Bollettino_Salesiano_198402


Bollettino_Salesiano_198402

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IL BOLLETTINO SALESIANO
Rivista della Famiglia Salesiana
Fondata da san Giovanni Bosco nel 1877
Quindicinale di Informazione e cultura religiosa
edito dalla Congregazione Salesiana di San
Giovanni Bosco.
INDIRIZZO
Via della Pisana 1111 - Casella post. 9092 -
00163 Roma-Aurelio - Tel. 06/69.31.341 .
Conto corr. post. n. 46.20.02 Intestato a Dire-
zione Generale Opere Don Bosco, Roma.
DIRETTORE RESPONSABILE
GIUSEPPE COSTA
Redazione: Giuliana Accornero - Marco Bon-
gioanni - Carlo Sorgetti - Gaetano Nanetti - Lu-
ciano Panfilo - Dora Pandolfi - Cosimo Seme-
raro - Saverio Stagnoli.
Collaboratori: Nino Barraco - Ella Ferrante -
Domenica Grassiano - Adolfo L·Arco - Angelo
Paoluzl - Francesca Tizianì - Domenico Volpi.
Archivio: Guido Cantoni
Propaganda: Giuseppe Clementel
Diffusione: Arnaldo Montecchio
Fotocomposizione e Impaginazione: Scuola
Grafica Salesiana Pio Xl - Roma
Stampa: Officine Grafiche SEI - Torino
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del
16.2.1949
IL BOLLETTINO SALESIANO SI PUBBLICA
* Il primo di ogni mese (undici numeri, eccet-
*to agosto) per la Famiglia Salesiana.
Il 15 del mese per I Cooperatori Salesiani
Collaborazione: La Direzione Invita a mandare
notizie e foto riguardanti la Famiglia Salesiana.
e s'impegna a pubblicarle secondo Il loro inie-
resse generale e la disponibilità di spazio.
Edizione di metà mese. A cura dell'Ufficio Ma-
zionate Cooperatori - Viale del Salesiani 9 -
00175 Roma - Tel. (06) 74.80.433.
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in 41 edizioni nazionali e
20 lingue diverse (tiratura annua oltre 1O milio-
ni di copie) in: Antille (a Santo Domingo) - Ar-
gentina Australia - Austria - Belgio (in fiam-
mingo) - Bolivia - Brasile - Canada - Centro
America (a San Salvador) - CIie - BS Cinese (a
Hong Kong) - Colombia - Ecuador - Flllpplne -
Francia Germania - Giappone - Gran Breta-
gna - India (in Inglese, malayalam, tamil e te--
lugu) - Irlanda - Italia - Jugoslavia (in croato e
in sloveno) - Korea del Sud - BS Lituano (edito
a Roma) - Malta - Messico - Olanda - Paraguay
- Perù - Polonia - Portogallo - Spagna - Stati
Unili - Sudafrica - Thailandia - Uruguay - Ve-
nézuela.
DIFFUSIONE
Il BS è dono-omaggio di Don Bosco al com-
ponenti la Famiglia Salesiana, agli amici e so-
stenitori delle sue Opere.
Copie arretrate o di propaganda: a richiesta,
nei limiti del possibile.
Cambio di Indirizzo: comunicare anche l'Indi-
rizzo vecchio.
4 BREVISSIME
1O NOTE SPIRITUALI
11 VITA SALESIANA
18 PROGETTO AFRICA
21 VITA ECCLESIALE
36 PROTAGONISTI
RUBRICHE
1 FEBBRAIO 1984
ANNO 108 - NUMERO 2
In copertina:
(Foto Mari): Papa Giovanni
Paolo Il.
Don Bosco e Il Padre. È il titolo della riflessione di
Clara Bargi. Ci consideriamo veramente «figli» di
Dio?
Il fenomeno saleslano è un fatto. Ecco una sintesi
della relazione tenuta dal Rettor Maggiore don
Egidio Viganò ai Capitolari salesiani.
El coraz6n di Managua. Il Centro America è una
delle zone «calde» del mondo. Proseguendo i ser-
vizi iniziati nel mese di ottobre presentiamo l'atti-
vità salesiana in Nicaragua.
L'«oro rosso» ha tradito lo Zambia. Ancora un
Paese africano dove dal 1982 lavorano i Figli di
Don Bosco. Lo Zambia è stato affidato alle lspet-
torie della Polonia.
Il Papa e I giovani. Nella Pasqua di quest'Anno
Santo saranno molti i giovani che si incontreranno
con Giovanni Paolo Il: sarà come il proseguimento
di un cammino iniziato sin da quando l'Arcivesco-
vo di Cracovia è diventato Papa.
MIiie chilometri per Rio Manso. È l'esperienza del
«meglio dare che ricevere». Questa volta l'hanno
fatta i giovani cooperatori di Guadalajara.
Scriveteci, 3 - La lettera di Nino Barraco, 7 - Pigy
di Del Vaglio, 7 - Qualche tempo fa..., 9 - I nostri
santi, 34 - I nostri morti, 38 - Solidarietà, 39.
2 BOLLETTINO SALESIANO 1 FEBBRAIO 1984

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Cari amici,
mi è capitato fra le mani un numero
del vostro «Bollettino» e, incuriosito dal-
la copertina, sono subito andato a leg-
gere l'articolo «Educhiamo alla pace• .
Ora mi permetto di rivolgervi una critica,
considerando che anch'io ho studiato
all'Istituto salesiano di Vallecrosia, quin-
di sono un exaflievo, anche se oggi ml
trovo assai lontano dalle posizioni della
Chiesa.
Non capisco la vostra diffidenza nel
confronti delle marce e dei cortei per la
pace, né perché li consideriate fini a se
stessi e strumentalizzati. Credo non si
possa dire che una parte sia stata pri-
vata del diritto di partecipare democra-
ticamente alle iniziative di pace, eppure i
cattolici ml sembrano impacciati e sfug-
genti, un po' presuntuosi forse nel cre-
dere che il problema della pace sia risol-
vibile a livello personale. Ma come si fa a
partire missionari per aiutare le popola-
zioni sofferenti a causa della fame quan-
do si rifiuta Il proprio ruolo contro le
strutture economico-militari che della
fame sono le principali cause?
lo per primo, come obiettore di co-
scienza, ritengo Indispensabile vivere
tutta la mia vita con Impegno ed esalta-
zlone del valori di cui si nutre la pace,
ma senza una attività collettiva come
posso esprimermi completamente? Siete
sicuri che per la pace bastino convinzio-
ni personali, esempio di vita e preghiere,
oppure è meglio non lasciare il destino
dell'umanità nelle mani di chi lo usa sen-
za tener conto né degli esempi né delle
preghiere?
Sergio Orrao, Latte di V1tnllm/gl/a, Imperia
Il nostro occasiona/e lettore (la cui
lunga lettera siamo stati costretti a rias-
sumere) dimostra di privilegiare, al fini
della pace, le manifestazioni collettive. E
tuttavia non può fare a meno - e ciò gli
fa onore - di testimoniare che tutta la
sua vita è Impegno per la pace e testi-
monianza dei suoi valori. t quest'ultimo
aspetto che a noi sembra il più costrut-
tivo. Non neghiamo validità in assoluto
agli ampi coinvolgimenti popolari a so-
stegno della pace, quando non sono fini
a se stessi o strumentalizzati (insistiamo
su questo punto perché non mancano i
r;:;contri nella realtà). Del resto, gli stessi
cattolici si sono fatti in più occasioni
promotori di raduni di massa.
Tuttavia, a differenza del lettore, sia-
mo convinti che non tanto le manifesta-
zioni sporadiche, saltuarie, quanto l'im-
pegno quotidiano, Intimo, duraturo. fi-
nirà per imporre la pace. E, per un cri-
stiano, anche la preghiera. Nel suo mes-
saggio di Capodanno Giovanni Paolo Il
ha detto che «la guerra prende origine
dal cuore dell'uomo . e pertanto «è Il
cuore dell'uomo che occorre rinnova-
re•. Cominciando, naturalmente. da se
stessi.
Carissimo BS,
ti scrivo per chiederti aiuto. Sono una
ragazza diciottenne e credo molto nell'a-
micizia, ma purtroppo non ho mai avuto
amici o amiche con l'A maiuscola. Nel
paese dove abito, ragazzi e ragazze
sono tutti via, chi a lavorare e chi a stu-
diare, io stessa esco poco di casa per-
ché quest'anno è l'ultìmo anno di scuola
e devo prepararmi agli esami. Mi piace-
reobe tanto avere qualcuno con cui in-
staurare un'amicizia sincera e duratura.
Con ì compagni di scuola non riesco a
legare perché abbiamo mentalità diver-
se. Ho cercato di adattarmi a loro, ma
per entrare nella compagnia bisogna es-
sere volgari, sgarbati e possibilmente In
grado di dire parolacce. Questo non la
per me. lo credo nei principi morali. Non
è che sia asociale, anzi anche a me pia-
ce divertirmi e c'è chi dice che sono al-
legra e simpatica. Credo che Il mio prin-
cipale difetto sia la timidezza. Tu certa-
mente conoscerai ragazzi e ragazze del-
la mia età che fanno parte della comuni-
tà di Don Bosco: se potessero dedicarmi
un po' del loro tempo scrivendomi una
lettera ne sarei molto lieta.
Michela Pradl, Fraz. Campregari 27
Centa S. Nicolò - 38040 Trento
Ho letto che nella sola città di Roma,
in occasione delle feste natalizie, sono
stati venduti a migliaia i «persona! com-
puter• . Sarà per via dell'età - 75 suo-
natii - ma io non me ne Intendo molto
di questi macchinari e ml domando: ma
che cosa se ne farà la gente? C'è un gio-
vane disposto a spiegarmelo? Lo avverto
però che sono un osso duro, cioè non mi
va tanto a genio di mettermi a conver-
sare con macchine che parlano (ma par-
lano veramente?). Ml hanno detto che
nel Duemila tutto sarà automatizzato,
che ci saranno tanti robot capaci di so-
stituire gli uomini In ogni lavoro. E degll
uomini che cosa ne facciamo? lo pero
non ci credo. E se riuscirò ad arrivare al
Duemila cercherò di avere sempre Intor-
no a me delle creature di Dio. In carne e
ossa, e non delle macchine parlanti.
lgnazlo Fedeli - Napoli
Purtroppo arrivo in ritardo, ma vorrei
tanto far pervenire al padri riuniti nel Ca-
pitolo generale salesiano i miei più fer-
vidi auguri di buon lavoro. Che San Gio-
vanni Bosco Il assista e dia loro la luce
per fare sempre più grande e diffusa la
Famiglia Salesiana nel mondo. C'è bi-
sogno dei salesiani dovunque, ma so-
prattutto nel paesi più poveri. Sono rien-
trato di recente da un viaggio di lavoro in
India e le scene di miseria che ho visto
laggiù mi hanno sconvolto. So quanto i
salesiani fanno per il popolo Indiano, as-
sieme a tanti sacerdoti di altre congre-
gazioni, ma credo che le fone oggi di-
sponibili dovrebbero moltiplicarsi per
dieci, cento, mille per poter dare a quelle
popolazioni tanto provate un po· di aiuto
e di conforto. Ecco perché spero tanto
che i Salesiani crescano di numero e a
questo fine unisco le mie preghiere.
Rolando Poggiai/ - Milano
Sono un giovane di 28 anni e ho un la-
voro. niente di straordinario (sono oc-
cupato In una fabbrica di mobili), ma il
salario corre ogni mese. Dovrei essere
contento e in fondo lo sono. Tuttavia.
scusa lo sfogo ma ho bisogno di dirlo a
qualcuno, mi capita di vergognarmi
quando mi trovo In compagnia di amici
della mia stessa età che ancora il lavoro
non lo hanno trovato, oppure hanno per-
duto quello che avevano e oggi sono di-
soccupati. Il problema del lavoro viene
fuori tutte le volte che ci incontriamo, Il
vedo sfiduciati e depressi. lo che Il la-
voro ce l'ho, non so come comportarmi.
Dire loro qualche parola di incoraggia-
mento va bene per una volta o due, ma
non può durare. Certe volte ml viene la
voglia di offrire agli amici una parte del
mio salario, ma da un lato temo di offen-
derli e dall'altro - lo confesso - non mi
va di rinunciare a ciò che ho guadagna-
to con fatica. Sono un cattivo cristiano?
M.P. - Viterbo (lettera firmata)
Lo stato d'animo del nostro lettore è
comprensibile e riflette una situazione
certamente molto diffusa. La fraterna
solidarietà verso chi si trova in stato di
bisogno è un tratto essenziale del cri-
stiano. Detto questo, occorre aggiun-
gere che Il problema della disoccupazio-
ne giovanile non si risolve con elargizio-
ni a titolo personale, ~ un problema che
Investe l'intera società nel suo comples-
so, che chiama In causa soprattutto I re-
sponsabili del bene pubblico. La disoc-
cupazione giovanile è una plaga in e
per le innumerevoli conseguenze che
comporta, per i singoli e per le famiglie,
sul piano morale e su quello sociale. Ri-
chiede perciò lnteNenti di largo respiro.
C'è veramente da augurarsi che non si
ritardi oltre ad adottarli, se non si vuole
che tante energie vadano sprecate, o
peggio, che finiscano per prendere di-
rezioni sbagliate.
IMPORTANTE: Non si prendono In con,1-
derulone le lettere non firmate e Hnza In-
dirizzo completo del mittente. A richiesta
la firma pul> nsere non pu.bbllcata. SI rac,.
comanda la brevità delle lettere.
3 BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 1984

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ITALIA
La scuola più premiata
d'Italia
UN INVITO
L'Istituto Storico Salesiano è impegnato a prepara-
re, fra l'altro, una edizione critica delle Lettere di san
Giovanni Bosco.
Perché tale lavoro sia il più possibile completo si fa
un appello a chiunque fosse in possesso o a semplice
conoscenza dell'esistenza di una qualche lettera del
nostro Fondatore presso amici, parenti o comunque
conoscenti perché ne dia comunicazione a:
don Francesco Motto
Istituto Storico Salesiano
Via della Pisana, 1111
00183 ROMA
UNIVERSITÀ PONTIFICIA
SALESIANA
Un convegno sulla pace
Archiviato il convegno su
«Giovani e Riconciliazione•
al quale hanno partecipato
un migliaio di operatori pa-
storali, l'Università Pontificia
Salesiana ha preannunciato
che il prossimo convegno di
aggiornamento pedagogico
pastorale avrà come tema:
« Educare alla pace in un
tempo di violenza e di spe-
ranza,..
Il convegno che è organiz-
zato dalla Facoltà di Scienze
dell'Educazione si svolgerà
dal 2 al 4 gennaio 1985 e vie-
ne proposto all'attenzione di
educatori, genitori, Inse-
gnanti ed operatori pastorali
in una fase della storia dell'u-
manità che registra un alto
pericolo di conflaf:lfazione
nucleare ed una piu acuta
coscienza del bisogno di
pace tra le giovani genera-
zioni.
L'enunciazione dell'ar-
gomento - hanno dichia-
rato gli organizzatori - pre-
suppone un riferimento co-
stante al quadro socio-poli-
tico-culturale e ai riferimenti
psicologici che condizio-
nano oggi Il discorso e la
prassi sulla pace.
Il Convegno, peraltro, è fo-
calizzato sull'intervento edu-
cativo e soprattutto sulle sue
implicanze metodologico-di-
dattiche, per tentare di evi-
denziarne gli aspetti più pro-
blematici, le istanze nuove, le
prospettive operative. (Nella
foto: L'UPS di Roma).
Chiunque fosse interes-
sato al Convegno può chie-
dere informazioni alla Segre-
teria FSE/ Facoltà di Scienze
dell'Educazione, Università
Pontificia Salesiana, Piazza
dell'Ateneo Salesiano 1,
00139 ROMA.
Con questo titolo un gior-
nale di Milano (Il Giornale di
Indro Montanelli) ha presen-
tato la Scuola Media Salesia-
na di Sesto San Giovanni. In
effetti questa scuola - già
nota per altre benemerenze
- soltanto nel 1983 ha con-
seguito ben tre vittorie ed al-
trettanti Importanti concorsi
scientifici per ragazzi.
Infatti, nel marzo 1983, l'al-
lievo Vailati Walter, del IV
corso meccanici, si aggiudi-
cava un primo premio al
Concorso «Philips per gio-
vani ricercatori europei,. e
veniva classificato nella se-
lezione europea di Copena-
ghen, settimo fra i 33 concor-
renti degli undici Paesi rap-
presentati: aveva realizzato
un apparecchio che facili-
tava la smielatura dei favi in
apicoltura.
Nel maggio seguente giun-
geva dalla RAI-TV di Roma
l'annuncio che l'allievo di
terza media «B», Astesani
Roberto, veniva premiato,
vincitore assoluto su 30.000
concorrenti, con un viaggio
in Cina con il suo preside
don Giorgio Lodi, per una ri-
cerca storico-scientifica su
Marco Polo, lo sceneggiato
televisivo messo In onda sul-
la Rete Uno.
Infine, nel novembre 1983,
una classe intera, la terza
media, veniva premiata dalla
Piaggio - la casa genovese
costruttrice della Vespa e del
Ciao - per una ricerca sul
motore a due tempi, concor-
so bandito in occasione di
una campagna per l'educa-
zione stradale su scala na-
zionale per tutte le scuole.
Questi tuttavia - ci ha
detto don Meroni Tarcisio,
infaticabile insegnante ed
educatore della Scuola -
sono soltanto gli avvenimenti
ultimi di una quasi trenten-
nale attività didattica volta a
suscitare negli allievi l'inte-
resse rendendoli protagonisti
di quello che devono fare, fa-
cendo loro acquisire un me-
todo di lavoro, fiducia in se
stessi, spirito di collaborazio-
ne e gusto di lavorare insie-
me.
(Nelle foto: Roberto Aste-
sani, 14 anni, vincitore del
Concorso Marco Polo; Wal-
ter Vailati, l'i(jeatore de/l'ap-
parecchio per la smielatura e
la presentazione del Corso
di Educazione stradale).
4 BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 1984

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GIAPPONE
Una chiesa con l'aiuto
di tutti
Domenica 4 dicembre
1983 il Vescovo di Beppu ha
benedetto la nuova chiesa
dei Salesiani di Kitsukl. È una
chiesa In perfetto stile giap-
ponese opera dell'architetto
Kudo Kenji che dopo aver
progettato i disegni e diretto i
lavori si è fatto pagare sol-
tanto le spese vive offrendo
gratuitamente il suo lavoro.
Certo - ci ha scritto don
Clodoveo Tassinari, princi-
pale artefice dell'opera - il
Giappone è un paese ricco.
ma lo Stato aiuta solo le ope-
re sociali e le scuole, non gli
bel tabernacolo laminato
d'argento. Quando è arrivato
alla dogana di Tokio - rife-
risce don Tassinari - mi
hanno telefonato:
- A noi sembra un co-
fano per riporvi gioielli: ma
voi per che cosa l'usate?
- Per mettervi dentro il
nostro Dio.
- Ho capito, rispose in
fretta l'interlocutore.
Certo non aveva capito.
Ma - commenta ancora don
Tassinari - come si fa a
spiegare per telefono il mi-
stero dell'Eucarestia? Fatto
sta che il tabernacolo fu sdo-
ganato facilmente e spedito
subito a Beppu.
(Nelle foto: la nuova mis-
sione di Kitsuki e un momen-
to della prima concelebrazio-
ne).
INDIA
Da quattro anni In tenda
Da oltre quattro anni cen-
tinaia di ragazzi indiani di
Nuova Delhi frequentano re-
golari corsi scolastici in ten-
da suddivisi In ben cinquan-
tadue aule.
Il consigliere generale per
le Missioni don Tohill è an-
dato a 1rovarli il 12 dicembre
1983.
Anche se dal prossimo lu-
glio potranno tornare in
splendide aule in muratura
- ha commentato il consi-
gliere per le Missioni salesia-
ne - fatto sta che dal punto
di vista scolastico ha trovato
dei ragazzi molto impegnati.
Gli allievi sono vispi e
aperti, simpatici e senza
complessi. Stando in mezzo
a loro per tre giorni mi sono
sentito perfettamente a mio
agio, rivivendo un po' del
mio tirocinio.
(Nelle foto: don Tohill in
mezzo ad un gruppo di ra-
gazzi e un'aula-tenda così
come si presenta).
Consacrato vescovo
enti religiosi che non pos- qualità tanto da suscitare monsignor Kochuparambll
sono fare affidamento su al- l'ammirazione della gente, il Il 6 gennaio 1984 Giovanni
cun sussidio pubblico. Ma la signor Kudo Kotaro si è as- Paolo Il ha consacrato il nuo-
Provvidenza opera anche sunto le spese del giardino, il vo vescovo salesiano mon-
nell'...impero del sol levante commendatore Takatsu. in- signor Mathai Kochuparam-
dove sono in molti a guar- signe benefattore dell'Uni- bil (nella toto lo vediamo ac-
dare con simpatia a Don Bo- versità Pontificia Salesiana di canto al monumento a Don
sco e ai suoi figli.
Roma assieme ad altri di To- Bosco della Casa generalizia
E così la Ditta Salki di Olta kyo non ha mancato di dare di Roma) già ispettore sale-
ha costruito il tutto per tren- ancora una volta una mano... siano di Gauhati.
tatré milioni di lire delle quasi Altri aiuti sono giunti da Mons. Kochuparambil è
duecento che ci volevano, Propaganda Fide, dall'Italia, nato nel Kerala (India) a Kan-
l'amico Wakamatsu Shunji dalla Germania. Un episodio: jirapally il 28 maggio 1939.
ha voluto mettere il legname l'avvocato Leandro Bonar- Entrò come allievo nel nostro
e l'ha scelto di primissima rigo da Roma ha mandato un collegio di Bande! ed emise i

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sore, grande amico dei Sa•
lesiani, e, al termine, in una
simpatica apertura verso l'u-
ditorio di piccoli e adulti, ha
detto cose che oggi ci com-
muovono profondamente.
Un appello anzitutto: « Aiu-
primi voti a Shillong nel 1960.
Compiuti gli studi teologici
nello studentato di Banga•
lore fu consacrato sacerdote
a Cochin (Kerala) il 18 di-
cembre 1969.
Pochi anni dopo veniva
eletto direttore dell'aspiran-
tato di Shillong e, nel 1975,
Vicario lspettoriale di Gau-
hati, compito che svolse tino
al 1978, quando fu chiamato
a dirigere la vasta lspettoria
Salesiana dell'Assam.
Dal 1981 era Presidente
della Conferenza dei Religio-
si dell'India, tra cui circa
1300 salesiani.
Con la nuova sede sal-
gono in India a sei le sedi
che hanno a capo un Vesco-
vo Salesiano: Kohima (Na-
galand), Krishnagar (West
Bengal), Shillonçi-Gauhr1ti
(Meghalaya), Tezpur (As-
sam), Dibrugarh (Assam) e
Diphu (Assam), quest'ultima
affidata al neo-vescovo.
tatemi! Sapete, ho una gran
paura di non farcela».
Poi, rifacendosi all"idea
dell'epistolario postumo, con
sorridente spontaneità, di-
chiarava: « Non andate a ro-
vistare tra le mie cose. Quan-
do si dirà di me «Requiescat
in pace», che sia veramente
così».
Quindi richiamava un cu-
rioso episodio riferito da
Svampa in un corsivo al fra-
tello del 26 maggio 1901:
«Giovedì scorso un grosso
sciame d'api venne nel mio
cortile. Si affollò gran gente.
Parecchi volevano imposses-
sarsene, ma Leonida (il ca-
meriere) prevalse con un
grosso ramo verdeggiante
spalmato di miele•.
« lo, - commentava mons.
Manfredini - figlio di operai,
non ho uno stemma. Vi con-
fesso però che se un giorno i
bolognesi volessero ricor-
darmi con un emblema aral-
dico, mi piacerebbe avere
questo ramo verdeggiante,
ITALIA
spalmato di mieie, che attira
e conquista lo sciame».
La morte di un vescovo
Questa immagine, di chia-
amico
ro sapore «salesiano., ha
Il 2 dicembre 1983, a Bo-
logna, alla presentazione
delle «Lettere al Fratello" del
card. Domenico Svampa, cu-
rato dal prof. Sandro Alber•
tazzi e pubblicato dall'Uni-
subito trovato un pittore di-
sposto allo schizzo.
A noi piace ricordare così
il successore di Svampa.
Ed è con tanta stima e ri-
conoscenza.
versità Salesiana, era pre-
sente l'arcivescovo mons.
Un lutto per Il Bollettino
Enrico Manfredini, che il 16 Il 6 gennaio 1984, a segui-
dicembre improvvisamente to di un incidente nei pressi
Il premio «Casalegno.
a don Pietro Rota
Il premio «Carlo Casa.le-
gno 1983» è stato consegna-
to al salesiano don Pietro
Rota, direttore dell'Oratorio
di Torino-Crocetta.
La cerimonia si è svolta
nel teatro dello stesso orato-
rio alla presenza di nume-
rose autorità civili e religiose
e alla presenza della vedova
Casalegno che ha consegna-
to il premio consistente fra
l'altro in una grossa somma
di denaro che il sempre in
gamba don Pietro non man-
cherà di spendere per i suoi
ragazzi.
(Nella toto: don Pietro
Rota in mezzo al suoi orato-
riam).
Gli sbandati
sono la sua parrocchia
Con questo titolo a firma di
Gian Mario Ricciardi, Stam-
vita-.. La grande avventura dì
questo salesiano di 38 anni
incomincia cosi, quasi per
caso. Nei giardini, sulle piaz-
zette, nei bar, nei vicoli, sui
marciapiedi sbatte il naso
contro realtà che non cono-
sceva.
È accolto con immensa
diffidenza, molti insulti e
qualche bestemmia. Nes-
suno l'ha mai visto, pochi vo-
gliono conoscerlo. Lui insiste
e ottiene poco. I giovani gli
danno nomi falsi, tentano di
picchiarlo, tanno di tutto per
rispedirlo in chiesa. Lo pren-
dono in giro per mesi. Poi, a
poco a poco, il muro di silen-
zio si sgretola.
Come? «Con piccoli gesti
di amicizia. Quasi tutti i ra-
gazzi che si bucano pren-
dono l'epatite. Li vado a tro-
vare in ospedale. Quando li
arrestano mi precipito in car-
cere, mantengo i rapporti
con le famiglie».
moriva, a soli otto mesi dal della stazione Termini di pa Sera di Torino, il 16 gen- Don Gianfranco sposta
suo ingresso.
Roma, è deceduto don Giu- naio 1984 ha pubblicato l'ar- l'oratorio in strada. A piedi o
Aveva seguito con singo- seppe Clemente!. Molti lettori ticolo che riproponiamo a in bici gira per le vie e, senza
lare interesse questo spoglio del Bollettino Salesiano lo tutti i lettori.
fretta, ascolta sconosciute
di lettere del suo predeces- conoscevano perché curava È il prete degli sbandati. storie di paure e dì violenza,
con particolare attenzione la Da quattro anni, centinaia di sfoglia ì drammi di chi si
revisione degli indirizzi e l'uf- giovani lo cercano e gli rac- «buca», di chi sopravvive
ficio propaganda.
contano le mille storie della con piccoli furti, dì chi è
Nato nel 1920 a Fai della periteria. Drogati, senzacasa, scappato di casa, di chi con-
Paganella, don Giuseppe ladruncoli hanno trovato un suma le giornate sulle pan-
Clemente! era un salesiano amico che sa e vuote ascol- chine o vive, sogna, ruba per
tenacemente legato al mon- tarli. Don Gianfranco Laiolo una moto.
do dei ragazzi per i quali or- è di Vinchìo d'Asti, vive nella Così, senza accorgersene,
ganizzò gli Amici di Dome- grande Barriera Milano. Ar- si ritrova sui gradini del bar,
nico Savio (ADS) - una or- riva per occuparsi dell'ora- a parlare dei problemi dei
ganizzazione per preadole- torio Michele Rua, via Pai- giovani, a discutere del la-
scenti ampiamente diffusa siello 37. Ma incontra pochi voro che non c'è e di tante
tra le Case salesiane d'Italia ragazzi.
altre cose. Finisce in due re-
- e alla Congregazione sa- Allora esce e va a cercarli. tate della polizia e alza il velo
lesiana alla quale orientò Su una vecchia bicicletta sulle difficoltà di centinaia di
molte vocazioni.
batte le strade del quartiere, giovani. Oggi lo conoscono
Fu proprio come anima- di giorno e di notte. Scopre in tanti, lo ascoltano, si con-
tore vocazionale che divenne le piccole «bande» di rione e fidano, si consigliano.
noto un po' in tutte le regioni tanti giovani in cerca di qual- « Hanno capito che sono
d 'Italia. Lascia in tutti il rim- cosa in cui credere. • Da quel loro amico e mi danno fidu-
pianto della sua bontà.
momento è cambiata la mia cia. Questa per me è una
6 BOLLETTINO SALESIANO 1 FEBBRAIO 1984

1.7 Page 7

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gioia immensa. Mi raccon- che sorriso, di non essere
tano tutto perché sanno che guardati .come malati o ap-
non li tradisco. Il nostro ritro- pestati. E riuscito a trovare
vo è la strada in qualsiasi lavoro a parecchi, ma soprat-
momento del giorno e della tutto a far tornare molti ad
notte. Ma le ore più affollate amare la vita. «È il risultato
sono quelle della sera,..
più bello. Ma lo si ottiene sol-
Cosa ti raccontano? « La tanto donando loro amicizia,
loro solitudine e la loro tri- ascoltando le sofferenze del-
stezza. La gente dice che l'emarginazione. vivendo i
questi ragazzi spesso non drammi di famiglie distrutte e
capiscono nulla, sono dei di esperienze sbagliate...
delinquenti e basta. Quanto
sbagliano. Possono inse-
gnarci tante cose. Ci chie-
dono soltanto meno indiffe-
HONG KONG
renza».
E quando non sanno dove
dormire, bussano alla porta
Un monumento
per don Lomazzl
di don Gianfranco...Ho un Il missionario salesiano
piccolo locale in via Brandiz- don SIivio Lomazzi fu truci-
zo. Quando i miei ragazzi ne dato da un tossicomane il 29
hanno bisogno, è là che van- dicembre 1982 nella sede
no. Possono anche studiare. dell'ufficio ispettoriale di
C'è una scuola media tutta Hong Kong.
particolare che funziona».
Don Lomazzi era in Cina
E tanti ragazzi si scoprono dal 1935 e dal 1966 si era oc-
meno solì, con qualche spe- cupato con ardore nell'aiu-
ranza in più. La sofferenza tare e incoraggiare al bene i
maggiore? «Vedere tanti gio- tossicodipendenti, nonostan-
vani, anche bravi, che si te che fosse settantenne e le
spengono, giorno dopo gior- poche soddisfazioni che quel
no. Troppo spesso non pos- genere di apostolato gli offri-
so dare loro ciò che cercano: va.
un lavoro. O una comunità Per anni don Silvio conti-
dove disintossicarsi dall'eroi- nuò con ammirevole costan-
na. Ma non ce ne sono a suf- za a recarsi al «Centro per
ficienza,._ I momenti più tri- l'Assistenza e la Riabilitazio-
sti? «Quando mi dicono: ne dei tossicodipendenti su
hanno arrestato il tale... quel un'isoletta a pochi chilometri
ragazzo continua a bucarsi. dalla città di Hong Kong per
Ecco le cose che fanno sof- visitare i suoi amici e ciò fece
frire».
fino a quando cadde vittima
Nonostante tutto «il prete della sua stessa generosità.
degli sbandati• continua a Il direttore del Centro di
girare notte e giorno per le assistenza e riabilitazione
strade del quartiere per cer- che ammirava molto don Lo-
care amici, ragazze che, for- mazzi e il suo apostolato si
se, chiedono soltanto qual- interessò per tare erigere un
=-
o, DEl r.eENo,~
JZéO : CI SONO Mlll
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os'é'RlLO/?,,Q Ch'é TI
RéNP€ TA?ISTé _?
~i"~,~-
Così come preannunziato Nino Barraco
continua la sua collaborazione con una
nuova rubrica, questa. Lo ringraziamo.
Carissimo,
ti ringrazi0 per quello che mi hai scritto.
Fa bene sentirsi incoraggiati. Ci aiuta a sperare, ad
amare, a celebrare la misericordia di Dio.
Per il resto, lo sai, sono un fratello che ha da farsi
perdonare, che conosce la povertà della paura. della
tentazione, del dolore. La ricerca di una risposta alle
domande profonde della vita.
Un fratello che ha bisogno. Assieme ad altri fratelli.
La prima cosa è amare. Diceva san Pio X, entrando
come Patriarca a Venezia: «Cosa sarebbe di me, ve-
neziani, se io non vi amassi?•
E Giovanni Paolo I: « Posso assicurarvi che io vi
amo. che desidero solo entrare al vostro servizio•.
Penso a quello che fu Don Bosco, al suo "metodo»
di amore tra i giovani, alla sua capacità di tradurre l'a-
more in atteggiamenti di comunione, in situazioni di
amicizia, in opportunità di amicizia, in metodologia di
dialogo, in positività di gioia.
«Sapete che cosa desidera da voi questo povero
vecchio che per i suoi cari giovani ha consumato tutta
la vita?... che ritornino i gi Jrni dell'affetto e della con-
fidenza cristiana, dello spirito di accondiscendenza e di
soppQrtazione... i giorni dei cuori aperti, I giorni della
carità e della vera allegrezza per tutti».
L'amore di Don Boscc Una caratterizzazione in-
confondibile, originale. La provocazione dell'amore
gioioso. dinamico, dell'amore disarmante, che ottiene
disponibilità, collaborazione, che carica di tensione co-
struttiva, popolare, missionaria. la risposta ai giovanì.
Giovani di allora, giovani di oggi:
- giovani poveri, sul plano affettivo. sociale, spiri-
tuale, esposti all'indifferenza, alla droga, all'ateismo.
alla violenza:
- giovani senza prospettiva, senza lavoro, in un
contesto di carenze testimoniali, culturali, senza appro-
di di famiglia, ai margini della società, esasperati dal ri-
fiuto.
Amare, da farsi amare.
L'amore come regola, il dono di sé, la pazienza, la
confidenza, che diventa audacia dell'azione, oblativa,
assorbente, gioia strepitosa, testarda, contro ogni pes-
simismo.
Pr0getto di simpatia creatrice, esperienza di miste-
ro e di liberazione umana. Frontiera di amore. Cuore
oratoriano. Amore che crea fiducia, dialogo, gioia,
fede, eternità, futuro.
Noi giuriamo su questo futuro.
monumento in suo onore:
una elegante colonna su cui
poggia una bella statua della
Madonna, di cui don Silvio
era tanto devoto. Sul piedi-
stallo una toto dell'eroe della
carità con la scritta: « Ecce
Sacerdos Magnus qui in die-
bus suis placuit Deo» (Ecco
Il grande sacerdote che du-
rante la sua vita piacque al
Signore.).
Durante una breve ma
suggestiva cerimonia il Si-
gnor Ispettore benedisse il
monumento che ricorda ai
posteri la carità fino al sacri-
ficio della vita stessa del
grande missionario salesia-
no don Silvio Lomazzi.
BOLLETTINO SALESIANO 1 FEBBRAIO 19B• 7

1.8 Page 8

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Giovanni B. Wu, assistito da
volta ci permettevano di
S.E. Mons. C. Lemaire Mep,
cambiarci d'abito•.
e da S.E. Mons. Antonio
Don Uria - che ha avuto
Commemorati monsignor
Thien. vescovo vietnamese
in esilio.
Verslglla e don Caravarlo
Più dì 50 sacerdoti, religio-
la gioia di un incontro privato
con Giovanni Paolo Il - as-
sieme alle suore liberate ha
Una solenne Messa di rin- si e secolari, concelebraro-
espresso la speranza che an-
graziamento è stata celebra- no. L'Ispettore dei Salesiani,
che le altre persone rimaste
ta, il 19 novembre 1983, nella don Norberto Tse, predicò
Chiesa Cattedrale dell'Im- l'omelia e don Bernardo To-
ZAIRE
ancora prigioniere possano
presto tornare in libertà.
macolata Concezione di hill, Consigliere Generale per
Hong Kong per commemo- le Missioni Salesiane, venuto
rare la beatificazione dei appositamente da Roma,
Nastro azzurro
per un nuovo es
Martiri Salesiani in Cina, portò gli auguri del Rettor L'lspettoria salesiana del-
Mons. L. Versiglia e don C. Maggiore don Egidio Viganò. l'Africa Centrale da quest'an-
Caravario della diocesi di La commemorazione at- no avrà una propria edizione
Shiu Chow (Cina del Sud). trasse un folto pubblico di del Bollettino Salesiano. Non
I due missionari - come Salesiani, Figlie di Maria Au- si tratta di cosa da poco. L'u-
si sa - furono trucidati da siliatrice, Suore Annunziatri- scita del Bollettino Salesiano
una banda di pirati il 25 feb- ci del Signore (una congre- per lo Zaire e le altre Nazioni
braio 1930 nel tentativo di gazione locale fondata dal africane che fanno parte di
proteggere tre giovani donne Beato Luigi Versiglia), coo- quella lspettoria segna an-
che viaggiavano con loro in peratori salesiani, allievi, che una crescita organizza-
barca verso la città di Lin exallievi e amici dell'Opera, tiva nell'ambito delle comu-
Chau.
che riempirono la cattedrale nicazioni sociali.
Mons. Versiglia era in Cina di preghiere e canti di giubi- Sempre nell'ambito dell'in-
dal 1906 e don Caravario dal lo.
formazione salesiana c'è da
1924. Essi furono dichiarati Il coro e la banda della sottolineare la ripresa del
«Martiri. da Paolo VI nel Scuola salesiana Tang King Bollettino della Colombia.
1976 e «Beati» il 15 maggio Po prestarono servizio du- Novità anche in Europa dove
scorso da Giovanni Paolo Il. rante e dopo la funzione. l'edizione inglese è stata in-
La solenne commemora- (Nelle foto: alcuni momen- globata in quella irlandese
zione fu presieduta dal Ve- ti della celebrazione com- con positivi effetti soprattutto
scovo di Hong Kong, Mons. memorativa).
in campo tipografico.
(Nella loto: ìl Bollettino
de/l'Irlanda e de/l'Inghilter- (Nella loto: don Josè Uria
ra).
presso la Casa generalizia di
Roma qualche giorno dopo
ANGOLA
la sua liberazione).
Liberato don Urla
. SPAGNA
A seguito delle trattative
condotte dalla Croce Rossa
Internazionale, il salesiano
Premiata Juventud
Siglo XX
uruguaiano don Josè Uria, Per la seconda volta
che era stato sequestrato da «J20», la rivista dì informa-
un gruppo di guerriglieri il 5 zione giovanile edita dalla
settembre 1983, è stato libe- editrice EDEBÉ dì Barcelona
rato il 28 dicembre scorso in Spagna, ha ricevuto Il pre-
assieme al gruppo di suore mio nazionale per la stampa
che avevano subito la stessa giovanile.
sorte.
Per l'équipe di Carmen
« In 114 giorni di pri~ionia Canadeli si tratta di una bella
- ha ricordato don Una alla soddisfazione dal momento
Radio Vaticana - abbiamo che conducono la rivista con
marciato per 55 giorni, in competenza e generosità.
mezzo alla foresta con abiti J20» rappresenta un fio-
non adatti e riposandoci il re all'occhiello non soltanto
minirno indispensabile». Per per l'editoria salesiana spa-
altri giorni, i prigionieri sono gnola ma per tutti gli educa-
stati trasportati su camion tori che credono nell'effica-
militari e per altri giorni an-
cora sono rimasti accampati.
Durante tutto il periodo della
cattività è stato consentito
loro di restare insieme. «A
parte qualche attacco febbri-
le e le piaghe provocate ai
piedi dalle calzature non
adatte - ricorda ancora Pa-
dre Uria - abbiamo goduto
tutti di buona salute. Siamo
stati sempre rispettati e mi
hanno permesso di celebrare
la Messa ogni giorno. Ci da-
vano da mangiare e qualche
8 BOLLETTINO SALESIANO 1 FEBBRAIO 198~

1.9 Page 9

▲back to top
. • ;t;§I
eia della stampa. Ai confra- sauribile di speranze per la
telli e colleghi di Barcelorni nostra lspettoria. Un giorno,
giungano vivissime congra- prima di cominciare i lavori
tulazioni.
di restauro del vecchio edi-
ficio, qualcuno diceva: «Per-
EL SALVADOR
ché aprire una casa, se non
ci sono aspiranti?... ». Ora,
Un Asplrantato
per Coadiutori
coloro che lavorano nella
promozione delle vocazioni,
si sono accorti che « vocazio-
«Centro Vocacional Ama- ni di coadiutori ci sono, ma
deo Sugliani » è il nome del- non c'è la casa... • , fatto che
1'Aspirantato per Salesiani ci obbliga a cambiare di
Coadiutori, nella città di San- mentalità e a nutrire le mi-
ta Tecla (El Salvador) che ha gliori speranze.
incominciato a funzionare da La fede e la serena certez-
qualche settimana.
za che Maria Ausiliatrice è la
Detto Aspirantato funziona sostenitrice, la guida e la ma-
nell'edificio amministrativo dre della nostra Congrega-
dell'antica "Teneria Tecle- zione, riempie di fiducia per il
na», conceria fondata e di- futuro di quest'Opera.
retta dall'indimenticabile Il Rev.mo Rettor Maggiore
compianto « don Amadeo per l'occasione ha scritto:
Sugliani », esemplare salesia- «Se cominciate con due gio-
no coadiutore, che con il suo vani, è già un inizio... ». E,
lavoro umile e abnegato so- grazie a Dio, sono già una
stenne in tempi molto difficili dozzina quelli che hanno In-
l'economia delle Case di For- cominciato.
mazione dell'lspettoria Cen- (Nelle foto: l'edificio così
troamericana.
come si presenta all'esterno
Adesso la conceria è e una foto ricordo con un
scomparsa e al suo posto ha gruppo di confratelli coadiu-
incominciato a funzionare, a tori; al centro è l'Ispettore
Dio piacendo, un vivaio ine- don José Di Pietro).
Pubbllchlamo In questa rubrica latti, latterelll, curio-
sità raccolti rileggendo le pagine del Bollettino Salesia-
no dalla sua nascita, nel lontano 1877.
Volano le notizie... falae - I giornali italiani danno
notizia, nella primavera del 1899, che mons. Fagnano, pre-
fetto apostolico della Patagonia meridionale, è stato tru-
cidato dagli indios. Partito per una zona dell'interno, nella
fitta boscaglia, mons. Fagnano non aveva più dato notizie
di sé, per cui si era sparsa la voce della sua morte. Tale
voce aveva viaggiato a bordo di un vapore giunto a Bue-
nos Aires e di qui, sulle onde del telegrafo, aveva attraver-
sato l'oceano giungendo In Italia. Per fortuna. tutto falso.
«Siamo in grado - scrive il Bollettino - di dare ottime
notizie del nostro confratello» che si è sl recato presso gli
indios, ma ricevendone cordiali accoglienze, «a differenza
di quanto accade al poliziotti della regione che vanno in
giro sempre armati, ma senza riuscire ad evitare qualche
frecciata dagli lndlos».
Don Boaco e I llbrt - In occasione del 48° anno di
vita delle «Letture Cattoliche» volute da Don Bosco, il
«Bollettino» ricorda, nel gennaio 1900, ciò che lo stesso
Don Bosco ebbe a dire a proposito dei buoni libri, una fra-
se di straordinaria efficacia: "Un buon libro entra perfino
nelle case dove non può entrare il sacerdote ed è tollerato
anche dai cattivi come regalo. Presentandosi, non arros-
sisce; trascurato, non s'inquieta; letto, insegna la verità
con calma; disprezzato, non si lagna». Diffondete dunque
i buoni libri, esortava Don Bosco. E non c'è dubbio che le
«Letture Cattoliche» furono diffuse in quantità enorme:
nove milioni e centottantamila copie. In un'epoca come la
nostra, che segna un momento di crisi dell'editoria, è una
cifra da capogiro, tale da far invidia al più robusto degli
editori.
Tre llre l'anno - È il costo di ciascuna copia del
«Bollettino salesiano» per carta e spedizione postale. Lo
ricorda lo stesso 11BS» all'inizio del 1900, invitando i suoi
lettori ad aiutarlo a coprire queste spese vive. «Come i no-
stri lettori sanno, Il Bollettino non chiede abbonamenti, ma
ciò non toglie che noi diciamo francamente a tutti: veniteci
in aiuto nel sostenere le gravi spese per carta e spedizio-
ne•. Tre lire nel 1900: a quanto corrispondono oggi, in
epoca di inflazione galoppante?
Dové à finito don Glullvo? - Per più di un anno,
compare ogni mese sul «Bollettino» un articolo a firma
don Giulivo, rivolto direttamente ai lettori più giovani: con-
siderazioni educative, esortazioni, simpatici ammonimenti.
Poi d'improvviso, don Giulivo scompare. Perché don Giu-
livo non scrive più? si chiedono molti lettori. Nel marzo
1900, il «BS» svela la ragione dell'improvviso silenzio: don
Giulivo non ha più tempo di scrivere perché, come dice lui
stesso, 11da mattina a sera ml dò attorno per cercare i mez-
zi necessari a portare soccorso al bambini della Patagonia
che ancora soffrono le conseguenze della terribile inon-
dazione del Rio Negro•. Ha allora inizio un nuovo tipo di
dialogo fra don Giulivo e i suoi giovani lettori, i quali prov-
vedono ad inviargli le offerte raccolte durante improvvi-
sate collette.
BOLLETTINO SALESIANO 1 FEBBRAIO 1984 9

1.10 Page 10

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Don Bosco
e il Padre
Ogni santo è uomo del suo tempo.
Ogni santo vive strettamente unito a
Dio e profondamente radicato nella
realtà che lo circonda, cosicché il
mondo in cui vive, le persone con cui
vive, le persone con cui viene a contat-
to, «incontrandosi» con lui, s'incontra-
no con l'invisibile Presenza a cui egli
presta un corpo, uno sguardo, un sor-
riso, un'intelligenza, una personalità.
Così ogni santo vive l'unione con Dio
a suo modo, mettendo l'accento su al-
cuni valori evangelici che danno alla
sua santità delle connotazioni parti-
colari.
Anche Don Bosco ha avuto un suo
modo di «leggere» e «interpretare» il
Vangelo, che è poi il modo secondo
cui si è santificato. Ha fatto suoi alcuni
atteggiamenti fondamentali di Gesù,
ed ha avuto cura di lasciarli in eredità
ai suoi figli. Anche a noi.
Il primo aspetto, e direi il fondamen-
tale, è i/ senso della paternità di Dio
che Don Bosco ebbe vivissimo. Da qui
certamente nasce il sentimento di
gioiosa gratitudine verso il Padre per
aver chiamato l'uomo ad essergli fi.
glio, Lui, una creatura, per avergli dato
una dignità e una grandezza che non
gli spettavano.
Ma il senso della paternità di Dio, e
quindi un'illimitata fiducia nella sua
provvidenza, è la radice di quella forte
mozione di carità che gli nasce dentro
per opera di Dio e lo spinge ad un'a-
zione apostolica particolare.
Noi che amiamo Don Bosco, che
deside.riamo seguirne gli insegnamenti
e continuarne, nell'ambito della nostra
piccola storia, la missione verso i gio-
vani e i poveri, dobbiamo costruirci e
1Q BOLLETTINO SALESIANO 1 FEBBRAIO 198• ,
aiutare gli altri a costruirsi, interiormen•
te, secondo Don Bosco. Direi che il
primo atteggiamento da avere e da
educare negli altri, è proprio quello del•
la fiducia nel Padre, cioè il senso della
paternità di Dio. E non è cosa facile da
realizzarsi.
lo non posso dire di avere in Dio
una fiducia totale:
altrimenti smuoverei le monta-
gne...
altrimenti non mi macererei nelle
preoccupazioni con l'atteggiamento ti-
pico di chi aspetta solo da se stesso la
soluzione a problemi che trascendono,
spesso, le sue possibilità;
altrimenti non sarei tante volte di
cattivo umore;
altrimenti non basterebbe una ba-
nale delusione a sconvolgermi la vita.
Bisogna tornare piccoli dentro, pic-
coli nel senso evangelico del termine;
piccoli per poter avere fiducia in Chi è
più grande di noi, per poterGli dare la
mano e lasciarsi condurre dalla fiducia
nel Padre che portò Don Bosco a rea-
lizzare un'opera grandissima, che con-
tinua a svilupparsi ancora oggi.
Ma avere il senso della paternità di
Dio non vuol dire solo vederlo e sen·
tirLo riferito esdusivamente alla mia
persona: la sua grandezza e il mio nul-
la, la sua ricchezza e la mia povertà, la
sua sapienza e la mia ignoranza, la sua
perfezione e i miei peccati. Avere il
senso della paternità di Dio vuol dire
soprattutto considerarlo Padre di tutta
la creazione, di quest'universo che ci
sta intorno, in cui Egli ha posto una
perfezione iniziale che la sovrastruttura
e l'incrostazione del peccato rendono
ormai quasi invisibile; una bontà crea-
turale che gli uomini han turbato fin
dalla notte dei tempi, sovvertendo l'or-
dine costituito.
Ma ad un certo momento di questa
storia di morte, s'innesta la persona
del Cristo che muta radicalmente il
corso degli eventi, e la storia di morte
diventa storia di vita e di salvezza. L'o-
pera redentrice del Cristo è volta a tra-
sformare il creato per riconsegnarlo al
Padre, alla fine dei tempi, così com'era
alt'origine, nella sua perfezione e nella
sua bontà. L'azione redentrice del Cri-
sto continua nel tempo, silenziosamen-
te, e si fa storia negli avvenimenti di
cui ciascun uomo è protagonista.
È quindi l'uomo-figlio di Dio il tramite
attraverso il quale Gesù continua a re-
dimere il mondo: siamo noi che abbia-
mo il compito, vivendo immersi nelle
strutture del mondo, di santificarle e di
ordinarle secondo Dio.
Così noi ci troviamo in una duplice po-
sizione: quella d'essere, in quanto
creature, i destinatari della salvezza di
Dio; e in quanto figli, gli strumenti del-
la salvezza di Dio, i «mandati» ai fratel•
li. Che è come dire: ciascuno di noi si
salva salvando i propri fratelli.
Ma io non sono un santo: sono una
persona comune, con i problemi e le
preoccupazioni di tutti; le difficoltà, le
sofferenze, le gioie comuni a tanta par-
te dell'umanità, e anche se mi sento fi.
glio di Dio succede spesso che stia
passivamente ad aspettare la sua sal-
vezza, piuttosto che ritenermi portatore
della salvezza di Dio alle persone che
incontro ogni giorno.
Invece devo avere coscienza che
Dio si fa Padre attraverso di me:
nella mia famiglia;
fra gli amici;
nella frabbrica, nell'ufficio, nella
scuola, nella casa dove lavoro;
nel sindacato dove opero;
nel partito politico dove milito;
nel contesto ecclesiale che fre-
quento...
E se ho coscienza dei mali che af-
fliggono la società; se la droga e la de-
linquenza, la speculazione edilizia e la
corsa agli armamenti, la distruzione
ecologica dell'ambiente, la massifica-
zione e l'alienazione prodotte attraver-
so i mass media, la distorsione della
sessualità e l'aberrazione a cui portano
certe ideologie mi interpellano e fanno
problema; se cerco, pagando di per-
sona, di arginare, per quanto posso,
questi mali che dilagano, posso dire,
seguendo Don Bosco, d'aver vivo il
senso della paternità di Dio e la co-
scienza d'esserNe figlio.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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«il fenomeno
salesiano
è realmente
un fatto»
Cordova (Argentina), giovani della Residenza Universitaria.
Mentre Il nostro giornale va in
macchina per la stampa si
aprono a Roma, nella sede
della Casa generalizia, I lavori
del 22° Capitolo Generale della
Congregazione salesiana, cui
partecipano I rappresentanti
delle comunità salesiane
sparse nel cinque Continenti.
Ha aperto I lavori la relazione
del Rettor Maggiore don Egidio
Viganò. Riferiremo nel prossimi
numeri sull'andamento del
lavori capltolarl. Intanto
pubbllchlamo una nostra
sintesi della relazione di don
Viganò.
L a prima parte della rela-
zione del Rettor Maggiore
ha tracciato un ampio pa-
norama della presenza salesiana a
livello mondiale, Continente per
Continente. In Africa i salesiani
operano in 29 dei 54 paesi del
Continente, con due vescovi e 500
confratelli, di cui 367 sacerdoti.
Sulle presenze di più antica data,
si è innestato il dinamismo pro-
mosso dal «Progetto Africa», la
vasta operazione missionaria de-
liberata dal 21° Capitolo generale
in pieno accordo con il desiderio e
la volontà di Don Bosco. I risul-
tati, anche per la risposta gene-
rosa delle Ispettorie, non sono
mancati, e oggi i salesiani svol-
gono una sorprendente gamma di
attività fra l'altro nelle parrocchie
(73), nelle scuole professionali
(30), nei Centri giovanili-oratori
(22). I problemi non mancano:
scarsità di personale, impegno per
una adeguata preparazione dei
missionari, adattamento e incul-
turazione indispensabili per incar-
nare la vocazione salesiana cosic-
ché sappia assumere i valori afri-
cani, continuità nello sforzo ge-
neroso delle lspettorie-madri, ur-
gente incremento dei coadiutori.
Nelle Americhe
Nell'America del Nord (Stati
Uniti, Canada e Baharna) lavo-
rano 440 professi (e 9 novizi), e
benché il loro numero sia diminui-
to, intensa è l'attività svolta nelle
opere di tipo parrocchiale e sco-
lastico, nell'associazionismo, negli
oratori e centri giovanili, nei cen-
tri di spiritualità e nelle comuni-
cazioni sociali. La presenza sale-
siana in America Latina si inscri-
ve nella multiforme realtà socio-
culturale ed ecclesiale di questo
Continente, tanto appesantito da
elementi negativi (sottosviluppo,
dipendenza, instabilità politica
ecc.) e tuttavia ricco di valori
umani e di fermenti positivi (sfor-
zi per affermare la propria iden-
tità nelle libertà, anelito alla giu-
stizia, al rinnovamento sociale,
ecc.). I salesiani (2.115 nella regio-
ne del versante atlantico, 2.110
nella regione del Pacifico-Caribe)
sono impegnati in opere costan-
temente in espansione, dirette
particolarmente ai giovani, con gli
oratori, le scuole professionali, i
corsi serali. Il continuo incremen-
to degli allievi è la riprova che le
scuole salesiane rispondono ai bi-
sogni della società e della Chiesa.
Di particolare interesse il recu-
pero vocazionale nella regione del
Pacifico, con il superamento gra-
duale della crisi del pas.5ato.
In Asia, nonostante le difficoltà
sofferte nella Cina continentale,
esiste una fioritura vocazionale
che si riflette positivamente nei
due tipi di opere più comuni, la
scuola e la parrocchia missionaria.
Numerosi gli oratori, le scuole
sono di ogni tipo dalle elementari
all'università. La presenza in Au-
stralia (che data dal 1923) e in
Oceania si avvale di 137 confratel-
li, i quali operano in parrocchie,
oratori, ecc. A un salesiano è stata
affidata, nel 1981, una parrocchia
che comprende territori abitati da
aborigeni.
BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 1984 11

2.2 Page 12

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Bahla Bianca, (Argentina), lstituto Superiore Giovanni XXllL
In Europa
Naturalmente il Continente
che finora ha visto lo sviluppo
maggiore della Congregazione è
l'Europa. A questo riguardo, se da
un lato alcuni paesi europei han-
no avuto nel passato una forte in-
cidenza nello sviluppo della Con-
gregazione per vocazioni, corag-
gio, generosità, nondimeno oggi si
assiste a una crisi di carattere ge-
nerale, che investe tutti profon-
damente, incluse le Chiese locali e
gli istituti religiosi. Il Rettor
Maggiore ha qui esortato a una
«riflessione che non si può elude-
re, perché è destinata a influire
sul corso generale della vita della
Congregazione».
Dopo aver tracciato un detta-
gliato panorama della situazione,
praticamente paese per paese, il
Rettor Maggiore si è soffermato
in particolare sulle quattro nazio-
ni dell'Europa orienta.le (Cecoslo-
vacchia, Jugoslavia, Polonia, Un-
gheria) dove i salesiani si sforzano
di partecipare alla realizzazione
dei programmi pastorali delle
Chiese locali, con tutti i limiti im-
posti dalle condizioni politiche.
Sia pure con fatica e con spirito di
sacrificio «la Congregazione in
questi paesi vive, è feconda e
spera».
Dettagliatissima la relazione di
12 • BOLLé1TINO SALESIANO I FEBBRAIO 1984
don Viganò per quanto attiene al-
l'Italia. I confratelli sono qui
3.991. Risulta evidente un aumen-
tato interesse vocazionale, il nu-
mero dei novizi è cresciuto, insie-
me con una migliore preparazione
al noviziato, dopo il calo registra-
to nel sessennio precedente, men-
tre è in diminuzione il numero dei
coadiutori. Le presenze salesiane
in Italia sono 256, 160 gli oratori
- che rimangono la forma miglio-
re di inserimento nel territorio
per una risposta alle esigenze del
mondo giovanile, e l'ambiente ca-
Santo Domingo. Attività sociale.
pace di venire incontro alle emer-
genze, quali il rischio della droga,
della violenza, della devianza.
Crescente è l'interesse per l'as-
sociazionismo legato alla spiritua-
lità salesiana, Amici di Domenico
Savio, Polisportive, turismo gio-
vanile. Le scuole salesiane, che ac-
colgono 18 mila allievi delle «me-
die», 9 mila delle «superiori» e 9
mila delle «professionali», sonori-
cercate e apprezz:tte. Le parroc-
chie salesiane sono 120. L'attività
salesiana si sviluppa inoltre nel
servizio alla missione, nel campo
della comunicazione sociale, nel-
l'editoria, ecc.
A conclusione di questa parte
della sua relazione, don Viganò ha
potuto dire che «il fenomeno sa-
lesiano» nella Chiesa, di cui par-
lava Papa Paolo VI, è veramente
un fatto. La Congregazione è pre-
sente in tutti i Continenti, rimane
vivo lo spirito missionario. Tut-
tavia la crisi degli anni Sessanta e
Settanta ha ridotto il personale,
l'incremento delle vocazioni si è
abbassato, l'attività apostolica si
trova di fronte a esigenze pasto-
rali inedite. Commentando la si-
tuazione globale, don Viganò ha
detto che « sono poste le premesse
di crescita, anche se piccola, del
numero dei salesiani nel mondo».
E ha aggiunto: «Dobbiamo sen-
tirci chiamati a lavorare pastoral-
mente per un maggior incremento
delle vocazioni e a impegnarci nel-
la formazione iniziale e perma-
nente, cosi da poter prevenire e

2.3 Page 13

▲back to top
Junin De Los Andes (Argentina), scuola «Ceferino Namuncun\\o.
borazione a livello di Chiesa uni-
versale, ricordando in particolare
la stima e la fiducia dimostrata
dal Santo Padre alla nostra Con-
gregazione nelle persone degli ar-
civescovi mons. Castillo Lara,
mons. Stickler e mons. Javiene,
chiamati a posti direttivi di alta
responsabilità, la partecipazione
del Rettor Maggiore al dialogo
degli otto rappresentanti dei Su-
periori generali con il Papa sui
problemi e le prospettive della
vita religiosa oggi nella Chiesa,
nonché i contributi offerti dai sa-
lesiani a.i vari dicasteri della San-
ta Sede. «Questa collaborazione
- ha detto don Viganò - l'ab-
biamo considerata non solo come
un dovere del nostro pieno inse-
rimento ecclesiale, sull'esempio e
l'insegnamento di Don Bosco, ma
anche un'occasione incomparabile
di arricchimento e di confronto
far diminuire gli abbandoni. Oggi
siamo nel mondo più di 17.300 sa-
lesiani (professi e novizi). Da par-
te nostra, la condizione fonda-
mentale per un aumento nume-
rico verso l'avvento del Duemila
sarà l'incremento costante della
"qualità" salesiana...
Animazione e governo
Il Rettor Maggiore è quindi
passato ad analizzare le «attività
di animazione e di governo». Tre
grandi obbiettivi d'azione, a que-
sto riguardo, sono stati indicati
dal 21° Capitolo generale: il Van-
gelo a.i giovani, il primo posto allo
spirito religioso, la cura di alcuni
particolari valori di unità. « Il
Rettor Maggiore e il Consiglio -
ha detto don Viganò - fin dall'i-
nizio del 5es.5ennio hanno dedi-
cato particolare attenzione a que-
sti obbiettivi allo scopo di ricer-
care e individuare per ognuno di
es.si una efficace strategia di sen-
sibilizzazione, animazione e orien-
tamento della Congregazione a.i
vari livelli. Gli interventi più si-
gnificativi e le molteplici inizia-
tive di questo sessennio costitui-
scono un piano organico, la cui
chiave di lettura è il 21° Capitolo
generale».
Dopo aver sottolineato la vali-
dità della scelta di un metodo di
governo che privilegia la collegia-
lità, sia ai fini di una presa di co-
scienza sempre più chiara della
realtà viva della Congregazione,
sia per le nomine a.i livelli di mag-
giore responsabilità, la relazione
del Rettor Maggiore si sofferma
sull'importanza e il significato
delle «visite d'insieme» come
strumento di crescita delle lspet-
torie, e sul dialogo diretto e per-
sonale che lo stesso don Viganò ha
avuto con i confratelli durante le
sue visite di animazione nelle di-
verse lspettorie. « Nel sessennio
- · ha detto don Viganò - ho po-
tuto raggiungere quasi tutte le
ispettorie del mondo salesiano, ec-
cetto quelle dove la situazione po-
litica impediva o sconsigliava la
mia presenza... Man mano che
procedevo nei viaggi cr~eva in
me la convinzione dell'importanza
di queste visite e, direi, della loro
necessità, come tempi forti di co-
noscenza, di intercomunicazione e
di governo... C'è un secondo
aspetto: la peculiare connaturali-
di questi viaggi d'animazione
con lo spirito di famiglia che deve
caratterizzare il nostro stile di co-
munione a livello locale, ispetto-
riale, mondiale».
Confermata la validità delle
«visite straordinarie•, don Viganò
ha accennato alle forme di colla-
Aiua de Dios, monumento a don Michele
Unia.
13 BOLLETTINO SALESIA/YO 1 FEBBRIIIO l!/64

2.4 Page 14

▲back to top
Concepci6n (Cile), Scuola Profellllionale.
~..,..
.--~~
t
i:"'..
:~!'Il-
~
.,. . ·--: -.
-
Mugurima (Bolivia) scuola agraria.
per l'espletamento del nostro ser-
vizio alla Congregazione».
Formazione del personale
Il Rettor Maggiore è poi pas-
sato ad analizzare il settore della
«formazione del personale», pren-
dendo le mosse dalla «Ratio Fun-
damentalis Istitutionis et Studio-
rum» promulgata il 31 gennaio
1981, per rilevarne l'importanza,
la favorevole accoglienza ricevuta
e le iniziative ad essa collegate.
Ha quindi esaminato il lavoro
svolto nel settore della formazio-
ne permanente, non senza rilevare
i problemi che in questo settore
restano aperti.
Particolarmente ampia la di-
samina del Rettor Maggiore sulla
pastorale giovanile salesiana. «La
nostra pastorale - ha detto don
Viganò - è la traduzione nella
pratica della nostra missione sa-
lesiana. Essa è pluriforme perché
inserita nelle Chiese locali e ri-
sponde a domande diverse secon-
do i luoghi. Perciò l'iniziativa e le
decisioni concrete sono affidate
alle lspettorie. Il Consiglio supe-
riore non è incaricato di creare
14 • BOLLETTINO SALESIANO ! FEBBRAIO 1984
opere particolari, ma di aiutare a
qualificare la pastorale salesiana
locale». Oltre che ai documenti
ecclesiali, in primo luogo la
«Evangelii nuntiandi», la Congre-
gazione si è attenuta nel sessennio
trascorso alle linee orientatrici del
21° Capitolo generale, che pun-
tavano su quattro elementi: una
scelta decisa di campo (i giovani),
la finalità onnipresente (evange-
lizzazione), l'originalità salesiana
(il sistema preventivo), le strut-
ture operative (opere o presenze).
Individuati gli aspetti su cui con-
centrare lo sforzo di chiarimento e
di spinta, è stato elaborato l'iter
di animazione che si è dipanato
attraverso l'organizzazione del
Servizio centrale di pastorale, la
richiesta alle Ispettorie di pro-
muovere in forma più organica
l'animazione pastorale, la propo-
sizione dei temi fondamentali del-
la pastorale salesiana. La risposta
delle Ispettorie al progetto edu-
cativo-pastorale ha confermato
l'alta quotazione del sistema pre-
ventivo, anche se «quello che sem-
bra assicurato a livello di stima e
accettato in occasioni straordi-
narie di riflessione non trova però
ancora una traduzione operativa
comunitaria e condivisa, organica
e quotidiana», con il rischio che il
sistema preventivo «perda il suo
carattere di progetto comunitario
di azione e si riduca a stile perso-
nale di rapporto o soltanto atteg-
giamento di positiva disponibili-
tà». Lo stimolo alla conoscenza e
alla lettura pastorale della con-
dizione giovanile, con un invito
specifico a recepire inizialmente le
aspettative e le risposte dei gio-
vani, ha trovato larga accoglien-
za: è difatti aumentata la sensi-
bilità per i problemi e la mentali-
tà dei giovani ed è aunréntato il
contatto con gli strumenti della
conoscenza (studi di ricerca, pub-
blicazioni). «Si tratta di una ma-
niera nuova di affrontare il mon-
do giovanile con esigenze di mul-
tidisciplinarietà - ha detto il
Rettor Maggiore-. Trova in al-
cuni distacco e freddezza, come se
si trattasse di cosa di poca impor-
tanza riguardo ai contenuti. A
questi atteggiamenti si deve una
disinformazione diffusa riguardo
a fenomeni di notevole rilevanza,
per cui si scopre che il mondo gio-
vanile appare quasi come un con-
tinente particolarmente scono-
sciuto».

2.5 Page 15

▲back to top
techisti laici preparati, la creazio-
Evangelizzazione
ne di riviste catechistiche in aree
dove prima non c'erano), senza
Dopo aver approfondito l'e- trascurare di indicare alcuni
same della comunità educativo- aspetti che esigono un migliora-
pastorale, in riferimento anche mento, quali la preparazione spe-
alla consistente presenza di col- cifica del catechista in corrispon-
laboratori laici (animatori, docen- denza delle diverse situazioni e
ti, amministratori), il Rettor persone, che richiede un'azione
Maggiore ha fornito specifiche in- permanente e sistematica, la
dicazioni rivolte a dare al «model- strutturazione a livello di presen-
lo» salesiano, basato su una op- za locale del dipartimento di in-
zione caratteristica di comunità, segnamento religioso e/o cateche-
«una diffusione universale, in si, che non è stato dappertutto
modo tale che appaia davvero realizzato.
come distintivo cli tutte le nostre Anche della dimensione educa-
presenze».
tiva, don Viganò, dopo averne ri-
Per ciò che attiene all'impegno badito l'interesse vitale ai fini del-
di evangelizzazione, don Viganò la promozione umana nei suoi
ha sottolineato i non pochi aspet- vari aspetti, ha sottolineato
ti positivi (il notevole aumento aspetti «critici» (dalla minor
dell'interesse catechistico, la col- espansione delle presenze educa-
laborazione dei salesiani alla dif- tive in confronto allo sviluppo di
fusione dei «catechismi» nazio- altro tipo di presenze, alla contra-
nali, la diffusione di sussidi, l'a- zione numerica del personale, dal-
deguamento dei linguaggi e con- la difficoltà di saper esprimere la
tenuti a particolari categorie di dimensione educativa fuori della
giovani, il coinvolgimento cli ca- struttura scolastica alla presenza
ridotta di confratelli nell'ambito
della riflessione pedagogica); e
aspetti positivi: la maggiore con-
sapevolezza dell'originalità di
questa dimensione e la sua sinto-
nia profonda con l'evangelizzazio-
ne, lo sforzo per affrontare vari
nuovi aspetti dell'educazione in-
tegrale dei giovani, il più stretto
collegamento con la totalità degli
agenti ecclesiastici che operano
nell'ambito dell'educazione, la ri-
presa di alcune caratteristiche
educative come l'importanza del-
l'ambiente quale mediazione e
veicolo di valori, ecc.
Dopo aver affrontato il tema
dell'orientamento vocazionale
(anche qui mettendo in evidenza
aspetti positivi nonché carenze e
limiti), don Viganò ha affrontato
la situazione del movimento as-
sociativo rilevandone il positivo
andamento con una fioritura di
gruppi e di movimenti ricreativi,
culturali, devozionali, vocazionali,
missionari, apostolici, per poi pas-
sare a uno specifico esame degli
Barranquila (Colombia), Centro sociale al centro di una baraccopoli.
15 BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 1984

2.6 Page 16

▲back to top
Giovane belga.
La cappella del Centro Giovanile di Benediktbeuem (Germania).
ambienti di evangelizzazione e di
educazione: l'oratorio-centro gio-
vanile, la scuola salesiana, le par-
rocchie, le presenze a favore dei
giovani lavoratori. In particolare,
ha accennato a quelli che ba de-
finito «i nuovi fronti», sottoli-
neando come sia viva in Congre-
gazione la coscienza •apostolica•
verso i giovani più bisognosi. Al-
meno trenta ispettorie hanno
aperto nel sessennio qualche ser-
vizio verso la gioventù in pericolo.
Punti nodali
A questo punto il Rettor Mag-
giore ha indicato alcuni «momen-
ti nodali» che richiedono maggio-
re attenzione e risposte operative.
ESfil riguardano la «scelta di cam-
po», per stabilire il grado di spe-
cializzazione della Congregazione
nell'azione pastorale tra i giovani;
la pastorale salesiana, che deve
ulteriormente progredire e quali-
ficarsi nel quadro dell'originalità
della pastorale della Chiesa; lo
sviluppo della pastorale di ogni
Ispettori.a; la preparazione pasto-
rale del personale, che deve ri-
spondere all'esigenza di fare dei
salesiani altrettanti •specialisti
della gioventù», «collocati nell'a-
rea educativa, in ogni momento
educatori della fede, preoccupati
costantemente del modello ope-
rativo di una comunità educativa,
16 • 8-0UfTTll/0 SALESIANO I FEBBAAIO 198'
portatori di orientamento voca-
zionale, animatori di gruppi e mo-
vimenti apostolici », il che com-
porta l'urgenza di una maggiore
specializzazione del personale; la
capacità evangelizzatrice, che
deve riuscire, particolarmente in
contesti secolarizzati, a proporre
il Vangelo in forme intense e con
espressioni fortemente testimo-
nianti.
Per quanto riguarda l'azione
missionaria, don Viganò ne ha
tracciato un dettagliato panora-
ma, ribadendo l'importanza che
ba «nella nostra vocazione la di-
mensione missionaria. Es.5a non è
semplicemente un insieme di ope-
re, tra le tante, ma un aspetto co-
stitutivo della vita s ~ della
Congregazione. Senza di es.sa per-
deremmo qualità salesiana. La di-
mensione mismonaria va curata e
incrementata continuamente».
Dopo essersi soffermato sul ri-
lancio della Famiglia Salesiana
con particolare riferimento alle
molte iniziative realizzate nel ses-
sennio, ai cooperatori (in pieno
sviluppo), agli ex allievi (presenti
in molti paesi, assenti in altri
dove manca una sufficiente co-
scienza dell'importanza che rive-
ste la loro perseveranza come te-
stimonianza della validità dell'e-
ducazione salesiana); sull'ammi-
nistrazione economica; sulla co-
municazione sociale; sull'Univer-
sità pontificia salesiana (che sta
acquistando sempre più chiara fi-
sionomia salesiana), e Opera PAS,
il Rettor Maggiore si è avviato
alla conclusione in cui ha conden-
sato «i giudizi più significativi
maturati in me dall'esperienza di
questi anni».
La presenza salesiana in tutti i
Continenti - ha detto don Vi-
ganò - mette in evidenza, con la
quantità e l'estensione, una «qua-
lità» in continuo sviluppo della
nostra fisionomia spirituale: l'u-
niversalità arricchisce il carattere
ecclesiale della vocazione salesia-
na. Anche se non manca qualche
tendenza all'isolamento, «in Con-
gregazione sta crescendo la co-
scienza dei valori di internazio-
nalità e universalità. La vastità e
pluriformità della nostra presenza
nei cinque Continenti ha speri-
mentato nel sessennio precedente
e ha intensificato in questo, per
un senso pratico di realismo e per
gli orientamenti del Concilio e del
Capitolo generale speciale, un cre-
scente processo di decentramento
nell' u n i t à .
Aggiornamento
Don Viganò ba poi constatato
il crescente •sf01zo di aggiorna-
mento, comprensione e miglior
uso delle facoltà decentrate, mi-
gliore informazione salesiana, ini-
ziative interispettoriali, funzio-

2.7 Page 17

▲back to top
namento delle conferenze ispet-
toriali, buona riuscita delle visite
d'insieme, fraternità, adesione al-
l'animazione e governo del cen-
tro>). Se alla visione di espansione
geografica si aggiunge una pur ra-
pida considerazione, anche stori-
ca, dello sviluppo della Congre-
gazione, si può riconoscere facil-
mente la sua tendenza preferen-
ziale per il Terzo Mondo: «La
geografia del nostro impegno, ha
detto il Rettor Maggiore, ci vede
collocati tra i popoli e la gente più
bisognosi». La Congregazione nel
suo complesso si è mossa genero-
samente in questa direzione, so-
prattutto con il «Progetto Afri-
ca», mentre numerose ispettorie,
specie in America e in Asia, hanno
lanciato iniziative concrete in fa.
vore dei più bisognosi. L'apprez-
zamento delle Chiese locali nei
confronti dei salesiani è unanime.
«In generale - ha rilevato don
Viganò - i confratelli lavorano
molto e con buone iniziative. Si
presentano come un gruppo eccle-
siale equilibrato, senza sbanda-
menti ideologici (eccetto alcuni
contatissimi casi) e con una mi-
gliorata coscienza di Chiesa».
Dopo aver ribadito i caratteri
fondamentali dell'azione salesia-
na, rivolta all'evangelizzazione
della cultura popolare, e sottoli-
neato l'apporto del laicato come
partecipe della comunità salesia-
na, con Viganò ha riaffermato
l'impegno per le vocazioni autoc-
tone: «Quando noi siamo inviati
Carabanchel (Spagna), Casa Salesiana.
in nuovi paesi, noi andiamo per
radicarci, esigenza della nostra
universalità. Non andiamo fra i
popoli per piantare la Chiesa e poi
ritirarci, bensl per inserirci come
fermenti e rimanere come carisma
vivo della comunità cristiana lo-
cale. In tal senso, l'impegno sale-
siano per le vocazioni autoctone è
sempre stato e continuerà ad es-
sere componente privilegiata di
ogni nostra presenza: vogliamo
salesiani da tutti i popoli».
Il Rettor Maggiore ha succes-
sivamente affrontato le questioni
che attengono al «processo di rin-
novamento della vita religiosa».
Prendendo le mosse dai dati sta-
tistici che attestano lo stato di
crisi di parecchi istituti religiosi,
egli ha ripercorso i grandi temi del
Concilio Vaticano II, il cui mes-
saggio è la base dalla quale rilan-
ciare la vita religiosa, per giungere
infine a concludere che la chiara
tradizione lasciataci da Don Bo-
sco ha trovato la Congregazione
in sintonia con gli orientamenti
del Concilio. Passando ad analiz-
zare il cammino della Congrega-
zione in questi anni, con specifico
riferimento agli aspetti caratteriz-
zanti l'indole salesiana, don Vi-
ganò ha offerto alla discussione
capitolare i quesiti suscitati dalla
crescita numerica delle parroc-
chie, dalla fedeltà all'opzione pre-
ferenziale per la gioventù maschi-
le e alla scelta prioritaria per i
giovani poveri, nonché il confron-
to sistematico dei tratti caratte-
rizzanti lo spirito salesiano e la
realtà dei comportamenti, in ri-
ferimento alla bontà come stile di
vita, alla dimensione pedagogica
dello zelo pastorale, alla carica
umanista e al messaggio di purez-
za che si inscrivono nel quadro del
«sistema preventivo».
Ha infine toccato il tema della
componente laicale della comuni-
tà salesiana (esprimendo preoc-
cupazione per il mancato coinvol-
gimento della comunità religiosa,
proprio mentre nella chiesa si sta
parlando dell'«ora del laicato»),
per poi soffermarsi sull'aspetto
mariano dello spirito salesiano,
sottolirieando «la crescita tra noi
di una rinnovata devozione al-
1'Ausiliatrice come Madre della
Chiesa».
Il Rettor Maggiore, a conclusio-
ne della sua relazione, ha detto:
«Nel porre termine a tante rifles-
sioni, la prima reazione è di gra-
titudine al Signore per tutto il
bene che ha profuso tra noi e per
mezzo di noi, e alla sua Madre
Maria pr la continua protezione
con cui ci ha accompagnati e gui-
dati in questi anni delicati di tra-
sformazioni profonde. Sento an-
che riconoscenza fraterna verso
tutti i confratelli, specialmente i
colleghi del consiglio superiore, gli
ispettori, i direttori, gli animatori
ai vari livelli, e quanti in ogni
ispettoria hanno assunto con re-
sponsabilità l'impegno comune
del rinnovamento spirituale e
apostolico.
«Penso con affetto ai confratel-
li ammalati, agli anziani, ai soffe-
renti che hanno generosamente
accettato i valori della pas.sione,
per far crescere la validità e fecon-
dità della missione salesiana.
Apro il cuore alla speranza veden-
do l'aumento delle vocazioni e la
serietà e generosità delle nuove
generazioni nei loro impegni for-
mativi. Credo alla «potenza» del-
lo Spirito Santo che opera quasi
impercettibilmente ma efficace-
mente, nelle vicissitudini della
storia, per cui appare chiaramen-
te fattibile rimontare la vasta cri-
si che ci ha coinvolti». Don Vi-
ganò ha terminato invocando Ma-
ria Ausiliatrice, alla quale la Con-
gregazione si è affidata con atto
solenne, come segno di gratitu-
dine e gesto di filiazione.
1 7 BOLJ.ETTINO SALESIANO 1 Fl:BBRA/0 1984

2.8 Page 18

▲back to top
I' «oro rosso»
ha tradito
lo Zambia
L a ricchezza naturale dello
Zambia è l'«oro rosso»,
cioè il rame. In questa
parte dell'Africa il minerale si tro-
va in una fra le pii) alte concen•
trazioni mondiali. Ricchezza, ma,
nello stesso tempo, causa prima
delle disgrazie da cui è afflitto at•
tualmente lo Zambia, e che non
sono né poche né di lieve entità. È
infatti accaduto allo Zambia ciò
che di recente è capitato alla Ni-
geria. Quest'ultima ha puntato
tutto sui suoi giacimenti di petro-
lio e quando il prezzo dell'oro nero
ha cominciato a scendere, l'intera
economia nigeriana ha risentito il
contraccolpo, tanto da costringere
le autorità ad adottare provve-
dimenti drastici nei confronti dei
lavoratori immigrati, che sono
stati respinti al di delle fron-
tiere.
A sua volta lo Zambia ritenne,
anni fa, di imperniare sul rame la
sua economia, privilegiando l'in-
dustria mineraria rispetto alla
stessa produzione agro-alimenta-
re. A quell'epoca l'«oro rosso»
rendeva bene sui mercati inter-
nazionali, per cui fino a metà de-
gli anni Settanta, il redruto for-
nito dall'esportazione del metallo
consenti di mantenere piuttosto
alto il livello di crescita dell'eco-
nomia zambiana. Dal 1974 il prez•
zo del rame è andato via via decli-
nando, fino a toccare minimi sto-
rici. E oggi, con una tonnellata di
rame, lo Zambia può acquistare
18 • BOl.lfHINO SALESIANO r FEIIBRA/0 191J'
all'estero un quarto della merce
che acquistava dieci anni fa.
Le ripercussioni di questa situa-
zione sono molte e di varia natu-
ra. A sopporta.me il peso maggio-
re è naturalmente la popolazione,
sia quella che affolla le città, sia
quella che continua a vivere in
campagna. L'illusione creata dal-
l'andamento dello sviluppo negli
anni delle vacche grasse aveva
spinto la gente ad abbandonare le
aree rurali per riversarsi nelle cit-
tà. II fenomeno ha finito con l'as-
sumere dimensioni straordinarie
per la stessa Africa, che pure, nel
suo complesso, conosce forme di
urbanizzazione più o meno selvag-
Lusaka, incontro fra
il delegato del Rettor
MaJgiore per la Po-
lorua don Dziedziel e
il NunzioApuatollco.
gia. Cosicché oggi, con il 45 per
cento della popolazione raccolto
nelle città, lo Zambia è il paese
più urbanizzato del Continente.
Come è accaduto anche altrove, i
servizi sociali delle città non han-
no retto alla massiccia richiesta
dei nuovi arrivati e sono tuttora
del tutto inadeguati alle reali esi•
genze. Ciò è particolarmente av-
vertito a Lusaka - la capitale -
dove le bidonvilles sono popolate
di povera gente spesso denutrita o
male alimentata. I prezzi dei ge-
neri di prima necessità sono saliti
alle stelle, non lasciando indenne
neppure la «nshima», una specie
di pane di mais che è un cibo tra-

2.9 Page 19

▲back to top
dizionale dello zambiano. E poi
c'è la disoccupazione. Ahneno un
milione di giovani, cioè, un sesto
IL DONO DEGLI AFRICANI AL MONDO
della popolazione è senza lavoro,
vive di espedienti più o meno le-
gali. La dimensione del problema
risulta ancora più evidente se si
tiene conto che uno zambiano su
due ha oggi meno di vent'anni.
Anche coloro che frequentano le
«Ci sono tanti valori Incarnati nella cultura delle nazioni africane che
non solo possono contribuire alla costruzione di ciascuna nazione, ma che
possono arricchire altre nazioni e altri popoli. Perché l'Africa ha qualcosa
di speciale da offrire al mondo. Uno degli aspetti originali di questo Conti-
nente è la sua diversità, ma una diversità che è conservata intatta dall'in-
negabile unità della sua cultura: una concezione del mondo in cui il sacro
occupa un posto centrale; una profonda consapevolezza del legame esi-
scuole, vanno incontro a un fu-
stente fra il Creatore e la natura; un grande rispetto per ogni forma di vita;
turo di disoccupazione.
un senso della comunità e della famiglia, che fiorisce nell'accoglienza e
Questa drammatica situazione
ovviamente non tocca quel due
per cento della popolazione che
guadagna otto volte di più del re-
stante 98 per cento. Ma è un se-
gno della profonda diseguaglianza
sociale. Le difficoltà deprimono lo
nell'ospitalità aperte e gioiose; una riverenza per il dialogo quale mezzo per
comporre i contrasti e per condividere i punti di vista: spontaneità e gioia
di vivere espresse nel linguaggio poetico, canto e danza. Tutti questi
aspetti manifestano una cultura ricca di dimensioni spirituali che determi-
nano la unicità della cultura africana. Ecco ciò che unisce i tanti popoli
africani, senza minimamente Intaccare quella immensa ricchezza di
espressioni locali, o del patrimonio di singoli gruppi o regioni... Perciò dico
all'Africa: preserva la tua cultura, arricchiscila attraverso lo scambio con le
spirito della gente e spesso il ten-
altre culture, ma non lasciare che la tua cultura muoia. Conservala viva, e
tativo di farsi animo è affidato al offrila come tuo contributo alla comunità mondiale».
falso rimedio dell'alcool. Secondo
(Da un discorso di Giovanni Paolo Il
i dati pubblicati dall'Organizza-
durante il suo primo viaggio in Africa)
zione mondiale della sanità, lo
Zambia ha il non invidiabile pri-
mato di essere il primo paese in
Africa e il terzo nel mondo per il
consumo di birra. Le conseguenze
sono tragiche: gli alcolizzati po-
polano gli ospedali psichiatrici.
Contro questa piaga sociale sono
scesi in campo le autorità del pae-
se, con in testa il presidente Ken-
molte difficoltà che incontrano
nelle città, è ormai impensabile
che i giovani possano essere con-
vinti a dedicarsi al lavoro nelle
campagne. Ciò è anche dovuto
alla dura condizione in cui vivono
i contadini. Il loro reddito resta di
ni non c'è da stupirsi che la pro-
duzione agricola, già poco sorretta
da provvidenze governative, sia
andata via via riducendosi, co-
stringendo lo Zambia ha impor-
tare un crescente quantitativo di
prodotti alimentari, con il conse-
neth Kaunda, ma i risultati delle
numerose campagne di stampa o
condotte attraverso la televisione
sono stati scarsi: si continua a
bere senza tregua, con penose con-
seguenze sul piano parsonale, so-
gran lunga inferiore a quello per-
cepito da chi ha fortuna di avere
un lavoro in città. Si aggiunga che
gli innegabili progressi dello Zam-
bia nel settore dell'educazione e
della salute non hanno toccato
guente innalzamento di un già
troppo elevato debito pubblico. A
tutto ciò si è aggiunta la siccità,
che flagella larghe zone dell'Afri-
ca australe. Le autorità del paese
sono state quindi costrette a ri-
ciale e produttivo. L'assenteismo
sui luoghi di lavoro è alto, sono in
aumento le liti nelle famiglie e tra
vicini di casa.
D'altra parte, nonostante le
che marginalmente 1e campagne,
tanto che ancora oggi tre conta-
dini su dieci vivono a non meno di
dodici chilometri dal più vicino
centro medico. In queste condizio-
vedere certe impostazioni della
politica economica che si sono ri-
velate errate.
Anche se non costituisce certo
una novità, anche nello Zambia
risuona la dolente nota della cor-
ruzione. I tentativi fatti per mo-
I SALESIANI NELLO ZAMBIA
ralizzare la vita pubblica non sono
mancati, si sono presi provvedi-
La presenza salesiana nello Zambia è affidata, dal 1982, alle ispettorie
della Polonia che hanno preso con molta generosità tale impegno. Al mo-
mento attuate i salesiani si trovano a Luwingu (don Cichecki Kazimierz,
menti, si sono costituite commis-
sioni d'inchiesta. Ancora oggi si
insiste con ogni mezzo su questo
don Ojczyk J6zet, don Sak Henryk); a Kazembe (don Boryczka Piotr, don
Bernas Jan, don Dziatkiewicz Pawel); a Chingola (don Bem J6zef, don Mo-
lendowski Tadeusz).
A questo gruppo di salesiani quanto prima si affiancheranno cinque
Figlie di Maria Ausiliatrice che si preparano in Inghilterra. Sempre In Inghil-
tasto, ma senza ottenere apprez-
zabili risultati. Insomma c'è chi è
costretto a sopportare pesanti sa-
crifici e chi, invece, di sacrifici non
terra si stanno preparando altri otto salesiani fra i quali anche un coopera-
vuol sentirne parlare.
tore.
Come reagiscono i governanti
zambiani a questo stato di cose?
Quali misure intendono adottare?
ZAMBIA - Superficie: 752.614 (poco più di due volle l'Italia). Popolazione:
5 milioni e 800 mila abitanti. Capitale: Lusaka. Religioni: cristiani, 25 per
cento, il rimanente animisti.
Sono domande che lasciano aper-
ta la porta a risposte inquietanti.
Lo Zambia è da sempre conside-
rato un paese in qualche modo as-
19 BOLLETTINO SAlESIANO I Fé88FWO 1984

2.10 Page 20

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Cbingola., la nw111ione dei SalellianL
Il giovane salesiano don Jagodziiullù 8811ieme ad un gruppo di
ragazzi.
Kazembe, UJ1a foto ricordo davanti alla nuova miMione.
Volti in attesa... di qualcuno.
sociato all'esperimento del «socia-
lismo africano» in~ come una
forma di «democrazia partecipa-
tiva». Ma da un anno a questa
parte sembra intenzionato a spin-
gersi verso l'adozione di forme di
«socialismo» che con l'Africa han-
no ben poco a che fare. Si va par-
lando, in altri termini, di «socia-
lismo scientifico» come ideologia
ufficiale. Non è una intenzione di
oggi, e i rinvii sono stati numerosi,
ma negli ultimi tempi l'insistenza
si è fatta preoccupante, sotto la
spinta di un ristretto gruppo di
membri del partito unico, l'Uni-
ted National Indipendence Party,
che vorrebbe fare dello Zambia un
paese comunista.
Appena si è avuto sentore del
ventilato cambiamemo, la Chiesa
cattolica e le altre chiese presenti
nello Zambia hanno preso imme-
diatamente posizione, dicendosi
20 BOUETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 1"4
Volti.
fermamente contrarie a una scelta
destinata a stravolgere l'orien-
tamento finora seguito. Le chiese
dello Zambia hanno sempre ap-
poggiato con convinzione il siste-
ma della «democrazia partecipa-
tiva», cioè un umanesimo mirato
alla promozione dell'uomo. La
presa di posizione non ba impe-
dito che si avviasse, da parte dello ·
Stato, la formazione di insegnanti
di «socialismo scientifico», i cui
corsi andrebbero in parallelo con
l'insegnamento della religione. Ri-
mangono tuttavia in grande mag-
gioranza coloro i quali ritengono
che le innegabili difficoltà dello
Zambia non potranno essere su-
perate con giochi di prestigio
ideologici, bensl con la solidale vo-
lontà di tutti i cittadini di risol-
vere con tenacia i problemi che
assillano oggi il paese.
Gaetano Nanetti

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Il
Papa
eI
I
giovani
La prossima Pasqua vedrà
riuniti a Roma migliaia di
giovani per celebrare l'Anno
Santo: Il ha voluti Giovanni
Paolo Il. Ecco un servizio In
preparazione all'avvenimento.
I giovani di Città del Messico
che, con chitarre e «mara-
cas», svegliano all'alba Gio-
vanni Paolo II con «las manani-
tas», il canto che si dedica alla
persona amata, sotto la finestra,
la mattina del suo compleanno...
Il silenzio quasi irreale della
moltitudine di universitari polac-
chi che, nel cuore di Varsavia,
protendono verso l'alto migliaia
di piccole croci di legno per farle
benedire dal primo Papa slavo
nella storia della Chiesa...
Il gesto, inimmaginabile prima
che si verifi~, di Karol Woj-
tyla che, non riuscendo a far ta-
cere la gioventù della «sua» Cra-
covia, si mette a sedere - scon-
solato e divertito ad un tempo -
sul primo gradino del palco eretto
sulla roccia di Skalka, il luogo del
martirio di San Stanislao...
Una mattina di pioggia alle
frontiere dell'odio, con i ragazzi e
le ragazze di tutta l'Irlanda e il
Pellegrino di pace che li supplica
in ginocchio: «Non ascoltate le
n Papa a Fortaleza (Brasile).
voci che parlano il linguaggio del-
la violenza, della vendetta, della
rappresaglia» ...
Lo straordinario «happening»
di New York quando John Paul
Two, invece delle parole, soffia
dentro il microfono un verso, un
«wow)>, il richiamo dei giovani
esploratori americani, e la platea
si scatena e risponde e il.Papa ne
un secondo e poi un terzo:
« Wow-wow-yu-u-u » ...
Le cinquantamila bocche che
intonano all'unisono l'«Alleluja»
e gridano: «Très Saint Père, vous
chanverez la terre10 all'ingresso
dell'auto scoperta nel «Parco dei
Principi», il velodromo parigino
dei trionfi di Bartali e Coppi...
Il «Santiago Bernabeu», lo sta-
dio del «mundial» italiano, invaso
dalla nuova generazione madri-
lena che scandisce impazzita:
«Juan Pablo Segundo, te quiere
toto el mundo•, «Giovanni Paolo
II, tutto il mondo ti runa»...
••
Quella Domenica in Albis del
1980, in una Torino insanguinata
dal terrorismo, di fronte alla ba-
silica voluta da Don Bosco, con il
Papa polacco che ricorda Pier
Giorgio Fras.5ati e quasi rimpian-
ge il passato: « Ho vis.5uto in una
parrocchia salesiana! » .••
L'appello a combattere la mafia
rivolto ai giovani di Palermo e di
una Sicilia che torna a riproporsi
come luogo à:i violenza e di morte,
isola di misteri e di sospetti, ter-
ra feconda di lacrime e di lacera-
zioni...
La pista dell'autodromo di
Monza, strappata per un giorno ai
«fans» della Ferrari da duecen-
tomila giovani lombardi, che inal-
berano uno striscione che dice
semplicemente «Grazie, amico» e
BOlLETrlNO SAL.ESlANO I FEBBRAIO 1#1 21

3.2 Page 22

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ripetono ritmicamente lo slogan:
«Devi tornare»...
Le fiamme di un falò che, nelle
sere d'estate a Castelgandolfo, il-
luminano i volti dei ragazzi seduti
per terra, sull'erba, a semicerchio
attorno ad una poltrona di vimini
sulla quale siede il Papa, che
ascolta le loro esperienze di vita e
di fede...
Il severo cortile di San Damaso,
in un insolito Vaticano alla luce
delle lampade, dove risuonano le
note e le parole del più famoso
inno goliardico del mondo, il
«Gaudeamus igitur»: «Vivat sem-
per iuvenis Papa dilectissimus» ...
Le ore passate con i «balordi»
che gli raccontano la storia della
loro giovane esistenza «perduta e
ritrovata», con quelli che «si bu-
cavano» già a quattordici, quin-
dici anni e che hanno trovato la
forza di uscire dal tunnel della
droga...
Il carcere romano di Rebibbia,
con tutte quelle giovani vite spez-
zate e confuse da ideologie senza
domani e, fra loro, Ali Agca, il kil-
ler venuto dalle steppe dell'Ana-
tolia, che non si era mai inginoc-
chiato prima se non per prendere
la mira...
**•
Una lunga serie di «flash-back»
sul Papa e i giovani. Un fenomeno
che ha assunto dimensioni incon-
Cosa significa essere giovane? Essere giovane significa possedere
in se stesso una incessante novità di spirito, coltivare una continua ricerca
del bene, e perseverare nel raggiungere la meta. Essere autenticamente
giovani In questo senso è il modo per preparare il vostro futuro, che è com-
piere la vostra vocazione di adulti pienamente maturi. Non ignorate mai la
forza irresistibile che vi spinge verso il futuro,..
(dal dlsccrsl di Giovanni Paolo Il)
suete, molto al di là del semplice
fatto di costume, perché il dialogo
instauratosi fra Giovanni Paolo II
e le nuove generazioni sotto qual-
siasi latitudine è qualche cosa di
nuovo, di originale, di prorompen-
te, nei rapporti tra la Chiesa cat-
tolica e il mondo.
L'appello ai giovani in nome
della speranza è il filo che lega
l'instancabile pellegrinare di que-
sto Papa che non ama il chiuso
dei Sacri Palazzi, in Italia, nel
Messico, in Polonia, in Germania,
nelle Filippine, in Giappone, in
Africa, in Portogallo, nella Gran
Bretagna, in Argentina, in Spa-
gna, nell'America Centrale, in Au-
stria.
«Ho sempre amato molto i gio-
vani: quando avevo la wro età,
ma anche nel mi.o ministero sa-
cerdotale ed episcopale, e adesso
che il Signore mi ha chiesto di
servire alla testa del/,a Chiesa»,
ha affermato, per spiegare la con-
tinuità del suo discorso, durante
uno dei tanti viaggi in paesi diver-
si per ambienti, problemi, parole e
gesti. E soggiunge: e<Amo i gio-
vani, perché sono come la pri-
mavera che sorge sul mondo e
su ci.ascun paese in particolare,
con la sua luce e le sue ricche pro-
messe».
Questo dialogo, ora a distanza
ora familiare, comincia domenica
22 ottobre 1978, in piazza san Pie-
tro, al termine della Messa solen-
ne per l'inizio del pontificato di
Giovanni Paolo II, mentre sono
ancora nell'aria le parole pronun-
ciate nell'omelia: e<Non abbiate
paura! Aprite, anzi spalancate le
porte a Cristo!... Non abbiate
paura! Cristo sa "cosa è dentro
l'uomo"! Solo lui w sa!».
È tardi, ma Karol Wojtyla vuo-
le affacciarsi ancora alla finestra
del suo studio privato. È un'ora
davvero inconsueta per la recita
dell'Angelus, ma il Papa cosi de-
voto della Madonna non intende
rinunciare alla preghiera mariana.
Poi, prima di rientrare, una pa-
22 BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 19/U

3.3 Page 23

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rola speciale per i giovani che l'ac-
clamano sul sagrato: « Voi siete
l'avvenire del mondo, /,a speranza
dell,a Chiesa. Voi siete /,a mia spe-
ranza!».
Due settimane dopo, in una
delle prime udienze generali, nella
basilica vaticana, Giovanni Paolo
II chiarisce il perché della fiducia
eccezionale che ripone nella nuova
generazione: «Il Papa vuol.e bene
a tutti, ma ha una preferenza per
i più giovani, perché essi avevano
un po8to preferenzial.e nel cuore
di Cristo, il qual,e desiderava ri-
manere con i fanciulli e intratte-
nersi con i giovani; ai giovani ri-
volgeva particol,armente /,a sua
chiamata; e di Giovanni, l'apo-
stow più giovane, aveva fatto il
suo prediktto».
Dicono le parole de «las ma-
nanitas» che svegliano il Papa
dopo la prima, breve, notte mes-
sicana: «Questo è il buon giorno
che cantava il Re David nell'au-
rora messicana. Ora la cantiamo a
te. Sveglia, Padre, sveglia, guarda
che si è fatto giorno, già cantano
gli uccelli, la luna si è nascosta.
Che bella è la mattina quando ti
saluto. Veniamo con gioia a farti
gli auguri. Il giorno in cui tu sei
nato, sono nati tutti i fiori, can-
tarono gli usignoli ».
«In una luce ancora incerta, ad
una finestra della delegazione
apostolica dove risiede, appare il
Papa» raccontano due testimoni
oculari, i giornalisti televisivi Ali-
nenti e Michelini. « Il Papa sorri-
de, saluta, ascolta. Quando si
più chiaro, scende nel giardino. Si
intrattiene cordialmente con i gio-
vani. Chiede se è possibile sentire
anche una canzone della sua ter-
ra. Quelli non si perdono d'animo
e improvvisano un canto polacco
in onore della Vergine. Giovanni
Paolo11 si unisce subito al coro».
È il prologo e il prototipo di
una serie di incontri con la gio-
ventù latino-americana, la gioven-
di un continente dove quasi la
«Giovani uccidono altri giovani! Plagiati e succubi di ideologie aber-
ranti, dei giovani si illudono che soltanto dando la morte possono trasfor-
mare questa società. Occorre proclamare con forza e convinzione che un
mondo di giustizia, di solidarietà, di pace non si costruisce sul sangue e
sui cadaveri di vittime, colpevoli soltanto di pensarla diversamente. Alla
violenza cieca e all'odio inumano rispondete con la forza trascinante del-
l'amore• .
(dai discorsi di Giovanni Paolo Il)
metà della popolazione ha m, . 10
di vent'anni e che nel Duemila
conterà più della metà di tutta la
popolazione cattolica del mondo,
una gioventù che canta al Papa
«Cielito lindo,, sotto ogni cielo e
che in portoghese lo ribattezzerà
«Joao de Deus».
Di questa gioventù Giovanni
Paolo II condivide l'ansia di tra-
sformare una società radicalmen-
te ingiusta: «Bisogna chiamare
col wro nome l'ingiustizia, !,o
sfruttamento dell'uonw sull'uomo,
oppure !,o sfruttamento deU'uomo
d.a parte dello Stato, delk istitu-
zioni, dei meccanismi, dei sistemi
economici, dei regimi... Bisogna
chiamare per nome ogni ingiusti-
z ia sociak, discriminazione, vio-
/,enza inflitta all'uomo contro il
corpo, contro !,o spirito, contro la
coscienza e contro I.e sue convin-
zioni».
Ma contemporaneamente Gio-
vanni Paolo II ammonisce la gio-
ventù latino-americana: « Non
siate tentati da ideowgie che pre-
dicano solo valori materiali o
semplicemente ideali temporali,
che separano !,o sviluppo politico,
sociak ed economico dalle cose
del/,o spirito ed in cui /,a feticità è
ricercata /,on.tana da Cristo. La
strada verso la totale liberaz ione
non è /,a via dell,a vioknza, dell,a
rotta di cl,asse o dell'odio; è /,a via
23 BOLLETTINO SALESIANO 1 FEBBRAIO 1984

3.4 Page 24

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dell'amore, della fratellanza e
della pacifica solida,rietà».
***
Inni religiosi, ballate romanti-
che, canzoni dei Beatles, tristi
«fado» portoghesi e travolgenti
«paso doble» delle arene spagnole
punteggiano il cammino del Papa
venuto di lontano lungo le vie dei
giovani d'Europa.
«Sapete», dicono i versi ingenui
e spontanei di una canzone im-
provvisata che accompagna il suo
passaggio per le strade di Craco-
via nel giugno del '79, «che abbia-
mo un Papa in cui abita lo Spirito
Santo? Sapete che andava a scia-
re con gli sci che s'era fatto da
solo, sapete che andava in canoa,
una canoa che s'era costruìto da
sé, sapete che andava in giro con
uno zaino che s'era comprato da
solo?».
La sera di Skalka, la roccia del
martirio nel 1079 di san Stanislao,
l'antico arcivescovo di Cracovia, i
giovani sono dappertutto, persino
sui tetti delle case e delle chiese di
questa città scampata alla furia
nazista e alle distruzioni della se-
conda guerra mondiale, arrampi-
cati sugli. alberi e sui pali della
luce, pericolosamente in bilico sui
pilastri dei muri.
Al sopraggiungere di Giovanni
Paolo II è la festa dei fiori. Ra-
gazzi e ragazze lanciano verso di
lui garofani. Rossi e bianchi, i co-
lori nazionali. Il Papa li prende al
volo e li rilancia verso quelli delle
24 • BOLLEffiNO SALESIANO I FEBBRAIO 1~
In alto a sinistra: incontro con i giovani della Comunità per to811icodipendenti di don
prime file. E questi ancora a lui.
Una scena unica, irripetibile, che
sembra ricordare i giochi d'acqua
delle fontane di piazza san Pietro.
Finalmente riesce a percorrere
tutta la scalinata che porta al pal-
co. Si avvicina al microfono: « Vo-
glio dirvi una cosa». Silenzio ge-
nerale. « Io vi amo». E i giovani,
di rimando, come il coro d'una an-
tica tragedia greca: «Anche noi ti
amiamo».
Giovanni Paolo II ascolta le testi-
monianze degli studenti e dei gio-
vani lavoratori che s'avvicendano
sul palco. I gomiti sui braccioli
della poltrona, le labbra appog-
giate sulle mani incrociate, l'e-
spressione commossa. Quando è il
suo turno, don Stanislao, il segre-
tario, fa il gesto di passargli i fogli
del discorso che ha portato da
Roma. Il Papa lo ferma. « Dopo
quanto ho ascoltato», sussurra,
«non ha più senso». E, rivolgen-
dosi ai giovani: «Vi parlerò a cuo-
re aperto». Una pausa e ancora
una battuta: «E voglio anche di-
mostrarvi che conosco ancora il
polacco».
Alla .fine, dai giovani si leva il
grido: «Resta con noi». Giovanni

3.5 Page 25

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Picchi a Roma. Le altre foto ei riferiecono all'incontro con i giovani austriaci.
Paolo II fa un cenno della testa
come per sottolineare che è im-
possibile, che il suo cuore resterà
sempre sulle care rive della Visto-
la, ma che la sua casa ormai è il
mondo. Un altro grido: «Almeno
torna di nuovo, vieni ancora».
Wojtyla riesce a farli tacere: «Sie-
te troppo buoni con me». I più vi-
cini scorgono le lacrime nei suoi
occhi. Ma subito stempera l'emo-
zione strappando un altro sorriso:
« Probabilmente, quando ero qui,
' non trovavate tutte queste virtù
m. me.».
Si dice: New York o dell'inco-
municabilità. Arriva John Paul
Two e la megalopoli si scioglie. Al
Madison Square Garden, il mas-
simo tempio del pugilato mondia-
le, si ha l'ennesima riconferma del
«filo diretto» fra il Papa e i gio-
vani, della sua capacità di metter-
si sulla loro lunghezza d'onda, di
spogliarsi di colpo della severità e
del rigore di atteggiamenti che gli
impone fatalmente il suo ruolo.
Un ragazzo e una ragazza bian-
ca e una giovane negra, a nome di
ventimila alunni delle scuole cat-
toliche, gli regalano una chitarra,
un paio di jeans e una maglietta.
«Forse oggi», dice la studentessa
che gli porge lo strumento, «non
vi è nul/,a che parli delle nostre
speranze e dei nostri sogni più ef-
ficacemente del/,a nostra musica.
Questa chitarra, Santo Padre, è il
simbol.o universale del/,a musica
d'oggi. Preghiamo affinché i mo-
tivi canroti in tutto il mortdo con
l'accompagnamento di una chi-
rorra possano un giorno unirci
più stretromente, vecchi e giovani,
gli_ uni e gli altri».
E la volta del ragazzo che ha in
mano i jeans e la maglietta.
«Oggi, /,a maggior parte della.
gente ci riconosce per il nostro
modo di vestire. Con i nostri
jeans, con le nostre magliette, noi
dichiariamo di essere diversi, e
questo ci rende felici. Perciò, e per
manifestarvi il profondo apprez-
zamento per /,a sollecitudine che
dimostrate verso i giovani nel
mortdo, vi offriamo questi nostri
simboli: questi jeans, questa ma-
glietta, questa meda,glia e questa
catena, che sono un altro simbolo
del nostro modo di vestire».
Ai giovani della più ricca e li-
bera nazione del mondo, Giovanni
Paolo II ripropone la parabola di
Lazzaro: «L'umanità deve tradur-
la in termini contemporanei, in
termini di politica e di egemonia,
in termini di tutti i diritti umani,
in termini di relazioni fra il "Pri-
mo", il "Secondo" e il "Terzo
Mondo"... Non possiamo stare in
ozio, rallegrandoci delle nostre
ricchezze e della nostra libertà, se,
da qualche parte, il Lazzaro del
ventesimo secolo giace alla nostra
porta».
***
Un «momento magico» simile a
quello di New York si vive al
«Budoo Kan», il palazzo dello
sport, di Tokyo. L'attesa è riem-
pita da complessi musicali che
vanno per la maggiore. Forse è
proprio per questo, osserva qual-
cuno, che l'affluenza è stata cosi
larga, superiore a qualunque pre-
visione. In realtà, quegli ottomila
giovani - per un terzo, se non di
più, non cristiani - sono venuti
per il desiderio di ascoltare un
uomo che, nel paese del più dura-
25 BOLLETTINO SALESIANO r FE8BP.AIO 1984

3.6 Page 26

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turo «boom» economico, non ra-
giona solo in termini di economia
.Ai giovani che possono essere stati irretiti in organizzazioni impe-
di mercato. E Giovanni Paolo II
gnate nella violenza, io dico: non ascoltate le voci che pa_rlano il lingu~g-
non li delude.
gio dell'odio, della vendetta, delta rappresaglia. Non seguite alcuna guida
Il Papa risponde «a braccio» in
italiano e polacco alle domande; e
le sue risposte vengono tradotte
simultaneamente. Non nasconde
il suo amore per lo sport, lui che
fu raggiunto dalla nomina a ve-
che vi conduca per le vie che infliggono la morte. Amate la vita, rispettate
la vita, in voi stessi e negli altri. Mettete voi stessi al servizio della vita, non
della morte. Non crediate che li.coraggio e la forza siano provati dalle uc-
cisioni e dalla distruzione. Il vero coraggio consiste nel lavorare per la
pace».
(dai discorsi di Giovanni Paolo Il)
scovo ausiliare mentre era in ca-
noa su un fiume. Confessa tran-
quillamente che gli piace moltis-
simo cantare. Rivela senza alcun
imbarazzo le sue preferenze in
campo musicale: Chopin, Beet-
hoven, Bach, Mozart, ma anche
Gershwin e Armostrong. Accenna
con profondo rispetto e alto liri-
smo all'amore dei giapponesi per
la natura.
«Tutti sanno quanto amiate le
vostre montagne, i vostri I.aghi, le
vostre foreste variopinte e I.a bel-
lezza dei vostri giardini. Tutti
sanno quanto desideriate anche
una casa - se pur piccol.a - in
cui poter pia.ntare alberi e molti
fiori. E voi giovani che studiate e
l.avorat,e nelle grandi città, ma vi-
vete nei piccoli vili.aggi, deside-
rate sempre tornare a casa in pri-
mavera quando i fiori sboccia.no e
in autunno quando I.a natura si
tinge di rosso».
La sintonia è stabilita. Si passa
a temi più vitali ed angosciosi.
Uno studente diciottenne denun,
eia le contraddizioni della moder-
na società nipponica: «Nella loro
ricerca di felicità i giapponesi
hanno cercato il benessere mate-
riale, ottenendo un successo par-
ziale. Per altro verso sono però ve-
nuti alla luce fenomeni come i sui-
cidi degli adolescenti tra gli allievi
delle scuole primarie e la violenza
in quelle secondarie. Ciò rivela la
solitudine nel cuore dei bambini
giapponesi».
La risposta del Papa centra il
problema di fondo: « Voi vivete in
mezzo ad un meraviglioso pro-
gresso in un rrwndo tecnowgico.
Avete ricevuto molte cose buone
nell.a vostra vita, cose che pos-
sono rendere la vita stessa più fa-
cile, più interessante, più piace-
vole. Ma questo grande progresso
non apporta automaticamente
appagamento; non crea automa-
ticamente pace profonda nei cuo-
ri. Sì, il materialismo, I.a permis-
sività e l'egocentrismo che così
spesso accompagnano il progres-
so rrwdemo, tentano di invadere
I.a vostra vita e c'è sempre I.a pos-
sibilità che essi soffoclùno i val,ori
rrwrali e spirituali, quei vawri che
danno una reale e definitiva sod-
disfazione».
Prima che l'incontro del «Bu-
doo-Kan» si concluda, avviene
qualcosa che nessuno si sarebbe
mai aspettato. Un gruppo di bam-
bini comincia a danzare a giroton-
do una ballata popolare polacca,
eseguita da un coro. Papa Woj-
tyla prima prende parte al « cer-
chio», con qualche passo caden-
zato; poi entra in mezzo, tiene
due ragazzine per mano e intanto
canta il motivo a1 microfono te-
nutogli da una bella presentatrice
cinese, Agnes Chang, cristiana
come rivela il nome di battesimo.
I discorsi del Papa mettono
sempre a fuoco i veri problemi di
fronte ai quali si trova la gioventù
nelle diverse parti del mondo. Se
ne ha la riprova nei due viaggi in
Africa dinanzi al contrasto stri-
dente fra l'architettura futurista
delle grandi città, simbolo di un
continente che guarda all'Occi-
dente, e la foresta che ancora ne
lambisce le periferie, simbolo del
rischio per l'uomo del Continente
Nero di perdere nel contatto con
la civiltà tecnologica la propria
identità tradizionale.
L'invito ai giovani ad essere
ccautenticainente africani e pie-
namente cristiani» diventa cosi
motivo ricorrente sulle labbra del
Papa: «È grande il pericol,o di vo-
kr semplicemente imporre o co-
piare ciò che si fà fuori per la sol.a
ragione che viene dai paesi cosid-
detti avanzati. Ma avanzati verso
che? A che titow sono avanzati?
Non ha anche l'Africa, forse più
di altri continenti, già suoi tutori,
il senso delle cose interiori chia-
mate a determinare I.a vit,a del-
l'uomo? Come vorrei contribuire a
difendervi da queste invasioni; vi-
sioni sull'uomo e sull.a società che
sono parziali e materialistiche, e
che minacciano I.a via dell'Africa
verso uno sviluppo veramente
umano e africano!».
Di qui l'appello insistente ai
giovani a individuare e denuncia-
re i «mali» della società africana,
in questa fase di trapasso, «com.e
I.a corruzione, l'appropriazione
indebita dei fondi del governo o
del/,e società, le spese esagerate e
improduttive, l'esibizione della
ricchezza, /,a negligenza verso i
poveri e gli emarginati, il nepoti-
smo, il tribalismo, l'antagonismo
politico, il rifiuto dei diritti deipo-
veri, l'aborto, I.a contraccezione.
Come movani autentici douet:e
«Non è per opportunismo e per desiderio di novità che la Chiesa,
"esperta in umanità", si erge a difesa dei diritti umani. ~ per un autentico
impegno evangelico... Fedele a quest'impegno, la Chiesa vuole mantenersi
libera di fronte agli opposti sistemi, cosl da optare solo per l'uomo, quali
che siano le miserie e le sofferenze che lo affliggono; e questo non per
mezzo della violenza, dei giochi di potere, dei sistemi politici, ma bensì per
mezzo della verità sull'uomo.
osservare, valumre e poi agire
conformemente ai dettami del
Vangel.o».
Di qui il richiamo alla discipli-
na e alla temperanza, due virtù
così difficili per il giovane e la gio-
vane africani: «Siate casti. Resi-
(dai discorsi dì Giovanni Paolo Il)
stete a tutte le tentazioni che as-
salgono I.a santità del vostro cor-
26 BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 19/J,I

3.7 Page 27

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po. Portat,e /,a vostra castità al sa- Papa polacco sperimenta in ma- tempo», esordisce; «dei "carusi"
cerdozio, al/,a vita religiosa o al niera intensissima ogni volta che con /,e fragili spalk sotto l,a, val,a,n-
matrimonio». E, al tempo stesso, si sposta in Italia, il paese di cui è ga dello zolfo». Ricorda i bambini
la sottolineatura dei doveri pub- primate, una terra che percorre morti nei ripetuti incidenti aerei
blici del giovane cristiano africa- più e più volte, dal Tirreno all'A- sul cielo di Palermo e quelli scom-
no: « Un buon cristia,w è un buon driatico, dal Nord mittel-europeo parsi nei paesi annientati dal ter-
cittadino. Amat,e il vostro paese, alla Sicilia, punto d'incontro fra remoto del Belice. Ricorda so-
obbedite alle sue leggi; rispettat,e i Oriente ed Occidente, ponte verso prattutto un caso che ha commos-
suoi capi e pagate i vostri tributi. 1'Africa, isola ricca di tanti valori so la Sicilia e l'Italia intera, quella
Siete chiamati ad assumervi /,e eppure lacerata da tante contrad- della piccola «Cuccuredda»,
vostre responsabilit,à nelle attivi- dizioni.
emersa dopo due giorni dalle ma-
f,à politiche, sociali, economiche e «Qui i giovani - l'indirizzo di cerie, quasi simbolo di questa
culturali».
saluto di una ragazza nella celebre «Isola bedda», «del suo secol,a,re,
Percorrendo in lungo e in largo piazza Politeama a Palermo, una insopprimibik e appassionat,o bi-
l'Africa lungo l'Equatore, Giovan- domenica di novembre del 1982, sogno di sopravvivenza, di fortez-
ni Paolo II prende più acuta co- non ha nulla di protocollare - za, di fede, che resist,e a tutt,e /,e vi-
scienza del dramma della fame e portano addosso i segni, le cicatri- cende di dolore e di mort,e. Biso-
della siccità. E dal Sabei Grion: ci di una società che, in modo acu- gno di futuro».
«Io mi faccio qui voce di quelli tissimo e drammatico, soffre l'in- La consegna del Papa ai giovani
che non hanno voce, l,a, voce degli certezza, la disoccupazione, l'e- di Palermo e della Sicilia è un gri-
do appassionato: «Sappiat,e co-
struire un futuro ed una socief,à
nuova, in cui ci sia giustizia e l,a,-
voro per tutti; l,a, disoccupazione è
l,a, mort,e dei giovani. Un futuro ed
una societ,à nuova, in cui non ci
sia più l,a, droga; l,a, droga è il col-
po di scure alle radici dell'essere.
Un futuro ed una societ,à nuova,
;n cui non ci sia più violenza
guerra. La pace è possibile; l,a,
pace non è un sogno, una utopia!
Un futuro ed una societ,à nuova,
ir. cui sia isol,a,ta e distrutta l,a, ra-
mificazione dell'atteggiament,o
mafioso di alcuni, operawri di
manifestazioni aberranti di cri-
minalità».
L'appello a «costruire l'utopia
di un mondo nuovo, più giust,o e
più umano» è il leit-motiv che
lega le centinaia di discorsi di
Il Papa a Torino Valdocco.
Giovanni Paolo II ai giovani. Il
Papa - che non cessa di ripetere
innocenti che sono morti perché migrazione, la mafia, la droga che ai giovani le parole del giorno del-
mancava loro pane e acqua, l,a, uccide ogni speranza, la minaccia 1'inizio del suo servizio pontifica-
voce dei padri e delk madri che di armi poste a difesa della pace, le: « Voi siete la mia speranza, l,a,
hanno visto morire i loro piccoli ma che sono pericolo di guerra». speranza del/,a Chiesa, l,a, speran-
senza capire, e che vedranno sem- Giovanni Paolo II ascolta con za del/,a societ,à» - li sprona con-
pre nei loro bambini i segni di l'espressione assorta di sempre. tinuamente a guardare con corag-
una fame che hanno duramente Ancora una volta il suo discorso gio all'utopia di un mondo nuovo:
provato; l,a, voce delk generazioni
future che non dovranno più vi-
vere con questa minaccia terribile
sulla wro viro».
non è una predica generica, un
«fervorino» scontato. Né potreb-
be essere diversamente. Nessuna
delle allusioni ai drammi di ieri e
di oggi di questa terrà cadrà nel
vuoto. Neppure l'angosciato ri-
« Non conformatevi a quest,o t,em-
po. Crist,o è il Dio dell,a, speranza,
dell,a, novif,à, del futuro».
Non un'esortazione di circo-
stanza, dunque, ma un'indicazio-
ne autorevole del «Papa dei gio-
La facilità d'intesa con i gio- chiamo all'installazione degli eu- vani» che ha affermato, a Ma-
vani, la possibilità di stabilire un romissili nella base Nato di Co- drid: « Voglio dirve/,o: non mi ave-
dialogo al di della lingua, di co- miso, «le anni poste a difesa della te deluso, continuo a credere nei
municare anche soltanto con le pace, ma che sono pericolo di giovani, in voi. E credo non per
note di un canto come a Napoli guerra».
adul,a,rvi, ma perché cont,o su di
«O sole mio», è una realtà che il «Conosco l,a, trist,e realt,à d'un voi per diffondere un nuovo siste-
BOLLéTTINO SALESIANO 1 FEBBRAJO 1984 27

3.8 Page 28

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L'incontro d.el Papa con i giovani siciliani a PaJermo, piazza Politeama.
ma di vita». E nel Gabon: «I gio-
vani che ho incontrato mi hanno
dato /,a certezza che il nostro
mondo ha un futuro grazie a
!.oro». E a Monza: «Coraggio! Il
Papa è con voi! La Clùesa è con
voi! Cristo è con voi!».
Il suo è messaggio calibrato e
globale che tiene conto della sfida
storica che la nuova generazione
deve affrontare. Ai giovani spa-
gnoli ha parlato di «lotta contro
la massificazione» in un mondo
che lentamente sembra soccom-
bere alla tentazione dell'indiffe-
rentismo, del nichilismo, del ma-
terialismo teorico e pratico.
Ed a quelli siciliani ha detto:
«Sconfiggete il grigio disfattismo,
l'individualismo egoista. Siate
annunciatori di un progetto gl.o•
ba/,e di salvezza, dell,a liberazione
di tutti gli uomini e di tutto l'uo-
mo dall,a schiavitù del peccato e
non sol.o dalle strutture ingiuste...
La speranza dell,a Chiesa non
esclude disprezza /,a speranza
terrena, ma, riconoscendol,a limi-
tata e parzial.e, /,a supera. Non
cede all,a tentazione dell,a rasse-
gnazione, al fallimento; ma l.otta
e rimuove !,e cause vere dell,a di-
sperazione del mondo».
28 • BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 19/JA
Un programma esigente per
trasformare questo mondo «non
epidermicamente, ma dalle fon-
damenta» che Giovanni Paolo Il
cosi delineava parlando a Monza
ai giovani di Milano e di tutta la
Lombardia:
«Aiutate a costruire una socie-
nuova, nell,a qual.e la vita del-
l'uomo sia rispettata, salvaguar-
data, protetta fin dal suo conce-
pimento e in tutte /,e sue tappe
successive! Sia ascoltato il gemito
di tanti innocenti, precocemente
eliminati!
«Aiutate a costruire una socie-
tà nuova, nell,a qual,e i bambini ed
i poveri non muoiano letteralmen-
te di fame, mentre !,e nazioni opu-
knte gettano scandal.osamente gli
avanzi dei !.oro l,auti banchetti!
«Aiutate a costruire una nuova
società, nell,a qua!,e ilpubblico de·
naro venga devoluto non per la
corsa agli armamenti, ma per il
progresso social,e dei cittadini,
per il I.oro benessere economico,
per /,a !.oro salute, per la !.oro
istruzione!
«Aiutate a costruire una socie-
nuova, nell,a qual.e il plurali-
smo delle idee e delle concezioni
sia realmente ammesso e rispet-
tato, perché non succeda che chi
ha in mano /,a forza si creda in di-
ritto di fare scomparire o elimini
occultamente quanti non sono al-
lineati con la ideol.ogia del potere!
«Aiutate a costruire una socie-
nuova, nell,a quale 7,a sua con-
tinua e ordinata trasformazione
non sia affidata all'utopia del ter-
rorismo e della rivoluzione viol,en-
ta; la viol.enza - psicol.ogica o fi-
sica - provoca, solo lacerazioni,
morte, lutti, l,acrime!
«Aiutate a costruire una socie-
nuova, nella qual.e i giol.lani vo-
stri coetanei non siano costretti a
cercare nella droga l'illusione del-
la felicità; la droga uccide la gio-
vinezza e i suoi ideali!
«Aiutate a costruire una socie-
nuova, nell,a qual.e anche co-
l.oro che non possono più produr-
re o consumare secondo !,e l,eggi
inesorabili della odierna econo-
mia consumistica, siano rispetta-
ti, protetti da l,eggi adeguate all,a
dignità dell,a persona umana!
«Aiutate a costruire una socie-
nuova, nell,a qual.e rispl.enda e
si realizzi la giustizia, /,a verità,
zl'za.om./»o.re, /,a solidarietà, il servi-
Silvano Stracca

3.9 Page 29

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el coraz6n
di
Managua
Proseguendo I nostri servizi dal
Centro America cl soffermiamo sul
Nicaragua: chu fanno I salesiani?
Quall problemi affrontano
quotidianamente?
La musica è sempre un richiamo. Ragazzi a Managua.
I l Nicaragua è con molta pro-
babilità il Paese centroame-
ricano più conosciuto. Vuoi
per la drammaticità dei suoi pro-
blemi, vuoi perché il Fronte San-
dinista di Liberazione Nazionale
(FSLN) si muove con notevole di-
sinvoltura nel settore della grande
informazione, fatto sta che le cro-
nache dei giornali non sono certo
avere di notizie sul Nicaragua. Il
problema piuttosto è di qualità e
di verità.
Giungiamo all"aeroporto «Ce-
sare Augusto Sandino» di Mana-
gua nel mese di luglio a bordo cli
un aereo della TACA stracolmo di
cubani, russi, americani e persino
cinesi.
Le città ci accoglie con il con-
sueto caldo umido dei tropici e
con grandi striscioni inneggianti
al «pueblo» e alla «revolution».
Annotiamo qualche slogan al
completo: «Todas las annas al
pueblo para defender la revolu-
tion» e «El coraz6n de mi chavala
I es el pueblo / porque esta Re-
voluti6n / es una chavala con co-
raz6n I todos queremos a la cha-
vala ».
Uno stragrande numero di sol-
dati, per lo più ragazzi e ragazze
dai volti ancora giovanili, ahimè!
armati di kalashnikov sovietici,
sottolinea che qui, come del resto
anche altrove, ancora una volta a
pagare sono loro: i giovani.
Da quando nel 1979, con l'ap-
poggio di tutto il popolo, fu ab-
battuto il regime della famiglia
Somoza, il Fronte Sandinista, cui
è affidata la funzione legislativa
ed esecutiva del Paese non è riu•
scito ad assicurare serenità e giu-
stizia. Tutt'altro: è cresciuta l'in-
tolleranza ideologica e si prean-
nunciano - ma in buona parte
sono stati già avviati - intensi
programmi di rieducazione per ac-
celerare il processo di cubanizza-
zione.
Dopo la drammatica visita del
Papa (luglio 1982) la Chiesa nica-
raguense ha acquistato una nuova
e più unitaria coscienza dei pro•
blemi e al tempo stesso delle pro-
prie possibilità.
La Famiglia salesiana è presen-
te in Nicaragua sin dal 1911 allor-
ché fu aperta la casa di Granada.
Managua, prima di una partita a beseball
29 BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 1984

3.10 Page 30

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r.
Il templo di Do11 Boeco.
Oggi essa è presente con l'arcive-
scovo della stessa Capitale che è il
salesiano monsignor Obando Y
Bravo, col il Centro Juvenil Don
Bosco di Managua, con la tormen-
tata opera di Masaya, un po' fuori
da Managua, con la scuola e la
parrocchia di Granada; le Figlie
di Maria Ausiliatrice hanno due
Case a Granada ed una a Ma-
nagua.
Non sono come si vede molte
opere ma estremamente signifi-
cative per un Paese che ha appena
due milioni e mezzo di abitanti
sparsi per 139 mila chilometri
quadrati di superficie.
30 • BOLLETTINO SALESIANO I FE86RAIO 1984
Ragazzi al Centro Juverul.
Il Centro Juvenil
Don Bosco
A circa mezz'ora di strada dalle
rovine ancora non sanate del ter-
remoto che ha distrutto la vecchia
Managua, si trova il Centro Ju-
venil Don Bosco.
Si estende su un'area di almen-
to quarantamila metri quadrati di
terreno: campi da gioco, labora-
tori per la scuola profes&onale,
sale d'ogni tipo per i giovani, una
grande chiesa circolare molto si-
mile ad un tendone da circo ep-
pure tanto raccolta.
Abbiamo avuto la fortuna di
arrivare al Don Bosco un sabato
David Freen: un grande giocatore ex.allie-
vo di Managua.
pomeriggio quando nei Talleres
Populares non c'è nes&100 dei
mille apprendisti che rappresen-
tano il pane quotidiano dei sale-
siani. In compenso c'è preannun-
ciato per l'indomani domenica l'i-
nizio di un grande torneo di ba-
seball che vedrà coinvolti almeno
tre mila giovani della città.
Mi riceve il direttore don Mario
Fiandri che accogliendomi con
fraterna cordialità non può fare a
meno di dire: «Senti, qua sei a
casa tua ma fino a martedì non
far conto su di me perché ho da
fare con i ragazzi. E poi, cos'è que-
sta storia che venite per qualche
giorno e poi scrivete decine cli pa-
gine! Dovresti fermarti per al-
meno un anno».
Intanto don Fiandri fedele al
« comparte Coca Cola y una sor-
risa,) mi offre da bere l'onnipre-
sente bibita americana e mi pre-
senta i suoi confratelli: l'anziano
tedesco don Huber, l'italiano don
Giuseppe Leo, don Martinez ed i
confratelli coadiutori Chico Pedro
e Martinez Josè.
Il Centro Juvenil è stato fon-
dato nel 1956 ad opera di don Hu-
ber - ormai ottantenne -, di
don Manenti e del coacliutore si-
gnor Virgilio Vargas. L'inizio fu
modesto ma i tre seppero guar-
dare subito al futuro individuan-
do un ampio spazio nella parte
orientale della città dove grada-
tamente costruirono le opere che
si vedono oggi.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Il 26 luglio del 1976 venne aper-
ta l'attuale chiesa dedicata a Don
Bosco frequentata da migliaia di
persone e che rappresenta un
punto essenziale di riferimento
per i cattolici di Managua.
Al Centro Juvenil - mi dice
don Fiandri - si fa molto sport
anche perché ci sono ottime at-
trezzature: vi domina il baseball e
pare con ottimi risultati dal mo-
mento che su questi campi è cre-
sciuto David Freen, uno dei più
forti giocatori di baseball esistenti
al mondo, che gioca con i «Car-
dinals» di St. Louis negli Stati
Uniti.
Naturalmente al Centro Juve-
nil non manca la musica; «mucha
musica y alegria de viver», mi
Don Giuseppe Leo, giovane prete italiano a Managua.
Guardando ì laboratori.
l)U llt
DON Bos
- ;;-;;::-:::-~~- - -
dirà più tardi una ragazza.
Fulcro di tutta l'attività è il
«Movimiento Juvenil Don Bosco»
che raccoglie i giovani più consa-
pevoli in grado di scegliere per
una vita come impegno e vocazio-
ne. Sono questi ragazzi dai quin-
dici anni insù che aiutano per l'a-
nimazione di tutte le attività del
Centro. Si tratta di giovani che
sono autentici protagonisti di ser-
vizio cristiano all'interno del Cen-
tro Juvenil ma anche fuori.
È con essi che i Salesiani af.
frontano molti problemi ed è gra-
zie ad essi che è possibile da que-
ste parti sperare.
Se chiedete all'Arcivescovo di
Managua, oppure al Nunzio apo-
stolico, dove sono i giovani più
impegnati della città, la risposta è
una: al Don Bosco. .
«E non certo - sottolinea
monsignor Obando - perché io
sono salesiano». Del resto questa
esperienza è tanto più preziosa
per l'intera chiesa nicaraguense
quanto più si intensifica l'impe-
gno del sandenismo per "coscien-
tizzare" le masse giovanili ai prin-
cipi del marxismo-leninismo con
tutte le iniziative tipiche d'ogni
regime.
Sul Centro Juvenil - mi dice
ancora don Fiandri - sono pun-
tati gli occhi del Fronte Sandini-
sta al quale fanno gola le attrez-
zature ma certamente esso non
sopporta questo spazio di libertà
dove sono ancora visibili i segni
delle lotte contro Somoza nella
quale morirono alcuni giovani le
cui tombe si trovano nell'area del-
lo stesso Centro.
Particolarmente apprezzata è
la scuola professionale: al Don
Bosèo si preparano meccanici, ti-
pografi, dattilografi, falegnami
che trovano quasi subito lavoro
appena finiscono i corsi. Recen-
temente lo stesso Governo ne ha
assunto a decine e prima ancora
che ultimassero.
Cosa sia in realtà il Centro Ju-
venil Don Bosco lo vedo la do-
menica mattina quando sin dalle
sei del mattino incominciano a
giungervi gruppi di giovani in di-
visa da baseball e non soltanto
perché si dà il via al torneo: reste-
ranno a centinaia nei campi del
Centro dopo aver pregato, giocato
e chiacchierato con il salesiano
verso il quale sono generosi come
forse in nessun altro luogo.
La gente qui - è sempre don
Fiandri a parlare - ci vuol bene
perché ha capito che tutto quello
che abbiamo è per loro, per i loro
figli. È questa la nostra forza.
Ho girato anch'io per i campi a
fianco di questo giovane prete sar-
do: a chi una stretta di mano, a
chi un soni.so con una parola, a
chi una pacca sulle spalle.
«Mi raccomando - dirà al ca-
31 BOLLETTINO SALESIANO , FEBBRAIO 1984

4.2 Page 32

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Grande Manifestazione sportiva.
pitano de «La prensa», l'unico
giornale d'opposizione che si
stampa in Nicaragua e che par-
tecipa al torneo con una squadra
di giornalisti e tipografi - cer-
chiamo di metter qualche notizia
salesiana sul giornale».
«Non dubiti, padre - è la ri-
sposta - dedicheremo un'intera
pagina al Don Bosco».
AI barri.o de Monimbò
Se andate a Managua fate un
salto nella cittadina di Masaya: è
come andare in un antico quartie-
re coloniale dove come in un ba-
zar è possibile trovare di tutto.
Se vi recate ad esempio al suo
mercato potrete trovare statue ed
immaginette di Don Bosco cono-
La sfilata per il Centro Juvenil prima del torneo.
32 BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 198'
sciuto da tutti perché un po' tutti
gli abitanti del quartiere di Mo-
nimbò sono passati dalla vicina
casa salesiana.
Quella di Monimbò è, come si
dice, una casa salesiana nell'oc-
chio del ciclone. Per ben due volte
infatti i suoi direttori, don Mora-
talla prima e don Corra.I, il 31 ot-
tobre 1983 sono stati espulsi dal
Nicaragua. Perché? Il primo per
aver difeso i suoi ragazzi ed il se-
condo per aver commentato a fa-
vore la lettera pastorale dell'Epi-
scopato nicaraguense che in data
29 agosto 1983 scriveva: «L'eser-
cito è una istituzione armata dello
Stato che si legittima per la ne-
cessità di difendere la sovranità
nazionale e la integrità del terri-
torio contro possibili attacchi.
Cionostante lo stato deve ri-
spettare la giusta libertà dell'in-
dividuo e tenere conto delle realtà
religiose ed etiche del cittadino».
I Salesiani di Monimbò vivono
tlltte le contraddizioni di un quar-
tiere estremamente popolare che
si è trovato a combattere eroica-
mente contro il regime di Somoza
e che ora s'imbatte in quotidiane
difficoltà perché si rifiuta di ac-
cettare le idee politiche del par-
tito che è al governo.
Nonostante queste difficoltà e

4.3 Page 33

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nonostante che nubi sempre più
nere sembrano addensarsi all'oriz-
zonte, i figli di Don Bosco sono
ancora a Masaya in un'opera fon-
data nel 1926 dal salesiano italia-
no don Emilio Bottari deceduto
nel settembre del 1976. L'opera di
Masaya - dedicata all'Ausiliatri•
ce - comprende una scuola per
circa novecento allievi in buona
parte liceisti ed una chiesa pub-
blica.
La casa salesiana è un tutt'uno
con il quartiere.
(( Qui - mi dice un ragazzo -
mi trovo come in una grande fa.
miglia».
Che tristezza che a qualcuno
tutto questo dia fastidio!
Da Masaya ci rechiamo a Gra-
nada, splendida città coloniale di
circa cinquantamila abitanti, che
si estende lungo l'omonimo gran-
de lago.
Granada è la città da dove la
devozione all'Auxiliadora si è dif.
fusa per tutto il Centro America;
qui è ancora vivo il ricordo dell'i•
spettore salesiano don Giuseppe
Misieri, nonostante che questi sia
deceduto il 27 luglio del 1945;
presso le Figlie di Maria Ausilia-
trice sono fiorite numerose voca-
zioni quasi dono della Madonna
per la devozione delle sue figlie.
Il direttore di Granada è don
Calero Orlando, nicaraguense.
L'opera comprende una grande
A messa prima delle... partite.
Anche una vecchia «pedali:oa• a Managua serve.
scuola, una chiesa pubblica recen-
temente eretta a parrocchia che
conserva una belle riproduzione
del quadro della Basilica di Maria
Ausiliatrice di Torino, alcune cap-
pellanie, l'attività dell'oratorio.
L'eco delle battaglie ideologiche
di Managu&., a Granada arriva at-
tutito anche se il villaggio di So-
lentinane, l'esperienza di promo-
zione culturale contadina descrit-
ta da Cardenal, attuale ministro
della cultura, è a pochi chilometri.
In effetti a Granada si ha l'im-
pressione di una tranquilla città
di provincia splendente come il
bianco della sua cattedrale e ri-
specchiantesi come la statua dello
sfortunato eroe Francesco De
Cordova, qui decapitato, su un
lago appena increspato.
Don Calero non nasconde tut-
tavia le sue preoccupazioni: la
scuola, egli dice, prosegue con una
certa tranquillità e non .abbiamo
molti fastidi. In ogni caso - con-
clude - speriamo sempre nell'Au-
siliatrice.
Proprio cosi: speriamo nell'Au-
siliatrice.
Il Nicaragua, terra eminente•
mente mariana - recentemente
sono avvenuti anche alcuni ecce-
zionali fenomeni che ricordano a
molti i fatti di Fatima - spera
nella Madonna perché il suo svi•
luppo sociale da tutti voluto e au-
spicato non avvenga a scapito di
una libertà: quella religiosa.
Il coraggio
di una presenza
Guardando alla presenza sale-
siana in Nicaragua non si può non
rimanere ammirati dall'amore che
i Figli di Don Bosco nutrono per i
giovani di questo tormentato e
splendido Paese: veramente il
cuore di Don Bosco attraverso i
suoi figli è giunto fin laggiù.
Il clima che in esso si vive - ci
ha dichiarato don Sergio Cuevas,
consigliere generale della Congre-
gazione salesiana per la regione
Pacifico-Caraibi - dal punto di
vista socio-politico è drammatico:
sono aumentati l'odio, il rancore,
il fanatismo politico ed ideologico.
Il margine di libertà - specie per
chi opera in campo educativo -
si riduce sempre più.
I Salesiani - continua ancora
don Cuevas - hanno una chiara
coscienza della situazione interna
e lavorano con serenità di spirito
confidando nel Signore, pratican-
do il discernimento comunitario e
ispirandosi a prudenza e intelli-
genza.
Comunque si mettano le cose
dal punto di vista politico, una
cosa è certa: a Managua, a Ma-
saya, a Granada il cuore di Don
Bosco si è incontrato con el cora-
z6n dei nicaraguensi. Per questo
c'è ancora spazio per vivere.
Giuseppe Costa
33 BOLLETTINO SALESIANO ! FEBBRAIO lf/84

4.4 Page 34

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L'ULTIMA IN ORDINE
DI TEMPO-.
Con molto ritardo, sento-il dovere di
adempiere ad un voto parecchie volte
ripetuto, di esprimere alla Madonna
Ausiliatrice il ringraziamento mio e
quello della mia famiglia per le molte
grazie concesseci, nelle prove che ab-
biamo dovuto affrontare.
L"ultima, in ordine di tempo, fu la
guarigione quasi miracolosa di un mio
nipotino, che sull'età di quattro anni fu
colpito da una malattia strana, virale,
inguaribile, che nessun medico o chi-
rurgo, sapeva diagnosticare e curare.
Si cominciò allora a pregare con fede
immensa, con insistenza tenacissima
ed i giovani genitori, per un lungo pe-
riodo di dieci anni, vagarono da una
clinica all'altra, da un professore ad un
altro, da un Santuario ad un altro con
una costanza ed una speranza che le
diagnosi più nere non riuscivano a
spezzare.
E il bambino ridotto agli estremi, li-
cenziato sempre dai migliori speciali-
sti, sottoposto a diverse dolorosissime
operazioni, inspiegabilmente resisteva!
Quando si era tentato inutilmente
tutto fu portato a Lourdes, col timore
che il lungo viaggio ne affrettasse la
fine, ma con la speranza, l'ultima, che
la Madonna, avesse pietà di tanto stra-
zio. Non fu guarito; ma al suo ritorno,
per suggerimento di un amico, fu por-
tato in Svizzera, dove i professori,
dopo aver attestato: «Non si può spie-
gare come il bambino sia sopravvissu-
to» lo sottoposero ad un'operazione
mai tentata, che fu la sua salvezza.
L'anno dopo tornò in Svizzera e fu
sottoposto ad una nuova operazione;
da allora riprese a vivere normalmente,
crebbe, si sviluppò e adesso è un gio-
vane forte e fisicamente guarito che
ogni anno torna a Lourdes o a Loreto,
per dire alla Vergine la sua gratitudine
e quella dei suoi familiari.
Lettera firmata - Pedara (CT)
UNA BRUTTA FRATTURA
CADENDO DALLE SCALE
Vi prego di pubblicare una grazia
che la Vergine Auslllatrlce con l'inter-
cessione particolare di mons. Vincen-
zo Cimarti mi concesse poco più di tre
anni fa. Cadendo da una scala, mi
fratturai completamente la gamba de-
stra, per cui fu necessaria una gravis-
34 BOLLETTINO SALESIANO 1 FEBBRAIO 1!/84
sima operazione. Non ebbi alcuna
complicazione e con grande meravi-
glia di tutti i medici, dopo quattro mesi
di Ingessatura, potei iniziare a cam-
minare. Da tempo sono tornata nor-
male, tanto che nessuno si accorse di
quanto mi è accaduto.
Giovanna Camerini, Faenza
«SUO MARITO È IN FIN DI VITA...•
Ml RACCOMANDAI A LEI
«Porti via questo bimbo e... preghi...
suo marito è in fin di vita». Queste le
tremende parole che pronunciò il car-
diologo dopo aver visitato mio marito
colpito da infarto. Dopo l'Immediato ri-
covero, corsi a lasciare il piccolo e a
cercare una reliquia dai salesiani. Non
trovai alcun sacerdote! «Lei», però,
l'Auslllatrlce era nella bella chiesina
che ogni domenica ci aveva visti riuniti
tutti della famiglia, per la S. Messa. Mi
raccomandai a Lei. Dopo tante cure
mio marito è guarito. Da un recentis-
simo, ennesimo elettrocardiogramma
non si rileva più alcuna traccia del tra-
scorso guaio. A lui è tornata la vitalità
di un tempo, a tutta la famiglia la pace
di sempre.
Venere Case/la, Riposto (CT)
INVESTE LA MADRE CON LA VESPA
Erano le 17 del 17 maggio 1982, sta-
vo provando ad andare in vespa ed es-
sendo soltanto la seconda volta, non
ero molto pratica, così lascia brusca-
mente la frizione e la vespa partì ad
una velocità pazzesca andando a fer-
marsi contro mia madre che, in quello
stesso momento, stava aprendo il can-
cello. All'inizio non sembrava una cosa
grave, ma poi ci rendemmo conto che
mia madre aveva due profondi tagli
alle gambe. All'ospedale i dottori non
ci nascosero la gravità del male e il ri-
schio dell'amputazione della gamba
destra. Nello stato in cui mi trovavo in
quel momento per il senso di colpa che
provavo, pregai e invocai disperata-
mente Maria Ausiliatrice, perché la mia
mamma guarisse e senza l'amputazio-
ne. Dopo una settimana di incubo per
me, i medici sciolsero la prognosi e
mia madre fu dichiarata guaribile in 30
giorni senza far ricorso all'amputazio-
ne. lo ringrazio la Madonna con tutto il
cuore per la grazia ricevuta e chiedo
un po' di fortuna e di felicità.
C.M.. Rosignano
INEL MODO MIGLIORE
FIDUCIOSA NEL LORO AIUTO
Pregando intensamente la SS. Ma-
dre Maria Auslllatrlce per dei motivi
ben distinti, sono stato appagato, gra-
zie alla grande fede che ho avuto nel-
l'aiuto di Maria, Madre di Dio.
Il primo è stato per il mio trasferi-
mento avvenuto all'improvviso, dopo
tante delusioni e promesse fattomi, e
nel modo migliore di quello che spe-
ravo. Il secondo è stato nel chiedere
una pronta guarigione per mio padre,
in seguito ad un ricovero urgente per
tifo. E guarito in brevissimo tempo con
meraviglia dei medici e senza riscon-
trare nessuna malattia Infettiva. Infine,
ho pregato, affinché il Signore ci do-
nasse un figlio. Dopo tantissime delu-
sioni anche da parte dei medici, è
giunto Il segno tanto sperato.
Per rendere omaggio, ho voluto la-
sciare testimonianza della bontà della
nostra amata Madre di Dio.
Lotito Vincenzo, Corato (BA)
IANCHE QUESTA VOLTA
In passato ho avuto modo di far
pubblicare attraverso il B.S. grazie ri-
cevute per intercessione di Maria Au-
siliatrice.
Anche questa volta, come promes-
so, desidero ringraziare Maria Ausllla-
trlce, che costantemente prego, per
l'aiuto che mi ha dato in momenti in cui
ne avevo grande bisogno.
R. Oberosler. Vigolo Vettaro (TN)
Voglio ringraziare con tutto il cuore
Maria Auslllatrtce, Don Bosco e San
Domenico Savio per aver aiutato in
tanti momenti delicati la famiglia di mia
sorella. Fiduciosa nel loro aiuto conti-
nuo a pregare perché proteggano
sempre la mia famiglia e tutte le fami-
glie, specie le più provate.
Piera Giovenino - Torino
ILA FORZA DI RIPRENDERSI
Ringrazio Maria Auslllatrlce, S. Gio-
vanni Bosco e S. Domenico Savio che
mi hanno dato la forza di riprendermi.
A giugno ero stata colpita per strada
da un collasso che mi aveva ridotto in
condizioni bruttissime. Sono rimasta
tre mesi senza poter uscire di casa,
malessere e depressione non mi la-
sciavano, non potevo neanche cam-
minare e dovevo accudire e pensare a
tutto essendo sola con due bambine.
Ero anche senza lavoro, trovavo mo-
menti di disperazione, mi sembrava di
non farcela e che tutto fosse finito. Ml
stringevo l'immagine di Maria Ausilia-
trice e con tutte le forze che mi erano
rimaste pregavo la Santa Vergine di
non farmi morire, di farmi guarire al-
mer.o per le mie bambine che hanno
tanto bisogno di me, dato che il padre
ci ha già lasciato da tanti anni. Vi chie-
do di pregare per me e per le mie bam-
bine perché crescano sotto il manto
dell'Ausiliatrice che sicuramente le
proteggerà.
Teresa Cancedda, Cagliari

4.5 Page 35

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EBBI COMPLICAZIONI VARIE
visione più rosea parlava di un bimbo
ammalato.
Mi rivolsi allora con tutto il cuore di
futura mamma, ed assieme a me i miei
Sono una mamma felice e voglio
rendere pubblica la mia riconoscenza
a S. Domenico Savio e a Maria Au■llla­
trlce. Il mio primo figlio Diego nacque
prematuro, senza 1·assistenza medica
e In un momento di sofferenza per me,
perché mio marito era ricoverato da un
mese per una forma febbrile ribelle ad
ogni cura. Ebbi complicazioni varie e il
piccolo, che soffriva di insufficienza re-
spiratoria non sopravvisse. In quei dif-
genitori ed amici, a San Domenico Sa-
vio. Le preghiere furono accolte e il 18
marzo 1979 nacque Silvia Maria, una
bella bimba sana e vispa. lo, tuttavia mi
ammalai ancora e molto gravemente.
Grazie alle preghiere riuscii ancora
una volta a cavarmela bene.
Ringrazio San Domenico Savio delle
grazie concessami e lo supplico di aiu-
tarmi ancora.
Rina/di Gasso, Racco (GE)
ficili momenti mi sentivo sostenuta dal-
la fede e dalla preghiera di mia madre
e di mia sorella, suor Angela.
Trascorsi 13 anni in attesa di un al-
IL MIGLIORAMENTO
FU ISTANTANEO
tro figlio. Ormai avevo deposto ogni
speranza. Anche la prospettiva di
adottare un bambino divenne sempre
Finalmente il grazioso Vincenzo
più una utopia. Un giorno consegnai a
mia sorella un paio di scarpine da neo-
nato confezionate dalla mamma dicen-
do: «Quando val a Torino, mettile da-
vanti all'altare di S. Domenico Savio e
digli di ricordarsi di me». Nel Natale
successivo ebbi la chiara conferma
che la preghiera era stata esaudita.
Però data la mia età, 37 anni, fui con-
sigliata dai medici e da altre persone
ad abortire prospettandomi una diffi-
cile gravidanza e lo spauracchio del fi-
glio handicappato. Furono mesi lunghi
per la sofferenza, l'estate caldissima,
l'ansia... Il 9 luglio è nata Nadia Maria
sana e bella, gioia della nostra fami-
glia.
venne alla luce, salutato da immensa
gioia. Un'accogliente clinica gli diede il
benvenuto.
Ma la grande euforia durò appena
tre soli giorni. Un ittero epatologico lo
investì in forma brutale. La clinica pur-
troppo non aveva le attrezzature ade-
guate per gli urgenti primi soccorsi. Si
dovette dirottare all'Ospedale Civile di
Torre Annunziata.
I medici furono solleciti nell'affron-
tare il caso. Davanti all'incalzare dell'it-
tero proposero il ricovero del piccolo
Vincenzo. Ciò che si voleva scongiu-
rare al neonato. Il quale portato a casa
contro il parere dei medici, che con-
cordi temevano il peggio, fu affidato
Onorina Zenotto - Vicenza con accorate preghiere a Domenico
Savio. Gli venne applicato anche l'A-
bitino.
SI TEMEVA NON SOLO
Il miglioramento fu istantaneo, e la
PER LA VITA
guarigione completa quasi immediata.
Vincenzo cresce bene e si mantiene in
ottima salute.
Il bimbo di 40 giorni di carissimi ami- Si lascia un'offerta quale segno di
ci fu ricoverato d'urgenza all'ospedale gratitudine e si auspica di meritare
infantile dove i medici riscontrarono la sempre l'aiuto del Santo delle mamme
meningite. Si temeva non solo per la e dei bimbetti.
vita del piccolo, ma anche per le terri-
Rosa e Corrado Fiorenza,
bili conseguenze che lascia questa
Torre Annunziata (NA)
I gravissima malattia. Abbiamo Iniziato
con fervore una novena a S. Domenico
Savio, il santo delle culle, e subito il
MAMMA STA BENE
primo giorno il piccino ha cominciato a
migliorare. Gli sono state apprestate le
cure del caso ed ora ha già fatto ritor-
no a casa ed anche i successivi esami Lo scorso anno, la nostra mamma fu
di controllo hanno accertato che il pic- ricoverata d'urgenza all'Ospedale S.
colo è completamente guarito e non ri- Martino di Genova. A primo giudizio di
porterà nessuna conseguenza per l'av- tutti e dei medici stessi pareva trattarsi
venire. Ringraziamo di cuore il piccolo di cosa gravissima, di un «brutto
Santo.
male• come si dice in linguaggio cor-
Sara Veronese - Torino rente. Invece grazie alle preghiera fatte
alla Serva di Dio suor Eusebia Palo-
mino, a cui una nostra zia suora FMA
AMMALAI ANCORA
ci aveva indirizzate. per avere singo-
lare protezione, la nostra cara inferma
se la cavò solo con una lieve forma di
epatite virale.
Desidero ringraziare pubblicamente Ringraziamo di cuore suor Eusebia
San Domenico Savio. Nel luglio del per il visibile aiuto, che tutt'ora ci elar-
1978 aspettavo un bimbo e la gravi- gisce ancora, perché la nostra mamma
danza si presentava difficile. I medici sta bene e pare non abbia mai avuto
più volte mi avevano consigliato di in- un malessere, che soventissimo lascia
terromperla perché rischiavo la mia strascichi e conseguenze.
vita e quella stessa del bimbo; la pre-
M. Grazia e A. 0/iveri, Campo Ligure (GE)
UN GIOVANE DOTTORE
MOLTO SOFFERENTE
Un giovane dottore di mia cono-
scenza era molto sofferente per Indi-
sposizioni varie. Invano aveva speri-
mentato consiglì e cure anche di bravi
professori. Nel vivo desiderio di aiutar-
lo mi rivolsi con fede a Suor Eusebia
supplicandola a voler intervenire in
questo caso veramente pietoso. Il gio-
vane dottore fu ispirato a seguire il
consiglio di recarsi all'estero; qui è sta-
to scoperto il male e individuata la
cura. In breve tempo la sua salute è ri-
fiorita.
Suor Maria Mariot
UN PROBLEMA
Ml TORMENTAVA
Un grave, irrisolvibile problema tor-
mentava, da molto tempo, me e la mia
famiglia, tanto che era sparito il sorriso
delle nostre labbra e un'inesorabile an-
gosciosa pena ci consumava lenta-
mente. giorno per giorno!
A far precipitare la situazione mia fi-
glia si ammalò di ulcera, con tutte le
conseguenze prevedibili. Mia moglie
accusò un forte dolore al ginocchio
destro e l'ortopedico dell'ospedale dis-
se che era necessario un intervento
chirurgico. Eravamo prostrati!...
Leggendo Il Bollettino Salesiano,
conobbi Suor Eusebia Palomlno, la
piccola dolce figlia di Maria Ausiliatri-
ce. Con tanta fiducia mi rivolsi a Lei.
Pregai... invocai la sua intercessione
presso il Signore e la Vergine Santa,
promisi la pubblicazione della grazia e
una offerta per la sua beatificazione.
Dopo qualche tempo, le cose comin-
ciarono a prendere una piega diver-
sa... positiva. Si crearono situazioni im-
previste ed impensate che, in un primo
momento, aumentarono la nostra an-
sia e la nostra viva apprensione, intrav-
vedendosi la risoluzione dell'annosa,
grave situazione che tanto ci aveva fat-
to soffrire!
Nel pomeriggio del 9 giugno 1983,
vigilia della festa del Sacro Cuore di
Gesu, alle ore 16 e minuti... tutto si ri-
solveva meravigliosamente. Cessarono
così gli incubi, le pene, e tornammo a
sorridere, anche se si piangeva di
commozione! Suor Eusebia ci aveva
accontentati! Intanto mia figlia miglio-
rava e a mia moglie era scomparso il
dolore al ginocchio, senza alcun inter-
vento.
Affido la mia famiglia, ed in partico-
lare i miei figli, a Suor Eusebia, perché
continui a intercedere per noi tutti nel-
le immancabili quotidiane difficoltà e
necessità, ogni qualvolta sarà neces-
sario.
Grato, mantengo la promessa fatta.
A mezzo postagiro n. 0030303936 del
1/ 11 /83 rimetto la somma di L. 50.000
(cinquantamila) per la causa di beati-
ficazione della piccola figlia di Maria
Ausiliatrice.
Lettera firmata
35 BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 1984

4.6 Page 36

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mille
chilometri
per Rio
Manso
I cooperatori dJ Guadalajara.
Fra I territori affidali alla
Famiglia Saleslana del Messico
c'è anche la Prelatura
Mlxepolltana nella regione di
Oaxaca. Un gruppo di giovani
cooperatori di Guadalajara da
oltre un decennio ne hanno
fatto campo preferito di lavoro
apostolico.
I giovani cooperatori salesiani
di Guadalajara in Messico
sono ormai di casa, nella re-
gione Mix.e e Cinanteca, sono or-
mai di casa.
Sin dal 1972 infatti, per almeno
una settimana, un gruppo di gio-
vani è sempre andato. Qualcuno
poi è rimasto per un anno o due
nella stessa missione.
L'interesse crebbe di anno in
anno fino a quanto non si creò un
gruppo missionario vero e proprio
denominato « Centro Guillermo
Garda».
Gli orientamenti per il gruppo
vengono dati dagli st:.es& salesiani
responsabili della parrocchia di
san José Rio Manso nella regione
dei Cinantecos: don Guillermo
Garda e don Isidoro Fabregas.
In tal modo il gruppo dei gio-
vani cooperatori è riuscito ad evi-
tare sin dall'inizio il rischio di una
attività episodica scarsamente
36 BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 1!184
collegata con l'intera pastorale vano proprio niente nella loro so-
della zona.
cietà.
E del resto il parroco don Guil-
lenno da tempo aveva in animo di
fare qualcosa di più per i giovani
Cinantecos, destinatari privilegia-
ti dei salesiani anche quando que-
Essere giovani tra i Cinantecos
significava soltanto un periodo
piuttosto breve fra l'infanzia e il
matrimonio.
sti operano in ambienti parroc-
chiali.
Nacque allora l'idea di proporre Conquistare
ad un gruppo di giovani «citta- la fiducia
dini» di Guadalajara di formare
- la chiamarono cosi - una « bri-
Quando nacque il gruppo si era
sul finire del 1981 e per prima
cosa si decise di fare negli ultimi
giorni dell'anno un grande incon•
tro per tutti i giovani di Rio
Manso.
Il parroco fece correre la voce
per gli oltre venticinque villaggi
della parrocchia invitando pres-
santemente tutti i giovani ad in-
tervenire presso il centro parroc-
chiale.
Animarono i ragazzi di Guada-
lajara.
Giovane C iruuiteca.
«Avevamo fatto - qualcuno ri-
gata giovanile• e cioè un gruppo
di giovani della città che volessero
promuovere ed animare altri
gruppi giovanili tra i giovani Ci-
nantecos della parrocchia di Rio
Manso lavorando e convivendo
con loro per un po' di tempo.
Fino a quel momento - è op-
portuno richiamarlo alla memoria
- i giovani indigeni non conta-
corda - un viaggio di più di mille
chilometri da Guadalajara a Rio
Manso. In realtà non sapevamo
nemmeno che cosa e come avrem-
mo fatto. Musica? Sport? Cate·
chesi?
Non potevamo nemmeno im-
maginare che tipo di risposta ci
avrebbero dato i giovani Cinan-
tecos molti dei quali non parla-
vano lo spagnolo».

4.7 Page 37

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Appena giunti si trovò il me-
todo.
D'accordo con un gruppo di Ci-
nantecos venne rinnovato l'invito
di casa in casa.
I partecipanti aumentarono di
giorno in giorno mentre ai giochi e
alle gare si alternavano riflessioni
su cosa significa essere giovani ci-
nantecos.
Tutto finì con una grande ma-
nifestazione di balli e canti lo-
cali e con la celebrazione di una
messa.
Per tutti i giovani cooperatori
fu chiara una cosa: trasmettere
l'esperienza ricevuta tornare nella
Pasqua successiva era diventato
un impegno e quasi la realizzazio-
ne di un sogno.
Pasqua giovanile
Si tornò a Guadalajara appena
in tempo per prepararsi alla par-
tenza. Su temi di riflessione sug-
geriti dallo stesso don Guillermo i
giovani messicani si prepararono
alla Settimana Santa.
Se pochi mesi prima essi erano
riusciti a conquistarsi la fiducia
dei loro meno fortunati colleghi
ora tornavano ad incontrarli per-
ché diventassero protagonisti di
vita sociale ed ecclesiale. Furono
cosl riperr:orsi i soliti mille chi-
lometri per celebrare una Pasqua
giovanile. All'avviso si formò su-
bito un gruppo animatore con una
maggioranza di giovani Cinante-
cos. Questo gruppo animò l'intera
settimana santa.
Caratteristica danza Cinanteea.
In un luogo dove i giovani non
contavano nulla essi divennero
così i primi animatori delle cele-
brazioni religiose più care alla co-
munità.
Le vacanze estive
La « brigata giovanile» inco-
minciò così a prendere forma e ro-
bustezza nel mentre ne nasceva
un'altra tra gli stessi giovani· Ci-
nantecos.
Si decise di accelerare questo
momento organizzando un corso
che comprendeva attività artisti-
che e ricreative.
ancora un'immagine dei cooperatori Guadalajara.
Si rifece il viaggio di mille chi-
lometri e questa volta nel mese di
luglio con una temperatura di 40°
all'ombra e pioggia a più non
posso.
Trovammo oltre un centinaio
di Cinantecos alcuni dei quali
avevano fatto fino a dodici ore di
cammino pur di partecipare.
Essenziale in questa esperienza
fu il rispetto della cultura locale.
Si fece loro apprezzare e conosce-
re la storia e la tradizione e si
compose perfino un inno in lingua
Cinanteca. Moltissime furono le
attività manuali, ricreative, cul-
turali e sportive.
Si chiuse cosi un primo ciclo di
lavoro annuale che ebbe come
obiettivo quello di lavorare con
loro per la loro stessa comunità
lasciandoli come protagonisti pri-
mi nella loro promozione.
Ogni tappa suggerì l'altra.
Noi - si osserva a Guadalajara
- abbiamo la convinzione che la
nostra presenza tra i Cinantecos
non debba essere indispensabile.
Vogliamo soltanto dar loro del-
le motivazioni perché siano gli au-
tentici missionari del loro popolo.
È un lavoro quindi indirizzato a
favorire la loro autonomia perché
essi stessi diventino una brigata
giovanile con stile, tempi e mete
proprie.
BOLLETTINO SALESJ,INO 1 FEBBJIAJO 19/U 37

4.8 Page 38

▲back to top
MICOOEMO 51g. DAMI Coadiutore Sa-
t lesiano Arese (Ml) a 76 anni
È nato a Monfec:chlo Maggiore (Vi-
cenza) Il 30 dicembre 1907 da Angelo
a Vittoria Magnagnagno; una famiglia
di lavoratori della terra, che ha cono-
sciuto ben presto la morte della mam-
ma, la quale ha lasciato orfani sei figh,
de, quali quattro sooo vwentL Un fra-
tello di Danl 6 stato dichiarato d,sperso
In Russia durante la 2" Guerra Mondia-
le lscr~o all'Azione Cattolica nei tem-
pi dofllcill. ne serberà aeml)fe lo spirito
Teneva In camera sua una medaglia ri-
cevuta ~ un convegno dell'Azione
Cattolica a Roma e la tessera di iscri-
zione. È entratoln noviziatoa VIiia Mo-
glia (Chieri) nel 1932. Sarà per sempre
salesiano e potrà festeggiare I 50 di fe-
deltà a Don Bosco, ad Alese. circon-
dato dafl'affano dei oa,entl e della Fa-
miglia Salesiana Cli Arese, LB lappe
della sua vrta In CongregazlOne sono:
magistero aJ Ret>audengo (Torino) net
settore del legno (1936), capotalegna-
me a Shlllong In Assam (India) nel
1937. Si ferma In India fino al 1946 con
una parentesi di quattro anni di campo
di concentramento Al ritorno. dopo al-
cuni mesl a Caselette e al Rebauden-
go. viene assegnato a Bologna come
voce capo della falegnameria Dal Set-
tembre 1955 6 s1ato capotaJegname al
Centro di Are$&, che 1ecoghe ragazzi
In difficoltà Qui lo cogUe la morte. al ri-
torno dagli Esercizi Splrltuall a Como,
Il giorno 12 novembre t 983. È sepolto
In terra salesiana ad Arese Il giorno 14
novembre 1983, dopo una solenne
concelebrazione.
o
TRONCAMA Sac,. DIONISIO S....lano
t a 83 anni
•Sono passato In mezzo a voi an-
nunziando Il Regno di Dio. Ho lavorato
per Il Signore con profonda umiltà. Ho
sofferto e anche pianto Non ho desi-
derato néoro né argento néle robe vo-
stre. Alle mie necessità ho provveduto
col lavoro di questa mani Quello Che
ml sia a cuore non quello che sarà
della mia vita. ma pona,e a termine la
missione che Il Signore ml ha affidato:
annunziare a tutti che D,o ama gli uo-
mini•. Queste parole Cli S Paolo sta-
rebbero molto bene sulla tomba di Pa-
dre Troncana come suo testamento
spirituale Con Dionisio Troncane nac-
qua a Travagliato (Brescia) 11•101900
e mori a Travagliato 119.8.1982 Fu per
S4 inni miSSiOnario In India Entralo In
Congreganone come Figlio di Maria
all'età Cli 25 anni, partl per l'India nel
1928 Raggiunse Il Sacerdozio il 29
giugno 1935 mèla del suol sogni per
un deciso apostolato missronarlo Ira I
poveri. La figura Cli Padre Vendrame,
anlma di varo apostolo tra le tribù Kha-
sl, al Nord-Est dell'India, fu per lui una
vera Ispirazione per una totale dedizio-
ne all'evangeHzzazlone. Orvenne eosl
uno strumento nelle mani Cli Olo per
condurre a Cristo molle anima con li
suo lavoro a con Il suo fervore secer•
dotale. Madras. Tezpur, D1brugarh, ma
soprattutto le colline Khasl, dMmnetO
per lu, 11 p,u consolante campo apostc>·
Ileo Bastoncino in mano. casco In ta-
sta, barbe lluente. br!z:zotala, caramel•
le in 1 = per I bamblnl, visitava I vH•
laggl del suo distretto assieme al suo
catechista Intrattenendosi presso pii
ammalati. confortando I bisogno,! e aiu-
tando, riportando molte anime ella ml-
serk:Otdla e all'amore Cli Cristo A tutti
donava U suo amore Che sgorgava da
un cuore nple110 Cli Dio. Aveva compre-
so e aperlmentato che la bontà Cli cuo-
re e la persuasione erano te fo,za vitali
dell'apostolato. Non sono convertiva
ma possedeva anche la qualità di lare
del suol cristiani uomini veramente di
fede La sua vita si era ormai ldent,11·
cata con quella del suo popolo e vicino
a loro divenne per essi una forza spiri•
tuale per la loro fede. non solo ne am•
miravano Il suo zelo apos101,co ma ne
segu11ono anche te sue orme nella sua
devozione Eucaristica. Mariana e al-
taccamento al Sommo Pontefice. I po-
veri formavano la parte pnvlleglata del-
le sue cure pastorali. Solava dire che
, I poveri e I blsognOSl sono I nostri pa•
dront. Non sapeva dir di no al poveri
che Chiedevano un aiuto. Con sollecf-
tudlne più Che materna correva al ca-
pezule degli ammalab. Non importava
l'ora, Il freddo, la pìoggta, 11 ~to Era-
no an,me btsognose del suo aiuto La
sua presenza ridonava flèuCja, contor-
to aU-anoma e se era necessario Il pr•
parava all'Incontro con Il Padre Cele-
sta. Cerlssima figure di PasIore Cl'a•
nlme, tutto fervore, amore e dedizione
La missione del Nord-Est Clell'tnd.la Ira
la lribù deve moito a Padre Dionisio.
Un debito Cli gra111udlne per li suo la-
voro svolto nel campo sociale ed edu-
cab·,o e per Il meravlgllOSO esempio
sacerdotEHnfsSionarlo, per ff suo sltle
di Ylla, per l'umiltà I sua dlsponlbllltà.
o
VENTICINQUE Slg. ANTONINO eo.
dlutDre Salellano t Catania a 75 anni
Nato a LBonlorte, piccolo paese In
provincia di Enna nel 1908. il signor
Antonino Venticinque e<a da oltre cin-
quanrannl salesl1no. Per almeno un
trentennio dlresae Il laboratorio di cal•
zoleria della scuola proleaslonale di S.
Chiara a Palermo. Quando tu chiusa
tale attività, con 11mlltà e pazienza con-
segui una discreta oompelenza come
contabile mettendola a dlspos!Zlone
Clell'lspettoroa presso li cui economato
trascorse Il resto della sua esistenza
La sua vita religiosi II può compendia-
re In due 1e1-rorza lavoro e tempe-
ranza. Due mesJ di crescenti sofferen-
ze offerte generosamente a Dio hanno
contraddlsllnlo l'ultimo periodo della
sua esistenza
BORHEMGO ANNA Yld. CHESA Coo-
peratrice t Torino a 83 anni
Ricevuti con gioia, In piena luc,dllà e
consapevolezza I Sacramentf della no-
stra Fede, chiudeva gli occhi a questa
vita. la sera del 28 luglio 1983. Donna
forte. a.utenllca Medre nel senso vero
della parola, seppe educare alla Fede,
aJ lavoro. all'onestà la sua numerosa
famglia. GIOle e dolori sacnficl 111
ogni genere. erano per Le, lont,a di
rfCChezza splntuele. • Il Signore lo sa•
era l'espressione sommessa pronun-
ciata .nella fede• che awolge tutto In
silenzio adorante della volontà o per-
missione di Dio, Amava moltlsslmo
Con Bosco e Maria Auslllalrlce e lutti I
nostri Santi. Per Loro, senza storzo.
pur con tanto sacnllcio, Clonava alfa
Congregaz;one due delle sue figlie. La
preghiera Che fu sempre il suo soste-
gno ,n vita. sarà ora on Cielo Il suo lm•
guaggI0.
o
FABBRINI Slg. ROLANDO Coopera-
t tore Firenze a 69 anni
All'amore per la lamlglla e alla de-
CIIZlone af lavoro. vtssull con fede e
onestà, uni un profondo attaccamento
all'Opera Salesiana. alla quale dedicò
tempO e sacnf,cto, specie quando l'eta
della pensione lo rese più libero. Amò
le nostre missioni alla quali offri con
generosllà tutti I piccoli proventi do tan•
ti servizi che gll venivano richiesti.
MAGLIARIMA 51g. GIUSEPPI! t Citti-
glio (Vara&) a 79 anni
Nella IUa vita dimostrò Cli - - un
crtstllno convinto ~ stato edu-
calo nel nostro Istituto di Val,al~To-
rino, al tempi del - . 1 0 rnoM.. Vin-
cenzo Clmattl. Era questa figura di
santo educatore e poi di grande ml•
alonario In Giappone che Il signor M l-
gliarina ricordava con tanta nostalgia
quando qualehe Saleslano andava a
visitarlo già malato. Il buon Magllarina
u,c:l C11 Valsallce nel 1922 Cllplom1to
Meestro. professione che -cltb per
tanti anni tornalo Che fu al IUO ridente
paese di Cittiglio non lontano dalle
sponde lombarde del Lago M,gglore.
Dopo anni di Insegnamento nelle a<:uo-
le etemenlart del suo p e -, fu chia-
mato dal suol concittadini che ne ap-
prezzavano l'onestà e la Cledtl'.lona. a
dirigere 11 segreteria del civico Otpa-
dale dl zona che comprende anche la
cittadina di Lavano. Gli ulllml anni di
sua vili Il passb nella 110tfenlnza lr.-
chlOdlto al letto per vari 1cclacchl e
dalla cecità Furono gli a.nnl della tua
estrema purificazione sottanuto IIOlo
dal principi di tede appresi In gioventù
alla scuola di Con Bosco prasao la Sua
tomba In Velsalice sotto la guida sa-
piente Cli santi Saleslanl ver1mente lm•
bevuti del carisma del Santo del gio-
vani Anche I tre figli del m1■-tro Ml•
gllarin1 (cosi era conosciuto In zona)
IIOOO stati educati nel nostri llbluU di
va,- e Milano.
o
TOGLIATTI Slg.na VINCENZA Coo-
t peratrice Lanzo (TO) a 101 anni
È mancata In Lanzo Torinese Il 27
novombre u.s. con più Cli 101 anni di
età dopo aver insegnato per 41 annlo
come maestra elementare In Lanzo e
località adiacenti Cooperatnce tra le
prime ha portato nell'insegnamento
l'amorevolezza dello spinto Cli Con Bo-
a<:o contemperando ta bontà materna
con ta preparazione seria del suol
alunni Oltre che Insegnante modello,
come veniva riconosciuta da tutti. sep-
pe ottrlra l'esempio di cristiana convln•
ta e praticante, attuandosi le simpatie
in ogni paese dova svolgeva la sua al•
tMlà dodathca Fu sempre molto legata
all'Assoclaz,one dei CooperatOfl, par-
1-.lp,ndo alle riunioni e altlYltà del
Gruppo, ,n particolare Il Collegio di
Lanzo le deve riconoscenza per aver
accettato le mansioni Cli Commissario
Stalale, per ollre un decennio, nel pre-
siedere neli'lsututo agli Esami di Am-
missione alla Scuola Madia. Collocata
In penslone a 74 anni ebbe il riconosci-
mento della sua attlvltà con la asse-
gnazione della Medaglia d'oro al m&-
roto dal M inistero della P I Quando le
tornò dlffoclle muoversi da casa. le sue
•scappatelle• erano per reoa"' nella
Chiesa o dal suo direttore spirituale
La sua morte tranquilla fu la concluslo-
ne do una vita santa e piena di fede e
accettazione della volontà di Olo.
A quanti hanno chiesto 1nformaz1on1 annunc,amo che LA DIRE-
ZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO con S8de 1n ROMA. ncono-
scìuta g,undocamente con D P del 2- 9 •1971 n 959 e L ISTITUTO
SALESIANO PER LE MISSIONI con sede on TORINO. avente perSO•
naJ1tà giuridica per Decreto 13- t•1924 n 22 possono legalmente ,..
cevere Legati ed Eredrra
Formule valide sono
- se si tratta d'un legato •..lascio alla D,rez1one Generale Opere
Don Bosco con sede in Roma (oppure all'ls1,1uto Safes,ano per le
m,ssiom con 3ede ,n Tormo) a 111010 di legato la somma do hre
(oppure) l'immobile si10 ,n per gh scop, perseguito dall'Ente e parti-
cotarmenle do assistenza e benehcenza. e1, ,sIruztone e educazrone. Cli
culto e d1 reh9Ione
- se s, Iratta invece do nommare eredo do ogrn sostanza l'uno o
I a tro del due Enu su md,cat,
• annullo ogni m,a precedente e1,sposIzIone 1estamentana Nomi-
no m,o erede universale la Dmmone Generala Opere Don Bosco con
sede ,n Roma (oppure /'/smuro SaJes,ano per 1e Missioni con sede In
Tormo) lasciando ad esso quanl o m oapparuene a qualsiasi titolo, per
gh scopo perseguii! dall'Ente, e paqjcolermanle di assistenza e bena-
hcenza di IsI1uz1one e educazione. Cli cullo e di religione•
(luogo a data)
(ftrma perdisteso)
38 BOLLETTINO SALESIANO I FEBBRAIO 11)8,1

4.9 Page 39

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Boraa: Mons. Verslglla, Don Caravarlo,
per ottenere grazie, a cura Cli E.M.S.,
Torino. L. 650.000
Borsa: Maria Auslllatrlce, in ringrazia-
mento, a cura di R.T.G., CN, L. 500.000
Borsa: S. Cuore di Gesù, Don Bosco e
Papa Giovanni, in memoria e suffragio
di Lucia 6 Irma Battlstutta, a cura della
sorella Attì!ia, L. 500.000
Bo,-u: S. Cuore di Gesù, Marta Aual-
llatrtce, Santi Salesiani, S. Rita, in ri-
cordo e suffragio di Rosetta. a cura
della sorella Giovanna, L. 500.000
Bor1a: S. Cuore di Gesù, Maria Ausl-
llatrlce, Santi Salealanl, in memoria a
suffragio dai genitori Antonio e Stefa-
nina, a cura della figlia Giovanna, L.
500.000
Borsa: Maria Auslllatrlce, In suffragio
Borsa: Marta Auslllatrlce, a cura ctelle
dal miei defunti, a cura dl Bertacchl
Santarelll Maria & C. Stazzema, LU, L.
Alunne Corso D-C.1.O.F.S., MIiano,
L. 310.000
150.000
Borsa: Marta Auslllab1ce e S. Giovanni
Bosco, In ringraziamento per I 25 anni
di ma/rimonlo. invocando protezione
su noi e sui nostri figi/, a cura di Ber-
Borsa: Marta Auslllab1ce e Don Bosco,
In memoria e suffragio dal fratello
Peppino, a cura de!le sorelle Valerla,
Matilde, Elena e Lina, Cannelo ME, L.
150.000
ruto Rosetta e Paolo, Torino, L.
300.000
Borsa: Maria Aualllatrlce, Don Bosco,
Borsa: Mons. Ver1lglla e Don Carava-
rlo, a cura di Tosi Giuseppe, Varallo
ve. L. 300.000
Domenico Savio, Invocando Interces-
sione par una grazia, a cura di Garis
Caterina, CN, L. 150.000
Borsa: In ringrazlaman/o a Invocando
continua protezione par tutti I miei
Borsa: Don Boaco, a cura di Palumbo
Giuseppe, Napoli, L. 150.000
cari, a cura di N.N., Chieri TO. L.
300.000
Borsa: Don Bosco, a cura di N.N.. Er-
colano, L. 250.000
BORSE DI L. 100.000
Borsa: Marta Auslllatrtce, In suffragio
Borsa: In suffragio di don Zampetti, a di don Renato Ziggiottl, a cura di P.E.
cura Cli Cesarina, Ida, Pia, Lucia e Mar-
cella, L 250.000
Borsa: Don Leone Llviabella. ,n me-
Borsa: Perché Il santo Natale sia se- moria, a cura Cli Cubela Giuseppe,
reno per tutti. a cura di N.N., L. Messina
200.000
Borsa: Marta Aualllab1ce e S. Giovanni
Borsa: Marta Aualllab1ce e S. Giovanni
Bosco, In ringraziamento e Invocando
protezione sui familiari, a cura di Dolza
Bosco, implorando protezione per fa-
miglia e cari defunti, a cura Cli Giacotto
Catterina ved. Boeri, TO
Perazza Rina, Torino, L. 200.000
Borsa: Maria Auslllatrlce, Don Bosco,
Borsa: S. Cuore di Gesù, Maria Ausl-
llatrlce, Santi Salealanl, In suffragio
dei defunti a par ottenere guarigione
Don Rua, in memoria e suffragio del
Cav. Lantier Ferruccio, a cura della ra-
m,glia.
per una persona cara. a cura di T.P., Borsa: Leporl Raffaele, in memoria, a
Asti, L. 200.000
cura di Leporl Rita. Alessandria
Borsa: Gesù Bambino, invocando be- Borsa: Mons. Vertlgtla e Don Carava-
nedizioni sw !ami/lari, a cura di Barra rto, per ringraziamento e per ottenere
Seconctlna, Torino, L 200.000
ancora protezione, e grazia. a cura di
Borsa: S. Giovanni Bosco, In memoria N.N.. Torino
e suffragio dal nonni Orazio e Marian- Borsa: Getlù Sacramentato, Maria Au-
tonia. a cura di Carucci Orazio, Ole- alltatrfce, Santi Salesiani, per Impetra-
vano T.. SA, L. 200.000
re grazia, a cura di Viberti Cerri. La
Borsa: Maria Auslllab1ce e S. Giovanni Morra CN
Bosco, ringraziando e implorando pro- Borsa: Gesù Sacramentato, Maria Au-
tezione per I vivi a suffragi par I defun- slllatrlce, S. Giovanni Bosco, per rin-
ti, a cura di Meschlarl Ines, Modena, L. graziamento e protezione, a cura di
200.000
Gonella Maria, Torino
Borsa: Maria Auslllatrlce e Don Bosco,
in suffragio dalle Anime del Purgato-
rio, a cura Cli Carpentieri A. Maria, Na-
poli, L. 200.000
Borsa: Marta Auslllab1ce e S. Giovanni
Bosco, In ringraziamento e Invocando
continua protezione, a cura di N.N., S.
Cristoforo AL
Borsa: Maria Auslllatrlce, Don Bosco,
Domenico Savio, guidate e proteggete
sempre I miei quattro nipoti, a cura di
F.M
Borsa: Maria Auslllatrlce, Don Bosco,
Domenico Savio, aiutate SIivio a la sua
famiglia, a cura di N.N., Vercelli
Borsa: Maria Auslllatrlce, Don Bosco,
Domenico Savio, Invocando aiuto par
una guarigione, a cura di Colombo Al-
fonso, Solbiate Olona VA
Borsa: Maria Ausmatrlce e S. Giovanni
Bosco, a cura di un cristiano ricono-
scente, Settefrati
Borsa: Maria Ausmatrlce e S. Giovanni
Bosco, in ringraziamento. a cura di
Gadotll Levlna, Trento
Borsa: Maria Auslllatrlce e S. Giovanni
Bosco, In ringraziamento e per prote-
zione sulla famiglia, a cura Cli Robaua
Anna M., Biella ve
Borsa: Ss. Cuori di Geaù e Maria e S.
Giuseppe, in memoria e suffragio di
Gagliardo Filippo, a cura ctella moglie
Borsa: Maria Auslllab1ce, Don Bosco e
Papa Giovanni, In memoria e suffragio
di Gagliardo Filippo, a cura della mo-
glie Elena
Borsa: s. 0omenlco Savio e SanU Sa-
lealanl, In ringraziamento, a cura di
Perrotte Flora, Padova
Borsa: In memoria di mia madre, a
cura di De Paoli Dr Fabio, Piova di
Sacco
Borsa: Marta Aualllatrtce, per ringra-
ziamento e protezione, a cura di Leo-
ne Maria Olivetto, Rivarolo Can. TO
Borsa: Maria Auslllatrlce e Don Bosco,
,n suffragio di mio marito e ringrazian-
do per grazie rlcevure. a cura di 5c"e-
pis Nina, Cape d'Orlando
Borsa: Maria Auslllatrtce, S. Giovanni
Bosco. Invocando salute. protezione a
Importante grazia, a cura della famiglia
Canali, Olgiate Comasco
Borsa: Maria Aualllatrlce e Santi Sa-
leslanl, a cura Cli Monticelli Enrica, Tre-
viglio BG
Borsa: Maria Aualllatrtce, in suffragio
di Bertacchl Ezio, a cura Cli Bertacchi
Rina, Forte dei Marmi LU
Borsa: Maria Auslllatrtce e Don Bosco,
In suffragio dell'Exelllevo Dr. Filippo DI
Mauro, a cura degli amici Giuseppe,
Vito e Marco, Catania
Borsa: Marta Auslllab1ce, Santi Sale-
slanl, in ringraziamento e suffragio de-
funti famiglia M.B. e benefattori, a cura
di Brusaschetto Agnese Al
Borsa: Don Bosco, a cura di Caporuz-
zo Angela, Bari
Borsa: Maria Auslllalrlce, Santi Sale-
siani, In ringraziamento e invocando
proteziona. a cura di M.A., Vlllar Pe-
rosa TO
Borsa: Maria Auslllalrlce e Sanll Sa-
leslanl, a cura di Pistoia Giuseppe,
Gambolò PV
Borsa: Maria Auslllatrtce e S. Giovanni
Bosco, par grazia ricevuta a invocan-
do protezione, a cura di Scolaro M.
Laura, SChi0 VI
Borsa: Sr. Eusebia Palomlno, prega
per la mia famiglia. a cura di N.N.. Poi-
rino TO
Borsa: Don Bosco, per ricordare I no-
stri cari defunti, a cura Cli Guidotti Vit-
torio e 2., Modena
Borsa: Maria Aualllatrtce e S. Giovanni
Bosco, In memoria a suffragio del ma-
rito Enrico, a cura di Proverbio Luigia,
Uboldo VA
Borsa: Marta Auslllab1ce e S. Dome-
nico Savio, invocando protezione e
conversione della famiglia, a cura dl
Coni M Rita, Roma
Borsa: Maria Aualllatrtce, proteggici e
per grazia ricevute, a cura di Ruggirei-
lo Antonina, Caltavuturo PA
Borsa: Don Bosco, Oomenlco Savio,
per la pace in famiglia, a cura di DI
Biagio don Ugo, Spoleto
Borsa: Gesù Sacramentato, Maria Au-
slllatrlce e S. Giovanni Bosco, in suf-
fragio dei nostri cari defunti, a cura d i
Bitulco Gregorio NA
Borsa: Gesù Sacramentato, Maria Au-
alllatrlce e S. Giovanni Bosco, invr,-
cando protezione a sanita par I nostri
figli, a cura di G. B,tulco e Consorte NA
39 BOLLETTINO SALESIANO 1 FEBBRAIO 1984

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Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 1• quindicina
AWISO PER IL
PORTALETTERE
In caso di
MANCATO RECAPITO
inviare a:
TORINO
CENTRO CORRISPONDENZA
per la restituzione al mittente
Una nuova
originale collana
per far leggere
i bambini
Episodi dell'infanzia
dei grandi
raccontati ai bambini:
una proposta
per genitori e figli,
alunni e insegnanti,
un modo per lanciare
un ponte fra le generazioni.
I ricordi
di personaggi
famosi
TITOLI PUBBLICATI
G. ARPINO
Il viale nero
R. BATTAGLIA
La pioppeta
P. cmARA
Il banco degli asini
M. GRILLANDI
La stagione
incantata
D. NOVELLI
Le bombe di cartapesta
F. QUILICI
Memorie da un pianeta
inventato
R. VACCA
Tutto Mistero
e . VERDONE
Naso a patata