Bollettino_Salesiano_196406


Bollettino_Salesiano_196406

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Noi non ai fermiamo mai: vi è sempre cosa che
incaLara cosa... Dal momento che noi ai fermas-
simo, La nostra Opera comincerebbe a deperi re
DOJol BOSCO
15 MARZO 1964
ANNO LXXXVID N. 6
EDIZIOtU PER I DIRJG[Nll DEI COOPERAIOR1 ~A,UlàNJ
OmEZIONE GENERALE: TORINO 712 · VIA MA.RIA AOSILIATRlCE, 32 · TELE'F 18-41-17
Collaborazione fraterna:
A Roma, nell'annuale giornata di studio per
Consiglieri P. U., il sen. Giovanni Carrara,
presidente dell'AlART, si disse grato ai Coo•
perator1 Salesiani per la loro fattiva solidarietà
con la benemerita associazione. Anche l'avv. Ga·
vuzzo, direttore centrale deJ Segretariato della
Moralità, confermò quanto aveva già scritto
nella Circolare diretta ai Segretariati Diocesani,
vale a cifre la sua soddisfazione per il fatto
che il Segretanato poteva contart> S1J forzf'
nuove e generose, quali sono quelle dei Coo-
peratori.
A Borgomanero (Novara) le « Quattro Sere
per Genitori » sui vari aspetti della educazione
dei figli, svoltesi lo scorso febbraio, furono
organizzate in co.-<liaJe collaborazione fra la
Giunta Par.-occhiale e il Centro locale Coope·
retori Salesiani.
A Uiline, come a l\\fontebelluna (Treviso) e
a San Donà di Piave (Venezia) si è g111nti ad
una intesa con i rispettivi Segretariati Dioce-
sani della Moralità per un piano di lavoro in
collaborazione.
Ci consta pure che in non pochi Centri della
P. U. i membri del Consi~Jio locale sono entrali
a far parte della Cowulta Diocesana o Parroc-
chiale, del Segretariato della .Moralità e del-
1'AlART.
Sono esempi che ci richiamano una grande
idea: la via maestra per creare un frontf' unico
ed efficace è quello di unire le forze. coordinarle;
non confonderle, non assorbirle, ma non igno-
ra.-si nè logorare le energie sminuzzandole.
È il pensiero della Chiesa, og/!Ì specialmente
che vuole valorizza.re tutti i motivi apostolici,
ma insieme coordinarli per evitare cli~per!l1one
di forze preziose, dannosi doppioni di iniziative,
per creare contro le enormi forze del male, com•
patte e massicce nei loro assalti alla Chiesa,
alla Verità, al Bene, un.a di~a altretLaolo com-
patta, un esercito disciplinato e con obiettivi
comuni. pur nella va.-ietà delle organizzazioni.
La Consulta Nazionale, le Consulte Diocesane,
le Consulte Parrocchiali, volute dalle superiori
Autorità, hanno appunto questo scopo.
Questa unione delle forze risponde pienamente
a quella che era l"ans1a di Don Bosco: l'unione
dei buom nell'apo~tolato. Eloquente espres-
bione d1 questa sua ansia è il Litolo che aveva
dato alla P. U. ne! secondo abhor.r.o del Re-
~olamento: « Unione Criçtiana ». Come dilata l!:h
orizzonti questo titolo! Don Bosco - lo dice
od para~afo dell'introduzione al Regola-
mento dei Cooperatori - vorrebbe che tutti
i cr istiani sentissero l'urgente necessità di unirsi
e formare un cuor solo e un'anima <1ola come 1
cri,,tiani della Chiesa primiLiva, per far blocco
contro le forze coalizzale ,lei figli delle tenr.hre.
Dobbiamo impegnarci per dare il no~lro tp·
porto a questa. unione deJle {orze. pur oelle
caratteristiche e nell'autonomia propril" riPlla
nostra organizzazione: dohb1amo lavorare per
superare I.a tendenza alJ'indiv1ùua,1smo. all°i'IO-
lamento. a quella specie d, pec<'ato ori!!in;1le
che ogizi spcc1almP11te qvuota e lOl!lle v1i;i:ore
a tante iruziative, "be pur i-ssendo proVV1de11t1ali,
falliscono appunto 11er la mancanza 1l1 UDII r, cli
intenti, che è colleiramento. f'OorJ1na111ento. 1•01-
laborazione. lncrcmentiamo. qwndi. e molti-
plicluamo i contatti cordiali, le wtese fan1ve
con la Gcrar,-hia, con i Parroci. con ailre Or-
ganizzazioni di apostolato, appoggiamo e diamo
nei nostri Centri tutto il nostro contributo ad
iniziative apostoliche, specie quando esse rien-
trano nel ptogramma e nello spirito della P. U.
Quest'anno poi per lo sviluppo della camragna
« Famiglia Educatrice» prendano pure inizia-
tive I Centri - e ce ne sono già numerose -
ma si ap('logpno sempre quelle che ,sorgessero
in sede parrocchlaJe e dioc:e~ana.
t così che il bene 81 molt 1pl1ca, è così che si
realizza. riel poco o nel molto non importa. il
sogno apol'LOlico di Don Bosco: che i cuon. le
menti, le forze dei fedeli siano talmente uniti
da rendere incrollabile la barriera del bene contro
la dilagante marea del male.
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I laici nel mondo di oggi
Il processQ di laici=::a::fonp, dell(J strullure IMI•
parali e dell'intero. ritti 11mann, d1e, comiuriato
da 11/cuni ~ero/i. sem/Jru oggi 111N raggiunto il
.,110 punto più alto. fa cl,e il 111,mdo ,li oJIJti
.~i smta in gr1111 parte estraneo allo Chie.,a: ge-
1wrolmente, non si trott11 tanto di r•olura npo1;1a~ia
tlalla Cliii-sa, quanto piuttosto di i11di.ffèrem:a. 1/i
i11.~msibili1tì nei suoi rig11r,rdi; e:',', forse mena odio
e mrno rancore di 1111 tempo, 11111 è onc:hf' più
dWì1sa la cont'in.zìo11r d,r essa 1w11 posso ro11tri-
buirr a risol,•ere i problemi clw più ang11,ç/Ì11110
l'uomo di <>gl{Ì: quelli ,lei pune. tiella :,Ìrnrl':.zn,
1/elln part'. C'1\\ poi. 11e/ mondo 1/i oggi, nri co11-
fron1i dcli,, Chiesti, un clima di di(fi<len:.a: si
1ome. almeno ili certi smori, chr lu éliirsa, dopo
an•r perduro il poterf' tcmporalf', tenti di riro11-
q11istarlo \\Otto fom,e 1111ore. ma.çr/rrrute di a:ione
~pirituale. 1-,rro perrhè molti g1111rtlano con ap-
prPnsione 11 1111tlla dii' rssi rlii1111u1110 lo ,woto
« politica » della Cl1iP.~a e rrrc,mo di t·edere
q11Pllo che, ~econdo l'ssi. si 11asro111ll' dietro lti sua
azione apo.<tolira.
La C/1i1's11 ha bisog,no cl'inte~sl'rr 1111 dialogo
con questo mo11tlo laico indi.Dàerrl<' e d~(fidente.
Chi far<Ì tlu «poni<'», da lrgaml' tm 1u Cl,ie:m
t,erurrhira. 11 cui Cri.~10 ha ajJ,J,,,a la custodia
del ~110 mr.~s11pgio, e 1'11/,bligo rii 11orlar!o II tutti
gli uomini, ed il mondo, lonta110 da Dio? Que-
st'opera di 111Nfia::ion1• ì> il compito d,•i lt,fri m•l/11
a,icsa.
1 laici po~::ono compil'ri' 'I""·''" loro mis.~ionr
di « me11erl' lct tito religiosa delln Uiil'sa in comll·
11irazio11e con In t•i/11 profum, ,ft,/ft, soCÌl'l<Ì tl'm·
porr1/e ». /ll'rchè es.Yi fanno parie pie11ame11te.
111·1/o slèsso tt'll1po. drlfo com1111itil ec-r/,.~ialP e
dt·lla socfrt,ì tempomle.
<e Il sact•r1fote, dir<' Pnolo f '/. sO11r11t1O ,-om'è
<1 la11ta pllflt' t/p/1<1 ,·iw profana, 11011 pui'i influire
~11 di esso ( il mondo profano) rl1P prr l'ia r.~rrma,
ron la .mo p11rola rJ il suo mi11i~tf'TO ». 111r11tre
il laico << p11l, 11f(Ìrr s,,I mo111l1, profano d11l cli
1/rnfro », pcrl'l1l> p<1rtrripa dir1•11ame111e II pirno-
mente alla .~11<1 romposhiime ed 111/n sua esp1•ri1•11zo.
La Cl,frs11 g,trarrhir11 lw bi~o~,w e t·uo/1• es~vre
i11formata ,lui suoi Irtici, n10/e il loro ro11siglio
1.• la loro c-ol/11l,orazi11111•. I lniri ,wl/,, ChiPsa 11011
sono degli 1•wmi 111illorc1111i, l'hc dei-0110 solo
11sroltare ,,ti 1•,eguire: ro11 il loro 11pporto ,lj c-O11-
siglio e di t>sperien:a. anche rritiro, SP i! 11cce.s-
s11rfo, 11111 ,,.11::a a!!iprpz;:;e e ;;e11:t1 nmarr::1.•, Pssi
,forono afowre lo. Chiesa gerarchica a mc6/io
rompiere In s1111 mis~io11e tli a11111111ziarr il Jllfl·
grlo al mondo: al mondo di oggi. r/1e 11011 l-. qup/111
di ieri, 11 Il' mi esigw:e i laici .,0110 i più i11dirati
a co11oscere e a fare coT10;1crre alla C/,irsa.
Cosi, lu Chies11 ulll'111le OJl.f!,Ì 1110/10 dai laici
cattolici: li ronsi,/,•ra maturi, mo proprio pi•r
qursto correspo11sabili, pii, forse clie in altri tempi.
della salce.:za del mo,11/0.
(da Lo Cirilrù Cauolicu, 1° fohbriùo 196-1)
Iniziative della Campagna
CICLO DI CONFERl:NZE A VALDOC:CO
La campagna ;innuale Famiglia Cristiana Edu-
cotricc • ha suggerito al Cooperatori di Torino
l'organizzazione di un.:1 serie di conferen::c ad
alto livello, che hanno avuto per argomento temi
della massima attualltil: La Fami!(lio e lo Stato
Lo Famig/lu e Il tempo libero - Lo Fumiglia e la
Scuola - La Famiglia t /11 Chie~a. Le tennero ri·
~pettivamente oratori di ecce::ionalc competenza:
il sen. avv. Giuseppe Alcs~I. l'avv. Amedeo Pcyron,
il prof. Nazareno Paddlaro, l'on. avv. Raimondo
Manzini. Intervenne alle conferenze il rcw .mo
Rcttor Maggiore e, quando gli fu possibile, anche
Il Vescovo coadiutore. Quanti ebbero la fortuna
di parteciparvi sono unanimi nell'affermare che
l'interesse dei temi trattali, la soda dottrln.i a
l'accento di convinzione degli illustri Oratori fe-
cero di quelle quattro sere la migliore premc~sa
per un fattivo trionfo della ~::ia e dell'amore di
Dio nelle fomiglie.
UN GRUPPO MISSIONAIUO VOI.ANTE
A Salerno lii nostra Campagna ha ispirato que·
st'altra iniziativa, che fu concertuta insieme del
Consiglio dei Cooperatori e dalla Giunta Par·
rocchiale di ,'\\ C. In diverse riunioni di Consiglio
e d, Giunta si concretò la costituzione di un
Gruppo M1ssionarlo volante, che fosse disposto
.id attuare un piano di azione prestabilito. Si of-
forscro 29 tra uomini, donne, giovani e signorine,
che furono divisi in quattro gruppi. Ogni setti·
milna Si visitano quattr,, famiglie da parte dci
quattro gruppi, e in giorni distinti per dare modo
al parroco di accompagnare ogni gruppo. I.a vi-
sita alle famiglie, preannunciata In tempo, si svolge
nel pomeriggio dei giorni fissati. Lo scopo è di
av<. icinare anzitutto alcune famiglre che da qu.:ilche
tempo si sono allont.:inate e di discutere con loro
- e possibilmente anche con Il.' fom,glie del vici·
neto - su temi familiari Ogm 15 giorni 11 Gruppo
~1issionario s1 raduna per sentire le relazion, delle
visite fatte e risolvere insieme I problemi rncon·
Irati. Queste prime visite serviranno d1 rodaggio
per le visite alle fam Iglie de, lontani.
U Gruppo J\\lissìonano ha ini::tato il suo l.:1voro
c:on una tre sere d1 studio e di preghiera. 1\\- l ter·
rlllne fu ricevuto da S. E. l'Arcivescovo Primate
di Salerno, Il quale di gran cuore benedisse l'ini-
ziativa.
...ERA DEL Lmno EDUCATIVO
Uo'altra bella inl::lativa che msra a illumrnare
1 genitori su, problemi essenziali della loro mis·
s,one di educaton de, loro flgli. è quella dei Coope·
rdlori di Romo Dietro semplice richiesta I Centri
del Lazio possono dllestire in loco una fiera del
libro educativo ·, a cura di un gruppo di Coope·
ratricr che sr prestano per questo lavoro, pro!Sen·
t.indo il meglio che esiste in campo editor,ale sul
tema della famiglia educatr~ce.
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Organizziamoci! Per l'apostolato Vocazioni
Il primo passo
Si tra.tta di passo marziale, del prime passo
di un plotcne che si melte in marcia dopo essersi
allineato e allesrito ili tutto punto. Un Centro
dl'lla Pia Unione si ml'tte clavvero in marcia
qua1ido dispone di Zelatori e ili Zelatrici. ossia
di Cooperatori qualijìca,i e scelti eh" siano gli
« abituali e validi collahoratori del Dirigente ».
Vengono scelti dal Delegato locale, o dal De-
curione, in numero proporzionato all'attfrità del
singolo uintro e proposti per la nomina al DelP-
gato Ispeuoriale. Ad essi è riseri,ato 11no speciale
diploma a firma del Rettor Maggiore.
Il Manuale Dirigenti dl'finisre gli Zelatori e
le Zelatrici co1i un'espressione molto significati·va:
la spina dorsale della Pia Unione.
Un Ce11tro che mm avesse un numero anche
minimo di Zelatori non si può ([Il.indi ancora
i:onsiderare ,m Centro organizzato. Prima di
aprire nuovi Centri, s'impone la nei:cssità di or-
ganizzare q11elli già fondati, in modo che passino
dallo stato di semplice esistenza a quello di piena
efficienza.
Lo stesso Manuale dei Dirigenti determina a
grandi linee i settori d'azione degli Zl'lawri: set-
tore organizzativo, se-ttore form(ltivo e settore del-
l'apostolato. In una ben riiiscita riunione di Ze-
latori e Zelatrici, tenutasi a Valsa/ice il 29 di-
cembre scorso. i più di cento intervenuti si divisero
per i tiari carrefours nei seguenti gruppi: orga-
nizzazione, catechesi, :rrwralità, stampa, vocazione.
Il secondo balzo
Non è più 1in passo, ma un vero balzo in a,,anti
la costituzione dei Consigli locali della Pia Unione.
Ed è un balzo spontaneo, qttasi automatico, per
quei Cl'ntri che già dispongono di un congmo n1,-
mero di Zelatori e Zelatrfoi.
S'impone da sè infatti la programmazione e la
coordinazione delle varie attività che s'imperniano
sui vwi gruppi di Zelatori.
Si può asserire che il grado di organizzazione
dei Ccoperatori in un'lspettoria è dato dal q110-
zien1e di Ccnsigli locali costituiti nei Centri che
da essa dipendono. Ed è consolante poter oggi
constatare che in parecchie Ispettorie tutti i Centri
hanno già il loro Consiglio locale.
l\\Ia nell'organfazazione ciò che conta è l'effi-
cienza. E perchè un Consiglio locale sia davvero
efficiente occorrono e co11corrono tre /allori: l) die
i membri si riuniscan-0 frequenteml!7lte e ptmtual-
mente; 2) che gli impegni assunti da ogni Co,isi-
gliere, in pieno aci;ordo con il Delegato locale
e con gli altri membri, siano perseguiti con me-
todo e coi;tanza fino alla loro realizzazione; 3) che
i Co11siglil'ri rileggano sovente gli articoli del
Manuale Dirigenti che li riguardano e leggano
attentamente ogni mese il Bollettino Dirigenti.
TI 28 ottobre a. s. il Card. Antoniuttl chiedeva
al S. Padre di invitare il mondo cattolico ad una
giornata di preghiera per le Vocazioni religiose,
indicando come più adatta la domenica della
S. Famiglia. Il Papa si compiaceva di suggerire
la fusione delle due feste delle Vocazioni reli-
giose e delle Vocazioni sacerdotali in una co-
mune Giornata mondiale di preghiera per le Voca-
zioni sacerdotali e religiose. Tale giornata è allo
studio delle Congregazioni Romane.
C'è di più. Paolo VI, nella sua Lettera Aposto-
lica in occasione del IV c(<ntenarfo della fonda-
2ione dei Seminari, rivolge un accorato appello
ai Cattolici a ~ sentirsi uniti nell'aiutare i Seminari
diocesani e religiosi •·
La lettera contiene indicazioni di grande inte-
resse per lo svilu-ppo di una Campagna Vocazioni.
« In realtà - afferma il Papa - come non vedere
che la vocazione sacerdotale, dal suo soriere /lno al
suo pieno sviluppo, pur essendo principalmente an
doao di Dio, esige pe,6 la generosa collaborazione
di molti, sia del clero clze del laicato?».
Non è vero dunque che lddio è l'esclusivo
protagonista della storia di una vocazione. La
Chiesa, con l'autorità di San Pio X, deAnl che la
vocazione è svelata e accertata da elementi este-
riori, cioè dall'aspirazione e dall'idoneità al sacer-
dozio: elementi riconosciuti e accettati come auten-
tici dal Superiore; elementi di «vocabilità i> che
determinano la chiamata, cioè la «vocazione ~.
Perchè allora esporre i giovanissimi a certe prove
morali, perchè quella ostinata contrarietà ad av-
viare i giovani col «germe~ di vocazione a quegli
istituti dove possa venir meglio accertata e svilu-p-
pata? U Papa ammonisce che «genitori e pastori di
anime, o quanti hanno uffìci di responsabilità verso
i fanciulli ed i giovani, nella misura delle loro pos-
sibilità, dovranno darsi premura di avviarli al semi·
nario o a qualcbe istituto religioso non appena des-
sero chiari segni di aspirazione e di idoneità al sa-
cerdozio. Solo in tal modo essi saranno salvaguardati
dalla corruttela del mondo e potranno coltivare il
germe della divina chiamata nel luogo più adatto t.
Cosi foce Don Bosco; così devono collaborare
Zelatori e Zelatrici delle Vocazioni della sua terza
famiglia. Il Regolamento della P. U. è esplicito:
«Siccome in questi tempi si fa gravemente sentire la
penuria di vocazioni allo stato ecclesiastico, cosi
coloro che sono In grado prenderanno cura speciale di
quei giovanetti e anche degli adulti ehe, forniti
delle necessarie qualità morali e di attitudini allo
studio, dessero indizio di esservi chiamati, giovan-
doli coi loro consigli, indirizzandoli a quelle scuole,
a quei collegi, a quei piccoli seminari dove possono
essere diretti e coltivati a questo {Ìnll •·
La « penuria ~ denunciata da Don Bosco si è ag-
gravata oggi in Italia con una diminuzione di sacer-
doti nella proporzione di due terzi in cifra asso-
luta e di cinque sesti in proporzione al raddoppio
della popolazione, e con impegni_ pastorali triplicati.
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CONOSCIAMO
IL NOSTRO
REGOLAMENTO
Questa ,ubr1ca vuole ttHer• una ou,da orat ca alla
1nterpretaz1on• oenu na del Regolamento delta
Pia Un,on• dimostrarne a oerttnn• a11uall!JI
IV.
Nelle precrdenti puntate abbiamo fotto la
,enes, storica del nostro Ref!olamento, rile, ando
l'intenzione di Don Boqco di attrarre nella sua
orbita apo~tolic11 il maggior numero di buoni
cristiani con la massima facilitazione per le
iscri1;ioni e la somma cliscre:r.ione negli impegni
or!!aruzzati\\'i.
Il clima del Risorgimento era tutt'altro che
favorevole olle associaiioni religiose. L'Italia
risentiva ddl'avversione ma~sonica et1_ropea.
Non paghe di aver raggiunto l'unione tl'rrito-
riale con la prc~a di Roma, le logge tf'ntlcvano
a smantullarc O!!lli soste~no della Chic«a anche
in campo puramente spirituale.
Donde le le!?~' di incamMamcnto perfino
delle Opere pie e quello dei « '.',osµetll )> ( 1866-69).
Ancora nel 1888 il ~an mae1<tro Adriano Lemmi
u,ontava la campa~a clt•ltorale con l'obwttivo
d1 portare JOO lrateJli rna~soni in Parlamento
« a lavorare t1rl loro meglio per disperdere le
pietre del \\'atal'ano e co,-truire coo esst- il tempio
delhi 'laz1onc emancipata » (\\lAssÈ, Il caso di
cosci,mza. p. 616).
Quante o~t1lità mcont rarono l'Opera d(•i Con•
ç:rrM11, le ,~~or1az1ow Oper111e ven,o la fine del
sel'olo scor-o e 1n questo no~tro secolo! L'Azione
Cattolica non poti' C"sere ufficialmente e ~iuri•
d1camente arereditata rhe 1,otto il pontilìeato
cL Pio '-I. Ln pruden1n e la discre2ione cli
Uou liosco tendevano a risparmiare wolCBtie
a1 1SU01 Cnoprratori.
ln pratica, quindi ridu~!le le condfaioni di
arrettazionc a tre:
1. Età non mferiore ai dedici anni.
2. Buona riputazione religiosa e civile,
3. Po~Aibili1 à d1 concorrt•re, in qualunque
modo, anche ~olo con la preghina. alla ~alvezza
ddle anim(•, al bene <lella gioventù.
)iote,oli le attenuazio111 che pr~entano i vari
abbozzi. 'icl primo. Oon 8o~co sj esprimeva co..i:
« Chwnqur può far!ll nscrrt•flre a questn Associa-
:.ione purr/1è c,bbfo l'etcì di sedici aniu, onorata
condotta. buon cattoliro, 11bhidim1e 11/la C/11e.m
ed al Ronwno Po11tl'jire ,, ( .ll. B., 1310-11).
Nel <>1.'rnndo: « Chiunqllf' /io compiulu ~rdid anni
p1LÒ Jars, mrrit·ere 111 qutsta As:1or1aziom•. ,,urchè
si conjomu alle r6{!,olt in essa propostt•» (/bici.).
l\\el teno: « Chiunque /in rompiuto i S('ui,:i anni
può farsi ascrivere a ques1a 1tssoc1aziu11e, purclw
e.o
abbia ferma uolontd di conformarsi alle regole
in essa propost11 » ( Ibici.).
Nel regolamento definitivo: « Chiunque /14
compiuto i sedici anni può farsi Coopera/ore,
pure/i> 111,bia frrma. volontà di conformarsi alle
regoli' quit'i proposte» (c. V, ]).
Co~tante è l'esigeou dell'età: sedici anni
compiuti. Non meno.
Don Bosco [H!DSa\\'a ai suoi allievi, che , ·erl!o
1 sedie, anni fimvano gli "tudi gi1U1asiali e il
conso di qualifica professionale, lasciavano le
ca~e salcsi11De e venivano inglùot titi dal mondo.
Specialmente agli alunni arti~iani che andavano
in1med1atamente al lavoro e correvano perjcolo di
esAere travohi dalle correnti malcrialiste, mentre
propno il monclo del lavoro aveva bisogno di
npo,toli del Vangdo per migliorare le sue sorti
i;enza r.ampagne di odio e spar~imcnto di sangue.
E, difatti, la maggior parte degli Exallil~vi,
UAcendo dall'Oratorio di 'forino, e poi clalfo
allre case, si ascrivevano alla Pia Unione. Dal
1870 essi avevano incominciato n rendere omag•
gio ufficiale a Don Bo~co ·in occa~1ooe del "UO
onomastico, dando,i convegno nllorno aJ Pa1lre
(M. B., I.X, 881). Poi si co~tiluirono in a«~o-
ciazione con una Commissione direttiYa. "ll"el
1878 intervennero al convegno nnru.LRle così nu•
merosi che Don llo~co decise ilue convct-,,ni di-
stinti per l'anno -ieguente: uno generale e uno
per g:U exallien Socerdoti. Ehbent·. nell'ult1mo
convegno o.nico del •1 agosto 1878. il buon Padre
conchiuse l'agape fraterna con la raccollUlo•
dazione di costituire ,ma « Società di mutuo
~ocrorso », per aiut11rs1 a "icenda e vi de~tinò
c-orne primo fonda l'offerta chi• eq~i gli avc,·ano
prei;entato per le Opere Sale,iianc. Finì con qul!1>te
parole: « Voi, poi senza ecrP:io11c alru11a, procu•
rate di fare ont1re al nome cl1e portate, alla ca.sa
dova foste educati, alla religione che vi conserua
in &eno e alla socieul dei Cooperatori a cui ap·
partaneJ.e » (lii. B., XIII, 759).
.\\J Capitolo Generale del 1886, l'ultimo dn lui
pre~ieduto, trattando degU alunni artigiani, fra
1e deliberazioni riguard11Dti il loro indirizzo re•
ligio~o-moralc, inse.r-1 la 12'-, chi• raccoman•
dava: « ~ pure convenie11te, se la loro comlotta
/11 abbastcmza buo,ia, a.~crivrrli fra i Cooperntori
e raccomandarli a qualche Soc:iPtà Operaia Col·
wlica » (:U. B., XVIII, 701}.
t dunque contrario al penQiero ed alle di11po•
sizioni del Santo il criterio di ascrivere alla
Pia Unione soltanto persone di età avanzata e
non preparare aclcguatamente gli allievi degli
ulumi corsi delle scuole sale.~ionc. che dovreb•
brro dare il miglior contingente, per la loro edu•
cazione Qaleqinna, alla Pia Unione. Tanto più
che I giovani, a~crivendosi alla Pia Unione, non
rinunziano al programma della federazione ùegli
Exallicvi. nè a quello delle Mllociazioni di .\\.tioa.e
Cattolica a cw qo110 vivamente 11tv1tati ad i,cri•
ver,i. \\ i portano and il fervore dello "ptnto
11alt•,iano della Pia Unione e po~qono dare una
collaboraz1onr ,,pirituaJmentr ~1111c1aliz~ata nelle
tilt~ dell'Az1ono Cauolica, come dimostra anello
l'C!!pcrienza.

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ESEMPD
Veglia santa di Cooperatori a Valdocco
Ecco una inidatlva che caldeggiamo vivamente, 1lcurl
che lncont,eri ti lavora l'adesione del çooperatorl
dalle CooperatrlcJ plu zal ■ ntl. Dove non ■l pot. . .• or•
ganluare la Vaglia, non 11 manchi di organlua,e uno
o più pellegrinaggi di Cooperatori a Maria Au1lllatrlce,
la m•ta preferita dei mernbrj della nostra Terza Famiglia.
La relazione è del 1913, ma abbiamo atteso a pubbll•
caria ora come "•••mplo » da Imitare.
I: il quinto anno che il Centro Cooperatori di
i-, Borgomanero organlz..:a la partecipazione alla
Veglia Santa del maggio nel Santuario di Maria
Ausilfotrice di Veldocco, con un meraviglioso ere·
scendo di partecipanti che, soddisfatti rd entu-
siasti delle belle ore treseorse sotto lo sguardo di
Maria Ausiliatrice nel suggestivo reccoglimento
della -pace notturna, non solo s1 dànno l'arrivederci
ma si propongono di portarvi altn l'anno seguente.
1 partecipanti, Cooperatori e devoti di Maria
Ausiliatrice, quest'anno furono cosi numerosi c.he
si dovettero lmpegnere 7 pullman, piti 11ltrl due
organizzati dalle Zelatrici d'intesa col Delegato,
uno da Gattico e l'eltro da S. Cristina In com·
plesso i Veglianti • prov1?Dienti dalla zona di
Borgomanero furono 500, oltre quelli che si re·
carono al Santuario in treno o in auto.
L'organizzazione ha inizio col me.se dì maggio.
La preannunzia un manifesto murale, cui fanno
seguito informazioni sul Bollettino Parrocchiale
e sul settimanale diocesano. Quest'anno poi si
sono interessati con lettera anche i parroci vicinforl,
invitandoli a comunicare ai parrocchiani !'inizia·
Uva dei Cooperatori; e si è costatato con piacere
quanto essi abbiano caldeggiato la partecipazione
tra I loro parrocchiani. Ma i migliori propaga.n·
disti sono quelli che già vi hanno partecipato negli
anni precedenti.
Pertanto la sere del 23 maggio, verso le 19,Jo,
fu bello vedere convenire al Collegio gente da
ogni parte della ciltò (anche con seggiolini per
sistemarsi nel s1mttrnr!o) e prender sul pullman
il posto loro assegnato con apposito tagliando.
Quindi si viaggiò uniti per giungere insieme sulla
piazza di Maria Ausiliatrice. Su ogni pullman
una Zelatrice guidava le preghiere e i canti.
Suggestivo fu poi vedere i veglianti dirigersi
frettolosi verso la Basilica in cerca di un posticino,
il più vicino alla Madonna, dopo che il Delegato
ebbe augurato II tutti buona e santa Veglia t:
sembrava di assistere al volo di rondinini che sul
far della sera volano veloci al proprio nido per
mettersi sotto le oli della loro dolce e cara mamma
e sentirne il caldo, l'affetto ed anche la protezione...
Interessante "pieghevole" a due colori
e 20 domande (in nero)
e 20 ris poste (in colore)
su
I COOPERATORI SALESIANI
T E R Z A FAMIGLIA 01 OO N BOSCO
Edito dall'Ufficio centrale
via Maria Auslliabice, 32 • T orino
Passando poi per l'ampio santuario, era edifl-
cante vederli sparsi per ogni angolo In preghiera,
salutare con lo sguardo come per dire: t Son qui! t
«Mi vede?• • Non dormo! • • Ml pare di essere
in paradiso!•····
E quando l'ora della partenza giunse, oh come
spiacque partirei Ma è già ora? Non mi sento
stanco, anzi cl starei ancora tutto il giorno se
non ci fossero quegli impegni... •·
Quest'anno si prevede una maggior partecipa-
zione e un maggior numero di pullman perchè
il Z) maggio cade di sabato e quindi c'è il riposo
della domenica In vista.
Come si preparano
J futuri Coop~ratorl Sacerdoti
La sera del t 5 gennaio u s. il Defogato lspet·
toriale di Milano s.i è incontrato con tutta la co~
munità del Seminarlo Maggiore di Como, pre·
sieduta dal rcv.mo mons. Rettore Carlo Gelpi.
li clima d1 attesa era stato ben preparato dal
diacono Vittorio Bianchi, capogruppo dei Semi-
naristi Cooperatori Salesiani - lo sono quasi
tutti - , col Favore di mons. Rettore.
Nell'accogliente auditorium • B. Innocenzo Xl••
dopo una patema Introduzione di mons. Rettore,
i] relatore ha richiamato i concetti fondamentaU
sulla P. U.: organizzazione, forma::1one, aposto-
lato, vantaggi e Impegni. Quindi fu glreto 11 do-
cumentario li Trionfo di un Ragazzo santo•·
Nel secondo tcmpo don Vignato ha sottolineato
ciò che I Seminaristi possono realizzare fln d'ora
nel campo del Catechismo e dell'istruzione reli-
giosa, come possono dar vita ad un Oratorio gio·
vanile e al Circolo, come curare le vocazioni e
diffondere la stampa cattolica, come curare gli
apprendisti ecc. Ed ha presentato il programma
di azione per li, campagna annuale 1964: Famiglia
Cristiana Educatrice •. Poi fu girato il secondo
documentario • 1\\pprendisti verso la vita •·
L'indomani mattina il Delegato, nella cappella
del Seminario, dettò la meditazione sul tema:
t San G. Bosco padre e maestro della gioventù t,
nel quale ebbe occasione d1 mettere Jn rilievo
alcuni a~petti del sistema preventivo. Prima di
partire s'intrattenne ancora con alcuni chierici c.he
desideravano parlargli e prese contatto con l'ex
allievo Giulio Faggi per prepararlo a succedere
al diacono Bianchi, prossimo al Sacerdozio, come
capogruppo del Chierici Cooperatori.
Opportuna opera di Illuminazione
Nelle Ispettori& di Zamora (Spagna) si è tenuta
nel novlzl11to di Astudillo una giornata di studio
sulla P. U. presieduta dal signor Ispettore. Si
volle così mettere subito i futuri salesiani nella
felice necessità di conoscere, apprezzare e amare
la P. U . come La Terza grande famiglia uscita
dalla mente e dal cuore di Don Bosco. E bisognava
vedere con che interesse segu111ano le relazioni
sulla storie, sulla natura e sull'apostolato della
P. U. Tale Interesse apparve ancor più evidente
dalle domande c.he facevano per comprendere
meglio il pensiero di Don Bosco.
21

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Conoscere i figli che
n 8CH'EMA
LA COln'Dl:XZA MJ:lt8tLll Dl Al'llJJ.I)
~ Psicologia e rapporto educativo nell'in-
fanzia e fanciullezza (dalla nascita agli 11-12 anni)
Quali sono i principali tratti della personalità
infantile? Quali le grandi direzioni su cui deve
avviarsi l'educazione?
a) lo sv/luppo dell'organismo fisico. li bunbo
è prima di tutto un corpo umano che chiede cura
e guida per conservarsi dai danni es1ern1 (inci-
denti) e interni (malattie), e per s1•i/upparSJ in
mododa perfezionare le fondamentali tunz1on1 della
viia vegetativa, del movunento. della sen5ib,lità.
b) Lo sviluppo della vita conoscil•va. i: l'aspetto
della scoperta delle cose, delle persone, della ci·
viltà, della società. d1 Dio e, naturalmente. d1 se
stesso. Lo sviluppo da lla percezione indistinta dei
primi gior ni proseRUe Ano alla fase del pensiero
logico·concrefo. verso gli 11·1z anni Il mondo
della realtà sta dinanzi al bambino, ed egli lo
esplora, allarga le sue conoscenze, scopre forme,
nomi, signifìcati, usi, proprietl, differen:c, somi·
glianze; e rutto prendi' un certo ordine.
e) Lo svlluppo tenaenz,ale e affettivo. Il bam·
bino An da, primi anni ha una inna~ tendenza
alla conservazione, all'affermazione, allo costru-
zione della proprio personalità. Il bambino vive
la prima fase di tale espansione e lo monifesta
nella condotta, che mira a soddisfare crescenti
bisogni di varia natura: flsiologict, d1 amore, di
BIBLIOGRAFIA
1. Per la Sinora dello schema cl •lan,o ~ervitl
dlrcttamenl~ d1 P GIANOLA, Ptdngog/a "'alul/va,
In •Educar~• PAS, 11~6.i voi. I, pp. as...,,., e di
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La caratfrrolo1,a dt1 fanciulli e dciii ado/u,cenll ti(/ u.<o
dti ftnttor/ t dtMIJ tducotorl: tutti della SEI, Torino.
10. Per I documenti pontifici sull'educo:lol\\e nelle
varie etil, cfr. 11 volume l n~gnomM/1 pontif/cl,
L 'Educazione Roma Paoline. 19n.
appartenenzo, di stima, di comprensione, di realiz-
zazione progressiva di se stesso.
d) Lo srlluppo delle relaz,oni sociali. I: molto
collegato con lo S\\ iluppo conoscitivo e tendenziale,
che an:1 honno appunto lo scopo d1 aumel\\tar e e
organizzare le relaz1on1 col mondo sociale. n
bimbo prima solo avverte, po, d,srmgue, poi s'in·
teressa e llnalmente partecipa a lla vita delle per ·
sone che l'attorniano.
e) Lo svlluppo religioso. Lo s..,iJuppo cono·
scitivo, tendenziale, sociale dell'ìnfanz,a s, pro·
lunga, se convenientemente sostenuto, fìno al
Creatore e al Redentore, a D,o e al mondo del
divino prima nelle sue forme sensibll,, poi pu·
riAcandos1 sempre pit1.
f) Lo svi uppo morale. Lina fase prernorale
si ha quando il bimbo esercita un controllo d i
inib1Z1on1 e scelte sulla base dell'imparare 11
evitare la punizione, oppure ad assicurarsi un
benessere 5ensibile o affettivo. Po, l'autorità e
l'esempio de, genitori e degh 11ltn costituisce un
principio di outorttà che div.-nta norma. Fmal•
mente egli comincia a percepire i fondamenti
oggettivi de, giudizi di bene e di male. Intanto
maturono , sentimenti di colpa, di merito, e la
moralità ossume le sue maggiori dimension i.
[!) Sviluppo psicologico e rapporto educa-
tivo nell'adolescenza c12-1s anni)
li periodo dell'adolescenza s, può suddivid ere
in altre fasi: 1) la preadolescenza; 2) la prima
adolescenza; -,) la seconda adolescenza piena.
a) Lo sviluppo somatico e ie sue ripercussioni
sullo ps1ch1smo. Verso i 10 an n i per le ragazze e
i 12 per I ragazzi si assiste al caratter1st1co feno·
meno quasi generale di una accelerazione della
cresc,ta , con conseguente disturbo e riequilibrio
(spec. respirazione e clrcolaz1onc). Fra i 12 e , 16
anni la forma fisica quasi raddoppia. L'aspetto
subisce forti variaz1on1. Tal, variazioni hanno no·
tevoli npercuss1on1 psichiche, sociali, morali.
b) Lo sviluppo conoscitivo def1'adolescenle. L'ado-
lescenza segna il passaggio dalla mentalità del
fanciullo (lita mentalità dell'adulto, col passaggio
graduale a un pensiero dotato di maggior ogget·
ti\\ ltà e razionalità. L'adolescente matura per la
conoscenza scientifica; aumenta la capacità di
revisione critica; viva è l'immagin11z1one, sospmta
dall'emotività, ma già equ1libr-1ta dalla razionalità.
Aumenta la capacità d1 elaborare schemi e teorie,
di condividere 1deolog1e e dottrine sistematiche.
e) Lo sviluppo tendenziale e affettivo del/'adole-
scente. Bisogni più evidenziati· maturazione della
tendenza sessuale, sicurezza, indipendenza emo·
zionale, intellettuale, volitiva e d'azione, es-pe·
rienza, partecipazione alla vita degli adulti, inte-
22

7 Page 7

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crescano
grità o valore personale. Situazioni interne e
specialmente esterne fanno nascere facili problemi
emotivi.
d) lo sviluppo sociale dell'adolescente. Con-
seguenze sociali della maggiore maturità fisico-
psichica raggiunta: estensione e varietà delle espe-
rienze sociali, conoscenza più reijlistica della so-
cietà, coscienza crescente degli altri e dell'appar-
tenenza a gruppi e classi sociali, maturazione di
più complessi e sicuri contatti con l'altro sesso,
emancipazione dalla famiglJa. Errore dei genitori:
atteggiamenti di eccesso, in più o in meno, di
dominazione, di valutazione, di intervento.
e) lo sviluppo morale de/l'adolescente. Lo svi·
luppo mentale aumenta le possibilità d, un più
largo e profondo quadro morale di valori e norme
di riferimento. e una più personale coscienza
morale. La maturazione sociale sensibilizza ai
concetti, al sentimenti; alle norme di giustizia e
di condotta mutua.
f) lo svi/uopo religioso dell'adolescente. Anche
nel sistema dei valori religiosi l'adolescente tende
a perseverare, se non intervengono decisivi fatti
interni o esterni. Tuttavia lo sviluppo avviene
verso credenze meno letterali e più astratte, più
critiche e ragionate, fondate su motivi più perso-
nali. Non mancano i dubbi e le difficoltà. soprat-
tutto legate alla mancanza di istruzione e ai con·
flitti tra la fede e gli stimoli della vita sessuale.
[]] Gli sviluppi della personalità del gio-
vane adulto c1a-2s anni>
ebbe una profonda e geniale ìntui~ione. E ne
fece base non ultima dell'efficacia del suo sistema
educativo. La ragione implica la conoscenza e la
comprensione del cuore, delle esigenze e delle
inclinazioni del giovane. L'amorevolezza e il
clima di gioia, d .i confidenza, di attività, sono rna-
gniflca risposta del santo Educatore ai fondamen-
tali bisogni degli adolescenti. L'ambiente preser-
vativo e positivamente preventivo, l'assistenza
come presenza educatrice, il programma di studio,
lavoro, pietà e gioco, è un'altra simile risposta.
Pio Xlf raccomandò moltissime volte a genitori
ed educatori la conoscenza intuitiva e scientiflca
dei giovani, come condizione di base per educarli
(cfr. Discorsi del 13-9-1951; ;o-12-195J; 4-11-
1955),
b) Maturazione, rettificazione ed equilibrio. La
Famiglia curi ed offra nell'ambiente do.mestico e
attorno ad esso, e più tardi con l'aiuto della scuola
e delle altre istituzioni sociali, le migliori condi-
zioni di maturazione ed esercitazione dei principi
interni di sviluppo 0.sico, conoscitivo, tendenziale-
affettivo. sociale, morale e religioso. Sorvegli e
diriga però la rettitudine e l'equilibrio degli svi-
luppi.
c) Intervento positivo per fornire e ottenere espe-
rienze educatrici. Attuando il principio pedago-
gico dell'intervento positivo integrale, la fa-
miglia curi e regolJ le esperienze dei flgli, in fa-
miglia e fuori, di conoscenza, giuoco, studio,
divertimento, amicizia, vita relig'iosa, in maniera
da farne esperienze educative, cioè non nocive,
non estmnee, bensì valide ed efficaci per il pro-
cesso clJ sviluppo formativo delle personalità
umana e cristiana; rJcorclJ che i flgli crescono,
vogliono crescere e debbono crescere; quindi
evolva ;/ rapporto genitori-figli nel giusto equi-
librio, a vantaggio dei figli stessi.
Il vigore Osico e mentale è all'apice, cosi le at-
titudini e le aspirazioni. Le abilità motorie e
operative sono ormai mature e vigorose, quindi
11 giovane si avvicina alla pienezza di capacità e
di rendimento. Nell'agire può portare sicurezza,
prontezza, esperienza, concentrazione, compren-
sione, riflessione... Eppure anche questa età è
carica di problemi che genitori ed educatori de-
vono avvertire e curare, nel modo voluto dal gio-
vane. Tra questi, 1 problemi della scelta matr,mo-
niale, del fidanzamento e del/' avvio della vita co-
niugale e parentale, educativa e domestica.
(I] Conseguenze per il rapporto e per l'opera
d'educazione dei genitori
a) Pensiero ed esempio di Don Bosco. lnsegna-
ment, della Chiesa. Oggi è indispensabile che i
genitori abbiano una conoscenza non superficiale
delle indicazioni della psicolo!\\'ia che riguarda lo
svi.luppo evolutivo dei f\\gli nelle vane età.
Don Bosco non studiò psicologia perchè ai suoi
tempi non era ancora sviluppata come scienza
e come studio. Ma della psicologia dei giovani
QUESTIONARIO
1. Quali cure esige lo sviluppo (Jslco sano e attivo
del bambini ?
2. Come s, può favorire lo sviluppo delle conoscenze
del bambino m casa e fuori di casa? Qual A il compilo
det gen/forl ?
3. Come si può sfruttar• Il aioco degli affetti e dei
sentimenti del bimbo per la sua educaz,one?
4. Perchi il ragazzo cerca di stare .iemprc più fuori
d, casa. con , coetanei?
5. Come si deve Interpretare Il bisogno del preadole-
sunte e dell'ado/escen/e di emaneipt1ztona dalla fa-
mlrlla? Che ~nsare di (Jgll o figlie che rosta;sero
ancort1 toft11men1e dlpenden/1 dai genitori, o fossero
costretti a re. tare tali?
6. Che co<a chiedono rii adolescenti al genitori ?
Indipendenza ~ abbandono o lntere!isamento e a/II/o?
Ma come?
7. ùme si $//lega la facile cedevolezza morale propria
degh adalescMli? La si auò corrergere? Dal/'e.,terno
pBt costrizione o dal/ Interno per maturai:lone?
B. Come si pud portori l'adolescente a capire la vita
come m/55/one ?
Al/TORIZZAZIONE 01!1. TRIBUNM.E 01 TORINO IN DATA 16 •SBBRAIO 1~9. NUMERO 403. - CON U'PROV.UIONH l!CCLRSIASTf::A
DlllffTORS aESPONSABJJ..6: SAO. D01"1, PIJITRO ZlllUIINO, VIA MA1UA AUSILIATRICll, 32 - 'IOlllNO (7U) - OfPIClNB GRAPICWI s. a. L 23

8 Page 8

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Spedizione In abbonamento poetale • Gruppo 20 - 2• quindicina
NOVITÀ S E-1
HELMUTH VON GLASENAPP
LE RELIGIONI DELL'INDIA
TRADUZIONE DI CARLO DELLA CASA
Pagina Vlll-32& L 2500
Collana "Storia e Scienza delle Rellgfonl"
diretta da Giorgio Castehino
SOCIETÀ EDITRICE
INTERNAZIONALE
Corso Regina Marghorlta, 17&
TORINO
C. c. Post••• 2,171
11 volume d von Glasenapp (aumentalo e aggiornato rfspet1o alla
prima ed1z1one del 1!1431 c, offre una Chtara sin esl de' mlllenario
travaglio splrltuate •ndlano, dall'epoca crell'orumtamo vedico al
periodo della mIs11ca sacriflca1e dal,a cns de,la ellg1one tradl-
z1onate a, sorgere de grandi ~is•em1, ortodoss, ed eret1calt,
salvazione, all'affermarsi di correnti popolari te quali, tondando
Insieme elementi d• diversissima origine, conqulslano 11 cuore e
suscrt.ano t'entusiasmo arden,e delle olle che nella religione rl•
cercano con1orto e aiuto nelle difficoltà della vita. Nelle pagine
finali canta un primo bllancto delle conseguenze dell'Incontro
di scienza e pensiero occldentalt con ,a tradizione Ind ana. ncontro
carico d. desuno per ·avvenire di _anta grande parte dell"umamtà.
BOLLETTINO SALESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI 01 SAN GIOVANNI &OSCO
Direzione: via Maria Auslllatrlce, 32 - Torino - Telefono 48-41-17
Al 1• del mese: per I Cooperarori e le Cooparatrrci Salesiane
Al 15 del miue-, par , Oirlgenh della Pia Unione
SI Invio gralultemenNt
*facclemo nolo ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperatrici
che le Opere- Salesiane hanno Il c. c. postale con Il numero 2-1355 (Torino)
sollo le denominazione: Direzione Genera/e Opere di Don Bosco Torino 712
Ognuno pu6 velersene c:on rlsperm•o di sptia, nell'lnYlue le propri• offerte,
rlco,rendo ell'11fl1clo postele toc:ele per 11 moehllo relattvo
*IMPORTANTE - Per correzlo11I d'Indirizzo si preu d'Inviare anoha !'Indirizzo wacchlo.
SI rlnu razlano llgg. Auau postali CH l"aSplDQ0D0, CII la 1olllitulo11 d'uso,1Bollettini DOR 1'8Cljlll&tl.