Bollettino_Salesiano_194708


Bollettino_Salesiano_194708

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BOLLETTINO ANNO LXXI
NUMERO 8
SALESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI S. GIO. BOSCO
PER I REVERENDISSIMI DIRETTORI DIOCESANI E DECURIONI
Direzione Generalo - Torino (109) - Via Coeto l engo, 32 - Telefono 2 2- 1 17
15 APRILE 1947
Educazione cris.tiana = Confe.r~nze Salesiane e Feste
di S. G. Bosco: Castellammare di Stabia, Torre
Annunziala, Napoll,Vomero, Roma, S. Agnello,
Ponticelli. Chieri, Pescia, Baschi, Buriana, Genova,
Luino, Napoli =- Un vero amico dei lavoratorl.
Educazione cristiana.
Anche un semplice sguardo al capo VIII del
Regolamento della Pia Unione dei Cooperatori
e de/fe Cooperatrici Sal-esiane, 1ziette subito in
evidenza la preocc11pazio11e di Don. Bosco: di
intonar la loro vita allo spirito cristiano, più
che di i111j>eg11arli i11 pratiche di pietà straordi-
narie.
E questa discrezione ci riporta ai moi criteri
pedagogici che tro-viamo precisati in un bel ca-
pitolo della nuova edizione del Don Bosco con
Dio del uostro Don Ceria (r). Dopo aver ac-
cen11ato alla vocazione pedagogica del Santo
con le super-ne illustrazioni ben note - dal so-
gno tra i nove e i dieci anni, ai successivi -
Don Ceria ne specifica il fine ed il metodo con
le pagine dze riportiamo:
Se di lassù era venuta la missione, è evi-
dente che fine ultimo dell'opera educativa di
D on Bosco non poteva essere di dar solo
buoni cittadini alle patrie terrene, ma di pre-
parare buoni cristiani per la patria celeste.
Ecco perchè egli nel 1868, prendendo la pa-
rola dopo l'accadenùa del suo onomastico, af-
fermò categoricamente: - L' unico scopo del-
l'Oratorio è cli salvare anime. - Sta bene
(1) Sac.Eucmro Cl!RIA, DON BOSCO CON DIO. Nuova
edizione o.mpliato. Llbrerio dello Dottrina Cri•tiaoa • Colle
Don Bouo (Asti).
che buon cittadino e buon cristiano non fu-
rono per Don Bosco due termini incompa-
tibili, ma che con questo va necessariamente
unito quello, e che Don Bosco non trascurò
nulla di quanto la sana pedttgogia e il suo in-
tuito psicologico gli dettavano per trarre dal
fanciullo il futuro professionista e il futuro
operaio, che si facessero onore; si spiega pure
facilmcnte com'egli di fronte alle autorità dello
Stato mettesse in rilievo di preferenza il lato
civile dell'educazione da lui impartita: ma egli
non concepiva l'educa;çione di un giovane bat-
tezzato senza l'obbligo di far convergere ogni
attività pedagogica allo sviluppo della vita so-
prannaturale. Ecco il punto che interessa qui a
noi di studiare per conoscere il particolare at-
teggiamento di Don Bosco dinanzi al gran
problema. Dice egregiamente Mons. Cavi-
gioii (1): «La vita etica dell'uomo, dopo Cri-
sto, deve svolgersi nella sfera del sopranna-
turale; l'educazione che pretendesse di arre-
starsi nella zona naturale, sarebbe un abbassa-
mento di livello. Chi scende dal piano della
grazia sconta subito l'enore, perchè non fa
sosta al pianterreno della natura, ma capitom-
bola più in giù l).
E c'era bisogno di chi alzasse risolutamente
{t) Sa11 Oiwo,mi Bosco , la Scuoio, in , Vinù, ecc.•• pa-
gine 207-8.

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il ,·essillo dell'educazione cmt1ana integrale,
massime tra la classe più numerosa della so-
cietà. Quando il nostro Santo scese in c:1mpo,
il naturalismo invadente s'impadroniva r.l!mpre
pi~t <lell'anirna giovanil1.: nell.1 scuola :1pcrta a
tutti. Le teorie pedagogiche più in vogn pre-
scindevano affatto da qualsiasi presupposw d1
elevazione a un ordine superiore, se pure non
vi si levavano contro ostili. Non di rado anche
i huoni, trascinati ùalla corrente, sacnficavano
chi più chi meno alle tendenze del tempo.
Don Bosco, nulla sdegnando del buono che
la modernità gli offriva, ponern. molto più in
alto il suo ideale.
Com'egli concepisse l'educazione, lo dava a
conoscere fin dal momento, in cui riceveva i
giovani che veni,·ano a lui: li riceveva come
dalla mano di Dio. - Dio ci ha mandato,
diceva, Dio ci manda, Dio ci manderà molti
"iovani. - Sapeva \\)ène che i loro parenti e
benefattori glieli affidavano, pcrchè li facesse
istruiti nella letteratura, ndle scienze, nelle
arti e nei mestieri, cd egli rispondeva a tale
aspettazione; ma nelle istruzioni a' suoi aiu-
tanti andava ripetendo: - li Signore ce li
munda, a!linchè noi ci interessiamo delle loro
anime ed essi qui trovino la via dell'eterna
salute. Perciò tutto il resto deve qui da noi
considerarsi come me;r,zo; il nostro fine su-
premo è di farli buoni e salvnrli eternamente.
- Onde subito nel primo incontro parlava
loro dell'anima; anzi su questo punto :weva
un'opinione, che fors1.: cagionerà qualche sor-
pn:sa. Riteneva che se all'entrata di un gio-
vane il Superiore non dimostra amore per la
sua eterna saln:',:za, se temt: di parlargli pru-
dentemente delle cose di coscienza, se parlan-
dogli dell'anima usa mezzi termini o gli dice
in modo vago, ambiguo di farsi buono, <li farsi
onore, di uhbiùirt:, studiare, lavorare, non pro-
duce effetti durevoli, ma lascia le cose come
sono e non se ne guadagna l'affezione. t un
passo falso cd essendo il primo, riesce difficile
correggerlo; tanto gli aveva insegnato una
lunghissima esperienza. - Jl giovane, soleva
dire, ama più che non si creda di sentirsi par-
lare dei suoi interessi eterni e capisce da ciò
chi gli vuole e chi non gli vuole veramente
bene. - Nè u far ciò dev'essere soltanto il Su-
periore della casa; ma raccomandava che se-
gnatamente in principio dell'anno tuui gli
altri nell'insegnare, nell'assistere, nel correg-
gere, nel premiare facessero vedere ai giovani
essere unico movente il bene dell'anima loro.
Dai maestri voleva che si consideras.'le la
scuola come un mezzo per fare del bene. - Voi
siete, diceva loro, come i parroci nella propria
parrocchia, come i missionari nel campo del
proprio aposcobto. Pcrcio <li quando in quando
mettete in risalto le , erità cristiane, parlate dei
doveri. \\'ersn Dio, dei sacramenti, della divo-
zione alla l\\ladonn:1. - Vok·,·a insomma che
le loro h.zioni fos!\\cru cristiane e che nell'esor-
tare gli alunni ad essere buoni cristiani si
mostrassero franchi e amorevoli. - Ecco, di-
ceva, il gran segn.:ln per affezionarsi la gio-
,·cntù e acquist.imc tutta la confidenza. Chi
ha vergogna di esortare alla pietà, è indegno
d'essere maestro; eù i giovani lo disprezzano
cd egli non riuscirà ad altro che a ~astare i
cuori che la divina ProvYiùcnza gli ha affi-
dati (1).
Ogni superiore, ogni maestro doveva ricor-
rere costantemente a Dio per aiuto t tutto a
Dio riferire il hcne operato. Quando taluno
si Iamcntava della sua scuola, d'ordinario egli
c<>minciava a domandargli: - Preghi tu per
i tuoi scolari ? - Nei Ricordi co11fide11:;iali ai
Direttori raccomandava a og-nuno di essi:
<< Nelle cose di maggior importanza fa' sempre
breve elevazione della menti.: a Dio prima di
<lclibernrc E nel Regolamento delle Case,
a conclus1one degli articoli preliminari o ge-
nerali, dichiara essere a tutti in<lipensabile con
la pazienza e la diligenza molta preghiera, senza
In quale egli crede inutile ogni buon Regola-
mento. Quando poi si fosse s<>tldisfatti dei ri-
sultati ottenuti, il suu pensiero era: - Bisogna
umiliarci <lavanti a Dio, riconoscere tutto da
lui, pregare e specialmente nella santa ?\\lessa,
all'elevazione dell'Ostia, raccomandare sè, le
proprie fatiche, i propri alunni. - Dnl canto
suo, dopo la ripresa regolare delle lezioni, in-
cominciava a illustrare variamente e sapiente-
mente i tre articoli fondamentali del suo pro-
gramma: fuga del peccato, frequente confes-
sione, frequente comunione. Introdurre e man-
tenere Dio nell'anima dei giovani costituiva la
massima delle sue sollecitudini.
L'argomento potrebbe condurci ancora molto
lontano. Dal fin qui <letto però appare già ab-
bas anza quanto per Don Bosco l'elemento
religioso nell'educazione fosse essenziale, anzi
prevalente; senza quello l'educazione, secondo
lui, non solo era seni-..,. efficacia, ma non aveva
nemmeno significato. In un Ai,viso Saao, dal
medesimo stampato e diffuso nel 18+9, si
legge questa sentenza: • La sola religione è
capace di cominciare e compiere la grnnd'opera
ùi una vern educmdone ». Cosl dicendo non
intendeva certo una religiosità vaporosa, astratta
senza pratiche...
( Co11ti11ua).
(1) JJ,m. Blo1r., ,-. X, p■ir. 1018.
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Conferenze Salesiane
sano di Sorrento, rev. prof. <lon .\\rnaldo Au-
letta, e celebratevi dal 20 al 23 febbraio a
e Feste- -di- -S.--Gi-ov-anni Bosco
S. AGNELLO, nella chiesa di S. Giuseppe,
colla partecipazione di S. E. 1\\lons. Emanucl
e dell'Arcivescovo Diocesano S. E. Mons. Carlo
Clero, associazioni cattoliche e fcùeli <l, Serena. La statua del Santo, dono <lei beneme-
CASTELLAi\\1\\1 \\RE DI ST.\\81.\\ \\'llllcro rito Cooperatore, comm. Guglielmo D'Esposito,
esprimere al loro amato Vescovo, S. E. ).[on- apparve in un trionfo di luci e <li fiori.
signor Fedc:rico Emanucl, la loro devozione e Il triduo si svolse con sempre più larga e più
riconoscenza in occa.'>ione dd primo decennio viva partecipazione ùi fedeli alle preùiche del
del suo ingresso in diocesi.
m:ittino, alle conferenze della sern e ai santi
E lo zelante Pastore salesiano, per associare Sacramenti.
alla filiale dimostrazione l'omaggio al Sommo La domenica, l\\Ions. Emanucl venuto da
Pontefice e ,1 S. G. Bosco che ebbe ~uida, Castellammare, celebrò la l\\lessa dei gio,•ani
maestro e padre nell'Oratorio di Torino, ùi- e, rievocando con personali ricordi le virtù
spose una serie di predicazioni e di conforcnzc e le pm.lilezioni di S. G. Bosco, li dispose alla
con proiezioni lummose che tenne con suc- Comunione ~enerale. Alla ì\\lessa cnntata pon-
cesso il Segretarin della Pia Unione dei Coo- tificò S. E. l'Arcivescovo di Sorrento, assistito
peratori Salesiani, Don Fasulo: il 24 gl·nnaio dai Canonici della Cattedrale.
a S. Antonio Abate; il 25 e il 26 a Castellnm- Ai vespri solenni l'Oratore del triduo, don
marc nel cinema Italia e nella sala delb De- Fasulo, disse il panegirico del Santo la cui
mocrazia Cristiana; il 27 e il 28 nella par- reliquia fu dota a baciare ai fedeli che gremi-
rocchia di C ragnano affollatissima; il 29 e il vano la chiesa.
30 ncll'istituto SalèSiano di Scanzano.
Unendoci ai voti della diocesi di Castdlam-
Dal 30 gennaio al 2 febbraio nella chiesa mare rivolgiamo anche noi a S. E. !\\Ions. Ema-
attigua all'Oratorio Don Bosco si svolsero tri- nuel il fcrvi<lo augurio ad multos 111111os!
duo e festa <lei Santo con predicnzionc del
Direttore e del Vice-rettore del Seminario
prof. don Oscar Scering.
La domenica 26, nel cinema Savoia cli Ca-
stellammare fu anche commemorato il cen-
tenario dell'Oratorio di Ya.ldocco <li cui
l\\lons. Emanucl fu alunno.
Il nostro instancabile ùon Fasulo tenne :1ltrc
conferenze con proiezioni: il 31 gcnnnio, festa
di S. G. Bosco, a TORRE ANNUNZIATA
nel cinemu Italia gremito di alunni delle
scuole pubbliche; sabato e domenica I e 2 feb-
braio a NAPOLI-VOMERO negli IAtituti dei
Salesiani e delle Figlie di l\\J. A.; e nt:i giorni
seguenti a ROl\\lA negli Istituti Salcsi.uu <ld
S. Cuore, <li S . Tarcisio e Pio Xl e negli
lstituti delle Figlie <li i\\I. .\\. di Gcsu ~.1za-
reno, di S. Cecilia, della Sacra Famiglia e <ldla
PONTICELLI ()Japoli) - Per iniziativa
del Comitato presieduto dal fervente Coopera-
tore sig. Leopoldo Demarco, il 23 rebbraio
u. s., la Parrocchia ha festeggiato solenne-
mente S. Giovanni Bosco con Messa solenne
e Comunione generale, vespri c pnnegirico
recitato d.11 rev.do P. Pinto, benedizione Eu-
caristica e hacio della Reliquia del Santo. Gran
concorso di popolo e molta divozionc.
CHIERI - Anche quest'anno il magnifico
Duomo, gentilmente offerto dallo zelante Arci-
prete e dal venerando Capitolo, ha accolto
una folla imponente di Cooperatori e di Coope-
ratrici per la Confen:nza Salesiana tenuta dal
nostro Don Fogl~1sso, il quale ha i11ustrato
specialmente l'attività del <lopo~crra e l'opera
di assistenza ai ragazzi ùcila strad.1.
Beata l\\lazzardlo.
PE!">C.I \\ (l'iH•1ia) - Preceduta da un tnduo
La domenica 16 ft!bbraio, altra suqgcstiva di preparnzinnc, l'attesa ricorrenza ha avuto un
conferenza a Tor dt:i Specchi, nella casa <ldlc esito che ha superato di lunga l'aspettativa.
Nobili Ohlatl~ di S. Francesca Romana.
Il mnttino <lei 3t gennaio alla Messa con-
La figura di ùon Bosco illuminatn dalla ventuale delle 7,30 parteciparono numerosi
luce del Sovrannaturale in quel luogo santifi- devoti. La l\\Iessa ddle 8,30 fu accompagnata
cato dalla sua presenza e dalla sua parola e da canti litu~iei magistralmente cs1:guiti dalle
dove il Santo, sotto gli auspici di Pio IX, iniziò educande del Conservatorio S Michele, diretto
il movim1:nlo salesiano nell'ctemn Città, ebbe dalle Figlie di l\\laria Ausiliatrice. Tutte le
un particol.m:., interessante rilievo.
alunne interne cd esterne del Consen atorio si
Degna corona a queste consolanti mnnifcsta- son() accostate alla l\\Iensa Eucaristica. Lo spet-
zioni in onore di S. Giovanni Bosco furono le tacolo commovente si è ripetuto alla Messa
feste promosse dallo zelante Direttore Dioce- dei fanciulli lldla città, che gremirono la vasta
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chiesa, cantando inni al loro Santo. Alle 1 r,
altra S. l\\lcsst, solennizzata da mottetti ese-
guiti dal coro ddlc educ:mdc, con l'inter, cnto
<li gran numero di fedeli e degli alunni <ldl'Av-
viamcnto Professionale e dell'Istituto Agrntio.
/\\Ila sera, dopo il canto del Vespro, il Can.
Dott. Yinccnzo Pagni tenne una smn~liante
confcren7,a ai Cooperatori Salesiani e subito
dopi, impart1 la Benedizione Eucari~tica, alla
quale fcc:c seguito il bacio tiella Reliquia di
~ìan Giovanni Bosco.
Ancor:i una volta Pescia h,1 voluto dare una
prova tangibile del suo atLlccamcnto all'Isti-
tuto :\\lagi.~tralt di San J\\lichele, di de,·ota
riconosccn;,;a alle infaticabili e degne Coope-
ratrici <li l\\laria Ausiliatrice e particolarmente
di <lcvozionc all'inclito Samo, amico e protet-
tore delh gion·ntù.
BASClll (Todi) - Per iniziativa ddl':h-
ciprete e dei dirigenti dcll'Azionc Cattolica
h; Parrocchiale il 23 febbraio 11. s. la Parrocchia
dd capoluo~o cch:hratn la festa in onore
di S. Gio\\'anni Bosco insieme a qudb della
i\\ladonna ùi Lourdes. Prctlicì) il triduo il sa-
lesiano Don Arnaldo Pedrini, il quale tenne
pure ,·arie confcrenze alk :1ssocìazioni p.uroc-
chiali. Consolante l'affiuen7.a ai SS. Sacra-
menti specialmente da pane della gio"cntù.
Nel pomeriggio l'oratore coronò la festa con
una confcren;,;a sul Papa cd una su Don Ilosco
illustrata ùa proiezioni luminose.
BURL.\\:'\\O (Grosseto) La parrocchia di
Ruriano, che lo zelo dd Parroco e la pietà dei
Cooperatori ha dotato di un altare ùcclicato a
Maria SS. Au:iiliatrice cd n S. Giovanni Ilosco,
ha celebrato rnn molto fervore la festa del
Santo, il 26 gennaio u. s.
Devotissima la i\\Iessa della Comunione ge-
nerale dei giovani. E folla di fedeli a quella so-
lenne, cantata dalla locale scuola di canto. Fece il
panegirico il parroco di Yetulonia D. Arturo Ca-
pitani. La fcsla si chiuse, dopo il canto ùci Ye-
spri, con la Benedizione Eucaristica e hl bene-
dizione dei bamhini con la reliquia del Santo.
11 Cooperatore Augusto Pinsuti :inima
della di,·oziont.. - pensò anche a rallegrare i
giovani canton, 1 quali pre:itarono rutcora la
loro voce, il 3 1 gennaio, alla funzione serale
indetta dal parroco Don Carrcsi.
,\\ GE;-.[OYA, :-ì. E. l'Arcivescovo l\\lons. Siri
non allietò soltanto la festa dei Sale;;iani,
ma si recò pure a celebrare la Santa :\\lessa,
il 30 gennaio, all' l,;tituto delle Figlie cli :\\!aria
Ausiliatrice di Corso Sardegna, indiriz;,;,mùo
alle alunne cd alle cx-allieve preziose csorta-
;,;ioni e benedicendole ancora insieme ai bimbi
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dcli' Asilo al termine di un filiale omaggio
musico-letterario.
,\\ LUI~O. quest'anno, i devoti di Don
Bosco, i Cooperatori e le Cooperatrici furono
inforvorati alla festa anche dalla proiezione
del film <i Don Roseo ~-
A ~APOLl si e tenuto anche un Congresso
di-gli Educatori, nella parrocchia dcll'Ascen-
sione, alla presenza del sindaco on. Buono-
corc, del Provveditore agli Studi, <lei vice
Provveditore, tlell'on. ~otarianni, del Console
argentino, del prof. L. Dc Simone, del se-
gretario dcli'Ambasciata argentina presso la
S. Sede dott. Gucmes appositamente giunto
da Roma, che parlò per primo in spagnolo
illustrando la missione svolta da S. G. Bosco
e dai Salesiani in Argentina mettendo in ri-
salto anche l'opcra ili italianità che essi vi
coordinarono. Quindi il vice parroco P. llurda-
glio, illustrò lo scopo elci congresso e l'ami-
cizia italo-argentina. 11 dottor Azzariti e la
signorina :\\Iaria La Rovere parlarono sui
temi: ~ Domenico Savio nella luce del siste-
- ma educativo di Don Bosco
i, Il metodo
educativo di S. G. Bosco luce e direttiva ddla
Scuola italiana n~·lla sua opcrn di ricostruzione•·
Chiuse il Congresso la Sclwla Cantorum che
csc~1i scelti canti corali.
UN VERO AMICO DEI LAVORATORI
(Continun2io11t 15 febbraio, J)af. 41
Educatori lavoratori.
Don Bosco si preoccupò sommamente di
formare la coscienza dei fanciulli all'appr,·zza-
mcnto cd all'amor del lavoro nel fondare la
Società Salesiana, nel preparare la schiem dei
suoi educatori.
Quando stava per disporsi aIla fondazione,
alcuni membri ùcl clero, piuttosto scettici sulla
realizzazione dei suoi so~ni, gli chiedevano
con insistenza quale divisa avrebbe dato ai
futuri salesiani. Ed egli, dopo aver stuzzicato
alquanto la loro curiosità, ripose: (i Li mandcrò
tutti in maniche di camicia,. Fu una risat:i !
:'Ila, sotto quel ,·do, egli non ,·olle solo indi-
care il voto di povertà a cui avrebbe legato i
suoi religiosi; hensì anche quella «gloriosa
divisa >> che Pio XI esaltò, il 3 giugno 1929,
nell'udienza concessa alle rappresentanze <li
tutta la triplice Famiglia spiriroalc di Don Bo-
sco sparsa pc! mondo, quando, raccomandando
loro di continuare l'opera dd Santo senza mi-
sura re il lavoro, ricordò di aver udito dalle sue
stesse labbra questa categorica discrimina-
zione: • Chi non sa lavorare, non è salesiano•·

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Infatti a coloro che facevano domanda di
ammissione o che egli stesso invitava alla
Società Salesiana, Don Bosco solcva promet-
tere tre cose: « pane, lavoro e Paradiso i►• Se
qualche volta peccò mai, non dico di orgoglio,
ma di fierezza patema, Don Bosco, fu quando
potè compiacersi della passione del lavoro
dei suoi Salesiani. Il 10 dicembre del 18751
scriveva: « Nei membri della Congregazione
c'è proprio una gran voglia di lavorare 1►.
In una conferenza ai direttori dei primi
collegi salesiani nel 1877, esclamò, commosso:
Debbo rallegrarmi con voi che lavorate e
che avete lavorato, e che manterrete ferma la
volontà di continuare nel lavoro. Debbo rin-
graziare Maria SS. che sempre ci ha assistili.
Io come superiore della Congregazione rin-
grazio i dircnori delle fatiche personali e mo-
rali. Dico ad essi: portate in ciascuna casa
queste mie parole di riconoscenza, i miei rin-
graziamenti; e dite a tutti che io sono soddi-
sfatto di loro, che il loro Padre non è indiffe-
rente per quello che essi hanno operato e sof-
ferto; dite loro che esso si raccomanda nello
stesso tempo affinchè tutti vogliano prestare
l'obolo del sacrificio delle loro forze; che li
prega ad unirsi tutti insieme per il guadagno
delle anime nostre ed altn1i ~-
Due anni dopo, mandando a Roma la prima
relazione triennale alla Santa Sede, scriveva:
«Il lavoro supera le forze cd il numero degli
individui; ma niuno si sgomenta, e pare che
la fatica sia un secondo nutrimento dopo l'ali-
mento materiale ».
,
cran solo parole. li cumulo di lavoro,
che egli addossava a sè ed agli altri, provocò
più volte insistenze di moderazione da quanti
lo sapevano misurare. Un giorno, un insigne
benefattore lo ammonì decisamente:
- 1 suoi figli lavorano troppo.
- Siamo qui per lavorare, sa! - rispose il
Santo.
- 8ta bene; ma la corda troppo tesa si
spezza: essi avrebbero bisogno di quando in
quando di un po' di riposo.
- Si riposeranno in Paradiso.
- Ma, intanto, pel troppo lavoro essi per-
dono la sanità.
e - Non una perdita; ma è un guada~no.
- Ma non vede che taluni si accorceranno
la vita e morranno giovani ?
- Avranno più presto il premio. Fortunato
colui che muore per cosi bella cagione l
Non si creda tuttavia che egli mancasse di
discrezione. Nella succitata relazione del 1879
- dopo aver confessato che era vero che « al-
cuni eran rimasti vittima del loro zelo tanto
in Europa quanto nelle Missioni estere >1 e
che quello non aveva fatto altro «che accre-
scere l'ardore di lavorare» negli altri salesiani -
soggiunse subito: « Si è però proweduto che
niuno lavori oltre le sue forze con nocumento
della sanità•·
Soleva infatti ammonire gli indiscreti: (I Un
uomo solo vale per uno. Niuno deve sforzarsi
a fare per due, altrimenti si logora troppo
presto e si riduce ad essere incapace di lavo-
rare proprio quando sarehbe tempo di fare
il miglior bene• (Memorfr Bi.ografiche, voi. YII,
p. 413). :\\la, gli premeva tanto di formar la
coscienza al dovere cd al valore del lavoro,
che pareva non avesse altra consegna da dare
quando lanciava i suoi figli sul campo asse-
gnato. A Don Cagliero, in procinto di risalpar
per l'America, il 2-4- dicembre I 877, non fi-
niva di ripetere: Ti raccomando di dire a
tutti i Salesiani che lavorino con zelo. Lavoro,
lavoro ». A Don Rua, sci giorni dopo, per
quelli d'ltnlia: « Ai Salesiani dirai che loro
raccomando il lavoro, il lavoro».
li lavoro e la temperani"..a faranno fi<>rirc
la Congregazione•• egli lasciò scritto. Per que-
sto non si pcritarn di infervorarli ad affron-
tare - quando occOITessc - anche il ,ischio
di abbreviarsi la vita, incoraggiandoli coll'e-
sempio del suo braccio destro, Don l\\lichcle
Rua, che, magro come un chiodo, reggc,·a
ad un lavoro senza concorrenza: o Sì, è vero,
- osservava ai suoi intimi - cd io ne vado
glorioso, tra noi si lavora molto. Ma, ognuno
di noi che morisse sul lavoro ne attirerebbe
cento altri... Oc! resto, chi si potrebbe chia-
mar vittima del lavoro sarebbe Don Rua; eb-
bene, noi vediamo che il Signore finora ce
l'ha conservato abbastanza in forze• (1).
A fissare pt·r sempre la giusta estimazione
del sacrificio della vita nel lavoro, Don Bosco
vergò, nel testamento preparato durante la
prostrazione del 188+, questa solenne dichia-
razione: Quando avverrà che un Salesiano
soccomba e cessi di vivere la,•orando per le
anime, allora direte che la nostra Congregazione
ha riportato un gran trionfo, e sopra di essa di-
scenderanno copiose le benedizioni del Ciclo l►•
L'unico rimpianto che egli manifestò al-
l'approssimarsi della morte fu questo: «lo non
posso più la\\'orarc. Ora tocca a voi t.
(Conrim,a).
(1) Lo con•cr\\'b addirillun oltre la morte del Santo a m<•
cogliere il governo ddl'intcra Fainlalla 1:1Jcsiana, che tenne
per 2.2 nnni, fino al 1910.
Pubblicazione autorizzata N• P. 80 A. P. B.
Con l)'l>rovo.~1onc Ecclcaiuuca.
Off. Graf. del11 Società Editr. lntcrnuionalc • D,ruton: rcaponub,le: D. GUIDO F'AVIN'I. ,,,a Cottolen~o. 12 Torino (loq).
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