Bollettino_Salesiano_198309


Bollettino_Salesiano_198309

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ANNO 106 N. 9 2• QUINDICINA 15 MAGGIO 1983
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
BS- per i Cooperatori
Cooperatori: continuate a vivere il meraviglioso ideale salesiano nella
famiglia, nella società, sul lavoro, nella scuola. .. Giovanni Paolo Il (3 settembre 1980)
L'Eucarestia al centro della vita degli UOlllllll
Pubblichiamo il testo del messaggio che i Vescovi italiani hanno rivolto al P aese a conclusione della XXI
Assemblea Generale: i CC. vedono in questo messaggio una indicazione precisa ed autorevole di apostolato
che traduce concretamente l'impegno triennale «fatti più che parole con il coraggio e lo zelo di Don Bosco».
Nella luce del mistero pasquale,
che in questo tempo celebriamo nel-
la liturgia, noi Vescovi italiani ci sia-
mo riuniti a Roma, in questo Anno
Santo della Redenzione, per la XXI
nostra Assemblea.
Siamo venuti pellegrini alla sede
di Pietro, per celebrare il Giubileo
della Redenzione, portando in noi le
testimonianze di fede delle nostre
comunità, e insieme le preoccupa-
zioni pastorali che riguardano il rin-
novamento della vita delle nostre
Chiese. Con animo fraterno e con
ispirazione evangelica, abbiamo esa-
minato anche i ~ravi problemi del
momento e la faticosa situazione del
Paese.
Eucaristia e invito alla comunione
La riflessione dominante del!' As-
semblea sul tema «Eucaristia, Co-
munione, Comunità• ba consentito
di avere più acuta consapevolezza
delle comuni preoccupazioni, e inSie- sCoraggiol Io eono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo•.
me le ha illuminate con la speranza
che deriva dalla vittoria pasquale di
Gesù sul peccato, sul male, sulla della sua storia. Essa ci svela e ci of- za limiti agli uomini e ai loro pro-
morte, che ogni Eucaristia rende fre l'amore misericordioso del Pa- blemi.
presente, perché diventi la nostra dre attraverso la vicenda di Gesù Fi- Abbiamo riconfermato la certezza
vittoria.
glio di Dio e nostro fratello, che nel- di fede che l'uomo trova la salvezza
L'Eucaristia, infatti, entra profon- la offerta totale di se stesso esprime solo se si lascia raggiungere dall'a-
damente nel mistero dell'uomo e una dedizione senza condizioni e sen- more del Padre in Cristo e, guidato
dalla forza dello Spirito, si offre
Tema di studio 1983-1984:
come Cristo al Padre e condivide la
vita dei fratelli.
Comunione - Comunità - Accoglienza
In questo progetto di vita nuova,
trovano piena attuazione le speranze
aprile 1984 (data da confemwe tramite BS-CC.) GRANDE PELLEGRI-
NAGGIO A ROMA dei Cooperatori, Exallievi, simpatizzanti, PER CELEBRARE
L'ANNO SANTO E RICORDARE LA CANONIZZAZIONE DI DON BOSCO.
autentiche dell'uomo. Pertanto nel
proporre questo progetto ci sentia-
mo in comunione con ogni uomo di
buona volontà che è serenamente
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preoccupato delle sorti degli uomini
e delle donne che vivono nel nostro
Paese e godiamo di quella comunio-
ne, che ci lega a tutti i credenti in
Cristo.
La ricorrenza dell'Anno Santo, con
il forte richiamo ad aprire le porte a
Cristo Redentore, e l'imminenza del
Congresso Eucaristico Nazionale ci
hanno ulteriormente aiutati a com-
prendere la forza benefica con cui
l'Eucaristia chiede di entrare nella
vita di ogni uomo e nell'intera socie-
tà per riscattarla, rinnovarla e resti-
tuirla al progetto, originario del
padre.
Eucaristia e impegno di conversione
La contemplazione dell'Eucaristia
e la celebrazione giubilare con il
Papa ci hanno portati ancora a ri-
conoscere quanto sia sempre distan-
te dal mistero che celebriamo la vita
concreta dei credenti e degli uomini
del nostro Paese. Di qui una vigo-
rosa esigenza di permanente conver-
sione. Essa riguarda anzitutto noi
Vescovi, l'esercizio del nostro mini-
stero, il modo di esercitare la nostra
corresponsabilità di pastori; si
estende alle nostre comunità, in cui
la celebrazione eucaristica, a volte
abitudinaria e non trasparente, fini-
sce per essere separata dal rinno-
vamento della vita e dall'impegno
missionario; raggiunge gli uomini
che vivono oggi in Italia, colpiti da
una preoccupante crisi dei valori
morali, tanto incerti nel trovare e
nell'intraprendere un cammino ef-
ficace verso la pace. È questo il tra-
guardo verso cui ci orienta il pros-
simo Sinodo dei Vescovi con il suo
invito alla riconciliazione e alla pe-
nitenza.
Eucaristia e il coraggio della pace
Abbiamo voluto commemorare
nell'Assemblea la «Pacem in terris»
di Papa Giovanni XXIII, ricordando
anche la ricorrenza ventennale della
sua morte, per riprendere e rilancia-
re con tutte le nostre forze il mes-
saggio di pace. Si è elevato tra noi
un coro di voci per riaffermare la
«cultura della pace» e per ribadire il
rifiuto di ogni «cultura della morte»,
anche quella soggiacente alle varie
forme di crimine e di violen1.a fisica
e morale verso le persone e verso le
istituzioni di cui soffre oggi il nostro
Paese.
Il valore della pace, fondato sui
principi della verità, della giustizia,
dell'amore e della libertà, è talmen-
te universale che va fiduciosamente
proclamato, nuovamente promosso
e coraggiosamente difeso da ogni
minaccia e da ogni tipo di strumen-
2150
talizzazione. A questo ci sollecita an-
che l'unico «Pane» che ci fa com-
pagni di viaggio e l'unico «calice»
che ci mette in comunione col Padre
per creare comunione tra gli uomini,
nostri fratelli. Noi vogliamo che il
nostro Paese subisca le minacce de-
gli armamenti e delle violenze fisi-
che e morali; né vogliamo che si la-
sci illudere da facili ed effimere pro-
poste di pace che, in realtà, nascon-
dono progetti di supremazia e di
sfruttamento. Sono troppi in mezzo a
noi quelli che «curano la ferita del
popolo», ma solo alla leggera, dicen-
do «pace, pace», ma pace non c'è.
Per noi, fatti discepoli del messag-
gio evangelico e chiamati ad essere
testimoni di Cristo, «il Principe della
pace», la pace è e rimarrà sempre
valore determinante per la «civiltà
dell'amore» e per la «cultura della
vita».
Eucaristia e comunione con il Paese
Abbiamo approfondito le esigenze
della conversione alla quale l'Euca-
ristia ci richiama: essa infatti è
pane spezzato e sangue versato, e
come tale contesta una Chiesa che
fosse chiusa in se stessa e una vita
cristiana all'insegna dell'individua-
lismo. Al contrario l'Eucaristia fon-
da una Chiesa che, vivificata da una
crescita di tutti i suoi membri nella
comunione, diventa capace di co-
struire comunione con ogni uomo e
tra tutti gli uomini.
Le nostre riflessioni sull'Eucari-
stia hanno così approfondito il pro-
gramma «comunione e comunità»
che impegna le nostre Chiese per gli
anni '80.
In ascolto delle istanze e aspirazio-
ni di comunione insorgenti dal Paese
e riespresse, talora con accenti com-
mossi, dalla nostra Assemblea, la
Chiesa italiana rinnova il suo impe-
gno e la sua proposta di crescere
nella comunione vera e piena; ed
esprime ferma volontà di costruire
spazi di comunione nei quali tutti,
anche i lontani e gli indifferenti, pos-
sano trovare e riconoscere la pre-
senza di fratelli e sorelle pronti all'a-
scolto e alla collaborazione.
Vivere e incrementare la comu-
nione interna per diventare presenza
credibile e feconda di comunione
nella società e nel Paese: tale è iJ
nostro primo e sommo desiderio, av-
valorato e reso efficace dalla pre-
ghiera sacerdotale di Cristo: «Che
tutti siano una cosa sola».
li mondo è dominato da tante pre-
senze, ma nessuna di loro è così si-
cura come la presenza di Cristo:
essa è sorgente inesauribile di co-
munione non solo per fare della
Chiesa la casa della comunione, ma
anche per metterci, da credenti, a
servizio della comunione.
È da questa carica interiore che
può nascere una energica volontà di
comunicazione ed una coraggiosa ri-
cerca di comunione. È dalla «pace»
accolta come dono che può scaturire
l'impegno di una continua conversio-
ne al Signore e ad una mentalità au-
tenticamente ecclesiale, fondata e
alimentata sempre dall'Eucaristia,
che è il sacramento della comu-
nione.
Nell'Eucaristia si attua la piena
comunione con il mistero di Cristo e
viene plasmata una vita comunita-
ria, espressiva delle leggi della co-
munione.
È con questa certezza che abbia-
mo accolto il nuovo Codice di Diritto
Canonico come provvidenziale stru-
mento di comunione e come stimolo
a rinsaldare i vincoli della nostra
fraternità. Convinti che la crisi del-
1'ordine minaccia la pace, noi tutti,
pastori e fedeli ricondotti all'unità
da Cristo, unico «pastore e guardia-
no delle nostre anime», ci impegna-
mo a diventare costruttori della cit-
tà terrena all'insegna della concor-
dia perché colui che ci chiama e ci
manda «non è un Dio di disordine
ma di pace».
Sarà appunto una più attenta con-
siderazione del rapporto tra comu-
nione, comunità e missionarietà,
l'impegno che il nostro cammino pa-
storale intende assumersi per i pros-
simi anni.
li Signore è risorto, alleluja! li
messaggio pasquale ci sorprende e
ci conforta oggi come sempre. Da
esso accogliamo con commozione e
consegnamo con gioia il rinnovato
stimolo alla missione perché tutto è
possibile nella for1.a del Vangelo, di
tutto siamo resi capaci in Cristo, che
è la nostra Pasqua, la nostra Pace e
la nostra salvezza.
Nel nome del Signore vi esortia-
mo: «Aprite le porte a Cristo Reden-
tore!». Sostenga il nostro impegno
l'intercessione di Maria Santissima,
Madre del Redentore e Madre della
Chiesa.
È IN STAMPA
TESTIMONI DELL'ALLEANZA
D libro di J. Aubry per i fidanzati e gli sposi CC - Edizioni Cooperatori Salesiani -
Viale dei Salesiani, 9 - 00175 Roma - Preaot.atelo!

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MAMME DI SACERDOTI
Una delle prime preoccupazioni dei CC. è la cura delle vocazioni.
Oggi non è raro sentire mamme cristiane, chefrequentano le comunità
parrocchiali, esprimere ammirazione per la vita dei sacerdoti, chieder-
ne al Vescovo, alla Chiesa, alle autorità ecclesiastiche, molti, che siano
buoni e santi. Ma guai a prendere in considerazione l'idea che possano
essere proprio loro a donare un figlio al SiKnore.
Questi pensieri mi passavano per la mente /'8 maggio, festa della
mamma. Vi presento tre mamme perché pur nella diversità dei tempi
impariamo da loro una grande cosa: a donare!
E se tra i santi potessimo venerare tanti
papà e tante mamme, forse la santità sa-
cerdotale ritornerebbe a risplendere in
numero e qualità!
MARGHERITA OCCHIENA, madre e vedova
Una Madre saggia. - Margherita vigilava continuamente
sulla condotta dei suol figli. Una sorveglianza non sospettosa,
recriminatrice, ma come la vuole il Signore: continua, pruden-
te, amorevole.
Cercava di rendere gradita ai figli la compagnia della
mamma, awiandolì con dolcezza all'obbedienza e mettendo
in pratica l'esortazione della Sacra Scrittura: «Non provocate
all'ira i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell'istruzio-
ne del Signore».
Non si Infastidiva dei loro rumorosi schiamazzi, anzi vi
prendeva parte essa stessa. Rispondeva con pazienza alle
loro infantili e talora seccanti ed insistenti domande.
E non solo li ascoltava volentieri, ma li faceva parlare mol-
to così da conoscere I pensieri della loro mente e gli affetti del
loro cuore.
Era riuscita ad ottenere due cose dai figli che a molti ge-
nitori sembrano difficili: non voleva assolutamente che si
unissero senza ìl suo permesso a persone che non conosce-
vano, né che uscissero di casa senza averne ottenuto Il per-
messo.
Il pensiero di Dio. - Margherita era una donna di gran
fede. Dio era in cima a tutti i suol pensieri e al centro dei suoi
affetti. Ella sapeva servirsi in ogni occasione del nome santo
di Dio per educare il cuore dei suoi figli. Ricordati che Dio ti
vede» era un richiamo sereno a camminare sempre alla pre-
senza di Dio.
L'ambizione di una madre. - Margherita esigeva l'ordine
e la pulizia. Fino ad una certa età non solo voleva che fossero
puliti ma si compiaceva di una certa ricercatezza nel loro
modo di vestire. Alla domenica incontrandoli mentre si reca-
vano alla messa non di rado la gente diceva: «Oh che bei
bambini! Sembrano proprio angioletti.. Vi piace fare bella
figura?», diceva la madre. «Ebbene, che importerebbe avere
bei vestffi se poi l'anima fosse brutta per il peccato?•.
ENRICHETTA CATTANEO, madre e sposa
Un ambiente sereno, fatto per educare alla pace, alla con-
cordia, all'amore fraterno. « Ti ricordi ancora quando face-
vate la lotta in casa qui per terra? Lui (il fratello maggiore)
perdeva sempre, faceva apposta per darla vinta a te (Il più
piccolo) che diventavi come un galletto e rimanevi soddisfat-
to. lo guardandovi godevo un mondo. Ti voleva veramente
bene, proprio da fratello maggiore».
«Riguardo al tuo avvenire mettiti nelle mani di Dio. basta
che fai la sua volontà. Abbi sempre questo ricordo dei tuoi
genitori, o prete santo o niente, perché non bastano preti
buoni, ci vogliono preti santi».
Ma al Signore esprime chiaramente Il tuo desiderio: «Si-
gnore, i miei figli siano per Te nell'anima e nel corpo; desi-
dero che siano sacerdoti ma santi per portare a Te tante ani-
me. Non fa niente per me se non ci resta la parentela a que-
sto mondo, basta che sia popolato il paradiso».
È convinta che per aiutare la vocazione dei figli occorre
sacrificarsi: «/ genitori che non fanno sacrifici a questo sco-
po, le mamme che non sanno distaccarsi, non si aspettino
buoni risultaU•·
...confeziona il corredo, marca la biancheria, prepara i
quaderni. mette da parte i risparmi necessari per la retta, fa le
sue raccomandazioni che ribadirà nel tempo della lontananza
con lettere scritte alla meglio su fogli di quaderno, ma conser-
vate dai figli come prezioso ricordo. Per alcuni anni ogni set-
tembre si ripete questa specie di rito che è un allenamento ad
addii sempre più impegnativi e definitivi.
«Pensando ai bei giorni passati a Treviglio ho detto fra
me che il Signora mi ha già dato il cento per uno e ricompen-
sato di tutti i piccolì sacrifici fatti finora; ho la gioia piena..
CECILIA ZOLI, madre e sposa
« Benedico e ringrazio il Signore di aver scelto Mario per
suo ministro e lo prego a far si che fedelmente corrisponda
alla grazia della sua vocazione, e se un giorno avrà la grazia
di salire l'altare seppur lontano in missione, ricordatelo, pre-
gate per lui, e siategli vicini anche con qualche scritto, fate
che possa sempre gioire d'avere la sua famiglia che lo ricor-
da con amore.
E se un giorno avrà il bene di tornare in patria, festeggia-
telo di cuore, come avrei fatto io, e siate santamente orgoglio-
si di onorare un fratello che ha sacrificato la giovinezza in ter-
ra di Missione per amor di Dio• (dal Testamento).
«Ora che i miei tanti anni, coi loro inevitabili malesseri,
non mi permettono fare di bene, mi consola vedere l'Oratorio
che funziona ed è discretamente frequentato, e poiché è qui
tanto vicino, ci vado anch'io volentieri a far visita, e ci riman-
go più che me lo permettono i miei piccoli incomodi di salute,
poiché vedo nell'allegria dei ragazzi il mio don Mario con tut-
to il suo amore e entusiasmo che teneva per tutto ciò che
continuava e derivava dagli inizi di Don Bosco» (20 giorni pri-
ma di morire).
LE IMPRESSIONI DI UN GIORNALISTA CATTOLICO
Dalla mamma ho Imparato a conoscere e ad amare le mam-
me del preti. Madonne del Tllbor. Durante la prima mnaa di
un sacerdote non fluo l'Ostla bianca che al alza atretta da
mani tremanti, fluo gll occhi di una donna, la mamma del pre-
te novello. Sono belll come quelll della Madonna.
Madonne aut calvario. Dopo la prima mena Il poeto prlvl-
leglato di qu..U figi! donati al Signore apesao è nell'orto degll
ulivi. Il dlatacco, come al tempi delle partenze da cna per Il
Hmlnarlo con Il profumo caaallngo del Natale, la aolltudlne
con gll amici più fedell che dormono, che non aanno vegllare
neppure un'ora. E poi la MNN, vera, quotidiana, Il aacrtflclo
offerto per Il mondo che Il chiama e vuole padri. Il poeto della
mamma del prete è In prima fila, accanto alla CfOCe.
Grazie alle mamme più belle del mol1d0, grazie per Il dono
di un flgllo.
(Gigi De Fablanl, Avvenire)
3/SJ

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XX CONSIGLIO NAZIONALE
Frascati 23-25 aprile 1983
Presentiamo in questo numero di BS-CC tutto il materiale preparatorio, la relazione
del Segretario Coordinatore Nazionale, le risoluzioni e gli orientamenti generali.
Il programma dettagliato sarà presentato nel prossimo numero.
RELAZIONE ANNUALE SULLO STATO DELL'ASSOCIAZIONE ANNO 1982/83
di PAOLO SANTONI, Segretario Coordinatore
Alla presente relazione hanno con-
tribuito 13 consigli ispettoriall su 16;
purtroppo, non tutti hanno compreso
l'importanza del questionarlo, che se
fatto seriamente diventa un valido
mezzo d'indagine per conoscere la
reale situazione della nostra Associa-
zione.
Quattro questionari non sono stati
firmati dall'Ispettore, questo deduce
che l'Ispettore non leggendo non viene
a conoscenza della situazione dell'As-
sociazione nella sua ispettoria e se l'I-
spettore non sa, difficilmente spingerà
affinché l'Associazione migliori e pro-
gredisca.
Addirittura un questionario non è fir-
mato neanche dal delegato ispetto-
riale.
Passiamo ora ad analizzare I tre
aspetti principali della relazione e cioè:
formazione
- organizzazione
- azione apostolica
per concludere poi con una valutazio-
ne d'Insieme, alla luce di quanto i con-
sigli ispettorlali hanno collegialmente
rìsposto.
FORMAZIONE
Per quanto riguarda questo aspetto
partendo dalla prima domanda l'art. 22
del N.R. riguardante l'ammissione dì
nuovi cooperatori viene da tutti attua-
to. I modi di attuazione sono molto
vari; nella maggior parte delle realtà lo-
cali l'aspirante cooperatore partecipa
per circa un anno alla vita del centro,
leggendo la vita di Don Bosco, il siste-
ma preventivo, testi formativi sullo spi-
rito salesiano, studio del N.R. Parteci-
pazione a corsi di esercizi spirituali,
giornate di spiritualità e ritiri a livello
locale e ispettoriale, campus formativi,
conferenze mensili, corsi di formazio-
ne; per I giovani in particolare poi cam-
po scuola di formazione, campi di la-
voro e di animazione cristiana, campus
formativi.
Per quanto riguarda l'incaricato per
la formazione esso risulta presente in 4
regioni e 5 ispettorie per complessivi
80 centri ca., in una regione si stanno
responsabilizzando dei cooperatori in
questo incarico mentre in due regioni
è affidata la formazione totalmente ai
salesiani o alle suore. Circa I modi
concreti con i quali esso esplica il suo
incarico essi sono: segue la formazio-
ne dei nuovi cooperatori, organizza ri-
tiri, incontri formativi, giornate di spiri-
tualità, procura la stampa salesiana al
nuovo aspirante, presenta e fa cono-
scere i testi per la formazione cristiana
e salesiana.
L'assistente fisso nei centri presso le
F.M.A. con una presenza almeno men-
sile esiste In 4 ispettorle e in 5 regioni;
mentre in una regione e in due ispet-
torie non assicura la presenza mensile,
in una regione infine non è presente in
nessun centro. La sua presenza risulta
assicurata in 76 centri su 104 presso le
F.M.A.
L 'incaricato per la formazione non
ha nessuna difficoltà a collaborare con
il delegato locale.
Per quanto riguarda Il corso di qua-
lificazione per animatori hanno rispo-
sto soltanto due regioni e due ispetto-
rie con dati certi e cioè che è stato av-
viato In 18 centri con 230 iscritti. E le
altre? Ci sembra un po' poco?
Circa la consapevolezza tra i coo-
peratori di dover essere cristiani con-
vinti e attivi essa risulta presente in tut-
ta la base associativa con un grado
generalmente sufficiente, fatte le de-
bite eccezioni. Sotto questo profilo c'è
ancora molta strada da fare.
Circa la presa di coscienza del vero
significato dell'essere cooperatore da
Eccezionale colpo d'occhio dello atraordinarlo fotografo Mauro Sarandrea.

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parte dei cooperatori anziani c'è da
dire che si sta fac,endo in generale un
buon cammino che non tarderà a dare
I suoi frutti.
Per quanto riguarda la cura adegua-
ta della formazione religiosa e salesia-
na da parte del cooperatori c'è da dire
che generalmente essa avviene In ogni
regione o ispettoria.
Circa il discorso dell'autonomia e la
conseguente assunzione dei ruoli da
parte del delegato e dei cooperatori,
esso sta gradualmente maturando an-
che se con molta lentezza, e in qual-
che regione con molta fatica per diffi-
coltà di varia natura. Va scomparendo,
fortunatamente, un po' dappertutto la
figura del dirigente che si appoggia In-
fantilmente sul delegato o delegata.
Circa la collegialità nella direzione
dell'Associazione essa è generalmente
rispettata anche se In particolar modo
nei consigli locali non è sempre pos-
sibile poi concretamente, comunque in
questo senso si stanno facendo del
passi avanti.
Circa le iniziative per qualificare sa-
lesianamente I cooperatori, esse sono
state: conferenze, incontri locali, ed
ispettoriali, scuola di preghiera, raduni
zonali dei consigli locali, giornate della
proposta a cooperatori o della Fami-
glia Salesiana, campo biblico. ecc.
ecc.
Per quanto riguarda il ritiro mensile,
si tiene regolarmente in quasi tutti I
centri con una percentuale media di
presenze del 50%.
Nella maggioranza del centri non si
verifica che i cooperatori si riducano a
fare soltanto le due conferenze annuali
anche se in due regioni purtroppo ciò
ancora avviene.
Circa i corsi di esercizi spirituali ne
sono stati effettuati: 4 per giovani coo-
peratori, 27 per adulti, uno per coppie
con una presenza di circa 1.500 coo-
peratori; 6 regioni e 2 ispettorie hanno
organizzato anche esercizi cosidetti
e aperti» per un totale di n° 20.
Le due conferenze annuali sono sta-
te tenute in n° 161 su n° 279 centri. Per
quanto riguarda le iniziative attuate
per rendere più nuove e dinamiche le
conferenze annuali si à cercato di or-
ganizzarle nel clima più familiare Intro-
ducendo un momento di preghiera e di
agape comunitaria, si tengono in tor-
ma d 'incontro per consentire la parte-
cipazione di tutti nell'approfondimento
del tema. Giornata Intera fuori sede
con montaggi di diapositive, testimo-
nianze, lavori di gruppo, oppure abbi-
nate a una tre giorni o «settimane. o
«giornata proposta cc.•; coinvolgi•
mento S.D.B. e F.M.A. delle case sale-
siane.
A questo proposito si fa notare una
notevole flessione da parte dei centri
nei confronti della Il conferenza an-
nuale che spesso non viene fatta, sen-
za considerare che mentre la prima
qualifica e aiuta a livello spirituale la
seconda qualifica e aiuta a livello tec-
nico.
Circa il Bollettino Salesiano edizione
cooperatori tutti coloro che lo ricevono
lo leggono, purtroppo solo una minima
parte lo riceve a causa di disguidi po-
stali o addirittura di mancata spedizio-
ne da parte della S.E.I. di Torino; a
questo proposito, dietro vostra richie-
sta verrà spedito un elenco di coloro
che ricevono ìl B.S.-CC. che vi pre-
ghiamo di confrontare con i vostri
elenchi e di ritornarci un nuovo elenco
con il nominativo completo di indirizzo
di coloro che non lo ricevono.
Per quanto riguarda I «gruppi nuo-
vi» ci sono molte difficoltà in ogni par-
te d'Italia, si sottolinea in particolar
modo la mancanza di animatori gio-
vani che portino avanti il discorso, la
contemporanea presenza di altre real-
tà cattoliche, comunque quest'anno ne
sono sorti 6.
Quest'anno hanno tatto la promessa
342 cooperatori di cui 109 GG.CC. e
233 adulti, prossimi a emetterla sono
orientativamente i 87.
Le difficoltà che incontra il delegato
nella formazione di cooperatori sono
dovute principalmente alle molteplicità
di altri impegni che il delegato ha e
perciò il suo poco tempo da dedicare
ai cooperatori, un discorso di continui•
tà nello stesso Incarico, di delegato, Il
fatto che i cooperatori si ritengono già
buoni cristiani.
ORGANlZZAZIONE
Per quanto riguarda questo secon-
do aspetto I dati relativi al n° dei centri
sono molto parziali e frammentari e vi
rimando alle statistiche che avete in
cartella.
Per quanto riguarda i centri presso
«altri» cioè in località dove non ope-
rano SDB e FMA ne esistono circa 21 .
Per quanto riguarda il consiglio lo-
cale, non è ancora costituito In n° 54
centri su 170, esso si riunisce media-
mente una volta al mese. I consiglieri
sono sufficientemente attivi, ma co-
munque sotto questo profilo c'è an-
cora molta strada da fare. Circa il giu-
dizio globale sulla composizione e il
funzionamento del consiglio ispettoria•
le è un po' dappertutto positivo sicu-
ramente rispetto a prima c'è maggiore
autonomia e corresponsabilità. I con-
sigli ispettorlali sono stati tutti eletti re-
golarmente, mediamente si riuniscono
una volta al mese anche se una ispet-
toria e una regione hanno risposto che
si vedono due volte l'anno, che deci-
samente sono un po' poche a nostro
avviso.
L'Ispettore esclusa un'ispettoria non
partecipa quasi mal al consiglio lspet-
toriale che è generalmente moderato
dal segretario coordinatore.
Circa i rapporti tra i consigli e i vari
gruppi della Famiglia Salesiana essi
sono generalmente buoni comunque
c'è ancora molto da lavorare. Lo stes-
so dicasi per la comunità SDB e FMA
che secondo le situazioni è vicina ~
sensibile oppure assente od estranea,
comunque tendenzialmente sono le
prime due alternative quelle più ricor-
renti.
Circa i rapporti tra cooperatori ed
exallievi vanno decisamente miglioran-
do rispetto a prima con alcuni momenti
di vita e attività comuni in particolar
modo le feste tipicamente salesiane.
Non tutti gli uffici ispettoriali hanno
lo schedario degli Iscritti ai Centri in al-
cune regioni è In rifacimento; mentre
quasi tutte le ispettorie e le regioni
hanno un archivio.

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Comunione • comunità • accoglienza: cercheremo di vivere con il coraggio e lo zelo di
Don Bosco questo trinomio: «amiamo non co.n la lingua ma in opere e verità•.
Don Giovanni Raineri, Consigliere Generale per la FS è l'instancabile animatore, don
Mario Prina, Delegato della CISl, la sentinella.
Circa lo schedario dell'ufficio locale
è presso quasi tutti i centri ed è quasi
abbastanza ordinato e lo hanno 154 su
201 centri.
Per quanto riguarda la bibliotechina
con libri di formazione essa risulta isti-
tuita su 123 centri su 145. A questa do-
manda hanno risposto solo 3 regioni e
2 ìspettorie.
Circa l'autofinanziamento si sono
fatti dei passi in avanti, ma molta base
resta ancora da sensibilizzare, comun-
que soltanto circa 90 centri hanno par-
tecipato all'autofinanziamento secon-
do le norme a suo tempo date. Ci sem-
bra un po' poco. Solo 6 regioni hanno
risposto che versano regolarmente Il
25% al consiglio ispettoriale dei contri-
buti liberi e anonimi che ricevono.
6/54
Circa il contributo alla delegata
ispettoriale non tutte le regioni o le
ispettorie lo effettuano comunque c'è
maggiore sensibìlìtà rispetto a una
volta.
AZIONE APOSTOLICA
Andando ad analizzare questo terzo
aspetto troviamo che sono presenti
nelle consulte diocesane n° 39 coope-
ratori; nei consigli pastorali diocesani
n° 20 cooperatori ca., nel consigli pa-
storali parrocchiali n° 232 cooperatori
ca. Detti dati però sono parziali perché
alcune regioni ed ispettorie non hanno
specificato il numero non essendo in
possesso di dati certi.
Campi della missione
saleslana
- Cura della gioventù: moltissimi
sono i cooperatori inseriti negli oratori
e nei centri giovanili salesiani. Lo stes-
so dicasi per gli insegnanti nelle scuo-
le statali.
- Problemi della famiglia e prepa-
razione dei giovani al matrimonio: le
iniziative in questo senso sono le più
disparate; comprendono tavole roton-
de, conferenze, incontri periodici per
coppie, incontri ispettoriali per giovani
coppie di sposi, appoggio a iniziative
della chiesa locale.
- Vocazioni allo stato ecclesiastico
e religioso: in generale sì fa molto
poco, qualche sporadica Iniziativa in
collaborazione con la Famiglia Sale-
siana e la Chiesa locale. A questo pro-
posito si consiglia un maggiore colle-
gamento con il dicastero delle vocazio-
ni a livello di Congregazione.
- Catechesi: circa questo aspetto
moltissimi sono i cooperatori impegna-
ti nella catechesi ai preadolescenti ed
adolescenti, per quanto riguarda le ini-
ziative si organizzano corsi per cate-
chisti a livello ispettoriale, corsi biblici,
si fa catechismo presso la :::asa
qualche cooperatore, si svolge una
missione giovanile e animazione in un
paese per un anno.
- Valorizzazione cristiana degli
strumenti della comunicazione socia-
le: per quanto riguarda questo aspetto
varie sono le iniziative, cineforum, ta-
vole rotonde, presenza alla radio-IV lo-
cali, diffusione del quotidiano Avvenire
e della stampa salesiana, taatro, ven-
dita nelle parrocchie di « Mondo Nuo-
vo », partecipazione a incontri ispetto-
riali (una settimana) organizzato dai
Cinecircoli giovanili salesiani.
Il giudizio sulla collana « Mondo
Nuovo» è senza dubbio positivo in
quanto la scelta di trattazione mono-
grafica è utile per la diffusione a cate-
gorie specifiche cui l'argomento inte-
ressa, la collana perciò è da ritenere
un vero successo.
Circa la situazione delle rivendite al
22.3.83 è la seguente: presso S.D.B.
114, presso F.M.A. 163 comunque
avete uno specchietto riassuntivo in
cartella.
- Missioni: per tenere vivo lo spirito
missionario si organizzano mostre mis-
sionarie, incontri mensili, lotterie, in-
contri con i missionari e corrisponden-
za con essi, periodico invio di offerte e
di materiale vario, preparazione veglia
«El dia de Trelew... Si fa la giornata
missionaria a livello orientativo nel
70% dei centri.
Progetto Trelew
Circa questo progetto c'è abbastan-
za consapevolezza che è un progetto
di tutta l'associazione; comunque la
contemporanea presenza del «proget-

1.7 Page 7

▲back to top
to Africa• crea deì problemi In seno al
centri che dovremmo pur affrontare e
risolvere. Il progetto è conosciuto nel
centri ed è discretamente sostenuto
con aiuti economici. C'è la prospettiva
di qualche futuro partente solo in una
ispettorla e In una regione.
- Difesa dalla pubblica moralità:
circa questo aspetto si sono fatte ben
poche Iniziative.
Iscrizione all'A.I.A.R.T., partecipa-
zione ad iniziative di altri movimenti,
articoli su giornali, adesioni al movi-
mento per la moralità, campagna pro-
mozionale e diffusione buona stampa
Laboratori Mamma Margherita ve ne
sono circa 80 e sono in leggerissima
crescita.
Tra le iniziative particolari si anno-
verano: concorsi per ragazzi, mostre di
disegni, foto, campi scuola, campi di
animazione, corsi di qualificazione per
animatori del tempo libero.
La valutazione d'insieme che scatu-
risce dall'analisi di tutte le relazioni
ispettoriali si può riassumere dicendo
che è senza dubbio buona, un gran la-
voro è stato fatto ma molto ne resta da
fare circa la presenza e il posto del
cooperatori nell'ambito della Famiglia
Salesiana, chiaro nel documenti capi-
tolari ma non nella realtà, il significato
autentico di una vocazione laicale In
particolar modo per quanto riguarda i
cooperatori meno giovani, rapporto tra
cooperatori adulti e cooperatori gio-
Dal Giomaledi bordo di Giovanni Putzu di Cagliari: dalle ore 17 del 23/4 alle 14 del2fi/ 4:
24 ore di lavori plenari, 4 ore a tavola. 2 in cappella, 2 di svago, l di toilette mattutina, 12
di riposo. NeJJa foto un. momento di svago.
Attorno a Don Bo&e0 e al preetigioso Regolatore Lello NicastTO I CoD11iglieri Nazionali in
piacevole confusione.
vani, rapporto cooperatori e comunità
salesiana, cooperatori ed exallievi.
L'associazione sta senza dubbio fa-
cendo dei passi avanti sia sotto l'a-
spetto formativo che sotto il profilo del-
1'azione, anche se mollo lentamente; si
dovrebbe essere molto più Incisivi nel-
le realtà locali, cercando di farsi co-
noscere sempre più dalla chiesa isti-
tuzione in occasione di grandi momen-
ti ecclesiali tipo un Congresso Eucari-
stico Nazionale, che invece è stato
snobbato almeno come presenza dei
quadri Intermedi nella sua fase prepa-
ratoria. A Milano al Convegno pre-con-
gressuale delle aggregazioni laicali di
fine febbraio nonostante le raccoman-
dazioni a livello epistolare e telefonico
c'erano presenti appena quattro ispet-
torle su sedici.
Prima di concludere vorrei ringrazia-
re tutti quei consigli ispettoriali che cl
hanno suggerito delle Interessanti mo-
difiche da apportare al questionario.
ne terremo conto.
Vorrei scusarmi se detta relazione
non vi è stata messa In cartella ma pur-
troppo nonostante che Il tempo per l'i-
noltro fosse scaduto al 31 dicembre
82, ho dovuto attendere sino al 1Oapri-
le u.s. per avere 13 relazioni su 16 e i
tempi tecnici per batterla e ciclostilarla
si sono praticamente annullati, mi au-
guro che successivamente possiamo
stamparla.
Vorrei infine ringraziare quelle ispet-
torle e regioni ohe cl inviano il loro no-
tiziario e ciclostilati; sono mezzi utilis-
simi per conoscersi; a questo propo-
sito vi annuncio che considerando il
calo sempre maggiore degli abbona-
menti del foglio di collegamento tra le
comunità dei GG.CC. •PRESENZA
GIOVANI • dal gennaio 84 non verrà
più pubblicato, sarà sostituito da un
quartino, o più. interamente dedicato
al ramo giovanile nel Bollettino Sale-
siano Cooperatori.
Vorrei dire inoltre, che nel girare in
lungo e in largo l'Italia, proprio per co-
noscere più da vicino le varie realtà (a
questo proposito grazie per la squisita
e familiare ospitalità) ho potuto consta-
tare che c'è un pullulare di iniziative,
abbastanza buona volontà ma manca
ancora tanto coraggio. tanto zelo e
una buona dose dì rischio e di perse-
veranza.
Prima di concludere mi permetterete
di ricordarvi che esattamente tra un
anno scadrà il mandato triennale del-
l'attuale giunta esecutiva nazionale e
automaticamente il sessennio come
consiglieri nazionali di due componen-
ti la stessa tra i quali il sottoscritto: in-
vito perciò il consiglio nazionale fin
d'ora a muoversi per indicare e pro-
porre candidature entro il prossimo
consiglio nazionale per il nuovo segre-
tario coordinatore nazionale che sarà
certamente più degno del sottoscritto
nell'espletamento del complesso in-
carico.
7155

1.8 Page 8

▲back to top
INTERVENTI SUI SETTORI
Alcuni componenti della Giunta hanno voluto sottoporre all'attenzione dei Consi-
glieri delle riflessioni e delle puntualizzazioni relative al loro settore.
Sono prese di posizione su ognuna delle quali si è aperta una vivace discussione.
Intervento dell'Incaricato
organizzativo:
DOMENICO SCAFATI
Intervento dell'Incaricata
del settore missionario:
LILLINA ATTANASIO
Intervento dell'Incaricato
del settore giovanile:
ENZO MANNO
Da più parti affiorano segni inequi-
vocabili di stanchezza e quasi di ras-
segnazione.
Di fronte ad alcune difficoltà per al-
tro oggettive, si è diffuso un deleterio
senso di minimismo...
Pazienza... si fa quel che si può...
È la storia di molti Centri, un tempo
pieni di vitalità nei quali l'incontrarsi, il
pregare insieme, il dialogare, erano
momenti attesi con gioia.
Ora invece ci si è ridotti a ricordare
con nostalgia i bei tempi trascorsi:
Che fare dunque?
Fermarsi? Ma fermarsi è: deperire e
deperire è un po' morire...
È dunque urgente:
1) Tornare alla scuola di Don Bosco
e imbeverarsi dello zelo che egli aveva
nel cuore. Il suo motto: Da mihi animas
deve tornare ad essere il propellente di
spinta per ogni nostra azione!
2) Rivitalizzare e potenziare alcune
irrinunciabili occasioni di incontro: -
Le 2 Conferenze annuali - La giornata
della Famiglia Salesiana - Gli esercizi
spirituali.
3) Ripristinare ad ogni inizio di
anno sociale la giornata di studio per
Consiglieri nella quale si individuino le
carenze dei vari settori e si studino i
mezzi per riscoprire il gusto e la forza
dell' impegno.
4) Rafforzare i Consigli locali, utiliz-
zando strumenti formativi adeguati: -
Cooperatori di Dio - BS-CC.
5) Ogni movimento laicale e seco-
lare che vuole essere al passo coi tem-
pi ha una scuola per dirigenti. È urgen-
te anche per noi istituire una scuola di
formazione per dirigenti anche di na-
tura tecnica sul modo di organizzare e
animare un Centro CC.
6) Sollecitare e favorire il passaggio
di GG.CC. che per la loro età ed espe-
rienza non hanno più titolo per restare
nei gruppi Giovani Cooperatori, diven-
tìno essi stessi suscitatori e animatori
di gruppi nuovi.
8/56
Il servizio della Giunta e dell'Ufficio
Nazionale è un servizio per tutta l'As-
sociazione che si concretizza nelle se-
guenti attività:
1) SEMINARIO MISSIONARIO (da
farsi ogni 2 anni in alternanza con il
convegno dei giovani): è un servizio
fatto per Cooperatori giovani non
orientati solo a Trelew ma anche ad al-
tre eventuali destinazioni.
Il Seminario a carattere nazionale
ogni 2 anni, non impedisce l'attuazio-
ne di seminari a carattere zonale: l'Uf-
ficio Nazionale è a disposizione.
2) TRELEW: è la missione voluta dai
Cooperatori Salesiani d'Italia, votata in
un Consiglio Nazionale straordinario,
gestita in proprio (N.R. 1O, § 5), tramite
l'Ufficio Nazionale.
È la missione dei CC.SS. della Sici-
lia, della Calabria, delle Pugile, del Pie-
monte, della Toscana. del Veneto, del-
l'Emilia, del Lazio... sostenuta con le
vocazioni e con i mezzi di tutti.
Non è la missione dell'Ufficio Nazio-
nale.
3) PROGETTO AFRICA: è la missio-
ne dei Salesiani in Africa, voluta e vo-
tata dal Capitolo Generale XX. Il Con-
siglio Nazionale ne ha preso atto, ma
ha bocciato l'idea di un progetto mis-
sionario in Africa tipo Trelew.
È in atto un inserimento di tipo tra-
dizionale sul progetto Africa da parte
dei Cooperatori: quello dell'inviare da-
nari. (Qualcuno qui ha dimenticato che
l'impegno principale dei CC, è Trelew.
Si scorra sul BS-CC. l'elenco dei soste-
nitori). Quale linea sostenere?
Dobbiamo puntare sul laicato mis-
sionario.
Dobbiamo cercare di inserirci nei
piani di Volontariato.
Per ora: dobbiamo tenere fede al-
l'impegno di Trelew e sostenere i Coo-
peratori missionari.
Parlare dei GG.CC., valutando da
Roma, non è tanto facìle perché non cl
giungono certo molte notizie, malgra-
do il mio appello a usare tutti i mezzi
pur di mettersi in contatto con noi.
Comunque in base ad alcune rela-
zioni del 1981 , ma soprattutto in base a
quanto ho potuto apprendere nel cor-
so dei due convegni GG.CC. del 1982,
quello Europeo e quello Nazionale, mi
sono fatto una discreta idea della si-
tuazione attuale del ramo giovanile
della nostra Associazione.
la consistenza è in continua evolu-
zione. Pur non avendo a portata di
mano statistiche, penso ci sia una di-
minuzione nel numero dei GG.CC. pur
non corrispondendo una flessione del-
le attività tipiche in quanto spesso ani-
mate da persone ormai passate al set-
tore adulti.
La flessione numerica non penso
possa significare crisi.
È diminuito Il numero di coloro che
fanno catechesi in modo approssima-
tivo; non si aderisce più, almeno nella
maggior parte dei casi, per far numero;
non si accettano più, in generale, per-
sone che hanno una visione piuttosto
superficiale della vita salesiana.
Stanno diminuendo coloro che ese-
guono acriticamente, senza assunzio-
ne di responsabilità personale. Si è ri-
dotto di molto l'attivismo fine a se stes-
so, perché si cerca di andare incontro
alle reali necessità della Chiesa locale
e, di conseguenza, dell'ambiente in cui
si vive.
Quei pochi che partono per Trelew
sono più preparati e consapevoli della
realtà a cui vanno incontro (anche per
merito di chi li ha preceduti) e sono
frutti di una maggiore maturazione lo-
cale.
Chi è stato presente al «Gerini » a di-
cembre e ha partecipato ai lavori e ai
gruppi di studio (molto più densi di
contenuto di quanto possa risaltare
dalle relazioni) penso non possa non
concordare con me.
Purtroppo, però, il numero si è ridot-
to, e ridotta è stata la partecipazione ai
due Convegni.
Cerchiamo di esaminare i perché.
- Mancanza di mordente e di pro-
getti concreti in alcuni gruppi (in pra-

1.9 Page 9

▲back to top
lica: alla domanda • Ma voi che tate?
Qual'è il vostro fine? In concreto si può
rispondere solo con qualche teoria e
con alcuni incontri spesso superficiali)
che respingono il giovane alla ricerca
di una risposta al problemi del pros-
simo più prossimo.
- Difficoltà di inserimento dei gio-
vani nei Centri prevalentemente for-
mati da adulti, spesso fermi a un'idea
dell'Associazione ben lontana da quel-
la scaturita dal Concilio.
- Difficoltà, se non addirittura, con-
trasti con alcuni SDB e FMA che im-
pediscono la collaborazione e l'inse-
rimento dei GG.CC. negli ambienti da
loro diretti (parrocchie, oratori, istituti,
ecc.).
- Delegati e Delegate con notevoli
limiti dovuti all'età e ai numerosi inca-
richi loro affidati.
- Poco coraggio nel presentare
chiaramente la proposta di adesione e
di scelta vocazionale ai giovani che
frequentano, spesso assiduamente, i
nostri ambienti.
Tali difficoltà spesso sono isolate,
ma non è infrequente il caso che esse
si combinino e portino a risultati disa-
strosi.
Ognuno di noi, cooperatore. religio-
so, religiosa, deve assumersi le proprie
responsabilità, approfondendo le varie
situazioni e, laddove si rende neces-
sario, intervenendo energicamente
con verità e carità.
Non c'è tempo da perdere.
Il richiamo del nostri giovani è pres-
sante, non c'è spazio per le incertezze
e la pavidità.
O crediamo nella missione di Don
Bosco e assumiamo Il suo coraggio o
non c rediamo e allora è meglio cam-
biare aria.
Intervento del Conslgllere fede-
rale dell'Unlone Exalllevl: LAN-
FRANCO MASOTTI
Gli Exallievl impegnati e i CC. hanno
questo in comune: Il desiderio di rifare la
società «dai suoi fondamenti» e questo
a titolo dell'educazione ricevuta che ci fa
essere apostoli convinti e coerenti o per-
ché abbiamo voluto dare una mano a
Don Bosco nel portare a Cristo tanti gio-
vani.
«Sono venuto a questo Consiglio Na-
zionale dei Cooperatori per portare Il sa-
luto dell'Assoclazlone degli exallievl d'I-
talia, saluto ed augurio di buon lavoro
che viene dalla Presidenza e dalia Giunta
Nazionale e da tutti gli exallievi sates,ani.
che vedono, nei Cooperatori di oggi, uo-
mini e donne proiettati In un•azione che
deve portare al raggiungimento dei co-
muni scopi, quelli dell'Apostolato dei Lai-
ci, che nel nostro caso specifico sono
quelli di valorizzare ed attuare l'idea di
Don Bosco, nostro comune Padre e
Maestro.
Desidero però non limitarmi ai sempli-
ci convenevolì di circostanza. che sareb-
L'unità d 'intenti con l'Un.ione degli exallievl è testimoniata dal cordiale indiri:r.zo dl 88•
luto dell'lng. Ma-80tti.
bero contrari al mio modo d1 pensare, ma
vorrei sintetizzare una convinzione che
mi sta molto a cuore, e che potrebbero
essere di spunto nelle vostre discussioni,
e che è un po' l'Indirizzo che l'Associa-
zione exalllevl ha preso e sta portando
avanti in campo nazionale e mondiale
per dare il suo contributo alla ricostru-
zione dalle fondamenta, della nostra so-
cietà, così dissestata ed irreale. e ricon-
durla a vivere una realtà più concreta e
costruttiva, operante nella semplicità e
nel bene comune.
Circa un mese fa, ero a Bologna nella
casa salesiana «Beata Vergine di S.
Luca», ed Il Prefetto, data l'Importanza
della mia persona, ml ospitò nella stanza
riservata all'Ispettore. Ebbi così l'occa-
sione di dormire nel letto riservato a Don
Bosco (Giovan Battista Bosco, simpatico
Ispettore della Lombardo-Emiliana).
Sull'ampia scrivania esistente nella
stanza, vi era una pubblicazione edita da
quell'Istituto, dove Il nostro comune ami-
co don Luciano è stato amato Direttore,
e su di essa ho potuto leggere ciò che Il
Cardinale Svampa nel benedire la prima
pietra dell'Istituto stesso, nel febbraio del
1897, tra l'altro diceva.
...L'edificio che noi vogliamo qui co-
struito, è simbolo di ristorazione morale
della società, che deve essere rifatta dai
suoi fondamenti, ossia nell'età giovanile,
e deve tornare onesta e virtuosa basan-
dosi sulla pietra fondamentale di ogni
moralità e giustizia che è Gesù Cristo.
Finché Cristo non rientri nelle officine,
nelle scuole, nelle Istituzioni, nei costu-
mi, negli animi, insomma in tutte le fibre
sociali, è fo/fia sperare onestà di vita, fer-
mezza di carattere, abnegazione. carità,
eroismo, osservanza dei doveri religiosi,
sociali, domestici.
Don Bosco ben comprese queste virtù
e senza pompa di teorie, mosso solo
dalla carità e dallo spirito di Gesù Cristo,
in questa carità ed in questo spirito tro-
vò il segreto di formare giovani si/a virtù,
e fu il primo educatore non solamente
d 'Italia, ma di tutto il mondo civile...•.
Oggi a distanza di 86 anni da quella
data, questi concetti li possiamo consi-
derare attuali.
Se Cristo non rientra nelle isutuzionl,
nel costumi, negli animi, non possiamo
sperare In una società migliore.
E allora che dobbiamo fare? È neces-
sario vivere diversamente:
- impostare la propria vita In modo
più consapevole e coerente;
- riscoprire i valori della famiglia,
perché le forme alternative sperimentate
non possono In alcun modo sostituirla;
- stabilire un rapporto nuovo tra
uomo e uomo;
- lasciare le apparenze e fondare la
nostra vita più sull'essere che sul sem-
brare;
- riallacciare un rapporto con Il divi-
no, ritornando alla Fede.
Nel mondo d'oggi non abbiamo scelta:
o la tede o Il caos. Noi laici cristiani dob-
biamo camminare nella nostra strada ter-
rena per testimoniare la Fede, far capire
al prossimo che anche in un mondo cosi
sbaglialo e cattivo, non tutto è oscurità,
ma esiste la luce della Fede che è corag-
gio, disponibilità e sacrificio, che è la ne-
cessità prepotente di donare amore, per
leggere la felicità negli occhi dei nostri
fratelli e per sentir inondare il nostro
cuore di Immensa gioia. Quella gioia che
si riceve per aver dato.
Dobbiamo adoperarci per ripristinare
la convinzione In quel valori che le false
ideologie, la malafede e la falsa politica
hanno distrutto.
In questa prospettiva deve svolgersi la
nostra futura azione, e che sia un'azione
comune, un'azione portata avanti insie-
me, nel rispetto delle caratteristiche pro-
prie delle nostre due associazioni, ma
mirando ad un unico risultato finale,
quello di aiutare I giovani a vivere la loro
vita in modo sano e pieno di gioia.
Don Bosco diceva: .Basta che sappia
che sono giovani, perché io li ami• Dob-
biamo preferenziare ,1 nostro lavoro per i
giovani, anche se è più difficile, costa fa-
tica, prende tanto del nostro tempo e
molto spesso non si hanno i risultati spe-
rati.
Solo curando le pianticelle avremo de-
gll alberi robustll Noi exallievl stiamo
operando in questo senso in Italia, In Eu-
ropa e nel mondo, e siamo felici di pre-
stare la nostra opera al vostro tìanco,
perché la posta è afta ed importante, è Il
momento giusto, e non dobbiamo farci
sfuggire dalle mani questo momento par-
ticolare, perché è Don Bosco che lo vuo-
le, lo vuole per i suoi ragazzi, lo vuole per
noi, lo vuole per coloro che verranno.
E non scoraggiamoci mai, perché Lui
è sempre vicino a noi•.
9/57

1.10 Page 10

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RISOLUZIONI E ORIENTAMENTI
Le risoluzioni e gli orientamenti qui riportati sono stati discussi a lungo ed approvati
a larghissima maggioranza. Essi sono vincolanti per l'Associazione e danno mandato di
attuazione alla Giunta esecutiva nazionale.
Il tema dell'anno 1983-1984:
Comunione - Comunità - Accoglienza
1. L"impegno della Chiesa italiana
per gli anni 80 è delimitato dal tema
generale Comunione-Comunità: vo-
gliamo costruire nelle nostre chiese,
nelle nostre associazioni, nei nostri
gruppi la comunione come meta per la
quale Gesù stesso ha pregato, e que-
sto attraverso lo strumento della co-
munffà e perciò, tra l'altro, con la ricer-
ca paziente dei legami minimi ma ne-
cessari per vincere il proprio isolamen-
to ed essere e sentirsi parte viva di un
gruppo, di una associazione, di una
chiesa.
2. Accoglienza diventa in questo
caso termine proprio dei CC.SS. i quali
muovendo dall'impegno triennale
« Fatti più che parole con il coraggio e
lo zelo di Don Bosco In favore dei gio-
vani in difficoltà, desiderano con il co-
raggio e lo zelo di Don Bosco operar3
per le zone più difficili ed esposte della
gioventù emarginata e in difficoltà e
nello stesso tempo rawivare con la
loro presenza - soprattutto da parte
dei GG.CC. - gli Oratori, i Centri Gio-
vanili, i gruppi parrocchiali.
3. Questo tema «Comunione Co-
munità Accoglienza• opera la salda-
tura auspicata da parecchi consigli
ispettoriali tra quanto stabilito dalla
CEI all'interno della quale vogliamo
esplicitamente operare, e la lettura de-
gli avvenimenti e della situazione gio-
vanile responsabilmente operata nel
Congresso Nazionale del dicembre
1981, e può nello stesso tempo essere
uno strumento valido per favorire quel
coinvolgimento auspicato anche dalla
futura scuola dei delegati, di quanti
Iniziative per ricordare
Don Bosco nel 1983-1984
1. Il 1° aprile 1984 (IV Domenica di
Quaresima, Pasqua è il 22 aprile), 50°
giorno anniversario della canonizza-
zione di Don Bosco (1 ° aprile 1934)
viene proposto dal CN dei CC.SS. al
Consigliere Regionale d'Italia don Lui-
gi Bosoni e tramite lui alla CISI come il
giorno più adatto per un GRANDE
PELLEGRINAGGIO A ROMA DEI COO-
PERATORI SALESIANI, DEGLI EXAL-
LIEVI, DEI SIMPATIZZANTI (puntando
per il 1988 ai Santi Luoghi del Piemon-
te Salesiano).
2. Pubblicare la «Lettera da Roma »:
il 1o maggio 1884 Don Bosco scrisse
da Roma una lettera definita da don
Braido «Il poema dell'amore educati-
vo».
I Cooperatori ne pubblicheranno
una edizione a carattere popolare per i
maestri, gli educatori di Oratorio, I ca-
techisti con presentazione di un auto-
revole esperto di pedagogia salesiana.
3 . Per ricordare il 50° anniversario
della Canonizzazione di Don Bosco ed
in preparazione al centenario della
morte (1988), il CN dei CC.SS. propone
ai Cooperatori d'Italia e del mondo la
costruzione di un monumento da edi-
ficare in piazza Don Bosco a Roma da-
vanti alla Basilica.
operano in ambiente salesiano, nelle
scuole, nei centri di FP, negli Oratori,
nelle Parrocchie.
Raccomandazione agli Ispettori e alle
Ispettrici, In occasione degli sposta-
menti del personale
1 . Si sottolinea da parte del CN dei
CC.SS. che se si vuole riscoprire il
«coraggio» e lo «zelo• di Don Bosco
nell'affrontare i problemi dei giovani in
difficoltà e nel prevenire con una ade-
guata formazione umana e cristiana il
deteriorarsi del senso cristiano della
vita, la prima condizione da realizzare
è che SDB, FMA, CC.SS., siano dispo-
nibili, agili, freschi, nell'intimo del loro
cuore per andare là dove c'è il bisogno
o dove la Congregazione o la Chiesa,
tacendo appello alla fede e alla gene-
rosità, chiamano (cfr. CGS XX, 494 e
Cost. SDB 43,97).
2. Poiché SDB e FMA sono tutti
pronti alle esigenze generali della loro
Congregazione, e se dicono «vai!»,
essi vanno e se dicono «non andare»,
essi non vanno, capita che tanti cambi
di obbedienza lascino sguarnita la fun-
zione di Delegato o di Delegata che
molti SDB e FMA svolgono come parte
integrante del loro molteplice lavoro
apostolico.
Per cui il Centro dei CC. molte volte
resta senza animatore.
3 . Sia preoccupazione principale
degli Ispettori e delle Ispettrici fare sì
che in ogni casa - nonostante gli ine-
vitabili cambi di personale - sia assi-
curata la presenza di un incaricato con
il mandato specifico (tra gli altri) di ani-
mare spiritualmente la FS.
DATE FISSE DELLA VITA ASSOCIATIVA A CARATTERE NAZIONALE
Molti CC. prestano la loro attività in diversi movimenti ed organismi di carattere sociale, politico ed
ecclesiale per cui il loro calendario risulta pieno di impegni, a volte addirittura sovrapposti. Per ovvia-
re a simili inconvenienti che si verificano anche a livello di FS, il C.N. su proposta della Giunta esecu-
tiva nazionale ha approvato a stragrande maggioranza il seguente orientamento:
1) fine aprile-primi di maggio: CONSIGLIO NAZIONALE
2) fine ottobre-primi di novembre: MOMENTO GIOVANI (Convegno Naz.le GG.CC. o Seminario
missionario)
3) verso la festa dell'Immacolata: RIUNIONI STRAORDINARIE (Congresso ogni 3 anni, assem-
blee straordinarie, convegno sposi).
10/58

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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VITA DELLA ASSOCIAZIONE
UN NUOVO CENTRO A SATRIANO
Carissimi fratelli cooperatori della
Calabria. La nostra famiglia si arricchi-
sce di nuovi fratelli e di un nuovo Cen-
tro. Nella indimenticabile giornata del
24 u.s. ben 21 nuovi cooperatori hanno
fatto la promessa, durante una sugge-
stiva concelebrazione eucarJStica pre-
sieduta dall'Ispettore salesiano, don
Alfonso Aliano, rappresentante del Rei-
tor Maggiore. li nuovo centro è sorto a
Satriano (CZ) presso la Casa delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice: inietti dieci
dei nuovi cooperatori sono di queste
nuovo centro e sono arrivati alla pro-
messa dopo un cammmo di preparazio-
ne durato più di due anni Ringraziamo
Maria Ausiliatrice e Don Bosco che c1
benedicono e ci danno la [orza di la-
vorare e la speranza che nella nostra
regione la Famiglia Salesiana avanzi
sempre e sia una forza viva nella Chie-
sa locale.
Vi mandiamo una relazione di quella
giornata, ma i partecipanti potranno
meglio riferirvi ciò che hanno visto, fatto
e goduto. Raccomandiamo a tutti di ri-
llettere sulle idee forti della conferenza
di don Palmisano e di ricercare in
gruppo, con l'aiuto del sussidio, le si-
tuazioni reali e i modi di intervento a
favore dei giovaru destinatari della no-
s!Ta missione di salesiani nel mondo di
oggi. La giornata sarà storica se deter-
minerà una svolta nella vita dei centri e
dei cooperatorL
Con affetto fraterno vi so.lutiamo.
Il delegato regionale, Sa_c. Ferruccio
Apicella; la segretaria regionale,
Bruna Card.ile
Cooperat.ori Salesiani in Terra Santa durante le fe11tività pa11qu.ali. Una e11perienza ricca
di fede e di fraternità. Commoventi gli incontri con i Salesiani e le FMA di Nazareth, Be-
tlemme, Cremi11ao e Geru.ealemme: a fianco dei poveri e degli umili.
PROMESSE
A Coluso domenica 6 febbraio, in oc-
casione della prima Conlerenza a:n-
nuale, quattordici nuovi Cooperatori
hanno proclamato. a voce alta, il loro
impegno a seguire gli insegnamenti di
Don Bosco nell'abito della società e se--
condo le direttive della Congregazione
Salesiana.
Uno di loro esprimeva così i motivi
che lo hanno spinto a farsi Cooperato-
re: •La mia scelta a Cooperatore Sale-
siano è volta a seguire l'insegnamento
di Don Bosco attraverso la realizzazio-
ne delf'Ideale evangelico dell'amore a
Dio e ai fratelli creando comunità cre-
denti e fraterne. Ricercherò questo spi-
rito iniziando dalla mia famiglia, sia
nella vita matrimoniale che nell'edu-
cazione dei figli awiando essi alla vo-
cazione apostolica, con la parola, ma
soprattutto con l'esempio. Esempio e te-
stimonianza che m'impegnerò a por/are
all'estemo, partecipando alle aspira-
A Coluso non si echerza! Don Morlno vede in prima fila delle eperanze: chi ci sarà,
vedràl
Assemblea regionale deì Cooperatori Salesiani di Calabria. Una giornata indimen-
ticabile.

2.2 Page 12

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AUTOFINANZIAMENTO
Ragazzi alla Piaanal Il Don Boaco della Piaana ba gioioo nel vedersi attorniaoo da tanta
gioventù. Sono giovani e non del Gruppo Nuovo cli Cìnecittà.
zionj dei fratelli, lottando per il rinnovo
dei costumi, della mentalità e delle leg-
gi, al fine di renderli più conformi alle
esigenze evangeliche di fraternità, li-
bertà e giustizia. Con particolare atten-
zione opererò Ira i giovani, specie quelli
dei ceti meno abbienti, o più esposti al
vizio, alla delinquenza. alla droga, os-
sia i più bisognosi».
Anna Maria Dominici, del Gruppo
Nuovo che frequenta l'Ufficio Naziona-
le, ha fatto la promessa di diventare
cooperatrice nientemeno che alla Pi-
sana. Attorniata dai figli, dagli amici e
dai parenti ha raccontato le varie tap-
pe che l'hanno condotta a questa scel-
ta: dall'accettazione sofferta della vo-
lontà di Dio in occasione della morte
del marito fino all'impegno dichiarato
nella scuola pubblica e nella catechesi
in Oratorio.
ASSEMBLEA REGIONALE
E 3° CONSIGUO REGIONALE
L'Istituto Maria Ausiliatrice, in Sove-
rato, ha ospitato circa ottanta coope-
ratori salesiani provenienti dai Centri
della regione, per il primo convegno re-
gionale 1983 dei consigli locali L'invito
era stato esteso a tutti i cooperatori del-
la regione, ma, essendo giornata lavo-
rativa, molti, che pur lo desideravano,
non hanno potuto parleciparvi.
Erano presenti l'Ispettore, don Alfon-
so Ailano, il Segretario nazionale, Pao-
lo Santoni, don Nicola Palmisano, la
Segretaria regionale, Bruna Cardile, il
Delegato regionale, don Ferruccio Api-
cella, e i rappresentanti della Famiglia
Salesiana di Soverato.
L'incontro tra cooperatori di tutte le
età, provenienti da centri lontani e
quasi incomunicabili, è stato molto af-
fettuoso: ciascuno desiderava conosce-
re personalmente gli altri, avere notizie
sui centri di provenienza, sulle attività e
sulle difficoltà
Lo conferenza di don Palmisano « ln-
12/60
contro ai giovani in difficoltà con il co-
raggio e lo zelo di Don Bosco• è stata
arguita con attenzione, soprattutto lun-
go quei passi che illustravano la vita di
Don Bosco, nei quali il coraggio e lo
zelo del nostro santo fondatore appaio-
no sostenuti dall'ispirazione di Maria
Ausiliatrice e dalla di lui profonda cer-
tezza di essere inviato per una missione
di salvezza. voluta da Dio.
La celebrazione dell'eucarestia, pre-
sieduta dall'ispettore, che ha aperto e
chiuso i lavori della giornata , è stata
intima ed emozionante, soprattutto nel
momento in cui 16 giovani hanno pro-
nunciato la promessa di cooperatori
salesiani e S cooperatrici adulte l'han-
no rinnovata.
Tutti presenti, con un caloroso bat-
timano, hanno dichiarato la gioia di
accogliere nell'Associazione tanti gio-
vani fratelli. Dieci di essi sono di Satria-
no (CZ) e sono arrivati alla promessa
dopo una preparazione durato più di
due anni.
L'agape fraterna è stata allegra e
cala.hresissima: salame, vino, canti e
tarantelle. Giovani e adulti, accompa-
gnali da chitarre e battimani, hanno in-
trecciato danze, col tipico passo della
tarantella, ed hanno cantato stornelli
popolari, riecheggianti nella lingua e
nella melodia l'antica cultura pastorale
della nostra regione. Nessuno dei pre-
senti, neppure i salesiani .e le suore, è
stato risparmiato da quel clima di se-
rena allegria.
Nell'assemblea del pomeriggio il se-
gretario nazionale, Paolo Santoni, ha
illustrato il tema di studio di questo
anno, presentando l'opuscolo stampato
dal centro nazionale. Quindi si è aperta
la conversazione con i due relatori. Ne-
gli interventi sono apparsj evidenti so-
prattutto il grande amore dei coopera-
tori a Don Bosco, la grande soddisfa-
zione di essere cooperatori e la preoc-
cupazione di ricercare i modi apostolici
reali per aiutare i giovani in difficoltà,
nella nostra regione di disoccupati ed
emigranti.
Contributi pervenuti all'Ufficio Nazio-
nale dal 1.4.1983 al 30.4.1983 pari al 25%
dell'intera somma raccolta dai Centri,
relativi all'anno sociale 1982-83 (n. 16
Centri).
Aosta (25.000); Carnia Anna-La Spe-
zia (100.000); Caltanissetta-S. Cuore
(30.000); Ercolano (20.000); Gattinara
(5.000); Genova-e.so Sardegna (30.000):
lsp. lombarda-M. Immacolata (30,000);
Lenta (10.000); Lidia Procopio-Roma
(10.000); Lombriasco (20.000); Milano-V.
Bonvesin (40.000); Manganiello Rita-
Roma (10.000); Rimini-Via R. Elena
(30.000): Rivarolo (10.000): Roma-S.
Cuore Gruppo D. Angelini (40.000);
Roma-O. Bosco (20.000); Soverato-FMA
(5.000); Silvio Milia-Cagllari (51.600); To-
rino-Agnelli (50.000). Totale L. 536.800.
La Associazione dei Cooperatori Sa-
lesiani è stata fondata da Don Bosco
perché tutti l membri diano li loro contri-
buto volontario con la preghiera, con la
simpatia, offrendo il tempo libero, chi
può offrendo anche il proprio denaro:
alle opere salesiane ed ecclesiali che più
conoscete e che secondo voi meritano il
vostro sostegno. D'altra parte l'Associa-
zione per svolgere il suo compilo ha bi-
sogno di fondi.
Soprattutto quei Cooperatori che vi-
vono lontani dal Centri spediscano a
Ufficio Nazionale Cooperatori
Vlale del Saleslanl 9 - 00175 ROMA
ccp n. 45.26.60.05
Quando ormai la giornata volgeva al
tramonto è stato necessario chiudere i
lavori. Le suore dell'Istituto, per coro-
nare la lor-o cordiale ospitalità, hanno
offerto uno squisito gelato. I cooperatori
si salutavano con emozione, certi di co-
noscersi ed amarsi di pìù, riprometten-
dosi di rivedersi, e si incamminavano
lungo le strade costiere lambite dal
mare o verso le strade di montagna, tra
i boschi ancora gelidi della Silo, por-
tandosi nel cuore tuUe le emozioni della
giornata indimenticabile.
INCONTRO GIOVANI
Organizzato dai GG.CC. del Veneto
Ovest si è svolto a Padova il 6 marzo
l'atteso Convegno Giovani.
Vi hanno preso parte Salesiani, Figlie
di M. Ausiliatrice, animatori del tempo
libero, animatori delle PGS, Giovani
Exallievi impegnati nel servizio sostitu-
tivo al servizio militare, giovani coppie
di sposi che vogliono costruire le loro
famiglie con uno stile par1icolare. L'in-
contro viene fatto ogni anno. Quest'an-
no anche in vista del 50° anniversario
della canonizzazione di Don Bosco
hanno fermato la loro attenzione su
questo tema: Proposta di vita cristiana
nello stile di Don Bosco. 80 i parteci-
panti.

2.3 Page 13

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COOPERATORE, DIMMI CHI SEI
Anno Santo Anno di conversione
J. AUBRY
13
Sorelle e fratelli carissimi,
come non parlare, in questo numero, del grande av-
venimento della beatificazione dei nostri due martiri? La
data del 15 maggio 1983 segna per tutta la nostra Fami-
glia un giorno di gloria, di esultanza, di azione di grazia, di
impegno. Fratello, sorella, cosa ti suggerisce questa bea-
tificazione di due tuoi fratelli in Don Bosco, che hanno
dato la vita fino al sangue?
La prima cosa che mi colpisce in questo fatto è di
constatare la fecondità spirituale della nostra Famiglìa e
del nostro tipico carisma. Dopo Don Bosco santo (1934),
dopo Madre Mazzarello santa (1951), dopo Domenico Sa-
vio santo (1954), dopo don Rua beato (1972), ecco mon-
signor Versiglia e don Caravario beati! t una primavera di
santità salesiana: uno dopo l'altro i fiori sbocciano, riem-
pendo l'aria di gioia e di profumo! Ci fa capire in maniera
viva quanto la nostra vocazione è vocazione alla santità,
al vero dono di sé, all'amore generoso che va fino aglì
estremi.
Fratello, sorella, dobbiamo sentire di nuovo questo ap-
pello, entrare in questa corrente, lasciarci bruciare da
questo fuoco! Ti capita di rileggere qualche volta e di me-
ditare le pagine Illustrate di « Cooperatori di Dio• che ti
presentano l'ammirabile sfilata dei nostri santi e futuri
santi? Le 40 pagine intitolate: «I membri più simpatici e
più efficaci della mia Famiglia,. (pp. 65-105)? Sono venti le
cause in corso. (Senza contare quella delle 97 vittime del-
la persecuzione spagnola)!
L ·originalità della prossima beatificazione salesiana: è
quella dei nostri primi martiri! Eh sii La vocazione salesia-
na può portare fino a questo culmine. Dietro le apparenze
di semplicità, di gioia, di fatica spesso banale si nascon-
dono le esigenze dell'amore più alto: lo zelo del «da mihi
animas. implica la rinuncia terribile del «caetera tolle ».
L'azione salesiana è, nel suo movimento di fondo, tal-
mente generosa da condurre anche alla «passione sale-
siana » !
Tu sai che, tra le nostre cause di beatificazione, ci
sono quelle di due Cooperatori: una spagnola morta a 75
anni, Dorotea Chopitea, da poco dichiarata cvenerablle•
(e quindi mancano solo i miracoli per poterla proclamare
beata: che festa faremo!), e una portoghese morta a 51
anni, Alexandrina da Costa, la cui causa ha anche fatto un
passo avanti importante in questo periodo. Hai già medi-
tato su queste due figure (Coop. di Dio, pp. 81 e 103), tut-
te e due squisitamente salesiane, ma cosi diverse? Doro-
tea è per eccellenza la donna «di azione», Alexandrina è
la donna chiamata a partecipare in modo straordinario
alla «passione» di Gesù: vittima e martire per 30 anni sul
suo letto di sofferenza, pregando e offrendo per i suoi fra-
telli.
Grandissima lezione di luce: si può essere salesiano e
salesiana con la sofferenza, anche forte e lunga! Penso a
quei Cooperatori, a quelle Cooperatrici che portano una
croce pesante o nel corpo o nel cuore... Nella luce di que-
sto 15 maggio, possano capire di essere chiamati alla
•Cooperazione» più sublime alla missione salesiana!
O Cristo risorto, nelle tue piaghe glorificate accogli tut-
te le piaghe dolenti dell'uomo contemporaneo: quelle di
cui tanto si parla nei mezzi di comunicazione sociale; ed
anche quelle che silenziosamente dolgono nel segreto na-
scosto dei cuori. Esse siano curate nel mistero della tua
Redenzione. Esse siano cicatrizzate e rimarginate median-
te l'Amore, che è più forte della morte.
In questo Mistero: siamo con voi, che soffrite la miseria
e la farne, assistendo a volte, all'agonia dei figli che invo-
cano il pane; siamo con voi, schiere di milioni di profughi,
cacciati dalle vostre case, esuli dalle proprie patrie; siamo
con voi, vittime tutte del terrore, rinchiuse nelle carceri o in
campi di concentramento, consumate da maltrattamenti o
da torture; siamo con voi sequestrati; siamo con voi, che
vivete nell'incubo di quotidiane minacce di violenze o di
guerra civile; siamo con voi che soffrite per irnprowise ca-
lamità come in questi giorni la popolazione dell'antica città
di Popayan, gravemente sconvolta dal terremoto; siamo
con voi, famiglie che pagate la fede in Cristo con discri-
minazioni o rinunce per gli studi e le carriere dei vostri fi-
gli; siamo con voi, genitori che trepidate per il travaglio
spirituale o per certi smarrimenti dei vostri ragazzi; siamo
con voi, giovani che siete scoraggiati non trovando il la-
voro, la casa e la dignità sociale cui aspirate. Siamo con
voi, che soffrite a motivo della malattia, dell'età e della so-
lìtudine; siamo con voi, che smarriti nell'angoscia o nel
dubbio, invocate luce alla mente e pace al vostro cuore;
siamo con voi, che sentendo il peso del peccato, invocate
la grazia di Cristo Redentore.
Ma, in questo Mistero della Risurrezione, siamo con
voi, che in questo giorno avete dato nuovo slancio ai pro-
positi di vita cristiana, gettandovi nelle braccia misericor-
diose di Cristo; siamo con voi, convertiti e neo-battezzati,
che avete scoperto l'invito del Vangelo; siamo con voi, che
cercate di superare le barriere della diffidenza, con gesti di
bontà, di riconciliazione in seno alle famiglie e alle società;
siamo con voi, uomini del lavoro e della cultura, che volete
essere lievito evangelìco nell'ambiente in cui operate; sia-
mo con voi, anime consacrate a Cristo e specialmente con
voi che vi prodigate, soprattutto in terra di missione, per
portare ai fratelli la buona novella dell'umanità redenta da
Cristo; siamo con voi, martiri della fede di Cristo, che in
mezzo ad oppressioni spesso nascoste o ignorate, arric-
chite la Chiesa pregando in silenzio, sopportando con pa-
zienza, invocando perdono e conversione per chi vi per-
seguita; siamo con voi, uomini di buona volontà di ogni
stirpe e di ogni continente, che in qualsiasi modo sentite
l'attrattiva di Cristo e del suo insegnamento. Siamo con
tutte le piaghe dolorose dell'umanità contemporanea, e
siamo con tutte le aspettative, le speranze, le gioie dei no-
stri fratelli, alle quali Cristo Risorto dà senso e valore.
La Chiesa condivide oggi il messaggio pasquale con
tutti i fratelli in Cristo e con tutti gli uomini del mondo. Sia-
mo con voi, in particolare, là dove l'oppressione delle co-
scienze non permette di pregare insieme e di celebrare la
Pasqua.
Accogliete tutti le parole di questo messaggio!
Parlino le varie lingue e là dove esse mancano, sia elo-
quente il linguaggio dello Spirito, che visita direttamente
gli animi e parla nel profondo dei cuori,..
Giovanni Paolo Il, Messaggio di Pasqua
13/61

2.4 Page 14

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LA MISSIONE DEI CC. A TRELEW
Don Giorgio, Lella, Daniela ed Alberto hanno strappato questa intervista a Giuseppe Belardo
in visita alla famiglia Firrincieli.
Giuseppe, ~orremmo sapere a distanza
di 6 anni dall'apertura della missione di
Trelew, quale giudizio complessivo da-
resti?
- In base alla mia esperienza a Tre-
lew, posso esprìmere un giuclizio abba-
stanza positivo:
1) Il progetto, con il passare degli annì,
ha preso una forma sempre più progres-
siva. L'opera cominciò in una casa viag-
giante, oggi esistono degli ambienti che
ci permettono dì svolgere meglio le no-
stre attività apostoliche. Questo è un lus-
so per noi, se ci confrontiamo con gli al-
tri centri comunitari che a loro disposi-
zione hanno solo la cappella e qualche
stanza dove svolgere le lQro attività.
2) Questa opera ha fatto maturare la
nostra associazione... a impegnarsi a fon-
do per realizzare questo progetto. Infatti
Cooperatori e Cooperatrici hanno ri-
sposto a Dio donandosi totalmente con
amore...
Con il loro sl hanno aiutato a riflettere
come dobbiamo vivere la nostra vocazio-
ne nella Famiglia Salesiana. Oggi vedìa-
mo fiorire altre chiamate di giovani a vi-
vere questa meravigliosa awentura d'a-
more.
Trelew fino a questo momento ha ri-
cevuto 9 Cooperatori missionari italianì e
una argentina.
3) Questa comunità anche attraverso
le varie difficoltà (problemi che si crea-
no all'interno) riesce ad andare avanti...
dando un'autentica testimonianza di
fede, d'amore e carità. La nostra presen-
za li aiuta a riflettere e a interrogarsi.
4) La nostra presenza ha permesso a
questi ragazzi di fare un cammino di
fede... vivere la «buona notizia», formar-
si come giovani e collaborare con noi nel-
le attività. Tutto questo c'è costato molto
sacrificio e sofferenza. Loro venivano da
una esperienza di vita familiare e sociale
molto triste, all'inizio è stato difficile ac-
cettare il nostro messaggio.
5) A Trelew si è formato un gruppo di
Cooperatori (17 tra giovani e adulti) che
lavorano nelle attività apostoliche, nei
centri comunitari.
Lo scorso anno, per la prima volta, una
ragazza (Marianna) cresciuta nel nostro
Centro Comunìtario, seguendo i nostri
passi ha chiesto di entrare nella Famiglia
Salesiana come Cooperatrice Salesiana.
Questo è stato un grande regalo per noi,
per il Centro Comunìtario e per la Fa-
miglia Salesiana.
Che influenza-importanza ha avuto l'e-
sperienza a Trelew sulla tua vita dì Coo-
peratore?
14/62
- Credo che questa esperienza vissuta
a Trelew mi sia servita per crescere
come C.S., scoprire la mia vera vocazio-
ne, fare un cammino di fede e di santità,
vivere il mio battesimo: donarmi total-
mente al servizio degli altri e camminare
con Cristo verso la meta finale. Cioè sco-
prire qual è la sua volontà e dare definì-
tivamente la mia risposta al suo progetto
d'amore.
Come giudichi e come vedi il rapporto
tra l'A.ssociazione Cooperatori e la Mis-
sione di Trelew.
- ~spondere a questa domanda è
molto difficile perché può essere inter-
pretata in modo errata e possono nasce-
re delle polemiche a volte non costrut-
tive; cercherò di dare una risposta dal
mio punto di vista.
...L'Associazione CC. dovrebbe sentirsi
più vicina alla Missione di Trelew... che è
la sua Missione... (noi siamo solo degli in-
viati). Tutti i Cooperatori dovrebbero
sensibilizzare i loro ambienti e portare il
loro contributo materiale e spirituale.
...Coloro che ci rappresentano a livello
nazionale dovrebbero avere un contatto
epistolare più frequente con i missionari
che lavorano a Trelew, cioè stare in co-
munìone e informarci delle varie inno-
vazioni che si fanno durante l'anno.
(Spesso noi riceviamo notizie 4-5-6 mesi
dopo).
...L'Associazione CC. dovrebbe avere
più contatti con i nostri familiari, tramite
qualche lettera e inviando specialmente
il Bollettino Salesiano, in modo che anche
loro possano sentirsi partecipi di questa
missione. Spesso i vostri scritti possono
renderli felici e aiutarli a capire la scelta
dei figli.
Fino a che punto l'Associazione a Tre-
lew è o si sente realmente autonoma?
- Secondo la mia esperienza l'Asso-
ciazione CC. a Trelew è realmente auto-
noma e responsabile nel mantenere que-
sta opera sia sul piano economico, sia
formativo.
Le attività apostoliche e le varie inizia-
tive sono studìate sul posto con il respon-
sabile della Parrocchia e dopo, secondo il
programma e il progetto della parroc-
chia, noi come responsabìli le portiamo
avanti.
Hai o avete incontrato delle difficoltà,
arrivando a Trelew, che potevano essere
previste ed evitate da prima?
- Sì, ho incontrato difficoltà personali
e comunitarie arrivando a Trelew... Al-
cune si potevano anclle evitare. Per
esempio:
a) Arrivare sul posto prima che gli al-
tri rientrassero in Italia... (questo avreb-
be evitato dei problemi con i ragazzi... vi-
sto che loro si abituano facilmente al pri-
mo contatto con la persona che avvici-
nano).
b) Una conoscenza più profonda con le
persone che dovranno essere miei com-
pagni, fratelli e amici in questa vita mis-
sionaria. Quìndì una preparazione (più
profonda) e una vita comunitaria me-
diante preghiere, ritiri, attività aposto-
lica.
c) Una migliore preparazione di vita
spirituale... Corsi dì Catecllesi, Teologia
e animazione cristiana.
Cosa ti ha aiutato di più a superare le
difficoltà?
- La preghiera, la S. Messa, la Parola
di Dio, la Confessione, i responsabilLdel-
la Parrocchia, la Famiglia Salesiana e gli
stessi miei amici mi hanno aiutato a su•
perare qualche difficoltà... e infine credo
la mia fede, il mio stare in questo luogo,
il mio impegno nel servire questi bambi-
ni, ed anche il cercare di imitare Cristo
vivendo il Vangelo.
Cosa consiglieresti, a chi sta per par-
tire per Trelew?
- Studiare a fondo questa chiamata;
- Una grande fede; - Amare gli altri
più di se stesso e accettare le persone
della futura comunità come sono; - Tut-
to quello che fa, lo realizza nel nome di
Cristo; - Confrontarsi ogni giorno con la
Parola di Dio, vivere i Sacramenti: Con-
fessione e Eucaristia; - Perdonare sem-
pre le persone che formano la comunità;
- Donarsi totalmente ai servizio degli al-
tri senza aspettarsi gloria, ringraziamen-
ti e meriti; - Amore e amicizia verso i
più poveri, i dimenticati della società...
specialmente i ragazzi giovani che nella
loro casa non incontrano i valori auten-
tici della famiglia; - Saper fare Orato-
rio, giocare e stare in mezzo ai giovani.
Se tu fossi al nostro posto, cioè soste-
nitore in Italia della Missione di Trelew,
cosa faresti?
- Cercherei di sensibilizzare i vari
centri Cooperatori al discorso missiona-
rio. Ogni Cooperatore può partecipare in
qualche modo a questo progetto per es.:
con la rinunzia, il sacrificio, le donazioni;
soprattutto inviterei alla preghiera e a vi-
vere nel proprio ambiente la stessa no-
stra esperienza.

2.5 Page 15

▲back to top
OFFERTE PERVENUTE dal 1• al
30 aprile • f■VON della no■tra mie-
alone di TRELEW.
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M . Immacolata
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35000
100.000
2.149.000
413.000
400.000
113.000
Giuseppe Belardo con i parenti cli Maria Concetta a Ragusa.
Quali i tuoi ricordi più belli da Trelew?
1) «Una Colecta Mas per Meno». Du-
rante la Settimana della Missione del
1981, io e Olimpia abbiamo parlato ai ra-
gazzi che vendono giornali (Los canilli-
tas) di questa iniziativa... Abbiamo detto
che esiste molta gente più povera di
loro... che soffre la fame, non ha case e
vestiti per coprirsi... e che noi volevamo
aiuta~la in qualche modo: sono stati ge-
nerost. Il sabato durante le preghiere li
ho ringraziati e ho chiesto se qualcuno
voleva ancora dare qualcosa. Ad uno ad
uno sono passati davanti a me ed hanno
posto nella scatola il frutto del loro gua-
dagno della mattina... Dopo sono andati
per consegnare tutta la raccolta a P. Lu-
cio che li ringraziò moltissimo; la do-
menica mise questa scatola con i soldi
sopra l'altare e parlò in tutte le S. Messe
della generosità di codesti ragaZZi, molti
di 6-7 anni. Loro hanno capito che cosa
vuole dire la povertà e senza pensarci
hanno donato il loro guadagno, hanno
dato un esempio di generosità a noi.
2) L'Amicizia che mi manifestarono i
giovani di Trelew. La familiarità che in-
contrai nei Salesiani e nelle Suore F.M.A.
E l'appartenenza di Marianne alla Fa-
miglia Salesiana come Cooperatrice...
Lei un giorno mi disse: .Josè, elegaste in
medio de nostros vacio y te vas menos de
mustras amistad, carino amor•. Queste
parole mi aiutarono a riflettere che il
missionario spesso in terra di missione è
più quello che riceve che quello che dona.
3) li rìcordo più bello è quello del mio
saluto ai ragazzi (los canillitas) che ven-
devano giornali... Dopo le parole di P.
Lucio e del mio saluto, uno di loro disse:
«Josè, te agradecemos por todo et carino
y amistad que nos brindaste a lo largo de
estas ames. Nos ensenastes a perdonar-
nos, respetarnos, amornos i queremos
entre nostres». Queste parole sono per
me le più belle perché loro hanno capito
il valore dell'amicizia, del perdono e del-
l'amore.
Cosa diresti ai genitori dei Cooperatori
Missionari a Trelew?
- Ai genitori di Rosa, Olimpia, Con-
cetta, Marco, Oliviero, dico «grazie per
questo dono•. Grazie al loro dono, i loro
figli stanno seminando molto bene nei
cuori dei bambini di Trelew... Li invito a
pregare molto per i loro figli perché pos-
sano sempre fare la volontà di Dio. In-
fine dico grazie, perché io in loro ho in-
contrato tanta amicizia e amore; devono
essere molto felici per la chiamata che
Cristo ha fatto al loro figli: dono che
hanno ricevuto, nutrito ed ora stanno vi-
vendo.
Cosa chieder esti agli SDB, Delegati dei
Cooperatori?
- Aiutino i giovani Cooperatori a sco-
prire la loro vocazione, nella loro Parroc-
chia o Oratorio possano incontrare quella
fiducia necessaria per cooperare, se-
guendo iJ loro ca.risma, a cos1ruire iJ re-
gno di Dio. Sensibilizzino i giovani Coo-
peratori al discorso missionario. Cioè che
tutti si sentano missionari nella Chièsa
locale e che aiutino i Cooperatori missio-
nari che stanno realizzando il progetto
dell'Associazione a Trelew. Tutti dovreb-
bero sentire come proprio questo pro-
getto.
Può andare a Trelew un SDB, una
mamma ecc.?
- A Trelew esistono due Parrocchie, 8
sacerdoti (3 di loro hanno superato i 70
anni, qualcuno ha problemi di salute).
Le Suore sono circa 10. La popolazione
di circa 60.000 abitanti è divisa in Centri
Comunitari, esistono 7 Cappelle dove i
sacerdoti devono andare a dire Messa
tutte le domeniche. Attendono il sacer-
dote i due paesini di Caimon e di Dolavon
(a 20 e 40 km.) ed i paesini dell'interno
delle campagne e montagne che sono
moltissimi. Per arrivarvi si devono per-
correre quasi 500 km.; più o meno come
la Sicilia e forse di più. In base alle do-
mande posso assicurare che a Trelew c'è
posto per tutti, sia per sacerdoti che per i
giovani desiderosi di donarsi per gli altri.
E se qualche mamma sente il desiderio
di fare questa esperienza... ci pensi, la
sua presenza sarebbe di grande aiuto a
noi e alla gente dei posto...
Trelew ha bisogno di sacerdoti giova-
ni... Noi lavoriamo nel Centro Comuni-
tario «Nostra Signora del Carmelo», però
si potrebbe andare a lavorare negli altri
Centri Comunitari se dovessero arrivare
altri giovani... Tutto questo deve essere
studiato con l'Associazione Cooperatori
e con i responsabili delle Parrocchie
di Trelew e della Ispettoria di Bahia
Bianca.
Cosa vuol dire ai Cooperatori d'Italia?
- Ai Cooperatori d'Italia dico: Conti-
nuate a vivere il cansma del Coopera-
tore come l' ha voluto Don Bosco. Conti-
nuate a sensibilizzare i vostri ambienti al
discorso missionario... Sentite sempre
più vostra la Missione di Trelew, però in
comunione con tutti i CC. d'Italia... Voi
non state aiutando Maria Concetta, Olim-
pia, Rosa, Oliviero, Marco, ma la Missio-
ne dei Cooperatori di tutta Italia, di cui
ognuno di voi fa pane. Grazie a tutti per i
vostri sacrifici, le rinunce e la generosi-
tà... Insieme scopriamo i sentieri della
verità, viviamo la nostra fede; doniamoli
con amore e carità ai nostri fratelli più
piccoli... Coraggio, Cristo ha bisogno di
noi... aspetta la nostra risposta.
In Cristo, con la Madre sua e con Don
Bosco cooperiamo con il Papa nella sua
difficile missione di annunciare la Buona
Novella a tutti gli uomini.
Vi salutiamo affettuosamente.
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BOLLETTINO SALESIANO
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per educatori, insegnanti, animatori e giovani che vogliono un dialogo aperto con
il mondo giovanile contemporaneo nei linguaggi espressivi dello spettacolo
per tutti coloro che credono nelle capacità creative ed espressive dei giovani e
sentono la passione di «fare» teatro, cinema, musica, animazione.
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uno strumento di espressione e comunicazione
- vuole comunicare una esperienza viva un critico messaggio di speranza, con la
logica dei mass-media
- offre materiali d'espressione da elaborare
- stimola la creatività soggettiva e di gruppo
risveglia le capacità critiche nei confronti dei mass-media
- comunica nuove esperienze teatrali e cìnematografiche
- ricerca nuove forme tecniche d'animazione nella scuola
- pubblica le opere dei suoi lettori, specie le prime
ESPRESSIONE GIOVANI
un sussidio di anlma.zlone pratica per la scuola
suggerisce metodi e lavori a chi intende impostare una didattica nuova per non
sentirsi superati dalla cultura dei mass-media
aiuta a dar corpo all'espressione totale e al dialogo tra ragazzi e insegnanti, per-
ché Il fattore espressivo e comunicativo è molto importante, per chi studia, e chi
insegna
al ragazzi e giovani dà la possibilità di far conoscere e pubblicare le loro prime
opere
LE RUBRICHE DI EG '83
teatro:
scoperta del territorio teatrale, copioni, mimo, clownerie, attività e esperienze di reci-
tazione, regia, coreografia, scenografia;
cinema:
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di problemi e di significati dell'uomo e della società nella cinematografia;
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dalla fotografia al montaggio di diapositive sonorizzate; proposta di programmi tele-
visivi, produzione e critica;
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dall'ascolto alla composizione, fino all'esecuzione; complessi musicali e strumenti;
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cative dei ragazzi nella scuola; presentazione dì esperienze e di tecniche.
UNA NUOVA RUBRICA
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fatti e personaggi biblici rivissuti nel linguaggio teatrale per arrivare ad una revisione
di vita personale e sociale.
Un inserto fotografico di teatro e di cinema documenta le rubriche.
EG '83 In continuità ideale con le «Letture drammatiche» fondate da Don Bosco
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