Bollettino_Salesiano_199605


Bollettino_Salesiano_199605

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ANNO 120 N.5
Maggio 1996
Sped. in Abb. post. (50) • Torino
RIVISTA FONDATA
DA 5. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
~ J\\J_;. J
J _j
_j r ~ ~_;.ijJJ'_;.i

1.2 Page 2

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IN QUESTO NUMERO
Maggio 1996
Anno 120
N umero 5
In copertina, ragazzi di Sao
Paulo all'inaugurazione
del nuovo polisportivo
(cf In Italia & nel mondo,
a pag. 6).
A pag. 13 una sintesi
del discorso di
Giova.imi Paolo Il
ai "Capitolari".
10 ATTUALITÀ
Donne di carta
14 LAICI IN MISSIONE
L'uomo più felice del mondo
18 LA STORIA
Lo storico liceo di Alassio
26 THAILANDIA
Il sorriso su quegli occhi tristi
29 ANNIVERSARI
L'anno di Lutero
30 STATI UNITI
Essere donna a North Haledon
37 PROFILI
Servo di Dio e dei suoi fratelli
di ALESSAND RO RISSO
di UMBERTO DE VANNA
di ANTONIO MISCIO
di ANGELOBOTTA
di SILVANO STRACCA
di MARIA ANTONIA CHINELLO
di TERESIO BOSCO
RUBRICHE
3 Rassegna stampa - 4 Il punto giovani - 6 In Italia, nel Mondo - 8 Lettere - 13 Prima pagi11a -
17 Libri - 21-24 Zoom - 25 Cinema - 33 li diario di A ndrea - 36 Dalle missioni - 40 I nostri
Sa11ti- 41 / nostri morti- 42 Solidarietà- 43 In primo piano
26 Tra i non vedenti di Pakkred
2 · MAGGIO 1996 BS
29 I 450 anni di Martin Lutero
Sil
fBollfttino
aleszano
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE RESPONSABILE:
UMBERTO DE VANNA
Redazione: Maria Antonia Chinello - Giancarl o
De Nicolò - Franco Lever - Francesco Motto
Collaboratori: Teresio Bosco· Angelo Botta -
Ernesto Cattoni • Giuseppina Cudemo -
Graziella Curti - Margherita Dal Lago - Serge
Duhayon - Bruno Ferrere • Sergio Giordani · Antonio
Mélida • Jean-François Meurs · Pietro Moschetto -
Angelo Montonati - Giuseppe Morante - Gaetano
Nanetti - Angelo Paoluzi - Alessandro Risso -
Silvano Stracca
Fotoreporter: Cipriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerrino Pera - Pietro Scalabri no
Progetto grafico e impaginazione :
Pier Bertene - Ufficio Grafico SE I
Archivio: Guido Cantoni (Roma)
Diffusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
Spedizione : SEI p.a. - Torino
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa: ILTE - Torino
Reg istrazione: Tribunale di Torino n. 403
del 16.2.1949
Collaborazione: La Direzione invita a mandare
notizie e foto riguardanti la Famiglia Salesiana e
s'impegna a pubblicarle relativamente alle
esigenze redazionali. Testi e materiali inviati non
vengono restituiti .
Edizione Cooperatori. A cura dell'Ufficio Nazionale
(Gianni Filippin) - Via Marsala 42 - 00185 Roma -
Tel. (06) 44.60.945.
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in ollre 45 edizio ni nazionali
e 19 lingue diverse (tiratura annua
ollre 1Omilioni di copie) in: Antil le (a Santo
Domingo) - Argentina - Australia - Austria -
Belgio (in fiammingo) - Boemia - Bolivia -
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telugù) - Irlanda - Gran Bretagna - llalia - Korea del
Sud - Lituania - Malta - Messico - Olanda -
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DI FFUSIONE
Il BS è un dono-omaggio di Don Bosco a chi lo
richiede.
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« Il primo Rettor Maggiore non italiano»: così i giornali hanno presentato l'ottavo successore
di Don Bosco. Don Juan Edmundo Vecchi è nato in Argentina,
la terra dei primi sogni missionari
giornali argentini lo hanno salutato come Rettor Mag- varsi davanti a un uomo carico dell'ottimismo cristia-
giore già molti mesi fa , ancor prima dell'inizio del no, a un superiore che sulla severità e magari sulla
24° Capitolo Generale che lo avrebbe eletto. Il Clarin condanna faceva prevalere il senso della compren-
di Buenos Aires il 21 marzo presentava con en- sione e della partecipazione umana. «Il salesiano »,
tusiasmo I'«argentino che dirigerà i salesiani ». In Eu- precisava ancora don Vecchi , «gode dello scorgere i
ropa hanno dato la notizia testate celebri come La semi che si sviluppano non solo nelle persone , ma
Croix e Le Monde e il diffusissimo Frankfurter Allge- anche nei processi storici. A noi piace più stare sul
meine Zeitung. Il francese Le Progrès parlava di una versante della speranza che su quello della visione
piccola rivoluzione , dal momento che non solo don critica ».
Vecchi , ma anche il suo vicario , don Van Looy, non
erano italiani. In Italia, data la massiccia presenza sa- AVVENIRE , quotidiano cattolico , dopo aver ricordato
lesiana, ci saremmo aspettati maggior spazio a quello che l'elezione di don Vecchi è avvenuta alla prima
che per noi è un avvenimento di grande portata. In- votazione , scriveva quanto don Vecchi aveva detto
fatti l'elezione del succes-
cinque minuti dopo il solen-
sore di Don Bosco, che av-
ne Te Deum: parole di se-
viene in modo assolutamen-
renità nei confronti del nuo-
te democratico, è una scel-
vo impegnativo incarico di
ta che determina poi gli
successore di Don Bosco e
orientamenti di fondo del-
di speranza per il futuro
l'intera Famiglia Salesiana.
della congregazione. Rico-
Ma gli interventi sono stati
struiva i passi che avevano
di qualità.
portato all 'elezione , quei
momenti che fanno ormai
LA REPUBBLICA ha dato
parte della nostra storia:
ampiamente la notiza il 21
l'invito di don Ernest Ma-
marzo nell 'edizione regio-
cak, ispettore di Ungheria,
nale. L'ASCA , la principale
che chiedeva a don Vecchi :
agenzia cattolica, sottoli-
«Caro fratello, è piaciuto al-
neava i meriti di Don Vec-
lo Spirito Santo e a questa
chi nei dieci anni in cui fu
assemblea di eleggerti al-
consigliere generale per la
l'incarico di Rettor Maggio-
pastorale giovanile . E ri-
re per il prossimo sessen-
cordava che , alla vigilia di
diventare Rettor Maggiore,
"ha lanciato lo slogan im-
pegnativo per i figli di Don
Il "regolatore " don Martinelli comunica
all'assemblea l'elezione di don Vecchi
a Rettor Maggiore.
nio. Accetti? ». E l'applauso
aveva quasi coperto la
risposta di don Vecchi , che
con un bel sorriso diceva
Bosco : la prima urgenza è il salesiano di qualità, ca- soltanto «Accetto ». «La serenità interiore del nuovo
pace di rispondere alla nuova domanda giovanile".
incarico - ha poi spiegato don Vecchi - deriva dal fat-
to che la congregazione è guidata dallo Spirito di Dio
LA STAMPA, quotidiano di Torino , ha affidato a Dome- prima che dagli uomini e che i superiori a ogni livello
nico Del Rio il compito di informare i lettori. E il pezzo non sono soli nelle responsabilità ». Don Vecchi confi-
riportava un dialogo che usciva dalla piccola cronaca. dava infine di essersi anche chiesto se doveva met-
Don Vecchi si dichiarava ottimista. «Credo che la no- tersi da parte, oppure dare la sua disponibilità all 'e-
stra società, oggi all'apparenza così spensierata e go- ventuale incarico. E che lo aveva incoraggiato la se-
dereccia, ma in realtà in preda a mille frustrazioni , ab- rietà con cui era stato portato avanti il processo di di-
bia bisogno che le siano mostrati gli aspetti positivi e scernimento prima dell 'elezione: « Ho accettato con
fecondi della vita. Questo è importante per i giovani, serenità e con gioia », ha concluso don Vecchi , «nella
soprattutto se si pensa ai ragazzi provati , ai quali bi- convinzione di non poter sperare altro campo di la-
sogna far prendere consapevolezza delle risorse po- voro migliore in vita mia da quello salesiano e di ser-
sitive che sono in loro e della grazia che rappresenta la vire i confratelli e la congregazione ».
vita ». Del Rio si diceva favorevolmente stupito di tro-
11S MAGGIO 1996 - 3

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IL PUNTO GIOVANI
di Carlo Di Cieco
LA BOLGIA DELLA
DISOCCUPAZIONE
L'età più difficile per l'occupazione
sembra essere quella giovanile.
Le statistiche, anche recenti; sono impietose.
N el 1994, tra i giovani di 15-29
anni di età, la disoccupazione
è stata del 24,6%. Le ragazze paga-
no ancor di più , poiché le disoccu-
pate sono state il 29 ,1%, rispetto al
?1,2 dei ragazzi.
E curioso, sfogliando i dati dell'lstat,
vedere come i tassi di disoccupa-
zione sono alti per i giovani e vanno,
invece, diminuendo con il crescere
dell'età. Tra i 30 e i 39 anni la disoc-
cupazione scende infatti all '8,7% e
al 4,7% tra i 40-49 anni , per scen-
dere allo 0,9% per i 65 anni e oltre .
PER I GIOVANI sembra esserci un
periodo di grande parcheggio nella
speranza di lavorare da anziani. Un
vero paradosso. Se poi si considera
l'accresciuta disperazione del Sud
Italia dove la disoccupazione giova-
nile è doppia rispetto al resto del
paese e si pensa ai tanti morti sul la-
voro (oltre mille l'anno di cui moltis-
simi giovani), si conclude che il la-
voro per i giovani è davvero un pa-
ne amaro. "Ad Alessio. Morto a 18
anni in un cantiere edile e a quanti
hanno perso la vita a causa delle
pesanti condizioni di lavoro". Non è
una lapide, ma una dedica che apre
una pubblicazione della GIOC (Gio-
ventù Operaia Cristiana) sulla con-
dizione lavorativa dei giovani.
SE NEL RAPPORTO TRA GENE-
RAZIONI un patto deve essere sot-
toscritto in termini nuovi , questo è
proprio sul lavoro. La mancanza di
lavoro per i giovani è lo specchio del-
la cattiva coscienza degli adulti , il
simbolo della loro impotenza a edifi-
care una città che sia dell 'uomo e
non del profitto.
Il più delle volte, siccome l'età ado-
lescenziale e giovanile è caratteriz-
zata dal gioco e dalla crescita cul-
turale e affettiva, la questione del la-
voro viene rimossa. Tanto - è il pen-
siero corrente - i giovani di famiglie
borghesi possono restare a carico
dei genitori fino a 30 anni sceglien-
4 - MAGGIO 1996 IIS
do anche di fare i "vitelloni ". I figli
dei poveri , è normale che vadano
in cantiere o nelle manovalanze sen-
za regole e leggi, vittime inconsape-
voli di un precariato che li attana-
glierà tutta la vita.
LA COSCIENZA DEI BENPEN-
SANTI di rado è presa dal rimorso
di dover convivere con una situa-
zione di ingiustizia che ferisce quo-
tidianamente migliaia di persone .
Anche tra gli educatori non si pren-
de sul serio quella parola di Giovan-
ni Paolo Il che ha parlato del lavoro
come di un diritto inalienabile della
persona umana e della disoccupa-
zione come della mortificazione più
cocente della dignità dell'uomo. Tut-
to il discorso educativo risulterà cer-
tamente meno credibile o un castel-
lo costruito sulla sabbia se, alla fine
del percorso educativo e scolastico,
i giovani cadono nella bolgia della
disoccupazione .
Se davvero si volesse aprire un se-
rio discorso, secondo le regole del-
la condivisione e dell'equità, dovrem-
mo mettere sul banco degli imputati
un sistema che costringe i giovani
a diventare vecchi prima di trovare
lavoro .
È invece quasi normale ormai, sen-
tire che la disoccupazione cresce ,
che i giovani in parcheggio aumen-
tano o che al Sud la criminalità rie-
sce a reclutare manovalanza dalla
primissima infanzia.
Nuovo modello di sviluppo prima
che ordine pubblico è la ricetta , per
tornare a parlare in maniera credi-
bile ai giovani che sono disoccu-
pati. E per evitare una futura esplo-
sione di quella "collera dei poveri"
evocata dà Paolo VI quando chie-
deva ai paesi ricchi di riequilibrare
l'accesso alle risorse del pianeta.
Io OULX (Torino). Giovani lavoratori
della GIOC (Gioventù Operaia
Cristiana) a un campo estivo.

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JJS MAGGIO 1996 - 5

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- IN ITALIA @ NEL MONDO
BRASILE
A NORD
DI SA.O PAULO
A ll ' inizio ciel secolo l 'opera
madre dei salesiani di Sao Pau-
lo, il "Liceu Coraçao de Jesus" ,
possedeva un ten·eno fuori ma-
no sui colli ciel "Chora Meni-
no", che diventava meta gradi-
ta agli alliev i che ci anelavano
per la passeggiata settimanale.
Un po' a piedi, un po' in tram,
quei giovani, un centinaio, aiTi-
vavano là, dove trovavano, già
allora, piscina e campi sportiv i;
oltre ali 'orto, che forn iva tutta
la verdu ra per il grande interna-
to. Con il tempo la zona diven-
ne un quartiere molto popolato,
con tanti giovani ; e i salesiani
pensarono cli costruire qui una
scuola indipendente, intitolan-
dola a Santa Teresa ciel Bambi-
no Gesù. Negli anni sessanta il
tranquillo quartiere divenne
una vera città a nord cli Sao
Paulo, e la scuola fu affi ancata
da un'opera delle Figl ie di Ma-
ri a A usil iatrice. L'edi ficio sco-
lastico si fece più bello e fun-
zionale. L 'ultimo aggiorna-
mento si è avuto nel 1995 con
l ' inaugurazione cli una grande
polispmtiva. Oggi quella scuo-
la ha più di trem ila all iev i ed è
considerata, insieme a quella
delle F M A, la migliore della
zona a nord di Sao Paulo. Le
atti vità educative e fonnative
affiancano l 'attività didattica: il
"buon giorno" e la " buona se-
ra" nelle classi avvengono via
rad io, si tengono ritiri di grup-
po per allievi e genitori, incon-
tri di fo1mazione per il perso-
nale insegnante e amministrati-
vo, gite, campeggi, mostre e la-
boratori su lle novi tà scientifi-
che, in fo,matica, letteratura.
Sao Paulo (Brasile).
Festa di Don Bosco.
Inaugurazione del nuovo
polisportivo.
Una collaboratrice laica
ha detto : « Guardando il
polisportivo crescere
mattone su mattone
pensiamo all'opera che
costruiamo ogni giorno
nei nostri giovani, quella
che fa di noi una grande
famiglia, come Don
Bosco nostro fondatore
ci ha sognati ».
MALTA RICORDA NAZZARENO CAMILLERI.
Un bel francobollo per ricordare i 90 anni dalla na-
scita del salesiano maltese don Camilleri , morto a
Roma nel 1973, mentre era professore di dog-
matica all'università salesiana. Nazzareno Ca-
milleri, nato a Sliema nel 1906, a soli vent'anni fu
inviato alla Gregoriana, dove si laureò in filosofia,
riportando la medaglia d'oro. Laureatosi in dogma-
tica, nei suoi quasi quarant'anni di sacerdozio e di
docenza fu per i suoi numerosi allievi maestro di
teologia e di vita spirituale.
FRANCIA. A Nizza sono stati ricordati i 120 anni del-
l'arrivo di Don Bosco in città. Ne ha dato notizia il quo-
tidiano Nice-Matin. L'opera risale infatti al 1875 e oggi
la "Fondation Don Bosco" ha scuole elementari,
medie, ginnasio, liceo e tecniche. Nella foto , le auto-
rità presenti allo scoprimento della targa. Intanto in
città prosegue il restauro dei preziosi affreschi del
santuario di "Notre-Dame Auxiliatrice" (nella foto) ,
eseguiti da Etienne Doucet tra il 1934 e il 1943. Se-
gretario del comitato per la salvaguardia del santuario
è il prof. Marcai Dallo, che si è già occupato della siste-
mazione della camera abitata da Don Bosco tra il
1875 e il 1886, quando si recava a Nizza.

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KENYA
IL PROGETTO
«SIMBA VILLAGE »
Lo chiamano tutti così: vil-
laggio per orfani . E le Figlie
cli Mari a Ausi li atrice cli Nai-
robi , su invito cli un cooperato-
re salesiano, hanno comincia-
to a visitarlo. Vi hanno trova-
to un gruppo attivo eia tempo,
la GJ ANTS (Generosity, Inte-
grity, Action, Nobility, Truth-
fulness ancl Service), parte cli
un 'organizzazione cli servizi
internazionali con sede a Bom-
bay, in India. Questo gruppo,
fondato nel 1988, ha avviato
il progetto "Simba Village"
per offrire ai bambini senza fa-
miglia una casa e un luogo in
cui poter essere istruiti e se-
guiti . Nella capitale infatti cre-
sce ogni giorno il numero dei
ragazzi che si aggirano nelle
strade. Il responsabile ciel
gruppo, avendo conosciuto il
nostro cari sma educativo, ha
fa tto la richiesta esplicita alle
FMA cli di ventare partner ciel
progetto. È così che suor Ro-
sari a Assanclri e Mary, una
giovane cooperatrice, con l'aiu-
to cli suor Rachel Crotti e cli
suor Nilceia Fabris, hanno ini-
ziato una missione pendolare
tra il villaggio e la loro comu-
nità, nell 'attesa che al centro
venga terminata l'abitazione
delle suore. Attualmente al
Simba Vill age sono ospitati
20 bambini tra i 2 e i 12 anni ,
ma nuove case si stanno co-
struenclo e, in futu ro, si pensa
cli arri vare ad accoglierne cir-
ca un centi naio.
Nairobi (Kenya). Cresce nella capitale il numero
dei ragazzi delle strade, che vivono di espedienti
e senza punti di riferimento.
Qui sopra, le FMA e i rappresentanti del "GIANTS".
I
San Salvador (El Salvador).
Il « Comedor Marna Margarita », punto-ristoro
per gli anziani bisognosi della città.
EL SALVADOR
il governo. Si tratta cl i persone
che hanno a volte occupazio-
ni sa ltuarie e poco redditizie,
IL RISTORO
come vendere giornali, scarica-
«MAMA MARGARITA» re la merce al mercato, lavare
le macchine nei parcheggi: la-
ll "Comeclor Mama Margarita" vori precari e a volte cli danno
è una specie cli punto-ristoro alla loro salute. Chi si occupa
per quegli anziani che vivono cli questi anziani , che sono ogni
alla giornata per le strade. Ha giorno oltre un centinaio, or-
sede nell a parrocchi a Maria gani zza anche per loro un 'ora
Auxiliaclora cli San Salvador. cli evangelizzazione, momenti
Un 'opera soc iale che ha avu- cli ricreazione, assistenza med i-
to ini zio nel 1986 per ini ziati- ca, fis ioterapia. All 'origine clel-
va ciel parroco don Oscar Ro- l'abbanclono sociale cli questi
clrfguez e cli un gruppo cl i coo- anziani , vi è la scarsa conside-
peratori . Oltre alla povertà cl i razione che i loro familiari han-
sempre, questa gente si è tro- no per queste persone che pu-
vata neg li ultimi anni cli fron- re, quando erano nel pieno del-
te a nuove diffico ltà a causa le loro fo rze, hanno svolto un
ciel conflitto tra la guerriglia e ruolo importante nella società.
KOREA. È già stato invitato il nuovo Rettor Maggio-
re don Juan Vecchi per il VI Congresso degli exallie-
vi/e di Asia-Australia che si terrà a Seoul (Korea) il
7-11 settembre di quest'anno sul tema: « Exallievi
verso il 2000. Una nuova identità ». Per la cerimonia
di apertura che si terrà nello stadio olimpico di Seoul
sono previste più di 3000 presenze. Gli exallievi si
porranno il problema della nuova evangelizzazione,
dello sviluppo e della giustizia in una zona del
mondo socialmente in sviluppo e apertissima alle
nuove tecnologie. Nelle foto, l'albergo che ospiterà i
partecipanti e il presidente nazionale degli exallievi
di Korea, dr. Peter Jong-Ho Kim.
IJS MAGGIO 1996 - 7

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~
TTERE
VUOI RICEVERE
IL BOLLETTINO
SALESIANO?
Il Bollettino Salesiano
viene inviato gratuita-
mente a chi ne fa richie-
sta. Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi segue
con simpatia il lavoro
salesiano tra i giovani.
Diffondetelo tra i parenti
e gli amici. Comunicate
subito il cambio di indi-
rizzo (mandando sem-
pre la vecchia etichetta).
• Ogni mese le poste ci restitui-
scono alcune centinaia di copie
che non sono state recapitate ai
destinatari. Questo causa avolte
l'interruzione dell'abbonamento,
nonostante la nostra buona vo-
lontà. Sappiamo purtroppo di no-
tevoli ritardi e di copie che vanno
smarrite.
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rompere l'arrivo della rivista per
due numeri consecutivi, sarà suf-
ficiente che ce lo faccia sapere e
rimetteremo immediatamente in
corso l'abbonamento.
Scrivete a:
Il Bollettino Salesiano
Diffusione
Casella Postale 18333
00163 ROMA
8 - MAGGIO 1996 /JS
POSTE. ANCORA DISGUI-
DI. « Non ho ricevuto né il nu-
mero di clic~mbre, né quello
di gennaio. E strano : l'Osser-
vatore Romano, il Messagge-
ro cli Sant' Antonio, Famigli a
Cristiana mi arrivano puntual-
mente, mentre le riviste sale-
siane per riceverle elevi conti-
nuamente protestare. Non si
contano le lettere e le telefo-
nate che ho fatto eia quando
sono abbonato » (Catroppa An-
tonio, Serra San Bruno, Catan-
zaro) . «È la seconda volta che
vi scri vo: a causa ciel malfun-
zionamento postale non ho ri-
cev uto il numero di febbraio»
(M. D'A ., Bressa di Campofor-
mido, Udin e) .
Due lettere a campione - una
dal nord e una dal sud - delle
tante che ci arrivano per la-
mentarsi del disservizio posta-
le. Purtroppo, nulla di nuovo.
ADESSO È SALESIANO.
«Sono la mamma cli Gianlu-
ca, al quale arriva da tanti an-
ni il vostro grad ito giornale.
Volevo solo info rmarvi che
mio fi glio dopo essere stato
vostro allievo adesso è diven-
tato salesiano. Prego quindi di
cambi are l' indiri zzo e cli met-
tere il nome di mio marito».
Ada Mercol Toso,
Roletto, Torino
FAMIGLIA , NON È SOLO
CRISI. « Sono un medi co cli
44 anni . Vivo ii1 un paese alle
falde del Vesuvio. Sono fe li-
cemente sposato da circa 14
anni . Ho due figli che sono
tutto per me. Trascorro il mio
tempo libero dag li impegni in
una comunità parrocchiale.
Sulla scrivania dell ' ufficio del
mio parroco ho visto il Bol-
lettino Salesiano. È stata tanta
la vogli a di sfogliarlo, che non
ho des isti to dal toglierlo dal
cellofa n e guardarlo. Da ragaz-
zo sono stato un vostro "ora-
toriano"» (Le /Iera firmata) .
«Sono una cooperatrice da più
cli 30 anni . Voglio esprimere
la mi a gioia nel fa r parte della
Famigli a Sales iana e cli aver
av uto l'opportuni di conosce-
re nei vari incontri tanti sale-
siani di valore. Ho fatto parte
della Caritas e ciel Centro cli
ascolto. Ma vorrei anche fa rvi
sapere che il 26 gennaio scor-
so ho fes teggiato con mio ma-
rito le nozze d'oro circondata
dai miei cinque figli, diec i ni-
poti , tutti cresc iuti alla scuol a
cli Don Bosco e dalle Figlie di
Maria Ausiliatrice... » (A ngela
e Antonio Di Domenico, Saler-
no). « Vorrei esprimere la mi a
riconoscenza verso chi dirige
il nostro oratorio: grazie al lo-
ro esempio e al loro sorri so so-
no riuscito a riacq uistare quel-
la fede che pian piano stava
svanendo in me. Mia fi gli a si
è inserita all 'oratorio e anch' io
con mia moglie abbi amo po-
tuto conoscere un po ' di quel
vostro spirito fa tto di allegria,
serietà, discrezione. .. » (A .M.
Cascine Vica, Torino).
VOGLIO RLFARML UNA VI-
TA. «Sono quel detenuto cl i
cui avete pubblicato l' appello
qualche tempo fa. allora ri-
cevo corrispondenza anche dal-
1' Europa, Argentina, Giappo-
ne. Vi ringrazio. Mi è stato di
aiuto in tutti i sensi. Da dieci
mesi mi trovo in un nuovo car-
cere e vi scrivo perché ho cli
nuovo bi sogno di voi. Ho an-
cora da fare 3 anni e 5 mes i,
poi dovrò uscire e rifa rmi una
vi ta. È quello che desidero, ma
nessuno sembra disposto ad
aiutarmi. Sono del '56, quindi
non più giovani ssi mo, ma ac-
cetto qualsiasi lavoro e in
qualsiasi città. Se volete info r-
mazioni su di me, basta chie-
derle al direttore del mio car-
cere ».
Roberto Rombolà
Carcere di
via Gravellona. 240
27029 Vigevano
IL BS IN CLASSE. « Ho 19
anni e sono venuta a conoscen-
za del Bollettino Salesi ano so-
lo una settimana fa, grazie a
un a mi a compag na di clas-
se ... ». (Deborah, Padova).
« A scuola durante le ore di
ISTITUTO
DI CA TECHETICA
UNfVERSITÀ SALESIANA
DI ROMA ·
Corso d i aggiornamento
per insegnanti di reli gione
della scuola elemenrare.
Con approvazione del Min. P.I.
e con il benestare della CEI.
RELIGIONE
E COMUNICAZIONE
ASPETTI SIGNIFICATIVI
NELL' INS EGNAMENTO
DELLA RELI GION E
CATTOLI CA
28-30 giugno
li corso approfondisce
il processo di comunicazione
nel fars i dell'insegnamento
re ligioso, le implicanze
ps icop edagog ic he
e didatt iche, rifleuenclo in
particolare sull ' uso del simbolo
e dell a narraz ione.
Per l'iscrizione:
Segre1eria /.1·1. di Cateche1ica
Piazza A1e11eo Salesiano. I
00 ! 39 ROMA ,
Te/. 0618729065 /
Fax 06/87290354
suppl enza legg iamo i vari ar-
tico li che parlano e interessa-
no noi giovani , ad esempio "TI
punto giovani " (/ primi fuo -
chi, molto interessante). A me·
il BS arriv a sempre puntuale,
ai miei amici no » (Vincenzo,
Riesi).
COME TROVARE LAVO-
RO . «Sono un 'exallieva del-
l' ist ituto Maria Mazzarell o di
Roma. Vi scri vo per parlarvi
di un problema che mi angu-
stia e deprime. Si tratta ciel la-
voro. Ho due diplomi , la ma-
turità classica e magistra le, co-
nosco di scretamente il france-
se, datti lografia, ho superato
19 esami all a facoltà cli med i-
cina e chirurgia di Ro·ma. Ho
già lavorato come insegnante
supplente. Mi rivolgo a voi per
ricevere aiuto, consigli , indi-
rizzi per riuscire a trova re un
lavoro continuativo ».
C.D 'A. , Roma

1.9 Page 9

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/11 ques1i mesi in /1alia ci so- Per non parlare dei topi che si
no SIC/le le elezioni e i poli1ici muovono liberamente. Quando
hanno farlo grandi promesse arri vai ad Hatico, Mao, otto
nei co11fi·o111i dei giovani. Ve- anni fa, nella zona non vi erano
dremo. li la voro per i giovani chiese, ora abbiamo sei chie-
è davvero la soluzione a molti sette nuove con il tabernacolo,
problemi. Rece11te111e111e i re- e la gente è contenta. Vorrem-
sponsabili del "Sei/ore emar- mo costruire una scuola e il
ginazione e disagio giovanile" centro giovanile dove adesso vi
dei salesiani d' Italia hanno è la casa dei salesiani . Col
seri/lo sollecitando a "i11 ve11- tempo e confidando nella
1are" qualcosa di nuovo: «Po- Provvidenza fa remo tutto ».
ca è la sensibilità nel mondo
salesiano per la disoccupazio-
ne», dicono. «Ci perdiamo 11e/-
le feste, ma 11011 afjiw1tia1110 i
problemi reali e concreti (il la-
voro). Non sarebbe oppor/11110
Don L11is Seriore
Parroquia Sagrado
Corazon de .les11s
Ape/o. 47 - /-la1ico, Mao
Repubblica Dominicana
portare ava111i del/ef orme pro-
fetiche anche in questo cam-
po? Nella riconversione delle CAMICLA PER VIP. « Un
opere e delle stn tllure devono settimanale cli grande ti ratura
trovare ,un posto privilegiato i ha pubblicato una pubblicità
reali bisogni dei giovani ».
indiretta (s i dice così? Erano
le novi nell' abbigliamento e
la presentazione cli oggetti
MlSS[ON ARIO DA 44 AN-
nuovi e originali ...). Mi ha
colpito il prezzo di una cami-
NI. « La nostra parrocchi a che cia in vendita in alcuni negozi
ha già più di 30 anni , non ave-
va anconi gli uffic i e una sala
parrocchiale. Li abbiamo be-
dell a mia città: 900 mila lire.
Subito non ci ho baciato, poi
mi sono detto: è l'eq ui valente
nedetti nel giorno di Don Bo-
sco, grazie agli aiuti dell 'Ad-
venial e cli tanti piccoli bene-
fa ttori . Abbiamo anche posa-
cli alcun i mesi di pensione so-
ciale, quell a di molti ita liani!
Ho pensato che stiamo ri to r-
nando all' antico, quando il
to la prima pietra della casa
dei salesiani , ma non so quan-
do sarà pronta. Parte dell a no-
ri cco si faceva il bagno nel
latte e il povero doveva ac-
contentarsi del pane nero».
stra casa è cli lamiera cli zinco
e qu alche volta piove sui letti.
Carlo Fumagalli, Milano
....---C.o,.T .,....-._;::;iA..I~---------.
BS DOMANDA
I GRA DI V -
LORI. «Si può
dire che io ho im-
parato ogni cosa
dai miei genitori.
Oggi invece, guar-
dando i nuovi ge-
nitori e come cre-
scono i loro figli,
mi domando preoc-
cupata da chi i gio-
vani riescono a imparare le anche il compito dei geni-
cose che contano: dalla tori. Essi operano al centro
scuola? eia quel po' di cate- di molte proposte educati-
chismo? dai nonni? o dalla ve (scuola, televisione, opi-
televisione, che fa più scuo- nione pubblica) che si acca-
la cli tutti?» (nonna Luisa, vallano e di cui bi sogna ne-
Mes/re).
cessariamente tener conto.
Questo fatto non deve con-
Risponde .lcan-Marie Pe- clrnTe a rinunciare al compi-
tih:lcrc . La sua domanda to di trasmettere i valori.
rispecchia bene il grande Perché il diffondersi del plu-
cambiamento che c'è stato ralismo fa correre un grande
nella società in cui viviamo rischio: quello cli compor-
oggi. Le generazioni che ci tarsi e fare discorsi cli questo
han no precedute vivevano tipo: «Tutti i modi di pensa-
in un mondo sicuro di sé, re e cli vivere si equi valgo-
che custodiva convinzioni no: è solo una questione cli
e certezze; mentre le nuo- gusti personali! ». Se fosse
ve generazioni crescono in così, a che cosa servirebbe
un contesto che ha come impegnarsi per far trionfi:1re
base un fondo d'i nce1tezza la giustizia?
ed è segnato dal plural ismo. Ma se in un mondo in cui
La società è diventata com- c'era consenso la trasmis-
plessa. li giovane d'oggi sione dei valori poteva av-
non è più soltanto l'abitante venire per autorità, in un
cli un vi llaggio o cli una fa- mondo pluralistico, questo
miglia: si muove tra il cen- si può fare solo per conta-
tro scolastico e quello com- gio. Trasmettere un valore
merciale; passa per il centro presuppone che l'educatore
sportivo e quello del diver- abbia la capacità di testi-
ti mento. Ognuno di questi moniarlo. E noi sappiamo
ambienti, ai quali occorre quanto i giovan i d'oggi sia-
aggiungere l' influsso gran- no sensibili alla virtù dell a
diss imo della televis ione, coerenza.
offre una pluralità cli scelte Per finire, permettetemi al-
religiose, politiche, morali e lora cli sottolineare l' impor-
anche modi diversi cli vive- tanza ciel ruol o dei nonni
re. Tale pluralismo rende presso i giovani. La loro di-
relative le esperie1ize e i va- sponibilità e la loro ricchez-
lori che ti hanno finora for- za cli esperienza costitu isco-
mato. Per cui farsi una scala no la carta vincente per la
di valori è diventato più dif- comunicazione con i ragaz-
ficile per un giovane d'oggi zi e gli adolescenti . Testi-
che per quello di ieri. Per- moni ando la loro felicità
ché non c'è più consenso che dura nel tempo, essi
comune sui valori.
portano questa certezza che
Questo rende più delicato oggi è così assente. O
IJS MAGGIO 1996 - 9

1.10 Page 10

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Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. «Sia riconosciuto
DONNE DI CARTA
di Alessandro Risso
~ - -- - = , .~
~
e
o
-~
~
Donna si diventa. La fatica di conquistarsi la propria dignità. ·
La donna
nei mass media.
Altro che pari dignità:
l'uomo non si stanca
di sfruttarla
e di metterla a disagio.
T ri stezza. Ecco la parola usata da
Giov anni Pao lo II pe r definire il
suo stato d 'animo di fronte all 'abi -
tuale "sfruttamento delle donne nei
mass media invece che alla loro esal-
tazione". « Qu ante volte », prosegue
il Papa ne l suo Messaggio per la
Giornata mondial e de lle comunica-
10 - MAGGIO 1996 BS
zioni sociali, « le vediamo trattate non
come persone con una di gnità in-
violabile ma come oggetti destinati
a soddi sfare la sete cli pi acere e di
pote re di altri? ».
CONTA L'AUDIENCE
Il be llo piace, è naturale. Accende
il des iderio cli guardare, cli possede-
re. Un prodotto qualunque associato
a un oggetto cli desiderio vale cli
più. Logico che una mode ll a pubbli -
cizzi bianche ria intima o un nuovo
rossetto, ma è accertato c he premia
ugualme nte le vendite accostare una
be lla fi gliola a un qualunque pro-
dotto acqui stato da uomini , dal li -
quore all a be nzina, dal s ilicone per
edili z ia al dopobarba. Più ridotto è
il vestito, meg lio è. In TV si è pas-
sati dalle di spute sui centimetri di
gonn a delle ballerine, ai seni nudi in
prima serata, e proposti da insospet-
tabili trasmissioni per famiglie con-
dotte da Raffaell a Carrà o dal Pippo
nazionale. Che il nudo, così come le
lacrime, aumenti l'audience, è pro-
babil e. Sicuro è invece l' incre mento
cli copie vendute da i settimanali di
informazione (" L'Espresso" e "Pano-
rama" per non fare nomi) quando
pubblicano il nudo in copertina, più
o me no una volta su due. L'argomen-
to non ha importanza: c he si tratti di
uno dei ripetiti vi sondagg i sulle abi-
tudini erotiche degli italiani , o cli
un ' inchiesta sulla coppi a, sulle va-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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il dono di Dio che è la dignità della donna», questo il messaggio.
La mano del Papa protesa verso
quella di alcune donne.
Tutto Il pontificato di Giovanni
Paolo Il è segnato da gesti
di simpatia e comprensione
per la condizione femminile.
La foto è tratta dal volume
"Giovanni Paolo Il, ritratto
di un Pontefice" (178 pagine
di gigantografie inedite
di Gianni Giansanti, lire 58.000 -
editrice White Star, via
Sassone, 22/24-13100 Vercelli).
Cristina Parodi, Catherine Spaak
e Lilli Gruber. Si sono imposte
con una loro personalità
nei media.
canze, sull'inquinamento, persino sul-
la crisi di valori, il nudo femminile
è traino ali 'acquisto.
UN PAESE DI VOYEUR?
Furio Colombo ha raccontato il
suo disagio di viaggiatore interna-
zionale intento a leggere questi set-
timanali nelle attese tra un volo e
l'altro. Indifferenza sostanziale con
qualche complice sbirciatina nelle
sale d'imbarco degli aeroporti no-
strani, ma in quelli esteri occhiate di
riprovazione verso chi ritengono un
impudente lettore di riviste patinate
per soli uomini. La verità è che in
Italia non c'è più permissività che
altrove, forse c'è meno ipocrisia. Il
caso dei quotidiani inglesi (vedi box
a pag. 12) è solo un esempio.
Volendo capire il perché dell'e-
splosione di nudità che ci bombar-
dano i media, non è sufficiente la-
mentare la crisi di valori che ali-
menterebbe crescente immoralità, co-
sì come non basta accettare la logi-
ca della domanda e della offerta, sa-
cra legge di mercato. Occorre anche
riflettere su semplici dati di fatto: i
fotografi sono generalmente maschi ;
i direttori dei principali quotidiani e
riviste idem, così come la stragran-
de maggioranza dei parlamentari e
dei docenti universitari , la quasi to-
talità dei primari ospedalieri, dei fun-
zionari dello Stato e delle imprese
pubbliche e private. La classe diri-
gente è insomma maschile. La don-
na si è inserita in tutti gli ambienti
di lavoro, ha conquistato una parità
effettiva nelle sfere basse e medie
della soc ietà. Non in quelle alte. Gli
uomini difendono strenuamente lo
status quo. In modo sotterraneo, sub-
dolo; se le femministe anni '70 im-
ponevano la loro protesta con mani-
festazioni di piazza e feroci intervi-
ste, il sess ismo maschile mantiene
posizione con messaggi poco piL1 che
subliminali. Nudo in TV, su giorna-
li, riviste, manifesti : la donna senza
veli non si trova come individuo.
È solo una "copertina" attraente, dal
viso sorridente o imbronciato, ma
né più né meno che un bene da con-
sumare; il posto della donna e i suoi
pensieri, che il maschilismo di ieri
IIS MAGGIO 1996 - 11

2.2 Page 12

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-~
:I
.!:
o
·.[:; desiderava rivolti ai figli , alla casa,
alle ricette, oggi si indirizzano alla
cura della propria figura, con il truc-
co, le cure anticellulite, i bei vestiti,
tutto per piacere all'uomo. È lui che,
in posizione dominante, vede nella
continua riproposizione della donna
oggetto un mezzo per rib adire che
la bil ancia del potere pende sempre
dall a sua parte. Chi pensa di riequi-
librarla si attira scherni e volgarità.
Giovani donne. Forse troppo deboli nel contrapporsi.
FENOMENO DI COSTUME? Nel-
la puritana Gran Bretagna i quotidia-
ni popolari tipo il "Sun" o lo "Star",
per intenderci quelli che campano
di pettegolezzi sulla famiglia reale ,
per tacita regola non pubblicano
nudi in copertina. Allo scopo desti-
nano però la terza pagina, in cui
trova spazio la maxi foto di una ra-
gazza a seno scoperto, come se si
trattasse della "coniglietta del gior-
no". E come per la copertina di
"Playboy" c'è la fila per essere pub-
blicate, al punto che le domande si
accumulano nelle redazioni dei ta-
bloid. Perché tante ragazze così
"ambiziose"? Quasi tutte apparten-
gono a famiglie povere con genitori
operai o disoccupati. «Le ragazze
della middle class - ha dichiarato
Teresa Strattford, della Commissio-
ne inglese per la libertà di stampa -
non sognano normalmente di com-
parire in terza pagina. Non ne han-
no bisogno. Hanno prospettive di la-
voro che promettono qualcosa di
più interessante, un maggior rispet-
to e una carriera più lunga in un al-
tro posto ». Invece per le ragazze di
ceto basso «la mancanza di lavoro
è la molla determinante», sostiene
il fotografo Harry Ormescher. E ag-
giunge: « Una ragazza giovane con
un bel corpo può essere portata a
credere che le sue grazie la possa-
no far uscire dalla coda per il sussi-
dio di disoccupazione ». Molto spes-
so non si tratta solo di gioventù ir-
requieta che cerca scorciatoie per
superare le difficoltà della vita: qua-
si tutte queste ragazze sono inco-
raggiate dai familiari , e parecchie
addirittura «allevate e preparate pro-
prio dalla madre», come sostiene
Yvonne Paul, direttrice di un'agen-
zia per modelle a Londra. E spes-
so affrontano spese consistenti in
vestiti e servizi fotografici pagati di
tasca propria per entrare nel "cata-
logo" di qualche agenzia.
UNA RAGAZZA SU CENTO rie-
sce a dare un seguito lavorativo al
suo "lancio" in terza pagina, una su
diecimila ottiene la celebrità. Sa-
mantha Fox, capace per qualche
tempo di uscire dai confini britanni-
ci, è rimasta un caso isolato. Quan-
te però, da aspiranti modelle, si per-
dono nei bassifondi della pornogra-
fia o dei locali a luci rosse? In Italia
è meno evidente questo fenomeno.
Da noi le ragazze preferiscono il
sogno di "Miss Italia", ma state sicuri
che prima o poi arriverà il servizio
fotografico "senza veli". Per carità,
niente di volgare , s'intende. Perché
il farsi riprendere "come mamma
m'ha fatta" è considerato un sempli-
ce gioco innocente e utile per lan-
ciare o rinverdire carriere in stallo.
Oppure viene contrabbandato per
operazione culturale : non più un ba-
nale nudo, ma "espressione corpo-
rea con valore trasgressivo". Tutto
ciò si è allargato dal solito nudo
femminile a quello maschile, dalle
"provocazioni" di Benetton e Sgarbi,
alle intimità rubate a divi dello spet-
tacolo e dello sport, nuovo fenome-
no di costume del passato 1995.
Una parità sessuale imbarazzante
o questa, ma tendente al basso ...
ns 12 - MAGGIO 1996
A MISURA DI DONNA
Qu ando il deputato inglese Claire
Short presentò un progetto di legge
che av rebbe di fatto eliminato I 'of-
ferta di nudo dalla terza pagina dei
tabloid, oltre al prevedibile pesante
contrattacco dei giornali , si trovò di
fronte le violente reaz ioni dei parla-
mentari conserv atori , ben dec isi a
difendere dagli assalti di una " don-
netta" un pilastro della "sana tradi-
zione popol are britannica" .
In Italia di uomini politi ci non pro-
priamente belli o attraenti si potreb-
be fare un lungo elenco, ma nessuno
si sognerebbe mai di criticarli per il
loro scarso sex-appeal. Non è così
per le donne, che quando mettono a
repentaglio il potere del maschio ven-
gono esorcizzate trasformandole in
caricatura. E questo sia quando la
donna accetta le regole della com-
petizione sia quando rivendica la
conservazione dell e sue peculiarità
femminili , quelle che il Papa ha de-
finito genio della donn a.
Certo, non è faci le ev idenziare que-
sti talenti e valorizzare il ruolo di
persona, di moglie, di mad re, affos-
sando pregi udi zi e accettando i ne-
cessari cambi amenti nell 'organizza-
zione della fam igli a, del lavoro, del
tempo libero. Costa meno fatica cro-
giolarsi nelle consuetudin i e bearsi
delle nudità in vetri na. Per poi la-
mentare l ' aumento delle violenze ses-
suali e l 'assassinio di undici donne
nei primi undici omicidi del 1996. Il
rispetto della vita e della persona pas-
sa anche, nell 'epoca del vi ll agg io
globale, per la corretta immagine at-
traverso i media. Convinti che la so-
cietà più a misura d ' uomo che tutti
invochiamo è soprattutto un a socie-
tà più a misura di donn~.
Alessandro Risso

2.3 Page 13

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PRIMA PAGINA
La Redazione
FORMATORI DI LAICI
EDUCATORI DEI GIOVANI
Ricevendo in udienza i salesiani del Capitolo Generale e una rappresentanza di laici,
Giovanni Paolo Il ha riaffermato l'urgenza della qualificazione
e dell'educazione dei giovani alla fede.
S ono molto lieto per que-
(( sto atteso incontro con
voi , che rappresentate i salesiani
sparsi in tutto il mondo " , ha det-
to Giovanni Paolo Il rivolgendosi
agli oltre duecento Capitolari che
riceveva in udienza nella Sala
del Concistoro . «Voi testimonia-
te , con la vostra numerosa pre-
senza, ·la meravigliosa espansio-
ne dell'opera di san Giovanni Bo-
sco, il cui carisma permane vivo
e vitale nel mondo contempo-
raneo ». E ha quindi lasciato loro
alcuni messaggi , che presentia-
mo in una nostra sintesi.
tolo vi siete proposto l'obiettivo di allargare il coinvolgimento,
di promuovere la partecipazione e la corresponsabilità. Sì , è
davvero questa la strada su cui camminare.
AIUTATE I LAICI "A CRESCERE, A MATURARE IN CONTI-
NUITÀ, A PORTARE SEMPRE PIÙ FRUTTO" (CHRISTIFI -
DELES LAICI 57) . L'i mpegnativo compito della formazione è
uno degli aspetti fondamentali della vita e missione dei laici.
Da una parte, occorre ricordare che quello della formazione è un
impegno che coinvolge tutti insieme, tanto più in una Famiglia
spirituale dove la partecipazione allo stesso carisma e la colla-
borazione in una stessa missione esigono di attivare dei pro-
cessi formativi condivisi. Ma occorre anche sottolineare la pre-
cisa responsabilità che compete a coloro che sono chiamati a
essere formatori dei formatori.
APPREZZO LA VOSTRA ATTIVA E FEDELE PARTECIPA-
ZIONE ALLA MISSIONE DELLA CHIESA, ha detto loro. Voi vi
sentite , come Don Bosco, parte
viva della comunità ecclesiale,
pienamente inseriti in essa e al
LA SPIRITUALITÀ DI VALDOCCO SIA ALLO STESSO TEM-
PO SORGENTE E META DEL CAMMINO PROPOSTO A
QUANTI - GIOVANI E ADULTI - CONDIVIDONO IL
METODO EDUCATIVO DI
DON BOSCO . Mi permetto di
insistere sul primato di questa
suo totale servizio, nelle diverse
spiritualità , che permea la
parti del mondo.
vostra vita e la vostra missione,
e che deve brillare anzitutto
CONTINUATE AD AMARE I
nella vostra tetimonianza di
GIOVANI ED EDUCATELI ALLA
consacrati apostoli , «segni e
FEDE. I giovani «sono la porzio-
portatori dell'amore di Dio ai
ne più delicata e la più preziosa
giovani ", come dicono le vostre
dell'umana società », diceva
Costituzioni (n . 2). I laici , che
Don Bosco. Nella lettera /uve-
condividono con voi lo spirito e
num Patris vi ricordavo che «la
la missione dell'esperienza
Chiesa ama intensamente i gio-
salesiana, non possono non
vani »: sempre, ma soprattutto in
avvertire, per il compito di edu-
questo periodo ormai vicino al-
catori che sono chiamati a svol -
l'anno Duemila, si sente invitata
gere, una simile esigenza. Nella
dal suo Signore a guardare ad
necessaria gradualità, e rispet-
essi con speciale amore e spe-
tando le convinzioni di fede di
ranza .
ciascuno, voi siete chiamati ad
aiutarli a crescere verso mete
ABBIATE FIDUCIA NEI LAICI
CHE CONDIVIDONO IL VO-
STRO SPIRITO E LA VOSTRA
MISSIONE , E LA PORTANO
ALL'ESTERNO NELLA CHIESA
I «Cari salesiani, aiutate i vostri laici a formarsi
come educatori dei giovani», ha detto il Papa.
Nella foto, Il presidente mondiale degli exallievi
con il cardinal Somalo.
sempre più alte, nella scoperta
della propria vocazione, fino a
introdurli nelle vie dello Spirito
del Signore. Cari Salesiani, vi au-
guro di saper imitare Don Bo-
E NELLA SOCIETÀ. Don Bosco intuì l'importanza di avere dei sco in questa sua capacità di trasmettere i valori del Vangelo,
collaboratori che , in modi diversi , fossero disponibili ad aiu- coinvolgendo in essi i collaboratori nella missione educativa e
tarlo nella grande impresa educativa, condividendo con lui i gli stessi giovani ai quali essa è diretta.
principi e la prassi del suo sistema preventivo . Per questo
fondò l'associazione dei cooperatori salesiani. La riteneva
«un'associazione importantissima, che è l'anima della nostra
congregazione ». Accanto ai cooperatori molti altri laici , legati
in maniera più o meno forte alla congregazione , si sono
aggiunti : ex-allievi , genitori , amici e benefattori , volontari ,
uomini e donne di buona volontà , tutti uniti nell'amore e nel
servizio della gioventù . In questa prospettiva, nel vostro Capi-
Invoco su tutti voi la celeste protezione di Maria Ausiliatrice: Ella
sia per voi, come lo fu per Don Bosco, Maestra e Guida nella
vostra missione di educatori. A voi, ai vostri confratelli, ai laici
delle vostre comunità educative e a tutti i membri della Famiglia
Salesiana imparto di cuore l'Apostolica Benedizione.
Roma. Lunedì 1 aprile 1996.
o
IJS MAGGIO 1996 - 13

2.4 Page 14

▲back to top
Enzo Missoni pensava soprattutto agli affari. Ma dopo un campo
L'UOMO PIU' FELICE
DEL MONDO
di Umberto De Vanna
L'incontro tra il
missionario laico
Enzo Missoni con
don Augusto Musso
ha dato inizio a molti
progetti di solidarietà
in Burkina Faso.
E' nato a Udine il missionario En-
zo Missoni, occhiali sotti li , ma-
gro e spigoloso, aria del professorino.
« Nel 1986 lavoravo come spedizio-
niere doganale a Brescia. Ero l'unico
sulla piazza della città e guadagnavo
moltissimo. Mi ero buttato anima e
corpo negli affari. Avevo un socio.
Quando le cose andarono male, lui
se la cavò benissimo, e a me non
rimase praticamente niente. Saltò
all'aria anche il mio matri-
monio e mi trovai solo.
Avevo 42 anni e vissi
dei momenti durissimi.
I Enzo Mlssonl è un exallievo
salesiano. Da oltre otto anni è
missionario in Burkina Faso.
Ma come dicono in Friuli, "Dio ti
dà il cappotto in base al freddo che
manda", e ritornai a fare il dipen-
dente di azienda». Partecipando a
un "gruppo del Vangelo" in parroc-
chia, si riavvicinò alla fede. Una do-
menica fu colpito dalla predica di
un frate, che diceva: « Dio vi ama
sempre, così come siete ». E comin-
ciò a pensare alla sua vita: lavoro,
amici, appartamento, cinema, teatro.
Che senso aveva tutto quello che fa-
ceva? Ma ciò che diede una svolta
alla sua vita fu la partecipazione a
un campo di lavoro in Africa.
IL COLPO DELLA STREGA
Durante il mese che trascorse in
Africa Enzo Missoni vide la povertà
di quella gente , ma ne ammirò nello
stesso tempo la dignità. «M i colpì
poi la grande cordialità con cui ac-
colgono chiunque li avvicina e ti
fanno sentire a casa tua anche se sei
in Africa da un solo giorno». Il suo
compito era quello di costruire mu-
ri, ma fu per poco. Dopo due giorni
sollevando un sacco di cemento gli
si bloccò la schiena e dovette fer-
marsi. Fu allora che si presentò da
lui un bambino con una ferita. Prese
la cassetta del pronto soccorso e lo

2.5 Page 15

▲back to top
di lavoro in Africa si decise per la vita missionaria.
I Goundì (Burkina Faso).
Piccoli africani poverissimi
e col sorriso in mano.
disinfettò. Poi ne arrivò un altro, poi
una donna ... una fil a di gente. Ri-
corda ancora a distanza di anni la
gioia di quella sera. Si era sentito
per la prima volta un uomo felice.
Trascorso il mese, ritornò in Italia,
ma col passare dei giorni cominciò
a non sentirsi più a suo agio. Si fa-
cevano insistenti ce1ti pensieri: «Og-
gi ho sdoganato quaranta camion,
ho spedito cinquanta vagoni di ma-
teriale, ho convinto un funzionario
raccontandogli qualche frottola ...
ma, in somma, io non ho fatto nien-
te! ». Gli mancavano soprattutto gli
I Goundì (Burkina Faso).
Essere donna in Africa vuol dire
sgobbare il triplo degli uomini.
amici africani. « Mi tornavano da-
vanti agli occhi quei bambini, i loro
occhioni , i loro corpi sporchi e nudi ,
e quei vecchi che non parlavano, ma
ti facevano capire tutto con uno
sguardo. Ricordavo il profumo di
quella terra, i rumori della notte, la
savana bruciata dal sole, la fila delle
donne che andavano al pozzo. Pen-
sai che sarebbe stato bello ritornare
e decisi di ritornare ». La figlia , 23
anni, non fu d'accorcio e la prese
male, ma col tempo tra i due nacque
un dialogo bellissimo. Ora da oltre
otto anni Enzo Missoni vive in
Burkina Faso e si cura del settore sa-
nitario di Goundì , presso Koudougou.
« Ho cominciato in una stanzetta di
pochi metri , con una scatola di car-
tone con dentro una bottiglia di
alcol , un po ' di cotone, qualche ce-
rotto e forse una pomata; ora stiamo
terminando di costruire un Centro
che è atteso da tutti come un dono
di Dio! ».
Fu qui che si incontrò con frate!
Silvestro, della Sacra Famiglia, che
vive la sua fede lavorando e inse-
gnando ai giovani a sfruttare la ter-
ra. Cominciò accanto a lui la sua at-
tività, occupandosi dei bambini or-
fani e ammalati , curandoli, portan-
doli all 'ospedale. A Goundì incon-
trò soprattutto don Augusto Musso,
un salesiano veterano del! ' Africa, di-
ventando amici, anz i "complici" nel-
la stessa impresa. «lo sono convinto
che sulla terra non ci si incontra mai
per caso, c sempre una mano che
tira i fili ». Quella mano ha voluto
che Enzo e don Mu sso si incontras-
sero in mezzo alla fame, alle malat-
tie, ai bambini africani orfani e de-
nutriti.
UN ANGELO CUSTODE
Enzo Missoni in Burkina c'era an-
elato per occuparsi degli ammalati.
Per questo prima di partire aveva
chiesto all 'équipe del pronto soc-
corso cli Udine di apprendere i primi
rudimenti unendosi a loro. li respon-
sabile accettò di aiutarlo, gli misero
Goundì (Burkina Faso). Tutti si rivolgono
al "Nasara di Goundì ", l'uomo bianco di Goundì.
Il Burkina Faso, ex Alto Volta, è uno dei paesi
più poveri del mondo.
/JS MAGGIO 1996 - 15

2.6 Page 16

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un camice bianco e gli insegnarono
tutto quello che era poss ibile. A
Goundì tutto gli fu utile, e si buttò
con l'entusiasmo del quasi-medico
nel suo nuovo lavoro. « Finora tutto
è filato liscio », dice, «e sono ferma-
mente convinto che ognuno di noi
ha un Angelo Custode ». Ma si oc-
cupò anche dei bambini e della gen-
te che non sopravvive alla fame e
cominciò a distribuire farina di mi-
glio, soia, arachidi, zucchero e latte
in polvere. Ri so e miglio ai vecchi
che non erano più in grado di lavo-
rare. « I soldi me li mandano gli ami-
ci italiani », dice. Oggi la distribu-
zione avviene ogni quindici giorni.
Arrivano in 600 e vengono distri-
buite circa 200 tonnellate cli viveri
all'anno.
« La gente del posto aveva comin-
ciato a chiamarmi frère », continua,
Goundl (Burkina Faso).
Il Centro è sempre in fase di amplìamento e sistemazione.
IL CENTRO « OASIS J.B. »
di Enzo Missoni
Il nostro Centro «OASIS J.B.
(Jean Bosco) » occupa un'area di
2000 metri quadri e si compone, per
il momento, di sei camere per bimbi
bisognosi di ricupero sul piano ali-
1 mentare e sanitario (25 posti letto) ;
il reparto CREN (Centro Ricupero
ed Educazione Nutrizionale) è dota·
to di cucina tradizionale , servizi igie-
nici ed è seguito da due animatrici
africane che insegnano alle madri
a preparare dei buoni pasti utiliz-
zando i prodotti locali (miglio, ara-
chidi , carne di capra, frutta, uova,
ecc.). Nel Centro c'è già una farma-
cia per poter dare a chi ne ha biso-
gno i medicinali a basso costo ; c'è
un ambulatorio per la gente nulla-
tenente e, se Dio vorrà, in seguito
avremo un blocco operatorio per far
fronte a tante emergenze che capi·
tano ogni giorno (ernie, idrocele, pe·
riteniti , appendiciti. .. ). Qualche ca-
mera di accoglienza per gli ospiti e
per i medici e infermieri volontari
completerà l'opera.
L'ASSISTENZA Al BAMBINI OR·
FANI è la seconda attività legata al
Centro «OASIS J.B. ». L'Aids non
smette di fare vittime e mai come
ora ci accorgiamo di quanti bambi·
ni rimangono soli a causa di que-
sta malattia. Don Augusto Musso
ha avviato da tempo le adozioni a
distanza che ci permettono di se-
guire circa 500 orfani e le loro fami·
glie, di mandarli a scuola, di pren-
derli in carico sul piano alimentare,
sanitario e di occuparci dei loro pro-
blemi più urgenti. Ogni 15 giorni di-
stribuiamo del miglio, diamo del sa-
pone, degli abiti e ci accolliamo le
spese per la fornitura scolastica di
circa 300 bambini.
16 · MAGGIO 1996 IJS
« ma adesso mi chiama Enzo, oppu-
re " Nasara di Goundì", l ' u01~ 0 bian-
co di Goundì... Io amo molto le
donne e i bambini. Essere clpnna in
Africa vuol dire sgobbare il triplo
degli uomini . C un episodi che si
ripete normalmente: molti b>ambini
hanno l'Aids o altre malattie. Io li
curo, li porto in ospedale e spesso
capita che muoiano. Dopo , uinclici
giorni le loro madri arrivano sem-
plicemente per dirmi grazie ... All'i-
nizio pi angevo se morivano, ma ora
non più , e non perché mi si sia in-
durito il cuore. Se io alla sera vado
a dormire e dico: ho fatto tutto quel-
lo che potevo e quel bambi no non
ce l'ha fatta , vuol dire che non pote-
va farcela ».
A chi gli chiede se non gli saltano
mai i nervi , ri sponde: «Certo, mi ca-
pita di perdere la pazienza: non so-
no un santo. L a gente viene al Cen-
tro quando capita, anche alle due di
notte. E poi strapazzo le madri che
vengono troppo tardi , quando si ve-
dono morire il bambino in braccio ».
A volte le giorn ate si fanno vera-
mente pesanti e ha bi sogno cli scap-
pare. Allora va a fare un giretto, a
trovare qualcuno, oppure prende la
moto e scende in città, a Koudougou ,
a prendersi una birra. « Qualche vol-
ta non riesco ad anelare a messa. Gli
altri mi dicono: " Noi andia o! ". E
io: Guarda che coda di gente! La
mia messa è qui ... ».
Oggi Enzo Missoni ha davvero
trovato Dio e confessa di pregare
con la fede di un bambino. Per que-
sto dice di sen tirsi l ' uomo più felice
del mondo: « Se dovess i rifare la
mia vita, con tutte le sofferenze e il
dolore che mi ha portato, la rifarei
così come è stata. L e mie disgrazie
hanno preparato la gioi a di adesso.
Prima pensavo che Dio fos se ingiu-
sto. Tante volte dicevo: "Signore,
perché a me? Cosa ti ho fatto?". Ora
non più. Probabilmente Dio mi ha
dato la mano e passo passo un bel
giorno ho eletto: "Toh, guard a, la mi a
mano è nella mano di un altro"».
Umberto D1e Vanna
Don A11g11.S10 Musso
«OASIS .f.B.»
Via Maria A11sifiatrice , 32
/0/ 52 Torino

2.7 Page 17

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IL MESE IN LIBRERIA
Libri novità a cura di Giuseppe Morante
SUOR EMMANUELLE
Il coraggio cristiano
dell 'amore
di Pierre Lunel
Paoline, Milano 1995
pp. 382, lire 24.000
Suor Emmanuelle è una te-
stimone belga che, insieme
all'Abbé Pierre e a Madre
Teresa di Calcutta, si fa
protagonista eccezionale del
XX secolo: figura femminile
dai contorni decisi e ribelli.
L'autore ne sonda le profon-
dità del cuore , evidenzian-
done i tasselli dettagliati ed
~ssenziali di una parabola
d'amore impregnato di co -
raggio cristiano. La sua è vo-
cazione verso i più poveri
fra i diseredati del Cairo, e si
realizza nello sfondo di vi-
cende politiche (guerre), di
controversie locali fra le di-
verse confessioni religiose,
nell'evento singolare del Con-
cilio Vaticano Il che sembra
raccogliere le sue speranze
(promuovere la dignità uma-
na e la donna) e il suo stile
di vita ecumenica.
guente. I ragazzi scoprono in
se stessi e mettono in atto le
motivazioni e le capacità che
costituiscono gli atteggiamenti,
come qualità stabili dell'animo,
che fanno vivere la solidarietà
verso i bisognosi.
IJ)<E
, ,~
L 'r,1p,:rùm:w \\,pù·ilualt ;,Ji Pao/11 VI
LEGGERE LA BIBBIA
CON I RAGAZZI
nella scuola di religione
e nella catechesi
di Frances Blankhenbaker
e coli.
LDC , Leumann (To) 1995
pp. 342 , lire 28 .000
Il nostro tempo sta vivendo
un'epoca eccezionale nel risco-
prire le immense ricchezze bi-
bliche. Per avvicinare la Bibbia
ai ragazzi e i ragazzi alla Bib-
bia, il volume si addentra nello
studio di ciascun libro del testo
sacro quasi accompagnando i
ragazzi in un cammino di sco-
perta che è, allo stesso tempo,
preciso e affascinante , scientifi-
camente fondato e pieno di sor-
prese . Pur presentando un li-
bro della Bibbia, non si dimen-
tica dell'insieme, aiutando a sco-
prire il progetto di Dio che si
realizza progressivamente nel
tempo. Il volume è destinato ai
ragazzi dell'età delle elementa-
ri e delle medie, ma anche a
insegnanti e catechisti.
IUUA SCUOLA DI RUlGIOtU EHUlACATICHESI
dise13ni, car~no, ,chemi, 91ofici, vocobolari11llo
EDURICfut.E:DICI
LUCI E OMBRE DELLA VITA
EMOTIVA
per conoscere se stessi
di Giacomo Mezzena
Firenze Libri 1995
pp. 86, lire 21 .000
L'uomo di oggi appare sempre
più emotivo e non sempre rie-
sce a equilibrare i suoi senti-
menti con l'esigenza della razio-
nalità. Qual è la linea di questo
spartiacque psicologico? Il li-
bro analizza le gioie e i turba-
menti umani rendendo avvin-
centi e familiari le emozioni de-
scritte : amore, invidia, gelosia,
amicizia, competizione, collabo-
razione, diffidenza, felicità , sen-
so di colpa, sentimento di infe-
riorità, tristezza, noia, vergogna,
coraggio ... I termini vengono
approfonditi , a livello linguisti-
co, con approfondimenti etimo-
logici; e a livello comportamen-
tale con una attenta riva-
lutazione della socialità di ispi-
razione evangelica, capace di
consentire una lettura realmen-
te costruttiva delle potenzialità
emotive dell'animo umano. Il li-
bro va richiesto alla "Firenze li-
bri", casella postale 120, 50100
Firenze .
IL GIOCO DEI BAMBINI
ROSSI E DEI BAMBINI BLU
un gioco e un percorso
per educare alla solidarietà
LDC,Leumann(To) 1995
pp. 140 + tabellone e schede ,
lire 25.000
Sempre di più nella cultura at-
tuale appare necessario fare
appello alla solidarietà ricor-
dando che non si risolvono i
problemi facendo appello a ini-
ziative sporadiche, ma si tratta
di affrontare il problema edu-
cativo cristiano di formare gli
atteggiamenti della solidarietà!
Il sussidio si colloca in questa
prospettiva. È un gioco da ta-
volo che traccia un cammino,
passo passo : solo dopo aver
fatto un passo si può fare il se-
UNA VITA PER LA CHIESA
L'esperienza spirituale
di Paolo VI
di Davide Marzaroli
Àncora, Milano 1995
pp. 162, lire 19.000
Queste riflessioni riportano i
testi che l'autore ha scritto, su
invito della Radio Vaticana, per
il programma "Orizzonti cristia-
ni", in occasione dell'apertura
del processo di beatificazione di
Paolo VI. Paolo VI appare co-
me un profeta del quale il no-
stro tempo sente ancora neces-
saria la testimonianza. Più lo si
approfondisce e più emergono
le sue indiscusse qualità intel-
lettuali, la sua spiritualità evan-
gelica ed ecclesiale, la sua sag-
gezza, la sua prudente capacità
profetica negli anni difficili del
trapasso post-conciliare.
SEGNALAZIONI
TRA GIUDAISMO
E CRISTIANESIMO
Qumram - Giudeocristiani
di Andrzej Strus
LAS, Roma 1995
pp. 192, lire 20.000
CACCIA AL TESORO
Mille modi per organizzarla
di Marsilio Parolini
Piemme, Casale Monf. 1996
pp. 311 , lire 45.000
BS MA GGIO 1996 - 17

2.8 Page 18

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Ha 125 anni, portati bene. Il collegio di Alassio è stato voluto
LO STORICO LICEO
DI ALASSIO
di Antonio Miscio
Sono arrivati il computer
e l'economia aziendale.
L'antico collegio
si allinea alle nuove
esigenze giovanili
e professionali.
dell'arciprete don Francesco Della
Valle, e con la illuminata adesione
della municipalità, che a quei tempi
vedeva in seduta tutti i magg iorenti
della città.
Alassio. L'Istituto salesiano
è in basso a sinistra.
A ndi amo a fare due passi ad Alas-
sio. Non al Muretto, di scarso
interesse, ma a passeggiare nel " bu-
dello", affollato in tutte le stagioni ,
caratteristico, vivace, soffice. Per go-
dere di quel clima solare e luminoso
anche d ' inverno, lungo la sp iagg ia.
Un clima dolce a ogni tempo, di cui
scri sse nel 1903 il sa lesiano Ema-
nuele Baudo. Andiamo a vedere il
co llegio salesiano, il quarto in asso-
luto della società salesiana, dopo
quello di Valdocco a Torino, di Mi-
rabella e di Lanzo Torinese. Il pri-
mo co ll egio di Don Bosco fuori del
Piemonte. Don Bosco lo fondò con
coraggio, assecondando le preghiere
18 - MAGGIO 1996 /JS
IL PRIMO DRAPPELLO
Alassio, città di tradizione co lta,
per l'antica presenza dei Benedetti-
ni della vicina isola Gallinaria, dei
Minori dell ' osservanza di san Gio-
vanni da Capistrano nel monastero
I Uno scorcio con il campanile.
L'opera è sorta sull'antico
monastero di santa Maria
degli Angeli.

2.9 Page 19

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dallo stesso Don Bosco, che vi mandò i suoi migliori salesiani.
I Accanto al libri, tanto sport,
per rispondere a tutte le esigenze
giovanili.
I L'immancabile computer.
A servizio della scuola
e dell 'orientamento professionale.
cli santa Maria degli Angeli, divenu-
to ora il collegio dei salesiani. I quali
arrivarono nel settembre del 1870 e
a capitanarli e ra un giovane prete,
un alunno cli Don Bosco, don Fran-
cesco Cerruti , già laureato all ' univer-
sità di Torino. Con lui c'era una pic-
cola schiera, tra cui Francesco Bo-
clrato e Giovanni Allavena.
Arrivò il drappello. Curiosi accor-
sero gli abitanti . E videro, mezzi
morti dalla stanchezza per un viag-
gio di otto ore eia Savona, per i sen-
tieri dell'antica Aurelia, questi gio-
vani vestiti da preti. E si meraviglia-
rono quando seppero che il loro ca-
pitano era proprio il più mingherli-
no , venuto ad Alassio perché Don
Bosco g li aveva detto di partire no-
nostante lui non volesse abbandona-
re Yaldocco.
Ecco il collegio municipale inco-
minciare. Eccoli, subito l'anno do-
po, con incosciente audacia, allesti-
re il liceo classico, come un'avven-
tura. Il collegio crebbe e prosperò.
Scuole elementari, gi nnasio, liceo.
Come un miracolo. Tra la meravi-
g lia della popolazione, con il so-
spetto delle autorità scolastiche del-
la Liguria, ma con la fiduciosa atte-
sa di tutti che le cose riuscissero
proprio come aveva detto Don Bo-
sco che dovevano riuscire. Si tratta-
va di ed ucare, fare sc uola , pensare
all e anime, il programma che sta
scritto nel gene dei salesiani. E ven-
nero i migliori giovani salesiani , le
menti e lette. Ecco arrivare Domeni -
co Belmonte, Giovanni Garino e
Domenico Vota. Subito dopo ecco
l' ardente Luigi Lasagna; il più gio-
vane, Luigi Rocca. E subito dagli
inizi Giuseppe e Giovan Battista
Ronchail , futuri fondatori delle ope-
re salesiane in Francia. E Cesare Ca-
g liero. E Clemente Bretto. E Giu-
seppe Bertello. Lustro dettero negli
anni ottanta Carlo Baratta, Giovanni
Nespoli, Bartolomeo Fascie. E quin-
di Domenico Ercolini, Amilcare Ber-
tolucci . E di seguito Paolo Lingue-
glia, Antonio Porro, Alessandro Lu-
chelli , il fior fiore dei salesian i, uo-
mini che contavano e che contarono
ne llo svi luppo della futura congre-
gazione. Un 'acco lta cli gente dotta e
santa, guidati eia don Francesco Cer-
ruti , un grande ed ucatore, divenuto
poi responsabile dell 'educazione sco-
PER RESTARE IN EUROPA
di Giorgio Colajacomo
Don Bosco stesso e i primi salesia-
ni scelsero Alassio come punto di ri-
storo nel cammino tra Genova e la
Francia, come centro di ospitalità per
chi voleva ritemprare le forze e la sa-
lute. Fu il Santo stesso ad assicurar-
si , con una delle prime concessioni,
la spiaggia, ora al centro della Baia
del Sole, nel posto più bello. Alassio
ha ripreso oggi questo ruolo , rinno-
vando le strutture: cabine e ombrello-
ni, pensione completa, sole e mare.
Ai ragazzi al mare o al soggiorno
montano di Col di Nava viene offerto
soggiorno e campi scuola.
Ma Alassio fu anzitutto il primo li-
ceo della congregazione : una tradi-
zione di cultura con forti personalità
che danno l'impronta. Oggi questa se-
rietà è riconosciuta e si esprime nel
progetto educativo, aperto agli inte-
ressi di ragazzi e ragazze al cui ser-
vizio si pone. L'oratorio-centro giova-
nile e la chiesa ampliano il servizio a
favore di tutti.
Alla scuola media si affianca il li-
ceo, con triplice indirizzo: scientifico,
classico, linguistico-aziendale. Que-
st'ultimo rappresenta una svolta per-
ché si tratta di un liceo tecnico: la
buona preparazione di base si apre
alla dimensione operativa, all'econo-
mia aziendale, al computer, a tre lin-
gue per restare in Europa. Per la pri-
ma volta il Don Bosco è una scuola
che dà un diploma oltre all'accesso
all'Università. Il convitto, riaperto su
basi nuove in clima di corresponsabi-
lità, rinnova l'antica fama del collegio.
All'interno del liceo, nell'ambito del
125° di fondazione dell'istituto, un
grande Convegno scientifico il 17-18
febbraio ha mostrato l'aggiornamento
della scuola: è stato un nostro exallie-
vo a presentare una nuova interpreta-
zione e applicazioni inedite della co-
siddetta fusione fredda, la produzione
di energia nucleare senza scorie ra-
dioattive.
Iniziative per i genitori, per gli inse-
gnanti e i giovani si accompagnano
al rilancio della scuola.
11S MAGGIO 1996 - 19

2.10 Page 20

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(
. La Confere nza epi-
sco pa le bras ili a na ha affid ato a
mons. l rine u Dane lon, salesiano e
vescovo cli Lins (Sao Paulo), il set-
tore della pastorale giovanile e del-
l' educazione e inseg namento re li-
gioso ne lla commissione pastorale.
« li 6 0 % d e ll a po po laz ione cie l
Bras ile è composta da giovani», ha
ri co rd ato m o ns. D a ne lo n . E ha
affermato che quello dell'educazio-
ne è " la m agg io re urge nza cie l
paese".
(. 'I• . Dopo i grand i fes teggia-
menti per il centenario de lla nascita
ciel Colégio Sagrado Coraçao di Re-
c ife (Bras ile), l' oratorio, che ebbe
ini zio l'ann o dopo, ha vo luto fe -
steggiare a suo modo l'anni versario.
Dire tto re e animato ri hann o con-
dotto giova ni e ragazzi a Carpina,
dove hanno fatto una partita al pal-
lone contro i ragazzi di que lla scuo-
la, vincendo sette a zero. Un modo
mo lto oratoriano cli festeggiare i
ce nto anni : un a passegg iata, una
pa11ita, e una abbondante e gustosa
me re nd a!
11 , . Ne i g iorni 8- 13 genn aio
s i è tenu to l' incontro inte rnazio na-
le organi zzato dalla Confederaz io-
ne In teramericana cie li ' Educazione
Catto lica (CrEC). 420 i de legati cli
22 paesi ciel continente americano,
più la de legazione ec uatoriana, in
tu tt o 600 prese nti , 70 i de legat i
de lla Fam igli a Sales ia na, che poi
hanno te nuto un a due-giorni ne ll a
casa is pe tto ri a le de ll e Fig lie di
Ma ri a A usi liatrice (la FMA suor
Enriq ue ta Fe rn andez è seg retaria
de l C IEC). Il Congresso s i è chi uso
ne l tea tro nazio nale, dove è s ta ta
confe rita la statuetta d i Gesù Mae-
stro a Javier De Nicolò, di rettore d i
Boscon ia (Bogotà, Colombia), per
aver ini zialo in Ame rica il lavoro
tra i ragazzi de lla strada.
· I• li'' , •I . Le Dama.i· Sa le-
sianas hann o ricev uto il P rem io
"Clarence H. Moore" qua le ri co no-
scimento per il lavoro che svolgono
in 33 centri sanitari dislocati in va-
ri e loca lità de ll a naz ione pri ve cli
serv izi essenziali . Il Premio è stato
conferito a Ca racas, nella sede de l-
la Orga ni zzazione Pa namer ica na
de lla Salu te, e fu ricev uto eia pad re
M ig ue l Go nza lez, fo nda tore de l-
l' associazione, che eia oltre 25 ann i
coin vo lge donn e impeg nate ne lle
zone popolari cli emarg inazione at-
traverso un 'azione cli cooperazione
e di volon tariato.
20 - MAGGIO 1996 8 S
Alassio. Laboratorio _linguistico per la scuola media,
che affianca il liceo (scientifico, classico e linguistico-aziendale).
lastica de i sa les iani . Da don Cerruti
fino al 1885 , po i eia Luigi Rocca ne i
dieci anni segue nti , quando ormai le
tradi zioni clell ' Oratorio cli Valclocco
e rano state be n impi antate, perché i
sales iani ad Alass io avevano obbe-
dito a Don Bosco che diceva: « Fate
come avete visto fare all'Oratorio »;
ed e ra la parola d ' ordine.
SUCCESSI
la fa ma deg li studi fu tenuta alta e
verde dalla ,presenza di docenti cli
indubbio valore. Dal collegio sono
uscite personalità e profess ionisti ar-
ri vati ai più alti livelli de lla società
in ogni ordine. Il primo vescovo,
onore della società sales iana, fu
monsignor Luigi Lasagna. L' ultimo
vescovo è monsignor Vincenzo Sa-
vio, che fino al 1993 è stato direttore
di questo istituto ed è attualme nte
vescovo aus iliare dell a dioces i cli
Livorno.
Fin dal 1881 sulla torre dell ' anti-
co convento di santa Maria degli
Angeli vig ila la luce di un osserva-
torio me teorolog ico che manda dati
decadici al centro per la compilazio-
ne delle osservazioni di pluviome-
tria, di ane mografia, de lla pressione
atmosferica e di altri e leme nti utili .
Padre De nza, celebre scienziato bar-
nabita, ne era stato l' ispiratore e don
Luig i Rocca l' artefi ce ed esecutore .
E successori cli tutto ri spetto furono
ag li iniz i Em anue le B auclo, e ne i
tempi più recenti , Giuseppe Gaino ,
Pie tro Scotti , Roberto Bosco e at-
tualmente Natal e Tecloldi , pres ide
ciel liceo. Vanto cie l liceo ave r man-
dato fino al 1929 alla maturità g io-
vani che, in un contesto piuttosto av-
ve rso e preve nuto, ottenne ro da pri -
vati sti sove nte ri sultati assai mi gliori
dei candidati inte rni delle scuole sta-
tali . Di qui fam a, invidia e ammi ra-
z ion e.
Attua lme nte il co lleg io di Al ass io,
parificato dal 1930, solido pe r impe-
gno cli studio , cli educaz ione e di se-
rie tà, si articol a in un triplice ordine
cli studi liceali: class ico, sc ie ntifico,
lingui stico-azie ndale.
Negli anni venti , trenta, quaranta
NON SOLO STUDIO
Che dicono g li abitanti di Alas-
sio? Fino a cinquant'anni fa erano
tutti alunni ciel collegio. E tutti sono
stati e sono e s i dicono oratori ani ,
pe r la presenza accanto al coll egio
de ll ' oratorio fes tivo, che negli anni
passati con il circolo " Auxilium " e
con la celebre " Filodrammati ca" eb-
be sple ndori impe nsabili.
Dife tti ? que llo di essere sol amen-
te luogo cli studio. E vi pare poco
con i tempi che corri amo? Di essere
stato un colleg io cli é lite. Ma è ve ro
solo parzialmente . Chiunque si è ap-
plicato è riusc ito, sia pure con un im-
pegno rarame nte ri scontrabile in al-
tri lice i. E non è di sonorevo le.
Preg i? Molti. Clima bello. Città
tranquilla. Spiagg ia sorride nte. At-
mosfera inte rna cie l coll egio sere na.
Disponibilità degli insegnanti totale.
Se rie tà cli studi sottintese.
Di questo e cli altro è pie no il mio
volume fresco cli stampa, edito dalla
SEI: «Da Alass io, Don Bosco e i sa-
lesiani in ltalia e ne l mondo».
Antonio Miscio

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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ROMA. La Casa generalizia. Qui risiede il Consiglio generale e vi sono i vari dicasteri
della congregazione salesiana.
DON JUAN EDMUNDO VECCHI
nato a Viedma (Argentina) il 23/6/ 1931
RETTOR MAGGIORE
8° successore di Don Bosco.
DON LUC VAN LOOY
nato a Tielen (Belgio) il 28/9/1941
VICARIO DEL RETTOR MAGGIORE.
DON GIUSEPPE NICOLUSSI
nato a Bolzano il 19/ 10/ 1938
CONSIGLIERE PER LA FORMAZIONE.
DON ANTONIO DOMÉNECH COROMINAS
nato a Barcellona (Spagna) il 12/4/1943
CONSIGLIERE
PER LA PASTORALE GIOVANILE.
DON ANTONIO MARTINELLI
nato a Soverato (Catanzaro) il 22/5/1934
CONSIGLIERE
PER LA FAMIGLIA SALESIANA
E LA COMUNICAZIONE SOCIALE.
DON LUCIANO ODORICO
nato a Sesto al Reghena (Pordenone)
il 13/12/193é
CONSIGLIERE
PER LE MISSIONI SALESIANE.
DON GIOVANNI MAZZALI
nato a Torino l'1 /2/1947
ECONOMO GENERALE.
/JS MAGGIO 1996 - 21

3.2 Page 22

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22 - MAGGIO 1996 /JS

3.3 Page 23

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IJS MAGGIO 1996 23

3.4 Page 24

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DON HELVÉCIO BARUFFI
nato a Santa Catarina (Brasile) il 18/7/1944
CONSIGLIERE REGIONE
AMERICA CONO SUD.
DON PASCUAL CHAVEZ VILLANUEVA
nato a Catorce, Potesi (Messico) il 19/12/1947
CONSIGLIERE REGIONE INTERAMERICA.
DON JOAQUIM D'SOUSA
nato a Parei, Bombay (India) il 22/3/ 1945
CONSIGLIERE REGIONE ASIA-AUSTRALIA
DON GIOVANNI FEDRIGOTTI
nato a Tiarno (Trento) il 26/2/1944
CONSIGLIERE REGIONE ITALIA
E MEDIO ORIENTE
DON FILIBERTO RODRiGUEZ MARTiN
nato a Valsalabroso, Salamanca (Spagna)
1'8/ 12/ 1942
CONSIGLIERE REGIONE EUROPA OVEST
DON ANTONIO RODRiGUEZ TALLON
nato a Santa Fe, Granada (Spagna)
il 4nt1940
CONSIGLIERE
REGIONE AFRICA MADAGASCAR
DON ALBERT VAN HECKE
nato a Sleidinge, Oost-Vlaanderen (Belgio)
1' 1/9/ 1941
CONSIGLIERE
REGIONE EUROPA CENTRO NORD EST
24 - MAGGIO 1996 /JS
DON FRANCESCO MARACCANI
nato a Pavone del Mella (Brescia) il 30/10/1936
SEGRETARIO DEL CONSIGLIO GENERALE
ROMA. Casa generalizia. Qui vi sono anche il
Salesianum, l'Istituto storico, l'Agenzia inter-
nazionale (ANS) e la redazione del Bollettino
Salesiano.

3.5 Page 25

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Guido Josìa
LA SCUOLA E IL COMPUTER
NEL NOSTRO FUTURO
"The Net" e "Pensieri pericolosi", due film americani piacevoli e di successo,
giudicati con severità dalla critica, ma che affrontano temi importanti.
P ENSIERI PERICOLOSI
di John Smith, USA 1995
Ai giovani è piaciuta soprat-
tutto la colonna musicale,
con Michelle Pfeiffer.
davvero gradevole. E poi so-
" Pensieri pericolosi » raccon-
ta la storia di una ex-marine
che abbandona la carriera
militare per darsi alla scuo-
la ...
no rimasti incuriositi dai per-
sonaggi. Volevano vedere
come veniva a trovarsi
un'insegnante che si mette-
va dalla loro parte ; e si so-
no immedesimati in quei gio-
Ma il personaggio è impro-
vani che si comportano ed
babile. La storia di una don-
erano come loro, o come es-
na così fragile , capace di pe-
si vorrebbero essere consi-
netrare in una classe che è
derati.
un campionario di disadatta-
ti solo perché accenna a una
mossa di karatè e che rie-
THE NET
sce poi a imporsi tra di loro
di lrwin Winkler, USA 1995
con la poesia, pur essendo
con Sandra Bullock e
auspicabile, mi sembra po-
Jeremy Northam
co verosimile , almeno così
com proposta.
Il film richiama Mary per
sempre. Ma anche La scuo-
la e L'attimo fuggente.
Il confronto è inevitabile,
I Dangerous Minds (Pensieri pericolosi),
interpretato da Michelle Pfeiffer in un ruolo
impegnativo che non le è consueto.
Il film ha occupato i primi posti in classifica
negli USA.
« The Net» è la storia della
programmatrice Angela Ben-
net, che scopre un program-
ma segreto e pericoloso e
si lancia sulle tracce di una
banda di pirati informatici.
perché il ·tema è affine, ma quei tre film hanno uno È un film ben confezionato, un thriller avvincente al-
spessore ben diverso. Qui il gusto è tutto americano la maniera di Hitchcock. L'aggancio è dato dall'Inter-
e l'argomento è trattato senza approfondimenti. La net, una realtà che sta avendo in tutto il mondo una
storia è vera, ma, come è stato scritto è "edulcorata diffusione crescente, non senza aspetti problematici
come solo Hollywood può fare". È un film precotto e inquietanti.
con una spolveratina di zucchero. Un piccolo film
che viene dal forno a microonde . I personaggi ,
anche i giovani , sono ben caratterizzati, ma di
maniera.
In realtà sul film i giudizi non sono concordi. Paolo
Meneghetti su Sette lo ha definito "paranoico " e dice
che il thriller annega i personaggi dentro un universo
poco credibile. Anche se trova lodevole la descrizio -
Nulla da salvare, allora? Negli Stati Uiiìti ha ottenuto ne di un universo telematico dove il "massimo di effi-
un notevole successo e pare abbia cp lpito il cuore cienza si trasforma nel massimo di manipolabilità ".
degli spettatori.
La vicenda non mi pare poi tanto inverosimile e as-
In America il film è piaciuto perché da l9ço ·è dramma- surda. L'invadenza dell'informatica nella sfera del pri-
tico il problema multirazziale, così come quello della vato non è così remota. Tanti fatti di cronaca sottoli-
scuola e dei drop-out. Ma l'argomento anche da noi neano la possibilità dell'utilizzo in negativo di Inter-
merita un approfondimento perché sempre oggetto di net. In una società sempre più informatizzata, il com-
discussione. Il film può offrire l'aggancio per iniziare o puter nelle mani dei potenti potrebbe diventare un
proseguire una ricerca sul disadattamento giovanile, occulto strumento di dominio. In questo senso il film
sul rapporto insegnanti-allievi, scuola e genitori.
si potrebbe collocare sulla scia di quei film di fanta-
Ai giovani è piaciuto molto. In sala erano numerosi e scienza che in qualche modo anticipano il futuro .
così presi dal film che non si assisteva al solito agitarsi.
o
BS MAGGIO 1996 - 25

3.6 Page 26

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L'attività nel Centro di Pakkred, presso Bangkok, con i giovani
IL SORRISO
SU QUEGLI
OCCHI TRISTI
di Angelo Botta
Si preparano al lavoro e
alla vita i giovani non
vedenti thailandesi.
Imparano un mestiere,
ma anche a leggere e
scrivere, e a muoversi da
soli con il bastone.
26 - MAGGIO 1996 11S
I
In bicicletta. Alla •gita partecipano
tutti, con un pulmino di appoggio.
La polizia libera la strada.
Passano in tandem, accompagnati
da un pulmino di appoggio. I
giovani sono quas i al tennine di una
gita di cento chilometri e pedalano
con lena. Niente di particolare, si
direbbe, tranne il fa tto che i trenta
ciclisti sono .. . ciechi . Vengono da
Pakkred, vic ino a Bangkok, dove si
addestrano in un centro ri cco di
verde, con tanti fio ri e un laghetto.
L' opera è stata fondata cinquan-
t' anni or sono da una cattolica nord-
americana c ieca. Appartiene a una
fo ndazione thail andese, ma diventò
così inefficiente che stava per essere
chiusa. Il nunzio apostolico mon-
signor Gi ovanni Moretti suggerì di
affidarla ai salesiani.
I Pakkred (Bangkok).
~ttraversamento del ponte.
E l'esercizio più difficile.

3.7 Page 27

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ciechi. Oggi nuotano e vanno in bicicletta, fanno sport e musica.
Pakkred (Bangkok). Foto ricordo della fine delle gare sportive.
I disabili si incontrano allo stadio nazionale per competere nelle diverse discipline.
Pakkred (Bangkok). Uso del bastone. L'istruzione viene fatta nel mercato del paese vicino e per le strade.
Imparano a muoversi nel loro ambiente naturale.
I PIÙ ABBANDONATI
In Thailandia - 200 mila cattolici
su 60 milioni di abitanti, buddisti
nella quasi totalità - i figli di Don
Bosco non sono molto numerosi.
Ma a Pakkred si trattava di giovani
poveri e abbandonati nel senso pie-
no della parola. Altrove le Figlie di
Maria Ausiliatrice curavano già un
centro simile per le ragazze. I sale-
siani dissero dunque di sì e nel mag-
gio del 1978 vennero in due. Gli
inizi non furono facili. Abusi eia eli-
minare, comunità eia costruire con
educatori e allievi abituati a tutt'al-
tri sistemi, sorda opposizione sotters
ranea eia superare, formazione eia in-
fondere per assicurare un futuro. Non
era cosa eia poco. Ma affidarono I' o-
pera agli Angeli Custodi che ci sono
anche per i buclclisti, si raccomanda-
rono all'Ausiliatrice nel cui mese
avevano fatto l' ingresso, trasforma-
rono la stanza migliore del loro ap-
partamentino in cappella per avere
il Santissi mo a portata di cuore. E si
diedero da fare.
Poco più cli trenta giovani dai 15
ai 35 anni, diventati ciechi per inci-
denti stradali, malattia, abuso clel-
l'alcol. Provenivano eia fan1iglie che
non sopportavano più in casa un
elemento inutile e incapace; li invia-
vano gli oftalmologi dell'ospedale.
Nel Centro potevano imparare fale-
gnameria, un mestiere con cui - co-
me constatarono subito i salesiani -
non riu sc ivano poi a campare per-
ché nessuno voleva assumerli.
Un sacco cli esperimenti permise
di individuare tre tipi cli attività che
promettevano bene e che, inoltre, si
completavano mutuamente: ottico!-
tura con allevamento di animali da
cortile, artigianato a base di materia-
le locale, massaggio terapeutico. I
giovani avrebbero dovuto abilitarsi
contemporaneamente nelle tre pro-
fessioni e, inoltre, dovevano impara-
re a leggere e scrivere con il braille,
a muoversi da soli con il bastone, a
nuotare, a viaggiare pedalando sui
tandem, a fare sport e musica.
"VOGLIO MORIREIl
« Arriva un giovanotto che ha per-
so la vista perché la moglie gli ha
sparato», racconta il direttore don
Carlo Velardo. «Lo incontro subito.
Gli chiedo: "Che cosa vuoi?". "Nien-
te. Mi hanno portato. Voglio mori-
re". Gli ho chiesto un mese di vita:
/JS MAGGIO 1996 - 27

3.8 Page 28

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Pakkred (Bangkok).
Festa di fine d'anno,
e spettacolo in teatro.
Di fianco, artigianato, massaggio
e orticoltura sono le attività
professionali di base
a cui vengono avviati tutti.
Per i cesti si usano fibre vegetali.
I prodotti sono di alta qualità
e vengono richiesti anche
dall'estero.
"Per un mese farai quello che ti di-
ciamo noi qui. Poi saremo noi a fare
ciò che vuoi tu". Dopo quattro setti-
mane era diventato un altro». Ac-
canto ai due salesiani e ai di·eci col-
laboratori abituali, intervengono psi-
cologi ed esperti nel settore della
mobilità. Il centro, da opera che do-
veva essere chiusa, si è trasformato
nel fiore all'occhiello per la fonda-
zione.
Nel corso appena finito c'era un
giovanotto che, prima di diventare
cieco, faceva l'insegnante. Ha mo-
gi ie e bambini. Mettendo in pratica
una tecnica abituale, si riuscì a con-
vincere la famiglia di venirlo a tro-
vare. Non si sarebbero immaginati
mai , né lui né i suoi , che la visita
fosse ricambiata. Invece è successo
proprio così. L' insegnante cieco,
che pochi mesi prima non riusciva a
fare un passo da solo, seguendo le
istruzioni di una mappa tattile ha
preso il pullman giusto e, alcune ore
più tardi, lo ha cambiato. Se lo sono
visto arrivare in casa dopo un per-
corso di 400 chilometri!
Non tutti raggiungono questi li-
velli, anche perché sono pochi quelli
che vengono con qualche preparazio-
ne. Quest'anno, per esempio, su una
quarantina di allievi con età media
di 29 anni, più di venti non erano
mai stati a scuola. Rifiutati dalla fa-
miglia, che non li sopporta più , han-
no perso ogni speranza. « Non ci ve-
do, che cosa posso fare?».
Innanzitutto è urgente convincerli
che hanno perso soltanto gli occhi,
che tutto il resto c'è ancora. A poco
28 - MAGGIO 1996 8S
a poco lo capiscono. Quando riesco-
no a passare sull'asse che fa da pon-
te sul canaletto e a camminare tra le
bancarelle de.I mercato della zona, bi-
sogna incominciare a tenerli, o sa-
rebbero sempre fuori.
UN CENTRO-FAMIGLIA
In casa coltivano l'orto, curano gal-
line e maiali , allevano pesci, si preoc-
cupano della pulizia. C'è un solo bi-
dello nel centro, il resto tocca a
loro. Lavano i panni, stirano. Per il
mangiare c'è un cuoco, ma chi vuo-
le può andare ad aiutare in cucina.
Poi gli incontri allo stadio nazionale
per competere con altri disabili in di-
verse discipline spo1tive, due-tre mila
persone sugli spalti, un tifo tremendo.
La scuola è cosa seria. Special-
mente quella di massaggio terapeuti-
co. Imparano il tipo tailandese. An-
che qui si è dovuto sfondare, la so-
cietà non aveva fiducia nel massag-
giatore cieco. Finalmente la compe-
tenza dei ragazzi si è imposta e
adesso il centro non riesce a prepa-
rarne in numero sufficiente per co-
prire le richieste.
I visitatori sono sorpresi al trovar-
si di fronte un gruppo di giovani al-
legri, che chiacchierano, giocano,
cantano, fanno concerti. Li impres-
siona il rapporto sereno con gli edu-
catori, la porta della direzione sem-
pre aperta. In Asia l'autorità non in-
vita alla confidenza, eppure qui è
diverso. Allora capiscono che è arri-
vato Don Bosco! Lo ascoltano ogni
sera, alla " buona notte" del diretto-
re. E al sabato, nelle due ore di istru-
zione morale. Siccome sono quasi
tutti buddisti, il salesiano parte da
elementi della loro dottrina. Ma al-
1'interno batte il cuore del "padre e
maestro dei giovani".
Un giorno dopo l'altro, con .la
profonda penetrazione di cui sono
capaci i ciechi, si accorgono che
non si tratta soltanto di parole. A
volte lo chiedono ape1tamente: « Sen-
ti, tu perché stai qui? ». Una doman-
da che rivolgono anche i visitatori -
e sono molti - quando finiscono il
giro dei vari edifici. Se ne vanno
convinti dell'efficacia del lavoro
svolto e commossi dalla testimo-
nianza di chi lo porta avanti. Una
presenza che dura da molti anni
ormai. Con risultati assai positivi,
anche se· non del cento per cento.
Persone che prima a casa erano re-
legate in un angolo, come inutili e
persino dannose, adesso sostengono
la famiglia. «Posso dire che al pri-
mo incontro li trovo morti e che
lentamente risuscitano », conchiude
don Velardo. E aggiunge: «Ecco il
fatto più recente. Un ragazzo, se-
condo anno di università, per una
atrofia ha perso la vista. Molto in-
telligente, con esperienza familiare
un po' particolare. Tutto mi sarei
aspettato da lui meno che piangesse.
"Perché piangi?", gli domando. "Per-
ché qui ho trovato un padre" ».
Angelo Botta
Servizio fotogrqfico
di Carlo \\le/ardo

3.9 Page 29

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ANNIVERSARI
Silvano Stracca
L'ANNO DI LUTERO
450 anni fa moriva in Germania il monaco agostiniano Martin Lutero.
Giovanni Paolo Il ha ricordato la sua "profonda religiosità"
e invita a proseguire nel cammino dell'ecumenismo.
11 18 febbraio del 1546 moriva a Eisleben , in Germa- miche crudeli , fondate spesso su falsi storici e pregiudi-
nia, Martin Lutero, il monaco agostiniano che ha di- zi , che avevano per secoli avvelenato i rapporti tra Ro-
viso il cristianesimo in Occidente. Un giorno d'autunno ma e le Chiese della Riforma. E riconoscendo "la colpa"
di nove anni prima , scandalizzato per il commercio dove esiste e "da qualsiasi parte si trovi".
delle indulgenze, affisse sulla porta del duomo di
Wittenberg novantacinque tesi contro il papato . PAPA WOJTYLA ERA CONSAPEVOLE del profondo
Quattro anni dopo bruciò pubblicamente in piazza la sforzo necessario, da ambo le parti, per arrivare alla ve-
bolla con l'anatema di Leone X. Bandito dall 'impera- rità. Con grande sincerità ecumenica, e pari onestà intel-
tore Carlo V, si rifugiò in un castello della Sassonia lettuale, lo aveva riconosciuto nel novembre 1980, a Ma-
dove, resistendo a colpi di calamaio alle tentazioni di gonza, dinanzi alle autorità luterane tedesche . « Tutta la
Satana, tradusse il Nuovo Testamento dal testo greco gratitudine per ciò che ci resta di comune e ci unisce »,
in un tedesco robusto, acuto, pungente.
disse, «non ci può render ciechi su quanto ancora ci
CHI È STATO VERAMENTE
..-----.~ divide. Dobbiamo, nella misura
~ del possibile, esaminarci a vicen-
LUTERO? Che cosa ha rappre-
da, non per approfondire i fos-
sentato un movimento così gra-
sati, ma per superarli. Non pos-
vido di conseguenze come la
Riforma protestante, che intro-
dusse un nuovo elemento di rot-
Jm ProsR!\\-,h cn Tr.iditionen.
wirpllt1ten und \\H:i1mhhn:11.
Orm da., \\\\"irk~n umi
\\ ·cnnlduui, .di ,tm.-r.dit
siamo fermarci alla constatazio-
ne: "siamo e rimaniamo per
sempre divisi e contrapposti gli
tura nella travagliata storia d'Eu-
ropa, causa di guerre, lutti, rovi-
ne? Per gli uni, Lutero è il rifor-
matore della fede, il padre della
, fort.'4:hrin. ~ur Fnt,, id...lung
\\'\\ chkuhur bd1,.oetrJ1itct1 lulk.-n.
.glcid1.in \\\\'d;hcr~1i:d1.'t1
IkW.wnnt.ltli::c.-n Bindun~ 1-ic
1lldllndtn.
uni agli altri". Siamo chiamati a
tendere insieme, nel dialogo del-
la verità e dell'amore, alla piena
unità della fede» .
lingua germanica, l'uomo che,
Con coraggio , una domenica
traducendo la Bibbia, realizzava
d'avvento del 1983, il Papa si re-
il sogno di restituire centralità e
cò a pregare nella "Christus-
accessibilità alla Parola di Dio.
Kirche" della piccola comunità lu-
Per gli altri resta l'eresiarca, il
terana di Roma. Con altrettanta
bestemmiatore contro il papa e i
decisione, nel 1989, intraprese
santi, l'artefice di una ferita nella
un difficile viaggio ecumenico in
Chiesa non ancora rimarginata
Scandinavia, dove i luterani so-
dopo quattrocentocinquant'anni.
no il 90 per cento della popola-
PER L'ANNIVERSARIO DELLA ' - - - - =
zione. Gesti straordinari che han-
'-''--"-==-=== = ;..__---' no aiutato, e non poco, il lavoro
SCOMPARSA, il /eit-motiv di ~ittenberg (Germani~)-_li ritratto di Lutero
dei teologi. In questi anni, essi
tanti libri , dibattiti , celebrazioni ,
m un negozio della c,tta.
hanno ricercato una comune
è il superam~nto ecumenico del grande strappo consu- comprensione del "nocciolo" della dottrina di Lutero, cioè
mato allora. E il perseguimento dell'unità della cristianità la giustificazione in virtù della sola fede e non attraverso
come un dovere storico e religioso di questo fine millen- le opere. Neppure il tempo di rallegrarsi per un importan-
nio. Dopo secoli di giudizi assai negativi sulla persona e te documento su un tema così delicato ed ecco profilarsi
l'opera del riformatore , la svolta in campo cattolico fu una nuova divergenza tra Roma e i 60 milioni di luterani:
segnata dal Concilio. Nel 1970, dinanzi ad una grande l'ordinazione delle donne!
assemblea luterana mondiale, il cardinale Willebrands Nel 1991, in san Pietro, Giovanni Paolo Il anticipava pro-
pronunciò, con l'avallo di Paolo VI, uno storico discorso feticamente l'atteggiamento di fondo da assumere nel
definendo Lutero « il nostro comune maestro quando difficile dialogo luterano-cattolico. Commemorando Brigi-
afferma che Dio deve restare costantemente il Signore ». da di Svezia, da luterana diventata cattolica, davanti ai
La via era tracciata. Nel 1983, per il mezzo millennio capi delle Chiese scandinave, Papa Wojtyla paragonò
della nascita del padre dello scisma d'Occidente, infatti l'ecumenismo a «un viaggio che si fa insieme e di cui
Giovanni Paolo Il ricordò la « profonda religiosità di non è possibile, però, fissare il percorso e la durata. Non
Lutero, che con bruciante passione era sospinto dal- sappiamo se la via sarà agevole o difficile. Sappiamo
l'i nterrogativo sulla salvezza eterna» . Il Papa invitava a soltanto che è nostro dovere proseguire insieme questo
ricercare l'immagine "giusta" del riformatore e di tutta cammino».
l'epoca della Riforma . Superando definitivamente pale-
o
BS MAGGIO 1996 - 29

3.10 Page 30

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Alla "Mary Help of Christians Academy" di North Haledon si lavora
ESSERE DONNA diMariaAntoniaChinello
A NORTH HALEDON
N ascosta nel verde delle colline
cie l New Jersey, North Haledon
è una cittadina tranquilla, ordinata.
Ben squadrati i quartieri, e le strade
incrociano i viali alberati. Qui si ri-
fugia chi vuole fuggire dal traffico e
dalla frenesia estenuante di New
York , la grande metropoli , i cui grat-
tacieli, velati dalla nebbia dello smog,
coprono l'orizzonte. Qui è ancora
possibile vedere a volte il cielo sro-
tolare i suoi colori più belli.
Crocevia cli vento e di razze, al
centro di North Haledon hanno tro-
vato casa intere famiglie provenienti
dai paesi ispanici e dal sud-est asia-
tico. Sono giunte fin qui spinte dal
sogno degli States: un lavoro, una
sistemazione sicura, un angolo di li-
bertà. Ma adulti, giovani e donne
hanno dovuto fare presto i conti con
una realtà ben più dura di quella so-
gnata. Violenza, emarginazione, dro-
ga e abbandono. Ragazzi e bambini
lasciati soli nelle strade e nelle case.
Una stabilità econom ica pagata, a
volte, a caro prezzo. L' istruzione sco-
lastica è sostenuta a fatica , è duro
apprendere un 'altra lingua, integrar-
si in una cultura diversa, costruirsi
una nuova immagine.
Alla " Mary Help of Christians
Academy" di North Haleclon si la-
vora eia anni per l'educazione delle
giovani. L'intero complesso scolasti-
co, articolato in palazzine di slocate
su una vasta area verde, accoglie ogni
anno centimtia cli ragazze, dal kin-
dergarten all ' high school. Una po-
polazione scolastica colorata, chias-
sosa, vivace. I volti delle giovani
ogni giorno riempiono le classi , i lo-
ro nomi risuonano nei corridoi, le lo-
ro voci fanno da sottofondo musica-
le ai cortili ... Eppure, dietro ai no-
mi, ai volti , ai colori si nascondono
a volte drammi impenetrabili. Le suo-
re lo sanno.
Suor Mary Ann Zito sa bene
cosa vuol dire essere donna
negli Stati Uniti.
« Da noi l'abuso sessuale
e la violenza sono
fenomeni dilaganti»,
dice suor Mary Ann.
La scuola si è impegnata
a ridurre il numero
degli aborti tra le donne
e ragazze.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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da anni per l'educazione alla vita delle giovani americane.
LA MATURITÀ
NON È UN OPTIONAL
Suor Mary Ann Zito, FMA, inse-
gna alla "Mary Help of Christians".
Ha conosciuto generazioni e genera-
zioni di giovani. Sui banchi di scuola
siedono ormai le fig lie delle antiche
all ieve. Conosce bene, dunque, cosa
significa essere donna negli Stati
Uniti e sa i percorsi che l'educazio-
ne deve percorrere per diventarlo.
« Le giov ani a North Haledon »,
dice, «e anche nei dintorni, sono le
più esposte ai peri coli cli una cittadi -
na che fati ca a trovare la sua dimen-
sione umana. Ri sento no de lla frag i-
lità de i giovani di ogg i, de ll a fram-
mentazione e dell 'entusiasmo tipi ci
dell a loro età. Crescere è difficile e
responsabili zzarsi di fronte all a vita
è un cammino che es ige sce lte con-
crete. La maturità non è un optional.
E le ragazze lo percepiscono. Ma
l'abuso sessuale e la violenza sono
ormai fenomeni dilaganti ».
Da tempo, dagli ospedali e dai
centri di ass istenza medica arrivava-
no segnalazioni allannanti circa il nu-
mero degli aborti effettu ati da don-
ne e ragazze: « Anche se non è il ca-
so specifico della nostra scuola», pre-
cisa suor Mary Ann , « un numero
sempre maggiore di ragazze dopo
essere rimaste incinte, aver abortito
o partorito il bambino, non ritorna-
vano più a scuola per non sottomet-
tersi al giudizio de lle compagne e
delle insegnanti . Di fronte a questo ,
abbi amo deciso che bisognava voi-
GRANDI BATTAGLIE,
PICCOLI RISULTATI
Essere donna e vivere nella società
americana non è sempre facile . Dagli
Stati Uniti è partito , storicamente, tut-
to il movimento di coscientizzazione
della donna. Le grandi battaglie fem-
ministe degli anni 70 sono state vis-
sute qui, prima di rimbalzare oltre
oceano . Qui , ancora oggi , prendono
vita le rivendicazioni e i richiami all'o-
pinione pubblica internazionale circa
la dignità, la consapevolezza della di-
versità delle donne. Ma affermare il
proprio compito di "essere l'altra metà
del cielo" nella quotidianità, nel con-
creto dei contesti culturali e sociali , a
volte , richiede coraggio, costanza e
decisione.
In proiezione fino al 2000 si calcola
che ci saranno negli stati Uniti 322
milioni di donne attive economica-
mente, in gran parte concentrate nelle
grandi città. La disoccupazione toc-
cherà quasi gli 8 milioni e mezzo. Col-
pisce più pesantemente le donne ri-
spetto agli uomini : nel 1992 ha tocca-
to il 6,9 per cento. Nonostante tutto,
I Alla "Mary Help of Chistlans
Academy" la ricerca sulla donna
nella società americana è aperto.
mentre un maschio viene pagato un
dollaro, la donna riceve solo 71 cents,
se poi è nera ne riceve 62, se è latino-
americana ne riceve 57. Anche negli
USA le donne in Parlamento sono
una grande minoranza. Al 103° Con-
gresso hanno segnato un balzo in
avanti e sono diventate 7 al Senato e
49 alla Camera dei rappresentanti.
o
tare pagina, anche come scuola. Da
sempre il nostro istituto ha acco lto
giovani provenienti dalle zone più
povere cli North Haledon, cli Pater-
son. .. Ma era necessario fa re qual-
cos' altro ».
È nata così l'idea di inserire nei
programmi e nei curricoli un corso
di educazione ali 'amore. Nel sistema
scolasti co americano sono previ ste
alcune ore settim anali di form azio-
ne religiosa, morale e soci ale. Utiliz-
zando questo tempo e face ndosi aiu-
tare dall e ragazze stesse, sono state
preparate apposite lezioni , corredate
da suss idi , poster, pubblicazioni, per
la form azione dei giovani alle gran-
di scelte della vita. Settimane e set-
timane spese ne ll a riflessione, nel-
1' approfondimento, nell'incontro con
North Haledon (USA) è città crocevia di razze.
Provengono dai paesi ispanici e dal sud-est asiatico.
North Haledon (USA). La scuola delle FMA ha inserito
nei programmi un corso di educazione all'amore.
IJS MAGGIO 1996 - 31

4.2 Page 32

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- L'8 marzo Mario Soares,
presidente del Portogallo, ha confe-
rito la decorazione "Ordem do Mé-
rito" all'ispettoria portoghese. È il
massimo riconoscimento concesso
in Po1togallo a una istituzione.
- Un progetto interculturale
ha coinvolto 17 scuole superiori
di Roma. Per i giovani, questio-
nari di entrata.e percorsi di appro-
fondimento. Tra i promotori del-
1' iniziativa il VIS (Volontariato
Internazionale per lo Sviluppo).
Collegata al progetto, una mostra
interattiva dal titolo: "Gli altri
siamo noi".
- Il gruppo degli exallievi di
Catania continua a gestire il "Te-
lefono contro la solitudine"
(095/43.93.55). In tre anni di atti-
vità ( 1992-95) sono migliaia le te-
lefonate arrivate e i casi affrontati.
Agatino Rizzo, promotore e ani-
matore del servizio, scrive: «Ogni
giorno, dalle 16 alle 20, la nostra
sede è come un fiammifero acce-
so, a servizio di chi ha bisogno di
una voce amica».
- "Mondo Giovani", il movi-
mento giovanile fondato e diretto
a Ragusa da don Michele Emma,
ha festeggiato i 20 anni di attività
a servizio dei giovani. Attento in
particolare alle problematiche del
disagio giovanile, il movimento
si è oggi esteso alle città di Sira-
cusa, Agrigento, Caltanissetta, Ca-
tania e Palermo. L'avvenimento è
stato commemorato in teatro da
autorità civili e religiose e vissuto
dai giovani con uno spettacolo mu-
sicale. Il vescovo della città mons.
Angelo Rizzo ha presieduto l'Eu-
caristia.
- La comunità «EMMAUS» di
Foggia al tennine dell'anno scorso
ha ricevuto dall'ex-capo del go-
verno Lamberto Dini il premio na-
zionale della Solidarietà per l'ope-
ra che sin dagli anni '70 svolge
per l'accoglienza agli emarginati e
a vantaggio del territorio.
32 - MAGGIO 1996 IJS
équipe mediche, con esperti di pe-
dagogia e di psicologia, con sacer-
doti, religiose, uomini e donne im-
pegnati sul fronte della difesa della
vita. L' obiettivo era unico: rendere
le ragazze responsabili delle proprie
scelte e aiutarle a conoscere e valu-
tare le conseguenze di certi atti.
Le ragazze potevano approfittare
anche di momenti di ritrovo nel
tempo libero dalla scuola, oltre le
molte ore di lezione. Il gruppo delle
leaders organizzava e proponeva
occasioni di festa, di volontariato,
di lavoro e di preghiera.
A .DIFESA DELLA VITA
Ma la problematica delle giovani
in gravidanza andava affrontata in
ogni caso. A North Haledon opera-
no numerose agenzie di servizio per
la promozione e la difesa della vita
e della donna. Centri come "Birth
Haven", "Birthrigh", "Bethany Ch-
ristian Home", "Rainbows" sono di-
ventati gli interlocutori abituali dei
complessi scolastici. Dopo un tem-
po di riflessione in comune con i lai-
ci, gli operatori e gli educatori di que-
sti centri con gli insegnanti e i geni-
tori stessi, è stato deci so di aiutare
concretamente le giovani seguendo-
le nel periodo dell'attesa e durante il
tempo del parto per riaccorglierle,
poi, nella scuola. Questo non come
affermazione di tacito consenso del-
1'accaduto, ma piuttosto per far sen-
tire loro che è sempre possibile ri-
cominciare, non darsi per sconfitte.
« La nostra vice-preside», commen-
ta suor Mary Ann, «è una donna
1polto aperta e molto comprensiva.
E lei che tiene i contatti. Le ragazze
della nostra scuola sono a conoscen-
za di questo suo impegno. Basta un
accenno, una parola, una telefonata.
Le giovani in difficoltà possono ri-
volgersi a lei perché le accompagni
ai centri interessati>>. Alcuni centri
predispongono, per le ragazze che
durante la gravidanza non possono
seguire le lezioni in classe, dei pro-
grammi speciali da svolgere a casa
propria con l'aiuto di insegnanti che
periodicamente, verificano l' appren-
dimento e lo svolgimento degli im-
pegni scolastici .
UN'EDUCAZIONE
CHE COINVOLGE
Educare le ragazze ha significato
coinvolgere anche gli adulti. II pas-
so è stato breve. Le famiglie parte-
cipano alla scelta decisiva che spet-
ta alle giovani di fronte all'annuncio
di una nuova vita. Incontri, visite e
una serie di pubblicazioni molto agi-
li, volantini, depliant aiutano le ra-
gazze e i ragazzi, insieme ai propri
genitori, a percorrere un cammino
di conoscenza reciproca e di acco-
glienza della vita. La fiducia, la se-
renità vogliono prendere il posto
della paura, dello sgomento, del timo-
re. «Spesso», spiega suor Mary Ann,
« ci si trova di fronte a storie molto
tristi. Ma la comprensione, la vici-
nanza ottengono molto ct l piL1 che il
giudizio o l'esclusione. E un 'espe-
rienza dura quella di sentirsi tagliati
fuori dal cerchio delle amicizie, del
consenso sociale. Nella nostra scuo-
la il lavoro con i genitori è sostenu-
to dalla solidarietà di tanti coopera-
tori e collaboratori. Non è stato dif-
ficile inventare qualcosa che, di vol-
ta in volta, coinvolgesse un numero
maggiore di adulti per momenti di
scambio, di condivisione, di impe-
gno, di festa. Senza dimenticare che
più si è, e ci si conosce, più si riesce
a stabilire una rete di solidarietà che
permette di aiutare concretamente le
famiglie colpite da un maggior disa-
gio economico e sociale ».
Una scuola, quella di North Hale-
clon, che guarda al futuro e alla vita
con gli occhi dei più giovani. Suor
Mary Ann sorride mentre conclude:
« II lavoro da fare è sempre molto.
Educare all'amore e alla vita è la
sfida che ogni giorno come insegnan-
ti , come religiose e come educatrici
ci poniamo di fronte . La nostra scuo-
la, insieme a tante altre, con l'aiuto
e la collaborazione di amici , è diven-
tata un punto di speranza, un 'oasi in
cui si può sostare e riprendere il.
cammino. Crediamo nella forza che
nasce quando si uniscono le energie,
quando si guarda la realtà da più
punti di vista. Vogliamo dire un
pieno alla vita come dono per noi ,
per le giovani e per i bambini».
Maria Antonia Chinello

4.3 Page 33

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IL DIARIO DI ANDREA
di Jean-François Meurs
QUANDO
È UN PROFUMO
A FARE L'UOMO
« Dovresti curare la pelle», mi ha detto Carlo, cercando un
foruncolo sulla mia fronte. Lui usa una crema protettiva.
Ma io non mi trovo a mio agio tra le lozioni, le creme,
i gel e le pomate. A me basta il mio stupido bagno schiuma.
D opo l'ora di ginnastica, alle
docce, Carlo ci ha fatto ammi-
rare il suo nuovo boxer-short, un
pezzo da collezione, a pelle di leo-
pardo, nero e bianco, con un giro
di pizzo. Credetemi . Né slip affasci-
nanti, né mutandoni del nonno, ma
le due cose insieme. Poi ha fatto la
pubblicità al suo profumo, dalle
tonalità selvagge, la forza della sua
sensualità virile. Di colpo, Ciccio ha
voluto far conoscere la sua fragran-
za di savana: peloso com'è, lui so-
gna i safari per potersi confrontare
con i gorilla. Giuliano ha elogiato il
suo odore di scuderia, non quello
dei cavalli , ma una marca di auto-
mobili. «Allora », ha gridato Fred,
« a noi piacerebbe un bel colpo di
acceleratore quando ci stai davanti
nella corsa! Miseria, sentiremmo
dei bei profumi! ». E la discussione
si è trasformata in un litigio. Fabri-
zio, l'ecologista, ha riempito l'aria di
aromi di ginepro, di timo e di salvia,
e questo ha stuzzicato l'appetito!
Non c'è che dire, i profumi e la
cosmesi portano la civiltà!
grandi magazzini! D'accordo, lo sta-
to della pelle influenza lo stato del-
l'anima. Il sole, il vento e l'acqua so-
no dei banditi che ti lasciano mez-
zo morto ai bordi delle strade, e da
secoli i passanti fanno
finta di non ve-
derti , ammirati
dalle piante di
rose e non sde-
gnano di uno 1
sguardo chi è ,
pieno di brufoli.
Ma l'offensiva at-
tuale degli amici
della pelle è in-
sopportabile! Tut-
ti i prodotti anti-
irritanti, anti-ru-
ghe, anti-allergi-
ci, anti-brufo-
li ... Questo
comporta delle competenze che
non riesco ad avere. Come procu-
rarsi una pelle bella da vedere ,
sana, morbida e luminosa? lo direi
che sarebbe il caso di introdurre
l'argomento "profumi e odori" nelle
ore di biochimica. Sarebbe più
concreto e utile di tutte quelle
esperienze con il cloro che irritano
il naso e la gola!
L'UOMO D'OGGI, l'uomo progres-
sista, l'uomo moderno, l'uomo at-
tuale : a ognuno il suo profumo!
Chissà se esistono dei profumi che
ci guidano nella passione politica?
Alcuni che ci portano a votare a si-
nistra, altri che favoriscono le sim-
patie per la destra. Sarebbe il mo~
do migliore per detronizzare chi si
serve della televisione per farsi pro-
paganda!
E quali sono i profumi che attira-
no le donne? Grosso problema!
Come per convincermi, Carlo mi
ha mostrato una pagina intera di
giornale, che invita a scrivere a
una ditta che assicura che un
certo profumo alle essenze di-
venta irresistibile con le
donne. Ma io dico : è que-
sto il nuovo maschio? e
cos'è tutto questo? basta
un profumo a fare un
uomo? e chi sono io?
Sono un uomo, un uomo
"vero" intendo dire, viri-
le sì, maschio, ma sen-
za essere macho ...
Basta!! lo soffoco! A
morte gli smidollati ,
dannaziqne!!
SONO STATO PRESO ALLA
SPROVVISTA. A me basta il mio
stupido bagno schiuma ed ero il so-
lo a non avere spray, stick e botti-
gliette varie. Due minuti dopo nello
spogliatoio non si riusciva più a re-
spirare, e ci siamo ritrovati vestiti a
nietà nel cortile. Carlo ha approfit-
tato per mostrare alle ragazze i suoi
audaci boxer-short. "Dovresti cura-
re la pelle », mi ha detto , cercando
un foruncolo sulla mia fronte. Lui usa
una crema protettiva. Ma io, io non
mi trovo a mio agio tra le lozioni, le
creme, i gel e le pomate . lo provo
disgusto per il reparto profumi dei
I La pubblicità da sempre
ha associato l'Immagine
del profumo a quella dell'uomo
affascinante.
AHMAl\\1
IJS MAGGIO 1996 - 33

4.4 Page 34

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- COME DON BOSCO
di Bruno Ferrero
COME SGRIDARE I FICiLI
SENZA FARLI
DUBITARE
DEL VOSTRO AMORE
Tutti i genitori, in certi momenti, vorrebbero rispedire i figli
al mittente. I figli non suscitano solo sentimenti positivi.
A volte possono essere irritanti, particolarmente esigenti
e incapaci di mostrare la minima gratitudine.
Possono dimostrarsi sbadati e irriflessivi ed è inevitabile
che i genitori certe volte siano arrabbiati e stanchi.
È in queste circostanze che spesso scoppia
il temporale-sgridata.
U. na disciplina efficace è il ful -
cro del processo educativo ed
è una delle attività fondamentali
dell'amore familiare. La "sgridata"
ne è in un certo senso l'elemento
regolatore.
Saper sgridare in modo da ottene-
re un risultato positivo e durevole
fa parte dell'arte di essere genitori.
" Non punite mai se non dopo
aver esauriti tutti gli altri mezzi »,
ha scritto Don Bosco. " Quante vol-
te nella mia lunga carriera ho do-
vuto persuadermi di questa grande
verità! E certo più facile irritarsi che
pazientare: minacciare un fanciullo
che persuaderlo: direi ancora che
è più comodo alla nostra impa-
zienza e alla nostra superbia ca-
stigare quelli che resistono, che
correggerli col sopportarli con fer-
mezza e con benignità. Difficil-
mente quando si castiga si con -
serva quella calma che è neces-
saria per allontanare ogni dubbio
che si opera per far sentire la pro-
pria autorità, o sfogare la propria
passione.
Dal momento che sono i nostri figli,
allontaniamo ogni collera quando
dobbiamo reprimere i loro falli, o al-
meno moderiamola in maniera che
sembri soffocata del tutto. Non agi-
tazione dell'animo, non disprezzo
negli occhi, non ingiuria sul labbro;
ma sentiamo la compassione per
34 - MA GGIO 1996 IJS
il momento, la speranza per l'av-
venire; e allora voi sarete i veri
padri e farete una vera
correzione ».
LE QUALITÀ DI UNA BUO-
NA SGRIDATA. Una buona
sgridata ha le qualità della
buona disciplina.
È immediata. Un
prolungato stato d'an-
sia non aiuta i bambi-
ni. Quelli più piccoli
si dimenticano subi-
to dell'errore com-
messo . E le sgrida-
te "a freddo" irrita-
no soltanto.
È coerente. La
coerenza mette or-
dine e infonde si -
curezza in un mon-
do che talvolta ap-
pare al bambino
caotico e temibi-
I Tra genitori
e figli, anche
la "sgridata"
ha la sua
funzione.
le. Se un bimbetto che gioca a pal-
lone nel corrido io talvolta viene
guardato con approvazione o indif-
ferenza altre volte severamente ri-
preso , non saprà mai con certezza
che cosa deve fare .
È sicura. Minacce a vuoto e
avvertimenti disattesi non servono
a niente. Papà dice a chiare lette-
re che Gigetto deve rientrare subi-
to a casa dopo il cinema all'orato-
rio . Si stabilisce l'ora al di fuori di
ogni ambiguità. Se Gigetto rientra
in ritardo , verrà sgridato, e capirà
che l'avvertimento era tutt'altro che
vano. Papà gli vuole bene, e pro -
prio per questo la regola è chiara,
e la sgridata inevitabile.
È giusta. Deve essere la con -
seguenza di un cattivo com -
portamento, non dipen-
dere dai nervi o dal-
la stanchezza dei
genitori.
È positiva. Il
bambino viene
sgridato per-
ché ha com -

4.5 Page 35

▲back to top
rore , ma non viene condannato o
svilito per questo. Gli si dice che il
genitore è arrabbiato , sconvolto e
seccato perché lu i ha scelto di
commettere quell'errore . L'atteg-
giamento negativo non è mai rivol-
to al bambino ma al suo compor-
tamento . « lo ti voglio bene e vo-
glio insegnarti a compo rtarti come
si deve. Ogni volta che sbaglierai
te lo farò presente con una sgri-
data» .
Ha una giusta intensità. I bam-
bini molto sensibili (cui basta una
piccola sgridata per scoppiare in
lacrime) avranno bisogno di un toc-
co leggero . I bambini che hanno
già eretto barriere di difesa richie-
deranno una maggiore intensità.
L'intensità deve anche essere
adeguata alla gravità dell 'errore .
Non si può usare !'"artiglieria pe-
sante" per l'acqua rovesciata a ta-
vola.. .
È efficace. Disciplinare signifi-
ca insegnare . Il criterio ultimo di
ogni sgridata è : fatta così, insegna
o no un buon comportamento?
IL FATTORE "CONCORDE". Si ot-
terrebbero parecchi vantaggi se si
tenesse presente il fattore CON-
CORDE, una parola che ci aiuta a
ricordare tre comportamenti : CON-
senso dei genitori , consistenza e
Regole DEfinite . Il fattore CON -
CORDE consiste infatti in tre ele-
menti ben precisi , facilmente com-
prensibili e applicabili :
1. Un consenso (= accordo) chiaro
fra il padre e la madre sulle re-
gole e le richieste da presenta-
re ai figli ;
2. Una consistenza (= perseveran-
za) nell 'applicazione di conse-
guenze quando le regole non
vengono rispettate;
3. Regole definite o chiaramente
concordate con i figl i.
Questo fattore è il risultato di
parecchi anni di lavoro di clini-
che specializzate in terapia fa-
miliare .
DIZIONARIO PEDAGOGICO che un "sapere". Don Bosco non
a cura di Jean-François Meurs era un intellettuale teorico. For-
mava i suoi educatori sul cam-
po di lavoro, pur avendo preso la
P ompa. A Valdocco, le pagnot- penna per esporre le sue idee.
te erano spesso dure e secche.
È per questo che c'era sempre R esponsabilità. I giovani par-
un bel gruppo che attorniava la tecipano essi stessi alla loro
pompa dell'acqua, dove i ragaz- educazione . Don Bosco ha
zi ammorbidivano la loro pa- sempre detto ai suoi giovani di
gnotta. Quando un educatore si aver bisogno di loro. E non te-
lamentava che i ragazzi non gli me di affidare il nuovo arrivato
obbedivano più, Don Bosco gli a un allievo scelto tra i più gran-
diceva: « Va' alla pompa!,, : tro- di, che si preoccupa di badare
vati presente là dove i giovani si a lui.
radunano , tu co-
noscerai i loro pro-
blemi , i loro centri
VESTO ltAIG-ELD TRJCIO( l>OR.A CIJM€
di interesse, i loro
4- LA- TESTA- DU4A' '' LE PA-6-A/07Té
gusti e desideri ...
C oncreto. L'edu-
::lrPu ~.... cazione è più arte
che scienza. In
~ P ? ( l ~ questo senso è
JXJ/24- CO/'vfe,,, DI •~LDOCCIJ I
più un "saper fare"
IN LIBRERIA
I RAGAZZI IN RITIRO
Quattro videocassette di 25'
dedicate ai preadolescenti che
affrontano i temi della corporei-
tà, del senso della vita, l'umiltà
e la comunicazione . Le tema-
tiche sono affrontate con testi-
monial d'eccezione : Veronica
Pivetti , il calciatore Demetrio
Albertini , il giovane sub Gino
Lap\\jcci , la suora "parrucchie-
ra" Nadia Granzotto, il cantau-
tore Luca Carboni.
Una coproduzione
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Audiovisivi San Paolo .
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ns MAGGIO 1996 - 35

4.6 Page 36

▲back to top
in Madagascar un
Ricordiamo con piacere i
telefono che funziona
nomi di quei magnifici quat-
sempre . Non costa niente.
tro: Luciano Pasqualato, An-
Non c'è bolletta a fine me-
se. È il telefono "gasy", il te-
lefono cioè che passa di
NY ilSJlN4REO NO
Sl N't TEN~N<i~o
tonio Donadi , Gilberto Bri-
sotto e Renato Florian . Es-
si sono amici dell'oratorio
bocca in bocca ed è più ef-
di San Donà di Piave (Ve-
ficace e più rapido di qual-
nezia) . Hanno sentito par-
siasi telefono cellulare.
lare tempo fa del progetto
Fu così che la notizia si
Radio Don Bosco . Hanno
sparse in un batter d'occhio
trovato il modo di procurare
in tutta Antananarivo quan-
il pilone . Lo hanno spedito
do qualcuno alzò gli occhi
con tutte le attrezzature ne-
e vide un pilone che cresce-
cessarie per montarlo. Un
va in altezza di ora in ora e
loro collega, Ivano Maschiet-
quattro "Vazaha" (stranien)
to, che ha trascorso le va-
grandi e grossi che si ar-
canze a Mahajanga a inse-
rampicavano come dei le-
gnare la banda ai ragazzi
muri. ..
dell 'oratorio , ha guidato a
Questo ad Andohalo , sulla
settembre i lavori del getto
più alta collina di Antana-
Tuléar {Madagascar). Centro professionale
della base. E ora il pilone
narivo, accanto a quello
che fu il palazzo della regi-
na che un sabotaggio di
Don Bosco. La scritta dice: « Il vostro lavoro
fa progredire la società, la vostra persona
e migliora la vostra vita».
svetta su tutta Antanana-
rivo, lassù ad Andohalo , vi-
cino al palazzo della regina,
natura politica ha ridotto in
in una posizione che può
cenere un mese fa.
« Che cos'è? Chi sono? Che
I MAGNIFICI
coprire tutta la capitale e
trasmettere fino a 100 kilo-
cosa fanno? ». In un attimo
metri di raggio .
da Mahamasina ad Anosy,
da Analakely ad Antanime-
IL PROGETTO « RADIO
na, in tutti i quartieri girò la
notizia: « Radio katolika io! »
L'avventura africana di quattro amici
DON BOSCO » di Antana-
narivo dunque pian piano
il pilone della radio cat- dell'oratorio di San Donà di Piave (Venezia). decolla. Progetto ambizio-
tolica .9.
È SICURAMENTE EMO-
Per montare il pilone della prima _radio
cattolica del Madagascar,
so , se si pensa che è la
prima rad io cattolica del
Madagascar e che si pone
ZIONANTE , e non soltanto
per i malgasci , vedere gen-
la «Radio Don Bosco».
in serrata concorrenza con
una decina di radio com-
te arrampicarsi con disinvoltura fino a quota 27 metri. merciali , di partiti politici , oppure di qualcuna delle
E i più curiosi decisero di godersi lo spettacolo. Fu sette fondamentaliste che pullulano ormai nella capi-
così che una piccola folla assicurò gli spettatori quoti- tale. Sarà una radio cattolica con piglio salesiano :
diani. Senza contare tutta la gente alle .finestre delle fatta soprattutto per i giovani e dai giovani . L'B di-
case , comprese le suore della vicina scuola di "Saint cembre prenderà il via il secondo stage di forma-
Joseph de Cluny" che per una settimana misero tra zione alla radiodiffusione . Il primo , che è durato due
parentesi l'assistenza ai loro ragazzi .. .
mesi , ha visto la partecipazione di trenta giovani con
Lò spettacolo c'era veramente. Degli stranieri grandi livello di studi universitari. Al prossimo ne parteci-
e grossi che gridavano , si richiamavano dall'alto al pano cinquanta. Animatore di questo stage il neo-
basso, si davano ordini , si arrabbiavano ma restava- eletto direttore della radio e della televisione malga-
no sempre amici . E un prete magrissimo con tanto di scia monsignor Louis Bernard Rakotomanga. Nel
barba, don Luca Treglia direttore della Radio, che da- frattempo fervono i lavori per ultimare la nuova casa
va loro ordini perentori. Ma quanta fatica rimanère del Centro nazionale salesiano della comunicazione
ore e ore con la testa in su. Problema subito risolto : sociale e sede degli studi della Radio Don Bosco . I
ci si sdraia per terra e si guarda il tutto senza nessu- tempi stringono : il primo marzo 1996 lo staff ha
na fatica.
iniziato le prove di trasmissione . A maggio il lancio
Così mentre quei quattro Vazaha lavoravano a pro- pubblicitario della nuova radio. Il primo giugno 1996
va di record, i buoni amici malgasci si assicurarono l'inaugurazione ufficiale . Impresa sicuramente non
lo spettacolo. In sei giorni fu montato e verniciato in facile qui in Madagascar. Ma senza dubbio un
bianco e rosso il pilone di 27 metri, con tanto di pa- contributo originale di Don Bosco alla nuova evan-
rafulmine e di antenne già in direzione di lvato geli zzazione di questa grande isola dell 'Oceano
Aéroport, sede centrale degli Studi della Radio Don Indiano.
Bosco.
o
36 - MAGGIO 1996 JJS

4.7 Page 37

▲back to top
_ r ;,l;:t "J.r
pROf\\L\\ . \\ ,·
Fondò l'opera salesiana nella ex-Cecoslovacchia.
SERVO DI DIO di Teresio Bosco
E DEI SUOI FRATELLI
I gnazio Stuchly fu un religioso che
non scrisse "Regole", ma vi ubbidì.
Non tracciò schemi per la propria atti-
vità, ma rea li zzò quelli tracciati per lui
dai suoi superiori sa lesiani . Fu dimen-
ticato, come dicono, perché c'era tanto
da fare , e quando lo ordinarono sacer-
dote aveva i capelli bianchi e la faccia
da anziano, tanto che i cristiani affoll a-
rono subi to il suo confessionale. «Un
prete di grande esperienza e santità»,
dicevano, e non si sbag liavano.
Ignazio vide la luce nel lontano 14
dicembre 1869 a Boleslau, un piccolo
nido cli case, cli lavoro e cli affetto,
che i confini internazionali tracciati
dai "potenti della terra" assegnavano
cli volta in volta all'Austri a, all a Ger-
mania, al la Cecoslovacchia, all a Polo-
ni a. Alle scuo le elementari, ebbe un
grande maestro, Giovanni Koblaj. In
un momento in cui le autorità perse-
guitavano i preti, egli parlava ai suoi
ragazzini della bellezza della chiama-
ta ciel Signore, a dare la vita per lui e
per i frate lli più sfortunati.
A 22 anni doveva andare soldato,
ma fu scartato. All ora pensò seria-
mente a farsi prete. La famiglia non
aveva null a in contrari o, ma non ave-
va neppure denaro per farlo entrare in
semi nario. Ignazio provò dai domeni-
cani , studiò lati no e greco presso un
parroco, poi presso un cappellano delle
suore Orsoline. Fu lui a dirgli: « Se
vuoi riuscire, elevi anelare in Italia, eia
Don Bosco». Partì una lettera per To-
rino, arrivò un telegramma cli risposta
dal successore cli Don Bosco: «Vieni
subito. Rua ».
Riprese gli studi a Valsalice, accan-
to alla tomba cli Don Bosco e insieme
agl i asp iranti polacchi. Divenne ami-
co di Augusto Hloncl, il futuro cardi-
nale salesiano della Polonia.
Fu accolto tra i salesiani
come vocazione adulta.
Ignazio Stuchly
si distinse per la sua
obbedienza e per la
disponibilità al servizio.
Giovani boemi a Praga.
Nel riquadro, don Ignazio Stuchly in un dipinto di Musìo.
FINALMENTE PRETE
Gorizia, città in quel tempo austria-
ca, è la prima residenza assegnata dai
superiori a don Ignazio. Insegna lati-
no e greco e studia teologia per diven-
tare prete. Passano gli anni e gl i chie-
dono cli fa re anche il vice-direttore, il
catechi sta, il factotum. Nessuno pensa
all a sua ordinazione sacerdotale, per-
ché c'è tanto eia fare, e Ignazio fa tutto
così bene. Se ne accorge don Michele
BS MAGGIO 1996 - 37

4.8 Page 38

▲back to top
Rua, che nel 190 I è di passaggio a
Gorizia. Dice al direttore che, tra le
tante cose, pensi anche a fa r diventar
prete Ignazio, che ha ormai 32 anni.
3 novembre 190 1. Il card inale Mi-
sia pone le mani sui capelli bi anchi di
Ignazio Stuchl y e lo ordina sacerdote
per sempre. Il giorno dopo, don Igna-
zio di ce la sua prima messa alle 8, e
alle 9 è in classe come sempre a inse-
gnare latino. La domenica dopo è in
confess ionale nel santu ario del Mon-
te Santo cli Gorizia. La gente fa la fila
davanti al suo confess ionale. Si è
sparsa chi ssà come la voce che è un
prete di grande esperienza e santità.
E chi esce dal suo confessionale con-
fe rma.
13 anni di lavoro umile e silenzioso
a Gorizia. Poi don Ignazio viene man-
dato a Lubiana. Là c'è una giovane
comunità sales iana che ha iniziato
con entusiasmo un grande santuario a
Maria Ausiliatrice. Ma esso è fe rmo a
otto metri di altezza. Non c'è un
soldo per far crescere i muri e le torri ,
e in città c'è tifo e carestia. È il 1910,
sta per iniziare la guerra balcanica, e
a essa nel 19 I4 seguirà la sanguinosa
prima guerra mondi ale. Don Ignazio,
incari cato dell ' ammini strazione dell a
comunità, lotta per la pu ra sopravvi-
venza dei confratelli . I tronconi del
santuario vengono coperti da grandi
fogli di latta, e si attendono tempi mi-
gli o ri.
Quando la prima guerra finisce, don
Ignazio va a mendicare di casa in ca-
sa, di paese in paese per mantenere la
comunità e far crescere il santuario
dell a Madonna. Goccia su goccia, mat-
tone su mattone, le mura e le torri so-
no completate.
Nei giorni che seguirono , le lettere
cli congratulazioni e di ringraziamento
si ammucchiarono sul suo tavolo. Le
avrebbe lette appena ci fosse stato
tem po. Ma ecco giungere preoccupato
un sales iano mandato dall'ispettore a
chiedergli che cosa rispondeva alla ri-
chiesta urgente dei superiori cli Tori-
no. Don Ignaz io frugò nel mucchio
delle lettere, trovò quella di don Pie-
tro Rica lcjone e la aperse. C'erano po-
che parole: « Caro don Ignazio, prendi
baracca e burattini e vieni a Torino ».
Rimase cli stucco: aveva 55 anni , era
sfi nito, e gli chiedevano cli lasciare la
Jugos lav ia, di andare a Torino senza
nemmeno dirgli cosa doveva andare a
fare. Chinò la testa e rispose: « Se i
superiori comandano, io ubbidi sco.
Preparo il passaporto e mi metto in
viaggio ».
La faccenda del passaporto non fu
semplice. A Zagabria, dove don Igna-
zio si recò, le autorità iugos lave e i
consolati itali ano, cecoslovacco e te-
desco glielo rifiutarono. Il suo paese
natale, Boleslav, dopo la grande guer-
ra era stato assegnato per un certo tem-
po all a Cecoslov acchi a, poi alla Ger-
mania. Alla fine, di malavoglia, il con-
solato germani co gli concesse un la-
sciapassare .
PER LE VOCAZIONI
I Trnava (Slovacchia).
Parrocchia e centro giovanile.
Don Stuchly fu Ispettore
della Slovacchia dal 1936 al '39.
DELLA SUA TERRA
·.s-. A Torino, i superiori gli comunica-
a.if!
rono la sua nuova "obbedienza". Seb-
bene la Cecoslovacchia gli avesse ri-
fiutato il passaporto, egli era uno dei
pochiss imi "cechi" es istenti dell a con-
gregazione sales iana. E siccome si era
dec iso di ini ziare a Perosa Argentina
un aspi rantato per preparare le future
vocazioni della "zona ceca" (che dai
trattati internazionali era stata unita
all a Slovacchia nello stato "Cecoslo-
vacchi a") , don Ignazio doveva recarsi
a Perosa Argentina (Torino) a comin-
ciare !.'opera. I giovani arrivavano dal-
la Boemia e dalla Moravia (che insie-
me forn1avano la "zona ceca") inviati
da due sacerdoti del luogo. Erano me-
sco lati giovanissimi e anziani , ragazzi
seri e ragazzi in cerca di avventure.
38 - MAGGIO 1996 IJS
Per don Ignazio fu una fatica di sum a-
na usare l' amorevolezza del sistema
educativo salesiano, e nello stesso tem-
po separare il grano dall a zizzani a, e
senza offendere nessuno rispedire in
patria qualcuno. Tutto questo riuscì a
rea lizzarl o per tre anni , mentre l'ope-
ra viveva una povertà che rasentava
da vicino la mi seria. Dopo tre anni ,
don Ignazio fu so llecitato a partire per
la Cecoslovacchia, per trovare la casa
in cui trapiantare le vocazioni cresciu-
te a Perosa Argentina. Partì , esplorò
con attenzione la zona, e scelse una
casa di Frystak, che stava per essere
abbandonata da una comunità cli
suore.
Giunse a quella casa dopo ore e ore
di viaggio in treno, concluso con
un 'ora di cammino a piedi. Le suore
volevano fargli festa, ma egli imba-
razzato chiese loro di avere alcuni
fogli cli giornale e di potersi appartare
nel loro giardino. Era sudato, e sic-
come aveva solo quella povera ca-
mi cia che portava, in un angolo del
giardino infilò i fogli di giornale tra
pelle e camicia, per scongiurare una
bronchite. Poi tornò sorridendo e fir-
i documenti per il passaggio della
casa ai sales iani .
I giovani, da Perosa Argentina, giun-
sero in treno il 28 settembre 1927. La
cronaca di quei giorni ricorda: « Era il
primo contatto cli Don Bosco con la
nazione ceca sul suolo ceco. I giov an i
ebbero un pranzo povero, molto po-
vero. Poi ognuno si cercò un posto
per sistemarsi. Molti dovettero per vari
giorni dormire sull a paglia ammuc-
ch iara per terra ».
Don Ignazio aveva ormai 58 anni ,
ed era molto affaticato. Eppure dovet-
te accettare la carica cli direttore dal
1928 al 1934.
VIGILIA DI GUERRA
1935 . Le case sa lesiane in Cecoslo-
vacchi a sono ormai sei. J superiori
pensano di staccare questa nuova rea l-
salesiana dall' ispettoria Jugoslava,
e di costituirla ispettoria autonoma.
Don Ignazio, che sperava in una
pausa dall 'attività che da anni gli
mangiava giorn i e notti , fu invece no-
minato ispettore. Chinò il capo, come
sempre.
In quel tempo l' ispettoria ass isteva

4.9 Page 39

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I
Due riviste per i ragazzi fondate dalla Famiglia Salesiana nei paesi
dove ha operato don Stuchly: Nezbeda (Il Monello) esce a Praga;
Svetlo (Luce) esce in Slovacchia.
INSTANCABILE CONFESSORE.
Nel 1929 da Frystak (ex Ceqçslo-
vacchia) don Coggiola e don Span
obbligarono don Stuchly ad andare
a Torino alle feste della beatifica-
zione di Don Bosco e lo pregarono
di guardare e vedere molte cose
per poi farne relazione. Al suo ritor-
no tutti i confratelli corsero alla dire-
zione e lo tempestarono di doman-
de ; ma egli non sapeva rispondere
quasi nulla. A un certo punto don
Coggiola scoppiò e gli disse: « Ma
insomma, che cosa ha fatto a Tori-
no? ». Ed egli con tutta la sempli-
cità rispose : « Alle quattro del matti-
no celebravo la santa Messa che
mi serviva il sig. Mura; e poi mi
mettevo a confessare fino a mez-
zogiorno. Erano tanti che volevano
confessarsi, e bisognava pure pre-
starsi! ».
a una vera fio ritura di vocazioni . 1 nu-
meros i sa les iani avevano un solo di-
fetto: erano incredibilmente giovani , e
quindi non tutti ben fo rmati. Ma don
Ignazio non esi tò: le fo rze c'erano, e
bisognava cominciare a lavorare sul
serio per la gioventù.
Le difficoltà non mancavano mai.
Anche negli anni migliori si sentiva
nell 'ari a la grande bufera che si ad-
densava, e che sarebbe scopp iata con
la seconda guerra mondiale. Ma don
Ignazio diceva ai confra telli : « Lavo-
riamo finché c'è giorno. Se la notte
verrà, ci penserà il Signore ».
Nel 1937 don lgnazio poté riferire
ai superiori i primi risu ltati del grande
lavoro benedetto da Dio: 18 sacerdoti,
7 sales iani laici, 73 chierici. In tutto,
98 salesiani ben animati nel lavoro
g iova nil e.
Ma nel marzo 1939 le armate tede-
sche cli Hi tler occuparono la Boemi a
e la Moravia, e il IO settembre scop-
piò la seconda guerra mondi ale, con
l'aggress ione della Germania alla Po-
lonia. Il 14 di cembre di quell 'anno,
don Ignazio compì 70 anni. Aveva tri-
sti presentimenti, ma taceva, sorride-
va e invitava tutti a lavorare come se
la guerra non es istesse.
Nel giugno del 194 1, la Germani a
aggredì l' Unione Sovietica, e la situa-
zione anche in Boemi a e Morav ia
prec ipi tò. La sede centrale dei sa-
les iani , a Moravskà Ostrava, fu se-
questrata da ufficiali tedeschi "per usi
di guerra".
Nel giugno 1942 i partigiani , a Pra-
ga, ucc isero in un attentato il rap-
presentante di Hi tler, R. Heyndrich.
lni ziò il regno del terrore: I00 fucila-
ti , IOmil a pres i in ostagg io, 50 giova-
ni sa les iani furono spediti ai campi di
lavoro fo rzato.
Nel 1943 anche la casa di Frystak
fu requi sita per uso di guerra. Don
lgnaz io (74 anni ) con i sales iani vis-
se momenti di angoscia. Dove anda-
re? Li ospitò in parte il parroco cl i
Frystak, altri si stabilirono in una
precari a co lonia estiva sulle monta-
gne ceco-morave. Don Ignaz io ripe-
teva: « Prendiamo tutto dalle mani di
Dio ».
La terri bile guerra fi nì nel magg io
1945. Anche i sa les iani poterono fa re
il consuntivo dei durissimi anni: tutti
erano usciti da quell ' infe rno vivi e
sani , anche se molto provati.
RITORNA LA BUFERA
A 77 anni , don Ignazio chiese inva-
no il cambi o. Toccò a lui guidare la
seconda, rapida primavera dell ' ispet-
toria sales iana. Si riorgani zzarono I'a-
spi rantato, il nov iziato, lo studentato
fil osofi co e quello teolog ico. Si apri-
rono orfanotrofi e case per giovani
operai. Ne l 1947 l' ispettori a di don
Ignazio contava 6 case nella Morav ia
e 5 nell a Boemi a. Il Signore mandava
buone vocazioni : nell o studentato fi-
losofico studiavano 60 chierici.
Il 24 fe bbraio 1948 giunse foial-
mente la nomina ciel nuovo ispettore
don Antonio Dvorak. Don Ignazio
Stuchl y, 79 anni , poté riti rarsi nel si-
lenzio dell 'aspirantato di Frystak, se-
dere in confess ionale, e prestare il suo
ultimo serviz io ai giovani dando loro
il perdono di Dio.
Ma l' Armata Sov ietica non aveva
mai abbandonato la Cecoslovacchia.
E presto si capì che i sov ietici erano i
nuov i, terribili padroni . I sales iani ini-
ziarono la loro seconda pass ione nel-
1'autunno 1948: fu arrestato e impri-
gionato il direttore di Frystak e gli
aspi ranti fu rono dispersi. Da quel
giorno tutte le case furono sotto sor-
vegli anza, e si dovette di ventare mol-
to cauti nelle comun icazioni .
Nel marzo 1950 don Ignazio fu col-
pito da apoplessia cerebrale; e subito
dopo tutte le case sales iane furono oc-
cupate dalle fo rze armate. 1 sales iani
furono internati in campi di lavoro.
La seconda, terribile bufera, era
scesa silenziosa a stroncare le opere
di Don Bosco e di don Ignazio Stu-
chl y. Eg li fu ospitato dalle suore fra n-
cescane, e gli fu così risparmi ato lo
spettaco lo della devastazione.
Si riprese parz ialmente, ma altre
cri si sopragg iunsero, e alla fine Dio
venne a prenderl o il 17 gennaio 1953 .
Aveva toccato gli 83 anni. Lo porta-
rono al cimi tero alcuni confrate lli che
si poterono radunare senza dare nel-
1'occhio, vesti ti in borghese.
Fu sepolto nell a terra come il chic-
co di grano buono. Si era consumato
per la fa me di tutti. Attendeva nel na-
scondimento la nuova fi oritura di
Dio.
Teresio Bosco
/JS MAGGIO 1996 - 39

4.10 Page 40

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- I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulotore generale
pazione e di attesa anche per
via di complicazioni emorragiche
sopraggiunte in fase di accerta-
menti. Il 22 gennaio iniziai una
fervorosa novena a san Gio-
vanni Bosco. Il 31 , giorno della
sua festa, la mamma cominciò a
stare meglio. Tale miglioramento
è stato costante fugando tutte le
nostre preoccupazioni. Infatti ora
ha riacquistato la salute, grazie
all'intercessione di Don Bosco.
A.M. T.
Arco (TN)
se il grave pericolo. Dopo un an-
no di terapia intensiva, ha potu-
to riprendere i suoi studi e ora
non accusa più alcuna conse-
guenza dell'incidente.
Eusebia Palomlno
Artemide Zattl
r PERFETTAMENTE
GUARITA
M. Grazia Ginitò
Cesarò (Messina)
Cari amici come abbiamo già ricordato, il 22 aprile scorso si
è conclus~ la fase diocesana del Processo di canonizzazione
di mamma Margherita. In questo mese di magg!o inizia i~ve-
ce l'iter sull'eroicità delle virtù di suor Eusebia Palammo,
FMA. Il Decreto è atteso per il Natale '96 . Mentre per la
r L'anno scorso ho cominciato ad
avere un deperimento organico
che si è andato man mano ag-
LOSAPEVO
BENIO
gravando. Mi sono rivolta a Ma-
Pasqua '97 dovrebbe esserci il Decreto di venerabilità del
servo di Dio Artemide Zatti. L'esame sull'eroicità delle sue
virtù inizierà infatti nell'ottobre di quest'anno.
ria Ausiliatrice promettendole Mia figlia Marta di quattro anni fu
che, se fossi guarita, sarei an- colta da forte febbre che le durò
data nel suo santuario per rin- tre settimane. Trascorsi altri otto
graziarla. Così è avvenuto . Ho giorni, durante i quali si sentì me-
cominciato pian piano a miglio- glio, la febbre riprese con sintomi
rare e ora posso dirmi perfetta- diversi e comparvero anche delle
HANNO SEGNALATO "GRAZIE" Nalin - Franca Santamaria. Per mente guarita . Ho mantenuto emorragie interne. Il medico ordi-
intercessione del beato Filippo naturalmente la mia promessa. subito un ricovero in ospeda-
Per intercessione di Maria Au- Rinaldi : Vi ctor Tovar, Caracas
le. Ma io mi opposi a tale soluzio-
siliatrice : Pina D'Amico , Car- - Anna Wallis, Caracas . Per in-
Giovanna Maria Xampero ne e mi affidai all'intercessione di
piano (Ml) - Carla Ali s, Luna - tercessione del servo di Dio
del S. Rosario Alessandrina da Costa . Le
matrona (CT) - Teresa Trinche- Attilio Giordani: A.G., Bagnolo
emorragie scomparvero. Le anali-
r ro, lsolabella (TO) - Famiglia Di Mella (BS). Per intercessione
Gioia, Agrigento - Suor Maria della beata Maddalena Mora-
Raffaella Sonato , Venezia-Me- no : Salvina, Mazzarrone (CT) -
DOPO UN MESE
si non rivelarono nulla di preoccu-
pante. Gli stessi medici si guar-
davano l'un l'altro senza sapersi
stre - Teresa Tarroni, Ravenna Paola Lucia Troppa , Sassari .
spiegare il fatto . Ma lo sapevo
- Rosanna Brighetti - Rosanna
Cavagliano - Anna Maria Pole-
se . Per intercessione di san
Giovanni Bosco : M.M ., Cam-
biano (TO) - Andrea C., Mode-
na - P. Cherubin, Fratte (PA) -
Mariella Cavagnero, Carmagno-
la (TO) - D. Randazzo, S. Cano
(CT) - Marilena Tresso, Torino
- Odile Capellaro - Angela
Maria Enrico - Coniugi Ferrero
- Selene Anceschi - Caterina
Roberto - Giuseppe Torno -
Olga Zanin. Per intercessione di
san Domenico Savio: Pier Car-
lo Brunetti , Bagnasco (CN) -
Antonina Galizia, Merliston, Au-
stralia - Annunziata Guglielmo ,
Caltanissetta - Paola Guarduc-
ci , Prato - Chiara Trevisan, Cal-
dogno (VI) - Giuseppina Callari ,
Leatherhead , Gran Bretagna -
Paola Rocchetta, Genova - Gio-
vanna Ragona, San Biagio Pla-
tani (AG) - Catalina Valenzuela
Tudor, Vina del mar, Cile - An-
gela Moretti , Milano - Maria
Velia, Aragona (AG) - Giacoma
Per intercessione del venerabi-
le Vincenzo Cimatti : Maria Te-
resa Dotti , Torino. Per interces-
sione di suor Eusebia Palomi-
no : Enrichetta Beltram i Quat-
trocchi , Roma. Per intercessio-
ne del venerabile Rodolfo Ko-
morek: C.R., Anzi (PZ) . Per in-
tercessione della serva di Dio
mamma Margherita: Giuseppi-
na Stracquadanio, Modica (RG) .
r UNA SETTIMANA
DI
PREOCCUPAZIONE
Mio figlio soffriva di persistenti
dolori allo stomaco. Fatti i dovuti
accertamenti, si notò un gonfiore
che fece temere la presenza di
un tumore. Mi rivolsi con fede al
beato Filippo Rinaldi , suppli-
candolo che si facesse luce sul
caso e non risultasse nulla di
grave. Dopo un mese di preoc-
cupata attesa, si riuscì a capire
la vera origine del male che non
era quello che si temeva. Fu de-
bitamente curato e mio figlio ha
riacquistato la piena salute.
Giovanna Rolfo
r TRAVOLTO
DA UNA
MOTOCICLETTA
Un mio nipote fu travolto da una
motocicletta, lanciata a grande
velocità. Riportò una grave frat-
tura al ginocchio. Ricoverato per
ben io: era stata Alessandrina!
Lettera firmata
r STANCA DI FARE
LA SPOLA
Mia figlia era affetta da convulsio-
ni. Frequenti erano diventati i
contatti con l'ospedale e io natu-
ralmente le ero sempre accanto.
Un giorno, stanca di fare la spola
casa-ospedale, l'affidai con fidu-
cia alla potente intercessione di
Alessandrina da Costa promet-
tendo che avrei pubblicato la gra-
zi a. Si notò subito il miglio-
ramento. È già trascorso un anno
e il male non è più ritornato.
Ilda de Azevedo Marcai
Gondifelos (Portogallo)
Randazzo , S. Giuseppe lato
parecchi mesi in un ospedale di Per la pubblicazione 11011 si
(PA) - Sandra Darin , Ryd e, Au- Mia madre da più giorni non sta- Milano e constatata la gravità tiene conio delle lei/ere 11011
stralia - Anna Coda Bertolone, va bene. Visitata, le fu riscontra- del caso, abbiamo fortemente te- .ffrmate e senza recapilo. Su
Biella - A.A., Maratea (PZ) - ta una pessima ulcera gastrica muto che non riacquistasse più richiesla si po!rà omei/ere
M.S., Torino - F. e L.Z. Cone- ma si temeva che ciò nascondes- una regolare deambulazione. Ci l'indicazion e del nome.
gliano Veneto (TV) - Franca se un brutto male . Ricoverata , rivo lgemmo con fiducia a Maria
Costa - Vanna Fossati - Pietro seguirono otto giorni di preoccu- Ausiliatrice perché scongiuras-
40 · MAGGIO 1996 JJS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I NOSTRI MORTI
BARACCO Elide Bruna in Reschiggian , coo-
peratrice, t Padova il 6/2/1996 a 75 anni.
Cooperatrice della prima ora, fu fedele allo
spirito salesiano, nella ricchezza interiore, nel-
l'ambito della famiglia, nella passione per i
giovani. Visse i suoi mesi di sofferenza con
serenità, dando scuola di amore allc1 volontà
di Dio.
BERTOLDI Alma in Fontanari , t S. Orsola
Terme, Verona il 15/12/1995 a 75 anni.
di tecnico agrario, chiese di partire per le mis-
sioni , ma fu inviato a Roma. Dopo varie man-
sioni, passò all'Università salesiana, dove con
competenza e passione si occupò della ma-
nutenzione elettrica e dei telefoni. A Cumiana
scrissero di lui che era "intelligente, di carattere
forte, pronto e schietto". Doli confermate in tut-
ta la sua vita. Ai funerali dissero : «Gli abbia-
mo voluto bene e glielo abbiamo dimostrato.
Enrico non nacque santo , ma ci tenne a di-
ventarlo. Osservandolo abbiamo capito che il
santo è uno che fa il proprio "duro mestiere di
uomo11 » .
Questa nostra lettrice e benefattrice è manca-
ta tragicamente cadendo dalle scale di casa .
Le quattro figlie la ricordano per la sua paca-
tezza, la sua serenità e la sua bontà che la
facevano benvolere da tutti.
PULLA sac. Giuseppe, salesiano, t Roma il
14/12/1995 a 83 anni.
Nato a Limosano in provincia di Campobasso,
dopo gli studi primari, nel 1923 entrò nella ca-
sa salesiana di Gualdo Tadina. Laureatosi in
scienze naturali, dopo l'ordinazione sacerdota-
le si trasferì a .Villa Sara dove rimane fino alla
morte. Qui svolge per oltre mezzo secolo la
sua attività sacerdotale e professionale .
Preside del liceo per 20 anni, fu anche assi-
stente dell'UCIM (U nione Cattolica Insegnanti
Medi). Nel 1972 fu insignito di un diploma e di
una medaglia d'oro alla cultura da parte del
ministro della pubblica istruzione. In oltre mez-
zo seco lo vissuto nella scuola a Villa Sara,
don Pulla ha incontrato tantissimi ragazzi e
giovani , colleghi e confratelli. Con i giovani
don Pulla non è stato semplicemente profes-
sore di scienze, ma maestro di vita, padre e
fratello, sensibile ai loro problemi , pronto ad
accoglierli, ascoltarli e amarli. Dietro l'immagi-
ne nobile, alta, magra e austera, i giovani han-
no trovato un cuore aperto e generoso.
FAGGION sac. Fortunato, salesiano, t Torino
il 19/1/1996 a 82 anni.
- Nato in terra veneta, svolse la sua vita sale-
siana nelle opere del Piemonte. Dopo alcuni
anni di lavoro tra i giovani, gli vennero asse-
gnati compiti di responsabilità amministrative
presso l'economato generale della congre-
gazione. Un servizio durato quarant'anni. Lo
svolse con un impegno generoso e sacrifica-
to , insieme a un'ammirevole fedeltà. Uomo
semplice e buono, per lui tutto era spontan eo:
la lode, il rimprovero , il lavoro, il vivere , il dar
gloria a Dio negli umili servizi. Lascia in tutti il
ricordo dell'evangelico servo buono e fedele.
BOLIS Enrico, salesiano, t Roma il 9/6/1995
a 76 anni.
Nato a Terno d'Isola (Bergamo) in una famiglia
di nove figli , crebbe nell'oratorio Don Bosco
del paese. A 14 anni andò a Cumiana (Torino)
e a 19 anni si fece salesiano. Ottenuto il titolo
D'AMBROSIO Vittorio , salesiano , t Paco-
gnano (Napoli) il 10/6/ 1995 a 62 anni.
Nato a Castellaneta (Taranto) , a 18 anni si fe-
ce salesiano. Come maestro di sartoria in -
segnò a Napoli in via Tarsia, tra i ragazzi sor-
domuti dal 1953 al 1975. Ad essi, con atten-
zione materna, insegnò insieme all'arte, il me-
stiere di vivere . Poi passò al Don Bosco di Na-
poli, come animatore dei ragazzi a rischio. In-
fine fu incaricato dell'oratorio a Pacognano e
fu scelto come consigliere ispettoriale. «Ama-
va il Signore con tutto se stesso e amava i
giovani col cuore di Don Bosco ", ha detto di
lui il suo ispettore. E il suo ultimo direttore:
" Godeva di un equilibrio simpatico, si impone-
va con la sua testimonianza e attraeva per la
sua simpatia ".
SOGA Gino , ex allievo, t a Cornedo Vicen-
tino il 12/4/1995 a 76 anni.
Aveva conosciuto Don Bosco attraverso la sua
insegnante elementare , suor Carmela Mai-
nardi, FMA. Anche in età avanzata, ogni giorno
pregava Don Bosco, Domenico Savio, Maria
Mazzareilo e Maria Ausiliatrice con immutata
fiducia e freschezza. Nell'ultimo periodo della
sua vita, degente nell'ospedale di Valdagno, si
raccoglieva sovente in cappella e con coscien-
te umiltà, facendo il bilancio della sua esisten-
za, si domandava: «Avrò fatto tutto il bene che
il Signore voleva da me? " . Fu un buon lavora-
tore ed ebbe la consolazione di vedere la figlia
Raffaella tra le Figlie di Maria Ausi liatrice.
PAVONI suor Elena, Figlia di Maria Ausilia-
trice , t Rçima il 23/8/1995 a 91 anni.
Proveniva da una famiglia numerosa e da una
delle zone più famo se di Rom a, il Testaccia.
Qui frequentò l'oratorio delle suore e affasci-
nata dal loro esempio desiderò ben presto
"essere come loro". Ma per realizzare il suo so-
gno dovette attendere alcuni anni e vincere le
resistenze della famiglia. Fu per cinquant'anni
insegnante elementare e maestra di musica.
Si dedicò instancabilmente e volle bene ai
bambini e alle famiglie. All'Asilio Patria (attua-
le noviziato internazionale delle FMA a Roma)
fu una presenza serena e felice accanto alle
bambine in difficoltà e, anche negli ultimi anni ,
trascorsi nella casa ispettoriale, non le dimen -
ticò mai. Ha lasciato scritto: " Se si vuol esse-
re amate , bisogna molto, moltissimo amare ".
r
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosc iuta
giu ridicamente con D.P. del
2-9-197 1 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità gi uridica per
Decreto 13- 1-1 924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d'un legato:
« .. . lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure al!'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo cli legato
la somma cli lire... , (oppure)
l'im mobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall ' Ente, e
particolarmente per l'esercizio
del culto, per la fonnazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cris ti ana.
- se si tratta invece cli
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indi cati:
« . .. annu llo ogn i mia
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasc iando ad esso
quanto mi appartiene a qualsias i
titolo, per gli scopi perseguiti
dall ' Ente, e particolarmente per
l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari e
per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB. n testamento deve essere scrit-
to per intero di mano propria
dal testatore.
/JS MAGGIO 1996 - 41

5.2 Page 42

▲back to top
GUIDA ALLE
ASSOCIAZIONI
GIOVANILI
SALESIANE
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO (MGS)
Via Marsala, 42
00 185 Roma
Tel. 06/49 .40.442
Via San Saba, 14
00153 Roma
Tel. 06/57.43.855
GIOVANI
COOPERATORI
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/446.09 .45
GIOVANI
EXALLIEVI (GEX)
Via Marsala, 42
00 185 Roma
Tel. 06/446.85 .22
OBIETTORI
DI COSCIENZA
SERVIZIO CIVILE
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/446.09.45
MISSIONI
E VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS , via Appia Antica, 1
001 79 Roma
Tel. 06/513.02. 53
VIDES , via S. Saba, 14
00153 Roma
Tel. 06/57.50 .048
CINEMA
E COMUNICAZIONE
SOCIALE (CGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/44.70.01.45
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/446.21.79
TURISMO
GIOVANILE
SALESIANO (TGS)
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tel. 06/44.60.946
42 - MAGGIO 1996 IJS
SOLIDARIETA'
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
ni Bosco, ringra ziando e invo-
cando protezione, a cura cl i Mari-
no Sofi a. L. 250.000.
Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco in ringraziamento, e in
memoria della mam ma Enrichet-
ta, a cura di Mombellarclo Anto-
niett a. L. 230.000.
In memoria e suffragio di Marga-
ra prof. Piero, a cura de ll a mo-
glie. L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e D. Bosco,
in ringraziament o, a cura di Mar-
netto Pieri no. L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco, invoca ndo protezione,
a c ura cl i Fil oca mo Ma rie ll a.
L. 200.000.
In memori a del sac. Pietro Chie-
sa , a cura cl i Cau1ero Gian ni no .
IMons. Marengo e don Busolin nella casa ispettoriale
di Guwahati, Assam (India). Alle loro spalle,
il nuovo monumento del sogno dei nove anni
di Giovannino Bosco, inaugurato da don Van Looy
l'anno scorso.
L. 200.000.
S. Domenico Savio, ri ngraziando
per la nascita di Gio rgio, a cura
di Morandi Ma riella. L. 200.000.
Santi Salesiani , per grazia rice-
vuta e invocando protezione per i
Maria Ausiliatri ce , a c ura d i
Tiezzi Ma urizio, L. 3.000.000.
Mari a Ausili atri ce, a c ura d i
N.N. L. 2.000.000.
In memori a e suffragio di Franza
Eterno Gios uè, cooperatore sale-
siano. L. 1.425.000
S. Giovanni Bosco, a cura di Ni-
colodi Anita. L. 500.000.
Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco, in ri ngrazia mento per
grazia ri cev ut a, a cura di A.B .L.
- Casa le M. L. 500.000.
Maria Ausiliatr ice e Don Bo-
fig li, a cura di Barbara Branzini.
L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco, in memoria del mae-
stro Dante Bononci ni , a cura de l-
la mog li e Mazzo li Eve lin a.
L. 200.000.
Don Bosco, Don Rua, in suffra-
Maria Ausiliatrice e S. Giova n- sco, in memoria dei genitori de- gio de i mie i ge ni to ri, a cura di
ni Bosco, a cura di Mo llo Mar- fun ti , a cura di E.Z. L. 500.000. Merlo Luciana. L. 180.000.
gherita. L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice, in suffragio S. Giov anni Bosco e Ma dre
S. Domenico Sav io , in voca ndo de i defu nti , a cura d i Braccia li Mazzarell o, a c ura di T.B .O.
co ntinu a protez ione pe r Ge ni a Ugo. L. 400.000.
L. 150.000.
Mari o. L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice e S. Giovanni Cuore di Gesù, Maria Ausilia-
Maria Ausiliatrice e Santi Sale- Bosco, invocando protezione sem- trice, Don Bosco, per grazia ri-
siani , in suffri1gio de i fa mili ari pre e ov unque, a cura di M. L.C. cevuta, a cura di S.A. L. 120.000.
de funti , a cura di Tiro Antoni o. L. 450.000.
L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice, a cura di Lioy
Maria Ausiliatrice e San ti Sa- Maria. L. 300.000.
lesiani , a cura di Nare tto Il de, Maria Ausiliatrice e S. Giovanni
Borse missionarie d_a
L. 100.000
L. 1.000.000.
In memori a di Naretto Mario, a
cura di Narello licie. L. 1.000.000.
Mad re Mazza rello , a c ura di
N.N. L. 600.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
Domenico Savio, in suffrag io dei
miei genitori Adele e Lui gi Ogge-
ro, a cura di N.N. L. 500.000.
Ma ri a Ausili atrice e Don Bo-
sco, in suffragio di Ma ria Bau-
ducco, a cura de ll a cugina M.T.
L. 500.000.
Maria Ausiliatrice e Santi Sale-
siani , in memori a e suffrag io de i
geni tori Agostino e Giu lia Boset-
ti , a cura dei figli Carla, Clemen-
te e Mariangela. L. 500.000.
Maria Ausiliatrice e Santi Sale-
Bosco, invocando protezione e sa-
lute e in suffragio de i nostri defu n-
ti, a cura di G. e C.F. L. 300.000.
Ges ù sa cra menta to , S.
Giovanni Bosco, Mamma Mar-
gherita, invocando continua pro-
tezio ne e in tercessione d i grazie
ta nto des iderate, a cura di M.C.
L. 300.000.
S. Domenico Savio, invocando
preghiere e protezione per un na-
scituro co n diffico ltà, a cura cl i
L.F. L. 300.000.
Edvige Carboni, in suffrag io di
Francesco Acca rdi, a cura di Ac-
carcl i Caterine. L. 300.000.
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
in suffragio di mia nipo te Vas-
sa ll o Esilde e in vocando pro te-
P. Rodolfo Komorek, a cura cli
A. Dav ide e M.S . Fil ippeschi. -
Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco, a cura di Pizzolo Nuz-
za. - Don Bosco, a cura cl i Rubi-
no Francesco. - In memoria cli don
Lui ui Zavallaro e don Francesco
Me'i; tto, in suffrag io de l doti.
Gi useppe Bianco, a cura dei con-
discepoli di Va ldocco e amici. -
Don Luigi Zavattaro e don Fran-
cesco Meollo, in suffrag io cli Sa-
bino Fornaz, a cura dei condisce-
poli cli Va lclocco e amici. - Ma-
ria Ausiliatrice, per pro tezione
della fa miglia e invoca ndo grazie
desiderate, a cura cl i R.G. - Ma-
ria Ausiliatrice e Don Bosco, a
cura cl i Ma rio Brevi. - S. Gio-
siani , in suffrag io cl i Gi useppe zione, a cura di Garrone Giusep- va nni Bosco, a cura di Ma ri a Mi-
Signorini , a cura di don Giuse ppe pina. L. 250.000.
chelazzi. - Maria Ausiliatrice, a
Brioschi. L. 500.000.
Ges ù sac ram entat o, Mari a cura di Casa le Arcie ra Lucia. -
Maria Ausiliatrice e Santi Sa le- Ausiliatrice, Don Bosco, proteg- Sacra Famiglia di Nazareth, in
siani , a cura di Ricc i Giova nni . gete la nostra fami glia, a cura cli suffragio di Emira e Vito, a cura
L. 500.000.
Musso Giuseppe. L. 250.000.
cli M. R. e fa miglia.

5.3 Page 43

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Don Stjepan Bolkovac,
ispettore di Croazia.
Cresciuto a Zagabria,
ha fatto gli studi di teologia
a Castellammare di Stabia,
presso Napoli.
Com' è la situazione in C1'oazia oggi?
Tranquilla e tesa. La Croazia ha sempre rispettato le decisioni prese dagli
organismi internazionali, ed è stata elogiata per la sua volontà di collaborazio-
ne. Ma la Serbia ha occupato la zona est della Croazia, e i 150 mila profughi
chiedono di ritornare. Speriamo che la situazione si risolva senza violenza.
Si può avere speranza nel'attuale processo di pace?
Penso di sì. Ma non è facile immaginare come verrà realizzata la convivenza
pacifica. Resta comunque aperto il problema degli Albanesi nel Kosovo. E
anche quello dei musulmani che vogliono ritornare nei territori abitati oggi
esclusivamente dai serbi.
Qualche rimprovero dafare sul piano internazionale ?
Il nostro territorio è stato ed è tuttora un laboratorio di politica mondiale. I
grandi stati non sono intervenuti a tempo, e non sono mai riusciti a bloc-
care le armi, dimostrando di voler uscire dal loro gusc io solo quando sono
coinvolti direttamente. C ' è molto cammino da fare.
;Jnche l'Europa non si è posta come forza di pace.
E un problema di equilibri . L'Inghilterra e la Francia temevano la cre-
scente importanza della Germania, dove vi sono 400 mila croati che vi
lavorano stabilmente da decenni. Per questo Francia e Ingh ilterra hanno
sempre voluto tenersi una Serbia am ica alle spalle della Germania.
·
~ la Russia ha voluto fare una sua politica...
E vero. Lo ha fatto per dimostrare che conserva ancora quel peso politico
internazionale che ormai vacilla.
La ex Jugoslavia era una federa zione. Come avete potuto convivere prima ?
Tito è stato abi le. Le tensioni e i problemi c'erano, ma non si raccontavano ai
turisti. Basti diJe che il 30 per cento della polizia era in divisa e il 70 per cento
era in borghese. Il comunismo dal volto umano in Jugoslavia è una leggenda.
La vostra è una divisione religiosa o etnica ?
Certamente non religiosa. Siamo sempre stati reciprocamente tolleranti.
Ma nemmeno una divisione etnica. La lotta è sempre una questione di
potere, una facce nda di vertici politici.
In Croazia i salesiani quanti sono ?
Sono 99, in 18 parrocchie, 3 case di formazio ne, un centro catechistico e
la casa ispettoriale. I novizi sono 3, una ventina di aspiranti, 11 i teologi.
L'attività è soprattutto parrocchiale, dunque.
Sì, ma ci stiamo aprendo ai centri giovanili , sul modello di quelli del nord
Europa, come la Don Bosco Haus di Vienna: centri di accoglienza, di
asco lto, di incontri. UJJa ini ziativa davvero spec iale è l' apertura di una
scuola professionale a Zepée, a 80 km da Sarajevo. Ci ha invitati lo stesso
card. Puljié. Il 51 % dei nostri salesiani sono della Bosia Erzegovina. La
scuol a sarà aperta a tutti, anche ai musulmani e favorirà certamente un
rapporto pacifico tra la popolazione.
FOCUS
IN INDIA
CON I PIÙ POVERI
Si chi amano "Discepoli del!' Istituto
Secolare Don Bosco", e sono nati
dall 'esperienza della vita parrocchia-
le di don Giuseppe D'S uoza, nell ' i-
spettori a di Calcutta. Don G iuseppe
ha senti to fo rte il bi sog no d i co n-
di videre la compagni a con i più po-
ve ri , ne ll o stile de l Buon P as to re:
stare, asco ltare, confortare, istrui re,
curare, aiutare. Da un piccolo nucleo
di 16 giovani ragazze che senti vano
il desideri o di servire Gesù Cristo e
la Chiesa, ma non si senti vano chia-
mate né al matrimoni o e nemmeno
all a vita religiosa, nacque un nuovo
modo di seguire Ges ù. A due a due,
come i discepoli incominciarono ad
andare d i casa in casa, di paese in
paese, dove un pastore chiamava a
collaborare per seguire il gregge.
Ques ti frate ll i e so re lle non hanno
una casa pro pri a, non svo lgo no
altro lavoro che quell o di servire e
ass istere g li ultimi , co nd iv ido no
casa e cibo con i più poveri , parl ano
de ll a salvezza in Ges ù, catechi zza-
no i bambini , senza alcuna pretesa.
Così i primi nuc le i si sono fatti no-
tare, vescov i e parroci hann o chi e-
sto la loro presenza per collaborare.
Ogg i so no g ià 133 di sce poli - 27
fratelli e 106 sorelle - che lavorano
in 60 ce ntri di 16 dio ces i, 14 in
Indi a e 2 in Itali a. «Oggi abbi amo
estre mo bisog no d i tes tim oni che
siano veramente poveri , che am ino
i poveri , che siano pronti co n gioia
a dare testimoni anza all a vita de l Si-
gnore de lle Beatitud ini », di ce par-
lando d i loro il vescovo di Arri ibi -
kapur. «lo credo che i Discepoli già
facc iano così e prego che il Pad re
celes te li benedi ca ».
I Vita a Calcutta.
Nuovi "discepoli "
già presenti in 16 diocesi.
BS MAGGIO 1996 - 43

5.4 Page 44

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
TORINO C.M.P.
éQ)
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
corso Regina Margherita, 176 - 10152 Torino
Testi e testimoni
1!l
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o
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Ol
Q)
.so.
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D. Antiseri
Cattolici
eQ)
a difesa del mercato
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pag. 376, L. 29.000
E
Incontri filosofici
A cura di Claudio Vasale e Giovanni Dessi
pag. 228, L. 22.000
Introduzione alla dottrina sociale
della Chiesa
pag. 320, L. 28.000
I
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o
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coei:i
P. Pecorari
E
Il solidarismo possibile
Obbedienti in piedi
G. Ceci
Luigi Sturzo
'6
pag. 104, L. 12.000
o
<J)
o
E
La vicenda dell 'Azione Cattolica in Italia
pag. 350, L. 32.000
Il profeta coraggioso dei tempi modern i
pag. 128, L. 15.000