Bollettino_Salesiano_196705


Bollettino_Salesiano_196705

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1.1 Page 1

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BOLLETTINO
SALESIANO

1.2 Page 2

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IN QUESTO NUMERO:
Don Bosco maestro del dialogo
Pierino televisivo
Il mio amico Don Bosco
Una Scuola di Hongkong diretta dai Cooperatori Salesiani
Parla il medico di monsignor Cimatti
..
Il coraggio della... disperazione di un vescovo missionario
IN COPERTINA.
L·Alleluia dalla Risurrezione è l"espreaione liturgica dolla
gioia di chi rivive In pieno il mistero pasquale ricevendo
le SS. Eucaris1ìa, uacramento di pietà. segno di unità,
vincolo di carilb, convi!o pasquale, nel quale si riceve
Cristo, l'anima viene ricolma di grnla e cl è dato il pegno
della gloria futura »
(Concilio Vaticano Il)
UN PROBLEMA DI ATTUALITÀ NELLA PAROLA DEL PAPA
Il discorso Ci porta per obbligante associazione di idee al recente episodio
parlamentare italiano, di questi giorni, circa la dichiarazione che vuol so-
stenere non essere contraria alla costituzione una proposta di legge per
l'Introduzione del divorzio nella legge italiana. Non vogliamo ora entrare
nella discussione circa tale pronunciamento, anche se esso Ci ha recato
sorpresa e dispiacere, ed esige da Noi le dovute riserve.
Non vogliamo invece tacere la triste impressione che sempre Ci ha fatto la
bramosia di coloro che aspirano a introdurre il divorzio nella legislazione e
nel costume di Nazioni, che hanno la fortuna d'esserne immuni, quasi fosse
disdoro non avere oggi tale istituzione, indice di perniciosa decadenza mo-
rale, e quasi che il divorzio sia rimedio a quei malanni, che invece esso più
larpamente estende ed aggrava, favorendo l'egoismo, l'infedeltà, la di-
scordia, dove dovrebbe regnare l'amore, la pazienza, la concordia, e sacri-
ficando con spietata freddezza gli interessi e i diritti dei figli, deboli vittime
di domestici disordini legalizzati.
Noi pensiamo che sia un vantaggio morale e sociale e sia un segno di civiltà
superiore per un Popolo l'avere saldo, intatto e sacro l'istituto familiare;
e vogliamo credere che il Popolo Italiano, a cui non un giogo è stato im-
posto dalle norme del Concordato relative al matrimonio, ma un presidio
e un onore sono stati conferiti, comprenderà quale sia in questo campo fon-
damentale per le sue fortune morali e civili la scelta buona da fare e da
difendere.
PAOLO VI il 23 gennaio 1967

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DON BOSCO MAESTRO DEL DIALOGO
li "dialogo" è l'apostolato
che la Chiesa del post-
concilio realizza per gli
uomini del nostro tempo,
ma è arte difficile a cui
molti cattolici si sentono
impreparati. « La Chiesa
si fa parola», ha detto
Paolo VI, e Don Bosco
è maestro nel servirsi
della parola per un apo-
stolato pratico e convin-
cente che arriva anche ai
lontani.
Vieto, Hugo. il vecchio
poeta, salito da Don Bo-
sco In Incognito. glì svela
il suo vero nome e di•
chiara di credere in Dio.
Del dialogo si fa un gran parlare, specialmente
da quando Giovanni XXIII, Paolo VI e il Concilio
Vaticano II lo hanno presentato come una carat-
teristica della Chiesa nel nostro tempo. <• La Chiesa
deve venire a dialogo col mondo in cui si trova a vi-
vere. La Chiesa si fa parola; la Chiesa si fa messaggio;
la Chiesa si fa colloquio>> (Paolo VI). Non resta
chiusa nella sacralità dei suoi dogmi e nella solen-
nità dei suoi riti. Si fa incontro agli uomini - na-
zioni, popoli, stati, governi, religioni, associazioni
e singoli individui - per annunziare loro la parola
della salvezza. Non aspetta che gli uomini si re-
chino da lei, ma prende l'iniziativa, si presenta in
veste amichevole per capirli, usando un linguaggio
c.>mprensibile e pieno di carità.
La Chiesa non comincia soltanto adesso a dia-
logare: lo ha fatto sempre. Ma ora si apre a un
dialogo (colloquio, conversazione, accostamento) di-
verso da quello del passato, non per le cose che dice,
ma per il modo con cui le dice: perchè diversa si
è fatta la società e differenti sono i nroblemi e la
mentalità stessa degli uomini, in que ba dell'era
spaziale.
E come si mette in dialogo la Chiesa, altrettanto
devono fare i singoli cristiani nell'accostare i fra-
telli, spesso di ideologie, convinzioni o religioni
diverse. Non si erigono più dei muri divisori, ma si
lanciano ponti; non si sottolinea ciò che divide,
ma quello che unisce. L'arte del dialogo dev'essere
ormai l'arte di tutti i cristiani. Arte difficile al sommo,
a cui tutti, diciamolo umilmente, ci sentiamo ben
poco preparati.
Don Bosco in dialogo
La modernità di Don Bosco, oltrechè per tante
altre iniziative, ci appare anche da questo: egli fu
l'uomo del dialogo, proprio come lo si concepisce
attualmente. Del dialogo, anzi, egli fu un maestro
nato. Lingua facile e pronta, memoria felice, letture
vastissime in ogni campo a offrirgli varietà di argo-
menti sen2a fine, arguzia frizzante e fine umorismo,
uniti a una inalterabile carità, facevano di lui un
conversatore d'eccezione.
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1.4 Page 4

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Don Bosco predice a Michellno
Rua che farà metà con lui:
~P,end,, M1chehno, prendll" gli
diceva. E porgendogli la mano
sinistra aperta, faceva l'ano con
la destra d1 tagharla a metà.
La sua parola era fatta per incantare.
Inoltre, da tutta la persona si sprigionava una
tale carica di simpatia, che chi l'accostava, ne ri-
maneva conquiso. Lo sapevano bene parecchi grossi
avversari dei preti, che studiosamente se ne tene-
vano lontani, per non c.-adere nella sua rete. .\\'la
c'era pure il pericolo che, per codeste sue felici
qualità naturali, egli cedesse alla tentazione di im-
porsi col far pesare la sua superiorità, creando il
mutismo nell'interlocutore e tramutando l'eventuale
dialogo in un monologo noioso, di cui restasse pa-
drone incontrastato.
Niente cli tutto questo.
Ben cosciente dell'importanza che le relazioni
umane e la parola hanno per un efficace apostolato,
si atrene,·a con scrupolo al rispetto degli elementi
essenziali per lo svolgimento sereno della conver-
sazione.
Anzitullo egli dimostrava una grande stima per
tutte le persone che si accosta,ano a lui.
Ne incontrò a migliaia di ogni classe sociale,
dalle più umili e povere alle più elevate della ge-
rarchia ecclesiastica e civile. Ebbene, con lui si tro-
ya,·ano a loro agio sia il modesto contadino che il
personaggio di corte; un po,ero vetturale nceve,·a
le stesse attestazioni di stima e di rispecto che il
Santo avrebbe usato con un sovrano o un pontefice.
Riferiscono testimoni oculari che Don Bosco dava
a prima ,ista l'impressione di un buon uomo, nel
significato bt!Oigno della parola. E questo incan-
ta\\'a gli umili. i\\la poi da quel suo parlare lento e
riflesso prendevano risalto intelligenza vigorosa,
profondità di donrina, equilibrio di giudizio e ,·a-
stità di progetti. Di qui l'ammirazione dei dotti e
dei grandi.
l\\la chiunque fosse l'interlocutore, in alto o in
basso, Don Bosco manifestava tale stima e rispetto
che favorivano il colloquio. Anche le persone rozze
e ignoranti partivano da lui con una sensazione
speciale. Quell'uomo, la cui fama toccava i con-
fini del mondo, non a,eva avuto la "degnazione"
di parlare con loro: ma col suo dire amabile e ri-
guardoso le aveva ammesse nella sua intimità. Esse
si senti,·ano "ingrandite", quasi avessero fatto un
passo innanzi nella graduatoria sociale.
E per favorire il dialogo - fallo sempre con mire
apostoliche - Don Bosco attuava i quattro grandi
principi, senza dei quali ogni conversazione e col-
loquio sono destinati al fallimento.
E il primo è il

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Il cocchiere, che accompag"ava
ogni frustala con une bfftemmia,
dialogando con Don Bosco, Il•
nlsco per confessarsi e imporsi di
11ere a pane ed acqua ogni voha
cho avesse deno una be.atemmla
(dal volume: G. Fanciulh. San G,o-
vanm Bosco Edoz. SEI, Toc,no)
saper tacere
Sembrerà una stranezza parlare del dialogo, co-
minciando dal tacere: ma non è tale. Una conversa-
zione si svolge sempre con uno che parla, e un
altro o alrri che stanno a sentire. La conversazione
si sviluppa con un parlare altemato e non simul-
taneo, altrimenti si muterebbe in babele. Chi, dun-
que, \\' UOlc abituarsi a1 dialogo, deve imparare a
tacere. L'ascetica del silenzio, oltre a tanti altri,
ha nnl'hc quèSto non piccolo vantaggio. Scompa-
rirà allora dalle conversazioni quella scortesia così
frequente dcll'mtcrrompcre chi parla o del volersi
sostituire a lui, lasciandolo con l'amaro in bocca
nel \\'etlcrsi troncata d'imprO\\'viso la parola.
C'on Don Bosco questo pericolo non c'era.
li suo interlocutore pote\\'a procedere a gonfie
vele, pcrchè il Santo non l'interrompeva mai, ec-
cetto che per chiedere qualche schiarimento, e pre-
via garbata richiesta. Stando al biografo, Don Bosco
avc\\·a appreso fin da giovane questa elementare
norma del galateo, praticata poi per tutta Ja vita.
Ed era diventata una seconda natura al punto che,
se ~1ualcuno l'interrompeva, tosto face,-a silenzio.
Solo quando iI poco cortese interlocutore finiva,
egli, senza dar segni d'impazienza e con meravigliosa
presenza di spirito, riprendeva il filo del discorso
interrotto.
il silenzio di Don Bosco era mai - come si
vede in alcuni - un tacere freddo, musone od ostile
che ammazza In conversazione.
.No. Era un silenzio in ascolto, un'antenna pronta
a captare.
Ed ucco il secondo elemento essenziale del dialogo:
quello del
saper ascoltare
Sembra la cosa pm facile del mondo, ma non è
sempre cosl. (Accenniamo appena alla possibilità
di un dialogo fra due che non parlano affatto. Spe-
cialmente dove regna l'amore, anche il silenzio può
divenire colloquio).
Ma nella conversazione ordinaria è essenziale il
silenzio di attenzione, uno dei più belli e graditi.
Io non parlo, ma ascolto, ed è come se parlassi.
Il mio interlocutore se ne accorge e ne gode.

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Tace la lingua, ma parlano gli occhi, per espri-
mere di volta in volta attenzione, meraviglia, go-
dimento.
Parla il capo, in accenno di assenso o di in-
teresse.
Parla il volto, e nella sua mobilità sorprendente
accentua la varietà dei sentimenti, che il colloquio
suscita e avviva. E chi parla, da questa viva atten-
zione si sente sostenuto e incoraggiato a esprimere
liberamente pensieri e opinioni. E quando ha fi-
nito, mi cede amabilmente la parola, e mi presta
orecchio con altrettanta attenzione.
La conversazione di Don Bosco era cosi.
Egli si interessava di quanto gli veniva esposto,
e pareva che in quel momento non avesse altra
preoccupazione. Pur nella ressa incessante delle
persone desiderose di un'udienza, trattava ognuno
come se fosse l'unico da ascoltare. Era del parere
che la fretta suol guastare ogni cosa... ~on era mai
il primo a finire il colloquio - e anche allora non
mancavano gli attaccabottoni I - non accennava
ad abbreviarlo, e se l'interlocutore, temendo di
riuscire importuno, voleva ritirarsi, Don Bosco l'in-
vitava a rimanere ancora un poco.
- Ma ci sono altri in anticamera] - spiegava
quello.
- Abbiano pazienza - replicava il Santo -
io sono come il barbiere che dice ai cliente Attenda,
attenda un momento». E intanto continua il suo
mestiere con comodo. Sarebbe bella che per la
fretta congedasse il cliente con la barba fatta a
metà!
Chi usci,·a dalla sua conversazione provava una
viva contentezza, indice di quanto profondamente
egli avesse inciso in quell'anima.
Perché Don Bosco ave,·a anche, e soprattutto, il
dono preziosissimo del
saper parlare
Sulle sue labbra era davvero diffusa la grazia.
Alla prudenza univa un'amabile piacevolezza, che
subito gli cattivava l'animo dell'interlocutore. Il
volto e l'atteggiamento, improntati a profonda umiltà,
eliminavano negli ascoltanti la preoccupazione o la
timidezza. :\\lai che egli offendesse col dire: « Lei
non capisce - lei dice male - non conosce la que-
stione• o peggio. Ma: «Forse non mi sono spie-
gato bene, non ho capito, favorisca chiarirmi meglio
la cosa)).
Il suo era un parlare onesto, pulito, sincero,
improntato al si, sì; 110, 110 del Vangelo. Una sin-
cerità che non offendeva, perchè spargeva olio
quando c'era il rischio di ferire. La sua conversa-
zione non stancava affatto. Per la grazia del dire, la
gentilezza del porgere, l'arguzia amabile che con-
diva il suo parlare con fatti ameni e barzellette,
lo si sarebbe stati a sentire per delle ore.
Era un vero diffusore di sollievo e di gioia.
E mai che trasmodasse. Per abituarsi a vigilare le
parole, teneva nel breviario la massima di un grande
Santo: «Portate sempre co11 voi la cl1iavf della stam::a,
e la chiave della lingua! o. La chiave che gli disser-
rava soavemente le labbra, per svolgere in modo
conveniente la conversazione. Nella quale non
mancava mai il quarto elemento indispensabile che
è il
saper rispondere
Cosa ardua al sommo, perchè non si tratta di
dire parole a vànvera, ma di dare una risposta a tono
su quanto fu detto o richiesto.
Chi non sa ascoltare, difficilmente assolverà a
questa parte importante della conversazione.
Soprattutto è negato al dialogo chi pensi che
conversare significhi imporre a ogni costo la pro-
pria opinione, rifiutando in partenza quella del dialo-
gante, considerato non come un fratello da ascol-
tare e capire, ma un avversario da abbattere o eli-
minare. Con una simile rozza mentalità da torero,
non si diventerà mai campioni del dialogo.
Del cuno diverso era Don Bosco.
Uomo dotato del dono del consiglio, rapidamente
dava la giusta risposta al quesito dell'interlocutore.
Inoltre, la stima provata per chi gli parlava si esten-
deva anche alle sue opinioni, da lui ritenute sempre
rispettabili e degne di considerazione. Quelle opi-
nioni alle quali non manca mai una parte di verità
e che, pazientemente esaminate, potrebbero anche
portare alla modifica di quelle sostenute da noi.
(Questo, delle opinioni, è un campo dove troppi
vedono oscuro, e meriterebbe una trattazione a
parte).
La conversazione di Don Bosco era gradita perchè
con lui non c'erano vincitori e vinti. La preoccupa-
zione del Santo non era di far trionfare il suo modo
di vedere, ma la verità, alla quale tutti dovrebbero
con gioia dare il proprio assenso. Anche i suoi di-
nieghi venivano fani in maniera cosl dolce, educata
e venata di dispiacere, che si riceveva più volen-
tieri un 1w da Don Bosco, che un sl da qualunque
altro.
C'era dunque un'attrattiva speciale a conversare
col Santo. Il quale appunto perchè santo, si ser-
viva di questa simpatia per l'apostolato così pratico
e convincente com'è quello della parola. Seminata
eia lui a larghe mani, dava il suo frutto anche più
tardi, nelle maniere più impensate.
Questo appunto è il dialogo che occorre per gli
uomini del nostro tempo.
4

1.7 Page 7

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1er1no eev1s1vo
I ragazzi d 'oggi sono nati e cresciuti con la televisione. Genitori ed educa-
tori a volte si servono della tv come se fosse una balia elettronica a cuiaffi-
darli. li loro vero compito consiste invece nell'avviare i ragazzi a un uso equi-
librato e responsabile di questo moderno strumento di svago e di istruzione.
È estate. Pierino ha otto anni,
si trova alla stazione ferroviaria
con molti altri ragazzi, tutti in-
truppati dalle maestre che li con-
durranno nella colonia marina.
Pierino in un canto piange dispe-
rato, e la sua maestrina cerca di
consolarlo:
- Vedrai, - gli dice - che
un mese passa in frena. E poi,
mamma ,crrà a trovarti.
;\\la Pierino intensifica le raf-
fiche di singhiozzi.
- Stai tranqurno,
insi-
ste premurosa la maestrina. -
Vedrai che verrà a trovarti
presto.
- l\\fa non è la mamma che
voglio. - Si sfoga finaJmente
Pierino. È la televisione... Lo
so già: in colonia non ci sarà la
televisione ...
Vero o inventato che sia l'epi-
sodio, sta il fatto che il Pierino
d'oggi è un Pierino televisivo.
Tra gli ingredienti della sua ,;ta
c'è - accanto al sillabario, al
triciclo e a Papcron dc' Pape-
roni - anche la ·'Tv dei ragazzi".
Anzi il video è d iventato così
invadente nella sua piccola \\"Ìta,
da occupare un posto che un tempo
era riservato ai genitori, o alla

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nonna che raccontava le favole , i-
cino al caminetto. La tv è stata
definita la "balia elettronica". E
la definizione non è un elogio
nè un titolo di gloria: è se mai la
segnalazione di un pericolo.
PIERINO TELEVISIVO
È UN PROBLEMA
Pierino televisivo costituisce un
problema nuovo, che genitori cd
educatori non possono ignorare
ma de,,ono affrontare e risolvere.
Lo si può mettere in carta, questo
problema, come si fa nelle scuole.:,
cosi.
PROBLEMA. È dommica pomer~f(-
gio: Pi.eri110, tredici aimi, si trova
1i,/ so/otto, lungo e disteso sul sof-
fice tappeto centrale. Con l'occhio
segue alla iv l'inco11/m di rugby,
co11 l'orecchio ascolta la radioli11Cl
a transistor clze trasmette " Tutto
il calcio minuto per minuto", e
con la biro in mano segna sul
" Tuttosport" i risultati delle par-
tite man mano che gli pcroen-
go110.
Entra110 nel salotto il 1101111,0, il
babbo e la mamma di PieriM: co11-
lemplano la scena, sbigottiscono, e
non riescono a trattmere qualclze
apprezzamento. Il 11011110 infila le
dita 11ei rari capelli bianchi e dice:
Jtta questo ragazzo è matto! •·
li babbo alleggio le braccia a ma-
nichi d'anfora, sCt1ote il capo e re-
darguisce: «Pierino! Tu mi fi-
nirai boccialo a giug110! •· La mam-
ma, ìnteressatissima, squittisce:
Dimmi: citi vince?•>.
Si do111n11da se qualc11110 dì questi
tre adulti abbia assunto nei con-
fro11ti di Pien'no 1m alleggiamento
esatto sotto il punto di vista edu-
cativo, e come e percl1è.
Questo è il problema. Quanto
alla risposta, caso mai qualcuno
dei "venticinque lettori" non l'a-
vesse ancora tro,·ata, la si può
cercare insieme.
RAGAZZI DAVANTI Al VIDEO
Sottile malia della televisione.
li ragazzino, la bimbetta, guar-
dano al video come all'ipnotiz-
zatore, ignorano ciò che li cir-
conda, non avvertono il brusio,
il tramestìo, il frastuono. Le im-
magini sonore Auendo captano
l'attenzione al punto che essi di-
menticano tutto: gli amici, i giochi,
i compiti e perfino la merenda.
Quanto tempo è durata la tra-
smissione ? Non lo sanno. Sanno
che è finita, purtroppo, e basta.
Non sanno neppure dire perchè
è piaciuta.
I hambi11i di quattro o cinque
anni si bt'IJono beatame11te l'imma-
girte in mooimento, anche se non
la capiscono. A loro basta che
ci sia qualcosa che si muove e che
parla. Se quel qualcosa poi ap-
partiene al loro piccolo mondo,
se è un comune oggetto casalingo,
un animaluccio, un bambino come
loro, questo banalissimo qualcosa
ai loro occhi vale più di cento
Pappagoni.
Tra i sei e i nooe a,mi tutti
questi motivi sono ancora validi,
ma l'interesse del ragazzo si porta
già sui fatti. La scuola gli ha in-
segnato a imparare, e lui lo fa
volentieri. Tanto più che a quel-
l'età non sa ancora divertirsi da
solo. E poi la televisione è a por-
tata di mano: basta premere un
pulsante... e mamma si fida già
di un ometto di sei anni.
li preadolescente è addirittura
entusiasta della televisione. Leg-
gere gli costa ancora fatica; ma
guardar figure e ascoltare suoni è
così facile! Le immagini del vi-
deo gli suggeriscono idee a biz-
zeffe: quelle idee di cui ha bi-
sogno per soddisfare i suoi perchè,
e che gli costerebbero tanta fatica
se dovesse procurarsele maneg-
giando quello strumento difficile
e complicato che è il ragionamento.
In più, il video lo introduce nel
mondo degli uomini e delle cose
vere, di cui è ghiotto: è come se
egli guardasse dall'oblò di una
capsula spaziale. Davanti al video
il preadolescente si sente alla pari
con gli adulti: si sente uomo. t
in grado di capire meglio di papà.
Papà, infatti, il linguaggio tele,i-
sivo ha dovuto impararselo quando
ormai le sue abitudini mentali
erano formate e stagionate, mentre
il preadolescente e la tv sono
nati e cresciuti insieme.
L'adolescente i,ivece, QflChe in
queste cose, è u11 caso o sè. Guarda
alla tv con una certa sufficienza,
con quell'odio-amore nascosto e
profondo che riserva a tutte le
cose. Sa che il video è uno spec-
chio della vita, ma gli preferisce
la vita vera, quella del gruppo,
gli amici, la gita, la discussione.
E poi la tv ha un torto che ai
suoi occhi è imperdonabile: lo
inchioda su una sedia di casa,
accanto al nonno in pantofole e al
fratellino moccioso: lui che in-
vece ha bisogno di evadere dalla
famiglia, di affrancarsi dai le-
gami parentali per sperimentare la
sua libertà e la sua autonomia.
Ormai l'adolescente sa pensare
a un ritmo superiore a quello pro-
posto dall'immagine televisiva.
Non capisce perche certe sigle
musicali, certi intervalli, certe pre-
sentazioni debbano essere così
lunghe. Se acceua di inchiodarsi
sulla poltrona accanto al nonno,
è solo perchè c'è lo sport in ri-
presa diretta, o c'è il cantante
yè-yè per cui va pazzo (l'unico
che canti veramente bene: tutti
gli altri fanno pena). o perchè c'è
<,

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il servizio di attualità giornalistica
che affronta i problemi di cui
discuterli poi con gli amici. Per
il resto, diffida.
1 ragazzi davanti al video sono
cosl, ed è bene saperlo.
JL VIDEO È UNA CATTIVA BALIJ
Per non pochi genitori il video
è solo una balia a buon prezzo,
che li libera da un sacco di fa-
stidi. E , precisamente, fornisce
quattro eccellenti prestazioni. Oc-
corre riconoscergliele, a onor del
vero.
Primo: contribuisce alla tran-
quillità domestica placando, per
qualche ora almeno, la turbolenza
dei ragazzi.
Secondo: ammazza la loro noia
tenendoli occupati e avvinti, ma-
gari fino all'ora in cui cascano
dal sonno.
Terzo: consente di sapere sem-
pre dove sono: non sono sulla
strada, esposti a ogni sorta di
periccli e di compagni, ma sono
quieti nel salotto.
Quarto: concede ai genitori un
briciolo di tempo libero (non
poche massaie approfittano dei
programmi per ragazzi, e cor-
rono a fare le spese).
;\\la questa baby-sitter termo-
ionica, nonostante i suoi meriti,
rimane pur sempre una cattiva
balia, del tutto incapace di sosti-
tuire i genitori. Ed ecco il perchè.
Un tempo, quando i bambini
avevano imparato a camminare,
ne sapevano già abbastanza per
gironzolare di qua e di là. Oggi
imparano ad andare in bicicletta,
e possono spingersi molto più
lontano; ma è sufficiente che sap-
piano pedalare ? Sarebbe un vero
guaio! Devono anche acquisì re
nuovi ritlessi e imparare la com-
plessa circolazione stradale. Al-
trimenti, in capo a sette giorni,
finiscono al cimitero!
Cosi un tempo i bambini leg-
gevano solo di giorno, o un po-
chino al lume di candela. Oggi la
luce elettrica regala loro ore e ore
di lettura che prima erano im-
pensabili. :\\la intanto si deve in-
segnare ai bambini che con la
corrente non si scherza, che è
pericoloso smontare gli interrut-
tori, che non si deve infilare le
forbici nelle prese della luce.
In altre parole, la bicicletta,
la luce eleurica, le conquiste
della tecnica sono comode, sono
vantaggiosissime, ma impongono
ai genitori nuovi obblighi e nuovi
doveri. E la televisione non fa
eccezione. Il video, balia elettro-
nica, non può sostituire i geni-
tori, perchè non ha cervello. Tocca
dunque ai genitori. Ma sanno
essi insegnare ai fìgli come si usa
il televisore? Rentite questa.
Pierino torna a casa da scuola,
saluta, e dice:
- Sai, mamma? Oggi a scuola
abbiamo visto la televisione.
La signora cade dalle nuvole, e
commenta:
- Ma che fanno ? Io ti mando
a scuola perchè tu impari; non
perchè tu ti diverta!
Pierino non sa più che pensare.
La prossima volta che a scuola
lo ricondurranno davanti al ,1deo,
non farà più attenzione, perchè
tanto la tv è solo un diverti-
menrn. Non sapeva quella mam-
ma che la televisione può essere
- e sovente è - uno strumento
di educazione e di cultura.
La televisione come qualsiasi
innovazione tecnica - perchè ri-
sulti utile ai figli - dev'essere
integrata dall'intervento intelli-
gente e affottuoso dei genitori.
Ecco perciò alcune considera-
zioni suggerite dall'esperienza.
LIBERTÀ DALLA TELEVISIONE
I programmi normali della te-
levisione 11011 sono adatti ai bam-
bini sotto i sei a1111i, che verrebbero
stimolati a uno sforzo superiore
alle loro capacità. Fa eccezione
il programmino "Giocagiò ", co-
struito su misura e con criteri
educativi per i bimbi dai tre .1i
sei anni, che va in onda tre volte
alla settimana e ha tutti i requisiti
per piacere ai mini-tele-spettatori.
I f anriulli tra i sei e i diPci
a1111i ,1011 vedano la t1/evirio11e tutti
i giorni. Per loro c'è la " Tv dei
ragazzi ". Niente programmi se-
rali.
Per i ragazzi tra i dieci e i
quattordici anni, è bene dosare la
tv e scegliere i programmi: Te-
legiornale, trasmissioni sportive,
qualche documentario.
Gli adolescanti v:atmo seguiti co11
particolare atte11zio11e. Essi ten-
dono a cercarsi lo spettacolo
fuori casa; perciò i genilori cer-
ctùno di creare in casa il clima
adatto per lo spettacolo lele,•isivo
familiare. Accolgano con sim-
patia i coetanei dei figli. E,·itino
le costrizioni, che in genere sono
controproducenti.
Non è bene lasciare ai giovani
(anche oltre i diciotto anni) l'as-
soluta libertà di srelta dei pro-
grammi. li " Centro Cattolico Te-
le,·isi\\'o ·• pubblica una Guida del
tt1/esprttotore che con,icne consul-
tare. Anche i quotidiani cattolici
e qualche settimanale rilasciano
queste segnalazioni preventive.
Nonostante le precauzioni, può
succedere di trwarsi di fronte al
programma sgradito. L'imbarazzo è
l'unica cosa da e,itare. A \\'Olte
con,icne spegnere iI televisore di-
cendo chiaro e netto che lo spet-
tacolo non è bello e per nulla
adatto per una famiglia onesta e
cristiana (i figli rimarranno bene
impressionati da questo compor-
tamento leale e pulito). Altre
volte l'incidente non voluto può
suggerire lo spunto per un'utile
conversazione con i figli, su quei
problemi che è compito dei geni-
lori impostare e risolvere con de-
licatezza.
Evitate che la televisione diventi
uno mania. Se ogni sera si preme
il magico pulsante, e l'unica per-
plessità consiste nella scelta del
canale, in famiglia manca per lo
meno un pizzico di fantasia, per
7

1.10 Page 10

▲back to top
non dire di buon gusto. Quando
mai si trova il tempo per fare
quattro chiacchiere insieme? Per
compiere una visita ai vicini o ai
nonni ? Certe famiglie si sono con-
dannate all'ergastolo, vita natural
durante, dello spettacolo televisfro.
Si deve rit•tmdicare la libertà,
propria e dei figli, di fro11te alla
televisio11e. Si è liberi se si è ca-
paci di programmare le serate
(programmare significa saper pre-
vedere anche qualcosa di diverso
dallo spettacolo tv).
Si è liberi se si ha la forza di
spegnere il televisore quando lo
spettacolo è noioso e insulso.
E si è genitori educatori se
si riesce a inculcare nei figli
questa "libertà dal televisore".
È 11ecessario parlare con i figli
a proposito dei programmi visti.
Il primo passo, con i più giovani, è
farsi raccontare ciò che hanno visto.
Se la trasmissione è stata vista
insieme e i figli sono gran-
dicelli, si può intavolare una
conversazione molto utile. (Non
alle undici di sera, ma l'indomani, a
pranzo, o mentre si prepara la cena).
Do\\'e c'e un perfetto affiata-
mento, si può tentare un "tele-
forum" familiare, magari con la
partecipazione di am1c1 e cono-
scenti: i ragazzi della media su-
periore e dell'università sono in
grado di imbastire tavole rotonde
molto intelligenti.
LE PAROLE E LO STUPORE
DI PINOCCHIO
Queste proposte pratiche sono
allineate col pensiero di Don Bo-
sco. Don Bosco diceva che l'adulto
deve mettersì al livello deì ra-
gazzi, se vuole portare i ragazzi
nl livello dell'adulto. li suo suc-
cessore Don Rinaldi, tempi in cui
le "due ruote" erano un prodigio
di tecnica, gli faceva eco: «Se ì
ra,r1azzi ci scappano i,i bicicletta,
dobbiamo seguirli in bicicletta».
Ed ecco cosa dice oggi il Concilio.
È dov,:re dei genitori - si legge
nel documento sui mezzi di comu-
nicazione sociale - vigilare con
diligenza che 11011 e11Jrino iTI casa
spettacoli contrari alla fede e ai
buoni coi11m1i•· i\\la non basta:
«Specialmimte i più giovcmi tra i
recettori - si legge ancora nel
documento - siano addestrati a
1111 uso mituralo e discipli11ato degli
strumenti di co111wlica..--io11e sociale•·
ln parole povere, il Concilio
si è preoccupato di Pierino tele\\·i-
sivo. E giustamente, perchè Pierino
televisivo è un grosso problema.
Chi aveva ragione ? JI nonno
che diceva: ~ Questo ragazzo è
matto », o il babbo che prevedeva:
• Sarai bocciato a giugno I •. o la
mamma che vole,'ll conoscere i
risultati delle partite? I "venti-
cinque lettori" hanno certamente
capito. Tutti e tre questi adulti
si erano resi conto che Pierino
esagerava e sbagliava; ma sol-
tanto la mamma non tagliò i
ponti con lui. La sua domanda:
« Dimmi, chi vince?» aveva la-
sciato una porta aperta al dialogo.
E poteva incominciarlo anche su-
hito, il dialogo, sedendosi accanto
a Pierino, sul morbido tappeto
<lei salotto, fra la partita di rugby e
, t11tto il calcio mi1111to per minuto o.
Che Pit:rino vada pazzo per la
tv è quasi fatal11; ma un dialogo
educativamente costruttivo può a
poco a poco maturarlo, e renderlo
capace di disporre con responsa-
bilità del suo tempo libero.
Allora Pierino, non pili patolo-
gicamente te/cvisii:o, potrù dire
come il Pinocchio della fa,•ola e
con il suo stesso stupore: • Come
ero buffo q11a11d'ero wt buraui110,
e come sono contento, ora rhe sono
divmtato rm ragazzo per bene ».
ADERIAMO ALL'AIART
l'on. prof. Beniamino De Maria, presidente de/.
/'A/ART (Associazione Italiana Ascoltatori Radio Tele-
spettatori), ha scritto per i nostri Cooperatori il seguente
invito:
« All'aprirsi del nuovo anno sociale, urge più che mai
l'aiuto di tutte le fone cattoliche - per primi i Cooperatori
Salesiani - per un potenziamento dell'AIART che deve
avere come prima meta l'aumento dei socr. Non si può ri-
manere indifferenti di fronte all'espandersi continuo della
sfera d'azione d'incidenza della comunicazione sociale
radio-televisiva. È un campo nel quale le forze sane della
nazione devono impegnarsi a fondo per trovarsi all'avan-
guardia, non soltanto per avere programmi mighori. me
anche e soprattutto per formare i recettori a/l'ascolto, met-
tendo!, ,n grado di distinguere il buono dal meno buono,
di giudicare, di trarre il profitto migliore dai suoni e dalle
immagini, che spesso confusamente affollano gli altopar•
fanti radiofonici e i teleschermi.
È mia speranza che anche ora come sempre l'aiuto dei
Cooperatori Salesiani atl'AIART sia pronto e convinto, nella
certezza che in questo settore tutti s1 è chiamati a un ur-
gente servizio comune nello spirito delle Costituzioni
Conciliari».
Beniamino De Maria
A/ART: tesseramento 1966-67
Richiamiamo l'attenzione dc, letton sul tesseramento AIART per l'anno
1967.
la quoto 8nnuale è d1 hra 200. Ogni nuovo •derente ha dmno alla tes-
sera e e ricevere gratuitamente Il per,od,co tnmesuale dell'Associazione
Il Telesp1111atore » ed à 1nvlta10 a collaborore alle mchios\\c e allo altre
attività.
Per ademe occono comp1lo1e l'appoa,ta schedo e sped,rit ell'AIART,
v,a Fedo11co Ces, « , Roma. versando la quota dì 200 lir• o 1n fran-
cobolh. o con vagire, oppure sul conto corrante 1 38356. Si pu(> anche
uasmottare lram,te ti Centro Cooperatori locale.
lnvttiamo pure tutti ì Cooperatori a farsi "raccoglitori" di adesioni al
l'AIART.
Le schede e il matenalo d, propaganda siano richiesti all'Ufllcio lspet•
1otialt1 Coop11r•t1111 o al propno Cenno.
8

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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IL
MIO AMICO
DON BOSCO
di NEIL HAMILTON
AVEVA DECISO
DI BUTTARSI NEL VUOTO
«... Ero fuori di me. Avevo perso il controllo dei
miei nervi. Quello doveva essere il mio ultimo
giorno. Ero carico di debiti e senza un soldo per le
più impellenti necessità familiari... Ricordo molto
bene quel giorno pieno di sole. Sul mc,nte sopra
Santa Monica vi è un picco dal quale io avevo de-
ciso di buttarmi nel vuoto. Ero vergognoso di ciò
che stavo per fare e quando il semaforo segnò rosso,
attraversai di corsa la strada, tanta era la fretta di
mettere fine a tutto. Quale la causa di questa mia
follia?
Dalla massima agiatezza con una grande casa
accudita da cinque persone di servizio, con una
vasta piscina, la seconda in grandezza di nitta la
California, ero caduto nel nulfa. Tutti si dicevano
spiacenti della mia situazione; ma, mentre io a,·e\\'O
bisogno di mille dollari, me ne offrivano dieci I
Avevo pregato tanto, ma inutilmente. A dire il
vero, nei giorni del mio benessere un tale mi aveva
fulminato dicendomi: "Non avete vergogna di gua-
dagnare 1500 dollari la settimana, mentre vi sono
ta11ti che soffrono la fame?" Molti mi avevano ob-
bligato a leggere i loro libri. Quelle letture avevano
prodotto in me un'arroganza intellettuale; cominciò
ad assalirmi il dubbio della fede.
Per fortuna, Dio mi aveva benedetto dandomi.
dei santi genitori, i quali avevano gettato nel mio
cuore solidi principi religiosi. Nonostante questo,
mi ero lasciato andare sull'oscura e sporca via del
dubbio. Mi dicevano che Dio era un mito e me lo
provavano e io non avevo forza per controbattere
le loro argomentazioni. Cosa strana I li successo
9

2.2 Page 12

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aveva fatto di me un asino credulone! Ero arrivato
al punto di dire che se Dio esisteva veramente,
non voleva saperne di me. Mai mi passò per la
mente di chiedermi piuttosto: "Merito io di essere
ascoltato ?"
Nei miei guai vi era però una persona che non mi
aveva maj abbandonato: la mia cara e impareggiabile
sposa. Mai mi aveva rimproverato, mai si era scon-
fortata, nemmeno nei casi in cui non sapevamo se
avremmo mangiato al prossimo pasto.
Mentre io tiravo diritto verso la meta fatale, im-
precavo per il dolore, l'orrore, la vergogna che stavo
per causarle. Non vedevo però altra soluzione.
ENTRA IN SCENA
DON BOSCO
Avevo progettato di prendere la strada di si-
nistra ma, visto che vi erano lavori in corso, infilai
quella di destra. Sapevo che mi avrebbe portato
allo stesso luogo. Nlentre salivo luogo il Boulevard
Sunset (Viale del Tramonto), avvertii, con sorpresa,
che mi ero allontanato dal marciapiede e stavo sa-
lendo una ripida scala di pietra. All'improvviso
mi trovai davanti a una grande entrata che vedevo
per la prima volta. Era l'ingresso al "Club New-
man", al confine della zona universitaria di Los
Angeles. A capo del Club si trovava un uomo stu-
pendo: il reverendo Benjamin Bowling, C.S.P.
Suono il campanello; nessuna risposta. Suono di
nuovo e questa volta si apre la porta e appare padre
Bowling.
- Olà, Nei!! Entra e scusami d'averti fatto aspet-
tare. Stavo per use.ire, però non per affari importanti.
Entra e siedi. Non stai bene? Che ti capita?...
Hai una faccia I...
Gli raccontai la mia storia, tutta la mia losca e
sudicia storia.
Mi rispose nella maniera più sconcertante: "Che
te ne pare del mio Club, Neil ?" Era la prima
volta che vedevo quel Club e perciò non capivo
che cosa volesse significare quella domanda. Un'oc-
chiata tutt'attorno però mi fece notare mobili ele-
ganti, direi di lusso. E glielo dissi.
- 0e', sappi, Nei! - disse il Padre sorridendo -
che due anni fa non avevo qui altro che qualche
tavolo sgangherato, le sedie erano casse da imbal-
laggio di arance, i 'tappeti vecchi e pieni di buchi.
Mi vergognavo per gli universitari, soprattutto
quando vi accompagnavano i loro compagni non
cattolici. Stavo sul punto di chiudere le porte per
mancanza di fondi quando... senti, Nei!, hai certa-
mente sentito qualche volta il nome di "Bosco''.
Non ti dice nulla questo nome?
Risposi di no, poi, dopo averci pensato, dissi di
sì.
- Ho sentito di pagliacci che portano il nome
di "Bosco".
Padre Dowling rise e raccontò:
- Bosco fu un grandr uomo, Nei!! Quando leg-
gerai la sua vita, capirai pcrchè chiamino pagliacci
con il suo nome. E un Santo. Un Santo noto a
milioni di persone che lo chiamano sempHcemente
"Don Bosco". La mia cappella è dedicata a lui.
Vieni che ti faccio vedere il suo ritratto.
Scendemmo nella minuscola cappella. Da una
parete pendeva un quadro rappresentante il più
amabile viso che abbia mai visto. Mentre padre
Bowling mi raccontava fatti di Don Bosco, mi
dava l'impressione che stesse parlando di un uomo
con il quale era stato a colloquio il giorno prima,
non certo di un uomo morto undici an11i prima che
io venissi al mondo. Mi invitò a sedere in un banco
e continuò:
- Ho un gran debito di gratitudine verso cli lui,
Nei!... Era un sacerdote del nord Italia. Nato nel
1815. Morto nel 1888. Canonizzato nel 1934.
Quando non aveva più di due anni d'età, suo
padre mori lasciando la madre con tre figli e la
suocera da mantenere. L'Jtalia stava allora passando
attraverso una rivoluzione industriale; vi era molta
miseria. Era quindi difficile per la povera madre
mantenere la sua famiglia, ma ci riuscì. !\\1argherita
fu una delle grandi donne del mondo...
DON BOSCO NE FA
UNA DELLE SUE
Due anni fa, quando io ero sul punto di chiudere
baracca e burattini, scesi nella cappella, mi ingi-
nocchiai e dissi a Don Bosco: "Quando tu avevi
bisogno di tutto per l'orfanotrofio che stavi co-
struendo, dicesti alla Madonna quello che ora io
dico a te: tu mi hai condotto fin qui e ora non mi
puoi abbandonare". 1\\'li ero appena alzato quando
squillò il telefono. Faccio di corsa le scale. Era
una ricca signora cattolica, che desiderava ritirarsi
all'estero. " Se lei, padre, ha un angolo Hbero, può
venire a casa mia e dare un'occhiata per vedere
se vi è qualcosa che sern per il suo Club; tutto è
a sua disposizione".
Bastava dare un'occhiata al Club per capire come
Padre Bowling doveva essersi affrettato con il più
grosso camion a portarsi \\·ia mtti quei mobili...
Tutto quello che si vedeva era della più raffinata
eleganza e, direi, sontuosità. Oltre al mobilio, la
signora gli aveva dato un generoso assegno perchè
si comperasse ciò che più gli abbisognava.
Poi il Padre tirò fuori da un cassetto una copia
della "Novena a Maria Ausiliatrice" consigliata da
Don Bosco e me la diede. Non a\\"evo perso una
sillaba delle sue parole. l risultati di quell'ami-
cizia del Padre con Don Bosco erano evidenti;
bastava che io girassi attorno lo sguardo. Mi misi
allora a leggere attentamente il foglio della NQ'1Je11a.
Padre Bowling sembrava divertito nel vedere la
faccia che facevo e: "Mi hai detto - disse - che
hai pregato e non sai più come forzare le porte del
Cielo. Ora non hai da fare altro che leggere le pre-
ghiere che trovi in questo foglietto. Sono parole
semplici, non dcvi aggiungervi altro. Pòrtati a casa
questa novena. Recitala per nove giorni e non di-
menticarti che se le tue preghiere saranno esaudite,
lo devi a Dio per intercessione di Don Bo:::co".

2.3 Page 13

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DON BOSCO CAMB IA
IL CORSO DELLA SUA VITA
Ricordo molto bene che rientrando in rasa, mia
moglie mi disse: "Già di ritorno ? Non sei certo
potuto andare molto lontano!". La strinsi tra le
bracria dicendo: "Non puoi pensare, cara, l'enorme
cammino che bo fatto oggi! Un giorno lo saprai''.
Feci la novena...
Il mattino del nono giorno mentre mi stavo ra-
dendo, udi i una voce distinta che mi disse: "Va'
oggi stesso da Dan Kelly all' Universal Film". :Vli
guardai nel~o
ti passa? Già
_specc~io. e mi
mcorrunc1amo a
dsisesni:t_ire"Ovohcèi1
Nei]
e ad
I che
avere
manìe religiose? Sarebbe il colmo!'' e continuai a
radermi. Una seconda volta la voce mi ripetè chia-
ramente: "Va' oggi stesso da Dan Kelly all' Universal
Film". Andai in cucina dove mia moglie attendeva
alle faccende e le chiesi se mi stesse prendendo in giro.
- Oh, cielo, perchè dovrei farlo ? l\\1a che accade?
Le raccontai l'accaduto.
- Io, al tuo posto, andrei da Dan Kelly - mi
disse.
Andare da Dan Kelly? Se vi era una persona in
Hollywood che si sarebbe sbellicata dalle risa al
sentire che avevo bisogno di impiego e di denaro,
era proprio Dan, Kelly. Sarebb~ stato_ per. lui un
vero trionfo. Ali apogeo della mia carnera rn Hol-
lywood, avevo avuto uno scontro con I?an. Kelly,
allora direttore capo del personale del) Umversal.
Ma dietro l'insistenza di mia moglie, telefonai.
Il segretario del sig. Kelly, invece di un freddo
saluto, espresse la sua felice sorpresa di sentirmi e
mi disse di trovarmi nel suo studio entro un'ora:
mi avrebbe fatto incontrare con Dan. Arrivai pun-
tuale all'appuntamento. Quando mi presentai a
Dan Kelly, mi salutò con un arcigno: "Cosa vo-
lete?". Gli racc.ontai della voce che mi aveva spinto
ad andare da lui. Rise di gusto; poi telefonò a un
altro ufficio dicendo che avrebbe mandato Neil
Hamilton, e aggiunse: "Sono sicuro che farà molto
bene la sua parte".
Nell'altro ufficio mi fecero incontrare con Felix
Feist, con il quale avevo lavorato nella Metro Gold-
win Meyer. Era felice di rivedermi. Mi salutò co~~
fossi un fratello perduto da tempo. Quando lasc131
il suo ufficio, avevo firmato un contratto di 650
dollari la settimana.
Quale cambiamento mi aveva portato quella voce
misteriosa I Ora mi affrettavo felice verso casa. Però
pensai subito che la parte assegnatami esigeva un
uomo ben vestito e io non avevo alcun vestito nuovo
da indossare e nulla con cui provvedermene dei
nuovi ...
DON BOSCO APPIANA
LE ULTIME DIFFICOLTÀ
Mi stavo crogiolando a questo pensiero quando
squillò il telefono. Era Arthur Lubin, un vecchio
amico, un direttore dell'Universal che mi telefonava
per rallegrarsi con me del mio nuovo impiego.
Questa telefonata giunta proprio in quel momento
mi suggerì di fargli presente il mio problema. Mi
rispose di andare subito al suo studio dove mi diede
un assegno di 500 dollari.
Portatomi dal sarto rimasi di stucco nel sapere
che, a causa della guerra, avrei dovuto aspettare
tre mesi per aYere un vestito su misura. Ancora
una volta mi volsi a pregare Don Bosco.
Appena finita la mia preghiera, il capo-sarto
uscl di dietro le tendine e, meravigliato di vedermi
là, "Nei\\ Hamilton qui?" esclamò. Seppi allora
che lui e sua moglie erano miei ammiratori.
Generalmente la prima volta che si indossa un
abito già confezionato si fa la figura di uno scara-
faggio: le maniche sono troppCl corte, i calzoni troppo
lunghi, Ja vita troppo ahbondante... Uno dopo
l'altro ne provai tre mentre il mio amico sarto li
misur;va e vi faci::va i misteriosi segni con il /'fesso.
E quando spuntò il sole del lunedì io ero ali Uni-
versai completamente pronto per il mio laYoro. Era
una chiara risposta alla mia preghiera fatta a Don
Bosco.
Voi mi chiederete: "Perchè ci ha raccontato questa
storia?".
La risposta è facile...
Perchè vi potrà forse essere anche una sola persona,
uomo o donna, giovane o vecchio, tra i miei ascolta-
tori che siano convinti, come lo fui io quand'ero
sulla quarantina, di avere pregato inutilmente e
che il loro pregare sia tempo perso. lo non posso
dire a quella persona come e quando la sua preghiera
sarà esaudita, ma posso dire: "Non disperate nep-
pure un istante. Le vostre preghiere saranno certa-
mente esaudite, come lo furono le mie".
Questa non è una storiella; è storia vera vissuta
da me. Raccontandola io spero che il mio grande e
buon amico del cielo, San Giovanni Bosco, sia con-
tef\\t0. Poche cose nella mia vita mi hanno fatto
tanto piacere come il far conoscere questa mia storia.
Dovunque mi possiate incontrare: nella strada,
sul palcoscenico, sullo schermo della tv, voi po-
tete affermare senza tema di sbagliare: "Quest'uomo
ha nella Stia tasca la Novena di Don Bosco!" >>.
NOVENA A MARIA AUSILIATRICE
consigliata da Don Bosco
1. Recitare per nove giorni: tre Pater, Ave, Gloria
al SS. Sacramento con la giaculatoria: Sia lodato
e ringraziato ogni momento il Santissimo e Div/-
nissimo Sacramento; e tre Salve Regina a Maria SS.
Ausiliatrice con la giaculatoria: Maria. Auxilium
Christianorum, ora pro nobis.
2. Accostarsi ai Santi Sacrt_menti.
3. Fare un'offerta, secondo le proprie possibilità,
per le Opere Salesiane.
4. Avere molta fede in Gesù Sacramentato e in
Maria SS. Ausiliatrice.
Presso la Dlra:tione Generale Opera Don Bosco
VI• Maria Au• lllatrlce, 32 Torino
11

2.4 Page 14

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ESERCIZI SPIRITUALI
Per Cooperatori
Per Cooperatrici
PIEMONTE
Muzzano Biellese (Vercelli). 7-10 agosto
Muzzano Biellese (Vercelli): 12-16 agosto
(per coppie di sposi)
Muzzano Biellese (Vercelli): 16-19 agosto
LOMBARDIA
Como Satesianum via Concihaz,one. 48: 28 glugno-
2 /ugllo
Como - Salesianum - via Conciliazione. 48: 25-28 agosto
Como - Sales,anum - via Conciliazione. 48: 31 agosto-
3 settembre
PIEMONTE
Muzzano Biellese (Vercelli): 30 lugllo-3 agosto
Muzzano Biellese (Vercelli): 3-7 agosto
Muzzano Biellese (Vercelli): 27-31 ago$to
Muzzano Biellese (Vercelli) 3-7 settembre (insegnanti)
Roccavione (Cuneo): 4-8 settembre
Gìaveno (Torino): 10-14 settembre
LOMBARDIA
Como - Salesianum - via Conciliazione, 48: 10-14 agosto
Varese - Piazza Libertà: 8-12 settembre
Zoverallo d'Jnrra: 15- 19 settembre
VENETO
Cison dt Va/marmo (Treviso)· 16-20 agosto
Cison d1 Va/marino (Treviso): 13-17 settembre
Bardo/mo - Eremo Rocca di Garoa (Verona): 3-6 agosto
LIGURIA
Genova - Quarto (Cenacolo) 23-27 settembre
Col di Nave (lmpena) 26-30 settembre
EMILIA
Bologna - San Luca. 12-16 agosto
Bologna San Luca· 31 agosto-3 settembre
TOSCANA
Ptetrasanca (Lucca) 2 -5 agosto
MARCHE
Loreto. 22-26 agosto
VENETO
Cesuna - Villa Tabor (Vicenza): 13- 16 lugllo
LIGURIA
Genova - Quarto: 9 - 13 settembre
(Cooperatrici e coppie di sposi)
Porto MaurtZJO {Imperia): 13-17 settembre
(Cooperatrrc1 e coppie d1 sposi)
EMILIA
Bologna - San Luca: 25-28 giugno
TOSCANA
Calci (Pisa). 6-9 agosto
MARCHE
Loreto: 25-29 luglio
Loreto: 27-31 agosto
Loreto: 6-10 settembre
LAZIO
Monte/Jolo di Casperia (Rieti). 27-30 agosto
Castelgandolfo - Casa Nostra (Roma): 4-6 agosto
(per coppie d1 sposi)
CAMPANIA
Pacogn,mo di Vrco Equense (Napoli): 12-16 agosto
(Cooperatori con le !oro signore)
Pacognano d, Vico Equense (Napoli)· 15-19 settembre
(genitori dt Salesiani e Cooperatori coniugi)
PUGLIA
Osrum (San) 25-29 giugno (Cooperatori e Cooperatrici)
Cenare di Nardò (Lecce)· 5-8 luglio
(Cooperatori e Cooperatrici)
LAZIO
Fiuggi (Frosinone): 29 glugno-3 luglio
(NB. Un altro corso a Loreto dal 6 al 10 settembre)
CAMPANIA
Pacognano di Vtco Equense (NA): 25 glugno-10 lugl/o
(Cooperatrici giovani e adulte con predicazione d1sunta)
Pacognano di Vico Equense (Napoli): 5-9 agosto
(Insegnanti)
Pacognano di Vico Equense (Napoh): 20-24 settembre
(Cooperatr1c1 giovani e adulte con predicazione distinta)
CALABRIA
Bova Mar,na (Reggio Calabria): 14- 18 settembre
Soverato (Catanzaro). 19-23 settembre
LUCANIA
Potenza: 25-29 agosto (Cooperatori e Cooperatrici)
PUGLIA
(NB. Vedere date e località indicate per i Cooperatori)
12

2.5 Page 15

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1967
LUCANIA
(NB. Vedere date e località indicate per i Cooperatori)
SICILIA
Zafferana Etnea (Catania): 29 aprlle-3 maggio
Zafferana Etnea (Catania): 29 glugno-3 luglio
Zafferana Etnea (Catania): 20-24 settembre
Poggio San Francesco (Palermo): 13-17 settembre
SARDEGNA
Cagliari: 17-21 settembre
Esercizi di orientamento
Per giovani dal 18 al25 anni circa, che vogliono ap-
profondire Il problema dell'orientamento della vita.
Sanreramo (Bari): 22-25 marzo (giovani e dirigenti di
Associazione)
(rivolgersi al Delegato lspettoriale Cooperatori, via Martiri
d'Otranto. 65, Bari).
Fiuggi (Frosinone): 5-9 lugllo (signorine)
(rivolgersi al Delegato lspettoriale Cooperatori. via Mar-
sala 42, Roma)
Loreto (Ancona): 17-21 agosto (signorine e universi-
tarie)
Loreto (Ancona): 1-5 settembre (giovani e universitarì)
(rivolgersi al Delegato lspettoriale Cooperatori Salesiani -
Loreto - Montereale - Ancona)
Cagliari: 13-17 settembre (signorine)
(rivolgersi al Delegato lspettoriale Cooperatori. viale San-
t'lgnazio 64, Cagliari)
Zafferana Etnea (Catania): 24-28 settembre (signorine)
(rivolgersi al Delegato lspettoriale Cooperatori. Istituto
Salesiano. Piazza Don Bosco, Palermo)
Ostuni (Bari): 30 lugllo-3 agosto (per giovani Coope-
ratori)
(rivolgersi al Delegato lspettoriale Cooperatori, via Martiri
d'Otranto. 65. Bari).
Per sacerdoti cooperatori,
exallievi e simpatizzanti
Muzzano Biellese (Vercelli): 17-22 settembre
Sondrio - Salesiani: 18-23 settembre
Como - Salesianum - Via Conciliazione. 48: 13-18 no-
vembre
Genzano (Roma) - Villa Betania: 24-30 settembre
Per Iscrizioni rivolgersi al Delegato Cooperatori
della locale Casa Salesiana o delle Figlie di Maria
Aus/llatrlce, oppure di quella più vicina.
LA GRANDE CENTRALE
Di sera la città s'illumina come d'incanto. Ma
la fonte della luce è ben lontana, lassù tra le vette
che nascondono un laghetto alpino e che adom-
brano a valle un modesto edificio dove una ca-
scata aziona delle turbine. Senza la centrale elet-
trica non ci sarebbe il miracolo de/l'illuminazione
urbana nè quello della produzione industriale.
Anche per il cristiano che vuol vivere la sua
fede, sprigionando luce d'esempio e calore di
apostolato, occorre una centrale dello spirito, un
angolo remoto per l'intimo dialogo con Dio: gli
Esercizi Spirituali.
Il Cooperatore salesiano, che deve essere una
strada di luce anche per altri. non può certo
trascurare la fonte principale della sua carica di
vita cristiana.
Si pensi: tre giorni di ritiro all'anno su 365
giorni sono meno dell'uno per cento. Eppure il
Signore saprà accumulare nell'anima che con-
sente a quel piccolo sforzo, un tesoro di grazie
spirituali paragonabile appunto a quello di una
centrale elettrica e termica nel campo fisico.
Del resto, che cosa sono tre giorni all'anno?
Tutti oramai, anche il più umile operaio e il più
modesto impiegato, trovano modo di rifare le
loro forze fisiche con almeno quindici giorni
all'anno di completo riposo in ambiente dbterso
da quello di casa loro. E per l'anima, le cui ener-
gie sono certamente più insidiate di quelle del
fisico, non si troveranno tre giorni di ristoro?
PENSIERI CHE FANNO PENSARE...
« Oggi non si può mantenere salda la fede senza un corso di Esercizi
Spirituali 1.
Mons. G. B. Montlni
• La pane fondamentale delle pratiche di pietà, quella che In ceno
modo tutte le abbraccia, consiste nel fare ogni anno gli Esercm Spm-
tuali 1.
Don Bosco
Il Cristianesimo è una cura cosi radicale che tuttì cercano di riman-
darla•·
Kierkegaard
K L'odierno staio del mondo, la vita intiera I, malata. Se io fossi me•
dico e uno ml domandasse un consiglio, gli risponderei: Cerca il si-
lenzio I Cosi soltanto si può udire la parola di Dio •· Kìerkegaard
• Un giorno stavo seduto sulla riva di un liume. Presi dall'acqua
un bel sasso rotondo e lo ruppi. L'interno ne era asciutto. Quel sasso
giaceva da secoli nell'acqua; ma l'acqua non vi era penetrata. Allora
pensai che la stessissima cosa accadde agli uomini dell'Europa. Da se-
coli li circonda il Cristianesimo, ma il Cristianesimo non vi è penetrato.
La colpa non è affatto nel Cristianesimo, ma nel cuore dei cristiani•·
Sadhu Sundar Sing
Il giorno in cui un cristiano sl considera definitivamente convertito,
quel giorno egli è perduto. Ha c.imminato a ritroso, non verso Dio, ma
verso se stesso».
Michele Federico Sciacca
« Gli Esercizi Spiritualì devono costituire Il vertice dell'attività spiri-
tuale dell'anno».
Atti del Capitolo Generale del 1965
13

2.6 Page 16

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Eduohlamo come Don Bosco
Educateli a pregare
Sul princ1p10 del 1858 Don
Bosco deve estinguere un grosso
debito, ma non ha un centesimo
in tasca. Il creditore aspetta già
da tempo e per i1 20 del mese
vuole assolutamente essere pa-
gato. In quelle strettezze, Don
Bosco chiama alcuni ragazzi:
- Quest'oggi ho bisogno di
una grazia particolare - dice
loro; - io andrò in città e du-
rante tutto il tempo che vi ri-
marrò, qualcuno di voi sia sempre
in chiesa a pregare.
I ragazzi glielo promettono.
Don Bosco esce. Giunto presso
la chiesa dei Preti della Missione,
in via Arcivescovado, gli si avvi-
cina uno sconosciuto e garbata-
mente gli presenta una busta con
dentro parecchi biglietti da mille
lire, una somma altissima per
quel tempo. Meraviglialo del dono,
Don Bosco esita nell'accettarlo:
- A che titolo mi offre questa
somma?
- Prenda e se ne giovi per i
suoi ragazzi, - insiste lo scono-
sciuto. E si allontana s~za pale-
sare il donatore.
Sempre cosl: quando aveva bi-
sogno di qualche cosa, Don Bosco
era solito ricorrere alla preghiera.
Otteneva tutto. Diceva ai suoi
ragazzi: <i Chi prega è come colui
che va dal re~-
Che cos'è la preghiera? Fu de-
finita: ~ Un colloquio del Figlio
di Dio, Gesù, che vive in noi,
con il Padre che è nei cieli, sotto
l'azione dello Spirito Santo>>.
Occoffe far capire ai ragazzi
che la preghiera è ,m orie11tame11to
profondo dell'anima verso Dio. Suc-
cede pressappoco come per una
mamma che ha un bimbo am-
malato. Lo visita frequentemente,
gli misura la febbre, lo cura; ma
anche quando scende in cucina a
rigovernare la casa, il suo pensiero
non si stacca dal ~uo bambino, è
orientato verso di lui.
Per insegnare ai ragazzi a pre-
gare occorre far loro co11oscere
Gesù. Gesù non è mica qual-
cuno morto; è una persona viva,
il Vivente per eccellenza. Per co-
noscere Gesù, bisogna conoscere
e leggere il Vangelo. <t La vita
etema è conoscere Gesù Cristo•>,
disse Gesù nell'ultima cena. Uno
dei più grandi scrittori russi aveva
inciso sul suo tavolo di lavoro
queste parole: «Mi fa paura se-
pararmi dal V angelo anrhe per
pochi giomi ~- Padre Leonzio de
Grandmaison esortava: << Studiate,
cercate, scrutate, ree/ate senza posa,
per voi e per gli altri, le insonda-
bilt" ricchezze di Ge.~zì nel Van-
gelo. Fissatelo ostinatamente fino a
saperlo a mw10ria. Meglio ancora:
fino ad assimilarvi a lui, fino ad
assorbirvi in Lui•>.
Occorre insegnare ai ragazzi a
trovare ogni giorno il tempo adatto
perprt!gare. Qualcuno dice: «Ma io
non ho tempo per pregare 1>. Come,
non hai tempo ? Le 24 ore del
giorno si possono dividere in 96
quarti d'ora. Ebbene: 32 o 36
quarti d'ora vanno al sonno; 36
o 40 quarti d'ora vanno al la-
voro; + o 5 quarti d'ora van.no
agli spostamenti vari; 6 o 8 quarti
d'ora vanno ai pasti. Basta un
unico quarto d'ora dato a Dio
nella preghiera per far vibrare
di gioia e di sole tutta la gior-
nata.
Occoffe far capire ai ragazzi
che nella preghiera succede esat-
ramente come nella corsa. Chi
prende un magnifico scatto ini-
ziale, corre bene. I momenti
d'inizio sono i più preziosi, come
nella giornata le prime ore del
mattino. Bisogna all'inizio dare un
colpo di freno a tutte le preoccu-
pazioni, smorzare il tumulto dei
pensieri profani, azzerare il vo-
lume delle occupazioni.
Occorre far capire ai ragazzi
che la p,-eghiera è come un'esposi-
zione al Sole, che è Dio. Chi fa
la cura del sole, crede al sole.
Un celebre m1;dico raccontò di
un giovanotto colpito da tbc. L'a-
veva mandato iu un sanatorio di
alta montagna, a Davos in Sviz-
zera. Dopo qualche anno, il dot-
tore venne a trovarlo. Lo sorprese
in una stanza che stava suonando
al pianoforte L'inno al sole di
Mascagni. - Sei tu? - gli chiese
meravigliato. - Sono guarito - gli
rispose il giovane - merito del
sole di montagna.
San Giovanni della Croce di-
ceva: << L'anima arriva, nella pre-
ghiera, a essere tutta riempila dei
raggi della divinità, tutta trasfor-
mata nel S110 Crcatorr. Diventa più
Dio che anima». Cioè viene lette-
ralmente radioattivizzata di Dio.
<• Chi prega è come colui che va
dal re: - diceva Don Bosco -
ottier1e tutto~-
14

2.7 Page 17

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Il "Paradiso d11/la llbertà"
Hongkong è diventata una città cosmopolita di
prima importanza. Oltre la popolazione cinese
(98% ), vi è gente di ogni razza e nazione: turisti
che vengono da ogni parte del mondo ad ammi-
rare questa "Perla d'Oriente"; soldati americani
provenienti dai campi di battaglia del Vietnam,
per passare un periodo di riposo e di svago; com-
mercianti di tutte le nazioni, che importano le merci
più svariate.
Vi si trova infatti qualunque merce di qualunque
provenienza: si possono comprare oggetti di ultima
invenzione d'America, e si possono trovare a buon
prezzo le varie produzioni della Cina di Mao.
La popolazione aumenta di giorno in giorno:
oltre le nascite assai numerose, ogni giorno centinaia
di cinesi, scappati dall'inferno di Mao, entrano clan-
destinamente in questa colonia inglese che, paraio-
nata con la Cina comunista, viene chiamata il « Pa-
radiso della libertà». Benchè il governo inglese
cerchi in tutte le maniere di impedire queste im-
migrazioni illegali, tuttavia non riesce a tamponare
le mille aperture per cui i poveri Cinesi trovano un
rifugio a Hongkong, dove si gode ancora una relativa
pace e tranquillità.
Problemi d/fflcl/1
Col rapido aumento della popolazione, il governo
di Hongkong si trova davanti a parecchi problemi
difficili, di cui i più urgenti sono l'abitazione e
l'educazione. Somme ingenti furono spese e conti-
nuano a spendersi per la costruzione delle case,
chiamate Resettlemenl Estates. Queste case sorgono
generalmente nella periferia della città, in luoghi
dove prima c'erano solo rocce e sterpi. Di regola
esse sono alte 16 piani; ogni piano ha due lunghis-
sime file di stanze con un corridoio in mezzo, e
possono contenere un migliaio di famiglie: sono
veri alveari. Accanto a un gruppo di tre o quattro
di questi blocchi di case il governo ha pensato a
costruire una scuola alta generalmente sei piani,
con 24 aule scolastiche, oltre i locali per gli uffici
e i servizi. li Diparti.mento d'Educazione affida
queste scuole a enti vari per la direzione e l'ammi-
nistrazione. 1 protestanti, i buddisti e altre organiz-
zazioni sociali di commercianti hanno già ottenuto
parecchie di queste scuole. Anche i cattolici ne
hanno ottenute alcune.
La "St. John Bosco School"
I Cooperatori salesiani di Hongkong hanno clùesto
al governo una di queste scuole. Fu presentata la
domanda nel luglio del r965 da un gruppo di Coo-
peratori, e fu ben accolta. Dopo lunghe pratiche
burocratiche, la scuola fu definitivamente conse-
gTiata ai Cooperatori il 24 aprile 1966, giorno com-
memorativo di l\\faria Ausiliatrice.
La casa ha cinque piani. Eccetto il primo piano,
occupato dalla Croce Rossa che dirige una scuola
per ragazzi inabili, tutto il resto dell'edificio è per
la nostra scuola. Il piano terrtno è un grande sa-
lone, e serve per la ricreazione. l\\Ia poichè esso è
insufficiente, il delegato ispettoriale dei Coopera-
tori ha chiesto e ottenuto dal governo un terreno
accanto alla scuota, che dovrebbe servire per il
parcheggio delle macchine. li governo pensò anche
a cintarlo con reti metalliche e ad asfaltarlo, sicchè
ora è diventato un bel cortile per la ricreazione.
Gli uffici della direzione e dei maestri si trovano
al secondo piano. Vi è anche un salone speciale per
la musica, un altro per la biblioteca e per le adu-
nanze. In uno di questi saloni è stato sistemato un
bell'altare col quadro di San Giovanni Bosco.
La scuola è stata intitolata "St. John Bosco School"
per commemorarne il 150° anniversario della nascita.
Al terzo piano vi sono sei aule, costruite secondo
le misure stabilite dal Dipartimento d'Educazione:
ognuna può contenere 45 allievi. Così al quarto
e al quinto piano. In tutto sono 18 aule. Quando
sono tutte occupate, con due turni, mattino e po-
meriggio, si possono accogliere 1620 allievi.
15

2.8 Page 18

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Cooperatori coraggiosi
Il governo pensa a tutte le spese della costruzione Cl SCRIVONO: « Cl HA APERTO GLI OCCHI»
dell'edificio, fornisce anche le cose più indispensa-
bili, come la luce elettrica, le lavagne. I Coo-
peratori salesiani devono comprare tutti i mobili:
L'articolo sui ''fumetti neri" dello scorso gennaio ha su-
scitato calorosi consensi da parte di molti padri e madri,
che ci hanno ringraziato di aver loro "aperto gli occhi".
banchi, sedie, tavoli, ecc., che in tutto sono costati su pericoli reali per la formazione morale ed equilibrata
circa 70.000 dollari di Hongkong (circa 7 milioni dei loro figli. Tra le lettere pervenute alla direzione pub-
di lire). Siccome tale somma si paga a rate, con solo
20.000 dollari a loro disposizione i Cooperatori
hanno potuto iniziare la scuola.
Fu scelto un gruppo di Cooperatoà e di Coo-
peratrici, che forma il corpo direttivo e ammini-
blichiamo la seguente, che suggerisce una reazione con-
creta al male che compiono i fumetti neri e in genere la
stampa immorali: la denuncia personale e collettiva. I Di-
rigenti locali dei nostri Cooperatori saranno lieti di pro-
muovere e organizzare tali denunce. Intanto ecco la lettera:
strativo della scuola. Ora si stanno facendo le pra- Segretariato della Moralilà
tiche presso il governo per farsi riconoscere legal- TREVISO
Treviso. 9 gennaio 1967
")
mente come ente morale.
Rev.mo Padre,
Questi membri della nostra terza famiglia hanno
mi perviene il Bollettino Salesiano n. 1 in data 1• cot•
dimostrato uno zelo straordinario sia nell'organiz- rente e ho letto con vivo interesse l'artico/o sul fumetti neri.
zare la scuola come nel raccogliere le offerte per far Plaudo toto corde al valoroso estensore del/'art1colo, ricco
fronte alle prime spese. Essi sono felici di colla-
borare con i Salesiani, anche con grave sacrificio,
perchè pensano che con questo apostolato po-
tranno fare un grande bene alle anime dei ragazzi.
di saggia pedago{}ìa cristiana.
Mi sono soffermato, ln particolare, sulfinciso di pag. 6
dicente: <I Non si sa come questi racconti privi di poesia,
di umorismo. di buon gusto possano salvarsi dall'art. 528
del r;odice penale». La risposta è quanto mal semplice:
perchè nessuno li denuncia alfAutorìt/J giudiziaria.
Tale 11utoritli interviene e:ontro la scampa perseguibile
Conoscono Cristo
d'ufficio solo a seguito di denuncia.
le denuncia, da farsi In carta semplice e secondo una
formula che qualsiasi avvocato saprà suggerile, non com-
L'edificio della scuola, come è stato detto, fu
consegnato ai Cooperatori iI 24 aprile. Dopo s<'lo
dicci giorni di preparativi, la scuola ebbe inizio il
5 maggio, nel mese dedicato alla Madonna. Al
principio furono accettate solo 4 classi, perchè si
era già nella seconda metà del secondo trimestre
porta per chi la fa nessuna responsabit;tà, nè civfle, nè
penale.
Ecco, dunque, ciò che occo11e fate: bisogna che la rea-
zione sia pubblica, non privata nè sllenziosa (i famosi
"mugugni''/); deve essere di molti, deve essere "costante'~
deve giungere, soprattutto, all'occhio e all'orecchio delle
persone cui spetta di em(l,ttere li giudizio :;ulla incrimina-
dell'anno scolastico.
bllitè o meno delle pubblicazioni giudicate offensive della
Durante le ultime vacanze estive, furono fatte
le nuove iscrizioni, e furono accettati circa 1200
allievi e allieve, divisi in due sezioni: mattino e
pomeriggio.
Ora abbiamo circa 1400 allievi e allieve. È una
scuola elementare, sussidiata come le altre dal go-
verno. I maestri e il personale di servizio sono ben
pagati dal governo; in maggioranza sono Coope-
ratori e Cooperatrici, o sono cattolici che si pre-
parano a essere iscritti Cooperatori.
Oltre le materie ordinarie scolasùche, s'imparte
anche l'insegnamento del catechismo a tutti gli
allievi e allieve, sicchè circa 1400 ragazzi e ragazze
imparano la dottrina cattolica. Si spera che questo
pubblica mo,111/tà. (Nel caso in questioile, il genere di
"fumetti" descritti nell'articolo violano l'art. 528 del codiee
penale per effetto del disposto deg/1 articoli 14 e 15 della
Legge Q febbraio 1948. n. 47).
In ogni caso fa denuncia ha sempre effetto positivo:
materiale. ss la Procu1a della Repubblica provvederà a far
sequestrare la pubblicazione denunciata; morale, perchè ss
la denuncia stessa viene archiviata, cio non costittJisce
un "fiasco". Oltre che aver adempiuto a un dovete civico,
dettato dal/a propria coscienza, si è "documentato" alle
Autorità che esiste una concreta reazione alla immoralità,
di cui i Pubblici Poteri dovrsnno ten8fe conto.
Uniamoci, stur/iamo, prepariamoci e passiamo fiduciosi
a/l'azione. Come Cooperatori salesiani Don Bosco ce ne
fa un impegno dando alla nostra « Pia Unione II questo
sottotitolo: «un modo pratico per giovare al buon co-
sia per molti il primo passo verso il santo Batte- stume e alla cìvlle società».
simo, come avviene nelle grandi scuole salesiane
Giuseppe Meneghetd Cooper•toro Saltt$iano
di Hongkong, nelle quali ogni anno si preparano
al Battesimo parecchie centinaia di allievi.
I genitori cinesi, anche se sono buddisti, sono
spesso felicissimi di affidare i loro bambini alla
L'Oss1,1,vatote Romano del 25 gennaio scorso riportava
la lieta notizia che «l'energica azione,dell'Ordine Regionale
dei giornalisti lombardi é riuscita, in questi ultimi mesi, a
ridurre il numero delle testate!> dei fumetti neri, e citava Il
scuola cattolica. Più di un papà e di una mamma
hanno detto. <• Al mio bambino fate studiare la re-
ligione cristiana. Io voglio che diventi cristiano,
perchè i cristiani sono gente onesta e i ragazzi cri-
stiani obbediscono ai loro genitori più degli altri>>.
Di fatto i missionari e i nostri Cooperatori pre-
parano alle famiglie dei ragazzi buoni, che portano
nel focolare domestico il profumo di Cristo e nella
parere çlel prof. Bianchi d' Espinosa, presidente del Tribu•
nale di Milano. sull'utilità della denuncia. « Molto si può
fare - afferma lo studioso - con la repressione che deve
essere pronta, decisa, condotta senza alcun timore, ap-
pena vengono ravvisati, nella pubblicazione, gli estremi che
possono essere perseguiti. Una sorveglianza continua, una
segnalazione immediata e la sanzione conseguente, pos-
sono scoraggiare chi ha intrapreso la strada per contribuire
all'inquinamento della società».
società l'esempio di una vita onesta e laboriosa.
16

2.9 Page 19

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PARLA
IL MEDICO
DI
MONSIGNOR
CIMATTI
"Mons. Cimatti - afferma il prof. Moriguchi - ha insegnato a me,
medico, più di quello che avrebbero fatto mille prediche; soprattutto
mi ha convinto che in questo mondo possono realmente esistere i SantiJJ
Nel primo anniversario della
morte di mons. Vincenzo Ci-
matti i salesiani del Giappone
hanno commemorato il fondatore
dell'opera di Don Bosco nel Paese
del Sol Levante. Dopo un so-
lenne rito funebre celebrato a To-
kyo con la partecipazione del-
1'Incaricato della Nunziatura Apo-
stolica mons. A. Acerbi e dell'Am-
basciatore d'Italia, fu benedetta
la prima pietra dclJa chiesa e
della cripta, che sorgeranno presso
l'Isùtuto salesiano come monu-
mento di riconoscenza degli ex-
allievi e amici cli mons. Cimatti.
Seguì una commemorazione del
grande scomparso. La tenne il
prof. P. Moriguchi, che curò
amorosamente mons. Cimatti per
tutto il periodo della lunga in-
fermità.
li prof. Moriguchi fu già as-
sistente del prof. Trabucchi al-
l'Università di Milano e oggi è
membro della Commissione me-
dica presso la Santa Sede. L'il-
lustre professionista giapponese
aveva già scritto su mons. Ci-
matti una testimonianza che i
nostri lettori gradiranno cli co-
noscere almeno in parte:
«Pur essendone del tutto inde-
degno - afferma il prof. Mori-
guchi - ebbi la grande fortuna di
curare mons. Cimotli: ritmgo questo
un grande onore e nello stesso tempo
una grazia del Sig11ore. Piena-
mente conscio di 11011 essere ali'al-
tezza della mia missione sia come
uomo che come medico, og11i qual
volta mi trovai vicino al suo letto,
non potei non sentire fortemente il
senso della mia responsabilità e
anche della mia piccolezza.
Come medùo la mia esperienza
nori supera i quindiri anni, tuttavia
in questo frattempo ho trattato con
un considerevole numero di pazienti.
Non temo di fare ingiuria a nes-
su,io di essi se oso affermare che
17

2.10 Page 20

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INVITO
Saremo lieti di allineare alla presente testimo-
nianza quelle dei numerosi exallievi, amici e
ammiratori di mons. Cimatti. Ogni loro scritto
sul venerato Maestro ci tornerà gradito, tanto
se riporterà un giudizio sulla sua figura come
se rievocherà qualche aspetto o qualche epi-
sodio della sua vita. Gradiremo anche cono-
scere eventuali lettere e scritti di mons. Cimatti
o negli originali o in copia fedele. Assicuriamo
quanti ci invieranno gli originali che saranno fe-
delmente restituiti, a meno che il possessore ci
comunichi la volontà di farcene omaggio.
Indirizzare a: Bollettino Salesiano, via Maria
Ausiliatrice, 32. Torino
n<m uno dei tanti p11ò em1re po-
ragcmato a mo11s. Cimatti per la
sua grande::::a morale.
Evidentemente anche l11i, ,-ssendo
un mortale in carne e oua, sen-
tiva la sofferenza e ìl dolore, e
questi veni'l:ano manifestali i11 mndo
naturale. Tuttavia tali feno111e11i ti-
picamente umani di i11dole biologica
o patolopica rù-eveva,w da lui una
11uooa d,mmsione, ve11ivo110, per così
dire, proielffllÌ fuori e sopra lutto
ciò che 1\\ sensibile: tutto il .1110 111odo
di pensare e di agire lo dimostrava.
Parlando con cog11izio11e di causa
mi sembra di poter asserirl' che
mons. Cimntti è stato di """ sen-
sibilità molto mperio,e a/In ro-
1111me dogli uomini. Pet me egli rra
da porsi nello categoria degli "ij,cr-
smsibili"; però in lui tale ipersen-
sibilità, mediante tm lavodo diu-
turno soste1111to dalla fede e da
una dedi::ione a,mmrll'Volt', polè es-
sere del tutto sottomessa al dominio
dello spirito.
!11 tempi d1 buona salute egli ma-
nifestava esteriormente i se11tlme11ti
di gioia e di tristezza co11 la s1111-
plirit,ì di ,m f a11ri11/lo. Questfl dispo-
sizionB egli l'avl"lJa dalla nascita e
certamente era 1111 pre:::ioso do110
del Signo,e. Però il naturale, 111e-
din11le l'allr11zio11e e 11110 sforzo
co11ti11uo che era fatto i11 collabo-
razione co11 la grazia, vn111e reso
assai più delicato e di ordine piu
elevato. Nello stesso tempo ehe come
medico facevo la sua diagnosi,
potei constatare come " 111U1 for:::a
spirituali' possa influire forlc111e11te
su fe110111e11i di ordine biologico e
patologico.
Nel raso normale di sofferenze
agonichtJ quello che io esperimento
- 11011 diversamente da qualsiasi
altro dottore - è proprio il co11-
trar"io, vale a dire l'i11Jlusso rhe
gli t'iementi fisici hanno ru quelli
spirituali. hl 111011s. Cimatti tutta
la vita era impostata diversame11le
- questo 11al11ralmente rol concmso
del s110 pa::iente lO'llorìo e della
grazia; - in lui il sopran11al11ralo
era riuscilo a soltomrttere perfi1w
l, reazioni biologicht'.
Chiedo ve11ia se oso ma11ifi:,ctare
il mio prnsiero cosi come lo snito:
tutte I, volte c/14 ebbi I'occnsio11e
di aw1e111are mo11s. Cimatti e
fu mollo di frequn1te d11ra11tr 111110
il periodo rlell'i11fermità - 11c ho
rirai•ato 1111 "qualche cosa". Se
poi mi si chiedesse di specificare
di più questo "qualche cosa", con-
fesso di 11011 l'Sse,e in grado di Ja,/o
esaurie11lc111e11te. Quello che posso
dire è che sempre ho sentito m
lui 1'1101110 che ha ricevuto speriali
grazie da Dio, l'uomo 1mlto e vi-
vente coslanlemente i11sù:111c a Dio.
Nei frt'q1111r1ti rontatti durati
per ben due armi e mezzo posso
affermare di 11011 aver mai sen-
tito da lui 11110 predica nè di afJer
(lf}Ulo con lui una di qul'lle che
ve11gonu chiamate conversa:iio11i spi-
rituali; tuttavia egli 11011 co11 le
parole, ma co11 la sua persona ha
i11seg11oto a me, medico, piu di
quello elle mJrebbero fatto millr
prediche; soprattutto mi ha reso
co11vi11to che in questo mondo pos-
sono realmente esistere dei Santi.
Lo ripPlo: ,wn ebbi mai la f or-
t1ma di sentire 111011s. Cimarti par-
lare di cose di religio11e, però con
i fatti, e qui11di più efficacemmtc,
mi ha per cosi dire reso quasi pal-
pabili e tlfJÌde11ti certe f!erità come
quella dell'eristen::a di Dio, d,l-
l'unio11e che l'uomo può avere con
lui, dello spirito di perfetto abban-
dono, e che ciò che maggiormente
vale è la vita etema.
Io 11011 posso 11011 pemarlo wz
wro Santo; se egli 11011 lo fosse,
mi pare che 11011 potrebbero csislt!Te
altri Santi e che noi dOYJremmo
mettere il cuore in pace: certissi-
mamente con tulli i nostri sforzi
11011 arrivermmu, mai a divenirlo.
PienQ di riconoscenza ringrazio
Iddù, Om,ipotcnte che, usufruendo
della mia professione di mediro,
mi ha co11ccsso la pom"bilità di co-
noscere un vero Santo, dando nello
stesso tempo gra11de for:::a e tiiuto
alla mia debole fede... ».
U medico giapponese non è il
solo che ha visto in mons. Cimaui
l'uomo di Dio. Continuano infatti
a giungere testimonianze e offerte
per la cripta e la chiesa che stanno
sorgendo a Tokyo in memoria del
grande missionario. A titolo di
esempio riportiamo la lettera che
accompagnava una di tali offerte:
«Gli Exallievi dell'Oratorio So11
Giuseppe, ri1111iti a Co11vegno /'8
dicembre r966, '1011110 rorcolto fra
loro, seduta sta11te, la somma di
lire J00.000 (renlomila), che, ro,i
riferinumlo al Bollettino Salesiano
11. 23 del 1• dicembre c. a. sarà 111,
loro modesto co11tributo per la co-
struzio11e della d,iesa ,011 cripta
per mons. Vi11ce11-.:o Cimatti. Ri-
tengono di poter f or seguire oltre
offerte singole o collet1ifJe, sempre
allo stesso scopo, lieti degli orwri
che sarar,no riservati a 111011s. Ci-
matti, i11 attesa de/l'auspirata sua
santifu:a::ione ~-
Chi desidera contribuire al-
l'erezione di questo monumento
sacro può indirizzare la sua of-
ferta, specificandone lo scopo, alla
«Oire1.ionc Generale Opere Don
Bosco 01 via lVlaria Ausiliatrice
32, Torino.
18

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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NEL MONDO
SALESIANO
TREDICI LETTERE INEDITE DI DON BOSCO
Per realizzare il suo ideale missionario Don Bosco, gui-
dato meravigliosamente dalla divina Prowidenza, si valse
di un personaggio che conosciamo di vista, ma che nes-
suno sa chi fosse in realtà benchè sia nominato una tren-
tina di volte nelle Memorie Biografiche di Don Bosco.
Chi, infatti, non ha visto la storica fotografia della prima
spedizione missionaria salesiana del 1875? In essa, alla
sinistra di Don Bosco, si vede un ufficiale dalla folta barba,
in alta uniforme e con il petto tappezzato di decorazioni.
Questo signore era Giovanni Battista Gazzolo. Ma chi
era costui 7 Per identificarlo il nostro don Entraigas di
Buenos Aires ha dovuto frugare in archivi e biblioteche, e
disturbare molte persone.
Nella guida telefonica di Buenos Aires i Gazzolo ab-
bondano. Per sapere quale di essi fosse il discendente del-
l'amico di Don Bosco, dovette fare molte telefonate e
chiedere molte scuse.
Finalmente una risposta affermativa: << Si, signore, io
sono il nipote del console». Si concerta un'intervista.
Rotto il gelo del primo comprensibile riserbo, ecco lo sto-
rico venire in possesso non solo della storia di Gazzolo,
ma anche di tredici lettere autografe su Don Bosco, tut-
tora ignorate e quindi inedite.
La vita di Gazzolo fu awenturosa. Era italiano, di Ca-
mogli (Genova). Fu marinaio. Arrivò al grado di primo ca-
pitano della marina mercantile. Ebbe mille peripezie sul
mare, finchè andò a stabilirsi nella pampa argentina. Sar-
miento gli offri la possibilità di fare il maestro di scuola.
ed egli accettò. Per vari anni Gazzolo diresse una scuola
rurale a Rojas, nella provincia di Buenos Aires.
Nel 1868 Sarmiento fu eletto presidente della repubblica
e Gazzolo venne nominato console argentino a Savona.
Don Bosco, che aveva fondato le case di Alassio e di
Varazze in quegli anni, conobbe il Gazzolo come persona
dinamica e di iniziativa, e gli parve "l'uomo" per la rea-
lizzazione dei suoi sogni missionari.
Di qui Il loro frequente carteggio. Delle lettere di Don
Bosco due sono del 1874, otto del '75, una del '76, una
del '78 e l'ultima è una circolare firmata da Don Bosco
nel 1887.
Impressiona la fiducia che pose in lui per attuare ciò
che chiamava « la nostra spedizione americana» (lettera
del 26 agosto 1875). E quando i missionari pàrtono, lo
prega che gli scriva per «esporgli in confidenza lo stato
delle cose bianche e i punti neri sia da parte dei Salesiani
che degli Argentini>> (lettera del dicembre 1875). Più tardi
gli scriverà che si occupa di lui «come della persona più
cara del mondo» (lettera del 4 febbraio 1878).
te divergenze che sopraggiunsero, il fattorP tempo
poterono attenuare la riconoscenza che il Santo nutri per
il console argentino.
Questi tredici documenti scoperti in Buenos Aires sono
una riconferma che alla luminosa santità di Don Bosco
andava congiunta una chiara intelligenza.
It
Roma - Monsignor Pietro
Palazzini, Segretario della Sa-
cra Congregazione del Con-
cilio. e altre Autorità aprono
la Mostra di Pittura, Scultura
e Artigianato preparata dai
giovani pittori, scultori e arti-
giani del "Centro Fides", l'or-
ganizzazione giovanile che
sorge presso l'Opera Salesia-
na di via Marsala e riunisce
studenti e operai, laureandi
e laureati, impiegati e pro-
fessionisti, fidanzati e giovani
sposi, che mirano a portare
nella società civile il mes-
saggio cristiano, ispirandosi
all'esempio di Don Bosco.
19

3.2 Page 22

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Potenza - Presente il Ministro del Te-
soro, on. Emilio Colombo, mons. Aug:.i-
sto Bertazzoni, arcivescovo di Potenza e
Marsico, ha benedetto la prima pietra
della nuova parrocchia affidata ai sale-
siani e dedicata a San Giovanni Bosco,
al rione "Risorgimento". L'importanza
dell'awenimento è stata sottolineata dal
venerando Presule, che fu già allievo
della casa madre di Torino vivente il
santo Fondatore. Egli si è detto profon-
damente commosso nel vedere iniziata
un'opera che fra tutti i voti dell'animo
suo occupava il primo posto.
Giappone - Mons. Mario Cagna, Pronunzio Aposto-
lico In Giappone, celebra la Santa Messa ai piedi della
grande statua di Maria Ausiliatrice, che nell'ottobre
del 1964 i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice
hanno collocato a metà strada (quota 1600) del
Fuji-Yama, il monte sacro del Giappone.
Lima (Perù) - Il Ministro della Pub-
blica Educazione, dr. Carlos Cueto, dopo
la consegna della decorazione "Las
Palmas Maglsteriales", posa con i de-
corati: tre Figlie di Maria Ausiliatrice,
don Francesco Mazzocchio, salesiano,
e il dr. Vittorio Azzariti, italiano, che ha
fondato una scuola professionale.

3.3 Page 23

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UN SOS SULL'AUTO
Nei casi purtroppo non infrequenti di incidenti stradali
un senso vivo di solidarietà umana rende premurosi nel
prodigare i primi soccorsi. Ma questo atto di carità cri-
stiana non è l'unico che il soccorritore deve compiere a
favore del prossimo. Ce n'è un altro più delicato e di mag-
gior valore: quello di soccorrere spiritualmente chi lot-
tando con la morte vive gli attimi più angosciosi della sua
esistenu.
Un cattolico in quei tragici momenti, nei quali forse vede
inesorabilmente ~bbassarsi le sbarre sul cammino traccia-
togli da Dio. aspira atrassistenza di un sacerdote, nelle cui
mani tare ancora la sua professione di fede e alleggerire la
propria anima del fardello di colpe che lo potrebbero defi-
nitivamente separare dal Padre Celeste.
Aiutare spiritualmente un infortunato è opera altamente
meritoria. è atto di carità suprema che può decidere della
sorte eterna di un·anima.
Una finalità tanto squisitamente cristiana ha trovato
sensibili alcune organiuazioni religiose, tra cui l'AFI
(via di Villa Albani, Roma) e la Pia Unione dei Coopera-
tori Salesiani (via Marsala 42, Roma). le quali offrono agli
automobilisti che ne facciano richiesta. sia in Italia che
all'estero, un disco con una croce portante la scritta SOS.
da affiggere sulla parte posteriore dell'auto. Esso in parole
povere vuol dire: sono un cattolico e in caso di incidente
greve desidero l'assistenza di un sacerdote.
Tale appello è rivolto a tutti coloro che accorrono in
aiuto, siano agenti dell'ordine che civilì. Essi, per principio
di solidarietà, hanno il dovere morale di curare la ricerca
di un sacerdote, servendosi d, qualsiasi mezzo a loro di-
sposizione.
Agir automobilisti poi. di qualsiasi fede siano. il dischetto
è un richiamo alla prudenza. Il vederlo sulla macchina che
precede induce a meditare a a comportarsi con senso di
responsabilità alla guida del veicolo, in modo da non met-
tere a repentaglio la propria vita e quella degli altri.
L'etichetta va applicata all'interno dell'auto nella parte
inferiore sinistra del vetro posteriore o nel retro della mo-
toretta o sui documenti personali.
Le etichette sono di ùe tipi:
1. Etichetta per auto: L. 100.
2. Etichetta impermeabile per camion. motociclette ecc.,
da applicarsi nel posto più conveniente: l. 100.
3. Etichetta per documenti personali: L. 50.
Le autorità preposte alla vigilanza e all'assistenza stra-
dale sono Informate del significato dell'etichetta.
Per l'acquisto rivolgersi e uno degli indirizzi sopra in-
dicati o elle Librerie Salesiane.
Honglcon11 - I aaleal■nl tH i carcerati e I corrigendi
Il salesiano cinese don Giovanni Zen, direno,o dello S1uden1ato
filosofico salesiano dl Hongkong Cheung Chou, à cappellano
delle can:eri a Chi Me Wan e .ultimamente. ha alla'l!alo il suo
campo di apos1ola10 anche al Roforma!orlo g,ovanlle do Shek Pile.
In breve tempo egh " • guadagnata la hducla dei ao,veglianti e
l'amicizia del J01Veglleu. Alla sua Messa e ai 1uo1 catechismi "5$Ì-
stono volentlert enohe 1 non cattolici. In occasione delle feste
natafizie don Zen h• condono al carcere e al nformatorio 1chierici
dello Studen1110, , quali con canti e suoni e gare aporuve hanno
teso quel giorno lndimentlcabile. Sull'esemp,o dei chierici, anche
i giovani della vic,no ,cuoio rned1a "Don Filippo Rlnaldi°' di
Shauklwan irwlarono Il loro "complesso chitarrislico" o rallegrare
I giovani del riforma1orio. Cosi con mezzi nuovi. me con l'an1ico
sistema di Don Boico, al rinnovano le moravlgllo operate Ira I cor-
rigendi della 0 Gonorala" di Torino. (Nella foto gara tra chierici e
gìovani del uformotOfio).
LubumbHhl (Congo) · La ''TV Coll'9e"
Da un anno Il Govorno Centrale del Congo ha eataso anche alla TV
l'autorlzzazione delle emissioni radiofoniche da tempo accordata
a "Radlo-Collèfle" del Salesiani di Lubumbashl, che divent., cosi
la "'TV-Collège L·Unlone Mineraria ha mes.so e dlsposi2ione gli
aPJ>arecchi televl1M. c:he saranno installati entro breve tempo.
I: facile ,mmag,nare rapoS1ola10 di bene che • datlnela a compiere
la ··rv-Collàgo·· A si pensa al bene fatto dalla "Radto-Collège".
Nella fo10: don Deth1er davan1i alla modesta emittente TV. risponde
alle domande d1 lllusln visitatori.
21

3.4 Page 24

▲back to top
lii BREVE
ITALIA
La "Gionmta pro om11tibus..
Anche 11u«t'anno la "Giorno1n pro
orantibua" prt180 le Figlie di MAria Ausi-
liatrice ba ptnne&.o di tra•rnellcre alla
Sacra C.OR«-n,1tu1one dt'i 1\\eli~iosi una
,tcncrosa IIOnun.■ raccolta ra,nre ddle
Suore di d■u ura, quale faui,a risposta
delle Suore e delle alunnt ■Ile i1uzia1h"
della Chiesa. I,'A1sistentt'I N uzionale drl
Sep;retariato "Pro Orantilm•" nella Jet•
tua del 23 dicembre scor-o, in,iando
alla M■dn! Centrale il , i\\ o ringrazia•
mento dtl Cardinale Pn,fello, 1>eriveva:
• Avevo sempre notato come nota distin•
tiva della J.'l11lie di Maria Atw.liatrice
l'amore grande Yerso la China, tanto da
rimanere o«nJ volta edifirato e commouo.
Non mi fa· meraviglia quindi e~ ~
aappiano tra•fondere ntl cuore delle
allieve la loro ,tessa pH8i0ne sopran•
naturale•·
Festa della bontà
o :·,.;;zzo i'1onferrato
li prenuo della bontà Li.io Tem•
pe~ta • della pro, incia di A•ti qu«t'nnno
~ stato a8-e,tnato alla bambina Anua
Rosa leardi di nove anni, alunna dell'Isti-
tuto N. S. delle Grazie drll~ Figlie di
Maria Ausiliatrice di :-.iua \\1onferra.to.
Presenti il Provveditore a~I, Studi, il
Sindaco, i Pl't'1lid1 e Direllori <'On le ri•
1pettive Kolart'10Cbe, l'l• prllrice didat-
tica e altre pcr•onalità, nrl Santuario di
Moria Au1iliatrice la bimba pttmiuta
~itò un'appo ita preghiera e accese la
lampada -.otiva offerta per l'occ-asione
dal Comune pc,rcb~ arda ~mpre dinaru1
al SS. Sacrani.tnlo a ricordo drlla "Feiita
della hontll". Quindi nel ltatro le alunnl'
dell'l 5t..ituto c•eguirono euntl d, circo•
1tanu e la Suora inscgnautt' della pre•
m;.1a le55e la motivazione drl prcmro.
,ncucndo in lurt' la bontà dello fanciulla.
orfana di podre. nel prcndr"'i cura, du-
rante tullo l'anno, di un binù111 di cinque
anni, virino di ca,a, ..,,,tltut'ndone 111
mamma obbh,tata al lavoro prr la gra, e
infermità dd babbo. Il l'ro, Hdi.tore
a,tlj Studi c<1n-,.gnò alla premiata il
diplomo e un libretto drlla Cn,:;a di
Ri1pnrmio e il Sindaco ofTene unu me•
doglia d'oro, dono del Comune.
l 'n trentemiio da rkordare
Si compiono trer1l'a11ni du t111ando ~i
ini.iiì> al "Domenico Savio" di Messinu
il mo,irnrnto ,ocuionale 01' \\S (O~r•
Pro ,.\\.spirantr ~aleganj). li nio,imrnto
lanciato da don Fau...<tino turto, •usciti,
aubito grandt' enllllitimO e nell'Oratorio,
tiorentimmo, tro,ì) un l•rito campo di
1<·dta e di con11wtL Da allor• il" ·•~io"
Messina, in trtnt'anni, ba dato in media
uu ~acerdotr All'anno. On MrSJdna il
movimento 11 estendeva u luttu l'isola ,
aiutato dalll' preghiere e ..ofTucnu di
una •durra d, collaboratori, di nu alcuni
malati. Per akuni anni, durante le ,a-
carue, si 01'anru.arooo ca111pe11,ri pre•
oapirantiatici, rhc djedcro ollimi riliul-
tali. Le apedizioni ptr l'o•piranlato
furono inintrrrottc: •u circa 250 raguù
inviati a Pe,lara, più di 60 tono oni
!-ialel'ian.i. Il Rettor Mai?JÒon,. don Luip
Ricceri, gill direttore al "Sano" di Met.-
•ìna, in occa"iom: del trt11tNmio. ba
avuto parolr di lode per li movimento
e ha fatto voti rhe non si lal'("i 1pegnerc
una fiaccola che ba già dato tanta
luce.
AMERICA LATINA
Il Presi<lc11te confederale
e/egli e;rollieri Don llosco
uell'America Latina
li Pn,.idrntr della Confcderlltione
nwndiale dr,ili Exallievi •al~iani,
doli. Jolé Taboada, nei me,i M:On-i si
è recato in , i•ita fraterna ai rentri na•
~,ona.li dcll'Amtri<'a di lin1tu• "pagnuola
t portoghe~. Il Presidente confederale
•i incontri> •ucce,siv8IDC'nlr roo i Con•
,i,ili nazionali delle Fedwuioni exal-
lic\\.i delle .,.,urnti capitnli: s. Paolo,
A•1.utcicln, Montevideo, Burno4 ~ .
Santiago dd Cile. La Pu, I.ima. Quito,
Bo11ota, CaraC'a,. Panam1i, S, Jo,é dc
Co•la Ricu, Guatcm.ala, \\(r,cìro, Santo
l)omingo. hnolità del "io1111io del
1lott. Taboado; t·onoscert prr'IOnalrnento
fili exalliev, dìrij[onli, pN pro1vanUD11tt
C"On e,st.:i un'a11one conutnca: rcndr:rt1i
pt-nalme111r ronlo dell'ani,lt.à del
mo,~to eullic,·i: far rono..crn il
nuovo statuto dello Confedernionc mon•
diale; studiorr insieme In po..ibilità d•I
111 coogrc-.o i111cnmt.riclfno.
ARGENTINA
r 'u istituto dedicato
" un i,u/io della pam1>a
L"i,;pettona Wbiana di Roqrio ha
drcuo di cri,itre un monum•nto a Zef-
firino 1\\amun~uril. che non aio bOlo dr-
rorulivo ma utile. Tale mouumento
~nrì'I un i:rnnde e modernu l•tituto dt•
,hnatu alla formazione drl ~rsonalt-
,al~ia:no r rnlrtolato al nome dell'il-
luotrc fifilio della pampa ,,atAEonka.
I:: eo•I perpetuato l'ideale del gio,•ane
indio che d~iderava cliHnire sacerdote
di Don Bo-ro ~r Hh·arc il IUO popolo.
Alla realizu.sione dì quNto mnnumento
rontribuisrono e,rnllievi, cooperatori e
o miei dell'opera Rale~inna dl tnun I'Ar•
,tenlioo. L'i,lituto na già sorgendo nei
dintorni di Ro,ario e a..urru,rl rimpor•
tanu di un monumento naùonalc.
PERÙ
Congresso f11teramericano
delle r:ocazioui
Al « Coogrr•-.o intrromericano dtlle
voca~ioni " che 1;i leone Lima per
studi.are il problema delle vocui.oni
..cerdotali e rtli,iiose oell'America La-
tina, pi!I di 200 ddc11ali ddle nnioru
dtll'America Latina, presieduti dal ciu-•
dir.uile arcive•covo di Lima e do mnna. Cnr•
rone, proprcfetto dtlla S. C. dei Semi-
nari, lavorarono per un'int('ra Klli•
mao■. I sale•iani, cht' MIDO pn,.,..nti
ncll'.-\\mrrira Latina dal "~ico alla
l'erra del I uoro con oltre S00 opere,
rrano rapprtSl'otali dai delej[■.ti nazio•
nali. Comt' perito ~i dinio"t" don E~dio
Viganì>, di Sa111io110 del Cilt. rbe io due
•e-•ioni illustrò la , ocauone od roo•
tinrnte latino a,n.cricano • r la • ,·o<'•·
:ciane sacerdotulr e relitt'io,a alla Iocr dd
Valicano Il Ancora una , ·olta •i poi~
ammirare la llljt,;nu di Don Boaco. che
la.ociò come patrimonio alla sun famiglia
molte co•e che oggi aono come nuove.
STATI UNITI
Le « Filmiue Dou Bosco li
in PSA
L'Editrice • Puhhlicnioni ul~iane
di New Rocbcllr '\\. \\ ., che cura anche
le Filoùne Don B0teo •• ha riren1lo
quc..l'anno la ,uo parte di premi cornmer•
ciuli. Il Con11rea!OO onouole dell'A•!!()do•
uonc cauolica degli cducutori per I
mrui audio, i•h i ba giudicato la fil.
mina La Santa Srndone • della • Edi-
trice Don 8-0•co • il la,oro pi!I oolc\\'ole
nella categoria • La Chìe•D ,. e le ha
a••cgnato il prtmio dell'Ente « Ca-.,.,.
per le arti dtlle comunica,iotu "Ocioli.
Le • Filmine llon Booeo , ·anno mcrìtan•
dn•i ....mpn, 11iu l'approva,iont' degli
t'duratori. E in programma quc--t'anoo
il 111.ncio di SO nuo,·e filmine. <\\I premio
« Cave» factvu &eguito una m.enzione
onorevole alln film.ina M'Ol1t~tir11 « L'nrte
dd rompoaitore •• pure dell'Editrice
Don Bosco. Que•la filmin.< ~ nata giu•
diçata dalla Compa~i• .\\t=ricana
lntrrtypr • ,I lavoro pi11 rnl'~JOrde,ole
ntl pr.,.entore In storia e il Cunz:iona•
mento ddlt mucrhine do compo~izione.
l..t scuole di arti gra6che degli Stati
Lnill ne fanno l~o o.o nell'mxgna-
ni.tnto.
22

3.5 Page 25

▲back to top
JOÀO BAPTISTA COSTA
Vescovo di POrto Velho
Ronddnia Brasile
Il CORAGGIO
DELLA... DISPERAZIONE
DI UN VESCOVO
MISSIONARIO
Da una relazione del vescovo missio-
nario di Porto Ve/ho nella foresta vergine
del Nord Brasile. In essa mons. Costa
presenta una chiara visione dei formi-
dabili problemi che reclamano una pron-
ta soluzione su tutti i piani: sociale,
economico, culturale, religioso. I mis-
sionari li affrontano con un ardimento
accresciuto dal Concilio, ma non sarebbe
solidarietà umana e cristiana lasciarli soli.
Sono un vescovo m1ss1onario.
Mi spinge a scrivere il... coraggio
della disperazione. Grava sulle mie
spalle la responsabilità di una Pre-
latura missionaria posta nel cuore
della foresta brasiliana e vasta
quanto tutta l'Italia, con soli 17
sacerdoti, vescovo compreso. È
la Prelatura di Porto Velho, che
fa parte del Territorio de Ron-
d6nia nel Brasile Nord.
Recentemente ho fatto una corsa
in lancia a motore lungo l'impo-
nente Rio l\\1adeira, che attra-
versa da un capo all'altro questa
Prelatura per oltre mille chilometri,
in mezzo a una varietà di Aora e
fauna del tutto eccezionali.
Quanta consolazione nel cuore
di quella buona gente che at-
tende di anno in anno la visita del
missionario e in particolare del
loro vescovo per i battesimi, le
cresime, i matrimoni, per udire
la Parola di Dio, per ascoltare
finalmente una santa Messa, con-
fe!-sarsi, comunicarsi! ln c5 giorni
ho visitato da solo 6 centri im-
portanti amministrando 84 batte-
simi, 120 cresime, 16 matrimoni,
pii1 di 300 confessioni e comu-
nioni; parlando personalmente con
oltre 2500 persone, percorrendo
tra andata e ritorno oltre 1500
chilometri di fiumi e di laghi,
pernottando in piena foresta.
Ognuno di questi centri po-
trebbe essere parrocchia, invece non
sono per ora che raggruppamenti
occasionali, senza ;;ssistenza per-
manente nè medica nè sociale
nè religiosa. Quest'ultima non
potranno riaverla che l'anno pros-
simo quando, a Dio piacendo, no-
23

3.6 Page 26

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nostante i miei 63 anni suonati,
temerò una nuova escursione se
altri itinerari più urgenti non sa-
ranno intervenuti a farmi riman-
dare di qualche anno una vi-
sita tanto attesa e necessaria.
DOPO 23 ANNI
PUO CONFESSARSI
E... SPOSARSI
Uno dei nosm quattro "mis-
sionari itineranti'', due mesi fa,
potè raggiunicre una località che
da 23 anni non era più stata vi-
sitata, ed eblw il conforto di dar la
prima comunioni:', confessare, cre-
simare e srosnrc un gio,·anotto
batcezzato bambino dal missio-
nario 23 anni fo. Per la prima
volta ora egli faceva conoscenza
con un missionario, di cui aveva
semito tanto spesso parlare. Ca5i
come questo sono tutt'altro che
rari, data la vastità del territorio
affidatoci e le l11nitatissime nostre
forze in circolazione apostolica.
Non vi si pub avventurare
chiunque, ne: tutti se la sentono
di buttarsi allo sbaraglio ,erso
l'incognito e l'imprevisto. Ci sono
anche i limiti imposti dalle due
uniche stagioni climatiche: riog-
gia e asciutto. Altri limiti proven-
gono dalla mobilità degli stessi
abitanti, che secondo i lavori
delle piantagioni di gomma, caffè,
tabacco... si spostano nell'interno,
o,·e è impossibile raggiungerli nel
poco tempo riserrnto alla nostra
visita; senza tener conto di altre
circostanze contrastanti, impreviste
e per lo pii. insuperabili. Si può
dire che ognuno di questi viaggi
nell'" jnteriore ", come si dice qui,
è una avventura a sè.
Il Governo cemrale oggi sembra
dimostrare per il Nord Brasile un
certo interessamento. Sta infatti
tracciando e aprendo strade che,
mentre facilitano la via al com-
mercio e alla scienza, aprono alla
religione nuove prospettive, 11)3
anche nuovi problemi pastorali e
apostolici. Uno, per esempio, è
la cura spirituale di questi operai,
che sono 2000 e più solo nell'am-
hito della Prelatura (molti sono
figli di emigranti italiani), e c~e-
dono la nostra assistenza religiosa;
ma purtroppo, data l'assoluta man-
canza di sacerdoti, non la si
potrà dare.
I PROTESTANTI
IN AEREO E IN AUTO
ALLA CONQUISTA
DEL BRASILE
Xel mio rapido giro, pur a1·cndo
costatata la fedeltà a tutta prova
da parte della maggioranza dei
fedeli, ho a\\'\\Jto con rammarico
nuove e frequenti conferme che
non siamo più soli. In ognuna
delle 6 località visitate, se non è
già costruita la "chiesa protèstan-
te", c'c sempre stata almeno la
,·isira di auiHsti e ferve non poco
il lavoro di cellule di penetrazione,
con cui ormai, si voglia o non si
vo~lia, bisogna far i conti, sia
pure m clima conciliare. Guai a
non visitare, guai a perdere anche
questi minimi contatti indispensa-
bili per una vita cristiano-catto-
lica, cosciente e vissuta.
I "credenti" (come sono chia-
mati qui i protestanti) sanno
scegliere i punti strategici per sta-
bilire le loro basi con t.hiesa,
scuola, sale di riunione, dispen-
sari· medici. Hanno a disposizione
un aereo anfibio che decolla su
tratti piani del fiume facilitando
grandemente i loro spostamenti
anche nei luoghi più impervii.
Nella nostra città di Porto
Yelho - ove hanno numerose sedi
e chiese sia al centro come in
periferia - usano jeep e piccoli
autobus per raccogliere e riportare
la gioventù alla loro scuola e alle
loro riunioni. Le sètte sono di-
\\'erse: Battisti, Avventisti, Pente-
costali, Presbiteriani, Metodisti,
Assemblea di Dio,
no... ; ma l'intento
eSeutntiimcoo:
Gior-
disto-
gliere da noi per conquistare al
loro Cristo e alla loro Bibbia.
UNA TRASMITTENTE
CATTOLICA
NEL CUORE
DELLA FORESTA VERGINE
Purtroppo basta una loro com-
parsa perchè sorgano dubbi e dif-
fic.oltà che prima neanche si so-
gnaYano. Se non altro ritardano
le conversioni e raffreddano nella
pratica religiosa chi finora è stato
buon cristiano. Bisognerebbe esser
sul posto per dare subito il con-
trav,•eleno, raffonare, consolidare
la fede col catech.ismo, la teologia,
la litur/ria; ma la "vigna del Si-
gnore" qui da noi è senza "operai".
Per buona ventura possiamo
contare sulla nostra stazione radio
trasmittente " Caiad ", che con la
sua voce coraggiosa e penetrante
cerca di :.upplirci in tutta la zona,
sostituendo la presenza del " Pa-
dre", dovunque ansiosamente at-
teso e invocato.
Questa stazione radio è recente,
ma tiene bene il suo posto nella
numerosa famiglia delle 97 tra-
smittenti cattoliche del Brasile,- e
anche le altre, quelle dello Stato
e dei privati, ancora più numerose,
ne apprezzano altamente· la col-
laborazione. In cinque aru1i di
\\'ita conta già al suo attivo 22.8n
ore di trasmissione e 2737 chilo-
metri di nastro registrato con le
rubriche tecniche più disparate e
le iniziativi! sociali di maggior at-
tualità, sempre s'intende in fun-
zione della religione e del cate-
chismo a tutti i li\\'elli. 11 ser-
v1ço d1· Deus, da Patria e da Fa-
mil,a , è il suo s/ogm1 program-
matico.
E anche qui il missionario da
e solo si tirato su una discreta
équipe locale con cui cerca di
stare all'altezza imposta da una
impresa del genere. ;\\la che su-
dori, che fatiche con la gente del
posto, cosl poco preparata a queste
nuove atlivi!
ANSIE APOSTOLICHE
DEL "DOPO CONCILIO"
E si pensi che la zona da me
visitata questa volta rappresenta
solo una minima pane (meno di
un ventesimo) della mia Prelatura.
Lungo questo immenso fiume, cu-
rioso e talvolta capriccioso, ho
da 7 a 8000 famiglie, che pazien-
temente attendono il loro turno
di contatto personale col missio-
nario. E c'è la città in continua
espansione, c'è il nuovissimo na-
stro stradale di mille e più chilo-
24

3.7 Page 27

▲back to top
Porto Ve/ho ( Brasile) L'auditorium di ..Radio
Caiarl" offre ai giovano della Missione ore di se-
reno svago.
metri ove vanno già sistemandosi
abitazioni e centri civili, e ci sono
decine e decine (nessuno sa di
preciso quanti) di altri fiumi ab-
bastanza importanti - almeno
quanto il nostro Po - con altra
gente e altre anime in attesa.
Che problemi! Che grosse re-
sponsabilità per noi, ma anche per
quei cristiani che, con tanta co-
modità di chiese, di sacerdoti,
di parola di Dio, vivono trascu-
rati e indolenti, senza pensare mi-
nimamente a condividere queste
tremende ansie apostoliche! Vor-
rei poter condividere almeno in
parte il peso di questa croce con
sacerdoti e laici generosi che sen-
tono la dolce fraternità che ci
unisce in Cristo. Mi martella
continuamente nella testa e mi
rinnova profonda commozione nel
cuore il" Decreto sull'attivitàmis-
sionaria della Chiesa", che lo Spi-
rito Santo stesso ci ispirò: «Es-
sendo la Chiesa tutta missionaria...
il Sacro Co,u:ilio invita lutti i f e-
deli... tutto il popolo di Dio... le
comunità cristiane... i vescO'lJi... i
sacerdoti... gli istituti religiosi...
i laici ad aver coscienza della pro-
pria responsabilità in ordine alla
diffusione del Vangelo e a prender
la loro parte 1zell'opera missionaria
presso le genti».
Vibra qui il sacro fuoco della
"novella Pentecoste" per cui papa
Giovanni e papa Paolo ci hanno
fatto pregare e lavorare impegnan-
doci di fronte a tutto il mondo e
a tutto l'avvenire. Potesse questa
mia relazione missionaria, aggiunta
alle tante altre che da tutto il
fronte della Chiesa arrivano, con-
tagiare tutti e muovere qualche
sacerdote ardente di zelo alla
conquista di tante anime ancora
lontane!
LE REGIONI PIÙ RICCHE
SONO LE PIÙ POVERE
Altre volte potrò illustrare punti
e aspetti diversi delle difficolià
enormi che il Regno di Dio va
incontrando in queste "povere''
terre. " Povere" dal lato religioso,
perchè non sono così dal lato
scientifico-economico. Infatti sono
le zone dei cercatori d'oro e di
diamanti, degli scavatori di cas-
siterite e stagno (il più puro del
mondo), di uranio..., di giacimenti,
di filoni e di sabbie preziosis-
sime (i famosi garimpeiros stanno
di casa anche qui...) sono zone
ricchissime di tante altre risorse
naturali tuttora ignorate o ap-
pena appena conosciute.
Volentieri mi impegno a rispon-
dere o a far rispondere dai miei
missionari a domande su problemi
che colpiranno gli zelatori dell'apo-
stolato missionario intorno al Bra-
sile Nord: il Paese dei serpenti,
delle farfalle, dei coccodrilli, dei
minerali più preziosi e rari, delle
foreste più vaste del mondo, di
zone a tutt'oggi "inesplorate" ric-
che di ogni ben di Dio; ma anche
dj tanta povera gente che ancora
non conosce affatto o ha una vaga
conoscenza di Gesù.
La città di Porto Velho, nata
poco più di 50 anni fa, posta in
mezzo alla foresta equatoriale più
folta, si presenta con un volto
moderno. È capitale del Territorio
Federale, che presto potrà essere
anche Stato (aggiunto ai 22 già
confederati del Brasile), ha circa
6o.ooo abitanti ed è proprio la
città che demograficamente cresce
più di ogni altra nell'America
Latina. Le famiglie contano in
media da 5 a 10 figli e non sono
rare quelle che ne hanno anche
il doppio; La popolazione è for-
mata per due terzi di gioventù
sotto i I4 anni ed è di una sensi-
bilità religiosa profonda.
25

3.8 Page 28

▲back to top
Ma nel tempo stesso la nostra
è zona squisitamente missionaàa.
Infatti siamo al centro d'una re-
gione quasi tutta ancora senza
strade, in piena foresta vergine,
con distanze enormi superabili
fino a poco tempo fa solo per
via fluviale: gli aerei per ora sono
ancora in servizio limitato e la
cittadina più vicina è a 450 chi-
lometri sull'unico nastro stradale
(tra i più lunghi del mondo: oltre
5000 chilometri) in via di avanzata
sistemazione, che colle~a San Paolo
con la capitale brasiliana, con la
Bolivia e il Perù. Una ferrovia
(la linea Madeira-Mamorè, l'unica
del Brasile Nord, lunga 350 chi-
lometri e famosa per le tante vite
umane costate), la collega con la
Bolivia, e presto anche questa
sarà ridotta ad autostrada.
"Squisitamente missionaria" ho
detto, anche senza tener conto
degli indios, giacchè nella città
stessa il livello del vivere civile
tende ancora a stare sotto la nor-
malità.. Ciò si spiega con le parti-
colari condizioni climatico-equato-
riali, con le ereditarietà e le me-
scolanze di ogni colore e di ogni
razza, con una persistente forma
di denutrizione collettiva.
Tutti questi elementi e altri
ancora si può comprendere quanto
possano incidere negativamente
sulle attuali generazioni cristiane,
ancora troppo fragili per vivcrc
integralmente il loro cattolicesimo,
sia pure profondamente sentito.
Di qui i delicati problemi par-
rocchiali, pastorali, catechistico-
scolastici che ne nascono e che
esigerebbero nel missionario una
preparazione a tutta prova e una
disponibilità di tempo e di mezzi
che sono ancora di là da venire.
Cl SONO ANCORA
"SELVAGGI"
DA EVANGELIZZARE 7
Nell'interno della foresta o malo,
tra un intricatissimo dedalo di
grandi fiumi e di corsi d'acqua di
media portata ristagnanti in laghi
anche più grandi del nostro lago
Maggiore, vivono, circoscritti in
una zona ancora sconosciuta, mi-
gliaia di indigeni che non sono
ancora entrati in contatto, per
quanto ci consta, con la nostra
civiltà.
Le poche notizie sicure ricavate
clall.e escursioni apostoliche dei
missionari e da spedizioni scien-
tifico-commerciali, documentano
l'esistenza di decine e decine di
tribù e sottotribù con lingua, usi e
costumi diversi; ci dànno i loro
nomi e le posizioni approssima-
tive dove essi abitano; ci descri-
vono persirto casi di cannibalismo
e ci dicono che, nella zona com-
presa entro i confini della nostra
Prelatura, questi poveri selvaggi si
apgireranno oggi intorno ai 5000
e forse più.
Alcune tribù per anni e anni
hanno chiesto e stanno chiedendo
i missionari, ma purtroppo a tut-
t'oggi non si è potuto acconten-
tarli.
È uno strazio per il cuore del
missionario, tenuto forzatamente
lontano da questi "neofiti di de-
siderio" tuttora in paziente attesa
di Cristo e dei suoi inviati.
«Non sappiamo quanto tempo
ancora ci separa dall'evangelizza-
zione di quelle terre che l'eroico
don Balzola, uno dei più grandi
missionari del Brasile, aveva con-
trassegnato ne.Ila sua mappa mis-
sionaria con questa unica parola:
Redençao, Redenzione. Meno an-
cora possiamo conoscere con cer-
tezza il numero di questa popola-
zione indigena >>. Questa affer-
mazione è citata dall'opera Des-
bravadores, la più aggiornata do-
cumentazione sull'argomento, del
nostro don Vittorio Ugo, membro
dell'Istituto Storico Geografico di
San Paolo e delle Amazzoni, e di-
rettore di "Radio Caiad".
Che siamo in zona di frontiera,
ai confini tra la civiltà e la bar-
barie, ce Lo conferma la documen-
tazione recente, giunta lo scorso
agosto dai tribunali della capitale,
ove si stanno dibattendo e ap-
purando i casi di << massacri al pa-
rallelo undià >>.
La notizia ha fatto il giro del
mondo. Con l'obiettivo segreto di
allontanare gli indigeni da re-
gioni ricche di gomma, di cassi-
terite, di oro, di diamanti e di
pirite, si sono organizzate spedi-
zioni armate (con fucili, mitra-
gliatrici, bombe a mano) per an-
dare << alla caccia degli lndios ».
Si tratta degli [ndios "Cinta-
larga", conosciuti anche dai no-
stri missionari. Le coraggiose de-
nunce di questi crimini antiumani
promossa con rischio personale
dai missionari, hanno trovato l'ap-
poggio della stampa e delle auto-
rità, e tutto dà a sperare che si
stia ora procedendo a esemplari
misure di emergenza.
Ma intanto quei poveri lndios
"Cinta-larga", per causa dell'an-
tica e sempre nuova <e esecranda
fame dell'oro ~. sono stati ancora
una volta violentemente allontanati
dalla regione a cui hanno diritto
per la stessa legge federale. E
chissà quanto odio e rancore ac-
cumulano contro i cosiddetti "ci-
vili" (noi aggiungiamo: senza re-
ligione).
I CENTRI-VITA,
PARROCCHIE
IN MINIATURA
Le capitali di tutti gli Stati
Confederati del Brasile stanno vi-
vendo ore di particolare fervore
mariano per la straordinaria visita
che 1ostra Sigoora Aparecida va
compiendo in essi. Fu anche a
Porto Velho, il 29 agosto u. s.,
in un trionfo stupendo di pietà
e di fede.
Si tratta di una peregrinazione
eccezionale fatta con la piccola
statua taumaturga della Vergine e
promossa collegialmente dall'Epi-
scopato Brasiliano, affine di pre-
parare le grandiose feste mariane
in occasione del 2500 anniversario
della sua apparizione suUe sponde
del Rio Paraiba nello Stato di
San Paolo, il 12 ottobre 1717.
Ora voglio affidare proprio alla
Vergine Aparecida, Patrona prin-
cipale del Brasile, Madre e Re-
gina di Pòrto Velho, una mia
proposta, quella della fondazione
cli Centri-Vita.
li "Centro-Vita" vuol essere
come "una parrocchia in minia-
tura". Ognun.o dei nostri "Centri-
Vica" comprende intorno alla chie-
setta alcune salette attrezzate per
una assistenza sociale-medico-re-
ligiosa, sufficiente al fabbisogno
delle singole località prescelte.
Queste località, dove sorgono i
"Centri-Vita", vengono studiate
con cura: sono punti d'incrocio
26

3.9 Page 29

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In alto ssinisua:lndigano Parintin-
tin della Prelatura di POrto Velho.
prima di conoscere Il messaggio
di pece portato dai missionari.
In alto a destra: Trasmissioni di
"Radio Caiarl... Il "Cantagallo",
spettacolo ricreativo a premìo;
due galli... campioni di canto.
A sinistra: Il Santuario della Ma-
donna delle Grazie alla periferie
di POrto Velho, con annesso fio-
rente Oratorio festivo direno dalle
Flgl10 d1 Matia Ausiliatrice.
del fiume con le piste più battute
della foresta, oppure posti di
sosta obbligata lungo l'infinita
aut0strada in costruzione.
Il numero di questi "posti stra-
tegici", da un primo studio fatto
con i missionari, dovrebbero ag-
girarsi per ora almeno sul cento.
Infatti dobbiamo poter dare un
punto di ritrovo almeno lungo le
uniche vie di comunicazione qui
esistenti: il gran fiume Rio Ma-
deira (1200 chilometri circa sul
nostro territorio) e la Rodovia o
nastro stradale che taglia in due
l'immensa foresta vergine, per-
mettendo la costruzione di abi-
tazioni civili negli ampi margini
laterali (1550 clùlometri ci.rea a
cui vanno aggiunti i 350 chilo-
metri della ferrovia), sempre stan-
do entro i confini della Prelatura.
Con questi cento nuovi "Cen-
tri-Vita" che si aggiungono ai
cinquanta già esistenti, possiamo
contare su una distanza media da
40 a 50 chilometri circa l'uno
dall'altro. Nel costruirli dovremo
spostarci a destra e a sinistra,
avanzando nell'interno il più pos-
sibile, pur mantenendo sempre il
contatto col Rio Madeira, con la
Rodovia e con la ferrovia, per
collocarci nei posti-chiave mag-
giormente abitati.
1n questa maniera bonifiche-
remo un'altra porzione della Prela-
tura (non ancora tutta, purtroppo!)
e cioè stabiliremo come una "rete
apostolica" lungo 4 o anche 5000
chilometri circa di strada, di fiumi
e di foreste.
UNA RETE
LUNGA 5000 CHILOMETRI
PER LA PESCA
DELLE ANIME
Una rete del genere non solo
indica una presa di possesso
in nome della Chiesa e di Gesù
Cristo, ma è anche e soprattutto
un atto coraggioso di buona vo-
lontà concreta, che vuol andare
subito incontro ai Yari bisogni
umani: spirituali ed economici di
tutti gli abitanti civili e non ci-
vili, cattolici e di altra religione,
attualmente dimoranti nel va-
stissimo territorio di questa Prela-
tura missionaria. Il resto lo farà il
buon cuore e la fede di tante
anime generose. Chi non potesse
fare altro, mi aiuti con la pre-
ghiera perchè non venga meno
sotto il peso di una responsabi-
lità opprimente, e che di giorno
in giorno in questa America
Latina si fa più grave. Nei nostri
"Centri-Vita" verranno ricordati
in ogni santa Messa i benefattori
e in particolare i fondatori.
Siamo in pieno spirito conci-
liare. Infatti, grazie a queste opere
religioso-sociali, si attua il Decre-
to sull'attività missionaria della
Chiesa: <,I popoli lontani diven-
tano in qualche modo vicini, men-
tre alle Comunità che sono cri-
stiane di antica data, si offre la
magnifica occasione di aprire u,1
dialogo co11 le nazioni che non
hanno ancora ascoltato il Vangelo
e di mostrare loro, nel servizio di
amore e di aiuto che prestano, il
volto genuino di Cristo 1>.
27

3.10 Page 30

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Pregano e l'intervento
viene dichiarato inutile
:\\lio fratello per diversi anni ha sofferto di
ulcera al duodeno. Quest'anno i medici ave-
vano stabilito un inten·ento non facile e d,
esito incerto. Si trattava di cambiare lo sbocco.
Tutti in famiglia invocammo con grunde
fervore .Maria Ausiliatrice.
L'intervento fu differito a motivo di una
iniezione suppurata e per la sorravvenuta bron-
chite. Con l'aiuto di Dio i fratello superb
questi mali e i medici :.i di:.poscro a togliere
il male più grave che rimaneva; ma prima
vollero fare un esame radiologico. Noi intanto
pregavamo e attendevamo eh:! ci venisse
comunicato in quale giorno sarebbe avvenuto
l'intervento. Invocammo anche l'aiuto di
Papa Giovanni e facemmo la novena. Verso
la metà cli novembre udimmo una notizia
meravigliosa, tanto più bella quanto più
inaspettata. Il professor Scala, primario dtl-
l'Ospcdale S. Marta di Catania, dopo aver
eseguito i diversi esami, diede il seguente
responso: L'ulcera è in via di cicatrizzazione,
inutile l'intervento•· Oggi il nostro caro con-
giunto sta bene.
Nella nostra famiglia è tornata la serenità
cd è col cuore colmo di riconoscenza verso la
Vergine Ausiliatrice e Papa GiovaMì che
pubblichiamo questa grazia.
Bro11tr (Catania)
NINETTA LEOCATA MFl.I
Maria Ausiliatrice le salva il piede
l\\lia sorella Ines, di 76 anni, nel mese
d'agosto u. s. fu colpita da un.a grave infe-
zione al piede destro. Il medico curante, dopo
aver riscontrato nell'ammalata anche un.a
grave forma di diabete, ne consiglib l'imme-
diato trasporto all'ospedale. Qui fu curata
molto bene e in poco tempo il cliabete spari,
ma il piede era sempre nelle stesse condiiioni,
anzi si presentò una forma di cancrena diabe-
tica. 1 dottori decisero di amputare l'avampiede
alla povera sorella. Noi, disperate, ci rivol-
gemmo come sempre al nostro caro Don
Bosco, perchè ci ottenesse da l\\laria Ausilia-
trice la grazia cli salvare il piede della nostra
car:i. E la grazia ci è stata concessa. Ora mia
sorella sta molto meglio e con le cure che con-
tinuiamo a farle guarirà del tutto. Im;amo un
piccolo obolo per le grandi opere cli Don Bosco.
Milano
CINA BOTTONI CIORCINI
28
Da morte a vita in 48 ore
i\\Iio cognato era stato colpito da emorragia
cerebrale. I medici non davano più alcuna
speranza di guarigione e già gli erano stati
amministrati gli ultimi sacramenti. Ricordando
che: mio cognato era molto divoto di ì\\Iarin
Ausiliatrice e, come noi, Cooperatore salesiano,
supplicai piangendo la \\'ergine che lo sal-
vasse e promisi cli far celebrare tre sante Messe
e di pubblicare la grazia. Dopo le nostre
preghiere si notb un miglioramento, che andò
accentuandosi. I meclici, avvisati, sembrarono
esseThi accordati nel dire: • Se non lo vedo,
non ci credo,. In poche on: l'infermo ricu-
perb la vista e l'udito, poi il monmento delle
braccia e delle gambe e in fine anche la pa-
rola. La ripresa nel giro di 48 ore fu com-
pleta. Maria Ausiliatrice aveva compiuto il
miracolo con materna sollecitudine e in cir-
costanze 1ali da renderlo evidente a quanti
erano a conoscenza del caso.
J. LOPEZ DE S.\\GREDO DE GE..'10\\'ÉS
T'nltruia (Spagna)
Uno zuccherino di cattivo gusto
La mia Ausilia di nove mesi si era bruciata
la lingua e il labbro inferiore mettendosi in
bocca la spina della corrente elettrica. Rimase
cosl per qualche minuto pm·a di vita. lnrnca1
subito Maria Ausiliatrice e San Dome.nico
Sa,io, la bambina si rianimò, ma non stnllava
più come prima: aveva perso completamente
la voce. Ricoverata d'urgen1.a all'ospedale
~laria Vittoria •>, la vegliai per tutta la notte,
perchè la gola continuava a gonfiare minac-
ciando di soffocarla. Un lieve lamento ,·eMe
firuilmcnte alle prime ore del mauino, e quando
iI professore che l'ave,·a assistita la visitò,
disse: Faccia pure fare un quadro alla ~Ia-
donna :;e la sua bambina stanotte non è sof-
focata•· Grazie a Dio, anche il mozzicone di
lingua e il labbro rattrappito sono cresciuti
bene e tornati normali come prima, permet-
tendole tli pronunciare bene le parole.
Torino
FAJ'.UCLIA CAt.LINO llRVETO
Maddalena Cuccomlno (Monterubi~gho - Trieste)
con nva ricunosec:nu segnala due gru1e concesse da
Maria Au11li11ricc e da S. G Boscu al mimto, salvandolo
,n due ""dutc.
France.-a Donalo (Messina) ,;olp1r~ d~ ara,e mastoidite,
potè n,tabilirsi con cure opponunc e novene a l\\.faria
Au.ìliatricc e ai Sanu salesiani.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

▲back to top
Angela Piltaluga (Rapallo - Genova) invia offerta per
grazia ricevuto dallu sordla.
Lulela &vio Marchi (Bellinzago - Novara), nffetta <la
chiusura totale della gola, potè ristabilirsi invocando
Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco.
Ivo Acquistapace (Piantedo - Sondrio) sofferente di bron-
chite asmatica, guari per intercessione di S. G. Bosco.
Maria_ Cucauo (Càluso - Torino) fu esaudita da Maria
Ausiliatrice in difficile situazione familian,.
Maria e G lacomt> Pastore (Borgato - Torino) ringr aziano
Maria Ausiliatrice, é $. G. Bosco pu la salute del loro
bambino nato prèmaturo.
Ella Colom bano (Ocdmiano - Alessandria) ei rivolse con
fiducia a Maria Ausiliatrice in una grave fonna nervosa
r riacquistò la pnmi"ra !W(ute.
Giuseppina Genlnal (Pessinetto - Tonno) ringrazia Marrn
Ausiliatrice per una operazwne felicemcmte superata.
Cl HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE
vw, Achini Franco - Achino Teren - Acti& Caporale Rosa - Addii
Caterina
Brundu - Albanese A01oniena - Alb~rti Maria
- Allasino Teresa - Alléllro Bruna - Ambrofllni Della Vc,dova
Oìo,·anna - Appendino Giacomo - Ara11no Francesco - Ar-
denghi Oiovanno - Armand Angelica - Arras Carmela - Augcni
Ada - Ave.llino Tina - Az,alinì Aurtlio - Babini Diego - Bai-
strocchi Quirina - Baldini l.uigi - ll1<r11.tcfU Benigna - Baratclli
Luigia - Barbero Luciana - DaTbesinQ Giuseppe - Barbonaglia
Mari• - Bari!lOne Elisa - B~rtoccl Giuliana - Barucco Fam.-
Baui AnMela - Bassu ùi1iserr>c - B!lsso Danna Morgheri1a
- Batu11tlia Ca.ria - ll•uùini Maria llechelli Mari,i - Bellanti
El,-io - Benatto Maddalena - l'le:rardi M11ria - Berheris Vìri:inia
Olimpia_ - tlertola Felicita - Berrolrw:o A. - Bi:l:mollti Iride -
Bianchi Anna Marill - Bianchi Luil{i - Biaru,hi Mario - Bissi
Virginia - Billetteri Franee.sca - Blazic Lu,g,a Bollt,ro Marìa -
Bonanni Iole - Bonfante V,nceru,a - liongiovanni Luigi - B<>-
nifacio Marino Giweppina - &rello Morfo • Bort<>IU$8i Ofelia
- Bottini Omnen,co - J3racco Serafina - Branca Amalia - Brando
Rizzo RosaJja • Bucc:i Franc•SCO - Bugnano Mlll'ìa - 8uttl.,ri
Adele - Buseno Mari• - Buueno Erid3 - Buzz! Maria - Cala-
mari Emma - Galdino Rosalio - Camburuno Maria - Camici
Fernanda - Conavese Almu • Canella Fdfoe - Canepa Maria -
Cantoreggi Anna - Capìm Giuseppina - Capògr,co Maria -
Capulsinì don Luigi - C=causi Gaetaoo - CudOnot Rito
• è.rena Carlo - Carolk1 Girol11m11 - Carpentieri Franc3 -
C..rl1$0 Maria - Cana Vittoria - Casu.ga Rosa - Castoblon
Agostiha - Catenuzi Savina - Cattel:m San,~ - Couetico Anna
- Cavassa Ernesta - Ceri<>tt, Ang.,..lo - Cerri Fam. • Cen.1tt1 An-
gela - Cbabod Lorenzo - Chiate.na Angiolina - Cima Morim
- Cìocc:a Be.rtoli Emilia - Cirillo Olga - Cirinc,one Conccttino
- Cirino Franca - Ciatcm,no comm. Secondo - Clorici Gilda
• Colombarini Amelia - Colombo Luigi - Conti Leontioa -
Corcione Adelaide - Cordero Anllel• - Corrado L.u1gi - Corrìaa
Giuseppe - Corst1 Fam. - Cortcl~i Cari• - Corti Canto.\\ Maria
- Cn:tier Odilla - (,'uomo Dora - Dallino Giovttnna - Damasio
'Teresa - Danese Maria - D'Angelo Antonio • De Francesco
Rooa - Uc,gnadiva Olga - Dcjano P:1$<lualiru< - Oélma;;m, F'è-
licita • Oe Luc• Rosa • Dc,vol Anlf•I• - O.,zzini Celestina -
Oiooladonato Paola - D1 Piazza Cett,na - Di Prima Mistretto -
Di SWeno Nicola 00~19 Giuseppe • Oondero Adc!le Do-
nofrio Clotilde - Eliano Sc<>tto Anru1 - Esposìto Vincenza -
Facciano Angela - Fac:cioli Elena - Faceli Maria - Fadda Dina
FooilllO Fina Rita - F11.vrc An11cb - Fazzi Pietro - Fedcli
Rosita Federici don Pietro • Fcrrandu Mallena - Fcrt1ll1l
i,ina - Ferrara Carlo - Ferraris Ester - Ferraris Francesca •
Ferroglio France&co - Filippini Maria - Fini Celeatina - Fini
Salv111ore - Fisiehella Paola - Focavi Camponc,nosì A. - Fo-
colli Gèffl\\llna - Francini Giulia - Fr&ncini Nui:,;ia - Frigo
Bartola - Frond<lni Ne11r! Pia - FUD1ero Liberala - Fusi A"41clo
- O.botto Imelda - Gaggeri Paolo - Gala 'Mario - Galante
Anna - Ù1llletti Gina - Gallo Felidta - C',.,l]o Balma l'aolo -
Canna Lidia - Gargiulo RAcllele - Garluchi Nora - Oamero
Maria - Garrè Rosetta - Gatti Gina - Gatti Rosa - Gervasi
Franoa - O.:una Ttreaa • Ghe•;,;i Irene • Giacobbe Angola -
C'..ianninì fuffaelina - Cil(o Giovanna - Gioffd Giovanninll
- Gio!1li Muia - Gìrino Ern~ta - Oirola Luigia - Giufinda
Giacoma - Oiv011re Cam, - Grampassi Agne$c - Gra11giotti
Giuseppe - Ora.so Giovann• - Grattami& Cesare - Grillo Ro-
11.ria - Grimaldi Paola - Gu.stclla Rosaria - Gulott'i Giulio -
Outtilla Serafina - laquin-Marta - Ingegnosi Franca - Lalomia
Grazia - Lazzaw Citrlo • Leoncini Anna Marta - Letu Anna
- Lipmndi Morittta - Lo Bianco Anoamui• - L<lt'otelli Uio-
vanni - Lo Guzu, Angelina - l..o Moru,co Angelina - Longo
Salvatore - Longobardi Giovunna - Lo l'a.$0 S..lvutarc - Lo--
rondini Agnese - Lupo C•lissano Adele - Ma-rin, Rosanna
Macciò Caterina - M affioli Elsa - Ma1111i Adele - Masru1n1
Luigia - Magni Ma,na - Ma,ero Nidia - Maimone G iustppe
- Mamente Ofelia - Mamt>lo N11uuia - Manfrin Lidia - Man-
telli Tiziana - Marchera C ariando - Marehi~io Beatrice - Ma-
rengo Giuseppina - Marinaro Rosa - Marinelli l,edzì• - Mar-
tini Emilia - Marron Paola • l'l,\\arucchi Marcella - Masicro
Francesco - Masnaghetti Maria - Massaron Valerio - Matte1
Carla - Mauro l,uig,no e Lidia - Mazzi Ro,a - Mcnabò Alher-
tina - Merli Carolina - Marzonatto Damcnic,o. - r.'lichiche An-
gelo - Milonese Giusto Olga - Milesi Corina - Milesi Femonda
- Mìnuto fam. - Misitano .Maria - Mollura Concettina - .Mol-
teni G iulio - Montanaro Maria • Morena Giorgio - Morelli
Giutlèppina - Moretti Carotino - Morsen, Maria - Motti Fe-
noli Maria - Muririoni .Elvira - Musmeci Salvatore - Nardio
Moria - Nusi Argen1 ina - Negro Lisctta - Nicolello Serafina
- Nota Tere&a • Nnto Sarinn - Novello ATll!•I• - Noz Ivonne
- Oberto Oabrì,lla - Occbieno Ermirua - Oalina Franceca -
Osell4 Pieril'ìo . Ottolini Mario - Pagliarini N~talina - Pa-
11lino Antonietta - Palano Abbondllnza - Pastod Maria - Pavan
LuiK• - l'ansi Secondo - Pedniu:ini Vanna - Pt.lli,setto fam.
- Penna Edina - Peressini Elena - Pc,rfumo fam. - Perotti Le-
tfafa - Perrotta Angelo - Peasion Elvin - Petralio Mario -
Peve.ri Teresa - Pezzi Vale.ria - Pia Agnese - Picchio Elena -
Pincimli fvlaria - Pinto CJnnclo - Piatti Antonie1r• - Pira•
Af1lll!la - Pisano Nicola - Poggio Maria - Potato Franco - Poma
GRAZIE/ GRAZIE/ GRAZIE!
di t utto cuore ai nostri lettori che ci aiutano ad
aggiomare gli lndiriizi del Bollettino Salesiano
segnalandoci i deceduti, i trasferiti, i duplicati,
evitandoci cosi un greve e inutile dispendio di
carta e di danaro,
Confidiamo sopratutto nella generosa prestazione
dei nostri Zelatori e Zelatrici, che invitiamo a of-
frirsi ai DeleQati del loro Centro Cooperatori per
compiere questo paziente lavoro di ricerca e di
controllo nella loro zona.
Seg nalare puntualmente a "Bollettino Salesiano"
tria Maria Auslllatrice, 32 - Torino
'M•rino - Porta11iola PasQUJj - J>rama!l'giore Rita - Prinrone
Andreina - Pru Ausilia - Pulisci (gnaz1n - Racco Giuseppina
- Ragosta G.etanìna - Raia Maria - R:\\iuella Orfaia - Randaizo
Gruia - Rapclli Giustina - Ranoli rausto e Fabio - Regio
SaiV.ttore - Rezzclc Romano - Ribi%zi C.,~rina - R,co Gio-
vanni - Rizzotto Gemma - Rougna Ernli• - Roat Iside - Ro-
beri Erm•hnda - Rodinis Eugenia - Rogino Concettll - Ronco
Eugeofa - Ropolo Emma • Rosa Sandra - Ro•pocber Maria
- Rossi Albina - Rosson Serafino • Rota Filome1u, - Rm;so
Cafoirera - Sabn, Lazzno - Salari Marisa - Salviato Rina -
Salvo Lina - Sanguinotti A11nese - Sangic,rgio prof, Salvatore
- Sansone Anna - Sbani Anru, - &talia Agau • Scarpaio Mari•
- Scauolin Anna - Schilirè> Nurudo - Serafin Antonietta - Sèr-
vettl Giovanni - Severino Pinuccio - Sieva Virginia - Sobrero
Onorina - $omessi B.silio - Soprao._ Alfredo - Spa1trt0li Fran-
cesca - Spu,no M. Domenica - Spozianl Anniru1 - Spirito Ti-
tina - SpreafR:o Lavinill - Sudano AngeliC11, - Suque.t Irma -
'l'amagnini Dw - T,µnl,urin, Carmela - TO'mpOralti Terei,u •
Tcneoni Gttt>lamo - 'l'entlerini Piera - T""t1t Tercs• - Timo
Bruna - Toffolcrti Maria - TognuJ/;i Rosina - Tomo Elioa
- T°'a Adeloide - Trucco FraocC$CO - Ubriaco Nagarenq -
Urbano Giuseppe - Valfri Aida - Vallari Iole - Valli Rosa •
Valtancoli Lucia - Varcllo Petronilla - Vaschenj Anna - Vectian
Laura - Venc:zia Renato - Vugano Oomenièa - Ve,;co EJiJa
- Vigo Angela - Vìll• f11t)l. - Villanova Letizia - Vinci Miche-
lina - Virgili don Ba1ti1ta - Visconti Angelo - Vitello Cle-
mente - Zalmi Matilde - Za11$a Ciunmarco - Zambelli Capdida -
Zanni Matilde - Zanoni Rosalia - Zeno Mana - Zuèehl Giulia.
29

4.2 Page 32

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Due mesi senza crescere un grammo
Le nue due gemelle, a cinquanta giorni
dalla nascita, do,·eucro essere ricovtrate in
ospedale per distrofia e passarono dut: mesi e
mezzo senza crescere un ~rammo. Una mia
vicina di èasa, vedendo il mio dolore, mi diede
l'abitino di San Domenico Savio da in(los:,arc
alle bambine. Invocai il Sanro con una no-
vena. AJ nono giorno le mie pic1.:ole uscirono
dall'ospedale e cominciarono a crescert in
modo meraviglioso. Oggi compiono due anni
e mezzo e godono ottima salute. A chi chiede
che cosa ho fatto per crescerle così bene ri-
t:ordando come erano conciate, rispondo sem-
pre: ~ È stato un miracolo d1 San Domenico
Savio, a cui va tutta la mia riconoscenza».
Se avrò la possibilitù di recarmi n TorinC>.
non mancherò di v1:nirc personalmente a rin-
graziarlo nella Basi licn cli '.\\laria Ausilta1r1ce.
lliltmu
A ventotto giorni di età
si ammala di bronchite capillare
Da anni eravamo in attesa e pregavamo
fiduciosi San Doint'nico Savio che volesse
illuminare la nostra casa col sorriso di un
bimbo o di una bimba. Finalmente nacque
una bella bambina. \\ la ,enti giorni dopo
la nostra cara Pinuccia DomePica si ammalò
di bronchite capi Ilare. Si dovette portarla
d'urgenza a Torino. Quel mattino c'era una
nebbia così fìna che la , isihilità era limitata
a pochi metri, s1cchc non si arrivava mai alla
clinica. Nell'ang()sci:1 conlinuammo a invo-
care con fiducia San Domenico Savio promet-
tendo di pubblic.1rc la grazia sul Bolle/lino.
Finalmente, dopo quattro giorni d1 ansia, i
dottori cominciarono a segnare un piccolo
miglioramento, ma aggiunsero che la bimba
era troppo piccola per superare quella ma-
lattia. ln\\·ccc, grazie all'intervento del pic-
colo Santo che ha dato un'efficacia insospet-
tata all'opera dei sanitari , oggi possiamo dire
che la bimba è guarita, e noi prima di lasciare
la clinica vogliamo adempiere il voto fatto e
affidare la nostra Pinuccia Domenica alla
protezione del caro ~anto.
Coniugi RE
30
San Domenico Savio ci ha resi felici
Erano trascorsi 13 anni dal nostro matri-
monio. Tristi e scoraggiati, mio marito e io
anda,amo man mano rassegnandoci a non
sentire risonare la nostra ca11a di grida festose
di bimbi, giacchè per tre volte abbiamo atteso
invano la nostra gioia. ;\\li incontrai con una
amica d'infanzia, oggi direttrice delle Figlie
di \\[aria Ausiliatrice, la quale mi parlò del-
l'efficace intercessione di San Domenico Savio,
invitandomi a pregare con fiducia il piccolo
Santo e a indossarne l'abitino. Pa!Csarono quasi
due anni, che trascorsi pcrse,•erando nella
preghiera e nella speranza. La lunga attesa fu
premiata col dono di un bel bimho a cui è
stato imposto il nome di Amonio Domenico.
Ora il piccolo cresce a menl\\'1glia. Il caro Santo
vegli sempre su di lui e su tutta la famiglia.
Hrunt, (C.,11anrnl Coniugi JGNAZI() AGATA C'4'Lli
Lucia e Am\\llndo L:lro (Giavcnu - TO) con la prmnionc
d, S. U. s . son rirnasti fd1n d,11■ nascit• ddla loru ~i-
ctJlctta.
Silvnru, PolonJ In Giordani (Pnmamlo • TI\\:), invocato
ti. D. S., l>tltnnr li, felk< n.isc1i.1 dr 11cmdli in cundi1iun1
di ct.:C\\·%iunt".
Snnlln~ e Glusepl)<l Radice (Scna~o • M IJ attestano c<>n
ufli:"a In luru ricon<>!«lenu n S. (). S . p1•r In nlllieita del
pi,culo <.1111,anu, a,·uw per (t,d1· contro t parer, sfnvoru-
voh d.-, com~tcn11.
Lul11I e Bambln;, Mandelli (C3ru11•tc - :-.li) dues,:ro a
S. n. S. la 11razia dì una nascrl.t r furono ~uditi.
Gloaclllno e Laura Castaanouo (Tonno) r••llando S. D. S.
cbbc,ro la fiJtha hbt-rata <bi pcr1C'nlo di mcnin!?ite.
O. Pl1111aea (Lu•iana - \\ ' I) con una noct,na a S. D. S.
ottenne a un fi11lio la grazia dt-ll'impit"f(o.
Ann.:i Duccesc:bi (l'rataccin - f'T) contro ogm speranza
cbhc un fi11lln per la prlltt:ciont di S. D. Sa,•io.
Vern Bertolto Bianco (Veglio !\\lnun - VC) invin l'offerta
p<·r ft1ndorc una bori;a missin,1aria in onore di S. D. S.
per gna~ia ri"e\\tuta.
Vannlna O.o (Cenoni - NLJ) lo riconO$CCntc a S. D. S.
p,:r la f<"lice nas<>lll della awr bambina, nonostante gra-
,·,.,.imt difficoltà.
Maria Rossi in Tovaui (Aldrno - 1'N) anribuisce a una
111112.ia di S. O. S., confermata dal medico, la felice ns-
acita dd 1uo primogenito.
Anna Alberi! Clan.nini c;,:apoh) dopo un primo caso non
vùale, ebbe un bambino bello e sano, mcrcè l'interces-
s1onc dr S. U. Sano.
Maria S3ntuccl in Prlvltera (Leccc-) tl\\'Utn una infez.ione in
seguito a iniezione, pose l'imm&l(lnc d1 S. D. S. sulla
parte malato. e in breve gunrl.
Cina Plos (Cisà!ma del Friuli - LD) rini:razi" S. D. S.
in unione col nipote MAuro, 1ruarit11 da arravc bronchit<•.
Fnncesca Clulco (La Morra - C~) invia offerta in rin-
gnrziamento a S. D. S. ~r la sua guarigione da dolorosa
e grave m■lania.

4.3 Page 33

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La tubercolosi alla spina dorsale
e la paralisi alle gambe sono scomparse
In una povera casetta poco distante da noi,
Francesco Nongrum di anni 22, giaceva a letto
con grave tubercolosi alla spina dorsale e pa-
ralisi a tutte e due le gambe. Per più di un
mese mi recai da lui per le iniezioni di strepto-
micina, trovando il caso senza speranza. Tut-
tavia siccome io stessa, per intercessione del
Servo di Dio Don Rinaldi, avevo ricevuto
una pronta guarigione poco prima che si do-
vesse iniziare un intervento chirurgico, cercai
d'incoraggiare il paziente ad affidarsi a lui,
dandogli una sua reliquia. L'accettò con ri-
conoscenza, promettendo di pubblicare la
e grazia qualora l'avesse ricevuta. Con grande
nostra sorpresa e gioia la grazia venuta a
premiare la nostra fede. La paralisi e la tu-
bercolosi sono scomparse senza alcuna opera-
zione e la salute ristabilita è stata confermata
dal dottore. Ma Don Rinaldi ha voluto fare
ancora di più, ottenendogli un buon impiego col
qualepuò aiutare la mamma vedova e la famiglia.
Con la più sentita riconoscenza egli prega di pub-
blicare la grazia con l'augurio che il Servo di
Dio Don Rinaldi possa avere presto la gloria
degli altari. SR. MARGHERITA OPBZZO, F.M.A.
missionaria in Assam (111dia)
Guarito da trombosi cerebrale
Lo scorso gennaio ero tornato nella mia
amata Missione dell'Assam, dopo lunghi este-
nuanti viaggi in Europa e in America in cerca
di soccorsi per le nostre Opere Missionarie.
A metà febbraio fui ricoverato nell'ospedale
protestante di Shillong per una tosse persi-
stente e grande debolezza. Una notte fui col-
pito da una trombosi cerebrale e per due
giorni rimasi tra la vita e la morte. A detta dei
medici c'era poca o nessuna speranza di su-
perare la crisi. Senonchè una suora Loretina,
che per caso si trovava degente in quell'ospe-
dale, appena saputa la cosa, volle farmi visita
e con grande fede mi mise sul capo un fazzo-
letto che aveva toccato il capo del servo di
Dio Don Rinaldi. Ricordo che provai subito
una sensazione di benessere e da quel mo-
mento fui dichiarato fuori di pericolo. Con
sorpresa di tutti i presenti, il lato sinistro, che
era rimasto paralizzato, riprese i movimenti
quasi regolari. Dopo qualche tempo potevo
uscire dall'ospedale. Unico sl')gno dell'avvenuta
trombosi è la poca sensibilità del lato sinistro.
Per consiglio dei medici sono tornato in patria
per un periodo di cure e di riposo. Sono
persuaso che il nostro grande Servo di Dio,
che nel lontano 1923 mi imponeva la veste
talare e che l'anno seguente mi consegnava
il Crocifisso "missionario", compirà il miracolo
e mi farà tornare in l\\fusione.
Tori110 DON LUJGI RAVALrco, missionario salesiano
Guarita istantaneamente da grave pleurite
Affetta da pleurite ribelle a ogni Cllra da
oltre un mese, una sera mi sentii venir meno
per un forte dolore alla spalla sinistra. Chiesi
allora alle sorelle della comunità che mi p,or-
tassero una reliquia di Santi. Mi fu data un im-
maginetta con reliquia del servo di Dio don Fi-
lippo Rinaldi. Con viva fede l'applicai alla
spalla dolente. Subito presi sonno, sollievo che
da tempo non provavo più, e quando mi svegliai,
a notte inoltrata, potei gridare con gioia alle
sorelle che ansiose mi vegliavano: 11, Don Fi-
lippo Rinaldi mi ha guarita i. Da allora non
avvertii più alcun dolore, e pochi giorni dopo
potei riprendere la mi.a attività. Desidero sia
pubblicata questa mia dichiar~ione, come
attestato di gratitudine al Servo di Dio, molto
venerato nel nostro Istituto, e per incita-
mento di quanti hanno bisogno di conforto a ri-
correre all'intercessione di don Filippo Rinaldi.
Valderice (Trapani) SUOR CELESTE PROVVIDENZA
Salesiana Oblata del S. Cuore
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede In TORINO, eretto In Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n. 22, può
legalmente ricevere Le{Jatl ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni sr consigliano le seguenti formule:
Se trattasi d'un legato: « •.• lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede In Torino a titolo di legalo la somma di Lire..•
(oppure) l'lmmoblle sito In... ».
Se trattasi, Invece, di nomln11re erede di ogni sostanza l 'Istituto, la formula potrebbe essere questa:
«... Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio erede universale l'lsUtulo Salesiano per le Missioni con
sede In Torino, lasciando ad esso quanto ml appartiene a qualsiasi Utolo ».
(luogo e data)
({Irma per esteso)
31

4.4 Page 34

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------------------------------------------------------------------- ---------
TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
Avvertiamo che la pubbllcazlone di una Borsa Incompleta si effettua
quando Il versamento Iniziale raggiunge la somma di L, 25.000, ovvero
quando tale somma viene raggiunta con offerte successive
Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma
a completare Borse già fondate
CROCIATA
MISSIONARIA
BORSE COMPLETE
Borsa: Pacetti Leonardo, in memoria, a cura dei
figli Irma e Giorgio (Grosseto}. L. 50.000.
Borsa: Don Stefano Pavese, -in memoria. s cura
dell'Unione Exnllievi t• Orotorio festivo Don
Bosco (Torjno). L. 50.000.
Borsa: Don Silvio Santini, i11 memoria, a cura
dell'Unione Exallievi Orotorio festivo Don
Bosco (Torino). L. 50.000.
Borsa: Barbero Francesco, in suffragio e ricordo,
a cw:a dei familiari (Bellinz:1go - Novaro).
L. 50.000.
Borsa: San Domenico Savio, perehè protegga
tutti i 11òstri figli, a cura del prof. dott. Santino
Mainoli (Como). L. 50.000.
Borsa: Salus infirmorum, p.g.r. e i11 suffragio
dri g,,.,,;tori defu11ti, a cura delle sorelle Torri-
celli (S. Elpidio - A. Piceno). L. 50.000.
Borsa: Don Bosco, Don Rua e S. D. Savio,
in suffragio dei defimti e a prote::io11e della mia
famiglia, a curn di Cuicchi Traiano (Chia,-a-
valle - Ancona). L. 50.000.
Borsa:Maria Ausiliatrice,p.g.r., a cura di N. N.
("I'reviso), L. 50.000.
Borsa: Doti, Grazia Coniglio, i11 sujjr(Jgio, a
cura della sorella Carmela, exallìeva, inse-
gnante (Sem1difalco- Caltanissetta). L . 50.000.
Borsa: Bambino Gesù, benedici la mia famiglia,
o cura dj Peri Giuseppe (Pallerone - Massa
Carrara). L. 50.000.
Borsa: Papa Giovanni xxm, i,, ri11grazia-
mento, a cura dj N. N. (Bra - Cuneo).
L. 50.000.
Borsa: Ravenna Tommaso Silvio, in suffragio
e memoria, n cura della moglie Cm,ennn Leo-
nilda e delle figlie Giuseppina e Gianna (Ge-
nova). L. 50.000.
Borsa: Rosa e Pietro Glacchino, a pere1111e ri-
cordo, a cura di Albin.1 e Piero Ranise (To-
rino). L. 50.000.
Bona: Maria Ausillaltlce e S. G. Bosco, pro-
teggete me e la mia famiglia i11 ·1.:r'ta e in morte,
a curn di Tonolli Evelina (Cremona).
Borsa: Maria AuslllalrJce, S. G. Bosco e
Don Pietro Berrutl (I()&), a curn di Alberto
Amodo (Roma). L. 55.000.
Borsa: Grazie, Don Bosco, prot,ggi/i umprc,
a cura di N. N. (Piacenza}. L. 50.000.
Borsa: Mons. Vincenzo Cim.atti> i11 rico-nosce11::a
per grarifl ricevuta, n curo dei sigg. Guido
Ferrero e Maria Rivolo. L. 100.000.
Borsa: Mons. Vincenzo Cimatti> o cura di
M. R., 13. Marinzi, A. F., B. e M. Beiso (To-
rino). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, gli Educatori al
loro Sa11to (22•), in memoria della segretaria
sig.na maestra Carolina Turco. L . 50.000.
Borsa: Gino Gonella, exal/ievo caduto 11cl/a
gut'1'ra r9I5-I8, a cura di Albertc Bcsozzi e
Mària Besozzi Gonella (Castelveccana - Va-
rese). L. 100.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, i11
rico11oscen:::a, n cura della famjglia Pietro Poy
(Vercelli). L. 50.000.
Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Maria l.mmaco-
lata e SanU Salesiani, ;,, ,ujfragio dei miei c(Jri
dej,llui, e a protec:i.011s mia e dei miei familiari
i11 vi/a e iri 111orte, n cura di D. P. (Tor.i.no).
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Borsa: Cav. dolt. Stefano Mlone, a çura delln
vedova signou Olga Faina (Torino). L. 50.000.
Borsa: Maria AuslUatrlce, S . G. Bosco e
S. D. Savio, proteggete la mia bimba, a cura
di N. N. L. 50.000.
Borsa: Giugnl Alberto, a cura della prof. Giu-
gni Irma Marchetti (Genova-CBiignano).
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Papa Giovanni XXIII, a tura di 0. R. P.
(Fossano). L. 50.0òO.
Borsa: San Giovanni Bosco, a cura di N. N.
(Genova). L. 50.000.
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fragio e mw,oria di Come/ti Mari" e Valiesia
L11igi, a curn delln famiglia Giuseppina Gloria
(Arona}. L. 50,000.
Borsa: Don Fmppo Rirmldl, p.g.r., a cura di
Vanotti Elena (MiJono). L. 50.000.
Borsa: Mada AusllJalrlce, S. G. Bosco e
S. D. Savio, proteggete i '1liei figli rirllo studio e
donate paro e .,al11te a h 1tt11 la mia famiglia, a
cura di Testa Esterinn (La Spezia). L. 50.000.
Borsa: San Domenico Savio, p.g.r. e pMchè
assista i bambini a me affidati, a cura di Angela
Marcantonio (Bronte - Catanfo). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco, e Mons.
Lu1ei Maria Olivarcs, in suffragio di Piserni
Armando, a cura della moglie l~ucia Cappelli
(Bassano Romano). L. 50.000.
Borsa: Maria Auslli.atcice e S. G. Bosco, pro-
tcgg~te me ~ i miei cari in vita e in mortt1 a
cura di T . B. F. G. (Udine). L. 50.000.
Borsa: Maria !mmacolata Ausiliatrice, proteggi
la 11m1ra famigft'a, n cura di N. N. (Canicatù -
Agrigento). L. 100.000.
Borsa: Enrico Alcsinl, i11 memoria, a cura della
ma,-nma (Varese). L. 50.000.
Borsa: Transiil benefaclendo, in memoria e suf-
fragio di Maria, Orla11do ~ Orazio L=agetto,
Sl'1'~•i della carità di Cristo, a cura di Lerizia
Lavagetto (Pallonza). L. 50.000.
Borsa: Don Bosco, a cura dj .Ponzo Mo.dda-
lena ved. Dho (Mondovl). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. Giuseppe e
S. G. Bosco, ;,. suffragio dello consorte Tertsa
e della figlia Jlfaria, a cura di Pellegrino L o-
renzo (S. Giorgio a Cremano - NapoH).
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Borsa: Maria Ausili<ltrice e S. G. Bosco, ili
wffragio d8/la defunta moglie Carolina, e cura
di Scacheri Carlo (Roma). L. 50.000.
Bo<S3: Don Bosco e Don Rua, p.g.r., a cura
di Grana Liliana Fogljarini (Ventimiglin).
L. 50.000.
Borsa: San Gìovannl Bosco, a cura dj L. A.
(Milano). L. 50.000.
Borsa: Mula Ausiliatrice e S. G. Bosco, a cura
di Giunnnntonio Margherita (Guardiaregia -
CampobMso). L. 50.0()0.
Borsa: Linda Toffoloni Rossi, a cura della figlia
Rossi Margherita ved. Zanon (Piovene Roc-
c:;bette - Vicenza). L. 50.000.
Borsa: Mons, Vin.cenzo Cimatti, a cura di
don Luigi Cetto (Pergine - Trento). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, ìri suffragio dei geni-
tori Sca11tamburlo Pasqualr, 111io::zo Rosina, e
della sorella Amalia, a cura di Scantamburlo
Maria (Roma). L. 50.000.
Borsa: SàD D om enleo Savio, prot~ggeta la mia
11uora ?w//a iua matl'1'11ita, in ringraziamenti/,
a cura di Bolla Leti:dn (S. Bonifacio).
L. 50.000.
Borsa: Papa Giovanni XXIIl, proteggi la mia
famiglia, a cura di Manfredi ing. Giovanni
(Mondovì - Cunèo). L. 50.000.
Borsa: Marla Ausiliatrice e S. G. Bosco, a
cura di Granero Celestina (Brichei:asio - To-
rino). L. 50.000.
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Borsa: Maria Ausiliatrice, a cw:a del dott. Carlo
Panizzi exallievo (Bndalucco - Imperia).
L. 50.000.
Borsa: Don Stefano Pavese, in memoria, a cura
del notaio Giovanru Ghione exallievo della
Casa Mndre (Torino). L. 50.000.
Borsa: Don Rutilio Uguccioni, i11 111e11wria, a
cura del notaio Giovanni Ghione e>< allievo
dello Casa Madre (Torino). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, i,, suffragio di
111011gc Umberto, a cura di Monge Anna (Ve-
nasca - Cuneo). L. 50.000.
Borsa: San Domenico Savio, i11 ,11/fragio d.i R e-
velli Catrri11a, n curn di Mongc Anna (Ve-
nasca - Cuneo). L. 50.000.
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della famiglia Boggio (Saluggia - Vercelli).
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4.5 Page 35

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gli ultimi anni delle sue breve esistenza terrena: una straordinaria
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con un entusiasmo che ha commosso tutta l'America.
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un programma televisivo nazionale, la sorpresa dei giornalisti di
Los Angeles, l'amicizia degli artisti americani della musica leggera...
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n. 403 del 18 febbraio 1949
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4.6 Page 36

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
Don Oreto Alessandra I o Pietrosont• (Lur,~l " 70 anno.
OJ ~nim("I fine, aruuto r mt-todico. don \\lr.uandrA era cono$\\·1utissimo
t.n i conrriuelh e d.\\ una ,,uu aeh1c-ra di amu:a e d1 0~1lhc\\·1 non solo
ptt j pott1 d1 grande- tNpnnsab.1.htà \\-ht.~ tenne ,n Conurcaa.tionr. Ira i
quah quello di nippre1>,mante del R<nor :\\la111,,'lore nelle cue della
STiztcra dunn1c l"uh1mo -.:onflino bt=:lliLn. mol pc..- il "uo fattt,·o amore
a llun Ou,cfl e per J• tllLI 11.pc-rtu.ra d'a.n~mn ,11\\lc :tutentichr f'&ÌR'tnze dei
tempi. (Hu,:rinc aaccrdott ,,restò il sen·1iac1 militun: ~omc capitano dct..
l'ani11ll«IA • <aval lo nello 1n11•rr, dd Pjq-18. l::<.lil'ici. 1u11I cc.>n I• sua
pietà ~t·rnrhcè e profontln. con lu r...·u, lorl1/1 dt ~:ita. e con la 1erc.na e
rclig1os1 \\tswne di ru11, t ~1roblen1i, r.:ompresu quello •~premo della
monc. che lo c.olsc fHcpara1i~,,mo.
Don Paolo hcnda t ,;e Torino-~lontcrnsa a 56 •nn1
Sacerdntc- ,l"mpbce e buono. 1cr,·1 I.a Chu:!11.t 1n ,nininnt- a Bé!demmt' e
a HctU'tHn~I. r ,n p11.trim nc:11• parroc.:chia San Domcntco ~;a\\·ìtt 1n Tonno
e come t-·apJlcllnno del '""oru. JI suo nome era rip\\·tuto cc,n ammira..
zionc .,~ U tHIU m.Jnl~lcro hHE(Unttntc rkhu.!aln, Spirò offrl.'nd,11i gcnt!roso
olocnulf.to ru,•r la Chi~a t fa éonA"rt1,ta-,;1onc.
Coad. GlovannJ Sca«!lolri l • Tonno-l au \\ladre , 7/1 anni.
In 57 ■nni d1 nta 1-■lt.t11n• d.Jedl" lum,notu C'~mp10 dì ,cn·na e operosa
bont~. L',n.scgna.mc-nto JcUa •cultur~ ,n lt·ilno ~ del d1,tarno tecnico
costitu1 11 ,uo lavoro fonJ.amrnulr. cht' a,uhc- con feJeltit, impegno c-
n1aeatr111, fino a1th cttrc:n11 me.sa della 1ua vita. cotonDto da un uhìmo
gencro~o 1otfrirc.
Don
Don
Lulsl Galli t
Glusceppe Clolfl
tltuahdtn.\\
Blonc11 ( \\rl(<Tlnno) • 87
Ila Gra<ia ( \\rNcntina) •
~nni
87 •nni
.
Don IEJnlllo Mtotd t • Lunpin*' (B,..ilc) • 7-1 ann,.
t,, Don Bronlslao Paa.kscys · a K,un.. (Litu.arua) • f1Q anno.
Don Antonio Priboda t a lnn~brud ( \\ustri>I • ann,
Don Ildefonso Vandendrlo:sscb e t o llokhtcrcn (Bda,ol ,, ss anm
Don
Don
Francesco
Anse.lo M
aGuaolsent
t
ij
801:ora
<:ordoba
(Lolomb,a)
(Spaqno) a
• 53 anru
so ,,nn,
Coad. GIUHppe Catcedo t a Colf (t:olon,bit) a 84 11n1u.
Coad. Andrea Ga.-da t • Mohernondo (Spagna) o !11 onn,.
Coad. GIUHppc Pula t • Fortin Merce<.!"" (,\\r~<nt,n■) So anni.
Coad. R&n>Jpo FnlltJJll t • Pon1c :-:ou (Brasi!) a 7H •nm.
Coad. Enrico Olivieri I • Faenza a 113 anm.
COOPERATORI DEFUNTI
M.om. prof. Angiolo Gambaro t a 'T'orino a 8,i ann,
11 3 J marzo corre-ntc &\\'tcbbe ce.lehruo il sc.-nntcaimo d, &P.cerdoz10
Laurc.uo 1n lcuc:-rc e fiJotufia all"\\) n1\\·~n11• di Tonno, fu educatore
preuo v•ne C■miatie ìtlu11n. tra cu, 1 1-n1rchesi Paulucd di Calhoh
(Roma) e i duchi Bo\\lla«1ua d, Doloana, S, ,nt<reasò d, t1ud1 re!Jl(looi
1dat1vi alla cntica moJ~rntt.hca., oncnundo,.i poi ,empre più dccis.a-
mcntc --cno la pcù•~Oll••· In essa onennc la libera doc<ruo noi rq2Q
Tenne la ti.1Uedra d1 J1t"dt,g:ogiai prirrrn come I nc;a.rice1to e poi come
Ordinatio, nella l'acuità di Ma11l1tcro d<ll' Univerohl.l di Tonno dal
•OH ■I 1957. D1 csaa fu anche pr.-ld< dal ,954. Studiolo dJ Vittorino
da Fcltrc, .Erasmo d• Rotte..rdam, 1-· t...1mtnn11$, 1-t. LamhrusEh1nì,
f,'• \\porti, G. Capponj ,u dj es.-:-ì ac:riut: optte di ccttz1onalc valore
aricnrifico.
Fu am1co 11ncero dcli• f"■migli• S•fn1ana, a,•vìanand0t• con e.re•
liCcntt aimpatia a.Ha fiaur• di Don 80,cu. 1ul cui sistema trai.:ciò un ori-
La Famiglie S.le•lena partecipe v ivamente con preghiere
e •uffregl el lunl femillarl che, a d l•tllnu di pochi glomj,
hanno colpito Il rev. mo Rettor Maggiore Don L11 f11I Riccerl
con le morte del fra tello geom. Francesco, Il Pr■fetto
Generale rev.mo don Albino Fedrl11otti con la morte della
•orelle Maria Fedrlgottl ved. Donati
l!inalc profilo nel ,·olurne 1ulla Pcdagofia del Ri1ora,mento. Prese
part• a111va alla ,;111 dcli'htituto Superiore di P•d•11ori1 del Ponti-
6CJo Arento Saltsi1no, di CUl fu. anucl..tmo e bcndaittore: cennc coni
di le:t1oni, confere:nz.e, r1:l•xioni a conve.,nl. ru attivo, tpr,re.natiu;mo
co11nbontore della rivi,ta. intetnazionnte curata dall'Jttituto di P~da-
~·ogiR: 41 0ritntamn11i Prdugagici".
MonJ, Gambaro r_,.tl •••rnp10 di vii• laboriooiuima, con11crata al!'apo-
s1ola10 della venti dalla catteùni e con l• pubblicazioni, car■nerizz■ai da
un 1ntereasc tuno parocolare per l' educaZJone dell~1n(anzia e: pop0lare.
N. D. Maria Luisa Plallaua veci. DI Puuna t • Tonno• 84 anni.
Fu era 1~ p.iù ferventi e attive COOl)t.ntrici di Torino pt:r un buon tan•
quantcnmo. '"rutti i •uccc11ori di Don 8otco si ,·1l1ero di lei c.ome di
prezioso intermediaria presso ìl Mvn1c1pio, la Prefecìura, h• Casa Re-alo
e, durante la pnma gue.rra mondiale, anche con le, a.utorìtiS. militari, la
Croce Ros••• la Qu.utura. 1\\\\.~c,-a enLruura e ucendentc dovunque.
Faceva pute d•ll• Pi■ Unione dei Coopcntorl. delle Dame dt Mula
Alllili1tnce e del Com,1,no Centrale Dame Patronca1e Salesiane. In
oea,ionc dt fcst"gxi■mcnti era tra le Cooperatrici che: romponenno
i com1tat1 ora■ nizza,or,. Cosi 1wcnne nelle feste dcli• lmp01i.2ione dello
scettri:> 1 Marl• A1ll11ìutrice ( 19 18), dello 1naugura21onc del monumento
a Oon Bosco ( 1920), del so• delle Ml••ionl Salcsìanc ( 1925), dolla
b•atificazion• (1910) e d•ll• c■nnnìzzv.ione di Onn Bosco (1Q34) e in
moht altre c-.rco•u•nze. ~on rn~no intensa fu l1t. suu. atth·ili rtlisrao1D
1ot1ale e civile 1n ,•1ttà e in d ,oçesi, comt nel •\\\\O paese d( C1t1h11io
(\\'arctt'). Renhud,nc, dinanuamn Af'O!'itolico •1raordin.ari-o, tatto e abì-
ltt.i diplomnuc11 l' 1e.nuto amore a ~larisa. .-\\u11ho11ric.e e a Don Sotco
d.isuruc-ro e diedero rilievo a qu~,t• figura dt pr,mo p,a.no neUa •toria
della nos-u-1 T•rz• l'■mi11li■.
,·it• Scn. avv. c:arto Grava t a (.;one11liano (Tre,110) a 7-1 inni.
Rcli111oso, retro, earitate, olc, dcdir/1 11 merho drll~ IUA
olla aolu-
.t.tonc cristittna dt1 problemi dtl nonro popolo. 1...a d1soccupazlonc. t'ad-
dr.stramen,o profo.,iona.lc, l'n'lru;ol1urn, Pcmi,irRzionc e tuni gli n..hri
aroui problcimi aoc.ia.Ji sono atatt il e.entro Jc1lc preoccupaiioni di
qur&to 11renuo ottcrtore di una m11.,g1ore ,:uurtizia 1ociale per le c:1aHi
la\\.'oratrici
Giancarlo Bertleri Bonfantl t a Annone d1 Bnanza • ~• anni.
Cresciuto negli oraton miLincai m1htò nell• fil~ di A. C. fin dalla prima
1Jolcsccnza Ciov•mss,mo 11 tkt:nHc ull'uni,·er,hà. di giomalitmo, la
s.un pas-siont rht csprim~,..a l'llrdrnte desidtr10 di test1mon1an1:11 c1t-
toll~. Por1cc,1w ,n talo quol,t~ •Il• guerra di SpaQna, d' \\frlca: e noi
1ccondo conflitto mondiale In qualJti dJ l(iornalltta nella murinu mi-
ht■re. ~ei dite, anni di un--iT.10 rn.critb pubb!icho menzioni e medaglie
al ,atore, per ti auo con1Ju:10 C' I.a .aua._ lrahà ncl 1trviz.io.
,\\..unto c.omç •dd.,t10 sump.a ■111 R.,\\.I. nel 1950-53 trascorse un
periodo ncll' Am11z&Onia, do\\c- conobbt! 1 Salcaia.ni. ne cullò l'o~ra
ne-,R:h se-ritti e: ndl■ prop11JrnnJì\\. Raiano di lui I~ pubblicai10ni: -+a• t,a-
rt1lfrlo molto apprcuato do P•p• Glt)vanni XXI Il . .41omi , spit, Gu,rra
dtll'opp,o, Srldm,i, apostoli, q11tirrur1. Postumo ata per u11cirr (.ì11,rra
,ti diomont,, ,n corao d1 ,11m1"1 Recentemente. (Il 7 diccmbr< J 966)
fu insignito dal Comune d, '.\\l1l•no della l\\\\cduha d'oro al ,..tor dvile.
C.:omc pubblic11't■ cauolico eolf1borò • moh, quoud.ia.lU e ptnodici
(.,lttoho1 fra cw .\\l~ridiam, u .
Giovanni e.uro t ad Acqui Terme.,. 61 anni.
Jn t\\cqu, ~rl fiaura notis•ama. tt1m.110 e ■m•to da 1u,ti. Da moltt anni
era Zelatore tr-.. I Coopenuort acquesi. Fu anc.ho rr,j)jtante e diri,Aeonte
d1 \\. C . • noll" l)en,ocraz1Q Crttll•n•. I Cooperotod di Acqui no ri-
tunlè-ranno 111crnpre la bont• dcl cuore e il mirabile esempio di vua
crì•uana e di ..a,pouolato 11lt"1i1no.
Vlnceaso Cuomo t " Craanano (:-;apoli) • 78 anni.
La su.a \\'Ìtt ~ atata cuna un tetauco Nlific:antc di ceatimonianu cri.ati■na
e di 1.postolatf) ,n çllSfl e aul lnoro. Suo oriro111io: anr d,to alla Cbiua
due figli uce.rdou: un 1-·rance1cano e un S1te&1ano.
Angelo Marllhetto t a c..tollu di Godo~o (Trtviao) • 64 nnn,.
Come Cooperutorc, si dittinu per il suo omore all'J\\usiliat ricfl D on
Botco e sll'Oprr• ulcsiana, alla quale doni) un fiullo. Nei suoi aci fi-
.uliuoli. tpà tuu, bene avva11t1 nrlla viu, truru.n I• SU.jl ft-rle semplice
l e profonda ,\\lort 1creno t allt"a,rto com•era \\.;ssuto.
Mario Blsdal al Cairo (F.11110) • 78 ann,
Per molta anni u io1tr,:rmntt nrll'Jstiru10 Don Bosco da ,\\ln11ndria
d'Egitto. Per I• ""' 1ntdliaen,o e qualità- pTc-fch10nal, rogg1unat un·,n•
,,idiabtlc po,liione ,ociale. Fu dir•ttore dcli' L:tlic,o Posialc Ctntral•
d1 Alessundri• t piu tardi dir•trore delln A11eniia di Cairu delle Linee
At-rcc Olmndc.i K J,6~l. Di n•~ionalitA egiz.tan■ e di rito copto-c:attoUcQ,
fu cristiano 1n1ppun1■bile nel compimento dei suoi do,·•ri rcli11ìosi
Giulia Peverln! veci. Bdnat T a S. Daniele (Friuli) • 115 anni
L, fede e la carità che 1n lri furono b,m salde, 11 sostennero nelle prove
piu l(rllvi della vin. Amò la prealuera e m1lttb nell• .\\ssot1n1oni par-
rocchiali l'u devota dell'.\\u.,ha.trice cd ebbe la ,r,010 d1 •••••tue, nella
8,wlica di Torino. oll'ordin..lont uc.udotalo dd figlio don Leonardo.
Bernardetta Kusam t al Coiro (Egitto) • 26 011ni.
Era ,exalli.,v1 delle Figlie di Maria .\\usiliatricc. Coopenitrice, 1po1■ e
madre esemplare. Prr la au• n,onc precoce: l11c.11 orfane duo b•mb1nc
lo tenera cri.
Enric:bc:tta NobUe n. Sarto.._ t • Tessorcr• (S,-i,ura) • 71 ■nru.
1-:ra Coo-pcratnc~ a.ffe-zionata 0Ctn Bo.sco ic alla au.a Op~r,. A\\.-c\\:.t. un
1010 ramm11rico: pc:r bi lontMnAnza dai 1alcsittn1 non poteva p•rtecapare
alle attività dell11 Pia Unione,
Anna Maria Dall'Anllco f a S . Ba.ss>1no 1 81 ann,.
Da anni la,•oravn in S. Ba.qano pe-r diffondere I• dc,·0~1onc • Sin Gio-
vanni .Bosco, e particolarmente: per Ca.r cono1ccr1: Sa.n Domcn1co Sa\\.io,
dt.l quale propaNandava I■ d°'or.ione dc1J'1b,uno fra le irio•••ni •po•e.
Tale apostolato •~..olse specialmente: durante la lunp. infermn.1. aiut.aca
dalla fighuola, S1 adop.,rò pure puchè in p>rroccht• fosse ded1catt> un
Jtorno di pa.rticol■rc divoxionc a l.)on Do~co e a Sao Domenico Sa...-io.
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
Aldtnucci l dalco Andrei• Caterina Bu,c-,lli Arturo • Ban-alini
don Nello - Bcndo11i LuiH vcd. Gatti - 8CJaorni FelTlri ,\\leuandra -
Bianchi Giul11 ved. Benwcttì - Bilon, Ann.a • 811ci:u !I-lari• • Bon-
te:mpi don Faua11no - 801io Giovannina ·\\'~d. Arlo.ssi .... Br•a• Pietro -
Camp>n• Vira,ni• - Cappelli Pietra v•d. MombcW Cavi11io1i Rou
vcd. Monti • Chlodero Genoveffa - Colpani 'Emiha • Conteno don Gia-
como ... Demarc:hJ Margherita. - Fu-rari muns, Gtne.tiO .. f'ornara
pror. L uigi - Forni Maria • Galhgani Ar(lia - C■ ndini Dado - Gattai
Severino .. Gi1tomu.m Pan~l Don - Giacomuu, l\\,laria - G,ovane.t--
toru Clemente • Corno RONI • Cusmano Giuacpp,na - :O.lanaon1 Be-
rardi Man■ Muzetti Cam,llo • Mazxi !\\l•ria - l\\lercandclli fl.bria
M,.Dàri R evocalo • Mingoui don Giuseppe • Puuu Giselll - Peuotti
Pa.mer a Pierina . Riassaco Ciov. Battist a - $1Jin1 c:an. don Pio .. Squa.z...
zini Giovanna • Liberti L u l11i• - Ulinn don Frnnceaco - Viganl) Fiorenz.a.
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