Bollettino_Salesiano_197408


Bollettino_Salesiano_197408

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
B0llOTIN0 SALESIANO
EDIZIONE PER
I DIRIGENTI DEI COOPERATORI
Spertizione in abbonamento postale
Gruppo 2° (70) 2• quindicina
Vogliamo portare i Cooperatori Salesiani a diventare collaboratori coscienti,
Integrali, a fianco di noi, non sotto di noi: non solo, quindi, fedeli,, docili esecutori,
ma capaci di responsabilità apostoliche, pur sempre d'accordo e In sintonia col Sacerdote.
DON LUIGI RICCERI
A. XCVIII. N. 8 • APRILE 1974 • DIREZIONE GENERALE 10100 TORINO VIA M. AUSILIATRICE, 32 TEL. 48.29. 24
FATE
L'ESPERIENZA
ANCHE VOI
Nel marz o scorso si sono svolte le
programmate Giornate di studio sul
metodo preventivo. Al termine di
essé, i partecipanti hanno voluto co-
municare a tutti i Cooperatori d'Italia
la loro soddisfazione con 1m saluto che
è, nello stesso tempo, un appello a
conoscere meglio ed esperimentare di
più il prezioso messaggio educativo
del Fondatore.
Cari amici cooperatori,
Le Giornate di studio sul metodo
preventivo di Don Bosco, svoltesi
a Grottaferrata dal 16 al 20 marzo
e.a., hanno visto impegnati una
sessantina di cooperatori (insegnanti,
genitori e giovani animatori di grup-
po), provenienti da varie parti d'Italia.
Le lezioni tenute da Don J. Au-
bry, Don L. Macario e Sr. L. Colosi,
i gruppi di studio e le tavole rotonde,
ci hanno rivelato la ricchezza sempre
nuova e la sorprendente attualità
dell'arte educativa di Don Bosco,
nella scuola, nella famiglia e nella
vita dei g ruppi.
Con viva gioia abbiamo con-
statato che la sua pedagogia risponde
ad ogni ansia educativa a tutti i
livelli, perché si ispira alla autenti-
cità e semplicità del messaggio evan-
gelico, cosicché il ragazzo, l'adole-
scente, i giovani di oggi trovano nel
metodo preventivo un valido aiuto
alla loro maturazione.
La scoperta gioiosa fatta da noi
in questi giorni, vorremmo fosse vis-
suta da tutti voi, attraverso una
attenta e profonda riflessione sulla
vita e sul messaggio di Don Bosco,
per facilitare agli educatori il diffi-
cile dialogo coi giovani e per offrire
a questi la gioia di maturarsi.
A tutti inviamo un saluto fraterno,
con l'augurio che anche voi possiate
approfondire ed esperimentare nelle
vostre ispettorie e nei vostri centri,
il metodo preventivo e così diven-
tare «diffusori e moltiplicatori >) della
ricchezza spirituale di Don Bosco.
I PARTECIPANTI AL CORSO
Seconda conferenza annuale
Tema: Vocazioni: problema della Chiesa, problema nostro (in linea con la «strenna» del Rettor
Maggiore).
25

1.2 Page 2

▲back to top
-
GROTTAFERRATA:
GIORNATE
DI STUDIO
IL COOPERATORE: UN EDU-
CATORE DI RAGAZZI E DI
ADOLESCENTI CHE SI ISPI-
RA A DON BOSCO
Per la prima volta in Italia
un gruppo di cooperatori ha
affrontato in modo sistema-
tico lo studio del metodo pre-
ventivo.
SI voleva raggiungere questo
obiettivo:
Tentare di scoprire se e in quali
modi il metodo educativo che Don
Bosco e i suoi Salesiani avevano
sperimentato quasi soltanto negli
istituti e negli oratori, poteva es-
sere applicato In alcune delle si-
tuazioni di vita nelle quali vivono
i cooperatori, e specialmente nella
fam/glla1 nella scuola pubblica e
nel gruppi ove operano, come ani-
matori, i cooperatori.
All'origine, vi è stata un'esigenza
fortemente sentita: frequentemente
si sentono infatti frasi di questo
genere: in un istituto o in un ora-
torio salesiano non dovrebbe es-
sere molto difficile praticare questo
metodo: Don Bosco ha tracciato
una strada ben definita. Ma In fa-
miglia e nelle scuole statali, dove
mille difficoltà e problemi rendono
difficile il compito del genitore o
dell'insegnante, è un'altra cosa. E
poi non abbiamo modelli a cui ispi-
26 rarci concretamente...
Il risultato?
Molto modesto in verità, e non
poteva essere diversamente. Ma
tanto quanto è necessario:
- per convincersi di una cosa:
che è possibile, non estremamente
difficile, e soprattutto proficuo,
attuare il metodo preventivo negli
ambienti su accennati;
- per far nascere il desiderio di
proseguire, di sperimentare, di in-
contrarsi, di incoraggiare corsi del
genere, a livello lspettoriale e lo-
cale.
Il merito di questo risultato va
dato:
- al carattere pratico delle con-
ferenze (per essere sif!ceri un po'
tutti teme,vano che Don Macario
fosse troppo professore di univer-
sità e poco salesiano con i piedi a
terra; il timore però si rivelò in-
fondato. E non poteva tgli fare
altrimenti, anche perché i parte-
cipanti, che sono persone immerse
in una vita estremamente concreta
e di battaglia, non glielo avrebbero
permesso...);
- al continuo rifarsi al trinomio
Ragione- Religione-Amorevolezza, e
alla figura di Don Bosco, sempre
presente sia con citazioni tratte dai
suol scritti e dalle sue esortazioni,
sia con l'esempio del suo operare
presentato con fatti vivi e parlanti;
- ma anche...

1.3 Page 3

▲back to top
Alle due tavole rotonde e al
gruppi di studio.
Nella giornatll dedicata al tema
della famiglia portarono le loro te•
stimonianze due papà (uno dei quali
con la sua figlia preadolescente),
una mamma e la sua figlia di 21
anni. Tutti, eccetto la ragazza di
undici anni, erano cooperatori e si
sforzarono di indicare come nella
loro famiglia i cooperatori possono
educare salesianamente si da creare
tante altre « case salesiane 1> seco-
lari. Le osservazioni e le critiche
costruttive dei figli furono indica•
tive di come un dialogo aperto può
essere sorgente di quello spirito di
famiglia a cui tanto teneva Don
Bosco.
Non minore interesse suscitò la
tavola rotonda della giornata dedi-
cata alla scuola (la maggior parte
d~i presenti erano insegnanti). Un
professore di università, una pro-
fessoressa di scuola media infe-
riore e un'insegnante elementare,
indicarono, alla luce della loro
esperienza, come si può vivere da
cc salesiani esterni 11, immersi nelle
masse di una scuola che oggi è
in crisi e che sembra abbia imboc-
cato una strada sbagliata. Interes-
sante il rilievo fatto da qualcuno
di loro: il metodo preventivo, se
ben applicato, offre la soluzione a
tante crisi e tensioni, rendendo cosi
più agevole all'insegnante il suo
intervento educativo. Una preside
di scuola media mise poi in evi-
denza come la partecipazione attiva
di cooperatori alla gestione della
scuola, prevista dalla legge sullo
stato giuridico degli insegnanti,
consentirà di prevenire il male che
insospettatamente si può arrecare
agli alunni «legalmente», e di of-
frire quel contributo positivo che
farà della scuola uno strumento per
la vera educazione dei giovani.
Infine un'insegnante, che ha al
suo attivo una buona esperienza
in proposito, ha prospettato i van•
taggi che provengono dal seguire
gli alunni a corso ultimato. Curare
i propri ex-allievi vuol dire pro-
lungare nel tempo e far fruttare
tutto il lavoro svolto in anni e
anni di insegnamento.
I gruppi di studio hanno indicato
anch'essi altri modi pratici di at•
tuare il metodo preventivo nelle tre
situazioni di vita prese in esame dai
Congressisti.
Bisogna dire un grazie...
... Oltre che ai relatori (Don Giu-
seppe Aubry, Don Lorenzo Macario,
Suor Lorenzina Colosi), ai parte-
cipanti. Si sono impegnati, e hanno
lavorato bene. Tra loro non vi erano
pesi morti; ciò dimostra quanto una
buona selezione giovi alla riuscita
di un convegno. Non furono molti
in realtà ma non era necessario
che lo fossero.
27

1.4 Page 4

▲back to top
LE GIORNATE
SUL METODO
PREVENTIVO HANNO
UNA "PAROLA" DA OFFRIRE
A TUTTI I COOPERATORI
Il segretario generale Don Coglian-
dro ha preparato, insieme a Don 1',1a-
caru,, la SINTESI dei lavori roolti
che qui riportiamo.
Dall'insieme delle giornate di
studio sul metodo preventivo sono
emerse alcune mete che sembrano
di particolare rilievo:
1. Il Cooperatore nelle varie
situazioni della vita quotidiana,
soprattutto nell'ambito familiare,
scolastico e di gruppo, « fa con-
tinuo riferimento al metodo pre-
ventivo di Don Bosco» in cui
è pressante l'invito ad accettare
i giovani nella loro realtà dinami-
camente in crescita. Questo im-
plica da parte dell'educatore un
continuo approfondimento dei
motivi di fondo della sua scelta
vocazionale, risposta all'amore di
Dio e degli uomini, e nello stesso
tempo l'esigenza di una persona-
lità disponibile al miglioramento
attraverso il cambio, il coraggio
della dedizione e l'uso degli stru-
menti adatti per promuovere la
completa maturazione umana e
cristiana. È stata unanimemente
riconosciuta la validità e l'attua-
lità del metodo preventivo nella
società in trasformazione.
2. È stato sottolineato quale
principio metodologico fonda-
mentale anzitutto quello dell'amo-
re. Qui si è creduto di trovare
uno degli elementi tipici del me-
todo educativo di Don Bosco.
Si è anche notato che e< l'amore-
volezza » presenta evidenti con-
nessioni con la « ragione » (intesa
come buon senso, amore al dia-
logo, rispetto della libertà, com-
prensione), e legami essenziali con
la « religione ». Chi vuole eserci-
tare autenticamente il metodo
preventivo deve sentire e incul-
care le tre presenze ispiratrici:
Dio Padre, Cristo e Maria.
3. I Cooperatori credono di of-
frire un contributo di animazione
nella vita e nell'opera educativa
della « famiglia » di oggi, in stato
di difficoltà a tutti i livelli (eco-
nomico, giuridico, sociale, peda-
gogico, religioso), convinti che il
metodo educativo di Don Bosco è
« attualissimo per una pedaç-ogia
familiare » profondamente mno-
vata. La carità evangelica, fonda-
mento di questo metodo, favo-
risce 1a preparazione e la conser-
vazione di un clima familiare
ispirato a principi cristiani, a
istanze di dialogo e partecipa-
zione per la formazione di una
personalità libera e creativa. In
tal modo ogni famiglia di coope-
ratori sarà una « domos cristiana
e salesiana ».
4. La « Scuola », nella quale
operano numerosi Cooperatori in-
segnanti, è stata vista come luogo
privilegiato di presenza salesiana
ed espressione del metodo edu-
cativo nel mondo della forma-
zione culturale e professionale,
nella convinzione che ancora oggi:
a) l'istruzione è tra i principali
elementi di promozione umana
e sociale;
b) ha al suo servizio mezzi (per
es. audiovisivi) e strutture nuove
che facilitano la gestione com-
partecipata di essa.
Sullo stile di Don Bosco
l'Associazione Cooperatori porta
avanti l'istanza di una scuola
popolare aperta alle esigenze locali
e promotrice della piena matura-
zione del ragazzo a tutti i livelli,
prolungando nel tempo l'assisten-
za amorevole dei propri exalunni
(exallievi).
5. « L'animazione dei gruppi »
(ecclesiali, culturali, caritativi, ri-
creativi, ecc.) ispirata al Vangelo
e al metodo del dialogo, si fa
presenza di amore cosciente e
sacrificato che tende, ovunque e
sempre, alla liberazione, alla spon-
taneità e a un impegno sempre
più responsabile. Questo vale non
solo all'interno delle Opere della
famiglia salesiana, ma anche nelle
istituzioni educative, ecclesiali e
civili, dove il Cooperatore è chia-
mato o si offre di collaborare,
con spirito e stile salesiano, a
formare l'uomo nuovo in Cristo,
« onesto cittadino e buon cri-
stiano » (Don Bosco).
(continua dal/11 ptg. precedente}
Per la cronaca, i cooperatori pro-
venivano da queste regioni: Cam-
pania (4), Calabria (5), Emilia (2),
Lazio (1 ), Basilicata (7), Lombar-
dia (1 ), Puglia-Lucania (7), Si-
cilia (6), Toscana (1 ), Umbria (6) .
Presenti anche alcuni simpatizzanti,
la delagata ispettoriale per la To-
scana Suor Vera Carrai, Don A.
Broggiato e Don D. Papa, delegati
ispettoriali per la Campania e le
Puglia e Don Dino Mancini (Terni),
Le volontarie di Don Bosco erano
presenti in otto, e il gruppo cen-
trale gg.cc. con tre elementi. Gra-
28 dltissima la visita, fatta con non
lieve sacrificio dati i suoi numerosi
impegni, dell'ispettore della ispet-
toria romano-,ardt, Don Salva-
tore De Bonis.
Il segretario generale Don Mario
Cogliandro volle essere presente
per tutto il tempo, portando, attra-
verso ricchi interventi, un partico-
lare contributo alla buona riuscita
delle Giornate.
Il segretario nazionale Giuseppe
Giannantonio apri I lavori, Il cui
svolgimento fu poi affidato alla
saggia e discreta moderazione di
Giovanna Albert, coadiuvata per la
Segreteria da Pina Montaruli.
Ed ora?
Un augurio: che ogni genitore
d11//11 nostra Assoclaz/on• conosca
e cominci a praticare nella famiglia
Il metodo preventivo; che ogni In-
segnante cooperatore si consideri
e sia un « educatore che si ispira
a Don Bosco» allorch6 opera nella
scuola pubblica; che quanti animano
gruppi o associazioni nell'ambito
delle opere salesiane o fuori di esse,
sappiano che saranno veri coope•
ratori soltanto se si rifaranno al
messaggio educativo di Don Bosco.
DON ARMANDO BUTTARELLI

1.5 Page 5

▲back to top
ESERCIZI
SPIRITUALI
1974
IN VISTA
Ogni vero uomo, secondo il pro-
getto di Dio creatore, è un essere
vivente costituito da tre piani con-
fluenti in un'unica personalità: il
piano della vita fisica, quello della
vita spirituale e quello della vita
divina. I primi due ricevuti per
generazione nella nascita, il terzo
ricevuto per rigenerazione nel Bat-
tesimo.
Legge di vita, sia per il corpo che
~er lo spirito e per la vita divina,
e il nutrimento, adatto al tipo di
vita cui si riferisce (Chi mangia
vive, chi non mangia muore).
- Quanti generi alimentari per tener
su la vita fisica...
- Che montagna di libri, giornali,
ecc., per tener sveglia la vita intel-
lettuale...
- E per nutrire la Vita Divina, che
si fa?...
Ci è stata data in germe e deve
essere fatta sviluppare fino alla sua
giusta maturità, che consiste nel-
l'arrivare a poter dire con S. Paolo:
«Non sono più io che vivo, ma
ormai è Cristo che vive in me e
agisce attraverso di me>>.
Ecco allora, per il cristiano co-
sciente e responsabile, il diritto-
dovere di alimentarsi abbondante-
mente anche in questo piano.
U11 nutrimento spirituale succoso
ed efficace è dato dagli ESERCIZI
SPIRITUALI, che sono appunto
banchetto di Parola di Dio, di Incon-
tro personale con Cristo e di pre-
ghiera, abbondantemente offerto ai
volonterosi.
Don Bosco vedeva negli Esercizi
«la parte fondamentale>> e come la
sintesi di tutta la nostra vita di pre-
ghiera. Essi, per ogni salesiano, sono
momenti privilegiati di ascolto della
Parola di Dio, di discernimento della
sua volontà e di purificazione del
cuore>>, (Cost. salesiane 63), in ordine
ad una donazione sempre più totale
a Cristo e all'impegno apostolico
per la Chiesa.
A che cosa deve servire questa av-
ventura spirituale degli Esercizi?
- Ad una progressiva ((conversione»,
morale ed ascetica, per una sempre
più grande <1 identificazione >> con
Cristo Gesù affinchè Lui agisca in
me.
- A rendere sempre più saldi i (1 tre
pilastri» fondamentali della fede:
Dio, che cosa è per me? ,
- Cristo Gesù, che cosa è per me?
- La Chiesa, che cosa è per me ?
- Ad acquistare delle «convinzioni>>:
idee-forza, idee-guida, idee-penetrate
e radicate nel cuore;
- cosa vuol dire «essere cristiano >> ?
- cosa vuol dire «pensare » da
cristiano?
- cosa vuol dire << giudicare » da
cristiano?
cosa vuol dire <1 agire» da cri-
stiano?
A trovare Gesù Il dove mi sta
attendendo:
- nella sua Parola,
- nei ci segni » sacramentali, spe-
cialmente l'Eucaristia,
- nei «fratelli », che sono una sua
nuova incarnazione, che sono
Lui.
- A capire che Egli è in me dal
giorno del mio Battesimo:
- per salvarmi, liberarmi, umaniz-
zarmi, divinizzarmi,
- per servirsi della mia persona-
lità come di uno strumento vi-
v,ente con cui dare gloria al Pa-
dre e continuare a salvare i fra-
telli.
- A capire che io devo «rispettare»
la sua azione in me, e a collaborarvi
coscientemente e gioiosamente.
- A capire che io, per essere felice,
per essere «santo >):
- devo «aprirmi i) a Lui,
- devo «aderire » a Lui,
- devo <1 essere » una sola cosa con
Lui.
Perché solo in Cristo divengo
«vero uomo » secondo il progetto di
Dio'.
- Insomma gli Esercizi Spirituali mi
debbono servire a capire:
- che solo Lui, per me, è« Tutto 1>,
è il mio Ideale supremo, il mo-
tivo della mia Gioia vitale;
e non solo per me, ma anche per
i miei fami_liari, per la gioventù
e per gli uomini tutti.
E allora gli Esercizi mi spingoi:io a
«scegliere & decisamente Gesù, im-
pegnandomi a «conoscerLo i> di più,
ad <1 amarLo » di più, affidandomi a
Lui, a mettere la mia vita nella sua
Vita.
• Ecco perché gli Esercizi generano
in me la persona << matura, adulta>>:
perché creano in me:
- la volontà di essere Uomo, Per-
sona, Cr1Stiano vero;
- la sincerità dell'impegno e dello
sforzo;
- la tensione verso l'ideale supre-
mo: Cristo.
Dinanzi a itttto questo non ci pos-
sono essere scuse che tengano I.. . Tutti
i Cooperatori e Cooperatrici - adulti
e çiovani - e specialme11te i Consi-
glieri dirigenti, non dovrebbero asso-
lutamente privarsi del dono e del-
l 'esperie11za di tale avventura spiri-
tuale I Pensarci, in tempo, program-
mare e partecipare con tutta la di-
sponibilità di un'anima assetata della
luce di Dio!
GIOVANNA ALBERT 29

1.6 Page 6

▲back to top
Presentiamo ai lettori alcune TAVOLE STATISTICHE che ba preparato con scrupolosa
attenzione Salvatore Di Tommaso, d ella Giunta esecutiva. Esse indicano l'andamento g lobale,
quello per categorie e quello per regioni, dei « corsi di esercizi » organizzati dall'Associazione
cooperatori in ltalfa, negli ultimi anni, e si prestano per un « serio esame » al quale speriamo
che possano fare seguito opportune decisioni per migliorare la situazione.
SEDE DEI CORSI
CORSI ESERCIZI
1963 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 Totale
Piemonte
6
8
7
8 11
8
9
9
9
9
6
9
99
Lombardia
5
6
5
5
7
9
8
7
7
7
6
7
79
Veneto
Liguria
4
4
3
5
4
4
4
7
7
2
5
3
52
4
4
4
4
4-
7 6- - - -
33
Emilia
4
4
3
2
3
3-
3
1
3
3
2
31
Toscana
2
2
2
2
2
2
1
2
2-
-
1
18
Marc"e - Umbria -
Abruzzo
4
4
4
5
6
5
4
3
2
3
3
3
46
Lazio
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
6
7
3
3
6
6
6
4
4
4
4
2
55
6
7
7
5
5
5
5
G
6
7-
4
63
6
4
5
3
6
5
3
4
1
3-
3
42
--
1
2
2
- 1 . 1
1 1- -
9
-
2
2
2
2-
4
3
2
2
5
3
21
Sicilia
Sardegna
8
5 10
4
5
6
5
6
5
1
4
3
68
- 2
2
1
- 2
2
2
2
-
2-
15
ITALIA 56 69 57 50 65 56 59 62 47 48 38 40
631
30

1.7 Page 7

▲back to top
30
Coop rotri ci
25
20
15
•••• •••• Sacerdoti
5
--
Corsi di orientame-nto
--
o
1963
1964
1965
1966
1967
1968
1969
1970
1971
1972
1973
CORSI PER CATEGORIE

1.8 Page 8

▲back to top
PIEMONTE
- - - - 1...:.-..:....: .:.-.:•..:.....:..-.>...:.-.
ANDAMENTO DEI C
LOMBARDIA
VENETO
osCANA
1963-64- 65-66-67- 68-69-70-71- 72- 73
AIIRUlZO-MARCHE- UMBRIA
LA7.IO
·:.:·:.:·: ::::.:.: .::.:
::::: ::
.. ·.·..·.·.·
1963- 64- 65-66-67- 68- 69-70-71- 12- 73 1963--64-65-66-67-68-69-70-71-72+73
1963- 64-65-66-67-
SICILIH
32 1963--64- 65-66-67-6!>-69- 70-71-72- 73
1963- 64- 65- 66-67- 68- 69-70-71-72- 73

1.9 Page 9

▲back to top
~RSI PER REGIONI
LIGURIA
EMILIA
1-69-70-71-72- 73
PUGLIA
l-69-70-71-72-73
1963-64-65-66-67-68-69-70-71-12-73 1963- 64- 65- 66-67-68-69-70-71-72-73
SARDEGNA
COOPERATOIU
!?}}l COOPERATRICI
D ALTRE
CATEGORIE
33

1.10 Page 10

▲back to top
GESTIONE
DEMOCRATICA
NELLA SCUOLA
ITALIANA
Un'occasione d'oro
per i Cooperatori
Un Intervento diDon Dante Magni,
delegato na:eionale per /e scuole sa-
lesiane.
° All'aprirsi del nuovo anno scola-
stico, il 1 ottobre 1974, la scuola
italiana inizierà un nuovo metodo
di gestione democratica. Porrà in
atto un rinnovamento che non ha
precedenti nella storia della scuola
in Italia.
L'entrata in vigore della legge
del 30 luglio 1973, N. 477, .che sarà
meglio specificata dai decreti dele-
gati di prossima pubblicazione, darà
l'avvio nella scuola ai CONSIGLI DI
CIRCOLO E DI ISTITUTO, che sono
organismi formati dalle rappresen-
tanze elettive delle famiglie, del
personale docente e non docente
e, per le scuole secondarie, anche
dai rappresentanti degli studenti.
Gli ORGANI COLLEGIALI che
sono strumenti di partecipazione
democratica alla gestione della
scuola e nei quali, per legge, è
richiesta la presenza dei genitori
degli allievi, corresponsabilmente,
sono i seguenti:
1. CONSIGLIO DI CLASSE: ha il
compito di e< formulare al collegio
dei docenti proposte in ordine al-
l'azione educativa e didattica, di
agevolare ed estendere i rapporti
reciproci tra docenti, genitori e
alunni, di individuare i mezzi per
ogni possibile recupero ai casi di
scarso profitto o di irregolare com-
portamento, di proporre iniziative
di carattere educativo-didattico e
34 di sperimentazione>>,
2. CONSIGLIO DI CIRCOLO: ha
il compito del funzionamento am-
minfatrativo-didattico di circolo o
istituto, l'organizzazione e la pro-
grammazione della vita e delle at-
tività della scuola, comprese le
iniziative assistenziali, culturali,
sportive e ricreative.
3. CONSIGLIO DI DISTRETTO. Il
distretto è il comprensorio scola-
stico nell'ambito del quale saranno
presenti tutti i gradi e ordini di
scuola e tutti i servizi di formazione
permanente, a eccezione delle uni-
versità, accademie di belle arti e
conservatori di musica.
Compito del Consiglio di Di-
stretto è promuovere l'organizza-
zione dei servizi e delle strutture
scolastiche, dell'assistenza scola-
stica educativa, di orientamento e
di formulare proposte per la mag-
giore utilizzazione del personale
della scuola.
Il discorso sul laicato missionario tra I coo-
peratori merita ogni attenzione, e va portato
avanti con metodo, gradualità e passione.
Trascurarlo sarebbe dimenticare la dimen-
sione missionaria dell'Associazione.
Nella foto ANS: VIiiaggio presso Poonamalle -
Madras, India. Un laico catechista salesiano,
ubbidiente al comando del Signore, ripete
l'annuncio evangelico. Non è un cooperatore
nel senso vero della parola 7
f)
--
-~~
r
--
lt
~~

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
I pellegrlneggl, se bene svolti, diventano
momenti di vera fede e occasione di comu•
nlone con altri cooperatori.
Nella loto: Cooperatori d' Italia in Terra Sanu
per la Pasqua scorae, attorno a Don Luigi
Flora del Conalgllo superiore salesiano.
t un vero sforzo democratico
che sarà richiesto ai genitori degli
alunni e che li renderà correspon-
sabili del complesso mondo della
scuola. Se si riuscirà a ovviare ai
due pericoli denunciati dal Mini-
stero Malfatti, « l'astenzionismo e
la strumentalizzazione politica», si
attiverà un processo di collabora-
zione di tutte le componenti della
scuola, intesa come Comunità edu-
cante, a totale servizio dei giovani
e della società.
La tradizione salesiana «crede»
nella scuola e nel suo potere di
« costruzione degli uomini» e della
società. L'impegno salesiano nella
scuola è stato ed è attualmente
imponente. Il nuovo corso di ge-
stione democratica della scuola,
che si avvierà in ottobre, interessa
da vicino sia i salesiani che i coo-
peratori, coinvolti In un'azione che
apre nuove prospettive all'inter-
vento del genitori nel settore del-
1'educazione della gioventù.
Come si configura questo loro
Intervento nelle nuove strutture
scolastiche7 Quale la corresponsa-
bll/M cui sono chiamati7 Come af-
frontarla?
1. Occorre anzitutto evitare ogni
astensionismo, ogni sfiducia delle
nuove esperienze che si profilano.
Tutti i cooperatori che hanno i figli
a scuola, dalle elementari alle scuole
superiori, devono intervenire atti-
vamente, seguire con attenzione e
promuovere con fattivo interessa-
mento le esperienze di partecipa-
zione c ui sono invitati. Non basta
limitarsi a votare I propri rappre-
sentanti: occorre sollecitare un in-
contro e un dialogo chiarificatore
dei problemi della classe e dell'am-
biente educativo della scuola.
2. Coloro che sono più preparati,
si ins•rlrannq più direttamente e
responsabilmente a livello dei vari
CONSIGLI. E dovranno farlo in
vista di una missione educativa in
favore non soltanto dei propri figli,
ma di tutti i giovani, verso cui ci
rende responsabili la comune vo-
cazione salesiana. L'enorme Im-
portanza che ha la scuola nella
nostra società richiede questo sforzo
e questo impegno da parte di tutti
coloro che sono convinti della sua
portata educativa e che hanno a
cuore il domani dei giovani e della
società.
La partecipazione responsabile
delle famiglie cristiane costituirà
un fattore di stimolo e di equilibrio
tra le forze che compongono I
Consigli, per il loro autentico di-
ritto di primi responsabili nell'edu-
cazione dei figli.
Si realizzerà con questa presenza
cristianamente responsabile ed equi-
libratrice lo strumento migliore per
realizzare un dialogo educativo e
proficuo.
La nuova gestione democratica
della scuola si pone quindi come
un momento tra I più importanti e
decisivi per i Cooperatori salesiani :
qui la loro presenza si rifletterà su
torta la gioventù italiana. Lasciar
vanificare questa occasione di pre-
senza educativa Il non saper leggere
I «segni dei tempi11.
Ed Il forse Il caso di chiedersi
quali strutture adeguate pos.sano
sorgere all'interno dell'Unione dei
Cooperatori perché questo nuovo
servizio alla gioventù possa tro-
vare le sue espressioni più efficaci.
Perchi non Iniziare un dialogo
fatto di proposte concrete 7
DON DANTE MAGNI 35

2.2 Page 12

▲back to top
FAMIGLIA
FS
(questo vuol dire
parlare chiaro)
Referendum in vista
SI ALLA FAMIGLIA STABILE
No AL MATRIMONIO
PROVVISORIO E A PROVA
e ... Per questo grandioso progetto di salvezza della
giovenru, anche le forze dei Salesiani sono spropor-
zionate. Sotto l'ispirazione dello Spirito Santo ecco
nascere dallo stesso ceppo L'Istituto delle Figlie di
Maria Ausiliatrice per le giovani che vogliono imitare
i Salesiani per le persone di altro sesso ». Nel corso
della storia, dal lavoro di don Bosco e dalla santità
dei suoi figli sorgono altri istituti religiosi e secolari.
«Ma un'associazione per noi importantissima, cbe è
l'anima. della nostra Congregazione e che ci serve di
legame ·ad operare il bene d'accordo e con l'aiuto dei
buoni fedeli che vivono nel secolo, è l'opera dei Coope-
ratori Salesiani •·
Invece di chiuderci nel lamento della scarsità di
personale e di mezzi di fronte alle esigenze di aposto-
lato, accogliamo l'invito del C.G.S. per un «radicale
cambio di mentalità l) e di «atteggiamenti 1> nei con-
·fronti dei Cooperatori.
Passiamo alla pratica delle disposizioni del C.I.S.
e La vocazione laicale salesiana del Cooperatore,
come tutte le vocazioni d'origine divina, va scoperta,
formata e impegnata. Va scoperta fra i giovani delle
ultime classi presenti nelle scuole, nei nostri Oratori,
nei Gruppi spontanei che sorgono con la nostra coope-
razione, tra i fedeli delle nostre parrocchie, tra gli
Exallievi più impegnati, tra i collaboratori delle nostre
opere. Va formata per un conveniente periodo prima
di impegnarla ufficialmente nell'Unione, promovendo a
livello ispettoriale alcune iniziative utili allo scopo. E
infine va impegnata mediante la proposta di una atti-
vità specifica che risponda alle attitudini e alle possi-
bilità di tempo del nuovo Cooperatore• (C.LS. n. 222).
In questo settore si. devono rimarcare gravi carenze
nella nostra Ispettoria.
Concludendo:
Quando si pensa al coraggioso progetto maturato in
don Bosco per la salvezza della gioventù, coinvolgendo
tutte le forze disponibili a tale azione, vien proprio
fatto di aprire il nostro cuore ad un «senso di umile
gratitudine• e di ritrovare in «questa presenza attiva
dello Spirito il sostegno della speranza e l'energia per
la nostra fedeltà» (C. I.).
DON FELICE RIZZINI
36 (dal Notiziario lsp.le - N. 1O)
lspeuore della lsp. centrale
Torino
LA SCELTA FATTA A SUO TEMPO DI ADERIRE
APERTAMENTE A QUEL VASTO MOVIMENTO DI
IDEE E DI INIZIATIVE CHE VUOLE ARGINARE IL
DIVORZIO, SI ~ RIVELATA IN QUESTE ULTIME
SETTIMANE SEMPRE PIÙ INDOVINATA.
SI ~ INDIVIDUATO INFATTI UN MODO CON-
CRETO E NUOVO PER LA NOSTRA ASSOCIAZIONE
DI IMPEGNARSI SOCIALMENTE E POLITICAMENTE
E DI ATTUARE LA MISSIONE SALESIANA IN FA-
VORE DELLA GIOVENTÙ INDIFESA.
GIUNGONO IN QUESTI GIORNI AU' UFFICIO
NAZIONALE CENTINAIA DI RELAZION I SULLE
CONFERENZE ANNUALI SVOLTE OVUNQUE SUL-
L'ARGOMENTO. ESSE MOSTRANO UN'ACCO-
GLIENZA INATTESA AL TEMA E UN INTERESSA-
MENTO PARTICOLARE CHE SI t CONCRETIZZATO
IN TAVOLE ROTONDE, DIBATTITI, CONVERSA-
ZIONI, APERTE SPESSO AD OGNI GENERE DI
PERSONE. FINORA ALMENO QUINDICIMILA PER-
SONE CIRCA HANNO POTUTO ASCOLTARE UNA
PAROLA CHIARA SUI VALORI DI UNA FAMIGLIA
BASATA SUL MATRIMONIO INDISSOLUBILE NEGLI
INCONTRI SVOLTI NEI NOSTRI CENTRI.
ORA CHE ANCHE I VESCOVI DELLE SINGOLE
REGIONI HANNO PIÙ APERTAMENTE CHE PRIMA,
INVITATO I FEDE.LI AD ESSERE PRESENTI COME
CRISTIANI E COME CITTADINI NELLA SCELTA
CHE LI ATTENDE, I COOPERATORI INTENSIFICHE-
RANNO IL LORO IMPEGNO, ILLUMINANDO LE
COSCI ENZE, CON LA PAROLA E L' ESEMPIO, SIN-
GOLARMENTE E IN GRUPPO. cc LE FORZE DEBOLI,
QUANDO SONO UNITE, DIVENTANO FORTI ... DO-
VRANNO FORSE I FIGLIUOLI DELLA LUCE ESSERE
MENO PRUDENTI CHE I FIGLI DELLE TENEBRE ?... »
(Don Bosco - Regolamento cooperatori).

2.3 Page 13

▲back to top
CRITERI PER
L'AGGREGAZIONE
ALLA
ASSOCIAZIONE CC.
diventare cooperatore
è cosa facile ma seria
Una volta chiarito chi è e come
deve agire il cooperatore, superato
una volta per sempre il falso con-
cetto del cooperatore come sinonimo
di benefattore, o semplice amico delle
opere salesiane, ne consegue che le
nuove aggregazioni o iscrizioni do-
vranno essere fatte seguendo criteri
ben precisi, e improntati a grande
senso di responsabilità.
Li possiamo cosi esprimere:
anzitutto si evitino le iscrizioni in
gruppo, in massa, e anche ogni iscri-
zione singola che sappia di improv-
visazione, o sia frutto di facili entu-
siasmi (per es. dopo un corso di
Esercizi, dopo un pellegrinaggio...);
ogni aspirante cooperatore prima
di essere accolto nell'Associazione
faccia un conveniente periodo di pre-
parazione, durante il quale la fre-
quenza ai Ritiri . mensili, la lettura
del Bollettino e di una buona Bio-
graffa di Don Bosco, e la partecipa-
zione all'apostolato salesiano, lo pre-
pareranno ad essere vero << salesiano
esterno»;
il Delegato gli chiarisca, attra-
verso ripetuti colloqui e senza reti-
cenze, la genuina figura del coope-
ratore, si che l'interessato acquisti
chiara coscienza di ciò che signifi-
cherà appartenere alla famiglia sale-
siana, e quali sono gli impegni con-
seguenti che egli si assume dive-
nendo cooperatore. A questo fine
dovrà leggere attentamente il «Rego-
lamento o dei CC.;
soltanto quando si sarà certi che
l'interessato abbia almeno la suffi-
ciente formazione salesiana <: l'in-
dispensabile informazione sulla na-
tura del C. e dell'associazione (e
per ottenere ciò gli potrà essere
necessario anche un periodo di un
anno e per i giovani anche di più),
gli si potrà far fare la domanda e
dare l'attestato di appartenenza;
la Cerimonia dell'ingresso o del-
l'impegno, con la consegna del rela-
tivo attestato, che si va ormai intro-
ducendo nei centri, coronerà, nella
sua sostanziosa semplicità, il lavoro
paziente e metodico svolto dal dele-
gato e dai consiglieri.
LA
CERIMONIA
DELL'IMPEGNO
Premesse
a) Quello dell'entrata tra i Coo-
peratori è un momento che va pre-
parato e maturato nel soggetto.
Nessuna improvvisazione quindi, né
superficialità. Il consiglio con il
delegato si rendono garanti del-
l'idoneità (e ne sono responsabili)
del nuovo cooperatore.
b) Don Bosco aveva previsto, in
una prima stesura del Regolamento
per i Cooperatori, l'emissione di
una « promessa» che doveva fis-
sare l'impegno di apostolato. Molti
auspicano che questa prassi venga
introdotta. L'importante però è che
chi chiede di far parte dei Coope-
ratori si prepari e sia consapevole
del passo che compie. Può senz'altro
emettere, privatamente, una pro-
messa di apostolato nell'ambito del-
1'Ass ociazione.
Indicazioni pratiche
Un ritiro (sia pure di poche ore)
dovrebbe precedere e preparare
prossimamente la giornata scelta
per la cerimonia dell'impegno.
Non è stato fissato in uno schema
vero e proprio lo svolgimento di
questa cerimonia e lo si affida alla
sensibilità dei Consigli. Tuttavia,
fermo restando che bisogna asso-
lut•mente eliminare tutto ciò che
può far sottovalutare l'atto tanto
Importante, si potrebbe tenere pre-
sente nello svolgere la cerimonia
quanto segue, sempre che la si-
tuazione e le circostanze lo ren-
dano possibile;
a) Situazione ambientale: cap-
pella o sala riunioni preparata con
particolare solennità. In posti di-
stinti coloro che riceveranno l'at-
t estato.
b) Svolgimento della cerimonia:
brevissime parole che diano ai pre-
senti Il «tono» dell'incontro. Messa
comunitaria ben preparata o sola
liturgia della parola (con passi
della scrittura o brani conciliari o
parole di Don Bosco intonati alla
circostanza).
Durante la Messa o la liturgia,
Omelia del celebrante, nella quale
questi può anche dialogare con I
neo-cooperatori, chiedendo ed ascol-
tando i motivi che li hanno indotti
a chiedere di far parte della famiglia
salesiana. Quindi una pausa in si-
lenzio, durante la quale i neo-coo-
peratori privatamente offrono al
Signore il loro impegno di aposto-
lato nell'Associazione Cooperatori e
di osservanza delle Regole, mentre
gli altri Cooperatori presenti rin•
novano a loro volta il proprio im-
pegno. All'offertorio i neo-coope-
ratori poi possono offrire il
modulo di domanda. Al termine
della liturgia il celebrante consegna
l'attestato.
La cerimonia non dovrà durare
più di 45 minuti se si celebra la
Messa; 20 minuti se si ha solo la
liturgia della Parola.
37

2.4 Page 14

▲back to top
VITA
FLL' SSOCIAZIONE
lRiunione
del Consiglio Nazionale
Roma 4-5 maggio 1974
Ordine del giorno
1. «La vita spirituale del coopera-
tore• (una breve coti/ere11za che illu-
stra come si svilupperà il tema an-
nuale).
z. Il Nttovo Regolamento dei coope-
ratori: come illustrarlo, farlo cono-
scere ai singoli centri e sperimentarlo
efficacemente. I modi di adeguamento
alle nuove disposizioni (Giannan-
tonio).
3. Discussione e approvazione della
«Proposta di programma 19ì I,1lj •·
4. Scelta del tema di studio per
L'anno sociale 1975-76.
5. Comunicazioni:
- I modi d'intervento e di parteci-
pazione dei Cooperatori alla gesticne
della scuola {aspetti giuridici e pra-
tici) (C. Checcacci, del Cons. sup.
della P.I.).
- Il riconoscimento giuridico del-
1'Associazione.
6. Varie.
Inforll13Zio.ni tecniche
Inizio Lavori ore 9 del 4. Termjne,
ore 14 del 5 seguente.
SEDE: Pont. Università Salesiana,
Piazza dell'Ateneo Salesiano, 1 Roma
- Tel. 884-641. Dalla stazione Ter-
mini autobus 36 - Scendere al capo-
linea.
QUOTA: Pensione (camera singola)
38 dalla mattina del giorno 4 al p ranzo
del giorno 5, sussidi ecc. L. 8.500.
(Supplemento di L. 2.000 per coloro
che vorranno prendere alloggio la
sera prima).
Nelle regioni
Puglie-Lucania - A Martino Fran-
ca, in preparazione al Convegno in-
terregionale di Messina, si terrà un
foco11tro regionale di Giova11i CC. che
prevede due momenti: Incontro con
Dio (parlerà Don Stelvio Tonnini) e
scambi di esperienze. È assicurata
la partecipazione dell'Ispettore locale
e del delegato nazionale.
Lazio - Giornata della Famiglia
Salesiana, a Roma, presso l'istituto
S. Cuore, il 31 marzo. Larghe rap-
presentanze delle varie componenti
la famiglia di Don Bosco si sono
riunite attorno all'ispettore Don De
Bonis, per vivere momenti intensi di
preghiera, riflessione e. gioia. Tutto
questo e uno scambio di esperienze
apostoliche, sono serviti a rafforzare
i rapporti che legano ogni gruppo
agli altri, quale base per un migliore
svolgimento della comune missione.
Liguria - Presso le F.l\\I.A. di
Genova (Corso Sardegna) si è svolta
la Giomata di studio sulla famiglia
salesiana, I'11 febbraio. L'accoglienza
e la cura squisita di ogni servizio
offerta dalle suore crearono il clima
nel quale si svolsero i lavori.
L'interesse per la novità fu mo-
strato già dalla numerosa e quali-
ficata partecipazione: un centinaio di
persone, tra cui l'ispettore e l'ispet-
trice delle F.M.A., i direttori e le
direttrici, i delegati e le delegate
dei CC. e ex-allievi, dirigenti e rap-
presentanze dei vari gruppi della
famjglia di Don Bosco.
La relazione-base tenuta da Don
Giovanni Favaro fu sul tema «I
valori della Famiglia Salesiana 11. Su
di essa fecero una riflessione i gruppi
di studio, alla ricerca dei modi e
delle iniziative concrete per vivere la
comunione tra le varie componenti
dell'unica famiglia.
I COOPERATORI SALESIANI,
presenti anche alcuni giovani, cosi
si espressero:
- non conosciamo abbastanza
Don Bosco
- non ci conosciamo tra noi
- non ci accogliamo da fratelli.
Perciò pensavano di doversi impe-
gnare:
- a leggere e a rillettere sulla
vita di Don Bosco
- a ricevere e a leggere iI Bollet-
tino Salesiano
- a chiedere e a realizzare una
specifica formazione salesiana
- a moltiplicare i contatti con i
Salesiani perché questa è già forma-
zione.
Inoltre intendevano muoversi per
costruire una vasta comunione di
vita:
- con incontri tra loro (incontri
familiari o gruppo con gruppo) e
con gli altri membri della Famiglia
Salesiana
- con. la loro presenza, quando
il momento lo richiedesse, nella ela-
borazione di certe decisioni nel Con-
siglio della Casa, cosi come si espri-
mono gli ACGS
- con le informazioni sulle atti-
vità e le iniziative.
Ricordando poi che la vocazione
salesiana è anche vocazione popolare,
intendevano essere più presenti nelle
strutture parrocchiali a servizio della
Chiesa locale, specialmente per la
catechesi giovanile.
(dal Nollziario Salesiano d•II• ispenone
Ligure-Tosuna, marzo 1974)
Giovani CC. I Convegni lnterre-
gionafì di Como e Messina sono
ormai prossimi e si preannunciano
ricchi di interesse e risultati pro-
porzionatamente alla cura Intensa
con cui sono stati preparati.
DI essi prossimamente daremo
relazione.

2.5 Page 15

▲back to top
CAMPI DI
LAVORO
E DI
ANIMAZIONE
CRISTIANA
Estate 74
PROGRAMMA
mazione cristiana nella zona di
una nuova parrocchia con preva-
lenti necessità di catechesi e p~
dagogiche.
PALMA DI MONTECHIARO (AG)
(4° anno)
Organizzato dall'ufficio ispetto-
riale cooperatori e aperto a tutti.
Periodo: 1°-31 agosto
Disponibilita: 20 partecipanti
Attività: Animazione sociale e cri-
stiana nel quartiere di Pietre-
cadute - doposcuola - colonia.
Attività: Animazione cristiana e
servizio sociale - colonia per 50
bambini - doposcuola
ACQUIVA D'ISERNIA (IS)
(20 anno)
Organizzato dall'ufficio nazio-
nale - aperto a tutti.
Periodo: 23 luglio - 20 agosto
Disponibilità: 20 campisti
Attività: Animazione cristiana e
servizio sociale - colonia per 50 ra-
gazzi - doposcuola - lavoro ma-
nuale.
PALERMO - S. Chiara (2° anno)
Organizzati dai GG.CC. e dal-
l'Oratorio, e aperti a tutti.
Periodo: I campo: 3-28 luglio
Il campo: 1-25 agosto.
Disponibilità: 25 campisti.
Attività: Colonia per 80 ragazzi e
ragazze - Incontri con i giovani
e la popolazione del quartiere,
attività di animazione cristiana e
* Calabria - GALLICIANO (RC)
(20 anno)
Organizzato dell'ufficio nazio-
nale e aperto a tutti.
Periodo: fine luglio - primi set-
tembre
Disponibilità: Piccola comunità di
6-8 elementi
Attività: Doposcuola - servizio so-
ciale - colonia - catechesi.
• Lombardia - CODIGORO (Fer-
rara) (1° anno)
Organizzato dai GG.CC. della
Lombardia e aperto anche ad altri.
Periodo: 10-28 luglio
Disponibilità: 15 campisti
Attività: Colonia per bambini
Incontri con la popolazione e atti-
vità di animazione cristiana. (Pro-
babile lavoro manuale per i ra-
gazzi).
Piemonte - GRESSONEY (Aosta)
(5° anno)
Organizzato dai GG.CC. del Pie-
monte e ad essi riservato.
Periodo: primi luglio - primi set-
tembre (due turni)
Attività: assistenza estiva a tempo
pieno a 70 ragazzi bisognosi.
• Sicilia - BIANCAVILLA (CT)
(30 anno)
Organizzato dall'ufficio ispetto-
riale cooperatori.
Periodo: 15-20 luglio - 31 agost.o
Attività: S.A.C. - servizio di ani-
probabile lavoro manuale per i
giovani.
Lazio - ARCINAZZO_ (Roma)
(30 anno)
Organizzato dai GG.CC. del
Lazio e ad essi riservato.
Periodo : 31 luglio - 14 agosto
Attività: Soggiorno formativo in
favore di ragazzi poveri di alcune
parrocchie romane.
Molise - MONTALTO DI RIO-
NERO SANNITICO (IS) (2° anno)
Organizzato dall'ufficio nazio-
nale - aperto a tutti.
Periodo: 26 luglio (arrivo)- 23 ago-
sto (partenza)
Disponibilità: 20 campisti
• ATTMTÀ DI PARTICOLARE
INTERESSE
Campo di FRATERNITÀ (loca-
lità da fissarsi) - Veneto (Momi-
gliano V.)
Periodo: 24-28 luglio
Disponibilità: Per giovani e signo-
rine impegnate.
• Campania - SALERNO
Corso di teologia per animatori
di gruppo - di grande interesse
formativo (invitiamo i CC. ad
aderire con entusiasmo. Partico-
lari più dettagliati, prossima-
mente).
ISCRIZIONI PRESSO I RISPET-
TIVI UFFICI ISPETTORIALI 39

2.6 Page 16

▲back to top
Spedlz. In abbon. postale • Gruppo 2" (70) • 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
SI pubbllca il del mBSB pt1r 11 Famlgl/1 Salesiana; Il 15
dii msso per I Dirigenti dal Cooparscorl
S'invia gratuitamente al Cooperatori, Bene-
meriti e amici delle Opere di Don Bosco
Direzione e amministrazione: via Maria Au-
siliatrice, 32 - 10100 Torino - Tel. 48.29.24
Direttore responsabile: Terosio Bosco
Redazione: Armando Buttarelli
Autorl:a. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
Per Inviare offerte servirsi del C. C. Poat.ala n. 2-1355
Intestato a : Dlrez. Generale Opere Don Bosco - Torino
Percambio d'Indirizzo inviare anchel'Indirizzoprecedente
NOVITA
SUSSIDI
Per ora sono usciti DUE NU-
MERI:
DON BOSCO LI EDUCAVA cosi
TRE SCRITTI DEL SANTO EDU-
CATORE (N. 1). (Il trattatello sul
sistema preventivo - La lettera cir-
colare sui castighi - La ◄< lettera da
Roma» del 1884) - pp. 38 - L. 350
la copia.
~ ATTUALE IL METODO PRE-
VENTIVO DI DON BOSCO? (N. 4).
(Partendo dalla conoscenz.a del gio-
vane d'oggi, Gennaro Luce mostra
le grandi possibilità di applicazione
del metodo preventivo ai giovani
del nostro tempo) - pp. 24 - L. 300.
~ stata curata la ristampa del
volumetto tanto richiesto e ormai
esaurito
LO SPIRITO SALESIANO - Li-
neamenti, di Giuseppe Aubry -
pp. 170 - L. 1000.
PER I
CENTRI
Ha avuto inizio una piccola col-
lana che servirà ad aiutare I coope-
ratori a « conoscere e praticare
meglio il metodo educativo di Don
Bosco>>. ~ la collana Minuscola
pedagogica, che sarà formata di
40 opuscoli a carattere divulgativo, in
elegante veste tipografica, piccola
mole e basso costo, che offriranno,
per una facile lettura, scritti e te-
stimonianze di Don Bosco sull'edu-
cazione dei giovani, e contributi vari
per l'apprendimento del metodo
educativo.
È stato inciso
• UN DISCO PER TUTTI - Riporta
I due canti composti per i coopera-
tori da D. Machetta e M. Gonzo:
LASCIATE CHE I GIOVANI VEN-
VANO A ME - SI, TU Cl CHIA-
MASTI. (Attraverso il canto viene
presentata la vocazione del coope-
ratore, la sua risposta, lo spirito
che lo anima) - Utilissimo sussidio
per incontri, conferenze annuali,
esercizi, campi di lavoro, per farne
dono agli amici, per propagandare
la figura del cooperatore e la mis-
sione salesiana.
Incisione riuscitissima delle Edi-
zioni Pe.oline 45 giri - Elegante
busta - L 900 (spedizione e im-
ballaggio gratuiti).
Per ordinazioni: presso gli uffici
ispettoriali, i centri o presso l'Uf-
ficio Nazionale Cooperatori - Viale
dei Salesiani, 9 - 00175 - ROMA
(pagamento a merce ricevuta).