Bollettino_Salesiano_197306


Bollettino_Salesiano_197306

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BOLLETTINO
Vagi/amo portare I Cooperatori Salesiani
a diventare collaboratori cos cienti,
Integrali, a fianco di noi, non sotto di noi:
non solo, quindi, fedeli e docili esecutori,
ma capaci di responsabilità apostoliche,
pur sempre d 'accordo e in sintonia col Sacerdote.
DON LUIGI RICCERI
Spedizione in abbonamen to postale - Gruppo (70) 2' quindicina
SALESIANO
EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI
A. XCVII . N. 6 MARZO 1973 • DIREZIONE GENERALE 10100 TORINO• VIA M . AUSILIATRICE, 32 • TEL. 48.29.24
"Dal momento
che ci
f ermass1.mo...' '
Da qualche parte ci si dice: Una
volta i Cooperatori discutevmw di
meno ma lavoravano di più.
Si allude con ciò ai non pochi
Convegni o incontri di smdio che si
sono svolti negli ultimi anni e al-
1'approfondimento che si sta facendo
sul ruolo del Cooperatore nella chiesa
e nella famiglia salesiana, e, prece-
dentemente, sulla figura stessa del
çooperatore. Che dire al riguardo?
E fondata l'obiezione? T entiamo tma
risposta:
• In passato (e accadeva in tutti i
tipi di associazioni), tra noi coopera-
tori si accettava con facilità l'eredità
di chi ci aveva preceduto, preoccu-
pati solo di fare al seguito di chi ne
sapeva di più.
Particolarmente durante e dopo il
Concilio, si è avviato quel movimento
di idee che vuole portare i laici non
tanto a dare una 111ano alla Chiesa,
quanto ad essere protagonisti oltre
che esecutori, assumendosi tutta la
parte della loro responsabilità. A
questo indirizzo (che sia benedetto I)
non potevano restare estranei pro-
prio i Cooperatori.
li Capitolo Generale speciale do-
manda, come tutti sanno, un nuovo
tipo di Cooperatore, più co11sapevole,
più responsabilizzato. Chiediamoci:
Questo si può ottenere senza uno
studio, un'approfondimento? Cer-
tamente no. Che ciò possa portare
a qualche malcontento o ad una so-
sta nel lavoro normale dei Centri o
all'accusa che si vuol fare dei Coo-
peratori élites che non combaciano
con' il pensiero di Don Bosco, è da
aspettarselo, ma non deve impressio-
narci affatto.
Ma il discorso deve ora prendere,
ovviamente, una diversa piega. Le
idee nuove, la presa di coscienza di
quello che è, sono a servizio di
un migliore rendimento; ora è ve-
nuto il tempo di mostrarlo con i
fatti.
Se è lecito dare qualche suggeri-
mento, frutto di esperienza e di ri-
pensamenti, si dovrebbe agire così:
quei centri che veramente hanno
operato la «verifica» ed hanno stu-
diato e approfondito Spirito-missione-
vocazione dell'essere Cooperatori, si
mettano veramente al lavoro, in at-
teggiamento di chi è, come voleva
Don Bosco, «in maniche di camicia »;
scendano sul terreno concreto, fatto
di mille e mille iniziative, di pronti
interventi (il u3 ... dell'apostolato) a
favore dei giovani.
Gli altri centri si persuadano che
devono fare un << salto di qualità».
La loro vitalità altrimenti è compro-
messa per sempre. Più che vita, la
loro sarebbe un'iJlusione di vivere.
Don Ricceri a Frattocchie ci disse:
<< Dobbiamo tenere il giusto ~qui-
librio nel promuovere Convegni e
discussioni: fame quanto basta e con
la preoccupazione che si raggiunga
con essi un determinato scopo».
D'accordo in pie110! I convegni per
i convegni, 110. I convegni per diven-
tare «esperti>), sì.
DON ARMANDO BUTTARELLI 25

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Diciamo
NO
all'infame
tentativo di
liberalizzare
l'aborto
DIRE NO
AL PROGETTO DI LEGGE
FORTUNA SIGNIFICA:
mettersi dalla parte degli indifesi
non scegliere la via facile e comoda
non voler adattare la morale umana ad
una prassi disumana
• Per questo la nostra presenza attiva
e decisa a difesa del « diritto a nascere»
testimonierà il nostro servizio ai giovani.
I Cooperatori hanno sottoscritto il comunicato che
il Centro Italiano Femminile (CIF) ha emesso con-
temporaneamente alla presentazione della legge
Fortuna.
« Il C.I.F., nel .momento in cui viene ripresentato
al Parlamento il progetto di legge per Ja legalizza-
zione dell'aborto, riafferma il principio dell'in-
violabilità del diritto alla vita, diritto primario
ed inalienabile che deve essere sempre piena-
mente difeso e tutelato dall'ordinamento giuridico-
sociale.
Ritiene doveroso far presente alla pubblica opi-
nione ed ai poteri pubblici che la società deve
sempre stare dalla parte della vita e non può mai
autorizzare il ricorso diretto ad i.mpedire o a di-
struggere la vita umana, in ogni fase del suo svi-
luppo. Legalizzare l'aborto ogni qual volta vi sia
un rischio per il nascituro di menomazioni fisiche
o psichiche significa riconoscere il diritto della
società a rifiutare dal suo seno i non pienamente
capaci che invece devono essere considerati a
pieno diritto appartenenti alla famiglia umana
di cui sono membri.
Rilevando come oggi la scienza medica appresti
mezzi sempre più atti a tutelare la vita della madre,
il C.I.F. chiede ai poteri pubblici una politica
sociale e fa.miliare tendente ad elin:ùnare tutti
quei condizionamenti che sono di ostacolo allo
sviluppo della vita e alla dignità della persona.
Il C.I.F. riafferma il proprio impegno a diffon-
dere il rispetto della vita e della dignità di ogni
essere umano e a condurre un'azione tendente a
creare condizioni di vera ed autentica libertà so-
ciale e psicologica della donna affinché questa
possa liberamente e responsabilmente accettare
la maternità ed auspica nella comune responsa-
bilità di tutte le forze sociali un'azione diretta a
promuovere una politica ed un sistema giuridico
che garantisca, ed assicuri in ogni caso ed eve-
nienza la protezione della persona ed il benessere
morale e materiale della comunità ».
TEMA DELLA SECONDA CONFERENZA ANNUALE:
cc 11 diritto a nascere e il diritto di uccidere7 - Principi e chiarificazioni a proposito del tentativo
di liberalizzare l'aborto in Italia>>.
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GIOVANI
COOPERATORI
nelle missioni
salesiane?
È un sogno che può diventare
realtà, ma ha bisogno di cuori gene-
rosi. Nel 1975, anno centenario delle
Missioni salesiane, si potrebbero avere
i primi cooperatori missionari. Vo-
gliamo tentare?
« lo vorrei che una delle
cose concrete che i Coopera-
tori, e i giovani Cooperatori
specialmente, dovranno fare
fosse quella di studiare le
possibilità non di andare verso
un'avventura e neppure di
fare del turismo di 3 o 6 mesi,
ma di impegnarsi seriamente
per anni, se è il caso. Si tratta
di un impegno di vera coope-
razione missionaria, che vuol
dire cooperazione non solo di
attività di lavoro ma anche di
evangelizzazione, perché non
c'è missione e non c'è coo-
perazione salesiana se non
c'è il senso della evangeliz-
zazione: promozione, tanta
promozione, ma sempre con
l'evangelizzazione, che si può
fare in mille modi».
(Don Ricceti)
cc Da un po' di tempo stia-
mo assistendo al fiorire del
cc laicato missionario», ...
Molti giovani sentono la bel-
lezza di questa vocazione, ta-
lora temporanea o anche de-
finitiva. Anche molti giovani
cresciuti tra le attività sale-
siane sono sensibili a questi
ideali... Questo lo faranno
soprattutto i Cooperatori, i
Giovani Cooperatori >1.
(Don Raineri)
Per i GG.CC. che si sentono chia-
mati a realizzare più compiutamente
la propria 1< vocazione salesiana•> a
servizio dei giovani del Terzo ]\\fondo,
seguendo l'esempio dei pnmt gio-
vani salesiani, c'è un organismo che
offre i propri servizi di preparazione:
Terra Nuova.
Quale altro organismo, meglio di
Terra Nuova, potrebbe darvi una
preparazione sintonizzata con il vo-
stro spirito e le vostre specifiche fi-
nalità? Li "si vive da salesiani tra
salesiani...
Ma, forse, per tanti giovani vale
una seconda raccomandazione: quella
di essere generosi e audaci... Solo al-
lora avremo dei GG.CC. Missionari
laici! ...
Chi fosse veramente interessato a
realizzare la propria vocazione di
Cooperatore Missionario prenda con-
tatto con il delegato ispettoriale della
sua regione. Anche l'Ufficio Nazio-
nale Cooperalori offre la possibilità di
un aiuto veramente concreto per tale
realizzazione, e fa da tramite con
Terra Nuova (scrivere a Viale dei
Salesiani 9 - 00175 Roma - Te!.:
748.0433 - 740.644).
1serv1z1
TERRA
NUOVA
1. Servizi informativi e tecnici
L'impegno dei giovani è reso più
efficace dalla conoscenza di studi,
iniziative e tecniche già compiute
(in Italia e altrove), nonché dei vari
aspetti giuridici e burocratici dcl-
i'esperienza da condurre.
Il centro intende perci.ò mettere
a disposizione degli interessati: a)
un'aggiornata ed organica documenta-
;:;ione (libri, riviste, documenti vari)
sui problemi dello sviluppo, del Terzo
Mondo, del volontariato · delle Mis-
sioni; b) esperti, la cui competenza
nelle «tecniche di realizzazione i> può
costituire un valido contributo alle
singole iniziative.
2. Servizi formativi
È in tale settore che Terra Nuova
tende con particolare impegno a qua-
lificarsi, curando:
a) la pubblicazione di libri cd ar-
ticoli;
b) l'attiva partecipazione a conve-
gni, dibattiti, stages;
e) l'organizzazione di corsi di pre-
parazione per volontari.
I corsi di preparazione
Pur essendo disponibile per la
collaborazione con qua/si.asi forma di
intervento sociale, Terra Nuova ha
come impegno specifico la prepara-
zione dei volontari per il Terzo
Mondo.
·'
I corsi di preparazione non hanno
mai una formula definitiva: esperienze
e riflessioni si evolvono e con esse
gli schemi organizzativi.
Sempre però essi intendono for-
nire ai partecipanti una serie di in-
formazioni e di strumenti teorico-
pratici, che permettono loro di:
prendere adeguata coscienza degli
squilibri e contraddizioni presenti
nella società contemporanea, italiana
cd internazionale, disponendo d'una
sufficiente attitudine all'analisi di
tali realtà;
sentirsi interpellati di persona a
realizzare una radicale e definitiva
scelta di vita, coerente con le proprie
convinzioni religiose o concezione del-
l'uomo e della storia;
sapersi collocare correttamente ed
efficacemente, quali volontari, in rap-
P?rto con la comunità di destina-
zione.
1 Corsi suddivisi in diverse fasi,
hanno in genere la durata di dieci-
dodici mesi. Essi sono aperti a gio-
vani, ragazze, coppie di coniugi, d'età
non inferiore ai vent'anni, di qual-
siasi astrazione sociale.
I giovani che si dichiarano cristia-
namente motivati si impegnano, in
clima di corresponsabilità, a dare il
loro contributo personale per appro-
fondire, durante tutto il corso, tali
motivazioni e per maturare coscienti
scelte di vita e di azione, coerenti
con le istanze evangeliche.
L'indirizzo di Terra Nuova e:
Terra Nuova - via Appia Antica,
7800-00179 Roma-Tel.(06)51.36.836.
Terra Nuova è riconosciuta dal
Governo Italiano quale organismo
~ idoneo •> ad operare nei settori
della formazione e della selezione dei
volontari in servizio civile (alterna-
tivo o meno al servizio militare).
Terra Nuova aderisce al COSV
(Comitato di Coordinamento Orga-
nismi di Servizio Volontario), e ri-
mane costantemente disponibile ad
una solidale collaborazione con gruppi
ed or~anismi che operano nei diversi
setton di volontariato e di promo-
zione sociale.
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Siamo della
FAMIGLIA SALESIANA
Ne siamo consapevoli?
Riportiamo con piacere l'intervento che Luigi Sarche-
letti, Consigliere Nazionale, ha svolto nella tavola
rotonda del 23 gennaio scorso, in occasione della
«Settimana di Spiritualità>> tenutasi a Roma (Casa
Generalizia).
Noi riteniamo che, dopo quelli del Concilio e del
Capitolo Generale Speciale, questi giorni che stiamo
qui vivendo siano tra i più straordinari della nostra
storia di Cooperatori. Ecco finalmente riuniti assieme
in forma ufficiale i rappresentanti dell'intera Famiglia
Salesiana in intima riunione, in dialogo fraterno.
Quanti anni sono occorsi perché si realizzasse il
grande sogno, il progetto ini.ziale di Don Bosco? Un
secolo! Fra tre anni scade il centenario deU'Associa-
zione dei Cooperatori. Quanti anni di attesa anche
per noi che siamo qui presenti: per taluni è una voca-
zione di decine d'anni che si realizza completamente
soltanto ora. Quale premio per la lunga fedeltà di tanti
fratelli che ci hanno preceduto e non hanno dubitato
mai, premio che cogliamo noi tanto meno degni di
loro.
Forse la grande chiamata dei laici all'apostolato è
stata la più importante riscoperta del Concilio e il ri-
lancio dei Cooperatori la più felice intuizione del CGS.
Forse neppure possiamo immaginare le conseguenze
di questo storico fatto che Don Bosco aveva esattamente
preveduto: (( Verrà il giorno in cui intere città saranno
salesiane... ».
Eventi - per fare degli esempi - come La nascita
del socialismo internazionale, la riunificazione degli
Ebrei in Israele, la << negritude >> hanno cambiato in-
teri Paesi e il mondo stesso. Ebbene possiamo dire che
ora si sta realizzando completamente la «salésienitude >l,
la «salesianità », quasi una nuova dimensione apostolica,
un evento che potrà unire ed impegnare milioni di
uomini, di donne, di giovani nel nome di Don Bosco,
affiancandoli alla sua Congregazione e che potrà dare
ad essa nuova linfa.
Ora ci sentiamo come mai prima d'oggi un'unica
Famiglia, la Famiglia di Don Bosco, tutti Salesiani,
confratelli e consorelle.
_Siamo consapevoli che sul piano giuridico non è
ancora cambiato molto e che la nostra Associazione
costituisce una dei gradini più modesti nella vasta ti-
pologia delle istituzioni contemplate dal diritto cano-
nico, quella delle Pie Unioni, Eppure noi crediamo
che non sia lontano il giorno in cui anche noi Coopera-
tori avremo la nostra ristrutturazione giuridica, nazio-
nale cd internazionale, il nostro posto nelle Costitu-
zioni oppure che verrà data una « Regola comune»
per la famiglia e singole Costin1zioni per i suoi gruppi,
che prevedano legami stabili e istituzionali. Le forme
giuridiche possono più facilmente cambiare quanto è
28 avvenuto il cambiamento di mentalità.
Dopo questa introduzione veniamo al tema asse-
gnatoci: Come è sentita e vissuta dal gmppo Coopera-
tori la vocazione salesiana. li tema è stato già ampia-
mente trattato nella recente pubblicazione di don Aubry
Il Cooperatore Salesiano (e approfittiamo dell'occasione
per esprimere la nostra riconoscenza al valente autore).
Noi qui possiamo soltanto aggiungere qualche conside-
razione.
Non vi è dubbio che i Cooperatori si sono accostati
a Don Bosco affascinati dalla sua figura paterna, dalla
sua bontà, dalla sua santità; una santità grande e sem-
plice al tempo stesso, una vita tutta secondo il Van-
gelo, sempre in Lotta con la mediocrità e che tuttavia
non dà le vertigini, che si può tentare di imitare, come
quella del modello da lui plasmato e presentato ai
giovani, Domenico Savio.
Più difficile, lo confessiamo, manifestare l'amore che
lui ha manifestato per i giovani e per la povertà, spe-
cialmente in passato quando i Cooperatori erano spesso
anziani e in buona parte appartenenti a ceti alquanto
agiati. Certi giovani non sempre attirano le simpatie;
non fanno molta tenerezza i capelloni, gli hippy, i di-
sadattati, i violenti: la società tende anzi a respingerli.
Eppure Don Bosco proprio questi giovani andò a
cercare.
E così dicasi per gli adulti delle zone popolari, delle
periferie urbane, per gli operai delle città industriali.
Non tutti riescono a mescolarsi a loro, a vivere con
loro. Perfino per chi è nato in questi ambienti, tra
questa gente e poi è riuscito ad elevarsi, non è facile
ritornare tra loro. Eppure Don Bosco tra loro passò
la vita.
Molti Cooperatori hanno detto di sì a Don Bosco
senza rendersi perfettamente conto di che cosa quel
significava, di che cosa l'Associazione avrebbe loro
chiesto. Ma, poiché La loro risposta a Don Bosco era
stata generosa, lo Spirito Santo a poco a poco ha ope-
rato la conversione, ha fatto sentire tutta la bellezza
e la grandezza del servizio verso questo mondo di
giovani e dì poveri. È stata la prova dell'autenticità
della loro vocazione salesiana.
È stato meraviglioso per i Cooperatori scoprire che
potevano essere salesiani nell'ambiente in cui la Prov-
videnza li aveva collocati:
nelle loro famiglie: famiglie salesiane che pregano
e vivono come Don Bosco ha insegnato, che scelgono
Calabria Giovani Cooperatori Convegno (Bova 3-12-1972).

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per i loro figli le scuole salesiane e l'Oratorio, quando
possibile;
negli ambienti di lavoro e nella scuola ove danno esem-
pio di cristianesimo autentico e prestano un prezioso
servizio sociale;
nella chiesa locale, diocesi e parrocchia, accettando
di essere i primi collaboratori del parroco;
11el/e associa;;io11i cattoliche, nelle opere sociali e civiche,
che cercano di animare di spirito salesiano, agendo con
dedizione e disinteresse.
Come è .rentita e vissuta la coscienza dell'unità e com11-
11io11e nella famiglia salesia:11a e come tradurla meglio i11
pratico?
Sappiamo che Don Bosco avrebbe voluto i Coope-
ratori non solo nella sua Famiglia ma anche nella sua
Società, perché essa avrebbe potuto assicurare un vin-
colo sicuro e stabile~ di unione. Le cose andarono
poi diversamente, ma il senso dell'unit.ì è sempre ri-
masto; i Cooperatori si sono sempre sentiti uniti ai
Salesiani anche quando si parlava di «terza famiglia»,
cioè quando prevaleva più il concetto dcll'affiliazione
che quello della fraternità.
Quando apprendemmo dal messaggio del CGS che
era stata ricomposta ufficialmente l'unità della Famiglia
di Don Bosco, che eravamo riconosciuti tutti salesiani,
confratelli e consorelle, provammo come uno choc,
una profonda commozione. È stata veramente la ri-
scoperta della nostra vocazione.
Ne ha guadagnato p rima di tutto la fraternità tra gli
stessi Cooperatori: prima in tanti centri v'era un senso
di isolamento tra gli aderenti, ora sta prendendo corpo
quello della comunità.
Ora l'unione tra confratelli •interni• ed esterni 11
dovrà trovare completa realizzazione, unione di spirito
e di azione, con l'integrazione vicendevole e il neces-
sario coordinamento.
Se le case salesiane diventeranno sempre più comu-
nità aperte, lo stile salesiano caratterizzato dall'acco-
glienza, dalla semplicità, dalla gioin pervaderà Lutta l:i
comunità esterna.
È importante che i Cooperatori siano inseriti nella
comunità religiosa ed in quella educativa, prendano
parte viva agli incontri, alle iniziative salesiane. Se si
instaurerà • ad ogni li,•ello un vero rapporto 1·iccndc-
vole di fraternità» - come dice il CGS - l'incontro
straordinario di questi giorni potrà diventare periodica
consuetudine in sede nazionale e in sede locale. Il
pregare insieme, il lavorare insieme, lo scambiarsi le
reciproche esperienze, l'asRistcrsi vicendevolmente di-
verrà non più occasionale ma norma costante di vita.
Siamo coscienti che tutto ciò che abbiamo detto è
un punto di arrivo e che per raggiungerlo abbiamo bi-
sogno di un ~rande e delicato lavoro di formazione
individuale e d1 ~ruppo. Auspichiamo quindi la costitu-
zione di cemn di salesianità •, di consulte locali e
centrali.
Se avremo la santa audacia e la perseveranza di Don
Bosco, se non ci accontenteremo della mcdiocrit:1, il
mondo conoscerà il vero volto della li'amiglia Salesiana
e non vi saranno più confini per la diffusione della
«salcsianità ~ tra gli uomini, che mai forse ne hanno
avuto tanto di bisogno come oggi.
Siamo certi che tanto più i nostri confratelli religiosi
si impegneranno come animatori dei Cooperatori (e vor-
remmo aggiungere degli ex allievi, dai quali tanti di noi
provengono, e che tuttora sono in gran parte potenziali
Cooperatori) tanto più i Cooperatori dh·erranno gli auten-
tici salesiani nel mondo come Don Bosco li aveva sognati.
NOTE DI SEGRETERIA
• Il tema della seconda conferen-
za annuale è: « Il diritto a nascere
e il diritto di uccidere ? - Princjpi
e classìficazioni a proposito del
tentativo di liberalizzare l'aborto
in Italia ». Prossimamente verrà
inviato ai centri il « sussjdio »
relativo al tem.a. Intanto è con-
veniente fissare la data e scegliere
il confe renziere, possibilmente lai-
co. Ancora una volta valga la
raccomandazione: si stia al tema
fissato.
• l1 Consiglio Nazionale terrà
la sua riunione annuale a Roma
(Casa Generalizia - via della Pi-
sana un) nella data a suo tempo
fissata: dal pomeriggio del 29 apri-
le al seguente 1 0 m.aggio - Inizio
ore 17, tenni.ne ore 1+
Vi partecipennn.o due Consi-
glieri ispettoriali (di c ui uno
giovane) per ogni èonsiglio che
s ia stato r egolarmente eletto e
convalidato dal rispettivo Ispet-
tore, quattro delegati ispettoriali
e letti dalle Comm.issioru e tre
D elegate is pettoriali. È importante
de.finire la s ituazione di quei
Consigli che ancora non sono in
r egola .
L'ordine de l giorno preve de,
tra l'altro, l'esame della « proposta
di programma 1973-74 » , e de l «la-
voro per il nuovo regolamento ».
• I centri che non fossero in
regola s ono esortati ad invi.are
alrllfficio ispettoriale competente
la « Relazione» della « prima Con-
ferenza annuale » ed il <c Modulo
del Consiglio » locale rinnovato.
Si richiama l'attenzione sulla
necessità di trattare ampiamente
nei ritiri mensili il Tema dell'an-
no: « Una Vocazione concreta
nella Chiesa: Cooperatori Salesia-
ni ». A... nessun centro è lecìto e
conve niente omettere tale studio.
A questo fine è bene diffondere
tra i Coope ratori il testo prepa-
rato oppo rtunamente.
Una raccomandazione di parti-
colare importanza ai Consigli
ispettoriali: fare una « riflessione
attenta )> sulla letter a de l Diret-
tore Generale Don Raineri, riguar-
dante la elaborazione del cc nuovo
regolamento » e inviare diretta-
m e nte a lui rilievi e proposte
sull'iter dei lavori.
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Perché
il
Movimento
Amici
di
Domenico
Savio?
Penso che il Movimento Amici di
Domenico Smiio (ADS) potrebbe es-
sere un valido mezzo di apostolato
per i Cooperatori e Cooperatrici,
specialmente Giovani. Perché? I fan-
ciulli, i preadolescenti ed adolescenti
sono un impegno scrio all'interno
della Chiesa, della Comunità par-
rocchiale e della famiglia, che non
va sottovalutato. ::vin negli ultimi
tempi si è creato un grosso vuoto
educativo nt>i loro confronti: essi sono
stati quasi trascurati, perché gli edu-
catori forse senza torto - hanno
credu~o di dover occuparsi quasi
esclusivamente del problema 'gio-
vani'.
Oggi ci s1 rende conto del dovere
di sentirsi tutti concretamente re-
sponsabili anche dellu fede degli ado-
lescenti e dei fanciulli.
I I Mwimenlo Amic, di Domenico
Savio ha appunto lo scopo di occu-
parsi di loro e di educarli alla fede.
L'Unione Cooperatori Salesiani po-
trebbe assumere questo compito in
forma concreta, per condividere la
mi~sione educativ~ della Famiglia Sa-
lesiana secondo 1l Regolamento di
Don Bosco.
Il rilancio, in una fon11a più viva
cd attuale - ed educativa - del
Movimento di D. Savio è attuato
prima di tutto su nuove basi: la spi-
ritualità che il Concilio Vaticano 1J
ha proposto ai laici, l'apostolato
nell~ forme. adatte _all'età dei ragazzi;
ed m parucolare d messaggio edu-
cativo di Don Bosco confrontato con
la vita di Domenico Savio.
t Pertanto i fanciulli ed i giovani
debbono essere aiutati a sviluppare
armonicamente le loro capacità fi-
siche, morali e intellettuali, ad ac-
quistare gradualmente un più ma-
turo senso di respon3abilità ncll'ele-
30 vazionc ordinata cd inc<:ssantcmente
attiva della propria vita• (Gravissi-
11111111 Ed11catio11is, 1).
e li rilancio anuato inoltre con la
strutturazione del Regolamento ADS,
per animare un'organizzazione a lar-
ghis~imo respiro, per guidare i ra-
gazzi ad essere soprattutto dei veri
testimoni viventi di Cristo tra i com-
pagni •, come chiede il Concilio a
tutti i giovani (Apostolicam Actuo-
sitatem, n).
Ispirandosi a ~ueste parole si tnctte
bene in luce I impegno principale
che il ·l\\Iovimento si assume: la
formazione all'apostolato sull'esem-
pio di Domenico Savio: preparare
dei ragazzi capaci di irradiare la
loro fede tra gli amici di caseg~iato,
di scuola e degli nitri ambienti d1 vita
e di educazione.
È attuato infine dalla tensione
che nella Famiglia Salesiana si vuole
dare al senizio di orientamento, che
e includa un preciso impegno sulle vo-
cazioni religiose e sacerdotali che
rcspon~a~ili~à per tutti gli cd~ca-
tori cnstian1 secondo le affermazioni
dello stesso Concilio. • Tutti coloro
che in qualsiasi maniera curano l'edu-
cazione dei fanciulli, degli adolescenti
e dei giovani, specialmente le Asso-
ciazioni cauolichc, cerchino di assi-
stere gli adolesccnri loro affidati... e
di far prendere coscienza ddle sol-
lecitudini del Signore e delle esi-
g_enze della Chic.-;a ,._ (Optatam to-
t1us, 2; Preshjtcrorum ordinis, 11 ;
Perfectae Caritatis, 2+; Ad Gentcs,
19).
Vari Capitoli lspettoriali Speciali
dei Salesiani, anche trattando elci
problema delle vocazioni, hanno guar-
dato con fiducia e simpatia al :\\Io-
vimento ADS, specialmente come
concreta possibilità di collaborazione
tra i vari gruppi della Famiglia Sa-
lesiana.
Ad esempio nel CIS dell'Ispettoria
l\\leridionale, al tema Cooperatori
~alesiani •, come impegno apostolico
SJ raccomanda di 4 incoraggiare il
sorgere ùel Movimento ADS soprat-
tutto attraverso gli insegnanti delle
scuole elementari e medie».
Anzi l'Assemblea degli Ispettori e
dei Delegati d'I talia nella Riunione
della Conf. Isp. Sales. !tal. (CISI),
del 5-8 febbraio, ha raccomandato
che venga valorizzato il Movimento
ADS, esteso fino ai preadolescenti,
perché esso ~ con i suoi gruppi en-
tro e fuori le nostre Opere, è ricono-
sciuto in quasi tutte le I spettorie
un mezzo importante di animazione
cristiana, mediante la collaborazione
delle varie componenti della Fa-
miglia Salesiana; e per molti ragazzi
occasione di un primo fecondo in-
contro con lo Spirito e la Missione
cLi Don Bosco •·
Per farsi un'idea chiara e at-
tuale del i\\lovimento, sarebbe molto
utile per i Cooperatori leggere lo
scritto di Don Elio Scotti Educare è
una missione, che potrebbe essere
considerato il documento base».
Inoltre è raccomandabile per la
vita del ~lovimento il ,·olumetto cLi
don Giuseppe Clcmencel, U11 codice
di vita: Domenico liii raga:;zo santo
che potrebbe essere considerato il
«manuale» ADS.
Devo segnalare anche la bella ed
interessante ri\\'istina bimcstr;1le, edita
e diffusa da don Cesare Rosa del
Centro ADS dcli' Istituto 8alesiano
di Pe,eragno (Cuneo), col titolo
« Reazione a catena •>, come collega-
mento tra g li ADS di tutta Italia.
I l Movimento ADS ha fiducia
nella simpatia e nel sostegno dei
Cooperatori, specialmente i11segnanti,
catechisu, giovani.
È per ragazzi che vogliono cre-
scere sani, educati, studiosi, religiosi,
impegnati come il loro amico, il
loro eroe: Domenico Savio • segno
delle meraviglie della grazia negli
adolescenti• (Cosl. Sales., 8).
DON TEODOSIO GALOTTA
Salesiano, Napoli
Per informazioni e sussidi rivolgersi al responsabile organizzativo del
Centro ADS : Don GIUSEPPE CLEMENTEL, V.le Salesiani, 9 - 00175 ROMA.

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Vita
dell'associazione
Dal 21 al 27 gennaio si è svolta in Roma, su ini-
ziativa della Direzione Generale Opere Don Bosco,
una originale ed importante Settimana di Spiritua-
lità, sul Tema: La Famiglia salesiana riflette sulla
sua vocazione nella Chiesa di oggi. La rappresen-
tanza dei cooperatori era cosi formata: Casonato
(Treviso) - Sarcheletti (Verona) - Tei (Perugia) -
Attanasio (Napoli) - Basso (Rimini) - Bina (Borgo-
manero) - Marletta (Bologna) Onofri (Roma) -
Parrucci (Tolentino) - Sarcheletti, Casonato e At-
tanasio hanno anche partecipato alle tre tavole
rotonde.
Hanno completato la « Verifica » i seguenti
centri: Agliano d'Asti-Baldichieri (Asti) - Brienza
(Taranto) - Cannara (Perugia) - Civitavecchia (FMA)
(Roma) - Castagnole Lanze(Asti)- Falicetto (Cuneo)-
Fragagnano (Taranto) - Forli - Mongardino d'Asti -
Giaveno (Torino) - Monserrato (Cagliari) - Roma
(V. Marghera) - Sanluri (Cagliari) - S. Marzanotto
(Asti).
I DELEGATI E LE DELEGATE ISPETTORIALI
si sono riuniti in commissione, a Torino, Milano,
Napoli, Villa S. Giovanni.
CAMPI DI LAVORO E DI ANIMAZIONE CRI-
STIANA per Giovani Cooperatori. Il programma
per l'Estate '73 è •già elaborato, e le domande di
iscrizione sono aperte. L'anticipazione nel tempo
rispetto agli anni precedenti consentirà una mag-
giore preparazione pedagogica ed ambientale nei
partecipanti (le domande vanno sempre indiriz-
zate al Consiglio ispettoriale competente).
VENETO (Verona) - Incontro della Famiglia
Salesiana nei giorni 17-19 marzo. Tema: la fami-
glia salesiana « una », il suo spirito, la sua missione.
(Di questo originale e importante incontro ci pro-
niamo di dare prossimamente una ampia rela-
zione).
PUGL JE..LUCANIA - Convegno ispettoriale di-
rigenti a Cassano (Bari) nei giorni 13-14 gennaio.
Erano presenti circa 90 dirigenti, l'ispettore don
Liberatore, l'ispettrice Madre Maria Pilla, il dele-
gato nazionale, Don Domenico Papa, e Suor Franca
Ragosta, delegati ispettoriall
Scopo del convegno: rilancio dei centri e appro-
fondim.ento di alcune idee-madri. I lavori fecero
perno attorno alla conferenza di don Aubry sul
tema: (< Il nostro essere cooperatore >► e a quella di
don Buttarelli: « La cooresponsabilità in atto, nel
centro e in particolare nel consiglio ». La liturgia
eucaristica ebbe all'offertorio e all'omelia un parti-
colare significato nell'accettazione da parte della
comunità presente di otto neocooperatori che,
personalmente, vollero dichiarare le motivazioni
della loro scelta.
CAMPANIA - Congresso ispettoriale dei consi-
glieri locali, a Castellammare il 7 gennaio. Presenti
105 dirigenti con alcuni delegati. Studiarono in
gruppi il tema: « Cooperatore vera vocazione sale-
siana nel mondo ».
A Napoli, il 25 marzo, incontro regionale Gio-
vani CC. e aspiranti, il secondo di quest'anno, per
sviluppare la tematica che si sta appi:ofondendo nei
vari centri.
PALAGONIA (Catania) - Il Centro, che ha sede
presso le Figlie di Maria Ausiliatrice, si è rinno-
vato con l'apporto di elementi giovanili che sono
anche un fermento nella vita delle parrocchie,
specie con l'animazione del canto nelle assem-
blee liturgiche. Con assiduità e impegno si svol-
gono le riunioni mensili; discreta e attiva la parte-
cipazione ai convegni.
CALABRIA - Terzo Congresso regionale Giovani
Cooperatori. Si è tenuto presso l'istituto F.M.A.
a Bova Marina (Reggio C.) il 3 dicembre se. - Parte-
cipanti 109 giovani provenienti dai centri di Melito,
Bova, Gallico S., Villa S. G., Rosarno. Sono pure
intervenuti, per espresso desiderio dell'arcive-
scovo giovani di Comunità cristiane, di gruppi
spontanei e dell'Azione cattolica. Il tema trattato
infatti era di interesse comune: <i Come deve vivere
e operare il giovane cooperatore nella chiesa locale
e nel mondo dei giovani, soprattutto lavoratori ». -
La prima parte fu trattata dall'arciprete di Villa e
da due giovani della medesima città. La seconda
parte da Candida Lasco di Melito, Mimmo Serreti
di Rosarno e Franco Cilione di Bova. Seguirono
gruppi di studio condotti dagli stessi relatori. 31

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Spediz. in abbon. postale Gruppo 2° (70) - 2• q uindicina
BOLLETTINO SALESIANO
SI pubblica Il 1' del mese per la Famigli• Salesiana: Il 15
del mese per I Dirigenti del Cooperatori
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene-
meriti e amici delle Opere di Don Bosco
Direzione e amministrazfone: via Maria Au-
siliatrice, 32 • 10100 Torino • Tel. 48.29.24
Direttore responsabile: Teresio Bosco
Redazione: Armando Buttarelli
Autorizz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
Per Inviare offerta servirsi del C. C. Postale n. 2-1356
Intestato a : Direz. Generala Opere Don Bosco - Torino
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