Bollettino_Salesiano_199505


Bollettino_Salesiano_199505

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Maggio 1995
ANNO 119 N.5
Maggio 1995
Sped. in Abb. post. (50) · Torino
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
L'EUROPA
DE/GIOVANI

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di don EGIDIO VIGANÒ
EDUCARE I GIOVANI
Al VALORI
,, Un nuovo
sistema preventivo
per educare
i giovani ai valori.
E per preparare
con la Chiesa
il Giubileo
del 2000 ' '
2 - MAGGIO 1995 BS
La Strenna '95 afferma che occorre questo modo: "onesti cittadini , perché
"educare i giovani ai valo ri" ... cosa buoni cristiani ". Vogliamo cioè sottolineare
vuol dire? Facendo riferimento alla libertà, che formare oggi il cristiano, significa risco-
questo è prima di tutto un fatto che tocca prire la vera cittadinanza umana, vuol dire
la coscienza , le convinzioni personali , che formare il cittadino di oggi , che è ben
devono guidare la vita più dell 'obbligato- formato , onesto e corresponsabile, proprio
rietà esterna: "La verità vi farà liberi".
perché è cristiano ; che si interessa di poli-
E che tipo di valori? lo ne elenco alcuni tica, di economia, di cultura, di educazione,
come esempio , però ognuno di noi nel- di famiglia, di vita, di problemi , ecc., perché
l'ambito in cui lavora potrà individuarne è cristiano , e in quanto tale si sente
altri. E anche a questo proposito dobbiamo coinvolto con tutta la realtà umana.
distinguere l'aspetto per-
È questa una intuizione
sonale e l'aspetto sociale.
Tra i valori personali e
·:"a t - -- - , . . , t_. .__...
sottolineata dal Concilio
Vaticano 11 , che ha preci-
rifacendoci alla libertà da :
sato come si colloca la
dalla schiavitù e dai freni ,
fede cristiana in relazione
in una sola parola noi
con il mondo.
diciamo "libertà dal pec -
cato", che significa libertà
L'Anno della famiglia
dall'individualismo, dall'e-
che si è appena concluso
donismo , dall 'indipenden-
ci ricorda a questo riguar-
za, dalla violenza ... e dai
do che gli aspetti educativi
vari elementi che deviano
hanno una priorità nella
la gioventù d'oggi . E
formazione alla famiglia.
positivamente , vale a dire
La famiglia è sempre il
i valori positivi per fare
punto strategico del rin-
del bene - libertà per-: il
novamento della società:
servizio , la solidarietà, il
preparare i giovani al ma-
volontariato , la famiglia ...
trimonio , preparare i gio-
valori che si sperimentano
vani alla famiglia , è una
nel concreto , più che con
priorità nell 'educazione
dotte conferenze. E nel-
della libertà oggi , e noi
l'ambito sociale: libertà da:
dovremmo essere com -
da ideologie, da un atteg-
giamento di indifferenza e
di astensionismo , di non
sentirsi coinvolti nei com-
« Educare i giovani é!i valori »
personali e sociali. E uno
dei compiti affidati dal
Rettor Maggiore alla Famiglia
petenti e capaci di farlo.
La Tertio Millennio Adve-
niente di Giovanni Paolo
li ci fa vedere infine come
piti della società, ecc. E
infine libertà per: diciamo,
in generale, l'impegno, ma
Salesiana per l'anno 1995.
Nelle foto, due momenti della
"Settimana di Spiritualità"
di quest'anno.
la nostra Strenna si
colloca nella preparazio-
ne del grande Giubileo .
forse ciò che riunisce tutti
Al numero 31 il Papa
i valori da considerare è la dottrina sociale suddivide le fasi che preparano il 2000 e
della Chiesa.
dice che il Giubileo è "intrinsecamente
segnato dà una connotazione cristologica".
Il progetto di Don Bosco nei confronti dei La libertà è segnata da una necessità
giovani è stato tante volte espresso con lo cristologica, il sistema preventivo è costi-
slogan: "onesti cittadini e buoni cristiani ". tuito da una realtà cristologica. Noi vo-
Egli si proponeva questo obiettivo come gliamo un nuovo sistema preventivo che ci
risultato del suo impegno educativo . A noi faccia partecipare attivamente a questa
pare che nel quadro di un discorso sull'e- preparazione del grande Giubileo.
ducazione della libertà, possa essere
espresso in modo non meno efficace in
o

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JciJlaH/eos~,tatinnoo
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE RESPONSABILE:
UMBERTO DE VANNA
Redazione: Margherila Dal Lago - Giancarlo
De Nicolò - Franco Levar - Francesco Motto
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo BoÌla -
Ernesto Gattoni - Giuseppina Cudemo -
Graziella Curti - Serge Duhayon - Bru no Ferrere -
Sergio Giordani - Antonio Melida -
Jean-François Meurs - Pietro Moschetto -
Angelo Montonati - Giuseppe Morante - Gaetano
Nanetti - Angelo Paoluzi - Alessandro Risso -
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Dlttusione: Arnaldo Montecchio (Torino)
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Stampa: ILTE - Torino
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403
del 16.2.1949
Collaborazione : La Direzione invita a mandare
notizie e foto riguardanli la Famiglia Salesiana e
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esigenze redazionali. Testi e materiali inviati non
vengono restituili.
Edizione Cooperatori. A cura dell'Ufficio Nazionale
(Gianni Filippin) - Via Marsala 42 - 00185 Roma -
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Brasile - Canada - Centro America (in Guatemala) -
Cile - Cina (a·Hong Kong) - Colombia - Croazia -
Ecuador - Filippine - Francia - Germania -
M~r:~ Giappone - India (in inglese, malayalam, tamil e
~~~g?Lit ~~~\\11~
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Il BS è un dono-omaggio di Don Bosco a chi lo
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Magg io 1995
Anno 119
Numero 5
In coperti11a,
ai g iovani d 'Europa
è dedicata l' intervi sta
con l' europarlament are
Lambert Kelchtermans.
Ne ll a foto di Cipriano De
Marie, g iovani di Dubli no.
10 RUDOLPH KOMOREK
«O Padre Santo »
14 EUROPA
L'Europa dei giovani
1 ATTUALITÀ ECCLESIALE
A Palermo il check up della Chiesa
22 BRASILE
Non solo favelas
29 PROBLEMI EDUCATIVI
Il mercato del cinema-baby
3 SERVIZIO CIVILE
Im 1ece del servizio militare
38 AUSTRALIA
Nel quinto continente
RUBRICHE
di TERESIO BOSCO
di GIANNI FRIGERIO
di SILVANO STRACCA
di MARGHERITA DAL LAGO
di GIUSEPPINA CUOEMO
di ANTONELLORONCA
di UMBERTO OE VANNA
~ Il Rei/or Maggiare - -l I/ 1'111110 gio vani - <> fil 1/a/ia, n el 111011do - 8 Lei/ere - I 5 Prima pagina -
17 Ossen•atorio - 21 // mese in libreria - 25 Il diario di A ndrea - 21, Zoom - 27 Come D011
Bosco - 12. Visto da vicino - J7 / ,wslri santi - -l I nostri morti - -l 1 Solidarietà - -I I fil primo
JJÌllllO
27 FMA In Brasile: non solo favelas
Il diario di Andrea
IJS MA GGIO 1995 - 3

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di Carlo di Cieco
GIOVANI E ADULTI
UNIVERSI PARALLELI
G iovani soli in una società di
adulti sempre più distratti e di-
stanti. Lo conferma il più impor-
tante Rapporto annuale Censis che
dedica un lungo paragrafo alla soli-
tudine del mondo giovanile .
Nello stesso periodo di pubblica-
zione del Rapporto si celebrava il
processo ad alcuni giovani, killer
lanciasassi sulle autostrade . "Per
noia" come hanno ammesso gli
stessi giovani. Il Rapporto riferisce
di una generazione giovanile "me-
diamente appagata, dai forti toni
individualistici, sufficientemente sod-
disfatta della propria condizione" .
Ma è dentro questo universo che
spunta la solitudine , tanto diversa
dai tempi passati.
Essa pare frutto del disimpegno e
della superficialità con la quale la
società adulta risponde ai bisogni
di valori e di socialità dei giovani.
L'89% DEI GIOVANI , secondo il
Censis, è molto o abbastanza sod-
disfatto degli anni che sta vivendo,
ma il 42% ha poca o nessuna vo-
glia di diventare adulto . li 92% è
molto o abbastanza soddisfatto del
rapporto con i genitori, ma il 70%
afferma che solo con gli amici può
parlare liberamente.
Contraddizioni dell'età ma che ac-
centuano tuttavia la tenden za dei
giovani a trovare nello stesso ambi-
to giovanile la misura del proprio
benessere . "Con noi e tra di noi"
sembrano djre i giovani intervistati,
il 63% dei quali afferma di espri-
mersi con gesti e linguaggi com-
prensibili solo dal gruppo di amici
che frequenta. Una specie di arci -
pelago che non intende lasciarsi
influenzare dal continente . Quello
che emerge non è tanto la concor-
danza solo parziale tra giovani e
adulti , ma la prospettiva di due
traiettorie parallele, dentro "universi
sempre meno comunicanti ".
Senza rimpianto da parte degli
adulti , sempre più schiacciati dall'o-
rizzonte anziani che avanza con for-
ti contraccolpi sociali. Prima fra tutti
4 - MAGGIO 1995 BS
la diseguaglianza degli investimenti
sociali . Per i giovani ce ne sono
sempre meno. Tra il '90 e il '93 i
contratti di formazione lavoro sono
diminuiti di 274 mila unità e l'ap-
prendistato ha segnato nello stesso
periodo un declino di quasi 100
mila unità.
LE POLITICHE INTEGRATE A FA-
VORE DELLA GIOVENTÙ anche a
livello locale hanno subìto significa-
tive riduzioni. Sembra una beffa
pensare che le principali fonti di fi-
nanziamento delle politiche per la
gioventù derivano da progetti di
prevenzione previsti dalla legge sul-
la droga e sui minori a rischio di cri-
minalità.
Si conferma così il carattere di
emergenza degli interventi nei
confronti dei giovani. E non ci sonç,
soldi per i progetti giovanili. E
proprio la povertà di progettualità
della politica nei confronti dei
giovani che incentiva in loro la
sensazione di essere socialmente
poco importanti. Le stesse occupa-
zioni scolastiche hanno acceso
poche passioni tra gli adulti.
SE L'INVECCHIAMENTO della po-
polazione è una spia del poco amo-
re per la vita e della scarsa spe -
ranza di futuro , l'accresciuta distan-
za tra giovani e adulti potrebbe tra-
sformarsi in una graduale lotta per
la sopravvivenza. Consegnando co-
sì alla violenza il ruolo di arbitro
nella contesa tra giovani e adulti
ormai estraniati.
È tempo di tornare a bussare alla
porta .dei giovani. Dicendo loro che
vogliamo capire e fare insieme la
strada. Magari con il coraggio di
cambiare molte cose , prendendo
sul serio le loro indicazioni.
I Nei giovani si allarga
la sensazione di essere
socialmente poco importanti.

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BS MAGGIO 1995 - 5

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GABON
PERLA
PROMOZIONE
DELLA DONNA
AFRICANA
L'austriaca suor Christine Len-
gauer dal 199 1 lavora in Afri-
ca, prima nel Togo e dal 1993
nel Gabon. Oyen, la città dove
lavora, ha 32 mila abitanti ,
o ltre la metà in età sco last ica.
Vescovo è il salesiano mons.
Mvè. La comunità de lle fig lie
di Mari a Ausiliatrice è fo rma-
ta da qu attro suore di di verse
nazioni . Obiettivi della loro
attività: la promozione dei
bambini e dei giovani , e so-
prattutto, l' autonomia sociale
de lle ragazze. A queste inse-
gnano cucito, taglio e ri camo,
ma anche igiene e cuc ina, oltre
ad alcune materi e scolastiche.
Adolescenti appena dodicenni
spesso vengono mandate dai
I Oyen (Gabon).
Suor Christine Lengauer
e, a destra, bambine
al mercato.
loro genitori al mercato con
una cesta di frutta e l'ordine
di non tornare se non con una
certa somma di denaro. Di
conseguenza alcune di loro
non tornano più a casa. Per
esse si apre quas i sempre la
strada de ll a prostituzione e
de ll 'aborto, procurato con me-
todi rudimentali. Suor Christi-
ne sta preparando al battes imo
330 ragazzi. Il battes imo vie-
ne dato ·ai neonati solo se la
fami g li a è cristiana. Per cui la
maggior pait e fa due anni di
catecumenato quando frequen-
ta la scuola. E con un terzo
anno si offre loro la possibi -
lità di prepararsi alla cres ima.
C'è po i l'oratorio, frequenta-
no ogni settimmrn da 500
bambini e giovani.
GIAPPONE
IL DOPO
TERREMOTO
Dopo la tragedi a del 17 gen-
naio scorso, il terremoto più
potente degli ul timi 50 anni ,
I' ispettori a sales iana g iappo-
nese ha avv iato una iniziati va
a soccorso delle comunità re-
lig iose che hanno perso case e
proprietà. Ne lla c ittà di Kobe,
la città più colpita, le opere
sales iane fortun atamente non
hanno subito danni rilevanti .
Tutte le 26 case salesiane de l
Giappone si sono impegnate e
hanno creato un fo ndo di soli-
darietà di 50 mil a do ll ari .
Sono 300 mil a i senzatetto.
Qiappone. Giovani in preghiera per la morte dei loro
compagni nei giorni del terremoto.
6 - MAGGIO 1995 BS
IL CENTRO SOCIALE DI ficoltà, che coinvolge nel-
ESTOl;IIL (PORTOGAL- l'assistenza le mogli e le
LO). E stato inaugurato nonne degli exallievi; e un
dal Rettor Maggiore nel centro di accoglienza e di
dicembre scorso (nella fo- ascolto per giovani a ri-
to, con il presidente con- schio, che possono trova-
federale degli exallievi) il re consulenza psicologi-
Centro Sociale voluto da- ca, sociale e medica, ma
gli exallievi di Estoril, in anche la possibilità di un
collaborazione con l'asso- · pasto caldo e, per periodi
ciazione nazionale porto- limitati, l'accoglienza not-
ghese. Il Centro Sociale turna. L'iniziativa ha atte-
comprende una scuola ma- nuto un contributo iniziale
terna per le famiglie in dif- da parte dello stato.

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POLONIA. TORNEO DI CALCIO TRA STUDEN-
TATI. Tra i chierici delle quattro ispettorie salesia-
ne di Polonia da qualche anno viene organizzato
un torneo di calcio. Da 8 anni i chierici che studia-
no filosofia e teologia organizzano l'originale tor-
neo, che viene ospitato a turno nei tre studentati.
La foto di gruppo si riferisce all'ultimo che si è
svolto a Cracovia, al quale hanno preso parte
anche i chierici della Slovacchia. Quattro dunque
le squadre partecipanti : Lad, Lodz, Zilina e Craco-
via. La finale si è disputata tra "filosofi" di Lodz e
"teologi" di Lad, ed è stata quest'ultima ad aggiudi-
carsi il trofeo. Una bella occasione di incontro, per
conoscersi e fraternizzare .
I Bambini brasiliani.
A Matriz de Camaragibe
si lavora per il loro
avvenire.
BRASILE
IL MIRACOLO
DIMATRIZ
A MatTiz de Camaragibe (Ala-
I La banda "Ragazzi
Don Bosco" con il
signor Corrado per le vie
di Napoli.
goas) dieci anni fa è sorto un
centro giovanile. « Lo scopo è
di dare all a gioventù della re-
gione più povera del Brasi le
NAPOLI
la speranza di uno sv iluppo
umano», dice don Ferdinando
QUELLE BELLE
DIVISE HANNO
Colombo, incaricato del VIS
e dell 'animazione missionari a
salesiana in Itali a. Sono sorti
15 ANNI
così i corsi professionali per
meccanici e muratori , di bre-
La banda musicale ''Ragazzi
ve du rata e basati molto sulla
Don Bosco" è nata 15 anni fa
pratica. Ora si pensa anche cli
a Napoli ed è composta di 50
1 organi zzare pi ccole coopera-
elementi tra gli 8 e i 15 anni .
ti ve arti gianali e una rete cli
Diretta dal salesiano signor
co llegamenti per commercia-
Corrado Guercia, la banda si
li zzare i prodotti. Il progetto,
è esibita sempre con grande
che è seguito dal VIS (Volon-
efficac ia, smagliante nell a sua
tari ato Internazionale per lo
di visa: giacca di velluto rosso
Sviluppo, un organi smo non
e pantaloni blu. Sono ormai
governativo riconosciuto dal
centinaia che hanno indossato
Ministero) è mandato avanti
questa divisa, sfil ando per le
dai salesiani cieli' ispettoria Ve-
strade di città piccole e grandi,
neta ovest. I primi notevoli fi-
cl ' [talia e di Germani a, presen-
nanziamenti sono venuti dal
tandosi nelle televisioni nazio- messo a cercare il modo di so- che hanno bi sogno di casa, <;li Mini stero Affa ri Esteri e dalla
nali e in qi.Ielle pri vate. Per stituire queste di vise ormai lo- educatori , di inserimento so- Conferenza Epi scopale Itali a-
questi ragazzi il signor Corra- gore, e c'è già chi si è offerto ciale o di avviamento al lavo- na. 11 "Centro Giovanile Don
do è diventato come Don per la giacca, oppure almeno ro; sei gruppi di intervento Bosco" ha dato vita ad attività
Bosco "padre, fratello e ami- per il gilet, un papill on o i diurno per quelli che vivono cli vario tipo, naturalmente
co". Durante le ore di esercita- ca lzini ... La banda "Ragazzi in situazioni ambientali a ri - anche all a catechesi. Notevoli
zione, la musica si fa discorso Don Bosco" è inserita nel schio, un centro giovanile- gli interventi sociali : tra l'a l-
educati vo e si apre a un incon- Centro Soc iale Sales iano di oratorio e il "CA M - Telefo- tro la costruzione di 130 case
tro umano e cristiano indi vi- Napoli che comprende sei co- no Azzurro", che offre un ser- popolari e cli tre asili per circa
duali zzato. Ora il maestro si è 11u1.nità~famiglia, per i ragazzi vizio di consulenza ai minori. trecento bambini .
BS MAGGIO 1995 - 7

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VUOI RICEVERE
IL BOLLETTINO
SALESIANO?
Il Bollettino Salesiano
viene inviato gratuita-
mente a chi ne fa richie-
·sta. Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi segue
con simpatia il lavoro
salesiano tra i giovani.
Diffondetelo tra i parenti
e gli amici. Comunicate
subito il cambio di indi-
rizzo (mandando sem-
pre la vecchia etichetta).
Ogni mese le poste ci restitui-
scono alcune centinaia di copie
che non sono state recapitate ai
destinatari. Questo causa a volte
l'interruzione dell'abbonamento,
nonostante la nostra buona vo-
lontà. Sappiamo purtroppo di no-
tevoli ritardi e di copie che vanno
smarrite.
Se qualcuno' si vedesse inter-
rompere l'arrivo della rivista per
due numeri consecutivi, sarà suf-
ficiente che ce lo faccia sapere e
rimetteremo immediatamente in
corso l'abbonamento.
Scrivete a:
Il Bollettino Salesiano
Diffusione
Casella Postale 18333
00163 ROMA
8 - MAGGIO 1995 IJS
A CHI DARE CREDITO. colto una profondità d ' animo
« Una lettera accusava i testi- e cli pensiero che risveglia il
moni di Geova di avergli sfa- bene, la voglia cli amare, il bi-
sciata la famiglia (cf ES/di - sogno cli amare che è in ognu-
cembre l 994). Penso che pri - no cli noi e che purtroppo è
ma di dare credito a uno dei sepolto. Di questo però la
protagonisti di una disgraziata gente ha bisogno, non tanto di
vicenda familiare si dovrebbe farmaci per vincere la depres-
essere cauti. A quanto mi ri- sione o cli formu le magiche
sulta, almeno su questo punto per condurre a vivere la vita
i testimoni di Geova esortano eia "vi ncenti" . Ma queste idee
L' ACCHIAPPAPPLAUSI. A i loro membri a non abbando- rimangono troppo chiuse al-
dicembre abbiamo prese1ìtato nare il loro coni uge, ancorché 1' interno della Chiesa. Biso-
la figura di Mago Sales ("TI dissenziente. Quanto ad affa- gnerebbe trovare il modo di
mago si è fatto missionario"). rismo, essi distribuiscono gra- diffonderle e scriverle anche
R1jJortia1110 ora i numeri di tuitamente le loro pubblica- su altre riviste, quelle cli chi
telefono esatti per chi fosse zioni, come fate voi, fidando non legge la stampa religiosa,
interessato ad allestire nella ne lla generosi dei lettori ; e per aiutare anche loro a sco-·
s11a sede il suo "spettacolo a lle loro riunioni non accade prire le strade della vera fe li-
magico" (0 11 /24.81.101
di vedersi mettere sotto il cità ».
0337/203808) .
naso il piatto o il sacchetto del-
la colletta. Quindi non si ca-
Lellera.firmata, Pordenone
pisce di dove traggano origine
le accuse mosse dall ' autore
della lettera. In conclusione, è
certamente lecito e doveroso
rilevare le divergenze tra la
dottrina cattolica e quanto cre-
dono i testimoni di Geova, ma
è fuori luogo attingere a una
dolorosa vicenda familiare,
tutta eia verificare, improbabili
elementi di g iudizio.
CARA SIGNORA LUCIA.
« Nel numero cli dicembre una
signora si fa meraviglia che è
eia sette anni che è abbonata
al Bollettino Salesiano. lo, e
ci tengo molto a dirlo, proprio
in questi giorni è da 40 anni
che lo ricevo. Ho cambiato tre
volte indiri zzo e me lo sono
Fran co Rizzo, Torino sempre tirato dietro con tanta
premura e gioia. Ho avuto
tanti problemi in famiglia e
Apprezzo l'idea di abbando- tante disgrazie, ma san Gio-
nai·e le prevenzioni, ma chiun- vanni Bosco, Maria Ausiliatri-
que conosce i testimoni di Geo- ce e nostro Signore non mi
va sa bene che la convivenza hanno mai abbandonata. Pen-·
TUTTI NEL PALLONE. con loro è molto d(fjicile. Essi so cli essermi meritata una bel-
« Quando ero ragazzo andai hanno tante convinzioni e pra- la coroncina e un piccolo ri-
in gita in montagna con la mia tiche, piccole e grandi - che cordo da parte vostra».
classe. Uno dei miei compagni -ritengono di derivare in modo
durànte una sosta scuoiò una meccanico e radicale dalla
Lucia Dona/uri, Bologna
dozzina cli rane prendendole Bibbia - che creano in fami-
da una pozza d'acqua. Pensai glia quotidiane tensioni e rot-
di essere ipersensibile perché
nessuno, neanche il professo-
re, trovò da ridire. Condivido
ciò che avete scritto su lla vio-
lenza negli stadi (cf. "Tutti
ne l pallone", BS/marzo). Ma
sono convinto che se non si
rispettano le lucertole e le rane,
non si rispetteranno neanche le
vite umane negli stad i cli cal-
cio. È una questione cli cultu-
ra della vita, cli rispetto "sa-
cro" per il creato. E non c'è
bisogno di esse·re credenti ,
basta essere uomini ».
ture in vivibili.
IL BISOGNO DI AMARE
CHE È IN NOI. «Studio bio-
logia all'università cli Trieste
e l'altro giorno mi è capitato
di sfogliare la vostra rivi sta.
Sono una ragazza curiosa, nel
senso che mi piace leggere,
informarmi e confrontare le
mie opi.nioni , e proprio per
questo ho trovato interessante
il BS , primo ·perché c' è un
QUATTRO NUOVI DIACO-
NI. « Con molta gioia vi an-
nunziamo che in primavera
saranno ordinati nella parroc-
chia cli Choapam quattro dia-
coni permanenti che eia anni si
preparano e sono i principali
animatori nell a loro comunità.
Ve li presentiamo, perché li
ricordiate personalmente. An-
clres Toledo, chinanteco, fi-
g lio di un diacono, 36 anni , 6
figli ; José Chavez, chinateco-
zapoteco, 39 an ni , bracciante,
4 figli; Justino Pacheco, chi-
Gianni Sandrino, \\lerce/li po' di tutto e poi perché ho nanteco, 6 figli; Justino Dfaz,

1.9 Page 9

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zapoteco, 52 anni, scapo lo.
Tutti sono poveri e vivono del
loro lavoro di contadi ni. Un'in-
fenniera diplomata, Olimpia,
ha offerto un anno di servizio
gratuito nella parrocchia (da
Pasqua a Pasqua). È una vera
missionaria, c!1e uni sce al la-
voro professionale, la cate-
ches i e l'animazione giovanile.
Stiamo assistendo due bambini
poliomielitici, in modo che
con trattamento chirurgico e
ortopedico possano cammina-
re. Abbiamo aiutato una delle
comunità più lontane a co-
struire una amaca-passerella in
fonna definitiva (ogni anno la
ricostruivano con li ane) e ora
li aiuteremo a costru irsi una
cappella. Abbiamo terminato
le opere in muratura per la
sede dei catechisti a Cl10a-
pam, ma mancano i servizi, i
letti, i banchi ... ».
Padre Carlos Muro
lglesia Parroquial,
70250 Totontepec
Mixes, Oaxaca. Messico
SBOCCHI D.! LAVORO PER
I GIOVANI. « Vorrei espri-
mere tutta la mia so lidarietà al
giovane di 32 anni ancora all a
ricerca di un lavoro ("Ho bus-
sato a tante porte", ES/gen-
naio). Vorrei anche consolar-
lo, ma, ahimé, sono anch' io
nella sua stessa situazione. Da
quattro anni come lui . Quando
poi leggo che è cresciuto fa-
cendo tante cose per g li altri
ali 'oratorio e che sta perden-
do anche la fiducia in Dio (ha
fatto certo più di me, che ho
partecipato solo a un campo
cli lavoro), mi si stringe il
cuore. Ci sentiamo tutti un
po' traditi , prima di tutto dai
"cervelloni", che continuano a
parlare ciel bisogno di laureati
per il nostro bel Paese, tanto
per illuderci e farci spendere
anni su libri inutili e costosi,
per poi entra re nel lavoro
"fuori tempo massimo". Date-
ci qualche parola di con-
forto! ».
lelfera firmata
IL VECCHIO ALBERO AVEVA UN CUORE.
BS DOMANDA
LA DOMENICA DI SUOR
PAOLA. «Mi dispiace che
abbiate considerato "effime-
ro" il karaoke cli Fiorello
(cf. ES/dicembre 1994), de-
nunciandone il trionfo nelle
piazze. Certo, il karaoke è
effimero, però è un modo
di passare un po' di tempo
in armonia e allegria, visti i
I tempi in cui viviamo. Non
meno effimero mi sembra
invece il comportamento
Suor Paola nello
studio di "Quelli che
il calcio ...".
cli suor Paola, che una do-
menica sì e una no va allo La gente, i giovani in pa1ti-
stadio a vedere la Lazio, la colare, hanno cominciato a
sua squadra del cuore, e scrivermi: g li ammalati mi
nelle altre domeniche al- dicono che quando mi ve-
lieta della sua presenza g li dono alla televisione trova-
spettatori televisivi a "Quel- no veramente nella mia
li che il calcio" su RAI/3. gioia e nel mio sorriso la
Conosco gente che lavora forza di vivere. Ho pensato
dal lunedì al venerdì e al che anche questo poteva es-
sabato e al la domenica va sere un mezzo per giungere
a vis itare maiali e anzian i, a tante persone alle quali
usando anclie dei propri non sarei mai potuta arriva-
soldi per le piccole cose di re e allora ho continuato.
cui necessitano. Non so se Comunque quella della do-
suor Paola legga il Bolletti- menica pomeriggio è sol-
no Salesiano, se è così, spero tanto una parentesi. Duran-
che risponda qualcosa a chi te la settimana sono soltan-
non accetta questo suo modo to una suora che insegna in
di fare» (Franca Tarpi, To- una scuola, di cui sono di-
rino).
rettrice. Da dieci armi tre
volte al la settimana vado
Risponde suor Paola*. Ho tra i detenuti del Regina
cominci ato a interessanni Coeli, persone che perden-
cli pallone 25 anni fa, quan- do la libertà hanno perso
do in questa zona di Roma tutte le sicu rezze, e li aiuto
i bambini dei baraccati gio- come posso a ricostruire
cavano tra la polvere e il tassello per tassello la loro
fango delle strade. Erò una dignità. E poi penso ai ra-
suora giovanissima, ho rac- gazzi profughi della ex-Ju-
colto questi ragazzi, li ho goslavia: gli troviamo un
portati a giocare in uno spa- posto di lavoro, un'occupa-
zio più sicuro. Di sono zione. Mi capita di occupar-
nati anche la mia simpatia e mi di qualche club che or-
i contatti con la Lazio. gc111izza raccolte di solida-
L'essere finita in telev isio- rietà; mi invitano a parlare
ne è un fatto del tutto casua- ai giovani in tc111te zone d'I-
le. "Quelli che il calcio" è talia, a inaugurare centri
una trasmissione che vuole sportivi e oratori. Non rie-
sdrammatizzare il pallone, sco a fare di più. D'altra
cerca persone un po' parti- parte non sono Ja sola a
colari: le mamme dei gioca- dover fare le opere cli·cui lei
tori, le loro mogli. Hanno parla.
saputo che mi interessavo
del calcio tra i ragazzi e * delle "Suore Scolastiche Fran-
hanno invitato anche me. cescane di Cristo Re".
BS MAGGIO 1995 - 9

1.10 Page 10

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RUDOLPH KOMOREK Proclamato "venerabile" il sacerdote polacco che volle
«O PADRE SANTO»
di Teresio Bosco
L avri nhas è una piccola città
dello stato di Sao Paulo, in Bra-
si le. Nel 1939 ospita una casa per
aspiranti sales iani e lo studentato
per giovapi salesiani studenti di fi-
losofia. E direttore don Ladislao
Paz, che diventerà vescovo di Co-
rumbà. Un g iorno don Paz sta ac-
compagnando alla stazione ferrovia-
ria un salesiano che ha predicato il
ritiro agli aspiranti. Ed ecco che, da-
vanti a lui, scorge una veste nera di
prete sormontata da uno strano og-
getto lucente. Accelera il passo. E
lui stesso a raccontare: « Quale non
fu la mia sorpresa quando vid i padre
Rodolfo con in testa uno scatolone
di latta colmo d'acqua. Quegli sca-
toloni di latta servivano ai poveri
come secchi. Accanto a padre Ro-
dolfo infatti camminava una donna
povera, giovane, che era ven uta
chi ssà da quale baracca ad attingere
acq ua. Padre Rodolfo, per sollevarl a
da quel grave peso, l'aveva preso in
testa lui. Feci finta di niente, ma tor-
nando lo chiamai: "Padre Rodolfo,
questo non si fa. Lei non conosce
quella signora, non sa ch i è. Chissà
cosa avrà pensato la gente passan-
dole accanto. Non faccia più così".
S ubito egli rispose: "Molte grazie,
direttore, molte grazie. Non lo farò
più". Non portò più il povero sec-
chio di donne sconosc iute, ma il di-
rettore (che si confessava ogni setti~
mana da lui) si affretta ad agg iunge-
re: "C'erano muratori nella nostra
casa, anche ragazzotti,' che portando
mattoni e spi ngendo carriole si stan-
cavano mol to. E lui , quando passa-
va vicino, andava a strappare
dalle loro mani la carriola, il muc-
chio di mattoni , la secchia di calce,
e le portava lui ».
10 - MAGGIO 1995 JJS
Si fece salesiano a
32 anni,,1nentre era già
prete, visse la santità
nel quotidiano. Ora la
Chiesa ha riconosciuto
l'eroicità delle sue virtù.
IRudolph Komorek nacque nella
Slesia polacca nel 1890. Morì in
Brasile a 59 anni. Le illustrazioni
di queste pagine sono di Seabra
e Kussumoto, per la Editora
Salesiana Don Bosco, Sao Paulo.
I RICORDI DI WANDA
Rodolfo Komorek era nato nel
1890 a Bielsko, nella Slesia polacca
(che allora era austriaca). Fu il terzo
dei sette figli di Giovanni e Agnese
Goch , due coniug i veramente cri-
stiani. Papà faceva il fabbro e lavo-
rava duramente per mantenere la fa-
miglia. Mamma Agnese era l'oste-
trica del paese, e lavorava anche
come sarta. La sua g iornata si apri-
va sempre con la Messa.
A 19 anni (mentre il fratello Ro-
berto si avvia a diventare ingegnere,
.
·-
-<_,.,
----r__J,l_;_
~ ~~
. ;:::::: -...;
la sore lla Wanda professoressa, Gio-
vanni musicista) , Rodolfo entra nel
sem inario arcivescovi le di Weide-
nau. In tutta la sua vita, Rodolfo non
avrà mai un momento di incertezza,
di sbandamento . Lo riconoscono
tutti: « Sembrava nato per fa re il sa-·
cerdote ». La sorella Wanda scrive:
« In famiglia era quello che metteva
pace tra di noi , quando come in ogni
famig lia si li tigava un po'. A scuola
aveva ottimi voti. In sem inario, per
la sua bontà, tutti g li volevano bene,
lo amavano molto, e fin da allora lo
chiamavano un San Luigi ».
22 luglio 1913. Dal Cardinale
Kopp, Rodolfo Komorek è ord inato
sacerdote. Ha 23 anni . E sull 'ori z-
zonte del mondo sta per affacciars i
la tragica " prima guerra mondiale".
Attorno a Bielsko ci sono piccoli
agglomerati urbani: Strumien, Zagr-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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essere missionario in Brasile. La gente lo chiamava "o padre santo".
zeb... Per dodici mesi don Rodolfo
è prete tra quella mite gente conta-
dina. Ma il 28 luglio 1914 le truppe
austriache invadono la Serbia, e
quattro giorni dopo la Germania è
in guerra contro la Russia e la Fran-
cia. Don Rodolfo vede partire vestiti
da soldato i suoi giovani contadini,
e chiede cli seguirli come prete.
IN PRIMA LINEA
È cappellano negli ospedali mili-
tari di Cracovia e Borgo. Qui vede
rovesciarsi la marea dei feriti delle
battaglie di Tannenberg, dei laghi
Masuri, di Leopoli, i dilaniati dalle
granate nella fortezza austriaca di
Przemysl. II fratello Roberto scrive:
« L'ho visitato una volta all 'ospecla-
le di Cracovia durante una mia li-
cenza dal fronte. I malati lo amava-
no molto. Stava sempre in mezzo a
loro, cercando di alleggerire le loro
sofferenze».
Ma negli ospedali gli sembra di
essere un imboscato, e chiede di
esser mandato come cappellano in
prima linea. Raggiunge le truppe del
Tirolo. Gli verrà assegnata la meda-
glia al valore della Croce Rossa.
Nella motivazione si legge: « Raro
esempio di sacerdote che si consuma
in maniera ideale per gli impegni
depa propria vocazione».
E mentre vede morire accanto a sé
A San Feliciano, tra gli emigrati
polacchi.
tanti giovani, che nel suo cuore ma-
tura il desiderio di consacrarsi mag-
giormente al Signore e ai suoi fratel -
li: andrà nelle missioni , dove tanti
polacchi sopravvissuti alla guerra
emigreranno per trovare una vita
meno stentata, tra pericoli fisici e
spirituali. Entrerà tra i Salesiani, che
hanno missioni in tutto il mondo.
Alla fine del 1919 don Rodolfo è
nominato parroco a Frystak. Di lì,
egli scrive al Cardinale Bertran
chiedendo il permesso di entrare tra
i salesiani. La risposta è umile e
grave: « II Cardinale le concede il
permesso con sincero dolore nel
cuore. Lo supplica tuttavia che resti
nella diocesi, in vista della grande
mancanza di sacerdoti ».
Rimase fino al 1922, lavorando e
facendo penitenza per i suoi parroc-
chiani. « Dormiva sulla dura panca,
coperto eia una semplice coperta.
Portando un giorno l'Eucarestia a
un malato , notò che era tanto pove-
ro che non aveva cli che coprirsi .
Tornò a casa, prese la sua unica co-
perta e la portò a quel malato. Egli
si copriva anche di notte col cappot-
to. Camminando per strada era sem-
pre molto modesto. Tutti i passanti ,
cattolici o no, e persino gli ebrei , lo
salutavano, dicendo che era un
uomo santo. II suo confessionale era
sempre molto affollato. Era sempre
molto affabile con la gente. Amava
molto i bambini ».
Queste notizie furono raccolte da
Riolando Azzi , che dopo la morte di
don Rodolfo, i superiori salesiani
mandarono a raccogliere notizie sui
luoghi dove era vissuto. Egli ag-
giunge: « La sua potta era sempre
aperta, e tutto quel che aveva era
per ciarlo agli altri. Ogni volta che
un povero bussava alla sua porta, ri-
ceveva da padre Rodolfo quel che
egli aveva in mano »~
18 gennaio 1922. E la giornata più
dolorosa per don Rodolfo. Muore la
sua carissima mamma Agnese. Ora
non ha proprio più nulla che lo trat-
tenga. In ottobre, don Komorek_, 32
anni, da 9 sacerdote, inizia il novi-
ziato salesiano e presenta la doman-
da di partire per le missioni. In uno
dei primi giorni, il maestro dei novi-
zi si sente domandare da lui il per-
messo di do1mire sul pavimento:
I Don Komorek al fronte,
tra i soldati della prima guerra
mondiale.
« Da sei anni lo faccio, e ci sono
onnai abituato ».
Dal Bras ile è giunta la richiesta di
avere alcuni sacerdoti che si prenda-
no cura degli emigrati polacchi, e la
domanda cli don Rodolfo è accetta-
ta. Scende a Torino, dove riceve il
Crocifisso dalle mani del beato don
Rinaldi.
TRA GLI EMIGRATI
POLACCHI
27 novembre 1924. Padre Ro-
dolfo giunge a Rio de Janeiro, ed è
inviato a lavorare nelle scuole e
nella cappella della comunità polac-
ca a San Feliciano, una colonia del
Rio Grande do Sul. « Per i coloni fu
un angelo consolatore. Preparava
alla prima Comunione i bambini di
una decina di scuole che avevamo
aperto nei diversi centri della colo-
nia. Diverse volte la settimana viag-
giava a cavallo per assistere i malati
nei centri, portando loro il Viatico.
Nelle case dei malati trovava molta
gente riunita, e ne approfittava per
parlare di Gesù. Nel pomeriggio riu-
niva la gente vicino alla chiesa per la
predica e la recita del rosario. Faceva
molte penitenze. Passando di centro
in centro alle volte restava senza
cibo. Una volta, a scuola, un'alunna
fece la sua colazione molto povera:
alcune patate. Lasciò le bucce sopra
lJS MAGGIO 1995 - 11

2.2 Page 12

▲back to top
Komorek al suo arrivo in Brasile
nel 1924. Vi rimarrà per 25 anni.
la cartella. Poi, per caso, vide padre
Rodolfo mccogliere quel resto di
cibo e alimentarsi con quello » (R.
Azzi).
Gennaio 1929. Perché possa pre-
pararsi ai voti "perpetui" (quelli con
cui si consacra tutta la vita a Dio e
alla Congregazione) viene mandato
a Niteroi, casa regolare vicina a Rio
de Janeiro.
Nei primi mesi del 1934 può tor-
nare tra i suoi carissimi emigrati po-
lacchi, italiani e tedeschi a Luis
Alves, nello stato di Santa Catar'ina.
È in questi anni che i cristiani tra cui
lavora con la · solita, assoluta dedi-
zione, cominciano a chiamarlo "o
padre santo". Quando le persone
semplici Io chiamano così diventa
molto serio e risponde: « Io sono
Padre Rodolfo, grande peccatore».
Giugno 1936. Padre Rodolfo ha
46 anni , e la sua salute, sottoposta a
strapazzi considerevoli da quando è
prete (cioè da 24 anni) comincia a
scarseggiare. È venuto a mancare il
confessore allo studentato per giova-
ni salesiani · studenti a Lavrinhas.
L'ispettore pensa di mandarvi padre
Rodolfo: nessuno più di lui può edu-
care a una vita sacrificata e santa
quei giovanissimi salesiani.
Padre Rodolfo saluta i suoi cari
emigrati e senza una parola di la-
mento fa l'obbedienza. L'ispettore
scrive al direttore don Ladislao Paz:
« Ho la convinzione di mandarvi un
santo». Don Ladislao si accorge pre-
sto che non si tratta di una esagera-
zione. Scrive: « Prima e dopo le
confessioni pregava a lungo. Il suo
confessionale era senwre circondato
12 - MAGGIO 1995 IJS
da molte persone che lo ·cercavano
per poter ricevere l'assoluzione e i
consigli appropriati che dava, brevi ,
incisivi e pratici. Io mi confessavo
da lui ogni settimana. Durante la
notte, come direttore, ero obbligato
a fare un giro per la casa. Mi accor-
gevo molte volte che nella cappella
c'era una luce accesa. Avvicinando-
mi, vedevo padre Rodolfo disteso
per terra con le braccia aperte in
croce. Pregava lì». E Padre Pinto
Ferreira: « Era cercato per le confes-
sioni sia dai confratelli salesiani sia
dal clero esterno. Quando confessa-
va i sacerdoti, si notava in lui una
grande timidezza e umiltà. Finita la
confessione, sorprendeva il peniten-
te sacerdote baciandogli la mano. A
volte accadde proprio a me che, ter-
minata la mia confessione, mi pas-
sava la stola ed egli si inginocchia-
va per fare lui la sua confessione».
Non era solo confessore. Gli die-
dero 28 ore di insegnamento all a
settimana (chi è insegnante sa che è
un numero enorme!).
« Quando si presentava qualcuno a
cet:care un prete per assistere un ma-
lato - ricorda don Paz - egli era il
primo ad offrirsi . Correva in sacre-
stia a prendere il Santissimo nella
teca, prendeva il cavallo per le redi -
ni e andava. Lungo il viaggio recita-
va il rosario. A volte doveva rag-
giungere capanne lontane, su colline
alte e senza strade. Ma lui andava,
piovesse o facesse sole, sgranando
quel suo rosario nero, già molto
usato e sciupato, che non volle mai
cambiare con un altro ».
Gennaio 1941. La salute di Padre
Rodolfo è seriamente compromessa.
Una toss~ ostinata lo logora giorno
e notte. E inviato alla residenza sa-
lesiana di José dos Campos, casa di
s a lute.
Una visita accurata dello speciali-
sta toglie ogni dubbio:-i suoi polmo-
ni sono colpiti gravemente dalla tu-
bercolosi. Non può più tornare a La-
vrinhàs. Deve fermarsi a S. José
perché solo una cura radicale può
allungargli la vita.
ALLE SOGLIE DEL CIELO
Nel dicembre 1942 arriva in quella
stessa C;lsa di salute un . giovane· sa-
cerdote che diventerà vescovo, don
Giovanni Marchesi. Ricorda padre
Rodolfo così: «Lo incontrai e fui
molto lieto di vivere accanto a un
santo. Pur malato, lavorava l'intero
giorno al ministero sacerdotale. La
Santa Casa (ritiro dei vecchi) di cui
era il cappellano, e il sanatorio "Vi-
centina Aranha" erano il campo del
suo apostolato. Quanti tubercolotici
assistette! Alcuni, prima indifferenti,
finivano per ricevere i sacramenti dal
" padre santo", come lo chiamavano.
Impressionava la sua povertà. Donni-
va su tre tavole di legno, con una co-
pe1ta· vecchissima e alcuni soprabiti
logori per coprirsi. La sua umiltà era
immensa: sempre l'ultimo di tutti».
I nove anni che passò a S. José fu-
rono un cammino continuo, sereno
verso il Cielo. Suor Clara Moreira
che lo assistette, testimoniò. « Più
che paziente, Padre Rodolfo consi-
derava la sua malattia come una be-
nedizione di Dio, e riceveva le sof-
ferenze con gratitudine dalle sue
mani ». Padre Ottorino Fantin, lui
pure malato , ricordava: « Noi ci la-
mentavamo, vivevamo nella speran-
za di trovare una medicina che ci fa-
cesse migliorare. Lui ci incoraggia-
va a irrobustire la fede, ad avere fi-
ducia. Questa fede e questa fortezza
cristiana l'abbiamo avuta accanto a
noi, fino agli ultimi istanti della sua
vita ».
Suor Maria Faleiros che gli fu ac-
canto nelle ultime ore, ha testimonia-
to: « Voleva che le sue medicine,
onnai inutili diceva, le dessimo ai
poveri che non riuscivano a procu-
rarsele. Non ebbe mai un attimo di
impazienza. Nelle ultime ore mi clisse
preoccupato: "Suora, è duro morire.
Non sapevo che fosse così". Alla vi-
gilia della motte chiese al suo supe-
riore i sacramenti in forma privata,
senza disturbare nessuno. Dopo l'Un-
zione degli Infetmi era sereno, cal-
mo. Parlò un poco a bassa voce, poi
chiese che lo lasciassimo pregare.
Morì sette o otto ore dopo, 1'11 di-
cembre 1949 ».
Padre Gastone che g li diede gli
ultimi sacramenti scrisse: «-Che una
persona passi tutta la vita nel lavoro
quotidiano, senza lamentarsi, senza
intiepidirsi, senza scoraggiarsi nelle
difficoltà, è realmente eroico. Così
fu eroico Padre Rodolfo Komorek».
Teresio Bosco

2.3 Page 13

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l'intervista a Guido Josìa scenografo
I CENTO ANNI DEL CINEMA
29a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: il messaggio di Giovanni Paolo Il
propone una riflessione sul cinema come mezzo di espressione e di cultura.
Nel primo centenario dei suoi inizi.
'-'-C inema come veicolo di scambio culturale, done, Amelio , Tornatore, Moretti, Nuti ... ma non si
proposta di valori e di crescita sociale ", tratta di quelle centinaia di film che facevamo prima e
suggerisce il messaggio di Giovanni Paolo Il...
che davano tra l'altro lavoro a decine di migliaia di
I fratelli Lumière si sono messi alla scoperta di qual- persone.
cosa di nuovo per rendere animata la fotografia e
quindi riprodurre la vita reale in tempi reali. Poi il
cinema è arrivato a raffinatezze che vanno ben al di
là di questo fatto tecnico. Ed è diventato linguaggio,
È la televisione che ha soppiantato il cinema, che ha
sconvolto il mercato e ha modificato il gusto degli
spettatori?
contenuto , cultura, valore, messaggio . Il cinema ha In gran parte. Mentre all'inizio la televisione produ-
dimostrato in cento anni di avere tutti gli attributi per ceva in proprio, oggi prevale la tendenza a mandare
essere veicolo di cultura e di crescita sociale . Col in onda dei film per una questione di convenienza. È
tempo è diventato anche un grosso fatto indu-
più comodo per le Tv, ma vince ancora una
striale . Oggi , se non garantisce il rendimento
volta il fatto commerciale sulla cultura e
economico, il valore può passare purtroppo in
sull'arte .
secondo piano.
Negli anni '60 le sale cinematografiche
Mentre il cinema americano pare vivere una
cattoliche erano seimila, oggi sono 700. È
seconda giovinezza, il cinema italiano ed
finito il tempo del cinema parrocchiale?
europeo è attraversato invece da una
A quanto pare, sì. A parte i cineforum
profonda crisi.
giovanili che riempiono spesso le sale.
La seconda giovinezza del cinema ame-
lo però girerei la domanda a ch i è
ricano è possibile solo perché hanno
responsabile del circuito. Forse c'è
strumenti di produzione tali çja permet-
sfiducia nel messaggio che viene a
tersi di invadere il mercato. E una
mancare ; forse un tempo la gente
produ zione accorta, preceduta
aveva meno alternative e per
da indagini di mercato e se-
questo sceglieva la sala parroc-
guita da un'adeguata campa-
chiale .
gna promozionale. Probabil-
mente gli americani vendono in
questo modo ogni loro prodot-
Cento anni di cinema. Quali film
salverebbe dal tempo?
to. La realizzazione finale può
Ne salverei molti , più di cento .
essere anche gradevole , ma
Basta pensare a Fritz Lang , a
molto cinema americano , so-
Rossellini , a Dreyer, a Griffilh ,
prattutto quello che finisce alla
Ford ... Come dimenticare Me-
televisione, è pura produzione
tropolis , Napoléon, A nous la
di consumo.
Liberté, Roma città aperta ,
Quanto alla crisi italiana, è un
Paisà ... Il mio apprezzamento
fenomeno complesso. È crisi di
non può che essere ampio:
idee, di investimenti , di fiducia.
Bergman , Bunuel , Chaplin , Vi -
Mancano sia un'adeguata legi-
sconti. .. La risposta è difficile.
slazione, sia gli strumenti adatti
E mi domando come sia possi -
a rimettere in moto quei mecca-
bile che una storia così esal -
nismi che rendono possibile la
tante sia in crisi. Il buon film
realizzazione del film . Ci sono è
determina sempre una crescita
vero alcuni italiani che riescono
culturale, un'elevazione sociale.
praticamente a produrre in proprio John Wayne, indimenticabile interprete
o a ispirare fiducia, come Ve r-
di Ombre Rosse.
·
BS MAGGIO 1995 - 13

2.4 Page 14

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EUROPA Gli organismi europei e problemi centrali di una nuova società.
L'EUROPA
DEI GIOVANI
di Gianni Frigerio
I giovani e l'Europa
di oggi e di domani.
Incontro con il belga
Kelchtermans,
rappresentante
della confederazione
exallievi al Consiglio
d'Europa.
Un mosaico di facce giovani.
Sorrisi da non deludere.
Come ex studente di una scuola sa-
lesiana, rappresenta allo stesso Con-
siglio d'Europa anche gli Exallievi
di Don Bosco, presenti nell 'organi-
smo come ONG (Organizzazione
Non Governativa). Da laico impe-
gnato nel mondo della politica, ha
accettato di rispondere alle nostre
domande sulla sua presenza negli
organismi della grande politica in-
ternazionale.
L'INTERVISTA
A Imeno 350 milioni di cittadini
in una superficie di oltre due
milioni di chilometri quadrati. Un
potenziale economico che supera
quello ,degli Stati Uniti e del Giap-
pone. E questo il primo identikit di
un 'Europa che potrebbe contare di
più. In realtà lo spirito di collabora-
zione tra gli stati membri non è
s_empre esplicito. L' Europa del mer-
cato fa sentire il suo peso a scapito
dell'Europa dei valori. Discorsi an-
14 - MAGGIO 1995 BS
tichi, ma che tornano di attualità
ogni volta che viene compiuto un
pur piccolo passo in avanti. Oppure
quando, come è avvenuto quest'an-
no con l'ingresso di Austria, Finlan-
dia e Svezia, l'Europa che conta si
allarga e coinvolge milioni di altri
cittadini.
Lambert Kelchtennans, 65 anni , tre
figli , è senatore al Parlamento belga e
presiede la rappresentanza del · suo
Paese al Consiglio d 'Europa (CE).
D. Signor Kelchtermans, gli exal-
lievi sono presenti al Consiglio
cl' Europa. Sono presenti anche i
problemi dei giovani negli organi-
smi europei?
R. Nel Consiglio d' Europa (CE)
abbiamo una commissione per la
gioventù e altre che si occupano di
problemi sociali, dell'insegnamento,
dell'educazione. In ciascuna di que- .
ste commissioni vi sono delle di-
scussioni che fanno riferimento ai
problemi dei giovani. Il CE non è
soltanto un organismo di politici, ma
hanno un certo peso anche le Orga-
nizzazioni Non Governative (ONG).
Sono ricercate, vogliono conoscere ·
il loro punto di vista. E questo è
. compito anche della nostra ONG,
quella degli Exallievi di Don Bosco.
C'è dunque almeno un proficuo
scambio di informazioni.
D. Siamo in molti a dire che il fu-
turo del/'Europa si gioca sui giovac
ni. l giovani sono disorientati, pieni

2.5 Page 15

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Scarsa l'attenzione al futuro dei giovani e alle loro esigenze.
Verso un'Europa più larga
e più sicura di sé.
pendenti . Quando un giovane può
lavorare, è più felice , meno frustra-
to. Ma la disoccupazione è un pro-
blem a serio in ogni parte del mon-
do, non riguarda so lo l' Europa, ma
anche l' Africa, l' Asia, la Russia, gli
stessi USA.
LA NUOVA EUROPA
di inquietudini e poco sostenuti dalle sia il problema della droga e della
strutture educative: Giovani che non criminalità, come quello del posto di
hanno ideali politici e sociali. Que- lavoro, per stare ai due esempi, ri-
sto vi preoccupa per il futuro del no- guardano soprattutto il Parlamento
. stra continente? Eme,gono al CE i Europeo più che il Consiglio d 'Eu-
gravi e drammatici problemi giova- ropa, perché dipendono dall ' orga-
nili come quello della droga e della nizzazione economica e politica degli
criminalità, quello più quotidiano stati.
della disoccupazione giovanile? Si Ma il vero problema è la scom-
parla dei giovani in modo costrutti- parsa dei valori . Apparentemente il
vo, propositivo ?
fatto di non trovare lavoro sembra
R. È certo: se non si soluzione :_ non dipendere da princìpi cristiani o
ad alcuni problemi, sarà molto pro- liberali , ma dalle vie economiche.
blematico il futuro dell ' Europa. Però In realtà le cose sono tutte interdì-
D. E c'è l'immenso formicaio della
Cina ...
R. Certo. Immaginiamo che do-
mani un miliardo e 200 milioni di
cinesi abbiano la nostra stessa li-
bertà... lo viaggio molto. Conosco
benissimo Taiwan, vi sono andato
più volte. Ciò che è stato fatto in
quindici anni è incredibile. I popoli
cinesi sono popoli che lavorano
moltissimo, senza domandare nien-
te, con i salari piì:1 bassi che si possa-
no immaginare, senza assicurazioni
sociali. Immaginiamo quale concor-
renza potrebbero fare alle nostre in-
dustrie. Solo la Cina rossa ha quattro
volte gli abitanti dell ' Europa.
D. L'Unione Europea fa progressi?
R. I progressi non mancano. Ma
l' unità politica ed economica non
sono per domani. Vi sono per ora I5
nazioni, · 1e 15 nazioni più ricche.
Altre domandano di entrarci. La Po-
Manifestazioni di protesta in Spagna e in Francia.
Il disagio giovanile si manifesta anche cosi.
IJS MAGGIO 1995 - 15

2.6 Page 16

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Ionia lo chiede quasi ogni giorno.
Lo domanc\\a la Turchia, per esem-
pio, ma ha problemi economici
enonni. Se d'altra parte si dà il via
al libero scamb io dei beni e delle
persone con la Turchia, domattina
migliaia di Turchi si mettono in
cammino verso i paesi d'Europa. Si
potrebbe obiettare che dal punto di
vista umano è un arricchimento. Ma
le cose non sono così semplici.
D. L'ingresso di Austria, Finlancha
e Svezia lo valuta positivamente?
R. Direi di sì. Sono nazioni che
hanno lo stesso nostro livello di
vita. La Finlandia e la Svezia sono
nazioni nordiche, quindi un po' lon-
tane dalla nostra cultura e non
hanno certo il calore che troviamo
qui in Italia, in Spagna, in Francia o
in Belgio. Ma anche in questi paesi
c'è molto entusiasmo per l'Europa.
Quanto ali' Austria, è stata a lungo
neutrale, ma era una neutralità lega-
ta ai due blocchi che oggi non esi-
stono più.
I Lambert Kelchtermans durante
l'intervista. Ha detto: «Al Consiglio
d'Europa, siamo solo noi
a difendere i valori della vita,
della famiglia, dei giovani ».
I GIOVANI
E LA POLITICA
D. Discorsi importanti, ma ritor-
nerei ai giovani. Come exallievi
siete certamente interessati a favo-
rire una politica più attenta ai loro
problemi. Vi battete perché siano
visti Jn un'ottica europea e mondia-
le ? E grave la mancanza di sensibi-
lità per il problema educativo in ge-
nera_le, per lo sviluppo e il miglio-
16 - MAGGIO 1995 BS
!ore, la dignità della persona umana,
che l'uomo è immagine di Dio.
Questa è la grande differenza tra noi
e gli altri. Altri possono essere an-
che sensibil i ai problemi sociali, ma
non riconoscono sempre il valore
dell 'essere umano, il valore di ogni
individuo. La fine del comunismo ci
ha fatto conoscere come si viveva in
Russia. Il liberalismo all'opposto so-
stiene la libertà assoluta dell 'indivi-
duo.
Quanto alla mancanza di educa-
ramento del sistema scolastico, per
quello della famiglia. Quale politi-
ca della famiglia viene mandata
avanti? E dei problemi connessi,
come quello della bioetica?
zione socio-politica nella scuola,
questo forse è vero. Durante la no-
stra giovinezza non abbiamo ricevu-
to un gran che di tutto questo. Oggi
un allievo che ha studiato all' uni-
versità di Lovanio conosce il diritto
R. Ne abbiamo discusso alla fine o il mondo della tecnica, ma non sa
di gennaio. Abbiamo avuto una come funziona la politica. Non sa
lunga sess ione su ll a bioetica. E vo- come lavora un parlamento. Non ne
glio sotto lineare questo: noi cristia- sa nulla e non ne è interessato. Ep-
ni siamo i soli a difendere i valori pure penso che sia necessario che i
della vita e della famig li a, a difen- giovani nelle scuole siano sensibi-
dere il nostro punto di vista sull' in- lizzati alla politica. Lo si voglia o
segnamento e su l futuro della gio- no, la politica ci coinvolge. Uno
ventù. Altri non sono interessati , o può anche dire: non mi occupo di
addirittura remano contro. Non si politica, ma alla fine è la politica
vuole più accettare il modello tradi - che si occupa di lui. Quando mi
zionale di famig lia. A molti basta alzo al mattino e muovo l'interrutto-
che si viva insieme, magari oggi re, viene la luce. La luce è stata
con uno, domani con un altro. E i mandata dallo stato, dal comune. Se
figli ... sono soltanto fig li . Ma su entro nel bagno, l'acqua scorre.
questi punti, quando si vota, non ab- Qualcuno l'ha fatta arrivare fin lì. E
biamo la maggioranza. Sul proble- così per il resto. La politica interes-
ma della bioetica, per esempio, gli sa la vita di ciascuno. E queste sono
altr i :gruppi politici hanno un punto cose materiali: ma ce ne sono ben
di vista del tutto differente dal grup- altre, molto più importanti .
po soc iale-cristiano.
Quando la gente va a votare non D. La ringrazio. Un'ultima cosa.
pensa a tutto questo. Ma poi si ve-' I giovani oggi sono molto esigenti
dono i risultati. Se non abbiamo la
maggioranza, è impossibile far pas-
sare certe posizioni. Nei parlamenti
a un certo punto si vota. Ed è il ri-
su ltato che conta.
con i politici. Mi pare giusto.
R. È un diritto della gente essere
esigenti. Credo che un politico
debba essere molto di più pu lito,
perché lavora con la cosa pubblica.
D. Le scuole cattoliche sono tal- ·
volta accusate anche oggi di dar
poco spazio ali' educazione socio-
politica. Anche se mi pare che le
cose stiano migliorando. Qual è la
sua esperienza?
Siamo quindi obbligati a essere seri.
Questo non sign ifica che ci saranno
sempre politici senza colpa: Gesù
aveva 12 aposto li . . . e conoscete il
resto. Ci saranno sempre problemi
con i politici. Credo però che oggi i
mass-media stiano esagerando. De-
R. Se intende domandarmi se l'es- monizzare tutti i politici senza fare
sere stato allievo presso le scuole di distinzioni è ingiusto. Comunque i
Don Bosco abbia influito in qualche giornalis-ti hanno il loro compito.
modo sulla mia futura vita politica, Quando in politica c'è qualcosa di
devo dire di sì. Perché dove si sono poco pu lito, si ha non soltanto il di-
fatti gli studi, si rimane segnati per il ritto, ma il dovere di dirlo.
resto della vita. Mi sembra inevita-
bile. Dai salesiani ho imparato il va-
Gianni Frigerio

2.7 Page 17

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di Alfredo Videla
LA RADIO ccLIBERA>>
DEL CILE
« Radio Chilena » è l'emittente più antica del Cile. Fondata oltre 70 anni fa,
oggi è un esempio di conduzione laicale e si propone come la radio di tutti.
Ha un ascolto di dieci milioni di persone.
Q uando nel 1977 fu rilevata dal cardinal Raul RADIO CHILENA, che trasmette nella frequenza
Silva Henriquez, arcivescovo di Santiago, Radio AM66, insieme a Radio Aurora FMBB, può contare
Chilena si trovava in gravi difficoltà economiche . oggi su 15 filiali , raggiungendo complessivamente
Erano gli anni difficili della dittatura militare di Pino- dieci milioni di ascoltatori. La radio è stata sempre
chet e l'arcivescovo affidò la direzione e l'amministra- un'eccellente mezzo di informazione particolarmente
zione della radio ai salesiani. Erano ispettori del Cile a servizio della Chiesa, e i vescovi ne desiderano la
in quegli anni don Sergio Cuevas e don José Nico- presenza nelle loro diocesi. I notiziari informativi di
lussi. Chi ebbe l'incarico di rinnovare , orientare e Radio Chi/ena sono ai primi posti nell'ascolto, la sua
trovare i finanziamenti fu l'exallievo Ernesto Corona opinione è rispettata e dà un buon contributo alla
Bozzo, che tuttora presiede il direttivo.
cultura e all 'evangelizzazione della nazione . Oggi
Radio Chilena non solo ha
LE AZIONI della società
risolto i suoi problemi econo-
anonima Radio Chilena sono
mici , ma nel secondo seme-
oggi per il 50 per cento dell'ar-
stre del 1994 ha acquisito il
civescovo di Santiago, e per il
75 per cento di Telenord, un
50 per cento dei salesiani del
canale televisivo dell'Univer-
Cile. Per rinnovare la radio
sità Cattolica di Antofagasta.
per prima cosa fu creata un'é-
quipe di persone che lavora-
LA CATTOLICITÀ di Radio
rono con grande competenza
Chilena si riflette nei
professionale e spirito cristia-
programmi , ma anche nel
no. Anche gli aiuti economici
clima di comunità fraterna che
non mancarono : da parte sa-
ha costruito tra centinaia di
lesiana, dello stesso Rettor
persone che vi lavorano. Tra i
Maggiore ; da parte degli orga-
prograrr:imi di evangelizza-
nismi ecclesiali , soprattutto dei
zione : "E scritto" (il Vangelo di
cattolici tedeschi. Fu così rin-
ogni giorno) "Il Santo del
novata l'attrezzatura, fu creata
giorno", "Il commento del
una seconda radio, FM "Auro-
lunedì e giovedì ", "Voi e noi"
ra", che favorisse i finanzia-
(programma dell 'arcivescovo
menti.
di Santiago), "Spigolando "
La linea direttiva informativa
(sulla pastorale operaia) , "Ora
fu sin dall 'inizio pluralista.
media" (pastorale degli
Mettendosi a servizio della
verità e della solidarietà, negli
anni del regime militare fu
chiusa due volte . Ma supe-
I Santiago. Un momento dei festeggiamenti
per i 70 anni di Radio Chilena.
Con il direttore, l'exallievo Ernesto Corona
(a sinistra), l'allora presidente Aylwin.
infermi) , il "Mese di Maria",
che in Cile è a novembre, la
"Settimana Santa", "La vita di
Don Bosco" e dei santi cileni,
rando ogni difficoltà riuscì ad
come Laura Vicur'ia, Teresa
a essere "la voce di chi non ha
de Los Andes , Padre Alberto
voce ". In alcuni casi , grazie alle informazioni della Hurtado . Naturalmente la radio è disposizione
radio , qualcuno riuscì a evitare l'imprigionamento e a dell'arcivescovo di Santiago ogni volta che intende
salvare la vita. Fino a quando si arrivò anche in Cile rivolgersi ai fedeli.
a un regime di libertà e, nel 1990, alla nascita di un
governo democratico.
BS MAGGIO 1995 - 17

2.8 Page 18

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ATTUALITÀ ECCLESIALE A novembre la Chiesa italiana si ritrova per il suo
A PALERMO Intervista a monsignor
Diego Bona, presidente
Pax Christi.
IL CHECK UP Il significato e lo spirito
dell'importante convegno
ecclesiale.
DELLA CHIESA di Silvano Stracca
A ppuntamento a Palermo per la
Chiesa italiana, dal 20 al 25
novembre, per il suo terzo Conve-
gno nazionale. "Il Vangelo della ca-
rità per una nuova società in Italia"
è il tema sce lto dai vescovi . Un
tema senza dubbio impegnativo, ma
quanto mai opportuno nel delicato
momento di transizione che il no-
stro paese sta attraversando. « Noi
crediamo che il Vangelo della carità
ha veramente la potenza di cambia-
re la storia », scrive il cardi nale Gio-
vanni Saldarini, arcivescovo di To-
rino, presidente del comitato nazio-
nale preparatorio del Convegno di
Palenno.
Si tratterà sicuramente di un
"provvidenziale evento di Chiesa"
come già lo furono i precedenti ap-
puntamenti di Roma del 1976 su
"Evangeli zzazione e promozione u-
ns 18 - MAGGIO 1995
mana" e di Loreto del 1985 su " Ri-
conciliazione cristiana e comunità
degli uomini ". Il Convegno di Pa-
le1mo si coll oca al centro degli anni
'90, segnati dagli orientamenti pa-
storali "Evangelizzazione e testimo-
nianza della carità", e guarda ali ' o-
rizzonte, orma i prossimo, del Giubi-
leo dell 'anno 2000. Il "Vangelo
della carità" costituisce il cuore e
l' ispirazione di quell'impegno per
una " nuova evangelizzazione" che
Giovanni Paolo II indica come prio-
ritario alle sogli e del Terzo Millen-
nio.
Monsignor Diego Bona, vescovo
di Saluzzo in Piemonte e pres idente
della sezione italiana del movimen-
to in~ernazionale " Pax Christi", ci
aiuta a cogliere - in quest ' intervista
- il significato profetico del " Van-
gelo della carità" per la vita della
I A Palermo la Chiesa italiana terrà
nei giorni 20-25 novembre il terzo
Convegno nazionale, dopo Roma
(1976) e Loreto (1985).
Chiesa e della società, nonché l' im-
portanza ·delle cinque ''opzioni pre-
ferenziali" proposte a tutte le comu-
nità ecclesiali italiane che si stanno
attivamente preparando ali ' in~ontro
di novembre: la cultura e la comu ni-
cazione- sociale, l'impegno sociale e
politico, l'amore preferenziale per i
poveri , la famig li a, i giovan i.
Monsignor Bona, come sintetizze-
rebbe in breve lo "spirito" del pros-
simo Convegno ecclesiale?
« Un momento bell o, forte, signi -
ficativo dell'itinerario della Chiesa
italiana negli anni novanta s'ull 'edu-
cazione alla carità come via più im-
mediata e credibile per ann unciare il

2.9 Page 19

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lii Convegno nazionale. La significativa scelta della città siciliana.
Vangelo. Una tappa importante per
l'ulteriore crescita delle nostre co-
munità nella linea del rinnovamento
voluto dal Concilio Vaticano II,
nello stile del convenire insieme,
nella capacità di discernimento e di
slancio missionario, nella scelta dei
poveri e nell ' impegno per una pre-
senza costruttiva nel contesto del
nostro paese ».
In che senso parla di "presenza
costruttiva"?
« Non v'è dubbio che la nostra so-
cietà molte volte si caratterizza per
modi di pensare e prassi di vita che
denotano più individualismo che
partecipazione, più egoismo che soli-
darietà. C'è diffidenza tra le persone,
prevalgono il profitto e la conflittua-
lità, emergono segnali di rifiuto. Un
clima di rissosità che fa paura domi-
na la politica e un numero crescente
di famiglie sono in difficoltà. Ecco,
dunque, che la Chiesa ha qualcosa da
dire, da offrire: il "Vangelo della ca-
rità", che può creare una cultura di-
versa, introdurre una vera novità ».
Anche la scelta della sede di Pa-
lermo riveste quindi un preciso si-
gnij1,cato ?
« È una testimonianza e un ricono-
scimento dell ' intera comunità eccle-
siale italiana alla Chiesa cli Palermo
e alla Chiesa in Sicilia che in questi
anni hanno dato prova di un chiaro
porsi sulla linea della giustizia, della
libertà, del rispetto delle persone,
dello scrollarsi di dosso tutte quelle
che potevano sembrare ed essere ten-
tazioni di connivenza. Dalla Chiesa e
dalla gente di Palermo sono venuti al
paese inequivocabili segnali cli spe-
ranza e di risveglio spirituale e civile.
II convenire a Palenno sarà anche un
sostegno a quei sacerdoti che con-
tinuano a testimoniare, pagando pure
con la vita, la passione della Chiesa
per il popolo siciliano»..
li documento preparatorio segna-
la , tra i problemi prioritari per la
comunità cristiana, il diffuso disagio
giovanile e il conseguente rischio
per le nostre Chiese di apparire a
volte "incerte e in ritardo".
·
« Quello dei giovani è certamente
un problema che reclama con più
urgenza l'attenzione della Chiesa.
Come parlare ai giovani se non s ' in-
travvedono segnali cli speranza, se
la società non è attenta nei loro con-
fronti ? Come Chiesa dobbiamo pro-
porci l'obiettivo primario di dare
speranza e futuro alle nuove genera-
zioni. Le difficoltà restano. Molto
dipende dagli orientamenti politici
ed economici. Non è certo compito
della Chiesa indicare scelte concre-
te, ma la Chiesa può richiamare le
coscienze, riproporre in primo piano
le esigenze giustificate, scottanti,
dei giovani ».
Tra le "vie preferenziali" del cam-
mino della Chiesa si sottolinea con
forza il tema de l ' impegno sociale e
politi co. ..
«Credo che come Chiesa dobbia-
mo soprattutto rieducare la gente al
gusto della partecipazione. Molti de-
I Palermo. Una delle tante
manifestazioni popolari contro
la mafia:
I Don Giuseppe Puglisi, vittima
della mafia. La foto lo ricorda
in festa con i suoi parrocchiani.
gli attuali "111ali" italiani derivano pro-
prio dalla scelta della non partecipa-
zione, della delega e della gestione
di tale delega in senso negativo, de-
teriore, clientelare. Assieme alla par-
tecipazione dobbiamo preoccuparci
di riproporre e promuovere i valori
fondamentali della dignità e della li-
bertà della persona, della solidarietà,
del! ' attenzione alle fasce più deboli,
della pace, della giustizia, dell 'a-
pertura agli altri e alle altre culture.
Occorre insistere molto sul dovere
della Chiesa di educare le coscienze
ICardinali e vescovi italiani
a Loreto nel dicembre dell'anno
scorso, per la celebrazione con
Giovanni Paolo Il. Il penultimo
a destra è il vescovo di Palermo,
il card. Salvatore Pappalardo.
BS MAGGIO 1995 - 19

2.10 Page 20

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alla partecipazione e alla promozione
di valori irrinunciabili».
Si può obiettare che molto ha
contribuito al disgusto della parte-
cipazione e alla mancata difesa dei
valori come la vita e la famiglia ,
proprio chi in politica si richiamava
sino a ieri al "cristianesimo" ... Co-
sa fare per superare il peso di que-
sto passato?
«Riprendendo in mano il Concilio
(Gaudium et Spes), l'esortazione
"Christijìdeles laici" e il documento
"Evangelizzazione e testimonianza
della carità" troviamo indicazioni
precise e utili per quest'opera di pro-
mozione e fo1mazione, che richiede
passione, rigore e coraggio».
In concreto?
« Il compito di sacerdoti e pastori
è di calare i princìpi nelle coscienze,
lasciando alle persone la valutazio-
ne concreta dei modi. Mi sembra
che come Chiesa dobbiamo essere
schierati soprattutto a difesa dei va-
lori essenziali per l' uomo. Non toc-
ca a noi dire al cristiano dove deve
andare, ma dovrà essere lui a indivi-
duare il modo migliore per valutare
i vari programmi, le diverse propo-
ste. E ciò anche alla luce della storia
che abbiamo viss uto sinora. Si dice
che si riconosce l' albero dai frutti. È
vero che i frutti devono ancora veni-
re, ma abbiamo alle spalle una storia
che può aiutarci a vedere le cose at-
torno a noi ».
I Mons. Diego Bona, presidente
"Pax Christi ", a un convegno sul
volontariato.
A Palermo ci si interrogherà anche
sul problema della comunicazione so-
ciale, ~ulla proprietà dei suoi mezzi.
Come essere presenti dove oggi si
forma l'opinione pubblica?
« Ciò che poss iamo fare è di pren-
dere maggiore consapevolezza di
quanto l' uomo contemporaneo valu-
ti gli eventi secondo le comunicazio-
ni che riceve, tenerne conto, sforzar-
ci di salvaguardare la dimensione
personale, aiutare la decodificazione
della comunicazione, chiedere il ri-
spetto della verità nell ' informazio-
ne, ecc. Su tali punti dobbiamo esse-
re molto insistenti non solo per aiu-
tare le persone a valutare con ogget-
tività, ma anche per chiedere che sia
sempre rispettata l'obiettività».
Palermo potrà essere l'occasione
anche per un coraggioso "esame di
coscienza" da parte della Chiesa
italiana?
« Sì, soprattutto sui possibili silen-
zi. Forse non siamo stati sufficiente-
mente presenti , magari pensando
che per un bene più grande si pote-
va tacere oppure non parlare abba-
stanza chiaramente su alcune cose.
Da questo punto di vi sta proprio la
Chiesa di Sicilia ci ha dato una buo-
na testimonianza in una presenza di
un fenomeno eclatante come la
mafia. In questo malessere che si è
tanto diffuso in Italia, come Chiesa
dovevamo essere più chiari, più pre-
cisi, più attenti, più profetici. Ma la
storia della Chiesa italiana non è
fatta solo di silenzi. Nei nostri anni
ci sono tanti fatti positivi. Basti ri-
cordare la promozione della' carità e
le. mol teplici iniziative di volonta-
riato».
Palermo potrà essere anche un
momento cli co,ifimito, cli supera-
mento e cli riconciliazione delle "di-
visioni" nella Chiesa italiana?
« Non vedo "divisioni" nel senso
di tensioni o spaccature, pur nella
legittima diversità di lettura della si-
tuazione. Ma ce1tamente, insieme a
un esame di coscienza, dovrà essere
un corale ripartire, un più convinto e
credibile impegno, un costante rife-
rimento al " Vangelo della carità"».
Ooll
GIUSEPPE PUGUSI
Nonostante tante difficoltà dob-
biamo, dunque, guardare a Palermo
soprattutto con fiducia e speranza?
« Il clima particolare che il paese
sta vivendo, se da un lato è un mo-
mento di confusione, dall 'altro è una·
fase di rivolgimento e quindi di vita.
Il "Vangelo della carità" ha una pa-
rola da dire, può essere un fattore di
speranza, di umanità, di costruzione
di cultura. Il " Vangelo de11a carità"
può costituire già un fe.rmento di
una nuova società per il fatto stesso
di suscitare speranza. A patto però
di prenderlo sul serio e di continuare
l 'impegno. Il Convegno di Palermo
non si concluderà infatti a fine no-
vembre, ma dovrà essere solo un
punto di partenza e di rilancio».
- Palermo. Al quartiere Brancaccio.
20 - MAGGIO 1995 BS
Silvano Stracca

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Libri novità a cura di Giuseppe Morante
L'OMBRA DI SATANA
Come difendere i figli dal-
l'occultismo e dalle pratiche
demoniache
di Bob e Gretchen Passantine
Messaggero, Padova, 1994
pp. 254, lire 27.000
PROBLEMI
&PROPOSTE
~
Bob I! Grelt hen Ptwanllno
L'OMBRA
DISATANA
Come difendere i figli da11'occultismo
e dalle pratiche dcmoninche
L'occultismo, la magia, il sata-
nismo sono fenomeni che occu-
pano sempre più i titoli dei gior-
nali o fanno notizia nelle tra-
smissioni televisive, spesso con
visioni deformate o strumentali.
In questo libro invece troviamo
un'informazione equilibrata su
quanto sta avvenendo negli
Stati Uniti e probabilmente si
diffonderà anche in Italia nei
prossimi anni. Con la tecnica di
un serio giornalismo investigati-
ACCOMPAGNARE
mezzi e strutture. Ben ven-
GLI ADULTI NELLA FEDE gano perciò stimoli che aiuti-
Linee di metodologia ca- no ad entrare in questa
techistica
mentalità. li libro infatti si col-
di Enzo Biemmi
loca in questo cammino ec-
LDC , Leumann (To) , 1994 clesiale italiano e offre una
pp. 144, lire 12.000
sorta di guida per chi accetta
di diventare "compagno di
La catechesi degli adulti, in viaggio" nella fede dei propri
questi tempi di nuova evan- · fratelli e sorelle adulti. Tra le
gelizzazione, stenta a decol- sue caratteristiche emergo-
lare; sia per una mentalità no la semplicità del linguag-
catechistica poco aperta al- gio e la praticabilità del ma-
l'integrazione della fede ne!- teriale offerto in schede di
la vita, sia per mancanza di lavoro.
vo, gli autori hanno raccolto le
storie dei giovani implicati in
pratiche occulte e sono risaliti
alle fonti , ai testi e alle dottrine
che ispirano tali atteggiamenti.
Oltre ad un giudizio biblicamen-
te fondato sul ricorso alle arti
magiche, gli autori offrono con-
sigli e suggerimenti ai genitori e
agli educatori , per aiutare i gio-
vani a evitare le insidie di Sata-
na e a scoprire la realtà di una
fede autentica.
CON AMORE
Libertà
e maturità affettiva
nel celibato consacrato
CON AMORE
Libertà e maturità affettiva
nel celibato consacrato
di Amedeo Cencini
Edizioni Dehoniane, Bologna,
1994
pp. 312 , lire 30 .000
Il Sinodo dei vescovi sulla vita
consacrata ha fatto conoscere,
per quei pochi flash informativi,
spesso superficiali , dei mezzi di
comunicazione di massa, il si-
gnificato evangelico del "consa-
crato per il regno". L'autore di
questo saggio, con la compe-
tenza che lo contraddistingue,
approfondisce il tema, aiutando
a comprendere la trasformazio-
ne del cuore di chi cerca di
amare Dio , al punto da rinun-
ciare all'amore esclusivo e pri-
vilegiato di una creatura. Si
chiarisce il tipo di rapporto che
questa persona è chiamata a
stabilire con il suo io, con la
sua storia passata, cor.i le pro-
prie disponibilità affettive, con il
"tu" umano, fino a giungere al
"tu" di Dio-Trinità. Il saggio è
utile a formatori , docenti, consi-
glieri spirituali, sacerdoti, reli-
giosi e religiose , giovani in for-
mazione .
BIBLIOTECA
DELLA SOLIDARIETÀ
a cura della Caritas Italiana
La collana prevede 37 titoli. Ne
segnaliamo alcuni tra quelli già
pubblicati:
ZINGARI, ROM E SINTI
di Mimma Barbieri Stefanelli
pp. 158, lire 15.000
CARCERE E SOCIETÀ,
OLTRE LA PENA
di Damoli-Lovati
pp. 160, lire 15.000
VOLONTARIATO
di Antonio Mastrantuono
pp. 160, lire 15.000
L'OSSERVATORIO DELLA
POVERTÀ
di Renato Marinaro
pp. 148, lire 15.000
La collana offre strumenti di
lavoro finalizzati a far maturare
la riflessione e a rendere più in-
cisiva la pratica della testimo-
nianza della carità. I destinatari
sono tutti coloro che a diverso
titolo si impegnano nella lotta
contro l'emarginazione.
La povertà e le· emarginazioni
sono sempre complesse, intri-
cate, non risolvibili con la fretta
e la superficialità. Esigono pa-
zienza e intelligenza d'amore. I
titoli segnalati sono emblemati-
ci per i quattro argomenti trat-
tati , perché di grande attualità
nella nostra cultura: gli zingari,
oggi in testa alle tristi classifi-
che della intolleranza e della
impopolarità; il fenomeno "car-
cere", con le sue contraddizio-
ni e problematiche ; il volonta-
riato, come un'esperienza con-
solidata, conosciuta e spesso
blandita dalle istituzioni ; il pro-
getto dell'osservatorio delle
povertà, che mira a favorire lo
sviluppo della società civile e a
sensibilizzare le comunità ec-
clesiali quanto allo sviluppo di
stili di vita e di relazioni umane
sempre più accoglienti e sem-
pre meno emarginanti.
lii BIB L IOTECA
:E soL1'H'k\\tI E TA
-:E
lii
A. L'OSSERVATORIQ
DELLE POVERTA
fl r,m rtrto di /Wl'fTIIÌ
UJ 1«/tn prtftnw:i11lt dti pwrri
11el J.fo,gi,u,.. tfrlln O,ian
Nastim , rrifoppo drl progmu
0 <Aro1urisricbr p11srrm,fi
, II/111rra:ùme dtllo stt'mutm o
•Elperimu
0 Biblitt.!Jt'Pfianu11::.iirlt
28 CARITAS
BS MAGGIO 1995 - 21

3.2 Page 22

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BRASILE La scommessa delle figlie di Maria Ausiliatrice per la cultura. È il
NON SOLO FAVELAS
di Margherita Dal Lago
Dire Brasile è dire
favelas, sfruttamento,
bambini della strada.
Ma il Brasile è grande
e soprattutto è vivo.
L'esperienza culturale
dei giovani di Campos
ci offre uno spaccato
diverso di questo grande
Paese.
Attività parascolastica a Campos.
"Sogno di una notte di mezza
estate ".
S i arriva a Campos sotto un sole del petrolio. La strada scorre presso il
che brucia. Ti accog lie il monu- mare. La chiude, dall'altra parte, un
mento all'indio Goitaca. Erano gli . digradare di colline che si perdono
indios una volta gli abitanti di que- una dopo l'altra in una nebbia az-
ste sterminate piantagioni di canna zurra. Un paesaggio dolce, anche se
tagliate da una grande strada che i 40 grad i ti ricordano subito che
porta verso San Paolo. Ma degli in- siamo a sud.
dios oggi in città neppure una trac- Campos è una bella città. Più di
cia. Nella gente è però viva la co- 200 mil a abitanti solo nell 'area urba-
scienza che dire Brasile è dire un in- na. Gente espansiva. In questi ultimi
crocio di razze e di culture, di tradi- 40 ann i ha conosciuto un grande svi -
zioni e di progetti.
luppo. La frenesia dell'industrializ-
zazione da una parte ha generato be-
nessere e dall'altra ha cancellato i
LA STRADA LUNGO
IL MARE
ritmi contadini. Adesso Campos, che
è primo centro produttivo di zucche-
ro e alcol del Brasile, ha grandi in-
dustrie che concentrano la moderna
Siamo partite da Rio de Janeiro e lavorazione della canna, cancellando
abbiamo attraversato il regno della l'immagine del lavoro brutale che
canna da zucchero, che è anche regno spesso abbiamo visto nei fi lm .
22 - MAGGIO 1995 IJS

3.3 Page 23

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mondo della scuola che può riscattare giovani dalla povertà.
I Campos (Brasile). Panoramica
sul centro scolastico
delle figlie di Maria Ausiliatrice.
Macaé (Brasile). Scuola attiva
al "Castelo" delle FMA.
È in q uesto contesto che la comu -
nità de lle fi glie di Mari a Ausili atri-
ce, da 70 anni ha scelto cli giocare la
carta de l! ' istruzione, dell a cu Itura,
de ll ' impegno tra i g iovani de l ceto
medio.
ESSERE O NON ESSERE
li Centro Nossa Senhora Auxi/ia-
dora s i è conqui stato un posto d ' o-
nore tra le scuole cli Campos. Gli
stude nti sanno bene c he essere o non
essere è una questione seri a e hanno
dato all a testata de l proprio giornale
il titolo "Tupi or not tupi " , storpian-
do l' interrogati vo cl i Amleto e gio-
cando sul fa tto c he i Tupi sono stati
una de lle due grandi etni e indi gene
ciel Bras ile. Me ntre sfoglio le pagine
tabloid c hiedo a uno cl i loro: « Come
fa te a o rgani zzare il materi ale, le
fo to, le notizie? ». « Facc iamo fun-
z io nare una vera e propria redazi one
con la g uida cli un ' insegnante. Ci
troviamo a decide re i pezz i, a scrive-
re, a impag inare. E un grande tiroc i-
nio pe r noi. Soprattutto ci pe rmette
d i riflette re sull e cose che segnano
la nostra esperie nza scolasti ca. La
nostra pres ide ci ri corda spesso che
la scuola non è tempo eia buttare .
C redo che ci s ia una grande trad izio-
ne cultu rale, c he fa de ll a nostra
scuola una de lle più stimate e ricer-
cate de lla città ».
DUE ORE DI POESIA
È venuta sera: la sera cli un g iorno
di poes ia. Bambini e preadolescenti
si e rano alte rn ati a leggere le proprie
rime che raccoglievano un po' cli
tutto: dai sogni d ' amore ai miti .
Dopo cena è venuto il momento
de lla scuol a superi ore. La notte scen-
de presto a Campos. Una di que lle
no tti ca lme e pie ne cli ste lle. M a
quella sera sembrava che tutta la
città bussasse a ll a po rta. Le ragazze
e i ragazzi erano tirati a fes ta. La
giuri a schierata sotto il palco anno-
tava attenta il to no, la declamazione,
la spontane ità e l' o riginali tà. li tifo
degli amic i e ra messo in conto.
« Due ore cli poes ia sono una scuo-
la», mi spiegava un ' insegnante che
mi faceva compagnia. « No i abbi a-
mo bi sogno cli propo rre mo lte cose,
cli fa re ini ziative. Almeno una volta
al mese abbi amo una manifestazione
cultu rale. Così i ragazzi e le ragazze
imparano, attraverso l'espe rienza cli
a llestire un pome ri gg io o una serata,
la fa tica cli organizzare , e po i si c i-
mentano con il pubbli co, imparano a
vestirs i, a trattare, a vivere in una
soc ie tà che, anc he in Brasile, è at-
te nta all a.fòrma ».
Il segre to cli un calendari o fitto cl i
proposte è tutto in un g rande co in-
volg imento deg li insegnanti. A volte
è que ll a cli letteratu ra a fa rsi cari co
dell a pro posta, a vo lte que ll a cli
danza o que ll a cli di segno.
IL PAESE
DELLE PARABOLICHE
Ho vi sto l' aul a cli inform ati ca con
la sua schie ra cli compute r e una
giov ani ss ima, e ntus iasta insegnante
che sa inventare g iochi did atti c i.
« L' info rmatica è una chance cli
oggi, mi dice suo r Su raya. Stiamo
partec ipando a un proge tto IBM che
collega le scuo le cie l Bras il e e che
ha come pros pe tti va, attrave rso ln -
rerner, di collega rs i con alcuni cen-
tri de l mo ndo. Per i nostri stu denti
riusc ire a scambiars i intui zioni e
metodo logie sta dive ntando un fa tto
impo rt ante. Pe r no i è l' im pegno a
BS MAGGIO 1995 - 23

3.4 Page 24

▲back to top
Fatti-&-~
Persone
FRANCIA. Ne lla cattedrale cli
T o ulo n il vescovo mon s. Maclec. ha
aperto uffi cialmente la causa cli
beatifi cazione ciel sales iano don .
Aug uste Arribat ( 1879-1963).
Morto a ll 'età cli 83 anni, era co no-
sciuto come il "Santo della Vall a-
ta". Durante la seconda g uerra
mondiale si è preso particolarmen-
te cura dei giovani ebrei.
ROMA. Per la rubri ca cli RAI/I
Mondo Ca110 /ico, il giornalista
Vito Magno ha intervi stato don Sa-
bino Palumbie ri , che ha presentato
la sua trilog ia " L' uomo e il futuro",
un 'opera cli tag li o ant ropo logico-
va lo rial e edita presso le Edizioni
Dehoniane. Qualche giorno prima
l'opera era stata preselllata uffic ial-
mente a l pubblico presso la sede
de ll a C ivi ltà Catto li ca.
URUGUAY. Mons. Carl os
Maria Collazz i lrazabal è stato
e leno vescovo cli Mercedes (U ru-
g uay). Nato a Rosario 48 anni fa , il
nuovo vescovo era parroco ne ll ' ar-
cidiocesi cli Montev ideo e profes-
sore ne ll ' istituto teologico dell ' U-
rug uay.
rendere pedagogica anche questa tec-
nologia ».
Campos non è una piccola oasi
culturale iso lata. Ripercorrendo la
strada del mare ritorno a Macaé. Il
picco lo castello - così chiamano qui
la scuola delle figlie di Maria Ausi-
liatrice - è tutto un fermento di la-
voro. Suor Lea da alcuni anni ha
messo un ' attenzione tutta particola-
re nel progetto educativo . E una pic-
cola suora energica, capace di far
muovere un esercito.
La scuola sorge su una de lle due
collinette che sovrastano la cittadi-
na. Dall ' alto si vede che ogni caset-
ta, al posto de l camino, ha un ' anten-
na parabolica. Lo leggo come un
segno. La volontà di collegarsi al
mondo. È naturalmente anche un
segno di benessere. La gente infatti
sta vivendo il progresso economico
dovuto al fatto che Macaé è diven-
tato il centro che distribui sce il pe-
trolio del bacino di Campos.
Suor Lea s~ ega: « Non si po~va
continuare a fare una scuol etta. Noi
abbiamo il dovere di ri spondere alle
nuove domande. Qui l'evoluzione
sociale ci interpe ll a. La qualità de l-
l'educazione si misura dal co invol -
gimento dei genitori , dal ventaglio
delle proposte, dalla capacità di in-
tegrare la scuola con la vita ». Visito
Campos (Brasile). L'Auxiliadora:
docenti dei vari ordini scolastici.
gli stand alJestiti lungo i porticati
prospicienti i cortili . E la giornata
dei continenti. E così asco lto i ra-
gazzi che mi parlano de ll 'Angola o
degli lnclios d ' America. Quando
sentono che sono itali ana sognano
Roma.
Mentre torno a Rio mi rileggo il
progetto educativo che accom una le
esperienze di Campos e di Macaé.
Ci sento vibrare un g rande amore
per i giovani e lo sforzo cli tradurre
qui , in terra brasiliana, lo stile edu-
cativo di Don Bosco.
Margherita Dal Lago
ETIOPIA. La regione de l Ti -
gray è particolarmente povera cli
acq ua ed è stata a lungo campo cli
battag li a, per cui è particolarmente
difficile reali zzare opere cli utilità
socia le. Molti vi ll agg i sono privi cli
acqua, e questa è una de lle rag ion i
de lle numerose malatt ie che· affli g-
gono la popo lazione. Entro il 1995
Cesa re Bullo intende completare
un programma cli sv iluppo de lle ri -
sorse idriche per uso pota bi le e sa-
nitario che prevede la trive ll azione
cl i 24 pozzi . La solidarietà che non
è mai mancata al noto mi ss ionario,
gli permetterà cli compl etare anche
quest'opera per la quale è stata ri-
cuperata una tri vellatri ce I-laico,
clono dell a Caritas Ita liana.
CUBA. Nei mesi scorsi cinque fi-
glie cli Mari a Ausiliatrice e due sale-
sian i sono andati a unirsi agli altri
che già lavorano nell ' isola. È una
spedi zione che voluta nell 'ambito
ciel progetto cli solidarietà tra salesia-
ni dell a regione Pacifico-Caribe.
70 ANNI DI CULTURA
Il "Colegio Maria Auxiliadora" è stato
aperto nel 1925. 70 anni di attività a fa-
vore dei giovani. Le suore erano arriva-
te il 18 febbraio e ci volle uno sforzo
enorme per essere pronte a iniziare
l'anno scolastico proprio il 24 maggio.
Il CENSA (Centro Educacional Nos-
sa Senhora Auxiliadora) è un com-
plesso scolastico solenne e articolato,
con aule, campi da gioco, palestra per
circa 2000 allievi. Quello che si può
ammirare oggi è il frutto di un lungo sa-
crificio e di tanta generosità della gente
di Campos. Ma non bastano gli am-
bienti a fare un centro educativo. I cor-
ridoi hanno l'austerità degli antichi edi-
fici e, secondo la tradizione salesiana,
la grande cappella si trova nel cuore
della scuola. Le aule si aprono tutto in-
torno e si affacciano al grande cortile.
In fondo c'è la piscina scoperta e basta
poco per sentirne·... l'esigenza.
Qui c'è un gruppo di insegnanti che,
coordinati dalla preside suor Suraya
Chalub, si fanno carico di un progetto
educativo dì avanguardia. Dentro, co-
me lievito, la comunità delle figlie di
Maria Ausiliatrice: nove suore respon-
sabili dei vari settori. Vivono in una
piccola casa vicino alla scuola.
« Il Brasile ha bisogno di avere gio-
vani con tma solida cultura, capaci di
occupare posti di resporisabilità so-
ciale. Senza questo sforzo culturale
non sarà mai possibile riscattarci
dalla povertà » .
24 - MAGGIO 1995 BS

3.5 Page 25

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di Jean-François Meurs
ORGANIZZARE
IL PROPRIO DISORDINE
L'ordine e il disordine: un terreno
minato. Ognuno ha la sua idea di
ordine, una sua relazione con le
cose, la sua tolleranza e la sua
intolleranza. Un gusto troppo
rigido per l'ordine assomiglia a
volte alla paura di vivere. Ma il
disordine penalizza chi non trova
ciò che gli serve e rende insop-
portabili coloro che finiscono per
invadere il territorio altrui. È un
fatto che uno spazio ben sbaraz-
zato invita alla creatività e alla
voglia di fare...
H,
o appena finito di pulire la mia
stanza. Ogni tanto è neces-
sario, bisogna fare spazio. Quando
non c'è più spazio, si è meno ispi-
rati , e si è meno invogliati a comin-
ciare qualcosa di nuovo . Quando
tutto è in ordine, mi viene voglia di
fare un sacco di cose. L'angolo che
rimane più in ordine è l'angolo della
preghiera, con il libretto che usiamo
quando preghiamo in gruppo. ci
sono anche i miei più bei ricordi , le
foto e le lettere dei miei migliori
amici/amiche.
COMUNQUE È MEGLIO METTERE
ORDINE, altrimenti gli altri hanno la
scusa di ficcare il naso nei miei
affari quando vengono a cercarsi
qualcosa che mi hanno dato in
prestito. Ogni volta cerco di organiz-
zarmi sempre meglio , di sistemare
ogni cosa in modo definitivo. Ma ci
sono sempre delle cose che non
trovano il loro posto. Cj sono delle
cose che resistono a qualsiasi siste-
mazione. Allora sono costretto a
riservare un cassetto per il disor-
dine, uno grande, e un angolo dello
scaffale per i libri inclassificabili.
PER PULIRE BISOGNA FARE
SPAZIO. Sono andato a restituire a
Carlo una sua cassa piena di tutto.
Ma lui mi ha ch iesto di tenergliela
ancora un po'. Devo dargli tempo di
mettere ordine nella sua camera. E
poi, mi ha detto, « preferisco che la
tenga tu, almeno so dove trovarla
quando ne ho bisogno" · Bisogna
dire che la sua stanza è di un disor-
dine incredibile. Entrando, a destra,
c'è una montagna come una torta
piena di crema, perché lui entrando
lascia cadere tutto: uno strato di
libri, uno strato di vestiti sporchi,
ancora dei libri, uno strato di carta
di cioccolato : puoi contare i giorni e
le settimane. Un geologo potrebbe
ricostruire la storia cronologica
delle sue attività. Ma non sarebbe
ugualmente facile , perché vi sono
ogni tanto dei terremoti e degli
sconvolgimenti quando vuol tirare
fuori qualcosa dal fondo. Poi c'è un
sentiero che va fino al suo letto,
che passa tra la sua chitarra e la
mensola dei video-giochi. Al fondo
c'è il suo letto. sdraiato si trova
nella posizione preferita per ascol-
tare la musica: non ha che da
allungare la mano per arrivare al
suo Hi-Fi e scegliere . Ogni CD è
sempre al suo posto . Nel campo
musicale, puoi chiedergli ciò che
vuoi, e lui sa subito dove mettere le
mani. Al contrario , arrivare fino al
tavolo è totalmente impossibile. Lui
non trova più niente e finisce per
chiedere alla madre se non lo ha
visto. Allora sua madre crolla, grida
e prende possesso del suo terri-
torio con la pala meccanica. Blin ,
blun, tutto si mette a danzare. E ci
vuole almeno una settimana perché
Carlo ritrovi la sua scarpa sinistra e
la sua calma. Senza il suo disor-
dine familiare , è come un drogato
in astinenza.
DA NOI, LASCIAMO LA PORTA
SOCCHIUSA quando non ci siamo.
Vi è un tacito accordo di entrare e
uscire, per prendere qualcosa, a
patto di rispettare i segreti. Quando
la mamma giudica che una camera
è troppo in disordine , allora crolla
anche lei .. . Ma resiste alla voglia di
venire a ricuperare la biancheria
sporca. Se non la metti tu stesso
nella cesta della roba da lavare ,
tanto peggio, dovrai arrangiarti. Lei
chiude la pqrta della camera per
non vedere. E il segnale!
Quando eravamo piccoli , lei met-
teva in ordine con noi , ed era come
un gioco. Ma ora è finito .
Quando Joris ha visto che io pulivo
la mia stanza, ha deciso di fare la
stessa cosa con la sua. Alla fine
c'erano due casse davanti alla por-
ta, una piena di Topolini e giornalini
vari, e una con i suoi modellini d'ae-
reo . Gli ho chiesto perché non por-
tava tutto in soffitta. «Aspetto un
poco », ha detto, «così papà e mam-
ma capiranno che non sono più un
bambino! ». Gli ho chiesto se mi
ridava le figurine che gli avevo pre-
stato più o meno quattro anni fa.
Riguardandole mi sono ricordato di
tante cose divertenti di quand'ero
più piccolo. Tante situazioni simpa-
tiche. Poi ho visto Joris riprendersi
un giornalino e mettersi a leggere.
Anche questo è fare ordine : dare
una seconda vita a un tesoro di-
menticato.
·
o
BS MAGGIO 1995 25

3.6 Page 26

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TORINO. 8 febbraio , ore
17. Nella basilica di
Maria Ausiliatrice viene
istituito il tribunale dioce-
sano per il processo di
beatificazione di Mamma
Margherita, la mamma di
Don Bosco. Migliaia di
persone hanno parteci-
pato alla cerimonia. Nella
foto , il momento dell'o-
melia .
TORINO. Il cardinale arci-
vescovo di Torino alla
presenza del notaio firma
i documenti per la causa
di beatificazione di Mam-
ma Margherita e di altri 4
nuovi servi di Dio: Carlo
Tancredi, marchese di Ba-
rolo , suor Consolata Be-
trone, mons. Alfredo Bar-
beris e il piccolo Silvio
Dissegna.
TORINO. In- sacrestia, al
termine della cerimonia.
Da sinistra, don Marac-
cani , segretario generale
dei salesiani , il postulato-
re don Liberatore, il par-
roco di Capriglio , paese
natale di Mamma Mar-
gherita, mons. Luciano,
responsabile diocesano
delle cause dei santi, don
Angelo Viganò, vice po-
stulatore .
ROMA. Casa Generalizia
FMA. Madre Marinella
Castano consegna uffi-
cialmente il documento
preparatorio al Capitolo
Generale XX delle figlie
di Maria Ausiliatrice, in
programma per il settem-
bre 1996.
Il tema prospetta i compiti
educativi delle FMA nel
terzo .millennio.
ROMA. Nei giorni 16-21
febbraio, settimana di ag-
giornamento ·per i direttori
delle ispettorie di Praga e
di Bratislava. Il breve cor-
so, che ha visti riuniti i sa-
lesiani della ex-Cecoslo-
vacchia, aveva per tema:
"Il direttore, padre e mae-
stro nella direzione .spiri-
tuale della comunità".
IJS MAGGIO 1995 - 26
IBI (Alicante, Spagna) . Il
carro e la statua di Maria
Ausiliatrice, opera del sa-
lesiano laico Juan Man-
zana, 82 anni. · Portata in
processione il 24 maggio
di ogni anno, è costata
tanta fatica all'abile scul-
tore, che p~rò si dice
soddisfatto. E giusto che
la sua opera •sia ricono-
sciuta.

3.7 Page 27

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di Bruno Ferrere
UNA MAMMA
COME MARGHERITA
11primo ricordo di Don Bosco è la
mano di sua madre. Giovannino
aveva solo due anni e non voleva
uscire dalla stanza dove era spirato
il papà. Racconta lui stesso :
« "Povero figlio", disse mia madre,
"vieni con me, tu non hai più padre".
Ciò detto, ruppe in forte pianto, mi
prese per mano e mi trasse altrove,
mentre io piangevo perché ella
piangeva ». La mano di Margherita,
che pure è straziata dal dolore, è
dolce e ferma : non lascerà mai i
suoi figli. È il suo primo importante
messaggio: "Possiamo essere col-
piti, ma andiamo avanti e qualun-
que cosa capiti , tu puoi contare su
di me". Margherita aveva allora
ventinove anni ; Giovannino due,
Giuseppe quattro, Antonio quattor-
dici. Per Antonio, Margherita è solo
la "matrigna". Per di più Antonio è
un adolescente grezzo, buon lavo-
ratore , ma cocciuto e geloso.
In tutto questo Margherita è una
mamma molto "moderna"; la respon-
sabilità della famiglia è tutta sulle
sue spalle.
Oggi, le mamme sono sole in molti
modi. Perché hanno un doppio lavo-
ro , fuori e in casa, o perché sono
separate con i figli a carico o per-
ché, nella maggioranza dei casi , so-
no lasciate sole nel compito di edu-
cazione dei figli. « Mio marito di que-
ste cose non si interessa », dicono,
quasi a giustificare una distrazione
che è in realtà una colpa grave.
Mamma M?rgherita è prima di tutto
presente. E una contadina analfa-
beta, ma tutti sono concordi nel
sottolineare il ruolo determinante di
Mamma Margherita nella forma-
zione di Giovanni Bosco. I suoi
furono insegnamenti semplici ma
grandissimi. Per esempio :
Decisione e coraggio sono i primi
ingredienti per riuscire . Nessuno
vide mai Don Bosco "scoraggiato".
E neanche sua madre.
Il primo compito nei confronti
dei bambini è quello di "esserci".
In famiglia tutti devono dare una
mano. Mamma Margherita abituò
ben presto i figli a lavorare in casa
e in campagna. Giovanni imparò a
fare il sarto, il falegname, il barista e
anche il barbiere. Anche a Valdocco
nessuno veniva "viziato". Quando un
ragazzo correva da Mamma Mar-
gherita per farsi attaccare un bot-
tone alla giacca, lei gli porgeva ago
e filo, dicendo : « Perché non ci pro-
vi tu? Bisogna imparare a fare un
po' di tutto ».
Il temperamento si deve domi-
nare. Con la dolcezza e la pazien-
za piegò Antonio tentato all 'asprez-
za. Con molta attenzione seguì
l'evoluzione di Giovannino: « Gio-
vanni aveva in sé quel sentimento
di sicurezza nell'agire che si può
con tanta facilità trasnaturare in
superbia; e Margherita non esitò a
reprimere i piccoli capricci fin dall'i-
nizio », ricorda don Lemoyne.
I litigi e le incomprensioni tra
fratelli non si risolvono con i predi-
cozzi e le discussioni. Mamma
Margherita riconobbe la parte di
ragione di Antonio che non capiva
la voglia di studiare di Giovanni e
intervenne efficacemente. Anche se
probabilmente aveva le lacrime men-
tre preparava il fagottino di Gio-
vanni che andava a fare il garzone
lontano da casa.
I figli hanno una strada sulla
quale vanno accompagnati. Appe-
na comprese la vocazione del figlio,
Margherita gli disse chiaramente :
« Sentimi bene , Giovanni. lo voglio
che tu ci pensi bene e con calma.
Quando avrai deciso, segui la tua
strada senza guardare in faccia
nessuno. La cosa più importante è
che tu faccia la volontà del Signo-
re . Il parroco vorrebbe che io ti fa-
cessi cambiar idea, perché in avve-
nire potrei avere bisogno di te. Ma
io ti dico: in queste cose tua madre
non c'entra. Dio è prima di tutto.
Da te io non voglio niente, non mi
aspetto niente ».
La gioia e la serenità sono il sa-
le della vita. Mamma Margherita vi-
gilava, ma non in modo sospettoso
e pesante. Sapeva rimproverare
sorridendo. E prendere la vita con
un pizzico di umorismo . Quando
lasciò il suo piccolo paradiso di pen-
sionata dei Becchi, per seguire Don
Bosco in una periferia triste e mal-
famata, cantava con suo figlio: «Guai
al mondo se ci sente, forestieri e
senza niente ».
Parlare, dialogare, raccontare
sono momenti vitali della vita fami -
liare. E nella piccola casa dei Bec-
chi c'era anche il tempo di raccon-
tare i sogni.
La coscienza morale è una
guida fondamentale . Fin da piccoli,
i ragazzi Bosco impararono a distin-
guere il bene dal male, senza ipo-
crisia e senza furberie . Conosce-
vano esattamente quello che do-
vevano e quello che non dovevano
fare .
Dio si impara in famiglia. La pre-
ghiera, il catechismo, il senso della
Provvidenza, i sacramenti , le opere
di carità: tutto questo Giovannino
Bosco lo imparò sulle ginocchia di
Mamma Margherita . Su quelle gi-
nocchia nacque il sistema educativo
di Don Bosco.
11S MAGGIO 1995 - 27

3.8 Page 28

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hvenire
il rimo quotidiano
che e propone 3 formule
di abbonamento
...
L'ABBONAMENTO L'ABBONAMENTO L'ABBONAMENTO
POSTALE
EDICOLA
FORMULA MISTA
Oggi lei ha la possibilità di abbonarsi ad Avvenire (6
numeri alla settimana, tutti i giorni di uscita) ade-
rendo a questa offerta straordinaria che le consente
di scegliere fra 3 proposte di abbonamento quella a
lei più favorevole.
Con l'abbonamento postale lei riceverà Avvenire
a casa sua ogni giorno risparmiando ben 127.000
lire. Una proposta che unisce l'assoluta comodità
alla massima convenienza.
Lei potrà ritirare Avvenire ogni giorno compresa la
domenica presso qualsiasi edicola sul territorio nazio-
nale, risparmiando ben 72.000 lire. Se sceglie l'ab-
bonamento-edicola, a pagamento avvenuto rice-
verà 4 carnet di buoni di abbonamento. Su ogni
buono è stampata la data del giorno di uscita del suo
quotidiano. Per ritirare la sua copia di Avvenire le
basterà consegnare all'edicolante il buono corri-
spondente. Una proposta che Je·assicura la massima
libertà e la possibilità di leggere il suo giornale subi-
to, anche di domenica e quando è lontano da casa.
Lei potrà ricevere Avvenire,per posta 5giorni alla set-
timana e ritirarlo in edicola la domen ica: in questo
caso il suo risparmio sarà di 102.000 lire. Se sceglie
la formula mista, a pagamento avvenuto riceverà un
carnet di buoni di abbonamento: su ogni buono è
stampata la data relativa a ogni domenica. Le basterà
consegnare all'edicolante il buono deJla domenica
per avere la sua copia di Avvenire.
Una formula che leconsente di leggere Avvenire di
domenica senza però rinunciare alla comodità di
riceverlo direttamente a casa tutti gli altri giorni.
COME FARE PER ABBONARSI
Compili espedisca subito il Certificato specificando la formula di abbonamento a lei più como-
da. Non appena lo riceveremo, le invieremo il bollettino di conto correntepostale con cui effet-
tuare il versamento edaremo corso al suo abbonamento ad Avveni rese ha scelto l'abbonamento
postale; le invieremo i carnet di buoni di abbonamento per il ritiro in edicola se ha scelto l'ab-
bonamento edicola o l'abbonamento formu la mista. Qualunque sia il tipo di abbonamento scel-
to, lei beneficerà di tutti i vantaggi: forte sconto, grande comodità, prezzo bloccato, e in più ...
PER LEI IL VITTORIOSO
Con l'abbonamento ad Avveni re per un anno, a pagamento
avvenuto, lei si garantirà in più la copia anastatica integrale
a colori, su carta ecologica antich izzata, dei numeri più
belli del Vittorioso scelti nel glorioso
periodo degli anni Cinquanta.
Lei potrà rivivere il moriento più si-
gnificativo di questa rivista che ha fatto
epoca; potrà rileggere le sue storie indi-
menticabili e gustare le bellissime illu-
strazioni di nomi mi.lici come Jacovitti,
Craveri, Caesar...
Una splendida raccolta. E' il prezioso ine-
dito dedicato agli abbonati di Avvenire.
r-------------------------- X·-·
CERTIFICATO DI ABBONAMENTO
' desidero abbonarmi ad Avvenire per un anno (6 numeri alla set-
SJ, timana) alle speciali condizioni di questa offerta. Pagherò con il
bollettino che mi invierete.Apagamento avvenuto riceverò i numeri del
VITI'OR IOSO
O Dico sì aU'abbo- O Dico all'abbona-
O Dico aU'abbonamento
namento postale mento edicola con
fonnula mista con 102.000
con 127.000 lire 72.000 lire di sconto.
lire di sconto.
di sconto.
Ritirerò tutte le mie copie di Riceverò Avvenire a casa S gior-
Riceverò Avvenire Avvenire in edicola, con I ni alla settimana e lo ritirerò In
direttamente a casa. buoni di abbonamento che edicola la domenica con Ibuoni
Pagherò il mio abbo- mi invierete. Pagherò Il mio di abbonamento che ml invlere-
namento I.. 335.000 abbonamento L. 390.000 te. Pagherò il mio abbonamento
anziché L. 462.000. anzlch~ L. 462.000.
L. 360.000 anziché L. 462.000.
Cognome _ _ _ _ _ _ _ _ _ Nome _ _ _ _ _ _ _ __
Via _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ N._ __
C.A. l' _ _ _ _Clttà _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Prov. _ _Dala _ _ _ _ _ __
Tel. _ _ _ i _ _ _ _ _ _ Firma _ _ _ _ _ _ _ _ __
Compili espedisca in busta chiusa o incollalo su cartolina postale questo Certificato a:
AVVENIRE, Ufficio Abbonamenti -Casella Postale 10590-20111 MILANO MI
NON INVII DENARO ADESSO

3.9 Page 29

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PROBLEMI EDUCATIVI Il fenomeno dei mini-attori. Come si rovina l'infanzia.
IL MERCATO
DEL CINEMA-BABY
di Giuseppina Cudemo
Guadagnano come le star
più gettonate.
Sono i bambini-attori,
un fenomeno commerciale
che fa sognare produttori
e genitori. Ma i rischi
educativi sono altissimi.
D a tempo il cinema e la Tv
hanno fatto dei bambini un
mezzo di richiamo fra i più usati:
malgrado un certo dilagante cini-
smo, la gente ha il cuore tenero e sa
ancora commuoversi di fronte a un
bambino. Nasce così una vera e pro-
pria industria dei sentimenti, finaliz-
zata a suscitare emozioni. Si sa,
un prodotto si costruisce per
venderlo. Lungi da noi in-
tenti facilmente moralisti-
ci, ma non possiamo non
pensare ai piccoli divi cli
celluloide che, presi nel-
!'ingranaggio spesso spie-
tato ciel cinema, perdono
senza accorgersene I' infan-
zia, la spontaneità e la spensiera-
tezza.
IL DIVISMO BABY
Fra il cinema europeo e quello
holliwoodiano esiste una grande
differenza: in America i baby ci-
nematografici offrono l'immagi-
ne di un'infanzia che .non ha
I Macaulay Culkin, da anni
sottoposto al ruolo di simpatico
e brillante attore.
"~ MAGG_/0 1995 - 29

3.10 Page 30

▲back to top
paura a farsi coinvolgere in avventu-
re difficili e straordinarie, spesso per
sfuggire a genitori distratti e disinte-
ressati. Fra avventura, fantasia e fan-
tascienza i bambini americani sono
"divertenti" e giocano con la vita con
molta disinvoltura. Così come i pic-
coli divi che li impersonano: sono
delle vere miniere d'oro e il divismo
negli USA raggi unge livelli del tutto
impensabili da noi; un nome per
tutti: Macaulay Culkin, smali ziato e
miliardario interprete di Mamma ho
perso l'aereo , discendente di en-
fants-prodige illustri come Shirley
Tempie, Liz Taylor e Mike Rooney.
In Europa invece i bambini dello
schermo sono protagonisti di &torie
quotidiane, senza elementi di ecce-
zionalità, che seguono il passaggio
fra l'età spensierata e quella delle
disillusioni.. Così avviene ir:i Nuovo
Cinema Paradiso, ne Il ladro di
bambini, in lo speriamo che me la
cavo, tanto per fare qualche titolo.
.Ma anche in Francia e in Inghilterra
avviene lo stesso: i bambini raccon-
tano ag li adulti la loro esistenza
sfruttata e feri ta e la loro si lenziosa
paura di diventare grandi in film ra-
ramente destinati ai loro coetanei.
Il francesino Jordy, 4 anni, in sala
di incisione. A destra con il padre
discografico. Il piccolo si ~ reso
famoso con il successo "E difficile
essere bambino".
PICCOLI GENI
TELEVISIVI
Frizzi con un piccolo protagonista
a "Scommettiamo che?".
30 - MAGGIO 1995 ns
Anche alla nostra Tv il bambino
compare spesso, ma non si tratta di
un bambino normale: è come se gli
autori dichiarassero: « Se non sono
mostri non li v·ogliamo». Così ve-
diamo sul piccolo schermo piccoli
geni di pochi anni che suonano il
pianoforte o la ch itarra elettrica, bal-
lano il flamenco o il rock and roll o
cantano còn perizia consumata. A
mamma Tv i bambini che fanno so lo
i bambini non interessano, va a cac-
cia del "fenomeno", perché, si sa, se
dietro lo schermo c'è un bel facc ino
puntiamo il telecomando: « Vedia-
mo cosa sa fare ... », fagoci tati
anche noi dalle reti televisive, attenti
alle mossette e alle smoJfiette del
baby di turno. Così i piccoli diven-
tano veri fenomeni da baraccone ed
il conduttore dell a trasmissione, per
quanto sia intelligente, diventa un
imbonitore da circo: « Allora, signo-
ri , scom metto che non avete mai
visto niente di simile, eh? ». In· Tv
non si vendono solo tappeti e pro-
sc iutti, anche i bambini sono ridotti
a merce qualsias i. Eccoci allora in
ansia per l'esperto di minerali di
Scommettiamo che?.. . o per il pa-
leontologo fonnato tascabile de la
grande sftda, che riconosce al tatto
riproduzioni giocattolo di tutti i tipi
di dinosauro. E come dimenticare
Matteo Mancini, che nella preceden-
te edizione di Domenica in conduce-
va un gioco a quiz per bambini: era
un fe nomeno e davanti alla teleca-
mera si muoveva con disinvoltura,
dicendo le cose giuste al momento
gi usto. Mai una papera, come un
piccolo robot ben costruito.
Un altro fenomeno da computer è
Ambra, la ragazzina di Non è la
Rai, costruita dalla mente "pol~edri-
ca" di Gianni Boncompagni. E di-
ventata un mito e tutte le ragazze
che seguono il programma vorreb-
bero assomigli arle.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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NON SPEGNERE
I SOGNI DEI BAMBINI
Quasi sempre questi baby fe no-
jneni hanno all e spalle genitori am-
biziosi, che am ministrano con ocu-
latezza il successo dei fi gli, dimen-
ticando che quando la festa sarà fi-
nita, i picco li geni dovranno rico-
struire la loro vita in una dimensio-
ne molto più quotidiana. 11 successo
11011 è eterno: cosa riserva il futuro
al bambino ritornato nell 'ombra?
Chi g li restituerà l'infanzia rubata
dalla luce dei riflettori?
È bene riflettere e guidare i sogni
dei nostri figli , perché non inseguano
chimere. Molte società con il mirag-
g io dei favo losi guadagni, prometto-
no ai piccoli divi un futuro lum inoso,
ma il più delle volte si tratta di un
successo transitorio, i cui effetti sono
noti. Di altro hanno bisogno i ragazzi
per crescere bene e prepararsi alla
vita. « Per i bambini è solo un gio-
co», ripetono sempre alla Tv; « noi
ci divertiamo tanto », ripetono i pic-
coli divi. Sicuramente molti bambini
si esibiscono solo per gioco. M a è da
dimostrare la buona fede di chi li
in pasto alle telecamere.
E allora sono da bocciare tutti i
programmi che fan no leva su ll ' in-
fa nzia? No certamente. I programmi
diretti ai bambini è bene che preve-
dano la loro presenza. Esempio or-
Anche Iva Zanicchi si è orientata al
piccolissimi.
mai "storico" è lo Zecchino d 'oro.
Da 38 anni è sempre lo stesso, anche
se cam biano gli sponsor e gli spet-
tacoli sono più ricchi, perché scopo
dello Zecchino è dare ai bambini
uno spazio loro dedicando una cura
particolare ai testi delle canzon i. E
tutto è autentico: papere, capricci ed
esitazioni. Tutto assolutamente ve-
ro, perché è meglio un bambino che
non ricorda cosa deve dire di altri
bravissimi e "confezionat i" su mi -
sura. Viv a la spontaneità.
Gi~seppina Cudemo
IN LIBRERIA - - - - ,
GUIDO GATTI
Professione:
educatore cristiano
DALLA COLLANA «MONDO
NUOVO»
ciascun fascicolo
pp. 32-40, lire 1000
Jean Vernette
E TU Cl CREDI AGLI SPIRITI?
Guido Gatti
PROFESSIONE :
EDUCATORE CRISTIANO
Enzo Bianco
VITA CRISTIANA
365 istruzioni per l'uso
DA BAMBINO
FARÒ L'ATTORE
Nel gennaio scorso anche il Corriere
della Sera si è occupato del divismo in-
fantile in un articolo dal titolo: "Quei
mini-divi lv, un " inferno dantesco "". Vi
si leggevano tra l'altro le opinioni di An-
drea Piersanti, Cino Tortorella ed Erne-
sto Caffo.
Il nuovo pericolo dell'infanzia è la
fama da tv, il successo regalato dal pic-
colo schermo? Sì , secondo il Sir, il Ser-
vizio informazione religiosa promosso
dalla Conferenza episcopale, perché fa
precipitare i bambini in veri e propri « In-
ferni danteschi"· Lo afferma Andrea
Piersanti, presidente dell'Ente spettaco-
lo, che continua così : « Il mercato che si
è sviluppato intorno alla possibilità di di-
ventare teledivo in minore età ha di-
mensioni rilevanti e va condannato mo-
ralmente in quanto si tratta di un'auten-
tica truffa: perché promette un succes-
so che solo in pochi potranno raggiun-
gere, e perché per quelli che lo ottengo-
no si apre un vero e proprio girone dan-
tesco dell'Inferno. Questi bambini ven-
gono sfruttati in modo ignobile e vengo-
no costretti a un comportamento asso-
lutamente innaturale ,..
Vero? Falso? « Esagerato " secondo
Cino Tortorella, il Mago Zurlì che da 37
anni conduce "Lo Zecchino d'Orco. « Ho
quattro figli - dice Tortorella-, se avessi
avuto soltanto il sospetto che i program-
mi con protagonisti bambini potessero
provocare qualche danno, avrei smesso
da un pezzo. Invece sono ancora al mio
posto ,.. Bambini-spettacolo e campioni
di quiz: è innegabile che da qualche
tempo il mercato dei minidivi è in grande
fermento . «Con la complicità delle fami-
glie - afferma Ernesto Calto, presidente
di Telefono azzurro - che sostengono
questa attesa di successo e anche di
denaro. Ci sono cataloghi di aspiranti at-
tori che sono pieni di foto di bambini,
mandate senza dubbio dai genitori ,. .
Per il mese di maggio.
Bruno Ferrere
AVE, O MARIA
Album a colori
pp. 40, lire 5.000
Presso le librerie cattoliche
o direttamente alla:
ELLE DICI
10096 LEUMANN - TO
Tel. 011/95.91 .091
c/c Postale 8128
BS MAGGIO 1995 - 31

4.2 Page 32

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di Teresio Bosco
'~ . ' ,r-,~ ·, .. ( ~~- ' .~ . ~
'
.
.J
PER SETTE ANNI
VICINO A DON BOSCO
<<s ono Giovanni Bisio, di anni
57, nato a Capriata d'Orba
(Alessandria) negoziante e possi -
dente del valore di 50 mila lire
(quasi mezzo miliardo di oggi).
Sono padre di famiglia. Sono infor-
mato della forza del giuramento e
· dell'obbligo di osservare il segreto
su quanto verrò interrogato e sulle
risposte che darò, come pure sul-
l'obbligo di dire tutta la verità ».
COME CONOBBI DON BOSCO
Don Bosco, tutto il mondo si
convertirebbe". Quando osservavo
Don Bosco in tutte le sue opere,
anche più minute, mi faceva più
impressione che leggere e medi-
tare un libro , tant'era edificante il
suo contegno ed esemplare la sua
condotta ».
LA TESTIMONIANZA
DI GIOVANNI 81S1O
COMMERCIANTE
« Al leggere il Giovane Provveduto
(manuale di preghiere) scritto da
Don Bosco, ne restai colpito. Termi-
nato if servizio militare, m'informai
su chi fosse Don Bosco da un
sacerdote del mio paese. Egli me lo
descrisse come un santo. Volli
farne la conoscenza. Mi presentai
da lui e fui colpito dalle sue belle
maniere e dalle buone e sante
parole che mi rivolse. Dopo qualche
mese, nel 1864, venni all'Oratorio e
vissi con lui per sette anni. In
seguito, avendo dovuto ritirarmi coi
miei genitori, continuai ad avere
relazioni sia con Don Bosco che
con l'Oratorio . Don Bosco aveva
una vocazione specialissima per
attirarsi l'affezione dei fanciulli,
specialmente poveri. Posso dire che
era la calamita dei cuori dei giovani.
Al mio ingresso nell 'Oratorio,
giovani interni erano oltre 600 ».
UN EBREO SUI CINQUANT'ANNI
« A mio giudizio ci sarebbero voluti
dieci preti di buona volontà per fare
quello che faceva Don Bosco .
Ricordo che accompagnai da lui un
ebreo sui cinquant'anni , che mi
aveva espresso il desiderio di co-
noscerlo. Uscendo dall'Oratorio mi
disse: "Se in ogni città ci fosse un
32 - MAGGIO 1995 IJS
Giovanni Bisio, nato in pro-
vincia di Alessandria nel 1838,
a entrò nell'Oratorio di Don Bo-
sco 26 anni, dopo aver fatto
il servizio militare. Don Bosco
gli affidò compiti delicati, e lo
invitò ad entrare nella congre-
gazione salesiana che si
stava formando , insieme a
don Rua, don Cagliero, don
Sonetti. Ma egli , dopo sette
anni passati "ai fianchi di Don
Bosco", dovette tornare in
famiglia per badare ai suoi
genitori.
Divenne commerciante abile e
benestante, padre di famiglia,
e rimase amicissimo di Don
Bosco, al quale consigliò an-
che (invano) qualche buona
speculazione finanziaria.
Al Processo di santità di Don
Bosco testimoniò sotto giura-
mento dal 26 marzo al 6
aprile 1895, davanti ai giudici
ecclesiastici can. Carlo Mo-
rozzo della Rocca, can. Mar-
co Pechenino, can. Gaspare
Alasia. Le sue testimonianze
sono contenute nel mano-
scritto ·del Processo Ordina -
rio, copia pubblica, nei fogli
2426 -2472 .
o
lii In una vecchia stampa, il primo
oratorio di Don Bosco.
LA PAURA DEL BENE
CHE DON BOSCO POTEVA FARE
« Per contrastare l'azione dei prote-
stanti, Don Bosco eresse in Torino,
accanto al loro tempio , una gran -
diosa chiesa dedicata a S. Gio-
vanni Evangelista, con un bell'edi-
ficio per scuole e laboratori. Era
tanta la paura del bene che Don
Bosco poteva fare in questo luogo,
che appena acquistò il terreno (con
molte difficoltà e spese) venne da
me un ebreo e mi disse di fare
quanto potevo perché Don Bosco
lo rivendesse . Mi assicurò che
avrebbe dato qualsiasi somma. lo
ne parlai con Don Bosco, così per
informarlo, ed egli mi disse che era
destinato alla chiesa e all'ospizio.
Col suo ingegno avrebbe potuto
acquistarsi una gran fama, e invece
preferì stare sempre con i poveri
giovani, sacrificandosi giorno e not-
te per il loro bene spirituale e mate-
riale. lo,- destinato a fare il servizio
della sua camera, più volte trovai il
suo letto intatto. Lamentandomi che
non avesse riposato, egli risponde-
va che per il gran lavoro. non aveva
potuto prendere riposo ».

4.3 Page 33

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UN PEZZO DI PARADISO
« Erano così vive la sua fede e la
s·ua fiducia nella misericordia di
Dio , che sperava che tutti noi
saremmo andati in Paradiso, e che
quanti sarebbero morti nell'Oratorio,
sarebbero certamente salvi. Posso
dire che il suo ritornello familiare
era l'eccitarci a star buoni che
saremmo andati tutti insieme in
Paradiso (ndr. le parole manoscritte
sono sottolineate).
Egli lavorava indefessamente per
procurare il vitto ai suoi giovani, ma
sempre confidando nella Provvi-
denza di Dio. Egli non faceva al-
cuna speculazione (finanziaria). lo
stesso gli feci un giorno la proposta
di un acquisto per la casa in modo
vantaggioso, ma egli subito mi
rispose che la Provvidenza avrebbe
provveduto in altro modo a suo
tempo. Una volta aveva bisogno
urgente della somma di lire cinque-
mila (50 milioni di oggi circa) , e io lo
sapevo, per pagare i muratori che
lavoravano per la nuova chiesa di
Maria Ausiliatrice. Poche ore prima
che si doveva fare il pagamento ,
entrò nell'anticamera di Don Bosco
un signore dal fare piuttosto risoluto,
che chiese a me di parlare con Don
Bosco . lo, quasi sospettoso di
cattive intenzioni in quell'individuo,
con un po' di ripugnanza lo annun-
ziai e Don Bosco lo ricevette . En-
trato, si fermò un istante. Poi lo vidi
uscire in fretta. Entrai allora nella
camera di Don Bosco per assicu-
rarmi che non avesse ricevuto qual-
che insulto, e Don Bosco mi disse
che aveva deposto un piego (= let-
tera, pacchetto) e se n'era subito
partito . Lo aprì e mi fece vedere
cinquemila lire, la somma precisa di
cui abbisognava in quel momento ».
AMAVA DIO E NON ERA
TEMERARIO
« Don Bosco amava lddio quanto
può amarlo un uomo sulla terra.
Cercava sia nelle prediche sia nei
discorsi familiari di insinuare nei
nostri cuori l'orrore al peccato e
l'amore alla virtù.
È vero : qualcuno disse che era
troppo arrischiato nell'accettare tanti
giovani e nell'intraprendere tante
cose . lo stesso una volta gli dissi
che erano troppe le spese che
doveva fare per tanti giovani, ma
egli mi rispose che nell'Oratorio
c'era una pompa che metteva sem-
pre fuori marenghi, e che per man-
canza di denaro non aveva mai
cessato di accettare poveri giovani.
Andò avanti sempre a stento, ma il
Signore gli fornì sempre i mezzi per
salvare poveri giovani e realizzare
tante opere buone » .
LA MINESTRA DEL SABATO
« In sette anni in cui gli fui ai
fianchi, vidi sempre in lui la fruga-
lità. Al mattino si accontentava di
una piccola tazza di caffè della
comunità, con qualche fettina di
pane che mangiavano gli stessi
giovani. Il suo pranzo non era né
più né meno che quello della
comunità, beveva pochissimo vivo
e annacquato. Cosl pure, frugale
oltremodo era il suo pasto della
cena. Nei sabati e nelle vigilie delle
feste, dovendo rimanere in chiesa
fino ad ora tardissima a confessare
i giovani, veniva a cena e si con -
tentava di una stracotta minestra,
qualche volta già fredda. lo stesso
che lo servivo, volendo fargli prepa-
rare qualcosa di meglio, mi sentivo
dire che gli bastava la minestra dei
giovani. Rifiutava qualsiasi altra
cosa.
Una volta un benefattore recò all'O-
ratorio alcune camicie nuove, molto
belle e ben fatte , coll'intenzione che
io le facessi usare da Don Bosco.
Difatti il sabato sera posi una di
quelle camicie sul suo letto. Ma con
sorpresa la trovai al mattino se-
guente nello stesso posto. Incon-
trandomi con lui, egli mi disse:
- Bisio! Sono camicie queste da
dare a un povero sacerdote?
- Se non le do a lei, a chi devo
darle?
- Dalle a chi ha buon tempo!" ·
NEL DARE GLI ORDINI,
Cl PREGAVA
« Nel dare gli ordini per il buon
andamento dell'Oratorio usava sem-
pre parole di carità; piuttosto ci
pregava di fare quelle cose che egli
desiderava, e noi per i bei modi
che usava, ci facevamo un piacere
di obbedire più per amore che per
timore.
lo vedevo moltitudine di gente ogni
giorno che veniva a trovarlo, ed
egli riceveva tutti con benignità,
pazienza e mansuetudine, così che
tutti se ne andavano via contenti e
consolati. Quindici anni fa io avevo
mia moglie inferma di affezione
cardiaca, ed era stata spedita (=
dichiarata prossima alla morte) dai
medici. lo mi recai all'Oratorio con
lei, desiderosi di ricevere la benedi-
zione di Don Bosco. Egli la vide, le
fece coraggio e l'assicurò che la
sua vita sarebbe continuata a be-
neficio specialmente della gioventù
povera ed abbandonata.
Don Bosco morì sette anni fa in
Torino il 31 gennaio . lo lo visitai
circa due mesi prima della sua
morte, lo accompagnai dal refet-
torio alla sua camera nel dopo-
pranzo. Mi disse che era sfinito di
forze, e ammirai la sua pazienza e
la sua rassegnazione» .
BS MAGGIO 1995 - 33

4.4 Page 34

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SERVIZIO CIVILE «Uno degli anni più belli della mia vita». Un'esperienza
INVECE DEL SERVIZIO
MILITARE
di Antonello Ronca
È passato come un soffio.
Un anno vissuto
tra cinquanta suore
e 450 giovani in un liceo
sperimentale.
34 - MAGGIO 1995 8S
I
Servizio militare o servizio civile? 1
La prima richiesta
è il riconoscimento della pari
dignità, anche giuridica,
ai due servizi.
P erché ho deciso di fare l' obiet-
tore di ·coscienza? Nel momento
di scegliere se abbracciare il fucile
per usarlo contro i miei simi li (così
si è sempre fatto da che mondo è
mondo durante le guerre ... ) ho pre-
ferito mettermi su lle vie della pace
e della non violenza. E sono finito
alla scuola Madre Mazzarello di To-
rino.
Le prime settimane le ho passate
in una comunità cli obiettori per im-

4.5 Page 35

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alternativa, il contatto quotidiano con giovani di una grande scuola.
parare ad "affrontare in modo non
violento i leoni che mi sarei trovato
davanti". Poi tutto è cominciato ed
è durato dalla Befana al Natale se-
guente. Un anno tra 450 ragazze e
ragazzi delle superiori e un centi-
naio di bambini dell'asilo.
IL MIO SERVIZIO
Dopo mesi di onorato serv1z10,
c'era ancora chi mi chiedeva che
cosa ci stessi a fare in quella scuola.
Prima di partire pensavo tra me "mi
divertirò", nel senso di "riuscirò a
fare qualcosa per gli altri e nello
stesso tempo darò un senso a questi
12 mesi".
Q'uali fossero di preciso i miei
compiti, dirò francamente che non
l'ho capisco nemmeno ora. Tra l'al-
tro mi mancavano la maggior parte
delle qualità che servono per l'ani-
mazione dei giovani: mi piace il la-
tino, non so giocare a calcio, a
pallavolo, non mi piace la musica
da discoteca e non suono nessun
strumento.
In concreto le attività di cui mi
sono occupato come obiettore sono
state un breve incontro formativo al
mattino, l' assistenza durante gli in-
tervalli, la refezione e la ricreazione
del pomeriggio per chi si fermava a
scuola; la presenza in classi tempo-
raneamente prive di insegnante; le-·
zioni di sostegno a ragazzi in diffi-
coltà, in particolare latino e italiano;
I Giovani in servizio civile
nella ispettoria salesiana
Ligure-Toscana.
cineforum e altre attività culturali;
attività parascolastiche, come teatro,
feste , giochi , discoteca; presenza
durante le gite e i ritiri spirituali; re-
dazione al computer e stampa o fo-
tocopia di documenti o avvisi; e
altri compiti difficilmente cataloga-
bili, come fare l'autista di suore, ac-
compagnare i ragazzi infortunati al
pronto soccorso, vestirsi da Don
Bosco o da Babbo Natale, far dor-
mire i bimbi della scuola materna il
dopo pranzo .. .
Ho avuto la possibilità di parteci-
pare a vario titolo a cinque campi
estivi! E così ho passato quasi un
mese in montagna in Val d'Aosta, a
Gressoney, e una setti mana a Colle
Don Bosco, con ragazzi e ragazze
sempre nuovi, sempre diversi. Una
fatica capacitarsi di loro quando
sono tanti , ma grande entusiasmo
quando vidi la loro serietà e il loro
impegno. Cosa pensare ad esempio
se dopo la lettura del Vangelo la
preghiera dei fedeli non finisce più?
UN SERVIZIO
ALTERNATIVO
Per capire il senso di un anno vis-
suto così, forse conviene rifarsi pro-
prio alle parole "servizio civile so-
stitutivo", che non sono parole così
neutrali come potrebbero sembrare.
."Servizio civile" è mettere le pro-
prie energie fisiche, intellettuali e
affettive a disposizione della collet-
tività, in particolare dei più deboli , a
tempo pieno, per un certo periodo
della propria vita. Lo spirito con cui
lo si affronta non è quello paternali-
stico di chi si sente superiore e offre
soluzioni dall 'alto, ma quello di chi
è solidale, di chi condivide. In que-
sto senso è un 'opportunità unica
nella vita, oserei dire che è privile-
gio. Il mio "capo" don Alberto è so-
lito dire che il servizio dura un
anno, ma obiettori si resta per la
vita. Credo voglia dire che il serv i-
zio è destinato a caratterizzare tutta
I Giovani della scuola "Mazzarello".
Servizio di "animazione"
in montagna.
BS MAGGIO 1995 - 35

4.6 Page 36

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Brevi---,
MOGLIANO VENETO. 170
tudenti "rappresentanti di clas-
se" delle scuole superiori e pro-
fessional i del Veneto si sono ri-
trovati per una giornata di ri fles- .
sione e di confronto. Scopo del-
1' iniziativa, che si è tenuta anche
in altre ispettorie d'ltalia nel-
l'ambito del Movimento Giova-
nile Salesiano, è quello di favori-
re il coinvolgimento del rappre-
sentante di classe per valorizzare
la sua funzione su lla linea della
corresponsabi Iità.
LISBONA. In concomitanza con
i festeggiamenti per il centenario
dell'inizi.o dell'opera salesiana in
Portogallo, si sono svolti a Lisbo-
na dal 26 apri le al 1 maggio i VI
Giochi Internazionali delle Poli-
sportive Giovanili Salesiane
(PGS). I molti campi all 'aperto e
i palazzetti di Lisbona, Estoril,
Manique e Cascais hanno ospita-
to le centi nai a di giovani prove-
nienti da tutt'Europa e, quest'an-
no, anche dalle nazioni di lingua
portoghese Macao e Brasile.
MESSINA . .Nella città sici liana
si tiene nei giorn i 26-28 maggio
il terzo Convegno nazionale per
obiettori di coscienza in servizio
nelle ispettorie salesiane cl 'Italia.
Da quando nel 1972 fu promul-
gata la legge su Il 'obie~ione di
coscienza, oltre centomila giova-
ni hanno scelto di sostituire l'ob-
bligo della leva militare con un
servizio civile alternativo.
ROMA. E>on Sergio Giordani è
il nuovo direttore della LAS, edi-
trice dell'Università Salesiana di
Roma. Nata nel 1974, l'editrice
dedica particolare attenzione a
opere sull 'azione pastorale e l'e-
ducazione. Sul mercato italiano
si affianca alle altre due editrici
salesiane la SEI e la LDC, presso
le quali don Giordani ha operato
per vari anni. La LAS , che si spe-
cifica come editrice universitaria,
pubblica mediamente 25 titoli al-
l' anno.
36 - MAGGIO 1995 BS
L'obiezione di coscienza in Italia
Iè passata dalle 200 domande
del 1973, alle 20.100 del 1991.
Oggi sono 24.000 gli obiettori
impegnati in oltre 1700 enti.
Nella foto, obiettore in servizio
al "Cottolengo" di Torino.
la vita, è un modo di stare e di vive-
re nella società.
Anche l'aggettivo "civile" è impor-
tante, perché mette l'accento sulla
"non militarità" del nosb·o servizio,
ma che è rivolto alla città, alla co-
munità civile. "Sostitutivo" infine fa
pensare al servizio civile come a un
servizio di seconda categoria, quàsi
fosse un surrogato dell'unico vero
serv izio, quello militare. Si dovreb-
be dire "alternativo". I due servizi
comunque vanno messi, nel tratta-
mento giuridico, come nella con-
sider~zione sociale, sullo stesso. pia-
no. E qu~sto il punto di partenza
perché l'obiettore venga guardato
da militari e opinione pubblica con
rispetto e stima; e nello stesso tem-
po perché si guardi con rispetto e
stima a chi fa il servizio militare,
che può essere animato da un ugua-
le spirito di pace.
COSA Ml RIMARRÀ
Cosa mi rimarrà di un anno vissu-
to così? In realtà non ho potuto
nemmeno conoscere tutti i ragazzi
della scuola, purtroppo; al di di
uno sgu.ardo negli occhi e di un ciao
che spero di non aver negato a nes-
suno. 450 erano troppi per la mia me-
moria. Pur avendo fatto il girovago
nelle varie classi, non ho imparato i
loro nomi (ho avuto problemi perfino
con le 50 suore, figuriamoci!).
Qualcuno spiritosamente mi ha
chiesto se mi pagavano per fare la
guardia all'entrata e ali ' uscita da
scuola. Può sembrare un 'azione inu-
tile fare il portiere e salutare mecca-
nicamente gente che entra e che
esce. Anch'io mi sono chiesto se
non fosse ridicolo, poi ho pensato
che se anche lo fosse, è bello trova-
re qualcuno che ti accogli e, anche
solo con poct1e sillab.e e un sorriso
stiracchiato. E bello salutarsi, chia-
marsi per nome, dirsi fesserie, guar-
darsi in faccia, ricevere ogni giorno
decine e decine di ciao! , un 'overdo-
se di simpatia.
L'ultimo giorno non sapevo come
esprimere la gratitudine per questa
esperienza. Come tanti ero e sono
alla ricerca di un senso della. vita e
nell'anno di serv izio qualche passo
l' ho fatto. Ricordo in modo partico-
lare la comunità delle suore, la loro
semplicità, i momenti belli della
vita comunitaria. Senza esagerazio-
ni , è stato uno degli anni più belli
della mia vita. I miei amici, piccoli
e grandi, spesso mi hanno spiazza-
to, disorientato, insegnato a prende-
re coscienza di quello che sono.
Non so se ho lasciato un segno nella
loro vita. Loro però lo hanno lascia-
to a me.
Antonello Ronca

4.7 Page 37

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a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r EROCADUTA
NELLA PIÙ NERA
DISPERAZIONE
Da più di un mese soffrivo di
disturbi alle vie respiratorie.
Avevo costantemente la febbre.
Dagli esami del sangue risulta-
va un'infiammazione che però i ·
medici non riuscivano a diagno-
sticare e a curare. Ero caduta
nella più nera disperazione quan-
do per caso venni a conoscere la
beata Maddalena Morano. Mi
rivolsi a lei con fiducia e nel giro
di pochi giorni la febbre è ces- Zeffirino Namuncurà
sata, gli esami sono tornati del
tutto normali e io, completamen -
te guarita, ho cominciato a sen-
tire di nuovo la gioia di vivere .
Non smetterò mai di ringraziare
la Morano.
muncurà. Intanto Gustavo ven-
ne portato nella sala della tomo-
grafia computerizzata. Il medico,
quando uscì , ci disse che si trat-
I.M. , Bologna tava di una situazione molto diffi-
cile e che c'erano poche speran-
ze di salvarlo. In questo clima di
r
DUE NOVENE PER
UNA GUARIGIONE
IMPOSSIBILE
angosciosa attesa si moltiplica-
vano le nostre suppliche a Zeffi-
rino. lo cominciai quello stesso
giorno una fervorosa novena.
Nei giorni che seguirono la situa-
zione clinica di Gustavo si man-
tenne grave. Poi un primo, picco-
Mi trovavo nell 'auto della mia lo miglioramento che però andò
amica Angela che mi faceva il fa- aumentando visibilmente . A 17
vore di condurmi a casa. Avanti giorni dall 'incidente il migliora-
a noi c'era l'auto del mio fidan- mento ormai era tale che i medi-
zato Gustavo Fiocchetta. A un ci parlavano già di dimissione .
certo punto vedo con terrore Si procedette pertanto ad un'al-
ch e una macchina proveniente tra tomografia computeri zzata :
in senso contrario si scontra vio- gli ematomi erano tutti scompar-
lentemente con quella di Gu- si! Al termine della prima novena
stavo che finisce con lo sfracel- Gustavo aveva cominciato a
larsi contro un grosso albero migliorare, al termine della se-
che fiancheggiava la strada. Il conda egli veniva dimesso dal-
corpo di Gustavo fu lanciato l'ospedale .
fuori dall 'auto e giacque come
morto per terra. La mia amica
Roxana Monica Mercedes Pavoni
Mendoza, Argentina
fermò la sua macchina a pochi
metri dall'incidente e scendem-
r mo in tutta fretta. Mi avvicinai a
Gustavo che giaceva bocconi e
vidi che dal suo capo sgorgava
~LLORA QUESTO
molto sangue. Mi sentii desolata
E UN MIRACOLO
e fui presa da un pianto dirotto.
Intanto un folto gruppo di perso-
ne era accorso attorno a noi. Ma
Gustavo era in condizioni dispe-
rate: cominciò ad avere delle
convulsioni. lo fui allontanata ver-
so il marciapiede e non mi per-
mise~o più di avvicinarmi a lui.
Un camion di pompieri - questi
erano vicino al luogo dell'inci-
dente - fu il primo a soccorrerci.
Giunse un'ambulanza del Ser-
vizio Coordinato di emergenza. Il
ferito fu condotto all'Ospedale
Spagnolo e subito ricoverato in
terapia intensiva. Quando io ed
Angela arrivammo, non fu possi-
bile avere ancora nessuna infor-
mazione. Telefonai a casa. Mia
Mi fu diagnosticata un'epatite per
cui fui sottoposto a periodici con-
trolli. In uno di questi, i medici -
notando un chiaro peggioramen-
to - mi prescrissero iniezioni a
base di cortisone. lo mi rivolsi a
san Giovanni Bosco del quale
sono molto devoto· e saltai la
cura prescritta. Al controllo suc-
cessivo i medici notarono un
notevole miglioramento e così
nei controlli successivi, tanto che
a un certo punto mi dissero di
sospendere la cura prescritta, al
che io risposi di non averla nep-
pure iniziata . Ed essi: « Allora
questo è un miracolo! »
madre subito dopo la telefonata,
Boggio Ezio
cominciò a pregare Zeffirino Na-
Candia Canavese (TO)
r PER
INTERCESSIONE
DEL BUON PADRE
RINALDI
Avevo 72 anni quando fui colpita
da un forte malessere al cuore
che mi disturbò e preoccupò
molto, anche perché mi portavo
sin dalla nascita un difetto car-
diaco . Mi sentivo molto , ma
molto debole . Avendo letto la
vita del beato Filippo Rinaldi e
venendo a saper quanto egli si
sia interessato delle figlie di
Maria Ausiliatrice, ricorsi alla sua
intercession e per il mio caso .
Oggi ho 80 anni e nonostante
piccoli acciacchi , grazie a Dio e
all'intercessione del buon padre
Rinaldi, posso camminare e fare
il necessario. Sono perciò molto
riconoscente per questa grazia
che desidererei fosse pubblicata,
come io ho promesso.
Suor Janina Brzezinska
Poznam (Polonia)
Maddalena Morano
r EMANUELA
DOMENICA
È NATA COSÌ
Erano ormai passati tanti anni e
la speranza di avere un figlio era
sempre più debole. Giovedì
santo del '93, Giuseppina va a
chiedere "il perdono" come tutti i
cristiani del paese. Durante la
preghiera le viene un'ispirazione
che prende tutta la sua anima; si
rivolge a Gesù e gli dice: «Semi
dai un figlio lo chiamerò col tuo
nome ». Dopo alcune settimane
Giuseppina si accorge di portare
in seno un bambino. Felice, rin-
grazia Gesù e continua ad aiuta-
re il marito in tipografia dopo gli
impegni di casa. Tutto procede
bene , fino al settimo mese . Da
una visita dal pediatra viene a
sapere che porta in seno una
bambina. Allora la chiameremo
"Emanuela". A un secondo con-
trollo il pediatra riscontra che la
bambina ha una grave irregola-
rità renale e si temeva il peggio.
Renzo, mio marito, da bravo ex-
allievo, ricorda che per i bambini
c'era un grande protettore: san
Domenico Savio. Allora Pina e
Renzo si rivolgono a san Dome-
nico Savio e gli dicono: " Se ce
la fai vivere , unito al nome di Ge-
metteremo anche il tuo ». Po-
chi giorni prima del parto il dotto-
re preoccupato volle rifare un altro
controllo e con sua grande mera-
viglia nota che la piccola è regola-
rissima e ai reni più nessuna ano-
malia. Il dottore si limita a leggere
sullo schermo e ripete: ''Tutto OK".
Lui non sapeva, ma Pina e Renzo
sapevano benissimo a chi dire
grazie. E il grazie a san Domenico
Savio è dall'11 gennaio che glielo
ripetono giornalmente , tutte le
volte che guardano e baciano la
loro Emanuela Domenica.
Giuseppina e Renzo Ferrero
Linguaglossa (Catania)
r lLPOTERE
DIUNA
MEDAGLIETTA
Avevo alle spalle un 'infinità di
peripezie. Si cominciò con vio-
lenti col iche. Inutile qualsiasi
analgesico. I medici riscontraro-
no dei calcoli. Ricovero ospeda-
liero e vari tentativi fatti non sor-
tirono i risultali sperati. I dolori
continuavano . Il mio lavoro ne
era fortemente condizionato. Un
giorno mi arrivò una medaglietta
di suor Morano. lo sentii subito
che i dolori si attenuarono. Una
ecografia fatta per mia decisio-
ne, fece sì che si arrivasse alla
soluzione vera e definitiva,
anche se accolta con molto
timore da parte mia : l'asporta-
zione di un rene. L'intervento è
andato bene ed io mi sono rista-
bilita molto più velocemente di
quanto tutti potessero immagi-
nare. E ciò grazie all'intercessio-
ne di suor Morano.
Perin Ofelia
Torriglia (GE)
Per la p11bblicazio11e non si
riene conio delle tenere 11011
.fìrmate e senza recapito. S11
richiesta si potrà omenere
/' i11dicazio11e del 1101ne.
ns MAGGIO 1995 - 37

4.8 Page 38

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AUSTRALIA Tra giovani dei ceti più popolari si è imposta una presenza di
NEL QUINTO
CONTINENTE
di Umberto De Vanna
Incontro con Julian Fox.
Origini e panoramica
sulla presenza salesiana
in Australia.
Una nazione con
il 27 per cento di cattolici.
I I diario di bordo della "Villa de
Metz" la nave che il 24 febbraio
1923 salpava da Marsiglia diretta in
Australia, registrava che i passeggeri
europei, quasi tutti emigranti e pieni
di nostalgia, trovarono conforto e
diversivo nella presenza di un grup-
po di giovani viaggiatori - sei sale-
siani - che non riuscivano a conte-
nere il loro entusiasmo. I sei porta-
vano nel cuore il sogno profetico
raccontato da Don Bosco il 2 luglio
1885: «Mi parve di essere in Au-
stralia, tra tante isole ... Una molti-
tudine di genti e ragazzi veniva
verso di noi , ma era impedita dalla
distanza e dalle ·acque. I giovani
tendevano le mani invocando: veni-
te in nostro aiuto! ... ».
Quei salesiani parlavano della
meta che li attendeva e riempivano i
15 mila chilometri di rotta e 35 giorni
di tolda rimasticando quel poco in-
. glese che avevano imparato; mentre
nei loro discorsi tornava a galla
come un ritornello il riferimento al-
i' immenso selvaggio continente au-
straliano, pieno di aborigeni con le
mani protese a invocare il loro ai uto.
Ma quale delusione al loro arrivo!
Tra i quattromila abitanti di Broo-
me, capoluogo del Vicariato Apo-
stolico del Kimberley, non solo non
c'erano aborigeni ad attenderli, ma
anche i cattolici erano poche centi-
naia. La storia continua registrando
contrarietà di ogni genere, e dram-
matiche incomprensioni verso ita-
liani e tedeschi, a causa della prima
guerra mondiale, che si era chiusa
da pochi anni. I missionari finirono
quindi per occuparsi prima di tutto
di una scuola per orfani e abbando-
nati di origine australiana a Sun-
bury, presso Melbourne.
38 - MAGGIO 1995 BS
70ANNIDOPO
Parliamo dell'Australia con Julian
Fox, 50 anni a luglio, fino a un paio
di anni fa ispettore dei salesiani in
quell'immenso territorio, abitato an-
cora oggi soltanto per il 20 per cento.
Ora Fox è preside alla St. Joseph's
Regional College a Ferntree Gully,
Melbourne. Nativo di Tasmania, do-
ve ha frequentato sin da bambino l'o-
pera salesiana, si dice contento cli es-
sere ritornato a lavorare a contatto di -
La grande baia di Sydney.
retto con i giovani. Degl'inizi dell 'o-
pera sales iana in Australia parla con
realismo: «l primi salesiani non era-
no troppo preparati a lavorare nella
zona desertica del nord, a contatto
diretto con gli indigeni. Abbiamo in-
vece organi zzato le nostre presenze
in 1J.1tta la zona abitata dell ' Australia.
Ma col tempo siamo anche ritornati
al nord, e una quindicina di anni fa
abbiamo aperto due opere a Katheri-
ne e Palmerston, proprio nella terra
abitata dagli aborigeni ».

4.9 Page 39

▲back to top
qualità nella società civile e nella Chiesa australiana.
L'Australia ha oggi 124 sales iani.
I primi erano soprattutto italiani e
tedeschi, adesso per i tre quarti sono
nativi australiani. L'Australi a è un
popolo composito di origine euro-
pea. Nacq ue nel 1778, quando undi-
ci nav i inglesi con a bordo 1030 av-
venturieri, tra cui 736 galeotti, get-
tavano l'ancora ne ll a baia di . Syd-
ney, dando il via al mito australiano.
L'immigrazione recente è soprattut-
to asiatica: vietnamiti, coreani , cine-
si, fi lippini , giapponesi ... «Nessuno
qui fa fatica a integrarsi », assicura
Fox, « e se oggi ci sono ancora cap-
pellani che si occupano dei vari
gruppi di provenienza, fra 20 anni
non ce ne sarà più bisogno ». Le
opere sales iane sono una ventina,
per lo più scuole. Ma anche parroc-
chie e centri giovan ili. A Engadine
vi è la Boys' Town , una casa di ac-
coglienza per ragazzi in difficoltà.
« Il Don Bosco Youth Centre , presso
St. Marys-Sydney, è l'opera più re-
cente, di cui siamo molto fieri . Fon-
data nel 1992, è un Centro Giovani-
le gestito si n dall ' inizio in collabo-
razione c_on le fig lie di Maria Ausi-
li atrice. E opera davvero popolare,
nella zona ovest della c ittà».
NELLA SCUOLA
INSIEME Al LAICI
, Julian Fox ha una grande fiducia
nel la scuola: « In classe incontri an-
che quei giovani che non vanno in
parrocchia », dice. «li contatto è
quotidiano e per mo lte ore al gior-
no ». Due le principali caratteristiche
de lla sua sct1ola: la collaborazione
dei laici e l' uso degli strumenti di
comunicazione sociale. « Sin dagli
ann i '60 abbiamo fotmulato un " pro-
getto laici". E la collaborazione con
loro si è fatta intensa. Senza i laici
del resto non potremmo tenere aper-
te le nostre scuole. Sono laici sens i-
bili e preparati . Ho una valida vice-
preside, pienamente in si ntonia con i
nostri metodi educativ i. Una donna
è anche la coordinatrice dell ' istru-
zione religiosa. Con i laic i organiz-
ziamo ogni attività, dalle fes te agli
incontri cli programmazione. Sono
una quarantina e ogni giorno prima
della sc uola a turno dirigono un
breve momento di preghiera a cui
partecipano insieme ».
Corrispondente per l'Austra lia
dell'Agenzia Salesiana di Informa-
zione (ANS) , Fox è un " patito" per
la comunicazione soc iale. « In Au-
stralia parliamo di "tirannia" delle di-
stanze. Qui sono immense e ci creano
molte difficçltà e notevoli problemi
economici. E importante collegarci
con mezzi più rapidi e meno costo-
Julian Fox (a destra)
con il vescovo Paul Mea.
I L'australiano Bernard Graham,
incaricato della pastorale
giovanile, con alcuni allievi.
BS MAGGIO 1995 - 39

4.10 Page 40

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IN LIBRERIA - - - - - .
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Principati date
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1. INTRODUZIONE GENE-
RALE ALLA BIBBIA
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2. VANGELI SINOTTICI
E ATTI DEGLI APOSTOLI
Mauro Làconi (cur.)
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Gli altri volumi sono imminenti
o in preparazione. Il corso si
avvale della collaborazione di
una cinquantina di autori (tutti
biblisti italiani). Edizione ag-
giornata dell'opera precedente
"Il messaggio della salvezza".
Presso le librerie cattoliche
o direttamente alla:
ELLE DI CI
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Tel. 011 /95.91 .091
c/c Postale.8128
40 - MAGGIO 1995 BS
I ~iovani aborigeni del nord.
E per incontrarli che sono partiti
per l'Australia i primi salesiani.
si. In un primo tempo abbiamo usato
il fax, poi il modem, .oggi E-mail, a
comunicazione diretta, e Internet».
Anche i giovani della scuola fanno
grande uso del modem. Perfino il re-
sponsabile governativo comunica
con le scuole via modem. In scuola
c'è anche la TV interattiva: frequen -
temente ci si collega in classe a un
programma durante il quale gli al-
lievi possono intervenire in diretta
con il fax o il telefono. «Sono gli
strumenti del futuro , più immediati
e meno cari. I salesianj sono passati
dalla diffidenza all'accettazione.
Ogni tanto c'è uno in più che ne ca-
pisce l'utilità e "si converte"!».
IL FUTURO DI UN PAESE
SECOLARIZZATO
Un fenomeno positivo recel)te tra
i giovaT)j è lo sviluppo del volonta-
riato. Volontariato missionario, che
prevede una presenza all'estero. Al-
cuni giovani sono già stati a Samoa,
in Vietnam ... « Una delle esperien-
ze più singolari che mi è capitata in
questi anni è quella di due giovani
coppie di sposi che mi hanno chie-
sto di ·poter vivere a tempo pieno a
servizio delle opere di Don Bosco.
Due di loro da anni collaboravano
già attivamente all'edizione austra-
liana del Bollettino Salesiano. Le
due coppie vivono ora in una zona
dove non vi sono i salesiani: anima-
no la parrocchia, i giochi, la liturgia,
la catechesi. Organizzano il campo
estivo per i nostri giovani».
I salesiani nel prossimo loro Capi-
tolo Generale affronteranno il tema
dei laici. Non c'è dubbio che l' Au-
stralia avrà qualcosa da raccontare.
« Il futuro della Chiesa australiana è
legato a questa crescita qualificata
del laicato », conclude Fox. « Nel-
l'arcidiocesi di Melbourne è stato
realizzato un programma chiamato
"Tomorrow's Church" (La Chiesa
di domani) che accetta un ruolo spe-
ciale del laico nella parrocchia
senza prete ». Forse è questa la chia-
ve del futuro. « Noi salesiani siamo
pochi e abbiamo troppo lavoro. L' Au-
stralia è il paese più secolarizzato
del mondo. I cattolici sono poco più
di un quarto degli abitanti e anche il
loro stile di vita è borghese. C'è
però in molti giovani una generosità
che va coltivata e questa può aprire
alle vocazioni sia di consacrazione
speciale che laicali ».
Umberto De Vanna

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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BONATO Antonio, t Urdorf (Svizzera) il MASCHIO sac. Luca, t Makuyu (Kenya) il
21/09/1994 a 62 anni.
19/09/1994 a 30 anni.
Proveniva da una famiglia numerosa e
profondamente cristiana. Di otto fratelli ,
solo tre sono ancora vivi e sono tutti e tre
salesiani. Antonio imparò il mestiere del
falegname e lo esercitò per 5 anni , poi
lavorò per 31 anni in una fabbrica di guanti
dove era stimato e ben voluto da tutti.
Nella comunità cristiana si è reso utile aiu-
tando parroci e missionari. È stato lettore.
fedele e assiduo sacrestano, sempre
disponibile .
Giovane missionario in Kenya, è morto pre-
maturamente di incidente automobilistico
mentre da Makuyu si recava a Nairobi per
svolgere il suo compito di economo di comu-
nità, incarico che occupò soltanto poche set-
timane. Don Luca aveva una grande capa-
cità di fraternizzare con i giovani. Prete da
pochi anni, era maturato molto nel suo servi-
zio ai giovani, che sapeva consigliare, come
pure le loro famiglie. Cresceva in lui un gran-
de desiderio di occuparsi dei giovani vera-
mente poveri che vivono negli slum delle
grandi città africane.
FANUTTI Suor Arpalice, figlia di Maria
Ausiliatrice, t Ora (Novara) il 20/01/1995 a
86 anni.
Lasciò la sua terra friulana durante i disagi
della prima Guerra Mondiale e andò in
Piemonte . Presso il Convitto delle figlie di
Maria Ausiliatrice maturò la sua vocazione.
Dopo la professione religiosa fu per moltis-
simi anni insegnante nelle scuole materne
del novarese e una ardente animatrice di
oratorio. La fermò la malattia, che visse
serenamente.
MASSA sac. Michele, salesiano, t Roma
il 16/11/1994 a 79 anni.
Fu apprezzato insegnante in varie case ,
soprattutto in Sardegna , in particolare a
Cagliari , dove fu professore di Latino e
Greco al liceo e dove fu anche direttore
della Libreria Editrice Salesiana (LES). Poi
visse a Roma-Sacro Cuore incaricato del-
l'ospitalità. Gli ultimi anni furono segnati
dall'infermità e dalla sofferenza.
MOLINA MAS sac. Vicente, salesiano, t
Elche San Rafael (Alicante , Spagna) il
06/11/1994 a 91 anni.
$i distinse per la perfetta osservanza: pun-
tualità, la Regola. fu per molti anni catechi-
sta nelle nostre opere e poi soprattutto con-
fessore. Amante della liturgia, delle voca-
zioni , delle missioni , del Piccolo Clero.
Propagava la devozione a Domenico Sa-
vio, il culto e l'amore a Maria Ausiliatrice.
SEGONE suor Giuseppina, figlia di Maria
Ausiliatrice , t Omegna (Novara) il
26/12/1994 a 75 anni.
Una donna dalla buona cera, potrebbe
essere definita, per il suo sorriso largo e la
sua accogl ienza pronta e cordiale. Per
tutta la vita questo carattere aperto e gioio-
so l'ha accompagnata sia come maestra di
scuola materna, che come animatrice di
oratorio. Il male la colse improvviso e nella
casa delle ammalate conservò la nostalgia
per i piccoli che aveva lasciato a Pavia.
MONDE Felix, salesiano, t Nimega
(Belgio) il 05/01 /1995 a 77 anni.
Instancabile nel suo lavoro e nelle sue
uscite in bicicletta. Era preciso e minuzio-
so. Amava le gite culturali e storiche ,
durante le quali appariva perfino erudito,
anche se al riguardo non aveva fatto studi
speciali. Per anni fu segretario della unione
exallievi e ne era fiero. Non era bigotto, ma
a modo suo era "pio". Era felice di nome e
di fatto : a volte faceva problemi per cose
molto piccole , ma sapeva accettare con
sorprendente serenità i contrattempi più
pesanti. Così soprattutto negli ultimi anni di
vita. Persino i funerali li organizzò in parte
egli stesso. Era simpatico : un gran lavora-
tore, ma che sapeva anche godere delle
piccole cose della vita.
PETROSINO Agata , exallielia, t Napoli il
02/01/1995 a 70 anni.
BARGERO suor Alfonsina , figlia di Maria
Ausiliatrice , t Alassio 1'08/01 /1995 a 88
anni.
Studente nel collegio di Vallecrosia (Im-
peria) si innamorò di Don Bosco e del suo
stile educativo. Per 40 anni educò genera-
zioni di ragazzi della scuola elementare con
tanto affetto e attenzione. Quando le forze
cominciarono a declinare si rese utile negli
uffici comunitari con disponibilità serena,
abbandonata in tutto all'Amore di Dio che
sentiva presente nella sua vita.
Oratoriana ed exallieva esemplare sin da
giovane, mantenne le caratteristiche dell'e-
ducazione ricevuta anche come madre e
sposa, dando origine, insieme al marito, a
una famiglia veramente cristiana. Quando
il Signore chiamò a sé tre dei suoi sette
figli, senza abbattersi si dedicò con più
amorevolezza all 'educazione degli altri.
Qualcuno di loro oggi è impegnato nel
volontariato, uno è chierico teologo in atte-
sa del sacerdozio. Rimasta vedova, si pro-
digò per i poveri e i bisognosi. Era solita
ripetere le parole di Gesù : «Dall'amore vi
riconosceranno che siete miei discepoli».
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni, annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959 , e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-1-1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d'un legato:
«. .. lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco, con sede in
Roma (oppure all'ls1itu10
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire... , (oppure)
l' immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall 'Ente, e
pa1ticolannente per l'esercizio
del culto, per la fo1mazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
missionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
« ... annullo ogni mia
precedente di sposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure/' lsliluto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall 'Ente, e particolarmente per
l'eserci zio del culto, per la
formazione ciel Clero e dei
Religiosi, per scopi missionari e
per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
BS MAGGIO 1995 - 41

5.2 Page 42

▲back to top
VUOI ENTRARE
NEL MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO?
Se desideri conoscere e
partecipare al Movimento
Giovanile Salesiano
(MGS), rivolgiti a uno di
questi incaricati nazionali :
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
Don Giovan Battista Bosco
Tel. 06/49.40.442
Suor Gabriella Scarpa
Tel. 06/57.43.855
GIOVANI
COOPERATORI
Don Gianni Fìlippin
Tel. 06/446 .09.45
GIOVANI
EXALLIEVI
Don Ilario Spera
Tel. 06/446.85.22
OBIETTORI
DI COSCIENZA
SERVIZIO CIVILE
Don Giuliano Vettorato
Tel. 06/49.40.442
MISSIONI
E VOLONTARIATO
GIOVANILE
INTERNAZIONALE
VIS : Tel. 06/513.02.53
VIDES: Tel. 06/57.50.048
CINEMA
E COMUNICAZIONE
SOCIALE
Don Gigi Di Libero
Tel. 051 /35.85 .01
Suor Mariolina Perentaler
Tel. 06/57.43.855
42 - MAGGIO 1995 JJS
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
Macas (Ecuador). Processione per i 400 anni
del miracolo della "Purissima".
Maria Ausiliatrice, a cura di
Mollo Serafina, L. 1.000.000.
S. Giovanni Bosco, in memori a
dell ' ing. Gioachin o Vavicchioli , a
cura della fami glia, L. 1.000.000.
Maria Ausiliatrice, in suffragio
di Berga Eugenio, a cura di
Berga Agnese, L. I.000.000.
Maria Ausiliatrice, in vocando
protezione e in suffragio dei miei
defunti , a cura di Gioia Dante,
exallievo, L. 500.000.
Don Filippo Rinaldi , in ringra-
ziamento per grazia ri cevuta e in-
vocando continua protezione sul-
la propria fami glia, a cura di
E.C. , Torino, L. 500.000.
Mamma Margherita, per prote-
zione dell ' anima e del corpo
delle tre giovani nipoti , a cura cli
E.C. Torino, L. 500.000.
Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco, per protezione, a cura
di N. N., L. 300.000.
S. Cuore di Gesù, Maria Ausi-
liatrice e Santi Salesiani, in suf-
fragio dei miei defunti , a cura di
Ful vio Iolanda, L. 300.000.
Maria Ausiliatrice e S. Giovanni
Bosco, a cura di De lntinis Teresa,
L. 300.000.
Edvige Carboni , per grazia rice-
vuta, a cura di Acca"rdi Caterina,
L. 300.000.
Beato Filippo Rinaldi , invocan-
done protezione, a cura di Rinal -
di Adele, L. 250.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
Domenico Savio, in suffrag io di
Tullio e Giuliano, a cura di Sca-
razzini Margherit a, L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e Don Filippo
Rinaldi, invocandone continua pro-
tezione, a cura di Rinaldi Santina,
L. 200.000.
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
in suffrag io dei miei geni tori e
fratelli , a cura di Cadei Severo, L.
200.000.
Mons. Vincenzo Cimatti e Mam-
ma Margherita , invocando pro-
tezione e in suffragio dei miei de-
funti, a cura di Angelo Di Dona-
to, L. 150.000.
Maria Ausiliatrice, in suffrag io
di mia fig lia Rosella, a cura~di
Arioli Angelino, L. 150.000.
Borse missionarie da
L. 100.000
Don Bosco benedici i miei figli , a
cura di Dova Carla. - Maria Au-
siliatrice e Santi Salesiani, a cura
di G.M., Vigone. - Maria Ausi-
liatrice, Don Bosco, Domenico
Savio, per aiuto e protezione, a
cura di L.I. - S. Domenico Savio,
per grazia ricevuta, a curn di Bri-
gnolo Adelio - Don Giuseppe Sei-
ta , in memori a, a cura cli N.N. -
S. Cuore di Gesù, Maria Ausi-
liatrice, Santi Salesiani, per gra-
zia ri cevuta e in vocando protezio-
ne, a cura cli Roberto Caterina. -
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
ringraziando e invocando prote-
zione, a cura di M.C. - Maria Au-
siliatrice, Santi Salesiani, per
protezione sull a famiglia e sul la-
voro, a cura di N.N. - Maria Au-
siliatrice, Don Bosco, S. Giusep-
pe Cottolengo, ringraziando per
grazia ricev ut a, a cura cli Bruno
Maddalena. - S. Giovanni Bosco,
in suffragio cli Arturo, a cura della
moglie Benecleui Luigina. - Ma-
ria Ausiliafrice, Don Bosco, Don
Rinalcli , per grazia ri cevuta, a cu-
ra cli Bonacossa Giuseppe. - In
suffragio dei miei defunti , a cura
di Testa Rolando. - Maria Ausi-
liatrice, Don Bosco, M. Mazza-
rello, in ringraziamento, a cura cli
Crespi Maria. - Maria Ausiliatri-
ce e S. Giuseppe, a cura cli Conti
Giovanna Carnio. - S. Teresa, S.
Giovanni Bosco, in suffra gio del-
la moglie Caterina, a cura di Ales-
sandra Osvaldo. - Maria Ausilia-
trice, Don Bosco, Domenico
Savio, per protezione di Claudia,
a cura della nonna M.L. - Maria
Ausiliatrice, Don Bosco, Dome-
nico Savio, in ringraziamento, a
cura di B.P. - Maria Ausiliatrice,
a cura cli Conati Angelo. - Maria
Ausiliatrice, Don Bosco, Dome-
nico Savio, in ringraziamento e
per protezione dei figli e nipotini ,
a cura cli lozzia Adele. - Don
Bosco e Domenico Savio, invo-
cando protezione per i nipoti e la
fami glia, a cura di Ci vati Luigia. -
Maria Ausiliatrice, Santi Sale-
siani, "proteggete tutti i miei
cari", a cura cli Scarazzini Ma rghe-
rita. - Maria Ausiliatrice, Santi
Salesiani, ringraziando e invo-
cando protezione, a cura di Parla-
ni Giorgina. - Mamma Marghe-
rita, a cura cli Ponte Adriano. -
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
a cura cli Francesco e Rita Forni .
- Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, a cura di Pao lo e Simona
Carducci. - Maria Ausiliatrice,
Don Bosco, Domenico Savio, in
memoria cli Felice Caloni e per
protezione della fami glia, a cura
cli Nilla Caloni . - In memori a cli
Fugazza Mirella, a cura cli Limido
Fausto. - Don Bosco, a cura di
Bacca Giovanni . - anime del pur-
gat orio, in memoria della moglie
La Spina Maria, a cura cli Mari-
nello Calogero. - Maria Ausilia-
trice, Don Bosco, Sr. Eusebia,
per ringraziamento, a cura cli N.N .
- SS. Maria Immacolata cli
Lourdes, a cura cli Babuscio Sil-
vana. - Don Bosco, a cura cli Mu-
suraca Maria Bombardieri. - S.
Domenico Savio, beata Laura
Vicuiia, ringraziando e in vocan-
do protezione, a cura di Gaiotto
Zanardo Rosalia. - S. Giovanni
Bosco, a cura di Nocera Franca. -
S. Giovanni Bosco, in memoria
ciel padre Giovanni , deilo zio
Umberto e cli Don L. Zavattaro, a
cura cli Ru sso Valeri a. - Santi
Salesiani, pregate per me e i miei
fi gli, invocando pace per la fami-
glia, a cura cli N.N. Exallieva. -
Maria Ausiliatrice e Domenico
Savio, invocando protezione, a
cura cli Scinetti Dionigi. Maria
Ausiliatrice e Don Bosco, per pro-
messa falla , a cura di Dova Carla.

5.3 Page 43

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Focus - - - - - ,
Suor Maria lsabel
Ifiglia di Maria Ausiliatrice,
spagnola, da 26 anni
è missionaria in Venezuela.
Da 13 anni lavora
tra gli Yanomami
dell'Alto Orinoco.
Suor !sabei, ora dove lavori ?
« Attualmente sono stata trasferita a P uerto Ayacucho, che è un po' il
capoluogo dell a zona, per realizzare un coordinamento tra i centri mis-
sionari. Ma anche a Puerto Ayacucho la percentuale degli indigeni è
alta, e io lavoro in una scuola dove le alunne interne sono Yanomarn i».
Come vivi il rapporto con gli Yanomami ? Ti senti a casa tua ?
« Mi sento molto integrata nell a loro cultura. Tempo fa, quando vivevo
ancora nella selva, mi hanno invitata a condividere il rito funeb re, ch e
contemplava un pasto comunitario in c ui si assumevano anche le ceneri
della defunta, una donna che nu era stata molto cara. Ho celebrato
quel rito come l 'Eucaristia. Da allora mi pare di avere un po' del loro
sangue in me ».
Quali sono i problemi di questa gente ?
« Il primo è q uello della salute, c he in q uesti ultimi tempi si è molto
deteriorata. Si verificano epatiti e cirrosi epatiche. L a febbre malarica
continua a bruciare i loro corpi. Ciò sembra dovuto al contatto con i
garimpeiros (cercatori d ' oro) e soprattutto ali' opera d i distruzione
ecologica, prodotta dal l' uso di bombe per rimuovere i fo ndali dell'O-
:rinoco alla ricerca di mi nerali. I pesci muoiono, cambia l'habitat del-
l'indigeno, anche perché vengono abbattute le piante e sconvolto il si-
stema delle piogge ».
Quali vie per arrivare a portare il Vangelo tra questi indigeni?
« Noi miss ionari sappiamo "che cosa" trasmettere, ma no n "come" tra-
smetterlo. La "Buona Notizia" ha bisogno di passare attraverso l'idea-
rio indigeno per interessare e affasci nare la loro anima. La più grossa
sfida per noi è q uella di ricercare insieme a loro, ed elaborare un itine-
rario di catecumenato che rispetti la loro cultura. Gli Yanomami sono
naturalmente "religiosi": la "novità" del Vangelo deve trovare il modo
di inserirsi nella loro cultura, perché possano vivere in forma nuova
quello che già fanno ».
Gli Yanomami sono consapevoli oggi de l[' invasione della loro terra?
E come reagiscono ?
« Dapprima, attirati da piccole cose utili, hanno lasciato fare. E siamo
stati noi missionari e qualche antropologo a chiedere che venissero ri-
spettati il loro ambiente e soprattutto le loro persone. Ma ora qualcosa
si sta muovendo. Qualche mese fa due giovani Yanomami hanno par-
tecipato a un incontro di Manaus e hanno sentito i loro " colleghi" bra-
siliani. Tornando in comunità hanno preso la parola dicendo: " Che
cosa dobbiamo fare per proteggere la nostra selva?". Nel sentirli ho
pianto di gioia. Avevano capito ».
PATRICKFOX
Il missionario austra liano padre
Patrick Fox, 34 anni , racconta al
Sunday Herald le cose semplici
che ha vissuto in America Latina,
tra i Kekchi del Guatemala. Un
fatto gli è rimasto nella mente più
di altri. Si trovava in un angolo
tranquillo di un vi ll aggio e beveva
una bibita, perché l' acq ua non era
potabi le. Gli si avvicina un ragaz-
zino e gli chiede di poter bere
quel po ' che era rimasto nella bot-
tiglia. « Quando gliel'ho passata,
c'erano solo pochi centimetri di
acqua zuccherata », dice Patrick,
« e pensavo che si sarebbe ficcato
in qualche ango lo non visto per
scolarsela ». Invece chiamò alcuni
suoi amici, si misero in cerchio e
ciascuno dopo averne bevuto un
sorso la passava al vici no, fino a
quando non fu prosci ugata del
tutto. « Questo fatto mi ha inse-
gnato cosa vuol dire amicizia e
condivisione », dice Patrick. E ri-
conosce che tra quella gente ha ri-
cevuto molti ss imo. Essi non cono-
scono l'av idi tà.
Patrick Fox , racconta ancora il
Sunday Herald, ha studiato musi-
ca classica all ' uni versità di Mel-
bourne, poi ha fatto parte di un
gruppo rock, la Holy Joes. È stato
nel cast di Jesus Christ Superstar.
Ha vi aggiato negli Stati Uniti , in
Itali a, in Medio Oriente. «Mai per
motivi reli giosi », dice. « Se in Ita-
li a sono entrato in qualche chiesa,
è stato solamente per vedere i ma-
gnific i quadri ».
Gli chiedono: perché ti sei fatto
prete? Patrick lo ha deciso a 20
anni , dopo aver vissuto una vita
piena di interess i. Ha fatto un
sacco di lavori, ha studiato e vis-
suto come gli piaceva, ha av uto
anche qualche storia sentimentale,
e qu alcun a seria . « Quando decisi
di farm i prete, mi trovavo legato
in uno di questi rapporti, E sapevo
ciò che lasc iavo scegliendo il celi-
bato ». Farsi prete è stata una ri-
sposta radicale al suo voler essere
cristiano. « Ho scelto di predicare
il Regno di Dio. Questo è ciò che
mi interessa di più. Tutto il resto
mi sembra secondario ».
BS MAGGIO 1995 - 43

5.4 Page 44

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
TORINO C.M.P.
~
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
corso Regina Margherita, i 76 - i Oi 52 Torino
André Manaranche
Le domande dei giovani
Educare al futuro, pag. 208, L. 24.000
Lettere ai giovani d'oggi
su quattro argomenti fondamentali:
Dio, Gesù, la Chiesa, l'Uomo.
L'ipotesi, elegantemente verificata
dall'Autore, è che i giovani d'oggi
siano capaci di porre domande
I
importanti e siano interessati
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all'esperienza religiosa e di fede
per una genuina esigenza di valori
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e di autenticità.
Uno stile diretto, vicino al linguaggio
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giovanile, molto concreto
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e sgombro da eccessi teoretici ,
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rende. il volume particolarmente
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gradevole.
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