Bollettino_Salesiano_198704


Bollettino_Salesiano_198704

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ANNO 110 N. 4 2• QUINDICINA 15 FEBBRAIO 1987
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S . GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
I
I
II
dell'Associazioae dei Cooperatori Salesiani
I Cooperatori tl,ltalla
•gurano
ai IIIIOri membri
tiella c0118111ta
1111 ser•ido tpllllijicato
e fecondo,
assic,,,11110
la preghiera,
la collaborar.ione
e •••
'""'" simpatia!
1/17

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DIREZIONI GENERALE OPLRf D or-; Bosco
IL RETTOR MACCIORE
Via della P1s,ma, 1111 C. P. 9092
00163 ROMA M.1KHJO • lei 69 31 341
COMUNICAZION E
Roma, Natale 1986
Alla Rev.da Madre Generale FMA
Alla Rev.da Madre Vicaria FMA
Ai Rev.di Membri del Consiglio Generale SDB
Ai Consigli Ispettoriali dei Cooperatori
Ai Rev.di Ispettori SDB, e Rev.de Ispettrici FMA
Ai Responsabili Maggiori dei Gruppi F.S.
LORO SEDI
Felice anno Nuovo!
L'anno di grazia 1986 ci ha portato il promettente regalo dell'approvazione da parte
della Sede Apostolica e della promulgazione da parte del Rettor Ma~ore del
REGOLAMENTO DI VITA APOSTOLICA
dei Cooperatori salesiani
Questa lettera ha per scopo di comunicarvi la composizione della CONSULTA
MONDIALE, in parte eletta durante il Congresso delr85 ed in parte da me nominata in
virtù dell'art. 48,1 del Regolamento di vita apostolica.·
REGIONE AMERICA ATLANTICO:
REGIONE AMERICA PACIFICO:
REGIONE ANGLOFONA:
REGIONE ASIATICA
REGIONE EUROPA-AFRICA:
REGIONE IBERICA:
REGIONE ITALIA-MEDIO ORIENTE:
Delegato generale:
Delegata generale:
Prof. Sergio Monello - Brasile
Sig.na M. Teresa Martelli - Argentina
Prof. Pedro Monsalve - Venezuela
Sig. Kenneth Greaney - Gran Bretagna
Sig. Joseph Lazaro - India
Sig.ra Ilinka lrsié - Jugoslavia
Sig. Katalaie Kabeya - Zaire
Sig. Jordi Segu Tarradel - Spagna
Dr. Paolo Santoni - Italia
Prof. Pierangelo Fabrini - Italia
Don Mario Cogliandro SDB
Suor Michelina Secco FMA
La prima riunione della Consulta e'stata convocata a Roma, Via della Pisana 1111.
dal 16 al 20 gennaio 1987, con apposito ordine del giorno.
Mentre mi congratulo con i neo eletti, invito tutti a una reciproca collaborazione che
renda il servizio della Consulta veramente adeguato e fecondo.
ÀSsicuro le mie preghiere; invio il mio fraterno saluto.
Cordialmente in Don Bosco,
Sac. Egidio Viganò
Rettor Maggiore
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Carissimi Cooperatori,
il Signore ha 110luto che il 20 gennaio u.s. il Rettor Maggiore Don Egidio
Viganò mi nominasse Coordinatore Generale dell'Associazione. Mi au-
guro di non deluderLo e di non deluderVi: la buona volontà non manca, ma
chiedo la preghiera e la collaborazione di tutti voi.
Il mio pensiero va innanzi tutto ai Cooperatori italian~ che continue-
a seguire non più come Coordinatore Nazionale, ma come Consultore
per la Regione Italia e Medio Oriente insieme all'ottimo Pierangelo Fabri-
ni
Il mio pensiero va a colui che mi ha preceduto, il Dott. Luigi Sarche-
letti che tanto ha dato e co11tinua a dare all'Associazione con la sua dispo-
nibilità, competenza, serietà. Grazie anche a tutta la precedente Consulta.
L'augurio che rivolgo di cuore a tutti voi e a tutta la Famiglia Sale.~ia-
na sia quello di essere sempre monumento vivente di Don Bosco ogg~ in
questa nostra società e con i giowmi che il Signore e Don Bosco cipongono
sulla nostra stra.da.
Vi prego di approfondire in questo anno che ci separa dalle mani/esta-
zioni centenarie di «Don Bosco 88» il nuovo Regolamento, facendolo ca-
lare nel cuore e nella mente e vivendolo fino infondo, giorno dopo giorno.
Vi saluto, un augurio, un abbraccio fraterno in Cristo e in Don Bosco.
Paolo Santoni
PROGRAMMA TRIENNALE (1987-1989)
DELLA CONSULTA MONDIALE
elusioni del Sinodo dei Vescovi
1987, le lettere del Rettor Mag-
giore sull'argomento.
Ogni membro della Consulta s'impegna a:
1) Diffondere capillarmente lesi.ani abbia un ufficio aggior-
l'impegno di considerarsi in sta- nato al servizio dei Consigli
to di formazione fino al 31 gen- ispettori.ali e locali.
naio 1989; attraverso lo studio e
l'applicazione del Regolamento
di Vita Apostolica.
7) Curare che ogni Coopera-
tore salesiano della sua Regione
approfondisca nello studio e nel-
2) Animare e coordinare corsi la vita la lettera del Rettor Mag-
di formazione per coordinatori giore ai Cooperatori.
ispettori.ali e per consiglieri
ispettori.ali del settore formazio-
ne.
8) Far conoscere i documenti
del Magistero sul Laico, le con-
9) Convocare, previa intesa
con i Consigli ispettori.ali, una
loro Assemblea straordinaria en-
tro il 1987, dove sia possibile.
10) Far conoscere e far arri-
vare a tutti i Consigli ispettori.a-
li l'organo ufficiale dell'Associa-
zione «Salesiani Cooperatores».
11) Far conoscere l'Associa-
zione presso i Vescovi con l'in-
tervento personale o tramite i
Coordinatori ispettori.ali.
3) Visitare ogni centro ispet-
tori.al.e della propria Regione,
possibilmente in coincidenza con
la visita del Consigliere regio-
nale SDB.
PROPOSTE PER <<DON BOSCO 88>>
DEI COOPERATORI A LIVELLO MONDIALE
4) Assicurare che ogni com-
missione ispettori.al.e « Don Bo-
I) Incontro della Consulta mon-
cliale entro gennaio 1989.
sco 88 » abbia effettiva rappre- 2) Annuario dei cooperatori Sale-
sentanza dell'Associazione Coo- siani a livello moncliale.
peratori.
3) Finanziamento cli una borsa cli
5) Prendere conoscenza, sti- studio per biennio di spiritualità al-
molare e incoraggi.are iniziative l'Università Pontificia Salesiana o al-
particolari dell'Associazione a li- tra Università nell'ambito delle sette
vello ispettoriale per « Don Bo- Regioni salesiane.
sco 88».
4) Una settimana comune in tutto
6) Sensibilizzare i Consigli il mondo per presentare la vocazione
ispettori.ali alla necessità che laicale e la vocazione laicale salesia-
l'Associazione Cooperatori Sa- na: Enùsfero Nord, 25-3f gen{!aio
1988; Emisfero Sud, 8-14 agosto
1988.
5) Una giornata celebrativa a livel-
1~ ispettori~e per e con i Cooperato-
n.
6) Stimolare, incoraggiare, pro-
muovere i Cooperatori a forme cli vo-
lontariato attraverso le lspettorie
SDB nel Progetto Africa, anche per
brevi emecli periodi di permanenza.
7) Proporre a tutta la Famiglia Sa-
lesiana una Giornata di ringrazia-
mento da elevare al Padre per averci
donato Don Bosco.
3/19

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VERSO IL... CENTENARIO
<<DON BOSCO 88>>
Jl 1987 rappresenta per tutta la Famiglia Salesiana un periodo
di preparazione prossima al centenario della santa morte di Don
Bosco.
Il BS in questi mesi farà frequente riferimento a questa sca-
denza. Pensiamo utile e opportuno ricordare, man mano, fatti,
episodi, awenimenti, parole di Don Bosco che segnarono il 1887,
ultimo anno della Sua vita.
Don Bosco si affaccia al 1887 con sulle spal-
le il peso di un'età che, allora, era considerata
grande: 71 anni e mezzo. La sua salute è deci-
samente in declino. Le fatiche continue di una
vita di dedizione senza limiti e l'ancora recente
viaggio in Spagna (12 marzo-16 maggio 1886)
hanno lasciato i segni nel suo fisico. E alle fati-
che vanno aggiunle le preoccupazioni per l'e-
stendersi delle opere, per le conlinue sollecita-
zioni a fondame di nuove, per la scarsità dei
mezzi e le esigenze sempre crescenti; e, in que-
gli ultimi anni, il peso costituito dalla costruzio-
ne del tempio del S. Cuore a Roma, impresa af-
frontata con spirito di obbedienza al S. Padre,
ma anche con grandi fatiche e sacrifici.
Spiritualmente però Don Bosco va crescen-
do e affinandosi. Lo Spirito Santo sta dando
l'ultima mano all'opera della sua santità. La sua
pazienza, dolcezza, amabilità, la sua ricca par-
temità, i doni della profezia e delle guarigioni,
sono sempre più trasparenti. Chiuso ormai il
tempo della febbrile attività, Egli rimane per i
suoi - e per la Chiesa - come un segno viven-
te di preghiera continua, di amore: una profe-
zia.
Le fondamentali istituzioni avviate da Don
Bosco sotto'un'ispirazione soprannaturale - la
Congregàzione Salesiana, l'Istituto delle Figlie
PRIMA RIUNIONE CONSULTA MONDIALE
Si è celebrato dal 16 al 20 gennaio
1987 presso la Casa Generalizia dei
Salesiani il primo inconLro della Con-
sulta mondiale, che coordinerà con
un mandato settennale l'Associazione
a livello mondiale.
In questa prima riunione è stata
sviluppata una grande mole di lavoro,
intervallato da momenti di preghiera,
rillessione personale e formazione.
Infatti sono intervenuti, per sottoli-
neare l'importanza dell' aspetto for-
mativo nella vita di un Cooperatore,
quattro salesiani d'eccezione quali
Don Valenti.ru che ha trattato il tema
della Ecclesialità, Don Gallo quello
della Secolarità, Don Aubry quello
della Salesianità, infine Don Marti-
nelli quello della Spiritualità laicale
salesiana.
4/20
In una serie quasi ininterrotta di
sedute la Consulta ha approvato:
- un programroa triennale (1987-
1989) con l'impegno solenne di cia-
scun Consultore a volerl_o sviluppare;
- una serie di proposte per 11Don
Bosco 88>> dei Cooperatori a livello
mondiale;
- il suo Regolamento interno;
- gli orientamenti generali per il
servizio di ciascun Consultore.
Inoltre è stato iniziato e avvialo il
lavoro di revisione del cammino di
formazione sia per coloro che voglio-
no entrare in Associazione e sia per
coloro che già ne fann.o parte; come
pure la revisione del Manuale dei Di-
rigenti alla luce del nuovo Regola-
mento di Vita Apostolica. I due sus-
sidi comunque verranno presentati ai
Cooperatori non prima del 1989.
Anche i m~menti di allegria hanno
carattefu.zato questa prima riunione
della Consulta. quali l'onomastico ~
Don Mario Cogliandro (19 gennaio) e
momenti solenni come l'intervento
iniziale e finale del Rettor Maggiore, i
vari interventi del Consigliere gene-
rale per la Famiglia Salesiana Don
Sergio Cuevas, la nomina del nuovo
Coordinatore generale nella persona
di Paolo Santoni e delJ'amministra-
tore generale nella persona del sig.
Jordi Segu Tarradel e la nomina dei
Componenti la Segreteria esecutiva
centrale, la cui coordinatrice è la si-
gnorina Marilena Gamberucci Co-
munque per maggiori notizie si ri-
manda a «Salesiani Cooperatores>>
che pubblicherà nel numero di marzo
1987 gli Atti di questa sessione di
ConsuJta.

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di Maria Ausiliatrice e i Cooperatori Salesiani -
sono ormai piante in crescita, con buone radici
e rapida espansione.
Alla morte di Don Bosco i Salesiani lavorano
in 52 comunità e opere in Italia, Francia, Spa-
gna, Argentina, Uruguay, Brasile, Cile, Ecuador,
Inghilterra. I «professi» sono 863, 276 i novizi e
181 gli aspiranti; i preti sono 301.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice sono 390, 100
le novizie e 30 le postulanti. Operano in 51 co-
munità in Italia, Francia, Spagna, Argentina,
Uruguay. I Cooperatori sono sparsi in ogni an-
golo del mondo e sovente sono essi alla radice
delle tante richieste di presenze salesiane nei
paesi più vari.
Chi conosceva le opere di Don Bosco solo
dal di fuori poté nutrire dubbi sulla loro validità
dopo la sua scomparsa - e di fatto alcuni du-
bitarono. Don Bosco, però, sapeva su che fon-
damento, spirituale e umano, e con quali garan-
zie aveva operato. Così Egli visse il suo «passag-
gio» con profonda serenità - che del resto era
una costante della sua santità - ed ebbe pre-
sente fino all'ultimo istante il bene dei «suoi»
giovani, sicuro che gli eredi del suo spirito
avrebbero continuata e allargata la sua sfera di
azione.
Il Fondatore si va spegnendo: (<Il seme che
muore porta molto frutto». Nel 1887 le tratta-
tive per l'andata dei Salesiani in Venezuela,
Perù, Colombia, fanno dei passi avanti decisivi,
pur senza giungere ancora alla de!iiderata con-
elusione. Hanno invece effettivamente inizio le
opere di Trento (allora si trattava di impero au-
stro-ungarico!), di Londra, di Concepcion nel
Cile, e, all'estremo, prima della morte di Don
Bosco, di Quito: a Lui morente verrà letto il te-
legramma che annunciava l'arrivo dei primi sa-
lesiani nella capitale dell'Ecuador ed egli darà
la sua ultima benedizione. Anche la fondazione
di Liegi in Belgio arrivò vicina alla realizzazio-
ne: le trattative erano concluse prima della
morte di Don Bosco.
Nel mese di luglio Mons. Fagnano, dopo
grosse peripezie, aveva potuto finalmente sta-
bilire la sua residenza di Vicario Apostolico del-
la Terra del Fuoco a Punta Arenas sullo stretto
di Magellano, nell'estremo sud del continente
latinoamericano.
notevole il fatto che, soprattutto per il Ve-
nezuela, il Perù, la Colombia e l'Ecuador, chi
maggiormente caldeggiava la presenza dei Sa-
lesiani erano i Cooperatori, già operanti e attivi,
grazie alla conoscenza della figura e dell'opera
di Don Bosco. il realizzarsi.concreto di due
delle linee di forza su cui fin dall'inizio Don Bo-
sco fa leva: la buona stampa, con la conseguen-
te «propaganda» del bene che si opera, e l'azio-
ne partecipe e responsabile del laicato.
Raimondo Loss
*
ll primo passo ufficiale è stato fat-
to, ora inizia il lavoro costante e in-
cisivo di tutti i giorni affinché la no-
stra Associazione sia sempre più pre-
sente nella Chiesa e nel mondo al ser-
vizio dei giovani e affinché cammini
sicura per raggiungere una statura
adulta e matura nell'associazionismo
di oggi alla soglia del terzo millennio
dell'era cristiana.
LA CONSULTA MONDIALE
La Consulta mondiale, di cui fa
parte il Consigliere generale per la
Famiglia salesiana, è costituita da
tanti membri eletti quante sono le Re-
gioni deUa Congregazione salesiana e
da cinque membri nominati dal Ret-
tor Maggiore.
Fra i Cooperatori della Consulta il
Rettor Maggiore oomioa il Coordi-
natore generale.
RVA 48,1
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Tredicesima settimana di spiritualità a Roma-Pisana
L'incontro con Cristo è possibile, e il Concilio lo favorisce
UNA
Una «ispirazione conciliare»
caratterizza la tredicesima set-
timana di spiritualità della Fa-
miglia Salesiana svolta presso
il «Salesianum» di Roma. II
tema prescelto, infatti: «Con i
giovani raccogliamo la profe-
zia del Concilio», vuole provo-
care la riflessione partendo dai
testi conciliru;, dalla situazione
dei giovani e dall'esperienza
del carisma salesiano, ed è
suggestivo, attuale e aperto al
confronto ecclesiale.
Del resto già Paolo IV con
l'enciclica «Ecclesiam Suam»
aveva individuato l'eredità
profetica del Concilio nell'azio-
ne deUo Spirito che da una
parte aiuta la Chiesa a cono-
scersi meglio e a rinnovarsi in-
teriormente, e dall'altra la invi-
ta a rivolgersi più decisamente
al mondo per meglio adempie-
re a suo riguardo la propria
missione di salvezza.
Opportunamente perciò, in-
troducendo i lavori, Don Ser-
gio Cuevas Léon, consigliere
generale per la Famiglia Sale-
siana, ha ricordato che a «ven-
t'anni dal Concilio il Sinodo
'85 ha invitato la Chiesa a fare
memoria, intercambio e profe-
zia. Come «memoria» la Chie-
sa intende rivivere l'atmosfera
straordinaria di comunione del
Vaticano II. Come «intercam-
bio» essa sente la necessità di
far conoscere e verificare espe-
rienze e notizie riguru·danti
l'applicazione del Concilio.
Come «profezia» infine vuole
favorire l'interiore approfoncli-
6/22
mento e il costante inselimen-
to del Vaticano II nella vita dei
cristiani, alla luce anche delle
nuove esigenze dei rinnovati
segni dei tempi».
In tale contesto si è inserito
il prof. Pietro Braido, direttore
dell'Istituto Storico Salesiano,
con una trattazione storico-
cuJturale suJla pedagogia ec-
clesiale cli Don Bosco catechi-
sta, scrittore ed educatore, in
un tempo di «restaurazione»,
segnato da un atteggiamento
cli difesa nei confronti dell'ere-
sia e da una notevole afferma-
zione dell'autorità pontificia
nella grande famiglia cattolica.
Ma il relatore non si è fer-
mato a una semplice rievoca-
zione. Poggiando sulla duplice
fedeltà cli Don Bosco alla Chie-
sa e ai giovani, ha infatti volu-
to inclicare alcune suggestive
ipotesi di una «pedagogia ec-
clesiale» odierna, quali l'edu-
cazione alla responsabilità, la
centralità di Cristo, la parteci-
pazione responsabile, I'ecume-
nismo.
Ed ai giovani, nel suo inter-
vento, si è riferito Monsignor
AJberto Ablondi, Vescovo cli
Livorno. <{Il binomio Concilio-
giovani - ha egli asserito -
richiama un dialogo clifficile e
promettente, fonte di provoca-
zioni e cli messaggi per quanto
1iguarda l'evento conciliare, e
ricco cli sfide e cli domande per
quanto riguarda la lettura della
situazione odierna dei giovani».
Dopo aver ricordato che «in
vent'anni il Concilio è cresciu-
to assieme ai giovani d'oggi,
per cui Concilio e giovani sono
coetanei che hanno attraversa-
to e vissuto gli stessi tempi del-
la Chiesa e del mondo», Mon-
signor Abloncli ha richiamato
la sensibilità giovanile a valori
quali la coerenza, la testimo-
nianza, le convinzioni, la capa-
cità critica e la generosità. {{Ma
- ha ribaclito - l'incontro tra
i giovani e il Concilio può avve-
nire solo se si coglie la portata
della parola-chiave "tutti": i
giovani, infatti, il cui c uore è
aperto a ··tutti", si ritroveran-
no solo in un Concilio in cui a
"tutti" siano offerti la vocazio-
ne alla santità, il sacerdozio
ministeriale, la Parola di Dio e
la partecipazione alla missio-
ne, al ministero e al servizio
per l'unità».
Lo conferma la crescente
domanda religiosa cli molti
gruppi giovanili. Parlandone,
Riccardo Tonelli ha ricordato
la ripresa associativa in atto, la
diffusione cli movimenti a forte
risonanza cristiana, la situazio-
ne di <{risveglio religioso», i
molti centri di preghiera e cli
incontro, affollati da centinaia
di giovani. Ciononostante le
sfide culturali permangono e
creano disagio. Ecco perché
urge un ritorno alla Parola di
Dio che, come ba ribaclito Ce-
sare Bissoli, se meditata, pre-
gata, vissuta e attualizzata può
dare risposte che aprono a va-
lori religiosi di profonda esi-
stenzialità.

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Volontariato - Testimonianze
PALMA: UNA BELLA STORIA
Vorrei iniziare questa mia piccola testimonianza su
Palma in modo insolito, con un rammarico, cioè quello
di aver fa_tto questo campo, per la prima volta que-
st'anno, all'età di 35 anni.
Penso che non potrò mai ringraziare tanto il Signore
per avermi dato la gioia e la fortuna di parteciparvi.
Per quanto riguarda la mia esperienza sono convin-
to, anche perché l'ho sperimentato altre volte nella
mia vita, che tutto quello che si fa per gli altri nel
nome di Dio sarà sempre e comunque una esperienza
più che positiva.
Partito con molto entusiasmo, ma altrettanto titu-
bante per il tipo di campo che non avevo mai fatto, per
le mie difficoltà sia fisiche che di integrazione in una
comunità, mi sono ritrovato appena arrivato, come se
quei campisti, una trentica circa, ci conoscessimo già
da tempo. Ho trovato nella comunità quello spirito sa-
lesiano, tanto caro a Don Bosco e che ci distingue. Su-
bito dopo il pranzo, ho ricevuto, con l'aiuto di tutti, il
primo abbraccio di affetto dai ragazzi di Palma, e vi
posso assicurare che a Palma i ragazzi sono specialisti
in tutti i tipi di abbracci: da quelli che vogliono un ba-
cio e si aggrappano al collo fino a spezzarlo o a chi vuo-
le essere preso per mano attaccandosi al braccio fmo a
staccartelo, a quelli che ti saltano sulle spalle senza
che te ne accorgi e per svincolarti devi chiamare aiuto.
E c'è anche quello un po' più timido che sta in disparte,
ma guardandoti ti fa capire che anche lui ha bisogno di
un gesto di affetto.
È questa la dura realtà di Palma: tantissimi ragazzi
hanno un grandissimo bisogno di affetto, di sentirsi vo-
luti bene, ognuno in un modo privilegiato.
Durante questo mese abbiamo cercato (con diapo-
sitive, filmine, gite, bagni, passeggiate, canti, giochi,
ecc.) di creare con questi ragazzi un clima di festa e di
gioia; come tema del campo abbiamo scelto: «FESTA
INSIEME•.
Nel nostro impegno giornaliero non si è tralasciato
di creare anche un certo rapporto con i genitori, ac-
compagnando i bambini a casa e intrattenendoci con
loro. Tutto quello che si faceva nel campo verso i bam-
bini e iJ quartiere, era sempre identificato con quello
che noi li rappresentavamo: i Salesiani di Don Bosco.
Non dimenticando che nel sistema preventivo di Don
Bosco, oltre alla ragione e all'amorevolezza, c'è anche
quel terzo impegno, tanto caro al nostro fondatore : la
religione. Abbiamo vissuto con loro, assieme ai geni-
tori e con tutto il quartiere, le celebrazioni eucaristiche
della domenica e della festa dell'Assunta; anche in una
giornata feriale, abbiamo celebrato in una piazzetta
del luogo, come sensibiJizzazione verso quest'ambiente
e concluso con una festa del perdono, cui hanno parte-
cipato tanti ragazzi più grandettl di quelli che avevano
già fatto la Prima Comunione.
In questa attività liturgico-formativa, non si può
fare a meno di parlare del SDB responsabile del cam-
po: Don Salvino Raia. che tanto si è prodigato per ira-
gazzi e per la comunità, portando sempre alto con la
sua presenza costante e con la sua esperienza di vita
comunitaria, l'impronta del carisma salesiano.
Concludo questa mia esperienza cosi come si faceva
aJ campo la sera tutti intorno alla Men.sa del Signore,
dove ognuno di noi riponeva tutte le sue difficoltà, le in-
sicurezze, le incoerenze della giornata, e ci si nutriva
della sua parola e del suo Corpo, ognuno metteva se
stesso, facendo partecipi gli altri delle gioie e delle spe-
ranze da condividere, traendo quella forza necessaria,
per continuare con sempre pii) nuovo entiusiasmo, e
anche noi, come i ragazzini di Palma, cercavamo in
quel momento un gesto di affetto da parte Sua e un bi-
sogno sempre maggiore di sentirci amati da Lui in un
modo particolare.
A distanza dJ un mese...
Vengo da Palermo dove ho partecipato ad una re-
visione del Campo.
Prima di andare ero un po' titubante per questo ar-
ticolo così com'è scritto... credevo di alterare la verità
per il fatto che magari io avevo vissuto un periodo bel-
lissimo ed avevo fatto un'esperienza significativa per
la vita ma... per gli altri forse ... non era così.
Ritornando a Catania ho lasciato l'articolo così
com'è perché in questa revisione è saltato fuori subito
evidente che per tutti è stata un'esperienza delle più
belle ed importanti. Anzi mi è venuto spontaneo alla
fine della riunione alzarmi e dire all'assemblea: «Ero
venuto qui pensando di aver fatto un campo diverso da
voi. Mi sono invece accorto che abbiamo partecipato
alla stessa meravigliosa esperienza».
NELI..O Aus1:-'l
Cooperatore salesiano del centro di Cibali
TRA I RAGAZZI DI RIESI!
Anche quest'anno, come già l'anno scorso, Riesi è
stata testhnone delle varie attività, promosse e attuate
dai giovani salesiani partecipanti al '2° Campo di lavo-
ro.
Sono stati 20 giorni carichi di impegno, di lavoro e
di... fatica, ma anche ricchi di Parola di Dio, di pre-
ghiera, di vita comunitaria, il tutto contornato dallo sti-
le salesiano che ha fatto di questo campo di lavoro un...
«campo di vita•. I lavori manuali e non, portati avanti
(continua a pag. 10)
7123

1.8 Page 8

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i-
1° VIAGGIO APOSTOLICO IN AFRICA Un gruppo di C
« il miracolo» del progetto Africa: ovunque vitalità, sim
Madagascar: Gruppo «Amici di Don Bosco».
Cairo-Egitto: Visita ai salesiani missi
Madagascar:Gruppo «Seoul• a Benianeviky.
I
Madagascar: Ciao con la mano... Ci
Madagascar: Mamma Amalia nella missione di lzely.
8/24·
Ma agascar: Ragazze e 1c1 ne a casa i Don Bosco.

1.9 Page 9

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,eratori ha gustato
a e... tanta allegria!
Madagascar: Non c'è età per .. la danza!
:on il cuore!
adagascar. Il riso... cibo quotidiano del • malgascio»

1.10 Page 10

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(segue dati.a pag. 7)
in questo campo, sono stati molteplici: ristrutturazione
cli una casa, pulizie in famiglie particolarmente biso-
gnose, visita a ragazzi handicappati e animazione gio-
vanile cli quartiere, il tutto guidato, coadiuvato e revi-
sionato dall'impareggiabile Don Ninì Scucces, salesia-
no molto noto in Sicilia soprattutto per la sua opera cli
recupero di ragazzi drogati svolta nel centro di acco-
glienza di S. Chiara a Palermo.
I primi tre giorni del campo sono stati dedicati pri-
ma di tutto alla preghiera e alla meditazione personale
e comunitaria, poi alla conoscenza fra noi campisti e
infine alla programmazione dei lavori.
Dal terzo giorno tutti siamo impegnati in varie at-
tività: i ragazzi si occupano di ristrutturare una casa,
un gruppo cli ragazze va in giro tra famiglie bisognose
una mano per la pulizia, offrendo il loro aiuto, un al-
tro gruppo cerca cli istaurare con la gente un rapporto
umano, visitando famiglie in condizioni indigenti o ra-
gazzi handicappati, altri, infine, si occupano dell'ani-
mazione dei bambini, un lavoro che richiede grande fa-
tica (pensate al caldissimo sole cli Riesi e a un gruppo
cli 50-60 bambini con cui giocare a pallone!) ma che
alla fine ci dà enormi soddisfazioni. Sin dal giorno
veniamo portati nei quartieri in cui si svolgerà la no-
stra opera cli animazione, ci viene presentato un gru-
petto di 4-5 bambini: saranno i primi di un lungo elenco
(il penultimo giorno per la Mini-marcia cli Paperino or-
ganizzata per le strade cli Riesi saranno più cli 200 bam-
bini che parteciperanno!). Giochiamo assieme a loro,
preghiamo insieme a loro e passiamo con loro le nostre
giornate; essi capiscono che siamo «loro amici», pos-
siamo offrire loro ben poco: un pezzo di strada dove
giocare, la nostra disponibilità e soprattutto il nostro
affetto.
È molto poco, è vero, ma è quello di cui hanno più
bisogno. Anche con i ragazzi handicappati riusciamo a
istaurare uno splendido rapporto basato soprattutto
sull'amicizia e sull'affetto reciproco, e ben presto ci
rendiamo conto che i beneficiati, alla fin fine, siamo
noi che riceviamo molto cli più cli quel che doniamo.
Contrariamente alle aspettative riusciamo persino a
organizzare, negli ultimi giorni, delle serate cli incontro
con i giovani del paese, soprattutto con i più «lontani»;
gJi argomenti sono dei più interessanti: cooperative e
leggi sull'occupazione giovanile, «droghe,, della vita
che portano alla droga ecc..La partecipazione riesina è
massiccia.
A parte però tutte le stupende esperienze vissute a
Riesi (e ce ne sono: si potrebbe scrivere un libro a rac-
contarle tutte!) quella che forse ci ha dato la gioia più
grande è stata il vedere i ragazzi della Chiesa locale
(soprattutto i giovani dell'Oratorio Don Bosco) impe-
gnarsi a lavorare insieme a noi da veri protagonisti.
Saranno loro infatti a dare continuità a questa espe-
rienza non soltanto «estiva».
È nel lavoro, nel gioco con i bambini, nella visita ad
un anziano, nella fraternità serale e soprattutto nello
spezzare il Pane Eucaristico che noi campisti diventia-
mo «un cuor solo e un'anima sola» con i ragazzi cli Rie-
si che oggi, a distanza di mesi dalla chiusura del cam-
po, continuano quello che insieme abbiamo cominciato.
Sì, indubbiamente Riesi ha insegnato qualche cosa a
tutti, ai giovani riesini, alla gente, ma soprattutto a noi
campisti, magari andati pensando di trovare un di-
versivo alle vacanze o credendo cli fare una bella espe-
rienza di 20 giorni che però non avrebbe assolutamente
avuto conseguenze nella nostra vita.
Come dicevo all'inizio, quello cli Riesi, più che un
campo di lavoro, è stato un «campo cli vita», ci ha in-
segnato a vivere, mettendoci davanti realtà comple-
tamente diverse dalle nostre e ponendoci faccia a fac-
cia con problemi che ci hanno letteralmente storditi, al
primo impatto; sì, ci ha insegnato davvero tanto e nè il
tempo, nè la lontananza potranno farci dimenticare
questi stupendi giorni: Grazie, Riesi !
MARIUCCIA MICCICHÉ
c.s. Pietraperzia (EN)
SPAGNA: 50° DEL MARTIRIO DI UN GIOVANE COOPERATORE
Cinquant'anni fa, il 2 ottobre 1936, veniva fucilato nel carcere di Jaén,Bartolemé Blanco
Marquez. Nato 22 anni prima da poverissima famiglia, visse immerso nel mondo del lavoro
da cristiano fervente, unendo le due «nobiltà», di lavoratore e di cristiano autentico.
Dal 1930, cioè dalla fondazione, fu assiduo collaboratore nell'oratorio salesiano della
sua città. Dopo un breve momento di attività politica, iniziò a vent'anni l'azione sindacale,
convinto della forza risolutiva q.el Vangelo.
Arrestato e carcerato nell'estate 1936 perché cattolico militante, e poi condannato alla
fucilazione, la notte precedente all'esecuzione scriveva alla fidanzata: «La mia sentenza nel
tribunale degli uomini sarà la mia migliore difesa al tribunale di Dio: nel volermi condan-
nare mi hanno assolto e nel volermi perdere mi hanno salvato... ».
Bartolemé, come autentico cooperatore salesiano, fa parte della schiera dei martiri sa-
lesiani della rivoluzione di Spagna del 1936 e di lui è in corso la causa di beatificazione.
10/26

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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VITA ASSOCIAZIONE
PUGLIA: Revisione
e programmazione
Domenica 15 febbraio si sono
incontrati a Bari i Consigli Lo-
cali della Puglia Nord e do-
menica 22 febbraio quelli della
Puglia Sud, a Brindisi.
Scopo delle riunioni: revisio-
ne del cammino fatto, proposte
per superare difficoltà e miglio-
rare le iniziative di formazione,
e analisi delle scadenze in ca-
lendario.
L'incontro è stato preparato
attraverso una scheda prece-
dentemente inviata e compilata
nelle sue parti, dopo opportuna
riflessione nel Consiglio Locale.
Tra l'altro sono emerse le esi-
genze di far crescere la co-
scienza della •formazione» e di
mantenere più viva la comu-
nione con il Centro Regionale,
attraverso la partecipazione
alle varie iniziative e la comu-
nicazione delle esperienze lo-
cali.
Analizzando il cammino dei
GG.CC. si è parlato specifica-
tamente della seconda gior-
nata di spiritualità e di amici-
zia, tenutasi il giorno 8 febbraio
a Bari, sul tema • Essere gio-
vane Cooperatore oggi».
POMA
Il giorno S febbraio si è te-
nuto in Via Marsala il secondo
incontro del Consiglio Ispetto-
riale con la partecipazione dei
Coordinatori Locali e Delegati.
:E: una felice esperienza che
permette di analizzare «insie-
me,. la situazione associativa
sia a livello locale che regio-
nale.
Si è particolarmente verifi-
cato l'itinerario formativo por-
tato avanti nei Centri: esistono
ancora difficoltà e problemi di
•rilancio•. Non ovunque si ten-
gono le «lezioni» sul tema an-
nuale e non in modo incisivo.
Occorre, si è detto, aiutare
chi è più indietro, qualificando i
responsabili dei Centri.
È stato presentato il Corso di
preparazione alla Promessa,
secondo modalità ormai ben
collaudate dalle esperienze
precedenti.
Altro spazio dell'incontro è
stato dato alla riflessione sulla
programmazione della seconda
parte dell'anno.
J"1.ADnALQNI
Si è tenuta la tradizionale
«Nove giorni con Don Bosco•
sul tema «Per una cultur:::J della
solidarietà». Da circa due de-
cenni a questa parte si sta as-
sistendo a una vistosa • crisi del
pubblico» alla quale si accom-
pagna una parallela «crisi del
privatoio essenzialmente sotto il
profilo della effettiva capacità
di soddisfare una serie di bi-
sogni reali e fondamentali dei
cittadini.
Sul piano dei rapporti inter-
personali, l'ampliarsi della
«cultura dell'indifferenza» in-
duce le persone a considerarsi
come « individui casuali•, nel
senso che ciascuno si rifugia
nella sua oasi e dalla quale
esclude tutti gli altri. Il «parti-
culare" di guicciardiniana me-
moria insieme ad un relativismo
etico evidenziano il diliondersi
di una soggettività legata ai
valori neo-borghesi. La società
industriale avanza1a (o post-
industriale, come ci dice oggi),
sembra avere in maniera pro-
gressiva «ampliato l'area del-
l'indifferenza a mano a mano
che il suo centro è stato trasfe -
rito dal piano dell'«essere•, e
dunque dall'ambito dei rappor-
ti interpersonali ed autentici, a
quello dell'«avere», e dunque
dei puri rapporti di scambio•
(Campanini, Vita e Pensiero,
6 / 1986).
Nonostante tutto, questa
stessa società complessa ha bi-
sogno di quella energia e di
quella speranza che è la SO-
LlDARIETA, senza la quale si
trasformerebbe in una giungla.
Solidarietà che naturalmente
non è la conservazione dello
status quo, ricoprendolo di
buone intenzioni e di parole
tranquillanti. Solidarietà è an-
che la modificazione coraggio-
sa di dati di fatto, di privilegi
acquisiti, di demagogie finora
vincenti. Occorre «coltivare» il
bisogno di solidarietà che pure
c'è e che fatica tanto ad espri-
mersi nella società civile. La
solidarietà non è scomparsa -
ha affermato Giacomantonio al
XXVII incontro nazionale di
studio che le A.C.L.I. hanno te-
nuto ad Assisi nel settembre
scorso -. f: più che mai nelle
nostre mani, nelle mani di
ognuno di noi; ma è solo un bi-
sogno e va coltivato. Altrimenti
deperisce, sopraffatto dalle lo-
giche di competizioni». Da sem-
plice «bisogno», 1a solidarietà
deve dunque diventare • valo-
re», una scelta popolare e di
servizio per «umanizzare la
vita». Essa richiede un reale,
profondo, diffuso sforzo di crea-
re le condizioni perché la gente
si senta e sia davvero partecipe
di una comunità civile preoc-
cupata di un bene comune, non
teorico ed asettico, ma vero,
concreto, verificabile quotidia-
namente.
A cura dal Centro Salesino
Don Bosco
11/27

2.2 Page 12

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ITALIA: Un film della Rai
su Don Bosco
Per il centenario della morte
di Don Bosco, la Rai - Radio-
televisione Italiana - ha in
programma un film dedicato a
Don Bosco e alla sua vicenda.
Per la stesura del soggetto e
della sceneggiatura è stato in-
caricato Ennio De Concini, il
«re,. dei soggettisti e sceneg-
giatori italiani, premio Oscar.
Su «La Stampa« del 19 novem-
bre 1986, parlando dei vari la-
vori che ha tra mano attual-
mente, De Concini afferma che
il film su Don Bosco «Il conta-
dino di Dio» è quello che lo
gratifica, per essere stato scelto
lui, laico, a scriverlo. «E io, lai-
co - aggiunge - rispetto assai
Don Bosco. Mi hanno colpito le
sue memorie, la sua capacità di
avere fiducia. È una figura agli
antipodi di San Francesco, ma
vicina a lui come approccio alle
situazioni e ai problemi».
SICILIA: Nuovo
Consiglio lspettoriale
Ai nuovi Consiglieri lspetto-
l'Associazione è cresciuta in
quantità e qualità, attenta ai
segni nuovi del post Concilio: il
merito, in gran parte, è vostro!
Un particolare saluto, rico-
noscente e affettuoso a Lella
Foti. Nei 6 anni in cui è stata
Coordinatrice lspet1oriale ha
dedicato, con vero amore e sa-
crificio tempo e fatiche perché
l'Associazione potesse tenere il
passo coi tempi e con Don Bo-
sco; fosse presenza viva e au-
torevole nella Chiesa locale; ha
suscitato un rinnova1o slancio
missionario; ha lancia1o i CC.
negli impegni propri dei laici
«fermento evangelico nel mon-
do» .
Voi, Consiglieri lspettoriali,
avete tracciato un cammino di
rinnovamento e di fedeltà: a
nome di tutti i CC., delle Dele-
gate e dei Delegati. Grazie!
Incontri
Si è svolto a Roma, dal 24 al
26 febbraio 1987, il ventottesimo
Convegno liturgico-pastorale
sul tema: «I laici nella liturgia:
un popolo sacerdotale nel di-
namismo dell'azione liturgica».
Centri di Cooperatori.
Tema della giorna1a la rifles-
sione sulla dimensione missio-
naria nella nostra Associazione
e in ognuno di noi. Grazie al-
i'intervento di Dora Pandolfi,
incaricata del settore Missioni
nel Consiglio Regionale, che
con semplicità ci ha riportato la
sua esperienza di visita al Ma-
dagascar, ci siamo introdotti
nel discorso approfondito, poi,
nei gruppi di studio. Li abbiamo
chiarito le idee su cosa signifi-
chi questo spirito missionario
che deve essere presente in noi
perché è proprio dell'essere
Salesiani, e su come formare in
noi e negli altri una autentica
coscienza missionaria, parten-
_do anche da quanto a riguardo
ci insegna il Regolamento di
Vita Apostolica.
Momento culmine della gior-
nata, come sempre, la S. Messa.
Intorno all'altare, ancora una
volta, ci siamo ritrovati come
fratelli e abbiamo accolto l'in-
vito del Padre ad andare a por-
tare a tutti il Suo messaggio di
amore, specialmente ai giovani
come ci insegna Don Bosco.
riali porgiamo le nostre più vive In vista del prossimo Sinodo dei
e fraterne congratulazioni per
la stima e la fiducia di cui go-
Vescovi (ottobre 1987), dedicato
appunto alla vocazione ed alla
LECCO OLATE
dono e auguriamo che il loro missione dei laici nella Chiesa La giornatadi spiritualità sa-
servizio di animazione ali'As- e nel mondo, i convegnisti han- lesiana, programmata per il
sociazione CC. in Sicilia per il no tracciato un quadro del giorno 23 novembre 1986 a So-
prossimo triennio (ricorre il cammino del laicato italiano masca di Vercurago, è coincisa
centenario della morte di Don dal Concilio Vaticano II ad con la distribuzione del « Rego-
Bosco, nostro fondatore!) possa oggi, ed hanno approfondito a lamento di vita apostolica» ai
aiutare i singoli CC. a crescere livello biblico e teologico il 23 Cooperatori presenti.
nella fedeltà alla loro vocazio- tema del sacerdozio comune.
Il Salesiano, don Enrico Moz-
ne di «veri salesiani nel mon- Una delle relazioni è stata zanica, che ha tenuto le medi-
do»; a conoscere in profondità dedicata al senso ed alla varie- tazioni della giornata, ha esor-
e a vivere con gioia il Regola- tà dei ministeri laicali.
dito presentando il nuovo Re-
mento di Vita Apostolica; e a
golamento nel suo contenuto
essere nella Chiesa e nel mon- TORRE ANNUNZIATA:
teologico ed apostolico salesia-
do, nella scia di Don Bosco, Giornata di spiritualità
no.
« missionari dei giovani».
Un saluto riconoscente
ai
e di amicizia CC.GG.
Dopo una riflessione attenta
e documentata degli articoli del
Consiglieri lspettoriali uscenti Presso il Centro di Torre An- Regolamento, la coordinatrice
(Giusi Cantone, Pippo Costa, muµiata domenica 18 gennaio del Centro, Giuseppina Cantù,
Giusi Fallica, Nuccia Grillo, u.s. abbiamo tenuto la seconda ha guidato un dialogo aperto
Gaetano Gulino, Franco Par- giornata di spiritualità e ami- ai Cooperatori presenti. Molto
rino, Melita Reitano, Marghe- cizia per giovani. 50 i convenuti interessanti gli interventi sui
rita Triscari) : in questi tre anni in rappresentanza di diversi contenuti e sulla struttura del
12128

2.3 Page 13

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Regolamento e la messa in co- tori e loro delegati, avveniva la ROMA
mune di esperienze salesiane solenne consegna.
che hanno suscitato il desiderio La preparazione del testo in
di un'ulteriore conoscenza e lingua «tamil•, una delle più
Pres entata al teatro
non Bo"'co la Stren a '87
approfondimenfo del carisma diffuse dell'India, soprattutto Il Rettor Maggiore dei Sale-
di Don Bosco.
nel sud - è ormai vicina ad es- siani don Egidio Viganò, do-
Il pranzo consumato in clima sere realizzata.
menica 4 gennaio al teatro Don
di famiglia, ha offerto l'oppor-
Bosco ha tenuto la sua confe-
tunità di uno scambio di idee e
renza per la presentazione del-
di proposte per il nuovo anno. Viaggio apostolico in
la «Strenna• alla Famiglia Sa-
Nella seconda conferenza il AFRICA
sacerdote ha presentato l'iden-
lesiana: «Insieme verso 1'88
come vasto movimento di mis-
tità del cooperatore e il suo im- Un gruppo di Cooperatori di sionari dei giovani •.
pegno primario, come risulta varie parti d'Italia ha trascorso Per la circostanza erano pre-
dal nuovo testo:
· le vacanze natalizie in Africa, senti i Superiori Salesiani al
sensibilità e discernimento a
cogliere ì segni dei tempi.
visitando missioni salesiane del
Madagascar, Kenya ed Egitto.
completo: don Bosoni, don Ila-
rio Spera, le Ispettrici delle va-
attenzione agli altri,
cura diligente della propria
Un'esperienza da vivere piu'
che da raccontare. l parteci-
rie Ispettorie del Lazio per le
Suore Salesiane (Figlie di Ma-
professionalità,
panti, tra l'altro, hanno espres- ria Ausiliatrice) e i rappresen-
vita di fede e impegno nel quo- so la loro riconoscenza e am- tanti dell'Ufficio Nazionale dei
tidiano,
mirazione ai fratelli missionari. Laici Salesiani (Ex allievi e
«Siamo venuti dall'Italia con Cooperatori Salesiani); erano
il nostro essere cooperatori cioè tanto desiderio di conoscerVi o p resenti anche i Centri di Roma
deve assumere in 'toto' lo spirito di rivederVi e di visitare le mis- e del Lazio al completo con i
di Don Bosco con stile originale sioni in cui operate. La festosa loro delegati.
di vita e di azione, stile evan- accoglienza ci ha dimostrato Ogni anno i primi di gennaio
gelico nel rapporto con Dio e quanto anche Voi attendevate - come è ormai consuetudine
con i fratelli.
questo incontro.
- il 7° successore di Don Bo-
La giornata, trascorsa nella Le varie esperienze, cosi di- sco, davanti a tutta la Famiglia
preghiera, nella comunicazione verse per ambiente e per il tipo Salesiana dona la sua « Stren-
della fede e nello scambio di di lavoro svolto da Voi, ci han- na».
allegria salesiana, si è conclu- no dato un quadro delle moltis- Si tratta di un programma
sa con la celebrazione eucari- sime possibilità di intervento ed spirituale, che ciascun membro
stica, durante la quale si è ef- anche delle difficoltà quotidia- della Famiglia Salesiana si im-
fettuata la rinnovazione della ne, impreviste ed imprevedibili pegnerà a portare, dovunque
Promessa e la consegna solen- a cui andate incontro. Ognuno nel mondo durante ]'anno.
ne del nuovo Regolamento di di noi, a seconda delle sue pos- Nella sua introduzione, infatti
vita apostolica ai Cooperatori sibilità, comunicherà la sua ric- l'Ispettore don Ilario Spera, ha
presenti.
ca esperienza, sensibilizzando ricordato ai presenti che «Tutta
Pinuccia Cantù al problema missionario... spe- la Famiglia Salesiana deve
riamo che presto ne vediate i avere una spinta per camrru-
INDIA:
Anche ai Cooperatori
indiani
iJ nuovo Regolamento
frutti e che siano abbondanti!
Certo, il ricordo che ognuno di
noi porterà con sé è difficile da
esprimere e forse ci piace an-
che tenerlo chiuso nel nostro
cuore; a voi vogliamo esprimere
nare con maggior impegno ver-
so Don Bosco. L'anno prossimo
- egli ha sottolineato - ricor-
rerà anche il centenario della
sua morte (avvenuta il 31 gen-
naio 1888), e noi vogliamo che
Già il 12 settembre 1986
poco più di tre mesi dopo la
promulgazione ufficiale a Roma
- usciva l'edizione per l'India
(in inglese) del «Regolamento
di vita apostolica,. dei Coope-
ratori salesiani.
Lo stesso giorno, a Madras,
in un «seminario• di Coopera-
in questo momento di emozioni,
di saluti e di partenze, vogliamo
esprimere il nostro grazie che è
grande come il Vostro cuore.
Siete... eccezionali!!!
Siamo felici di aver conosciu-
to altri fratelli della Famiglia
Salesiana. Ci avete dato una
carica incredibile•.
Egli sia vivo per tutti al fine di
dare vita e speranza a tanti
giovani. deve essere una Chie-
sa, un Santuario di consacra-
zione del mondo giovanile e,
secondo, dobbiamo essere tri-
butari di un grazie a Papa Pio
IX».
Don Ilario ha anche detto
13/29

2.4 Page 14

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VI PREGO E VI SCONGIURO!
"Fu questa una fra le principali imprese
che mi aHidò la divina Provvidenza».
(d a leh h .. scntta ceno an fa)
Carissimi figlioli in G. Cristo.
Non potendo visitarvi tutti di persona... vengo
per lettera.
Vi raccomando caldamente per la gloria di Dio
e la salute delle anime, la diffusione dei buoni
libri. lo non esito a chiamare Divino questo
mezzo, poiché Dio stesso se ne giovò a rige-
nerazione dell'uomo.
Furono i libri da Esso Ispirati che portarono
in tutto il mondo la retta dottrina. Esso volle
che in tutte le città, in tutti I villaggi della
Palestina ve ne fossero copie e che ogni sa-
bato se ne facesse lettura nelle religiose as-
semblee.
I Libri Santi tradotti in altre lingue, si moltipli-
carono all'infinito. Furono portati dagli ebrei in
ogni angolo della terra arricchendo le biblioteche
dei popoli pagani.
Gli oratori, i poeti, i filosofi di quei tempi
attinsero dalla Bibbia non poche verità. lddio,
principalmente coi suol scritti ispirati, pre-
parava il mondo alla venuta del Salvatore.
Tocca a noi imitare l'opera del Celeste Padre.
I libri buoni, diffusi nel popolo, sono uno del
mezzi atti a mantenere il regno del Salvatore in
tante anime.
I pensieri, i principi, la morale di un libro
cattolico sono sostanza tratta dai libri divini
e dalla tradizione apostolica.
Sono essi tanto più necessari In quanto l'em-
pietà e l'immoralità oggigiorno si attiene a que-
st'arma per fare strage nell'ovile di Gesù Cristo,
per condurre e trascinare In perdizione gli in-
cauti e i disobbedienti. Quindi è necessario op-
porre arma ad arma.
Il libro buono talora rimane polveroso sopra
un tavolino o in una biblioteca. Nessuno pen-
sa a lui. Ma viene l'ora della solitudine. o
della mestizia o del dolore, della noia o della
necessità di svago, a dell'ansia dell'avvenire,
e questo amico fedele depone la sua polve-
re, apre i suoi fogli e si rinnovano le mirabili
conversioni di S. Agostino e di S. Ignazio.
Quante anime furono salvate dai libri buoni, quan-
te preservate da/l'errore, quante incoraggiate nel
bene.
Chi dona un libro buono, non avesse altro
merito che destare un pensiero di Dio, ha
già acquistato un merito incomparabile pres-
so Dio.
Un libro in una famiglia, se non è letto da colui
cui è destinato o donato, è letto dal figlio o dalla
che Don Bosco deve essere una
continua riscoperta per tutti i
Salesiani in modo particolare
per quelli dell'lspettoria del La-
zio. Ha annunciato anche che
l'entusiasmo per le Missioni dal
Madagascar è in continuo cre-
scendo, perché è in aumento la
disponibilità dei laici missio-
nari.
Ha concluso l'incontro il Ret-
tor Maggiore.
«Insieme - egli ha spiegato
- la Strenna '87 è dono per
14/30
tutti i componenti della Fami-
glia Salesiana, ad un· orienta-
mento pratico che indirizzi tutti i
Salesiani verso la meta dell'an-
no».
La parola «insieme" - signi-
fica miglior conoscenza di que-
sto dono di Dio, che è Don Bo-
sco, fatto alla Chiesa ma anche
per servire meglio i giovani af-
fida1i alla Sua missione; biso-
gna far crescere - egli ha sot-
tolineato - in quali1à e quan-
tità i laici (laici detto in senso
conciliare), Cooperatori ed Ex-
Allievi.
« Verso 1'88li in occasione
della celebrazione del cente-
nario della morte del Santo
della gioventù, dovrà esserci un
impegno per raccogliere i gio-
vani nella linea del Vaticano Il
verso il millennio.
La Corale Don Bosco di Ci-
necittà e i giovani di Borgo Don
Bosco hanno animato la serata.

2.5 Page 15

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figlia, dall'amico o dal vicino. Un libro in un paese
talora passa nelle mani di cento persone.
lddio solo conosce il bene che produce un
libro in una città, in una biblioteca circolante,
in una società di operai, ir un ospedale, do-
nato come pegno di amicizia.
Fu questa una fra le precipue Imprese che mi
affidò la Divina Provvidenza, e voi sapete come
io dovetti accuparmene con istancabile lena, no-
nostante le mille altre mie occupazioni. L'odio
rabbioso dei nemici del bene, le persecuzioni
contro la mia persona dimostrarono come l'erro-
re vedesse in questi libri un formidabile avver-
sario e per ragione contraria un'impresa bene-
detta da Dio.
Siate quindi animati a procurare con tutte
le forze e con tutti i mezzi la diffusione dei
buoni libri non solo come cattolici, ma spe-
cialmente come salesiani. Diffondete libri
buoni nel popolo usando tutti i mezzi che la
carità cristiana ispira.
Vi prego e vi scongiuro adunque di non trascu-
rare questa parte importantissima della nostra
missione. Incominciatela non solo fra gli stessi
RIFL SSIONE
Gli argomenti di Don Bosco per far usare il libro
come .. mano longa nell'attività pastorale sono
ancora oggi validi, anzi hanno addirittura gua-
dagnato valore. Proprio in un periodo in cui
i sacerdoti vanno a diminuire e le chiese ven-
gono spostate verso la periferia degli abitanti,
in cui però nonostante le tendenze contrarie
l'abilità di leggere è aumentata, il libro ha acqui-
stato per la fede un'importanza maggiore.
La pubblicazione della lettera di Don Bosco
dovrebbe dare lo spunto ad intensificare quei
• pensieri e a realizzarli nei singoli paesi,
ma anche su scala mondiale. A buona ragio-
ne nel terzo mondo l'alfabetizzazione e la
evangelizzazione sono strettamente collegate.
La necessità di esistere del libro per la Chiesa,
non risulta chiara dal fatto che gli avversari mi-
litanti della fede cerchino di colpirla soprattutto
nei loro libri? ...
Quanto fu praticato nell'antichità non è cam-
biato fino ad oggi. Chi è andato una volta ol-
tre la cortina di ferro, ne sa qualcosa.
La Chiesa potrebbe rinunciare al libro? La do-
manda è simile a quel la di dire se la Chiesa po-
trebbe vivere senza pane vino. Certo, per
Dio niente è impossibile. Ma la risposta sarà no,
se si studia spassionatamente la storia e il pre•
sente della Chiesa.
Quando Gesù nella sua città natale si pre-
senta per la prima volta con la missione
della speranza ai suoi concittadini. Egli in-
terpreta un libro: .. Gli fu dato il libro del
profeta Isaia, apertolo trovò il passo: Mi ha
mandato per annunziare ai poveri un lieto
messaggio ( Le 4, 16-30) .
Gerhard Trenkler
boemo. presidente editori cattolici
d'Europa
giovanetti che la Provvidenza vi ha affidati, ma
con le vostre parole e col vostro esempio fate
di questi altrettanti apostoli della diffusione dei
buoni libri.
Affezionatissimo in Gesù Cristo
µ,?. 0 '.p, ·/cf'4?;0
Torino, 19 marzo 1885
15/31

2.6 Page 16

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Spediz. In 1bbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Qu/nd lcm11/e di Informazione II di cultura religiosa
L'edizione di metà fflfle del BS à pwtlcolannente de-
1tlnata al Coopetatotl Salesiani. Dire~ e ammlnl-
1traz1one: Vili della Plaana, 1111 C.P. 9092 00100
Roma Aurello - Tel. 69.31.341.
Direttore responAblle: GIUSEPPE COSTA
Redattore: ALFANO ALFONSO • Via Maf981a, 42
00185 ROMA Tel.: 495.01.85; 49.33.51.
Autortu. del Trib. di Torino n. <IOS del 11119bbtalo 1941. - e.e.
Po■lllle n. 2·1355 lm■slllto a: Dlrulone Oanerale Opere Don Bo-
■co To'1no. - e.e.P. 4112002 lnti■allto a Dir. Gen. Opere Don
Botco - AomL - PercamblO d'lndlr1uo lmweanche l'lndlr1uo
~ 1 1 1.
CREDENTI E MISSIONARI NEL QUOTIDIANO
«Comunione e comunità missionaria»:
per una lettura responsabile e operativa
Antoriot,.,Aati,eli
CREDENTI
e
MISSIONARI
NEL QUOTIDIANO
elle ci ci editrice
Il presente sussidio ha lo scopo di aiu-
tare la comprensione e l'applicazione alla
vita del documento della CEI.
Comprendere significa, in concreto, co-
gliere lo sviluppo delle riflessioni, saper
leggere i problemi che sottostanno alle pa-
role, riuscire ad illuminare i punti nodali
che creano difficoltà o sono capaei di far
comunicare meglio e più rapidamente il
Vangelo dentro la storia dell'uomo, eviden-
ziare gli aspetti legati al proprio personale
contributo e quelli dipendenti dall'azione
comune di un gruppo di credenti. È un'o-
perazione che richiede attenzione, sforzo e
amore. L'amore ha mille occhi.
Ma non basta capire; bisogna voler agi-
re. Ogni intervento, ogni attività ha bisogno
di una motivazione. Se manca la spinta,
non ci si muove. Il sussidio intende offrire
alcune motivazioni, alcune spinte all'azio-
ne, creando collegamenti tra ciò che vien
detto e le conseguenze che dovrebbero na-
scere.
Comprensione e applicazione sono i due
momenti di un processo, sempre necessa-
rio, che vogliamo o amiamo definire vitale.
«Comunione e comunità sono i due mo-
menti di un processo di coscientizzazlone
circa il problema della fede oggi e le mo-
dalità della sua trasmissione e del suo con-
solidamento nel contesto nel mondo con-
temporaneo.
l6/32