Bollettino_Salesiano_193904


Bollettino_Salesiano_193904

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DOllOlllDO
Spadlz. In abbo-
11amento postale
SAlOSIADO :::~~~
.
Anno LXIII
N11aero 4

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PERIODICO MEN-
SILE PER I COO-
PERATORI .DELLE
OPERE E MISSIONI
DI S. GtO. BOSCO
BOttETTl~IO
SJ\\tESIJ\\NO
Anno LX!II - N. 4
APRILE
1939 - XVII
Spedizio ne in
abbonamento postale
SOMMARIO: Il nuovo Papa: Pio XIJ. - In famiglia: Italia, - Pedal(oJ!ia di Don Bosco in azione. - Dalle nostre
Missioni: India, Giappone, - Tesoro spirituale. - Lebbrosa pei lebbrosJ. ... Lettera di Don Giulivo .ii giovani. ...
Crociata missionaria. - Necrologio.
IL NUOV O PAPA
P I O A venti giorni dal se-
reno tramonto di S. S.
Pio Xl, il Papa dell'in-
trepida fede, infaticabile
scalatore di vette d'ogni
specie, che in 17 anni
di Pontificato nulla la-
sciò inlentato di ciò che
poteva elevare il presti-
gio e dilatare la penetra-
zione della Chiesa Cat-
tolica nel mondo, ecco
che la Divina Provvi-
denza ha già saldato un
altro anello all'ininter-
rotta catena dei Ponte-
fici, posando le sue pre-
ferenze sul Cardinale
Eugenio Pacelli, il Se-
gretario di Stato, la
lon(!a ma1111s di S. S.
Pi; Xl.
L'abbiamo ancor pre-
sente alla memoria, in
atteggiamento raccolte
e veramente ieratico,
nella Basilica Vati-
cana, di cui era !'in-
signe Arciprete, i! 20 di
Novembre, nel giorno
della beatificazione del-
la Madre Maria Do-
menica Mazzareilo. Gli
sguardi di tutti s'ap-
puntavano su di Lui, alto e nobile nel suo
contegno, circondato dall'aureola del grado
eminentissimo, della santità, dottrina, abilità
nel maneggio di tanti e sì ardui compiti, e
Xli
pure sl dolce e sl pio,
condiscendente cogli
uc.rtini e assorto al co-
spetto del Signore.
E quando la sera di
quel giorno vedemmo
scendere dalla sedia ge-
statoria e prostrarsi in
ginocchio lo stanco Pon-
tefice Pio Xl, per ve-
nerare l'ultima sua
Beata, ultima dell'im-
ponen le schiera dei
:n Santi e 463 Beati da
Lui glorificati, pensan-
do che forse assai breve
sarebbe stata ancora la
sua sosta qui in terra,
dopo l'offerta generosa
fatta a Dio per la pace
del mondo, eh.i di noi,
girando lo sguardo sulla
larga rappresentanza del
Sacro Collegio, n on eb-
be un palpito commosso
e un sentimento di ,·e-
ncrazione per Colui che
doveva diventare l'at-
tuale nuovo Pontefice?
L 'ora solenne.
Momento di attesa
e d'esultanza unico al
mondo quello dell'esaltazione del Sommo Pon-
tefice! La Piazza di S. Pietro al segnale di
una bianca fumata come per incanto vide
- - sbucare da tutte le cento vie che la circondano
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fiumane di popolo, del popolo romano che
nel Sommo Pontefice vede pur sempre la sua
più invidiata gloria e venera il suo Ve~covo,
che è pure il Vescovo della Chiesa Universale.
Tutti guardavano a quelle note finestre par-
tecipando all'emozione tremenda di quei primi
istanti, in cui un Uomo si senriva improvvisa-
mente investito d'un potere così sovrano, cosi
soYrumano, anzi clivinol E attendevano l'an-
nunzio del nome, il nome e la presenza tra-
sumanata del novello Vicario di Cristo, sim-
holo parlante della perenne vitalità della Chiesa
Cattolica, testimonio infallibile della Via, della
Verità, della Vita di Dio in terra.
La sera del 2 marzo u. s., per la prima
volta nella storia, dovunque un apparecchio
radio ha potuto captare le onde misteriose di
Piazza S. Pietro, in tutti i paesi del mondo
contemporaneamente, i credenti colle lacrime
agli occhi e gli altri stupefatti e riverenti banno
sentito da vicino il brulicante mareggiare della
folla, e, d'improvviso, lo sq11illo d'una voce
alta e potente che si elevò su tutte .le altre
chiara a proclamare: Awnmtio vobù gaudium
magmm1: lta{Hmms Pt1pa111!!I Eminentissi11111111 ac
R('Vereudissi11mm Do111in11m Cardiual('ln Euge-
1iium Pacelli qui sibi nomen imposuit Pium XII.
Te D eu.m laudamus! cantarono sulla immensa
piazza i cori unisoni di mille e mille voci in-
sieme con tutti gli innumeri ascoltatori della
radio-trasmissione.
La prima benedizione a Roma
e al mondo intero.
E la folla immensa protese gli sguardi per
cogliere la bianca figura al primo apparire.
Terminato il canto del Te Dewn, uno squillo
di tromba diede il segnale d'attenti aJJe truppe
schierate. Pochi minuti: e il Papa, distinto tra
tutti nella cornice del portale gigantesco, s'af-
facciò solennemente a rice,·ere gli scroscianti
evviva dei suoi figli, che gli dissero la piena
adesione della mente e del cuore di tutta la
Cristianità alla felice e rapida scelta del Col-
legio Cardinalizio. Sua Santità con voce vi-
brante e gesto largo impartì la prima benedi-
zione propiziatrice sulla Città ornai doppia-
mente sua e sul mondo tutto, auspicio e pegno
di pace.
Poichè di pace fu il primo voto che sgorgò
dal palpito di paternità che Dio accese nel
cuore del nuovo Vicario di Cristo, che nel
nome suo di famiglia, nello stemma gentilizio
e nel motto compendia i più bei simboli
-
di pace: P acelli, la colomba col ramoscello
d'ulivo e il detto di Isaia opus iustitiae pax.
Nel pensiero della pace il santo Predeces-
sore aveva chiuso la sua mirabil vita e col me-
desimo ardente desiderio il nuovo Pio riprese
la rotta
al cenno divino
per 11ovo cammino.
Il primo messaggio di
S. S. Pio XIl.
Lo dichiarò ufficialmente nel primo augu-
sto messaggio che Sua Santità Pio XII pro-
nunciò solennemente, il mattino seguente al-
l'elezione, 3 marzo, nella maestà della Cap-
pella Sistina, dopo aver ricevuto il terzo
omaggio ili tutti gli Em.mi Cardinali che Egli
ricambiò con l'abbraccio rituale. La radio
lo trasmise al mondo intero, che l'accolse come
l'ancora della suprema speranza fra tante tem-
peste e minacce di guerra. Ne riportiamo la
traduzione italiana:
Mentre la più profonda commozione ci invade
l'animo, e ci sentiamo come sgomenti dinanzi alla
tremenda respon.sabilità cui la Divina Provviden-
za, nei moi imperscrutabili disegni, volle chia-
marci, sentiamo il bisogno di far giungere subito
a tutti come il nostro pensiero così la nostra
paterna parola.
An-::itutto, con particolare affetto, porgiamo
il nostro paterno ampi.esso ai dilettissimi signori
Cardinali del Sacro Collegio, dei quali, per
ltmga conmetudine, conosciamo la pietà, la virtù
e le eminenti doti di animo; poi salutiamo con
speciale benevolenza i TIenerabili Nostri Fratelli
nel'Episcopato; nello stesso tempo benediciamo
i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, coloro che
nelle iviissioni lavorano per la diffusione del R egno
di Cristo, o che nelle file del!'Azione Cattolica,
sotto la guida dei Vescovi, collaborano al loro
apostolato gerarchico; infine tulli i nostri figli
spa:rsi ovunque nel mondo, e specialmente coloro
che soffrmw nella povertà e nel dolore. Stt tutti
quanti e su ciascuno sce11da110 copiose e benefiche
le pù't elette grazie del Cielo.
kTa in questo solenue momento, il nostro pen-
siero corre anche a tutti quelli che so110 fuori
della Chiesa, ai quali farà piacere il sapere che
il Papa innalza per essi a Dio Ottimo J\\fassimo
preghiere e voti di ogni bene.
A questo nostro patema messag_[!io, vogliamo
aggiungere 1m augurio ed 1m invito di pace. Di
tpu:lla pace, vogliamo dire, cl1P il nostro Prede-
cessore di pia memoria, con tanta i11sisll'nza con-

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sigliava agli uomini, con sì ardenti preghiere in-
vocava, e per la quale fece a Dio spontanea
offerta d.ella vita. Di quella pace, dono sublime
del Cielo, che è desiderio di tutte le anime ben
fatte, e frutto della carità e della giustt:zia. In-
vitiamo titlti alla pace delle coscienze tranquille,
11.ella amìcizia di Dio; alla pace delle fam(l(lie,
unite e ar111011izzate dal santo amore di Cristo;
alla pace infine fra le Nazioni, attraverso il fra-
terno aiuto scambievole, l'amichevole collabora-
zùme e le cordialì intese, per i superiori interessi
della grande famiglia umana, sotto lo sguardo
e la protezione della Divina Provvidenza.
E in queste ore trepide e difficili, mentre tante
difficoltà sembrano opporsi al raggi1111gimento di
quella pace che è I'aspira....-ione più prof011da dei
cuori, noi leviamo al Signore una speciale pre-
ghiera per tutti coloro cui incombe l'altissimo
onore e il peso gravissimo di guìdare i popoli
nelle vie della prosperità e del progresso.
Ecco, o dilettissimi Signori Cardinali, Pcco
Venerabili Fratelli, ecco amati figli, il pn·movoto
che sgorga dal palpito di patemità che Dfo ci
ha acceso nel cuore. f,; davanti a noi la visione
dei mali immensi che travagliano il mondo e al
cui soccorso Dio benedetto manda Noi, inermi
ma fidenti. Con San Paolo ripetiamo: Capite nosl
Voi fratelfi non vorrete certamente re11dere vano,
ne abbiamo piena fiducia, questo nostro voto.
Dopo la Grazia di Dio, è siti/a vostra buona vo-
lo11là che il nostro animo grandemente confida.
Voglia Cristo Signore, dalla Cui pienezza noi
tutti abbiamo ricevuto, fecondare questo Nostro
voto e stendPrlo, messaggero di sante consolazioni,
su tutta la terra; e dia ad esso virtù la Benedi-
:::ione che, i11 Nome Sito, di hdto cuore impar-
tiamo.
L'incoronazione.
Al paterno messaggio di pace rispose la
gratitudine del mondo intero col trionfo in-
comparabile della incoronazione. La dome-
nica 12 marzo, la Basilica e la Piazza S. Pietro
non bastarono a contenere le centinaia di
migliaia di rappresentanti dei quattrocento
milioni di Cattolici e dei milioni e milioni
di non cattolici intenti alla radio in tutti i
paesi per seguire la solennissima cerimonia.
Anche la via della Conciliazione fu gremita
fino a Castel Sant'Angelo. Cardinali e Ve-
scovi, Sovrani e Principi, Capi di Stato e Di-
plomatici, Missioni speciali di oltre quaranta
Nazioni, convenute col fior fiore delle rappre-
sentanze, diedero al fasto della Corte papale
quell'imponenza unica al mondo che spon-
taneamente richiama solo il fascino del Vi-
cario di Cristo. L'Italia era ufficialmente rap-
presentata dalle LL. AA. RR. i Principi di
Piemonte e dal Ministro degli Esteri Conte
Galeazzo Ciano. Nella tribuna dei Principi
erano anche le LL. AA. RR. il Conte di To-
rino, i Duchi di Bergamo e di Spoleto e la
Principessa Maria col Consorte Principe Luigi
Borbone Parma.
La Messa papale terminò verso le 12,30.
E l'immensa folla, infittita fino all'indescri-
vibile, attese oltre le 13 la cerimonia dell'in-
coronazione. Quando il Papa apparve alla
Loggia delle Benedizioni, fu una acclama-
zione mondiale; poi, un silenzio di chiesa.
Il Cardinale Primo Diacono, Em.mo Caccia
Dominioni, s'appressò al Santo Padre e, re-
citando la formola di rito: «Ricevi la Tìara,
ornata delle tre corone, e sappi che tu sei Pa-
dre dei principi· e dei re, sovrano del mondo in
terra, Vicario del Salvator Nostro Gesù Cri-
sto cui è gloria ed onore nei secoli dei secoli.
Così sia», gli impose il Triregno. Momento
sublime! In tutto lo splendore della suprema
maestà pontificale, Pio Xll, Vicario di Cri-
sto, Principe della pace, levò la mano a be-
nedire... Un segno di croce; poi, da centinaia
di migliaia di cuori, fusi in un palpito solo, l'o-
maggio più universale e più sincero della ve-
nerazione e dell'amore! TI Sommo Pontefice
aperse le braccia in ampio gesto paterno e
la Basilica sembrava protenderle all'infinito coi
bracci massicci del colonnato del Bernini ,
all'amplesso del mondo: del mondo intero.
L'Eletto.
L 'Uomo che per arcano intervento della
Divina Sapienza, è asceso al Supremo Ponti-
ficato, ha già dato molteplici prove di illumi-
nato e fervido zelo apostolico nell'attività
svolta a servizio della Sede Apostolica a Roma
prima, nelle missioni all'estero poi, e sopra
tutto nell'altissimo ufficio di Segretario di
Stato retto con profonda competenza ed al-
tissima comprensione della sua missione, si
da rendersi, durante nove anni, il fedele, in-
stancabile, apprezzato collaboratore di Pio XI
di venerata memoria, in tante imprese gloriose
che si sono succedute per l'affermazione e la
diffusione del Regno di Dio in terra.
Eugenio Pacelli è nato in Roma <lai comm.
Filippo, Decano degli Avvocati Concistoriali,
e dalla N. D. Virginia Graziosi, il 2 marzo
1876, e non è senza significato nelle provvi-
denziali disposizioni la coincidenza della sua
- - nascita con quella della sua elevazione al Su-
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premo Soglio di Pietro, avvenuta, dopo 63
anni esatti di una vita tutta dedicata al servizio
di Dio e della sua Chiesa.
Frequentate privatamente le scuole elemen-
tari, il giovane Eugenio Pacelli passò poi al
ginnasio-liceo << Ennio Quirino Visconti>> dove
consegui con sommo onore la licenza liceale,
entrando quindi, nel 189+, nell'Almo Collegio
Studioso e diplomatico .
Nonostante la sua ripetuta aspirazione di
dedicarsi al ministero sacerdotale per effon-
dere nel contatto diretto con le anime i tesori
della sua, la volontà dei superiori lo avviava
alla vita diplomatica chiamandolo nel febbraio
1901 alla Sacra Congregazione degli Affari
Sua Santità Pio Xfl, appena cleuo. in procinLo di recarsi ad impartire la prima benedizione a Rt1n1a e al mondo.
Ca.pranica per iniziarvi gli studi ecclesiastici
e coltivarvi quella vocazione sacerdotale sboc-
c:ata in lui negli anni della sua giovinezza e
seguita con piena e generosa dedizione ai vo-
leri di Dio. Più tardi egli proseguiva gli studi
presso il Pontificio Seminario dell'Apollinare
potendo così coronare, nel 1899, l'ardente de-
siderio del suo animo col divenire in quell'anno
- - Sacerdote di Cristo.
IOO
Ecclesiastici Straordinari che da quel momento
non abbandonò più, fino alla sua partenza da
Roma.
Anzi, allorchè l'esemplare Sacerdote, che
già aveva conseguito le lauree in T eologia e
in utroque iure, fu nominato professore di Isti-
tuzioni di Diritto Canonico allo stesso Semi-
nario romano, Mons. Pietro Gasparri (futuro
Segretario di Stato e allora Segretario alla

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Il momento solenne deU'locoronaziooe. li Cardinale Caccia Dominioai impone la Tiara suJ capo del Papa.
S. Congregazione degli Affari Ecclesiastici
Straordinari), insistè molto perchè egli rinun-
ziasse alla cattedra, onde dedicarsi tutto al
suo ufficio. Cosi ne fu dapprima Minutante,
poi Sottosegretario e infine Pro-Segretario,
alla partenza di Mons. ScapineUi nominato
Nunzio a Vienna.
Fu inoltre professore di Diplomazia eccle-
siastica alla Pontificia Accademia dei Nobili
Ecclesiastici. Nel giugno del 19n, fece parte
col titolo di Consigliere della Missione, che
il Sommo Pontefice Pio X inviò a L ondra,
per l'incoronazione del Re Giorgio V e che
era presieduta da Monsignor Granito Pigna-
telli di Belmonte, attuale Decano del Sacro
Collegio.
Poco dopo, il medesimo Pontefice Pio X
di santa memoria lo nominava Segretario della
- - In tuua la maeslà Pontificale, Pio xn, appena incoronalo, imparte la sua benedizione al mondo intero.
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S. Congregazione degli Affari Ecclesiastici
Straordinari, e tale ufficio l\\Ionsignor Pacelli
continuava ad rsercitare sotto il Pontificato
di Benedetto XV, che a,·eva avuto modo d i
apprezzare le elette doti del giovane prelato,
allorche egli stesso era alla Segreteria di Stato
come Sostituto. Ncgli anni cosi gravi e diffi-
cili della guerra mondiale, Mons. Pacelli ebbe
modo, così, di mani!'estare ancor più la eleva-
tezza della sua mente eletta, pronta sempre
a cogliere le necessità del momento ed a rea-
lizzare con prudenza e sagacia le sapienti di-
rettive del Santo Padre e del Segretario di
Stato, senza per questo trascurare ne i prefe-
riti studi la collahorazione aù altre attività
particolarmente importanti per la vita della
Chiesa. fai infatti, contemporaneamente a
questi delicatissimi uffici, Mons. Pacelli, spie-
gava, a fianco del Cardinale Pietro Gasparri,
preziosa e competentissima collaborazione nella
monumentale opera della codificazione del
Diritto Canonico, coronata dalla promulga-
zione del Codice avvenuta appunto nel r9l7.
N unzio Apostolico in Bav iera
e nel Reich.
svolgersi dei negoziati per la conclusione di
un Concordato fra la Santa Sede e la Baviera,
il primo del dopoguerra, felicemente condotto
a termine il 29 marzo 1924 ed approvato con
forte maggioranza dalla Dieta bavarese il r 5
gennaio r925.
Essendosi, nel 1920, stabilite regolari rela-
zioni fra la Santa Sede e il Governo del Reich,
Mons. Pacelli fu designato, con comune sod-
disfazione, ad occupare il posto ùi primo
Nunzio a Berlino, accreditato, in tale qualifica,
per tutto il territorio della Gcmtania, eccet-
tuata la Baviera, la quale conservò u.na spe-
ciale Nunziatura, che Mons. Pacelli continuò
anche a reggere fino all'agosto 1925.
Nel nuovo posto di responsabilità e di la-
voro, Mons. Pacelli seppe ben presto susci-
tare le simpatie generali per la sua molteplice
attività, tra cui memorandi atti di ministero
pastorale, che gli facilitarono l'opera sua più
importante, quella di aver condotto a termine
un Concordato anche con la Prussia, fumato
il 14 giugno del 1929 e ratificato il 13 agosto
dello stesso anno dopo uno scambio di lettere
tm il Nunzio e il Presidente Braun relativo
alla questione scolastica.
In piena g-uerra mondiale e quanJo la Santa
Sede non aveva ancora una Rappresentanza
a Berlino, il 21 aprile 1917 il Sommo Pontdìce
Bened,mo XV nominava Monsignor Pacelli
Nunzio Apostolico di l\\1onaco di Baviera. Tale
nomina fu accolta in ogni ambiente con vivo
plauso ed entusiasmo: lo stesso Sommo Pon-
tefice volle consacrare il neo Arcivescovo di
Sardi nella Cappella Sistina. Il sacro rito si
svolse il 13 maggio dello stesso anno, e sette
giorni dopo i l Nunzio lasciava Roma per rag-
g-iungere la sua destinazione, vero posto avan-
zato della Chiesa nell'Impero germanico, ove
un lavoro Ji ben vasta portata e di non meno
notevole difficoltà attendeva il nuovo Nunzio
non tanto per la situazione interna della cat-
tolica Baviera, quanto per gli avvenimenti cli
ponata europea e mondiale che si svolgevano
in quegli anni.
Le ore cosl gravi e le situazioni tanto deli-
cate attraverso le quali Mons. Pacelli ebbe a
svolgere la sua attività di Rappresentante del
Papa - presso la dinastia cattolica dei \\Vìttels-
bach prima, presso la repubblica poi - non
fecero che riconfe1 margli nella estimazione
generale quel prestigio e quella autorità ema-
nanti oltre che dalla sua missione anche J.alla
sua stessa persona e dalle preclare virttt che
ne formano mirabile ornamento, e che hanno
- -- avuto pieno riconoscimento durante tuno lo
102
Cardinale di S. Romana Chiesa
e Segretario di Stato.
I l Sommo Pontefice Pio XI, in riconosci-
mento di tanti meriti, elevava Monsignor Pa-
celli alla dignità cardinalizia nel Concistoro
del 16 novembre 1929, assegnandogli il titolo
Presbiterale dei Santi Giovanni e Paolo. Egli
cosi, necessariamente, lasciava la Germania
dove era rimasto 12 anni e tornava a Roma
ove pochi mesi dopo, vale a dire nel febbraio
1930, avendo il Cardinale Pietro Gasparri ri-
nunciato all'ufficio di Segretario di Stato, il
Sommo Pontefice Pio XI vi chiamava il Car-
dinale Pacelli, il qu.'1.1.e divenne così anche
Prefetto della Sacra Congregazione degli Affari
Ecclesiastici Straordinari e Presidente della
Commissione Cardinalizia amministratrice dei
Dcni della Santa Sede. Nel mese seguente ve-
niva anche nominato Arciprete della Patriarcale
Basilica Vaticana, succedendo al Cardinale
Merry del Val da poco defunto.
Dal 10 febbraio <lei t930 al 10 febbraio del
1939 corrono i nove anni esatti della sua alta,
preziosa, illuminata collaborazione col Pon-
tefice Pio Xl di v. m. in tutte le grandi opere
del suo storico Pontificato, svolta con un la-
voro incessante, assiduo, protratto senza soste
e senza riposi, che ne mise ancor più in risalto
l'altissima preparazione spi1-ituale, culturale e

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diplomatica manifestata in una quantità di
atti, documenti, scritti e discorsi e della quale
è prova manifesta la conclusione dei Concor-
dati con il Baden, l'Austria, iJ Reich Germa-
nico, la Jugoslavia e l'accordo con la Ro-
mania.
Sono inoltre da ricordare le importanti Le-
gazioni in Paesi lontani e vicini, nell'adempiere
le quali Egli seppe far convergere verso la fi-
gura e l'opera del Vicario di Cristo le menti
e i cuori di folle immense, cui, insieme con
la Benedizione del Papa, il Cardinale Pacelli
sapeva portare il dono della sua parola e l'e-
sempio della sua pietà.
Così nell'ottobre 1934 al Congresso Euca-
ristico Internazionale di Buenos Aires, e nella
visita ufficiale che, di ritorno, compiva alla
capitale brasiliana, dopo una breve sosta a
Montevideo; cosl nell'aprile 1935 a L ourdes
ove con atti solennissimi presiedette a! Triduo
di preghiere con le quali si volle chiudere
l'Anno Santo della Redenzione; e poi, nell'ot-
tobre 1936, il viaggio privato compiuto attra-
verso gli Stati Uniti d'America durante il quale
ebbe modo di incontrarsi col Presidente Roo-
sevelt. Ed ancora, nel luglio 1937, il viaggio
a Lisieux e a Parigi per l'inaugurazione della
Basilica di S. Teresa del Bambino Gesù cd
infine quello dello scorso maggio, a Budapest,
per il XXXIV Congresso Eucaristico ] nter-
nazionale il cui ricordo è ancora pr-ofonda-
mente vivo non solo nella capitale magiara
ma anche in quanti ebbero la gioia di poter
seguire le giornate trionfali di quel memorando
Convegno.
(!:>all'Oss. Rom., 4 marzo 1939).
La benedizione alla Famiglia
Salesiana.
Ai piedi di Lui già Cardinale Protettore
della Famiglia Salesìana, insieme ci prostrammo
riverenti nella persona di S. Em. il Card.
Augusto Hlond che tutti ci rappresentava e
che nel primo suo colloquio ha chiesto per
noi le primizie delle benedizioni del nuovo
Pontefice.
Ecco il testo del telegramma inviato la sera
stessa dal nostro Rev.mo Rettor Maggiore:
S. S. PIO XII - Città del Vaticano.
Famiglia Salesiana S. Giovarmi Bosco esul-
tante Vostra esaltazione Cattedra S. Pietro
protesta filiale ubbùlie11za costante piena devo-
zione Vicario Gesù Cristo offre fervorose pre-
ghiere implora patema benedizione.
Sacerdote PIETRO RrcALDONE
Retto, 111aggiore dei Sa/esia11i.
Sua Santità si degnava rispondere col se-
guente telegramma:
Rev.mo PIETRO RICALDONE
Rettore Maggiore dei Saln·iani
SUA SANTITÀ GRADCTO FlLlALE OMAGGIO J•Jm-
VOROSE PREGHIBRE CODESTA FAJ\\HGLJA REL1GJOSA
E PROMESSA OBBEDIENZA COSTANTE PIENA ADE-
SIONE VrcAnro GESÙ CRJSTO lNVlA AUSPICIO
CELESTI GRAZIE SUA PRIMA BEN.EOIZIONE.
lVIONTINI, Sostituto.
Una raccomandazione di
San Giovanni Bosco.
Alla promessa del nostro Rettor lVIaggiore
ciascuno dei Salesiani, delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, allievi ed ex-allievi, Cooperatori
e Cooperatrici corrisponderà certamente con
zelo e devozione, considerando il Sommo
Pontefice come il Padre universale, guida si-
cura e faro di verità infallibile.
S. Giovanni Bosco nel 1878, dopo aver as-
sistito in Roma alla elezione di P apa Leone XllJ
chiudeva uno dei volumetti delle sue Letture
Cattoliche, ove aveva raccontato brevemente
la vita di quel grande Pontefice, con queste
parole che facciamo nostre a distanza di ses-
sant'anni.
« Questi atti ci fanno con ragione riguardare
Leone XIII come una bella aurora foriera di
uno splendido trionfo per la Chiesa Cattolica.
Tocca a noi il facilitarlo. E come? Con la pre-
ghiera, con la docilità alla voce dei nostri
Pastori, e con una condotta veramente cri-
stiana. Mettiamoci all'opera, e ciascuno nella
propria sfera promuova o riconduca nelle fa-
miglie il buon costume e le pratiche religiose;
ciascuno allontani il peccato da sè e dai suoi,
ed il giorno del Signore non tarderà a spun-
tare».
Questo adunque per S. Giovanni Bosco è
il vero modo di amare il Papa: vivere da buoni
cristiani!
--

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IN FAMIGLIA
ITALIA - Torino. - In suffragio dell'a-
nima del compianto Sommo Pontefice
Pio XI.
Fin dalla sera del mesto giorno in cui l'anima
grande dell'immortale Pontefice aveva risposto
alla chiamata divina lasciando nel lutto tutto
il mondo cattolico, il nostro Rettor Maggiore
aveva raccolto tutta la famiglia deUa Casa
Madre, Salesiani ed alunni, nella Basilica di
Maria Ausiliatrice per iniziare quel tributo
di commossi suffragi che le Case salesiane e
gli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice
s'affrettarono ad offri.re in una gara di pietà
filiale da un estremo all'altro del globo.
Pel solenne funerale fu fissato il sabato 18
febbraio.
Gremita la Basilica di i\\Iaria Ausiliatrice
dai Salesiani e dagli alunni della Casa Madre,
dalle rappresentanze di tutti gli Istituti citta-
dini nostri e delle Figlie di Maria Ausiliatrice,
dei Cooperatori e degli ex-allievi, cantò la
Messa di Requiem il Rettor Maggiore e disse
!'elogio funebre il biografo di D on Bosco,
Don Ceria. Pi ù che l'esallazione del gigantesco
Pontefice che in 17 anni di governo della
Chiesa Cattolica ha rinnovato gli splendori
e le glorie dei più grandi pontificati, fu La rie-
vocazione del « Papa di Don Bosco ,1 nei suoi
tanto cari rapporti col Santo e nella paterna
benevolenza prodigata ali'Opera salesiana.
La sacra funzione si chiuse colte cinque as-
soluzioni impartite dal Prefetto Generale Don
Berruti, dal Direttore degli studi Don Zig-
giotti, dal Direttore Generale delle Scuole
Professionali Don Candela, dal Consigliere
del Capitolo Don Serié e dal Rettor Maggiore.
La scuola di canto dell'Oratorio si fuse con
quella dei nostri studenti dell'Istituto Teologico
Internazionale per l'esecuzione della ·Messa
del Magri e di mottetti funebri di vari autori.
Torino. - U solenne "Te D eum" per l'e-
lezione del nuovo Papa Pio XII.
Il lutto per la scomparsa del Santo Paùre
Pio XI ci fu dalla Divina Provvidenza abbre-
viato e confortato colla rapida plebiscitaria
esaltazione ùell'Em.mo Cardinale Segretario
di Stato, e nostro Protettore, Eugenio Pacelli,
alla Cattedra di S. Pietro. La radio ci trasmise
in un baleno la fausta novella inondando i
nostri cuori di gioia ineffabile. Gioia per la
perenne assistenza dello Spirito Santo alla
- - Chiesa Cattolica, cosi sensibile ed evidente;
gioia per la scelta del più degno Successore
di Pio XI; gioia per la sopravvivenza ciel de-
funto Pontefice nel cuore di Pio Xll che ne
raccolse con tanta fedeltà cd affetto l'eredità
spirituale. Il Rettor Maggiore fece disporre
subito la Basilica di Maria Ausiliatrice pel so-
lenne Te Deum e, convocati Salesiani ed alunni,
assistito da Don Berruti e da D. Serié, del
Capitolo Superiore, due ore dopo l'elezione
del nuovo Papa, procedette all'altare per la
funzione di ringraziamento. Esposto il SS.
Sacramento, intonò il Te Dettm e, cantato il
Ta11t11m Ergo, impartì la benedizione eucari-
stica. Fatto il segno di croce, la folla fuse la
sua voce con quella dei cantori in un coro
potente: Oremus pro Pontifice nostro Pio...
Term·nato l'Orem11s e il « Dio sia benedetto »
il signor Don Ricaldone, con vibrante com-
mossa parola, illustrò la figura del nuovo Papa,
riJevanclo i tratti di speciale benevolenza dati
alla Famiglia salesiana specialmente nel periodo
di successione al. compianto Card. Pietro
Gasparri come nostro Protettore, ed invitò
fedeli, Salesiani ed alunni a ringraziare il Si-
gnore della sua elezione cd a pre~argli copia
di grazie per l'alta difficile missione affidatagli
confortandolo con una illimitata devozione
nello spirito e sugli esempi del nostro Santo
fondatore Don Bosco.
Milano: - Fervore catechistico nell'Isti-
tuto Maria Ausiliatrice.
Particolare fervore ha suscitato l'annuncio
del Congresso Catechistico Salesiano, fissato
dal nostro Rettor Maggiore pel 1941, nell'Isti-
tuto Maria Ausiliatriéc che abilita ogni anno
numerose alunne all'insegnamento catechistico,
e che cura l'istruzione religiosa nelle scuole
e nell'oratorio con metodi e criteri molto pra-
tici ed efficaci. Son circa c:nquecento infatti
le oratoriane m;nori che ricevono l'istruzione
catechistica domenicale, r,partite per classe,
in apposite aule, mentre oltrr trecento maggiori
seguono regolannente in Parrocchia le lezioni
cli Dottrina cristiana. Tutte chiudono l'anno
di Oratorio con una gara catechistica alla pre-
senza del Prevosto.
L'opera dell' Istruzione catechistica delle
Suore si estende poi a circa trecento bambini
dai sci ai dodici anni, dell'Oratorio maschile
della Parrocchia, seguiti anche per la prepara-
zione ai Santi Sacramenti, per la partecipa-
zione alle processioni, novene e feste solenni.
ln quest'opera le Suore sono coadiuvate da
una ventina di Signorine, della sezione di
Azione Cattolica, le quali ogni venerdi sera

1.10 Page 10

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ricevono all'Istituto, dalla Suora Assistente
tecnica, istruzioni pratiche per la loro prepa-
razione catechistica.
Le socie effettive e aspiranti di A. C. della
sezione, un'ottantina circa, oltre all'istruzione
catechistica domenicale fatta dalla Suora,
partecipano ad un Corso di Religione, tenuto
dal Prevosto all'Istituto stesso, ogni giovedl
sera e fanno ogni anno la gara catechistica.
In quello testè decorso hanno conquistato il
GagI:ardetto Diocesano.
Nella Scuola Magistrale ha la massima im-
portanza lo studio della Religione. Le alunne
del Corso Superiore e della Scuola di Metodo,
oltre alle ore settimanali prescritte dal pro-
gramml, partecipano, (quest'anno in numero di
quattrocentoquarantotto) al Corso di Magistero
Catechistico, tenuto dal Rev.mo Mons. Gio-
vanni Pecora, nella Scuola stessa. IL Corso si
chiude con la presentazione di una tesi scritta,
c:m esami orali, e con lezione pratica, indispen-
s:1.bili per conseguire il diploma di abihtazione
all'insegnamento religioso nelle Scuole ele-
mentari e m><!d:e inferiori. Fiorente, la « Sotto-
sezione studenti)> costituita dalle migliori
alunne appartenenti alla Parrocchia (una set-
tantina di p;ccole e una cinquantina di alte)
che si propongono un piano di apostolato tra
le compagne, specialmente con lo studio più
diligente della Relig ione, che ogni anno vien
coronato da una gara catechistica sul pro-
gramma di classe.
Alla solenne premiazione presiede ordina-
riamente lo stesso Em'nentissimo Cardinale
Arcivescovo, Ildefonso Schuster.
Quest'anno si volle far coincidere colla festa
di S. Giovanni Bosco.
Alle 15 S. Eminenza apparve nel salone-
teatro, fra le acclamazioni delle alunne della
Scuola, presenti al completo, e prese posto
sul palco circondato da sacerdoti e da distinte
personalità. D opo il canto dcll' Ecce Sacerdos
e l'indirizzo di un'alunna, ascoltò il discorso
di Mons. Giovanni Pecora sul funzionamento
ed il successo della scuola di Magistero Ca-
techistico, poi procedette alla distribuzione
dei diplomi a ciascuna delle novantatre abi-
litate: settantanove della Scu ola del'Istituto
Maria Ausiliatrice e quattorci:ci della Scuola
Areivescovile. 11 diploma autorizza all'inse-
gnamento della Reiigione nelle Scuole ele-
mentari e medie inferiori. Finita la distribu-
zione le Suore eseguirono l'Oremus pro Pouti-
fice ed il ven.mo Pastore rivolse a tutte la sua
dotta e paterna parola di plauso e di incorag-
giamento. Cessati gli applausi, un'alunna abi-
litata ringraziò Sua Eminenza anche a nome
delle fortunate compagne; qu'ndi tutte pas-
sarono in cappella a ricevere la benedizione
eucaristica impartita dalo stesso Cardinale.
l
- 105 Roma. - AJ1arc di S. Giovanni Bosco ne:la BasiJica del Sacro Cuore. 1 bassori lievi.
-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Roma. - Consacrazione dell'altare dedi-
cato a San Giovanni Bosco nella Ba-
silica del Sacro Cuore.
li 28 gennaio u. s., vigilia della festa di San
Francesco di Sales, S. E. Mons. Pascucci,
vescovo titolare di Sion, Segretario del Vi-
cariato, ha consacrato solennemente l'artistico
altare che i Salesiani e i Cooperatori di Roma
hanno voluto dedicare a San Giovanni Bosco
in quella Basilica che è il monumento più elo-
quente della sua devozione al Sacro Cuore
di N. S. Gesù Cristo ed al suo Vicario in terra,
il Romano Pontefice.
La suggesti va funzione inaugw·ò cosi il
ciclo salesiano della festa del Santo Patrono
e della festa del Santo Fondatore.
Pontificò ai primi Vespri S. E . Mons. Rotolo,
salesiano, ausiliare di Velletri, che impartì
pure l'eucaristica benedizione. Per la festa di
S. Francesco di Sales celebrò la Messa detla
Comunione generale S. Em. il sig. Card. An-
gelo Maria Dolci, Yescovo di Palestrina. Dopo
la Messa pei giornalisti celebrata dal P. Ri-
naldi S. J. direttore della Civiltà Cattolica,
pontificò S. E. Mons. Budelacci, ausiliare di
Frascati, che nel pomeriggio fece il pane-
girico di S. F rancesco di Sales.
Chiuse la giornata la benedizione eucaristica
impartita da S. Em. Rev.ma il sig. Card. S:-
bilia. TI 30 gennaio, Conferenza salesiana te-
nuta dal Direttore dell'I stituto Sacro Cuore
Don Colombo.
La festa di San Giovanni Bosco, celebrò
la Messa della Comunione generale S. Em.
Rev.ma il sig. Card. Enrico Gasparri, Vescovo
di Velletri e Prefetto del Supremo Tribunale
<letla Segnatura Apostolica. Pontificò la Messa
solenne S. E. Mons. Filippo Perlo, e la sera,
dopo il panegirico detto da S. E. Mons. Gior-
dani, impartì la benedizione eucaristica l'Em.mo
sig. Card. Carlo Salotti P refetto della Sacra
Congregazione dei Riti.
L'altare del Santo, dominato dalla pala del
Crida raffigurante Don Bosco ed il ven. D o-
menico Savio, incontra l'unanime ammira-
zione. È il secondo della navata di destra
a scendere dall'altare ma~giore. L'architetto
Gucrra-Baldelli lo ha ideato classicamente di
forme e di decoro. Infatti l'opera d'arte è una
pregevole composizione di marmi policromi
am1oniosamcntc e riccamente congiunti fra
loro dalla ditta Arrighini di Pietrasanta.
L'opera e d'ordine composito, non privo
di una magnificenza cinquecentesca. L'incor-
niciatura sulla parete di fondo è ottenuta con
marmi giallo e verde di Siena, che fanno spic-
- care i chiari marmi bianchi e grigi che compon-
- 106
gono le parti principali: la mensa, le colonne
ed il timpano. Le colonne di marmo greco
sono dono di una famiglia patrizia di Roma.
T,a cornice interna, che inquadra la pala
dipinta, è di marmo bianco ed ha forma di
festoni con intercalati medaglioni di marmo
rosso fiorito. La mensa è pure riccamente com-
posta di manni policromi, che compongono
cosl un magnifico paliotto.
L'interesse è particolarmente richiamato dai
bassorilievi, in marmo di Candoglia, disegnati
dal professore Crida di T orino, che vestono
la fronte della mensa e i fianchi e le ali di essa.
Sulla fronte del dado è rappresentato il Santo
accompagnato da don Michele Rua, nell'atto
di offrire a Sua Santità Leone X III il modello
della Basilica da lui eretta: un quadro plastico
dove il numero delle figure nulla toglie aH'u-
nità. Due graziosi angioletti con rose e g igli
inquadrano q uesta scena. Sulle spalle dell'al-
tare altri due rilievi presentano, l'w10 don
Bosco tra i fanciulli, l'altro don Bosco e gli
I mlii della Patagonia chiamati alla fede. Nei
due ,fianchi del dado sono gli stemmi di
Leone X III e di Pio XL
Ricchissimo è il cibo rio, vero gioiello di
pietre dure, d'onice, di lapislazzoli e d i ma-
lachi te.
Velletri, - Il culto di S. Giovanni Bosco
in Cattedrale.
La pietà del venerando Capitolo ha dato
alla festa di San Giovanni Bosco, celebrata
con grande fervore nella Basilica-Cattedrale, il
carattere d'inaugurazione di un culto speciale
al nostro Fondatore, collocando in pubblica
venerazione un devoto quadro del Santo e
decidendo di solennizzarla ogni anno nella
domenica più vicina alla data liturgica. T enne
il t riduo e celebrò la Messa della Comunione
generale S. E. Mons. Salvatore Rotolo, sale-
siano, Ausiliare dell'Em.mo Card. Enrico
Gasparri per la diocesi di Velletri. Validamente
coadiuvato dal Di_rettore diocesano dei Coo-
peratori il Rcv.rno Mons. Onnelli, S. E. ha
avuto la gioia di veder aumentare il numero
dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane,
mentre un bel gnippo di pie signore ha fissato
il 24 d'ogni mese per la giornata del ritiro men-
sile sotto gli auspici della Vergine Ausiliatrice.
:NB. - Direttori, Decurio11i, Cooperatori e Coope-
ratrici ci hamro inviato 111,merose relazioni della festa
a11m1ale di San Giovanni Bosco. l'vfa 11011 abbiamo
spazio per ospitarle. RiseM•iamo quindi la crorraca
solo a quelle che rivestono carattere eccezionale per
i11auiurazio11e di opere o di pratiche di c11lto speciale o
per circosta,ne affatto particolari.

2.2 Page 12

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Pedagogia di Don Bosco in azione
Abbiamo già segnalato ai nostri Cooperatori Don Ceria intitola il capitolo, che è il XXI:
ed alle nostre Cooperalrùi l'opera 1110,mmenlale
pubblicala a celebrare il cinqurmtenario del
Tre biografie, tre documenti.
transito di S. GiO'vaimi Bosco (1). Dtm Cf'ria, Con tre biografie di suoi giovani allievi,
il biografo del Santo, dopo aver condotto a ter-
mine i venti volumi delle Memorie Biografiche,
s'è valso di tanto tesoro per far rivivere la com-
plessa figura di Don Bosco nelle caratteristiche
della sua personalità di sacerdote, di educatore,
di cittadino, di apostolo e di uomo di. Dio: s~ da
darcene, più che il ritratto fedele e completo, la
visione vivente ed attiva nella ?llOlteplicità pro-
digiosa del mo apostolato. È un lavoro di sintesi
Savio, Magone e Besucco, pubblicat;e succes-
sivamente nel 1859, '62 e '64, Don Bosco
compose un trittico di gran pregio, in cui le
tre figure giovanili dell'Oratorio non c'inte-
ressano solo per se stesse, ma aJìche per quello
che rivelano dell'autore. Uno, che raggiunse
l'apice della santità, trovò in Don Bosco l'il-
luminato direttore di spi.rito, atto a guidarlo
nelle sue più alte ascensioni; l'altro, venuto a
lui con precedenti oppost i, fu dalla sua po-
geniale e discreta che corona brillantrmente tutti
gli studi e [p biografie del Santo e tramanda Don
Bosco ai posteri nella sua vera luce naturale e
soprmmaturale col palpito vivo del Sll() gran
cuore d'apostolo. « Ogni capo è invero - come
dice la Premessa - 1111 panorama a sè. La succes-
sione dei panorami sviluppa u11a visione d'insieme,
co11ti1111a e progressiva, ùi cui si muove la figura
tenza educativa trasformato in modello di virtù;
il terzo, già molto avanti nella via del bene,
completò sotto la sua direzione il proprio per-
fezionamento morale. Si noti però che con
tre soggetti cosi differenti egli non adoperò
tre differenti metodi, ma applicò ad ognuno cli
essi, secondo la loro condizione, i principi che
furono i cardini della sua ascetica. Un'ascetica
semplice, senza nulla di nuovo che si stacchi
centrale, presentandosi e ripresentandosi nella dalla pratica ordinaria della vita cristiana;
cangimrte varietà dri suoi atteggiamenti. E tutti
gli atteggia111ettti non sono che i riflessi di
1m'1mica lu.ce, di quella fides quac per carita-
tem ùperarur )> (Gal.,VI, 10).
L'edi-::ione è degna del testo. Capol<Woro tipo-
grafico della S. E. I. è illustrata dal Galizzi di
Bergamo - l'insuperato illustratore del 1Ha1i-
::::011i - con 30 tavole a colori, fuori testo.
Un gioiello d'arte!
Ne offriamo ai Cooperatori alcune pagine che
un'ascetica che, se mai, si distingue in questo,
che dei mezzi offerti dalla Chiesa alla comune
dei fedeli, abitua a fare un uso cosciente e
costante, traendone pienezza di effetti salutari.
Qui potrebbe nascere in taluno il dubbio
che Don Bosco abbia idealizzato i suoi tre
alunni per farne dei tipi. A tale sospetto stanno
di contro le sue esplicite dichiarazioni sulla
verità delle cose narrate; ora alla parola di
un galantuomo, massime poi se è un sauto,
non si suole negar fede. Inoltre quegli scritti
valgono piri. di ogni f'logio a fare appre:::zare il dove,,ano andare per le mani di molti, che
magnifico volume ed invogliano ad qcquistarlo. avrebbero potuto facilmente scoprirvi il falso,
E scegliamo il capitolo p edagogico in cui Don il che imponeva all'autore somma cautela per
Ceda ci presenta tre frulli squisiti del sistema
('ducativo del Santo: il venerabile Dommico
Savio, B esucco Francesco e Magone "J\\!Jichele.
E 1111 trillico meraviglioso!
non incorrere in errori. Del Savio, parlandone
a' suoi giovani nella prefazione, Don Bosco
afferma che il ,< suo tenor di vita fu noloria-
rnmte meraviglioso ». Della biografia di Ma-
gone dice che egli ha raccolto quello che « è
Par di vederli maturare al cielo i tre giova- avvenuto sotto gli occhi di una moltitudine
netti fra le cure spirituali dél Santo, che, in di viventi, che ad ogni momento possono essere
rapide battute, consigliando e dirigwdon.e il fer- interrogati su quanto viene ivi esposto >>. Ri-
vore, dispiega con semplicità patriarcal.e e tatto
d'apostolo la sua ascetica.
(1) Sac. EUGEN"IO CERTA: SAN GIOVANNI BOSCO
NELL/1 VITA E NELLE OPERE. Edizione di gran
lusso, con illustrazioni del pittore Galizzi di Bergamo.
S. E. 1., L. 120.
guardo al Besucco rende conto delle fonti
anteriori, che erano relazioni di autorevoli
persone allora in vita, e per il tempo da lui
passato nell'Oratorio nota che si tratta di « cose
avvenute in presenza di mille testimoni ocu-
- - lari». Che poi Don Bosco mirasse con tali

2.3 Page 13

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pubblicazioni a fare del bene fra la gioventù,
questo entrava nel suo programma generale di
apostolato, cosa non punto incompatibile con
la veracità storica.
Il Ven. Domenico Savio.
Dicono che la prima impressione soglia
essere la vera. Sarà o non sarà sempre cosi:
così fu cenamente nel già narrato primo incon-
tro di Don Bosco con D omenico Savio. Parve
subito al sagace osservatore di scorgere nel
giovanetto dodicenne un'anima tutta secondo lo
spirito del Signore e che la grazia avesse ope-
rato in sl tenera età cose strao1·dinarie; ne egli
s'ingannò, come ben tosto i fatti dimostrarono.
Nei primi giorni dopo il suo ingresso nel-
l'Oratorio il fanciullo udl da Don Bosco in
una predica le tre norme che ei ripeteva a' suoi
giovani, se volevano crescere virtuosi, vivere
contenti e salvarsi; cioè confessarsi spesso,
frequentare la comunione e scegliersi un con-
fessore stabile.
Domenico prese tutta per sè la triplice rac-
comandazione.
Si scelse per confessore Don Bosco, che non
lasc:ò più durante il tempo della sua dimora
nell'Oratorio, dall'autunno del 1854 alla pri-
mavera del r857. Da prima si confessava ogni
quindici giorni, poi ogn i otto, comunicandosi
con la medesima frequenza. Don Bosco, ve-
dendone il gran profitto spirituale, gli consi-
gljò ili comunicarsi tre volte per settimana;
ma al termine del 1_854 gli permise la comu-
nione quotidiana.
Le a.nime ferventi sperimentano da princi-
pio desiderj cosi accessi di purificazione inte-
riore, che vorrebbero confessarsi tulli i giorni,
correndo perico!o tli dare negli scrupoli. Don
Bosco arrestò in tempo Domenico su questa
china, tenondolo all'obbedienza della confes-
sione settiman:.tle.
Gn impuLw prepotente spingeva il giovane
verso le vette della santità; ma egli ne aveva il
concetto come di un'altezza, alla quale fosse
per lui presunzione aspirare. Una domenica
pertanto Don Bosco predicando mostrò essere
volontà di Dio che tutti ci facciamo santi,
tornar facile il riuscirvi e star preparato nel
cielo un gran premio per chi si fa santo. Il
Savio bevette avidamente quelle parole, ri-
manendone da ultimo quasi estasiato. Usci di
chiesa che non sembrava più lui. Non più
gaio come prima fra i compagni, ma concen-
trato e taciturno, faceva temere che soffrisse
di un qualche malessere fisico o di un patema
morale. Don Bosco se n'accorse e, chiamatolo
a sè, gli domandò se patisse qualche male.
- 108
- Anzi, rispose, patisco qualche bene. -
Inconc,cio linguaggio mistico, che esprimeva
l'interno travaglio di uno spirito già affinato
nell'amore di Dio e anelante a ltn grado più alto
di unione con l'oggetto del suo amore. Poi si
t~picgò continuando: - Sento un desiderio e
un bisogno di farmi santo. Mi dica dunque
in che modo debbo cominciare.
D on Bosco ne lodò il proposito, ma lo esortò
a non inqu:etarsi, perchè nelle commozioni
dell'animo non si conosce la volontà del Si-
gnore. Indi gl'impartl una prima lezione di
santità: mantenere una costante e moderata
allegria, perseverare nell'adempimento dei pro-
.pri doveri di p:età e di studio e partecipare
sempre alla ricreazione con i suoi comp-igni.
In seguito ebbe nece3sità di porgergli una
seconda lezione. Avvedutosi che alla gran vo-
glia di farsi santo si univa nel Savio la persua-
sione di non potervi riuscire senza rigide pe-
nitenze e lunghe ore di preghiera, pradche non
conciliabili con la sua condizione, gl'insegnò a
studi:irsi invece di guadagnare a Dio i suoi
compagni. Da quel punto un tal pensiero
segul il giovanetto dovunque si trov~e, sic-
chè nell'ospizio e nell'oratorio festivo divenne
un piccolo apostolo. R icordando più tardi il
suo zelo di apostolato, Don Bosco disse che
Domenico gli tirava più pesci nella rete con
i suoi trastulli che non i predicatori con le loro
prediche.
Tuttavia il caro giovane non sapeva rinun-
ciare a penitenze afflittive del corpo, che per
altro Don Bo!;CO <l'ordinario gli vietava, fìnchè
gl'ingiunse cli non più intraprenderne alcuna
senza sua espressa licenza. Ed ecco una terza
lezione. - La penitenza che il Signore vuo·e
da te, gli disse, è l'ubbidienza. Ubbidisci, e a
te basta. T,e altre penitenze che ti permetto
sono: sopportare pazientemente le ingiurie;
tollerare con rassegnazione il caldo, il freddo,
il vento, la pioggia, la stanchezza e tutti gl'in-
comodi di salute che a Dio piacerà di mandarti.
Ciò che dovresti soffrire per necessità, offrilo
a Dio, e diventa virtù e merito. - A questi
consigli Domenico si piegò docile e tranquillo.
Don Bosco instillava nelle anime giovanili
una divozione filiale verso la Madre di Dio.
Nella prima novena dell'Immacolata, che il
Savio fece nell'Oratorio, ogni sera, la parola
patema del Diretto re infervorava tutti a ono-
rare la Santa Vei:ginc. Erano i giomi in cui
a Roma si preparava la dogmatica definiz1one
di Maria concepita senza peccato. Domenico,
piel\\o di entusiasmo, premise a lla grande so-
lennità una confessione generale ; ma poi nel
dl della festa ruminava l'idea di compiere qual-

2.4 Page 14

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che atto speciale in onore della sua celeste
Madre. Don Bosco, secondando la sua p:età,
gliene insegnò il modo: Savio, conforme al suo
suggerimento, la sera del giorno memorando
entrò tutto solo nella chiesa di S. Francesco,
si portò dinanzi all'altare della Vergine e là
nella penombra silenziosa dell'ora, proferì più
volte, dice Don Bosco, queste precise parole:
{< Maria, vi dono il mio cuore; fate che sia
sempre vostro. Gesù e :Maria, siate voi sempre
i miei amici; ma per pietà fatemi morire piut-
tosto che m'accada la disgrazia di commettere
un sol peccato ». Già nella sua prima comu-
nione aveva scritto fra i suoi proponimenti
l'energico motto: La morte, ma 110,i peccati.
Dopo quelt'8 dicembre la sua condotta morale
apparve cosl edificante e congiunta a tali atti
di virtù, che Don Bosco incominciò a pren-
derne nota per 11011 dimenticare nulla.
Il suo cuore tuttavia non era ancora pago:
egli vagheggiava un omaggio alta Madonna,
che fosse permanente e fecondo di bene. Sorse
cosl in lui e maturò il proposito d'istituire fra
i compagni quella benefica Compagnia dell'Im-
macolata Concezione, di cui egli fu l'angelo
tutelare.
Avvicinandosi il maggio del 1857, che fu
l'ultimo della sua vita, tutto infiammato di
pietà, pregò Don Bosco di dirgli come avrebbe
potuto meglio del solito santificare il mese
mariano. Don Bosco, sempre eguale a se stesso,
gli rispose che lo santificasse adempie!'\\dO con
esattezza i suoi doveri, racconta11do ogni giorno
ai compagni un esempio di Maria e regolan-
dosi in guisa da poter fare quotidianamente
la comunione. Gli raccomandò inoltre di pre-
gare la Madonna, che gli ottenesse da Dio la
sanità e la grazia di farsi santo.
La raccomandazione di chiedere la sanità
era quanto mai opportuna. - A questa perla
di giovanetto, disse allora il medico, tre lime
sorde rodono insensibilmente le forze v itali:
la gracilità della complessione, la precocità
dell'intelligenza e la continua tensione di spi-
rito.
La tensione di spirito gli veniva dall'intensa
applicazione allo studio (frequentava già la
quarta ginnasiale), dalla sollecitudine assidua
in escogitare mezzi per fare del bene ai com-
pagni e dal fervore della preghiera. cc Il suo
spirito, scrive Don Bosco, era così abituato a
-conversare con Dio, che in qualsiasi luogo,
anche in mezzo ai più clamorosi trambusti,
raccoglieva i suoi pensieri e con pii affetti
sollevava il cuore a Dio 1,. Con tutto ciò egli
appariva sempre ilare. Dice infatti il suo santo
biografo: «11 Savio godeva di se medesimo
e traeva i suoi giorni veramente felici ». Cosl
perseverò fino all'ultimo respiro.
Sorrisi di cielo allietarono l'animo dell'an-
gelico giovane con rivelazioni ed estasi, che
Don Bosco descrive e che testimoni degni di
fede confermano. Il medesimo Don Bosco in
un sogno del 1876, smagliante di bellezze spi-
rituali e contenente ben quattro vaticini avve-
rati, vide il suo discepolo nei fulgori della glo-
S. GioYannJ Bosco e Il ven. Domenl.:o Savio.
(Pala del Crida 11ell'altare di Stm Gi111·11.1111i Bosco nella
Basilica del Sacro Cucre in Roma).
ria celeste. A una vita così breve, eppure così
santa, la Chiesa ha rivolto già la sua attenzione,
preparando all'alunno dell'Oratorio anche l'au-
reola della gloria terrena. Il Papa Pio Xl,
emanando il decreto sull'eroicità delle sue
virtù, ne esaltò particolarmente tre: la liliale pu-
rena, la profonda p ietà e lo spirito di apostolato.
Per ogni dove l'affascinante bivgrafia di
Domenico Savio riscalda le anime, cornmo-
vendole ed elevandole. I suoi resti mortali
riposano nella Basilica di Maria Ausiliatrice
non lungi dall'urna del Santo. Se Dio lo vorrà,
come tutto fa sperare, la glorificazione del
figlio verrà fra non molto ad accrescere la
g loria del Padre.
- 109 -

2.5 Page 15

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Michele Magone .
Nell'autunno dell'anno stesso, in cui il Savio
era morto, venne all'Oratorio Michele Magone,
il secondo dei giovani che meritarono di pas-
sare ai posteri per la penna di Don Bosco. Il
Santo l'aveva colto casualmente presso la sta-
zione di Carmagnola, durante una fermata del
treno che lo riconduceva a Torino. Ragazzo
tredicenne, capitanava una rurba di coetanei,
che attorno levavano alti schiamazzi. Don
Bosco lo adocchiò in mezzo a quei folletti, lo
avvicinò, gli parlò, ne moderò il fare petulante.
In un rapido dialogo si formò di lui un'idea
completa. Suo padre era morto, sua madre stava
a servizio ed egli menava una vita da monello.
Dalla franchezza però delle sue espressioni e dal-
l'indole sua intraprendente D. Bosco intul il pe-
ricolo del lasciarlo così nell'abbandono e con-
cepì la speranza che, ben diretto, avrebbe fatto
buona riuscita. In breve fu concertato di ritirarlo
nell'Oratorio, perchè fosse applicato agli studi.
Si trovava qui da pochi giorni, quando a
un'interrogazione di Don Bosco sopra le sue
intenzioni rispose disinvolto: - Se un birbante
potesse diventare abbastanza buono da potersi
fare prete, io mi farei volentieri prete. - E
Don Bosco: - Vedremo che cosa saprà fare
un birbante. Quanto poi al farti prete od altro,
è cosa che dipenderà dal tuo progresso nello
studio, dalla tua condotta morale, e dai segni che
darai di essere chiamato allo stato ecclesiastico.
Secondochè si costumava coi nuovi arrivati,
gli era stato posto a fianco, senza ch'ei se n'ac-
corgesse, un compagno sicuro che gli facesse
da angelo custode e non lo perdesse mai di
vista. Ce ne volle della pazienza per isvezzarlo
da certi discorsi, da certe parolacce, dall'at-
taccar brighe con tutti! Nelle ricreazioni sem-
brava il re del cortile. Il Direttore lo lasciava
fare. La andò così per un mese o poco più.
Quindi a un tratto mutò registro. Non giocava
più; talora si rincattucciava con aria triste e
piangeva. L'ambiente l'aveva soggiogato. Don
Bosco, che ne seguiva gli atteggiamenti, lo
chiamò e: - Come! gli disse. Tu sei quel
generale Magone Michele, capo di tutta la
banda di Carmagnola ? Che generale tu sei I
Non sei più capace di esprimere con parole
quello che ti duole nell'animo! - Dopo un
breve scambic, di domande e risposte: - In-
somma, conchiuse risolutamente Michele, ho
la coscienza imbrogliata.
Tanto bastò: Don Bosco aveva capito tutto.
Gl'insegnò senz'altro a prepararsi per una
buona confessione. Il giovane incoraggiato si
confessò la sera stessa da lui. Da quel punto
- IIO
la grazia, merce la frequenza dei Sacramenti,
ne venne trasformando la natura. Gli costava
frenare l'indole, che per nulla pigliava fuoco;
ma riuscì a dominare talmente se stesso da di-
ventare pacificatore dei compagni. Di mano
in mano che comprendeva la carità fattagli
da Don Bosco, si sentiva traboccare dal cuore
la riconoscenza verso l'insigne benefattore.
Messa tutta l'anima nelle mani di lui, s'infer-
vorava ogni giorno più nella divozione a Maria,
nella frequenza dei Sacramenti, nello zelo di
rendere ad altri il bene che da altri aveva rice-
vuto. Tutto questo, scrive Don Bosco, «pra-
ticava con allegria, con disinvolrura e senza
scrupoli, di modo che era amato e venerato
da tutti; mentre per vivacità e belle maniere
era l'idolo della ricreazione».
Data la sua condotta anteriore, lo assalivano
ricordi e impressioni del passato, che, ecci-
tandone la vivace fantasia, cimentavano il suo
buon volere. Ma la confidenza in Don Bosco
era nell'Oratorio l'ancora di salvezza. - Leggi
e pratica - diss'egli un giorno a Michele,
porgendogli un bigliettino, in cui aveva scritto:
« Cinque ricordi che S. Filippo Neri dava ai
giovani per conservare la virtù della purità:
Fuga delle cattive compagnie; non nutrire
delicatamente il corpo; fuga dell'ozio; fre-
quente orazione; frequenza dei Sacramenti,
specialmente della confessione)>. Era un pic-
colo promemoria d'insegnamenti, che Don
Bosco gli veniva diffusa.mente esponendo se-
condo il bisogno e che Michele nel suo lin-
guaggio chiamava i carabinieri della purità.
Quanto a nutrire delicatamente il corpo, il
giovanetto ne rifuggiva a tal punto, che avrebbe
voluto fare continue penitenze. Così, per
esempio, nel r858 durante la novena dell'Im-
macolata avrebbe voluto privarsi ogni mat-
tina della colazione; ma Don Bosco per ri-
guardo alla sua salute gli assegnò invece una
breve preghiera da recitare tutti i giorni.
La salute di Michele vera.mente sembrava
buona; non era tuttavia pmdenza permettergli
quella sottrazione di alimenti, tanto piL1 che
attendeva con ardore allo studio. Fece in
un anno la prima e la seconda ginnasiale.
Stette dunque bene fino al 19 gennaio 1859,
quando un improvviso e violento malore in
due giorni lo abhattè.
Assistito da Don Bosco, si spense nella piena
consapevolezza del suo stato e con una serenità
di spirito più che umana. I compagni lo pian-
sero amaramente, dicendosi l'uno all'altro:
- Magone è già con Savio in paradiso. - Don
Bosco scrive: « Io non saprei qual nome dare
alla morte di Magone se non dicendola un

2.6 Page 16

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sonno di gioia che porta l'anima dalle pene
della vita alla beata eternità 11. Dalle pagine di
tutta la biografia spira una soave semplicità,
che incanta i giovani lettori, animandoli all'i-
mitazione.
Francesco Besucco.
Francesco Desucco, il terzo forttu1ato che
ebbe Don Bosco banditore delle sue virtù,
possede,·a minor ingegno dei due precedenti,
ma eguale amore allo smdio e pari a:;pir-azione
al sacerdozio. La lettura delle loro biografie,
procuratagli d:11l':1rciprete d1 A rgcntera, suo
paesello nativo o ridosso delle Alpi 1\\farittime,
lo invogliò a venire nel luogo, dov'essi avevano
lasciato tanti e sl luminosi esempi. Cadendo
in qualche difetto, si condannava financo a
dure penitenze, per non demeritare la grazia
di essere accolto nell'Oratorio. Entrò nel sospi-
rnto asilo il 2 agosto 1863.
Era fuori <li ~e dalla consolazione. Contava
tredici anni e cinque mesi. Portava seco un
meschino corred uccio di abiti e biancheria, es-
sendo povero povero; ma racchiudeva in sè te-
sori di bontà e <l'innocenza, acquistati e conser-
,,ati mercè le cure solerti del suo ottimo parroco.
~ella narrazione che abbraccia questa prima
parte della vita di Francesco, i p,trticolari messi
da Don Bosco in riliern documentano quali
fossero sempre le sue idee maestre in ordine
a una completa formazione cristiana dei gio-
vani: pietà e purezza, Sacramenti e divozione
a l\\Iaria, adempimento dei propri doveri e
an•iamento all'apostolato. Nel complesso però
si vede mancare fin qui quell'alone ùi gaia se-
renità che piacc,•a soprammodo al santo edu-
catore. L'Oratorio supplì poi nl difetto; anzi,
D. Bosco stesso nel secondo colloquio con lui,
prospettandogli i1, tre parole il nuovo program-
di vita, gli raccomandò allegria, studio e pietà.
France3Co intese le tre parole alla lettera. Si
abbandonò tosto all'onda di allegria, da cui
\\'cdern trasportati i suoi compagni. )l'èllo studio
a forza applicazione progrcdl talmente che
alla riapertura delle scuole potè essere classifi-
cato nella seconda ginnasiale. Quanto alla
pietà, non a\\'cva gran che da aggiungere; solo
modificò le sue :1bimdini per conformarsi agli
usi dell'Oratorio. Tuttavia il suo fcn•ore ap-
pariva quello <li un'anima privilegiata. Don
Bosco dopo aver scritto che « è un:1 gran ,·en-
rura per chi da giovinetto è ammaestrato nella
preghiera e ci prende gusto», dice di lui che
il suo spirito di preghiera giungeva a tal segno
da farlo esclamare che avrebbe desiderato
poter separare l'anima dal corpo per meglio
gustare che cosa volesse dire amar Dio.
In una cosa sola avevn bisogno di freni),
nell'ardente desiderio di penitenze corporali.
Vi era già abituato; ma nell'Oratorio quella
bramn gli crebbe a dismisura. " Qu:indo l'amor
di Dio, osserva il biografo, prende po:.ses~o
di un cuore, niuna cosa del mondo, nessun
patimento lo affi.:gge, anzi ogni pena della vita
gli riesce cli consolazi<me )). Don Bosco peri>
credette di dovernelo moderare, insegnando
anche a lui la maniera <li far diventare peni-
tenza ciò che si soffre per necessità e consigli:1n-
dogli di mortificarsi con l'èS<!guire umili lavori
nella casa e col render servigi ai compagni.
Nonostante la sua ùocilirà, Francesco si la-
gnava qualche volta che non gli si permettesse
di digiunare ne di procurarsi altre soffercn;,,e:
ma Don Bosco gli and.wa ripetendo: La vera
penitenza non consiste nel fare quello che piace
a noi, ma nel fare quello che piace al Signore
e che serve a promuovere la sua gloria. Sii ubbi-
diente e diligente ne' tuoi doveri, usa molta
bontà e carità verso i tuoi compagni, sopporta
i loro difetti, da' loro buoni avvisi e consigli,
e farai cosa che al Signore piacerà più d'ogn
altro sacrificio. - È evidente che il pron ido
educ-atore mirava a ottenere che i suoi edu-
candi fossero infonmti ad ab:ti morali siifatti
da potersi conservare poi nel corso della vita.
Tutto andava a gonfie vele; ma ecco che nel
cuore dell'inverno un freddo notturno causa-
togli da una sua imprudenza, gli fu fata le.
Otto giorni di malattia spezzarono quella forte
fibra di alpigiano, troncando brnscamente un'e-
sistenza così ricca <l1 belle promesse. Francesco
spirò fra le braccia di Don .Bo:,co, rammari-
candosi di una cosa sola, Ji non aver amato
Dio come si meritava. E chi mai su questa
terra può amare Dio come si merita?
F u un'apparizione la sua nell'Oratorio, es-
sendovi egli vissuto appena sei mesi; ma lasciò
dietro di una lunga scia luminosa, che Don
Bosco fi;,sò come in unJ pellicola vivente nella
ter7..a delle sue biografie g,o\\"anili.
Fra i circa sellecento giovani dell'Oratorio
questi tre, e non questi soli, erano il fior fiore.
I sogni però e le parlate di Don Bosco ci svelano
la presenza anche di altri assai <lissomigliant1.
Ora il mirabile sta qui, che la maggioranza dei
buoni si trascinava dietro i pusillan:mi. gl'in-
CàUti e i trasandati, riducendo all'isolamento i
refrnttnri, i quali così venivano scoperti, me.ni
nell'impossibilità di nuocere e richiamati ad
meliorcm frugem o allontanati. La padronanza
che Don Bosco aveva dei cuori comunicava
alla sua parola un'efficacia tale sull'amh:ente,
che l'equilibrio non vi vcni\\'ll mai scosso nè
fortemente nè a lungo. (Pagg. 179-186).
- I Il

2.7 Page 17

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DALLE NOSTRE MISSIONJ
Te:J:pur. - L a ~taziooe missionaria..
--~~~-
.A$ISI
INDIA
L'Ispettoria salesiana "S. G. Bosco"
nell'India settentrionale.
Amatissimo Padre,
al chiudersi dell'anno cinquantesimo dal
glorioso transito del nostro santo Fondatore,
ricorre più che mai alla nostra mente la profe-
tica visione eh<, egli ebbe sul tramonto della
sua vita nella città di Barcellona. La stessa
misteriosa Signora apparsagli nel primo sogno
gli riapparve la notte dal 9 al 10 aprile del r886,
alla testa <li un immenso gregge additandogli
nuove terre e nuovi cieli. Don Bosco vide
montagne, mari, colline, città; vide un gran
numero di fanciulli che gli correvano incontro
gridando: - Ti abbiamo a':lpcttato tru-ito...
or.i non ci sfuggirai più! - Si senti quindi in-
vitato a guardare da un'altra parte, mentre la
Pastorella diceva ai fanciulli: <( Voi, giovani,
leggete quel che vi vedete scritto>) e i giovarti:
- Io leggo Valparaiso... io leggo Santiago...
Centro dell'Africa... Pechino... Hongkong...
Calcutta... -
D. Bosco non potè vedere il compimento di
questo «sogno». Ma oggi noi siamo testimoni
della mirabile visione che sotto i nostri stessi
occhi si ya trasformando in consolante realtà:
Missioni e Case Salesiane omai scaglionate lungo
tutto il percorso visto <lai Santo formano come
una scia luminosa che fascia il mondo intero.
-
CALCUTTA. - et Là Calcutta... » aveva gri-
dato un fanciullo nella visione. Ed oggi Cal-
cutta è diventata il centro dcll'lspcttoria Sale-
siana dell'Ind ia Settentrionale che dalle porte
di Delhi si slende sino nel cuore della Birmania:
l'fspettoria « San Giovanni Bosco >>. Conta
circa 200 Salesiani che in r8 Stazioni Missio-
narie cd in 10 Istituti svolgono la loro attività
e fanno un bene immenso alla gioventù po-
vera ed abbandonata colla rendenzione d'in-
numerevoli anime. 1l grido del Padre Da mi/ii
auimas co:tera tolte! è stato accolto con trasporto
dai figli i quali, superando ostacoli e difficoltà
di ogni genere, si prodigano ovunque c'è un'a-
nima da salvare.
Sono appena r7 anni che i Salesiani hanno
messo piede in questa lontana missione del-
l'Assam. Ma dall'Epifania del 1922 ad oggi
quanto cammino si è fatto! Il piccolo granello
cli senapa è diventato un albero gigante i cui
rami dalle colline Khasi dell'Assam si stendono
per tutto l'Impero Indiano in una popolazione
di circa cento mila Cattolici e 15 milioni d'infe-
deli. E, grazie a Dio, continuiamo ad avanzare.
Mentre scrivo, il primo manipolo di Sale-
siani, capitanato da Don Alcssi, salpa da Cal-
cutta per spingersi sino a Mandalay, nel cuore
della Birmania per assumere la direzione di un
grande Orfanotrofio con annessa Parrocchia
e Scuole Industriali. Sarà un altro punto di
partenza e il principio dell'Opera Salesiana in
Birmania.

2.8 Page 18

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Gli Oratori Festivi nell'Assam furono e sono vennero trasferiti sulle colline salubri e ri-
ancor oggi una 1.lelle principali fonti di conver- denti di Sonada ai piedi ùcll'lmalaya. li
sioni e di simpatia da pane elci pagani. Per- giorno dell'Immacolata, 12 nov;zi emisero i
sino i protestanti, ch'erano in principio cosl loro voti religiosi e altri 12 incominciarono i!
ostili al Cattolicesimo e così pronti a lunghe loro oviziato. Così nuovi anelli si aggiungono
ed inutili discussioni, s i dovettero arrendere alla mistica catena che assicura l'avvenire delle
dinanzi ai nostri giovani missionari che invece Missioni Salesiane in India. Ogni anno uM
di discutere si mettono a giocare coi loro figli, nuova orulata di o;;sigeno salesiano rinfresca
e raccontano loro tante belle cose e suscitano e rinnova le nostre file e ci rallegra con lo spet-
tante salutari impressioni. Oggi è una fitta rete tacolo di queste b:ilde schiere cli giovinezz:i,
di scuole superiori ed inferiori, di oratori festivi, piene di santo entusiasmo e di apostolico ardore.
di istituti agrjcoli ed industriali che collega
fra loro le varie stazioni missionarie e forma il
NOVELLI LEV/1'/. - l\\fentre a Sonada
vanto e la gloria della nostra [spenoria. Le 12 novizi emettevano la loro professione reli-
nuove i:tenerazioni crescono cosl in un'atmo- giosa, a Shillong si tenevano le Ordinazioni
sfera tli bontà e di pietà che far.i fiorire domani Sacerdotali coronate ti.alla Processi()ne Euca-
la vita cristiana in tutta la sua purez,r,a ed in- ristica che , ,ucst'anno riuscl ancor più solenne
tcwità.
e maestosa. Compì le sacre funzioni S. E.
Rev.ma M ons. Perier, arcivescovo di Calcutta,
1·ocAZIONI. - Un altro motivo cli con- giunto la vigilia, fra le feste del popolo osan-
forto e di grande speranza è il crescere delle na1lte. Egli conferl la sacra Tonsura a 17 can-
vocazioni indigene. li primo sacerdote kbasi è didati, gli Ordini l\\Iinori ad altrettanti chierici,
già sul campo del lavoro e sarà presto seguito il Suddiaconato a 10 m;noristi ecl il Presbite-
da altri numerosi di diverse nazioni che pre- rato ad 8 diaconi. I ei due giorni delle Sacre
sentemente compiono i loro stutli nel Semi- Ordinazioni il Santuario del Sncro Cuore fu
nario .:\\laggiore di Shillong- e nei piccoli Se- sempre gremito di fedeli che mostravano in
minari e Studentati di Sonada, Gauhati, tutti i modi la loro gioia di riavere i chierici
Krishn'.lgar... In questi Studentati Salesiani in mezzo a loro. L'ultimo giorno volle inter-
è bello vedere come lo spirito <li Don Bosco venire anche il Re del piccolo stato Khasi di
tutti affratella in Cristo! Accanto ai chie- ì\\lylliem con tutto il suo seguito ili ministri e
rici di ben sei nazioni europee, ci sono i seguì la lunga cerimonia con vivo interesse...
Bengalesi, gli Assamcsi, i \\lun<la, gli Oraon Dopo rOrdinazione il popolo khasi festeggiò
i Khasi, i Tmnil, i Lepcha, fosi in un cuor solo i novelli saccrc!.òti nel grande piazzale pro1>pi-
per la glori,1 di Dio ed il bene delle anime. cicnte il Sanntario. Tutti passarono a baci.tre
Il successo é tanto pm notevole se si pensa le mani corn;acrate ed a ricevere l:1 loro prima
alle gravi prove che la nostra Ispcttoria ha do- benedizione mentre le note music-.:ili e i frago-
....-uto superare ndla sua marcia di e$pànsione rosi petardi riempivano l'aria di straordinaria
e di conquista.
La più grave e disa-
strosa fu certamente la
prova del fuoco del
Vcnerdl Santo r936
quando l'incendio ridu'l.:le
ad un mucchio di rovine
La Cattedrale, l'Episcopio
e gli Studentati Filosofico
e Teologico di Shillong.
Ebbene, passata la bufera
devastatrice, l'albero s'é
rial1.:ito più forte e più
diritto di prima. Un nuo-
vo Studentato Teologico
sta sorgendo maestoso al-
l'ombra del Santuario elci
Sacro Cuore a Mawlai,
mentre il Novizi:1to e
lo Studentato Filosofico
Assam. - Un gruppo di indl11mi aspiranll alla Soclcti Sale«iana.
IIJ
-

2.9 Page 19

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fc$tività. Molte mamme avevano gli occhi pieni
di lacrime mentre si chinavano a baciare la
mano dei giovani sacerdoti...
La Processione Eucaristica a chiusura del-
l'annuale Congresso cattolico khasi riusci una
vera apoteosi e fu un grande trionfo per la
nostra santa Religione. Da tutti i villaggi vicini
e lontani i fedeli si riversarono nella simpatica
cittadina che forma come il centro di un su-
perbo e grandioso anfiteatro di colline e mon-
tagne. Fra il garrire d' innumcrevoli bandiere,
il profumo degli incensi e di un'infinità di fiori,
il canto degli inni rcli1riosi, Gc,;ù Eucaristico
pas.-.ò benedicente e trionfante. Al ritorno,
l'immensa folla si schierò ai piccli del monu-
mentale Calvario e della Cripta della erigenda
Cattedrale. Sce,;c la notte cd una vera fanta5ma-
goria di luci trasformò il vnsto piazzale in un
salone incantato. Era una festa per gli occhi,
meglio una festa per il cuore I Acl uno squillo
di tromba tutti s'inginocchiarono e Gesù be-
nedi~~e ancora una Yolta il suo popolo fedele...
FERVORE Dl OPERE. - Anche nel resto
dcli' lspettoria c'è tutto un fervore di opere e
un ~ral\\\\.le entusiasmo. Sono rit<>mati da T o-
rino e Roma S. E. Mons. F errando, vescovo
dell',\\ss:un, e :\\ton-;. Vincenzo Scuderi, .\\m-
ministratore Apostolico del Krishnagar e nostro
Ispettore. Grazie al loro zelo il nuovo anno
segnerà certamente dei grandi passi innanzi
e vedrà il compimento di molte sante imprese.
);ella sola missione dell'Assam, oltre la Catte-
drale di Shillong, sono in costruzione tre belle
chiese a Dibrugarh, Cherrapunji, Tezpur... È
pronta altresl la residenza missionaria di Bar-
pelta che faciliterà di molto la com·crsione
delle tribù Boro. Nel K.rishnagar, sempre tanto
tormentato dalle inondazioni, sono in via di
compimento la Mtssione di Khulna, la Scuola
dcli' [mmacolata, la Casa centrale delle Suore
indigene. A Calcutta la grande Scuola Indu-
striale D. Bosco) è appcn:i incominciata.
A :\\l:md'.llay , primi Salesiani inaugurarono
l'opera il 31 gennaio, festa di S. Giovanni Bosco.
Don 8 o$co è con noi I Egli ci assiste dal Ciclo
e ci sprona alla conquista delle anime, alla sal-
vezza d'un mng~ior numero di giovani poveri
cd abbandonati.
Ci beneJica, amato Padre, perchè la dolce
armonia arrivi a tutte le anime e le guadagni
al Signore.
Te::pur (Assam}, gennaio 1939.
Suo atf.mo figlio in C. C.
Sac. Lv1c1 RAVAL.JCO
-
114
Missionario Salesiano.
-
GIAPPONE
Care notizie.
Amatissimo e rev.mo si'g. Do11 Ricafrlone,
anzitutto una buona notizia che rallegrerà
lei, i Salesiani e tutti i n ostri Cooperatori.
DON BOSCO IN COREA. - Altra volta
le avevo scritto del nostro primo passaggio
in Corea, in occasione dei concerti musi-
cali cli propaganda. Fin d'allora ave,·amo po-
tuto constatare che il nome e la devozione a
San Giovanni Bosco si estendevano m<-ra, i-
gliosamente. Sul Bollettino dioce5ano, a pun-
tate, uscirn già la biografia del Santo e ,•ari
buoni coreani facevano domanda di venire
a provare la nostra vita. Ora, mentre ottimi
aspiranLi si stanno preparando nel nostro se-
minario di Miyazaki, riceviamo l'annunzio
che un bravo parroco coreano, :\\L R. D. Lye,
ha dedicato una bella chie;;:1 a S. Giovanni
Bosco, nel villaggio di Eit6ho, pochi anni fa
ancora distanziato dalla capitale Seoul, oggi
invece incorporato come sobbor~o della mc-
de;imn. Avev,l iniziato il suo miniit.!ro con
un-i primitiva cristianità di circa 300 fetleli.
Il suo zelo ha portato il piccolo nucleo ope-
raio a 1790. Nella nece~sità d i ampliare la pic-
cola chiesa, costruita nel dicembre del 1936,
la dedicò a Don Bosco tt il celebre Santo apo-
stolo moderno• come egli lo chiam'.l.
Caratteristiche sono le ragioni per cui il
parroco e i suoi cari cristiani vollero loro pa-
trono speciale Don llosco. Primo, perchè i
cristiani sono poveri e Don Bosco, che fu C".tm-
pionc di povertà, li potrà protcgj!cre con mag-
gior cognizione di causa. Secondo, perchè in
questa cristianità fioriscono le associazioni gio-
vani! i. D. Bosco, cosi am.anLc della gioventù
non potrà non accogliere con gioia il patronato
di anime tanto a lui care. Le associazioni gio-
vanili per fanciulli e fanciulle contano 100
iscritti; quelli per giovanotti e raga7,zc 93:
un bel nucleo che viene ndùestrandosi alle
più belle manifestazioni di azione cattolica
nello spirito di D. Bosco secondo le direttive
del Papa.
Questi bravi Coreani hanno letto bene nello
spirito di D. Bosco, tutto amore alla povertà
ed alla gioventù. E si infervorano mirahilmente
ai piedi della sua statua benedetta il 9 giugno
1938, proprio in occasione delle nostre feste
cinquantenarie da 8. E. 1\\lons. Larribeau delle
Missioni estere cli Parigi, Vescovo di Seoul e
grande amico dei Salesiani.

2.10 Page 20

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,wam. • Una nuuvu assuciazlonc dl Azione Cauollca femmlnile.
Il Signore benedica lo zehmte parroco ed
i suoi coadiutori, che animati da vero spirito
salesiano nell'organizzazione dell'Oratorio, dei
Circoli giovanili e nell'insegnamento catechi-
stico, gettano le basi di quella vita che formerà
dei veri cristiani che faranno onore alla Chiesa
ed alla Patria.
~ l\\.la quando stabiliranno i Salesiani in
Corea? ~ lei rni domanderà. Vi siamo molto
attesi; ad un suo cenno vi andremo volentieri,
sicuri che D. Bosco, il quale sta aprendoci
la strada, aiuterà a fare per la gioventù dei
buoni Coreani quanto facciamo in altre parti
del mondo.
FRUTTI DI C.lRITÀ. - Ora, notizie
di casa.
Il giorno della festa del nostro Santo Padre
Don Bosco abbiamo f~teggiato la preannun-
ciata professione delle prime novizie della
nuova Congregazione indigena femminile delle
Suore giapponesi della carità •· Abbiamo
scelto quel giorno per evidenti ragioni: Sale-
siano l'ideatore e formatore Don Cavoli;
affidato ai Salesiani il luogo d'origine della
nuova Congregazione e salesiano lo spirito
informatore del lavoro di apostolato posto a
base della medesima. La solenne fun:i.ione,
pre~enziata dai Missionari della Prefettura
Apostolica, dai ricoverati della casa, da rap-
prescnt.anze delle Figlie di l\\'Iaria Ausiliatrice,
del Seminario, dei cristiani e delle autorità
civili locali, si svolse fra la commozione gene-
rale e si concluse con la benedizione impar-
tita dal nostro D. Cccchetti ad wrn magnifica
statua del S. Cuore di Gesù, che dall'alto della
facciata allarga in atto maestoso le bracda in-
vitando le anime a sè. Gesù benedica la nuovo
Congregazione per un intenso apo-,tolato ! Lei
sa come è nau.
Xel 1929 si era iniziata a l\\Iiya:r.aki una
discreta attività in seno al Circolo femminile
delle Figlie di ~[aria per mezzo di visite ai
poveri. Presto il lavoro si consolidò sotto fonna
di Conferenza di S. Vincenzo, che poi rego-
larmente aggregata al centro deUe Conferenze
femmrnili m Bologna ( 1932) ebbe modo di
affermarsi e di ampliare la sua benefica in-
fluenza.
Kcl 1933, inaugurato l'Ospizio di l\\liyaz.aki,
varie di queste consorelle fecero domanda di
offrirsi al servizio di Dio, dedicandosi a que-
st'opera, conducendo vita comune e conrinuan-
do le visite a domicilio ai pOv\\:ri. Era naturale
che associassero a questo ideale quello dello
stato religioso. La constatazione dell'incom-
parabile valore apologetico e propagandistico
che hanno le opere di carità in missione, e In
presenza di un numero discreto di anime de-
siderose di consacrar:si a Dio e di propa~are
la fede mediante le opere della carità (scopo
- - speciale della Congregazione) i,pinse a doman-
115

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Corea - Eì16ho. - Ch!ua dedicata a San Giovanni Bosco.
dare alla santa Congregazione di Propaganda
Fide il permesso per la fondazione. Octenutolo
nel giugno 1937, ed espletato quanto è di do-
,ere per la formazione delle religiose, vennero
coronati gli sforzi di quanti avevano lavorato
per giungere al risultato che riempie il cuore
di lutti di immensa gioia e di g randi speranze
per l'awenire. Lo stesso S. Padre Pio Xl in
,·arie circostanze e nel Congresso delle Con-
ferenze tenuto in Roma neU'aprile del 1938 e
nell'udienza accordata al sottoscritto nell'a-
gosto dello stesso anno si era dimostrato assai
:.oùùisfatto e consolato di questo avvenimento,
che fa pre\\'c<lere l'utilità che render11 alla Chiesa
lo sviluppo cli questo speciale apostolato sorto
dalle Conferenze di S. Vincenzo. lo domando
p regh;ere, preghiere, preghiere, per que~ta
nascente Istituzione.
Gi:,ppone. • Lo prime due suo~ indl"enc della nuova
-
" Consreg:ufanc delle Suore di Carità ·•.
- 116
SCUOLA DI PERFEZIONAMENTO.
li Signore continua a consolarci in altre ma-
nifestazioni di carità. A Beppu l'istituzione
delle giovani, che già si prodigano con vero
zpirito di carità sacrificata nel tubercolosario
canolico, oltre ad un più nutrito lavoro t.li
propaganda per la buona stampa, ha iniziato
a favore dell'educazione femmini le una nuov11
attività, che proùurrà certo fra l'elemento pa-
gano ottimi frutti. Si tratta di una specie di
scuola di pujl'::.iu11a111ento, allo scopo di fonnare
alle fanciulle sempre più perfetto lo spirito
giapponese della vita di famiglia e di società
perchè sappiano vivere la vita come individuo,
come membro della famiglia e cletla socictì1
nello spirito cristiano. L 'insegnamento dellt.:
materie proprie della vita di famiglia giappo-
nese (cucina giapponese ed europea, cucito,
ricamo, declamazione, scrittura, pittura, tin-

3.2 Page 22

▲back to top
toria ecc.) si prestano assai allo scopo. La
piena ed incondizionata adesione data dalle
aut0ri1à civili e scolastiche, il consenso delle
famiglie, la prestazione gratuita degli inse-
gnanti <lànno a sperare che anche questa ini-
ziativa, sorta proprio in questi momenti in
cui il Giappone chiama a raccolta tutte le forze
spirituali dei cittaJini, perchè non venga me-
nomato dal male il suo spirito e.li amor di patria,
darà ottimi risultati di bene.
Le feste dei nostri Ss. Patroni, celebrati
ovunque fra noi con spirito di carità, ci oltcn-
gano di v;verc dawero in carità di pensiero,
parole ed opere con tutte queste anime giap-
ponesi. 0:1, che la mobilitazione spiritunlc,
che essi invocano da tutti gli elementi dell' Im-
pero, sfoci finalmente nel \\!ero suo centro:
Gesù.
Ci benedica tutti e preghi e faccia pregare
per noi.
Miya-:alii, 3 febbraio 1939.
Suo aff.mo in J. C.
Mons. V rNCF:NZO CrM.ATII
Prefttto Apostolico.
TESORO SPIRITUALE
Cooperatori che, ro1,fess<1ti e co1m111irflli, , 1s1-
tano una chi<>sa o pubblica cappella (i ll<.·li'-iosi e
le Religiose, la loro cappella pri\\'ma) e quh·i pre-
11.ano secondo l'intenzione del Sommo Pont<-fice
possono acquistare:
1.'JNDULGF.NZA PLE ARIA
1) :-:e1 giorno in cui d.lnno il nome all'Unione dei
Coopera/l!ri.
2) Nd giorno in cui per la prima volta s-i con-.a-
crnno ul Sacro Cuore di G.:sù.
3) Tutu- le volte che per otto ~iorni continui at-
tendono agli i-:.~ercizi spirituali.
4) /11 pwllo di morte se, confessati e comunicati,
o almeno contriti, invocheranno divotnmente 11
Sun tis~imo Nt>mc di Gesù, colla hoccu, se po-
tranno, ud almeno col cuore.
0CNI M~'SE:
t ) In un giorno del mese a loro scelta.
2) li A"Ìorno in cui fanno l'Estrri'::io d1 81lOllfl iW-orre.
3) Il giorno in cui partecipano alla C,mfere11z<1
111e11.rile snlesia11n.
Na Mii>,!! 01 ArR1l.8 -"'-Clii,:
1) 11 giorno 2: Domemca ddle Palme.
2) Il giorno 9: Pasqua di Risurrezione.
- Corea • Eh6ho. I ean1ori auorno al Ve..covo eJ al Parroco dop0 I" bcaedl:tlonc della c hiesa
dedica1n a San Giovanni Bosco.
II]
-

3.3 Page 23

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LEBBROSA PEI LEBBROSI
L'S aprile rictJrre il primo a,miverrar10 ddla morte
rdijir<mte tli Suor Alodt·s/11 Rarnsso, Fil(lla di .\\/aria
A11siliatrice, sp1rrita appunto 1111 011110 fa iu Colombia
111'1 giorno sacro ai dolori di Mtiria SS. dof)Q m•rr
t·issuto q11aront'am1i fra il dolore e nel dolore, ro11
1111 ,roiswo d, tflrità da torrnu il s11M,111e.
Ventunemre flpptma rrtr partita dall'Italia ro11 /(I
prima spedizin11r di Figlir di .11ari" Jlmiliatrire per
la Colombia, g11id,,ta dfll !fTtllulc ap,m<1fo dei lel,l,ruii
il sar. salesimrn Don E.'t•Mio Rabar:lwti: e, duptJ 1111
11111/fo e diffirolrn.ro rimo:10, ,I 7 febbrmo 1898 era ,:111111<1
ro11 lr rom/Htf:111' al La-:::zarrtto di Crmtrt1taci611, rl,e
]11 /1er q111,rn11t'am1i ro11ser·11tit•i, il rampo dr/ mo
frromlissimo apos1ola10, !'t1/tare drlln ma co11ti1111a
im111olu:io11r
Prodig<111dus1 tu/la pei prn:eri lebbrus,, ne dn•iu
1111 giorno gli stessi dolori.
Uisogrra rirnrdare a rlu cosa s, rllfrtresse q11a-
ra11t'm111i f11 quel Ld1brt1,orin, formatn dt fxn•l'rt' Cli·
pam1< dal /l'Ilo dì pcwlia, priro dì Irti/o e riborrante
di miserie d'ogni gmert', Pt·r t'llh#tlfe /'eroismn ,Id/e
prime Figlie di .!Moria 1Jrtsiliatrice, che si auiml'ro
o quella 111issio11e di rarità. E no11 1/ime,,Jietm• riti'
qrt(lri subito, dal '99 al I <)03, jr, sorpreso da qrwllr~
lrrni:lri a11111 dt l(r~rra rinlr, ,l11ra11tr i qual, il l.,az.
::ar~lto si trflt•IJ fogliato fuori da Bogotà, e per-
rit) se11::a alturr soccorsn, in u110 stato di ab/l(u,t/urro
< di miseria ~•eramente trn!(ico. fo.'011 sr poss:0110 lt'ggere
srnza [a!(rimr lt crorracht di quel dolornso p,rifl<lo:
pi'r due a1111i e mezzo 11n11 s, t1idl' pam:: rame, be11 d,
rado; leg11111i e 11crd1trn i11 mimro lillu'/atissimn; e f(l-
lura si gi111•se a 11011 arcr proprio 11111/a irr casa, La
-
Su or Modl"Sta Ravuso.
- u8
fidurio 11elio Protrr·idm:a ddle povere SJ1ore, a11r:n•
sciate più per gli stmti dei miseri infermi che per le loro
sl<'stt prolw,gatr suflrren::e,/11 mrss:a a be11 dura prot•a.
N,·I pirrolo drttppello di generose che si spogliarono
di 111110 per gi1111gerr a11eom 11ell'estre111n pot·ertà a
sottrnrre q11nlrlte ,,ilfima n/1,; Jnme, err, S11or .ft.fo.
desta, st'mpre /)TIJll/tt a so11r11trr, a i11t1>r11~iare, n
rirorrrre a lultt' h- fodrutrie ,. a l11/le le fatirhr possibili
per trot•ure mun·i espedie11ti... Ln si ~•edrt·t1, alla tc1ta
delle /tmrw/le lt'bbrosc, correre, quasi i11 a,,uma pas-
Stgf!ioto, su per i jia11chi delle circos/a11ti molllfll[11e
i11 cerca di fmtti sel,·ntici, di erbe, di qualsiasi pia11/a
chl' po/esse oflrirt rm po' di t1l1111mtn, o ,(lrciarr lt
•ft,rt' •, specie dr .11ross-, top,, d1t' ne/In carestia ermro
w111 riu1rsn 11011 dispr1,_::::::ol,il,•...
S,•111f>rl', come lt' Sorelll', Streua e sorritlr11te, sollt-
,,,,.,w r,f(I dr te11er t11/l'jfre le Jxn·ere it,ftmll', p,·rrhè st11tisuro
l'aspr=o di tante prit·n::io11i, e di p11i il co11forto
della fiamma t•ivifiratrice ,idl'nmore!...
u,- Pmfati q11egli m1J1i tarribili, ,d,·w,e dellt• Suore dn-
t-r/Uro f!SSere rombiate, t pitì tardi. per 111mo, lo
rebb,•ro state nnrlte le altre, d,è 111/te rrart ridottt
in rn111/i:::io11i piet11st.•Va allora, errn s,:nrl[are dt1l-
/'n11i1110 di Sr. J\\fodestn wrr, prt-ghiern, q11nfo so//01110
llllfl 11011 COl/111111' ispirn::io11e di61111 pott't'O Sll![gt!-
riu: OJr! poter dn:emrt' essa p11r<' lehbrom per ri-
111m1ert pv sempre tra q11ei eari i,,j,•r,11i; ""' co11sen·arc
sa/ui i piedi per rCJ.ll(ersi, e i11ta11elc 111011i per co11tir111are
a11rora 11el lm.'oro e sano il t•iso per 111111 dl'starr ri-
brezzo ai suoi assistiti... •.
li Signore 11rad) la mb/ime o_f/trlll: 11e/l'ott/Jhre
dl'I 11)<>6 Sr. J11odt!sta fu dfrltiarata lrbbrosa. Bnrd,ì
chiesto ron spo11tn11ea. generosìtrl, l'olormwo 11011 /11
111e110 sensibi/11 al rttore del!'eroutr suora, la q11ale, t1llt1
dirltiarazio11e dtlla lt!rribile malattia, C<ultlr s,•0111111
dal dolore. Non rimpianse p,·rò lt1 ntn offrrtn, nm:1 la
'l1t111ovò ogni giomo, e la ripeti! rnn pili ftrt•ido 1lt,11rio
d'immola:::iont! nei momtmti i11 rru più fortr111e11te l'as•
snliva la nostalgia d~/111 p111ri11 lontmw, dd s11oi rari,
dtllt' Superiore amatissime e dr/le stesu- Suullt' ddla
Colombia, da mi il morbo ltr separtn·t1 pt!r stm/)rt',
J\\'el prolm1,:<1to martirio le fu co11se11t1to, come at'"''''
d1•1irleroto, di ro11ti111mre t'g11n/111e11tt' 11l'I lm•oro, pl!rrl1~
D,o rompl uppit110 il st10 t·oto, e il t•uo " le 1110111 11011
pnrtnro110 trarria nlr1111a tiri 11111/r, rlu /r n11d,wa mar-
ftir1111ulfJ il resto ,le/ corpo.
Se l'isolamento dalln tanto rara co1111mi11i le /11 ftt'·
11osi.<si1110, le fu t1ltrtsl r()ll$Olu11te il tli1•1tltrc gromn I'
IIQ/tr ln sua t•ita di dulorr tra lt a_(J,·::.itmatissimt lrb-
bron11t', 1:011 11110 drdi::io11e d'm11ore , di lm·oro se11:t1
misura. Solo il Sig11ort! può ro11osure 111tto il bttrl!
rompiuto in tn11ti a1111i di fatiche e di sofferenza; 111a
pur dire qua!r/11' tosa l'tlettt1Jit,ri111ra d'11111111e arrgrlirltr,
da là rnltfrutc fra le pur.•rrr faruittlle /rbhrore, ro11•
,f,,1tt, tahmr, a rime be11 altt d'amore r di t•irtri.
Nel suo 11asro11tlime11to In ra,:giwrse ""' 1930 1111a
01111rifiu11::a di'/ Gur.•emo Itnlia110: la mrdaglia d'ar-
gento dei bmt'meriti della s,Jute puhblim, ro11seg110tt1le
dnl/o stesso rappresl!lfta11tt d, S. ,li. il Rt d'Italia,
e rirnlllta da Sr. J\\Iodesra 1·011 espremm1i di t•era e
hrofnnda umi/11).
,\\,fa il premio più grande le tmme dalla Pr0t•·
t•idt11::a divina.

3.4 Page 24

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Miyuakl (GiapJ)One). - L'Orato r io nluiano.
Poe/ii a1111i or sono, roso certo assai raro, se 11011 fJÌ
t·t,o/ ,·edrrr ,mo sptriale intert·,11to di,·ino, giuiri dal
nw male, e dopo ottmti esami, i mediri riel La::zn-
rrttr, In dirhiarmouo sana. Avrebbe po11110 lasriare
quel luogo d, soffarn::a e godersi gli Il/timi a,mi in
ambie-,,u mi1tliore; i,irue l'tt<oiro mora rimase al 1110
posto, e co11ti11uò i11Jotirabile a prodigarn· i11 mezzo ai
povai lebbrosi, tra i q1111/i lt sarebbe stato tal'lto raro
pour ef,iudert la ma •·ita. Il Signore, però, gliene
chiese il s11rr1firio!
Costretta a sottoporsi ad u,i'opera::ione d1irm'}l1ca,
/11 co11dot10 o Bogot,), e in stgllllO nella Cnsn di C11ra
dellt Figlie di ,l,laria ,·/11siliatrice della t.'iciua Usoq11b1,
dove due mui dopo, co11/ortatn dai sa111i saaanumti e
fi110 all'ultimo dall'ass1ste11za del sau1dote, s, sp,·nse
cot1 ittvidiabilt pace.
Ln 11011r:it1tldlo ma esrremadiportita/11 mbi1ocom11-
11iulln per radio; ed i giornali di Eogottl ne por/t,ro110
diflusa,111:1!/e. IL Dipartime11to Na::iormle d'lgime,
tsprime11Jo il suo ~rdt,glio, disse do,:ersi considrmr, la
scomparsa di Sr. A-1()(/tsto come 1111a perdila 11a:::io11nll',
t eo11 dispo.1i::io11e del 9 aprile , 938 st11bill chr 11d
La:::::aretto di Co11trt1tar:i611 se 1M collocasse 1111 ritratto,
o prrpe111arnt il ricordo.
}\\,la più, forse, che 11cll'effigil', la memoria di lei t•it•e
impuirura 111•1 cuore t/11(/i ir,ftlifi lebbrosi, rlte ù1como-
labili la p1011J,!0110 come u11a madre e la wt·oca110 come
loro cdtste protettriu!
LIBRI PER LE. NOSTRE. BIBLIOTECHE.
Le biblioteche dei nostri Studentati filosofici e teologici, dei
nostri Istituti scientifici, delle nostre Scuole classiche, pro-
fessionali ed agrarie cercano libri di cultura. Chi ne potesse
regalare abbia la bontà d'inviarli al
Rettor Maggiore della Società Salesiana
Via Cottolengo, 32 - Torino 109
- - II9

3.5 Page 25

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Pio XII (~) undicenne, suclo del clrco:o giovanllé alla "Chlci." Nuova" In Roma.
L ettera cli D . Giulivo ai giovani.
PfO Xli
Caris.qirni,
abbùww vissuto una dp/le ore più belle della
storia. La Dit1i11a Pr<Jf.lfliden:::a, che ha chiamalo
111 premio l'immortale Sommo Pontrfice Pio XI,
ha abbreviato i giomi di lutto della Chi•sa cat-
ttJ!ica e, dopo un brevùsimo Cc,11dat•e, ci ha dato,
rul volo concorde d~t:li Hmine11tis,i111i Cardinali,
il 1movo Ptlpa Pio X Il nella pers01w del/'l1'111i-
11e11tissi1110 Cardinale SegrPtario di Stato E11-
ge11io Pacelli.
,\\'on so q11a11li di voi si siano /rotJati in Pia::::::a
S. Pietro al 1110111e11to dtll'amm11do! quariti ab-
biano pot11/o god.ere della prima appari-:;ùme del
nwrn Vicario di Cri.sto bmedice11te!... lo l'ho
t1ppuso dalla radio. Ala ho poluto vedere la
gù,ia dn. gi(l'l)otii dell'Oratorio; e pmso che tmi
f1ttli abbiate sn,tito corrervi al cuore m1'rmda
di entusuumr> che è poi scoppiata dalle labhrtt
i11 saifle di t'Vfliva al 1111wo Papa. Bravi! Avete
seguito l'imp11lso nat11r1Jlf' delle vostre anime
cristiane. Il quest'ora r1vretr fatto molto di pitÌ:
avrete pregato pel 1111rwo Papa, gli avrete pro-
messo t11tt11 la vustra filiale i11deff'tlibi/e dl!fJo:do11e.
li Sig11ore 'l:i be11eduo e t:i 111a11twga in q11e.to
sn11to proposito. È il miglior modo di onorare il
l'apa. 11,1a 11011 dimmticatr qunta grande ora
della storia che <roetr vismto. Non c'è aVfJmi-
mtnfo 111110110 che possa superare la gra11dr::::::a
dl'IL'ora i11 cui nostro Signor GutÌ Cristo 111a11-
tie11e la. sua promrsst1 e dona alla trrro i .mai
T"ica.,i. No11 c'è dig11it<Ì u111a11a che possa ugua-
- - gliarsi alla dignità del Papa. ,\\,m c'è poten::a
1 20
al mondo più bm.efica di quella del Papa! Per
q:iesto t11No il mcmdo ha rsultato: il monda dei
credmli ed a11clw il mondo dei 11011 credmti, du•
ha sentito sgorg11re dal c11ore del nuovo Papa
gli stessi palpiti d'amore e di pace dell'altro
Papa, di lutti i Papi, di Nostro Signor Gwi
Cristo. E, fra tante minacce di guerrt•, di orrori
e di stragi, ho comprr,so ancora 1111n •volta clw
sol.o da lui, dalla ma Cattedra, dalla sua mi.s-
m>ne può aspettarsi la f, licità e la pace. Perchè
solo seguendo la sua dottrina, che è la dottrina
di N. S ignor Gtmì Cristo, gli 110111ù,i posso110
comprendersi, aiutarsi 1•d amarsi sca111bU!'l1ol111e11te
r vivere in pace seco11do ,t:iusti::ia.
Che fort111w è perta.1110 la nostra di essere figli
d,•lla santa Chiesa e di t1Vere qui i11 lerrt1 1m
cosi dPgno rapprcse11ta11te di Coilli clu- è la uia,
la ven·tà e ltl trita: Nostro Signor Gw't Cisto.
Apprr::::::atp/a fin d'ura come si conviene, co11f,r-
111a11dovi nel pr<>posito di voler vivere sempre,
come figli devoti, sotto la bandiera del Papa.
Ricordate il famoso bri,ulisi di D,m Bosro, il
q11al•, dopo m;er ascoltato dalle labbra di diversi
pa1rio1i parecchi l'V'lJÌVa figli 11omi11i politici del
Risorgimento, esclamò: 1c Viva Garibaldi, vivo
Cavour, viva Vi/torio E111a11u.ele, t•it•a lutti sotto
la bandiera del Papa perchè si saftti11tJ l'anima ~-
S), sempre sr>tto la bandiera del Papa per sal-
'Carci l'anima I! far d1•/ bme al prossimo. Fi11
dalla gùruine:::::a. Seg11e1ulo l'esempw di Pio X I/
che - come lo j><>fete ammirare 11el/a fotografia
che 'fii f>rEse11to - fin da gi0t•on~tto si diedf' t1l-
l'opostolato 11el ci,colo giovanile d('/la "Chùsa
J\\Tuova •·
Vostro nff.mo Don Gmuvo.

3.6 Page 26

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Crociata missionaria
Borse complete.
Borsa NTCASTRO GTAMBrlTTISTA LA ROSA,
11 curn dt N. ~-
Bonm ANIME DEL PURGATORIO (s•), a cura
di N. Torino e in suffr<1gio dei suoi defunti.
Bo rse da co mpleta re.
Bor<:a LAIOLO DOl\\1 AGOS'r/NO - Somma
prec.: 2125 - . N . 10 - Tot. L. 2135.
Borsn LOMB,-/RDI DOTT. COMJTE PRAN-
CHSCO, a cura di Assuntino Naccari ved. Lom-
barJi - Somma prcc.: 5000 - ~uovo versa-
mento, 2000 - Tot. L. 7000.
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prec.: 1.p 1,SS - Fedele Cav. Antonio, s -
Tot. L. 1.p6.55.
Borsa MADONNA DELLE GRAZ!R DI CA-
S 'J'l:."U\\.1ON'l'F., a cura dcirli ex allievi salesiani di
Udine - Somma prec.: 6o8,i - Polua G. D., 4
- llarraccttti Mario, 10-ltizi:i Antonietta, 10 -
N. N. 10 Otta,io Batto"lia, 20 - Roberto
Zonmo, 10 - Giordani Sabina, 150 - Odle
Cn~e Luigi, s - Di Gaspero D011. F'rnncesco,
,o - Annr'->nolo Ferruccio, 20 - Coria Mn1i11,
20 - N. :--. 20 - N. N. 10 - ~- N. 10 - Zan-
nini Antonio, 5 - N. :-;. s - N. N. 10 - Mar-
ci.11ouo Carlotta, 5 TtJt. L . 6418.
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10 - Tot. L. 127,50.
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prec.: 18573,30 - Benvenuti Carlo e Giuseppe,
25 Soa,·ilde Simone Pou.o, so - i\\l. I. l\\·1.,
15 - Tot. L. 18663.~o.
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Sebastiano D'Urso, 25 - Cataldo Ribotta, 20 -
Prof. Giuseppe Li Pera, 10 - Tot. L . 416o.
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1000 Tot. L. 5500.
Borsa MARIA AUS/LIATRJCE, a cura del Sacer-
dote Ghione Francest:o - Somma prec.: 2200 -
uovo versamento, 800 - Tot. L. 30Go.
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Clotilde Guglidmini, 40 - Avam.a Erne~to, 10
- l\\ lartinotù Candido, 5 - 1'111. L. 2802.
Oorsa MARJA AUS/L/,-1TRTCE E SAN G/0-
VANNT BOSCO (6") - Somma prec.: 1,p43 -
Torri Stdla, 100 - Cerato Elena, 10 - Snc. Giu-
seppe Schillaci, 500 - Luigi Casali, 25 - Chia-
rauo Em,inia, 10 - 7'01. L. 14788.
Oors."1 1\\1E,\\.II V/AN, a cura della Parrocchia sn-
lcsiana di S. Ago ,1ino in Milano - Somma pree .:
5050 - L. F. S., 2250 - Tot. I.. 7300.
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Elena ved. Paccini - Somma prec.: 12000
Nuo"o versamento, 2000 - T<>t. L. 14000.
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Dc Giovanni, 50 - Alfonso Picco, 50 - Pcrardì
Maria, 20 - Tot. L. 2700.
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Tot. L. 3046.
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zaro Ferruccio, so - Giulio Buffa, 25 - Tota/~
L. 1537
Borsa PJSCETTA DON LUIGI (2•), a cura del
Sac. Dou. G . B. Calvi - Somm:i prcc.: 12027, 10
- X. N., 200 - A. Agncs, 50 -Quarra l\\lodcsrn.
Ghl~cclalo dcli:, Cordl,tllcra P,u:,,ionlca Muldfonatc deno.mlnato a Plo XJ dal nostro csp•oratore Don Alberlo
- Oc Agostlni, in uno dei suoi uJlim i vlagei dl esp!orn:dono, In omaggio al defunto Sommo Pon1elìce,
121
-

3.7 Page 27

▲back to top
500 - Marjlheritn Rasetti, 400 - N. N. 200 -
Pina Tirassn, 20 - Ed\\•ige Maccari, 10 - Rita
Penna, 7 - Annn Crespi, 100- Tot. L. 13514,10.
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prec.: 4175,70 D . C. G., 100 - A. M . S., 50 -
Tot, L. 4325,70.
Borsa REGJ,'\\A DEL SOG.VO - Somma prece-
deme: 6300 - Antonio \\'ella, 340 - Totale
L. 6640.
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NUOVO DON BOSCO, a cura del Sne. Anzini
Abbondio - Somma prec.: 8145 - Contessa
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Peisino, 10 - I. Canepn, 10 - L. Cnrntti, 10 -
Z. Vittoria, 20 - Tot. L. 841 5.
Borsa RUA DON MICHELE (3..) Somma rre-
cedente.: 17925 - Gondolo Ann.:tta, 20 - An-
tonieua l\\taiolo, 100 - Italo CapiUlni, 50 -
Tot. L. 18095.
Borsa SACRA F.1MJGLIA - Sommo prece-
dente: 7649 - Cilardi G. B. 100 - Tl)t. L. 7749.
Dorsa S. CUORE DI GF.Sù CONFIDO I.V VOI
(3•) - Sommu prec.: 8326-E. (;., 20-Bianca
Scanzi Uertoluzzi, 20 - Trezzo lni::, Franco,
20 - Vittorin ~icoli, 18 - Bu~etlo Alfredo, s -
i\\Iornne Violetta, 20 - Irene l\\l ontabone, 100 -
Geom. l\\Jario Pasquini, 50 - Ferdinnndn Co-
lonna, 20 - Tot. L. 8599.
Borsa s. CUORE DI GES{.1 E DON nosco -
Somma prec.: 1035 - Cresto Giuseppe e Ma-
ria, 15 - Tf11, L. 1050.
Borsa S. ANTONTO - Somma prec.: 4435
Sumnni Giuseppe, 20 - Mario Gavazzèni, 5
Tot. L. 4460.
Borsa S. GJOVANNJ BOSCO (3•) - Sommn
prec.: 470 Dott. Mario Binnchi, 15 - Cnsa-
leggi Gio,•.1nni, 1o - Circolo mi.~sionario. Città
della Pie\\'c, 50 - :Matta Unia, 55 - Caudano
Maria, 100 - Coniuiti Bozzone, 10 - Totale
L. 710.
Borsa S. GIOVA,\\Nl BOSCO, BE1ITA MARIA
l\\lAZZAREI,LO E S. TERES1l DEL BA.'1,1-
BINO GESÙ, a cura di l\\1nzzolotti Garlanda -
Primo versnmcnto L. 2000.
Borsa S. FRANCESCO DI SALES (2•) Somma
prec.: 9744 - Anita Lami, 16o - Tot. L. 9904.
Borsa S.4VTO D0\\1ENICO (4•) - Somma prece-
deme.: 114-22,30 - Calcagno C1u<,e1>pina, 5 -
C. ~-. 15 Bona Valerio, 100 - Ga, Giacomo,
10 - Tot. I, 11552,30.
Borsn S. G/USEPPE(3•)-Sommo prcc.: 17132-
Carcnim Giu~cppc, :1150 - G. D. D . Acqui, 10,:,
- Tfll. L. 17482.
Borsa S. LINO - Summa p1cc.: 14291,35 - l\\la-
ria Ccniti, 50 Tot. L. 14341,35.
Borsa UB.1LDI DON PAOLO - $Qmma prec.:
17697,80 - In memoria di Maria Soleri, 100
- E. E., 150 - Ex Allieve R. Univi:ssità di
Torino, 1075 - J>oz-zi Francesco, 100 - To-
tale L. 19122,50.
Borsa VERSIGI.IA E C.tlRAVARIO - Somma
prec.. 11538,50 - Giuseppina Bogntti, 50 -
Totale 1,. 11588,50.
- 122
(Segue).
NECROLOGIO
Salesiani defunti:
MORENO D. GIUSEPPE CRISOSTO.lfO,
sac. da Sìachoque (Colombia), t Barraoqu1l1a (Co-
lombia) Il 15-1x-1938 a 82 anni di età.
Già snCèrdote entrò nella Società Salesiana e
trnsco1'11C il rClltO della sua vita esercitando il sacro
ministero nelle nostre Case con gronde vantaggio
delle onimc.
PAG1JNI D. GIOVANNI, sue. dn t.Iilnno.
t a Nnpoli-Vomero il 23-x11-1938 a 69 anni di etò.
Accolto do Don Bosco nella Società Salesiana,
temprò il suo cnrattere sull't.-sempio del snnto, for-
mando 11 suo nobile cuore a qudl1.1 genero,ità che
rese prc1.io,;o il suo apostolato nei vari nostri Isti-
tuti in cui fu insegnante ed amministratore e so-
prattutto ndla direzione del Collegio del Vomero
e nella curo dellu Parrocchia cui con~ucrò 4li ul-
timi quattordici anni della sua csisrenzn.
C.AS1'ELI,/ D. CLODOVEO, i<nc. dli Cnrnm,l-
gna (Ales~nndrm), t n Camnguey (Cubu) il 15-xn-
1938 ,, 69 anni di er-à.
Ricevette l'abito religioso dnl sunto fondatore
Don Bosco I!', sei,,ucndo la vocazione m1..~. ionaria,
s,•olse la mag~or parte del suo zelo nelle nostre
Case del Messico che fondò, dirt.-ssc e sviluppò
mirabilmente fìnchè la rivoluzione non l'obbligò
ad emigrare dopo le angustie d'una pri!(i()nia che
ne fiaccò lu fibra robusto. Fatto un po' di tregun
alla relit.donc, ritornò a lavorare nel suo campo pre-
diletto finchè la nuova rivoluzione non l'espulse
un'altra volta. Chiuse i suoi giorni ndlu repubblica
di Cuba.
EANGER D. FRANCESCO, sac. dn Miecho-
wice (Polonia), t n Kielce (Polonia) il q-1~-1938 a
6o anni di <:tÌI.
Zelanti"!limo sacerdote di spirito vernmente sn-
lesinno dedicava le sue piu sollec,re cure all'istru-
zione religiosn della gioventù povern cd ahbnndo-
nata.
RAMJREZ BALD/ISS.·1RE, eoad. da Cata-
caos (Perù), t n Lima (Perù) il ;:1-:rn-1938 a 43 anni
di età.
GUIDI AURELIO, coad. da Corhlnino (Rep. di
Snn .Marino), t e Trelew (Rep. Ar1<en1ina) il 6-1-
1939 a 35 anni di ero.
POZDECT/ D. AGOSTINO, sac. dn llmf iarovce
(Slovacchia), t a Tmuva (Slovacchia) ìl 16-x-r938
u 29 anni di etò.
Cooperatori defunti:
GR. UFF. FRANCESCO FOU' \\' -lRI, t a
Brescia il 26-1-1939 ad 8 t anno di ~tù.
Si può ben chiamare il Padrè dell'Opera Sale-
siana di Brescia cui prodigò non solo l'aiuto mate-
riale generosissimo, ma anche il lume della sua

3.8 Page 28

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esperta intelligenza, lo bontà del suo cuore paterno
e la spiri1unlitll del suo onimo profondamente cri-
stiano.
~e infatti tutto il Rione di oltre Staz.ionc, che ora
s'intitola • Quartiere Uon Bosco• e specialmente
In gioventù, per la quale egli fu sempre provvido
padre, gli deve tanta riconosccn1.ll per l'offolluosa
assistenza di cui ,·enne da lui favorito, do,·c s'in-
centrò e s1 m,inifestò più ampiamente lo zelo di bene
nnimatorè ddla sua lungo vita, fu la fonduzione
dèll'Opern snlesiann, che egli volle cd ottcnno su
terreno da lu, donato, d:11 Rettor i\\lagiriore di allora
Uon Filippo Rinaldi, e la costru;.:ìone dcll'Ora-
1orio e del Santuario cht' sostenne con c:enero~c of-
ferte. Lavormmc instnncnbilc anche nrlla suu tarda
NÌI di 81 anm, anzi fino all'ult,mo, personalmente
a capo ddla sua gr.indio,;a azienda, ,·ero operaio
di Dio, sanuficò il lavoro con In pietà cristiana senti-
tissima, chi: In portava nlla S. l\\11.!ssa cd allo Comu-
nione quotidiana.
Entrando in Paradiso noi pensiamo gli si sia fatto
incontro Don Bosco, il Santo del lavoro e della
rrcghiern, il Santo ddl.i beneficen?.a, ricono~ccnce
e lieto di rresi:ntnrc nl Padre di tutti i buoni colui
che tanto buono era Rt.ito con In Società Salesinnn.
CALVI GUGLJEL.\\11.\\'A N. FALETTI, t a
\\ lathi ToriMse il 23-11 u. s. ad 82 anni di et/i.
La praticn (folla vitn c1 i~1iann e In cura dclln nu-
merosa fnmi1di11 furono 11li unici ideali cui t<->SI.! con
tutto il suo for\\'Or<', ~cmpre piamente conformnn-
dosi ai volt•ri di,i.n.i, con filiale nbbondono e fiducia
1n Dio, animata da grnndc spirito ù1 sacrificio e di
intensa pietà. :'-ìell'unionc con Dio santificò lo sun
preziosa esistenza confortata dalt, ,menzione snle-
sìann del fi11lio Dott. Don Gio\\'anni Bnnista e del
nipote Dott. Don Antonio alla Società Salcsit'na.
GIUSEPPINA CASORIITT G<JRDANI, t a
SMesina il 21-11 u. s.
Offerse per undici anni le sue lunqhe sotforcnze,
in piena m~scgnazione ni \\'Oleri di Di.,, pccr li: nostre
missioni, lietn di veder coronato il suo sacrificio
colla vocazione sacerdotale salesiana di un suo fi-
11liolo.
ASTO.\\'IETTA CUECO, t a Cisternino (Brin-
disi) il 9-11 u. s.
'
Diffuse, coll'esempio di una fen•ente \\'ita cri-
1ti11.0a, anche quello di unn i:enerosa cariw bi:ncfi-
c.mdo lal").lamente il locale Jstitulo salesiano.
1"\\,IA!NO'J'TA POR'l'IGL!AT'I'J-G;JRDA, t ad
Avii;liann il 29-1 u. s. u 73 anni di età.
Fen·cnte Cooperatrice salesiana e benemerita
bt-Mfattrice del locale i~tituto per le ,·ocaz.ioni re-
ligiose.
C.rlN. DO.V PAOLO FABANJ t a Morbegno il
18-v-1938 n 55 anni di clii.
Educato nei nostri colle.lfi s'infen·orò di zelo mis-
sionario cd CRplicò il suo apostolato specialmi:ncc
fra gli emiuruti nell'opcrn di Mons. Bonomelli.
Chiuse i suui giorni nel pae11e natio l1trgo di cnrità
alle pie istituzioni e dì cura spirituale a tutte le anime.
CAV. GRrlMAGLlA CARLO t n Buttigliero
d'Asti il 18-111-1938 ad 8o anni di età.
P11ssò rutta la sua \\'ita nel paese natio, beneficando
sempre, da :,.elante cooperatore, l'Opera salesiann.
CERVET.,LJER! ANNA, t a Rimini il r8-11 u. s.
Ebbe la fortuna di conoscere personalmente Don
Bo~co quando 11 Santo pm,sò a Rimini nel 188a e,
fattasi Cooperatrice sale~iana, s'in(ormh al suo Rpi-
rito nella direzione del locale Asilo Baldini • che
diresse per 46 anni.
PROF. D01'T. PIETRO BIFFIS, t a Tre,1so
il 29-1 u. s. a 74 anni di etÌI.
Docente di mntcmnticu in vari istituti scolastici
ed autore di ben 7 opere di matematicu note in tutta
ltaliu portò sulla cattedrn colla scienza l'esempm
fulgido d'unn vitn profondumenre cris1iunn. l\\fod.-llo
di pndre e di educatore fu degno presidente del
Consiglio degli Uomini di Azione Cattolica •· Ar-
fezionatissimo Cooperatore, volle tutti i suoi figli
educati nei nostri istituti e fu ben lieto di offrirne
uno alla Società Salesiana.
FRANCO IAJIGI, t o Cantnvcnno (Alessandrm}
il 26-Xlf u. s.
Ottimo Cooperatore, fu benedetto dal Signore
colla vocazione del primogenito alla Società Snlc-
si.una.
IINNA MACCOLI.V1, t n Rimini il 15-1 u. s,
a 73 anni di età.
Grn,:iata da Don Bosco, con uno dei miracoli
che furono approvati per In canonizr.a:r.ionc, visse
di pietà e di c11ritù, prodigandosi col frntello sacer-
dote in opere di bene, con speciale predilezione pt:i
poveri e per le nostre missioni.
GASBARRJ FR/JNCES<.:O, t a Ruma il 28-1 u.
s. o ;o anni di etò. Uomo di fede e sincera pro-
fonda pietà cristiann, fu sposo e padrè esemplare.
Fcn ente Cooperotore fu ben lieto di offrire il pri-
mogenito Don Giovanni Battista ulhl Società Sa-
lesiano e di vederlo partire per le nostre missioni.
PROF.sa LORESZA GJUD IC/, t a Vii;:Ai(1
{Varese) il 16-1 u. s. a 37 anni di età.
Anunn eletta, splendido illt{e,cno e nobiliss1mn
cuore, rinun>1iò olla cattedra cui le davano dirit10
i suoi titoli di studio per dedicarsi uniC1>mcnte ai
piccoli nelle classi elcmt'ntari con purissimo llpi-
rito e\\'llnqelico secondo il ~istema di San Giovanni
Bo~co che venernvn con tutto il fervore di una ze-
lante C0Qpc1etricc.
/,.-1 ''iZ.d VAI.LE QUJX'J'INA, t n Lessona il
27-1 u. s. a 79 anni di età.
Donna di fede, generosa in ogni opern buona,
beneficò largami:nte le Opere sal1:si110e e speciul-
mente le nostre missioni
F/LO,\\IENA DOBROH'OLSl', t a Roma nd
dicembre u. s.
Anima eroicamente apostolicu, vivevn per le mis-
sioni cui devolve~-a o~i ri9parmio, subbarcando~1
- - a sacrifici e privazioni straordinarie, mentre si pro-
123

3.9 Page 29

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digava nell'inRegnamcnto e nelle curo delle s:tio-
,·incttc degli Orntori femminili delle Figlie di Ma-
ria Ausiliotrice. Togliendosi il pnnc di bocca com-
pletò anche una borsn missionario inritolaw II santa
Filomena. Donnn di fode e di pict.1 profondo, sop-
portò cristianamente dolori ed initiuqtizie che 1ro-
vagliarono la sua e,-istenzn, felice di poter~i immolare
per la redenzione delle anime.
GIULIA LAGOR/0 IN ZORZOU, t a Ver-
celli il 14-1 u. s.
Benemerita Cooperatrice salesiana, ~pcqe tutta la
sua vita nello pictl, e nell'esercizio dello coritò cri-
stiana prodiitando~i per le Opere di Han Giovanni
Hosco e per l'Azione Cattolica. esempio fulgido di
ap<>s1011110 nell,1 suo parrocclua.
FORrlLOSSO SECO.VDO, t o Cervarese $.
Croce il 18-1 u. s. a 79 anni di età.
T ut!Jl la su,1 \\llil fu ese mpio di lavoro indef..-s•o,
di f.,J~ viva e d, pietit sentita nella protica co.,rnnte
dei dmocri religiosi. 11 Sitinorc lo bcnèdl c-hinmando
alla Societil Salesiana uno dei suoi figliuoli.
C.4N. CIIIAarJMELl,0 TEOL. GIUSEPPE,
t a Fossano il 17-11 u. s. a 74 anni di età.
Animatore e benefattore dell'Opera Salesiana
dimostrò sempre p:11 ticolare stima e nff:tto pei Sa-
lesiani del Comiuo Civico, che trO\\Jrono in Juj
in 01!ni circostan:r.a l'amico e il padre buono.
RUA MAR/Il ANNA VED. DE L ,IUSO, t
a T orino il 25-11 u. s.
Nipote del Servo di Dio Don Rua, fu mudre esem-
plare, educatrice apprezzata nelle pubbliche scuole
e ferv~ntc Co<>1>crntrice Salesiana.
CAN. D. ALFREDO A.\\1ADEI t n Chiarav.ill~
;\\larche il 28-11-1939 a 69 =ni d'cù.
Allievo e profe~sore nel Seminario di Sc:ni~al-
lia, arciprete per 25 anni della Collej!iarn di l\\lon-
dolfo, quindi rettore di due cappcllunie sopra
l\\1onsanvito, ebhe sempre una venernzione partico-
lare per il Sommo Pontefice Pio IX di $, m. e
per Don llosco; e nel sacro ministero, che eser-
citò sino agli uhimi giorni. inculcb continuamente
a 1utt1 la lliù tenera di,·ozione a Cesu Sacramcn-
uto ed a ì\\laria SS Ausiliatrice.
Altri Cooperatori defunti:
Accomasso Cesare, Ct1p. d'Ail (Francia) - Acer-
boni Cuterinn, S. Cfoseppe Trl!'l.1is1J (Trevi~<>) -
Bartcsagli Carolina ved. BartcSaJ!)i, Crt•monfl - Bassi
Irene, B ofoi:nfl - 13uttocchio Domenicil, J\\Jussole11te
(Vìccnza) - Beltrami Luigia Vcd. Picron, imo/a (8o-
logna) - 0 eltrumo Cristina., Cocro11nto (Asti) - Der-
rone D. Francesco, Castelletto ,\\fcrlt (Aless.) - Der-
tonasco Stefano, Cmolc (Aless.) - Distulfi Casati
Elena, Altssn11dria Bo Severino, Costig/iole d',hti
(:\\;,ti) - Bonetti Annunziata, Cllorgni (Aosta) -
Braidi 'Erminia, ~foder,a - Brnnchi Pietro, Teglio
(Sondrio) - Brnnc hini D. Giuseppe, Castel d'llr-
gile (Bolo/fna) - Brusa run Lidia, Prmh•111mc (Udine)
- Dulzncchi Anna, Bar:11acauallo (Rov.:nna) - Cama
Marianna, Salìu Calabro (Reggio Ca).) - Carmn-
gnoln Teo!. Gio\\·trnni, Torino - Casiere Rosa, An-
dria (Bari) - C:1, aktto Vittoria, Salnsra (Aosta) -
Ca,-allo Teresa. Torino - Cn,;l!"lia Andrea, Pe11anr:o
(Asti) - Celotti Domenico, S. T'c:11drmin111, (Tre, iso)
- Chiocchctti Ved. Maria, Trento - Cir,riuni Cano-
nico Dntt. G.ihriclc, At•e:::::0110 (Aquilll) - Contcrno
D. Auo;ru~to, Presscma (Verona) - Contero Tomaso,
Cr1111it111h (Torinll) - Conti Mnddalcna, /11orl{arita
(Cuneo) - Corradini Maria Peroni, Nm•ara - Cre-
sti Savino, Siena - Cristina Carolina, 1'1agr:intt
Sup. (Nov.1ro) - Del Frate Domizio, Co/omo (Panna)
- D .:milano l"llbctta, Alcua11drin - Dobrowolnv Fi-
lomena, Sirari,m - Emanud Delfina, Z,x,/engu
(Al~,;nndria) - Fa1tiuoli Ducati Carolina, I ·"o"a -
Falcone Giulia, Borgomanero (~ovura) - Fnrrwtia
Mons. Pietro, Valletta (MalLJt) - Fcm> Giovanni.
Roata Lcrd,1 (Cuneo), Fiorillo D. Luigi, C<wa dei
Tirreni (Salerno) - Fior J\\lurio, C/o::, (Trento) -
Formento Giovanni, Ormea (Cuneo) - Fmncia Ma-
rianna, Gar/asro (Pavia) - Gallcano Andrea, Cara-
ma_{!lln Pìrm, (Cuneo) - Gnuna Emma, Visrhr (Aosta)
- Gan.inica l\\laria, S. Giu/etta (l'nna) - (;iaccardi
Andrea, Rit•altt1 (Cuneo) - Gialh1nell.1 Gisella,
Trento - Girino Arcan1tela, Fran111na Po {Aless.) -
Griffa Gin~eppc, Vimn:o (Turino) - La Sala Anto-
nietta, S. /1/nrro i11 Lami1 (Fo,rgia) - Le\\'i Angelo,
Cllia1>1w1a (Sondrio) - L on~o Cntcrinn, Castellana
(Bari) - 1,ovati Vnh-assori Rosa, Mi/wro - Morio ni
Andren, Gro11do[(I (Apuania) - l\\1111·wno Amede<•,
Chicn (Tonno) - l\\lnrtclli-Grazmli Ida, Co111111es-
sa_!!f!ÌO (l\\ lnntovo) - 1\\1.auro D Anitdu, ,l/011ug11acro
(Udine) - l\\ len zio Giovannj, Pim1 (Torino) - :\\lol-
rrusio l\\fortinu, Rqn/laua (Como) - ì\\lu~so Lucia
Vcd. Gaiati. Cure/o d'Asti (Asti) - ~,cula Giusep-
pina• ..lmmt11(f11 (Asti) - Nigra Cluulde \\'ed. Sa-
voia, FruC(aro/r, (Al~-ss.) - No\\1l D iomim. S. il,ratt1
di P11.Cf/it1 (Foggia) - Oldani TcreM, 1\\/aff<'llla (l\\11-
lano) - Pnlozzo Carlo, To11co M,mf. (A,ti) - Pu-
lella D . Ciu~c1>pe, Triggiano (Rari) - l'.:scc Paolina
Rossi, Sntri Ponente (G~novo) - l'iu~ncrclli S.i-
verio, Gm•iq11n1111 (Rieti) - l'orc:11:ma Francesco,
Asti - Pulin.1 SJh-at<>re Bu5ellu, Plom:Jre (Snssari) -
Re1?11io Francesco, Strl!'Vi (Ales.,,.) - Ri..'<l<o l\\larui,
Tori11<> - l\\uland1 Gio,·anM, S. Giorgio Lomell.
(Pa,-ia) - Santoro D. Antonio, Jfoli11ara (Bene-
venro) - St:,•.:ri Ing. Cav. Severo. Cadirog.J:io (Reg-
gio E,n.) - Sironi An{(elimi, Tri11~gio (Milano) -
Stdanino Maria, 1\\II011calt•o (A~ti) - Stroppa Er-
nesto, Pn11di110 (Cremona) - 8uor Picrp:101:1, To-
ri110 - Turamelli !Viaria, Bergam/J - 1\\::.torc Orsola,
Villareggia (Aosta) - Tomasi l\\foria, 'l'rrtrto - Vel-
san!?iacomo Antonia, Balema (Rvizzcrn) - \\'alsec-
ch1 G,u~eppc, 1,1age11ta (:\\lilano) - Venturini Luigi,
Palmamwa (Udine) - Prof. Vt.-scovi Erminia, To-
rrno - Villantc: Csn Vincenzo, La11ria110 (Chieti) -
Zunin Ant;:ch, Ved. Liccini, Ortil;:n (Tre, ibo).
-
-
Con permesso dcll'Au1orl1à .Ecclesi as11ca. - 'fip, S.E.l., CorSo lleglna Margherita. 176
Dìreuorc rdponsabUe: D. G U I O O FA V IN I, Vìa Co11otenl(o, 3a • Torino 109