo-
no fotografie. manifeMi, picghc\\oli.
Poi, alla fiera, vendono gli oggetti
dctrartigianaio mi,e. Riescono a
mettere insieme quanto basta per ac
quistare un camioncino e lo regalano
alla mbsionc di Juquila, che ne ha
prnprio bisogno.
Ma è dal veder<: che nasce l'amore,
e i Co<>peratori decidono di and,11 a
vedere i Mixcs con i loro occhi. \\11<,Ì-
tano i centri mb,1onari cli Matagalli-
na.,, A, utla. Thahuitoltcpec. Juquila,
14
Il primo a recarsi tra t Mlxes: Il giovane coope-
ratore Rafael Esplnoza (con ragazzi della Pre-
latura): oggi studia per diventare sacerdote e
tornare tra I Mblea come missionario.
-.tringono amici,ia con i mis-.ionari,
\\ edono con I propri occhi la situa1io-
nc della gente, "i rendono conto ddle
ùdicienze. n<.·c<.•~;,itò, inquic1udini. E'
un viaggio pieno di peripezie ed emo-
zioni, e al ritorno non si può lare a
meno di impcgmu"i a fondo.
li primo ri:.ultato è che un gim anc
cooperatore di 24 anni, figlio cli coo-
peratori. chieJc <li andare a la\\'oraré
tra i Mixc!>. E' Ralacl J::.;.pinoza, e il BS
hn già racc<>ntato la 1,ua scoria (fa;.i:1
colo di maggio 1977, pag. 13-15): va
laggiù pct un annu, e poi decide di
dedicare lo vita intera ai Mixcs. Orn è
..,nksiano e !.i pn.•para a l i,acerdozi.o.
Quattro domande. Lo stesso giorno
in cui Ralacl E.spin<ll.a fa nelle mani
del Vcsco\\·o la !tua promessa di la\\'o•
rare pc,- un anno come coop!!ratorc
mbsionario (era il 13.5.1973, e la chic-
~a era piena di lcdcli accorsi per l'a\\'-
vcnimcnto). due giovani coopcratric;i
presentano domanda di essere ncccl•
tale come mbsionuric. Poco dopo al-
tre due si aggiungono. e il gruppo
dl'lle quattro - rva, Juanila, Alicia e
Tc1csa - comìm:,a a prrparar..,,.
Due delle giovani cooperatrici che sull'eeem-
plo di Rafael hanno dedicalo un anno della loro ,
vita a lavorare tra I Mlxes; Volanda Nul\\ez e
Luplta Macias.
Raga.uc mature e spiritualmente
forti, capaci di dcdi71one, e deciw.
Però non si de\\·c andare all"ancnt11•
ra: dovranno prepararsi, e , ·anno aiu
tate. li gruppo dei Cooperatori di Ira-
punto si stringe attorno a loro. Vit•ne
preparato un piano ùi studio \\'Cl'O e
proprio, che comprende la ca1cchc-.1, i
metodi di alfabetiuazionc, \\·an temi
\\'ila sp1ritu:ile (l'apostolato laic:ile
.,ccondo il Concilio. la spiritualitt1 -.a-
lc,iana, la \\ ila comunitaria), cd de-
menti di mbsìologia.
Sulla fine del '73 c'è un altro Con-
gresso dei Cooperatori ac.l Agua~co-
licntes, è po:,:,ibilc incontrare di nuo-
vo il vcsco\\·o dei Mixcs e avl'i.trc le
trattative per l'apertura di una \\ era e
propria mi-.!>ionc. Si sceglie la loca-
lità: la palTocchia di Mazatlàn. In ul-
teriori incontri si mette a punto una
«cooven1iorn:», che al primo articolo
dice: «La Prelatura Mixcpolilona af -
fida ai Cooperatori missionari stabiliti
nella parrocchia di San Juan di Mu-
mtlan i compiti missionari di cvanl,!l"·
linaz:ione. 1:atcchcsi, alfabl.'li11a1io-
ne, ambulatorio medico, cduca1iont•

2.5 Page 15

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domc!>lica dclk donne, e orato1io fc-
,tin, ...
Allora le quouro intcnsilicano la
p1qn1ra:donc. Trascon-ono l'ultimo
mese cominciando u vi,erc in modo
comunitario, per abituarsi a lan,rare
in gruppo, :.tudiano le carattcri:,tkhc
ddl'ambicnlc in cui andranno, stu-
diano gli aspetti tipici dell:i voca,ione
mb:.ionaria laicole, fonno i piani della
loro lutura attivitft. E giunge anche
pc, loro il giorno della prome-.sa nelle
mani del V~co,•o...
Al lavoro, c'è tanto da fare. La pro-
messa di donare ai fratelli Mi-'es un
annl) della vita è una cosa seria: le
quattro volontarie missionarie la fan-
no pn:cedere do un ritiro di una :.elli-
mana. Il 12.1.1974 la chie:,a è di nuovo
gremita. la messa concelebrata è pre-
sieduta da mons. Braulio, e tulli i
Cooperatori fanno da testimoni. Poi il
lungo viaggio, e il 18 gennaio le mb-
i.ionarie sono al lavoro: Ten:sa è
1.:oordinatrice del gruppo, Alicia a!.su-
me il compito di economa, E\\'a è in-
fermiera e Juanita incaricata della
chiesa e dell'asilo.
Cominciano con le visite domicilia-
ri per prendere un primo contottu con
lulli, fare il ccnltimento della popola-
1.1onc. conoi,cerne le necessità. Poi in-
gnmano il lavoro normale, e c'è tanto
da fore. Corsi di alfabetìna,ionc. le-
1.io11i di tessitura. cucito. taglio; lc1.io-
nidi igiene e di pronto soccorso; asilo
inrantile. E la catechesi.
A 1,-riugno punroppo E\\•U non sta
bene: non riesce ad adattarsi al clima
troppo caldo, deve rientrare. \\licia fa
anche da infennicra. A Natale s1 con-
clude il primo anno di attività./\\ Ma-
1atlan viene realiuata una modesta
csposiL.ionc cli tutti i lavori che le
alunne piccole e grandi hanno fallo
durante l'anno. , est iti, maglie. scial-
li... Risulta che i Mixei. ~uno abili e ci
sanno fare. Tutti sono sodclisfa11i. una
sola nube sull'orin.ontc: la gente di
Mazatlan nel veder partire h.: tre mis-
<;1onarie teme che non tornino più.
E imece rieccole D, dopo un mese
di meritata, acan1.a.
L'Idea attecchisce. Le tre hanno
rinnovato per un altro anno la loro
r,romessa di mii.~ionarie, e ~i sono
portate dietro una quarta compagna,
/\\mparo ( 16 anni appena, e un ~acco
di buona volontà). Ad Amparn assc-
1,mano l'alfabcti1.tazione degli adulti,
lo ,cuoia ùi tcs~11ura, la catechesi dei
ph.:coli.
Una nuova allività vicnl' avviata:
accompagnare il sacerdote nelle '>Ue
\\i,ite ai , illaggi. Ci sono mille occa-
,ioni per dire una parola buona, dare
un buon con'>iglio, e curare i malatL
Mons. Braulio ogni tre me'ii è solito
riunire il personale della Prelatura. e
l'itiene giw,to che d'ora inna11.-i un
r,aio di cooperatrici mbsionarie in-
tervenga agli incontri.
!\\la il larnro è duro, più cJu10 clel
Mons. Braullo Sanchez. vescovo del Mlxes, tra la sua gente. Nelle sue mani le giovani
cooperatrici compiono la apromessa..
"'
u Faccio promessa per un anno»
Le Giovani Cooperatrici diventano missionarie con questa promessa, pro-
nunciata alla presenza del Vescovo e dei Cooperatori che tanno da testimoni.
Oìo Padre. che ml hai consacrata a Te nel giorno del mio battesimo, e come
risposta di amore al Signore Gesù tuo Figlio ml chiami a seguirlo più da vicino
sotto la guida dello Spirito Santo che è forza e luce. io (...) con p,ena libertà ml
offro totalmente a Te, Impegnandomi:
a vivere nella Società Salesiana come Cooperatrice missionaria. In comu-
nione di spirito e di azione con i miei fratelli;
a consacrare tutte le mie energie a favore d1 coloro al quall verrò mandata,
specialmente i più b1sognos1.
a collaborare In questo modo alla missione della Chiesa nel mondo.
Per questo, confidando In Maria Ausiliatrice e san Giovanni Bosco, davanti
a(.. ) che rappresentate Il Rettor Maggiore salesiano.
faccio promessa per un anno
d1 ded1carm1 alle m1ss1on1 salesiane, secondo la legge del Vangelo vissuto
nello spirito di Don Bosco.
La grazia di Dio e i miei fratelli salesiani ml assistano tutti i giorni, e ml aiutino
a essere fedele .
p,-c,isto, e la buona ,olontà non sem-
pre basta. A maggio '\\licia non si sen-
te più di continuare e rientra o lra-
puato. /\\ ~ellcmbrc è la volta cli /\\m-
paro, che con i suoi 16 anni ha voluto
lare il passo più lungo della gamba.
Ma Teresa e Juanilll non mollano. E la
missione lancia un'iniLiath·a in più: il
«Circolo biblico.., per preparare me-
glio l mixc!:> catcchi!,li e ausiliari (cioè
re::.ponsabili nelle comunità), che già
la,orano tra la loro gente.ì\\ fine anno
il bilancio nonoMantc tullo è po-,ilho:
si é realizzato di più. anche ::.e l'c::.pc-
ricn,a ha dello che occoi-re lare più
at11.:n,.iune a lla maturità delle Coope-
ratrici missionarie.
Dopo il· mese di vacam.a, il 1976 si
apre con tre mbsionadc al la\\!m,· le
due veterane Teresa e Juanita, e
un'altra Juanita che si incarica dcl-
l'allabctil.7.3.LÌOnc degli adulti. Con lo-
ro ci sono anche duc ragan.c del po-
sto, che ranno prima - al'fai.cin:ite
dal lavoro delle mb::,ionaric - :.i era-
no prcsenlatc e avevano detto: « Vo-
gliamo essere am.hc noi coml' ,oi•.
Sono state accontentate: hanno Ire-
quemato corsi speciali a Teposcolula,
e ora sono pronte a occupan.i del di-
spensario medico.
lnta11to l'idea delle Cooperatrici
missionarie auecchisce in altri centri
dei Cooperatori, a Guadalajarn, a
Montcrrcy, a San Luii. Potosi, e altre
giovani si preparano...
ln escursione per "vedere". 11 bello
dcll'iniziotiva è che non riguarda solo
poche raga.i:ze coraggiose, ma coin-
volge Lutti i Cooperatori di lrapuato e
degli altri centri. Tutti si impegna.no ai
vari lii clii, e in ,·arie inl/iative.
A lrapuato si fanno carico anzitutto
dello sfor1.o finanziario: c'è da pagore
per le missionarie i viaggi di andata e
ritorno, e una cifra meni.ile per le loro
spese, che si aggira sulle centomila li-
re. I Cooperatori (anno :,a)tar fuo,i il
denaro. In più, raccolgono e manda-
no ve:.titi. medicine, quanto può oc-
correre ai roveri della missione.
E r,oi tengono i contatti: per lcLtcra,
e da radio. Hanno acquistato una ri-
ce-tra!>millcnte a onde corte. e ogni
giorno \\'ogliono sapere come \\'anno k
coi.e. Non soJo. ma una voha all'anno
15

2.6 Page 16

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da lrapu.no e da Guadalaj,m1_ c!>m:
piono u11e!>cursione ncLie.. m~ss1~111
(non è un'evasione: sono l?'u u.1 n:i1lle
chilometri in au tobus. gli ul11m1 -,u
strade da asfaltare). Si fcm1ano du-
rante tutta la Settimana Santa. porta-
no piccoli regali, e ?-ai:ino u na m,an<?.
Tornano poi carichi <lt oggctu d aru-
gianato fabbricati dai Mi\\cs, e li ,cn-
deranno nella « Fiera delle fragole» o
in a lt re circostan ze per raggranellare
denaro.
T ra gli escursionisti e·~ sempre
qualche giO\\ anc coopcraLncc c~c ,·a
appositamente a «vedere•, e poi 111a-
gari decide di impegnarsi per l'anno
venturo. I centri dei Coopcraton
s\\'olgono anche questo compito. di
preparare i rincal7i. .
Questo lavoro. onna1 allargato a
vari wntrì, ha fatto s1 che nel 1977
siano sl'ltc le cooperatrici misi.ionarie
al lavoro: quaLLro provenienti <la Ira-
Sulle alture avvolte dalle nubi, dove In antico I
Mlxes compivano I riti pagani, ora viene lnnal-
ll8la la croce di Cristo.
puato. due da Guadalajara, e una da
San Luis Potosì. In tulio 13 hanno la-
,·orat<> almeno un anno: ma alu e si
preparano per Mazatlan. Matagalli-
na~ e altre località dei Mi,es.
Dicono di loro. Che cosa tro, ano in
!I !.oslanza? La missione fo1 niscc loro
d 110 e ,·cMito, e quanto occorre per
lavoro. Offre l'assistenza spiri1unlc e 11
calore ciel lavorare e pregare in~icmc.
Ma offre soprattutto difficoltà da 1ou-
pcrarc.
Il clima è inclemente, il, ilio ~car.,o
e roao, le comodità son o latitanll. Ma
queste gio, ani mbsio.nari1: san~°. ~c-
cc11arc tullo con spmto d1 ,acnllcio.
Scdvonu iiOl·ssioni come quc~tc:
« I missionari devono essere genie
di buon umore e ottimista, cd cmoti-
16
ISOLA DI TIMOR
vamcntc bcn cquilibra1a; altrimcnli
non ce In Ianno».
« La ,·ita nclk• mis:.ioni può e1:,st'IC
dura ma non è dii fidle nel senso che
la ge~tc .,·immagina. li cibo non è mai
<,ufficicnte, abbiamo un caldo terrihi
le e sncrnmtc, tutU gli inscui che l'u-
manità conm,cc si accaniscono a tor-
T rm an<lo piuttu,to difficile indi\\ i-
duare qualche lato po1>ith-o in
una -;itua,:ionc <ll·c1,arncnte nera. pa-
dre Eligio Lut:atclli .,j stringe nel!~
~pallt·. muo,·e le b1 accia in un gesto <l_1
mentarci, l'i• <la lare lunghi ,iaggi in
barca, a cav.illo, .i piedi... Ma non e
q uesta la <lillicollà. L'uomo lini~ce
per at.latum,i a queste cose, e pcrl1110
si diverte con c.'>M.:•.
« Uno 1:,i III m h,-..ionario pc1,hi: d
st)no due gran<li comandamenti, l'
ambedue acqui-..t~rno una sfumatura
personalb,sima per ciascun uomo· io
amo Dio, e Dio mi ama; io amo il mio
pros.o;imo. e il mio prossimo ha hi-,o
~conlo110. l' mi di<:t·. • L.1 gm:17'a l'
gul·rra ! »
A 1111en·i,1cm1 1n11/n• Lol't1lt!lli. clirt•t-
Jv11: cli Par1111wctt 11l'll'imlt1 di Ti11101
( \\ rcipda!!_u ill'llll Male.,111) è stato 1111
~iunwlim1 1111\\trnliww. !Udwrcl Car-
le1011, wTimto /i11 !ti 11t'l 1977 c/111w11,•
1111 !!,im 111ri.wicn i:wclmo dai mil11an
i11tlo11e\\it111iche: J1rt'\\1°tlit111<J il territurio.
Cun qudla mia , i-..ita - /,a .,criuo -
c1 a la prima , olla cht• gli in<;lone~iai~
gnu di mc•.
Di fallo la lorr, è una 1estimonit1111a
cloqucnlc di d('di,donc generosa: « L.i
gente - dicl' ll!l ::.alc:-si~n<! del poslO -
ve<len<lo qucsl1 l·,cmp1, 1:,1 commum t.
Esimviri11,1a 010».
E ,uor habl·l. Figlia di \\!aria .\\lN·
..:onsenti,·ano a un i;1m nahsta 111d1-
pcndentc di I iai;gim l' in 4uelle zone
du qut111do t·ra i11uJ111inciata la loro
oc,up,l7ione. dul' ,111111 la.
(l)ifatti 1 ,11p,.,;,,, i wlt•,ù111i lw111w
/l'I//Cl/O più 1•0/ie /Il q11n11 11/til/lI /l!./11('1
di 1·1,iuire T111wr. 11w 111111 ci ,o,w u11-
,,w liatricc: .. l 'idt•.1 dcllt· Coopnatnci
missionarie t' \\ c1·aml'ntc utik·. ,o ,
prattullo ncll.i no~tra Prelatur,1 du,c
li: braccia !.Ol1o tani<> scarse. E poi e!>•
i,e stesse do questa pcnnancnza II a
noi traggono gr.inde profillo, perché
vivono u11\\:spl'l'icn1a eccezionale che
le arricchi!,U' !>piri tualmentt•». Più in
concrt·to ag_giungl': •le Coorer..tlrici
missionarie lmorn hanno fallo lll11n
quel cht• hanno potuto. ail/i dild
qualcosa in più <;uno mollo huonc.
non si i.a eh'-• co,a 11111pro,·cra1t· loro.
La gl·ntt gli H1t>k bene. t• ,ol Irt
quando k• H'<lc p.11111<.' per k· \\ actllltt·:
, (Il (I 1-11/.\\Cl(I).
12 il «iunu,!1,w ,cu co11w tli patln•
l.o,·mdÌi e della opaa
Da 13 anni il mì~~i<mario manda
manti la ~t.:uola ug1 ic.:oln e professio-
n:ilc in quella minu-,1,;ola località che
-.i .:hiama Fatunwca. In pmtica non
1..altro, a F,llumaca, oltre quella
-,,:uola. E,~.i -..i tl'IJ\\ ,1 tll'll'intcmo dd-
l'bol,1, a qua~i 25 Km. da Baut.:au, una
lrn.:alnà sulla ,u,w nor<l dcll'c'.\\ ten1-
101 io portoghc,c 11 110111,: per intero
dd pu,to e Fa1um.ic,1 ~le Cima. e Ira-
dotto lctll·ralnu:11ll" ,i1mil1ca • li po<,to
in allo dm·c la pi1.:l1 ;1 l'•.
ha paura clll' non tornino più». . .
Divcrsamcntt· da a ltn: catcgunt· dt
gioH111i che ,1 , o.ltt' _,uscit~nu n1!n po•
che prcucu1pu110111, h.: G1uyan1 cuo•
pcratrici '>l'mb, ;1110 a dati1s~1mL ul la
, oro mil.!>ion.11 io. Si nl t ronu , uh:nllt·•
ri. o ,olcnticri .1n·<.·11anu ,e im it.1ll'.
Hanno ladlit.1 nd1';1Ja11ar-,i ;1ll'a111-
bicntc. !,anno ri11unda1c alk· .:omo-
dità. Sanno t1at1;11c ìn tutw "hiclll'Z
,:a e semplh:ità .:on la gente tll.'I pu~tu,
laHlrano con :..pirito t·wmplart·, c.:011
entusiasmo e cn.:at ivi1r1...
Esiste la cnntrnprnva di qucst i giu-
di1j a c.-iklu c:-prt·s~i nl'i luoghi di
missione: 11 lo ro c!>cmpio trm,cin:1 (lo
dice l'cpi'-<>Ùio ddk· due raga111: ùi
l\\fazatlan lhc hanno \\olt11u imitarll•)
Altra co111ropnl\\'a: a tulio il 1977, in
13 sono stati.' o ,i trovnno in mi-..,ion~.
e tullc pcn,t·\\ e, ano nella loro fc<ld1f1
a Don Bosco. 1\\ nclw quelle che ~cmo
torna te per u if'licollà imprevi:..te, \\I
sono rcini>erill.' nello vita <le i g r uppo
portandovi uno spirito 11!-JOVO. A_lcum•
poi hanno tra~lormato 11 loro 1mpc
gno annu.-ile in dclinitivo· hanno .1b-
bracdatu la , ha rcligio...a e m1"ionn-
lia insicmc.
Qua tt ro occu1,anll In un anno. l.n
scuola dì pad1e Loc,1tclli comp1·cndc
'-! tre edifici c:os1rui11 lungo lrt..' lati di un
qundlilaLcro. Sul quai 10 lato !-.\\ i-
luppano i campi dc-ll.1 ,,uula agncola.
pl'rdrca 80 mila metri qu~drati. E' u~
1c1 n:110 <li,,ot.l..1111 ,on 1,ttH.:a t: ,udon.
d1c 01 a dà un rcnuimcnlo notevole.
Carle1011 poi pIc•w1i1a oltre e.i pac/11..•
Oi~iu (.JO a1111i, 111i/1111c,1•) c1ltri ,ale.,w-
11i i11co111ru1i: 11 .:m1diutorc C.irlu
Gamba che ha 6'i anni ma non li <li-
111os1ra, grazie alla l'ìta ~;ina all'aperto
che t.:crnducc: e pad1 e /\\l lonso Nacht·r,
con 72 anni ùi t>t:1. 25 di , ita mio;.,io-
na, ia a Timor, l' una barba bianca
patria r e a le...
\\ prc,dndcn: d.1 chi abbia torto o
ragione nella .:onl\\·,a ancora i~ cor!>o
p,u.,el{ue il i:11n ""bra - .Timor ~
ora -.olio il contrnllu clle1t1,·o degli
indonesiani. Sall'f,. per la preci!iio11e.
11011 poche ,:011e I m111wK11ose deif'in-
ll!mo clo1•e si 1w~c·o111lrmu co11 p11r1e
cle/1(1 popola;-icme i g11vl'riglieri del
P1etili11 (a!!,g1uppw11t•11tu t/1 ideolol(ia.
II1e11 \\/.\\lii c:lie , fremlictt /'1mlipe11de11::a
ddl'n territoru, po, togl,e,e). La :.i111a-
:io1w :.tona n•n•mt'J l'rtt preàpitaltl
(Dal/& re/azioni di padre Salva-
dor Romo delegato del Coope-
ratorr. del Vescovo e del m,s-
sionarl).
11el '75. q1wmlo il"'' wght•,i ~, rùinmo
dal terri!orio <' /'/mlom•.,ia lo mrnw
111iliwmie11w 1·i1•e11t/1cu11clo11e la soI·ra•
11il1i: L ·occ11pa.-io11L' ,J t·o.s1(11a migliaia

2.7 Page 17

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Scuola per la pace
in mezzo alla Querri
Un giornalista australiano è riuscito a visitare l'opera salesiana di
Fatumaca e ha descritto la strana situazione di questa pacifica scuola
che tira avanti in mezzo al bellicoso via vai di soldati indonesiani e di
guerriglieri del Fretilin.
di 111orti, I! lu x11erra og~, ,1 11111 'ullro
dw finita.
11 territorio sollo ammm11>1rnnom.·
inc.lonc.•,iana - prust!gllt' 1/ g/umali.,1u
amtrnliww - è swtu !-.lllldil iso in 13
dh,trctti. Mu sulle colline che i.urgono
a 5 Km. <la 1-atumaca ,pad1 om·ggiano
i gucn iglieri Frctilin. Nel '76 quando
era più intensa la gm.•n iglìa, ratuma-
ca cambiò cli occupan11.· bt·n quanro
,ohe.
All'ini,io, m l ritirn <lei pottoghcsi,
la scuoio l'rn in wna conlrollata dai
gucn iglicri. In pratica l'u1ti\\ità scoln-
i.tica •.i woll.e in sc.tla ridona. m.t
buona par11: dei prodotti 1ki campi hl
rcqui-.ita dal Frctilin. Poi trnppc in-
donci.iam.' co<,trinscro I gue1 nglien a
ritirar,i; ma w1 mc-,c più tardi essi ,i
riorgani11.:.irono, rioccuparono Fatu-
maca c.' la tennero lino a 1u1w luglio
(tu un momento di!!icile p1:1 la mi,-
sion<.' salci.iana: alcuni dei ,-uoi ,;;tu-
denti lurono cosu·ctll con la ltn-La ad
arruolar-,i nel Frctilin). Inl inc ritorna-
rono gli indonc~iani, e ci ,uno tullora.
Ma non mancano oi:ca,ionoli scu1·ri-
ba11de dei guerriglieri, in Cl'Ica di ap-
prn,·vigio 11a m e n t i .
Dalla parte dei ragai:zi. Al momen-
to la ,n1ola conta app,.ma 52 ,tudenti.
csa11amcn1c per da!-.cun di,Lrcll<>
amminbtrau, o, im iati dalll.' autorità
eh ili. Un tempo erano molli di pi[t, e
c'era nnchc la scuolc.·I ta demcntarc
pc, i raga11i dei ,·illnggi. Padn· Loca-
Lelli pc1ha di poter r..1ddoppiare il nu
mcrn ùd ,uoi aJlie, i n1:I '78 Occorre
però ampliare le crn,lnt✓ioni. e non (•
co"a facile. Le autori La hanno donato
500 i.acchi <li cemento. Per il giorno in
cui io mi sono trovai<> a f-al111naca, i
militari ,w<.·vanu prcpu1.1Lo um, ~cric
e.li doni J1l.'I la ~cuolu un -,acco di
nso, copl'I toni e bai lerk• di automo-
bile - .i b1:ncl icio della mia macchina
da pn:sa. Podre Luc:atdh dice ch1.· 1
capi dell'c!>crc1lo mcller~bbcro vo-
lenlil.'d i ,oldati a di,po,i,ione per le
costru,doni. ma che egli p 1derii.cc
mnntcnea• qucU'appa1c1va di indi-
µend1:111a che am·rn a gli 1imanc, e
prm, l'r.kre alle co»l lll✓iuni con i pro-
pii llll'//Ì.
Co,i la ..cuoia si paga i 111111 a tori 1: i
caqwnticd, che n·ng1Jno dai , illaggi
\\'idni. Col \\anlaggiu chl' ,otto la !>un
g11ida qlll'i la\\"twatori a ,olll' improv-
, isnli imparano un ll1l",tiere. guad.i-
gn~mo qualche <,Oldo e - ciò cht' piu
conta - giungono a ,cntirc la scuola
'>ll'!>,a come qualco'11 non di e!>tranco
ma che li riguarda da ,·,cino.
f.,· difficoltà di padrl' Locatclli nel
mandare a,an1i la ,cuoia non ,ono
pm.he. Per cst•rnpio è sO\\'Cntc a corto
di naha e bL·n1ina. Gli indonci,iani
"°', l'lltionanu la ,cuoia. con denaro
e gcn1:ri di prima m•ccssità (ogni me,e
Ltn dkollcro scarica il riso indisp,·n-
!-.llhilc Pl'l vi\\'crc), l' ,0110 quc..w 111111-
to d1 \\ ii.la non ci <,0110 dii licc,h à. Ma la
,umla ha bi-.,ogno di torni pe1 il l.tbo-
1aturiu, cli un numo trauore, ,h un
wlll'\\ atorc, di una m.1cchina pl'I col•
11,·are ,I rii.o. E !-.0110 problemi al mu-
11ll'nto insolubili.
I.a siluazilll1l' non è certo lacik•.
l.'t•" territorio portoghese è pn:colo
( I 'i mila Kmq ,·0111e di,-e la Culab1 ia
e 650 mila abitanti di raua malc,c.
cui 190 mila rn1101ici e gli altri in
pn:,·alcn,a mlt',wlmani): 1cni10riu
piccolo e qua.,i dimcnùcato. I i,alc,ia-
ni pnma dl'llu scomolg:imcn10 erano
17 r.· .l\\e\\'ano 3 opere; ora hannu do-
' 1110 abhandonan: un 'opera e .inch1.:
numericamente ,uno dimeZ/ali. Pa-
d1 e Loca1cJJi ha a, uto a che fare con
le amministranoni prima ponoghc-,c,
poi <ld Fre1ilin L' or;1 in<lonei.iana. \\fa
hu ~apulo nwnll'lll'l'c.• la !>Lia au1uno-
mi.1. Tant'è ,e,·o cbc rl venerdì e Ml•
I llgll della tiara gente che dominava l'Interno di
Timor (loto In allo), ora trovano nella scuola
salesiana di Falumaca, circondata dalla guer-
riglia, Il modo di Imparare un mesllere pacifico.
bato c-,ce dalla sua :.cuoia e ,·a in girn
per i , illaggi a celebrare la mc,sa:
passa am;h1: allra,·cr..o il ll'rri1orio
controllato dai guerdglieri. e non in-
contra dii llcoltà o pericoli.
Anche ,e ha - e non potrebbe non
a,·crc - la sua opinione personale
sulle \\ arie amministrazioni chi: i.i so-
no ,uccetlu1t·. itgli non ,i ,chicra con
nessuno, e per quamo glielo consen-
tono man1i1:n1: la sua indipcnden✓a.
f/ giomali'>tc1 austl'alia110 R ic:/wrd
Carleton, 1110/to preciso 11ei .\\ltOÌ ri/eri-
111e111i, lw però cli111e111ic111u cli rih•i·are
che in realtà pmh-e Lurnte/li lw prl!'>O
posi:io11c /Je11 1ie11a: come D011 Bo,co
ai suoi tempi, ,; è .,c/1iercuo dalla parte
dei rn~a::.i poveri, da educare alla pace
e alla ci11i1à u isriana. !11clipemle11te-
"'e111,• dal ,·olore del/'a111111i11fa1ra,:io11e
al pOlt'/1'.
17

2.8 Page 18

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ITALIA
Stavo tornando dal lago Morasco. Nevicava.
Arrivato vicino a Sotto Frua, presso I Salesiani,
ho visto uno spettacolo che In un primo momento
ml ha fatto dire: .Quelll sono matti!• Sotto il nevischio
i ragaul di Arese stavano facendo la Via Crucis,
veslili come gli antichi Romani. Quando vidi
il Cristo In croce, mi venne un nodo alla gola:
era a torso nudo, quasi violaceo per Il freddo.
In quel momento ho capito lutto! La notte non riuscii a dormire:
pensavo a quel povero Cristo In croce, a quel ragazzo,
alla mia vita. Che vigliacchi slamo stati noi uomini,
e io dovevo arrivare a sessant'anni per capire
l'amore del Signore per noi. Durante la notte,
t miei figli ml domandarono come mal non dormissi
e ripetessi certe strane frasi... Non riuscii
a spiegarlo: ero ancora troppo commosso.
PIERO, anni 60
Passione di Cristo
secondo i
ragazzi di Arese
o «Amici, non ve ne siete mai accorti? Non ve lo siete mai
domandato? Nella vostra vita c'è un cadavere».
Ogni anno i ragazzi di Arese {Milano) passano alcuni giorni In
Val Formazza per un ritiro spirituale. Sono ragazzi IIIn dllflcollà
Quelli a cui in Lombardia gridano: •Te mandi dal Barablltl •, dove
Barabitt sta per piccoli Barabba Come dire. TI metto In casa dr
rieducazione, ti faccio chiudere in riformatorio •. Infatti la casa
salesiana di Arese è una «casa di rieducazione per minorenni • .
E i salesiani di Arese portano ogni anno i loro ragazzi a fare un
ritiro spirituale, con Via Crucis recitata e drammatizzata. Un ntlro
perché hanno bisogno di silenzio, per rinnovarsi, per diventare più
consapevoli e responsabili. E una Via Crucis perchéquest, ragazzi,
che hanno avuto dalla vita tanta sofferenza e umiliazione, sentono
che il Cristo umiliato e crocifisso è vicino a loro. è un amico che
non Il condanna, che vuole loro bene nonostante tutto. E muore al
loro poslo. In realtà Cristo in questi ragazzi rivive la sua passione. E
a loro volle essi si associano a lui col camminare a piedi scalzi,
cadere nella neve, stare a lorso nudo con il freddo pungente della
montagna. E I sentimenti maturano dentro.
Gian Mario, anni 17: .Oggi ho fatto la Via Crucis. Mi sembrava
veramente, vedendo i miei compagni che cadevano e sprofonda-
vano nella neve, di vedere Gesù quando è morto per noi •.
S.• anni 16: Don Luigi, le restituisco i soldi che ho rubalo: non
mi sento di fare da Cristo con questi in tasca•.
Florio, anni 17: « La parte che mi toccò era di Giuda... Anch "io ho
tradito tante volte i miei. Quando ho baciato Gesù, mi è venuto
freddo pensando alla mia mamma. quante lacrime per me, povera
cristal•
La passione secondo i ragazzi di Arese è anche la pass,one de,
ragazzi di Arese. Essi si sentono In colpa e domandano perdono
Poi attorno a loro ci siamo noi i giusti, i cittadini con la fedina
penale Irreprensibile. che magari giudicano, condannano. croci-
figgono, ma non si sentono in colpa.
o •Perdonaci, Signore. In questi panni non li abbiamo rico-
nosciuto. Un Dio povero cl sembra una pazzia
Questa Iniziativa dei ragazzi di Arese è stata ripresa dalla
LDC e proposta come esperienza educativa:
- nel volume ..vangelo secondo Barabba. (che con-
tiene Il testo completo della • Pass.ione• );
- nella filmina La Passione del Signore è passione
degli uomini• (fotocolor di Luigi Malesi);
- nel disco «Canti dal Vangelo secondo Barabba • .
18
o Lo spogliarono, lul che veste I fiori del campi e l'erba del
prati•. «Cristo spogliato, è ogni uomo senza diritti•.

2.9 Page 19

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O La Passione del Signore si rinnova ogni giorno là dove c'è
un uomo che soffre, che piange, che si dispera.
O Testimonianza di Stefano (ragazzo di Arese): « L'inferno sl,
esiste. Ne sono sicuro. E' come a casa mia».
O KGuardate: si è lasciato cadere!» «I poveri sono furbi! Si
vede che non la vuole portare•.. •·
O «Ecco sua madre»...vado a morire perché tutte le madri
possano guardare ai loro figli senza spavento......
Q « Lascia che ti stacchi!,. ..Non scenderò dalla Croce tino a
quando tutti gli uomini non si uniranno per schiodarmi».
O ..Andremo In lutto Il mondo, e diremo che l'agonia di Cristo
continua, che anche oggi Cristo muore nei poveri"·
19

2.10 Page 20

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Se ci fossero migliaia
di adri Gobetti...
Invece del turismo d'evasione, un gruppo di cooperatori italiani e
svizzeri ha compiuto una visita alle missioni salesiane dell'India. Ha
trascorso qualche giorno accanto ai missionari e con le giovani co-
munità cristiane. Ecco nel racconto della cooperatrice e scrittrice
Teresa Francioso, alcune impressioni raccolte nel Bengala Occi-
dentale.
Provenienti da Calcu11;:i, prima di
raggiungere Krishnagar ove
avremmo trascorso il Natale, facem-
mo sosta a Ranaghat.
A Ranaghat, residenza missionaria
salesiana di notevole attività, non
troviamo soltanto le aecoglien,.e fe-
stose e amichevoli cli suore (1infresco
vario e abbondante). di missionari,
cooperatori, ragaz;,J vocianLi nell'alle-
gria natalizia; non ci sorprende sol-
tanto la lussureggiante lucida vegeta-
zione tropicale con profusione di
frutti c di fiori stupendi e luminosi;
ma soprattutto sentiamo di essere
immersi in un'atmosfera pa,-Licolarc
in cui la cordiaJità dei contatti, la ~in-
cerità, la genuinità dei colloqui. le
immagini, le realizzazioni di alto va-
lore cristiano e sociale ci offrono di
vivere intensissimamente, in poche
ore, un'esperienza eccezionale. E, na-
turalmente. indimenticabile.
Le casette per i poveri. Prima an-
cora di parlare col salesiano parroco
padre Gobctti, veniamo a conoscenza
dei miracoli di pietra attuati da questo
missionario: un complesso edilizio,
cominciato da anni e che continuerà
ad espandersi, generosità nostra con-
cedendo. Perché lui. don Luigi Go-
betti, di generosità ne mette oltre il
comune limite, in energie, fatiche, in-
u·aprendenza, instancabile alacrità. E
il suo piano si estende: le casette per i
poveri.
Dire poveri in certe parti dell'India
non ba nulla di comune con quello
che si vede, sullo stesso tema, in a ltre
parti del mondo. Sono speuacoli da
accartocciare l'anima. E dire capanne
e baracche non dà l'idea della realtà:
sono tende basse· di sacchi, stracci e
foglie di palme intrecciate, rette da
quattro assi; S()no pareli sforacchiate
di lamiere e fango ove nei mesi secchi
abbonda, come per le strade, la pol-
vere, e dove le acque del monsone
estivo hanno libero campo, invaden-
do tullo; e l'uomo vive nell'acqua, ci
dicono, per metà del corpo.
Padre Gobetti ha provveduto per
qualcuno di tali baraccati. Però il
20
problema è gravissimo ed enorme. Ci
vorrebbero migliaia cli don Gobc1ti
per tentare di risolverne una minima
parte; perché i baraccati e i senzatetLO
nel solo territorio di Calculla si con-
tano a milioni.
Anche se la sua opera è un sassolino
in confronto alle esigenze, non per
questo è meno meiitoria. Ecco come
fa. Per costruire una casetta - che è
come un palazzo per chi esce dal fan-
go e dagli stracci - occorre una som-
ma pari a cinquecentomila lire italia-
ne (la paga media giornaliera di un
operaio è di cinque rupie, pari a 500
lire). Padre Gobetli costruisce la casa
col denaro della Provvidenza, e fa
partecipare il neo proprietario con un
decimo della spesa.
Il resto della somma sarà pagato un
po' per volta, a lunga scadenza (e il
dcavaLo scrvi1·à a cosLrnirc alLre case).
Non sono rari i casi in cui tali rate
non arriveranno mai. Ma. prodigiosa-
mente, i rondi <li pa<lrc Gubclli sono
alimentati da altre fonti, e l':i.ttuazionc
di altre case si 1·calizza e continuerà a
realizzarsi.
Abbiamo aggiunto una casetta.
Durante il nostro pranzo della vigilia
di Natale, che abbiamo consumato
nel vescovado, a Krishnagar, abbia-
mo voluto anche noi aggiungere una
casetta a quelle già costrnite. ln pochi
minuti abbiamo raccolto e superato la
cifra occorrente. E poi, dopo le 23, in
cattedrale, è avvenuto qualcosa di
bello per noi: ha celebrato il Vt'~covo
salesiano, coi quattro sacerdoti del
nostro gruppo.
Tutla una navata laterale era occu-
pata da indigeni, seduti sul pavimen-
to, alla loro maniera. Alcuni di es!>i
erano crisLiani - ci viene dctLO -. e
altri no. Ma partecipano ugualmente
ai riti cristiani.
Abbiamo pregato insieme: noi in
Ialino e in italiano, ed essi nella loro
---Da dieci anni visitano le missioni---
I Cooperatori salesiani da dieci anni - un anno si e uno no - visitano le
missioni dell'India. Ci sono andati una prima volta nel 1967 e poi altre quattro
volte. In piu, nel 1975 hanno ricordato il centenario delle missioni salesiane
ripercorrendo l'itinerario dei primi missionari fin nella Patagonia e Terra del
Fuoco.
Ecco qualche dato sull'ultima visita all'India.
Dal 17 dicembre 1977 al 5 gennaio 1978 un gruppo di sessanta cooperatori
salesiani, italiani e svizzeri, ha visitato in India parecchi centri missionari sale-
siani.
Le tappe più signìficative: Nuova Delhi, Calcutta, Ranaghat, Krlshnagar, Ma-
dras, Cochin, Goa, Bombay. La loro esperienza si è arricchita di contatti umani,
di conoscenze, e di ammirazione per le attività infaticabili, tenaci. a ltamente
cristiane e sociali.
Indimenticabile l'incontro con Madre Teresa nella Casa Madre di Calcutta,
poverissima, linda, operosissima; la Casa dei moribondi nell'ex tempio della dea
Kari. Poi a Madras: le umanissime opere di padre Schlooz: orfanelli, vecchi
abbandonati, giovani handicappati che imparano un mestiere; e infine la messa
all'aperto, di sera, nel folto verde di un bosco, fra gli edifici e le capanne che
costituiscono il lebbrosario « Papa Giovanni•·
Anche a Cochln ad appena nove gradi dall'equatore, fra le altre opere sale-
siane, la Casa di rieducazione per minorenni: accoglienza con banda musicale,
rinfresco, recita... I rleducatori costituiscono un complesso musicale molto ap-
prezzato; le autorità civili se ne servono nelle grandi occasioni.
Non sono stati trascurati gli aspetti paesaggistici e le bellezze offerte dalla
natura; come la visione del sorgere del sole, nel Nepal, dietro l'Himalaya; Il il
sorgere del sole sul Gange a Benares, la città santa degli Indù; e i moltissimi
ricchi templi induisti, giainisti, buddisti, i templi rupestri; e le suggestioni di
Bangalore e gll Incanti di Goa coi suoi fantastici tramonti.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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- --Libre 1a--
una delle cassette latte costruire da padre Gobettl a Ranaghal, per le famiglie della cristianità.
Nella pagina accanto un ragazzetto di Ranaghal.
lingua, il bengali: chi non sapeva pn.·-
ghicre. cristiane of'lriva la sua _devo-
zione fonc.lcn<lo la con la nostro, 111 una
corale elevazione.
Verso mcuanot tc, :ill'ollertorio,
uno di noi. Ira gli altri doni, ha const•-
gnato al celebrante la somma per una
casetta.
Non ci saranno più missionari. Al-
tri piccoli e incisivi episoc.li, uurante I.a
stessa giornata del 24, hanno contri-
buito a rendere più intima e com-
mossa la nostra Notte ui Natale. Nel
pomeriggio. mentre il nm,.tro b~1s pa~:
sal'a per la campagna ngogho:-a d1
papaia, palme da c?cco•. b~na~•• bu-
gainvilk:e a grappoli rossi. gialli, rosa,
un missionario ci ha indicato un'e-
stensione.: di Lcrn:no che continuava
oltre la nostra \\.isuale.
« E' una lalloria <li siaLO- ha deu0
- . con poai artesiani, cc)li.i1·a.zic!ni
ricche». E ha soggiunto: «Noi rnIssw-
nari istruiamo e prepariamo i nativi
alle rnrie attività, perché sappìano
ben lavorare quando qui non ci sa-
ranno più strnn!c~·i ». Lo stesso va_l~
per li campo re l1g1oso: non ;,0110 pIu
ammessi in India missiona1i di altre
nazioni: le nuove lcl'e, suore e sacer-
doti. sono tULti nativi. E è giusto che
sia così.
Ln questo centro missionario. dopo
il pranzo in comune, ogni _salcsian?
parte in motoretta ~cr ra_g~•~ngcre 11
villaggio della propna all1v1la. Uno di
questi padri pre~ede il no_st(·o_bus. A
un bivio noi deviamo; egli s1 ferma e
d salL1ta: ha un viso ~creno, sorriden-
te. Vengo a ~apere che ha !:>Ctlantatré
anni. perciò indugio a osservarlo: lo
vedo mentre 1ipartc a razzo, pronto e
disponibile come un giovane. _e !'ani:
ma mi si dilata alla constataz10ne dt
aver scoperto in quel giovane vecchio
una vita spesa veramente bene.
Ci prendono per mano. Noi prose-
guiamo alla volta di R_ai:i~bondo: vcI·-
so uno dei più suggestIvI mcontn, che
a me rievoca le immagini dei primi
pionieri missiona_ri nel ~ondo. Sia~o
appena a tre chilometri dal confme
col Bangla Desh, e qui, durante I~
guerra per l'indipendenza del Paki-
stan orientale, ci fu gran movimento
di truppe e di profughi. Ora la situa-
1Jone è tornata calma.
Arriviamo a un laghello, montiamo
su uno zallerone c . ritti, senza alcun
~o~tegno ~e non l 'equilibrio proprio,
avanziamo impercettibilmente verso
l'altra sponda. Disposti a varia altezza
sul penclio franoso, ,chierc di ragaui
e di adulti ci allcndono. Ci vedono
-,barcare con qualche difficoltà per il
rondo melmoso, e alcuni si gettano in
acqua per soccorrerci.
E via Ira loro che ci prendono per
mano, che tentano un colloquk, nella
loro lingua, fra capanne di tango.
r,olvère. ponanghere, sass_i, bllch~.
fino a un grande presepe m allesu-
mento all'aperto: poi in una spianala
- offertoci e carfé - i p.iccoli dan-
no per noi uno spettacolo di canti e
danze. Ognuno di noi stringe la mano
di uno, due. tre bambini che ci guar-
dano con occhi bel lissimi lampeg-
gianti dì gioia, e fieri.
.
Non si vogliono staccare da noi.
Così ce li trasciniamo, come diventati
pane nostra, in chiesa; e recitiamo
cont~mporan~amente, noi. in latino,
essi 111 bengali, una preghiera comu-
ne.
Confesso di non aver pensato alle
parole della preghiera: ero intenta. a
tenere l'anima aperta, per ricevere m
essa, attraverso la discordanza e la
mescolanza dei suoni e dei vocaboli,
un'armonia di voci che mi è parsa un
saggio di preghiera universale. . .
Al ritorno, sulla za ttera ht> vogha d1
go<lcrl' questa pace in raccolgimento,
di fondere il mio silenzio con quello
della natura.
on udivo le persone: vedevo uno
specchio d'acqua rollo _sol<> dal _ta-
gliare dei remi, la luna piena e ta~lla,
mentre il villaggio e la vegetazione
che lo avvolgeva, immersi nel buio,
venivano sempre più assorbiti dalla
lontananza.
E' stato un distacco dolce, lento;
tuttavia ho sentito dentro uno strappo
come quando si toglie via, forzata-
mente. una delle cose più care della
vita.
TERESA FRANCIOSO
LUIGI ROSSI DI MONTELERA
Racconto di un sequestro
Ed. Sei 1977. Pag. 165, lire 3.500
E' il racconto dell'esperienza alluci-
nante vissuta per 4 mesi interi (dal 14 no-
vembre 1973 al 14 marzo 1974) da un se-
questrato, costretto a vivere una paur_osa
prigionia in un «buco• sotto terra. L au-
tore del libro è anche il protagonista della
paurosa vicenda Montelera - oggi de-
putato democristiano - ha raccontato la
sua esperienza al registratore, e l'ha con-
segnata ora calda e commovente al letto-
re: una vicenda che si snoda dal matt1rJo
del rapimento sulla sopraet~vata di Mon:
calleri avvolta nella nebbia, fino al colpo d1
scena della liberazione finale per opera
delle guardie di Finanza Attraverso l'ap-
profondimento personale del senso della
vita, della famiglia e della fede.
ALFREDO VINCIGUERRA
La sfinge comunista
Ed. SEI. 1977. Pag. 220, lire 3.500
L'incredibile quantità di studi, saggi,
documenti sul marxismo in genere e sul
comunismo Italiano In specie. è ancora
ben lontana dallo svelare l'intima natura di
questo fenomeno complesso del pensiero
e della vita sociale attuale. Come pene-
trare In questa sfinge sfuggente? L"autore
ci ha provato. Noto giornalista. fondatore
e direttore della rivista « Tuttoscuola •.
capo servizio del quotidiano «Il Popolo»,
Vinc1guerra ha affrontato l'argomento
dapprima nei suoi articoli, e ora in forma
sistematica nel volume.
Che cos'è il comunismo italiano? A chi
si rivolge? Dove mira, dove vuole arrivare?
In un'attenta analisi degli avvenimenti de-
gli ultimi tre anni,
contributo per una
l'~utore
risposta
pcrh~1pa~nnf1ecaIltn7cueo.
ETTORE MARIOTTO
Fioretti di Don Ponzetto
Edizione extracommerciale. Richieste
presso l'autore (Istituto Sacro Cuore, via
Marsala 42, 00185 Roma - Contributo per
spese di stampa: /Ire 2.500)
Gli aneddoti sulla
mitica figura di don
Pozzetto circolava-
no da decenni, ap-
pena credibili. L'au-
tore lo definisce nel
sottotitolo « Volonta-
rio autonomo di Don
Bosco•, e a ragione:
del volontario e del-
l'autonomo, don
Ponzetto ha avuto tutte le caratteristiche
dì liberta incoercibile nel realizzare la sua
sostanziale e solidissima fedeltà a Don
Bosco.
.
Il volume ha il pregio dì raccogliere co-
me tasselli di mosaico le più disparate te-
stimonianze, per comporle in un~ figura
spiritualmente ricca e profonda, mtel\\et-
tualmente superdotata (4 lauree), social-
mente impegnata, e caritatevolmente a li-
vello di «fioretti •.
Chi ha conosciuto don Ponzetto aspett~
al varco questo libro per divorarlo; e c~•
non ha conosciuto questo autonomo (e In
certo senso inquietante) tiglio di Don B~-
sco, dalla sua biografia ~icaverà l'~n.nesI-
ma riprova di quanto sia fnesaunb1le la
fantasia creatrice del Sisinore.
21

3.2 Page 22

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ITALIA
I sassolini
ora sono sassoloni
Da sessant'anni le Figlie di Maria Ausiliatrice raccolgono bambini,
soprattutto orfani, in una spaziosa casa presso la collina di Superga,
a Sassi. Era fatale che questi bambini fossero chiamati sassolini. Ma
ora molti sono diventati sassoloni e si sono fatti strada nel mondo...
N on è stato l'acil\\;) rintracciarli, 60
anni dopo, ma alla fmc sono ar·-
rivati lutti e sedici: i primi sedici ex
bambini con cui le Figlie di Maria
Ausiliatrice nel 1918 avevano apeno il
collegio-orfanotrofio di Sassi (Tori-
no). E poi, si capisce, c'erano tanti
exallievi degli anni successivi. E è
stata una giornata piena <li ricordi e
allegria.
I sassolini: il nome giusto sarebbe
staio «i bambini del collegio San Do-
menico Savio di Sassi», ma come re-
sistere alla tentazione di chiamarli
sassolini? Li chiamano così anche og-
gi. Un nome che dice vivacità e fre-
schezza. Chi li ha visti li ricorda inap-
puntabili nella divisa gi;gia o blu,
pieni di voglia di giocaré, ma anche
pronti a l raccoglimento del piccolo
clero. Un'immagine di serenità e di
s p e r a n z a ...
La prima dura lezione. Era dunque
il 1918, eotTevano anche allora (cm pi
poco felici. Le detona7ioni della
guc1Ta erano ancora sospese nell'aria
quando le Figlie di Maria Ausiliatrice
accolsero nella casa spaziosa ai piedi
del colle di Superga i loro primi sedici
ospiti. di età dai 4 ai 6 anni. E in breve
diventarono 160. Ognuno al centro di
un dramma più grande di lui. Li ac-
compagnavano mamme in lacdme.
Molti avevano negli occhi, insieme a
un grande stupore, anche il vago ri-
cordo del babbo in grigioverde che
non avrebbero mai più potuto vedere.
«Non furono bei tempi a portarci a
Sassi - ha ricordato un sassolino di
tempi più vicini oggi don Ugo Casale-
gno, salesiano-. li sapore amaro, per
quanto inevitabile, del collegio, mi
segnò profondamente. Eravamo or-
fani, ma non senza famiglia : c"cra
dietro a noi 1ut1a la forza e la tenerez-
za della mamma». Una mamma co-
stretta a portarli a Sassi, una mamma
22
che l'orse da molto tempo non aveva-
no sentito ca111arc né ridere, divenuta
più pallida nell'abito elci lutlo.
Il distacco dalla mamma, ha ricor-
dato don Casalegno, da solo« bastava
a rendere duro per un bambino di 6
anni il confronto con il collegio, indi-
pendcnlcmcnle dagli sforzi che po-
tessero compiere le brave suore per
farci sentire a casa». Fu il prezzo pa-
gato da quei piccoli, per una matura-
zione soflcrla. «Fu questa la prima
lezione, la più profomJa e la più dura-
t ura che Lro\\'ai a Sassi: che l'amore, di
cui si vive e che fa crescere, non è un
bene di consumo. Questa lezione la
trovavo in ogni situazione. Prese il
volto, il calore cordiale di tante care
figure di cducat1ici e di educatori. Fu
quella stessa lezione che segnò, in
fondo, iJ mio incontro con il Signore e
o,ientò il mio desiderio di essere sa-
cerdote».
Il primo amico. Allora, nei primi
tempi, l'ondata dei primi orfani di
guena si esaurì nell'arco di 6-8 anni.
Ma non cessavano i bisogni di tanti
altri orfani. Per tulli san Domenico
Savio divenne il primo amico, il com-
pagno buon(), il modello. li giovane
alunno di Don Bosco ave,ìa dato il suo
nome alla casa 36 anni prima che il
calcndado dei santi lo iscrivesse nel
proprio elenco. La sua presenza cara
e incoraggiante aiutò quei ragaui a
crescere; e l'anno della canoniz.1,a7io-
ne di Domenico Savio ne risultavano
g:ià passati in quella casa ben sette-
mila: seuemila piccoli amici che
scortavano DomcniccJ nel suo cam-
mino verso gli altari, mentre era an-
cora «uno di loro ».
A questa presenza amica si deve se i
ragazzini di Sassi risultavano e risul-
tano, anche a p.-ima vista, cUvcrsi, e Sl'
l'istituto è stato sempre oggcuo di a t-
tenzioni, benevolenza e stima da par-
te dell'amministrazione pubblica e
dei responsabili nel campo didattico e
pedagogico. Ne fa fede don Angelo
Consonni, che per oltre vent'anni è
stato fra i sassolini cappellano. guida
e animatore.
«Scma troppe forzature - ha di-
chiarato .-- si può dire che i decreti
delegati a Sassi erano già alluati ante
litterwn: nella collaborazione respon-
sabile, amaverso il dialogo e il con-
fronto, in costante disponibilità per· la
verità, da chiunque proposta. Ogni
mese, e anche più spesso, si attuava
un incontro di verifica con i geniloli o
chi li sostituiva. Talvolta erano pre-
senti anche altri membri del gruppo
familiare (nonni, l"ratelli grandi, zii),
capaci di maggior ascendente sui ra-
gazzini: quelli che la psicologia oggi
chiama gli adulti importanti».
Suor Giovanna, ho deciso .. "Mera-
vigliose Figlie di Mario Ausiliatrice -
ha aggiunto don Consonoi -. Nella
lorn missione spiccava la più autenti-
ca mat.emilà, convinte come erano
che con questa soltanto si costruisce.
si educa, e si personalizza». [I vero
amore, si sa, è esigente. In ratti «a quei
bambini si chiedeva subilo molto~
Qui, e sopra Il titolo: due momenti della vita
serena del sassolini.

3.3 Page 23

▲back to top
non si usavano le mezze misure. E si
ottenne... LuLto.
l risultali? Sono leggibili nei fatti,
nella personalità riuscita di uomini
che col passare degli anni, nella vita
c.lella Chiesa c della Società, si sono
affermati nei più diversi campi. Per
serietà di competenza professionale e
per solidità di princìpi umani e cri-
stiani. E' staia la pedagogia di Don
Bosco - quella <lei catechismo e dei
sacramenti - che in contallo quoti-
diano e di stile familiare ha ratto di
quei sassolini delle pietre vive nella
società. E ha portato in non pochi di
loro la fioritura della vocazione sa-
cerdotale.
« Ero in quinta elementare. Un po-
meriggio di primavera avevo intra-
DON BOSCO E IL SUO AMBIENTE
preso la delicata operazione della...
Raccolta documentaria di diapositive sull'ambiente da cui Don Bosco
lucidatura delle scarpe: delicata proviene e quello in cui si svolse la sua missione
perché dovevo far biiJlarc le scarpe
sen1.a che le mie mani si imbrattasse-
ro. Non so come, a un tratto pianto
lutto - scarpe, spazzole, lucido - e
corro come un razzo dall'assistente:
«Suor Guiovanna, hu deciso: mi farò
Foto Teresio Chiesa - testo Antonio Alessi
Parte prima: Dai Becchi a Valdocco. 120 diapositive a colori in raccoglitore. con
testo-guida: lire 28.000
Parte seconda e terza in preparazione
Audiovisivi LDC
prete!» Suor Giovanna rimane per un
attimo stupdaLLa, poi risponde col
suo ammirevole buon sen::.o: « Va be-
L'editrice LDC sta rendendo un altro Questa gente per lui ha tirato fuori gli
segnalato servizio alla Famiglia Salesla- oggetti antichi, è andata a rovistare nei
ne, d'acco,·do. Ma adesso finisci di lu-
na: ha in corso di pubblicazione, sotto li solai, gli ha a volte regalato quelle• robe
cidarti le scarpe». Me ne tornai un po'
titolo Don Bosco e il suo ambiente•• vecchie che possono avere valore sto-
dcluso, a lucidare le i:.carpe e le mani.
Ni·lnnecim-iarcpi oplraenlilvaso,ecgseeuneptnrieti i1,c1mcohetccnngttormee·: as«ri~"Tr xuacnsgcaaorvraaai
prete». Per distrarmi guardavo fuof'i,
una serie di diapositive sui luoghi, le
cose, le persone che ebbero a che fare
con Don Bosco. Le prime 120 diaposltl-
ve
re,
seoncoorgrieàdparteondtea,
in solido raccoglilo-
testo; altre 240 dia-
positive sono in allestimento. Ne risul-
rico ineguagliabile.
tBpirve·L,emc',acaqhuupideaaloIrlVatvealrsldi·d1'gveou0lclaacrodIEu»a'nn. gUtdeaun"anseDqsnueo·eecnodBnu1'odsdsac1' c·iaptoapaodrsta1Iae•,·
indugerà su Don Bosco all'Oratorio e in
era maggio inoltrato, dalla fine.stra
terà una specie di • Memorie Biografi- Torino, la terza raccoglierà altra docu-
entrava il profumo dei fiori e il canto
che visualizzate», una testimonianza mentazlone.
degli uccelli. Ma la voce interna con-
iconografica, utilissima e utilizzabile
Le 120 diapositive uscite affrontano 4
tinuava: «Ti farai prete». Sono stato sotto molteplici aspetti.
temi: l'infanzia e l'adolescenza di Don
ordinato il 30 scLLcm brc I972 Così
Significato dell'iniziativa. Non è ìl ca- Bosco; le sue esperienze scolastiche ai
don Pier Giuseppe Accurnero, gior- so di dire quanto possa servire alla co- Becchi; gli studi a Chieri; il sacerdozio e
nalista del scuimanale torinese « La
Voce del Popolo». un sassolino.
noscenza di un
me Don Bosco,
uomo, di
la visione
udnegglri aanmdbelecnot-.i
l'inUizniovdoelullmaesuilalumstirsasiloeneditarpaoisgitiiovvea.nei. è
organizzato in modo pratico. Presenta
« L'ed
non mi·
uccoaszlni·onnsee
raicsecvcugt1a1· eirnc.
collegio
S e m p i1. i: -
ccmente pose le basi per la matura-
zione della mia vocazione. La mia lu
una scelta del tuLLo spontanea». E
in cui è vissuto. Si tratta, per Don Bosco,
di un mondo che Inesorabilmente si al-
ldoonptaonaan, ndoi ssci torracsifopramnaonraom, diciiocghgeeattni lnoo-
gori che vengono distrutti O finiscono
smarriti. Occorreva in qualche modo
dapprima le «didascalie brevi., una per
ciascuna diapositiva, di immediato uti-
lizzo quando si proiettano le immagini.
Fanno seguito le «didascalie lunghe.,
che si rifanno alle fonti (Memorie
come lui, don Casalegno, e tanti altri...
Acc ompagnato dalla m amma. r
fermare l'azione disgregatrice del tem- dell'Oratorio, Memorie Biografiche,
po. Anche perché ciò che ha fatto parte ecc.) e riportano anche ampi brani. E'
del mondo di Don Bosco. continua a in- una documentazione ricca, che per-
sassolini d'un tempo sono diventati
sassoloni e sono sparsi in tutta lt.alia
pe apt.iear
·I 1
'I
I
mcooIlnedgoio.
R' d
·
c
Iiicco
r
I
aI no
ia
accocnolstL',m·m-
grembiulino nero, lacrimanti e riotto-
~i. con tanta voglia di correre fuori per
teressare quanti si sentono spiritual-
mente legati a lui.
Non stupisce perciò se dietro l'inizia-
tmiveanatovveiatl'aIndtearleiassLaDmCenctiosidai iul nsuRgegtetroir-
Maggiore, don Ricceri.
mette durante le proiezioni di diffondersi
abbondantemente sui punti ritenuti di
iannteLzr'iuettus11tst1eo~.uanzlovnaelo. rQeuiensetsotiamuadbloilveisd·1viodhoa-
cumentazlone. I centri salesiani do-
vrebbero collocarlo accanto ai 20 volu-
i prati della collina torinese. L'anno
s1.:orso si è tenuto a Sassi il primo in-
Il fotografo. Indovinata la scelta del mi delle Memorie Biografiche, di cui co-
fotog rafo: il salesiano coadiutore Tere- stituiscono il complemento iconografi-
contro degli Exallicvi divenuti sasso- sio Chiesa. che per la documentazione co.
Ioni: un incontro semplice, cordiale,
sui luoghi originari di Don Bosco vanta
Le diapositive montate su telaietto
riuscit.issimo. I primi sedici c'erano
qualcosa di più di semplice conoscenza. sono anche di facile utilizzazione nel
lutti. Angelo Maestri. che prese la pa-
Intendendo tramandare oggetti e situa- campo della stampa, sia per stampa a
zioni familiari ai contemporanei di Don colore che in bianco e nero.
rolo a nome del gruppo, era giunto
Bosco. ha voluto documentarsi diretta-
Hanno però il loro uso naturale nella
come 60 anni fa: accompagnato daJla
mente nelle case e cascine, e ha trovato proiezione. In quest' ambito si possono
mamma, orn di 92 anni. t Sacerdoti
porte aperte e collaborazione cordiale a utilizzare le varie sezioni, come se fos-
hanno concelebrato. Poi la foto ricor-
un titolo del tutto personale: era consi- sero filmine complete In se stesse, e di-
do aLLorno alJa colonna con la statua
derato uno di casa. E' vissuto al Colle fatti sono già costituite in sezioni se-
tli Domenico Savio. come una volta. E
tulli insieme hanno dcci~o cli fondare
Don Bosco ininterrottamente dal 1941 al condo i vari temi. Ma il telaietto consen-
'58, conosceva perciò la gente per no- te anche ia più grande mobilità, e quindi
la « Uniunc Exallicvi Sassolini», e di
me, aveva avuto gli attuali padri di !ami- offre la possibilità di comporre proiezio-
glia all'oratorio dei Becchi, qualcuno lo ni a proprio piacimento, secondo le esi-
i·itrovarsi prestoG. ruLJANA AccoRNERO ..__av_ev_ a a_ vu_ to a_l c_ ate_ ch_ ism_o.._. _ _ _ _ _g_ en_ ze _ più_va_rie_ . _ _ _ _ _ _ _ _..
23

3.4 Page 24

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GIAPPONE
Il Vangelo è entrato
in casa Kurozawa
Akira Kurozawa è il « Fellini del Sol Levante », il più grande regista
vivente del Giappone. I missionari salesiani hanno avuto la gioia di
portare il cristianesimo in casa sua: Kazuko, la figlia, è diventata
cristiana col nome di Renata Maria, e ha sposato Haruyuki, figlio di un
notissimo divo dello spettacolo, divenuto a sua volta cristiano col
nome di Paolo. Quanto al loro figlio primogenito, si chiama Stefano
come il primo martire della Chiesa.
A kira Krm;,~awa è il f}iù importunte
dei registi giapponesi \\1Ìl"e11ti.
Autore di notissimi film come « I seue
samurai», nel 195! conseguim a Ve-
11ezia il« Leone d'oro» co11trib1te11do a
far co,wscere nel 111ondo la ci11e111ato•
grafia giappone.H!. Nel '75 lw 011e1wto
la« Palma d'oro» al 1-èstiPa! di Mo:.ca,
e /'an110 successivo 11egli Swti Uniti
l'ambiw «premio Oscar fJer il 111iglior
film straniero». Uomo di grande sen-
sibiliuì e cult11m, dice di ~é: «S0110
giapponese. ma la 111ia fo111w,·io11e
culturale è aperta alla civilià occiden-
tale. Fra quesw e quella 11ippu11ica, 11el
111i() w11111u 11011 c'è alcuna co111rappo-
.si;:io11e». Panecipa in forma dra111111u.-
1icu ai proble111i del mondo co111e111po-
raneo, e un giomo Ira co11fe:,sato: « E'
Lenibile viPere nella società di oggi».
Nel 1971, in 11n 1nonre1110 di depressio-
ne dol't1l0 forse li sfidul'ia i111111111011(/o
sempre pilÌ 111ate1·ialistu. ha 1e11wto il
suicidio.
Ora che la siw figlia Kazuko si è
co11verti1a al çristia11esi1110, potr<Ì il
Vangelo ponare 1111 po' di sere11 i1à w1-
che 11e/la sua l'ila? Ka::,uko, dii·e11wa
Renata Maria, nel giorno del suo 11111-
trimonio ha avuto la gioia di e1>sere
accompag11ala da lui a/l'altare della
chiesa salesiana.
Lu rela;;ione che segue, re11de c:omo
di ww 1·ice11da singolare di neofiti
giappo11esi, tra cui appunto Ka,-:uko.
che tes1i111011ia /Lilla la belle..~:;a e l'effi-
cacia dell'apos1ola10 laicale cristiano.
A111ore della corrispondenza da Tok,·o
è il missionario padre Fede,-ico Barlw-
ro, che da a1111i sta s1·olgemlo 1111 ruolo
24
tle1en11inw11e 11e.l/a rrmlu:;ione e 1iellt1
diff11.~io11e dellll Sacra Scri1111ra in
Giappone.
Due giovani sempre presenti.
Qualche anno la, per interessamento
di un gruppo che ra capo alla nostra
Associa7.ionc per la diffusione della
Bibbia. avevo iniziato un ciclo d i con-
rcrenze sulla Sacra ScriHw·a adatte al
grande pubblico. L'idea di dai , ila a
quell'associazione mi era venula in
LCl.La, anzitutto perché i libi;... non
hanno le gambe; e poi anche perché
ero stanco di sentir dire che i libri
callolici, Bibbia curnprcsa, costa\\'anu
troppo. Le lamentele, si sa, non con-
cludono nulla se restano allo staio di
lamentele; occorreva rendere la Bib-
bia pii'.1 accessibile anche ai meno ab-
bic.nli, compresi i missionari e le suo-
re sempre a corto e.li quall1ini, e mi ero
dato da fare.
La «A.ssocin,done Apost0lal1> della
Sacra Scriuura » (questo è il suo nome
completo) oltre alla preghiera e alla
diffusione, ,;i è assunta l'onere di rac-
coglierl· anchc fondi. per offrire a tutti
e a basso costo il libro della Parola di
Dio. De\\'o dire che la Prov,·iden7a ha
fatto sentire la sua presenza in modi
anche imprevisti, e che finora abbia-
mo potu!O andare incontro a tutte le
richieste che ci sono gi.untc.
Il merito di quesLO s uccesso va an-
che alla signora Matsui, che è ,i può
dire la [ac!otum dcli'As:..odazicme.
Ardente ncofila, figlia del glorioso
generale giapponese Suzul-.i Teiiki
(che Iu anche due volte Ministro degli
Interni), ha una sto1ia personale bur-
rascosa, ma sbocciata un giorno nella
serenità del ballesimo.
Tutto ciò andava detto per spiegare
il perché delle mie confercn.w tenute
al gran pubblico, il quale ha bisogno
di avere idee chiare riguardo a.gli sco-
pi che J'ru.socim;ione si propone. Alle
suddette conlerenz.e vedevo due gio-
\\·ani sempre presenti; seppi poi chi
erano: lui Haruyuki, figlio di Kato
Daisukc (notissimq artista del cinema
e dl'lla Lelevi!:>ione), e lei Kazuko, la
figlia del più grande regista giappo-
nese Akira Kurozawa, nolO in ltalia e
in tullo il mondo. E' qui che ho visto
l'efficacia dell'apostolato laicale. I
due erano stati gentilmente invitati a
partecipare alle mie conferenze da un
loro amico, un giovane che era vissuto
per qualche tempo a Todno, e che io
conoscc\\·o da molli ann i.
Un giappo nese a Torino. Quel gio-
vane si chiamava Mivakawa Hidevu-
ki, e aveva conoseiu!o a Torino la ·ra.
miglia del signor Pietro Bas~ano. ne
aYeva ammirato la fede autentica e
aveva deciso di diventai-e crii,tiano_
Studiò il cristianesimo con serietà, e
ricevetle il battesimo dall'allora Rei-
tor Maggiore salesiano don Renato
Ziggiolli.
Ma Miyakawa prese anche in sim-
patia la figlia Marisa Bassano, e la
chit•~c in moglie. Papà Piero un giorno

3.5 Page 25

▲back to top
gli dbse: «Non riceverai mica il bat-
tc!>imo perché ti dia piii facilmen te
mia figlia?» QucMc parole sagge au-
mentarono in Mivakawa la stima ver-
so la famiglia Ba-ssano, e furono u no
sLimolo in più a r rendere sul ~erio
l'esempio di vita cris tiana che quella
l,1111iglia gli dava. Marisa e Miyakawa
si sposarono, e ancla,-ono a vivere a
Tokyo. Ma si portarono dietro la fede
genuina che era sbocciata a Torino.
Fatto sta che Miyakawa un giorno a
Tokvo aveva condollo alle rnie confe-
renze I laruyuki e Kazuko, e che i due
frequemarono con molla assiduità,
finché un giorno chiesero alla signora
Matsui se anche loro potevano diven-
tare cristiani. «Certamente - rispo:.c
la Signora Matslli - , e perché no?
Anche io sono diventata cristiana, un
giorno». [ due giovani <la allora in-
tensilicarono la lorn freq uenza, ogni
martedì e venerdì Sl'ra, per l'istnrz.io-
ne religiosa. lo pt:rò ho come abiwùi-
nc di non insistere né di invitare mai
nessuno al battesimo: allenclo che la
grazia laccia la ~ua parte, che l'inte-
ressato ne senta il vivo desidc.-io. Fi-
nalmente un giorno i due giovani, uo-
po aver mollo confabulato tra loro, mi
uflromarono e mi chiesero: « Perché
non ci dài il battesimo? Che cosa
dobbiamo fare per meritarcelo?» La
sairggnoomr iennat i,Kaagzgui uknos1ep: e«rTrainntfeodrziaqrueelglel.i'
.::ose che tu d hai delle su Dio e sul
senso della vita, io conlusamcnte le
sentivo già, ma tu hai dato forma e
certezza ai miei pensic1i». Davvero !>i
trattava di un'anima nauiraliter chri-
stia11a!
Mi confiderà un giorno Haru) uki
con un po· di amarezza: «Noi abbia-
mo fallo l'università, ma d i Cristo non
abbiamo mai sentito parlare. E dire
che anche noi giapponesi ora abbia-
mo adottato il calendario che comin-
cia con la nat-cita di Cristo!»
A buon conto Haruvuki fu batte7-
1ato, e CC)n lui Kazuko; e ~cclsero i
nomi cli Paolo e Renata Maria.
La sua casa aperta a Dio. Alla ceri-
monia del battesimo assistette anche
il papà cli Kazuko, il famoso regista
Kurnzawa, e la mamma, come pure la
mamma di Paolo (il papà, il no to divo
del cinema e della tclevi!.ionc, amalo
da tulli perché imegerrimo, era dece-
duto pochi mesi prima). E partecipa-
rono anche tanti amici comuni, del
mondo dello spettacolo.
!\\on moltO tempo dopo, nella no-
~tra chiesa pan-occhiale di Himonya
venne celebrato il matrimonio di
Paolo e Renata Maria, e il papò di lei
, olle essere pre~cnte, co11 i soliti amici
e ammiratori. Al termine del rito disse
tutto il !.uo appreuamenlo per la so-
lt'nnità e dignità che a.:compagnano
nella Chiesa callolica queste cerimo-
nie, che diventano vere pietre miliari
nella vita di un uomo.
Pag 24 ìn alto: Il regista Kurozawa accompa-
gna all'altare la figlia Renata Maria nel giorno
delle nozze celebrate nella parrocchia salesia-
na secondo Il rito cattolico.
Pag 24 in basso: la gioia di Renata Maria nel
giorno del battesimo.
Pag. 25 in allo don Barbaro amministra Il bat-
tesimo a Paolo e Renata Maria (a destra la si-
gnora Matzul, madrina).
Sotto momento del matri monio di Paolo e Re-
nata Maria (celebra ancora don Barbaro).
A destra· Renata Maria con II llgllo Stefano.
In tal modo ~i è s tabilito un primo
profondo contatto con queste perso-
ne del «grande mon<lo», che si direb-
bero cosl lontane da Cristo. ma che
invcct! sembra stiano solo attendendo
chi Jc accompagni dentro il suo ovìlc.
Ora la casa cli Paolo e Renata Maria
è già allietata da un angiuletto, che al
tonte battesimale hanno voluto chia-
mare cui nome del primo testimone
della lede, Stefano.
Paolo poi vuole che la sua casa sia
~cmpre aperta a l sole, agli uomini e a
Dio. Così raduna ogni martt'dì ~çra i
suoi am1c1, circa una decina: «Desi-
dero e prego perché anche loro ab-
biano a ricevere un giorno il grande
dono che io ebbi da Dio, la fede».
Così viene gettato il buon seme, che
fecondato dalla grazia e dalla carità, a
suo tempo porterà frut to. Qualcuno
di questi amici mi sta già r,arlando di
battesimo. E' proprio vero quel che
ha dello il Signore: « Vi riconosceran-
no per miei amici, se , ·i voJTCle hcnc».
Questo resta dunque il metodo inso-
stituibile di ogni ,·ero apostolato.
DON FEDERICO BARBARO
25

3.6 Page 26

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PROTAGONISTI
Un giorno Don Bosco
mi prese in braccio
Don Rinaldo Ruffini è morto a Chieri nell'ottobre scorso, a quasi 94
anni. Si è così conclusa la vicenda di un bambino che Don Bosco nel
lontano 1887 aveva preso tra le braccia e tenuto stretto. Era l'ultimo
salesiano vivente che avesse avuto contatto personale con il Santo
dei giovani.
L ui non poteva certo ricordare il
fauo: quando accadde, non ave-
va ancora due anni e mc7,;zo. Ma tanti
testimoni gliel'hanno poi ricordato, e
lui stesso l'ha ripetuto, con la minuzia
di particolari che gli era innata. Anzi
lo ha messo per isc1illo, in una letlera
del 1971 che il BS conserva gelosa-
mente.
Dunque in quell'aprile l887 Don
Bosco si portava a Roma (era la 19' e
ultima volta), per la consacrazione del
Tempio al Sacro Cuore, che aveva
realizzato con tanti sacrifici per ob-
bedire a un desiderio del Papa. Era
molto affaticato, Don Bosco: sentiva
tutto iJ peso dei suoi 72 anni senza
risparmio, e quando il 23 aprile lasciò
Genova per La Spezia, partì a stoma-
co vuoto perché non si era sentito di
mangiare. Alla stazione di La Spezia
trovò conforto in una caldissima ac-
coglienza: tulli gli amici dell'opera
salesiana erano a fargli resta.
La città aveva allora 20 mila abi-
tanli, e un piccolo oratorio aperto da
lO anm, direuo da un salesiano d'ec-
cezione, don Stefano Fantini, che la
popola:,Jone venerava per l'eroismo
con cui si era prodjgato in favore dei
colerosi in recenti cpiderme. C'era
dunque tanta attesa e tanta simpatia,
e Don Bosco si sentì rincuorato.
L'indomani il direttore aveva invi-
tato a pranzo le autorità eccles.iasli-
che, civili e milila1i, e Don Bosco so-
stenne una conversazione incantevo-
le. «Tutli erano entusiasti cli lui -
appuntò nel diario il suo segretario
don Viglietti -, ne parlavano con ve-
nerazione e amore, e partirono da Juj
a malincuore».
Forse quel giorno stesso avvenne il
fatto singolare.
26
Undici medaglie tte. Nella sua po-
vera clùcsctta dell'Oratorio don Fan-
tini aveva collocalo una predella al
centro dd presbiterio, sulla predella
una poltrona, e sulla poltrona Don
Bosco. La gente voleva salutare il
santo dei giovani, e le mamme accor-
revano a portargli i figli pcrchu li be-
nedicesse. Don Bosco tracciava su
ciascun bambino un largo segno di
croce e in più li benediceva con u n
indimenticabile sorriso.
Arrivò anche mamma Santina Ruf-
fini, che era una delle prime coopera-
trici salesiane di La $pC7ia. e presentò
il suo unico marmocchietto, Rinaldo.
«Quando mia mamma presentò mc
- si legge nella relazione di don Rur-
uni - Don Bosco mi prese decisa-
mente in braccio, mi sollevò e mi
strinse a lungo, viso contro viso. E
provocò la... naturale protesta delle
altre mamme: non solo per il traila-
mento così diverso, ma anche per la
durata».
E non era ancora finita. « Forse il
più bello accadde il giorno dopo
quella benedizione insolita - ha ag-
giunto don Ruffini -. Il mattino se-
guente Don Bosco si sentiva spossato.
e celebrò la messa anziche in chiesa in
una c:amcr·etta vicina a quella in cui
aveva dormito. Furono ammessi a
presenziare poche persone, tra cui i
miei genitori e io. E dopo la messa,
Don Bosco diede alla mia mamma 11
medaglie per i suoi figli. Perché 11 e
non 10 u 12? Le contò una per una,
oppure le prese dalla tasca come ven-
nero? Nessuno ci fece casu. Ma il fatto
è che mia mamma ebbe con mc un-
dici figli, e poté dare a ciascuno una
medaglia di Don Bosco».
Queste vicende segnarono la viLa
del piccolo Rinaldo.« Da quel tempo,
fin da bimbo, la figura di Don Bosco
mi accendeva l'anima. Era il ruoco
della vocazione (al cui riguardo non
ebbi mai il più piccolo tentennamen-
to), un bruciore che mi arde anche ora
(1971) che dovrei e1>sere... incartape-
corito».
In altra occasione don Ruffini si
spiegò coi.ì: «Non so dire quando mi
sono deciso a essere salesiano, lu per
me un sentimento quasi innato».
Era inevitabile che frequentasse
l'oratorio. « Tra l'altro ricordo chiara-
mente che un giorno mi trovavo a
passare con la mia mamma davanti
aJl'entrata dell'oratorio. Don Fantini,
che era sulla po11a, disse alla mam-
ma: « Ehi, Santina, quando mc lo
conducete vostro figlio?» Rbposc la
mamma: «E' troppo piccolo, non ha
ancora sci anni. Aspettiamo ancora
un poco». E lui: «Ricordate che Don
Bosco l'ha benedetto in quella sua
maniera... ».
Si aspettò ma per poco. «A selle
anni foci parte dell'oratorio, e comin-
ciai a voler servire la messa, pur la-
sciando che il celebrante spostasse da
solo il messale».
Oratorio e catechis mo. A 11 anni,
nel 1895, don Fantini metteva Rinaldo
a fare il catechismo ai più piccoli del-
l'oratorio. E non smetterà più: tra ca-
techismo e scuola di religione, la du-
rerà fino a l 1970, tre quarti e.li secolo
rilati. E ovunque andrà, lavorerà nel:
l'oratorio. Dove non troverà l'orato-
rio, semplicemente lo fonderà. Cate-
chismo e oratorio saranno la sua vita.
A I 7 anni, nel 190I, è'. salcliiano. Nel
1906 è mandato a Torino-Valsalice. e
due anni dopo fonda l'oratorio (con 7
ragazzi, che dopo due mesi sono 70).
Studia teologia, ma deve interrompe-
re per il servizio militare. Nel 1911 è
sacerdote, e la sua prima messa è per i
suoi oratoriani (che nel frattempo so-
no saliti a 300).
.
Estremamente versatile, colleziona
titoli di studio. diplomi e patenti per
l'insegnamento del disegno. di edu-
cazione fisica, calligrafia, lavori ma-
nuali. matematica. Nel 1915 è chia-
mato sollo le anni, lo altende la prima
guerra mondiale: col grado•di tenente
sarà cappellano degli alpini fino al
1919. E trova il modo di fondare un
altro oratorio.
Accade a Tai di Cadore, dtJVe si tro-
va il suo ospedale da campo. « Vera-
mente - scrive al 1,uo Ispettore - ci
vuole del coraggio a chiamarlo orato-
rio, ma mi piace illudermi con questa
parola, anche perché in fondo la !.O-
stanza c'è. Si figuri: il paesello è pic-
colo, quasi spopolato di maschi per

3.7 Page 27

▲back to top
l'emigra7.ionc e la guerra. Ho poco
tempo libero. Non c'è locale di seria.
Non ho alcun mezzo all'inluori di un
grande affetto per i ragaz;,.i, e un poco
(oh, se fosse un po· di più!) di spirito
di Don Bosco».
Ma la popoJazjone è priva d i assi-
stenza religiosa da anni. e lui comin-
cia salesianamcnte dai ragazzjni per
arrivare ai grandi. Insegna a «recitare
le orazioni in italiano: prima lo reci-
1avano in latino, si immagini che lati-
no!» Dopo qualche tempo, « la popo•
la7,ione è contentissima. Le m amme e
le nonne vengono quasi di nascosto a
1,piare i nostri giochi e trallenimenti,
poi esprimono la loro meraviglia per
la mia pazienza. La mia pazienza? Ma
se è il mio sollievo».
Nel I 920 è di nuovo a VaJsalice. a l
suo oratorio. Col tiva una calda amici-
zia con Don Cimatti e don Cojazzi, ha
come allievo un ceno Renato Ziggiot-
Don Ruffini nel 1929 lu tra i salesiani che - privilegio conteso - portarono In spalle rurna di Don
Bosco nel giorno della sua beallllcazlone, dal mausoleo di Valsallce al carro adorno di fiori. La loto
mostra il carro che scende processionalmente dalla collina di Valsallce verso Torino: sarà un'a•
poteosl per tutto Il percorso. fino a Valdocco.
ti. poi Rellor Maggiore. Nel 1929 è un<>
dei professo1i del liceo Valsalice che
hanno il privilegio di trasportare sulle
spalle l'urna di Don Bosco diventato
beato, per la soleru1e sfilata da Valsa-
licc a Valdocco. ln tutto rimane 18
anni a Valsalice, e non dimenticherà
mai ques ta casa. Come questa casa
non dimenticherà lui.
Poi è a T<>tino San Giovanni, dove
c'è tanta scuola, e naturalmente l'o•
ratorio, il suo • San Luigi». Non g li
basta: per due anni si reca ogni ùo-
mcnica a Villastellone. provincia di
Torino, dove fonda ancora un orato-
rio. Per qualche anno durante il se-
C<>ndo confliuo mondiale è direttore
di comunità salesiane. poi dal '-t7 e
per trent'anni, tutti gli ultimi tren•
t'anni della sua vita, è a Chieri, la cit-
tadina piemo ntese che vide gli studi
giovanili del chierico Bosco Giovanni.
E' in~egnante di disegno e religione, e
di catechismo all'oratorio.
E. anche nominato cavaliere di Vi t-
torio Véncto. e quando compie i 90
anni gli assegnano la meritatissima
croce «pro Ecclesia et Ponlifice». E'
un eccelle nte miniaturista. ha elabo-
rato centinaia di pergamene per le
occasioni più diverse. Per la città di
Chieri ha disegnato il gonfalone della
ciu à, e bellissimi attestati che per 20
anni sono serviti a premiare gli alunni
della scuola, i donatori di sangue,ecc.
Cesellatore. Ma è stato a ltre llanto
valido cesellatore delle anime. Quanti
ragazzi da lui formati nell'oratorio gli
sono rimasti affezionali per 1utta la
vita. Alla sua morte han no testimo-
nialo. «E' stato un educatore silen-
ru zioso e paziente, un vero tessitore».
«La fede mi trasmessa dai miei ge-
nitori . ma fu d<m Ruffini a fanni a~-
saporare, della fede, la gioia salesia-
na».
Sapeva leggere nel cuore dei !>Uoi
ragazzj. Ha raccontato don Giovanni
Bat1ista BalJari, to1inese, oggi parroco
nell'isola di Cuba: « Da tempo venivo
coltivando il desiderio di essere mis-
sionario, ma non mi sentivo di aprir-
mi con alcuno. Mi prevenne lui. Una
domenica mi avvicinò e mi disse: « Mi
sembra che tu hai qualcosa da dirmi»,
e i suoi occhi penetranti mi guarda-
rono fino in fondo. « - gli risposi
limidamente -. Vorrei essere missio-
nario, ma come devo fare?» Qualche
giorno più tardi si presentava a casa
mia per parlare della cosa con mio
padre. che accondiscese vole111ieri. E
ora sono in missione... ».
Non ostante l'incontro con Don
Bosco che l'ha segnalo per sempre -
o forse a causa di questo incontro- si
è senti to piccolo. Per abitudine chia-
mava ~e stesso «meschino»; e i suoi
ragazzi. poi exallievi, lo presero in
parola: lo chiamavano con simpatia
« don Meschino».
E' andato incontro a lla morte -
avvenuta il 15. 10.1977 - con serenità,
da patriarca. « Vedi, Vittorio- diceva
qualche tempo prima a ll'cxallievo
Vittorio Dcmichelis che era andato a
fargli visita - , vedi quel crocifisso
grande cbe ho messo alla parete, al
fondo del mio letto? E' pc1· vederlo
bene quando dovrò andarmene. Sai,
qui i confratelli hanno crocifissi pic-
coli. ma sono tulli confratelli più gio-
vani di mc. A me invece sta per servire
quel crocifisso bello grande... ».
I suoi occhi ave\\•ano veduto da vi-
cino Don Bosco. ma i suoi ragazzi
banno visto Don Bosco in lui. H a
scritto un exallievo. che per lui « in-
contrare don Ruffini era stato come
incontrare Don Bosco». E un altro:
~
« Per mc è s tato il Don Bo1,co in te r ra».
Don Rinaldo RuHlnl con I ragazzi dell'oratorio da lui fondato a Vlllastellone presso Torino: pas-
seggiata con memorabile spaghettata.
FERRUCCIO VOGLINO
27

3.8 Page 28

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Dal niondo salesiano
PERU' + UNA DIOCESI
PER MONS. VALLEBUONA
Mons. Emilio Vallebuona Merea è stato
chiamato da Paolo VI a reggere la diocesi
di Huaraz sulle Cordigliere peruviane.
Ha 48 anni. E' nato a Lima nella parroc-
chia salesiana di Maria Ausiliatrice, e ha
frequentato gli ambienti salesiani fin da
ragazzo. A 16 anni era salesiano, a 26 era
sacerdote (dopo gli studi filosofici a Tori-
no, e quelli teologici a Santiago del Cile).
Conseguita la laurea in scienze dell'edu-
cazione, fu direttore per sei anni a Puno
distinguendosi nell'organizzazione delle
scuole. Nel successivo sessennio fu
Ispettore delle opere salesiane del Perù , e
nel 1975 fu consacrato vescovo e desti-
nato a Piura come ausiliare. Due mesi do-
po era eletto anche presidente della
«Commissione episcopale peruviana per
l'educazione•- Ora assume la responsa-
bilità piena di una diocesi non certo faci le.
Huaraz, a tremila metri sulla Cordigliera
Occidentale, con interessanti rovine della
civiltà Inca nei suoi dintorni, è una cittadi-
na con circa trentamila abitanti; ma l'inte-
ra diocesi ne conta più di trecentomila, di
origine amerinda, sparsi su un territorio
vasto come l'intero Lazio (17.000 Kmq).
Nella valle in cui sorge Il capoluogo il cli-
ma è mite, la terra fertile e ricca anche di
minerali. Ma la Cordigliera si Impenna con
nevi perenni e ghiacciai fino a toccare con
il monte Huascaròn, il più a lto del Perù, i
6768 metri di altitudine.
La popolazione è cattolica nella quasi
totalità, ma il clero è molto scarso (non
giunge a contare quaranta sacerdoti, un
sacerdote appena ogni novemila abitanti).
i fedeli sono sparsi per l'immensa regione,
e il lavoro apostolico è tutt'altro che facìle.
Sembra scontato che se il Papa affida
una diocesi a un vescovo salesiano, per lo
più si tratta d'una diocesi tutt'altro che
riposante ...
ISRAELE ,._ DOPO 30 ANNI
DI INCOMUNICABILITA'
Scrive don Vittorio Pozzo, direttore del-
/E. casa salesiana d, Nazareth in Israele.
Ecco una notizia che credo meriti di
essere pubblicata: per noi salesiani del
Medio Oriente, si tratta di un fatto storico.
li giorno di Natale 1977, alle 16.45 ho pre-
so in mano Il telefono, e:
• Hallo! Hallo! Salesiani del Cairo?.
• Sl! Chi parla?•
"Qui i salesiani di Nazareth. Sono don
Pozzo, il direttore... • ·
• E io don Golette. Ma... Non è possibi-
le... ».
• Sll Abbiamo voluto farvi questa sor-
presa per Natale. Abbiamo tentato e ci
siamo riusciti, senza difficoltà. Abbiamo
avuto la linea in meno di dieci minuti •·
Segue un rapido scambio di notizie, au-
guri, e... arrivederci presto.
In altri luoghi e in altri tempi, questa sa-
rebbe stata una banale telefonata natali-
zia. Ma oggi, e tra Israele ed Egitto... In un
istante sono crollati trent'anni di separa-
zione e di Incomunicabilità.
E proprio nel giorno di Natale, mentre Il
presidente egiziano Sadat e Il primo mini-
stro israeliano Begin si incontravano a
lsmallia, sul canale di Suez. Pace dunque
agli uomini di buona volontà.
(ANS)
ITALIA A FONTANAZZO
«VACANZE FAMILIARI» PER
COOPERATORI E SIMPATIZZANTI
L'esperienza vissuta l'anno scorso è ri-
sultata positiva, perciò i Cooperatori ri-
lanciano l'iniziativa: Vacanze familiari» a
Fontanazzo, In Val di Fassa (Trento, nel
cuore delle Dolomiti). L'lspettoria Adriati-
ca apre ancora il suo Soggiorno alpino
Don Bosco ., per tutto il mese di luglio, a
cooperatori e simpatizzanti, che con i loro
familiari possono recarvisi per turni dì una
o più settimane.
Saranno ferie in stile nuovo: insieme al
necessario riposo e ai benefici offerti da
una natura incantevole, si respirerà il cli-
ma salesiano, con servizi religiosi accurati
e l'occasione di nuove conoscenze nel-
l'ambito della Famiglia Salesiana. E In più,
* ARGENTINA SONO AMICI DI DOMENICO SAVIO
Fra I trentamila e più aderenti al movimento «Amici di Domenico Savio•
sparsi per il mondo, ci sono anche questi ragazzi, e decine di loro compagni,
appartenenti alla prima parrocchia affidata (più di cent'anni fa) ai salesiani:
quella di Buenos Aires nel quartiere La Boca.
E' Il giorno del tesseramento· il parroco don Carlo Grané ha benedetto le
nuove tessere, e una ragazza legge a nome di tutti la promessa di voler Imitare
il piccolo eroe della santìtà che si sono scelti come modello. Poi verranno le
mamme, e consegneranno esse stesse la tessera ai loro figli. In cambio
riceveranno un fiore (un garofano bianco). E un bacio.
28

3.9 Page 29

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con una retta modesta in rapporto a quella
di alberghi e pensioni di pari trattamento.
In questa nostra società malata che
tende a isolare gli indivlduf, un clima di
reciproca fiducia e cordialità che con-
senta di creare nuove serene amicizie è
quanto di meglio si possa desiderare.
Informazioni sulle «Vacanze familiari•
si possono richiedere presso gli Uffici
lspettoriall del Cooperatori, o all'Ufficio
Nazionale (Viale del Salesiani 9, 00175
Roma: tel. 06174.80.433).
FRANCIA E POI LA MAMMA
SI E' FATTA SUORA
Un salesiano di Francia, don Giorgio
Linel, ha la mamma in convento: rimasta
vedova, ìl giorno dell'ordinazione sacer-
dotale del figlio decise di farsi suora e ora
é una delle Orsoline del Sacro Cuore.
Don Giorgio Linel, attuale superiore dei
salesiani nella Francia Sud, ha 48 anni e è
nato presso Tunisi in una famigl ia di co-
loni francesi. Ha perso il papà nel 1945. Ha
tre fratelli e una sorella più g iovani di lui,
tutti sposati.
Mia mamma - ha raccontato -
quando compi i 60 anni (e noi suoi tigli
eravamo tutti •sistemati»), chiese di en-
trare fra le suore Orsoline, che l' hanno
accolta. Ora ha 73 anni, vive a l a Tour du
Pin vicino a Lione, e aiuta In Infermeria. le
altre suore le vogliono bene e si p rendono
cura di lei. lo ogni tanto vado a trovarla,
l'ho vista anche a Natale. E sono felice di
vederla felice nella sua comunità ».
le suore Orsoline portano un semplice
vestito grigio, e lavorano nel campo del-
l'educazione e per la cura degli infermì.
Madre Maria•, la mamma-suora, racco-
manda sempre a don Giorgio di p rendere
le cose con calma e dì badare alla salute.
E prega ogni giorno il Signore: «Fa· che
mio tiglio sia sempre buono... » .
(Da ANS)
MISSIONI ,. NUOVI LIBRI
SULL'ATTIVITA' SALESIANA
« I Salesiani fanno la storia ma non la
scrivono», aveva detto il Rettor Maggiore
don Ricceri in una riunione del 1973,
esortando alounl studiosi della Congre-
gazione a mettersi al lavoro. SI trattava di
sfatare quel luogo comune. E di fatto in
questi anni recenti le opere storiche, so-
prattutto sulle missioni salesiane, si sono
moltiplicate. Tre se ne aggiungono in
questi giorni, in lingua straniera.
«Attività missionaria salesiana nella
chiesa » è un primo volume, in spagnolo,
dovuto all'alacre penna di Angel Martin.
Opera ponderosa (600 pagine), edita a
cura del « Centro studi di storia delle mis-
sioni salesiane• dell'Università Pontificia
Salesiana, e diffusa dal Centro catechisti-
co salesiano di Madrid. E' il settimo volu-
me della collana «Studi e investigazioni».
La prima metà dell'opera è dedicata al-
l'attività missionaria della Chiesa In gene-
rale, la seconda metà è una rassegna
delle varie forme di presenza della Fami-
glia Salesiana nel mondo missionario.
Particolarmente ricche le sezioni biblio-
grafica e di documentazione.
Col numero 8 della stessa collana
«Studi e investigazioni., è uscito. dello
stesso autor e e sempre In spagnolo, « La
Prefettura Apostolica del Rio Ariari (Mis-
sione Salesiana - Colombia)». E' una
ITALIA " RAGAZZI
ORATORIO E FAN-TA-S-IA - - - -
Al • San Paolo» di Cagliari sono di
scena ragazzi, oratorio e fantasia. le
iniziative portate avanti dal Centro
Giovanile nel periodo natalizio sono
tante e originali, e meritano una cita-
zione.
A cominciare dalla Bancarella del
libro usato, impostato senza scopi di
lucro e unicamente come servizio so-
ciale, per limitare agli studenti le con-
seguenze del caro-libri.
La bancarella ha funzionato per
quattro ore al giorno e per svariati
giorni, tra l'andirivieni Interessato dei
ragazzi delle medie Inferiori e supe-
riori, in veste dì venditori e acquirenti.
Gli Incaricati della bancarella ritirava-
no I libri messi in vendita, consegnan-
do al venditori una ricevuta col prezzo
di copertina e il prezzo di cessione
(quest 'ultimo aggirantesi sul 50%). A
libro venduto, l'ex proprietario poteva
incassare il ricavato della vendita esi-
bendo lo scontrino.
Altra iniziativa i Giochi senza quar-
tiere, ispirati al televisivi «Giochi senza
frontiera », e miranti a rinsaldare i rap-
porti di amicizia tra i giovani del vari
quartieri cittadini. I giochi, con formula
affine a quella televisiva, sono giunti
quest'anno alla terza edizione, e han-
no visto in gara sei squadre.
Il 28 dicembre si sono poi disputati
(per la prima volta) i «Giochi sotto l'a-
bete., con tanto di presentatori, giu-
dici e vallette, e con la partecipazione
di Babbo Natale.
Per le vie della città si è pure svolta
la Gimkana automobilistica a crono-
metro, seguita da folto pubblico. Il
percorso molto impegnativo ha messo
a dura prova i 28 equipaggi in gara, e
l'esito è stato incerto fino all'ultima
frazione della corsa.
Altra novità di Natale è stato il Festi-
val Baby 77, uno spettacolo di benefi-
cenza In cui sedici piccoli cantanti si
sono esibiti in dodici canzoni alla pre-
senza dei loro compagni (giudici se-
verissimi), e degli indulgenti genitori. I
testi delle canzoni erano molto Impe-
gnati, come è facile intuire dai titoli
stessi: Popoff, la cirlbiricoccola, e
Gu-gu.
29

3.10 Page 30

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suggestiva panoramica sotto gli aspetti
storico, geografico e pastorale, dell'atti-
vità svolta dalla Chiesa e dai missionari
salesiani in una regione carica di avveni-
re. Il volume è illustrato con tavole in
bianco e nero e a colori, e è ricco di do-
cumentazione.
Se nelle due opere del Martin, l'intento
scientifico prevale, una terza opera pub-
blicata In Brasile e in lingua portoghese
unisce alla serietà di impostazione storica
anche un felice tono narrativo e divulgati-
vo. E' «Don Bosco nel Mato Grosso• ,
dovuto alla penna fluente di Joào Baptista
Duroure, dell'« Istituto storico e geografi-
co del Mato Grosso». Dell'opera, In più
volumi, è uscita la prima parte riguardante
gli inizi (anni 1894-1904), e risulta cosl
stimolante da far desiderare e sollecitare
al più presto le successive.
* INDIA STIPENDIO E PENSIONE
Il vecchio missionario, vestito da pove-
raccio e con la valigia di cartone, attende
seduto l'arrivo del ferry boat che lo por-
terà dall'altra parte del fiume. Un uomo gli
si siede accan to, e t ra una parola e l'altra
gli domanda: • Lei, in che cosa lavora?»
«Lavoro per il Signore».
" Sembra che lo stipendio non sia poi
molto buono... ».
Lo stipendio no, ma le condizioni di
pensionamento sono eccellenti », rispon-
de con un sorriso il vecchio missionario.
(ANS)
BRASILE · UNA MEDAGLIA
AL DIFENSORE DEGLI INDIOS
Il «Consiglio nazionale indigenista »
del Brasile ha concesso la Medaglia
al merito lndlgenista » al missionario
salesiano padre Rudolf Lunkenbein e
all' indio bororo Sim6n Cristino, assas-
sinati a Meruri (Mato Grosso) Il
15.7.1976. La cerimonia, semplice ma
suggestiva, si è svolta a Brasilia presso
il Ministero degli Interni: l'Ispettore
salesiano don Walter Bini rappresen-
tava la famiglia Lunkenbein, mentre a
rappresentare Sim6n era giunto da
Meruri un suo zio, l'indio Barinha.
Il BS in un ampio servizio (fascicolo
di ottobre 1976, pag. 6-8) aveva già
raccontato la tragica morte di padre
Lunkenbein (trucidato da un gruppo di
fazendeiros perché difendeva i diritti
degli lndlos), e di Sim6n caduto nel
generoso tentativo di difendere il mis-
sionario. Il triste episodio aveva scos-
so profondamente l'opinione pubbli-
ca, e quando I responsabili del Con-
siglio nazionale indlgenlsta» si riuni-
rono per designare l'annuale ricono-
scimento alle personalità che si fosse-
ro maggiormente distinte nel promuo-
vere I gruppi etnici del Brasile, furono
unanimi nella scelta del coraggioso
missionario e del suo sfortunato com-
pagno.
Nel ringraziare per il riconoscimento
ricevuto, l'Ispettore salesiano ha riba-
dito che non ci si può limitare a una
semplice commemorazione, e che I
missionari e il Funai (l'organismo pre-
posto alla tutela degli lndlos) si senti-
ranno più che mai impegnati a conti-
nuare la lotta per perseguire glì stessi
30
ITALIA ~ PREMIO DELLA BONTA'
A CAMPOREALE
Il fratellino Gaspare all'età di quattro
anni aveva riportato, In seguito a una ca-
duta, la frattura del femore: per tre anni
rimase invalido a camminare (e ora va con
le stampelle, in attesa dell'ennesima ope-
razione chirurgica). Per quel tre lunghi
anni si è occupata di Gaspare la sorella
Maria La Vite, oggi di anni dieci. Lo ha
portato in braccio tutti i giorni, prima alla
scuola materna (e ritorno), e poi alla
scuola elementare. Lo ha ricolmato di te-
nerezza, di piccoli doni e del suo sorriso.
Tutto questo è accaduto a Camporeale,
un paesino dell'alto Belice, in provincia di
Palermo. Ma a Camporeale c'è anche un
«Centro sociale giovanile» salesiano, che
assegna ogni anno la «Coppa della
bontà». A chi poteva andare questo pre-
mio se non a Maria La Vite? Glielo hanno
consegnato ìl gennaio scorso, alla pre-
senza di tutti gli scolari e studenti delle
elementari e medie, e dei loro genitori. La
motivazione parlava di testimonianza di
alto amore fraterno . di incondizionata
dedizione al fratellino •.
ideali per cui padre Rudolf si era sa-
crificato,
Padre Rudolf, morto a soli 37 anni,
da due anni appena era direttore della
Riserva dei Bororo» di Meruri, e gli
lndios lo avevano proclamato cacico
col nome di Kogue-Toguio, che signi-
fica " Colui che affronta il pesce dora-
to ~. Era di origine tedesca, e lascia I
genitori a Déirlngstadt in Baviera. Una
luminosa lezione dì tede e di accetta-
zione è venuta nella tragica circostan-
za dalla mamma, signora Maria. An-
cora in una delle sue ultime lettere ai
salesiani del Brasile, scriveva: • Prego
sovente per l'assassino dì mio figlio,
desiderando la sua riconciliazione con
Il Signore».
La foto mostra il giovane missiona-
rio (a destra), con Nicolau, un indio
bororo di Merurl.
ITALIA * ERO UNA RAGAZZINA
QUALUNQUE. ALL'IMPROVVISO...
Testimonianza rilasciata da Mimma
Luise, Insegnante di Messina e coopera-
trice salesiana, durante il Congresso Eu-
caristico di Pescara.
Il mio incontro con Cristo è partito dalla
sete dell'Eucaristia. La creatura che si è
innamorata di Lui diciassette anni fa era
molto differente da ciò che sono adesso.
Mi ricordo di allora: ero una ragazzina
qualunque, con la cotta per un noto attore
e l'insofferenza verso la famiglia.
Sembrò che il mio cambiamento fosse
repentino: all'improvviso passai dall'ap-
parente indifferenza religiosa - in chiesa
non andavo neanche tutte le domeniche
-;-, fino alla messa e alla comunione ogni
giorno...
Da allora è stato Cristo a mangiarmi, più
che fo a mangiare Lui. E' cominciata
quella che io chiamo • avventura». Da
quando ho scoperto il vero amore, è in-
cominciata la mia Pasqua.
BOLIVIA 11- IL DOLOROSO STUPORE
DI DUE GRANDI OCCHI NERI
Scr,ve suor Luigina Brambilla da Villa
Victoria (La Paz).
Insegnavo religione a un gruppo di
bambine Indigene di quinta elementare:
ragazzette vivaci, Intelligenti, che sì pre-
paravano alla prima comunione.
Un giorno presentai il sacramento del
matrimonio, in tutta la sua bellezza e no-
bìltà. Mentre parlavo, notai lo stupore do-
loroso di due grandi occhi neri. Mi ricorda i
della piccola Laura Vicuiia e della sua
sofferenza quando scopri la situazione
della povera mamma: mi parve di capire
che forse la bimba era presa dalla mede-
sima angoscia.
Suonato il campanello, le scolarette
sciamarono via; ma essa Invece mi venne
vicina, e con l ncantevole semplicità mi
disse: Suora, I miei genitori non sono
sposati secondo la Chiesa. Non vivono In
grazia di Dio. Che cosa devo tare?•
• Prega molto la Madonna - le suggerii
- . La Madonna nella sua bontà cì aiuta
sempre a risolvere I problemi di cui no, da
soli non siamo capaci di venire a capo • .
La bimba sorrise confortata, a corse via.
Quindici giorni dopo, mi chiamano in
parlatorio. Sono i genitori di quella ragaz-
zina, e mi chiedono di essere preparati a
ricevere il sacramento del matrimonio.
Credevo d i sognare...
Per tutto il periodo delle lezioni I due si
dimostrano puntuali, attenti, e grati.
Quando si sposano, la bimba fa la prima
comunione fn quella stessa celebrazione
e.ucarìstìca. E' stata per tutti noi una gioia
immensa.
(Da Missioni e missionar,e)
* ASIA UNA FIORITURA
0 1 VOCAZIONI NATIVE
Una constatazione assai positiva e in-
coraggiante: in questi anni le vocazioni
autoctone (cioè native del paese) sono
cresciute ìn modo speciale nell'Oriente, in·
proporzione più che consolante. Ml rìferl-
sco in particolare all'India e alle Filìppine
Purtroppo Il Viet Nam è stato travolto dalla
bufera, come è risaputo. Ma anche in altri
Paesi si riscontra in gradi diversi una fio-
ritura di vocazioni locali. Il che ha portato

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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;~
;.~_, ~f\\'P).
~'
PARAGUAY
SEI GRANDE, DON BOSCO!
E' grande almeno quattro metri,
per tre. E lo dipingono su una pa-
rete gli aspiranti di Ypacaraì. Si
sapeva che non è facile arrivare
all'altezza di Don Bosco, ma con
qualche scala e un po· di fantasia
questi giovani aspiranti alla vita
salesiana... ci riescono benissimo.
(AN$)
alla necessità di un secondo teologato in
India, di ampliamenti di altri studentati, e
alla creazione di nuovi aspirantati ancora
in India, a Cebù nelle Fìlippine. e a Kandy
nell"isola d i Sri Lanka.
Cosi don Ricceri nella Relazione sullo
stato della Congregazione Salesiana•.
distribuita ai membri del 21 Capitolo Ge-
nerale. Nella Relazione egli presenta altri
dati confortanti: sui novizi di quella zona,
sulle vocazioni diocesane affidate al sale-
siani, sul fatto che i salesiani autoctoni si
rendono sempre più in grado di fare da
so/I.
Nell'anno 1976-77 l'Asia, con a capo
l' India, ha il 26% dei novizi della Congre-
gazione (136 su 524). Il tribolato Viet Nam,
pur nelle condizioni del tutto anormali ed
estremamente ditficill In cui si trova, ha 13
novizi.
Un altro dato quanto mal consolante
non si può lasciare sotto silenzio: si lavora
per lo sviluppo e la cura delle vocazioni
autoctone anche non salesiane. In Thai-
landia Mons. Carretto per esempio ha po-
tuto passare al clero secolare l a diocesi dì
Ratburl con 22 sacerdoti diocesani da lui
preparati. Nell'India a Madras i salesiani
hanno la responsabilità di 180 seminaristi
maggiori, appartenenti a più d i venti dio-
cesi: nel Nord-Est dell'India ci è stata affi-
data la formazione di 60 studenti di liceo
appartenenti a sei diocesi.
Tornando ai salesiani, è interessante
constatare che dei quasi duemila operanti
in Asia Il 77% oggi sono asiatici. Nel Viet
Nam gli 87 salesiani rimasti sono tutti
vietnamiti; cosl del 1.200 confratelli del-
l'India 1'86% sono indiani. Del 187 sale-
siani professi nelle Filippine, 1'83% sono
nativi, anche se slamo da appena 25 anni
in quelle Isole.
Questa fioritura in Asia di vocazioni au-
toctone è presentata nella Relazione co-
me un fatto provvidenziale, soprattutto
oggi che il vecchio Continente soffre nel
suo insieme di una grave crisi vocaziona-
le, che non gli consente più di tornire
l'apporto di vocazioni missionarie nella
misura del passato.
-«Caro BS...»-
Segue da p. 2
cento per cento, e che non mettete in
pratica gli insegnamenti di Cristo. Conti-
nuate a sostenere la Trinità e a ltri dogmi a
dir poco assurdi...
lo In qualità di Testimone di Geova sarei
felicissimo di potervi insegnare qualcosa
di più circa la parola di Dio.
Gino Boroso, Sernagl/a di Battaglia (TV)
ITALIA DUE LEZIONI
Non so bene perché scrivo (cestinate
pure), ma ho appreso questo fatto alla tv,
e sento ìl bisogno di raccontarlo a qual-
cuno. GII animali del circo Ortei, quando
sono diventati vecchi e non più in grado di
fare giochi in pisla, non vengono uccisi
ma raccolti in una cascina presso Modena
e tenuti nfin che vivono. Nei tempi tristi di
oggi, con tanta violenza e cinismo, ciò mi
sembra molto bello.
Gianna Ravizza, Torino
Ne/l'autunno del 1860, Don Bosco un
giorno si recava da Buttiglìera alla sua
casetta dei Becchi, con alcuni dei suoi
ragazzi. Uno di essi col bastone infilò un
insetto trovato lungo la strada, e lo mo-
strava trionfante agli altri. Don Bosco si
fece serio e disse: « Povera bestia. perché
ucciderla così? La vita per loro è ìl più bel
dono che abbiano da Dio; per loro tutto
finisce con la morte... •· E il gruppetto ri-
mase pensieroso a meditare sulla piccola
lezione del santo.
C'è evidentemente nel cuore dell'uomo
un amore e un rispetto alla vita, che è
troppo bello per essere semplicemente
umano.
STATI UNITI .i,. QUANDO SARA'
DIVENTATO VECCHIO
Il signor Frank Gambaro, coadiutore
salesiano che lavora nella parrocchia
Sant'Antonio di Paterson (Stati Uniti), in
occasione del suo novantesimo com-
pleanno ha tenuto a dichiarare che non
intende ancora mettersi da parte o andare
in pensione. E' il salesiano più anziano
degli Stati Uniti, e riesce ancora a rendersi
utile svolgendo piccole incombenze nella
parrocchia.
Nel ringraziare i tanti amici venuti anche
da lontano per festeggglare il suo com-
pleanno, il signor Frank ha ammesso in
confidenza che la sua maggiore preoccu-
pazione oggi è che cosa tare quando sarà
d iventato vecchio.
ITALIA NONNA ROSA
HA CENT'ANNI
Certo, il BS d'ora innanzi non sarà più
inviato al sig. Boroso. Ma con molta tri-
stezza.
E non tanto per il rifiuto del 8S in
(ognuno ha diritto di ricevere in casa sua
solo ciò che gradisce e desidera). Ma la-
scia perplessi questo voler liquidare sen-
za appello sia Il cristianesimo in generale
(. i vostri insegnamenti sono sbagliati al
cento per cento•), e sia I cristiani in bloc-
co, dal Papa ai missionari ( non mettete
in pratica gli insegnamenti di Cristo •).
In fondo, questo non voler aprire il BS
può nascondere una paura Inconfessata:
quella forse di doversi ricredere in qual-
cosa.
Gia qualche altro lettore, passato ai Te-
stimoni di Geova, in passato c, aveva
scritto disdlcendo il BS; ma lo aveva fatto
con garbo e serenità. E. .. senza la pretesa
di salire in cattedra e «insegnare qualco-
sa di più circa la parola di Dio ».
Viene da domandarsi se certe punte di
integrismo e fanatismo non diventino pe-
ricolose per chiunque: non solo per gli
avversari• (che sarebbero i cattolici), ma
anche per i propri compagni e per la nuo-
va causa che si vorrebbe servire.
NON SONO ISCRITTA
MA Ml SENTO COOPERATRICE
Caro BS, sono una tua lettrice fin dal
1915 o '18 (non ricordo bene). e con
l'aiuto di Dio sono già arrivata ai miei 80
anni. Sebbene non iscritta nell'elenco
delle Cooperatrici, sento però in me che lo I
sono.
Non so descrivere quanta gioia e com-
mozione provo, tin quasi alle lacrime, nel-
l'apprendere ciò che fanno i missionari di
Don Bosco. In tutti questi anni, nel mie
piccolo, ho inviato qualche obolo per aiu·
tare le missioni. E se il buon Dio mi darà
ancora vita, farò sempre del mio meglio.
Rosina Maizza, Monopoli (Bari)
Si, signora Rosina, anche se il suo no•
me non risultasse in alcuno dei poveri
elenchi umani, lei è Cooperatrice: dei
missionari, dei foro poveri, di Don Bosco,
di Dio.
Suor Tullia Paoli, Figlia di Maria Ausi-
liatrice, nel novembre scorso ha lasciato
la Gran Bretagna dove lavora e è corsa a
casa sua per una circostanza ecceziona-
le: festeggiare i cento anni della mamma,
la signora Rosa.
La nonnina era nata a Cles (Trento) il
19.11 .1877; nel 1901 si era trasferita a
Mezzolombardo sempre nel Trentino. do-
ve si era sposata e aveva avuto dieci figli
(di cui cinque viventi), e dove vive tuttora.
E' in buona salute, cammina senza biso-
gno di aiuti, ha memoria di ferro e legge
regolarmente giornali e riviste.
Per figli e nipoti è stata una grande gioia
festeggiarla.
NECROLOGIO E RETTIFICA
Caro BS, desidero farti nolo un equivo-
co apparso sul fascicolo dì dicembre
scorso a pag. 34. Il necrologio riguardante
don Adriano Gelmini era stato spedito dal
sottoscritto, ma riguardava il Cooperatore
don Alessandro Panzeri.
E'... simpatico leggere Il proprio necro-
logio, ma gradirei una rettifica. Anche per
rassicurare i vari che mi hanno mandato
le... condoglianze.
Con vivo ringraziamento, tuo
Don Adriano Gelmini, Milano
31

4.2 Page 32

▲back to top
CON TUTTA LA FEDE POSSIBILE
La mìa piccola
Maria Giovanna (si
chiama così in onore
di Maria Ausiliatrice
e di san Giovanni
Bosco), In seguito a
un processo tossin-
fettivo accusava una
persistente cefalea.
Consultati diversi
specialisti, fu consigliato il ricovero in re-
parto neurochirurgico. SI sospettava
qualcosa di grave.
Con tutta la fede possibile mi rivolsi a
Maria Ausiliatrice e a tutti i Santi Salesìa-
ni, compreso il mio compaesano ed exal-
lievo salesiano Servo di Dio Antonino Pe-
tyx.
Dopo giorni di indescrivibile ansia per i
rischiosi accertamenti effettuati e per l'at-
tesa della d iagnosi precisa, ogni dubbio è
stato fugato. La mia Maria Giovanna gode
ottima salute e ha ripreso la sua normale
attività.
Casteltermini
(Agrigento)Gaetano
Amone, medico
UN PREZIOSO RICORDO
Un giorno ml telefonò una mia parente:
con voce penatissima ml chiedeva con
insistenza preghiere perché aveva smar-
rito un gioiello, prezioso ricordo della sua
cara Mamma. L'assicurai che non solo
avrei pregato io, ma tutta la Comunità di
cui facevo parte. Mi recai subito in Cap-
pella, e invocai con fede la bontà dell'Au-
siliatrice. Il giorno seguente ricevetti
un'altra telefonata, ma questa volta la vo-
ce era commossa e festosa: il gioiello era
stato trovato nell'ascensore, e una perso-
na veramente onesta glielo aveva conse-
gnato.
Torino
Sr. R.M. , FMA
MARIA AUSILIATRICE
NON Ml HA ABBANDONATO
Mio marito l'anno scorso in febbraio,
dopo una caduta sul lavoro, venne rico-
verato d'urgenza all'ospedale con un
ematoma alla testa. Era grave; dopo alcu-
ni giorni di alti e bassi entrò In coma.
lo non disperai mai; continuai a invoca-
re Maria Ausiliatrice, e lei non mi ha ab-
bandonato. Dopo un intervento chirurgico
alla testa mio marito fu dichiarato fuori
pericolo, e dopo pochi giorni poté tornare
a casa dai suoi quattro figli completa-
mente guarito.
In questi giorni sì trova di nuovo all'o-
spedale, a causa di un'altra infermità. E io
chiedo ancora aiuto a Maria Ausiliatrice
perché lo faccia tornare presto a casa,
ancora una volta guarito.
Ronzone (Trento)
Clelia Abram
Giuseppina Usai (Senorbì, Cagliar!) rin-
grazia Maria Ausiliatrice e tutti i Santi Sa-
lesiani per le molte grazie ricevute in 12
anni di matrimonio. Il suo secondo bam-
bino ha superato felicemente una delicata
operazione; il terzo bambino si è salvato
mentre era in pericolo al quarto e al quinto
mese di attesa. Il marito è rimasto incolu-
me in una pericolosa caduta sul lavoro; ed
essa stessa è guarita da noiosi disturbi di
salute senza necessità di ricovero ospe-
daliero.
32
Ringraziano
i nostri santi
UN CASO DI DIFFICILE SOLUZIONE
INIZIAI FIDUCIOSA LA NOVENA
Mio padre di età
assai avanzata, fu
colpito da un gravis-
simo male all'appa-
rato digerente, re-
spiratorio e renale,
con torte aumento di
azotemia e glicemia,
tanto da restare in
coma per circa 15
ore. Il caso si presentava di molto difficile
soluzione dal punto di vista medico, tanto
da far temere per la sua vita, o almeno per
il riacquisto delle normali funzioni vitali. lo
e la mia famiglia, con intensa tede, abbia-
mo rivolto la nostra preghiera a Maria Au-
slltatrice, a Don Bosco e agli altri Santi
salesiani. Superata la gravissima crisi,
dopo circa due mesi di intensissime cure
ospedaliere il paziente migliorò notevol-
mente, fino a riacquistare In pieno le sue
facoltà psichiche e fisiche e tornare in fa-
miglia.
Ragusa
Francesco Runza
UNA RAGAZZA DI QUINDICI ANNI
Sono una ragazza di 15 anni e ricevo il
Bollettino Salesiano dal giorno in cui ho
fatto visita alla casa nativa di San Giovan-
ni Bosco, nel maggio del 1977. Da qual-
che tempo pregavo intensamente Maria
Auslllatrlce, San Giovanni Bosco e San
Domenico Savio per una grazia partico-
lare, forse di poco o nessun conto per
altri, ma molto importante per me. Ebbe-
ne, all'inizio di dicembre ciò che io avevo
chiesto è avvenuto. Ringrazio anche l'in-
dimentlcablle Don Beppe, già parroco
della mia parrocchia, a cui ho pure chie-
sto aiuto per la medesima grazia.
Alba (Cuneo)
Marinella Edi Rizzo
Franca Cavallero (Torino) ha invocato
San Giovanni Bosco per un grosso favore
a vantaggio di suo figlio. Esaudita, mette
questo figlio sotto la protezione del gran-
de amico del giovani.
E' con animo pro-
fondamente grato
che adempio alla
promessa di pubbli-
care la grazia rice-
vuta per intercessio-
ne di Maria Ausilia-
trice e di Santa Ma-
ria Domenica Maz-
z a rello.
Mia figlia, immediatamente dopo la na-
scita della sua bambina mediante taglio
cesareo, dovette subire un'altra gravissi-
ma operazione che la portò In serio peri-
colo di vita. I medici non ci diedero molte
speranze. Allora lo iniziai fiduciosa la no-
vena che Don Bosco consigliò per otte-
nere grazie; e già al terzo giorno, con me-
raviglia dello stesso chirurgo, venne
sciolta la prognosi che doveva durare
quindici giorni. Ora mia figlia sta bene.
felice di poter allevare la sua bambina.
Schio
Margherita G. More/lato
NACQUE IN NOI LA SPERANZA
Siamo due coniugi
francesi. eravamo
sposati da due anni,
e desideravamo tan-
to una nostra crea-
tura. Due anni non
sono molto, ma i me-
si passavano, e noi
cominciavamo a di-
sperare. Un giorno
mia sorella ci fece leggere sul Bollettino
Salesiano le attestazioni dì riconoscenza
a San Domenico Savio. Rinacque in noi la
speranza. Abbiamo scritto, ricevuto l'abi-
tino, abbiamo pregato con fede e devo-
zione il piccolo Santo. Qualche mese do-
po quale non fu la nostra gioia nell'accor-
gerci che eravamo in attesa di un bimbo!
Siamo pieni di riconoscenza, e non ces-
seremo di pregare e ringraziare per que-
sta Inestimabile grazia ricevuta.
SI. Marcellin
Due conìugi francesi
A. e E. Accornero (Torino) sono ricono-
scenti a Maria Auslliatrice, San Giovanni
Bosco e San Domenico Saylo per Il dono
del figli dopo lunghi anni di attesa: prima
Claudia, poi i gemelli Flavio e Mauro, posti
tutti sotto la loro protezione.
R.M. (Viarigi, Asti) ringrazia pubblica-
mente Maria SS. Ausiliatrice, Don Bosco
e papa Giovanni per la guarigione del
papà e per la felice riuscita negli studi. Ora
li invoca per la guarigione della nonna
sofferente.
Giuseppina Blanciotto (Torino) dopo tre
interventi felicemente superati ringrazia
Maria Ausiliatrice, Don Bosco e i Santi
salesiani.
N.N. ringrazia sentitamente Don Bosco
per una grazia ricevuta e invia offerta per
le missioni.
UN SEGNO MISTERIOSO
Per ben cinque volte dopo Il matrimonio
ho atteso la nascita di un bambino, ma per
altrettante volte la speranza è andata de-
lusa. Durante la sesta attesa un'amica di
famiglia ml regalò l'abitino di San Dome-
nico Savio. L'indossai con molta fede e
iniziai nello stesso tempo una nove~a.
Oual?he tempo dopo volevo sciogliere Il
nastrino che teneva legato l'abitino, ma
non ci riuscii in nessun modo, tanto che
scocciata, lo misi da parte. L'indomani
trovai il nodo completamente sciolto; ep-
pure nessuno l'aveva toccato. Ciò fu per
me come il segno misterioso di un lieto
evento. Infatti, il 21 maggio 1977 diedi alla
luce una bellissima bimba. Ora sono una
mamma felice, grazie all'intervento del
Santo.
Catanzaro Lido
Franca Mercurio

4.3 Page 33

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BS invia volentieri in omaggio I
profili del santi salesiani a quanti
desiderino conoscerli meglio. SI
tratta di brevi opuscoli, che saran-
no spediti a semplice richiesta.
VALERIA DOMENICA
E LA GIOIA DE i.., MIA v•-;..
Durante il periodo della mia gravidanza
ho sempre invocato San Domenico Savio,
e ho portato Il suo abitino, perché ml ot-
tenesse la gioia di un figlio. All'ottavo me-
se fui ricoverata in ospedale per parto
prematuro. Sopraggiunsero difficoltà
preoccupanti, e la bambina fu ricoverata
nel reparto prematuri, dove i pediatri ri-
scontrarono difficoltà per la sua vita. Ma
dopo alcuni giorni la piccola Valeria Do-
menica cominciava a prendere Il latte, e i
pediatri sciolsero la prognosi. Ora gode
ottima salute, ed è la gioia della mia vita e
di mio marito.
Andria (Bari)
Anna Filograsso
Pina Romeo (Trappeto, Catania) si è ri-
volta con tede a San Domenico Savio per
il suo piccolo Enzo di 6 anni che doveva
subire una delicata e urgente operazione.
Grazie anche alle cure mediche fatte, il
piccolo è guarito senza Intervento.
Gabriella e Virgilio Acerbis (Villa d"O-
gna. Bergamo) sono pieni di riconoscen-
za verso San Domenico Savio perché do-
po parecchi anni di speranze deluse, fi-
nalmente, g razie alla sua intercessione, è
arrivata la piccola Giuseppina ad allietare
la casa.
Pietro Porceddu (Gergei, Nuoro). devo-
tissimo di san Giovanni Bosco, lo ringra-
zia insieme con la moglie e i quattro figli
per essere scampato indenne da un grave
incidente in cui avrebbe potuto trovare
morte sicura.
Giuseppina Branciforti (Caltagirone)
scrive: • C'erano pochissime speranze
che il bambino nascesse vivo. Disperata,
mi rivolsi con tanta fede a San Domenico
Savio. Ed è nato un bel maschietto. vivo e
sano».
Bergese (Sant'Albano Stura. Cuneo)
ringrazia San Domenico Savio per la sal-
vezza del figlio. Ridotto In fin di vita da un
Incidente stradale, fu raccomandato con
insistenza al piccolo Santo. Riprese co-
noscenza, e andò sempre migliorando.
UN MALE NON IDEf\\lTIFICATO
Scrive il missiona-
rio don Mario Acqui-
stapaoe da Coloane
(Macau): « Da vari
giorni ero stato col-
pito da un male tre-
mendo che mi face-
va soffrire molto, e
che pur non essendo
ancora identificato
faceva prevedere di essere cosa grave e
noiosa. Ml rivolsi a mons. Versiglia e don
Caravarlo, e dopo breve tempo mi sentii
tornato alla normalità. Vog lio dire ai due
martiri salesiani tutta la mia gratitudine.
Fausta. Alessandra e Rosa Basile di
Napoli, in varie circostanze critiche e
preoccupanti, riguardanti la salute di fa-
miliari, si sono affidate ai Servi di Dio
mons. Luigi Versiglia e don Callisto Ca-
ravario. Essi non si sono fatti attendere,
illuminando i medici e facendo loro per-
correre le vie giuste che hanno dissipato
dubbi e gravi sospetti diagnostici. Ora che
è tornata la serenità, ringraziano di cuore i
due martiri missionari, e riconoscenti in-
viano un'offerta per la loro beatificazione.
Olga Facente (Bellavista. Napoli) rico-
verata in ospedale in condizioni preoccu-
panti si è raccomandata con fede all'in-
tercessione dei martiri mons. Luigi Versi-
glia e Don Callisto Caravarlo. Essi hanno
risolto tutto ridonando a lei la salute e alla
sua famiglìa la serenità.
Olga Tiengo, parente di don Caravario,
ha raccomandato a questo martire il pro-
prio figlio, che si trovava in una situazione
preoccupante. Dopo solo tre giorni dall'i-
nizio della novena con la recita integrale
del Rosario, ha ottenuto la grazia.
AVEVA ABBANDONATO
OGNI PRATICA RELIGIOSA
Nello stesso pa-
lazzo m cui abitava
mia figlia, viveva una
signora della setta
del Testimoni di
Geova. Questa sep-
pe Infiltrarsi abil-
mente in casa sua, e
la sviò talmente dalla
fede, che essa ab-
bandonò ogni pratica religiosa, non volle
più fa re il presepio, né festeggiare il suo
onomastico, e neppure battezzare la sua
bambina. Due anni dopo dovette essere
ricoverata alla Maternità con un grave di-
fetto cardiaco. Allora chiese al marito di
pregare i santi di sua devozione. lo le
mandai un'immagine di Alexandrlna Da
Costa, mentre continuavo a pregarla tan-
to perché mia figlia tornasse a essere
quella che era. Non so che cosa abbia
promesso. So solo che ebtie un ma-
schietto senza difflcoltà, e ml disse: va· a
fissare la data per il battesimo di Annetta e
di Alexandrina ». Fu per me una gioia Im-
mensa.
Sintra (Portogallo)
Maria Souza
Alario Elvira - Alfonso Giuseppa - Agnolettl Rosa Ami•
ghetti Luigi na - Bagnasço Teresa• Bagnati Ersilio - Bal-
zarettl Maria - Bascotto Amabile - Basslgnana Rosina
Bastarin Rovasio - Bava Maria - Becuccì Lorena - Belftto
Rosanna• Benauo Maddalena Bergamasco Sorelle•
Beno Antonio - Bertolottl Wanda Biancari Amina - Bi-
gotti Maria • Boero Lucia - Bollano Clelia - Bologna
Domenico - Bondl Teresa Bonnolln1Cristina - Bordone
Famiglia- Bracco Adele-Bracco Maria- Brambilla Flora
-Cagglola Franca. Calcamuul Maria - Camerino Gilda -
Caplsano Ines Carucci Orazio - Carullo Vittore Cas.
solli Maria - Castlno Franca Cavagliano Domenico
Cavanna Maria - Celidano Giuseppina - Chlomento Ines
- Ciarlo Franca - Concil Valentino - Conti Angela - Cra•
vlollo Geromlna • D'Amico Giuseppina - De Andrea
Carla Oe Gulo Giulio - Dell'Olmo Pierina - Oe Marchi
Rina - Demml Maria - Derde Sergio- Dondeynaz Erminia
Elsa - Fellciant Pia - Ferrar! Vera Ferretti Annunciala -
Ferro Giovanna • Fone Rosa - Gabrlelll Teresa - Ga-
gliardi Gina - Ganareto Camilla - Gailione Una - Gerosa
Rosetta - Glargia Maria - Gioana Carolina- Grassi Plera -
Guatelll Angelo - Huerra Puddu Giuseppina - Guglielmi
Gisella - Guidottl Venerio - Hoffman Maria - Imperiale
Brlano - !anelli Isidoro - Italia Angela La Spina Laura -
Usanti Maddalena - Lorandini Agnese - LoreW Rosi -
IL PRIMARIO Ml HA DIMESSO
Rendo vivissime
grazie a Maria Ausi-
liatrice e a Don Ri-
naldl. Da tempo ero
ammalato di artrosi
progressiva defor-
mante. al punto che
stentavo a reggermi
in piedi. Mi feci visi-
tare, e mi fu risposto
che e ra necessario Il ricovero e l'opera-
zione: solo così avrei potuto piegare la
gamba almeno a 90 gradi. Entrai al Centro
Traumatologlco Ortopedico di Roma, e fui
trattenuto quasi un mese in aspettativa.
Ero tanto stanco della lunga attesa che
stavo per venir via senza operazione. Però
ho sempre pregato Don Filippo Rinaldi
perché tutto si risolvesse per il meglio.
Finalmente potei entrare in sala opera-
toria. Vi rimasi per quattro ore. Ebbi tanto
coraggio che più volte alzai la testa per
osservare le trapanature e le scalpellature
che seguirono all'asportazione della ro-
tula.
Dopo due mesi, sia pure con le stam-
pelle potei uscire. Ma dopo il quinto con-
trollo mi fu riscontrata una cartilagine tra
l'osso e la protesi, che rendeva necessa-
ria un'altra operazione. lo non cessai di
pregare Maria Ausiliatrice, pronto anche a
un nuovo Intervento. Ma dopo numerose e
accurate visite, il primario mì ha dimesso
con il foglio . tornare al controllo solo se
necessario».
Rendo grazie a Maria Ausiliatrice e a
don Rinaldi, convinto che continueranno
a proteggermi per l'awenire.
Cagliari
Diego Caratzu
SANTO PIETOSO E COMPRENSIVO
Il caro Don Filippo Rinaldi è chiamato
giustamente « santo pietoso e comprensi-
vo• . Mio marito, in seguito a un indeboli-
mento di vista, si ritenne Inidoneo a con- ·
durre la macchina, e decise di abbando-
narne del tutto la guida. Naturalmente gli
dispiaceva, e dispiaceva anche a me. Al-
lora pregai fervidamente Don FIiippo Rl-
naldi, Il santo particolarmente compren-
sivo. Ed ecco che mio marito ha potuto
migliorare assai la sua vista con opportuni
occhiali che prima sembrava difficile ap-
glicare. Cosl ha ripreso a guidare con
sicurezza e soddisfazione.
Roma
Adriana Stella Cioffi
Love Trivellato Ester - Macchi Marra - Mannu Maria -
Marcotla Noemi - Melchiorre Adele Melzi Santina -
Migliaccio Serafina - Milone Antonietta - MJrano Enrica
Mogavero Salvatore - Messina Teresa - Mosslo Giusep-
pe - Motta Giuseppe - Mura Speranza - Orini Antonietta
- Orlando Alessandra - Oterl Giuseppe - Ottonello Anna
M. - Panta Rosa - Parodi Maria - Pater Noster Bruna -
Pennisl Giuseppa - Pettltl Germana - Piglia Rosalia -
Pintavalll Franca - Pistone Anna - Pollini Maria . Pontillo
Sap1o Carmelina - Pozzi Cesira Pullci Saverio - Aanchi
Lucia - Razzoli Ave - Redo Salvlna - Ricca Francesca -
Rispoll Lucia- Rizzo Luigia - Rizzo Maria- Rolelti lnes -
Ronazzl Mana - Ronco Crist.lna - RossaI0 Anastasia -
Aossi Assunta in Tambusl - Rusconi Paolina. Salvalico
Ello - Sanglorglo Piera Santi Gaetano - Scaccialupi
Carolina - Scarantlno Vincenzo - Scidlte Attilio - Scriba-
no Maria • Serri Mana - Sordo Sandra - Spagnolo Mi-
chele • Stefani Celestina - Tlbl Nella - Todde Lidia -
Tonello Rosa - Toscani Erminia-Tosi Ester - Traversone
Erminia - Trincherl Gino - Trisotto Pia - Tronfi Angelo -
Turatto Famiglia - Valllni Ida - Vallone Calogera - Valsa-
nia Felice - Vassallo Giuseppa - Va:,zola Paolo - Venturi
Laura - Vigllettl C<:>ncetta - Vlglietti T ina - Vii Elisabetta -
Zimbardo Maria - Zagnl Carolina - 2anolo M.F. - Zara-
mella Cesare
33

4.4 Page 34

▲back to top
preghiamo per
SALESIANI DEFUNTI
Coad. Gluaeppe P11toro t a Genova-Semplerdarena a
90ennl
Svotse la sua amvltà dl educatore 51Jesiano oon tenace
votonta e dedlZlone a tempo pieno SI dlstlnguova pe,
abituale Mrenlta. esemplare 05!lelVanza e costante
Impegno netr1nsegnamento. Gli allievi lo stimava.no• lo
amavano. e «a. dalle dtvm$8 poGWOni ragglutue nella
,ocleti. ricordano I suoi esempj e I SUOI lruJegNlfflllnU di
Vita CIISIUlna
t Coad. Umberto Fontana a Lu1s Beltr6n (A,ventlna) a
69annT
Lasciò la natwa Lombardia per la Patagonle, alla quale
donò 50 onnl di lavoro. La sua attività mlssJonarla si
esprlmll'la anzitutto con l'esempio di una vita di ledo. di
serenità e di donaulone; e poi con la sue ablllià di viti•
coltore le ptan1aglonl di Fortin Mercedes• la rama del
suol vini restano a documeniare Il ,~esso del &uo
lungo e paziente sacnrtclo.
Coed. G ~ eo.eno t a Torino a 68 anni
SJdonOa Don Boscoa20ann1, eparti per l'Ecuador ove
Sl)eSe le sue mlgborl ene.-g,e per quul atln 20 anni.
R1tomsto In 11alla, conunuòa serv1rerk1ea1e m1n10nano
con la dJlfus,one dellabuona stampa e con rurmle apo·
sfolato quotidiano del colloquio, dell'esempio e del la-
voro
t Sac. Tesao Furlani a Verona a 68 anni
Assolse con vivo senso di resporu;abllltà gli Impegniche
l'obbedlenz.a gli affidava. Nel 1949 londò a Tri.ste, sua
città natale, la • ciut del ragazzi•· ove accolse orr1n1 e
alll>andona11. plccoff delinquenti condannati del ttlbu-
nalJ. e li aiuti> a maturare per una v11a d1 onestà e di
la-o Logcmila la salute. traSCO<>e gh ulhml an111 al
Don Bosco di V111ona. affinando lo spmto nella soffe-
renza e lldllleandO con la sua serena gent,Jeua
Coad. Arcangelo 8er1olo t a Bah1a Bianca (ArgenunaJ a
67 anni
Entrò nell'Ora1or10 di Valdocco come apprendls1a cat•
tolalo Nel 1929 ebbe Il privilegio di conlezlonare le
scarpe a Don Bosco In occasione della SUJI be8tll lca•
zlone, Poi lasciò la sua To,,no per le missioni della Pa-
tagonia, ove svolse pe, molti anni le 0111v11l1 di inse-
gnante e di educatore. Una lunga Infermità, accolta con
sereno abl>an<lono ana v<llonlà di Dio, lo purlf1eb per M
grande lnconuo con il Padre.
S.C. Cerio Krcm61' t a Genova-Sampiercsa,ena a 65
armi
Giunto In lllllia e1ana natia Boemia. o t f - 1, sua pre-
ziosa mediazione durante ta seconda guerra mondlalft
per salv,re vari par1iglanL Fu poi apprezzato aiutante
nella Bes,Jlca di Marlii Ausiliatrice a To,lno. e diligente
segretarlo In varie nostre scu ola dell'lspenorla Ligure.
carauere spontaneo. allegro e buono con IUIII, eserci-
tava una grande attranlva sul giovani, ne conquistava la
slmpeua. 111 rendeva migliori anche con lenmplo della
su.i lQllda pietà saoerdotale e rehg,osa
Sac. Ludovico S.ldlnl t a Brescia a 62 anni
Il suo dMldeliO fl4U v,vo era quello di servire~ Signore.
_,I> lacendolo conosoere e amare Soprattutto dar g,ovan,.
Ira I quali
per moltl anni l'ulhclo di d11eitore e
parroço. Si dlAlongueva per la sua capaeuà organouau-
va, per la re$JS1ena al lavoro. l'amore alla musica e al
leatro, a Il conlldenta o111mlsmo anche nelle dllllçolùi
Sao. Carlo Agoato t e Trelew (Argentina) a 60 anni
Era nativo di Belvedere l.enghe (Cuneo). Fattosi 11le•
siano. par1l missionario donando con en1ualasmo nel-
l'apostolato le sue belle qualità. Era predicatore. 1an10
più apprenato ln quan10 la sue parole erano lo spec-
chio della sua vtta Amava la musica e Il teatro. 11imen--
tando con la g101a uleslana l'unione comunrtaroa • la•
m!Han,
Sac. Bn1no Bta9Agnl t a Savona a 56 anni
La sua v,ta aacardotale si dJSUnse per la donurone
senza riserve a Dio e alle anime, per una pleli Hmpllçe
e flne. una squisita aensibll1tà al bello e al buono. Per
amore del sofferenti volle conseguire Il diploma di In-
fermiere. Poi acçetlò con serena generosità JI suo lungo
calvario. donando ancora Il suo vigile servizio atta çaaa
d1 D,o. e sostenuto da un filiale amore alla Verg,ne. tnhna
Ieee dono anche del auo corpo, lasciato per testamento
alle cf1n,che unlver1Jillr11t
COOPERATORI DEFUNTI
t Colomba Comini s Nave (Brescia) a 92 anni
Partecipò alla vii$ aaleslana condividendo gli Ideali di
Don Bosco e contribuendo e reallizarll a preuo del
proprio sacrificio Trascorse un periodo di elllVilè nel•
l'America del Sud. ove beneficò largamente le opere
salesiane locati specialmente quelle d1 Cochabamba 1n
Bohv,a Fu dlchlareta benelattrlee insigne. anche• • ...,
sa sapeva evangelicamente nascondete IUlto nell'u-
rrnlta e nel nserbo Tornata 1n ltllt1a conse,vò per H
sollanto lo slretto necessario. e visse come I veri poveri
sempre dlsponlblfll a tunl I.a lede profonda e la pre-
ghiera costante la soalennero specialmente nelle soffe-
renze con cu i conclU58 la sua lunga giornata di bonlA
Francesco Baldo t a Saronno (Varese) a 89 anni
Exalllevo salesiano, eduoò I tigh allo spirito di Don Bo•
sco, lntondendo In tulll un grande amore per Maria Au-
siliatr,ce. Fu per oltre tronrannl Comandante delle Car-
ceri Giudi!lariedi San Vittore a Milano. e seppe svolgere
tra I detenuti una vera mlu;one crìstiana di compren,.
slone di glusta:11 e di amore Il S,gnore gli concesse la
grande g,ol8 di .-dera uno de; suo, settB hgH nvN11to
della piene.zza del Slcenlozlo. come Vescovc m.a10-
nano Redentonm In Peru mons Gino Assiduo coo-
peratore delle ope,. aalesmne durantetu1ta la sua lunga
111ta, partecipi> otlo SVIiuppo mlsslonano del hgll di Don
Bosco In tutto 11 mondo
Maria Tamburllnl t • Roma a 68 annl
Nata in Eglito, a 1sma11Ja, alla scuola delle Suore Fran-
cescane M1sslonorle t1 l ormo non solo a solida cullura.
ma an~ho a uno 111lrlto prgtondamcnto rallgio.o li suo
amore el Sacro Cuore• all'Ausltlatrice s1 espre551 con-
cretamente nelle opere di bontà a favore dei poveri e
degli ammalati per lunghi anni Ju Dama di C.ntil dell8
san Operedi v,ncenzo Fu pure zelante cooperatuce ,n
Egitto e 111 Italia. apecialmenle a R0111a, stimata e ammi•
rata soprattutto dai SaleSlan1 detrOpera PAS e dalle
FMA della Casa Generali214
M111gherlta Del Man.a t a Luclgnano (Areuo) a 84 anni
Aperta al dialogo con Dio, fece dell'Eucansua il suo
centro spln1uale, la sua forta e 14 $UI gioia La tamlglla
era Il luogo preferito della sua donaz,one. della sua pa-
zienza, del suoapostolato•del1uo allenzJoso saenr.clo
Ebbe la gi0'8 di donare a Don ao.co 11 figho don Valen•
hno lmpress,onava ,n lei la perenne e acuta nostatg,a
delParad,so,lacontinuapreghiera. a l'assoluta~
di quatslas> m0<monul0ne neJ confronti del prossimo
Sandro Fomara t a Sillavengo (Novara) a 86 anni
Fu uno del primi allievi del Colleg10 salesiano San Lo-
renzo di Novara. Amava molto Don Bosco e Maria AusJ.
llolrlce: cl leneva a dirai eullfevo e cooperatore. Fu
llellsslmo di aiutare I giovani poveri ad abbracciare la
vocazione saJesiana e sacerdotale Il suo animo buon() e
amabile lo rendeva sempre disponibile a ogm nchlesta
d1 afu10. li suo conforto era la recita quotrdiana dell°ln•
lero ,osano
t Caroltna Bergamasco Ve,ce.111
Coope,-atnce fin dal 1957 tu MIIIP•• assidua atrmcon-
tro mens,le, alle conlerenze annU41J e al lavoro settima-
nale nel Laboratorìo hturglco-<nlss1onarlo delrlst,tuto
delle FMA. Era lscntta all'OFTAL. gempre p,onta ad ac.
compagnare a Lourdes I malati, per sostenerli e conlor·
tarh Ottn al Signore l' unica hgIla Giuseppina tra le F1gho
di M.A. Una breve malanla la preparò alla morte, accet-
tala serenamente dalle mani del Signore.
Gluaeppe SalYI
Le sua vita fu una testimonianza di onestà e di fede
Sensibile vetso I batelh solferenrt, collaborava con la
preghiera e l'aiuto con I ml111ona11, specie con padre
Maschio delrtndoa
t M arlangela Ramon a Mason (Vicenza) a 9 anni
Segnaliamo eccezionatmenll fa mor1e d1 quest.1 piccola
perché fu cooperatriee nella sua breve vita pnma di
poterlo essere ufllclalmenta per eta Era un'anima bella,
devota di Merla Avslllalrlce e di Don Bosco, che aveva
Imparalo ad amare dal suol gen1tor1, cooperalorl sale-
siani: Innamorata di san Domenico Savio, da cul fu gra-
z,a1a nel primi giorni di vlla Ricevette per la pr,ma volta
Gesù eucansheo con Immenso amore prima d( un drffl-
C1le intervento, e con Lui continui> i. sahte al suo Cal·
va,io di dolore. otfrendosl vtu,ma innocente per la coo-
vers,one del peccato,,
Rosa Gullotli ve<I. Anocchlaro t a Lll>liUi (Messina) a
89annl
Ol profonda lede cr1,11ana. .,, generosa e amabile coo
1U111 Stimava moltasslmo l 'opera salesiana, du,anle l°ul-
llma guerra seppe aceellare con Jortezza le grandi sof-
ferenze che non rispatmiarono to sua famiglia
t Carlo Melotti a t.1onca1110 (Asti) a 82 anni
Fin che polé. pem1c1p() nttlvamente aue vane opere
re- delle Parrocchia e del cooperetori Ha edificato con
aemp,o della fede e delill P4BUI c111tlana
Gluuppe Menn t a Moncatvo (A.sii) a 65 ann
O, an,mo buono e cortese. tre sempre pronto e drspo-
n,blte a ogni rtch1etta di 11uto Moti 1mprovv,samente
ta,;c1ando I suoi cali 1n prolondo dolore ma con ta cer-
teua d1 saperlo nella pace del s,gnore
Giuseppe Guarne,o t a Moncalvo (Asti) a 72 anni
Fu un uomo di grande tedo Loscla al suoi car, e a,
çooperatorl l'esempla d1 u11a vl10 Integralmente cristi•·
na falla di preghiera e di lavoro
Ernesta lleccalfnt Barboni
Anna Maria Franco
Gludltùl M_,lredl
LlluraSormanl
Per quanti c1 hanno chiesto Informazioni, annunciamo che LA DIRE·
ZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO con sede In ROMA, rlcon~
sc1uta giuridicamente con D.P del 2-9-1971 n. 959 e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO. avente personahta
giund1ca per Decreto 13-1-1924 n 22. possono legalmente ncevere
Legat, ed Eredita. Formule legalmente vahde sono
se trattasi d'un fegato; • ...lascio alla Dmwone Generale Opere Don
Bosco con sede In Roma (oppure all'lsr,ruto Salesiano perte missioni con
sede tn Torino) a titolo d1 legato la somma di lìre . . . . (oppure)
l'Immobile sito In
. , per gli scopi perseguiti daJl'Ente, e particolar•
34
mente di ass1stenz.a o beneficenza, dt istruzione e educazione. d1 culto e
di religione •·
se trattasi. Invece. d1 nominare erede d1 ogni sostanza l'uno o l'altro del
due Enti su 1nd1cab
e annullo ogm mia precedente d1sposa1one testamentana Nomino mio
erede universale la D1N1z1one Genera/e Opere Don Bosco con sede tn
Roma (oppure rlsr,ruro Salesiano per le Miss,onl con sede ,n Tonno)
lasciando ad esso quanlo ml appartJene a qualslas, utolo. per gli scopi
persegu1t, dall'Ente, e particolarmente di assistenza e benetlcenz.a di
Istruzione e educazione. di culto e di rehg1one
(luogo e data)
( l,rma per disteso)

4.5 Page 35

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solidarietà
BORSE DI STUDIO PER I GIOVANI MISSIONARI
PERVENUTE AL BOLLETTINO SALESIANO
Bo""': Maria Auslllatrlce e Don Bosco, In
suffragio di Ma/nini Francesca. a cura d,
amici, Novara L 150.000.
Borsa: Maria Auslllatrlce e S. Giovanni
Bosco, In ringraziamento e chiftdendo ,n...
tercesslone per altra grazia, a cura di
Carmone Ciro, Gallipoli (LE) L. 100.000.
Boroa: S. Giovanni Bosco, In suffragio
dell'ex allievo Graglia Francesco, a cura
dei suol vicini di casa L 100.000
Borsa: Maria Auslllatrlce e S. Giovanni
Bosco, Invocando protezione, a cura di
Ricci Savina, Borgo S. Martino (AL) L
100.000
Borsa: in sulfrag,o del defunto fra tello
Antonio, a cura di Luserna Guido, Fogliz-
zo (TO) L 100.000.
Borsa: Maria Auslllatrlce. In sulfragio d,
V C. L 100.000.
Borsa: S, Giovanni Bosco, In suffragio di
E.A, L 100.000,
Borsa.: Maria Ausiliatrice e S. Giovanni
Bo!JCO, per Invocare aiuto e protezione. a
cura di R.A,, Torino L. 100.000
Borsa: In memoria d1 Fracassi Olinto, a
cura di Gulduccì Maria, Roma L. 100.000,
Borsa: Don Bosco, aiutaci! In memoria e
suffragio del marito Doti. Giuseppe, a cu-
ra di Bianca Albngl Maragnanl. Gambolò
(PV) L, 100.000
Bprsa: Maria Auslllatrice e Santi Salesla-
nl, per la conversione del peccatori e m
suffragio del miei defunti, a cura di M R,,
Monopoli (BA) L. 100.000.
Bon1a: Maria Auslllatrlce protegga insIa•
me con papà e mamma, a cura di Clprl
Enrico, Torino L 70.000.
Borsa: Maria Au.slllatrlce e S. Giovanni
Bosco, In adempimento di promessa /al·
la, a cura di Demata Labadia Anna, Napoli
L. 50,000.
Boru: SanU &lleslanl e Giovanni XXIII, a
suffragio di Lodovico Fonrana, a c ura
della moglie e del llgll, Pesaro L 50.000.
Borsa: Maria Ausllla1rice e S. Giovanni
Bosco, In suffragio di Sr, Maria Santi, a
cura di N,N,, Dogana (Rep. S. Marino) L.
50.000.
Borsa: Don Bosco, a cura di Nova Angela,
Seregno (Ml) L 50.000.
Boru: Maria Ausltlatrtce, In suffragio
dell'ex allievo Graglia Francesco, a cura
dei suol cari, Chieri (TO) L 50.000.
Borsa: S. Cuore di Gesù, Maria Ausllllo-
trlce, S. Giovanni Bosco e Giovanni XXIII,
fn rlngrazfamento e per invocare altra
grazia, a cura di A.E.R.C., Dronero (CN) L.
50.000.
Borsa: S. Domenico Savlo1 In rlngrazi·a-
mento e Invocando protezione, a cura di
Sacchi Ines, Mìlano L 50.000.
Borsa: Don Calflsto Caravarlo, In memo-
ria del genitori defunti, a c ura di N,N,,
Cuorgné (TO) L 50.000
Borsa: Marta Auslll,itrlce e S-. Giovanni
Bosco, In memoria df Ronco Pino, a cura
della famiglia L. 50.000.
Borsa: Maria Auslllatrice e S. Giovanni
Bosco, a cura delle Cooperatrici di Via
Fraschettl, Catania L 50.000.
Borsa: Don Bosco, a cura d1 Girotto Lau-
ra, Alpignano (TO) L. 50,000.
Borsa: S. Giovanni Bosco, M ons. Ven~
glla e Don Caravarlo, a cura di Pina La-
marca, Palma di Montechlaro (AG} L.
50.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e SanU Salesla-
nl1 In memoria e suffragio cli Feriolf Fran-
cesco e Invocando protezione per la mia
famlgrta, a cura di Bissocoli Carla, Geno-
va-Quarto L 50.000.
Borsa: Simone Srugl, In ringraziamento e
In suffragio dei miei defunti, a cura di
pucci Lina, Sassi (LU) L 50.000.
Borsa: Zeffirino Namuncuri e Padre Pio,
a cura di Zubanl Dolores e Dante, Bari L
50.000.
Borsa: In sul/rag/o di Bruzzone Cesira, a
cura di Bruzzone Giulia, Casale Monr.
(AL) L. 50.000,
Borsa: in suffrag io di Bruz:zone Cesira1 a
cura di' Bruzzone Giulia, Casale Monl.
(AL) L 50.000.
Borsa: In sul/ragio di Bruzzone Cesira, a
cu· di Bruzzone Giulia, Casale Monl.
(Al) L 50.000.
Borsa: In sultragio di Bruzzone Cesira, a
cura dl Bruzzone Giulia, Casale Monf.
(AL) L 50.000.
Borsa: Mons. B. Barracclu, a cura di C.G..
Cagliari L. 50.000.
Borsa: In memoria e suffragio del defunti
della Famiglia Pellegrino, a cura di Pelle·
grlno Anna, Montanara (CN) L . 50,000.
Borsa: Anime Sante del Purgatorio, pre-
gate per noi, a suffragio del miei ca ri
morti, a cura di Porri Bianca, Cigognola
(PV) L. 50,000.
Borsa: S. Giovanni Bosco e Santi Sala-
slanl, In memoria e suffragio cli Maroso
Alfonso, a cura di Maroso Pia, Vicenza L
50.000
Borsa: Maria Auslllatrlce a S. Giovanni
Bosco, a cura di Calza Angelo, Clzzolo
(MN) L 50.000.
Borsa. S. Francesco e Don Bosco pro-
reggano i miei figi/, a cura di Trigarl Anna,
Mondavi (CN) L 50.000.
Borsa: DMna Provvidenza, a cura di Bo-
glione Francesco, Torino L. 50.000.
Borsa: Maria Auslllatrlce e S. Giovanni
Bosco, per grazie ricevute e Implorando
altre grazie, a cura di B.S,, Costlgllole
d'Asti L . 50.000.
Borsa: Matla Auslllalrlce e S. Giovanni
Bosco, I genitori di Gianfranco, ricono-
scenti e fnvocando ancora aiuto e prote.
zione. a cura di N.N., Torino L. 50.000.
Borsa: Matla Ausfllatrlce e $ , Giovanni
Bosco per grazie ricevute, a cura di Ali•
fredl Edoardo, Torino L. 50.000.
Borsa: Maria Aw,lllatrlce, S. Gi useppe, S.
Giovanni Bosco, proteggeteci e pregate
per noi e per la pace nel mondo, a cura di
P.G.E.C.. Moncallerl (TO) L. 50.000.
Borsa: S. Cuore dl Gesi, e M aria Ausflla-
b1ce, fn ringraziamento e invocando altre
grazie, a cura di L.E., Torino L. 50.000.
Borsa: S. Domenico Savio e Card. Gu-
smlnl, a cura di Gusmlnl Santo, Vertona
(BG) L 50.000,
BoNi8: Don Bosco. a cura di Zamasi Er·
mlde, Vaciglio (MO) L 50.000.
Borsa: M aria Auslllatrlce e Santi Salesla•
nl, In memoria e suffragio de, genitori e
parenti defunti, a cura di Aceto Rosina,
Casale Monf. (AL) L. 50.000.
Borsa: Maria Auslllatrlce, S. Giovanni
Bosco e Beato Don Rua, a cura di Ger-
mano Domenica, Scido (RC) L 50.000.
Bona: In memoria e suffragio di M.T.A., a
cura di Gentlluccl Maria, San Donato (FR)
L 50.000.
Borsa: M aria Ausllla1rice e Santi Salesla•
nl, per ottenere una grazia tanto deside•
raia, a cura di Re Assunta, Groppello (PV)
L. 50.000.
Borsa: S. Giovanni Bosco, prega per noi.
a cura di Savelll Feyfes Maria, Alba (CN) L .
50,000.
Borsa: M aria Auslllatrice, in ringrazia-
mento. a cura di Racca Teresa. Pinerolo
(TO) L 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. Giovanni
Bosco e Anime del Purgatorio, a suffragio
di Balsamo Salvatore, a cura della moglie
e dei figli, Catania L 60.000.
Borsa: Don Bas/lro Meloni e Conwgl Me-
reu, a cura di Mereu Maria, Oorgall (NU) L.
60.000
Borsa: Maria Auslllatrk:e e Santi Salesla-
nl, per ringraziamento B Invocando anca,.
ra proiezione per una grazia urgente, a
cura di Anlogna Concetta, Sciacca (AG)
L. 50,000.
Borsa. Beato Michele Rua, a sul/rag/o del
cfeluntl Stoppino-Lusso, a cura di Stoppi•
no Lusso Margherita, Genova-Pegll L
50 000.
Borsa: S, Giovanni Bosco, a cura di
Amalfitano Paola, Zurigo (CH) L . 50.000.
Borsa: Maria A.us lllat,lce e &lnll Saleala-
nl, a cura di Ribolzl Maria, Trevedona
Monale (VA) L 50,000,
Borsa: Beato M. Rua, Implorando prote-
zione sulle famiglie delle mie figlie Ra-
chele e Maria Gra11a, a cura di Randazzo
Platanla Pina, Catania L 50.000.
Borsa: $. Giovanni Bosco. Invocando
prote,lone In vita e In morte, a cura del
coniugi Basslgnana, Oogllanl (CN) L.
50000
Spett.
Bollettino Salesiano
Via Maria Ausiliatrice, 32
10100 TORINO
NON AFFRANCARE
L'affrancatura è a carico
del destinatario, ed e da
addebitaui sul conto di
credito nr. 241 presso
l'Ufficio di Torino Cen-
tro. Autoriz. Oirez. Prov.
PP.TT. di Torino, n. B
S508 2702 del 22-3-76
----

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Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 1• quindicina
AVVISO PER IL
PORTALETTERE
In caso di
MANCATO RECAPITO
inviare a:
TORINO
CENTRO CORRISPONDENZA
per la restituzione al mittente
Il BOLLETTINO SALESIANO
è il .dono cordiale
/ di Don Bosco ai suoi amici.
Ma si spediscono
~
•••
Risparmiare oggi è un dovere.
Le spese per le copie inutili
sono denaro tolto ai missionari
e ai poveri del Terzo Mondo. ·
Vogliate interrompere l'invio
del Bollettino Salesiano
al seguente indirizzo:
,data) ....................................•.........................................
Motivo:
O destinatario deceduto
O destinatario trasferito
O non si ha il tempo di leggere
O la rivista non Interessa.
(Hrma) ..............................................................................
~
A CHI Cl
SEGNALA
COPIE
INUTILI
INVIANDO
QUESTA
CARTOLINA