Bollettino_Salesiano_196205


Bollettino_Salesiano_196205

1 Pages 1-10

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1.1 Page 1

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1.2 Page 2

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1.3 Page 3

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a famiglia è una convivenza e<lu•
ratrice. 1 figli, nei quali i genitori
si specchiano con amore, come in
altri sP stessi, sono prima di Lutto un
dono preziosisr-imo cli Dio, affidato alle
loro c·ure, perchè collaborino a farne degli
auleuliri cri.-,Liani, con la promc;,.;,.a cli wta
adeguata ricompensa nella \\'Ìta futura. Ai
~euitori >-pelta in primo luogo il diril to
di nalma <li educare.
Prima t1c11ola è la famiglia: prirni maet1tri
i genitori.
li figlio è soprattutto un'anima che ha
diritto ad una sua cre:scita t1piritunle. fatta
di priucìpi soprannat1uali e morali. solidi
ecl immutabili in modo che le tempe:>te
tiella vita e i mali esempi, di cui sarà
:.pettatore, non ne scalfiscano la re.~iste,nza.
Scuola e contravveleno dev'e;,.:sere la fa.
miglia. Sua missione insegnare il bene,
disintossicare dal male <'he disgraziata•
mente i figliuoli incontrassero per , ia.
Per grazia cli Dio ci ,-,ono a1wora molte
famiglie in cu.i i ~enilori lta11110 romc an,-ia
principale quPlla di crescere Luoni ed onesti
i figliuoli, ed è <'.on una ~lrl'tta al euon·
che vedono i lanli Jlericoli cui la moderna
società li mette cli fronte. Qu('sta 110<,tra
,;ucietà nelle sue ro:o-turua11ze. nella sua
legislazione, nel suo mo,lu di fare e di
eoncc•pirc• la vita. "embra spcs~o dim.enli-
rare rhc• la l\\azione r falla anche cli haru-
hini, tli adole,;;1•e11ti. di giovani. fragili nel
fo;ico e più nel morale. i qLtali lrnnnu ,li-
ritto alla protezio11c e alla difesa.
I genilori, tlegni cli questo nome, uou
,-i bpaventano ;,e il loro còmpilo i;i è fallo
più arduo clw in pa«sato. Li conforta il
pensiero che, la prima potente immuniz-
zazionr dal male i figli la ricevo110 proprio
fra le pareti <lome1<Liche, quando padre e
maJro. con iLlcntiLà di idee e cli inle11ti, ~i
impegnano in un lavoro paziente u amo-
ro-o di educazione.
"""----------
l\\lle11t1·e a.,idiamo in macchir1<1 ci perviene una 11otuia lieti88ima: il Scmto Padre
lia elevato allQ. t1ac1·a. Porpo,•a car-d111alizia i.I salesiano Mons. Raul Silva Ben.ri.que11,
A,·oiveècovo di Scwtiago nel Cile. Siamo feltci e g,·ali per l'alto riconoscimento dei
7:J
I rner·iti dell'esimio confratello e dell'ono,•e fatto alla. Fa.miglia Salesiana. Nel po,·ge,•e
lt, prime felicm.uioni a. Su.a, Emimmza, ci riserviamo di p1idarn.e nel 1,r·ossimo nume,-o.

1.4 Page 4

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~ La scuola dei genitori
perdono quasi ogni loro efficacia, ma l'e-
sempio resta impresso in modo indelebile
Ma occorre che i genitori siano , era•
menle clei maestri, dei bravi maestri.
1 bambini imparano più facilmente di
quanto si crecle.
L~ preghiere, il caLech.ismo spicciolo, i
fatti del Vangelo e della Storia 1<acra,
l'amore alla virtù, l'odio al peccato...
quante cose belle insegnavano le nostre
buone mamme! Certo non erano cresciute
alla scuola ili certa stampa, come molte
future ma<lri <li oggi, a cui quei fogli non
forniscono elemenù cli bontà da trasmet-
tere ai figliuoli.
Ci siamo imbattuti in una giovane ma-
dre. Aveva una bambina d.i (fUattro anni
eh.e sapeva mille cose belle. Alla nostra
meraviglia, la madre, non senza una
punta di giusto orgoglio, disse che quelle
cose gliele aveva insegnate lei. Tutte le
mattine mentre la vestiva, la lavava, la
pettinava, le aveva inculcalo qualcosa <li
buono. E la .figlioletta, come tutti i bam-
bini, aveva imparato... Non aveva a,;pel·
Lato lt- suore dell'asilo. La prima maestra
era Hala la madre. )laeslra insostituibile,
anche per il prestigio che una vera maniina
gode presso i suoi figli.
Se le maclri conoscessero la loro y,otenza!
Se sapesseru a1)rire 1w dialogo con cia-
scuno dei figliuoli, fin da piccoli. ascol-
tandoli con amore, abituandoli alla sin-
cerità, ammonendoli, facendo il J!UDto sui
fatti di cni ,;i parla in gfro. in maniera che
!>U Lullo la parola dei genitori si presen-
t asse come retta norma del vivere e del
ad esorla~io ne, _e se occ?rre, .a rimprovero~
Qualora 11 figi.io sgarri, gli rich.iama la
nostalgia del ritorno.
C?rti pa~ri si meravigliano che i figi.i,
fat Ll grandi, uou preghino più, non va-
dano in chiesa... « Eppure gl.it'l'ho sempre
raccomandato - dicono desolati - ed
ora non mi a!'collano piìd ».
Non è vero che non ti ascoltino: Li
ascoltano anche troppo. l figli sono arri-
vati ad un'età in ctù mettuno in pratica
non le parole, ma gli esempi. Tu, caro
babbo, col tuo non andare in chiesa hai
rotto rinca!1to. T1;10 figlio ormai ragiona:
« Se non Cl va m10 padre, perchè dovrei
andarci io? Ormai son grande rome hù! ».
Il figlio non dovevi mandarlo alla chiesa:
dovevi accompagnarvelo. In tal modo la
strada della cL..icsa gli si imprimeva nel-
l'anima, per sempre.
Quello che si dice per la preghiera v ale
per tutto il resto, soprattutlo per rcdu-
cazioue alla purezza.
La cura dei geuitoci per il candore dei
~~I.i dev·essere gelosa. Riserbo, modestia,
1lhhatezza devono formare l'impronta che
una famiglia cri,;tiana dà ai figi.i.
lmpresa disperata si e:arehbe tentati di
dirla: una battaglia perduta in partenza,
<lai momento che si ha l'impressione che
il fango ci arr.ivi alla rintola, sì che r
bravo chi riesce a tenersi a aalla. E i
figli per salvarli bisognerebbe reggerli HÙle
spalle.
Còmpito precipuo dei genitori.
giudicare.
E poi verranno i momenti dei grandi
prob~emi (che uon sono solo il lavoro, lo
~tud1~ o la... motocicletta!). Troppe volte
~ Ladri della moralità
1 figi.inon sanno con clù confidarsi. I at>e-
niton non posseggono la chiave del loro
cuo~e. Talora anzi genitori e figli sembrano
fatti per non intendersi: richiamano una
Berliu.o, tagliata in due da un !0ITOSbO
muro divisorio.
Se i figi.i sono malati non si bada a
i,pese e sacrilizi. Ebbene la scostumatezza
è una delle malattie più tremende: squassa
il corpo, rovina l'anima, abbatte le Na-
zioni.
I genitori devono tremare per i loro
~ "Non mi ascolta più!"
figliuoli.
Tremare e vigilare.
« Bisogna ricouoscere
scrive .:Mon-
signor Angrisani - che oggi è il mondo
Le parole muovono. gli esempi trasci- ste!'so che entra nelle case, anche in quelle
nano; quelle sono una voce, questi 1ma meglio vigilate e meglio formate. Il gior-
74 forza. Ad un certo momento le parole nale quotidiano, con le :,;ue cronache com-

1.5 Page 5

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piacenti, con la sua morale dissolvente; il
giornale illustrato, con le sue fotografie,
a base di esposizioni di nudità e cli ecci-
tante vanità; la voce della radio, che entra
dapperLutto, portando l'ultima canzonetta
scema, la battuta a doppio senso, il dramma
non sempre edificante; la televisione, che
al trae anche i piccoli ed impone le sue
esibizioni, non sempre serene ed onesta-
mente divertenti: tutLo congiura a inva-
dere le cal'le con una vera banda di ladri
della moralità e seduttori dell'onestà».
malato, una mamma gli presentò il suo
bambino poliomielitico, appoggialo a due
bastoni e sorretto alle spalle.
- Eccellenza, me lo benedica - disse.
- Volentieri, lo benedico perchè possa
guarire.
- No, perchè sia buono.
Il Vescovo, come se non avesse capito,
replicò:
Sl, ti benedico, caro bambino, perchè
~ JHamme cristiane
Bisognerrbbe che tutte le madri, nel
difendere rinnocenza dei figli, avessero la
fierezza della madre di Don Bosco.
Uua domeiùca, che accompagnava i suoi
due figliuoli più piccoli alla chiesa, s'im-
hattè in un crocchio di giovinastri, capeg-
giati da 1.1n vecchio, i quali lanciavano
frizzi osceni a destra e a i:;inistra. Mar-
gherita, avvicinatasi e trallolo in disparte,
cercò di far capire a quell'anziano il male
che facevano, ma visto che egli non le
dava ascolto, lo apostrofò con voce com-
mossa: « Voi, alla vostra età, coi capelli
bianchi, siete cli scandalo ai poveri gio-
vani. Vergognatevi!».
E trascinati via i figli, per una scorcia-
Loia si av-.iò alla chiesa.
Ma quando fu sola, si fermò, stTinse al
seno Giuseppe e Giovannino e: « Yoi sa-
pete - disse loro con voce ferma - - quanto
amore vi porti. Eppure piuttor,.1.0 che "oj
diveniate malvagi come quel lurido vec-
chione, preferisco che il Signore , i faccia
morire qui all'istante».
Cerla genie, abituata a premiare i film
f' i rom8.J.J.Zi pon10grafici, farà la mera-..·i-
gliata a parole co~ì forLi. Ma i genitori e
Sua Eccellcma Monsignor Luhi; Oldanl.
AlL'<llb~o di MJlano,
tiene la Conferum,a ai Cooperatori salesiani
nella .8:,sillca di M.1da Ausltlal~
gli eclucaturi che conoi<cono il pregio della
pun•zza p('r l'anima clei giovani e vivono anche Lu possa divertirti come quelli là
ndran~ia di veclerla rovinata dai semina- (c'erano sulla piazza dei ragazzi che gio-
tori cli turpitudini, i.i fanno penso!li.
cavano al paJlone).
Per nostra fortuna le mamme dello stile
No - insistette la mamma - rne lo
cli Ma1·gherita Bosco sono ancora nume- benedica perchè cre!>Ca buono!
roi<e. S. E. Mons. Luigi Oltlaoi, Vescovo Questa - commentava il Vescovo -
Ausiliare cli Milano, uclla Conferenza ai è una mamma crittiana. C'è da pregare
Cooperatori salesiani il 4 febbraio scori:o perchè tali mamme ~i moltiplichino, spe-
narrò, tra la commozione ttencrale. che in cialmente iu seno alla Terza Famiglia di
una sua recente vjsita ad un religioso Don Bo,,co.
?:.

1.6 Page 6

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LA PAGINA D EI COOPERATO R I
Esercizi spirituali per il 1962
PER OOOPERATORI
PIEMONTE
1llri;;:::m111 /Ji~llnc (Yercl'lli): :z2-:z6 agosto
LOMBARDIA
Gana,lu (Varese): :z8 giu,ino-1 luglio
Galli011u (Como): 4-8 agosto
V.ENETO
1·nw::i11 - lsolu S. G1ora10: 12-15 agosto
T"illa:r::0111, (Trento): 16- r9 a~osto
LIGURU.
Gr11rrn1-Q11artu · 19-2:} ~ettembre
EMILIA
&lnttn" - S. Luca: 16-19 al(osto
Bulognr1 - S. Luca: (per spusim) •-◄ seuembrc
/Jolo,:11n - H. I ,uca: (per 1110\\·on1 ) 6-9 settembre
TOSCANA
Pirtr,un11lfJ ( Luc~-a): 1-5 agosto
lii.ARCHE
\\/rmtoimro (Ancona): 29 lug lio-I ago,,10
LAZZO
FiuttJ(i ( Fro,inone\\: 16-19 mano
M ,muf,0/11 (Rieti): 8-a settem bre
CA.Ml' AN TA
Capaccin (Salerno): :z8 giugno-1° luglio
( 'apnrri11 (S"lcmr,): (per 1,tcn11ori di Sale~ì~ni)
i9-:u luglio
Cap,u-r/0 (:->alemo): 16-19 al(osto
PUGLIA
8. 1\\Jarw tli l.•u ca (L1:cTc): 15-:r9 lugl io
Andria • • S Anto nio (Buri): 30 agosto-3 selt.
S!CILIA
7.nffu,11111 f.'trtM (Catania): 9-1 2 marzo
Zafftraua f:111e,1 (C.:atarual: 7-10 g iugno
Gibil111nnr111 (Pnlemm): :z8 giu,ino-2 luglio
PER DEOURIOIII
E SAOERDO n PFn Rf
Per s oddis fare il deside rio di parecchi De•
curion, e Sace rdoti cooperatori, abbiamo
organizz ato tre corsi di Esercizi Spirilua/;
per loro. Ne ripor/eremo in ollro numero.
J\\l uz::a1111 IJ1rllrsc (\\'ercelli): :z6 aicosto-r" setlem.
Fìugg, (Fm<anone): 23-29 settembre
:Laff,rn11a f:tnr,1 (CaL,ni.t): 2-8 settembre
PER OOOPERATRIOI
Pl:EMO.t. L
M11::::a110 Biellese (Vcrcelh): 2-5 agosto
i\\J11::rn11n B i~ffese (Vercc-ll i): 18-22 agosto
R"um1itm, (Cuneo): 4-8 sette mbre
G11n ,,,o (Torino): 11- 15 s ettembre
LOMBARDIA
Var t-<t' • • S. Ambro1-,'lo •: 26-30 agosto
'I'ri11g11Ìtl (:\\lilano): 15-19 settembre
Pm1in - • Città Giardino•: 19-23 settembre
VENETO
J lm1t1btl/1ma (Treviso): :z8 giugno-I luglio
C'rru1111 (Vicenza): n-15 luglio
LIGURI.A.
0 11rl(l1a Villa Ramxc· (per Coop. g111\\,101)
29 agosto-2 settembre
G,•11ut•t1 - C . Sardcgnu: 10-t.4 settembre
EMll .
8 ,,/og1111 - S. L uca: 28 lu~lio-1 agosto
TOSCANA
rt1fri (Pisa). 8-12 agosto
/,irnmo S. Spirito: (111:r Cooperatrici f!iovnnìl
:z6-30 agosto
,! I
.lfm1tr,ic11ro (Ancoo.i\\: 1-5 agosto
.lfont ni, 1110 (Ancona): 30 agosto..:z settembre
LAZIO
1-ìm:q, (Fro~mone): 27 giugno-2 luglio
M,mt1'fio/11 (R ieti): 31 luglio-◄ agos to
Fimmi (Frosinone): (per mummc di 8111" ., d t
fi'1l11, d 1 M . A . e ·\\sparanti) ~-24 agosco
l-'111q1:i ( I·rn,mone): 25-29 agosto
.'11111trjwl11 (Rie11): (per Coopen1tnc1 x1m.im)
30 :igosto-J sette.rnbre
SARD ·f - .
<·nl(lù11·, 18-22 settembr e
CAMl'
S . tll{ttrllu (:\\'apoh): 23-29 giugno
Snpr1b-C11ptmo: 27-31 lug lio
PUGLIA
\\'mdi, (L,-cce) - Ali,• • Ccniltc : 21-25 luglio
Mar1111n Franca (T :iranto): 5-9 agosto
S t1!(11rmo di S. Severo (Fo11;1iiu): 24-28 a~os to
Zal],rtmn F:t11rn {Catania): :z8 aprile-2 mag ~io
Gihilttlfm11n (Palermo): 2-6 agosto
Za(Jrrnrt11 E1rte11 {C,wni.i): 12-16 sette mbre
Per informazioni',p 'i~orizio.ni .":rivolge~;i al De.legato ,d~lln l~oale Cas~ ·sa1e•
siana o alla Delegato. del lo~ie Istituto delle F.iglie ~i Maria Ausiliatrice

1.7 Page 7

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IL NOST. OPELLEGRINAGGIO
Nei numeri preceder,ti, anmm::iando il Pellegrinaggio Nazionale dei
Cooperatori Sa/JlSiani li Roma e a Pompei, ne abbiam-0 illustrato le al,,.
finalità. 1 Cauperatori e C"operatrici d'Italia vogliono incontrarsi a Roma
per esprimere al Santo Pailre la f"deltà e la 1let·o:.ione della Terza
Famiflia Salesiana; i•ogliono pelfogrinare al Santuario di Pompei per i11-
·11ocare le bmedi::ioni divine SILI Concilio Vatfrano I I.
L'unnunrio del Pell~ri11aggio lw suscitato ouunquP fen•ido enll.isiasmo.
M11lti lrnrmo già chiesto di partct'ip11re. Sappiamo dui TJt!legati dl'i Coo-
peratori d1e le iscrizioni frescono di giorno in
gioruo. Non pochi per a11er& fa gioia di
partecipa-re 111 Pellegri,wggio affro11ta110 anche
gra,•i sacrijìri, ma ne sono contenti.
Ricordiamo che Te iscrizioni si cliiude-
ra11110 il 30 aprile. Però, raggiunto il numero
massimo di partecipanti. .5i p1Hra11110 clii11-
tlere i11 ogni lspettoria auchf' prima di tali'
daw. C-0r11•ie11e quindi, 11011 rimamfore la
propria adesiom1.
PROGRAMMA
PELLEGRINA GIO
A ROMA
A POMPEI
30 maggio: Arrivo a Roina
e sistemazione negli alloggi
odi 31 maggio (Ascensione;:
in pullman aJ Tempio cli S. Gio-
vano.i Bosco S. Messa celebrata
dal Rev.mo Reltor Maggiore -
Visita alle Catacombe di S. Cal-
listo e alla Basilica cli S. Paolo
ore 1:1.,30: ritorno agli alloggi Pranzo
ort.> 15,30: visita alla città in pullman: Gia-
nicolo • Trastevere - S. Maria
Maggiore - S. Giovanni in La-
terano - Colosseo • Fori Impe-
riali - Piazza Venezia • Piazza cli
Spagna - Trinità dei Monti -
Pìazza del Popolo - Pincio -
Villa Borghese.
ore 19: ritorno agli alloggi • Cena
Venerdì ,., giugno:
ore 9:
ritrovo in Piazza S. Pietro presso
l'Obelisco • Visita alla Basilica
ore n:
ore 12:
ore 17:
ore 19:
S. Messa io S. Pietro
Trasporto agli alloggi Pranzo
Al Colosseo per Ja " Via Crucis "
Trasporto agli alloggi • Cena
,;a - Il {Ji,n•tu> r ,·,n·n ,1,~11· l clien:tfl l'oufi/i~ic,
liOron,u., 1,1•e.4.•i.vHti n ,"lUfl teu11>0
ore 6,30: Tr:\\SpOrto
zione Te
ore 7: Partenza
speciale
ore 10: Arrlvo a
nella Bas
ore 11.,30:
ore 13: Pranzo
ore r5:
Napoli.
o, Spacca-
napoli, Vomero, osillipo, Via
Caracciolo, S. Lucia, Palazzo
Reale, Maschio Angioino, Porto
Rettifilo)
ore 19,30: Cena
ore 22: Partenza per le varie deslina-
zioni.
le iscrizioni si possono tare presso il " Dele-
gato" o la '· Delegata del Cooperatori" di qual-
siasi Casa salesiana o delle figlie di Maria Ausi-
lialrlce: questi penseranno a Inoltrarle In tempo
77
utile al " Delegato lspctlorlale Cooperalorl '

1.8 Page 8

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MAMMA
DOROTEA
sole
della casa
Donna Dorotea dc Chopitea. la Coopera- immischiarsi per nulla negli affari drlla nuova
trice Salesiana cli Barcclloua avviata alronorr famiglia, lasciando ai giovani sposi piena li-
degli altari, ebbe ciuqut~ figlie.
bertà di oi:ganizzare la loro ·\\'ita a piacimento,
Il 2 aprile del 1853 la figlia maggiore. Maria senza intromettersi nell'intimità del uuovo
Dolores, si sposava col sig. lEìidoro Pon.~. focolare.
l'uomo di fiducia ili suo pa1hc r suo socio Ma ciuando il dolore o la malattia bussa-
in tntte le imprcsr commerciali.
vano alla loro porta, correva prt>murosa al
1n quella circostanza Donna Dorotra diede capezzale dell'infermo e profondeva tutti i
alla figlia sapienti consigli. Ammaestrata dal- tesori della sua ahucgazionc, perehè sapeva
l'esperienza, sapeva che è moralmente im- che in molti casi l'affetto e le attenzioni di
p08s:ibile mao.Lcnere una unione perfrtta tra cui liÌ circonda il malato !!0no più emcaci drlk
due famiglie diverse, spccialmcntr cruando la stesse medicine.
sposa devr vivere sotto lo stesso trtto con i Solcva dire alle 6glic: « Se sietr infrrme,
genitori del mariLo. f: J1ccessaria per questo mi a,Tctc là; se siete sane, 1ni troverete qua ».
una grande close di uUliltà, di generosità e
<li abnegazione e soprattutto occorrr mani-
A questa saggezza si dc·ve il grande ascen-
festarsi sempre contenti soddisfatti. Perciò dente che esercitava sopra la famiglia delli•
raccomandò alla figlia che procurasse, prima figlie e la perfetta wuone che regnava tra
di ogni altra cosa. di adattarsi ai gusti r allf loro: il centro e punto d'incontro era sempre
ahituclini della sua nuova famiglia.
la mamma.
Lo stesso <'onsigliava alle altre figlie a
11 primo suo biografo, il padre gc,mita Nos-
mano a n1ano che formavano un nuovo foro• sell, porta uu paragone. Dice che madre e
lare: « Accout("utate i vostri mariti, accon- figlie formava110 come un i;istema plant>tario.
tentando i loro gcrùtori, perchè l'affrtto che il cui centro, a guisa di splendido soli•, era
a f[Uf'Sti dimostrati', i vostri mariti lo consi- mamma Dorotea, che vedeva con ineffaliile
rlerano come prodigato a se stessi. Per me compiacenza girar<' intorno a quei cinque
uon vi domando affetto; mi accontento di pianeti coi loro rispettivi satelliti. formando
lJUrllo che mi date. Jo vi do tutto il mio ». insfome nuo spcl.Lacolo veram1·nte incantevole
e degno dell'ammirazione degli uomini d1·gli
Questa eroica rinun:r.ia rivela il carattere angeli.
di Donna Dorotea. Dal giorno del di~tacco Ogni giorno una delle famiglie si recava
- sCillprc tanto doloroso per una mamma - alla casa dei no1mi per render loro il tri-
;u s'imponeva com.o regola di condotta di non buto del s1io amor filiale. Alla dornrnica poi

1.9 Page 9

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si preparava la tavola per tutti. Così, come
rampolli d'olivo. circondavano il tronco an-
noso, perchè sapevano che non potevano pro-
curare maggior conforto a quei santi e affet-
tuosi genitori.
Col passar degli anni e col crescere della
famiglia queste riunioni familiari si fecero
più difficili. Perciò si srelsero alcune feste
principali per offrire a tutte Je famiglie l'oc-
casione di raccogliersi attorno ai cari non-
nini, formando una famiglia patriarcale nella
quale si godeva dell"intimità e dell'amore più
dolre. In queste occa~ioni nonna Dorotea si
compiaceva di senire· tutti: poi mar\\giava
lei. ma regolandosi in modo ùa terminarr
ancor prima df'gli altri, per turnare a servirli.
Terminato il pasto, Dorma Dorotra con
incantevole umiltà e semplicità diceva: « Rin-
graziamo il Signore che ci ha dato da man-
giare senza nostro merito ». E si r!'cilava la
preglùera consueta.
Poi si passava il pomeriggio tea i diversivi
J>Ìù vari e piacevoli.
Oggi appe11a si concepiscono scent· cli questo
gennf'. l divertiml'nti, gli spettacoli, le mille
attrattive che offre una grande città - come
del resto an<'he i piccoli ceutri - agiscono da
elementi di disgregazione familiare. Ognuno va
per conto suo: l'inc, spurt, bpiaggia. montagna...
Acca<le cli udire da giovanissime adolescenti
frasi come qt\\f'Sla: << Oggi. mamma. ho già
il mio prog,-amma: non ti preoccupare ili me».
E purtroppo ci sono mamme che restano
soddisfatte. percbè così si sentono libere Ji
seguire anch'esse il proprio programma.
~on stupisce quindi che in occasio1w di una
recente inchiesta una ragazza abbia scritto:
« Rimprovero a Jnio padre di essere slato
troppo indulgente con me. A mia madre rim-
provero il completo disinteressamento sia mo-
rale che materiale ».
Che abisso tra certe famiglie d'oggi e Ja
famiglia vcrBIIlentc cr.i,,;tiana che Donna Do-
rotea aveva saputo formare e potenziare? E!Ja
s.i sentiva felice nel vedersi attorniata dalle
sue cinque figlie. accompagnate dai loro ri-
spettivi mariti e da un numero semprtl mag-
giore di nipotini e, più tardi, cli pronipoti di
ogni età; ma tutti nllegri e innocenti, riboc-
canti cli affetto per i loro nonnini. che alla
loro volta si deliziavano di ascoltare l'inces-
sante passerìo di quei bambini.
Questa vita intima di famiglia piace,va im-
mensamente al marito Don José Maria, clic
ancora sul letto di morte ricorderà con no-
stalgia i C'Onvcgni familiari, dominali da una
santa letizia e da w1a pl'rfetta carità.
Anche in una dellr clausvle df'l trstameato
si esprime così: « Spero che continuerà a Te-
g:nare tra tutte fo mie figlie la atessa unione,
gioia e affetto fraterno che hanno domi-
nalo nella .mia casa fino ad oggi; e che se
qnalcUila delle mif' figlie venisse a trovarsi
in necessità. le altre accorreranno in suo aiuto
e J"assistcrBJlJlo col più vivo interesse e amore».
7'ori11<1-'1al<lt.ee<> - L'Em.lrumtl!isimo Cardinale Arcivescovo Maurilio Fossad alla resta dl San Giovanni Bosco
;9

1.10 Page 10

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·;. un « sogno )> di fan i q1111lrhl' opna, l'!lRl'IHln l'E1•onomu G1•11ual1• Don Gi-
Oqn Bosco chi' s1•mbra cl'ntral,• rru molte ,, molt,· raudi quando q1•p1wro di avrl"
c·ontenere q11aldw ,·lr- lmrgat1· dlt" non hanno rhit•,a 1<rrlto 111·r la nuova op1·rn
nwnto profetico ...uJ Santuario alnma ».
proprio il coli,· '-aiheggiato
1·h•• ~la ..orgendo.
)..-1 1938 il Rettor \\laggfor1· dal Santo.
Sogni, di r;1$er•• ai H,•,•chi. Don Hi,•aldonl'. per ent11ml'•
C'è cli viù. Poco prima la
JHl'RHO la rasa nalìa. Sua
C.omm.is~io,w pro'\\ inciall·
madre Rtava vfrino allu
d'igir1w n,rva dirliiaralu
fontana chr scaL11ri11rc a
~ini~lra di chl set•ud1' prr
il , c·rrhio :wntian , rr-,o
la ~trnda di Buttigli,•ra.
IL TEMPIO
inquinata la i.org,•nte,a,·ui
~i erano cli•,1·late pan•c-
clili• !!""''r11zioui. e ai Un-
chl si w,a, 11 « a pr1>zzo
(Ju,•llu b1►rg1•nt1• 11n•,,1
,,·mpr•· <lato ac11ua puris-
~irna; 1wrl'iò la mamma ~i
~tupivu che allora appa-
SUL
COLLE
di danaro» l'a1·q1111 fJO-
tabile. rc•c1·1111·m1·ntr con-
dotta uri 1\\fonft·rrato.
11 2 ft>hhrnio 1876 Don
ri~~•· 11111lu1 sporra. Prnf,•rì
quindi il lam1'nto ,li C,•-
n·mia: « 4q1111m n11,1rnm
prt'lio hibimus: L,,,iau10 la
DON BOSCO
BoHco, parlnuiln di·! pro-
:,rtt'sSÌ\\'o 11vil11ppo d,·lla sua
opera, alfrrmì1: « ~j puì,
dire che non , i ,ia co,-a
1111.,t ra a1·c111a pag1111dola ».
chr non '-Ìa •tal a l.'0110-
Quindi eondus,,• il fi.
l!lio iu 1•ima al r11l1c•, 1!,m-
clP lo viRta spazia 8opra
,-ciuta primu. l.a Congn·-
p r e v i s t a ? gazioue 11011 Jit•dP passo
~enza che 11tralclw fatto
1111 , lll'tu pa11orarnu lì1
i-opran11nl11ral1· In co111-i-
1·omi111·iarono a diRt'orrnr•·
dd lwnl' che "l 1>an•blw po- morare il rinquaotcuario 1l1•1-
gliassc ».
L'atli•nnazi,nw ,;ari•lilw , l'ra
lnlu for,• nt'll1• t1•rr,• i-olio• la morh· 1lì Don Bo;;co, pro• dunque aurlw p..r ryue;;t'openi.
~tanti. In 11m•lla Don Ro~1•0 g◄>ttì, 1111 gr:uuliò•u com,,1.,.,., t'ltl' lra~form,•rà il 1·ollc chr l1,
~J 1<vegliò.
di operi· ~ul roll•• del "ogno. , idi', ua,,c,•rr in 1111 l'entro di
1•1 racrontarc il ,o,,w ft'ri/
<(lll'~lu Ohscrvazionc: « Il po-
tra cui a11d11· il auluario
oggi in ,·u,tn.tzioue. ~tu 11011
bJ'lrÌlunlit:t M1lt·~ia11a, iu una
lt•rra santa II n1i p;•lleipint>•
sto rwl 11ualc mi t•ondul'!II' mia
11ia1lrr l' molto a<lnll ,, pt>r
,·mrnRec, a il sog1w. Si 1w11Hi
CJIÙlldi all11 1;urpresa bllll ,, 1l1•l-
ranno le folle ,lt·vutc da ogni
part,, dd mouilo.
n,u, """'""' .. ............ f 'olfP
Cont1nu2. 11 lolVoro di sttrro della \\'lhtJ ;&J"fll fll cui i;orft.rà Il •rtmp10 ••••••••••••
flO

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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2.2 Page 12

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2.3 Page 13

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r e• LETTURE C.ATTOLICHE
ANNOXXU- -r~. llleX.
S.T1'1l111BRB 0 ..'J'.alllE
~ gai-Sla'il. e>--
1&============:::::=,Jl
Il 22 geunaio scor,,o, nella rubrica L'EsPmpio
del {{iorno. l'illubtrc scrittore Piero BargcUini
L1·neva alla Hadio una conversazione de>fla
quale riportiamo quanto ~r.gue.
Nor, s0110 molti, per q11an10 rnrio e l'osto .-d,a
il panorama editoriale ro11lemporcwl'IJ. i perio-
dici In rni forulm:io11e risale fi-110 al nome di un
.santo. i\\1n ne cor10.w·i11mo almt!1111 11110. qui in
Italfo, legr1to - rip(l(e111/o un"espressione usata
per le stelle - Il 1111 sunto tli prima gra111/1•zzo.
,'fol/11 testata di l\\foridiauo 12. 1111 mensile
rhe si pubblica a Torino. si legge infatti: Hi-
,-i.sta <li aLtualità di cultura. Fondatore
San Giovanni Bosco. Si fogge at1chl' che /"ul-
timo numero, qriello dPI lo ge11nuio 1962. Ì>
il 131 ]o del 110• ttnnQ. Ciò mo/ dire che il
primo 1111110 della riristn raddfl• .~,, 11011 sba-
gliamo i calcoli. ,,,,/ 185.3.
_V('/ I85.3 infatti Don ()ionmui lJo.~m delle
vita a Torino a· u11c1 serie tli opu.,cof,,ui mensili
,li 1111 rc111i11C1Ìfl di pagin1• che ir11i10/ò L0Ltur1'
Cauo!id1c. ll'tlurl!, romr s'i111m(lgi11fl. r1l,u-atirl'
I' fomwtil'ft, ulijitanli 1• istruttin:. Furono scritti'
in parte dnl sa11111 sti,.~so. i II par/I' 1lt.ti /ìllOi
rollnb11rntori.
PPr quc.•te le1111rl'. I' per 1110/ti.~sime altri'
opere di rnrul-ll're edurntfro. D1111 Bosco, scrit-
tore pPr ,,ocw.i1mc. dìre1111e f111d1e P<li111rl' per
mgionnmentQ. rendendosi ronto della sempre
rresri>nlP imp<irlanza della Mt1mp11. e dirP11nl'
a11rhe tipografo, non solo per stn111pc1re dircrw-
111e11tP t• ti buon ml'rruto il• opert' du lui cttr11te,
ma a11che per inst•gnare ni raga:;;i di Val-
tlocco 1111 mPstiert> in più: qnrllo ,l,,i tipografi.
Oggi le LeLLurc Cattoliche hanno preso il
nome di Meridiano 12, motlerni;;;;andosi roì
tempi, se,i.=11 perder1• i pregi di piace-volezzu
1111ita al nilore morale, di at111uli1à c·o11gi11nta
11 rhian:.:(1 spirituale. che Do11 Bosco Ul'e1•t1
,iesùlern10 I' i11seg11nw.
:-ulla rarta geografica il meridiano 12 è
quello rhl' pass<1 du H.omcr. Lo rfristu infatti,
o,e,gi utte11t11mimte diretta da Carlo De Am-
l,rugi11, presenta 11r, ptmorama J('{ mondo 1isto
r/all'asst' imm11tt1bil1> ,!i Roma. orif'11tato .~eromln
l'insPgname11to della ChiPsu con il proprio 11ord
al di sopra Jp/ monrfo. D<1 quel meridiano 1111r/w
f!li uv,,enimenti piii drommarici pos.~0110 P.Ssere
ossen,ati r,m .çl'rt>11itrì• .e.li Ppisodi piiì fri1•oli
inquadrati in un Ji1/11cios11 c/isep.110. T,a pub-
blica:;;i1111e perriil """ solo istruisce e ricre11.
ma anche illwni,w l'm1i11w df'l lettore. Per
questo 11g11i 11m10 si Jornw una Catena 1/elln
Luce, per mezzo della quale le offerte dei /pt.
lori. rlre nPI "61 hanno raggiunto i qnattrn mi-
lioni. si ronrertono in migliaia e mi?,liaia di
1,11riopin1i l'Olumelli int•inti gratuitamente a ri-
roeeri di verrhi e ospizi cli poveri. a carreri.
u ftmii,rli1• 1lisagiate e a ospNfoli.
7'ra p/i articoli dedirnti alla politicri e 11/-
/'att1111/i1,ì. alla t11s11 e lllfo sport. C1lla storia P
al/"ar/e. alla religione e 11/la scienza. sorw in-
rerrnlati 1wnsirri I' r,nrtlt1111i. citazioni e bar-
ture che rrntlono più 1•ivllCP la lett11ra. Tra
qurlle letti.I wll"11l1imo numrro 11e .çreglieremo
una di tre riP,he:
« li 111igli11r ron.siglir, l'he lw simri111 11el Tibet
- rurro11t1t /'esplorntore s,·edesc S,•en lfedi11 -
1\\ q11vsrn: l,na por,.una saggia m1·ttt• un pi)',-
zico di zucch.rro in tutto quello rlw dice agli
nitri ,. ascolta con un grano di ~al,· Lullo
fjlH'llo che gli altri :-li dicono ».
Tutli infatti conosrir,1110 l'uso in .~enso figu-
rato del salr e dello ;:,urchero. ma 11e usianw di
.,olito uffa rot•esria di quPI rlw in.~egna il .~C1ggio
tibeiano rirat.o dall'esploratore t:i,,en Hedin, mo-
demo H11n·o Polo. Si11mn infatti bra,-issimi o
inzuccherare. rendendolo più l{raditn alla no-
stra ambizione. 1111111 citì d11' ci rig1wr1fo, P 11
.rnlare pn renderlo più amaro rl'inridi,1 tutto
riò rl:1• riguardtt gli altri; tc1mbill1110 rioè Slllier11
ton zuccherfrra: 1111 errore imperdonabile srillu
rni-0/11, P ancora più 111!/lu 1·it11 m11rnle I' 11n
rapporti con il prossimo.
Do,,rt•mmo ir111efP "U"r11111.1rl' il .fi16h• sfturd,io
e aggi1111gerP .,rmpre un granellino di sale a
tutto ciò rhe di noi si dii-I' o .~i pt>11st1. I' 111111
pallina tli zucchero u tu/lo ciò rl,t> diri11mo.
pen~iumu 1> ji1ui11mu al pros.çinw.

2.4 Page 14

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S. E. Mons. Tlnivdlll e u nostro Rettor Maggiore escono d<tlla B:lsilic:i di Marla Ausiliatrice dopo Il so..,nne ponUflcale
bbiamo chiesto al Rettore della Ba- -Anche la festa di San Fra.r1c••sco di Sales
silica di Maria Ausiliatrice quante fu i.;arattf'rizzata da solcll.lU funzioni, ponti-
C11muuicmi furono distribuite nel San- ficate da S. E. Mons. Luigi Old~ Vesc1no
tuario il 31 gennaio. - Sett1•mila! - ri ha J\\usjliare di Milano, che al mattino parlò
risposto.
del Vescovo di Ginevra rilt:vandour le ca-
Ecco un indice espr ctisivo dd clima ,u-1 ratteristiche di santità e di apostolato co-
quale si sono svolti• lt.• solt-1u1ità del F(rnda- muni cou Don Bosco. Nrl porul'riggio tenne
Lorc e del Patrono dei Sal1·siarù.
la Conferenza ai Cooperatori cli Torino. che
Quella di San Giovanni Bosco fu preparala affollarono la Basilica. L'Ecc.mo Oratori'
da uu solenne triduo predicato da Dcm Favini presentò loro con parola 1:mggcstiva e piena
e onorata da S. E. M:ons. Fdicidsimo Tinivella. di concretezza llil '}Uadro realistico m.a non
Coadiutore dl'll"Arrivcsc,lvo di Torino. che al pei;sunistico della moralità dei nostri tempi,
mattino relt'l>rò il Pontificalt• t' nrl pomeriggio proponendo mezzi pratici per difo.udrre se
lcnnc il panegirico tlrl Santo. Dopo aver stessi, la famiglia, la JScuola dai moderni, po-
detto che Don 80~1·0 nd firmamt!nto ddla Lentissimi mezzi di dilfu.siour di immoralità.
Clu.-sa una stella di prima graudezza per Seguì nel teatro l"ormai tradizionale omag-
santità e fecoudità di a:i;ione, pre~entò una gio ai Coop1:ratori. nel quale una grazioba
sintesi stupenda della vita e d<>lle Opere scena presentata dai hamhiui dell'Istituto
del Santo.
r ..n Domenico Savio di Sassi artidtiri cori
La :;chola c,1111ornm della Basilica offrì del Collegio San Giovanni Evangelista fe-
f'~••<:uzioni appn·zzati,,~imt pt·r originalità e cero passare ai uumurol>i Cooperatori un"ora
modernità, pur restando nella dignitosa linea deliziosa. 11 Rcttor Maggiore chirn;c la giornata
tl'adi:Gionall' ùelJa musica sacra.
con un palen10 « grazie » e invitando tutti a
La Benedizione eucarislica fu impartita ritrovarsi tUl.Ìli, ucl grande Pellegrinaggio
dall"amatissimo nostro Cardiualt· Arcive- Nazionale. ai pi1·<li del Papa a Roma e della
U'o scovo S11a Em. ":\\laurilio Fossati.
\\'ergine del Rosllcio 11 Pompt'i.

2.5 Page 15

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DON FASULO
CL ha lasciati
Il nostro coufcrcnzil're, propagaudista e or-
ganizzatori' Don Antonio Fasulo. la cui pa-
rola ha risoualO applaudita in tulla l' [talla,
è stato chiamato da Dio a god('rc il premio
delle sue fatiche apo~lolkhc a Mer,i11ina, il
6 gennaio scorso, a 82 auni di età.
Chiamalo dalprimo Successore diDon Bosco.
il Venerabile Don Michele Rua, lavorò nel
campo della propaganda e deJJa Pia Unione.
sotto la diretta dipendenza di quattro Succcs-
80ti di Don Bosco.
Come prnpugaudidla. Don Fabulo ha il me-
rito di a"\\ere iniziato e sviluppato il metodo
delle confereuz1• con 1noitizion.i nel campo ~a-
lcsiano. AbLiamo sott·occhio raccolLc in un
volume una serie completa di sue conferenze
salesiane con proiezioni, pubblicall' in hPlla
edizione dalla S.E.I. e tradotte in altre lingilC.
Propaganda vasta e capillare in tutte le
regio1ù d'Italia. Non vi è centro notpvole
dove Don Fasulo non ahhia tenuto confe-
renze salesiane con proiezioni. l\\fozzo secolo
di continue escursioni attraverso l'Italia. par-
lando di Don Bosco e dell(• sue opere, in pic-
1·oli e in grand.i t·cntri.
Tenne anche commcmurazionj e discorsi con
intervento di altP autorità. cli numerosi e
~relti pubblici uri maggiori teatri e saloni
delle principali città d'Italia.
1lemoranda la confer+'nza Lcnuta a Roma
nella Sala Pia su La Afissione della Patagoni«
nel 1925. presenti il Card. Cagliero e dicci
fan.mi Cardinali, fra i quali il Segretario di
Stato, Card. Pietro Gasparri, e il Card.inalc Pre-
fetto di Propaganda Fide, Van Rossum. Que-
ist·uJtimo, dopo avere assistilo alla conferenza.
ciffd ai Salesiani la ]\\fusione della Thailandia.
È stato c-oi-tante peubicro dei Successori di
11ou Bosco dare alla terza Famiglia Salesiana.
Li Pia Lnioue dei Cooperatori, l'organizzazione
volula dal Santo, procurandole i centri diri-
genti e propulsori. U primo felice esperimeulo,
rousacrato dalla prt·~cnza dèl Rettor l\\Iaggiore
Dou Filippo Rinaldi. fu fatlo in Sicilia. Fu
puhhlit-ato il primo t'l<•nco d1·i Dirigl'nti: Di-
rettori diorPsa11i. Drcnrioni. Zelatori e Z"la-
trki. Q11adri al completo.
Dopo la Sicilia Don Fa6ulo. inviato dai Su-
periorj. curò personalmente con gli stessi cri-
teri e ff'lici risultati il rccl11tamento in t11tlr
le Ispettorie d'Ttalia. Furono elclli i Direttori
diocesani iu Iu ttl' le Diocesi: il numrro ,foi
Dt>curioni da alcune- centinaia salì a ottoinila.
Segu.i un succedersi di fruttuosi convegni
di Decurioni e Cooperatori in LulLc le lspet-
torie italiane. L'iufaticahilc orgauizzatorr
riuscì a dirigerne più di cinquanta in un solo
anno. Si videro convenire negli Istituti sale-
siarù eletle rappresentanze del clero d'Italia
con gli Ero.mi rd Ecc.mi Ordinari. In con-
vegni nazionali il Rettor Maggiore ebbe la
gioia lli vedere riuniti nella Casa Madre fino
a settecento sacrrdoti di ogni parte d'Italia.
Un.altra benemerenza 11ua è di avere susci-
tato e avYiato alla Societù Salc&iana numerose
e bellr vocazioni. I Salrsiani della sola sua
città natale. Canieattl. in provincia di Agri•
gento. sono una quarantina. .Fra di esbi va
ricordato un martire: Don Vinceuzo Munda,
ucciso in Cina dai nemici della Ft•dr- nel 1945.
Vamore filiale, cntusiasla. incondizionato
a Don Bosco e lo zelo impareggiabile col quale
per oltre cinquant'anni percorse da un capo
cl.l'altro l'Italia per farlo conoscere, collocano
Don Antonio Fasulo tra gli apoRtoli più be-
nemeriti della Famiglia Salesiwia.

2.6 Page 16

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-
-1.,..._ '
___ ,::':;ii
ORIZZONTE
Sll~ESillNO
~ I frutti di nove mesi di lavoro
alla Muyurina di Santa Cruz (Bolivia)
J( Bollettino Salrsiano /in delto de/l'origine
,li questn Scuola Agraria Sale.~iana sperduta
ai margini della forl'sta presso Santa Cruz
(Bolit'in), creata in nrwa::ione ,lei programma
,li ni1110 ai paesi s<1ttosriluppati. Ora una illttera
tll'l nostro Don I ni,erni::zi. che riportiamo in
f'llrte, c'informa delle trasformazioni operate trt1
quei giomnotti col metodo di Don Bosco.
« Abbiamo finito il primo anno ùi atti-
vità salesiana alla Muyurina d.i Santa Cruz.
La primissima cosa eh.e abhiamo pensato "
pronlamenle realizzalo è stato 1m pellegri-
naggio di ringraziamento al Sa11t11ario della
Madom1a di Cotoca. a 25 rhilomet:ri da Santa
Cruz. Non potevamo lardare un solo giorno
a dire tutto il nostro grazie filiali' a Coki
che quest'anno d è stata visibilmente a
fianco con il suo potf'ntc aiuto.
Tutti qt1esti nostri bravi giovanotti ac-
celtarono la proposta e - si veda fin don•
si sono trasformati - proposero essi stessi
di percorrere la strada da Santa CrllZ al
Santuario a piedi e furono t,1Lti d' accordo.
sia per il buo11 esito otlenulo negli esami.
••••••• ••• ••
Il pro/, Passerln d"Enuèvcs, doce_nt< all'Università Cat·
colica di Milano. eomm~ora a Valdo~ Il 9<>° del Liceo
,, ValsaUce a . rlt:I quale parleremo in UD prossimo numero

2.7 Page 17

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sia per ringraziar/' cli
?~~~""''~"""""''•'
aver potuto passare uu
:;...:;_
i ,_ ,i-~--
anuo coi Salesiani. Dopo
uove mesi non si rico-
noscouo più: eppure so-
no gli stessi giovanotti
chf>. raggruppati <lavanti
alla macchina del nostro
Ispettore. venuto a ve-
dere la Muyurina, ave-
vru,o gridato:« La Muyu-
rina è nostra: non vo-
gliamo prt>ti! ».
La giornata dt'I prlle-
grinaggio fu splendida:
da Santa Cruz a Cotoca
sono 2.5 rhilomP.tri di
pampa aperta. senza abi-
tazioni. senza aCffUa l'
l'Ol soh• tropicale. C'i' da
arrostire. I prllrgrini.
romr gli antichi romri.
arrivarono assc1ati. in-
zuppati di sudore r ro-
pùrti di sabbia, ma col
ruon' rnggiantc.
Tutti assistHtero alla
~lessa di ringraziamento.
ccfol,rata alraltar" <lclJa
Vergine Santissima, e vari
fecero la sarita Comu-
nione.
Al vcilo>rP qne:ito grup-
po di giovanotti raccolti
a pregare e cantare dc-
votam1•ntf !' inginoc-
chiarsi alla balaustra per
ricevert> la ijauta Co-
muuionc, ci si velarono
gli nt·chi di lacrime. E
11ou a noi soltanto! Il
l{ellore ùel Santuario,
uu ~accrdotc amcric-anu
dw conosceva la -'fuvu-
riua di prima, non ·sa-
J'Cva capacitarsi. Sono
.\\i:ut1 l'IJ011fe,.,•11fo • L-:1 chiesa dcll'anllca Ca'-'l madre delle figlie di Maria Au.~i-
lialrlce. che conobbe gli ardori di Sanoa Maria Mattarello e delle Suore della
prima ora, restaurata e a.rricchlta d1 marm.l, dj dorature o dt nlfre.schl, è suna
solc.nnemen(e inaugurata dal Rev.mo Rettor Maggi.ore, che vi cantò il ~olcnne
,,. .,(> n1..:,ou e vi iml')artl la ~ncd.lz.i.o.nc. Eucaristica
Jr tra~formazioni chi• sa
opernrr Maria Au.silia- ••••••••••••••••••••••••
Lric-e col mPtodo da Lci
ispi_ra~o a D:m Bo~<·o.
Cosi qul'st auno, chi' potf'"a s1•~uan' il
\\n,·hl· il S<'condo anno non ~i an111111cia
nostro fallimento, grazie alla :'iladouua. fu con ci<'lo ~rrrno: le uu1i souo aucora tl1•11sP
un trionfo dd sistema salesiano. sotto tutti e mina(•dolìe: ma hrilla la nostra stfllla. \\laria
i puuti di Yista.
Ausiliatricf•, <' c:uu ,~ssa non maul·a la ,·,·r-
l,;Ltimo traguardo furcmo gli esami finali, tczza d,·l trio11fo.
il cui esito fu oltremo,ICl ""ddisfar,•nl.r.
Tutanl11 i raga.u;i tlèi ùiutorrù la.uwo ~,·u-
È c,idente t·lw t!C i riduhati d,,) primo Lito oùore dì Don Roijco e alla domenica
anno hanno riempito uoi è i buoui di gioia. d riempiono la casa. Oramai si può parlare·
hunnu t~sa,,1wrato chi ,•ra già preparali) a di un vero Oratorio, q11antU1Lq111· lc uulc
n:eitarci il De profiwdis.
di catechismo a-ia11u :ùl'omhra d,•gli alberi

2.8 Page 18

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L.u uu.niJh-<t •• 1 :,..ott~llfuul <101~, t.v--nto nuul O or,c.,tml.zzata daJl'UUJcJo StJmp.a. S,11e~lnno dl ·rorlnu, c. •t-lU prc'icn--
lnta In alcune clllil d'ltell.i (Todnò, Roma-Pio Xl, Bari, NaPOU, Messina, n.~venM, Forti, L'AqullA, NOVlll'II, ccc.).
~ presenta come In un vasto panorama l'umile Inizio, la prodlJlos,a c,....,1111, lo sviluppo mondlltlc dell'Opera dJ
.,..._., r1,. Don .Bosco; la au..~ OrJr.U>lualllonc, le sue atth·hà, Il .uo 1pld10... • ,,,110 foto: I 60 pannelli che co111lul...,ono 10
con belle fo1oaraffc, .crine, 11.:utsllche, JOno ea-posù nel ulono d~II• parroccllta ale>1lana di Mculn:i
(Glosinl; U dlrt'IIOl't' dell'Ufficio Stampa I;, illustn •I Slnd:lco della cluà e aUo altre auto~ll:à llt'"C'M'ntl alle ccltbnazlonl
t' Lutto il r,·~lo manchi. Qui non si rouosce
que..ta stupenda opna degli Oratori. Mo
dietro ai ragazzi vengono gli adulti, allraui
dal vedere i loro piccoli accolti con omote.
E siccOtnl" la vN1Lr <lei figli di Don lfosco
,.'impiglia dovur1tru· ci sono gio, ani. ,•():-IÌ
Apporto dei Missionari alla linguadei Kivari
d ,iamo anche falli carico di dttP co~••rnw ù
nu nessuno pcnt<ùva. Sono giovanotti dw Ycn-
I Khari. un meuo ~Pr.olo fo. uon a"·,ano
gono da pat>"i iu cui mui è arrivato un ~ocer- nessun rudimento di grummatira ,. tanto
dott o iD r.ui pa~~u una volta og11i d o 11ettr: meno di lt·u,•ratura. poichè mtlocu, •11110 an-
anni: lii pen,.i al bbogno rhe hanno di un cora di ogni marùfcsta:rionl' di 1·i~ilti'1. Il
sanrdote!
primo pu,.,.o t' il ~ur,·t•i;i<h-o ft•lire ri1>11hato
li campo ~i ùil111 a sr si pensa alla parti' si deve ai \\1i~~iouari sale8iaui.
femminile. Do11 Hinal<li <lirc\\'a r lw uou si
L'ini:Giaturt· tli un lavoro dir<'tlo II dar,·
può r isanare 111111 popolazione senza Il· Suore. regole 11 11udla lingua molto <liffiril,•. poli-
Qui <ìOn•llbr urg!'nth.bima rm·opera ddl<· Figli,• sillabica f' ug~luli1u1.11te ad un tcmpo, fu il
<li )laria Au,iliatrif,• pl'rehè lt> ragaziw ,uno coadiutor,• sal1:,-ia110 Juau d,· Mario. ron
abbandonati• c ,·n·~,•0110 -.rnza dignità e di>- una Grammati,·a d1e nl' r.~,-a i prinri11ali
t·oro.
rudimt>nti li11g1ùstid. 'Vel 191 l D011 E1110-
l ,"-, poi S111110 Cruz rbe ci a1;p1·1tn e ci uuele Cad..na 1·0111pos!' un hrl'v1• C.at,·d,ismo
,·hiama. abl,iamo già il trrr,•no ,. una kit-aro-sp11gnolo. Don Giulio ;\\lartim·I". 1·lnborò
..asctta. Ci , ·a ogJ1i domenica il 1101,t ro Don il primo Di:io11an·o ldmro-spag110/o, cl11· , ('111ui
1'1•ch, rohusti,~ima fibra di vecchio misijio- più tardi rilfJcuuto da Don Salvntoro Duroni.
uario. E i rain:r.:ti n,m mancano; mancano
Però i e< rlm:1,iri » dell'idioma kivaro ~ono
i soldi!
Don Angelo Houhy e Don Giovanni Ghin11s,i.
Se i no~tri Cm11u•ralori ci aiutano 1•011 la Don Rou1y rhtbCÌ a districar!' il romplkolo
preghiera t' ("on ·rope-ra, potrrmo dare un ingranaggw <li IJUCUa lingua, gi1111g1•111lo a
apporli> Sl'llif>T•· più ,·fficac.. nella lotta rontro dominarla in modo assoluto. ,. in porhi
l1• forzt· anli<'allolirhc 1wr il trioniu dt·llu anni compose una vera enri1•lu1uiùia: I>i:io-
Chit"oa in 'flll'"le r,•,ioni: lo ei.ig1· la i,ah eua ,rario ki:aro-sp111fnolo. 'io:ioni di grammntira
llll di tautc a1um•· ».
kit-ara, Wl grnndt· Catechismo, un Catedii,,;mo

2.9 Page 19

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breue per neofiti. Sermoni domenicali e un
volume che raccoglie un cumu.lo di scritti
di diverso genere (po,·sie, lezioiù catechi-
stiche, discorsi, ilialoglù ecc.). Si potrebbe
affermare che Don Rouhy ha fatto la psicologia
dell'idioma kivaro.
Alla sua scnola ~i sono formati una gene-
razione di bravi lingu.isti salesiaui, che sono
in possesso di tutto questo materiale ancora
inedito.
Don Ghinassi, clie morì prematuramente
nel 1939, asl!imilò gli studi già rcalfazati e
vi aggiunse il suo routtibuto personale, che
lo portò a risultati mas~imi. La sua princi-
palf opera è la Grammatica teorico-pratica e
Il Vocabolnrio kfraro-spagnolo, frutto di dieci
anni d'intenso lavoro, che gli meritò la me-
daglia d'oro da parte del Governo. mentre
circoli cult11rali interni <·d esteri dell'Eq_ua-
lore gli tributarono ampi riconos<·imenti.
AJtri studi<>~i dt>ll'iùioma kivaro sono: Don
Luigi Casiraghl, Don Martin Kryzan, Dòn Otto
Rirdmayrr.
L'i<lioma kivaro ha un'importanza partico-
lare nella linguistica cl'America, pr>icbè rac-
chiude el<'menti pn'ziosi per ricostruire tutto
un paa~ato e scoprire la gene,,i delle imnu-
gral'.ioni semitiche in quel Continenti".
~e=\\ L'opera di Guayaquil è sorta cinquan-
il~~ t'anni fa con una ventina di allievi
l'attuale venerando Vicario Apostolico di
i\\lcn<lcz Mons. Domenico Comin, co.n una
v1mtina di aluuni. ne conta oggi 1116. ai quali
si <lebhono aggiungere i 500 allil'vi dcll"unita
« Scuola Popolare Don Bosco ».
In questo mez!l'.o secolo la prima opera
ha dato vita ad altre opere, prima annesse
al collegio. poi indipe11dc11ti, quali lr Scuole
parrocchiali Maria Ausiliatrice e San Dome-
nico Savio, e l"Istituto Joi;é Domingo di
Santilltevan, con un complesso di 1550 alu.nni.
che aggiunti a quelli d,•l Collegio « Cristoforo
Cc,lomho ». raggiungono la cifra di 3166
ahuuu educati alla scnola di Dou Bosco.
Fanno pure parte dell'attività salesiana di
Guayaq,ùl cinque Oratori festivi, clte rula
dom,,nica nd ,,ari rioni della città rac-
<"olgono migliaia di gfovani, i ffUali rice-
vono. <'òll la formazinnc religiosa, aiuti
malrriali.
\\ tutto questo apostolato educativo at-
lon.douo quattro ,·omunità saleiiiaiu•, chr svol-
gono a11èhe l"apo8tolato parrocchiale in trr
parrocclùt: loro affidate.
l fogtegginmcnti cinquantrnari hanno avuto
manifestazioni rcligios11 r s<>ciali, che fu-
rono presiedutP dall'Ecc.mo NUU2io Aposto-
lico Mons. Alfredo Bruni.era e dalle massime
autorità. Il l\\:'linistro ddl'Ednca:rione, a nome
d<'I Governo, ha co11forito al Collegio la Me-
daglia « per le grandi benemerenze acqu.istatc
nel campo cJucali\\O in questi cinquant'anni l>.
Il Collegio Salesiano « Cristoforo Colombo »
di Guayaquil (Equatore) ha celehrato i suoi
cinquant'auni di vita. Fondato nl'l 1911 dal-
Oalta di l' ly,1110,,., (Venezia)
La nuova chiesa parrocchiale d<>dicata ~ Maria Ausiliatrice
!lii

2.10 Page 20

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Avevano fermato l'auto
del Rettor Maggiore
.\\ l',lt,t<-111,ro (111(•,-slM) una lnr1"'
,111111111g1u, i,rlllN<tant.o l!.VLWB fai I11
t• uudU.\\'ll r1u•t,ndu buon 1tU11tl•r<1
,u pro~t•HU. con , 1vi~ln1tt peno.
tlt\\l huorH, lncopu.cl tU nt1elth1.rc
lilllto mali!. Nel I95fi. t.lurnot.c
In vMtn ùcl 1-ev.mo R<•ltor ~[,;~-
Kiorc a.et i\\le,;,;tco. !JA.puto chP,
.,.,.L•llll<l pu,,..,t,o cli Il rl<'l ano
ving~10 dn. ~lurelltì alla r·<111lt:ah•,
Hi f'Ot'b4.' n knrutrnc l'nutonwhih,'.
~•ùla pnl>hlk" , lit, Jlijr illlplonlrtJ
dol ,_,,,.,,,•..,.ore di non llo~co l'o.·
lnto t1 "'' Ivaro h.1 giovont,i', ,!,•I
h,i,,co rusl ia.siùmt.n. 1 Soh•silml
già Lln d111• nunl h1u11,n ,·,1mhwii.l<>
a J)rt:UdC~f.·Hll' cura: D.11', H',~ t-l~Oe
lito rh111111(•v11 Il hl~oi;nn di llrOV•
,(••krc ruwhl\\ per le tanl'inll1•. Ln
rondazi<>rtP, rl(•hrt'Ntlt dullu ~t~
E<·e.mo JJelcgato Apo,tollco del
Mc1<1<h'o M<>n.;. Rnlmouùl, 1)0\\.ò cf-
fotlunr,ii solo 11el mc,;i Rl'orfil. Lu
l<'lglfc ,li llfarln A.ll.Bilintrioo \\ I
furono 11ccoltc fOl'toAAmunw, rtl
HOono delle c.~.u11muu e della bandit.
mllitnr,,. :tm t1r,p1un~1, l1t1ll'IO di
tu)11felti e dl Ji.•tnU di ro,,a.,
Da orfanello a sacerdote
l'no dei primi or!anclll rac~olli
n,;-1 """' ro • &yuri Aijien ( Pi~-
1·0Ji Gigli) di lieppn ((llar,pouci.
ù l\\.•-w<•t::r, ol ~cerdozio tm i 1',ì~lì
di Jlou .Bo~(:o. La dlreUrlcv "
l'l\\!'eisl;•nltl, l'hll vcntl,;<'I llunt !11
1'11v,•v1uto 11,·.,Qlto pilidno drt·on-
dnndnlo di curt• mal.crJ.W, hannn
11,·nlo U conforto 111 11,.,.!sw•r1· tt
'l'l\\b·o u Ili• t1WI ordimtzlone ~H •
•·cr,Ìotn.l,• ,. di rlCl'\\-<'rt' <l11Jh.• ntAlll
oon1-1,u•htU.\\ del novt~Hu lf"Tita.
Don LUl!('i RllklUUU!b!, lt· prhlli1,!c
clcllc f!:Hl" 1JC'U(.ld1z:ionl.
Piccoli cantori
di Don Bosco la TV
A ttn11i;(kHl. ITh11i111ndla \\ In ,-J.
gil111 di Natalo la ltfulio l\\lilitan•
n,f,,_o i11 ondu un 1n•ogranun:1 Jn
ClÙ ILn(l l'atecumclllL. 8IUlU1tCb1-
1dl'!l ùi q11oll0, Htuzlone Hatlio,
lèAAe il ra(•l!dnto uv-tHtSC1.·Ht•<\\ ,lt•ll11
1u~c-it,n lici H.cdcnto1.-c ù<m xfoudo
ùt <•01\\U uatn.tlzl ,,,tt•~u!ti 11,li rn•
gt1z7.i ddlu II Uou Unbco 1'r<•lmh.ml
Ht'hovl tt1wllu 1111tt c• ~te~"' h
n.,,.,.,,. ltn11ag11,1110 ( ..l 1wotl l ~lreJtol - , utu"'<J .:,liprlo 11N,la1ttl1-n i111itolnto tt
lima
Ali• Jnaugurazio_ne ~ intervenuto S. E. Il So11osegre1ario alla
Pre,,ldenza del Consiglio del Ministri, on. Tozzi-Condivi coo le autorità
icoJastiche e quelle della provincia, L'Illustre parl:nnenwre con elevale
parole ha nevoca1O la figura del grande Educatore e sl è deuo ce•lo che I
bambini ~apranno armonizzare Il gioco con lo studio e la bontà, espresso
l'uno con una bellls.~lma rlproduzlont In maioLicn della figura fl:tbesca di
Pinocchio, appesa all'Ingresso, e gli allrl con la •crltta 8CVOLA :i:t.r.Ml:NTAlll:
DOlt' eoeco, cspreSsi.ooe dell'amore e del 53pere. ,\\'ellff fotu: parln: n Dele•
11a1O ls1>c11orialc del Cooperarorl Don Masper
~
Etl:HEIIURE
fl?IN BDS®
c.ntt•oumenn lru-.lt•uw ou11 alt~· fr,
,,.,n;,mu vcnlya hnUez1J1t.11 rl11I
IIO>ltro Don (llllA.IUI. Il glurllu
di !fatale I rnga:tzl della :-,,;wln
mh.,.huu, l\\sQ!lltironu nlln T-V ttllrl
cunti. Il grup1lo dol pi<•<•otl ,,n ntori
ern gnfd1lto da Don l ·mnur,. cli•.•
fu inter\\i><tsto dJt un t·o!onnc!lo.
QnuNtl 1111rh1 cvn molt.o ri.spc-tlo
dtoJln reUgioue caltoli<'u e ui tt•le-
~PNl,\\t(,r[ mc•·ont <i di av~r vt'li•
l,ito 1n lWla la (•1~"/t )l11drt• th•I
~nlt.~tnn.i ti Torino. 1,n ,1.uun-1ll11
di c1ue~la l':~nulu J11111 Bc,-.·u di
Hnugknk In 111,ll<' di N11t.1lu fn ICI'<'·
1111111 ,li pc•1-smw. tra t'IIÌ aiwlll'
puNorutllth 1lii>lo11ud id1,~. ('tHllu
l'Antha.Rrirttc)rt~ lirJt(J.llttiNl l' ,•ou·
E<orl<l ,. gli A,111.uu;dr,lnrl d'Olo1ul11
e• •lt·I Helirio.
Un templo nazionale
al S•cro Cuore
nel Gu temala
Alhl pr-eRonzfl tlt•lft.... 11111t1--..inu· o u~
lorità. !'il',•(111<lut,• tln mhdln!n <lì
por:,;ono ct.Ht\\<-Hnt~ 11(11 C'ulh.11-,.'lv
llo11 B,w.~o <Idio l'!t u\\ ùl tlunte·
nmlu tllcp. di (;u11L~m•ln-('. A l
t.· st:nn bCfll•<lt·lt.u. tu prim1:1 piclrtt
dl'l '1'01nplo l\\..aY.tonntc, F..,Mpia.t,orit>
al ~u<11·v l~uoro di Uesù eh<-) t
:--iu..h~fn.ni, fogiu:11do le or1110 11i
1hm Btll:t'·o, si nc-clng-ono ad iH·
nul1.ore m•lla l'ilJli(ulu ùc.;1111 Re·
1,1uhbll<'ll. l'{•lt•hro', ht c,•rinllln.lu
i", E. l'Ardv,•,wnvQ ~i.J•ll'llP<llllllltu
)lilli~. tl11,..,,ell l Arc•ll,u,n; m<Sl,.f.(•.
"""o Il Nunzio A1ioslollou ~Ione.
Alllhrulò(io '.\\JurcWorùt> nProsldt.'LlW
<kllu n<'1111hblit•fi. lll,;t•,)r,.i e l'llnll
>10Uol111ear<111(1 li •l,:nritkato tlella
t...r,rlmonia, cl.IO TùUllt' lrn.""uu.01,:~u
dalla l'Jt<llt>-t<·le,•lsionc llllZ!Onale.
.Attività sociali
degli Ex ;\\mev1 di go
Gli J;;x u.Wovt t11•l0><i11 ui della
<"ittà di Vigo (:,pagnaJ, imito-
zlouc dogli Ex lllli.,vi di nltru
dttà, hanno t•Ol;(ruilo W1 paln1.zo
dJ iliL'Ci piillll con 32 appurtanwutl
destltlJ\\tl tld ullrt•tltmLtl tn111igllu
di .ll.'x aJJfoyJ. LA, ll,·111.\\dlv.lonc tl<'l
bl0t,uo • Don ROH<.,O 1w•,.,,uw Pl'I'
mo.no del Vll!'•'o,·o ,lfot·!,,.,,t.uo, l'l,o
ll<'t\\odl,,ae, piuuo l'<'l' pin.u,,. lilli.O
l'cditlcio, com1u·..,1 gli uftki di
an1ml11lstrozioue del Pn.truutttti
• I.Jou f•'iUppo Rinat,11 •, do,,.., ti,cu
l'illtl'onizznziono del Sacro Cuor~.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Nella capitale
della fhallandl.t
:~~nu lfan\\ o1c11l1•uckok t.iOnn stu.tl ...
chie,;a I ur i.. l'll•trn . m1zu1.ti i
In o1101·u df
Oidmi_,ummmi
Casa per E
Spiritual·asl elricbizi.i
l1 rnngnffl,
dabo
Tul'I'blhi,clu,bo (ollut,r,cmf'lp!,o'ononru:io..nnIe dt'I
c-,p!nt :,°llzzn;do11u <l~l 8p11u:111u.
(h:.,ot dov
suo tt
rmdfo,:fo
e fl.CW an~I ne
di ei crJ~u'.::'u"P•IBlt>ficu: pre"' unu
turno n f•hl u Jtroh.. tlh;.;nu"t.•
(Hl E,.ercl· I .1 uco <kl \\' ot •
IDl'Y,V.tl •fil~ :-'plrllllllll . ruu::do.
,·e aullllù
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' c,iris.,lr~o
vm-,mwut<>
1,.,,
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~• a11m1orlu
~(<n'Omll'<1J.• l0 i~r
d'n·morenJ)i(w)Priu11llrhtl ••
le n1ù111,•. A :-,u-ro
l'OOJWmt ' ,,-,Inni. •••m l'. I <111ex1"
ti::.w " odu1 fàl,0"ri. h11.n110 U<•fJ~inltll d<•I
RtcJl o ('()I) U~Ui Jllilltnlllc-a
mit,\\ dél 1•~•.to pn,•,•o ,mila ..-cu-
dnJ.to HA><ill I mlnho. n ~Oli sn111-
lei111l'mt•ate~•- 1,,1 L~\\AA e stnt"'"t0rl
Avn,
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<nlmi ni,g;,l,l,r,-r;t,<j71,j
I11 ' ' •
UKl!l'l~lIIsIIeAtItOi-.
IN}Aarij1'
m,petto del nuovo lsriluto San
ce.n tro di molteplici opere g lovnnl.11.
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!I I

3.2 Page 22

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Il « Vescovo della Beatificazione di Don Bosco »
S. E. MONS. FEDERICO EMANUEL
Si è spento santamente a
dionale uno degli Istituti più
Genova il 2 gennaio scorso
accreditati, al cenno dell'ub·
a 90 anni di età.
bidienxa Don Emauuel la-
Una vita eccezionale per
sciava Caserta per affrontare
durata, varietà e ricchezza
una situazione quanto mai
di opere: 73 anni cli vita sa-
difficile a Bari.
ll'siana, 66 di sacerdozio, 33
di c-piscopato.
Qui la casa salesiana era
stata chiusa durante la guerra
Momr. Emanuel era uno
degli ultimi testimoni viventi
della santità <li Don Bosco.
1914-J 8 percl1ìl ocrupala come
ospedale militare. « Tu do-
vrai riaprire il Collt1gio », gli
Visse infatti ndJ'0.ratorfo
di Valdocco. frequentandovi
nvrva scritto l'Ispettore Don
Conèlli. E Don Emanucl ave-
le scuole ginnasiali, dal 1884
va risposto: « So che Bari
al 1888, a11no della morte dl'I
reclama l'Orfanotrofio, non il
Santo. Ve lo avevano con-
Collegio, perchè con qursto
dotto da GasBino Torinese,
scopo il rauoniro Bmoi ha
dove era nato il 6 settem}m,
iniziato l'opera. SiccomP non
del 1872. A 12 anni era rimasto orfano. ma vi t'rano fondi per mantenere gli orfani, il
la Provviden,za lo faceva incontrare col « Padre mio antecessore dovette ripiegar,:> sul Collrgio.
degli orfani », dal quale uon si sarebbe mai Mi lasci tentare l'opera dcll'0rfa11otrofìo;
più srparato.
accetterò gli orfani µmtis, farò appello alla
Il venerabile Don Rua, primo successore
del Sauto, ne accolse la consacrazione per•
petua a Dio nella Famiglia Salesiana il
3 luglio 1890. L'ingegno aperto e pronto, la
memoria tenace gli fecero supt'rare l1ril-
città. Se mi aiuteranoo, si andrà avanti;
diversamente stamperò su tutti gli a11goli
delle vie: " I Salesiani hanno iniziato l'0r-
tanotrufio; voi non mi aiutate, si ritornerà
al Collegio " ».
luutemcntc gli studi e couscguire la laurea
in lettere e ììJosofia all'Lnivcrsità di Torino.
Contemporaneamente si preparava al sa•
cerdozio, che ricevette 1'8 gi~no 1895.
Qua1Ldo Dou fan.anuri giunse a Bari, trovò
alle porte dell'Istituto i Vigili urbani rhe
non lo lasl'iarono entrare. Egli sorrise: dal
grande Collegio di Caserta era rimasto im-
l campi più gloriosi tlcJ suo apostolato provvisamente sulla strada. Ne scrisse a Don
fu rout> Caserta, Bari, Castellammare.
Tomasetti, Procuratore Generale dei Sah:•
Direi;se l'01lera salesiana di Caserta dal
1906 al 1919. Quando Don Emanucl giunse a
Caserta, l'Istituto aveva poco più trenta
alunni interni, quando ne ripartiva, una
schiera di oltre trecento giovani lo salutava
con la lristezza del rimpianto. L'ambiente
n dttadino era allora freddo e indifferente:
trionfava il laicismo anticlericale. giovane
siani presso la Santa Sede. Q11esti ricorisc a
vari ministri (' alla regina madre; ma il
Prefetto Bari rispondeva: « So che avete
mossa tutta Roma e casa reale per avere il
vostro Istituto; esso t' neressario come lo-
cale di isolamento per malattie infettive.
Non v'è altro posto ed io non ve lo resti•
tnirò ».
direttore, vibrante di fede e santamente ar-
dito. si mise al lavoro per dare vita all'Isti•
Luto e vincere il gelo che lo circondava.
.Amabile e bonario, prudente e colto, si con-
qtristò la i;impalia delle autorità non solo
rcclesi,astiche, ULa anche civili e scolastiche,
che gli apriroJ11) la via a svolgere una bene-
fica attività anche fuori dell'L!lituto.
Nell'inutile tentativo di ritentare altrl' vie
Don Emanucl si ammalò esaurimento l'
di malaria. Un giorno. avendo in animo (lj
impiantare le Scuole professionali per gli
orfani di Bari, si recò a visitare le officine
dei Figli dei carcerati a Pompei. Immerso nei
suoi pensieri, stava per andatsene, quando
sentì un impal,o interiore che lo spillse verso
Nel 1919 fu eleLlu direttori' della Casa di il Santuario. Tornò indietro, entrò e rimase
ti:? Bari. Così, dopo aver dato all'Italia meri- ingiuocchiato nell'ultimo banco. un po· assono.

3.3 Page 23

▲back to top
lontano dal ricordarlti di essrre ammalato e di assoluto e indiscusso. TI partito comu ,ùsta
clùed,•rc la guarigione alla :\\fadonna. l\\Ta im- stabiese vantava. in tutta la provincia di
provvisamrntr ecco che s:i senti· il sangui' hol- 'apoli, Ja più agguerrita e perfetta organiz-
lire ndle vene da capo a piedi: era guarito. zazior\\c. Mons. Erna11uel compresr che bi-
Nel rarrontare il fatto Don Emanucl Ila scritto sognava scardiuarnr l'organizzazione uelk
una frase impressionante: « QueRta è terra fa!Jhriche, ove questo imperava, e hattcrlo
Lcnedetta, ove riceve grazie anche chi non s111 terreno della giusti:cia sociale rri&titu1a
le domanda! ».
e della cle,·azioue della classe lavoratrice.
Si mi~e all'opera con Latto e coraggio e in
Intanto, servendosi della sua amicizia con brcw vi riuscì. meritandosi il titolo di « Ve-
Don Sturzo e con altri pm:lamcntari, riuscì s,·ovo dei lavoratori».
a ottenere la riapertura ùclla casa di Bari.
Entratovi, Don Emanucl seppe subito at-
S. E. Mons. Agostino D' .\\reo, suo successore
tirarsi le simy1atic delle autorità e del po- a Castellammare, nella ricorrrnza dellr Nozze
polo e in breve potè accogliervi trecento di niamante di Mons. Emanucl, diccmhrr
orfani e provvedere ad un graudioso amplia- 1956. su Echi di Stabia scrisse: « Non mi ero
mento dell'Istituto.
ingannato! Era proprio come l'ave, o im•
maginato quando, nella mia Tuchla, uù rag·
Nel 1925, quasi a riposo di tanta attività, giunse la nomina del S. Padrr a Vescovo
i Superiori lo richiamavano nell'alta Italia Coadiutort> di Castellammare di Stallia: alto
e gli a!Iìdavauo la direzione del Collegio di e rohusto nella pcr11ona, fronte larga e spaziosa.
Borgo S. Martino. suo antico campo di la- in<lizio <li 1111a forte intelligenza. sguardo
voro. Qui lo raggiunse la nomina a Vescovo. vivido e penetrante, sorriso aperto o} leale.
Il servo cli Dio Don luualdi, nel comunicarne parola pacata e solenne. carattere adamantino,
la notizia aUa Famiglia Salesiana, lo Ji>finiva ma pnr paLt'rno: q:nalche cosa del grande
<< il Vt•scovo dclla Beatificazione ». Tn fatti Fondatorr dei Sales:iani, S. Giova1111i Boscu,
era stato Don Emanud il fortunato prescelto rhe S. E. l\\!ou~. Emanucl conohlw quando
a raccogliere il dorlo episcopale ehe il grande e·ra giovaneI lo. E meno cli un anno di con-
Pio X [ volle fare ai Salesiani in occasione suetudine di vita con lui. nello stesso pa-
della Beatificazione di Don Bosco.
lazzo ,-·eséovill'. mi confermarono in questo
convincimento ».
Dopo otLo anui di rre:&ioaa esperienza pa•
storale al fianco de Cardinale Sbarretti. Al compiersi degli 80 aw1i Mons. Emanuel
Yescovo Suburbicario di Sabina e Poggio volk lasciare « ad t·ncrgic gioYanili » respon-
Mirteto, nel 1937 il Papa lo proruoveva alla sabilità tanto delicatr. E si ritirò a Gi.•nova,
sede di Castellammare cli Stabia.
dove continuò a lavorare fino all'ultimo
giorno. quando scutl'ndosi mancare. si abban•
Drguo figlio di Don Bosco. passando per donò su di una sedia esclamando: « Addio,
le vie della città e "edmdo tanti ragazzi 1:1ulla vi ringrazio, vi saluto, vi hC'ncdico tutti».
strada abbandonati a se stessi. con moto spon-
taneo del cuore, eA!clamò: « Cn•eremo l'Oratorio
L'ufficio fonchu fu celebralo dal not.tro
r raccoglieren10 tanti ragazzi, li rac<'oglieremu R euor Maggiore e assistito pontificalmrnt,'
tutti i ragazzi di Stabia! ». Pochi mesi rlopo la da Sua Em. il Cardinale Siri, clie ne elogiò
città aveva già l'Oratorio eh<', sorto in lotali soprattutto la saggezza dcU-azioue e la sa-
umili, ebbe poi nn'attre7.zatura adeguata ai pienza del consiglio.
tempi.
Nel numero unico, edito a cura della Dio•
Ma l'opera chr più sta a te»timoniare lo cesi tli Castellammare in occasionr d1·11'85°
zelo ardente di Mons. Emanucl è il Scm,- comµlcauno del suo Vescovo. si ll'ggc: « Il
nario. Quando entrò nella Diocesi. c'eran,1
pochi seminaristi spars_i in altri Seminari.
Egli volle preparare loro wia st>de mag1ù-
fira e ne eu:rò la forruazionr creando nt'l Se-
minario il clima di famiglia tanto earo a
Don BOl!cò.
pilota immergrndosi nellr n11hi interpella
la sua radio: il marinaio ft>ndendo i marosi
rons1tlta la sua bussola; S. E. Emauu('l. pi-
lot:w.do le anime al Cielo. dirigendo la nave
<lrlle Diocesi rhe ha retto. wr;;o le 1<ponde
tlel benr, ripeteva sovente: " Rivolgiamoci
a Don Ilosco ". E attraverso la rarlio tra-
Altra grande benemerenza si acquisti, nel smitt,-ntc t' ricevente del suo cnort> salc-
periodo particolarmente dilJicifo dell'imme- ;.iauo e con la bussola degli insegnamenti
diato dopoguerra. Le masse lavoratrici sta- lasciati da Don Bosco. riusciva a superare
biesi erano state incantati• dalle sirt>ne ùella le bufere sratenate dal nemico delli- anime,
propaganda marxista e nelle varie induàtric a supcrart" le difficoltà che non mancano mai
cittadine la canea rossa aveva il predominio nella realizzazione delle opere di bene ».
9:J

3.4 Page 24

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I
S1II..l~SI1INI
IN (~f)lll~il
A spetti panoramici e climalici del paese
Il popolo nei suoi carallerislici usi e
costumi
Re/191oni tradizionali e sor-
prendente simpatia per il cristianesimo
I salesiani vi lavorano appena da sei anni
e sono già circondati dall'affetto della
gioventù e dalla benevolenza del popolo
..
J.a Con·a ì• un pat•,<· non u~a1111 1<c-cli1• r '-i qeggonn sui lulluui,
Il paese : pre-..alr1\\tl'mt>ot1• mon- ,icino o ta, olini alti nna span1u1. Fuori. , i-
tuo~o: mmlii hrulli. .-ino alla c·11~n. ,i notano dm· o piì1 1111forc• di
rossi di n1-ta, ai pil'cii cTeta. ,econ1lo 11 mmu"ro del?li im1uilini.
dei quali "i a1lagi11110 gruppi di r1111a11111•. cir- Conkngono ti famnsn !.·ime-i. 't una -,aL<a
condate da 11ircoli ho~chi di bambù.
piccanti' all'i11cn·dibilr, fatta di IH"l'c-runi,
Nrllr , alli, 11dl11 ptauure, dov11111pu• p11i, aglio ,•d uh rt• 1111v1.ie di vario l,ll'lll'rt·: 11als1t
anivarl' 1111 po' !1'111·111111 v'è la risui:1 t• m•1 ehr a 1110• di condimento virn co~porsu sopra
11osti piì1 1-lt>H\\li 1111 po· ùi vl'Tùura. Ci ,onu il rÌ•O d11r1111t1• il lungo perio1lu iuHrnalr, ,\\
anrbe dellt· zom•, piulto,to rare. 1·olti, liii' a cbi non è ahilualo. il kimci hrucia lf• lahhrn.
frutteti: 1w,rl11. ,1lhicurr.lù. mdi. 1wri 1• ti\\ a la bocca. 1"1•,ofagn: ma in. cainhiu - di-
da tavola.
cono - clù forza •· c-alore. li riho l'Ort•ano
li clima Ì• 1•unti11<·11lul.-. l'iottol:\\tn r•io,uoo, molto Gf'lllJllic·c. piulll)slo ,rgetariano; 11011 c·~i-
col ciclo di m1 azzurro intenso. rari.i pura. i,touo lattr, formaggio. salumi. Il ri•o ,osti-
l'alha t' il lra111011i.1 cli colori "ivar.ih~inu. tuiscc il no..lro 1111m• r racqua ralda ili rit,o, il
In pri111av1•rn i'> Lanlo co11fortcvol1· 111111 lwllu nostro vino.
1111Rs1·ggì:1la luugu Il- t11mntlc ùt•i laghi, Kotto
'\\un ma111·a110 111111 1• là 11• t·hic~e. h• s1•11oll',
gli alhcri i u fiore·. E durante il frt>t1cu ,. 8(1l,·n- rlei hcgli etfifiri guwrnativi; e le mu,l,·Hl•· Yit>
rlido aulu11110, ~11110 trudizionali Jll'r i ral?azzì drl paf'~•· sn11u ~Plll(trr animati• linn n tarda
le battut,, <li nuTia alle lepri t,ù a.i fugia1ù. notte. nou ~olo dai pass:ulli. rua audH· tl.11
rlw pr1·udcmo c·ou mani.
c•iaLallini, ,urli. arrotini. giornalai. lrulti•
Carattt'Tbtica ì· la l.'at1a corl',Ula. t,n,truita Vl'ndoh..., rltt· fonu,, dt'llu ,-tr;ufu la loro
fJl'r lo più di fango •• ùi paglia. ad 1111 ,ulu abitazì1>11t·.
piano. m<·z><o 111t'lro elt-"ato ~opra il l1•rrl'no.
r CllJl sotto ti )Ili\\ llllt'lllO ondn. SiC'C'OIIH" crin-
Vl'l"llO, quu11du Hihila il terribile , ,•nlo ~i-
f }f POTl'llllll 1111 IÌpo
l11•Iiano, il t1•rrno111,•tru ~c·e1tde u 35-40 gradi
Il popolo , mougolu, 11IJ11 ><tlt'Uu
!!Olto zero. i Corl'ani «i difondono dal g,•l11
t' raffinato q11u11lo il
facendo fuctrn ~ultu il pavimt•nto ,lì t•rt•ta.
: 1•iJ1c•-,•. ma m1•110 lnr•
L,· ca~e d1•i lwm·rlantt ~on fattti ili 1,·gno, chiato rJ u11gol""" <Id giappmw~1·. I ,-uoi
ri,,·~titc all1• , oltt• Ji 1·1•nw11to. o in m11111111i. doki li11,·11m,·11ti, il suo ~cltit'llo ,nrn•u, il
t"UI tetto curwrto cli L•·iof,._
,-uo cuon· •t·mplir.,• ,·,I affr.tluo•o, lo rrnd,·
111 casa i C,m•a11i. t·om,• in generi: I11lli gli quanto mai amnhil,· e .,jmpalirn. l111t·llig,·nlr
Ili t•~trt.'1110-orirntali. ,·nlruno ~emprc :w11za bt·arpr. ,. di fortt- nwmoriu, ric·Sct' molto l11·1w m•llo

3.5 Page 25

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studio, specialmente n<•lle lingue. <' dato il
suo spirito di sacrificio e di generosità. !<Ì
sobbarca facilm('nu, 11 strapazzi e sforzi
inauditi.
l Coreani si fahbricano in casa una ruvida
stoffa di cotonP. con la qualc confezionano
i loro carattrristici costumi. Le donne in-
dossano un corto farsetlo, da cui pendt· lino
a terra una vrstaglia fiorita e usano portar1:
i bambini sulla schi1•na. mentn: sulla Lesla
portano con la massima disiuvoltura ceste.
src-cbi anfore, fagotti d'ogni generr. Gli uo-
mini nel loro tradizionale vc!'ltito hiauco, ru-
' ido, coltivano le risait- con mezzi p:r:imitivi,
e ehi può UBare il bue. che in Corea Ì' sempre
r rosso còmt• la creta dei suoi campi. torna
poi a casa portando sulla schiena aratro.
L vrcchi. col loro singolare cappello e la
lunga pipetta, coltivano con cura i pochi
peli della loro barba: cs5i sono i saggi dt•I
parse. molto rispPttati. Passano la giornata
seduti lw1~0 la via e con gesto e atteggia-
mento solfnm' sentenziano 1:'U tutto e 811 tutti.
distrihuendo anrisi ronrigli a cbi clèsidt>ra
a chi non desidera.
L giovani amano .molto lo s11ort. ~pt"cial-
m,·ntt" pallacanetotro ,. podismo. I piccoli
s'accontrntaJ1tl di poco: bastano lt· pallin••
ili crf'la o quallro righe Lirate sul terri>no del
cortiletto. Tutti amano la pulizia e passando
si notano i ruscelli rigurgitanti <li lavandaie.
In conclusione il coreano è un po1>olo sem-
pli(·t', umili', molto attaccato alla proprb
famiglia e non conosce ru1cora i malsani di-
v1·.timenti e 1<~ doloro~c• esperi<'ttZI' della su-
cit-Là moderna.
..
Tradizioni
e usanxe
Anche :in Cur<·a, o~ni
stagione ha le su,·
frsLc tradizionali. .Fi-
nito -il pesantt• lavorn
cl,•lla pianLagioue del riso, gH uomini forniti
di aJtforc di sake (una speci1• di acquavitt·
1•slratta dal ci,m) si nwttono a danzare al
rullo monotono dei tamhuri, accompagnato
da 11.110 znffolo ili haml,ù. mi,ntre le Jonrw
danzano o giocano da !!Ole it1 un luogo più
lontano.
[nteressanti sono 1.- danze ilei hamhini ,.
bambine. Ess:i, adorni cld loro smaglianti e
vivaci costumi, girano t! rigirano su st• stt'ssi,
cantano. piegru10 la tf/'sta, le mani, il t·orpo
al ritmo concitato d'una rudimentale orchestra.
E questo ininteuottamenl!' per 2-3 on·. tra
i battimani e la gioia il.cl popolo i1ccoccola1:o
inLorno.
Grande è la v,mera7,ion1' d1•l roreano vcrr$O
i pTOpri morti. Il cadavere, chiuso in una
cassa avvolta di tela bianca, viene portato
a spalle dai parenti, chc- indossano uno
speciale vestilo da lutto, color giallo. Altri
precedono il foretro c. tenendo una fune clrn
li unisce simholicamentc al defunto, ca1u-
minano in fila sill'nziusi.
li ci11u1:ero è sempre lontano. Cuor dell'abi-
tato, sul peu<lio dci munti. C(llà viene scavata
Wla fossa t'. calata la cassa. seguono le pro-
~trazion:i d'uso. le preghiere tradi7.ionali e
rofferta di cilii all'anima del drfuuto. Si
conclude la mesta crrimonia con uua buona
merenda di consolazione c d'addio. I himhi
poi giocheram10 a nasNmdinu dietTo i tumuli
t>rbosi.
Religioni
e religione
Riguardo alla rt•li-
briour, fino a cp1alchc
tlecina d'anni fa i Co-
reani 11eguivano il bud-
dismu, il confuciam•simo ed altre dottrine di
anticbi saggi rinesi. Oggi, dopo le dolorose
, icencle storirhc e soprattutto dopo l'inYa-
Mone comunista, si può dire chr in massa
hanno abbandonato la tradirione ~o qut.'Sto
pun1:o t.> guardano con particolare i111:cre~se e
simpatia il cristianesimo.
Il cattolicl"Jii.mo in quet-ti ultimi dieci anni
si è diffuso in modo sorprendtule. lufatti
da poco più di centomila che erano i catto•
lici. raggiungono ora il mr.zzo milione. E sono
cristiani cpianto mai fervorosi. Viaggiando si
vedono ~puntare campanili !' chiesett.- uu
po· ùappcr1 ntto.
T tC'mpli. in gc1wre lmddiBti, sono raru.-sirru.
posti lontano, in mt•zzo ai monti. abitali da
monaci e monache rii stretta osservanza.
Questi passano la ~ioruata 111/'lla preghiera.
nel digiuno e nella meditazione. Si possono
notare, attra, erso la porta senait'hfosa. qurstl'
slrane religiose. ac-coccolate sul pavimento.
immohili. con ~li occhi sorrhiusi.
La guida informa che, seguendo l"insegua-
lll<"nto di BTJdda. esse stanno liberandosi da
ogrii colpa. dolor~. preoccupazione, desiderio.
nella speranza di raggiungere il uirv1ma.
li nirvana è I.o stato misterioso. in8piegahile
di un'anima che, attravnso !"ascetismo in-
8egnato da Budda, raggiunge la pace assoluta.
l'assenza di ogni pena od affanno, e partecipa
alJa felicità e divinità nell'annientamento
della propria pcrsoualilà.
Questi templi. che van sempre piil spopo-
landosi, sono diventati oggi mete d'allcgrc
scampagnate.
Il popolo, come dicevo. La perso la fiducia
nelle varie religioni orientali. aborre il com1..•
nismo (l'ha pToYato per pocl1i mesi circa otlo
anni fa) e il materialismo e guaTda con grande
speranza al cristianesimo.

3.6 Page 26

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( 'or,,u - VUlagg_lo wn le èllra11erlsllche case coreane, cosiruhe in rnlll!!liornnza dJ fango ., di p.1g11:,
ln conclusione il coreano è un. popolo molto dalfisp!'Ttoi·e del Giappone. potesst: costruire la
pOvl'ro di mezzi materiali (alle volte manca prima ala della scuola.
del sufficiente nutrimento) ma ricco di qua- Sorse cosi il « S1\\lesian College », che uel
lità morali cd intellettuali. Un popolo cl1e fu 1955 iniziò la prima classe media con circa
sempre bastòuato e sfruttalo da altre grnti 250 allievi. La scuola ogni anno andò s, ilup-
più forti di lui; ullimamente poi gli hanr10 pandosi sia nei locali come negli allievi.
spezzato la spina dorsale col taglio del fa- Dopo aver costruito altre due ali. q11est'anno,
moso 380 paralltifo.
COtl l'aiuto tangibilissimo della Diviua Prov-
Semplice, sano, naturalmf,nlè religioso, in- ,;denza, si potè eompletare l'ecljficio, con
tt>lligcnte. pronto aJ sacrilìcio, il core-ano, un bel salone da 2000 posti.
opportunamente aiutato e guidalo, potrebbe Lo scorso apriJe, al principio del nuovo
diventare in breve tempo IUL forte popolo, amio scolastico, con l"inizio della terza lireo.
dncntorc di grandi ricchezze materiali e so- la scuola raggillilse il suo pieno sviluppo.
prattutto morali.
con ci.rea 1500 giovani. Purtroppo, siccome
.••
il numero dei Salesiaui è linùtato, ci dolibiamo
servire di personale esterno: una cinquantina
I Salesiani : l Salesiani in. Corea t.ra insegnanti e impiegati. Souo persone scelte
nella Corea : ci sono da appena sci tra centinaia, docili e molto affezionate.
ami.i.
Siccome il « Salesian College >> è diventato
: Come dalla Cina pati• famoso non solo per la serietà di studi e per
sarono al Siam e alle Filippine, così dal lo sport, ma soprattutto per 1a buona educa-
Giappone i figli di Don Bosco passarono ad zione impartita, sono migliaia i ragazzi che
iniziare l'opera salei,iana iu Corea.
ogni allJlO tentano. attraverso l'esame di am-
Fu S. E. Mons. Aroldo Hcnry, che, cono- missione al ginnasio c al liceo. di entrare
sciuti i Salesiani in Aml'riea cd ammirate l!'
loro opere uel vicino Giappone, accarezzò
l'idea di a vcrli anche nel suo Vicariato Apo-
stolico iu Corea.
. nella scuola di Don Bosco.
Il ragano :
I nostri allievi co-
Dopo che gli Americani erano riuscili a
• reani sono s.impaticis-
rigHtare i comllllÌlrti oltrt: il 38° parallelo.
coreano : sirui: sclLietti, sinceri.
egli comp1•rò vicino alla città di Kwaugju un
: allegri e scher.-;osi, ro-
bd pezao di terreno t' diede tutto il suo ap• busti e intrlligen.ti. Ragazzi di 2a.3a. media già
poggio presso la S. Sede e l'Armata Ameri- s'arrangiano in iuglese. Sono, vorrei di.re.
O6 cana pe.rcliè Don Archim~de Martelli, inviato naturalmente religiosi: anche quelli pagani

3.7 Page 27

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JJl'Pft81\\0 con hmto forvott. ~tudiano il eatl'•
<'hi~mo Lutti, tunto , olrnl irri. part,,,·ipano t'<Hl
1•nt HNill>'mO all1• due ~are anuuuli 1· vorri,hl,no
in mnb,,a il battl'"imo. Su l !iOO itlunni. 3:i6
~m1n cattolki. gli altri po~~ono dh-entarln
dopo un luni;o n1trcumenato (<pialtro r~umi
di 1•11tt•chlaw1>, fr1·q 111•11z-a alla ,t.-~~a doml·rù-
cnlc lll'lla propria pnrrocchin t•t·c.) e solo in
compagnia cfoi propri gcniu,ri. I non cri-
atiarù guardano t·on "anta inviclia i callo•
liri ,. so~pinmo il momento di poter conte•·
sar,i t• ricevere n,·1 loro cuor,· il Signor,·.
\\mano molti,simo lo !;port. La no~tra
H·uola in porhi 1\\llni, anchf' "" qnt>sto puutn,
t• hnlzata in Lt·sta aUr sr11ol1· l'illadin,· f• pro-
vindnli. 1 nostri hrad. atleti, eh,· ,;i distin•
guono flf't' le bc•l11· maniPrt' e la h•11ltà df'l poro,
dopo aver vinto nrll,· provinriali r interpro-
vitwiali, cbhero l\\unhìto onom di partl'dpatl'
nlll· nazionali in paJlacauestro, basl'-1111/1 t,
ror!\\I'. Abbiamo una iiala chi• ;. oggetto d'in·
vidia prr molti: è 1 ►iN1a ili roppt• ,. handi,•rl',
ro11 c~te nt>i , ari tornri.
Il ragazzo ror1•a110 ha graud,· lmona ,·olont ì,,
pronto al !;arrific-io Ri arro111rnta dì poco "
Mrri~pcmde g1•m·r11~amf'ntr ullc• ,w~tr<' cure. ~
un 1•1,•meuto 1·<111 l'IIÌ ,i può 11ll11arl' iii pit'no
il magnifico 8istt-ma ,•durativo di Don Bo~ro.
fatto ùi m11t1111 am•tto e -i11c•1•ta collaho•
n11iouc.
Dato il gran 1111mt'ro di nttim11 , ocazìoni.
~i p1·nsò ben pr1•1,tu alla co~lruzionc d'un Ìll•
l<·mato cd attualrm·ntr ahhiamo g 140 in-
lt•rni. aspiranti ul ~at'l'rdu:,,io.
!:iiamn rius1-iti. ron la grazi11 rii Dio. atl in•
,iart1 i primi due uo,'izi rornmi in Giappon••
1• nrl ptO>"~imtl 1111110 ~1wriamo ili pott>r incomiu•
riar!" qui oul po11to il 110,;ziato 1wr nua Yl'll·
t ina cli uttimi <"lt·urrnti. E proprio p,·r la for•
maiione dl"i no,tri ru-pi:ranli roudiutori ah•
hiamo iniziato il laboratorio ili fa},.gnanwria
,, ,; al!:ciw•gn••mo al più pr,•.•to qut>Un di
mt•c·t·anica e altri lahoratori. l n Lai mod,> -i
va formando il pc•ri;onal,· per nuovi' t1p1•n·.
òopo~cuolo, dispen,~ario medico, Liblioteen.
ceutro cli distrìh11ziu1w di farinr t• \\l'Hli1i
ai più powri.
Il parroro I)on Giu,i•ppt· Sunrez, aiutato da
un altro Jfiovane saccrdotr. dkise la , a ti~-
,ima mi--mnc• in 25 rimù. a npo .J,•i 1111ali
vi è uu rat,·cbi,,ta, che 11,;:11i ;,era io wia ca~n
privata i1u;r~n·1 la rf"lit,riorw ai nist i.111i ,. ai
f'atcc11uw11i. L1· ,·arie 1• 111olto atti\\'(• a~Roria-
zioui rl'li~i11~1·. lra le •1110li ,;i dist ingu,· la
l1atlagli1·rn « l.egio )[aria,· », sono ùi (lrnnÒI'
aiuto al lmc,n funziouanwnto e allo sviluppo
dl'Ila parro!·d1ia.
.\\.uch1• 11,·i ginrui ft•riali In chil•sa i nlrnpi,·na
,li frdPli. rhc prima tlt•lh• S. Messa fauno lr1
mc•clitazi11ur ,. apprnfìttanu 1wr 1·011f1•Msar1,1.
Durante la S. llcs~a l"nltare è ,•ir,·ontlalo
Ja 15-:!ll ,·hil·richttti: quw-i tulli vuglio110
Jhentart• ,ucerdoti.
Alla clnml'uica poi, la fr,•,1m•11za alln S. \\f•·•~a
è, !ii pui\\ Jin-, totali'. E, t1•rminata In Mt•Rsn
clt•I fandullo. ,. impns..io111u1tc vi•ch·n• :i00-
8UO ragazzi ,. ragazzt•. in tl1i,..,a. m•llp ~1111'1 te
della rauonira. p~ndf'n• atl,•nti dall,· lalihrn
ciel loro gi,l\\':oll' ,·at,•c·hi,ta. ,\\ltrcttaul o av•
, it•nc dnpo la !\\ff'~,,t dl'i i-at1•c111n1•11i n1l111Li
alle ori' 11.
Novelll apool core:anl
..
Sorprendente :
La ,t·1•11n1la op,·ra
fervore : sal,,biana i11 Corea l'i
• trova nrlln t•np1talc.
:
Trr anni fa, dat,• li·
it1•r11t<• insistenza di ;\\Jous. Hu. \\ ••~covo ,li
1·1rnl. malpado la -,·ar,;ezza ili pPrsonalt•.
fo a,·cdtata la parror<'hia ili 'I ong-dunpo.
1111,1 dei :;obborghi piì1 p<1wri r trascuruti
tli quèlln grande l"ittà. l.n mi. sioue conta
ullrc· 3500 raltoliri frnorm1ua,fo1i ,. un ~rnn
1111nwro di cnte,·111111•1ù. Vi souu J,. vnri1· ntth itì1
parrord,ìali e h:tlt•-iauc·: oralurin 1p101iduuiu,
117

3.8 Page 28

▲back to top
i..-~-~ -~~~~~--·-·---~-.~~~.--,
(-h!a11do
f.: co,;ì <'he, malgrado i quattro difficili
esami di ratcehismo, la rigorosità po-.: la fre-
quenza alla !\\fossa domenicale 1' 1wr altri
rrecetti. si possono amministrare centinaia e
cenlinaia di hattl'11imi.
l1a
COJlOSeJ ttto
1)011 )losco
1n Chiavari vive la Cooperatrice
sig.na Rudloff Albina. Ila 93 anni.
Ecco due battute di una i11tcrvista
col nostro corrispondente:
Vuol dirci, gentile Cooperatrice, m
quale occasione ha conosciuto Don
Bosco?
A Roma, Ile/ 111ag,!(io de/!'87, nella
Basilica del S. Cu(n-e, <l'llC il Santo
si recò per la co11sacrr1zione dello gra11de
chiesa, che condusse a termine per ar-
amdiscendere a un accorato invito del
Papa l,eo11e Xlii. A quello 11/tima
Jllt•ssa rimw11a di Dm1 Bosro io ehfii
la ,grazia di poter ass-1slere.
Ricorda la sua figura, l'espressione
del viso, de,gli occhi ?
Ricordo il 11iso di lui tu/In rapito m
estasi alla elt"l.•azitmt\\ come lutt, po-
lem110 costatare. Ricordo la dolcezza
mfinitn espressa 11egli occhi, quel suo
Dominus vobiscum e la henedizio11e
impartita dopo l'Ite 2\\Jissa est. Tutti
t dice1•0110: è In Messa di tm Santo. lo
1 11011 potei avvici11n.rlo, data la molti-
j /udine gente che ass-ie-pai-a la chiesa,
f ma ripn1sa11do a quella figuro sovru-
'
mana mi viene a11cora sponla11eo il
i richiamo a q11a11ta si asserisce d,
i ! Don 8()sco, che ciaè 'f.'i<VPVO 111 111111
_.J L_.:11terrol/t1 1111io11e :':~~'~·-
Un merito
del Cooperatori
La parrocchia fu in-
titolata a San Gio, anni
.Bosco ancora 40 anni
fa. E vicino alla par-
rocchia di Don Bosco vi ì• qm•lla di ~aria
Ausiliatrice•. che S. E. Mons. Vei;covo vorrehlw
pure affidarci.
Maria Ausiliatrlcr c Don Bosco entrarorto
in Cor1·a mulLo prima d1·ì loro figli I' drll1·
loro fiirlie. prr memo ili fulti gruppi di Coo-
per11Lori Cunprratril-i, dir prepararnno op-
portu11amr11t1· la strada e il tf'rr1•110.
Lt• Figli(• ùi Maria Ausiliatrici', aUa distanza
di tre anni, seguiro&LO i Saltisiani i11 Corl'a.
Essi' l11111110 pure due opere: una scuola giu-
nasio-lirro a K wangju IJll aspiranLalo a
Seoul. , frino alla nostra 10is~io1u·.
È lwn,· organizzata l"a!\\sociazione dt·i Coo-
p1•ratori ~.ùesiani: così parr qudla di,gli E>.
allie,i. rltc uon possono climentiean> l'afli·tto
con cui furouo trattati nella c·a:sa di Don Dos1·0.
Essi, per esempio. i.n OC('a11io11c di garl' spor-
t ivc. ci crrcw11> 1' quando ci $Corgono da Imi-
tano ci corrono iucontro frlici, cd è una
grande gioia per tulti.
Qtll'Sta hrr, e c1·onisluria ~an·hhc u1l'o&n-
pll'ta s1' uon si nccPnuas~(• alla vrnuta iu
C:on-a d1•l carissimo }1ous. Ciniatti. V.gli ~iuui;1•
dal Giappone in8icmc c;on Dou }forgiaria ,,
Don Li, iubPlla circa 2."J anui fa; fec,· una scor·
rillll11Ùa L•·nendo <•011 gran i;ucccsso <lei l'O IJ.·
crrti di musil'a itali:uta f' g,·ttall<IO con la
1,ua attività 1• ~oprattutto col suo hrn.>u Cbcmpio.
il primo seme salesiàno i.u c1uesta Wlzionf'.
La Corr.a, per la semplicità e hontà del suo
popolo, r un campo quanto mai fertile pt'r la
Chiesa l"'I' la Congregaziolle.
Ecc1•llrnti1:1,simi Ye!<co, i ,orrrhhcro affi-
darci lr loro s.-uol,,. iusistono per la crcaziom·
cli "cuoh· professionali a Seoul cd a Pusan.
1:i pregano di aCC('ttan• drll,• parrOCl'hil- in
più posti: ma scarse~tri,uw incredibilmente i
m,)zzi ,. hOprattuttu i mis,;iouari.
L1• anime buone pn'ghlno perchè qualch,·
po, iuw. ehe ud auo cuore sente insistente il
d11lr1• invito ,li Gesù: « Vieni e ijl:gu.imi! »
abhia la ~c11crnsità l' la forza di dirLli cou
ifocisiun.. t' l'nraggio; « Sì. ,oa,go, o Signore! ».
DON Rl'L\\.LDO •'ACClll~El,LI
mi$.~iu11atiu sule,iano in Corto

3.9 Page 29

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I SALESIANI IN COREA
I Salesiani con I maestri esterni, ferventi cattolici, che compiono la loro missione nella Scuola
di Kwangju Don Facchlnelli e altri Salesiani con un vecchio coreano Mamma coreana,
felice con I suol rampolli

3.10 Page 30

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4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Contro ogni spe ranza ba sperato
Alla visita medica, prima della Professione
religiosa, mi fu riscontrato un disturbo al cuore.
Il medico si pronunciò in senso negativo.
Grande fu il mio dolore nel lasciare il caro
Noviziato. 1\\fa nel salutare la Madonna in
chiesa un'interiore forza mi comunicò anche
la certezza che presto avrei fauo ritorno. Uma-
namente non c'era nulla da fare, ma la for~a
della preghiera mi fece aggrappare con fede
all'unica àncora di speranza: la Madonna.
Tornata in famiglia, i miei, allarmaci per le
condizioni in cui mi sapevimo, vollero accer-
tarsi sottoponendomi ad altre \\1Site. Valenti
cardiologi, dopo avere studiato con diligenza
Avviso importante
Saremo particolarmen/e grati a chi ci
vorrà segnalare:
gli indirizzi errali
l'urivo di do ppioni allo stesso nomi-
nafivo o nella medesima famiglia
i cambiamenti di indirizzo
il mio caso, conformarono il « vizio cardiaco,.;
aggiunsero però che il disturbo era di natura
costituzionale. Avrei quindi potuto seguire la
mia vocazione: la vita ùi comunità e l'osser-
vanza religiosa non avrebbero darmeggiato il
mio cuore. Con l'animo traboccMte di gioia
e la certezza che la :\\!Iadonna mi avrebbe esau-
dita, mandai la diagnosi alla rev.da ::\\fadre
Ispettrice, che per sua bontà volle provare la
mia resistenza fisica. ;\\,fi mandò in un primo
tempo in colonia: le fatiche della colonia an-
zichè nuocermi mi giovarono. La stessa cosa
si verificò quando fui per un lungo periodo al-
l'Orfanotrofio maschile ùi Modica Alta, ove il
lavoro non e inferiore a quello della colonia.
La J\\fadonna mi ha veramente esaudita,
poiche sono stata ammessa alla Professione re-
ligiosa, nonostante le difficoltà che fino all'ul-
timo hanno ostacolato la mia vocazione.
Ora la felicità mi canta in cuore non solo
per la gioia di essere Figlia di Maria Ausilia-
trice ma anche per la gratitudine verso la
Mamma del Cielo che volle esaudirmi.
Colottio
SUOR MlCII.RLINA VI.CARI, F. M. A.
Su strada ghfacciata e in discesa
Ogni giorno mi reco al lavoro guidando la
macchina, nella quale tengo bene in vista due
immagini, una di Maria Ausiliatrice e di
Don Bosco, l'altra di Domenico Savio. Due set-
timane fa, guidando come il solito, mi trovai
ad un tratto in una ripida discesa con strada
ghiacciata. La macchina cominciò a sbandare
paurosamente, tanto che mi fece temere per la
vita mia, di mia moglie e di altre due persone
a bordo. Tentando quasi l'impossibile, sterzai
violentemente a sin.istra e la macchin.'l, girando
su se stessa, andò a fermarsi, con poco dann0
materiale e persone illese, sulla pensilina nel
lato opposto della strada. È da notare che,
contrariamente al traffico intenso di questa
città, nessuna macchina era dietro e avanti in
senso contrario. Io e mia moglie crediamo sia
una visibile assistenza dei Santi protettori, le
cui immagini tengo nella macchina.
Tor<wto (Canadli)
ELMO Af{MIDO 8URUNA
Aveva ucciso quattro p ersone
Era smto ricoverato un prigioniero del
<< Sepa ~ - luogo di pena dei criminali -
e si trovava infatti vigilato notte e giorno
dalle guardie.
TI caso si presentava gravissimo, urgendo
il tentativo di un'operazione chirurgica con
poche speranze di riuscita. Incominciammo
subito una Novena a J\\Iaria Ausiliatrice, af-
finche toccasse il cuore all'infelice che, invi-
tato a unirsi alle nostre preghiere, rispose: l01

4.2 Page 32

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<< Io pregare?... Non posso: è inutile! Non
potrò mai ottenere il perdono da Dio... Sanno
perchè sono condannato al " Sepa ? "... Perchè
ho ucciso quattro persone: la mamma, la
mogLie e due cognate... Non potrò più ormai
ottenere il perdono... ».
Esortato alla fiducia nell'infinita miseri-
cordia di Dio, guardava il Crocefisso, crollava
il capo e( pia~gcndo, ripetev~ amaramente:
*No, no; e rnutile, non sarò mai perdonato... ».
Quel pianto, però, rivelava una breccia
aperta nel cuore del poveretto, che infine ac-
consentì ad accogliere il sacerdote, e quindi
a ricevere con una devo:iionc che commoveva
i santi Sacramenti. E pochi giorni dopo mo-
riva, lasciandoci la certezza che la Grazia
aveva operato un miracolo.
/,a .Merced-Chanchamayo (Perù)
SUOR ALBINA PANZOLA'l'O, F. M. A,
Protezione evidente
Da tempo il nostro caro papà era assai soffe-
rente. Il medico diagnosticò necessario, anzi
urgente l'atto operatorio, trattandosi di ulcera
sospetta; ma essendo il paziente in uno stato
di grave esaurimento e col cuore molto in di-
sordine, non si pronunciò sulla buona riuscita.
Trepidanti, ct rivolgemmo con grande fede
a Maria Ausiliatrice e a San Domenico Savio,
e ponemmo subito al collo del babbo l'abitino
del piccolo Santo, pregandolo di intercedere
per noi.
Fu ricoverato all'ospedale, ma non si potè
procedere all'atto operatorio per le complica-
zioni. Si passarono cosl giorni di angoscia t:
di vera trepidazione. Nel frattempo preghiere
di bimbi innocenti, di anime consacrate e di
molti fedeli saLivano supplici per ottenere l'in-
sperata guarigione. li 20 maggio il babbo potè
subire l'atto chirurgico con ottimi risultati.
Ma due giorni dopo si aggravò per una com-
plicazione broncopolmonare e gli furono am-
ministrati gli ultimi Sacramenti. Ci rivol-
gemmo ancora fiduciosi a Maria Ausiliatrice
e ai nostri Protettori. E la grazia venne, mera-
vigliando gli stessi professori. Di cuore ringra-
ziamo Maria Ausiliatrice, San Giovanni Bosco
e San Domenico Savio.
Casabimica (TnnnQ)
PASC'HETTO DOMENICA E FAMIGLIA
Guarisce senza operazione
Tempo fa mia sorella si ammalò di cate-
ratta. Il professore ordinò subito l'intervento,
ma la sorella dichiarò di voler morire piuttosto
che sottoporsi ali'operazione. l\\1i rivolsi allora
a Maria Ausiliatrice, supplicandola <li ottenerle
10~ la guarigione senza intervento. Da quel giorno
gli occhi della sorella tornarono normali e non
ci fu più bisogno di cure speciali. Grata al-
l'Ausiliatrjce, adempio alle mie promesse e
metto sotto la sua protezione la mia famiglia.
Tori110
MARIA LARJZZA
Altri cuori riconoscenti
FeUclla Barelli {Vercelli) pronùse a M. A. di ricordarsi
del Missionari, qualora fosse guarii>! senza operazione
da un =le che l'affiiirneva. Pienamente esaudita, invia ~
sua offerta.
Giovanna Calla (Lula-Nuoro) segnala che. oltre a una
cat~na <.li gra,ie, ottenne la propria guarigione da eonuri-
mcnto di $ei anni, per la quale tutti i familiari invoca-
vano M. A., S. G. B. e i Sttnti Salcsiaru.
Dòmcnlco Cu,-cl (Ci~ternino-Brindisi) desidera rendere
pubblica la ~ua 1iconnsc~nza n M. A. per la scomparsa
di uno febbre che poteva compromettere il sue> ide!ale
di a.~pirantc sale,uano.
La mamma di un giovane pan-oco, che fu molto malato
e che msperabilmente, dopo lunf(ll de11enza, è ricornuto
gua.rito e.I suo ministero, attribuisce 1•eC"cezionale grozie
alla intercessione di Maria Ausiliatrice e ne desidera la
pubblic,izione secondo la promessa fatta.
Ccnull Marcello ringrazia M. A. e S. G. Il. pu il buon
proseguimento dell'anno scolastico.
otunuu p,u r,merç•stuu1e. dJ J.Uana ..4Uffliocrict t di S . Cii·o..
1,an11j Bosco, di S. .'\\,/ari11 ,1[auor,I/,> di S. Dqmtnira
St1t io e dì altri St.rvi fii Dio - aleuni han110 anc.hc in-
11iato tif]lrlt rd demosn,t pu sanlt iU. l's-.s, di ri,zgra;Jt~-
mtnfo - J~;:urnti:
Abcnavoli Rosa - ,\\lioni Roey - Albnno ~hria - Amnio
Michele - Amprino Tadde.i Maria - Anl(deri Emm•
Antona Sandn - Avogadr1 Lu.lo - llncchio Pi.c:rin• - Bar-
bero Olovannina - Barreca Giu~eppin2 - Baudino Do-
rino - BeccB.loui Abcni S•nlino - Bellini Mihich ll'ler-
cedcs - Bersrnet Giuseppe - .Hertiro5'8Ì Rosina - Bevilacqll.à
Bianca - 8ionoardi Spa11lì11rdi l'Una - Uinncbi Erminio -
BiHini Sr. Er-minia - Doano Roso. - BoHero tra:ncn ... Be>r-
gurello Ottavio - Bosio Ang_elo - .Bov~ti .\\mbrC>gio - Brero
Giu11cppc - Brun,a Giovanni - Bru1tod .\\gat-a . Bunno
Ernesto - Carosso Ott.nvìa - Carrera ·reresa - CR-Scione
Efnes.ta ... Cava Vitu,rio - C~rroto Ros.1 - Chi.arnmellu
Fam. - C\\,inrellì A~clinn • Chlecch10 Luigi - Chiesa
Fam. - Cianei• Giovonno - Colombo Ade.lo - Coluccr
Felicia - Conti 1\\,-lttria - Coronn Cinerina - Costanz.i Ciulia
- D~lle Ba:irc Lueit1 - D'Amico Fr:antc,co - Debene<lctn
Mano - Demajo lltichel - Oe J\\laruni ;:ll•ui:1oni Gio•
vannll - Dold, Oon Lui'(i - Facc;.iaao Angela - Facin Ro-.1t -
Fantonl Bmilia - Fa,•rc ,\\niru - Femm Baudì Amabilia -
Forraris Ermanda - Festeni Nando - Fumognlh Giusep-
pino - G•1{lionl1 Rosjrui - Giqlio P'rnnce.co - Gio~i Mad-
dalena - Grot.sini France~eu .... Levra 'l'urorto Giuditta -
t.,ubiato .Mnri:1 ,. Luccbt's1ni 1-crnand.a - l\\1accaò ?\\1.u.dd11-
lc1\\ll - '1,Jafko GioVllnna - M•!!i:ioni ·\\ntoma - \\htghol•
Fam. - Marlolto Gnotanin• - llfosaln .\\n~eltn• - Mc-
sc-roni Adele - ~lougeri Adele - M1la.nese <lotL Ago$Uno -
!\\lo Clotilde - l\\lori Armido - 'l'•nni Fogn«nl 1,ina -
Nicoletto Gemma - Novarese llcni!t.letto . Novo Lw-
gma - Opac10 !\\larghcrito - l'cdr-uni lmelda ram. • !'e-
retti Maria - Pctrosino Angelt.nu - Pisano Savin11 - Prcvt.-
Jdlo Adelina - Pronelli Sil\\,io Valonuno - Provero Dc-
m::irtini D1nr1 - Ra.amondi Maria - Raitcc A-tana A. Eug1:n10
- RRmbald.i Giovanna - Rizzordclli Of'olin• - Rino Vìt•
toria - Rondolini 1"':am. - Santoni Orietta - Sn\\.·ove Sere.fino
- Sootù Giu, eppina - Serra Edhelwoiu - Soflictll Crosino
Maria - Soldani Antonicn• - Sp,nardt Carmen - Strano
rnrv. Alfio - ..raverna J\\nl'!élo - Tedesco .\\ntonin.u - Thi'.a
Stefano - Tosin 1\\1. - Tr9uero \\"ug1nrn • Truç1,;o l..u,gj -
Varvdlo Fronrc,sc• - \\lvsallo ~;lisa - Vcrce,i Fumagalli -
Zanelln An.gd11 - Zonocco Gregorio - Zotti Giovanni.

4.3 Page 33

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!Eei inleieeMione di
Guarigioni e grazie spirituali
tino. E Domenico Savio mi ha miracolosamente
Il signor Capra Roberto di Asti aveva feli-
cemente superato un difficile intervento di
resezione gastrica per un'ulcera emorragica
che lo aveva quasi totalmente anemizzato. Il
decorso post-operatorio era stato nonnale,
quando in ottava giornata una gravissima
complicazione lo portava in fin di vita. Per
salvata assieme alla bella bambina che il Cielo
ci ha regalato. L'abitino che ho tenuto con me
è ora, per volontà dei medici, nella sala ope-
ratoria della clinica «Villa Salus >> di Mestre.
Unisco umile offerta in riconoscenza al santo
Giovanetto.
CfSLON mrs-
due giorni consecutivi, ematemesi e melena
grave. Nonostante le pronte cure praticate dai
sanitari e le numerose trasfusioni, il malato
andava aggravandosi. Con tanta fiducia allora
Fam. Spiri (Torino) ringra1.1n con viva gratitudine S. D. S.
per le mamma che in condizwni allo.rm.anti hn potuto
sopportare un mtèl·vento ohuurgico.
lo affidammo a San Domenico Savio metten- Maria M.ina7,,:o (Ormes-Cuneo) m ani1oscia per la fi-
dogli sul petto la reliquia del 8anto e invitando
tutti, parenti e ammalati e tutta la nostra
comunità ad invocarlo con fede grande, certi
della sua intercessione. Ma il secondo giorno,
glia in pericollJ di vita, la racco,m,ndò o S. D. S. con"e-
guendo che madre e figlro fossero salvi.
Maria Carla Porrati Trisobbio (Oceimiano-Aless.) ut
seno pericolo implorò ed ottenne da S. O. $. lu sal-
vezza di mamma e figlio.
aggravandosi sempre più, gli fu amminislrata
l'Estrema Unzione.
Si trattava ormai cli trasportarlo a morire a
casa propria, ma notandosi un leggerissimo
Giuseppe e Carmelina Roccasalva (Modica Alta-Ra~usn)
c()t• una t1ove11a a S. D. !-5•• di cui l..1 mo.mn1a portn\\a
l'abitino, ottennero 111 felice nascita del poccolo Domenico,
senza intervento chirurgico.
Benvenuta Crosetta In Slmeoni (Castello di Godcgo-
miglioramento, si attese ancora. lnfatti con
nostra meraviglia e gioia il malato andò gra-
datamente migliorando e dopo quindici giorni
uscì guarito, riconoscentissimo al suo santo
Trcviso) invocando S. D. S.. con sorpresa cli tutti.
anche dei medie,, diede alla luce un vigoroso bimbo che
era creduto già morto.
Adele Setola Lantero (Chiusa Sclafam-Palenno) per
~rave dist:url>o organico era in pericolo !ci con la sua
Protettore e invitando tutli a invocarne l'in- creatura: S. D. S. le hs salvate.
tercessione.
In molti altri casi, raccomandateci a questo
caro Santo per le condizioni gravi dei nostri
ammalati, abbiamo ottenuto miglioramenti in
Franca Fiorum (Torino) sperimèntò !JI protezione di
S. D. S. nella nascita della piccola Chiara.
Favetta Gina Tosco (Torino) l(ià guarioa da S. O. S., si
111ecomand11 ancora alla suu protezione.
Iole Pessat10 (l:lrugncra-Udmc) ,;on l'ehitino e con pre-
salute, guarigioni e grazie spirituali.
ghiere n $. D. S. ottenne la felice nascita del suo bambino.
A,ti
Sarinn Llcclardl (Altofonte-Palermo) invia offerto por
grazia ricevuta raccomandandosi ançora a S. D. Savio.
La Direltrice della Casa di Cura S. Seco11do •> Fam. Venturoli (Quarto lnfer.-Dolognn) vtvnmente rin-
grazio S. D. S. per In guarigione del babbo.
Dina Cravero (Scarna.ligi- Cuneo) si profèssn due volle
I medici hanno detto:
« È un vero miracolo! »
graziata da S. D. S. nell'accrescimento della famiglia,
cd e sommamente r1conosc:cnLc.
Giovruml Gattoni (l\\taggiate lnfer.-Novo-ra) annunzia
Da vario tempo mio marito ed io eravamo
in forti angustie. Tremavo al pensiero dei miei
tre figliuoli in pericolo di restare senza la loro
la felice na,ciu,, in "8l!ò dispé1'llto, di un figlio racco-
mandato a S. D. Savio_
Tarelslo RegJs (Gravcllona Tocc-Nov:u-a) anduto con
la famiglia in vi&itu alla statua d1 S. Carlo di Arona,
mamma. Un sacerdote salesiano, insegnante del
mio primogenito, mi esortò ad aver una grande
fede e a ricorrere con confidenza al caro San-
in un temporale tucri furono ~battuti a terra dal fuln,in~.
S1 riafaarono m~no una blmbn clic non dnva più segni
di vita. La raccomandarono o S. D. S. e In riebbero
:sana e sai va.
10:1

4.4 Page 34

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~1~/l~J ~,lilll1
~'rw1ll,,I' , ti al Or 11 ,,l ,ft
~~=~tk$, iiili!!11~- -~!l!!~~~~!!:,¾0.?!iiìJ'c($Ji:'~J$;f~l!,;Ni::%$~l.~%l.tl
'il~~
DON MICHELE RUA
Un a grazia ritenuta un miracolo
« Tentiamo, ma non se la caverà »
Una nostra educanda, Teresa Gallo, ri-
cevette un colpo all'occhio destro che le
provoc<Ì un piccolo strappo appena visibile.
Per il dolore acuto accusato fu condotta
dallo specialista che settimanalmente si
reca in paese, ma crescendo il dolore e
complicandosi il male, causando anche
delle violenti emicranie tanto da costrin-
Una mia nipote, l'anno scorso fu ope-
rata d'urgenza di peritonite perforata e
avanzata. Le vennero infatti trovati cinque
litri di pus. J1 professore operante aveva
dichiarato: << Tentiamo, ma non se la ca-
verà•>. Io che nell'angoscia l'avevo già rac-
comandata a l\\]aria Ausiliatrice e a S. Gio-
vanni Bosco, appena fui a casa, cominciai
gere la ragazza, che frequentava la 3a Me-
dia, a sospendere lo studio, fu condona a
Catanzaro dal dottor Perri. Questi, dopo
ripetute visite e la costatata inefficienza di
la novena consigliata da Don Bosco, sup-
plicando il venerabile Don Rua che in-
tercedesse per la nipote. Lo invocai con
tanta fede e con la fiducia di essere esau-
rnri rimedi usati, dichiarato un grosso no-
dulo congiuntivale all'occhio destro, con-
sigliò, per la cura e gli accertamenti del
caso, il ricovero nella Clinica Oculistica di
Roma.
La partenza sarebbe dovuta avvenire il
29 gennaio. :\\Ja la sera precedente Teresa,
con vivissima fiducia, applicò sull'occhio
malato l'immagine con reliquia del Yen.
Don Rua, che la Direttrice, nel salutarla,
le aveva dato raccom:rndandole di affidarsi
a Lui. E il dono invocato venne. Sveglian-
dita. E fu cosi. Oggi, dopo un anno, posso
pubblicare la grazia, Lanto più grande se s1
pensa che, dopo tre mesi di degenza, non
era ancora dich.iarata fuori di pericolo.
Quando la nipote ringraziò il professore
che l'ave,·a operata e curata, questi disse:
<• Lei ringrazi Dio e non me! >>. 1 medici
e le suore la chiamavano la miracolata.
Ora sta benissimo e ringrazia con me il
venerabile:: Don l\\Iichele Rua.
Udine
ALICE BACC11F:n·1
dosi il mattino seguente, la figliuola non av-
vertì più alcun dolore; l'occhio era guarito.
I,a si volle però condurre lo stesso a
Roma, dove il prof. Ilietti, direttore della
Clinica. Oculistica, costatb la cicatrizzazione
del nodulo e ritenne quindi inutile il suo
ricovero in clinica.
Da allora Teresa ha ripreso a studiare
senza più avvertire alcun fastidio all'occhio.
Grato al Ven. Don Rua per la sua po-
tente intercessione presso il Signore, il
padre invia offerta e prega vivamente di
voler pubblicare la grazia, che per il modo
della guarigione riteniamo un vero miracolo.
S <1t'Udl1J (Catanzarr>)
Non aveva più speranza di guarire
1n seguito a ripetute coliche epatiche
ebbi l'esaurimento nervoso e poi il col-
lasso. Data la mia tarda età di 74 anni,
non avevo più speranza di guarigione; ma
dietro consiglio del Rev.mo Rettor l\\.lag-
giore dei Salesiani, invocai il venerabile
Don l\\.Iichele Rua e sono stata esaudita.
Riconoscente, ringrazio il Venerabile e
invio l'offerta promessa.
101 La f)irellrice del!' Istituto A1. Ausiliatrice Oe>~ero (l\\liluno)
COOP. l'Rl\\TINIA 811\\NClll

4.5 Page 35

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DON FIUPPO RINALDI
Può celebrare anche malato di flebite
11 30 ottobre scorso, camminando con molln
~ifficolt.:i e sentendomi piuttosto stanco, chiamai
11 medico, che diagnosticò una flebite e mi
ordinò completo riposo, non permettendomi
ucmmeno di celehrare la santa :\\lessa. Pr~crissc
le medicine adatte.
.\\on p<>tei _rassegnarmi n non dire \\lessa cd
a completo riposo.
Chiesi al nostro nmatii;simo e veneratis..qimo
Don Rinaldi che conobbi, stimai ed ama,
molto, di ottenerrm l.1 gnma di poter ceh:brare
regolarmente ed anche attendere al mio lavoro
di ufficio. Applicai sulla gamba malata una sua
~el\\qui~ e con mi~ _grande {!ioia celebra, tutti
1 g1orn~1 sedendomi rn alc1Jne parti della J\\lessa:
e. pote,. anc_hc attendere sempre al mio lavoro
d, ufficio, ncevendo regolarmente le visite dei
m1c1 sacerdoti e di altre persone.
Dopo un mese corninciai a cammrnare con
prudenza e, cosa wrprcndentc, questo terzo
attacco di flebite in quarant'anni non !-cmhrn
abbia lasdato gravi conseguenze. La gamba è
un po' gonfia, ma senza dolori.
~li è grato esprimere filialmente la mia ri-
rnnosccnza al venerafo;simo Don Rinaldi, che
spero potremo presto venerare e ringraziare
ancora piì1 pubblicamcnti:.
+ LUIGI '.\\lYflllA.'i
Ar,1\\rs.:o,·u di ;\\ladr•••:'lltl1oporc
messa, rin~razi.1ndo Don R.inaldt pur la sua in-
tercessione presso l\\ faria Ausiliatrice e per avermi
consolat,t tl11po tanti mt.>si th ansia angosciosa.
Roma
t. \\IODEl,'TI
« Questo è il Sacerdote che ho visto »
:\\ria figlia \\farìa Camilla tornò da Monte-
video, dove studiava, in delicatissimo stato di
salute. l i dottore dichiarò le sue condizioni al-
larmanti e aggiunse essere necesi;ario ricove-
ra:la_ in ospcd_ale. In sì penosa situazione sup-
P!'cai Don Rmal~h che le ottent.·sse la guari-
gione senza che s1 allontanasse da t.-asa. Quindì
si' le applicai una reliquia del Serrn di Dio ma
non dissi nulla alla figlia. Il giorno dopo alzò
,isibilmentc migliorata e raccontò che aveva
visto in sogno un Sacerdote anziano che le di-
ceva: t Raccomandati a me e guarirai,,. Io le
mostrai varie immagini: l\\laria, al vedere quella
d, Don Rinald1, disse: « Questo è il Sacerdote
che ho visto st.inoue, mamma!•· Quando tornò
il dottore per ospitalizurla, vedendola meglio,
le fece un ahro esame, dal quale risultò che
1 corpi estranei $ nscontrati nei pol1J1oni erano
sco~parsi. L;.1 cosa lo sorprese moltissimo; la
fi_gha 11?11 ebbe bisogno di ulteriori cure e oggi
ringrazia con mc Don Rinaldi.
l'aywndù (Uruguay)
:\\!ARIA 8. $. Dt PfA.S
O dolore è coJnpletamente scomparso
A. E. (Tonno) m1>no-.c:cn1e al :-cno d1 L>10 D . F. R.
d1 t,;:Uj hn sp,·runtnta,o l'aiuto, Ìn\\'111 utlc-rt.1 ,n rJngrazjn-
\\1io marito da van mesi era malato i;cnza
eh~ si riu~cisse _a capire q11ale fosse la causa
de, s1101 d1sturb1. Le npctuh: lastre e analisi
mcnt1., SJ'h.:rundn l h~ JiiU'l compJC't.iita: In gra,:ita.
0011. Angelo l..o•chl (Novara) invia nlkrrn p~r lo heati6-
e1121one <l1 D. l· H. pér gr1121a fl<"<•V11t11.
n. Marla.nn.l.rul Casalln.I (Doloi:?t1a) ottenne ,l.t F. R. l.1
non riuscn-ano a far indi\\iduare il suo male. J?Uarigiunc J 1111 h(fha d.i scnu ~tt~1cco Ji hron~<•pfllmonik,
Scor:i~!Jiati e aniliti per l_'inutilità di ogni
cura, t., nvolgemmo con fidueta a Don Rinaldi
di cui lt:AAevamo le grazie nd Bollettino Sa:
e 1'1 tal:COmànll.a \\:1vanu:ntc al Servo J1 t)w rcr altra t.rr..tZHL
Olttttrtcc, C<>llco1do M. Addolorala (H111usa) nni_..-uia.
anchtc • nnme d1 111uh, altre P"l'!OR<', l ). F. R. I"'' 1~
,-,compa0,4 e.le uraa Pf'O•>MSSUna 11t1tua.71unc ,n cui s1 tro-
les(llllo. _Dapprima con~in~i.u la novena da sola, VB\\.&1 una 1uJ. J>ttr• n,~.
poi la ripetei tre volle 1ns1cmc con mio mnrito· R1>maoo rasquak (Horn•) ottenne da D. F. R. la pro-
cd ora posso dire di e:.~erc stata esaudita' JnOzione di una c.-uw1nn alla rnaturitil d.a.11sic-n1 '-' k1 propna
pcrchè il. dolore da cui per canti mesi cr,; guarig1ont' dn ,.-1~l1h: t'ronica.
stato affi1tto è wmplctamente scomparso.
Llllgi BenlnCil,.i (l'11,crlà) r«gundn """ I r,11r1tll.,n D. F. R.,
ottcnn~ un 111:to rvcnro e l.1 S4lutc f"h:r 111 111nt,:hc ç i.1 b.un-
Rendo pubblica que--.1a gr,1Zia come da pro- bum.
10:;

4.6 Page 36

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I l nos1ri morti
Salesiani defunti:
SAC, PIETRO nRONE, già Catechista Generale dei
SaJc:,iam, t a Torino a 87 anni il 4-z-1962.
Di lui diremo n,,/ proum,o 11um1!1'/1,
Sac. Enrico Cojanl t a PiQssasco a So anm.
"Ern. uno de1 tre frntelli Cojnzzi, SocerdotJ SAiesiani, tra
cu, il nQto e r.rcorcLsto educatore e acri.ttore Don Antonio.
Compiuti gli studi filosofici alJ'Universiti Gregoriana di
Roma, passò llf'BD parte della sua \\'ita nello c.ue di forma-
1.iune aalesi,uu, da tutti amato per la suu canbl longanime.
per la sua calm~ •erenità I!" im_perturba.bilial di caruttcre:
\\+frtù rese in lui più amabili da una giovialità che da"•
alle CQe d,t lui direue '1 timbro aaleslano e un gradito
cliDlll di fa miglia.
Sa<:, IJnba.otarl Giuseppe t I Roma a 84 anni.
Sac. V incenso Madonna t • Maro1111-ia (Svi%1.tra) • 86 anni.
Sac. Feller l'rancesco t • Vienn• (Au.otria) • 83 anni.
Sac, Wals.b Guglielmo t • Cbertscy (Ingh1i1erra) • 7z anni.
Sac. WeJngartner Giovanni t a J\\fonaco (Germania) a
sr nnni,
Sac. Mortaronl Carlo t • Tonl'\\O • 59 anni.
Sac. HullJe Francesco t a Rouen (Franciu) a <!S anni,
Sac. Duca Giuseppe t a C31ania • 45 anni.
Sac. Gaue.r Agostino t • Bahia Negra (Paraguay) a 37 an.nì.
Cb, Danune Pietro t a Bui..cvillc (Al~eri•l • 27 anni.
Cb, Decaestecker Bernal'do t a Gradigt>an (Francia) •
23 anni.
Cb. Llorente Giuseppe L. t • Orense (Sp•gna) a 21 anni,
Coad. Angellni Primo t a F'iren,;c a òo nnni.
Coad, Busch l'rldoUno t a CorQ (Vene:ruel3) • 66 rmni.
Coad. Hofmann Pietro t n Monaco (Germania) o 66 onri.
Coad. Kropf Roberto t • Klagen.fu.rt (Austria) • 27 onni.
Cooperatori defunti
Don Enrico VJttl, Abat,-Pnrro,o 1n S,11,/roti (Frosi-
none) t a 77 anni,
Zehmte sacerdote nei 49 anm c.h ordin:11.ione e -10 di par-~
rocchio, fo decurione fin dal 1936, quando conobbe i
Salesiani di Gaeta, che per 30 anni di seguito porbrono
i gioY"ni ~1p1r"nti miuionarl prima e poi quelli dtlla
Tspcttoria roJharul a viUcggrnrc nella valle di Canneto,
ospiti del Ssa..ntu11rio che Il sorge\\ e che l'abate Vitti mtt•
u,va a disposùione con generosità impa!ll'bile. Uomò di
grande cuore, si vantava di essere un • sale.siano nel mondo •:
• co•\\ fondò I• lot.ale Uni<>nc Coopenll<>ri, diffuse le dl-
vozioni ai Santi sall!!lìoni, ind.i.riuò ,:iovani nei no$.trl
up1T11J1tati, ò mise la aua ca.slil jt:mpre A disposizione dei
numerosissimi Salesiani che lo hanno conosciuto. Bene-
licà anche niaterfolmeru:c le. opere di Don Bosco con hu--
ghcz.za di offerte e procurb ni Snfesinni un Hl.lto terreno
QVe si spera rellliz:zare il suo sogno di sempre: una uasa
salesiana e.s:r1va per gli aspiranti nella \\.--alle della ~1adonna
d1 Canneto. I Sale5inm lo ripn_garono ncU'sffc:tto, lo con-
solarono sempre ne.Ile trista vicende della sua vit:~. lo o..pi-
Jtcttero 1n fin df v1td e - numc.r1Js1&:simi - prcsenziurono
ai solenni funcr~li ,ulfral!llndone l'anima benedetta.
Mons. Giuseppe Donati t a Rieti.
De-.,010 di San Giovanni lloaco. ne imitava gli esempi e
invocava la protezione sulla propnil nlt1vitil snc.erdotal~..
Qua.le affezionato Cooperatore, seguiva con viva 5"impnti.1
lo sviluppo mondiale della J,'am1glio Solcs1a.na., heto del
srnmde bene cbe ne vcruvo alle- anune.
cav. Angelo Maria ClancaretU t a Scanno (L'A4.uilo).
Medaglia J oro por l'intensa e sa:ggia atcivibl A\\•olta nella
scuola per oltre 40 n.nni, seppe 1,U\\COrn reggere con fe.r-
mei2.a e alti ide11H te sorti del Comune. Lo Scuola Ita-
liana Moderna • b, fatto di lui questo elogio: , Sape•·• por-
10($ tare la \\'lte ncllo S'Quol• e Jrt scuola fuori dcU':aufe t.
Giuseppe Monti t A Tonenqo Carwvcse (To) • 8~ onni,
Come un patriarca, circondato dai suoi figli e confortato
dall'nssistenza del fi~lio a•cerdote, Don Leonardo, à de-
ceduto dopo hrcvc malattiJI, 111.sdando all'i.ntero paese un
fulgido esempio di vira •ercna e laboriosa, tutta c.onsa.-
CTata al bene e 11.ll'cducaz.ionc della. nume.rosa fantiglia,
che Llal Cielo continuerà. a guardore e bentdire.
t Giuseppe Andruetto a Pios~..co (Tori110) • 75 onni.
Crj,tiano esemplare nel pieno senso d•ll• pnrolll, fu Siii-
daco del paHe, amato e stimato da tutti per le sue virtù, in
modo particola.re- per la sua rettitudine.. Lri aua devozione
a '1.ari1' AW1iliatrice e a San Giovanni Bosco era aìneera,
corne fu sincera la 9W'1 amminzione per l'Opera tualesiana.
Felice Pa.rollnl t s .L•m:ada (Sondrio} a S1 •nm.
Cooperato.re Salesiano imparentato e.on varj Sa.Je:aiaru o
Fielie di Ma-rià ,\\u.siliatri<'e1 teppe meri,.Ni la sum1 dc,:rli
uomini e le benedizioni di Oio 1u1lc sue impre,e e sulla
famigha. Ebbe per Maria \\WJihatrict e per Don l3QStO
una particulllTissimD de\\·Ozio,ne unin ad illimitata fiducia,
Domenico Fondacaro t a Catania a 63 annI.
Entuoiasla cx •lli~vo del 11;lorioso Oratorio S. Filippo
?\\cri, .S-J distin.s.e per il 111uo profondo attnccamenro a Ooa
Bosco e fu .sempre presente. a tatte. le grandi munifosta-
7.ion.i salesiane. Con la bella voce ienonJe - era coru1fa dal
e Mns~mo • di Catarua - fece parte dello Schol,a cantorum.
Rèligioso, as,iduv ,u Sncr3-mcntj, fedele alle tradizioni
salesiane,, fu un Cooperatore eitempl11re., ardente. operante.
Giovanni Mo.rra 1' ad Arom, a 74 anni.
Coop~rn.torc. an.Jcsiano, p11drti: di Don Livio Morra, perito
nelln immane ~CÌB"UrB. del Cite il 7-Vrt-rQ53, zio di due
oltrì 11acerdoti. rest11 nobile ~empio di onestà, Tcttitudinc
e dJ vita interamente vissuta: neJ timore di Dio e per il
bcno della fomigllA.
Antonino Nlclta t • S. 1'crcs1 Riva (C•t•nia) a 60 anni.
Cauolico ftrventc e Coope-ratorc zelante, aml> l'Au8ilia-
trice, Don Bosco e i Santi nlesi1ni. Cooperò nel propa-
garne il culto In S Teresa e nei paesi vicini. Godette eh"
la ,·ia jn cui abitava fosse inùtolata. Il Snn Domenico Savio
e su.J..h fetcdtta della sua casa fece erisrere una plc:cola Icona
con la statua dell' AU-Ailiatrice.
Santo Bossi t • S. Solvatore (Alessandria),
Umile, pio. di profonda pit:tà, adempi con scrupolo e
dilistcn1.a l1 ufficie1 d1 ~ac:r~tn.no per molti 1tnni nel111 chiesa
di S. Siro. Coopenuore a"'lsiduo alle confcuenze m~sili
e ~tfezionato all'Opera Snle•i•na, allevò la famiglia nel
Snnro timor di Dio e nella Jivo:t.ionc a San Giov.nni Bo11cu.
Ualo Zoro:I f a ::i. Re.mo,
Cristiano convintç, e genero,o. Nell" iam1gli.-a, che amb
con grande teneraza, trovò gli affetti pib cari; nel la.voro
onesto, appassionato, La gioia del dovtirc compiuto. )\\ml,
intensnmente il suo lnvoro di Cooperatore e Zelatore 15=3-
tes.iano. prodigandosi in ogni manìcru per rutu: lt! inizia-
ti>"< drlla Pi• Unioni'.
Coniugi Pietro e Angela Viotti t 11 Castclrocboro (.A3ti).
A bro,•e disunza d, tempo l'uno d!lll'nlrro. ,t S1.11nore chi••
mavu qu~ti umjh coniugi a riçevere iJ premio dellw loro
Riornatl\\ tr&isc.'.Orsu nel lavoro e nella pu:u\\. A1o~roac;, molto
la Madonna di Don Ho~c.o e furono c;la F.ss,a alliet0ti con
la vocuionc d, due dollc loro fighuolc tra le Fi~lie dJ ;\\!orla
•\\Wlilia.trice.
Mani.re Strlnghtni t • Voltido (Cremona) a 65 :umi.
La tua fede vi\\•r:11 'tostan~iata di opere, fu pr~m,1'0.r;;a da
Dio anche eon la voca~H>ne sacerdot11le dt due suoi figliuoli.
Giuseppe Pltton t • lbrco (Udine).
Uomo d•ll• fede profondo, esen,pl•rmen1e vil<suru nello
vita e nelle oper~, 1'r1I padre di Jiec, figli, de, qu•li bcn
cinqw, ebbe il <onforto di dare al •er\\'i~io dellil Cb1tsa:
due Sàcordoti salHiani, u:na Fia;:lia dt '.\\11.nria Au:1.ilia.tricc
• dul! Suore Mbaionaric del Sacro Cuore.
,i, .Ntl numrrn di Jd)b,aia in qui')'ta /U1Jtitw tnmpa1i'1a il nomr
Ji J.\\Jon.s. Guido ùr.~iui. Fu u,w. st·iJto e.la t,~ 111ftJro1/J.
A"nu,,~imrto r:ht si tr11.tlt2 di .\\fnns. Luhri L,•n::i11ì ~ th!t .'i.Inni.
Orlid() Un:in; j tuttora uiu.•,tu. ,u ougu-tiamo tm;ii eh~ posst1
ri.ttab1lirn.· pri:tto 't.rt ,alut1. ~ r1prt1'11Urt l,, ,ua pr~ztosa attit.11tù.

4.7 Page 37

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Maria Ghibaudo ved. Tardivo t • 77 anni.
Madre di tredici figli, dei quali sei Sac-ertlotj missionari
,al.,.iani. Qu..,o il miglior eloiiio di questa eccezion/tlc
Cooperatrice salesiana, che ebbe l'ineffabile conso)0-z.ionc
di vedere i frutti della educazione profondamente religiosa
data ai figli, maturare In Aei vocazioni all'apostolnto sale-
siano e missionario e in quattro focolari cristiani.
Caterina Cuçc:bl ved. BOS4:h1 t • Palestro (Pavia) il
21-xn-1961.
Donna di profondi sentimenti religiosi. cooperò con 111
sorella all'educazione dei due fratelli, poi Salesiani, ri-
1nasti orfnni in tenera età.. Dotata di animo forte. affrontb
Je ta.nte prove delta aw1 vita con cristia.ml accettazione.
Si spense serenamente a 86 anni, di, tribuendo tutu i suoi
•li• averi al poveri,
su• C:hiesn par-rocchialc e ad istituti
rcli~oHi, fra cui i Fi1tli di Don Bosco,
Marina Trecate t a Torino ;l 70 anni
Vittim.:s di un incidente, rimuta in serena coscu:07A fra
ineruu--rnbili sofferenze,, ntHc be-cvi ore in cW sopravviue
01 offri •Ila volontà dl Dio Pl'r il tnonfo della •u• 1,loria
nella Ctuesa. La aus ultima prcgh.ie,n fu: • Gtsù., --i..\\lar-ia,
safotit~ a,rime •. Attuo io tuua la sua vita, con semphcia\\
e coercn~:t pienn, il Renuino spinto del Vangelo ed offrl
generosamente tre figlie .li Si~nore nell'Istituto delle Figlie
di l\\1atb Au.5ilifltri~c.
Elsa Marcuc.ci I a Faenza.
Auivu. C'uope.nurice s:ale.sian:l, attese ogni domenica ton esem-
plare assìduiffl e diligenza 11ll'in.segnam~nto del Catechismo ai
più piccoli dell'Oratorio festivo. Consapevole della sua pros-
sima. fine. numiu di tuttl i conforti religiosi, affrontò aerc-
numente il pn:s.so supremo. o.uelando tJolo Ji uni c~i al suo Dio.
Maria StagnoU t a Bagolino (Breocia),
On. vern Coop~ratric:c u..Iesiana ha offerto i lunghi anni di
urta penosi m alattia e hA acc~ttato li(ioiosamcnte la morte
per l'increm.e.nto deUe voca.iioni 1accrdotali e reliaiose.
Maria carronlnJ t a Martino (Leccè).
Valido collaboratrice del movimento C.:ooperatori 1n Mor-
tsno, vi organizzò le Conferenze saJesian.: 6n dQJ 1930.
Ultimamente caldeggiò l'acquisto e l'ingresso trionfale di
una artis.tica &tatuo di Don Bosco nella chiesa pacroc-
chiale del S. Rosario. Promos&e e sostenne 1'iduruuu::"
merunle del gru_p_po Coopcr11tori di :\\i.art.ano e (u a tutti
e~empio di virtù tristia ne.
HUda Tave.rnler, n, Formisano, t n Napoli • 46 anni,
7..c:Iutncc .al ~siona. membro del Cons1"Ho loca.le del Centro
del Capuno; Dama del.la S. \\7foocnzo de' Pooli. Per en-
trambe te Opere si 1,rodl,iò costantemente, a,sol vendo
insieme. ed egregiame.nte, al compito di 1poso e Ji m adre.
l beneficati della S. Vincenzo conobbero lnfinlte volte la
bonf8 del suo sorriso, che si a~cOmpagnovA al gesto di
çadtà~ le Cooperatrici, che l'avevano 1.:ompngrua ncl La-
boratorio liturgico del Capano, ~i s entivano vivificate dal
suo esempio di abnegazione 5itcm,ziosa e g-ioiolla"' LA sua
oc.:0mJU-"• ~ sr:atn fulminea., mi l'ha trovata _preparatA
all'unione con Oe,ù1 che anche quella mattina a,"eva ricc,tvuto~
RJta Pouoll ved. GJurlanJ t n Chiavcnn• • 84 anni.
~1nmina. ,•~ramente esemplare in ogni virtù cristiana e
fervorosa. Cooperatrice.. ·volle -educare i suoi figliuoli ali.a
•cuoia di Don Bosco. E il Si1tnore la pr•miò dandole il
conforto di vederli crescere crisci-ani convinn e militanti.
affc.zionati.8'$:imt :1 Don Bosco e ru toro edu cnton.
Roma Papùù Due.ci t a Samprugnano (Grosseto).
A,-eva 77 anm ed era Zelatrice dal 1919. Il suo Arciprete
no (B. queoto elogio: • Intelligente e pia, ardente di fede
e di carità, è nato un vero angelo per la Pal'l'Occhia che
ha !i.emp_re aiutato con la pregbitttD fe:rvcntissimu. e, sino
a qualt:hc tempo fa. a.ne.be e-on l'istruzione rtliu,.iosa e ca-
tcchlstic:1 a.i CancluUi, Attaccat.issimn alle Opere Sn?csiu.ne,
tu diffuso in Parrocchia la devòzionc alla l\\1"donn• Au-
siliarrie:e e a Snn Giovanni Bosco. La sua morte h11 addo-
lonto tnnte 1lnime e --particol:armentc la Parrocchitt, della
Quale la carci sCompn.na è 1Jt8tll sempre fiRlia. dcvotiS9'imtt •-
Lucia Deuanl ved, Malocco t Penango (A,.u).
Si è spenta allo vene.rnndu etll di 94 anni. Cooperatrice
zelante, fu ae.mpre atieziomuu all1 0pe.n, Salt:aumu e 10
particolare alle nostre. Missioni; l'AW1ilintcice le con cesse
la gioia e la. rlorfa di a.vere un fi,::lio mìssiona.rio.
Pierina Rolfo in Dlonlsl t i11 \\ loasaodrio 41 anw .
Spoea e madre d , preclare virtù, sopportò con ra.sse~zione
cristinname.nte JC'rena una lung• e dolor osa malattia, sempre
invocando l\\t a.ria. SS. Ausilia trice e- San Oio\\·anni Bosco.
Altri Cooperatori defunti
Acti• Giovanni - .\\dinolfi Edmondo - Alcs,i Giuseppe •
Anzttliiero Pio - Apponi Flavia - Boima Gio\\'anni • ll•-
loirc Teo!. !\\fon•. An·. G iovonni - D,tr"bino A11ilio •
Barberi$ Giov. Cesare - Bardosc1a Con_geda Anna ~ Dar~
resi Gi11•eppc - Bcllio Amnlia - BeltTilrni Pian<>II• Crisiina
• llcrzfa Ocotlara • Bett•z Carnlin• • Bianchi Emma -
Bianchiti Giodntn - Bianchini l\\faffezzini RoH - flisto-
grtino L ui~i - Ro~olli Moddnle n11 - Tiren• I rmo • Btocato
Rune1nn D. Glu.seppe - Buffa. Frnneesca - Drusa Cntcrina ..
Calvo Mnrit1 - Camerini Maria - Campana ì'vlar.athcrita -
Canna Marianna - Capello Filippo - Capitolo Mariett•
ved. Vanar-.a - Casah Giacinto - Cnscio Ceure - Catt.-nco
01u3cppc - Cecchm1 Er-mimo - Ce.rruti Giov•nni - Chipla
Gabriele - Chiola l\\lichollllll • Clementi Attiho - Cors1no
Oiovunni - Cucciati D. Picfru - Daffunduo .\\ttilio - Daf-
{unchio Mario. - Danna Ma.ri.-a - De A,:osclni Rodolfo -
De Biasio Gioo - Oc, CcccQ Leon~rdo - Dcmuro E/lsiu -
Di Bitonto Maria - Di .Blui Giuseppe • D i Fant Angelo -
Di S tefano Sàlvatore - Dus, prof. Teresa - Fcrr11rc,c Alice -
Fe.r-rarin 1'.laria - Fioriili Luiai - Foren11n Antonio - For-
ma11nana Oio,•an.ni - Gllido An~el• - Galli Barbara • Gallo
Antonio - Gcrini Angiolina - Ghirlanda f'crrnrio Maria -
Giambelli Luigi - Gio,·an•rdi Dionigi - Gorgo1ini Alice -
Gra.aao Filippo - Griais Emilio - Innocenti Gio,fanni -
Jozzelli ÙS\\·aldt:1 - L.a.nfranco Ann~e - Llnget. Nitokt ta -
L i pod G•ctftno • Lucchini F.lcna • l\\Tawnetti \\ dole - M•-
l•11uti I ppo!ito - Mamn11om Ernesto - Marceddu Giu -
liano - Marrani Sefon - MJs• Anselmo - ~t38oero Anto-
nietta .. Meazzlnt Curiont Maria - ;\\filn.no Emi!ie - Mio-
reUi Gio"•nni - !vtootllrino Giuseppe - Nassivc:ra Ala-
dino - NavDzzotti Stella Marinnna ... Negro Luigina -
Ne.sei Roberto - Oliva Marg-b.e.['ita - Orsnu prof. l'\\ico)a
Notale - Ou anà Man11nno Domenica • Pai:elh, Luciano -
-Poo6cttl D. f'roncesco - Parolin J...ucian9 - Porolio Lu,ip -
Parussa C.ate.rina - Perfetti Banfi ~la.rcelli.na - Perussa
Coterln:1 • Per.zola Domenico • PiaDll Viotti An~elli -
Piccin, n Luigi - Poli~rano An~clino - Prada Fcrdiruu,do •
Pmndi CeSAre • Pruo L ucia • Prestifllippo Carmela
Pronzoto Luigino - Rilnzini Fernanda Rcold Ph:nrio-
vanni - Rezzi Giovanni - Rigoleuo Camilla - Rina1'1! Ade-
lina - Rin,ltll '\\1•ri• - Rioln Lui11fa nd. Conwu - Romaru
R agi Riceardo - Ros•i dolt. G iuseppe - Sarti One - Sa-
au1.ssani Galletti Msrtina. .. Scimane Giovanna - Smsi
Domenico • S imonini Giovanni Solaro 1\\ln.riR - Spa-
gnoli D. nomcn,co • Srofenino Ermehndo - Strambino
Giov. Batt1su - Tant 1gnonc Ernesto - Ta,•cc<:bn, Br,rnardo -
Urso Cal~ \\'t l.ll'Hl - Vacchin o a:yv. Leandro .. Vanru Bertom
M;1.ru1 - Ver:chlo GlUseppe- Verra. Marta - Zanotti Felicina.
L"ISTITUTO SALESlANO PER LE MISSION I
con sede in TORIN O , crcrto in Ente Morale con
Decreto 12 gennaio 1924, n. 22, può legalmente
ricevere L,gati cd Ertditd. Ad e,-itnre possibili
c-ontestaiioni si consigliano le ,~uuenti formule:
Se trattasi d'un Lcg1tto: • ... lucio ali'lrtit11to Sa-
luiano (>er w Mùtioni con ,edc in Tori110 a rito!Q
di lega to la s<>mma di L ire ... (oppu.rc) l'immo-
bile sito in... •·
Se trattasi, invece, di nominare er;ede di ogni so-
stanzo l'lsri11110, In formula potrebbe essn ques1.a:
, ...Annullo ogni mia prccedilllte dispo5izione testa-
mentaria. Nomino mio erede univenl8.l<' l'lstilltto
SaleJìa110 per li! 1\\1isllio11i «l,i sede in Torino, lasciando
ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo •·
(luogo d,ua)
(fir,11a per ~tao)
107

4.8 Page 38

▲back to top
t iv.:-
.
DCROCIAL 7ffiJl!rJ11tiI/ti
TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
per cominciare unn Borea occorre un minimo di Lire LQ.000
ffo se d:1 ·ompletart.
Borsa Mamma Marghulca, Mazzolo1ti Garlanda 10.000 •
Tot. L. 24.700.
Boua Mllone prof. Sebastlaru,, a curQ di J\\lariuccia ;\\,li-
lone-Ferrero (Torino) ,• veu. L. 10.000.
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Venerabile, p,ot•g![eù le mie int8t1ZiQ"i (Torino), a cura
di Momù Vittoria. r' vers. L. r5.000.
Borsa M. Ausiliatrice, S. G. Bosco e S. M. MazzarcUo,
i,~ ;·uffrapo d, ,\\.fecra C'rutma, a cura di Mecca Anto•
metta. t vt:rs. L. 10.000.
Horsa M. Ausiliatrice. S. G. Bosco e S. D. Savio, a cunl
de., frnteU, Accomasso, Mastrocmque Iside L. 5000 -
Tot. L. 20.000.
Bol'>la Maria Au.siliatrice, a cura di ;--avone Giuseppe.
vers. L. 2.3.000.
Borsa Maria Ausillau-ke e S. G. Bosco. a cura <.li Od-
donc Marilena (Torino}. 1 ve!'!<. L. 20.000.
Borsa M. Auslllalrlcc e S. G. &sco, ton<rddtci la gra::ia
tl1t 101110 ci sta a r11ore , protaggate fa 111Jstra famiglia,
a cura di Augusro Pilia ,,,, ali. ();uorll) L. 40.000.
mn Borsa M. Ausilia1rlce e s. G. Bosco. prqltJUf•k
eI
11ostr1 eari, a curo d, Carlo t Anna Piana (Torino).
0
,
vers-. L.
ro.ooo.
Borsa M. Ausilfatrlce e S. G. Bosco, n cura di Maria
Montcncro (Torino). ,• vers. L. ro.ooo.
Bol'>la M. AusUlatrlce e Don Filippo RJoaldJ (2•), a curn
del c;av, Peciu /\\ngclo (Piacenza) - L,. 25.000.
Borsa M, Ausillalrice, S. G. Bosco e S. Lorenzo, a cura
di N. N. Sabre Lazzaro t moghe 20.000 • Tot. L. 40.000.
Borsa M. Ausiliatrice, per lt1 em1tù111a e;iler/;, protllZio,re,
a cura d1 Spoto Gin.:onio (Trapani) • L. 30.000.
Borsa M. Ausfllarrlce e Don F. Rlnaldl, Servo di Dio,
o cura tiella fam. Serr~ (Torino) - L. 20.000.
!lor~• M. Ausiliatrice, S. G. Bosco e $. D. Savio, per le
a,rimt dl'i miti tl,fm,ri, u curu di P .\\. (Palermo). r0 ver&.
L. 15.000.
llur,,a Maria Auslllarrlce e S. G. Bosco, a cura di Bor-
gardlo Anqda (Alc,,~artdria). , wrs. L. 10.000.
Bllr&n Maria Ausi.Uatrlce, protegg,ue la nostra cr~at1Ira e
con1enio.t11 n lungo , geniton, n cure di .Bomno Laura e
Paolo (Cuneo) - L. 46.1)<)0.
!lorsa Plo X, $. G. Bos.ço e aoime purganti, a cura di
Mc,vi Bice. Borra Caterina 5000 - Tot. L. 42.ll20.
Bol'>la Run Don Michele, Venerabile, Don F. Rlnaldl e
Padre Leopoldo, in rnffra,:10 de, ,n,~i fratelli, a cura di
V. V. (Trent") L. :;4.200.
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mag11ijic11 figura, spl,mdida realiz:eaz-.one dt!l dù,!lllO di Diu,
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