Bollettino_Salesiano_196502


Bollettino_Salesiano_196502

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Noi non ci fermiamo mai;
vi è sempre cosa eh.e incalsa aosa••.
D a l momento ah.e noi ci fermassimo,
la nostra Opera
comin.aerebbe a deperire
DON BOSCO
BOLLETTINO
SALESIANO
ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI
A . LXXXIX. N . 2. 15 GENNAIO 1965. DIREZIONE GENERALE: TORINO 712. VIA MARIA AUSILIATRICE, l2. TELEF. 48.29.24
Secondo tempo della nostra campagna
Significativa l'unanimità dei Df'legati I spet-
toriaJi dei Cooperatori quando a Loreto si
stabilì di prolungare anche nel 1965 la cam-
pagna sulla Famiglia. A tutti il tema apparve
cosl attuale e ricco nei suoi sviluppi come
nelle iniziative pratich e, che non poteva esau-
rirsi neu·anno. Fu noluLo soprattutto l'aspetto
pedagogico della campagna, aspetto che
è stato autorevolmente sottolineato dal
Rettor :Maggiore nella recente Lettera di Ca•
podan.no, pubblicata nel Bolletti1to Salesiano.
Essa rientra in pieno nell'apostolato specifico
dei Cooperatori, che Don Bosco invita a oc•
cupars.i della giovent-ù. Svolgere una cam•
pagna per rendere la famiglia sempre più
« cristiana » e sempre più « educatrice » vuol
dire appunto richiamare i Cooperatori aJ
grande compi to della salvezza della gioventù.
Questa missione divenIa più difficile man roano
che la famiglia cristiana va disgregandosi al-
l'urto d'innumerevoli fattori estcTw, frutti
amari del nostro tempo, non ltltimi i mezzi
di comunicazione kOCialc.
Anche per aiutal'e efficacemente i Coopera•
to1·i ad attuare le prescrizioni del Decreto
co11ciliare sugli strumenti di comunicazione
sociale. noi dobbiamo intensificare la nostra
campagna. Si pensi al posto che o,·cupa oggi
nella famiglia e in parlicolare n.ella vita dei
6gli il Lempo libero, e quindi la 1,tampa, il
cimnna, la TV, lo sport e il divertimento in
gen ere. Ostinarsi nei soli atteggiumenLi ne•
gativi, nel reprimere e censurare è sterile e
anacronistico. :f: , enuta l'ora in cui i genitori
devono affronta.re con sano realismo e alto
senso di responsabilità il problema del di-
vertimento nel mondo di oggi e formare con
~enso cristiano iJ giudizio, il gusto, la Libertà
dei loro figli.
Si apre CO!:>Ì, anche nel secondo tempo della
nostra campagna, un campo vastissimo alle
iniziative pratiche.
La }a. Conferenza annuale offre ai nostri
Dirigenti l'occasione propizia per il rilancio
della campagna e per concretare insieme quelle
iniziative che sembrassero più fattibili e più
consone alle possibilità e necessità dei luoghi.
Affidiamo al 1oro zelo lo s tudio di tali inizia•
tive e attuazioni pratiche, alcuna delle quali
potrà ricollegarsi con l'argomento della 1a Con-
ferenza: La domenica, incontro con Dio e cori
la famiglia. Mentre infatti 11D t empo la do-
menica era per la famiglia 11Da potente inie-
zione di spirito cristiano, oggi minaccia di fa-
vorire un fatale processo di scristianizzazione.
Al Convegno di Loreto (confr. Bollettino Di-
rigenti, giugno 1964, pp. 5'1--55) si è insistito
su di una forma di solidarietà indispensabile
per una buona premessa ad un lavoro pro•
fieno: l'adesione all'AIART e al Segret<iriato
della Moralità; s i sono pure proposte inizia-
tive nel settore ideologico, nel settore scuolti, nel
settore più, propriamente pratico. Invitiamo i
nostri Delegati a farne argomento di studio con
i Consigli ispettoriali e locali per definire quali
iniziative si possano attuare con probabilità
ili successo nei Centri affidali alle loro cure.
L'attuazione della nostra campagna sarà un
contributo a quella consecrntio mundi, con
la quale la Chiesa - e quindi Dio - vuol
costruire per opera dei laici un mondo nuovo,
permeato in tutte le suo manifestazioni di
spirito cristiano.
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ACQUA
VIVA
Responsa.bilità, di un nome
Che cosa vuol dire essere cristiani? Lo doma.nde-
remo al piccolo cat.echismo, da cui sapremo che
un tale titolo non è un'etichetta esteriore, pura-
mente anagrafica, ma dice assai di più, penetra
nell'intinw riel 11ostro essere di credenti e di bat·
lezzati per scoprire una nuova vita soprannatu-
rale, che .~'inserisce sii quella 1miana. riaturale,
perfare di noi dei figli di Dio, dei fratelli di Cristo,
dei membri anzi del s1w corpo mistico, la Chiesa.
e che ci apre l.a. via, a 1m destino superiore ed eterno;
non ci rende estranei alla vita temporale, ma ci
obbliga e insieme ci abilita ad un'arte s1iperiore
di vivere (cfr. Ep. ad Diognetttm, V).
Fonnidabile cosa, figli carissimi, che mette, sì,
tutw in questione, e con instancabile urgenza: es-
sere cristiani è ineffa.bile fortuna, mistero a noi
stessi, dignità incomparabile, esigenza implaca•
bile, conforto inestinguibile, stile inconfondibile,
rwbiltà pericolosa, umanità originale, umanità, sì,
autentica, semplicissima, felicissima; vita vera,
personale e sociale. Dare a questo titolo di << cri-
stiani » il suo vero significato, accettare l'esalta-
zio11e spirituale ch'esso comporta: Agnosce, o chri-
stiane; dignitatcm tuam: <1 riconosci, o cristiano,
la tua dignità >> esclama San Leone Magno (serm. I
de Nativ.); ricercarne l'interiore potenzialità e tra•
durla in coscienza, la coscienza cristiana; affron-
tare il rischio, la scelta, che ,~e deriva; comporre
in.tomo ad essa il proprio equilibrio spirituale,
la propria personalità; professare esteriormente la
coerenza, la testimonianza ch'essa reclama; ecco il
comune dovere dei fedeli, sempre, ma specialmente
nell'ora presente, e tanto più da parte dei cattolici
cl~ vogliono vivere in sincerità e in semplicità la
loro fede. Questo per un duplice essenziale motivo:
per dare alla propria persona il profilo e la sta-
tura, a cui un essenziale diritto-dovere la chiama,
la perferione cio~, vittoriosa dei facili infingimenti
e delle comuni viltà, la samità, potremmo dire.
nel senso a tutti accessibile di qnesto termine così
esigente; e, secondo, per da.re alla comunità cir-
costante il contributo di servizio e di amore, a cui
la legge del nome cristiano tutti ci invita e ci astri1ige:
« In questo conosceranno tutti eh.e siete miei di-
scepoli (cioè che siete cristiani) - disse Gesù nella
notte estrema del suo testamento - se vi amerele
scambievolmente l) (Io., 13, 35).
PAOLO VI
Da L'Osa•rvcuore Bomono de.I 4-5 gennaio 1965
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Aderiamo all'AIART
È uscito il primo numero di Il Telespettatore,
il nuovo giornale degli abbonati all'AIART. Men.ire
rinnoviarrw ai nostri Delegati viva preghiera di
iscrivere tutti i Coopemtori del loro Centro (AIART,
via Federico Cesi, 44 Roma, c. c. 1-38356),
pubblichiamo alc1mi tratti dell'interessante «Let-
tera al Socio >> che si legge a pag. 2:
Gli ospiti più assidui, che entrano oggi nelle
case, sono indubbiamente la radio e la televi-
sion e. Questi due ritrovati della tecnica moderna
sono ormai diventati un elemento normale e
indispensabile della nostra vita.
Ma di che cosa non abusa l'uomo? Si pensi alle
g1:andi possibilità dell'energia nucleare e alle ro-
vine immani che essa procura, quando, anzichè
a scopi pacifici, viene usata come s trumento
bellico. Non molto dissimile è il ristÙtato che
possono determinare la radio e la tclevisione.
Se esse comunicano l'errore, l'incitamento al-
l'odio e all'immoralità, diventano veicoli di ro•
vina morale dei singoli e della società.
Enorme è quindi la responsabilità di coloro che
presiedono alle trasmissioni radio-televisive.
Essi però non so.no i soli a dover rispondere
dinanzi alla loro coscienza a Dio, e agli uomini.
dell'uso che fanno di questi m ezzi.
I radioteleutenti hanno il dovere di concorrere
con il loro consenso, con le giuste richieste e,
quando occorra con la protesta, a rendere le
trasmissioni sempre più .rispondenti alle giuste
esigenze di un ordinato e retto vivere civile.
Tale diritto però potrà difficilmente essere eser-
citato dai s~oli: occorre che quanti credono
al primato dei valori morali uniscano le loro
forze in una forte ed efficiente associazione. Per
questo è sorta l'AIART.
Esaa è oggi uu organismo al quale aderiscono
decine di migliaia di cittadini e che ha tutte le
carte in regola per .rappresentarli di fronte ai
responsabili della RAI e alle competenti Autorità.
Chi ritiene di dover protestare per una trasmis-
sione artisticamente o moralmente criticabile,
ci scriva: nessun intervento, n ?ssnna protesta
rimarrà senza seguito, anche se non sempre e
non subito sarà possibile eliminare gli ìnconve-
crienti lamentati.
Nei prossimi giorni i singoli soci saranno chiamati
ad eleggere i loro rappresentanti provinciali: si
affronti il piccolo sacrificio per essere presenti.
La Presidenza invia frequentemente moduli di
inchieste: si risponda con prontezza.
Così l'adesione all'AIART diventa non solo un
atto formale, ma una vera e propria partecipa•
z:ione alla vita dell'Associazione. Si ricordi in-
fine che anche il numero - e talora soprattutto
il numero - ha un valore. I nostri soci si fac-
ciano propagandisti delle idealità cristiane del-
l'AIART e invitino amici e conoscenti ad aderirvi.

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Organizziamoci!
La spina dorsale
Il Manuale Dirigenti al capo TV B ha una defi-
nizione molto espressi·va: « Gli Zelatori e le Zela-
trici sono gli abituali e validi collaboratori dei
Dirigenti e formano, per così dire, la spina dor-
sale della Pia Unione».
Per reggersi in piedi un Centro di Cooperatori
ha quindi bisogno di ctlmeno a/cimi di questi <1 abi-
tuali e validi collaboratori >>. Nel calendario delle
attività del presente anno sociale moltissimi Centri
/ian110 programmato la revisione degli indiriz.zi
del ' Bollettino Salesiano '. E tale revisione sarà
pure la base per l'aggiornamento dello schedario
dei Cooperatori. fJ: pacifico che tali Centri dispon-
gono già di pa.zienti Zelatori e diligenti Zelatrici,
altrimenti un tale lavoro di ricerca casa per casa
sarebbe impossibile. fJ: cosi che ogni armo all'Uf-
ficio del Bollettino Salesiano, proprio per il pa-
zien.te lavoro di ricerca effettualo da Zelatrici, ar•
rivano più di 40.000 correzioni di indirizzi.
Oltre che per l'organizzazione, ogni Centro può
nominare Zelatori e Zelatrici per l'apostolato
stampa, per le vocazioni, per l'assistenza giuvanile,
per l'insegnamento catechistico... Ed è appunto
dal gruppo degli Zelatori e delle Zelatrici che
vengono scelti i membri del Consiglio looale e a
volte anche un membro per il Consiglio Tspettoriale.
Cooperatori per eccellenza
Molto spesso arriva alla Direzione del Bollettino
la preghiera di pubblicare la necrologia di fervidi
ammiratori e sostenitori delle opere nostre, di Ve-
sco,,-i e Prelati che affidarono ai figli di Don Bosco
importanti opere, di genitori di Salesiani e di
Figlie di Maria Ausiliatrice... I! con sommo di-
sappunto si deve costatare elle tali persone non
erano mai state iscritte alla Pia Unione: tutt'al
pi-ù- ricevevano il Bollettino Salesiano. Eppure
tutti costoro potevano essere davvero Cooperatori
per eccellenza!
In particolare bisogna insistere presso i Confra-
telli e presso le Suore che si facciano premura di
iscrivere i loro cari nella Terza Famiglia di Don Bo-
sco. Vogliamo che questi ' Cooperatori per eccel-
lenza · siano ~l più possibile numerosi, per assi-
curare fin da questa vita tesori di grazia ulle per-
sone che ci stanno più a cuore. Va da cl,e anche
nel caso dei genitori nostri l'iscrizione deve essere
cosciente e individuale', perciò t•a preparata con
cuore filiale atlraverso la corrispondenza, e previo
invio del Bollettino e di qualche stampato.
Impegno salesiano
per la terza Famiglia
In occasione del Convegno anmtale Delegati Coo-
peratori dell'IspetLoria Veneta Sa.n Marco, il si-
gnor Ispettore don Bartolomeo Tomè ha parlato
a lungo clegli impegni salesiani per la vita della
terza Famiglia. Riportiamo alcune considerazioni
che ci sembra.no particolarmente utili e pratiche:
Questo apostolato dei Cooperatori, che ormai
siamo tutti convinti essere fondamentale per la
nostra Congregazione, richiede una preparazione
adeguata. Occorrono confratelli sufficientemente
aggiornati nelle idee, convinti e al>bastanza liberi
per attendervi nella misura richiesta dal funzio•
namento di un Centro.
Si tratta di una preparazione specifica, diversa
da quella richiesta dal lavoro che si svolge tra
i giovani nell'interno delle nostre case. Ci si
viene a trovare in mezzo agli elementi più di-
sparati, uomini e donne di ogni ceto sociale.
Occorre essere all'altezza di questo compito. È
una attività apostolica molto delicata la quale
esig·e llila formazione e una maturazione non
inferiore a quella richiesta in altri settori de)
nostro apostolato. Di qui l'importanza di una
preparazione seria e dello studio di tutto quel
materiale che non possiamo ignorare per non
lanciarci impreparati in questo apostolato; di
qui anche l'importanza di altri incontri del ge•
nere che servano a preparare confratelli atti a
questo lavoro, per costituire anche per la tei;za
nostra Famiglia tutto un movimento organiz-
zativo, formativo e apostolico, come già abbiamo
per gli altri nostri apostolati specifici.
L'ora st essa che viviamo rende pm urgente il
nostro contributo all' apostolato dei laici nella
forma indicataci da Don Bosco.
.l\\'.lettiarnocl tutti di buona volontà: Ispettor e,
Direttori, Delegati. È bene che ciascuno faccia
un po' di esame di coscienza sulle sue responsa-
bilità. È vero che ci sono dei Delegati che non
,lispongono di tempo s ufficiente per dedicarsi
alla P. U., ma anche a questo provvederemo,
d'accordo con i Direttori. Se i D elegati debbono
svolgere questa loro attività, bisognerà dar loro
un margine sufficiente e creare per essi una si-
tuazione che consenta questo lavoro.
Voi conoscete il problema; pensateci, parlatene
a chi cli dovere e, venendo l'Ispettore per la vi-
sita, anche con lui, affinchè si possa cominciare
a disporre le cose ÌJt maniera che col prossimo
anno i Delegati abbiano maggiori possibilità di
tempo e anche di fiducia. Sì, anche di fiducia.
Essi infatti debbono essere messi in condizione
di svolge.e con frutto il loro compito secondo
le particolari esigenze di questo apostolato.
I Direttori sono interessati a questa attività in
seno alla nostra terza Famiglia non meno che
alle altre attività giovanili che s.i svolgono in
casa. È anche questa una loro responsabilità...
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CONOSCIAMO
IL NOSTRO
REGOLAMENTO
In alcuni articoli del primo abbozzo del Re-
golamento Don Bosco mette ancor meglio in
luce il suo pensiero riguardo al concorso de.i
Cooperatori per le necessità organizzative della
Pia Unione
L'art. 7 inculcava: «Ogni socio cousiclererà
come madre la Congregazione Salesiana e si ado-
prcrà per aiutarla con la preghiera, col pronmo·
vere le opere che ella l1a tra mano, cioè a pro•
muovere catechismi, esercizi, predicazioni, no•
vene, tridu.i, ospizi di carità, scuole pubbliche e
private. Si presterà pure con tutti quei mezzi
materiali e morali di cui ciascuno può disporre
e che giudicherà utili al bene delle anime e alla
maggior gloria di Dio 1►•
Vart. 13 determinava: <e Per sopperire alle
spese che occorrono, per libri, stampe, spedi-
zione di posta ed altro pel sostegno dell'Asso•
ciaz:ione, og,ri associato pagherà annualmente un
franco >►• Ma soggiungeva subito: « Chi per di-
rnenticanza od impotenza non pagasse questa an•
nualità, non si intende privato delle pre$1iiere dei
confratelli pei casi di malcutia, nè de, suffragi
pel caso di morte ».
' otevole anche l'art. 14: «Tutti i confratelli
procurino di aiutarsi l'un l'altro col buon esempio,
con la preghiera e anche con mezzi temporali.
A quelli poi che fossero in grado di farlo, si
raccomanda di dare ospitalità ai memhri della
Congregazione qualora ne succedesse il bisogno.
Costoro avrebbero il merito di quell'opera di
misericordia che si chiama Albergare i pellegrini 1>
(X, 1313-1314).
Nel Regolamento definitivo omise tutti queisti
particolari, rinunziando a ogni quotazione fissa
e lasciando così campo a maggior me1ito anche
negli aiuti materiali, per la spontaneità delle
offerte consentite a chi ne ha la possibilità,
senza angustiare o avvilire quelli che non pos•
sono dar nulla.
Ma come spaziava la sua mente nel concepire
la cooperazione salesiana! Fine supremo, la gloria
di Dio e il bene delle anime: perciò 1a collabo-
razione all'apostolato universale della Chiesa. Poi,
l'aiuto alle opere bisognose della Congregazione
Salesiana e alle necessità organizzative della Pia
Unione. Infine, anche il mutuo soccorso scam-
bievole tra i Cooperatori quando qualcuno ne
avesse bisogno. A queste ultime clue supplisce
ora il senso di fraternità che è il glutine della
Pia Unione, come ben l'esprime il titolo di <e cou•
fratelli >> che il Santo dà indistintamente ai Sa-
lesiani e ai Coopel"atori. C'è un appunto di
X
Don Bosco da Roma per rispondere ad alcune
obiezioni della Curia di Torino, in cui il Sauto,
invece dj Cooperatori Salesiani, chiama i membri
della Pia Unione cc Sa1esiani Cooperatori >► (Xl,
82). E Don Ceria, riportando più oltre la giu-
stificazione del Breve di Pio IX impugnato
dall'Ordinario, documenta la genesi storica
e canonica della Pia Unione, smembrata dalla
Congregazione Salesiana nel 1874, secondo gli
ordini dati a Don Bosco dalla Santa Sede. L'ap-
pellativo di ~ Salesiani » non è quindi una qua-
lifica distintiva dei Cooperatori Salesiani da
Cooperatori d:i altre congregazioni o società. Ma
è co,mm denominatore dei memhri della Con•
grega7,ionc Salesiana e dei membri della Pia
Unione. Se egli lo fece passare in funzione qua-
lificativa quando dovette farne una terza Fa•
miglia spirituale (un suo terz'Ordine), fu solo
per meglio esprimere la sua obbedienza alle di-
sposizioni della Santa Sede. Ma nella sua mente
i Cooperatori rimasero sempre nel concetto pri•
migenio di Salesiani esterni. Esterni, ma, prima
di tutto e fondamentalmente, Salesiani. Non si
richiamerà mai abbastanza questa .realtà per
chiarire la possibile confusione tra Cooperatori
e benefattori; e per evitare la confusione della
Pia Unione con le altre associazioni organizzate
nelle case salesiane. Nessuna di queste è stù
piano della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani.
E in questa mirano a immettere i loro migliori
elementi tutte le altre per corrispondere alle
intenzioni di Don Bosco. L'ideale d:i perfezione
cristiana e apostolica, ispirato daDio a DonBosco,
ha tre associazioni canoniche hen definite: la
Congregazione Salesiana, l'Istituto delle Figlie di
Maria Ausiliatrice e la Pia Unione dei Coope-
ratori Salesiani. Concepire la Pia Unione come
la voleva Don Bosco sig1ùlìca portarla alla sua
vera altissima funzione nella Chiesa.
Ora che i documenti sono d:i dominio pubblico
nelle Memorie Biografiche e negli Atti ufficiali
della Chiesa e della Congregazione Salesiana;
Don Bosco non può più essere frainteso. In clima
di Concilio, con l'ansia deJ concorso cli tutte le
forze dell'apostolato ali' Ut zmum sint, ciascuna
renderà il suo servizio rimanendo se stessa e
prestandosi a servizio del Corpo Mistico di Nostro
Signore, secondo le ispirazioni e gli statuti del
Fondatore.
Noj comprenderemo meglio ]a funzione prov•
videnziale deJJa Pia Onione quando rimed:ite•
remo l'afflato di perfezione a cui è informata,
le risorse spirituali di cui è canonicamente do-
tata, e la potenza apostolica di cui è investita.

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I ESEMPI I
111° CONVEGNO NAZIONALE CONSIGLIERI P. U. DELLA SPAGNA
Si tenne a Madrid dal 2 t ottobre al 2 novembre
scorso. Con i Consiglieri ispettoriali intervennero
numerosi rappresentanti dei Consigli locali. Pre-
siedettero gli Ispettori salesiani della Spagna. Di-
resse i lavori il Delegato Nazionale dei Coopera·
tori don Saverio Rubio, che aprì il Convegno dan·
do lettura del messaggio del Direttore Generale
della P. U ., rev.mo don Luigi Ricceri.
Vi si leggeva tra l'altro:
~ I temi proposti sono di altissima importanza.
Noi facciamo assegnamento anzitutto sopra la luce
che si proietterà sulla figura e la fumtione del Con-
sigliere ispettoriale e locale. Sono le colonne della
P.U. I Consigli, quando sono formati da Coope-
ratori competenti, abili e zelanti, garantiscono il
pieno esito del funzionamento della P.U. nella
lspettoria e in ciascuno dei Centri.
I Consiglieri non solo sono la longa manus dei
Delegati, che arrivano dove i Delegati non possono
arrivare, ma sono il sostegno più forte, morale e
attivo, dei Delegati stessi. Dal loro impulso, dal
loro fervore dipende I'attivizzazione dei Coopera·
tori e delle Cooperatrici nel settore del!'apostolato
che a ciascuno è stato affidato. Essi diventano l'anima
di tutte le iniziative. Il loro entusiasmo, il loro im-
pegno, la loro abnegazione si comunicano a tutti
gli altri Cooperatori.
Fate dunque sentir loro tutta la nostra fiducia e
tutte le nostre speranze. Dite loro lcr gratitudine
nostra e ancor più quella di don Bosco... •·
Don Rubio espose quindi gli obiettivi princi·
pali del Convegno:
1. Ottenere una collaborazione più stretta tra
Delegato e Consiglieri P.U. e un lavoTo più posi-
tivo dei Consigli ispettoriali e locali.
z. Dare idee e studiare le attività apostoliche
speciflche della P.U., allo scopo di realizzarle in
tutti i Centri.
J. Tracciare un programma minimo per i Con-
siglieri ispettoriali, che serva poi anche come linea
di massima per i Consiglieri locali.
Successivamente s'iniziarono i lavori con questo
metodo: il Relatore esponeva i] tema e dava le idee
· di base, quindj proponeva diversi mezzi per at·
tuare un piano d'azione. Seguivano numerosi
interventi.
I Tema Il Consigliere, sua figura morale Il
Consiglio ispettoriale Il Consiglio locale
Trattò il tema Jl Delegato nazionale don Rubio,
che sottolineò 1a necessità assoluta di organizzarsi
sempre meglio e di eleggere come Consiglieri
dei Cooperatori che abbiano le doti richieste.
Tracciò quindi la figura morale del Consigliere,
la sua qualità, la sua missione, la necessità cli for-
marsi per svolgere l'apostolato laico salesiana-
rnente. Presentò poi i Consigli ispettoriali e lo-
cali e le loro rispettive funzioni p~r terminare
con una serie di proposte atte a realizzare le idee
espresse. Tra di esse ebbero unanimità di consensi
quelle che mirano a una formazione sempre più
completa del Consiglieri.
Il Tema Il Cooperatore apostolo laico moderno
Il signor Vicente Soriano, del Consiglio di Va-
lencia e sindaco cli Paiporta, con tratti vigorosi e
precisi, alla luce del Concilio e di Don Bosco,
ne tratteggiò la ·figura. Quindj presentò all'assem-
blea varii proposte, che diedero origine a molti
interventi, i quali servirono a precisare le idee.
lii Tema La buona stampa
11 noto giornalista don José Javierre tenne l'udi·
torio avvinto per oltre un'ora e mezzo. Tra aned-
doti e battute umoristiche d.iede alcune magistrali
lezioni sul come la stampa serve la verità o la
menzogna; sul come una notizia può essere mani-
polata e presentata in maniere diverse, secondo
l'ideologia dell'agenzia o del giornalista che la
diffonde. Portò così gli uditori a una visione chiara
del potere di formazione e di deformazione delle
mentalità che possiede la stampa, e quindi la ne-
cessità di appoggiare la stampa cattolica.
Si portò anche qui la cliscussione su di un piano
concreto e si venne alla conclusione unanime che
tutti i Consiglieri P.U. della Spagna si sarebbero
fatti propagatori entusiasti della rivista Alameda,
il f Meridiano 12 » della Spagna.
IV Tema Famiglia cristiana educatrice
L'avvocato José Luis Lopez Mosteiro, del Con-
siglio di La Coruiia fece un'esposizione chiara, vi-
brante, agile della bontà e grandezza dell'aposto-
lato educativo dei genitori cristiani. Toccò punti
essenziali: famiglia e focolare - cause della disgre-
gazione della famiglia attuale: lavoro eccessivo dei
genitori, lavoro prematuro dei flgli, troppo denaro
in mano ai ragazzi, sempre nuove attrattive fuori
di casa...
Accanto ai temi maggiori trovarono posto anche
vari argomentì di organizzazione interna. Nota
gradita e dominante di tutto il convegno fu l'arla
di famiglia che vi si respirò, dovuta al grande
amoTe a Don Bosco che animava tutti i conve-
nuti e allo spirito salesiano che djresse ogni loro
intervento.
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PENSIERI PER LA CONFERENZA MENSILE
[i] Importanza d ecl1lva della purezza e ca1tità
giovanili
Ogni forma di impurità è un fenomeno di
materialismo e di egocentrismo. La personalità dJ
un giovane si valuta dalla vittoria dello spirito
sulla materia, e dalla espansione creatrice del-
l'altruismo sulla consumazione egoista dell'egocen·
trismo.
Gioventù pura e quella che non conosce la scon·
fitta del male. Gioventù casta è quella che matura
nella conoscenza e nella sensibilità della vita con
positivo dominio ordinato secondo i valori morali
del proprio stato. Purezza e castità sono però
entrambe virtù positive e di impegno. Anche il
bimbo può e deve essere puro. Alla conservazione
della purezza il giovane casto aggiunge il dominio
e l'uso virtuoso e coscient e delle sue p otenze
flsiche e affettive In sviluppo.
L'importanza morale ed educativa della purezza
e della castità giovanile è di facile dimostrazione.
Esse infatti sono la migliore dim~trazione di
uno personalità e/re si sviluppo equilibrata, con
giusta gerarchia di valori, con libertà di auto-
dominio spirituale, ispirandosi per tempo a chiari
ideali di bene, di missione, di vita. In tale clima
florisce ogni altra buona d isposizione e conquista
d i virtù: fed e e preghiera, lavoro, amore del p ros-
simo, possibilità di belle vocazioni, limpidità di
amicizia e relazioni costruttive, ubbidienza, gioio-
sità, forza di volontà, generosità, vera santità.
L'importanza della purezza e castità si ricava
anche dalle tristi conseguenze della loro perdita.
• Troppe volte a provocare il naufragio della fede
nei giovanJ... è il fango di una passione, ch e oggi
QUESTIONARIO
1. Perchi un giovane puro casto è In genere uno pusanullt"
formata In senso completo?
2. Perehl un g/ovant puro non manca di maturttd ed
tquJ/Jbrlo?
3. Che ve ne pare della sJtaarion, , dtlla condotta de/
flovanl In fatto di puru;:a, ntllt dlv~ etd ?
4. DI chi la ,u,/pa? Tutta del fjgl/?
5. Perché I gtniturJ 10110 11.Jle ,u,ndlzlonJ m/gl/or-J per /'edu•
cazlom• del/a purezza?
6. Cb• co~a può rtndut I'ambltnu lam1J/nr, no,, corrvenltnt,
ot g/01•nnl?
fa strage, forse più di ieri... è la catena del vizio
impuro, che costringe certi gìovani nel buio di
un misterioso carcere dalle porte dorate, e impe-
disce loro di vedere la luce; è il fango del malco-
stume, che Intorbida il cuore dei giovani e fa ca-
dere sull'occhio deJ loro spirito le cateratte del
vizio• (Pio X II, Discorso -,o settembre 19n).
~ Grave, anzi gravissima situazione di fatto
Chi ha voluto non nascondersi e non nascon•
dere la verità, ha t rovato dati che fanno paura
Inchieste condotte con delicatezza e precisione
banno accertato che negli ambienti ordinari la
quasi totalità della gioventù maschile conosce il
vizio, e un'alta percentuale vi resta schiava assai
a lungo.
Anche fra le giovani forme episodiche o pro-
lungate sono frequenti. Ma si deve osservare che
ben poche volte alla verginità fisica corrisponde
quella spirituale. Sono sempre più rari i casi di
giovani che giungono al matrimonio senza gravi
colpe, mentre anche in ambienti buoni sono fre-
quenti i casi di matrimoni affrettati o decisi per
maternità già inìziata.
Non parliamo poi delle bolge d'immoralità rap·
presentate ora da interi ambienti scolastici, dalle
caserme, da cinema e sale da ballo e di ritrovo.
da spiagge e luoghi di villeggiatura, dalla crescente
promiscuità libertina, dalle mode, perfino da qual-
che cosiddetto ìstituto di educazione o di riedu-
cazione.
(Il Le cau1e principa li
Alla base vi sono le Inclinazioni dello natura
decadirta, che portano disordine nella più meravi-
gliosa potenza che Dio abbia dato agli uomini:
l'amore creatore di altri uomini e di cristiani.
Ma a queste si aggiungono altre cause:
1. L'immaturità glova11ile dei poteri di compren·
sione, di controllo, di autodirezione e ordine
cioè di Inibizione e di incanalamento convenient;
delle energie vitali; e aggiungiamo pure le colpe
della libertà nascente, non impegnata.
z. La spaventosa crescita degli stimoli esterni, e
perciò a lungo andare anche interni, senza alcun
riguardo alla immaturità dell'età, anzi qualche
volta approfittandone per secondi fini di Interessi
disonesti. Uno studioso tedesco, facendo un elenco

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degli stimoli sessuali odi.emi, trovava che rispetto
all'inizio del secolo essi sono cresciuti da , a 50!
Ora pensiamo che in conseguenza di questo tatto
e di altri di natura flsica la maturcuione puberale
ha subito negli ultimi tempi un anticipo che rag-
giunge in parecchi casi flno i due annl (da 14 a
12 m media per le ragazze e da 15 a I J per i ra-
gazzi). Inoltre riflettiamo che la forza di controllo
esterno (genitori, educatori, autorità) è assai dimi-
nuita, mentre quella di autocontrollo sente le debo-
lezze di un'educazione spesso mancata o incompleta.
-,. le iniziazioni indebite del compagni, delle
occasioni esterne, della educazione sessuale mal
condotta.
Chi dà ai giovani le informazioni che rlguar
dano lo vita e I suol problemi'?
Tutti gli studiosi sono concordi nell'indicare
nei compagni lo prima fonte, poi in osservozlonl ed
esperienze personali, e solo percentuali minime nei
genitori.
E flnalmente c'è il fatto dello educazione se55uale
mal condotta. Genitori, educatori, insegnanti, me-
dici ecc. possono danneggiare la moralità del gio-
vani proprio pretendendo di istruirli, ma in modi
e con mezzi indebiti, dannosi.
Pio Xl ha indicato dove stanno gli err ori e i
pericoli In tali interventi: 1) Si ispirano al natu-
rollsmo, che nega o non tiene In conto le inclina-
zioni disordinate e le debolezze che conseguono
al peccato originale, e non crede o non impegna
i mezzi della Grazia; 2) attua una temeraria ini-
ziazione ed istruzione preventiva per tllffl indistin-
tamente, e anche pubblicamente, e, peggio, con
l'esporli per tempo alle occmionl, per assuefarli,
come essi dicono, e quasi indurirne l'animo contro
quei pericoli; 3) si preoccupano di illuminare l'igno·
ranza Intellettuale, ma non di rafforzare l'Inferma
volontà, diminuendole le occasioni e sostenendola
con i mezzi della Grazia; 4} la coedrizlone del sessi,
attuata come sistema che confonde la legittima
convivenza umana con la promiscuità ed uguaglianza
livellatrice (cfr.: Divini illius Magisfri).
Pio X li ba ripreso l'argomento mettendo in
guardia anche da movimenti e stampe di ambiente
cristiano, che hanno perso il senso dell'equilibr io
giusto (Discorso 18 settembre 1951).
4- li silenzio del genitori.
Qualcuno va ancora ripetendo che il metodo
della C hiesa è il metodo del silem:io, in questo
campo. Nulla di più falso. Non hanno Insegnato
cosl i papi, nè Pio Xl, se lo si legge tutto, nè tanto
meno Pio X li.
Alla personale necessità di sapere e capire, alle
errate e spesso oscene descrizioni dei compagni,
alla scuola della pomograA.a pubblica, che cosa
aggiunge il silenzio dei genitori? Qualcosa che si
avvicina al delitto ed ucativo. La scusa di non
sapere cosa fare e come fare, vale fino a un certo
punto. La ripugnanza a parlare nasconde spesso
un concetto non cris1iano della realtà di bene
cbe Dio ha concesso all'uomo con le potenze della
vita e della famiglia cristiana. E fa sospettare che
non si sia ancora risolto In senso positivo di ma-
turità il proprio p roblema personale.
@J Il dovere dei genitori
Lasciamolo dichiarare dai Papi.
Pio X l nell'Enciclica Divini 1//ius Magistrl
le indicazioni di modo per quando, • attese tutte
le circostanze, qualche Istruzione Individuale si
rende necessaria, a tempo opportuno, da parte
di chi ha da Dio la missione educativa e la grazio
di stato t.
Pio X 11: Sta a voi il preparare I vostri tigli e le
vostre flglie a traversare con franchezza, come chi
passa fra le serpi, quel -periodo di crisi e di trasfor-
mazione fisica ... Toccherà allora a voi -per le vostre
flglie, al padre per i vostri Agli, - In quanto appa-
risca necessario, - di sollevare coutamente, deli-
catamente, il velo della verità, e dare loro risposta
prudente, giusta e cristiana a quelle questioni e
a quelle Inquietudini. Ricevute dalle vostre lab-
bra di genitori cristiani, all'ora o-pportuna, nel-
l'opportuna misura, con tutte le debite cautele, le
rivelazioni sulle misteriose e mirabili leggi della
vita saranno accolte con riverenza mista à grati-
tudine, illumineranno le loro anime con assai
minor pericolo... (Discorso 26 ottobre 1941 ).
B IBLIOGRAFI A
1. Lo dottrina della Chlt1a ,1 trova raccolla nel volumi ;
L'Educazione '-' Il Matrimonio, della collana • lnaegnamenll
Pontifici •• Poollnc, Roma.
2. Il pen'lf,ro di Don Bo#O si trova bene uposto da
P BRAIDO, Il Sistema preventivo di Don Bosco, PAS
3. Tratta~/onl gtnttofl utili p•r I !ftnJtorl o ptr conferenze
o genitori:
e,• R. BIOT, Educare a/l'amort. Torino, Marleltl. I Qf2 ed,)
G. GNOCCHI, Educazione dtl cuort Br.,cta. La Sc1<ol•
,o6o (6• ed.)
A GRueeR, // dramma della ptthtrtd, Romo, Paoline, 1qs8
P, LIGCtRI, Problemi della vita motrlmonlale, MIiano, LI Cua
1Qp; cap. X.
e. PAGANUZZI, Purezza e pubertà, Brescia, La Scuola, 104,
G SAITTOAI, Appun1/ di u.ssua/01/a per educatori sacerdoti.
Roma, 19s6.
I M TINIVJ:~LA Educa::/ont alla purtua, Torino. 1944-
LB MOORL, Educazione e rieducozlont ,e.uualh nelle conw-
n/fd g/ovon/11, Torino, Boria, 1062.
A aeRG~.Eduaoi!IOn• susual• offelflva. VIiiano, La Casa,, Of7
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