Bollettino_Salesiano_197104


Bollettino_Salesiano_197104

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BOLLETTINO
Vogliamo portare I Cooperatori Sales iani
a diventare collaboratori coscienti,
Integra i/, a fianco di noi, non s otto di noi:
non solo, quindi, fedeli e doc ili e s ecutori,
ma c apaci di res ponsabl/it;} apostoliohe,
pur s empr e d 'accordo e In sintonia col Sacerdote.
DON LUIGI RICCERI
SALESIANO
Spedizione 1n abbonamento postale • Gruppo 2° (70) • 2• qu1ndic1na
EDIZIONE PER I DIRIGENTI
A. XCV. N. 4 FEBBRAIO 1971 DIREZIONE GENERALE 10100 TORINO• VIA MARIA AUSILIATRICE, 32 TEL. 48.29.24
CONOSCIAMO DON BOSCO
Più lo studio, meno lo coanprendo
<< È semplice e straordinario,
umile e grande insieme. Non ha
un soldo in tasca e il suo cervello
mulina progetti immensi, apparen-
temente irrealizzabili e che a ogni
modo mi pare egli sia incapace di
condurre a termine. Se non fossi
sicuro che lavora per la gloria di
Dio, che lo guida unicamente il
pensiero di Dio, che Dio è il fine
a cui tendono tutti i suoi sforzi,
direi che è un uomo pericoloso,
più per quello che lascia intrave-
dere, che per quello che si fa co-
noscere. Don Bosco è un enigma >>.
Sono parole di un santo, S. Giu-
seppe Cafasso, - conterraneo e
guida spirituale di Don Bosco -
che a prima lettura sorprendono e
turbano. Era così difficile capire
quell'uomo che a lui si confidava?
Sì, tanto di straordinario e di so-
prannaturale era in lui. Ma lo
stesso Cafasso finiva per fidarsi
di Don Bosco. << Lasciatelo fare... o.
· Forse anche a noi potrà accadere
la medesima cosa, perché quando
la luce è forte e troppo vicina, gli
occhi ne restano abbagliati e fini-
scono per non vederla più.
È un fatto : Don Bosco, man
mano che lo studiamo leggendone
la biografia, ci appare straordina-
riamente grande (il soprannaturale
in lui era cosa naturale, è stato
detto), tanto da non farsi più
capire. Non per questo smette-
remo di approfondirne la cono-
scenza, anzi ne sentiremo sempre
maggiore desiderio: vorremo leg-
gere biografi.e più ampie e studi
ascetici (don Ricceri raccoman-
dava recentemente a un gruppo
di Giovani Cooperatori la lett ura
dell'Epistolario di Don Bosco per
sentirne una presenza "viva"), e
allora si perfezionerà La cono-
scenza del nostro fondatore, e Lo
scopriremo, come poi lo scoperse
Don Cafasso.
Ma cos'è questo insistere sul
tema di studio, che prevede un
buon biennio di durata, questo
martellare che si va facendo da
un po' di tempo in qua tra noi
cooperatori ? A qualcuno sembrerà
a prima vista un chiudersi ai
grandi temi che il Concilio ha
riproposto, una Limitazione che
non ci farà onore. Non è cosl. Non
è stato il Concilio a esortare i laici
che appartengono a specifiche asso-
ciazioni di apostolato, ad appro-
fondire la loro particolare spiri-
tualità ? Don Bosco è stato un
dono che lo Spirito ha fatto all'in-
tera Chiesa, è stato un Santo che
come pochi altri sentl e trasmise
un amore a tutta prova per la
Chiesa e per i suoi problemi, e oggi
ancora offre la sua testimonianza
di fedeltà a Pietro. Ci è necessario
riscoprirlo, riconoscerlo, tradurlo
nel linguaggio pastorale moderno.
I giovani di oggi hanno bisogno
di profeti e Don Bosco è ancora
oggi tale per loro. Manca chi lo
sappia e voglia presentare con
coraggio. Se lo conosceranno, se
lo faranno amico e sarà << uno dei
Loro ».
Ji'ebbr nio-giu gno: periodo centrale e il più opportuno per approfondire lo studio della prima parte del tema
biennale che abbiamo scelto (Don Bosco, l'uomo, il santo, il fondatore). Nessun centro diserti dall'impegno preso.
Delegati e Consiglieri, a tutti i livelli, si sentano respomabili del loro compito. Non perdarw l'occasio11e irrepe-
tibile che viene offerta ai centri I
26

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Consiglio Nazionale in riunione plenaria
Nel clima di rinnovamento che caratterizza la vita
della nostra Associazione in questo periodo si inquadra
la riunione del Consiglio Nazionale dei Cooperatori,
tenutasi a Roma nei giorni 2-3 gennaio 1971, i cui
lavori sono stati incentrati sull'esame e sullo studio
della bozza del nuovo Regolamento dei Cooperatori,
distribuita ai soci in occasione del 3° Congresso dei
Consiglieri Ispettoriali (Ariccia, 1-3 maggio 1970).
Come si sa, il Regolamento che ancora vige è quello
redatto dal nostro Fondatore e che porta la data del
12 luglio 1876. Aggiornare al nostro tempo un testo
cosi venerando, i cui pregi di semplicità, completezza
e di affiato spirituale, sono universalmente riconosciuti,
non è impresa da poco. D'altronde non bisogna dimen-
ticare che: 1) Don Bosco è stato per molti aspetti il
precursore del nostro tempo; 2) che il Vaticano Il, nel
formulare voti perché si aggiornino i regolamenti delle
varie Associazioni alla nuova realtà ecclesiale, ha espres-
samente raccomandato che venga rispettata integral-
mente l'idea matrice del Fondatore; 3) che il nostro
Regolamento deve conservare quell'apertura << catto-
lica )) in modo da poter essere accettato da qualsiasi
1
fedele che sente la vocazione al grande progetto storico
della <<cooperazione», così come la volle Don Bosco.
La vivacità degli interventi e delle discussioni hanno
dimostrato, se cc n'era ancora bisogno, l'importanza e
la delicatezza del tema di studio.
I lavori propriamenti detti della qualificata riunione
sono stati introdotti da don Mario Midali con un illu-
minante inter vento sul prngetto storico di Don Bosco,
con alcune prospettive del rinnovamento conciliare e
alcune indicazioni in vista della discussione che sarebbe
seguita. Per ciò che riguarda il progetto storico di Don
Bosco, sulla scorta degli studi di don Favini, don Stella,
don Wirth e altri, ha dimostrato l'atteggiamento di
fondo di Don Bosco: un atteggiamento schiettamente
pratico, duttile cioè capace di sapersi adattare alle varie
situazioni vitali ed esistenziali, creativo perché scaturito
dal suo carisma particolare ed originale. Infatti, secondo
Don Bosco, doveva essere la pratica ad aiutare la ri-
flessione e successivamente doveva essere la riflessione
a suscitare la pratica. Egli, nel progetto della coopera-
zione, intendeva fornire un servizio squisitamente
sociale ed ecclesiale, di umanizzazione I< verso la gio-
ventù pericolante », di animazione cristiana, di evan-
gelivzazione e di formazione religiosa, a cui erano chia-
mati oltre ai sacerdoti, anche i laici, veri cooperatori,
che pur continuando «a stare in mezzo alle loro ordi-
narie occupazioni, in seno alle proprie famiglie>>, potes-
sero vivere «come se di fatto fossero in Congregazione >l,
26 in un tipo di collaborazione unitaria ed articolata, sulla
base della sua ispirazione fondamentale: vis unita for-
tior. Il movimento doveva avere la massima efficienza
di operatività apostolica, secondo i tempi ed i bisogni
più urgenti, in stretta collaborazione con i Salesiani,
con la Chiesa locale, per la Chiesa universale. Questa
l'idea di fondo.
Oggi, a quasi cento anni di distanza, dopo il Concilio,
è ancora riconosciuta valida la grande idea di Don Bosco.
Allora, quali cambiamenti si possono suggerire, sul
piano dell'organizzazione e delle strutture, per conferire
efficacia ed efficienza all'apostolato dei Cooperatori, al
fine di attuare anche nel nostro tempo, cosi tormentato,
il suo disegno originario? L'Associazione dei Coopera-
tori ha percorso, in tanti anni, tanta strada ed ha esperi-
mentato vari strumenti operativi a va.ri livelli. L'essen-
ziale è non tradire mai l'ispirazione unitaria di Don Bosco.
Dopo l'introduzione di don Midali, i Consiglieri
nazionali, che nei mesi di novembre e dicembre erano
stati in1pegnati allo studio personale della nuova bozza
del Regolamento, si sono divisi in tre gruppi di studio, in
ciascuno dei quali è stata studiata e discussa una parte.
Le conclusioni, alle quali sono pervenuti i singoli gruppi,
sono state successivamente comunicate all'Assemblea,
che ha discusso punto per punto i vari articoli della
bozza, procedendo alla votazione per gli emendamenti
presentati.
Uno dei punti che ha polarizzato maggiormente
l'attenzione dei presenti è stato lo studio degli articoli 6
(I Cooperatori e la Congregazione) e 27 (Responsabi-
lità dei Cooperatori). Si trattava, in definitiva, di vedere,
anche alla luce dei documenti conciliari che conferi-
scono ai laici un loro ruolo specifico nella Chiesa, come
conciliare la fisionomia della nostra Associazione, for-
mata prevalentemente da laici con conseguente assun-
zione di ruoli propri, con il riconoscimento del Rettor
Maggiore della Congregazione e dei suoi rappresentanti
come loro superiori.
I:,a discussione che ne è scaturita è stata vivace ed
animata, anche perché è stata prospettata ad un certo
momento la tesi dell'autonomia guidata dei cooperatori
(con il Rcttor Maggiore unico Superiore dell'Associa-
zione) e quindi di una nuova ristrutturazione dell'As-
sociazione in cui la collegialità sia prevalente (Lazzara).
Per affrontare un così delicato argomento è stata
lamentata la mancanza dei Delegati Ispcttoriali (don Bu-
sato), mentre è stato sottolineato che la particolare
esigenza di separazione dalla Congregazione non trova
echi nei Centri, dove si desidera una maggiore unione
con i Salesiani (Sarcheletti).
Don Fiora ha cercato di clùarire il problema affermando

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che bisogna ben distin~uere tra laici e laici, perché non
tulli i laici si trovano in identica situazione. Ci sono dei
laici che si organizzano tra loro senza nessun rapporto
con altre Associazioni; ci sono invece altri laici i quali si
organizzano volendo mantenere, proprio per svolgert:
una particolare missione, un rapporto intimo con altre
Associazioni o altre istituzioru. L'Azione Cattolica,
per esempio, costituendosi in Associazione, per sua
stessa natura mantiene uno speciale vincolo con la
Gerarchia Ecclesiastica. Cosi i Cooperatori intendono
organizzarsi proprio mantenendo un intimo legame
con La Congregazione e diventando anzi membri della
Famiglia Salesiana. Poiché il Rettor Maggiore è il
Superiore della Famiglia Salesiana, essi ne debbono
riconoscere l'autorità. Questo non significa che i Co-
operatori siano considerati solo soggetto passivo nella
Famiglia Salesiana; anzi, proprio per la loro natura di
laici, essi sono chiamati ad assumere nelJa Associazione
una loro responsabilità, specialmente per quanto riguarda
l'organizzazione e le attività. Con i Cooperatori si attua
quella collaborazione tra sacerdoti e laici, nel rispetto
delle singole competenze, che è auspicata dal Concilio.
Anche per don ButtarelJi non c'è nessuno che non
voglia il Rettor l\\laggiore come superiore; la base non
sente il bisogno di staccarsi dalla Congregazione; solo
alcune persone si distinguono. A loro bisogna ricono-
scere una tensione di ricerca per una maggiore auten-
ticità dei laici.
La votazione dei 24 Consiglieri nazionali presenti
(19 laici e s sacerdoti) sull'articolo 6 ha dato i seguenti
risultati: testo originario voti to, emendamento Sarchc-
letti, voti 2; emendamento Magnano (che prevede la
soppressione dell'art. 27), voti 8; astenuti +
Nell'impossibilità di discutere le altre parti del Rego-
lamento, si è proceduto alla lettura degli emendamenti
proposti, demandando alla Giunta esecutiva, secondo
la proposta di don l\\Jnrrone, la stesura completa di
tutti gli articoli emendati per il successivo inoltro al
Direttore Generale.
A chiusura dei lavori, è stato richiamato dal Consi-
gliere Di Tommaso l'impegno di tutti i Consigli Ispet-
toriali perché attuino con ogni cura la grande operazione
di' rileva:riolle-verifica di rutti i Cooperatori, secondo
quanto era stato deciso l'anno scorso nel Consiglio Na-
zionale (Frattocchic - Roma, 27-30 dicembre 1969).
A tale scopo è stato comunicato che sarebbero stati al
più presto approntati ed inviati dei questionari-tipo in
modo da dare alla rilevazione quel carattere di uni-
formità, indispensabile in ogru indagine di questo
genere.
Infine, il C.N. ha approvato che l'Associazione dia
la sua adesione al Refere,ulum abrogativo della legge sul
divorzio, ed ha deciso che la prossima riu11ioT1e del C.N.
avveng:i a Roma nei giorni 2r-23 maggio, in concomi-
tanza del Capitolo Generale speciale. Il Rettor Mag-
giore, per mezzo di don Fiora, ha espresso il desiderio
che in detto Capitolo vi sia anche una rappresentanza
di Cooperatori. Il modo di tale rappresentanza dovrà
essere fissato dal Capitolo Generale.
S. 01 TOMMASO
PARTECIPANTI ALLA
RIUNIONE PLENARIA
DEL CONSIGLIO NAZIONALE
Don Fiora, Direttore Generale; Don M arrone, Ispettore;
Don Buttarelli, Delegato nazionale.
Delegati l spettoriali : D. Busato G. (Veneto-Verona);
D. M. Cogllandro {Sic. Occ.); D. R. Orlandi (Novarese);
D. O. Traverse (Puglie); D. A. Broggiato (Campania); D. G.
Giusto (Liguria).
Consiglieri nazionali: Albert (Giunta); Bello (Liguria);
Blasio (Puglìe); Dambra (Giunta); De Martino (Campania);
Denti (Emilia); Di Tommaso (Giunta); Gallo (Sicilia occ.);
Giannantonio (Giunta); Guerzoni (lsp. Cenuale); lazzara
(Giunta); Magnano (Sicilia or.); Montano (Giunta); Pari-
sella (Lazio); Ruspa (lsp. Subalpina); Sarcheletu (lsp. Ve-
neta-Verona): Tosti (lsp. Adriatica); Tamburrini.
Pa rteciparono anche come invitati o esperti : Costan-
tini Giorgio; D. Stefano Maggio, Assistente generale V.0.8.;
D. A. Pandimiglio dell'Ufficio nazionale.
(Ne/l'ultima parte della Riunione anche alcuni Giovani Coo-
peratori).
M12 ANCORA UN AIUTO A
Diciamo:
Grazie a chi si è dato da fare per sostenere il
rilancio di M. 12: la situazione è buona, ma
deve migliorare.
Ancora avanti I a tutti i Cooperatori
(e Consiglieri specialmente), perché affian-
chino l'opera di ripresa della rivista.
Norme per chi desidera aprire
una rivendita di M. 12
Chiedere a/l'Ufficio Rivendite dei Periodici SEI
(Casella postale 470 - 10100 Torino) il nu-
. mero delle copie che si intende collocare
(minimo 5 copie).
Il prezzo di copertina della rivista è di L. 120.
Le Rivendite godono dello sconto del 25°/o
sui prezzi ufficiali.
•" pagamento è trimestrale, posticipato, a ri-
cezione estratto conto. A marzo - giugno -
settembre - dicembre.
Soltanto per i primi tre mesi è consentita
alle Rivendite la resa delle copie invendute.
2.7

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VITA DEI
COOPERATORI
UNA SCELTA INDOVINATA .
L'eco favorevole che giunge da più
parti sull'opportunità del tema scelto
per lo studio di questo e del prossi-
mo anno (Co11osciamo Don Bosco)
dice che vi era desiderio e bisogno di
studiare Don Bosco. Anche alcuni
Ispettori e direttori salesiani hanno
espresso chiaramente la loro soddi-
sfazione. In tutti i centri ora si parla
del grande Educatore e lo si scopre
nelle sue ricchezze. Occorre però
proseguire con tenacia e metodo, non
stancarsi e non distaccarsi dai temi
proposti (per es. non trattare diret-
tamente del Sistema educativo o del
mondo salesiano, materia questa del
prossimo anno). I conferenzieri laici
che hanno tenuto la prima confe-
renza annuale sono stati più nume-
rosi dell'anno scorso, e anche questo
è segno di maturità. La diffusione
della biografia di Don Bosco ha rag-
giunto una discreta quota (a tutto
gennaio della sola Vita dcll'Auffray
i centri ne avevano diffuso circa die-
cimila copie); ma il traguardo è an-
cora assai lontano, se si pensa che in
cuore batte ben altra cifra: cento-
mila. Ma si è ai primi mesi di pro-
paganda e quindi... occorre però
intensificare la diffusione: interessa
per ora principalmente che tutti i coo-
peratori l'acquistùw, fa fegga110, la
diffo11d01w, senza stancarsi; 1111a dif-
fusione - come si suole dire - a
tappeto.
Per i giovani è stata curata la
stampa di un agile è geniale opu-
scolo: t Dun Bosco, 11110 c/ie 111i sa
capire», uscito proprio in questi
giorni, e assai utile per un primo
contatto con il Santo, sicuri che il
resto verrà dopo (1).
I cooperatori più addentro alla
spiritualità di Don Bosco e deside-
rosi di (>iù ampia conoscenza, sono
incoraggiati a leggere l'Epistolario
del Santo, per un contatto pit1 «al
vivo~ (2).
ROMA (25 gennaio) In occasione
del Convegno che le Ispettrici FMA
d'Italia hanno tenuto presso la Casa
Generalizia, il Delegato Kazionale è
stato invitato a parlare sui problemi
e la situazione attuale ùei Coopera-
28 tori in Italia.
In un dialogo fraterno è stato
riaffermato l'impegno a tradurre in
atto gli orientamenti presi di recente
per una partecipazione diretta delle
Fi\\1A agli interessi dell'Associazione.
CATANIA Tre incontri nel mese
di dicembre servirono ad animare
i Centri all'attuazione del program-
ma 1970-'71: due furono per Con-
siglieri locali delle zone d1 Catania
(27 dicembre) e di :\\Iessina (29 di-
cembre), il terzo fu per i gruppi della
Sicilia orientale (Catania, 30 di-
cembre).
ROMA Un incontro tra gruppi di
GG.CC. della città si è tenuto a Fra-
scati il 17 gennaio (Tavola rotonda:
Un rischio chiamato preghiera t -
Liturgia - Cineforum).
Recentemente si ì: svolto il primo
incontro dell'anno tra insegnanti
(7 febbraio), sul tema t Rapporto
adolescenti-adulti nella scuola, nella
famiglia, nella società ».
SICILIA OCC. Si tennero nel no-
vembre scorso due ~iomate di studio
per consiglieri locali (Palermo - Cal-
tanissetta). Nella prima, cui parteci-
parono 14 centri, svolse il tema cen-
trale (Conosciamo Don Bosco) il
Dott. Nino Barraco. A Caltanissetta
furono presenti 8 Centri e vi parte-
cipò anche l'Ispettore don A. Ver-
decchia. Sul tema annuale di studio
parlò il prof. Arcangelo Russo, e
Sùlla corresponsabilità la prof.ssa
Carmina Gaetani. I lavori si conclu-
sero con la definizione di alcuni
4 punti d'impegno » quale base per
un concreto la,•oro.
TORINO . Da tempo avviato, pro-
segue nei singoli Centri iJ lavoro per
l't operazione verifica•· È in atto
anche un'opera di sensibilizzazione
per la partecipazione al Referendum
abrogativo.
Altra iniziativa degna di menzione:
i Cooperatori si sono offerti quali
animatori della benemerita «Unione
Don Bosco tra educatori » il cui scopo
è di diffondere la conoscenza e In
pratica del sistema educativo sale-
siano tra gli insegnanti. L'8 dicem-
bre s. si tenne un riuscito incontro
tra i Soci dell'Unione con conferenza
di don Favini sul tema Don Bosco
nel 1870.
NAPOLI Co11siglio lspellorialc
~ ... Dopo la preghiera, il Del. Isp.
apre i lavori, presentando la nuova
Delegata Ispettoriale ed esprimendo
i sensi della piò viva gratitudine alla
Delciata uscente. Fa, poi, una breve
relazione degli Esercizi Spirituali
svoltisi nel periodo estivo in quattro
corsi, i cui partecipanti sono stati
complessivamente 235, cd aggiorna
sui nuovi iscritti, che quest'anno
sono stati 77...
Per questo anno sociale gli inca-
ricati della Segreteria dovranno im-
pegnarsi nel lavoro di verifica dei
Cooperatori validi, dividendo tutti
gli iscritti in tre gruppi: defunti o
irreperibili - poco impegnati -
efficienti.
De Martino : parla sul tema del-
l'anno e segnala fra i sussidi: Auf-
fray . Vita di S. G. Bosco. Ogni con-
sigliere si impegni nel proprio set-
tore, in modo da aver pronto entro
il mese di novembre il proprio pro-
gramma calendario...
Con le FMA si è creato un nuovo
rapporto, perché esse hanno fatto pro-
prio l'interesse per l'Associazione...
Circa il settore Istruzione religiosa
si comunica che in quaresima si terrà
un corso di aggiornamento per cate-
chisti sul "Documento Base", d'in-
tesa con la Pastorale Giovanile. De
:VIartino auspica un buon funziona-
mento dei gruppi del Vangelo... Il
settore "Cura della gioventù" richiede
incontri più frequenti, perché si ac-
quisti una specifica fisionomia sale-
siana e si formino anche dei gruppi
appoggio ai Campi di lavoro... A
questo punto interviene l'I spettore,
don Aracri, il quale rileva che occorre
distinguere i GG.CC. dai gruppi
"Mato Grosso" che non sono pro-
priamente salesiani: raccomanda che
i GG.CC. evitino contrasti con i detti
gruppi, ma conservino la propria
risionomia... •> (Verbale Riunione
18-10-1970).
{I) L. 150 la copia, pres.o a-h Uffici nar:it111ah e
ispe11oridi.
(2) 4 volumi - a L . 1000 oanl volume - presso
uffid nazionali e i1pcnoriati

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A PROPOSITO DEL REFERENDUM
A BROGATWO DELLA LEGGE
SUL DIVORZIO
Cosafare - Come comportarsi.
n Co,isiglio Nazionale (seduta plenaria del 2-3
gennaio scorso) invitato a pronunciarsi circa l'op-
portunità o meno che i CC. partecipassero al re-
ferendum abrogativo della legge Fortuna-Baslini,
si è espresso affermativamente. Con tale atto ha
confermato l'impegno preso precedentemetite
(Dicembre '69).
L'Associazione pertanto - e quitidi i sitigoli
centri i,i quanto tali - è invitata a dare il suo ap-
poggio alle iniziative di referendum che i cittadini,
nell'esercizio del loro diritto, ha,mo già preso.
Nel fare ciò, sarà bene seguire questi criteri:
i Cooperatori siano ill11 mi1lati sui motivi che ci
consigliano, nel rispetto di ogni diversa opini one,
ad avvalersi di uno stri,mento democratico che n o11
sarà usato, come si sostiene da più parti, per mia
crociata di religione, bensi per un onesto confront o
tra l'opinione dell'elettorato e il voto parlamentare
sul divorzio,·
protagonisti del lavoro di sensibilizzazione e di
appoggio saremo tzoi laici, e non coinvolgeremo
direttame11te i delegati. I Consigli, quindi (in par-
ticolare il consigliere per la pubblica moralità)?
stiu:lino i modi pratici di operare, prendano essi
l'iniziativa se in loco no,i vi è altro movimento che
già opera a questo scopo, o lo affia,ichino in caso
contrario;
è opportuno non utilizzare gli ambieriti inter11i
della Casa salesia11a come punto di riferimento o
sede d'incontro per propaganda, raccolta di firme
e simili.
Questi criteri vogliono significare soltanto que-
sto: non « clericalizziamo » una iniziativa che
dobbiamo portare avanti come laici e come citta-
dini prima che come cristia11i.
La presenza nei nostri centri di persone che
eventualmente ritenessero inopportuna la parte-
cipazione dei CC. ~l 7:efere_ndum sarà !''!ccas~o?ie
per un'opera di ch,arificanone da f':'rsi '!'- sparato
di carità: mai dovrà costituire motivo da frattura
ititer11a.
IDEE CHE SI FANNO STRADA
Una curiosìtà... Quest·anno sul calendario liturgico
proprio dei Salesiani la solennità di S. G. Bosco
(31 gennaio) è annunziata per la prima volta al modo
che riproduciamo
+ 31
4/b. l)om. t.. IJl•r ""'""" (< l'· Ep,ph.J. Come si vede, il
~. l OA ,~IS 80'(..,o P•• ~ . 0,1..t r•t-, Santo è presen-
l 11~thu1i t11iarum \\I, \\ux.lUt1tf"id, ..t Cuo-
(W"t'1111oram ...al. ruudal•t+ •.. ,u,_,,.,.;,_,,, Ofl
tato anche come
t, I llhdln mJ .,\\11 I d . 1ct RfN. Gnl. p,. llntt• fonda t ore d ei
'""'" ----
Cooperatori.
Importante!
CAPITOLO SPECIALE SALESIANO
Inizierà i lavori il IO maggio p., a Roma, nella
nuova sede della Casa generalizia. ~ bene interes-
sare all'avvenimento il proprio centro, dandone
notizia e indicendo preghiere, tanto più che il
Capitolo dovrà affrontare anche il problema del
nostro n~ovo regolamento.. Sugger~mo, a. tal fine,
di inserire nelfa «preghiera dei fedeli » della
Messa del ritiro mensile la seguente intenzione:
D capitolo Generale Salesiano dovrà dare una
valida risposta agli interrogativi che la Congrega-
zione si pone per ?perare un san~ aggior~ment_o
e soddisfare le esigenze della gioventù d1 oggi;
dovrà anche indicare ai Cooperatori la giusta via
perché siano come Don Bosco li volle;
perché lo Spirito Santo doni la necessaria luce,
sia salva la fedeltà al Fondatore, e si operi un sa-
piente rinnovamento, preghiamo fratelli.
BOZZA DEL NUOVO REGOLAMENTO
La nostra è un'Associazione com.posta in preva-
lenza di laici. Se la responsabilità della sua vita e
del suo funzionam.ento è affidata anche a noi CC.,
è ovvio che si impone un nostro contributo al rin-
novamento in atto del Regolamento. Come è stato
fatto nella Riunione plenaria del Consiglio Nazio-
nale del gennaio scorso, e in alcuni Consigli ispet-
toriali, sarà bene che tutti i centri leggano e discu-
tano la « bozza », inviando poi osservazioni e pro-
poste al Direttore Generale, a Torino.
VERIFICA DEI COOPERATORI
Lavoro paziente che molte zone stanno portando
avanti e che deve proseguire con scrupolosa es~t-
tezza. Abbiamo dinanzi a noi ancora alcuni mesi,
ma non occorre attardarsi troppo. Vi è qualche
centro che non ha ancora iniziato? Lo faccia al più
presto, seguendo i criteri già dati. Prossimamente
tutti i centri riceveranno appositi moduli dall'uf-
ficio ispettoriale, su cui riportare i risultati del-
l'importantissima operazione. È bene però che si
ricordi che questa sarà valida per l'Italia solo se
avremo la partecipazione di tutti i centri.
IN FEBBRAIO, si tratti l'argomento: « Un nuo-
vo Beato: colui che fece a metà con Don Bosco ».
IN MARZO, come già negli anni passati, si tratti
un tema nguardante la famiglia (poiché a marzo
inizierà la raccolta delle firme per il referendum
abrogativo, si potrebbe trattare ancora della sta-
bilità del matrimonio e delle motivazioni per un
referendum democratico. È opportuno che il con-
ferenziere sia un laico). Il tema della Seconda
Conferenza Annuale, fissato a suo tempo, è: Lo
Spirito Salesiano (sviluppo e seguito del tema:
Il carisma di Don Bosco). Affidarne la trattazione
agli stessi cooperatori vuol dire dare fiducia e adde-
strare i nostri elementi a studiare e a saper parlare
di Don Bosco. Si stia attenti però a che non cadano
nel genericismo.
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Norine per una coanune intesa
tra Salesiani e Figlie di M.A.
circa i Cooperatori
Furono concordate tra i Superiori salesiani e le Superiore F. M. A.
competenti, e sono già operanti ad esperimento
CENTRO E DELEGATA
LOCALE
a) Presso un'Opera delle F.M.A.,
che svolge attività direttamente apo-
stolica, e quando le circostanze lo
consentono, può essere istituito un
centro CC.
L'istituzione è fatta su richiesta
dell'Ispettrice competente all'Ufficio
Centrale CC.
Il Centro è posto sotto la respon-
sabilità delle F.M.A. ed è retto se-
condo le norme generali del Regola-
mento dei CC.
b) Alla cura del Centro è preposta
dalla Ispettrice una suora in qualità
di Delegata. I suoi compiti sono ana-
loghi a quelli previsti dal Regola-
mento CC. e dal Manuale dirigenti,
per il delegato locale.
In particolare la Delegata:
1. si rende garante, insieme al
consiglio:
della idoneità a far parte del-
l'Associazione di chi domanda la
aggregazione;
, dell'osservanza del Regolamento;
della fedeltà alle direttive e agli
orientamenti dei Superiori;
2. rende conto dell'andamento del
centro sia direttamente alla Diret-
trice, sia alla Ispettrice, attraverso
la Delegata ispettoriale, da cui rice-
verà le istruzioni necessarie per la
vita del centro;
3. si interessa d'accordo con la
Direttrice e insieme al consiglio, per-
ché venga assegnato un salesiano
quale assistente spirituale del centro,
per il ritiro mensile, lt: confessioni e
la celebrazione liturgica e per altre
attività di carattere formativo. Per
30 questo si rivolgerà alla casa salesiana
più Vlcma, aiutata in ciò, se neces-
sario, dalla D elegata ispettoriale;
4. mancando il sacerdote potrà
tenere la conferenza mensile o farla
tenere da laici qualificati.
e) Per qualsiasi pratica d'ufficio
(relazioni, nuove iscrizioni e richie-
ste varie), il centro corrisponde con
la Delegata ispettoriale.
d) Al Salesiano incaricato del ser-
vizio ordinario, il centro rimborserà
le spese vive della sua prestazione
(viaggio e simili). Tale offerta non
dovrà gravai::e sulla Casa, ma sarà
prelevata dalla Cassa del Centro.
Analogamente si dovrà fare in occa-
sione di prestazioni straordinarie.
Le spese per l'organizzazione delle
conferenze annuali potranno essere
prelevate dall'offerta raccolta nel-
l'associazione per l'occasione.
e) Qualora un'opera delle F.M.A.
dovesse essere sospesa, con conse-
guente chiusura della Casa, si pro-
curi che il Centro continui a funzio-
nare a cw-a, oltre che del Consiglio,
di qualche sacerdote del clero dioce-
sano, se sul posto non vi sono sale-
siani. In caso contrario, si farà in
modo che il centro venga assunto
dall'Opera salesiana pi~ vicina.
LA DELEGATA
ISPETTORIALE CC.
a) Rappresenta la Ispettrice presso
la Direttrice e la Delegata del centro,
nell'ambito della sua responsabilità.
A loro comunicherà, ùi persona e
con circolari, le direttive e i pro-
grammi dell'Associazione.
b) Suo compito principale è ani-
mare le delegate locali, consigliarle,
visitarle, per sostenere la vita dei
centri e assicurarsi del loro funziona-
mento secondo lo spirito e le norme
dell'Associazione, rispettando le re-
sponsabilità dei laici associati. È sua
competenza fare da tramite tra i
centri della zona affidatale e l'ufficio
ispettoriale salesiano, per ogni occor-
renza di carattere amministrativo o
di funzionamento dei centri stessi.
e) Avrà rapporti di intesa e di col-
laborazione con il Delegato Ispetto-
riale, che è il responsabile, a nome
dell'Ispettore, dei centri salesiani
nell'area geografica a lui affidata, e
da lui riceverà le direttive e i pro-
grammi della Associazione che essa
stessa trasmetterà ai centri di sua
competenza.
d) Fa parte di diritto del Consiglio
ispettoriale, alle cui riunioni parte-
ciperà regolarmente. Qualora nella
zona in cui essa agisce vi siano più
consigli ispettoriali, farà parte di
ognuno di essi.
e) Riunirà ogni anno, d'accordo
con l'Ispettrice, le Delegate locali
per una giornata di studio e d'intesa.
Sarà opportuno che vi inviti anche
il Delegato ispettoriale.
Al termine dell'anno sociale farà
una relazione sull'andamento dei
centri e ne invierà copia alla Consi-
gliera generalizia competente, al-
l'Ispettrice, al Delegato nazionale e
a quello ispettoriale.
/) Esaminerà eventuali situazioni
difficili o delicate che potessero cre-
arsi nella vita dei centr.i, e cercherà
cli comporle di intesa con il Delegato
ispettoriale; in caso di necessità, si
avvarrà dell'aiuto dell'Ufficio Na-
zionale.

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PROGRAMMA ANNUALE
Il programma annuale fissato dagli
organi della Associazione, per quanto
riguarda la applicazione pratica nei
centri eretti presso le F.M.A. sarà
concordato tra Delegato e Delegata
ispettoriali, d'intesa con la Ispettrice
e quinru elaborato nel Consiglio
ispettoriale.
Il programma dovrà tenere pre-
senti le esigenze e le iniziative pro-
prie dell'Istituto F.M.A. (es.: stampa,
vocazioni femminili, missioni delle
suore salesiane), anche quando si trat-
ta di attività a scopo ru beneficenza.
RAPPORTI COL DELEGATO
ISPETTORIALE
Come rappresentante dell'Ispettore,
che è il Superiore dei membri della
Terza Famiglia, il Delegato ha la re-
sponsabilità dell'andamento di tutti
i centri esistenti nella zona a lui affi-
data, ivi compresi quelli esistenti
presso le F.M.A.
Per la vita ru questi centri:
corrisponde con la Delegata ispet-
toriale stabilendo quei rapporti d'in-
tesa che sono presupposto di un fe-
condo lavoro apostolico;
da lei riceve le domande dei nuovi
iscritti e le relazioni di vario genere;
le trasmette gli attestati dei nuovi
CC. e le circolari che interessano i
centri;
con lei concorda il programma delle
attività annuali;
visita i centri presso le F.M.A.,
per mantenere vivo il vincolo che
unisce tutti i CC. dell'Ispettoria, e
per assicurare il giusto orientamento
dei centri stessi;
• collabora a che i centri delle F .M .A.
abbiano tutti e sempre il salesiano
assistente;
fa in modo che l'Ufficio della De-
legata Ispettoriale sia provveduto,
senza alcun onere, di tutto il mate-
riale (stampati, moduli, ecc.) occor-
rente al funzionamento dei centri.
Il prossimo numero del « Bollettino Dirigenti» sarà ded~
cato ai GIOVANI COOPERATORI.
PROVINCIE
REG IONI
Incaricali
provincìali
o
o>
e:
e:
.,
>o
:,
ii: z
Soci
o
>o
e:
e:
.,
:>o:,
ii: z
Adesioni (rinnovo e nuove) all'A.1.A.R.T.
nell'anno sociale 1969-70
- (Segue dal n. 24 dt Olcembte)
Azione
Cattolica
llaliana
CooperaL
Salesiani
Totale
o
>o
e:
e:
.,
:o>,
>oo
ee :
.,
:>o,
oo>
e:
e:
..
>o
::,
ii: z ii: z ii: z
PROVINCIE
REGIONI
Incaricati
provinciali
o
o>
e:
e:
.,
>o
::,
ii: z
S001
o
>o
e:
e:
.,
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ii: z
Azione
Cattolica
hal,ana
Cooperai.
Salesiani
o
o>
e:
e:
ii:
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:,
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z ii:
.,
o:>,
z
To1a1e
o
oe>e
.,
:o>,
ii: z
f>erug1a
Terni
Umbria
26 11
22
- - - 48 11 - - -
Pesaro e Urbino 18 101
Ancona
Macerala
Ascoli Piceno
Marche
18 101
21 5
21 1
51
45 6
- 92 13 - - -
Viterbo
Rieti
Roma
Latina
Frosinone
Lazio
L"Aquila
Teramo
Pescara
Chieti
Abruzzi
10 6 2
3
136 16 20
25 15 35
15 2
337 94
9
-
10 185 34 65 9 337 94
,2
9
9
16 2
- - - 21 - 15 2 -
rserma
Campobasso
Molise
--
11
1 1- - - -
Caserta
Benevento
Napoll
Avellino
Salerno
Campania
5
3
80 8 3 19
41
48 22
- - - - 140 31 3 19
26 11
22
48 11
39 106
21 1
51
46 6
110 114
6 12
3
493 109
60 24
16 2
577 147
2
1
9
24 2
36 2
11
11
5
3
83 27
41
48 22
143 50
Fogg1e
Bari
Taranto
Brindisi
Lecce
Puglia
40 17 3
55 6
33 68 15
11
23
- 73 85 107 6 - - -
43 17
5b 6
48 68
11
23
180 91
Potan,.a
Matera
Basilicata
34 22
34 22
15 11
3
3 - - 15 11 -
49 33
3
52 33
Cosenza
Catanzaro
Reggio
di Calabria
Calabria
Trapani
Palermo
Messina
Agrigento
Caltanissetta
Enna
Catania
Ragusa
Siracusa
Sicilia
453 281
453 281
72 46
24 129
96 175
13
1
27 2
41 2 - -
8 63
14
4
10
1
1
14
21
1
- 74 53
-
--
--
466 281
1
27 2
494 283
8 53
14
4
10
1
1
86 46
21
25 129
170 228
Sassari
Nuoro
Cagliari
Sardegna
ITALIA
9
621 240 15 2
166 10 51
9
636 242
217 10
- - - 787 250 75 2 -
862 252
6.779 2.539 4.306 416 827 148 394 144 12.306 3.247
9.318
4.722
975
538
15.553 31

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mento)
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all'interno di piccoli gruppi (per costruire uno
Le celebrazioni ivi contenute possono essere uti-
lizzate
spazio di preghiera spontanea)
come testo di preghiera e di riflessione per
giovani catechisti e animatori di gruppi.
come preghiere del mattino e della sera
durante la catechesi
Il libro si presenta come il punto di arrivo degli studi,
delle riflessioni e del documenti ufficiali (per es. del
per introdurre una conversazione di gruppo
Il' Documento di base per la Catechesi in Italia, e dei vari
interventi strettamente liturgici) di questi ultimi anni sui
32
per ritiri ed esercizi spirituali
problemi giovanili.