Bollettino_Salesiano_194607


Bollettino_Salesiano_194607

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BOLLETTINO ANNO LXX
N UMERO 7
SALESIA
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI Dl S. GIO. BOSCO
PER I COOPERATORI E LE COOPERATR I CI SALESIANE.
/,...____-==============-------.,
1° MAGGI O 1 9 4 6
L'Ausiliatrice dell'umanità In famiglia:
La morte di Mons. Sak; Brasile, Austria,
Boemia Moravia, Isole filippine · Fervori?
di apostolato ed eroismi di carità sotto la
bufera Per gli "sciuscìj" · Dalle nostre
Missioni: Cina, India Nord, Bombay, Siam
Culto e grazie di Maria Ausiliatrice · Ne-
crologio • Crociata missionaria Tesoro.
A t te zione ! D
Le cragiche vicende della guerra hanno sconvolto tanle e
lanle famiglie, fon:andole anc he a frequenti cambi di residenza. Il funzionamento della
Poslll h a subito g li effetti del disscslo generale. Siccbè m o lti Cooperatori da tempo non
ricevono più il Bo 11 ett i no Sa I es i a no o solo saltuariamente. Ora il servizio si è fatto
oiù normale. Speriamo che giunga in tutte le regionj d'Italia. Ma per evitare gravissime
; pese dì carta, di stampa e di posla è necessario conoscere con sicurezza gli indirizzi.
Preghiamo perciò tutti i benemeriti Cooperatori e le benemerite
Cooperatrici a volerci precisare il loro vero indirizzo. Confidiamo
di aver quanto prima una cortese risposta. Trascorso un mese, se non
avremo riscontro, sospenderemo l'invio. Perchè dovremo supporre che
il Sigoore li abbia chiamati all'e terno premio o che abbiano mutato la loro r esideoza.
Quelli che ricevono il periodico potrebbero ritagliare senz'altro l' indirizzo attuale com•,
impresso nel B o 11 e I tino stesso e rimandarcelo indicandoci se va bene o come
lo dobbiamo mutare. Gli altri abbiano la bontà di scriverci. Ma tutti favo-
riscano farci sapere con precisione il loro esatto indirizzo.

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BOLLETTINO SALESIANO
M A G O I O L9 4 6
L 'Husiliafrice dell'umanità,
Nlaria SS. fu vera Ausiliatrice del gen"re umano pere/tè cooperò in modo particolare alla rede11-
:::ione defl'umanità.
Diede al Verbo la natura umana.
E, a11zit11tto, Essa diede al Verbo la natura umana. Questa 11alura, quale è in Gesù Cristo 11011
poteva darsi da se stessa, perchè il dare è 1111 atto personale. Non è staia presa dal Verbo, se non ili
quanto era data da !viaria. Egli la ricevette non solamente dal seno di Jl1aria, ma dal cuore, dalla
i·olontà, dal consenso di Nlaria. Perciò l'incarnazione, co11 tutte le sue co11seg11e11ze, è da ascriversi
a Maria, e la sua personalità ha per misura tutta l'importo11za, tutta la gmndcz:::a, tutta la maestà
del ministero ch'essa adempie. J'v.finistero spirituale e insieme sensibile, che procede dalla perso11a 1110-
rale della sant a Vergine e insieme dal suo corpo.
La gra11dezza morale di lVlaria bisogna misurarla colla grandezza delle g1azie di cui Essa è
stata arricchita, e questa colla sublimità del suo ministero. Nlaria è stata in virtù cii> che è stata in
grazia; ed è stata in grazia cii> che ,; stata in dignità: dig11ità di Madre di Dio, che sta al di .~opra
di tutto. L'umanità, e 11011 solo, ma ogni natura creata, ha ricei'IIIO i11 Lei il suo supremo onore per-
sonale; non v'è perwna umana nè angelica che sia stata sol!C11ata a tale altezza. l\\1aria primeggia
su tutta la crea:::io11e.
Diede al Verbo la carne e il sangue.
]\\I/aria SS. fu Ausiliatrice nella umana l?eden:::ione poichè diede al Verbo la carne e il sangue.
Da questa carne e da questo sangue il Figli,0 di Dio è sfato fatto Figlio dell'uomo: Dio gmerato dalla
sostanza del Padre da tutta l'eternità, uomo nato dalla sostanza di 1Waria nel tempo. Da Lei Egli
ha preso questa umanità; in Lei ha unito questa umanità alla sua divinità. Meraviglioso accordo, che
costituisce il Cristo, la sua •vita, i suoi esempi, i suoi patimenti, la sua vittoria, la riforma del genere
111110110, la salute del mondo. Come la predicazione di questo divin 1l1aestro consistette assai più in
azione che in parole, cosl il gra11de st1'1tmento di essa fu il suo corpo.fu la sua carne,formata da Maria.
Corpo che è rimasto l'alimento della nostra fede sulla terra e la primizia del nostro destino nei cieli;
corpo sacro, came divina, la cui verità sostanziale, appoggiata sulla sua nascita da Jllaria, si applica
a llltti gli altri misteri della nostra salute e riceve giustamente s11i nostri altari il tributo del nostro
amori' e della nostra fede: Ave, Verwn corpus, natum de Maria Virginei
Fu voluta da Dio Ausiliatrice.
111aria SS. fu voluta da Dio Ausiliatrice nell'opera della Redenzione.
Per salvare il mondo, Dio poteva certammte far senza delle umiliazioni del Verbo, della sua
i11camazione nel se110 di 11na D o11na, del conse11So e del ministero di questa Donna. Poteva farne senza
per potenza, ma 11011 lta voluto fame senza per sapienza. L'aiuto di l\\1aria 110,i fa ingiuria a GeslÌ
Cristo, come l'aiuto dell'umanità di Gesù Cristo non fa i11gi111·ia alla sua divi11ità. Essa glori.fica la
siw sapienza e la sua misericordia, senza fare i11gi11ria alla S11a potenza, perd1è è evidente che tutti
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i me::::::i uma11i che compongono l'economia dell'i11car11azione non sono un aiuto che per noi sollanto,
non esse11do per Dio che gli stmmenli della più profonda e p1ù misericordiosa condiscendem:a. Dio
rolle che, nella meravigliosa economia del cristimll'simo, in cui h1tto è ponderato e nulla ripug11a,
,ma 111uY1.Ja poten~a, tutta misericordia, sl'llza alcuna mescolan:::a di gi11stizia, fosse interposta fra Gesù
Cristo e noi, com'Egli è i11terposto fra noi t' Dio; e che rssa fosse nostra mediatrice presso questo gran
}1.,/ediatore, per ammansare citJ che rimane i11 Lui di giustizia e dissipan: ciò che resta Ìll noi di timore.
Ammirabile è l'appropriazio,ie di /Ilaria a questo mi11istero di mediazione.
Da parte nostra essa 11011 Ila nulla che sia da temere: è una pura creatura, è dipendente da Dio
come noi, è nostra sorella; possiamo ricorrere a Lei senza alcun timore.
Da parte del suo divi11 Figliuolo tutto è da sperare per mezzo di Maria, perchè essa è la più pa-
fetta e la pit't rltflata delle creatUTe; /,a 1111 rapporto ,iecessario con Dio, e n<m è, si putJ dire, meno unita
all'1mwnità del suo divi,, Figliuolo, che questa umanità alla dii•i11it,ì.
Da parte sua Essa è mndre: Madre di Dio e 1\\/adre degli uomini, e tutto puù otte11ere come Madre
di Dio, e tutto vuol concedere come 'JI.Iadre degli uomini, vera Rrf?itlfl, tirra Comolairice, vera Ausi-
liatrice dell'11111n11i1à.
IN FAMIGLIA
La morte di S. E. Mons. Sak.
Un telegramma da Elisabcthville ci ha an-
nunziato la morte di S. E. Mo11s. Giuseppe
S11k, Vescovo titolare di Scilio, Vicario Apo-
stolico di Sakania (Congo Belga), deceduto
il 15 marzo u. s. verso le ore 3. Attendiamo i
particolari. Frattanto raccomandiamo copiosi
suffragi per l'anima dello zelantissimo figlio di
Don Bosco, fondatore, apostolo e superiore
delle nostre l\\lissioni nel Congo Bcl1r,t.
Era nato a<l Hcchtcl (Liegi) il 16 gen-
naio 1875. Eletto vescovo, il 14 novem-
bre 1939, fu consacrato il 7 aprile 1940.
8 RASILE - Carità fraterna.
Nel mese di marzo ci sono giunte alcune
casse di soccorsi dai nostri Istituti <lei Bra-
sile, che hanno gareggiato con quelli <li altre
repubbliche dcli'America per venire in aiuto
non solo a noi cd ai nostri giovani, ma anche
a tanti fanciulli bisognosi d'Italia e d'Europa.
Siamo rimasti profondamente commossi nel-
l'apprendere, dalle iscrizioni dei singoli in-
volti, la mirabile organizZJzione della crociata
della carità. Gli stessi alunni degli Istituti e
clt-gli Oratori si son fatti questuanti presso
negozi, ditte cd enti di produzione, per met-
tere insieme indumenti, generi alimentari e
di prima ncc1:ssità; si son perfino privati del
loro, per mandarlo a noi che sapevano stretti
da tanta penuria. Yorrcmmo nominarli uno
per uno, questi nostri p:ccoli e grandi bene-
fattori. Mn, nel timore di incorrere in qualche
inesattezza o dimenticanza, cogliamo questa
occasione per ringraziarli tutti e singoli dalle
colonne del nostro Bollettino, pregando il Si-
gnore a ricompensarli coll'abbondaw.a delle
sue grazie e benedizioni. Sono stati veri stru-
menti della Provvidenza per sollevarci al-
quanto da soffacnze e privazioni che du-
ravano d1 anni e che le condizioni di vita
attuali non riescono, purtroppo, a scemare.
AUSTRIA - Apostolato salesiano in Cam-
pi di concentramento.
Abbiamo avuto finalmente notizia dell'odis-
sea di eroici confratelli, prelevati violentemente
dalle loro case e deportati dapprima in campi
di prigionia, poi raggruppati, con profughi e<l
internati di varie nazioni, in Campi di concen-
tramento in Austria. Dopo tante sofferenze,
han visto migliorare la loro condizione, alla
vittoria degli alleati. Addetti ufficialmente alla
cura spirituale dei loro connazionali, sono riu-
sciti ad organizzare l'assistenza religiosa con
servizio quotidiano: Messe ogni mattina; Ro-
sano, qualche buona parC'la e benedizione sa-
cerdotale, quando non pos.~ono avere il SS. Sa-
crnmcnto, alla sera. In dicembre i sacerdoti
hanno potuto avere una stanzetta a parte -
larga 3 metri, lunga 5 ed alta 3 - con tre letti
cli cui due sovrapposti. Un bravo confratello
coadiutore, sarto, fatte le pratiche di pietà in
comune, presta l'arte sua insieme con un altro
sarto a servizio degli internati che, senza quel-
l'aiuto, andavan tutti stracciati. Ai primi di
dicembre r945, il Campo è passato all'ammi-
nistrazione dcll'UNRRA; e tutti ne hanno
guadagnato sia pc! vitto come pel trattamento.
Soprattutto ne ha guadagnato l'Oratorio che
i nostri confratelli avevano improvvisato, come
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Don Dosco cent'anni fa, in un prato, ricupe-
rando dagli immondezzai due palloni ed alle-
stendo, coll'aiuto degli st<.'SSÌ giovani, altri
giochi <li fortuna, perfino un biliardo... Ora
hanno potuto accrescere le attrattive e distri-
buire anche immagini, libri, oggetti di divo-
zione giunti provvidenzialmente. La direzione
del Campo mise a loro disposizione un'appo-
sita baracca come cappella. Un artista dipinse
un bel quadro di Don Bos<:o, che i giovani si
pori.ano dietro da un'aula all'altra nclte loro
adunanr,e. Ogni pomeriggjo affluiscono al prato
per la ricreazione e gli esercizi ginnastici; poi,
disti11ti per età, dai 7 ai 20 anni, i giovani si
dividono per circa mezz'ora di istruzione reli-
giosa. Nella festa dell'Immacolata fecc la sua
comparsa all'altare anche il Piccolo Clero con
una ventina di vesti talari procurate da pie
persone. Per salvarli dall'ozio ed anche per
non lasciar perdere anni preziosi, si sono isti-
tuiti vari corsi di scuole elementari e ginna-
siali . I nostri insegnano latino (unico testo cli
classe, il Breviario), matematica, canto. ecc.
Gli alunni ~i fecero onore in pubblici s,ggi
corali ed in una famosa gara di Catechismo
in cui la commissione ebbe un bel da fare per
selezionare il Principe. Tutti, preparatissimi,
rispondevano con precisione rneraviglio:i:i. li
Circolo giovanile di Azione Cattolica conta
50 effettivi dai 18 ai 28 anni. Ottimi giovani I
All'Oratorio maschjlc si è affiancato recente-
mente l'Oratorio femmini le, grazie allo 1.clo
di giovani più anziane e fervorose, che ven-
gono dirette da uno dej nostri confratelli S<:-
condo il sistema di Don Bosco.
Tra gli internati vi sono molti nostri Coope-
ratori e Cooperatrici, che trovano immenso
conforto nell'assistenza dei Salesiani. Essi sono
i più assidui alle funzioni ed alle conferenze
di cultura religiosa c danno valido aiuto nella
educazione della giovcntt1. Vi accorrono anche
internati di altre nazioni, ammirati del lavoro
che compiono i Salesiani e del sistema cl:e
tengono nell'esercizio del sacro ministero e
soprattutto nell'apostolato giovanile. Le auto-
rità, il clero locale e le popolazioni ne fonno
i più alti elogi e li fa"oriscono quanto possono.
Non sappiamo quando potranno rientrare
nella loro patria.
BOEMIA-MORAVI/\\
Nei primi giorni di dicembre è giunto a
Torino, a ringraziare Maria Ausiliatrice della
sua materna protezione, il direttore della
nostra casa di Praga, reduce dai campi di
prigionia di Mathausen e di Dacbau ove
trascorse tre anru di internamento fra orrori
e sofferenze inaudite. Egli ci ha portato notizie
della Cecoslovacchia e specialmente dell'Ispet-
toria Boema, divisa da quella Slovacca al
momento dell'occupazione germanica.
Ovunque si è rjpresa con fervore l'attiviià
salesiana, che è una vera provvidenza per la
gioventù ansiosa di cristiana educazione.
La guerra ha danneggiato particolarmente
la casa di lloravska Ostrm:a, che venne occu-
pata ed adibita ad ospedale, c la casa di Brno.
Riparate alla meglio, la prima ha già ripreso a
funzionare come convitto per alunni artigiani
e studenti; la seconda fw1ziona la chiesa pub-
blica, sviluppa un fiorente Oratorio e provvi-
soriamente fa anche da sede ispettorialc. ln
Praga abbiamo due chiese pubbliche, un con-
vitto con circa 200 convittori, Oratorio e
scuole serali. La casa di Frystdk, occupata
dai soldati nt:1 periodo bellico, ospita ora
l'Aspirantato con 120 aspi ranti alla vita sale-
siana. Lo studentato filosofico è ad Oréchov.
Quello teologico a Mo11isoh. Il noviziato a
Hodo11ovice. La casa cli D1:orek è a disposizione
per corsi di esercizi spirituali, convegni gio-
vanili e di azione cattolica. Quella di Pardub,à,
terminata l'occupazione militare, si è trasfor-
mata in orfanotrofio, prestando le cure più
premurose soprattutto alle vittime della guerra.
Altri due confratelli furono rinchiusi per oltre
un anno nei campi di smistamento nella stessa
Boemia; molti studenti di filosofia e di teologia
vennero deportati ai lavori fonati in Germania.
Ma, grazie a Dio. S'ln tornati tutti in discrete
condizioni di salute.
Le case della Slovacchia hanno subito
danni relativamente lievi ed hanno già ripreso
anch'esse.: il loro regolare funzionamento. Solo
la casa di Tmc1va si è vista assorbire le scuole
dallo stato; ma i nostri confratelli continuano
a curare gli studenti nel convitto cd alcuni
mantengono pure le cattedre <l'insegnamento.
ISOLE FILlPPINE
Da una lettera del 24 mag~io u. s. abbiamo
saputo che S. E. Mons. Guglielmo P iani,
Delegato Apostolico, ha avuto la residenza
completamente distrutta. Egli ha perso tutto
cd ha dovuto chiedere ospitalità ai RR. Padri
Benedettini al «San Beda Convent •· Il suo
segretario Don Paolo Zolin, fatto prigioniero
dai giapponesi, è sopravvissuto, quasi per
miracolo, all'orrenda prigionia durata parecchi
mesi, e fu decorato della medaglia al valor
militare dal Gen. Mc Arthur. Quello che
avvenne a l\\Ianila ed in molte parti delle
Filippine - ha scritto il Delegato Apostolico
- pare incredibile i>.

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Àposfolato ed ero1sm1
soffo la bufera.
(Continuazion~:
1• 1pnlc, r•t• 45).
Dintorni di Roma.
Le vicende più dolorose pel nostro Istituto
di Gem:0110 cominciarono co.l 9 settembre 1943.
Autoblinde germaniche circondarono il coUe-
gio per intimare la resa ai carabinieri e soldati
italiani acquartierati nei locali dell'Oratorio e
li requisirono. Lo sbarco anglo-americano a
Nettuno fece sospendere le lezioni che ancora
si tenevano nell'istituto e costrinse la maggior
parte dei confr-Jtelli a sfollare a Castelgan-
dolfo, poi a Roma, mentre la popolazione
cercava rifugio in grotte e capanne sulle rive
del lago. Col direttore rimasero a Gen;,.ano
tre confratelli per assistere la popolazione. Ac-
colsero in casa, dapprima, le orfanelle sfollate
da un orfanotrofio sinistrato, poi varie fami-
glie, spezzando con loro anche il poco pane
rimasto. Ma i locali a loro disposizione anda-
rono man mano restringendosi per successive
requisizioni del Comando germanico che vi
faceva affluire i feriti dal fronte. Riuscirono
tuttavia a disporre una trentina di letti ndla
palestra per ricoverare i malati più gravi, vec-
chi e paralitici, aiutati nelle cure dalle Piccole
Suore dcli'Assunzione. Poi, grazie alJ'appog-
!{lO di i\\Ions. Carroll, poterono allestir" un
posto ùi pronto soccorso e servirsi di un'auto-
ambulanza dd Sovrano Ordine di Malta pei
<.-asi più ur~enti. Cresccn<lo i hisogni, adatta-
rono tutto il primo piano dell'edificio a corsia,
e ben presto lo grcnùronu di malati. Il medico
del paese si prestò generosamente per l'assi-
stenza c le medicazioni, improvvisando pure
un amhulatorio giornaliero. Le buone Suore
riservarono un reparto per l'assistenza alle
mamme. Ad ogni bombardamt'ntO, i confra-
ttlli ernn pronti acl accorrere fra i colpiti, por-
tando il conforto del sacro ministero, aiutando
nell'opera di sgombero delle macerie e di sal-
vataggio
Ogni giorno visitavano i 5000 rifugiati nelle
grotte e nei tu~uri, c<iadiuvando i sacerdoti
del paese pei catecbjsmi, la celebrazione della
santa l\\ ressa e l'amministrazione dei Sacra-
menti. Quante ~ituazioni familiari regolate, e
quanto bene ad anime che vivevano lontano
<la Dio! Ma purtroppo, alla metà di aprile,
giunse l'ordine di sfollamento coatto per tutta
la popolazione. Il \\'aticano e le \\'iUe Pontifi-
cie misero a disposizimw quanti mezzi di tra-
sporto poterono. L'esodo fu cos.1 straziante:
i nostri confratelli formavano i grupp.i, con
precedenza ai casi più pietosi, distribuendo
un po' a tutti i resti di farina e di denaro. Ap-
pena effettuata l'evacuazione, anche il collegio
divenne bersaglio dei cannoni e soffen:c parec-
chio. Ma, il 4 mnggio, gli anglo-americani en-
trarono in paese cd i nostri accorsero a ripren-
dere la loro missione riattando alla meglio i
locali, riaprendo l'Oratorio ed allestendo su-
bito un «refettorio del Paplt *, che, il 26 giu-
gno, iniziò la distribuzione giornaliera di oltre
500 minestre ai più bisognosi, grazie alla ca-
rità del Santo Padre. Coll'anno scolastico 19-14-
+5 l'istituto riaperse anche le scuole, mentre
l'oratorio, riorganizzando tutte le sue attività
religiose e ricreative, intensificò la diffusione
della collana Lu.l: per arginare la propafs-!nda
antireligiosa dei nemici della Chiesa che spccu-
lano su tutte le sventure per rovinare le anime.
Ci~1itai1ecchia fu colpila dal primo massiccio
bombardamento il q maggio 19+3: circa 500
militari uccisi sui piroscafi in partenza cd oltre
400 civili uccisi in città e nel porto. La nostra
ca.-;a fu ~Iva. l quattro confratelli si sparsero
nei luoghi più colpiti e per le corsie degli ospe-
dali a confortare, soccorrere e aiutare, con
tanta abnegazione, che l'autorità comunale li
citò a pubblico encomio. Evacuata poi quasi
completnmente la città, t!ue sacerdoti rimasero
a prestare l'assistenza rtligiosa ai pochi rimasti
cd a quelli <li passaggio, celebrando nei giorni
festivi all'aperto anche nelle campagne circo-
stanti per miizliaia di sfollati . Coi rivolgimenti
dell'8 settembre, il Direttore-parroco dovette
rappresentare anche le pubbliche autorità tutte
scomparse, e tenne bene il suo posto fino alla
riorganizzazione del potere civile, frenando
disordioì e sacche~gi cd influendo energica-
mente sugli occupanti per ri~parmiare vc~a-
idoni alla povera gente. Le violenti incursioni
di ottobre imposero però l'evacuazione totale,
cd allc,ra i nostri si accamparono con un folto
gruppo di sfollati a Cistl'rna cr,struenùo una
h:uacca per la cappella.
Dal novembre 1943 all 'ottohre 19-t4, con
ampie facoltà avute d:11 \\\\:scovo, assunsero

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pure la cura delle anime di tutta la zona di accorrevano a confessarsi ccl a comunicarsi
Civitavecchia, prodigandosi generosamente, nei come per viatico, grati del prezioso ministeto
52 bombardamenti, in tutte le opere di soccor:;o e delle medagliette che venivano loro regalate.
spirituale e materiale. Prepararono anche un Per I..: confessioni, i nostri si servivano di un
centinaio di bambini alla prima Comunione formulario ricavato da un libro di pietà scritto
cd alla Cresima. L'incursione del 12 maggio in tedesco. La fatica più grande, d<>po ogni
prese di mira proprio il tratto in cui sorgeva bombardamento, era il trasporto dei feriti e la
la baracca-cappella; cd allora dovettero spo- raccolta dei morti per la sepoltura. Negli ul-
star;;i più .in campagna, celebrando all'aperto. timi giorni compivano questi pietosi uffici
Avvenuta la liberazione, riattarono la cappella sotto le granate. Una volta furono chiamati
per la festa del Corpus Domini; poi raggiunsero per otto italiani condannati alla fucilazione.
la città au aiutare i cappellani americani 11el Due ore di vera agonia con quegli ù1felici,
servizio religioso alle truppe, riuscendo ad senza poter riuscire a salvarli dalla crudele
ottenere aiuti per le ri-
sentenza. Li prepara-
parazioni più indispen-
rono alla Confessione
sabili alla casa cd alla VESCOVI SALESIANI cd alla Comunione, poi,
chiesa. Rientrata la po-
polazione, riportarono
con solenne processione
il Santissimo in parroc-
Nel Concis toro del 18 febbraio u . s. li Santo
Padre Pio Xli ba trasfe rlto a lla C b I e s a
Ca tte dral e Arcive s covile di Va•
l e n:r;a (Spag n a) S. E. Rev.ma MONS. MAR•
munitili dei conforti
religiosi, li seguirono
fino alla boscaglia del-
l'esecuzione, abbrac-
chia e continuarono a CELINO OLAECHEA LOIZAGA, già Vescov o ciandoli e baciandoli a
supplire gli altri parro- d i Pamplon a . - Ha pure preconlnato alla nome dei loro cari, cd
ci fino al loro ritorno. Chiesa titola re d i El<an l Il nostro R e v .m o amministrando l'Estre-
Per l'anno scolastico
poterono riorganizzare
Don ARNALDO APARICIO, d e putandolo Au•
siIlare d i S. E. l'Arcives covo di S, Salva dor.
ma Unzione, subito
dopo l'orrenda esecu-
due classi elementari e
due medie. L'oratori()
vide presto afHuirc fit10
Al due degni fig li di Don Bosco I nos tri
p fe rvidi a u guri e l'asslcura~lone
de lle nostre preghie r e.
zione. Raggranellando
quel che potevano nelle
campagne, preparavano
a 200 e più ragazzi~
ogni giorno anche una
La casa continuò ad essere un porto di mare gran caldaia di minestra che distribuivano a
per tutti i bisognosi ai quali si dispensò tutto tutte le ore agli affamati, e portavano nei rifugi
quanto si pote. Vi sostarono anche molti eccle- ai vecchi infermi cd ai bambini. Nonostante
si.1stici diretti e provenienti dalla Sardegna. molte intimidazioni, riuscirono a salvare la
Pci periodo di emergenza - gennaio-giu- casa e la chiesa dalle requisizioni, per tenerla
gno 19+4 - nella nostra parrocchia di Grotta- a disposizione della povera gente. Sensibile
ferrata rimase solo il parroco col viceparrorn, la protezione di Maria SS. Ausiliatrice! I no-
facendosi tutto a tutti per l'assistenza non solo stri avevano collocato cinque medaglie della
religiosa e morale, ma perfin civile e sanitaria Madonna ai confini della casa. Negli ultimi
alla popolazione che si rifugiava nelle campa- giorni le granate fioccavano da tutte parti;
gne cercando scampo nei sotterranei e nelle il 3 1 maggio, sedici incursioni sganciarono a
grotte scavate nella roccia. Dopo lo sbarco di tappeto su tutta la zona. Essi rimasero un
Nettuno, la città divenne l'immediato retro- buon quarto d'ora come soffocati da polvere
fronte con tutta l'attività bellica che si può e calcinacci: una bomba di grosso calibro scop-
immaginare: ed i nostri confratelli a correre, piò ad una cinquantina di metri; un'altra
sotto le bombe e la mitraglia, con l'altarino cadde a venti metri e rimase inesplosa. La
da campo e i pronti soccorsi, a piedi o in bici- casa e la chiesa non perdettero che i vetri...
cletta, nei vari punti di concentramento, a Giunta la liberazione, il primo atto di pietà,
celebrare, amministrare i Sacramenti, predi- insieme colla cura dei feriti, fu il ricupero dei
care e prestare gli aiuti ai colpiti. Una notte cadaveri, alcuni orrendamente straziati, e la
vennero fermati da pattuglie e poco mancò sepoltura dei morti. Ora la vita parrocchiale
che non vi lasciassero la vita, per quanto fosse ha ripreso in pieno; l'Oratorio si rianima con
visibile alla luce abbagliante dei proiettori la tutte le sue attrattive, sezioni di Azione Cat-
cotta e la stola che indossavano. Dopo vario tolica, Reparto Esploratori, ecc. Ogni giorno
tempo a «mani in alto », senza riuscire a fare continua la distribuzione di 300 minestre, lar-
intendere ragioni, furono lasciati proseguire. gite dal Papa ai bisognosi. Eppure la propa-
Ogni sera, attendevano ai soldati germanici ganda anticlericale fa di tutto per strappare le
cattolici che, alla spicciolata e ben guardinghi, anime ai loro migliori benefattori. (romimm).
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1.7 Page 7

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· Per g I i '' . SCIUSC.lf-l ''
Contimu,~,r,ttr:
aprile, ptJJ(i,ra 48.
Roma... capitale dell'apostolato.
La cronaca <lei nostro Istituto "Sacro
Cuore" il 13 marzo 1945 registrò la presenza
ùi venti ospiti straordinarii, per i quali occorre-
vano venti minestre e quindici sfilatini di pane.
11 giorno seguènte il n"mero degli Sci11scià
salì a 42. Semplicemente raddoppiato.
li 19, festa di S. Giuseppe, i ragazzi erano
122. Non bisogna pensare ad una conversione
in massa. La mattinata per tutti quei poveri
• figlioli continuò a tras<.-orrcre come prima nei
rispettivi mestieri, per le vie e le piazze della
città. i\\Ia, dopo mezzogiorno, abbandonando
ogni altra cosa, correvano solleciti dove anche
i preti giocavano con essi al pallone, e dove,
soprattutto, all'una e mezz.1 , potevano mangiare
gratis del tutto. Fu specialmente quest'ultima
'circostan1,a ,td indurre i più alla variazione dd
loro orario quotidiano. Per il resto, tutto con-
tinuò come prima, per allora.
8udici e cenciosi come prima, continuavano
a fumare, a giocare alle carte, a parlare piì1 o
meno sboccato, a fare le grame professioni:
sciuscià, rivendita di giornali allo strillo, com-
mercio clandestino di pietre accendisigaro, ecc.
Chi li vedeva giocare coi preti ndl'ampio no-
stro cortile di Via Marsala, li poteva ritrovare,
la mattina dopo, alla stazione, o a piazza Co-
lonna o a ponte Vittorio o all'Esedra. ì\\Ia in-
tanto avevano una base, il cortile, e degli amici
sinceri, affettuosi, generosi, i quali ogni pome-
riggio li aspettavano. Fu la loro .-tlvezza.
La confidenza non tardò ad affiatarli. Il loro
cuore si aperse e svelò la piaga più viv-a: la
ma.ncanza di affetto. Quanti di loro si vede-
vano tremare, la sera, al pensiero di rientrare
in casa, sen1,a la somml\\ fissata dni genitori!
Malvisti e maltrattati, costretti alla strada, ai
furti, ai commerci leciti cd illeciti, accorre-
vano aUa casa di Don Bosco, sotto lo stimolo
<li uoa fame ben più angosciosa di quella che
manifestavano a tavola: fame di affetto, di
comprensione, di bontà.
Al ~ Sacro Cuore t trovarono bontà, com-
prensione, affetto.
A servizio de i piccoli.
L'Ospizio è da anni sede anche di uno Stu-
dentato teolog:co salesiano. Tra i giovani
chierici si sviluppò una nobile r;ara per colla-
bomre alla redenzione di tanti p:ccoli e sven-
66
turati fratelli. Un comitato di volenterosi s1
divise il lavoro di prima necessità.
Chi meglio conosceva le località, gli usi, gli
orari degli sciuscià, si assunse l'impegno cli
andarli a cercare. La polizia fece presto a ca-
pire la santità della loro missione e, tolto
qualche ingenuo equivot.-o chiarito subito in
Cornmissru-iato, lini per lasciar loro libero il
campo.
Altri Salesiani pensarono al rifornimento vi-
veri: cd eccoli per la città a stendere la mano,
bussare alle porle, organizz:tre mezzi e tro,·ate
per rifornire la mensa dei nuovi ospiti, che ogni
giorno aumentavano. Questa sezione istituì un
rcparto <li chierici e di giovani, pronti a re~irsi
a ritirare nei diversi recapiti la merce messa
a disposizione dall'Ufficio Sussistenza, da ca-
serme, enti e da famiglie private.
I chierici che avevano qualche competenza
in fatto di medicazione, di pettinatura, taglio
di capelli, spidocchiatura, si misero a disposi-
zione per servizi ùi igiene e di pronti soccorsi.
Altri con non minore affetto e disinvoltura
presero il posto degli sguatteri per lavare i
piatti e le posate <lei commensali, che si succ,·-
clevano con famcl ica fretta a prendere i pasti
in due o più turni, perchè le stoviglie disponi-
hili nòn bastavano a più di un centinaio di
bocche per volta.
La quinta sezione dei chierici curava l'atti-
vità sportiva: org-anizz.azionc di partite e gare
cli gioco; allcsti'mento e riparazione di pilloni,
scarpe, ecc.
La sesta, la vivandcria: distribuzione di mi-
nestre, pane e pietanze, e assistenza corrispon-
dente.
La settima, l'attività artistica, per mc•zzo
soprattutto del teatrino.
L'ottava, l'attività pastorale e catcchistic.1.
Un sacerdote prcsiede\\"a tutto questo movi-
mento che mobilitava e mobilita tuttora quasi
tutti i chierici dello studentato con l'esube-
ranza e la generosità del loro temperamento,
senza trascurare il dovere quotidiano che li
vincola alla frequenza delle università ecclesia-
stiche romane. A questa geniale divisione del
lavoro, e soprattutto ai sacrifici di questo dopo-
scuola che tutti affrontano col viso sorridente,
si deve in p-an parte il successo iniziale della
conquista nel settore di Termini.
Ma l'apostolat1 si è esteso a vari altri settori.
Al Mandrione si è aperto l'Oratorio festivo,

1.8 Page 8

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per 1 giovani del Horghetto e del Ponte, i due
quartieri più squallidi di Torpignattara: grame
abitazioni, a un solo piano, fra miseria e sudi-
ciume, dove i giovani crescono naturalmente
secondo l'ambiente. Molti ragazzi, circolavano
seminudi, con segni evidenti di ogni sorta di
privazioni. Numerose << bande 1► si erano spe-
c:2lizzate allo svaligiamento dei treni della
«Casilina ~- Dovette intervenire la polizia al-
leata, ed un ragazzetto di 12 anni rimase ucciso
dalla scorta di un treno. Ai primi tentativi di
accostamento risposero con sassaiole quotidia-
ne contro l'istituto. Addio vetri, e occhio alla
testa! Lavorare la campagna divenne quanto
mai difficile, per le pietre che fioccavano
dalla ferrovia. Non si era più sicuri nl: in
casa, nè fuori.
Finalmente però, qualche ragazzo cominciò
a far capolino all'entrata dell'Oratorio, attratto
dal tonfare del pallone nel cortile. Ma, facce
musone, sospettose, restìe alle buone parole.
Qualche volta dai cenci sbrindellati estraevano
una pistola autentica, per quanto di vecchio
tipo, e la puntavano contro i Salesiani.
Forse per ischerzo; certo però coll'inten-
zione di incutere paura e soggezione. Tutta-
,·ia, col passar <lei giorni, le sassaiuole dimi-
nuirono di frequenza e di intensità: i frombo-
1:eri entrati nel cortile cominciarono a cedere
al gioco. Ma, al suono del campanello per
andare in chiesa, via tutti a precipitosa fuga.
Pazienza l Don Bosco conquistava colla bon-
e l'amorevolezza!...
Alla fine del 19451 più di trecento fre-
quentavano assid.uamente, trasformandosi in
ottimi figlioli. Invece delle bcs:cmmie, le loro
labbra salutano ora col «Sia lodato Gesù Cri-
sto». Si sono costituite squadre sportive che
attirano anche i giovanotti, il Circolo di Azione
Cattolica, gli Esploratori, ecc. 150 poterono
passare allegramente le vacanze a Genzano
in colonia estiva. L 'Oratorio segue il program-
ma normale, con funzioni ed istruzione rcli-
giosl, e nessuno più fugge quando suona il
campanello per la chiesa. Alla povertà dei più
bisognosi, si potè provvedere con capi di ve-
stiario; a tutti, frequenti distribuzioni di sfila-
tini e di altri aiuti favoriti da buone persone
e dalla Commissione Pontificia.
A S. Callisto i primi contatti con .i ragazzi
della strada risalgono al 19 gennaio. I nostri ne
incontravano a frotte nella via Ardeatina, via Ap-
pia e dintorni della Basilica di S. Sebastiano,
coll'occhio agli automezzi degli Alleati in visita
alle Catacombe, per combinare qualche affare.
Erano in maggioranza figli di operai, cen-
ciosi, sporchi, mal nutriti, avvezzi al turpilo-
quio ed al furto. Qualcuno fu sorpreso a ci-
barsi perfino dell'erba racimolata nei campi.
Chierici e coadiutori, sottraendo qualche
cosa alla loro refezione, riuscirono a farsi
qualche amico tra quelle rozpe brigate, invi-
tandole a giocare al pallone. Ne affiuirono
dapprima una diecina, poi altri, ed altri ancora.
La ·domenica seguente erano 20, poi 35, poi
50. A fine marzo eran più di 70.
Il 18 febbraio si iniziò l'opera alla Garba-
tella, di intesa col Parroco che appoggiò
e condivise le iniziative e le speranze dei
Salesiani.
Poi a Tor Marancio e a Monteverde dove il
Parroco della Trasfigurazione aveva già in ef-
ficienza w1 oratorio frequentato da un centi-
naio di ragazzi.
L'undici marzo vi comparve per la prima
volta una << banda •> di «ragazzi della strada »,
che cantavano << Bandiera rossa I► e inaugura-
vano il contatto con i giovani chierici, a suono
di bestemmie, di provocazioni e di parole
oscene. Con un miracolo di pazienza e di bontà
i nostri riuscirono a trattenerli quasi tutti,
impegnandoli nel giuoco.
Il parroco si addossò la refezione per qua-
ranta bocche, tra le più bisognose. E1·a già
molto, per le sue possibilità; ma poco per le
necessità dell'ambiente. L'opera attecchi e
continua bene.
Al Testaccio i nostri confratelli addetti alla
parrocchia avevano sudato a trattenere i ragazzi
dalla frenesia di avventure fino al 3 marzo
del 1944. Durante i rastrellamenti anche i più
irrequieti accorrevano all'Oratorio in massa
contando suIla scritta: << Proprietà della Santa
Sede•> per salvar la pelle. Ma, al bombarda-
mento dell'Ostiense ed all'ingresso degli al-
leati, fu uno shsndamento generale in cerca
di bottino. Ce ne volle per riaverli tutti al-
l'Oratorio! I nostri li dovettero ricercare fin
nei quartieri più lontani. Riuscirono a far
qualcosa quando il Superiore della Compa-
gnia S. Paolo, che a Saba allestiva il «pranzo
dei poveri •> colle sovvenzioni della S. Sede,
cominciò a regalar dei « buoni •> per i più
assidui e bisognosi. In cambio, <lopo pranzo,
l'Oratorio del Testaccia offriva il diverti-
mento ai poveri di S. Saba. Nell'autunno
ottennero aiuti diretti dalla Commissione Pon-
tificia di Assistenza, c<l allora la prospettiva
della merenda quotidiana e del pranzo do-
menicale finì per attrarne molti altri. Pote-
rono allestire persino corsi di scuola regolari
per 120 ragazzi, grazie al concorso d'!I Prov-
veditore agli Studi e di ottime mal''-'n::.
( Conti111111).

1.9 Page 9

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DALLE NOSTRE MISSIONI
CINA
Con lettera del 29 settembre 1945, il diret-
tore del nostro Istituto S. Giuseppe di Nantao,
Don Vincenzo Ricaldone, dava, tra l'altro, le
seguenti notizie:
(< Finalmente ci è dato di rompere il lungo,
forzato silenzio. Duri furono questi anni di
guerra senza notizie nè di superiori, nè della
cara Congregazione. Ptrò mai abbiamo sentito
cosi vivo il nostro amore a Don Bosco e l'at-
taccamento alla famiglia salesiana. Ci troviamo
nella casa di Nantao, che presentemente è
divisa in due parti. Met\\ è occupata da circa
400 cx militari e marinai italiani che attendono
il rimpatrio. L'altra parte è a nostra disposi-
zione. Il pian terreno è tutto per le scuole
esterne che contano 500 allievi; una parte del
secondo piano ospita 62 aspiranti, quasi tutti
Shanghaicsi, molto buoni e studiosi; il resto,
col terzo piano, è per gli studenti di teologia
e di filosofia. Non so se in tutta la Congrega-
zione vi sia una casa così complessa. Ma tutto
procede bene, essendo tutti animati di ottimo
spirito e buona volontà. Gli studenti di filo-
sofia cinesi sono 8. Gli anni di guerra li ah-
biamo passati discretamente. Solo gli ultimi
due mesi abbiamo subito l'incubo dei bom-
bardamenti, che però, qui a Shanghai, non
hanno danneggiato le nostre case. La Divina
Provvidenza ci ha protetti in modo sensibile>>.
INDIA NORD
Rev.mo sig. D. Ricaldone,
le lascio immaginare con quanta gioia prendo
in mano la penna, sapendo che questa lettera
potr-à giungere nelle sue mani, per recarle
finalmente notizie dei figli lontani.
In questi anni di incertezze e di sofferenze,
quando, nei momenti più tragici del conflitto,
la furia devastatrice della ·guerra portava i suoi
colpi su quella Torino, dove il nostro santo
fondatore ha cretto la cittadella di Maria Au-
siliatrice, abbiamo sentito, tra angoscia e dolore,
più forte che mai, il legame che ci tiene uniti
alla Congregazione e ai venerati Superiori.
E oggi, che sappiamo tutto salvo e tutti inco-
lumi, con commossa gratitudine rendiamo gra-
zie ai nostri celesti Protettori. Ci è caro pen-
sare che a preservare la nostra Casa Madre da
tutti i possibili mali, abbiano concorso anche
le nostre povere preghiere e segnatamente
quelle tre Ave Maria, che, a orazioni finite,
a giornata conchi_usa, dicevamo più col cuore
che col labbro, affinchè la Mamma Ausilia-
trice difendesse sotto il suo manto la sua Casa,
donde era uscita e doveva ancora uscire la
sua gloria.
Noi, missionari dell'India, sebbene nella più
parte dei casi abbiamo potuto evitare gli or-
rori della guerra guerreggiata, pure ne ab-
biamo subìto i fieri contraccolpi. Ma abbiamo
accettato tutto dalle mani della Provvidenza,
offrendo il nostro soffrire al Signore per la
conversione dei poveri peccatori e per la sal-
vezza del mondo. Ci fu tuttavia un dolore che
più difficilmente trovò conforto: quello di do-
ver vedere molte opere di bene paralizzate e
molw lavoro apostolico impedito dal forzato
internamento di tanta parte del personale in
un campo di concentramento nell'India del
sud, al quale furono avviati anche i confra-
telli dell'lspettoria del nord.
Impediti di attendere al nostro apost0lato
esterno, ci siamo preoccupati di orgauizzarc la
nostra vita rdigiosa salesiana anche nel campo
di concentramento. li numero dei confratelli
internati fu rilevante e non è facile descrivere
le loro condizioni. Accenno solo ad un parti-
colare: ci furono periodi. in cui il vino per la
celebrazione del Santo Sacrificio veniva mi-
su rato col contagocce. Si ricorse a tale espe-
diente per assicurarci il conforto e il sostegno
della consacrazione quotidiana di quel prezio-
sissimo Sangue, di cui basterebbe una stilla,
al dire dell'Angelico S. Tommaso, per sal-
vare tutto il mondo da ogni delitto.
11 sig. D. Cinato, che nella sua qualità di
l spettore aveva ottenuto libera circolazione,
eia vero buon pastore, volle seguire la sorte
di tante sue pecorelle: chiese di entrare nel
campo di concentramento per sorreggere e
aiutare spiritualmente i suoi figli, e per condi-
videre con loro i disagi di una situazione estre-
mamente delicata e penosa. La sua presenza
tra i confratelli internati costitul quindi un
valido aiuto e concorse a regolarizzare il più
possibile la nostra vita nel campo. Così, grazie
all'aiuto del Signore, fu possibile condurre
vita di comunità e di osservanza, con edifica-
zione di quanti condividevano la nostra sorte.
Anzi essi hanno potuto beneficiare delle no-
stre prestazioni e della nostra opera spirituale.
68

1.10 Page 10

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Ordinazioni i.ac erdotali.
Organizzato il nostro orario, il personale
giovane attese a completare la propria forma-
zione; e fu cosi che la milizia della Chiesa si
arricchi ùi nuovi ministri. Dal principio della
guerra s0no stati insigniti del carattere sacer-
dotale 48 chierici dell'Ispettoria del Nord e
65 dell'Ispettoria del sud. La cura rivolta
alle vocazioni indigene quest'anno ci ha dato
la consolazione di poter inviare sette giovani
al nostro Noviziato.
Con grande dolore però, le debbo annun-
ciare la morte di due confratelli veramente
benemeriti: il buon D. La Fon, defunto nel
gennaio <li quest'anno, e D. Piesiur. Quest'ul-
timo, colpito da artrite deformante, passi> a
miglior vita dopo anni di inauditi tormenti,
sopportati con eroica, esemplare rassegnazione.
Ci conforta la speranza che il Signore abbia
loro concesso la mercede promessa ai servi
fedeli e vigilanti, e il pensiero che essi abbiano
perduto soltanto ciò che poteva perire. Essi
dal Cielo con la loro preghiera otterranno
benedizioni per fecondare le fatiche apm;toliche
dei superstiti.
Gli altri confratelli, per quanto provati
dalle fatiche e dalle privazioni, godono buona
salme, eccezion fatta per il Direttore di Vel-
lore, D. Sandanam, affetto, a quanto si teme,
da tubercolosi alla spina dorsale e sottoposto
alle cure del caso.
Notizie consolanti.
Ma eccole particolari consolanti delle no-
stre opere.
A Tirupaltur abbiamo ora una bella chiesa
dedicata al Sacro Cuore. La casa ospita at-
tualmente gli studenti di teologia e filosofia,
sia del Nord che del Sud, e un gruppo di
24 aspiranti, oltre ad una sessantina di orfa-
nelli, che D. Bosco ha tenuto con sè anche
nelle difficili condizioru <lei tempi.
A Vellore, con un forte sussidio offertoci
da S. E. Mons. Arcivescovo, abbiamo potuto
comperare un appezzamento di terreno at-
tiguo al nostro con una costruzione a due piani.
Così ci siamo messi in grado di aprire una
scuola, riconosciuta ufficialmente come lliglz
Scl100J. .: fiorentissima: 800 allievi, di cui oltre
200 interni. Tra essi si contano 22 aspiranti.
A Bombay il progresso della nostra opera
ha del miracoloso. Romhay è la città dell'In-
dia dove il terreno è più caro. Ebbene, nono-
stante la lristczza dei tempi, ìl nostro D. Ma-
schio è riuscito a comperare il terreno, e per
alzarne il livello troppo basso, lo fece riempire
con le macerie del porto, sconvolto da un espio~
sione. Per tale operazione ci volle l'impiego
di 5000 grossi camion, complessivamente:
tutto fu compiuto ad onta che benzina, mano
<l'opera e trasporto fossero a prezzi proibitivi.
Contemporaneamente fece erigere un magni-
fico edificio moderno a due piani, tutto in ce-
mento armato, compiendo un'opera che ha
fruttato ammirazione, stima e affetto all'opera
di D. Bosco in India.
Ovunque poi i Vescovi aspettano grand i
cose da noi, specialmente per quanto concerne
l'organizzazione di scuole industriali e la for-
mazione di operai cattolici. L'India è alla vi-
gilia di una grande industrializzazione. An-
che qui c'è motivo di temere la diffusione
d'idee· contrarie ai san-i principi religiosi e so-
ciali, e gli occhi dei cattolici ben pensanti si
rivolgono a noi, come agli uomini mandati
dalla Provvidenza in questo momento deci-
sivo nella storia del popolo Indiano.
Amato Padre, anche qui la messe è vera-
mente molta. Basterà che vengano operai e
si potrà fare un'abbondante mietitura. Ci rac-
comandiamo a lei affinchè ci mandi tutti gli
aiuti possibili. Ma più insistentemente le do-
mandiamo l'aiuto della sua preghiera e il con-
forto della sua benedizione.
A nome di tutti i confratelli di questa
Ispeuoria le umilio i sensi del più devoto e
filiale ossequio
Madras, 9 aprile 1945.
sempre dcv.mo e aff.mo in C. J.
D. GIUSEPPE CARRENO, Ispettore.
B01\\'IBAY
Una lettera firmata dal direttore della Casa
di Bombay e da tutti i confratelli, in <lata
31 marzo r945 ci dà una buona relazione di
lutto il progresso della nostra Casa di Bombay.
Per 12 anni i nostri confratelli diressero una
modesta scuola in una piccola casa di affitto
nel distretto detto Tarcleo, senza riuscire ,t
trovar luogo migliore, Un bel giorno il pro-
prietario cedette i suoi terreni acl una ditta
cinematografica e diede ai nostri tre mesi di
tempo per cercarsi altra sede.
Dopo aver girato inutilmente tutta Bombay,
dovettero adattarsi in una casa privata in uno
dei quartieri più dispendiosi della città. Era
l'antica residenza di un '.VTaharajas. Aiutandosi
con una lotteria e con altre industrie, essi
riuscirono a pagare l'affitto dell'edificio e ad
accaparrarsi un buon terreno nel quartiere di
Matunga. Nel novembre del 1940, per la
prima volta, fecero uso del torpedone scola-
stico per raccogliere gli alunni esterni e por-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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tarli alla scuola. li numero degli alunni però
era cosi superiore ;1lla capacità dei locali che,
durante il monsone, ne dovettero porre a
dormire in ogni angolo della casa. Per ottener.:
un ambiente adauo incominciarono allora un,
supplica quotidiana a S. Giuseppe, dopo le
or1zioni della sera. La grazia non tardò a
confortarli. Il r9 marzo 1941, festa del Santo,
l'Arcivescovo di Bomhay benediceva la prima
pietra del nuovo ed,fido. I lavori procedettero
in guisa che dal 27 al 31 ottobre, poterono
traslocare tutta la scuola. I ragazzi, tornando
dalle vacanze, furono felici di vedersi accolti
nel nuovo istituto, che venne solennemente
inaugurato il giorno della festa di Don Bosco,
31 gennaio r942. Compi la cerimonia ·l'Arci-
vescovo di Bombay alla presem.a del fior fiore
della città. Vi intervenne anche l'Arciv<,-scovo
di Madras, il nostro Ecc.mo Mons. Mathias.
il quale celebrò una funzione speciale per gli
alunni delle pubbliche scuole cittadine, che
accorsero numerosi alla tl{iomata dei Ragazzi•·
Dopo la Messa nel salone dell'Istituto, pcrchè
la cappella non bastava a contenerli, i giovani
ebbero anche la colazione e la sorpresa di un
ottimo concerto. In quei giorni molte chiese
di Bombay e dei sobborghi festeggiarono Don
Bosco con Messe solenni e panegirico del
Santo. Altra indimenticabile cerimonia del 1942
fu l'intronizzazione del Sacro Cuore e la
consacrazione di tutto l'Istituto al Cuore dol-
cissimo di Gesù. Nello stesso anno scolastico
cominciò a funzionare una claSS\\' pei più
piccoli, sono il nome di K G.-Kindergarten.
Il tntale degli alunni raggiunse il numero di
400, di cui solo un ccnti11aio interni, per
paura che la guerra avesse a coinvolgere la
città. Nel 1943, gli alunni assommaren<1 a
560; interni 180. In cappella non c'erano
banchi a suflicienza. Anche il salonc dovette
essere trasformato in dormitorio pci più pic-
coli che dormivano sul pavimento. Una delle
cerimonie più suggestive registrate dalla cro-
naca dell'anno, fu la r.-,nsacrazione al Cuore
Immacolato di Maria, compiuta da 1\\Ions.
Scuderi, degente nell'Istituto per una opera-
zione, dopo tre anni di internamento.
.
Nell'aprile del r944 una violenta esplosione
ai moli fece molte vittime e distruzioni; ma
l'Istituto fu salvo. Anzi le autorità militari
consentirono il livellamento del terreno circo-
stante con cumuli di macerie che i camions
continuarono a trasportare da maggio a di-
cembre. li lavoro non è completo; ma già
un gran sollievo, perchè toglie una depressione
che, nel periodo delle piogge del monsone,
verùva completamente allagata e moltiplicava
spaventosamente l'infestazione delle zanzart·
Nel mese di maggio gli alunni ebbero unn
s:stcmazione pii1 comoda colla costruzione di
un refettorio provvisorio e la suddivisione del-
l'antico refettorio in aule scolastiche. In giu!lnr1,
altri progressi: più aule e nuovi banchi; gabi-
netto di fisica completamente rinnovato; alunni
interni, 230; totale, 800. Caratteristica della
vita collegiale ùi famiglia, i concerti che I' Isti-
tuto dà nelle fc..-ste principali gratuitame·llc
come omaggio agli amici e benefattori che
accorrono sempre numerosi. L'ispettore sco-
lastico visita l'istituto una volta all'anno Finora
diede sempre ottimi rapporti. L'anno scors'>
poi, successo del 100 °., ai pubblici esami.
Anche le gare di sport con altri istituti cittadini
hanno assicurato agli alunni molte affermazioni,
documentate da parecchie coppe. Ma quel
che più conta è l'insegnamento della Religione
che si svolge con una mezz'ora di lezione
quotidiana c<l anima i giovani alla conquista
dei premi l" dei diplomi nelle gare finali,
mentre li informa alla vita cristiana.
SIAM
Amatissimo Padre,
affido questa seconda lettera alla cortesia
di un capitano inglese, il signor Turner. Egli
ha due figli nel nostro collegio di Farnborough
in Inghilterra; nppem seppe che a Bangkok
vi erano Salesiani venne a trovarci e stamane
part,·cipò alla funzione ddlc prime Comu-
nioni nella nostra Cappella, fermandosi poi
a colazione con noi.
Questa è la prima lettera in cui posso dare
qualche noti.zia. Comincerò a parlarle dei no-
stri malati. Per vari moti,·i in questi anni ne
abbiamo avuto parecchi e variamente malati.
Grazie a Dio, abbiamo però potuto formare
una nuova casa proprio per Confratelli malati,
s1,tto la protezione ùel nostro malato modello
D. Andrea Beltrami. La casn è in ampio terre-
no, sul fiume, a qualche minuto dalla residcnw
missionaria di Thavà. Siamo certi che i malati
anireranno bencdizioni speciali sulla Missione
cui umanamente sembrano non giovare pita.
Chiedo per tutti loro una sua speciale bene-
dizione: ne saranno confortati. Presto manderò
altre notizie. Ho tante cose da dire. Il lavoro
aumenta ogni giorno. Questi Confratelli fanno
dovvcro miracoli. Deo gratias!
Le bacio la mano e mi professo
Bangkok, 8-1x-1945.
aff.mo in Corde Jesu
Sac. GIOVANNI CASETTA, Ispetton,.

2.2 Page 12

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CULtO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE
!i'-"''-'---"'_,.._.,..._,.._.,..._,.._,,___,.._,..._,.._.,-......,~
j Grazie attribuite all'intercessione di ~
) MARIA AUSILIATRICE e di S. GIOV. BOSCO (
:1.-... -.~....-..,-....,.-..,-.., ,....._~,.....,.......,.....,. ,....__........... r ;
Raccoma,uliamo tit•awu111t ai gra:iati, Mi caJi dt RUllriJtiom,
tli J'(Krifu.an: tt,np-,e !Jtin, In maialtÙJ r lt rireòHOn:r pit'1 ,.,,,_
/)<Jrtflnti, ~ d, Jt:Rnart clunramt!IUt. la f)r,1prin fi,t)ltl Sorll b,m.
pottndolo, o~giunftr, 11n u,ti/icato ~di(().
Nun si pubblu11no trtttfralmtnlt lt r~la~wm d, otue< o,ao..
mmr. o /irmau cvii, J.<mNia 1m:iali.
L'aiuto di Maria Santissima.
Mio figlio M11r:o, dopo tre anni di guerra. tomn"a
dalla Slovenia. Negli ultimi mesi che pn·ccdettcro
le liberazioni fu arrcst11to per ragioni politiche con
una grave accllsn. L>a quel giorno le mie prc11hicre,
che per tre anni cmno state rivolte alla V criiine, si
intensificarono e non ebbi più pace fino a che il
l(iomo 27 aprile fu liberato cogli altri suoi compagni.
In altra circostanza constatai la protezione dell'Au-
siliatrice.
Nei primi dì mn1no, per ragioni d, servizio, do-
veva recarsi n Snlug~ia in auto. l\\1cntrc pcrcorn:,·a
l'autostrada, e l'nutìsta procedeva a velociu\\ note-
vole, superata una sulitu, si presentò al\\'1mprovviso
una macchina forma sulla stessa direzione. Per evi-
tare un sicuro inv.:atimc:nto, con una brusca mano-
vra la macchina si spostava a sinistra e andu"a ad
unare contro il p~rapctto del ponte. Dopo averne
abbattuto parecchi metn, con un c:ip1tombo!o la
macchina si accosciava sul greto del fiume.
Passata circa un'ora nuo figlio veniva soccorso e
trasportato all'A.~blntcria JV1.artini e ricoverato con
prognosi riservata e serio pericolo per In sun vita.
Con più ardore che nmi lo raccomandai allora alla
Madonna d1 Don Bosco e, dopo otto giorni, i medici
lo dichiararono fuon pencolo.
Ora si è nmcsso quAs1 complet.amente cd 10 rin-
grazio la Vcrl(in1: d1 avermelo per ben trc volte
scampato dalla mortc.
Tori110, 12-v111-1945. M.ARTl~INCO ANITA.
Ritornarono sani e salvi.
Da più di un 11nno avevo mio figlio Attilio inter-
nato in Germnnin e lo mia preoccupazione ,•ra tale
che non poce,•o più aver pace nemmeno durante
In notte.
Come sempre in nani i frangenti d1ffic1h della
mia vir.a, mi rivoli:tevo SO\\'ente e con l{Tiln fiducia
a M. SS. Aus1hatrice e a S. Giovanni Bosco, affin-
chè mediante il loro aiuto potessi sostenere la diffi-
cile prova con rassegnazione e pot,..sse mio figlio
ritornare snno e snlvo.
Un giorno - era dt1 tempo che non avevo notizie
dalla Germania - una mia cono~ccnre si recava a
Torino da un chiromante per aver notizie, diceva
lei, di un suo fi11ho militare e si offriva nel contempo
di portare nl fomoso indovino le fotogmfie d1 mio
figlio e d1 un mio n1pot,;: che si pcnsnvn disperso
pcrchè da p1ù di un anno non nve\\'a dato noti.r.ie
di sè e tutte le ricerche erano stnte 1nfrutiuo~c.
Fui sempre incredula verso simile fattn di chiaro-
veggenti e ncm•ca di ogni superst1z1one, ma. tanto
mi doleva la condi1.ionc dei miei cari lontani che m1
lasciai adescare. In bre\\'e: mio rupote sarebbe già
passato all'eternità e mio figlio, se fosse dO\\'UtO ri-
tornuc, avrebbe recato con sè una malattia da cui
diflìcilmcnte sarebbe guarito.
Abbattersi per tale pronostico? Dub1t11rc del-
l'aiuto di M. Ausiliatrice e di S. G. Jlosco, che
già tante grazie mi nvcvano elargito 1 Mai! Pregai
ancor di più cd ebbi maggior fiducia, e nncom una
voÌta ebbi lo 11mn consolazione di vedere esaudite
le m ie preghiere e i miei voti. Ritornò il nipot.: cW
Montenegro, ritornò il figlio dal campo di concen-
tramento, tanto esauriti si, ma senza alcunn malattia
specuica.
Rjngrnio perciò :\\1. Ausiliatrice e Don Bosco
per 11 nuovo ,::rnnde fo,·ore accordntomi.
Ton1'11go Ca,wul'u, agosto 1945.
PJRE'TTO CRISTINA.
Cadde il soffitto sulla scolaresca!
Era la mattma del J I gennaio, ultimo scorso.
Con i miei bambini cli seconda, mi trovavo in
cl.asse per la solita lezione.
Ave,amo rcCÌhllO le preghiere iniziali, e ~ta,·o
parlando del gm11dc Santo del giorno: S. G. Bosco.
I miei pic.-ini crnno rutti intenti ud ammirare e
benedire il Santo Patrono della giovinezza, quando
un u.rlo di spnvcnto ri suonò per l'uula: em <"adutn
gran parte del soffitto pesante e micidiale.
Atterrita, corsi in mezzo ai miei bimbi, che crono
rim:isti tutti mirncol0$:unente illesi.
Non uM ferita. neppure una scalfil'tUm: nulla.
Ci fu un attimo di trepidazione e di silenzio,
rotto dal grido generale: • Evviva D. Bosco, che
proprio 011ui, 31 jlcnnaio 1946, ci ha salvato da
grave pericolo! •·
Io continuai In le;,;ione sulle mcrnviglic del Santo
tanto benefico.
Suzzo11a, 3-11-1946.
Maestra SCARA\\'RLLI RECINA.
Avevano viaggiato tutta la notte.
li giorno 31 gennnio, le due giovinette Angelini
Atlantica e G:1briella, accompagnate dallo propria
famiglia, ricevevano la loro prima Comunione al-
l'altare di S. Giovnnrli Bosco, nella ba.s,lico di Ma-
ria Ausiliatrice.
71

2.3 Page 13

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Venivano da Rovello Porro, in provincia rli Como
ed avevano viaggiato tutta la none. li proprio Par-
roco le aveva munite di regolare attestuco compro-
vante la loro diligente preparazione all'atto solenne
che stavano per compiere. Venivano per compimento
d'u na promessa fatta dal padre a S. Giovanni Bosco.
Durante il pauroso 1>criodo bell ico infatti, il pa-
dre, trovandosi in pericoli non comuni. non u ltimo
quello <li essere rimasto di\\'iso dalla famiglia in
modo violento e con la terrificante prospettiva di
non poterla più rivedere, aveva fauo voto di portare
le sue bambine a ricevere la prima Comunione al-
l'altare di S. Giovanni Bosco, se il Santo gli avesse
impetrata ed ottenuta da Dio l'incolumità delle per-
sone care ed il ricongiungimento con loro. Ln grazia
,·enne concessa.
Ed ora le fanciulle, devotamente inginocchiate
ai piedi dell'urna del Santo, assistevano alla l\\1essa,
che al suo altare veni,•a celebrata espressamente
secondo l'intenzione dei genitori.
Le ampie e calde espressioni della musica del
Gruber, che, accompagnando lo svolgersi dd gran-
dioso Pontificale di Sua Eccellenza Mons. Gaudcnzi
Ilinaschi, Vescovo di Pint:rolo, echeggiavano sotto
le vaste na,·ate del tempio, dovevano senza dubbio
disporre sempre pjù efficacemente il loro animo a
sentimenti di fede e di adorazione, mentre i fodeli,
che gremivano la Basilica, le accompagnavano con
le loro preghiere.
n celebrante, sacerdote salesiano olanclesc, mis-
sionario proveniente dalla Cina, a,·eva così la con-
solazione di dare la santa Comunione non solo alle
due sorelle, ma al loro papà, al.la mamma, alla nonna,
cd al loro fratello maggiore, i quali si senti\\'ano fe li-
cissimi di esprimere in questo modo la loro ricono-
$CCllZ1'1 al Santo P rotettore.
Tori110, 15-11- 19+6.
Guarito da emorragia meningea.
Mio marito, Ambrogio Cerianj di anni 45, fu
colpito ai primi di ottobre 19H da emorragia me-
ningea. Chiesi subito alla Direttrice dell'Asilo fre-
quentato dalla mia piccola Elisa una reliquia di
San Giov. Bosco e mi unii alle Figlie di Maria Au-
siliatrice e ai piccoli alunni per una novena di pre-
ghiere.
Trasportato all'Ospedale di Gallarate egli fu rin-
viato perchè il caso era disperato. ma la mia spe-
ranza in D. Bosco santo non fu vana.
Entrò il 10 Ottobre all'Ospedale di Dusto Arsizio
ed ivi riscontrarono emorragia meningea e bron-
chite asmatica cronica. Dopo i primi gi,n,cni di ansia
si ,·ide il miglioramento e aumentò l a ~ fiqLicia.
Il 29 dello stesso mese usci dall'Os~c com-
p letamente guarito come testifica il Medico curante.
Grazie, Don Bosco!
Mando piccola offerta, ma la riconoscenza della
famiglia e del graziato non verrà mai meno.
Vi::::ola, 1945.
TAPELLINl GrusEPPINA in CERIANI.
C lSMON DEL GRAPPA (Vicenza) - RlCE-
f'ETTI NOTIZIE DA ENTRAMBI. Da più d'un
anno non avevo notizie di mio fratello G iovanni.
Fatto prigioniero dai tedeschi nel settembre del
1943, erano già trascorsi vari mesi, durante i quali
mio papà, recatosi in Germania per lavorare, non
rispondeva alle m ie lettere.
Conscio del pericolo d'anima e di corpo in cui
papi, e fratello si tro,·avano, li posi sotto la prote-
zione di Maria Ausiliatrice e di S. G iovanni Bosco
con la certezza che sarei stato esaudito, e a tal fine
feci una fervorosa novena. Nel frattempo resi noce
a lla mamma le mie intcm:ioni affinchè con gli altri
fratelli e parenti si unisse a me per strappare dai
Protettori la grazia del ritorno del papà e del fra-
u,llo in seno alla famiglia.
Le preghiere mie e dei miei cari furono esaudite
perchè, finita la guerra, ricevetti notizie da cntrumbi,
le quali mi assicuravano ddla loro ottima salute e
che presto sarebbero tornati in patria. Infatti dopo
poco io stesso ebbi la gioia di vederli tornare e <li
trascorrere alcuni giorni n.ssicme.
Riconoscente alla Mamma Ausiliatrice e a San
Giovanni Bosco per l'ottenuta grazia, adempio la
promessa fatta di renderla nota.
Nativi/a di Maria SS. - 8-1x-19~5.
Ch. BntrNO I\\i.ARIA ZA~ELL,\\,
VELLETRI - LA MALATTIA SI ARRESTÒ.
Nell'agQsto del lo scorso anno mi ammalai improv-
,·isamcntc di un male che nessun medico riu$cÌva
a c.'lpirc e che grndatamente mi immobilizzava le
gambe e le braccia tanto che ave'"o bisogno delle
cure di due persone se ,·olcvo fare il più piccolo
movimento. e ciò con grane.le dolore in n.nti i muscoli.
Fui portata in una clinica a Roma. Il mio caso
si aggravava sempre più, tanto che a stento riuscivo
ad inghiottire.
Dopo una prima novena ali'Ausiliatrice, n e feci
una seconda, e a distanza di qualche tempo 18 ma-
lattia si arrestò e dopo due mesi gradatamente mi
tornavano le forze.
Posso ben dire che la Madre del ciclo mi ha ri-
chiamata da morte a vita.
Ora ho riacquistato completamente l'uso delle
braccia e malgrado ancora con qualche sforzo, cam-
mino senza nessun aiuto.
MAlllr\\ BENASSI ConnONJ.
BERGAl\\'10 - VISITAI LA BASIUCA DI
J\\,1. A. Da molti anni desideravo rifanni la casa,
perduta in se!,'llito a disastri finanz-iari. Mesi or sono,
di passaggio a Torino, visitai la bella Basilica di
!viaria Ausiliatrice, feci la santa Comunione e al
padre confessore confidai la mia pena. Egli mi con-
sigliò di fare una novena a Maria Ausiliatrice colla
promessa di pubblicare la grazia qualora l'avessi
ottenuta. Feci la novena con fiducia e in modo ve-
ramente provvidenziale rifeci la mia casetta. Ricono-
sccntissima invio l'offerta promessa.
GtNA A.

2.4 Page 14

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PESSJONE - Il GIORNO 24 TORNAV.-1
DALLA RUSSIA. Sin <lu quru1do mio fratelln
a\\'cva lasciato lo Patria per prestare il servizio mili-
tare in Iugoslavia lo misi sono la protezione di l\\1u-
ria Ausiliatrice, sicuro che l'an·ebbe difeso in tutti
1 pericoli.
Per circa due anni però rimanemmo privi di sue
notizie, ed a questa pena si univa il timore che fosse
ammalato, daro che nell'ultimo suo scritto dicevo
di doversi sottoporre nd un'operazione.
Terminate le ostilità, si accrebbe la nostra peno,
pcrchè tra i rimpatriati della cittÌl, già suoi compa-
1,!ni, nessuno sape,•a darci sue notizie.
Possibile che In cura J\\1amma celeste non avesse
ascoltato le mie conti,,uc preghiere? Dietro consi-
i.:ho della mia buona sr,Ltnom :Maestra, incominciai
una novena a l\\tarin Ausiliatrice, con tutto lo sl,mcio
di cui è capace un cuore an~ustiato, promett,•ndo
di far pubblicare la i:tra:tia se ottenevo nouiie. Em
il 15 novembre cd il 2,, festa della Presentazione
di Maria Santissima, per mezzo cli un compa!(no
di prigionia di mio fratello, ricevemmo le prime
notizie. Il cuore si apriva alla speranza! li 2+, giorno
in cui terminavo hl novena, rice,·emmo un telegram-
ma che annuncia\\·a il suo arrivo in Patria, e ~ubno
dopo arri,·a,11 anche lu,, reduce dalla Russiu.
:\\lnria Ausiliatrice l'a\\·eva riportato alla fomi11lin
sano e salvo, nd giomo a lei declicnto. Dietro pro-
mcs~a fatta, pr~go voler puhhlicnre la grazia cd in-
vio modesta offerta, prci:ando la cara Vergine di
..-olcr continuare n proteggere lui e tutta lu mia fa.
miglia.
2+-11-1946.
Sr. GALLO J\\1A111A.
BOLSEXA (Vit~rbo) FU TRA. I PRl.\\ll A
TORXARE. Gmode fu la preoccupazione <ldlu
famiglia, quando mio nipote, tenente medico, 11
13 settembre 1943, fu fotto prif(ioniero in Germania.
Ma la nostra prcoccup,tzione si aggravò, quanJo
le sue notizie ci venriero n mancare per circ,i tre
mesi. Animato da g-runde fiducia verso S. Giovnnni
Bosco, intensificai nllora le mie preghiere verso di
lui, pcrchè intcrveni~~c in nostro favore. L1 ~ua
protezione verso il caro Filippo, che non era mui
mancata durant~ un anno e mezzo di pri1tionin, cbb.:
allora una complelll mumfestaz1one, poichè ull.1 linc
della guerra fu trn i primi II tornare in mezzo :1 no,,
stanco si, ma sano di corpo e collo spirito nobile e
generoso, per cui si cnt sempre distinto.
A conferma ùcltn promessa fatta prCRO inserire
questa grazia e ricevere l'unita offerta per le opere
snlcsiane.
11·11·19+6.
MARIA·.<\\.'JKA PAPAROZZt.
~APOLI -TUTTI FU.ll,\\IORISPAR.\\/1,ITI.
Credc"amo di non ritornare più n Napoli, sani e
,al\\·i, nè di ritro,nn• la nostm casa l
Per due volte 6folh1mmo con immense torture e
peripezie e rimanemmo pri\\'i di notizie dei nostri cari
fiJ1liuoli, tutti lontu11i eia noi per le loro mnnsioni.
Uno di essi venne silurato sulla nave, ove era im-
burcato, nave che 4uindi si incendiò. Egli si gettò
n capo fìtto di notte in more, nuotò per tre ore e
fu salvo pur mimcolo, invocando la V~rgine Au~ilio-
trice. Un nitro si trovò lontano da noi e per due
unni non potè mandarci notizie. Altri due, qui ri-
masti, per i loro doveri <li ufficio, sto:nero sotto la
minaccia dei tedeschi, che pro,·ocarono le quattro
giornate di ::--.apoli.
Jn tali angustie noi anziani non tralasciammo di
pregare indefessamente l\\!aria Ausili111ricc e Don
Bosco per la loro e per la nostra salvezza. Le nostre
preci furono esaudite, pcrchè tutti di fomiglin, com-
preso un nostro nipote, prigioniero in Germania,
che ritornò sano e snlvo, e la nostra casa, fummo ri-
sparnuari da ogm f..'TllVC sciagura I
25-11-1946.
Coniugi D1 ~HALE.
Cl'l\\llANA
LlBER,lTO DA .'1..-11, DI
GOLA. La sera del 2+ febbraio 19+6, ero a letto
con un rrcme11do mal di gola e non sapendo come
fare per calmare il male, invoèai l'aiuto di S. Gio-
vanni Bosco, pronwttcndogli che se mi avesse gua-
rito avrei fotto pubhlicnre la grazia.
Al mattino sc!(ucnic, quando mi aL-.ai, sentivo
uncorn un le!(i:cro dolore e, primo <li mcuoJ!iorno
<lei mattino stesso, non u,·e,·o più niente. Rinarazio
il caro Santo, che s.1rìi, come sempre fu, in.~ieme
a :\\!aria SS. Au,tlintrice, il mio protettore.
l\\L\\RITA-..o 0TIAV10.
BASSANELLO (Padova) - l.·1 PROTE7.IOVE
DI MARTA ,IUS/lf/.lTRICE. A Voi non sono
ricorsa invano, o Mn<lo1111a bella e sunta, con In
recita serale in comune dd S. Rosario.
Assieme ai miei cari, sono passata in mezzo al
turbine della J!Ucrra, senza essere colpiti, nè nelle
persone, nè nelle cose. Vi ringrazio di tutto cuore.
La vostra immai:ine nelle medaglie che portammo
sempre con noi, e che ho posm nel rifu1110, ,u tutic
le finestre, porte di cnSll, in tutti i cassetti dei mo-
bili, ci hn protetti e difesi sia da bombe esplose
,·icinc, sia d,1 spcnoni incenJiari caduti pure vicini.
Ora manteni:o lu promessa cli fare palese In vo-
stra protezione, o l\\.lnùre, e quanto prim11 in questo
unno verrò a Torino u portarvi il pel(no d'oro che
,..i ho promesso, e ringrnziarVi as5icmc alle mie
creature.
1~'1:SORCATO l\\lARETTO.
MESSINA - C:l\\1..-1 NOVENA .-IU.,',IUSI-
J.,JATRICE. Avc,•o mio figlio ammalato con pol-
monite e nel mio sconforto mi fu suggerito du un
Salesiano di incominciare una noven:i a Mnriu SS.
Ausiliurrice. I ncominciai la novena insieme col mio
figliuolo perchè anch'cali \\'Olle recitarla.
Il giorno dopo dell'inizio della no,•cnn 11 medico
riscontrò un miraRlioramemo del 50°0, al tcr.i:o
Riomo cessò comr,letnmente la febbre e al termine
della novena ero 11ià in convalescenzn.
Adesso, a gunril!ione completa, ringrazio didl'in-
timo del cuore l\\ Inrin SS. Ausiliatrice cd adempio
il mio voto n:nd,·ndo noto la grazia riccvut11.
Ge-11naio 1946.
E~IILIA :\\fm\\L'-DA.
73

2.5 Page 15

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G. A. (Torino) - Ringrazio Maria Ausiliatrice
Per la buona riuscita d'un'operazione fatta a mio
figlio.
E11ge11ia iVIacrhi (Torino) - Una mia amica col-
pila da broncopolmonite versava in pericolo di vita;
la affidai a Maria Ausiliatrice e ben presto fu salva.
Maria Fa11ti110 Pecol (Torino) - In seguito ad
operazione mio marito fu colpito da una forte ane-
mia per cui ero preoccupata per la sua salute.
Mi sono rivolta fiduciosa alla SS. Maria Ausilia-
trice cd a Don Bosco Santo affinchè mi aiutassero a
fU.'lrirlo, dati i mon1enti difficili per il rifornimento
delle medicine e dei viveri.
Dopo pochi mesi si notò un sensibile migliora-
mento cd io, come da promessa, faccio pubblicare
la grazia e offro un modesto obolo in ringraziamento.
La sig.ra Maddalwa e Tommaso Stelw (Castella-
monte) riconoscenti ali'Ausiliatrice e a S. Giovanni
Bosco per la guarigione della loro figlia Giulia com-
piono la promessa fatta.
Direttrice Casa Cha11tal (Mati) - Per il felice esito
d'una visita medica di cui teme,•o; affidata ogni
cosa a Maria SS. Ausiliatrice riconoscente invio
offerta per grazia ricevuta.
Fam. Cappello Giovanni (Torino) fa un 'offerta
per grazia ricevuta.
Isidora Ca.sto/di Gambolò (Mila110) - Con sentita
riconoscenza a Maria SS. Ausiliatrice e a S. Gio-
,·anni Bosco, che mi hanno ottenuta la tanto sospi-
rata grazia di un impiego per mio mqrito, invio
modesta offerta, raccomandandomi alla loro inter-
cessione per altre grazie.
A11ge[i11a Castoldi (Milano) - Invio offerta per le
Opere Salesiane, chiedendo preghiere a Maria SS.
Ausiliatrice e a S. Giovanni Bosco, per particolari
bisogni della mia famiglia.
Morgantini Rosa invia offerta a favore delle Opere
Salesiane perchè Maria Ausiliatrice le ha guarito
quasi istantaneamente la nipote Grandino Ag11ese di
Villadossola.
Regis Rina e mamma (Sale Langhe) - Inviamo
questa offerta in ringraziamento a Maria Ausilia-
trice e a San Giovanni Bosco per grazie ricevute e
per la loro continua protezione durante la guerra.
Olimpia Alberghino (Ulzio) - In ringraziamento
della ottenuta grazia del ritorno del mio caro nipote
Achille, mando questa offerta pregando l\\!laria SS.
di voler sempre vegliare sopra tutti i miei cari.
Assali11i A11geli11a (Ospitaletto - Brescia) - Mia
figlia Mariuccia, per caduta da bicicletta, si buscò
una sinovite al ginocchio. Convalescente, fece una
seconda caduta, e la malattia tornò più pericolosa,
con minaccia di non poter più piegare la gamba,
che fu dovuta ingessare. Raccomandatala a Maria
Ausiliatrice, potè ottenere la guarigione.
DISTICO MARIANO
Ogni virtù qual Gore orna il tuo crine,
o Maria, di bellezze peregrine.
Ringraziano ancora della loro intercessione
Maria SS. Ausilìalrice e S. Giovanni Bosco:
Fnco Ro.ro (Solero), pe..rchè dopo 14 mesi di sofferenze indi•
cibili miRliorh improvviu.mcntc e in sc1tuiro ottenne la gu.ari-
.izione da MnriA Ausili:\\trice per intcrces.sione di San Gio,,anni
Bos.:o.
Viotti Mo,ia (forino) colpita da atroci dolori allo ~tom11co
e sottoposta ad operazione chirurgica ne ricavò 11.umcnto cli
soffcrenz:t: e riacquistò poi la primicm salute p«!r boncl di
Mnlls Ausilirttrice e del suo fodel Servo Don Bosco.
Cosetta Ro5o (Poloogbera) percht" n ma_rito ridotto in fin
d 1 ,·ita illl un." bronco-polmonite cominciò a mìgliomre al
termine di una fervorosa noven.!l a M:iria Ausili:ttrice.
S. M. (Tonno) per segnalatissima g·razl!l ricevuta.
Bontlli Eug~i;o pe.r le grn.,:ie e i favori ricevuti da S.'ln Gio•
vnnni Uosco nel quale Aveva riposto osrni sua spe:ran.z;·1,
Mwso Carlo t Lina (Torino) per la grnzi.c1 accord.att al figlio.
N. .""l. (lùcconiiji) per la grazia e protezione ricevuta e in
'!\\Uesa di $!TII-Zi3 straordinaria per una persona cara...
Baronessa Adt.k Moro Giana.zzo Pmnpa,,010 per le segni-
latissime grazie ricevute da Mnria Au:s,iliatricc per ~ e pci
suoi tre figli eornbauen'ti due dei quali prigionieri.
Tcmuui Ctntina (Terni) per- la particolare- assistenza avuta
in una difficile operazione supernm feliccn1mte da una sua
congiunta.
B~nuucon-i Gìuupp,na (Rodero) pen:hè un fratello comb:n-
tcntt- che nel fronte di guerru russo andò n rischio d_j p~dcre
la visto ora coll'uso di occhio.li vede benjssimo!
M~r/o Sanu"na pcrchè dovendo $Ottoponi 2d opc.rnzione
chirurgica pose og.n.i ,;ua fiducia nel n05tro Santo: l'opc.raz.icmc
riuscl ottim.3mcntc cd C ptrfettamente guarita.
Saccl1dto Jl igliani l\\llaria (Pine.rolo), con immeosn riconO•
scenza ringrazio per il ritorno del marito dalla pril(iona in
Ge.rmnnia e per la guarigione della bambina Alfonsina.. 1trn-
vem1..-ntc ammalaU\\ di difterite.
Garèv E11riea utd. Nlcmttlli (San !\\1.uurizio Canavese}. per
1A guclriirione della figJia P1e.ra du grave rnnlatti.3; per la scam.
p:na fucilazione di SUSI figlia Teis e di suo marito perchè par-
tigiani e per tante ah.re grazie ricevute tl:1 San Giovanni Bosco.
TntJa Bm,1ia ($. Salvatore J\\1onferr.riro). pel felice ritorno in
famigli.J. dcl figlio AlhèrtO dopo due an!'\\i di prigionia a Danzico.
Fami;!lia Ct!,111ti (Torino), per le ,trn.zic ottenute e per la
particolare assistenza ricevuta in penose c1rcoatan;r..e della \\'ita.
GJ,;o lrmn (Broni), pc.I felice rimpatrio del nipote Altssundro
ex-combattente.
Roero di Monticdlo Man'a t l~udganJa (Torino), sentono
profonda ricoooscen;,:a pcl riacquisto della visto che unn di
esse ave\\'u perduta I
l'arodi Angela (Tìcincto) con immensa riconoscenza rinR~Zia
per l'improvviso ritorno in fomigliB del figlio dopo ::tn.ni di
concentramento in Germania. I
Foffano Stampini Silvt'ti frorino), per la grande grazia ric.e-
\\"'Ul:t, promettendo offcn:a mensilt! Quando avn\\ ottenuta com•
pleta guari~ionc da un male che la tormenta.
Famig/in G. (Poirino), pel felìc~ t..-:sì.to di operazione chi-
n 111("ica e per ln completa guarigione di persona cara.
Ex allievo di Va.ldocco nel suo 80° comp)ca.nno rin.irraiia
l\\lforfo SS. Ausiliatrice e Don. Bosco Santo per le molte g1112ae
ottenure invacondo continua a.s~istt.n1...n.
IJarberis F~licina e i\\.1(1r,'a (Bazzana) per la miracolosa gua..
rigioae delfa mamma ridoltu in fi:n di vil$1 da una bronco-
polmonite.
A. C.:. (Torino) per aver coocess..1 a pcnoru,, curn la salule
sufficiente per poter seguire l3 vocatione religios;a e per la
pa.rticolnre a.ssis-Umzt\\ e aiuti ricevuti dur.mte rutta ha guem, I
Mondina Agne,e per le grazie concesse alla famiglia. per uoa
guarigione ottenuta dopo tante sofferenze e per tutti i conforti
f! l'assistenza avuta <lunntc i lunghi anni di guerra.
Mttuio Anna (Torino) per la guarigione onenuta da Mana
SS. AU511i.11.trice per intercessione di San Giovanni Bosco e
del Servo di Dio Don Michelo RU!I e per altre grazie chieste
ed ottenute.
Zavattaro i\\1nria per lD miracolosa gua.ri.gion~ di uo'ulce:ra
a una. gamba.
E. G. (Torino) per il miglioramento in salute ottenuto dal
cognato.
Rr"td Tntsa (Malvici.no) pu twer avuti so.lvi i frstelli. cugini
e persone care du.rnnte il diaastroso periodo de.Un gue.rra,
U!vtqu, Luisa per nver avute preservate le: case d.a.11'incendio
causato d:ai ll4.1.-Ìfascisti nel 194+
Penonw/Q Lina (Torino) per la protezione nccordota al
fratello che prestava servizio militare in Sicilia.
Dt Paoli Taramaschi Maria (Cervesina) per 1.. miracoloso
guarigione della r:ntmma.
Co11ti Cagnotto Maria (Carmag1>0la) per la guarigione di un
bimbo di 7 anni.
Bracria E'm,stina (Pinerolo) per la guarigione del figlio
Renato.
Giraldi Agostino (Dolcc:,cqua) pcrcru!: tutti i membri dcli•
fa.miglia sono sani e sa.lvi dopo tante incursioni aeree mentre
lo casa ~ &lata alquanto danneggiabL
74

2.6 Page 16

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--e:: o :::::)
l!l~
- ~Il
l PER INTERCESSIONE DELLA }
BEATA MAZZARELLO ~
-- o . .,, ~-~ ----- ~-----!il
Beata Mazzarello, alla quale io mi raccomandai co~l
intensamente, mi strappò dal Cuori! di Gesù e d[l
Maria Ausiliatrice la gr:r~ia Ché tanto si desiderava
in famiglia. Grazie di tutto cuore!
Camporovtrt (Vicenza), 11-11-19.i6.
GIOVANNA FORTE.
Ridotta agli estremi.
Una sera lo vcd~mmo arrivare.
li 24 giugno 1940 la figlia thc,ottcnne di una mia
Mio fmtcllll e mio cof(nato si trovavano sin dal
, 940 a Francoforte sul 1\\lcno come lavoratori in
una grande fabbrica d'armi. l n principio le )jcenu
erano rcgolrm, ma poi si fecero sempre più preziose.
;'lei 1943, dopo la capitolazione dell'S settembre,
furono addirim.1ra soppresse e con esse anche la
corrisponùenw coi lavoratori itnliani. Quanti pen-
sieri, quante ~omate nere 11ngosciose abbiam"
passato in famiglia! Ma non ci perdemmo di corag-
gio; continuammo come sempre a pregare con fi-
ducia la Vcnrine Ausiliatrice e S. Giovanni Boscn.
cara amica fu colpita da fortissimn febbre che con-
f nuò nei giorni seguenti, nonostante tutte le cure.
Consigliai allora d, rivolgersi alla Beata Maria Maz-
zarello. Intanto per consiglio del dottore fu portntn
in casa di cura do,·e entrò il 20 ouobrc; io le mibl
una immagine d1 Madre Mazzarcllo sotto il 11uon-
ciole e la esortni a sperare; intanto continuavo .1
pregare. Con grande sorpresa il giorno dopo la feb-
bre cessò e la malata, ormai ridotta agli estremi.
in soli 20 ginrni poteva uscire dlllla casa di cura com-
pler.amcnte ri~t.abilita.
i nfatti le corrispondell.Zè si rinttivorono e i nostn
Novara, 7-vn-1945.
cari potevano darci loro notizie, abbastanza confor-
tanti. Ma un altro grave pensiero ci tormentavi,: i
COLLINO MAOOALBNA FRA.'ICE.SCA.
bombardamenti. Infatti in nove terribili incursioni
aeree, la cittù di Francoforte venne letteralmcncc
rasa al suolo. E i nostri cari? Fra le centinaia di
migliaia di virtime, essi erano rimasti miracolom-
mente incolumi. I ntanto le cose peggioravano e
prevedendo la miseranda fine tedll'IC!I, raddoppiam-
mo con muggior fervore lll nostrn preghiere, pcrchè
i nostri cari potessero, prima di tale fine, ritornar1J
in qualche modo in Patria. Ma come fare? Di li-
cenze, anche speciali e straordinnne, non se ne par-
lava più. Fu1111ire dalla fabbrica? Era come andare a
sicura morte. Intanto la preahicra fiduciosa ed ar-
dente saliva sempre più a Dio e alla Vergine, poiehè
a Dio nulla è impossibile. Infatti una sera, verso In
fine di luglio del 194+, vedemmo arrivare a casa mio
fratello, lacero, macilento, estenuato dalle fatiche,
dai patimenti. Sembrava un sogno! Eppure era
realt¼. Ei:li ave,·a ottenuto, non s1 sa come, unn li-
cenza-premio di quindici giorni, dopo la quale 111
suo ritorno sarebbe stata la vo.lta di mio cognato.
Ma purtmppo q uesti non snrchhl· mai più arrh•nto,
GORIZl A - GUARITO D.4 FORTE NE-
VRALGIA. Fra i tnntì inco-nodi Ji salute. un anno
e m = fa mi s•a~iunse pur" un dolore acutissimo al
fianco destro. Il medico lo ùissc una n.:.-r·.ilgia e nnn
mi seppe sug~erire che un rimedio momentaneo.
Intanto il dolore atroce (che non mi permetteva
neppure di chinam,i, specie la sera\\ durava da qual-
che settimana. Mi rivolsi allorn con ,-iva fede ali.\\
Beata 1\\.'lazuu-cllo che, in vita, come si legge, fu co,1
compassiono:"olc delle umane swnture.
.!\\Ii feci dare una rel.iquia della Beata e mc l'appli-
cai al fian<"o. Pregni le Figli~ di l\\laria Ausi liatricu
della n ostra Casa di fare urrn novena e mi unir a
loro nella fervidr1 preghiera. E lo B. Mazzarcllo mi
esnudì: durante lo novena potei chinarmi e po,, a
poco a poco, il dolore al fianco scomparve.
In attesa d1 alrro favore, che mi sta molto a cuore,
rendo vi"issìmc grazie alla Hcnw Maria Mv.zarcllo.
2-1-1946.
L u1c1 VITTORIO BASSO.
poichè mio fratello non si sentiva più di far ritorno.
Come fare? Iniziammo, scn7.:1 perdere tempo, ddle
pratiche presso il Comando Tedesco di AsÌaJ;lo, pcr-
chè mio cognato potesse fare una scappatin:i per
urgenti interessi di [amil!lia.
Tutti però ci dissuasero questa impresa, giacchè
nitre due volte si fecero le stesse pratiche ed in tempo
migliore, presso i Comandi tcdeschj di Vicenza e
Suor 1\\lvrcedes A11drìolo, F . M. A. - Come dn
promessa fatt.1, rendo pubhliche gnuie alla no,tm
lleata !\\ladre l\\lazzarello, per aver rest,twto il au-is-
simo fratdlo, prigioniero in Germania, alla fami11lin,
che ne avevo an!l!osamente seguite le dolorose vi-
cende,. e l'aveva atteso con piena fiducia nella
materna protezione della nostra Reata.
di Verona con risultato sempre ncwitivo.
Gianasso Loren:;;o (Mombello Torinese) - Essendo
lo, in questo ca.'IO cosl di.~pcrato, iniziai una no- ricoverato all'ospedale militare di Torino per febbre
vena in onore alla Beata Mana Ma7.zarelJo. Ed oh I malarica m wu tembile notte ebbi atroci dolori e
sorpresat La martina del nono J(iorno ecco arri,·are ,·omiti. Col\\ 11rnnde fiducia m, ri\\'c)lsi alla 13t>litn
- anche il coj(nnto, cosa che fece strabiliare tutti. La Maria Mazzarello e il male s, calmò.
FIORETfO A MARIA - /'ore il proposito di purillcare il nostro cuore da oJJni i/fecilo :,en-
timenlo d'affelfo, per renderlo degno tempio del Signore e puro altare di Marit: Sanlissimo.
75

2.7 Page 17

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NECROLOGIO
Salesiani defunti:
Sa<. SOLDATI DOM ENICO, t Pan•mn (Am erica), n
30-1- 1945 a 71 anni.
l"an·ito chierico pet Cile, '\\li ra~giun.se il sacerdozio e fu
subito preposto -alla direzione e formazione dei confrntctli e
dei giO\\'tU\\i, che tenne successivamente per •1'7 anni in Ma.cul,
Vnlpamiso, C'nrtAgo, Costa Rica, Honduras e Panama, impron-
1:indota a.l vero spirito salesiano. Svolse nnchc una dctic:tta
missicme in l\\1essico nel 1935. L1\\ sua morte fu uri lutto lh.!r-
tutta In Repubblica., che R'li attestò la pubblica gratitudme 1..0
pitna Assemblea Nazionale.
Sac. BREZZA LUIGI, t a Torino (S. Giovnnnì), il 17-m
1 o+6 • 76 unni.
Sac. PEl,IZZARO FRANCESCO, t o Trino (Vercelli), il
22-xr- 1945 .-i 70 anni.
Sudd. DE ROGATJS ALFONSO, t a Tnranto il s-1-1944
o
-:!7 unni.
Cnad. ORTEGA
ANTONIO,
t
a
Cadicc (Spagn•),
il
14-Xll•
1945 a 62 anni.
Coad. TF.TT,lMANZJ ERNESTO, t a Varese il 1.1-11-1946
a
61 anno.
Ct,. Mé:NAP,1CE CORNF.LTO, t
a Este (Padon),
il
2Q•Xll-
1Q-t.S n 22. anni.
Cooperatori defunti:
Sac, D. FERR.'INTE BAGlllRDT, t a Costelnuovo de'
Snbhionì. il 4-Vll- 1044•
In.sic.mc con un "iov:ine chierico, il scmìnaristo h.,o Cristo-
forri, si ero protTerto ai nazisti per sah--sre ln vit11 cli numerosi
padri di famigJi::1 rastrc1lnt1 e cond.annn.ti n morte. Vcn1·u:ro
invece n,:a.ssacrnt i coUc sessanta viuimc già prescel te, e l" loro
&llmc bruciate. Primn di moriré, l'eroico Parroco riusci a
mandnre una Suora di \\1.aria Ausiliatrice in parrocchia n pren-
dere il SS. Sa.C'mmcnto, ed, impnrtit:i l'assoluzione c0Jlettlv11
ai suoi çompagni di sacrificio, diede a tutti la R. Comunione,
c-omc per \\'iatico. Comunicò quindi se stèsso e cadde sono i
colpi della mitraglia.
S,u.MORJNJ ERMETE, t a Massa dei Sobh. , il 4-VII-TQ4~-
Anche questo Jtim•nnc Purroco, nostTO Decurione, venne
srnon:no d-ii nazisti come un agnellu. ed il s uo cada\\'e.re, i:ct·
lato in una cap~nna che fu subito inccndirtta.
Sar. SONDl~LLI GIOVANNI, t Meleto, il 4•Vll•1Q44.
Vc:nnc r.tstrellato dai nazisti e massacrato con norn.nta pàr-
rocchinnL Ehbc appena il tempo ùi impartir loro l'assoluzione.
La su3 salma e quelle delle nltrc vinlme venoe..ro dug-li stcs~ì
cnrnefici bruciate.
B.11.LA MARIA TERESA t•td. COGOU,J, t a Mordano
11 lO-t\\'-H)+S ad 82 annL
Con molto ritardo ci C giunta la notizia della morte di qucsln
insigne benefattrice delltl nostra Ca~ di Lugo, uccisa dn unn
homba :.erca dur11nte la tragica offensiva. Aven\\ Conosciuto
Don Bosco a Fnen7.n, mrmre nttende,-n agli studi nel collegio
di S. Umiltiì; e nutriva pcl Santo Ja più tenera divozione.
Rimasrn vedova In seconda ,·oltn, si cm ritìrat.a netl:i sua casu
d i !\\lordano, prodigando ruu-i i suoi beni e tutte le S\\l(! cure
n fa,·or~ clcll'e.ducazione. cristiana dei figli del popolo. Lei;tò
la mngM:ior parte delle sue $OSt:1nze tti nostri istituti perchè
possano accoglier e grntuiwmcntc giovanetti poveri dt"lle pur-
rocchie di S. Di:-.gio. l\\1ordano, Argenta e :'vt:tiero.
JUCC/lh1RDONF. Ml!RGJIERITA, t a Pcrosa Ar~entlna.
Piissima signora, passò la vita facendo del ùene. éon spe-
ciale predilezione per le Op\\!re saJes.icane.
OSSOLA TERESA J\\JARIANNA, t o Torino, il 2-111 u. s.
Colln preghie-rn e col lavoro 5,s,ntl·ficò In sua vita, de"olvcndo
j suoi r isparmi a favore delle Missioni.
GALLENCJI GIUS/iPPE, t FoglizzoCanav., il 26-1 u. s.
Ottimo padre dl fomiglin, cristiano esemplare, meritò dill
Rignorc- Jn vocnzione di una 6gliota all'Istituto delle Fi((lic di
~lari-a Ausilb:nricc.
CORJNO TERESA v,d. BONTFACIO, t Mango d'Alba
(Cuneo) il 28-1-1946, " 75 anni.
Madre di dicci figu, l'ultimo dei quali donò con 11ioia olla
Congrega.z.iooc Salesiana, spese tutta la suo lun'{a esistenza,
imp.reziosltn <l-a mol tissime sofferenze e dn un pr-ofondo senso
cri.stiar10, nel crescere lt farniklia nel snnto t imor d1 Dio e nel
beneficare quanti s i trovnvnno nell'indigenza.
Altri Coope ratori defunti:
Accornero Carmel ina, J\\fontemng,,o (A!:iltÌ) - 1\\Jr~nu nvv.
Filippo, Imperia - Alibrandi Mnrio, Roma - Alle1;ero 1\\1::sria
Guido, Ifoctltgn (I mperia) • Ampoll 1ni Amilcare, Pitr, d,
Cusignarto (Panna) - Andrullo Morì•, Napoli Arbizzon,
Luigia, Mo,iza (Milano) Arcll• Elisa. Vig,va,10 (Pavia) •
Audcri Valentino, Scoptllo (Vercelli) - Bncchetta Tereso, /m._1or10
(Novan) - Balestra Ciovnnnn, Milano - Banchcro Santo,
Stmt'gnortt {Oc.nova) - TJandU,i Mariaan11. Cast,./fiore"tinr,
(:\\.rezzo) • Ua.rani Giuseppe, Cor11ig/ia (Spezia) • Bellino l\\iad-
d:,lena, Ct11talltJ (Cuneo) - lienedetti Francesco, CQnl'gliono
(Treviso) BemarJelli Cirillo. Bnretto (Regiiio Em.) • ller-
nardl Teresa, Pt"n'n di Fassa (Trento) - Re-rruti Luigia, Por-
uu:amaro (1\\sti) - Bodjni ModL~ta e Ciuseppin0, Castt'lluuhro
(Mantova) - Roldrini Demetrio, Fal!nza (Havcnn:\\) - Bollanù
Domenica, Roddi (Cuneo) - Bonelli Angelo, Torino Boni
Cm;nrc, Bologna • 801;1ivcnto Amalia ved. Tjozzo, rhioggi<,
(Vcnczin) - Bottoni Gisella Jotta, Cr-lmona - 13ordu-Bossan:1
Car olina, Cot1Q11r (Torino) - Borrano D. Gio,·Qnni, r·origlir-
(c\\sti) • Bo.sano Giocon10, Fr,.onarn (Alcss.) • Bracco Gi•-
com o, J),110 (Savona) • 0mmbilla P ietro, Vii/asola (Berg•mo)
(Branchi Aurelio, rorniglio (Parma) - Brnndini Nunzia. Andria
(Bari) • l]rizio Clelia, Sai• (Aless.) • Brunello Mons. Dr.
l\\larco, Roma - Cantù Silvia vcd. Castelli, BttsstlO (Prum,a) -
Cnnzadori Francesco, Canntto S. 0,qlia (i\\1 antov-a) - C:a.pu11no
Federico, Suflndìs(lla,w (NaP01i) - Carinj Eufomia. AmbrmzoJtf.J
(Geno\\fa) - Cnrloni ~fori-a, Lanzo D'Inuit-i (Como) - Chiapcllo
l\\hddnleno, Dronero (Cuneo) Cig•I• Loren~o. Sabbio Cl11,se
/Brescia) • Ciola Eniesia, Ca/do,lflzzn (Trento) Conesi \\1illo,
Pàtnza (Ravenna) - Corsinovi Am1ido, F'irtnz:I! - Cortinoy·s
C shriclc, Ranica (Oct1;amo) - Dalbosco Pietro, Grits (Bolznno)
- Dall'Orto Bernardino. 8,m,marit1t1 Per,1r, (Cuneo) - Delfiro
Vincenzo, Bormida (Savona) - De Mozzi Ernùniu, S. Nforti,,11
ti/ l11pari (Padova) - De Rossi Teresa, Monterr>mf)alri ( Hon~a)
• Dcstefanis Gabriele, Cin~ono (Torino) - ogliolti Lidia.
/t•rta (Torino) - Durval \\"igezz.i Eulaha, Firi!t11:Ze - Ousnnst o
D. Antonio, Cn11,;n D'Oder:o (Tnwiso) - Em:muel Vir$(in:n,
Castttlmrnt·o D. Dou<> (Asti) Ferrnri {.;iustinn St·arpnri. Thù11t
(Vicenza) - Fc.rrero ao.ttista, 811111,:/iua d'As1i - Ft,lnini Luii;i,
Torino - Fresio Giuseppina, Cairn Mrmum,t1r (Savona) -
Frigerio Antonietta.. Tm·ùw - Gallo Dr. Cav. Uff. \\'"inc:cn:,o,
Rit}()ff (Torino) - Garda Francesco, Vart11go (Alei;;.s.) • Ga.ri11
Anlonio, /frn"er (Aosl3) • Gilnrdi Gio\\'ann::t, Torino - Gmss1
~l aria. Pndora Graziano Marianna, Mo,,uslino (Alcss.) -
Guerinoni Cnrmclin;i, Gorno (Bergamo) • G uggi Lucia, 1:--rr-
r11ra - lann elli Gu~lielmo, Cosrtoualt! Bagni (~1i.'!1Sinil) - Jou:.
Linda, Crn,uma - L,1.mUerti Francesco. Badia di Cava (Salerno)
. Lampredi Gcorn. C3rlo, Ffrtnzt - Leone !\\,largherita, Chforu·o
(Torino) - Locatclli Gio,•tmni, S. Omobtmo .fma,:,,a (Bergamo}
- Lo Vecchio Rosalia, Calatabiano (Catnnia) - M::tQ:girmi Er-
nesta, P{Jrma - 1\\11:llfettani ~1nrrn, Bouo J\\1arf'ngl? (Ales$.)
Marchcui Adalkisa, S. Maria labontt (Bologna) - Msrin,
C:11.:tnno <: Remigio, Vt!"t0110 - Martini A lbina Morelli, Garenio
(('1mro) - Tvla.sini .Domtmicn. Faenza (Ravenn.'l) - Ma7..zol:m
Rosetta, S. Midi,/, 1/i Mm1dod (Cu11eo) • Monferrino Dou..
Gìu.seppe, Aro11a (Novnrn) - I\\tloro Emmn, Filra di Tr~·t'iso -
1'icos:ia Te.resa, Trerne.5lil'ri F.tnto (Catania) - Nebiolo Cur-olir-n
C'osti.gliolt ,l'rhfi - Nova.retti D. Lorcnt.Q. Mtruna1cn (Torino)-
- O1,.:gero Cnrlott-a. C i us.""ppin:1. 1.,iuigi. Comeranr, Ca.,mtt>,
(Asti) - Pans:.t RLnn, 1-Jl,batlia Alpina (Torino) - P:mieri Fr.m•
cc....""co, Cìs.ann (llt•rgo.mo) - Purodi t1ina. Genrx•a - Ps" in Amclin,
Camisa,10 (\\'icen'i,ll) Pe<lenoli Antonio, Faenza (Ran!nn:-i) -
Pedrazzo E.mili..1, Sordet•t1ln (\\·ercellì) - Perinolto Ugo, Rrmrndl'
(Tre,•iso) - l'erruzz• Rn!f. Alfredo, Spilamberto (l\\,lodenl!)
Pleb:mi D. Achille, C/,,sn11~ (flcruamo) - Prnndo Piew,, Co-
stamm11a (Vcrcdh) - Pugno ·Pietro. /?qmcmo Can. ("'C'orino) ..
Quornntn Paolina \\'Cd. fialomone, Carag/io (Cuneo) - ReH•glio
Art:rna Rachele. J·;uatt.•Mnio (J\\kss.) - Reg-is Erncstn, Lt.sso,:a
(\\'ercelli) • Remorini Ernesto. CnJtel /),I Rmro (I'i>a) • Rolln
i1nria l'ia, Gt1lfJt'(I Rosn Comm. Emilio, Roma Rugger1
Eugenio. c~nlrisola - Rusconi Clotilde, RC1rcomi11 - San~uiti
\\·iuono, Chiat·ari (Genova) - Sortori Emmn , Be/,:iofoso (Pnvin)
- Schiassi ruccardo, Fat:nza (Rnvcn na) - SC3rpini Dr. Vincenzo,
S,rsal• (Caronzaro) • Scarzclla Maria ved. Barolo, Asti Serrn
Olampia. l'orino S irtori Dott. Giu.seppe, St:re.ta (Novara)
Soressi Domcri ico, Vern110 (Piacenza) - Spadoni Maria. Mllur10
- Tadioli Mah,ino, Cremona - Torrone Giuseppe, R/bQrdotU!
(Torino) • Trentini An~elino, Villaz:ano (Trento) • 'l'urti•
Mnrghcrita. Roburento (Cuneo) - Vulcanovér G iuseppe, Pttrgint
(Trento) • Valniacchino Piero, Cuccnro Mo~(. (Aless.) • Varino
P aola,Roma- Vcneru.s Paolina, Tarcento(Udine)- Ve.ntur-i Stefa-
nia, .')', Maria Labtmtc (Bolos:ns) Vergottini Francesc:o, B~llano
(Como) • Visalli Antonino, Spada/ora S. Martino (Messina).
L E TTURE
CATTOLICHE
"DON BOSCO "
Abbon. annuo: L. J00i ~emest rale: L . 1 50. - Jn<ljrì,:,;ore oU'i\\mminislrnzione delle Lenu-re Ca1-
1olichr: S. E. I. - Corso Rcginn Margherlm, 176 Tarmo (109). - Conio Correnle Pmrt,Ie 2-171.
l\\1aggio-Giug110: P. D. G. LINGUEGLIA, 0. M. I. 1 ) L'APOSTOLO E IL TAUMA·
TURGO DELLA CORSICA (Servo di Dio P. Carlo Domenico Albini).
2) S . E. MONS. BONJEAU, Arcivescovo di Colombo nell'Isola di Ceylon.
PubbJica7.ion e auto rizz ata N" P. 80 A. P . 8 .
Con a pprovazione Ecclesiastica.
Off. Graf.de llo Società Editr. lntemaiionale D irettore resl)On..b ile . D. GU 1D0 F A VI N I , vfo Cottole o ~o. n T orino ( 100)
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