Bollettino_Salesiano_195307


Bollettino_Salesiano_195307

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(J/fervo cl/.Dio
iJo~J\\.uo
,~ Jucce.uore di
.fan. (jiovanniBoJco

1.2 Page 2

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A. LXXVU N. 7
t• APRILE 19SJ
Bollettino Salesiano
~~ <Qo.,nu,iieaff.Si al11tl!.1to. a q)aS4Ua''
QUALCHE ANl.:DDOTO RIVELATORE DELLO ZELO DI DON BOSCO
1° . l•'ate Pasqua!
~ noto che S. Giovanni Bosco. senza rispetti
umani, con franchezza e disinvoltura tutta sua,
soleva entrare nei caffè, nei bar. nei negozi, e con
lepideue e arguzie attirarsi gli animi dei g1ovan1
camerieri, che ben presto gli s1 affezionavano e
diventavano assidui all'Oratorio festivo.
Don Bosco però non s, accontentava dr far
buona pesca tra i camerieri; Il suo zelo per le anime
lo spingeva a interessarsi anche dei padroni, con
1 quali, In tempo di Pasqua, teneva di frequente un
dialogo dr questo genere:
- Ebbene, signor padrone, quando facciamo
Pasqua?
- Siamo cristiani, reverendo, e il nostro dovere
lo conosciamo benissimo, ma veda bene, i con-
tinui aff;m... non si ha m ica il tempo a disposi-
zione... Basta, vedremo quando trovare il momento.
- E i suoi figli, Pasqua, l'hanno già fatta 7
- I miei figli voglio che si regolino _bene:
hanno da fare con me, se mancano a questo dovere
Dunque lr manderà?
- Certamente E quando lei sarà comodo 1
- Tutte le mattine, ma per essere più sicuro d1
trovarmi, li mandi sabato sera.
- Sarà fatto.
Per lo più s1 persuadevano anch'essi a non dif-
ferire 11 compimento del precello, e compa11vano
a confessarsi con I loro rìglruoli
*
12 aprile 1874. Don Bosco è a Roma per l'appro-
vaz.mne definitiva della Società Salesiana.
Al c.ao:Mtenografo della Camera dei Deputali
domanda a bruciapelo:
- P1soua l'ha già fatt 1 I
- Non so come fare; ~ono scrittore d1 g1orndl1
liberali e non m1 diurno 1·assoluz1one
E il Santo s'intrattiene a parlare confidenzial-
mente con lui per illuminarlo sui passi che avrebbe
dovuto compiere per riaccos.tarsi ai Sacramenti e
adempiere il precetto pasquale.
Un giorno del 1856 Don Bosco passava in corso
Regina Margherita e, camminando immerso nei
Suoi pcns1er1, non si avvedeva d1 essere troppo
vicino a un grosso cavallo che trascinava un carro.
11 conducente lo avverti d1 guardarsi da qL1ella
bestia, solita a non far compl1menll a nessuno.
L'ho sempre detto - rispose con grazia
Don Bosco - che bisogna guardarsi da chi non
va a far Pasqua!
Il carrettiere lo guardò con un sorriso malizio,o,
dando a conoscere d1 aver ben capi to a chi rosse
1nd1riualo quel friuo
A Parigi nel 1883 Un elegantissimo signore si
presentò a Don Bosco per domandargli un consi -
glio . Ma il Santo gli troncò la parola In bocca
dicendogli a bruciapelo; - Vada a far Pasqua. -
L'altro. che toccava già le soglie della vecchiaia.
alquanto sconcertato da simile interruzione. voleva
finire d1 e~pr1mere 11 suo pensiero. Ma Don Bosco
con voce dolce e insinuante gli ripetè V1da il
far Pasqua. -Quegli rifece il lr.ntativo d1 continuare
il discorso, e Don Bosco da capo, ma con ,cc :nlo
imperioso e tenero a un tempo: - Vada. vada a
far Pasqua. - L'interlocutore un po· prccato, mo-
strava dt assumere un contetno freddamente cor-
tese, ostinandosi a dire lutto quel lo che voleva,
senza che Don Bosco cessasse d1 r icantargli il suo
ritornello, acc:ompagnandolo però con uno s<;?1nrdo
e con un sorriso tali, ch!! finalmente la mag1c,1
oarola penetrò in quel cuore. D1 botto, corn--iosso
- 12 1

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nno alle lacrime, dichiarò di scorgere nel monito
d1Don Bosco un tratto della Provvidenza, che veniva
a riannodare una lunga catena di grazie interrotta
da molti e molti anni. Senza indugio, il giorno
dopo si accostò con tutta la sua fam1glta ai santi
Sacramenti.
- V i1wt e in coel'et1: t1 con la P,i sq,m
fntta !
è il padre dei fedeli cristiani che sono in tutto il
mondo.
Jo Accostatevi spesso al sacramento della Pe-
nitenza. Non lasciate passare un mese senza con-
fessarvi ed anche comunicarvi secondo l'avviso
del confessore.
Dopo la Comunione fermatevi più che potete
per ringraziare il Signore e chiedetegli la grazia
di non morire 'n per:calo mortale.
Nel marzo del 1850 Don Bosco aveva organiz-
zato la Pasqua nei tre suoi Oratori di Porta Nuova,
Vanchiglia e Valdocco. Quasi due mila giovani
popolani, bene istruiti nel catechismo, dopo tre
giorni di prediche e una buona confessione, si
accostavano alla Mensa Eucaristica per compiere il
dovere pasquille,
Don Bosco aveva fatto stampare seimila biglietti,
nei quali si leggeva:
TRE RlCOROI PER CONST'RVARE IL rnurro
nr1,LA CoMUNJONll PAsQUAU
Santificate il giorno festivo, non mancando
mai di sentire divotamente la santa Messa e di
ascoltare la parola d, Dio, cioè le prediche, le
istruzioni e I catechismi.
Fuggite come la peste i cattivi compagni;
cioè state lontani da tutti quei giovani che bestem-
miano oppure nominano il santo Nome di D10
invano. fanno o parlano di co~e disoneste. Fug-
gite pure quelli che parlano male della nostra
santa Cattolica Religione, criticando i sacri mi-
nistri e soprattutto il Romano Pontefice, Vicario
di Gesù Cristo. Siccome è un cattivo figlio quello
che censura la condotta d, suo padre, cosl è un
cattivo cri t1ano colui che censura il Papa. che
Un Dio solo: se mi é nemico, chi mi salverà?
Un'anima solo, se la perdo, di me che sori,?
Un solo peccato mortale merita l'inferno: che
sarebbe di me se morissi in tale stato?
A,colca. co,o r,~I o, 1I detto 11110
Ft11!ace t il moncfo, il ~-ero c11111co è Dio •·
*
San Giovanni Bosco ripete ogg, a tutti i suoi
Cooperatori: - Non lasciate di adempiere il pre-
cetto pasquale, se volete che ,I Signore non lasci
di benedire voi e le vostre famig lie; adempitelo
con le dovute di ,po•.ìzioni, in modo che operi in
voi un rinnovamento di vita cristiana; ~ se avete
figli e dipendenti. fate fronte alle vostre respon-
sabilità interessandovi perchè anch'essi facciano
Pasqua,
Quest'anno la voce del Padre sembra giungere
a tutti più accorata attraverso la strenna del suo
V Successore che c inv;ta a coltivare la fede e
/'amore a Gesù nella SS. Eucaristia, offrendo ai
più generosi un programma massimo di vita eu-
caristica e ricordando a tutti il programma minimo
indispensab le l)(;r ogni cattolico che non voglia
rendersi indegno dì tal nome: la santa Comu-
nione. pasquale.
Sole nne iniz io del
23 ap_ttile MESE DI MARIA SS. AUSILIATRICE
Sacrì ora t ori: ore 6,30: Sac. Doti. ANTONIO SURACI.
» 17: P. FEDELE PROVERA, O. F . M.
» :zo,30: Can. Prof. ANGELO RIVETrl.
Le feste giubilari dell'Incoronazione della miracolosa effigie di Maria Ausilia1rice che si svol-
geranno dal 17 a l 24 maggio serviranno a rendere più solenne il mese in suo onore e a mol-
tiplicare i pellegrinaggi a Valdocco.
Nel prossimo numero pu bblicherem_o il program.ma delle celebrazioni, ma fin d'ora invitiamo quanti
.,j compiacciono di far parte della Famiglia di Don Bosco a onorare I.a nostra Ausiliatrice compiendo
ogni giorno qualche speciale pratica in suo onore e preparandosi a pellegrinaro al suo Santuario.
Tutti a Valdocco per il Giubileo dell'Incoronazione di Maria Ausiliatrice I
~ 122

1.4 Page 4

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Uno dei primi e più insigni Cooperatori di Don Bosco dichiarato Venerabile
Il Teologo FEDERICO ALBERT, Vicario di Lanzo
Il 16 gennaio il Sunto Padre proclam.iva la
eroicità delle virtù del Servo di Dio Federico
Alhcrl, \\'11:ano di Lanw Torinese.
n Tcologo \\lbert nacque a Torino il 16 uuobre
1820, dal Ca\\·. Luigi, Generale di ~tato ,\\lag-
giorc. Ra~giunti 1 15 anni di età, il padre cominciò
le pratiche per far ammettere il suo primogenito
all'.\\cc·,1ùcmia iiilitare di Torino, ma Federico
gli comunicl, che 3\\'t'.VU deciso di farsi sacerdote.
L'uom<> d'armi, sorprc:,<l ma mm dh1gustato,
non oppo:;e ùifficoltà. Conseguita la laurea in
Teol()jtia prt:S!\\O la R. Unh ersità, Federico Albtn,
il 10 giugno I S-4-3, veniva ordinato Sacerdote.
Kel 18,t-7 11 Re Carlo ,\\lheno lo nommava Cap-
pellano di Corte. La santità della vita e la sua
franchezzu apostolica gli procurarono ben presto
la stmu e l'atfcno del Re e delle piissime ReJ!me
i\\laria Teresa e i.\\lana Adelaide, che lo vollero
loro confc..'\\S<Jre.
L'ufficio di Cappellano Reale non ,·saurim
però lo zelo dt>l santo Sacerdote, il quale trnvava
modo di esercitare molte altre attività di aposto-
lato.
L'atto di nascita degli Esercizi Spirituali
in casa di Don Bosco.
Proprio in quell'anno Don Bosco m,1turuva
l'attuazione dì un'iniziati\\'a allora nuova in It.ilia:
un corso di esercizi spirituali per operai.
Le d11lìcoltà da superare erano grJ\\Ì, tanto
più che il Santo, per remlerli più fruttuo;.i, pt"ll-
sa, a di farli chiusi. La misera cas.:tta Pinar.!1
ospitava solo quattro o cinque ragazzi m1cmi,
gli altri cntn(, esterni; mancavano le camere
do\\·e ritmirli; non c'eran<> le stoviglie per i pasti;
i padroni non davano facilmente il pcm,cs,o ai
loro dipenJcnt1; non c'era chi li assistes~c... Ep-
e pure Don Bosco, penma:.o che l'ottimo 11em1co
del be11t e rnnlìdando nella Provvidenza, non
rnlle rin,ondarli. E la Prnvv1dcn:r.a dimostri> il
suo gr.ttlimento mandan<l•>ttli un predicatore di
eccezion.:.
Ecco come il Santo racconta il suo incontro
col \\'cncrahile _\\lb.:rt:
U110 domrnica del r8.1-7, rssmd() io 11r/l'Ora-
torio, ,·idi t·r11irmi inco11tro 1111 giova11e sacerdote,
il q1u1/,. dupo i Ja/1111 di rnm•mitm::a, si ferr Il dirmi:
- Swtu c/11· I'. S. lw bisngno di qrwlcl,e prete
che lo 11i1111 nel fare il CatrcltiYJW e 11tll'i11diri::-
zarc qui•sti raga:::;::i al bl'nr. Se crede che lo sw
capt1rr a qualche cost1, mi presto /,e,, tl(}le11tierz.
F/1<1 si d,ùmm?
- 'l"t-ologo A/hert.
- /111 già predicato?
- Q110/cl,e 'i/Olio, rfrpose cori grande umi/ttÌ;
ma se ,; il ras1J, mi prepam. E se no11 sarà il raso
di predicare, Ella m1rà b1sog110 di clii lo aiuti a
far rntecl1ù-mi, a scrltJere, a copiare.
- Ila gùì dettalo q11a/cl,e volta eserci::i spiri-
lllali?
- Von ancnra, ma se, m1 da un poco dr tnnpo,
io m, melterei attomo a preparanni I' pr<nJi·rei.
- Bl'lle: veda, io Ilo ,mri giova11i: 11/c1111i che
sta1u10 gitì qui co11 me e 11/tri v•errehbl'ro di f1tori,
e mi p,m· cl,e andrebbe tanto ber~ tt fart"Ssern gli
eserci:;i spiritual,. Si prepari pel tal tempo e poi
'i:edrem,,.
F1mmo quelli i prim, CSt'rci.::i spiritual, d,e
simui d11ti 1tell'Oratorio. Comi11ciaro110 la domwica
sera e lf'rmiuaro,10 il sabato a sera. CilJ r/11scì
assai be,,!'. l\\lolti, i11torno a cui f'1'asì lai'Ora/11
l,mgo tempo Ì1U1Lilmt11tf', s, diedero daf.'Wro ad 1111a
vita virtuosa. Parecchi si fecf'1'o religi<>si; altri
rnnasrro nel seculo, ma divnmuo mochlli ,,ella
freq11en::a agli Oratori.
Amico, benefattore, difensore di
Don Bosco.
Da l!Ucl giorno il \\'ener.ihile Alhcrt di\\'••nne
affczionatis:iimo cooperatore d1 Don Bosço e tak-
si dimostrò fino alla morte.
Eletto Vicario di Lanzo Torinese, vaghcgg1i1
subito l'idea di avere i Salesiani a prcntlt•rsi
cura della gioventù. A questo fine !li recò a
Yaldocco e con le sue \\'ivc e accorate istanze
riusci a strappare a Don Bosco la promc&1a che
li auehbc mandali, e tostn t'Olllinciù col \\I 11-
nicipìn di Lanzo trattative che, dopo lunghe
di!lcus;iioni, resero pnss1hile una convcnzionL"
che il '-,anto accettò. ,\\l.t lo zelante \\ icario Albcn
quante difficoltà materiali e pecuniarie <lo,·ettl'
super.tre per raegiun~crc il suo santo fine! E
quando giunsero a Lanzo I pnmi Salesiani, non
t.-sscndov1 ancora in casa I letti sufficienti, il huo:-i
Vicario o~pitò in casa sua quanti potè, felice di
a,·crc i figli di Don Bosco nella parrocchia.
li biografo del Santo, parlando degli ulteriori
sviluppi del Collegio di Lanzo, affcnna che il
,.,, 123

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Vicnrio Albcrt in varii mmli />ntmteme,lle cooperi>
all'impn.-sa t.
i'ìÌI tardi, nd 1874, il \\\\·n. Albcrt ebbe occa-
~1<H1c di dimo!'strare la bcne,oknza e ,·em.razione
che mnm•a per il santo Amico difendendolo in
forma rispettosa, ma decisa, chiara e limpida
dalle accuse che erano state prt--scntatc ali':\\rci-
vt-scovo di Torino a cam.:o di Don Bo~co. Le
M1morie BioKrt{fid1t (Yol. ;\\, pngJt.83'>-4-1) ripor-
tano ,I carteggio ddl'Arcl\\cscovo col \\'icario di
Lanzo. In esso l'umile. ma cli_gnitosa e nohilc
dell'Ospizio dcll'Tmmacolata, fondato dall' \\ lhcrt.
Una notte certi mdividu1 sconosciuti nrppt:ro
.ùcuni spigoli ddle finestre del Collegio e im-
hrattarono di fango il muro che guarda la piazza
parrocchiale. Don Lemoyne, Direttore della casa,
si affrettava a informare Don Bosco in questi
lt'nnmi:
li sig11or l'icario è addolr>rotissimo sm pa la
1wmi,w a I'l'scm•o, sia per l'odiosità chf certi mo-
l~l!lli gl'll01w sopra di noi. T.'mmo srorso costoro
diu,,,mw che il Vicario 111111 sarebbe mai I'/'Scovo,
parlu D011 B<>sm llt.'eua intaNse di tmrrlo a
La11::o, ora dicon" l'opposto, m11 è sempre lo s/tsst)
11101•111te che uiog/ir arte /111g11r.
~ li f'icario protesta con 111/ti PPT certi' t!iceril'.
l'ianse e pianse molto, e disst' rrm me che il dolore
di nure fatto 1'rscm:o, e ndtrd co11 qutstr,
11rr11Jati dal parn, lo opprimt. Snggù111s1 - Io
m110 Dm, Bmro r fflrÒ semprr t1!lt1 Socittà di San
Fr1mcesco di S"lrs tutto il bme che potrb. Do11
Boscri mi a11w, ru so111J simro. Esso mi co11osre l'd
w ro11osco lui, ,, u fosse vero che Don Bosco m,
lm prop1Jsfo al Papa per r·esNl'l'IJ, e ium fosst• anche
iuo, piuttosto che lt,sci"r Lmizo con questo so.rpetto
fra lu gwte, mi è più caro morire all'istallft. - E
mi dicn.•t1 pia11ge11clo.
o lii tulle le rl1in,, orat11ri e cappelle d1 La11::r,
<1 .fmmo tndui con la be11edizio11e del SS. pPrd1è
il I'icario non parta. Lu dt•solazione dl'l paese è
l'.llrrma. Anche 11oi in Collegio partecipiumo a simile
dolore, perd1t1 prrderem,110 ,/ 11ostro più t·ulit!,,
appng_,:io 9.
Don Bosco tr:icciava la risposta con quattro
parnk: 11 Nie111e ti turbi. Dio 1\\ ron noi. />1Jzip11::a.
J>rtthit-m o.
Il V.-ncrubile Fc,d.,r,co Alberi, \\ 'lcauo di Lanzo J'orlncse.
fìcn.11..1 delle ùil'hi,muioni rivela la profondis-
sim.i ;;tim,1 del \\\\•ncrabilc 1\\lhcrt per San G10-
,·;m01 Uo~co, e l.1 sua as.<;()luta connnzionc che
nd Santo non , 1 fosse omhr.1 d, colpcnilczza
o and1e solo d'intenzione meno retta.
Piange perchè eletto Vescovo.
Nel febbraio dello stesso anno 11 Vicario ,\\lhcrt
ricc.;vcva la comunu:aziom: che 1I Papa l':nl'va
eletto Vescovo di Pinerolo. L'umile limno di
011> diede la notizia a1 suoi parrocchi,mi dal
pulpito, pian~cnùo L in\\'Itanùo tutti a pregare il
Signore che lo fotessc monrc, pnma d1 permct-
tc.;rc che la milrn ornasse la su:, fronte. A 4ud-
l'annun:tio fu un rnrdoglio g<.-ncralc e si sparse
anche la voce menzognera cht tra stato Don Bosco
a i;pingcre quellJ promozwnc per unpo!:iSCbSarsi
1>ifatri il S. Paùre accetti> la rinuncia, e in
parrocchia si c:mtò solcnncmcnce il Te Deum
i11 ringraziamento.
Tragica, ma santa morte.
L'affeuo che il Tcol. Alhert aveva nutrito per
Don Bosco gh procuri, la ~ra1.i.1 di avere il santo
Am1rn accanto ;11 suo letto d1 mortt:.
Il mattino ùd 27 sellcmhrc 1876 il Parroco
intraprendente, nrti'-ta e s:into, mt:ntrc finiva di
dare le ultime pl'nnellate ad una pittura sulla
\\olta di una chicsina eretta per uso della sua
n1lonia agricola c dell'oratorio festivo, s1:ivola-
togli un pied\\:, cadde dall'.1\\tczza di t.:irca S\\:lh:
metri, battè la tcsrn su mun:h, di grosse pictr.:
e rimase là tramt1rtito. Quel mattino egli a,cva
tcm1inato dieci giorni di digiuno e tuuo .illcgro
LOnltdava a Uon Lcmoync che a:,p~ll.l\\ a uruJ
grande grazia.
124 -

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Primo pensiero di chi lo vi<lc cadere fu di cor-
rere al collegio a chiamare Don Bosco, che si
trovava a La117,0 per un corso <li esercizi spirituali.
E poichè il Santo stava predicando, volarono
sul po~to Don Rua e Don Lcmoyne. La ferita
purtroppo era mortale. I medici gli appresta-
rono le più sollecite cure, ma la scienza nulla
ormai poteva fare. Visse ancora due giorni senza
dire parola, senza fan: il minimo movimento,
senza dar segno di conoscere i molti che accorre-
vano a visitarlo. Ma quando gli si avvicinò Don
Bosco, tutti gli astanti notarono che mentre il
Santo gli parlava, l'infermo ratteneva il rantolo,
mandando poi un sospiro prolungato appena
Don Bosco taceva; e che, avendogli Don Bosco
presa la mano, parve fare uno sforzo per strin-
gergliela, ma senza riuscirvi. Era l'eslremo saluto
che dava al santo Amico sulle soglie dell'eter-
nità.
Fu un accorrere di sacerdoti e <li fedeli che al
vederlo in quello stato, si scioglie,·ano in .lacrime.
Molti , isitarono Don llosco nel collegio e, l'uno
all'insaputa dell'altro, lo pregavano che ottenesse
un mirm.:olo: <• Lo raccomandi alla sua Ma-
donna. Re Ella prega, si riavrà>►• Don Bosco,
che sentiva più di tutti la perdita imminente,
rispondeya: <• Se si può dar caso in cui ci sia
bisogno che la Madonna faccia un miracolo, è
proprio questo. Ma che farci! Conviene essere
rassegnati alla volontà del Signore•>. E non pro-
ferì mai parola di speranza con alcuno.
Ai suoi figli, nell'intimità della famiglia, parlò
cosi: - Se vi è uno che ne senta la perdita, sono
io, perchè nessuno sperimentò la sua carità al
par di me. Non vi era una cosa che egli potesse
fare per noi e che non facesse subito e volentieri.
Noi, quando ci trovavamu in imbrogli qui in
Lanzo, ricorn:vamo sempre a lui. Accadde più
volte che ci mancasse il predicatore alla vigilia
degli esercizi; ed egli, invitato, predicava di buon
grndu e con grande zelo. Ci aiutava anche pe-
cuniariamente, prima che cominciasse il suo
ospizio. Anch'io da parte mia non ricordo che il
Vicario desiderasse qualche cosa da noi e non
la ottenesse. L'aver noi accettato il collegio cli
Lanzo è in gran parte merito suo. Adesso spe-
cialmente tutto il suo studio era rivolto all'Ora-
torio festivo, cosa che anche noi desideravamo
tanto; anzi era già designato chi Jci nostri preti
sarebbe andato a dirigerlo, a predicare, a fare
il catechismo; ed ecco che proprio mentre finisce
<li dipingere la volta della desiderata cappdla,
il Signore giudica arrivato il momento <li dargli
la corona. Per Lanzo e per noi è certam<.:ntc
una perdita molto dolorosa.
Spirò all'alba del 30. Aveva cinquanta~i anni.
Con la sua robustezza avrebbe potuto raggiungere
la più tarda età. Sacerdote aristocratico cl.i natali
e di pensiero, condusse una vita intessuta di
mortificazione, di zelo e di lavoro, brillando in
ogni cosa per prudenza, carità e vigilanza. Crei,
un ospizio per fanciulle povere e fondò l'Isti-
tuto delle Suore di Maria Immacolata, <lette
Albertine, perchè ne avessero cura. Abhclll la
chiesa parrocchiale. Nell'archidiocesi torinese pri-
meggiò fra i più ragguardevoli predicatori. San
Giovanni Bosco volle rendergli un ultimo tributo
di riconoscenza facendo anticipare la venuta dei
sacerdoti e dei chierici che dovevano recarsi a
Lanzo per il terzo turno di esercizi spirituali,
affìnchè potessero prendere parte all'accompa-
gnamento funebre.
La famiglia salesiana sente ancor oggi viva ri-
conoscenza verso il santo Vicario di Lanzo, e
appunto per questo grande e la nostra gioia nel
salutarlo Ve11eral,ile e <li cuore ci uniamo alle
preghiere delle sue Figlie e .dei suoi ammiratori
per ottenere che presto il Cielo, al Decreto dcl-
i'eroicità delle virtù, apponga l'altro indispensa-
bile sigillo, quello <lei miracoli, con cui si spia-
nerà la via degli altari a questo grande Servo
di Dio, Cooperatore salesiano della prima ora.
Cuori in pregh iera
R1cord1amo ai nostri Cooperatori che nel
mese di APRILE - in base alla bella inizia-
tiva del l'ultimo Capitolo Generale - la Fa-
miglia Salesiana è invitata a raccog liersi in
fraterna solidarietà di preghiera per i Sale-
siani, le Figlie d1 Maria Ausiliatrice, 1 Coo-
peratori, gli Allievi ed Ex allievi delle se-
gueo ti lspettorie:
5 - 11 aprile - SLOVACCA
12 - I8
FRANCESE - NORD
19 - 25
- FRANCESE - SUD
26 aprile - 2 maggio - GERMANICA
3 - 9 ma.ggio - INGLESE
- 125

1.7 Page 7

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J\\JE.L .:n° A'JNUALE. DELLA SANfA MORTE DLL SUCCESSORE. DI DON BOSCO
Don Rua ristabilisce l'armonia
fra un grande industriale e 1 suoi operai
L'attività del Servo di Dio Don Michele Rua,
non si limttava all'ambito, per quanto vasto, dd-
l'Opera Saksmna, ma, sotto !!l'impulsi della sua
cantà, si e.tendeva anche fuori, dovunque fosse
possibile recare aiuto al pros.-.irno. Gli operai di
Torino lo sapcYano e molti disoccupati ricorre-
vano a lui pcrchè con la sua alta influenza li
mettesse in grnùo di guad.ignarsi il pane.
L'industriale Anselmo Poma, che a\\'c\\:,1 UIU
grande manifattura tessile.: alla periferia di \\'al-
docco, solna dtn: che se .1n·sse do\\'uto arccuarc
tutti i raccom.indati di Don Rua, gli sarebbe
stato neccgsario impiantare un'altra fabbrica, e
non sarebhc bastata. Ed t.'rano oltre 1,;oo gli
operai e le opcr.ùc che lavoravano nel !Ìun sta-
hilimcnto.
Fu appunto presso la manifattura Poma che
Don Rua ebbe occasione d'intervenire per appia-
nare una gros~a vertenza sorta nd 1906.
Nonostante i moniti di Leone XIII, la legisla-
zione sociale non si era ancora svincolata dalla
tradizione, che legava il la\\·oro alle dure esigenze
del capita1t:, sicchè la giornata larnrativa aveva
la durata di undici ore e mezza. Per ottenere la
riduzione a dicci, il maggio si erano indetti
comizi e scioperi parziali. Solo nello stahilimento
Poma vi era stata tranquillità 3$$0luta.. Xci giorni
seguenti lo sciopero andò estendendosi finchè,
l'!! maggio, di\\'enne generale: stabilimenti chiusi,
ban;cate, violcn1,e contro la forza pubblica, tu-
multi, non pochi feriti. G li industriali furono
co.;treni ad accogliere la domanda degli operai
e a ridurre l'orario a dieci ore, senza che tale
riduzione producesse diminuzione nelle mercedi.
Allora tornò la calma e la mattina del 10 s1 riprese
il lavoro.
Anche l'industriale Poma SI piegò a ridurre
le ore, ma in un primo tempo ridusse anche pro-
porzionalmente le paghe. B vero che gli operai
erano stati awisati che a suo tempo si sarebbe
compiuto il lavoro minuto necessario per l'esalta
compi.lazione delle nuove tariffe, ma essi la sera
del 22 maggio, un quarto d'ora prima della fine
del lavoro, fermarono tutti i telai in St.-gno di
protesta.
Il padrone li fa nuovamente avvisare per
m..:zzo degli assistenti e chiede in pari tempo se
intendono continuare il lavoro. Nessuna rispost.1:
tutti, in massa, abbandonano la fabbrica.
li giorno dopo, alla porta dello stabilimento
viene affisso un manif<:!ltO, nel quale RI ripete che
la Ditta intende rispettare i patti riguardanti
l'orario di 10 ore e le tariffo recentemente con-
venute con l'inten•ento delle Autorità e di altrn
ditte, fidente eh<: la massa lavoratrice mantt:rr~
la promessa di tranquillità e attività nel lavoro,
e cht: senz'altro si riaprono le iscrizioni di nuo\\'Ì
e antichi operai.
N1.-s~un risultato, L() sciopcrn prosegue e di-
venta più impressionante. Le vie che conducono
allo stabilimento h,mno ormai l'aspcno di uno
stato <l'assedio.
Che fare? ~on c'era altra via che cedere suhitn.
:\\la il Poma, pur essendo un galantuomo, teneva
molto alla propria autorità e rifiulava di cedere
alla forta. Don Rua, che aveva con lui rapporti
di amicizia, cercava di dissuaderlo dall'inigiùirsì,
facendogli rile\\'arc la rag10nevolc-tz.a delle impa-
zienze degli operai. :\\la egli pens.wa che se fosse
venuto a patto con i ùipenùcnti, ne avrebl,e
sofferto il suo pre.,;tigìo. Allora Don Rua gli pm-
posc una soluzione che sembrava l'unica atta
a tutelare il decoro personale del datore di lavoro,
mantenendo in pari tempo la pace dei lavoratori:
ritirarsi qualche giorno per molivi cstrant:i, ri-
mettendo ad altri l'amministrazione della ditta.
Gliela insinuava bdlamente con questa lettera del
29 maggio: • Ot1ù1w sig11or Pomu, molto nu sta
a cuore I'ajfurt che attuo/111t11tt· preoccupa la
S. ~ . 011.ma, e sempre mi i11for1111J come vaww le
cose. Smto che il malumore 11ella sua ,nassa opernia
co11tirma. Gùn:edl scorso, come ebbi " dirle. mi
acconi che lu sua salrtte 11e soffre. lbbit1 pazie11za:
s1 alllJnta,u per alnmi giumi; v,ulc, f11Qri Tori11u.
I.A S. l ·. /111 figli mtelliger1tissimi etl affe:::io11alissu11i,
che lu rt1ppresentera1um bmiuimo; du, loro le istru-
zio11i che crecler,ì opportune: essi la terran110 i11-
for111ata di q11anw occorrerd. bilmilo ella ~i lvlg"
da questa baraonda. Gradisca I mie, rispetti, e
m,:11/re J<1/ Sign11re le imploro pace t lranqui/litti,
mi rreda suo aff.11w e obb/.m,, stri>o e amico
Sac. M1cl!ELE RuA ~.
126 -

1.8 Page 8

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Il Poma. per allora, non si piegò. Dir.imò in-
n:ce un appello agli scioperanti, che venne stam-
pato e <lifTu110 in gran numero di copie, nel quale
si assicuravano gli operai eh-.: la sistemazione <lelle
tariffe si sarebbe es~uita dopo certe operm:ioni
ammini!;tr.,tivc, che richiede,·ano tempo. .ì\\fa gli
operai da quell'orecchio non vollero sentire, anche
perchè nella massa si erano infiltrati elementi
son·ertitori che soffia\\'ano nel fuoco volendo bat-
tere in piena breccia uno stabilimento modello
alla dipendenza di un ottimo cristiano, dove
fioriva anche un'associazione religiosa che non
mancava d'inter,enire alla processione della Con-
wlata. 8palleggiava gli scioperanti la Camera dd
La\\"Oro, che moltiplicava i comizi e indiceva dei
referem/11111 tra gli scioperanti per sapere se vole-
vano che la vertenza continuasse o finisse. Cosl
1'8 giugno su 996 votanti, 963 domandavano la
continuazione della rivolta, e 33 appena l':tcCO-
modamento e la soluzione. 11 ref"end11m si rin-
novava il 19 e vi prende"ano parte 954 sciope-
ranti, <lei quali 46 davano voto per l'accomoda-
mento, 908 dichiaravano di \\'Oler continuare lo
sciopero..\\nzi fu posto un vero assedio allo sta-
bilimento per ricacciare indietro a colpi di sassi
c.oloro che, venendo a più miti consiglL, sarebbero
stati disposti a riprendere il lavoro.
Le co:;e erano giunte al punto che c'era peri-
colo prossimo di uno sciopero generale in città.
Gli stessi capi dei socialisti n'erano impensieriti
e fecero sapere alla Ditta che erano disposti a
intimare a tutti la ripresa del lavoro, anche senza
\\·enire a nessuna intesa, a patto però che si desse
la persuasione aJ?li sciopcr.i.nti che l'accordo era
stato ottenuto dalla Camera dd Lavoro.
:\\la l'accordo ern ormJi ottenuto dal Rettor
:\\Iagg1ore <lei Salesiani, il quale con le sue cari-
tate,·oli 1.~ortazioni, rinnovate in frequenti col-
loqui col signor Poma, era riuscito a piegarlo a
spirito di maggior comprensione. Difatti il r6
luglio Don Rua inviava al Direttore del illo-
menlo una kttcra del signor Poma, accomp,1-
gnandol.i con queste p.1role, che si leg~cvano
iMieme itlla lettera sul quotidiano torinc:;e il
giorno dopo: • Vell'i11tmto di ritomare /ti calma
11,gli animi si lungamente esasperati e far ressare
imo stato cii cose t,mto dt11111oso alla classe tJfleraia,
mi ri'l.•olsi al signor A11sel1110 Poma, perche i•olesse
mam/estart' le sue iul~tzwiii riguardo a/11• sue
operaie. .\\e tbhi la risposta che qw· le com,mico.
Fidente di J>t>lere con la pubblicazione del/J, m,·de-
sima facilitare lo scioglt1111•11t" da t11tti desidemlo
di q11este do/nrose vertmze, /t1 prego di darle posto
nel s1w pre::ioso giomale. Siruro che la S. l '. co11-
dh-iderà mrro questo uma11it<lrio smtime11/o, mi
pregio prufessanr1i, ecc.•· ~dia sua lettera il Poma
<licbiarava che s1 facevano le conces.sioni a piena
soddisfazione degli oper.ii che allora l:'fforavano
e che le stesse erano estensibili a quanti altri si
potessero riprendere, senza pregiudizio di coloro
che avevano partecipato attivamente allu lotta. E
il giorno dopo, con allra lettera dello stesso in-
dustriale, Don Rua comunicava al giornale <li
aver ottenuto che la Ditta riammettesse al la-
voro tutti i suoi operai.
Così il 19 luglio, per muito di Don Rua, An-
selmo Poma assisteva alla sfilata di oltre 900
opernie che, dopo quasi due mesi, riLornavano
ad anim1rc lo stabilimento; e il 21 tutti i tdai
erano in moto, poichè tutte le operaie erano rien-
trate, tranne alcune che si erano già impegnate
presso altri opifici.
- r·i11oria dei preti! si andava ripetendo
per le vie - vittoria dei preti!
In realtà fu una vittoria della carità di Don
Rua, che prese intima pJrte alle pene di qudlt:
centinaia di lavoratori e la,•oratrici, coadiuvato
validamente da un altro grJ.nde Servo d1 Dio.
Don Filippo Rinaldi, il 4uale ripetutamente
confermò il vivo interesse che ebbe al santo scopo
Don Rua, cui evidentemente non er.i mancato
l'aiuto del Cielo, invocato quotidianamente con
la preghiera.
Il Momento, nel dare queste notizie, scriveva:
E 11oi che abbiam!J sempre difeso la causa della
libertà e della giustizia, combattendo a fliso apert1J
tutti i tmlatifJi di sopraffazione, 11011 abbiamo
che a compiacerci d1 ,ma so/u::ione clu ristab,l,sce
l'armonia tra un grande 111d11slria/e e i s1111i operai,
e comarr11 ad 1111 tempn il triortfo de/l'opem palt•nw
di quel vrnera11do sarer1lr1te ch'e D011 Uua e la
sconfilln della Camera del Lm,oro e dei st1oi piu
viole1111 rappresent,mti •·
Naturalmente per Dnn Rua non esistevano
vinti nè vincitori; ma la sola v1ltori.t della
caritli di Gesù Cristo, che abbraccia tulli m un
unico amplC!lSo.
Quali parole sarannt1 venute ai contendenti da
quel gr.in cuore? :--;on I•> sappiamo, m.i sappiamo
che hl hontà vera, quel!J la cui essenza più pura
e il pieno sacrificio <li sè al bene altrui, ne :.a
trovare éli tali a cui cedono subito il cuon.: e la
ragione. E per la bontà di 0011 Rua torni') la pace,
il benessere in migliaia <li famiglie; tornò la
concorJia negli animi esaiperati: la mano si-
gnorile e la mmo calh1a s·incontrarono e si
strin~ro lealmente.
E quando la salma benedetta del vecchio prece
pacificatore passò gloriosa nel funebre corteo,
la seguivano, memori e mesti, gli opcmi del
cotonificio Poma, che avevano chiesto di so-
spendere il laYoro per rendere quc:St'ultimo gen-
tile e spontaneo tributo d'amore a Don Rua.
- 127,

1.9 Page 9

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VAL oc
TORINO·VALDOCCO • Solenne In-o dl S. E. Mons. Mlchélio Arduino nella Parroeciùa di Moria Ausiliaarlce.
Il Signor lspcllore Don Tol110 rivolge cordiali parole di benv~nulO al novello Ecc.mo Plllo1ore.
S. E. Mons. Michele Arduino, Parroco di Maria Ausiliatrice
La Parrocchia di Maria Ausiliatrice in que-
st'anno giubilare della Incoronazione della T au-
maturga Immagine ha avuto il privilegio di ricc-
vtrc come Parroco S. E. J\\lons. Michele Arduino,
al quale il Sa.nto Padre !'<Ì i: degnato di concedere
che, pur continuando ad essere \\'cscovo della
m~rtoriata Diocesi di Shiu-chow in Cina, po-
tesse essere Parroco Ji Maria Ausiliatrice per
1ut10 il tempo che dovrà rimanere forzatamente
lontano cL1I suo gregge, dal quale - com'è noto -
lo esiliarono i comunisti il 30 novembre UJ5 r
con decreto di espulsione perpetua.
Domcmca marzo, alle 14,30, un lungo corteo
d1 macclunt, scortato da vigili urbani motoci-
disti, accompagnò Sua Eccellcm-.a alla Basilica
di Maria Ausiliatrice. A elargii il benvenuto si
erano nuniti I parrocchiani sulla piazza attorno al
monumento Ji Don Tlosco. mentre sul sagrnto
erano le ,1ssoùazìoni religiose con bandier..:, i
Superiori del Capitolo, gl'Ispcttori delle l!!pct-
toric Centrale e Subalpina, la Madre Grnernlc
col Consiglio Generalizio delle Figlie cli Maria
Ausiliatrice, i rappresentanti della Pro\\;ncia e
dd Comune, gli Ex allievi, i Dirigenti diocesani
di A. C., il Direttore della Scuola • Dc Amicis»
e ahre Autorità.
Dopo il festoso coro delle campane, le allegre
note della banda • Caglicro $ e 11 prolungato ap-
plauso dei parrocchiani, SI udi la candida voce di
un himbo della Scuola materna di *Marfa Ausi-
liatrice~. che rccitìi una poesia di omaggio. Quindi
I' lspcnore Don To1go lesse iJ telcgramm,1 di
benedizione inviato da S. 8. Pio XfJ e rivolse
un ça\\do saluto al nuovo Ecc.mo P~slorc che,
partito ragaz't',o dalla Ilasilica 29 anni primJ, vi
faceva ritorno inc;ignito della dignità di Vcscovo
e con l'autorità di Parroco. • :-Jclla sua Dincc~i
- concluse Don Toigo - ha las1.1ato i figli in
128 -

1.10 Page 10

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pianto, ma V. E. troverà ttui anime upcrlc al
suo ir,clo, che leniranno le pene dell'esilio•),
Subito dopo '\\fons. Arduino, accompagnato dal
C:mcdliere dell'Archidiocesi can. Battisl e dai
due Ispettori in funzione di testimoni, entri>
nel tempio, salutato dall'll'rce Sacerdos e dal
Ma,:11ifical, eseguiti dalla corale della Basilica,
<.liretta dal M.0 Lasagna. Dopo il canto dcll'Oremus
di Maria Ausiliatrice, seguì la presa di po._'-SCSSO
<lei Tabernacolo, del confessionale, del batti-
stero e del pulpito, donde tenne il suo primo
discorso ai parrocchiani che gremivano il tempio.
Fatto un commovente confronto tra la scena
cldl'uscita dalla sua Diocesi, in mezzo a due
~en<larmi, salutato tlallc tacite lacrime dei suoi
ft.-ddi cinesi, e: la calorosa accoglienza avuta
poco prima, rivolse un sentito ringraziamento
a tutti e in 11articolare al sempre ricordnto e
benemerito predeccSsore, Don Domenico Gal-
lcnca, che per oltre vent'anni si è prodigato con
irclo e sacrificio nel ministero parrocchiale. Espose
quindi il suo pro~ramma, dichi,trandolo già trac-
ciato nelle ispirate parole del Santo Padre :11
parrocchiani di San Saba: << /,a parrocchia ,1 rma
fe1m1:f(tia, i cui membri vivo110 r 11prra,w in fratrrna
co1111111a11::a •· Finchè il Signore mi lascerà tra
rni - disse - lavoreremo m fraterna soltdanetà,
attuando il mollo che ho assunto a programma
quando fui eletto Vescovo: /11 .fide et d111rilal1: ,1.
Terminò clcv,indo un fervido ringraziamento al
Santo Padre e impartendo, per speciale conct.'S-
sione, la benedizione papale con l'indulgenza
plenaria.
Conclu.,;a la cerimonia col Te De11111 e la hened,-
zione eucaristica, segui un breve concerto della
ha nda « Cagliero t e un ricevimento intimo con
i Superiori e le Autorità.
Alla sera si tenne in suo onore una grnndiosa
S<.·rata nel num·o teatro, do\\'c si S\\'Olse il brillante
liriclramma Trillo d'.tlrgento, con musica d1 Don
Alcantara su libretto di Don Uguccioni. Musica,
c,,nli e recita1,ioni furono e,-eguiti dai gio\\'ani
dell'Oratorio con affiatamento e bravura non
rnl}nmi in cori e solisti di tale età.
li giorno dopo, nel rice\\'imento intimo ofkrlo
al nuovo Parrnco ùai confratelli, pari<) il vene-
rando biografo di Don Bosco, Don Ccria:
~ Tre titoli eccezùmali - disse frn l'altro - r(lr-
r11m1111dono I'E. 1'. ali'affethwrn ttt11erazit1111· dei
p11rmcd1ia11i.
•> /'ri11111 titolo: rn1ss10nario, e mi.ssitmario uri
più a11lr11fico e alto s1•11so della poro/a. I.a jìg11ra
del nnsritmario riscun/t• simpati" 1mrht' da parie
di ge11Je poco disposta a illteressar;i dt cose reli-
giose. Il missio11anì,, 111e11tre è ammirato dagli u11i
quale rnmp1011e dell'apostolato rva11gelico, è f?iu-
dicato dagli altri l'mico bn1ef1111ur1> tfrll'u111a11ità.
La Chiesa stessa applica ai Missionari Le bt'llr
parole bibliche " Qua11to sollf> belli i passi di c/11
annr111r::1a la pace, ti, d11 armu,i::ia il bene! ".
Secrmdr> titolo: Vescovo. La co11Sacra:::io11e epi-
scopale eleva il semplirP prete alla pimez::a rh-1
sacerdo::10 e lo Spirito Sa11to river.t(I 111'/ consar:rat11
i c"rirmi destinati a fare di lui uno tfN p11i qualifira/1
dispcnsatorcs ffi)'Slcriorum Dei. Di q111 la t:ene-
razwne dei buoni pt'r il I·escQ'Uo, al qu(llt d1iedm111
i11 gi11ucrhio la bc11edi::1u11e; di qui il fascino r!tr
ispira rivuerzza nei pmfa11i verso 1111'1111/orità spi-
ritual, sI·1Ir::a pari in qunto p1r.Jem 1111mdo.
~ Ta::o titolo: <:t>nft~,mrc della fede. S. Paola,
prit:itmitr() i11 Roma per ,t a11x1•/11, mm tr,n,"""
1/l~(Jlior titolo di presrnfa;:;ione di111w:::i ai fedeli dir
l't.'ssrre egli i,1 cate111• per Gesù Cristo; ()Ile/e l'i11-
tes/1zr::itme di a/cuur sue frllere, cmHiflrt>t1 i11 quert<1
smtplirl' e sublime esprrss,01,e, Egn l',llllus \\"Ìnctus
Chnsti fosu. .E r/ I escoi·n di S/1111-clmo, i-e mm
ehbe i polsi stretti U(I l'llfl'llt' di ferro, 1:/,b,, per q1111f
che /1111/m fa libertà barbarammte co11rlala e subi
per la fede uua vituperosa e,mdw111a da 1111 psrudu-
trilnmole, che Lo sbandi manu militari dalla ma
sem11d11 patria. li l(r<llltlt.' S. Eusebio di J·ncelli
riceve 11fficial111e11te dalla Chiesa l'o1111re Jri 'forflri,
qua11l111u1ue no11 abbia t•ersato il sa11g11e per la fedi•,
ma per fa fede sia morfo i11 esilio. . l11che il Vescovo
di Shi11-d1m.u, esule per Gesù, 111erilt1 l'ùividiabife
sorte ti, essert salutato confessore Je/111 Fetlt ~-
Durante il solenne ingresso <li questo Parroco
di ccceirione, veniva spontaneo pell!mrc ai disegni
mirabili della Provvidenza: un rapprcscnt,mlc
così quahticato della Chit-sa perseguitala, chiamato
a ,i,crc e lavorare accanto a Colei che è l'.l1m-
l,11tm:e della Chiesa! Lieto auspicio per tutti e
in particolare per S. E. Mons. Arduino, al quale
porgiamo, a nome dei Cooperatori e delle Coope-
ratrici sparsi nel mondo, il fervido augurio che
la potente Ausiliatrice del popnlo cristiano stcnd,1
il suo lir.u:cio a llifcs.s <l1 quanti, sotto il giogo
dei nc:111ic1 di Dio, sollmnn, comhattono e spe-
rano.
" Beali voi, quando vi malediranno e vi perseguiteranno, e,
MENTENDO, diranno ogni male contro di voi, per causa mia ".
(Vangelo secondo S. MATTEO, capo V, 11).

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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COOPERAZIONE SALE S IAN A
ISPETTORIA DELL'ITAL IA :\\JERIDIONALE
Verbale della riunione del Comitato Ispettoriale.
Il giorno 16 febbraio, alle ore 19,15, si tenne
la prima riunione del Comitato {spl'tloriult Coope-
rator, Salesiani, che risuJta co,-ì composto:
Direttore Diocesano dei Cooperatori:
S. E. i\\lons. G1us1JPPE DE '11co1.A
Is~l/ort Salesia110 ·
Sac. R, 1c;G1ER<> Pu LA
Delrgtl/tJ lspetton'(lfe dei Cooptmtori:
Sac. \\RCAO[O \\',\\( \\I.FBRE
Dam111 dt·1 Cooprrutori di .\\<1/H•li·
Duca l",, 1roL\\ :\\IASTl:I. LONI-.
J->res,dmte Reg11111alc de_f,//i E.t al/irl'i:
On. ,\\1.1 ~--A:-;DRo GATI\\
lspi'ltrire delle Fig!i1 di .llurw A11siliatriet :
:\\Iaùre EL-;A llmm1111
Pruidt-nlt ddlt· D11111t" Patronesse:
Banm~'.:-.,a 1\\lARIA Tos-r1
Pruitlt ntc Rr_r:11mnlt Ex a!liecr:
Sig.rJ JoLF: TA!\\1~1\\ltO.
Aperse la seduta S. E. :\\lons. Dc Nicola con
la m :ita <ldla prej?hicra. Quindi l'Jspeuorc, ri-
face11dn!'.i al Com·egno dello scor~ settemhrt t-<l
all'at11\\ 1rà svolta tino aù oggi, precisò lo scopo
della riunione, che volle essere una prima presa
di contatto con i diretti responsabili dei vari mo-
, smenti m.ischù, e fomminili <.alc=siani <ldl'hpct-
Lona, per coordinare 11 lavoro in ,·1sta <li una piì1
efficiente organizzazione della Pia U nione dei
Coopcmtori. l prcscnti venntro invitati a ren-
dersi portarncc delle diretti\\'c per la crt.'tll.ione
dei comitati locali, che rispecchieranno la <.'Om-
posizionc di quello 1spcttoriale, affinchè sia nei
centri dove vi sono case salesiane e delle Figlie
di Mana Ausiliatrice, <.ia in quelli dove queste
case non esistono, l'opero di coordinamento fa-
ciliti l'incn·mcnto della P,a Unio1w.
Tra le att1'·it;1 specifiche che il Comitato lspct-
toriale e qudli locali dovranno curare si scgna-
1:mo soprnlltllto queste due:
1) L'aggiornamento degli elenchi ùci Coope-
r,1ton, attraverso la re\\ 1s1one d<.-gli mdirizz,, e
l'isc,;zione di nuovi Cooperatori;
2) La cura spirituale dei Cooperatori per
rispondere sempre mcgho alla fìduci,1 del S. Pa-
dn·, che nel ~uo di.scorso Ji Castdj:anJolfo ad-
<l1tù la Pia Unionc tra le forze ùel laicato L':31·
tohco militanti per il trionfo degh ideali t:ristiani.
Per una maggiore fonnazionc spirituale dei
Cooperatori, oltre allt wnfercnzc salesiane an-
nuali, si pmpo~l la ,:itmu,ta me,wh della spi-
111110/ità sa/wmw (poss1hilmtnte il 24 del mese),
O('lla quale tutte le pone delle nostre chiese e
cappelle do\\ranno =ere aperte ai Cooperatori
()\\;rchè essi possano attendere con \\ ero profitto
alle loro ùinizioni, m;tS$ime alla frcqucll7.a dei
santi Sacramenti.
Dopo queste precisazioni di ordine generale,
avcnùo il Conutato lspettorìale anche funziont
di comitato locale per la uttà da '\\apoli e per
I' \\rch1diocesi, fu i1w1tato a collaborare alla riu•
scita di due importanti attività:
, ) L'annuale Confcrc.:nza Salesiana, che poi
si tenne in S. "'.\\ laria la Nova il giorno 22 fch-
hrain, e in cui l'-. E. l'On. i\\ngelo Raffaele Jer-
volino svolse 1I tema: [J'aposwlflto dn laici ne/In
luet' di Do11 Bosro.
2) La venuta a )Japoli del Rcuor J\\laggiorc
nei giorni 24-25-26 fehbr:uo, della quale si co-
municò il programma.
La riunione terminò alle ore 20 con la recita
della pr<.-ghier.1.
L'ISTITUTO SALESIANO PER Lri J\\.I ISSrQNI con sede in TORINO, eretto m Enre 1\\-1ornle
con Decreto 13 gennaio l<)Z4, n. :1.2, pub legalmente ricevere UJldl1 ed Eredità. AJ e"itnre l'Q>I••·
hili contesllli<Ìoni ~i consil!hano le ~l!\\lCnTt fonnule:
~e tra11asi d'un ugtlto , ... IRscio ali' /11,tuto S11/r11111ro per le ,\\lmiom CQn ,rdr m 1ormn u tllolo
d, legato lo somma di Lire ... (oppure) l'immobile srto rn ... •·
Se tratt.181, ;';,vece, di nomirutre erede di ogni soiitan7.ll l' Istituto, In formula potrebbe es~er que-
sta; · ... Annullo ogni mia precedente disposizione testamenr:aria. Nomino mio erede univers.ile l'lm-
tulo Saluia,,o ,wr le Mirs-ioni con •~di! 1n l'anno, la.scianJo ad esso qu:anto mi appartiene a qu.tbiasi
111010 '·
(/,11()((0 r tinta}.
(Fi,11111 r,u t!SleSO),
130 -

2.2 Page 12

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/fJ;,,,,._ d'ol'izzonle .S-alES.iano J
TRE NUOVI VESCOVI SALESIANI
L'Ossen•atnre Rnma11n del mnr1.o
portava lJ notizia c·he il S. Pndre si
è de,rnnro di promum·ere alla Ch iesa
cattedrale di llhi'us (Brasile) il
Rev.mo Don Giovnnni Resenùe
Costa, ConsiJ,\\liere del C:ipitolo Su-
periore della Società Salesiana.
Il Santo Padre s1 è pure beni~na-
rnente de.1.,rna10 di rrornU0\\'ere allll
Chiesa titolare Vescovile di Fom1a il
Rev.mo Sacerdote Salesiano Don Ot-
toniele Alcedo. deputandolo in pari
tempo Ausiliare d, S. E. Rev.mn
Mons. Pietro Ottavio Ortiz Arrieta,
Vescovo di Chacbar,oyas (Perù); e
ùi eleggere il Rcv.mo Don Paolo
J\\,lariaselvam, Salesiano, Vicario ne-
nerale della Diocesi d i Vdlore (fn-
diaJ. a Vescovo della medesu11a sede
res idenziale.
S. E. Rev.ma Mons. Giovanni
Resende Costa nacque il "J otto-
bre 1910 a Ronda da Motta (l.lra-
,;ile). Entrò nella casa salesiana di
Lorena nel 1924, dove compl il cor,;o
ginnasiale. A La\\'rinhos fece il suo no-
viziato, ricevendo l'abito talare Jalle
mani di S. E. Mons. Massa, e nel gen-
naio 1<J28 foce i vi la sua professione
reliuios.i. Dopo i primi nnni di vita
salesiana, nei quali rÌ\\•elò esimie
qualità intellettuali e rnornli, fu in-
,·iato a Roma per frequentarvi
l'Uni'"en;1ti1 Gregoriana. Il 28 luglio
1935 ricevette l'Ordinazione s,1-
cerdotale e ritornò nel Bm»ile,
clove fu D irettore della Casa Ispel-
toriale d1 San Paolo dal 1940 al
194,8, anno in cui fu nominato
l'lpeuore dcll'lspcttr,ria di :Viaria
\\usiliatrice con sede 11 San Paolo.
'sei 1952 prese parte al XVTI Ca-
pitolo Generale, oel quale venne
eletto Membro del Capitolo Supe-
riore. Poco tempo dopo ,I Rev.mo
Rettor Magl?iore lo inviava \\'is ita-
tore straordinario delle [spettoric
Bra~iliane del Rio Negro e del Mnto
Grosso, ove J.., raggiunse la nmnina.
S. E. Rev.ma Mons. Ottoniele
Alcedo nacque ad Ayabaca (Perù)
il 6 murzo 1913. Compì gù stucl1
ginnasiali a Piura e il novumto
ud Arequipa, coronandolo con I::.
professione religiosa il 9 febbraio
1931. Ordinato Sacerdote n Santiago
(Chile) il z6 novembre 1939, la\\'orò
un decennio nelle Case S:ilesiane
del Peru rivelando attitudine al-
l'apostolato e virtù non comuni. Nel
1949 fu eletto Direttore a Callao
(Llma), e nel r 952 promosso alla
direzione del Collegio di Huancavo.
S. E. Rev.ma Mons. Paolo Ma-
riaselvam nacque a Trichinopoly,
nella Diocesi omonima, il 4 marzo
1A97 da 11,enitori cattolici. Venuto in
Itnli:l, compì ,r::li studi filosofici nello
studentoto salesiano d1 Ca•nellam-
mare <li Stabia (Napoli!. Accolto in
segui10 nel no,·iziato d1 Genzano
(Roma), ove emise la prima pro-
fessione religiosa nel 1917, si rrasferl
roi a Roma per frequentare il corso
<li ,ludi teologici nel Puntificin
Ateneo l,atenrncnse. Professo reli-
~ioso perpetuo nel r920, fu ord1ruito
sacerdote a Roma nel r922. Coro-
nati gli studi con la laurea in teologia
e destinato all'Archidiocesi di Ma-
dras, fu parroco. tesoriere e can-
celliere della curia arcivescovile,
rice\\'endo infine !ci nomim1di Vicario
generale della nuova Diocesi di
Vellore da S. E. Rev.ma mons.
Ludovico Mathias.
È il primo Vescovo salesiano di
nuzionalit:i indiana.
La Famiglia Salesiana, veàe nel
gesto sovrano del Santo Padre il piu
augusto apprezzamento delle emi-
nenti doti dei neo-eletti, ai quali
di cuore augura ministero pastorale
lungo e fecondo, a bene delle anime
e a gloria dellii Chiesa.
IN ONORE
DI SAN GIOVANNI BOSCO
La festa di Don Bosc::i fu ce-
lebrata dovunque con grande solen-
nità e concorso di fedeli. l\\1a noi
possiamo far cenno soltant,> delle ce-
lebrazioni distinte da qualche carat-
teristica particolare. I benemeriti
C.:oope,atori che si sono fatti pro-
motori della festa in centri don,
non ci sono Salesiani ci vo!l'liano
perdonare se oon ci è possibile
darne relazione
A Venosa (Potenza) 13 festa fu
celebrata nella Cattedrale. J ,0 stesso
Ecc.mo Ve.~covo, ivlons. Domenico
Pètroni, pontificò e tenne l'omelia
sul tema Don Bosco e l'af><>stolato
dei laici. Prendendo lo spunto dal
commosso ricordo del Com•ei:no dei
Cooperatori Salesiani del settembre
scorso, a. cui a\\'eva 1>artecipato, il
\\'esCO\\'O acld,tl.o nella "alorosa mi-
lizia dei Cooperatori Salesiani gli
uttivisri ùella c.1usa Jcl bene. • Eui,
continue, con le parole del Papa, la-
vorano ,.,,,, fa f•ita, ron In pornla,
co11 l'azione o ripamre le rm11ne, a
prp1•rnirc il male, a gelltrrl' lll'f!li
a11i111i I gen11i della verità, della virtù,
della fede, della ,eli,:,one e de/la
/>ietà •· Dopo di a,•er tratteggiato
per sommi capi l'opcrosit:ì di que-
sti \\'&lidi fiancheggiatori della Ge-
rarchia cartolica •• li additava al-
l'ammirazione e all'imiwzione di
tutti in questi tempi di profondi
rivolgimenti sociali L'appello che
tutti si mettano all'opera sen?.a ti-
nwri e senza rispetti umani per la
difesa clelln Chiesa e la salvezza
della patria ha chiuso il bel sermon e.
Il giorno precedente S. E. a,•e,•a
celebrato per le scolarC'!che tli ogni
online e grado della cittadina rac-
colte nel "'rande tempio. Oltre due-
mila alunni, con i loro l\\llaestri,
che celebravano la festa ciel loro
Patrono, gremivano l'ampia Cat-
tedrale.
A Brindisi il 31 gennaio, festa
di S. Giovanni Bosco, ebbe lu-0go
l'irw.ugurazione della Parrocchia del
Sacro Cuore e il possesso canonico
del primo parroco, il Salesiano Don
Alessandro Verde. S. E. Monsignor
De Filippis, sollec1to della curo del
suo gregge, volle istituire Parroc-
chia la Chiesa del Sacro Cuore per
il bene delle arume, soprattutto
del rione Commenda, e ne nffidò
ai Salesiani la cura.
A Latina la solennità di !:;an
Giovanni 80S<"O ha assunto una im-

2.3 Page 13

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FORLI • Chiesa di S. Biagio (Salesiaal), inaugurata e bencdeua Il 7 dlcembre 1952
da S. E. Mons. Paolo Babi.nj, Vescovo 'Diocesano.
portan7,a tutta speciale per l'interes-
samento del Prov\\'eduore agli studi
prof. Sacripante. fnfani i Pre;iJi ~
il Dm.more Didattico di Latina, coa-
diuvati ùai professori ecl insegrumti,
fecero affluire tutta la popolazione
scolastica alle singole manifestazioni
in onore di Don Bosco, grande
educatore della gioventù e grande
italiano •· I ragazzi ascoltarono la
Messa, si esibirono in ùue partite
di calcio e infine assistettero alfa
proiezione del film Do11 Bosco.
circostanza il Direttore dell'Istituto
Salcsmno facendo risaltare !'atti-
, ità e lo zelo di Don Bosco n,;IJ'arte
tiponrafica a difesa della verità e
della Chiesa.
A Chieri si celebrarono tre so-
lenni tridui e feste nelle chiese di
S. Filippo, S. Margherita e S. Te-
resa. Le funzioni fissate in ore di-
verse offrirono comodità a tutti di
onorare Don Bosco nella città san-
tificata dai s...oi anni giovanili.
A Casale, il giorno 1• febbraio,
nella chiesa dj S. Pietro Apostolo
venne celebrata con solennità la
Festa Patronale dei Tipografi della
cittii. Al Vangelo disse puole di
In Sicilia, oltre il Jervore susci-
tato dnlla festa nei centri dove
sorge un'opera salesiana, si ebbero
entusiastiche manifestazioni di amore
e ,·enerazione oer Don Bosco, do-
vute allo zelo dei Cooperatori, in
molte località, tra le quali l?addusa
(Catania), dove il culto di S. G io-
vanni Bosco f-u introdotto per la
prima volta in forma solenne, Trabia
{Palermo), Bronte (Catania), Ribera
(Agrigento), Colle,ano (Palermo), a
Castrofilippo (Agrigento) e altrove.
Comitati di ferventi Cooperatod e
Cooperatrici, presieduti da Decu-
rioni e Ja altri Sacerdoti Coopera-
tori, con l'appoggio delle Autorità
civili, riuscirono a Jare alle feste il
airattere di un avvenimento citta-
dino. Ovunque il popolo affollò le
chiese e gli alunni delle scuole re-
sero omaggio ali'Apostolo della gio-
ventù; ovunque grande frequenza
ai santi Sacramenti. A sera una con-
ferenza con proiezioni luminose te-
nuta dall'infaticabile Don Fasulo,
chiudeva la fesrn, mentre il comitato
locale de, Cooperatori si assumeva
l'impegno di tener desta la fiamma
salesiana, che tanto coopera nlln
conservazione della fede e della
pratica cristiana in mezzo al popolo.
A Trani, il Circolo Comunale
ddle A.C. L.J., per iniziatÌ\\·a Jcl
suo presidente, cav. Andrea Ven-
tura, Cooperatore e Zelatore Sale-
siano, festeggiò S. Giovanni Bosco
quale Santo dei la~oratori, con un
programma interessante e vario, nel
quale trovò posto anche la hene<li-
,o;ione e distribuzione delle castagne,
rievocatrici <lei prodigio della molti-
plicazione.
A S. Vicino di Maurata Feltria
(Pesaro) il Parroco, uno degli al-
lievi superstiti dell'Oratorio ai tempi
del Santo, dichiara che la divo-
zione a S. Giovanni Bosco è ormai
una delle più sentite e care al cuore
dei suoi parrocchiani; e benedice il
Signore che per tale di\\'ozione vede
frequentati i Saçramenti della Con-
fessione e della Comunione.
A Capizzone, in Valle Imagm
(Bergomo) per iniziotiva dello ze-
lante parroco D. Giuseppe Luiselli,
fu, ono benedettj ed esposti olla ve-
nerazione ùei fedeli Ire grandi qua-
dri in tela: d1 Maria Ausiliatrice,
di S. G ~ovonni Bosco e del Deato
Domenico Savio.
FRASCATI
FRASCATI (Roma) L'Em.mo Card. Pizzllrdo e S. E. l'On. Sego.i, Ministro del•
l'lslru:tioae Pubblica alla premiazione nel Ginnasio-Liceo di "Villa Sora ·•.
~ 132
Al nostro ginnasio-lit--eo Villa
Sora o di Frascnti (Roma) la distri-
buzione dei premi si svolse in
unn cornice di grande solenniti\\, per

2.4 Page 14

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la pre--en1.a ddl'Eminenll,simo Car-
dinale Pi:.w1rdo e d1 S. E. l'on. ~ei,t1,
Minisu-o della Pubblica 1~1ru1.ione.
Erano nuche presenti 11 \\'cscO\\'O
Ausiluu·c di Fmscnti, S. E. l\\lon-
signor Budelncci, il Padre Uuiietti,
Superiore Gencr.1le dei Rosm1niaru
e Preside dcli~ F1d<1e, e altre nu10-
ntà.
Dopo il Mlu10 e il rinitmzi:1mcnto
oi convenuti, il Direttore d ell'Jsri-
tuto, Don 8us11to, espose i risulroti
dell'ultima annota: popolazione sco-
lastica iRcrì1111· 4%7; presenti allo
,;cru1in10 o esame: JQS; promossi
337, rcspimi 61. Del solo liceo:
promossi 111 su 119; candidali alla
mnrurit/1 doss1co: 24; d,chiurn11 mo-
1uri: Zl,
Assegnati i premi di rcliu1one,
salirn sullil tribuna il Ministro Seuni,
il quale dis~e tr.i l'altro: Lu scuola,
in Italia, è difficile per ~ll'i~aa di
mezzi: l'ntti\\'itò quindi, che spie-
gano gli lst1ruti privati è doppia-
mente preiiosa: sia perchè solleva
lo Stato da oneri tutt'altro che in-
differenti, Sto per lo ~p1n10 che
infonde 111'i~tru7.ione medc,,inu. nel-
l'ossequio della leg,;:c e ,prorundo
a un11 nobile gara di bene•· Il Mi-
nistro rivoll(cvo, poi, un pnrticolnre
pl,1u~o alln Congregazione S11li,siuna
che - dis•e - per tradizione, i:
all'a,·anicu,1rd1i1 nel campo M:olastico,
specie per l'insei.:namento professio-
nale, ougi più necesSllr10 che mai
all'de,·azione materiale e morali,
della cla~~c or,ernia.
Finita In di~tribuzionc Jc1 premi
di profitto, mtercalura da c.int, t:
poesie, pre,,e la parola, ulut,1to d.,
Amore di figlio
,1ftm1•1driu, 14 ouobre 1952.
Beatissimo Padre,
l'm1liac, a, piedi d1 Yostra Santità, Vi pre-
ghiamo di voler accogliere l'omaggio devoto che
Vi offre dal letto del S\\tO dolore un mirabile
sotfcrcnl\\', il ventennc lldt> Romei.
Da oltre sctte anni, colpito da male miste•
rioso, egli giace immobile, tra le ptù atroci
sofferenze.
l'-lcn:no e lieto nd suo martirio, tutto offre
per la snlvez1.a delle anime. Vuole es.-;crc il
missionario del sacrificio.
I la sempre manifestato i segni dellt1 più alta
ammirazione e Jd piit ardente affetto verso
la \\ ostra \\ugusta Persona. In particolare,
quando s1 accorse che la sua vista s1 andava
spt:gnendo, sebbene sperasse in un migliora-
mento, ne foce generosa offerta al Signore
con l'imcnzione esplicita o rhe il Pupll, come
egli stesso si esprimeva, potesse vedere 1/ bme
che si rompie t1ella Chiesa, e rallegrarsene; il
male, e ottniere i l11mi ,ieussari per n'medmrvi •.
Conoscendo il valore d1 tale olfena, e la
gioia con cui egli accetta i suoi acerhi dolori,
imploriamo una speciale Rcneùizione da Vootra
Santilil, aflinchè Aldo Ro111t1, perseverando nel
suo 1ùcale di eroica virtù ~ulla via ddla Croce,
col suo olocausto otteni;a l'esaudimento di
così nohilc desiderio, che esprime cert.tmente
una dl'lle intenzioni che stanno più a cuore
a Vostra Santità.
Degnatevi, Padre Sonto, di accogliere i
sensi ddla nostra p1ì1 liliale deferc::nzd e ùi
concedere anche a noi la \\'ostra Apost<>lica
Ilcne<lizionc.
Ancora prostrati al Bacio dd Sacro Piede,
vostri umilissimi servi
1 Cappellani dell'Ospedale Jta/U1Jw di
. llt'ssa11dria ti'Egiflo.
SECRET[RI!\\ or ST...TO
DI SU\\ ~,\\!\\;TITÌI
N ...Q.UOJ
Dal V111irm111, 20-,11-1,152.
Rcv.mo Signore,
Co!f',,ffrrlfl delle pmprie sofferew::e a T>io
secqm/t, li- llt1g11sle i11te11-::io11i di Sua S<111llt,i.
il g1ova11e ,\\Ido Romei. Ex alltt!fJO della Stll'il,1
Salesra,ia dr A lessandrw J'EKift,,, 11011 p11lt'f'll
fare 11/ Smlfo Padre dmw p11i pre-:::imo e l(rtl·
.dito.
Sia, pl'r/1111/0, a lui d, conforto nei s1111i trn-
va,:I,, la rim11osce11za romm()ssa del/'1lugmt,,
Po11trjiu, rhr desidera far,:li peromire, p,·r
tramite ddlo S. f'. R,'f.1.11111, /'espressione tiri
Suo t~(fel/11 patenw, es11,-1a11do/o t1/tresJ " rima-
nere sempre rosi fidurù1smne11te ahbuml011a/11 ai
disegni amorosi del Padre Celeste, che tulle lr
circosl/111-::e della vita rmuluu li b11011 ji11i', a11d,,.
tra le p111 penose ajjlizio11i. fo tale feth e ahha11-
dmw, S,m Sanlità 11011 dubita che ques/11 S11()
dilelfissimo figlio saprò trovare la Jorz" per
portare ogni giorno la Crtlet, e lra"e d11 r.rsn
tutto il frutto spirituale promesso alla cristw11a
pa-:::ien-:::a.
li Sa11lt> />adre, inla!llo, di cuore pmmi-1/e
fo Sua prfghiera perchè 1/ Dit1in() Infante, nt·llr
prosmn~ feste rw.lali::ie, gl, apporli t11piosi i
doni della rrlesle grazia, ,, in ,mspicir, ti, eHi
be,i t1oleutieri gli imparte l'Apm·tolira Be111•-
d1-::ùme.
Con , unsi di dìsti11lo osse1J11io 1111 confrmw
della S~l(IIOria I·'ostro Ret .111<1
dt"V .mo 111'/ Sig1wrt
G. H. Mom·1N1.
R<'f1.1110 Sig110 ·e
S ac. Flli\\NC!tSl'O TOM'\\,l!Tl'I
Pr,Jc11rt1/orc Gt11tr.1le dei S,,Jtsiam
ROM.\\
133

2.5 Page 15

▲back to top
unn ferv,dn dimostrazione di omni!•
1!10, l'Eminentissimo Cardinale Piz-
znrdo, il quaJe c!IOrdi con un vi-
vissimo ringraziamento al Ministro
St~ni, che ha saputo bellamente
armonizzare in St.:, nella sua vita
privata e politica, in saldo connuhio,
Snm::a ~ Ftd~. Ricordò commos.•o
che l'indimenti01hile C,irdinal Ca-
l(liero l(li descriveva, con entusiasmo
e R colori , in, I'• esito brillante
ottenuto dai !"alesiani, sia nel campo
intellettunlc che tn l ucllo n orale,
nCJ,tli Istituti del Centro Amena,.
tanti> dn Je,tare ,n Lui, non rolo
ammirazione, ma anche il desiderio
di andar missionario, per collabo-
rare attl\\•nmcnte ,1 un'opera co~i
importante di bent. Passò qwndi n
ncnnfare 11 24° ,1nni\\·e~rio de,
Palti L-iteranensi •, che il glorio,o
Pontefice Pio Xl volle tenacemente
rer un triplice scopo: salva11uardare,
in hali 1, il matnmonio cri~tiano;
salvare e potenziare, sempre ml'l!lio
e ~empre più, gli Istituti che ,i
dedicano alln fonna?.ione mtdleuuole
e morale della gim·cmù; a<sicurare
alle nostre scuole l'm,el!nam<'fltn
reh11ioso. Si congra1ulò, infine, .:un
i Supcrion, parenti e allievi, ani-
mando tulll a tenere sempre alto e
ben ,;aldo ,I ves.sillo • Patna e fn.
mil(ltn •
MONTEORTONE
Giornata di studi missionari.
- Il 25 j:!enna10, l'Istituto Tcolo~,co
Snksiano dì :\\IonU.'Ortone (Padova)
conch1use l'OnnYa di pre11h1cre per
l'un11à della Chiesa con una i;:-ioma1.1
d, ~,udi m1s,1onari Al mattino il
salcsiimo ucraino Don Kudla celebrò
la Messa 111 rito b1:i:imtino-slovo, le
cui parti cantate furono esel[Uite dn
un l!ruppo di chierici del!'Istituto.
Segui la prima )e;!ione ~ul tema:
lde11 r ,~aliti minu11111ria cn110/ua di
oCJ!I, tenuta con ,·era competenza dlii
salc;;iano Don Demaria. Nel pome-
ri,uiio lo stcs'<O conferenziere s,·olse
la ,cconda lc,2ione: IJ~a ~ r~11lt<I
misnonar,a taluiana. Alle due le-
zioni fecero seguito nutrite Jiscu•-
s,oni per approfondn:e t pun11
ùell'.tpostolarn missionario che de
vono stare mllRl!'iormente a cuore
ai fo li d1 Don Bo,co.
SALUZZO
Una mostra d'arte gi:lpponcse,
aJle:,1i1.1 a Saluuo (( uneo1 Pt'r cui:.,
del :\\lissiormno Sale,,,mno Don Fran-
ce«cn Ros~i, fu innugurnt11 dn Sua
Eccellenza il Ves<-orn Mon~. Eiud10
Lanzo, alla pr-m:a del Sindnc:o,
avv. Villa, e di ahre autorità.
In prevnlcn:r.a sono ~i:ctti d'arti-
gianato che-, oltre a dim~trare 11n.1
certa fineun di fntturn, parlano e
dicono come pen.,ano i Gi11ppon<"1i
e come risolvono I problemi della
loro vita q11otidi11na.
l·uon dal ~uo ufficio o fuori dal-
offo:ina ai;sordllnte, c.ilda e pesante, il
giapponese dà sfogo al suu animo
ruituralmenu, gentile nell'nmmim e
~•n1111Jj, colori vi,·i e grqa(1, fion d1
~inrdino e di va.qu, scene di pitture
antiche e moderne; ode volentieri la
mu~1ca giappone:se e quella nostro
classica, pcrchè o~•ni 11iapponcse po~-
stcdc un piccolo apparecchio radio,
qu:tndo non ha un , ero e proprio
radiol{rammofono.
Il 1s1apponese non ~1 pone ro
ml1:l10 ent.1 di rom) alla mente i
grandi prohlemi <ll'lla v1i.1 che de-
ri,uno dalla co,1.,nte opposizione
dell11 materio e dèllo spirito; il giop-
pt10L"-C (pa1t&no) non sente prcs<o
d1 11: un D10 provndente e amoroso,
egli vede snlo un mondo che dc, e
es.sere reso bello dai colon, dall'odo«·,
dalle melodie, ecc
Ecco spiegato quello 1lorzo di
fare tutto, .inche 11 minimo o~Qettn,
con un scn•o di lìnez:i:a e di graz1;1,
tutto è wmpito e 111110 è finito con
cura, anche la ~ca1oletta d, cartone
foderalll in seta ro,.--.1, l'oi:l!CtlO m
avorio che serve o p,·enderc ln fruua
già tagliata e pre:-entalll nel piattino
laccalo e l'o~emno d'avono che
serve per ~tuizicudcnti.
Que,;lll mQ<,tra dà a11io di ammirare
nei minimi particulnn una pane del
mondo mdclinito che circonda il
giaprunesc tn l'>tsa e fuori. I kimoon,
i quadri, (in ~eta, n olio, m rilievo
imbnuito) c... i porrnfiori, i canc-
stnni, Qli ombrelli in ,eta e ùi carta
cd i paracqUJl in carta ok-.1ta, i ser-
vizi di ceranuca e ùi legno laccato,
le ,1111uettè e le hambole.
Dl1tni ùt particolare nota ,;ono i
due templi, buddista e sintoi~to. PO!lli
ru due lau dell'entrata. Il tempiu
budù1.s1a è un autentico cimelio della
fom1i:lia Tommagit che si converrl
al cauolice~imu cd offre a1il'ltaluni
l'alttm: Jamiliure dcli.i loro cx rl··
ligiunc, atnn<:hè prci.ihrno P"r l.1
connr<i<>ne di tanti altri JCinppo-
ne,,1 Lont1enc l'effiu1e d, Kobò-
daishi, de11no r.ipprc·senumte di
Buddn, {fl'in,cnsien, le tar.ze del-
l'offcrtat, <.-cc
Il tempio sintoista è, nel 5Uo
lu~so. in miniarura ciò che si può
ammirare nella co,,truzione del , ero
tempio ~intoista.
Tutti questi oggeu I sono lii
esro~ri anche per richiamo all'ob-
bliiio dello cari tlt. La mos1ra d'arte
lltnpponese offre l'occasione di fare
un po' d'elemosinn ad unn mis,innc
che si prospetro molto obbondnnte
di frutti, 1 quali rerò ~onn semrre
e do,unque anche propm7:iom1tì a,
mé"ni per il lavoro missionario.
TORINO
Omaggio degli Ex allievi di
Torino al Rettor Maggiore. -
Gli Ex ollievi della Ca•a l\\ la<lre
e delle Ca.se e Oratori di Torino
1'8 fehbraio scorso si raccolsero ,n
convegno , t raordinnrio per rendere
filiale omaAA10 ;il V Succes.<:0re di
Dc>n Bosco.
In quello occ:-.isionc il Rev .mo
Renor :\\.l.11u;iore " comriacque Ji
dare ai convenuti sap1emi direttive
e nonne preziose ptl la vito Jel-
l'lm1one e dei soci, t quah vollero
manifostare la loro riconoscen,.1
otfrcndo all'amato Pudre una duplice
miziau,·a.
11 Del~ato RCl(1onale, richiaman-
dosi al dovere urgente imposto aJ
ogni cattolico dalle immam recenti
allll\\·ioru dei popoli nordici, offri al
Superiore l,1 generoso collaborazione
dCJ!li Ex alli.,.; alla crociata di
carità e solidorietn cristiana in fa.
,·ore di quei popoli. Il Rettor l\\lne-
giore ~i dJ.s,,c lieto di unire il con-
tnbuto degli Ex allievi a quello della
Società Salesiana, destinato a dare
ospitalità a molti figli di ~inistnltl.
Altro omaggio de11li Ex nUie,·1 fu
la loro partecipazione enttuiastica e
farci,a alle prossime feste i:iub,lari
dt"ll'lncoronnzione di Mar,n Auqi.
liatnce.
Tale adesione - che in qu~c,
mesi rn prendendo forma concre•a -
rive-;tc il cani.tterc d1 un simbolo,
perchè gli Ex allievi di Don Bo,,co
vo1:liono essere, o, unque si trovino,
la più full(tda corona dell~ loro
.'\\ladonna i1rndiando nel mondo loce
di vihl cristinna e d , virtù salesiane.
SPAGNA
U 25° di fondazione delle
" Scuole Salesiane del lavoro "
di Pamplona fu commcmor,1w con
l{TIU1J1 feste " con Mrnordmarto cun-
cor.o di aumnlà e popolo.

2.6 Page 16

▲back to top
L'idea di queste Scuole sorse ben
lontano, a Buenos Aires, durante
una fosta salesiana. Un (;ooperatorc
sJlcsiano An:entino aveva condotto
con sè un amico ai Pamplona, suo
ospite. La fe.~ta onomasucn del Di-
rettore, svolmsi nel classico am-
hientc salesiano di t:ioia e cli spmto
d, famiglia, impressionò vivamente
il benernlo spa11:nolo. Questi visitò
poi queUe Scuole Professionali, am-
mirandone l'organizzazione e il fun-
zionamento.
Terminata la visita, disse aU'a-
mico: • Un'opera come questa la
\\'Oglio per la mia Pamplona •·
Di ritumo in lspa~na, pensò
subito all'attuazione del suo gene-
roso proposito, coadiuvato dai figli,
Sig.ra Emilio Arostegui e Signor
Giuseppe Zubizarreta.
Così, nel gennaio 1927, si potè
,ncominciarc In Scuola Profess,o-
nak con :zo alunni intern.i e 9
esterni. Anno per anno gli allievi
aument.trono; i risultati merm·i-
l!'liarono autoritò e industriali, che
si disputavano g li allievi usciti dalla
Scuola Salesiana. E ogRi, dopo
25 anni, le Scuole Salesiane del
Lavoro cl, Pamplona contano 250
artigiani interni e un grande ester-
n.lto con scuole primarie, commer-
ciali e di an·inmento al lavoro con
250 allievi ivatuiti. Funzionano an-
che frequentatissime Scllole serali,
dove i giovani opemi delle Offi-
cine e fabbriche della cittil atten-
dono al loro perfezionamento tecnico
e professionale.
Tali lusinghieri risultali impres-
sionarono le Autorità della Pro-
vincia, le quali in un primo tempo
riconobbero valore ufficiale ai titoli
di compiuto tirocinio professionale
delle nostre Scuole, e nel 1947
vollero addirittura dichiararle Scuole
(j_!Jicia/i della Prouincia, miglio-
rando l'attrezzatura dei laboratori e
progettando l'erezione di un nuovo
moderno edificio.
Madrid. - La " Buona notte "
di Don Bosco. - È conosciuta In
geniale usanza, di grande valore edu-
cativo, introdotta da Don Bosco
nelle sue case, della cosidetto Bllona
11otte. Poche parole, ma dette col
cuore, per lasciare nei giovani un
buon pensiero, dopo le preghiere
della sera, prima del riposo. Don
Bosco chiamava questa pratici1 la
Chiave maestra della Casa•
Ecco ora un autorevole nconosci-
mento del ,·alore pedagoJ(ico dello
Buon~ notte salesiana. Nello scono
gennaio si illdu ~urò ne:ln ci1r·1 di
Madrid un G11LIP,tto ,1lm{l!iore Suw,/e
per Studenr1 Universitari, al qlLìle fu
preposto come Direttore ti Su:,rnor
Lu11{i Morales, Direttore ddla Ri-
lilioteca Nnzionu].,. G10rno1a di gr.in-
di feste, atti acCtidcmici, concorso
di autontu, entusiasmo g:iovanile.
Alla sera, prima che gli studenti s1
ritirassero alle proprie camere, il
Direttore disse loro:
D,1 questo giorno, miei cari stu-
denti, inauguriamo in questo Col-
legio Universirnrio un'usama che
imparai a conoscere e ud ammirare
durante l'aru10 in cui fui ospite <lei
Pensionato Uruversit'lrio Salesiano
di Siviglia. I salesiani la chiamano
Buona noue. Vedrete quanto utile
potrù tornare, lungo l'anno ~colastico,
per la vostra complern formazione •·
E subito sviluppò un pensiero in
modo degno delln sua cultura e
profonda fede cristiana. Quattro
minuti in tutto. In perfetto stile
saJe.qiano.
~ Il Salesin.110 cofom/Jiam1 D011 A·lof/o Fierro, resi-
dente nella Spagna, in occasione della sua Messa d'Oro,
fu chiamato dal Min.istcro dell'Educazione della Co-
lombia a tenere alcune conferenze pedal{oi;:iche nella
su11 patria. Ndlo stesso tempo l'Accademia Naziml'lle
della Li11gu.a lo accolse tra I suoi membri con solenni
onoran:r.c. PJdò più volte alla radio, fu intervistato dai
principali giornali e invitato a tener confererrze nelle
città piu importanti della Colombia. Gli Ex allievi vol-
lero dimostrargli la lom riconoscenza ottenendogli
l'alta onorificen:-.a della Cr11z de Bow,rd, che gli fu
conferita personalmente dal ì\\liinistro dell'Educazione
Nazionale. Fatto segno a tanti onori, Don Fierro di-
chiaro ripetutamente che il merito ricadeva tutto sulla
sua amata Congregazione Salesrnna.
~ Il Cuore dt Sa11 Francesco di Sales, che s i venera
nel J\\lonastero della Visitazione di Treviso, recente•
mente ha eme,,"1!0 sangue inumidendo il lino che lo
ricopre. Grande fu l'emozione e la meraviglia deUe
Autorità Ecclesin~tiche e della Madre Generale del-
l'Ordine quando videro il finissimo lino tutto ro,seg-
uiante d.i san'l"ue fresco ed esalante soave profumo.
La macchia cli sangue è grande 25 >: 15 centimetri.
~ I Salesiani sono tornati 11p//'ludoci11n. - Quando,
nello scorso. anno, il P . Seit.i, delle Missioni Estere di
Parigi, venne cli.tto Vescovo, pensò di aflidare l'Orfa-
notrofio , Santa Teresa <la lui fondato ai figli di Don
Bosco. Fu cosi che il 3 ottobre scor,o, Don A. Giaco-
mino anelò a rice\\'ere la conse,ina dell'Orfanotrofio,
come nuo,·o superiore e padre. Per il momento, solo
due salesiani si trovano ad Hanoi, mentre tutti gli
zelanti collaboratori di Mons. Scitz si sono fermati a
continuare il loro prezioso Ja,•oro in quella originale
• città dei mi:,,zzi •• che raccoglie 450 giornn1.
~ Si avvera una profezia di Do11 Bosco. - Durante
il via!l"gio che il Santo aveva fotto a Barcellona nel 1886,
aveva esclamato: Verrà un ~iorno che dal porto di
Barcellona partiranno numerosi salesiani per le mis-
sioni~.
La scarsità di vocazioni prima ùella gucm, civile,
e poi il massacro di centodieci salesiani durante la per-
secuzione comunista, sembravano opporsi all'avvera-
mento delle parole profetiche di Don Bosco. ln..-ece
l?li anni che sej?uirono la persecuiione videro una
grande fioritura di vocazioni salesiane, si da permet-
tere. nell'ultima spedizione, l'mvio d1 una quarantina
di missionari salesiani spagnoli, che s'imbarcarono in
maqgioranza proprio a Barcellona. S, prevede intanto
che i missionari spHl(noli ,1umcnteraono di anno in
anno.
~ S. E. /'On. Brusasca, Sof/osegretanu agi, Esteri,
ringraziando le 1800 alunne del nuorn Istituto di
Tokyo per il ricevimento offerto in suo onore il 12 no-
,·embre u. s., disse: Come membro del Go,·erno
ftahano, vi reco il saluto della mia patria; e come
piemontese, quello del Piemonte, da cui sorsero I Sa-
lesiani e le Fi$llie d, 1\\llaria Ausiliatrice, venuti a por-
tare fin qu.i la carità e la gioia del Signore•. Al?!.(iunse
quindi che le e11rc fanciulle giapponesi <lovev,mo essere
contente di trovarsi in qucll'Istituto " far parte d, una
Famiglia uni,·ersale, cli cui 1:gli ùveva potuto vedere,
nelle +o nazioni visitate, le grandi benemerenze in
fiorenti opere di carità.

2.7 Page 17

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\\
sia la più completa
di tutto il Congo
Belga. Vi sono i la-
boratori di mecca-
nica, falegnameria,
calzoleria, sartoria,
stamperia e legato-
ria. La forza motri-
ce è: pro<lott a da
una centrale elcltnca
propria. I giovani
educati qui ,anno
poi nella vicina città
di Elisabethvillc, ove
trovano da csercitare
il loro mestiere; ciò
che non sarebbe pos-
sibile nei loro vil-
laggi di origine. E
se è vero che in
qu(.'Slo modo si al-
lontanano dalla I am-
pagna, è anche vero
che in campagna <lif-
CONGO 8ELCA - li VtcariAto Apostolico ficilmente si offre
di Sakanill, :.ffidato al Sul.slam dal 19~5. loro la poss1b1htà di
un ll\\Jalche avanza-
mento civile.
DON BOSCO NELL' AFRICA MERIDIONALE ~on lontane> da
La Kafubu, ::'\\lons.
(Rtla::wne del Visitatore Straordinario).
Vicario Apostolico
sta edificando il Se-
Congo Belga.
minario per le vocazioni indigc:nc.
Vicino alla mis.-;ione <lì Kakyr/1J, non lontano
Quel lcmho di terra che forma la punta sud-est
del Congo Relga, circondata quasi per intero
1lalla Rhodesi:1 del Nord, forma il \\'icariato Apo-
stolico d1 Sakania, affidato ai Sak>Si:mi daJ 1925.
I nove centri hanno ciascuno una numerosa
scuola per ragazzi indigeni che si preparano all.t
scuola profcs.-;ionale o a quella magistrale. Al-
cuni entrano anche nd Semjnario. In tutti i
cl.'ntri ci sono i dispensari, as.'lai frequentati cd
apprezzati, essendo il missionario l'unico dottore.
J\\ Salwnù1, nel centro del distretto, vi è anche
una piccola scuola preparatoria alla scuola nor-
male, che i nostri mantengono, col concorso del
governo, nella missione di Kipushya. Il centro
piil importante del vicariato è La K,ifubu, sul
fiume omonimo. Una completa scuola di arti e
mestieri fom1a l'orgoglio della mis.'lione e si dice
dal grande fiume Luapula, i missionari accu-
discono il lebbrosario di Ngllye, vi celebrano
la Messa la domenica e vi mantengono un di-
spensario.
L1: comunicazioni fra le diverse residenze sono
state rese pos.'iibili sul principio dal lavoro perso-
nale dei mis.<1ìonari, che hanno tracciato e for-
m.uo strade che ora 11 governo si incaric;, d,
mantenere. Le grandi foreste ciel Vicariato na-
scondono ancora l1:oni, tigri cd elefanti, ma le
frettnenti cacce vanno diradando i pericoli delle
btlvc. Le antilopi invece provvedono oltlma
carne. La colti,,azione dei pesci nelle varie mis-
sioni procum il nect-ssario compllnatico ai giu-
vani mantenuti dal missionario. Le termiti pop11-
lano la regione di montagnole di terra che rag-
giungono anche i quindici metri di altezza. Questa

2.8 Page 18

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terra riesce ottimo materiale per fabbricare mat-
tom con cui edificare scuole e residenze stabili
per rimpiazzare le antiche costruzioni di fango
coperte di paglia <> di erba.
li clima non è estremamente caldo come
potrebbe aspett.irsi dalla latitudine dc:l paese: sic-
come è un altipiano, il calore è,; moderato. In
certe stagioni sono abbondanti le piogge: allora
è quasi impossibile muoversi di casa, essendo
gran parte del terreno allagato.
11 larnro di evangelizzazione procede lenta-
mrnte ma costantemente. li facile traslocarsi della
gente \\·crso i centri di la\\·om rende l'opera del
mil'sionario alquanto instabile e precaria. Le
miniere soprattutto attraggono grandi contin-
genti di indigeni, allontanandoli dai loro villaggi
e dalla pratica della religione.
Appena fuori del Vicariato, ad occidente,
sorge la città di Elisabet/1d/le, che conta cl1cc1
mila abitanti bianchi e cento mila indigeni.
Per i giovani europei, cattolici e non cattolici, il
go\\'crno ha proneduto con il Collegio di San
Francesco di Sales, affidato ai sale-
siani: v1 sono scuole elementari e
secondarie in francese e in fiam-
mingo. A cura dei salc.--siani ,i è una
stazione radio che diffonde la messa
domeniculc e un programma di un'ora
ogni giorno, a beneficio della popo-
lazione cattolica. Per la popolazione
indigena, il governo sta per cost ruire un altro
collegio nel quartiere indigeno, da aftldarsi pure
ai figli di Don B~co.
Africa del Sud.
L'Opera di Don Ro$CO nell'Unione dell'Africa
dd Sud si va estendendo verso il nord con due
nuove fondazioni, una nella città di Johannesburg
e l'altra nel protettorato di 8waz1lnnd.
Al Capo di B11011a Sp11rmi::a vi sono due case:
una nella Città del lapo (Capctown) fondata
nel 1896, scuola d1 arti e mestieri che ha popolato
11 Sud Africa di ex alhe\\'i salesiani. L'altra in
Lansdowne, non lontano da Capetown, per le
classi elementari, con internato ed cRicrnato.
A Jolwnnesburg, c1tlà che si va s,iluppando a
vista d'occhio per le grandi miniere di oro che
vi sono mi dintorni, la Società di San \\"incenzu
de' Paoli ha acquistato un terreno con ,as;t e l'ha
affidato ai salesiani pcrchc vi tengano una pen-
sione per giovani operai che vengono dalla cam-
ELISABETH~VJLLE (Congo &lga) Il llcs.mo VM1111orc Srr,.,,rdlnarlo Don f'cdrlgolll (,; 1111istrt1) e l'bpc:11ore del Bt,lglu
Don Plcron (o dttlra) con ,.,, alllcvl Indigeni..
- 137,

2.9 Page 19

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µagna a cercar lavoro, ed hanno bisogno di tro- entrate da qualche mese cd hanno già dato ottima
varsi alloggio in luogo sicuro. Fuori ddla città, prova delle loro abilità come educatrici nel col-
a circa 2,; km. al sud, abbiamo aperto da tre legio loro affidato a Namaacha. Non sono ancora
anni un ~ollegio per alunni delle scuole elemen- entrate nell'Unione dell'Africa del Sud, O\\'e la
tari. Non mancano le domande, e quando vi loro opera è desideratissima. La mancanza di
sia lo spazio necessario, non mancherà il lavoro
in questo campo.
A Bremesdorp, cittadina dello Swaziland, ad
personale anche qui e l'unico ostacolo.
Il <1 continente nero II offre immense possibilità
di bene ai salesiani, specialmente nel campo delle
Oriente di Johannesburg, il Vicario Apostolico, scuole professionali, cosi necessarie per la for-
Mons. Barneschi, dell'Ordine dei Serviti, ha vo- mazione cristiana della classe operaia, opera tanto
luto avere i salesiani per una scuola secondaria, cara al cuore del Santo Pa<lre. Fortunatamente
da lui eretta con grande sacrificio proprio e dei le nostre opere nell'Africa hanno già dato e da-
suoi confratelli, che ne furono i costruttori. È ranno vocazioni; ma ci sarà ancora sempre bi-
destinata all'educazione secondaria degli indigeni
e alla formazione di maL-stri per le scuole gover-
native e missionarie del Vicariato. Nello ~,vaziland
vige ancora il costume dei sacrifici umani, per
l'influsso degli stregoni, e la poligamia, che foI111a
sogno che anime generose si offrano per aiutare
l'opera di evangelizzazione in un paese così
esteso e per conservare la fede dei coloni che la
vanno popolando, accanto alla popolazione indi-
gena. Il Signore susciti molti cuori generosi do~
il più grande ostacolo al progresso del Vangelo,
benche il Re ahhia grande stima della religione
cattolica che considera come la vera religione,
e tenga assai prezioso un autografo che gli fu
nando loro la Yocazione missionaria.
Sac. ALBINO f'EDRIGOTT!.
Prefeuo Generale.
fatto pervenir.: dal Santo Padre. S1 spera che
.,
anche qui, come in tanti altri luoghi, la via alle
ASSAM
conversioni del popolo sarà aperta <!alla gioventù.
Lo Swaziland lia un totale di 287.000 abitanti,
dei quali 5000 sono europei. I cattolici in tutto
Un non facile problema
lo stato sono 1 5.000, mentre i missionari sono
solo 11 i, incluse le suore.
risolto brillantemente
Proprio i;ui confini dello Swaziland e del Tran-
svaal coll'Africa Orientale Portoghese, detta anche
Mozambico, i Salesiani sono stati chiamati dal
Le tribù di aborigeni nei monti e le scuole.
Cardinale di Lourenço Marques a dirigere un In Missione aprire una scuola è un avveni-
collegio governativo in Nnmaadui, a 74 km. di mento forse più importante che benedire una
distanza dalla capitale del Mozambico, Lourenço clùesa.
Marques. Dopo soli tre mesi di lavoro, hanno
[ Khasi, una delle tribù montane più carat-
potuto constatare l'efficacia del metodo di Don teristiche dell'Assam, 1 ro anni or sono non co-
Dosco coi giovani, che si sono subito affezionati noscevano nè alfabeto, ni: libri, scuole. Le
ai loro superiori e sono innamorati del loro mo- leggende folkloristiche raccontano che, durante
dello Domenico Savio. Sua Eminenza vorrebhe una grande inondazione, il Bengalese riusci a
affidare altre opere ai salesiani, ma vi si oppone salvare il libro, il Khasi invece lo perdette mentre
la ditlicoltà cli trovare il personale necessario. a nuoto cercava di porsi in salvo fuggendo sui
I salesiani erano entrati nel Mozambico nel monti. Ecco la ragione perchè i Bengalesi e Assa-
1907, in numero di quattro e si erano stabiliti mesi della pianura svilupparono una civiltà con
nell'Isola di Mo7,ambico, facendovi mirabilia. Ma
la rivoluzione che sconvolse il PortogaJlo nel 1910
li raggiunse, e furono espulsi nel 1913. Ora sono
bella letteratura, mentre i Khasi sui monti ri-
masero analfabeti. Ma il libro ritornò ai Khasi
per mezzo dci Missionari cento anni or sono.
rientrati per l'interessamento, come si disse, del
Cardinale, e per l'intervento diretto del governo
che ,·olle affidare loro l'istituzione destinata a
ricordare l'eroico ~cnerale Mouzinho de Albu-
querque. Il Governatore aveva imparato ad ap-
prezzare l'Opera di Don Bosco, quando era Go--
,·ernatore di lvlacao.
Le Figlie di Maria Ausiliatnce lavorano in
due ospedali nel Congo Belga, e in due scuole
per indigene. La loro presenza sarebbe necessaria
in ogni centro, sia per la scuola alle ragazze, sia
per i dispensari. Nel l\\lozambico sono appena
La tribù Kltasi, come tante altre che formano
dell'Assam il paradiso degli etnologi, era simile
a un albero vigoroso che cresceva nelle foreste
vergini con fiori e frutti silvestri, ma dotato di
una bellez-La e caratteristiche tutte proprie. Tra-
dizioni orali, danze, canti, e tutto un complesso
folkloristico formavano la cultura Khasi, le cui
radici si affondavano e trae,·ano alimcnto nelle
profondità di tempi immemorabili, con tutto
l'incanto e la semplicità di un popolo primitivo.
Ora su questo tronco vergine, ma forte, biso-
gnava innestare una cultura venuta da paesi
138 -

2.10 Page 20

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distanti migliaia di kilometri.
Educare e istruire non era un
problema facile, se si voleva
evitare il pericolo di distrug-
gere queJJo che vi era di bello
e di buono in queste tribù.
Per i Missionari la scuola era
il veicolo naturale per inse-
gnare il Vangelo e dileguare le
tenebre della superstizione. Non
mancarono antropologi e nemici
della religione che criticarono
l'opera missionaria e osarono
scrivere che «i fanciulli deJJe
tribù di aborigeni nei monti di-
menticarono le belle leggende
locali per imparare le storie di
qualche re o V1eerè straniero e
favoloso per loro,>.
« Come sono belli e slan-
ciati - esclamano altri - i
giovani aborigeni, freschi ddla
vita della foresta, con i loro
ASSAM (lndìa). Glovaru della tribu Nagas col collo adorno di collane
e fl capo circondalo dl piume variopinte.
capelli arricciolati, il collo
adornato di collane e la testa circondata di
piume variopinte e di fiori, lihcri e felici come
Due nuovi edifici scolastici in Shillong.
gli uccelli della foresta! ivla verrà quella che chia- Erano questi i pensieri che mi venivano spon-
mano civiltà e il maestro di scuola abolirà le tanei mentre inauguravamo i due edifici scolastici
danze e i canti, strapperà le piume e metterà di Shillung.
loro addosso vestiti strani che in poco tempo li primo fabbricato è per St. Mary's l/1:t:h
saranno sudici•>. Altri parlano della «monotonia Sclwol (scuola superiore femminile). St. Mary's
della vita che subentra nei ,·illaggi non appena è un'istituzione meravigliosa che accompa!l'na le
quello che formaYa la loro vita viene distrutto•>. fanciulle dal nido d'infanzia fino ai primi gradi,
e Ma proprio vero' Sono fantasie senza una base all'Università. La nuova scuola, in sostituzione
realistica. Nehru, il Primo Ministro dell'India, delle vecchie baracche di legno, è una delle più
parlando dell'opera dei l\\Iissionari, non ha che belle di Shillong, e accoglie fanciulle Assamesi,
parole ùi elogio. Vi saranno stati errori, ma i Lushai, Khasi, Garo e rappresentanti le prin-
migliori giudici sono sempre le lribù beneficate. cipali tribù che studiano con fanciulle <li casta
ln una accademia di omaggio al Vl.'Scovo, i assamesi. In un riuscito trattenimento all'aperto
Caro, altra tribù Assamese, espressero i loro le ragazze diedero un saggio dell'educazione che
sentimenti così: ,, // paese dei Garo è sorgente di
fiumi ove le colombe tubano continuamente, O'Ve la
foresta è de11sa e /11ssureggia11te, m:e le belve hamio
il loro regno. In aulico noi .~acrificavamo ai nostri
idoli con orgie e 11bbriacat11re )>, E dopo a\\'er de-
scritto la vita selvaggia, cantarono un inno di
ricevono. Come in una cinematografia, assistemmo
ad una manifestazione di danze folkloristiche
Lushai, Khasi, insieme con quelle classiche in-
diane, simbolo di questa Assam, la cui varietà
di razze allieta la regione come le differenti aiuole
d'un giardino.
ringraziamento ai Padri venuti da lontano per L'altra scuola è in Mawlai, ove le Figlie Ji
portare la fede e aprire scuole e chiese, e termi- Maria Ausiliatrice lavorano in un sobborgo di
narono: <' Dio ci lw t•eramt11te benedclli, Dio Shillong, abitato solo da Khasi. Sono piu di 350
protegga la lribù Guro ~-
a11ie,•c, numero notevole se si considera che in
Oggi fra i Klzasi la percentuale di coloro che quel villaggio vi sono almeno altre 3 scuole di-
s:inno leggere e scrivere i! fra le più alte dell'India: rette dai Protestanti, Metodisti e Avventisti. La
sacerdoti, dottori, professori, maestri, ufficiali mi- scuola ha portato una vera trasformazione nel
litari e civili, onesti commercianti, moderni agri- villaggio. Sono fiori che allietano una bella pri-
coltori, onorano la regione Klwsz. Le T\\lission1 mavera ricca di speranze e frutti copiosi per
Cattoliche, lungi dall'avere distrutto la vita e la Chiesa e per la Patria. Le Suore hanno messo
la cultura di queste tribù, hanno innestato nel- in quella scuola tutto il cuore e l'armonia dell'edu-
l'alhcro della foresta un nuovo virgulto che cazione salesiana; e Quelle fanciulle. linde e pu
fiori e frutti, non piì1 silvestri, ma dolci c ubertosi. lite, con i ,·olti raggianti di gioia, con l'esposi
~ 1.39

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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ASSAM
O;in:z:a Lusbai.
I bòhnbu vcn,cono
buUutl. ora uniti
on• scp:u·;,·uf, su
qU-clli lr3Sversali e
C(II loro rumore ran•
no Il ri,mo. Le dan•
ntrkl~ltano a tnn•
po nei vani la.o.dal i
op,-r<I quando I
bambù si a!Jonta•
na..no. dando pròv.:ii
d~II• loro ablllt~
n~I •lncronl=u-e I
loro movimenti con
qu~lli delle ranclul-
ft" eh'° 01uovono le
grosse canne
;;ione J1Jarrica <li lavori <lomesuci e <l1 cucito,
rnn i loro bei canti e In ginnastic;11 cnmo la p1ì1
hcll.1 prova Jl•l miracolo compiuto <lall'ed11c.1zione
trist1ana.
SIAM
11 Rappresentante del Papa
Quale sara il futuro delle nostre stuole catto-
lidu:; ,oi andiamo incontm a nume e forse più nella Missione di Ratburi
grandi difficoltà di quclle causate J,1glt i<kaltsti
iwnttllll'IILal1 n cui accenna, sopra. Dnhluamo
prep:irarci bene e rnntarc, per gli aiuti timmziari,
:.ulk nostre sole forze. Se vogliamo rhe la Chiesa
trionfi è neccs:,,mo fare ogni sfor✓.o per salvare
e ag~iomare la scuola adc;.(uan<lola ai tempi
numi, che segnano o\\unque un grande ris,•~lio
nd l·ampo cducati,o c culturale
ff• ~TE.l'A:-10 F nmANT)O,
Giorni indimenticabili
furono il 161 171 18 gt•n•
11aio a Bang Nok Khu,·k c il zo a lfanpon~, in
ou:asionc della prima visita di S. E. Rev.m.1
:'\\lons. Giovanni Doolcy, Delegato Apostolico
dcli' Indocina e della Thailandia, al Yìcariato
apostolico di Ratburi.
I 900 c piu ragazzi e rngazzc delle due scuole
I 'escovo rii Shil/011J!. Jclla Missione di Bang Nok Khuek formavano
due lunghe ali dall'imharcadrro
alla chic!'a, S\\'entolando il tri-
colore nazionale e la bandierina
hianco-gi:111.1 del Papa. D,l\\'anti
alla Cattt·dr.ilc un grande qua-
dro con il triregno e lo stemma
del -Papa esprimeva il senti-
mento di tutti i cristiani della
I\\ Iissione al R.1ppresenfantc del
dolce lnsto ìn terra: Be1wlict11s
q"' ·,enit i11 110111i11e Domiui.
Subito dopo l'arrivo, il Oc-
leg.1to Apostolico si rccil ndh1
Cattedrale per la trina bene-
dizione cucansttca preceduta
dal canto del Te Deum, con
cui i cristiani \\'Ollero esprimere
la loro gioia e riconoscenza
a Dm.
ASSAM F.u,c,ullr dell~ lrlbu Munda pronte per un n ce~IJn•nto.
I a dommica 18 gennaio,
approfi llandu della prcscnz,1

3.2 Page 22

▲back to top
del Rap1m·s<:nt;mtc del Papa, i gio,ani 1; le
gmvani <l1 A. C. vollcrn celebrare la festa
delle loro associazioni, insieme con la fcbta di
Han Giovanni llosco e di S;mta Agnese. l'rima
della l\\lcssa cantata con :1:;sistcnza Pontificale, il
Delegato \\pusto!tco !:i degni, di benedire la nuova
statua di San Giovanni Roseo e distribuire agh
Aspiranti <li A. C. il d1stinti\\'o. Al \\'angelo, il
Vicario \\postolico, l\\loni-. P. Carretto, tenne
l'omelia mncggian<lo all'amore di Don Bosco per
il Vicario di Cristo in terra, caratteristica che
volle grandeggiasse tra i suoi figli.
Alla 1\\I1:ssa seguì una graziosa accademia in
onore del Oc:legato .-\\po:;tohco. 11 popolo ascoltò
con attenzione le parole di l\\lons. Dooley, che
si possono riassumere così: (, Un vero cristiano
ama il Papa, e si preoccupa di far partecipi i
fratelli, ancora av,olti ncll'errore, della luce <lei
\\'angelo che Cristo gli ha g,à donato•·
Un'altra cosa tornò gradita al Delegato Apo-
stolico: l'apnturn della nuo, a sala di Catechi!lmo,
preparata col materiale della Libreria della Dot-
trina Cristian:i. Mons. Delegato non solo am-
mirò tuuo, ma si propose <li diffondere il pre-
zioso materiale catechistico in tutte le i\\lissioni
della sua Dek·gaz1one.
Un quadro plastico eucaristico.
Durante l'accadt:mia che si svolse nel Semi-
nario indigeno in onore del Delegato Apostolico,
fu prcscnLno un quadro plastico dell'Em·aristia,
riuscilo veramente magnifico.
Sul palco: in fondo, su di un altare, il calice
con sopra l'Ostia sospesa; a fianco ddl'altarc
due angioli in adorazione. A destra dell'altare:
gruppo: Abramo in atto di sarriticare
Isacco, e l'Angelo che gli afferra
il braccio;
gruppo: un ebreo tiene in mano l'agnello
pasquale;
gruppo: alcuni ebrei sono intenti a rac-
cogliere la manna nel dl.>scrto.
A sinistrn:
gruppo: ebrei, cinti i lì:inchi, col hnstone
da pellegrino;
gruppo: ad un tavolino. i due discepoli
di Emmaus stanno guardando
ammirati Gt-sì1 che i:;pt:zza il
pane.
Da\\'anti all'alt.are, un sacerdote in adorazume;
dietro, il cronista.
Aperta la scena, 11 cronista narra in latino e in
siamese le profezie eucaristiche; poi seguono i
misteri cucari~tici, facendo grande uso llella se-
quenza J,a1ula Sio11.
Di tratto in tratto si interrompe; allora il sa-
cerdote intona Ad11rnm1.1 i11 aeternu111 Sm1rtis-
sim11tn Sacrnmeutum. Al canto tutti si inginoc-
clùano e ~i inchinano profondamente, e riman-
BANG-NOK-KHUEK (Tball:mdia). Soli,nne ricevimento dJ S. I!. Rev.1D2 Mong. Giovanni Doole),
Delegalo A.,.,.1ollco In Thaifandl:a e Jndoel.na.

3.3 Page 23

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e;ono in tale atteggiamento, mentre m lonta-
nanza, per mezzo del filo magnetico, sono t'Se-
e;u1ti in musica polifonica bellissimi mottetti
eucaristici, come Adoro Te dei·ute, l'anis A11gelic11s.
L'impressione nei cristiani e soprattutto nei
pagani fu vi,·issima.
1)4t più eele8ie
J!a,n,tu(Uil) dell'1,tt,tU(t
L'entusiasm o negli altri centri della Mis -
sione.
Analoghe manifestazioni di fede e di gioia si
ebhcro nelle altre cristianità del \\'icariato, segna-
tamente a Ilanpong. Particolare entusiasmo l'ar-
ri,o del Delegato Pontiticio suscitò a Donkrn-
buang, do,·e i cristiani, preavvisati, accorsero
numerosi, e i giovani <li A. C. andarono a in-
contrarlo e lo accompagnarono per circa un km.
su biciclette ornate dei colori pontifici.
li ";alc che conduce alla chiesa era fiancheg-
giato <la 200 nostri allie,·i, plaucknLi e agitanti
bandierine papali.
Sua Eccdlenza era accompagnato dal Vescovo
Mons. Carretto e dall'Ispettore Oon Frigerio.
Al suo int.,JTesso nella chiesa, si levò da 200
piccoli petti l'Kccc Sacerdos del Perosi.
Dopo l'adorazione e le preghiere di rito, dette
dal parroco Don Baroni, il Delegato parlò e le
sue parole furono tradotte dal nostro Vicario
Apostolico. Ciò che più commosse i cristiani, fu
l'assicurazione che il Santo Padre li ricordava e
prel!'3va per loro. La benedizione papale ac-
crebbe l'entusiasmo dei fedeli. All'uscita uo
gruppo di paggetti offriva ai <lue Vescovi due
ghirlande di fiori, e uo saggio di canti e di danza
siamese. Dopo un ricevimento il Rappresentante
del Papa, tra due folte ali di popolo acclama11te,
spariva come fugace visione diretto a Ranpong.
Bande] Church.
li Santuario di Bande!, dedicato a Nostra Si-
gnora del Buon Viaggio, centro religioso e sto-
rico di prim'ordine nell'India Cattolica, ha cele-
brato anche quest'anno con la massima solennità
la festa del Corpus Domini e del Santo Rosario
il r5 e 16 aovembre scorso. Fu un vero successo,
un <legno coronamento al ciclo delle feste cele-
brale durante l'anno.
La solenne novena di preparazione attirò al
Santuario una moltitudine di pellegrini dai vari
centri dell'India. I gruppi etnografici <lei grande
Paese erano pressochè tutti rappresentati. Bande!
è un Santuario che sorge nel cuore dell'Induismo
e della modernità pagana, un'oasi di pace con
poche decine di Cattolici, al centro di un vasto
distretto pagano di ben 3.000.000 <li abitanti. I
divoti della l\\ladonna giungono a questo grande
Santuario da ogni parte; i più vicini vengono da
oltre ~ km., gli altri, organizzati a gruppi di
famiglie e di individui, si sottomettono a tutti
i disagi d'un lungo e duro viaggio e vengono
da 10J, da 500, da 1000 e 1200 miglia lontani
per p@ter assistere a questa solennità, attratti
dagli spettacoli di fede e dalle bellezze del pae-
saggio. In tali circostanze Bande! Church diventa
un centro di attrattiva irresistibile per tutti,
cristiani e pagani. Una volta che lo si è visitato,
BANG-NOK-KHUEK (Thailandia). • Omaggio floreale delle « plccollssln,e» della scuola femminile
a S. E. Mons. Delegato Apostolico.

3.4 Page 24

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non lo si dimentica più e, presto o tardi, vi
si ritorna una seconda, una terza e una quarta
volta.
Bande! Church è il luogo della preghiera. Qui
nessuno si meraviglia di trovare, prostrati in
preghiera dinanzi alla statua miracolosa della
Madonna, Cattolici e Protestanti, IIinclù e Mus-
sulmani, Buddisti ed Animisti. Tutti sanno,
almeno in confuso, che Maria SS. è la $ Grande
Madre ~ di Gesì.1 e che, per la sua intercessione,
ogni gra;,,ia viene concessa.
In quest'atmosfera di fede e di divozionc si
svolge tutta la festa. Lo spirito di fraternità fra i
pellegrini è così bello, intimo e cordiale che
rende indimenticabile quel soggiorno.
La Messa della Comunione, con canti appro-
priati a ciascun giorno della novena; le funzioni
sera.li con la recita del S. Rosario in processione
sotto i portici della Chiesa e dd Monastero; il
fervorino sulle virtù e bontà della Madonna; la
benedizione eucaristica, tutto conferì all'am-
biente un non so che di mistico e di amabile.
Nelle pn:<liche, il tema di maggior risalto fu
la pratica del l:;, Rosario in ogni famiglia cri-
stiana.
li sabato sera, 15 novembre, segnava il prin-
cipio della festa. TI Santuario e le sue adiacen;,,e,
il parco e il grande campo degli Spons suHe rive
del fiume Hooghly, i porticati del Monastero,
tutto venne decorato con gusto e con arte. La
fantasia dello stile orientale si trovò splendida-
mente accoppiata alla serietà dei gusti occidentali.
Ilandiere c pennoni coi colori della Madonna, del
Papa e della Patria, sotto l'azione d'una lievt:
hrezza vespertina, sventolavano sui punti più
elevati del luogo e lungo il tragitto della proces-
sione, mentre un incessante affiuire di pellegrini
veniva ad aggiungere vita e colore aHo spettacolo
di fede e di. pietà cristiana.
Poco dopo l'arrivo si di S. E. Mons. Perier S. I.,
Arcivescovo di Calcutta, ebbero inizio le ceri-
monie nella grande chiesa, gremita di popolo.
Anche i portici e le adiacenze brulica,·ano di ,.,;_
s1tatori. Dopo un canto eucaristico, fu tenuto un
magnifico discorso d'occasione, che deve aver
scosso e consolato molti cuori. Seguì la grandiosa
processione tradizionale dalla chiesa al fiume
Hooghly, al grande altare eretto sul posto dove
354 anni fa la statua della J\\1adonna del Buon
Viaggio veniva miracolosamente riscattata dal fu-
rore delle onde. Una dimostrazione di tale portata
e dimensioni non è facilmente reali7,zabile in
terra di Missione. l\\la l'amore vince tutte le diffi-
coltà ed era bello e commovente vedere il pro-
cedere calmo e maestoso della processione da un
punto all'altro dei , iati, fra un mare di lampade
a colori e fra due folte sporuie di spettatori pagani,
estatici e muti d'ammirazione dinnanzi a quello
spettacolo ùi fede e di amore.
Le migliaia di pellegrini, raccolti all'ombra
dello storico Santuario, si unirono con entusiasmo
nella preghiera e nei canti di lode a Dio ed alla
Vergine, ma un profondo silenzio regnò quando
tutte le ginocchia si piegarono al passaggio ed
aHa benedi;,,ione di Gesù Eucaristico.
Dal fiume la processione passò al Parco e al
grandioso monumento eretto alla l\\Iadonna di
Fatima, dove un bell'altarc:: era stato apposita-
mente preparato. Di qui venne impartita la be-
nedizione finale, e i convenuti poterono ritirarsi
soddisfatti per la bella giornata vissuta.
11 r6 novembre, domenica, vide il grandioso
svolgimento della festa <lei S. Rosario. Tutti
quelli che non avevano potuto partecipare alla
novena, si riservarono di partecipare almeno ,1
BANDEL - Santuario di Nostra Signora del Buon Viaggio,
il più celebre dell'India.
questa giornata finale. Ogni treno della grande
linea ferroviaria Calcutta-Delhi e viceversa por-
tava il suo convoglio di pellegrini: gente di ogni
colore, di ogni età e condizione; gente a piedi
nudi e calzati, su automobili di lusso e su sgan-
gherate carrozze d'un secolo fa. l\\la nell'India,
paese delle meraviglie, tutto questo incrociarsi
di clementi non reca alcuna sorpresa. AJ ogni
- 143

3.5 Page 25

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S. ~lcs..•;a il Santu.,rio era stipato ùi fodeh e la
l\\lcn,-;a bJc.:aristic,1 rc~c una ,itupenda tc~t1mo-
111anza alla foùe <l1 tJueste popolazioni in C:csù
'-;acram··ntato. Quante confts!lioni e quante Co-
munioni! Ogni anima ritornava dall'amplesso di
Ge:,t1 raggiunte in rnlto e con la pace di Dio nel
cuore.
Alle 8,30 S. E. l'Arcivescovo tenne un solen-
nissimo pontificale servito dai bravi chierichetti
dell'Aspirantato Domenico Ra,io•; la ~[essa in
canto con le relative parti \\'ariabih fu e;.-seg111ta
dalla Schola Ca11t11rum dello stesso Istituto.
La benedizione ~olennc, impartita dal mcdcsimo
Eccellcn1is.~1mo Presule, chiuse il ciclo delle so-
lennità annuali del Santuario.
Nd pomeriggio avvenne il calmo cd ordinato
sfollamc11to, e ben presto il silenzio tornò a regnare
ndl'ant11.:n chiostro agostiniano. Prima del tra-
monto, tutti i pellegrini avevano già preso la via
ùd ritorno portando seco un rinnovato propo-
sito di fedeltà a, propri doveri cristiani e d'un
più intenso amore a Dio e alla sua Augusta l\\ladrc.
Sa\\:. Lmc1 Dn 'lE\\'O SQt ERI,
Jl,lissitmari11 Salesi<1n11.
BIRMANIA
D.illa Dire:wmc della nostra scuola di l\\Ian
dalay (Birmania) riceviamo liUt:Sta supplica, che
puhhl1chiamo col desiderio che la preghiera di
quel buon mis:.ionario tron nsonanza nel cuore
generoso cli qualcl1e nostro Cooperatore o di
q ualche nostra Cooperatrice.
Q11a11to le sarei grato st volesse dare orpitalitil
nel Rollettino Salesiano a quuta mi11, d1e scrifHI
ili puma accordo col signor Direttore!
•> C'r>m'è noto, questo 11oslra Scuola è frequentata
da 1m 111igli<1io di ragazzi esterni e da r20 interni
quasi t1111i t>rfa11el/i. Tra le 11ecessità piri urgf.'1111
c't· l'apertura dr/ reparltJ di sc-ier,ze fisici,,., sia p"tir
dare svil11pp11 a questi stud, clie 11ella nazi<me so1111
dl:'jìrienti e sia per prectJrrere le disposizioni del
G1rverno. che fra alc1111i mmi rmder,ì tal~ materw
obl,ligatoria 11t'lle scuole li primo rl'quisito per
questo scop,, ,: il gahilleff<> di fisica, e per q11est11
mli jìclucia mi rii•olgo ,, lei perd,è voglia farr
11/)pt'llo ti/la mrità cli chi la l'rovvide11z11 llù forni/o
dt mezzi.
Tait· 11111/t>riale didattico qui 11011 si fr1n:rrebllt
a/J111to; i11 India cos/erebbr molto e sarrbbe sra-
d1•11t1•: i11 AmNica ha prezzi favolosi; il sig111Jr
l,pettnrt• ci ha detln e ripet11/o
che rcm10111icammtt nm, pm-
si,mw aspettare, 1111/111 dal/' llldit1
w/esimw, perd,è m1rl11' l,i ,,;
sono ecre:::ùmali 11en•ssità per il
rm•rin·i~linm s1:il11ppo di quelle
opere. 1:: per questfJ d~ mi ri-
volg() ai nostri be11rjallori sparsi
nel mrmdo.
l'nglia perd1mare la libert1ì
e nrcrttare il grazie sentito per
q111111tt1 potrà ]are per quest'aptm
che pmla visibili i segni d1•ll11
prole-:;irme del Cieln per il grau
bene cht!, co11 l'aiuto c/1".•ino, si
vze11e ft,cendo tra questa cara
girrve11lti b,rmanere •·
MANOAJ..AY (Bormania). Un s:r11pp0 di prime Comunioni e Cn:sime.
Sac. ANTONINO D UCA.
u,jo11 lle11111rial Sdw,l,
,\\Jm1daluy, Bt,R:\\I.'\\.
Precetto pasquale « ' cmtiani che andranuo dannati non (lt•rcumo
nulla da repl1cctre, ,11wndo il g111sto Qi11J1ce
mostrerà loro il torto che ebbero a morire della morte s/Jiritiwle, mentre
smebbe stato così facile mantenersi in salute col mangiare il suo Corpo, da
Irti lasciato proprio a questo scopo. " Scragurati, dirà, perdtè siete morti,
mentre avevate a vostra d1spos1z1one il [netto e ,l cibo della vita? " ».
s. FRANC'ESCO 01 HAI.ES.
144 -

3.6 Page 26

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la potente intercessione
di
Maria Ausiliatrice
e del suo Apostolo
AVVERTENZJ;;
* Non si pubblicano le N!Laitlnnl anonime.
* Chi desldc,n, la pubblicauonc Integra ~ pruato
* dJ unire possibilmente il cntllicato medico.
Pre,ihlllmo di ,;crlvero chfarnmcnte nome, CO·
* gnome e lndlrb;:to.
Per evitare rlp,,llzloni si •opprime nelle rela-
:donl l'accenno all'oflcrt3 ln,·Ldlll.
Maria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco mi hanno
salvato il figlio. - A c.1us.1 dei d1sap1 e delle ~offe-
renze potite ndl'ultima 11uerm, nel marzo del "H-1,
mio fi1<lio Severino fu assalito da dolori allii cos,rn
siniMm con persistente formazione dt pus. fn scguiio
il mnlnnno si este,,.e a un polmone e 11 fi!llio fu ridotto
in condizioni pietose. Conswu11.1 l'ineflicacia dei mezzi
umani, il mio Severino non si rassegnò, ,mzi divenne
cuttivo.
Io però, nl rincrudir..i del male, ave,·o posto la mia
creatura sotto la protezione di 1\\.larìa :\\us,Jiatrice e
di S. Giovanni Jfo,co, prcwindo fcrvomsamcn1c per
h1 suo salme fisicn e spirituale. E fui csnudito, perché
venne 1;1 doppiJ 1,1rnia. Om mio figlio non ha p1i1 hi-
SOJ.(oo nì: d, cure nt· di groccte cd è ritornarn buono e
affe11uo-;o come un tempo.
I\\Jmrga di Broilao1uu (Verona).
ÙIOHATTA :.\\ft!RARO.
"Vollero fare un ultimo disperato tentativo."
- li ::i j!iugno fui t·olta da un arrocc dolore, citusnto
dall'mtesuno che st c•rn attorc111ha10. li m,-d,co d1chmril
11 caso 11ra1ve e l'npnazionc ncc1.-ssarin, ma impos~ih1lc
per l'c1ì1 dì 75 anni e le m1c coodizioni di salut<.'. I 1
decisione quindi fu tncsor.thilc: abbandonarmi al de~fin 1.
Ai;r,;rrn..-andomi sempre più 11 '-;,u:crdote mi .unmini,trn
gli ultirnt Sacramenti; ma I m1e1, sorretti da \\'Ìva lt·d ,
vollero forc un ultimo di~pcmto tento11i,o, foccndnm,
inghiott1re con poche gocn, <l'ucqua uou p1ccol1,-~im,1
1mmn1,1ine della SS Vergane prl!J(ando !i. G. Bo,c11
e il B. l>omeni<:o '-ia,,o a inten:edere per mc. Ed 1.-crn
che proprto quando ,i vi\\C, ,, sotto l'tncuho d1 un' un-
mìncntc carnstrnfe, S. (;. Uo~co m1 .1pparvc guMen-
dom1 rJ dolore scompan·c e suhitn ripresi .1 parlar,·
pronunciamln questa p,truln: m1ru~olo . !)op,, un
giorno mt alzai sem:n nessuna trnccìa di sofforcnza
f'allt,/1111,:<1.
Rosi"" RuFn -..o Bl'ccut.'\\,
Maria Ausiliatrice premia una zelatrice della
sua divozione. - Sono ormai parecchi anni che pet
dho,ione a Mnria Au•ilintrice faccio cclehmre tn Par-
rocchia una Santa :.\\le,,s.1 cantatJ 11 i:mrno della sua
feHt,1, prenot.tndola 5Ìn dall'inizio dell'anno.
lo Parrocchiu si vcncru un bel qundro di ì\\lnria SS.
Au,ili.1trice, opcnt dcli., Sruola Be;ltO Angelico, dj\\Jnli
al <1u.ile ardono sempre numerosi ceri.
Que,;t'anno h1 ,1adonna h,1 Yoluio J1mos1r:1r1: ,1uan1,,
le srn 1,,,radita la nostra di,·r,ziorn,. Affetta dli p11recch10
tcmpn da un fihrnma, 1 m1c1 dtsturhi qi acuirono nello
scorso mallutu, o:ide si rc,,t> necL-,.s.iria un'op.,r,1zione
dì una cena 1,1ravità. Per t:ircost,m:te mùtpcndenti Jall,1
m1<1 , olon1i1 e dn quello delle pcNone che mi ;1ssistc-
v,1no, l'openwmne fu c~r1tui1a proprio il 2.• llllll!giu,
mentrl' si celebrava la Sani~ ,\\Ics.,., J,1 me pn:nutat,t.
L'opl'razinnc "bhc c,110 frlic,ssirnu, e la rapida cun-
v11lescenza m, h., perm,..,.so d1 riprendere le mie occ11-
p,1,ioni dopo soli 15 ~iorni.
Pallu11::,1.
A. :\\lo-..n.
Guarigione immediata a cont:1t10 della reliquia
di Don Bosco. - Mio nipnte Huhcrto era ,tlfctto Ja
hronch11c crnnica l'n i:u>rno riccn·•n dn mio fn11ello
Sah.·si.1no un'ilnmaeinc di S. (;10\\anni Do.,cu cun
reliquia. Appc·na tale preziosa 1eliquin fu colloç,Ha

3.7 Page 27

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sotto il J.lU3llCÌale del malato, qucsci •i ~ntl immedia-
tamente guarito, causando commozione e sorpresa n~li
stessi dottori curanti.
Serr11 di S1111 .\\/i,riato (Pisa). C!,;,:;AltE D,\\RT,\\LINI.
Occo rreva p l'aiuto del Cielo che dcll'uoroo.
- n z2, ,riomo dell'Ascensione, l:i mia himb:1 d i cinque
anni, in..euja da urua lambretta, riportb lo sfonda-
mento dell'ocdpite &inimo. Portata d'urgenza all'ospe-
dale, il Primario prof. Kanger dichiarò sen.7..i reticenze
che occorreva più l'aiuto del citlo che dell'uomo.
Disperata, nel mio dolore mi prostrai a terra e invocai
l'aiuto di Maria Ausiliatrice per rutto il 1empo dell'ope-
razione
Terminata La sua opera, il chirurgo, russerenato.
conchiuse: Rioordi, i.il{nora, cbe la .ciem:a ha fatto
molto, ma Dio ha fatto assai di più•· Quindici ~iorni
dopo, la mia piccola era completamente riaanat.A
Ringrazio, con 1nio marito. ~iena di riconoscenza.
.Uo,uodùv (Cn:rnoru).
Cu:1Lt,\\ Lo'IC'8.1.
Dopo cinque aruu di sanatorio. - All'inizio
della mia m:ilatci3, cinque anni fa, promiti che, rag-
ittunta la guarigione, aHei f.atto dono dei miei orec-
chini a !\\turiJI Awiliat:rice. Ogr,ri finalmente ~ giunto
il $!Ì<>mo '°"piraro e adempio alla O"li:1 proméSSa.
In que:,ri 1<nni di iianlltorio più ,-olte mi furono pTO-
posti inten·enti. ma preferii sempre ricnrrere a Colei
che ha ogni polerc di srnppare gnzie al Cuon- di
Gesù; ed ora ho la 11.1out di uscire da que:oto lum,,,
nstabili111 senz,1 ìnt.-n·l'nt,
Rm~rnzio però J\\ Inria Au,ilialrice d1 unu l(razia
nncor maiti:mre: quellu di avermi J,1tu III questi lunghi
'1nn1 IJ foru l.1 rnssegnazione che m1 nlleggerirono
il pe.,o ddle ~offerenze e delle rinun?.ie. L'ho pre11at.1
ogni 11iu1no mvt1candola, ora conrinucrò rini;:raziandolu.
,',' G1nN1m11 Go11cordm (l\\lndena).
ARTE.\\UA TRALUI
D on Bosco salva un bimbo, m oribondo per in-
tossicazione. - \\t10 fil{Uo t'ri,t1 mo d1 sei mc.., era
ridom> &L(li estremi per m10,._,ic;11.ione. Il dottore m1
ave"\\'& pari.Ho roeliendoou ogni 1llu,;ionc: La mia
parte e quell.i della scienza :;onc, linite; ,pera in Dio •·
Si pu,\\ imm~inare il nostro 6tato d'.mimo: eppure
f'el>tuni in me la convinzione eaatta che Don Bo,;co
non mi nvrehbe abbandonato: ne ero certo. Feci una
novem1 e, mi,1 mnglie un'altni nll,1 Mudnnna. Subito
il g iorno dopo il dottore disse che il bimbo si poteva
din- Curiri di pericolo Or.i M.t rimellendosi in un.i
mameru quasi meravigliosa.
ltin)!rnzi.ii subito Dun Bo«:o con un.1 S. Comu-
nione in sun onore.
:\\l\\nro lkcLr ..\\sct:1.1.
« Ora non è piu mia, m a se vuoi, puoi ridar-
mela!». - Con onimo gr11to rendo pubbliche grn1.it> al-
l'Ausiliatrit·c, per aver ridato I,, v11a all:l mia secondoJ.tc-
n ita nllnrcl,è p11r1·e natn morra per 11>1li,~ia. A n ulla ,·al:;c
il pronto inten·enro <lj vafonu prof~-.ori e, dopo oltre
un'ora ù, re,pirazione artifici.ile, nnch'es,-1 persero la
sper,mza che manune\\"a tutti in an,io.s1t i.1resa. Allor;1
implorai con lede la ~::i. Vcri.iine du.:enJole fra le la•
pime: Or,1 non " più mia, m• se vuoi, puoi ridar-
mela D,lpo alcune fen·oro,e prei:hier,·, frn la me,a-
, ii:i;Jia tlei presenti, si udl un tio<·o vni;:ìto: In h imba
cr11 :<J1ka l(k<moscente allu Cdc~le Salv,Hrice, impu,i
:tlla mia crc;Hura il nom e di Au-ciili 1,.
St1lt'111q.
V1nosu., G11ri\\U.LDr-Lrs10.
eo.u,_ di, a,Uu. Uftto. ~ tieo.ft;O-~ti
1luuta . , 4 ~ e a, "· ~ - 2Jo.cu0-
In !(, Mllrlo Ghrnd o llJ (Ruma), prol<>nd,uncnlc <L:,·urn d ,
S. G O ch1.· conti11un1ncntc. mvocd ne, più Juri frnn1Cent1
della. 11:un \\"lt.t, M.:ioQhc un voto 1n rm1,Cr111,;.,mrntu e.ii un11
grazia n,:r\\ uta.
Sorelle Oltoro (:-..alu,w) rin!lrazumo !>, (,. 11. rc:r la 1:uan-
v-1one mu-...:, 1lv Jd h~bbo da sc:uc c:u1npl1~Jz1on1 .:on~
t conlu11I Pietro o Pierina M ol't'UI (Dnrmrllu) r ingraziunn
per c:,,kn• ,tali prot<·m nella no,u1u Jdlu 111p,mn~.
Colnmba (),Qgl la (Geno,-.,-l',,m1,;liano) ,-.prime la. ,u~
,w• ncun01<:caua a :\\I. A. e ~ :.. l,. li. jl<'r lu ~razu ddl~
\\ "hllt mc'-,".a JI mnrito
Loda Cotllllm1'na in Caftllotll (('~r-..cn) rinr:ra.r.i.a per
cu.:-nu a opt.·nuton._..
Conceua \\'endJui. (Samernlle - t'.S.r\\.} rnan1f,•,ua il ffl<>
giubilo per la proJu11osa 1,--u.,ràfìone del marito ddla l1glmccii.
Geroslna Glll.nnlinlUnio (l..in1ouno) 011~nno p•nicolare
a~--.1Mrn1a t.ln '\\1 \\ in una t1J-l(.'r.u-wne aiJJtÌ J1tfil·1lir.
Carla, 'Rf')bertft, f>itt Mario Crev:,,cnre- (V,:in1nn) ~onò , t\\'3-
n,ente 1.!r11ll a !\\I A , a S C, Il. per 111 K\\lllruiinnç Jdla ~<>-
rdJa Ult tJ1-.turbi .elh: \\'it..· n.-~pìnaturic.
Don. lnl(, S1etìano MruicJni (-.:.p.,l.Jl rinl.l'r~,,.,, ~ . {;, B. per
ht 1rt1arlt?ion~ 1rnuhi.u1r~ Ji tre Gtci nipnunJ d,1 J,?r.t\\·c infcr•
111,ta.
Carmda Fortino (Marano Pnnc,pato) •otlri\\'a J2 anni d1
un forre m•I J, u110 ,t,ch1:JJ11to .ini,wmb,I.. Jai mcJaa. Si
la ncono'"-1uu1 mnoccnza del tu:ho. 1....1,.an,~ntc ~~to.
""1flole11a Ciocca (\\lilano) ottmne J,1 :-01. A. e ::,. ~- 8
I.il ...:r;v1a J, Lnn·•r <"'M.I secondi) 11 •uo dnhirno~
Mario Glublcna (),,~nana \\'crr.l rm1•n><a S. G. B. perch~
l'ha siiu1.1.to nn,th t''.>1-ffiJ e nel lTO\\'llfl" unru.·~fJ
Ann tt l...o Vecchio (Pali:rmo) n·nLf~ nu111 J•• ..:uuil.!tonc d1
un cui:1110 atl<11<• w ,errlli:11 •r1nnt.11 dllu foringc.
Llnu Va"lla Cfmino (!v\\e-:-,1iinu). ~nuu1111,hL 1i Jifficilis-.imu
op.-rn,ìun~. fu vì,,bìlmcntc proietto J• c\\l. , \\. e S. G. Il.
Vlnct"ntina 0,,1 Gau dio rin,irt1T1a fl,•r I• !IUJOTil:ione ddL,
tn.10111'1.l Ja tt\\..J.IJtlia Ju.n'{a e- A.4. QU1plrs.sa.
F1i1nnJ Sarnpcri ~ f....1(.ua) r<"nJc t111t• und gnuW ~dtllalilt.4
on=uta da '.\\I. .\\.
r,vubt" a D . U. C' tu "rnd hcnis..,imn,con,·1,·o ~tururc- dc-1 din1t.:i,
pa.ren.t1 e am1n tutt,.
Dil'\\·a Sold:1ni (l..oh•ni.inal con la n,n:cnR • .:\\1. ,\\ 01tt"nrn.:
m la pron,or.mnt• Jcl t11i:hu ~ tre altre 1t:T•tu.".
l.uiA Daldkc,ni (Si<n.■) ~ 11r11t11 a 1\\1, A. che, l'aiutll di•
H:.n.1 rnontcnt, i.:ru;L:, C' par11t-ula.rn1mh.• m un t.-...11,c.
Teresa Cro~a (Bur110 S. Pietro) rìn11razw p,·rd,c fu lìbLia!a
ùu ripetuti 111,111111<11 dw I.i rrnùeYnno .,fi<lurilllU J'<' lu ,u!ute.
Erna,Ma Be1occh l ('\\l~uno) r-in,::nizto por il inut.1m~n10
Oper.ito nel n,p,11 cl• \\I. .\\. e S. G U.
Comu1I Rha Cadonn e M.io Ciustl (Comuda) nn(.'MlZt2no
conunuut .,\\·1. A .. pc,r l'intrn ·e.nco proJIJl1,.JM)1 rlC0{\\()5CfUtO
anche J.I 1-'rofcs:i<>rc, nell• na,cota ùdl• loro G1ulana.
~lilrlo Mcnll (l.nn,110) ri:ndc publ>hdu, i::nizie a ~I. .\\. e
S. G. U. rrr la contonu.a pmtcT.ionc c rer di\\'ersi favori.
.Domenica Fen-arl Trecue veci , MJt11n11nl (\\ uic,.i.no) ~
molto nco,tmu·na· a S. G. 8. per h1 11u11rr11io11e d11 p~rsi-
&tcntc 1ntu!i-~kaziont" ~cncra1i~.
Lul11ln Penni, S,,lro le (S, Stefano lldb11l rin11razia prr l'u-
si«cn2J alla lìt:lw in pano ditlic, lc.
q6 ~

3.8 Page 28

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Lina Cariando rmde s,,nùrmimc ~e per l'ottirnn coito
di dt.flidlc op~uzione.
Cauda Marill vtd. Calorio (:\\lontA d".-\\lba) i: ,:rata ~r la
{elicc riu'itlhl di un difficit1,.~1mo ono operntorio.
Faml.lflb 1..anfrunco (V,Uano\\',nl'A..tì) rende nota lo 11uoni.10•
ne della ptn-·olu \\h,rghc:rita dtt Jfn\\ l!'(;~lmR infezione inu.•"rinale.
M.-.rla M1111rlnl In Gb.clltt (Concodalhcro) guorl dn nc,11luta
in p<>lrnunnc ". du pleurite J:f>Wt: ~ ottenne che ai r1"iohe..se
bene un affart' n:.c,nomiiro.
Emlllo Clrbon tLc :\\la11Jakin.-) raccomandò • ;\\I, ,\\. e
a S. G. R. la madr.- orurianJ .- 11r1vc:·mon1.- malata " fo ,-uuclitn.
Candld.o Mlcbrleuo l F," :l,z.zo) rinµ-ruia per ,I fdi<c c,,<110
di un'optra:1.iunc t.i1fficilJ,-.1mn 11iUh1ta ùa.1 padre:.
Giacomo Mondino (Cuneo) (•~r,rinlc lo sua \\·h•,,.,"'frr'ht rico-
noscen~1 ptr liuto AtJ!nalatc s,rn21t·
Famlll.Ua Bono (Foglino) rt011raZ1'1 per la gu,mioon, J.-1
fii:(l10 t dello mamma e per 11ltri favor1.
GivxJJl'lina Maggi (;\\lallan·) ,,,;, v<1lt., si rivol.., con fiducia
a :\\I A e a S " <,. Il. e <11tennt Juc gn.zie ,mporu.nu.
Tranqu.lllaAntoniolo ( B<1tll"n.- d1 Susa) on.,nn<· la stUati111one
d~l nur,to, ndnttn in fin d1 vua da dau:.-'ò!e mal.att1c:, r J.wnro
al flglm du t<-mr,o dism·cupato.
caterlrua Ditta ~ l . (:\\lv.an, dd \\"nll<>) rende notn il dnp-
pio mira«ilu J.-lht gunrig1one ,.. dello 'ICamp;Uo p,,nsolu d.-1
fru1elln
M:u-le11a Alllotl (Brw.,nn) 01tenn• d• ,1 A. I,, ,:u•ng,nne
da l!n\\·c- m1latt1a di cuore.
AAn:a Molln:iri (P,o:zuno) è IIJ'IIIA per la iiuanr;ionc Jcll•
mamma da 11ravi doluri • una 1t,1n1ha.
Marlsll Viti (l't.sci.a), av.-ndo il h•mhino in .L?ra,-i..,m., condt-
ziom per hronchm, ed enkrit~, lo alfali,a !\\f. ,\\.eh,· 11lido s,u.1ri.
Tt'n!A Gravano (Onone) oncnne d, guarire da ulcera
duodm.ilc che molti nmcdi non avc,",mo gunrno.
Anna $polli ll'rll"l'trioo) utknnc Ja. :\\1. A. ,I cmaiu;10 d,
subire una J111ic1lc opern1.1on~.
Filomena Romano Sorpittl (M ■nn• di Ca.mcmu) rin,:r.uia
'\\I. A. e S. G. R. pd bwon esito d1 ddì.:.ata npt'razuJN".
C:annèl.ln.a Pcranli (Torino) 011cru1< Ji guanre Jur- ,·oh•
.L, emorn.i:•• con la rd,quia d, Dun Bosco.
lrmA \\'illllll (,\\lc,J.andria) .,llidò a ;\\1. A. il fit,:lin l'frro, eh-,
ff\\....t-Ya donun troncare ~li -.tu<li, t ft, vJde fl'Ua-rire 1:ntrn uno
gmm1 frlt lu aluporll! dei mrJiu..
Silvio o Tina Talentlno (Torutt>) re nt.lono notu la 11uari•
~font! dd rno1r1h1 dn ulceri \\'nrico,c Ji c-ui soffriva <l1i1. tanti anni.
Tc,r.,s;, Mas,lccio (Tonno) r.-ndr puhblichc due i:rozic:
fu !!alva da caduta e J!Uari da Jlr■\\'C es.,urimeoto.
AdclaJde Boria on~nne da S. G. B. una ~nde grilw da
cui sarebbe Jip1.'SO ti '2Uo a,""\\·cnn('.
Cl!t'rlna Bru~atl (Ol~ìn) rende ,·i\\'c ~razie prr l'aiutr,
,n unu pC'ricolo,a opcra.zionc aJ fcll'ltO.
Maria Cuarnul (M~u,rr,na) r,n1truia per c,·m,u, ano
nperatorio t 1,;ampato pericolo della figlia e m•run.
Paola Tedeschi (f'asano) ottenne la completa 11u"rìi.:ionc
dd nipote ùallc C:1"11\\"t CDn._"IIU•ntc dello ..:oppio di un nrdignn.
Maria Sllnlllr- (Campomolmo) rin11ruia per la 1111•nit..,nc
ddb marnm.. di 79 anni, d,chianu, inguaribile d.oi m~ici.
Rosa Ro•~J. Insegnante (O,·ada) ancnne la gUMÌ!iÌ<>nc JdLI
mn:lla l!r■"c:mcntc infama.
Maria Martin! (l'oianol ouennc che 11 m1rito, i"'·•lnJn di
guerra, trO-Vlà...'l:ff:. un la,·oro più cor1f1u.:cntc.
De Dom.lnlcl Carolina (V~roleni:io) gu11rl du nsma che le
rendeva i1hopport11h1le la v1to.
Pietro Maria Pasquale (Torino) ottenne la ri<:une,li.izinnc
con dei parenti, con I quali da tempo ,ra ,n di~orJ1a-.
Emanuele: CosDI ( .\\gTil{rn!o) rinirn1zia '\\I. A. per l'incolumrti
~u• e di qUWflU trano In auto ("Ofl fui in nnK eoUisH'>nr- u>n
autopullman.
Emanu.,la lula ved. lnau-bonc (Vono11ono lnf.) ottenne
da J\\.T, A. • d,t S. G. B. lo,·oro "I fìldio,
Bartc,lom<!<I e Adriana Vl<"llri (V11ra.zze) rin11111r.iA prr 111
guari,1.tion~ Jd fT111io Ja grave mal•tt111.
·
L ina Vc,rdo (D,·lia) nmd< nnu la 11uari!t1one del hJmh,no
affetto <Li pJral,., infantile al p,eJc dbtto.
Elisabetta Rosso (Bra.) nni:nu:,a :\\I, .\\. per Lt "Iute rido--
n.au a 1<'t e • una ru• costn.ita.
Maria l,uparia (S. :\\lan,nu J, Rn111rnano) rsrrrimrn1ò
all'cY1dcnia l'ass1•lènza d1 ;-1. A e di S. G. B. ,n un trllcr-
vento clururgu.:u.
ErmeUnda Torrlnno In Bormida (f.ootanoto l'ol rende
srntztc a M. \\ e a S. G. Il. per l11nno esperm1cnhdn ,n un
1ntc.rvcntu r.:h1rurgfto.
...
Giownn., l\\t.anuc:co Dal Mu~ (Ca.,1cll0220) è \\ Ì\\'amrnte
i:ratt • ;\\I, •.\\, e n :.. G. 8 fa, lr 1o1h·urono il bimbo ,-.Juto
io una al,1111 d'1.:qu2 bollcntc,
Rosa Cena (Buronzu) fu iruuita da fonc antmia r sal\\''1U
nella <,,Juu o.Ili una ...-ab J; 20 trndini.. eh,: Jovtva •~•er"
mort11le (70 nnn, d, età).
An1111ia Ghhtllone ,n Fuonc (Gavi Lii:urr) rÌnl[rn•ia l\\.l. A.
e D. H. che le hanno guarito 11 mnrrto.
Ad~ Mura (Sinnai) è viv~m«llc 11rota per lu ~uar,iiionc del
rndr,
Fnnce&a Tini!o (\\ •l~1uimcra) rin1m17.ia del m,raculo
tkll. 11u..ri111,mc compiei., Jdla M>rtlla ottant"1lnt.
~larlJ lkrtacna Bellcdo (I.ecco), usai ani:u<t,ata pcrchc·
,-m• m,1Jr<' di ,d hamhini ,-ol m,«iro Ji;«cup•tn, f,..:~ una no
~ l) B., duronte la quale 1J marito trovi, lnon>.
B1'lnca Fcrrrro (Portacomaro d ..\\•11) Ottcunc Ja 1\\.1. A. ,-
O. ll. J, iUpèrarc seri< d,Airnltio -..:olasti<:hc,
Giownna Rovere ('T'orino) rin..:-ra.z.ia ~r lo :Ri-.lt·mazione
dd n1,ulcn in lnvor-i meno Pl~Uoti e per la S,?uarii.:1ont." ddla
bambina 1111 nul d'occhi.
Mari:& Florilln .ed. De F""trl (Altivole) è li<t• dt rtt!dcr
nota la propria J{Utnl:1<>nr da malau,a I ~ e i:ra,·e.
Famlalla Sanna (Sili-Oris111no) supplicandn i\\!. ,\\ . e D. Il,.
merito la gnTm della 1:uarii:i<>nc del padne,
Gru....,pptna Bcduu:I (:\\ltl3nu) ottenne da ~- G. B. la l(UJI
ngiune dcli~ mano dcMra,
M oren o Marlnngela (Dnv,u) putè .l\\·erc un impi,·110 clw
Ja pareçchi anni cercavn invano.
C:utcrlna Boolco (Camuumola) guari da febbri che le cure
nxda~hf' nnn a,,cvano '"hmrn•u,.
Benedetta Rl&hl (Po1<no), riJotta a,ili c,<1Ucm1 da poln10n1te
durria, inrn<it :'-f. ,.\\. r :'-. C . R. e 11uarl.
Genn:a.rlD.11 Aceto (Ca,nu:na ;\\funf.), rolr,ta Jn <morrntiia
C! parca.i aJl•Ol·chJO de:.rro. ncor.t a S. G. B. e: 1-upcrrl con
coraJ;t"Rin la- c:ns1.
Glneit.1 e Carlo Ferruo (Nidln Belbo) r111ura,iHn11 per I.,
guuru,Ctone e.Idio s1~nora da 1011slltnc oc-uta e fl"l<.:t'-.J.o dc.·nrnrrn.
Vlttori.1 Ro.-end ( BonJcn,,) t 11nna per la 1111ar1111,>11c ,J.-1
manto da c.~aurimcntn nc:n·010.
Emma Monlzioli (:'-fonttbdlunc,) rcnJc i;ruic: p<r l'ot-
tenuta t1l'nrma1.i'onc dd fiul10•
Eu,ienla Tironi f\\lnnt~ ,\\lal'<'ru") con la n"vma :\\I. .\\
affn:ttò lo 1111a.~1one da culitt<llh·.
Aldlnu Sanvltl (ti. Giu,,.nui ùi Salsomauuiorçl ril\\wraxi.i
pt.·t un ùiffidk c~ame ben r1usL:Uu.
Pie,1ro 134:•trnlfno (~ovj Lkrurl') ottenne Ji AUJltr.,re un.1
ditlìcilr oprra>ionc,.
Anna P:aloruti (Roma) n:ndc J'llbbltca un.a $C1tnalata gru,.,
e ne am,nd, due alt.re.
Giu.epp,na Cnmusso ,ed. Comba (Pin,.rolo) è ri"""""'""lt·
> .\\J, ..\\. ptT una bella J(TIIZlff ri.:cvuta.
AJmttl.na S..Cbiel'o tThicnd rinl{l"IIZÌa ~f. A . e :-. G. li
per ,1 fd,n .,.-,to d1 un 1ntcr\\·c1110 chi.ruri,.ico dìl'hnli..inm,
,;uhitu Jal mari,.,.
Dante F11s,1 (Os,;olaro) /: /.,'Tllhl a M .•\\ . .- a 1-. G , n. cht·
lo rt"<cro ,·intitone in un diflìçìlc concnr,;o atntalc.
M. A. Avauinl (Milano) trovandosi in gravi difliculra,
eo.J>('runcntò !. matenu1 prurez,onc d, :\\I.•.\\.
\\'lttorl.i Radlci (\\'an-,,e) prrgò ;\\I. •.\\. <' 6up.-rò i;li e---uni
d, abilira,ionr magistrak
Est« Cortdli.n.l (Tanma J, '>!.), tro><lllJ0•1 m seri,,
1mbroJJ11i>+ n:tcc;.omandi, ,t :\\1. 1\\. ~ a S. G. R. t" lu eM1ud1ta
in n'lodo ~orprcndent~.
Pietro Falciola (Bu.to .\\nii7.io) ottenne una beli., lfruzia
da \\I A e dal B. Domcni<u .Su,·in.
Và.lcrla Ellena (:\\lilimn) i:uurì d• artrite e dJ1 a•cc••o prod,,no
da puntura.
Elda Laura In Gatti (l'ccctto) chiede su puhbhu1a la t(Ua-
rig,one dd •uu piccc>lu G1•n t!arlu.
Ll.n:i Confor ti (:\\lc~sina) < ~r•to per la· i,:uarii:ione d, un
cuginNt<> e Ja una c~nnr:1 e per altra ~rnzÌJ
Gio.,.nnl 8runo ( :-:ovoli), trntziaw dlll dolnr.•, •i ri, olse
con piena fiducia a M. A. e a S. G. B. e fu ìmmcJ,animrnte
c.saud1tl).
Arnaldo Prevldj (Nonantula) è ~rato a :\\I. A. per averlo
scllmpato 1nstcme col càppcll~no d~ll• con•c~'l•cnze di una
,,.ri caduta dalla moto.
Elena Maria Cainoni (l"aucl,,,110), affetta J•
anni da
a,ma hrond11,dc, ne fu •1uu-, lrb,·rata invocando ,\\I, ,\\.
Gi.UM-ppin:i Rosso (SamprcrJarcmt) ot"ocando t>. li i,u.ari
dn 1nt111-~jc.az1nne del s:.an-.:uc: l" da s.trave cr1.&i di ~uo1c.
Elena Greco Av~noso (Don11a•l rmgncoin ~- G. Il. per l'•1uto
du10 •Il• lh•li1111lc duronlc 1111 ,,..,mi.
Son,lle Botu. lm.egnanù (llro,.,.nn) nn~ru,ano per olu-
t.ionc di l't"11t"Ol.3 cha: I~ t~lh:\\ .t m un"'ia f\\\\t.':'11.
AmaUa c.,.,tanùno (:-..apulil ùc,,<laa iar ~um•i<~"' la
matc:rn• •~Ì•\\t.c. nza di 4\\1. ,\\, in un'opcrazionC'.
~

3.9 Page 29

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" Don R ua è un Santo: io ne h o avuto le prove
più convincepti " . - Circa un mese fn mia mol(lie
cadde ammalata per tumore e doppia congestione
polmonare. lo mi rrovovo sen~a lavoro e sen;,,,1 un
soldo in tasca. Vedendo mia moglie aggravarsi sempre
più e non potendo curarla, mi ricordai che IJon Bosco
solc\\'n ripetere: • Se avete hisogno di qualche cosa,
andate da IJon Rua ' · lo che l'avevo conosciuto nella
cas:i di :\\laitu e <(li ave, o scn·ito J\\llessa, cominciai una
no\\',:na a l\\laria .\\usiliutrice prel(ando Don Ru:1 Ji
interven ire. Ed ecco che persone caritatevoli s'incari-
carono di fare tutte le spese del medico e delle me-
dicine. Oggi mia mol(lie ha ripreso i suoi lavori d i casa.
Mi 1ro,avo in debito col Governo di una tassa di
t s .ooo f'mnchi e 2520 fr. dì spese, che dovevo pagare
il 2_1 ottobre alle ore ro, altrimenti l'usciere avrebbe
app licato le san?.ioni pre, isre. Erano già le 11,30 e non
av:vo nncom trovato i r7.520 fr. l\\1cn1rc prc,guvo
ardentemente Don Rua di e,•itarmi questa ro,·ina, una
persona entra in casa mia alle 11,45 e mr consegno
15 ooo franchi. Alle 10,05 entra l'usciere. Ci rt•chiamo
msicme dal cassiere drlle finanze per ottenere un ne-
e 1mod.11nento; ma il cassicrè fu inAessihile. Alluni lu
pr<-gai di concedermi una dd,1zione fino alle ore 18.
('untinuai a preg:ire Uon Ruu, cercai di ,·cndcre la
min mnC'china lotoia:ratica, ma non , i riuscii. Finalmente
alle 17,30 entra in 1:.isa rma la col!mlta la quale, infor-
rnat.\\, 1ni dona fr:1nch1 5000, che ,ni sen·irono per
saldare il debito " anche per le spese di c11sa.
Sempre <'on In stessa ficlucin e lo stesso ardore con-
t1nun1 a pregare Don Run perchè mi ottcncsesc lavoro,
" :inch~ questa grazia venne. J\\lln la grnzia più grande
Oon Ru;i me n,a ottenuta ~pingcndomi a compiere
di nuovo i miei doveri di cristiano, che da gran tcmpu
non compi\\ o più non per i1.rnoranza, ma per trascu-
rntcz.za. A, e,·o ahhandonato Dio, e D io aveva nbban-
Jo nato mc: ma ora Don Rua mi ho rimesso su l buon
Cllmmino e mi sento come se fossi rinato a novella
, tt:1. Don Rua i! un Santo: io n e ho m·u10 le prove
più con\\'in centi e imito i Coopera tori e g li Ex allievi
a ncorr<.'rc olla ~ua interc-cssione.
1'11111,·i, 15 Av. A lbert r•r
VINCENT ZAMMIT.
Al termine de Ua nove na cessano i dolori. - Da
oltre un anno dolriri persistenti alle mani mi tormen-
mvano l(iomo e notte, impedendomi di riposare e di
lavorare. l rimed i dei do1ton non erano val~i ;1 lenirli.
L:n g iorno ehbi l'i~pirazione di fare una no, ena a
Don Hua, tenendo tra le man i cloloranli la sua re-
1i~11ua. Al tumine della novena non 8\\-vertii più dolori e
potei riposare tutta In notte. Sarei liern che q u esta mia
.,trestozionc potess~ ~ervire per la Causa cli he,uifica-
zione del [!rande ~ervo cli 0 10.
Lm·rA VEHRA.
Si sente libera da grave angoscia. - Ero tormen-
tata da un'nn4osc ,a che m, faceva tunro soffrire e te-
mevo di non supcr.11 !J. :\\li \\'enne fru le man i il 1,1,ric-
nno da voi inv 1arom1 del Servo di D io Don Michele
Hua. Gu.1rdai lo su,, cHìgie e rrn semhrò che ,I suo
sguardo m1 penetrusse, e con 111tta lede gli chiesi d'in-
terccdcre presso Gcs,,, occnstandomela al cuore. Il
giorno dopo mi sentii subito sollcv,1U1 e, dopo pochi
l(IOrni, ebhi la grazia tanto di-sider,,ra.
Come promisi, lu rende, nnca per tu sua Beatificazione.
Gt•tl(YfH(.
LYDlA GRIMALDI.
A lire anim e rico,10sce11ti a Do11 Rua:
Rina Cullino ved. Cattaneo (Rivoli) offre spilla
d'oro quale segno di riconoscen:i.a II D on Rua per
g-rJ.Zia riccvula.
Conce tta Cutrufello Puglia (Groniti) invia offerta
per una grazia ottenuta per in tercessione di D on Rua.
Benozzi S. è grnto a Don R ua per essere stato da
lui prontamente esaudito.
D o n Rinaldi mi ha ridato la vista, - Nel gennaio
u. s. venivo ricoverato nell'ospedale di T reviso, per es-
sere operato Ji cateratte agli occhi. Ormai non ci ve-
devo prù e quindi si voleva tentare l'operazione. loranto
mio figlio Salesiano mi aveva in viato una immaginetta
del Servo di Dio Don f"ilippo Rinu1di, in.,itandomi a
fare una novena per ti buon esito dell'operazione.
Infatti tutto sembrava essere riuscito bene. Ma io
non ci vcdcYo e accusavo forti dolori agli occhi. Ben
presto si , ·enne a conoscenza che si trauava di una
paurosa infez ione, per cui mi si dove,·a cavare l'occhio
destro. Continuai a prel(are con più fervore e con me
~i unirnno i Chierici e i Superiori ddlo Studentato
rilosofico Salesiano di Nave.
La mattina del r6 gennaio venni condotto nella sala
operntoria. Che strazio per mc e per i miei cari! Per-
dere un occhio voleva Jire essere 4ua~i cieco, pcrchi:
con l'ahro ci vedevo pochissimo. J\\lla con grande sor-
presa cld Professore e dei medici, ,enne constatato
che l'infezione si era miracolosam.,n te arrestata e che
non c'era più bisogno di strappare l'occhio.
li Servo di Dio aveva esaudito le nostre preghiere,
specie quelle dei Chierici e Superiori di Nave, ai qw1li
por.ro il mio grazie riconoscente.
Ora ci vedo bene e ringrazio il Servo di D io.
Conruda (Treviso).
EUCF.N"IO CAl>ORIN.
Guarito da meningite ed encefalite. - Da otto
e più·giorni il mio bambino Francesco Spad a J i anni !!
ern immobile percbè ammalato di meningite ed cnce-
lalite, e facevu disperare della suu guarigione.
Un giorno di grande angoscia per noi perchè vede-
vamo prossima lu catastrofe, u11a suora l•iglia di Man j
Ausiliatrice ci diede una immagine con Reliquia del
Sen·o di U io Don Filippo HinalJi dicendo di chie-
dere la grazia per suu intercessione e d i recitare pii'.1
\\'olte la preghiera mizijnJo una novena ardente. Anche
I<' -i uore pregarono con noi.
L'indoman i Francesco cominciò a dar segni di vita
e ,1 fare dei lamenti. Una Suor,, ,·enne a trovarlo e r,
fjnca gli fece inghiottire u na piccolissima reliquia del
Servo di D io. Francesco si addormentò e si svegliò
a ll'indomani mattina chiedendo da mani:-iure. M i pre-
cip itai a p rendergli uni, ban.1m1, che mangiò su bito.

3.10 Page 30

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Da allora continuò a migliorare formando la meraviglia
di tut.ri noi, degli ammnlati e dei medici.
A chi gli chiede: • Chi rj ha guarito?• risponde
con un lampo di gioia riconoscente nei limpidi occhi:
Don Rinald, e la Madonna•·
I medici sono concordi nel dire che nella guarigione
c'è l'intervento divino. A questa mia segue l'appro-
vazione del medico curante.
Tira1lo.
INES SPADA.
Visto si apprm•a: Doli. SAI.A.
"Non potevo ingerire nulla, neppure l'acqua".
- Assalita da febbre ahissima, fui portata all'ospedale,
dove i dottori mi trornrono un'infezione rerrihile al
fegato e il sangue gi/1 tutto infe110. Poca o nessunn Rpe-
rnnza di guarigione. J\\.on potevo più ingerire nulla,
neppure l'acqua. In tale agonia, peggiorando sempre
più, la durai lLn mese. Om1ai mi guarda, ano solo !,(li
occhi e la lingua per a,~icmars, cbc ero ancora in v11a.
Ma un giorno si ebbe la bella idea <li fare una novena
a Don Rinal<li: suore, bambine e popolo si unirono
Jng. Francesco .f\\i-forn.bito (Cc..>sano Madt!nlo) rac4.'.'omandl>
a U. R. ins1eme con I famialiari la cnra mnmma settanta-
settenne ridoua egli e,;tren,1, e Ja ,~i<_tc rnlgliorarc fino a gua-
rigione con1p1ern.
Antonio Napoli fu Francesco (Napoli) colp1to da un artoc-co
di iperkn:;u:rnc con complicuzioni allarmanti, si rivolse a
D. R. t: , enne prnntamt:ntc '-'~"udito.
Edvige PereUi (Ginc,•ra) depone: In un portn difficile 11h-
biàmo supplicato il St•rvo di Dio O. R. e 111\\to è nndaro
miracoloqamcnre bt·ne •.
Ange.Ja Bonesso (Venezia) ricevette tre l{r.,ndi grazi~: un
farn1gJiort' trovO lun>ro, la fomiQ-lia trovò casa e lei ~tes,....i;a
potè avc•rc la pensione che lè spettava dopo la morte d el
manto e che per n~ss.un'altra via era riuscita a ortenrre.
Su or Maria Oberii , F . M. A. (Torino) rinl(razia D. R. per
urna pronta ~tunrigiorn: da an~ma recidiva, che ha del ~or-
prcndente.
Maria Matuchinn (Trieste) raccomandò n D. k . lo sorellm:l
dit"hjar-.na dni medici 3.ffcrta dfl diftenle e il ~ion10 dopo
sentl llir-.i che non l:'cra più cht.· un ~rave raffreddore.
A n gelina Zucchclli (R i,·a del Garda) an•va il fi~liu ridono
a~li l"Strcmi per tif<l 11ùllon1ina.Je; la "<CÌènZ..'l na·dica urma. 1
disperava di sah·arlo; rirnrs~ con fode .i D. R. e dopo """
giorni il figlio era fuori di peritolo.
An,telo Carminati (l'\\t.-~c) si rnccnmandi, a D. R. e ottenne
d1 -;upernrf.ò' fel1l·c·mcnh.: qh C'-Hfl'll t.11 :lhtlnazmnc rnagi~tralt::.
in fervida prcl(l11cra. (.!uello Hcsso giorno mi l'enne
una sete e un'uppetilo indicibile. Sentii all'impro\\',·iso C-i hanno seyn.nlato q1·a z i e
nuova vita, incominciai a mangiare e a bere senza ditli-
colt/l, rotei donnire dopo un me,c insonne, ed ora ho
riprc~o 11 mio ordinario lnvoro, I <louori e le infcrm1erc
ol/e11ute per l'inltrrt.ttionr di .1\\1arin Ausilfotrire t di S. Gia-
t•mmi Bosrn, di .':,·. i\\Jaria .\\Ja!:;:::arel/o e t!eEtli r,/tr/ Srn..<i ,li
Dio - alcuni hanno nnclte 1111.ùito offerte ed efrmo:u·ne per
dell'ospedale sono stupefatti; e io sono riconosccniis- sn11te Jler.,l· di ,ingrt1::iame11/o - i .1-ff!lleuli:
sima a Don Rinalù1.
A1mar C., ,\\Jmunùo U., Arncùco l'.. Amerio 1\\1., An<lrcu
.l\\1., Angarano L., Archinti A., Ares~ Z., Baroflìo M., Bdl.1
..
Pa11mo11 (Stari l~niti).
Suor MARIA ScHtlçHEIH, r .. Bellone D., Bcna E., lliamonte l'., Bulnchctti B., Boa-
F . .\\!. 11.
rino D., llogni F., llondonno F.• Donino R., Hon1no L ..
Honino R., Bordone A., Bot1mo I., BriR"anti A., Brurn·lli
Suor Rina Foatanone (Ma,hi) rend-, pubbliche tre grazie:
nel ")4CJ D. R. la a.tuari da un infuno card,acu, seguito da
cnsl v,olenti.ssnnc: nel 1952 iJlumm0 il dottore a scoprire-
le i:ause d1 una nefnk che dn 12 anni la tonnenrn,·a; nello
Me!òt'ILO anno l'omtit n :.-upt•rc1r.: un MtRVc atto operator10,
n·so an..:or più difill:ile dalle prt.·ca.-j&.) cnn<lizioni d1 salute
Giuseppina Farollo in AnloneUI (Alpii.nnno) ouenne la
fiU,tri~onc del marito da ~rn,~e p1eurite.
Caterina Finello Arborio (Torino) ringrazia D. R. per
nvt>r1a guarita da un disturbo alla colonna vertebrale, che le
dava <l"lori indicibili.
Anna Amantia (Cat.1nia) atJìdò" D. R. gli esami di concorso
n1a~istralt: e, sebbene fosst: quns1 sempre tormentata <la forti
dolori di testo, riusci vincitrif"e.
Maria 81'"u.neui (Genovn) d1ch1Rra che, tro,.1ndo~i In sua fa..
miglia in i,travi con.dizioni pt•r dJS!<!f~st1 finanzmri cd essendo
11 monto ~cnza lavoro, pregi) D. H., con gran fervore e fu pron-
1nmente e pienamente- ei:tud1tn.
S.1lva1ore Santonocico ( P»Je.rrnu) <-ien1e una riconoscenza v,.
vissima al Suvo di Dio O, R. che !{li h• !(Uarito la mummo
da 1nalntti:1 morrnlc.
Carla Kossek (Ardenza di Li\\'Om<J) poté evitare un int~r-
vcnto chirur~icu.
Aurora Denaro (Talsano) prctiò D. R. e ortenne di ri-
t:ongi11ngcrs1 con la cnra mamma.
Teresa GifoJi (St'r-ratnczzann, s1 raccomando a D. R. ~
ottenne di superare le ,ara••• dìtticoltil che s, frapponevano
alla partenza dc, figi, pet l'Amer,ca.
Lucia Della novere [Pus,lhpol duese a D. R. Ulla grazia
fi<sonuo~h 11 termine e proprill quel giorno fu cs~•udita.
R. e V., L'abiaglia E., Calloni G .. Cnmpar.na l'., Canonica
1\\1., Capclla C., Capirone T .. C "rbonelli P., Carlone E.,
Caro~so O .• ("a.rozzo C.t Cnrpignnno E., Ca,pagliù I., c.·a-
,•allern I., Cerrnto C., <.:errato F. e M .. Chumal,· l'., Chinrlc 'J.,
Chiesa B., Chiri M., Cicogna 'J.. Ci,i \\I., Corchi G., Colla
G. Collino \\·1. e C .. Como N., Condi '\\1., Cunticnza P. M .,
Cypri,,n M., Dal '\\l:,so 1\\1., Dassano A., Ducarnli E., [),•ma-
rm D., Dcmichclis E., Dcpauli D., Oonu,lli C., Elio A.. \\,J.,
Fakiola, Favre E., Fenocchio, Fioravnno ì\\.J., Foffanu Stam•
pini S., Fomi R., Fransclli C., Frola D., Gallcnca D. ~ C ..
Gallo F., Gallu S., Gar,tto G., Gans A., Gasp:1rini E.,
Casparoli C., Giacch1no C., Giocosa I\\'!., Grnni C., Gna, , T.,
Grnglia, Grasscll, L. Grassoni A.• Greppi M ., l nvern1zz1 I.
Latina G., Leone R., Ll\\"io A.. Mo~in G., l\\lagliano I,..
l\\forchisio O., Morgara L., Marinll L., \\fa~em E.. Mart1-
net10 1.. l\\la,ino 1\\1., Matrn R., 1\\lc<la C., l\\'ien11gi, l\\l 1µosso
R, Migl,a,au:n V., Monasternlo, l\\lontnnino 1\\1.. Monti F..
J\\.lontusd11 M., 1\\fomndino C., ;VJorcHo l'., Naso D., '\\;atrn,
Nervi G., Novello L., Oggcm Fr.. Ùli\\"a G., Osti G l'alc1to
M., l'eilu G., l'cirollu R., Pcironi l'., Penna L., Pclitti D., G.
Pini D., Porp11rnto, PorrQ '\\., Pria1'.cO G .• PrnYtra I., Qua-
ranta B. e M., Rabino G., Ri\\"ara 1\\1. A., Rottu A., Hosolcri
V., Sanc1s1 T .• Sanc1si V., Santa J\\,f., ti:tntugostmo E., Sa-
srn R., Sa$si n., Sassoni F., Scotti C., Scutilli G .. Scmjno
R., Serra A., S,lva!!'no G., S,lvan, e\\., Spagnuolo G., Spoli-
viero T., Tavernn (ì,, 1,encnnc F., rrolvc A., Tort i G.,
Treppiedi T., Vn, L., Va,ru G., Va,ra \\·., Valente B., \\"nn-
nj l\\11., Variaru G., Viale S., \\'t.•rcc.·llotu A., Vcrnct l' ., \\ c-
fcrc X., Vigna P., Vi,.,rnola, Viulantt- G., Vionl A., Vi'òcontt.' C.,
Vi"-conti, Voglinzzo \\\\: .• Zanarmi L., Z.unolto G.
Gina Sgorba ni, pr.:J!ando I) H.. e tornando ai Sncru•
menti. 01tcnnl"" che ricnlrns:<t- la pnre in una fanli~li:1 a lei cara.
Clelfa Meda ( Lu :'-·Junft.rra10) <lupo diversi mesi <li lc110
pl.'f ln""uffiru·11za 1-·arùiact, fu l.~cm,.,1gliah1 ~, rnccomnndaNi
U<1ccmmmrlin.mo c.aldam{>11te alle p1-er1hiere
di tutti i tle,·nti di .11aria Ausiliatrice e di S. Giovn11,u Bosco
li! pt1rtil'ofori wlt'1n.iuni tltlle s1,•gufflLi per.wne:
a D. R. e quuld,c J;!1ur110 ùupu poti: al2.Hr~1 e riprcndt•rc 1
l:111110 (;,, Bdlotti A., Beua C., llitttO (;., Borionc S ..
suoi lavori lc_ggen J1 l'a·sa.
llraccio G., C:,pironc T., Curu,o 1\\1., <.:<•rnllo F. e M., Com-
Oiotallevi Zedu.rl (Tn:sLon·) ottt·nne cln D. R, !a guarìg,one bardini Z., Cortesi G .. Croce G., D,•mar1ini R., Dcrni<:hclis E.,
del f'iµlm e una ,-trazia d1 orJme n-wralc run.:or più 1rnportuntc Ferrare, T., l•c:rrt'rn M., Fomdli, Galùiui G., Gassino O.,
p er ravvc111re dd n\\cdt'Slll)O.
Una Novizia F. M. J\\. (Casano\\·a) ottenne di cv,t-are un
Gl.-novesc C.1 Ghinando L., Gob;io L., lùri M., L-asagno,
Maincro. Manc~lia 1\\1., Maschio T., Monasterolo, Mon-
secondo penroloso mH_·l'"vcnto ch1rur~ico.
tanari, Morano C., Nattn. Oliva G., Pipino JJ., Porpornto,
Annunz iala Giorgi Btaginl (ColJJhu) fu ~uontu d.i una prngu Porta V., l'ov,z, .-\\., Pnnctlo R., Quargn,enu V., H.8bbm M.,
a lln gmnba per vene vancuNe, che nessun rimcd 10 ero vahm Haimondo T., Hubeo F., 'l'nma,;rn1 T., Tansin, I., Van:u,t A ..
a rn,1,gare.
V 1trott1.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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BEATI I MORTI CHE MUOIONO NEL SIGNORE
SALF.SI \\Nl DEFllN1 I:
:,,,, G/1 ·SJ. l'/'H ,lf,lJEf'I. <.lo Se,·,..,, (1\\.111.mu), ·t a
R1oiirnn<.I,· t llr.i,110) 11 .10-!X-1952 a 116 011111.
l.À,10 lu, u.,1rnp.an: l'ultima rchquiA d,.-1 t.:n111i di Don
Rotç<> ncll"I ,p.-t1nria hr.u.ihana Jj :San t•~olo• .-\\\\'cu r,c.,.
,·u1<1 la , ·01,, 1.,1.,,., ,lolle mani Jd santo fundaturc cJ e"!
pan11,) ~r l'..-\\cnt'nCa un anno p~1m.a ,J,:ll.1 ti,Ua n,orlt. 1 ,i,uo1
n6 ■nni Ji •f't•Jtolato sal""isno :s1 po·s,onu c un~pcnJuare co~~
mu...-.tCa. al1('1,:ri.i, l•\\'ur,,, ,:du, eroi,·o :.rintu Jt pu,·crù. ~e.I
PH.l. c ornp1 il i uu :J,:iubil~ sacerJotAlt" Ji d,i.arnank. m.'l
nc-Ìla "-\\Ul unult:. n,>n prrmi'lc eh~ llli ~i f..tcc-.....-: lt~ta. !')ui?ucri
irl\\ ro: ù1 ~n:i:111.·rt!' lit tc:...ra di i\\1ari.l ~\\u,1lutlru,;e qu11le 1,1,orno
d1 riruir.tZlil.l1\\tn10 pc:r I suoi 6o ~mni di tulct~nlmno, '\\1ori
ri111piant1) da tu1 l,I lt1u c;rnndc.
Sar Gl, /r().\\/() ,l/URBI, <.la Gu«ol.1 (Cremona), t a
Tn-•1eho il 1o•t'<•tc1;• ., 79 anni.
Sue FR; l.\\t ·1-:sco SANTCJCCI, eia ;\\luntocastcllo
t • (Forlll,
='-•roh-Vomt-ro 11 26-Xll•l<)~i , 77 anni.
Sar. LUIGI PAS(JU. ILE. da Bu,a (Cu11c<1l. t a Colle
T '" n.-,,co (,\\ , 111 ,I J•ll•ll);;J a 75 ann,.
Sar l ' IR(il(.10 f,"/OH., da \\'ciznini< (lJJino!, t a <.:ucnca
(Equ•turel ,I ~-•~·•'152 a 73 anm
Sar .\\"l('<J/.. 1 .\\1t·S.'1CrHJU. d• 1'1,r1.,.:am,m, (Cam-
pob,i-•ol, 1 ., , ·,·nr1111-C,,k-111 ,I 30->.11-1115: ., 72 nnru.
Sor (;/l Sl·PI'/, BRULL, d• Porn (Trento), t a Schio
(\\'i1c1m1) ,I 17•!<'11·1•>52 n 65 nnn1.
S,,r. G/O1 . INNI RZRPK.,-I, do Ci1,hniq• (l'olun1J). t a
t f{\\Jult<l\\\\}' ti 5•\\'ll•l•/S2 a 62 1111111.
·s11r. G ,·IE"f'.l.\\iCJ .<UCCFlf, J; Lo111dlo (!'on.i), o
Rrrn,n..,a,1_ti
J:.J •\\lt•llJS
.\\I. IT1 l ; I
.: a.
, I.\\I
74
UR
anm.
TEGUI,
JA
t:ltoad,i
(Colombia),
t ;1 S1h·.anù 11 1b •\\'• 1'J5~ a. 8o annt.
ConJ. Pll,J'R<J f'ORAIZAC.·1. da S•n G,m11nni-Gua-
t la~,., ll' quot,,tr\\ a ;\\lcnde1 (F.qua1orc) ,I J l \\'lll•typ n
4.5 ,lnfll
COOPERATORI J>EFUNTl
,t, f°fl11nr1Ìt't1 (;/ l '.',"/\\'J>l'F BOSSO, purro, , 11,iri:•> S. \\.far-
t11111 ( \\lc•s:11i.lri,1). I ,I 2; f<hhraw ••1s.1 ., !l.1 .,uni.
Fu «·.0111ruJ1,tt\\O di i1..•minerio o. C11,w,lt• lif"l cc:unpianto Don
RicJ.ldonc, 11 qu,,h: ne '>rrbù sempre il più ,tffdtuoso ric:orJo.
Ordmato !'11:lc-erdot~ rn.•I dh>J, fu chiant..Un a.:1uvnni.-..~imo allo
Parro,·chi.i d1 11,,n:u :-; ~lart1no, che r,11~<: p<r 55 ann,.
!->occrdotc pii"1mo. nfuls.: nd Ucm CatalN< p<r s.tntu.à d,
vira. um,le ::ahncs:11z1onc e per 7do putor.tilc \\ f'r ~ 1 Sale:-
=,Ìani chht' N.·mprc tr.atti di ;,,.qui,1ta bonti e d1 p:1u:rn.i bene•
,·ol<nza, .ipprczx~ndt1nc l'oper., cJuclllÌ\\'i >Volt.i nrl lncale
C,,ltl·t.::m. Ot>tl~ S r uolc cnmunalt e ndl'Or.u,1r10 F~h\\'ò; e
~raJI i:on ru:onou-cn1..a 11 loro collahora1:iont.· nt'I ,nmi"'te.ro
parrocchtàlc:. Pruin,~,,~ e 1nc.:rcmcntlJ con <.Uon· '-àlc•ìano
fra i p41'roc.:chino, la dc,·o:t1one .1. l\\.lnria .\\u~1ltutrice e a San
G1un1nn1 0ò~l·n.. 1."t,pnncndone ~llllut.~ nllu v~nt•rJ.zionc dc.i
feJeli, :-.ldln stili luni:u vita pastora!,• ll<HI cbb~ altro di mim
e •e la "Iorio J1 l),o e 11 bene delle anm,~. p«-.Jil11(end<> sul-
t"esemp,u <h (,c,;ù 1 1>1<coli, 1 po\\'er, < ~I• •mmalati. lddio
prcm,i, 11 ,uo zdo con una fioritura tn:t1l111fic:• di ,·ocaz1on1:
ben 2-,1 -.-acctJ1>1i -.1..-lt1 nel ~uo J{rt:l.:"t(', 1,,h 1.:ui 13 Sal~Un1.
F'ondo ~ Mts.tt·nne con non li.e,·i ~.,;rifiz1 un ••oh> infantile.
che lllfidò all<" 1-"ii:lic d, \\lana ..\\u.,li;a1ri«·. Il Si~nore lo
rrr c htami, alla ri.. nrnpc-n...a eterna proprio •ll"ants,·1uili:.s de,
fc-.tci!1-1amcn11
il ,uo G1ulnl<o Ji l)i•rnante. ,\\i par-
rocchilllli di D,,11:u M uni ,;.('t> la Fa1n1'-(l1J S11lc.·~s.tn11 nc:1 plaD-
t!tri..• I.a pc:rd1ttl 1lt I P.htore buono e SdRtn• .auuuu e ,·cnerJ.t().
c;l{ W:'Pf'F f,'/:'IUWUO, t a Torinu il ~s frhbm10 • 6S
.1nr11
~t:Jt l~m,inu!'>;t t' OfU·rc.l~ pietù VÌ\\'U, c.·o"'lo1ntt.• e an,va,
umiltà pr,1lunJ• ,. -,nn·rd, zdo per 111 11lnm1 J, D1u :,.1cnti-
..:,1tt1, 1ntr~1prcruJcntc e Rlud~to, (cc.;.,•rtJ <li )ui 11 (rt-;trn.no
c,c11,rlarc e 11 modello dei p:.tr~dtThi.uu dt :\\lari:3 Ausi!latr11.:~
bue liul, Sulrs1ftm e una f111lm Suoru dt l\\lnr,ll Ausdwtricc
••11111 il l"" hd premio e la pii, elo4ucntc teat,momanu dcli,·
&Uc; ,.-1rtù hunih,u,.
('mttm11 .U, l/U I \\:SA A.BRtlTH t·cd. C ·ISTELSUOVO
DI TOR,•I7.Z,I ,
Donna J, dette nrtù., d1 grand<" cuore, di fede profonda,
•li• ,•i~lc C'SC'1nplarn1cnte la $UA vit..A, tn,;.fondcm.lu nei .tigli il suo
amore• Uio, \\"cri,:inc ..\\usil..trwc e•~- Giovanni Bmco.
Frl"\\·rntr Cooreratrice da mohi'll>i1ni anni, henrfic<1 c~LMntc•_
tnèntr l'Op~ra S.1.le:siana, fondanJu anche, a-.,-1cmc a1 noh1lt
fam1h•r1, quoltro Borse 11,ti~,,nn•ric 1\\1,nu:olat~ più vohc
Ja l>dn IJo:M;u, fic.rhò vcr!'tl> il ~r.11,dc Snntù una riconoscen~u
e un rtffeuo 1llirn1HR.<> e commo\\ t:nk, mnto <lu \\'Oler ponare
~(•rnpn.• r .. n la c;ua vcnerah.1 rrliqu1n S1 spen:$e santa-
nn•ntc ndln vcner,andJ. eco d1 4/h an1u.
/.t'J<;J,1 I ,1R7,.·INI BOGO, t ~ S. C1taruui (Bra,Jc),
,I l~•XII• 1,152, • 76 anni.
,tJntil \\".tnil J1 n:1....,ira, en t•mì1:rna gior.anc- tD 8r&\\ilc
porundu •«o un pn:2i1h() p,nrimònio Ji fede ~ di tim ,r
J1 1>10. \\',.,., totalmente dnlll~ alt~ cuna della famii:lu,
rc-r ~ui non ri:1pamtiO rinun1..~c- C' a.a<: r1ti..:1~ \\ "cr• maJrc Jj
~•1unpn antit:o, 1,uciò 19 fht:11, Js l.U1 unu Su:cnlotc !m.lc~1An:,
in purkn-1" per le :'llissioni dtll"F,1n·mo Ori,.,.,te, 139 111-
p,,11 e 67 rroniputi. Di,'Uti,.,mn J, Morro \\us1h1mcc e J,
S:111 {;1u-.1.:Ji11c s1 alz.:tva di none pt:r dire la corona e ch1cdcrc
al S rntn li..i gruz111 d1 una bunnu. mnn,·.
I \\lf·:f./ I HORH"/'Tl ,.,.d. •" l.'\\7.0NI, t o '<ese (Bcr-
~'li"'"" ga.mn) 11 ._,...rt-1953 a 70 anni.
Donò ,·on ""'"' il 6,:1,o bm~nucl.: al
.
ndla f.,.
mi11li~ Sale,iiin.. , \\'1>se per 11 Stl(norc e ai ,acrrticò per Lu,
1u 1010, dirntnlicanJo ...e '"ite-,,.::,3 Jlt."r ,lo1rc cutht .. '\\UJ. nunlt"to'l.1
fami#Cha t' alh.· or,cre- d1 c-.1r11à. U\\:ttu, morcntr, un t~tamt"nt,\\
pieno Ji i.tpn:o..za l rUtia.n..& ,
, IUGCIS1'.J PFRUCCJ m S\\".\\'/1,11,'l ' F., t a Rom• il
6,1,1<1H • 75 anni
Fu frrv<"nlc Coopcrutru:c S11.h:,;t,1ntt. I .a -,ua \\'tta ru IUUJ
escmpl1m1entc c.onsacrJta all,1 llln\\utlta, a una senllta ca.ntd
pt·r 1 1>0\\·eri e !iotTcrcnti, n una profnnù11 ptt.•tbi. Chiuse la ~uo
~mrnmu mvoc.rntlu I 00011 dctl' .\\ui..ilu,ru.·. c l" di Don Hosc<,,
Fl~NHS'/' I l'l:.'ROT1'1 ,,,d. S·IC'C/11, t u M,luno il
2,,-1-n " 11 ·'""'·
"IÙ1rl 11rnndc J,v.,,.i,>n• por 1\\br,,1 . \\u.ili.itricc e per San
Gionnni 1.J.,,co, c-:rwnJo anch~ Ji comunicarla a col<Jro e.:ht'
l'avvt, IIU\\·.i,nn. havnrl t.JUanto pocc- le Opere S4lcsia.ne, l~tu
J, IIY('rc un frudlu Sac.,nlot, S•le,i;ano e tlue '<Ordlc Fu;!,,.
d1 \\lana \\u.,l,,1tr1c~. Don 11<,-«u I• vullc rnn ,J, proprK>
nd triJu,1 ,Idi,, ,ua f"5t.t.•
CAT 1/,f),I UIORD.·INCJ. t S . C•taldo \\t.:alt1lni»cll•l
,1 q•l•ll/B, B 71$ ■nnt .
D'uni F,..ru.•1.7,a d'nn1mo non c.;01nunr. :!il sant1hcò nel ta..
von> t~ nel dulorc. Fervente d~\\'nlil J1 !\\1.1n11 Aus1hatrice l'
di :;. G. Bot--.~n, zclò le opere sal....~rnnl' c;nn IJ pregh1eru e l,1
rcc,1.1 qulltiJ,an• dd 5 . Ro>11r11>. Lu bcno<.li1,ione di M•riu
.-\\11,ihatrll'c fu per le, il rc'!ulo p,u 11r,1d11u. ,hsc.rnll d•I
hwl1ut s.u;rrJ,Hc Salr,iJnt), !'.tr~mHnf'ntc \\•ulò mwntro 1,
11uu1 eme.tue antti-:1,lctti, che l"•,·c\\·ano prcccJuta in L 1du.
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI:
.-\\hh,.111 \\mbr,,._,.,_ • ..\\n<.lr,:on, 1:,1<•r. • ,\\v.,nJu :'\\l•J•
dalcna. 8rh1 u,· lnnnccnao, • Bri~nolio ,\\I . · Uurh ~J-
lutti Ouulm.i. .. CcUi don Uon..at•l~ .. Clunu h.1Joro. - Ctht.a
<.:'-•,.u1.1 Catt·nna. - C.rt-monL"'5i c:in. Pietro... l)t:lht Giacumt
G1Jnmu1... F.,~.uu.> I· .• - Finn, E. - J-'c:rJdrm P1t!tro. - Fomcn11
!;111,hu.• c;.,mbolnt1 .\\.nqcla. licrv••• ,-\\rmondo.• G1uqlm
0,1.avio. • Gruppi 1-. • I.eone \\'11tor1a. • Lonqo Ann.i. •
Lorenzctt, <.:,u,cppe. • i\\tslfatl<I l'rc1rn. • l'c\\rarnli can. dott.
dun Giu , epp,•. • R1cc1 L. • Ro\\'crt \\lhcrto. • Ro\\'crc l·n111•
cc5çn, - 1 l'o,.rhtn1 Irene. - \\'1ult: Adulto. • \\ itoh .-\\ntom.i
LETTORE
CITTOLIEBE
" DON BOSCO "
150 -
Aprile: P. G . 11. l.r~Gt:ECIH, O..\\I L, La danzatrice africana. R, -çonti missionari.
,j , Dallr trrr, bnu,atr -lnl tomJa sol, ,--1u,1turralr
/u11.Jt xeluu tJr/1~ ttgtonl ortuh~ , m1uttm,1rf
<aJtol,d /au""""· ,a.ff,Qnu, ,011t:€rtotu1 au;m,. ,, /Jw. J-. qmm1, ,pi,,,J, J, 1t11 Ut f~t.l<, di battmrl,,.
spiritual,, ,I, utlor1r u,flo splnta tiri/_. ttul'hr, u , <'TIJl«mo r,a 111, ~1,.111,:,b%~at, ,l'ogni rolort.1
..l. lolti di tt1li ,pitw.li t.c.mo stati qui rcu,ulti Ju/ P. Li11.fltuf!/ia ~ ,..r,,i:om1 prt1,11rati a, lettnr, rlrr
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L. 1000; s.•mc,strolc L. 500) 11ll',\\mmm1<tn•z1on~ delle l.ttllirt f:11/tn/,rl,~
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Borse comple ce.
Bor,;a .Il••·H SJLIATRI( F S <.,. BOSCO (71>•), pr(g>IIC
pu nm •·, no.\\r1 defunti, a ,ura d1 J\\I. ll.-Y. \\ 1,. I.. 50.000.
Borsa .H. A('S/I.JA1RlCE S. (,. BOSCO (7'1"), ~ cun,
d, llérJ.(c-ru \\ 1nrsrhenta - L. ~o.ooo.
BorAA \\I AUSl!JATRJCE (n•J, prega per i n,,.tri de-
funti, ., mm Uhi_,1.-r, l\\,htria - I,. 50.000.
Bor,a S. Cl'OUE DI GESC TL"l'TJ I SANTI l:' Flì/JFT.I
DEFUSTI. a ~ura d, .\\. I) (Torma) - San111U1 prcc.
p.lioo - .,. ,c..,, 1lS.ooo Tot, 50.000.
Borsa .\\J, 11l!SIU.-ITR/1.f.' f: S. CJ/USF.PPF. ,1/UTA-
TF:C'l, ~ cura di F. L. • Summa pre~. 30.000 • :-.:. """·
2.0.000 - 1'11r, 50.000.
Borsa TU(' .Jt.DCJ:VE D. P/1:TIU) ( 12•), m memon.i, n curn
do Q,or,.·h, l, ,ondlo E,c 11llfrvu • Somma prec, 40.000 •
N. ,·er1'. 10.000 - 'rat. 50.000.
B,ma SPOS ll.17.IO l)J \\l,IUI -1 SS. r"ON S. (;IU-
Sb'PPI:.'. d, lh11nan1c ,. (,11,.,·rpma Poz,:olo-.\\ro"" per
lum e familiari (Como) - I•• 50.000.
Bor"' 1·1-.'H.\\'CCCIO .-IIT. AGIJSTJ.\\'0, in ~"llr. e ricordo
(Ra~u•~I I.. 100.000.
Borsa lJl.,l.\\'l)/XO GU"Sl"/'P/.\\" -J /X l'I!ll.\\'C('('lO
(Ra~u>a) 1 100.000.
Rorsa M. Il 'SILIA1RI( l, S. <,. /JOSCO BL'J\\;J:/JfJ'H E
PR01EGUHTB LE NOSTRI, P,IMIGLIE, 11 cur,1 della
font. R1wc. nnn (GcnoYa) - Sonun;1 pa·c 50,050 - Firpo
G. 1000; hrpo Fam. ;oo O lt\\'ati G. 1000. CA\\iitha
Fam. 500 1·01. 53.000,
Borsa C:UORI: /Jl GE.!>(; I:. Cl.:URI, I>I ,\\/,-lRl.-1 S.11.1'A-
TECI, cuns di P. C. (l.~ccul . I•• 50.000.
Bon.a \\IA(;G/Ol\\'J GJA.\\'CAULU, cura d.-1 Padrt· dott.
Ftrdmundo (Bre<cia) • L 50.000.
Bor.-a TU.VALI>/ D. FJLJl'PO (~9•), a cura dd t'omm.
Prof. A111nh•o f>utt. G,1ttnrd1 (Vcm~m) - L, 50.000,
Bors.~ TJ.'ll.l,.·I BIUDA. BRU,\\'O, 11 curn di un ~ruppo ti ,
cullcuhi e 11m1c1 - Somma !l«c 11,500 - N, nn,, 18.qf,
- R. Lun• 1000: E. C:olumbo 1000, ~ I. Rumor 1000:
G. Elhr 1000, l)al Falco 1000; Carnpu• 1000; ,\\, ,\\rdogò
1000; Bcnhct 1000; Jmnuui 1000: G. Sala 1000: C. Dc
~lanìno 41/,5: Fn•t,,'11'10 1000; F..-=1-.-\\111IT11d1 1000;
Prmrc 1000, R~IA!:110 1000 • /'ot 51.000.
Borsa ;\\t, .·H'SIU.-ITRICJ,' Pf<O'/'EGGJCJ e m1trccd1
eu:r110 rir,n1tt> p~r i nostri cari Rcnicnri, a rum di C. 1.N.
Summa pro,. 30.000 - !\\. \\-erti, 20.000 • Tot. 50,000.
Borse da completare.
Borsa A . .\\J ACJSJLl.-lTUJCI· p.-r l'adoz,om, d'un M,~m-
nanc,, • •·uro di M . ..\\111110 (P.du,~J 1• vcn. 12.000.
Borsa AJ\\l.J '\\I D. ABBO.\\DU> <~•) :iomma pr•-.: 34.020
- Ex ali. <.:h,nc•e 6ooo; SanJro Or.·uno 200 - Tul. ..0.220.
Borsa , I TTHJ\\lJO LA GRAZI ·1 (.'0.H/>1,ETA f)!I '1,IUJ.-I
.4USIUATRJCI, E D, IICJSC<J Somllw pre<. 10,000
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Bon;a A/\\"l.\\n l>EL PURGATORIO AIUTATl.:.'C/ Gf:S(/
Gll'SEl'l'f: .'1ARlA S.4tl'A1'J-.'('J Amundu (;iu,cppc
Luti.1 • :-omma prcc. 25..500 C.ll111U<> -\\stnc,,c 200 •
Tot. •s 700.
Bursa A.\\1,1/)H/ D. ASGF.I.O (J"l Sonnna prc\\C, 11.300
- Farabo,clu mi: -\\Iberi" 1000 Zu•·•~ Italo 1000 Tot.
I 3.304.·
BorSA A .\\,', .-11. ~{LJ.-11Rl('/,' l'<ffhc interc,-dn per I mi<,
defunti, e :.:ura cli C:."am:1~n _.\\nnn Zumi - vtr!t. 5000.
Borsa ilSJ'O/U i'UOF, V. \\I IHICJ (2 'J - Summl prcc.
5200 Rmaldi ~.:.o • Tfll, ,100.
Borsa BF.NH1'TJ BJ,..-!i.R/Cf: I, F,-l.\\1/GLJA Somnw
prc,. 3500 • :-.:. ,.._.,,._ 10.,...,., • ·1;,1, 13.500.
Bor-..a Bl,JWI '1'1 IJ. PJE"/'1<0 (2•; • Summa prtc, ,_..650
- Pn,f. Ci. Ht'rn<X'-·o, \\I. R,ni:!ù;, An~aramo. (iranl;ardo
2000 • TtJI. I(,,r,50.
J3o,sa lJ,11.M,1 GASPAllE l'•·r una vorazion~ C.:me•~. a
cura J1 l'uzzi I• - Sun1nta rrc,.:. 5 reo - N. n.·r~. t-d t.'\\ ali.
Orat. Fl'!ott\\.'O 1000 - T1>1. 6roo.
&,,.... BEI.TRA.'11 D. .'ISDREA (4•) - Somma prec.
17.900 • Orland, Bcn,-.ltllo 1000 • Jo/, 18.,1bo.
Bor.n /Jll,1R.'l.\\ll D, AXDR!iA, rnr.i dt Rnmu,s,
l\\lnria-Gutn • Somma prcc. 20.000 - N. vcrs. ~.ooo •
1'01. 25,000,
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BorR& CI/OU/ D I GESI..J 1; l)J MA.Rl.·1 S. Cì. 1-JOSCO
D. S,H"/(), ,1 cura dc, Cnnouµr C..rihon, l'acro • 1" ,crs.
10.000.
Bn""" <'1ISTFl.l.OT'J'/ D. l.ll/GI per la ,ua \\le•~ d'oro,
r,,,. fondata <Lai_ Cn. d, S, Cri>!'•· I.. .-\\mcho - Summa prece.
.:.o.lìoo - :-; \\·e,,-.;. 5000 •
25.!ìoo.
Bo,-.a CIU.ITTI J/0.\\'S. l'/Sr'lìSZO. a cura ù, Biino
G ,usefll'C per k ì\\J,., dd G1uppun< Summa pr<••·· 13.000
- N, v«~- 1000 - Tnt, q,ooo,
Borsa D. fJOSCO F.-IN('/11/.f,(J p rot,'I?<:• \\lourow> e
Cl1ud10 • ::.u111ma prec. 16.)20 • lns BarJuan, ~h.ooo .
Tot. H 320.
Borsa /)I .\\tA RISO .·I .\\'Gl:'1./,\\ ,-I (.;•), a cura dd lii:ho
e nipote - Somma prec .ll .ooo - -,; vcn. t ~ .ooo Tot.
4(,.000.
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l•r.1nn.- ,·o - ~r,1nmu rrr\\:, 'J400 - , , t!'n,.. 400. Tut, t 1-~oo.
Bonw V. BOSCO SAJ\\TO l><·ncdici i m,c, c1m1uc tiglt,
(!\\l umrn:1 !\\I.tria) Va rcst· • 1" '""· 10.000.
Bors.1 TJ. BOSCO SANTO protc~g, i m1c1 "'l'"II (Zr~ <... G.)
Vltrc,\\: - rQ vcr,. 1 .c;.ooo.
Bor.., F.1.\\1/GU,I, -4 S()Olll{, , S.·lr'ER/)011. (Pa-
lermo), ~ cur.a d1 i{. C. l>. - r0 wn-. 10.000.
Bona GJUZ/f.0 M. AUSllhffRlCE E ::i. G. /l()SCO,
a (.'Ura d, \\ngda rran,lo IO ~JlrcahCQ (Como) 141 \\ ~N-
10.000.
Ilnr-11 <.il J<'IIIXO SFC<J.\\J)l,\\',-1 P. G/1 .W.Pl'F (,/-l-
COMO 111 ,uffr e rìrnrd11, u nirn d,·1 fi~li \\ldu lno (\\'cr-
nll,) So111n1,1 prcc. 35.000 "1. \\cr9. 5000 - '/'11/ 40 ooo.
Bor,,• GAI.I.I SR. :\\,.-//.Z.·IRIN.-l l\\li,s1on~n• 111 uffr. e
ru.·. ,,rJn 11 1,.ur.& della n1rotr I.aura Zorz1 D-.-11.1 .\\JJno -
Sornnw r!tC. liJ.000 - ~- \\'CCI.. 7000 - T'"lt :t. IOO
Bur-.a Gf:Sl. E .\\f.·JR/1I dateci fede e ...Jul< cur,1 d1
~lanJr, I·..\\. O. - Su<nnn pra: 3_1.730 • '-. . '""' ,,oo;
7,,,. C»in11 \\l.talda 100 -
H-7.10.
Borsa Gl:SI ('JWCLFJSSO ,\\/ .•l/;SJLJA'l JUn: S G.
BOSr'O prott1,;-J.{it:re le no~trc lnrrnJ.l"1H.' (J"J - S n 11111111 prt,t.
·r,,,. 11.050 /\\lnofrcd, Gao,011n1 5000; \\ lan lrt ,lo s,lvin 2000;
Comh11 L.11,n, 500
I H.550.
BorOI# HO 1'.-J.\\ TO lllS<JG.\\'O LJJ .llLTO, n11 rn,-110
~uu fa rrnt. Ja ~l. ..\\u~ilWtru.'° S G. Bo~&:n. 11 l".tlra Ji
,\\., ;\\I. l>, Ciclo (Pi,a) • Somm• rrcc 30.000 - Carmen
Amido ;/,311,,111 5000 - Tt>t .15.000
llo"'1l LA '\\'J'IJ:'JU lOSt.:f·.-I li l'/RGJ,\\'J(), a cura di
L. l·crrun,u Somma prcc, 15.000 · ~ 'l'<r,,, 5000 •
Tot 20 ooo.
Bor~• 1.<JSS D. GJACOBUH, curn d, F. E. (l'c<nm) -
Sommu prcc. 10.000 - Rn,i. f.7.10 1-'ontana 2000; I>. S. F
1000 1'<,1. 13.000.
Borsa .\\!. AUSIUATRIC-f; f.' S. G. BOSCO pn,1,·11~s,te
Ll mt.1 famrnha.. a t.·u,.. d1 Hcmoni Stcfanu e' Catt..T1na
(Pa,·11) ,·d'~. ;,5.000.
Bor,.& M. ;l(J.'l:JL/l..'.\\J C. S. G. BOSCO " ~-1n11 ~UHc-!I·
r.ori l'rrtkl.!"ctc~i ,emprc, ~ cura dt G. T . (Cunw) - nr.
20.000.
Bursa M. !IUSILI ATJUCJ'; E S. G. BOSCO 11Htrn·dcte
per nui, n cura di '.'\\. '.'\\. • S111nmu prc<:, 10.000 • Dc l\\l 1-
chd1, Cl.,uld<c 10.000; s,i11t..,m Emestu 1000, l:.dn~paru
Id~ .lOO ,_.ri,,o Orsolin.i 100 • T<Jt. 21.JOO.
Bor,a .H. .·IL'SILJATRICH in ,uffr. Jc, ·nostri licnetat-
turi, • cura di .b"Ulluna o.,Ard,c \\'alcnuno ;\\ln.:c, (Fro-
~lnon~, • Somma prec ~ - ~- \\t.:fS. .2000 .. 7òt_ 10.000.
Borsa l/,1/)CJ\\ \\A Uf.L S. FWS.-11<10 IJ/ PO\\/l'l:I -
Somma "'" 2~.à50 - Clch.t R. 1000 • 1'ut 211,650,
Borsa \\/, 1USILl.-1Tll/C'E I' S. G, BOSCO 1-rci:•tc p, r
noi. a nn,1 J i Llrua. RcJ.:ijiur-i Sumn1a prcc. 10.000 - ~- \\:~r'i.
5000 Tt1/ I 5.000.
Bor.a ,\\/, ,11.lS/l,JATRJCE cnn«d1 a D. Bo«·u ~nu.fo
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Tut. 2_;.6oo.
Bnr>11 H. AUSILI.-11.RICH S, e;_ BUSCO ,-urw:cdc:1.:mi
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Buna ,\\f. :-lllS{L/.ITJ<J("J: r,ru1c11111 1 mie, studi, ~ éura
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Olf. Grat !>. I:. I • Direttore: Oou. O. l'CErao .l~1<B,,,o. - Coodireu. rQpuru.: O. Gutoo FAVISI, n., C.::01101<:ogo JZ • Torino (70,J),