Bollettino_Salesiano_196303


Bollettino_Salesiano_196303

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Perchè Gesù
ha fondato la Chiesa
- 1 Successore di D011 Bosco, n ella Leuera
di capodanno pubblicata 11el Bollettino
di gennaio. ha tracciato ai nostri Coo-
peratori il tema clella «campagna» an-
nuale: u l'ivet•f' la ( 'hie,;a: ill11mim1re
lo nostra intelligen::<t co11 la l11re della sutJ
snpini:::u, riscaldure il nostro wore ai raggi
bentjìci delln su11 grazia, pl!rmeore. la
fumigliu e l'ambie,ae i11 mi 11ii•iumo dello
spiriltJ di rerità e rii amore di mi Dio l'ha
l'Olul!I drpasitaria. diff'andere intorno a ""i
il buon profumo di CestÌ Cristo ».
L"attualità di tuta campagna ,mila Chiesa
è evidente. L'anno memorando ◄ld Con-
cilio Vaticano II non pol eva avere altro
programma.
JI tema è in piena armonia con il pen-
~iero, lo :-pirilo, la volontà di Don B oilco.
CE' lo clic-e il testimo nio più autorevole.
Pio XI: « Don Bosco vi h a la<>ciato lo
splendi,lo cii eloquentissimo esempio, elw
~oi s tessi abbiamo potuto loggne e :-cu-
Lire nel suo cuore, quando poi eYamo
constatare cli.e <Jf di .s11prà di ogni gloria
egli poneva quella di essere il fedele sen1i-
lore di Gesù Cristo, tiella sua Chiesa,, del
suo Vicaria » .
Co01e Lulle le « campagnr », ha un
duplice a;.pcllo: quello idcologiro quello
pratir(). La campagna irlc,,logica mira a
dani dellP idc!" o meglio delle convinzioai,
pre messa necessaria e inso:-tituibile Ria per
avere uei Cnopt•ratori <lni cristiani cm,cicnti
cl.le posseggano idee chiare sul dogma della
ChieRa e ne viva110 1.- s1upenoe reaitÌ:I, sia
per avere in e""i quell'azione apostolica
die sgorga cflicace solo quaado muove da
profond<• ro11viuzioni.
La campag ua prati ca sulla Chiesa sarà
feconda rli inizialive c·on cre le iu corrispon-
1lenza con le qual tro note carallC'l'Ìstiche
d ella Chiesa: una. santa. cattolirn e aposto-
lim. Cnhl in gennaio, nelrut•casione del1'ot-
lavarici pN runità d elle Chiese. si s uggerì
per i vari Centr i della Pia l..:nione la <e Gior-
na a di pr ·ghiera per i fratelli separati »,
e in febbraio si a ttul'ranno iuiziativc varie
per la ùiffu;.ioJH,' dt-ll'iil<"a missionaria, in
armonia con !"altra 11ota della callolicità
della Chiesa.
37

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PERCHÈ GESÙ
HA FONDATO LA CHIESA
..,,,...,,,,..,...............~ ..........,,,...,._,,,.. . . . . ~ . , . , . . - - . .
• • • . .. , , , , , , , . . , . , . . . . . . . , . ~ ........,.......,...................... -..• • ~................ , , , . . _ _ . . , . . . . ~ ~.........
P,•r conV111ct"rsi dell'importan.r.a e urgt'nZa
della «ampagna» basta com,iderare lo slogan
laicista formulalo da molti nMtri conLcmpo-
ram·i: Cristo. sì.; lo Chit'~a. n().
Per quri;lo la no~tra « ranipagna » vuolr
cssenzialmrutc richiamare idet" che ~onu fon-
damci1Lali ,u ttue,;ta realtà romplPssa c miste-
riosa che noi rbiamiamo « Chil\\•8 ».
n Rollcttino nei me!;i pto•i<imi tornerà ~ul-
l"ar~omrn1 o pt"r iUustrare, di , olla in , oli a ,
qualche a!<pet I o <ldla Chir~n. Intanto ,·o-
minciamo a ri~po111lere acl una 1lnmanda:
pert"hè G<'SÙ Cri~tn ha {oricluto la Cliieso '?
Gesù è morto <la 111illenovecento anni.
Per soprav, hcrc !'11lla lfrra t> impadronir,;i
drl mondo, prima di salire al Cielo. au,•bhe
polulo lanciare agli uomini u11'id1>a l'lie,
anche s ola. ,.i sarebbe fatta ,trada e a poro
a poro avrebbe invaso tulli i lempi c lulLi
i luoghi.
Uu'i<lca rhc se nou fos~e dh ina. !'areLhe
geniale. Ge..ù C.risto l'ha a, ula: q111>Ua cli
fare del gc-nere umano ,ma solu famiglia di
fratelli, ere-denti neJle ~l<'.!1:!C ,rrità, pralicanli
la !<Le/Isa morale, viventi <it-lla stc~•a , ila
spirituale e diretti in~ieme alla i,te,-,~a felirità.
Egli stesso ha C!<posLo il 1<uo piano dicfn«lo
agli Apostoli: Amiate e ammtu1s1rate 11ttti i
popoli... fo $Ofio re,wto perrhè essi abbiano
la t•ita e sorrall/,ontlante•.• f; gi,111111 l'orn in
cui Dio sarà adorato non solo in Ceruslllemme,
m11 in l11fl(J il mondo... Flo mol/P pecorelle rlrP
rw11 s0110 dell'ovile: bisog11a rhe io le mduni...
Quando sarò elerato sulla rrore, attirerò 111110
11 me.
Nulla di più ampio e <li più rnagnilìco <li
qucsla idea. L'Impero Romano non a,eva
roai spinto le sue lcgio11i al tli là delle Indie.
Gesù Cri~lo non pone al suo programma nPssun
limile, nè di tempo. nè di spazio. Amm(lestmte
Urlti i popoli: quc:.to è per lo ~pazio. lo sarò
ro11 t·oi fino alla fine dei $etoli: quc•to è per
il tempo.
Tah olla gli uomini a(•carez.r.ano un'i,h•a
dii' pare un'utopia bublimc. VorrC'hhno 1·on la
:~1 ci,iltà C'fi"euuart' l'unità dei pCIJ>oli, .stringere le
na~.ioni 1•ome ranle sorelle aLtorno ad tw' unica
Lantliera, abolire le f,,'tlerr<'. stabilire un trihtr-
nalr pacilìco in cui ogni queslion,. sia ddi11it.1
~..111.a i,,pargimenLo di ,;an_gue. unili,•arp il gener,·
umanu nella stessa fede. nella stessa morali·
_rwUa ,le~~a , ila «pi.rituali•. Non maucauo i
ciarlatani iu p;ran,lc i-tile clic ah11,,ai10 di qucblH
i.l1•a di fratellanza unÌ\\ <'r~alt· e se llt' ~,•nono
~1n1doratamcnl<' per farsi gioco ridia rredulilit
t• ignoranza dd pupolo, ro mt> M' fo~!<!' 1ma
idra ,puntata nel loro crrvrllo. :.\\1a que~t a
idra. Yera r meravigliosa, data da oltre millc-
uovccrnto anru: l'ebbe per primo (_;e,i1 Cristo
quando i,lahilì 11uc,10 priu.-ipio ancora oggi
in grun purte irreulizzato: Sie/e tutti .frn-
t~lli, e t]uu111lo ,H~"' a Dio prir11a 111 murirr:
C/ie sùu10 u1111 cosa sola, come noi si"mo 11na
("OSCI soln.
Ma per fffettuare questa iclca divina non
ha-sta lanciarla uel woudo !' ahba,ulouarla
al rii,,rhio delle eirrostauzr. alle inccrler.zc del-
l"av, enirc. Ogni idea che ,noi ,her<' e con•
quistare de\\ e incarnar~i iu una i~tiLuzione.
Le grandi idei' uere.ssarie al rammino della
11maui1à dt'Yoi10 prendPn· unu fonna ~orialc.
Viùt•a della forza si rralizza in un e;.crl'irn
l'òn dei capi che eomandarw: l"iclea della
cultura $i realizza in una u,m er,it à rou dei
profe~sori che insegnano: l'itlea drUa 1-,riustizia
~i realiz1.a in una magistratura eon dei magi•
~lrati ehe inlerpret ano le le~gi. c.;.._...ù Cri~Lo.
che na veuuLo a porLare a!!:li uollllllÌ uoa
idea , itali', uon poi fVa non dacie una forma
sociale c be garanlisse la per1•1mi Là della sua
mi;,~ione.
~eppure 1111 libro ~arehbe &t ato un mez11:o
sicuro ed efficace per cu~todire l"idea del
Redentore e portarla integra e foallerata a
tutti i tempi e a tutti i luoghi. Se Gesù avesse
abbandonalo la terra la~cilllldori soltanto
un libro, la ~ira opera r edenLrire uon a,Tebbc
~alvato il mondo.
Lui ,·tu• vole"a In luce per tutti. ci avrebhe
la~ciati nell'0Rcuri1à. l,11 libro ~olianto. !<enza
inIerpre1i a ul orizzat i a ,piegarlo c. O!'rorrP11clo,
ad applicarlo a c:;igcnzc ,. ti-mpi nuo,i, no1t

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sarebbe bastalo ad illuminarci sul complesso
delle verilà da credere e delle leggi ùa osser•
, art'. die costitui.scono la ~ita crisliana. Se
tlunqur Gesù fosse ,;compar:!o tlal mondo
lasciandoci soltanto u11 libro. ci aVl"ehhe
la~ciati nelle tcu<'hre.
Co~ì. Lui cbe voleva l'unità fra tutti, non
aHd>hl.' 1uodot10 che discusl'ione e confu-
~ione. C'è chi ha detto: « Da temi liuattro
parole sc1it Le da un nomo, e io m'incarico
di farlo impiccare». ~ , ero, allo scritto si
fa di.re eiò che ~i vuole e gli -si ilanno le i1llrr-
prctaziouj pii1 di~parate. Se l'umanità per
rciolarc la ~ua feclr fo:-sr ridotta ad un lihro.
>-arelibe una perrnne torre di Babcle con
intrrpretazfoui e divii<ioni !'lenza fine. Ba•La
guardare ai nostri fratelli separali, che bi
rPgola.110 ~11l1a Bibbia. Le sette non ~i con-
tauo. come non si contano le iutcrpreta7joni
date alla SC'rit tuta Sacra. Si contano lino
a ducc,•11todiciotLo le Ì.n.lerpretazion.i date da
es~i a que,-le brevi e semplici parole di Gesù:
Q1iesto ;, il mii, ,-orpo. Se dunque Ge~ù Crii,to
fosse scompar,,o dal moudo la:1cia11doci sol-
lauto uu libro, Lui che i" la luce Jd mondo e
che vuole unificare LuL ti gli spiriI i. ci avrebbe
condannati .tcl un dubbio immrn~o. a trnehni
impcnct rabili, a di, isioni imrnmereYoli.
Dt>I rf'qto ogni ragionti cede i.lavanti alla
realtà. C11S1Ì Cristo non ha fissato la sua parola
in u11 lil1ro. I!: ,-i,-alito al ciclo .enza aHr
scritto wia parola. Ha lasciato ai ,uoi disce-
poli iI farlo. , ol,·udo fo,;~1· hrn eh.iaro !'he
a, rva scelln uu altro me1.11.o pc'r assicurare
p1'rt'1111it à alla ~ua mib•ioni-.
Gc.~ù CrihLO 1wr ROpravviyere a RC stesso
cd estendere i frutti della redenzione alla
umanità Lia i,titoilo fo Cliiesct. TI :iOpra"' ivere
u ..e «Lcs,,u in una :,cuoia. in una i:,Lituzione
,l11reH1le. è sempre stato i1 sogno di ogni
uomo di genio di ol-(ni ~apicnte. I haggi
anlichi si i-ono preoccupati di crearsi una
hcuolu e dei discrpoJi. ma ne~::,0110 ha potuto
la!<ciarc dietro di sì- nna ,iocictà dottriHale
pcnnanenlr. Gesù Crisw, clic t'ra Dio. b.a
fr1111lato la Ch.iesa: una ,·era società, la quale
ha un Capo, leggi. atttorità per interpri-tarc
queste leggi, vigilare alla loro e"ecuzioue e
punire i loro tras~cssori: un fine comttnl' ed
el'~enzialr con mezzi per raggiungerlo.
Vediamolo alropera. Raduna doilici apo,toli.
li ammae~tra. C't)mu.nira loro la •ua autorità
e la sua potenza. fissa u.n l'apo. ag~uui:i;c degli
au.•iliari e li manda a predicar('.
Gli Atti de?,li Apost"li ci offrono la possi•
hilità di ai'~istt'rc alla 11a~cita di quc~La Chiesa.
U porno di Pentecoste ~li \\postoli ~0110 nel
CcnaroJo in atte"a l'he il vlae.-tro compia le
,;ue promes~e. Lo Spirito Santo li ,isita. li
iil\\ eHc. li trasforma. Da ignoranti dhe.uta.no
sapienti; da timidi. coraggio$Ì. Non li sp11-
venta l'iomum,.ità del mondo P si propun-
gono di <"1HrquitHarlo a Cristo. La Chic;;a è
fatta. la Cliie~a è ,ha. operante. ('unqui-
sLatrice. È 11iccola. ~ , ero. ma tanto mPµ:lio:
sarà una proYa di più che non pro,;ene dal-
l'uomo. L'intervento di Dio splenclerà subito
\\"i•ihilment.e nei ~u,icessi fu.lmim·i di qu1•!Hi
rlorlici uomini powri, illetterati. senza for:t.a
e prt>l'tigio. i quali convertiranno il mondo
a Cdi,t o. viYen.le udla ,,,ua Chiesa.
La forza della Chiesa sta appunto qui:
c.si,a non ì'> alrro che Gesù Cristo sempre vivo,
sempre operante. sempre vi!<ibilt· sulla terra.
La Chicfia ha 1111 C'orpo: 8ono gli uomini rhe
la compongono. ,\\1a la Chie,,a ha un'anima:
ì• Gesù Crisi o rhc. per nwzzo di q11e1<ti uomini.
continua a sanLiticarc il mondo.
Ogni socirtà puran1Pntf" umana ,~ Umi1a1a.
quanto allo Rpazio. clal diritto o dalla forza
tlci suoi ,-icini; quanto al temp11. dal fatto
che nr,sun uomo è immortale. La s11t·ictÌL
fomlaL.i tla Gr~ù Cristo, Ìll\\f"t'I'. 11011 ha li111i1i
di ~puzio nì.' cli tempo: ha il mondo intero
per l'hleruler,i <' i se1•oli Nt'rni per durare,
perchè ha pi-r fondatore Dio »I .,.,,,o.
\\ h;a.roo :fìdncio,.i: la liomf>a d1c lle~e
rfistrug~ere la Chiesa non ,-,ari, mai 111\\·entat-a.
r quelli che , oglionu lt·\\"arla di mrzzo ,;ouo
cento volte più pazzi di 1•hi ,.i <'T/!C-,se da, anLi
ad un rapido in rorsa per fermarlo. Rima-
niamo in que"'L" rapido che ci porla alla
« Ca,-a del Padre». \\"d viaggio t•i ~arauuo
necessariamcttlc d.-llc ::-,·o,~e. dei rallt,111 a m1•n Li,
e.lei gua~Li alla macrhina, dt'i danni sulle
slrade: ma , iaj:!giamo Lranquilli: il marchini,,1a
invi~ihile. Gesù Cristo. veglia sulla macchina
1' sui ,;aggiatori c. superando le tlilTit'ulLà, ci
rollfluce alla mèta. Ci ra~sicura la sua parola:
Le porte <le/l'inferno non prevarr<ui110... fo $flrÒ
con voi fino 111 termi1te dei secoli.
:}!)

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lJ Signore ha paragonato la sua Ch1e~a
ad un grano di scnap.\\ che, da mmuLo e quasi
invisibilt: qual è, nel giro degli anni crcsce
1h10 a diventare un albero di vaste propor-
zioni.
Questa felice surulitudinc può applicarsi a
tutte le opere che Dio ,:;uscita a bene degli
uomini, specialmente nel campo spirituale cd
apostolico. Anch'esse da principio appaiono
piccole e spregcrnh; poi, per l'aiuto celeste,
si affermano nel mondo e attirano lo sguardo
meravigliato della gente, che finisce per glo-
rificare Jddio, primo autore <li quel miracolo.
Che cosi dovesse accadere all'Opera sua,
nata e proseguita fra spine e tribolazioni,
Don Bosco ebbe scntore da un sogno stTano,
tatto la notte del 1° maggio 186t. Strano
per la lunghezza durò oltre sci ore -
ma sopraLLULLo per la varietà delle scene am-
mirate, delle quali molte riguardavano i sin-
goli suoi raga;r,zi, mentre altre interessavano
l'intero Orat1>rio, da lui contemplato nel suo
avvenire con una precisione che merita d'esser
chiamata profetica.
Inoltre l'Oratorio vi compariva 111 tutto il
trionfo del suo svil11ppo. :\\lotivo sufficiente
perchè Oon Bosco ne parlasse in lungo e
largo, a conforto dei suoi giovani aiutanti, che
dalle persecuzioni e opposizioni a cui veniva
sistematicamente sottoposto, potevano ricavare
motivo di stanchezz,1 e dt diserzione.
A
nche m questo sogno è pre-
sente una « guida 1>, decisa però a non svelare
il suo nome. Essa reca seco una macchina
insolita, fornita di una grossa ruota, atta come
si vedrà, a scoprire i segreti delle coscitmzc e il
futuro di uomini e di cose.
Don Bosco non lo dice, ma alla vista d1 quel-
l'arnese si sarà probabihnentericordatO che altra
volta in sogno aveva vedutQ qualcosa di si-
mile. Cinque o sei anni prima aveva so-
gnato di trovarsi in una piazza dove c'era
un ordigno che somigliava ad una specie di
ruota della fortuna e che gli fu detto rappre-
sentare l'Oratorio. Un personaggio sconoscimo
gli aveva comandato di girare il manubrio:
ne sarebbe uscito un ramore.
on Bosco a raccontarlo impiegò tre
<• buone notti ~. il discorsino di pochi minuti
che rivolgeva ai suoi figliuoli dopo le pre-
ghiere della sera, mutatosi per la circostanza
in un discorsone, avendo superato di molto
la mezz'ora.
N!'.· si punsi che quei ragazzi st stancassero.
Le cose narrate erano così interessanti e per
4 0 di più essi v1 figuraYano come protagonisti.
Questo, al primo giro, fu appena percepito.
- Che cosa significa ciò? - chiese il Santo.
E la guida a spiegargli:
- Ogni giro assomma dieci anni del tuo
Oratorio. Gira ancora quattro volte...
Ad ogni giro il rumore cresceva. Don Bosco
ebbe l'impressione che il secondo si udisse
in Torino e per tutto il Piemonte, il terzo
in Italia, il cuarto in Europa e il quinto nel
mondo intero.

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.,__1 ra stata cosa rapida per niente
circostanziata: un semplice accenno dell'av-
venire. l\\,fa in questo secondo sogno non più
un rumore confuso, ma chiarezza di circo-
stanze e di persone.
La macchina, che la guida gli presenta, è
fornita di w1a grande ruota con una mano-
vella per farla girare. Al centro sta una lente
del diametro di un metro e mezzo circa.
Don Bosco ignora che cosa sinno, ma al
comando della guida dà un giro, poi un altro,
poi un terlo: dopo ognuno, guardando nella
lente, vede i suoi giovanetti presentarsi in
pose ed aspetti diversi: ora I buoni divisi
dai cattiù, ora su questi segnato il vizio da
..:ui sono macchiati; vede pure coloro d1e do-
vevano prestargli aiuto nella sua opera, in-
tenti al lavoro che sarebbe loro toccato, al-
cuni dei quali, dopo un momcnranco fervore,
lo avrebbero abbandonato. Lo stato e la vo-
ca1,ione dei singoli era chiaramente presente
al suo sguardo. Quanto egli vide in questa
parte del sogno fu poi comunicato ai suoi
ragazzi, che nella quasi totalità gli si presen-
tarono a privato colloquio. E l'effetto che se
ne ricavò quantQ al miglioramento della con-
dotta fu tale, a detta del biografo, quale << ap-
pena si sarebbe potuto operare da u11a rllls-
sione delle più fruttuose~-
Don Bosco lo poteva scorgere chiarissimo
in quella lente prodigiosa sulla quale lo faceva
magicamente comparire il giro della ruota
che le stava accanto. Bastava provocare un
certo numero di giri e l'avvenire pronto gli
si rendeva presente.
La guida ordinò:
- Fai far dicci gin alla ruota: ncordati di
contarli esauamentc, e poi guarda.
Don Bosco girò dieci volte il manubrio;
quindi, con una certa trepidazione accostò
l'occhio alla lente.
Meraviglia! Vede ane-ora quasi tutti i suoi
ragaui, ma cresciuti in età: hanno gi:'I i baffi,
qualcuno si è fatto crescere la barba.
- Ma come mai? - egli chiede siupito.
Ma se quello ieri era un bambino, come ha
fatto a crescere così all'improvviso?
Quanti giri hai dati? - domanda la guida.
- Dicci.
- Ebbene, conta dieci anni. Siamo nel 1871:
hanno dieci anni di più.
Il mistero era svelato. Don Bosco, girando la
fatiùica manovella, poteva a piacimento ri-
chiamare sotto lo sguardo i dct:enni del fu-
turo. E non solo i ragani erano cresciuti in
ct.1. Egli vide pure moltiplicate le sue case,
e giovani sconosciuti abitarvi sotto la guida
di quegli stessi suoi fighuoli, che in quel
momento all'Oratorio eranr, in età giovanile.
- a il più interessante s1 ebbe
quando la guida, dopo avergli s1·clato con
qutl mezzo vita e YOcazione dei sìng,lli, passò
a mostrargli l'avvcmre dell'Opera sua.
J11 altro comando della guida lo
tolse alle sue considerazioni.
- Dài altri dieci g1ti e balzeremo all'81. ,u

1.8 Page 8

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Si può immat:inarc con che desiderio an-
sioso Don Bosco fece fare i dieci giri pre-
scritti, e poi guardò...
I suoi giovanetti erano ridotti alla metà;
alcuni coi capelli brizzolati, altri leggermente
curvi. :Vf3 se questo gli cagioni, m1 vivo di-
spiacere. un,t consolazione maggiore pmvò
nel conu:mplarc come in un vasto quadro,
paesi nuovi e regioni sconosciute e tanti altri
ragazzi guidati da maestri ignoti, alle dipen-
denze però dei suoi attuali aiutanti dell'Ora-
torio, giunti ali'età matura.
Poi, con ansia sempre crescente, egli diede altri
dieci giri ...
I suoi ~ovani attuali, ridotti a<l un quarto,
gli si presentavano avanti negli anni, con
capelli e barba imbiar,ca~i.
Alla sua richiesta meravigliata ove fos.-.cro
11:li altri:
- Son nel numero dei pii1 - fu risposto:
- siamo nel 1891.
:Vfa quanto aumentate di numero gli si pre-
sentarono le case e i suoi figliuoli a capo
<li numerose schiere <li ragazzi, alcuni tlci
quali di pelle e colore diversi dai nostri!
A n cora dieci gin ed ecco il 1901
con nuovi motivi di dolore e di gioia. I primi
ragaw;i dell'Oratorio ridotti a pochi, invec-
chiati e magri, prossimi ormai a~li ultimi
loro anni. [n molte case non riconobbe al-
cuno dei suoi antichi allievi ma tutto il per-
sonale dei maestn gli parve nuovo, e i ra-
gazzi aumentai-i smisuraramente... Don Bosco
contemplava muto e incantato, quand'ecco
h1 guida gli fece premura:
- Oài allri dieci giri e vedrai cose che ti
saranno morivo di confono e anche di an-
gustia.
Dicci gm rapidi e con altrettanta rapidità
Don Bosco si trovò al 191 1. Al suo sguardo
apparvero (< case nuove, giovani nuovi, diret-
tori e maestri con abiti e costumi nuovi... ,1.
Cercò e frugò in quella moltitudine se vi fosse
qualcuno dei primi tempi e ne riconobbe
uno solo, canuto e cadente, il quale, circon-
dato da una bella corona di fanciulli, raccontava
i princìpi dell'Oratorio e loro ripeteva le
cose imparate da Don Bosco e ne mostrava
il ritratto che stava appeso alle pareù del
parlatorio. (Qui Don !fosco accennà certa-
mente a Don Fnmcesia. che fino alla tarda
età di novant'anni, tome afferma il Ceria,
«parlò continuamente di lui, ne scrisse in
tutti i molti suoi libri, lo cantò in versi senza
-1:.? numero:... non predicava nè dava " buone
notti" senza ::ilmcno nominarlo; infiorav.:i di
reminiscenze dell'amato padre le sue piace-
volissime conversazioni>)).
I l lungo so~no volgeva ormai al ter-
mine. Don Bosco se ne restava là con il volto
rnrbato ,11 pensiero che per quella data i suoi
cari gio,anetti sarebbero tutti scomparsi.
La guida bcncvohl lo volle confortare.
- \\·uoi vedere gl.t disse - qualche cosa
di sorprendente'?
- Volentieri - rispose Don Bosco.
- Dunque, stai attento: se ,·uoi v,•dcre e
sapere di più, gira la ruota in senso contrario,
tanti giri quanti ne hai dati in precedenza.
La ruota lc'(irl1 per cinquanta giri... cinquan-
t'anni più avanti.
li Santo gunrdò. Che spettacolo sorprendente!
Ai suni occhi increduli apparve una quantità
immensa cli giovani, tutti nuovi e sconosciuti,
dall'infinita varietà di cost111ni, paesi, fattrzze
e linguaggi, ma per quanto si sforzasse, non
riuscì a ,·ederne che una minima parte con
i loro a:;sistcnti e maestri.
- \\fa io non ne conosco affatto nessuno! -
disse rivolto alla guida.
- Eppure sono tuoi figli. Ascoltali: parlano
di te e dei tuoi antichi figli e superiori, che da
tempo non sono più in vita, e ricordano gli
insegnamenti avuti da te e da loro.
Don Bosco era oppresso dallo stupori'.
Contemplava in anticipo il panoranu th-1 1961:
le sue case oltre il nùgliaio, i suoi figli a de-
cine di migliaia, i suoi ragaz1,i a ccqtinnin di
migliaia! rn panorama vario e mo.:r.:ivigltoso,
pcrchè ogni regione e popolo dcli.a tcrr,1 vi
aveva recato le sue caratteristiche. E lo stesso
panorama che noi ora vediamo distendersi in
un ampliamento senza posa sotto I nostri
occhi, e ùì cui contemporaneamente siamo
attori e spettatori.
B.•opr10 nel momento in cui l'opera
fondata da Don Bosco trovava da più parti
de1isioni sarcastiche e fiere opposizioni, quando
molti predicevano a colpo sicuro che si sa-
rebbe disciolta nel volgere di pochi anni, Iddio
lo confort,wa con la visione dello sviluppo
prodigioso cui sarebbe pervenuta nel giro ra-
pido cli un secolo.
Prova evidente, una delle t11ncc, che ben poco
possono fare i piccoli uomini, contro le opere
volute e sostenute da Dio.

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Il cuore di un Santo
per il mondo del lavoro
I
SATESIANI
ALLA MOSTRA
DELLA CHIESA
Come abbiamo pubblicato precedentemente, durante la sessione del Concilio Ecumenico a Roma, nel
quartiere della Fiera, si è tenuta la M ostra della Chiesa. Vi ha partecipato, con centinaia di altri Istituti
e:I Enti, anche la Famiglia di Don Bos;:o. Diamo qui una descrizione del padiglione salesiano, visi-
tato da centinaia di Vescovi, dal Presidente della Repubblica, Ministri, Personalità e da migliaia di persone
« padigli o11c numero 48 del la Mostra
dcUa Chiesa ì'- uno elci pa,1iglio11i più ani o-
matizzati della l\\fo,-tra ,. elle i Salc~iani l,anno
allestito pl"T illustrare un solo lai o ma com-
pletamente - rh•lla loro alt ÌYità: la forma-
zione integrale del giovane opl'raio: c. ;;"in-
tende, operaio con un cuore cattolico».
Coqì L"Ossermtore Romrmn rld 28 noq:mlirc
scor..u. E realmente gli Or/!a11izzatori, c·ou i
tecnici e g li a r ti.iti - tutti ttal!'siani r paT1 i-
1•olarmcn tr coadiutori - i-i ecam, propo~1i
di impit'garc il breve bpaziu a loro rlisposiz-ione
in funzfonc ,li una ~ol.1 iJea da ~11,,darl' e
,;vilupparc snllt· quattro pareti a rcllangolo:
la formazione tlt'I lavoratore l'TIBLia nu nrllc
»cuoi,, profes~ionali safosianc.
1'ìe0-atrio il , i:-itatore, srmpi:11 arcolto cla
Sale~iani e da gio..-ani allieYi delle Sl'uole
ROMA Alla Mostra della Chiesa
Davanti al visore mentre si svolge la Olmlna a colori
e i citofoni fanno senhre un commento appropriato

1.10 Page 10

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professionali Òl"lle Ca~c cli R1mlil, pronti 1Hl sale,innr. A d 1•si,c forf'va tla 1<fon<lo una gra11-
vffrin· la « (; 1ii1la » del l'atl~gliou,: ed 11 fare cli~sima ,-tupcnda panoramica ddla Torino
tla ~(•n1ili r informati « c-1ceroru >>. pote, a ollO('('nleijl'a. in <·ui e hhr origine il primo apo·
J,,g~cre l'i...pirata e 1·om111o~~a L1•~1imhnian:t.a inolato ,li Don Bosco.
tli Sua ':ìantil à Giovanni ~"'lJ 11: « Da un pie-
rolo /,argo del Pie11w11tt> /)011 Bosco h11 portalo
la gloria e i s11c1·essi de/111 mrittÌ di Cri.~to 11i
La pcima bCt'na pre,-cn1a,a cou <lcgli arti-
RLicl manichiu..i Ciovannino Bosco <'lw ap-
prende il mrsLinc dd fal)lm1: 1rn fa.11riull11
conjìni più /o11tf111i tlt>/ltt terra».
alli-rra con le lenaglic una \\'Crga ,li fc-rro iu-
Poi un primo in<·unlro con h• <·ifre. SaJe- ta11de,n•11Lr. mc>ut.Ic il paclronr attende <"ol
~inni n;•I mouiJo: 21.355- Cooperatori: 331.121 martello appoggiato a.ll'incmline. Llua scritta
commPulm « Il Sani() degli ap-
prendi.~li risse nella s11<1 ndo-
le$Cen::a le tlure espf!rie11:(• ,lPI
/aroro. Così la Prol'fidenza lo
prepflrtll'II P"' d11re 1111 giorno
a 111,ai giovani lo µioia ,li 1111
fot•oro redento ».
,..Ila sC"eonda ,,cena ,-i , e-
ùeva Don 13o~co 1wll'alLQ di
reiligere un re~olim' l'Onl ral ti)
dj lavoro per un gin~aue ap-
prl'nclitila da lui n\\l'<'omanclal o.
rliorama era co~tituito da
tre ma11i1•hi11i: il Santo nell'alto
,Il rwLsegna.rP il <lo(•umc1110. il
padrone cllC' amiC'h(•Yolmt>ntr
!,!li sorridi' P U11 ra1wzzct10 in
di~parte che o.<Kcn a Ira il
é'urioso e il com1110,-,;o. t·on gli
,irnc,;i di la\\llt'O in mano. Una
graml t· seri I La dit·eva: «Ai gio-
nmi spcr<luti nella gmnde dtrcì
i11 crm:a di la,·oro il r1wre ili
Don Bo$CO trorm•a un·occup11-
::io11e, 11t> tutP/(ll•a i cliritti di
frorr/ti ui p11drorri ».
La l!'rza ~ec.tta pn'•eul.a, a
~
giovanetti al la, oro in una
mot!C"~la tipografia. uno d.,j
prnni laboratori ,li Don Bosco,
cht- p<'r dare 11i ~uoi figliuoli
ROMA - Mostra della Chiesa.• Il Presidente della Repubblica, Sua Eccel-
lenza Antonio Segni. firma il registro dc, visitatori nel padiglione salesiano
uua completa Pdurazione tee•
nica <' (:ri~tiana, fonda le 1,ue
Scuole professionali. Nella ,li-
<lascalia si lrggt'vu: « .Me,Hre
l'Europa è scossa d/li primi
Figlie tli Maria <\\m,iliaLiicr: ]7.758 - fremiti clell<t rirol11::ione i11d11stri11/e, non Bos,·o
Scuole allìrlatc ai Salc-siani: 1317, di c ui 377 crenrn le sue scuole profes$Ì<Jnoli {lfJ' far·
l:ltituLi proli.·~~iouali con 86 complN<si grafici gi(lre aistianam(J11te i fo1•orntori -dei nuovi
e 152 r·ditriri e librerie.
tempi>>.
Lu gru ppo statuario tli tre gio,ani operai
~i proten<lono verso la grande statua di Don
Bos1·0, ~ero amir·o dt.>i Ia,orato.ri, che domina
Solto atl ogui :scena ~i poteYanu ammirare
vetrine cQU foto illuminate, che docu.menta-
,ano i rispc>U ivi momenti storici con didascalie
in un punto cculralc della Mostra. e ,,cmlnano $Ìgnilicalhe. come qu~La che spkrava ac-
ill\\ i La.ti' j , i~ilalo.ri ammirare le ri>aliz:r,a- canto al cont.rauo Slipulato ila Don llo~co:
zioni dcU-Apo~tolo. che lra i primi. con cuore « Mentre in Europa si sr11tP11a la lotta di classe,
ili ,-an10, ;,.i iulert'b>'Ò e provYldc a imwm1·revoli Don Bosco con ·· «-ontr111ti di laroro " tutela i
schil're di giovani nel mondo del lavoro.
.Ncll'i111crno clella Mo~Lril il ·\\ii-i111Lore am-
mirava, in tre ,u.gg1•,;tivr ~cene. mia ,:inte$i
,liritti dei suoi ragazzi ».
I<: la bellezza 1lella carità cristiana. sempre
ani ira t' ,empre nu11va. poichì· hl'llza l'irru-
si orica dell'origine delle Scuok• profes,:ionali :iionc ,li forze violente, frullo dell'odio. c,;sa

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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2.2 Page 12

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2.3 Page 13

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ant1c1pa di un secolo fo tutell' giuridid1c, le
previdenze sociali r la legi~la1:ione moderna
,-ul lavoro. Ciò riconosce, a solenuemcnte
.Pio XII dichiarando San Giovanni Bosco Pa-
1rono degli Apprendisti.
Nella seconda parte della Mo~tra erano
presentate lr attfriLà sale.~ian1> nt'l 1'ampo
tecnico professionale. Il visitatore ,i era in-
t rodotlu da due lìgu:rl' rlom.inunLi: il ~ac-er-
clote e il c-oadiulore salesiano. Fondate le
sue Scuolt' profc~,-ionali. infalli. Don 13osc-o
sente l\\•Rigcnza di in1cgrare l'opera del sa-
cerdote per la formaiio1II' del E,riovane ap•
pren<lista, creando la geo.iale fìgura clel Coa-
diutore Salesirmo, il nuovo religioso La.ico
tecnico. educai ore. a posi olo. cbc porla Cristo
nell'officina.
Una serie di foto appliratc a dPi cubi illu-
stra,·ano i ,ari aspel ti della formaz.inlll' tltl
giovane Coadiutore c presentavano im,iemc
una panoramica clt>gli istituti clt~tiuali nel
monùo i>11lc8iano alla loro preparazionr. Nello
sfondo innume:rc,oli , olti di rai,:azzi st>mhra-
vano guardare al Coadiutore i:-alesiano come
aJ loro fuluro mac1>t ro.
Poi c'era il pia11isfcro che prc1>cu1 a,·a l'c~pan-
sioue dell'Opera di Don Bosl'o nei suoi ccnlo
anni di vita. Cinque grandi pannelli stilizzati
raffiguranti le , arie pari i del mnrnlo i:'i acct"n-
devano in successione storica. l quattTo scatti
lum:iun~i it1dicavanc, sur<·e~si, ameni e• JH~r ogni
pannello la dala di fundazio11c della prin,a
casa. l'at Luale numero tlelle 0JH"l'f\\ tlei Salt••
siani e rlcllc Scuole prnfr•sl'ionali ed a~ricole.
Sopra lUl am11itl pannt>llo una ~nic tli grancli
fol o mu~LraYano lc principali i,pccializzazioni
Jellc Scuole profe,-,siouali i;nJr~ian.-: ml•tcanici,
elci 1rnme<'canici. raclioleenici, cl,•t trotecnici
analisti, sarti. fakgnam:i. agricoltori. ll'gatori,
tipografi, ,,cultori, fologra6.
Kon mancava il ciconlo dei ragazzi d'oll re
cortina. Significativa la scrilla: « A questi
tflga::zi non Ìi rom:essn la gioin rii u1111 er/11c1r:;io11e
crisriuna r/1P dia lnce fllla loro 111111 ». \\ Itre
foto prt..,..cntavano I,• Scuole· profc,~sionali
8a1esiane nei Paesi in via di ~viluppo. L'aiuto
dei Coopnatori Sal<-siani coutribui><ce al loro
costante ùicrernenLo.
Funzionava pure· 1m vi~orr <'hc costituiva
r ali ralliva principale dei ragazzi, e non cli
c:ssi soll.ilnlo. Uno :;chcrmo lumit10s0 presen-
t ava lo ,;volgcr>'i di una filmina a colori che
fìs,-aYa momenLÌ della vila dcU"allievo appren-
di,ta ntlla c-aRa 11alc!>iana. mentre ai docliri
citofoni si poteva a~cohare un commenlo
approp1·iat o alla 1>roiezio11c clelle d.iap1>si Live
in quattro lingue: bastava girare u11a manopola
per ,;,•n ir~i a piacere del franrese, drll'i nglci,;e,
clel tedc~co e dclritaliano.
li vi,.ilalore ~i fermava i.ntcrc,;:t;alo a11chc
davanti ad un grande lihro cJ1c a,1toma1 ica•
mentt" "foglia"a lr sue pag:iue. aprrn<lo un
rrnnorarna clellc piì1 importanti Scuoi.e profos•
!lionali salr~ia11c uri mondo.
Ah..fo moLivo di i.ntt'n•;;,;t• per il , isilalorc
era il « cicerone eh·ttronico l>. 1111 <·ongcguo
rhc narrava i.n varie lini,it Il~ mirabili im-
prese d1•n'a1;0111olat<• di Don Ilr,sco.
Dopo tulle queste visino.i ci si incontrava
,wlla podcro~a ;,1a1ua Ji Don 13fl,,cu. Il Santo
col suo a11c~giaruc11to cd in quel po~lo sem-
llrarn ioclkarf• al "i~ilatorc· il wa111l.- q1uuiro
e la composizione finale. rlic appunto
la !liulesi di llrlta l'opera (li Don Ro~l'V rli
ieri e di sempre. li quadro. infatti. opera
di llll Coadiutore salesiano, rapprc~r11ta,·a
la fi~'l.tra di Ce~ù. ,;antificatorn rlrl lavoro.
che ,i stagliava e, ane~rente ,;opra 1111 gro-
, iglio di case e di cimiuicrl'. in un grantle
amplci-so l1c11e1.licc11tl'. l)j frot1tc aJ quadro
un ~,io, anc. clinnmiram,~nlc Mili.1:zato, sor•
ge, a qua~i dai l,lu<•clii rii co~1 rnziom·. proti;i,o
"en,n il ui,;10 rlomina111c· sul fondu. ì1: lo
~t'Opo itlrale e il <:oro11a1111•n1,, cli lut1a l'opera
salt•siaua. come avverti, a una opportuna
didaB<'alia: « 1)011 BusrQ. 111ili::.:n11tlr1 nPI gfo-
1•ane operaio ogni 1•nfor,, umano e cristiano,
mirn n lrm;j'omwrlo in CriMo pPr jflml' ur,,
portatore di Cristo ,rnlla .fi1111i~lia ,mumq ».
Lavuro. d11n11ue. laY,1ro "'li I ul ti i front.i
del 110~1 ro mourlo giovanile: la,oro e "ita
criMiana. (:li in,lovinati fomlali di ma~~e
giovanili. <li i.orri><i di adolescenti. di Hllti
simboliciunrnle lri!,ti o lit·ti prn•Lii:· i11 altcsa
o l{ià ('011qui,-lal i all'ich·al..· cri,-tianCI e salr-
sianu. imprimevano nrlla 111e11te e piì1 a11cora
rwl ruort' dd vi~i1a1ort· uu.a uoLa di 1<Jwrauza
luu1i11osa per il domani cli tanta giovt•nlù.
clcUa :lOcictà st<,s,.a. Così iii.fa I ti apparvt' a
Sua Ecc. Sehrni. Presidf'ntc delta Hepubhlica,
c-he nel vi~itare il pad.if!.lione salesiano, ap•
pose la firrna ~ul libro dei visi Illl ori. l'tlme
I ant1• centinaia Lra Vc"co, i, .AJ·c-i, e~co\\ri e
Cardinali cd alte pcr,onalità. lici i di avrr
, i~italo. con le migliaia e migliaitl ili ragazzi,
di genitori, <li iu~egnaut i. <li operai. il padi-
glione tli Dc,n Bo:,co.
17

2.4 Page 14

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Alla scuola
di Don Bosco
Coo jJeratrici
esemplari
\\I
I '•
MAESTRA LUCIA CERIANI VE.O. BARONI
La storia dell'Oratorio Salesiano di i\\Ion-
todinc (Cremona) è legata al nome di Sua Ec-
cellenza Mons. Francescol\\laria Franco, vescovo
di Cr.:ma, e all'Ispettore salesiano Don Paolo
Gerli, che nel 194-7 segnarono l'anno della
nuova opera giovanik.
Sarebbe però un far torto alla storia, se
accanto a loro non ricordassimo il nome di
due Zelatrici salesiane che per molti amu,
nel silenzio, aveYano pregato, insisti.Lo e ope-
rato perchè sorgesse quell'alba radiosa. Es-
sendo ora volate al Cielo ambedue, si puì1
rompere il silenzio a dar libero sfogo alla rico-
noscenza. Erano due maestre, che nel nome
di Don Bosco avevano rinsaldato l'amicizia e
il desiderio di bene: la maestra Lucia Ceriani
ved. Baroni e la maestra Giovannina Guerci
Lena.
Sembravano fane per integrarsi: l'una turta
affabilità <! corclialità, l'altra tutta YOlonrà e
impegno. Come capogruppo questa era la
mence direttiva, quella col suo sorriso aperto
appianava difficoltà, superava incomprensioni,
e tutte e due concordi con i colleghi, trasfor-
mavano la scuola in una famiglia dove tempo,
energia, lavoro, lutto era speso per gli allieYi
con cure e amore. La loro stessa casa era unu
continuazione ddla scuola. Quante mamme
sosta\\'ano su quella soglia a chiedere un con-
siglio, a scambiarsi un salulo, un sorriso! E
dietro le mamme, qualche volta si arrisch1aYa
-111 qualche papà: alcuni erano stati loro allievi
ed ora avevano la g101a di avere i loro figli
sugli stessi banchi e con la stessa maestra.
La loro casa era la casa di tutti: dei ragazzi
fino ad una certa ora, e piì.1 tardi de1 gio-
, ani, che si intrattenevano a lungo in animate
discussioru, per preparare teatri, giochi. Con
la loro famiglia, i loro cari, c'era per loro
una famiglia più grande, che era la scuola,
il p.u:se.
C'era una sofferenza? Silenzioso, senza che
nessuno si accorgesi,e, arrivava il loro conforto
ed aiuto. C'era u11a lacrima? Ed ecco la parola
buona che solo l'amore sa scoprire.
Sorgente ed ideale di quella donazione ern
Don Bosco. L'avevano studiato sui testi di
pedagogia, l'arnvano incontrato nel sorriso t'
nell'azione <lei suoi figli, che già dal 1931
si trovarnno a l\\Iomodine con il Xoviziam
dell'Ispenoria Lombardo-Emiliana. E come
s'industriavano di dimostrare la loro ricono-
scenza verso Don Bosco ncll'aiutare i novir.i
111 tutte le forme che il loro zelo suggeriva!
Fondendosi insieme l'amore per la Scuola e
per Don Bosco, sorse il desiderio e la vo-
lontà che anche per il loro paese ci fosse il
dono di un Oratorio salesiano. Quante volte
non si videro circondati e pressati dalla loro
preghiera i Superiori I Quante volte le mamme
ed i giovani non si sentirono ripetere la parola
d'ordine: Oratorio, Oratorio!
li Signore accolse quei voti; si aprì l'Ora-
torio; ci fu un Salesiano per esso; si co-
minciò a sistemare l'edificio. Per l'Oratorio
le due i\\Iaestrc diventarono qucst11anti, im-
piantarono pesche e banchi di beneficenza;
per l'Oratorio prestarono la loro opera ma-
teriale; per l'Oratorio divennero catt:chiste t:d
insegnanti. Qualsia!\\i cosa part:SSe Toro utile, s1
pr.:occupav:mo di procurarla personalmente o
di insist,·re con qualche bentfattore perchè
il desiderio si traducesse 1n renltà. E da quel

2.5 Page 15

▲back to top
aestre
momento cominciò magnifica la collaborazione
con la Scuola per il catechismo, per le foste,
:.pecie cli Don Bosco e di S. Domenico Sa,.,io.
Non si sapeva come far giungere a quel ra-
gazzo, a quel giovane un invito? Una parol,1
della l\\laestra rendC\\"a facile la cosa.
:\\'la t1.1tto quello che è bello e caro, lo si devt:
pagare a pr~zo di dolore. E per prima pagò,
con w1 male che non perdona, la maestra
Lucia Ceriani ved. Baroni. Sul letto di morte,
un unico rimpianto: di non poter piÌt fare
altro che pregare e soffrire per l'Oratorio.
Al cimitero, il direttore dell'Oratorio sale-
siano, fra i singhiozzi, incoraggiò tutti alla
frdeltà perchè lei, la mamma dell'Oratorio, li
guardava dal Ciclo.
Ci fu allora come un attimo di smarrimento
ed una sosta. La rnacstra Giovannina Guerci
Lena si sentì chiamata da quel momento a
fare anche quello che aveva fatto la sua umii.:a
e collega. ~on conobbe esitazioni e dubbi
nel sacrificio, nè si usò riguardi. .\\nche nel
suo modo di fare sembrò quasi :;o:itituir:;i
all'amica; divenne più espansi\\ a, più sorri-
dente. Solo il Signore s,t quanto le costava
quel sorriso, quella parola buon;1 m certe
ore di incomprensione, di !'Conforto, di prova.
-\\ccamo all'azione nella Scuola e nell'Ora-
torio intensificò il lavoro per la Pia l"nionc
dei Cooperatori. Zelatrice e d1rigwtc del
Consiglio Ioi.:ale, per lei l'Unione crebbe in
numern e qualità, per il suo intere;;samento
non mancò mai nessun mese l'Escrl:.lzio della
Buona Morte; da lei venh·ano seguite le
attività lanciate ogni anno nel convegno ispet-
toriale degli Zelatori e quelle pubblicate sul
Bnl!etti110 Dirigenti; dal suo esempio e dalla
sua parola furono portate altre Cooperatrici
ogni anno agli Eserei?.i Spirituali.
E conobbe nel suo apo~tolato momenti di
\\'Cnl gioia: l'ordina,,,ione saccrdotak del ni-
MAESTRA GIOVANNINA GUERCI LENA
pote padre Francesco: la consacrazione epi-
~copale del cugino \\fons. Ferdinando Guerci
Lena, vescovo missionario in Binnania; l'inau-
gurazione delle nuove Scuole, dedicate per
suo interessamento a San Domenico Savio,
il cui busto volle dominasse nell'atrio a ricor-
dare a tutti, insegnanti cd allie\\·i, il bino-
mio di Don Bosco: <( Buoni cristinni 'e onesti
àfladi11i •·
:\\Ila anche per lei però venne il momento del
dolore e della prova. Lo aveva presagit0 lìn
dalla scomparsa dell'amica, ne aveva avuto
come sentore.: in certi malesseri persistc.nti,
ma non volle arrendersi se non quando la
sua forte fibra fu vinta. li suo tramonto,
sotto la sferza di un male inesorabile, fu
troppo rapido perchè ci si potesse abituan·
all'idea della sua mancanza; e cosi famili.an,
salesiani e cooperatrici, colleghi e oratoriam
::-i trovarono improvvisamentt- di fronte alla
sui\\ bara, incapaci <li form11larc una prc-
g:hiera che fosse proporzionata a Ila ricono-
scenza.
Furono molti i fiori, molte le parole che s1
dissero, una folla la seguì all'ultima dimora,
ma 11 nico il pensiero che dominava: *l\\laria
Ausiliatrice, Don Bosco, venite incontro alla
vostra figlia de\\'ota, ascoltate la nostra pre-
ghiera; affrctt.1LC il premio alle due mclimenti-
cabili l\\faestre, che hanno fatto clclla loro
vita una missiom e una immola;r,ionc gene-
rosa e cont.mua a Dio per la salvaia della
g10\\·ent u.
111

2.6 Page 16

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Ascoltando le voci innocenti
dei piccoli
della Scuola Materna
delle Figlie
di Maria Ausiliatrice
di Genova - Corso Sardegna
IL TEMPIO
SUL COLLE
DON BOSCO
Allo stato attu.ile dei lavori, il fenipio m costruzione
al Colle in onore di San Giovanni Bosco ha tutta l'arin
della piattaforma di lancio di una portaerei. Non manca
neppure la torre di comando a lato, costituita dai prim,
pilastri che vi nascono sopra, a intervallo di giorni, e
costituiranno l'ossatura della chiesa superiore, la quale
culminerà nella slanciatissima cupola in metallo leggero,
prevista nella non comune altezza di 75 metri. Anche
dal lato delle sacrestie è già nata una nuova selva di pilastri
cht', in qualche maniera, definiscono il vano riservato al
deposito degli oggetti sacri e lasciano indovinare facil
mente l'ampiezza e la luminosità che è riservata ai locali
La spianata della gettata, invece, non è ferita che da,
ferri d'innesto dei pilastToni, che dovranno sorreggere
la cupola e, in qualche maniera, insieme con quelli che
delimitano l'accesso al lempio, dividono la chiesa in tre
navate, sulla linea d'inserzione del transetto. La gettata
dunque del pavimento della chiesa superiore, beochè
ostacolata dal maltempo e minacciata dal gelo, si può
dire sostanzialmente flnita.
Restano da coprire due quadrati parallelì, all'altezz:a dei
carnpanili, per un'area complessiva di venti metri qua-
drati, ancora in gara col tempo, per l'tiffìcio particol.1re
che è stato loro assegnato dai progetti. Devono infatti
ospitare, tra le pignutfe già articolate in mezzo ai ferri
di sostegno, altri ferri che servano di innesto ai cam-
panili e li leghino al corpo dell'edificio dando loro solidità.
Alla loro volta, i campanili, che abbracciano la facciata
e ne definiscono la fronte, verranno gettati completa-
mente in cemento, ricevendo poi, col rivestimento estern ,1,
l'adattamento previsto, in armonia con lutto il corpo
60 della fabbrica.
Nell'aula d"ingrc..so ero stato elipos10
ben vi,,i.bile un car1ello ,apprC?Mtntante due
bimbi che dormivano tr:mqullfl nel loro
lc:11lni con la scritta: « Ora pMso dormire
t.ranqu..iJto: ho assicurata ln. protezione dJ
Don Bosco pcrchè la mamma ha pagato
per me un mattone.... >>.
Un bimbo vuol uare alzato a vedere la
televU.ione. La mamma dlc.e: ,e No, tu vai
a dormire!». E lui: « Ma non ~so dor-
mire tr_,mqulllo percbè non ho ancor:,
P<>rta10 I s-oldl pc_r Il mattone.,.
Una bambina porta a scuola la slt'I
offerca: cc Ecco, shtnol'~ maestra. per I
mauonl ..• Saj, no gla parlalo con mio ziQ
che ha il camion con rimorchio, e quando
I bimbi avranno 1u11I Il loro mauonc. gUeh
rac-cio caricare sul camion dello z.io u.
Un bimbo propone: « Signor:, maestra.
rer fare una chiesa ce ne vogliono tanti
mauoni... A ricreazione invece. di anelare
lo cortile. andiamo vicino .a casa mi.a dove
hanno bultalo giù un muro. e li cl sono
tanti n1auoni; sono un po' ~1occhi1 ma cJ
dici che 1i mettono giù in fondo dove non
s1 vedono n.
L'lmbroJtlio per 1111 altro bimbo era
(Are la firma. Dopo p!lrecchle prove. dice
tt Fammela ru, signora maestra. se. no Don
Bosco che In legge sul mattone. dice come
LI bJbbo: Come scrivi male!...•».
t bambini stanno fucendo Il disegno
,pontaneu. Tema di quel giornl: Il Templo
sul colle, I ma11onl ccc. Antonella. dopo
uver (rafficato per disegnare il suo m.at•
rone. vuol ~crivercl s-opra il suo nome,
ma non riesce 11 farlo entrate tutto: dopo
un po' s'illumina, ne disegna un altro e
dice: « Ne pagherò due allaccati insieme.•. »-
Un bimbo arriva a scuota con l'offerm.
t raggfante: « Signora màestn1, questi "°Idi
li ho proprio guadagn.-iti i<>. Avevo un
de.ntino <!he moveva un poco, ma lo ho ti-
rato, tirato finché... 1•ho rànca10. E mio
nonno ml ha da10 I soldi perché era il primo
o.he mi cadeva... >l,
Un giorno Giuseppina, vedendo la figur.i
del Templo erigendo, si f.) h-Cri.a e <Uce:
t< Povere noi! Devono mancare ancora talnd
rru111onl per rarlo tutto. Com'è grande!».
l'er qualche tempo I commen11 nell"or:i
dell'entrati\\ all'àSilo e.rn.no sul mattone.
Dal loro sguardo la maestro capiva se nelle
lasche del lorro cappottino ave.vano de-
naro, pcrchè era tanta la gioia dJ comprar
maUoni ohe se avessero Potuto, nvre.bbcro
dato delle laule somme.

2.7 Page 17

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_ Cooperatori, approfiuando dPlla ecce•
:donale vre~enza a Roma dPi V.,.scovi sale•
siani sparoi nd mondo, prima della cliiusura
della ~c~«ione conciliare, ha[Ln(l organizzalo
una 1;olenne manifestazione di om.aggio ai
Felice iniziativa
dei Cooperatori Salesiani
Presuli. ai quali. come clisst· ravv. Giuseppe
Scifoni, del Consiglio .lspettorinlP
dei Coopcratori del Lazi(,, si ~CO·
tono legati <lai vincoli comuni
della granùt• Famiglia, e allra,·en10
OLENNE OMAGGIO
loro. a tutti i Padri Conciliari,
ul Sommo Pontefice. ceniro e
El COOPERATORI
<·uorc dell'avvcnim.ento, la cui sa•
Iute in quE'i g iorni destava acco-
rale appremiioni.
Al
PADRI CONCILIARI La manifostazionc ~i svol;;c nel-
l'aula magna .lei Pontificio A Irneo
« Antonianum» Ji via i\\krulana.
L'ampia i-calua a t·mirielo era
DELLA
FAMIGLIA SALESIANA affoUata da più di millr Coope•
rat ori di ogni couùiziorw ed
età: vi spic<:'a, ano i rnousignori
Beltrami. Dire11orc nazionale dt·llc Opere
Missionarie. e· Prosperini. Assistente Pcc-le-
sia,tico ct'ntrale tfrll' A7.ione Cattolica [ta-
liana: ~li 011t1rc, oli Mcnghi, Domim·<lò. Gi-
raudo: S. E. il g(•ncral!' Ni,r!'en. il <·omm.
Poosio, Presidenlc internazionale degli Ex
allievi ,.aJesiani, oltre i Con,,iglieri Gt'nerali and1r ill aff1·tto per i vincoli c·omuni cht> le•
Uon llirceri e Don Giovan.nini, il Procuratore ga110 LUI Ii i mrmJ,ri del!a b'I'amle famiglia a
Don Cai,tano e gli ispettori Don Sl'riYo di cui i Cooperatori !li st>tllono onorai i ,li appnr•
Homa t' Dou -'larroue di 1'ìapoli. Sulla parr·te tenere. E;..:li quindi saluta,a 11ei Vescovi pro•
centrale una 1-,'I'antle s!'ritta portaYa uu pcn· vl'ni1•nti dai , ari contiuenli l'uni, cn,alilà
,,i1•ro di San vin, anni Bosco: l r',•srol'i ri rlc·ll'Opera :,,all'siaua e li pn·gava di volrr
uni:;cono al P11pa. il Popa " Dio. In alto, a l\\t'C'l'\\lart· il dono che i Cotlperatoci romani
$ini,tm. presso un quaJro dell" lmmal'olat a. offri, ano a ,-uo 1111·1:~o. TI tlono. uno spl1•11clido
8picrava una effigir di Uon Bosco e. ,er~o il volume :-ull<> Lhit•se di Rumu, nlll'VII essere
centro, un\\,silc maglia di ferro ri11r<>dU<·eva 1111 rit·ordo della loro pre~r,11:a nrllu Ciii à clt·I
la cupola ,li San PiPlro.
Concilio Vatic·11110 LI.
Quando 11elraula 1·111raro110 Sua Ru1. il
r Subi Io dopo prnndeva la parola orniore
CanL Silva (' il Rev.mo Hellur ;\\la;.(~iure con uffi!'1alc. m-v. Orazio Quagha del Co11siglio
gli EcC".mi \\ Ps<·ovi. i prl'Sf'nti si alzarono in S11pcrion· dd Cooperatori. El-(li ri<·onlarn il
prolungala ovazione. (,hùmli il Ht>llor \\l ag- Concilin Yal in1uo I. c1ua11,lo Sau Giovauni
giore, congralnlarnlo'ii con i Coo1wra1ori ro- lloRco era a<·c·on,o a Boma 11011 .gii1 come
mani cllf' av1•vano organizzato ro11 tanto Patire Couciliare (nel 1869 la Conl,(regazion.e
slan<'io la manifosta~ioac. pori,(e, a ai \\cscovi, (•ra stata appro, ata, ma solo nel 1874 ~e 11c
a 11ome cli tu II a la famiglia cli Don Bo:1co, il ,-auhlwro approvali! li• HC?golc), ma c·omc
,-aiuto più alfoll uo~o: volge" a poi un pcu,-it•ro figlio <ll'lla ChieRa. Ed il Saulo. fur1c111ct1te
a11chc agli as:<enli per età, pc•r !-alule c) perchè eonviiuo 1lt•lla opportunità dcHa definizione
impediti, come l'Ecc. .rilons. Trochta della dcll'inlallibili poni ificia. col hUO con~iglia
Cc:;coslovacc.:hiu. Era poi la ,·olla dell'avv. illumillah>. avc,a inOuilo Jcci,,amcnle su
Scifoni, che si dice, a lieto ,li porgere i.I tlevot o ruolti Pa,lri del Concilio.
saluto dei Cooperatori romani. e:<pressione di
L'oralort' q-uinùi cou rapido volo pa~sava
riverenza per l'aha dignità di cui r1ue~1 a rlctta alla costatazione <Lella realLà d"oggi: circa
,,clùera di fi.i;li di lJon Ilosco è insignita, ma cinqui.•.lta Ye~covi sal~aui. ..icdono come

2.8 Page 18

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Pa,lri al C:oncilio e lo i-te~,-o RPtlor Uaggiore
fa ciò d1c il ~unto Fo11daLorc potÌ' for,;c ,olo
,lesiderarc. Gioia rlllllq11e della Famiglia Sa-
lci;iana e gioia anch<' io cirlo, di do, e San
r~r Giovanni Bo><l'o, che tanto e511ltò
i ,,11oi
,luc· pri111i \\, ,•sco"i - \\fon•. Cagliero e .\\Ion1,.
Lasagna - \\t'dc fi~li così 1Htmcrosi ed elelli
partl'riparr. alla ~okunc assisi" rauolica. L"ora-
lort· notaya ancora felicemente che Don Ilo~co
t·ra pre~enrc nella tòala conriliarP. La tiua
-,tatua lllfatt i. che I rom·ggia ,opra q111•lla
hronze,t di San Pietro e ,,ul 111crlaglio11e ~fa-
";llante ili Pio T~. ~embra\\"a animar,i in quei
µiorui d..! Concilio: ma più che per le liiu~•·
tlt•I marmo. Don Bo,ro era nel Concilio t'.Oa la
>-ua 11roti>zione t' i111er1·e~sione. E,,.urtava quindi
i presenLi a per,egtùre il triplirt.' multo dt>l
Cooperaiore: ,·ari Ià. prt>ghit•ra. umonl'. aflinchè
il fiorC' di que,ta primaHra conciliare « tro, i
in lutti l Cool'ern1ori - ~crondo !'ili\\ ito
di Papa <.,io'l.anni 1wl mr.morabile discorso
(leU-Ascensione - artefici pronli e geueroai ».
L'oratore ronf'ludeva con un commosso
pem;iero al Santo Padn•. col f<'n.ido augurio
,li m1a pronta guarig:ione « pcrchÌ' poR»a vr.,lerr
il fiorire e il fruttificare- cli questa primavera
conciliare da Lui prrparala con feùc profonda
e dcdiz1onc generosa ».
Seguivano alcuni numeri folcloristki, ese-
guiti JagU ..111ù1·nti Jcl l'uul ifido Ateneo Sa-
l(,1'>iano: canti in lingua bpap:nola per il gruppu
i,,pauo-americano, iJ1 lingua inglese pl·1· il
~ruppo ~tatunilensc e in lingua italiana per
il gruppo italiano. l'nu studente giapponP:-1':
,i ,•~ibh·a m due carnlll'risticlw danze a'-,-ai
apprezzai,•.
L'Ena.mo Cardinafo Silva. \\.rciw~<·ovo di
Sauliagn ,lei Cile. roncludcva e ringraziava i
Cooperatori romani dcll'omaigio tanto ri<-co
rii ~ignifit>ato e tanto gradito. e iUustrava il
la, oro del Coneilio oht• ha tanto delle aru,ip
ili Don Bo,;co, il 1•ompito <lri \\ f'Scovi uel Con-
cilio e le ~peranze nella ClùP.~a in comunione
filiale (•ol SanLo JlaJrp.
In fine ,alirono ,.uJ podio gli altri Ecc.mi
Vc;,ro·d, rlw lmparLiro110 la bC'urdfaiont· ai
prescul i: c1uimli si congedarono tra le ac•
clamazioni e i canti <lella folla dl'i Cooperatori.
ROMA - Tra una seduta e l'altra del Concilio. Un gruppo di Padri Conciliari della Famiglia Salesiana in piazza S. Pietro

2.9 Page 19

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Giornata di spiritualità salesiana
per segretarie, impiegate e dipendenti di azienda
Fu organizzata dal Centro Cooperatori di Borgomanero (Novara) e si tenne a Muzzano Biellese
dal 17 al 18 novembre scorso [; la prima per tale categoria di persone e l'esperienza è stufa
pienamente positiva, come glà era avvenuto della Glornata 11er fndusfriall, fmprendifllr1 e Didgenti.
Ne presentiamo la relazione stesa da una partecipante e apparsa su L'Araldo di Borg<m1anero
Sabat o ser a: 17 n ovem bre
Siamo arriv<1te a Muzzano
e il biancore inatteso che ri -
copre il paesaggio ha tradotto
in modo concreto 11 desiderio
dì ritiro e di spiritualità che
c1 ha condotte fìno qui.
S iamo una trentina di ra·
gazze, che si conoscono poco
tra loro, spinte pe1·ò da un de
sidcrio che ci unisce: un po' di
silenzio per pensare e qualche
buona parola da meditare.
Dopo un'allegra e buona
cenetta, Don Eraldo Quarello
dell'1-\\teneo Pontll1clo Sale
siano di Torino, ci ha intrat
tenute su un argomento in-
teressante: Lu l'ìfa moderna
e la mi~ione della donna nel
clima del Concilio.
Ci ha anche proposto alla
Hne dei fami d'attualità, ci
ha interessate a un dibattito,
ma forse abbiamo tutte il de-
siderio di pensare un poco
prima e non osiamo esprimere
il nostro giudizio. La pre-
ghiera e la benedìzione in una
semplice cappellina, dove si
sente il Signore vicino vicino,
ha chiuso la prima giornata.
Do m enica: 18 n o vembre
Questa mattina ci siamo
svegliate al dolce suono di
disco e musica melodiosa.
Fuori nevica ancora un po-
chino: che effetto stupendo la
primd neve!
\\Jella caldil cappellina, v
cine al Signore, ci aspetta
Don Quarello e le sue parole
sono quelle che d esideravamo:
di serenità, di generosità, di
pace. Sono parole di cui le
nostre anime hanno bisogno,
sono una spinta al bene.
In questa bella casa che ci
accoglie festosa, nuova e piena
di luce, lutto è organizzato
in modo perfetto. Una sana
colazione per il corpo e tank
buone parole per lo spirito.
Alcune s, confessano, po, tutte
insieme ci raduniamo in
un'ampia sala dove !'on. Ema·
nuela Savio di Tc:rlno ci
intrattiene su: Il lal'oro 1/ella
donna nella società moderna.
Forse esce un poco dai
nostri desideri di spidtualitii,
ma dice molte cose buone,
necessarie e da mettere in
pratica.
Ora siamo tutte confessate
e comunicale, piu l1m 1>ide e
leggere, e al Santuario della
Madonna di Graglia, il po·
meriggio, ci andiamo tutte
felici e serene. La Madon-
nina Nera ci benedice, bene-
dirà anche chi ci ha dato
due giorni cosi buoni e farà
fruttare tutto il bene che ora
sentiamo dentro di noi.
La via del ritorno è molto
testosa: un tipo allegro, uno
della nostra compagnia, ce la
rende ancora piu a llegra, e ci
invita domani a riprendere
meglio la strada d1 tutti ,
giorni: la strada su cuI, come
abbiamo imparato in questi
giorni, dobbidmO camminare
migliora111oc1 p3r migl iorare
UN APOSTOLATO CHE URGE
I Centrl Cooperatori Sale
s1ani di Caracas (Venezueb)
si sono distinti nell'insegna
mento del Catechismo e nella
preparazione alla prima Co·
munione. È commovente lo
spirito di sacrificio con cui
hanno lavorato in questo set-
tore di apostolato, che riveste
oggi una particolare urgenza,
specialmente nelle zone peri-
feriche delle grandi città.
Per limitarci ad un esempio,
un grupp::, di Cooperatori e
Cooperntrici del Centro Ispet-
toriale, tutte le sere. per lo
spazio di un mese e mezzo,
sì sono dedicati a preparare
.?OO tra bambini, ragazzi e
ragazze, alla prima Comu·
nione. E il Signore li ha be-
nedetti perchè forse mai si
vide tanto fervore, entusiasmo
e gioia in comunicandi che
ricevono Gesu per la prima
volta. Ne fu commosso lo
~tesso Ecc.mo Mons. Lizardì,
che 11 comunicò.
:;a

2.10 Page 20

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PELLEGRINAGGIO
DEI COOPERATORI
SALESIANI
IN TERRA SANTA
in aereo :
dal 10 al 19 aprile
via mare :
dal 5 al 24 aprile
TERRA SANTA
Città e lago di Tlberlade
Le Iscrizioni s i chiudono entro
il 15 febbraio.
Per Iscrizioni o Informazioni ri-
volgerai ad uno del Centri Coo-
peratori Salealan l p i ù v i cini.
La Direzione generale del Pei-
leg.-lnaggio è presso l' Ufllclo
Centrale delCooperatori In y
Maria Ausiliatrice 32 - 1 orino.
~ L'organizzazion e tecnica del
Pelleg rinaggio è affidata a l-
1·opera Italiana Pe llegrinaggi
Paolini di Milano.
I mese d, gennaio ha seg11ato u11 magnifìco crescendo
nelle iscriz;oni al Pellegrinaggio. Mo quel che colpisce
maggiormente è il fervore di pietà e l'entusiasmo con cui
CoopertJtori e Cooperatrici prese11tano la loro adesione. N0t1
pochi per avere ,I conforto di partecipare al Pellegrinaggio
affronfano anche gravi sacrifici, ma lo fanno con gioia.
Raccomamllamo a quanti sono iscritti di attenersi fedel-
mente alle ist ruzioni del pieghevole che è stato distdhuito
e a quelle che man mano riceveranno: solo cosi ogni cosa
procederà con ordi11e e con soddi.efazione di tutti.
Se ogni pellegrinaggio non è una gita turist ica, tanto meno
il nostro, che ha per mèt a la I Terra Sant a*· I Cooperatori
quilldi si preparino al grande avvenimento con una più
fervida pratica tli vitd erisfiana e di apostolato.
I Salesiani e i Cooperatori del CaJ°ro, di Alessandria,
di Gerusalemme, di Betlemme, di Nazareth ecc., hanno
appreso con gioia la notizia tlel Pellegrinaggio dei Coope-
ratori d' Italia e si preptJrano atl accogliere con cordialità
fraterna i Pellegrini, che avranno quindi lt, soddisfazione
di sentirsi in famiglia in ogni CasCI di Don Bosco.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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SlllLlE§llllNO
Le Figlie di Maria Ausiliatrice
a la MoRt della C iesa
Fra le tlurcenlo più .Famip;lie rdi;!Ìo:-,e
presenti alla -Vlo~tra in Roma. ml affermar,•
n il lnro post,, nella Chit',.,a, nun poLn·a man-
cnrl' la ~t•cnnda Famiglia di Don Ilosco. ~1 i-
tuto drllc lìi~lil' di ,1aria \\m,ilial ri!'t·. dw i•1
appo~i10 padiglione illw,Lra,a alt-uni a>-petli
cJ,,IJ'opt•ra s, nlra per la fonnazinnf' rlPlla g-io-
' CDI ì, iemrniuilP.
Aperto daU'immagiue della \\ ",•rgmc Au,-i-
lialrite a lì:-~arru> ~ubito ispir3.7jonr e mm enlP.
il sctlorn djspiegan1 come in un liltro aperto
tTeutaquallro artistici panndli a iu1·or11i<"iurc
t! ~,·ilupparl' il tema <'tntralc: La .f'r>rrnazinr1e
cri.~tia1111 " soci11/p dfllla giorane.
Quindi. dopo la prcsculazione dei dati
i'loriei e stl\\liRtid 1lt·ll'l,ti1u10. dl'I Mli> ~pi·
rito, delle :-,ue tinaJità. della ~ua ricchezza
-pirituule <-on l'erui,mo dt'lla , irt tt tiella ~ani a
Cu11fonrlatri~T e dclJe Sene rii Dio a~ YÌatc
nll'unore di-gli altari, sorgente della ;.ua f,,.
conda "itali1ì1. ,1•11iva illu,trata la fora nazione
dd pt'rsonaJc in ordine alla speci6ea 1111~,-.,om·
religiosa cd ,·<lu1·aLi\\ a 1ldla gio, cnlu. Un piì1
ampio ~\\Ìlnppo t'ra ri~enatu alle opere d1
forr11a11.iu11<· g:i11, anile: oratori. 1•alcchi,mi. ~ruo-
lt>. ;.oprattullt> <li c·aratl(•re profc;.sionalc, e
Femprt' ndla hu•,· <l1•l loro fini' apu~tolico.
L"opera mis;.io11aria. ricorrlata i11 aln111i
pannelli ria1-.,.uu1j, i. rÌ\\ h1•-va udla do(•umr11-
1azi1rnr fotografiea rli oµ-11i allra prC'bentazio1w.
atl'rr111a11ilo l'uuica din•ui, a di apo~tolatn
!,Oli O I11 Ili j ci1•li.
NPlla , i;.ioue parwramira. non pol .,, a man•
ciu:e il ric'ordo 1lt-ll1• Sorelle 11'0!1 rP<·ortinu.
reso ,ivo n.-i tocd1i !'lo11111•111i ùi 1111 esprt"lsh o
pauncllo.
Completa, a il quadro d1•Ira1IMI olato !'rlu-
cat Ì\\ o ,lcll'I~titulo la ric,~a f)rt·Henlll7.ione ilei
suRsidi e tlella stampa di cara! terc rc•ligio,-n.
didat Iico. profcs~i1111alt' ,. cirrrath o.
Anche le ex alUcve erano ricordate in un
ultimo pan1lt'l10. ,·01111' frullo rii ht'nf' che si
pro.lunga 1wl ruundo.
ROMA • Il padigllooe delle Figlie dt Mana Aus,lfatnce alla Mostra della Chiesa.
Trentaquallro artistici pannelli sviluppano Il tema: "La formazione cristiana e sociale della giovane "

3.2 Page 22

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L'ingresso di Mons. Arduino
1n Locri
::,. E. )lon•. Michele \\ rduino. già , ('~covo
di Shiu-chow in Cina e poi parroco di )[aria
Amilialrico io Torino, il 5 µ-;conaio ~cor;,o l1a
fai lo il ::-110 ,-1,ltnnc in~r<'"''-0 nella ,-,edc ,·c;,cn•
,il.- di Locri. a cui il Saulo Paùre l'lrn ira•
l'frri10.
lo clima primaverile e l'azzurro rlt•l c-ido
r del mari- ionieo hanno ~alulato l'arri\\'O ilei
umrllo Pa~tore. 1•lte fu a1·c-ollo ai limiti drUa
Diocl'si da I Ullr> le .\\ulorità. lra cui S. E. il Pr<>·
l'!'I Lo di Rcgp,io Calabria, e da moltis~ima folla.
\\fon,.,_ \\rduino pre,,c poblO su mat·cltirla s1'0-
1w1·ta e il lungo corteo i>i mOi-RI' ~uJla Litoranea
aura, ersando i paosi della marina, ovunque
salutato oon vhc tlirno~lrazioni di gioia. Ira
spari di mori arcll i. omaggio di fiorì e ,..uono
di bande e di e11rnpane. A Locri iJ Sinch11•0
gli porse il saluto della tilt à. poi nella Cat•
t<:dralc. dopo la cc1·irnonia di rito e l'ullol'U·
l',ionc del Drcauu del Capitolo. Mon,;. Arduino
parlò e1m ucc1•n10 allelluosamcntl' pateruu
e di>1~e che alla , ibrilia clt·ll'Epifania egli
portava 101·0 in dono se ,slcs,so, mettendo,-i
Lutto a sen izio delle anime. TI giorno dopo
ct•lebrò in L<>t·ri il suo prirno pont ificall'; ma
nel pomeriggio, con gesto s,1uisiI anwnte deli-
cato, i:alì a Gerace, antica ~,·dc , csco,;lc.
per rdebrare la Mes,a vc,,pcrLina nella , elu•t:1
calll·drale
La blarupa e gli oratori sono stati cou•
cordi nel far ri~altarc la fortuua della Diocf'.,i
,li a, rre un Pastori' i-,,jà provato dalla pcrse-
l'nziont> rd un lìgli,, di Dun Bosco.
La Parrocchia di Maria Ausiliatrice
ha il suo n uovo Parroco
\\ succecl1·re a S. E. Mons. Arduino romc
Parroco cli :\\faria Aubilialnce è stato dcli o
il salesiano Don Cnrfo l\\Inrchi.~io. il q-uarto
della ~erìc nPI mcr.zo secolo trai-corso dalla
erezione della Parrocchia annc;,.-a alla Basi•
Jica di , alclocco.
I.a domeufra 13, festa della Sacra Famiglia,
ebhe luogo l'ingrr;;su soleune. A dargli iJ
henvcnuto ;.u]la pia7.za di ;\\[aria Ausilialricc
si erano 1·iuniti i parrocchiani con la gioventù
dei .-lue Oratori e i Salc-.iani con gli allievi
drTia Ca-.a '1adre.
Uopo il fotttoso coro delle <-ampane e Le
allegre note tiella Randa ùefla f.asa '1adrc. dee·
\\l'ttc- il saluto deU-Autorità civile. Poi ..i udì la
candida ,·oce di n.n himbo, seguila da quella
dell'T,pl'llOre Sak~iano, He, .mo Utln Muri a.,.
;;n il quale µ-;Li augurò il eonfortu di , Pdne tulle
le famiglie della Parrocl'hia moch•llar~i sulla
Sana Famiglia di Nazareth.
'-11hito dopo, nrlla fa~losa soleuuità della
Ba~ilica, !<.i ~v(ll">e il rito della prl',n di posilc1<,11,
presieduto t.lul Pro Vicario Generale Mon-
hignor Batti;,t e dal Pro Cancelliere Cano•
ni<'o Badi. Quindi il .rLOvrllo Parnwo lc.nne il
1<uo primo di.sc•on;o ai parroccLiau.i che grl'•
mi, ano il Tempio ùicliiaranùo di voln e.Qsere
per loro padre e pa~Lore ,. di non a\\cr altro
programma d1c qul'Llo di San Gio, a.uni Bllsco:
D11 mil,i cinim(I.S. « Tl voslr\\l Parroc-o - con•
rlu!<e - sarà I uuo per voi. vi sarà virino in
ogni circoslanza lieta e triste della vita per
assistervi spiritualmente ed arich<' ruatecial-
lll!'nlP, ma convogliando lutti' lr sue solle<'it u-
1li11i atl un solo line, aU-unico a.lTare veramente
necessario: la i;alvczza delle Yoslre ar1in1c ».

3.3 Page 23

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CELEBRAZIONI PLURICENTENARIE A MIYAZAKI
Abbiamo già ricordato
in altro muncru il 350°
anni,crsario tiella morte
di lto Mani,ho. il capo
dei piccoli amhasrialori
inviati a Roma nel ] 582
per umiliar<' ai piedi riel
Papa Gregorio '\\:TJT i
~cntimcnti di de, o;.1,ique
d!'Un gim anc r.rbtiamtà
Gia11pone~c.
Ito Man~ho era naln
in un ca~t,·llo , 1cmo
a Miyazaki. Quando fu
,celto a rappré~entarc il
tlaimio di Bungo, aveva
appena 13 anni; era già
baLLezz:ato e aveva l"aria
di un piccolo samurai
dignitoso e intelligente.
Le accoglienze trionfali
ricevuto in Portogallo.
MIVAZAKI - Il Governatore della Provincia Sua Eccell11nza Kurogi.
assistito dal direttore Don Tassinari, Inaugura la nuova grande palestra
Spagna e Italia, gli onori
di cui fu cobna10 a Roma
dai Papi Gregorio Xlll
e Sisto \\. non lo insuper-
birono. Tornato in pa-
tria dopo 011 o anni di
prripezit·. rifìut Ì) la t'On-
tea che g li offriva il
dittatore del Giappone
Hidegoshi. Potrò udla
Comp¾,=.i.a tli Gesù r la-
,·orò da fer"ente apostolo
fino alla mori P.
)f.iyazaki. lo bCOrso 110-
, c:m.hn•, ha voluto ricor-
dare questa sua gloria
i-on particolari onoranzf'.
La Scuola Sal,,,siaoa par-
l«:cipò ai fc~Lcggiam1:n1i
con rinauf{urazionc di
una gramle Ilal1•t; Ira
(m. 22 x 35) cbc ;. ~Lata
MIYAZAKI - La grande palestra dedlceta a Ilo Mansho, 11 primo piccolo
ambasciatore presso Il Papa della giovane cristianità giapponese (1582)
bal1rz:zala « Ito Man!lho
Hall». Tagliò il nastro il Governatore clella-Pro- :\\Jons. Cimatti. radio e giornali co111rih11irono
vincia S. E. Knrogi. alla presr.nza 11,•llr autoriLà. a farne conu~<·ere la nobile figura e a mPt-
TI giorno seguente i Sale~iani con i loro tere i.11 s impaticn luce la religione caLLolica.
allievi andarono a cantare 11Da 1Ie~sa •oleum•
1n quei giorni ,li feste la Railiu tlel Kyu:-bu
do,·e era nato lto Mansho. Le autorità. onesti mise in 1111da un radio-dramma a puniate.
pagani. quando andarono dal direi lore 0011 Ta-'- che durò una i'eltimana, allo ~copo di com-
,;inari a farne richicsla, dissero: « ,\\.bLiamo memorare Le rlut, ambascerie avvcnulc alla
peruato che solo la funzione 1·atLolica poi disLanza di rrua,,j quattro ~ecoli. ma 1mrc
consola.re !"anima cl'Ìl;tiana di lto 1\\1.lam,lio ». così unito nelfidenlico profondo ~ignificaw
TI 12 novembre Mon~. GC'rada l1enc,li~~e P nella t11Pde.-ima allP1 t uo.,a accoglienza <lei
,olcnnemcntc la nuova cappella de.Ila Scuola. \\ icario di Cristo. Il tiLolo <lelln I ra~rui.,biune
Una mostra t'ommemorali, a ~u ho l\\1an«J10 era molto suggrs-ti\\Q: « Roma e 110 mii-/11: La
e la Lella open: ! la Ritorna I' 4mlmsriata di strada rii Roma!».

3.4 Page 24

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Prima oretrn di u11
'l 10 I I 1 I
MESSINA • ~ siata benedetta la
prima pietra del nuovo « VIJJ.ag•
g io del fanciullo», che sorgèrà
al rione. Giostra e che sarà Inti•
tolato <( Istituto San Giusc1>pe »..
Compi il rito l'Ecc.mo Arcive•
scovo Mons, Paino, presenli Je
mass.ime autorità cinadlne e i1
Rev.mo Renor Maggiore Don
Zigglortl, che rlngradò l'Arcive-
scovo per quest'ah.ra sua grande
opera, che vuole pure affidata
ai Safosian:l. L'opera completa
prevede le Scuole professlonaU
pe.r 800 alunni, dl cui 200 Interni.
t"er un nuovo temolo
M o I ICb
CORONEL OVIEDO • I Sale•
slani del Panu(llllY hanno dato inl•
tio alla realizzazione di un sogoG
accarezzato da tempo. Le supreme
Autorità della Repubblic,a sono
convenute nella cl11à di Corone!
Oviedo per la posa della prima
pietra dl un grandioso Templo
\\'Olivo a Maria AusJJ.iatricc. Sua
Ecc. Mons. Teronlmo Pecchlllo be-
nedjsse lu prin1a pletrn del fu turo
Tempio e l'Ecc.mo Pcesidentc
della Repubblica genò la perma
calce. Ques10 Santunrio sorgerà
oror>rio nel cc.otro geografico del
Paraguay orientale
C 1ovnn1 apostole
ROMA - La \\'it3 viss-uta in (en•ido
clim.t conciliare hn destato nelle
~iovani :'.llunne r.omane delle Figlie
di M. Auslhatrice un pju Intenso
;trd.o.re per l'apostolato catc-chlstico,
10,eso come attiva panecipaz.ione
alla vita dQLlll Chic,,"•· In quc•
bt'anno scola!,lÌCO sono safl1e 3 70
le generose cacechiste che consacra.
no n LBle ..rnbsìone l'intera matti•
rulla festiva. Coo I due nuovi <:entri
aflìdall n:ecntcmentc dal Vic:trlato,
assommano o quindlcl le Parrocchie
cli r,erifèrla a cui vcn,iono In aiuto
l:>imbo co dono
~
ROMA • Le alunne dell'htltuto
:m ,, C1esu Nazucno » dcli.i Figlie di
M. Ausiliatrice, COD la preghierJ
per il Concilio, hanno otrcr10 ,
frulli delle loro piccole rinunce,
trJdotti in candida farina per la
confe-zione di migliaia di oslie
do offrire al l'apa e ai Padri Con-
oilia.rl per la celebrazione della
santa Messa durante li Concilio.
li simbolico dono meritò l'augusto
compiacimento d1tl S:tnto Padre.
Nuovo
A
,e
SHfLLONC (Assam-lndla) Nello
scorso ouobre S'J è in.augu.r.110 :.t
Shllloog-M.iwlal Il nuovo Aspi•
r3.rltato ,,e San Dome.nico Savio n
destln:110 a preparare Il persona!•
per le Missioni dell'Assam e del
Manipur. Ad opera finita, sarà
un bell'edlficio a toe piani e patrà
ospitare 300 J!iov-dni aspiranti.
DOPO I.a benedizione dei locali,
lmparili,1 da Mons. E. Bars,
Vicario gcnc.mlt: dcli.a diocesi,
l'Ispettore salesiano Don Ales•
s-i m.anjfc.slò la gioia comune
nel veder realizzato il sogno di
tanti anni
Festa
d San G1ovannt Bosco
J>
801. 0GNA • Il 25 novembre~corso
oelta chiesa :ircipretalc di Llllano
In Bulvcclcre. ct:niro turistico di
primo ordine della Monmgna
bQlogneie, e stata inauaura1a una
artistica C:tppellu dedl,'11ta a San
G. Boi.co, dono del Doli. G .
B. Mol"Sianì. ex allievo sali:..
siano. Per 1•occasione la Presi-
denza reJ!ionale cmitian;t degli
F.,c allievi in collaborazione col
Centro Addestrnmentc, Lavon11od
Commercio dell'Emilln•Romagna
organiU'O un.a solenne man..ilesm•
zione ad onore del $'3nto P-atrono
deJ!ll ~f)prc:nd!sti
Nuova parrocchm salesiana
P,\\IUGI (Francia) • Sua Eminen"la
il Card. f.'ehin, Aroive.sco\\'O d1
Parigi, ba affidalo al Salesiani
J'impor1an1e parroc.chJa di No..
stra Signor.a di Lourdes. Ne ~
pa,roco Don Gerardo Bourdon
coadiuvato d.t s SaJcsloni.
r ne I D011 O CO
PUNTA ARENAS (Cile) MJ.
l(llaia cli persone e le mass,me
Autorlul della clUÀ e della pro•
,·tncla prei,ero parte all:r inaugu-
r-azjonc della •• Diagonal Don
Bo,sco », che ncll:t città cli Punta
Arcnas unisce via Sarmiento con
piana Bulnes. La pTacc,a bronzea
che porla Il nome del Santo clvi-
ll22.:11ore delle terre magellaniche
venne benedetta dall'Ecc.mo Ve•
SC'OVO dlocCS'ilno Mons. Borie. s:t•
lesiano. li Sindaco espresse la
rkonoscen.za della Municipalità e
del P<>Polo pe.r il lavoro svolto
dall'Opern sale.•iarm in 75 anni.
Centro
med1co-giuridico-cconon1ico
I
SANTlACO (Cile) • L'Unione Ex
alUevi 5ale&h1ni <' CamiUo Or1uzar
Monti » di Santia_go ha fondato un
cc Ce.ntro medico-glurldlco-ccono-
mico •>, do,•e possono trovare as-
l~tenza e aiuto le famiglie degli
ex allievi, a condlzlonl dl favore.
Molti medici, avvocati e caSè
commercla.Ji, che dànno la mas•
s-lma garanzia sorto l'aspeuo pro•
rcssionalc e morale, hanno of•
ferro la loro opera. t questa una
geniale re-alizzazjone, che mentre
f-avorisce lo spidro di frntcrnhà
r,a gU cx alUcvl, rende un pre...
tioso secviz.io alle lo.ru f..)m.iglie.
GERM.ANJA Don Bosco è slato
proclamalo Patrono delle A.sso•
ciazloni spardve de.Ila gioventù
cattolica tedesca, accanto a
S. Enrico lmperdtore. Nella Ger-
mania occidentale cl sono pre•
sen,emente circa 1-400 Associ.a•
zlonl spor1lve canoliche. P..irec•
chie di tali Associazioni 6000
in1ltolatu a Don Bosco
'
I
CJIAERCON-ENNIS (Irlandal
Sull'estuario del fiume Sbannon,
quasi In vista deU'Atlanlico, è stata
aperta I.i quarta Casa tTla.ntlesc
delle Figlie di Mar-là Au,,lllàu-ice.
l..'oper.-.. afHdarn a loro dalla fldu•
da dell'Ecc.mo Vesco,1 0 di KUJaJoe,
comprcndQ la Scuola professionale,
l'Oratorio festivo, Colonie estiv4:
" corsi di Esercizi Spirituali
Frutti
l
HONGKONG lo quauro Col•
legi salesiani, nel qWlU la mag-
j!ior parte degU allie,1i son.o l)'J•
g:,nl, quest'anno hanno chiesto il
Bat1esimo co.mp.le~vume.ntc 3:11
t"3.1!:azzi, e 132 nei duc ls:thuti dJ
MACAU

3.5 Page 25

▲back to top
SAM
Reb:gione e patria
i:\\:1•1 m1·,,• cli 1111\\l'mbn· cloHlli inl,·rrom-
Jll'rt' In parlel'Ìpa1io11c al l onc•ilio E,·u11ll'nil'<)
, atic·ano Il ritornare i11 \\,~am 1•011 ,1o11-
1<ignor \\lnrengn 1wr i noi i n,, 1•ninw111 i.
L" \\,-.um si lrcl\\ u in prima linea ,111 fronlf•
rldl'llimaluya. lungo :?bllll dillonwlri, Lo
-eoppio ,lclle o,tilitò ha fallo , ibrar,, 1I n1orc
clcll'lmlin ron i piì1 111•cc,-i ,1•11timenli 1•11lriot-
1id. u111•n1lo i popoli di qul•'il o subl·o111 incnlc
in unu , olontà f1•rr1•11 tli re,pingt•re J'in, 1i-o1rl'.
La c11111par,a ìmpro,, Ì'-a ,1..1 \\ t"•co, o ,lc•><tì,
fra i rri~riani unu gra111l1· ~inia, 111n1,, più
~poulanca quanto mc·no alt~•a. Tn Shillon~
fcn e, ano i prrpuro I i\\; per l'annuaJ,. l'roc1>~-
•iom• ,J.,I Corpu• Chri,ti. Qttt••l'anno rive'-lÌ
11 1•arn11,•rc di ~iomo di pr1•v.hit>ra 1• 1h --11p-
l'licaz11111r per l'l1ul1a e l,1 p.1cc. \\ 1•nt1111ila
Callolic·i ,fìlarcmo in c·or1,•11 olc•voto. 11wn1rc
una folla slru~rn111l1· -.i all11wova 11111~0 iJ
p.-rrnr-,o in am111ira1,io1w ., ri,prtto. '\\o-
no,,tautl' I,• diflicohà del 11101111•111 o. la l'rm·e,,•
~ion,• 111m fu i11f1·riorc a 1111,·llu tll'µli nuni
prec1·d1•11I i. Alcuni ft alia11i ,lt•lla E 'Il I che
la,·oruuu in \\,-...am. 1·mi.f,.,,arn111> cli nnn a,cr
mai "·duto uno ,pctt acolu cu,-i bello r m,u,o
per lorn: una fr.,ta <li coluri. di caul i. di mu•
~icbe ,, handine ,;vrnlolanti. ma ,mprallutto
una numif,-staziont• di feù,• t• piNÌI.
TI marlrdì M'l!llf>llll' beu,·di.-,•, o una nuova
linotyp1• ,. altri' mnc1·biiw rnu1lcrne p1•r i la-
boratori ,!,•Ila S,·uoln prof1•,-,-ionafo in Shillong.
Co~l il « Don 1:3o~1·0 » t·oulinua un·mì/'1'-n di
1nimu10 ~ullr ì,,thm:ioni del ~1·11ere in \\~~am.
Nell'ora del pericolo
.\\la la tormenta ...i arldcn--ava ,rmpn• pm
verso In \\·allata ch•I liramaputra. La pru,1,·nza
consiglii'i ,li sfollurl' quelli 1•111' 11011 ,•ru trn iu
cura tl'anime, come i uo, iii.. le suore e sii
st11d1•nl1 tli T1·oluµrn. \\In lutti I rni~~w11or1
,. 111011(' ,-unn· rimawro al loro po,to con <(U('llll
lulucro 1wl buon Dro ,. tir-, ozio,w al ti<" •·rt·
1'111· --anno j...pirar1· 1·nlma ,1•r1·1Hl anC'lrt· ud
parrrolo.
5ono 30 unni dw mi trovo in ,\\s~a m ..ti i•
lu ll'rza , c•lr a t·hr u,-.,...10 col t·uorr strazinlo
J: \\ .1 Ltli ,full,, ml·nl 1.
u,iliat r1<·t· t·i aiuto
,,•111prr: u11rlw qm·,111 ,olla 1111Ln la 110~1rn
lìiltH'Ìa ;. in Col<·i rh,· ;. la Proli'! I rÌl't· ,)f,f.
I' \\,-,am
La vallata deL Brama/Jutra
(,,)uamlo m no,cmhr<' arrhai 1laU-f1olin,
r tlall'acropluno <·0111t·1nplavo \\,.,am irwom•
pnrubik. l't•t1havo: !'l'l'O, qu1'sl11 ,allaIo rlrt,
il Brnmaputra irri{-'n ì• comP 'I u1•1la <lt•l Po.
C)m·,ta (lj...fr,a ,li rampi 111,nto...i, tli pianta~ioni
, ndi di tÌ' è un dono 111'1 fiuuw clw por1u la
, ila e, ,wlll' i1111nda:i:i11ni "1111' e 111 n~t·. la nwrlt•:
fiuuw n•·nlorc e d.i."truµ1,.ritort•. Lu valle tlcl
~•o ì· im·orouata a 11or1I tlall,· \\lpt. ,la cui 1li-
~t1•11tlono in p0tlero,u rorlel!gio j!li ailluenli.
e• al ,,ud dagli \\p1wn11i11i. l)ui in \\-,am al nord
ahhiamo lu r,·rchia J,•i rolossi Jpll'llimaloya I'
al ..ud i 11111111i clw prnulono il nome ilallc
trahù ahorrµl'ni che lt· abitano: colline i\\al!ai-.
\\lildr. F..ho,r. Garo, m" i :\\fi,,ionnri hanno
compiul o opPrl' hellc tli ri, ili ;'1 I' rrli~ionl'.
'ìc•i mil•i primi auuì ili ,ita nrÌsMionarin ri-
t-ali\\o le at·c1ul' dd Brumaputru in baudlo. r,n

3.6 Page 26

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Allora il fiume rn la grande via di comuni-
cazione. Durante l'inverno q11antl1> l"aria è
chiara e il rielo sereno. mentre il IJattdlo
solca, a le acque del fiume. l'o<'clrio era fisso
l'U quei monti ammaulali di neve e scintil-
lanli ai rag!7i del soll•, Al cli di qurll<' ,·eue
altr 5000. oOflO mel ri. ,·i è il Tibet. il tetto
dd mondo; là. fra quelle gole pr1,foncll' >Coree
aneora parallelamente i1 llramaputra che
s"apre una via per i,fociar!' in piauura a"'Sa-
mesc e poi nel BPngala <' infine coufonclt·rc
le arque col i.acro Gange, dOJIO un l'ercorso
di IHOO chilometri.
Il Dio ignoto
La guerra pa~~ò e le- Super Fortresrs non ~i
librarono più su qut"lJ,, gole e precipizi paurosi.
Gli lngle~i organizzarot11) una ~pediz-ione sc-ien·
tilìca per esplorare meglio quelle valli l' tro·
vace traN:ia cli un mii;terimio l'~llere che al-
cu11i diccyano d'aver visto: l'uomo della
neve. Un ullfrial<' calt olico notò in alcuni
, illaggi che era slalo tracciato ,mila roccia
quald\\C cosa che nelrin1cn:Giò1ll' delrarti-ta
primitivo , ole, a certo ~ig11Hicare 1111'ucro-
....,......_...,......... ~ ... ~ - - . . . .
LA CALMA SERAFICA DEI SALESIANI
Delle r Geuetro del Popolo• del 4 d,cembre u s. ,ipomomo un brono dell'or
llcolo di Gino Nebiolo, Invialo speciale In Indio allo scoppio delle oslllltA-
S1upi.sce, In tanta eccitazione. Ja contendeva il u riCficiÒ ", i ca.m.ion,
Anc:he la direttrice deU'lstituto
calma ser..nc.. del prete Italiano le blclcleue, I carri. Radio Delhi Cemmlnlte, suor Mnr11herha Greppi,
che incontro nell'istituto Don Bosco.
lnt.anto ::tnnu.n.c.inva chf: dovevamo
di Vttce.lli, non voleva allont~nar!>I
Questi sorprendenti sacerdoti for- stombernrc Tezpur. Nell'ospedale i dall• sua casa, dal coltcgJo per le
niscono esempi dJ straordinario
coraggio. Ml avevano dello a Gau-
hati di un sacerdote che non aveva
abbandonato la chiesa assieme con
un altro padre indiano. Ll trovo
soli a Tczpur in un immemi:o col-
legio deserto. Padre Giorgio Ven-
turoU è bologn~... cordiale_, con
una barba nerissima, e non mostra
ansia alcuna. Ha passato giorni in-
fernali, certo I peggiori dei suoi
dodici annJ dl vita nell'As.am.
Racconta calmo la drammatica con•
fusione del 20 novembre. Dice:
« Alle 9 del maulno telefonai alla
polizia e mi risposero che entro
due o.re i Cinesi sarebbero scati a
mala1i c,rnno in preda alla dispera-
zione. Nel manJcomio i pani ab-
bauerono le porte. e si unl..-ono alla
folla oltre 500 carcerati per reati
comuni, banditi, assassini, che,
sfondali I cancelli, recBro rnUi3 e
scomparvero nella giungla. Sape-
nmo c:he Waloog era caduta e
che anche sul fronte nostro, da
BoJDd.Ua, i Cinesi scendevano senza
incontrare resls1enz.,. Udhrnmo ire•
mende e$ploslooJ: Sltltavano i dc·
posill militari. Ahri sales:lanl alu.-
taoo la gente Inerme a fuggire. Uno
prende le mae:sLre indi.anc e tre
suore con decine di bambini: Il
meue tu1ti sul carrèlll, e Sì uniscono
nlla marea urlante. Un ahru offre a
tlg'lie de.i cru,rndinl, che CatiC0$3·
mente ave.wno appena finito di
cos1rulrc. Padre Bosca.rdin è spin10
..uua barca daali stessi indiani, che
liii dicono: "P-,«lrc, fuggi, non VO•
gllamo che I Cinesi ,1 uccidano". lo
sono riuscilo a mcuere in sah10
1.20 ragaz.z.i, tras-porumdo le b:rrc.he
a spalla fino al llume. e quando
fummo in acc1u.i, la corre.o.re mi•
nacciava di 1ravulgercl tUll.f, Tornai
•ubho dopn a Tl.'Zpur, ma non
trovai plu. nessuno, ne la pgllzla,
le autorità. E ora speriamo che
i comunisti si ritirino. come banno
annunciato; altrlmenll "1 rlJ>Cter,'i la
u·Agedla, stavolta con conseguenze
colossali che non posso immagi-
Tezpur. Non avevamo ten:ii..na. I &uor AmeJia Ghidoni. di Crumonu,
nare>).
102 ragazzini aftidalimi piangeva.o.o di scappare, ma Ja su<,ra dice~
P,tdro Venturoli cl accompag-na in
duvan,i aJ pigia-pigia nelle strade,
.. Non mi muovo Anche le b1n1be
ConJo al Parco dell"Js11tuto e pro•
alle coltuttazionl dl 11cn1c che si
n.on sono al sicuro 0
seguiamo verso le lince.
- - - ~ ~ ..,,-....,.~----.,...,,,-..~.,, -- _..,....._.,,,,.,--...,.,,,,.......,.,.,.~ ...
Chi auebbc dello allora che un giorno
quella barriera impt>llt>l rahile ili 111<rn t agnc
sarebbe stata teatro di guerra? Nella sua ~Lucia
millenaria l'India non a,eva niai cono,-ciuta
un'invas.ioue in questa zona. Fino a 10 anni
or sono quelle montague erano abitale ùa
I rihù primitive: alcune di C>!~c erano appena
u;icitc Jall"età della pietra. J>oi ~coppiò la
seconda guerra mondiale. Gli Americani, per
1·omb11L1crc i Giappouci-i. lungo la barriera
impc11etrahllc co,-1ruirono degli aerodromi e
cou le S uper Fortreses "olarono al di >'opra
rlì quei colossi. che dheoLarouo co~l delle
~emplici « gobbe ». Quell'l.'roica e ardimenl osa
imvrei;a si chiamò to Jly orer tlte lwmps:
60 , olare al dì là Jclle golibc.
plano. Per m<>zzo clt>ll'interprete domandò la
,-piegazione ed e~~i rhpo~ero die il Dio tlal-
l'alto era venuto a , i.tltarli parecd1ie Yolte.
L"aeroplan() era il Dio viHnlt> appar;,o agli
u o m i n i ! . ..
Nel 19i7 l'lmlia <liYCnll.(' inJipeu<lenLI' e
il Governo centrale creò un'unità anuui-
ni.,t rath a che ahhracl'ia, a le tribù l'he pu-
pohmo la vasta area montagnn~a e la d1iamò
N.E.F.A., ,'hl' vuol dire: « Nortl Easc Fro111i11r
Admini.~tration: Ammini~trazio11e della Froll-
i iera N 11rd E~, ». Un'a,ar1zata pacifica vra
co~ì in marcia per ()Orlare la civiltà. \\
uoi M.ii-&ionari non fu eonce,.so il permes~o
di entrare uclla zona, c]H• è ancora « lena
proih1 La ».

3.7 Page 27

▲back to top
Ma un mzsszonarw
fu il primo ad entrare
Fu un missionario che .-isitò prr rrimo
queRta contrada, e cioè il Padre Krick della
Socit'tà 1IPLIP ,Ji.,.hioni E!'leJ"e di .Parigi. Vrru1e
tu India nell'anno 1850. Sua anlcntt· l>rama
era tli penetrare il mi,;tcrio8o Tihet t' raggiun-
gere Lha,-a. la città dt>i monru:lcri.
Pa<lr<' Krick ra.g-giu1H1• il villaggio tli Walong
fll'llc pendici superiori clella \\allata dd Lohit.
in 1111 punto ÙO"vr Rirrua11ia. Cina e India --·iu-
conl rauo. Waloog halzò alla ribalta interna•
,.ionalr. (WrC'hì• fu una nrlle due direttrit•i piìi
im1,ortanti ove i Cinesi 8fonclaro110 vp1-..o i
p117..zi p,·1 rolifrri 1lrll' '\\;,,<am.
Paclrc Krirk d,·M·riRFe il 1-1uo viag~o a,Hm·
turoi,o. ~ella ~ua Relario11 d'un 1'11,·ngl' 1111
Thibet si ri, ria uomo pit'no cli u111nriHtno.
o,-~p.rvatore aruto e mis,;ionariu di uu 1·0·
ragi::io errezionale. Egli così
1lt>;,crive l'arrh·o nel 11rimo
Yi!laf:'gio Ahhor. « Dil-iollo
gio, anotti -vcnuno ad in-
coulrarmi ai piedi clella
mont H!'IJII. Dur di f'~~i co-
rni11ciar1>no a coprire il mio
rorpo con fqglie bia~<'icando
figttra durò t11tta la n!ll ti'. mentrP anrlw lr
pulci mostrarono ~uhito il meflc><imo desiderio
di conoscere la mia pdlc. <.:011 ta111 i ORpiti io
noo potei rlormire ».
Paùrt, Kriek continua la desc·rizione del
suo ~ogginrno e come la ~ua perizia mt'1lira
gli a<'qui~tò ,-impatia l' benl'dizio,w. \\la il
clia, olo. eh<- non ha pr!?gior nemico dd miR•
~ionario, ~uscitè, gdo~h·. ~t)~pc11 i. Dopo rlue
briorni un incendio ,,{·oppiò 11d Yillaggio e le
fiamme voraci attaccarono 11• capanne. Quei
;\\.hhor, 110,elli don Cl1i~ciotte. iu,cr,· rli ptir•
tare acqna e gettare terra ~ul fuo,·o. con lance
lunglw 1•omha11,·va110 i ùemonì dc>l l"unco.
na,-rosl i drn l ru le fiamme.
Dopo akuni ~iorni l'ad.ni Kri1·k ciccYPtle.
dal c-apo \\.illa~gio l'online di parrire. Lhhiùì
<'OLL rincr.-~rimr1110 perd1i· ama,a quri pu•
poli ancor fanciulli. laboriosi. allegri. amanti
dt>ll11 libertà t' cme:ati. PatlrP Krit•l-. in nn'altra
spedizione lungo la -vallata ,ld Lohit. ,r-niva
ucci.-:,, ,•011 un alt rn -lat·erclote ue.lle g()Jr 1lr•Ue
parole incompren~iLili. Cer-
tamrnlr volc,ano Lihcrare
il mio corpo da ogni in-
fl urnza diabolira. C(lmpiuto
qu..~to esorcifirno. fui fatto
pa~sarP ~otto un ar,·n fitto
di frecc-e e ornato oon O;!ui
~orla ili diaH)lerie. nw~Iri
orribili traRtti da frecce.
TPr:rihile vi.sta rhc- flove, a
incutere spavento andu.: a
1ruei diavoli che nou c-ranu
fn~giti al primo r,;orcismo.
Fral1auto era un corn·re Ili
1l011ne ~u~li usci delle ca-
panne prr ,·edenni pa~~are.
,, io in me7.zo a un corteo
tli ba111ùirù nudi e cani ulu-
iauli. fui accompa]atnalo alla
capanna cr-ntrafo. dow• gli
uomini mi at Len<l1wa110.
L'ar_rivo fu salutalo da un
Iuouo di voci forte come
una scarica di artiglieria.
Era l'ultimo a~:;alto prr ~pa-
' cnrure il demonio. Ora che
i ,lia\\l>li erano fuggiti. tulli
,·on gioia cominciarono a<l
i"l'"ziouarmi per , t•den· che
razza di uomo io ero. La
conlt'Wjllazione della mia ASSAM (India) • L'assalto al treni da parte del profughi dallo regioni Invase 01

3.8 Page 28

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montag11e da una ha11da cli altri ~elvag:ri. )fa
il rnraggio di qlw~tn priruu e~ploralòrr artlitu,
del mis~io11ario huono, g-cneroso che affronta
ùi~agi i11tJc~cri,il;ili. fu· ~(•mpre d'ispirazione
agli altri pioneri che negli anni futUii s·av•
,enturerruurn in quei luoghi. L'Assam ,lo-
, ('va a, ere i suoi mi,;sionari solo 50 a11ni
dopo. nel 1891, con la venuta dei Pa,lri Sai-
, atoriani Grrmanici. chi• furouo co~1relii a
la~<'iare J'As;,am nel 1914 allo scoppio 1l1·lla
guerra. l\\el 1921 la Sania Sf'de affidava J'e,an-
gcfo:i:azfom• 1lelfAssam ai Salesiani.
IL cataclisma szsmzco
deL 1950
Era l'anno 1950. il 15 agosto. e l'India
celehrava 1,0n gioia la fesi a naziunal.- del-
l'i111lip1·udenza. L'oruLra cl1·1la notte era di-
scc~a 11clla valle del Lohit, a Walong. i po~ti
,,i~ital.i da Patire Kric·k. lmpro1•Yisamenle
nella rc~ione un romho ~pavenlv,o N·hr:rgiò
nel sih•nzio cl(•lla nollr. La terra comin<'ièi a
tremare, a muoven,i ~o tto i piedi. Uno rlei
più ~paven l o~i caLacliRmi sismici facc, a 8-Us•
sultan• quelle monlagnl' della N.E.F.A. Le
montagne furono spaccale. .i fiumi cambiarouo
ror~o. valangl1e enormi t-li lt'rra e roc-cia in
una cona vrrliginosa seppellirono ,·illa~p;i.
fonnarono dighe d.i ~barrarut·nlo nei lium.i.
Foreste immensr furono spazzate ,·ia come
rnmoscelli uella ridda di un vento furic)~O.
Fu uno tlei più tnriliili movimenti 8Ìsrnic-i
ricordai i nella .,Ioria. L'Ppi('entro r.ra i11 quPUe
montagne. I no~tri Missionari di Dibru.garl,,
la l'ittà sul Bramapulra, ric-ordano anMra
qurlla notte di terrore e i rombi cupi prnlun•
gali Le rol ail' drlla ferro,·ia furono Iulll;
corllortr pt>r centinaia di m<'tri, i campi si
~pacearvm, con rrepat uri' spavenl Ost,>. Ma in
quel rncùc~imo anno. là nd Tibet, al di
d•·i moriti cklla N.E.F.A.•
il cannone tuonava
sul Letto del mondo
l cournnisl i t·inesi erano culrati _ucl Tilwl
la cui arca è di 1.220.600 km. quadrati,
un altipiano roccioso a 4000 metri. Era
il prolo/!o di un altro catadisma cli ben
diverRa ua1ura. No,t> a11ni dopo i comuni~ti
erano parlroni del Tibel; s'in~ediarono iu
Lha.~a. e il Dalai Lama. il t·apo supremo ~pi-
rituale tr·mporale cld Tibet, do-vet le fuggire
(;:? allra ve,rso le monlai:1,uf' I' dopo lunga t'I fa.
ticòi<a marcia cercare asilo in Assam, a Tezpur.
U11'allra valanga si era abbattuta sopra un
agnellino iuermt.' c UJl J>O[)olo che da tempo
immemorabile , iveva folice sul te.tto dd
mondo. La caduta di Lhru.a e la ful{a del
Dalai Lama era per i Tibetani 1m 1lisastro,
come era stato _per i Giuclei la distruzione di
Gcrnsalenll'tl.e e l'i1wemlio del ll'mpio. E la
cortina di bambù cadde siù Lello del mondo.
Poi nel 1962 la cortina si alzò prr il primo
al lo della lraizrclia: per quei mede.~imi ;,eo•
ticri per<'Or~i dal Dalai Lama la valanga ci-
nelle continuò il movimcnlo e parve affac·
ciarsi sulla vallr clel Rramaputra. Poi si fermò
ancora. e ora tutto il mondo si domanda cbe
cosa suc<'e<lerà domani.
I Salesiani e lr Figlie di l\\1a1-ia Auhllialrice
lavorano ai piedi della montagna, lungo la
linea di ronfiue dal Bhutan a Iutta la N.E. F.A.
Vi furono gior11ale ili aruic. timori. incer·
t ezzc, ma, ('Ome rli~si ..opra, i Missionari
continuano il loro apostolato e re~tano al
loro posi o ,li soldati ,li Cristo. Ora le >'l'Uc>lo si
~ouo riaperte. A Barpeta Roarl. vicino al
Bhutan. 1'8 clfrembre, Don Morra avrva la
gioia di benedire- una nuova e vasta rhit'sa
tledicata al Sacro Cuore. La funzione si
compiva senza festa esteriore, ma il Cuore
di Ge~ù anà rt•rto Lcnc<lelto _i soldati che
comhat lcva11O per la libertà c per la Ferie
i11 un Dio che è Padre Ji tulti. '\\ncbe a 'l'angla,
a 100 kru. più a e~L. Don Guido Colus~i poteva
entrare in Jl()R$M\\RO degli edifir.i <lclla ntissionc,
requisiti «fai militari, e riprendere i lavori delle
nuove !\\cuole per i giovani e le raga'.f.ze. E
così nelle altre stazioni il lavoro i-iprcnclr e si
spera vicino il giorno rbe gli sfollat i ric11 tre·
.ranno dal sud dcll']nclia e da Calcutta.
Q,ueLLo che La valanga
non può distruggere
Ma l'eroismo di Padn• Knck. dte viv11 e
muore per una fede: l'aJurazionc di Dio da
11art1' ,li (Juclle tribù prinùtive che lo cnidvno
appar~o ~01 to forma cli un veli volo: i Lama
cli Lha,..{l <'he ~i fanno mas~acran• pt·r difen-
dere 1111'eredità ><piriIualc· millenaria; le acq 111·
clrl IJramaputra o,c milio11i di Hindù i;i ha-
gna110 per purificar~i ,lei loro peccati. I ullo
di<·e chi' lu valan~a dell'itlrologia atea e ma•
torfali~ta non puù spegnere nei cuori l'aspi•
razione unhcr,,alc- verllo Dio. Perciò non si
trau a di un 1·011llillo locafo per detenni·
nare un confine; ma è la gU11rra di tulio il
mnrnlo pnd1i' i va)(lri sptriluali più prczioKi
non periscano.
MON!ol. STEFANO FERRANDO
hsrm:<1 di Shil/011g (A,!$am-fodio)

3.9 Page 29

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SOLENNE OMAGGIO
Al PADRI CONCILIARI DELLA FAMIGLIA SALESIANA
Sulla parete centrale dell'aula magna dell'« Antonianum » si leggeva questo pensiero di Don Bosco:
« I Vescovi ci uniscono al Papa, il Papa a Dio». In alto, a sinistra, presso l'Immacolata, spiccava lo
stemma dei Cooperatori; verso il centro, un'esile maglia di ferro riproduceva la cupola di S. Pietro.
Il Rev.mo Rettor Maggiore si congratula con i Cooperatori Romani che hanno organizzato con
tanto slancio la manifestazione e, a nome di tutta la Famiglia Salesiana, porge ai Vescovi il saluto
più affettuoso.

3.10 Page 30

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g
' SWE
TESTNN\\MNTI
111.lA 'tfri_
lilJfl.r.ATE
1vosrn smm
PER Il.Al«
tEL tom
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DE <iSÙ VI HA
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; , .
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~ ...,
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4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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L'istruzione tecnica
1n Hongkong
'islrnzio,w lrrnira in 1Ton~kon~d1lwinizio
nd 1927. qua11rl11 l.1 C'1111~r•·gMiont• S11l1•~ia11tt
1-ubt•11lrò nc>lla «lir1•.1101w d,•lla St. Loui~ lrulu-
slrial S1·hool. i11i1r.iu1a ,·irrn .30 anni prima cln l
\\ irnrio .\\po,t oli1·0 di Hongkon~ .\\fon,. lbi-
11111111!1. f' chi· ,lopu , arie· , irf'ml,• ,·ra 11r111ui ,lo
•·on,i,lerar,-i chiw-a. Primo direttori• ,J,•ll'opna
ri•orla fu J'i111linwn1it•al,il1· Don\\ inn•nzo Il,,-.
uanlini. spcnlo'I 111·1 l9b:! rlopo una, it a •111•,:1
I1111 a 11..Jla· c·tl u<'luion,• prnfr~,ionah• 1ldlu µin-
' <-utù eiu.-se.
I.a 111u>, a i-t·uola pr11fo,,~io11alc ahhra1•1·iu\\t1
tipni-:ralìa, sarto1·ia. 1·ulzoll'ria e fal..i:m11111·ria.
~uhìto atlras,c• l'.1111•11:,um,· cld (,n\\l'rnn 111
llon!!l,.on!! e fii 1111 ;rruppo <li 1101 ahìli 1·1t11"i,
ì 11uali da anni •t 11cli11\\ a1111 il mn,lo ,li offrir,·
olla ;rio...·111 ù ,li llongl-.oug la 1w••il,ili1 ~, ,li
imparare un'arie• •1•111a Ira~cu.rar,• i:li altri
~, ucli che tle\\onn rompl,·tan la fon11azi<1111'
,li un operaio di 11',•11111•;1 moclerna. l.11 /!rup\\111
di f!Ut:~ti noi ohi li Il\\,., 11 giù vi~hat n quale 11·
011110 prima la St·uola prnf,,,.,ionnll· ,li ~liu·au,
(lirt>t la dallo ~le•-o Don B,•rnardini. Non
pan,· loro \\PrO ,li p•ll<-r inta...,lare trallatiH•
p1·rd1ì- •anche a llnu~l...(m~ -i intro,IUt•e...... in
manrc>ra ><tabill• 1•1I 1•1li1·i1•111c qu,•-to ra111,1
di ist rnziont'. approlitt 1.1111l0 df'lla J•n·-,·n:t,\\
i11 Colonia dello ,..11•--~11 !:iale,iano eia· t uni 11
li a""' a impr,••;.i(mut i rwlla lorn , i~it a a
Murau.
111• lrallaliH• dur11rnno vari mmi mo ~i
ro1wluscro f«•li('enw1111•, e nd 1933 11111i
lahnratQ_ri, ad er,•c•ziuru· 1lclla 1ipogrufi11. ••
lra~l'erirono in 11uo, 1 ,•d ampi fobhrit·nti
l'fl'lli al -un clt•ll'i-ola. in liii \\ illag1,:to d,•1111
,\\Lrr,leen. T.\\•tlilìl'iu l'ra ,,,alo eo,truìto in
,·nllahorazimw tru il CO\\nno e un Comitato ,li
t·oùnenti citt1uli11i. I Solc-iani a,e,auo 1'11111-
minb.t razione e Jir1•f.Ìotll' ,lt,lJa nuoH1 Sr11ol 1.
L'eco su_scitala ndl,1 Colonia clalla IHW\\ a
irn presa fu i1111111•11su. L'idra tiella 111·1·,·~"it il
di un·i..1ruzi11111· 1pwlilin1ta pn i futuri np1•rui
.., facr,·a si roda. pr<'pnra11tl11 <·u~ì la , ia ai
futuri ~, il11 ppi.
'.\\d 193,",. difa11i. il C:m,·rno inil'.i1na un'altra
•cuoia <·orri•1111111l1•111 r aUa St·1111la ili \\,, ia-
mrnto ìtali:111,1, t•on cor,-j diurni .,•rali.
Q111·•ta "•·noia 1,•rni,,a ,i .., iloppò 11,·ll".,t l11al1•
« Tt·t·lm1t'ul C11ll,•1,:1· ». a t•ui po,,0110 ,w1·1'1lt'rt'
i cliplomall clall,• , ori,• ,nu,1,· ll'('nidw ,1,·lb
Colonia. e clw 1·1111sicl1•ratu parauni, 1•r.•Ìt a rio.
L'au1111 s1·11r~11 1·11111u..-11 7-H ,-1ud1•111i 1wr i 1•11r"i
,liarni 1•11rnplcti, 7321 .,tmlo111i 111·r ì ,·ori-,
parziali ,. ,·or-i •rrnli.
\\ttualnwntr 11· ..1a1i,tirlw 1lùnn11 :!:! •1·1rnl,·
lt•1·1ùl'he>. ma 11ua•i I111 t,• o •ooo in forn1111i11u1·
o non ,-ouo a 1·11r.•i 1·11mple1i.
l..t> Sruoll• t(•1·11idw t11,!gi ri1•0110,1·iul ,. ,lai
(;o, eruo di 11111tE!ko11~ rumprenrlono un 1·01,11
di l'im1u,• anni, 1lopo il <·orso t-lcnwnl an•
di bcÌ anni. 11~n1111 la lini::-ua i11iz-h•b1· 1·1111111
mezzo di i1101•g111u11c11l o. il ci11c~c 1•111111• ,,••
,:onda li111,:11a. E,,.- prq•arano i loro nlli,·, 1
fll'T rE~a1111• ,li !,toto. itl,•nti,·o p,•r 11111,· 11~
,,·uoll'. i:•ncrnuth ,. ,. pri,ale. I ranilitlati
prortU>"•i po,,111111 1u•1·rtl1•rc al «Tt><'hni1·:.I Col•
lq!t' ». il uun11•ro 1lq.:li allit•, i ,li IJUP•lt• •1"11011•
ratUl() ~t'()f"II l"nl Jj '.i77C).
.\\ quc,t,. -,·uol,· 11•r11khc furo1111 a~1,:iu1111•
in c1ue~li uh imi tlul' armi, alt r,, !lCuol1• elette
« ~focont.lar> \\lo,lt-rn School~ », 1,, quali 1·0111-
prendono un l'Or~o ,li tre anni 1·011 unu ._fu.
mal ura rii prat i,·a i11 vari mt•~l it·ri. 'J•t·1•ial-
mente met·<'a11i1•0, ,•l,•llronica e falt·l!nanwria.
,·on lo ,.,·npn 111 l'rq111rnrc l{io,·ani 1111'1111 .il,-
Lienli a tn...-ur ,ulrit II la, oru uppun· a con•
tinuare i lorn -,1111li in altre> -.-111111· 11•,·nidw o
prufe:.-:s-ion.ali. Il numuo tlqdi alli,..,, tli :-Wb.
1 e> Sru" lt· 1«·1•11u•hl' 11,·lla Colonia ,11111111-
mentc com.plct,· 1• 1·hc possono rl'alnwntr 11rt>· l;a

4.2 Page 32

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HONGKONG La Seuola profess,onale salesiano cli Aberdeen
..
..entar,;i air E;;amP di S 1alo, sono in real Là
solo quatlrn: una gon•rnath a fH'r i giovani.
un·al1ra per l e giovani; la Scuola sale-
siana di Aherùcen di cu.i si parlò. ch e si è
l ra~formala da profcs,-ionale in Lecnica. e
l'altra Scuula ijlllcsiana « Tan~ Klng Po »
lii Ko" 10011 chP, ini:r,iata ucl 1953 l'Oll una
Sezione profc,,...ionale. m·I 1957 ,i aggiu11,;c
u11a Sc•zion<· tN·rti<·a. du• in bre,·i,;,.imo l(•mp<>
,,bbc 1111 gran,lt: ,,,·iluppo. 11 co11lributo ~alc-
siano a!rL,tru;,iune 1,•cuirn odh Cnlouia cli
Tiong-konf! Ì' d11uq11c 11011 imliffcreollt:.
J risultati ottl'n11ti da quc,-lc due ~cuol1·
furono oltremodo sudcli~facenti. c-onw lo l'om•
pro,arono g-li c..ami dati U\\'I luglin 1962.
per lu prima volla. Mentre la S,·uola « Tan,g
Ki111-t Po» ermi a ,..olo meccanici. la S1·11ola
tec11ica tli Aberdeen c-omprenÙt• mrtca11ic1,
t'l1·tlro•nll'1~canfri l' rarpeutieri. Q11l'M'11ltima
,·ermo ricm1o~ci111a anchP ùal \\1i11IBtero ,l<'i
Trru.porti ,li Lon,lra. rwr t•ui , i,me facilitala
la collocazione dei suoi ,liplomati.
La Sruflla « Taug K.iug Po », ult re lo lìo-
ri•nte Sezion<' tecruca. con,,t'rvu la S1•,do111•
profes~ionalP con la tipografia ,, i;arl,,ria.
Laùoralori rimoùerriati permrttono ai ~•o-
' aui una prqiarazionl' l'ompleta m•Ua loro
urli'. (.;li esami per gli alunni tipografi ven-
gono ~on eglial i rlalrAo-~ociazione .fra tipo·
grafi ed editori 4li llouitkong che n<' firma pure·
1 diplomi. aLolcnùo quill(li per eshi il periodo
dcU'apprcndihi-ato rlopo il cousegu.ito diploma.
La "-rzion(' lipografit'a prvvv!'de agli alun11i
u,, una co11osccnza <l!'i vari I t'parli ùdla Llpo·
i.;rafia: <·omposizio111· a 111a1111 e u mat-china
(linotipo e monotipo ri.11e~e t!d iuglc,e). tipo·
gi-afia stampa ad offset. legatoria: fa poi
approfon1li.rr l"alunnu nel ramo prr t·ui ~enll'
maggiori altitudini.
.Nd ri-parlo ;;artocia. che ì:• anrora alfol-
lat o tli allievi. ~i -ta,1110 c-ompiendo motlifi-
cazioui rhe portenmuo l'alun,rn ad o<·t·upar,.
po~izioni di rc,;po11sabilità 11011 app;,na ot•
1,•uulo il diploma. 'lule\\OII' ;. difaui l'i.nte·
rt·>'~C 1·,pres~o iu quc~Li ultimi auui da dille
l'~portatrici di manufalli le,:,.,ili per w1 p1•r~o-
nal,· 1wc11arato nella nostra Seuola.
"\\ell'aprilc 1961 ehlw luogo in uuo 1l1·i
luoghi piì1 centrali di l:longkong un'espo,i-
zionc clet ta « E~po~iziouc della Sei timana prr
l'adcfo,-tramento tecui1·0 drl Commonwealth».
vi partcci.parono il « Tc<·hnical College»,
che ue te11ur la pr1•,i<l<'nza. r le S<.iuolr 11•f'11i<-l11•
della Colonia, j!flllldi e piccole. 1.·i1111·r,ento
delle duì-' Srnole ,aJe,iam• fu notalo 1·cl ap-
prez;i;ato i1t 11wdo parlicolan·, ris1·0Lc·11do lodi
1·d cnt·omi St'nza fim• iu puhlolico (• iu prh at o.
li ri~ultalo pii1 tangihilc fu 1111 aumento stra•
ordinario nel nu1m·ro ,!<'Ile domande pPr f'n·
l rart' in tali Scu,,le: 1wr occupare alcune d1··
rinc di posti tli~ponihili si ilovrttno , agliare
migliaia rii domande. S1,n le Scuole del fu•
turo e e·;. da augurarsi che 1>rospe1·ino ~emprc
più per rlar,• alla iiocietà personale tecnico
che uni,,ca ad una 1,rra.nde competenza e
<·apacità anche rintep;riLà clcUa vita e I,, ~a1-
Ùez11..a della fede che provengouo da 1111·edu·
('azione gcuuinamentc cri,tiaua.
,-AC:, \\UCB.ELE SUPPO ;..D. I.I.

4.3 Page 33

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Due operazioni di alta chirurgia
Accompagnato dalle suppliche a 1\\farin Au-
siliatrice, innafaate da tanti cuori generosi.
entrai in unn clinica cli Caracas per i.:sscrc
sottoposto a due difficili operazioni di alta
chirurgia.
L'imen·ento ch.irur~ico allo stomacQ e al
fegato riusci pcrfettami.:me, tanto che dopo
solo otto giorni cl.i degenza nella clinira, mi fu
possibile ritornare tra i miei cari confratelli e
riprendere in parte le mie ord.inaric occupazioni.
Con il cuore vivamente commosso, rendo
pubblica la grazia e manifesto la mia ricono-
scenza fili:1lc a }faria Ausiliatrice.
Altomira (C;.rncas) - IstJtuto Filosofico Salesiano
00"1 LORENZO C'HIABOTTO
L'intervento dell'Ausiliatrice fu evidente
Nostro figlio franco, in seguito a incidente
stradale, rimaneva gravemente ferito per trauma
cranico, tanto che la sper:m:,;a di salvarlo e che
ritornasse nelle sue piene facoltit mentali, per noi
era quasi nulla. Ci rivolgemmo perciò alla cara
Ausiliatrice, pregandola con particolare insi-
stenza e fervore e promettendo la pubblica-
zione della grazia sul Bollettino Sa!esia110 e la
visita cl.i ringraziamento presso il suo venerato
Santuario di Torino. La grazia è venuta in
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE M ISSIONI
con sede in TORINO, cr~uo in Ente l\\loralc con
Decreto 12 gennaio HJ24, n. 221 può lcJ:r..tlmcntc
ricevere Legati ed Ereditd. Ad evit~rc possibili
concestazionl si consi,11liano le sel(Ucnti formull':
Se trnttasi d'un Lè!fato: • ... la$cio ali'Irtit11to Sa-
leJia110 per lo 1"1issù111i co11 wlo j,r Torino a tltolP
di leguto la somma Ji Lìrc... (oppure) l',mmo•
bile sito in... ,.
Se tmnasi, invece, d, nominare erede di ogni so-
stanZù l'Istituto, la (ormula potrcbb.: ,:.ser questa:
, ...Annullo ogni mia precedenre disposizione tcsta-
menl'8.r1a. Nomino mio crede universale \\'lsl1t11W
Soluicmo p,r ,~ M issiom con std~ 111Ton.1w, lascmndo
u,,.,,.,.. od esso quantu mi oppartoene n qualsiasi otolo •·
(luogo e daJal
ptr utrso)
maniera evidentissima, perciò siamo oggi 111
dovere cli mantenere la nostra promessa.
N,wrar T'alpolire/111 (Verona)
FRANCESCO F ELF.Or-ORA Al BERTl'-1
Era ormai ridotta a uno scheletro
Nel gennaio 1960, assalita da dolori viscerali
violenti, fui curata di colite per molti mesi senza
alcun miglioramento mentre le radiografie non
riuscirono a far d.iagnosticare con esattezza il
male. Ai primi di marzo 1961, ormai ridotta
a uno scheletro, entrai alle +'\\,[olinctte ,1 in
condizioni aggravate, anche perchè il cuore
cedeva. Rifatù i raggi, l'incog-nita persisteva
ed i professori erano perplessi. Subii sette
trasfusioni e non so quante iniezioni e cure
per prepararmi all'operazione <leeis,1 dai
professori, che però avvertirono mio marito
che le mie conùizioni lasciavano prevedere il
peggio. lo mi ero messa sorto la protezione
di l\\laria Ausiliatrice, Don Bosco e Don Ri-
natili. 1l 5 aprile '61 la Madonna guid6 la
mano dei chirurghi: nell'operazione lunga e
difficile fu asportato tutto l'intestino cieco.
La grazia venne. Sopportai bene l'operazione:
l'intestino riprese pochi giorni dopo a funzio-
nare con stupore degli stessi professori, che
ancora oggi mi definiscono <• il miracolo vi-
vente*· Ed ora, a un anno e mezzo dalla
operazione, sto bene. Nel ringraziare la '.'-la-
donna, Don Bosco e Do11 Rinald.i, allego pic-
cola offerta e un paio d'orecchini d'oro.
10,uw
A!\\'GEI.A ARIANO
Vince la fede
Una mia figliuola, madre di quattro tigli,
in occasione della nascita cl.i un quinto, fu do-
vuta ricoverare d'urgenza in ospedale per
gravissimi fatti polmoilllii. 11 professore pri-
mario dell'ospedale di Lucca dichiarò che
le risorse della scienza medica non davano
nessuna speranza di salvezza. Presto il cuore
dell'inferma cessò di pulsare e fu prov\\edu10
u, con la respirazione artitìciale. Le speranze

4.4 Page 34

▲back to top
che soprani,cssc diminuivano di ora 1n orn;
perciò insieme con I miei familiari ci r,1cco-
inandammo con tanta ansia e altrettanta fiducia
a S. Giovanni Bo'!co. Dopo tre lunghis!lirne
ore, si notò una debole ripresa delle pulsazioni.
Con aumentata fode ci prostrammo dinanzi
all'immagine ~lei Santo supplicandolo di a,·cr
pietà dei c:iri innocenti. Ed ecco la ripre..._,
decisa, che free dire a quanti hanno a~istito
al fatto, che si trnttarn di un vero miracolo.
Perciò sentiamo l'ohhligo di propagarlo aftinchè
a tutti sia noto quanto è potente presso Dio
l'intercessione di Don Bosco.
l\\frrtraia (Luc.·,,l
l\\lARJ.\\NNA TAllOf.UCCI
Confessioni di una madre
Crede,·o di es:;crc una buona mamma pcrehe
, in:,·o onestamente, mandavo I figli al ca-
techismo e a \\le,;s,1 e mi ricorda,·o di pregan:
solo quando avevo qualche gioia o qualche
dolore. ::\\la da moltissimi anni non mi acco-
stavo ai 8acn1mcnt1 e a ì\\lcssa ci andavo a
Natale e a P.isquu.
Quando ,·idi uno dei tnlet figli crc,;ccrc
prepo1t:nte, pigro, insofferente d'o1tni freno
e amico dei più cliscoli, mi sentii disperata
pcrchè impotente a rimetterlo sull.1 h1101u via.
La vita in fomig:ia cm divcnt:ttl impossibile
e à!lchc tra noi genitori s'insinuarn il disau:on.lo
perchè ci rimproveravamo a vicenda In nostra
incapacità a corrcJ!g.:rlo. Si a~giun~c 1111 forte
esaurimento 11cn·oso cht: mi costrinse ad
affidare il r.,gazzo ad uo Collegio s.1h:si,1110.
Intanto cominciai a le,e:~ere il Bolletti11n, co-
nohbi e amai Don Bosco, ammimi l,1 fede
semplice e !:òinccrn con cui n:niva chil>sta e
ot1cnu111 la sua intcrccssiooc e anch'io chic,;i
la J!:razia per il mio hambino e per mc. Dalla
confessio11e ehh1 muto conforto e aiuto; trovai
forza e cor.1ggio nella preghiera e compresi
che. pii, dei rimproveri e castighi, v,1lcv:1
l'esempio e l'amore paziente. \\fio figlio, in-
tanto, nono:.tantc il suo 1empcramc11to dif-
ficile, tro,•ò dai Salesiani tanta hont:i e com-
prensione e og~i i• un bravo ra!?,lno.
:\\Ii sono decisa a pubhlic-.ire la gr:1zia per
riconm,ccnia :i Don Bosco e per dìr1; alle
mamme sfiduciate: rivolgetevi a Don Bosco,
pregate e ,1bhi,1tc fede; troven:tc conforto e
luce nel vostro difficile compito. Compn:ndl·rcte
meglio i VQSI ri figli, li saprete I rnltare, vi
guadagnerete 1I loro cuore e la serenità tornerà
nella ,·ostra fami~li.i, come è tornat,1 ndla nostra.
S IJ. La rd,1llonc porlll la finn~ e l',nJor,no, m•
li ualasc,~mo per un c.n.-.o di do, ,·roso ru.,·rho.
o!lttrwtr pt'r J'wtut,•oumr •" J'\\.fllrit1 , huilin1r', r t' J, S. G,o-
f'llnni B,,ua, ,J, S. ~\\Jurw .,/u:zardla. tft ,'.,.. IJum, mco
San,, ;,i di n/Jri Stn·t ti, /Jw - 11/nuu hmuM t1nrhf" 111-
t·wto otfertt l!J rlrm1httfr pr, Jllnll' ..llrur J, 11·1r,:r,1~1a-
mt:nto - , fr.:1unt1:
.\\,Jllnu \\l:1ru1 • .\\2 u1h ,u '.'w,-wTu \\h1n:a - AU,onc H~, ~n.e>n-
.J,n.a - -\\manJ1,cu 1uha \\nt:c.·h LuflA - .\\nnum I.dia ,\\ra..
~n,na kc."nt.o • •\\rirtc:dtu 1:h,n - -~f'ltt>nh• ~lian1 .. .\\rtu,10
(;i\\bit-PPt' e I•len,;.i \\ttAtl11Jrim \\n1onio Hq.:na1, Cah-rmu -
Jt.ihlu J-1.1,·u1 7 Jbrlhnt ,l,1u PaoJu Harbcr11 \\1onlJ1110 <;iu•
6-eppin.1.1. . lhrur~.ani J-t-4.:1\\;,:0 ,. Ueru BartoHni \\tHlL1ti;t.l11111 • ll1u,11
\\'mt"rnz-ma Ha1\\-.n .\\nwi - H.,.-.,:;o \\l11ri• Ha:~..u t\\lu;lwh.• -
Unf'ot~rii. Oll~l\\ 1w - ll,11u11.1lano Lu,~i,1 Uclli..11u SihMt.• ... lt1•r•
,•,11,dio R1rn1 ... lh:ri1utd1 Frunt:tsco Hcnccca l\\1,1r1.1 llt.•rh,n
(iiQn.cio lhmh1 l·r~th. lwtnmJ Bollii \\t1rh1 .. lt,111,ar,I, l'iifc•
nna - fion11v> 1 tUJ,t1w Uondl.1 _sufi.t - Hon,uaw) t 'iiu"' flfh -
lictrnc-r.?h1 ,\\duUl:' H1111u1cll1 fl11ti;(tl1il.lc - Buzzo Eh',ru ( "11rn1ltJ1 ..
liratK".a .\\n,,.d1• • U1.1111fmo <,1u1kpp111.:1 - llnrn~fu \\t. 1•;1nto ..
HrUM."""11 EJ\\1J..:il!' HrlliCO J..atn - llun:,•, l.a,o,c-r i"ltl• . Uo-
suura ,.\\e.I.de:• l,:c= .\\nn.; ( amcnm Pur-1:1 l•10,;11n114 - t une--
uo1llo .\\Lina l.thn C..andla I ehC"r l'an1am~ c;,U•fTIPUW
- l"..pih:'m E, dm• - eari"• \\I.aria - Capu1..c1 \\rnlt'ndi • ( .1r-
dccc1a l elC'!tmo l aridi l'alma - Cian.a \\1.,ruuutt::l:a C;iicu:1U
\\la.rtin.. Ca!lUIIU hhJ'JlO L"a.litdli ri1.·tru - la,1uth• '.\\l11r1.1 •
C.:attclan ~ante - <...attart""ll,1 Rma l"dcntano (;11.J...,r,p,,u -
l't-J"cdu TL't'Cllki C,·tn•f\\l l.uc1nno .. t\\.-rn.JII HrumJ.a - ('hzaUt;ur
- ('l1en1hini l\\bri,1 l 1cuunan1 Hu-..11 - C1rt'1rlf11,i, 1•w1m,. • C >15'
Antonit.1 Hino - Coh.htnl f\\lur111u·iu • CuJoinl► 1 (;il1Nt:J"t"HO.l ..
Com.in P1cl11 ('t~·iho • ('rnuh•n11 1\\foria '1\\:n·""1 • ( 'mwl•rl!) H.1r
1olomL't' - l'ot11UL1 l 1tnhtno - (.:urdoro Srth1,1wrc - ('011,1om
F"J'h:llito - C-orne,:h~ hun. - Cor,-.j \\\\~ond.1 t: \\\\..lham l't.-.htn
tinn Pmn - Co-.,c,1n1.1 •i ,...-..toro - ( '"01ttm .:\\t1r11 l'"u1 ('"o,-a An•
u,._ ,u:h02 - l-'r:nero \\br,:hc-11t11 - (. 1411nc\\11J hun. ~ ( upolu \\ m-
r.crtt:ì • T>.11 l'i.iz C.iuho ll,,tnian1 AtnJlo l);aman\\t1
- l >du1 ltouna - U~flat.~•am1,1 \\:bn~ • Udi Cho .\\5:n~ •
J>,·lrino ft"lict ... l>c-lrrurn Hi1ttt!.ta - Dc."'5i \\'i,~IJ:1 • U, e .iu-
~ f·am. Dm.1 Muu1 - 1)1 Pa,-fU•ll~ P.alffl.A - U,r,mo C11r-
1ncl1 - f.>trc:ncmL· ht "· I ,uc.·1• Donn~ F..nnchdta - l>u,u.:unn
1.ui~ - f)uloor l>1a1111ahna 1Ju1rhc-ra T c-r~~a .. 1 a\\ r,~ ·\\tfol(o
Ft-dd1 Eh·an . l "too1:llo F:im .. F('rnntc , .['.,.. l·<"tt11ri Sian•
HH,·.ca t..ma ... 1 -c.:rnfl 1--.:rh;1 Ttrcs.N ... F1orenz■ ~hru, • J•u:,rin1
N.ter - I nsn■:..tu (;tUN:l'l't: Fune• l.1l,cr11 l·u1M·t·"hin1
\\l.1ria l·r11,a·nn .\\...un1;, Fimnnni 'J"'t:r1.•~11 l•u(-.:o Jt,,.ina
( iaic.fo L...cn.1 <i,uun~, Olga - G,tlcani l'oll.iri C'11rrnd.1 ( in1-
luu.o Mari.a • ( fnnJ,o Lma - (;,.,1n<liQ (."clt·11tc1 O;non:cn,
(,1,u:omo :\\h ....,.mho · (;1tvoltni Tt:r~ri <ì:w Am:dllllt - niLU.i•
~onc '\\1111,hlt• ( ,1o1hl\\u11i l•cll~~no G1IMJ1 ,\\1 litid,· - Gi-
larJ1 r•.1, n;, <,,.., d1,ni 1\\1.-.rrn .. Ciiul111rn ,n . ~tdw.llu .. ( i1u-
3tt<1to L.uc1.1 ( 1lun1•l1,1 AJM..andru - G,mctla Ft·ll< 11■ .. C:urm,
~ldis. :\\lkhrl1n.1 e \\ ,lrJ.in.1 .. (;r-..ii.1~i Linda Ada (;t1.-pfH
'Secondo - C;rc1,a \\ ,-UL:H.e ... e;nqa F.rcc,lc .. t,rm.:11 1\\lo111o1nna ...
(iu.l%Zottl l.1J11 e (.;1:;an l',mlo ... (iu1!hdn,1nrtci P1f'r1n■ - Gw-
M>nr (,iUkJ>Ptnol - lnarraJ...1. :1 '\\unz.iot• ln,cm,ut Pn•trfl -
l~ma l>".\\Ut.110 l.a H,uhtni Larla .\\1.1no - l..i (,.11.:11.i .\\nlo-
nu:tta • l.en Cu1w1,,1r .. t_,n,a .\\ntomctta • l..rf\\.11 l)umc ni&;.0
Lo Pres11 \\d,:lt 1..t, Prc.-.u ,·1uorio - Luorn Ermn.:a \\l.11lfi
Id.a - '.\\J.1'-"•.non l.1lt,ma - 1\\l.11-J1..1ulu:Ui \\I.in• l\\lam.•o l·run-
c,·-.ca - \\l.m,.0111 \\1.ni.1 .. 7'1.1n/.c,111i ..r1ltlt" 1\\1.irt:llt Sih.ttM •
\\1archic.io (fu1,1lkht10 .. \\Junini c~uc•rina l\\l.11r1u\\l ( :. hnellm
- \\lanu7.7.i J\\.fonl,) '.\\1.,..conc L1.-"0ni11 - Mui.i•tl,) ,urn f\\lAI•
tana Jr. I\\l:111h • Muuiol1 Z :\\h•lhfo (;1110 l\\1duhro U1r•
1.·tlrdo - i\\h:111,lt1 (;1\\1'0:j'f'I•: .. ~h...1.zn,t.t::Hhl c:1u-1qiprnu l\\ld1l7.7.o
\\lana ... !\\lhrllm.111 !\\ 11;,nt'~l \\tana \\11rrwlu1 I .unn \\ln-
rkrD hm1 ... \\hmh.•uh1u Pite - ~lontd Sthlu .. l\\lort:t11 \\l.1r...
gt\\t'ritll. t\\.Jr1ru1.ra Kinilhti dou P1tro - '.\\fuf'l,flro . \\nn.a - .\\1u?,..
r,1rdli ,\\llno., .. S'it·ol• I .uuunil - ,o\\·c:~lo Ul"nJ1111 .. 01hi1,o
R1..n1-o - OrJ.1.r11lo C111rmdo 1'..1h<"ri C-oruu1n .. r..-ri,110 <,,uk'J)-
pnu Pcnn..e C.11rou.1 "J"rr,a P-.-ronn l11.1ato • P1:rnm1: l 'o-
f'\\Ì~I - p,..rutlo Un.111,;1 .. P,•uad1• Slh:tn.a • 11,t:noc 1·,ua l'1p...
pion,· c;1uJC1t.pc 1"1rn1 l'"r•npcto Pìrh, ra~ ,,\\1uo11111 - P,u.no
Elio - J•1M.nu lJ1Jlf),11 f'.icuuccta - l'uct ('"au·rm, l'1,·dc·1H.ro
l;,;}c0ru,r.1 - Polo Gto\\'nhtlA - JlOl"ll7,t ~h,n;1 • l'nn.r11 ( arnl11u
- P1.~ Ftlil"C - l\\,n1 \\11101111 .. Pnnt.:IV.."lflo uc lh.l('ou - Pu-
sc,,edJu Pct'lJtU\\JI ffuzr.u ltu~mu Conu.-11111,1 - (Jua111n111 ~tdln •
Rahmo )111tua • lfr1cli <.;1u,cr,111na - lt1·mnt11 Alfn1u11 ltnma-
~non1 LU11t"i11 .. Ho .utl t\\L1tldilh:n11 - RoS,1"t Alluu:i ... Hm.,.. An-
nrn:1 .. H.1111Mt LM•mld1 l'totnLello ;\\nn;1 l{uwtcudlo ~lurrn
Antomn3 - Hulllno fUo11 ~ah.•rnn L.ind,1 Suh·o \\.h1-.1.1t1h,cc1
lh.1.zzmo . Santc.-li,,· 1\\.1 tri,1 S:1nn.1 En11J11,.i • S.1r,u ..·n ;\\fu11,1 -
~::ucori :\\lnhl Sn,huu <,1uliu - Nh1r11r1.1 c;o,,u:,rpc:- S<"<,-..
dtll:aro , 1nu11 lic·l.(<' :\\l.arllhl'nL1 - S\\"rpc,U.t t'".aali~t•ra ... S1l\\.ant
.\\ntl)mO - !"'!1IVt1tr1 l·otn • Sir1o• T.-n-..t • S1rm11 \\lulllo \\nna
~Una - So!,la .\\ .. ~~;,1 1 una - ."ot11 1cu1 ,\\urcha - '."-IJ';.ad&lrs
G,u;çr,p,ru Strf•m C~lcstlm Sunotn prof e t1uwppc.• -
T~ia l ..au1 l.c.'1.l1 - •1 çnJl1 .Anrnnu - Tdt.:I C-arl• - Toahl"tLi
Auum.a- Toefot • \\11cc .. \\ cn1orn,1.\\dd.aJ\\IE" • \\ «d11;ar11111 .\\n5?eLl
- \\ cllanu \\1ar1.1 - \\ ·era:nano Tt<n~, - \\ c.>scu'-u l'ldu \\'1-.c.1
"J'itui V1J\\1 ntm, c;,lnc:J)l>1n,1 • \\"11ton1 ~l\\11110 • Z;un.irrl'ln C.-;a~
h.-ruu ... Zilmhom ì\\l~uua • 'l'.,..r.-ninj ,\\d.a • :•t.u1t11rd A1fn.-Ju.

4.5 Page 35

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S. DOMENICO SAVIO
Coniugi felici dopo quindici anni d i ma-
trimo nio
.\\\\c\\·,unu perso ogni spcr.tn1,a: in quindici
anni niente era \\·also ,1 d:1rci la gioia tli un
lij!lio. Eravamo ormai rassegnati alla e:;aspc-
rnntc situazione di rimanere per sempre soli.
1hc11do confidato la nostra pena ad ,111n min
s<nt:lla Figlia di \\ lari:i Ausiliatrice, ci con-
sigliò d1 fare con fede 1111,1 novena a S. Do-
menico :-ia\\ io portando addosso il suo ahi-
tino e promettendc> di far pubblicare la gr.via,
di ag~iungcre il nome Domcmico e di man-
dare un'offcrrn. E il miracolo \\'enne. l i 12 J!:ÌU-
~no 1962 e , cnuto al mondo un bel bambino
chinm:uo \\'ito Domenico. S. Domenico Savm
ha portato la fel icitò nella nostra asn
,lprilm (I 11111a)
Cr111iugi o' ~=--To:,;,, 1,1.!IG! e 1-'t'IUUkl r1:,; \\
Guarito d a encefalite
In un momento di parucolare bisogno n11
rirnh;i .ti c;iro « Santino delle mamme e delle
culle,, promenendn~li di dare il suo nome
alla mia creatura, q11alorn ,1vc.~i esperimen-
tato l,1 sua protezione. La prcghier.i fu csau-
rlila, ma dopo nove giorni daUa nascita, il
mio piccolo fu colto da encefalite e il mt."1.lico
lo dichiarò spedito. .-\\nchc ques1.i volta San
Domenico Sado, da ml' invocato con \\irn
fede. mi 1.-s.111dì: cd ora mio figlio gode ouim.i
salute.
Huurw dt (;1011w rfkrl!arnnJ
\\"L"CEN1.t:,.,:\\ :\\! AGI I IN GA:'l;Dl'l I I
Ora parlano a tutti d el suo potere d'inter-
cessione
Dopo un anno d1 ango~cc pcrchè la nostra
bambina l\\nna l\\Iaria 111111 si nutriva e si
indeboliva sempre di pii'1 nonostante le- cure
mediche, una bra,·a pcr,;ona ci consii::liò d1
indoss,1rle l'abitino di Sao Domenico Sa, 10
e di pregarlo con fede per oltenemc la guarì-
gione. Dopo pochi giorni che l'abitino era
i-lato po:.to ,LI collo dcllil bamhina, l:ii notò
tm miglioramento che man m,1110 si concluse
con la completa guarigione. <>ni noi, ricono-
gccnri, nllidiamo i nostri bimhi alla prote-
1,ione dd 1tr:rndc Santo e parli,tmo a lutti del
suo potere d'intc.:r..:es~ione.
11\\'.\\llOI.IA POZZI
Mentre si ce le brava la Messa
\\demp10 con gioia la prornc,;sa a S. Drl-
mcnico Sa,·io tli ..:omuoicare 111m gr.tzia. L.i
mamma dai nwtlici locali era i-t.11a giudicata
aifoll,a da mal,111iu gra, issirn:1 cd inguarihilc.
Con vi,·iss1ma fede mi rivolsi a ~- Domenico
Savio. "\\lt;ntrc si cclchrani la "\\ [essa all'al-
tare del Santo 111 questa chiesa di S. Giovanni,
dove vi e tanto culto per il santo g1ovaneuo,
,c1u, mia madre a P.1lcrmo da ,·ale1Hi profo!<sori
a giudic.at.1 lihcrn dal male.
Gll"SFl'l'I ~ \\ C' \\IU>l:-.AJ.F
CMLII SalC!ò !Tonnn) •d,·m1><~ la p1t>J11cs..i1 di fllicr10 •
!4. D. S. ptr An-r •llh'nuto, cnn l'uso ùdl'•h itinn, una frlil'e
nas.citn Jd ,c,·ont!o~<"n1to, nonostnntl· 1nhllJ~h: ptc\\·t!llom.
Pk1ro e UM Furero ('l'nnno) sono m'Cln,~u,111 J S. D . S.
r<·r la rmr..,ion,· sul lnro ri«olu riorc.
fJt,na e G uido Caldattlll (Teni~'Tlo-;\\1r<>h) •nnhmscnno
., S. D. :--. Id n1iw:1ta bc:n nu.sc11..1 JdlA r,cc" lo ltosaria.
Una n onna (Tonno) nn11na7.1a S. D. S. p.., fu 11uan111•>ne
della nopot1ru1 e 11h rnccornitndn fu hrn1111h• 111 di$sesto.
Fiorella M e.ne1tuttl, lru.e11nan1e (F,·n-an1), ~<1!1>1111 ilft gnlvc
infozionc sotto uli t"iltl.J'ni, Cr)I ricorso a S. U. S. o ttenm.~
ta 1-.n1nrii.,rionc quu"• i!\\Ltntanea e un fclict punt~,io.
Carla Testa e Fam. (Tonno) mc:cnmandl> • :,;, D. S . 1I
coiinato ,ouo pcnn1lo,;u npcrazionc ■I fel(lllO c,d cbhc
1M ~•=iwone 1mrlnra1a.
.\\Ido Moran.dl (Soh,no-Pa.dova) p,-r nucncre un posto
Ji lav-0ro •i raecorn,mdò a :\\I A., a S. G , Il., n D. F. R., e
tu ""8udito. H~ccorn.inJò pure a S. D. S. I~ naacita
Jdln figlia e Dtt<-nn,· 111 i:razrn. P rnmclt<· di c.,.,,,e sempre
r1cono~ccnte rwr t-nti fa\\'ut1.
,·u, Carmela Retazzl lo Pio mbo (Acqui Terme - J\\lc-1!1.) rin-
rra,ia S. n. S. n av,-,·a n1ccomi.nÙll.to il piccolo An~do
J:f'llVèmmte ,ntnrtun,uo. Lna sh:arra Ji frrro gli a\\.·~
r<)~>oato due lal.,uicu,· ddla mano J.,,.1ra. l>orn cinque
mesi cure e J, rr<11h1crc si ebbe, la i:uam:tcinc 1>erfct1.,.

4.6 Page 36

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DON FILIPPO RINALDI
Guarito da tumore del midollo osseo
Don Rinaldi ha esaudito le nostre preghiere
e ci ha ottenuto una grande grazia. :\\1io fra-
tello Arcangelo era stato ricoverato nella cli-
nica ortopedica di Padova per << frattura pa:
10logica dell'omero destro e per metastasi dif-
fuse allo schtletro e parti molli », come risultò
chiaramente dalle radiografie, per cui non vi
fu dubbio - come affermò il dott. Bcapinelli -
,, trattarsi di una forma tumorale in fase avan-
zata 11. Fu quindi sottoposto a cicli di roent-
genterapia fino alle dosi massime consentite,
dopo di che il sanitario lo co11gedò dichiarando:
f Ora non rimane che affidarlo nelle mani di
Dio sperando che il decorso del nunore sia
il piì.1 possibile benigno ,1. J medici curanti
non nascosero ai parenti che ritenevano il
caso disperato. Fu allora che essi supplicarono
con fede viva il Servo di Dio Don Rinaldi.
Gli effetti furono sorprendenti. Il citato
~anitario poteva :,crivcn; : «Ora la situazione
si ~ complernmcntc capovolta... La brntta
malattia che si presentava già tanto diffusa a
molla parte dello schdetro, pare decisamcnttl
arrestata... Abhiarno assistito ad un migliora-
mento rniracolMo... Naturalmente però lm;ogna
essere anche preparnti alla eventualità di una
ricaduta, dato il carallere dcli:? malattia r,.
Questo il 30 maggio 1959. li 27 marLo del
1961 lo ste!'S0 dichiararn: *Tutte le lesioni
schderriche si sono complctrunente riparate e
non vi è segno di recidiva,,.
Abbiamo tardato la pubblicazione fino a oggi
per avt!rc w1a nuova conferma dell'intervento
veramente srraordinario di Don Rinaldi.
11 caso fu trOYato così eccezionale che due
A~sistenti della clinica ne fecero oggetto di
un accurato studio, pubblicato in una rivista
medica e che dà un'idea della gravità del
male. Noi che aYcvamo mes:,;o la cosa nelle
mani di Don Rinaldi certi che ci avrebbe
esauditi, non cc ne siamo affalto meravigliati,
ed ora gli esprimiamo pubblicamente tutta
la nostra riconoscenza.
&1g11q/" P. - fs riruto :Yltosio nariu Salesiano
70
1,0-; ORF..sTI' CTRAJ.DO
In W1 g iorno tutto s i chiari
Da parecchi mesi il mio stato di salute an-
dava peggiorando sempre più. I medici non
riuscivano a diagnosticate la causa, e le iporesi
più preoccupanti s:i affacciavano alla mente di
tutti coloro che si curnvano di me. La situa-
zione era allarmante; venni ricoverata d'urgem,;'.I
all'ospedale d i Lecco. Diminufro di peso in
modo preoccupante: esami e ùsite mediche
non mettevano in luce le cause del mio de-
perimento. Quesro stato di incertezza si pro-
trassi" per più di un mese.
Incoraggiata dai miei figli, mi rivolsi alla
potcntt intercessione di Don Rinaldi; inghiottii
persino 1111a sua reliquia. Non passò che un
giorno e poi tutto si chiari: i medici trova-
rono le cause e il rimedio, ed io potei
ristabilirmi completamente. Riconoscente al
Signore e a D on Rinaldi, invio un'offerta
per le Opere sa\\ei;iane.
Gnlbiote (C<>m,1)
J\\L\\RIA <:ORTI l'I COI.O!\\lllO
Il m edico aveva d etto :
« Se guarirà, crederò ai miraco li »
Le mie condizioni di salute erano così di-
sperate che, a giudizio del medico cura·1tc,
per mc non vi erano più po%ibilità di ri-
presa: <, Se guarirà aveva detto - crederò
ai miracoli! ,,. Assistito amorevolmente d,ù
confratelli, ricevetti l'Estrema L nzionc; confi-
dando però nell,1 nr,tente illterccssio11c di Don
Rinaldi, ne ingh,ottii una piccola reliquia
e.\\ i11du111t'11lis. :\\li raccomandai anche all'Au-
siliatrict! e a Don Bosco. Passarono pochr ore
e il mio caso 11011 fu più cosi disperato com<:
era stato diagnosticato. Lentamente, ma scn-
sibilmclllc, cominciai a migliorare, e dopo uu
mese ci rca ero già in grado di riprendere il
mio lavoro di infermiere nell'lstfruto Salesiano.
Riconoscente al Signore, offro il tempo che
mi resta cli Yivere in ringra7,iamento per le
grazie ricevute, specialmente per quella della
voc.v.ione salesiana.
L,,111bri111co (1 orino)
L>OM.ENICO DAL Cl.N
Coadiuturc- lìèLlc~tl.flO

4.7 Page 37

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l nos1ri morti
Salesiani defunti
Don Agostino Caballero o \\lanau, (Brasile1 n So ,nn,.
Dell.t a:riov1nC:2.~A comcrvò fino alJ'ulnnto giorno 1 capçlh
nt-ri. al pano spec.mo e ~oprutlurto t•c:ntusinsmo: nessun◊
gli u·rchbe dnro l' ebi che aveva. ~fod sulL1 brc:c-ci.a ti IQ no-
vembri.: JQh: nell.1 capirnlo ùdl"Ama"onia~ quel uiorno la
cìn., nbba.t1.sò le sarac.rncsdtl' de-i ne,ozi In a.csrno e.Li lutto:
pnn·t- :1 turtl che vc:nis'>E: o 111.1nrore qu.lllc«>sa d1 \\'Ìtale.
Co11 lui caJc-vn l'ulrlmn colonn:t dtt!- ricorda•va Ai 21ovctm
e al vecchi J3 fondazione lld Collegio Don Boh,o di ,\\lltt-
naus. Da -40 ~nni l"Cldr-e \\g,·H11no \\'I e.r.i arri\\·ato con
Don Piètro Gh1!oilamli e Don Ecirclia D.ili,:un per int ziore
QUC'll'opc:r-.1 che. in poc;h1 nnni pohiriiz-ò IA citi.\\ c. di\\•t-nne
la fucina intelleuu.1fe ~ morale dellu l,f10,·cnti1 Amuzonen,1:.
Oriundo di Sp.a1:tnn, portò a.I Brasile l'ari.ior-e lbe.rico di
ne srrnnd1 umon clie immedesimò fino .1I tro1..~ardo Rna.Je:
l'Orritr,ri() (est,lw, {1t:r 4'.'UI senti unn vora.2,i,ne m1u.irole t=
Hl quale!' cOn!:1lcrò le tu~ fon~ fino .a~ll uhìtni .itiorni, la di-
tro;rionr all'A11.tilra1rict.•, che. propa~ò in tutte lè! famisdìc
Memoublle, nell'a_nno marii:11no, la peregrinazione deUn
sh,tuo w li.I. .\\., che ~&Ili ncrnmpaq-nb per tulle le ca•e
aa1e:sianc dal nord .1tl'ei,.tremo -sud del Hr:lsiJc, susc,ran<lo
1n owni città manifestn,;ioni utdimt.!nucabih di fervore
\\llht ~ladonru. In fìnc un aftrtCCamcnto premuroso e tennce
a tutn l[li P., · allirtri, che conobbe .t ccntirutill, di p3dre in
figlio, in ogni (am1g-Jh,, C-011,ntucndu Cf,>n cs:;ii su b4'1 ttubilt
~ Jurtiturc la terza fami"1ia salesiArua dei CQO/>ttatfJri.
Sac. Francesco Sen-ad t • 13" hio C. (Ecuador) • qo onni.
Sac. Ga-ardo Jouck t • Kortsijk (8èlA10) a l\\(, .mo.i.
Sac. Enrico Rayga.ue t • Patorson (USA) a 84 anni.
Sac. GlulJo Vacas 1 • Quito (Ecuador) • 8~ anni.
Sac. Carlo Rotondi t a l\\1aroggia (S•·izzcru) a 73 anni.
Sac. Santo F. %atti t :1 Comodoro H. (.\\rgentinJ) a 6~ anni.
Sac. Angelo Caccia t • Ca.sole MonfMl"'lltO • 51) llnni.
Sac. Luigi Ronchl t a Port Chesn,r {US,\\ ) • 53 anni.
Coad. Gottardo Minati t • PcnnnQo (.\\sti) a 40 anni.
Cooperatori defunti
Mons. Benlamlno Alessio t • "limi• (Udine).
Cinqua.nt".anni or so.no, nell'enu•a.rc come Parroco. ispiran-
do,i a Don Rose.o, dis.se: • Siq-r'I-Orc, ti chiedo solo di po-
ter sah·are quesrc .J.rum~ che mi hM aAidatQ •· E fu 11 pro-
s:rammn di tutt~ ht su.1 \\'it11. ,\\veva le qu!'llib\\ del pn..;:rorc d.1
.mime: c3.rattcrc Jo1ce, intelliRcnt.o Df'crtO: ad ogni forma
di npostoliuo moderno. gronde cuore, zelo a.rd~nre. pietà
profonda e sopruuuno fone ~piruo di fc:ùe. Grande am-
miratore dcll',\\postolo d~lla gio\\·e-ntù, dd suo grcscJZC omiJ
soprattutto i giovani, e fu zelonre Cooperatore SnlesianQ.
Sac. Tommaso Giovanni Penna t n Valle S. Lorenzo
Roero a 5Q anni.
Umile. semplice, sereno, in 25 •nn1 dt miniat~ro pa.rr-oc...
chialc consumò generosamente. tutte le àuc cncr~it. per
nutrire le anime c.oo I~ pietà, il c.atl!chi~mo. Ja ç:arit.11 e per
promuovere molte,plicì opert• di e1ev:t:iione socìale..
Alfonso Schlasst t • llolo11n• a vo anni.
Antico ed affezionato Coor,erntorc e tlcvbtissitr.o di Don
Bosco1 seppe educare con iunmirobile spjrito cristiono i
&Uoi sei 6gh, dei quah uno. D0J\\ Pic1ro, t1,j coru:a.crb al
Sùrnore nclJn Famiglia. S,,l61a1,a.
cav. Giuseppe FaggloU t • Ferrara • 76 anoi.
Fu uno dc, primi allievi dcll' lstit11to di Bolognn. Fervente
Cooperatore Salesiano, eon.S4ltrè .gli ultimi ann, della sua
eseraplarc e:siiiterua ad un• \\.'alida e disintctC$1nta colla-
borazione al.le nostre .\\ssocrazioni
Vlncen:i:o Brandi t a l\\,hncrvino Murge a 66 anni.
Lasciò in quanti lo t<>nobbcro l'esempio dtllA tipica bontà
del suo cuore. \\ml> Don Bosco I! le sue opere, di cuj par•
l.wn scmpr~ con devoto efltusiosnio e che aiu:uva gene-
rosamente. Volle che I fU0i figli rossero educ:au dai Salc-
si;aai t che in famiglia si Ct.tlcbru$UO le nostre fe~tc.
Dott. cav. Giuseppe LalU t n Guardialfil\\r• (Campo-
basso) 4 'IJ annì.
ln tutta la sua lunga esistenza seppe mettere a servizio
dd bene le doti di c;ut ,1 Signore lo a\\•eYa a.r-rlcch1to.. Al suo
,·ive.re applicò co,tantemt.nre e e.on serena fermc.1.,:a, pur
v.. nelle moJtcpJici responsahilih\\ fniniliari e ci,plcbt, t principi
dtl ngelo, per cui fll sposo e padre es-,mplut-, probo
ed apprez.zata prafc'!tSionista. .\\mò faniwmente DC'Jn Bosco,
confortato_, nelle pro,1e deUa vit•• dal pcn~iero d 12vcr offt!rto
un figlio ~a.cerdot.:: allp <.:onJ{t"e.gnzione Sale•rnn~.
LoretUO Cuattl t • Gioveno ("l'orino) • 82 anni.
Cooper-atcrc aff~zionati"!-;sin10 n Don Bosco. Lrovb nello
spirito sofesrnno il miglior alimento alle sue dt~·ozioni
proft:mc: l'Eucaristia è la \\l•JonM. 'Ebbe onohe il ccrn-
forto di vedere una çu;1 fighn nella Fami~Un dt Don Bo,c-o.
Anna Morandl ved. Raine rl t a >ichilpario (B<r11Umo).
Dei qu3ttro fud.1 runico superstite, Giov:i.nni, offrl al Siw-n<>n!
e qu.mdn i Superiori to rimand;nono " cMa pe.rch~ filtlio nnico
di madre \\'cdnvn e povera, rt.'•W!i:; oomu dcUH ve.ra Yoc:az.ione
del fo:?Ho. lo riITl'Jndo 1111'.\\s-pìru.nt.ito d11:cnriouli: \\'aì, nnn
r,ensar~ 11 me! e in:.rn;o;e allche u1u dichiorn.ziQne chi: non
avrehbl" mai chie)ICJ m 1l1,t :111.u Con~Cll37.ic·mc. Visse cosl tlf
stenti e di J')rcghì<·n1, otTrentlo rutto pt::r l't•t'."fìc:1CÌ\\I d1.:H'ar,usto-
huo del figlio tl'iUC ·n1ntt e parroco. ci per 11 fiorìre dc11'0pet1t
d1 Dc,n Bthca ne1 monJo,
Insegnante Livia Monti ved. Nuccl t a S :\\!arìn Rlo-
P•lnl di Sogli,,no al Rub,eon, (Porli) • R➔ anni.
Per oltre 40 anni fu t\\l fanciulli madre p,u che rnkcstra.
R1nnt...t,\\11 , ~:dll\\lil 1n t-:io,•.1ne etll, si dedicò tuU;1 a.i sei figli.
Pen,;iun11t11, volle trn5correre ali ultimi ::6 annJ ni;c:nnto uJ
titdio Oon Guido. pr6movendo Jc opere p.arrocchìali e i1
decoro dt•II,, duci;"'. D<.•,•ot.1 di S . G llolf.co, ne prapngo
la dn•o1.:i(mt! e n, beneficò ropcnt.
Rosa Ghittlno ve4. Zublena t • Chiva..o /TQnno)
La vit11 CTI!J.li.1,nmcntc ,·is.,,u_t,;i le Jied1.: lii ton:n d1 acc::cttar~
con ~unta r.-.ss-egcn,u;1one e con t.mil pazienza eroica la
tloloro~iss1n, 1 nulattl:t t.:hc: te Mè1it,.. un11 ::ioànU me>rtc..
Luigia Bo fu Giuseppe t a Roma a 7Q ann,.
Educat,.t dnll~ Suore d~ll:l Carit,1. ASE>Ì:r.rettc p.cr -4-4 Bnni cnn
affetto e dedizione i1 fratello Mon-. Luii;:i. .:\\rciprch." rn
~Jontc:chutro d'.\\sti, coadiuvandolo con l'.,pQstolato del
Ca.tc.•chi.smo e del cunro 1-acro e con In cuu tlc1 satri pDn-
mt!nti. Cooperò aU'educu?.ione de:I nipote Don Glt1$epplò!.
a cui feci! d.a m:amma L"nu lun~;\\ \\!' dolor-o~a 1mtlMtia I.i
1ue1>:1rb :111111 h~ n 111e:ritar-:1 coronL
Francesca Bucçoliero ved. De caratdo t a 'ia,a (Ta)
Madre CRtmpla.rc. s~p-pc e:ùucare a'1!1iti.anan-u::ntc In s-ua
numerosa prole, tanto d,a mento re la \\'ocauon~ rcl1aJo&a
a t.-e suoi figliuoli: Paùre l\\-Jnurilio O. P.f\\.t., Suor Mnria
e Su~r NunziA,1 Flnlu, tli 1\\_frtri.l 1\\u.s1Hatricc. Cooptn.1rlce-
Salesu1..n,, e: ·1·crz-i11rlr1 Fn.nce'Jcan.t, s:eppe fondere e~e-
giamente , due sublimi id.eali: Orn ti fobr,rn - Ptrx tl bottum
NJcoJJna Rossetti in Pesare t n S~•·• (TorantQ) a S, ,inni
La aua lunuu g-io.rnJJt-a la viUf' nel l.1\\·oro santifiearo dal.
l'unione e-on Dio donando lllla Jam1glln i rMon della su.a
.anlm:., piiil. Ou:di: St:tntrosamtntc al SiRnorc due ~ut: fJ.Kliuole:
Suor l'\\1ariai tru le FigHc di \\faria Ausllinrricc e Suor
Agnese era le. Figlie clclht Visirnzi.onc CpopcraLriee fc.r-
\\·cntc, zc.lò il culto a ~bria -\\wiU:1tricc ~ a Don Jlòsco.
Giovanna DI Pirro In Leone • • Rom• " 56 nnnj
~fantma véramcnte c1c:mplare., acctull 1eo\\prc cuttu dalle.
m1rni di Dio con umile rass.egn.tY.ionc? cd l:--r01ca fortezza.
(eh.cc J.1 :1ver dato un fiQlio a Don Bo,co. ["u.rticul3rmrme
ncll"uhimu dolorolia m,datri:i nvc)ò la ~nindc.>:.z-n della "U\\l
aninu otlrtndo gentros.ilmcntc le sue sofferenze per la
famiglia, per il ConeiliQ e per i caodid11ti .al gace.rdozio.
Altri Cooperatori defunti
Albanesi G1oirlo - \\lp1ni Fior,n1 Rosa - .\\r17..:..•lim G1on:1nu.o
- .-\\ttuom Caneti l"ere~3 - Uentaninr, F.h~:1. - Berto Edoa.rJQ
- Berto Oioac:chino - BineJlo Luhd.:.1 - Uonasio Anna ..
8onos-io Gr~.ctoriQ - "Bobone ;\\·lnriB - Yung1&nino Ces1rA -
Donino .\\nn• • 13onancin, prl)I. Eu~en,o • Uo,cll,, Madwi7
lena - llru-:rn.tì G1ovanni - Cald~r(Jnc Francesco - Calderoni
Emilio - Cs.lliRriri Lutgia - Capn \\deln1de - Cart1ue.u:na
Carlo - ChiatTrlnn (;,Jtcrinn Ci"m_pa C:11cr1na - Con-
scn·n Fn.ncts:co - Da.Ile Crod" Giu1:eppè - De Grandis
'l'crsjli;, - De Carretto Alton.so - Ddl' .\\ngelo D. Guglu~lmo
- Oeltetto Giu,eppe . Dc \\'ecchi Carolin• - De Viu Ehsa
- Fedcriei dnu. Emr'n.il - Fer-rnri T...,ulq.i - Ferurott1 Domenica
.. Fontona Gi.u!tppc - f'rncheru Ignazio - Franchi Fran-
Lt:Sco - F'wi CiDcomo .. Galanti Costnnz.1 .. Ga1!11-parotto
Otta.-\\·io - GenLile Giuscpp~ - Ghidini \\Ido - Giannini .Ra-
chele - Gorgerino F'ranc.:e~ca - Craffintl ,\\1tnes1:. - Groppi
Gina - l,JCnaz, Plctro - LJ Ro..:c.a Plcrro - L..attaneo Gio-
vanni .. Lepore .\\ntonietto - Lorenzi ArtUTO - '\\ttacchfo
Matilde ... l\\r-lanzeUa Giuseppe - Marcellin? -~3. - :\\1à5..
!larol.:1 Giaean1a - '.\\lliantc \\faria - l\\'1H.hchn, R1ce1 ::Vhrtu
- ).,lonaste.ro1o Teresa - Mongi111rd1 \\nneu~ - J\\.forandi l\\-Ja..
rio • :-liceo Joseph • Oherti Co.rio P•rella ~Iorio - Pie-
mlii Primen• • Plcrnttini Leda . Poz.zi G\\l~Hc\\mo - Quadri
Angeliru.1 - Quartara Anna - Ru,tnondi O . 's1colo - Ratti
P 1erro - Rc.gti.ttittti Carlo - Ripan1011ti P..aolina - Romern
Margherita • Sarrtulli J\\d<lc - i:lRQrmiqlis Fcltcc • Spodaro
Pierioo - T'adiouo ~futildc - Tancardin.i Giuseppe - To-
,·~ll\\1 RosaTill - 1"'a.1i$1uo gspcdito - Tona \\hrianno - V11le..nte
Roffa•lc - Varollo Giovanni Van·aro Guido . Vig~IO
Angolo - Znmbia!i ArcanNelo
71

4.8 Page 38

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CROCIATA 7/flJ✓lrJIlfl/!ti
TOTALE MINIMO PER BOR'iA L. 50.000
11er cmuincian~ una llorsci occo1·1·e un ,niniuw tli Lire L0.000
Horse d. col& 1lt:.:.i-
Jforsa RJnaldl Oon Flllppo, Servo di Dio, a cura di
C. F. (Cntania) • 1 vers. L. 10.000.
Borsa Rua Don Mlcbclo. Venerabile, per rfro11oscr11za 8
ro?1li1111a prote::iom, (Ancona), n cura del prof. Gioac-
chino Sassani. • 1 vc.rs. L. 20.000.
Borsa Riconoscenti a Gesù, Marla1 S. G. Bosco e Mamma
Mnrgberim, secondo le tntmzioni del/;: sorelle Biel/i (Asti) •
L. 20.000.
Borsa Rinnldl Don Flllppo, Servo di Dio, a cura del
dott. Bernardino Bouasso • Ootl. Aldo Giqh 20.000
L. 40.000.
llorsa Rua Don Michele, Vcnerablle, a cura dello famiglia
Guidarelti ('Firen7.c) • L. 27.000.
Borsa Rlnaldi Don Filippo, srcondo lb ittlm~io11i di Carr,i
Nicole1to (:\\1t-ssina) - ,• ,·ers. L. 15.000.
Rorsa RlnaJdJ Don Filippo, rhi,drttdo 011110 , h,·ntd,-
~;,,,,, /)Pr O. " M. Rollinò (Nnvara) • L. 45.000.
Borsn Rua Don Michele, Venerabile, a cura di Cuh.:ttn
(,iuseppe (Messina) • L. 30.000.
Hon;n RJnaldJ Don Filippo, Servo dJ Dio, e cuse di Hice
Morell, (Pisa) • 1 vers. L. 2.5.ooo.
Horso Rua Don Michele, Venerabile, oltmu'm1 la ,:-ra:.,ia
di w, ho tanto bi,0'111n, e ~ura di Emma De Mate1s (Aosta)
L. 30.000.
l.lorsa Rossi Toffotoni Linda, a cura de, lìgh, Gaetano,
Rina, Antnni() e Margherita Zanon (Vicm1,a) (23 ) •
r0 \\'ers. I... 23. 000.
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sua protezione per s.1stP.111llTt. alcuni problemi ù1tportm11i.
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GiuMppe [l'a<lova) • Tcrrnzzoni Anna 10.000 L. 30.0M.
Doi-s-1:1 RlnaJdl Don Filippo, Servo di Dio, ui m&'l11oria I'
suQru.t!.io dl!lfil eoop. S<de)ÌO.ua Giat,•annn Crut•ato, a cura
del rnaritO Vianèllo C:iovanni (Venc7.ia) 1 vers. L. 10.000.
lforso RegJna Apos1olorum, a cura di Noè ~hiria (Cuntu)
;,, m.f!Mf!ÌU t rìcortlo ti,/ 11u1T110 Luigi • , ,•crs. L. 10.000.
Btorsa S. Giovanni Bosco, 11 c urn dt!I prof. Bel.en Giu-
seppe (Ak~sandria) - 1 v,·rs. L. 10.000.
Horsa San Domenico Snvlo, u cura dei c<miul(i R~r1inn
('l'orino) • 1 vcrs. L. 25.000.
Borsa Sacra FamigJ.ia, pruttgg, lfl 1mdra .frum',:lw, a t'llra
di Pietro S~m<:rin ( I rnperui) L. 40.000.
Borsn S. Cuore t.Jj Gesù e San Domenico Savio, p. J(. r e
prr,t,zic>ue di ,lfostella A,,,,;!ta ~ (rotellu Giuseppe (Van,,.c)
-- i \\Ct'S. I.. ro.ooo.
Horsa San Domenico Savio, s;11ul/n a proU."111''ei, A curo
d1 '.I. Rosoria (Terni) 1 vcrs. L. 25.000.
Borsa Suor Angela Merlci, per hl fortiUIZM>ll' dt 1111 ,Hi,.
sio11arto (Cunèo), n rnra di R F. • 1 vers. • L. ~o.ooo.
Ilursa S. Cuore dl Gesù, Mario A.uslllatrlcè e Sani! Sa
le,,io.nl, pr,(:at, pa no, (Ales,1rndria), e cura delle so-
r-dle Cavallutti - 1 Vcrs. L. 10.000.
Borsa Sacerdoti poveri, 111 ri11S[Ttltlu111u•ttttJ p" il buon
~~il" avuu, dal fit:lio GiuctJma agli ~s,zmi, a cura di l\\.1inn
Cathieni (Svizura) 1 vcr,;. L. 30.000.
Uorso Sacro Cuor e dJ Gesù e M _ Ausllilltrici,, prr la
pra/e;;io11~ i11 ,·,la t JII J1mrte di /Ilaria Rirt,lfi (Torino)
i. Vl!TH". L. 10.000.
8or,u, San Domenico Savio, a cu.ra d1 N. N. • Gattinara
(Vt·rcelli) • 1 vero. L. 20.000.
(eonti,wa)
D \\T CulllJ)let
ll<>tsn Merlo Mario (Merlino), in mffr. , ricordo, a cura
di Erminio l\\focario (Milano) L. 50.000.
llorsn Rinaldi Don Filippo, Servo di Dio, a cura di l ,ucia
e Guido 7,avattaro (Ale~sandria) • l,. 50.000.
Rorsa Pieri Famiglia (Roma) • L. ;o.ooo.
Bc;rsa Ma.ria Auslllalrlce e S. G _ Bosco. in su(frà!(iu di
l.r,i~,. Corràdi, prolozio,re de/In tlttWfla Fausta Corradi
[f'ircnze) • L. 50.000.
Borsa Grazie, Don Bosco!, a cuni di Dun Luigi Ilal<lassi
(Modtnn) • L. 50.000.
Borsa S. Cuore di Gesu o Ma.ria Ausillattlce, prof•.,;·
11,1, le Mittio11i Sol,•$ia110, a cura cli l'. L. (Torino) •
L. 50.000.
Borsa Ma.ria Ausllla1rice, a cura dl Bonino Tommaso
,. Cau,ril'la (Savona) - 1.. 50.000,
13orsu Maria Ausiliatrice, spoSa e madre, qfferto postumu
,Ji ,\\lnria L11uio/i c,1m11~ato Cir!t1erri, Co"peratrfrt Sale-
sin11a, deceduta il 1R-S-r962, in rn/fragio tlti .suoi defunti
L . 50.000.
Borsa Maria Au.~UlatriCe e S. G. BoS<.'O, R cura di N. N.
("'lovam) • L. 50.000.
Borsll Landoni Don Ca.rio. 111 mrmorio e suff,fi.f;!io, a cura
del prof. Dnrbesm (Tonno) L. 50.000.
Borsa Gesù, Giuseppe. Maria, a cura d.,11., sorelle Foresto
( l'orino) • L. 30.000.
I.lo ·sa S. GtovannJ Bosco e S. Domenico Snvlo, prnteggt•
t~m/ ;,, ,•iffl e ,,, mnrte. a cum d i Ar-genteri-Mlnolli Mer-
cede ('l'orino l L. 50.000.
l:lorsa Ponclnl Vittorio, ,n s11jfr11g10, a rtcordo, a curo della
farni~lin Ponrini (Svizzero) • L. 50.000.
Rorsa Madonna d i Pompei, per la 011,na riusrit,, del
C1111àlio Ttrumotticn L . 50,000.
Borsa Maria AuslHau-lcc, S. G. Bosco e anime del Pur-
gatorio, s curu tli Dcmau,o EliS11, inse~-n.1111tc (Trento)
L, 50.000.
B11rsa Sacro Cuore di Gesù, a ,urd dtlle snrelle N. N.
(Tor u10) • L. 50.000.
Horsa Sacro Cuore dJ Gesò, Maria Au_~lhurlce e S. G.
Bosco, 111 rnlfragiu e ricordn dello sromparso <>.<w~Jia
Giacomo. a ,uro di Ce1stnnia-:na Cde.tinu ('l'orino) •
L. 50.000.
Bnrsa Bastasi coniugi - I,. 50.000
Horsn Cauaross-1 Monsi«1nor Gios uè, • mezzo d1 Don
Antonio Toigo • l,. 50.000.
8.,rsa Aus.lli:urire Re,tina, abbi plc1:\\ di nòll n cuni di
Viera G1u,seprinll (Cuneo) · L. ;o.ooo
liorsa Gcndusi) Ottorino. ,,, 11iffraf,f.lrl e r1t·orda, a cura
dcUa sorella Uma Gcndusn (Pdlerrno) · L. 50.000.
Borsa Madonna delle Grazie, prt;ttl(g• C'tJtrm,a Racdrett~
(Pillucnza) - L. 50.000.
Bur-!-Ca Maria SS. Ausiliatrice e S. C. Bosco, 1u,çi1tr1tmn
.,empre, a cura <l, Lud Ro~so ,. V1rl.[inia con luruiglt•
(Cuneo) L. 50.000.
Bora:a Madonna del Santo Rosario e di Pon1pei, n c·urn
del dott. Punizzn (Imperio) • Cresta F. 1000; Canal,s
500, L. O. Prmi 1\\lnri3 2000; Casalon<: T 1000; Bot•
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,.,_ffragfo dtlla mn11mut Bru<tiu i\\lari11, a curn tli C. lo-
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l>IHfTTORE. Hl?.S.PONS..\\BlL.E: SAC. OOT'f', PU!17t0 ZERDt~O, \\'l.'t \\tARIA AU.SIL.IA1'RfCL:., 32. TORISO (712} • OFt-'lt!tSE CltU'JOlli! SH.I

4.9 Page 39

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4.10 Page 40

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PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI SAN GIOVANNI 8OSCO
Direzione: via Maria Ausiliatrice, 32 -Torino -Telefono 48-41-17
Al l del mese: per i Cooperalori e le Cooperalrici Salesiane
Al 15 del mese: per i Dirigenti della Pia Unione
Si invia gratuitamente. Spedizione In abbonamento postale. Gruppo
*
Facciamo noto ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperalrici
che le Opere Salesiane hanno il C. C. Postale con il numero 2-1355 (Torino)
sotto la denominazione: Direzione Genera/e Opere di Don Bosco - Torino 712
Ognuno pu6 val.,rsene con rbparmio di speoa, nell'Inviare le proprie offerte,
ricorrendo all'ufficio postale locale per il modu o relaHvo
*IMPORTANTE Per correzioni d'indirizzo si prega d'inviare anche l'Indirizzo vecchio.
SI ringraziano ISlg. Agenti postali che respingono, con le notificazioni d'uso, I Bollettlni non recapitati.