Bollettino_Salesiano_196507


Bollettino_Salesiano_196507

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1.2 Page 2

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IN QUESTO NUMERO:
Si apre il piccolo
Concilio salesiano
Il XIX Capitolo Generale
della Congregazione salesiana,
pag. 101
Centrali di spiritualità
Case salesiane
per Esercizi Spirituali,
pag. 106
la tormenta comunista
sul Vietnam
pag. 120
IN COPlltTINA
il risorto I
Particolare della Cappella PInardi In Todno-Valdocco
VIITNAM • •• acorre tanto aangue per l'odio degli
uomini, I mlnlonart venano l'acqua del Battnlmo
..,elle rlgen.... nell'amore di Dio•

1.3 Page 3

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. -p._ ·E~1-·..
.~
I
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-
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4
I
AD:EGUARCI
t' -. ·.··- - _- - --. - -- - ... ,_ - . - - -
.. Al 'TEM:P1
La sera dell'8 aprile prossimo oltre 150 salesiani, Superiori Maggiori,
Ispettori e Delegati di tutto il mondo, intoneranno a Roma il Veni, Creator
per invocare l'assistenza dello Spirito Santo sui lavori del XIX Capitolo
Generale, la massima assise legislativa della Congregazione salesiana.
Dopo un ampio lavoro di studio e di con.aultazione cui hanno preso viva
parte i aalesiani di tutti i continenti, la Congregazione si raccoglie per rie-
saminare se stessa, per ripensare il suo ruolo e le sue responsabilità nel mondo
d'oggi. Sul tavolo verranno poste domande di esttemo impegno: il nostro
lavoro - ci si chiederà - come corrisponde ai bisogni dei giovani d'oggi,
alle esigenze della nostra vocazione salesiana? Qual è oggi il nostro posto
e il nostro compito nella Chiesa, la Chiesa del Concilio, dei poveri, del « ser-
vizio »? E qual è il nostro ruolo nella società attuale, una società in profonde
trasformazioni e in accelerato trapasso da una civiltà rurale a una civiltà
industriale, una società che ha perso la sua struttura e ispirazione cristiana
di fondo ed è diventata pluralista, aperta a ogni corrente di pensiero e cli
espressione, nella quale la fede e le credenze dei giovani sono continuamente
sotto attacco?
La Congregazione cerca, nella modesta consapevolezza dei suoi limiti, di
adeguarsi ai tempi, specialmente su tre linee direttive.
Adeguamento di opere: accanto alla Scuola diventa sempre più urgente
aprirsi anche alle attività extrascolastiche: l'Oratorio nel suo complesso
odierno, i Centri per la gioventù, i movimenti giovanili, la fermentazione
cristiana della gioventù studentesca e lavoratrice.
Acleguamento nella pratica del metodo educativo: l'educazione salesiana
deve preparare un uomo nuovo, capace di maneggiare la sua libertà, aperto
al sen so di collaborazione, pronto a resistere agli attaccbi spersonalizzanti
della civiltà cli massa; e un cristiano nuovo, più conscio della sua inserzione
viva nella Chiesa e delle s ue responsabilità nell'apostolato laico.
Adeguamento in fine nel preparare i laici a cooperare e a condividere le
sue responsabilità educative cli fronte alla gioventù: la missione che Don Bosco
ha affidato ai Cooperatori salesiani riceverà nel prossimo Capitolo nuova luce
e nuovi impulsi.
Il XIX Capitolo Generale coincide idealmente con l'inaugurazione della
nuova sede romana del Pontificio Ateneo Salesiano e del Tempio di Don Bosco,
accanto alla casetta natale del Santo: simboli, il primo, di una rinnovata
presenza educativa della Congregazione salesiana nel mondo moderno; e,
il secondo, della fedeltà al metodo che Don Bosco ci ha trasmesso, un me•
todo ricco anche oggi cli germi da portare in piena luce e da valorizzare.
97

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IL
CONCILIO
Cl PARLA
Più di ottanta sono i tlocumenti
che i Sommi Pontefici e la Santa
ede, nel ,·olgue di cinquanL'anni,
banno emanalo sul solo cinema.
Se si aggiungono quelli riguardanli
gli altri mezzi di comunicazione
sociale, il numero ,·a triplicato.
Pochi argomenti hanno raccolto
altrettanto interesse da parte della
Chiesa. Nei discorsi, nei messaggi,
nci decreli e nelle encicliche, i
Lcmi della stampa, ùella radio,
della televisione, occupano ac-
canto a quello del cinema una
posizione di privilegio, illuminata
con insistenza. Quei documenti
erano ahreltante premesse all'im-
portante Decreto sui Mer::i di Co-
municazione Sociale, promulgato il
4 dicembre 1963 dal Concilio Va-
ticano IL
t stato detto che il Decreto
rappresenta una conferma della
perenne vitalità e giovinezza della
Chiesa, la quale non si estranea
dal mondo, ma esprime il suo
continuo interessamento per il
bene dell'umanità favorendo gli
studi, plaudendo alle scoperte e
dando norme sicure per animare di
spirito cristiano le mirabili inven-
zioni dell'ingegno umano. « La
Chiesa - ha commentato Pao-
lo VI - ma.nifesta con questo
Decreto la sua capacità di unire
la vita interiore a quella esteriore,
la con.templazi~ne all'azione, l'o-
razione all'apostolato ».
« Gli strumenti della comunica•
zione sociale - per dirla sempre
con il Papa - sono ormai inseriti
come mezzo e documento nell'e-
98

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sercizio del muustero pastorale
e della -mis11ione cattolica nel
mondo».
Questo inserimento non rappre-
senta una rivoluzione, è invece
una con.ferma solenne di ciò che
i documenti precedenti avevano
già dichiarato. Il grosso rischio
- per non dire l'equivoco -
di chi finora ha ignorato il conte-
nuto e Io spirito di quei docu-
menti, è stato quello di aver pen-
sato alla Chiesa come a una guar•
dia di bambini intenta solo a
proibire. Gli avversari accusavano
la Chiesa di limitare la libertà
dell'uomo. E i credenti confer-
mavano spesso questa opinione
commentando gli interventi pon•
tifici come semplici ammonizioni
restrittive, come un guai-a-voi
contro il male dilaganLe.
Senza duhhio è vero che la
Chiesa non scende a patti con
l'errore e denunzia l'immoralità.
Ma parlando di cinema, di teatro,
di radio, di televisione, di dischi,
di tutti i più moderni veicoli del
pensiero umano, essa ce li ha so•
prattutto presentati nel loro po-
sitivo valo.re strumentale. Dù:li
strumenti significa da un lato li-
mitarne l'importanza, sottomet•
terli all'uomo che li usa, ordinarli
a un fine; ma da un, altro lato
significa nobilitarli, spostandoli
dal piano della tecnica a quello
dell'uomo stesso, del suo spirito
e della sua salvezza: significa
profilarli come forza da adope•
rare, più che come pericolo da
evitare.
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1.6 Page 6

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t questo aspetto positivo che
molte volte i cristiani banno sor•
volato sulle parole della Chiesa
madre, più sensibili ai rimproveri
che agli incoraggiamenti. Essi
banno continuato a considerare
i mezzi di comunicazione sociale
come semplici 'svaghi', pi~ o meno
'cattivi' e si sono esentati dalla
responsabilità di intervento. Dove
avevano la vocazione a farsi lie•
vito, il buon lievito che migliora
il mondo, essi banno preferì to rin-
chiudersi fuori del pericolo, nel
loro piccolo guscio di sicurezza.
Il Decreto concilia.re dovrebbe ri•
chiamarci tutti a un ripensamento
e a una rivalutazione di posizioni.
La civiltà moderna ha dimen•
sioni nuove. Con l'incremento e
la divulgazione della stampa, con
l'avvento del cinema, della radio,
della televisione, le distanze e le
differenze tra gli uomini sono no-
tevolmente diminuite. Si è ,enuto
creando un clima più favorevole
alla mutua comprensione e alla
stc sa f-rate:rnità umana. :B nata,
di conseguenza, una civiltà nuova,
un nuovo tipo di 'umanesimo'.
Nella società di oggi tulli t1ono
in.formati: tutti perciò haru10 la
possibilità di giudicare, dialogare,
determinare s, ohe di comporta•
mento a livello irldividuale e a
livello sociale. L'uomo, la fami-
glia, la comunità del nostro tempo
non possono quindi eludere questo
inserimento per vivere di una ci-
t viltà passata. un fatto di cui
deve tener conto la stessa morale,
che la nostra epoca" uole non meno
sensibile alla formazione dell'uomo
che alla fuga dal rischio. Ed
è anche un fatto di cui òeve te-
ner conto l'cdurazione dri figli
e delle nuove generazioni.
Evidentemente il nuovo clima
presenta anche dei pericoli, come
quello della facile sugge ·ùone,
della pressione dei mezzi tecnici
sopra la pubhlica opinione, del
livellamento e mnssifìcazio1\\e delle
idee... Ma non si evitano i pericoli
rinunciando ai vantaggi. Occorre
superare le zo11e d'ombra, affron-
tare il rischio, per raggiungere il
traguardo migliore.
Negli ottanLa e più documenti
ricordati, la Chiesa ha dimostrato
di amare questa n,uova c.iviltà, di
gioire delle meravigliose int•en:doni
umane, di considerarle do11i di
Dio ed espressione delle capacità
spirituali e creatrici dell'uomo. Per•
ciò chiede ai cristiani che vivono
ed operano in que~to mondo nuo-
vo, non solo di riconoscerne i va-
lori ma di dare il loro contributo
percl1è la nuova civiltà si sviluppi
secondo i disegni di Dio. creatore
e salvatore, nel m-petto alla per-
sona umana. Non ignora la Chiesa
che gli strumenti della comuni•
cazione sociale sono oggi anche
un'esigenza tecnica, industriale e
commerciale, e che si pongono in
termini di mercato. Essa chiede
solo che si armonizzino quOl'li va•
lori m.ateriaJi con quelli dello spi-
rito, con le et>igenze del bello, del
vero, del buono.
In questa luce - e non con
preoccupazione solta.o Lo proibizio-
ni.stica - vanno considerati i do-
cumenti pontifici degli ultimi anni.
A incoraggiarci su questa linea
è lo stesso Decreto conciliare che
ci invita appunto a una rci,ponsa•
bilo prcpanzione per,«onale e a
una coraggiosa azione sociale nel
campo d.ci mezzi di comunica-
zione. Se p.rima del Conc.-ilio il
problema della stampa, del ci•
nema, della televisione ecc., era
trattato soprattutt.o in termini di
precauzione, di cliffidcnza, di clas-
si.fiche morali, dopo il Concilio
l'accento è stato talmente spo•
stato sui valori umani e cristiani
di questi strumenti, Je imporre
ai cattolici anche una rcsponsa•
bilità morale assai più grave:
quella di prepararsi a dare e a
ricevere il loro messaggio.
Gli schemi vecchia maniera sono
in parte superati, sebbene resti il
fondamentale obbligo della fuga
delle occasioni. E li aveva superati
giù la grande anima di Pio XII,
che degli strumenti di comunica-
zione sociale (soprattutto del ci•
noma) parlò sempre con gtandc
apertura, sommando un'autentica
competenza Lecnico-scientifìca alla
chiara visione teologico-morale del
problema. Il Concilio Vaticano II
l1a solennizzato quell'insegna•
mento ed invita i crilll iani alla
sua riscoperta.
La nostra risposta al magistero
ecclesiastico è molte volle prc•
giudica.tu dell'equivoco <'he quel-
l'insegnamento non riguardi noi,
personalmente. t; un errore. Se
i;iamo cattolici, o semplicemente
be siamo uo,nini, con un destino
al quale la ChieEa si interessa per
1,ua naturale missione, il discorso
della C11ie;;a e dei suoi ministri
ci riguarda compre, uno per uno.
E cosi, il Decreto conciliare norl
riguarda ~olo i pastori e dirigenti
cattolici, Qla anche i fedeli, glo-
balmente e individualmente.
In concreto, il documento del
Concilio riguarda i nostri spetta•
coli. il nostro cinema, la casalinga
televisione. fo quotidill!lc letture,
i rotocalchi preferiti, i Libri alli•
neati nella nostra biblioteca, gli
i,cambi di pubblicazioni e riviste...
Tulli _i ,·ei('oli per mezzo dei quali
comunichiamo con gli altri, con
il mondo, con la storia, con ia
cultura. E li riguarda non solo
per evitarcene l'ahuso, ma anche
e soprattutto per fortificarci nella
selezione e nell'uso, per lil)erarci
in espressioni più umane e autcn·
tiche, per donarci la gioia di
questa comunicazione 1,ociale.
In defini1iva è proprio ai fedeli
che il Concilio rivolge la parola,
come in un colloquio di famiglia.
dove la madre conduce i figli alla
maturità, li impegna a una r e•
sponsahilità personale, e s palanca
loro le porte di casa perchè escano
nel mondo e ne diYentino lievito.
Siamo dunque molto lontani da
una concezione della Chiesa come
'guardia di bambini'.
100

1.7 Page 7

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SI APRE
IL PICCOLO
CONCILIO
SALESIANO
Il diciannovesimo Capitolo Generale della Congregazione Salesiana è
alle porte. Siamo andati a intervistare il Regolatore del Capitolo Ge-
nerale, don Archimede Pianazzi, e lo abbiamo sottoposto a un fuoco
incrociato di domande. Ecco le sue dichiarazioni.
Il Rettor Maggiore
col Regolatore
del Capitolo Generale
D Signor don Piana~zi, perchè il Capitolo Generale questa volta si svolge a Roma
nella sede del nuovo Pontificio Ateneo Salesiano, e non pii, a Torino come inpassato?
I' La ragione è molto semplice: i capitolari sono tanti che all'infuori del PAS
di Roma, dato che l'anno scolastico è in corso, non c'era altra casa in grado di
accoglierli tutti. E poi penso che i capitolari provenienti da tutto il mondo
ve<l.anno volentieri la nuova 'cittadella salesiana degli studi'.
101

1.8 Page 8

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D I capitolari quQ11tÌ sono?
... Teoricamente sono 155, cioè 10 membri del Capi-
tolo Superiore, 72 ispettori e altrettanti delegati delle
ispettorie, piiì il direttore della Casa Madre. Ma non
tutti i confratelli convocati potranno partecipare. Oggi
ho ricevuto una lettera dalla Polonia che dice: • Abbiamo
poche.speranze di ottenere dalle autorità civili il per-
messo di venire». In Cecoslovacchia e in Ungheria la
Congregazione come organizzazione funzionante non
esiste più: neppure da questi Paesi verrà qualcuno.
Numericamente ben rappresentati saranno l'Italia, il
Sud America e la ,Spagna.
D Il Capitolo Generale durerà a lu11go?
R Si sa quando incomincia, ma non si sa quando
finisce: la durata dipenderà da fattori molteplici.
L'8 aprile i capitolari cominceranno gli Esercizi spi-
rituali, che sfoceranno nella Settimana santa. Tra il
lavoro delle commissioni capitolari, l'elezione dei
Superiori Maggiori e le sedute plenarie, si pensa che
si arriverà al 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice.
l\\fa, ripeto, non si possono fare previsioni di date.
D Nella preparazione del Capitolo Generale, a CM
punto siamo?
0 Siamo al buono, come si dice. I Superiori Mag-
giori fin dall'anno scorso avevano redatto un primo
abbozzo di proposte che vennero pubblicate sugli
Atti del Capitolo Superiore, l'organo ufficiale della
Congregazione. Le proposte furono comunicate a
tutti i confratelli perchè le studiassero ed esprimes-
sero il loro parere. I confratelli banno inviato a To-
rino le loro proposte, sia a titolo personale che at-
traverso i capitoli delle case e quelli delle ispettorie.
Il lavoro che hanno svolto è impressionante. Sono
giunti più di quattromila scritti, o volte molto lunghi.
Sappiamo di capitali ispettoriali che sono durati
giorni e giorni; alcuni si sono svolti in più riprese,
poichè i segretari hanno rinviato ai membri di questi
capitoli ispettoriali la prima stesura delle proposte
perchè le ristudiassero e tornassero poi a riferire.
Ci è giunto un materiale così abbondante che si do-
vette costituire una commissione di cinque persone
col compito di raggruppare e classiiìcare le proposte,
eliminare i doppioni, riassumere i testi. Questa com-
missione ha lavorato per due mesi consecutivi. Per
fare un esempio del loro lavoro, l'argomento • il
direttore e il suo personale è stato riassumo in
29 pagine dattiloscritte di proposte. Ogni proposta,
ridotta all'essenziale, è seguita da una sigla in chiave
che garantisce la segretezza del proponente e al tempo
stesso permette (se necessario) di risalire al docu-
mento originale.
Queste proposte sono state studiate dai Superiori
Maggiori, aiutati. dalle Commissioni pre-capitolari
102

1.9 Page 9

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di esperti. Esse hanno riesaminato le proposte cosi
raccolte secondo gli argomenti e hanno formulato
le loro osservazioni.
D Le Commissioni pre-capitolari di quali argomenti
si sono interessate?
~ Una ha studiato la struttura della Congregazione,
un'altra le pratiche di pietà, altre il problema dei
coadiutori, quello delle scuole professionali, l'aposto-
lato salesiano, eccetera.
Una Commissione ha preparato uno schema di Re-
golamento per le case salesiane.
Un'altra Commissione pre-capitolare con sede a
Roma studia la rati·o institutionis, cioè una esposizione
del metodo che si applica in Congregazione nella
formazione dei confratelli, a partire dall'aspirantato
fino al corso di pastorale per i sacerdoti. Questo do-
cumento ci è stato richiesto dalla Sacra Congrega-
zione dei Religiosi, e sarà anch'esso presentato ai
capitolari perchè lo studino. Offre una buona oc-
casione per stimolare la nostra riflessione sui me-
todi seguiti fin qui, e per codificarli.
Altra Commissione ha compiuto una revisione del
regolamento del Capitolo Generale. Il regolamento
applicato finora era stato approvato formalmente nel
lontano 1904, prima della riforma del Codice di di-
ritto canonico; aveva quindi bisogno di aggiorna-
mento. Tutti gli articoli sono stati rifusi, e murut1
dei riferimenti al diritto canonico o alle nostre regole.
Gli articoli che non derivano da tali fonti, possono
venire cambiati dal Capitolo Generale; perciò questo
nuovo regolamento, già in stampa, sarà sottoposto ai
capitolari per l'approvazione o per le eventuali mo-
difiche.
Queste Commissioni di studio pre-capitolari hanno
lavorato o stanno lavorando con molto impegno.
D Anche i capitolari saranno raggruppati in com-
missioni ?
R Certamente. In base agli argomenti che verranno
discussi, sono previste 6 commissioni articolate in
15 sotto-commissioni.
A ciascun capitolare è stato domandato per tempo
in quale commissione desiderasse lavorare, secondo
le sue competenze e inclinazioni; in base alla ri-
sposta si foonano le I 5 sotto-commissioni.
D Gli esperti quale compito assolveramio nel Capi-
tolo Generale?
.tl. Verranno impiegati a tutti i livelli. Hanno già
costituito le commissioni pre-capitolari; saranno pre-
senti alle riunioni delle commissioni capitolari (ognu-
ROMA • Veduta parziale dei 14 fabbricati del Pont ificio Ateneo S alesiano, che ospiterà il XI X Capltolo Generale
! --
~r--
~
1 03

1.10 Page 10

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na di esse avrà i suoi esperti in pedagogia, sociologia
e diritto canonico), e verranno anche interpellati
nelle sedute plenarie.
D Ci vuole descrivere lo svolgimento di ima sedutar
Le sedute in cui avvengono le elezioni dei Supe-
riori ì\\laggiori sono regolate dal Codice di diritto
canonico e dalle Costituzioni. Invece nelle sedute
di discussione il regolamento è simile a quello del
Concilio Vaticano, fatte le debite proporzioni.
Le sedute di discussione si svolgono cosi. Una com-
missione ha in precedenza elaborato uno schema di
proposte, e lo ha distribuito a tutti i capitolari con
qualche giorno di anticipo. I capitolari che vogliono
intervenire nella discussione dànno il loro nome per
iscritto al Regolatore, precisando anche su quale
punto della relazione verterà il loro intervento. Al-
l'inizio della seduta, il relatore a nome della Com-
missione legge lo schema e lo spiega. Quindi si dà
la parola a coloro che hanno chiesto d'intervenire, e
possibilmente anche ad altri. La commissione prende
intanto nota' di tutte le osservazioni che si fanno.
Terminati gl'interventi, si passa alla votazione dei
singoli punti. La commissione riprenderà poi la sua
relazione per rielaborarla in base all'esito delle vo-
tazioni stesse, e per ripresentarla in una successiva
riunione plenaria. E cosi di seguito, fin quando tutto
lo schcmn non sarà approvato.
~~~~-~
I più importanti temi di discussione quali sararmo?
C'è anzitutto il problema delle strutture della
Congregazione, cioè del Capitolo Superiore, degli
Ispettori e dei Direttori.
La Congregazione è cresciuta. Non si può pensare
che un'organizzazione varata quasi cent'anni fa basti
ancora oggi tale e quale. Ya adeguata. Per il Capitolo
Superiore le proposte si orientano verso un aumento
dei suoi membri che consenta di assicurare un contatto
più continuo e più personale con tutti i Confratelli.
Accanto agli Ispettori verranno poste delle persone
che li coadiuveranno abitualmente e non avranno
impegni di direzione o altre mansioni che le distol-
gano da questa collaborazione.
Altro tema importante è la formazione del personale.
Il mondo è cambiato molto, la vita moderna non è
più quella d'un secolo fa. Le nostre opere diventano
più complesse e più differenziate. Si presentano
quindi nuovi problemi anche sul piano della forma-
zione e della preparazione specifica dei confratelli.
C'è poi da affrontare il problema del ministero e da
esaminare tutto il nostro apostolato alla luce dei cam-
biamenti che la storia ha portato. Per esempio, è di-
venuta una necessità accettare Je parrocchie, creare
pensionati per universitari e operai, fondare case per
Esercizi spirituali, eccetera. E poi gli esternati, che
un tempo quasi non esistevano, oggi aumentano
sempre più di numero e d'importanza, mentre gl'in-
ternati diminuiscono.
Ci sono altri grossi temi da affrontare, come le pra-
tiche di pietà in rapporto alla riforma liturgica, le
scuole professionali, la terza Famiglia salesiana.
D Le wta::ioni come awengono?
R Se risulta evidente che l'assemblea è d'accordo
sul punto in discussione, non si fa una votazione for-
male. Se affiora qualche dubbio sull'esito, si fa la
votazione per alzata di mano. Talvolta l'argomento
è delicato o esistono motivi particolari per procedere
a votazione segreta, e allora si vota con le schede.
I Le decisioni del Capitolo come verranno comuni-
cate e come acquisteramw valore esecutivo?
Per le modificazioni che non riguardano le Costi-
tuzioni della Congregazione, il Capitolo Generale ha
il pieno diritto di decidere. Se esse toccano le Costi-
tuzioni, occorre anche l'approvazione della Sacra
Congregazione dei Religiosi.
Perchè poi le decisioni approvate diventino obbli-
ganti, vanno promulgate dal Rettor Maggiore sugli
Atti del Capitolo Superiore.
D Un'ultima domanda: capitolari saranno ricevuti
dal Papa?
Lo speriamo. Avrebbe senso andare a Roma e
non vedere il Papa ?
104

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Amedeo, terzogenito del re Vit- E non volle che restassero sem-
torio Emanuele Il, ed egli aveva plici parole. Dando un segno di
accettato.
quella nobiltà d'animo, cl1e lo di-
stinse nel breve periodo che fu
Il giovedì 27 aprile 1865 sorse re di Spagna e poi, dopo l'abdi-
sereno e limpido. Tutto si pre- cazione. nel prender ,iva parte
sentava superbamente preparato alle necessità e dolori del popolo
quand'ecco, verso l'una pomeri- italiano, fece rimettere a Don Bo-
diana, levarsi un vento così fu. i.co la i.omma di mezzo milione
rioso da mettere in pericolo tutto in moneta attuale, tolta dal suo
lo sfarzoso apparato... Molti d.el- peculio privalo.
l'Oratorio videro un segno di
indignazione diabolica perchè cir•
Da quel 27 aprile Don Bosco
coc,critto; ma non durò a lungo.
Quando giunse il principe, la
suggestiva cerimonia ebbe inizi.o.
iniziava un triennio particolar-
mente duro per le ingenti somme
richieste dalla nuova fabbrica. La
Il , esco,o benedisse la pietra an- sua, a eopsiderarla con le povere
« Qui la mia casa, di qui e di
là ui;cirà lo mia gloria ».
Queste parole Don Bosco aveva
lette su di un grandioso fabbri-
cato, visto in sogno agli inizi della
sua opera. La gloria di Dio si
sarebbe manifestata specialmente
al di della breve cerchia dell'O-
ratorio di allora, quando sarebbe
sorta la Chiesa di Maria Au~i-
liatrice.
Nella primavera del 1864 si
erano iniziati gli scavi, gettate le
palafitte e costruili i sotterranei
del fuLuro tempio. Ma tutto si
era fatto alla chetichella. Nelle
intenzioni di Don Bosco era la
festa della pietra angolare che
avrebbe dovuto attira.re l'atten-
1.ione di tutta la città e, se pos-
golare, nell'incavo della quale Yen•
nero introdotti il verbale della ce-
rimonia e un'elegante iscrizione
latina, composta da don Fran-
ceioia. Poi il principe, wando una
cazzuola d'argento, vi spalmò la
prima calce. I muratori la collo-
carono al suo posto e vi. conti•
nuarono la costruzione fino all'al-
tezza di un metro, mentre mu-
siche e canti si diffondevano per
l'aria primaverile.
Segui la viaita all'Oratorio.
TI principe e gli invitati furono
accolti con applausi ed evviva dai
più che seicento giovani. Ame-
deo di Savoia, accompagnato da
Don Bosco, li volle passare in
ra11segna, compiacendosi di vedere
viste umane, si doveva de.finire
un'autentica pazzia. Ma non era
tale per un Santo come lui già
allenato alle meraviglie della Ma-
donna. E non era pazzia neppure
per il suo impresario, il quale se
era rimasto deluso dagli iniziali
troppo i;mil.zi otto soldi di caparra,
se li era poi visti moltiplicare set-
timana per settimana in marenghi
d'oro ~onanti, nno al milione di
lire di allora, quante ce ne vol-
lero per la costruzione. Al termine
egli si trovò col denaro in mano
e una fiducia in Don Bosco tale
che un giorno gli usci di boeca la
strabiliante affermazione: « lo per
Don Bosco sarei pronto ad aq.
sumermi la costruzione di dieci
chiese contemporaneamente! ».
toibile, dell'inLero Piemonte, su cl.i. fra i suonatori della banda al-
u.n'opera grandiosa, affidata esclu- cuni git>vanotti già allievi dell'O·
!l.ivamente alla carità di benefat- ratorio e allora in servizio pro-
tori e devoti.
prio nel suo :reggimento.
La data per la manifestazione Terminata la visita, ci fu un
fu fissata per il 27 aprile 1865, breve trattenimento con mu,-ica
precisamente cent'anni or sono. e dialoghi che riscossero dal prin-
Don Bosco volle che la ceri• cipe e dagli invitati viva ammira-
monia fosse solenne. Da parte zione per la spigliatezza quegli
ecclesiastica, essendo la sede va• umili figli del popolo. Quella sera
cante, ottenne l'intervenLo del stc~sa il principe, durante w1
Vescovo di Susa. Anche le mas- pranzo a cui aveva invitato al-
i,ime autorità civili avevano as• cune per11one della l\\Obiltà, dopo
1,icurato la Joro presenza.
aYer narrato le belle cose , iste
Ma il Santo aveva mirato poche ore prima a Valdocco, ft.
t più in alto. La presenza di w\\ niva col dire: « una vera mc·
membro della famiglia reale avreb- raviglia il bene che fa questo po•
be dato alla cerimonia maggior vero preti:; facciano altrettanto,
lustro e più vasta risonanza. Per se ne son capaci, molti altri che
questo aveva invitato il principe pur si vantano di grandi opere! ».

2.2 Page 12

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I ••a ••••I ••
Lo scorso dicemhre ad Assisi si tenne il primo
Con vegno nazionale sugli Esercizi spirituali. In esso
furono gettate le basi della Federazione Italiana
Esercizi Spirituali (F.I.E.S.), che si propone di coor-
dinare e potenziare gli sforzi delle diocesi, degli
istituti religiosi e del laicato cattolico per rendere
viva nelle anime una istanza del tutto aderente
allo spirito del Concilio .
Paolo VI, in un suo autografo al presidente del
Convegno mons. Almici, scriveva: « Diffondere sem-
pre più la pia pratica degli Esercizi e renderla me•
glio adeguata alle necessità spirituali del nostro
tempo, è certamente uno dei modi più efficaci ed
opportuni per garantire alle anime una vita inte-
riore solida e feconda ».
Il Concilio nella Costituzione De Ecclesia ha posto
in vivissima luce il dovere di tutti i battezzati di
tendere alla santità. Ma, dopo i Sacramenti, la tra-
dizione cattolica ha sempre additato negli Esercizi
spirituali il mezzo più efficace per raggiungerla.
Ecco, a questo proposito, una bella affermazione
di Papa Giovaru:ti, ancora Patriarca di Venezia:
« ... ~ davvero rifare un'awma dalle fondamenta se
possiamo indurla a tuffarsi nell'atmosfera santa degli
Esercizi e a ritrovare in essi quegli orizzonti divini,
che nel troppo affannarsi sui troppi miraggi della
terra, possono aver perduto punti di luce e di at-
trattiva... Esercizi spirituali non appena per i -sacer-
doti e i religiosi, ma anche per gli iscritti alle varie
106

2.3 Page 13

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Casa "Betanla" In
PACOGNANO DI VICO EQUENSE
(Napoli)
associazioni religiose e di Azione cattolica. Eser-
cizi spirituali anche per i fedeli in genere: n.e
hanno immenso bisogno, dati i pericoli che minac-
ciano oggi il senso cristiano e il costume cristiano
della vita ».
Anche Don Bosco parla di fondamenta: « La
parte fondamen1ale delle pratiche di pietà, quella
che in certo qua] modo le abbraccia tutte, consiste
nel fare ogni anno gli Esercizi spirituali ».
Ardita, la parola 'fondamentale'? Ma senza fon-
damenta non si costruisce, e se anche si costruisse,
l'edificio non sarebbe solido nè stabile. Per questo
il santo Fondatore volle gli Esercizi non solo per
i Salesiani e per le Figlie di Maria Ausiliatrice, ma
anche per i membri della sua terza Famiglia.
Nel memorando discorso che tenne ai Coopera•
tori a Castelgandolfo nel 1952, Pio XII disse fra
l'altro: « Pensate, diletti figli, come l'urgenz~ del
vostro molteplice lavoro, oggi, diremmo quasi, an•
gosciosamente richiesto dalla Chiesa, vi obbliga alla
piii gelosa cura della vostra vita interiore; di quella
·vita, cioè, a cui ben provvide la sapienza del Santo
dell'azione, dettando a voi, non meno che alla sua
duplice famiglia dei Salesiani e delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, una Regola di vita spirituale, ordinata
a formarvi, pur senza la vita comune, alla religio-
sità in·tecna ed esterna di chi seriamente fa sua, nel
suo mondo familiare e sociale, l'opera, di tutte la
più eccelsa, della perfezione cristiana ».
I Cooperatori salesiani sono dunque ' obbligati '
- è parola del Papa - alla più gelosa cura della
loro vita interiore; essi sono chiamati alla perfe-
zione cristiana; ma solo nella solitudine e nella ri-
flessione degli Esercizi spirituali ci si convince della
necessità di pensarci seriamente.
SPIRITO
.
Appunto per facilitare ai membri della nostra
niplice Famiglia la pratica degli Esercizi spirituali,
da oltre un quinquennio si è iniziata la costruzione
di « Case per Esercizi spirituali ». Con esse Don Bosco
vuole offrire un soggiorno sotto ogni aspetto ideale
a quanti, « mossi dal desiderio di una vita piii vir-
tuosa, fanno aleiini giorni di ritiro ».
Queste Case sono vere centrali di spiritualità sa·
lesiana, dove si avvicendano salesiani, coope;atori,
ex allievi, allievi, .fedeli; e vanno sorgendo in molte
regioni d'Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Le due
prime sono quelle di Zafferano Etnea (Catania) e di
Muzzano Biellese (Vercelli), inaugurate nel 1961.
La massa bianca della casa di Zafferana domina
il verde dei boschi, a 800 metri, sul declivio dell'Etna.
Il clima temperato, la veduta panoramica che si
stende fino al mare, i comfort moderni che vi si
107

2.4 Page 14

▲back to top
trovano, ne fanno un soggiorno ideale per quanti
, i cercano pace, serenità e un silenzio ristoratore.
In essa, al susseguir~i di corsi di Esercizi spirituali
per ogni categoria di per~one, s'intrecciano convegni
di studio, corsi di aggiornamento, raduni per diri-
genti di organizzazioni cattoliche.
La casa di Muzzano (Vercelli), si affaccia a 600
metri, tra boschi e prati. sul vasto panorama del
Biellese. A 10 chilometri di si ,enera la Madonna
Bruna di Oropa.
La casa dispone di 80 camerette modernamente
attrezzate con salon e per conferenze, bar, due cap·
pelle, parco e laghetto.
Il primo corso di Esercizi vi si tenne nel giu•
g110 1961. Quello stesso anno si ebbero 15 incontri
1,pirituali con 970 presenze; nel 1964 i convegni spi•
rituali toccarono la punta di 53 con 2630 presenze.
Dal 1963 anche l'Ispettoria Ad.riatica ba la sua
Casa per Esercizi a Loreto-Montereale. In essa pulsa
una intensa ,ita spirituale per il continuo succe·
dersi di cor.:.i di Esercizi. con,·egni, raduni giovanili.
Nel 1964 l'lspettoria Campano-Calabra ha aperto
una Casa per Esercizi a Pacognano di Vico Equense,
in un incanto di clima e di ,·edutc panoramiche,
che è facile immaginare se si pensa che è in diocci-i
tli Sorrento.
Anche in altre Ispettorie d'Italia e dell'estero
rono in corso realizzazioni del genere.
Villa Grazia (Mosso Santa Maria Vercelli) è una
magnifica , illa co~Lruita nel secolo scon;o in una
t delle località più ridenti del Biellese. ci.rcondatn
da uno i,plendido parco riceo di piante e di fontane,
immersa in una riposante quiete che porta sponta•
uearoente alla medita:r;ione. Attrezzata con ogni
moderno conforto, è in grado di accogliere in ogni
stagione gruppi di pcrt1.Qne che desiderano isolarsi
dal mondo per peni,are alle cose dello t>pirito.
Da t.re anni ormai, i,pecie nella buona stagione, è
presa d'a~sa.lto da gruppi che vi fanno i loro furr•
ciu, vi tengono giornate di ritiro, convegni d.i i.Lu•
dio ccc. Ma anche d'inverno continua la !i'UB atti•
vit à. La direzione della Villa è affidata alle Volon•
tarie di Don Bosco, che le danno quel tono di cor-
dialità sale~iana che Ja,.cia in tutti gli o~piti un ri•
cordo gradilo e duraturo.
Anche le Cru,e per Esercizi delle Figlie di Maria
Ausiliat.ricc sono in posizioni climatiche ideali. re
hanno un po' dappertutto. Qui ne elenchiamo solo
alcune più propriamente destinate allo 11copo.
La Cru;a Madre Mazzarcllo di Zoverallo di Ver•
bania è prospiciente il lago )laggiore: di là lo sguardo
si allarga nella stupenda vbionl' di lntra, Pallanza,
Laveno, StTesa. Il clima è mite e riposante. Il parco,
vasto e accogliente, il silenzio profondo ch e caral•
terizza il luogo, la bella chi~a che invita a pregare
con totale abbandono dello spirito in Dio, fanno
di Zo,eralJo la sede ambita per ritiri spirituali.
Con ([\\lesta n,uova Casa gli Esereiz:i organizzati por
Cooperatrici dalla lspelloria Lombarda Sacra Fa-
miglia, già così frequentati e ricchi di f.rutLi, avranno
un nuovo impulso.
La Casa di Sani'Agnello fii Sorrento, per la sua
posizione sul mare, offre grande attralliva alle Coo-
peratrici che la scelgono per Lrascorren i il peTiodo
degli Esercizi spirituali. La ciuadina è situata sul
Golfo di Napoli. verso il termine della penisola sor•
rentina, e gode della visione di Capri e di Napoli
col suo bel Vcsuvio. La Caqa è a picco sul mare
da un lato, dall'altro è ci.rcondata da un magnifico
parco alberato e da aiuole fiorite,
La Villa A11xiliuni di Roccavione (Cuneo) sorge
a 650 metri sulle prime alture delle montagne della
zona, del tutto fuori del piccolo paelle agricolo che
le sta ai piedi, frc~ca d'estate per l'ombra abbon•
dante dei castagneti del fitto bosco. n silenzio vi
regna sovrano, inlrrrotto unicamente dalJe voci del
creato, che invitano ad una lode perenne a Dio.
La località, pur COl:ìl isolata. è facilmente raggiun•
gibile, trovandosi sulla linea Torino-Limone.
La Ca.sa J1aria Ausilintrice di Giot•eno (Torino)
è un'oasi di paco. La posizione della cittadina a
pochi chilometri da due Santuari mariani, circon-
data da monti verdeggianti, favorisce .il raccogli-
mento; in casa poi si è subito conquistati dall'at•
mosfcra di gioia schietta che si re-,pira in tutto
l'ambiente.
In questa attività siamo lontani dal crederci giunti
alla mtta. La Chie1oa c'incoraggia a cominuar:e, con
l'impuh,o che es~a dà agli E srrcizi creando la Fe•
dera1.ione Italiana degli Esercizi Spirituali (F.T.E.S.).
E ci confortano i consensi unanimi di quanti sono
stati docili all'imito.
<< Caris~imi Salo1,i1uu - ci 8crive un Cooperatore -
continuate cosi in questi vc,stri tu.riti. di E~ercizi
~anti: l'au;.terità , a bene; la meditazione , ·a anche
bene; ma l'entusi~mo, la !.Crenità, l'allegria sana
e sorridente, sono prettamente salesiani. Il co~ta•
tare quanto sia facile meditare sulle grandi miste·
riose , erità della nostra vita. quanto !<ia faeifo aY•
Yicinar..i sorridendo. pur nella coscienza della pro•
pria milleria, alla Grandezza, alJ'Amore, alla Mise-
riconlia infinita di Dio, fa bene all'anima, conforta
a ritornare a immergersi nella lotta quotidiana,
consen ando nell'anima la gioia e la serenità».
108

2.5 Page 15

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ESERCIZI SPIRITUALI
ANNO 1965
PER COOPERATORI
PIEMONTE
Muzzano Biellese (Vercelli): 26-30 agosto
LOMBARDIA
Galliano Eupilio (Como): 30 maggio-2 giugno
Ga/1/ano Eupilio (Como): 17-20 giugno
Galliano Eup/1/o (Como): 31 luglio-3 agosto
VENETO
C/son di Va/marino (Treviso): 7-11 agosto
, Eremo della Rocca» di Garda (Verona): 18-22 agosto
LIGURIA
Col di Nava (Alassio): 22-26 settembre
Cenacolo di Quarto (Genova) : 26-30 settembre
EMILII,
Bologna - San Luca: 12-15 agosto
Bologna - San Luca: 28-31 agosto
TOSCANA
Pietrasanta (Lucca): 4-7 agosto
IYIARCHE
Loreto- Montereale: 16-20 luglio
Loreto - Montereale: 6-10 settembre
· AMPAHI
Pacognano di Vico Equense (Napoli): 25·29 luglio
Pacognano di Vico Equense (Napoli): 1.2-16 agosto
(per genitori di Salesiani)
Pacognano di Vico Equense (Napoll): 18-22 agosto
(per Cooperatori e loro signore)
PUG1 IA
Ostuni (Brindisi) - Istituto Salesiano: 15-18 luglio
Noci (Bari) - « Madonna della Scala»: 5-8 agosto
-> CILIA
Za{ferana Etnea (Catania): 1-5 giugno
Monreale - Giacalone (Palermo): 26-30 giugno
Zafferana Etnea (Catania): 29 giugno-3 luglio
Trapani (Erice): 1-5 agosto
Za{ferana Etnea (Catania): 27-31 agosto
PER DECURIONI
E SACERDOTI COOPER> TORI
Pacognano di Vico Equense (Napoli): 19-25 settembre
Per.. iscriiioni rivolgersi al
Delegato Cooperatori': della.
locale c ·asa sales'f~~a o alla
·d~I D
e
l
.
e
g
a
t.a.:.
.
__
.
,
.
'
ioc~fe ,; lstit~to· .. - ·'-.-.,,
•.· ' ...
delle Figlie di Marta·,Aµsiliatrice
PER COOPERATRICI
.>IEMONTE
Muzzano Biellese !Vercelli): 1-5 agosto
Muzzano Sie/lese Vercelli): 18-22 agosto
Muzzano Bieflese Vercelli): 22-26 agosto
Roccavione (Cuneo): 5-9 settembre
Glaveno (Torino): 11-15 settembre
LO ~B RDIA
Varese-« Casa dello Studen1e .>.'! 29 agosto-2 settembre
Zoverallo di Verbania: 15-19 settembre
VENETO
Cesuna - VIiia Tabor (Vicenza): 19-23 luglio
LIGURIA
Cenacolo di Quarto (Genova): 9-13 settembre
Oneglla - VIiia Ranl~e: 17-21 settembre
[MILIA
Bologna - San Luca: 1-4 luglio
TOSCANA
Calci (Pisa): 7-11 agosto
MARC .I;
Loreto - Montereale: 11-1S luglio
Loreto - Montereale: 26-30 settembre
LA.I: C..
Fiuggi (Frosinone): 29 glugno-3 luglio
Loreto - Montereale: 30 agoato-4 settembre
SA 'DEGNA
Cagllarl. Istituto Assunzione: 22-26 settembre
CAMPANIA
Pacognano di Vico Equense (Napoli): 'Z7 glugno-3 luglie
Pacognano di Vico Equense (N,1poli): 14-18 settembro
Pl,Gl.lA
0s1unl (Brindisi) • VIiia Specchia: 7-11 luglio
Martina Franca (Taranto) : 27-31 luglio
., ..s11-1cA-A
Potenza: 1-4 agosto
CALA8~1A
Bova Marina Istituto M. Aus/llatrlce: 19-23 settembre
Soverato (Catanzaro): 24-28 settembre
;.ICILIA
Zafferana Etnea (Catania): 30 aprile-4 maggio
Monreale - .Giacalone (Palermo) : 22-26 giugno
Za{ferana Etnea (Catania): 14-18 settembre
·w1ERC DI ORIE T MEf .,..O
per signorine dai 18 al 25 anni circa, che vogliono
approfondire Il problema dell'orientamento nella
vita.
VIiia Grazia - Mosso S. Mar/a (Vercelli): 8-13 agosto
(rivolgersi alla Direzione. Tel. 72-315)
Pacognano di Vico Equense (Napoli) : 12-16 luglio
(rlvolgersl al Delegato lspettoriale Cooperatori,
Via Don Bosco, 8 Napoli)
Fiuggi (Frosinone.): 6-10 luglio
(rivolgersi al Delegato lspettoriale Cooperatori -
Via Marsala, 42 • Roma)
Bari - Istituto Margherita: 21-25 luglio
(rivolgersi al Delegato lspettoriale Cooperatori -
Vìa Martiri d'Otranto, 65 Bari)
Zafferana Etnea (Catania): 26-30 settembre
(rivolgersi al Delegato lspettorlale Cooperatori
Via Cifali, 7 - Catania)
Monreale-Glacalone (Palermo) : 30 settembre-4 ottobre
(rivolgersi al Delegalo lspettoriale Cooperatori •
Piazza Don Bosco - Palermo)
109

2.6 Page 16

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IiJ
GIORNO
PIU-
GRANDE
Anche quest'anno, 1'11
febbraio, gran festa nella
Basilica di Maria Ausilia-
trice a Torino, per i sacer•
doti novelli del Pontificio
Ateneo Salesiano. Erano
trenta, provenienti da 14
nazioni diverse, un clan ve-
ramente internazionale, con
italiani, belgi, inglesi, in-
diani, americani del nord,
del centro e del sud, ecc.
Da quattro anni questi
trenta giovani, piovuti a
Torino da tutto il mon-
do, studiavano gomito a
L'11 febbraio scorso S. E. mons. Tinivella, Vescovo
Coadiutore di Torino> ordinava sacerdoti 30 diaconi di 14
nazioni diverse e studenti: nel Pontificio Ateneo Salesiano
110

2.7 Page 17

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gomito e si preparavano proprio per quel giorno.
Il vescovo li ha chiamati per nome e ciascuno di
essi ha risposto: adsum, 'sono pronto', all'appello
del Signore. Poi si sono prostrati a terra nel gesto
della più completa disponibilità al volere di Dio.
Ai fedeli che gremivano la chiesa giungeva dagli
altoparlanti il commento della funzione nelle varie
lingue, come una pentecoste, in modo che tutti ca-
pivano quel poco almeno che è dato di capire dei
misteri di Dio. Al termine del rjto, i sacerdoti no-
velli cantavano come Maria Santissima le parole del
Magnificat: « Colui che è potente ha compiuto in
me cose grandi ». Cantav ano con convinzione, con
voce forte, anche se incrinata dalla commozione.
In sacrestia li attendevano i parenti, anch'essi
venuti un po' da tutte le parti del mondo. Qualche
hahho e qualche mamma avevano traver sato l'oceano
per essere n ella giornata più bella dei loro figli.
Parole indicibili salivano alle loro lahbra, e poi si
mutavano in lacrime. Le mamme soprattutto pian-
gevano. E a ragione, perchè, come disse San Pio X ,
« il sacerdozio viene da Dio ma passa per il cuore
delle mamme». Anche i monelli dell' Oratorio, nel-
l'accademia della sera, ricordarono Je mamme n el
loro dialoghetto, e dissero: « O mamma del sacer-
dote novello, gioisci. Tuo figlio è sacerdote oggi e
per sempre. Mamma, accompagnalo con la gioia
del tuo cuore, accompagnalo con le tue lacrime.
All'altare tuo figlio invocherà grazia e felicità per
tutti, ma soprattutlo per t e, o mamma, che lo hai
donato al Signore ».
trovò la morte nell'adempimento eroico del suo
dovere di sacerdote. In quel triste 1945 lui ragaz-
zino fuggi con la famiglia in Austria, e passò tre
anni in un campo di rifugiati. Lì incontrò il primo
salesiano della sua vita: era venuto al campo per
organizzare un oratorio tra i ragazzi. Nel '48 emigrò
con la famiglia in Argentina, e ritrovò il sacerdote
salesiano del campo (il mondo è piccolo per la
Provvidenza). Gli parlò della voce misteriosa che
udiva nel suo cuore, e si lasciò guidare da lui.
Quattro anni fa gli dissero che sarebbe venuto a
studiare in Italia, e che avrebbe visto i luoghi
santificati dalla presenza di Don Bosco: la conaiderò
subito una grazia per la sua vita sacerdotale e sa-
lesiana. Finiti gli studi, tornerà nella sua seconda
patria, l'Argentina.
I
SUOI RAGAZZI
ERANO PIÙ ANZIANI
DI LUI
PER
DON MARTINO
UNA SECONDA
PATRIA
Abbiamo voluto parlare con questi sacerdoti no-
velli, cercare di capire qualcosa della loro storia,
anche se ogni vocazione rimane un segreto di Dio.
Don Martino Avanzo, uno di essi, è iugoslavo di
origine. Nato nel 1939, ricorda ben poco della guerra.
Un suo zio, cappellano militare, alla fine della guerra
Don F ederico Marcos a quattro anni -frequentava
già l'Oratorio salesiano di Baraealdo {Spagna), a otto
anni studiava n el collegio, a tredici anni partiva
per l'aspirantato. Il babbo dapprima non voleva,
ma poi disse di sì. Il babbo non voleva neppure
che il suo don Federico partisse missionario per
l'America, ma poi disse ancora di sì. Del resto era
anche colpa sua se quel suo figliuolo era così gene-
roso col Signore: certe qualità dell'animo si ereditano.
A El Salvador don Federico lavorò in una scuola
professionale. Qualcuno dei suoi 'ragazzi' era più
anziano di lui, e lui doveva fargli scuola, dargli
del tu e sentirsi dare del lei. Don Federico si con-
quistò i suoi giovani con la sua passione per la mec·
canica e per il pallone. Ora tornerà nel Centro Ame-
rica e desidera. lavorare nelle scuole professionali,
perchè da quelle parti l'industria comincia a svi-
lupparsi e occorron'> uomini capaci .non solo di ma-
novrare i torni ma anche di vivere il cristianesimo
in bellezza. Una sola nube l'ha rattristato uel giorno
della sua ordinazione: il babbo non era presente,
perohè è volato al cielo.
111

2.8 Page 18

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TRE COMPAGNI
DI COLLEGIO
NELLA STESSA
MISSIONE
Don .Alberto Sahbe è belga, primo di nove fra-
telli, il più piccolo dei quali ha ora l 7 anni. Hanno
militato tutti nelle file dell'Azione Cattolica; e an-
cora adesso cinque sono membri attivi. .Alberto
nel 1952 finì il liceo nella casa salesiana di Kortijk
(distante 50 metri da casa sua). Il babbo era malato,
ed egli si mise al lavoro per aiutare la famiglia.
Tre anni dopo poteva realizzare il suo sogno e farsi
salesiano. Ancora tre anni, e partiva per il Congo.
A Ruwe, un villaggio presso la città Kolwezi, era
stata affidata ai Salesiani una scuola tecnica profes-
sionale con 250 ragazzi, figli degli operai dell'Union
Minière. fu mandato don Alherto. Con lui fa.
cevano il tirocinio altri due chierici della sua città
natale, usciti dal suo stesso collegio. Col Direttor~ e
gli altri sacerdoti hanno lavorato molto, in questi
anni, e il frutto più bello è stato il dischiudersi di
n:e vocazioni con la... tintarella: un giovane coa-
diutore congolese che è a Torino e da due anni
studia nell'Istituto Rebaudengo, e due chierici con-
golesi che sono entrati in noviziato quest'anno.
Anche il babbo di don Alberto non era presente
all'ordinazione: era andato in cielo nel 1958.
della città di Madras. Ha sette fratelli e tre sorelle.
Già da piccolo nonostante le marachelle che com-
binava, decise che sarebbe diventato sacerdote. Papà
e mamma erano d'accordo: non gli nascondevano
le diffico] tà della sua vocazione, ma lo incoraggia-
vano. Ogni sera tutti insieme recitavano il rosario.
Non erano ricchi, ma in casa non mancava il ne•
cessario. Il babbo dovette lasciaYc il lavoro, dopo
quarant'anni di servizio, proprio l'anno in cui An-
tonio aveva terminato l'High School. Uno stipendio
di più, in casa, sarebbe stato una manna. Il babbo
un giorno prese Antonio in disparte e gli disse:
« Se il Signore ti chiama, noi non ti tratteniamo:
vai avanti ». E Antonio andò avanti.
Pensava di entrare in seminario quando incontrò
un ragazzo, divenuto presto suo amico, che aveva
lasciato l'aspirantato salesiano di Tirupattur. An-
tonio decise di prendere il suo posto. Non sapeva
dove fosse Tuupattur, non sapeva che cosa fosse
un aspirantato. Non sapeva neppure chi fossero
Don Bosco e i Salesiani, ma da tanto tempo pregava
la Madonna perchè lo conducesse sulla strada giusta.
E la Madonna lo condusse a Tirupattur, in quel
modo curioso. ilia sente che si trova davvero al
suo posto giusto, perchè l'allegria e la laboriosità
di Don Bosco gli piacciono. Suona il saxofono, non
nasconde la gioia di essere stato accolto bene qui
in l'Italia, e attende con impazienza di ritornare
alla sua India, dove c'è tanto da fare.
UNA GRANDEZZA
CHE NON HA UGUALI
PRESE IL POSTO
DI UN ALTRO
ASPIRANTE
Don Antonio Leo ha la pelle scura e anche se
di nome sembra italiano, in realtà è indiano
Sono trenta i sacerdoti novelli, ognuno con la
sua storia e con un preciso piano di Dio nei suoi
riguardi. Alla domanda: « Terminati gli studi, che
cosa spera di fare? » uno di essi ha risposto sorri-
dendo: « Sono nelle mani del Signore ».
I parenti e gli amici ora sono tornati a casa, e i
sacerdoti novelli son tornati ai loro libri, perchè
devono finire gli studi. Chi visse la giornata della
loro ordinazione non dimentica le belle parole che
un babbo pronunciò durante l'accademia, mentre
la commozione gli faceva nodo alla gola. Disse:
« Penso che noi genitori per poter comprendere
tutta la nostra grandezza, dovremmo comprendere
la grandezza dei nostri figli sacerdoti. Dio oggi ci
ha chiamati a una grandezza che non ha uguali
s ulla terra. Siamo i papà e le mamme di sacerdoti,
cli ministri di Dio, di giovani a cui furono delegati
i poteri divini: consacrare, perdonare i peccati, con-
durre le anime al cielo ».
112

2.9 Page 19

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COOPERATORI IN AZIONE
HO
PORTATO UNA
GOC, CIA
DELLA PROF. LUISA PALUMBO
L'oceano sono i 470 milioni
di abitanti del'India
(troppi del quali
soffrono la fame);
la goccia sono i tre milioni
di lire che noi
Cooperatrici e Cooperatori
del Lazio
abbiamo raccolto
nel dicembre scorso
e che io ho consegnato
a monsignor Marengo,
vescovo salesiano
del/'/ndia
BOMBAY (India)• La prof. Luisa
Palumbo, dal Conslgllo lspet•
torlale del Cooperatori, ha of'•
ferto a mons. Marengo, vescovo
di Tezpur, la somma raccolta
dal Cooperatori romani per alu•
tare le popolazioni aottoellmen.
tate o -affamate
T utto cominciò da quel senso
di doloroso stupore che destò in
noi monsignor Marengo quando a
Roma ci parlò della povertà della
sua diocesi. In occasione della riu-
nione dei Consiglieri dei Centri
Cooperatori del Lazio, tuttf ci ren-
demmo conto che dovevamo fare
qualcosa. In quei giorni il Papa
aveva annunciato il suo viaggio a
Bombay, e tutti parlavano della
fame nel mondo. Il Consiglio
ispettoriale lanciò un appello a tutti
i Cooperatori del Lazio. Il risultato
fu : tre milioni di lire ra.ccolte in
pochi giorni.
Partii da Ciampino con un
grosso aereo che portava 84 pel-
legrini italiani al Congresso Eu-
caristico di Bombay. Avevo con
me e sorvegliavo attentamente la
preziosa busta da consegnare a
monsignor Marengo. Facemmo
scalo a Gerusalemme e poi pun-
tammo diritti sull'India. Già prima
di atterrare mi feci un'idea di ciò
che era la città di Bombay: bello
il centro, ma in periferia una fascia
di capanne a non finire. Tante
volte ebbi poi l'occasione di ve-
dere da vicino la periferia. Ca-
panne, capanne e capanne. Bam-
bini come le mosche, per le strade
e dappertutto. E senza vestiti, po-
verini. Sembra che a Bombay non
esista il ceto medio come c'è qui
da noi, quella categoria di persone
ben vestite, dalle guance floride,
e sempre pronte a lamentarsi di
tutto. si passa quasi brusca-
mente dai signori (pochi) che gi-
rano in fuoriserie lunghissime, ai
poveri (moltissimi) che girano con
pochi cenci addosso.
Le giornate del Congresso Eu-
caristico furono intensissime. Il
mio gruppo fu ricevuto dal Papa.
Eravamo in 84, quasi tutti di
Roma. li Papa ci disse: t Sono
molto lieto di vedere i miei fi-
gliuoli qui. Io sono il vescovo di
Roma, sono dunque il vostro ve-
scovo, e avete il diritto di venirmi
a trovare e di parlarmi &. Tra me
pensavo: «Dovevo proprio partire
da Roma e venire fino a Bombay
per vedere il Papa da vicino? ».
Gli fui vicino anche la sera in
cui il Papa assistette a uno spetta-
colo di danze folcloristiche; si se-
dette due file davanti a me. Lo
spettacolo era bellissimo, e io non
sapevo se guardare gli artisti o il
Papa. Sulla scena furono rappre-
sentati i quindici misteri del ro-
sario. Al termine, il Papa balzò
dalla sedia con uno scatto che non
avrei mai immaginato, e corse fe-
stoso tra gli artisti. Poi si avvicinò
al microfono. Gli spettatori erano

2.10 Page 20

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HO PORTATO
U#A GOCOIA
ALL'OOEA#O
seguito da pag. 113
migliaia e migliaia, ma non uno
che fiatasse. Il Papa disse: << Ho
sentito il bisogno di congratularmi
con gli artisti. L'arte è cosi bella
quando è fatta in questa maniera,
che proprio lascia vedere qualcosa
di paradiso o.
Ma non dimenticavo la mia mis-
sione. Andai a trovare monsignor
Marengo nella casa salesiana di
Matunga, alla periferia di Bom-
bay. Gli parlai della povertà che
avevo visto. Egli mi disse che nella
sua diocesi tra i monti dell' Assam
la povertà era maggiore.
Monsignore lasciava la diocesi
di Dibrugarh per dar vita alla
nuova diocesi di Tezpur, ancn'essa
in Assam. C'erano con Monsignore
alcuni indiani della tribù dei Naga,
appartenenti alla sua vecchia dio-
cesi. Non riuscivano a staccarsi
dal loro Vescovo. Gli andavano
dietro come agnellini mortificati.
A vederli, chi avrebbe detto che
erano i discendenti dei famosi
'tagliatori di teste' ? Ciascuno di
loro aveva portato un piccolo re-
galo al Vescovo, perchè si ricor-
dasse di loro. Gli avevano offerto
delle coperte e delle borse tessute
in canapa forte, tinte a colori vi-
vaci. Le avevano tessute loro, con
le loro mani.
Quando consegnai a Monsi-
gnore la busta, avrei voluto che
una forza miracolosa la dilatasse
e la rendesse cento volte più
grande, e... più piena. Monsi-
gnore mi disse che con quella
somma avrebbe acquistato soprat-
tutto riso per i poveri e medicine
per i malati. Io aggiunsi che nei
nostri laboratori avremmo cucito
dei vestiti e glieli avremmo man-
dati.
Monsignor Marengo mi pre-
sentò ai suoi Naga e li invitò a
danzare e a cantare perchè io· po-
tessi vedere la loro abilità. Che
cosa non avrebbero fatto per il
loro Vescovo ? Ubbidirono subito.
Ora che ho visto la povertà con
i miei occhi, so che abbiamo un
cocente dovere verso i nostri fra-
telli mrno fortunati.
UNA
.. TAVOLA ROTONDA Il
SULLA EDUCAZIONE
IN FAMIGLIA
Su iniziativa del Centro ispet-
toriale Cooperatori ed Ex alliev1
salesiani si è tenuta al «Reden-
tore t di Bari una interessante ta-
vola rotonda su un tema attualis-
simo e delicato quale quello del-
l'educazione familiare. Tale ma-
nifestazione s'inserisce nel pro-
gramma della campagna annuale
dei Cooperatori: «Famiglia cri-
stiana educatrice ».
Moderatore del dibattito: ing.
Giovanni Fistola. Partecipanti:
prof. Goffredo Frola (tema: L'a-
spetto fisico-igienico), prof. Can-
dida Stella (tema: Come la Scuola
vede la famiglia), ing. Antonio
Masciullo (tema: L'esperienza di
uri padre di famiglia), ing. Ga-
briella Losito (tema: L'educazione
alla vita sociale), don Gino Corallo
(tema: L'educazione sess11ale).
Da quanto è stato detto nelle
esposizioni, negli interventi e nelle
repliche è risultato che una fa-
miglia cristiana è indispensabile
per una sana, moderna società.
Con amore, dir-etto dalla ragione
e con questa ragione, illuminata
dalla fede, l'educazione familiare
non sarà soggetta a quei deplore-
voli sbandamenti che troppo spesso
la compromettono: alternative di
una indulgente debolezza e di una
burbera severità; passaggi da una
condiscendenza colpevole, che la-
scja il ragazzo senza guida, a una
correzione violenta, che lo lascia
senza soccorso. Invece la tenerezza
sperimentata di un padre e di una
madre, alla quale corrisponde la
confidenza filiale, distribuisce con
ugual moderazione, perchè è pa-
drona di se stessa, e con ugual
successo, perchè possiede il cuore
dei suoi figli, gli elogi meritati e i
biasimi necessari.
Ha concluso la tavola rotonda
l'ing. Fistola mettendo in risalto
l'attualità dell'insegnamento di
Don Bosco: «Cerca di farti amare,
e allora ti farai ubbidire con tutta
facilità >>.
"
114

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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UNA VITA
PER CANTARE
IL SIGNORE
li 2li gemlGio scorso a'è spento a •Napc,14 U maeafro Nle-
alano don .Alencmdro De Bmala. Aa,ere ~ .,...,. Per oUre
1:ent'annl inaeg,aò muaica sacm al Conaen,alorio dl 1\\ttJpoU
Latelevisione italiana il 27 gen-
naio scorso mise in onda la Can-
tata a San D(J1Tlenico SatJio, una
composizione del maestro don
Alessandro De Bonis. L'annun-
ciatrice, presentato il pezzo, ag-
giunse laconicamente che il mae-
stro De Bonis due giorni innanzi
si era spento. Di una cosa però
non furono avvertiti i telespetta-
tori: che il maestro De Bonis
aveva preveduto tutto questo.
Qualche giorno prima di morire,
agli amici che gli parlavano della
sua Cantata pronta per la tele-
visione, egli aveva assicurato con
la sua solita precisione: «Verrà
eseguita per i miei funerali». E
non sbagliò: i suoi funerali av-
vennero il giorno della trasmis-
sione televisiva.
Sacerdote e musico, Alessandro
De Bonis era nato a San Gio-
vanni Rotondo (Foggia) il 22 ago-
sto 1888, l'anno in cui Don Bosco
morl. Il padre era un modesto arti-
giano, ricco solo di talento musi-
cale; avc,•a organizzato una banda
musicale, la dirigeva, e all'occor-
renza sapeva rimpiazzare qualun-
que suonatore assenre, suonando
qualsiasi strumento. ln più, suo-
nava l'organo nella chiesa del paese.
I primi solfeggi il futuro maestro
De Bonis li impara sulle ginoc-
chia del babbo. A quindici anni
va a Torino per completare il
ginnasio e donarsi al Signore
nella Congregazione salesiana. Di-
venuto chierico, compie gli studi
come si usava allora: prestando la
sua opera tra i ragazzi del col-
legio salesiano di Ferrara e fre-
quentando il Conservatorio di Bo-
logna. A 22 anni si diploma in
organo. Compiuti gli studi teo-
logici e ordinato sacerdote a Fo-
glizzo (Torino), durante la prima
guerra mondiale presta servizio
al fronte come cappellano mili-
tare. Poi l'ubbidienza. lo destina
a Zurigo, fra gli emigrati italiani,
e vi organizza una Schola can-
torum che è ancor oggi in vita.
Dal 1921 è a Napoli. Quando
può, corre al Conservatorio a dare
esami. Non ha temr di frequen-
tare (le attività de suo collegio
lo assorbono completamente); ma
se ~li difetta la preparazione, lo
sostiene il talento. Al diploma in
organo aggiunge altri due diplomi:
in _pianoforte e in composizione.
Qua.lche anno dopo è accolto
tra i docenti del Conservatorio,
e vi insegna Musica Sacra e
Canto Gregoriano. Allora lascia
ogni altra attività e si dedica tutto
alla musica. Una musica, la sua,
che è perfettamente in linea con
il motto che si è scelto per la
prima !\\lessa: Repleatur os meu.111
lautk tua (La mia bocca, o Si-
gnore, sia ripiena della tua lode).
Don De Bonis con la musica
allieta le giornate di gloria della
famiglia salesiana. Don Bosco è
dichiarato Santo, e lui subito gli
prepara u11ai iWissa solemnis per la
canonizzazione. Poi la gloria del
Bernini tocca a Domenico Savio,
e anche per il ragazzo santo
don De Bonis compone una messa.
Un'altra messa rappresenta il suo
sogno nel cassetto: è inedita, è
dedicata al primo successore di
Don Bosco e attende la sua beati-
ficazione. Don De Bonis, parlando
di questa Messa tenuta in qua-
rantena, rimpro,,erava bonaria-
mente il venerabile Don Rua di-
cendo: « Ma quando si deciderà
a fare miracoli ?,.
Le opere del maestro De Bonis
superano il centinaio: messe, mot-
tetti sacri, due volumi di accom-
pagnamenti gregoriani e varie o-
pere teoriche. La sua musica non
è solo sacra, ma di una religiosità
penetrante: aiuta davvero a pregare.
Don De Bonis non da,·a tro)?pa
importanza ai giudizi lusinghieri
della critica sulle sue opere. Le
riviste nazionali ed estere che le
recensivano gli giungevano ab-
bondanti, ma egli le ammontic-
chiava in un canto senza lusin-
garsi per i molti elogi.
Amò con tenera devozione i
Santi salesiani, che cantava nella
sua musica. Di Domenico Savio
scrisse come di una persona viva
e di un amico caro: «È bravo,
è servizievole, è come uno di
quei fanciulli, primi della classe,
che son sempre Il, con gli occhi
rivolti al maestro, col dito solle-
vato, pronti a fare e a volere
quello che il maestro vuole t . Non
c'è da stupirsi quindi se nell'ora
della prima esecuzione della Can-
tata a Sa11 Domenico Savio, il
ragazzo santo lo abbia voluto vi-
cino a sè, in paradiso, per ascol-
tarla insieme e per dirgli che gli
è piaciuta.
115

3.2 Page 22

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Il Cardinale Alfonso Ca•
staldo benedice a Na-
poli la nuova Parrocchia
intitolata a Don Bosco
È sorta nel popolare « Rione
Amicizia ». Sua Eminenza il
Card. Castaldo, nel benedirla
ha sottolineato il significato
simbolico del nome e ha sog-
giunto: « L'amicizia è bella
quando è cristiana, ed è cri-
stiana quando è anzituLlo ami-
ci't.ia con Dio ». Ha poi illu-
strato la carità di Don Bosco
e il suo amore al popolo con
un felice accostamento col
grande apostolo di Napoli nel
secolo scorso, il P. Ludovico
da Casoria. Alla cerimonia
hanno assis tito S. E. Ernesto
Mazza, souosegretario alla Pre•
sidenza, e le massime Autorità.
La bella chiesa è la prima della
città intitolata a Don Bosco e
apre i suoi battenti per acco-
gliere i fedeli di uno dei rioni
più popolari di Napoli.
Nella foto: Sua Eminenza il
Card. Castaldo entra nel nuovo
tempio, accompagnato dal par•
roco don Aurelio Musto.
Santa Messa per televisione
I telespeuatori che seguono la Messa attraverso i teleschermi,
il 31 gennaio scorso, festa di San Giovanni Bosco, hamto avuto il
loro incontro settimanale nella nuova chiesa della Scuola Agraria
Salesiana di Lomb1.•im,co (Torino).
Disegnata dall'architetto Michele Bellocchio e destinata ai
giovani, offre un'atmosfera giovanile, raccolta e festiva insieme.
L'altar maggiore, solido e massiccio nei due blocchi che costitui-
scono la mensa e il tabernacolo, richiama alla mente la << pietra
angolare» evangelica. Accanto al presbitero due amboni ripren-
dono il tema del tabernacolo, quasi a sottolineare visivamente la
sostanziale identità del Verbo distribuito come Eucaristia e come
Verità.
La parte decorativa e le vetrate con le loro figurazioni astratte
in ferro battulo concorrono ad arricchire il sacro edificio di sugge·
sùvità, decoro e aderenza allo spirito liturgico.
Notevoli, nel commento televisivo di don Gustavo Boyer,
queste affermazioni su Don Bosco: « È impressionante il pensiero
che un uomo solo abbia potuto infondere nella sua opera, un im-
pulso così irresistibile da superare, non soltanto le difficoltà inevi-
tabili ad ogni iniziativa, ma i profondi rinnovamenti sociali di questo
secolo. Mentre innumerevoli istituti sono sfioriti, caduti, l'opera di
Don Bosco continua a crescere. La carica di spirirualità e di uma-
nità, che dura da oltre un secolo, non accenna ad esaurirsi... Lo
spirito di Don Bosco si è diffuso nel mondo moltiplicandosi come il
pane del miracolo ».
116

3.3 Page 23

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Il Collegio Manfredini di Este (Pa-
dova) ha la sua nuova c hiesa
Bl'Jla, ampia, lu 1t1inosa: geniale ru~ione di
elementi cla1,~it'i e cli freschezza 111oclcrna.
L'opera è dcll'arch. Marchi Oscar di Padova.
A chi si sufli·rma ,ml fondo il Lempio offre
la più gradi1a imprc8sione di armonia cli linea
e di luce, i;apicnlt•mente do~ata cla venti
grandi lampaÙt' che pendono dal ,offiuo.
L'ornamento a piccole croci biam•he, larga-
mente accennalo -.ullc pareli. cinge l'altar
maggiore 1,eguamlo l'arc•o dell'ah!>idc·. attorno
alla quale corro1u, gli ollo altari Jntcrali.
Sull'altar maggion• campeggia luudn.osa la
pala al~ima r11ffigura1lte Do1\\ Bosco fra i
giovani del Ma1Lfrt>di1ù. opera drl pittore
Lino Dinetto cli E ...tt•. La \\l'Irata i..toriata
che fa da ,fondo riprntluce il ~01?110 profetico
tielle due colo111Le, c~prcs~ioue t•fifral'c' dell'o-
pera educai iva di 0011 Bosco e 1,iruc•l'li ecu-
mcn.ica dei nuovi ll'mpi della Chit•sa.
Lo stesso Rcuor Maggiorr clon Hcnato Zig-
giotti Yolle e•,rn! pru~ente prr la solrnne
inaugurazionr. Il ..uo volto era raggiante cli
gioia per la bella realfazazione che completa
la grande opera tlrl 'lanfrediui, a 150 anni
- come ~se nt•ll'umclia - daJlu na~cita cli
Don Bosco e a 85 dalla sua "clluln a Este.
Una Scuola professionale salesiana a Bombay
\\ due anni di di..ranza dalla poi-a della prima pictrn,
Sua Em. il Card. Valeriano Gracia..., ha benedetto, Rahnto
30 gl'nnaio u. s.. la rmo, n Scuola profei,sionale « St. Joseph
Technical School » di Bomllay.
La Scuola sorge in una delle zone nelle quali la indu-
strializzazione è in pieno ,,,,iJuppo. Ai gio, ani ~i offrono pro-
~prttiYe nuove di la\\'Oro e di elevazio11c.
Da tempo il no~tro don .llascbio progettava la CO!-lru-
zione cli un.a. scuola che fo:,se in gruclo ùi preparare oprrai
t-pl'dafuzati e allo stc~<io lcmpo ~ocialnwnle aperta alle nc-
c.ws11ità dei giovani <folle categorie numo privilcgiat<•. Per
quc~to aveva lanciato un appello per raccogliere i fo1L1li ne-
ce,.,;ari.
li nobile me~sa.ggio ha ispirato al dr. ,egro il gcncro,;o
gr,-10, che ha fatto realtà quello che !"Cm.brava so~o. La
nuova scuola, « Fondazione Giuseppe '\\trgro ». onorn l'd
rsalta la eccezionale personalità del fratello del munifico
fondatore, don Giu~t:p pino Negro. che immolò giovaJUij~imo
la sua ei;istenza nello I\\Hs~ioni dcll'Assam.
Il clr. Negro ha voluto la nuo~a Scuc>hl profos;;ionalc 1110-
ùerrla e ,,obria and1r ntlla linea architcttcmi1•u. L'edificio prirl-
cipalc corri'. ampio •• luminoso, >iU cli una fronte di un cc•r\\li-
uaio cli metri. I lalrnraLori ~tanno per art·oglic-re le marcl1iiu•
rht• mdlcranno prc~to la qcuola in gruùt► di sc>rvi:re alla mi~-
~i!mc che i Iealiz:r.atori le hanno affidato.
Co11ì i giovarJ.i più poveri di Uornbay Irovcranno nella
Scuola professionalc• di K urla non solo In po44ihilità cli uhili-
tar~i socialmentl· a utl la, oro clignito~o, ma l'a'""idua e prc-
muro~a a,,.5il;ten.za salr~iana. che offrirà II questi rnµ:azzi
l'Ul!,Pl(tlamcuto gratuito ccl anche la n:fozionc giornaliera.
I . . ., , ,• •, ,• •
~~ I••
lli

3.4 Page 24

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CAIRO (Egitto)
S. E. mon s. Pericle Felici, Segretario Generale del Concilio Ecu-
menico Vaticano II, dopo la sua graditissima visita all'Istituto
« Don Bosco », esprime sul libro d'oro dell'Istituto il suo grazie vi-
vissimo per l'accoglienza avuta dai Salesiani e dai 600 allievi e
formula l'augurio di un fecondo apostolato tra la gioventù del Cairo,
nello spirito di verità e di carità propri del Concilio.
118

3.5 Page 25

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TORINO, Basilica di Maria Ausiliatrice
Un momento del solenne pontificale tenuto do S. E.
mons. Giovanni Picco, ausiliare di Vercelli, in onore
di San Francesco di Sales, patrono e titolare dei Sa-
lesiani. Por l'occasione mons. Picco tenne un succoso
panegirico del Santo, presentandolo quale modello di
mitezza, frutto di grazia ma ari.che di conquista
personale.
~o
r ~J)/
~, ,..,~
ISTANBUL (Turchia)
La nuova « Casa del Profugo», destinata
ai .rifugiati d'oltre cortina in atte~a di siste•
mazione, è sorta per la fattiva. collaborazione
della Congregazione Salesiana e del « Ca-
tholic Relief Services », promotrice la si-
gnora Maria di Salvo Schmicls, direttrice
del C. R. S. in. Turchia.
PARIGI (Francia), La grande « Coppa d'oro del Buon Gusto Francese»
nl Foyer Don Bosco
TI sig. Triboulet, Ministro Delegato incaricato della Cooperazione, e la P:rincipe,-sa Giovann.a
dc Broglio hanno coDl!egnato al sig. René Garin, presidente della« Societé des .Amis de l'Enfancc »
e a don Guillerm, direttore del« Foyer Don Bosco», fondato da detta Società, la « Coppa d'Oro
del Buon Gusto Francese ». Nel farne la conseg1\\a il l\\finistro ha precisato che la Coppa non premia
solo benemerenze artistiche e industriali, ma anche opere che si segnalano nella difesa dei valori
morali della civiltà cristiana. A questo titolo è stata assegnata al « Foyer Don Bosco », aperto
a lutti i giovani bisogno!li che salva dalla miseria e dalla strada, dando loro un'educazione e
una professione.
119

3.6 Page 26

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3.7 Page 27

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3.8 Page 28

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Il 14 gennaio 1961 papa Gio•
vanni XXIII stabiliva la gerarchia
« in tqtte le circoscrizioni eccle-
siastiche del Vietnam ». Fra i se-
gni di progresso della Chiesa che
motivarono l'erezione della gerar•
chia, il più eloquente fu il rapido
crescere del numero di battesimi
di adulti: 16.323 nel 1956-57;
27.385 nel 1958-59; 37.429 nel
1960-61. Al 30 giugno del 1961
si contavano 111.324 catecumeni:
cifra record che mostra uno stra-
ordinario fermento di conversioni.
Fino al 1945 la cristianità del
Vietnam, occupata a strutturarsi
in villaggi omogenei ben isolati e
protetti dagli altri villaggi non
cattolici, non si orientava verso
il movimento missionario: si re-
gistravano solo poche conversioni
individuali, provocate da qualche
matrimonio o sotto l'influsso del-
l'insegnamento scolastico dei Fra-
telli delle Scuole Cristiane.
IL CRESCERE
DEL I' CONVERSIONI
Poi ci fu la guerra. Sotto l'urto
di sconvolgimenti politici e so-
ciali, la coscienza del popolo, pri-
ma apatica, si svegliò con vigore
al problema religioso, e in conse-
guenza, alla fede cristiana. Du-
rante la guerra ci furono conver·
sioni individuali sempre più nu•
merose nel ceto medio e intellet-
tuale, che rinnovarono un po' alla
volta la fisionomia sociale cli una
cristianità che fino allora era ri-
masta quasi esclusivamente ru-
rale. Con gli accordi di Ginevra
e la spartizione del Vietnam nel
1954 ci fu un movimento di con-
versioni massicce che non è an-
cora rallentato.
L'aumento numerico della Chie-
sa nel sud Vietnam è dovuto alla
immigrazione dei cristiani del
nord nel 1954: con i due terzi dei
propri sacerdoti, la metà dei
cattolici del nord, 600.000 fedeli,
vennero a raddoppiare in pochi
mesi la popolazione cattolica
de] sud.
PREGATE
PER I FRATELLI
DEL NORD
Il Vietnam è collocato a sud
della Cìna, in posizione vulnera-
bile e pericolosa. La parte nord è
confinante con la Cina di Mao:
il gigante cinese con più di 750 mi-
lioni di ab.itanti lambisce il nord
Vietnam. La parte est del Viet·
uam è circondata dal mare; la
parte ovest confina col Laos e
con la Cambogia.
Il Vietnam fu una colonia,
prima della Cina, poi della Fran•
eia; ora è repubblica indipendente.
Quando il Vietnam era sotto il
dominio cinese, i Vietnamiti si
rivoltarono spesse volte contro i
Cinesi. Appena liberato dalla Cina,
il Vietnam cadde sotto i Francesi;
anclie allora i Vietnamiti dichia-
rarono guerra alla Francia. Du-
rante la seconda guerra mondiale
il Vietnam subì atroci distruzioni.
Nel 1945 i comunisti, sotto il nome
di nazionalisti, attaccarono i Fran-
cesi. La guerriglia divampò e con-
tinua ancora. La battaglia di Dien-
Bien-Phu segnò il crollo dei Fran-
cesi e fu una vittoria dei guerri-
glieri comandati dal generale Giap.
Gli accordi di Ginevra spaccarono
il Vietnam in due parti ai,segnando
il nord ai comunisti e il sud ai
nazionalisti. I cattolici che non
vollero accetta.re di vivere con i
comunisti lasciarono i loro vil-
laggi tra peripezie, sofferenze e
torture innumerevoli ed emigra-
rono al sud. I cattolici rimasti al
nord sono però ancora in forte
numero. Un vietnamita del nord
fece giungere recentemente in Eu-
ropa ques ta 1ettera implorante:
Voi che amate le anime pregate per
i vostri fratelli che sono al nord,
perchè, a Dio piacendo, siano libe-
rati dalle sofferenze e dai com1misti.
L'ASSASSINIO DI DIEM
UNO
. ..MISU~P-o ERFC-r[
Per 9 anni sotto il governo del
presidente cattolico Diem il Viet•
nam del sud visse tranquillo. Ma
la guerriglia dei comunisti non
cessava. Poi il presidente Diem
cadde ucciso e i cattolici entra•
rono in un periodo di grand.i dif-
ficoltà nelle loro relazioni con i
buddisti, i quali accusavano i cat•
tolici di volerli opprimere. I bud-
disti sono in numero enorme in
confronto ai cattolici; costitui-
scono ]'80%- della popolazione,
ma pochi sono i buddisti veri.
È stato facile ai capi buddisti
denigra.re i cattolici. La stampa
americana, per esempio, dipinse
Diem sotto i colori più foschi.
Recentemente però il generale
americano Samuel Williams con-
cesse un'intervista a uno dei più
importanti periodici americani,
l' United States Neivs and World
ReporL, in cui smentì tutto quello
che la stampa del suo paese aveva
detto cli Diem. Questo generale
Williams comandò la missione mi-
litare am.ericana nel s ud Vietnam
dal 1955 al '60 ossia lavorò con
Diem per 5 anni. È l'americano
che conobbe meglio Diem e che
conosce meglio di tutti la situa-
zione nel Vietnam. Un giornalista
tenne con lui questo dialogo:
-Diem era un buon presidente?
- Era l'uomo più scrupoloso e
pi,ù ligio al dovere che io abbia
mai conoscitito in tutta la mia vita.
Era il più forte leader filo-occiden-
tale di tutta l'Asia.
- Sicchè il colpo di stato che
condusse <ill'assassinw del presi-
dente Diem fu un errore?
- Non semplicemente un errore,
ma il più smisurato errore che sia
stato commesso in campo interna•
:donale dopo la disfatta nella Baia
dei Porci a Cuba.
- Perchè dite questo ?
- Il Vietnam avrebbe bisog110
di Diem. Gli Stati Uniti avrebbero
bisogno di liti più che mai. n pre-
sidente Diem era oneato come è
chiaro il sole. Contrariamente a
qiu,,nto si è detto, non era 1in ditta-
tore. Non perseguitava i buddisti.
Qua.lcun.o di noi americani aveva
difficoltà a lavorare con lui, ma
io penso che la colpa fosse più
nostra che sua. La s1,a morte al-
122

3.9 Page 29

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lontanerà la democrazia dall'Asia
per due generazioni. Allonta,nerà
la libertà religiosa e il Cristiane-
simo dal Vietnam almeno per
50 anni. Gli ufficiali che fecero
il colpo di Stato furono spinti da
qualcuno a farlo. E avevano la si-
curezza che l'ai.uto degli Stati Unit'i
sarebbe continuato.
- Voi vedete nell'assassinio del
presid.ente Diem il principio della
fine del Vietnam' del sud?
- Lo umo.
VIETNAM
Un cappellano militare,
assistito
da soldatl cattolici,
batteua un bambino
UNA ROSA
DI RELIGIONI
Nel Vietnam c'è una rosa di
religioni. Le più importanti sono:
il Culto degli Antenati, il Bud-
dismo, il Cattolicesimo, il Prote-
stantesimo, il Caodaismo.
La maggior parte del popolo
considera il Culto degli Antenati
come una religione. Ogni anno,
nel giorno anniversario dei De-
funti o in occasione del Capo-
danno, i Vietnamiti bruciano in-
censo ai loro antenati.
I mandarini cinesi importarono
il Buddismo nel Vietnam. Di fronte
a una religione così nuova, molti
rimasero affascinati e l'abbraccia-
rono. Divennero buddisti più per
curiosità che per convinzione.
l1oi vennero i Cattolici che nel
Vietnam del nord guadagnarono
posizioni. sempre più importanti
nella società. Acquistaron_o stima
c rispetto con la loro condot:ta.
Dopo il Cattolicesimo penetrò
il Protesta11tesimo, accompagnato
e appoggiato dagli Americani.
Infine nel Vietnam del sud
spuntò una nuova religione: il
Caodaismo. ~ un miscuglio biz-
zarro. Adora tutte le persone che
sono al vertice delle altre religioi:ti.
Nel s uo Panteon ha raccolto,
come divinità, Gesù, Confucio,
Budda e Victor Hugo.
Il primo missionario che arrivò
nel Vietnam fu San Francesco
Saverio. Ancor oggi viene indicato
un luogo a forma di scarpa lungo
il fiume Ninh Co Bui Chu: esatta-
Mamme vietnamite:
trov-ano conforto
alla loro angoscia
nellll preghfera
mente si dice che San Francesco
Saverio sia sbarcato. Luogo santo
per i Vietnamiti. I Gesuiti ven-
nero nel Vietnam per primi. Pian-
tavano una croce dovunque s'in-
sediassero. E gli abitallti incurio-
siti li avvicinavano; avviarono in
tal modo i primi colloqui di evan-
gelizzazione. I missionari non solo
portarono la fede al popolo viet-
namese ma anche una nuova lin-
gua. La lingua locale era cosi
complicata che un missionario
francese, don Alessandro de Rho-
des, introdusse l'alfabeto romano
con 24 lettere come le lingue eu-
ropee. Da allora i Vietnamiti usa-
no questa lingua come lingua ma-
terna. ~ una lingua facile: in
6 mesi la si riesce a capire, a par-
lare e a scrivere con agevolezza.
PERSECUZIONI
E
SOFFERENZE
Di fronte al crescente numero
di battezzati si scatenò una vio-
lenta persecuzione. L'imperatore
promulgò un decreto cli sterminio
obbligando i missionari a sloggiare
dal Vietnam. Molti preti si na-
123

3.10 Page 30

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VIETNAM • Il Prefetto general e del S alesiani don Al bino Fedrlgottl
(con don Acquistapace e don Culsset) in udienza dal presidente Diem
scosero per aiutare i cr1st1aui a
resistere, ma t'lltti, uno dietro
l'altro, caddero sorto la persecu-
zione. La persecuzione infuriò per
vari anni sot LO i tre imperatori
1Iinh Mang, Tieu Tri e Thu Due.
Quest'ultimo imperaLore fu chia-
mato dal popolo 'iJ sanguinario'
J>e:rchè fu il più spietato. Il mar-
ùrologio vietnamita conta 10.000
caduti per la fede.
Poi arrivarono nel Vietnam i
commercianti francesi. L'impera-
tore promulgò un nuovo decreto
di persecuzione. Ma questa volta
intervennero le squadre naYali
francesi e da allora il Vietnam
divenne una colonia della Francia.
Sotto il governo francese le con-
dizioni dei missionari migliora-
rono. Affluirono i Domenicani e
i Missionari delle Missioni Estere
di Parigi. Il Cristianesimo ebbe
un rigoglio, uno sviluppo =era-
viglioso.
Il gover1io di Diem, primo pre-
sidente cattolico dello Stato, la-
sciò la più ampia libertà al Cri-
stianesimo. Interi villaggi vole-
vano diventare cristiani. I vescovi
che non avevano preti e chierici
a su_fficieuza per insegnare il ca-
techismo, organizzavano gr uppi di
catechisti laici. Si aprì un semi-
nario speciale per le vocazioni
adulte. Il vescovo di Hanoi, gran-
de amico dei Salesiani, aveva in-
tanto invitato don Mario Acqui-
stapacc, ispettore della Cina, a
visitare il suo seminario al nord
p er farvi propagar1da salesiana.
Fu lui a offrire alla Congregazione
salesiana c.i1lque vocazioni: un sa-
cerdote e alte.i. quallro cl1e oggi
sono studenti di filosofia e teologia.
I L'OPERA
SALESIANA
La storia di Don Bosco nel Viet-
nam cominciò nel 1942, quando
il salesiano tlon Dupont, francese,
fu espulso dal Giappone e incor-
porato nell'esercito francese ad
HanoL Là entrò in amicizia col
padre Seitz delle Missioni Estere
di Parigi. Smobilitato e bloccato
in Indocina, fondò col salesiano
don Petit un orfanotrofio; ma lo
odiavano i comunisti, che una
notte lo cattu_rarono e massacra-
rono a pochi chilometri dalla città.
In queUo stesso anno padre
Seitz creò una specie di 'città dei
ragazzi' che, per la guerra civile,
dovette emigrar e sei volte in otlo
anni. :Ma Dio la benedisse e nel
1952 contava già 450 -ragazzi.
Padre Seitz, eletto vescovo cli
Kontu=, si ricordò di don Dupont
e volle affidare la sua opera ai
figli di Don Bosco. Era il 3 ot-
tobre 1952. fo breve la città dei
ragazzi ebbe volto salesiano e si
organizzò in scuola professionale.
Le cose andavano assai bene,
quando il Vietnam del nord fu
abbandonato in mano ai comu-
nisti. L'esercito franco-vietnamese
mise a disposizione dei Salesiani
20 aerei 1nilitari per trasportare i
450 giovani coi loro superiori
verso il centro del paese, a Ban
Me Thout, proprio nella diocesi
di mon..~. Seitz. Una tettoia venne
messa a loro disposizione, in piena
foresta. La tettoia riparaYa dalle
inteniperie, =a 1.1011 poteva essere
una dimora definitiva. Uu hcl
giorno un convoglio di camion
militari trasporLò <li. nuovo tuL1;a
la Ln1ppa su di un vasLo terreno
distante circa 15 chilometri da
Saigon, nelle vicinanze di Tbu Due.
Ma l'opera a Thu Due non
avrebbe po lui o sviluppan,i: sipensò
quindi a trai.ferirla nella capitale
Saigon, lasriando a Thu Due i 60
allievi che avevano esvresso il de-
siderio <li farsi salesiani coadiutori.
Don Bosco, parlando del suo
Oratorio, dicrva scherzando che
perchè i cavoli prosperino, bisogna
trapiantarli.
Oggi i Salesiani nativi del Viet-
nam sono già 27 (1 sacerdote,
16 chierici, 10 coadiutori), che
aiutati da salesiani di altre na-
zionalità, operano in tre case.
A 'l'hu Due c'è un aspirantato
con 200 aspiranti chierici. A
Go Vap la scuola professionale
prepara alla vita 600 allievi in-
terni. Con essi lavorano e stu•
diano 100 aspiranti coadiutori. A
Tram Hanh è sorto un noviziato,
che sta formando alla vita saJc-
sirrna 5 chierici e 9 coadiutori.
Da dieci anni i Salci,iani lavo-
rano nel Vietnam. Le prospettive
di progressi nella conquista delle
ani me sarebbero tanto incorag-
gianti. I vescovi desiderano l'opera
dei figli di Don Bosco nelle loro
diocesi. Ma la tempesta scatenata
su questo tormentato Paese si ag-
graverà arrestando tante possi-
bilità di bene?
C'è da p.regare che le forze del
male, prevalendo, non abbiano a
fermare la pacifica conquista degli
apostoli.
121

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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I
« Lei doveva morire! »
Tempo fa fui ricoverato d'urgenza all'ospe-
dale di Bellinzona (Svizzera), in seguito a do-
lori acutissimi all'addome, di cui neppure i
medici dell'ospedale sapevano trovare la causa.
Avevo 18 anni. Fu tentata subito, contro ogni
speranza, una operazione, in seguito alla quale
fu scoperta la causa del male: ulcera perforata
da 2-3 ore, con peritonite diffusa.
L'operazione riuscì bene, ma, poche ore
dopo, giunse la crisi: furono nove ore di coma,
nove ore di preghiere da parte di tante persone
vicine e lontane, che chiedevano la grazia per
me. E la grazia venne. Con meraviglia di tutli,
in pochi giorni fui dichiarato fuori pericolo.
• Questo è un caso che nemmeno la scienza
sa spiegare mi confidò uno dei medici che
mi curavano, e aggiunge,'a realisticamente:
- Lei doveva morire! •·
Attribuisco la grazia a Maria Ausiliatrice e
a San Giovanni Bosco, che in quelle ore sentii
tanto vicini, Ad essi debbo doppia ricono-
scenza, anche perchè sei mesi dopo ho potuto
evitare una seconda operazione dapprima giu-
dicata necessaria, e perchè ora posso conti-
nuare, in ottuna salute, i miei studi.
Marcon (Venezin)
SII.VANO STIUATO
n, allievo sal~si.uno
L'operazione sarebbe stata impossibile
Mio figlio dovette rimpatriare dalla Francia
per forti dolori alla testa e diminuzione della
vista in conseguenza di una emorragia interna.
Ricoverato d'urçenza in clinica, gli fu riscon-
t~ata ~na stenosi renale. Si parlò di operazione
a1 rem, ma fu esclusa perchè impossibile, ~-
sendo entrambi ammalati. Il caso si presentava
sempre più disperato. Perciò tutti noi familiari
ci rivolgemmo con fede a San Giovanni Bosco
il Santo alla cui protezione a\\'evo sempre af~
fidato mio figlio. Con noi pregavano anche le
orfanelle dell'Istituto Maria Ausiliatrice di
Genova-Multedo.
Le pre~hiere non furono vane pcrchè, contro
ogni previsione, i professori trovarono una cura
che servì a restituire mio figlio alla sua famiglia,
e a metterlo in condizione di provvedere an-
cora al_ mantenimento della moglie e di due
creaturine.
A distanza di un anno, a~giungo che il mio
caro attualmente svolge in pieno Ja sua attività.
Tengo pure a far presente che sul risultato il
professore curante scriverà uno studio, perchè
è il primo caso conosciuto che abbia avuto un
esito così miracoloso.
Genova-Pcgli
ADALGISA BRUSASCO
Da quel momento cominciò a migliora.re
Un forte attacco biliare e una intossicazione
resero urgente il mio ricovero in ospedale, dove
fu dichiarato inevitabile l'intervento chirurgico.
Ero rassegnala alla pro\\'a, tuttavia volli invo-
care con fede Maria Ausiliatrice e San Dome-
nico Savio. Il giorno dopo il caso sembrò peg-
giorare. Oltre ai dolori fisici, sentivo il forte
rammarico di non pote;:r es!iere presente alla
vestizione di mio figlio, che sarebbe avvenuta
nel Santuario di ;'.\\laria Ausiliatrice in Torino.
Offrii alla Vergine anche questo sacrificio, unen-
dolo alle intenzioni più sante che può avere una
mamma in tali circostanze. Da quel momento
cominciai a migliorare, tanto che l'intervento
venne rimandato. Anzi, dopo tredici soli giorni
p~tei lasciare l'ospedale senza alcuna òpera~
z1one. La cosa stupì anche i medici che in se-
guito a una accurata radiografia, non ris~ontra-
rono più alcuna traccia <lei male. Ora che godo
buona sulute, ringrazio commossa Colei che
me l'ha ottenuta.
Bra (Cuneo)
MARIA 8101.ATTl
Gi.ull.a Catione (Torino) prci:b S.G.B. per un parcnrt
ammalato di miocardite e lo viùc RUarin,.
Ancelle del SS. Sacramento (Morro d'Alba-AN) testl-
mo~no o \\t.A. la lor~ riconosccnu per due "'11"Al11-
t1$sunc grn,c nct'V\\lte in favore ddla loro fondatione
italiana, e la ~upplicano d1 continuare a proteggerle.
Scm. Vln~ruo Pellec,inl (\\,folf~ta-BA) asaolvc a un
suo obblo110 ringraziando pubblicamente M.A. Jkr la
promozione al <Ol'fl) filosofico.
Tersillllna Glorj/1 (Putignnno di Livorno) con le pre-
ghiere a M.A. potè liberarsi da un'emiA e ùa un'ar-
tn>rù all'anca, ,enza ope111ziol\\(".
Maria La Teta (S. GiollPO n Cremsno-~A) ottenne ,-arie
l!ntzie da :\\I.,\\ , fra cui la chm1nazionc di disturbi nella
circolazione dd sangue.
Biagio Giaftreda (Ga!atone-LE) affascinato dalla vita
di S.G.B. " di S.D.S. nmmò nlln prnticn delln Fede e
sta riacquiarando In salute per lo loro protezione.
Suor Anunta RIUI, F.M.A. (Messina) tormentata da
fortissimi dolori, ollcnne da M A. un miglionsmcn10 di
salute.
Rolando V. (Imperia), gnttj~ a M .A. e ai Santi oalesiani,
ebbe buon c.,10 nel concorao m•gistrale.
Elaa Peroni rucclardi (Roma) in aogu.stie ccn tutta la
famiglia per !a aituuione della fiiiliuula, la raccomandb
a S.G.B. 011cncndo la sospirata liberuionc.
125

4.2 Page 32

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Rina Ferrua In Perfumo (Busca-CN) ricoverata in ospe•
dale per emorragia cerebrale, guar\\ invocando S. G.
Bosco.
Maria Pia Provera (Roma) per la prote'.tione di M.A. e
di S.G.B. guarl perfettamente dal i!UO male.
01 HA#NO PURE SEO#ALATO QRAZIE
Abate Lidia • Alberano Giacinta • Alberici Luiai • Alberti
Adele • Alberti Locati • Alfano P!llmira - AJJ.aretti Eligio •
Allione Amalia - Amato Giuseppina Amato Maria • Amico
VincèllZO • Ananfa Lina • Anccschi Anna - Anselmo lneo -
Aquino Lina - Ah.ero Letizia - Asti Giovanni - Avanz«to
Giovanna Avino Rosa • .8ahbinì E&lc - 'Sabini DiénO - Ba-
chiddu 1'ìin• • llailoni Giuseppina • Baini Luigina - Balda•-
sarre Teresa - Balivo Lina • Balosso G!use{'pina • Barattero
Cesira - Barbaglia Margherita - Bareellona TerClla • Baroffio
Marìa • Bauani Natalina - B•tt~lia Fiorcma • Battaglio M.ar-
11herita - Battiati Caldarera ~aria Bertll,o Maria - Belli.tteri
l'crcaa Elebito Nino - Benedetti Giovanni - 6cnedett! Maria
• Elcne,·enti Frincosco • Berrino Soosi Maria - Bertone Be,iana
• 8ertotto Alberti Piera • lllagini Or!IOlìoa - Biamino Maura
• lJianco Teresn • Biasi Virginia - Bicutri Ada - Biricotti Guido
- Bi~oglio Scarrone Maria • Bisoni Mariuccia - Bizzocchi
Alvaro • B01111io B,runa - Bonacaso .f'amjglia - llondoru Maria
Terell<I - Honetti GiWia • Bonoettu Domenico - BollSlltlguc
Pulve:ri Pie~lllll • Bonzano Teresa Bosi Fom. - Bossi Pierina
- llosticco Maria Bottari Faustino Bovìo Mimma - llrandj
LenOci Lucia - Brighi Rin• - Brignolo Natalio• - Broggi Furia
Lelia - Dtunétti Casadlo Maria • Bruno cav. Frnncesco - Uruno
Maria • Bruno Pietro - Bru,;zone lvLuia • Durai Rosa - Busatto
gr. uff. Pietro • Bussi Emilia - Calcagno Maria • Catcfuola
Anna - Callegaris Giulio e Angela - Calvelli Aiello Franca -
Campasena Anòa Rita - Carnpeti Luisa • Campora Giovanni
• Cancellada Giulia • Canegallo Moria Lwsa - Canta Gerardo
- C11nz! Pietro - Canzian Giovanna - Cappello Maddalena -
Caputo Teresa • Carutti Gina • Carazzo don Fruncesco • Car-
bone Va$$allo .Bice - Cordaa:ìa Celestino • Carena Carlo -
Cndet C;unioas11, M'.iuia - Carlillì Antonio - Canninatl Gil.llia
• Carnièl Laura • Cautta Francesca - Co.siraro Matilde - Ca-
stagno Bernardo - Co&tagnolll Rosa - Castelli Luigi - Casuccio
Orsola - Cataldi Luigia - Cattonl!O Carla - Cava Vittorio •
Cebrone Maria - C..nturione Ernesta - Cervato dott. Luigi •
Chabod Lorenzo - Cbeccaooi Lumbertina - Cbiappini Rina •
Chiara ¼ria - ChianmellD Coterirul Chiarelli AngeLica -
Chinrin Eugenia • Chiazzattò Anna • Ciarnldì Angiolina • Ci-
cosna Nclda - Citnélll Antonioli Angiolino • Ciocca Vittorina
Maria - Cioppo Dertone Antonietta - Ciotta Anna - Clàusér
Anna • Clerici Gotti Tina - Colclla Egidio - Colombi Aona •
Com..,,ndona Pierangelo - Cominòtto Giovanni - Comalio Silvia
• Conte Maria e TerèS>l • Comi Lina • Coppo Giuseppina -
Corbo Caterina • Cordcro Corinna • Corgiat!i Emilia - Cor-
rado Mari• • Correggia Carlo - Cosentino Francesca • Co.;imj
Tiravi Sandra - Cosso Ann1> Maria - Cristel Lucia • Cristino
Mario - Croci Giovanna • Ccosaro Leopolda • Cugolo Flora
• Dalla Gudn Maria e Antonietta • Dalm"5(10 Fi01'in• • O.ti
Pane Adriana • Damasia Teresa - Damianl Attigo - Oamiani
Rita • Drunoscìo Eugènin - Danelli Maddalena • Depetris
Domenico • Debole 'Potenza J\\.laria • De Cesare Genoveffa -
Degiol'IIÙ AvCltlto Maria - Del Giudice Lina - De LorCllZò
Lall{a - De•Maria M:uia ved. 'Maffé - De Multi Romilda -
Di Coro Tommaso - Dimichioo Egle Diprimo Mistretta Lina
Di·Stefano Melina - Diveni loie - Dok.e funcesca - Do-
menici Giuseppa • Donato Pietro - Oonnina Mario • D'Onofrio
C=ttina - Dotto Andreina • Elia Mari" - ELia Tereaa - .Elia,no
Anna • Jl:nrietti PieU'O - Eµrietto Rita - Falchi Edda - Faretti
Ettore - Fall$tini 'Cesira - Fava Angela - Fe·naasi Ivana - Fe-
rioli Mario - Ferraioli Filippo - Ferrando Bruna • F ethll'a
Margherita • Fermò Odelfa • Fcrrario Cozzj Lucia - Ferrazio
Mario • FerroMto LilllL - Finocchjaro Natalina Fiorito Vit-
toria - Fisicua Marianna - FiumefreddoRosalia• Fiunni Mano
• Foppoli Domcp.ìca • Ftaneo Sìlvana - Frizza Mottinelli Gina
• Frola Frnncesca - C.ogge:ro Rosetta • Gaggiano Michele -
Gaileann Caterina • Gallinatti Antonio • Gallo Rina • Gamboli
Guas•i Piera • Gangemi &olill - Garabc!llo Lucia - Gau.dio
,Ai.rostina Geneatroru, Emilia - Gbilardi Cesarina - Gi,iq'Uinto
Lucia - Gigante CeciLia • Gi!ardi Giorio Faustina - Gilardini
avv. prof. Ettore • Gi!ardonl Ann=iata - Gioanina Tei:es•
Giobbi Piera - Gioffrè Giovanna - Giorcelli Fam, Gio-
126
vannardi Emma - Girardi Mannelli Maria Gnmmatico Leone
Caterina - Grosai Lulìa • Gugtiotta - Guillaùne Fnncesco •
Guliani Motoleae Antonietta • Heritier Elma • !annoni Ca-
terina Imperiale Beatrice • Imperiale Mjgasso • lppolito
Roa - lsolatto Anna MJiria • Jun.od Adelaide • La Monica
Milazzo Maria • Lano Anna -Laresca Cosima - Latino Giuseppa
- Lazzarlni Piera - Lanati Paolo • Leocata Gra2.ia - Leone
RosaTio - Les&io Luigia - Lezzl Franco - Loffi Luciana • Lo
Gerfo Ma.ria Lopez Rosaria • Lo Presti Francesco - Lore
Teresa e Adele • Lucidi Mati2 • Ludovico prof• .Filippo e
Rn~tta • Lu.z,:lo Gnetano .• M=io Bono Maria • Maggiore
Rosina • Ma,o ROSII • Ma,oèéo AnJ!'cla - Malaca.lza • Maldinl
Olg,, • Mameli Allierico - Mancini Luigi - M,innclJj Maria •
Mnlllltretta Maria • Mapelli Giuseppina Marchesiello Rnsa
- Marchctm AVI""' • J\\farchini Nando • Muchisio Guglidmo
• Ml\\t'llaria Giuseppirui - Maritano Maria - Marzi Remo •
Mascatino Esterina e Celcstirut • Mal!Ca:rino Rosso EmeStil -
Masera Alma - Massucca Angela • Mauri> A11atina - Mazzo-
relli Filomena - Meduri Rigoli Maria • Maggioriru .Antonietta
• Me,;ella Cornelia • Merlano An1lll - Merlo Mariuccia - Mè-
aini Lucia - Mestina J3arom Pina - Miceli Carolina • Mìcclotta
Angela • Micbcli Demnrdino • Michieli Luigùa • J\\,tiJone tv,.
sunta • Minestra Cesare - Minillsalc Aga~ - MQiso Lucia •
Molinario MariJI • Monzeglio Ernesto - Moru:eglio Evasio •
Mora Maria - Morandi Maria - Morando Mari• • Morandini
Giuseppe - Mnrero Rossetti Antoniettll - Morra doo Oreste
- Moscatclli Guido - Moti» Rosa - Muorwyler Giuseppina •
Mussarti Pietro • Musso Enrica - Muaso Erminio • MlUISO
Luigi - Natali Mostosi Ezia • Nenc:ini Gionnni - Nicola F'am.
- N(eri Cnrlo Ni&er Antonio - Nolli CarlD Obert Tecla •
Obinu Teodora - Odotici Giulia - Oescb Antonia - OggionI
Andreotti Luigia • OgLietti Ada - Olcelli Vincenzo • Orlandi
Lia • O$ella Pierino - Ostelli ;Em!lia - Osti Fam. - Pagani Ma-
riangela - Pngano Lina • Paghini Rina • Pagliaiw Maria - Pa-
lermo Salvotore - Palmoro Maddalena - l'annazzi Fam. -
Parachini Elvira - J>arauno Antonietta - Psrussi Angela -
Pasino Vittoria • Pattoro Ines• Pavia Eugenia - Peccarisi Mana
• Pellegrino Caterina • Peretti Giovaoni • Perla Giacinta -
Peronn Ciuuppe - Puotti Maddalena - Perrotta A11~lo -
Pesce Lina - Pettazzi Angcla • Pettinati Enrico • Peyrolo Be-
nedetto • Pez%ini Ca1\\ltido • Pia Puqualina • Pietrauna Vir-
ginia • Pilato Damigella M•ria - Pin Modolo Maria Stel12 •
Piovera Camus.si Carmela Piras Rina Pjstoia Elvira - Plt-
calia Giuseppa • Pizzi FortUnata - Plucbinotta Cqncettina -
Pochini Adele - Pogliana Mir1<nda - Pallìni Giustina • Polllolli
Giulia - Polo Anna - Pon.za Davide - Povolo Virginia - Pò2:zati
Ines - Primiero Isabella • Primo Id• - Poncini Maddalena •
Pajatti Agostino • Qw,gliotta Sjl!Jlorato Luc,la • Racc:a Mari2 -
Radosta Pìem> - Ràgo An= - Raineti - Randolini Mario •
Ra.ngoirnìm Elvira • Rapacioli Adele - & Edmea - Recaloatì
Iolanda • ll.cina Alfonso • Repo..i Rosina • Re$;iVO Vincenza
- Aiccj Maria - Rigatuso Giacomo • Righetti I vana • Rivellino
Lucia - Robbiati Giuaeppe - Rocca Maria Teresa - Robndo
Cesare Rolctto Luigina • Rosini Gianfranco - Roaunigo
Luigi e Anna - Rossi Assunta - Rossi Varona Elisa • Rossi
PietrO - Rota DCltladoni Carolina • Ruta Riccardcll! Elvira •
Sabre Laz,,aro • Sacchetti Valentina - Sacco Antonio - Saiu
Assunta - Samp0 Angiolina • Sanguinetti Emm2 • Sanl!'llinetti
Olgn - Snntìnoli Nella - Santonastaso Antonio - &vino Nina -
Scacciatupi Carolina - Scagliola Marèélla • Segarelli Maria •
Sells Angcla • Selvateci Amalia - Sembinelli Corinna • Serra
Amelia - Sertori Camilla e Rina - Sforzini Dc!lia • Siboldi
Maria - Siea. Dora - Silveetri De Stefani Don • SitnbWa An-
ronio - Sina Luigina - Siragusa Giacchi Emilia - Sironi Norina
- Sisi Anna Maria. Sofia cav. Umberto - Sola.ro Ugolina - Sot-
tQtett! Aurelia • Spada Napolitano Maria Speranza Salvatore
- Spoldi Antonia Maria - Spotomo Margherita • Stancluna
Dolores • Stefaruni Domenico - Sturla Elena - Sudarw Angelica
• Talbia Ortino Gi=ppina • Tallia Dorina • Tarana Rornann
e Cari.A - Tsrdito Valentina Taverna Gina - Testa Carla -
Teetoliru Ida - Tibaldi Maria • Todino A. G. C•• Tognaui
Rosina - Tnrrc,an Michele • Tnrricelll M,u:gherita - Toocano
Franca • Tninatti Alma - Travagli Ersilia • Trl!soldi Pandolfo
Elisabetta • Trinchero Angela - Trombetta Sorelle - Tnicco
Luigi • Turchet Ofelia - Va.ira Farn. - Valenza Maria - Valesc
Rosalinda • Vallar,a Domenica - Valle Reale Cecilia • Vanzo
Gclmi Maria • Venegoru Angela e Enrie11 • Ventri,gLia Mario
- Ve.nturin Maria - Venzi Maddalena • Vidotti Pierina • Vinai
Maria - Vitale Beatrice Vittore Giuseppe - Volpi Angiolina
• Volpino Paola - Wciss Casari Anita - Zamboru Sandra • Za•
netti Elisa.

4.3 Page 33

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Cozza in curva contro il muro
Il 28 agosto u. s., mentre col mio motorino
mi avviavo giù per la discesa del Colle Don
Bosco, all'altezza della Scuola Agricola, fui
colto da improvviso malore e perdetti i sensi.
Mi risvegliai all'ospedale i~mobili~zato, a!1cora
sanguinante e dolorante in vane parti del
corpo, soprattutto alla testa.
Chi premurosamente mi era corso accanto,
richiamato dall'insolito tonfo, mi trovò sbat-
tuto a terra sul lastricato della strada cubcttata,
in una pozza di sangue, privo di sensi: si capiva
che avevo violentemente cozzato in curva con-
tro il muro, fracassando il motorino che mi gia-
ceva inservibile poco distante.
Si temeva seriamente della mia vita. Perciò
fu invocato insistentemente don Rua: anzi nella
storica cappellina del Rosario, ove il Venerabile
vesti l'abito chìericale per le mani di Don
Bosco, si celebrò una santa Messa per solleci-
tarne l'intercessione. Pregarono i salesiani e i
giovani, le suore e l'oratorio, gli amici e i miei
cari accorsi da Cuneo.
Fu scongiurata la commozione cerebrale, mi
diedero tanti punti, feci una lunga conv~e-
scenza all'ospedale e a casa; ma ora, grazie a
don Rua, sono potuto ritornare al mio lavoro,
pur conservando le immancabili cicatrici che
documentano all'evidenza il caso doloroso.
Colle Don Bosco {Asti)
LUIGI TARDIVO
Promettono una vita più cristiana
Sono padre di famiglia. Per l'abile mossa
di qualche malevolo mi trovai senza impiego
dalla mattina alla sera, rimanendo disoccupato
per tre lunghi mesi. Si a.ggiunse la min~ccia
di sfratto della padrona d1 casa. In una situa-
zione così angustiosa ci venne in aiuto una
zia, Figlia di Maria Ausiliatrice, la quale ci
assicurò che l'intervento del venerabile Don
Rua avrebbe risolto ogni nostro problema se
noi ci fossimo affidati alla sua intercessione e
avessimo promesso di condurre una vita più
cristiana e di praticare con più frequenza i
santi Sacramenti.
Cominciammo una novena e dopo alcuni
giorni riebbi lavoro e casa. Don Rua non si
era fatto attendere. E oggi, trascorso un anno,
posso assicurare che il Venerabile continua ad
aiutare e proteggere la mia famiglia.
La grazia è stata doppia perchè, con gli
aiuti materiali, Don Rua ci ha fatto toccare
con mano che è bello confidare nella Provvi-
denza e meritarne l'assistenza con una. vita
veramente cristiana.
Santiago (Cile)
FAM1GLIA CARPANETO
Era vissuto mesi tra la vita e la morte
Il mio piccolo Antonio soffrì a lungo di mal
di gola con febbri altissime. A forza di sulfa-
midici, lo colse un'enterite acuta che lo ridusse
uno scheletro. Lo tenni i mesi di estate tra la
vita e la morte. Fu in quel periodo di una si-
tuazione umanamente disperata che, le~gendo
il Bo/le1ti110 Salesiano, mi venne sotto gli occhi
il -venerabile Don Rua. Ne lessi le grazie e
glielo raccomandai con tutto il mio cuore, pro-
mettendogli di pregare tanto tanto per la sua
beatificazione.
Da allora il bambino cominciò a migliorare,
gli attacchi di febbre sl vedficarono più di rado
e dell'enterite non rimase traccia. Potè cosl
subire anche l'operazione delle tonsille, dopo
la quale si sviluppò nel fisico e nell'intelligenza.
Riconoscentissima, chiedo al venerabile Don
Rua che me lo protegga sempre e lo faccia cre-
scere sano e col timor di Dio.
Ortovero (Savona)
ITALA MONTADO IN BASSO
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sade In TORINO! eretto In Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n. 22, può
legalmente ricevere ug,U ed Er11tJ/lj, Ad evitare poaalblll conteallu onl si conalgllano le ■eguenti formule:
Se trattul d'un legato: « ... luclo all'lsUtuto Salesiano per le Missioni con sede In Torino a titolo di leg11to la somma di lire...
(oppure) l'Immobile sito In... ».
Se tratteel, Invece, di nominare erede di ogni aostanza l'Istituto, la formula potrebbe onore questa:
«... Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio erede universale l'lsUtuto Salesiano p~ le Missioni c:on
sed• In Torino, lasciando ad esso quanto ml appartiene a qualsiasi titolo•·
(luogo dita)
(firma ~, e.sù.fo)
127

4.4 Page 34

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIAIII DEFUIITI
Don Raul Sylvc: t a Messico-Città (Messico) • 87 anni.
Don Agostino Bianchi t 11 Roma a 83 anni,
Don
Don
Natale: Ratti
Eugc:ruo Vc:s
f
plg
ad
na
As
ru
tti
a
a
79 anni.
Buenos Aires
(Argentina)
a
78
anni.
Don ca,tmlro Maslowsld t a Os..,iecim (Polonia) a 76 anni.
Don Amc:rfgo Ceppi t a Belo Horizonte (Brasile) a 74 anni.
Don Franusco Paanak.kc:r t a Liegi (Bohrio) a 71 anni.
t • Don Glusc:ppc: DIJk!ltra t a S'Heerenberg (Olanda) a 59 nnni,
Don Giuseppe: Roasna
Priocca (Cuneo) a 44 anni.
Cb. Renato Trolc:sc: t a Quilpué (Cile) a 24 anni.
Cb. AntODUJO caputo f a Snn Cataldo (Caltanissetta) a 23 anni.
OOOPERATORI DEFUIITI
S. E. MONS. ANGELO ROTI'A t n Roma il 1• febbraio 1965.
li Santo Padre Paolo VI, che fin dalla sW1 giovinezza ha professato
per mons. Rotta sentimenti di affettuosa venerazione e amicizia. si è
recato due volte nel eorso de.ll'ultim1\\ malattia a confortare l'uJtrano..
nagenario Arcivescovo, per il quale ben sette Sommi Pontefici profes-
sarono singolare benevoltm.2a.
Ricco fervido ingegno, nutrito di solidi studi, fedelissimo alle più
pu.re tradizioni di adés:ione al Supremg Magistero, mons. Rotta offri
alla Chiesa un.a lunghissima. se.rie di preziosi servfai, soprattutto come
Nunzio Apostolico successivamente nelle cinque Repubbliche dell'Ame-
rica Centrale, in Turchia e in Ungheria. dove la sua opera illuminata
e zelante conquistò ! generali consensi. Dall'Ungheria lo obbligarono
ad allont11.narsi j tristi t ben noti eventiJ causando in tutti vivissimo
r i m p i a nt o .
,
Dovunque mo°'. Rotta fu padre per i Salesiani, ma lo fu .-pecialmente
a Budapest, dove volle come segretario un salesiano. Scrive un testi-
monio oculare: Poco dopo l'tntrat:a dei ru,asi, l'abbiamo visto espulso.
Uno dei nostri l'accompagno nello_ via del ritorno a Roma. E l'accom-
pagnammo tutti con Jc lacrime. Durante la dominazione nazi.sta. e du....
ra.nte l'sssedio1 fece sacri.fici inauditi per salvare gli Ebrei perseguitati.
I grandi scantinati del suo palazzo erano pieni di gente rifugiata. Per
noi .salesiani fu padré amato nelle gioie e nelle pene. Tutti i confra·telli
e i Cooperatori s.i accorgevano del bene che ci voleva e Qli serberanno
perenne riconoscenza. Sempre stimato e amato dalle autorità e dal po....
polo, lo fu particolarmente dai poveri, verso i quali in ogni rempo
e soprattutto durante le .sue .uscite quotidiane dimostrava una carità
gener-osa, squisita, sorridente•·
S. E. MONS, BENIAMINO SOCCHE, Vescovo di Reggio Emilia.
La sua morte repentina ha suscitato vivo dolore in tutta la vasta diocesi
di Reggio Enulia. Perché mons. Socche ebbe per rutti cuore di padre,
prima a Ce.sena dove passò i s-ette terribili anni della guerra s-vole;endo
un'opera pastorale ben significata nel titolo dell'opuscolo che la com-
pendia: Podr, d,l popolo e della ci1tà: e poi • Reggio, dove la sua bontà
paterna non gli impedl di prendere energica poaizjone contro le dot-
trine atee e materialiste che minacci avano JJravementc la Chjesa e le
anime. Larga eco ebbe nel mondo cattolico l'atteggiamento deciso e
cora.&:gioso di mons. Sot.:che in occasione del sacril~~o nssassinio di
don Umberto Pessina, parroco di S. Martino Piccolo di Correggio. Fu
allora che il -Pastore sorse uditamente in difesa del suo gregge e non
dubitò di uUre oulla pedana di diversi 'fribunaU per difendere la
causa deJla giustizia.
Pari olla sua fermezza fu lo zelo pastorale, che lo portò alle più
belle realizzazioni. Jnaigne Cooperatore satcs.iano, se.fC:uiva con compia-
ccnz, paterna .il movimento e lo sviluppo della Pia. Uruone nella Diocesi,
prendeva parte o.Ile monìfestazioni salesiana dj Reggio e &erbava tratti
di particolare benevolenza alle Figlie di M. Ausiliarrice, delle quol! era
stato allievo.
S. E. MONS. CARJ.O STOPPA, Vescovo dJ Alba (Cuneo) t a 84 anru.
Dagli occhi, dalla parola, dal tratto rifletteva la mitezza e bontà di cuore
che resero amabile il suo ministero pastorale ftn da quando fu parroco
di Briga e. di Varallo Pombia, durante la prima guerra mondiale, mentre
continuava a p.rofondere nei Seminari di Novara i tesori de.ll:1 sua grande
a.n:ima per la formazione del Clero. I\\.1ons. Stoppa infatti fu soprat-
tutto suscitatore di vocazioni e p)o.smatore di sacerdoti e di apostoli.
Aveva tutte le doti del buon Pastore. Per <1t1esto il Vescovo di Novara
mons. Castelli lo volle suo Ausiliare. Consacrato il 23 magai.o del 1943,
celebrò il ,uo primo ponti6oalc proprio nella festa <li Maria Ausilia-
trice. Erano "°li anni duri della lj:'llerra e mons. Stoppa, pro.mosso alla
denstata diocesi di Sarsina, presso la linea gotica, \\'Ì portò il conforto
delle sue sollecitudini fra inenarrabili sacrifici. Trasferito ad Alba
nel 194,8, diede impulso olla vita cristiana, già cosi fiorente, all'Azione
Cattolica, alle vocazioni. E mentre coJtivaVR con tanto affetto il suo
Scmiwrrio, prodigava con cuore ecumenico aiuti di clero alle Famiglie
religiose e :ùlc Missiolli.
Amò cordialmente la nostra Congregazione e l'Istituto delle Figlie di
Maria Au.tiljatrice. Ln Provviden,za dispose cbe giungessero in tempo
per i suoi funerali due Suore missionarie della Patagonia e del Peru
(le due prime vocazioni che egli aveva diretto all'Ietiruto delle Figlie
di Maria Ausjliatrice) per unirsi alle Consorelle, si Salesiani, ai Coo-
p-eratori nel mesto tributo dt suffragio.
S, E, MONS. BENIAMINO UBALDI, Ve,covo di Gubbio.
La città di Gubbio, che unto lo amò. 1ili rese onori funebri straordinari,
e oggi tutti auspicano che la sua tomba diventi un a.Jtare.
Delle aue virtu saccrdotpli e pastorali beneficiò largamente anche la
Famiglia Salesiana. Vìcarìo Generale de.LPArchidiocesi di Perugia, con-
fonò di consiglio e di o_gni aiuto l'incipiente ope·ra sale&iana nella città,
oomc fece poi per le Figlie di Maria Ausilfotrice, che chiese e ot•
tenne per la città dl Gubbio.
Devotissimo di Don Bosco, fin dal 193.4-t in ocea.~ione della canon izza-
zione del Santo, chiese al Rettor Maggiore don Ricaldone di mandare
j Salesiani a Umbenidc per un'ope..r:11 di ns.sistcnza giovanile, per la
quale tanto offrl e lavorò. E st. fu una festa grande per il suo cuore
nel 19.1,2, quando i Salesiani ,iiunse.r.o in quella città, non f'u meno g.rande
il dolore che provò nel gennaio del 1964, qu»ndo l'opera cessò por la
mutata ,iruazione.
Sul suo tavolo di lavoro teneva la reliquia di Don Bosco: & lu.i si ri-
voJgcva con confidenza filiale e a lui rimetteva ln pieno abbandono di
animo i problemj della sua Diot:esi. Là sua memoria nella nostra Fa-
miglia resterà imperitura.
Don Ernesto Mc:rllnl t a Senna Lodigiana il 2~-l-1Q6S.
Cooperatore assai fervente e telante Decurione dei Cooperatod, fu
anche valido sos,enitore dell'Opera delle Figlie di Maria Au•ilfarricc in
Senna Lodigiana.
Doti. Mlcbc:lc: Ma!iinl t a Borgonunero (Novara) il 7-11-1965.
Esercitò Ja sua profess.ione di veterinario con austera co.scie.nza crisristna,
cbe rese proverbiaJe la sua onesti\\., Nonostante i suoi impegni di Pre-
aidence Regionale degli ex allievi, partecipava con ~siduità agli in-
contri mensili dell• P. U. , ai quali portava un fattivo contributo di
esperienze apostoliche:.
I Salesiani di Borgomanero da 40 anni crJno soliti vederlo ogni do-
menica. ogni primo vcnerdl e ogni 24 de.I .mese, accostarsi con Cede tra-
sparente alla sanu Comunione.
Antonlo Sanna t a Sanluri (Cagliari) a 94 anni.
Fu_ costantemente un cri,stfa_no di profonda fede, cui educò la sua nu....
merosa famiglia. Negli ultimi anni quando gli si affievolì la vista, ripe-
teva sc:nz.a stanc.ar,j, le preghiere quotidianei il Rosario intero, le pra-
tiche dell'Esercizio della buona mone: a chi gli faceva vi1.ita, raccontava
i brani più belli della vita di Don Bosco. ì mpan.ti a memoria. Degli
otto figli ne. offrl tre al Signore: uno semi.n-arista, mancato a 17 a-nni, u.oa
figlia Suora di Maria Auliliatricc. e il terzo, don Terenzio, salesiano.
Amalla Massolo veci. AprfU. t a P~odolone di S.Vito (Udine) a 66 anni.
Sontificò la sua vita i nt..sendola di generosità e offrendo il lavoro, le
privazioni e la pr-eghieira per la fami&"lia e per la Chiesa. La vocazione
salesiana del figlio coronò la sua opera di Cooperatrice.
Elvc:sla Vltc:llont in Avc:dnl t a Roma.
Già allie,-. delle Figlie di Maria Ausiliatrice e Cooperq.trice s■.lesiana
fin dal 1927, ebbe la gioia ineffabile di essere madre di un missionario
sal..iano, il eh. Gìuseppe Averi.ni, del quale però il Signore le chiese
il sacrificio perchè l o chiam~ a .sè nel tQ3:3 mentre si preparava al••·
cerdozio allo Studentato T eologico Jntern.aziorua1e di Torino.
Paola carmda Cretti veci. Balplnl t a Qualin.o (ller111amo) a s,. anni.
Donna semplice e cli grande fede, fu devotìs.sima di Maria Ausiliatrice
e d.ì Don Bosco. Meritò la gra.2ia di dare a Dio ne.Ua Famiglia sa..
Jesiana tre figli: due coadiutori missionari, Silvino e Ciova.nni, e un
sacerdote, don Emilio.
ALTRI OOOPERATORI DEFUIITI
Atrnoleno Virginia - Amerio Elvir:t - Aprico Cate·rina - Aprico Mari-
- Aprosio Aldo - Battistacci Anita - llectari Dàrio - Belletruti Matteo -
Bellotti prof. Luigi - Bcncetti Stefano - Benzi Luciano - Berlo.tra Maria a
Bertolini Ida - Bettiol pIOf. Rodolfo - Biancheri Antonietta - 8or6g-
Giovanni - Borro Angela - Borro Giusep·pc - Boscarino Angelo a
Buttinoni Guglielmo - Callovi Carlo - Canali Giacomo - Cantù Angelo
- Clpio Stella - Cargnìno Marianna - Carmjnati Cateriqa - Cassini
don Giuseppe - Casula Venerando - Cattaneo Gaggino Ros ita - Chioc-
chetti Andrea - Colleoni Elisa - Colli Amonietu - Collinassi Luigi -
Colombo Giuaeppina - Combom De Bonis Giuseppina - Crespi l.saia
- Curti Antonio - Daglio [rma - D'Alessio lralia - Dall'A,·a Antonio
- Dauriz Anna - De Bortolo Adolfo - Dc Concilio Tereso - Demichclis
Emiliano - Demo Gallo Rosa - Disconzi Fortunata - Donador An-
tonio - Epifani Tea - Elli Carlo - Fabris Giuditta - FActa Giovanni -
Frigcrio Giovanni - Gabriele Giacomo - Galli Maria - Gaodol.fi Bat-
tista ... Gattino Teresa - Ge:novea-e Madd:a..lena .... G-i t:cobbe Salvatore -
Gila Luisa - Orampa Giuseppina - Griffanti don Francesco - Orimal<li
Teresa - Gu.sberti Esterina - Lipartiti Maria - Locarelli Alessnndro
- Lonardi Lu.igÌ3 - Maffia Ada • Ma11ri c.av. Giulio - Malassina Norina ....
Maraniana dote. Ottavia .. M.arceddu Maria - Marchetti Annu nzìata -
M•rini Maria - Marini Domenico - Mazzonclli Cado - Melis Giu-
seppina - l\\t1enndeUj Er·nesta .... Morisco Giovanni .. Morselli Giusep-
pina - N'adali Angela - Narione Luigia - Navarra Maria - Niada Fnrtini
Anna - Orio Luìgi - Parise Luigi - Pnmtvicini Sala Paolina - Passar<li
Lorenza - Pellegrini Teresina .. Perego l\\'(essaggi Dina • Peressuti
Giovanni - Piacentino Caterina - Piai a Giuseppe Pitet Vllg.i niti ..
Punta Fninc~sco - Raffami Angelo - Rapacioli Secondina - Raselli
Camilla - Rigazzi Pierina - Roman Turello Teresina - Rossignotti
Caterina - Ruschena dott. Edonrdo - Socchi Bottista - Saini !Jambina -
Sala Giova.nni - Salvioni Pa.oHoa • Savona P ierina: - Sci.no Awelio -
Scarabello Giuseppe - Seghetti gr. u.ff. prof. Gaetano - Spotorno Mi-
chele - Stringari Giovanni - Tantillo Ano., - "l'iTendi N1,n2iata - To-
gnella c.on1m. Antonio - Tombad Guerrino - Trivella Giovanni. -
Troiano Concetta - Vecchi Umberto - Venturelli Mari• - Ve.rgottini
Gjuseppina - Vigoni Maria - Vjo rag. Umberto - Zamarian Enrico - Zeu
Ignazio - Zubiena Teresa - Zucchi Erminia - Zucehi Luigi.
128

4.5 Page 35

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CROCIATA
MISSIONARIA
TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettua quando Il versamento ini•
zlale raggiunge fa somma di L. 25.000, ovvero quando tale somma viene raggiunta con offerte successive
Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a completare Borse già fondate
Borsa: Brini Cesare, fo st1.ffragio e ricordo,
a cura del sac. Giovanni Brini (Bologna).
L. 50.000.
Borsa: Brini Enrica nata Ge.nflgUoli, a curo
dd figlio, sac. Giovanni Brini (Bologna).
L. 50.000.
Borsa: Maria Au,;iliatrice e San G. Bosco,
sa11tifirat• le nostre a11i111• a prot,ggttui stm•
pre, a cura di Beretti Agostino (Roma).
L. 50.000.
Borsa: Rlnaldl Don Fillppo, a cu.ra di Olga
Bella, riconoscente per la b11011a ri11scita del-
/'a11no scolastico. L. 50.000.
Borsa: Maria Au,;iliatrice e San G. Bosco,
pregate per Brambi/la Giusepp,i1111 e i moi
111.orti (Mìlano). L. 55.000.
Borsa: Gesù Sacramentato, M. Ausiliatrice,
San G. Bosco e Don Filippo runaldi, a cura
di Rosa Gaglione (Napoli). L. 50.000.
Borsa: Raffa Marianna-Giunta, a cu.ra deUa
figlia Venerina (Messina). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatdce e San Giovanni
Bosco, i,i suffragio e prot~zione, a cura di
A. M. (Cunto). L. 50.000.
Borsa: Rua Don Michele, proteggetemi ed ottt-
11eMmi quella grat:"ia, a cura cli Provera Leon-
tina (Cuneo). L. 50.000.
Borsa: Gesù. misedcordìoso, abbrtt1ia l• ptc11t
del Purgatorio a mio fratello, n cura di Mo-
lino Francesca (Torino). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco. ti chiedo preghiere,
a cu.ra di T. T. (Torino). L. 50.000.
Borsa: In suffragio dei miei defunti, a C'\\.lra di
Giuseppe Clerico (Torino). L. 50.000.
Borsa: Gìraudl Don Fedele, n·co11osre11ti per
il suo amoroso st11teresramenlo, il Oratorio
Festivo Don Bosco (Torino) e gli ex allievi
del medesimo. L. roo.ooo.
Borsa: Rinaldl Don Filippo, Servo di Dio, a
cura della famiglia Alpini Rocco (Milano).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatri.ce, proteggi il nostro
u,ro Don Cesare, llfissiomrrio al Cile, a cura
della famiglia Porta Luigi, Lucia, Angelo e
mamma (Alessandria). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, i11vocando prote-
zione, a cura di Cnrraro Renzo (Genova).
L. 50.000.
Borsa: Madonna Ausiliatrice, sii ,empre Mam-
ma e Avvocata, per me e famiglia, a cura di
Crntti Teresa-Antonietti (Bergamo). L. 50.000.
Borsa: Battiston Davide. salesiano coadiu-
tore, in suJJragio e ricordo, o. cura del fra-
tello Antonio (Udine). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco,in s,,ffra-
gio d•l tale~iano coadiutore Battiston Davide, a
cura del fratello Antonio (Udine). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco e Santa Lucia,
pregate perd1i pos.M fare la volo11t&. di Dio,
cura di Salotti Antonia (Orvieto). 1~. 50.000.
Borsa: Maria Auslllatrice e San G. Bosco,
p. g. r., e per ottenere il completamento della
guarigione., a cura di Flora Giuliani, inse-
gnante (Salerno). L. 50.000.
Borsa: Pezzi doti. Pietro, ;,, suffragio e ricordo,
a cura di Valeria Pezzi (Bologna). L. 50.000.
Borsa: Santo Antonio, a cura di Ragghianti
Bianca (Lucca). L. 50.000.
Borsa, Maria Ausiliatrice e Santi salesiani, a
cura di Antonietta Gini (Roma). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, San G. Bosco e
Santi salesiani, proteggeteci!, a cura di M. C.
Cooperatrice s~lesiana (Catanzaro). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, San G. Bosco e
Santi salesiani, a cura cli M. R. (Alessandria).
L. 50.000.
Borsa: Sanli Salesiani, a cura cli Pilone Ma-
ria (Torino). L. 50.000.
Borsa: San Giuseppe Artigiano, a cura di
don Otdani (La Spezia) (,•). L. 50.000.
Borsa: San Giuseppe Artigiano, a cura di
don Oldani (La Spezia) (2•). L. 50.000.
Borsa: Pancla1lChl don Domenico, a cura
dell'Unione ex allievi dell"Oratorio festivo
Don Bosco (Torino). L. 50.000.
Borsa: De Martin don Girolamo, a cura del-
l'Unione ex allievi dèll'Oratorio festi,•o Don
Bosco (Torino). L. 50.000.
Borsa Maria Ausiliatrice, per le 11'/issiorii Sa-
lesiane e implora11do protezio11e a B. R. A.
(Torino). L. 50.000.
Borsa Sordo don Antonio e Robort CJaudino,
a cura del sac. Luigi Certo (Trento). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, San Giovanni Bo-
sco e San Domenico Savio, per fa Jormo:,io11,
di un Mi.srionario, a cura dei coniugi Luigi,
Carmela Bologna e fi,gli (Trieste). L. 50.000.
Borsa: Gallenca-Simondl e defunti parmti
(Torino). L. 50.000.
Borsa: Beata Veraine Ausiliatrice, secondo pro-
messa di Angelo Berrino (Savona). L. 50.000.
Borsa: San Frnncesco Saverio, a mff,-agio d,i
cari defu,iti, o cura cli Domenico Gerbaldo.
L. 100.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di Luisa
Verardo (Udine). L. 50.000.
Bor,;a: Ma:-la Auslllatrlce e San G. Bosco,
in memoria di Lampo A. e per prote:,io11e
sulla famiglia di R. Ballesio ved. Lampo
(Todno). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e San G. Bosco,
implora11do 11~{Jragi per il froullo Angelo, 11
cura della sorella Teresa Oegiorgis (Torino).
L. 50.000,
Borsa: Sacro Cuore di Gesù e Sacro Cuore
di Maria, proteggei< Cappellotti Asrmmdo e
J'1aria (Catania). L. 50.000.
Borsa: Run Don Michele, venerabile., in ri11gra-
::riame,ito e suffragio dei defunti e chiedendo aiuti,
a cura di Ines Ghezzi (Cremona). L. 50.000.
Borsa: Rua Don Michele, venerabile, e Ri•
naJdi Don Filippo, a cum di Romilda Fio-
rito, cooperatricesalesiana (Cagliari). L. 50.000.
Borsa: Maria AusiUat.rlee, San Giovanni Bosco,
i11 suffragio d,lle anfore di Teresa Favtt.ta e
cottgiunri, a cu.ra di Negronc Maria, Frigeri
(Como). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, in sr4Jragio dei de-
funti di A11to11ini Natalina (Roma). L. 50.000.
Borsa: Glanoll Stefano e Marina, in suffragio
e prote::rione dei familiari, a cura dei coniugi
Alberto e Mario Besozzi (Varese). L. 85.000.
Borsa: Barbero Francesco, in mffragio e me-
moria, a cura della moglie Barbero Carolina.
L. 50.000.
Borsa: San G. Bosco, g=iel, co,,fido i11 voi,
nelle prese11ti e ,1rge11ti necessita, a cura cli
E, M. (Vare~e), L. 50,000.
Borsa: Gesù, dà pace ai no.stri defunti e sa..
Iute alla nostra famiglia, a cura cli Aldo
Pecile (Udine). L. 50.000.
Borsa: Civattl Rito, in suffragio e ricordo, e a
protcrio11e della vedova e degli orfani, a cura
della moglie Santina vtd. Civetti (Ticino).
L. 50.000.
Borsa: Immacolata Reaina, converti i pecca-
tori, e secortdoJ le inten,zioni di Lia Pi11to (1•)
(Milano), L. 50.000.
Borsa: Immacolata Regina, converti I pecca-
tori, e secondo le ititenzio11i di Lia Pi11to (2•)
(Milano). L. 50.000.
(aolmllV.A)

4.6 Page 36

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Spedizione in abbonamento po-
stale - Gruppo 2• - 1• quindicina
è uscita la seconda edizione
DON PIETRO BERRUTI
Luminosa figura di Salesiano
Testimonianze raccolte dal Sac. Pietro Zerbino
Pagine Xll-928 con 80 illustraz ioni su 40 tavole fuori t esto
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" Pur nella sua mole imponente, la biografia di don Ber-
ruti (1885-1950) si fa leggere, e con notevole profitto
spirituale ed edificazione. La sua anima missionaria,
le sue doti di paternità e di governo rivelatesi In posti
di alta responsabilità, le sue virtù non ordinarie, la
profonda vita Interiore, l'attaccamento alla rego la, la
non comune abnegazione pur sotto un tratto delicato
e sereno, lo rendono caro non solo alla sua Famiglia
religiosa che vede in l ui un esempio luminoso di spi-
rito salesiano, ma a quanti, specialmente religiosi e
sacerdoti, sentono il bisogno di un conforto e di uno
stimol o a vivere In pieno il proprio Ideale".
LA CIVILTÀ CATTOLICA
Per ordinazioni rivolgersi alla
SOCIETA EDITRICE INTERNAZIONALE
Corso Regina Margherita, 176 - Torino - C. C. Postale n. 2 171
BOLLETTINO SALESIANO
I Si pubblica il t• del mese per I Cooperatori Salesiani
1115 del mese per i Dirigenti della Pia Unione
S'Invia gratuitament e ai Cooperatori, Benefattori
e Amici delle Opere Don Bosco
Direzione e amministrazione:
via Maria Ausiliatrice 32, Torino Telefono 48.29.24
Direttore responsabile Don Pi etro Zerbino
Autorizzazione del Trib. d i Torino n. 4~ del 16 f ebbraio 1949
Per In viare offerte servirai del co nto corrente postale
n. 2-1355 Intestato a :
Direzion e Generale Opera Don Bosco• Torino
Per cambio d 'indirizzo inviare an che l'Indirizzo precedente
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