Bollettino_Salesiano_196206


Bollettino_Salesiano_196206

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Noi n.on. ci fermiamo mai; vi è sempre cosa che
incalza cosa... Dal momento che n.oi ci fermas-
simo, la nos tra Opera comincerebbe a deperire
DON BOSCO
15 MARZO 1962
ANNO LXXXVJ • N. 6
EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI
DIREZIONE GENERALE: TORINO 712 · VIA MARIA AUSILIATRICE, 32 TELEF. 48-41-17
NELLA FORMAZIONE DEI COOPERA TORI
Mai come oggi è necessario che il cristiano per
vivere la sua fede abbia deJlc convinzioni e delle
idee. È stato detto, e viene ripetuto autorevol-
mente, che il cristianesimo cli traclizione, che
,;,iene cioè solo dalle tradizioni familiari, non
basta e non regge più: facilmente si sfalda e pc•
risce. L'esperienza quoticliana ci conferma tutta
la verità di questa affennazione. Una pratica re-
ligiosa ereditata dai genitori dalla famiglia
senza il corredo di una adeguata cd aggiornata
istruzione e formazione veramente religiosa non
regge ai tanti assalti a cui il cristiano è sotto·
posto da tutte le parti. on hasta più la tradi-
zione familiare, non hasta più neppure il cate·
chismo appreso negli anni <lolla fanciullezza. È
necessario che, come avviene per le nozioni di
cultura profana, ai primi elementi di religione
appresi nella fanciullezza seguano man mano
nozioni più apptofonditc, più vaste, proporzio-
nate allo sviluppo della intelligenza, della ca.1-
tura, degli impegni professionali, valide a rispon-
dere alle obiezioni, ai dubhi suscitati dall'età,
da letture pseudoscientifiche, da r,onvcrsazioni
che pongono problenù a cui si è spesso im•
preparati.
Come si può venire incontro a questa necessità?
Un modo assai efficace è la lettura. Sono i libri,
i buoni libri che, a seconda dei casi e dei bi-
sogni, dàn.no le idee, le raddrizzano se errate,
ra{forzano la debolezza del cuore. offrono con•
forto all'anima. Sono i libri, i buoni liLri, che
dànno luce, che insegnano la strada, cl1e sug-
geriscono i motivi con cui accJU-Ìetar~ i llostri
dubbi, cou Ctù ribattere fo obiezioni chi' si muo•
vono contro la nostra fede.
Bisogna quindi leggere e bisogna che i nostri
Cooperatori siano aiutati, diremmo quasi edu-
cati a questa aziono che deve sf"rvirr a nutrirli,
a guidarli, a difenderli. Lil,ri di dottrina, lihri
cli fo:rmazio.11e. di informazione. di salesianità.
\\'Cri compagni di viaggio. E oggi. di 11uesti
« compagni» le editrici cattoliche sono larga-
mente fornite. Si tratta solo cli scegliere bt'ne.
È chiaro che non è possibile a tutti forrtlrsi in
proprio di lihri. Per questo è utilissima la Bi-
bliotechina circolante in ogni Centro. Libri scelti,
libri adatti all'ambiente, lihri snggNiti secondo
le particolari condizioni ed i bisogni di ognuno,
ma bene scelti. La spesa per rifornire la piccola
Bililiouca sarà cer'Lameute bcncùcLLa. Ed i mezzi
per a[rontare la spesa, con tlll po' di buona vo•
lontà, e specialmente se siamo veramente pn•
suasi della bontà ed efficacia dcll'iniziaLiva, li
troveremo.
Sappiamo di non pochi Ceutri dove già funziona
la Bibliotechina con soddisfazione e, quel cht>
conta di più, con vero frutto dci Cooperatori;
ma vorremmo che ogni Centro, entro quest'anno,
fosse già fornito almeno cli un primo nucleo di
tali libri. Sarà un bel passo nella formazione cri•
Btiana ed apostolica dei nostri Cooperatori.
IMPEGNO DEL MESE
INIZIARE, ANCHE CON POCHI LIBRI, MA SCELTI
BENE, LA BIBLIOTECHINA DEI COOPERATORI
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•••• A contatto
Da qualche anno l'Em.mo Card. Montini,
Arcivescovo di Milano, suole celebrare la
festa della dedicazione del Duomo con
l'Azione Cattolica, e intratte nersi con i fe-
delissim..i collaboratori sulla cooperazione
dei laici nell'apostolato gerarchico. Il 15 o t-
tobre u. s . Ji ha invitati a valutare la loro
vocazione specifica, che è quella di concor-
r ere alla costruzione cristiana d ella s ocietà
contemporanea.
I Cooperatori Salesiani hanno da Don Bosco
la loro parte in questa altissima missione.
La "Pia Unione " è definita dal Santo: « Un
modo pratico per giovare al buon costume
ed alla civile società ».
Attingiamo quindi dal discorso del Car-
dinale un po' di... acqua viva.
« Presenti ed operanti - egli affermava -
devono essere i cattolici sul terreno real e
della vita moderna, con le forme proprie,
ma sempre apostoliche » cooperando « alla
costruzione della società nuova, sana, fra-
terna, impegnata nel più reali problemi e
sostenuta daJJe autentiche forze morali e
spirituali d ella religione cattolica ».
Faceva quindi tre raccomandazioni:
1) « Abbiate somma cura che i principi che
voi professate e che d e rivate dalla vostra
fede, siano per voi sempre vigilanti e d
operanti... Sono le verità per la vita... Non
lii può separare la fe de dalla vita... ».
2) « Siate portatori di moralità, non solo,
nel senso corrente di mondezza e di austerità
di coshuni, ma anche nel senso più ampio
di coscienza d el dovere e del bene. La mo-
ralità è la regola superiore e migliore del-
l'attività umana... Voi dovete collaborare
a costruire il nostro mondo moderno su basi
morali fortissime... Un cattolico operante
potrà mancare di molte qualità, ma non
p uò mancare di questa: d'essere lui stesso
specchio di sincera onestfl, nelle sue cre-
denze, nella sua parola, nel suo modo di
agire, nel suo disinteresse, nel suo costume».
8) Docili alle direttive Pontificie: <<La pa-
rola pontificia - conchiudeva il Cardinale
richiamandoli all'Enciclica " Mater et Ma-
gistra " - ci invita a riaprire gli occhi sul
panorama sociale che ci circonda; ci insegna
ad individuare problemi, bisogni, possibilità,
doveri, che reclamano interesse e servizio;
ci conforta a conoscere ed apprezzare la dot-
trina e il metodo della sociologia cristiana,
feconda, moderna e valida p er accogliere
e risolvere le questioni tuttora aperte e
sofferenti della convivenza wnana; ci pro-
pone criteri di soluzioni coraggiose e paci•
fiche, e ci esor ta tutti, ma s p ecialmente voi,
Laici, a misurare la s aggezza e la v irtù d ei
cattolici coi grandi fen omeni economici,
sociali e politici del mondo contempo•
raneo... ».
••••••••••••••••
[I] Il cristiano nel mondo
a ) D isoril'nt.an wnlo - La nostra giovent ù
vive pericolante in un ambiente impregnato di
egois mo, mat erialism o, diffidenza, scetticism o,
indillcrcn tismo.
« Ognuno lo vede, essi (i giovaui) sono og•
getto di tante insidie, ùi ta nti assalti in questo
mo udo, che li s tordisce col suo frastuon o, li
stanca con la s ua perpr tua irrequietezza, che
li di~o rien ta con il suo relativismo quanto
alla verità e all'errore, al be ne e al male, che
li aifasci.ua con la s ua policromia. che li avvi-
lisce con la s ua volgarità, cl.le li incat r na con
la su a lu ,suria » (Pio XII).
Nel mondo moderno il cristiano è sballottato
tra du e conc1·zioni di v ita : la propria e q twlla
dell'ambiente. Egli è costretto a viver e in un
clima di a utonomia e di sufficienza assoluta. E
la vita umana cou tutte le sue manifestazioni,
dal s uo primo apparire fino alla sua « soppres•
sionc » è alla mcrcè del capriccio degli uomini.
Così infatti si esprime Sartre: « Non vi è più
n è bene, nè male, nè qualcuno che mi dia or-
dini, giacol1è io sono u n uom o ».
b) Foc•ola i d i 1·im18ei1.a - In quPst o g ri-
giorP cosl diffuso e intenso non mancano note-
voli fattori positivi. quasi scint ille sprizzanti
dalla luce del Vangelo, capaci di favorire un' in-
t egrale educazione cris tiana.
La gioventù moderna è senza dubbio più esiJ
gente, verso la famiglia, la scuola, i Sacerdoti, la
società; c'è nell'anima di tutti un bisog no di co-
n oscenza, di « essenzialità » e di sincerità. Mag-
giormente sentita ÌJ la propria dig,ùtà o respon•
sabili14 perso,wle. per cui il Lene vie u fatto, no11
dietro s ollecita:cioui est eriori o per inerzia di
massa, m a procede da conv inzioui interiori e da
una volontà di fede e di coer enza.
Nella vita m orale si rifugge sempre più da un
minimismo anchilosante e gretto per lanciarsi
coraggiosame nte verso il meglio, verso la per fo-
zioue realizzata io un clima di apertura sociale
e di carità ge11crosa.
[fil La scuola: ambiente saturo
di atmosfera greve
a) t>crsislcnlc stillic id io: il 11aturali-
!'11U O laiei81a - Ebbe a scriver e Christopber
Dawsoo che la disgregazione psicologica av ve-
nuta dc11trò la tradiv.ione c ulturale cristiana eu-
r opea è cosa Len più grave, che tutte le rivolu-
zioni politiche ed economici.le.
In 1u1a recentissima conver sazione fra li-
cristi di una cittadi11a pie mo ntese, affiorarono
CJU-est e idee:
Si crede per fede, r si ammette impossibile
la dimostrazione razionale dell'esis tenza di Dio.

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con gli altri
PEV!'ilERI. PEil LA
CONFEilE1"ZA 01 APRILE
Questa frde assoluta e granitica è solo per i
più «piccoli», dovuta alla consuetudine, alla
pifizi~ mentale,:
_
..
Tutll, meno s wteudc 1 troppo g1ovan1, hauno
avuto un periodo di crisi religiosa. considurato
come un passaggio ne<'essario: il mornrnto critico
in cui o si diviene credent~ o si cade nella indif-
ferenza. Anzi vi era chi sosteneva che questa
crisi ci accompagna per tutta la vita.
A proposito della crisi religiosa i:.i rifova chr
lo studio soprattutto drlla filosofia, portando ad
un atteggian1eoto critico, la facilita e la rende
più violenta... Lo studio allontana dalla reli-
gione esteriore ed ufficiale. È logico che chi uon
è più soddisfatto dal cattolicesimo cerchi altre
forme di religione. Ma nessuno conosce le reli-
gioni diverse dalla propria. Per cui tutti si sono
trovati concordi nell'auspica-re che al posto ùella
inutile e dogmatica ora di Religione imposta
attualmente-, si arrivi ad istituire u.u'ora od a11che
due di « Storia delle religioni», spiegata in
modo critico!...
b) La s cuola 11011 ct1uea più - 1i: questo
il lristo risultalo della voluta separazione Era
educazione ed istruzionè. La scuola italiana si
preoccupa di istruire. non di educare. Per essere
davvero educativa la scuola deve a-vere accanto
alla necessaria preoccupazione per la scienza.
da cui deve derivare cert1·zza, chiarezza, unifi-
cazione senza coninsionc, la non meno neces•
saria preoccupazione della cultura, cioè della
sintesi che unifica i vari saperi, man mano che
vengono acquisiti. in modo da informare cli
il complesso delle singole espericnzr della vita.
È qui che clistinguiamo il semplice i.11scgnante,
clic comunitia solo scienza, dall'educatore che,
oltre alla scienza. si preoccupa della forin<1-
zione della personalità nel momento dell'acquisto
del sapere.
e) Lu nostra Pollahoraziom• - ne-
cessario che si stabiliscano da parte dei genitori
rapporti di « mutua collaborazione», tra loro e
gli i11segnanti. Il giovane devo sentirsi seguito e
constatare l'int eressamento pratico elci genitori.
La scelta della scuola, del pensionato, del con-
vitto è della massima importanza. I doposcuola
oratoriani possono dare un ellieace contributo
all'educazione intellettuale e morale dei giovani.
L'insegnante cli religione può essere w1 valido
costruttore di religiosità e di moralità, ma deve
sentirsi appoggiato dai ge1ùtori. perchì- il giovane
nou abbia l'impressione cli una oppoHizione tea
la religio.nc, la scienza profana e la vita.
Il grave problema poi del tempo libero richiede
uua soluzione w:gc11tc. adeguata e sodclisfacenw.
1ndirizzare agli Oratori. aUe Associazioni. favo-
rire iniziative varie che aiutino i giovani a ·rerlere
r/iiurume11te, a giwlicare rettamente e agire cri-
sti a11amente.
II) Il mondo del lavoro, mondo di« lontani»?
a) l'aw•oso ullontan:uncnto tla Dio -
fl mondo del lavorn sta paurosamente allo11ta•
nandosi da Cristo, acc!"ntu-ando sempre più il
suo clistacco dalla religione e dalla Chiesa. Il
passaggio clall'artigiauato alla industrializza-
zione, l'affiusso incessante dalle campagne verso
le grancli città, dal Sucl al Nord. ha portato alla
creazione cli notevoli gruppi di popolazione let-
teralmente sradicati dal loro naturale ambiente,
e lasciati spesso in balìa di se stessi, come fu-
scelli in preda alle oude. I quotidiani sposta•
menti cli larghissimi strati dPlla popolazione dai
paesi e dalle periferie cittadine verso gli stabili-
menti. le aziende, gli uffici e le scuole dei centri
industriali. hat.U)o eo11tribuito in modo determi-
nante ad allentaro i traclizionali legami che lllli•
vano gli operai alla loro parrocchia, con notevo-
lissimo danJLO del senso religioso e morale spe•
cialmenle nella gioventù.
b) Il nm,b'o c::onll·ihuto - Soprattutto
nei primi tempi ,li lavoro fuori di eaRa i genitori,
direttamente o per mezzo di altri, si imvegnino
a seguire il giovane o la ragazza, interessandosi
della loro c<•ndotta, affiuchè essi si sentano soste-
nuti e vigilati. Della massima importanza pratica
è l'inclividuare e impegnare elementi provenienti
dai uostri amhienti, perchè aiutino i nuovi arri-
vati e possihilmente li affianchino organizzandoli
f-ra cli loro per resistere all'urto del male.
L'incoraggiare, favorire e sostenere lo sforzo
dei giovani, perchè perfezionino le proprie cogni-
zioni tecniche e culturali, l'educarli al risparmio
p or mezzo cli libretti postali o di banca, l'indi-
care loro dei settori di apostolato adatto alle
loro capacità (la San Vincenzo, il F AC, le ACLI.
assistenza e catrchismo negli oratori, ecc.) sono
altrettanti mezzi di azione moralizzatrice nel
settore giovanile.
e) lht allora le COSI' s on ca1uhillt.e... -
Alla fabhrica M... di Torino viene assunta lilla
gio, ane di 17 anni :i): assegnata ad uu reparto,
difficile per il lavoro. ma specialmente per l'am-
biente. Sono tutti commùsti... ma cli quelli! E
naturalmente anche la nuova arrivata deve su-
birsi parole, inviti. minacce, insulti, percosse!...
pcrohè si decida ad iscriversi al partito... Ma essa
non molla... Ed ceco clie circa due mesi dopo,
un operaio del .reparto rimane ucciso in una cli-
sgrazia stradale. Allora capita una cosa impen-
sata: tutti, a cominciare dai « più cattivi », in-
vitano proprio quella giovallt' ad aiutarli e a
guidarli nella prcghlera per il povero infortu-
nato. Deve essere stato con1emovente vedere uo-
mini e don.no appoggiati alle macchine, scandire
lentamente il Pater e r 4ve che quella giovano
sug~criva loro... ~ suo coraggio e la sua retti-
tudine avevano vu1to.
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I IL CONSIGLIO al lavoro
Prn•rn;wno olrCff,rio Cr111rol• rrla::ioni ,111/n rostit11:ion" di 1an1i Consigli forali. /'lir/lo impoui-
bili1,i ,/i rl,mrnrli, 1le,,idrriJJmo porge~ a 1uui i 11llllri twi"ri prr 1m'a11iritti frrcida e /011i.-a.
Sinrno $tmprr più eom imi rhr il Con$ìglio ,111 al Crnlrn romt il motort !lii alla ,nnrrl1i1111. Appunto p,r
qur.sto diciamo n qtiti CMllri rhr onco,a non hanno pro1·1·Nluto a formnrr il Co111iµliM « Non indugirrt,.
anche pochi rfometlfi, m11 ci ,ia il Consiglio organi:.z1110 e J11n:riono111e: n, urdrrtf ,11bi10 i frolli».
Il nostro Pellegrinaggio
A tuLti i (:.-111ri stato sy1eclilo il manift·11Lo.
Si è pron Nluto a ei,porlo in luogo opportuno?
Sono pun• ,-tali bpt·Ùili i pfoghnoli rol pro-
gramma partirolart·ggiato. Si dcbhono diffon-
dr.re co11 i1111·/Ji~e11zct e tempesriuit1l. Ct>rtame.n.le
nel Consiglio ri 8arù un :irn:aricato rhe cura la
propaganda drl Pl•llegrinaggio. ma Ì' chiaro che
tutti i memhrj 1h•l Consiglio e i Cooperntori in
generali' t1ehliono ,-cnlirsi mohililati p,•r propa-
gandare il Pt·llrgrinaggio allo ,ropo di avere il
maggior nunwro ili partecipanti t• otte'nl'rP le
iscrizioni entro il termine fissato nel 1rrogramma.
La parola J'ordi,w è questa: ogni C<'ntro con
la sua ha111li1·ra (a l'rnposilo: i l C1•11tru ha prov-
veduto già II fornirsi della Lnndi1•ra?) sia pre-
sel1te con ,w gruppo di Cooperatori a llot11a. a
San Pirtro. dùtouzi al Santo Padr<'. 11 Pompei
dinanzi alla Vergim·. Ricordiamo rht~ le ii,rri-
r.ioni potranno chiudrrsi anche prima dt>I
30 aprili·. raggiunto il numero mas~imo cli par-
tecipanti.
La Campagna annuale
La « Trl' $11rl' ». Per rispondnc ad nll'uui quc-
s.. ~iti pcrvr1111Lic1 ila ,ari Dirigenti, precisiamo
nncora. Ln <e 'fn· re » {• de;;-tinata a intcrc-si,are
11011 ~oJo i Cool'cral1>ri. ma tante altn• persone
cui può fan· dd lic1w.
Gli argonwnti biano bcelti dal , olume Fer-
mento cristia110, di l'Ui lulli i Dirigenti ùt•lihouo
essere fonùti (in ogni caso si trovano copie
presso il l)el1•galo l iipettorialr) ndaLtati se-
condo lt- N•igc-nzr drll'am.bi,mtc.
Ogni conferemm non duri più cli una mcz•
z"ora e ~i dia modo a qualcht· u1liton' ùi fare
delle domamlc•, proporrt> ca..i prnti1·i, l'Ce.
L"oratort' può 1•~snc anche un lairo. purchè
Len preparato t> 1,icuro sugli argomruti rlll' deve
trattare. Pos110110 essere anche lre ornluri di-
'\\('rsi. Sf' gli oratori bono laici, la 1•,rnvel',;aziunc
o discugsfoll(• che segutJ alla eon!"1•1·enzn potrnbhc
<·sserr 11tilmenLr guidata dal sacrrùoll', che poì
conclude con lu sua parola.
!!O
Un film o un ùocumentario hone Mcelto può
seguire ut ilmentr la ttattau1111c 1lcll'argomcnt11.
A propof'ito di film =I Boll<'llino Dirigenti di
febbraio althiamo datll un 1•l,.11co cli film che ci
paiono adatti al nostro scopo. Per u\\orli occorre
seguire In , ia ordinaria Pcguita per noleggiare
lr altro pcJlicolc.
TI pnhl,liro può essnc 111ÌKlo. ovvero dislri-
huilo prr catP,gm:ie: gc11itori. bignorine. gio-
vani. ccc. Dipende dalla impobt a?.iont' che si \\'uol
dan• alla cc Tre Sere >> e dal numnn di personc
che ,1 po~,aono raccogliere. ~alurnl mente gli
oratori ndau,•ranno g li argorm•11ti allt> categorir
a cui purlnno.
In fine lu propaganda lcmp,·stiva, opportuna,
capillare i• nc,·essaria, con la ,w,,lta clt>I tempo e
luogo opportuni per In Luoua riuscita dolio
<( Tre St•rr ».
La 1• Conferenza annuale
si ~ terrnt~ in ogni Pntro?
Sonu 1wrvent1Lt' già moltis~im1• relazioni. però
manr.ano rurcora tante. Il tempo quaresimale è
qunulo mai aùatto per Le11Nt' rp1csLa prima as-
semblra dei Cooperatori dov11 anco.ra non si
fossi• t1•11u1a.
Il Cou8iglio. tiunenJosi dopo la I Conferenza
annuale. 1<i ru,sieuri cbe ,,fo stata invinta la re-
lazione e l'offerta a Torino etl ~snmiru i ruulLati
cli questa I Conferenza per com•ggere le even•
tuali 1h•licil'nze ilicontrall• 1wlln organizzaziom·.
È così chi' lu seconda Conferenza potrà riuscire
0011 piì1 ('tHuph·ta ..oddisfiw.ione.
Preghiera ner ·, Concilio Frumenico
Ril'onlinmo che uelrincortlro mensile è con-
' 1'11i1•nl1' ~i faccia qualclw "flt•ciule hr.-vc pre-
ghit·rn ~t'coudo l'intenzione• del Sommo Ponte•
fic<' p1•r il CorJ('ilio Ecumt•nico.
Surchhe opportuno rccittm, lu Preghiera pPr
il C11ncilio . E facile procurarsi il foglio con la
progbicru nppositamentr compObla ùal Santo
Padre.

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ESEMIPO
Convegno Regionale Sacerdoti Decurioni e Cooperatori a Cagliari
Folla ecc,,2:ione cli un ridotto in-
contro di Dec,urioni. che ~i umne in
Sardegna nel 19~7 - or1,taniuato dal
rompinnto Don l'wmlo mu.i ero
&lato altuoto un ConHgno per il
Clero dello TCJ'.211 Famiglia So.lCl!iano
dell'Isola.
Onnai prrii i t empi or11110 motnri,
e 11uest'on110 si è oltnnto (JU0nto era
~toto gil'l mc~..., nei , uti dd primo
,..,n,·egno rrgionnlc Coopcrutori •ardi
drl 1961}: e c:o,1 il 11iorno 11 fcbhraio
convennero pre.so l'l,tiloto Sall:"iano
di Cn~li:tri 12 •nt't'rdoti, alC!tlni dei
11uoli D1ei:uriooi e Coopt1'1ltori, altri
,impotizzonti, altri e'< nllic-, i.
Uon bre, e fmuionr rtligio,a, con
pen•iero spirì1t111le, c1mto dcli' Tste
Co1ifMsor e bacio della rcli11uia di
Don .Bosco, diede il Ioun Rnç1•rdotule
olla giornatn. Poi chh<' i11i2:i11 il frnl-
tuo1>11 incontro.
n Direttore non I.Hio.lu. diede il
benvcnu to. undu, a uouir d"'1li altri
Dirett11ri.
,e- U Dde.,_.,..to !.flt'llllriule Don Butta-
reW lesse le ade•ioni dell'Ecc.mo
scovo dell'Oglin~lm, Mons. Lorenzo
811,oli, il quali' plnudi, n all'iniziativa,
au,picondo che il temo llelln confo-
rcnza fosse 1mcor11 in stµuito ripre!>O,
e che onz:i un Snle•inno r~perto in ma-
L.-ria di Oratorio, po•-o•st Dioci,;;i per
lliotr!ri. in raduni del Clero, a dare
idee chiare cd opportuni ammuc-un-
menti; dell'Ecc.mo \\lon•. Piru'-lrn.
Vcscovo di I gle,-ie~. di numerosi altri
Sa<'t'rdoti impo,,ib!litnti od"""""" pre-
fc,nti. Inoltre p<1rlti ,1 cono•cen7.A
quanto il Dirt>llor1• Cenernle dei Coo-
perntori, aig. Uon [ uigi Hicerri, aveva
•eriLLo oi prr~cnti.
li conforcnzi,·rts D1111 l'iell'o .Bro-
corrlo, DircctLore dell'ht ilulo 5. Cuor-0
di ltomn, parlò magistrolmcntr ~ul
trma: :\\rn•AuTl DELL'Oa.uomo.
.\\.Ila tr11uaziooe, che 11\\e,a "Jll'H+·
►innnto lutti, fece seguilo una inter.,,..
~nnlt' ,·011,·e.n,nzione, basBta •l)"tinl-
m,•nt~ ,u •c.1rubi di espcricn,c (pnr-
lurnno c11lurn che nvevnno iniiioto
l'Orutori,1 pnrrocchiale •ullo stile 1111•
l!•-.iaun) I' >11 domande circn In m11•
niero di ri,;olnrc il prohl,-mu <lti J.,_
cnli, tld prr..onale r delln rd11c1i,io11t
druli 11rn1ori11ni.
~- E. Rcv.mo lton,-. Paolo flutto,
\\rchl'!lco,o di Cagl.i:iri. Coopm1tott
~alrsiono, w,coltb pi intrntnti, poi
th ol r la •ua pnroln chiarifìt•,ilrit·(• ,.11
t,nrtutricc rhe •i può ria.•,umerc c1i,l,
Si foccio, r a tutti i costi, l'Ornlorio;
e •Ì impr1ri cln Don Bosco e dn~li nltrl
grnndi Eùurnlorl •nnli a fa.rio 111•111".
A tuLLi i prc<Cnli, vcJlll" 1hot11
111m11' omaggio del sig. I•prt tori'
nnQ copiu clell'opeu 1..-claAoi;icu
JJ011 Bnaro di Don Brnido. on1l0, , i
fl<llr--cru 111tio,rerr lr n<1rmr di Don
Btheft ..ul • ...i...,tema pre"tut..h·o •·
Il Dr!1•11ato l.ptllorialt- poi , ollr durr
1mn ,i,poato oi pre,;enti che ~i ,licuiu-
mrono pn-oreupnli dt•ll11 mru1canta
Ili f)C'nonal... Don llo~o. Cl!li diMe,
a,-,,\\'a iri11 pron tdnto u IJllC~lo pro-
blenla, fondundo lu l'iu l'nione dei
u,operatori SaJc,i,rni, j ~ui ui_runbri
hnnno come 1ocnpo prrnllore l'edt1ca•
zione della giovcntu. Un Parroco il
4uofo voglio forc un Oratprio clln lo
•tile e lo spirito 1ule.ioui, fondando
la Pia Unione ho i pil"I \\"ttlidi coopera-
tori della sun orrr11. Portò btlmpi
pratici e diede •chinrimrnti •ui Coo-
('<'nttoò.
:,i parlò anche dello •lnmpa e si
fece la pre,entaziou~ tli '1rridiano 12.
di cui ~i diede cupin ài prr•enli.. esor-
taodoli ad iniuure 1mu ri,endita in
parrocebin.
Un bel gruppo fotoJ(rnliro, e la pro•
it•zione di un docunrnutorio snlesinno
completarono l'inetml rn, eh~ ml!•
tanto giunae il tono intimo ntl prunzo
foutlliare offerto n11li intervenuti.
l'rima di pari ire ptr lie rispe1 ti ve
,edi drll'hol11 (alcun" n•'-li luutnoe)
11,.'lluon rt'j!Ol/1 111 •un po•i7ionc... sa-
lmruia eircu l'i,ai,it>nr 11.lln P. t,. e
il Bollettino s(J,~flUfHI.
Il Convegno del Clero a Piacenza
U nn irrll.l.lde 11iomota è ,t.utn CJUC"llo
Jj ftioHrH. I• mano, pu i Suri,rdo11
raccolti n conngno u.-1 "'eminorio
Oiocr•11no di Pia~uJJI.
11 com rgno fu onorato dall11 pr.~
•l"nrn drllo 81.t'«SO Ecc.mo Arcin,coHl
M,m•. Umberto Malchiodi, dnl , ,.•
\\ c•ro,o -\\n•ilinrc S. E. Mon•. l'nolo
Ghiuoni e dul Direttore G,•nrrnlr
dd Coop~rntori llon I 11i11i Jticccri.
l>olle \\'Rric trottnzioni rL,ultll 1111
pn11<1ru11111 ctmcreto di azione pniitorolc
per l'educazione cri,ti1u10 dello ;io•
,·cnlù, sollo In guitlu del ruacstro e
mod~llo Don Bo,co,
Don Favioi Ìll\\'Ìt~ i convenuti n
meditare onlla purlf rhr il •1111l<l Edu-
catore ebbe urli.i formoziooe di
S. Domenico Sn,·it1 r rilcYò qnnoto
!in opportuno, prc-,•nturlo 111Ja irrùta•
ziooe delln no•lrn ~i<IV<•nlù,
Aprl il convr~no il llt'v.rno Ispet-
tore Don Plinio C1111iulti, che rivolse
un •aiuto d~frr~nte o~li Fcc.mi Pm-
o. mmrr.rro
PRATICA DELLA VITA CRISTIANA SEOONDO SAN GIOVANNI BOSCO
L.D.C , 1',mno L. ~oo
Per coopemr1; allu fom1azione cnstmnu, fine precipuo ddl'npo~tolato,
I'\\... h,1 roccolto quanto S. G. Bosco h(I scritto su tale argomento. Attin-
gcmlo nlh: J\\fmlfirie Bicgraficl1t del ~.1nto l•d ai suoi ~ermi, 1,rcscntn il
suo insegnomento in modo ~i~tcmn1ico ptr offrire il pratico e luminoso
insegnomcnto del Santo EduC11torc su la vita cristi11m1 e »ul modo di
gnronrimc lo conservazione e lo sviluppo.
PER L
BIBLIOTECHINA
DEI COOPERATORI
v,~ct::-;1.0 ,-1:-,;11,TRHRO
LA SCUOLA CATrOUCA Diritti e cifre.
Torino, S. 1::. 1. L. 700
L'nuacco ~rcmm> dai laicisti in ~•retta alleanza con i mnr<i,1i e le po-
lemiche e i dibottitJ sul prnblcma del finanziamento srnratc 111.1 scuola
non st11t11I", rendono molto attunle questo ,·olume, nel qunlc, oltre prcsen-
rare uno visione complt:ta del problemo scuola, l'Autore r1sr,ondi, bril-
lantcmentè u11li addebiti e nllt· obic1,ioni che uggi du molte punì, onche
da canohc1, ai muo,'onQ contro In scuola cnuolic:a e i sun1 diritti.
:!1

6 Page 6

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,uli, al Roppre•entnnlc riti Bettor
Maggiore e o Lutti i prt'senti.
TI temo centrale dello !(iornnta do-
veva e,,,ere quello dell'Or111orio. Don
Fa,ini, dnpo aver inquodrato stori-
ca.mute l'Oratorio di Don Bosco e
aver pre,entoto gli aspetti sostanz:ioli
di q11ei1to cnpolovoro e primn glori11
tlcl Saulo, porlò dell'Uralorio come
« opera fondomentnle dell'apo,tolato
t tiella pedagogia parrocchia!.. •, ne
illuminò il ftiu,to concetto (non ri-
creatorio, rnn oratorio), ricordando
che per Doll Bosco l'i,truzionc rcli-
gio•a è il fine 11rincipulr doll'Orntorio;
il rbto dne solo a, ere raRione di
mezzo c1uale allettamento oi giovani
per farli intervenire.
Troll.Il 11uindi il problemo vivo del-
l'Oratorio parrocchiale: il ptr'lonole,
che ~ige uno forma7.ione po%iente e
nnn curo co,tnnte, nlltnondolo all'apo·
stolato giovonik, e add..,u·andolo in
pari tcrnpo sul piano ptdagogico e
palltoralc. Oon Bo~co tr<1,I> l'niuto
indispcnoobile nei ,moi primi Coope-
ratori, do !-. Giuseppe Cofoeso a tanti
signori f' •iimore che •i pl'f'5tarono a
fare catrchi,mo, ttuoln e o«ì,,tmw.
Così ancor oµ-~ i Coop<'rotori we!<inni
possono diventurei validi colloborotori
del porroro nello vita dell'Oratorio.
Chiuse riusumendo lr caratteri-
stiche •nit-ione dcll"Oratorio: ~ aperto
u tntli, mo •pt'cial.m.entt nllo 1-'ÌO,·eotìl
opermu, rhe ncco,:-lic frslosamentc,
che ns•i•tr nrnorc,·olrncntc, che attiro
con geniali' I' inesauribilr fl'eoodit~
di iuizilltive. Per questo #- ancor o;:u;i
uua j1-,tiluT.ionr della mo.....ima attua-
lità, indi,ptn•obile per preservare In
gioventil dallo irreligioJilh e dal vuio.
li Lcmu fu uno prcsentariont'
dello Pia l,1li1>ue dei Cooperntori Su-
lesiani. fnttn dal Drlr,:Rto l spetto·
riale Don Rodolfo \\ ip;nnto, che iJ.
lunrò in brllu si.nte-i l'oril(im,, il pro-
Rrammo, lo •pirilo dri Cooperatori.
Fornì poi le nozioni pratiche per le
iscrwoni indi,iduali e per il Cun:do-
nnmenlo di e,·entllali gruppi parroc-
chioli di Cooperotori, dicendo 11rati-
comcnte comr possono colh,borare con
i Sacerdoti drlln parrocchia nell'in..,.
11namento del cattthhmo e nelle varie
attività proprie ddl'Orntorio, nelle vi•
site agli iofcrmi, specie ilf' lonLoni, ntlla
pulizia e riporuzione dei paramenti
•acri. nello curn d,nc vocn,Joni, nel-
l'asmlen~• ni gio,·ani apprendisti e
nella diffu,ion.. della buona stampa.
Tanto la prima che la &<'Conda con•
versn.zione honno offtrlo lo spunto
per ìmportonll interventi.
Alla fine il Oiretton, Grnrrale dei
Cooperatori preoeuta,·a l'omagj!:io de-
fesoicolelti utilissimi
ei nostri Dirigenti e ei
loro Collaboratori
SAC . Ct.:ll>O FAVL'il
LA
DI ;,Al' , ,1,) AH I > 1>
Ctnm 1ton'd t 1lat;st,..c1
r.. o. l ". - To-.iso L. 120
SAC, Cl.:100 FAVIXI
•' IUO
App1111t, ptr cort/tr~mst
TORl?<O - Ul'Pl("JO rrnTRAL[
~OOrffiATORI SALh-'IANI
\\'oto del Rellor }1a11i:iore e sno o
S. E. l'Arche•covo e lo e~Lcndevo n
S. E. MonA. Ghizzoni. per ovcrc cosl
bcnevohntnte fa\\'orito e oiutnto l'or-
i,:aniz1.ozione della « Giornoto •· e a
tutti i partecipanti. facendo voti che
la ,-i,,,.ula unione di ideali e di in1ent1
possa trndurAi nella reoh1i quotidiru,a.
Chiuse l'n<lunanza S. E. ,1ons. Ar-
chescovo, che volle t>•primere i] suo
paterno compiacimento per cruanto
aveva udilo e "i.5to, e rin,BLiatt i
figli di Don Bo~o ptr un cosi hdlo
incontro. Preso qoindi lo •punto dulie
tratta1,ioni s,olte, sup:gerivo 8npirn-
rusimc dirrtlìYe di cura pastorale.
L.D.C., Torino L. 6oo
È il volume che il nostro Don Pietro Bongiovnnni, docente Ji teologia
morale, ha preparalo per la « Cnmpogm1 della Mornlir.., •·
È quindi indispensabile per i D1rigcnt1 della P U. e per i loro collaboratori.
)lo non è meno utile a quanti hanno rc,;ponsabilità eduClluve, ;li genitori e
a tutti quelli che si propongono la bonifica morale della nostra soc1ctà.
Il Rettor l\\foggiore nel presentarlo hn scritto: • I,n materia, opr,ortunomeme
scelta, vi è coordinata con saq-gczza n fissare le idee, a individuare le respon-
sabilità, a denunciare deviazioni, A tracciare un piano razionale e pratico d1
bonifica nella famiglia, nella scuoio, nel mondo del la\\'oro, nel campo dello
spon e del divenimento, nella ~tnmr,a e nei mezzi audiovisivi e soprattutto a
orientare per un impegno di apostolato nettamente cristiano e cattolico•·
22
Convegno di Zelatori
A PORDENONE
Gli Zelatori dell'lspt'ltoria Veneta
~- Marco in numero di 71 (28 Zela-
tori e 43 Z~lotrici) sono interveuulì
oJ Convegno del 21 gennaio u. •·•
presieduto dol Rev.mo Oon Lui~
Ricceri, che cel~hrò la S. \\le,.-,a e al
Vangelo indicò le doti dcll'opo,tolato
dello Zelatore, che dev'e•-<f'rt, a11fro,
fa.tlo con rriterio, con dolcc::o e con
in1rllisema.
Apri l'o-•emhlea il l<Ì!{nor I•pcttore,
Oon M;cbtlangclo Fava, cht rivol.e
il .aluto e il grazie n1 8Ìjt. Don Ric:cc:ri
e a tutti i convenuti.
Quindi ebbe luogo una originale in-
Lenisto tro il sig. Don Rirceri e il
dotL Cerru ti su.I Corui&lio Locale.
pre•uppo~to indispeu•obile di un Cen-
tro ,•eramente operonte, motore di
ogni attivitìl, che de,\\' e~!\\Cre com-
posto di elemonLi che sia focile convo-
care e che abbiono IP doti e il tem1>0
ne~ per as5olvere i loro compili.
Si tratti'> c11ùndi del Pdugrinag11:io
N,r=wnalt. ~j\\Uirono gli incontri dj
studio per gruppi. sollo In presidenzu
di un Con~igliere iMpCtloriale. 1
4 C.ruppi tra!tnrooo i 11uullro arl(0·
menti: Vora:ioni - Esrrri:i Spirituali
- Su,rnpa Campagna dtUn morolilll.
Quindi nello rclazioot- plcnorio i pre•
sideulì dei Gruppi djedcro relazione
delle conclusioni proticbr o cui ~i ero
punti. Pl'r mancan211 <Il ~pario ci li-
mitiamo a riport.a:tt qudlc ciel Gruppo
« Cmnpagno dtlto moralitlÌ »:
1) Conoscenzo del prob!..ma attra-
verso ol Bolletrino Snlr8i11110, Bollt1•
1irio Dirigtnti, Conforen,.e unuuali e
men.sili per i Cooperatori.
2) g ouol11urrnemr n..-u,orio eh• ,
,aUJ>lin facciano u,11,r, In loro t•oce.
Le Antoritò non po•sono inlrrvtJlirc
se non sollecitate e il loro intervent•l
sarà tanto piil efficace f[uanto più •o·
btenuto dn richiedenti. ~ono sorti a
qu...to .copo organism, efficienti,
come:
il Segretariato per lu ,toralitll,
eh~ rnC<'oglic sepu,la,ioni ed ha pos-
&ibilità di intervenire prr~,w le Auto-
rità comJM"tenlì (Pubblica Sicurczw,
Procura drlla Repubblica...), nrimodì
voluti dallo legge:
I'>\\!ART (As•oduzione Ttalinnn
Ascoltatnri Bnd.iofonid e Tclespella-
tori), otlravcrso allo quolr ~i po5301111
inoltrare prottste, rimo,tranu... e
anche incoragi:iamcnli. Quota di a••
soci.azione l,. 200.
3) 111 mnlti casi •i 1rn/1 intervenire
dirctltlrnrnte e c:llicrrlamente prcSl!O
ge~tori di cjnerna e di edicole perchè
non l!iano c•poste foto e riproduùoni
indecenti.
4) So•trnere t poteni.inre gli Ora-
tori, mMchili r femminili, 11#nt pro-
prie parrocchie per renderli efficienti
e attraenlì.

7 Page 7

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5) Fnr conoscere e npprezzaro l'Ora- }
torio con propagnndn discretn.
\\
6) Aumentare le ntlrntlive: dopo- {
L C MPlG
DELLA MRALITA
'l"I'
l scnola affidali a l,rnvi inHl!gnanti, I
cor~i di Hngue, dnllilogrnfia, steno-
grafia. contnbllità e altre attività \\
1n quesia rubrica pubblichiamo le iniziative pratiche di cui veniamo a co-
noscenza, spingendo lo sguardo anche fuori della nostra Terza Famlilla
terziarie...
I
Concluso la Iaborlosa, Dlii inte.res- \\
sante oss_ise, ohe si protrn!l!le fino {
rule 14. i convcnuli iji roccol&ero in t
l lieto e ristorante convito. Quindi il
commiato, fotto di feotos:i « arrive- \\
derci » a Roma e a Pompei, con nel· I
l'onimo tante belle impresa.ioni.
\\
{
IJ,, 7( " ' "
Da una lettera del prof. Diotallevi Zeduri, Zelatore Salesinno:
Oltre la preghiera quotidiana per il nostro apostolato nello spirito di S. Gio-
vanni Bosco, cerchiamo di attendere a quale/re attiTJità di bene.
Il sottoscritto ha la fortuna di far parte del comitato per la moralità. Noi
co11trolliama rosserva11za della legge sull'ingre.fso dei minori di 16 anni
al cinema, it1terveniamo a turno a controllare il «1/0rietà •, che si tiMU! al
Nella periferia di Catania ? Duse ogni rnbato e domenica; e, dati i rapporti ottimi con la Qaestura
locale, siamo ril.lsciti ad evitare la rappresentazione di scene contrarie al
Opero veramente provvidenziale è / pudore e alla decenza. Ogni volta che troviamo qualcosa veramente osceno,
quella che svolge un comitato Coo- \\ seduta stat1te, ci rechiamo dal Dott. Barelli, sempre presente, e otteniamo
perotori e di Cooperatrici nella con- { la soppressione di una sce11a o di 11n ballo scorrue,1ie:nte.
trudo di Librino, nello periferie cli /
Catania. La ,.onn, un tempo ahbando- \\
nata, grazie all'opera delle Figlie di /
Moria Ausiliatrice e dei Coo))eratori /
Snleijinni, nel giro di otto anni, bo \\
raggiunto un notevole sviluppo sin (
morale che economico. Per questo un }
gruppo di Cooperotori ba preso l'ini- \\
zialiva presentare ufficinle richie,;La \\
perchè ln zona vengn inlitolotJJ u /
S. Dome.nico Savio. Entro l'nnno sarà }
posta anche lo prima pietra dellu \\
nuova chiesa pnrrocclùalc. Alt1111l-
rnente i sacri riti vengono celebrati )
in uu'oula delle scuole elementw. \\
Anche Fou11 di Cre111, zona peri- {
ferica di Catania fiorente di oltre
4000 abituati, comincio a risorgere 1
Ormai il direttore del teatro è comJinto che a Bergamo certe cose t1011 han110
diritto di essere rapprese11tate e quindi già in precedei~a persuade i 'flari
direttori delle compagnie a tagliere quanto può offendere la dece=a o il
pudore; e ciò a termine di legge.
Dobbiamo essere nai cattolici a far rispettare le leggi: diversamente il Signore
potrebbe rimprOf.Jerare la nostra pigrizia o, peggio, il c<miglismo di molti
che si chiamano cattolici e che non ÌtlterTJengot10 di fronte a una bestemmia
o a im ttupiloquio.
Il 19 gennaio _{1ti citato dal Pretore di Almt,mo S. Snl'flatore (Bergamo) p"
co,ifermare la demmcia fatta contro il ci11ema tli Capri110 Bergamasco, dove il
gestore non si attonroa alla legge mi minori. Il fatto era stato da me con-
trollato lo scorso an,zo in settembre ed il gestore fu crmda1111ato a 30.000 lire
di multa, con chiusura di tre f!Ìomi tkl salone. Il fatto poi era aggl'Ot:alo
dalla mmtcamra di espos~ne dell'm;viso I Escluso per i minori di 16 a11ni •·
L'intervento della Questura avvenne anche per due cinema di Bergamo,
in seguito a nostra denl.lncia.
Ilo voluto accennare a quanto si fa qui, affinchè parlando ai Coop1tratori
morolmente e rcligiosamc_nte per l'at- } di altri Centri ùisista che almeno loro siano cattolici tutti di m1 pezzo: si
tività delle Figlie di Moria Ausilia- }
lnce e di un èooperotore Solesinno, ~
organizzino e interoengano se11za paura ogni volta che trova110 infra:rioni
alle leggi sulla pubblica moralità.
rJ1e insieme ton due ~t>minnrisli e con /
altri Co<1peratori imparte l'istru.z.ione }
c:ntecbistico ai ragazzi e bo gia for- \\
mato u11 nucleo di uomini di A2'Jone {
Couolicn. Anche qui è ·in progetto,
e già nel quadro ddlc chiese cittocline, \\
lo costruzione della pnrrocchia, che t
venà iulitolnta o Moria Ansilintrice. \\
Da parte mia poi diffondo buona stampa fra Insegnanti di vuchia cono-
scenza (La Rocca, Meridiano 12, Orizzonti) e scrivo qualche articolo s11
L'eco di Bergamo•·
So che le Cooperatrici lavorano pure in vario modo; ,na di questo altri
darà relazione... •.
p~-o
11 Segretariato della moralità ha preso c<mtatto, ai fini di 11110 cqrdiale colla-
! !!~!'1:~!~:!'. '1\\
borazioni', co11 il Procuratore della Repubblica e con la 'fiice Ispettrice di
Polizia. Fu cosi che olle1111e 1m pr01J1Jido Ìtlterve11to della Procura 11ei con-
fro11ti dei responsnbili di u11 deploreTJole numero studentesco. Tanto gli stu-
denti responsabili, com,, il tipografo so110 stati colpiti da ut1a esemplare
e di direzione per tutti coloro
che hanno ufficio di responsabl-
1\\
lità neUa Pia Unione.
{
Ogni rubrica è pensata e stu-
amdam,a. La cosa è praticamente molto importante perchè il «mondo stu-
dentesco ~. quasi per tradi,.-ione, si ritiene dispensato 1zo11 solt.anto dalle co-
numi leggi del vivere civile, ma talora addirittura dalle norme contenute 11el
codice penale, specie da quelle che tutelano la p11bblica moralità.
diata in questa funzione.
È necessario che ogni collabora-
tore legga, consulti e mediti an- }
ldtia
n Segretario Di~tsano ha demmciato alla Procura tklla Repubblica di Ro-
che sulle poche ma utilissim.e
TJigo i d11e cale:ndorietti dell'editore Magnani di Bologna Belle al sole e
pagine del ' Bollettino Dirigenti'. ( Codke stradale, ritenuti contrari al buon costume; e al Procuratore della
E va bene sempre conservare e
raccogliere i vari numeri di esso:
1\\
Repubblica di Genova il calendarittto Buon Anno 1962. Approfittiamo
per ricordare ai nostri Dirigenti e loro Co/laboratori eh.e andie i cale71darietti
formano un prontuario che ri-
debbono rite11ersi «stampati destinati alla pubblicità e quindi possono es-
sponde ai tanti quesiti che si } serne incriminati lo stampatore e l'autore, ai sensi dell'articolo l della ltgge
pongono quanti lavorano per \\ Migliori. Sanbbe perciò opportuno che, qum1do offendono, come spesso
la Pia Unione.
I awiene, la morale, fossero de11u11ciati sotto questo profilo.
'
I
AUT0RIZ7.A7.10Nl! DEL TRffiUNALB DI TORlNO IN DAT,\\ 16 FEBBRAIO 1049, NUMERO 403, - CON •Pl'ROVA21DN!i FCCUSIAS'rtCA
DIRETTORE er;m-oNSABILE: SAC. OO'IT. pu,,ao Zl!RBlNO, VIA MARIA AIJSIWAllUCH, 32 - TORINO (7u) - OFFICINB GRAFICHE s.11.1.
23

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Direzione: via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino - Telefono 48-41-17
Al 1° del mese: per i Cooperatori e le Cooperatrici Selesiane
Al 15 del mese: per i Dirigenti della Pia Unione
SI invia gratuhamente. Spedizione In abbonamento postale. Gruppo 2•
*facciamo noto ai benemeriti Cooperelori e alle benemerite Cooperalricl
che le Opere Salesiane hanno il Conio Corrente Poslale con il numero 2-1355 (Torino)
sollo la denominazione: Direzione Genera/e Opere di Don Bosco - Torino 712
Ognuno pu6 valersene con risparmio di spesa, nell'Inviare le proprie offerte,
ricorrendo all'ufficio postale locale per il modulo relativo
*IMPORTANTE - Per correzioni d'indiriuo si prega d'Inviare anche l'Indirizzo vecchio.
SI ringraziano I Slg. Agenti postali che respingono, con le notificazioni d'uso, I Bollettini non recapitati.