Bollettino_Salesiano_199504


Bollettino_Salesiano_199504

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Aprile 1995
ANNO 119 N. 4
Aprile 1995
Sped. in Abb. post. (50) - Torino
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
DAI.I.A CINA
QUAI.COSA DI NUOVO

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di don EGIDIO VIGANÒ
UN ccNUOVO>> SISTEMA
PREVENTIVO
,, La Strenna '95:
riscoprire
il sistema
preventivo
proiettando verso
il nuovo secolo
le intuizioni
pedagogiche
di Don Bosco,,
2 - APRILE 1995 8S
e 'è una affermazione che non ho
ancora mai sentito da nessuno, che
problemi emergenti in questi nostri tempi
difficili , egli continua ad essere maestro
però mi piace, ed è questa: dobbiamo pro- proponendo una nuova educazione che è
porci un nuovo sistema preventivo. Così insieme creativa e fedele ", ossia propo-
come si parla di nuova evangelizzazione nendo un nuovo sistema preventivo.
o di nuova educazione , così occorre par-
lare anche di un nuovo sistema preven- Dobbiamo poi ricordare in particolare -
tivo. Che non vuol dire annullarlo, ma cam - siamo alla vigilia del Grande Giubileo del
biare la maniera di pensarlo e di appli- 2000 - che non possiamo parlare di un
carlo , con nuove sottolineature e nuove nuovo sistema preventivo di Don Bosco
priorità. Se finora siamo stati competenti senza rifarci a Cristo , e che la libertà dei
nel sistema preventivo , dobbiamo diven- giovani non raggiungerà il suo traguardo
tare competenti anche nel nuovo sistema senza Cristo . Se sono quindi importanti
preventivo.
l'amabilità, la bontà, e le
altre caratteristiche tipiche
Come fare per realizzare
della nostra metodologia,
questo passaggio? Vorrei
perdiamo tempo se non c'è
ricordare anzitutto che il
la capacità nuova di avvici-
rilancio del sistema pre-
nare a Cristo la gioventù ,
ventivo di Don Bosco l'ha
di avvicinarla ai valori del
fatto Giovanni Paolo II
Vangelo. Purtroppo a volte
nella bella lettera Juvenum
si è cercato di svuotare il
patris. Di questo docu-
sistema preventivo di que-
mento vale la pena rileg-
sto valore che costituisce il
gere almeno un passaggio .
nucleo dell'originalità cri -
Al numero 13 , dopo aver
stiana. Certo con i giovani
ricordato che Don Bosco si __..., .
buddisti o musulmani si
può collocare nella genia-
Roma. Mentre don Viganò farà quel che si può, però
lità dei grandi santi della
era ricoverato all 'ospedale, qui stiamo parlando di chi
Chiesa nell'ambito speci -
fico della pedagogia, scrive
tGeiloevfoannantioP: a«oVloogIIligoli ha
preoccuparmi della salute
vuol vivere il sistema pre-
ventivo in pienezza di fede.
così : « Certamente il suo
messaggio pedagogico ri-
chiede di essere ancora
del Rettor Maggiore
dei Salesiani ", gli ha detto,
" perché possa guarire
e ritornare al lavoro ... ,, _
Non per niente il Papa
ch iama Don Bosco "mae-
stro di vita spirituale" e
approfondito , adattato , rin-
Don Viganò, commosso per afferma che si è fatto santo
novato con intelligenza e
coraggi.o
propri.o
.
in
ragi.one
dei mutati contesti socio-
la paterna preoccupazione
daeslsiScaunratotoP"aldarseu, aglpi rheaghiera
e quella dei suoi confratelli
con la pedagogia, ossia
con Ia metodoIog1·a educa-
tiva. Che vuol dire che Don
culturali , ecclesiali e pasto-
rali. Sarà opportuno tener
presenti le aperture , le
per la sua salute e il suo
1 cora g:~s~. m(ti~is}t? .)
apos O ,co O O e ici
Bosco ha usato un metodo
che tende in se stesso alla
santità. Forse oggi biso-
conquiste avvenute in molti campi , i segni gnerà usare altri termini per farsi accettare
dei tempi , e le indicazioni del Vaticano Il , con più simpatia, però questa è la so-
tuttavia la sostanza del suo insegnamento stanza.
rimane , le peculiarità del suo spirito, le sue Come farlo , questo è il problema ; questa
intuizioni , il suo stile , il suo carisma non è la novità della nostra ricerca e della
vengono meno perché ispirati alla trascen- nostra creatività.
dente pedagogia di Dio. San Giovanni La Strenna afferma infine che dobbiamo
Bosco è attuale per un altro motivo: egli "educare i giovani ai valori ". Ma di questo
insegna a integrare i valori permanenti parleremo la prossima volta.
della tradizione , con le nuove soluzioni ,
per affrontare creativamente le istanze e i

1.3 Page 3

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il
:~}a/eoslk,/attninoo
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
DIRETTORE RESPONSABILE:
UMBERTO DE VANNA
Redazione: Margherita Dal Lago - Giancarlo
De Nicolò - Franco Levar - Francesco Molto
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Bolla -
Ernesto Calloni - Giuseppina Cudemo -
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Jean-François Meurs • Pietro Moschetto -
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Nanetti - Angelo Paoluzi - Alessandro Risso
Silvano Stracca
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IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali
e 19 lingue diverse (tiratura annua
oltre 1Omilioni di copie) in: Antille (a Santo
Domingo) - Argentina - Australia - Austria -
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~~dg~Lit~~~r:~
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Don Bosco, Roma.
Aprile 1995
Anno 119
Numero4
In copertina,
giovani allievi cinesi.
Nel servizio di pag. IO,
don Giuseppe Zen
e la sua attività in Cina.
10 COPERTINA
La Cina è più vicina
14 ATTUALITÀ ECCLESIALE
Tutti i giovani del mondo
18 DONNA EDUCATRICE ALLA PACE
Unajacoltà universitaria alfemminile
22 COOPERATORI
Musica e nuove religiosità
27 SOCIETÀ
Anziani: il.futuro è grigio
30 PROTAGONISTI
La lunga barba indiana
34 IN MISSIONE
Una chiesa per gli Shuar
38 ANNO DELLA TOLLERANZA
Al Cairo ci si scopre fratelli
RUBRICHE
di UMBERTO DE VANNA
di SILVANO STRACCA
di GRAZIELLA CURTI
di GIANNI FRIGERIO
. di ALESSANDRO RISSO
di ANTONIO ALESSI JUNIOR
di TEODORO DELGADO
di ERNESTO FORTE
2 11 Rettor Maggioro - ~ Il P1111/o gitmmi - 6 fil lllllill, 11e/ 111omlo - 8 Lettere - 13 Pri111ll pagi11ll -
17 Come D011 Bosco - 21 Libri - 25 Il dim·io ,li Amll'ell - 26 Zoom - 32 Visto ,la vicino - 37 /
nostri S,mti- 41 / nostri morii - 42 Solitlllrietà- 43 /11 primo pili/IO
14 I giov~ni verso Parigi
34 Così si batt~~a a Sucua
BS APRILE 1995 - 3

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di Carlo di Cieco
IN PIEMONTE
LA LEZIONE
DEI GIOVANI
P ala e servizio anche nella tre-
menda alluvione che ha messo
in ginocchio larghe fasce della po-
polazione piemontese e ligure. Se
Firenze in mezzo al fango , salvata
dai giovani volontari, stava ormai
rannicchiata negli angoli bui dei
ricordi e il Belice, il Friuli e l'Irpinia
sono stati risucchiati dalle immagini
violente della lotta politica, la fru -
stata inattesa delle acque a paesi e
città del Piemonte ha ridato familia-
rità e visibilità anche ai giovani.
Si è parlato di almeno 7000 volon-
tari , maniche rimboccate , ore inson-
ni con la gente che cercava di sai·
vare il salvabile o di rendere alme-
no accettabile una condizione dive-
nuta d'un tratto amara e senza pro-
spettive .
LE CALAMITÀ NATURALI non
creano la generosa disponibilità dei
giovani a fare qualcosa per gli altri ,
ma la portano in primo piano. Anzi ,
guardando la sfida pericolosa che il
degrado dell'ambiente lancia conti-
nuamente alla sicurezza di vivere ,
diventa un atto di giustizia ricono-
scere che il mondo del volontariato
giovanile ha qualcosa da inse-
gnare .
In Piemonte si è avuta la conferma
che i giovani non portano solo o prin-
cipalmente confusione nelle emer-
genze . Qualche amministratore ha
sperato che i volontari restassero il
più lontano possibile o, una volta in
campo, si ritirassero il più in fretta
possibile .
Invece i volontari , nella maggio-
ranza dei casi , sono andati attrez-
zati e autosufficienti, portando espe-
rienza , addestramento , competen -
za . Se si scorrono i rapporti della
Protezione civile si scopre che as-
sociazioni come le Pubbliche Assi-
stenze (ANPAS), le Misericordie
4 - APRILE 1995 BS
d'Italia, l'Agesci , per citarne alcune,
hanno inviato subito centinaia di
volontari con fotoelettriche , fuori-
strada, ambulanze , pulmini , gruppi
elettrogeni, motopompe, cucine da
campo, idrovore.
I VOLONTARI DELLA CROCE
ROSSA sono stati 2033 , circa 500
delle Misericordie, quasi 1000 del-
l'Anpas , 2440 dell'Ana. C'è stato un
vescovo, quello di Alessandria, che
ha sentito il dovere di riconoscere
l'apporto dei volontari giunto tem-
pestivo , quando ancora lo Stato
riordinava le proprie idee. .
Se poi si pensa che la Caritas ha
invitato il volontariato a prestare
quel servizio immediato e gratuito
nei problemi della vita quotidiana,
quelli che non possono rientrare
nella programmazione dei grandi
interventi pubblici , si ricava un qua-
dro ancora più preciso e convin-
cente della qualità umana che i gio-
vani hanno portato nell'alluvione .
I giovani , infatti , hanno prestato un
servizio gratuito. Centinaia di obiet-
tori impiegati presso la Caritas han-
no chiesto di essere utilizzati nell'e-
mergenza della popolazione . Se
una parabola viene fuori dalla tra-
gedia dell'alluvione è quella di s·a-
per ritrovare il gusto del gratuito in
una società dove tutto è condizio-
nato dal gioco degli interessi piccoli
e grandi.
Ai giovani si deve questo riconosci-
mento. La loro lezione può aiutare
a cambiare il paese da terreno di
speculazione di alcuni più forti , in
terra di accoglienza per tutti .
I Solidarietà giovanile.
Almeno 7000 i giovani volontari
a soccorso degli alluvionati
(foto Marka)

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BS APRILE 1995 - 5

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ROMA
LA PIRA
AUTOBIOGRAFICO
Pubblico qualificato alla sala
de ll ' Associazione dell a Stam-
pa Estera in Italia per la pre-
sentazione de l libro della SEI
La Pira autohiografico. Gli
interventi di Pietro Scoppola,
Nilde lotti e Vittorio Citterich
hanno ricordato in modo parti-
colare il contributo di La Pira
ai lavori cieli ' Assemblea Co-
stituente italiana, e la sua testi-
monianza di vita, come uomo
di comunione e credente.
L' incontro è stato coordinato
da Vittorio De Luca. Il diret-
tore editori ale Giuseppe Co-
sta, compiacendosi per il sue-
Il gesto tipico di Giorgio
La Pira.
cesso riservato sin dai pnm1
giorni al libro, ha ricordato
l' interesse tuttora grande per
la fi gura dell'indimenticabile
sindaco di Firenze.
LA REPUBBLICA DEI RAGAZZI. Ai primi di otto-
bre è già in carica il governo provvisorio, eletto nel-
l'ambito delle terze. Ogni ministro presenta ai 175
allievi della scuola il suo programma. A gennaio si
svolgono le elezioni plenarie per il governo definiti-
vo. Tutti depositano nell'urna una lista di dieci nomi,
quelli che ritengono i più idonei a far parte del go-
verno della "Repubblica dei ragazzi". Il più votato
sarà il Primo ministro, gli altri ministeri vengono di-
stribuiti in base alle preferenze e alle propensioni
degli eletti. Al fine di coinvolgere tutti, le varie classi
scelgono i loro assessori.. . e il "gioco" continua,
snodandosi in ogni particolare, equilibrandosi nel
corso dell'anno tra partecipazione degli allievi e lea-
dership dei docenti, in una e~perienza che del
gioco ha soltanto l'apparenza. E un'iniziativa della
scuola media Don Bosco di Torino, che si pone
così l'obiettivo di far crescere nei ragazzi la dimen-
sione socio-politica, la valorizzazione dell'educazio-
ne civica, e valorizzare il protagonismo degli allievi
preadolescenti. Un "gioco" particolarmente impor-
tante. Nella foto, i ragazzi della scuola Don Bosco
si preparano per una manifestazione.
IL "PARCO EUROPA"
DI POLLENA. « Un grup-
po di exallievi ha fondato
tempo fa a Pollena, pres-
so Portici (Napoli), una
Polisportiva Giovanile Sa-
lesiana (PGS) denomi-
nata "Parco Europa". La
polisportiva fa riferimento
alla parrocchia diocesana
di san Gennariello, parti-
colarmente sensibile ai
problemi dei giovani.
Una PGS che ha una
sede ampia e conforte-
vole, dove si fa catechi-
smo, canto, riunioni for-
mative. Ma che manca
di spazi e di strutture per
lo sport dei ragazzi. Così
la PGS ha pensato di
prendere possesso di un
cortile condominiale, in-
colto e non utilizzato, e
in poco tempo lo ha tra-
sformato in un bel campo
di calcio. Sono poi spun-
tati la pista di pattinag-
gio, i campi di pallavolo
e di basket, un campo di
bocce e una mini-pista di
atletica, con un anello ci-
clabile. Questo con l'im-
pegno personale e sacri-
ficato di tutti, fondatori,
soci, uomini di "buona
volontà"; e con il contri-
buto dei condomini del
Parco Europa. Molto è
ancora da rifinire, ma l'i-
dea è ormai partita; il
"Parco Europa" si è tra-
sformato in un oratorio
salesiano ».
6 - APRILE 1995 US
L'ORATORIO DI DON BO-
SCO. L'Unione exallievi del )
primo oratorio festivo fonda-
to da Don Bosco compie I
cento anni. L'associazione ha
~
raccontato in un libro foto-
grafico di oltre 200 pagine il
cammino dell'Unione di Val-
docco, sorta per l'intrapren-
denza di un dinamico sale-
siano, il maestro Garbellone.
Il volume documenta gli avve-
nimenti e le figure che hanno
fatto la storia di questi primi
cento anni, le attività sportive
e quelle caritative e assisten-
ziali, l'Intraprendenza e l'uma-
nità dei salesiani durante le
due guerre mondiali.

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SLOVACCHIA. IL "SA-
MISDAT" SVETLO. È na-
to come "samisdat'' (stam-
pa clandestina) 1O anni
fa il mensile SVETLO
(Luce). Fu un'iniziativa
di alcuni chierici slovac-
chi, che lo tondarono
come sussidio religioso
per l'animazione segre-
ta dei ragazzi, non cu-
ranti dei rischi a cui an-
davano incontro. Un'o-
rigine gloriosa, dunque,
ma anche un futuro pro-
mettente. Ora Svetlo, dalle
iniziali 200 copie è giun-
ta a stamparne 20.000
mensili e ospita varie ru-
briche d'interesse per i
ragazzi dai 13 ai 16 an-
ni. Una tiratura notevole
per una nazione di cin-
que milioni di abitanti.
Una rubrica è destinata
ai ministranti, molto nu-
merosi nel Paese. Il fu-
metto, rigorosamente pro-
fessionale, è una crea-
zione di uno dei giovani
redattori.
-
MESSICO
CONGRESSO
MARIANO
Sono stati 870 i partecipanti
al Congresso interispettoriale
mariano, che ha riunito la Fa-
miglia Salesiana del Messico
presso il rinnovato Santuario
nazionale di Maria Ausi li atri-
ce. Scopo dell'incontro, «af-
fermare che l'Ausi liatrice è
aiuto e maestra nell'evange-
li zzare ed educare i giovani
d'oggi ». Lo ha eletto il re-
sponsabi le nazionale don Vi-
cente Vega Soto, dando al-
i ' incontro la giusta attenzione
al mondo giovanile. Non ulti-
mo obiettivo del Congresso è
stato quello di favorire la co-
noscenza, l'interscambio e la
coesione di tante persone ed
esperienze che spesso manca-
no di coord inamento e sono
realizzate appoggiandos i solo
su lla buona volontà di qual-
cuno. L' incontro si è conclu-
so dando a tutti appuntamen-
to per il Congresso interna-
zionale cli Maria Ausiliatrice
che si terrà a Cochabamba, in
Bolivia, nel dicembre cli que-
st'anno.
·
GHANA
"ri'l'II"'"' • • ·,
QUI CI TROVIAMO
BENE
Il sa les iano Michael Schmitz
informa a che punto è giunto
il " Progetto Ghana", mandato
avanti dalle ispettorie di lingua
tedesca. «Fervono i lavori»,
scrive. « La conduttu ra ciel-
i ' acqua, la strada, la corrente
elettrica sono a buon punto e
la casa parrocchiale è quasi
terminata. Il vescovo James
Owuso è venuto a benedirla
alla presenza del capo-tribù
Kwame Korang IJ ». Anche la
casa dei salesiani sta per esse-
re ultimata e per l'oratorio di
fine settimana si vedono già
molti giovani . Dopo due an ni
di lavoro, il progetto incomin-
cia a diventare visibile. « Ci
troviamo al posto giusto»,
dice il signor Schmitz. E cer-
cheremo di impiantare il cari-
sma di Don Bosco tra questi
giovani ».
Messico. Il coro e l'orchestra delle chitarre che hanno
animato il Congresso mariano.
PERLA
PROMOZIONE
DEI GIOVANI
e q ualche adulto che trovano
qui appoggio e assistenza, for-
mazione morale e religiosa,
cultura e sport, professionalità
e gusto del lavoro.
I Sunyani {Ghana). Mons. James Owusu
benedice la casa parrocchiale
tra la gente in festa.
Ha compiuto il primo anno di
attività il nuovo Centro profes-
sionale di Itaquera, Sao Paulo,
Brasile, che offre a circa 800
giovani corsi di ogni tipo,
quali tecnica amministrativa,
informatica, elettronica, fa le-
gnameria, sartoria industriale,
moda, maglieria, meccanica,
seri grafia, gelateria. Fondata
nel 198 1, l' opera sociale, che
è diretta da don Rosalvino
Moran Viiiayo, manda avanti
I nello stesso tempo le attiv ità
in quattro Centri giovanili e
in 20 piccoli asili nido. Sono
così 1200 i bambini, giovan i
ltaquera {Sao Paulo,
Brasile). Anche
giardinaggio tra I corsi
professionali di
avviamento al lavoro.
llS APRIL E 1995 - 7

1.8 Page 8

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VUOI RICEVERE
IL BOLLETTINO
SALESIANO?
Il Bollettino Salesiano
viene inviato gratuita-
mente a chi ne fa richie-
sta. Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi segue
con simpatia il lavoro
salesiano tra i giovani.
Diffondetelo tra i parenti
e gli amici. Comunicate
subito il cambio di indi-
rizzo (mandando sem-
pre la vecchia etichetta).
Ogni mese le poste ci restitui-
scono alcune centinaia di copie
che non sono state recapitate ai
destinatari. Questo causa a volte
l'interruzione dell'abbonamento,
nonostante la nostra buona vo-
lontà. Sappiamo purtroppo di no-
tevoli ritardi edi copie che vanno
smarrite.
• Se qualcuno si vedesse inter-
rompere l'arrivo della rivista per
due numeri consecutivi, sarà suf-
ficiente che ce lo faccia sapere e
rimetteremo immediatamente in
corso l'abbonamento.
Scrivete a:
Il Bollettino Salesiano
Diffusione
Casella Postale 18333
00163 ROMA
8 - APRILE 1995 BS
SOLIDARIETÀ A UNA SO-
LA DIREZIONE. « Udivo in
Tv un sacerdote dire che " la
Ch iesa guarda alla persona".
Naturalmente in riferimento a
chi è in qualche modo vittima
della società. Ne prendo atto.
Ma mettiamole tutte in consi-
derazione le persone. Perché
è persona la tabaccaia che
deve subire pesanti aggressio-
ni da girovaghi sgangherati; è
persona il benzinaio notturno
che vive nel rischio; sono per-
sone i lavorato ri e gli studenti
pendolari , già condannati a
orari di pasto balzani e che,
viaggiando, fa nno cattivi in-
contri. Chiamare persone solo
coloro che offendono, è di fat-
to un atteggiamento che lascia
perplessi . Ma avviene. Forse
un certo paternalismo, nato nei
decenni passati, portò all'af-
fe rm arsi di questo spirito di
unilaterale comprensione ».
Lettera j,rmata,
Cuneo
0 •1t1to l,:01J)..P,
u
~~
I~,
:;;,:--
SEAN DEVEREUX. « Sean
Devereux, vostro exallievo, aiu-
tante volontario assassi nato in
Somalia (BS/gennaio '95). Lo
vediamo con la maglietta sale-
siana e con il soJTiso buono.
Prima di scrivere ci abbiamo
pensato molto, ma siamo con-
vinti che Sean dovrebbe essere
proposto come esempio ai gio-
vani e trovare spazio tra i santi
salesiani .. .».
Pasqualina e Giuliano Poggi
Geno\\la
RITARDI E DISGUIDI. « Mi
piace leggere il Bollettino Sa-
lesiano, ma non lo ricevo sem-
pre. E molte volte mi arriva il
mese dopo. Cosa posso fare? ».
Stelvio Miche/i,
\\lerona
Pubblichiamo la sua lettera , a
cot!{orto anche di altri. L' in-
\\lio della ri vista tramite posta
va incontro talvolta a ritardi e
a smarrimento di copie. Se-
gnalare a noi il disguido può
servire. Sarebbe certo phì uti-
le it!f'ormare della disji111zione
il proprio postino.
COME RIMETTERE IN PLE-
Dl LA SCUOLA. «A proposi-
to dell ' articolo di Alessandro
Risso (cf BS/dicembre 1994,
Scuola: la riforma cento volte
annunciata). Mi trovo in un
istituto professionale femmi-
nile per il commercio. Noi in-
segnanti di matematica è
come se non es istessi mo. Gli
insegnanti della sc uola media
indirizzano qui le alunne me-
no preparate. Ogni anno il li-
vello di preparazione dei gio-
vani è più scadente, non san-
no nemmeno fa re un ' addizio-
ne quando comprano due pa-
sticcini : aspettano di avere in
mano il resto del primo per
comperare il secondo. Ai licei
i genitori non osano contesta-
re gli insegnanti, quando i
figli non riescono, mentre qui
domina la massa. Ho impara-
to che devo essere classista
anch'io, perché è l'un ico at-
teggiamento possibile per riu-
scire a sopravvivere in una
società come la nostra. Sono
convinto che la scuola non
cammini a causa della nostra
poca sensibilità socia le. Pre-
sto ne vedremo i frutti anche
a live llo politico » (lettera .fìr-
mata).
« Sono docente in un istituto
tecnico statale e devo dire che
Don Bosco mi è stato maestro
con il suo sistema preventivo
nell'educare i miei allievi (ma-
schi e fem mine), trasmettendo
loro valori cu ltura li anche dif-
ficili senza fare soffrire troppo
e al contempo insegnando lo-
ISTITUTO DI
CATECHETI CA
DELL'UNIVERSITÀ
SALESIANA DI ROMA
Facoltì1 di Scienze
del l' Educazione
Corsi di aggiornamento per
insegnanti di religione della
scuola. Con approvazione
del Ministero della Pubblica
istruzione e con il benestare
della CEL
Scuola Elementare
Tema: Insegnare religione
nel contesto
pluridisciplinare della
scuola e multiculturale della
società.
Roma, Istituto Sacro Cuore:
23-25 giugno 1995.
Secondaria Superiore
Tema: lntercu ltura e
processi interdisciplinari
nell'IRC.
Vigo di Fassa (Trento):
3- 12 luglio 1995.
Iscrizione e informazio11i:
Segreteria Istituto di
Catechetica
Piazza Ateneo Salesiano, I
00139 Roma
Te/. 06187.29.0.65 I
Fax 06/87.29.0.354
ro qualcosa. Educandoli con
amicizia, senza traumi» (ing.
Lorenzo Cataldi, Genova).
Due lettere dai toni così di-
\\lersi. Tra gli insegnanti , a
volte tra i migliori , serpeggia
molto pessimismo. Ma la
prima lettera - cinque pagine
fitte - non apre a un minimo
di speranza. Caro professore,
lei dimostra un grande attac-
camento alla scuola e alla
sua materia, ma non altret-
tanta simpatia per i giovan(.
CI HA PENSATO LA ZIA.
«Ti ricevo da molto tempo e
ogni anno ti fai più bello e in-
teressante. Desidero che lo ri-
cevano anche le mie nipoti,
una di 23 anni e l'altra di 17,
che sono andate a scuol a dai
sa lesiani . Forse i professori

1.9 Page 9

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salesiani non pensano che la
rivista riesce a infondere spe-
ranza e fo rza ai giovani, quin-
di non si interessano di abbo-
narli. All ora ho pensato di
far lo io, la zia, tanto più che
voi ci invitate a diffonderlo.
lo rimango affascinata veden-
do la presenza mondiale delle
vostre opere».
Lei/era ji'rmata,
Civitanova Marche
I GIOVANI DEL KARAO-
KE. « Mi congratulo per la
nuova rubrica "li punto giova-
ni". Però parlando del karaoke
(cf BS/dicembre 1994) non
avete preso posizione. È vero
che l'eftimero ci sarà sempre e
che non è la peggiore delle
scelte giovanili, ma che cosa
cercano quei giovani che van-
no nelle piazze a imitare i loro
cantanti preferiti ? Voi salesia-
ni non avete niente di più co-
struttivo da offrire a loro?».
Mirella Carlino, Asti
IMPOSSIBILE RICORDARE
TUTTI. « Un anno fa è morto
don Giovanni Ottone. Finora
non ne avete detto nulla »;
« Ho controllato la rubrica e
non ho trovato due miei
am ici, don Renato Valdora e
il sa lesiano laico Luc iano Co-
lombo. Mi raccomando, non
dimenticateli! »: «A tutt'oggi,
nonostante che abbia telefo-
nato a voi e mi sia rivolto all a
casa salesiana e al parroco,
non avete fatto memoria di
don Orfeo Scaroni; ma vorrei
anche ricordare don Miklic
Josip e don Giovanni Battista
Pea »; « In Argentina è morta
mia sorell a suor Paolina Ales-
si, ma non l' ho trovata nell a
pagina dei defunti ».
LA GUERRA PAZZA. «,Sono
un 'emigrata siciliana in Ger-
mania. Qui ho conosciuto mio
marito che è della ex Jugosla-
via. Vorrei esprimere come
tanti altri il mio dolore, ma
soprattutto la mia rabbia, per
questa guerra "ass urda". La
cosa più grave è che nessuno
fa niente per fermarla. Tutti
fanno da spettatori a una tra-
gedia indescrivibile, a una
guerra cli "matti "».
Vincenza Duraki,
Stai!f'e11, Freiburg
.•tJ 6
I.A· PAce PIPeNJ)e
.P,4- 1'101,
\\.
u.
)/
o
BS DOMANDA
IL CINEMA SECONDO I
CATTOLICI. «Qualche me-
se fa la televisione ha rida-
to il fi lm " Mery per sem-
pre" di Risi . Mi ha sconcer-
tato il fatto che Famiglia
Cristiana (11. 3, 5/ 1994) lo
abbia sconsigliato riportan-
do suppongo la class ifica-
zione del Centro cattolico.
Non è la prima volta che la
cosa mi sorprende. Ma con
che criterio vengono dati
questi gi udizi? Il film in
I questione andrebbe addirit-
tura "consigliato" per far
Michele Placido,
protagonista del film
di Marco Risi.
comprendere meglio un
certo mondo giovanile »
(Camillo Solaro, Torino). borda in immagini voluta-
Risponde Andrea Piersanti *
mente squallide. La presen-
za stessa nel gruppo di
Dal 1928 l'organizzazione Mery, il travestilo è trattata
che io presiedo contribui-
sce alla diffusione dei giu-
dizi che la Comm issione
nazionale valutazione film
della Conferenza Episcopa-
con acume e leggerezza
esemplari". La valutazione
pastorale poi si chiude così:
« Un tilm che fa rineuere e
che pone gross i problemi
le Italiana elabora sulla
base della visione dei fi lm
ad ogni persona ed agli
stessi operatori sociali su l
in uscita nelle sale ita liane.
Lo scopo ciel lavoro di que-
sta commissione, supervi-
sionata da mons. Francesco
piano dei metodi e delle
singole responsabilità ».
Come vede, genti le signor
Solaro, il giudizio degli
Ceriotti, è quello di fornire
strumenti critici di orienta-
mento agli spettatori catto-
esperti convocati dalla CEI
coincide con il suo. Le va-
lutazioni pastorali sono
lici e agli operatori cu ltura li
dellé comunità diocesane.
Per.il film "Mery per sem-
state spesso al centro di po-
lemiche più o meno stru-
mentali. [n questo caso in-
pre", il giudizio pastorale,
pubblicato nelle nostre "Se-
gnalazioni cinematografi-
che" e nel nostro Ccl Rom
"Cinenciclopeclia", è chia-
vece la sua pur cortese ac-
cusa è ingiustificata.
Riguardo alla va lutazione
riportata dal settimanale
Famiglia Cristiana esistono
ro: l'opera è stata definita
«accettabile, riserve, crudo,
dibattiti ». In altre parole la
comm issione ne consente
due ipotesi: quella cli un in-
nocente errore tipografico
oppure quella cli una vo-
lontà critica diversa da quel-
la visione anche nelle sale la già espressa dalla CEI. Se
cinematografiche della par-
rocchia, avvisando però
fosse vera questa seconda
ipotesi, il discorso da aprire
contemporaneamente il
pubblico che non si traila di
sarebbe trnppo lungo
questo breve spazio.
per
un film faci le. Secondo il
testo della valutazione pa-
storale, il fi lm è "una testi-
monianza che, per essere
realistica e cruda, non tra-
valica la frontiera, de-
* Presidente Ente dello Spetta-
colo, direttore " Rivista del Cine-
matografo'', direttore Cen tro Cat-
tolico Cinematografico.
/JS APRILE 1995 - 9

1.10 Page 10

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COPERTINA La nuova Cina vista da don Giuseppe Zen, salesiano di Hong
LACI
~
~
EPIU VIC
di. Umberto De Vanna
Le possibilità
di una nuova presenza
salesiana in Cina.
«C'è posto per corsi
di avviamento al lavoro »,
assicura don Zen.
e inese di Shanghai , don Giusep-
pe Zen, 62 anni, ha conosciuto
i salesiani una cinquantina d'anni
fa. Quei preti di vers i organizzavano
mostre e feste, era no simpat ici e at-
tenti ai piì:1 giovani e il ragazzino ne
fu conquistato. Ma fu la madre Mar-
gherita a metterlo in collegio, preoc-
cupata ciel futuro cli quel fi glio trop-
po vivace. Giuseppe decise poi cli
farsi salesiano, affasc inato dal val-
tellinese don Carlo Braga, allora
ispettore, che aveva aperto eia pio-
niere le porte a Don Bosco in Asia.
Superiore -dell ' ispettoria cinese dal
1978 all '83, don Zen trascorre oggi
sei mesi a Hong Kong e sei mesi in
Cina, a Shanghai e altrove, dove in-
segna nei sem inari del la "Chiesa pa-
triottica".
Don Zen, da sei anni passa alcuni
mesi al!' anno a Shanghai e dintorni,
e suppongo che conosca abbastanza
quel paese . Com'è la Cina di oggi?
DON ZEN. « La Cina si è propo-
sta anni fa cli integrare in qualche
modo il socialismo con il capitali-
smo, aprendosi all'economia cli mer-
cato e dando libero spazio alle im-
prese private. Questo ha prodotto
notevo li cambiamenti. Viaggio libe-
ramente, entro ed esco dal paese, e
111 i accorgo ciell'apertura che c'è
stata. Il nuovo clima è un fatto posi-
tivo, anche se ha aperto o manife-
stato nuovi problemi. In particolare
vedo che la gioventù avrebbe biso-
gno cli buoni educatori. Nel loro
comportamento c'è molta trascura-
tezza, non c'è sensibilità per i va lo-
ri , hanno perso il rispetto per gli an-
10 - APRILE 1995 JJS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Kong. I giovani, tra consumismo e libertà. La Chiesa patriottica.
li lungomare di Shanghai.
Grande porto, la città è
un 11otevole centro commerciale.
ziani ... II clima di libertà e l'impor-
tanza crescente del denaro ha favo-
rito la corruzione, denunciata pub-
blicamente con appelli alla traspa-
renza e l' invito all'onestà negli affa-
ri in politica. II consumismo fa la
sua strada, creando un solco sempre
più profondo tra ricchi e poveri. In,
compenso l'inflazione rende diffici-
le la vita a molti ».
Hong Kong. Don Giuseppe Zen.
Tra i giovani c'è dunque spazio
per una congregazione di "educato-
ri" come la nostra...
Certamente e lo abbiamo chiesto,
ma non è permesso a privati aprire
scuole accademiche. Ci lascerebbe-
ro soltanto organizzare dei "corsi di
avviamento al lavoro", ma per que-
sti purtroppo a Hong Kong non ab-
biamo sufficiente personale disponi-
bile.
la storia dei salesiani in Cina è
stata troncata nel 1954, con l' espul-
sione di tutti i missionari. Impres-
sionò la cacciata degli ultimi due
"non cinesi" da Pechino , e /' an:e-
sto del direttore cinese della scuola
"Maria Ausiliatrice" . Gli altri sale-
siani cinesi erano già stati tutti im-
prigionati. Adesso qual è la presen-
za salesiana in Cina?
In Cina sono rimasti soltanto tre
salesiani, un prete e due coadit1tori.
Ci siamo invece sviluppati a Hong
Kong, Macao, Taiwan. A Hong
Kong abbiamo sei scuole, e ognuna
ha circa 1500 studenti. Sono scuole
sussidiate. Non potendocela fare
economicamente, abbiamo pratica-
mente consegnato le scuole allo
stato, per non ridurci ad accogliere
solo i giovani più ricchi . A noi è ri-
masta intera la gestione e siamo mol-
to stimati. Gli insegnanti sono quasi
tutti laici e pochi sono cattolici.
Quanti sono gli allievi cattolici?
E come vi comportate con chi non
lo è?
La prima media la forma il gover-
no, che tiene conto anche della reli-
gione e in genere a noi assegna i
cattolici. Ma questi sono una grande
minoranza. La scuo la di religione
secondo il sistema inglese da noi è
una materia come le altre, ed è ma-
teria d'esame. Tutti studiano la Bib-
bia nei suoi contenuti culturali. Ci
sono poi gruppi liberi, in orario
extra scolastico, sia per i cattolici
che per gli altri. In questo siamo
piuttosto zelanti e siamo stati elog iati
anche da l Vescovo. Ogni anno ne
prepariamo alcuni al battesimo, coin-
volgendo le loro parrocchie. Quando
BS APRILE 1995 - 11

2.2 Page 12

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ogni dipendenza dal!' estero , di libe-
rarsi da ogni imperialismo . Si parlò
di indipendenza nel predicare, nel
governarsi, nel mantenersi.. .
Per molti fu un grave problema di
coscienza il doversi staccare dal
Papa. Il momento più critico fu
quando ordinarono dei vescovi pur
contro l'approvazione di Roma. Ci
fu lo scisma di fatto, ma la Chiesa
non ha mai voluto dichiararli uffi-
cialmente scismatici. Molti allora si
adattarono per debolezza, molti si
sposarono, seguendo l'invito del go-
verno. Ma il prete sposato non piace
ai fedeli, che accettano magari che
un prete sia della Chiesa patriottica,
ma non che sia sposato. Del resto
sanno distinguere molto bene tra
prete e prete e apprezzano i buoni
sacerdoti, anche se sono della Chie-
sa patriottica. Molti di loro hanno
sofferto per la loro fede . C'è chi ha
conosciuto la prigione. Quando agli
inizi degli anni '80 uscirono dal car-
cere, ripresero la loro attività, riapri-
rono le chiese, furono perseveranti e
coraggiosi, e oggi non godono di
alcun privilegio, si trovano anzi in
una posizione socialmente poco van-
taggiosa.
Una strada di Shenzhen. Tra le città cin~sl è quella che sente maggiormente
l'influenza di Hong Kong.
J
sono troppo giovani e i loro genitori All'inizio mi chiedevo: potrò inse-
non sono cristiani, allung!1iamo ~nare? Saranno seminaristi interes-
però i tempi di preparazione.
sati? Poi ho visto che posso fare
Per tutti gli allievi organizziamo scuola in tutta libertà..II governo la-
alcune feste nell'anno, con spettacoli scia fare e per questo va apprezzato.
e incontri sportivi. Cose gradite ai I eminaristi sono buoni, diligenti
giovani. Anche i non cattolici assi- ne lo studio, di famiglia di lunga tra-
stono volentieri a una proiezione sul . dizione cattolìca, pregano molto, sia
patrono della scuola.
in comune che personalmente. La
disciplina è un po' tradizionale, ma
Qual è la sua attività nei sei mesi si tratta anche di comunità grandi, di
che passa in Cina?
un centinaio di seminaristi e più.
Faccio scuola nei seminari. 'inse-
gno fi losofia e teologia. Natural-
mente sono seminari della '1Chiesa
patriottica". Mi pare di poter dare un
giudizio positivo su questi serpinari.
f,a Chiesa patriottica risale agli
anni '50 . Iniziò con l'accusa di ùn-
perialismo al Nunzio della Santa
Sede e l'invito al clero di r(fiutare
12 - APRILE 1995 BS
Con il luglio del 1997 Hong Kong
passerà alla Cina. Con che spirito
attende questa data? Sarà un mo-
mento favorevole? Si tratta cieli' in.-
contro di due storie molto d(fjerenti,
di due sviluppi differenti. ..
Quando fu stipulato l'accordo tra
Inghilterra e Cina, sono stato inter-
vistato dal settimanale cattolico ed
espressi allora il mio giudizio posi-
tivo su quel magnifico documento.
II problema però è vedere se e come
veITà realizzato in concreto. Ci tro-
viamo di fronte a una so la patria
con due sistemi opposti. Sarà diffi-
cile armonizzarli. Già adesso c'è un
interessamento molto insistente da
parte della Cina e tra il popolo cir-
cola una certa perplessità. Parecchi,
quelli che lo hanno potuto, se ne
sono già andati ali'estero. Da parte
nostra, noi salesiani siamo ben deci-
si a rimanere. Troviamo · naturale
che Hong Kong torni alla Cina. E
confidiamo che gli accordi vengano
rispettati, per poter continuare la
nostra opera educativa tra i giovani.
Umberto De Vanna

2.3 Page 13

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di Francesco Motto
25 APRILE 1945-1995
RESISTERE AL VUOTO DI VALORI
Nella "sala verde" dell'Istituto Sant'Ambrogio di Milano, J1concludèva il 25 aprile del 1945
la fase conclusiva della Liberazione Nazionale.
Le celebrazioni del 50° della Liberazione Nazionale, passato è tr ppo imporlànte per lasciarlo unicamente
avviate il 4 giugno a Roma l'anno scorso, raggiun- nelle mani degli storici o dei politici di professione. Il
geran·no forse la punta più alta il 25 aprile di que- passato è autocoscienza, identità di un popolo e di
st'anno a Milano. In questa data, che è ormai assurta singole persone , patrimonio da non disperdere.
a simbolo della Liberazione, ebbe luogo il fatto conclu- Senza passato, non c'è futuro.
sivo dell'intera lotta; l'approvazione unanime dell'insur-
rezione nazionale da parte del Comitato di Liberazione COME ED J CATORI non dobbiamo dimenticarlo e
Nazionale Alta Italia nella "sala verde" dell'Istituto Sale- dobbiamo altresì domantiarci di chi sia la responsabi-
siano Sant'Ambrogio di Milano.
lità se "oggi1 abbiamo giovani senza ricordi: giovani
astorici, generazioni rapinate del dono della memoria;
LA STORIA DI QUEL DOCUMENTO e di altri di non perciò incapaci, o almeno inadatti, a· credere perfino
minore importanza per la Liberazione dal giogo nazifa- in un loro definitivo avvenire. Non sanno nulla del
scista e la ricostruzione dell'Italia, dopo un quarto di passato, nulla sanno del futuro . Così rischiano d'es-
secolo di negazione di
sere alla mercé del cini -
libertà, di democrazia e col-
smo e della indifferenza"
laborazione internazionale,
(padre Davide Turoldo).
l'abbiamo personalmente
Se poi questi giovani sono
ricostruita sulla base di do-
milioni, allora il problema è
cumentazioni e di testimo-
gravissimo per un Paese.
nianze di protagonisti (F.
E una delle ragioni per cui
Motto, Storia di un procla-
non bisogna dimenticare il
ma, 25 aprile 1945: appun-
significato più autentico del
tamento dai Salesiani. Las-
25 aprile . Richiamarlo per
Roma, marzo 1995). Ma al
scoprire, al confronto con i
di là dell'operato "resisten-
mali e i beni di 50 anni fa,
ziale" dei salesiani d'Italia - '
quello che è sotto gli occhi
cui nei mesi prossimi fa-
di tutti ; scoprire così che
remo qualche accenno su
all'alba del 2000 l'Italia
queste pagine - non è for-
non può vivere nel grigiore
se inutile sottolineare fin
etico, nel distacco della
d'ora qualche altro fatto.
Ingresso delle colonne partigiane a Mi ano
DOPO ANNI DI CELE-
nell'aprile 1945 (Publifoto)
coscienza civile, nell'occu-
pazione del potere per il
potere da parte di forze
BRAZIONI IN SORDINA, che interessavano quasi troppo spesso prive di ideali.
unicamente le autorità istituzionali e le organizzazioni
partigiane, sul significato del 25 aprile è sembrato . ANCHE OGGI, IN ITALIA E NEL MONDO, c'è biso-
improvvisamente risvegliarsi l'attenzione dell'opinione gno di Resistenza: di resistere al vuoto di valori e di
pubblica. Superate le ragioni del deliberato disinte- principi. Occorre nuovamente essere "ribelli per amo-
resse o dell'incoscia rimozione , paiono rinverdirsi le re", come qualcuno chiamò il particolarissimo segno
passioni di un tempo.
di impegno di credenti hella Resistenza, quello che
L'appello alla storia, o per proclamarsi estranei alla non chiede a lo sterminio dell'avversario, ma la
Liberazione e alla sua matrice (la Resistenza) , o per conversione di tutti a valori comuni e universali su cui
trarne un'esclusiva legittimazione egemonica, è però costruire, senza i quali la pace e il progresso riman-
pericoloso, se non è disciplinato da coscienza critica. gono una chimera. Don Dossetti vede ancora lunga
Il rischio di leggere il passato per un interesse pratico la notte, anzi pensa eh~ il buio più pesto deve ancora
immediato, di ridurre la memoria a pezza d'appoggio arrivare; il card. Martini vede nebbia. E noi?
per le proprie scelte , balza evidente. D'altronde il
IJS APRILE 1995 - 13

2.4 Page 14

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-- ......G_, -IO-.-. VANI Ad agosto il "Confronto" giovanile italiano. A settembre Loreto, e
TUTTI I GIOVANI I nuovi appuntamenti
per i giovani italiani,
d'Europa e del mondo
DEL MONDO
coinvolgeranno milioni
di loro. Un bilancio
della Giornata mondiale
nelle Filippine.
di Silvano Stracca
Giovani al Riza/ Park
di Manila.
P arigi dopo Roma, Buenos Aires,
Santiago de Compostela, Cze-
stochowa, Denver, Manila. Presto la
Croce della Giornata mondiale della
Gioventù passerà dai cattolici filippi-
ni ai loro coetanei francesi. L' itinera-
rio della grande Croce - affidata dal
Papa ai g iovani nel 1983, alla fine
dell ' Anno Santo della Redenzione -
continua dunque da una città all'al-
tra, dall'uno all 'altro continente. Le
grandi , indimenticabili, folle dell ' u-
nica capitale cristiana dell'Estremo
Oriente - quattro, forse cinque milio-
ni di persone - sono 01mai conse-
14 - APRILE 1995 11S
gnate alla storia. Ed è stata già fissa-
ta la data del prossimo raduno dei
giovani di tutto il mondo su lle rive
della Senna: l'estate del 1997.
VERSO L'INCONTRO
DI PARIGI
Dal cuore dell 'As ia, culla di gran-
di religioni , la geografia della
"Croce pellegrina" con i giovani e
tra i giovani si sposta nel cuore del-
1'Europa post-cristiana. Nell'immen-
so continente asiatico, la sfida della
Chiesa al le soglie del Terzo Millen-
nio è sempre la prima evangelizza-
zione delle moltitudini senza nume-
ro che ancora non conoscono il Cri-
sto. Nel continente europeo, diven-
tato a sua volta "terra di missione",
la Chiesa è chiamata, in quest'ul-
timo scorcio del secondo millennio,
alla nuova evangelizzazione di chi
non conosce la Parola di Dio perché
non l' ha ascoltata oppure l' ha di-
menticata o l' ha abbandonata.
Anche per i giovani degli ambien-
ti salesiani l'appuntamento è quindi

2.5 Page 15

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nel '97 la grande Giornata mondiale di Parigi con Giovanni Paolo Il.
per il 1997. Un duplice appun ta-
mento, anzi: infatti , nell'agosto cli
quell 'anno si terrà il nuovo "Con-
fronto " europeo presso Torino, sul
Colle Don Bosco. O - per ora è sol-
tanto un ' idea, ma un ' idea affasci-
nante - ad Annecy, in Francia, nei
luoghi cari a san Francesco di Sales.
Il raccordo de l "Confronto ' 97" con
il raduno mondiale di Parigi non
potdt, perciò, non essere strettiss i-
mo. Solo poche ore di viaggio. E le
mi gliaia di giovani delle scuole,
delle parrocchie, deg li oratori, dei
centri sales ian i di tutto il conti nente
si potranno ri trovare assieme a cen-
tinaia di migliaia di ragazzi e ragaz-
ze, che converranno nell a capital e
francese da ogni angolo del pianeta.
li 1997 sarà un anno di grandi ra-
duni giovani li su scala internaziona-
le. Ma all 'orizzonte si profi lano più
ravv icinati altri appuntamenti im-
portanti per i giovani ita li ani, euro-
pei, degli altri conti nenti . Già il 9 cl i
questo mese di aprile, Domenica
delle Palme, i giovani di tutte le
diocesi della terra si ri uniranno at-
torno ai loro vescovi per celebra re
I' XI Giornata mondia le dell a Gio-
ventù. Così vuole Giovanni Paolo Il
che rivivrà l' ingresso di Ges ù a Ge-
rusa lemme sul sagrato di San Pie-
tro. Attorno a lui ci saranno - come
sempre - deci ne di mi gliaia cli ra-
gazzi e ragazze, che testimonieran-
no così il loro affetto al "Papa dei
giovani ", che il pross imo 18 magg io
com pirà 75 ann i.
A PROPOSITO DI MANILA
Don Luc Van Looy, responsabile
per la pastorale giovanile della con-
gregazione salesiana, dà un giudizio
in larga misura positivo dei grandi ra-
duni internazionali giova·nili attorno al
Papa. Egli ha preso parte agli incontri
di Czestochowa nel 1991 , di Denver
due anni dopo e di Manila nel gen-
naio scorso. Naturalmente non na-
sconde alcuni limiti di queste Giorna-
te mondiali: «Si tratta però di limiti »,
precisa, « connessi con la stessa
complessità e natura di manifestazio-
ni di massa che arrivano a coinvolge-
re milioni di persone come è avvenu-
to a Manila ».
«A mio avviso », dice don Van
Looy, « è poco utile partecipare a
questi incontri se il fatto di andare a
Manila o a Parigi non è già calato
nella realtà della vita di un gruppo, di
una parrocchia, di una diocesi, di una
scuola, di un oratorio. Se i giovani
stanno già lavorando sul tema della
Giornata o sui contenuti del messag-
gio del Papa, che vengono resi noti
con largo anticipo, allora la decisione
di andare assume una motivazione
diversa ».
Don Van Looy sottolinea un altro
aspetto di questi raduni internaziona-
li: la catechesi per lingue nei tre gior-
ni che precedono l'arrivo del Papa.
« La catechesi serve a cementare il
legame tra i diversi gruppi provenienti
da una determinata zona linguistica
che spesso si incontrano per la prima
volta ». Alla catechesi per gruppi lin-
guistici, segue nel pomeriggio il ritro-
varsi dei partecipanti secondo la di-
versa spiritualità. « Anche questo è
importante », osserva don Van Looy,
« perché collega persone venute dai
cinque continenti che non avevano
mai pensato di potersi conoscere e
che, invece, si ritrovano proprio in ra-
gione della comune spiritualità ».
A Czestochowa, i giovani che ave-
vano come punto di riferimento Don
Bosco erano novemila e si ritrovaro-
no per far festa insieme in un prato
sotto la collina di Jasna Gora. A Den-
ver erano duemila e poterono riunirsi
in una sala: la partecipazione ridotta
e il luogo favorirono una migliore
amalgamazione dei presenti. A Mani-
"As th• fo ther !!!111 11te,
So a~t I selldil1Q You·
la superavano i seimila, in grande
maggioranza filippini, ma con una
presenza qualificata dai cinque conti-
nenti. Si è anche realizzato un "Con-
fronto" asiatico prima dell'arrivo del
Papa. Sono stati tre giorni di spiritua-
lità. « A queste giornate di "Confron-
to" hanno partecipato 1800 giovani in
uno spirito di convivenza e di ricerca
del contributo specifico da dare all'e-
vangelizzazione da parte nostra.
Tutta la Famiglia Salesiana filippina
ha dedicato le sue forze per far di-
ventare questo evento una grande
festa spirituale" .
« Il momento forte dei raduni inter-
nazionali ", riprende don Van Looy,
« sono ovviamente gli incontri con il
Papa: la Via crucis del venerdì , la Ve-
glia del sabato sera, la grande Messa
del mattino della domenica. I giovani
consumano tutte le loro energie, si
confondono e si identificano nella
massa, vengono trascinati dai canti e
dalle preghiere comuni. Vivono in so-
stanza un momento emotivo molto
forte, più che assimilare il Messaggio
che arriva a loro confuso per il fra-
stuono e la distanza. La mia doman-
da è questa: quanti giovani una volta
tornati a casa, leggeranno di nuovo il
Messaggio del Papa che durante il
raduno hanno sentito, ma non ascol-
tato e interiorizzato? Se non lo faran-
no, allora tutta la loro esperienza si ri-
durrà a una sorta di grande kit~ch.
Molto però dipende dal fatto che i
giovani siano accompagnati ai raduni
internazionali da chi li segue nella
vita reale, nella pastorale diocesana,
nella casa salesiana ».
Giovani dall' Africa
e dal Sudameri ca a Denver.
La prossima Giornata mondiale
si terrà in Europa.
IJS APRIL E 1995 15

2.6 Page 16

▲back to top
FIGLI DELLA LUCE
L'itinerario dei giovani, in questa
Domenica delle Palme, riprende dal
punto dove s'era interrotto lascian-
do Manila a gennai o. Un itinerario
cli fede, cli ricerca, cli interrogativi ,
cli risposte al mandato impegnativo
affidato dal Papa nelle Fi lippine.
«Come il Padre ha mandato me, an-
ch' io mando voi », ha eletto Giovan-
ni Paolo II al Rizal Park, ripetendo
le parole cli Gesù. « Mandaci », han-
no ri sposto i giovani della fine del
XX secolo, convenuti eia tutto il
mondo nella capitale fi lippina. È
stata un a ri sposta personale e corale
mentre, durante la veglia, il Rizal
Park sembrava trasform ars i in un
fiume cli fiamm elle. Milioni cli lam-
pade accese per confermare la con-
vinzione e l'ardore della ri sposta.
"Siate figli e fi glie della luce", ha
auspicato il Papa, nella notte di Ma-
nila. Crni la speranza che quella
luce si diffonda sino agli angoli più
remoti clell ' universo. Anche il suc-
cessore di Pietro aveva tra le mani
una lampada. E in quel lungo gesto,
in modo particolare, Gi ovanni Pao-
lo Il è apparso ai giovani una guida
che segna la strada, non si arresta di-
nanzi agli ostacoli, fa cadere i muri ,
non si stanca mai. Per questo, a set-
tembre, Giovanni Paolo II andrà pro-
babilmente anche a Loreto per ripe-
tere ciò che ha eletto a Manila - «Io
mando voi » - ai giovani di tutta
l' Europa, eia lui convocati a conclu-
sione della "grande preghiera" per
l' Italia, lo scorso IO dicembre.
Anche il pellegrin aggio al santua-
ri o mari ano a Loreto dovrà essere
un "momento forte" di riflessione,
cli preghiera e di vita fraterna. I gio-
vani dovranno rinnovare - sono pa-
role del Papa - " il loro impegno cli
testimoni anza al Signore per co-
struire un ' Europa che, fedele alle
proprie radici, sappia fars i cri stiana-
mente terra di accog lienza, cli soli-
clariet~1 e cli pace". Bas ta allungare
lo sguardo suli 'altra riva cieli ' Adria-
tico per avvertire il senso profondo
dell ' invito cli Giovanni Pao lo IL E,
sicuramente, saranno in molti , tra i
giovani della famiglia salesiana eu-
ropea , a salire sul colle marchi giano
per prender parte a questa "nuova
avventura ecclesiale" cli fede e cli
spera nza.
16 - APRILE 1995 IJS
I Manila. Le suggestive coreografie
notturne degli asiatici. « Siate figli
della luce », ha detto loro il Papa
(foto Mari)
AL COLLE DON BOSCO
Prima d'incamminarsi verso la co-
sta adriatica, i giovani della famiglia
salesiana italiana si dirigeranno verso
l' alto cli un altro colle, in terra pie-
montese. In millecinquecento-due-
mila si ritroveranno in agosto al Col-
le Don Bosco per il "Confronto" na-
zionale, nato sulla scia di quello eu-
ropeo ciel '92. Saranno cinque gior-
ni vissuti in stile sales iano. Un 'e-
sperienza forte vissuta nel concreto.
Una verifica personale e com uni ta-
ria cli come si sente e si vive l'espe-
rienza cli Dio in ambito salesiano e
cli come la si "narra", la si trasmette
agli altri. Destinatari della proposta
quei giovani che hanno compiuto
una scelta precisa cli vivere secondo
la spiritualità salesiana e che voglio-
no poi rilanciarla nei propri ambienti .
Una serie di appuntamenti impe-
gnativi attendono dunque i giovan i
nei mesi e negli anni che verranno.
E c'è da scommettere che saranno
in molti a ricercare, in tali occasio-
ni, la ri sposta a tutto ciò che oggi
genera confusione circa la verità e i
valori che confe ri scono un autentico
significato alla vita. I giovani sono
delusi infatti dai "falsi maestri" che
- come affe1mava Giov anni Paolo
TI a Mani la - presentano un "anti-
Yangelo", dichiarano che ogni idea-
le è morto, invitano al dubbio e al
cinismo, propongono un approccio
alla vita che rende tanti giovani
" privi di motivi per sperare e inca-
paci di vero amore".
Silvano Stracca

2.7 Page 17

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di Bruno Ferrero
INSEGNAGLI A VIVERE
< 11 modo più sicuro di rendere
le cose difficil[ ai figli è di
rendergliele facili ». E una battuta
famosa, attribuita ad Eleanor Roose-
velt, che risulta attuale in questo
nostro tempo di incertezze educa-
tive, vagamente percorso da rimorsi
per troppo permissivismo, lassismo
e (in fondo) indifferenza verso le
nuove generazioni. I genitori che
tentano di creare un 'esistenza
"perfetta" per i loro figli limitano le
loro possibilità e li derubano della
loro intelljgenza, che cresce senza
stimoli. E naturale , specialmente
per dei genitori, desiderare per i figli
un cammino senza asperità, privo di
dolore e di fatica. Ma dobbiamo
renderci conto che, inevitabilmente,
dal momento stesso in cui nasce,
l'uomo comincia a soffrire.
Il dolore fa parte dell 'esistenza
umana, come il caldo e il freddo , la
paura e la sete, la crescita e la
decadenza. Una vita senza soffe-
renze può anche essere una vita
senza gioie. Il vero problema di
tanti giovani , oggi, è proprio la noia
per mancanza di sfide. Bambini e
ragazzi sono abituati allo zapping
quotidiano : scelgono quello che
vogliono e quando vogliono in base
ad un unico criterio: "mi piace o non
mi piace". Il piacere anche per molti
adulti è diventato la misura di tutto.
La parola d'ordine è "tutto e subito",
possibilmente senza sforzo. Gli idoli
sono coloro che "ce l'hanno fatta":
ricchi , famosi , belli, potenti. .. Il
valore "piacere" si trascina dietro le
nuove virtù : la vanità e l'ostenta-
zione, il successo e la ricchezza, la
violenza e la competitività.
In una situazione come questa si
rende necessaria una "educazione
al dolore". Il dolore fisico e quello
morale.
I figli devono imparare a domi-
nare il dolore fisico . I bambini di
oggi sono talmente inscatolati e
protetti che appena uno si fa un
graffietto pare che caschi il mondo.
Non solo il dolore vero e proprio
ma il disagio fisico viene sempre
più temuto e puntigliosamente evi-
tato. Anche a causa della pubblicità
che mette semp're più l'accento
sulla forma fisica, sulla necessità di
"star bene", di essere sempre agili,
scattanti, atletici. Gli armadietti dei
medicinali delle nostre famiglie stra-
ripano di prodotti chimici assortiti e
"stampelle chimiche " che hanno
sostituito le pozioni magiche : "Bevi
lo sciroppo e ingoia la pillola e
subito ti sentirai meglio, sembrerai
più in forma". Corriamo il rischio di
creare un essere umano cosl disar-
mato che qualsiasi tipo di impegno
fisico verrà eliminato, compresa la
fatica. A meno che, naturalmente,
non si tratti di una prestazione fisica
di moda. Ma anche questa non
dovrà richiedere grossi sforzi. L'uni-
co sistema per evitare ai figli questa
progressiva debilitazione non nasce
da predicozzi e incitamenti ma solo
dall'esempio dei genitori.
I figli devono imparare ad affron-
tare e a risolvere i problemi. Uno
dei più grandi aiuti che si può dare
ai propri figli consiste nel rafforzare
la loro capacità di affrontare (un po'
alla volta e sempre tenendo conto
del loro livello di maturità) le situa-
zioni spiacevoli e impegnative.
La reazione ai problemi da parte
dei ragazzi di oggi rischia di essere
sproporzionata: malinconica fuga o
insensata aggressione. A risolvere i
problemi della vita si impara solo
con l'aiuto dei genitori, i quali de-
vono saper guidare i figli a "saper
vedere" i problemi e a sentirli come
una sfida all'intelligenza e al ca-
rattere . Per affrontare un problema
un ragazzo ha bisogno di una
buona immagine di sé, di obiettivi
concreti da raggiungere , della ca-
pacità di individuare le operazioni
da compiere e di diversificare le
strategie .
Ma deve sapere con chiarezza che
fatica, pazienza, costanza, sacri-
ficio fanno parte della vita. Se ci
sono problemi in famiglia, i figli
devono conoscerli. Ed essere coin-
volti nelle soluzioni.
Quando la fatica costruisce.
"Allenarlo anche a perdere è più
importante che allenarlo a vincere "
è lo slogan di una campagna contro
la droga ed è un consiglio saggio .
Sopportare il dolore morale per la
perdita di qualcuno, di un affetto o
di qualcosa è difficilissimo. Amare
significa inevitabilmente soffrire. Ma
vivere significa anche saper reagire.
Non si possono proteggere i figli
dalla vita: la decisione e il coraggio
con cui ne affronteranno i colpi nel-
l'età adulta devono essere costruiti
durante l'infanzia. Se i genitori con-
tano di guidare i figli a una corag-
giosa accettazione della vita, se
sperano di insegnare loro la soddi-
sfazione che deriva dal superamen-
to degli ostacoli e di rafforzarne la
capacità di fare quello che va fatto,
devono imparare a evitare le trap-
pole dell'eccessiva compassione. Il
che non significa affatto abbando-
nare il bambino nei guai.
I figli devono essere aiutati a
riconoscere la realtà e a distin-
guerla dai sogni. I giovanissimi si
sentono spesso dei piccoli Super-
man invulnerabili e invincibili che
volano tra le nuvole. L'impatto con
qualche realtà sgradevole può trau-
matizzarli psicologicamente se non
sono preparati. I genitori devono -
sempre ricordare che la protezione
non è mai l'isolamento. E quanto
sia importante applicare ai figli il
consiglio della Madonna a Don
Bosco nel sogno dei nove anni:
"Renditi umile, forte , robusto ».
o
11S APRILE 1995 - 17

2.8 Page 18

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L'impegno dell'Auxilium sulla frontiera della
UNAFACOLTA'
UNIVERSITARIA
AL FEMMINILE
di Graziella Curti
Le figlie di Maria
Ausiliatrice sono da anni
impegnate nel campo
dell'autocoscienza
femminile e della ricerca
culturale. A partire dalla
Facoltà pontificia
di scienze dell'educazione
Auxilium di Ronia.
costituisce un'occasione importante
"per umanizzare i rapporti interper-
sonali".
Proprio su questa linea si muove
la tela dei contatti che giorno per
giorno viene tessuta eia docenti e stu-
denti del!' Auxilium con altre donne
e uomini affinché la reciprocità si
consolidi non so lo ali ' interno della
Facoltà, ma si renda pubblica e visi-
bile. Le docenti vengono chiamate
su vari fronti a dare il loro contribu-
to e collaborano spesso con istitu-
zioni ecclesiali e laicali soprattutto
per apporti sul la donna.
E di qualche mese fa la pubblica-
zione ciel libro Le donne per una
cultura della vita, curato da suor
Enrica Rosanna in collaborazione
con Maria Chiaia, che raccoglie i
principali interventi di due seminari
e di un convegno organizzati dalla
G iovanni Paolo II nel suo mes-
saggio per la Giornata mondia-
le della pace '95, ha detto: « Il tem-
po dedicato all'educazione è il me-
glio impiegato ». Si tratta di una
convinzione che ha sempre spinto le
figlie cli Maria Ausiliatrice (FMA)
alla ricerca nell'ambito educativo.
Non solo; le ha addirittura portate a
fondare un Istituto internazionale cli
pedagogia e scienze religiose, già
nel '54, che fu poi approvato come
Facoltà di scienze dell'educazione
nel '70.
I curriculi di studio previsti: peda-
gogia, catechetica, psicologia e so-
ciologia dell'educazione sono di
un'attualità che viene confermata
dai molti appuntamenti delle donne
per l'anno in corso. Oltre all'appel -
lo del papa del 1° gennaio, invito
alle donne a farsi educatrici di pace,
la Conferenza mondiale promossa
dal! 'ONU a Pechino sui temi del! 'u-
guaglianza, lo sviluppo e la pace
18 - APRILE 1995 BS
Roma, Auxilium. Un istituto
accademico per le donne
dei cinque continenti.

2.9 Page 19

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femminilità. Sempre più a servizio dei cinque continenti.
Roma. La Facoltà di scienze
dell'educazione Auxilium.
o tavole rotonde a cui hanno dato il
loro contributo le docenti :
- Imprenditori a femminile: aspetti
contenutistic i e legislativi
- La vita consacrata femminil e
ne lla Chiesa comunione
- La vocazione e la missione
della donna oggi. A partire dalla
«Mulieris digni tatem »
- La scelta educativa come scelta
politica.
Oltre ai temi sono molto intei·es-
santi i luoghi e il pubblico a cui que-
sti messaggi di autocoscienza sono
rivolti.
CE! (Conferenza Episcopale Italia-
na) in occasione del V anniversario
della Mulieris dignitatem.
Scorrendo le pagine de ll ' ultimo
Bollettino dell'Auxilium , si nota che
la serie degli appuntamenti interni
ed esterni vanno aumentando e de-
notano in particolare l' intrecc iarsi
dell ' lstitu z ione accademica col vi s-
suto e con la rifless ione cultu rale
delle donne.
Sono molto significativi in propo-
sito alcuni titoli di dibattiti , incontri
rnentari e medie, e 8 nelle superiori
degli Stati Uniti) e sempre ho pensa-
to che una vera possibilità di coedu -
cazione parte proprio sia dal pieno ri-
spetto delle differenze maschio-fem-
mina, sia dalla consapevolezza delle
uguaglianze. La formazione alla reci -
procità è la strada migliore per l'edu-
cazione dei giovani » .
Suor Marie Gannon.
Sua una tesi sulla "reciprocità".
LA RECIPROCITÀ
UOMO-DONNA:
UNA TESI DI DOTTORATO
Nel dicembre scorso all'Auxiliurn ,
suor Marie Gannon, FMA, ha discus-
so la sua tesi di dottorato in scienze
dell'educazione, con specializzazione
in sociologia dell'educazione. L'as-
semblea numerosa e attenta ha sot-
tolineato l'attualità e l'interesse del
terna: " La reciprocità uomo-donna.
Ricerca sociologica sulle Polisportive
Giovanili Salesiane ».
Suor Marie è di origine statuniten-
se. Giunta in Italia cinque anni fa, già
licenziata in sociologia, ha iniziato
con passione la ricerca realizzata su
un campione di circa 1000 giovani.
Ha fatto incontri interessanti; ha co-
nosciuto gryppi impegnati di donne e
di giovani. E un tipo che non demor-
de, ma sempre col sorriso. Anche il
suo lavoro rientra nell'ottica di un'isti-
tuzione culturale al femminile che ri-
flette sulla integrazione dei sessi. Le
rivolgiamo alcune domande.
Perché hai scelto questo tema?
« Ho alle spalle un'esperienza di in-
segnante (1 O anni nelle scuole ele-
Si tratta ancora di un discorso d'é-
lite ?
«Non direi, soprattutto tra i giovani.
Forse i giovani non identificano la reci-
procità con lo stesso termine, ma ten-
dono a vivere rapporti interpersonali di
questo tipo. L'amicizia è l'ambito privi-
legiato per lo sviluppo della reciprocità
donna-uomo. Comunque esistono altri
spazi e tempi dove può compiersi il
salto di qualità per la costruzione di
una società più umana: le istituzioni
rinnovate, la protezione della natura, il
bene comune, la quotidianità ».
Pensi che qualcuno possa guarda-
re con sospetto a questo tipo di ri-
flessione?
«Certo, non per tutti è chiara l'esi-
genza, in primo luogo femminile, di
un'autocoscienza che non porta a
escludere il maschio, ma a ritenerlo
elemento essenziale di quell'umanità
duale creata da Dio. Qualcuno identifi-
ca i cammini femminili con un certo
femminismo prima maniera, piuttosto
arrabbiato ed esclusivo. La linea della
nostra ricerca, che si sposa con le tesi
espresse nella « Mulieris dignitatem »,
tende invece a salvaguardare l'unicità
dell'individuo e insieme l'interdipen-
denza degli scambi interpersonali ».
Quali scoperte nella tua ricerca?
« La reciprocità è possibile e può es-
sere vissuta nel quotidiano con flessi-
bilità e creatività. Tra gli itinerari più
percorribili vedo il confronto tra uomo
e donna, il cc-protagonismo per la co-
struzione di una cultura della vita, la ri-
scoperta dei valori della maternità e il
nuovo profilo della paternità ».
BS APRILE 1995 - 19

2.10 Page 20

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SEMPRE PIÙ PRESENTI
Le docenti del! ' A uxilium , ormai
conosc iute a livell o nazional e e in-
ternaz ionale, vengono interpellate,
soprattutto per l'ambito educativo,
eia organismi eccles iali , de ll a vita
re lig iosa fe mminile, da istitu zioni
laiche e da ret i di don ne in ricerca,
che si sentono in si ntonia anche s u
versanti di versi. Ultimamente suor
Marce ll a Farin a è stata inv itata al-
l' incontro ecumenico promosso dal-
1'assoc iazione dell e teologhe prote-
stanti «Sophia», dove ha fa tto un
intervento su « La cristologia catto-
lica al femm inile ».
La pres ide, suor Enrica Rosanna,
ha partec ipato al Sinodo sulla vita
consacrata e ad altri raduni per pre-
parare il convegno de ll a Ch iesa ita-
li ana che si terrà a Palermo ne l
pross imo mese di novem bre.
Anche all 'estero, con numeros i
stages, le docenti dell'Auxilium dan-
no un contributo di riflessione e di
condivisione. Significati vo il lavoro
cli suor Maria Ko, che ha g svolto,
per due semestri , insegnamento bi-
blico nei seminari interni dell a Cina.
La Facoltà pubbli ca la " Ri vista di
Scienze de ll 'educazione", a scaden-
za quadri mestrale, e cura per l'edi-
Operazione «URBE»
Il 12 maggio 1994 si è inaugurata uf-
ficialmente la rete URBE (Unione Ro-
mana Biblioteche Ecclesiastiche) con la
partecipazione, oltre che delle autorità
accademiche e religiose, di docenti e
studenti delle istituzioni accademiche
pontificie romane legate all'URBE, di
studiosi, amici e benefattori.
L'Auxilium apporta all'URBE la ric-
chezza del proprio patrimonio librario
che attualmente consiste di 37.000 vo-
lumi e di 970 periodici riguardanti le
scienze dell'educazione, con una parti-
colare attenzione alle pubblicaziÒni sul-
la "donna". L'onere anche economico
che la Facoltà si è assunto con l'entrata
nell'URBE intende essere la testimo-
nianza concreta di una sempre più in-
tensa collaborazione con le altre istitu-
zioni accademiche, nonché il segno di
un'impegno per un servizio qualificato a
docenti e studenti e a tutti coloro ch e
sono interessati ai problemi dell'educa-
zione sia in campo ecclesiale, sia nelle
istituzioni educative ad ogni livello.
Prossimamente speriamo di poterci col-
legare, mediante il computer centrale
della rete URBE, alla rete della ricerca
20 · APRILE 1995 ns
tri ce LAS le coll ane " Il Prisma" e
" Orizzonti", dove sono stati g
pubbli cati di versi testi sulla pro ble-
matica femminile.
Nonostante il cammino fa tto, al-
1' Auxilium si è consapevo li però che
quanto è stato detto e scritto sia an-
cora un timido balbettio di fronte al-
1' inedi to-donna.
PROGETTO "ANCHE TU
MISSIONARIO»
A li ' insegna de ll a solidarietà e
de ll 'apertu ra cultu rale, l' A uxilium
accoglie stude nti di paes i de ll ' Afri-
ca, de ll ' Est Europa e cle ll ' Oriente.
Lo scopo dell ' ini ziati va è di offrire
un contributo all ' impegno ecc lesia le
di qualificaz ione dei miss ionari
de ll a " nuova evangelizzazione".
Il contributo consiste in borse cli
studio offerte a re ligiose di congre-
gazioni autoctone, che non hanno
una propria comunità in Itali a, per-
ché possano accedere agli studi
presso l' Auxilium, per frequentare
la Facoltà o l' Istituto superiore cli
sc ienze relig iose.
Le relig iose che attualmente usu-
fru iscono di queste borse cli studio
italiana e, attraverso quest'ultima, alla
rete informatica internazionale INTER-
NET per poter offrire a docenti e stu-
denti un servizio di informazione scienti-
fica internazionale.
o
Giovanni Paolo Il osserva
alcune pubblicazioni curate
dalla Facoltà Auxllium.
appartengono a più cli 20 Congrega-
zioni operanti nello Zaire, in Nige-
ri a, in Eritrea, in Rwancla, in Mo-
zambico, in Togo, in Romani a e
ne ll 'ex-Jugoslavi a.
Per la magg ior parte si tratta di
cong regazioni di diritto di ocesano e
cli recente fond az ione che des idera-
no preparare il personale per inserir-
lo in opere educative, come scuole
di diversi live lli , centri g iovanili , vi-
site ai vill aggi, con un 'attenzione
partico lare all a gente più povera de l
te rritorio.
Ci ascuna cli queste congregazioni
non avrebbe la possibilità economi-
ca cli mantenere le suore agli studi ,
non solo, ma non avendo una pro-
pria casa a Roma, le relig iose hanno
bisogno di tutto: alloggio, vitto, as-
sistenza medica e spiri tuale, libri.
Per questo il « Progetto Miss iona-
rio » va ben o ltre la richi esta di un
suss idi o economico, anche se il de-
naro ha ovviamente la sua impor-
ta nza .
Finora la Provvidenza non è man-
cata, anzi si è fa tta puntualmente
presente in molti modi: offe rte in de-
naro, disponibilità di alloggio gratui-
to o a prezzi modici presso alcune
congregazioni, assistenza medica
(resa possibile da una congregazione
ospedaliera), Eserc izi spiri tuali nelle
Ispettorie delle FMA, beni in natura,
incoraggiamento e sostegno di pre-
g hi e ra .
Per queste sorelle si è avviato
anche un progetto cli pasto rale uni -
versitari a che prevede la possibilità
di partecipare ali ' Eucarestia quoti -
di ana nella Cappe lla cieli ' Au xilium,
cli confess ioni , cli incontri specifici
per la celebrazione de i tempi fo rti
dell' an no litu rgico, di g iornate di ri -
ti ro rego lar i, condivise con la comu-
nità, e cl i eserc iz i spirituali .
Du rante il periodo estivo si è af-
fetta anche la possibilità, oltre che
di trascorrere un periodo cli vacanza
al mare o ai monti , di fare esperien-
ze di apostol ato con bambine e ra-
gazze, in modo da pre pararsi meglio
alla loro fu tura mi ssione.
Pe rché queste iniziative produca-
no i fr utti auspicati , ci si impegna
affinché le suore si sentano seguite
in tutto e si tro vi no a casa anche in
Italia, nonostante le difficoltà de ll a
1ingua e cie ll' adattamento.
Graziella Curti

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Libri novità a cura di Giuseppe Morante
LA SAPIENZA DELLA VITA
Lettere di Maria Domenica
Mazzarello
Posada-Costa-Cavaglià
(a cura di)
Collana "I contemplativi nel
mondo"
SEI , Torino, 1994
pp. 260 , lire 23.000
L'epistolario di santa Maria
Domenica Mazzarello pro-
pone la sua spiritualità e la
sua azione anche a chi non
è addetto ai lavori. Ne com-
prende riflessioni, intuizioni ,
ipotesi e notizie : una specie
di viaggio simbolico nel mon-
do interiore della santa.
La confondatrice delle fi-
glie di Maria Ausiliatrice è
stata una contemplativa iti-
nerante nel mondo, per il
grande desiderio di essere
missionaria nei più sperduti
territori e per avere, unita-
mente a Don Bosco, voluto
e attuato l'impegno delle sue
figlie spirituali nell'evangeliz-
zazione e nella realizzazio-
ne di opere sociali nel nuovo
e nell'antico continente.
rinascere dentro le famiglie l'a-
bitudine antica del parlarsi, ri-
flettendo senza rigidezza e
senza retorica su temi di vita
come "paura", "amicizia",
"sesso e famiglia", "catechesi",
"Chiesa", "Dio ...".
TI VOGLIO BENE
I giorni della Pasqua
di Tonino Bello
Luce e vita, Molfetta, 1994
pp. 78, lire 10.000
NEL PAESE DEI BALOCCHI
Inganni e illusioni nella so-
cietà del 2000
di don Antonio Mazzi
Piemme, Casale Monferrato,
1994
pp. 190, lire 28.000
Don Mazzi è un uomo pubbli-
co, P,erché appare spesso in
Tv. E promotore di iniziative
che vogliono superare il disagio
soprattutto giovanile, è invento-
re di favole moderne per edu-
care alla verità. Per Don Mazzi
il paese dei balocchi non sorge
solo dalla fantasia del Collodi,
ma è una sigla che contrasse-
gna la nostra società. In questo
libro fa una spietata analisi dei
falsi e pericolosi balocchi del
mondo d'oggi : il mito della Tv,
della macchina, del computer,
della discoteca.
Don Antonio Mazzi
Nel paese
dei balocchi
Inganni e Illusioni nella società del 2000
-
PERCHÉ DOBBIAMO
SOFFRIRE?
Lo scandalo della sofferenza
in un mondo creato da Dio
di Jones James
Elle Di Ci , Leumann (To). 1994
pp. 94, lire 11 .000
Ecco alcune domande di gen-
te semplice: se Dio, che ha
creato il mondo, è un Padre
buono, come può permettere
che la sofferenza invada l'uni-
verso? E se Dio è responsabi-
le di tutto ciò che esiste, è
anche responsabile della sof-
ferenza che sperimentiamo? E
se questa sofferenza non pro-
viene da Dio, da dove viene?
Questo agile sussid_io risponde
a queste domande. E una cate-
chesi sulla sofferenza. Aiuta a
comprendere il mistero della
vita alla luce della Pasqua.
NO, UNA PREDICA NO!
Dialogo fra i giovani e il ve-
scovo Ablondi
Boria, Roma, 1994
pp. 224, lire 25.000
Un libro originale: un vescovo
entra in un dialogo amicale e
paterno coi giovani. Senza re-
torica, la fitta trama di queste
lettere dimostra come non esi-
sta oggi un problema dei gio-
vani. Esiste piuttosto un pro-
blema degli uomini in genere.
La situazione giovanile è il ri -
flesso speculare della distrazio-
ne adulta, è la conseguenza di
una comune incapacità di par-
lare e di scrivere. Questa espe-
rienza del vescovo di Livorno
può diventare una pedagogia
per adulti e giovani, per veder
NO, UNA PREDICA NO!
Dialogo fro giovani e i/ vescovo Ablondi
BORIA
An to1ù o Bello
TI VOGLIO BENE
I giorni dell a Pasq ua
li libretto offre la raccolta degli
ultimi messaggi che il Vescovo
dei poveri e della marcia su Se-
rajevo rivolse durante i giorni
della sua sofferenza, delle ten-
sioni spirituali che animavano i
suoi orizzonti , degli instancabili
messaggi di speranza in un
mondo afflitto dalla disperazio-
ne prodotta dalla violenza di
ogni genere.
Il valore testamentario del te-
sto aiuta a capire fino in fondo la
portata profetica di un vescç,vo
molto amato dalla gente. E il
messaggio che racchiude la vita
degli ultimi suoi tre mesi. Sulla
cattedra della sofferenza, tra-
sforma il letto di dolore in un lu-
minoso altare dal quale si span-
de la certezza della speranza,
che viene alimentata dal suo sa-
crificio .
IJS APRILE 1995 - 21

3.2 Page 22

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COOPERATORI A Ciampino il Congresso nazionale dei giovani cooperatori.
Ast.npcohsesocnono uesnparic.maenrzeone
forti emozipni e nuovi
messaggi. E una delle
conclusioni del Convegno
di Ciampino su «Miti,
religione e nuove
religiosità».
22 - APRILE 1995 ns
U n Congresso nuovo per come è
stato preparato, nuovo per co-
me è stato pensato e realizzato. L'un-
dicesima edizione ciel Congresso
nazionale dei giovani cooperatori,
che veniva dopo un 'i nterruzione cli
cinque anni, è stato organizzato con
meticolosità eia un gruppo cli una
ventina di giovani di tutta Italia.
Nulla è stato trascurato: alla fine
erano pronti i video, la rassegna
stampa sui temi , ben coinvolti i re-
latori.
« Per noi è stato prima di tutto un
Danza e musica. Così i giovani
esprimono se stessi e il loro
amore alla vita
(foto Scalabrino)
fatto associativo· importante», dice
Fabio Fornasini, cooperatore geno-
vese di 34 anni , che quest'anno ha
coordinato il settore giovanile e i la-
vori del Congresso. « Abbiamo vo-
luto dimostrare che le forze ci sono
per muoverci bene, e lo abbiamo
fatto in modo laicamente autonomo
e responsabile. Abbiamo voluto ma-
nifestare il nostro modo di proporci
ali ' interno della famiglia salesiana,

3.3 Page 23

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Alla ricerca dei miti nella musica e dei nuovi fenomeni religiosi.
della società e del la Chiesa. E ci
siamo ritrovati esattamente in tre-
cento. Giovani cooperatori d'Italia
che operano magari in situazione di
rischio mafioso o hanno scelto una
presenza nuova sulle strade».
IL RITO DEI CONCERTI
GIOVANILI
Il Congresso ha dato un grande
spazio alla musica. « La musica fa
parte di questi nuovi miti giovani-
li», riprende Fabio Fornasini. « E ri-
sveglia i loro interessi. La musica è
luogo di comunicazione. Con la
Le notizie e i dati del Congresso
L'XI Congresso nazionale dei giovani cooperatori ha avuto per tema:
« Miti, religione e nuove religiosità: giovani assetati di speranza» e si è
svolto a Sassone (Ciampino) il 5-8 gennaio. Sul tema: « La musica dei
giovani tra mito, linguaggio e ritualità », video, mixer di musica dal vivo
e talk-shows. Interventi di Franz Coriasco, Giampaolo Mattei, Tane
Presern. I complessi musicali dei Pacedonia e i Groove Machines.
Sul tema: "Il fenomeno delle nuove religiosità" è intervenuto Eugenio
Fizzotti.
300 i partecipanti da tutta Italia e una significativa presenza dalla
Turchia, Libano e Croazia.
Sono intervenuti tra gli altri: per le figlie di Maria Ausiliatrice, madre
Marinella Castagno e suor Georgina McPake ; per i salesiani, don An-
tonio Martinelli e don Giovanni Fedrigotti; per i cooperatori don José
Reinoso, don Gianni Filippin, Lorenzo Lorenzini e Jolanda Masotti.
o
Ciampino. Un momento di forte aggregazione
al Congresso dei giovani cooperatori.
Giovani alla ricerca di nuovi modi
per dire il Vangelo.
musica i giovani esprimono il loro
modo di vedere la vita. Ascoltando
o suonando, pensano, riflettono, so-
gnano, ridono, piangono ... La mu-
sica lancia messaggi. Abbiamo
visto alcuni video di Vasco Rossi: i
giovani si esaltano e si commuovo-
no quando lo vedono. Il concerto è
rito. Le liturgie delle chiese sono
state sostituite da quelle dei concer-
ti ... ». L'i ntento del Congresso è
stato soprattutto quello di dire:
apriamo gli occhi: la società è così,
i giovani oggi sono cambiati, non
possiamo arroccarci nei nostri cen-
tri, dobbiamo capire cosa sta succe-
dendo. C'è gente che con i giovani
se la cava meglio di noi , ragione
della sua speranza con più efficacia
di noi. Magari spinti da motivi
esclusivamente commerciali.
Ed è stato fatto un discorso stimo-
lante e nuovo sulle possibilità della
musica religiosa tra i giovani. Senza
intenti moralistici e senza cercare la
polemica, anche se i giovani cantau-
tori presenti si sono lamentati di
non trovare spazio nel mercato delle
editrici cattoliche.
I trecento cooperatori hanno acco-
stato la musica lasciandosi coinvol-
gere clall 'esperienza. « Non voleva-
mo soltanto esperti che ci parlassero
eia un tavolino. Abbiamo così invi-
tato dei complessi musicali, ci
siamo scatenati anche noi, abbiamo
IJS APRILE 1995 - 23

3.4 Page 24

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Fatti-&--
Persone
SLOVACCHIA. Il presidente ita-
liano Oscar Lui gi Scalfaro ha visita-
to uffi c ialmente la Slovacchia e,
accompagnato dal presidente della
repubblica Michal Kovac, ha fatto
visita al santuario nazionale cieli ' Ad-
dolorata di Sasi-in. Poi è stato ricevu-
to ne ll 'a nti ca a bbaz ia , ora sc uol a
sa les iana . Il pran zo Fu rallegrato
dagli allievi, che lo hanno fes tegg ia-
to esprimendosi in perfetto italiano.
Il presidente ha detto loro : «Cari
ragazzi , se cercherete di conoscere
la cultura, i valori spirituali e la lin-
gua di altri popoli, troverete ri spetto
v icendevole, e no n ci saranno più
guerre tra i popoli». Al suo rientro in
Itali a, Scalfaro ha scritto all ' ispettore
don Macak, esprimendo solidarietà
per " i sacrifici sopportati durante la
dittatura , per tenere viva la fede e la
speranza de ll a Iibertà".
ROM A. Suor M aria Antonia
Colombo è stata nominata regolatri-
ce del prossimo Capitolo ge nerale
delle figlie di Maria Ausiliatrice che
inizierà il 18 settembre 1996. Per il
loro XX Capitolo Generale, le suo re
sa les iane h a nn o scelto il te m a:
"Figlie di Maria A11silia1rice: co11111-
11i1à di donn e radicale in Crislo,
chiamale a una missione educa1iva
incul!uraw verso il ferzo millennio".
ROMA. Il prof. Giuseppe Bracco è
il primo pres idente delle Polisportive
~iovanili Salesiane (PGS) d ' Europa.
E stato eletto all 'assemblea che si è
tenuta al Sales ian um , presenti do n
Van Looy e suor Georgina McPake,
e alla quale hanno preso parte rap-
presentanti di Croazia, Francia,
Germania , It alia, Malta, Polonia,
Portogallo , Re pub b li ca Ceca,
Slovacchia, Slovenia e Spagna. Lo
Statuto del nuovo o rgan ismo euro-
peo era stato finnato a Malta durante
i V Giochi internazionali. Nell a sua
re lazio ne don Van Looy ha sottoli-
neato il cammino cli collaborazione
cli salesiani e laici nelle assoc iazioni
giovan ili; mentre suor Georg ina ha
affenn ato che se Don Bosco tornasse
oggi, sarebbe certamente iscrilto alle
PGS, anzi ne sarebbe il leader.
A Lisbona, dal 26 aprile al I maggio
cli quest'anno s i svolgeranno i VJ
Giochi internazionali della gioventù
PGS.
24 - APRILE 1995 ns
La produzione musicale religiosa
a servizio dell'animazione giovanile.
I
Sassone (Ciampino). Molti
gli interventi su "musica, miti
e nuove religiosità".
cantato e ballato, fatto dei concerti.
Sempre preoccupati della qualità,
invitando complessi che ormai ope-
rano nelle piazze e danno testimo-
nianza cristiana, ma hanno raggiun-
to una vera profess ionalità, come
Groove Machine cli Livorno ».
LE NUOVE RELIGIOSITÀ
Il discorso che è rimasto probabil-
mente non del tutto compiuto è
stato quello delle nuove religiosità.
Forse perché all'ultimo momento si
è reso indisponibile il sociologo.
Forse per un pizzico di superficia-
lità. « Parecchi nel venire a conosce-
re l'esoteri smo dei nuovi fenomeni
giovanili , come la new age, hanno
sorriso di sufficienza. Sicuri di avere
le loro verità in tasca e ne i loro centri
di incontro, non si sono resi piena-
mente consapevoli della sfida che
queste nuove religiosità rappresenta-
no ». Ma i più si sono chiesti come
muoversi , come formarsi personal-
mente e come ri spondere alle attese
dei giovani. In ogni caso è stato
ri affermato che nessun operatore
pastora le può trasc urare l' impegno
di vivere con gli occhi aperti e co-
noscere sempre meglio i nuovi fe-
nomeni giovanili. E cli giungere a
realizzare esperienze più coinvol-
genti e affasc inanti. « Ci sono can-
tautori , come Biagio Antonacci, che
con un a canzone ti trasmettono im-
medi atamente una sensazione forte ,
un valore. Magari con una valenza
commerci ale, però la comunica. E
noi spesso restiamo fermi al nostro
modo di pregare, chiusi nei nostri
mini-incontri fo1mativi ». È la con-
clusione di Fabio. Che si dice però
sodd isfatto dei risultati delle giorna-
te di Ciampino e sta già lavorando
per lanciare il prossimo Congresso.
li g ruppo degli organizzatori ci sta
g pensando.
Gianni Frigerio

3.5 Page 25

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di Jean-François Meurs
L'attaccamento degli adolescenti
a certi piccoli oggetti di moda fa
parte della cultura giovanile. Essi
li comprano non tanto per il loro
valore. Qualcuno forse li usa per
superare la sua insicurezza e le
sue paure, più spesso per non
sentirsi diverso o inferiore. C'è
senso di appartenenza, conni-
venza in questi piccoli acquisti.
Certo, così facendo , essi non
sfuggono alle trappole della so-
cietà dei consumi, ma sanno an-
che dare a questi gesti un signi-
ficato più intelligente. E a volte vi
nascondono un messaggio.
UN ··c1uccETTO''
PER ANDREA
~
Ml PIACEVA GIA~
fJALCHE.
N!VO FA/,,,
VENERDÌ (IN CLASSE!). La mania
dei "ciuccetti" impazza! formidabile
occasione per analizzare la nostra
società dei consumi. Giulia, Beppe
e io abbiamo deciso di annotare
con cura le nostre osservazioni. ..
Un momento fa, durante l'interro-
gazione, Ilenia strjngeva nella sua
mano il suo ciuccetto molto forte . Il
professore le ha chiesto di aprirla,
ed è diventata tutta rossa. Lei rifiu -
tava, ma poi lo ha dovuto fare . Mi
ha confidato che è il suo porta
fortuna , la tranquillizza durante le
interrogazioni. Ma questa volta il
ciuccetto le ha quasi portato sfor-
tuna!
Max ha messo al collo il suo
"ciuccetto" quardo è stato chiamato
alla lavagna. E molto timido, e ha
la mania di succhiare le medaglie
della catenina che porta al collo
quando si sente in difficoltà davanti
a un professore o a una ragazza .
Questa volta, si passava sulle lab-
bra il ciuccetto che aveva messo
accanto alle sue medaglie , e ab -
biamo tutti pensato a uno che ridi -
venta bambino ... Ma cosa dire dei
ragazzi che hanno bisogno di una
sigaretta in bocca per sentirsi a
loro agio davanti ai compagni? O
davanti alle ragazze! Abbiamo bi -
sogno tutti di un anti-stress!
Durante l'intervallo Laura ha
offerto uno dei suoi ciuccetti alla
bidella. Lei ne ha avuto il coraggio
perché Charly era là e stava di -
cendo "scommetti che non oserà
portarlo"? Ebbene, la bidella se lo è
messo e Laura si è sentita più in
confidenza. Ha perfino trovato il
coraggio di parlarle del problema
dei suoi ritardi. li ciuccetto è servito
come lascia-passare!
VENERDÌ, A CASA. Come colle -
zionare i ciuccetti? Non soltanto
comprandol i. Ho fatto la mia
piccola inchiesta in famiglia . Joris
ha lavato i piatti al posto di Cate-
rina, per avere quello verde. Cate-
rina ne ha già un bel grappolo al
collo : ma conserva solo quelli rosa.
Lei ne ha ricevuto uno da Virginia,
la sua migliore amica, che era stata
contenta del suo disegno nel qua-
derno delle poesie . Caterina ha
fatto dei cambi : una pin 's che ave-
va doppia e una biro regalo della
banca di papà. Lei si è fatta offrire
dei ciuccetti a orecchino dalla
madrina. E ne ha comperato uno
da Fabiano.
Fabiano che vende dei ciuccetti?
Mio fratello piegato dalla società
dei consumi? Questo sì che mi
stupisce. Bisogna che gli chieda
delle spiegazioni. ..
SABATO MATTINA. Tutto si spie-
ga. Ho visto Fabiano. Lui porta al
collo un grosso ciuccetto. Nella sua
classe , hanno deciso che tutti co-
loro che ne avrebbero portato uno,
sarebbe stato il segno che erano
contro l'aborto. Ne avevano parlato
in classe. E questo non è tutto. Es-
si ne vendono per aiutare un rico-
vero che accoglie bambini abban-
donati. Per essi è diventato un im-
pegno e una testimonianza. In fon-
do, non è sbagliato approfittare di
un fatto di moda. Di colpo, non ho
potuto far altro che comperarne
uno da lui. Uno grosso , natural-
mente ...
BS APRILE 1995 - 25

3.6 Page 26

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AUSTRIA. Il consigliere
regionale don Domenico
Britschu a Stams (lnn-
sbruck). Presente nella re-
gione per la "visita straor-
dinaria" alle case salesia-
ne dell'Austria, ha incon-
trato le figlie di Maria Au-
siliatrice, che lo hanno
coinvolto in un simpatico
momento di festa.
ROMA. Ad animare la
celebrazione eucaristica
in san Pietro per gli uni-
versitari romani quest'an-
no è stato invitato il coro
dell'università salesiana.
Un coro di ottanta voci
che ha coinvolto i parte-
cipanti grazie ai facili ri-
tornelli e le accurate po-
lifonie accompagnate dal
trombone e dalle trombe.
MYANMAR (Birmania) . Il
consigliere per le missioni
don Luciano Odorico a
Yangon (antica Ran-
goon). Con l'ispettore di
Calcutta ha visitato le
varie stazioni missionarie,
incontrandosi con mons.
Charles Maung Bo (a de-
stra, nella foto) della dio-
cesi di Lashio, e le comu-
nità cristiane.
PORTOGALLO. I parte-
cipanti all'Eurobosco di
Estoril sono stati ricevuti
al municipio di Evora.
Scambio di doni e un cor-
diale rinfresco. A Evora
gli exallievi hanno anche
partecipato all'Eucaristia
celebrata dall'arcivesco-
vo della città, cooperato-
re salesiano.
WESTERN SAMOA. Il
salesiano Mosese Vitolio
Tul è stato ordinato sacer-
dote dal cardinal Pio Tao-
finu'u nella chiesa di san
Giovanni Bosco di Sina-
moga, Apia. Mosese è il
primo prete salesiano di
Samoa. Ora lavora nella
scuola di Alafua-Moamoa,
che fa parte dell'ispettoria
dell'Australia.
BS APRILE 1995 - 26
DUE NUOVI VESCOVI
SALESIANI. Nella foto , al
centro, il nuovo vescovo
di Dibrugarh, mons. Jo-
seph Aind. Con lui un
gruppo di salesiani amici.
In Brasile, nella regione
del Mato Grosso, è stato
nominato nuovo vescovo
di Guarapuava il missio-
nario italiano Giovanni
Zerbini.

3.7 Page 27

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SOCIETÀ Gli anziani e le prospettive del futuro pensionistico.
ANZIANI: IL FUTURO
411.
E GRIGIO
di Alessandro Risso
«Pago contributi da una
vita e adesso vogliono
f anni lavorare sino
a quando muoio!».
Ma la riforma del sistema
pensionistico è il macigno
ineludibile sul cammino
di chi ha il compito
di governare il Paese.
A nziani: una parola che oggi ha
cambiato sign ificato. Vent'anni
fa i nostri educatori - genitori , mae-
stro, sacerdoti o "mamma RAI" - ci
insegnavano a chiamare "anziane"
le persone di una certa età, perché il
termine "vecchio" pareva poco gen-
tile e un po ' scortese. La "terza età"
rimpiazzò poi la "vecchiaia", ma il
concetto di fondo era identico. Ter-
minata la stagione attiva, martoriati
spesso da malattie contratte sul la-
voro, i figli cresciuti da un pezzo,
essere anziani sign ificava rivestire
un ruolo marginale nella società.
Oggi invece il pianeta anziani rac-
chiude mondi compositi e contra-
stanti, e conosce una vitalità sor-
prendente. Raggiunta la pensione, la
persona "anziana" comincia a viag-
giare, si impegna nel volontariato,
va a ballare, compra e legge libri,
frequenta le palestre e i circoli spor-
tivi.
Certo, continua a esistere l'anziano
malato e non autosufficiente, ma
questa "quarta età" si sposta sempre
più avanti ne l tempo: la speranza di
vita per le donne è di 80 anni, per gli
uomini di 74, e sono i valori
medi più alti d'Europa. Per
l'Italia un primato invidiabile,
che ha portato nel 1993 (dati
lstat) a pareggiare il numero
degli ultra sessantacinquenni
con quello degli under 15.
Che bello, vivere più a lungo
o più in sa lute. Ma ogni me-
daglia ha il suo rovescio.
UN NUOVO
QUADRO SOCIALE
Il "Bel Paese" ha un altro
record, questa volta mon-
diale: è la nazione con il
più basso indice cli na-
talità: 1,2 figli per
donna, contro una
media CEE di circa
1,50 e una europea
ciel 2, 10. Si vive cli più
ma si nasce di meno, e
per la prima volta dal
dopo guerra in ltalia il
numero dei morti ha supe-
rato quello dei nati .
Continuando
sugli stessi trend
demografici ar-
riveremo a una
società con pre-
valenza di an-
ziani: il 20% di
"over 65" nel
2000, il 25%, un
italiano su quat-
tro, nel 20 l O, che
non è tra un seco lo , ma
appena tra quindici anni. Soprattut-
to però avremo una società in estin-
zione: le proiezioni matematiche,
Raggiunta la pensione,
c'è spazio per l'amicizia,
gli hobby.
BS APRILE 1995 - 27

3.8 Page 28

▲back to top
tenendo costante l'andamento attua-
le , prevedono in 150 anni la ridu-
zione della popolazione italiana a
meno di 7 (sette!) mi lioni di abitanti
dagli attuali 57.
Ri sulta in modo evidente che tali
dirompenti process i demografici in-
cidono già oggi pesantemente su lla
struttura economica, e sui meccani -
smi dello Stato soc iale edificato
nelle nazioni progredite.
Non so lo in Italia ogni lavoratore,
oltre ad accumulare il proprio fondo
pensione, mantiene di fatto un an-
ziano che ogni mese percepisce
l' assegno INPS garantito dai prelie-
vi sulle buste-paga di chi lavora; ma
è vero che da noi gli interventi di ri-
sanamento sono in ritardo, mentre
le altre nazioni possono contare su
sistemi più equilibrati .
DONNE
UOMINI
Giappone 82,8
Francia
81,8
Svizzera
81,4
Canada
80, 8
Svezia
80,8
Spagna
80,5
Italia
80,4
Islanda
80,4
Olanda
80,3
Norvegia 79,9
Australia 79,8
Grecia
79,8
Finlandia 79,5
Austria
79,3
Lussemburgo 79,2
Stati Uniti 78,9
Gran Bretagna 78,8
Germania 78,6
Giappone 76,4
Islanda
74,9
Svezia
74,8
Grecia
74,6
Israele
74,6
Svizzera 74,2
Canada
74,0
Olanda
73,9
Italia
73,6
Malta
73,6
Francia
73,4
Norvegia 73,4
Spagna
73,4
Gran Bretagna 73,3
Australia 73,2
Danimarca 72,6
Germania 72,0
Stati Uniti 71,9
I Le aspettative di vita media
in alcune nazioni del mondo
(fonte: lstat)
PIÙ VECCHI NEL 2030
Percentuale di popolazione al di sopra
dei 60anni.
I L'Italia è il paese che
nel 2030 avrà il maggior
numero di ultrasessantenni.
IL NOSTRO SISTEMA
PENSIONISTICO
Siamo gli unici a garantire una
pensione pubblica dell ' 80% rispetto
alla retribuzione, grazie al rendi -
mento per anno cli lavoro del 2%
( 1,75 in Francia, 1,50 in Germania ,
0,75 in Giappone, 0,40 in Gran Bre-
tagna, Giappone e Stati Uniti); gra-
zie al calcolo sui migliori 5 anni di
contribuzione (IO in Francia, l'inte-
ra carriera in Germania, Gran Breta-
gna, Giappone e Stati Uniti); grazie
alla contingenza riferita all ' aumento
dei prezzi (in Francia e Germania
dèi salari) . Oltre ad erogare le pen-
I Più tempo per viaggiare,
per impegnarsi nel
volontariato, per leggere.
28 - APRILE 1995 HS
sioni più alte, sino all ' anno scorso
l'italica INPS richiedeva il più breve
periodo contributivo per la pensione
di anzianità (35 anni, ora saliti a 40
come in Germania e Giappone) e
aveva il più basso livello di età pen-
sionabile (60 anni per gli uomini e
55 per le donne), che pare certo
verrà aumentato di cinque anni
uniformandolo ag li altri Paesi, che
comunque in genere non fanno dif-
ferenza tra i sessi concedendo la
pensione alle donne so lo a 65 anni.
Aggiungiamo al quadro le norma-
tive privilegiate per il pubblico im-
piego e quel bijou delle " pensioni
baby", concesse dopo 19 anni, 6
mesi e un giorno di contributi , abo-
lite da pochissi mo tempo, ma capaci
di sfornare per alcuni lustri tanti
pensionati appena o non ancora
quarantenni .
Dall'insieme di questi elementi eme-
rge con chiarezza che il sistema pen-
sionistico italiano è vissuto e sta vi-
vendo al di sopra delle sue possibi-
lità, e quindi , sorprendentemente, g li
attuali pensionati in Italia sono una
categoria privilegiata.
Può sembrare un paradosso, anche
di cattivo gusto pensando ai molti
costretti a fare acrobazie di rispar-
mio per pagare affitto, bollette, e
mettere insieme il pranzo con la
cena. Eppure, malgrado le pensioni
"sociali" da fame, malgrado i tre mi -
lioni di pensioni integrate al minimo
(602 mila lire al mese), questo giu-
diz io controcorrente è globalmente
corretto.
Evitiamo di addentrarci in consi-
derazioni sulla equità del sistema,
che porterebbero lontano (sarebbe
poss ibile stabilire un tetto mass imo
alle pensioni? È giusto continuare a
spendere ogni anno circa 30 mila
miliardi per integrare al minimo
pensioni che nei 2/3 dei casi vanno
a per~one con un reddito medio-
alto? E scontato che i diritti acqui-
siti non si possano toccare in alcun
m o d o ?) .
Ritorniamo invece a que l " pi ane-
ta-anziani" che ha dilatato i suoi
spazi vitali , le potenzialità di attività
e di spesa.
I NUOVI ANZIANI
Non soltanto le case produttrici di
colle di dentiere puntano nelle loro
réclame sul mercato de lla terza età;
è rimasto so lo il nonno con la barba
bianca, nell ' immaginaria valle degli
orti, a raccontare le fiabe al nipote:
negli altri spot, giovanili vecchietti
organizzano festicciole danzanti be-
vendo birra e puliscono casa in un
battibaleno. La nonnina che smac-
chia senza strappi è cambiata spesso
in questi anni, e ogni volta la nuova
attrice viene sce lta con meno rughe.

3.9 Page 29

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Brevi--
I Vivere più a lungo e in salute.
Un obiettivo e una possibilità
per gli anziani di oggi.
Ma il processo di "ringiovani-
mento" degli anziani è generali zza-
to, non si limita al lifting dei divi
dello spettaco lo, e ricade a cascata
sulle altre generazioni: gli adulti , ri-
masti attaccati alla famiglia sino a
trent'anni e oltre, una volta autono-
mi non perdono il piglio da eterni
adolescenti, modello Gianni Moran-
di-Stefania Sandrelli.
Risalendo la scala generazionale
quindi , dopo i bambini che non na-
scono, i giovani che faticano a tro-
vare lavoro: quanti sono i pensionat i
ci nqu antenni che proseguono l'atti-
vità lavorativa nella stessa az ienda
come consulenti? O che trovano
un 'occupazione in nero? Esiste in-
dubbiamente un problema di tra-
smissione del "sapere" lavorat ivo
alle nuove leve, patrimonio di espe-
rienza tecnica e culturale che pur-
troppo quas i sempre si di sperde, ma
ci si dimentica che l'"attivismo"
degli anziani cliiude di fatto spazi di
lavoro e crescita ai giovani .
IL FUTURO INCERTO
Sta forse peggio la generazione
dei quarantenni, che vivranno sull a
loro pelle il periodo di transizione e
approderanno tra vent'anni a una
pensione che rischia di scendere
sotto il 50% dell ' ultima retribuzione,
senza aver avuto il tempo e la menta-
lità di predisporre misure alternative
di previdenza.
Agli anziani agiati di oggi seguirà
perciò un ' ondata di anziani che han
lavorato più a lungo e ottenuto
meno sicurezza economica. Per tutti
ci sarà la prospettiva di trovare ass i-
stenza al di fuori della famiglia, poi-
ché non è pensabile che i pochi fi gli
di oggi possano prendersi cura di
genitori e zii ottuagenari! Di qui il
grande business delle case di riposo,
che aumentano ogni anno senza riu-
scire a soddi sfare il mercato. Le pen-
sioni odierne, e le integrazioni dei
servi zi sociosanitari , pe1mettono il
pagamento delle rette: e domani , in
una società con molti più anziani e
meno sicurezze previdenziali?
Di tutto questo è importante par-
lare, per giunge re a un "patto gene-
razionale" che avvii la politica di
riforme capaci cli riequilibrare la si-
tuazione ed evitare un poss ibile
scontro sociale tra l"'élite" degli an-
ziani e i giovani.
Ri equilibrio che potrebbe anche
passare attraverso la ri scoperta della
" famiglia allargata" come nucleo di
riferimento economico, fiscale , ed u-
cativo, ed efficace "ammorti zzatore
soc ial e".
Signifi ca ripensare su nuove basi
il Welfare State, abbandonando la
cultura individualistica degli ultimi
decenni .
Questa sì sarebbe una vera rivolu-
zione: che vale la pena cominciare a
pro ge ttare.
Alessandro Risso
ROMA . Le Vol ontari e di Don
Bosco (VDB) terranno la loro IV
As sembl ea ge nera le presso il
Salesianum nei giorni 15-25 luglio.
Oltre all ' approfondimento del te-
ma "Secolarità consacrata e mi s-
sione", l' Assemblea dovril elegge-
re il nuovo Consiglio centrale.
EX UNIONE SOVIETICA. Al
termine del 1994, i paes i dell 'ex
Unione Sovietica possono già con-
tare su I07 sales iani , 27 figlie di
Maria Ausiliatrice, IO Volontarie
cii Don Bosco, 5 centri cooperato-
ri . I dati sono ricavati eia un quadro
statistico che fa il punto sulla pre-
senza della Famiglia Salesiana nei
territori della Circoscri zione est,
che ha sede a Mosca. Sette gli stati
rappresentati : Bielorussia, Estonia,
Georgia, Lettonia, Litu ania ,
Russia e Ucraina.
ROMA. 25 f ig li e cii Ma ria
Ausiliatrice proveni enti da ogni
regione del mondo, si ritro vano a
Roma dal 25 aprile al 30 maggio
per un training di giornalismo. È
il primo passo verso la costruzio-
ne di una moderna rete di corri-
spondenti pe r un ' in fo rm az ione
sempre più allargata e pro fess io-
nale. ·
KOR EA. Con l'arri vo dell ' in-
verno in questo paese si prepara
il Kimci, piatto tipico coreano. Si
tratta di un cavo lo cin ese c he
viene messo per una notte sotto
sale, poi viene lavato e spa lmato
con peperoncino rosso e spezie
varie. I cavo li vengono all a fin e
rinchiusi in anfo re di te rracotta ,
dove fe rm e ntan o legge rm ente.
Saril il piatto principale da man-
giare in sieme al ri so ne i giorni
freddi. Nelle famiglie coreane la
pre paraz ion e de l Kim ci è un
avvenimento, ma, scri ve il sale-
siano Marino Bois, " per noi lo è
anche di più , trattandosi di oltre
duemila gross i cavo li da trattare,
che serviranno per i nostri ragaz-
zi, che frequentano gratuitamente
la nostra scuola .
/JS APRILE 1995 - 29

3.10 Page 30

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La scomparsa di un missionario dal cuore grande, pioniere
LA LUNGA
BARBA INDIANA
di Antonio Alessi junior
Lo chiamavano
un "miracolo vivente".
Nonostante la salute
precaria, fu instancabile
nel suo impegno di carità
verso i più poveri.
E ra nato a Nove, presso Bassano
del Grappa (Vicenza), don An-
tonio Aless i, ed era primo di nove
fratelli. Dopo la quinta elementare,
malgrado il suo desiderio di stud ia-
re "per farsi prete", a causa della
povertà dovette seguire il padre nel
lavoro dei campi e quando il padre
fu richiamato alle armi durante il
primo conflitto mondiale, divenne
capo-fami glia. Solo dopo la guerra,
a 14 anni, potè segu ire la vocazione,
entrando come aspirante a Faenza.
Qui bruciò le tappe, studiando an-
che di notte e durante le vacanze per
ricuperare gli anni perduti. Diventa-
to salesiano nel 1923, due anni
dopo , a 19 anni , chiese di partire per
le missioni e fu mandato in India,
dove trascorse tutta la vita.
MISSIONARIO
DELLA PRIMA ORA
Ordinato sacerdote, durante 1
primi tredici anni di apostolato fu
missionario itinerante nella vallata
del Brahmaputra, accostando tribù
primitive, fondando numerose sta-
zioni missionarie, alcune delle quali
diverranno neg li anni seguenti fio-
renti diocesi.
30 - APRILE 1995 IJS
Bombay (India). Padre Alessi felice
tra la sua gente.
Dal 1939 al 1951 fu chiamato a
fondare la missione sales iana in Bir-
mania, che faceva patte a quel
tempo dell ' impero inglese. Si trovò
subito immerso nel turbine della se-
conda guerra mondiale, con I'inva-
sione del paese da parte delle truppe
giappones i. Tutto il territorio diven-
ne un grande campo di battaglia:
esod i di centinaia di migliaia cli per-
sone verso l' Indi a, bombardamenti
sis te matici , epidemie cli tifo, colera,
vaiolo, feroci rappresaglie da parte
della famigerata "Kempei Tai", la
Gestapo giapponese. « Per tre lun-
ghi anni», raccontava don A lessi,
«c i siamo nutriti cli erbe, germogli
di bambù , .qualche pugno cli riso ac-
quistato a prezzi enorm i ».
Trascorse l' ultimo periodo del
lungo conflitto in un lazza retto con i
lebbrosi, tra incredibili sofferenze e
pericoli.
Intanto si prodiga oltre ogni limite
per lenire le sofferenze della popo-
lazione rimasta nella città di Man-
clalay, ridotta a un cumulo di mace-
rie: seppelli sce i morti , raccoglie e
cura i feriti , divide i magri pasti con
coloro che non hanno più nulla. La
g uerra si prolungherà oltre il con-
flitto , degenerando in una lotta
senza quartiere tra le opposte fazio-
ni per la conquista del potere, fino
alla cacc iata di tutti i missionari
stra nieri, decretata nel 1966.
A TEMPO PIENO
PER I POVERI
Dopo un breve ritorno in patria,
venne e letto ispettore ( 1952- 1965) e
sarà il supe riore di tutte le opere sa-
lesiane nelle due grandi ispettori e cli

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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della penetrazione salesiana nel grande continente indiano.
Assam (nord-est India). L'Inconfondibile barba di padre
Alessl, qui festeggiato insieme a mons. Marengo,
per i 50 anni della missione.
Qualche tempo fa don Antonio
Alassi era ritornato in Italia per
ringraziare i suoi numerosi bene-
fattori. In quella occasione gli ab-
biamo strappato questa breve in-
tervista .
Com'è nata, don A/essi, la sua
vocazione missionaria?
Non avevo ancora vent'anni e
dovevo andare a Parma per il ti-
rocinio pratico. Avevo appena fi-
nito gli studi di filosofia. Chiesi di
partire per le missioni e mi man-
darono in India.
Di che cosa si occupa ora a
Bombay?
Mi curo del santuario di Maria
Ausiliatrice. L'ho costruito insie-
me a padre, Maschio e ne sono
orgoglioso. E la chiesa più gran-
de e più bella della città e favori-
sce la devozione alla Madonna.
Ogni giorno passo un'ora al con-
fessionale; il sabato e la domeni-
ca tutta la giornata. Come me c'è
anche padre Maschio.
Lei e padre Maschio siete co-
nosciuti nel mondo per la distri-
buzione del pane ai poveri di
Bombay ...
In questa città ci sono tanti ric-
chi e tanti poveri. Ogni sabato alle
4 del mattino distribuiamo lungo
la strada che conduce al santua-
rio due pagnottelle e due rupìe a
ogni povero che si presenta. Ven-
gono circa duemila. Alla domeni-
ca invece distribuiamo soltanto le
due ruple, che sono sufficienti per
un pasto.
Perché alle quattro del mattino?
Perché in città ogni distribuzio-
ne è proibita. La polizia invece
chiude un occhio se la strada è li-
bera verso le 5.30.
Ma sono tante altte le opere
benefiche di cui si occupa.. .
Alla periferia della città mi pren-
do cura di un lebbrosario. Sono
duemila persone poverissime che
vengono assistite da sei Suore
del sorriso. lo, con l'aiuto dei be-
nefattori, penso al necessario.
Chi sono le Suore del sorriso?
In realtà si chiamano Helpers
of Mary e sono state fondate da
una suora tedesca. Quando si
trovarono in difficoltà, io mi impe-
gnai ad aiutarle. Oggi sono 350,
tutte di bassa casta, e hanno una
quindicina di conventi a Bombay
e dintorni. Sono loro a mandare
avanti oltre al lebbrosario, anche
una scuola di 325 figli di lebbrosi.
Vuol dire qualcosa ai suoi be-
nefattori?
Noi aiutiamo solo la povera
gente. E contrariamente a ciò che
si potrebbe pensare, sono nume-
rosi anche i benefattori indiani. Gli
italiani con noi sono sempre stati
generosissimi. Li invito a conti-
nuare ad aiutarci. Preghiamo e
faremo pregare per loro.
I
/
Bombay (India). Padre Alessl
amava riempire di caramelle
le mani del piccoli Indiani.
Calcutta e di Gahuati. In questo
posto di grande responsabilità, con-
tinua a prodigarsi per favorire le vo-
cazioni, aprire nuove opere, costrui-
re chiese, orfanotrofi, scuole di ogni
grado, incitando con la parola e con
l'esempio i confratelli a diffondere
il messaggio evangelico nel grande
territorio che la Provvidenza gli ha
affidato.
Per altri tredici anni lo troviamo
animatore e promotore di vocazioni
sacerdotali e religiose nel Mahara-
stra. Dal 1978 trascorre la vita con
padre Maschio, a servizio del san-
tuario di Maria Ausiliatrice e nel-
1'assistenza a tempo pieno ai poveri,
agli ammalati, agli em<}rg inati.
Non è faci le raccontare per intero
la vita di padre Alessi , un uomo
dalla biografia avvincente come un
romanzo di avventure. Un uomo che
ha detto sempre sì a Dio e agli uo-
mini. Lo chiamavano " il miracolo
vivente", non fosse altro per un re-
cord difficilmente raggiungibile: per
ben 14 volte, spacc iato dai medici ,
ha ricevuto l' Unzione degli infenni.
li suo ultimo desiderio fu guello di
"diventare terra indiana". E morto
ed è stato sepolto nel paese che ha
amato.
BS APRILE 1995 - 31

4.2 Page 32

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di Teresio Bosco
ccPER 14 ANNI
CONFESSORE
DI DON BOSCO>>
« M i chiamo don Giovanni
Francesco Giacomelli, nati-
vo di Avigliana, d'anni 72 , sacer-
dote , domiciliato in Torino , cap-
pellano dell 'Ospedaletto di Santa
Filomena dell'Opera Barolo.
Ho conosciuto Don Bosco nell'anno
1836 nel seminario di Chieri , dove
io facevo il primo corso di filosofia
e Don Bosco il secondo . Passai
con lui cinque anni in quel semi -
nario , poi un anno nel convitto
ecclesiastico di Torino per lo studio
della morale. Da 38 anni sono di-
rettore spirituale dell'Ospedaletto di
Santa Filomena dell'Opera Barolo,
locale quasi attiguo all 'oratorio
salesiano di Don Bosco. Posso dire
d'essere stato sempre in molta inti-
mità con Don Bosco. Mi confes-
savo da lui, e dal 1872 fino alla sua
morte (anno 1888) fu i suo confes-
sore ».
CONOBBI SUA MADRE
« lo ho conosciuto la madre di Don
Bosco, che era una donna molto
accorta e prudente , e di molta
, pietà. Convissi con Don Bosco e
con sua madre vari mesi nei primi
tempi del suo oratorio in Torino, e
conobbi pure una sorella di lei che
aiutava nelle faccende di casa. La
famiglia di Don Bosco possedeva
una casupola e qualche poderetto
in Castelnuovo d'Asti. I suoi geni-
tori godevano buona fama presso i
loro conterranei.
Trovandomi in seminario (a Chien),
fin dal primo giorno fui messo nella
sala di studio di fronte al chierico
Bosco. lo lo guardavo con compas-
sione, perché mi pareva sofferente;
ed egli pure guardava me con com-
passione, perché ero preso in giro
dai compagni per una berretta che
32 - APRILE 1995 BS
era sproporzionata nella altezza.
Egli si offrì di aggiustarmela e di far-
mene una nuova, come veramente
fece . Entrando poi io in conversa-
zione con lui , seppi che durante le
vacanze egli era stato alquanto
malato .
Ordinariamente , nel tempo della
ricreazione, egli veniva circondato
da alcuni compagni e da me
stesso , ai quali raccontava cose
edificanti e fatterelli avvenuti nella
sua gioventù. Ricordo che ci ha
raccontato che anni prima in Chieri
aveva fatto una scommessa con un
saltimbanco, chi dei due saliva più
in alto il tronco di un albero sul viale
della città.. . e vinse la scommessa.
Noi compagni non volevamo
credere a questa sua prodezza, ed
egli disse: "Non volete credere? A
me!" Prese una seggiola pesante, la
sollevò ponendone una gamba sul
mento e la sostenne per qualche
tempo . Allora noi, dopo di ciò ,
ammirammo la sua destrezza e
forza muscolare» .
GIOVANI AMICI
« Ricordo con piacere che Don
Bosco, nei giorni di vacanza, riceve-
va visita da vari suoi colleghi , gio-
vani esterni che venivano a trovarlo
in seminario , e che gli erano stati
compagni negli studi di latinità. Con
essi si tratteneva volentieri, discor-
rendo e dando buoni consigli.
Agli esercizi spirituali in prepara-
zione alle ordinazioni, sentii da lui
stesso che era stato molto colpito
dalle prediche , specialmente dalle
parole "Chi salirà la montagna del
Signore?". Dimostrava di essere pe-
netrato dell'importanza delle parole
che seguono: "Chi ha le mani inno-
centi e il cuore puro" ».
, ~,\\ ~'Ìo !{
.....
lr, . ...
~
Don Bosco in una rara foto
dei primi tempi.
DOLCEZZA E MANSUETUDINE
NON SEMPRE FACILI
« Egli teneva un modo dolce, soave
e ispirato a mansuetudine nell'atti-
rare al bene e alla virtù i ragazzi , e
sentiva gran dispiacere e grave
pena quando vedeva altri tenere
modi severi coi giovani. A propo -
sito, egli mi raccontava un giorno
che dal balcone aveva veduto un
giovane adulto maltrattare uno dei
suoi compagni più piccoli. Mi disse
che fremette a quest'atto, si fece
violenza a non parlare, ma l'indo-
mani fece una correzione paterna a
quel giovane.
Altra volta vidi Don Bosco colla
mano alzata come per percuotere
due giovani che bisticciavano , li
divise, ma non li percosse, avendo
essi subito smesso ogni bisticcio.
Un giorno lo vidi correre dietro due
giovani che fuggivano per non an-
dare in chiesa con gli altri compagni
(erano i primi anni del suo oratorio) .
lo vedendolo gli dissi: "Ehi, è la
seconda volta che ti vedo alterato".

4.3 Page 33

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Ed egli mi rispose: "Che vuoi!
questi benedetti ragazzi cercano di
fuggire per non venire in chiesa.. .".
Vedendo tanti giovani che non
avevano parenti né stabile abita-
zione, ideò di aprire un ospizio tra il
1846 e il 1847. A poco a poco au-
mentò il numero dei giovani. Sulla
fine del 1849, essendomi io fer-
mato con Don Bosco per alcuni
mesi, . il numero di questi giovani
era di una trentina. Egli ne aveva
gran cura. Andava lui stesso a
domandare informazioni sulla loro
condotta presso i loro padroni,
oppure se non poteva mandava altri
di sua fiducia. lo stesso fui da lui
mandato ad intercedere grazia per
un figlio presso suo padre. Lo
trovai duro mentre Don Bosco era
molto compassionevole. Così ebbe
cuore di ·padre più Don Bosco che
il padre stesso di quel giovane»".
DIO VALE DI PIÙ
« Essendomi trovato per vari mesi
in casa di Don Bosco, e poi avendo
sempre frequentato l'oratorio fino
alla sua morte, posso testimoniare
che egli ebbe sempre cura di
istruire i giovani nella religione e di
avviarli alla soda pietà (= vita
cristiana). Promuoveva la frequen-
za ai sacramenti, credendo questa
essere il miglior mezzo per tenerli
lontani dal vizio e incamminarli
sulla via del Paradiso. Faceva fare
ogni mese l' Esercizio della buona
morte, e un giorno mi disse: "Se
l'Oratorio va bene, devo attribuirlo
specialmente all'Esercizio della buo-
na morte".
Vidi una volta don Bosco molto
afflitto perché uno dei suoi primi
chierici aveva abbandonato l'ora-
torio, mentre ne aveva grande
bisogno. In quell'occasione lo sentii
esclamare: "Vano è l'aiuto dell'uo-
mo", dando a vedere che egli do-
veva confidare più in Dio che negli
GIOVANNI
GIACOMELLI,
SACERDOTE
Giovanni Francesco Giacomelli
nacque ad Avigliana (Torino)
nel 1820. Fu compagno di se-
minario di Don Bosco a Chieri,
per 5 anni. Ordinato sacerdote,
visse per un anno con lui al
Convitto ecclesiastico di don
Cafasse. Abitò alcuni mesi
nell'oratorio. Don Bosco, negli
ultimi 14 anni della sua vita, lo
scelse come suo confessore e
gli confidò le cose più intime.
Don Giacomelli abitava a pochi
passi dall'Oratorio, nell'Opera
Pia Barolo.
Al "Processo di santità" di Don
Bosco, testimoniò sotto giùra-
mento e sotto segreto dal 20
aprile al 9 maggio 1892. Rice-
vettero la sua testimonianza
quattro giudici ecclesiastici:
canonico Stanisl_ao Gazelli di
Rossana, can. Francesco Moli-
nari, can. Giovanni B. Ramello,
can. Marco Pechenino. Le sue
testimonianze sono contenute
nel manoscritto del Processo
Ordinario, copia pubblica, nei
fogli 656-690.
uomini. Tanta era la stima che i
giovani avevano di lui, che si aste-
nevano dal recare ogni minimo di-
spiacere quasi più a lui che a Dio.
Ma egli, accorgendosene, li rimpro-
verava dicendo che Dio era qual-
che cosa più di lui» .
LO ACCOMPAGNAI
ALLE PRIGIONI
« La sua carità non si restringeva ai
giovani dell'oratorio, ma si esten-
deva anche altrove. lo lo accompa-
gnai alle prigioni dove faceva i
catechismi e confessava. Mi fece
comprare pane bianco e qualche
volta frutta, che faceva distribuire ai
giovani per incoraggiarli al bene.
So che, molti anni prima di morire,
dispose per testamento delle poche
cose che possedeva, per non
causare imbarazzi, e affinché tante
elemosine e offerte di denaro avute
non cadessero nelle mani dei pa-
renti».
MOLTI LO GIUDICAVANO
UN PO' TEMERARIO
« Per suscitare tutte le sue opere
benefiche dovette sostenere con -
trasti e difficoltà grandissime. lo
stesso, nell'esaminare il grandioso
disegno del suo Oratorio che egli
mi aveva fatto vedere, da principio
ero persuaso che fosse una teme-
rarietà. I sacerdoti medesimi, com-
preso don Cafasse, che da prin-
cipio lo aiutavano, stimavano Don
Bosco alquanto temerario. Ma poi
vedendo che riusciva sempre nel
suo intento, approvarono anch'essi
il suo operato, e ammiravano la
sua forte costanza».
"IO DEVO PARTIRE PRIMA"
« Nel 1885 io ero gravemente am-
malato. Mia sorella andava pian-
gendo a raccomandarsi a Don Bo-
sco per la mia guarigione, e Don
Bosco piangeva pure lui e le disse:
"Non muore ancora. lo devo partire
prima". E ciò realmente avvenne».
o
BS APRILE 1995 - 33

4.4 Page 34

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IN MISSIONE Tra gli Shuar di Sucua. Una parrocchia che ha reso trasparenti
UNA CHIESA
PER GLI SHUAR
di Teodoro Delgado
Don Giulio Scarparo,
56 anni. Da molti anni
è missionario in Ecuador.
Ora è parroco a Sucua,
tra gli Shuar.
I Sucua (Ecuador). La casa
parrocchiale e, a sinistra,
battesimo Shuar.
34 - APRILE 1995 BS
S ucua ha una estensione cli tre-
mila chilometri quadrati e circa
23 mila abitanti. In questa residenza
missionaria sono già operanti un
centro cli formazione per ministri
ecclesiali shuar e un sistema ra-
diofonico biculturale. Ma forse la
cosa più originale è il centro parroc-
chiale che ruota attorno alla chiesa
cli Maria Ausiliatrice. Una chiesa
parrocchiale che è stata progettata se-
condo le indicazioni del Vaticano Il.
Affermava la Sacrosantum Conci/ii
(ai numeri l e 14) di "far crescere di
giorno in giorno tra i fedeli la vita
cristiana, adattando meglio alle ne-
cessità del nostro tempo le istituzio-
ni che sono soggette a cambiamenti,
favorendo l'avvicinamento della
gente alla Chiesa e assicurando una

4.5 Page 35

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segni liturgici, per favorire la catechesi popolare.
IN LIBRERIA - - - - ,
partecipaz ione piena, cosc iente e aç_--
tiva alle celebrazioni liturg iche". E
c che hanno cercato di fare don
Giulio e i suoi collaboratori.
LA PISCINA-BATTISTERO
La parrocchia si è proposta di dare
significato pieno ai simboli liturg ici ,
perché trasmettano in modo pii'.! im-
arriva tramite la croce. La pi sc ina si
a lime nta clall ' acqua c he sgo rga eia
una spaccatura della rocci a, simbolo
dell 'acqua cli Vita ~ della ferita ciel
costato di Cristo. E dal battistero,
come dal seno de lla Chiesa, che na-
scono alla luce i nuovi fi g li , che for-
mano un solo corpo con il Capo e
con i frate lli che gli stanno attorno.
Per immergersi nella piscina si di-
scende per sette grad ini , che rappre-
sentano i sette peccati capitali che ci
portano alla morte, fino ad arrivare
alla rocci a che è Cristo, rappresenta-
to dall a pietra ne ra cie l fondo. Resta
così sepolto ne lle acque un uomo
co l peccato e risusc ita con Cristo,
sa lendo i sette gradini , che rappre-
sentano i sette cloni dello Spirito
Santo che ci portano al riposo cie l-
i'Ottavo giorno , il cui anticipo è
l ' E uca ri st ia.
Erano così i battisteri nei primi se-
co li della Chiesa, quando il Battesi-
mo si amministrava immergendo il
catecumeno totalmente ne ll 'acqua,
segno visibile cli morte e cli risurre-
zione. Ne i quattro angoli della croce
del battistero sono stati messi in mo-
saico le immagini dei quattro evange-
listi che conducono alla fede; per far
capire che la fede che si riceve nel
Battesimo nasce dalla Parol a cli Dio.
UN PANE PER TUTTI
med iato l'es perienza cristiana, e fac-
ciano comprendere piì:1 in profon -
dità il significato de l sacrame nto
che stanno celebrando.
Già so ltanto l'entrare ne ll a chiesa
cli Sucua è ricevere una cateches i.
La prima cosa che balza ag li occhi è
la posizione dei banchi , disposti a
croce latina e su diversi piani , per
garantire la visibilità. Circondano
tutt'intorno il battistero e l'altare e
favori scono il senso cli comunità.
Una delle prime cose che si incon-
tra entrando in chiesa è il battistero
o " piscina battesimale". Ha la fo rma
di croce, perché siamo stati sa lvati
dall a croce cli Cristo. La croce è in-
serita in un ottagono, che è simbo lo
cli piena rea li zzazione, cli ris urrezio-
ne, cli eternità g loriosa alla quale si
Ne l centro de lla chiesa c'è la
mensa eucaristica. La s ua g randezza
(tre metri per tre) fa capire che tutti
i popoli sono invitati a prendervi
parte, per celebra re e dividere lo
stesso c ibo e la stessa bevanda .
Dietro è collocata la "cattedra del-
la Paro la cli Dio". La Parol a ci intro-
duce all'Eucaristia e agii altri sacra-
menti; c i chiama all a fede ed è po-
tente per trasformare la vita cli chi
l'accog lie. Per questo il primo co-
mandamento comincia con "ascolta
Israe le". Al fondo ci sono le sedi .
Qui , quando pres iede l'Eucari stia, si
co lloca il sacerdote con il suo presbi-
terio. Il parroco, come prolungamen-
to del vescovo, rende presente Cristo
capo della Chiesa locale. Ai lati della
sede principale ci sono dodici sed i,
simbolo dei dodici aposto li .
IL PADRE NOSTRO
La preghiera che Gesù
ci ha donato
di Bruno Ferrero
pp. 32 , lire 5.000
La preghiera di Gesù
raccontata ai bambini. Undici
piccole storie e qualche
preghiera per pensare e
pregare ogni frase del Padre
Nostro. Volume arioso, in
formato albo, riccamente
illustrato a colori.
VANGELO
SECONDO LUCA
di Mario Galizzi
pp. 520, lire 25.000
Il Vangelo della mansuetudine
di Cristo, della strada, della
gioia, della buona notizia. Un
commento concreto per la
meditazione e la predicazione.
BIBBIA, GIOCHI E QUIZ
di Riccardo Davico
Due volumi di 48 pagine
lire 5.000 ciascuno
Strumento operativo per
insegnanti e catechisti per
bambini del primo ciclo
elementare. Ma può risultare
interessante anche per la
scuola materna.
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o direttamente alla:
ELLE DI CI
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4.6 Page 36

▲back to top
IN LIBRERIA
BIBLIOGRAFIA GENERALE
DI DON BOSCO
Istituto Storico Salesiano
a cura di Saverio Gianetti
pp. 41ci , lire 50.000
1$'1 1JVT0 $1~1CO MLJ.$11\\t.O - Mrul A
IIIJtUOORA r-lfl I
BIB LIOG RAFIA GENERALE
DI DON BOSCO
\\'ol. 1•
lllllLIOGRAFIA ITALIANA
1844- 1992
I A Sucua si battezza
per immersione, come ai primi
tempi della Chiesa.
Una ricerca accurata delle
opere di e su Don Bosco, dal
1844 al 1992. Sono censiti
3305 tra libri, fascicoli , opuscoli
e saggi ; 599 attribuiti allo
stesso Don Bosco. L'opera è
destinata agli studiosi e ai
cultori della spiritualità
salesiana, per conoscere e
attingere alle fonti dirette. Vi si
ritrovano le indicazioni di scritti
di varie personalità politiche e
sociali , di cardinali, di tutti i papi
recenti , da PIO Xl a
Giovanni Paolo Il (ben 1Oi suoi
interventi). L'Autore sta già
preparando il secondo volume,
che raccoglierà i dati sulle
opere pubblicate negl i oltre
140 paesi nei quali
sono presenti i salesiani.
Presso le librerie cattoliche
o direttamente alla
EDITRICE LAS
Piazza dell'Ateneo Salesiano, 1
00139 ROMA
Tel. 06/88.12.140
c/c Postale 57492001
36 - APRILE 1995 /JS
I Sucua {Ecuador). Visione
d'insieme dell'interno della chiesa
dedicata a Maria Ausiliatrice.
Questa chiesa è ded icata a Maria
Ausil iatri ce, che è la Patrona dell a
parrocchia, all a quale si sono consa-
crati i primi coloni e il popolo shuar,
con il sol enne giu ramento de l 194 1;
promettendo di celebrare ogni anno
la festa patron ale il 24 maggio.
In una cappell a che si trova ne ll a
parte opposta del presbiterio si trova
la tomba di suor Mari a Troncatti ,
mi ss ionaria sales iana di cui è stata
avv iata la causa di canoni zzazione.
All ' ingresso de ll a chiesa ne l lato
si ni stro vi è la "cryi ng room" o "an~
golo del pi anto", e lo occupano le
mamme che ass istono all a messa
con i loro bambini piccoli , che qui
sono molti , in modo che non di stur-
bino gli altri durante la messa.
Questa zona dell a chiesa non è
ancora del tutto ul tim ata. Del resto
sono ancora tante le cose·da portare
a termine in parrocchi a. Stiamo an-
che cercando di costruire la nuova
casa parrocchiale, perché quella at-
tuale è cadente. Dovremo pensare
nello stesso tempo ai locali per un
centro-g iovanile e una sala per gli in-
contri di comunità.
Teodoro Delgado
D011 Giulio Scarparo
Parrocchia Maria Ausiliatrice
S11c1.ia - Moro na-Santiago
Ecuador

4.7 Page 37

▲back to top
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
r UNA MALATTIA
NON ANCORA
DIAGNOSTICATA
Durante il febbraio scorso, un
mio carissimo amico, già affetto
da una particolare malattia, si
aggravò moltissimo . Ho temuto
per la sua vita. Per due giorni gli
ho iniettato fiale di cortisone ,
come prescritto dai medici , ma
soprattutto ho pregato Suor
Morano perché lo guarisse da
questa misteriosa malattia che i
medici non hanno saputo ancora
diagnosticare. Il mio amico non è
ancora guarito completamente ,
però ormai sta migliorando mol-
tissimo . Non ho mai scritto al
Bollettino Salesiano, ma questa
volta mi è sembrato doveroso.
Daniela Mercuri
Roma
r DOPO CINQUE
ANNI
Fin dal primo anno di matrimonio
c'è stata un'inutile attesa per il
dono di un figlio . Dopo cinque
anni mi son rivolta a san Dome-
nico Savio facendo a lui una no-
vena e indossando con tanta fe-
de il suo abitino. Non sono rima-
sta delusa. Infatti mi è nato Gio-
vanni Domenico. Ringrazio con
tutto il cuore questo nostro gran-
de protettore mentre continuo ad
affidare a lui il mio bambino.
Rizzo Daniela,
Nicolosi (CT)
r Cl FU VIA VAI
DI MEDICI
Il cammino di dolore, conclusosi
con la gioia della guarigione, ini-
ziò il 6 luglio 1994. Quella matti-
na mio padre , uscito di casa,
ebbe giramenti di testa tanto che
a stento riuscl a rincasare . Gli si
annerirono le labbra e gli si gon-
fiarono i piedi. Portato subito in
ospedale gli fu diagnosticata una
bronchite acuta. All 'indomani le
condizioni peggiorarono. Comin-
ciò a respirare a stento e poi
entrò in coma. Ci fu un via vai di
medici da cui capimmo la gravità
del caso . Ce lo stavano quasi
consegnando come di chi si
attende la morte da un minuto
all'altro . Ma si volle provare a
trasportarlo a Caltanissetta per
ricoverarlo in sala di rianimazio-
ne. Ci si disse però che non ci
facessimo troppe illusioni. Fu
allora che affidai mio padre
all'intercessione del servo di Dio
don Giuseppe Quadrio promet-
tendo di recitare quotidianamen-
te il rosario . Per due giorni l'am-
malato rimase privo di cono-
scenza e le sue condizioni conti-
nuarono ad esser giudicate gra-
vi. Poi cominciò improvvisamen-
te a riprendersi a vista d'occhio.
I medici non sapevano darsi una
spiegazione ma il pensiero
corse subito a don Quadrio da
me invocato. Mio padre ora sta
bene, grazie all'intercessione di
don Quadrio che speriamo di ve-
der presto agli onori degli altari.
Chitè Elena,
S. Cataldo (CL)
IL24MAGGIO
Dopo sedici anni di lavoro non è
stato facile ritrovarsi all'improvvi-
so a casa, sospesa dall'attività
lavorativa e posta in CIGS ;
soprattutto non lo è stato pensan-
do agli impegni che gravano sulla
mia famiglia e alle mie due bam-
bine . Ho affidato la ricerca del
mio nuovo posto di lavoro a Ma•
ria Ausiliatrice, certa che solo
lei , con il suo aiuto , avrebbe
potuto non farmi perdere l'ottimi-
smo e la speranza necessarie in
certe situazioni, promettendole la
pubblicazione della grazia se il
suo aiuto non mi fosse venuto
meno. Ho lasciato che lei mi con-
ducesse nei vari colloqui e non a
caso - ma come segno della sua
presenza viva - questi si sono
tenuti sempre il giorno 24. Ed è
stato il 24 maggio (dopo sei mesi
di inattività) che è stata presa la
decisione della mia assunzione
in un ente pubblico. Dovrò supe-
rare un periodo di prova ma sono
certa che Maria Ausiliatrice sarà
al mio fianco. Con questa certez-
za nel cuore ringrazio Maria Ausi-
liatrice, senza la quale non sa-
rebbe potuto tornare la serenità
nella mia famiglia.
M.M.
Rubano (PD)
r SETTE GIORNI
NELLA CULLA
TERMICA
Tutto andò bene sino al settimo
mese di gravidanza. Poi una
sera mi ricoverarono d'urgenza.
Mi tennero a letto per nove giorni
con la flebo, allo scopo di portare
avanti il più possibile la gravidan-
za e permettere lo sviluppo dei
polmoni del bambino . Nel frat-
tempo subentrò un'infezione. lo
mi rivolsi con tanta fiducia a san
Domenico Savio ; feci una nove-
na e indossai l'abitino. Il 14 feb-
braio nacque Luca. Pesava kg.
2,470 e per sette giorni rimase in
una culla termica per problemi
respiratori essendo nato prema-
turo. Nonostante tutto, adesso
egli sta bene e porta con sé l'abi-
tino di Domenico Savio perché
possa proteggerlo sempre.
z.c.
Borgomanero (NO)
r ERACOME
SE FOSSE MORTO
Tempo fa mi si è paralizzato il
braccio destro: non potevo né
muoverlo, né usarlo per qualsiasi
servizio . Era come se fosse
morto. Fui ricoverata all'ospedale
per un mese senza alcun risulta-
to. Il professore infine disse: " Se
non subentra la mano di Dio, io
non so cosa fare » e fui dimessa.
Tornata a casa, con un gruppetto
di suore abbiamo subito iniziato
una novena al beato Filippo
Rinaldi. Dopo un po' di tempo,
non solo ho potuto muovere il
braccio come prima ma anche
usarlo nel servire le mie sorelle
più bisognose di me. È con gioia
quindi che ringrazio don Rinaldi.
In questa casa di riposo noi lo pre-
ghiamo ogni giorno e ricorriamo a
lui in ogni nostro bisogno.
Suor Maria Zolin FMA
S. Salvatore M. (AL)
r COLPITI TUTTI
GLI ORGANI
VITALI
Un nostro nipote di 32 anni,
dopo una tonsillectomia, fu colpi-
to da una grave infezione al san-
gue che interessò tutti gli organi
vitali costringendolo, tra l'altro, a
dialisi per una settimana e a
nutrirsi con il sondino per sei
mesi. Si temette molto per la sua
vita. Ma noi exallieve salesiane
ci rivolgemmo fiduciose al beato
Filippo Rinaldi. L'ammalato
cominciò subito a migliorare,
sino a raggiungere una guarigio-
ne completa.
Gina e Delizia Cinardo
Mazzarino (CL)
r SALVO DOPO UN
GRAVISSIMO
INCIDENTE
In una tarda serata del febbraio
1992 rimasi vittima di un inciden-
te : per evitare un 'auto che mi
tagliava improvvisamente la stra-
da, uscivo di carreggiata e anda-
vo ad abbattere il cancello di una
casa, collidere violentemente un
albero e proiettato infine all'ester-
no. Riportai gravi lesioni politrau-
matich e rimanendo in stato di
grave shock. Ricoverato in riani-
mazione si procedeva all'inter-
vento chirurgico per via laparoto-
mica. Successivamente trasferito
in chirurgia fui sottoposto a
nuovo intervento per sopravve-
nuta peritonite. Non sono manca-
te altre complicazioni in seguito.
Ma a distanza di sei mesi ho potu-
to lasciare le stampelle e godere
di un discreto grado di autonomia.
Devo l'esito felice di questo pau-
roso intervento a don Giuseppe
Quadrio alla cui intercessione
sono ricorsi i miei , sin dal primo
momento della disgrazia.
Giorgio Giacomelli
Sondrio
Per la publ1licazio11e 11011 si
tiene conto delle lettere 11011
.firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
I' i11dicazio11e del 11ome.
BS APRILE 1995 - 37

4.8 Page 38

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ANNO DELLA TOLLERANZA In Egitto, per insegnare ai giovani di Alessandria,
AL CAIRO
Cl SI SCOPRE
FRATELLI
38 - APRILE 1995 BS
Grande apertura
tra culture diverse
nelle opere salesiane
d'Egitto. Copti, siri,
armeni, islamici e
ortodossi convivono con
i cattolici in un clima
di serena armonia.
N ella mente di Don Bosco l'A-
frica fa come da cerniera alla
grandiosa visione del mondo riser-
vato dalla Provvidenza ali' azione
missionaria dei suoi figli. Nel sogno
profetico del 1886, la misteriosa pa-
storella che lo invita a proiettare su
un ideale planisfero l'avvenire della
sua congregazione, gli fa tracciare
una linea immaginaria da Santiago a
Pechino facendo perno proprio nel
mezzo dell'Africa per focalizzare i
centri di formazione da cui si sareb-
bero irradiati i futuri salesiani. Don
Bosco stesso, verso il termine della
sua vita aveva affermato: « Se io
fossi giovane, prenderei don Rua e
gli direi : Andiamo al Capo di Buona
Speranza, nella Nigrizia, a Khartum,
al Cairo ... il noviziato si potrebbe
mettere a Suakin .. . ». Suakin si
trova a sud di Port Sudan, in riva al
Mar Rosso.
Ciò che Don Bosco profetizzava
nel sogno e nel desiderio, si sta avve-
rando con il « Progetto Africa »; anzi,
per quanto riguarda l'Egitto, nell'or-
mai gi'à prossimo 1996 ci si prepara
a celebrare il centenario della prima
casa salesiana ad Alessandria alla
quale sarebbero poi seguite l'opera
del Cairo (1926} e il centro di acco-
glienza di Zeitun (1985).
I PRIMI CENTO ANNI
Cent'anni son tanti e in cento anni
tante cose sono cambiate. Se i primi
destinatari delle opere salesiane
erano soprattutto gli italiani, allora
Cairo (Egitto). Corsi rapidi
di saldatura.

4.9 Page 39

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Cairo e Zeitun ad affrontare la vita. Senza preclusioni.
numerosissimi in Egitto, ora le fran-
ge dello spettro si sono spostate
provvidenzialmente verso allievi egi-
ziani, senza esclusione di altri e di
coloro che, più adulti, provengono
un po' da tutta l'Africa alla ricerca di
una seria fo1mazione umana e pro-
fessiona le che, altrove, molto diffi-
cilmente potrebbero trovare.
Perché, soprattutto le due grandi
opere di Alessand1ia e del Cairo, si
sono mantenute fedeli all a primitiva
consegna e ora si può dire che, in que-
sto campo, sono diventate leaders e
quasi obbligato punto di riferimento.
CAIRO, ALESSANDRIA,
ZEITUN
Ad Alessandria prospera un gros-
so complesso scolastico di indirizzo
prettamente egiziano che va dall 'a-
silo alla scuola media e che si è ag-
giunto alla già affermata scuola pro-
fessionale con le due specializzazio-
ni di meccanica ed elettrotecnica.
Parallelamente operano corsi rapi-
di di tornitura, saldatura, pneumati-
ca e oleodinamica gestiti con l'aiu-
to della Cooperazione Italiana allo
Sviluppo e a nome del Governo egi-
zia no.
Cairo (Egitto). Corso rapido di
tornitura per ragazzini della strada.
Al Cairo vige ugualmente un isti-
tuto professionale triennale con le
stesse specializzazioni e un istituto
tecnico industriale quinquennale per
periti meccanici ed elettrotecnici.
Rilevanti per concorso di allievi,
sono anche i corsi rapidi cli forma-
zione professionale per la saldatura,
impianti elettrici, teleruttori, bobi-
naggio motori , tornitura, motori sti-
ca, condizionamento d'aria e refri -
gerazione, computers, ugualmente
Cairo (Egitto).
Corso di metrologia.
gestiti con l'aiu to della Cooperazio-
ne allo Sviluppo italiana e a nome
del governo egiziano.
Nel visitare i vari laboratori, si ha
davvero l'impressione di avere di-
nanzi il panorama di tutta l' Africa
con le sue principali etnie e le sue
lingue a testimoniare che anche l' E-
gitto è Africa e che, anzi, ne è la
porta.
L'efficienza delle sue scuole si
può rilevare pure dal consistente nu-
La chiesa e il centro giovanile
di Zeitun (Cairo).
mero di exallievi diplomati, qualifi-
cati o fonnati nei centri professiona-
li, immessi ogni anno nel tessuto
vivo della società.
Di impostazione diversa, invece,
è l'opera di Zeitun. Collocata in un
popoloso rione del Cairo, con la sua
bella chiesa pubblica serve i fedeli
cristiani della zona e soprattutto ac-
coglie, nel suo attivo centro giovani-
le, i giovani del quartiere che vi ac-
corrono numerosi e affezionati. Fun-
ns APRILE 1995 - 39

4.10 Page 40

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IN LIBRERIA --_____,
GIOVANI LITURGIA
E MUSICA
a cura di Manlio Sodi
Editrice LAS Roma, 1994
pp . 300, lire 32.000
li libro raccoglie i contributi
interdisciplinari presentati al
partecipatissimo Convegno
organizzato a Roma
nel gennaio 1994.
È una miniera preziosa sul tema,
ricco di approfondimenti e di
riflessioni programmatiche, ma
anche del racconto di vivaci
esperienze (Domenico Machetta,
Gen Rosso, Gen Verde).
Richiedere presso le principali
librerie cattoliche o direttamente
alla Libreria Ateneo Salesiano,
piazza dell'Ateneo Salesiano, 1
00139 Roma - lei. 06/87.29.01 .
GESÙ SU RAIUNO
Il Vangelo della domenica
raccontato da un
missionario
di Piero Gheddo
Editrice Piemme
pp . 232, lire 26.000
Sono riportati i testi dei commenti
al Vangelo della domenica che don
Gheddo ha tenuto alla televisione.
Un linguaggio caldo, familiare,
accessibile , che spazia sul mondo.
Richiedere presso le principali
librerie cattoliche o direttamente
alla Piemme, via del Carmine, 5,
15033 Casale Monferrato,
lei. O142/336 1.
VITA NELLO SPIRITO
E CELEBRAZIONE
EUCARISTICA
Note di spiritualità liturgica
di Armando Cuva
Libreria Editrice Vaticana, 1994
pp. 184, lire 19.000
Il volume presenta l'aspetto
spirituale-pastorale della
celebrazione dell'Eucaristia.
Partendo dalla liturgia, prima
scuola della nostra vita spirituale,
l'Autore sottolinea il rapporto
stretto tra il "vivere nello Spirito" e
il "celebrare l'Eucaristia", e illustra
i principali temi a essa collegati.
Richiedere presso le principali
librerie cattoliche o direttamente
alla Libreria Editrice Vaticana,
00120 Città del Vaticano,
tel. 06/698.85.003.
40 - APRILE 1995 /JS
. ., ... . .
f.'
·1
... . '
~ I,-
~lfttl
~ ,~l f '
I Alessandria d'Egitto. Dalla scuola
materna alle scuole professionali
e di addestramento al lavoro.
ge anche da casa di accoglienza per
ritiri ed esercizi spirituali dei nostri
allievi e degli altri due centri giova-
nili ugualmente attivi al Cairo e ad
Alessandria. Vi ab itano anche i sa-
les iani che si preparano ali' aposto-
lato nel Medio Oriente con lo studio
intensivo della lingua araba; ma lo
scopo fondamentale di questa istitu-
zione è quello di preparare al novi -
ziato le nuove leve d'Egitto e del
Medio Oriente che aspirano alla vita
sa le s iana .
INTRECCIARSI DI ETNIE
Tutte queste sono opere comples-
se che esigono tanti collaboratori,
che provvidenzialmente provengo-
no in mass ima parte dagli stessi no-
stri exallievi; ma, soprattutto, ci
vuole una grande apertura d'animo e
grande tatto nelle relazioni tra perso-
ne di culture così diverse e di così di-
sparate confessioni religiose. Copti,
siri , armeni, greci ortodossi, som-
mergono quasi, con la loro stragran-
de maggioranza i pochi cattolici dei
vari riti. Senza dire che nel gran
mare delle confessioni straripa quel-
lo degli alliev i islamici che convi-
vono in clima di serena armonia di
studio e di ami cizia destinata a non
più interrompers i neppure nella vita.
L'applicazione del progetto edu-
cativo - programma e norm a al no-
stro operare in un ambiente così
complesso e disparato -, richiede
quindi un grande equilibrio pedago-
gico. Si tratta di conv ivere, o me-
glio, di fraternizzare con persone di
diversa estrazione e sensibilità ove
basterebbe anche un piccolo gesto
per suscitare comprensibili reazioni
negative.
Don Bosco, co l suo sistema fon-
dato su lla spontaneità e sull ' amore,
ci aiuta a polarizzare sulla nostra
opera le simpatie, non solo della po-
polazione, ma anche dei responsabili
della cosa pubblica che ci additano
come esempio di saggezza pedago-
gica e di illuminato metodo didatti-
co, tanto da affidare, sovente, alle
nostre cure l'aggiornamento degli
stessi formatori operanti nell e scuole
governative del paese nel campo
della formazione professionale.
Ormai il nome di Don Bosco è di-
venuto credenziale di onestà, di
competenza professionale e di retta
formazione umana. Un nome ormai
caro e domestico che si sente un po '
dappertutto sulle labbra degli exal-
lievi già operanti nelle varie profes-
sioni , nel turismo, ne l commercio.
Così si legge sul « logo» delle
video-cassette a carattere · tecnico
preparate dal nostro centro audiovi-
sivi per le varie scuole profess ionali
egiziane, e, soprattutto, rimane nel
buon ricordo dei professionisti e
degli insegnanti che sono passati
per formarsi o agg iornarsi nei labo-
ratori del « Don Bosco», come ven-
gono ormai semplicemente chiama-
te le nostre istituzioni.
Non pretendiamo cli essere i mae-
stri. Vorrem mo però non cedere a
nessuno il primato dell ' amore e
della simpatia che ci aiuta ad incar-
nare tra i giovani cli questo paese
quello dello stesso Don Bosco. Il
suo sogno rimane per noi profezia
per questo nostro tempo e verso
queste regioni dove la provvidenza
ci ha concesso di vivere.
Ernesto Forte

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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CELERINO ANGELA, exallieva e coope-
ratrice, t Alessandria il 9/8/1994 a 72 anni.
Consigliera confederale exallieve e coope-
ratori salesiani , fu sempre disponibile e
altruista, attiva in parrocchia e al laborato-
rio . Dipingeva su ceramica, ricavandone
fondi a scopo di beneficienza. Il suo sorriso
dava a tutti sicurezza e tranquillità.
parroco a Nongstoin e in alcuni centri della
diocesi di Shillong . Per motivi di salute
dovette tornare in Italia nel 1977, dove tra-
scorse gli ultimi 18 anni di vita religiosa dedi-
candosi al ministero sacerdotale nella zona
di Legnago (Verona), sempre desideroso di
sostenere le iniziative missionarie. Dava l'im-
pressione del missionario d'assalto, dal tem-
peramento robusto , entusiasta, zelante nel
suo ministero, a cui si dedicava con gioia.
SACCHETTO Primo, salesiano, t Chatil-
lon (Aosta) il 24/8/1994 a 72 anni.
Ha lavorato per oltre 60 anni a servizio dei
giovani. Entrato fra i salesiani pienamente
disponibile, frequentò il Magistero di fale-
gnameria e quale maestro d'arte insegnò
la professione con amore e competenza.
Dotato di spiccate doti per la musica, con-
seguì l'abilitazione all'insegnamento del
canto , che insegnò con maestria e abilità
in varie case salesiane.
TAMAGNONE.suor Anna, figlia di Maria
Ausiliatrice, t Torino 18/12/1994 a 80 anni.
Per 54 anni lavorò presso le comunità sale-
siane e per 41 fu responsabile della comu-
nità. Cresciuta in una famiglia che ha dato
due figlie di Maria Ausiliatrice alla Chiesa,
suor Anna ha lasciato una traccia serena
dovunque : ci rimangono una manciata di
parole buone, il vigore della sua preghiera,
il cuore operoso, il suo accettare la vita nel
suo svanire.
MAZZARELLO sac. Luigi, salesiano, t
Santiago (Cile) il 15/7/1994 a 79 anni.
Era nato a Mornese , patria di Maria
Mazzarello . Portato agli studi , dottore "in
utroque", fu professore di Sacra Teologi a
per 15 anni e per oltre 15 anni lavorò nel
tribunale archidiocesano. Aveva un carat-
tere forte , ma sapeva sorridere con delica-
tezza.
ACOSTA LOTERO sac. Gabriel Maria,
salesiano, t Medellin (Colombia) il
15/3/1994 a 86 anni.
RAIMONDI sac. Giuseppe, salesiano, t
Varazze (Savona) il 23/12/1994 a 75 anni.
Una bella figura di sacerdote e di salesiano.
Gentile e disponibile, pacato e delicato,
sapeva incontrare la gente con grande
attenzione alla persona, infondendo fiducia,
segnando nella sua mente nomi , persone,
circostanze significative. Prete fino in fondo,
autentico figlio di Don Bosco, si è prodigato
per chiunque l'avvicinasse. Davvero si è
dato tutto a tutti, facendo suo ogni problema
che assillasse un altro: da quello della salu-
te, al reperimento di un posto di lavoro.
Lo si vide sempre allegro, conviviale, aperto
verso tutti. Non amava la solitudine. In lui si
realizzò ciò che dicevano di Don Bosco : i
giovani lo amavano perché si sentivano
amati da lui. Era il più anziano dell'ispettoria.
MAIO sac. Antonino, salesiano, t
Randazzo (Catania) il 2/8/1992 a 74 anni.
MAIO sac. Salvatore, salesiano, t Catania
il 15/ 11 /1994 a 75 anni.
Per questi due fratelli morti a distanza di
due anni l'uno dall'altro , viene in mente
quanto è detto di san Benedetto e di santa
Scolastica: "Furono uniti in vita da un solo
ideale e neppure la tomba li ha separati".
Nacquero e crebbero a Randazzo, culla
dell'opera salesiana in Sicilia, e si formaro-
no nell'oratorio, alla scuola dei grandi sale-
siani degli inizi del secolo. Docenti nei licei ,
seppero fare della scuola il campo del loro
zelo apostolico, unendo professionalità e
spirito salesiano. Credevano nella scuola
come luogo per prepararsi alla vita.
TONEGUZZO sac. Ruggero, salesiano, t
Negrar (Verona) il 6/3/1994 a 78 anni.
Fin da ragazzo aveva amato l'ideale missio-
nario. Dopo la visita militare ottenne di parti-
re missionario per l'India. Durante la guerra
mondiale trascorse due anni in campo di
concentramento . Diventato sacerdote, fu
CORDERO suor Clarlna, figlia di Maria
Ausiliatrice, t Casale Monferrato (Ales-
sandria) il 7/12/1994 a 74 anni.
Stava per lasciare l'ospedale quando un
improvviso malore ha segnato il suo passag-
gio al cielo, concludendo una vita laboriosa
e avvolta di silenzio. Ha avuto una vita
segnata dal dolore fisico, rimasto nascosto
fino all'ultimo intervento che ha diagnosticato
un male diffuso. Ha sempre fatto del dolore
un motivo di offerta per quella ricchezza di
vi ta interiore che la caratterizzava. Fino
all'ultimo la fede è stata il suo conforto.
MACAK sac. Ludovit, salesiano, t
Bratislava (Slovacchia) il 19/12/1994 a 73
anni.
Nei tempi turbolenti degli anni '50 il suo
amore per i giovani gli costò 13 mesi di
carcere. In seguito la maggior parte della
vita di apostolato lo svolse in Austria, Italia
e Svizzera. A Roma fu uno dei fondatori
dell'Istituto dei SS. Cirillo e Metodio e del
Seminario minore per i giovani slovacchi
all'estero e a varie riprese ne fu direttore.
Curò numerose trasmissioni alla Radio
Vaticana, fu apostolo della stampa cattoli-
ca e formativa , indirizzando in tal modo
numerosi giovani alla vocazione religiosa e
sacerdotale. Passò gli ultimi anni in patria
con la salute ormai logorata, accettando
l'apostolato della sofferenza.
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti hanno chiesto
informazioni , annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA, riconosciuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-1971 n. 959,. e L'ISTJTUTO
SALESIANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridica per
Decreto 13-J- 1924 n. 22, possono
legalmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule valide sono:
- se si tratta d'un legato:
«.. . lascio alla Direzione Generale
Opere Don Bosco , con sede in
Roma (oppure all 'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire.. ., (oppure)
l'immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dall 'Ente, e
particolarmente per l'esercizio
del culto, per la fonnazione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
mi ssionari e per l'educazione
cri stian a.
- se si tratta invece di
nominare erede di ogni sostanza
l'uno o l'altro dei due Enti su
indicati:
« . .. annullo ogni mia
precedente disposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universale la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure'/' Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo, per gli scopi perseguiti
dall 'Ente, e particolarmente per
l'esercizio del culto, per la
formazione del Clero e dei
Religiosi, per scopi mi ssionari e
per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
BS APRILE 1995 - 41

5.2 Page 42

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VUOI ENTRARE
NEL MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO?
~[JJ][Q)&ffi[]
BORSE DI STUDIO PER GIOVANI MISSIONARI
pervenute alla Direzione Opere Don Bosco
S. Cuore di Gesù, Maria Ausi-
liatrice, Don Bosco, in suffragio
dei miei defunti, a cura di N.N.,
L. 150.000.
Don Bosco, Don Rua , in suffra-
gio dei miei genitori , a cura cli
Merlo Luciana, L. 150.000.
Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco , a cura cli Pecchioli
Lucia Mancini, L. 150.000.
Maria Ausiliatrice, a c ura di
Revelli Pio, L. 124.000.
S. Cuore di Gesù, Maria Au-
siliatrice, Don Bosco, invocando
protezione , a cura cli N.N.,
L. 120.000.
Beato Don Rua , in memoria dei
genitori, a cura di Zavarise M.
Carmela, L. 120.000.
Se desideri conoscere e
partecipare al Movimento
Giovanile Salesiano
(MGS), rivolgiti a uno di
questi incaricati nazionali:
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
Don Giovan Battista Bosco
Tel. 06/49.40.442
Suor Gabriella Scarpa
Tel. 06/57.43.855
GIOVANI
COOPERATORI
Don Gianni Filippin
Tel. 06/446.09.45
GIOVANI
EXALLIEVI
Don Ilario Spera
Tel. 06/446.85.22
OBIETTORI
DI COSCIENZA
SERVIZIO CIVILE
Don Giuliano Vettorato
Tel. 06/49.40.442
MISSIONI E
VOLONTARIATO
GIOVANILE
INTERNAZIONALE
VIS: Tel. 06/513.02.53
VIDES: Tel. 06/57.50.048
CINEMA
E COMUNICAZIONE
SOCIALE
Don Gigi Di Libero
Tel. 051/35.85.01
Suor Mariolina Perentaler
Tel. 06/57.43.855
42 - APRILE 1995 BS
IMonte Salvado (Perù). Incontro dei missionari che operano
tra gli indigeni della regione. La Valle Sagrado parte dai
2900 metri di Calca ·per arrivare ai 4000 delle città di
Quebrada Honda, Ampares e Lares. Anche le figlie di
Maria Ausiliatrice hanno aperto qui una prima loro
presenza.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco, sco, in ringraziamento e in me-
Don Rinaldi , invocando protezio- moria della mamma Enrichetta, a
ne in vita e in morte per la mia cura di Mombellardo Antonietta,
fam iglia, a cura cli M.C., Dogliani , L. 220.000.
L. 1.000.000.
. S. Cuore cli Gesù, Maria
Maria Ausiliatrice, S. Giovanni Ausiliatrice, Santi Salesiani ,
Bosco, in suffragio di Giulia, a invocando salute per fratello e
cura cli N.N.S. , Gaeta, famiglia, a cura cli Scupelli Rosa,
L. 1.000.000.
L. 200.000.
Maria Mazzarello, a cura cli
N.N. , L. 600.000.
Maria Ausiliatrice e S. Giovanni
Bosco, in suffragio cli Margherita Di
Giorgio, a cura cli N.N., L. 500.000.
Maria Ausiliatrice, in suffragio
di Carlot.ta, a cura della sorella
Maria, L. 500.000.
In memoria e suffragio cli Giuseppe
Gambino , a cura della figlia
Rosetta Gambino, L. 500.000.
Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco, in suffragio dei fami-
liari defunti, a cura di Massucco
Giuseppe, L. 500.000.
S. Cuore di Gesù, Maria Ausi-
liatrice, Don Bosco, ringrazian-
do e invocando protezione, a cura
delle sorelle Olivini , L. 400.000.
In suffragio di Nicolao Giacobba
e Fontana Lodovico, a cura cli
Fontana Rag. Ezio, L. 300.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
Domenico Savio, Laura Vicufla, a
cura di Granier Clelia, L. 300.000.
Maria Ausiliatrice e Don
Bosco, invocando protezione per
salute e lavoro, a cura cli Davide
Cuore Immacolato e Addolorato
di Maria , ti consacro Pi era e
Paola, a cura cli N.N. , L. 200.000.
S. Giovanni Bosco, in memoria
di Valeriano e per protezione del
nipote Francesco, a cura di N.N .,
L. 200.000.
S. Giovanni Bosco, ringraziando
con tanta gratitudine, a cura cli
N.N., L. 200.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
Domenico Savio, a cura cli N.N. ,
Rivoli, L. 200.000.
Maria Ausiliatrice, Santi Sa-
lesiani, invocando protezione, a
cura cli Salaclini Lucia, L. 200.000.
In memoria cli Antonio e Maria
Buonocore e di Franco e
Raffaella Bischetti, a c ura di
Buonocore Rosanna, L. 200.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
Domenico Savio, in suffragio dei
miei cari, a cura cli Tardito Siri
Luigia, L. 200.000.
Maria Ausiliatrice, invocando
benedizioni sulla famigl ia, a cura
di Roveda Giovanni, L. 200.000.
Luigi, L. 300.000.
Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
Maria Ausiliatrice, Don Bosco, Domenico Savio, ringraziando e
Mamma Margherita, per grazie in vocando protezione, a cura di
ricevute, a cura cli Favaro Lucia , De Vivo Vincenza, L. 200.000.
L. 250.000.
Maria Ausiliatrice, a cura di M.
Maria Ausiliatrice e Don Bo- Assunta, Brescia, L. 200.000.
Borse missionarie da
L 100.000
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
in suffragio dei miei defunti e per
protezione della famiglia, a cura
cli Ri zzo Calogera. - Maria
Ausiliatrice, Don Bosco, Dome-
nico Savio, per protezione, a cura
cli Plat Rosina. - Maria Ausilia-
trice, Don Bosco, per protezione,
a c ura cli Castagno Enrico e
Valeria. - Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice, Santi Sale-
siani, per grazia ricev uta, a cura
cli Roberto Caterina e famiglia. -
Maria Ausiliatrice e S. Giovan-
ni Bosco, in memoria cli Zagaria
Fran cesco, a c ura di Lazzaro
Angela. - In suffrag io di Beffa
Caterina e Cerruti Enrico, a cura
di Beffa Rosa. - In su ffragio di
Beffa Mariuccia e Margarone
Giovanni a cura di Beffa Rosa. -
In suffragio di Beffa Rosa e Bava
Angelo a cura cli Beffa Rosa. - In
suffragio cli Beffa Camilla e Pare-
na Emilia, a cura di Beffa Rosa. -
In suffragio di Beffa Enrichetta e
Luigi , a cura cli Beffa Rosa. - S.
Cuore, Maria Ausiliatrice e
Don Bosco, per grazia ricevuta e
invocando protezione sulla fami-
glia, a cura cli S.A.G., Torino. -
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
a cura cli Renata ed Enrico. -
Santi Salesiani, implorando una
grazia, a cura di Salesini Maria. -
S. Domenico Savio, a protezione
dei nipoti e pronipoti , a cura di
Maroso. - Maria Ausiliatrice, a
cura cli Gianotti Anna. - Sacro
Cuore cli Gesì1 e Maria
Ausiliatrice, ringraziando e invo-
cando protezione, a cura cli N.N.,
Dogliani. - In suffrag io dei geni-
tori Maria Torriani e Francesco
Costa Barbé, a cura della figi ia
Costa Barbé Maddalena.

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Focus - - - - - ,
Suor Dora Fernandes
è nata a Bajpe
(Mangalore, India).
Ora si trova a Udine,
dove è direttrice della scuola
materna nella parrocchia
di san Pio X, e superiora
della comunità religiosa.
Come mai delle suore catechiste indiane in Italia ?
« Ci ha invitate dieci anni fa l'arcivescovo di Udine, mons. Alfredo
Battisti. Sapeva del nostro apostolato per le case a sollevare solitudini e
a evangelizzare soprattutto le donne sole e in difficoltà e si è rivolto
alla nostra superiora generale per avere le " suore dell ' Immacolata"
nella sua diocesi ».
Siete dunque venute "missionarie" in Italia. Come vi trovate ?
« In Italia ci siamo trovate bene, a parte la difficoltà iniziale della lin-
gua. Siamo otto suore, tutte indiane, quattro a Udine e quattro a Porde-
none. Ci prendiamo cura della scuola materna e collaboriamo in par-
rocchia ».
Ci dica qualcosa della sua congregazione. ..
« Siamo le " suore catechiste di Maria Immacolata A usiliatrice". Siamo
entrate ufficialmente nella Famiglia Salesiana nel 1992. Il nostro fon-
datore è il salesiano mons. Louis La Ravoire Morrow, che ha dato ini-
zio alla nostra opera nel 1948 a Krishnagar (India). Mons. Morrow ha
voluto delle donne che potessero visitare e catechizzare nelle famiglie
soprattutto le donne, che da noi non familiarizzano volentieri con gli
uomini. Siamo 450 e abbiamo 43 opere in cinque nazioni : India, Stati
Uniti, Germania, Tanzania e Italia ».
Qual è la vostra spiritualità ?
« Il nostro fondatore ci ha dato la spiritualità di santa Teresina del
Bambino Gesù, la "piccola via" dell 'infanzia spirituale; e Io spirito di
Don Bosco: intraprendenza, pratica del sistema preventivo, penitenza
nel tenersi "sempre dritte e sempre sorridenti". Nostre devozioni spe-
ciali sono quelle dell 'Eucaristia (abbiamo l'adorazione permanente
nella cattedrale di Krishnagar) e di Maria "Immacolata Ausiliatrice" ».
E la vostra attività pastorale?
« Sin dall 'inizio abbiamo scelto l'apostolato nei vi llaggi, dove andia-
mo in bicicletta a gruppi di due o quattro, con il nostro caratteristico
sari indiano. Siamo presenti anche nelle città, dove facciamo oratorio,
scuola ai ragazzi delle elementari e delle superiori. Abbiamo dispensa-
ri , qualche centro per ragazze in difficoltà, qualche casa per anziani ».
Cosa vi lega maggiormente alla Famiglia Salesiana ?
« La figura di Don Bosco e il suo sistema educativo, l'amore ai giova-
ni , la carità pastorale, la via dell'educazione. Anche noi puntiamo sul
trinomio ragione, religione, amorevolezza ».
SEI GRANDE, PAPÀ
In passato quest' oratorio di barriera,
che ospita anche una scuola media
dove si respira un bel c lima di fami -
glia, era stato teatro anche di fatti
gravi di violenza. Era freq uente che
i giovani allievi uscendo da scuola
dovessero imbattersi in qualcuno
che g li sfi lava l'orologio. Dopo una
certa ora una vo lante della polizia
faceva la spola e ferm ava i sospetti .
È per queste strade che don Lajolo
ha raccolto i primi giovani disadat-
tati per fo ndare la sua comunità di
ricupero. Oggi il clima è cambiato e
il Mi chele Ru a di Torino è un orato-
rio come gli altri, pieno di ragazzi e
pulsante di vita. Nei suoi cortili i
giovani si incontrano, danno sfogo
alla loro vitalità, fanno amicizia.
Ma anche oggi i ragazzi a vo lte arri-
vano a gruppi, organi zzati in picco-
le bande e si confondono con gli
altri. La convivenza non è sempre
pacifica e occorre intervenire per
far ri spettare le regole, per mante-
nere il giusto clima di un ambiente
che vuo le essere educativo e non
solo ricreativo. Sales iani e suore
sono presenti, ma non possono es-
sere ovunque.
È così che si sono co involti i genito-
ri. È Pino Vinci, uno d i loro, che de-
scrive come si sono organi zzati.
«Per mantenere il clim a di fa miglia
adatto a un ambiente oratoriano, i
papà de i ragazzi delle Polisportive
Giovanili Salesiane hanno dec iso di
impegnarsi accanto ai sales iani. È
sorto così un gruppo organi zzato di
una quarantina di loro che garanti -
scono la presenza di un adul to ne i
vari ambienti de ll 'oratori o. Si è
ideato un piano di lavoro, qualcuno
ha coordinato le presenze e le d ispo-
nibil ità. A d istanza di un anno, pos-
siamo dire che l'esperimento è per-
fe ttamente riusc ito, con piena soddi -
sfazione delle fa miglie».
La presenza di questi genitori è stata
importante sia ag li effe tti dell 'ass i-
stenza, perché i ragazzi si sono sen-
titi tutti più sicuri e protetti, sia per
l'ambiente oratoriano. Si è rafforza-
to il c lima d i fami glia. I padri stessi
hanno acqui sito un "senso di appar-
tenenza" più forte a questo oratorio
d i cui si sentono corres ponsabi li.
BS APRILE 1995 - 43

5.4 Page 44

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
TORINO C.M.P.
é2)
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
corso Regina Margherita, 176 -10152 Torino
Keith Christiansen
Andrea Mantegna. Padova e Mantova
Cicli pittorici e musivi , pag. i04, rii. , L. 30.000
Andrea Mantegna (143 1-1 506) ci ha lasciato due fondamental i cicli pittorici: quello
della Cappel la Ovetari di Padova e quello della Camera degli Sposi di Mantova. Primo
esempio di pittura illusionistica e soprattutto rivoluzionaria concezione della decorazione
d'ambiente, la Camera degli Sposi è stata definita la « più bella camera del mondo ».