Bollettino_Salesiano_197804


Bollettino_Salesiano_197804

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1.1 Page 1

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RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA DON BOSCO NEL 1177
ANNO io2 N. 4·8 SPEOIZ. IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2 170) 2 QUINDICINA is FEBBRAIO•MARZD 1978
.. . r"rze vive e ,e,,er"se al servizi" deUa Chiesa
i>t spirìt" di a"'tentiea testim"Mian:za eristian«.
]'«i,lo \\II, ~ nove>ttbre 1976
UN MESSAGGIOCHE PER NOI ÈUNA PROMESSA
DOCUMENTI Il 12 febbraio ~corso! d11r1nte la •~lenne concelebrazione e11cari1tica di chiu1ure del 210 Capitolo
Gen~rale. S~le11eno, ti ~ettor Megg1or1 don Etidio Viganò consegnò il e MHuggio di ri1po1ta , dei
Cap,tolan II Cooperatori nel!. persona del Segretario Ge■erale.
PA RTIC O LARMENT E IN D ICATO PER I D IRI G ENTI DE I COO PERATORI SA LESI AN I
11 9

1.2 Page 2

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IL CAPITOLO
GENERALE 21 °
E I COOPERATORI
Il 12 febbraio u.s. si è concluso il 21 Capitolo generale dei
Salesiani. Che significato esso ha avuto per noi Cooperatori?
Una risposta può venire dalla lettura di quanto qui appresso
viene pubblicato:
- un articolo di don Mario Cogliandro, delegato generale;
- il testo della risposta del Capitolo ai Cooperatori;
- le parole del segretario generale ai Capitolari, e infine
- la risposta del Rettor Maggiore.
1 Un gesto che sigla la fine
del primo centenario
Don Mario Cogllandro
La risposta dei Capitolari al Messaggio dei Cooperatori
è uno dei"gesti» o« segni» che siglano la fine del primo
centenario dell'associazione e aprono un avvenire pie-
no di speranza. La storica frase del nuovo Rettor mag-
giore Don Viganò, detta Il 21 dicembre alla Giunta del
Consiglio nazionale italiano, e riportata in vari notiziari,
ne è autorevole conferma: «C'è più futuro che passato
per I Cooperatori: cento anni di passato e secoli di fu-
turo».
La presenza dei Cooperatori al CG21 si è espressa,
oltre che con la massiccia e gioiosa preghiera, con la
partecipazione di 35 Delegati ispettoriali ai rispettivi
Capitoli, con interventi scritti di 12 Consigli lspettoriali,
otto contributi di studio, con l'Invito ad una rappresen-
tanza all'apertura e alla chiusura del Capitolo generale
(31 /10 - 12/2), con lo studio in sottocommissione del
tema sulla Evangelizzazione, e - per la prima volta
nella storia dei Capitoli generali - con l'intervento orale
in aula del Segretario generale, a cui ha risposto D.
Viganò con un discorso che riportiamo in altra pagina.
Il Messaggio è stato consegnato durante la solenne
concelebrazione di chiusura del CG21, il 12 febbraio
1978, a due rappresentanti dell'associazione, Luigi
Sarcheietti e Maria Pia Onofri. Un momento emozio-
nante se si pensa che dietro a loro c'erano 40.000
membri attivi e circa 200.000 iscritti all'Associazione,
sparsi nei cinque continenti.
Un breve commento a caldo
Il Messaggio - che vuole essere risposta unificata ai
vari messaggi dei CC. pervenuti a Roma - si articola in
1Opunti. Un breve commento a caldo ci aiuterà forse -
modesta pretesa! - ad assaporarne meglio i contenuti.
Al ringraziamento per la preghiera e la visita in aula
capitolare, segue la messa a fuoco dell'attualissimo te-
ma «evangelizzazione».
« Sintonia di problemi e di aspirazioni,. tra gli impegni
del Congresso mondiale e quelli del CG21; « associati
nel vivo del comune progetto apostolico» che attualizza
progressivamente l'incompiuto sogno di Don Bosco il
quale ci aveva concepiti in un modo e generati in un
altro.
2; 10
Luigi Sarchelettl, segretarlo generale, e Giuseppe Giannantonio, se-
gretarlo nazionale per l'Italia, durante l'assemblea capltolare del 7
gennaio scorso.
Interni o esterni, consacrati o impegnati, il dono ai
giovani è il frutto del dono di sè a Cristo.
I Capitolari ci informano poi che hanno «voluto che
nel Consiglio superiore ci fosse un Consigliere per la
Famiglia salesiana"· Il ruolo della Congregazione in es-
sa è compendiato in due verbi: coordinare e stimolare.
La compartecipazione che ai Cooperatori viene richie-
sta nel « cammino di apostoli, a fianco a fianco» ha un
crescendo di valori e un denominatore comune. Que-
st'ultimo è indicato da 4 sinonimi: reciproca, mutua,
fraterna, vicendevole; le tappe dell'itinerario apostolico
si snodano dalla conoscenza alla collaborazione, dalla
comunione all'arrricchimento. Tanto ricchi d'interiorità
e donazione da mettere il capitale in banca e condivi-
derne gli interessi.
Viene ribadita l'originalità della «vocazione» del
Cooperatore, e confermato quanto il Capitolo generale
speciale ha scritto nel Documento 18°. « Norme e

1.3 Page 3

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orientamenti conservano pieno vigore». Tutto dunque è
valido. Non tutto purtroppo è stato in questo sessennio
Incarnato nella vita dei Salesiani e dei Cooperatori. Ma
lamentarsene è sterile; occorre un intervento d'urgen-
za. Subito.
Anche se «il nucleo animatore dei Centri», è l'Intera
Comunità, non il solo Delegato, questi va scelto dopo
opportuna preparazione che potenzi le doti naturali e di
grazia e lo abiliti nel suo ruolo specifico: formare il Cristo
in pienezza.
Altri punti di rilievo nel messaggio sono il «piano pa-
storale vocazionale» e il «movimento laicale missiona-
rio». Il primo si chiama "corresponsabili nella missione"
e privilegia i giovani che dimostrano la modernità dell'i-
deale di D. Bosco; col secondo il CG21 impegna « ogni
ispettoria a favorire la partecipazione diretta dei laici»
nell'azione missionaria. Siamo al primi chiarori dell'al-
ba; ci attende, e presto, la luce del meriggio.
L'approvazione definitiva del Nuovo Regolamento -
che alcuni Messaggi avevano auspicato - il CG21 » ha
giudicato non essere suo compito».
Toccherà quindi al Rettor maggiore, Superiore del-
l'Associazione, pronunziarsi e in merito alla proposta di
alcune modifiche e in merito al prolungamento della
sperimentazione.
Nel finale il Messaggio da luce si fa splendore: il
«cammino» è «fianco a fianco», la« presenza» è giudi-
cata «importante». Per i giovani, che trovano nel Coo-
peratore un modello particolare in dimensione umana e
cristiana «autentica», e per i Salesiani: come evange-
lizzatori dobbiamo « formare e vincolare - voi fratelli -
per garantire maggiore efficacia alla salvezza della gio-
ventù» .
Un commento autorevolissimo
Il commento, non mio, ma autorevolissimo, lo trovo
nelle vibrate parole che ho avuto la gioia di ascoltare
dalla viva voce di Paolo VI nell'udienza concessa ai
Capitolari il 25 gennaio u.s.
I ragazzi e I giovani esigono autenticità; vogliono
quasi vedere e toccare il messaggio cristiano reallzza-
to concretamente nella vita di c hi lo annuncia. In mezzo
a loro voi salesiani dovete essere Il segno della pre-
senza del Cristo. S. Giovanni Bosco vi precede con
passo sempre giovanile e dinamico.
M.C.
2 Il testo della risposta
del Capitolo
...Il nostro cammino fianco a fianco.
Una presenza Importante per I giovani...
Carissimi Cooperatori Salesiani,
teniamo tra le mani il vostro Messaggio. L'abbiamo
letto e meditato con vivo interesse e attenzione. Con
questa risposta intendiamo ringraziarvi per le preghiere
con le quali ci siete stati vicini nei lavori di preparazione
al Capitolo Generale 21 ° e durante tutto il suo svolgi-
mento.
Particolarmente gradita è stata la visita dei vostri rap-
presentanti in Aula e la collaborazione prestataci par-
tecipando al lavoro della sottocommissione 5' della
Commissione 2' del Capitolo.
Il tema dell'Evangelizzazione - perno di questo CG
21 ° - rivela e testimonia la sintonia di problemi e di
aspirazioni. Vi abbiamo sentiti pienamente associati
durante tutta la riflessione capitolare. Ancora una volta
sono emersi e vennero rimarcati elementi ed aspetti che
entrano nel vivo del nostro comune progetto apostolico.
Per questo i temi della cooperazione sono stati nuova-
mente oggetto delle nostre considerazioni e le richieste
da voi formulate sono state pienamente recepite. Infatti:
- Il CG21 ha voluto che nel Consiglio Superiore ci
fosse un Consigliere per La Famiglia Salesiana, di cui ha
assunto il nome emblematico. In questo modo - è no-
stra speranza - verrà sensibilizzata e animata meglio la
Congregazione per il ruolo ad essa affidato nella Fami-
glia Salesiana e saranno meglio coordinati e stimolati i
rapporti di conoscenza reciproca, di mutua collabora-
zione, di comunione fraterna e di vicendevole arricchi-
mento.
- Sono stati pure confermati tanto gli articoli delle
Costituzioni e Regolamenti, quando il Documento 18°
del CGS, dove furono strutturati gli elementi vocazionali
del Cooperatore salesiano, rilevandone tutta l'impor-
tanza e originalità.
- Per quanto riguarda l'animazione dei Centri, il
Capitolo ha voluto con appositi Orientamenti operativi
ridonare alla Comunità Salesiana la dimensione di nu-
cleo animatore dei vostri Centri nello spirito dell'art. 21
del Nuovo Regolamento. Per questo ha privilegiato,
nella scelta dei Delegati, quei Confratelli che manif~
stano qualità e preparazione adeguata.
- Sono stati inoltre fissati Orientamenti concernenti
la programmazione e il piano pastorale vocazionale dei
Cooperatori, specialmente per i giovani, che con il cre-
scere del loro Movimento dimostrano l'attualità dell'i-
deale di don Bosco vivo « nella e per la gioventù» del
nostro tempo. Verranno così associati e resi maggior-
mente corresponsabili della comune missione, come
già ha detto il CGS (744 b) le cui norme ed orientamenti
conservano pieno valore.
- Non manca l'accenno all'impegno missionario a
cui si aprono i Giovani Cooperatori; non ignoriamo di-
fatti, come alcuni di essi, prossimi a partire, hanno rice-
vuto il crocifisso assieme ai nostri Confratelli missionari
e alle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Il CG 21 °, con gli orientamenti sulle Missioni, impegna
ogni lspettoria a favorire la partecipazione dei laici al-
l'azione missionaria diretta, auspicando il sorgere e la
crescita di un Movimento Laicale Missionario della Fa-
miglia Salesiana.
- Infine, il CG 21 ° ha preso coscienza del problema
riguardante l'approvazione definitiva del Nuovo Rego-
lamento e ha giudicato non essere suo compito una tale
approvazione.
- Riprendiamo ora Il nostro cammino di apostoli,
fianco a fianco. Riteniamo la vostra presenza nella co-
mune missione salesiana importante per i giovani che
trovano in essa « un modello cristiano tutto particolare»
(ACGS, 159) da cui ricevono « una dimensione umana
autentica e completa» (Doc. Il). Tale presenza è Impor-
tante anche per noi, salesiani. Di fatto, così, «.abbiamo
modo di ripensare - riscoprendola - alla specificità
della nostra vocazione di evangelizzatori» e con rinno-
vato interesse ci muoviamo « a formare e a vincolare» -
voi fratelli - per assicurare più efficacemente la sal-
vezza della gioventù» (Doc. Il e ACGS 151,103 bis, 736).
La Vergine Ausiliatrice e Don Bosco, nostro Padre e
Fondatore, ci aiutino ad essere fedeli alla vocazione
salesiana, tanto attuale e viva nella Chiesa.
I Membri del
Capitolo Generale Salesiano 21•
3/ 11

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3 Intervento al Capitolo di Luigi
Sarcheletti in rappresentanza
dei Cooperatori
(7 gennaio 1978)
Signor Rettor Maggiore, Carissimi fratelli,
E' con emozione che ritorno in questa sala. Dico che ritorno
perché l'anno scorso, verso quest'epoca, eravamo qui a riem-
pirla di Salesiani Cooperatori con il nostro Congresso Mondia-
le. Ma ricordo anche che qualche anno prima ci ritrovammo
con molti di voi che non erano ancora Padri o Ispettori o altre
autorità, ma semplici delegati dei Cooperatori. Eravamo qui a
quel convegno internazionale che vide quasi ufficialmente il
battesimo della Famiglia Salesiana, e lo presiedeva il nostro
Rettor Maggiore nella sua qualità di superiore per la formazio-
ne.
E' con emozione che lo ricordo, perché anch'Io venni a fare
una testimonianza e dissi più o meno, a titolo personale certa-
mente, «per la prima volta oggi mi sento anch'io salesiano».
Perché il Capitolo Generale Speciale aveva detto per noi parole
impreviste: «I Cooperatori sono Salesiani Cooperatori•. E
quindi ci sentiamo inseriti, riscoperti, nella nostra vocazione,
nella nostra missione. ìn una forma cosl solenne. E oggi che
ritorno non più a titolo personale, ma in veste di rappresentan-
te, Indegnamente, di tutti i Cooperatori del mondo, devo dire
che sono commosso perché forse è la prima volta che i Sale-
siani Cooperatori vengono ufficialmente ad un Capitolo Gene-
rale della Congregazione Salesiana.
E con me cl sono tutte le migliaia e migliaia di Cooperatori
che sono nati per l'amore di Don Bosco, sono nati perché voi li
avete suscitali.
Ed allora vi chiediamo, vi scongiuriamo che lo spirito di quei
Capitolo Generale Speciale che tanto ha aleggiato su di noi,
non venga mal meno. che quel Capitolo sia riconfermato in
pieno e che fa Famiglia Salesiana, riscoperta allora, possa
espandersi nel mondo, possa essere quella consolazione per
Don Bosco e per I Salesiani che tanti hanno sognato.
Noi abbiamo letto attentamente il documento che ci avete
consegnato. Purtroppo soltanto Ieri abbiamo potuto prenderne
visione, e l'abbiamo trovato cosl dotto, così denso di pagine
meravigliose, per cui ancora una volta diciamo Slamo fieri,
slamo orgogliosi di appartenere a questa meravigliosa fami-
glia•.
Certo è un documento che ci impegna.
Quando voi scrivete, e lo dite spesso: «I salesiani sono invi-
tati, sono indirizzati,... noi salesiani dobbiamo fare questo e
quello... », ebbene, sappiate che anche non nominati espres-
samente (soltanto in certi punti siamo nominati), nella parola
•salesiani• cl sentiamo compresi anche noi, tanta è la nostra
convinzione, che gran parte del discorsi che si riferiscono a voi
salesiani religiosi siano rivolti anche a noi.
Vi sono stati indiriuati dei messaggi scritti dai Cooperatori
delle varie nazioni; ed uno anche dalla Consulta Mondiale; voi Il
avete accolti con tanta simpatia, talvolta forse avete avuto un
momento di esitazione perché qualcuno era un po' - diciamo
- sofferto. Sappiate capire anche questi messaggi.
Sappiate che quelle parole, pronunciate quasi come un grido
talora di stupefazione o di ansia non sono state dette perché si
dubitasse di alcun salesiano. Noi i salesiani Il dobbiamo solo
ringraziare. Sono state dette solo per il desiderio di poter «es-
sere» di più nella Famiglia Salesiana, di poter «dare» di più
nella F.S.
Nel documento sull'evangelizzazione quando si comincia
a parlare di noi cl si include tra i collaboratori laici.
Ci siamo un po' persi di fronte a quel discorso di collaboratori
laici, distinti tra collaboratori interni alla Famiglia e collabora-
tori esterni. Noi Cooperatori saremmo tra i collaboratori interni.
Poi ci sono gli Exallievi, poi ci sono I collaboratori esterni che,
come abbiamo capito, sono i professori che insegnano nelle
scuole o coloro che aiutano nel centri giovanili, sportivi, ecc.
4/ 12
Ci pare che questa parola possa ingenerare una confusione,
forse anche uno scadimento di valori in noi. Lo diciamo con
molta umiltà e molta semplicità. Se potete trovare un correttivo,
forse per noi sarebbe un po' più tranquillizzante. Anche perché
in certe lingue la parola «cooperatore» è già tradotta con
«collaboratore•. Mi pare che in tedesco Mitterbeiter vuol dire
proprio collaboratore. Ma siccome le parole hanno il loro sen-
so, noi preferiremmo che quando si parla di noi si dicesse
sempre «I cooperatori salesianl», e così non ci sarebbe dub-
bio, non ci sarebbe equivoco. Disposti, ovviamente. anche noi
a prestarci per quanto riguarda il lavoro di formazione dei col-
laboratori laici, dei professori e degli altri amici delle opere
salesiane che si accostano alla Famiglia Salesiana.
• Una parola sul Delegati è stata detta dall'amico Ciancio.
Ebbene, anche noi la vogliamo dire, prima per ringraziare di
tutto, poi anche per chiedere per l'avvenire che I futuri delegati,
se è possibile, prima che assumano questo incarico, che non è
certo un incarico poco oneroso, trovino la possibilità di uno
studio sul Cooperatore.
Non osiamo certo parlare di formazione dei Delegati, ma che
ai Cooperatori arrivino dopo un certo iter, dopo un certo acco-
stamento; e questo per evitare incomprensioni, per evitare che
lungo Il cammino, qualche cosa di prezioso che si era guada-
gnato vada perduto.
A proposito delle scelte operative ci parrebbe utile insiste-
re sul discorso della pastorale di Insieme. A noi è piaciuto quel
programmare, agire, verificare insieme•· La Famiglia Sale-
siana è disposta a farlo e abbiamo anche capito che se ci avete
chiamati qui probabilmente è stato perché avete riflettuto che
l'evangelizzazione non si può fare senza la Famiglia Salesiana,
senza I laici, senza tutta la famiglia salesiana, e quindi nel
terminare Il suo lavoro il Capitolo ha detto: ora vogliamo coin-
volgere la F.S.; e noi ci sentiamo pienamente coinvolti in questa
opera di evangelizzazione.
Voi avete scritto: « i Cooperatori sono ancora pochi•. Forse
non è così. Sono molto di più di quello che pensiamo; non sono
certamente uomini avvezzi a gridare, a mostrarsi in pubblico, a
vantarsi, ma sono molto di più.
L'esperienza relativa che ho acquisito specialmente dopo il
Congresso Mondiale, mi ha fatto scoprire che sono molti ì
cooperatori, e ho capito che voi nel dire pochi• Intendete ì
Cooperatori formati. Certo, i Cooperatori si formano gradual-
mente. Un Salesiano non diventa salesiano In un anno: e anche
un Cooperatore salesiano non diventa salesiano In un anno; nia
questo non deve preoccuparci. Bisogna piuttosto vedere se Il
loro sforzo è continuo e progressivo. Questo dipende anche dai
loro formatori. VI chiediamo proprio -: ed è il pensiero domi-
nante -, aiutateci a formare i cooperatori perché aiutate a
formare la famiglia salesiana. perché aiutate a formare gli
apostoli di domani.
Per la prima volla nella storia dei Capitoli salesiani si è avuto l'Inter-
vento orale del Cooperatori.

1.5 Page 5

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Un altro discorso che cl è placìuto è quello dì averci acco-
stato ai coadiutori. Noi siamo fieri di essere vicini al coadiutori
in nome della nostra laicità.
Rendiamo omaggio ai coadiutori che ci hanno aiutato in
silenzio, e auspichiamo che anche I coadiutori possano diven-
tare delegati dei Cooperatori, specialmente in quegli ambienti
di lavoro dove una certa sensibilità, una certa preparazione
professionale, una certa comprensione maggiore del laico esi-
ge che essi siano presenti responsabllmente.
Sappiamo che i Cooperatori non sono numerosissimi nel
campo operalo, ma promettiamo di costituire questi gruppi di
cooperatori lavoratori; e per far questo riteniamo molto utile la
presenza dei Coadiutori. Al nostro fianco essi possono entrare
più facilmente, nelle fabbriche, nelle officine.
• Ancora una parola di incoraggiamento sulla scuola. Moltì
hanno dubitato della validità della scuota. Porto !"esempio del-
l'Italia. Abbiamo avuto tante soddisfazioni in questi ultimi tempi,
forse lo avete appreso anche voi, e proprio per merito dei laici,
soprattutto dei genitori. I quali, quasi da soli. di fuori dei partiti.
e del sindacati, hanno difeso la scuola, il valore della scuola,
hanno difeso la famiglia attraverso la scuola. La scuola In Italia
è destinata ormai a diventare scuola di massa. E allora, se è
scuola di massa, diventa scuola popolare; quindi molti preve-
dono che In Italia, la scuola cattolica potrà dedicarsi agli stu-
denti di tutte le classi, e particolarmente ai ragazzi dei ceti
popolari.
E termino ringraziandovi ancora una volta per questa
chiamata al Capitolo. Ci dichiariamo, come Cooperatori, di-
sponibili fin da ora per il prossimo Capitolo al quale potremo
arrivare dopo aver celebrato Il nostro secondo congresso
mondiale, che pensiamo sarà il congresso della maturità dei
Cooperatori.
E un auspicio, vogliamo trarre. Sia.quello il «Capitolo della
Famiglia Salesiana» in cui questa possa dare Il suo contributo
pieno, responsabile; i prossimi cinque, sei anni, saranno anni di
intenso lavoro per i cooperatori salesiani che manterranno fede
a quei tre impegni che hanno preso nel loro congresso: di una
forte presenza nella famiglia, nella Chiesa, nella società.
Questa è la loro promessa, questo è il loro Impegno di evan-
gelizzazione.
4 Il Rettor Maggiore ai
rappresentanti dei Gruppi Laici
della Famiglia Salesiana
" Questa visita ci ha portato aria di primavera»
Certamente interpreto tutti i miei confratelli Capitolari, rin-
graziando le Volontarie di Don Bosco, ì Cooperatori, gli Exal-
lievl, i loro Delegati e Assistenti qui presentì. E' interessante
notare che tutti Incominciamo con un ringraziamento. Vuol dire
che ci facciamo mutuamente del bene e che abbiamo un cuore
nobile.
Questa sera, oltre il tema specifico che ci presenta la Sotto-
commissione sui nostri collaboratori laici, noi qui abbiamo re-
spirato un clima più allo: la Famiglia Salesiana. E sentiamo che
questa visita ci ha portato aria di primavera. Ci fa sperare: non
dì una speranza vuota.
Ci fa intuire e già percepire sensibilmente ciò che uno di toro
ha detto, che non è senza un'assistenza dello Spirito suscita-
tore del nostro carisma nella Chiesa, che il CGS ha approfon-
dito e rinnovato il tema della Famiglia Salesiana. E noi sentiamo
attraverso le parole di critica e di entusiasmo che si tocca un
tema di vita, che c'è nascosta sotto una forte energia, che c'è
un senso di crescita.
Certo, possono essere parole avvolte più dall'entusiasmo
Don Bosco è vivo e presente tra noi nella persona del suol succesaorl
(nella foto: lo storico momento della elezione di Don Viganò che suc-
cede a Oon Luigi Rlccerl).
che dal calcolo. Però è con questo entusiasmo e senza tanti
calcoli che, per es, D. Lasagna (ieri sera ce lo dicevano nella
Buona Notte) e i primi missionari di Don Bosco sono andati in
America. E come è cresciuto adesso in America il carisma
salesiano?
lo credo che tutti noi avvertiamo di toccare un tasto, un punto
che non è di funerale, ma di rinascita. Sentiamo che siamo
parecchi nel mondo - ce lo hanno detto loro - neppure
sappiamo quanti! Siamo parecchi che dobbiamo un po' parlarci
per accorgerci che ci vogliamo bene, che abbiamo le stesse
idee, glì stessi ideali e che dobbiamo crescere insieme.
Ci hanno ricordato alcuni temi fondamentali propri della no-
stra Famiglia: la secolarità consacrata, la scuola cattolica, il
nostro sistema, l'evangelizzazione propria della vocazione sa-
lesiana, la pastorale d'insieme. Costituiscono ciò che stiamo ,
discutendo, ciò che dobbiamo fare.
Questa visita cl fa vedere che stiamo studiando problemi di
vita e li stiamo studiando In una Famiglia che ha più futuro che
passato. Li stiamo studiando con un cuore che vuol fare pro-
positi pratici. Perché questo Capitolo non è un Capitolo dottri-
nale, ma operativo, di realizzazione più concreta dopo una
verifica dei grandi orizzonti tracciati dal CGS. E per questo io
voglio sottolineare le parole della signorina Clara Bargl: perché
le donne sono più realiste, toccano ciò che fa funzionare la vita;
non si perdono, sembra. in parole metafisiche, come a volte
facciamo noi. Lei non ha parlato, in certi momenti, a tutti i
Capitolari, ma ai signori Ispettori. Voi capite subito l'importan-
za.
E iç l'appoggio in pieno. Questa speranza che deve crescere
e muoversi In ogni lspettoria, deve prima essere chiara, robu-
sta, deve prima formare parte delle convinzioni e dei propositi
di tutti i Capitolari - siamo d'accordo - ma principalmente dei
signori Ispettori qui presenti. E' vero che la responsabilità è
partecipata da tutti nell'lspettorla, ma se colui che è l'anima,
quello che dà gli orientamenti e te decisioni, non è convinto,
non ha questo panorama di futuro, difficilmente le cose po-
tranno mettersi sulla via della crescita.
Dunque, ecco, io mi associo alla signorina per dire ai signori
Ispettori: non dimenticate questa sera. Ciò che ora abbiamo
sentito e ciò che ìl Capitolo determinerà, è soprattutto di rileg-
gere, ripensare, rimeditare quanto su questi punti ha detto il
CGS, che rimane sempre, salvo i nuovi documenti, la «magna
charta» di questa nostra Famiglia.
Ringrazio dunque tutti i convenuti che hanno portato questo
senso di primavera, e non credo che possiamo finire se non
dicendo: Viva Don Bosco, nostro Fondatore e Padre.
5/ l3

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Per un'attenta e meditata lettura
UNA LEZIONE DI SALESIANITA'
Paolo VI così ha parlato ai membri del
capitolo generale
Una udienza speciale del 26 gennaio scorso - Il testo integrale
In questo testo sono ,,iportati anche l'in1roduzio11e e i commenti di stile familiare e improv-
visato, con cui il S. Padre ha cm1pliato il tesw scritto.
Sono evidenziaci perché riportati in corsivo.
li testo del discorso 11011 è facil111ente repe,•ibile altrol'e 11el/a sua s1esura integrale. Anche per
questo oltre che per la ricchezza dei conre1wt1~ lo raccomandiamo all'attenta leuura di tulli i
Centri.
.. sono mlllonl, talvolta sbandati, i quali aspettano da
voi la parola di salvezza ».
Venerabili Confratelli,
io vorrei fare una prefazione alle cose che adesso dirò,
per svelare la chiave con cui sono state concepite e vanno
interpretate, e cioè di una grande, grande emozione.
Ha det/0 bene, adesso, D. Viganò: i sentimenti di fiducia,
di simpatia e di fraternità apostolica che ci riunisce a tutta
la Famiglia Salesiana che adesso qui è rappresentata in
maniera più piena e più solenne. Ripeto, di grande, grande
commozione che mi impedisce quasi di formulare i senti·
menti che av,·ei pure nel cuore e anche sulle labbra per dire
a voi, per dii-e anzitutw, sì, la fiducia, la fiducia: il Signore
dà alla sua Chiesa una Famiglia eletta che si chiama Fa-
miglia Salesiana, che vuole andare là proprio dove il biso-
gno è maggfore e dove l'obbligo e la responsabilità sono
più sentiti: la gioventù, la gioventù, la gioventù moderna.
E quella gioventù che ordinariamente voi scegliete, la gio-
ventù del popolo; la gioventù che ha bisogno di comple-
menti esteriori alla famiglia che non è sufficiente, e anche
esteriori all'ambiente che non è spesso quello educativo.
Voi supplite, voi integrate, voi sapete cavare da questa
gioventù delle anime forti, serene, buone. belle, oneste,
cristiane. Quanta gioia, quanla gioia per il povero Pastore
che sono io e che guarda, direi, la geografia della Chiesa, la
geografia spirituale della società.
Come ne abbiamo bisogno! Quale funzione avete, quale
missione, quale responsabilità! Ma quale degnazione il
Signore ha usato con voi chiamandovi, incaricandovi,
mettendovi su quesra strada, ispirandovi di dedicare la
vostra vita a questa causa della educazione giovanile mo-
derna!
Siate benedetti, siate davvero capili, siate son-etti, siate
colrnati dalle grazie del Signore, che mi fa desiderare per
voi, per il mondo e per la Chiesa.
E eh.e la Famiglia Salesiana sia sempre alla testa della
Chiesa viva, di quella che sta nei problemi vitati: contin-
gemi sì, passeggeri e fluenti in tante fenomenologie diver-
se, ma sempre umani, sempre cristiani.
Siate davvero Salesiani. Ecco il mio augurio con cui
concludo - direi - questa prefazione che contiene poi,
anche lutto il resto che vi ho da dh-e in una circostanza che
assume anche per me un momento di singolarità.
Se sapeste quante persone, quante occasioni, quanti in·
contripassano intorno a noi! Ma il vostro mi commuove in
maniera particolare, e mi dà la gioia e la speranza che
davvero la Chiesa oggi sia quella di Don Bosco, la Chiesa
6/ 14
viva. E diremo che è con auLentica letizia spirituale che
oggi vi incontriamo secondo il desiderio manifestatoci a
nome del vostro nuovo Rettor Maggiore, Don Egidio
Viganò.
Possiamo fare una chiosa marginale. Sappiamo che ha
altri due fratelli sacerdoti, no? E ww sorella suora, forse
anche... Ma insomma siamo davanti, diciamo pure a w1
fenomeno che veramente indica che la mano di Dio è stata
prodiga: già che ne facciamo uno, facciamone tre! (risate).
E que2E questo indica che il Signore, direi. ha fiducia di
Foi, come l'avrò io.
D. Egidio Viganò che ha assunto nelle sue mani, più
giovani mani, la guida della vostra Società Salesiana da
quelle del suo immediato predecessore, il caro e venerato
Don Luigi Ricceri sul quale dovremmo fare u11 panegirico.
Ma voi lo immaginate che però è nel cuore e sarà doma/ii
nel ricordo e nelle preghiere, al quale desideriamo rinno-
vare Ja nostra paterna riconoscenza per quanto ha (atto
in questi anni in favore della Congregazione e della
Chiesa.
Ma l'incontro con i membri qualificali di un Istituto
religioso, che, pur avendo poco più di un secolo di viLa, si
è mirabilmente diramato in tutLo il mondo con le sue
innumerevoli iniziative ad opere benefiche, non può non
richiamare alla nostra comune m emoria, come presenza
anirnatTice ed ammonitrice, la figura ma sì, pensiamola
tutti insie,ne del vostro santo Fondatore.
~an Giovanni Bosco è qui. certan,ente ci guarda, ci
conosce, e io spero che lui stesso condivida la nostra gioia
di vedere u11a. Famiglia così numerosa, così cornpalla, cosi
uniforme, così concorde e così decisa a continuare la sua
opera con lo stesso stile, e - Dio voglia - co11 gli stessi
risultali. Viva Don Bosco! (applausi).
San Giovanni Bosco, sintesi mirabile di attitudini e
capacità umane e di doni soprannaturali, genio ricono•
sciuLo della moderna pedagogia e catechesi, ma, più an-
cora, genio della santità, che è una noLa caralLerizzante
della Chiesa, santa e santificatrice (cfr. Lumen Gentium
11, 39, 48).
E se ai suoi tempi, complessi invero e calamitosi, Don
Bosco fu un auLenLico proLagonista della storia d'[talìa e
della Chiesa, la Congregazione, nata dalla sua mente in-
tuitiva e dal suo grande cuore, ba seguito fedelmente in
questi cento anni il cammino da lui tracciato.

1.7 Page 7

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La stima, l'apprezzamento, l'affetto che per Don Bosco
ebbero i nostri Predecessori, che lo conobbero personal-
rnenle, Pio IX, Leone XIII e specialmente Pio Xi, che lo
beatificò e canonizzò, sono gli s tessi che noi sentiamo per
voi, suoi figli, a motivo del bene incalcolabile che in
questi cento anni avete di.sseminato in Italia, in Europa,
nell'America Latina, nel mondo intero, ed anche a moti-
vo della collaborazione più diretta alla Santa Sede cbe
membri della vostra Congregazione offrono generosa-
mente nei vari Dicasteri ed Uffici della Curia Romana.
E qui saremmo tentati di aprire un'altra chiosa margi-
nale: cioè i titoli personali che abbiamo per avere cam, per
avere vicina la vostra Famiglia religiosa.
Voi sapete che ho un cugino che è stato salesiano, non è
vero? lo ho assistito, direi, a/l'origine un po' della sua
vocazione. Lui era amico di Don Cojaz:zi, altro uomo che
merita davvero il plauso della nostra riconoscenza e della
nostra memoria. Che lo avviò in qualche passeggiata.
Era un ragazzo indisciplinato (- risate-); al punto tale
che sua madre lo tolse dalle scuole e disse: « Tu and,-ai a
lavorare perché non vuoi Studiare». E dopo queste pas-
seggia1e, questa amicizia con Don Cojaui, lui disse a me:
«lo mi farei salesiano». E io che dovevo dire?: «Ma certo».
E così fu. E poi, suo Padre, medico, tanto brnvo, si ms-
segnò, quasi col dubbio: «Ma questo ragazzo riuscirà o
no? »
E partì per la Cina, dove rimase I 7 anni; da dove scrisse
lettere tanto belle e tanto confermanti la sua sincern ade-
sione alla vocazione che avevt1 scelto.
E ritornò. E poi fu mandato, prima in Portogallo e poi in
B,-asile dove disgraziawmeme ,norì per un iucidente: un
bagno freddo dopo una giornata di lavoro. E dove -
perché sappiate anche questo, come sentivamo vicina la
Famiglia Salesiana - quest'anno il fratello, l'unico su-
perstite, ha fatto un viaggio apposta perandare a visitare la
tomba di Luigi, Don Luigi salesiano. E rinunciò alla visita
che ogni anno faceva a me. E io fui lieto di rinunciarvi
perché lui andava a trovare il frare/lo salesiano, morto e
sepolto in Brasile.
Dunque, poi diremo altre cose molto semplici, ma anche
molto significative. lo ricordo che nello studio di mio pa-
dre, c'era un angolello che srava a fianco della scrivania,
dove era appeso un quadl'eTlo di Don Bosco, dove c'era
scrillo sotto, credo per mano di Don Bosco o almeno de11e
dalle sue labbra, queste parole che sono state impresse
nella mia memoria: «In morte si raccoglie il frutto delle
opere buone». E' 1111 detto di Don Bosco. E io tutte le volte
che ,ni affacciavo allo studio di mio padre, andavo a dare
un 'occhiatina al quadro con sollo seri/le queste parole, che
mi rimasero, ripeto, restualmeme impresse nel cuore.
Avrei qualche ahro ricordo, ma non voglio adesso te-
dian1i con delle cose particolari. Sappiate ad ogni modo
che c'è anche per me un motivo, direi; di a/fezione paren-
tale, di affezione speciale per il vostro grande e santo
Fondatore.
Noi non dubitiamo che, pur negH adattamenti e nei
ritocchi che nelle Costituzioni e nei Regolamenti Gene-
rali saranno ritenuti necessari, intatta rimarrà la vostra
adesione totale al carisma originario del Fondatore,
quale è stato approvato, riconosciuto e garantito dalla
Chiesa e direi anche dall'esperienza di anni secondo
quanto afferma il ConciHo Vaticano Il: «il rinnovamento
della vita religiosa comporta insieme sia il continuo ri-
torno alle fonti, ritornate alle fonti, figlioli? Credo di sì,
alle fonti di ogni forma di vita cristiana e allo spirito
primitivo degli istituti, sia all'adattamento degli istituti
stessi alle mutate condizioni dei tempi» (PC 2).
In questo XXJ Capitolo Generale, tuttora in corso,
quando finisce? (risate di ilarità!) voi state approfonden-
do, nella preghiera e nella riflessione comunitaria, lavo-
stra - adesso si usa questa parola, ma è nwlto vera -
«identità» salesiana, che è anzitutto quella di« religiosi»,
di credenti cioè che, nella vita in comune, hanno voluto
seguire Cristo in maniera totale ed incondi?Jonata, in
quella maniera radicale che viene presentata dal Vangelo
(cfr. Mc 10,28; Mt 19,21; Le 10,42), mediante la generosa,
gioiosa e fedele pratica dei consigH evangelici, della ca-
stità (cfr. Mt 19,12; I Cor 7,32-35); della povertà (cfr. Mt
6,20-25); dell'obbedienza ad imitazione di Gesù (cfr Io
4,34; 5,30; Eb 10,7), e io aggiungerei un altro carisma,
quello dell'affetto e deUa consacrazione di se stessi per
l'educazione della gioventù. Questo sono i Salesiani.
Ma lafigura del Salesiano, anche agli occhi del popolo
cristiano, è intimamente collegata al suo apostolato fra i
ragazzi e i giovani. Fu la grande, provvidenziale intui-
zione religiosa di San Giovanni Bosco, il quale nelle sue
«Memorie,. ci parla della « sete di sacerdozio» che cre-
sceva nel suo cuore dmante gli anni del Seminario, «per
potermi - dice - lanciare in mezzo ai giovani. a fine di
conoscerli intimamente ed aiutarli in ogni occorrenza ad
evitare il male!»
Abbiamo notato con compiacimemo cbe il tema del
XXI Capitolo Generale è proprio questo: «Testimoniare
e annunciare il Vangelo: due esigenze della vita salesiana
tra i giovani». Testimonianza, an;,Jtutto: i ragazzi e i gio-
vani esigono autenticità, esigono esemplarilà, vogliono
quasi vedere e toccare il messaggio cristiano realizzato
concretamente nella vita di chi lo annuncia. Tn me1;.zo ai
ragazzi e ai giovani, voi Salesiani dovete essere il segno
della presenza del Cristo con la bontà, la delicatezza, la
modestia, la dedizione, la pure1.za, l'umiltà, la letizia, la
letizia salesiana.
Sì, con la !cli.zia perché, come ben sapete e cercate di
inculcare, la gioia è un bisogno incoercibile del ragazzo e
del giovane, ma è anche w1 riflesso della grazia di Dio e
della serenità interiore. Il Vangelo di San Luca ha colto
nella gioia, che scaturisce nel cuore dei credenti, uno
degli effelli più significativi dell'annuncio evangelico
(cfr. Le 1,47; 2,10 s., 29 s., 38; 19,37; At 5,41).
Oltre la testimonianza religiosa personale e comunita-
ria, diffondete l'annuncio evangelico mediante quel
contributo vivo, serio, meditato alla cultura calechctica,
pedagogica, psicologica e sociologica, ma specialmente
con l'apostolato diretto e personale nel mondo giovanile,
con particolare attenzione e dedizione alle classi povere,
bisognose, emarginate.
E per questo Dio vi benedica. lo avrò proprio una pre-
ghiera speciale perché il Signore confermi in voi questo
carisma. C'è nel mondo chi si consacra ai giovani? Sì, ci
7/ 15

1.8 Page 8

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sono ianli. Ma ci sono i Salesiani. Ebbene per ques1i io
cercherò di avere preferenze spirituali, preghiere e bene-
dizioni.
E vorremmo, quasi a ricordo di questo nostro incon-
tro, indicarvi le tre grandi «devozioni», che Don Bosco ha
lasciato in preziosa eredità ai Salesiani.
Parliamo a rnaestr-i. Le conoscete bene, ma non vi di-
spiaccia sentirle ricordare anche da noi:
la devozione ado1·ante a Cristo, Uomo-Dio, in partico-
lare nella presenza sacramentale dell'Eucarestia. Non è
forse Cristo il centro e la sintesi di tutto il messaggio
evangelico? Non deve essere Cristo la nonna suprema
del pensiero e dell'agire del cristiano, del sacerdote, del
religioso? Devozione filiale anche a Maria, I'« Ausiliatri-
ce», che «con la materna carità si prende cw·a dei fratelli
del Figlio suo ancora peregrinanti» (LG 62); devozione,
infine, al Papa, successore di Pietro, «perpetuo e visibile
principio e fondamento dell'unità, già dei Vescovi che
della moltitudine dei fedeli» (LG 23).
Figli carissimi. i ragazzi e i giovani vi chiamano, vi
attendono.
lo vorrei es:,c•re adesso l'interprete di questa chiamata,
che è, direi, :;ospesa nell'atmosfera della ston·a. La gio-
ventù, vi chiama, ha bisogno del vostro sacrificio, ha bi-
sogno della vostra dedizione, della vost,·a intelligenza,
della vostra bravura, a giocare, a capirli, a insegnare, a
educarli, a panarli su, a crescerli nella sta1ura davvero di
figli di Dio, di figli della Chiesa.
Sono milioni nel mondo. talvolta sbandari e disorientati
da una molteplicità di mci discorda11ti, i quali aspettano
da voi la parola di salvezza, cercano la mano frazema ed
amica, che con serena sicurezza li guidi verso l'Assoluto;
invoca110 w1 viso che 11011 sia una maschera artefatta, ma
l'espressione 'limpida di un amore dw si apre al fratello in
un amore più grande, quale è quello di Dio, che «è più
grande del nostro cuore» (I Jo 3,20). Giovanni Bosco, il
vostro padre, vi precede col suo passo sempre giovanile e
dinamico.
Con questi voti che ripeteremo poi al Signore pregando
per voi e offrendo per voi proprio in ricordo di q11esto
incontro. e a conclusione del vostro Capitolo una Santa
Messa.
Noi vi impartiremo adesso una particolare Benedizio-
ne Apostolica a voi, e diciamo pure un pensiero anche alle
Salesia11e, no? Alle Figlie cli Maria Ausiliatrice che sono
sorelle, a tutti i Salesiani, sacerdoti e rratclli coadiutori, ai
collaboratmi che, con la loro generosità, contribuiscono
alla realizzazione delle moltepliti e provvide iniziative
della vostra Congregazione, nonché ai ragazzi, ai giovani
ed agli ex:alLievi, ai quali si estende il vostro appre1.zato
lavoro pastorale.
E per concludere diremo insieme 1111 «Padre Nos1ro»
propn·o per pregare il Padre celeste che confermi questi
sentime11ti, che confermi questa opera che siete voi, e
confermi la vostra capacità di colloquiare, di prodigarvi e
di conquistare la gioventtì del tempo d'oggi. Con la nostra
Benedizione Apostolica (applausi a non rinire).
(Dopo il « Padre nostro»).
Prima di darvi la Benedizione ho un piacere da chie-
dervi, e cioè, che portiate il mio saluto proprio interna-
zionale ai vostri confratelli, alle vostre case, a lle vostre
opere: voi siete adesso qui un «collegio» internazionale.
E allora il nostro pensiero si allarga per tutta La superficie
del mondo: siate i portatori del saluto. dell'augurio e
della Benedizione del Papa, che adesso vi diamo.
(Benedizione. E dopo la Benedizione):
Deo gra1ias! e grazie tante per questa Fisita. (applausi).
8/ l6
GIOVANI COOPERATORl-
<<GUardO a voi
con grande
speranza,,
Enzo Manno, del Gruppo Centrale GG. CC., chiese di inter-
vistare il nuovo Rettor Maggiore, in pieno Capitolo Generale.
Don Egidio Viganò pazientemente, come si addice ad ogni
buon Salesiano che tratta con i giovani, ha aderito.
L'intervista del 21 gennaio s. che qui riportiamo, fatta su
domande dell'intero Gruppo Centrale, ci sembra assai ricca di
spunti di riflessione; per questo si può dire il primo dono del
neo-Successore di Don Bosco ai Giovani Cooperatori.
Quando e in che modo ha vissuto la sua prima esperienza
con i GG. CC.? Ha qualche programma in particolare che ri-
guardi/ GG. CC.?
La prima esperienza con I Cooperatori Salesiani, vitalmente
rinnovati, l'ho avuta a Santiago del Cile; ma non erano esatta-
mente I GG. CC. Chiamato a Roma nel Consiglio Superiore, la
mia attività si svolse nel settore della formazione del personale
salesiano. Ho sentito parlare più volte, in forma particolarmente
positiva, dei GG. CC. ed ho avuto dei contatti sporadici a Napoli
e a Roma. Ricordo con simpatia l'incontro con i GG. CC. nella
parrocchia di Codigoro in Emilia nel mese di agosto, alla vigilia
dell'Assunta. Un gruppo simpatico, con don Strappazzon, im-
pegnati nell'ascolto della Parola di Dio, nell'evangelizzazione
dei giovani e in concreti e sacrificati lavori di servizio.
Mi chiedete se ho un programma per voi? Per ora sono to-
talmente assorbito dai nostri lavori capitolari. Ad ogni modo
collaborerà con me, In questo settore, il Consigliere per la
Famiglia Salesiana, don Giovanni Raineri. Guardo al vostro
movimento con grande speranza. Per ora vi posso solo dire che
i GG. CC. li vorrei spiritualmente robusti: preghiera, vangelo,
testimonianza da riversare nell'attività apostolica verso gli altri
giovani, specialmente i più bisognosi.
Quale spazio vede Lei nella Famiglia Salesiana peri GG. CC.?
Lo spazio della primavera• nella successione delle stagioni
dell'anno: l'Associazione è unica, non lo dimentichiamo mail La

1.9 Page 9

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primavera non ha senso separata dalle altre stagioni, ognuna a
suo modo bella; le altre stagioni abbisognano della primavera
per conservare e proclamare il proprio canto.
Intanto chi vi guarda, e chi ascolta le trasmissioni della Radio
Vaticana su di voi, si sovviene dei versi del poeta: .primavera
brilla nell'aria e per li campi esulta•.
Senza romanticismo, però!; si tratta di sguardo realista su un
germoglio nuovo.
Qual'è il Suo parere sulla recente iniziativa missionaria dei
Cooperatori a Trelew?
E' passato appena un anno; non bisogna aver fretta per
giudicare le cose di Dio.
Ad ogni modo Don Cantini, l'Ispettore della Patagonia, me ne
ha parlato assai positivamente.
Certo, la nota missionaria è ii miglior collaudo per un movi-
mento giovanile che vuol essere salesianamente evangelico.
Chi è partito si è già inserito bene e dinamicamente nell'am-
biente patagonico; chi è rimasto ha sentito allargarsi i propri
orizzonti di vita apostolica.
Tutto questo è ottimo!
La crescita numerica e di maturazione dei GG.CC. si è veri-
ficata nonostante una certa «chiusura• particolarmente di al-
cuni settori delle opere di Salesianie Figlie di Maria Ausiliatrice
(vedere centri giovanili e loro animatori, parrocchie...). Lei ha
una spiegazione che possa orientarci alla risoluzione del pro-
blema?
Non ho dati per giudicare questo fenomeno di cui parlate. La
prima osservazione che mi scappa fuori è la seguente: non
abbiate paura delle critiche e non temete certe resistenze; vi
aiutano a ridimensionarvi e a considerare forse più realistica-
mente le cose; in definitiva, come dice S. Paolo, tutto concorre
al bene di chi è amato da Dio,
In una famiglia si è sè stessi insieme agli altri, ci si lima un
po· mutuamente, non sì cade né nell'individualismo né nel
messianismo; così si cresce in una più efficace carità.
Noi GG. CC.. nella Famiglia Salesiana possiamo considerarci
i figli più piccoli. Pensa che siamo meritevoli di carezze o di
sculaccioni. Perché?
C'è un detto sui bambini che li paragona con le navi che
reguntur a posteriori!• Ma voi non siete più bambini, dunque
non sono né appropriate né simpatiche tali « espressioni pe-
dagogiche!• Anche se magari, qualche volta, l'uno e l'altro
dimostrasse ancora di essere preadolescente!
Voi stessi, con una leale revisione di vita, dovete saper as-
sumere un'ascesi di conversione e la convinzione dell'indi-
spensabilità di una disciplina: è ancora S. Paolo che ci ricorda
che l'atleta non conquista la medaglia d'or.> senza le fatiche, le
rinunce e l'umiltà dell'allenamento.
Ha avuto mai modo di leggere «Presenzagiovani? » Ha qual-
che suggerimento da darci?
Sì, l'ho letto ma un po' in fretta; da qui in avanti presterò più
attenzione. Mi congratulo con voi, esortandovi a migliorare: è
sempre auspicabile una miglior informazione e una maggior
profondità formativa nella linea di «buon senso» propria dello
spirito concreto e realista di D. Bosco.
Excelsiorl
Grazie della sua dlsponlbllllà!!!
PARLIAMO
DEI
«gruppi
nuovi»
Alcune Riflessioni
Desidero esprimere il mio punto di vista
su questo argomento e dare qualche
suggerimento per la costituzione e con-
duzione dei «Gruppi Nuovi•, nella spe-
ranza di fare cosa utile al Centri e, anche,
provocare interventi in materia.
1 - Dico subito che nel Gruppi Nuo-
vi» vedo pressoché l'unica possibilità per
rinnovare seriamente l Centri già esistenti
e dare ad essi nuove energie, provveden-
do così al normale ricambio al Coopera-
tori di età avanzata e all'aumento di forze
educatrici che si mettano al servizio della
gioventù.
A mio modesto avviso questa è l'unica
via per uscire dalla situazione di immobi-
lismo in cui si trovano numerosissimi
Centri (la parola « numerosissimi» è ben
ponderata e trova conferma nelle statisti-
che e nelle relazioni che pervengono al-
l'Ufficio Nazionale). Quindi suscitare
Gruppi Nuovi è, a mio avviso, una neces-
sità, non un di più.
2 - Riflettiamo su quello che si intende
quando si dice Gruppi nuovi. Anzitutto di-
ciamo Gruppi e non Centri, perché nor-
malmente si dovrebbe costituire soltanto
un Gruppo che, una volta formato e ras-
sodato, si unisca al Centro già esistente:
la meta è appunto questa. (In alcuni casi,
ad esempio dove non vi è affatto un Cen-
tro, è chiaro che si potrà costituire un
Centro nuovo).
Si parla Inoltre di Gruppi Nuovi e non di
« Nuovi Gruppi» perché con essi non si
tende tanto a costituire «altri• Gruppi per
accrescere il numero del Cooperatori,
quanto suscitare Gruppi che vivano In
9 117

1.10 Page 10

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.novità di vita», che siano diversi per lo
sti le e il ritmo del loro cammino, che siano
formati da Cooperatori tali quali il Con-
gresso Mondiale li ha delineati. Quindi il
problema è piuttosto di formazione che di
numero e quantità, benché questo non
deve essere affatto sottovalutato.
3 - Mi sembra che si debbano subito
tranquillizzare quanti pensassero che co-
stituire Gruppi Nuovi comporti necessa-
riamente una crisi del Centro già esistente
e provochi malcontento nei CC. anziani,
quasi che li si voglia trascurare. emargi-
nare. Nulla di tutto ciò. E lo si deve dire
chiaramente: creare un G.N. è un gesto
d'amore verso l'Associazione, assicurare
continuità, nuovo stile di lavoro e nuove
forze al Centro. I CC. anziani, se bene in-
formati, godranno di queste nuove spe-
ranze e guarderanno a loro con simpatia
per incoraggiarle.
Ma tutto ciò awerrà se comprenderan-
no a pieno il perché del G.N.. e se il con-
sigllo e il Delegato continueranno ad ave-
re per i CC. anziani la cura di sempre,
nulla trascurando di quanto si è sempre
fatto con loro e per loro.
4 - Una obbiezione, che esige una ri-
sposta, è quella che qualche volta si sente
fare: « Per ringiovanire un Centro stanco e
formato da soli anziani non sarebbe me-
glio Inserire in esso altri elementi aspiranti
a cooperatore, di età più giovane, prepa-
randolì a diventare CC. nel Centro, senza
creare un distacco, una separazione sia
pure provvisoria? SI eviterebbe così il
malcontento fra gli anziani e la sana tra-
dizione sarebbe conservata con la convi-
venza di due tipi di CC».
_Rispondo: l'esperienza di qu_esti anni ha
d1~o~trato che, dove si è usato questo
criterio. non è avvenuto mai il cambio di
stile e di mentalità del Centro. La vecchia
mentalità ha finito per prelevare ed assor-
bire le energie nuove, immesse magari un
po' per volta; cosicché si è avuto una as-
suefazione dei nuovi Cooperatori alla ma-
nier~ di essere e di agire del Centro, più
che 11 contrario.
Come agire per susc itare
Gruppi Nuovi - Un metodo
Essendo le situazioni concrete diverse
l'una dall'altra, non è possibile esprimere
una formula adatta ad ognuna di esse.
Vorrei però dare ugualmente alcune indi-
cazioni, frutto d'esperienza, che mi sem-
bra possano fare da pista.
Anzitutto occorre che vi sia una perso-
na che prenda l'iniziativa.
E' compito del Consiglio locale decide-
re di awiare o meno la costituzione di un
JO/ 18
Gruppo Nuovo e scegliere colui a cui affi-
dare il compito: potrà essere un Coope-
ratore o il Delegato: comunque in ogni
caso una persona adatta è necessaria.
Questa, sempre con la collaborazione
del Consiglio, preparerà un programma
ben chiaro in partenza, da realizzare con
calma e gradualità. Potrebbe essere il se-
guente:
a) Individuare le persone alle quali fare
la «proposta• di partecipare alla costitu-
zione di un G.N. di CC., che siano di età
giusta (25-40 anni), non molto impegnate
in altri Gruppi o Associazioni, e di sicura
impostazione cristiana. Cercarle nel set-
tori non battuti, per non • piovere sul ba-
gnato»; accostarle una per una, perso-
nalmente o per mezzo di comuni amici e
infine...
'
b) presentare la proposta. Come? Fa-
cendo leva su che? E' un momento, quel-
lo, delicato. Don Bosco ci può fare da
maestro. Ripensiamolo quando fa la pro-
posta ai giovani più maturi che aveva • in-
dividuato•, di restare con lui. Egli li mette
subito dinanzi al bisogno di salvare altri
giovani e Il esorta a dargli una mano nel-
l'opera che aveva avviato. Anche noi
dobbiamo fare leva sulla necessità di fare
qualcosa. ora e qui, per i giovani.
SI presenti la triste situazione in cui
versa la gioventù oggi. magari con esempi
molto vicini a chi ascolta... Si dica che se
si uniscono le forze, se si impara ad ope-
rare per i giovani, qualcosa di buono si
riuscirà pure a fare. Non si dimentichi di
precisare che è Lui che chiama, anche se
si serve del Salesiano.
Il Vieni e seguimi detto a molti in no-
me di Gesù e di Don Bosco, otterrà un
certo numero di sì, cioè di persone che
impressionate dalla situazione giovanile,
si lasceranno attrarre dall'ideale di fare
«qualcosa di bello per i giovani•.
c) Preparare questi futuri apostoli sa-
lesiani.
(E' un momento delicatissimo perché al
primo entusiasmo potrebbe succedere lo
scoraggiamento). L'animatore del na-
scente G.N. deve essere molto disponibile
a seguire uno per uno gli aderenti; deve
subito coinvolgerli In responsabilità diret-
te nel Gruppo e awiarli ad impegnarsi nel
loro ambiente, coi figli propri o di persone
amiche, con i ragazzi del fabbricato o del
quartiere o della scuola, ecc.; dovrà sug-
gerire (o far scegliere a loro stessi) dei
•gesti• significativi da porre sollecita-
mente in atto, si che comprendano in
partenza chi è il Cooperatore e quale la
sua missione; terrà presenti i principi che
regolano la dinamica di gruppo. per ce-
mentare gli aderenti attorno all'ideale ac-
comuna, cioè la missione giovanile sale-
siana. Soprattutto, l'animatore deve esse-
re attento a non fare passi falsi: e passo
falso sarebbe riprodurre nel G.N. schemi,
abitudini, «stile» tipici del Centro che si
vuole rinnovare.
Saremmo da capo; avremmo in tale ca-
so, nella migliore della ipotesi, un Nuovo
Gruppo ma mai un Gruppo Nuovo!
Altro passo falso: dare la sensazione
che il Delegato sia lui il «padrone• del-
l'Associazione. Questa velenosissima
idea atrofizzerebbe gli spiriti dei neo-ve-
nuti e li spersonalizzerebbe, con conse-
guenze facilmente immaginabili.
Infine lo studio (conoscenza di Don Bo-
sco e del suo spirito, della Famiglia Sale-
siana, del N. Regolamento, lettura del
Bollettino...), gli incontri di preghiera ben
curati, vivi e nutrienti, la verifica de/l'apo-
stolato svolto da ognuno, faranno sì che Il
G.N. divenga una vera Comunità Salesia-
na.
A proposito di incontri, insisterei molto
sullo stile nuovo che debbono avere; fa-
voriscano molto una soda amicizia e la
comunione degli spiriti; molta sponta-
neità, nulla che sappia di adunanza vec-
chio stile; siano sostanziosi; non sempre e
necessariamente in casa salesiana· diano
spazio alla reciproca conoscen;a con
scambio di indirizzi e numero telefonico
per un collegamentoi rapido interperso-
nale; siano guidati da loro più che dal De-
legato.
Questo itinerario salesiano, che sfocerà
nelle prime domande ad entrare tra i
Cooperatori e nelle relative «promesse»,
e~Jge tempo: minimo un anno, se npn di
p1u.
d) Non sarei del parere che Il nascente
gruppo abbia fin dal suo sorgere un Con-
siglio vero e proprio: basta dividere gli in-
carichi in stile di semplicità e famiglia.
Concludendo, taccio notare che altri
suggerimenti possono essere offerti at-
traverso il Bollettino da parte di chi ha
iniziato la costituzione di G.N. Saremo
assai riconoscenti a chi vorrà arricchirci
della esperienza fatta. Ma l'importante è
muoversi su questa via e rinnovarsi bene;
non si può attendere oltre, né si può sba-
gliare metodo.
Diamo fiducia all'iniziativa « Gruppi
Nuovi., realizziamola. Cosi facendo, fra
due-tre anni avremo, con l'aiuto del Si-
gnore, molti Centri vivi, operanti; l'Asso-
ciazione passerà dallo stato attuale, pur
b~llo, a una situazione di gran lunga mi-
gliore.
Don Armando Butlarelll

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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---
ESSERE
CREDENTI
DI QUALITA'
OIIAlRAZ8I
POI
-1111
...... ,....,.,
PER MEGLIO
QUALIFICARCI
IL RETTOR
MAGGIORE ...
Un "Corso di qualificazione per
animatori" quaJe è quello avviato dal
Consiglio azionale dei Cooperatori
d'Italia entra a pieno nelle prospetti-
ve ecclesiali e salesiane di oggi. Per di
più risponde ai voti espliciti del Con-
gresso del Centenario, che ha ribadi-
to "l'Importanza e l'urgenza che Coo-
peratori qualificati per cultura ed
esperienza s'impegnino nella forma-
zione dl altri Cooperatori".
Ml rallegro e plaudo a questa ini-
ziativa, e la raccomando vivamente al
Delegali e a tutti I Dirigenti locali ed
ispeUoriali.
Uno degli impegni più cari a tutta
la Famiglia Salesiana in un'ora di
trapasso culturale dev'essere quello
di sfuggire alla superficialità. Ml au-
guro che molli Cooperato ri e Coope-
ratrici sentano il bisogno di essere
cr edenti "di qualità", e a ttraverso
questo corso diventino lievito vigo-
roso che fermenti l'intera Famiglia
Salesiana e quella c rescente gioventù
bisognosa a cu1 tutti noi Insieme vo-
gliamo ta nto bene e a cu1 dedichiamo
il nostro servizio per far loro cono-
scere Gesù Cristo.
Roma 14 gennaio 1978
Don Egidio Viganò
In febbraio hanno avuto inizio i<< Corsi di qualificazione
per animatori», nelle seguenti regioni: Ispettorie Adriatica,
Meridfonale e Novarese, Emilia, Lazio, Sicilia, Toscana,
Veneto (Mogliano e Verona). Altre regioni potranno farlo in
seguito.
Sono usciti i due fascicoli del anno che costituiscono
un valido sussidio per i gruppi dei volenterosi corsisti.
Le lezioni sono state preparate in modo da soddisfare
le csigcnt.e cli ogni tipo cli pcn,ona: quindi il linguaggio è
facilmente comprensibile e la materia trattata è sviluppata
come se ci si dovesse rivolgere a persone che sono all'inizio
di un cammino cristiano e salesiano. E ciò volutamente, sì
da consentire agli iscritti di un medesimo gruppo cli partire
im,iemc, senza che alcuno resti indietro nel cammino.
L'Associazione, e il Centro in particolare, hanno bi o-
gno di noi; è la Chiesa, Cristo stesso e Don Bosco, che ci
chiedono di qualificarci per un migliore servizio ai fratelli.
Occorre essere perseveranti nella frequenza e nell'impe-
gno. lni1.iare è molto; proseguire fino al termine è moltissi-
mo. 11 tempo impiegato al Corso, è forse quello meglio
speso: da esso può dipendere o meno un «modo nuovo di
,·ivere e di agire>}.
L'aiuto rinanziario non manchi; è indispensabile-
perché il Corso funzioni bene, ma abbia il significato d i un
gesto di solidarietà e corresponsabilità e sia segno di ap-
prezzamento del corso stesso.
Non basta però studiare; occorre vivere la verità ap-
prese. li nostro è infatti un corso esistenziale. I momenti di
preghiera durame il Corso, ci aiuterann o a questo fine.
Il 19

2.2 Page 12

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GIOVANI COOPERATORI
Convegno
Nazionale
in vista
• La scadenza biennale dei Convegni nazionali
sollecita una preparazione abbastanza remota
perché possa essere sufficientemente profonda.
ln questi giorni i Consigli ispettoriali stanno pre-
parando le tisposLc ad un sondaggio inviato dal
Gruppo Centrale riguardante data e località dello
svolgimento, nonché il criterio di partecipazione
(selettivo? estensivo?...) e la sua strutturazione.
Intanto si può annunciare il tema che sarà og-
getto di studio del Convegno: «IL NOSTRO CAM-
MINO VERSO mo - La vita interiore del Coope-
ratore».
La scelta è il multato di una consultazione fatta
tra i vari gruppi e alla quale hanno risposto: Cam-
pania, ispettoria Adriatica, Lazio, Lombardia, Pu-
glia, Sicilia, Toscana, e le due ispettorie del Veneto.
Quindi la quasi totalità delle regioni, anche se le
assenze sono significative di situazioni carenU.
Vale la pena indicare quali erano i temi (anch'essi
suggeriti dalla base) proposti nella Consultazione
finale.
Li riportiamo indicando tra parentesi il punteg-
gio ottenuto da ciascun terna:
Il nostro cammino verso Dio (17)
Giovani Cooperarori e impegno politico (13)
Il metodo educativo di Don Bosco (12,½)
Eucarestia e impegno sociale (1 I)
Come viviamo il Concilio (3)
Allo stato attuale delle cose è importante che
ogni Consiglio ispettoriale esamini i modi e i tempi
per preparare i gruppi della propria zona al Conve-
gno. La via migliore sembra essere quella che l'e-
sperienza ha rivelato essere proficua: celebrare
Giornate di studio e di preghiera a liveUo locale e
poi il Convegno regionale.
Nel quadro della preparazione vanno tenuti nel
dovuto conto gli Esercizi Spirituali, che quest'anno
dovrebbero assumere particolare significato e va-
lore, e avere un numero di presenze superiore al
consueto.
Il Gruppo Centrale è in grado di comunicare
che è in via di eia borazionc una pista o traccia pre-
paratoria che potrebbe servire ai vari gruppi quale
oggetto di riflessione a livello locale e di convegno
regionale. fntanto è bene avviare un'opera di sen-
sibilizzazione e preparare la partecipazione dei vari
gruppi.
Anche il problema economico va risolto con pre-
viggenza. Mettersi da parte fin d'ora il denaro ne-
cessario per fare da sè e non dipendere da nessuno,
è segno di quella maturità e giusta autonomia a cui
ogni giovane cooperatore farà bene a tendere.
12/20
• E qui si inserisce, senza molte forzature, un
discorso che riguarda l'informazione della periferia
circa i temi e le notizie che interessano l'intera As-
sociazione e quindi anche i gg.cc. Come fare, di
quali mezzi servirsi? Ne indichiamo tre, oltre il
normale Bollettino Salesiano sempre indispensa-
bile per chi vuole avere il respiro dell'intera Fami-
glia Salesiana. E precisamente, nella linea del
«crescendo»:
I) Per un'informazione sul ramo giovanile
(GG.CC.) abbiamo Presenzagiovani che ha an suo
particolare valore perché gestito dai gg.cc. e perché
punto d'incontro di esperienze delle varie regioni
d'Italia (<,quello che abbiamo veduto e udito lo an-
nunziamo a voi affinché voi pure siate in comunio-
ne con noi ... » (1 Giov. 1,3-4). (Abbonamento L. 2.000
- c.c.p. N' 4525005 intestato a Cooperawri Salesia11i
Ufficio Nazionale - Viale dei Salesiani, 9 ROMA,
specificando la causale del versamento).
2) L'Associazione, nel suo insieme, in Italia, tro-
va modo d'esprimersi anche attraverso il Bollettino
Salesiano - edi_z. quindicina/e, comunemente detto
«per diligenti», che ora si vuole estendere a tutti i
Cooperatori più impegnati (contributo annuo L.
1.000 - Richiedere al medesimo indirizzo suripor-
tato).
3) «Salesiani Cooperatores» è un noUziario bi-
mestrale curato dall'Ufficio Centrale (Roma, Via
della Pisana, llll).
Almeno i Consiglieri ispettoriali dovrebbero po-
terlo leggere perché esso fornisce le più interessanti
informazioni sulla vita dell'Associazione nelle varie
parti del mondo.
(Lo si può richiedere all'indirizzo - Contributo
L. 2.000).
...
Il Convegno Europeo del 1976 con la sua• mozione• segnò una tappa
fondamentale nel cammino del ramo giovanile. Un Convegno a cui
rlcollegarsl nel prossimo Convegno nazionale.

2.3 Page 13

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Sussidi
IL MANUALE
PER I DIRIGENTI
NOTIZIE
La seconda edizione del MANUALE PER I DIRI-
GENTI dei Cooperatori salesiani, editata nel mag-
gio del 1977, consta di 6 capitoli, un Documento
riservato ai Salesiani e 4 appendici.
Partendo dalla «persona » il manuale, traccia
alcune linee fondamentali su : pastorale vocazio-
nale - formazione e ammissione dei soci -
campi della missione - vita del Centro. Sono
presentati i Consigli ai vari livelli, evidenziando la
loro collegialità, l'incarico come servizio, il princi-
pio di sussidiarietà, i compiti e le elezioni degli
animatori.
Direzione generale, Ispettori, Direttori e delegati
sono trattati in un breve DOCUMENTO che ricorda
diritti e doveri dei Religiosi preposti all'animazione
spirituale dei Cooperatori.
I sussidi principali sono elencati in appendice,
affinché tutti conoscano le fonti cui attingere per la
formazione e l'informazione.
L'elenco non è esaustivo, ma va integrato con le
pubblicazione locali.
La «CONVENZIONE» tra Salesiani e Figlie di
Maria Ausiliatrice regola le varie competenze nei
Centri presso le Case delle FMA, in spirito di col-
laborazione feconda e gioiosa.
La seconda parte del volumetto presenta la
« GUIDA PER LA FORMAZIONE».
E' una modesta ma preziosa pista per la forma-
zione «iniziale» dei nuovi e «permanente» degli
antichi Cooperatori; abbraccia varie tappe e pro-
pone l'adeguamento alla diversità di luoghi e per-
sone.
Nella crescita armonica e globale della persona
umana, la comunione con Dio è segnalata come
punto d'arrivo nella maturazione del battezzato
che vive nella Chiesa e nel mondo. li senso del-
l'impegno, i contenuti della formazione, la qualifi-
cazione degli animatori (assieme ad altre indica-
zioni) faciliteranno la spiritualità cristiana secolare
e salesiana di questo membro della Famiglia di D.
Bosco. Il Cooperatore nel giorno del «SI» ricono-
scerà non un traguardo, ma una pista di lancio per
orientare la propria vita in un impegno ecclesiale
forte e generoso.
M.C.
[n deposito presso gli U ffici I speu:oriali e queUo Centrale • Via
JeUa Pisana. 111 I • 00 163 ROMA
Presentiamo le nostre condoglianze, veramente affettuose
e sentite, al nostro Segretario Nazionale Giannantonio e al
Delegato isp.le Don Giorgio Roccasalve, per la perdita del loro
Papà, avvenuta i primi di febbraio. Il suffragio ravvalorerà I
nostri sentimenti.
Sr. Giovanna Borsani è la nuova Delegata ispettoriale per
l'ispettoria FMA di Varese. Rallegramenti e «benvenuta• tra
noi. - Un grazie di vero cuore a Sr. Emma Petrinetto che ha
lavorato con zelo per lunghi anni tra noi Cooperatori e merita
tutta la nostra riconoscenza.
E' confermata la riunione del Consiglio Nazionale nella
data a suo tempo scelta. SI terrà quindi a Roma (• Salesianum •,
Via della Pisana, n. 1111) dalle ore 17 del 29 aprile alle 14 del
seguente maggio. - Gli Interessati predispongano i loro
impegni sì da essere presenti.
Martedì 18 aprile, su Radio-Uno, alle 18,35, trasmissione a
cura della nostra A.ssoclazione, sul tema: PREVENIRE E' ME-
GLIO CHE CURARE. - Diffondete la notizia...
SEGRETERIA
Si ricordi: 16 aprile: Giornata Mondiale dì preghiera
per le vocazioni.
Il tema della Conferenza annuale è il seguente:
I " Ministeri"nella chiesa.
E' necessario individuare subito la persona adatta per
affidargliene la trattazione.
Per quanto riguarda la 1 Conferenza già svolta, si
sollecita l'invio della relazione agli Uffici ispettoriali e a
quello nazionale, e dell'offerta all' Ufficio centrale.
I Consigli locali eletti recentement e sono tenuti a
inviare il modulo color verde, riportante la composizione
del consiglio stesso, sia all'Ufficio ispettoriale che a
quello nazionale (Viale dei Salesiani, 9 00175 ROMA).
Bollettino Dirigenti: ci si assicuri che tutti i Consi-
glieri lo ricevano regolarmente. In caso negativo. se ne
faccia richiesta, per non privarsi di uno strumento indi-
spensabile per l'animazione del Centro. Si ricordi che è
possibile e auspicabile che il medesimo Bollettino sia
fatto pervenire anche ai Cooperatori più impegnati, an-
corché non siano Consiglieri.
E' questo il periodo nel quale inviare il contributo
per il 1978 sia all'Ufficio isp.le che a quello nazionale.
Si tengano ben presenti le norme che debbono rego-
lare la raccolta dei contributi: nessuna tassazione fissa
(o quota), nessuna registrazione nominativa; ma obbli-
go di contribuzione con una somma proporzionata alle
possibilità di ognuno, data in forma anonima. La somma
raccolta verrà così ripartita: il 50% al Centro per le sue
necessità; del restante si mandi metà all'Ufficio ispetto-
riale e metà a quello nazionale (su c.c.p. N°. 45256005
intestato a Cooperatori Salesiani - Ufficio Nazionale -
Viale dei Salesiani, 9 Roma).
13/ 21

2.4 Page 14

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La nostra stampa
a carattere popolare
---Si può fare ancora di più------
« MONDO NUOVO » - Nuova serie
cc LETTURE CATTOLICHE».
Con questa iniziativa l'Associazione, che si
sta conquistando più fiducia e simpatia, dà il
suo modesto contributo all'evanfelizzazione
della Chiesa italiana e colma una lacuna nel
settore editoriale religioso.
Il successo ottenuto da Mondo Nuovo (si
parti da poche migliaia di copie; oggi siamo
molto oltre), incoraggia ad andare avanti.
Ma occorre che:
Tutte le vendite 1977 riconfermino, possi-
bìlmente aumentando le copie.
Vi siano nuove rivendite (presso parroc-
chie e Associazioni fuori e dentro il mondo
salesiano).
Il compito di allargare la diffusione spetta
particolarmente ai Consiglieri per i mezzi di
Comunicazione sociale; si esortavano quindi
costoro ad impegnarsi. Non sfugga un parti•
colare assai interessante: con questa Iniziativa
si offre l'occasione, forse unica, a tanti coo-
peratori e più ancora cooperatrici, che non
hanno attitudini per azioni molto appariscenti,
di svolgere un apostolato prezioso, alla loro
portata, capillare, che dà soddisfazione e li
abitua a diventare più disinvolti e coraggiosi.
In pratica: molti Cooperatori potrebbero,
volendo, Istituire a domicilio una «rivendita»,
cioè farsi pervenire alcune copie di opuscoli e
di posters (questi ultimi sono tanto preziosi se
esposti all'occhio del pubblico). Invitiamo tutti
l Centri a tarsi promotori di questa iniziativa; se
ne parli nelle riunioni e a singoli; si faccia dolce
violenza ad aver fiducia in quel potente mezzo
di evangelizzazione che è la stampa sana e
accessibile.
PAOLO VI:
Un problema
che tanto ci assilla
« Vi è infine il problema della stampa cattolica,
tanto importante per la diffusione del principi cri-
stiani e per la difesa degli interessi cattolici, tanto
opportuna per la formazione di un'opinione pub-
blica sana e favorevole a ogni buona causa; ma
ancora tanto bisognosa di unità, di sostegno, di
vigore, di diffusione, specialmente per quanto ri-
guarda il quotidiano cattolico: problema questo
che tanto ci assilla... ».
(da « L'Osservatore Romano » - 5 / 6 settembre '77
- ai Vescovi dell'Umbria e dell'Abruzzo - Molise)
............. ......... ECRJSTIANESIMO
=--.-.-..·. - --· ~
BJUCARE: COME?
■--.,-..-.......a
lA BIBBIA:
..._
..-J
------
PAROU IN DIO
.......... AGI.I UOMINI
INJN CESARE,
PRm
A INaANNDVI ANNI
SIATt LIBERI
QUANDO lBi6ETE
a-,--. u.
RITORNA
- · -llfltlOIIAU
DlU'AIOIITO
Ricordiamo: per istituire una "rivendita » è
sufficiente impegnarsi a diffondere un minimo
di dieci opuscoli e cinque posters per l'intero
1978, durante il quale verranno pubblicati die-
ci opuscoli e otto posters.
Prezzi: rispettivamente L. 200 e L. 300, sen-
za diritto di resa, ma con invio gratuito. Prezzo
fisso per tutto l'anno. (Scrivere, per ordinare
una "rivendita "• a: Ufficio naz.le Cooperatori
- V.le del Salesiani, 9-00175 Roma).
14/22

2.5 Page 15

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COOPERATORI
NELLE MISSIONI
LETTERA APERTA
DUE PROPOSTE
Roma, 5.2.77
Ai Consiglieri ispettoriali
incaricati del settore GG.CC.
A poco più di un anno dalla partenza di Bernardino e Romano
sliamo rivedendo l'impostazione data fino ad ora al progetto del
laicato missionario in quanto, viste le scarse adesioni Eioo ad ora
otlèlluLe, abbiamo intenzione di ripartire da zero su basi che
riOettano le proposte, le idee e i pensieri della periferia. Per
questo chiediamo la tua collaborazione che dovrebbe consistere
nel promuovere incontri nei vari gruppi nei quali discutere del
problema missionario e soprattutto su come si pensa debba
essere impostalo il lavoro di sensibilizzazione.
Speriamo che tu comprenda quanto sia importante questo
sondaggio su cosa pensa esauameme la periferia; perciò Li pre-
ghiamo di muoverti il più presto poss.ibile e di mandarci quanto
prima i risultali degli incontri.
Come vedrai tu stesso, anche su « Presenzagiovani • è apparso
un appello simile ma purtroppo sapp.iamo per esperienza che le
tichieste di collaborazione fatte per mezzo del giornalino cado-
no nel vuoto e le risposte sono pochissime, e prnprio perché non
vogliamo che questo appello finisca nel vuoto ci siamo rivolli
direttamente ai responsabili della periferia.
Dobbiamo assolutamente avere una risposta
Pensiamo sia utile riportare le domande apparse su Presenza:
I) Ha un senso per voi il laicato missionario?
2) Se si, come pensate che debba css.ere sviluppalo questo
progetto?
Per quanto riguarda la seconda domanda, noi del Gruppo
Centrale abbiamo già pensato ad alcune proposte sulle quali
chiediamo il vostro parere. La prima proposta è quella di un
Incontro Missionario da tenersi a Roma o in altro posto a se-
conda delle vostre preferenze, dal quale far uscire un gruppo di
probabili partenti con i qual.i organizzare alcune attività in vista
della partenza. La data per l'Incontro potrebbe essere 29 Aprile
(ore 16) 30-1 Maggio (ore 14).
La seconda proposta è quella di un Campo di Lavoro estivo
rise_i:rato esclusivamente a chi ha intenzione di partire, sia per
verificare e approfondire la voca:done missionaria, sia per fare
esperienza pratica in un luogo con condizioni ambientali e so-
ciali simili a quelle della terra di missione. Per risparmiare tem-
po chiediamo anche le probabili adesioni sia all'Incontro che al
Campo di Lavoro.
Terminiamo ricordando ancora L'IMPORTANZA e URGEN-
ZA delle risposte. Buon lavoro.
DANfELA-SANDRA-ENZO
del Gruppo Centrale GG.CC
LETTERA... CHIUSA
scrive Beniamino da TRELEW
Carissimi amici,
Natale è passato, ma è rimasto in me una sensazione, un se111i-
men10 del tutto nuovo, forse ha contribuito anche il fatto che qui
la stagione è calda ed è totalmente opposta dal clima italiano;
conumque sento una pace interiore, una forza, che mi accompa-
gna per tillla la giornata.
Quando scorgo gruppi di ragazzi che vedendomi lasciano i loro
giochi e velocemente mi cingono in un affettuoso assalto, il mio
essere esplode di gioia ed anch'io partecipo con Loro a lllltO accet-
tando la loro sporcizia, il loro cattivo lezzo, il loro misero cibo.
Si! Sono felice, mi sento realizzato, specialmente ora ,·he stiamo
già vi,•endo nella casella al Barrio e questo capirete ha trasfor-
mato totalmente il tutto rendendo/o molto più bello e totale.
Vorrei che ognuno di voi stesse ora accanto a me e con me
partecipasse a questa vita che forse sarà dura ma siesprime in una
bell~zza, in un significato, in una pienezza che nessuno potrebbe
capire.
Nella tarda sera quando trascino la mia persona nella camera e
mi adagio sul letto wtalmente sfinito domando a Gesù, a Maria. a
San Giovanni Bosco, di danni la forza il coraggio per /'indomani,
e l'indomani mi sveglio, mi alzo con una energia centuplicata ed
aprendo la fine:;tra a contatto con la natura monnoro tra me un
ringraziamento a Dio e ai suoi collaboratori e mi sento pronto per
un 'altra dura giomata, piena di soddisfazioni.
Adesso vi ringraz io di /Hl/O quello che fate ed avete fatto per
Tre/ew. Qui veramente c'è un'estrema bisogno di tutto ma voi in
u~, anno con i vostri aiuti avete un pò contribuito a migliorare la
s,!ua.z1onei q~anle ~olte vedendo qualche mocciosetto con panni
dt fattura Italiana rivedo ognuno di voi (conoscenti) ed immagino
altri che premurosi preparano pacchi.
Grazie di nuovo e continuate nella vostra opera San Giovanni
Bosco vi benedice sorridente vedendo che i suoi allievi hanno
capito i suoi insegnamenti e li mettono in pratica.
Mi preparo a festeggiare San Giovanni Bosco con animo vicino
a voi e che quest'anno sia un anno carico di frutti per tutti noi.
Ciao... a presto!
Bernardino
_ _ _ COSTRUZIONE DEL CENTRO _ __
COMUNITARIO DI TRELEW
Somma precedente (al 31 dicembre 1977)
Offerte pervenute:
L. 8.222.800
CC Sapri
Centro ~- Cuore Napoli
GG.CC. Puglia
CC. Portici (Napoli)
Raccolta CC. Campania partecipanti
agli esercizi
Raccolta GG.CC. idem
GG.CC. Vletrl (Salerno)
CC. Pied.imonte (Caserta)
Totale
20.000
100.000
30.000
25.000
115.000
130.000
100.000
50.000
L. 8.792.800
LS/23

2.6 Page 16

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Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Qu/ndlcinsle di informazione e di cultura religiosa
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene-
meriti e amici delle Opere di Don Bosco
Direzione e amministrazione: Via della Pi-
sana, 1111 - C.P. 9092 - 00100 Roma-Aurelio
Tel. 64.70.241
Direttore responsabile: Enzo Bianco
Redattore: Armando Buttarelli Viale dei Sale-
siani, 9 - 00175 Roma - Tel. (06) 74.80.433
Autorlzz. del Trib. di Torino n . 403 del 16 febbraio 1949
C. C. Posta le n. 2-1355 intestato a : Direzione Generale
Opere Don Bosco . Torino
C.C.P. 462002 lnteot. a Dir. Gen. Opere o . Bosco Roma
Per cambio d'Indirizzo Inviare anche l'lnd lrluo precedente
VACANZE
PER COOPERATORI
E FAMILIARI Luglio 1978
16/24
Oggi più che mal è sentito Il bisogno di fare amicizie nuove e vivere in
clima di cordialità. L'esigenza è una reazione al tenore di vita imposto dalla
società che tende ad isolare anziché unire.
Il vivere insieme diventa poi più gradito e arricchente se si è della stessa
famiglia e quindi del medesimo spirito. E' il caso delle Vacanze Famillari •:
un'esperienza già svolta con esito positivo l'estate scorsa e che sarà ripetuta
nel prossimo luglio, a turni di uno o più settimane, a FONTANAZZO -Val di
Fassa (Trento) nel cµore delle Dolomiti, ospiti del . soggiorno Alpino Don
Bosco» che la generosità dell'lspettoria Adriatica mette a disposizione per
l' Iniziativa (altezza m. 1400).
I Cooperatori, preferibilmente con la loro famiglia, potranno godere di ferie
nuovo stile: Insieme al necessario riposo e ai benefici offerti da una natura
eccezionalmente ricca, avranno il tipico clima salesiano, un servizio religioso
accurato e l'occasione di nuove conoscenze nell'ambito di membri della
medesima Associazione: nonché una retta modesta se rapportata a quella di
alberghi di pari trattamento.
Turni settimanali, ripetibili fino ad esaurimento delle disponibilità: 1-8 lu-
glio; 8-15 luglio; 15-22 luglio: 22-29 luglio.
Camere doppie e triple con servizi e doccia Interni.
Quota ridotta per bambini 0-8 anni.
(Informazioni presso gli Uffici lspettoriall Cooperatori e quello Nazionale -
Viale del Salesiani, 9 00175 ROMA Tel. 06 /7480433).