Bollettino_Salesiano_193704


Bollettino_Salesiano_193704

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ANNO LXI - NUMERO 4
1° Ap r i I e
1937 xv
SPEDIZIONE IN ASSO·
NAMl;NTO POSTALE

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BOLLETTINO PER10D100 MEN-
Anno LXl - N. 4
SILE PER I COO-
APRI L E
S A L E S I A N O PERATORI DELLE
OPERE E MISSIONI
193 7 - xv
Spedizione in
DI S. GIO. BOSCO
obbonnmento pootnle
SOMMARIO: Vivere 1n ,irazla di Olo. - Sotto la cupola dell'Ausiliatrice. - In famiglia: Italia, Svizzera, 1-laiti,
Tuni.9ia. - OaUe nostre Missioni: Assam, Cina, Equatore. - Don Enrico Pirali. - Lettera di Don Giulivo al gio-
vani. - Grazie attrlbuJtc all'inlereessione di Maria AU$11iatrlce e di S. Giovanni Bosco. - Necrologio.
Vivere
1n
grazia
di
Dio.
Il tempo pasquale riporta ogni anno un'onda
di Grazia al cuore della Chiesa richiamando
le anime ai Sacramenti, alle fonti divine della
gioia pasquale. I «figli prodighi >> ritornano alla
casa paterna (< per non morire di miseria e di
fame,,; ì figli devoti fan festa col Padre alle
<e pecorelle smarrite ,1 ch'egli riporta all'ovile
con prodigi di amore. Vescovi e parroci,
sacerdoti cd anime pie moltiplicano i loro
sforzi per assecondare l'opera della Grazia,
confortati da frutti copiosi. Ma quanto du-
rano questi frutti ? È una domanda che scon-
certa e che sgomenta.
Se infatti consola, nella contagiosa indiffe-
renza religiosà diffusa dal liberalismo e sfrut-
tata satanicamente dal paganesimo e dal co-
munismo, la corrispondenza pasquale di un
buon numero di poveri cristiani che final-
mente cedono all'amore di Dio; fa troppo
pena il pensare che tanti « pasqualini » disper-
dono poi subito la Grazia divina, trascinan-
dosi in peccato magari fino ad un'altra Pasqua.
Parve un grido d'allarme quello lanciato,
l'anno scorso, da un pio autore, il quale ri-
chiamava l'attenzione dei buoni sul triste fatto
che troppi cristiani vivono abitualmente in
istato di peccato I/IOrtale. Ma è una triste
realtà di fatto, creata dall'ignoranza religiosa.
Ed el'angoscia continua ùeUa Chiesa, che vede
con terrore l'incoscienza dei figli indulgenti
alla colpa; è il tormento dei Santi, che, più
di tatti vivendo in unione con Dio, più di
tutti comprendono l'orrore della vita condotta
dai miseri in disgrazia dell'Onnipotente. Per
Don Bosco era l'incubo più opprimente, che
di giorno lo spronava alle fatiche dell'aposto-
lato, <li notte gli turbava lo scarso riposo con
cocenti preoccupazioni, con sogni angustianti.
Da mihi animas...
Donde lo zelo intrepido, inesauribile ed
instancabile per la salvezza delle anime. Tutta
la sua vita, tutte le sue opere, vennero impe-
gnate nella grande crociata di liberare le anime
daj lacci del peccato e di educarle alla vita
Plnerolo. Altare cU S. Giovanni Bosco nella cappella
- - salesiana cU Monte Oliveto. <Ouadro d,1 pittore Du/leCa1e).
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della Grazia. li suo grido di battaglia Da
mihi a11imas non fu mai smentito da altre
intenzioni. Per questo il Santo Padre Pio XI
non esitò a proclamarlo uno dei pizi grandi
apostoli della Redenzione e fissò la festa della
sua canonizzazione il giorno di Pasqua del-
1'Anno Santo XIX centenario della Reden-
zione.
L'istituzione della Pia U11io11e dei Coopera-
tori Salesiani rientra in questo piano generale
del suo apostolato. tt Scopofo11damentale dei Coo-
peratori Salesiani - dice il Regolamento - sz
è di fare del bene a se stessi, merce un tenore
di vita, per q11011to si può, simile a quella che sz·
tiene nella ?,•ifa com1me » (V. Regol. par. III,
pag. 24). « Vita attiva - spiega quindi a pa-
gina 25 - nell'esercizi.o della carità verso il
prossù110 e specialmente "''erso la giooe11tù peri-
colante 11. L'identico scopo adunque dei Ter-
z'Ordini antichi: la perfezione cristiana. Unica
differenza, il mezzo, che si propone come so-
stanziale e peculiare: per gli antichi Ter-
z'Ordini è l'esercizio della pietà; pei Coopera-
tori salesiani, è l'esercfoio della carità verso il
prossimo e speci(1l111ente verso la ltiO'l.'entù peri-
colante.
Abbiamo altre volte richiamato l'atteo,zione
dei nostri Cooperatori su questo punto capi-
tale. Ora ci preme dedurne la logica conse-
guen~a: che 110n si può raggiu11gere questo scopo
fondamentale soprannaturale, senza vivere in
grazia di Dio. Chi i infatti vive abitualmente
in peccato mortale, non solo compromette la
cristiana perfezione con un progressivo peg-
gioramento della vita morale, ma minaccia
continuamente la sua eterna salvezza, ostinan-
dosi in uno stato di avversione a Dio che,
senza un miracolo straordinario, non può sfo-
ciare che nell'eterna dannazione. Vero è che
molti si illudono di poter contare su questo
miracolo straordinario nell'ultima ora, e quindi
indulgono ad una vita di peccato che con.fida
spregiudicatamente in una arbitraria interpreta-
zione dell'esercizio della misericordia divina.
Ma una simile confidenza è affatto gratuita e
temeraria. Scrive il beato Claudio De La
Colombière: Bi.sogna confessare che questa con-
fidenza dei peccatori è ancor più gra11de di quella
del santo Patriarca Abramo. Abramo spero con-
tro la speranza, ma essi sperano contro la fede.
Sperano in Dio contro Dio medesimo. E mentre
Abramo credette che il Signore avrebbe fatto u11
miracolo p1:utt-0sto che mancare alla sua parola,
costoro cred-0110 che Dio 1na_11clzerà piuttosto alla
sua parola che n·n1mzi.are a fare un miraco/-0
in loro favore (Opere, voL III, disc. 50).
- -- Nulla ci autorizza a credere che Iddio ci
7:4
salverà a nostro dispetto, con un miracolo
supremo, quando ci ostiniamo a vi.vere nello
stato di peccato e rinunziamo a fare gli sforzi
necessari per riacquistare e conservare la sua
santa grazia. Si son visti e si vedono ancora
prodigi di misericordia in punto di morte; ma
costituiscono tale eccezione da non permet-
tere ad alcuno di potervisi avventurare. Don
Bosco tremava tanto per le brutte sorprese
della morte, che supplicava i suoi giovani
a non prendere mai riposo col peccato mort.ale
sull'anima, disposto a sacrificare anche qu?- •
lunque ora de!Ja notte per confessarli e scon-
giurare il pericolo di un brusco passaggio dal
sonno della notte al sonno della morte. Del
resto, il Signore ha reso così facile la confes-
.sione, che e davvero una inesplicabile presun-
zione quella di volersi salvare senza appro-
fittarne colla massima soUecitudine.
Sussidi salesiani.
I nostri Cooperatori non vorranno però ac-
contentarsi di nutrire quell'orrore al peccato,
tanto inculcato dal Santo, che vale a rendere
più rare le cadute e più sollecite le risurrezioni.
Lo spirito di Don Bosco e della Pia Unione
non si limita a questo. Gesù è venuto sulla
terra non solo per dare la vita della Grazia,
ma per darla abbondantemente: « Ego veni 11t
vitam habeant et abundanti11S Jzabeant - ba
detto presentandosi come buon Pastore -
lo sono venuto perchè abbiano la vita e l'abbiano
ahbondante111e11te » (Gro., X, ro). Per questo
egli è mono sulla croce dando la vita per le
s.ue pecorelle. Ed il IV Successore del Santo,
l'attuale Rettor Maggiore, ha dato come «stren-
na n per l'anno 1937 la pietà eucaristica proprio
per sviluppare al massimo grado la vi.ta delJa
Grazia nelle anime nostre.
Mentre pertanto la Chiesa mobilita le varie
associazioni di Azione Cattolica per una cro-
ciata di santificazione deUe anime per mezzo
della vita di Grazia, vediamo come la Pia
Uvione aiuti tutti quanti i soci a godere di
questa vita soprannaturale nella misura p1u
abbondante. Essa offre ai Cooperatori ed alle
Cooperatrici le grandi fonti della Grazia che
sono la preghiera ed i sacramenti, raccoman-
dandone la mas<>irna frequenza. E non si accon-
tenta di questa generica raccomandazione, ma
propone nel Regolamento, con ottima discre-
zione, mensilmente, tre pratiche particolari
efficacissime ad alimentare la vita sopranna-
turale e farci vivere abitualmente in grazia
di Dio.

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1 /m,ori ai suntuario di ,'1aria Au.siiiatriu. SuUe pareu esterne comincia a bfancbegglarc il ltaV(:rtino.
L'esercizio della "Buona morte".
Anzitutto, l'esercizio mensile della buona
morte, al quale è annessa anche l'indufgew:a
plenaria. L'ideale sarebbe eh~ la pia pratica si
svolgesse in forma collettiva, anche pel buon
esempio; ma, dove non c'è chiesa salesiana,
ed in parrocchia vi sono già pratiche equiva-
lenti, che non consentono di aggiungerne pub-
blicamente altre, i Cooperatori e le Coopera-
trici lo possono fare individualmente, a tutto
loro agio, seguendo il programma comune:
una breve meditazione sulle verità eterne (1);
un bcll'csame di coscienza; una accurata con-
fessione ed una fervorosa comunione, come se
fossero le ultime della vita, coronate dalle
preghiere indicate nel manuale. S. Giovanni
Bosco disse più volte, parlando ai Salesiani,
che si sentiva di garantire l'eterna salvezza a
chi fa bene ogni mese l'esercizio della buona
morte.
La conferenza mensile.
Altra pratica mensile di somma impor-
tanza è la conferenza salesia111;1, intesa non solo
ad intrattenere i Cooperatori e le Cooperatrici
sugli interessi delle opere e missioni salesiane;
ma alla soda formazione dei singoli centri e
(1) li nostro Rettor Maggiore ha composto per questo
un ottimo manuale: Sac. Pnrmo R1c.u.DONB, L'esercizio
,lei/a Buona J./Qrte. - Torino S. E. I. • L. 3.
delle singole anime a quello spirito cli carità
illuminata e generosa che è il segreto della
vita cristiana, fondata sui due grandi comanda-
menti dell'amor di Dio e dell'amor del pros-
simo. Non la raccomanderemo mai abba-
stanza ai Direttori delle nostre Case, ai Diret-
tori diocesani e ai Decurioni. È vero che il
Clero oggi è assillato da tante preoccupazioni
e da tanto lavoro pel sacro ministero e per la
cura dell'Azione Cattolica, che stenta a far
posto a tutte le iniziative di questo provviden-
ziale periodo di ripresa religiosa. Ma, per la
vita della Pia Unione, la conferenza mensile
salesiana è tanto efficace, che noi osiamo con-
tare sul loro spirito di sacrificio e di apostolato.
Piuttosto insistiamo che sia ben curata, se-
guendo il duplice programma cli informazione
e di formazione: di infomiazione per mettere
al corrent-e, sulle tracce del Bollettino, i sin-
goli centri dell'attività salesiana; di forma:::ione,
per dirigere le anime nella pratica delle virtù
cristiane col dolce spirito di San Francesco cli
Sales, prediletto da S. Giovanni Bosco. Anche
alla conferenza mensile è annessa l'indulgenza
pumaria, alle solite condizioni.
Il 24 del mese.
C'è infine la pia pratica del 24 d'ogni mese
ad 011ore di Maria SS. AusiHatrice. Una fun-
- - zione tanto cara, che s.i svolge con programma
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1.5 Page 5

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massimo: messa, fervorino, comunione ge-
nerale, consacrazione a Maria SS. e benedi-
zione; ma si può anche ridurre a qualcosa di
meno, purchè conduca le anime ad un omaggio
di divozione verso la« Madonna di Don Bosco ».
Nelle chiese salesiane si compie ornai rego-
larmente, colla partecipazione ed il concorso
ognor crescente dei nostri Cooperatori, i quali
colgono l'occasione anche per fare iscrivere
altre persone alla pia Associazione dei divoti
di Maria Ausiliatrice, cui sono annessi tanti
favori spirituali. Nelle altre chiese e nelle
parrocchie, ov'è possibile ai nostri carissimi e
reverendissimi Direttori diocesani e Decurioni
organizzarla, se ne colgono frutti molto con-
solanti che si riflettono beneficamente sulla
vita religiosa in generale delle diocesi e delle
parrocchie.
Giovare al buon costum.e
ed alla civile società.
Questi semplici richiamivalgono a dimostrare
come il santo fondatore Don Bosco abbia sag-
giamente provvisto aJla Pia Unione le migliori
risorse soprannaturali per l'incremento meto-
dico ed ordinato clclla vita della Grazia.
Chi voglia integrare il programma del Santo,
veda le altre pratiche suggerite nel Regola-
mento, e dominate dal consiglio degli Esercizi
spirit11ali una volta all'anno. Sappiamone ap-
profittare. C'è chi ha detto che il ma,ulo sarebbe
meno cattivo se i buoni fossero migliori. Ebbene,
per conto nostro, noi studiamoci di migliorare
di giorno in giorno la nostra vita spirituale,
anche per contribtùre alla salvezza di questo
povero mondo sconvolto fino al sangue dalle
più perfide e brutali passioni. Oltre al vantag-
gio individuale che procureremo alle anime
nostre, saremo benemeriti anche della pace
e del benessere sociale, assicurando alla nostra
Pia Unione il successo della sua missione che
è quella di gi.ovare - come dice il Regola-
mento - al buo,i costume ed alla civile società.
Ci aiuti il Santo Fondatore il quale ter-
minava la presentazione del Regolamento ai
Cooperatori con questa fervida preghiera:
Il Signore lddio, ricco di grazie e di bene-
di::ioni, spanda ccpiosi i moi celesti favori
sopra ttttli coloro clze prestano l'opera loro per
guadagnare anime a Gesù Salvatore, fare del
btme alla pericola,ite gioventù, preparare bttoni
cristiani alla Chiesa, onesti cittadini. alla civile
società, e così tutti possatzo divenire wi giorno
fortunati abitatori del Cielo. Cosi sia.
Torino, 12 luglio 1876.
-
Sac. G1ovANN1 Bosco.
::::::
SOTTO LA CUPOLA
DELL'AUSILIATRICE
Il solenne "Te Deum" per la nascita
del Principe di Napoli.
La fausta notizia della nascita del Principe
di Napoli, proprio il giorno 12 febbraio, XV an-
niversario della incoronazione del Santo Padre
Pio XI, se ha diffuso tanca gioia in tutta Italia
che ha visto nella cara coincidenza una specia-
lissima benedizione di Dio, ha recato par-
ticolare letizia alla Famiglia Salesiana che
alla tradizionale benevolenza dell'augusta Casa
di Sa\\·oia, ed in modo speciale a quella delle
l\\faestà Sovrane e degli augusti Principi di Pie-
monte è legata dai vincoli della più profonda
gratitudine e del più devoto osseqtùo. Vibra
ancora nell'Oratorio l'eco gioconda della visita
di S. lVL la Regina Elena Imperatrice, il 13
aprile di due anni or sono. La basilica e le came-
rette del Santo conservano col ricordo della
pietà dell'amata Sovrana anche quello di
S. A. R. I. il Principe Umberto; i conili ed
il nostro salone-teatro risuonano ancora della
festa dei salesiani alla stessa Maestà della Re-
gina Imperatrice, all'augusto Principe ed al-
l'augusta Consorte S. A. R. I. la Principessa
Maria, nelle varie occasioni in cui hanno ono-
rato personalmente la Casa-madre dell'Opera
di Don Bosco. Impazienti pertanto cli manife-
stare la nostra esultanza, si colse subito la
domenica seguente al lieto evento, 14. febbraio,
per ringraziare solennemente lddio di tanta
grazia concessa alla Reale ed Imperiale Fami-
glia, e soprattutto agli augusti Genitori: Dopo
il canto dei Vespri, il predicatore D. Spriano
invitò la folla dei giovani e dei fedeli che gre-
mivano il Santuario ad implorare le grazie più
elette sul neonato Principe Vittorio Ema-
nuele, sugli augusti Genitori e su tutta la
Casa Regnante. Quindi S. E. Mons. Ernesto
Coppo raggiunse pontificalmente l'altare ed,
esposto il Santissimo, intonò il Te D eum ecl
impartl la benedizione eucaristica.
Interprete dell'esultanza e dei voti di tutta
la Famiglia Salesiana, il Rettor Maggiore ne
fece devoto omaggio agli augusti Principi
di Piemonte; e S. A. R. I. il Principe Um-
berto gliene e~pressc il particolare gradimento
con telegramma del 26 febbraio:
A lei e alla Famiglia Salesiana gra::::ie di
cuore anche a nome della Principessa per i par-
ticolari· devoti auguri.
Aff.mo UMBERTO 01 SAVOIA.
lddio moltiplichi la letizia dcli'Augusta Casa.

1.6 Page 6

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I lavori del Santuario.
Nel mese di febbraio i lavori del Santuario
non hanno avuto un momento di sosta. Al-
l'esterno, si cominciarono ad applicare gli
zoccoli in pietra e le l~ene di travertino. Al-
l'interno, vennero ultimate tutte le volte a
crociera della galleria e l'ossatura muraria che
dovrà sostenere il nuovo monumentale altare
di Maria Ausiliatrice, mentre si iniziava l'opera
di decorazione a stucchi ai soffitti delle grandi
cappelle e saloni che circondano il presbiterio.
Questa si spera di finirla per la festa di Maria
Ausiliatrice.
Le belle giornate hanno favorito l'affiuenza
dei pellegrini. Nelle domeniche abbiamo no-
tato anche qualche gruppo organizzato da
paesi vicini. Il giorno 10, una breve visita dei
Vescovi di Pontremoli e di Grosseto, le LL. EE.
Mons. Sismondi e Mons. Galeazzi, accolti da
Mons Coppo e dal Rettor Maggio.re.
La lira mensile.
Ricordiamo ai Cooperatori il risparmio della
lira mensile pel Santuario di Maria Ausilia-
trice.
Le adesioni finora giunte al Rettor Maggiore
sono una prova commovente c{ell'affetto e della
generosità di tante anime che sostengono e fian-
cheggiano con veri sacrifici le Opere salesiane.
Il Direttore Diocesano di Castellammare di
Stabia, Mons. Elia Rotondo, ha fatto la pro-
posta che i Decurioni si quotino per 2 lire
mensili ed i Direttori Diocesani per 3. Dal
canto suo i a dato subito l'esempio inviando la
prima quota.
Un Cooperatore di Bari, il rag. comm. Franco
Favia scrive in data 22 febbraio:
Rev.mo signor Don Ricaldone,
L'articoletto ~ Chi dnl tello scende• pubblicato
nel Bolletti110 di febbraio non può tn:>Yare indiffe-
renti noi Cooperatori che, da figli dc,,oti n1 gran
Santo Don Bosco, viviamo in questi momenti le
sue stess~ ansie per la rn:l(!giore glorificazione del
nostro Padre Fondatore. L'offerta mia e di mia
moglie per tutto l'unno in corso la elevo da una lira
al mese ad una lira al giorno e senz'altro le rimetto
L. 60 (sessanta) per il mese di gennaio scorso e quello
corrente, con l'augulio di poter decuplicare l'offerta
stes.qa allorquando Don Bosco Santo, esaudendo la
nostra preghiera, otterrà dalla Divina Provvidenza
una l,'Tazìa tnnto supplicata. Sempre con devozione
filiale presento alla S. V. i miei ossequi.
Dcv.mo FR.\\NCO FAVIA.
Conosciamo troppo gene le strettezze ed i
bisogni dei tempi; e ci accontentiamo di segna-
lare il gesto per chi lo potesse imitare.
s. Paolo (&-uue) . . Q1.1adro di Don Bosco in rilievo.
nella chiesa salesiana della Mooca.
Echi della festa
di S. Giovanni Bosco.
La prima celebrazione liturgica della festa
di S. Giovanni Bosco ha assunt'o in tutto il
mondo, ove sono Case salesiane o nuclei di
Cooperatori, grandissima solennità. Eminentis-
simi Principi di Santa Chiesa, Eccellentissimi
Vescovi e Prelati si <legnarono di presiedere o
di celebrare le principali funzioni, che lo zelo
dei Direttori 6iocesani, Decurioni, Parroci cd
Assistenti Ecclesiastici di associazioni di Azione
Cattolica ha promosso ovunque con grande
fervore, gareggiando coi Salesiani e le Figlie
di Maria Ausiliatrice.
Ci è assolutamente impossibile - anche per
la persistente limitazione delle pagine - di
accennare alle migliaia di relazioni che ci sono
giunte dall'ltalia e clall'Estero. Ci acconten-
tiamo di rilevare lo splendore delle funzioni
celebrate in Rom.a, nella Basilica del Sacro
Cuore, nella Parrocchia di Sarita Maria Libera-
trice al Testaccio ed in quella di Nlaria SS. Jlu-
siliatrice, ove pontificarono Ecc.mi Arci,escovi
e Vescovi e rifulse la Sacra Porpora degli Emi-
nentissimi Signori Cardinali Carlo Salotti,
-Pietro Boctto, Camillo Caccia Domìnioni, il
quale ultimo ricordava con emozione d'aver
ricevuto <la bambino una speciale benedizione
- - da Don Bosco ospite della nobile sua famiglia.
77

1.7 Page 7

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IN FAMIGLIA
ITALIA - Roni.a - Congresso di Ex-Al-
lievi salesiani all'Esposizione Mondiale
della Stampa Cattolica.
Gli ex-allievi di Roma ebbero la felicissima idea
di tenere l'annuale convegno nella sede della Espo-
sizione l\\!fondiale della Stampa Cattolica, nella Città
del Vaticano, promovendo un congresso per la
buona stampa al quale aderirono anche le presi-
denze regionali degli ex-allievi salesiani e delle ex-
allieve delle Figlie di l\\'1aria Ausiliatrice e parteci-
parono gli I stituti di Roma e dei Castelli. li Presi-
dente del Comitato Ordinatore della Esposizione,
conte Dalla Torre, Direttore de L'Osservatore Ro-
mano fece appresta.re la sala maggiore, ove venne
preparato anche l'altare per la celebrazione della
Sanra Messa.
LA M ESSA E L'ALLQCUZIONE OELL'EM.MO CARDI-
NALE $ ,\\LOTTI.
Alle 9, l'aula magninca era stipata; e i convenuti
accolsero festosamente S. Eminenza il signor Car-
dinale Carlo Salotti, che, nello splendore della
sacra porpom, sali subito l'altare, per la celebra-
zione del Divino Sacrificio. Al Vangelo S. Em. ri-
volse un'infiammata allocuzione, traendo dalla Tra-
sfigurazione di Cristo sul monte Tabor sublimi ispi-
rnzioni.
Dieci anni fa - egli dfase- salii su questo monte,
dallà cui cima l'occhio spazia in una cerchia azzurra
che sembra non a,ver connni. t di lassù che la Gali-
lea con le sue valli, con le sue catene di monti e
col bel lago di Tiberiade si dispiega in una maniera
incantevole. Di lassù la cresta bianca del Libano,
la cima dcll'Ermon, i monti del Carmelo rievocano
la storia del popolo eleno. Lassù mi parve udire il
canto di Debora celebrante la vittoria rjpo.r:tara con-
tro i nemici d'Israele. Ma il fano che ha eternato
nei secoli la memoria del Tabor, fu la Trasfigura-
zione di Crisro, ricordataci dall'odierno Evangelo.
In una notte estiva tempestata di stelle, lassù pre-
gava il Redentore, circondato dai prediletti disce-
poli, Pietro, Giacomo e Giovanni In un istante la
figura di Gesù si trasfigura, il suo \\'Olto risplende
come il sole, le sue vesri divengono bianche come
la neve. Gli apostoli stupiti veggono la gloria del
Maestro e ne rimangono avvinti. Pietro dice a Gesù:
Domine, bo111m1 est 110s hic esse.
Anche oggi-soggiunse- mi sembra di trovarmi
sul Tabor. Non è il Tabor d'Oriente, ma d'Occi-
dente; non il Tabor di Galilea, ma di Roma. era
Cristo che si mosl1ò ai discepoli nello s1,lendore
della gloun; qui in Vaticano è il suo Vicario, Pio XI,
che in 15 anni di Pontificmo si è manifestato nella
magnificenza delle opere da lui compiute e che re-
centemente è apparso anche più grande nella luce
del dolore che ha rivelato le bellezze soprannaturali
della sua anima. Sul Tabor era Cristo che ritem-
prava lo spirito dei discepoli, qui è il Papa che il
12 maggio dello scorso anno in quest'aula inaugu-
---
rava solennemente la Esposizione Mondiale della
Stampa Cattolica ed ammoniva il mondo sui pericoli
di quel bolscevismo che poche settimane dopo ini-
idava le orrende gesta nelle città tormentate della
Spagna. Qui ancora oggi è il Papa, che a pochi passi
da noi sente di essere circondato dai figli e dagli
ex-alunni dell'immortale Don Bòsco qui convenuti
a pregare pel Papa, il quale in questo stesso luogo
esaltava con accenti fatidici Ja Esposizione della
Stampa Cattolica, lavoro di fede e di scienza, di reli-
gione e di coltura, la,;oro di esposizione e di difesa.
di preservazione e di propagazione.
» Or bene, in questo convegno campeggia e rivive
la figura di Don Bosco, il più insigne apostolo che la
stampa religiosa e cattolica abbia avuto nel secolo
XIX •· L'Em.mo oratore con la competenza che gli
deriva dal fatto di essere stato prima Avvocato del
medesimo presso la S. Congregazione dei Riti e poi
di averne scritto la ,•ita, rievocò quindi rappresen-
tandolo a vivi colori, in Don Bosco, lo scrittore, il
tipografo, l'editore che scrive, compone e organizza
la diffusione dei buoni libri; che un impulso
meraviglioso all'arte tipografica rivolta alla difesa
delle verità e della fede; che aiuta e conforta giornali
e giornalisti cattolici, che non esita a qualincare
come divino lo strumento della buona stampa, di
cu i comprese l'alta e provvidenziale m1ssione, tanto
che pochi uomini, come lui, sono stati cosi fervidi
propagandisti del pensiero e della morale cattolica.
«Cotale apostolato - osservò Sua Eminenza -
fu messo da Don Bosco a totale se.rvizio della
Chiesa e del Papato. Quando le sètte liberali e
massoniche da una parte e le sètte protestanti
dall'altra, combattevano accanitamente la Chiesa
specialmente in Piemonte e coprivano di obbrobrii
e di calunnie questa divina istituzione; e quando
scagliavano il fango. contro il Pontificato romano,
che pure aveva salvato tante volte la libertà c la
civiltà italica; allora Don Bosco corttappone,'ll i
&uoi libri per confutare le calunnie del liberalismo
e rintuzzare la sfrontatezza del protestantesimo. La
Stor;a sacra, la Storia ucleriastica, le b :ograne dei
Santi e le vite dei primi Papi, stanno a dimostrare
le benemerenze che il Santo si è guadagnato di fronte
al cattolicismo. Senza dire poi di quelle Lettflre ralto-
liche attese con tanta impazienza dal pubblico, le
quali per la varietà della materia, per la sodezza e
facilità degli argomenti, per la spigliatezza della
forma, rimangono come il tipo della letteratura edu-
cativa popolare.
» Un cosi nobile apostolato fu compiuto soprat-
tutto in favore della ~oventù, palpito e delizia della
grande anima di Don Bosco. Per coltivare la boot>\\,
la purezza e la pietà dei giovani scrisse e divulgò
ampiamente opuscoli, libri, novelle, adarrandole alla
loro intelligenz.-i, salvàndo cosl le nuove generazioni
e facendone uno strumento efficacissimo per quella
ricostruzione sociale che era nei suoi disegni e nel
suo programma. Suggestivo e commovente il ri-
cordo del più bel manuale di pietà scritto da Don
Bòsco: fl gio1.1011e provveduto, che durante la sua vita
ebbe T2Z edizioni con più di sei milioni di copie,

1.8 Page 8

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Brindisi. - n bel tempio aJ Sacro Cuoro aggregato alla Basilica Vaticana.
e che tonti giovinetti, morendo, si facevano porre sul
peno per portarselo seco nel sepolcro, come testi-
monianza d, gratitudine verso il Santo che li aveva
saputi .educare criRtianamente.
, L'apostolato dj Don Bosco e dei suoi figli per
la stampa cattolità - prosegul l'oratore - trova in
questu Esposizione Mondiale la sua documentazione
viva e parlante. È la documentazione delle Lunghe
fatiche, che la Famiglia Salesiana ha sostenuto per
un'opera altamente sociale e morate; dei molti pro-
gressi che i Snle,,iani, primi fra ruru, hanno fatto
nella tecnica dell'arte tipogi:afica; delle conquiste
che hanno compiuto in tutte le parti del mondo con
la multiforme e ingente produzione giornalistica e
librario; e infine dell'amore che la Pia Società Sale-
siana ha nutrito sempre per il Papa, di cui non ha
mancato mai di difendere i diritti e di celebrarne
le grandezze •·
L'Eminentissimo Carclinale Salotti ha cosi con-
chiuso il suo vibrante discorso: • Raccolti oggi n;lla
visione del Tabor ripetiamo con Pietro a Pio XI:
o Signore, è cosa buonu e gioconda per noi rimanere
qui con te. Siamo lieti infatti lii trovarci qui vicini
al Papa, che ha coposciuto Don Bosco e ne ha con-
ser.'ato dolce e perenne ricordo; che lo hn amato,
perchè ne vide la fiamma potente di amore verso Dio
e la gioYentù; che ne intul la fecondità del geruo
costruttore ed organizzatore di opere che il tempo ha ·
m.irabilmente consolidato i che, cinto poi della tiara
pontificale, lo ha coronato della ~loria pili alta che
possa esser concessa a creatura umana, la gloria dei
Santi; che ripetute volte lo ha magnificato in discorsi
che rimangono incancellabili negli annali della vita i;
della storia salesiana;che, acclamato in tante occasjoni
dalle bal<le falangi del gio,·ani salesiani col grido
di "Viva il Pupa di Don Bosco", se ne compiacque
vivamente, fiero che il suo nome restasse legato per
sempre alla memoria del Santo da Lui cttnoni7-zato.
•Orbene nl .Papa di Don Bosco salga in quest'ora
il nostro saluto àverente e com.mosso. Questo saluto
gli dica tutto l'ardore e l'entusiasmo dell'affetto che
nutriamo per il Vicario di Cristo, e gli porti l'eco
delle preghiere che unanimj innaliiamo al Signore,
affinchè lo conservi lungamente, sempre fresco di
spirito e vigoroso di corpo, all'amore della vnsra
Famiglia Salesiana, alla ,0erierazione del mondo catto-
lico, all'anunira,zione dei nostri stessi nemici, alla
difesa intrepida di quelle verità dclle quaJj è custode
e vindice, e per il raggiungimento di quella pace
sociale e universale che egli solo, fra i pot.mti dclla
terrn, ha costantemente propugnato con quella di-
gnità ed autorità che gli provengono dal! 'altezza del
suo mjnistero apostolico•·
IL CONVBONO.
Terminata la Santa Messa e dopo un breve periodo
di intervallo, ha avuto inizio la solenne assemblea.
Presiedette l'Em.mo Cardinale Salotti ed ai suoi lati
il signor Don Seriè, Delegato del Rèttor Maggiore,
Don Toma.~etti, Procuratore generali!, Don Ma.r-
coaldi, Ispettore della lspettoria Romana, il conte
Dalla Torre, Presidente del Comitato Ordinatore
della Esposizione con il cav. di gr. cr. Castelli che
rappresentava anche il Governatore della Città del
Vaticano, e Mons. 1\\lonti, il gr. uff. Lamberto Vi-
gnoli, Presidente Centrale dell'Azione Cattolica Ita-
liana, i commendatori Croci, Francini e. Pnrisi per
il Comitato Congressi e Manifestazioni, i Monsi-
gnori Luttor e l\\1agjerec dl!i comitati ungherese e
jugoslavo per l'Esposizione Mondiale, Mons. Ru-
bino, Ispettore capo della MJlizia, i rappresentanti
delle unioni degli ex-allievi del Piemonte, Lombar-
dia, Liguria, Emilia, Veneto, Toscana, Napoli e Si-
cilia, e numerose altre autorità e personalità.
Dopo la preghiera, il conte Da!Ja· Torre porse ai
- 79 convenuti il saluto del Comitato Ordinatore della

1.9 Page 9

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Mostra e il rag:oniere Crunpìlli il saluto degli ex-
allievi di Roma dando comunicazione delle adesioni.
Quindi, il sig. Don Seriè lesse un patemò mes-
saggio del Rettor Maggiore, in cui il sig. Don Riatl-
done, ricordato le benemerenze di Don Bosco e
della Famiglia Salesiana nell'apostolato della buona
stampa, cosi esor1ava tutti gli ex-allievi: e Ma il
nostro apostola"to non è che un modesto concol'SO
all'apostolato mondiale della Chiesa anche nel campo
della buona stampa. E voi vi adunate all'&posizione
Internazionale per ispirare agli esempi di San Gio-
''llnni Bosco l'attività specifica dell'Azione Càtto-
lica per la buona stampa. Se Don Bosco vivesse,
chissà con quale gioia sarebbe in mezzo a voi e con
quanto calore vi saprebbe animare ed·indirizzare.
Ebbene, io lo prego che infonda dal Cielo il suo spi-
rito e il suo zelo in ciascuno di voi, promotori e
congressisti; mentre dalla presidenza dell'Etn.mo
signor Cardinale Salotti e dall'anima del signor
conte Dalla Torre traggo i migliori auspici per quei
propositi che conforteranno il gran cuore del Vi-
cario di Cristo, del Santo Padre Pio Xl, che Dio con-
servi ancora lunghi anni al governo della Chiesa
nostra ~ladre pel trionfo del suo programma di
~ pace di Cristo nel regno di Cristo ~-
IL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
A questo punto s'alzò raggiante l'Exn.mo Càrd. Sa-
lotti, salutato da vivissime acclamazioni. Tutta l'as-
semblea sorse in piedi, e S. Eminenza lesse l'affet-
tuoso messaggio del Santo Padre trn.qmesso dal-
1'Em.mo Càrdinale Pacelli all'Ispettore Don Mar-
conidi:
Rev.mo Signore,
La•11otizia che il tradizionale convqrno degli Ex-al-
lievi Sal11sia11i di Roma rarroglierà q,,est'amio i com-
pagni delle altre città d'Italia II avrà l1wgo 11ella Casa
del Padre com1me, pre.uo i locali delI'Erposizione della
Stampa, offre alla Santi/() Sua la g,adira opportunità
rallegrorsi co11 c()dem Suoi Figli dt1lla loro t1ccellente
co11met1ldit1e, e iri particolare del nobile scopo d1e qui
li c<mdua, il desiderio, cio~, di far oggetto di studio il
t,roblema della br,onn stawpa.
In cosl bella manifestazione di Jratt1llat1za Sua San-
tità si compiace m ,,edl!Te adombrata lg stretta solida-
rietà di co,mmi spiriti fratemi 1111/ lavoro assiduo, fidu-
cioso, discipli,iato per il sercizio della ca,,sa cristiana
nei dfrersi campi ili a:.rione ili etti ciascuno fu collocato
dal Signore. A quel modo, infatti, che essi 11011 inttm-
dorro porre i11 oblio, e voglio110 anzi vieppir) alimentare
e trasformare Ì,r v,:ta per s~ i preziosi pn"ndpi criiti011i
di cui son debitori all'opera di San Gtut,anni Bosco,
cod 11011 dubita il Sa11to Padre che debba essere per
,m loro una assai gloriosa e ambita missio11e fare di questi
principi apostolato, e sul terreno della stampa,
come in tutti gli altri campi, parlarli coraggiosa-
mente, ciascuno a suo modo, pl!T farli tiivere e s1'iluP-
pare a intero btmefuio della Chiesa e della civile società.
Lieto di cos2 fatti propositi, fmtto del/'ortimo spi-
rito 1alesiano a mi codesti èx-allÙfJi ft,ro110 i11fonnati,
il Santo Padre itrVOca :m di &si e ml loro lm•oro l'ab-
bo,uianza dei favori celesti; e mentre ri11grazia i sill-
- - goli convenuti del filiale omaggio delle loro pregliiere,
80
m,gura ad llSsi ogtti alacrità nel ben« e i11via di cuore a
ciascu11 ex-alliew,, come altrlUl allelorofmniglie, e ai sin-
goli imervenuti al Co11gresso, l'Apostolica Beriedizume.
Mi valgo volentieri dell'opportunità per confermarmi
coi sBnsi di sincera e distinta stima della S. V. Rev.,oo
aff.1110 nel Signore
E. Card. PACELLI.
Alle venerate parole del Santo Padre, iJ Crudinal
Salotti fece seguire un ardente commento che ricor-
dando le stragi e le rovine di cui siamo testimoni
per l'attività instancabile dei senza Dio, incitò tutti
ad un apostolato indefesso, in tutti i settori della vita
sociale, per conservare ed accrescere il tesoro impa-
reggiabile della fede e difendere con esso la nostta
civiltà e la nostra patria.
Cessati gli applausi, prese la parola il comm. Arturo
Poesio, presidente dell'Unione romana degli e,-,:-al-
lievi di D. Bosco, e svolse la sua relazione sul tema:
• Gli ex-11llievi salesiani ~ l'apostolato della stampa•·
Col saluto finale del Presidente nazionale comm.
avv. Felice Masera, l'assemblea si sciolse, e la Pre-
sidenza coi Delegati passarono a visitare l'Esposizione
Mondiale della Stampa. Gli altri partecipanti •fecero
la visita nel pomeriggio.
A sera, il Comit;nto Congressi e Manifestazioni,
che aveva predisposto il con\\•egno, invitò nelle sale
del Circolo • San Pietro • i dirigenti e i delegati
ad un ricevimento. Sua Eminenza Rev.ma il signor
Cardinale Salotti si compiacque accettare l'invito ed
a lui come ai Superiori della Società Salesiana e ai
delegati degli ex-allievi rivolse ispirate parole di
saluto e di ringraziamento il cav. di gr. cr. avv. Paolo
Pericoli, presidente del Comitato. l'Eminentissimo
Càrdinale Salotti rispose con grande affetto.
In tal modo ebbe termine l'affollato convegno che
volle ricordare altresl quel 21 febbraio 1858 che vide
Don Bosoo per la primà volta a Roma ad onorare il
Capo della Cristianità.
- Brindisi. - Un altare a Don Bosco
Santo.
Il 4 febbraio u. s., col concorso delle autorità e
di una folla di popolo, S. E. l'Arcivescovo l'vloos.
Valeri consacrò solennemente l'altare di Don Bosco
nel nostro tempio dedicato al Sacro Cuore e bene-
disse anche l'artistico quadro del Santo, pregevole
opera del prof. Di Domenico, ap,rendo cosi il triduo
in preparazione alla festa rimandata al 7 seguente.
Predicò il Direttore Don Musto-. Il giorno della
festa S. E. Mons. Melomo celebrò basso pontifi-
cale ed assistette pontificalmente alla Messa cantata
dall'Ispettore, tessendo anche, nel pomeriggio, un
mqgnifico panegirico del Santo. Nobilissimo l'o-
maggio di 2000 alunni delle scuole medie, di 500
bambini e del le Associazioni della Gioventù di
Azione Cattolica.
Ad accrescere il giubilo dei fedeli giunse la bolla
di aggregazione alla Basilica Vaticana dell'artistico
tempio, volut0 dalla munifica beneficenza della Con-
tessina Donna Grazia Balsamo e un telegramma
con la benedizione del S. Padre.
La benedizione eucaristica impartita daTI'Ecc.mo
Arcivescovo suggellò il fervore della giornata.

1.10 Page 10

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- Este - S. E. Mons. Vescovo all'Istituto
salesiano.
Il 3 febbrai.o u. s. il Collegio Manfredini ha avuto
l'onore e la gioia della visita dell'angelo della Diocesi
S. E. Mons. Agostini, il quale si degnò di trascorrere
tutta la giornata coi figli di Don Bosco e di celebrare
con essi la festa del Santo. Accolto da unn vibrante
manifestazione di affettuosa devozione, S. E. celebrò
per essi, imparò la santa Cresima e ten;,e il panegi-
rico di Don Bosco alla Messa solenne, esaltando
mirabilmente la paternità del Santo. All'agape fra-
terna erano coi Sàlesia.ni e giovani, i genitori e pa-
drini dei cresimati, i Prelati d'Este e Monselice
e i Parroci della Vicaria. Nel pomeriggio S. E. fu
disputato prima dai giovani di Azione Cattolica,
fieri delle medaglie raccolte nelle gare di Religione;
poi dai Novizi, ai quali iruparti la benedizione euca-
ristica infervorandoli con un toccante discorsino;
infine dalle Figlie di M. Ausiliatrice, che da 57 anni
lavorano per la gioventù cattolica femminile, e da
quattro anni hanno a.qsunto anche 1'As.iJo infantile. La
giornata si chiuse colla proiezione del film« D. Bosco•·
- Mondragone. - S. Giovanni Bosco pa-
trono dei fanciulli.
A corona del triduo e della festa celebrata con gran
fen•ore, ad iniziativa dei Cooperatori, nella chiesa
madre, il Curato D. Enrico Macera, dopo la pre-
miazione catechistica dei fanciulli, ha collocato uffi-
cialmente sotto alla celeste protezione del Santo tutta
la gioventù locale, implorandone l'efficace tutela.
- Pinerolo - Consacrazione dell'altare de-
dicato a S. Giovanni Bosco.
La domenica 31 gennaio u. s., S. E. Mons. Gau-
denzio Binaschi, vescovo diocesano, ~Il di buon
mattino a Monte Oliveto, accolto a festa dai nostri
Ascritti, dagli Ex-allievi e da numeroso pubblico,
accorso dalla città per la Consacrazione dell'alt:ue
dedicato a S. Giovanni Bosco nella cappella del nostro
Jstituto. L'altare rutto in marmo, omaggio degli
Ex-allievi e Cooperatçiri, era dominato dal nuovo
riuscitissimo quadro del pittore Dalle Ceste. Sua
Eccellenza, salutato all'ingresso dal nuovo organo che
si inaugurava per 1a circostanza, compi il sacro rito
assistito dall'Ispettore e dal Direttore, eelebrò la
santa Messa intrecciando le lodi del Santo al com-
mento del VangelG del giorno, ed ebbe la consola-
zione di distribuire numerose Comunioni.
Cantò l\\lfessa solenne il Direttore dei Cooperatori
Mons. Baronetto, ex-,ùlievo del Santo Fondatore.
Nel pomeriggio Mons. Vescovo assistette ancora
alla conferenza salesiana nel bel Duomo di San
Donato, col Capitolo, il Seminario e una eletta folla
cittadini. Alla benedizione eucaristica la sello/a
cautomm dell'Istituto esegui ottima musica.
- T ermini Im.erese. - Benedizione della
statua di Don Bosco.
Per la festa di D. 80.qco, nella chiesa di S. Anna ven-
ne benedettn la statua del Santo con grande concorso
di popolo, preparato dalla sacra predicazione di D. Ca-
simù·o Rocco, e da uno conferenza del prof. Cataldo.
Tunisi. • Uomlnl o giovanì di
Azione Callolica del nostro Ora-
torio.
--

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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- Varese - Inaugurazione ufficiale del-
l'Opera Sal esiana.
Clero, autorità, cittadinanza, tutti un cuor solo
attorno ai figli di Don Bo.qco, la dnmenica 7 feb-
brnio u. s. per l'inaUJ:(Um7.ione ufficiale dell'Opera
Salesiana, concretata nell'nttnbre scorso coll'aper-
rurn dell'Istituto A. T. l\\1aroni •· Mons. Prevosto
offerse il suo bel San Vittore pcl triduo e per la
festa del Santo, ed il vasto tempio si greml ogni
giorno alla predicazione del direttore prof. don Gia-
como Oliva. Alla Messa pontificale di Mons. Pre-
vosto, la schola c011tomm dell'Istituto Sant'Agostino
di Milano, diretta daJ 1\\1.o Musso, fece gustare un
superbo programma di musica classica. A mezzo.
giorno convennern aJl"Istituto autorità e clero, ed
a11e dcclamnzionj dei giovani intrecciarono nobili
p8rolc di plauso e di folicna?.ione il sig. Giovanni
Gasparoli, per gli ex-nllievi S!Jlesiani, Mons. Pro-
serpio, il comm. Riva, Vice Prefetto, che rappresen-
wva Sun Ecc. il Prefetto, il Podes.tà gr. uff. avv. Ca-
stelletti e l'Ispettore don Luigi Colombo. Varese
è veramente liew di aver finalmente i Salesiani e li
circonda di affettuosa simpatia.
- Venosa - Inaug urazione dell'Istituto sa-
lesiano.
Preceduta eia una brillante conferenza del Diret-
tore Don Tamburini nell'Aula magna alla prcscn7,,a
dell'Ecc.mo Vescovo l\\Ions. Petrnni e di tutte le
autorità, la festa di Don Il(lsco, il 3 L gennaio u. s.
assurse ad inaugurazione ufficiale dell'Istituto di cui
i Salesiani banno assunto la direzione nell'ottobre
scorso. S. E. Mons. Vescovo tenne solenne pontifi-
cale nella chiesa di S. Rocco pronunciando una fer-
vido Omelia.
SVIZZERA (Canton T icino) - Bellinzona. -
Preparati dal loro Assistente, can. Vandoni, i
giovani hanno, si può dire, requisito la Collegiata
per festeggiare, la prima volta, con tutta la solen-
nità la festa del Santo dei giovani •·
Fu uno spettacolo magnifico: tutta la Gioven tù
Cattolica - dal Circolo Jm•erlltu, agli Esploratori,
agh Oratoriani - ai Santi Sacramenti, alla Messa in
canto, alla benedizione. E la grande Collegiata sem-
brava fiera di quel santo entusiasmo giovanile.
La festa fu coronata all'Oratorio con on bellissimo
trattenimento.
HAITI - Benedizione della s tatua di San
Giovanni Bosco ed inaugurazione delle
Scuole Profes sionali.
TI 31 gennaio u. s. la Scuola :Nazionale d'Arti e
Mestieri, fondata dal Presidente della Repubblica
Stcnio Vincent, cd affidata ai Salesiani, ha inaugurato
una bella statua di Don Bosco, e le nuove scuole
professionali, celebrando solennemente la festa del
Santo. Intervenne lo sres.qo Capo dello Stato colle
maggiori autoriclt, rappreseman7.e diplomatiche e
distinte numerose personalità. Ricevuti gli onori
militari dalle compagnie della Guardia, S. E. fece
l'ingresso ncll'fatituto, accolto a fcst:1 dagli alunni
e salutato da un nobilissimo discorso del Direttore.
Scoperta, fn1 gli applausi, la statua del !',anto, il
Nunzio Apostolico S. E. Mons. Silvani la benedisse
secondo il cito e celebrò la santa 1\\Iessa ad un altare
eretto nell'ampio cortile, mentre gli alunni dei Sa-
lesiani e le alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice
si alternavano in canti devoti. Presidente e Nunzio,
seguiti dal corteggio ùelle autorità, passarono quindi
ad inaugurare i laboratori e le scuole che strapparono
consensi unanimi di plauso e di amm.i.razione.
Il Capo del lo Stato si clegnb di interpretare 111
comune ~oddisfozione rivolgendo lo sun p:m,la ai
superiori e ai giovani.
Nel pomeriggio, la folla delle personalit.-\\ e del
pubblico greml ancora l'Istituto per lo processione
colla srntua del Santo, presieduta dallo stesso Ecc.mo
Nunzio Apostolico, e chiusa dalla benedizione euca-
ristica e dalla benedizione papale. A notte, concerto
della banda dell'Istituto e illuminazione di tutto il
quartiere Vincent.
TUNISIA - Tunisi. - Benedizione della
statua di Don Bosco Santo.
In occasione della festa di Don Bosco, 31 gennaio
u. s., l'O ratorio Sacro Cuore inaugurò un:1 bella
statua del S anto, donata dagli ex-allievi. Delegato
dall'Arcivescovo, improvvisamente impedito d'inter-
venire, la benedisse il Parroco, dopo la messa can-
tata e la comunione generale degli Oratoriani, Ex-al-
lievi e Cooperatori, nella parrocchiale. Trasportata
quindi processionalmente all'Oratorio. fu collocata
nella apposita cappella, fra l'entusiasmo dei giovani
e del popolo, commentato eloquentemente in un
vibrante discorso del cappellano militare Don Ca-
navesio.
lmporfonfissimo: T utte le clziese ed Istituti Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatnce sono
incaricati di raccogliere l'elemosi11a della lira mensile invocata dal Rettor
Maggiore nella circolare di Capodamw, per trasmetterla, coli'elenco degli offe-
renti, allo steuo signor Don R ICAl-DONE, Via Cottolengo 32, T oRLNO ;i:09.
Modulo dei conti correnti: Ricordiamo che 11el Bollettino si inserisce mensilmente un
modulo dei conti correnti, unicamente per favorire coloro che intendono
di mandare qualche ofrerta, 11011 per riscuotere abbonamenti al Bollettino,
clte non ha abbonamento. Il Bol1ettino è l 'organo ufficiale della Pia Unione
dei Cooperatori e lo si manda gratuitamente a tutti quelli che sono i.scritti
alla Pia U11io1ie, come voleva D on. Bosco. Preghiamo quindi a gradire
-
82
-
sempre il BoUettino e a nott respingerlo mai.

2.2 Page 12

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DALLE NOSTRE MISSIONI
ASSAM (India).
!n nuovi e comodi locali, e faranno tanto bene
Due consolanti notizie dalla diocesi
. di Shillong.
Amotisnì,10 Padre,
alla bn:ve distanza di appena una settimana,
m mezzo alla giovcn1u femminile.
La vecchia chic:;ctta, che da tanti anni sfidJ
i dil~vi di Cherra (in un giorno si rt.-gi:;trarono
persino 1000 mm.), è di\\·entata ormai troppo
angu t~ per co~tc!1ere tutti i fedeli, e si impone
~~a 1.:h1esa assai p11·1 vasta e pii1 degna di no,,1ro
ho avuto I.a consolazione <li as~istere e parteci- S_ignor~: Le _as.~ociazioni cattnlidil· e quelle
pare a <lue hcllc e gran<liose rnanilcstazioni g10\\':u11li .spccaalmcntc, in Cherru sono fioren-
rcli).?iosc che hanno riempito <li J?ioia l'animo
<l! qu~to povero Pastore cosi prO\\'al(I dalle
1.hsgraz1c del fuoco e <lclle inonda:t.ioni.
tissime, tanto che i \\\\'elsh l\\lc1o<listi ne furono
all~m~.lli e t~ntarono anch'essi <li orgoniu~1rc un
po d1 mov1menm t:ccondo il... nostro mctt>Jo.
:--.dia mia \\·isiru ebhi la consolazione di am-
Cl-ll:'IWAPOONJAE. - Sono stato a Chcr- minist_ran: 40 Tiattcsimi, 350 Cn:sime, e <li
rapoonjce per la visita Pastorale Quando Lei h_enl·~irc la chiutiura Ùc_l{li Esercizi Spirituali
venne in Assam nel 1927, furooo i cri~tiani nusc1t1 non meno fruttuosi di quelli <li Dihru-
<li que..~to Distretto a farLc le più entusiastiche garh. Il_ritiro era slato ideato :;pccialmcnte per i
accoglienze, e iJ ricordo di quella Sua \\ i~ita mcmhn delle associ.17i,mi g-Ìo\\'llnili ma anche
e sempre vivo e caro nel cuore di tutti. J1 d!~·en:i adulti vi vollero panecipa;c, cosicchè
vecchio c,1tcchista Auguslinc Timor, che Le r _111 d1 300 persone per tre giorni attesero esclu-
Jc1 fece tanta le.~t.1, onu,.,to 1.l'11nni e <li meriti è· s1vamcn1c al bene della loro anima. Una molto
andato n<l ahitare per sempre nella Casa
disputut.1 gar.i di Catechismo e una gar-J di
Si~norc, e la sua morte fl."cc 1:randc impres- l'alito furono una d~na corona alla chiusura.
sione nell'animo dei pagani l'he videro come i
Ell.1 sa, amato Padre, come que;.ta gente
cristiani sanno morire Cli ultimi unni del buon semplice e huon,1 ~ia amante della mu-
,\\gostino Jurono aJhctuti d,11la visione di una Nica.. :\\!e d_ieder~, davvero un lwl 1;aggio con
num·a prima\\cra per la rdi1,.,ione cattolica in canti corali. l g1ov;111i poi mi 1:h1c.,t:ro di n:-
quel Distretto. Chcrrapoonjee, capitale di un 1-{alar lnro una pkcula Banda. Se lo :;tato
~~nus~olo regno Kha,i, noto come 11 posto finan~iario attuale non me lo impcd.i.,,c, li
p111 pwrnso del mondo, è ";sitata <la molti vorrei proprio ,ll"contentarc, poichè anche
turi~ti per le sue bellezze naturali. Le col- quel:ito i,crvirebhc .1 riunirli sempre più e, quel
line e spcdalmente le v.lllatc profonde <lei Di- che pi1'1 vale, li farebbe star lontani <la molti
stretto :;0110 ricoperte <la una folta e lussu- altri ritrovi dannosi alle loro anime. Quello
l"L"t!l:'iantc ,·cgctazionc m·e si annidano a cen- du: pi,·1 mi commosse fu la generosità di tanu
tinaia i piccoli villaggi: aranceti, caffè, hctcl e pmcra ~ente cbc depose nelle mani <lei Yc-
frutta di ogni genere, sono i prodotti della scovo i piccoli rispamti, frutto di tanti lavori
regione.
e da non piccoli sacrifici, per la ricostruzione
I protestanti incominciarono la loro opera di della Cattedrale hruciata. Il Catcl·histn di
e\\'angcliu..azionc circa 90 anni fa e fondarono 1\\ ma {nitro nornl' a Lei caro) mi dice\\'a: I
am·.h~ un collegio teologico per i:.truirc pa.:;tori pagani e i protc.~tanti dopo l'incendio ci ten-
nam,, ma prcse11terncn1c la loro opera appare tano dicendo che la nostra religione non pui, ,
con~e un _vcn:hio tronrn Il\\ cui non scorre più essere la vera perd1è Dio non impedì che le
la l~nfa v1tn!e. \\ccanto ad essa, ma sopra una fi?mmc <listrug~c.scrn I.i chiesa: ma noi :;ap-
collma dommante, ~orgono i nuo\\·i c<lifici della prnmo come nspomlcrc... Or.i aspettiamo il
Missione Cattolioi, ove è tutto un fervore di tc~npo dd r.tccoltn delle araneit.>, pl·rt·hc ,·o-
opere e di gio\\1nez7.a. L'Opera l\\1i ionaria, ghamo darLc una bella somma...•. Tali rna-
grazie specialmente ull'auività <li .\\lons. l\\la- nifcst,1zinni di fede ci :;ono almeno di grande
thias, ha cdc in una hella casa di cemento ~onforto. nella sciagur.i che ci ha c11lpiti, e di
annato che, oltre a lomirc un comodo ristoro 11_1curag~1.amcnto a percorrere la via lunga ùclla
ai Missionari che tornanu dalle faticose escur- ncnstruzwne.
sioni, fonnano anche un mnto e una gloria per
i nostri cristiaui semplici e buoni. Presto anche
le Suore apriranno una scuola con dispensario
'
.",'/lll.l.ONC. - Ieri poi, fosta.di Cristo
Re, abbiamo uencdctta la prima pietra della
- futur-J Cattedr.1lc d1c, innal7"1ndosi sul posto
:::::::

2.3 Page 13

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dell'antica distrutta dal fuoco, sarà simbolo di
1ede e di resurrezione dopo il terribile incendio.
Subito dopo il fuoco, la Provvidenza ci ha
inviato uno dei più valenti architetti di Calcutta
il quale, per amore del buon Dio, ha ~tucliato
un bellissimo piano di chiesa in cemento
armato, che sarà anche una costruzione anti-
sismica. La cerimonia della posa della prima
pietra si svolse tra l'intensa commozione mia
e del popolo tutto, chè tutti ricordavamo e
tutto ci parlava ancora cli quel tragico Ve-
nerdl Santo in cui perdemmo la nostra bella
chiesa.
Un'immensa folla cli fedeli era presente alla
cerimonia e potente sgorgò dai nostri petti
l'inno di fede e cli speranza che innalzammo al
buon Dio affinchè ci aiuti a far riuscire questa
nuova Cattedrale veramente degna di nostra
religione in questo remoto angolo dell'Asia.
Lavoreremo nella misura che ci sarà possibile e
speriamo che le preghiere dei nostri neofiti
compiano il prodigio.
Ci raccomandi a San G. Bosco e voglia be-
nedire tutto I'Assam.
Dev.mo in C. J.
Shillong, 26 ottobre 1936.
~ STEFAi.-...o FERRANDO,
Vescovo di SJiillo11g (Assam).
ShJllong. • S. E. Mons. Ferr•
nuova Cattedrale sulle rovJ:
Dibrugnrh. 1 Catechisti alla
chiusa degli Eserciz1 -Splrlluali.
- ----

2.4 Page 14

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lo benedlce le fondamenta dell a
dl/ quella distrutta dal $uoco.
I
Ch errapoonjce.• Mons. Vescovo
presiede la gara di Catechismo.
CINA
Vicariato Ap. di Shiu Chow.
Bilancio missiQnario.
Stralci.amo dalla relazione annuale del Vicario
Apostolico S. E. Jvlons. Ca11azei:
Grazie a Dio abbiamo avuto un anno tran-
quillo. Non si può a meno di ammira.re lo
sforzo che fa il Governo della Cina per mante-
nere pace ed ordine in questa sua provincia
meridionale. li nostro lavoro ha perciò potuto
proseguire regolarmente. I nostri missionari e
le Figlie di M. Aus. hanno potuto condurre
alla Chiesa, in quest'anno, 1+2 adulti, e con-
ferire il S. Battesimo a 655 bambini volati
già in gran parte tra gli angeli del Paradiso.
È ammirabile l'abnegazione e l'amore con
cui le suore curano l'opera della Santa ht-
fanzi.a (brefotrofio) accogliendo e battezzando
centinaia di cari bambini che i pagani pieto-
samente affidano a loro nelle tragiche neces-
sità della miseria.
Un'altra opera in cui si palesa vivamente,
anche agli occhi dei pagani, la carità cristia-
na, è quella dei Dispensari. farmaceutici nei
quali i missionari, ma specialmente le buone
suore, si prendono quotidianamente cura dei
malati poveri. Però sentiamo grandissimo bi-
sogno di medicinali, di cotone, di bende ecc.
- - 85

2.5 Page 15

▲back to top
Molte volte mancano le cose più indispensa-
bili, ma il vescovo non può che consolare le
ottime suore promettendo di raccomandare i
gravi bisogni ai benefattori e alle benefattrici.
Le nostre Scuole - e sono una trentina -
ri~itano di alunni e di alunne. Avessimo i
mezzi necessari ne potremmo avere parecchie
volte .tanti. È vero che secondo i programmi
governativi le scuole sono completamente
neutrali (cio!: atee), ma quando i maestri e gli
educatori sono cristiani, tutto l'ambiente sco-
lastico, l'aria ste.-;sa, acquista un profumo cri-
stiano che, oltre a conservare ed invigorire la
fede degli ahmni cristiani, si riverbera pure in
qualche maniera sull'intelligenza e sul cuore
degli alunni pagani.
Il Piccolo Seminario, aperto ancora da Mon-
signor Versiglia di s. m. alla vigilia del viag-
gio in cui trovò la morte gloriosa (25 febbraio
1930), il semenzaio delle vocazioni indigene,
ha portato innanzi di un anno i giovani che
ivi si preparano aJ sacerdozio. Lavoro diffi-
cile, paziente e lungo, per il quale in modo
tutto particolare abhiamo bisogno dell'aiuto
di Dio.
Anche un'altra opera, pure molto in1por-
tante, ideata e preparata molti anni addietro
da Monsignor Versiglia, Vicario Apo-
stolico di Shiu Chow, ha potuto fare un
pas$o innanzi, cioè la Congregazione delle Re-
ligiose i11dige11e (u Annunciatrici del Signore n).
È vero che nel Vicariato ci sono, come dap-
pertutto in Cina, non poche ktme<mg cioè
vergini-catechistesse, buone, zelanti, sacrifi-
cate; ma queste vivono troppo isolate nè hanno
potuto avere quella formazione religiosa-intel-
lettuale che oggidì è necessaria per un lavoro
proficuo. Le nuove religiose raggruppate in
un'associazione con .;oti, si spera che, e per il
loro spii-ito di fede e zelo più illuminato, e
per la loro istruzione più soda, possano adem-
piere assai meglio i vari uffici che loro ver-
ranno affidati. Ancora quest'anno il primo pic-
colo gruppo potrà iniziare il noviziato sotto
la direzione di una Superiora indigena. Però
di queste buone figliuole non se ne trova una
che possa portare seco una piccola dote! Tutte
le spese, fin clai primi anni della loro formazione,
sono a carico della Missione.
Pochi purtroppo sono i sacerdoti missionari
(n europei e 2 indigeni) cli fronte al molto
lavoro dei vari distretti. Però diventando le
comunicazioni, grazie alle vie nuove, sempre
più comode e rapide, in alcuni luoghi un mis-
sionario solo può già fare il lavoro <li due o tre,
specialmente se ha a disposizione una motoci-
cletta. Di quanto aiuto ci fu già la moto
- --- 86
donataci dal Duce nel 1934 e quella in,-iataci
in regalo dalla Miva di Aquisgrana! Abbiamo
già percorso migliaia e migliaia di chilometri;
e un viaggio per il quale, anni addietro, ci si
metteva con fatica una giornata a piedi, oggi
lo si fa in meno di due orette.
Lo Specchietto statistico che segue, dice,
riassunti in aride cifre gli sforzi che i Figli
di S. Giovanni Bosco e le Fi~lie di M. A. in-
sieme con le for2e indigene hanno compiuto
in q9est'anno, nell'intento di estendere il re-
gno di Dio in questa regione.
I. Vu:.-.m,no APOSTOLICO di Smu CROW (Kuangtung)
distaccato da Canton e affidato ai Salesiani nel 19111.
Superficie: 33.500 chilom. quadrati - Pop0lazione:
2.200.000 ab. circa.
C,urolici (30 giugno 1936): 4590.
Catecumeni: 144.
IJ. Pf:lt~Orot,'U.B MISSION.'\\RIO.
Sacerdoti in distretto 13 - Chierici tirocinanti 2 - Ca-
tecllisti indiJ!Cni 21 - Maestri (can11l. e pagani) 40 - Sa-
c.,rdoti nel Semin. Collewo 6 - Figlie di Maria Ausilia-
trice 14 - Catechistesse indigene 25 - Maestri: 15.
UI. AMMJNIS"CRAZJONE SJ'lBITUA.LI!.
Battesimi: adulti 142; fanciulli di cristiani 155; fanciulli
di pagtllli 500; rotale: 797.
Confl:$..<rioni 27.950; Estreme Unzioni 66; Matrimlln• 40;
Comunioni 68.304; Cresime 96; Esercizi spirit. 9.
lV. STAHILIM!!.,'Tl E OPIUU!.
Distretti con missionnrio: S - Distretti sen~n mls~tonario
3 - Locali d , culto: chiese 12; 1.np~Ue, oraton... 23 -
Brefotrofio (S. Tnfanzia) t; Asilo per vecchi 1; Kindcr-
garten z; Di11pcn11ari farmaceutici 10, con 28.412. consulta-
zioni (mediCà1.ioni) - Seminario Minore , (con U> alunni);
Scuola preparatoria 1 (18 alunni) - Ca.a di forma:.ione
per religiose i.ndigem, 1 (con 10 aspiranti) - Noviziato
delle Figlie di M. A. r (con 4 novizie) - ColleJtio-Convitto:
p<lr giovani 1, per ragazze 1 • Orfanotrofio per ragazze
e cieche 1 - Scuole professionali (sarti, c:aJ,,olai, fnlegnonii,
tipografi) 1 - Lnbocatori per nignzze 2 - Scuole {elcmcntati
inf. 20; di grado superiore s; medie 2) 27 - Scuole deltn
dottrina cristiana 11 Scuola pec giovam catechisti 1;
per future catechist~'$se 1
I missionari vorrebbero un movimento di
conversioni anche più accelerato.
Ma, la conversione di un'anima a Dio non è
un atto esterno che possa essere comandato
o eseguito a piacimento I Trovare tra 4500
cristiani anche solo una dozzina di giovani con
vera vocazione ecclesiastica, non è cosa facile I
La Chiesa non vuole nè permette coercizioni,
ma esige atti liberi della volontà, decisioni
fatte con convinzione, cambiamenti duraturi
quale frutto di esami, studi e preghiere. Chi
consideri tutto ciò, facilmente riuscirà a pon-
dera.re le "ere difficoltà del lavoro missionario
e non si meraviglierà delle magre statistiche.
In quanto a lavori materiali nuovi, quest'anno
abbiamo dovuto restringerci allo stretto ne-
cessario.
Coll'aiuto generoso del R. Governo Italiano
si è potuto costrurre una piccola ma decorosa
residenza (con scuola e cappella) nella città di

2.6 Page 16

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Yeimgshan, dove il missionario viveva, anni
addietro, in una casa affittata troppo sco-
moda e malsana.
Grazie a tanti benefattori, il missionario di
Yanfa ha potuto ricostrurre la vecchia resi-
denza nel paesello di Tchongfan, che oramai
non era più abitabile.
Presentemente si sta costruendo, coll'aiuto
di molti benefattori e benefattrici, la nuova
chiesa di Maria Ausiliatrice nella città di Lin-
chow la cui povera cappella era da tempo
insufficiente per tanti cristiani fatti in questi
ultimi anni.
Dio benedica e ricompensi tutti i nostri
Cooperatori.
II< IGNAZIO CANA2fil,
Vie. Apostolico.
EQUATORE
Ventun giorni di escursione apostolica
tra i kivari.
Le escursioni nell'Oriente Equatoriano pre-
sentano sempre molte difficoltà, con sacrifici,
pericoli e spese non indifferenti; dovendo viag-
giare sempre a piedi in comitiva con vari porta-
tori, attraverso una foresta intricatissima, mon-
tagnosa, irta di insidie, solcata da grossi fiumi
privi di ponti, e quasi sempre sotto pioggie
torrenziali.
Ai primi di giugno di quest'anno organiz-
zammo una lunga escursione, in compagnia di
don Albino Del Curto, per esplorare la re~one
del J6pi-Santiago, popolata da numerose tribù
di selvaggi, e trovare, fra le impervie ine-
splorate cordigliere del Cutucù, un passo fa-
cile onde costruire una via di penetrazione e
gettare fra quei poveri Kivari i primi germi
della parola divina, nella speranza che non
sia lontano il giorno di poter piantar colà sta-
bilmente le nostre tende. Il 10 giugno, con
10 portatori (5 l{ivari e 5 Bianchi), che por-
tavano l'altare, i viveri e tutto il necessario per
il viaggio, partimmo, mettendo la nostra escur-
sione sotto la protezione di Maria Ausiliatrice.
Nei primi due giorni, favoriti dal tempo, pas-
sammo sopra una misera zattera il gran fiume
Upano e ci inoltrammo per la cresta di un'alta
cordigliera (m. 1500), sulla sinistra dello stesso
fiume.
Approfittando dell'altura e dell'atmosfera
completamente libera, disboscammo alquanto
la zona e ci aprimmo un varco nella folta
foresta, per studiare la formazione della cor-
digliera, e trovarvi possibilmente una scor-
ciatoia che si cercava. L'assaggio non favori
i nostri desideri, poichè la cordigliera, tagliata
di tanto in tanto da fiumicelli, aveva la forma
di un semicerchio, o di un ferro di cavallo,
le cui branche erano separate da un abisso
insormontabile. Capimmo però che il passo
più facile doveva essere più al nord, seguendo,
come dù-czione principale, un antico cammino
di Kivari, che da Chinimbì (Missione suc-
cursale di Mendez) va direttamente al J6pi.
Per non perder tempo, si pensò ùi raggiun-
gere il J 6pi per lo stesso sentiero, sebbene Iungo
e difficile, e, al ritorno, tracciare la nuova via
più al nord. Solo dopo dicci giorni di marcia
penosa e .difficile, a causa delle continue piog-
gie, potemmo raggiungere il Jopi. Durante
questa marcia, non mancarono le avventure.
La prima notte, passata in una capannctta im-
provvisata con rami di palme, mentre scro-
sciava la pioggia, si udi nelle immediate vici-
nanze il ruggito di una tigre. Nonostante la
stanchezza e il sonno, quella voce insolita
e poco gradevole ci scosse, ci fece balzare in
piedi, afferrare le anni per una possibile di-
fesa e riaccendere i fuochi. l\\.1a poco dopo,
non sentendo più alcun indizio della belva,
ci rinfrancammo; e riprendemmo il riposo.
Una mattina, mentre celebravo la santa Messa
in una di queste capannette improvvisate, una
vipera discese daJ tetto -Sopra il corporale, e
con pochi e rapidi movimenti saltò a terra,
internandosi sotto le foglie, ch'erano sute il
nostro materasso durante la notte.
Per vari giorni le pioggie continue, ingros-
sando i"fiumi, ci ostacolarono il viaggio. Spesso
si dovevano tagliare lunghi alberi sopra gli
stessi fiumi, e passare su di essi come tante
scimmie. Intanto, ritardando la marcia, si con-
sumavano i viveri col timore di non arrivare
alla mèta. Ma la Provvidenza non ci venne
meno. Il giorno seguente, cC$sata la pioggia,
potemmo camminare di piò e cosi raggiungere,
a tarda sera, una grotta naturale in alta mon-
tagna. Quivi, mentre cafava la notte, si udi-
rono le strida di una moltitudine di scimmie,
che rianimarono assai i nostri Kivaretti i quali,
nella speranza di fare una buona caccia, dimen-
ticarono i disagi e i sacrifici del viaggio. Su-
bito cominciarono a imitarne la voce, e così
bene che quelle, ingannate, rispondevano e si av-
vicinavano. Ma essendo la notte molto inol-
trata, attesero il mattino. Partirono per la
caccia all'alba; verso le otto eran già di ritorno
con quattro di quelle bestiaccie, grosse come
- - agnelli, dall'aspetto ripugnante. La comitiva

2.7 Page 17

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era allegra perchè la Provvidenza aveva man-
dato il necessario per continuare il viaggio.
La carne della scimmia è una leccornia per i
Kivari e anche per i bianchi, mentre il po-
vero l\\llissionario deve mangiarla suo mal-
grado.
Ripresa la marcia, verso sera raggiungemmo
la Kivaria dell'Ungucia, sul gran fiume San-
tiago. Tutta la Kivaria era in festa. Più di
ottanta selvaggi eran presenti, senza contar le
donne e i bambini, tutti con i loro ornamenti
di gala e abbastanza allegri per la «ciccia »,
(bevanda alcoolica), che sempre abbonda in
simili circostanze. Ci accolsero molto bene
come del resto fan sempre col Missionario,
mostrò ben lieto della nostra visita. In tutte le
capanne dove si passava la notte, tennim1te le
faccende, i Kivari si radunavano attorno ai
Missionari per ascoltare la parola di Dio. Era
un piacere vedere con che attenzione, con che
silenzio ascoltavano. A volte interrompevano
con piccole obbiezioni, manifestando così il
loro interesse. Il mattino dopo, essendo le
condizioni di salute della moglie migliorate,
il buon Cagnuk si offerse di condurre qualcuno
di noi con la sua piccola canoa alla Kivaria
del Sak.ém, mèta del nostro viaggio di quel
giorno. Don Albino Del Curto, sofferente
di reumi e di febbri palustri, approfittò di
quell'offerta per fare un tragitto meno pesante.
Equatore. - l missionari salesiani in cer ca di anime.
ma, pensando che sarebbe stato per noi mo-
lesto passar la notte in mezzo a quel rumore
assordante e puramente pagano, che doveva
durare tre giorni e tre notti, ci offersero una
capanna vuota, che si trovava a poca distanza
in quei paraggi, e diedero pure viveri a tutta
Ja comitiva. Come seppi, era la festa della
tzetzembu, erba odorosa con la quale prepa-
rano w1 liquido, che dànno da bere ai bambini,
perchè crescano forti, tenaci e abili cacciatori.
La festa consiste in balli e canti a suon di tam-
burelli, e nel mangiare e bere senza economia.
li giorno seguente, con un kivaretto che ci
faceva da guida, riprendemmo la marcia. Verso
sera si raggiunse la Kivaria del Cagnuk, il
quale ci ricevette molto bene, ma era assai
triste perchè aveva la moglie inferma. Quando
seppe che avevamo con noi medicine in ab-
- ---- bondanza, si rallegrò, ci offri dei viveri, e si
88
Noi passammo veramente un giorno di gravi
sacrifici e pericoli. Una pioggia torrenziale ci
accompagnò sempre. Verso le nove del mat-
tino ci trovammo sulle rive di un fiume. Per
render meno pericoloso per tutti il passaggio,
i bravi Kivaretti andarono in cerca di grosse
liane (una specie di corda vegetale che discende
da alti alberi); le assicurarono a grossi tronchi
sulla sponda da una parte, e con l'altra cin-
gendosi i fianchi, si gettarono a nuoto per
raggiungere la riva opposta, dove le legarono
ad aJtri alberi. Cosl il passaggio del fiume
non fu difficile pericoloso.
Verso sera giungemmo alla casa del Sakém,
capo della tribù dell'alto Santiago, uomo as-
sennato, ragionevole e gioviale. Avvertito· da
Don Albino del nostro arrivo, ci aveva pre-
parata una modesta cena. Appena mi vide,
riconoscendomi perchè l'avevo visitato un anno

2.8 Page 18

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prima, mi abbracciò e sorridendo mi disse:
«Ti aspettavo proprio. Sappi che quei due
peli della barba, che mi regalasti l'anno scorso
e chi legai qui a questo palo maestro della
casa, me li ha mangiati il ti11ghistip (grillo).
Quindi ora me ne darai altri due. E sai perchè?
Perchè, vedendo la tua barba, penso a te e,
pensando a te, il mio cuore è contento ».
« Se è tanto facile accontentarti - gli risposi
io - prendi pure ». E gli feci dono di altri
peli. Questa familiarità ci servi per farci con-
durre con le sue canoe alla Kivaria del Pira-
ettgni, un'ora più in giù lungo il fiume Santiago.
Anche questa Kivaria era in festa: vari giova-
notti, nei Loro costumi suonavano il tamburello,
altri ballavano. Era la festa del serpente. Un
membro della famiglia, mornicato otto giorni
prima, era scamp~to al pericolo: donde Ja causa
della curiosa festa che però non era completa
perchè l'infermo, avendo trascorso, secondo
l'uso, parecchi giorni all'aperto, fuori de]la casa,
aveva preso un colpo d'aria, una specie di
torcicollo. Tutti pensavano all'opera malefica
di qualche stregone nemico, ed erano corsi a
chiamare lo stregone amico della tribù per li-
berare il famjjjare da quel maleficio. Verso
sera lo stregone, bevuta una infusione di nat.ém
(narcotico potente), cominciò un canto mo-
notono, interrotto di tanto in tanto da forti
espettorazioni, per gettare - secondo loro -
le freccie invisibili della stregoneria che suc-
chiano il male dal povero infermo. Al mattino,
il povero paziente, invece di migliorare aveva
peggiorato. Riuscii a convincerli della causa
di quel malessere e, prima di partire, diedi al-
l'ammalato delle medicine.
Verso le nove del mattino, c'imbarcammo su
tre piccole canoe, benchè il Santiago fosse
cresciuto di vari metri, e raggiungemmo, dopo
tre ore di penosa e difficile navigazione, la
confluenza di questo fiume col J6pi, dove si
trova una casetta, ultima residenza delle au-
torità civili equatoriane verso il Perù. Quivi
fummo ricevuti dalle Autorità presenti con
rotte le attenzioni. Un impiegato governativo
si offri per accompagnare i due Missionari con
una canoa, nel viaggio di ritorno, risalendo il J6pi
per un giorno e me7..zo, mentre i nostri porta-
tori avrebbero continuato il viaggio a piedi,
eccetto due Kivari, necessari per condurre la
canoa. La navigazione non era facile, perchè
contro corrente e col fiume cresciuto e torbido.
Tuttavia, il mattino dopo ci mettemmo in
viaggio. A un certo punto la canoa cozzò con-
tro uno scoglio invisibile, perchè appena af-
fiorante nell'acqua limacciosa, e si apri una
falla che, verso le tre della sera, per un se-
condo urto, si allargò e ci costrinse a spin-
gere in fretta l'imbarcazione alla riva per
non affondare. La riparammo alla meglio per
poter raggiungere, il dì seguente, una Kivaria
che non era molto lontana. Benchè il fiume
fosse cresciuto ancora per la continua pioggia
e uno dei Kivari si fosse ammalato, tentammo
ugualmente di vincere le difficoltà aiutando
anche noi missionari a spingere la canoa.
Intanto il cielo si oscurava sempre di più,
la pioggia si faceva scrosciante, il fiume con-
tinuava a crescere a vista d'occhio, la naviga-
zione diventava sempre più lenta e difficile,
le tre ore di viaggio si eranò moltiplicate e
ancora non sì vedeva la mèta. Finalmente,
verso le cinque della sera di quel travaglia-
tissimo giorno giungemmo a una casa kivara,
dove ci aspettavano i compagni di viaggio.
Qui si presentava un'ultima difficoltà, ch'era
la più grave: si doveva attraversare il fiume,
trasformatosi in una fu.ria d'inferno,. e largo
più di trecento metri. A un grido ùi animazione,
la canoa venne spinta verso il centro; ma quivi,
il IGvarotto infermo, non potendo vincere la
forza della corrente, si avvili e lasciò che la
canoa, in balia delle onde, discendesse verti-
ginosamente. Fu un momento veramente dram-
matico. L'imbarcazione venne trascinata dalla
corrente del fiume in piena attraverso una serie
di piccole cascate, che accrescevano il pericolo
di □n ceito naufragio. Umanamente parlando,
era impossibile salvarci. La fede e la speranza
nella Madonna di Don Bosco, ci ~ece gridare
supplici: « Ausiliatrice, aiutaci! n. Ed ecco che,
in una curva del fiume, la canoa venne gettata
fuori della corrente, dando così tempo al rema-
tore di dominarla e di condurla alla riva.
Quivi sostammo e riposammo come potemmo.
Il dl seguente il fiume, diminuito di parecchi
metri, era tornato calmo e tranquillo, lascian-
doci con facilità raggiungere i compagni di
viaggio. Potemmo quindi entrare nella nume-
rosa tribù del J 6pi e svolgere la nostra opera
missionaria. Con l'aiuto di quei Kivari,
potemmo tracciare un sentiero più corto e
più diritto per la futura strada di penetra-
zione. Il ritorno ebbe pure le sue difficoltà, ma
infinitamente meno gravi di quelle dell'andata.
Dopo ventun giorni di assenza, trascorsi tra
infinite peripezie, ma lieti di esser riusciti nel
nostro intento, rientramJno in ~1issione a
riabbracciare i cari confratelli, che già ci atten-
devano con ansia.
Mendez, 30 giugno 1936.
Sac. GmvANNI GHINASSl
- - lviissionario Salesiano.

2.9 Page 19

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Un altro apostolo dei leb~rosi
Don ENRICO PIRALI
morto l'11 luglio u. s. ad Agua de Dios (Colombia).
Noto a Gattico p-resso Borgomanero, il t 0 mnrzo
1876, da Giuseppe e Rosa Della Valle, e11t.rò nella
Società Salèsiarra nel 1 S95, e partito, chieric<>', pel
Brasile 11e/ 1898, /Il ordi11ato sacerdote ÙI Campi11as
il 6 lug.fio 1 906.
Dèstinato 11el 1912 alla nuova casa di San Gù,-
vanni della stessa tittà, oltre alla smola e a 1/a disei-
pli11a del nw11oroso esternato, seguendo gl'in,p"lsi del
mo ztlo, si sobbarcò a'l'opera ~•erame11te eroica, che
,w- dmHn•o influire prodigiosamente Sfl tutto il st,o
v:tnire.
In un borgo della #essa Campinas esiste1;a una colo-
11ia di lebbrosi protella da u11a società di carità, la
quale a stento trovmrà sacerdoti che si prestn.ssero per
la loro assistttn:::a spirituale. D. Pira/i, mosSI) a com-
passio11e del trists abba11dono di q,,d pweretti, seb-
bene sot'Tauarico di lav.,•oro, si offerse ai superiori
per far loro da cappella110. E cmni11riò subito con slan-
cio ìl mo ministero.
.Qua11/1mqu(I i11 mor suo Sl'l1tisie nah,rale rip,~nanza
alla lebbra, tutte le t!Olte che era chiamato al loro letto
t,i accorreva come u11 padre amoroso e li co11fortava
cui santi sacramenti. Ogni mese si recava 'a celehrnr
la santa messa, confessarli e dar loro la com1mione.
Per tre anni eserci.tò co,r carità ammirevole questo sa11to
111i11iste-ro, qun11do rico11obbt i11 · se stl!uo i si11tomi del
terribile morbo. Rìco11osciuto dai medici. il mo coutagio,
e diuenuto cosi a11ch'tgli lebbroso pei suoi lebbrosi,
nel primo momento s1'11tl 1m naturale sgon~ento; ma
poi, confortato dalla grazia e ritoniata la calma,
be11edisse il Signore. c7,e gl'i11'11iava quella prova.
Dive,mta però imposribile la vita di comunità, i
mperiori pensarono di mandarlo al la=aretio di Llgua
de Dios ed egli benvolentieri accettò la proposta, sape11do
che sebbene lebbroso av.,-rebbe potuto est'Tcitare il s110
mi11istero i11 favore dei suoi fratelli di malattia.
Dopo lw,go 11 penoso ·viaggio gi1mse ad ,-Jgua de
Dìos verso la metà di !t,glìo del 1 922. Il cambio di
clima, di lingua, di 0111bie11ttt e di ~•ita dt>t:ettero i111-
pre.ssio11Q.rlo 11wfto; ma la sua vir/1, e giovialità abi-
wale gfifuro110 di gra11<k aiuto. Verso la fi11e d~llo stu~·o
011110 la lebbra im•ase tutto il $'llO orgo11ismo e lo coprì
di piaghe fino o re11derla irriconoscibile. Ftt una prova
pirì dura, rhe il buon co11fratello seppe sopportare co11
onimo ill'l1itlo e pazienza degna di ammirazio11e.
L'a,1110 appresso p1;rò ùu:omi11ciaro110 a diminuire le
mamfestazioni 11Sterne della lebbra e a poco a poco, mi-
gliorale le sue co11di::ioni, chiese ~gli stesso di occu.pani
11el far mtola ai giova11etti lebbro;i del 11ostro asilo
«l.1.icl,ele Urna •· Colle 111W11e ocmpa::ùmi, quasi cli-
memico dei sttoi mali, awmdtl'l•a eOll assid,rità alla
scuola e alla disciplina dei cento ci11q11anfa gi<l'f.'arretti,
che presero ad amarlo come w1 padre.
111 seguito, esercitò fa carica di direttore incari-
cato dello stesso asiln e compì ,ma J!ra11de ,nistione
di be11e, come se 11011 (l'l,•eue nelle s,,e veue il terribile
morbo. Era verammte edifica11te vedere il sacerdote
lebbroso, spesso tormentato da febbri 11ervose proprie di
tale malattia, far smola regolare, os.fistere co,1 scrupo-
losa diligenza i giovani, preparare con ent1tsiasmo le
feste, fare egli stesso i discorsi principali nelle acca-
demie e dirigere l'asilo c<n1 tanto zelo e pnuumza, elle
sembrm;a l'm,gelo 11,telare della coro.
--..._
90
---S. E. Mons. Ferrando tra
giovani del Collegio S. Antonio cU Shillong.

2.10 Page 20

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C berrapoonjee. - R esiden1ta missionuia e S cuol e elementari.
Qua.i a ricompensa del suo spirito di sacrifizio il
Signore gli volle prepararti una grande consola-
zione. Nel 1927 s'incomi11riò o co11oscert1 ed usare in
qi,el lazzaretto la mra a ,1tilebbrosa dell'olio di
d1aln,oogra ed il Dott. De/godo Palacios, clis
l'amava teneramente, applicò al caro D. Pira/i le
primizie dell'imumzi.one del suo genitore. Nel corso
di circa rin amt(), il tmtn10 ritrovato ddla scienza pro-
d,me i suoi mt1ravigli()si effetti. Scomparvero itifatti
poco a poco le traete del male e alla fmc del 19.29 i
medici constalar<mo la scomparsa del mirrobo fatale.
Dopo dite altri esami fatti con s11i mesi d'interoallo,
l'autorità medica lo dichiarava ro111pleta111e11u gua-
rito e gli co11cedeva il permesso di use-ire dal lazzaretto.
Rifonosc(11le a Don Bosco, cui attribuiva special-
menu la mo guarigio11e, chiese di 1tsciTt1 la prima volta
per recarsi a Bogotd ad as~istcre alle gra11diosissime
feste della Bentificazio11e che vi si celebrarono 11el
giug110 dA 1930. P: impOssibile descrivere la sa11ta
allegria che ùmomiò /'a11ima ma in qu ei giomi in cui
11011 fi11it•a di glorificare il 11ostro Santo Fondatore.
Ottarito dalla Lebbra avrebbe potuto chied,ae di far
ritorno al Brasilt o di lavomre altrove; ma tgli, grato
al Signore pl!f benefi;;:io ricet1uto, ma11ifenò al suo
ispettore il desiderio di consacrare le i,ltimé me forze
in favore dei moi fratelli lebbrosi. Tornò perta11to nl
mro laz:::aretto, I' fu d11sti11a10 al 111i11istero parroc-
driale i11 cui spese i suoi ul_timi sei nmlÌ di vita. Nel
1934 roprì anche la carica di direttore e parroco, da11do
prova del suo ardente :::elo ed amore alle anime, e ri-
/.tlgendo delle più elette virtù religiose e del pir, eroico
spirito di sacrificio.
Srmpliu e dodle come un fanciullo, sebbette spesso
sofferente, correva al primo cem10 alle difficili man-
sioni della parrocchia e degli o~pedali di giorno e di
notte, sotto i raggi di u11 sole coce11te, in 1111 rlima
costante di 28<1 di media. Vero cacciatore di anime,
si p restava volentieri a predicnre ed istmire dal p14/-
pito, a scrivere 11el foglio parrocchiale, a co11fPs$are
lrmghissime ore del giorno e della notll! 11ella chiesa,
negli ospedali, fra miasmi pestiferi. E q1<a11do il la-
voro intenso dava '"' poco di tregtta, invece di pre11-
deni tm poco di riposo, imitando Gest) al pozzo di
Giacobbe, si sedeva '1Jici110 al mo ro1ifess:io11al~ aspet-
1011do qttalche pecorella bisognosa di grazia ,peciale.
li Signore 11011 ta ·dò a prepnrm•gli la corona. Da
qualche tempo sentiva i sintomi d'u11 grave malore. N d
nO'Vembre del/'011110 scorso i nostri co11frntelli r le suore
addette al fozzaretto se 11e aa:orsero II dura11te la
prima parte di q11est'a1t110 ttota•o,-o che la salute del
caro D. Pira/i deperiva; ma egfi sempre di b,1011 umore
e disposto a tutto, dis.,im1'lava e contim,ava a lavorare.
Jl .27 giugno, vigilia deUa festa del Sacro Cuore.
tolti i pochi momenti dem'11ati alle refe::iom·. la passò
tutto seduto al co11fessio11aler astiepato di fedeli. Dopo
cena, le co11fe,,sio11i si protrassero fino oltre le 23, ora
i11 etti tutti i nostri sacerdoti addetti al Lazzautto
andat•ano a riposo.
Ver.,o le d"e del 111atti110 si wegliò in preda ad acu-
tissimi dolori, uitt:ima di m1 ,.:iolento attac,co di uremia
e rhiamò i co,ifratelli, i quali ma11dnro110 pel medico.
Questi 11011 potè fan 1mlla pe,· trattenere il male, il
qttale ben presto si complicò ma11iferta11do i si11tomi
dell'intossi.cazio11e del sa11gt1e e q11indi la ca11c-re-na cott
t11tte le Stl! com eg,1etize.
- - Nella pitma conoscew::a della gravitd del m o stato,
91

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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volle riceuere i santi sacraml!Tlti con edificante divo-
zione, qui11di come bium operai() che aspetta tranquillo
dal Padrone la meritata mercede, stmza afJ01111i, senza
rimorsi, an::i rauegmito t t'<mtento, attese l'ora della
partenza da questa valle di lacrime.
J,1 tale stato, già spacciato dm medici, passò circa
otto giorni edifica11do colla sua rassegnazione e buon
umore anche 11elle ore piì) dolorose. Non mancarono
le alternative della speranza, in cui parve che le ora-
zio11i jervorosissime dei carilebbrosi at•tssero a strappare
dal Sirmore la grazia della sua guarigione; ma ben
altro era il diseg110 del t:ielo. La Sila robusta jìbbra
dovette cedere al male: il giorno 1 1 luglio alle 8
del mattino volava placidamente al rielo.
I cari lebbrosi, c/14 L'avevano amalo sempre come tm
padre, gli diedero u11'impone11tissi111a manifestazione
accompag,umdolo in massa a/l'ultima dimora. fl WQ
cadavere fu tumulato nella cappella d,!I cimitero, a
lato <E altri insigni 1alesi011i, e prima che si chiudesse
la STUJ tomba, vari oratori, interpretando il connme
cordoglio, diedero l'addio al compagno di malattia,
al rncerdote zelante, all'amico delle loro anime.
Equatore. Il missionario salesiano. aiutato dalle Figlie di M. A., CW'a I piccoli Kivaretli aIDn:u,tall,
Lettera di Don Giulivo ai giovani.
Carissimi,
lascio parlare uno de.gli Eroi dell'Alcazar d1 Toledo,
;1 capitano Frejo. I11teroistalo poco dopo La liberazione,
fece qr,e$/a bella ro,!fessione:
Ah, che bell'assedio I Settaamdue g1or01 di vita
sublime, fatta di sacrificio e d'amore. lo non ho mai
amato tanto la Madonna, rddio e i miei fratelli.
L'UtDAnil.à è bella quando è formata con gli ideali
del cielo Giammai avevo vis$Uto una vita cosi in-
tima con Colui che amavo. Fa ricordare le parole
S. Paolo: Chi ri separerà dall'amore di Cristo?
la tribola::rioue, o l'angost:ia, o la fame, o la nudità, o il
pericolo, o la p111'secm::ione, o la .,pada? SerondocM
sta scritto: - Per cagio11 tu.a siam tratti a morte d11-
ra11Je tutto il giomo, siamo stati ct1/colnti comll puore
da macello. - Ma i,1 tutte q,uiste cose si.amo pi,l d1e
- 92 --
vi11citori per opero di Col11i che e, ha omoto. PoicM
io sono permaso che nè morte, nè vita, 11è angeli, 11è
pri11t:ipati, 'IJirrù, eou olfuali, 11è ffliure, 11è
poustà, nè alte':f-ze, n~ profo11dità, 11è alcun'altra
creatura potrà separarci dal/'amore di Dio i11 Cristo
Gesù Signor Nostro (Rom., VIII, 35-39). Ecco la
co11vi11zio11e di S. Paolo confortata, a distan::a di di-
cia111wve !;eco/i, dnll'esperienw degli Eroi della Spagna
cattol,ca, 1ormelllata dal connmismo colla satanica
feroc,a che 1101 sapets. Ebbe11e, miei cari: f'esper1n1::-a
dl'l Santo e di qrusl, prodi, come la grande esp,·riem:a
di tutti i 11,Jartiri, t'Ì animi a prlltirart .fen.•urouimmte
la strenna del Stluessore di Don Bosco, •·oftivcmdo
la pietà eucaristica r siate sm,ri che m,L/a al mo11do
vi potrà mai strappare q11eJ peg,10 drll'et;•r,za gloria •
che ,, ndla m11ta Eucaristia. L'assedio dei piiì cmdeli
nemici e l'assalto delle passi.011i più n'olente 11011 ri11sr.i-
ra11110 mò.i a rapiroi la gra::ia di Dio, clte ~ il 11ostra
pia gran /esoro.
'CIOSiro aff.mo Don GIULIVO.

3.2 Page 22

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GRAZIE
attribuite all'intercessione di
MARIA SANTISSIMA AUSILIATRICE
e di San G iovanni Bosco.
dopo potei ritornare in famiirlin perfettamente A'llll•
rito. Ricon05<:ente .a S. Giovunni Bosco dell'i11-spc-
mtn i,,u,u·11fione ottenum, facon l'offerta promc,,..,.1
e pn:gu vc-nJ(-1 pubblicnta la gro7'ia.
Jl,fo,ualitri (Testona), 25-u-1936.
Fi,ucr. Busso.
Rarru111aJ1dinmu ,,il'f1•11,:11te ai grm:iari, mi ,·asi di
1(11a,igio11e, di sflé'<iJfrau <m1pn bene la 111alurtia ,. le
rirmstan:u pi,ì importm,ti, , di ugnare thiaw,11ri1le la
propr,a firma . l'ùm si p11bbli<ano in/<1:ro/111(11/t' le re-
ln:fo11i di grazi,: a111,11i111r. o finna!e ,ol/r umplid
mi.:iali,
G,mrifa da ph1m11·. - Sciogliamo un i;crnn deJ,ito
dì riconoscenza ,crso 1\\1uria SS. Au~ìliarr,ce e
S. Giovanni Bo~co, per la proiligio'l.1 guarigione
ddla nostra figlia Ehs11hctta che colpila da pleurite,
dopo due me,,i di febhre continua , mall{rado tutte le
cure prodigacele dal dottore, non acccnmwll a nessun
mil(lior11mento.
C1 rivolgemmo a S. (;iovanni Dosco con una fer-
vorosa novena e tre 11iomi dopo la no,enn la febbre
scompar\\'e compleumcnte con gmn wrprl'lUI del
nwdieo curante.
L., grave malattia non le lasciò trnccra alc uno.
Coniugi G10,·!1...""' e Ou;,\\ P1A1.:r.A.
L'u:::ema srompart. l)a vari mt.-,,i ero tr:wn11liato
ùa un noiosissimo ,·e-::c11w che non mi ta~ciava
tre1,>ua nè giorno nè notte. Non c'era rimedio che
nù recasse sollievo.
Ricorsi finalmente con fiducia a San Giovanni
Bosco cd app!ìcni l'immai?ine del cam S1mto sulJa
~amba o,-e il mole cm.~, localiv.ato. Alla fini.' della
no\\.ena pote,o già godere 1I beneficio del riposo;
quindi in. pc1chi giomi fui guarito cumplci.unentc.
Mando una modesta offerta e tutta la mia ricono-
sccn7,a a S. Giovanni Do~co e a Maria Ausiliatrice.
Corzo11ero, 3 dicembre 1936.
NODIROI.I fì10VANNI
Esmulita uco11do la d<Jm(lnda. - Per quo.si due
anni ho do\\.-uto lottare fra la viai e la morte. Crisi
foni,-,,ime con dolori e spasimi indicibili mi face-
1;ano svenire per ore e ore, sicchè vivevano 1mpen-
61eriti sulla mia !!Orte col dottore curante tutti quelli
dclln ITfia famiglia. Non trovando mi1diommcnto nei
rimedi terreni mi rivolsi con fiducia alla protezione
di S. Gio. Bosco, promettendo un'offerta per le
l\\lir.sioni Salesiane, e la pubbli=ionc della grazia,
~e conosciuta la cnusa d, trullo martirio, il meclico
fol\\Se riusdto a rt.'Cllrmi sollievo e a riùon,mni la
salute. secondo la ,olontà di Dio. Le nostre pre-
11h1erc ottennero quanto desideravo. Infatti il dottore
dopo nuove v'isite disse che era indispen!lllb1le un'o-
p,m1zione chirurgicn. A malincuore mi 50ttorrusi
111la dura sentenza, e portutomi all'Ospednle J\\,lauri·
ziano fui operato aubito. Passru un me~c circa tra
mi$!1ioramenri e pCjtlfloramenti. J\\la la fiducia nella
prolezione di D . BoS(:o, non venne mai meno
in me, nei miei cari, che angosciati mi assistevano.
Finalmente cnrrai con gioia in convnlescen?'.3, e poco
Uno beffo /(t'Ozia. - Un mio fratello che in pa1<-
saro ~cntm1 In voco.z1onc ~cerdotale si vide nttrn-
vcr,,nta L1 \\'Ìo da mille difficohi\\. Amicizie non buone
e la "ita militare lo di~tolst!ro più tardi anche da,
Sacnmcnti. Angustiata per lo stato dell'anima sua,
io m1 industriai n cro~·arc il dcMro sufficiente per
mandarlo 1d un corso di Esercizi Spirituali e m1
raccom11nlla1 a J\\taria Au~ilu1tricc ed a S. Gi1n1tnni
Bosco pcrchè gli dispones~cro l'onimo ad nndnrv1
ed nvcmc frutto. Ln graii,1 fu cornpleoi. Egli 111:
hu approfittato proprio lx:nc c vi e uscito compio:•
tnmcnte mutato. ila dato alla sua condotta un mdi-
rin.o 1<Ìnceramente cristiano, frequenta i santi Sa-
crnmcn11, e tornato i;ano e s:1lvo dalJ'Africa, dopo
aver oompiuto tuno il suo doH:re ,rn per ~ist•·m.uc
0n<llcvolmente la sua posizione e promette dì offurc
i suoi p1 ini1 ~uadagni per le Opere sales1nne.
Con infinita ncon(lscen.za, dcv.ma
A1olo (Treviso), 30-1 :i-1936.
DoI'F ELIS,\\,
N..t/'11/tima ora. - Una mia ~rdla gra,erncmc;
mfc,ma e presi;ochè al termine di una. viro tr,1va-
gliat1,cq1m,1 non ,·olevn saperne di Sacramenti; rifiutò
onz1 rccu;arnente di rict:vcrli. Con l'ango:;ci11 nel
cuore e nel desiderio vivisRimo di vederla morir bene
mi rivolsi n San Giovanni Bo~oo e collocai un'ìm:
,·,u mar{ine del Santo sotto il j.'Uancrnle dell'ammalato.
L'ultimo giorno di su.'\\
chiam.ai un :;accrdote
salesiano il quale potè amministra.ridi tutti i Conforti
di n«'IStrn ~nta Reli~one. Ave-.o prome,;so al S.Ulto
di render pubblica la grazia e soddisfo con grati-
tudine al13 mia prome<;sn.
6-1-1937.
B. C. LESE0NO.
Il ,:ra;iit! d1 1m ex-combattmre. - Di ritorno dal-
l'A. O., invio una modesta offerta per l'ampliamento
del SnntUllrio dell'Ausiliatrice e per la costru1.ionc
dell'altare di D. Bosco, in rinlll'\\lziamcnto della cun-
tinua protc?-ione ricevuta dal Santo dei giovani e
dalla 6UB dolce Madonna e pc:r la gr.azia ottenulami
di ritornare in Patria sano e salvo.
Oh I 5'uceresca nei giovnm e in tutte le anime In
fiducio in D. Bosco e nello Vcq~me SS. Ausiliatrice I
li-10111ig110 (Pistoia), Epifania 1937-XV.
ARCAXGEl.t Ev1 LIO,
f'.\\'•COIIWOltttlf ,.
Gu,,riro da /r,nga t pemaa malattia. - Etano
om1ai 7 mesi che un'asma bronchiale mi aflliggc\\'ll
e mi impediva l'eserci~o del mio ministero p,tsto-
rule. L>n qualche mese, dopo una novena n ~- Gin-
"~umi Do6CO, aveva notate> un lieve migliorumc:nto,
ma il male pcrsiste\\.11 cagionandomi spesso crill1
paurOlle. l\\lcdici, medicine, cure climatiche mi ap-
portaronQ un sollievo as.-..~i limitato, finchè un giorno.
proprio lo visrih.a di Natale, appliC>1ndo sui bronchi
--- - sofferenti una reliquia del S.intu e recitando con
93

3.3 Page 23

▲back to top
fiducia uno breve preghiera, mi ritrovai nll'istante
completamente guarito. Dico completamente gua-
rito, pcrchè da quel momento ho sospeso ogni cura,
bo messo da parte tutte le medicine, c il respiro ba
pre.,;o il suo normale funzionamento, pennetteodomi,
dopo 7 mesi, un regolare e benefico npoi;o durante
Ja nonc- e la ripresa di una dù.crtt.i attività nelle mie
occupazioni durante il giomo.
Mi sento quindi in dovere di rendere grai:ie al
Santo, riservandomi in epoca propizia di te$timo-
niargli, con una festa solenne, tutta la mia ricono-
scelUll.
Padtrr110 d'Adda, 5-1-1937.
Sac. Ec101O CARUCATI,
Parroco.
Un molt ribdlt. - La nostra cam fi~lia Lucia, di
,·ent'anni, fu colpita, mesi or sono dn un male vio-
lento, ribelle ad ogni cura, che la trasse m fin di
vita. V1~ita1a da valenti dotton, tutti dichiararono
che avrebbe dovuto soccombere. In tanto dolore
c, rivolu~mmo fiduciosi nl nostro cnro protettore
S. Giovnnni Bosco, ed egli suhito esnudl le nostre
preghiere. La car-..1 inferma cominciò a migliorare
gnidntamcnte fino alla perfetta guarif;fione.
01 t.1nt4 grazia, che ha del miracolo, pro:cstiamo
la più , i,• riconoscenTa al caro ~anto. Ci duole di non
poter fare più lar~ offerta, ma qud pocoChé possiamo
l'inviamo di irran cuore, sperando eh'ei;:lt ,·orrà con-
tinuarci dal Cido la sua protezione.
Letialdi,ri, 21-12-1936.
l\\olARTINA MARIA nnta BllRTOLA.
Prodigiosa guarigione. - La mattina del 28 ot-
tobre u. •· mio zio Angelo QuArtrini ulzAndosi da
letto si scnù improvvisnmente male e dovette ri-
mcutt, isi ,ubit<> Passavano le ore, ma il suo male
peggiorava tanto che verso mezzogiorno era in fin
di vita. li medico accorso pront.omente disse che era
stato colpito da un violento atracco di diabete. Mia
madre, sua sorella, avvenira, non potè accorrere
subito presso l'infermo perchè, essendo sola in casa,
doveva attendere me dalla scuola,
Mi diede il triste annunzin, e poi corse da m,o
zio. Io angustiatissimo mi ri,olsi senz'altro a S. Gio-
vanni Dost.'O, al ven. Savio Dom1:nico, e al Servo
d1 Dio Don Michele Rua, pcrchè coll'intercessione
di Maria Ausiliatrice, allontamis~ero dalla mia fu-
mrglm tanta disgrazia, promettendo dì pubblicare
In l!'Tf\\ZÌA sul Bolletti110 Solut'a110, che orn, ricevo,
come ex-allievo del Collegio Salesiano Macerata.
C<ime poi mi disse mia madre:, lo zio fino alla sera
continuò a pe~10rare; non parlava e non ricono-
sceva più nessuno. Ver.;o notte gli misero vicino al
petto un'immal(tlle della Madonna e immediata-
mente aperse gli occhi e li girò intorno, mostrando
di ncono~ccre i parenti che pmnf;{enti e addolorati
sr:nvuno attorno al suo letto. Quindi mii;tliorò rnp1-
damcnte e sensibilmente, tt1nto chll, verso mezzo-
giorno dt:l 1.riomo seguente, purlnva coi parenti,
come se nulfa fosse stmo. Om si trovo in perfetta
salute, e io che in questa Jlmdilfio~n stuarigionc ri-
cono~co, coi miei parenti. l'uiutu divino, rinlfl"3,zio
di cuore ;\\(aria SS. Ausiliatrice e tutti i ,-alidi inter-
cessori in,·ocat1.
,Uorruvollt (1\\lacerata), 24-12-1936.
SEVERISO GATTI.
e,·-ollievo.
Lo sal'1t:J::a di ,m'animo. - Avevamo una persona
carissima di famiglia gravemcme ammalata da vari
mesi e non nutrivamo più akuna speranza di gua-
ri,:riune.
Limo (l!UO). - li 3 gennaio u. s. S. E. il Nunzio APostolico Mons. Cento tenne lo sac:ro otdlna7.loru nella
- 94 --- nootra bolla cblesa cli Maria Auslllatrlco. poi posò tra lo presld1111zo delle assocla~lonl di A~lono Callolica
che qui riproduc:Jamo.

3.4 Page 24

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Per varie difficolro innltre temevamo cht" il con.
forto dei Santi Sacramenti divm.i~ impas.,ibile.
Pregavamo e facevamo pregare, quando, in mezzo
a tanta angustia, ci ,enne l'is.pirazione di rirorrcre
1111'intercessione di San Giovanni Bosco, onde otre--
nere presso il Cuor di Gesù e Maria Au~ilirurice la
salvezza dell'anima cnra.
Tutri insieme ~cnz 'nitro, in famìgli11, all'inRaputa
dd malato, cominciammo 1a novena promettendo
di pubblicare la gn1Zia e fnre un'offerta alle Opere
Mis~ioruu-ie salc~iane.
Alla fine della novena il malato. ornai in fin di
viw, era disposto a ricevere il conforto e l'aiuto dei
~anti Sacrament1. L, \\'Olle nCC\\'ere m picn11 CO·
s.cicn1.a e con fervore. Poi, prima di entf'llre in ago•
nia, chiese con insistenza l'immagine del Santo
vicino a sè e la baciò più volte, oosa che non aveva
mai f,mo.
!.'intercessione dc!! Santo er.i stata efficace-.
Con profonda gratitudine adempio la promessa
td invio la relar.ion<'.
Cittd di Casullo. 12 gennaio 1937.
MARIAN'NINA BUFOLTNI L1CSASt.
Ringraziano ancora della loro interces-
sione Maria SS. Ausiliatrice e S. Gio-
vanni BOS<:o:
ut;l{n-o CaJm11a (Chri•topf~r lllinot• • U,S_.\\.) per
l'on,,nuto impie110 di·I marito dopo 1ei anni di flC'noq
di&accupazionc.
Tripodi Figliws::i Gi11a (Sm11 S. Bruno) pt,r la ncupct-
raca walute del ouo r,1ccolo 1'1ctro.
B,mo Lucia ud. Dal 1\\la,o (Thiene) l""r ll\\'er potuto
oopp,,rcarc con esito f,·hce, non ostante l'nvnn1.n1t1 ctò,
1.111 ùitficile atto operurono.
&ntti Annn c:-:nroli} per =•ere stara reJiccmentc ope-
rlt4 ~oza che. come 11 ft'nt\\"VII, aorga~To comrlic.:azioni.
O,qaro Gionm11u (Cimctra) pél ielice comp,mrnto dcwi
1<1uJi del 6glio Gio,-anni.
M,.,m;:o Giotm111i (S,:rralunJtll d'Alba) per l'o,tcnuta
11uurigione dd pìcJc d1nism,.
Sri11l,l,arrwi Curo/1110 \\Canicarù) per la gunn!{1ònc deUa
mamma, colpita ùa polmonirc.
lfTil''" Bouhi110 Tt>rt1a (Snn Remo) per assiatcn7.a e confarli
ricc\\l\\Jti durante unu
malattia e pel fclicu ritorno
del foilio in famiglit1.
Sot10<asa Cmlui (Santa Valeria) per eacrc stani Jibc,.
na1., da un fibrorrut coll'applicazione della reliquui del
no•tm Santo.
Fat-orir,i .lfuria (Pcaaro) J>C!r ottenuto decoroeo impiego
al marito.
lk ,\\!aio Giot·an11i (Taranro) per essere ,nuo felice-
mente opct'8.to d1 un foruncolo maligno.
Ro•n Antonio (Vcrull1) per c\\"Ìtate eompliCAiioni che
pOtc\\'nno sorgere in •c11uito od una iniezione
N. N. (Roma) per l'ot1çnu1t1 impiego.
Colonibm-i Almamlro (Penrutbillì) per asaarcm.a " con•
forti ricevuti d1.1ra11lc wu penosa oituazione in eui ii trovò
la ,·on..wr;e.
T. G. D. ba in,-uta offeru per una grazia ,~-irnalarn.,ma
nl·ovuta, e ne Ìn\\-oca ah.re.
D,•I Taio 1\\lan<1 (Tonno) per gn,zie ricevute, m,·ocando
protezione.
811fdi Giooannì e /t1m1glfo (Co.rigli<,te d',\\ati) pel felice
caito di una ()pe1'117.i<in<' 1ubl1a dalla cara l'ieru.
JJ,mi ,'\\faria per urm vo•pira1is.tima gt'll2ill ricevuta.
Fo111i Giuuppina (Torino) per WUl graml,· 1:rui11 rice•
vur11: ha inviara l'oifortu prorne,,aa e attende llffl:<Ìe ~t111or·
dinari,·.
G. M. J)(U' l'ottenuta rapid• guarigione ddla figha.
RnJ>iolio ,.Jnna P"• favori e conforti rienuti,
~ ,lfardtis Att1. Serafino , camorre pu urui segnala•
1111110..a ~Ua nef!\\.-uta.
T. G. E. co11ì11,:ì per la libenuionc di due cari bamhini
d.s un terribile morbo.
Riu, J,ab,/111 (Bitonto) pel fehce cesito di esame dr eott•
cono aublto dal fnrello.
Roggrro C,,t"ina (Chhiuso) rei diploma collkgujto dal
nirore.
Crarwo C,/.,,tina (On<llra Bonnida) per l'ottenuta guo-
s ri~ono dopo anni di gravi ~nfforcl'lze.
Botto Vo111,·11iro (Ten:o. d',kqull per In conseguita per-
fetta RUnr111ionc della piccola Angelo op,rrata per lu~•o•
zione conRenilll.
/. I,. per ,J fcliciauno esito di ben tre concorsi.
Ruolnt, A111:rlin" (Lusiana) dj anni per la guar1111onc
ottenuta ad 1n1erccss.,onc dc:1 n<>$trO Sanro.
Canta/11{>0 ,\\J<mtini /rm~ J.,na (Alba) per una gnu1a
ricevuta.
Fa,,,ìg/10 Cor,k,o (Tonno) J>C!r (avori ed -i&utn:ui
rice-.-uta.
B. T. por la gwtrigione di un rumore alla lingua.
Jl,fot'TO (jiweppì110 per l'ru;•i•tcn2R ricevuta in un gnvc
tnci,kn10 .rrndnlc, per la !lcompnnia dì una crisi di e.auri•
mento e per l<1 11Wlrigionc dn un forte reuma intcrco~1ak.
Gitwli110 Aflna per il conforto e l'oosi,tcna ricevu111 m
un n1omcnto di an11oscia..
Colar1tt1 A1,calia (Rieti} pcl (clic1nuno esito di esarui di
laurea e di 11a10 dcl figlio.
Jrlussì AG1>Jtinn " Ba-nardù,a (Capr:mica) per molte e
scgn11lati~i1nc grazie: ricevute.
Zo11011 l>omìtilla (S. Bcmardo di Rahbi) per la mu-aco•
losu guAri11inn.- dcll,1 figlia colpitn dli fibroma.
C. C. (.\\!ha) per lu protczil)n.: ùul Sàllto nella soluzio111,
d'un intric1uiosimo contratto fìnnnzlnrio.
NECROLOG IO
Salesiani defunti:
NICOI,HTTT VITTORJO, cond, dn Rimini (Fnrll),
t a Gi,nova-Snmpic:rdarena il 6-l-,937 a 78 nnni di età.
VIALI;' l'/1.TRO, cond tln Cnlli3no !\\1onferrato (,\\le••
•Mdri:1.), t a No,"lffll il 12.f.1937 11 74 anni di cl.I\\.
CONTADO ERNESTO, chicri~o da Bosco dj Ru•
bano (Pado,-a), t a Torino 1'11-ll•t9l7 a zt anni di .-rà.
PF.RRAIUS FRANCESCO, cot1d. da Torino, t n
PiOSWl~CO (Torino) il 17-l-1917 • 21 anni di età.
Cooperatori defunti:
S. E. Rcv.ma Mons. GIOVANNI FOSSÀ, Vuro,,o
di Fietolt', t il 17 diccmbrr 1936, ad 83 anni di etA.
Nato a C',amhcllllrB (VicC117.a) il 17 11ennaio 1853, fu
ordinato n,:erJote nel 1875 da Mnn,. Farinn.. Parr.-..:o di
Sarcedò. di Brendola e d1 LoniltO, nel 1909 fu elcun
VCf,COvn di Fiesole. Amò in modo partìrolare le opett di
S. Gio,-ann, Il<>sco, tanto che nel 1925 donò in u~o per-
pehlo il 11randc CoUe!lio-Semuumo di Strada Casentino
(.Are7.=), ove annualinentc si eduCJ>no oltre un ccnùnaio
di gio,-ani aspirami alla vim 1ml()Sia.na.
P11storc zelRntiSBuno, nvn rispnrmit\\ fatiche PCI" lii aal-
vez7,a delle anime Rlle sue cure aflidate.
Doti. OIUSF:PPE P0lI1A, t a Torino il 18•11 u. •· n
61 anno di età. Xotissimo ed atri,.,s..,mo industriale, neVII
un'anuna profond, mente cNti.&nn, cuòre nobile cJ &)"t"rtO
alla comprensione ed all'amore dcli" mutc opcn.ie che lo
scntivan<> costu.rttemencc padre. Laborioso per natura,
impu.-gavn 1 •uoi talenti con cosc1cnt:11 e,-angelìca, proJ,.
s,.1.,. gando 111i one11t1 RUJLdal!tlÌ nell't'!'erciiio dello carità vc:-n,n
i po,·eri. Lt•11J10 d,i purticolu.rc affcno alla Soe1e1a
sinnn, fu tr<1 i pit, fervidi Cooperntorl od apprezzatori del•
l'opern di l)nn 1l1J;ico.
De\\'Otiwimo del Smto, era CAr••~ìmo 11 1utti , suo, l!ue-
cea.or,.
DoJt. AVr.'NTJNO CAVALI.O, t a,Comgliole d',\\•tr
il 2•11· u. a. Nobilmiima fiJ:1Ura di cattolico, en il J"ldrc,
dei poveri. che per 40 anni l(O<lettern gn11u1tnncnte delle
-- - cure amorose delln sua ,n:jenza, ispirare umpre a principi
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3.5 Page 25

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di fede viva e di carità profondamente cristiana che seppe Altri Cooperatori delunti:
mufondcre anche nei figli.
Ammiratore sincero delle Opere di S. Giovanru Bosco,
fu lieto di dare una figliuola all'Istituto delle Figlie di
M. Ausiliatrice, per le quali ebbe sempre u-atti di squisita
p,,,, moncom,o di tpo:,ìo abbiamo dovuto ritardare o
c,u q11e$UJ numero gran -parte dell'eltnco generale dei Coope-
ratori defunti avemmo nolÌZÌll in febbraio
e patema bonr/i.
Coppe Luigi, Villanova l',,fonf. (Alesa.) Coppa Frane.,
Mons. Cm,. Ctw. CALLISTO CESANO, t a Pinerolo
il 21-II u. s. n 77 anni di età. Direttore Diocesano dei
Cooperatori.
Segretario di Mons. ChieSll, conobbe Don Bosco e ne
godette l'affeuuosa amicizia, da quando 11 Santo, nel 1884,
accettò la cordi,,le ospit.nlittì del Vescovo per rinfrancare
la sua salute. Asce.so poi lino alla diimità di Primicerio nel
Capitolo Cattedrale e Cancelliere della Curia ricumbiò
l'affetto di Don Bosco prod1gsndo~l nella cure de, Coo-
per.lfori e 2e!ando costantemente l'Opera salesinnn in dio-
cesi e fuori. Direttore diocesano tenne il delicato ufficio
fino a pochi anni <>r sono, quando le forze, gli comincia-
rono n mnncare; mn conrinuò la propaganda di benefi-
ccnzn finchè il $ignore non lo chiamò al premio. :,,omogli
larghi dei nostri suffragi.
Teo/. STEF
della Divina P
rAoNvvOideBnzAaL, LtARa JTOo,ridneollail
Piccola Casa
23-ll u. s. a
58 anni di età.
Uomo tutto di Diò, ,,jvern, nell'umiltà del Couolen!IO,
una vito di pietà e di carità altamente edificante. Quasi
ogni mattina, di buon'ora, era al saotuario d; l\\1ario Ausi-
liatrice ad ascoltare con ammirabile fervore quante pii.i
messe pote,,i. Avevo il vero spirito di D. Bosco per l'opo-
Casale Pop_olo (Alessandria) - Cremonini D. Eugenio,
Geno'l!o - Cr~pi Can. Antonino, Piazzo llrmerina (Cal-
tanis,;elta) - Danè Emma, Spezio - De Colle Beniamino,
Coderno (Udtne} - Deledda Francesco, ColtanisMtta -
:Oompè Costamngna Caterina, Be11evogùmna (Cuneo) -
Drappeto Ignazio, Pes1im,110 (Torin11) - Fachino Cav.
Alessandro, Fossnno (Cuneo) - Farina Cleonice, Bro11i
(Pavia) - Fasnno Giuseppe, Chieri (Torino) - Ftrrero
Dclfino, Villa S. s~eo11ilo (Alessandria) - Frighetto Or-
rensia Ved. Zin, Viu11za - Galbiati Ersilia, Canti, (Como)
- Gallazzi Giuseppe, B1J.Slo Am"zio (Varese) - Gallavotti
Prof. Giuseppe, Cesena (Forll) - Gnndolfi Serafina, To-
riuo - Gandolfi Ter<:5a Ved. Billo, Chit,sa Pesio (Cuneo)
- Garbe.roglio Margherita. Aglio110 d'Asti (Asti) - Gaslald1
Margherita, Chi,iso Pesio (Cuneo) - Gatti Giuseppina
Vcd. Perini, 17estig,1e (Aosta} - Giacomonc Al~ssnndro,
Costelm,ot•o ·D. Bosco (Asti) - Gi.androne Cristina, Com-
poro (Torino) - GiRquÌntn Giuseppina, Caltagirone (Ca-
tania) - Giordano Giambattista, BOtJes (Cuneo) - Glorio
Angelo, Diano S . Pitlrq (lmporia) - Goralcui Giuseppe,
Asso (Como)·- Grandi Angela", P().r,ia - Guarino Adcl,c:,
Osog110 (Svizzera) - Gubbn Giovanni Mnria, Jl,1i - Guit-
tone Angela, Chieri (Torino} - Lnvngnino Ciovanna Maria,
Pi,a - Lil{Dani Antonio, Città di Castello (Perugia) -
s colato della buona stampa. Colto e z.elontiss1mo, mise la
suo penna gratuitamente a disposizione delle Le1t11re Col-
loliclte, regalando olla collana fa,;cicoli interessantissimi,
di sod• dott.rinn e ili stile veramente salesiano. N"lla sua po-
,•ertà, fu uno dei più \\,ilidi ed a:fl'ezionati nostri Cooperntod
e noi lo raccomandiamo caldamente ai i,omuni suffr"l!i.
Co111m. ARA VINCENZO, t a Trino Vercellese il
13 gennaio u. s. ad 82 anni di et:\\.
Orfano dei genitori in giovane età, seppe curnre tutta
la famigJia cd assur11ere colla (ede e col lavoro a ricoprire
distinte cariohe nel suo comune. Fervido Coopem!ore,
aveva cuore per tutti, ma speci-alrner'lle per g-li umili e pe.i
poveri che aiutavo con spirito cristiano di generosa carità.
FRANCESCO LA BARBEM CUCCIA t a Palermo
il 9 maggio 19J6 a 67 anni di etil.
Esimio cittadino, eattoli<:o esemplare, in rutta la sua vita
non fece che beneficare generosamente e silenziosamente
rurii e specìalmentc, le Opere Salesiane. Fondò due borse
missioaarieron i suoi risparmi. Era !\\lll\\tamenre orgoglioso
che la sua compianta signora a,·esse rice,-uto la benedi-
zione del nostro Santo. Mori raccomandando ancora aUe
sue buone sorelle le Opere dj S. Giovanni Bosco, èhe egli
fen•1dnmeme invocava negli ultimi istanti.
Lo~telli Alessandro, Bor.r:a110 (Bergamo) - Lolordo An-
tonina, Sirt;/iana (Agrigento} - Lupi Sabina, ,l1endr,sio
(Svizzera-Ticino) - Maccagno Domenico - Magnoni
Angelo, Cod,uo {Parm.n) - Malandra Curio, ,\\filano -
Ma.rchettini Adele, Firenze - Marciali• Adele, Cagliari
- Marson Amalia, Vittorio Veneto ITreviso) - J\\l•rti-
netti Caterina, Vitlat10t,a J,,.(onf. (Alessandria) - Menso
Cnv. Vittorio, Poirfoo (Torino) - Michelorto Augusto,
Lo11igo (Vicenza) - Minetti Mnria fu Chfaffredo, Snt1-
fro11t (Cuneo) - Mordiglia Maria fu Francesco, Vig11ale
11101,j. (Alettsandrla) - Modoni Albino, Fe"nra - Mola
Albertina, Torino - .Moretta Felicita, Toritto - Mussett:i
Marianna, Rù,co {Asti) - Nasi Maddalena, Vicoforu (Cu-
neo) - Nervo Gi'useppe, Come/iano d'Albo (Cuneo) -
Odasso Maddalena, Poirino {Torino) - Osclln Laura,
Cam~,io/o (Torino) - Ostengo Ferraris Giulia, Ale•-
•ondrio - Paniz,,a Giovanna, Snrlirono Lomellina (Pavia)
- Paoli Dott. Luigi, Rovereto (Trento) - Pan-is Maria,
Borgosesia (Vercelli) - Pecunia Andrea fu Simone, Rio-
maggiore (Spezia) - Pedemonte Eboli Luigi, Alassio (Sa-
,,ona) - Perlru1ca Comm. Alfredo. Brest:ia - P~nnacchi
Penelope, Cogoleto (Savoi;,.a) - Peverelli Angelo Maria,
Arcure (Mìlano) - Pinna M11rìa, Vl!Tré$ (Aosia) - Pol!'gi
Ved. Fanny, Bordig/11,ro (Imperia) - Poleui Delfinu,
Conte GHERARDO AVEROLDI, t a Torino il 2~
gennaio u. s.
La n<>biltà dei natali rese pill illustre coi mftriti di una
vita eiiemplarmente cristiana, informandosi alle tradi-
zioni del suo alto Casato, e amò fatti,•amimre l'Opera di
Don Bosco, del quale volle essere zelante Cooperatore.
li 6 otrobre 1935, a nome della nobile cognata Mar-
chesa Paola Dallo Valle dei Baroni Cavnlchini Roero
S. Severino, offrivn, nel discorso inaugurale, all'Opera
dollc Figiie di Maria Ausiliatrice, l'Asilo di Pornaro, nel
quale riful~ tutta la carità della nobile Dama.
GASPERIN.11 ARGENTI VITTOm, t a Viggiù
(Varese) il 30 gennaio u. s, Si consacrò tutta alla scuola
in 32 unni d'iosegnomento, profuso con gqui8'iro senso
cristilln() fino el sacrificio. Don .Bo«:o, che le aveva chiesto
per le, sue Congreg11zioni una figlia e un figlio, la volle
l:L'ISÙ, mentre lu Chiesa cantllva i primi Vesperi del suo
giorno natalizio al ParaditlO.
Chfoasso (Torino) - Ponan Angelo, S. Gioigio ÌII Bosco
(P!ldow) - Pretti Pietro, Lr'.t•or,,o Purrrris (Vercelli) - Priori
Not. Dott. Serafino, Atcoli Pit:e110 - Rangoni Virginia,
Crocetta di A-fedicir,a (Bologna) - Rel(g10 Costanza, .l\\11'-
rialdo (Savona) - Reposi Emilia Ved. Corazzi, Fmmze
- ReveUo Agostino, Codibona (Savona} - Rt0'1nl Rcde-
gonda, Pero,a Argé11tina (Torino) - Rol Vittorino, Al>-
bodi(l Alpina (Torino) - Rom3no Angeln, Agli6 (Aosta}
- Ronchi Giuseppina, La::zo Cmlore (Belluno) - Ronzon
Dionisio, Domegge (Belluno) - Rossi Margherita, Camw-
g110/o (Torino) - Rota Luigi, Neru-l' ork (U. S. A.) - Rug-
gerono Giuseppe, S. PkJro Mos~z::o (Novara) - Sacilotto
Noemi, Vi.$iuale (Udine) - Sara Gerolamo, Broni (Pavia)
- Sartirana Ved. Pascui, So/ero (Alessandria) - Saruuis
Giuseppe, TorÌllo - Scolari D. Giovanni, Raffo (Br.isda) -
Signorini Luigia Ved. Squassi, Cosa/ Pustcrle11go (Milano)
- Si.monato D. Pietro, Costl/11 dei Ruffi (Venezia) - Solia
Domenico, Bistagno {Alessandria) - Sola Virginia, Tori110 -
Spada Rag. Lorenzo, Trie,te - Stefanini Domenico, Al/ri-
MARJ_A LE.RCARJ Ved. SIMONELLJ t ne' dicem-
bre 193(i. Rposa e madre esemplare, fu zelante Coopera-
trice dclle Opere e Mis,sioni Salesiane, lieto di offrire una
figliuola all'fslituto delle Figlie di l'vlarfa Auailiatrioo.
MERL!NO MARIA, t a ChiUBavcecliia (lmpèria) il
miere(Roma) - Sttozzegn Luigi, Co/dllro (13olzano)-Talorico
Aquilina, S. lv/arco Argentano (Cosenzn) - Tepp11ti G,us.
fu Lorenzo, Pessillello (Torino) - Tor:rigiatti Elvira Ved.
Nocchi, Mala11dria110 (Parma)- Tomiello Luccluni Maria,
ArJiero{Vicc.nza)- Trabauoni Angelica, Milano - Viale Cl!-
JestinaVed. Begnasco, Torino- Vietti MedaElvira.,l•li/0110-
16 febbnuo u. •· Pw e zelante CooperatJ:ice. Mamma di Vignaro T..-rcsa, Gambellara (Vicenza) - Zabeno Luigi, f'ol-
--due salesiani
fe11ern (Asti) - Zecchini D. Luigi, Villa11ova (Cremona).
Con permesso dell'Autorità Ecclesiastica. - Dlrcttore res_ponsabile: D. GUIDO FAVJN(
Torino - Tipografia della Soclc Edllrice lnternazionale, Corso Regina Margherita, T76,