Bollettino_Salesiano_195808


Bollettino_Salesiano_195808

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Noi non ci fermiamo mai;
vi è sempre cosa che incalza cosa...
Dal momento
che noi ci fermassimo,
fa nostra Opera comincerebbe
a deperire
DON BOSCO
15 APRILE . 95P ANNO LXXXD N. 8
EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI
DIREZIONE GENERA.LE: TORINO 714 VU. MAB.JA 4..USILIATRICE 32 · TELEF. 22.U.7
D11e domande utili
Questo numero del Bollettino presenta già la
traccia ùella seconda Conferenza annuale ai Coo-
peratori. È ormai prossimo il mese di maggio
e bisognerà pensare a organizzar1a. Viene però
spontMea una domanda: e la prima fu tenuta
in tutti i Centri? È vero che all'Ufficio Centrale
sono giunte le relazioni a centinaia, ed anche
compilate secondo le direttive ricevute, ma è
pur vero che ci sono qua e Jà non poche assenze.
Vorremmo perciò invitare i Delegati a studiarne
le cause. Forse in alcuni Centri fu tenuta, ma
non ne fu inviata relazione: in questo caso è
facile completare l'opera. Ma anche nei centri
dove non si fosse tenuta, si è sempre in tempo
a supplirvi tenendo presente che Je due Confe-
ren1;e annuali nel pensiero di Don Bosco sono
come i due pilastri che sostengono il programma
di lavoro proposto ogni anno ai nostri Coope-
ratori.
Le Conferenze annuali sono come assemblee
dei Cooperatori. In esse infatti non solo si tratta
l'argomento formativo indicato dal Centro e
s'informano i Cooperatori sulla vita e gli svi-
luppi della Congregazione, dell'Ispettoria e delle
opere locali, ma insieme - .ciò che e tanto im-
portante - si propongono e si vagliano iniziative
di apostolato consone allo spinto del Regola-
mento e ai suggerimenti e alle direttive del
Centro.
Ora noi vogliamo invitare i Dirigenti della
Pia Unione a rivolgersi un'altra domanda: nella
prima Conferenza quali iniziative sono state pro-
poste? quali attuazioni esse hanno avuto?
È superfluo dire tutta l'importanza di questo
punto, perche i Cooperatori - giova sempre ri-
cordarlo - sono e devono essere non solo cri-
stiani buoni per se, ma degli apostoli.
La seconda Conferenza che, com'è risaputo,
si può tenere, secondo le esigenze locali, anche
fuori del mese di maggio, deve servire a rive•
tlcre le iniziative a suo tempo proposte ed even-
tualmente a lanciarne qualcuna nuova, sempre
adatta-all'ambiente ed alle circostanze. Non oc-
corre pensare a grandi cose; ciò che importa e
tiare lavoro ai bravi Cooperatori, i quali sanno
bene che con Don Bosco non si può restare
inerti.
A Lourdes, fra le altre intenzioni, avremo
anche questa: che i Dirigenti ottengano dalla
Vergine la grazia di trasformare la massa dei
Cooperatori in un esercito di «attivisti del bene»,
come li vuole i1 Papa.
IMPEGNO MENSILE
Rivedere le inizi a iv e proposte nella '> i m et ,.. "n l r a n z o
per attuare quelle che eventualmente non si fossero ancora attuate
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DON BOSCO E IL PAPA Schema per la seconda
Conferenza prescrilla dal
Regolamento
I N T RO UU ZI O N~
li nostro Fondatore per spontnnea tonfl'-~!lione
cli profani e liberali del suo t<-mpo ebhe in larga,
nù1:111r11, «l'arte di 'in11amorare del l'apato », «più
d ,; mi/le maestri olerie<tU. e di mille giornalisti, oost
tletti èalwlici ct>i wro eccr,;si ()I. B., XIV, 189).
L'immort~o Pio XI, appena. elevato al soglio cli
S. J>iotro, ricorda.udo il suo porsonale incontro
cou Don Bosco, affermava. «d'aver pot11l<> leggere
11el ,91u> 1·iwrc..., com.e al tl'i sopra di ogni gloria
egli poneva guella di rssere il fedele serrUorc di
Gcs~ Oristo, drl1a sua Chiesa, del suo Vicario &
(.ill. B., XIX, 72) Lo 11losso Pontofice il 3 apri-
le 1934, a duo giorni dalla. Cauonizzaziono del
no~tro Padro, disse che • la Oltiaa, ùx Sa11ta Sede
e iZ T"icario di Cristo 1ie avevano riempito i•csi-
st«•u;n •• anzi con felicissima espressione sentenziò
cho por Don Bosco • il Papa era elemento cli vita•
(M. B., XIX, 295).
Q111.1ste autorevoli aJiormazioni e la. coinci-
denzn, del centonario elle ricorda, il primo viaggio
ili Don Bosco a Roma nel 1858 per presentare
all'nul!olico Pio IX il primo abbozzo delle Ro-
~ulo da dare alla Con~eirazioue cho voleva.
foU!lUr(I, ci stimolano, 1oecondo il desiderio del
V surce.ssoro di Don Bosco, a proporre nlb con-
si1lcrnzione dei nostri Cooperatori il terzo grande
amore, cbe il nostro Padre seppe istillnrn nel
cuore dei suoi figli, accanto a quello cli Gesù
Sacramentato o di l\\faria Ausilia.trico. La devo-
zionu al Papa ò una delle più bello cn,ra.tteristiche
dello i-pirito di Don 13011co, il qw1lr, nel suo lungo
e molteplice apostolato Ri studiò cli couoscere,
di amare e di difendere il Pont iJlrato romano,
cho concepiva. sapient!lmonte come il contro in-
torno a cui si svolge l'opera civilizzatrice o divi-
nizzatrlco dello, Chlcsa e la sto.ria stessa del-
l'umanità..
J . CIII È Il, PAPA'?
a.) Vien.rio di Oi·isto
l•'on<latoro, pietra. angolare e capo ;;u))remo
della Chiesa, è Gesù Cristo, il Figlio cli Dio lat.to
uomo. Ma la. sua mis..<1ione sulla terra, dovendo
r~tringersi nel tempo e nello spazio ed essendone
i frutti tlestinati a tutte le generazioni sino alla
fu:to del mondo, Egli, prima di tornare gloriosa-
mente al P:H1re, diedo 1il111, Chioso, un Capo visi-
bile, cho lo roppresentusse in facoia ai credenti,
ne fn<>e.-:se lo vooi e :fo~!\\O il depo,iitario dei suoi
divini rnleri. Tnle altfosima. dignità fu promcRsa
e cnu/trita :i. Pietro.
Di l'ilorno dalle citt1\\ fenicie e.li Tito o Bidono,
Gesù promette a Pietro il primato (cfr. !\\hTT.,
XYJ. 16-20).
Quj il Dhin UaAmo promette un vero primato
cli giurisdizione al solo Pietro, perchè parlo, a, lui
in particolare. gli crunhin il nomo, lo diobiro-a
fonùamonto clulla futura ùhiesa., cioè de.Ila società.
ùegli uomini elle si sarebbero riuniti in nome suo
per servire Dio corno egli avov::i detto, e gli pre-
annuncia il po~e~so dello chiaYi del cielo, SUJ1bolo
della potenza effettiva o so,rana, che conferisce
a,l pesual,ore di Galilea il cliritto di presiedere
nella Chiesa come sovrimondente o vicario di
Gesù Cri,;io.
La 11romessa del conferimonto dol primoLo
viena mautenut:1 da Ge,n\\ <lopo la sua glorio1>11.
RisuTTozione sullo rive del lago di Genozaret,
(dr. G1ov., XXI, lti-17).
Qu.i Gesù comnnica a Pietro la. su;\\ qnalità di
Pastore 11niven,alo dei credenti e gli affida il
goveruo di tutta In Chiesa., <'Ost.itueudolo suo Vi-
cario in faccia a,l!'li nomini. Quelli che con Lu.i
condiviclt•ranno fa cura pnstorale del gregge cli
(,'risto, lo faranno in collnbora.zione subordiualtt
alla. sua autorità suprema,.
b) Succt.~sore ili Pietro
Inviando gli Apostoli alla conquista. del moudo,
Ge&ù li aRsicum della sua peronne o.ssistonz:i:
e Ed ecco che io sono con voi tutti i giorni sino
nlla fino del mouclo • (llin., XXVIII, 20). D1~
eiò ristùta che lo, mil!Sione loro è universale nello
spazio e 1)(lrpetll!l nel tompo, 11erchò oasi, t>ur
O...'ll!endo mortali. avranno sempre dei successori
nel campo dell'apostolato. La condizione degli
apostoli, però, fu diversa ùa quella. d,,i loro cou-
1,iuuatori. Al Collegio apostolico succossel'O i ve-
scovi nella direzione dello singole chiose, mri
senza ereditare tu!te le proro1:,,ati.e Rtniordinnrlo,
che Q(',111'1 Cristo aveva conceS&o agli ..lpostnli,
quali certi doni cn.rismatici, il privilegio perso-
nale dell'infallibilità e il pntero di far miracoli;
a. S. Pietro invoco ,mccede il romano Pomelice,
perchè egli non !«>lo rivestiva ln qualit.\\ di .apo-
stolo, ma per esplicita doliignazione clivina era
oapo del CoUegio npostolico o iondaweuto della.
Chlesa. Intatti Gesù affidò ii Pietro il suo gregge
Renza limitazione di persone. luoghj e tempi; ora
clovendo il prima1,o assicurare alla Chiosa unit/J.
o compaUozza., non poteva estinguersi nella BU:1,
p&Sona, ma passare in clù da Lui a.VTebbe ere-
ditato iJ b,overno universa.Je della Chiesa. Il
Nuovo Testamento non ci parla del modo di
questa auccessiono primazia.le, tuttavil'I, la. storia
bimillenaria della Chiesa in<1e.1t:na che il primat.o
fu .sempre annes,;o alla. Sodo romana, fondata, e
retta da H. Pietro o vivifico!.a dal suo sa,nguo.
Storicamente risultii anche "110 I vescovi cli Roma
Jln dallri più remota antidaità esMcilarono la
loro autorità di supremi pàlltori, inti,rvonendo
tlovtmque nella, soluzione dolio controversie locali
o della questioni diRCiplinari, momli o dogmn-
liche, sen.za che il loro opr,r:ito foi-~e conteso o
misconoscinto.
o) i\\>Tacsh·o infollibilc di \\'crilà
È volere cli Ge.1ù che la Ch.le$a dud fino alfa
fine del mondo e sia. strumento cli sah·ezza, percib
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le hai promosso la sua indefettibile assistenza.
Anzi Egli minaccia la dannazione eterna a chi
non crederà alla predicazione apostolica {.M.AT'.l'.,
XVI, 16), minaccia asslll'da se il m11,gistero dell11,
Chiesa potesse concepirs,i in disarmonia con la
dottrina del Maestro. I vescovi però, successori
dogli apostoli, esercitano il loro infallibile magi-
stero sia ordinario che uni-versale in suùordina-
zione al loro capo, il Papa, secondo la divina isti-
tuzione del primato, ohe ra,oohiudo nella sua
stessa. n11,tura l'infallibilità, attributo inseparabile
dal magistero universale. Del resto al termine
dell'IDtima Cena Gesù disse in tono grave a
Pietro: << Simone, Simone, ecco Satana va in
cerca di voi per vagliarvi come si vaglia il grano.
Ma io ho pregato per te, allinchè la tua fede non
veng11, meno; e tu, quando sarai convertito, con-
ferma i tuoi fratelli~ (Luo., XXII, 32). Chi ose-
rebbe dubitare doll'effioacia della preghiera di
GesùY Fondandosi sulla divina Rivelazione i
Padri del Concilio Vaticano (Sess. IV, Oonst.
Eocl. CMisti,, cap. 4) prodamarono dogma di
fede cb.e il Pontefice è infallibile quando in qua-
lità di Pastore e Ddttore di tutti i cristiani defì:-
1Lisce che una dottrina rigua,rdante la fcdo e i
costumi deve l"itoner~ vera dalla Chiesa universale.
2, AMOllE lH DON BOSCO AL PAPA
li nostro santo Fondatore dalle sue vaste co-
gnizion:i teologiche e storiche intorno a S. Pietro
o ai suoi successori trasse alimento per un amore
q soprannaturale ~, «zelante e conqufatatore >>,
«filiale e devoto o, «ubbidiente e sottomesso»
al Vicario di Cr.isto.
a) Amore. soprannatur~ùe
L'amore sinoero al Papa - sotto qualunque
nome e in qualunque tempo si presenti il vescovo
di Roma - deve ispirarsi ai criteri della fede,
che ci fanno vedere noi Sommo Pontefice al di
là e a,l di sopra della persona umana (la quale
potrebbe ave1·e anche lo sue manchevolezze) il
Vicario di Cristo, il Successm·e di Pietro, il Maestro
infallibile cli -verità. Tale fu il Papa per Don Bosco,
il quale scorse nell'amore sopmnna.turale a Lui
un vincolo ohe rinsaldava il suo legame cou Dio
e con Gesù Cristo, e un segreto di atern11, .salvezza.
Infatti Don Felice Reviglio de-pose nei processi
informativi che Don Bosco ricordava sovente ai
giovani di sta.re uniti Il,] Papa, essendo questi
l'anello supremo della misteriosa catena, che ei
lega a Dio. .Alla luce di questi concetti si com-
prende come nel 1847, mentre tutta l'Italia ri-
suonava del grido Viva Pio IX, egli facesse ri-
petere ai snoi giovaw V•iva it Papa (M. B., III,
241). Nel 1867 in occasione del XVIII centenario
del martirio ili S. Pietro, ripubblicò la vita del
Principe degli AJ>Ostoli, scrivendo nel proemio:
Cominciando dal regnante Pio IX, noi, andiamo
dall'= all'altro Pontefice fino a S. Pieltro, fvrw
a Gesù. Crist<>. Perciò chi è unito ai Papa è 1mito
con Gesù Orist-0, e chi rompa quest-0 legarne fa na,u-
fragio nel m,are bwr-ràscoso dell'errore e Bi perde
eternamente~ (M. B., VITI. 567).
b) Aln.m•e zelante e conquistatore
Don Bo$CO vibrò sempre dal desiderfo di far
conoscere- a voce e per iscritto il Papato e le sue
benemerenze per orientare altri in difesa di
questa santa cauaa. Nei primi anni dell'Oratorio
ogw domenica faceva un'istruzione religiosa du-
rante la seooudn. Messa sw Papi, di cui stava
scrivendo fa vita, con grande edificazione del-
l'uditorio (M. B., VI, 76 s.), poichè egli ne di-
scorreva col massimo rispetto, non privo di vi-
sibile entusiasmo, fatto a volte di commozione,
ripetendo ai suoi figli: ~ Parliamo molto del Papa ~
(Posit. sup. vit·t., I, 349, par. 98; I, 351, par. 108).
Che cosa può avor indotto o sostenuto Don
Bosco, già cosl oberato da molteplici occupazioni
e preoccupaziow d'ogni genere, a scrivere la
StQ'Y'ia àella Chiesa, la stessa Storia d'Italia, la
Vita dei vrinvl .Pontefici,, I Papi da S. Pietro a
P·io IX ed altri opuscoli consimili, se non il de-
siderio di far conoscere chi è il Papa e quali
sono state le benemei:enze del Papato a favore
dell'Italia. e del mondo attraverso i secoliT
o) Alnol"e iilia1e e devoto
Il Pontefice è il Padre universale dei credenti,
rivestito della più 1;acra dignità: co11i fu conside-
rato dai fedeli sin dai secoli più .remoti. Da ciò
si deduce che il nostro amore al Vicario di Cristo,
qualora sgorghi da una volontà rnuminata e sor-
1·etta dalla fede, non può essere se non tenera-
mente :filiale. Orbene tale amore partecipa ai do-
lori e alle gioie del Papa, è fatto di .riconoscenza
e di preghiera. Con questi nobili sentiménti Don
Bosco seppo rivelare il suo tenero, filiale e devoto
amore Il,] Successore di Pietro.
Nel 184.9 Pio IX si trovava esule a Gaeta in
disagevoli necessità economiche. I giovani dol-
1'0ratorio di Valdocco nei mesi di febbraio e
marzo, consigliati opportunamente da. Don Bosco,
1iuRoirono 11, racimolàre 33 lire, frutto del loro
personale risparmio, le quali vennero inviàte oon
altre elemosine raccolte a Torino al Capo della
cristianità. Pio IX gradi l'offerta e fece perve-
nire all'Oratorio 60 dozzine di corone da ilistri-
buirsi fra. i giovani: il che avvenne in maniera
solennissima e indimenticabile (M. B., IV, 82 s.).
Nel 1860 l'orizzonte politico italiano s'era di
nuovo oscnrato. Pio IX temeva per la. sorte degli
Stati della Chiesa e per la sua stessa incolumità.
Don Bosco invitò i giovani ad inviare un.a pro-
testa di fedeltà all'afflitto Pontefice ed uni
lire 163,40, offerte per UJ.Ul, merenda, alla quale
i suoi birichini avevano spontaneamente rinun-
ciato, perehò n d~a.i·o venisse trasmesso al
Papa. Anche nel 1869 i giovaw dell'Oratorio par-
tecipavano con lire 205,15 alla crociata. òi ele-
mosine che dappertutto si andavano raccogliendo
per l'indetto Concilio ecumenico Vaticano. Nelle
ore più angosciose por Pio IX il nostro Fonda-
tore non mancò ili fargli girmgere l'eco della sua
voce confortatrice e di esortare i giovani alla pre-
ghiera e alla santa Comunione per il Papa. Quando
l'au~sto Pontefice, dopo il 20 settembre 1870,
essendo consigliato da molti ad abbandonare
JSS

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Romn, \\"Olle couimltar<J Don Bosco, qnest.i lo i n-
vitò a rlmanero: e La $ontinell:1, l'A.ul{elo d'I~raele
~i ferro.i nl suo y1osLo e ~tia n. guardill> dello, rocca
di Dio o dell'arc:1, ~anta (Jl. B .• L'C, 023; X, 66).
Come ni dolori il ~anlo pnrledpò anche alle
A"ioie ilei Sommo J'on tefice: nel 1850, in occa-
i-ione d!'l ritomo a. Roma, nel 1869 per le nozze
~a.cerdotali di Pio TX. nel 1877 al com-piors.i del
diubiloo d'Oro epi~copale e per l'elozfone di
Leone X III con pubblil'l1e ruruostrazioni.
d) Arnore ubbidic ule e "-Oltoruesso
Ecco un'altra car.1llorj;;ticn dell'amore di Don
Bosco al Papn: l'nblnclieuza o la sottomisi!ione.
Amare iJ Papa e di1;uhhi,lirlo è 1lll assurdo; scor-
gere in Lui il Vicario di Cristo e ros1>ingero la
isua parola e i !IUoi im,ognamenti, è profanare il
divino principio rl'autoriti\\ r,ho egli impersona.
Precise orano le- dirot.1h-e ,li Don Bosco circa
l'ntt-eggiamento da tl'tiersi Ili fronte al.la parola.
<lel P apn: , Amiamoli i romn II i l~ontefici e 1101i fac-
l'iamo diRlinzion(J ilel tempo e del luogo ili cui
7111rlano; quatJdo l'i cM111rn 1111 ro1111i9lio, e più a11-
N>ra quantlo manifest,1110 im llesiderio, t[UC;rto sia
1111r noi wi comando• ( }[. B., V, 573). «La pa-
rula del Papa cltv'esseri> la 1111Hlra regola in tutto e
per tutto» (.,_lf. D., VI, J94). Ed egli fo.ceva, come
iusegnnvn. In occasiono delln sua permanenza o.
Roma nel 1858, Mon... Do \\[erode, ..\\faestro cli
Ca.mera cli Pio JX, lo pregò n nome del Poutefiee
!li voler <lottare J?li Es.erc·ir.i spirituali alle detenute
1>rcsso le Ter11w di Diocleziano. • La pre~hier-a.
dlll Papn, - !;i limitò a rispondere, - è per me
un comnndo ~ ( Jf. B., V, 874). e si prestò voleu-
tieri per quell'opera <li earith. Trovandosi in
mlienzi\\ noi ft>hhraio dl'l 1875, chiese una p11l'Ola
dn porta.re come breve messn-i.rgio ai suoi 1lqli.
Racco-mandata lon> - disse Pio IX - cT1e pm-
111(Jtfa1w fe,leltà e atfat·camrnto " Cristo e ai 11110 Vi-
(•Qrù) i11, te1•ra, ~- Vivame11te commosso Don Bosco
mostrò ol Papa il fo~liotto dogli appunti, che
teneva in mano. L'ultimo ora co,;ì concepito:
« Noi promett.fr,,1110 fedrlttì e ob/uJ(lie1izn. a Sua, flrw-
lild cin11t1 Vicario di CrMo •· Il Ponte1Joe concluse:
• Bisognn. che rit•o110S<'i111110 una vora ispirazione
del Signore o in voi a sorivere, o i u mo n dire ◄•011ì.
Segno cho quo.~le parole sono veramente da te-
uer.,i preziose t (M. B., XI, ll6). Don Bo.,;co le-
tenne preziose fin che visse, sehbone quello foRse
gii\\ il proA'ramma del t1110 apm:1tolato.
Il 2:j dicembre 188i, vicino al tramonto, il
Santo 1,otè cliro con 1ut ta Yerità al cMd. Ali-
rnomLt: « Te1wpi d·if/icili, Eminenza! Ilo ziassato
tempi dimc:ili!... Jfa l'at1foritlt del Papa.•. T,'a1t-
torità del Papa... L'ho detlo qui a ]tona. Oagliero
(•/,e lo 1lica al Sa nlo Pmlte che i 8<ile1Jiuni s0110 11er
la difesa tlell'autorilà del Papc,, dovunqtt" 1arori,w.
11o1•1111qu,. si lroi:i1w (M. B., XVIII, 491),
:1. SULLE ORl\\lE DEL PADRE
•\\moro il Papn. non fu po.rola v,ma per Don
l3osco. )lei suo esempio ba. In.sciato a tutti una
.u1cra erilclit:\\. che ognuno secondo Je proprie
fo rzo e posizioue, devo con so1·v11,ro ed uocrescere.
Nel primitivo regolamento per la' Pil~-unione
dei Cooperatori Salesiani compoRto nel 18i4 e
stampato in appendice 0,Ue Regolo per ottenerne
l'approvazionE' dalla Sa.ntn Sede, Don Bosco tt-a
gli scopi delr.Associazione ponova: , Ogni asso•
cia,to Bi tforà la mtissima cura di ù11,pedire ogni di-
scorso, ogni opera d1e sia. contro il R-011uino Pu11-
tefire e co11lro la, ,ma suprema a11torità. Quindi
osservare le "leggi llcl1a Oltiesa e 1n·o1nuaver11e l'os-
serva11;;a, ill<'11lcare il rispetto al Ronia110 Po11te-
fi,:e... 110110 rnse proprie di questa À.11Boc-iazw11e
(.M. B ., X. 1312).
Noi 1886 ad un gruppo di ex allie"i manife.
sta\\'a la doke l)cmuru,ione che quanto JlÌÌI la
Santa Sede verrebbe assalita tlai suoi implucabili
e secolari nemici, lanto più i C'ool)e.ratori Sale-
siani l'avrebbero e.➔altata nol mondo: 1 I Coo•
perutori saranno quelU che ai·utercw110 a 71romuo-
vere lo spirt"to cattolfro. Sarà una mù1, 'Utopia, ma
pure io l.a tengo. Più, la Sauta Sede sa,·d b e1·-
sagliaw, p ii, dai Coopemtm'i sarà esalt.ata;
più la mis1:1·edenzr1 itl ogni lato va, cr~cen,1Zo e pi'Ù
i Cooperatori a1zeran110 la fiac-00la della loro fedt
operflliva, (Jlf. B., XVIII , 161).
CONCLUSIONE
La guerra. di insinuarioni e menzognr, di ac-
ou.se e oalunnie, di offese e dileggi, che sotto i
nostri occhi i cattivi oornbattono contro la per-
sona o la dignità del Santo Padre, non ci con-
sente di reatare muti 1c<pettatori di un male che
si acuisce e dilaga, minacciando In, fede di molU.
La nostra pottlzione dev'essere chiara: Cattoli"i
col Papti, poir.hè è impos!libile rostare cnttolici
separati daJ Papa. O#TTU compromesso in questo
ca.m1,o è ,-Utiì e tradimento. E si è oattolioi col
Papa, quando ise ne segue l'insegnamento, se ne
ascolt,11 la voce, si ò disposti o. difendorlo do-
=quc,. Non si ella retta ni monotoni ripetitori
di uno slogan, a cui la storin ha già tlato la sua.
vaJida 1·isposta. Fin dal secolo XVI o'è ohi ha
osato scrivere che i giorni del Pontificato romano
erano contati; nel secolo X \\'III si ò parlato della
Chiesa e del Papato agonizzante: ~ Sono stufo
- soleva clire Voltrure - di Rentir r ipetere che
doclici uomini bastarono a atahiliro il cristiane-
simo n el mondo; io ho una gran voglia cli fru:
vedero che uno solo sarà. sufficiente a dlstrug-
getlo t; morto è il Papato. si clisse nel secolo
scorso; invece proprio il momento scelto dai set-
tari per ~eppellirJo definitivamente segna il punto
di partenza della ,igoTOsa ripresa del Pontificafo
romano con legigantescbefignredogli ultim i l'apì,
fino a P io .XJJ, il Pastore Angelico, dinanzi ru cmi
insegnamento o alla. cui so,-rUJnana ~ndl'zza sì
commuovono gli stos~i misrroo.ernti e coloro elle
ancora non conoscono il ml'l!lsa!,\\'gio evang"olico.
il Papato non è morto, nè morrà perc.hò, Le porte
dell'inferno non prevarranno , (lliTT., X v r, 18).
Hiconfort.ati n.Ua luce di questa diviua promessa,
facciamo nostro il programma cli Don HoSC'o:
Tulfo col Pnpa, per il Papa, ama11do it Papa•
(.M. B., I, 12).

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LOURDES nella nostra ,ita1
SPUNTI PER LA
CONFERENZA MENSlLE
Messaggio di preghiera - '.:\\fontre a
Lourdes circa 3000 Cooperatori e Cooperatrici
Salesiane provenienti da tutte le N'azioui d'Eu-
ropa effettueranno il primo grande Pellcgriua~gio
fotema1.ionale della Pia. Onio1te, tutti i pitt clte
300.000 membri della Tw.a Pamiglia Salesiana
in piena solidarietà di cuori e di intenti vogliouo
partecipare intimamente a.Ilo stesso Pelkgri-
naggio.
Il Cooperatore e la Cooperatrice saksiana si
impeg11ano a rendere vitak in se stessi il mes-
saggio della Vergine Im111a.colata. È un me.s-
saggio tanto semplice e cristallino che è stato
definito wi messaggio evangelico (L.H"REN'tIN,
La realtrì tir Lourdes). Es.<;0 infatti ci riporta alle
fonti dclla vita cristiana: preglli~ra, pe11ite1i.za e
purez.?a.
Come il messaggio evn.ngelico, cosi nuche
quello di J,ourdes si rivolge non a singole persone
ma a tutti gli uomini, è lUl messaggio sociale che
esige soprattutto la solidarietà dei membri del
ccrpo mistico di Cristo. Sotto questa luce ,,a ac-
colto l'invito di Maria SS. alla preghiera e alla
penilenz.a.
A J,ourdes infatti si prega da. tutti e per tutti,
.scompaiono le diITerenze lli rnzza e ili lingna, ci
si fa ammo.lati con gli ammalati e gioiosi con chi
riacq1ùsta l:t gioia: ,,i trionfa la carità fraterno.
nel senso più eTTlllgclko, come nelle comunità
dei primi cristiani attorno agli Apostoli.
E anzitutto solidarietà fraterna nell.'\\ pre-
ghiera. A Lourdes 11011 si conosce il rispetto
umano che è il maggior ostacolo alla prc~l.Liera
socia.le, alle pubbliche rntmifestaz:ioru della pietà
cristiana. Qui si prega tanto in privato che in
puùblko Sempre con atti clt e11lto esterno, preoc-
cupandosi solo di parlare con Dio e con la Madre
sua nel modo più spontaneo e immediato, ossia
nel modo pii'.1 consono alla natura nostra che è
composta di anima e di corpo.
Venendo al pratico: JJf.!r esempio a l,ourùcs il
segno di Croce non è 11110 sgorbio affrettato, la
ge11uflessioue non è un iud.ililo a mezzo busto,
durante le sacre ftuuio11i le braccia e le mani
dei fedeli uon restano inerti dit·tro la .schiena, le
proccsisioni non sono delle semplici sfilate:: fra due
fili di curiosi. A Lourdes si prega con Lutta !anima
e con tutto il corpo, sostenuti dall'esempio vi-
cendevole e infiammati dal reci1Jroco fervore.
Varrebbe lu spesa di audure a Lourdes anche solo
per imparare a pregare come si de,e!
Messaggio di penitenza - Tutto il Van-
gelo è ùomi.nato dall'ombra della Croce, prezzo
della redenzione nostra. Clù non segue Gesù por-
tando giomo per giomo la propria croce 11011
può dirsi suo discepolo. A Lourdes la Ver&;ine
insegna a seguire Gesù con l'accettazione umile,
sercUa e persino lieta della propria croce. Tra le
invocazioni scandite clugli infermi c'è sempre
anche la più cara al cuore di Dio: " O Signore,
sia fatta la tua volontà ". Le guarigioni corpora.li
sono re.lativamen.te poche, ma quelle spirituali
sono numerosissime. La quasi totalità ùegli am-
malati ritorna da Lourdes CQll un'anima rilmo-
,,ata: ad un'insoffereuza. che a volte rasenta la
disperazione subentra sempre una rasse~ione
che si chiama appunto cristiana; ad una valuta-
zione troppo laica dcll'iufcrmità, per ciù la si
chiama disgr<Mia o sforhma e s'invidia l'altrui
sorte, subentra sempre la luminosa visione evan-
gelica del dolore e lo si chiama croce o prova
o ancor meglio muzo dì redenzione per e per
i fratelli. I più bei miracoli della grazia si regi-
strano in quelle anime che ritornano contente di
offrirsi vittime per la couvcrsione dei peccatori.
E tali anime fortunate ed eroiche sono molto
più numerose che non si creda. Il cnircio più
grave degli ammalati è il timore di essere di
peso agli altri, sopmttulto alle persone più care.
..\\ Lourùes s'impara invece la consolante verità
che il dolore non è mai inutile, che a.nzi è un
parafulmine ddla diviun giustizia, quando 11011
è anche la calanùta delle grazie per t1Ltta una
famiglia, una comunità, mm parrocchia. Si a,~-
vera co;;I il parado,;so di S. Paolo che procla-
1nava: • Io non sono mai tanto forte come quando
sono infermo• {Il C&r., XII, IO).
.~ Messaggio di purezza, di totak ri-
nlllldo. al peccato. È l'immacolata du: npp.ue,
ossia l"lmica creatura u1llàllil senz.'\\ ombra di
peccato. La , tutta pura• ci ricorda la triste re-
dità ili Eva, ma più n11cora la restaurai.ione uni-
versale in Cristo per wez-zo della grazia. 11 fonti
delln grazia, prima delln preghiera, sono i Sacra-
menli, m particolar mod<> la toniessionc e l'Eu-
caristia. È al culto vitale di Gesù eucaristico clic
è ìntimamente legata la pietà mariana. lo si ,ide
soprattutto a Lourdes. La quarta grande Basilica,
quella inaugurata il 25 marzo scorso in onore
di San Pio X, il Papa ùcll'Gucaristia, d'ora iu-
narui permetterà la processione eucaristièa con
la benedizione clcl Santissimo sugli infermi in
qualw1que giorno dell'u.n,1Lo.
:Ma I' lfaçarlstia esige lo. purezza del cuore che
ci fa n-dere Dio, che ce lo fa sentire prc..:;1.:nte sotto
le specie del parie. Le anime ritro,·ru10 questa
pun,:u~-i nel sacramento della Confo~!lioue. Per
ogni pellegrinaggio si rinnova a T,ourdcs il mi-
racolo ùcUe rose nel senso voluto d ili.! :\\:Iatlo1ma.
Mons. Pcyramale infatti ayeva chiesto come
segno del ciclo la fioritura <ld roselo della grotta.
Invece delle rose fiorirono le anime dc:i pecca-

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esempi
Il sottoscritto, interpretando i
sentimenti comuni, ha vivamente
ringraziato il conferenziere, ha as-
sicurat0 a nome di tutti scambio
di vicendevoli preghiere e ricbiestu
ùi n uove iscri.,,ioni nella Pio Unione,
oltre che l'invio <lei Bolldtì11a Sa-
l&ùwo ad alcune ramiglic.
Il Padre Spiritual,e Can.co
Don AMlLCARR CoMINl
a
N el Seroinario Vescovlle d1
L ODI ( Milano)
In :;.;!(Uito a invito del rev.mo
Mons. Alfredo lTitg~, Direttore dcl-
i'lstituto , Sacro Cuore t pur 1 Sa-
cerdoti dd V Corso teologico e
Pro-Viurio dcli.a Diocesi, il 22 gen-
naio 1958, nella grande aula di
Conferetua salesiana ai seml-
E pass11to a una rapida, mn chi(IT'J studio dd Liceo, in Seminario n
nariscj di PAVIA
Da ,ma lettera del Di,etlore Spi-
ri1ttt1le dél Seminario:
rnssegna storica dcllu Pia Unione,
ha dimostrato quanto preziosa ed
efficiente essa possa tornare nnche
nlla socìet/1 nttualc.
!.,odi (i\\liltlno) il Dl'legato lspctto-
riale Don Rodolfo Yignatu tenne
una conforenza ,,11'-sinn:1 ai Sc•mi-
naristi e ru Sacerdoti del V Corso.
L'intento di Don Bosco è stato Assistevano il rcv.mo Mons. Ret-
Giovedl, 13 marzo 1958, olle d1 richiamare i laici, dallo discr- tore, il r.:,•.mo Padre Spiriniale e
ore 16, il salesiano prof. D. Ro- zìone di collahomzione con la altri Supl'riori.
dolfo Vignato ha tenuto una inter,,s-
santc conferenza sullo Pia Unione
sacra Gerarchia al gronde è0111pito
del bene comune, per la salvezza
n Dopo over girnto ìl documen-
tario colle Do11 Bosa,, pr~;se lo
dei Cooperatori o tutti I nostri se- delle anim~ Per questo cercò cli spunto da alcuni quadri apparsi
minaristi.
attrarre nello sua orbita il maggior sullo schunno, per mettere in evi-
Recitata la rituale prcgbfora e numero possibile di cattolici, e fu denza l'nmore di Don Bosco per
fatta una breve prcscmnzione ùa il primo nella storia della Chiesa i giovani e per le anime. $piegò
parte del sottoscritto, che insieme o organizzarli in qutlj!to senso. Ma quindi il programma e lo ~pirim
in,·it.·wn opportunamente o rivol- ncm si limitò a chiedere loro la della Pia Unione dei Cooperoton
gere il pensiero a Don Bosco e n cooperazione per l'istruzione rel1- Salesiani, nccennonclo ins1ame al
S.
pu
Domenico
nuva sulla
fiSgauvriao,wil!:>.RDeloamto,r~e
nico Savio, per dimostrare attm-
11:1o~a, la cura delle vocazioni cc-
clC1>iastichc, l'apostolato della stam-
pn cd altre attivitil; si preoccupò
suo sviluppo storico e al coeffi-
,·,w ciente prezioso che essa puo\\ dare
per l'incremento della
cri-
verso aleuni nspctti caratteristici nnche di dore e d,1rc da Sonto. stinna nella rnodcnu1 soc1ctò.
che lo virtù del Santo Giovanftto Ottenne per i suoi cooperatori
Chiuse csortnndo ad impnrare
si è temprata alla scuola cli Don moire indulgenze e li mise a pane dall'esempio di S. Gio~..nn1 Dosco
Bosco con l'attuazione del pro-
granm,ii suggarito da Lui: «Se vuoi
<l1 tutti i beni spiritunli della Con-
gregazione Salesiano. ConsiJiliò
la fedeltà nlln propria vocazione e
od attre,:1.arni sempre meg-lio per
farti ~anto, adoperati a guadagnare inoltre nonne sapientissime di vivere secondo lo spirito di questo
anime a Dio•· E continuava di- virn spiritt.Wle, che sono èlencare gran Santo dei nostri tempi, ad
cendo che quc,.tn è la ricetta datu nel cnp. VI del R<:gofamento per c~~ere (quando lo si vogli,1) non
da Don Bosco u rutti i suoi tigli i Coopcmtori.
~olo Cooperatori Sak~iani mnddlo,
spirituali: i S;1lcsi11ni, le Suore di
Don ViJ!'nuto chiuse esoru1ndo ma guide aicure e sante di Coope-
i\\Iuria Ausiliatrice, i Cooperatori e n iscriversi, appena fosse poss1- mtori Salesiani.
le Cooperatnci.
b1lc, nello Pia Unione dci Coo-
Nonostunte l'oro tnrda, rispetto
Ricordando quindi preCÌRc p.:ratori Snlusiani, invitare (l\\tn a nlle consuetudini del Semi11orio,
e,,prcssioni di Don Bosco, metteva farlo in avvenire, .: domandnndo per esplicita volontà di '.\\fons.
in evidenza la modernità dd scambio di preghiere perchè tutti Rettore, fu poi prc~cntato tutto il
Ter,;'Ordine Salesiano, dallo spi- secondo lo spirito di Don Bosco lungo documenmrio sul viaa~•o del
rito pronto e aperto nl campo possiamo orientarci sempre più nl- Rctcor 11nggiore nei pat:lli d'Q.
u.nivt•rsnle dclln Chiel't1, per <lif- l'ncquisro della virtù p,;rsoonlc e rlente, documenw.rio che 1 Chie-
foru:lt:rc l'energia deUa carità, con all'entusiasmo per l'apostolato SO· rici seguirono con vi\\"O int.:resse
------------------------- spirito cattolico.
cinlc.
ed entusiasmo.
tori, che in quclla quaresima assieparono i C!on-
fessionali della parrocclùa. Il curato capl che
quel miracolo era ancora più ~rande di quello
richiesto e erodette alle apparizioni ùdla :i\\fadtc
di Dio, madre ùclla divina gmzia.
Del resto i Rettori dei moltissi.wl S:llltuari
maria.ui sono concordi nell'ass<!ri.re che uell auno
mariano r954 le Confessioni e le Cotnunioui su-
perarono tutti i precedenti primati. Il (uore
Inu.nacolato ùi i\\Iaria riru10,·crà anche que:;l'auno
t.tli miracoli ddla grazia, anzi li a~·crcsl'erù, rna
ciò dipende in grnn parte dal riuuova.rsi l' lhl -
J'accrescersi della noslra sclidur1t1<i udu pre-
ghiera e nel sacrificio.

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BELGIO - Per la forJD3'Zione
dei Cooperatori nei centri dove
non ci sono Salesiani
Da una lettera del Delegato Ispet-
torfale di Bmxellt,s, Do11 Ettore
Van de Putte:
• Organizziamo gi~ regolarmente
io sei località dh·erse della nostra
regione l'Eserci:eio mensile della
Buona Morte: a Brup;cs (8s parte-
cipanti), a Chnrlerni (ss), a Tur-
nhouc (90), a KopeUe (20), a Ma-
naburg (15), 11 lforcntals (40).
Dobbiamo sempre trttBferirci noi
in queste località, dove non
~onn i Sal~i:1ni, e che $i trovano
lonume da Bn.ixeUcs.
Ora contiamo di aggiungervi
l"Escrciz10 della B. l\\I. a ).!alines
e 11 0,.-n,nda, a l\\ivtllcs e a Namuc,
come pure ad ,\\ssebroek, tutti
centri importnnn. Facciamo tutto
ti nostro possibile per sfruttat'e
questo gran mcizo per In forma-
zt0ne spiriIunle tlel Cooperatore,
che è l'incontro mensile con Eser-
cizio della Buono Morte•·
divise lìturgiche per n. 30 alunni
(cnppc, cappucci, cordoni e croci
in legno).
All'arrivo di S. E. Mons. Ve-
scovo di Albenga i Pueri C(ll1/crres,
vestiti delle loro cappe binnche,
si trovnrono :i riceverlo all'cntraUI
della chiesa, ove furono benttdetti,
poi lo accompagnarono insieme col
clero e i sacctdoti all'altnr maggiore
per cuntare durante la celebrnz1onc-
della Messa solenne.
Le Cooperatrici, chi:: si radunano
ogni lunedl pomeriggio, usano rc-
ci1.arc il S,mto Rosorio 1wr l'ac-
quisto della Indulgenza plenoria
del lavoro e soprattutto per otteni-
pernrc alle direttive espres,;e nella
Strenna del Rettor ;\\lal!'.giore.
~
Il nuovo Laboratorio Coopera-
trici di VERCELLI
Sotto gli nuspici di S. Giuseppe,
n~I primo mercoledì del mese a
Lui consacrato, si è dato inizio nl
Laboratorio \\l1sNiom1rio.
Le Cooperatrici accolsero volen-
tieri, ed anche con entusiasmo,
l'invito.
Scelsero esse <:tcs,;e l'ora setti-
manale; dnlle 15 .,Ile 16, perchè piì1
comoda per le loro occupazioni.
Vennero con filo, n~hi, ditale, for-
bici... e con un impa:.iente desi-
derio di incnminciure. Erano gi..'I
stati preparati Jodici purificatoi ·in
tela di uno, che si accinsero a
cucire. Dumntc 11 lnvnro, si recitò
il S. Ro~ario secamdo 11: intenzioni
del Sommo Ponteficr, tanto sòffe-
rente in quei giomi di dolore, per
la lotta contro In Chìcs:i. Fimto
il tempo prt-stabilito, n~-ssun.i ,·o-
leva interrompere il lnmro. Qual-
cuna chiese d1 lRvor-.ire anche a
casa pmpria...
Se dagli ini7.i ai deve i;iud1c.'lre
de) buon c:,ito di ttittu l'opent,
c'è da ra lleiirur~i e da ringraziarne
il Signore.
MILANO - Consegna dei pa-
ramenti sacri a S. E. MOJlS.
Giovanni Battista Montini
li 31 gennaio 1958, in occasione
della festa di S. Giovanni Bosco,
le Cooperatrici del • Laboratorio
lspettocinlo ~ cbbrro 111 gioia d'in-
viare anche quest'anno ol loro runa-
ti~imo Arcivt-scovo lo tel'7.a parte
del loro lavoro sct.timanale, a fa-
vore delle chiese povere dell'Ar-
chidiocesi, e prccisanwote cinque
servizi completi per la celebrazione
della S. '\\less;,.
ti. E. Rev.ma rispose esprimendo
i sensi della sua viv:1 riconoscenza
e inviando la sun p11srrm1lc bene-
dizione.
Alla fine di marzo le stesse Coo-
peratrici preseni-.irnno altTcttanti
parrunenù al rev.mo sig. l~pcttòrc
ptr Le chie,;e povcr,· dcli' hpettoria.
Oraattendono a confczionure il terz<>
gruppo per il Rcttor ~l:111:giore, a
favore delle l\\lissioni Salcsinne.
Sono tutte animate da ottimo
spirito d'apostolulo salesiano. Il
loro incontro setlim<1nulc ò un au-
tentico cenacolo d1 preghiera e di
santificazione del lnvoto.
11
ALASSIO - Attività del Labo-
ratorio Licurgico
Per la f.:st,l d1 S. Ciovanni
Dosco la Sduila Ca11ton1m del
Collegio, dirctt:1 d,11 1\\1° Don Gia-
como Zanghi, tJuc,t'unno ha preso
mcremcoto cnn la istituzione di
un gruppo ùi Prwri Ca11.fores.
Le Cooperntrici del Laboratorio
ei offrirono per confo-.:ionare le
Com ersa,ulo con i uostri l>irigenti
Ho l'impl'essione clie non tutti abbiano idee chiare sulla
dil/el'UIW che passa /Y(l Coope1•at,ir,i salesia11e e Dame Pa-
lro11esse: mi è persmo cnpitato di leggere in iin giornaletto
q11cst11 dicitura: Dame Pat.rortesse Cooperatrici Salesiane.
\\'on sono ben distinte le drt~ organiua;;ioni?
}fon solo distinte, ma assai diverse.
La Pia Vnio1u CooperaJO'l'i Salesiani è la tena Fa
miglia spirituale, il Terz'Ordine della Società Salesiana, che
sta quindi sul piano della Congregazione e dell'Istituto
ò.elle Figlie di :\\fa.ria .\\nsiliatcice, fondati da San Giovanni
nosro e canonknmeut.c eretti dalla Chiesa, a somiglianza
degli antichi Ordini, nello. triplice categoria, con fonne
mode.me.
Cooperatori e Cooperatrici sono legati ai Salesia11i e alle
Figlie cli Maria Ausiliatrice come • Confratelli t e << Conso-
relle •• ne condividono lo :;pi.rito. la missione, il programma
di apostolato e i fa\\•ori spirituali, le indulgenze e i Privi-
kgi, nelle proporzioni volute dalla Santa Sede. Don Bosco
stesso li chiama Confratdli nel Regolamento che ha loro
dato. Hanno un ideale di perfezione cristiana e pratiche
ben definite dal Santo Fondatore.
I Comitati di Dtn11t Puirri11e.ssc invece sono co!'!tltuiti
solo per sostenere opere locali. Non hanno ereziolle cano-
nica, non pratiche di pki:1 parlitolarinè opere ùi apostolato.
Nulla ,;eta che le Da.mc Patronesse che hanno i requisiti
Yoluti da Don Bosco siano iscritte alla Pia l.'nione: ma i
Comitati di Dame Patronesse debbono rimanere ben di-
stinti dalla Pia unione e perseguire i loro scopi senza so-
'\\'Tapporsi o confondersi con la Pia unione.
In pratica si facci , it1 m d >chele due OTgauiz~azioni svol-
gano il programma che loro spetta senza co 1Ius;'>llÌ o sosti-
tuzioni, che non corrisponderebbero al peusiero di Don Bosco.
ts9

8 Page 8

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un libro
per chl ama
l'arte
DEDA PINI
IL EA.TO ANGELICO
Il pittore dell'Umanesimo cristiano
Pagg. 143, con illustrazioru, fotografie e ritratti
L. 600
llODilà
per ordinazioni
rivolgerst alla
Sfrondntn dall'aura di leggenda dorata tendente a fame l'nrtista che
nffida unicamente il pennello all'ispirazione divina, i !cuori rrove-
mnno in questo volwne la figura del pit~ore mi&lico per eccelleru:n
restituita alla sua umanitlt, puro nd clima ddla snnti!À. Ln vedranno
rivivere inquadrata nel mondo del suo tempo: fioritura d'urte e di
pensiero, personugg1 e costumi, O\\•venimenri lieti e gravi, burle e
tragedie; la vc<lnmno muoversi fra crcatun: che come lui sentono
l'impegno severo della viro, e la gioia clella bellezza che Dio ha
data agli uomini per avvicinarli a sè.
Dcda Pini, scritiricc efficace e<l dcganw, ha saputo insomma, far
rivivere nel suo ntnbit>nte natural.: il pittore dell'Umanesimo cri-
stiano ~enza nulla concedere alla faruasin, ma tuito coglicndo da,
documiinti e dulie opere.
'"'Ci"II"'i!JT.À 1.1nTrnp l ' l - r E~ N ~I e .i\\ L
Corso Regina Margherita 178 TORI.fO 7l4 • c. c. p. 21171
BOLLETTINO SALESIANO
Torino {714) - Via Maria Ausiliatrice, 32 - Telefono 22-117
P&RIODICO QUINDICINALI! SPIDJZIO:... . IN ABIIOSAMll<TO l'OSrAU GRUl'PO z"
im.porlant.e
Per corro,:lonl d'Indirizzo si
prega d 'Inviare ~•m-pre, In•
sleme ùl nuovo, completo o
bene scritto. ancho U vecchio
indirlno.
Sl rlnl(raz:iano l signori
AUentl 1><>S1ali chu res1>inl(O•
n<1. con le notillca:<lonl d 'w;o,
t BoUc111ni non recapltaLI.
Facciamo noto ru benemeriti Cooperotori che le Opere Salesiane banno
U Conto Oorrellte Postale 2 /1355 (Torino> sotto la d enominazione :
Ognuno può valerselle, con rìsparmio di spesa, nell'inviare le proprie
oflerte. ricorr-ondo all'ufficio postale localo per ù modulo relativo
DIBEZIOHE OMERALE
OPERE DI DON BOSCO
TORINO (714)
* AIITOlUZtAU0!fl! DBL 1'RflllJNill DI TORIICQ ,~ DA"U 1&·2·19A9 ?<. -(03. 0011 .\\Pl'RO\\'HlONll Eocu,~u~TIC\\
OlllE'tTOJIII lll!.SP0?<84ll1LE: SAO. DOT'J'. 1•1B!llO ZlUtUlllO, VU MA&U AOSILIATRIOij, 32 • TOIIINO (7 1~)
OPJ/l~INII GIU fflOlfC R ~ I