Bollettino_Salesiano_194605


Bollettino_Salesiano_194605

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BOLLETTINO ANNO LXX
NUMERO 5
SALESIANO
1° APRILE 946
12 aprile 1846 - Fervore di apostolato ed
eroismi di carità sotto la bufera - In fa-
miglia : Ungheria - Per gli «sciuscià» - Dalle
nostre Missioni : Rio Negro, India-Assam -
Culto e grazie di Maria Ausiliatrice - Ne-
crologio - Crociata missionaria .

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BOLLETTINO SALESIANO
1° APRILE 1946
12 aprile 1846
Era il giorno di Pasqua! E Don Bosco fissava finalmente le tende del suo Oratorio in Valdocco,
sotto la modesta tettoia di casa Pinardi, prima cellula della Casa-madre delle Opere e Missioni
salesiane . I «sogni » del Santo cominciavano ad avverarsi . I giovani che quel giorno fecero Pasqua
con lui, in quella cappella improvvisata in una settimana, ebbero la sensazione della stabilità della
provvidenziale istituzione cui era legata la loro vita . E noi pensiamo alla loro gioia, all'incremento
della loro fede, al fervore della loro riconoscenza a Dio che votava anche pel 1847 un pellegrinaggio
di ringraziamento al santuario della Consolata nel mese di maggio . Eppure tutto il divenire era nelle
mani di Dio . Ma, quando un'impresa è nei disegni di Dio, è in buone mani . Lo vediamo noi, a di-
stanza di un secolo, mentre contempliamo lo sviluppo della Casa-madre e tentiamo di abbracciare
collo sguardo tutto il panorama del mondo salesiano . Dall'estremo Occidente all'estremo Oriente, per
quanto mutilate dalla guerra, sono quasi duemila case, che, nel nome del Santo, protendono la loro
missione a milioni di anime . Più d'una è ancora allo stato della tettoia Pinardi, collo squallore della
sua povertà! Eppure è già centro di educazione per tanti giovani, perchè un apostolo animato
dello spirito del Santo basta a dar loro quel che egli dava, quando non aveva ancor nulla : tutto
se stesso .
È questo il pensiero che domina la rievocazione della data centenaria, mentre attendiamo tempi
migliori per celebrare i fasti giubilari della «Cittadella dell'Ausiliatrice » .
L'Oratorio Festivo e chi lo fa .
Dice un aforisma : «Chi fa l'Oratorio festivo è il Direttore » . Qui fare l'Oratorio non significa
istituirlo o crearlo, ma tenerlo in vita e renderlo efficiente . E gli aiutanti del Direttore non contano?
Contano sì ; ma a bove maiori discit arare minor . Iniziative, attività, indirizzi, tutto dipende da
chi sta alla testa . Se il motore si ferma o rallenta il moto o non funziona a dovere, la macchina
si arresta o lavora meno o produce a stento e male . È un argomento, sul quale in questo cente-
nario del primo Oratorio festivo di Don Bosco (12 aprile 1846) vogliamo dire una parola ai Coo-
peratori che dirigono Oratori festivi o vi dedicano le proprie cure.
La sovraccennata sentenza ha di mira specialmente coloro, i quali credono che per fare l'oratorio
sia indispensabile avere una bella chiesa, belle aule, bel cortile, bei divertimenti, ogni cosa insomma
che sembri necessaria od utile, mentre l'esperienza insegna che anche con mezzi mediocri, medio-
crissimi, se il Direttore sa fare, l'Oratorio va d'incanto . Quale sia la parte di chi dirige un Oratorio
si vede in atto negli inizi dell'Opera di Colui, che gli Oratori festivi aggiornò e moltiplicò, rendendoli
sì popolari, che oggi quasi non ci si pensa più, ma si guarda a quelli come si guarda alle quattro
stagioni, che sono andate, vanno e andran sempre a un modo, nè si potrebbe concepire che andassero
mai diversamente .
Vedranno fra non molto la luce in accurata edizione le Memorie dell'Oratorio di S . Francesco
di Sales, scritte da Don Bosco e finora saccheggiate più o meno abilmente, ma non ancora pubbli-
cate nella loro integrità, quali ce le ha conservate il prezioso autografo del santo autore . Sarà una
ghiotta lettura, che giungerà opportuna per commemorare il centenario suddetto della venuta di Don
Bosco nel luogo di Valdocco; dove, secondo i disegni della Provvidenza, avrebbe stabilito la culla
delle sue istituzioni, primissima fra queste l'opera degli Oratori festivi. L'annunciata pubblicazione
offrirà un documento provante la verità di quanto abbiamo affermato nelle prime righe .
Don Bosco incominciò il re de' suoi Oratori con nulla . E l'origine consueta delle opere di Dio .
Non aveva denaro ; eppure non solo della guerra è nerbo il denaro . Non aveva mai un angolo, dove
radunare tranquillamente i suoi birichini, ma si accampava or qua or là in luoghi di fortuna, restan-

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dovi finchè non ne fosse discacciato, il che capitavagli sempre e a brevi intervalli . Non godeva
guari il favore di coloro che avevano in mano il potere di comandargli : dico non solo le autorità
civili, ma anche le ecclesiastiche . Sarà interessante leggere nelle Memorie le fiere minacce del Cavour
padre, intestato a voler farla finita con quel branco di mascalzoni, com'egli li chiamava . Nè interes-
seranno meno le preoccupazioni (spiegabili del resto) dei buoni parroci urbani, impensieriti che tanta
gioventù corresse dietro a chi non era canonicamente autorizzato a occuparsene, con pericolo che
dimenticasse un po' alla volta la strada della chiesa parrocchiale . Il povero Don Bosco non aveva
nemmeno la sicurezza della sua incolumità personale e della vita stessa . Le aggressioni a mano armata
erano all'ordine del giorno e della notte. Al qual proposito sarà piacevole il racconto che egli fa di
un cane misterioso, il quale comparve più volte d'improvviso e in gravi frangenti, da chi sa che
mondo venuto. Che dico? Non poteva neanche fidarsi di certi amici ; giacchè un bel giorno essi mal
comprendendo e peggio interpretando il fervore della sua operosità, concertarono di farlo rinchiudere
nello spedale dei pazzi. La semplicità con cui narra l'episodio, parrebbe dover muovere a riso ;
cagiona invece un senso di pena, di viva pena . Com'era possibile tirare avanti con un succedersi
di tanti casi avversi e compiere le meraviglie tramandateci dalla storia e da lui stesso accennate ?
M ancava di mezzi materiali, opposizioni dall'alto e congiure dal basso, momenti critici ad ogni
passo! Si dice che le circostanze fanno gli uomini ; ma viceversa è anche vero che a volte gli uomini
disfanno le circostanze . Avviene questo, per esempio, quando un Direttore di Oratorio festivo, dibat-
tendosi in scabrose situazioni, riesce nondimeno ad attuare i suoi piani, a dispetto di tutti gli
ostacoli che ne attraversano il cammino . Il caso di Don Bosco insegna. Il segreto del successo va
ricercato in lui, in lui solo .
Dirò meglio : nella sua fede . Il Signore ci assicura che la fede trasporta le montagne . Non certo
una fede qualunque, appena sufficiente a salvare l'anima propria, ma una fede così forte e così
operante che porti a salvezza di molti . Senza questa perenne e intima fonte di energia soprannaturale
l'animo nelle difficoltà si smarrisce o se per qualche tempo si regge, non ha la virtù della costanza .
La fede metteva nelle mani di Don Bosco l'arma della preghiera, donde attingeva conforto, ispira-
zione e lena . Un altro al suo posto, se avesse voluto agire all'umana, avrebbe, per dirla anche in
linguaggio umano, cambiato senz'altro mestiere . Nelle sue Memorie si legge tra le righe che solo
nella fede e nella preghiera ritemprava lo spirito, rendendolo tetragono a tutte le forze avverse .
Questa fede alimentava in Don Bosco lo zelo, uno zelo illuminato, fatto di rette intenzioni, di
ardimenti superiori e di continuo sacrificio . Lo spirito di sacrificio fu per molti anni, diremo così,
il suo pane quotidiano nella direzione dell'Oratorio . Comunque andassero le cose, era sempre sulle
breccia . La salute ? Non la disprezzava, no, anzi la riteneva un dono di Dio ; ma diceva di non
essersi fatto prete per curare la salute . Il riposo ? Era suo motto che il prete riposerà in paradiso .
Le umiliazioni ? Se per salvare un'anima era disposto a levarsi il cappello anche dinanzi al diavolo .
che cosa potevano su di lui abbassamenti, mortificazioni, indegnità, pur di procurare gloria a Diu
e vantaggio spirituale al prossimo ? Rozzezza, caparbietà, ribellioni da parte dei giovani ? Perché
sperimentò pure le ribellioni negli anni delle frenesie politiche . D'altra parte ci fa sapere nelle Me-
morie che aveva da fare con una moltitudine, la quale era sicut equus et mulus, quibus non est
intellectus . Ma la fede gli faceva trovare nella carità paziente e benigna le industrie con cui tra-
sformare i lupi in agnelli . Tutto questo e altro ancora si vede o s'intravede nelle pagine delle sue
Memorie, quelle Memorie gettate là alla buona, non per ostentare le sue prodezze, ma costretto
dal'obedinzacolspodirecagiovmenta'suoifgl .
Leggendo dunque si ammira ; ma l'ammirazione è fuoco di paglia . Frutti ben più sodi se ne
colgano, nè il men pregiato sarà un magnifico sursum corda che allargherà il cuore a certi Direttori
d'Oratori festivi : Direttori smarriti per difetto di risorse materiali, Direttori tentati d'incostanza
quando le cose vanno di traverso, Direttori bisognosi di toccar con mano in che modo con piccoli mezzi
sia possibile conseguire grandi effetti, Direttori insomma curiosi di constatare se e come sia vero
che chi fa l'Oratorio è colui che ne ha la direzione .
Missione stupenda, missione divina la direzione di un Oratorio . Quarantatre anni fa, tenendosi
a Torino, e proprio a Valdocco, il terzo Congresso internazionale dei Cooperatori Salesiani, uno
strenuo campione dell'Azione Cattolica, l'avvocato Lorenzo Ricci, riscosse i più calorosi applausi
nello svolgere questi tre concetti : che il primo e precipuo mezzo di educazione fu per Don Bosco
l'Oratorio, il modesto Oratorio ; che senza quel primo Oratorio non vi sarebbe nulla di quanto oggi
si ammira a Torino e nel mondo ; che nei tempi moderni l'Oratorio è la culla della fede . All'afferma-
zione di queste tre realtà esplodeva spontaneo ed entusiastico il consenso del numeroso e scelto udi-
torio . Se noi fossimo stati là, non avremmo di gran cuore unito l'assenso nostro plaudente?

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Apostolato ed eroismi di carità
sotto la bufera.
(Continuazione!
1 ° marzo, pag . 26) .
Le Case di Roma .
Pur avendo tutto preveduto per un even-
tuale sfollamento, le nostre case di Roma
hanno potuto trattenere il personale in sede
e continuare quasi ininterrottamente le varie
opere anche durante i più violenti bombar-
damenti .
L'Ospizio Sacro Cuore vide solo diminuire
un po' gli alunni interni al crescere delle diffi-
coltà di comunicazione . In compenso potè
prestarsi ad ospitare ed occultare un buon nu-
mero di persone in pericolo per la lotta raz-
ziale o per la caccia ai patrioti, aiutandole sia
pel vitto che pel vestito, grazie al concorso
delle Dame di S . Vincenzo che spesero in
beneficenza oltre cinque milioni nella sola
nostra parrocchia . Fece pure posto ad una
trentina di giovani aspiranti salesiani impos-
sibilitati a raggiungere la sede normale, ed il
10 febbraio 1944 anche al nostro studentato
filosofico di Lanuvio, già sfollato a Castelgan-
dolfo, e rifugiatosi a Roma . Lo studentato
teologico inaugurò un corso interno pei chie-
rici della Ispettoria Romana ed Adriatica, che
non potevano raggiungere la propria sede . L'O-
ratorio mantenne agli studi una diecina di
ragazzi poveri, di cui sei sono oggi chierici
salesiani . Intensificò l'assistenza ai bisognosi
invocando soccorsi di viveri, di indumenti e
di cancelleria, organizzando lotterie e premia-
zioni, recite e gite ricreative, ecc .
Particolare cura si prese dei militari, alle-
stendo un confortevole ritrovo e seguendo nei
dislocamenti i 150 oratoriani chiamati alle
armi, con fraterna corrispondenza, invio di
pacchi e di denaro . Le salette delle associazioni
ospitarono sfollati da Lanuvio e dal quartiere
Tiburtino . Giovani volenterosi prestarono ser-
vizio ad una cucina economica costituita dal
Circolo S . Pietro, per la distribuzione di viveri
e di indumenti nel quartiere di S . Lorenzo
e per altre opere di carità. All'imperversare
dei noti rastrellamenti, l'Oratorio mise tutti
i rifugi a protezione dei giovani in pericolo,
intervenendo efficacemente anche presso i ra-
strellatori per salvare dall'arbitrio quelli che
non riuscivano a sfuggire . Contemporaneamente
giovani coraggiosi si adoperarono ad organiz-
zare Pasque operaie nelle officine, compiendovi
un provvido apostolato . Il 17 ottobre 1944,
il Circolo Sacro Cuore costituì una Conferenza
di S . Vincenzo che portò un largo contributo
di beneficenza ed assistenza annonaria, igienica
e morale a numerose famiglie della parrocchia .
L'Associazione giovanile di Azione Cattolica
dell'Oratorio promosse la « Messa della carità »
e la «Messa del povero » per confortare anche
spiritualmente i più bisognosi . Colla prima
domenica di luglio, in basilica si fissò la Messa
festiva con spiegazione di Vangelo pei soldati
angloamericani . Un'assistenza speciale pei figli
dei ferrovieri sinistrati si iniziò infine nel feb-
braio del 1945 con doposcuola quotidiano e
ricreazione . Il numero dei « ragazzi della
strada » assistiti nell'Ospizio - di cui parle-
remo ampiamente in una rubrica apposita -
è di circa 800 . Colla liberazione, vennero rior-
ganizzati gli Esploratori Cattolici, la Filodram-
matica del Circolo Sacro Cuore e Corsi di
conferenze religiose-sociali a cura degli ex
allievi .
L'Istituto Pio XI cominciò a tribolare fin
dall'anno scolastico 1 94 2- 43 pei frequenti al-
larmi, mancanza di luce e, parecchi mesi, an-
che mancanza di acqua . Continuò tuttavia il
suo programma fra i giovani interni ed esterni,
artigiani e studenti, l'oratorio quotidiano, la
parrocchia ecc . Fu un vero miracolo lo scampo
dai furiosi bombardamenti del 19 luglio e 13
agosto 1943, che colpirono in pieno il quar-
tiere tusculano con ingenti danni e migliaia
di vittime . Alcune bombe caddero addirittura
nel cortile, abbattendo un muro di cinta, e
presso il santuario di Maria Ausiliatrice ; ma
non fecero alcuna vittima in casa . L'anno sco-
lastico seguente cominciò con minor numero
di allievi interni, a causa dei bombardamenti
e delle difficoltà di comunicazioni . Così anche
l'Istituto Pio XI potè far posto : a rifu-
giati e ricercati ; a 94 fanciulli israeliti, adulti
in pericolo, giovani minacciati, i quali vi
rimasero fino alla liberazione ; nonchè ad un
buon centinaio di orfani, sfollati e sinistrati .
L'Oratorio festivo salvò alcune centinaia di
giovani dalle frequenti retate e con la parrocchia
estese il suo raggio di azione attirando tanti
ragazzi abbandonati e prodigando soccorsi con

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e minestre ai poveri, raccolte di indumenti,
aiuti d'ogni genere ai bisognosi . Ospitò per un
anno intero una sezione della Croce Rossa
dell'Ordine di Malta . Un Ufficio della Pontificia
Commissione di Assistenza dispensa tuttora la
caritàd.elL'PIasptiuonveragt
conta ora più di 300 alunni nelle scuole pro-
fessionali e medie e tiene sempre le porte
aperte agli orfani e derelitti, esperimentando
l'aiuto della Provvidenza che consente di dare
a tutti vitto, vestito, istruzione ed educazione .
Sacerdoti e coadiutori si portano ogni dome-
nica a Cinecittà ad assistere oltre tremila pro-
fughi, ed al « Travertino » tra i fanciulli più
abbandonati .
La nostra casa di noviziato al Mandrione,
all'incursione del 19 luglio 1943, mandati a
Lanuvio i novizi, aperse le grotte sotto il fab-
bricato alla gente dei dintorni che vi si preci-
pitava terrorizzata . Interrotta poi la ferrovia
per la stazione Termini, ed improvvisata la
Casilina, proprio quasi dinnanzi alla casa,
cominciò ad accogliere anche folle di passeg-
geri che vi affluivano giorno e notte chiedendo
asilo, soccorsi, medicamenti . Nel bombarda-
mento del 13 agosto gran parte delle casette
circostanti vennero polverizzate e parecchie
famiglie si rifugiarono nella nostra scuola
agricola .
L'armistizio vi riversò numerosi sbandati che
chiedevano ristoro, rifugio, lavoro . L'Istituto
estese anche a loro la più ampia assistenza .
Nel mese di ottobre una cinquantina di mili-
tari germanici occupò un intero camerone ed
altri locali a pian terreno . Intensificandosi i
bombardamenti, molte famiglie si installarono
nei nostri ricoveri facendone la loro casa giorno
e notte . Fra tanta ressa e tante esigenze, i con-
fratelli fecero prodigi di abnegazione. Nostri
sacerdoti stranieri prestarono il sacro mini-
stero anche in campi di concentramento fra
prigionieri di varie nazionalità . Israeliti e
ricercati, con due confratelli polacchi che
parlavano bene la lingua tedesca, riuscirono
a convivere sotto lo stesso tetto, senza destar
sospetti .
Collo sbarco degli alleati ad Anzio, nel di-
cembre del 1943, l'afflusso degli sfollati da
Genzano, da Ariccia, da Albano, Campo-
le one ecc . crebbe a tal segno da dover mettere
a loro disposizione anche i locali dell'Oratorio
e parte del rustico . Nel maggio 1944 si river-
sarono in casa persino numerosi coloni della
campagna romana che cercavano scampo coi
loro armenti dall'avanzar degli eserciti . Tutti
trovarono ospitalità ed assistenza fino all'ar-
rivo degli alleati .
Dopo la liberazione, passarono al Mandrione
gli studenti di filosofia ospitati all'Ospizio
Sacro Cuore e ne guadagnò l'Oratorio che ri-
prese a fiorire rapidamente .
La nostra Parrocchia del Testaccio ebbe il
suo da fare per soccorrere le famiglie più po-
vere del quartiere che si rifugiavano nelle
scuole, negli scantinati, e fin nelle tane del
monte Testaccio . L'Oratorio invece intensificò
la cura dei giovani, prodigandosi in modo spe-
ciale pei «ragazzi della strada» .
La nostra casa di San Callisto, che ha la
custodia delle Catacombe ed è sede dello Stu-
dentato di Filosofia pei chierici dell'Ispettoria
Centrale destinati alle Missioni, nel luglio 1 943
cessò di accogliere chierici e si prestò invece
per le opere più urgenti del periodo di emer-
genza . Cominciò ad accogliere profughi e
ricercati, perseguitati dalla lotta razziale,
ecc . Nel mese di settembre fece posto ai
novizi del Mandrione ed agli studenti di
filosofia, sfollati da Lanuvio, che non pote-
vano sistemarsi all'Ospizio Sacro Cuore ; in
ottobre aperse le porte anche agli aspiranti
della IV e V ginnasiale . Nei periodi più peri-
colosi estese il rifugio a intere famiglie sfollate,
nonchè ad una ventina di bovine che furono
una vera provvidenza fra tanta penuria di
viveri . Le catacombe accoglievano altre centi-
naia di rifugiati che vi passavano intere gior-
nate . I confratelli più giovani si presero cura
dei « ragazzi della strada » anche alla Garba-
tella e a Tormarancio, completando l'opera
del nostro Oratorio di S . Tarcisio .
Nei dintorni di Roma, uno degli Istituti che
ha più sofferto dei bombardamenti fu quello
di Frascati, che ebbe interamente distrutti i
locali dell'Oratorio e ciononostante mantenne
la sua posizione e svolse un'opera di assistenza
veramente eroica . Basta ricordare che, dopo
il bombardamento dell'8 settembre 1943, per
un mese i confratelli ebbero da fare ad estrarre
morti e feriti dalle macerie, a prodigare soc-
corsi spirituali e materiali ai senza tetto . Tutti
i locali rimasti vennero messi a disposizione
dei sinistrati : 228 persone vi trovarono allog-
gio e vitto, grazie agli aiuti offerti dal Munici-
pio e da privati . I sacerdoti si portarono anche
nelle vigne ad officiare otto cappellanie . In
novembre, riaperse le scuole per studenti di
ginnasio e di liceo, con una settantina di al-
lievi . Ma le dovette richiudere allo sbarco di
Anzio, per l'inasprirsi dei bombardamenti . Vi
si rifugiarono allora oltre 300 persone . L'infer-
meria diventò posto di pronto soccorso, poi
supplì addirittura l'ospedale cittadino . Conti-

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fughi anche dai paesi vicini ; vi si insediarono
l'Ufficio Postale e quello Annonario . Parte
dei professori si trasferirono a Roma presso
il Pontificio Seminario Francese . La cappella
dell'Istituto « Villa Sora » funzionò quasi par-
rocchia anche nel periodo pasquale con eser-
cizi spirituali, preparazione alle prime Comu-
nioni ed alle Cresime . Fervorosissimo il mese
di maggio con predicazione quotidiana . Per
sette mesi vennero ospitati rifugiati italiani e
prigionieri russi . L'anno scolastico 1 944 - 45
cominciò regolarmente con 62 interni e 169
esterni . L'Oratorio continua usufruendo di
alcuni locali dell'Istituto ed anche della chiesa
dei Minori Francescani . Ha riorganizzato
l'Azione Cattolica ed il Reparto Esploratori .
La nostra casa di Castelgandolfo, che ha la
parrocchia e l'oratorio quotidiano, ha vissuto
giorni terribili dal 22 gennaio 1943 al 4 giu-
gno 1944 . La popolazione si è rifugiata nel
Palazzo Pontificio cd ha visto affluire ben quin-
dicimila profughi che dà paesi vicini si distri-
buirono nelle ville pontificie, ospitati e soccorsi
dalla carità del Papa . I nostri sei confratelli,
ridotti a tre dopo il bombardamento del pa-
lazzo di Propaganda Fide che consigliò agli
altri lo sfollamento a Roma, si prodigarono
giorno e notte nel sacro ministero e nell'assi-
stenza morale e religiosa, celebrando nelle
grotte e nei rifugi e preparando vari turni di
Prime Comunioni e Cresime . Devotissima la
festa di S . Giovanni Bosco del 1944, con pon-
tificale di S . E . Mons . Guerra e processione,
nonostante la minaccia di bombardamenti .
Due prigionieri americani, sfuggiti al campo
di concentramento insieme ad un commilitone
cattolico, ospitati in casa, si convertirono dal
protestantesimo e ricevettero il Battesimo e la
prima Comunione, il 2 giugno, onomastico di
Sua Santità . La Colonia permanente, aiutata
dalla Commissione Pontificia di Assistenza,
giunse ad accogliere fino a 120 bambini che
vennero poi sistemati in vari istituti .
I nostri confratelli addetti alla parrocchia
di Littoria rimasero sul posto, fra i bombar-
damenti ed i combattimenti, ad assistere e
soccorrere la popolazione, finchè non vennero
costretti dall'autorità militare ad allontanarsi .
Appena avvenuta la liberazione, ritornarono
in sede e trovarono, fra tante rovine, anche la
loro casa squarciata, il salone distrutto, la
chiesa assai sinistrata . Ottennero di servirsi
della palestra della ex-Gil, e ripresero in pieno
la loro missione di aiuto e di conforto fra i
poveri coloni, smarriti di fronte alle case di-
strutte o semidistrutte, spogliati quasi com-
pletamndiuo,sezanpriùucao
di bestiame . L'oratorio funziona nuovamente
in pieno .
La casa di Lanuvio fu in parte requisita da
truppe germaniche nel mese di ottobre del
1943 . Il 26 gennaio 1944, superiori e chierici
sfollarono alla Villa di Propaganda Fide a Ca-
stelgandolfo, donde, salvi per miracolo nel
tremendo bombardamento del 10 febbraio,
passarono all'Ospizio Sacro Cuore in Roma,
poi al Mandrione ed infine a San Callisto . A
Lanuvio rimasero quattro confratelli i quali
si restrinsero in due o tre locali per far posto
a parecchie famiglie senza casa, al Parroco, al
Municipio, ai Carabinieri ed alla Posta . Nel
periodo più cruciale, al passaggio degli eser-
citi, ripararono nella canonica . Rovinata an-
che questa, tornarono in collegio collo stesso
Arciprete, continuando a coadiuvarlo nell'as-
sistenza alla popolazione, fino al 24 maggio
1944, quando tutti dovettero sfollare . Giunti
gli alleati in Roma, i tre confratelli tornarono
al collegio a riprendere la loro missione di
carità anche con la distribuzione giornaliera
di quattrocento minestre offerte dalla Pontifi-
cia Commissione di Assistenza ai bisognosi .
(Continua) .
IN FAMIGLIA
UNGHERIA - Qualche notizia delle Figlie
di Maria Ausiliatrice .
Per una grazia, che si ritiene del tutto
straordinaria, le due comunità delle Figlie di
Maria Ausiliatrice di Mandok e di Tenyo non
ebbero a soffrire danni alle persone, e la
seconda ben poco anche dal lato materiale . Le
Suore di Mandok, costrette a lasciare la Casa,
che venne spogliata di tutto, compreso il
materiale edilizio per l'avviata costruzione delle
annesse Scuole, adoperato dagli eserciti di
passaggio a fabbricare ponti, si ritirarono per
alcuni mesi a Strigonia, dove incontrarono
non poche sofferenze, specie nell'ultimo lungo
assedio della città. Ma, appena fu loro possibile
vi ritornarono, accolte con grande dimostra-
zione di giubilo dalla popolazione ; e, nell'e-
strema povertà, ripresero attivamente il lavoro,
confortate da un bel gruppo di aspiranti,
liete di condividerne privazioni e fatiche, pur
di abbracciarne altresì gli stessi ideali di vita
religiosa salesiana .

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Pe r gl i "sciuscià"
Continuazione
1° marzo, pagina 28,
L'esperienza di Napoli.
A Napoli, l'iniziativa partì spontanea da una
no stra casa di formazione .
Un gruppo di chierici, preparati nella pre-
ghiera e nel sacrificio all'inizio della nuova
missione, andarono il 29 gennaio 1945 in giro
d'ispezione per le vie della città, per osservare
e riferire sulle seguenti cose :
dove si trovassero più forti conglomerati
di giovani per le strade ;
che cosa facessero ;
quale fosse il loro umore di fronte al prete .
Le difficoltà previste furono molte fra cui
alcune insormontabili . Localizzarono : la sta-
zione centrale, il porto, il centro cittadino in-
torno alla nostra parrocchia . Due giorni dopo,
ritornarono alla centrale e sulla piazza della
stazione iniziarono qualche gioco . Prima un
po' di scetticismo ; poi, vinta la naturale diffi-
denza per ogni cosa nuova, curiosità e soddi-
sfazione . Vedere dei preti giocare in mezzo
alla strada con ragazzi stracciati, sudici, imper-
tinenti, provocò qualche sorriso e più di un
sarcasmo . Ma i nostri eran preparati anche a
questo . Gli spettatori non tardarono a passare
quindi all'ammirazione .
Il primo gruppo di giovani fu di una quin-
dicina .
Finita la partita e detta una buona parola,
i chierici li lasciarono, dando loro l'appunta-
mento per il prossimo giovedì allo stesso luogo .
È facile immaginare l'ansia dei chierici per
vedere l'esito . Il Signore ci aveva messo la
sua mano : i giovani comparvero tutti meno
uno o due, compensati da una diecina di nuovi!
I pochi, ma animosi apostoli si buttarono al
lavoro . E bravamente affrontarono e superarono
le prime difficoltà . S'impose tosto una divi-
sione dei piccoli dai grandi .Ipicolvenr
interessati in giuochi di movimento : barra
rotta, bandiera lunga ; i grandi, affascinati da
un pallone . Un chierico, buon calciatore, af-
fermò subito il suo prestigio su quei ragazzi
già proclivi a riconoscere un capoccia . Ed egli
si valse assai bene della sua autorità per rego-
larne il gioco, impedirne gli abusi, le prepo-
tenze . . . le bestemmie . Ah! le bestemmie! Come
sfrecciavano dalle labbra di quei poveri ra-
gazzi! Ebbene : si notò subito lo sforzo, nei
piccoli e nei grandi, di correggersi . Il furto
invece presentò maggior resistenza . I ladrun-
coli di carbone erano i più recidivi . Ma, poveri
figliuoli, lo dicevano chiaramente : « Sono busse,
alla sera, se torniamo a casa senza il solito
bottino » .
Il catechismo incontrò sulle prime non po-
che difficoltà nella inquietezza di quelle testo-
line, abituate a ben altri pensieri e occupazioni .
Pure la pazienza e la costanza guadagnò ogni
volta un po' di terreno . I piccoli sono general-
mente i più docili ; fra i mezzanelli, molti cer-
cavano di scantonare ; fra i grandi prevaleva
l'indifferenza, e, purtroppo, la parola mali-
ziosa e pestifera . Urgeva impedire il contagio .
Ed ecco i nostri ad un lavoro personale, indi-
viduale, orientato verso i più potenti mezzi di
redenzione : i Sacramenti . I risultati incorag-
giarono a sperare .
Certo : se ci fosse stato là un Oratorio, con
locali, scuole, chiesa, col suo raggio benefico
di azione per aiutare quei poveri ragazzi a tro-
varsi del lavoro onesto, sarebbe stata la solu-
zione radicale . Ma bisognò contentarsi di quello
che c'era : il piazzale della stazione!
Il 15 febbraio iniziarono il lavoro nella se-
conda zona : il porto . Ammaestrati dalle espe-
rienze precedenti, fecero rapidi progressi : set-
tanta scugnizzi! più omogenei nell'età e nella . . .
educazione, e quindi più disposti alle esorta-
zioni e ai consigli . Ma anche più volubili, data
la facile esca, costituita dalla spiaggia e dalle
risorse del porto . L'elemento si rinnovava
quasi completamente giorno per giorno, pur
restando un piccolo gruppo di fedelissimi . Il
5 aprile, portarono l'apostolato presso un edi-
ficio scolastico rimasto a metà costruzione in
località detta del tennis. Anche là una settan-
tina, subito . La loro indole, favorita dalla tran-
quillità del luogo, faceva sperare ottimi frutti .
Si sentì presto però odor di polvere : parenti e
fratelli dei ragazzi, irretiti dall'ateismo, tenta-
rono di mettere i bastoni fra le ruote . Ma i
nostri non si persero di coraggio . Numerosi i
ragazzi che chiesero di essere preparati alla
prima Comunione . . . Il 12 aprile, puntarono
alla cosidFreotrnai, ione nei pressi del-
l'entrata allo spolettificio . I locali della fab-
brica d'armi erano occupati dagli Inglesi ; ma
i dintorni, molto popolati, brulicavano di ra-
gazzi di ogni età . Rombavano continuamente
i camion militari ; sfrecciavano macchine e la
gente circolava chiassosa . Come radunarvi il
rudimentale oratorio ? Pure vi riuscirono, dopo
aver organizzato il gioco in un angolo meno
disturbato . Anche là, curiosità della gente, e

1.8 Page 8

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accorrere di ragazzi . Ma, non avendo spazio
per separare dai piccini i grandi, questi si al-
lontavano . Qualche chierico animoso li seguì .
Rotto il ghiaccio, l'amicizia sbocciò e diede
frutti stabili e meravigliosi . Basti dire che il
capoccia, organizzatore di molti scugnizzi, se
li portò tutti ad ascoltare la parola dei «pre-
tini » e fu il primo nucleo di una fiorente opera
di bene . -
Il 26 aprile andarono alla . . . suburra di Torre
Annunziata : al Carminiello . Ambiente quanto
mai difficile! Eppure . . . nei locali di una scuola
elementare, giunsero presto a 140 ragazzi . Ma
là almeno vi erano cortili! Poterono quindi
senz'altro organizzare un oratorio trisettima-
nale, con l'appoggio e l'aiuto del Parroco . Es-
sendo vicino il mese di maggio, i giovani apo-
stoli si misero intensamente a preparare la
prima Comunione .
Uno spettacolo così nuovo e così pubblico
non potè sfuggire al cronista della pubblica
stampa . I giornali descrivevano le scene, rife-
rivano i commenti dei passanti : - Toh! anche
i preti sono diventati scugnizzi! Si deve vedere
anche questa?
E difatti i Salesiani finivan tutti sporchi,
con la veste a brandelli proprio come la giac-
chetta e i pantaloncini degli scugnizzi .
Ma che razza di scugnizzi! A poco a poco
nessuno bestemmiava più : più nessuna paro-
laccia! Ai primi chierichetti se ne aggiunsero
altri ed altri ancora, e, nelle brevi pause del
gioco, i fanciulli si raccoglievano attorno ai
religiosi per ascoltare qualche bel racconto,
imparare facili preghiere e canti sacri . I pic-
coli amici vennero poi invitati a frequentare il
più vicino degli Oratori salesiani sparsi per la
città . La Provvidenza mandò a tempo soccorsi
materiali che permisero di allestire cucine eco-
nomiche e provvedere ogni giorno anche la
refezione calda per gli ospiti più bisognosi .
Roma .
A Roma, fin dall'autunno del 1942, l'Ora-
torio Sacro Cuore aveva individuato un'ottan-
tina di poveri figlioli, che, col pretesto del
facchinaggio, si avventuravano allo svaligia-
mento dei viaggiatori alla stazione Termini .
La vigilia di Natale, il direttore aiutato da un
ottimo giovane poi deportato e perito in Ger-
mania, ne invitò alcuni alla Messa natalizia
delle 16,30. Li trattò così bene, che questi ne
attrassero altri ad un corso di religione che
preparò le prime Comunioni e le prime Cre-
sime per la festa di Don Bosco nel 1943 .I
superiori si presero quindi a cuore anche la
sorte dei loro compagni, intervenendo pure
presso la polizia che con frequenti retate cer-
cava di stroncare il disordine . Il 14 luglio,
45 vennero portati di peso ad un ben noto
correzionale . I Salesiani si proffersero a riedu-
carli in ambiente più adatto ; e già il direttore
delle carceri dei minorenni aveva dato il suo
consenso, quando, nel bombardamento del 19,
il correzionale fu centrato in pieno e tre soli
del gruppo, scampati miracolosamente, corsero
all'Oratorio a narrar l'accaduto .
Il precipitare degli eventi impegnò i nostri
confratelli in altre opere di salvataggio soprat-
tutto per sottrarre i giovani ai rastrellamenti
ed alle deportazioni . Ma, appena avvenuta la
liberazione della capitale, ripresero ad occuparsi
anche dei « ragazzi della strada » il cui numero
era cresciuto a dismisura . Nel marzo 1 945
l'apostolato raggiunse l'organizzazione ufficiale.
A leggere la pagina del giornale che riferisce
lo storico avvenimento, par di respirare aria
di . . . fioretti salesiani, e di rileggere le gesta
primitive delle conquiste di Don Bosco .
Quel giorno il pattuglione volante della
Questura, lanciata la rete agli Sciuscià nei pressi
di Termini, vi pescò anche un prete .
- Che fa qui lei
- Certo non vendo sigarette .
- Le compra .
- Nemmeno .
- E allora ?
- Cerco di comprare qualcosa di meglio :
le anime di questi poveri ragazzi .
Il Commissario guarda, pensa e poi capisce .
Da quel giorno il prete ha trovato in lui un
amico . Il giovane sacerdote ha infatti deciso
di attuare un progetto lungamente meditato .
Anche i preti hanno la loro tessera dei ta-
bacchi, e possono perciò provvedersi di sigari
e sigarette .
Non per fumarsele, chè i Salesiani non fu-
mano ; ma per comperare anime . Egli infatti
quel giorno con le tasche ben fornite di sigari
e sigarette acquistate con la tessera sua e dei
confratelli, si portò alla stazione Termini, de-
ciso di darsi alla borsa nera .
Si infilò nel formicaio dei mariuoli, li esa-
minò uno per uno, ne apprese il nome, fissò
la sua attenzione sui più svelti e sui più
depravati.
I ragazzi lo sbirciavano diffidenti . Ma egli,
impavido, continuò a sfidare tutti quegli occhi
inquieti . Quando gli parve il momento buono,
afferrò dolcemente un ragazzo per il braccio,
lo trasse in disparte, cavò dalle tasche della
sottana mazzi di sigari e pacchetti di sigarette,
glieli mise in mano, e lo pregò di venderli .

1.9 Page 9

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Il ragazzo rimase senza fiato, sgranando gli
occhi ; ma, fiutato il buon affare, non esitò ad
accettare .
«Va bene - gli disse il prete . - Ma tu
devi venderli alla metà del prezzo lecito : quello
delle tabaccherie . Quando avrai venduto tutto,
vieni all'Istituto qui vicino del Sacro Cuore .
Chiedi di Don . . . Ti farò trovare una buona
minestra calda, e, se non hai da dormire, il
letto te lo procurerò io . Il guadagno dei sigari
lo terrai per te, e lo darai ai tuoi genitori .
Vieni a trovarmi con i tuoi amici . Faremo
affari d'oro » . E se ne andò . Un minuto dopo,
tutto il formicaio dei piccoli venditori era a
rumore dallo straordinario avvenimento . Viva-
cissima discussione : pareri contrari, parole di
diffidenza . Ma, nonostante le voci di opposi-
zione, il piccolo commerciante rispettò la
promessa data, vendette le sigarette a metà del
prezzo lecito, e, quel giorno stesso, nel pome-
riggio, comparve al « Sacro Cuore » . Non solo
però . Era scortato da una ventina di compagni
che trovarono, come lui, la minestra promessa,
un'accoglienza da grandi amici, e la esortazione
a tornare il giorno dopo e sempre a piacimento .
(Continua) .
Dalle nostre Missioni
RIO NEGRO (BRASILE)
Rev .mo Sig . D . Ricaldone,
spero avrà ricevuto l'ultima mia lettera della
metà di agosto . Ora le scrivo appena ritornato
dalle missioni del Rio Negro, dove ho passato
50 giorni in una visita relativamente rapida .
Partito da Manaus il 14 agosto, in una lancia
particolare, in tre giorni giunsi a Barcellos,
atteso da Don Acchiardo e dagli altri confratelli,
4 sacerdoti e 4 coadiutori . Don Acchiardo è
l'itinerante che visita varie volte all'anno le
popolazioni disperse dalla bocca del Rio
Branco fino all'altra missione di S . Isabel .
Trovai tutti bene e in buone condizioni di
salute ; gli alunni interni sono solo 8o, perchè
quest'anno dovettero lottare con la scarsità di
farina . Il collegio delle Suore conta 115 in-
terne . Il 26 agosto continuai il viaggio a S . Isa-
bel, che è quasi alla stessa distanza tra Bar-
cellos e Manaus . È una missione di grande
avvenire ; le cinque case attuali sono provvi-
sorie, ma è già pronta la pianta per una
costruzione definitiva . L'internato conta 5 0
alunni ; l'esternato 20 . Con altri tre giorni di
viaggio giunsi, il tre settembre, a S . Gabriel,
centro della Prelazia, situato in uno splendido
panorama, il migliore del Rio Negro . La
missione s'impone per la grandiosità dei suoi
edifici, della sua chiesa, del suo ospedale .
I due collegi vanno bene ; il campo sperimen-
tale abbraccia più di un chilometro di coltiva-
zione . Il 5 settembre, partii per Taracuà, che
dista solo 40 ore di lancia, ed è già nel Rio
Uapes, zona di Indi . Gli alunni erano in
vacanza, perchè le febbri obbligano l'anno
scolastico ad un ciclo speciale . È lapiù pro-
vata delle nostre missioni : la popolazione è
quasi scomparsa a causa delle febbri ; d'altra
parte la nuova missione di Pari sul Rio Tiquiè
ha assorbito gli Indi che prima affluivano a
Taracuà . Il panorama andrebbe bene per un
scenario di teatro ; ma la roccia su cui posa
dà un riflesso molto incomodo e non lascia
libero un palmo di terra per la vegetazione .
La mattina del io, accompagnato da Don
Marchesi, che mi aveva atteso a Taracuà,
partii per il Rio Tiquiè, che sbocca nell'Uapes
un 20 minuti sotto la nostra missione . È un
no tortuosissimo e relativamente molto stretto ;
in tre giorni giunsi a Pari-Cachoeira . La
missione conta quasi sei anni di esistenza : il
nostro internato va bene per 100 alunni ; è
quasi tutto pronto . Il 14, festa dell'Esalta-
zione di S . Croce, abbiamo benedetto la
nuova chiesa . Per l'anno prossimo sarà pronto
l'edificio per le Suore, che potranno così
cominciare l'internato delle alunne . Per ora
abbiamo là tre sacerdoti con due coa-
diutori .
Fu necessario affrettarsi a scender a Taracuà,
di dove partimmo, nel pomeriggio della do-
menica 16, dopo la benedizione . Con un bel
chiaro di luna, attraversammo di notte la
foresta fra Ipanore e Urubucuara ; la sera del
giorno dopo giungemmo a Jauaretè, che è
sempre la maggiore e la più frequentata di
alunni di tutte le nostre missioni : vasta chiesa,
vasti edifici e vasti cortili . Il ritorno di Don
Marchesi, dopo un'assenza di tre anni, fu una
vera benedizione che rianimò tutti gli Indi

1.10 Page 10

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di questa vasta zona situata a N . W . di San
Gabriel .
La salute di Don Marchesi va bene : usan-
dosi certi riguardi, il medico gli disse che
potrà morire di qualunque malattia, tranne
di quella che ebbe negli anni passati . Nessuno
dei missionari penetrò la psicologia e la lingua
degli Indi come lui . Conoscendosi il suo
sacrificio e la sua carità nessuno ha tanta
autorità morale come lui sopra quegli Indi
che conosce uno per uno di villaggio in
villaggio . Se il Brasile conoscesse l'opera mis-
sionaria salesiana del Rio Negro eleverebbe
rev .mo Don Reyneri e cogli altri Ispettori .
Spero pure di accompagnare Don Reyneri al
Nord dov'è vivamente atteso . Poi terminerò
la visita .
Dall'Italia molte notizie mi sono già giunte
per lettera o a voce . Ringrazio il Signore che
certi danni furono minori di quello che si
temeva . Ripeto quello che già scrissi : tutti i
mezzi e le possibilità dell'Ispettoria sono a
disposizione dei Superiori e di chi ha meno
di noi .
Voglia estendere a tutti i Superiori del
Capitolo gli ossequii e saluti cordiali dei con-
fratelli ; benedica l'Ispet-
toria e chi si professa
suo aff.mo in C . J .
dei monumenti ai nostri missionari . Il giorno
19, festa in Jauaretè : grande numero di ex
alunni e folla di popolo ; Messa solenne ; nel
pomeriggio processione, e, la sera, teatro .
Dopo il teatro . . . fu necessario partire . Alle sei
del mattino eravamo ad Urubucuara, dove
celebrai la S . Messa, assistita devotamente da
tutta la popolazione . Pranzammo in Taracuà
e il giorno seguente, 21, toccammo l'isola dei
fiori allo sbocco del Uapès nel Rio Negro .
Dopo la S . Messa, in due ore giungemmo a
S . Gabriele . Il 22, a mezzogiorno, partimmo
per S . Isabel ove giunsi per la S . Messa del 24
e mi fermai una settimana, aspettando il vapo-
rino per Manaus . Finalmente il ottobre
partimmo per Barcellos . Ad un'ora di distanza
da Barcellos, dove il vapore avrebbe dovuto
sostare a caricare mercanzie tutta la notte,
venne a prelevarmi per tempo la lancia di
Don Acchiardo che mi portò alla nostra mis-
sione : così passai ancora un giorno fra i nostri .
Il 5, pomeriggio, giungevo a Manaus . Per ora
la visita al Rio Negro, coi mezzi di cui si di-
spone, non può durare meno di 50 giorni, so-
stando non più di due o tre giorni nelle missioni
oltre S . Gabriel . Pel Rio Branco c'è già l'avio-
linea ; pel Rio Negro non vi è ancora speranza :
partito in aereo da Recife a metà luglio, mi
trovo ancora, e sono ormai tre mesi, nell'A-
mazonia Da Recife a Torino il viaggio è tre
volte più rapido che da Recife al Rio Negro .
Partirò di qui il 18 c . m . per Recife, riman-
dando ad altro tempo la visita alle case del
Cearà . Il 2-XII spero recarmi a Rio per assi-
stere all'inaugurazione del nuovo Noviziato
di Pindamonhan-gaba e per incontrarmi col
Manaus, 11- x -1 945 .
D . GUIDO BORRA,
Ispettore.
INDIA-ASSAM
Amatissimo Padre,
doro cinque anni di silenzio, con l'animo
pieno di gioia, ricomincio a invirle l'annuale
relazione .
Ecco la statistica del bene compiuto nel-
l'anno 1944-1945 con le cifre dell'anno pre-
cedente .
Anno 1945
1944
Cattolici
70 .325
70 .363
Battesimi (totale)
5102
4425
» (Adulti)
1367
932
» (in ar . mor .) 814 875
Matrimoni 574 565
Sacerdoti 33 33
Chierici 7 7
Coadiutori 10 10
Scuole Elementari
» Secondarie
» Superiori
100
97
53
53
.. 7 6
Collegi 3 3
Catechisti 607 597
Comunioni
289 .892 233 .748
La Missione soffrì molto durante questi
cinque anni di guerra, perchè la maggior
parte dei Missionari fu internata . L'Assam
diventò zona di guerra con tutti quei disagi
inevitabili di restrizioni, d'intoppi, di disloca-
zione di popolazione, da aspettarsi in simili
circostanze . Furono cinque anni di stasi e,
dobbiamo confessare, di regresso, perchè la
bufera infuriò su quello che era il giardino
promettente dell'Assam e distrusse i fiori pro-
mettenti d'un ubertoso raccolto . È inutile

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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pensare al passato : con rinnovato ardore e
sano ottimismo si deve piuttosto mirare al
lavoro di ricostruzione .
Decennio episcopale .
Nel novembre 1944 celebrammo in Shillong
il decimo anniversario della consacrazione del-
l'Arcivescovo di Madras e del Vescovo di
Shillong, con l'intervento dei tre Vescovi
Salesiani dell'India . I festeggiamenti furono
caratterizzati da un'esposizione d'arti e mestieri
delle nostre scuole industriali, e da una solenne
processione Eucaristìca .
L'Esposizione fu solennemente aperta dal
Governatore dell'Assam e visitata dalle prin-
cipali autorità e da una gran folla di popolo .
Nel risveglio industriale dell'Assam le Autorità
guardano con simpatia alle nostre scuole indu-
striali, che segnano un primato invidiabile
nella regione .
La processione Eucaristica vide soldati di
tutte le partì del mondo onorare l'Eucaristico
Re dei secoli e fu una splendida manifestazione
di fede che ricordò le giornate trionfali di
io anni prima . Altre grandi processioni con
solenni adunanze si susseguirono poi nei più
grandi centri missionari, come a Tezpur, a
Dibrugarh e a Jowai, onorate tutte da centinaia
di soldati cattolici, specialmente americani,
che abbero agio di vedere così la vita missio-
naria in pratica .
Fu questo, fra tanti mali, un vantaggio della
guerra : l'averci messo a contatto con tanti
soldati americani e inglesi, che, pieni di ammi-
razioneprlavitascrifcat,poveraesublime
insieme dei nostri Missionari e Suore, ci
furono larghi di aiuto . Noi li ricambiammo
prodigandoci senza riserva per il loro vantaggio
spirituale . Ci furono anche conversioni ed io
amministrai la Cresima a soldati venuti da
tutti i punti del globo : America, Africa, India,
Europa, d'ogni colore e stirpe : tutti affratellati
e uniti in Cristo . Questa scoperta, direi così,
delle Missioni, conosciute prima soltanto attra-
verso le riviste e le prediche, non mancherà
di far sentire i benefici influssi nel futuro .
Fervore di apostolato.
Ho accennato alla vita di sacrificio dei Mis-
sionari : il nostro ringraziamento va a loro,
senza riserva, perchè hanno continuato a man-
tenere le posizioni e a moltiplicare i loro
sforzi per riempire tanti vuoti ed affrontare
tante situazioni non sempre facili a superarsi .
Grazie a Dio, si ebbe sempre cibo in abbon-
danza ; solo le stazioni missionarie lontane dalle
vie di comunicazione ebbero a sostenere vere
privazioni .
Molti catechisti allettati da alte paghe, e, a
dirveo,prtevir,datol'enrm
rincaro dei generi alimentari, abbandonarono il
loro posto fra noi . I nostri mezzi di sussistenza
rimasero stazionari e non poterono adeguarsi
ai nuovi prezzi . Tuttavia, con l'aiuto della
Divina Provvidenza, si potè costruire un bel
laboratorio di cucito e tessitura nella Casa
delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Mawlai
(Shillong) ; l'Orfanotrofio Don Bosco-Shillong
si arricchì anche di un bel nuovo fabbricato
per raccogliere, oltre ai giovani Khasi, anche
i giovani Nagas e Birmani .
Si continuarono, benchè con pochi operai,
i lavori dell'erigenda Cattedrale di Shillong .
Si comperò un'estesa proprietà con casa per
la nuova stazione missionaria di Golaghat .
I migliori edifici della nostra missione sono
ancora requisiti ; ma speriamo di riaverli presto
per riprendere tutto il nostro apostolato .
Questa tremenda guerra ci ha mostrato una
volta di più la necessità del clero indigeno, e
a questo saranno dirette tutte le nostre solle-
citudini . Lo stato di guerra, la mancanza di
mezzi e la molteplicità delle lingue hanno
arrestato questo lavoro, benchè i novizi sale-
siani provenienti dall'India siano più di
quindici .
L'apostolato delle nostre Suore che curano
gli ammalati negli ospedali è molto apprezzato .
Cerchiamo ora di aprire una scuola per for-
mare infermiere .
La Congregazione Diocesana delle Suore
Indigene, cominciata tre anni or sono, conti-
nua : avemmo le prime professioni, e già alcune
di esse insegnano nelle scuole della missione .
Col ritorno dei nostri Missionari apriremo
subito nuove stazioni missionarie . Ci chiamano,
e l'occasione sarebbe favorevole, anche nelle
parti dell'Assam che fino a ieri erano conside-
rate terre proibite . Questo mi causa molta
ansieta, perchè, perduta una volta l'occasione
favorevole, è ben difficile afferrarla nuova-
mente . . . Si tratta di andare fra i Nagas e i
Manipuresi, tribù che darebbe tante consola-
zioni alla Chiesa Cattolica .
Mi voglia benedire e con me benedica tutti
i miei missionari e tutte le nostre opere e il
nostro lavoro .
Godo con tutta la stima e l'affetto professarmi
sempre nei SS . Cuori di Gesù e di Maria
aff .mo suo
Vescovo di Shillong .

2.2 Page 12

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CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE
TORREGLIA (Padova) - Inaugurazione
di un'artistica Cappella a Maria San-
tissima Ausiliatrice .
Il 21 ottobre 1945 a Torreglia, per interes-
samento dello zelante parroco attuale rev .
Don Luigi Bressanin, è stata inaugurata la
decorazione di una bella e devota cappella a
Maria SS . Ausiliatrice, a Lei dedicata già nel
1910 dall'Arciprete di allora Don Arcangelo
Simonato, ex allievo della Casa Madre di
Torino, che amava ricordare di aver cono-
sciuto personalmente Don Bosco .
La Cappella costituisce l'abside sinistra del
transetto della chiesa parrocchiale, dedicata al
Sacro Cuore, recentemente decorata, nella sua
piacevole linea architettonica, con arte originale
e con criteri di sapiente sobrietà e di profonda
ispirazione liturgica.
Nella decorazione della Cappella i profes-
sori Galliano e Migliolaro, aiuti dell'illustre
pittore Casanova, si sono proposti di commen-
tare ed illustrare in una serie di riquadri il
detto di San Giovanni Bosco : «Confidate in
Maria e vedrete che cosa sono i miracoli» .
Ciò essi hanno realmente ottenuto con mezzi
espressivi semplici, chiari, veramente efficaci .
Sulla parete di fondo è illustrata l'opera di
Don Bosco, intesa, secondo il pensiero dei
pittori, come glorificazione dell'Ausiliatrice,
materna e costante ispiratrice dell'opera sa-
lesiana .
Tale concetto è sviluppato nei riquadri late-
rali della volta, i quali rappresentano il sogno
di Giovannino Bosco all'età di nove anni e
la mirabile visione missionaria di Don Bosco
Sacerdote .
Di più vasto significato illustrativo sono gli
altri due riquadri,: l'uno rappresentante il
Papa S . Pio V nell'atto di inserire nelle litanie
l'invocazione: Maria Auxilium Christianoruin ;
l'altro raffigurante il Papa Pio VII che pro-
clama la festa di Maria Ausiliatrice .
Lo scultore, prof . Rebesco di San Zenone
degli Ezzelini, ha completato lo svolgimento
del tema con due altorilievi sul dossale dell'al-
tare con episodi biblici ricostruiti con fedeltà
storica nel loro vero significato religioso : Ester
che implora la salvezza del popolo ebreo
presso Assuero e Giuditta che taglia il capo
ad Oloferne . Un terzo rilievo sul frontale
dell'altare rappresentante il sogno delle « Due
Colonne » di Don Bosco completa il ciclo
Torreglia (Padova) :
La graziosa Cappella dedicata a Maria SS . Ausiliatrice,
illustrativo della Cappella, la quale appare così,
oltre che un profondo simbolo di fede, un
gioiello di arte sacra .
La popolazione della parrocchia, che ha
seguito con crescente interessamento i lavori,
è stata preparata al giorno dell'inaugurazione
con una settimana di predicazione, tenuta da
due professori del nostro vicino Studentato
Teologico di Monteortone .
Il giorno della festa il Padre Gerardo For-
naroli, abate dei Benedettini di Praglia, celebrò
pontificalmente la S . Messa e i Vespri, seguiti
da una processione indimenticabile per la fede
e l'entusiasmo del popolo e per l'attiva parte-
cipazione dei nostri studenti di Teologia con
il Direttore, il quale illustrò, con appropriate
parole, il significato della consacrazione di
tutta la popolazione all'Ausiliatrice .
DISTICO MARIANO
Maria, del mondo sei la primavera
cui non offusca l'infernal bufera .

2.3 Page 13

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Grazie attribuite all'intercessione di
MARIA AUSILIATRICE e di S . GIOV . BOSCO
Raccomandiamo vivamente ai graziati, nei casi di guarigione,
di .specificare sempre bene la malattia e le circostanze più im-
portanti, e di segnare chiaramente la propria firma . Sarà bene,
potendolo, aggiungere un certificato medito .
Non si pubblicano integralmente le relazioni di grazie anonime
o firmate colle semplici iniziali .
Una catena di grazie .
Sento il dovere di ringraziare pubblicamente la
Vergine Ausiliatrice e San Giovanni Bosco per la
continua loro protezione su me e la mia famiglia,
protezione ben palese in molte circostanze .
Il 5 giugno 1943 mi ammalo e la lontananza del
figlio Domenico (classe 1923) e il timore che parta
da un momento all'altro pel fronte, aggrava il mio
male, costringendomi a letto per oltre un mese e
mezzo e con ben poca speranza di potermi comple-
tamente ristabilire . La Madonna Ausiliatrice mi
ottiene invece il ristabilimento completo e la forza
per sopportare le prove riserbatemi dalla guerra .
L'8 settembre 1943, mio figlio Domenico è fatto
prigioniero dai tedeschi e per parecchio tempo non
ci giungono sue notizie . È facile immaginare lo
strazio di una mamma senza notizie del figlio . Ma
l'ho affidato alla Madonna e la Madonna me lo
riporta . Per tre volte è sulla tradotta in procinto di
partire per la Germania e per tre volte, all'ultimo
momento, è fatto discendere . E dopo due mesi
riesce ad evadere dal campo di concentramento di
Savona e a tornare inaspettatamente a noi .
Il 19 maggio 1944, lo stesso figlio e il secondo
Antonio (classe 1926) per sfuggire ad un rastrella-
mento dei fascisti, rastrellamento che costa la vita
ad un giovane compaesano, lasciano la casa per
rifugiarsi nei campi . Scoperti, sono rincorsi e fatti
segno a parecchi colpi di fucile . Le pallottole li
sfiorano entrambi lasciandoli incolumi, e subito rie-
scono a far perdere le loro tracce .
Il 28 luglio 1944, Antonio, chiamato alle armi
dall'ex-repubblica, parte invece per raggiungere una
formazione partigiana . Ancora rimango senza notizie
di un figlio, e so soltanto che il suo gruppo deve
sostenere parecchie battaglie . Anche questo figlio è
affidato alla Madonna e sempre prego, in continua
ansia per la sua anima e il suo corpo .
Tre mesi dopo, saputo che il suo gruppo è di-
sperso da superiori forze nazi-fasciste, e sapendo
approssimativamente il luogo della battaglia, parto
alla ricerca del figlio, ed ho la grande gioia di ritro-
varlo sano e salvo e di portarmelo a casa, pur pas-
sando in mezzo a tanti pericoli . Molte le peripezie
durante i vari rastrellamenti, e sempre la protezione
di Maria Ausiliatrice.
Il 15 maggio 1945, ancora Domenico, durante un
rastrellamento, è catturato dalla brigata nera e deve
partire per destinazione ignota . Non so darmi pace
nel vederlo sul camion in mezzo a quei soldati
nell'atto di portarmelo via per riserbargli chissà
quale terribile sorte . Invoco con maggior fervore
l'Ausiliatrice ed ecco : vien fatto discendere e mi
viene ridonato .
Pochi giorni dopo, truppe tedesche in ritirata,
passano e sostano nel nostro paese . Anche nella
mia casa è un continuo andirivieni di soldati e
temo molto per l'incolumità nostra e in special
modo dei due figli maggiori . Ma anche questa volta
la Madonna ha pietà di noi e non abbiamo a sof-
frire male alcuno .
Siano rese grazie alla Madonna e a S . Giovanni
Bosco! La guerra è passata portandoci tante preoc-
cupazioni, tante ansie, ma ci siamo ritrovati tutti
riuniti ed incolumi .
Voglia la Madonna prendere la mia famiglia sotto
il suo materno manto, e Don Bosco, che tanto ha
amato i giovani, voglia guidare i miei tre figli sulla
strada del bene .
Ringraziando anche a nome di mio marito e dei
figli, invio offerta per le Opere salesiane .
Foglizzo, 8-1-1946 .
SIMONDI GIUSEPPINA in BERTOLINO .
Quindici minuti sott'acqua in un pozzo .
Nel 1941 fui colpito da un forte esaurimento
nervoso . Visitato da vari dottori, il male si mostrò
ribelle ad ogni cura . Anzi progredì tanto da to-
gliermi ogni forza, rendermi impossibile il ritenere
il cibo e da farmi cadere in una debolezza tale di
mente da non permettermi più in nessun modo di
occuparmi degli affari della mia famiglia . Il mio
caso, a detta di tutti, sembrava disperato . La fiducia
di tutti la famiglia allora si pose come sempre in
Maria Ausiliatrice e in Don Bosco, ai quali si rivol-
sero le nostre più fervorose preghiere e dai quali
fummo sempre aiutati nelle nostre necessità . Nel
1942 a tutto questo si aggiunse un'altra disgrazia
che poteva essermi fatale . Per la mia grande debo-
lezza caddi incidentalmente in un profondo pozzo .
Per fortuna, dopo qualche minuto, mia moglie, no-
tando la mia assenza, ebbe l'intuizione dell'accaduto,
invocò con tutto il cuore Maria Ausiliatrice e
Don Bosco e chiamò disperatamente aiuto . Accorsa
gente, mi estrassero dal pozzo credendomi ormai
morto, avendomi trovato completamente sott'acqua,
dove stavo sommerso da almeno quindici minuti .
Invece ; mentre attorno pregavano, rinvenni in me,
e nonostante l'alta caduta non si riscontrò sul mio
corpo la minima ammaccatura . Il dottore però ri-
mase più che in dubbio sulle mie condizioni e sulle
conseguenze della caduta sopraggiunta alla prece-
dente debolezza ed agli altri mali da cui ero trava-
gliato . E invece le nostre preghiere furono ampia-
mente esaudite . Dopo pochi giorni incominciò un
notevole miglioramento che andò sempre aumen-
tando : incominciai a ritenere cibo, ritornarono le

2.4 Page 14

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forze e ora mi trovo completamente guarito e abba-
stanza in forze data la mia già avanzata età .
Rendendo grazie a Maria Ausiliatrice e a D . Bosco
invio l'offerta promessa e prego di pubblicare la
grazia .
Casabianca, I-IX-1945 .
GIOVANNINI DEFENDENTE .
GRAVELLONA TOCE - DISPERAVAMO
DI SALVARLO . Per una iniezione supporata mio
marito si ridusse in fin di vita e, sopraggiunta anche
la meningite, disperavamo di salvarlo . Incomin-
ciammo subito una novena a Don Bosco Santo,
protettore della mia famiglia . Terminata la novena,
il malato peggiorò con paralisi alla parte destra ;
s'incominciò di nuovo la seconda novena con pro-
messa d'offerta e di pubblicazione della grazia .
Terminata questa, mio marito tornava dall'ospedale
in via di guarigione, con meraviglia dei medici
curanti . In ringraziamento mando offerta per le
Opere Salesiane .
17-XI-1945. SAVOINI COSTANTE.
ROVIGNO D'ISTRIA - LE BOMBE CI HAN-
NO RISPARMIATO . Devoto a Maria Ausilia-
trice e a D . Bosco, dai quali ho ricevuto infinite
grazie e continua protezione, chiesi anche il loro
aiuto acciocchè salvassero la mia abitazione e la
mia famiglia dai bombardamenti aerei, promettendo
di recitare ogni giorno la novena a Maria Ausilia-
trice e d'inviare un'offerta per ogni bombardamento
che ci lasciasse illesi .
Abbiamo avuto in questi ultimi mesi otto bom-
bardamenti sopra la città, e le bombe, pur cadendoci
vicine, ci hanno sempre risparmiato .
Mentre ringrazio devotamente i miei grandi
santi protettori, unisco la quota dell'ultima in-
cursione .
12-V-1945. BROZZETTI GEMINE.
PINO TORINESE - PROPRIO IN QUEL
GIORNO. . . Da 21 mesi non avevo notizie di mio
marito, che, all'8 settembre del 1943, si trovava
militare in Montenegro . Feci una novena più fer-
vorosa delle altre a Maria Ausiliatrice e la finii
il 24 maggio . Proprio in quel giorno ricevetti una
cartolina da mio marito dove diceva che godeva
ottima salute e che si trovava in Italia . Commossa
e riconoscente ringrazio Maria Ausiliatrice e San
Giovanni Bosco, ed invio una tenue offerta affinchè
la Madonna protegga sempre il nostro caro e lo
ridoni al più presto all'affetto della famiglia .
8-IV-1945 .
BAJ RINA .
VIGNALE MONF . - I DOLORI SONO
SCOMPARSI . Da un mese io soffrivo forti dolori
reumatici ad una gamba, che mi tormentavano
giorno e notte non lasciandomi mai riposare .
Mandai dal farmacista a prendere il rimedio per
tali dolori, ma egli disse che questi rimedi che ven-
gono dall'estero ora non ci sono più . Allora io pensai
di rivolgermi a San Giovanni Bosco che, senza
rimedi, può guarire .
Incominciai subito la novena promettendo che,
se mi guariva avrei pubblicato la grazia inviando
un'offerta per le Opere Salesiane .
Nel secondo giorno della novena i dolori inco-
minciarono a diminuire, ed oggi, ultimo giorno, sono
scomparsi del tutto . E dire che quasi tutti i giorni
della novena faceva cattivissimo tempo, con forte
vento e temporali e pioggia e tanta umidità da
favorire i dolori reumatici .
1-XI-1945. MONZEGLIO CARLO.
PEROSA ARGENTINA - NEL GIORNO
DELLA MADONNA . . . Non trovo parole bastanti
per ringraziare, come vorrei, la potenza e la bontà
di Maria Ausiliatrice per la grande grazia che ci
ha concesso .
Una grave sventura stava per abbattersi sulla
nostra famiglia, e la Madonna ci ha salvati . Il mio
Mario, di anni sei, fu colpito da meningite, che in
pochi giorni lo avrebbe portato agli estremi . Nella
grande desolazione, temendosi da un momento al-
l'altro la catastrofe, lo raccomandai vivissimamente
a Maria Ausiliatrice ed iniziai la novena . Traspor-
tato d'urgenza all'ospedale malattie infettive, la sera
stessa gli fu somministrato l'Olio Santo . Ma la
Madonna operava il miracolo, e proprio il giorno 24,
a Lei dedicato, cioè due giorni dopo, il mio bam-
bino cominciò a migliorare, e dopo poche settimane
usciva dall'ospedale, dichiarato guarito, con grande
meraviglia di tutti .
Per adempiere la promessa fatta, rendo pubblica
la grazia e faccio l'offerta promessa, pregando la
Madonna a proteggere sempre la mia famiglia .
5-I-1946 .
A . L. R .
ROMA - AFFIDAI LA COSA ALLA MA-
DONNA . Durante il mese di novembre del 1941
mio fratello veniva colpito da un malessere che a
dire dei medici era leggero, tuttavia la crisi conti-
nuava tutto l'estate e si accentuava in autunno ; di
modo che ai primi di novembre dovemmo traspor-
tarlo d'urgenza alla clinica . Intanto la malattia con-
tinuava il suo corso, ed i sanitari esitavano a pro-
nunziarsi . Finalmente il professore mi incoraggiò
a confidare nella Madonna, dicendomi che Essa
avendo già fatti altri miracoli più grossi poteva fare
anche quello . Già da prima avevo affidata la cosa
alla Madonna, e compresi che era necessario au-
mentare la fiducia. Con me e con la mamma mia
pregava pure l'intera comunità dell'Istituto salesiano
Conti Rebaudengo di Torino, alla quale apparte-
nevo. Intanto continuavo le mie solite visite all'am-
malato, e fu appunto in una di queste che approfittai
di un momento di calma dell'ammalato per conse-
gnargli un'immagine di Maria Ausiliatrice pregan-
dolo di baciarla e di pregarla per la propria guari-
gione . Egli mi fece cenno di aver capito e di ob-
bedire . In breve la febbre cessò e gli fu permesso
di lasciare il letto e l'ospedale . La guarigione fu

2.5 Page 15

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rapida e completa . Dopo breve tempo di convale-
scenza il fratello potè applicarsi ai lavori dei campi,
e ciò fece nel decorso di questi quattro anni senza
sentire alcun disturbo, e godendo sempre buona
salute .
Catacombe di S . Callisto, 19-II-1946.
BARBERO SIMONE.
Maria Auschena - Ringrazio S . Giovanni Bosco
per la protezione avuta in tempo di guerra, e di
avermi fatta tornare sana e salva in Patria e nella
mia famiglia . Mando umile offerta per le Missioni.
Il signor Massano Francesco (Alfiano-Aless .),
manda offerta per grazia ricevuta.
La signora Peruviani Tullia (Vinchio d'Asti),
manda offerta in ringraziamento di grazia ottenuta
da Maria Ausiliatrice e Don Bosco, per il ritorno
del figlio dalla Germania .
Sig. Cavalli Mario (Torino) - Con umile devo-
zione vengo a soddisfare il mio voto fatto all'inizio
della mia lunga marcia quando, fiducioso nell'aiuto
divino ed in particolar modo a Maria Ausiliatrice
ed a S . Giovanni Bosco, fuggii dai tedeschi nella
ritirata di Nettuno dopo Roma, impiegando 70
giorni di marcia per arrivar fino ad Alessandria
presso i primi parenti. Ringrazio pure del parti-
colare aiuto avuto durante i quattro rastrellamenti
subiti dalle S . S . nei paesi di Monalio, Maragnano e
pressi, e per non aver avuto alcun male fisico.
Offro il mio stipendio .
La signora Pia Ernestina (Chieri), riconoscente a
Maria Ausiliatrice e a S . Giovanni Bosco per la
protezione avuta sui figli compie la promessa fatta
e invoca ancora altre grazie sulla famiglia .
G . R. (Torino) - Ringrazio S . Giovanni Bosco
per grazia ricevuta secondo sua intercessione ; man-
tengo promessa di mandare piccola offerta per gli
orfanelli cinesi di Macao .
S. R . (Benevagienna) - Ringraziando di cuore
Maria SS . Ausiliatrice per grazia ricevuta, mando
una offerta mentre imploro dalla Celeste Madre
altre grazie importanti per me e per tutti i miei cari .
Lina Arrigoni (Salice d'Ulzio) - Con gratitudine
filiale per grazia ricevuta . Continua, o cara Madonna
Ausiliatrice, a proteggerci tutti . Il tuo sguardo
materno vegli continuamente sulla mia piccola Carla .
E. B . (Borgo S . Dalmazzo) - In riconoscenza
a S . Giov . Bosco per essere stata ripetutamente
salvata da gravissimi pericoli, e implorando altra
grazia importantissima .
G . Toscani (Cameri) - Dopo continue preghiere
ottenni, per intercessione di Maria Ausiliatrice, da
Gesù Sacramentato, di potermi ristabilire da un
male che da tempo mi affliggeva . Adempio alla
promessa fatta, inviando la modesta offerta con la
mia perenne riconoscenza a Gesù e Maria .
Ringraziano ancora della loro intercessione
Maria SS . Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco :
Ferretti Maria (Torino) per il ritorno del figlio internato
in Germania .
N . N . ex allievo (Pordenone) per l'ottenuta guarigione di
paralisi acuta pur essendo stato spedito dai dottori curanti .
Piglione Clementina (Trino Vercellese) perchè colta da im-
provviso malore ricevette pronto soccorso e perché chiesta
la guarigione di una nipote ammalata fu esaudita pienamente .
Gavioli Don Marino (Buscoldo) per la guarigione della
mamma .
Istituto Don Bosco (S. Donà di Piave) per la miracolosa
guarigione di un allievo ammalatosi di peritonite .
Malpeli Carmela ved . Abbondi (Ravarano) perchè la figlia
riconquistò perfetta salute .
Cattaneo Angelina (Asnago) per la guarigione della sorella
da sei anni affetta di fistola .
Gorla Stefano (Mezzana di Somma Lombardo) pei felicis-
simo ritorno dalla Russia del carissimo Giovanni .
Ponsotti Letizia per la grazia ricevuta dal marito nel set-
tembre 1945 .
Castellano Lucia perchè ridotta in condizioni di salute assai
critiche potè ottenere un notevole miglioramento .
Bonetto Michele e consorte (Casalborgone) per la miracolosa
guarigione di un figlio di 7 anni .
Zamboni Lina (Udine) per la speciale protezione ricevuta
durante i molti bombardamenti! . . .
Gilardi Colombo Teresa (Airuno) per la miracolosa guari-
gione del figlio invocando continua protezione su tutta la
famiglia .
Gemelli Clotilde in Gidino perchè senza intervento medico
ottenne la guarigione della spalla dolorante per slogatura e
strappo applicandovi con fede la reliquia del nostro Santo!
De Giuli Maria (Pallanza) profondamente riconoscente a
Maria Ausiliatrice e a San Giovanni Bosco per averle concessa
la grazia richiesta invia l'offerta promessa :
Famiglia Turina (Cavour) desidera esternare vivissima rico-
noscenza a San Giovanni Bosco che durante tutto il periodo
bellico e specialmente nell'ultimo biennio ha risposto alle loro
invocazioni con la più larga ed eccezionale assistenza .
Bragadina Lucia (Vestone) per la guarigione del nipote che
fu tre mesi malato di setticemia e dichiarato inguaribile dai
medici .
Aimone Rosa per la straordinaria protezione concessa alla
famiglia .
Bonomi M. Pia (Vercelli) per la guarigione della mamma .
che era già ridotta agli estremi e per la guarigione del babbo
evitando operazione chirurgica .
Rossetti Angelo (Casto) perchè ridotto in condizioni pietose
di salute con poche speranze di guarigione riacquistò la pri-
miera salute solo per intercessione di San Giovanni Boscol
Pia Giuseppina (Santo Stefano Belbo) perchè caduta da un
salice dall'altezza di 10 metri e ridotta in condizioni disperate
ottenne conforto ed aiuto da Maria SS . Ausiliatrice e fu salva
senza conseguenze, premio di aver portato su di sè da anni
l'immagine della Madonna di Don Bosco Santo!
Gaido Giuseppina - Novizia F . M . Ausil . - (Pessione) per
l'ottenuta guarigione della nonna da polmonite doppia e pel
felice ritorno in famiglia di due zii militari dispersi, uno dei
quali attende ancora la completa guarigione .
Borbotto Giuseppina (Mondovi) perché affetta da immobilità
assoluta e da deperimento organico ottenne istantanea gua-
rigione .
Coniugi Chiarlo (Acqui) è riconoscentissima all'Ausiliatrice
per la miracolosa guarigione della bimba Gianna di pochi mesi .
De Stefanis Osenga Maria per la grazia ricevuta invocando
continua protezione .
Falco Giuseppe (Torino) ringrazia pel felice esito di esami di
maturità scientifica .
Famiglia Malgora (Torino) per la miracolosa protezione
ottenuta durante l'incursione aerea del 13 luglio 1943 .
Arborio Mella Maria Pia (Torino) colpita da grave malanno
e dichiarata malata cronica pose ogni sua speranza nella Ma-
donna di Don Bosco Santo e dopo una fervorosa novena si
trovò perfettamente guarita non ostante i suoi 8o anni! . . .
Carando Ferraris Maria (Tronzano) pel felice rimpatrio
dalla Germania del figlio Carlo .
M. B . (Castiglione) per la miracolosa guarigione della
mamma : pel buon esito di un lavoro importante ; per l'ottenuta
guarigione da tifo e in attesa di altre grazie importanti .
De Davide Ida (Padova) per le segnalatissime grazie ricevute .
Massa Maria ringrazia il nostro Santo che colla sua potente
intercessione ha scongiurato un doloroso intervento chirurgico .
Franca T. per segnalatissima grazia ricevuta in attesa di
altre.
Piccione Mariuccia e Poggio Lucia riconoscenti offrono la
loro offerta a Don Bosco Santo invocando ancora e sempre
la sua protezione.
Borri A . per aver ottenuto giustizia e riassunzione in servizio .
Berrini Sciamengo Natalina promette eterna riconoscenza
alla sua Madre Celeste per averla guidata, assistita nella cura
di una grave malattia che riteneva incurabile!

2.6 Page 16

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Grazie attribuite all'intercessione del
Servo di Dio DON MICHELE RUA
Era trascorso appena un minuto .
Nel luglio del 1944 mia sorella Maria Teresa era
degente per poliartrite, aggravata da gran debolezza
cardiaca . In uno degli accessi più dolorosi, nel ti-
more anche che la paziente non potesse più soppor-
tare, le si applicò sul cuore l'immagine con reliquia
del Servo di Dio don Rua, pregandolo insieme con
Maria SS . Ausiliatrice, e promettendo con un'of-
ferta la pubblicazione della grazia . Era trascorso
appena un minuto, e il dolore scomparve quasi
completamente . Pochi e sempre più leggeri accessi
si ripeterono ancora, e poi fu la guarigione, in
circa una settimana . Riconoscenti, adempiamo la
promessa .
Cavallerleone, 2 8-V - 1945-
D . BENEDETTO AYMAR.
TORINO - GUARITA DA UN'ULCERA
ALLO STOMACO . Guarita perfettamente da una
grave ulcera allo stomaco, sento il dovere di adem-
piere alla promessa fatta di farne pubblicare la cono-
scenza a gloria di Dio e a maggior incremento alla
devozione al Servo di Dio Don Michele Rua .
Mi trovavo nel Convitto di Torre Pellice così
sofferente per forti dolori allo stomaco che ormai
rifiutavo ogni sorta di cibo ; fui condotta a Torino
per un'accurata visita, e sottoposta anche ai raggi .
In preda a grande trepidazione ne attendevo il
risultato, sebbene disposta ad accettare ogni cosa
come espressione della volontà di Dio . Il responso
non poteva essere più desolante : era stata riscon-
trata un'ulcera allo stomaco, ed il Professore disse
che la mia vita non avrebbe una durata più lunga
di tre anni .
Espressi tale dichiarazione alla Rev .da Ispettrice,
la quale mi esortò a rivolgermi con fiducia al Signore,
interponendo l'intercessione del Servo di Dio Don
Michele Rua . Accettato con riconoscenza tale consi-
glio, mi rivolsi fiduciosa fino da quel tempo, marzo
1928, al secondo Successore di D . Bosco, e, con
mia grande sorpresa incominciai subito un sensibile
miglioramento che andò man mano accentuandosi
fino a restituirmi completa guarigione . Ora l'ulcera
non si manifesta più ; nemmeno nei suoi infimi ef-
fetti : io mi sento bene e posso nutrirmi con qua-
lunque cibo .
Sia gloria al Signore, sempre mirabile nella sua
onnipotenza e nella sua bontà, ed onore al grande
Servo di Dio, al quale esorto di ricorrere nelle af-
flizioni e nei bisogni della vita!
12-IX-1945 .
Sr. REGINA DE POLLO, F . M. A .
PISA - APPENA TERMINATA LA NOVE-
NA . Nell'anno 1943 alla fine del mese di marzo
iniziai una novena al Servo di Dio D . Rua affinchè
mi facesse ottenere un impiego per il mio marito
quasi allora settantenne. Appena terminata la novena
si presentò alla casa un signore domandando di mio
marito e se voleva assumere l'incarico di Accerta-
menti Agricoli . Non si può immaginare la mia gioia .
Riconoscente prego di pubblicare la grazia .
6-VI-1945. ANITA VALVASSAI.
TORINO - ERA ANGINA PECTORIS?
Tempo fa ricevetti dalla sorella la notizia che
mio cognato, guarito da pleurite, sentiva disturbi
al cuore così forti che certe volte temeva di rimaner
soffocato . Il medico accennava essere angina pectoris .
Invitai allora la sorella a pregare Don Rua cori
una novena per la guarigione del cognato . Io pure
iniziavo contemporaneamente la novena facendola
inginocchiato dinanzi alla tomba di Don Rua .
L'ultimo giorno della novena, ricevevo la notizia
che il cognato, fatta la radiografia, anzichè avere
l'angina pectoris, aveva un lieve deposito causato
dalla pleurite . Ora ogni disturbo è cessato e gode
ottima salute.
Riconoscente adempio la promessa di far pubbli-
care la grazia, affinchè venga maggiormente cono-
sciuto ed invocato il Servo di Dio Don Michele Rua .
12-1-1944 .
GIOVANNI ORIZIO .
NOVENA
consigliata da S . Giovanni Bosco per ottenere
grazie e favori da Maria SS . Ausiliatrice .
Recitare per nove giorni : tre Pater, Ave, Gloria al
SS . Sacramento con la giaculatoria Sia lodato e ringra-
ziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacra-
mento, tre Salve Regina a Maria SS . Ausiliatrice con la
giaculatoria Maria Auxilinrn Christianorum, ora pro nobis .
2° Accostarsi ai SS . Sacramenti .
3° Fare un'offerta secondo le proprie forze per le
Opere Salesiane .
Aver molta fede in Gesù Sacramentato e in Maria
SS. Ausiliatrice.
ORAZIONE DI S . BERNARDO
Ricordati, o piissima Vergine Maria, non essersi mai
udito che sia stato abbandonato chi ha ricorso a Te,
implorato il tuo aiuto, chiesto il tuo soccorso . Io, ani-
mato da tale confidenza, o Madre, Vergine delle Vergini,
a Te ricorro, a Te vengo, peccatore contrito, dinanzi a
Te mi prostro . Deh, o Madre del Verbo, non sdegnare
le mie preghiere, ma ascoltale propizia, ed esaudiscimi .
Così sia .
FIORETTO A MARIA
Visitare una persona inferma, esortandola a sentimenti di fiducia in Maria Santissima .

2.7 Page 17

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NECROLOGIO
S . Em . Rev .ma il sig . CARD. PIETRO BOETTO,
Arcivescovo di Genova, † il 31 gennaio u . s .
Proprio nel giorno della festa di Don Bosco è volata al cielo
l'anima dell'eletto figlio di Sant'Ignazio, che contava gli anni
della sua preziosa vita religiosa dalla morte del nostro Santo,
ed il 31 gennaio 1931 veniva chiamato dalla Santa Sede a
collaborare più direttamente con la suprema autorità eccle-
siastica come Consultore della Sacra Congregazione dei Reli-
giosi . La Sacra Porpora fece rifulgere in tutta la Chiesa, con
successive mansioni nella Curia Romana e nel ministero pasto-
rale, le virtù che lo avevano accreditato fino all'alto ufficio di
Assistente generale per l'Italia nella Compagnia di Gesù .
Genova esaurì il suo gran cuore di Pastore e di Padre nelle
vicende tragiche della guerra ed ebbe in lui il suo salvatore :
poichè a lui si arresero, alla vigilia della liberazione, le poten-
tissime truppe germaniche, rinunziando ai disegni di distru-
zione che avrebbero potuto fare in brev'ora di tutta la città
un cimitero . Noi gli siamo particolarmente grati per la pa-
terna benevolenza usata alla Famiglia Salesiana e ne serbiamo
la memoria in venerazione .
Salesiani defunti :
Sac . CRISTOFORI MARTINO, da Grauno (Trento), † a
Berlino il 1-VII-1945 a 68 anni .
Anima nobile e generosa, aveva accettato, più che sessan-
tenne, l'assistenza degli italiani dislocati nella capitale germa-
nica . E là è rimasto tutto il tempo della guerra a confortare
i nostri connazionali col suo sacro ministero . Nelle ultime ore
della resistenza di Berlino fu costretto anch'egli, col piccone
alla mano, a sgombrare macerie e cadaveri dalla Cancelleria .
Ferito al petto, il 28 aprile, soccombette per infezione. Il
Nunzio Apostolico scrisse : « È spirato vittima del suo zelo :
ferito, continuò imperterrito il suo lavoro pastorale e quando,
sfinito, si confidò ai medici, era troppo tardi . Egli era rimasto,
con vero eroismo, al suo posto, molto apprezzato ed amato
da un gruppo di altri sacerdoti italiani, eroi come lui : magnifico
esempio di santa solidarietà nel bene » .
Sac . GAZZETTI PIETRO, da Marsaglia (Modena), † a
Fossano (Cuneo) il 25-XII-1945 a 74 anni .
Sac . NARDELLA ENRICO, da S . Marco in Lamis (Fog-
gia), † a Cisternino (Brindisi) il 20-X-1943 a 69 anni.
Sac . PARISI PIETRO, da S . Nicolò di Trebbia (Piacenza),
† a Shanghai (Cina) il 26-VIII-1942 a 47 anni .
Sac . SISTI UMBERTO, da Ossona (Milano), † a Piossasco
(Torino) il 16-x11-1945 a 3o anni .
Sac . SACCHETTI ALFREDO, da Firenze, † a Corigliano
d'Otranto (Lecce) il 21-XI-1945 a 74 anni.
Ch . PENENGO ARMANDO, da Vinchio (Asti), † a Shan-
ghai (Cina) il 10-1-1945 a 21 anni .
Coad. VERITÀ GIUSEPPE, da Peschiera (Verona), † a
Mogliano Veneto (Treviso) il 16-XII-1945 a 82 anni .
Coad. NASSETTA VINCENZO, da Sortino (Siracusa), † a
Palermo il 20-XI-1945 a 75 anni .
Coad. MIGLIETTA PAOLO, da Occimiano (Alessandria),
† a Novara il 7-I-1946 a 6o anni .
Coad. REPETTO BENEDETTO, da Nostra Signora del
Pilar (Argentina), † a S . Pier d'Arena il 13-x-1945 a 71 anno .
Cooperatori defunti:
Colonnello N . U . GUIDO CALVI di Rosignano Monferrato,
† ad u . s . a 77 anni .
Intelligenza aperta, cuore sensibile e generoso, beneficò di
preferenza l'infanzia povera e sofferente. Ammiratore dell'Opera
di S. Giova Bosco donò in vita una Casa di riposo a San Remo
per i Missionari Salesiani e volle beneficare le nostre Mis-
sioni anche in punto di morte . Il Signore lo rimuneri colla
gloria del Cielo .
ZAVATTARO-TORELLI MARIA, † a Borgo S. Martino
il 4-VI-1945 a 76 anni .
Colla preghiera e col lavoro santificò la sua vita, benedetta
da Dio colla vocazione sacerdotale di uno dei suoi cinque
figli alla Società Salesiana .
Altri Cooperatori defunti :
Albera Rosina, Vigone (Torino) - Aleotti Ester, Argenta
(Ferrara) - Andreoni Giuseppe, Parma - Antolini Giuseppina,
Tione (Trento) - Arella Elisa, Vigevano (Pavia) - Aruga Um-
berto, Riva di Chieri (T orino) - Aschieris Virginia ved . Caffo,
Susa ('Torino) - Avondo Quinta, Lozzolo (Vercelli) - Babini
Anna, Faenza (Ravenna) - D . Baldini D . Policarpo, Mon-
tegabbione (T erni) - Balestra Giovanna, Milano - Banchero
Suor Claretta, Sampierdarena ( Genova) - Banchero Santo,
Savignone (Genova) - Bassanelli Antonio, Premolo (Bergamo)
- Battaglia Guido, Chiesa ( Sondrio) - Benvegnù Ambrogio,
Martellago (Venezia) - Bercini Eufrasia, Parma - Bernuzzi
D . Pietro, Stagno Lombardo (Cremona) - Bighelli Toscana .
Zevio (Verona) - Boella Corsetti Daria, Torino - Boerio Maria,
Montalenghe ( Torino) - Boggio Domenica, Mezzomerico (No-
vara) - Borsano Giacomo, Fresonara (Aless .) - Braga D . Gio-
vanni, Trezzolano (Verona) - Briccoli Marianna, Germignaga
(Varese) - Bruzzone Ivaldi Angela, Acqui (Aless .) - Bussi
Francesco, Rirarolo (Torino) - Cabodi Giuseppe, Lanzo ( To-
rino) - Calilli D . Corrado, Torino - Cambiano Mons . Carlo,
.Dono ( Varese) - Cantore Domenica, Chiusa S. Michele ( Torino)
- Cappellini Carolina, Carugo (Conto) - Capra Luigi, Pomaro
(Aless .) - Carena Mauriziana, Tortona (Aless .) - Carpenè
Giuseppina, Scomigo (Treviso) - Catotti Domenico, Capo di
Ponte (Brescia) - Cattoretti Clementina, Casorate Sempione
(Varese) - Cena Margherita, Montalenghe ( Torino) - Chiap-
pino Carolina, Casalborgone ('Torino) - Chizzola Domenica,
Mori ('Trento) - Cipolleschi D . Antonio, Mercatale di Cortona
(Arezzo) - Coggiola Giuseppe, Lu Monf. (Aless .) - Colombo
Claudina, Arosio (Como) - Colombo Margherita, Maggianico
(Como) - Como Lorenzo, Confienza ( Pavia) - Conte Suor
Maria, Sampierdarena ( Genova) - Conterno Caterina, Fari-
gliano (Cuneo) - Corbellini Adele, Melegnano ( Milano) - Cor-
rado Elvira, S. Margherita Ligure (Genova) - Cossano Ugliano
Giovanna, Vestignè ('Torino) - Crazzolara Giuseppe, S. Cas-
siano (Bolzano) - Demaria Stefano, Canelli (Asti) - Ducale
Angelo, Valtorttenza ( Aosta) - Fabris Baldissera Caterina,
Gemona (Udine) - Fabris Francesco, Terzo di Aquileia (Udine)
- Fabris Baldissera Irene, Gemona ( Udine) - Facinelli Virginia,
Revò ('Trento) - Fassi Teresa, Cherasco (Cuneo) - Fassina Maria,
Mirano (Venezia) - Ferranti Elisabetta ved . Colombo, Mal-
grate (Como) - Ferraro Ferdinando, Montemagno (Asti) -
Ferraro D . Pietro, Montemagno ( Asti) - Frittoli Angelo, Cre-
mona - Fumi D . Vincenzo, Orvieto (Terni) - Gariboldi Giusep-
pina, Lacchiarella ( Milano) - Gatti Serafina ved .- Vimercati,
Sairano (Pavia) - Gennero Caterina, Fatele (Cuneo) - Genoni
Giovanni, Castano Primo (Milano) - Ghilardi Maddalena,
Marane ( Brescia) - Gianasso Carlotta, Mombello (Torino) -
Giorla Giuseppe, Saronno (Varese) - Goria Edoardo, Tigliole
(Asti) - Inglese Maria, Semiana (Pavia) - Lunaro Romilda,
Finale Ligure (Savona) - Malfettani Maria, Bosco Marengo
(Aless .) - Marchetti Enrichetta, Bolzano - Mari D . Arnaldo .
Torre S .- Severo (Terni) - Marone Maria, Mosso S . Maria
(Vercelli) - Martini Maria ved . Scalerandi, Cavour (Torino)
- Mina Ambrogio, Aranco (Vercelli) - Molaro D . Angelo,
Gradisca (Gorizia) - Motetti Teol . Giuseppe, Mombello (Torino)
- Mottura Giuseppe, Cardè (Cuneo) - Nebuloni Teodolinda,
Parabiago (Milano) - Panichella Antonio, Montefano (Macerata)
- Parodi Angela e Santina, .Sampierdarena ( Genova) - Pasto-
relli Antonio, Carpasio (Imperia) - Patrucco Paolo, Candia
Lom . (Pavia) - Pavesi Innocente, Castiglione d'Adda ( Milano)
- Piacentino Maria Piola, Roccltetta Tanaro (Asti) - Pignone
Caterina ved . Sibilla, Pieve di Teco (Imperia) - Pipparelli D .
Domenico, Ficulle (Terni) - Trina Luigi, Candia Lom . (Pavia)
- Quaroni Ettore, Barasso (Varese) - Ravazzoni Agnese, Capo
di Ponte ( Brescia) - Ribaldone Domenica, Lu Monf. ( Aless.)
- Rovigatti geom . Natale, Ficarolo (Rovigo) - Salice Paolo,
Musso (Como) - Scarante Mons . Antonio, vescovo di Faenza
(Ravenna) - Segna Mario, Rosasco (Pavia) - Sola Lorenzo,
Cartuagnola (Torino) - Spriano Albina, Cantavenna (Aless .)
- Stefani Maria, Condino (Trento) - Tabanelli Giuseppe, Bo-
logna - T accone Rosa, Candia Lom. (Pavia) - Tavasci Emma,
Gordona (Sondrio) - Tonso Maria, Balocco (Vercelli) - Topran
Sante, Padola (Belluno) - Uslenghi Luigi, Chivasso (Torino)
- Vignolo Matteo, Sezzadio (Aless .) .