Bollettino_Salesiano_199705


Bollettino_Salesiano_199705

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M~pee<n!!sz!iolnee-Ain nAob~ ~ I • nr. 5
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- LA GRANDE VIGILIA
di Juan E. Vecchi
LE PAROLE DEL
GIUBILEO/
PADRE NOSTRO
Il Dio al quale il cristiano si affida è colui che si è rivelato
in Cristo e che Gesù ci ha insegnato a conoscere e ad amare.
È il Dio, fonte della vita, che vuole la felicità di ogni persona,
ma la consegna alla sua libertà e responsabilità.
e'è oggi
un ' e -
splosione di
manifesta-
zioni di mi-
sti ci s mo ,
una ricer-
ca di e-
sperienze
religiose da inizia-
ti. Si diffondono le sette. Su alcu-
ni esercitano un certo fascino le
religioni orientali. La reincarna-
zione suscita curiosità. Se ne di-
scute , così come di apparizioni ,
predizioni , fine dei tempi e realtà
ultraterrene.
La persona sente una forte attrat-
tiva verso l'ignoto : quello che per-
cepisce in sé e quello che la ol -
trepassa. Riesce a sciogliere mol-
ti interrogativi , ma è incapace di
dare risposta a quello che riguar-
da il senso della sua vita. Nel suo
intimo deve riconoscere che non
è autosufficiente per soddisfare la
sua sete di conoscenza, amore e
felicità. Cerca e tenta il rapporto
con quello che la trascende .
semplicemente una ricerca per
riempire un vuoto .
La stessa immagine di Dio che i
cristiani si portano dalla loro fan-
ciullezza è varia. Ad alcuni appa-
re come colui a cui rivolgersi in
momenti di necessità. Rimangono
risentiti e delusi di fronte a una ri-
chiesta inascoltata.
L'immagine di giudice severo è
oggi meno frequente sull 'onda
della tolleranza e della perdita
del senso del peccato . Ciò
rasenta il rischio di conce-
pire il rapporto con Dio
senza responsabilità da
parte nostra. Si potrebbe
continuare con una galle-
ria di immagini di Dio e tipi
di rapporto con
lui che so-
vente cor-
rispondo-
no al «fai
da te »: un
dio su
misura
propria.
La fede ha a che fare con Dio. La
sua qualità è legata a una imma-
gine di Dio e dipende da un rap-
porto con lui. Da questi due ele-
menti si capisce la differenza con
il puro sentimento religioso , la
superstizione , la magia.
Chi era lui e quale il suo rap-
porto con l'uomo, fu l'oggetto del-
la rivelazione di Dio ad Abramo e a
Mosè. Il credente cer-
ca il volto di Dio
nella Scrittura,
soprattutto
nel Vange-
lo. Il Dio al
quale si af-
fida è colui
che si è ri-
velato in
Cristo e
Se a un personaggio dello
sport, dello spettacolo o co-
munque pubblico si domanda
oggi se crede in Dio , si ottiene
quasi sempre una risposta positi-
va. Ma quale Dio? Quale rapporto
con lui? Spesso si tratta di un Dio
costruito a nostra misura o di una
realtà vaga, quasi un'ombra senza
volto né segni di vita. A volte lo si
sente lontano ed estraneo alla
propria esperienza, lo si invoca in
forma generica o lo si interpella per
le piaghe del mondo ; talvolta è
MAGGIO 1997 BS

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che Gesù ci ha insegnato a cono-
scere e ad amare. E il Dio, fonte
della vita, che la dona agli uomini
con abbondanza. Vuole la felicità
di ogni persona; ma la consegna
~Ila sua libertà e responsabilità.
E provvidente : veste i gigli del
campo , dà da mangiare agli uc-
celli del cielo , ma soprattutto va
alla ricerca dei poveri , come il
Buon Pastore , creando per cia-
scuno sempre nuove opportunità
di grazia.
Elargisce doni di intelligenza e
volontà e vuole che l'uomo se ne
serva. Ha disposto per noi un
futuro di pace , ma chiede che
partecipiamo a costruirlo . Non
toglie le croci , ma invita a consi -
derarne positivamente il mistero.
Ricorda che il peccato distrugge
l'uomo. Da esso ci ha redento
con la morte e risurrezione di
Cristo nel quale ci offre l'imma-
gine dell 'uomo nuovo e perfetto ,
via verso di lui , verità e principio
di nuova vita.
Il nostro rapporto con que-
sto Dio è di figli: Padre nostro! È
la voce che lo Spirito incide nel
cuore e pone sulle Jabbra del cri-
stiano . E la parola principale di
tutte quelle pronunciate e inse-
gnate da Gesù. Egli lo chiama
« suo Padre ,, e si rivolge a lui con
questo appellativo sempre : nella
risurrezione di Lazzaro , nella pre-
ghiera del Getzemani, sulla croce .
Il cristiano sa di essere dal Padre
guidato verso il maggior bene an-
che nei momenti più oscuri , dub-
biosi e sofferti. A lui si rivolge con
la preghiera in un dialogo aperto e
fiducioso in cui adora, ringrazia,
chiede aiuto e perdono. Si affida
alla sua volontà e affronta la
vita con atteggiamento ottimi-
sta. Cammina verso di lui at-
tendendo l'ora dell'incontro.
IIMMAGINI
DALLA TERRA SANTA.
Dio è il Buon Pastore.
È il « Padre », che veste
i gigli del campo
e si mette alla ricerca
dei poveri.
Magg io 1997
A nno CXXI
Numero 5
In copertina:
nell ' intervista
a mons. Rodriguez
(a pag. 26),
la proposta d i
un « G iubileo» anche per
il terzo mondo
e il debito internazionale.
(foro di Augusto Musso)
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE RESPONSABILE:
UMBERTO DE VANNA
Redazione: Maria Antonia Chinello - Giancarlo
De Nicolò - Franco Lever - Francesco Motto
10 DALLE MISSIONI
Al bar con il morto
14 SOCIETÀ
Se trenta referendum vi sembrano pochi
18 FILIPPINE
Il cammino della speranza
22 UNGHERIA
L'utopia di Barnabas Lukacs
26 AMERICA LATINA
Un Giubileo per il debito internazionale
34 ON UNE
Tra i « beach boys » dello Sri Lanka
Mons. Zen a Hong Kong
38 PROTAGONISTI
Mille bambini e una penna nera
di ANGELO BOTTA
di ALESSANDRO RISSO
di MARIA ANTONIA CHINELLO
di UMBERTO DE VANNA
di GIANNI CARDINALE
di ELVIRA BIANCO
di CARLO SOCOL
di TERESIO BOSCO
RUBRICHE
2 /I Rettor Maggiore - 4 11 punto giovani - 6 In Ita lia & n el m ondo - 8 Lei/ere - 13 Prima pagina
- 21 Carta di Com1111io11e - 25 Zoom - 29 Box - 30 Il doctor J. - 32 Libri - 36 Com e D011 Bosco
- 41 J nostri morti - 42 J nostri Santi - 43 D011 Bosco a/umetti - 46 Solidarietà - 47 In primo piano
. Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta - Ernesto
Cationi - Giuseppina Cudemo Graziella Curti -
Margherita Dal Lago - Serge Duhayon - Bruno Ferrere ·
Sergio Giordani - Antonio Mélida - Jean-François Meurs -
Pietro Moschetto - Angelo Montonati - Giuseppe Morante
- Gaetano Nanetti - Angelo Paoluzi - Alessandro Risso -
Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerrino Pera Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione:
Ufficio Grafico SEI
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua oltre 1O milioni di copie)
in : Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Austria - Belgio (in fiammingo) - Boemia - Bolivia -
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Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Malta -
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Don Bosco in the W orld
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BS MAGGIO 1997

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
DONNE ALL'ASS LTO
DELLA ccNAIA,,
Esempi di donne con le stellette ce ne sono numerosi nel mondo,
sia nei paesi del benessere che in quelli del Terzo Mondo.
In Italia sta arrivando solo ora il traguardo di una lunga marcia
verso un ruolo finora impensabile.
E rana in ventinove , invidiate
da tante coetanee , le ragazze che
nel novembre del '92 hanno trascorso
tre giorni nel la caserma dei lancieri
di Montebello a Roma. Una prova
generale per aprire la naia anche
alle donne. Lo Stato Maggiore,
sommerso da migliaia di lettere di
donne tra i 13 e i 30 anni, ha ritenuto
utile far esam inare da un'équipe
di sociologhe le richieste contenute
in questa corrispondenza nata
per chiedere l'ingresso nell'esercito
e negli altri corpi militari.
« Quando vi decidete a mettere anche
il Mi litare al femminile? lo non posso
mica aspettare di avere 30 anni!
E come me tante altre ragazze che
vorrebbero svolgere il servizio di leva.
Anche noi siamo ital iane e abbiamo
il diritto e iJ dovere di sorreggere
la patria. E come se fossimo ai tempi
del voto che era ammesso solo per
gli uomini, adesso a nessuno sembra
giusto e allora riflettiamoci un po ' su ...
anche questa è un 'ingiustizia che
va combattuta e non subita ».
È una lettera di Sabrina, 16 anni .
Una delle tante. All 'esercito si sono
rivolte anche Carlotta, Anna Silvia,
Giu liana, Rachele , Alda, Gilda, Tiziana.
Un elenco molto lungo formato per lo
più da studentesse o neodiplomate e
laureate, ma anche da lavoratrici .
La maggior parte del sud , ma ce ne
sono molte dal centro e dal nord.
Lettere dei primi anni '90 dove prevale
l'aspetto mitizzato ed eroico della vita
militare come fucina di valori ,
di carattere e di evasione dall 'esistente .
O Di recente, mentre in gennaio
il governo presentava al la camera
un disegno di legge per la riforma
del servizio civi le che prevede anche
l'accesso vo lontario delle donne alla
vita militare , con pari opportunità con
i maschi per tutti i gradi di carriera,
la sociologa Maria Immacolata Macioti
prendeva in esame un altro fascio
di lettere di donne alle autorità militari.
Qualcosa, in questa singolare
corrispondenza, è cambiato rispetto agli
anni passati . Ora a spingere sono
prevalentemente motivi di occupazione ,
di possibilità di carriera,
di valorizzazione professionale.
MAGGIO 199 7 BS
Meno presente il fascino della divisa e
della bandiera. E poi è chiara
la competitività con i maschi ritenuti
finora ingiustamente privilegiati .
« Purtroppo in Italia », scrivono Marta e
Roberta, « non si parla spesso di naia
femminile in quanto viene inserita
all'ultimo posto e si pensa alle cose più
importanti. Tutto ciò è sbagliato,
perché non è vero che solo gli uomini
la possono affrontare in quanto forti
o altro, pensiamo che anche noi donne
saremmo in grado o meglio
la sapremmo affrontare in maniera più
forte e determinante degli uomini ».
« Nel nostro paese », scriveva Gabriella
Marucci, un 'altra docente che ha
esaminato la nutrita corrispondenza
femminile all 'esercito, « solo due
carriere sono proibite alle donne:
l'ecclesiastica (e questo ci accomuna
al resto del mondo cattolico)
e la vita militare». Due mondi
sempre dominati dagli uomini.
Ora, l'interesse di " migliaia di giovani
donne si è puntato , negli ultimi anni ,
proprio in direzione delle carriere
militari. Vogliono entrare nella città
proibita, punto di arrivo di una pacifica
rivo luzione sociale ». Si tratta di
un punto di vista che potrebbe piacere
al ministro Anna Finocchiaro,
ma che in realtà ha spaccato il mondo
delle donne creando un 'ampia
discussione nella cultura
e nei movimenti femminili tradizionali.
Al centro della questione la
domanda se imitare gli uomini nella vita
militare sia un progresso
o una regressione sociale da parte delle
donne, portatrici di una cultura per
la cura della vita, lontana
dalla sopraffazione e dal diritto
della forza. Molte voci hanno gridato
che davvero qualificante per le donne è
il servizio civi le. La stessa Caritas
da alcuni anni propone con successo
alle ragazze un anno di volontariato
sociale. Gli obiettori di coscienza
si sono chiesti se sia un progresso
la vita militare per le donne, quando
essi chiedono da anni di abolirla anche
per gli uomini. Ma, oltre il dibattito, un
pezzo di antico è certamente caduto .
Con l'apertura di nuovi scenari.

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I Donne all'assalto della
« città proibita " . Cambiano
le motivazioni, ma alla fine
il problema è sempre
quello della pari opportunità.

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IN ITALIA&NEL MONDO
ROMA
IL VESCOVO
DI ROMA A
SANTA MARIA
DELLA SPERANZA
« Voi vive te in un grande quar-
ti ere metropolitano. L a gente
deve quot idi anamente affron-
tare disag i, la difficoltà di vi-
vere l ' intera giorn ata lontano
dall a propri a abitazione, con
conseguenze negativ e per la
vita e per il fo rm arsi cli rap -
porti cl i vera ami cizia con il
vicinato. In questo contesto,
la parrocchi a che costitui sce
l ' uni co centro cli agg regazio-
ne, assume un compito im -
portante». Così Giovann i Pao-
lo li in visita pastora le alla
parrocchi a di Santa M ari a de l-
la Speranza, la pa rrocc hi a che
dal 1968 affianca l ' Univers ità
Sales iana. Don Stelvio , il pa r-
roco, ha voluto dare il mass i-
mo rili evo all ' incontro, che in
qua lche modo inaugurava an-
I Roma. Giovanni Paolo Il
con don Stelvio.
A destra, anche l'aereo
per annunciare la festa.
cora una vo lta le strutture par-
rocchi ali gi~t in fun zione eia
un anno. Giovanni Paolo II ha
elogiato la « cura pastorale dei
giovani, scelt a privileg iata del-
la parrocchi a». Ha visitato
l 'oratori o, incontrato i ragazz i
e i giova ni . G li hanno rega la-
to alcuni pal Ioni cli basket e di
ca lcio, che il Papa ha restitui -
to loro , come invito all a gioia
e all o sport educa tivo .
BRASILE
LE OLIMPIADI DI
SANTA TERESINHA
In questo quartiere cli Sào
Pau lo i sa les iani sono arri vati
sin dal 1919 e co l tempo è
sorta la pili grande scuola ci el-
i ' ispettori a, che oggi conta
pili di quattrom il a alli ev i. G li
alli ev i vanno dalla matern a
all a superiore. M a presto si
apriranno i corsi universitari .
C'è l ' oratori o, ci sono gli ex-
alliev i, i cooperatori e la par-
rocchi a. Quest'ann o la scuola
ha vo luto vivere alla grande
le Olimpiadi scolastiche. ren-
dendo omaggio alle prime
olimpi ad i greche cli cento an-
ni fa. A ll a presenza di alcu ni
deg li atl eti brasiliani che han-
no vi nto una medagli a nelle
ultime olimp iad i deg li Stati
Uniti , fu inaugurata l a po li-
sporti va de ll a scuola, che può
contenere fino a 5.000 perso-
ne sed ute. Un monumento cli
cemento e acc iaio che, nella
parte superiore ha già una
struttura predi sposta per la
cos tru zione di 44 sa le desti-
nate all e varie att ività. Quanto
ai giochi , tutti furono amm i-
rati per l ' orga nizzazione e la
vari et~l cl Ile discipline sporti -
ve rappresentate. I sa lesiani
dicono che c ancora un bu -
co per le attività : manca il
teatro. Ma ass icurano che, « a
Dio pi acendo », ci sarà. « Vo-
gli amo un teatro che possa
ospitare 1.500 persone», dice
il dinami co direttore don A n-
derson Silva .
I Santa Teresinha
(Sao Paulo). Così
la scuola ha festeggiato
i cento anni
delle olimpiadi.
PREMIO OSCAR ROMERO. La Figlia di Maria Ausilia-
trice austriaca suor Maria Wachtler ha ricevuto a Eisen-
stadt, la città principale della provincia di Burgeland
(Austria) , il « Premio Oscar Romero Suor Maria, che
è la prima donna a ricevere questo premio, è stata
scelta per il suo impegno di 31 anni fra gli Yanomami
del Venezuela, specie nell'ambito della pedagogia
scolastica. Ha infatti scritto i primi libri didattici nella
lingua degli indigeni dell 'Alto Orinoco. Il pre mio è attri-
buito dall 'Azione Cattolica austriaca ed è conferito a
chi lotta per la pace, la giustizia e i diritti dell 'uomo. Il
vescovo di Eisenstadt, Paul lby, le ha consegnato, oltre
alla onorificenza, la somma di 100 mila scellini austriaci.
MAGGIO 1997 8 S
- · "j;
-
t i \\ r.l
, 1) ,

1.7 Page 7

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NAPOLI
A FAVORE
DELL' ALBANIA
Gli amici de l VIS (Volonta-
ri ato Intern az ionale per lo Svi-
luppo) di Napo li , hanno or-
ga ni zzato, in coll aborazione
con don Gi anni Garzia, eco-
no mo de l! ' ispettori a Me ridi o-
nale, un a serata di solidari e
a l teatro San Carl o. La serata
si è servita de l ling uagg io uni-
ve rsale de ll a mu sica, c he ha
fa tto da filo co ndutto re, ed è
stata arri cchita da tes tim o-
nianze. Mirabilmente condot-
ta da Carmen Lasore ll a, la se-
rata è stata aperta dal le due
g iovani mus ic iste a lbanesi lli a
Napoli. La serata al teatro San Carlo, presentata da Carmen Lasorella,
nella foto con il presidente del VIS.
e Dea, c he hann o studi ato in
Ita li a g razie a lla fa mi g lia De
Marca di Potenza, che le ha
« adottate ». Testim o ni dire tti
a lba nes i, o ltre a lle du e ragaz -
ze, sono stati un istruttore de l
centro profess ional e, du e ra-
gazzi de l centro che frequen-
tano i cors i profess ionali e
suo r T euta, FMA a lbanese .
Erano presenti c irca 800 per-
sone, e anche il mini stro Bru-
ni , direttore della Cooperaz io-
ne a llo Sviluppo, c he ha illu-
strato le linee di cooperazio ne
ita lia na ne i paes i in via di sv i-
luppo. È stato presentato il vi-
deo : « Ri comin c iare dai g io-
vani: in A lbani a è possibile »,
che mostra il lavoro c he il
VIS , grazie a ll e offerte pub-
bliche e private, ha rea li zzato
in qu esti ultimi anni a Tirana.
li video è stato prodotto da
« Mi ssion i Don Bosco» e sarà
presto a di spos izione de i so-
sten itori de l progetto e di c hi
ne farà ri chi es ta.
TIMOR EST
LA NOSTRA UNIONE
NASCE DAL VANGELO
« Tutti , estrema s inistra o e-
strema destra, indones iani o
timoresi ag isco no pe r un uni-
co sco po: il be ne di Timor ».
Così ha ri sposto mo ns. Be lo,
premio Nobe l per la pace, a
chi a Venilale g li c hiedeva co-
me comportarsi soprattutto
co n i giovani , che s i mostrano
diffidenti e agg ress ivi nei con-
fronti di chi ha co llegamenti
co n il governo d i Jakarta.
« Dobbiamo confrontarc i con
il vange lo e affidarci al van-
ge lo . I timores i so no qu as i
tutti catto lici e il vangelo di -
ve nta il nos tro punto di forza
e di uni one , annullando le dif-
fe re nze. Perché non provare
a ll ora a sede rc i ins ie me attor-
no a un tavo lo e dialogare?
Dobbiamo aprire i nostri ori z-
zo nti . No n so lo in Timor s i
soffre, non solo in Timor s i
mu ore. Sapere c he altri fratelli
in a ltre pa rti de l mo nd o lotta-
no, sperano e soffro no, ci aiu-
ta a va lutare e a vivere con
magg io r obie ttività in qu esta
terra ».
POLONIA
DIPLOMATE
IN TEATRO
Si g nifi cati vo il ri co nosc imen-
to c he ha ottenuto il g ruppo
de lle Figlie d i Maria A us ili a-
trice dell ' ispettori a « Maria Au-
s ili atrice » di Varsavia. Ag li
esami di teatro presso la com-
mi ss ione statale de lla c ittà, ha
co nseg uito il diplom a di « i-
struttore teatrale ». L 'esame
prevedeva rappresentaz io ne
sceni ca di qu attro tes ti , in cui
ogni suo ra s i im provv isava
Timor est. Nelle foto, militari e giovani per le strade dell'isola.
Di fianco, l'intervento di mons. Belo nel grande salone municipale di Oslo.
I Varsavia {Polonia).
FMA partecipanti al
corso statale di teatro.
regista in un o e attrice negli
altri ; storia de l teatro contem-
poraneo, creazione di un a sce-
nografi a su tema bibli co, crea-
zione di a lc uni fl as h s ug li epi-
sodi « Mari a Madda le na », « Il
g iovane ri cco », « La parabol a
sulla zizzani a », « La morte di
Aronne ».
Capac ità teatrali e pre parazio-
ne um ani sti ca hanno sottoli-
neato no n solo la se nsibilità
ed ucati va di q ue te suore, ma
la loro c redibilità co me ed u-
catri c i. li gruppo è g iunto a
ques to traguardo freque ntan-
do un corso biennale (250
unità didattic he) indetto dal
« Centro C ultu ra le d i Varsa-
via » (WOK). A Varsav ia il
teatro è diventato il mezzo pri-
vil egiato pe r ed ucare ed evan-
gelizza re. I campi esti vi o rga-
ni zzati da lle suore so no stati
affo ll ati da num eros i g iovani
proveni e nti da tutta la nazio-
ne. Recente mente hanno in-
detto in co ll aboraz ione con
sales iani e laici, un Forum
1eatrale ded icato a Madre
Mazza re ll o e intito lato « Ro-
verno ' 96 », a c ui ha nno par-
tec ipato 15 g ruppi g iovanili.
Per l' immediato futuro sono
in cantie re due grosse cele-
braz io ni : i 75 anni de ll a pre-
senza in Polon ia de lle FMA e
I00 a nni de i sales iani.
JJS MAGGIO 1997

1.8 Page 8

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~
TTERE
.................................
BS DOMANDA
IL VENERABILE AN-
DREA BELTRAMI.
« Ho apprezzato l'articolo
su don Andrea Beltrami.
In quelle pagine si parla
di una ventina di suoi
libri a larga diffusio ne.
Sarei interessato in parti-
colare alla vita di san
Francesco d !Assisi... » .
(Giovanni Gigliola, San
Michele Salentino, Brin-
disi). « Sul numero del 29
g iug no d el!' !,~formatore
di Omeg na è stato pub-
blicato un articolo s u
don Andrea Beltrami,
che vi mando» (Luciana
Clementi , Omegna).
Risponde Stefano Tor-
risi. Le opere del « vene-
rabile » don Beltrami da
tempo sono esaurite e
attualmente non sono in
commercio. L 'articolo de l-
1' Informatore, a firma di
Ivo D equarti, dal titolo:
« Il B ollettino Salesiano
ricorda il venerabile don
Andrea Beltrami », è inte-
ressante e rivela non solo
l'affetto che lega ancora
don Beltrami alla sua
Omegna, ma anche alcu-
ni particolari meno cono-
sciuti. Si legge: « Il padre
Antonio Beltrami l' a-
vrebbe voluto medi co,
m a la v ia di Andrea sa-
rebbe stata un ' altra. Nel-
la nostra città Andrea tra-
scorse la sua vita di bim-
bo, ragazzo, giovinetto;
in via Alberganti c'era la
sua casa, a pochi metri il
lago nel quale con g li
altri coetanei amava tuf-
farsi nelle calde stagioni
estive; fu bravo a lunno
ne lle e leme ntari del bor-
go; poi le superiori a To-
rino, l 'entrata dai salesia-
ni , l 'antic ipo di due anni
ne lla ordinazione a sacer-
dote, i sogni di un giova-
ne prete ardente di fede,
bloccato d a lla m a lat-
tia ... ». E conclude : « Don
Beltrami riposa ne lla
Co ll eg iata di Sant 'A m-
brog io, in una tomba po-
sta tra la navata centrale
e quella di destra, sempre
ornata di fiori, e davanti
a lla qu a le la gente si
ferm a e prega. La nostra
c ittà ri co rda don Andrea
Beltrami con la dedi ca
della piazzetta antistante
la parrocchiale; in via Al-
berganti è conservata la
stanza che la famiglia gli
aveva ri servata. Nulla è
stato mutato. Nel 1997
ricorre il centenario del
trapasso di don A ndrea
Beltrami . Una data che
Omegna ricorda con l 'au-
spicio che il Papa voglia
iscriverlo nella grande
schiera dei "beati"».
o
A PROPOSITO DI DOWN.
« Vi preghiamo di darci voce,
perché ciò che stiamo viven-
do non resti un caso pri vato,
ma possa servi re anc he ad al-
tre persone. Si amo i genitori
di Myri am, l' ultima di sei fi-
g li. Mio marito è exalli evo del
Colle Don Bosco (anni 1957/
59). M yriam è affetta da sin -
drome di Down e ha notevoli
problemi legati a una accen-
tuata ipoton ia muscolare e las-
sità legamentosa, nonché pro-
blemi molto seri di vista da
quando è nata . Quando ha
compiuto sei mes i abbiam o
fa tto ri chiesta di accertamento
di inva lidi tà, senza es ito. In
seguito è stata ri conosciuta
affetta da sind rome di Down
cli grado grave e le è stata as-
segnata l' indennità di accom-
pagnamento, che il 30 settem-
bre scorso le è stata tolta, con
la seguente diag nosi: Down
con d islalia e irrequietezza
motoria con deambulazione.
La bambina va eguita conti-
nuamente e non può cammi -
nare da so la e noi siamo co-
stretti a trascurare gli altri fi-
gli . L ' indennità di frequ enza
di cui è titol are la ri conosce
invalida 9 mes i all 'anno sem-
pre che freq uenti la scuo la ma-
tern a o qualche centro cl i ri a-
bi litazione tipo logo pedia, psi-
comotric ità, ecc. Questa si-
tuazione non ci permette di
guardare al futuro con un po '
cli serenità. Chi pu ò aiutare
questi nostri già sfo rtunati
bambini ? ».
Lettera.firmata , C uneo
Chi fosse in grado di aiutare
in qualche modo questa fa mi-
glia, può scri vere in redazione.
IL VECCHIO SÌ, IL RAGAZ-
ZO, NO. « Da c inque anni ero
torturato da una malatti a di
cui non veni va no a capo. Sta-
vo perdendo le speran ze, quan-
do mi decisi di anda re per
nove g iorni in chiesa a fare la
novena a Don Bosco. Ci riu-
scii. Fui ri coverato per un
mese e trovarono la giusta
diag nosi. Sono guarito, ora
svo lgo una vita normale, a 73
anni. Poi c 'era un ragazzo in
pericolo di vita. Ho pregato
tanto il mio Santo. Ma il ra-
gazzo è morto . Dice il mio di-
rettore spirituale: " Ch i sei tu ,
che ti aspetti di avere tutto da
Don Bosco? E po i noi non
poss iamo sapere quali fi ni
vuole raggiunge re il Signo-
re" . Io dico: non lo doveva
fa re per me, Don Bosco, che
certo non merito ni ente, ma
per il giovane: non è lui il
protettore dei ragazzi? Anda-
va lì, gl i stendeva la mano e il
ragazzo guari va. E poi dice-
va : "S ignore, l' hai salvato. Le
tue strade sono infinite!". Don
Bosco sa che a vo lte si deve
fo rzare la mano de l Si gnore
per fare il bene. Quando vado
Mario Primicerio, sindaco di
Firenze , ci ha fallo pervenire
un dossier sulla « PRODU-
ZIONE, COMMERCIO EU-
SO DELLE MINE TERRE-
STRI ». La ricerca, curata da
Francesco Terreri , in colla-
borazione con il comune di
Firenze, il Forum per i pro-
blemi della pace e della guer-
ra, I' lres Toscana e la Cam-
pagna italiana per la messa
al bando delle mine, è una
riuscita iniziati va di sensibi-
lizzazione su questa proble-
matica. « L'obiettivo è arri-
vare al più presto ali' aboli-
zione della produzione di que-
sti ordigni su vasta scala, o
almeno di adollare intanto il
divieto di produrre e commer-
ciare le mine antipersona ».
a letto la sera ed entro in
un 'altra dimensione, penso :
" Del resto, cosa fece la Ma-
donna alle nozze di Cana?
Gesù alla fin e a lei non poté
d ire di no". Che ci metteva a
salv arlo? Caro Don Bosco, io
ti voglio bene, ma perché non
l' hai salvato? Quando ci ve-
dremo, me lo dirai ».
Tullio De Giovanni, Roma
DON TOMMASO DEMARlA.
« Devo tirarvi le o recchi e: pri-
ma di tutto perché avete dato
in ritardo la notizia della mor-
te di don Demari a. E poi per-
ché lo avete liquidato senza
un commento. Don Demari a
era un pensatore, filosofo ,
teologo, soc iologo, politolo-
go ... pu1troppo più apprezzato
dai laic i de lle maggiori uni -
MAGG IO 199 7 /JS

1.9 Page 9

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vers ità, che da chi g li era più
vici no. Ma come lo si può
ignorare? ».
Prof Carini, Roma
Il prof don Tommaso Dema-
ria ha avuto degli allievi che
lo hanno ammirato senza ti-
serve e per tutta la vita. Ma
non tocca certo a una rivista
come la nostra ajji·ontare la
sua produzione ed esprimere
giudizi sul suo pensiero.
MAMME DEI CONSACRA-
TI. « M i pi ace fa rvi avere pe-
ri odicamente nostre notizie. Il
nostro gruppo procede, e a
volte si incontra con altri
gruppi di mamme dei consa-
crati , che vengo no a Valdoc-
co per un pellegrinaggio. Fac-
c iamo parte de ll a stessa "fa-
miglia" e con loro è come se
c i conoscess imo da sempre.
Forse ciò è dovuto al fatto
che cond ividi amo le stesse
ansie e le stesse gio ie, avendo
offerto un figlio ai salesiani .
È vero, alcuni con gioia, altri
un po ' meno ed è anc he que-
sto lo scopo della nostra asso-
c iazione: essere vicini a que-
sti genitori. Nostro fig lio sale-
li
DOH
B,,
d.i
/.,.q CASA JJGL mPRE-
\\.
f:,' S11llP, COSTRVIÌA
siano spende la sua vita dove
il Signore lo ha chiamato, per
il bene dei giovani , particolar-
mente dei più bisognosi ».
Teresa Bianco, mamma
di don Massimo, Torino
IL DOCTOR J. « Desidero rin-
graziarvi per le tematiche che
affrontate sul BS e che ab-
bracciano sia i problemi edu-
cativi con i giovani , che la
realtà miss ionaria mondiale e
un cammino di riflessione sul-
la fede. Sono una giovane ca-
po scout e trovo interessantis-
sime le pagine del doctor J. e
alcu ne alt re che offrono agli
educatori una chiara prospet-
tiva della realtà adolescenzia-
le attuale. Talvolta fo tocopio
e di stribui sco a i genitori alcu-
ne delle vostre pagi ne. Spero
che c sia lecito ... ».
Francesca Callegari ,
Paese (Tv)
L'EXALLIEVO TAXISTA.
« Il mattino del 28 dicembre
scorso attes i a lungo il bus
7 19 che doveva portarm i al-
i'Augustinianum di Roma.
.E-MOIYo S~051) ;
~
PEl2 FARCI STARE
TUTTA L'VMAN/Tl'J"
\\__~
(\\~/
Infine mi avv icinai alla fila di
macchine che erano ferme da-
va nti al semaforo, deciso a
chi edere un passaggio. Un ta-
xista mi fece cenno di salire.
Io g li risposi con gesto nega-
tivo , pensando al costo del
tax i, ma costui si staccò dalla
co lonna delle auto e si avvi-
c inò dicendo che era a mia di-
sposizione. Vista la mia in-
certezza, disse franco: "Non
posso fare un 'opera buona a
un sacerdote, portandolo dove
desidera?". Salii e lui per vie
laterali mi portò rapidamente
in piazza san Pi etro. Saputo
che ero sa lesiano, mi disse:
"Io sono exallievo di Lanusei
ed Arborea in Sardegna!". Si
era poi trasfehto a Roma, tro-
vando impiego come tax ista.
Lnfine aggiunse: "Mi sento
sempre un ito ai salesiani e ve-
de cosa ho qui davanti? È Il
Bollettino Sales iano, che leg-
go nei momenti di sosta"».
Lettera firmata ,
Legnago (Verona)
RISPOSTECOMPRENSIBILI.
« Mi riferisco alle ri sposte che
voi date sulla ri vista, ma an-
che a quelle che dan no altre
pubblicazioni cattol iche. So-
no un exallievo e mi vanto di
essere un catto lico praticante.
Leggo moltiss imo: una rivista
la leggo da cima a fondo, men-
tre penso che altri non si ac-
corgano nemmeno di certe ru-
briche di interesse. Quanto al-
le risposte, però, pur sapendo
che chi risponde ne sa infi ni-
tamente più di me, chiedo che
usino parole chi are, brevi,
com prensibili a tutti . Altri-
menti sarebbe meglio che ri-
spondessero candidamente, co-
me faceva no una volta certi
parroci di campagna: « Devi
credere, fig li olo . .. ». Mi ten-
go cara la mia fede "contadi-
na" e quella ricevuta ali 'ora-
torio salesiano. Ma cerco di
cap ire e approfo ndire. E capi-
sco perché le Sette e le nuove
re li g ioni hanno buon campo:
perché cercano un aggancio
comprensibil e e a volte ci rie-
scono (non certo con me!) ».
Osvaldo Alessandria, Savona
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
dirizzo (mandan-
do sempre la vec-
chia etichetta).
Per la vostra corrispon-
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
JJS MAGGIO 1997

1.10 Page 10

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L'avventura missionaria di don Gianni Campagnolo in Colombia,
AL BAR
CONIL
MORTO
di Angelo Botta
I La Julia (Colombia).
Don Gianni Campagnolo,
in Colombia dal 1981 .
Ogni sabato e domenica
a La Julia è roba
da film western.
Legati i cavalli fuori
del baraccone del bar,
si gioca a carte e si beve
a non finire, chiudendo
magari con il morto.
<< Pdi mezz'ora impiegò
la guida a farmi rinve-
nire dopo un vo lo di 40
metri in fondo a una scarpata. La
stessa mul a, spaventata non so da
cosa, si lasc cadere anch'essa.
Anc he questa volta la Madonna mi
aveva ass1st1to. Dopo un 'ora, con
l' aiu to dell a gu ida e ricuperata la
mul a, potei riprendere la marcia
verso casa tutto dol ente. Mancavano
ancora due giorni di mula prima di
arri vare a Uribe ».
È il fe bbraio del 1985. Scrive do n
Gianni Campagnolo, in mi ss ione già
da quattro anni e, quindi, ormai pra-
tico di mule, ma non immunizzato da
possibili incidenti di percorso. A Bo-
gota gli riscontrano rottura di quattro
vertebre e spostamen to di altre quat-
tro. Lo inges ano dal co ll o all e gi-
nocc hia e lo tengono impacchettato
per bene durante due mes i. Appena
libero co rre a riprendere il lavoro.
« Non sono moti vi umanitari o reli -
gioso-antropo logici che mi spingo-
no », agg iunge lui , « ma so lo l'es pe-
rienza cli Dio, quella disperata ricer-
ca di cui ciascuno cli noi è pieno» .
ns MAGGIO 1997
CALDO, UMIDITÀ
MA ARIA
Nato a Bessica (Trev iso) nel 1945,
sa les iano att ivo tra i giovan i e con
vog li a eia sempre cli anel are missio-
nario, don Giann i fu destinato all a
Colombia, regione de l Meta, nel
La Julia (Colombia).
Sonia, infermiera spagnola
di La Coruiia , volontaria
da cinque anni. Con lei è Sergio,
operaio della Fiat,
in permesso per un anno.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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tra la cordigliera delle Ande e la stupenda foresta amazzonica.
1981. Gli affidarono Uribe, class ica
" parrocc hi a" tra virgolette : superfi-
cie un quarto del Piemonte, nucl eo
central e con pista d ' atterraggio per
pi ccoli aerei e settecento abitanti ,
altri quarantamila sparsi in vill aggi
e cap anne della fo resta, abbondanza
di mul attie re, ness una strada carroz-
zabile, e norme spreco di caldo umi-
di tà e malaria, un sacerdote (l ui! ),
ni ente c hiesa, tutto da fare.
Uribe - 300 km a sud di Bogota,
lì dove la cordi gli era orientale de lle
Ande cede il posto alla stupenda fo-
resta amazzonica - offriv a la ric-
chezza de lle sue terre a c hi veni va
ad abita rvi. U n flu sso ininte rro tto,
ini ziato da te mpo, çli gente che al-
trove moriva di fa me e qui poteva
occ upare fi no a duecento e pi li ettari
di zona vergine. Ne faceva campi di
banane , tapi oca, granoturco e ri so,
allevava bestiame. In sieme a questi
. poveri arriv avano de linque nti co-
muni e pe rseguitati politic i, di sposti
a diventare contadini pur di sottrarsi
alla giu stizia. Le capanne s i molti-
plicavano, i villaggi crescevano, i
coloni zzatori si spingevano sempre
più avanti.
Qualche anno dopo don Gianni
dovette fi ssare la base di ope razioni
a La Juli a, un nuovo centro nato 70
chil ometri più a sud. Ne ll a vecchi a
sede lasciava un altro sacerdote, le
Fi glie di Mari a Ausili atrice c he c u-
rava no la scuo la mate rna e la pasto-
ra le, vo lontari, c hiesa, casa parroc-
chi ale con sale di riuni oni e di g io-
chi , di spensario medi co.
LE PIETRE CADONO
SEMPRE IN BASSO
« I contadini », scri ve, «sono ric-
chi e poveri nello stesso tempo . La
mancanza di strade e trasporti non
permette loro di vendere i prodotti.
M a la cosa pegg iore è la solitudine:
gente c he vie ne da terre popolate è
costretta. a v ivere da sola. Sabato e
domenica sono roba da film weste rn
a La Juli a: 50, l 00, 200 cavalli legati
fuori del baraccone del bar dove si
g ioca a carte e s i beve a non finire,
chiudendo spesso con il morto. M o-
g lie e fig li posso no fare la fame, la
stabilità fa mili are va in frantumi ».
Po i c'è lo sfruttame nto de l soli to
duro , la coca c he re nde immensa-
mente più delle altre co lti vazioni e,
La Julia (Colombia).
Via Crucis con il popolo.
La Julia (Colombia). È sera e si fa messa
e catechismo a Sant'lsidro.
La Julia (Colombia). Volontari a cavallo e in canoa.
Quando viene un volontario, gli danno come regalo un cavallo e una sella.
IJS MAGGIO 1997

2.2 Page 12

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pe r compl etare il quadro , l'eserc ito
e la g ue rri gli a. Questa ha uo mini
be n a rm at i e lo tta da anni , per cause
soc iali e politiche, contro il gover-
no. L' eserc ito è composto da mi-
g li aia di so ldat i vo lontari che hanno
a dispos iz ione e li cotteri e cacc ia-
bombardieri. « Tutti i g io rni morti e
fe riti , che tristezza! Sembra in pic-
co lo la g uerra de l Vietnam », con-
stata don G ianni . « Terra maledetta
dove le pi etre cadon o sempre in
basso », dice la gente, vittima di vio-
le nze e sopru s i inimm ag inabili da
ambedue le parti.
Do po alcuni g iri in elicottero pe r
fa rs i un ' idea della reg ione, il nostro
mi ss io nario s i convinse c he, mal-
grado l'assenza di strade, bisognava
muoversi . Tra cavall o e mul a sce lse
come mezzo di trasporto quest'ulti-
ma, lenta ma s icura - re lativamente ,
come s i è visto - e incominciò i per-
corsi c he continua ancora oggi.
Ogni tanto inform a gli ami c i: « In
tre mes i ho trascorso in casa so lo
quindic i g iorni , per il resto sono an-
dato in vi sita soprattutto ai settori
più lontani e iso lati ». Ha imparato
a do rmire in terra sotto le pi ante, a
MAGGIO 1997 IJS
Cinque volontari collaboratori di don Gianni in visita a una famiglia.
A cinque ore di cavallo dal centro.
stare dig iuno anc he due giorni , a gu-
stare le be ll ezze de ll a foresta di
g iorno e di no tte , a co noscere i suoi .
C he so no generos issim i ne ll ' offrire
q uanto hanno: c ibo abbo ndante e
comodità ridotte ali 'essenzia le. Ha
luogo la catechesi , s i prega ins ieme,
si celebra la messa , nasco no la sti-
ma e l' ami ciz ia, spec ialme nte con i
ragazzi, si fac ilitan o gli incontri per
quando grandi e pi cco li arriveranno
in paese.
AMICI E VOLONTARI
Don Gianni no n è so lo, lo accom-
pagnano gli am ic i di un tempo . Da
Caselette (To rin o), per esempio, lo
seguo no fin dall ' ini zio i membri del
gruppo con cui lavorava al momento
di andare in missione. Una trentina di
g iov ani a llora. Adesso, quas i tutti
sposat i e con fig li, cost ituiscono un
centro con più di o ttanta soci che s i
preoccupano di raccogliere fo ndi
pe r invi are proi e ttori di diapositive
e generato ri elettri ci, finanziare la
costruz io ne di sc uo le e dispensari ,
seguire adoz io ni a di stanza. « È pro-
prio vero che è piì:1 fac il e lavorare
qua nd o si sa di essere acco mpagnati
da tanto affetto: l'animo è contento
e le ini ziative si moltipli cano fac il-
me nte, pe rché c'è se mpre chi ti
aiuta e protegge », mand a a dire don
Gianni. « Qu anto a iuto materi ale,
quanto inte resse da parte di vo i
tutti! Grazie di cuore. e che di più ?».
Uribe e La Juli a fanno parte del Vi-
cariato Aposto li co cieli ' Ariari, affida-
La Julia (Colombia).
La nuova cappella , costruita
con l'aiuto di don Egidio Viganò.
to ai sa les iani . Dei progressi in que-
sti anni se ne sono fa tti , sia in queste
due cittad ine co me ne i villaggi che
le attorniano: c hie e e cappelle co-
struite, scuo le in pie na attività, ora-
to ri freq ue ntatissimi , dispensari me-
dici che sono una provvidenza. De-
terminante la presenza delle Figli e
di M aria A us ili atri ce e dei volonta-
ri. Questi vengono dalla Colombia e
da fu o ri , ri cevo no un cavallo e un a
sell a - con raccomandazione di trat-
tarli be ne - , hanno allogg io e cibo
ass icurati , lavo ra no sen za stipe ndio
in campo med ico e pastorale. Si im-
pegnano per poc hi mes i o per tempi
più lung hi . Sonia, infermiera spa-
gnola di La Corufia, era venuta pe r
un anno ed è da cinque. Pe r le co-
stru zioni hanno co ll aborato gratuita-
me nte coloni e so ldati. Il governo ,
mosso da ll e so ll ec itaz ioni dei mis-
s ionari , ha inviato maestri e medici.
Gli scontri tra ese rcito e guerriglia
con tinuano. Continu a anc he I' afflus-
so dei co lo ni : don Gianni sta parlan-
do di un te rzo centro , più al sud. In -
tanto si preoccupa soprattutto dei
ragazzi. « Difficile radd ri zzare », scri-
ve ancora, « le piante vecc hie che
sono c resc iute storte. La strada più
facile anche se lunga passa da que l-
le giova ni , aiutandole perché cre-
scano bene, possano da re frutti e
mostrare tutta la loro bell ezza. E un
po' ciò c he s i sta facendo nel vica-
riato con un lavo ro re iigioso e so-
c iale a lungo termine. E già se ne
posso no vedere i frutti: i primi g io-
vani cresco no con più res pon sabilità
pe rsona le e fam ili are, con un a strut-
tura morale che è fondamento di
buone azioni ne ll a vita ».
Angelo Botta

2.3 Page 13

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PRIMA PAGINA
Silvano Stracca
N elle giornate conclu-
sive sarà presente lo
essere considerata una
città-simbolo di « quella
stesso Giovanni Paolo Il.
parte dell'Europa che do-
Per la prima volta un con-
po una dura prova è rina-
gresso eucaristico inter-
ta nella libertà ,,. Parole di
nazionale avrà luogo in
Giovanni Paolo Il , un uo-
Polonia . E per la prima
mo che ha condiviso la
volta nella storia ultra
tragica esperienza di tutta
centenaria dei congressi ,
l'Europa dell 'Est e che
si rifletterà sul rapporto,
vuole che il congresso di
ricco e stimolante , tra Eu-
Wrodaw sia « uno straor-
caristia e libertà.
dinario inno di gratitudine
verso Cristo per il dono
SI TERRÀ A WROCtAW,
della libertà ». Non solo
L'ANTICA BRESLAVIA,
dalla schiavitù del socia-
nel cuore della Slesia. La
lismo reale, ma anche dal-
città è stata scelta dal pa-
le nuove forme di schia-
pa polacco come sede del
vitù della società con-
congresso, perché questa
sumistica ed edonistica ,
città riassume nella sua
da uno stile di vita ispi-
storia travagliata, i molte-
rata a una libertà asso-
plici motivi che si intrec-
luta, priva di ogni norma
ciano in un avvenimento
e misura.
importante per tutta la
Chiesa, proiettata verso il
L'EVENTO DELLA LI-
terzo millennio. Al termine
BERTÀ UMANA, SOCIA-
di un secolo che avrebbe
LE E POLITICA , restitui-
dovuto sperimentare un'e-
ta alle nazioni dell 'Est
ra di libertà e che ha vi-
dopo molti anni di totali-
sto , invece , il dramma di Wroctaw (Polonia). EUCARISTIA E LIBERTÀ.
tarismo e rimessa ora in
intere nazioni sottomesse
« Cristo ci ha liberati per vivere nella libertà ».
pericolo da un liberali-
a regimi totalitari . Un 'e-
smo sfrenato, e nello
sperienza dolorosa che
ha coinvolto in modo spe-
ciale i popoli dell 'Europa
centrale e orientale sotto
le dittature nazista e co-
EUCARISTIA
E LIBERTA'
stesso tempo la crisi del-
la vera libertà che si spe-
ri menta anche nelle na-
zioni occidentali , costitui-
scono una potente sfida
munista. Una pagina du-
rata mezzo secolo, dall 'in-
vasione di Danzica al
Il 25 maggio, per la prima volta
dalla fine della seconda guerra mondiale
per la Chiesa che si riu-
nisce a Wrodaw , dal 25
maggio al 1° giugno , at-
1989, quando sono crol-
lati quasi all 'improvviso i
segni di quest'oppressio-
e dopo il crollo del comunismo,
un congresso eucaristico internazionale
torno all 'Eucaristia, per
trovare il fondamento di
una nuova, fraterna, soli-
ne. Proprio per questo , il
verrà celebrato nell'Europa dell'Est.
dale convivenza di uomi-
46mo congresso eucari-
ni e popoli. I campi di
stico internazionale si svolgerà nel cuore stesso concentramento , i gulag , il carcere e i processi
dell'Est europeo , quasi a illuminare con la sua politici sono stati un caro prezzo umano pagato al-
luce tutte le nazioni che , per decenni , hanno sof- l'Est. Ovunque, in questo secolo come nei primi
ferto la negazione delle libertà individuali e sociali. secoli della Chiesa , ci sono stati uomini e donne
Wroctaw fu annessa alla Prussia all'epoca delle che hanno trovato proprio nell 'Eucaristia « il pane
spartizioni della Polonia, a fine Settecento . Sotto- della libertà , il viatico del coraggio e del marti-
posta invano, per un secolo e mezzo, a tentativi di rio ». Ce lo rammenta Giovanni Paolo Il che andrà
germanizzazione. Rasa al suolo in gran parte du- a Wroctaw per ricordare la celebrazione del-
rante l'ultimo conflitto. Restituita al governo di Var- l'Eucaristia nelle catacombe del ventesimo seco-
savia all 'indomani del 1945. Oggetto di revansci- lo e i nuovi martiri della fede che , con la testimo-
smo da parte dei nostalgici tedeschi . E teatro di nianza della vita e spesso con la morte , hanno
rivolte operaie soffocate nel sangue sino agli anni esaltato la dignità della coscienza e il valore del-
'80 , quando Solidarnosc preparò la caduta dei l'obbedienza alla legge di Dio .
muri da Berlino a Mosca. Wroctaw può , dunque,
o
BS MAGGIO 1997

2.4 Page 14

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• • • • • • • • ~ • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 1t • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
·sE TRENTA VI SOCIETÀ
I REFERENDUM.
CHI VOTA DEVE
SEMBRANO CONOSCERE
I PROBLEMI
SU CUI È CHIAMATO
POCHI A ESPRIMERSI.
di Alessandro Risso
Peccato. Avremmo potuto tor-
nare a familiarizzare con i
colori, riconoscerne le sfu-
mature, così come quando apriva-
mo il portapenne nuovo alle ele-
mentari per la gioia dei nostri
occhi bambini. Da adulti non sap-
piamo dare il nome giusto ai colo-
ri, distinguere l'amaranto dal cre-
misi e dal granata. Anche chi li usa
per professione - un grafico o un
imbianchino - li chiama con l'ari-
da catalogazione numerica della
scala Pantane. L' unica opportunità
di ripasso ci veniva data dai refe-
rendum: per legge ogni scheda
elettorale deve essere di un colore
che la contraddistingue dalle altre,
e sarebbe stato un bel co lpo avere
in una vo lta 30 colori 30: giallo pa-
gli erino, giallo cadmio chiaro, gia l-
lo cadmio scuro, giallo canarino,
giall o zafferano ... Verde muschio,
verde o liv a, verde pisello, verde
smera ldo ... Trenta infatti erano i
I L'Italia come Robin Hood.
Così Pablo Echaurren ha visto
gli italiani chiamati alle urne.
referendum proposti dai Riforma-
tori di Pannella ( 18) e da un grup-
po di Regioni ( 12). Invece quei
MAGGIO 1997 BS

2.5 Page 15

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li • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
t\\\\t .~.~}t A-- -
, ·• -~ \\\\\\\\1.l\\\\"-'~
•· --~;,~~~\\i\\\\~o~ I . .
~~'ò.~ i_\\, ·'" ' ,·
~\\:
I:
,1
\\#'1:~u'-ùl"
'
I promotori accusano la grande stampa
di non dare spazio ai referendum.
«cattivo ni » de i g iudic i dell a Co rte nostri padri costitue nti come un
costituzionale ne hanno bocc iati ben mezzo a disposizione de i c ittadini
19, ed è proba-
per rimettere in
bile che alcuni
altri si perdano
prim a di arri va-
re all a meta del
voto perché su-
perati dall'ap-
provazione di
nu ove legg i in
Chiamati ai referendum, che
pensare di alcuni quesiti tecni-
ci, come l'abolizione del «~ol-
den share », l'ordine dei g1or-
na listi e del ministero delle
risorse agricole? Chi è davve-
ro preparato al voto?
discussione una
legge e pote rla
abolire. Negli
anni '90 tutta-
via, il refere n-
dum abrogativo
è diventato
sempre più uno
materia. La de-
strumento di
cisione de ll a Consulta come s i sa è az ione politica non pe r contro ll are
stata accolta da tante pol emiche, e e integrare il pote re legislativo del
dagli in sulti di Pannella, orm ai pa- Parlamento, be nsì per tentare di
tet ico ne ll' o bbligo di esasperare sostituirs i a esso. Che le Camere
sempre più i toni per ri scuote re un s iano ingo lfate di lavoro, impa-
min imo di attenz ione dal pubblico. sto iate di rego lame nti complessi
c he favo ri scono chi vuo le ritard are
STRUMENTO POLITICO
o imped ire decisioni , è un fa tto
ev idente; ma il rimedio non è il re-
SOSTITUTIVO?
ferendum abrogativo, che obb li ga
a una sce lta rozza su pro bl emi
Tra le voci che invece s i sono le- compless i, certo non ri so lvibi li me-
vate a difesa de ll 'operato de i g iu - diante cavil lose operazion i di chi-
di c i costitu zion ali , ha fatto sp icco rurgia lingui stica sui testi de ll e leg-
quella di Norbe rto Bobbio: « La g i. Se è « abrogativo » se rve ad
Corte in questo caso non ha com- abo lire una legge, non a crearne
piuto alc un abu so: anzi, a mio pa- un a mig liore tag liando qualche
rere ha fatto beni ss im o a lim itare il com ma . L' impressione è che il re-
vero ab uso, la proli ferazione di fe re ndum non inte ress i per il suo
quello strume nto eccezionale che è corretto valore costituziona le, ma
e deve essere il referendum ». Stru- venga usato come mezzo di lotta
mento eccezionale, appunto: tale è po liti ca contro altri partiti o altre
stato pe r quarant'anni , pe nsato dai lobby.
IL VALORE
DEI SONDAGGI
È vero che il cittad in o in uno sta-
to democratico è considerato qual-
cosa di sacro, m a non si può pen-
sare c he questa sacralità s i esplichi
so lo ne ll'eserc izio del voto. È vero
che le elezioni sono momento fon-
damentale, ma non sono pochi a
pensare che in Italia si voti troppo
spesso , e che iI c rescente astensio-
ni smo eletto ra le sia dovuto princi-
palmente al continuo ricorso alle
urne, che ne infl az iona e svaluta il
valore. Altri invece esaltano la
« democrazia in d iretta », quella dei
sondaggi, della votazione in tempo
rea le su ogni argomento , dall a pe-
na di morte al ritorno di Roby Bag-
g io in Nazionale. Questo ricorso al
volere de lla piazza viene dipinto
come la più avanzata forma di
esp ress ione de mocratica, ma i ri-
sultati possono essere imprevedibi-
li. U n governatore romano tanti an-
ni fa chiese al popolo radunato sot-
to il suo palazzo quale prigioniero
dovesse liberare , e la gente di Ge-
ru sa lemme ri spose « Barabba! », un
delinquente o micida. E il mite Ge-
sù, che miracol ava la povera gente,
fu crocifisso.
Raccolta di 500 mila firme.
Impegno notevole,
con l'incognita dell'urna.
BS MAGGIO 1997

2.6 Page 16

▲back to top
~:·. ............................
Chi non ricorda quando Craxi invitò ad andare al mare
al posto di votare?
trano ad esempio , quello proposto,
e bocciato, sulla modifica dei mec-
canismi elettorali , o quelli , ammes-
si, sull 'aboli zione di « go lden sha-
re », l'ordine dei giornalisti e il mi-
ni stero delle risorse agricole. Su
quest ' ultimo, per inciso, va notato
QUALE
CONSAPEVOLEZZA
opinione consa-
pevole sul ren-
dere pedonale il
C vera democrazia soprattutto centro storico,
se c piena consapevolezza del vo- v a l utandon e
to . Nel caso del referendum , si de- vantaggi e svan-
ve avere una buona conoscenza del taggi. Alcuni co-
problema su cui ci si deve pronun- m un i prevedo-
ciare, che si ha nel « molto gran- no la possibilità
de», e nel « molto piccolo ». Per di referendum
« molto grande » intendo ciò che ri - propositivo pro-
guarda o può riguardare chi unque, prio su argo-
spesso un problema di coscienza: i menti di questo
referendum su divorzio e aborto so- genere, come
no emblematici a rigu ardo . Ma an- avviene per tra-
che il «giudizio di popolo » sulla mo- di zione seco lare nelle città svizzere.
narchia nel '46 o sul nuc leare nel- Dove invece vi ene a mancare il
!' 87, ad esempio , rientrano nella ca- requi sito della consapevo lezza ge-
tegoria. Altrettanta, se non superio- neral e è sui referendum che poss ia-
re, conoscenza dei te1mini di un pro- mo definire « tecnici ». Sono quelli
blema si ha nel « piccolo », cioè nel- che ri guardano un settore specifi-
l'ambito locale in cui si vive. Per co, di limitato interesse generale,
esempio, tutti gli abitanti di una . sui quali divergono le opinioni de-
città sanno esprimere una propria g li stess i addetti ai lavori . Vi rien-
NUMERO QUESITI
ARGOMENTO PRINCIPALE
% VOTANTI
1993
1995
monarchia/repubblica
89,1
1
divorzio
87,7
2
ordine pubblico/finanziamento partiti
8 1, 2
6
aborto
79 ,4
1
scala mobile
77 ,9
4
nucleare
65,1
1
unione europea
80,7
3
limitazioni caccia
43,4
1
preferenza unica alla Camera
62 ,4
8
uninominale al Senato
77,1
12
televisione/sindacati
57,9
La tabella ricorda la storia dei referendum in Italia, a partire da quello che nel
1946 decise la nostra forma di governo. Come si vede , la frequenza recente-
mente è alta - più di una volta ogni due anni - ed è aumentato il numero dei
quesiti . Parallelamente è diminuita l'affluenza alle urne, tranne nel caso del re-
ferendum per l'ingresso italiano in Europa e di quello che ha aperto le porte al
sistema elettorale maggioritario, legato al nome del promotore Mario Segni , in
pieno " ciclone Tangentopoli ». In Parlamento giace già la proposta di legge di
elevare il numero min imo di firme necessarie a 800 mila, al posto delle attuali
500 mila e per fissare un numero massimo di quesiti (3-5) . Altre proposte ri-
guardano l'introduzione del " referendum propositivo » oltre a quello abrogativo.
MAGGIO 1997 BS
che un precedente referendum ave-
va g abolito il ministero dell 'a-
gricoltura, ricomparso tale e quale
con un nuovo nome. Possibili ssi-
mo che gli italiani abbi ano votato,
senza capire il perché, contro un
mini stero che è comunque neces-
sario. Ma la buona educazione vor-
rebbe ev itate le prese in giro.
Quale interesse e quale consape-
volezza maturerà ogni c ittadino su
benefici e controindicazioni del
« golden share »? Si appassionerà
ai destini dell ' ordine dei g iornali-
sti ? Vorrà cominciare a casti gare le
tante corporazioni che sgomitano
a1rnganti nell a nostra società? Se-
guiranno referendum contro gli or-
dini dei notai , dei commercialisti ,
deg li avvocati ? In somma, il refe-
rendum abrogativo con il suo «sì »
- « no » strumento semplicistico e
impropri o, non è il rimedio alle
diffi co ltà del potere leg islativo ed
esecutivo. La « Politica » (con la p
maiuscola non a caso) deve ricupe-
rare autorevolezza dimostrando ca-
pacità di dec idere , di rimuovere
ineffici enze e priyileg i, di ricercare
il bene comune . E un a stori a che si
prospetta lunga. Ci hanno tolto la
poss ibilità di ripassare i co lori, ma
siamo destinati a vederne ancora di
tutti i co lori .
Alessandro Risso

2.7 Page 17

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Questo sì
che è un regalo!
-------
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2.8 Page 18

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f\\L\\PP\\NE
Il Centro Laura Vicuna per gli «street children» e «WIND-Donne»:
IL CAMMINO
di Maria Antonia Chinello
DELLA SPERANZA
L'unica ricchezza delle
Filippine sono i giovani.
Le Figlie di Maria
Ausiliatrice hanno scelto
di stare dalla parte
dei più poveri
e dei più a rischio.
Per far camminare
la speranza. Con i fatti.
I I Rapporto UNICEF di que-
st'an no su ll a condizione dell'in-
fanzia nel mondo parla chiaro :
c irca 250 milioni di bamb ini , sia ne i
paesi ricchi che in quelli poveri ,
sono a risch io perché lavorano in
condizion i di pericolo e di sfrutta-
mento. Il Congresso mondiale di
Stocco lma su ll 'abuso sessuale dei
bambini, ha rivelato recentemente
che sono milioni i minori costretti a
prostituirsi e milioni sono gli ad ulti
che ne approfitta no .
LE FILIPPINE,
PER ESEMPIO
Le Filippine sono un paese giova-
ne. Su una popolazione di circa 65
milioni di ab itanti, la metà ha meno
di 21 anni Ma il 3 per cento della
popolazione giovanjle, circa 223 .600
ragazzi e ragazze vivono ne lle stra-
de. 107mila ne ll a sola cap itale, a
Metro Manila. 5 milioni di bambini
lavorano e sono sfruttati. Il paese è
geograficamente composto da un
arcipelago di piccole isole. Crocevia
di culture e di immigraz ione. Da
sempre, anche oggi, i g iovan i filip-
pini riflettono ne l loro modo di es-
sere, gli incroci e i caratteri di di-
verse culture e influenze: malesi , ci -
nesi, spagnoli.
MAGGIO 1997 BS
Manila. I bambini,
la grande ricchezza delle Filippine.

2.9 Page 19

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due esperienze per raccontare che è possibile avvicinarsi agli altri e soccorrerli.
I
Manila (Filippine). 5000 « street children » . I bambini, le suore e i secchielli colorati hanno invaso le copertine dei giornali.
Al tradizionale party sono invitati tutti i bambini della città che vivono per le strade, abbandonati a se stessi,
o lavorano in situazione di sfruttamento.
In questo variegato tess uto sociale
si inserisce la presenza e la missio-
ne delle Figlie di Mari a Ausiliatrice.
Convinte dell 'attualità e dell 'effica-
cia di educare nello stile del sistema
preventivo di Don Bosco, hanno av-
viato in questi ultimi anni un itine-
rario di riorgani zzazione e ristruttu-
razione delle opere per trovare nuo-
vi modi con cui essere presenti là
dove le giovani soffrono e sono
sfruttate, e per rispondere alle situa-
zioni sempre più problematiche in
cui versa la loro nazione.
del mondo. Il ministero dei serv1z1
sociali l'ha riconosciuta come una
tra le istituzioni non solo più orga-
nizzate ma, soprattutto , come opera
capace di riabilitare ed educare ra-
gazzi e ragazze. Corresponsabilità
sembra essere la parola d ' ordine di
tutta l 'attivi tà. Sono infatti coinvolti
in tanti: genitori , enti e associazioni
governative e private, cittadini e
giovani , suore, exallieve e coopera-
trici salesiane.
UN TAVOLO ATTORNO
A CUI PENSARE
Il primo passo è stato costituire
un Ufficio per la pianificazione, la
programmazione e lo sviluppo. Suo-
re e laici , giovani e genitori si sono
ritrov ati insieme, attorno al tavolo ,
per pensare , studi are e ricercare. La
base da cui partire: la situazione so-
ciale e una grande passione per i
giovani. E poi, qualche volta le idee
hanno le mani , e non solo quelle. La
costituzione della «Fondazione Lau-
ra Vicuifa » è stato il concretizzarsi
della ricerca comune di voler dare
espress ione e fo ndamento alla vo-
glia di aiutare i ragazzi e le ragazze.
La fondazione, del cui consiglio
di ammini strazione fanno parte le
suore e alClmi collaboratori laici, ha
avviato il programma: un piano di
intervento sociale e di sviluppo per i
bambini e le bambine della strada.
Collaborano con associazioni uma-
nitarie e ricevono aiuti da varie parti
IDES DELEGA
oes M1ss1òil e
LACA_,.,. PAMPANIUJ . PHtl~. AUG.
SOLIDARIETÀ VIDES NELLE FILIPPINE. I giovani volontari si sono ritro-
vati in tanti: tre italiani , cinque giapponesi , un irlandese, venticinque filippini .
Il « Centro di evacuazione Cabcom », un 'area periferica di Mabalacat, ai
piedi del vulcano Pinatubo, è stato sufficiente per tutti. Quel « campo mis-
sionario interculturale » ha accostato ancora una volta ragazzi e ragazze
alla sofferenza e al dolore di grandi e piccoli. Era la prima volta che il
VIDES (l'organismo di volontariato internazionale delle FMA) operava con
il volto filippino . E stato un po ' il battesimo dell'associazione. L'ultima eru-
zione del vulcano Pinatubo , nel 1991 , ha distrutto nove centri abitati, ab-
barbicati alle sue falde. Circa 6mila famiglie , 28mila persone , sono state
evacuate. Una vicina area militare statunitense si è trasformata in centro di
accoglienza per le famiglie superstiti e per coloro che hanno dovuto abban-
donare la propria casa perché a rischio di nuove eruzioni . La disoccupazio-
ne , la povertà, la mancanza della casa gravano sulle spalle di quella gente.
Condividere per alcuni giorni , sorridere e giocare , aiutare e medicare sono
stati i segni concreti di chi , al di là delle parole, ha voluto operare con i fatti .
BS MAGGIO 1997

2.10 Page 20

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I Manila (Filippine). I volontari hanno condiviso per alcuni giorni
la vita delle vittime dell'ultima eruzione del Pinatubo. Il vulcano ha distrutto
nove centri abitati, lasciando in difficoltà 6mila famiglie , 28mila persone,
che sono state ospitate in una vicina area militare statunitense.
L' itinerari o messo a punto per il
progetto di sviluppo prevede varie
tappe: case di accoglienza, in cui le
ragazze possono andare e ven ire;
case res idenziali in cui trovare ri sto-
ro e poss ibilità di dimora fissa; cen-
tro di fo rmazione tecnico professio-
nale; centri res idenziali di fo rm az io-
ne tecnico professionale; centro di
collegamento al lavoro e ali ' indu-
stria. Un panorama variegato soste-
nuto da un ' un ica idea di fo ndo: tro-
vare e incontrare le giovani dove
si trovano e accompagnarle lungo
tutto l'arco dell a crescita per intro-
durle, con pi ena digni tà, ne l mondo
de l lavo ro e dell a vita.
UN PARTY PER 5.000
Come ogni ann o sono fi ni ti tutti
in prim a pag ina. Gli « street chil-
dren », i bambin i, le suore e i sec-
chie lli colorati hanno in vaso le co-
pertine dei quotidian i e dei giornali
di Manil a. Da quando hanno aperto
il «Centro L aura Vicufia », iniziando
un cammino di convivenza, di con-
di visione e di recupero delle bambi -
ne delle strade, le FMA hanno dato
il vi a al tradizionale party a cui
sono in vitati tutti i bam bini che,
nell a capitale, sono abbandonati a
se stess i, lavorano come vendi tori
ambula nti o selezionatori di rifi uti
sul « Monte che fum ~», la montagna
delle immondizie. E un appunta-
mento atteso, desiderato. I ragazzi e
le ragazze si passano la voce e, per
un giorno, la solitudine, la violenza,
MAGGIO 1997 BS
l' indiffere nza di cui sono oggetto
può andare in vacanza. Il secchiell o,
il dono-sorpresa, è un regalo uti le:
di venta docc ia e lavatrice insieme.
Non si tratta di un a ini ziativa slega-
ta dal processo ed ucativo. Il party
entra nel piano ideato dalle ,suore e
dai coll aboratori più vicini . E, infa t-
ti , il primo approcc io per tanti di
loro che, su invito dell e suore ad an-
darle a trov are, incomin cera nno
l' itinerario.
"WIND», OVVERO,
SOGNARE IL FUTURO
G li ultimi rapporti sociali sull a
condi zione de l paese ri velano che,
ne lle Filippine, circa 1'80 per cento
deg li abitanti v ive sotto la sogli a
della povertà. Lo sfruttamento delle
ragazze, la situ azione di di sag io e di
povertà de ll e fa mi glie ha fornito
a lle suore lo spunto per mettere a
punto il programma « WIND-Donne
in rete per lo sv iluppo » (Women in
Networking and Development). « Sia-
mo certe dell 'enorme potenziali
che è nascosta nell a donn a, della
sua capacità di rigenerare il tess uto
sociale con l' apporto de l suo lavo-
ro », puntu alizza suor Felicid ad Boa-
do, anim atrice de ll e FMA ne lle Fi-
lippine. WIND è stato atti vato in al-
cuni centri: da Manil a a Mabalacat,
da Tondo a Minglanill a, al sud . Le
ragazze si susseguono nei vari cen-
tri di formazione tecnico professio-
nale. L'attenzione è dupl ice: al cam-
mino personale delle giovani , nella
riscoperta e va lori zzaz ione delle pro-
prie atti tudini e capacità, e ai fe r-
menti e alle evolu zioni del mercato
occupazionale. Questi due elementi
fo rniscono le bas i su cui progettare i
nuovi volti dell a donn a e la sua pro-
fess ionalità fu tura. Possono essere
esempio le storie di tre ragazze. Tre
per tutte.
Jenny vendeva stracci e giornali.
Il suo stipendio dipendeva dal peso
di carta che riu sciva a raccapezzare
alla sera. Dopo aver incontrato le
suore, decise di frequentare la scuo-
la. Ora lavora come cuoca in una
mensa aziendale. Il corso di culina-
ria frequentato al «Centro Laura Vi-
cufia » le ha permesso di guadagnare
per sostenere la sua fam iglia. La
strada, gli stracc i, i giornali sono
solo un ricordo.
Christina batte ve locemente le
mani sull a tasti era de l computer. È
l'impiego nu ovo di zecca che le
permette di aiutare ad arrotondare il
bil ancio fa miliare, sempre magro e
incerto. « A scuola ho imparato non
solo un lavoro , ma soprattutto ad
avere di nu ovo fi du cia in me stessa
e nelle mie poss ibilità. Non è sem-
pre fac il e essere sereni quando si è
poveri e iI pen ie ro ass illante dei
tuoi è que ll o di come aITivare all a
fi ne del mese ».
Rose è sarta. Sorride, mentre rac-
conta la ua e perienza: «I miei ge-
nitori sono separati. Frequentando
la scuola ho imparato a esser fo rte e
ad affrontai·e i problemi con corag-
gio. Sono fe lice perché con il mio
lavoro sono di sostegno a due fami-
glie: quell a del mi o papà e della mia
mamma ».
Maria Antonia Chinello

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
/'.'·ilRNA-
1fiW$]~.l~~ii SNAENLTMIOENSDOOLIDEALfI I-'..!;;::,Il I '4;,l . ·--4
NELLA STORIA t/1!_1tf ~~:,
La pedagogia salesiana crede che
1\\i"\\\\ 1
\\\\~ ,, é;;;,;" i;r
la santità possa entrare nella quotidianità ._, ,v ,\\
come il pane. Coniugare educazione e santità in un mondo
estroverso e complesso è il compito oggi affidato
alla Famiglia Salesiana.
Articolo 4: « Il richiamo reciproco
tra 'educazione e santità' ci chie-
de di essere intimamente solidali
con il mondo e la sua storia. At-
tuale, creativa e costante dev'es-
sere quindi la progettazione della
missione ... ».
Dal cuore di Don Bosco trae ispira-
zione e forza una proposta di « spiri-
tualità giovanile » che coraggiosa-
mente parla di santità realizzabile
nelle parole e nei gesti della vita
quotidiana. Tanto nel " ventre della
balena », come tra i ragazzi di stra-
da, in un mondo che tutti e tutto
consuma e omologa, la pedagogia
di Don Bosco crede in un 'educa-
zione alla libertà e all'amore che ge-
nera santità. Questa fiducia è carta
vincente, anche oggi. Chi si rap-
porta alle intuizioni di Don Bosco è
un ottimista nato perché sa che il
Maestro e la Madre giocano in con-
temporanea da fiancheggiatori .
non fa paura e ostracizzarla non
serve: Michele Magone, capobanda
di paese che approda a Valdocco ,
ne è la dimostrazione . Don Bosco
lavora su l cuore dei giovani attra-
verso la dinamica della persua-
sione, del convinc imento dialogico
e di una cordialità non facilona
tuttora da onorare . Addirittura crea
dei modelli di cui , nel tempo , Do-
menico Savio è prototipo.
La pedagogia salesiana, in di
una essenzialità esemplare , crede
che la santità possa entrare nella
quotidianità come il pane. Don Bo-
sco ci sprona a credere che one-
stà, giustizia, rispetto , purezza, coe-
renza sono le basi di una santità
possibile a tutti , giovani compresi.
La "Carta di Comunione » rilancia
alla Famiglia Salesiana il logo
pedagogico di Don Bosco: educa-
zione è cosa di cuore .
Santità è lo
straordinario che
Dio opera in ogni
persona . Educa-
zion e è portare
alla superficie le
potenzialità crea-
turali che in essa
Dio ha posto.
Don Bosco. in
tempi religiosi non
sospetti , parla alla
capacità logica dei
giovani , contro un
affastellamento di
norme. La tra-
sgressione , sem-
pre abbondante-
mente presente , -
Santità di ieri. Santità di oggi.
IN LIBRERIA
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ELLE DI CI
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Tel. 011 /95.91.091 - c/c Postale 8128
JJS MAGGIO 1997

3.2 Page 22

▲back to top
, La prima scuola professionale salesiana del paese, fondata da
LJUTOPIA DI BARNABAS ,
LUKACS di Umberto De Vanna
Gli allievi sono
già quasi trecento
e 33 gli insegnanti laici.
La scuola è aperta
sempre a nuovi progetti,
mandati avanti
dal dinamico fondatore.
le strade. La società ungherese non
pare neanche oggi da.re troppa atten-
zione a questi giovani. Molti non
vivono in una famiglia sana e unita.
I quarant'anni di dittatura hanno la-
sciato il segno anche ne lla vita fa-
miliare. Un terzo dei matrimoni fi-
niscono ne l divorzio. E i giovani
vengono facilmente adescati dalla
malavita o dalla droga». Chi rac-
conta è il professor Barnabas Lu-
kacs, 52 anni, sposato, tre figli. Na-
to in una famiglia di contadini che
subì molte vessazioni dal regime,
perché il padre non voleva entrare
nella cooperativa agricola (kolkoz),
dopo la maturità si iscrisse alla
scuol a superiore di pedagogia, tro-
vando impiego come ed ucatore in
un collegio di seicento giovani. Si
trattava di ragazzi poveri , e parecchi
I« Scuola Don Bosco »
(Budapest, Ungheria).
Il direttore, Barnabas Lukacs,
e altri professori,
si congratulano con una ragazza
che ha concluso con il diploma.
<~N egli anni '80 cominciò
a preoccupare in Un-
:'.
gheria la situazione di
quei 60-70mila giovani che non ave-
vano te1minato la scuola dell 'obbli-
go e mancavano di requisiti per con-
tinuare gli studi o per apprendere un
mestiere. Anche i giovani senza fa-
miglia, che a 18 anni uscivano dagli
istituti educativi statali, erano ab-
bandonati a se stessi e vagavano per
MAGGIO 1997 BS

3.3 Page 23

▲back to top
un laico affascinato da Don Bosco e dal suo sistema educativo.
Budapest (Ungheria).
Queste le attuali specializzazioni
della « Scuola Don Bosco »:
muratori, saldatori,
imbianchini, decoratori,
tappezzieri, calzolai, grafici,
tipografi, parrucchieri,
abbigliamento femminile.
di loro non avevano una casa. Bar-
nabas fece di tutto per creare un am-
biente di fam iglia. In seguito a que-
sta esperienza positiva, venne nomi-
nato direttore e amministratore ge-
nerale dell'Istituto provinciale per
la promozione del bambino e del
giovane. Fu in pratica tutore di 2.800
bambini abbandonati o senza fami-
glia. « Nel mio incarico ebbi tanto
da lottare con le autorità, perché i
bambini avevano bisogno del calore
di una famiglia, non di istituti, dove
mancava l'unica cosa necessaria,
l ' affetto ». A questa esperienza fece
seguito la conoscenza diretta dei ra-
gazzi che vivevano abbandonati per
le strade. Proprio in quel periodo gli
capitò tra le mani un libro dal titolo
L'Apostolo dei giovani. «Lo lessi
tutto d ' un fiato, e lo rilessi più vol-
te. Si trattava della vita di Don Bo-
sco. È di lì che cominciò la svolta
della mia vita. Perché decisi di fare
come Don Bosco».
LA SCUOLA
PROFESSIONALE
«Avendo una certa conoscenza
della situazione giovanile nel Nord-
Est dell'Ungheria », è sempre Bar-
nabas Lukacs a raccontare, « tentai
una possibile sol uzione. Presentai al-
1'amministrazione municipale di Ka-
zincbarcika un programma di risa-
namento educativo ispirandomi al
pensiero e alla prassi del sistema di
Don Bosco. All'inizio incontrai op-
posizione, perché molti la conside-
rarono una vera utopia. Ma l'appog-
gio di altri fu provvidenziale. I pri-
mi tentativi ci incoraggiarono tanto
che iJ 2 ottobre 1988 ebbe inizio la
nostra scuola. Era l'anno centenario
di Don Bosco, ma nessuno di noi lo
sapeva!». L'idea fu assolutamente
opportuna, in quanto nei dintorni un
gran numero di giovani, almeno 6-8
mila, finiva alla deriva ed era un
vero pericolo per la società. La scuo-
la era sorta in un quartiere da sem-
pre ricco di industrie e dopo i cam-
biamenti socio-politici di questi an-
ni, le grandi imprese una dopo l'al-
tra furono costrette a chiudere i bat-
tenti, lasciando oltre il 50 per cento
dei genitori nella disoccupazione.
ANCHE
I GIOVANI ZINGARI
La scuola è riconosciuta dallo Sta-
to , che passa un contributo annuale,
un tot per ogni studente. «Questo
pennette il funzionamento della
scuola, anche se copre a stento il
40-50 per cento delle spese di eser-
cizio. Abbiamo 33 insegnanti e 17
altri ausiliari tecnici. Gli studenti
sono 271, ragazzi e ragazze tra i 12
Budapest (Ungheria). Gruppo
. d'insieme alla scuola Don Bosco.
BS MAGGIO 1997

3.4 Page 24

▲back to top
e 26 anni . Il 50-60 per cento devono
ancora tennin are la scuol a media.
Duecento stanno im parando un me-
stiere. Il 30-40 per cento , dopo, si
danno ag li studi tecnici, che tenni-
nano con la maturità. Queste sono le
attuali special izzazioni : muratori , sal-
datori, imbianchini , decorato ri , tap-
pezzieri , ca lzo lai, grafici, tipografi,
parrucchieri , abbigliamento fe mmi-
nile. Stiamo pensa ndo di aprire al-
l'agricoltura e al lavoro de l legno ».
La « Scuo la professionale Don Bo-
sco » è aperta anche a i giovani zin-
gari (vedi il BOX in questa pagina).
La sc uola li accetta, abbandon ando i
pregi udi zi. U 60-70 per cento cli loro
ZINGARI DI UNGHERIA. In Ungheria sono presenti circa 500 mila zingari.
Nei secoli passati vivevano in zone delim itate o conducevano vita nomade,
dandosi nello stesso tempo ad alcune modeste attività, come fabbricare uten-
si li di legno , mattoni di argilla, ri assestare vasellame mal ridotto e simili . Il
passato regime comunista cercava di favorirli con sovvenzioni e sussidi fami -
liari. Nella loro cerchia si possono distinguere varie razze di zi ng ari, a secon-
da delle loro attività: mercanti di cavalli , musici, fabbricatori di mattoni di argilla,
terminano la scuola con ri sultato
di utensili di legno, maniscalch i. C'è anche chi si alla vita nomade e vive
soddi sfacente e cercano cli inserirsi di espedienti e di furti. Una buona parte cerca di integrarsi e inserirsi nella
nel mondo cie l lavoro . Il rimanente
30-40 per cento interrompo no gli
studi perché vogliono sposa rsi pre-
sto, ma spesso fin iscono nel vaga-
bondaggio. Qua lcuno arriva anche
agli studi superiori , ma in questo
caso non si c ura più dell a sua gente ,
vita dei normali cittadini, lavorando onestamente, conducendo la vita in case
alla meglio, tenendo presente l'obbligo scolastico dei loro bambini . Pur con-
servando in buona parte la propria cultura e il folklore , non più di un 5-10 per
ce nto di loro parla la lingua propria degli zingari. La società ungherese ha un
concetto molto fluttuante che va da un estremo all 'altro nel giudizio sugli zin-
gari. Accanto a pesanti pregiudizi nei loro confronti ci sono dei tentativi di
reale salvaguardia della loro dig nità e del loro inserimento nel tessuto sociale.
anzi cerca piuttosto di rinnegare la
propria origine.
fermano i risultati pos1t1v1 ottenut i loro geni tori a pregare ». Ma il dina-
ne i passati otto anni. Tra g li inse- mico Barnabas Lukacs, un vero pic-
ESPRESSIONE SALESIANA gnanti c'è un solo salesiano, che hf colo Don Bosco, è inesauribile nelle
il ruolo de ll a guida spirituale. E sue ini ziative. « Con l'aiuto dell a
Molto stretti sono i rapporti de ll a questa l' uni ca scuola in U ngheria Provvidenza abbiamo già raggiunto
scuola « Don Bosco » con la Fam i- sotto la responsa bilit~t dei sa les iani. molti obiettivi e nascono sempre
glia Salesiana. « Dei nostri insegna- Riceviamo una fonnazio ne (sa lesia- nuovi progetti: per esempio , abbia-
ti, 19 sono diventati cooperatori sa- na) sistematica e abbiamo esercizi mo ottenuto un terreno dove costrui-
les iani "con promessa". Giovani e sp irituali. Durante i 40 anni del so- re un a cappella per 250-300 perso-
docenti acquistano sempre maggior ciali smo in Ungheria fu bandita la ne, con aule per il catech ismo, un a
fami liarità con Don Bosco e con il vita di fede dal cuore dei giovani. palestra e altro. :S iamo debitori di
suo sistema ed ucativo. Lo con- Ora i nostri studenti insegnano ai grande riconoscenza ai salesiani del-
1'estero, specie del Belgio, che sono
I
«Scuola Don Bosco » (Budapest, Ungheria). 33 sono gli insegnanti, più
17 ausiliari tecnici. Gli studenti sono 271, ragazzi e ragazze tra i 12 e 26 anni.
Non mancano le attività libere, sportive e i momenti di festa.
stati molto generosi nei nostri con-
fro nti . Vogliamo appartenere in sen-
so pieno all a Famiglia Salesiana,
perciò mi sono fatto cooperatore e
desidero diventare "diacono perma-
nente ». In q uesto ho l'appoggio del-
l' ispettore sales iano e dell 'arcive-
scovo della nostra diocesi" . La scuo-
la si trova a 30 chi lometri da casa
sua. Da otto anni Barnabas Lukacs
percorre questa strada ogni giorno,
spes o anche due volte. Come un
buon animatore salesiano, vuole es-
sere sempre presente al suo posto.
« E un a delizia trov armi a parlare
con i ragazzi al loro arrivo! ».
Umberto De Vanna
Ha collaborato Vendei Fenyo
MAGGIO 1997 IJS

3.5 Page 25

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AUSTRIA. Alla « Don Bo-
sco-Haus » di Vienna i 17
Ispe ttori della « Regio ne
Europa Nord-Est » si sono
inco ntrati co n il Consigliere
Regionale per elaborare un
pi a no di col labo raz ion e.
« Abbiamo molte cose da
dirci », ha detto don Van
Hecke. « Da qu esti in co ntri
dipende l'avvenire dell'Eu-
ropa salesiana ».
r
CAMBOG IA. Processione
in onore di Maria Ausilia-
trice a New Phnom Pen h.
Vi partecipano gli studenti
delle scuole delle FMA e
"'" dei salesiani , ma anche
l'intera comunità cattol ica
della città . Ness uno degl i
allievi finora ha ricevuto il
battesimo. Sono giovani
sensibili , ma non hanno
religione.
CAM ERUI\\J. Le FMA sono
entrate nel paese nell'agosto
scorso, tra molte difficoltà.
Per ora pa1iecipano all 'ani-
mazione e alle attività che si
svolgono nel vicino centro
salesiano e nella parrocchia.
Per le ragazze , scuo la di
tagl io ~ cucit o. ricamo e
spo rt. E in programma an-
che la catechesi nella scuo-
la pubblica (2000 alunni).
POL O N IA. A Wroclaw ,
l'antica Breslavia, si svolge
dal 25 al 1° giugno il primo
Congresso eucari stico in-
ternaz ional e ne ll ' Europa
"'" dell ' Est (ve di serv izio a
pag . 13). Nella foto , a de-
stra, le torri della cattedrale .
In questa città i sales iani
hanno tre opere : Cristo Re ,
Sacro Cuore (sede ispet-
tori ale) e San Michele.
ata pellegrina
ri di Brescia e
Dant e Do ss i,
della singolare
ha detto loro:
« La Mado nna questa notte
è stata qui come voi , con
voi 1" · Il vescovo ausiliare
mons. Olmi ha pronunciato
a nome di tutti l'atto di affi-
damento a Maria.
BRESCIA. Prima alla spic-
ciolata, poi i detenuti riem-
pirono la sala dove c'era la
statuin a. Di ce Dante Dos-
si: «La Madonna pellegrina
ha commosso e coinvolto
qu esti amici , ha risveg liato
la fede assopita di molti. Li
guardavo negli occhi, e li
vidi lucidi nell 'incontro con
la Madre ».
JJS MAGGIO 1997

3.6 Page 26

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Il j'accuse del presidente del Celam, Oscar Andrés Rodrfguez
UN GIUBILEO PER IL
DEBITO INTERNAZIONALE
di Gianni Cardinale
Solo se il debito estero
t
verrà inquadrato
nel diritto internazionale
le cose potranno andare
meglio. I problemi
non sono solo economici,
ma anche di diritto
internazionale.
Non si possono separare
economia e giustizia.
Lavorazione
del
Haiti.
caffè.
I l Consiglio episcopale latino.-
americano (Celam), non è ottimi-
sta. Anzi. Dal suo osservatorio
privilegiato - il Celam infatti è I' or-
gano di contatto tra tutti gli episco-
pati latinoamericani - vede spro-
fondare quello che veniva definito il
continente della speranza in una po-
vertà sempre maggiore. Il suo è
quasi un grido di allarme lanciato
anche ai cattolici della vecchi a Eu-
ropa. Un grido già lanciato la scorsa
estate in Germania in occasione di
un incontro presso l'organismo cari-
tativo « Aiuto all a Chiesa che sof-
fre », e ribadito in questa intervista.
Oscar Andrés Rodriguez Mara-
diaga, 54 anni , salesiano, è arcive-
scovo di Teguci galpa dal ' 93 . Pre-
cedentemente dall 'ottobre '78, era
stato ausiliare de ll' arc idi ocesi hon-
duregna. Nel Celam , prima di di-
ventarne il pres idente, aveva rico-
perto le cariche di segretario gene-
rale ('87 -' 91) e di presidente del
Comitato economico ('9 1- '95).
Eccellenza, lo scorso settembre
lei ha manifestato la sua inquietudi-
ne per la crescente povertà dell' A-
merica Latina. Come può succedere
MAGGIO 1997 BS
che in un continente così ricco di ri-
sorse naturali la maggioranza della
popolazione scivoli sempre piiì nel-
!' indigenza?
« Ci sono fattori esterni e interni
che contribuiscono a creare questa
terribile realtà. Cominciamo dagli
esterni. I cosiddetti aggiustame~ti
strutturali dell 'economia, i piani per
ridurre il deficit, imposti agli stati
dal Fondo moneta1io internazionale
e dalla Banca mondiale, hanno av u-
to come conseguenza l'aumento del-
la povertà. Le terapie neo liberiste
imposte dagli organismi internazio-
nali non sono per niente delle tera-
pie, poiché cercano di intervenire
solo sugli indici macroeconomici
come l' inflazione e iI defic it statale,
ma prescindono tota lmente dalla si-
tuazione real e della gente, da come
vive il popolo, dall a sua crescente
povertà. Le mi sure pred icate dagli
organi smi internazionali hanno pro-
vocato l'incremento del prezzo dei
servizi primari , come acq ua, elettri-
cità, telefono e benzina. Non solo.
Anche le tasse aumentano sempre
più. Con l'aggravante che non tutti
le pagano . Chi paga davvero è la
classe media che però sta per spari-
re mentre i ricchi riescono sempre a

3.7 Page 27

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Maradiaga. I privilegiati «ubbidiscono a chi li paga», dice.
trovare de i sotterfugi per evadere il
fi sco. Qu esto è un grosso problema
che però non viene affrontato. A
tutto questo bisogna aggiungere an-
che i danni provocati da una bu ro-
craz ia statale spesso sovradimensio-
nata e corrotta che intralcia lo sv i-
luppo economico ».
Deg li effetti deleteri del neoliberi-
smo si è parlato anche durante una
riunione di alcuni mesi fa in Mess i-
co tra i responsabili delle commis-
sioni per la dottrina de lla fede degli
episcopati latinoamericani, a cui ha
partecipato il cardina le Joseph Rat-
zinger. Cosa è venuto fuori da quel-
!' incontro?
« In quell a occasione non c i si è
ferm ati ali 'aspetto puramente eco-
nomico della questione. Si è parl ato
del problema dell a relazione tra li-
bertà e uguagli anza. Questi organi -
smi internazionali predicano que ll o
che loro chiamano il libero mercato .
In realtà non si tratta di un vero e
pro prio libero mercato, ma di un li-
bero mercato selettivo. Accade così
che i potenti affermano di combatte-
re il protezionismo nel mercato
mondiale, ma in realtà sono loro i
primi protezionisti. Loro si proteg-
DEBITO ESTERO: INTERVENGA
LA CORTE DELL'AJA. Il debito
estero è uno degli ostacoli più gran-
di allo sviluppo economico dei pae-
si in via di sviluppo e di quelli lati-
noamericani in particolare . Il debito
estero dei paesi latinoamericani, che
ammontava a 40mila milioni di dollari
nel 1973, è arrivato a 534mila mi-
lioni di dollari nel '94 . I tassi di in-
teresse che i paesi industrializzati e
gli organism i internazionali applica-
no sul denaro prestato sono ecces-
sivi e hanno molto spesso carattere
di usura. Negli ultimi due decenni in-
fatti sono passati dal 6-7 per cento
al 18-22 per cento in termini nomi-
nali , ma ancora superiori in termini
reali . Uno dei modi per alleviare il
debito potrebbe essere un parere
consultivo della Corte internazionale
dell'Aja, che chiarisca il diritto da ap-
plicare al debito internazionale , in
maniera tale che si possa determi-
gono come e quando vogliono. Pren-
diamo per esempio il caffè. L' Ame-
ri ca Latin a è un grande produttore
di caffè e gli incass i deri vati dalla
vendita di questo bene incidono in
maniera significativ a nell a sua eco-
I
Tutte le croci e il bisogno
di libertà dell 'America Latina ,
in questo poster na'if.
nare quello che è stato già pagato
di capitale e di interessi e si chiari-
scano le cifre ancora legalmente
esigibili da parte dei creditori .
nomi a. Ma l' Ameri ca Latina non ha
voce in capitolo sulla determin azio-
ne del prezzo di tale prodotto, che
in vece viene fi ssato a Londra, in
quel gruppo egoista che è l' Orga-
nizzazione mondiale del caffè. In
Mons. Oscar Rodrfguez,
arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras).
Raccolto e lavorazione della canna da zucchero in El Salvador. « È ancora
valida l'opzione preferenziale per i poveri », dice mons. Rodrfguez.
BS MAGGIO 1997

3.8 Page 28

▲back to top
I Mercato sudamericano.
L'economia dei paesi poveri
è condizionata sempre più
dal debito internazionale.
nare all e guerre economi che che
dopo degenerano in guerre vere e
proprie, con le armi e i lutti».
questo caso specifico si può vedere
come ci sia libertà eco nom ica, ma
non uguaglianza ».
Uno dei << prodotti t1p1 c1» del/' A-
merica Latina degli ultimi decenni
era stata la «Teolog ia della lihera-
:ione » . Ora non se ne parla pidi
tanto , non fa più notizia. Non se ne
sente più il bisogno ?
«No, anzi. Ne abbiamo bisogno più
che mai . Forse non se ne parl a più
perché si identifi cavano alcune li -
nee dell a teo log ia della liberazione
con l'ideologia marxista. E siccome
quest' ultim a è crollata, allora viene
considerata inutile anche la prima.
No n è vero. Ogg i ce n'è ancora più
bi sogno. Una teo log ia de ll a li bera-
zione, Iibe rata dag li aspett i ideo lo-
gici , è necessari a. Così come è an-
cora valida l'o pzione preferenziale
per i poveri ».
In questo contesto così disastrato,
uno deg li aspetti che incide in ma-
niera più negativa sul!' economia
latinoamericana è quello del debito
es tero . . .
«Certo, e non si può crescere eco-
nomicamente co n questo peso così
grande. A questo propos ito penso
che le nazioni pii:1 sviluppate do-
vrebbero prendere in seri a con ide-
razione quanto ha sc ritto il Papa
nell a lettera apostolica Tertio mil-
lennio adveniente: « ... i cristiani
MAGGIO 1997 BS
dovranno farsi voce di tutti i poveri
del mondo, proponendo il Giubileo
come un momento favorevo le per
pensare, tra l' altro, a una riduzione
importante, se non a una cancella-
zione tota le, del debito internazio-
nal e che grava sul destino di nume-
rose nazioni » (n. 51). Purtroppo non
vedo molti segnali positivi in questo
senso. Sono pochi quelli che sono
d'acco rdo con il condono».
Eppure non mancano cattolici in
posti qual!f,cati deg li orga nismi in -
tema:ionali che hanno Foce in capi-
tolo sui debiti dei paesi più poveri...
«Sicuro, si tratta di cattoli ci di
alto li ve ll o, ma che non comandano.
Temendo di perdere questi presti-
giosi incarichi , ubbidi scono a chi
paga le loro laute prebende».
Oltre alla richiesta pontif,cia di
un condono de l debito in vista del
Giuhileo, c'è anche un' ini: iatiFa di
giuristi europei e latinoamericani
che ha /' obiettii•o di arril'Clre ad una
sen tenza della Co rte interna:ionale
del/'Aj a con cui si determini quello
che è già stato pagato di cap itale e
di interessi e si chiariscano le cifì·e
ancora legalmenre esigibili. Come
valura questa iniziative ?
« Ne sono entu siasta. È vero, in-
fatti , che i problemi sono non solo
economici ma anche di diritto inter-
nazionale, altrimenti si potrebbe tor-
Uno dei problemi di questa inizia-
tiva è che risu lta difficile trovare un
paese che abbia il coragg io di fare
il primo passo per richiedere la sen-
renza de lla Corte del/' Aja...
«È vero, purtroppo. Manca il co-
raggio di farlo. Noi come Celam ab-
biamo incoraggiato le singole Con-
fe renze episcopali affinché interven-
gano presso i rispettivi governi . Se il
debito estero verrà inquadrato nel di-
ritto intern az ionale, infatti , molte
cose potranno andare meglio. Però
gli Stati Uniti e il G7 vogliono sepa-
rare: l' economia è una cosa, la giu-
stizia è un ' altra. Ma l'economia non
può essere autonoma dal diritto! Al-
trimenti l' ideo logia del libero merca-
to diventa quell a del dio-mercato! ».
Ha notato una differenza tra le ul-
time amministrazion i repubblican e
(Reagan -Bush) e quella democrati-
ca (C linton) nei co,~fi·onti del/' Ame-
rica Latina?
« No. Gli Usa hanno in teress i, non
amici. Prima il loro interesse era
che l'America Latina non cadesse
nelle mani de i comunisti e per que-
sto versavano mili ardi di dollari. Ora
il loro interesse è non avere drçghe
e non avere immigrati. E basta. E un
interesse che perseg uono con un a
mentalità chiu sa. Non vogli ono ca-
pire che senza sv iluppo gli immigrati
sarann o sempre cli più. Invece, du-
rante la campagna elettoral e, è stato
addirittura proposto cli tagliare i fo n-
di per l' assistenza sanitari a e I'edu-
caz ione dei fi gli deg li immigrati il -
legali . Così abbiamo il paese più po-
tente ciel mondo che rinnega l'edu-
cazione e la salute. È incredibil e co-
me si possa arri va re a questi es tre-
mi. E in questo non c'era molta dif-
fere nza tra la pi attaforma elettoral e
democratica e quell a repubblicana ».
Gianni Cardinale
per «30 Giorni »
e Il Bolle//Ìl/0 Salesiano

3.9 Page 29

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VOLONTARI
CREDENTE
E IMPEGNATO
È ca tt o lico pratica nte . A bita
pe r lo più in c ittà. P oss ie de
un a la urea. Ecco l' ide nti kit-
tip o de l vo lo ntari o attivo ne l
soc ia le a lle soglie de l Duemi-
la. T dati nascono da un ' inda-
g ine de ll a Fivo l (Fo ndaz io ne
ita li a na pe r il vo lo nt a ri a to)
co nd o tt a in otto gra ndi c ittà
it a li a n e (T o rin o, Ge n ova ,
Mil a no, Bo log na, F ire nze,
Ro ma, Na po li e Pa le rm o). Il
vo lontari o è spesso un isolato,
res ti o a co muni care a ll ' es te r-
no e d i m a tri ce catto li ca d a l
42 a l 60 per cento de i cas i (a
Rom a o ltre il 75 pe r cento).
Altre ca ra tte ri sti c he de l vo-
lo nt a ri o d i c itt à so no a nc he
l' in fo rm a lità, la fl ess ibilità
orga ni zzati va, l'antip ati a pe r
la bu rocraz ia. L a ci ttà più
ri cca di vo lo nta ri è Bo log na
(uno og ni 1.834 a bita nti ), la
più pe na lizzata è Napo li (uno
ogni 15 mil a).
MARIA MAZZARELLO
ne i loca li di un negoz io, poi in
un a sc uol a, finalm e nte a i
primi d i marzo è stata ina ug u-
rata un a vera chi esa, c he natu-
ralm e nte è stata dedi cata a ll a
San ta, confo nda trice con D on
Bosco del le Fi g li e di M a ri a
Aus ili atrice. Nell 'altare so no
state s istemate le re liqu ie de l-
la beata Lau ra Vic uiì a, allieva
c ile na de lle FMA.
DIOCESI
DI DHARMAPURI
NUOVA DIOCESI,
NUOVO VESCOVO
G iovanni Pao lo li ha c reato in
Indi a la nu ova di oces i di
Dharm ap uri e ha scelto come
primo vescovo Joseph Antho-
ny lrudayaraj, diretto re de ll a
sc uo la « Our Lad y of Refu-
ge », Broadway, Mad ras. Dhar-
m apuri co pre un te rritori o di
qu as i l 0 m ila kmq , ha circa tre
mili o ni e mezzo di ab itanti , d i
c ui me no di 50mil a sono cat-
to li c i. La nu ova di oces i ha 40
sace rd o ti e 167 re li g iosi.
Mo ns. Jose ph Anthony lruda-
yaraj ha 62 anni ed è sa les ia-
no da l 1953.
AUSTRIA
deve trarre in e rrore, pe rch é il
tes to ri suon a in varie ling ue .
M o lti brani s i ispirano al fo lk-
lore sudame ri ca no, e sono nati
da ll 'es pe ri e nza de i du e mes i
passa ti d a padre Ru d i ne ll e
fa ve las mess ica ne. A lla rea -
li zzaz ione ha coll a bo rato il
gru ppo dei 25 cantori « Hap py
togethe r » di Kl agenfurt. Que-
sto compl esso conta o rm a i
undi c i a nni di v ita. 11 s u o
motto è: « La musica dà gio ia
e fa comunità» . Un esempio
riu sc ito d i lavo ro g iova nil e
sales iano.
LA TRATTA INFAME
LE SCHIAVE
DEL DUEMILA
« Il marc iapiede de lle strade di
peri fe ri a de lle nos tre c ittà pe r
mo lte immi grate clandestine è
il capo linea d i tanti " vi agg i
de ll a speranza" . No n so lo pro-
stitute, ma esseri um ani caduti
ne ll a trappo la di un o s frutta-
me nto c he le re nd e le ve re
sc hi ave d e l 20 0 0 » . Sc ri ve
così Mi e la Fag io lo D ' Attili a
in un se rvizio appass io nato e
d oc um e nt ato pe r la ri v is ta
POPOLI E MISSIONE . li
servizio g iorn a listi co fa ri fe ri -
me nto al seminario di studi o
promosso da ll a Caritas e da l
Gruppo Abe le e al qu ale han-
no partecipato anche l' Unio ne
s up e ri o re magg iori d ' Itali a,
l'Uni one inte rnazionale supe-
ri o re m agg io ri , soc io lo g i ,
politici e operatori sociali. Chi
fo sse inte ressato può ri chiede-
re il num ero de ll a ri v ista in
via di Propaga nda, Ic - 001 87
Rom a.
Torino
7-11 maggio 1997
L'EDUCAZIONE
CREATIVA
È la rasseg na pi ù
completa mai realizzata
in Ital ia di tutto quello
che offre il mercato
de ll 'educaz ione:
dai nidi all'università
dai co rsi di management
ai giochi educativi ,
dalla animazione
socioculturale e sportiva
alla formazione
profess ionale ,
dal technology transfer
alla te ledidattica.
Il Salone presenta
l'universo formativo
come è oggi:
un sistema comp lesso
al servizio della persona
e delle istituzioni ,
irrinunciabile strumento
di svi luppo per lavoratori
e imprese , associazioni
e comu nità.
L'EDUCAZIONE
CREATIVA
Conclusa la scoperta
del mondo non ci resta
che scoprire l'uomo
è lo slogan che
accompagna lo stand
dei Salesiani
del la Circoscrizio ne
Piemontese presente
al Salone. Descrive
il progetto educativo
salesiano com e
è proposto att raverso
le varie realtà che
lo animano:
Pastorale Giovan ile,
CNOS- FAP , Cospes ,
PGS , AM-VIS .
L a pa rroc c hi a S a nt a M a ri a
Do me ni ca M azzare ll o è nata
dal decentra mento de ll a gran-
de pa rrocchi a Do n Bosco ne l
po po lato qu a rti e re di Cin e-
c ittà. Dopo 15 anni d i att ività
Il nu o vo C D di padre Rudi
Osanger e de l gruppo musica-
le « Ha ppy toge the r » è orig i-
nale e vario. Non segue a lcun
cliché trad iz ionale e spera per
qu es to di pro po rs i a udi to ri d i
og ni età. TI tito lo ing lese « Je-
s us in vites yo u to love » no n
lingotto Fiere
Vi a Nizza 292 Torino
BS MAGG IO 1997

3.10 Page 30

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- IL DOCTOR J.
di Jean-François Meurs
LA FAMIGLIA
STATION-SERVICE
<< C aro Ooctor J. , da quando i
nostri due figli hanno pas-
sato i 13 anni, noi non siamo più
una famiglia. La nostra casa è di-
ventata un albergo, essi entrano ed
escono come il vento. Sempre fuori
casa, ci lasciano i vestiti sporchi e
via il più presto possibile! Siamo
diventati una "stazione di servizio ",
dove si viene a fare il pieno, uno
sguardo all'olio e all'acqua e poi ri-
partono verso le loro occupazioni
che non possono assolutamente
aspettare. Per la notte, serviamo
da parcheggio. A essere sinceri,
qualche volta questo ci fa comodo.
Meno discussioni per i programmi
TV. E poi, questo ci evita di sentire
urlare la radio, e spiacevoli discus-
sioni con i vicini di casa. Quel coso
non va mai abbastanza forte , e
quei ritmi in inglese ci fanno ap-
prezzare persino le canzoni di San
Remo. Senza calcolare i colpi dei
cassetti, le cadute in roller-skates,
le risate esagerate per le battute
più assurde. È incredibile il bacca-
no che riescono a farei Non ci sono
mai, ma le loro cose le trovi dap-
pertutto, tutta la casa è loro. Noi
siamo a loro completo servizio, non
li vedi che a mangiare, e per pren-
dere la loro paghetta. Il più grande
sta già per chiedermi di usare la
macchina e tremo al pensiero di
quando guiderà. Come abbiamo
potuto ridurci così? E come fanno
gli altri genitori a ritrovare un po' di
vita di famiglia? » (Carla e Giuliano
Valentino , Firenze).
Cari signori Valentino , prima di ri -
spondervi, preferisco che voi veniate
a conoscenza di quest'altra lettera
che mi ha mandato un ragazzo del-
l'età dei vostri figli .. .
Come va, Doctor J. ?
Non so cosa mi ca-
piti, ma mi sento
sempre meno a mio
agio nella mia fami-
glia. I miei genitori si
arrabbiano perché
lascio le mie cose
dappertutto, mentre
per le loro cose,
ogni posto va bene.
Se mi provo a fare
qualcosa nella sa-
la, ecco apparire
mia madre per
ricordarmi che
ha appena mes-
so tutto in ardi-
ne. Se chiedo in prestito un attrez-
zo a mio padre, mi fa un sacco di
raccomandazioni. A farla breve, io
dovrei stare in casa, ma a patto
che non tocchi niente. Allora mi
chiudo nella stanza . Ma anche là,
non posso mica fare ciò che voglio,
viene a vedere se tengo tutto in or-
dine, non posso ricevere chi voglio,
la musica è troppo forte, è proibito
fumare, proibito...
Non posso scegliere i programmi
alla televisione, vogliono
sempre vedere Mike e
cose del genere ed è
terribile dover far finta
di divertirsi! Quando
voglio telefonare, mio

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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padre aspetta di sicuro una telefo-
nata importantissima, mentre io ho
solo delle sciocchezze, e sono trop-
po lungo. Allora preferisco uscire e
raccontare in diretta ai miei amici le
mie cose . Tanto peggio se si la-
mentano che non sono mai in ca-
sa. Tanto vale andare in albergo!
Ma se questo continua, come pos-
so fare a far valere i miei diritti? »
(Gino).
Eh , sì, se non c'è età precisa per
entrare nell 'adolescenza, c'è però
un segno sicuro che indica il rag-
giungimento della meta, ed è il
baccano. Vivere è fare fracasso!
Oppure, al contrario , sono i grandi
spazi di silenzio , che è lo stesso.
Essi magari stanno a letto un'intera
mattinata , quando tutti sono al la-
voro. Spariscono tra i loro amici ,
oppure la musica passa diretta-
mente nelle loro teste coperte dal
casco . Una volta, cari genitori , voi
riuscivate ancora a proibire l'inva-
sione dei loro giocattoli nei vostri
luoghi di lavoro . Ora, sono i vostri
giochi preferiti che a loro interes-
sano: la tele, il computer, il telefo-
no , i vostri attrezzi, e ben presto
l'auto ...
Per vivere in pieno, ciascuno di-
fende il proprio spazio vitale e cer-
ca anche di espanderlo. Senza
dubbio tutto questo è in parte inevi-
tabile : figli e genitori vivono più o
meno bene in alloggi spesso troppo
piccoli. E sono tanti a non sentirsi a
loro agio. Non rimane che la strada
per degli adolescenti che cercano
spazio.
Resta il fatto che
l'adolescenza si prolun -
ga sempre di più , e non
si raggiunge mai l'au-
tonomia, che passa
attraverso ritorni al-
l'indietro e atteggia-
menti contradditto-
ri. Da un lato, que-
sto fa bene agli
adolescenti , l'esse-
re ancora coccola-
ti , serviti , non solo
sul piano materia-
le, ma anche a vol-
te sul piano senti-
mentale. È in casa
che essi portano le
loro pene , così co-
me si portano fuori
le loro gioie.
Molte difficoltà
nascono senza dub-
bi o da una confusione : i genitori
hanno la tendenza a trattare i loro
adolescenti come dei bambini in
certe cose , e come ragazzi maturi
in altre , e alle volte si sbagl iano e
dovrebbero fare il contrario . Si assi-
cura per esempio tutto il necessa-
rio , senza che essi debbano preoc-
cuparsi: la preparazione dei pasti ,
gli acquisti , la scelta dei vestiti , la
pulizia della casa... Si lasciano
così in un atteggiamento infantile,
per cui essi non prendono mai co-
scienza delle difficoltà, dei costi e
delle fatiche che richiedono. Si ten-
gono lontani dalle responsabilità fi-
nanziarie e di gestione perché « so-
no ancora così giovani! ». Mentre
volete che sappiano gestire bene ,
come degli abili banchieri, i soldi
che gli date. Volete che essi riesca-
no da soli a mandare avanti nel mi -
gliore dei modi i loro studi, con re-
golarità, senza dar loro una mano
in questo compito così difficile e
che dura degli anni.
Ma perché non preparare a
turno i pasti in famiglia , una do-
menica quasi per gioco, come
se si fosse al ristorante , e poi
con regolarità? Certo , sarà piut-
tosto sconvolgente lasciarli fare in
cucina, dando loro campo libero. E
si dovrà probabilmente dargli una
mano , per fargli rimettere tutto in
ordine . Non si possono confinare
solo in ruol i subalterni, in incarichi
di poco conto. E se si occupano di
acquisti , sarà l'occasione per parla-
re di bilanci , in modo che prendano
coscienza dell'importanza. Avrete il
coraggio di proporre loro di rinno-
vare insieme durante le vacanze il
soggiorno o il salotto? Accettate che
esprimano i loro gusti , che ci metta-
no « le loro zampe»? Ci si parla, si
discute! ... È sempre ciò che a pri-
ma vista sembra più difficile e più ri-
schioso che paga spesso di più alla
lunga. Dare fiducia non è facile! Es-
si sognano l'autogestione, ma que-
sto non si fa da un giorno all 'altro.
Riassumiamo : incoscienza infan-
tile , responsabilizzazione, dipen-
denza materna, impegni veri ed
esigenti. Mescolate il tutto e agitate
per bene. Il cocktail risulterà certa-
mente esplosivo, ma siamo noi che
avremo scelto il colore e la musica
dell 'esplosione, e questo rischia di
essere più divertente. Perché no?

4.2 Page 32

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Il. MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
~
M,aria
e Elisabetta
Jcnria .
della solidttrieltt
~~
SINDONE
La guida
di Gino Moretto
LDC , Leumann (To) 1996
pp. 80 , lire 15.000
MARIA LO SPIRITO
E LA PAROLA
Lectio divina
di testi mariani
di Mario Masini
Paoline, Milano 1996
pp . 280, lire 16.000
MARIA PAROLA DI DIO
Le tappe di un cammino
mariano di fede
di Juan J. Bartolomé
LDC , Leumann(To)1996
pp. 104, lire 11 .000
GUARDIAMO A MARIA!
Dieci meditazioni
di André Sève
LDC , Leumann(To) 1996
pp. 94, lire 10.00
MARIA E ELISABETTA
Icona della solidarietà
di Lilia Sebastiani
Paoline, Milano 1996
pp. 208, lire 18.000
Questi testi relativi alla de-
vozione mariana, che nella
religios ità popolare si ac-
centua nel mese di maggio,
riguardano in modo specifi-
co la dimensione contem-
plativa della figura di Maria
e la «peregrinazione " della
sua fede nell'esercizio prati-
co dell'amore verso Dio e il
prossimo. In modo partico-
lare potrà introdurre in que-
sta visione il libro della « Le-
ctio divina " sui testi maria-
ni, che facilita la compren-
sione profonda e significati-
va del ruolo e della posizio-
ne della madre di Gesù nel-
la esperienza di fede del
credente .
Il cammino cristiano, scan-
dito dalla vita di Gesù come
liturgia per ogni credente, è
qui raccontato con l'aiuto di
testi biblici e mariani di au-
tori cristiani e non, antichi e
moderni, e anche dai sog-
getti stessi della « Lectio "
che sono la Parola e lo Spi-
rito. La madre di Gesù è il
soggetto che interpreta
il mistero divino e accom-
pagna nella comprensione
del mistero di Cristo Salva-
tore. Perciò la «Lectio " si
prefigge di guidare a/l'in -
contro del cristiano con la
Parola del Padre. Un incon-
tro che porta a riconoscere
anche i segreti del mistero
di Maria come guida alla con-
templazione di Dio e del suo
Figlio Gesù, che si è fatto
Parola nelle Sacre Scritture.
TRE DONNE TRE MARIE
di Renzo Mandirola
EDB, Bologna 1995
pp. 92, lire 15.000
Con questo testo di grande
formato , illustrato con oltre
160 fotografie (rare e alcune
anche inedite) , si risponde
alle molte domande che soli-
tamente vengono rivolte al-
l'autore (segretario del Cen-
tro internazionale di sindo-
nologia) dai numerosi visi-
tatori del museo della Sindo-
ne di Torino . Il testo non è
una rassegna di fotografie
suggestive , ma utilizza il lin-
guaggio dell 'immagine per
facilitare la comprensione
della misteriosa impronta
acherotipa (non fatta da
mano d'uomo) della Sindo-
ne. Può essere sfogliato con
una lettura continua o con
un accostamento a tappe .
L'esposizione appare ap-
passionante a tal punto che
il lettore sentirà la necessità
e la gioia di fermarsi a con-
templare i numerosi partico-
lari. Sappiamo che il nome
« sindone ,, proviene dai
vangeli , e che l'immagine ivi
impressa raffigura un uomo
morto dopo essere stato tor-
turato con la crocifissione . Il
significato dell 'immagine
rimanda ai motivi per cui
quell 'uomo è stato crocifis-
so. Le informazioni sono
brevi ed essenziali , ben inte-
grate dalla eccezionale
documentazione fotografica.
DON BOSCO EDUCATORE
Scritti e testimonianze
di Pietro Braido (ed .)
LAS, Roma 1997
pp . 472 , lire 30.000
Appare questa riedizione di
un testo che ha aiutato molti
educatori a capire il progetto
educativo di Don Bosco
nella sua autenticità e origi-
nalità. Scrive don Braido
nella presentazione : « Le
diverse figure del sistema
preventivo e , anzitutto , le
due dimensioni di base , edu-
cativa e sociale, accompa-
gnano costantemente Don
Bosco nel lo sviluppo della
sua esperienza e delle sue
riflessioni , con alterna pre-
valenza dell 'una o dell 'al-
tro ,, . La proposta educativa,
oggi tanto attuale , viene
riflessa nello specchio degli
scritti del santo , di cui si
vogliono presentare , secon -
do l'ordine cronologico della
composizione o degli avve-
nimenti a cui si riferiscono ,
le espressioni più sintetiche
e significative , attingendo a
una vasta produzione, che
da angolazioni diverse ri-
specchia preoccupazioni
preventive sempre presenti .
MAGGIO 1997 BS

4.3 Page 33

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IL SOLDATO
E L'OBIETTORE
Una ricerca sul servizio
militare e civile
di Roberto Farnè e Giulio Protti
LAS, Roma 1996
pp. 104, lire 12.000
È attuale la riforma sul servi-
zio di leva e sull 'obiezione di
coscienza, in stato di appro-
vazione in parlamento ; ma
non è chiaro per tutti il valo-
re di un servizio che sia
prima di tutto formativo della
persona. Al di là di ogni pur
legittima posizione pluralisti-
ca etica o politica, il servizio
di leva tocca un ambito deli-
cato ed essenziale che rara-
mente viene posto in primo
piano : si tratta cioè di una
esperienza formativa per il
soggetto ed è in gioco il
senso o non senso di tale
formazione . Questo libro
presenta delle testimonianze
concrete e come ricerca sul
campo introduce in una ri-
flessione problematica che
consente di uscire dai luoghi
tradizionali del pregiudizio .
Si auspica che il carattere
del servizio e della formazio -
ne dei giovani di leva ritrovi-
no una loro autenticità che
superi la rigida dicotomia
militare e civile. È un invito a
cogliere sul piano pedagogi-
co il senso di tali esperienze
a partire dagli stessi giovani.
Roberto Forni
Giulio Prottl
NEL SILENZIO DI DIO
di Bruno Musso
Piemme, Casale M. (Al) 1995
pp. 136, lire 25.000
L'autore scruta il significato
di quel silenzio autentico e
misterioso che si viene a
creare in un cuore che si
mette alla ricerca di Dio e
precisa le condizioni che
possono permettere a chi è
chiamato a sentire quella
voce sottile che fu udita un
giorno dal profeta Elia quan-
do aveva perso il coraggio di
vivere . Quanti uomini e don-
ne di oggi si trovano in que-
sta condizione! Il testo de-
scrive l'esperienza di una
persona immersa nel proprio
tempo , radicata nel quotidia-
no e affaticata dal proprio
lavoro . Scoprire la « prossi-
mità di Dio ,, comporta la
coscienza di una ricchezza
che ch i la sperimenta non
può tenerla per . La ri-
flessione non è ignara delle
conquiste della scienza ma
insieme trepida di fronte alle
incertezze delle coscienze ,
capace di gustare la tene -
rezza e turbata dalla crudel-
tà di questa terra.
I GENITORI E
L'INIZIAZIONE CRISTIANA
DEI FIGLI
Itinerario di catechesi
del Segretariato catechesi
della diocesi di Brescia
LDC , Leumann (To) 1996
pp. 158, lire 15.000
Il sussidio si colloca nella
interpretazione dei catechi-
smi della CE! che descrivo-
no il cammino di fede dei
fanciulli , secondo la prospet-
tiva della « iniziazione cri-
stiana ».
Offre alle comunità par-
rocchiali uno strumento che
garantisca organicità e con-
tinuità agli incontri con i
genitori dei ragazzi che si
preparano a ricevere i sa-
cramenti , e che nello stesso
tempo vogliono aiutarli a
condividere il cammino di fe-
de dei figli approfondendo e
arricchendo la propria con il
riflesso della sua espressio-
ne nella vita quotidiana .
Vengono affrontati i temi fon-
damentali dell 'iniziazione cri-
sti ana e la celebrazione
delle tappe sacramentali ad
essa legate. Il libro sviluppa
la proposta introducendo i
lettori nelle cinque tematiche
offerte alla riflessione , con
l'accostamento alla preghie-
ra , la riflessione sul tema, la
metodologia per gli incontri
formativi .
i genitori
e l'iniziazione
cristiana
dei figli
w - Roma
EDITRICE:
EUE O,O
MARIA E NOI
Una serie di poster
a cura delle Apostoline
di Castelgandolfo
Nove soggetti a 4 colori.
Formato 50 x 70.
Destinatari : i giovani ,
ma non solo .
I soggetti affrontano il tema
dell 'accoglienza del «pro-
getto di vita », perché la vita
fiorisca come quella di Ma-
ria , tutta relativa a Cristo,
alla pienezza del mistero.
La serie , in apposito
contenitore, viene spedita
a lire 25.000 .
Richiedere presso
le Librerie Paoline
o direttamente a
Suore Apostol ine,
via Mole, 3
00040 - Castelgandolfo/RM.
NON SI FA VEND ITA PER
CORR ISPONDENZA. I li bri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
direttamente alle rispettive
Editrici.
BS MAGGIO 1997

4.4 Page 34

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LII/E
TRA I «BEACH BOYS»
DELLO SRI LANKA
di Elvira Bianco
Ha partecipato alla trasmissione
di RAl/3 «Film vero», il salesiano
Gabriele Garniga, e ha spiegato
ciò che stanno facendo in Sri Lanka
a favore dei beach boys.
Il « Don Bosco Centre » da anni
si batte contro l'abuso sessuale
dei ragazzi della spiaggia.
D a 40 anni i salesiani lavorano in Sri Lanka, dipen-
dendo giuridicamente dagli indiani di Madras. So-
lo da quattro anni sono diventati « delegazi one autono-
ma » con otto opere. L'isola è tra le più belle del mon-
do , ed è considerata «la perla dell'Oceano Indiano ».
Da sempre invasa dal tu rism o internazionale , ha subi -
to dall'82 uno stop a causa della guerra civile tra Sin -
galesi e Tamil. Gli indiani Tamil dello Sri Lanka sono il
18 per cento e si sentono in vario modo discriminati. Si
sono infine dati alle armi. La trag edia è cominciata nel-
Uswatakeiyawa (Sri Lanka). Don Giuseppe Giaime,
superiore dei salesiani del paese, tra i beach boys.
1'83, quando hanno fatto saltare un camion di militari .
Ai funerali che si sono tenuti a Colo mbo, i militari si
sono vendicati a modo loro sparando sui Tamil. Un se-
condo freno al turismo è venuto dal vertice di Stoccai-
MONS.ZEN
di Carlo Socol
La cerimonia dell'ordinazione
dei due nuovi vescovi di Hong Kong
fu per la diocesi l'evento ecclesiale
del dopoguerra. Un evento
che ha riempito di soddisfazione,
di gioia, di orgoglio, di sentimenti
di riconoscenza l'intero popolo.
,
Hong Kong . Mons. Zen, nuovo vescovo coadiutore
della diocesi. Qui con la sorella, festeggiato dagli amici.
A !l'inizio qualcuno aveva paura che il clero dioce-
sano non accogliesse un vescovo coadiutore reli -
gioso . Il fatto pesava sia sul cardinale John B. Wu ,
che decise di annunziare la notizia a clero e fedeli ra-
dunati nello stadio per la celebrazione dei 50 anni del-
la diocesi e la giornata missionaria, sia su don Zen, il
futuro vescovo . La gioia dell'annuncio a sorpresa di un
coadiutore e di un ausiliare, dopo anni di attesa, fece
che si sorvolasse sul «dettaglio ». Un applauso pro-
lungato e scrosciante accolse l'annunzio e accom-
pagnò monsignor Giuseppe Zen , che sotto la pioggia
battente - piovve per tutta la cerimonia - lasciava il
suo posto tra il clero e s'avviava attraverso lo stadio
MAGG10 1997 BS

4.5 Page 35

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Uswatakeiyawa (Sri Lanka).
I ragazzi ospiti alla raccolta di noci di cocco.
pertura », denuncia Garniga, «in realtà la ricchezza gli
è venuta dallo sfruttamento di centinaia di bambini . E
dire che ha saputo anche costruirsi l'immagine del fi-
lantropo , riuscendo a corrompere in questo modo
chiunque ».
ma contro lo sfruttamento sessuale dei bambini. «Sa-
rebbero 33 mila i ragazzi dello Sri Lanka coinvolti nella
prostituzione infantile ,,, dice Gabriele Garniga. « È par-
tita da noi la campagna contro questo flagello . Sin dal-
1'84 abbiamo organizzato una marcia di protesta con -
tro una donna svedese che gestiva una casa a questo
scopo. E poi la denuncia, anche attraverso le testimo-
nianze dei ragazzi stessi , contro lo svizzero Baumann
ERA VENUTO DA ZURIGO COME TURISTA Victor
Baumann , oggi sulla cinquantina, con moglie e tre figli .
Non era particolarmente ricco , ma nel giro di pochis-
simi anni è diventato miliardario , aprendo due fabbri -
che di componenti elettronici . «Ma è un'attività di co-
LA CASA PER I «BEACH BOYS » ai salesiani l'ha da-
ta il vescovo a Uswatakeiyawa, a 25 chilometri da Ni-
gombo, proprio presso la spiaggia. È un centro di rie-
ducazione per una ventina di ragazzi interni. « Il nostro
compito è di rimotivarli e di riavviarli agli studi. Man
mano che li riteniamo pronti , li inseriamo nella nostra
scuola tecnica di Nigombo o in qualche altra scuola
cattolica, se sono troppo piccoli. Sono ragazzi orfani o
vittime di gravi carenze familiari. I genitori spesso non
sanno nulla dello sfruttamento a cui vengono avviati i
loro figli abbandonati a se stessi nel la zona della
spiaggia ». Sono ragazzi quasi tutti cattolici , mentre i
ragazzi musulmani non diventano vittime del turismo
sessuale, forse per un maggior controllo del clan fami -
liare. In compenso sono i maggiori spacciatori di dro-
ga . « Man mano che ricuperiamo i ragazzi , anche la
famiglia spesso si fa vi'{a e noi abbiamo modo di
sensibilizzarla e aiutarla. E un fatto che il clima ormai
è cambiato e c'è maggior controllo da parte di tutti.
L'impegno ha coinvolto la polizia e la chiesa, i medici
e gli operatori turistici. I ragazzi stessi lanciano l'al-
larme, quando si vedono in giro certe persone ,, .
o
A HONG KONG
per prendere posto sul podio accanto al vescovo. Gli
corse incontro il vicario generale, padre Dominic Chan ,
per accompagnarlo sotto il suo ombrello. Un gesto fra-
terno che divenne segno dell'accoglienza della intera
diocesi. Altro scroscio di applausi accolse la nomina
ad ausiliare dell'altro vicario generale, padre John Tong .
LA PAURA DELL'ANNUNCIO si sciolse immediata-
mente. La diocesi di Hong Kong è una diocesi ben più
matura di quello che il vescovo Wu aveva trovato alla
sua elezione. Clero diocesano e religioso lavorano
fianco a fianco , abbastanza affiatati , risultato anche
della formazione filosofico -teologica impartita alle gio-
vani reclute , sia diocesane che religiose , insieme, nel-
l'unico seminario, dove per molti anni don Giuseppe
Zen ha profuso le proprie energie.
«UN CAPOLAVORO », qualcuno, a caldo , definì la scel-
ta del coadiutore e dell'ausiliare fatta dalla Santa Sede.
Forse una «sviolinata ,,, ma non lontano dalla realtà. Fin
dall'inizio don Giuseppe Zen ebbe modo di sperimentare
la genuina fraternità e carità dei due vicari generali . La
stampa accolse con vivo
interesse e calore i ve -
scovi neo letti. Presto
monsignor Zen ne diven-
ne il beniamino. Interes-
sava il lato «politico ,, del-
la nomina, evidentemen -
te. Per cui i giornali evi -
denziarono l'esperienza
dei neoeletti nel trattare
con la Cina. Ma fece col-
po anche di più l'uomo.
La diocesi , da parte sua,
ha aperto gli occhi a una
I Mons. John Tong,
nuovo vescovo ausiliare
di Hong Kong .
dimensione nuova del-
l'essere Chiesa, supe-
rando la dicotomia clero
diocesano - clero reli-
gioso. I fedeli furono entusiasti. «La gente ha scoperto
un don Giuseppe Zen sconosciuto », affermò il rappre-
sentante della Santa Sede. L'uomo di principio, acuto
e ferrato nella logica, il don Giuseppe combattivo che
«non molla l'osso ,, s'è dimostrato un uomo di sensibilità
pastorale , di grande semplicità, affabilità e disponibi-
lità: ad ascoltare, a spiegare, a capire e a farsi capire.
o
BS MAGGIO 1997

4.6 Page 36

▲back to top
- COME DON BOSCO
di Bruno Ferrere
ccPAPA' , MAMMA,
LASCIATEMI SOGNARE!>>
Quella in cui viviamo è una civiltà che uccide i sogni,
specialmente quelli dei più piccoli. Nel campo educativo questo
priva i ragazzi di qualcosa di necessario per crescere bene.
« A quell 'età ho fatto un sogno ,
che mi rimase profonda-
mente impresso nella mente per
tutta la vita .. . ». La sua vita fu deci-
sa da un sogno : una frase che si ri-
pete spesso , raccontando di Don
Bosco. Nei momenti di incertezza, di
difficoltà o alla vigilia di importanti
decisioni , Don Bosco "sognava". I
suoi sogni erano messaggi ; da qua-
lunque fonte provenissero , erano
una irruzione dal « di fuori », qual-
cosa di straordinario , di profetico , di
consolatorio .
Don Bosco non teneva i sogni per
sé, li comunicava . Le cose più im-
portanti le ha presentate ai suoi
attraverso il racconto di un sogno .
Quella in cui viviamo è al contrario
una civiltà che uccide i sogni , spe-
cialmente quelli dei più piccoli. Nel
campo educativo questo priva pe-
santemente i bambini e i ragazzi di
qualcosa che è necessario per cre-
scere bene.
I bambini e i ragazzi hanno bisogno
anche di «un tempo » per crescere,
e in questo tempo sogni , sentimenti ,
emozioni e fantasia devono essere
coltivati con l'aiuto dei genitori e
degli educatori.
Ecco alcune semplici considerazioni.
I bambini non sono adulti in
miniatura. Oggi invece vengono in-
vestiti precocemente di troppi pro-
blemi , che non sono in grado di
sopportare. La TV e la pubblicità li
spingono , usando al meglio la co-
municazione seduttrice che li con-
traddistingue , a comportamenti adul-
ti . Ma anche i genitori affrettano l'in-
gresso dei figli in una società dove
vige il mito dell 'efficienza a tutti i
costi, dove conta solo il risultato.
Non importa «come ». Bisogna «far-
cela ». Altrimenti si rischia
l'esclusione dal meccanismo.
Nella sua entrata a scuola, il
bambino incontra i criteri di
valutazione, selezione, esclu-
sione. È un impatto duro per
chi sta semplicemente cre -
scendo . Non possiamo me-
ravigliarci se una delle ul -
time indagini sugli studenti
delle medie inferiori e supe-
riori li ha definiti , in stra-
grande maggioranza, stres -
sati , depressi e incompresi.
I piccoli non sono scri-
gni da aprire. I ragazzi di
oggi sembrano sempre più
scrigni ermeticamente chiu -
si . Casseforti di grandi po -
tenzialità e originalità ine -
spresse. Il verbo educare
viene proprio da un verbo
latino che significa «tirare
MAGGIO 199 7 BS
« Un tempo » per crescere,
dove trovare spazio
per sogni , sentimenti,
emozioni, fantasia.
fuori ». I veri educatori sono coloro
ch e consentono ai bambini e ai ra-
gazzi di acqui stare abil ità e di svi -
luppare le proprie qualità. Non sem-
pre queste qualità corrispondono ai
desideri degli adulti , che preferi-
scono quelle strettamente funzionali
alla vita pratica. Ma i ragazzi hanno
bisogno di uno spazio libero per ela-
borare e tentare progetti propri. I fi-
gli che tentano soltanto di cor-
rispondere ai desideri dei genitori si
scontrano prima o poi con forti pe-
riodi di crisi . Anche per questo molti
temono il momento della scelta del-
l'avvenire o sono insicuri su quello
che vogliono veramente fare « da
grandi
L'intelligenza e l'affettività de-
vono crescere insieme. I genitori
devono aiutare i figli a far crescere
quella che viene comunemente indi-
cata come intelligenza emotiva.
Avere una buona intelligenza scola-
stica, non significa avere acquisito
l'intelligenza della vita , né le difese
necessarie per affrontarla. I bambini
hanno bisogno di scoprire il mondo
delle emozioni e dei sentimenti . So-
lo i genitori attenti possono dare loro
il gusto e il piacere di imparare , la
tranquillità , la fiducia in se stessi e
nella vita , la gioia della comunica- .
zione e dell 'autocontrollo. Per que-
sto occorrono poesie e sogni e in un
ventaglio il più largo possibile di
sensazioni e sentimenti . La sensibi-
lità non è un accessorio inutile.
Riscoprire palestre per lo spi-
rito. Le palestre per il corpo sono
molto frequentate , perché la vita mo-
derna rattrappisce i corpi . Perché non
preoccuparsi nello stesso modo dello
spirito , che patisce anche di più? Si
dovrebbero ipotizzare veri spazi di
« ri -animazione » soprattutto per ra-
gazzi e giovani . Don Bosco pensava
così i suoi oratori. Luoghi dove il
fare e l'agire si armonizzavano con i
sentimenti e la spiritualità. Quanto
fanno veramente i genitori per svi -
luppare la vita interiore dei loro figli?
È necessario un rinnovato con-
tatto con la realtà. Bambini e ra-
gazzi hanno ormai un filtro che im-
pedisce loro un normale contatto
con la realtà. La TV è una specie di
«carta infanticida »: crea una realtà
parallela che può alterare la co -

4.7 Page 37

▲back to top
scienza e che non permette ai pic-
coli di scoprire le loro potenzialità .
« Perch é nonno ha solo una vita ,
mentre l'eroe del mio videogioco ne
ha più di dieci? », chiedeva un ra-
gazzino esperto in videogiochi ai fu -
nerali del nonno. Il bisogno di sogni
e di fantasia è saturato da macchine
in modo artificiale. Anche la pro -
gressiva disaffezione alla lettura e
alla scrittura riducono i veri spazi di
autonomia. Si è formato un nuovo
analfabetismo: quello della capacità
di meravigliarsi , di riflettere , di con-
templare . Forse dovremmo tutti ri-
cordarci del motto di Einstein: «L'uo-
mo che ha perso la facoltà di mera-
vigliarsi è un uomo morto ».
Dare ai figli mezzi e spazi per
sviluppare l'immaginazione. L'im-
maginazione permette all 'uomo di
farsi riserve di energia, valutando i
diversi scenari che può prospettarsi .
È grazie all 'immaginazione che si
sviluppa la creatività e, di conse-
guenza, quelle facoltà d'adattamen -
to e innovazione che oggi sono ne-
cessarie più che in altre epoche . I
mezzi più sempl ici a disposizione
dei genitori sono il gioco, il racconto ,
il bricolage, la lettura. Il gioco non è
una compensazione , ma una ne-
cessità imperativa. I racconti per-
mettono di superare angosce e pau -
re. Attraverso il meccan ism o del-
l'identificazione facilitano l'apprendi-
mento dei valori fondamentali . Il pia-
cere di fare con le proprie mani è
un 'attività formativa unica. Le mani
attive liberano lo spirito.
Vivere questi spazi «con» i
propri figli. Uno dei doni più grandi
che i genitori possono fare ai figli è
quello del tempo . Stare con loro ,
fare con loro , fantasticare con loro:
questo può trasformare piccole cose
di poco conto in momenti indimenti -
cabili . La relazione genitori -figli ha
bisogno di «tempo comune ».
Ricordarsi sempre del mondo
dello spirito. Il mondo oggi risente
crudelmente della mancanza di spi -
ritualità . Tutti , ma soprattutto i più
giovani , hanno la necessità di questo
che è l'unico antidoto contro la temi -
bile intossicazione da materialismo .
DIZIONARIO PEDAGOGICO una rigida legislazione, ma da un
a cura di Jean-François Meurs
senso dell'altro molto forte , vale a
dire un livello spirituale abbastan-
R ibelle . L'educatore conosce il
«centro », ma adotta il punto di
vista di colui che vive ai margini
za esigente, una carità attiva, in
modo da dar vita a rapporti fondati
sulla solidarietà evangelica.
della società e della Chiesa: il più C arità. Don Bosco va fino in fon -
povero . L'educatore contesta la do: quando parla di affetto , pensa
società in ciò che ha di oppressi- all 'amore di Dio : «Senza la carità
vo . E quando si tratta di difendere io non sono nulla.. . ». L'educatore
i giovani , di far valere il loro punto secondo Don Bosco è veramente
di vista , diventa un combattente. il ripetitore e il testimone d_ell 'a-
Quando si tratta del loro bene , more di Dio verso i piccoli . E per
parte alla battaglia. L'educatore è questo che ama di un amore fra-
sempre un poco di disturbo, rispet- terno fatto di bontà, di dolcezza, di
to a ciò che è troppo tranquilla- amabilità, di preoccupazione del
mente «stabilito ».
bene completo dei giovani , com-
p presa la loro felicità in Dio .
olitica . Don Bosco
Q la militanza politica.
Ma ha una visione
della società e del-
non voleva
.DA
,/'77\\
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ladini ». Vu~le _costruì~ ///,
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un argomento di grande
attualità.
Il tema centrale è la riappro-
priazione della fede da parte
degli adolescenti d'oggi. Essi
vivono in un contesto educa-
tivo profondamente rinnovato
e inedito: sono adolescenti
"nuovi ", in forte dipendenza
dalla società e dalla cultura
del loro tempo.
Tra le novità di maggior rilie-
vo, la pacifica convivenza di
ragazzi e ragazze anche negli
ambienti ecclesiali. Una "coe-
ducazione" che porta con
molte chance , anche sul
piano della educazione alla
fede, ma che esige una mag-
gior attenzione educativa.
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BS MAGGIO 1997

4.8 Page 38

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La diocesi di Milano ha introdotto la causa di canonizzazione di
MILLE BAMBINI di Teresio Bosco
EUNA PENNA NERA
Carlo Gnocchi frequentò
la scuola salesiana
di Milano insieme
ai suoi due fratelli.
Poi entrò in seminario
e divenne sacerdote
nel 1925.
I././
russ i hanno fonda to a
sud ». È il gen nai o 1943.
' ' La notiz ia portata dai mo-
toc icli sti , battuta dai te legrafi , getta
la disperazione ne ll e tre divi s ioni
italiane attestate sull e rive de l Don.
Hanno passato il Nata le a sgelare
scarpo ni in rifu g i da talpe. E ora de-
vono ini ziare la ritirata. Apre la
strada a 40mila scarpo ni in marc ia
verso l' Ita li a la divi sione Tridenti -
na. Con 70 centimetri di neve e 40
gradi sotto zero, i sovi etici riescono
per undici volte a saldare l'accer-
chiame nto attorno agli italiani . Per
undici volte la Tridentina va all 'as-
salto e spezza il cerchio di fe rro e di
fuoc o. Apre la strada verso la patria
ai resti de lle divisioni alpine, ai su-
pe rstiti sbandati di vari raggruppa-
menti itali ani, tedeschi , ungheres i,
rumeni . Militari senza comandanti ,
comandanti senza sold ati, la facci a
ravvolta di tela , la barba ridotta a un
candelotto di g hi acc io.
LA CROCE ROSSA
SUL PETTO
Un uomo alto, fragil e, s'è lasc iato
scivolare indietro. Tiene la mano di
un uffi c iale che sta morendo su un a
slitta. Quell'uomo c he porta una c ro-
ce rossa sul petto cerca parole di
conforto , ma ha le labb ra incrostate
di g hi acc io, e il vento si porta v ia le
parole. L' uffi cia le g rid a a tratti il
MAGGIO 1997 8S
suo dolore, poi tace . Pe r sempre. Lo
tira no giù dall a s litta. Rim ane ai
margini de ll a pi sta, con la neve sul-
la facc ia e una bened izione. Don
Carlo Gnocchi , que l cappellano alto
e frag ile c he ha stretto la mano de l
morente, no n ce la fa a ripre nde re la
marc ia. Scrive rà: « Avevo lo ttato pe r
lung hi giorni con lo sfinim e nto . Mi
sedetti ai margi ni dell a pi sta a se-
g uire con lo sguardo spento il fium e
le nto de i compagn i. I muli s i abbat-
tevano uno dopo l' altro, estenuati
dalla fa tica, dall a fa me, dal gelo. Le
slitte cari che di fer iti e di conge lati
restavano arenate nell' imme ns ità di-
sperata de ll a ste ppa. Avevo un son-
no invincibile. Ness una vogli a cli lot-
tare . Mi addo rmentai ». Accanto all a
testa, come un g uanciale, s i è messo

4.9 Page 39

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don Carlo Gnocchi, per la sua eroica testimonianza di carità tra ragazzi.
lo zaino pesante. U no zai no pieno
di piastrine di riconoscimento, lette-
re, portafogli , fotografie sg ualcite,
qualche oro logio: i ricordi che g li
alpini morenti g li avevano affidato
dicendogli: « Lo porti alla mia spo-
sa, ai miei bambini, a mia madre».
IL MIRACOLO DI TOBIA
A L im arewka, Tob ia l'all arme:
« Don Carlo non c ». Limarewka è
un grumo di isbe dove gli alpini s i
so no ge ttati di schianto . Tob ia è il
g igantesco attendente di don G noc-
c hi. Tobia e il sergente S il vestro ri-
partono a ll ' indietro con un a s litta.
Lo trova no con la facc ia g coperta
di neve , macchia sc ura, ai bordi
de ll a pi sta. Tobia g li infila tra i
denti un borraccino di g rappa. « Mi
ri sveg li ai su di un a s litta », raccon-
terà don G nocc hi , « sotto una coper-
ta lam in ata d i gelo. Una manciata d i
zucchero mi ridonò vigo re. Due c uc-
c hi aiate d i g ranelli bianch i: qu ar1to
poco c ' è tra la v ita e la morte! ». E il
27 genn a io 1943 . A Ni lolaiewka i
sov ie ti c i ha nno circondato g li alpini
per l' undi ces im a volta. Q uando ca-
lano le prime ombre della notte, la
Tridentina ritenta l'assa lto. E accan-
to alle sue formaz ioni qu adrate van-
no all ' assalto le masse grig ie deg li
sbandati. Le mitragl iatri c i scavano
vuoti paurosi, ma poi sono som me r-
se dall ' o ndata grig ia. Nell e isbe s i
passa l' ultim a notte, prima dell a tra-
dotta, de l viaggio verso l' Italia.
« Cosa dici ?». « Dico, la Comunio-
ne ». Mi svegliai di colpo, il buio de l-
l' isba s i era dirad ato: allungati per
terra, abbandonati , i soldati erano
immersi in un sonno profondo , ani-
male, ri storatore. « Ma tu », diss i,
« ha i con te il Sa ntissimo? ». « L' ho
sempre portato con me. Me ne rima-
ne solo un piccolo frammento , ma
per due basta. Oggi , fina lme nte, sa-
remo fuori pericolo ». Don Carlo
parlava gustando la gioia cl i parteci-
pare a un confrate ll o iI suo segreto
dei giorn i treme ndi di morte e di
ero ismo. Portava il Cri sto con
nella teca d'oro sul petto. Ci racco-
gliemmo pochi istanti , e in s ie me re-
citammo qualche preghiera. Il fram-
mento d i E ucaristia deposto su ll e
nostre Iingue martoriate dalla sete e
dalla neve era ta lmente piccolo che
appena si sentiva. Ma era il Cristo
dei sofferenti e degli eroi, dei deboli
e dei forti , dei buoni e dei cattiv i,
dei vivi e dei morti che sfo lgorava
nelle nostre anime con improvvisa
luce. Nell ' isba dall'aria pesante e
puzzolente, ai nostri corp i preda dei
pidocchi e con gli abiti a brandelli ,
al nostro cuore paurosamente pro-
vato , il Redento re portava l'aug ur io
vecchio e nuovo , la realtà più scon -
volgente: io vi ho amati , e resterò
con voi , sempre. Do n Carlo serrava
il vo lto fra le mani diafan e, imm ob i-
le, in profonda med itazione. L'a lba
di un nuovo mattino avanzava tra il
ge lo ».
EUCARISTIA NELL'ISBA
« La notte del 27 genn aio », rac-
conta un altro cappe ll ano degli alpi-
ni , don C hi avazza, ne l suo bel libro
" Scritto sull a neve", « la passai in
buona parte insieme a don G nocchi ,
in un ' isba calda e affo ll ata. Aveva
ta nte cose da dirmi don Carlo, il
dolce cappe ll ano dalla v ita ascetica
merav ig liosa e da l sorriso buono ne l
vo lto smag rito illuminato dagli oc-
chi chiari . Al m attino mi sveg li ò an-
cora lui , co n leggeri tocchi su ll a
spa lla. «M i senti ? ». « ». « La not-
te sta per finire , sono le quattro ».
« Non hai dormito? ». « Certo, ma
se nti , vuo i fa re la Comunione?».
Milano. Uno scorcio del Sant'Ambrogio.
CARLO GNOCCHI, STUDENTE AL SANT' AMBROGIO DI MILANO.
Carlo Gnocchi nacque a San Colombano al Lambro da Enrico, dipendente
marmista, e dalla sarta Clementina Pista. È il terzo di tre figli, ma nel giro
di pochi anni , per le morti premature del padre e dei due fratelli , rimase
solo con la madre, che si trasferì a Montesi ro , nei pressi di Como. Carlo
entrò nella seconda ginnasio alla scuola salesiana Sant'Ambrogio di Mila-
no il 15 ottobre 1914, dopo che c'erano già entrati i fratelli Andrea , nella
scuola tipografica, e Mario, nelle elementari . In seguito alla morte di An-
drea nell'estate del 1915, la madre, a cui rimaneva solo Carlo, lo volle vici-
no e sapendo che desiderava diventare sacerdote , lo iscrisse al semina-
rio diocesano di Gorla Minore. Lo accompagnerà all'altare nel 1925 e ri-
marrà con lui fino alla morte (a 73 anni) . Don Gnocchi in seguito si servirà
della scuola tipografica salesiana, a cui affiderà le sue prime pubblicazioni.
E la cronaca del Sant'Ambrogio ricorda che nell 'anno 1930 « l'exallievo
don Carlo Gnocchi tenne gli esercizi spirituali ag li oratoriani e il triduo
d'introduzione all 'anno oratoriano ».
0
11S MAGGIO 1997

4.10 Page 40

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- Don Gnocchi con un mutilatine.
«POSSO FARE QUALCOSA?»
Giunto in Itali a, don Carlo si ar-
rampicò pe r le valli , entrò in ta nte
casette pove re e consegnò a donne
dall e mani sc iupate e ad anziani i
poveri ri cordi . Domandò: « Posso fa-
re qu alcosa? ». Quas i tutte le fa mi-
glie avevano bi sogno di aiuto. Ma
una tre ntin a di bambini , orfa ni di
padre e di madre, in casa con un
vecchio, erano proprio all a mi seria.
Bisognava portarli in una casa tutta
per loro: dare pane, libri e affetto.
Rega lare loro un avvenire. A fo rza
di cercare, un buco sa ltò fuori . Ad
Aros io, un paese in prov incia di Co-
mo , c'era una v ill a per i G randi In-
validi di guerra. Ce n 'erano duecen-
to, ma un po' di posto lo si trovò
anche per tre nta ragazzini « orfa ni di
gue rra». «L' 8 di cembre era sabato »,
ricorda una suora. « Don Carlo ave-
va appe na detto la messa dell ' Im-
macolata, si stava togli endo i para-
me nti , quando il portina io venne a
dire che avevano accompagnato un
bambino. Si c hi amava Bruno Ca-
stoldi , suo padre era morto in Rus-
sia. A mezzogiorno ne arrivarono
altri se i. Prim a di sera ne avevamo
ve ntotto». Da que l giorno, la vita di
don G nocchi si trasform a in bu ssa-
re, domand are, stende re la mano:
MAGGIO 1997 8 S
« Fate la carità ai mie i orfani ». Tutte I SUOI OCCHI,
le ore che può, don Carlo le passa
tra i suoi ragazzini . Ogni sera, pri-
COME ULTIMO DONO
ma di dormire, i bambini si inginoc- Il miracolo del Natale 1949 non
!a chi ano sui lettini , e don Gnocchi cessa più. Don Gnocchi iniziò
mormora: « Adesso preghi amo per · fo ndazione « Pro Ju ventute », e m
il papà ». Poi li g uarda do rmire sere- pochi anni poté aprire u~d!ci case e
ni , na ufragati nei sogni . Scriverà: ospitare duemila mut1latm1 e po lio-
« In quell ' oscurità tornavo a vedere mielitici. In ogni casa: clinica spe-
gli occhi desti e trafi ggenti de i ~iei ciali zzata pe r c urarli, laboratori e
morti . E pe nsavo: ora posso f mal- scuole per prepararsi alla vita.
me nte riposare in pace».
14 febbraio 1956, un a giorn ata ge-
G li 01f ani degli alpini (una cin- lida. Don Chiavazza a Torino, cam-
qu antin a) crescevano. Don Gnocch! minava rapido sotto i porti ci di via
pe nsava già che fra qual che anno 11 Po . A un tratto si vide davanti al-
av re bbe aiutati a entrare ne l mondo l'improvvi so la facc ia di don Carlo.
del lavoro , a fo rm arsi una fa mi g li a. Si abbracciarono, si pi cchi arono
E per lui ci sare bbe stata un a p_ausa grandi manate sulle spall e. « Pe r la
di riposo. Ma non sarebbe anwata miseria», dice don C hiavazza, fa-
ma i. L' Italia, in queg li anni , era se- cend o un passo indi etro e guard an-
minata di bombe lasc iate dall a guer- dolo dall' alto in basso. « Ma tu se i
ra. I campi, le strade, le case abban- magro come un chi odo. Cosa ti ca-
donate . I ragazz i, s i sa, g iocano dap-
pe rtutto. Trovavano un fil o di fe rro,
lo tiravano, e una vampata di fuoco
e di fe rro li investiv a. Mig li aia di
bambini dilani ati così. Ne l 1949,
accompagnato da una donn a picco-
la, grig ia, a rri Pao lo, appogg iato
a un a stampell a, la gamba portata
vi a da uno scoppio me ntre giocava
tra le maceri e. Quell a donnetta gri-
bo- ia d isse a don Carl o: « O me lo
pre nde le i, o c i andi am o a butta re
tutti e due sotto il treno ». Don Gnoc-
chi lo accettò , cercò de i medici che
lo c urassero. A ppena s i diffuse la
voce che un prete accoglieva i pic-
coli mutilatini e che de i medici li
curavano, arri varono come in una
processione del vene rdì santo: sfi-
gurati, ciechi , senza gambe, senza
mani. La casa di Aros io fu subito
troppo piccola. Don Gnocchi si n!i-
se in giro , a bussare come al so lito
in cerca di carità. M a nella notte d1
Natale del 1949, radio Svizzera par-
lò di don Gnocchi e dei suo i mutil a-
tini. E l'Itali a, c he stava rimargin an-
do con fati ca le ultime ferite de ll a
gue rra, lo scoprì. Fu un impro vviso
mi racolo, di c ui don Carl o non sa-
peva darsi ragione : alle sedi della
rad io telefon avano industri ali, com-
mercianti , ditte, persone anonime.
Scandi vano c ifre mo lto grosse c he
g li impi egati e le ncavano sul _cont~
corrente intestato ai mut1l atm1 d1
don G nocchi . D on Carlo mormora-
pita? ». « Me ne vado, vecchio mi o_ »:
sorri se mesto don Carlo . « I med1c1
dico no che è le ucem ia, ma io dico
c he è il Signore che chi ama. M a
devo ancora fa re una cosa importan-
te, e bi sogna c he mi sbri ghi ». .
Fu portato in clinica il 25 fe b-
braio, e i medi ci dissero c he non
c ' e ra più niente da fa re. Un vecc hi o
alpino riu scì ad av vic in arsi al le tto:
« Don Carl o, tutti g li alpini pregano
pe r lei. Tutti, anche que lli che non
sanno pregare ». In queg li anni s i
parl ava per la prima volta di tra-
pianti di cornee, ma i più dicev~no
che era un 'ame ricanata. La mattrna
del 28 fe bbraio, quando la morte era
g ai bordi del letto bianco, don
Gnocchi chiamò il professor Ga-
leazzi: « Professo re, tra poco i mie i
occhi non mi servirann o più. E in-
vece ci sono dei mutil atini che
hanno bisogno di una cornea pe r
tornare a vede re . All ora lei mi fa un
favo re: appena muoio, vie ne qui
con i suoi fe rri , prende le mie cor-
nee e le innesta in due mutilatini .
Mi dica che lo fa ».
Morì la sera di que l 28 fe bbraio
1956. I suoi occhi fu ro no trapiantati
su Silvio Col agrande e Amabile Bat-
ti ste llo. La ragazzin a Amabile c re b-
be, si sposò, d ivenne mamm a felice
di due bambini. E loro non capi va-
no quando la mamm a diceva: « lo v i
vedo con g li occhi di don Carlo ».
va: « Ma come è poss ibile? ».
Teresio Bosco

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I NOSTRI MORTI
GERMINARIO Anna , cooperatrice ,
t Taranto il 26/10/1996 a 99 anni.
Mancavano due mesi al traguardo cente-
nario quando il Signore l'ha chiamata al
premio eterno. Donna dal cuore grande e
di fede robusta , ha saputo vivere e tra-
smettere integralmente i valori fondamen-
tali della vocazione cristiana. Nella parroc-
chia del S. Cuore prima, e poi in quella di
S. Giovanni Bosco , è stata collaboratrice e
attivista generosa a servizio della Chiesa
locale e della missione salesiana. Apostola
della devozione a Maria Ausiliatrice e a
Gesù sacramentato, presidente a vita della
Lega Eucaristica.
SANTARELLI suor Carmela,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Roma il 14/12/1996 a 87 anni.
Proveniva da una famiglia numerosa. Do-
po alcuni anni come insegnante in un labo-
ratorio professionale, fu trasferita nella
casa che accog li eva bambini orfani di
guerra. « Ho conoscenze dappertutto », af-
fermava suor Carmela. « Ho bussato pres-
so senatori , deputati , professionisti , mini-
stri , compresi uscieri e spazzini. Però mi
piaceva anche stuzzicare la Provvidenza,
e lei non è mai mancata per far fronte alle
necessità di tanti giovani che non avevano
più nulla ». Accolta nella casa di riposo , la
sua giornata trascorreva attivamente
tenendo contatti con i numerosi benefattori
e lavorando per il sostegno delle missioni.
ROMANELLO suor Giulia ,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Orta San Giulio , Novara,
il 5/12/1996 a 59 anni.
Conobbe le suore durante gli anni in cui fu
operaia in una fabbrica di Novara. Aveva
una grande fiducia in Maria Ausiliatrice e a
lei si ispirava per fare del bene ai ragazzi e
alle giovani. Negli ultimi anni, era stata de-
stinata alla casa di accoglienza per bambi-
ni in difficoltà di Pavia. Era felice di poter
fare da mamma ai piccoli senza famiglia .
Qui , un male improvviso vinse la sua vo-
lontà di guarire e di ritornare nella sua
casa-famiglia .
APARICIO VILLACORTA Eudaldo ,
salesiano ,
t Bilbao-Deusto (Spagna)
il 19/9/1996 a 80 anni.
Fu destinato alla casa di Bilbao-Deusto nel
1938, un anno dopo la professione religio-
sa e l'anno in cui si inaugurava il collegio.
La sua seconda «obbedienza » gliel 'ha da-
ta il Signore ora, chiamandolo con sé. Stu-
diò da sarto a Torino-Rebaudengo e in
Spag na fece gli studi tecnici. Fu professore
e amministratore della casa. Aveva un bel
tratto verso tutti, specie con i suoi allievi . E
i suoi exallievi gli ottennero la medaglia
d'argento per meriti di lavoro. Era incarica-
to di scrivere la «cronaca della casa » e lo
fece fino all 'ultimo anno . Era la storia vi -
vente dell'opera. Fu un salesiano laico che
portava gioia, che costruì comunità con il
suo modo di fare . Aveva una vita spirituale
viva, profonda, semplice ed esemplare.
TOSCHI sac. Alfredo , salesiano ,
t Treviso il 15/9/1996 a 88 anni.
Una vita passata nella scuola quale inse-
gnante di lettere in molte case del Veneto ,
specie nel liceo classico di Pordenone e
nello studentato filosofico di Cison di Va-
marino . Benvoluto da tutti, fu anche per
qualche anno in Sicilia, quale insegnante e
maestro dei novizi. Religioso esemplare,
gli avevano «appioppato » la fama di san -
to: lo meritava davvero. Fu un confessore
molto stim ato. Gli ultimi anni li passò a
Mogliano Veneto come confessore e poi
alla casa per sacerdoti ammalati della dio-
cesi di Treviso.
BRUNAZZO sac. Achille, salesiano,
t Pordenone il 12/11 /1996 a 72 anni.
Lo distingueva un grande amore per le
missioni. Non potendo andarvi per motivi di
salute, cooperò con un intenso e continuo
lavoro di « retrovia»: raccolta di offerte ,
francobolli , materiale vario ; mostre di qua-
dri , foglietti illustrativi , giornate missionarie.
Era entusiasta e propagava ai suoi alunni
questo suo entusiasmo. Animo sensibile e
poetico , collaborava con poesie di argo-
mento spirituale-teologico ad alcuni setti-
manali diocesani.
MOMETTI suor Giulia,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t S. Salvatore Monferrato , Alessandria,
il 10/12/1996 a 85 anni .
Aveva conosciuto il beato Filippo Rinaldi.
Fu lui ad accoglierla nell'istituto delle Figlie
di Maria Ausiliatrice. La sua vita fu segnata
da una malferma salute. Alternando periodi
di attività a lunghe degenze in ospedale ,
non si stancò mai di fare apostolato tra le
persone che vi incontrava, esortandole al-
l'adesione alla volontà del Signore. Gli ulti-
mi anni , trascorsi in casa di riposo , sono
testimonianza della sua preghiera e della
sua offerta per le giovani in formazione .
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni , annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1 971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Fonnule valide sono:
- se si tratta d ' un legato:
« . .. lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure ali '/stituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire ..., (oppure)
l'immobile sito in ... per gli scopi
persegui ti da\\l 'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del culto, per la form azione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cri sti ana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l' uno o l'altro dei due Enti su
indi cati:
<<. . annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall'Ente, e particolarmente
per l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi mi ssionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB . n testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
BS MAGGIO 1997

5.2 Page 42

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- I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
ha soprattutto aiutata a viv~re
attualmente nella serenita e
nella tranquillità d'animo .
Carla Rizzato,
S. Maurizio Canavese (To)
NON Ml HA DELUSA
Sono un'exallieva delle Figlie
di Maria Ausili atrice. Innanzi-
tutto vorrei farvi i complimenti
per il vostro Bollettino. Lo tro-
vo ve ramente bello , interes-
sante e di grande aiuto spiri-
La «venerabile »
Alessandrina da Costa.
tuale. Proprio tramite il Bollet-
tino ho conosciuto la storia di
Alessandrina da Costa. Da
PROPRIO COME ERA
questa venerabile io ho rice-
vuto una grazia che desidero
AVVENUTO A LEI
pubblicare. Tempo fa ho attra-
Ormai ammalata, a causa di
percosse dovute a malviventi ,
sofferente e ridotta a un rotta-
me ho invocato l'aiuto della
ve;erabile Alessandrina da
Costa, pensando che a me
era avvenuto proprio ciò che
era avvenuto a lei quando
dovette saltare dalla finestra
per sfuggire a chi voleva farle
del male. Posso assicurare
che mi ha aiutato a superare il
peggio , dandomi anche _la for'.
za di perdonare quegli 1nfelic1
versato un periodo di grave
crisi interiore: piangevo , m1
sentivo vuota , senza vita e
senza attrattiva per il futuro.
Un giorno sfog liando appunto
il Bollettino son rimasta colpita
dalla storia di Alessandrina e
mi sono affidata comp leta-
mente a lei , calamitata dal suo
dolce sorriso. Non mi ha delu-
sa. Ora sto bene. Amo la vita
perché lei mi ha fatto capire
che è il più grande dono che 11
Signore mi abbia fatto .
che , dopo avermi malridotta1
sono scomparsi nel nulla. M1
Veronica Gentile,
Donnalucata (Rg)
r È NATA CHE NON
RESPIRAVA PIÙ
De si dero testimoniare - come
da promessa fatta - l'aiuto di
san Domenico Savio nella
nascita della mia nipotina Cristi-
na. Mia figli a vive a S. Francisco
(USA). Appen a ho saputo che
era in attesa di un bimbo , le ho
inviato l'abitino di san Domenico
Savio perché trattandosi del pri-
mo figlio ed avendo lei 40 an ni ,
pen savo che avrebbe _avuto
bisogno della sua part ico lare
protez ione . Al mom ento della
na sc it a infatti sorse ro tante
complicazioni , e dopo un parto
molto difficile , la bimba nacque
che non respirava più: il cuore
tuttavia batteva anco ra debol-
mente. San Dom enico Savio
avrà certamente aiutato la bim-
ba a nascere se tutto poté con-
cludersi bene. Ora è vispa e ve-
geta, grazie al nostro buono e
caro santo .
Livia Bartolo Carnaglia, Milano
r PER LORO FU
IL PRIMO CASO
Mio figlio Gianluca è nato con
una malformazione al cranio e
per di più affetto _da na_nismo.
Ricevetti questa d1ag nos1 pnma
che eg li nascesse . Superai la
tentazione di abortire. Ma le pre-
visioni dei dottori si avverarono.
Essi dicevano che non c'era nul-
la da fare. Ma io , mio marito e
tutta la famiglia abbiamo invoc~-
to co nti nuamente san Domeni-
co Savio , con tutta la fiducia
possibile. Gianluca è stato _o~e-
rato a Parigi e l'intervento e riu -
scito benissimo. I medici hanno
espresso tan ta meraviglia. Per
loro è stato il primo caso del ge-
nere. Gianluca oggi ha tre anni :
è vivace , intelligente, sano. Desi -
dero rivolgermi a tutte le mam-
me in diffico ltà per invitarle ad
avere fede : questa le sorreggerà!
D'Antonio Lia, La Spezia
r lLCASO
ERA GRAVE
Daniela era felice, in attesa del
suo bimbo. Ma alla 293 settim a-
na dovette dare al la luce, con
parto cesareo, Simone di appe-
na otto etti . Il caso era grave sia
per il bimbo che per la mamma.
Con tan ta fiducia m1 rivolsi a
san Domenico Savio e sono
stata esaudita. Simone , co n stu-
pore di tutti , cominciò a miglio-
rare e a nutrirsi a sufficienza.
Ora ha 20 mesi e sta bene co-
me pure la mamma.
N.N. , Torino
r NATA IL GIORNO
DELLA SUA FESTA
DON BOSCO A FUMETTI
NELLA TRADUZIONE IN
ARABO. Il fumetto
di Bosco-Gattia,
già tradotto in
.
molte lingue, ha orma,
lettori in ogni angolo
del mondo.
Vo rrei ringraziare san Domeni-
co Savio che mi ha ai utata ad
avere il dono di un 'altra bel la
bambina. lo ho sempre portato
con me la sua immagine da
quando l'ho conosciuto median-
te un padre Scalabrin iano . An-
che in occasione di questa mia
seconda gestazione ho avuto
bisogno del suo aiu to. La_ mi a
Elena è nata proprio nel giorno
in cui si celebra la sua fes ta :
una coincidenza che mi fa ancor
più sperare nella sua continua
intercessione.
Marra Antonella, Bassano (VI)
mal di denti . L'altro ieri , 24 del
mese mentre mi accingevo - al
termi~e della messa vespertina
- a leggere la formula_ de ll a
benedizione co n l'invocazione d1
Maria Au si li atrice , formul ai il
pen sie ro che tal e benedizion e
giovasse anche a me. Ebbene
r ORMAI ERO SOLO
NELLE SUE MANI
da quel momento ogni dolore è
cessato ed io ne rendo pubbli -
che grazie all'Ausiliatrice.
Sac. Cesare Carnevale,
La gravidanza ha avuto un buon
decorso fino al nono mese ma
proprio nell'imminenza del ~arto
r ANCHE
SDB, Andria
nacquero de lle comp l1 caz 1onL
QUESTA VOLTA
Ricoverata in ospedale I med1c1
avevano deciso di intervenire
perché il bambino che già avrei
HO BUSSATO E
HO OTTENUTO
dovuto dare alla luce , soffriva
ed era in pericolo di vita. Mi fu Nell 'ap rile sco rso mia moQlie
dato allora l'abiti no di san Do- Angela fu ricoverata 1n cl 1n1ca
menico Savio : per me fu come per arteriosclerosi cere brale con
un segno , mi sentii tranquilla. deficit di orientamento, diabete ,
Ormai ero solo nelle sue mani 1 ipertensione , gotta. Ho inv~cato
Andai in sala parto con animo l'aiuto di Mamma Margherita e
sereno e pur essendo stata anche questa vo lta, come già
sottoposta all 'intervento , tutto precedentemente , sono stato
andò per il meglio. Diedi alla esaudito. Mia moglie è tornata a
luce un bel bambino che io e casa: anche se lo stato di salute
mio marito abbiamo vol uto chia- non è quel lo di prima, tuttavia_le
mare Domenico .
condizio ni sono tali da dove r rin-
Rosa Furia,
Casa/nuovo di Napoli
graz iare il Sign ore e Mamma
Margherita.
r MENTRE
Ml ACCINGEVO
A LEGGERE
Raffaele Greco, Mendicino (Cs)
Per la p11bblica::io11e 11011 si
1ie11e co1110 delle lettere non
firmat e e senza recapito. Su
Per tutto il decorso del mese ero
stato molestato da un ricorrente
richiesta si potrà omettere
I' i11dica::io11e de l 110111e.
MAGGIO 1997 BS

5.3 Page 43

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IL RAGAZZO DEL SOGN0/5
Zio MICHELE SI MET-
TE IN CONTATTO CON lr:-~,.,:-,..._,
I PARl<OCI D I CA -
'3:JTELNUOVO E DI BUT-
TIGLIER4, PER COL·
LOCARE PRE:::>SO DI
LORO IL NIPOTE
STUDENTE, MA
Tl<OVA Gf20Sf':;,E DIF-
FICOLTA' . INTANTO
IN GUEL NOVEM ·
8/<E 1BE'9, A
BUTTIGLIER4 , e,1
e.VOLGE UNA
"Ml'E:)SIONE PRE-
DICATA=.
ANCHE GIOVANNI
Cl VA.
/flfEMTf;?E TOl<MO. A CAS.:'.\\, LO
AVVICINA UN VECCHIO PQETE,
DON C.déO=>bO, APPEN.O. NOMINA·
TO C.O.PPELLANO DI MORl4LDO.
G1ovANN I ATTACCA
TR,!!,.NQUI LLO,
E k!ECITA L' IN TEf2A
PREDICA C OME
SE LEGGES=:iE
IN UN LIBRO,
BS MAGGIO 1997

5.4 Page 44

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IO HO SETTAN-
T'ANNI , E ':'.>ONO V E -
NUTO QU I PER FINIRE
LA V I TA IN PACE. MA
VOSTRO FIGLIO DEVE effU -
DIARE E DIVENTARE UI-J
6UON PRETE. TUTTO
QUELLO CHE l'O-
TRO" FA RE PER
LUI LO FARO\\
G,ovANNI RICO!é'DEF.?A ·,
"Ml MISI NELLE !?UE
MANI. CONOBBI ALLO-
iG<\\ CHE VOGLIA DIRE
AVEf;tE UN A-ulCO
FEDELE DELL 'ANIMA.
MI INfJEGNO' A F~E
OGNI GIORNO
UN PO ' DI LETTLJl.?A
f::JPIRITLIALE
AMAVO DON CA -
LO!=>~ COME
lJN PADRE. GUEL -
L'LJOMO DI DIO
Ml POR'TAVA
7:aNTO AFFETTO AL
PUNTO DI
0/IGMI •• "
MAGGIO 1997 BS

5.5 Page 45

▲back to top
'
I
)
1/i
.,,
,..
/
>~-::-'
' ( e,(
APERTO DACI
CHIAVE
ELLA ILA LIRE -
!é>EI.M FFICIENT
MciJ~INLIARE
UDI. PRENDTII C
Cf./E V~~~O-
!:::>PE
DE' DI
SOLO.'
/JS MAGGIO 1997

5.6 Page 46

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GUIDA ALLE
ASSOCIAZIONI
GIOVANILI
SALESIANE
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO (MGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/49.40.442
Via San Saba, 14
00153 Roma
Tel. 06/57.43.855
GIOVANI
COOPERATORI
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/446.09.45
GIOVANI
EXALLIEVI (GEX)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/446.85.22
OBIETTORI
DI COSCIENZA
SERVIZIO CIVILE
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/446.09.45
MISSIONI
E VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS, via Appia Antica, 1
00179 Roma
Tel. 06/513.02.53
VIDES, via S. Saba, 14
00153 Roma
Tel. 06/57.50.048
CINEMA
E COMUNICAZIONE
SOCIALE (CGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/44.70.01 .45
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/446.21.79
TURISMO
GIOVANILE
SALESIANO (TGS)
Vi a Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/44.60.946
MA GGIO 1997 BS
~
SOLIDARI ETA
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
Borse missionarie da
L. 100.000
Maria Ausiliatrice, S. Giova n-
ni Bosco , a c ura di Pi zza la Nuz-
za. - Ma ria Ausiliatrice, Don
Bosco, don Beltrami , in suffra-
g io di Umberto Lucchini , c ug i-
no di D. Be ltrami . - Ma ria Au-
siliatrice, Don Bosco, Domeni-
co Savio, in ringraz iamento, a
c ura de ll a Fam. N.N . - Maria
Ausiliatrice, pe r ringraziamento
e protezione, a c ura di Pu gno
Ines. - S. Giovanni Bosco , per
grazia ri ce vuta , a c ura cl i Bog i-
no Lina. - Maria Ausiliatrice,
Don Bosco, Mamma Marghe-
rita in suffrag io di Rosa e Fer-
I Wester Samoa. Tre fratelli della parrocchia di Sinamoga.
I salesiani gestiscono due parrocchie, la St. Michael
e la St. John Bosco, ma anche la scuola di teologia per
i catechisti laici e una scuola professionale per drop-out.
ruccio Lan tieri , a cura de lla Fam.
Lantieri. - Maria Ausili atrice,
Santi Sa lesiani , a c ura di Tota-
ro Anto nietta. - Maria Ausilia-
trice e Don Bosco, in suffrag io
dei fam iliari defunti , a cura d i
Maria Ausiliatrice , in memori a moria de ll a Mamm a Enrichetta, Ross i Antonietta. - Maria Au-
d i Giac inta Tron cana Bos is, a cura cl i Mombe ll ardo Anto- siliatrice, Santi Salesiani , a c u-
Cooperatrice Sales iana , a cura nie tta, L. 220.000.
ra di G a iotto Z anardo Rosa lia.
de i fami li ari , L. 1.250.000.
In memoria e suffragio del Prof. - Don Bosco, a cura di Ateccac-
Don Bosco, in memoria d i Padre Piero Margara, a cura de ll a mo- c i Jo le . - Beato don Filippo Ri-
Dionisio Troncana, Miss ionario gli e, L. 200.000.
naldi , a cura di Magnon G iu -
Salesiano in Indi a, a cura de ll a Maria Ausiliatrice e Don Bo- sepp ina. - Beati Mons. Versiglia
Fam. Troncana, L. 1.250.000.
sco, per rin graziamen to e prote- e don Caravario, a c ura di Ban-
Maria Ausiliatrice , Don Bo- zione, a cura di Marnetto e Per- dine lli Ines. - Don Bosco, a c u-
sco, Santi Sa lesiani : pregate ro ne, L. 200.000.
ra di Buffa Maria Luisa. - Ma-
per noi , a c ura d i Ricci G iovan- Don Bosco, a cura d i Maccara- ria Ausiliatrice , Santi Sa lesia-
ni , L. l.000.000.
to, L. 200.000.
ni , a c ura di Demurtas Lui g ina.
Beato F. Rinaldi , in memori a Maria A usiliatrice, Santi Sa- - Maria Ausiliatrice e Santi
del fra te ll o Don Francesco a cura lesiani , a c ura cli Ocl is io Renzo, Sa lesiani , a c ura di N.N. - Ma-
de ll a sore ll a Anna, L. 500.000. L. 200.000.
ria Ausiliatrice, in suffragio de i
Maria Ausili atrice e Don Bo- Maria Ausiliatrice , Don Bosco, defu nt i, a cura cli Fabiani Alba.
sco, in suffrag io de i mie i de funti beata Panacea , a c ura di Agab- - Maria A usili atri ce, pe r gra-
e invoc ando protezi one sull a fa- bio Stoppani Pina, L. 200.000. zia ricevuta , a c ura di Bonacos-
mig li a, a c ura di Gioia Dante, ex Maria Ausiliatrice e S. Gio- sa G iuseppe. - Maria Ausilia-
a lli evo di Pe nan go, L. 500.000. vanni Bosco, ringraziando pe r trice e Don Bosco, a cura cli G i-
Maria Ausiliatrice e Santi Sa- g. r. e in vocando continua prote- na Bontempi . - Mamma Mar-
lesiani , impl ora ndo protezione, zione, a cura cli F il ocamo Ma- gherita , veg li a su d i me, su i
sanità-serenità e in suffrag io de i rie lla, L. 200.000.
mi e i fi g li e sull a mi a mamma, a
nostr i de funti a cu ra di F.G. e ln suffragio cli Papà Carn1 e lo e c ura di N.N. exalli eva. - Maria
c., L. 400.000.
Mamma Giuseppina, a cura cli A- Ausiliatrice, a cura di Miche-
Maria Ausiliatrice, Don Bosco, recchi Prof. Cam1ela, L. 200.000. lazz i Maria. - Maria Ausilia-
Mamma Margherita: protegge- Maria Ausiliatrice e S. Giovanni trice , Don Bosco, Domenico
teci sempre ed esaud itec i, a cura Bosco, a cura di C.G ., L. 200.000. Savio, a cura di Fumagalli Ni l-
cli Musuraca Cec ilia, L. 300.000. Maria Ausili atrice e S. Gio- la. - Maria Ausiliatrice , Santi
Don F. Rin aldi , in memori a de l- va nni Bosco, in suffrag io cli Salesiani , in memori a dell a mo-
la Cooperatri ce Sales iana Ma- mio marito Dante Bonoc in i, a g lie Rosa, ne l 10° an ni versario
til de Collazuo l Bo ito, a c ura de i cura di Bonoc ini M azzo li Eve li- de ll a morte, a cura di Co lombo
fi gli Mario ed Elena, L. 300.000. na , L. 200.000.
Algo. - Maria Ausiliatrice , a
Maria Ausiliatrice, S. Domeni- Maria Ausiliatrice , a cura dell e c ura di Zeni G iu seppe. - Maria
co Savio , pe r grazia ricev uta, a So re ll e Ma ifrecli , L. 200.000.
Ausiliatrice e Santi Salesiani, a
cura di Si lvestri Itali a, L. 300.000. S. Cuore di Gesù , Maria Ausi- c ura di Diemoz M ari a. - Maria
Maria Ausiliatrice e S. Gio- liatrice, Don Bosco, ringraziando .Ausiliatrice e Don Bosco, a c u-
va nni Bosco, per graz ia ri cevu- e in vocando preghi era, a c ura d i ra di Musurace Mari a. - Maria
ta, a c ura di A.B .L. , Casale Ansa teli Giu seppina, L. I50.000. Ausiliatrice, a c ura di Rosa Vio-
Monf. , L. 300.000.
Maria Ausilia trice , a cura di la. - Maria Ausiliatrice e Santi
Maria Ausiliatrice e Don Bo- Fava le Teresa, L. 150.000.
Sa les ia ni , a c ura d i Mosca Ele-
sco, in memori a d i Be rta Nata le Don Bosco, Sa nti Sa lesiani , na G iuseppina. - Don Bosco, a
e Zanna Marghe ri ta, a c ura di Don Braga, a cura di Fa lcetti c ura di Costantini Anna M aria .
Berta Sisto, L. 250.000.
Ange lo, L. 120.000.
- Maria Ausiliatrice, a c ura d i
Maria Ausiliatrice e S. Giova n- Beato Michele Ru a , a c ura d i Guerra Mari a Vittoria. - Ma ria
ni Bosco, rin graziando e in me- Sava ri se Mari a, L. 120.000.
Ausiliatrice, a c ura di Teso Zeno.

5.7 Page 47

▲back to top
IMario Gottardello
salesiano laico nato a
Santa Giustina in Colle (Padova).
Attualmente insegna
nella scuola grafica di Gatchina
(San Pietroburgo) in Russia.
Come mai si è trovato a fare il salesiano in Russia?
Da 16 anni lavoravo in Vaticano come direttore tecnico dell'Osservatore
Roman?. Salendo dalla tipografia, incontro don Giuseppe Pellizzari che mi
dice: «E vero che vuol venire in Russia? Dicono che è disponibile. .. ». Ri-
spondo: « Se i superiori mi mandano, io sono qui!». Don Pellizzari se ne
andò lasciando un dossier. Vi era scritto tra l'altro che Don Bosco aveva
previsto la presenza salesiana a San Pietroburgo. Penso: «Don Bosco avrà
visto anche me?». Mi invitarono ad andare per un anno. Don Egidio Vi-
ganò mi disse: «Mi raccomando, fai le cose bene: macchine di qualità, che
non ti diano problemi ». Al mio mTivo, non avevo ancora sfatto le valigie e
già mi mettevo al lavoro . E sono ancora qui .
Dove si è formato come grafico?
Al Colle Don Bosco. Ci andai nel settembre del 1945 . Avevo scelto la
meccanica, ma non c'era posto e feci il falegname. Dopo il diploma, don
Gioioso mi disse: « Se vuoi farti salesiano devi cambiare corso di studi ». E
fu così che passai alla grafica, che divenne la mia vita. Al Colle rimasi 16
anni. Nel 1958 fui trasferi to a Roma, alla Scuola Grafica Salesiana del
Pio XI. Tornai quindi al Colle per undici anni. Furono gli anni più belli. An-
davo con i giovani alle Mariapoli dei Focolarini. Sorsero tra i giovani molte
buone vocazioni. In quel periodo per quattro volte offrii la mia consulenza
per l'avvio o la ristrutturazione di tipografie salesiane in America L atina.
La prospettiva del lavoro a Gatchina è positiva?
Certo. Per la scuola ci è stato rilasciato un permesso di vent 'anni. Abbia-
mo solo i grafici, ma se volessimo ci darebbero tutte le sezioni con oltre
400 ragazzi, compresi i 40 convittori. Lo stato apprezza moltissimo la no-
stra scuola. I giovani rispondono bene. L 'altro giorno è venuto a trovarmi
un exallievo al suo primo lavoro. Era felicissimo. Quanto alla pastorale, un
gruppo di una dozzina di giovani ci segue da vicino e animano l'oratorio il
sabato e la domenica. Li folllliamo con incontri regolari, proiettiamo per
loro dei filmati, la vita di Don Bosco. I migliori ogni anno li mandiamo ai
campi scuola a Mestre, in Italia. Organizziamo l'«estate ragazzi » con
quattro giovani volontari e un chierico che vengono dall'Italia per un
mese. Vi partecipano 130 ragazzi. Le famiglie sono colpite dalle nostre atti-
vità, non hanno mai visto niente di simile. Potremmo raggiungere una
marea di ragazzi e giovani, se avessimo più spazio e più personale.
Come vede i giovani russi che avvicina?
I giovani sono tutti simili , in ogni parte del mondo. I russi li trovo buoni,
rispettosi. Si legano a noi, perché ispiriamo fiducia. Al mattino vengono
prima dell 'apertura della scuola per conversare con noi. Religiosamente
non sono praticanti , molti non sono battezzati. Il 60 per cento sono figli di
famiglie irregolari. Il grosso problema con loro è la lingua. La lingua russa
è terribile. Tra noi solo don Pellizzari la conosce veramente bene .
o
UN CAMPIONE
DI TENACIA
Sono anni ormai che Franco Lipa-
rota, sordomuto dalla nascita, per-
corre in pullman il tratto Sambia-
se-Nicastro, destinazione Pietà. Po-
chi conoscono la sua condizione di
sordomuto, dal momento che è im-
peccabile cerimoniere durante le
fun zioni liturgiche. Impartisce or-
dini ai chierichetti con una mimica
assai efficace, riuscendo a farsi ca-
pire al volo con un semplice cenno
del capo. Ha scelto di legarsi alla
parrocchia della Pietà anzitutto per
la comodità con la fermata del
bus. E poi per la disponibilità del
pairnco, che - dice - gli ricorda
Don Bosco. Fra.neo Liparota com-
pie 38 anni il 22 maggio. Sordo-
muto fin dalla nascita, ha frequen-
tato elementai·i e medie in Cala-
bri a, in un istituto specializzato
per non udenti . Per le scuole supe-
riori profess ionali invece si è tra-
sferito a Torino, presso l'Istituto
nazionale per sordomuti. A Torino
conosce i salesiani , il Cottolengo,
la Consolata. Tornato in Calabria,
diventa « ministro straordinario del-
l'Eucaristia », grazie al parroco
della Pietà, don Azio Davoli. Ora
sta studiando teologia e vuole di-
ventare diacono permanente. In-
tanto è stato più volte a Lourdes e
a Loreto prestando servizio come
barelliere. E oltre a curarsi dei
chierichetti della sua parrocchia, fa
il cerimoniere nella cattedrale, a
servi zio del suo vescovo. L 'augu-
rio di tanti è che Franco, con la te-
nacia che gli è familiare, vada
avanti fino in fondo , nella sua vo-
caz ione, al di di ogni ostacolo.
BS MAGGIO 1997

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
(v
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
corso Regina Margherita, 176 - 10152 Torino
Il fatto religioso
a cura di Jean Delumeau
Religione, pag. 822, L. 59.000
G. Ricciotti
Storia d'Israele
Presentazione di Paolo Sacchi
Introduzione di Achille Erba
Religione, pag. 968, L. 55.000
IL FATTO RELIGIOSO
a cura di Je1111 Delume1111
Luigi Giussani
I
:D;;.
Il RISC.1110 lDUC.AllVO
(.)
Come cremJone
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di perso11alitil e di storia
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"ITToRJo
ME ORI
IPOTESI
SUGES ù
L. Giussani
Il rischio educativo
Come creazione di personalità
e di storia
Religione, pag. 208, rii. , L. 21.000
V. Messori
Ipotesi su Gesù
SEI Reprint, pag. 312, L. 12.000