Bollettino_Salesiano_196103


Bollettino_Salesiano_196103

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1\\"p/ Bollettino Salesiano di gennaio il quinto Successori' di Vo11 Roseo tracc-iò un pro•
gromma ài 11zi1>111• l"'' il Cooperatore sal1•,-iano a1>ostolo nella ~ori~tà. Ecco om la rnpid11
diagnosi di un rro11iro male sociale: l'immoralità degli sp1•ttocoli; 11d ecco indicata la possi-
bile azione dei cattolici e dei nostri Coopaatori. per contribuire ml ,•liminare questo mali•
IRESPONSABILI
I
-DELLA ·
_.SITUAZipNE. I
n gra11d~ nunwro di
persone « perl11·11l' ».
i-uggestionate dalla
polemica sona in
lLalia attorno al
di lire. Un ter1.o film. messo sotto inchit•;.ta
poco prima dalla medesima mugi-..1 rat uni.
;. subito ri,ultato faH>cito dalle frequenze:
cruas.i mezzo miliardo cli l.irc in 111e110 ,li
tre mesi ili pro~rnmmazio11e. È d1iaru, ila
« film dell'anno», si tutte queste cifro, che tra i veri n•~po111-1a-
sono rive r$:ll (' in bili dell'andam1•ulo ciuematogndìco iLa-
1pwi:.ti ulLimi mc~i ui botteghini delle puh- liauo, sta il p11bhlil·O.
bliche sale ,~on la morho,-i1 à della geni e clw
, uolc « render,.i con lo » tlel fatto. i\\lolti ,-p
Yi !'01111 altre enormi re;.pon..ahilità.
ne , ennero via him,imando il film: ma a,e- I produttori, la Cl'llsurn. la puhLlil'ità. b
vano intanto co11tribnito al suo imprevi-..111 iates:.a legge.
tìUCCe.:so. Oltre tluc miliardi di incasso, in
I primi si ,-uno me~si in agita1.imw, ap-
meno di un anno di prnbrrammazione, fu- 1wna ha1wo 1.u·nlilo a.ria di tempe~ta. lh1a
rono un , ivo incoraggiamento per .il pro- agitaziouc asi:,unlu, falla <la gentt• llhU n
<luttore a procedere per quella via.
ronfo11ùen~ lilwrlà ron lire111;a, ,, ad an-
TI 16 novemhre !"Corso la magif:tralura Leporre i propri rliriLti a qudli <ll'llu 1·0-
fermò le programmazioni cli 1m altro film. munità civica. Que,.,t'agitazione ruira,a a
in cui aveva nn, ii-alo gli estremi (lc•lla legittimare in JLalia quel « primaIo ,li im-
violazione del Codice Penale. \\,•JJa ~etti- moralità ,pettacolarc » che purtroppo
mana anteriore al sequestTo gli incassi già nei fatti. Esistono produttori clu! ,-i
e.rano salili - ~t•wpre grazie alla ro11ni- mettonu la mos( uera dell'art(·. ddla rul-
venza del 11ubblico - a parecchi rnilioui tura, della lihcl'lit e in nome cli 1111c:;ti 37

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ideali solleticano i pm Jrnssi Ì!'tinti del
popolo, si rendono colpevoli di reati e si
1iempiono il portafoglio.
Costoro fanno il vento e la pioggia. Mentre
scriviamo. abbiamo sott'occhio i programmi
d'un giorno qualunque, in una graude città,
la settimana prima di Natale. Su un totale
di 89 sale cinematografiche, i programmi cla:;-
sificati « pe,r tutti» (incluse alcune« riserve»)
erano appena selle. È un fatto ché se il puù-
Llico uou incoraggiasse CPrti prodotti la situa-
if.Ìone migli01:erehhe, ma è anche vero che
davanti alla massiccia insensibilità morale
dei produuori e degli esercenti, ìl pubblico
ha poco da scegliere. E non è nemmeno edu-
calo a q11l'lF« astensione» dj cui ha più volte
parlato Pio À.II di felice memoria.
e Con l'a-zionc dei produttori è responsabile
la ce,mn.rra. E qui occon-ono idee chìare: c'è
chi l'avversa in nome della libertà. Ma rn
la liherLil diventa arbitrio o menzogna o li-
cenza, si d istrugge totalmente. 1'ra le garanzie
sodali vi deve c~sl're la l ibertà dal fastitlio e
dalla sporcizia: l ihf'rtà che si assicm·a app unto
met:tendu b11oue redini ai pochi despoti che
prete1ulono di esercitare diritti incontrollati,
senza sottostarl' a foudamentali doveri. I11
questi tl'mpi, taluno ha scritto chtJ la cen-
sura è istituzione di un. « moralismo interrs-
sato ». Quasi che l'immoralismo fof'se disin•
tcresi,.atu, e i cultori del commercio cinemato-
grafico e delristi nto hestiale pnmdessc-ru ~ul
serio le parole « ctùtura », « -arte », « lib11rtà »,
di cui si fanno così volentieri sgabello.
I fieri oppositori della ce11s11ra ùovrebbrro
ricordare per 1111. verso che la s11a prima ap·
plicarione data dai governi del liberale Gio-
litti; e per altro verso l'11so che si fa di ,:ssa
in molli r.aesi non cattolici: liberali o pro-
gressisti. È perciò illogico avversarla o i:n-
del1olirla, tanto più che non v'è forse al mondo
censura più blanda di quella italiana. Al co11-
trario. l'imminente 1egge dovrà Ta:lfornarla.
articolarla alla magist ratura, renderla immunP
dagli atLeutal i dei bassi e privati iuteressi.
e 'forzo rcsponsal,ile: la pubblicità. La car-
t<1llonitstica nelle vie e nelle piazze pubhliche
s'è /ìnora concessa u.11a licc!l'.68 che - <'serci-
tata da cittadini in car11e ed ossa - sarebbe
stata giudicata come una patente violazione
PROMESSA
CINEMATOGRAFICA
Conforme fl.ll"or,~in.al6 dwt1l•
geco dol ~ Contro Couolioo
Ciriemoldgrofico ·» di Rt>ma
Nel nome del Padre, del Figliuolo,
dello Spirito Santo. Cosi sia.
Consapevole della mia dig)1ità di
cristiano, io prometto di non assi-
stere a spettacoli cinematografici
che affermino principi contrari alla
dottrina del Vangelo, o che non
rispettando le nor me della morale
cristiana, costituiscano un pericolo
per la virtù e un'occasione al peccato,
Prometto pertanto di informarmi
sempre sul valore morale dei film
e di attenermi ai giudizi chemi ven•
gono proposti come norma e guida,
Contribuirò inoltre, con la preghiera
e con l'opera, a formare nel pub-
blico una coscienza illuminata sul
dovere di scegliere con criterio cri-
stiano gli spettacoli cinematografici.
Mi aiutino !ddio e la Vargine a man-
tenere questa prol,'Ilessa.
al Codiòe. A questa incoc.r\\'11?.a giuridica
vuole provvedere la rec,'otc Lr{{ge 1'\\lligliori,
sulla rlisriplina della puLhlicità stessa. Q11<'$ta
h•gge ~tahillsce che le offr,se « pubblicitarie »
alla decenza ycngano giudicate secondo « In
p11rlirolare ,ensibili1ù dei minori cli armi di-
rio1t11 e le e$ig1mze della loro tutela nwrnle ».
Abbiamo giustilìcati motivi per spe1·are che
r•ssa venga 11pplil'ata non ~ulo agli ,,~positori
<li ruauifclìti piccanti, ma alt re~ì a tutti i
produttori e gl'stori che int.rnducono un'in-
Ùe,"è<;lll<' puhhlir.ità filmata qnale intermezzo

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cli programmi aperti al pubblico dei giovaru
o delle loro famiglie.
Era una legge attesa, come altcsa è tuttora
qurlla sulla censura. Nt>l darne notizia, lo
stesso organo ufficiale dell'Associazione Ge-
nerale ltaJiana ciel/o Spettacolo (AGIS) ha
bollato « la incapacità, la gofl'agg:im; spiri-
tuale, il mf'rcantilismo ùnprevide11te e ine-
sponsalJile di poche piccole petsone. alle
quali erano slati affidati i gravi e grandi
compiti della puhLlicità cinematografica ».
e V'è infine auche una rfi,lponsabilità legisla-
tiva. Og11i disagio sociale dipende da difrl Lo
di leggi o da scarsa applinazionc delle U1ede-
sin1r. ln Italia è costiluziunale il rapporto
.rdigioso, sancito dai Palli Lateranensi. ma
molti ritengono anticostituzionale il con.se-
guente rapporto etico, os~ia l'applicazione cli
,ma murale cristiana nella vita civile. Perciò la
tutela della moralità è affidata a un non rneglio
pre('isato « sentimento comlllle del pudore».
AM>iamo visto lo conseguenze. « Se deca-
dono i cos"t;n.mi - La scritto U/l. nomo gior-
nalista - si allargano pure i limiti del pu-
dore, e cli questo rapporto tieno conio il
di respousabilità. Soprattutto se si è genitori
o edu{;a/ori. Ma questo, purtroppo, non av-
viene sempre.
11 cittadino italiano ha
in mano due armi per
condurre un'a!tione
neutralfazante contro
i mali sopra elencati.
Ed è chiaro che a
questa azione è te-
nuto. poichè essa fa parte dei doveri di tutti
i cristiani. in particolare di queUi che si dedi-
cano all'apostolato laico. Chi Lrasrura di ser-
virsi dei 1nezzi a disposizione per difendere se
atesso. la sua famiglia, la Chiesa cli cui ìì
membro, i' colpevole di omissionf'. È un sol-
dato che si lasci.a disarmare prima di aver
sparalo le proprie cartucce.
Le due anni sono quella positiva della « dr-
nuncia » e quella negativa dell'« astensione».
Comiuciamo dalla denuncia. La nostra legge,
tra j ric01·dati diletti. coJJt.icllC alcune risorse
posiLiYI' clic è utile conoscere, far conoscere.
La scoperta dl una
« I\\O vi t à » sullo
schermo è sempre
u:n'e·mozlone per i
raga22.ì. È facllc che
diventi anche uno
«choc» e un trau-
n1a spirituaJe. I pic-
coli sono immaturi
per certi problemi.
Queste documenta-
zioni fotogra.flche
eseguite a raggi in-
fl'al"ossl, all'insapu-
ta del giovani spet•
Latori, dovrebbero
far rlllcttcre molti
produttori ed edu-
Clltorl.
Codice». Come ilirc c-he il progrl!ssivo « dro- e usare a nostro vantaggio tutte le volte che
gaggio » giu11ti.6.cherà in avvenire il commercio il caRO lo richiede. Dice una norma giuridica
degli stupefacenti, o che a forià di ruJmre e che i/ Ministero tlello Spettacolo può in q,.ta-
cli ammazzare il pros~uno, si finirà con es- lu11q11-e momento. sia di propriu iniziativa, sia
ot>re assolti dal Codice.
a seguii.o di rrclamo di artlorità, di enti p11b-
Le maglie dl'lla legge in fatto di pn.h11liei blici, di privati. richiamare le pellicole, anche
costumi e spettacoli, s.ono purtroppo larghe se munite di nulla osta, eJ ordinare n1rn re,,i-
come forse in nesRnn altro settore. Il cinema sione straordinaria rlimmzi alla commissione
,, il Leatro in Italia sono tra i meno y111Hti di appi>lfo.
del mondo. Q,wsto fatto dovrebbe mettere La denuncia di enti, di autorità. fli educa-
in guardia il pubblico. e suggeri.re arl ognllllo Lori e di privati cittaditù, è dunqu.1· previst\\l
una cristiaua autodisciplina o tlll vi,·o scn5o cd ammessa. Basta tradurla in prntica. Basta all

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dimostrare che si i:- crjstiaui e che !<i vuole cld cinematografo, secondo il quale « per op-
applicata 1wa morale cri~tian,1: la legge nvn J'Orsi aUe deleterie rnau.ifestaziorn del cinema
può ignorarci. TI guajo ì_, chf' l'opinione pub- immorale vi è sempl'e un'arma potente: astcn-
hlira cattolica i:,i contenta spesso fii l1rnnto- i"iouE' assoluta ».
lare in sordina accettando supinamente un L·astensione 11ssoluta Tiguarda, natural mente,
fatto compiuto. piuttosto di affrontare la solo i film i,mnorali. Quelli <'hfl da 1JJ1 hrto
noia di una protesta capacti di risvegliar•! i mcllì>IIO i11 s,•acoo il nostro spirito, e dall'altro
puhliliti poteri. La colJHl è 11ostra, di lutti si impinguano con i nostri soldi. Chi li frc-
noi d1e crediamo in modo troppo asi.ratto ai <1ue11ta paga profmr~alameulc il proprio danno.
princìpi ùtlla moralr e non sa11piamo ùifen- Questo genere di film è 1-icòuoscihilc dalle
dcrli in modo conèrt'tO. Non po~siamn più classifiche dd Centro Catrolico Cinemutogra-
jiro, i cui elt•11d1i l.\\tarLUo
;;ulla pori.a di tnttr l,·
chiese. o possono rssew· for-
§ ensibili ai gravi problemi che nel campo della
moralità pubblica., della propaganda delle idee e
dell'educazione della gioventù vengono proposti
dalle tecoiche audiovisive di diffusione, che
tanta influenza esercitano sulle anime, desjde-
riamo far Nostre e confermare le escrtazioni e 1c
ttiti da uffici e persone n·-
1·1,•i,iasticlw. Sono g-i11dir.i
che ruirano a distogliere i
cattolici 1-,ia ùall'csp~lrl.\\i ad
occasioni pro~~i111e di p()c-
cato. sia dal cooperare al
male con il loro danaro e
roll la loro pn,~enza, sia
disposizioni del Nostro Antecessore e contribuire
iafìnc dal co1:1tiluu·c scan-
a rendere positi~i strumenti di bene quei mezzi
tlalo iu Rocietà
sopra
che la divina Bontà ha messo a disposizione degli
uomini. Sono ben note infatti le grandi possibi-
lità che tanto il cinema quanto la radio e la te-
levisione offrono per la diffusione di una più
alta cultura, di un'arte degna del suo nome e
soprattutto della verità ...
Lutto ai più ~io, ani . con
la frel[Uenza di spt·t-taroli li-
cenziosi. Qnesti giudizi sono
,nolto a11tore~ oli ,. l'"'r la
loro natura. e per l'impor-
tanza ad essi attrihuita rlai
Sommi Pontl'fìc:i iu due en-
Dobbiamo tuttavia deplorare con animo addolorato
i. pericoli e i danni morali che non raramente
vengono provocati da spettacoli cinematografici
e da trasmissioni radiofoniche e televisive che
attentano alla morale cristiana e alla stes$a.
cioliclrr r in altri impor-
tanti documenti.Trasgrcclirli
~cienu·mcnLt· può qtrindi es-
sere anche gravt>nu•nte col-
pevole,. com!" è srmp1·e col-
pevole il disvrczzo deUP
djgnità dell'uomo
virtì1 cristiane ,. tkl mati-
!!1 f'l'O della Chiesa.
l.a li-deità alle classifiche
,lt•I Cemro C/lllolico Ci11.e111a-
tr,grofirò richjcdc uel cri-
stiano mi impegno intcrioJ·,•.
av,·n; aleu,u.t fiducia nel or,uso ùi res_pousaht- li cinema è un problema di coscie1iza. Non
lità e nt>ll'autocoJllrollo tki produttori e dei ruancano oggi LW1dcuzc a risolvete la quc-
registi, dopo I,• in1111rnèrt'\\·oli prove 1·he cj ,,, ione çwcmatografìca m!•diante 1111'efficai-c
ILanno fornito della loro in><l'H8ihilitìì morale. a?. ione cul I 1trale una p_repru·azione artistica
Non pnssianrn nemmeno asp,•Harc Kt'rnpre dal- ,1 tecnica clel puhhlit-o. E un."aziom: po~itiva,
l'auto rità eh1ilf' Ja soluzioni' di t11tLi i nostri ma iusufficente. Nella scìa pastorale di Don
pruhlem.i morali, prima a.rH·ura !li a,erli fatti Bosco, crt>diamo clte occon::a soprattutto 11na
sentire da parte nostra. Nou resta pt>rciò f orma_zione cristiann di base ùa parte del pub-
che passar,, cliret laml!nt1· all'azione. .E tntte hl ico stesso. 11 dccadime11to originale della
Il' volte che è uecessario, d,m1ml'iure.
natura umana è troppo profondo per rimon-
Larlo solam,eute con mez?.i 11.IDani. O\\,OOJT•'
sempre l'azio11e dcna grazia t" una "\\o;ta sacra-
• La 8tJC011da arma per opporsi agli spetta- mentale. TI r.rietiàIJo chi' va aJ cinema, p1·ima
coli immorali i': l'as1ensio11e. Amara parola, di riporre uu·as8olnta fiducia nella sua scaJ-
in una società disabituala allè rinuucc, ma trf'zza di gi11dizio e~tetico e di preparazione
del tutto logica per un 01·istiano ohe vuole culturale, dovrclihc anzituLLo chiedersi 8C il
vi-vrrc la sua ft•dr senza l'OIII prornessi. Pa- film chc n·drà uo11 comporti tLeJrwtimo d,·l
rola, del resto, indicata da Pio "\\'.:TI, Papa ,;uo spirito 1w·azio11e di l11rhamento.

1.7 Page 7

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a Il Crntro C1111oliro Cinematografico. e con
Ma ciò ,;he non• fu att 11ato in passato, può
è!;So i pastori di animr. sono per('ÌÒ i11 oh- essrre fatto in avvenire. I i·ec!'.nti attentati
liligo
c011w disse Pio ::\\71 uell'o11ci<'lfra alla sorietà ori~tiana tramite gli spettacoli ci-
}\\Tiranda pmrw.s - di « i1111111inare /"opù1i1me Uf'matografici e teatTali souo tm i.ùvito a scuo-
pubblica e lii l'durnrfo a rispetrare ed ap- terci dal torpore. ln circosta11zc con8imili il
prez:;m;~ i vafori 111r1rnli ». A ,111,·s1 'olibligo Papa amm.oniva: « Non lawf'nto. rna azionf'
però fa rÌ$CortLro <rue-llo dei fe<l•·li « di Ìll•. è il p1·ccetlo dell"ora ». Qnest'orn dell'azione
formarsi sui gi11dizi morali e di ro11.fi1mwr1•i l>all.l' sempre ai nostri OJ"i>ccl1i come un iu-
la loro rontlotta ».
' ito di Dio. Dohhiamo raccogliurlo. 1~ l'h-
1 primi a capin· quiJHa urrcssità, più Ynltr Yito a romportarci da cristiani autentici. d,1-
1·ihadita dai Pontdiei. furono i cattolici ame- vunque e sempre. Auche ul cinema.
ricani. Yin. dal ] 930 l'ssi
si costituiro110 in associa-
rione 1' si impeguarmH•
('Qu fornwle pro111ess11 a
« non asRisterr a spetta-
coli ,·ontTm alla dot l rina
CONTRO l'IMMORALITA DEGLI SPETTACOLI
del Va11gelo » e ad inf'or-
ruaTSi sul vafort' 1noral1·
rlf'i film per altCilCI':,i ai gill-
dizi proposti rome uiirmr
e guida.
Ecco nn <'amvo di a11iu11c
apt"rl o a!rapostolato lairl•
modeT.no! 111 c.iuesta dirt'-
~iune, da noi. il trn-,,no
è pressochè inesplorato.
L'intervento della Consulta Generale
.L dell'Apostolato dei Laici
a Consulta Generale dell'Apostolato dei Laici i: l'or-
gano creato dalla Santa Sede per il coordinamento di tutte
le organizzazioni cattoliche che syo]gono opt:ra di aposto-
lato in Italia. ~e fanno parte un centinaio di organizzazioni,
tra cui la Pia Unione Cooperatori Siùesiaai, le Compagnie
della Gioventù Salesiana e le Associazioni della Gioventt'1
Eppurn non doYJ'<'hl,e f'S•
Femminile di :viaria Ausiliatrice.
sere diffic.ik. in una na-
zione caLtolica. troYart·
•nanipoli rli vole11tero,;i
eh~ si impegnino Fpiri-
tutlmentf' in 111w promessu
.<l'mpliccmentl' crisr i 111w.
Affidiamo ai Cooperatori
salesiani l'iniziatiYa di co-
Il 21 dicembre scorso detta Consulta, rjunitasi .a Roma
sotto la presidenza di S. E. :Mons. C'astdlano, ha trattato
ampiamente il tema <li penosa att11alit11, (1 l'immoralità degli
spettacoli», i< in risposta alla viva preoccupazione delb
Sacra Gerarchia_ di fronte al continuo molLiplicarsi del mal-
costume e della licenziosi.Là soprattutto nd campo dello
spettacolo cinematografico, con gra\\·c pregiudizio della sal-
stituire il priIlio pO<l<'roso
dezza e della santità familiare e con evidente pericolo d;
uucleo di qu,,~1 o .fron/f
degli spella/ori 1·v110/id. f.:
un impegno clii" colllporta
solo un dominio cldlo spi-
i·ito f' drHa volontà. C1
corruzione degli individw e della società 11.
l\\lentre ci riserviamo di riportarne le direttive e con-
clusioni pratiche, presentiamo la dichiarar.ione formulata
in seno alla Consulta nella ~eduta di cui sopra:
auguriamo die vrnga scn·
È necessario e urgente rhe i callo/id si.fnrmi110 una l'O.l'cienza
titu r si diffonda ra]'i<la-
mente e radicalmente: dai
Cooperatori ed Ex al1ie, i
sal~iani. agli amici l' a
tutti i fodcli. S<" la Clii,.,..a
avesse potuto coutru·e sulla
coerenza cristiana degli
spettatori tine-t.catrali.
i11to11ata, anche per questo drlicato .l'ettore, ai severi princìpi
della 111orale rrisliann, in forza dei quà/i a ne.wmo Ì' permesso
- come avriene per i film classifica1i esclusi dal Centro
Cattoliro Cine111atografico
esporsi a grm,e pericolo di
peccare, cooperare col proprio danaro al dil<~E{are dell'im-
111oralità, 1'1ffrire al prossimo catti110 esempio e for.-e twthe
scandalo con la presenza a certe proiezioni.
molti dei reePntissimi spet-
Di grri il iraz:e obbligo per chiunque di controllare, volta
tacoli avrebbero trovaLU
le' platee vuote, i Loue-
ghini dcs,,rt i, e l'industtia
scoraggiata a proseguiTc
per quella via.
È triste co11siderare ,•lw
per •volta, prima e 11011 dopo! il giudizio del predetto
C. C. C. sul film che va a vedere.
Rinnov.iar:10 ai nostri Cooperatori un caldo invilo a
pn:u<lere parte attiva alla campagna moralizzatrice intra-
presa, che certamente avrà benéfìci sYiluppi e porterà i
L11t10 non è avvenuto.
suoi frutti.

1.8 Page 8

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Don Alberto M. De Agostini
l~SPI~(tll1\\'l1()lll~
S(~ll~NZI1\\'l1()
Il "Bollettino Salesiano" nel numero di gennaio 1960 pubblicava un apprezzato
articolo di Don Alberto Maria De Agostini su " Don Bosco Geografo ".
Oggi, alla distanza di poco più di un anno, il Bollettino esce con la dolorosa
notizia della sua morte, avvenuta nella Casa madre di Torino la sera di
Natale. Una morte serena e quasi silenziosa, come silenziosa e schiva era
stata la vita del grande missionario, scienziato ed esploratore salesiano
l
,,·e,·a 77 anni. Due anni fa aveva concluso una spedizione che nei suoi
dis~i non ùovc,a essere l'ultima. Gli studi e le esperienze di quel
,aggio erano usciti nel giugno scorso, in bella veste tipografica, nel volume:
\\Tagnllanes y Cm111les F11eghi11as, edito a Punta Arenas. Fu l'ultima d i un,1
serie di pu bblicazioni accurate, documentate con precisione, frutto di
cin,iuant'anni di csplornzioni.
'
La Patagonia Australe, dove s'incunea l'ultimo lcmho della Cordi-
~liera delle ·\\nclr. cm di-..cntata il suo paese adotti\\o. Don De Agostini,
nato a Pollone (Ycrcdli) ai piedi delle prealpi
piemont<.-si, ebbe, come si dice, la montagna nel
sangue, e quel tanto di an·emuroso che gli
ba sempre fotto sentire ~·ivamente il fascino del-
l'ignoto. Deciso di unire all'opcrn di conquista
spirituale una seria e accurntn attività scienti-
fica, eccolo un giorno rivolgere l'attenzione
alla pìù lontana e ignorata regione della terra,
percnnl.'mcnte vestita di ghiacci e, per ironica
sone, definita Terra del Fuoco.
A quc:aa vocazione contribuirono il sugge-
rimento ùcl fouello, l'ini;1gnc geografo Gio-
vanni, e l'intensa prc<likzjone nutrita da
Don Uosco per quell'estremo lembo d'Ame-
rica, allo cui porte aveva inviato nel 1875 la
sua prima spedizione missionaria, composta di
";gorosc pi:rsonalità che dovc\\'ano poi lasciare
una indclchile traccia nella storia della Chiesa.
Don Dc Agostini. spirirualmcntc e fisicamente
preparato, dotato di un vi\\'issirno spirito di
osservazione e di intuizione ieniale, fece
dunque sua questa terra m gran parte ine-
splorata. He ne entusiasmì, e l'amò tanto da
descriV<:rla in pagine personalissime, audaci,
originali. 81 può dire che di:;H:lò al mondo
ghiacciai e \\'Cltc assolutamente iguotc. Inoltre
Don Alberi<> Dc Agostini U mu;,.lgnnrlo e•plora:nre, llO·
._.=..,,o...;.._,.,..._.,...;..-,~.- - -.a:a.....~'.-..2ll'--..;;;..------.....J deva la piu rtbJ><'ll11s.1 amìcl7ia del ar~ndi capi lndJl!<'nt,

1.9 Page 9

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Spedizione De Agostini 1955 aJ Monte Sarmlcnto. Tre
lentatlvJ prece.denti per sca.J.a:rlo erano rimasti infni.HWJs.i.
Nella. foto: Don De Agostlni con la Madonnina dèl
Duomo di Milano destinata alla vetta.
gonia meridionale e della Terra del Fuoco,
,ra il 1910 e il 1918. Egli alternò in quel tempo
l'apostolato missionario coi viaggi di esplora-
zione tra le incipienti popolazioni coloniche e
particolarmente fra gli indigeni fueghini, razza
lin d'allora in decadenza e dcstin.ita a scompa-
rire, distrutta dalle persecuzioni degli «estan-
cieros •>, dalla corruzione e dai liquori mali-
ziosamente diffusi dagli stranieri.
L'opera di esplorazione di Don De Ago-
stini non fu però circoscritta in una sterile
conquista di vette o nella gloria accademica
dei risultati. Le finalità di civiliz;r,azione cri-
stiana, gli scopi scienLifici e geografici, il ri-
lievo topografico delta regione, lo studio delle
coste e dei ghiacciai, la più esatta visione dei
territori, rappresentano il nucleo dell'opera di
questo sacerdote scienzi.rto.
1n un secondo periodo, chi: giunge fino
al 1946, Don De Agostini si dedicò alla esplo-
razione di vari gruppi di carene andine tra il
le opere del De Agostini mettono in rilievo la
trasformazione morale c materiale raggiunta
nella Patagonia e Terra del Fuoco per l'atti-
\\"Ìtà dei Missionari salesiani.
47" ed il 52° parallelo, riuscendo a compiere
un primo schema orografico. È l'insieme di
esplorazioni e di studi descritto in Ande pa-
tagoniche, ove si alternano diari, osservazioni
Non fu egli il primo nell'impresa totale,
troppo vasta per bastare alla vita di un uomo.
:\\la ~pettano a lui gran parte delle scopene
tra i paralleli +7° e sz", soprattutto nelle re-
gioni ghiacciate a sud del 49°, dove siia è la
nomenclatura che rievoca grandi figure della
civiltà cristiana e i,taliana. Importantissime os-
servazioni e indica7,ioni scientifiche raccolse
pure in merito all'arei-pelago Fueghino, si-
geologiche e climatologiche, carte geografiche
originali, piante topografiche e documenta-
zio11i storiche.
:\\'la non finiremmo in breve se volessimo
seguire anche solo superficialmente le conclu-
sioni raggiunte dall'intrepido pioniere sale-
siano. Per farsi un'idea approssimatirn di
tJuanto si potrebbe descrivere si pensi a w1
percorno che muova dal lago San Martin e
tuato tra i paralleli 52° e 56°.
scenda alle propaggini meridionali del lago
Argentino, attraverso i monti Milanesio, Ye-
Il Il risultato di questi studi venne raccolto spignani, Cagliero, Pio XI, l\\larconi, Mo-
in opere fondamentali, come 7 miei viaggi reno, il vasto altipiano Italia con i monti
,,ella Terra del Fuoco, Ande Patagoniche, fl Torino, Roma, Don Bosco. Migliaia di chi-
monte La-,1i11 e i suoi Laghi, .~fingi di ghiacc-iu, lometri affrontati nonostante le avversità del
Terre 111agclla11irhe e rana/i fueghini, e in nu- climà e la esiguità dei mezzi disponibili, in
merosissimi scriui, assunti ormai al signifi- me;r,zo a difficoltà il più delle volte sottaciute
cato di documenti di prim'ordine, che merita- ma intuibili nelle fotografie e 11ei rilievi tri-
rono all'autore il riconoscimento ufficiale di gonometrici ottenuti dopo appostamenti di
Governi, Accademie e Circoli scientifici. Oltre giorni, di mesi, talora di anni.
gli scritti, la squisitezza delle documentazioni fo-
tografiche, l'arte delle riprese cinematografiche, Il terzo periodo dell'attività di Don Dc Ago-
lo stile narrativo sempn.! elegante e preciso, ri- stini è rimasto incompiuto. Era quello che lo
\\·elarono in lui una personalità cli scienziato avrebbe condotto a un esame del sottosuolo
congiunta con l'anima del poeta e dell'arrista. magellanico. Ke parlava spesso con passione
Ne I miei viaggi 11ella Terra del Fuoco ed enrusiasmo. Attraverso questi studi egli si
- opera che destò la meraviglia cli geografi proponeva di contribuire allo sviluppo della
e geologi - il missionario esploratore descrive civilizzazione locale e porre nel 1nisterioso ri-
l'attività svolta durante i primi otto anni dì lievo le visioni profetiche di Don Bosco, che
ùimora nelle mìssìoni salesiane della Pata- della Patagonia descrisse la feracità agricola e ,rn

1.10 Page 10

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le possibilità industriali in temp1 rn cui n~- cognizione \\·a cercata nei celebri << sogni i> del
SIJUO riteneva quella terra pi11 che una sterile Santo. Don Dc Agostini ha documentato la ?'e-
e irraggiungibile lancia selvag_gia.
rità di questi <• ,;ogni 1>. In Don Bosco erano le
È cosa sorprendente che Don Bosco abbia premesse dd suo lavoro esplorativo. E poichè
fatto le sue prime spedizioni missionarie ncl- il Santo aveva intuito in quelle terre un vasto
1'America meridionale, in possesso di um modmcnto commerciale cd importanti im-
1.'Sattissìma cognizione geogrii.fìca ed etnogra- pianti industrie, premeva molto all'esplora-
fica di luoghi e persone, pur non avendo mai tore salesiano dnre fondamenti scientifici anche
messo piede oltre oceano, aYcndo potuto a quelle visioni. Dopo le recenti scoperte di
usufruire di fonti che, a quel tempo, erano giacimenti petroliferi e l'impianto di oleodotti
tutte al di sotto della sua alta intuizione. nella Terra del Puoco. si aveva ragione di
L'Ottocento immaginava le Ande Australi come attendere con ansia il nuoYo studio di Don
un'unità geografica omogenea; Don Bosco le Dc Agostìni.
",ide,i sezionate da profonde e numerose de-
pressioni, fiordi, conche e valli, suddivise in TULLO ciò non è stato possibile. .:\\la il suo
~ruppi o nodi di catene volte in opposte di- nome è ormai l'Critto uccanto a quelli grandi
ru.ioni e differemiate per c11rattcri geologici di ;1foreno, Riso-Patron, Stcffcn, Fitz-Rov,
e oro.grafici. La ragione di questa esattissima Sam1iento, Steimmann, dei ge~lliti Falkner ·e
~lascardi, degli italinni -:\\ln-
scarello, Onelii, Pietrohclh, Bo-
ve... Tutti pionieri di quelle
SI ACCETTANO
terre tlageDate dal vento, lon-
t.ane e inospitali, àlnate /ù10 al
rondazioni di Messe perpetf
sacriti.cio, cercate per i tesori di
naturn e; cli grazi;i che l'esplora-
tore sale~iano andava inseguen-
È la <lomauda clic Lroviamo di frt"ffHente 11.-lla corri·
do. <• li nostro anivo desta non
spondemm <l<'i 11os1 ri Cooperatori e lettori.
poca sorpresa - egli scrive -
li desiò,•rio di a~sirmarr .~11Jf'rngi ,,erpNui ai propri ilo··
f'uuti Ì' legi11imo e lodrvole. E fu appu.ulo per n•11irr,
inl'ontrn a qw:blo bisogno dPl <'trnre di lauti amici <li
Don BosN, eh,• il suo primo Su(Tl'ijo<H'<:. il vt·ru:ral,ile
Don Micl11·le Rua, fo1Ldò ru Roma pr1·is011 la lla~ilica cld
mai er,1 giunto fin qui un mis-
sionario... fn quattro mesi ho
percorsq 2.150 km., ,umninisu·a-
to 579 battesimi, j+S cresime,
regolarizzato 15 matrimoni,,.
Sar.rn Cuore di Gesù la Pia Op~rn df/ Sacro Cuore di
(;psii per ceM,razione in perprtuo di sei Messi• qnoti-
Don De Ago~tini non andò
solo in cerca di vehc materiali;
i/i(IT1e ~ccoudo l'ìutt·nzitm\\l di dii ,,lfrc p1·r ima sola , olla
fo sempre e anzitutto sacer-
ceulo lire italiane. La Pia Opt·ra fo approvata rial Papa
Leone )dli il 30 gi11g110 <lei 1888, a pochi mesi dalla
morte di Uon Bosco.
Ciascuno può isrrivPrc alla Pia Opaa i suoi morli,
se stes,o e gua.1,iasi persona, anche a sua insaputa, ol'-
fr,•11clo per ogni i~cri~i1>nc la detta oflàta di lire cento.
Clii è già isc.r.ittò puc', 1·ipelere a piacim.cnto J'iscrizioue.
dote e missionario. Amò la
scienza, ma preferl Le anime.
Per questo intrecciava volen-
tieri alle $ue espl()razioni e ai
suoi lavori scientifici ore ed
ore di ministero saèerdotah: e
opere di carità. {< l" mile e gran-
de >), lo disse i.I Rettor Maggiore
taul~• p1,r quanto per gli allri, vivi e dl'funti, col ri-
nella commossa rie,"ocazione
pctcrc l'elemosina.
Le 6C1 sante Messe so110 ,·dcLrate ogni giorno ndla Ba-
silica del Sacro Cuore in Homa, cluc all'altarn dd Sacro
Ciwn·, due a C]Uello di .'.\\Jaria Ausiliatrice e due a ljU.cllo
<li San Giusepp1·.
che ne fece ai Salesiani di Val-
docco; a lui diranno grazie in
avvenire i conquistatori e i;li
studiosi che continueranno le
sueesplorazioni nelleTcrrcMa-
gellani.che, ma prima gli han-
Cli iscl'itti. vivi e dcfllllti, oltre al vantaggio ddlc
no detto grazie i suoi confratelli
sci Mcssr, partecipano iu perprt110 a tutle le orazioni o
lmone oprre cl.te Ycngono fatte ùai Salesiaui e dalla gio-
ventù da essi educata n(•glì istituti, oratori e missioni
t.li ogni parte dt•l mourlo dovr si ,w110 stahiliti o si stahili-
ranno iu a,, èill1·c.
La Pia Opt•ra La due o'l'tll ri: a Romo in via J1ar$c1ill, ,J2;
a l'orino. w 11Ì1'1. Mariu A 1tsilia1ria, 32.
che in Don De i\\gostini, esplo-
ratore e. geogrnfo tra i massi-
mi d'Italia e di fama pressochè
mondiale, hanno sempre. ammi-
rato il figlio di Don Bosco umile
cd esemplare, il sacerdote in cui
la scicm;a ha onorato la fede e la
fede h.i ,,;antincato la scienza.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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2.2 Page 12

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2.3 Page 13

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.··i_;:,=::\\···:
~Ìr· .::.-.-;
1
ORIZZONTE
SA~ESIANO
IL CENTENARIO SALESIANO CELEBRA 'fO
A NOVAR
lnaugu,•a,ta una n:uo1•a Scuola l't·ofessimwlf'
l 8alesi,u1i, dt{', laYOra110 a J\\mrara li11 dal
ui9:3 i11 un gr::i.rnlt' hl it u1 n i_u l"Ui forye un ,·om-
plr-sso •1i OlHlre l!iovauili. banuo ,·oluto diiu-
derc il (·rntt>nario :,aJe,;iano <·Ou l'im1ugm·a,zio11••
cli uua unova Scttola Professionale. Ja, q 1w lc.
ampliamlu notevt,J111e11le l'a11! i,·<> ,·omple"so ~t·O·
la.sli<-o. ne porta la, capaeità 11,d mi migliaio
fli flhu111i.
P1•esenti le massime autorità della provirl<'it1
r della r itrà, l,1 éerirnouìa lrn a vul.o inizio co11
la ina.ugmazione del mwvo etliJieio: la hene-
ùizione è slata impartita <fall'..\\rt·iv<•s(•ovo
S. E. Mons. \\'i11eenzo villa, Oromigni; il l'aj\\'lio
1l1>l niislro il1augnrri,Jo i.· ;,t.at.11 ù.a to da i'\\. E. Sa-
letnu. prefetto -rlclla, provincia.
Q11in'1i au1,orità r pnlihlku hanno vii:italo
i kwali e lo a.t"trezzalure. sostando ad :.H:IUltiran1
I-a Mo,;tra, dt>l ('(Intana.rio allei:t i tn pf11· l'ùvCll·
"ione, eloqnente n1sso~na rlell'~ttnalr> i,spa,n.
sio11e sali>.sirma nel momlo.
Infine, nel i,-alone-tf'alro dell' lslilltlo. si i:
e-volt-a la 11olenne cO'ullllemura:1;io1111. \\ per!,1,
la serlnta cou la lethLrn del lelegtamm,i rnn
1·ui il Kanlo l'adrn. in tem,iui afT0rt110,;i n pinui
t.Li sollecitudine. aveva man1lnto la propria Be•
uedizioue per l'Opera e 1,er i Honvenuti, hau110
preso la parola l'TRpettoro salesiano J)on ( 'e-
Hare A ra<:ri, <"!te dic1 I<' relazio11r tlei lavori e~<'·
guiti ; M:ons. Lino 0a.8sàui. urtico fr:t p:li ex al-
lievi RUJlerRtiii t•he possa va11ta1·e la l'ortuna
di aver gotluto per qualtro anni della familfo-
rità ili Sàu Giovanni Bo~co nell'Oratorio tli
Valdoc·co; il -Provveditore ;1gli Studi A VI n-
tt1 lo Prof. Carlo Bal11~1Ti; il Consigliere Gen(l-
rale dello Sc·uol~Pro:fes,;iomùi s:Ùe$i,~n!' non Er.
nestu Giovannini, in rappresentauz,1 flel Hf'litor
li nuovo complesso fun7,ionale per le SC\\lòle pro•
(essionali nelt'Opera sà.lésiana nova.rese, che già ac.
coglie nelle ahualJ scuole più di seicento giovani.

2.4 Page 14

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~faggiore. L'Ardvescovo S. E. _j\\Jons. Gremigni.
llopo aver e.i;ortato a,nt,orit.1\\ e sim1>atizzant i a
1111a fenrorosa professione di fede e di vita
crislia.ua. ha a,nmml'iato le pros~ime celebra-
zioni ce11tonnri~ del ma.rtino <li San Lorenzo
Prele, l'eclntmlore del secolo TV, a t•,ui f' in-
titolato l'Istituto sales.iano rii )fovara.
Il ùi1:<c·ori::o Ltffi<·iale, t em1t.o dn.l Dirc,ttore de
J/Os~crvalore Rrm.rrno On. Raimondo ~fanzini,
ha ~voli o 1w tema, ili viva at;t ualità, ruo~tr,wdo
D011 Bosco prcrnr8ore dei mezzi e dello ~ri-
di e, IIN·-est~a.ri al l'n,poRtola•o t·rif<liano nei (,éitrpi
moderni. Precursore ilell'ndierno rilancio <lei
,~afori t1pirìtnali, ha crealo rnm1orio fcfl1;ivo
e le ~cuofo ~opnit luUo 11rofo8sionnli per 1.1-
co111lune i giovani nlla t•osrienza niRtiium at-
t.rave1~ la letizia, f-1, grazia. .,a~rament~1.le e
Rollecitmlini adaite allu loro ellÌ.; precur,.ore
de.Ile rnre pa~i,OJ:ali pl'r i ùi~orieut,\\I i rtel fo.
uomeno u.rbimistico. è 111t<ht10 alla 1frerc11, Ilei
ino...-ani a,nzic.hè ~ttleu,ledi nello i~fituzioni in
Cl.Li e.~si _po1eva110 tieni il'si fore,11 ieri, e col"ì h,t
tlMo vifa alfapostolal,o 1l eU0 pNifoTie; precm·-
sorc <lell'attivi~mo perlagogico, ha ,:01ralo le
anime in modo da lasriarle esp11nùere 11t1lla
libera e gioiosa. accettazione del me,,11,aggio
ei·trngt>lieo iuc1ùcal1.1 con iiruore. ::\\fa ~opraUul,L0
l"OrMore. ha tenuto a sottolineare il miral'olo
<lelfeRJ>1u1sio11e sn,li~siann in questo ,mcolo di
vit,a. mos(.rnrnlo in C!ll!O l'intcnziornile inter-
,enro clella l'rovv·idenza, per una corupront
dell'attualità e della, vitalità del CattolireRirno;
mm:ila <lal"Vero fiùucia la Cùie~a, Re Dio in
seno a,<l es.,,a crei\\. !lecomlo i bisogni <lei Lempi,
i~t i.t LLZioui l'!empre meglio nd11 lte all'aecosta-
meu!o tlf.'lle anime a Dio.
L 'ora1 or!I lrn conc.J1iu.'\\o elo,~antlo 1111 f1:n·itlo
inno angmale. Il, Rna, SW1tità, U-iov11.nni xxrn,
per i prOli\\Rimi granùi (lveu.ti c·ù 'Egli prepara
a.Ua C'hleBa.
11 nuovo eùìfi.e.io della S<1uoh1 profe~l'ionalo
tlll comµle~RO imponente. 11 p1·ogeLfo è rlel-
l'arcbiteLlo :'-laric, .Brasclti. Tutte 1e strnrhu-e
rispondono a cl'i(e1·i di fonzionalit:\\; vi rlomina
la luce, in nna generosità spaziale elio infonde
il senso deliri, ~eré.na sfourez:Za, intimameutt'
connesso con ralmo,.fera educalh·a, JlTopria,
<lellc case di Don Bo~co.
DON BOSCO
ANTICIPATORE
DELL'ASSISTENZA
ALLE PERIFERIE
Dal di.rcorso delf'o"ortf)Q/t
Raimpndo !Ha11zi11i per
la celebrazirme d•l ceule•
,roriv ralesiuno tl Ncvara.
Ce:nto anni fa. come
ancora o_ggiI il problema
delle pcrUerle metropoli-
tane aff;iticava tutti quanti.
Vol sentile oggi st~o i
Vescovi. in Jr.ili.a e Cuori
d'Italia, in Francia e dap..
pertutto. fare appelli per
la costruxlone <!elle chiese
e per 1'assiste.nza spfrl...
Iuale agli agglomerati pe-
riferici. A Milano, a R'o:ma,
a Bologna, a Parif!i, nel
grandi centri Cl.ell'urbane•
sim.ot l1jmroigraziene af-
folla la gente in formo
caotiche, scomposte e di-
s.e.ducate di convivenza po..
polare e crea il bisogno
di un nuovo apostolato.
Ebbene. anche jµ. questo
Don Bosco Iu un antlci-
patore.
Dové comlnclò 11 suo
lavoro fra ; r,1gazzi 1 Nelle
pertred11. Là alla perUcria
d1 Torino, dov'er.m.o solo
prati ma _già la campagna
s1Jnu-rb::rv-J., dove non c•e-
rnno strutture nè vita nè
organ.iz.Z<'l.rione, egli, con-
,'l(I dotto dallo spirito di Dio,
dalla car'ità soprannatu-
rale, dalle misteriose illu-
minazioni della santltà,
n1ct leva la prima pietra
della sua Opera: In m<lrzo
alla sterpaglia fisica e,
più, alla ster_paglla morale
e spirituale di una gio-
ventli derelitta, minac-
ciata e perduta.
Si profilava all'oriuon te
della s torla il bisogno che
la Chiesa, la quale era
stata On allora 11 centro c!l
at1raz:ione delle anJme. di-
vunta.s.se ora un movj-
mento verso le anime che
si allontanavano e $I di-
sperdevano. Si richiedeva
un senso dina.miro del-
1'apostolato, il quale, an•
z ìchè attendere le anlm~.
andasse a cercarle -pe.r il-
luminarle, e per salvarle.
E Don llosco ci appare
ptoprio questo divino cam-
minatore evangelico li
quale, ovunque senta il
richiamo inLedore di una
;mima in pc.ricolo, di un.a
creatura abbandonata, di
un giovane disperso, ac-
<:w:re con il ealorè della
sua ardente carità e con
la riccheiza del suo genio,
e apre il padiglion& nuovo
dove questa gioventù possa
correre (COSÌ come g~
aveva •uggerlto la lntul-
:d.one dei suol sogni e
delle ;,ue vistoni) per tro-
Vàn'i la carità tlel caber.
nacolo cU Cristo, in una
vita nuova dl fervort!1 di
speranza e cli pace.
A KOWLOON (Hongkong)
Kowloon, una ve11isola, rlcl gnuulc cuniinenle
einose, si proLcDLlo verso Hongkoug, da ,•ni
(• Repa.n1,ta, da. tm IJl'n('rfo <li mnl'e, cl1e forma,
u.no dei più bei porti nalurnli del monrlo.
Kowloon Ì', J>aTte della colonin di Tiou.gkoug,
mernvi!!lio,samente sviJnp])8,h1<1i dovo la iznerra.
l ndlli\\trie d'ogni genere, urn spe,·ialm('nte tes-
sili e 11lastiche, case popolu.l'i UL1merosislli1lte
per a!l1ergnre centirutia di miglittia di rifugiali
t.lnna Cina Rossa, sviluppo edilizio l:lt.raordinario
ne hanno fatto unA cili;\\ cli 0LL1·e un milioné
di 11,bi1,anii,
Iu que;;t'i=en.~a cillù i Sa,lesiani aprirono
ofll rnr.a u.na ~cu11la, che dal nome del 1lo11a-
Lore. .,j ell.i:uua «Tn,ng King Po,. e che oggi
ì· umt tielle <Jtutl 1,ro granù.i S1mole le<·niche
medie ùe1J11 colonia. Anch'eMa volle celebrare
11 tienlenario sale,;iano t·on Y11rie man ifor,ta.zioni. ,
La prima fu per i genitori de,gli alunni, con
lo sc:opo di far loro c·unoo1cere la 1~:imigfia, sa•
lesiana p()r aumenta.re in ll<'SL, per la maggio!'
parie pagani. la .fiùLLcia nell'istih1zione caUo-
Jica a cui hanno affidalo l'e<l1wazione ùoi figli.
C.i:rca (ì00 parenli 1-i a~~iepru:ono nel ~nlone
della scuola, <lovo Don Tang 11reseutò la C'on-
grega~ione illnstrandone gli RVilUJJ(JÌ e l'altiviti'I.
no] mondo, snseitundo nei presenli e~cl11.mazio11i
cli mm·avig-Ji:1.
La secondu mauifeslazionc fu di rinhr:razia-
menro. Ebbe luogo n~lhl hella ehie~a parroc-
chiale tli lfanta Teresa. su rli nna dt'lle arterie
1uincipali Lli Kowluvu. otlkiala tlai l'atlcl delle
JliiRsioni Es(,ero di Milano.

2.5 Page 15

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U Rev.mo Don Archimede Planattl dol Capitolo Superiore accol1n 2 festa alsuo arrh·o a IIONGKONG
S. F.. 'Mons. Lore11zn manchi, V11,ic•ovo cli
Honll'kon!{. 01<1Si$lel le nllt1, J\\lnH"a, rli ringl':izm-
m{l11 10, n11mtn1 111111, v,,,·a folln ,li religioKi <• ili
feclt•li rit•HlJJÌl"ll la rhil',.ll, 1uia tlelle pitì i.rr:rncli
della ,·olonia. 11 l'a<ln· Or:u:io De .\\m:di~
P. I. \\1. E .• la cni fama oratoria è- nota in
tul tu IJcmJ?kOilf!, e,pr1•%11 la ri,•onoìl<'enza ,Jnl
rnmHlo l'a.t tolico a Don lfo~<·n prr qnello <·lrn
Ila f:i tI 11 P <·onLinun :t rn rn pt>r la C'bi!':<11 atIm-
,or,;o l'opera dei 1<11oi li!ì'li.
Al ,m111une TI' TJ1•11111 linale, l'Ome nllP v;1rie
IllllllÌl~•~tnz.iont, Tlllrlt•••ipuronn l'Oll fratf'mll ('llf•
1liulit:\\ lutlc• lo fumiµ:h1• n•h!tw,..e c·he l,1\\'ora110
iu Kowlnon.
A SONDRIO
l.11 1·oloh!'azio11e ~i 1' npflrla. il .J. rlfrr111ltrc•
i;tor,o nl teal ro Pedr11111 ,. t<i eom·lui<a 1•,,u
,·ma \\ut 1·n1w1•rln a
(luailrio. È ,;lafo. rrn11 111a,
uile,t ar,innr> !<Olenne e insic-mc, familìan.l, 1•ho
hu a\\'Ufo prt>--ttnti le 111,1:?1-:inri nn1orit:~ religiuKo,
ch·ili t• rnilituri cli $o11<lr10 o proYmcìn. J,'0110,
r1w1,le avv (¾r. Ull'. Na.k1le f:orilli ha lmrnlo
il 1lisc01•1,o 1·ornn1t'l11ornt.ivo clfll ('!\\n Ieno rio.
A CASERTA
.llla m,1111fo..tazioue :sono int1•rn•11uti ~li
F.1·e.mi ,·u,rovi: <li t'a,erta, J\\1011,. Uartolome<J
.\\la11gino; ili \\\\t>l'!ill, Mons. ~.\\nw11io 'l'nuhmi,·n;
ùi -Piedi111t111li, il Alifr, i\\1ouK. \\'irgfoio Do111leo;
Lli Sant'A~afa dd Unti, l\\lon~. llnrio l{outt:i;
di Tenno, .111011~. Mal teo Spl'r:rn,lt•o; ili !Kt>rnia
~ Venllfro, \\lm,~. (,in,·,wni [,11,·nto. l~nu1,1 pure
pr<'senli lu ,\\ulorit:\\ ei\\"ili "" mili! 1ri.
Il Rin .rno l'rti••tmtlore <:e11t>nil,• 1l11i '-ale-
,iani Don Lniici ,~a,rano ba an iuw l'\\lllitoriò
1·011 fa ,ma ri1·,·m•111.innf' rie-gli umili init.1 ,lel-
ropera cli Don lloKt•o, mf"lH•111lu1111 in rilievo
la. ri~poll<l(111zu 11,i lompi e 11.i 11110,·i Jlrohlt•Dli.
La 8"1wlt1 ('11111!11·11111 ,Lello f.\\l1td1,11fulo Teolo-
giro i;:111f•--i11110 i111t•r11nzio1111l1 ,li l':1,-l,•!Jau111wr,·
di ~tahia, ,·on 141•rue11li <>hr rappr111;P11ta,·11110
1,en ilieci nazioni, ha c·sc.guito hr.1111 ,cr·lti ili
lllt1,;ie11 polilouic 1.
Col nuovo anno ,woln.~tico la comunitil i<ule-
~iana ,li BM-ilacqn11 (Yt>rona) è ritoTnata 11,,11.1,
!erro ili l'orto Le,!!nago.
L'l~liluto, elle ••r11 ~1:110 ra.:o al i::uolo clai
homhnnlnmenfi aeroì iwl IIH:i, è in p1trte ri-
sorlu 1111 1111 riapc-rto h• porle alla i:,riov1111tì1
rl1•1la ritturlinn, drn 11,evn o~pitttto i li1-:li ili
l >ma Tfo~c•o l'l'r 1111 1·i11q11n11t ai111io.
11 rii nrno ro~llll<1 1111inilic1 anni di laYoro;
llll ,•s.1n ì• ,l.tn-ul'> suprul t ullo alla runkrnll
prolt>zione <lei.la , .. nnne .\\u,ilialrice.
In pcguu ,li rironosreuza e in H<il'lllJIÌlll<'lltO
cli una prom1•~~.1 faU,tle in monll'nti in 1•11i ],.
dilficoltit sNnhrunmo in,;up,·ral,,h. i :--itlci<iani
hanno er<-tlu allu ,·ergint> IUI J!l'IIZÌt>,<O UIOilll·
mentino. 1'11:1 ht•lla ,;tatua ch•ll' I mmn,·ol..'lla,
con le hrn,•<'ià n1>-0ne in ~egno di proto:.rnmt·.
domina l,\\ l:10t'i1il1t deffL;t.it,111,0. lluu lln<>na
p1>r:1ona ha 1eJ(nlato l'art.isLko $ì11111l:1no: u11·a1-
tm ha olforf11 li~ i;vmma per l"ill11mi11n.xionu
noHUTll:l, altro in 11ohùi, itara h:111110 conLTi-
lmiLo ulla "JltlS!I cld marmi.

2.6 Page 16

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«Raggio d'oro» di HAAO YAT in stile thal moderno,
:\\1011,;. Pcrl':r. <·011:-lm.'.J':t il nuovo Ti•tnpio
di ;\\l:nia Ausili.1tri('I"' di l'm•rlo HP:-11.'ado
OrP cli f.(i1thilo e di fP!'vorè rnlif-.rim11J ]1:1 vi~R11to
la J)òi,ola;,;ionr di Pmuto Dexeado iu 01·ea;:.ione
1lrlb imleun(J <'onsa('f:l?.ionP del 1111<1Yo ,u-li~li<·o
i<antuario erel(o in onor<• rii l\\lnria, An:;iliatric-<\\
!'ompì il "àcl'O rilo della 1•ou,-:11•rn.-,jo1w l'F.c-
1·1•Jlentis~inw Vescovo di ('omo,loro Rivurlavia.
"Ollfi. Carlo Petei, Salesi,1.110. at•f'nl1c) 1rionfal-
me11le ,bila popola½io11c• e 1lalla mrmkipaliti1
<·l1e lo did1iaTò, per J'o,·ea.sione. o,-pile d'onore
cklla ,·iH/1. El'a pret1enic il ~liui8l.ro delle Oper0
pubbliclu~, il quale ammirò la nuova l'ltie~a
ml ehhe p,rrole ili c·ompia<'imeuto 11er i realizza-
tori dell'opera.
Le ch,e ~ornate, piene di intensa Yit·;1 rcli-
gios;i, si chitu,cro con tllla gr;1ntlo proe<'~sione
('11c·arie;tir·a per le vio clel-
l'ahira.to. Portava il Snn-
ii~&imo .:\\Ion~iguor Pcrez,
"('urtato da un piccheHo
cli ROlt\\::i,t i della HhtZiOn,•
aeronavale di Punlo l>e-
1<Nt1lo. Giu1d ~t la 1•roce,~-
1,ione sulla porla tlella.
1·liiel'<a, S. E. tonsacrù
tn1.ta la parrocchia al
~acni Cnore di Uesù, clel
fpmlr rnùirtisticn sratn::i,
troueggia ~11U11 Ja,t•,ri:i ta
del m<1111.wieub1le Tc-mpio.
1-lalesianj ,-ono ~1111•ali ju l\\lonll't'al
Sua .Eminenza il 1'arcl. Lrgcr, An·fregt•Ovo
rli _\\lmtlreHl, lrn otl'<•1 ai ~fllet<iani h\\ grnmlf'
parrocchia. <li Sa,na C'hi~ra. in rm rpmrtien\\
popollne d~1Jla <·iHà. La, parrocchia ha unù.il-i-
mil,i, anime l!cl i• 111ielfa the l1i1 1-1, più J?raude
}JNl·,,1lìt111le rii gio\\·eni.iì di t11t1~ fa, Vwsta, uiù-
rrRi. Kel torrilorio della 1,;1.rroccl1hi i,i tm\\'ilnn
setle i-<"uole eal1oliche l'Oll un l'omplCi<SO 11i
:;ooo t'Ìl'(•a
aliu111i. 1;cm.1110 Porpora.to ha VO·
lato a.tltd:no ()llt>~la pmToc•t·Lia ai fsalfl~iaui
pen·h~ si pr1;111,l.i.11q n1ra dolla 6rio,·entù l'ornuu.1-
dola crisiianamentf' c-ol rnf'iodo di Don Bosco.
La 1'liiesa, <'Mtrnita nel 191G, p1tò eonle11el'e
più di 1000 pcrsoufl e ali.re 800 11elfo. cript~. l.:1,
clomenira veugono celehrn,le r·ontempornnell•
ruent,e mes~e in tutte e 1lne lo rhic,~r P si pre-
I ttiov,:1ni can:;idesi di MON-
TREAL si sòno latti subito
,unici dei Salesiani, appena en·
,rati oell:a parro~èhia loro ar.
;;n 1,dat,1.

2.7 Page 17

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In--
m' !I_11D 1 ~ ~ lii
-,........;..;.
"""'Ti
LANDSER (Hau1 Rhln) Il nuovo grande istituto C< Don Bosco» con scuole sè•
C.Ondarie e moderna scuola agra.ria.
Yf'!!e .che bi8oicm•dt presto a llar,!!arlP. Bct8l i
11olùre t,l w iu un ~\\llt, armo 11"1111p1•0 bai lezzal i
i11 parroediia :rnt h~mhini P d i~tl'ibnite :lO\\\\.nOo
:;;,11Lle Com1rni11nì.
f l ,·ampo tl1 apo:;;lolato per i lhdì ,li Don Bosc-o
nel t:iuuuhl ~i a.prn \\'11810 e IN·urnlo ili bene.
,;oµnlllu!fo 1,er 1..1 ,!!i11veuli'1. ~foulreal /· lu 1Ìil'1
l{randè ('Ìti;\\ 1l(IL I '1U1~tl~. eon l' ÌN'!l 1111 n,iLmle
,, me9,zo (1i al1H::rn1i. in ruaggior:111za. 1·:11lnli<·a.
X""'""' r )';alc;,;iani st.,lllllO preparando ima nuoya ,·n~,t
u1•1la ~te~isa tlioc·ei>i -pl'r at•,(•og-JimTi le IlllllH"ro-
.1,1 '"'"'·
SHCUA. - Jn Jli('na im•e;:.1.a c<1uatol'i:1le
;:.oriJc una uuo,·a chlesa
J.,o ~l'\\Jl'~o clitC'mbre il ì\\'unz-io .-li S11:1 R1m-
1ità - ;:;. E. ì\\folf~. Alfredo Tiruniera ha 1wuro
il ('Onfarlo di ina.ugma,re
mia nuova bella chiesa
è (ti lJJl'Or<Hllfr<l 18 1,l,a
tua ni :\\!aria, Ausiliu
frii'/~ in pie1111, J\\fi~sione,
r ireoml:1 to rin 11nn Yera
foll<1, tli Kivari, piec·uli ti
grandi. I·11a nota liela pe1·
Lutt:i tu la vre~euza <lei
veueran,lo Vescovo rlei
Kivru:i, Uonc1-. Comin,gna-
rit,o e oomo risuscitato clu
grave mala.I tìa. C'era.uo
anche il i'UO coadiutore
J\\I011.<;. (; in"eppi, l'inl ado. il nev .rno I)011 ,llotle~to
Hc•llillo tll-'I Cap11nlo F\\uprriore e .l\\lndn• .\\ll'll'liill-
rinn Bianl'ar<l.i del Cousi~lio Cl(s11en1lizin ,li,lle
Figlie ili Maria A u.iili11 Irii•è.
Yen11ero rappre,.'<onianti da lutti i eeutri ,IPll,1
:1Ii.~i,._ion('., in aereo. a 1·aYallo. a pieili. Qua111i
Kivari m·i,-tiuui! Mons. <'omÌl1. ripensarulo ni
rimi i11izi ,li mez1,p ,u=ll'olo fa. ne goclt•va rume
fogitiimo ~ovrnno <li <tnesto 1111(Jvo regno d1,lh1
Chiella. S. 'I!:. il .Nunzio \\'Il ne in1rod n~,,e 1.111
allro rnuaipolo an1miui~tramlo il B11tiei<m1ò a
53 Kiva,1·i adulli.
1"011 mam·ò tu p:.u•l,P. tukln1·i~tic~. eou ,lanze
ùi JliCTu li e grantli.
l\\!,ws. Kn11zio visiti\\ ('oll J\\'lou,,. l'inwulu i
centri di J\\Jissione più impmtuuti. ()1711nq110
fervP il lt1\\'0.ro u1j,1~ÌOllill'Ìù: l u (•rtra,I lerizzauu
genero,;il/i, e ,uH·1·ifìC"io. rrrn i mi~sioaari si sen-
tono felic·i po1·c-h1' IHl Yetlouu i preziu~i l'l'llt1 i.
l li..frari han.no ornrni p iona fìdnrin n<'i :-tale-
$UCUA (Equa Iore) - La nuovn
eh.lesa il giorno della inaugu-
razione.
51

2.8 Page 18

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sia.ni e nelle Figlie cli .;.\\faria Ausiliatrice e
Ylt11Ilo a. gara nell'ailhlare loro i propri figH
per<·hè> li formino alla vita m·i~tia1111,.
Lettwre sane e clilettevoli
nello spfrito di Don Bosco
TOKYO - Concluse le foste del trenten-
nio di lav01•0 delle Fi{jli c cli i\\lm:•ia Au-
siliah'icc in Giap1>one
La C'asa ispettoriale !'I.elle Figlie <li lilaria
Au..~iliab·ice a Tokyo ha t•hiuso le èelehra.zioni
dei primi trent'anni di favoro in GiappoM.
L'Em.mo Cara. Arcivescovo Pielro Doi ce-
lebrò una )fessa pontiiiçale, presente l' Ambn.-
Rciatore èl'rta1ia S. E. :Maurilio Cop_pini o tutte
le autoriti\\ rittauine. Quindi procedelle alla
inaug1maziono della, pale1stra e delle nuove aule,
che fiuono benedet.te diil Rev.mo Don .A.rchi-
meùe PianAz.z.i, del Capilolo Superiore, in viaggio
por l'America, pre.sente a Tokyo per felice
coinciuenza. Set,>'llì un lrattenimenfo <'-ho offrì
alle aulo:rità religiose e rivili roccasione tli
eRprimere il loro compiacimento per il lavoro
che i;i sta s,olgenùo sia nel rampo I.I.ella $Cuola
corno in quello uelle Opere sociali.
Anc·he l'Ec<·.mo lnternnuzio Apostolico Mon-
i<ignor Enrici celebrò un solenue ponUficalo
nellit ohie$:'1 gremitissima di cristiani e di pa-
gani e gradi un bre,~e omaggio, aJ termine del
qM.le si diB;;e liei,o tli l.'onstatare l'oporà di bene
che l'Istituto rle lle l?iglie di 11laria, Ausiliatrice
svolgo an<'he in (-Ha:rrpom,.
1"RRIDJANO 12
J.fensile ill11s1Tato Trntra i più ~~1arwt< 11r1;0-
mc11ti tor.z. scri$o cri.s1ian.o .. 160 pagine tt colori.
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Al,bonameuto L . 501) • Via )faria .-\\t,ailiutrice, 32,
Torino, c. c. p. 2/1355.
U A'TllU Rl - P rima ehit>sa tlc die at.a a
~ - G i ovann i Bosco
Riano, Vicario ApoRtolico di Ratbnri. K oll'aprile
del 1934, menti·~ Pio Xl elevava Don Bo$t~o a.i
supremi onori degli altari- ])l'OF-en1i in S. Pietro
La }Jri.uta chiesa dedicata a fì. Giovanni i Reali Siamesi - veniva alni tlerl.iro.ta la primi),
Bosco in Thailandia è stata !'tolennemente be- cappella nel Si:im: una stanzet1;a in nnn, cas,i
nedetin, ,fa, S. E. lHons. Pietro C'arretto, sale- cl'a.flii1o in Rai,bn.ri. ove R'iniziav11 il lavoro
mi~sionario sale~iano.
Qu.auf11nque fa l\\fi,;sione
salesiana prenuesse nome
da Ratlmri, ,.;apoluogo
di pTovinria. i cl'ist.iani
erano solo uria rl<>cina. n
tutto rima11eva ,La, fare.
Oggi, llopo la cre-aiio111~
dei Colle1,.ri-Scnolc ma-
sth ile Il fellilllÌ.J.ùle, ùella
C'asa del C'lAro. ùel 8e-
mù1a1-io e ùell'episc;opio,
ò I.a volta dell'in::u1,g11-
ra~ione della, c·hiesa, che
ùovr1\\ uiventare la c:au·e-
flrale qnan,lo, aumentalo
il unmero dei fetlAli, si
potrà aYere una <:hie~a
piìt vasta e più ùegna.
RATBURI (Thatlandla) • La nuova chiesa cli S. G. Bosco sorge In mezzo :1d una
risaia. A des1ra il Seminario diocesano.

2.9 Page 19

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c bP le s01•g,,rù arcanto. l Javorl NOllO
stai! 11ffi~;1U a lro b'f"llt1di imfH'CSL'.
~~ 1wrchè i". E. il v~•rov,1 dJ Augsl.nrrg,
1,hc h1t vol11lo i f'alc~lani 11ella ~t1a
rit.t:à . dPRld~ra ch11 ta.nto tu cliiu,su
pa,.,.ouc, l,H>I<' 1111anlQ l'i><t il11t.,1 si1t110
pronti nel ])lù l)l•eve ( (1mpo poRsibile.
A lla COTÌtl\\OOit\\, C:r11 pro~enk UJI
follo lmIJJPO tli ,:iovl\\1ù del "u»r·
tipo'(' C(l tt <'{UJti e ~ctiLlç. Il ne,•. Pat•·
roco d i &n shimpert.o ricordò lo
gravi cliflìeoltà superale p,,,. !\\vere
i fhtli di Uon Bosco ad Angsbn t'!(
e cl (..i:s1 It·osse lo gioin1 <•UruIw(., r,er
!Xl'lla T-'f'd e r:17.io nP
d e uli E" am.., i
I.I G~. lJlT. Mluro Poe,;i(), <'Ile Uno
01{1:tl_, n1)uo~ta11t~ I fiUOi 85 aunl
di ,•tù, 1,a ~ost<,a uto con g lo,•anili
c h P as.silla la Citi~&~ c,ggi o \\:118
cu~lil11i~ce In J)rco1·c111>nr.fon(l prima
\\lt•lla !"ant,e, Sede In rela-zion e ,,.rn
PA.1r1crici\\ Ln,lin a.: il ,uobU:ma so·
,rene r·ia.l~ I' ì•rliai..ti.90
A mcridtf.
Quc~to tema. snrit: r.,no li.r.i'-S.t,o c·on 1?ll
l 'f.Jnnt1i l)t0!',5Sima J•NllizzU~ÌOll(1.
l,'l~pel tQre d0i Snlesit\\ni n,111 LeiJt·
rcJdc•r rfspns~ apgurautlo,d rli 1>1>l◄•r
('Ot'rlij[\\òn rkr c I.\\J]e 1?01t,•r ,,11 a.-.peUa-
tJvc• pc,r il h~·n~ dJ ta 11k ani me.
c11rt1rio le carlùllc /Il Pr,,sidc•nto della l!Jx ailie~ d1 Don .Bo~cQ, ncll'i11t.ento
Confo/1<,M\\ziOnt• Mon<Ua!c d~,rli
F.x a lllM·l di lJou BoHc:o è di l're·
di studiare lo forine e i mer.r.!
wat ki 11or , ·olla.bomre offiM•~e·
Prourefi-l'-ji
fiidonto della Fcd<,l'azlone Nnziona.1,· lli{...nt~ nlitl l't:'~tanrazin ne B f\\Ua cl i- d••Jla « ~ <•uolo. di l\\laoL-.l~ro
d'Italia d til medeHirui. ha '"~•·intu
fesa tlel Hegr,n tii t.'l'Wo nello t..•1·re
lleUa C h.ie,!'m )> a ~l:uh•i1f
q uei!ltn. second.a ciu·ka ner att.cJ.1· d'Amerit:-a..
,le•·'-' ai g ,-a \\TI c-onwiti della prlnltl.
J..a , Scuoh, di 11 t1gisl ero ,1ol1IL
11 no~tro ,enorat.o Rettm· Maggior~
ba. inv ia.to a l bt1nt"meritn e ,...Pue•
<'h io.sa ·• r,~t·eut.tnn~utt~ a1wrta a.
!fodrl tl p r,•sso h\\ l '!lo>!IL j~p/'( I nri&lt•
1•ando Cornm. Po('sio un f1>rvido rìu · Nt•I ( ;,,n!JO
nclll· Fig)io di ~farla. .A.llllilh>I rlce,
gr117.i•n>1r,iw p!.\\r lo zelo e il ~•·a.ndr
am.ir,· , ·0 11 cui b:1 s•>flll•nuto la , ·urici\\
ilal 1 i/3~ a,l oggi.
.i\\ :-;nc·r:t·ch•rgli t•omC' Pr<.·-.i'1~u1è.· N'a•
il ht\\'Ol'O d t,lle Fi!llh.•
di :\\lu1•ht A.11..,iliatl'i<'t'
conlinu•• iut.li~turbuto
qneal'ILilDO ò bUU!l C<JJl1lf)elil (IL ('ll ll
,,le. )' 11l1 h no c•fu1;0. i•l w i:;I <·Olì('..lmlC'ri~
con l'1>sn1110 81 ~.t
Hclhl furllla-
1.!1111<' d<•Jl11 irl<t\\·an l Rlllt•Yo mo,•.stro
v.lou.u.lè s tatl> c J,•1to Il C'nmm. n"t•
tot· Vi llC'P•112.u Virlili. già uuto c.o:n.10-
Yice•pt·l~Ricl{'.nlo NàZio11alt• L' P 1•t1:-1I~
,lcnlt, tlellA Fi,d!.\\ruziOlli dc,ll'h,--pcl-
toria Cenf.nd~ <' ~ubalpina.
J\\le"sll Ili lll:muml e a Va ldoeeo
Il l " uc-nno.io u .. s. 11d ~i1n t 11;\\rio
cli :lforiB Aualliul ri r>t, (•t>lt•lwava la.
suo ·!\\lessa di J)lil1rt>1llte r1 Y~1wnwdc,
non t 11'i~pj no Onc rru. Ki~\\ 1't"ttr11•f'
ilull~. Bu..sUiNI. n1•I s,,"''llllll't1nnl ùJ
feunnclo minlstNc, ~t1Cè1•,lolttl<- ,ttollì
ne J,",r:;(> 1rnll'Anu.•rjaa, LatJua, nc-
t•fl11t<t 1111(• )ti\\) lll'llt! 111-(lll'l' 1li rlliS•
Durante il mese tU ott.r,bra l'im-
maii:lne di l\\[ aria A u;<lli$1 ,•i"~ lìa µe•
rr,:criuato In tutta la ,uo1:mti tìi
~'>nkrwia. i~t·(·OJnpt\\.~aa.t~• tla un
rrtlssi.onru-lo ,, il,i, 1111 s1wi-rd0Lt1 f1 1tli ·
gcnt1, RU:iC+ihinél1• ,rf-vo l"nl 11Hta.~o
ili fon ••,, cU ])folio frA. la l)fl!)ll.inzlone.
A i.;;.a.knnii'\\ i l .-;iJnulnçro ·v01111r t-lOl'·
l-nt-0 a,whe nel cP.ntirr·,• di !in-oro
Ò<'Kil OPC't'ùi ll.dtlettJ Bile fr,rrm· lr
do! KaLanga, 1•h•• avovano fòrrnoto
t l'Sl ltU'O il Ro~atiO ViYòntc •.
C'11nt.emwu-an11aurnnte si ~vol,lc altra
(r-rvurù....a µer,'(tr i?wlio clolla ".\\-Ta-
Llonna cli ,'atlma m•lt'1\\rdiltilOPPsi
ùi J,;u.w,l!,·llwiTlc. 11~10 dJ eo11fo1•to
e di aiuto nel llR-eSO 11011 a.n~ol'a
è indie.. 1mche il Grnppo Cat,•ehl-
s lit'o. a f'."lll I HlUIIO ùato 1.i.tn. SOll ·
W:ntlo t:i.1t~e R.t es11e l'm.'J?"Cntr• ut.1<~Ci-1!-\\ltA
di c~{~1•<..,.. Pi:'1,1,e(•hf,rt<.. p~r pott'I' p..;RofC'
lH Lotw ruaestre eri.stia.ne. La }-:.cn oln.
DiocCllaHA. CAt.cchi, I i<-a,, o oul ,·01,
noro iscritte, vol le r-on pien~) fi<l uda
ln-sr•iare il r olfithio r•oml)ito dt-ill'in·
1,~g.nam~nto rcillgioso oli.ili i,le:j,Si\\
'kno lt~ rll ,r1>!<ist1•r-ò, cl, e nn-à nOJ,1
i.I (!Ouforto cli olfril r. uollc 1111,w"
H1ll($Lr·,•. Il hn] 1111111el'1l <Il 17 nuo,c
cnl,•d list(• Jl\\'1' Ja <lioce;.I.
,\\ 1ms lo lat o S nlesfano neJI' lr1111
sloouct ottlf'sla.n.l, q11.nll Il f'm•d. t'u•
gli~N) o l\\fami. l JUiJti LrhiHg'Hn.: c:dl
nlt r1 co11fl.ac-r!'1 min:f!4è1·0 purroc-
rWa.Je in p~.11'111 n ('a,;tel Gnmlo lfo,
n Chitf1vec•c·hi n t a ll.ie.!-ii ~icul<1.
li pi:ohkn111 so ~iuJc e -rcli,iio,;o
d e lle An 1e1·il·he
e oJi E.-x ._1llic , ri ""alf'S ian l
S11u J•aol o del Ill'llsile, h.1 di 1/1 ,li·
11amfca e h t.· t r(;::;-,W: f'Ol più. J'U,pitlo
i11 l)O<'l...,
ln t,utte lo C'118c•1nissioni delle 1"1~11P
,1, l\\Illl'lo Au,silfotrka 11,-I C'onl!n,
<;Tl\\zie a. pf.,, il lavoro <'ontl111m lu•
rlisLnrhatn. Il uwlvr, Ut,\\ pruo ha
nominitlo d~glr J,p,·t lorl in11il,':<ini,
1'110 ,1,ltcll'tlao con snclrlbraziom·
q1u.'·1llc ~t·uok. ltl fu i:;;rgulto. t11111 th-"'·
J •gatl •l~I .llinislert> Cslll't'(-1.Sero il
rlflaiderio t.1h l" ,-.i 1lr~e Inizio a,nd t-e
a iuta, H,•uolo. NorrnlLlo. tant o no·
Cl'ii'll\\ria M i ual111out;, uol Katan!(a.
Il <•am1><> ùi ap,Jstolat.o apPJ1,0 1ti
!'lal1•s[1illi nel rcg,lo <lei Jlcl i·ollo
comp1•a11de t1na. smrier ticiu va~ta
ll'f' volte 1'Jta1ht. E soo o solo <ln(•-1ia-
cei·dot i o 1u1 glovaue coacLin t-0re.
l'l1<.1 s i oc<'Utlfl t\\nrho dc-1 pi('.uolo
Ora.tol'io [1e1· la ll1ovnnt1) aQSira.
P•• r poi or rag-glu11trore il Jnn.r14Iur
n1.1111er1l cli u,nlme JJO:;siblli.~. i :--:,~Le·
h:i&ttl ~i sorvo110. nel lo rn a]Joi-;, oJnt.o,
d,•11:• ~,~.wpa, pur nt·llt1 Ht·a1·silll
th:i UteY.Zi. A 4j1WH11l S('(tp/1 -.;\\Rltl(1aJJ.\\l
tr~ 1111hhliNt.:io,Inu t:. rn L4!lnrrn,.l1un ~c.•t-
ril mo, 111•! J11glio <kl IUH1 """'' I,•al 1·0
,wl s~c•HHlo c ·ougt•f.'KKO lut.ei'tlurn·
1·ica.nt, degli Ex t\\.llkyj (It Dor1 J\\Oiitio.
!J1Lr11 d\\lCWlltO D,·l~gn,tl d.,JJp 12 l•'p.
1n nn popnl\\>fiO qu1u·tlcrv dt•lla I'fr·
lirn8J.l.R.le in hn.flc•f·H·: />n.ri.~li Y,-w11
(JS'ol izi,· tta-rrtt,•<'J.tinlil, r·11ri ,1,,1
nol/11 J '<'tSiN! lu ilnllauo <l nn altro
glotu:1101 Lo hl lluirun JJlll'iliana per
,lcrA,slurrl )lnzinru1ti A1111•ci,•1111u tlt•gli
Ex aJJi.,vi nlt-;;lanl 11!'!1,· tre ~ -
i •ift·rla di il no:o,h,u·g (flernmn\\ù.\\,
~Jw fa part.c della. pat·roccMa ù i
fil.r O•)IlO~CC!l.'8, SJ)l'CÌ(.' nlla giOVCUtù.
la )1adon11a, 81111 Oiovnuui llosco
i·i<·l «• ,,1 rarim,emnno afl'ombrt\\ dl'llo
i:.nè nu\\~Ukhe (• hies<•, fl-<~l snoi ~rnt•
:::.au Rlrupet•to. ò sLlll" po<l[l ltl,
printa pietra, ,11 nna nuova chie:-;a.
e h.! (lt..if'ml>lu.l'i fl~lrc doj gic>vani
cr<'scinli alllt s011ola di !ton Ho~CQ.
1twidl \\' tlt'lle t.lrrèruilu t·iinJnierc elle
t liL•òno la snti p r ulllKiw,--n rndustria.
pnrl'Oc:c1l dalo d~dit-uta a, Ban (.:.io-
vu.nni llot:.ctJ. Lo ➔te'i:80 11erroeo di
Tlll to iòlt,l'VO per tBncr e ,ivu 1ft. fcdti
r~e cristia..rJa . pqhhlirszionl ~ono lc•l la
per ;,,t11dia'l'L' e di8eutet'C, alfa ]uro f,au ::;impt-rlo diede il primo <.wlpo c:ou intt•J•ess~ non ~oJu da.i {'tlt tnlid
llet?li ins~gJ1f\\me11li e (le-Ilo ~p[rito
di IJou llo:=.co, il geHve 1>rnhlcnua.
cli pi,econe sul li:t-r,...no clr--stlna.to
aHH c-1Lh•~t\\ e a.11'it-1lituto ~1 lc:sitlHO
UH.\\. ijnr·l1c rln.i p1•11t.:.-i.t~uli e dui
m11stL111n,1d.
u3

2.10 Page 20

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_II
S()lJOI"',.~ E
" Dio s,·mina in abbonJanza
le Yocazioni nel cuore Jci gio\\'ani,
mo riservo n nni 11 comprrn <li por-
tarle a n,aturaz.1one )1, Questn af-
fermazione <li Don Bosco, medi-
tata e approfondita rnn amore da
un grupp<J ili Cooperatori In.se-
gnanti del Ct·ntro di Roma-Sacn.)
Cuore, hn dato origi11è ad una mi-
zìativà dw prnmcrre bucni frutti.
Alcuui ln:;egna1111 <lei Centro
:;udd~tto pr('pa;:arono, null'àmbit,,
dei programmi q()vemativi, 1rac<;r
di lezioni atte a suscitare ncgl
alunrn int,•ressc e simpatia per l,i
\\•oc,t,donc ~accrdotah: o religiosa.
Quindi Don Ang-eJini, De!egnt ,
locale dei Cooperatori, invit.'.>
molti inse~nunti, chiedendo la
loro fattiva collabornzior\\c al-
l'apòsrolato delk ...-oc.11.ioni.
Risposero ~!l'appello oltre qua-
ranta Insegnanti, <.;he ebbero il
p1 imo incontro in via 1\\farsab
il 10 nO\\embrc scorso. Fu loro
dis1ribui1à copi~ Ji nove temi di
h;zioni cond9tte in modf) da get-
t;tre- il buon seme nel cuo,-,. degli
alunni. In qudla prima a<lu nnnza
se ne cornrrurntaronr, cin(Jue.
G l'inseR1umti ne' rimasero lieta-
mente sorpresi e chiesero di ritro-
varsi insieme il q,i_l)Yecll seguente.
lt
Nel secondo in~ontrn del 17 no-
,·embre qualche in,egn,mte comu
nicò a1 colle_ghi interessanti espe-
rienze. Si éon1inuò quindi i l com•
mento ~g-li schemi di kz1oni
Commentando per tsempio il
t.,ma /11 occasione. dell'a11m11de
C,111,p,~,r,110 a11/ltuberc-0/ar-e, s1 fece
notare come si possa passartl fa-
cilmente alle vocazioni dei rc-li-
gio~i e ddle suore- èhe si con-
sacrano aUa cura degli infemu,
<le.i laici mèd1CJ trtissionari e
dc1lle medichesse nùssic>rutrie, e
parlare di quc»te vo<'azinni t.into
utili aJJ,t Ciucsa lJ(,stll inle-
rcsse la connscenza del CU.i\\'.vl
(l'ollcgi" Lmrversitano :h-piranti
l\\-fodici) di P,1dovu, e l'A.F.\\IM
I.Assoc,a:lH>ne .Femrnin1lc .'dedi-
chesse Missionarie) <li Roma.
'!'ornando, " distanza tli tempo,
~ull'argomcnto, potrà essere ucill
far conoscere l'apostolo dei leb-
brosi, Raoul Follereau. e citare-
il ùtoln cosl $Ìgni fic~ti,·o ùi un
~uc, opuscolo: Se Cn'.rt1J, do111rrni,
batterò. a/(n vmtra porla... (l,;,li-
rrice :\\1;,"Tizia).
Quanto mai ricco d'interesse
si b<Wò anche lo spunto pl:da-
gogicq che si può trarre da l)..:
('ronache dei q1wtidia11i. È utile
h·ggcre an classu, Ji tanto 1n mnto,
qu:Ì.!t:he notizia ùi cronaca scelta
bene e invitare i?li alunni " riflet-
tere sul caso, Qunndo si tratt~ di
dclinquemrn minorile in amb1entt
di abbandono religiOSiJ, sarà facile
rnJividuare, trn le cAusc, princi-
palissima qu.,,;la: mancanza di
operai evangelici che, se fossero
più numerosi, potrebbero svol-
gere azione efficace di penetra-
zione cristiana negli ,1mhienti di
mi&eria o in quelli operai.
Che cosa può l'are un povero prete
snlo (quando c'è, i l prete!) in quegli
ah•eari umani che sono i quartieri
periferici delle grandi città?...
.f
t1L
I
Nel tc,r Z\\> inc1Jntr(• .Qi'Tn~egmm-
ti, sen1pre più n u merosi e ìmpe -
gn~dssimi, si fernrarono su dt un
tema di lezione ricco di spunti:
Sncrijìcio e 8(1,'erdo;ti:o presso ali
antid,i, e su di un argomento ine-
s;1uribilc: AcCl)rgimenti p.1·icologici
per pre,;entar~ in l uc<' di simpati:i
il sacerc.lo:tio c,1ttolico e l'aposto-
lato rel-igioso ~ Lussioaano.
Si proposero Anclie "lcuni Lemi
di composizione per gli alunni.
Eccont· un saggio.
i Per la Scuòla media: Uu oro-
logio racconta. (Le lancette d1 un
or<)logio che conoscono il seg:1et0
di storie talora affast·inanli, po•
u·ebbem indicnre un'or~. anzi un
attimo, che è s,alu decisivo nella
vita di o~ uomo. Nella vitu di
S. Pietro, per cst·mpin, l'attimo
in cui, ris-pand~ndo Rll'invito dd
\\ faestro, decise non so!u dd
proprio destino, ma, in largu.
misura, di quello del mondo.
Per Scuole superiori:, Non tli
solo pan~ t1Vf !'11omQ ,,, dice il l rcm-
i?~fn: ;,.11ne11witn cht hri n,p~fi" com-
priuo rifie/teJl(/o m di uun pagina
,.,,-anitelica 1m·r,,,bilme11/e parafrasai a
de1/ Pasco!, nella poesia Sconforto,
(>t><' le 111,·be di 1•11i parlo d poe/<1
/m1111u w1nf11111e d1e 11<111 Ì! di pane.
3° Per ::;cuo)~ supe,·iori, in tema
cli dolore, di disperazione, di spe-
ranza: Una cronaca d,e i g/or,wli
11011 l'ife,ùcouo. Un111ini llmifi e i11-
trepidì, riconoscibili a/1'i11Seg11a d,
u11 piccofo crocifisso, sharcww u,tn
~iorno, senza j(tr ntuwre. nei poru
pùì !011tn11i delln terr11: sn11u i pn,•.
I //fori rlrlla $permm:n.
~"
Nella ,tessa sedum va, i in~,·-
gnanti parteciparono colle_gh1
nuove espenenze. Così, stando
:oell'àmhil<l delle ,·i,itc cultun1li
prescrille dal ministro dPlla P. I.,
un profi;ssore di storia organizzò
per tre classi di scuola medin umi
gita scolastica a S11b11ico, prece-
ùuw da ricerehu fatte dagli nlunni
sul monachismo.
ln un'alrra scuola si sta prepa-
rando una visita al ,'1useo Etno-
/t,.~icu 1Vlissiò1111rio a l Laterano, \\'Ì -
sitci che sar/1 prececlulu d~l!a pro-
iezione della fi lmina sul Card.
:i\\1assaia e dehnamemc prc1»1rarn.
1n questo, come nei precedenti
inècmtri, gli Insegnanti l'u1'()no una-
nimi nel ricoaoscern la necessità d1
farapprenarc la bellezza ddl'apo-
,;;tolato per le ,·ocazioni in, gli al-
lie,-i, pa, ticnlarrnente 11e_itli lstit11ti
jJaéstr,1/;. Quanti alunni ne!l.1
carriera di un maestro?... Bisogne-
rebbe eh<: durante turto 1l cotso ma-
gistrale fosse tt!nutc ,-i,·o l'inleresoi;
prr il p rohlema c.lelle vocazicmi
li nuovo appuntamento, desi-
derato e unanime, fu per g10\\'ed1
r9 gennaioi si ,wolgc mcnlre an-
diamo in macchina e ci augutiarno
con lo st~so entusiasmo ~' con
quell'amore per l'apostolato d,·tlc
voca:tioni t:he distingue gli ~pmn
nol ili e speci~Jmç•1t~· ì nn,u i
forYc.nti Cooperatori TnsclZtlanti.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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FEDE IN CAMMINO
/0110 felice Ira ileDDroti
Quindici milioni
di lebbrosi
t ·},tf.f•.;~~\\·; ncbe quest'anno Rac11tl PollPreau. il
,~1vagahnudo ~dia l'arità che ha ;iedi-
~i f:.cato la :òua vita alla salvezza dei l1•b-
tr~J;.. .~;,brosi. l,a la11ciato al monJu il ,uu
apprUo. Eccolo:
(( H() chiesto a llll l't'S['OII •
sa bile:
- Pcrchè- aveL,! arrestato
,n '(l'est"uomo'?
rispose:
- J'erchè me11<licava; è proi-
bito.
L'an-estato era u11 povero
lt>hbroso. S1,icgai a quel signore
rnRponsaLifo:
- Mendica. perchè ha fame.
Dategli del lavoro e 11.on m en-
dicherà più.
- Dd lavoro? lrn1►ossibile,
sig11ore: è lebbroso.
Proibùo... impossibilt!: ecco
la sorte dei lebhro~i.
Come ogni a1111() da dicci
auni, ascoltatemi. Tre minuti,
vofote? .Mirivolgn a voi. Pt>rchè
sii>te uomiui e :si LTatta di altri
uomini. 1 lebbrosi nel mondo
bono trr volte la popolazione
della Svizzera, dieci volto quella
ùcl Libano, quasi tanti 11nmini
rp1a11ti cc ne sono nell'immenan
Canada: 15 milioni di esseri
nman.i da salvare, da amare,
ùa aiutal'e. Vale la pena, non
è vero'?
llallilo la lebbra? E cou ciò? Tutti i m•'·
dici vi dicor10 oggi cbe la lebLra è lilla ma-
laLtia perfettamente curabile, infi1tilarucn.lc
mi>no contagiosa della tubercolosi e della
maggiol' parte delle al Lro inl'czioui oonnnù.
,ra <Juc~li ammalati non hasla g11a1·irli prr
~alvarH. lufat1 i. a che pro i,trapiiare dce;!i
uomini alla 1..1>hra se poi ~t•gu.itiamo a farne
dt•i •· lebbrosi ''? Se uou gli ,liaruo il posto
cui hauuo diritto. il l'Ìsprtt.o d1e meritano?
Y,,i dlt' mangiatP tre voltr al giorno, voi
pt>1· i ({uali la lel,bra non è più rlte un argo-
me.uto da f11w•sti ruma.uzi, non mi do,·<'te
due per sottrarvi o pn_ sbara.zzlU'Vi: " lo
11011 conosco lebbrosi; qw non ci s0110 IPb-
lm,;;i, 11nindi non posso tar nulla ·•.
Tutti polcle fan·. E mollo.
Pt>nsat,: a loro. Parlate ,li loro. E 11011 ac-
cettate di essere shlo voi fdioi 1p1a1u.lo 15 mi-

3.2 Page 22

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lio1li di C8seri umani chi) sono vostri fratelli
barcollano sotto il giogo della più assurda,
della più odiosa delle segrogazioni.
Padre nostro che sci uei cieli, itwegnaci a
non amare noi stessi. a nou amare soltanto
quelli che ci amauo. Insegnaci a pensare agli
altri ed amate in vrimo luogo quelli che nes-
$Uno ama. Facci la grazia di capire che ad
ogni istante, mentre noi viviamo nna vita
felice, protrtta da Te, ci SollO uailioni di es-
seri umani che sono pure Luoi figli e nostri
fratelli, che muoiono ili fame, senza aver
meritato di morire tli fame. che muoiono di
freddo, senza aver meritato di morire di
freddo. Signore, abbi pietà dei lebbrosi, ai
quali Tu stesso hai son-iso quaudo eri su
questa terra: pietà di 15 milioni di lehlnosi
che tendono verso la TDa Lnisericordia le
mani senza dita o le bracria senza mani.
Facci sentire, Signore, l'a11goscia della mi-
seria universale, e liberaci da noi stessi ».
Agua de Dios,
città del dolore
Questa cittadiua ù un immenso ll'hbrosario.
Nessuna persona i,ana, Sf non è imparentata
coi1 il malato. può fissarvi residenza.
0.gui famiglia è alloggia-ta in un piccolo
appartamento e riceve ogni settimana dal
governo una piccola pensione per il vitto,
mentre le ruediciw.1 e le cure sono sommini-
strale gratuita111entr. Un migliaio di malati.
i pilt gravi. sono degenti all'ospedale e sono
cmati da infnmiert> t>d infermieri. Quelli che
vivono libC'ri, esercita.no com.e i sani i più
svariati mflstieri: botteghe, ristoranti, negozi;
gestiscono anche dd cinema e numerosi la•
boratori ocl officine.
Non è detto che ì figli di genitori lebbrosi
del1ba110 essere 11echssariamente contamiuati
dalla lebbra. Se uuo diii due sposi è oano, in
gPnrral◄' si può dire cl,e i figli nascono sani.
Difatti qui ad Agua de Dios si contano solo
75 ragazzi I' 55 ragazze lebbrose. Un salesiano,
il servo cli Dio Luigi Variara (nato a Viarigi
uol 1875 e morto ad Agua dc Dios nel 1923)
ha fondato una Congregazione ùi Suore ld,-
hrosc dette Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e
~i Maria, che si dedicaito con abnegazione
o sacrificio alla cura dPgli ammalati.
Questo è l'appello lanciato da quel mera-
viglioso apostolo della carità.
Io qui ad Agua dc Dios i lt>hhrosi li ho vi-
cini: li vedo. li sento. mi son-idono. Sono fe-
lice da 13 anni di aver dedicato la mia vita
per loro.
Agua de Dios è ncl centro della Colombia,
a 144 km. da Rogota, la cavitale. Su Ull to-
tale di 14 mila anime si contano 4800 ld)brosi.
Cli altri sono i genitori o i figli dei malati.
La lebbra
è contagiosa?
Circa il t◄·muto contagio dP.lla lebbra bi-
sogna evitare d-i1c cstr<'tni: alcuni pretendono
che i lcbhrus.i nun siano alfatto eonlagiusi e
che si possano impunemente toccare; altri,
AGUA DEDIOS
Orchestrina
composta
d; fi!lli
di lebbrosl.
La dirige
il chierico
Antonio Ragazzìni,
Uiuturo ls~Uore
56
del Messico.

3.3 Page 23

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l,asando:-i ~ulrc.stmpio ,li paùre Damiano.
wno portati u cn•drre l'IH' i ld1hrosi ~iru10
cstremanwutc pcricoJo,ii. III n·al1 à, con qualt-h,•
prccau.ziom·, 8i può fal'ilnwult' evitarl' il
contagio.
Però a Contralacion, m1".1hra ritt.adinu ,li
lebluosi clu• i Salt•,-iaui <liri~o,rn nelle mnH•
lagne di S,illtnnder. ~,mo morti di lel,l,rn
lrc Salesia11i ,. una Figli11 di )faria Ania.ili.1•
lricr. Co11tr11taci6n conta 1iolam1•11te 7000 uhi-
tanti, cli cui 3000 khloro~i.
Ad Ag1111 dr Dios le Suon· d1•lla Pr.-.,1•11 I,1•
zione di To11rs dirigono •pmttro osprrlali ,.
una rlini1·11 ,. auch't>Ss,.. hanno ,lur ron.~ort>II,·
divrntalP 1,·hbro:>P. Quei-lo pn dire che unr\\
i;i re;;ta automatframeull' imm1111i dal rou•
tagio.
I malati pi11 th-"vastati. aud1r quando t>JITÌ·
gionauo w1 odore im,opportah1IP, sono cuu•
tinuaruc11t<'. an1orcvolrnl'n I1· a~sistiti <lall1•
,:,uore. \\Jl'odon· d si abitua. non s1·1npre perì,:
iu occa~iou,· Jrlla confpsi,.i111u·, Li~ogna far,·
bforzi croil'i JIC'T sopportar1·.
La lcl,1,ru 110n è St'mpn• apparente. C'ì-
anrhc una ld)bra interna clw rode il malato
na;;rostanw11Lt•; surceck poi 1•111• di colpo.
come un alh,•ro minato ùull1• lernùti. il ma•
lato crolli e ..01·cum.ba.
T.a longn-it,'i dc-i malati di ld1hra è Ulo.llo
varial,il,·. Alnuu muoiono <lopo pochi ,nc~i
di soggiorno nt:I lehbro~ario: altri possono
vivere anchu fliù di 50 1uu1i.
Circa la run1 rlclla lchhra lino ad oggi si
ì: potuto Rolo formare jJ progrt',;~o dclla mn-
lattia senza poterla guarire radiralnwnll'. Unu
religiosa frartrl·~c. snor \\laria t>usamia, morta
da poclù anui, ha scoJWrlo un vurcino parti-
cularmrlll•· <'llir1H'f'. Es~a lo 1,auczzò rou il
nome di 1fori111111m: bellif~iuio unme per u1u1
nlt'dicina. Lu t•ura dura :,;,•i 1111•si. a ra1ti•:1H
di una iuir1.i111w al mese. <.:1111 qncl 'i'llCl'IHO
furono ottl'lllll i risultati l\\i\\NKi ,1pprczzahi1i.
Le consolaz:ioni
non mancano
1\\11 \\gun ti<• Dios noi aùhiamu ,·arir op,·rc.
La parrot·1•hi11. ,l<·cli<'ata alla 'fadonna d,·J
Cannelo. ha 1111 parroco r-1111 quattro coadiu-
tori saltisi:mi. lutti vol1111turi rlw lavoraun
ì11 un oratorio masd1ili-. Diri~iamo pure mm
S<Hwla primaria e tecnica ('<Il! 280 allit·, i;
par1·cclii i11....-g11anti sono l,,hlmrni e lavorano
1·011 111ult,1 1!1-diziuuc. Le Suor,• <l1•1la Prt•-1·11•
ta:-iorw dirigono una srunln fc·mminile con
2-HI allit>, e. tut li' lig!ic di 1,·hlirn-i. I Salt>~ani
curano l'as~i-1,·m,a spirituale P 111oltc voltl'
anche maH•riut.· di quc•~t a ritti'1 t)t>l dolon·.
Le consolazioni non manrn11u; il Signore ri-
~ornpcn;,:a e e-i ì· vfoinu. ri aiuta t• ci eotrPg{!'(•,
I lchhro~i bono buoni. as~i~to1111 con multo
JIÌR("l'rt· allt· fu nzio1ù in cluP~a. J ,. comunioni
,onu n11111c·ro~•·· Due cose ri rl'C·,uao un po'
di ,-ronforto: h• , ocazioni ~at·ndotali "01111
rare tra q1ll'~ti ¾!,ÌO\\'alli: i prot1•1:1tanti svolgcmo
anche qui ima propagaudn nll h issima. Pl\\r
hloccarc q11l'~lu propaga1Hlu tH>Ì faniamo
largo ueo th•lla stampa. ùi!T!111dn1do in tutle
I,· ca~t· giornalini. rivisti'. lilm dii' possano
fare del h,·m·. ,, moltiplirhiamo h· op<•n• <li
carità tt·11~11do i11ca11dcsci<uU• la , it a par•
rocchialP.
SuJL'\\ facciata
della chiesa
p.irrocchilllè di
AGUA OE DIOS
domln:ano i bu<li
dd due graruli
a~loli salesiani
dei lebbrosi:
Uon Michele Unia
e Don Evasio
Rnbagllall

3.4 Page 24

▲back to top
Vorrei partire
darà la pazii.>nza di soppm·tarf'. r io ne andrò
lieto I' consolato di av1•r rrr-at,1 quafrhc l'0n-
per Agua de Dios
forto a questi poveri infrlici. Souo auimc an-
ch'esse :rcdcnte dal sangui• di Gesù, a1ùmr
più sventurate delle alLr;. perclrè oltre a sof-
frir/' mate1:ialmt•111e 1' mMalu1rntc, ~ono ah-
Il m1-1ito però di lutto risal,· a,l w1 !:'auto liaudo11ate da tutti ».
sacndotc salesiano: Don "\\iTid,rle Uuia. La
prima pagi11a ùi ~roisnw _d~Ua ~oC'ietà Sale-
siaua m•I carupo dn lehhros1 fu scntta nel 1891.
A.llorn i Id,Lrosi ad Agna de Dios erano no,
]Jiù 130 ham hi1u inferiori ai 10 anni. li go•
verno assegnava a ciascm10 u11 lauto al giorno
s! per il loro sostcnl~1111'11l o. l'.arenl i e arnie!
Portò il sorriso,
l'acqua e l'amore
vergogna,auo pcr~mo a_ ~,~rivere Inro. Clu .":
fosse recalo in rruclla e1tta non sarehb1· pm
JJ-Otutn facilmt>nte cicntran tra i sa~: llm~
si leggevano n~p1mrc le . l~ttcre spedite dm
lehl1rosi. benchc fos~t·ro rli~mlcllal1·. La gcntr
inorridiva soltanto a se1,1ire parlan· di lchbra.
Per auivan• ad 1\\gua ùe Dio~ l,i1:;1)g11ava viag-
giare tre giorni a ,:,r-ltit:na di _mulo. fra l111rroni
e prl'cipizi. sotto la Flerll.a di un ~oh: coceulr.
E uon c'ei:a ucssu11 p1·(·tc.
Don L1ùa era da poeo più di uu allll.o a
Bognta quarlÙO itrlla 13a 1fo111t'11it;a dopo Peu-
recoste. mentl'e redtava il l,reviario. alla lt·t-
t11ra del Va11aelo dl'i cliPci lehl)rosi guariti
ria Gt>RÙ. sentì"improvvisamente il cuore strin-
gersi cli compassione e un tlcsiduio imn1cm;o
gli agitò l'aiùma: correre i.n aiuto_ di qm·!
poveri lc1lHOl;Ì. N(• eLLe uria vrsrom• cosr
impt·essionante e viva C'he gli _pareva di ve~
dersi,li dinanzi con le loro piaghe e con ?
loro gemiti strazianti.
..
Ne parlò al <lirettore. dou Rahaghat1:
- Vorrei parlirc per ,\\gua dc Dios...
- Se si trattasse ùi lllf'. - gli rispose il
diretto.re - acconsentirei subito; ma io nou
posso espone a risclrio di morte la tua vita.
Insistette più volte cou calma. Alla fine
il <lircttorc gli permise di ru1darr. a comli-
zfoue peri', che informa,;sr e acct'tlas~e Jr de-
cisioni del Rettor Maggiore, il veuerahile
Don Rua.
La notiria si sparse in un halcuo Jler la
C'Ìllà. Don Unia, seuza che ne avesse fatto
ricliiesta, Bi viùe nominato cauou.icamcnte
cappellano di A,gua de Dios dalla Curia Arci-
Quando giunse ad Agua de Dio;;, i lehbrosi
non CTCdcvauo ai loro occhi. Erauo le 11 del
m:tttino. Il sole scol Lava. Gli si affollarono
i111 orno. Egli sonii!e f se li fre.,, ~,r1ito arnfri.
Vide qnei ro1·pi ripugnaJJti, quegli schdl'Lri
in putrefazione, quei ruderi umani. Soni.se
con tenerczza: al suo passaggio i lehhrm.i si
sentivano rico11fortaLi e gli rispondevano con
un ~arriso, alzuvano i monohcrini per dfrgli
matlifostargli la loro r-iconosccuza. Don Unia
si ùedicò tutto alla ctna di q111•Ile anime.
Con una temperatura dai 28° ai 30<1 aLilava
in_ una rasuccia con due stanzette a pi1U1t,·r·
1·eno cop<>rte cou foglie di palma. Due volte
al giorno un ragazzetto gli portava il C"iho.
li pane era duro perchè veniva da Hogot,i.
L'acqua. rerata da un'ora tli dist.anza su
asini, arrivava caldissima.
L'anno dopo Don U1ùa r.ollocò la prima
pietra dell'asilo Santa .•\\1aria destinato ai
himhi. che iutentlcva affidare alle suorn. ,\\_l).
bcUì la chiesa e la rese tu.i gioiello. mentre
prima era squallida e priva di tullo. Costruì
tm oratorio fol!tivo. Otti•n11e da un bravo
Cooperatore salesiano che ~li r~galasse dei
tubi di ghisa e da una collina distante vari
cl1ilometri riusci ad incanalare e a porl are·
ad Auua de Dios acqt1a limpida e purissima.
Pof potè far Vl'ltire uel lcbJ>rosario Jr
Figlie della Carità. eroicl1e coufortatiici. au-
gdi di hontà. Don Un.ia _lasciò uel_la s~ori_a
clella Congregaziont' salestaua -pagrn..- 1m;h-
111entfoabili di commovente amore.
vescovile. Gli amici tentarono di smuoverlo:
i medici gli suggerirono preca,1.zioni e con-
]8RiPli io.fuùti. Prima di partire, la sera del
agosto 1891, Don U.uia scrisse a Don Rua:
* E io? lo s0110 felice qui ad Agna dc Dios,
« l\\on voglia contrariare questa uua deci- dopo 13 anui di couvivenza con quc~ti cari
sione, che crrdo (1•rma111entc mi sia staLa lebbrosi. con queste anime che:, mentre 11 corpo
ispirala da Dio. Non llCJLSÌ alla mia vita: va in &fatelo, t'once-ntrano il loro amore e
userò tutti i rigua1·di che mi suggeriscono la loro i·iconoscenza nrllo sguardo e 1wl sor-
qufsti b1wni amici. userò quelli che l'csp~- riso. Sembra di nclrrf" sorridere Gesù.
rienza ~Lessa uu potrà inscg:u.arc, e se Dio
sAC, GIOV.AI\\NI JlLSAK.KEHS
all vouà che io sia colpiLo dalla lehhra, Egli m1
salfs;ano

3.5 Page 25

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Sulla linea avanzata della foresta,· 1ottiamo alla conquista delle anime. Il lavoro è duro.
La nostra cittadella è Santa Maria de los Guaicas nell'Alto Orinoco. Non ci sentiamo soli
) fiume Orinoco ha nna sua parti-
rularr geografia. Inizia il rorso nella
SiPrra Pa.riua, che fa da sparti-
aNJUe tra il Brabill' e il Venczurla.
Dopo aver pt-reorso quasi 500 km.. il fiume
si Liforra; il volumt maggiore d'acqua flui;wi-
vcroo il mare. uwntre la parte d'acqua mi-
non, incominC'ia a correr!' pcr UJ.l altro vrrian,
in <lirt·zione prevalenten1en1e sud, dando inizici
all'alìl11cnte Cassiquiare, clit> ricl'vr a sua volta
altri ailluruti. Dopo l1ll prrrorso di 200 km.,
Cfl11'8l0 ramo secondario incontra 1111 ~••l'ondo
fiumi' cht nasce in Colombia e haina Jlt'I suo
corso le 1·ivt del Venezuela: è il fiumi' Guaina.
Dall"incontro (li qui-sti dur fauni nas,'(• il
Rio Negro. çh,· a .sua volta 8focia nf'I Hio
dd1c Amazzoni.
Don llàlzola (non ricordo in the auuo, ma
rerto dal 1910 al 1917) si spi1LSC in missione
fino a San Fernando di Atabapo. c·hc sorge
in riva a un affluente df'I 6111ne Orinoco. lu
quel tPrnpo Puerto Ayacucho non t·llisLeva:
capitale del Territorio Fedrrafo tldl<' Amaz-
~m1i era San Fernando. Conserviamo ancorn
IP registrazioni dei battesimi rnnferiti cla
Don Bàlzola iu San F <:rnau.do, in S:m Carlo
e in alLrr !oralità minori.
La nosti-a zoun
La mi~~-i01w ;;a],•~iana d<Jlralto Oriuoco è
!\\Orta da 1tn coutrntlo del GoYe:r:ru.1 d1•l V,·-
Dt'Zllt'la con la Santa SedP, d1e aifidò ai 8alr-
siani quf'Sta Ztl!La di territorio tlf'I 1933: al-
lora ,~ra oolo Prdrttma Apostoli,·a. La Pre-
fettura Apostolica fu eretta ÌD "\\ icariato m·I
giugno 1%3. Mons. St'Còndo Carda ne ì: il
primo vcscoYo. un ve~covo al tivo. intelligenti'.
opero~o, instaurabifr: è il t·•·rvrlfo di tutta
la vasta miss.ione. Missioni nel st>uso vero e
ptop.rio nou se ne aprirono se non 11el 1957.
Già Mons. Dc l•'crrari, ant!'c-e:<sorf' di Mon-
MISSIONE DELL"ALTO ORINOCO (Venezuclll)
Non è raro che la poéSla del navigare si cambi in
orosa. S. E. Mons. Garcia aiuta a spingere la barèaJ

3.6 Page 26

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signor Garcfa, aveva fatto un tentativo cli
Uio ci salvi
coloniP indigene 1wlle vicinanze di Puerto
Ayacucho, ma st>1tza ri~ultato. Dopo la s<:-
chille formiche
conda guerra mondiale i protestanti ameri-
('am filtrarono dalla Colombia in quella zona
di grandi foreste. ll Governo chiu:ie un occhio.
Anzi concesse loro dei permessi, visto che si
Mentre camminavo sulla riva piena rii
sterpi o entravo con violenza in un cespuglio
act]Uatico JICr superarlo, conobbi l'animale più
terrihilc deUa foresta: la fonnica. Di fonniche,
occupavano degli iudi. Ben presto affluirono ci son tante specie.
30 missionari protestanti. Si spinsero nella C'è una grossa [formica, quc,lla che in
selva vivendo isolati o a du.c, a conlat to con
gli indi. Ne studiarono gli usi e costumi e
ne apprcsuo Ja lingua. Prepararo110 dei di-
zionari e trascrissero u1 lingua indigena le
parole spagnole. Si verme così a conoscere i
gruppi linguistici ili qud territorio così esteso:
il piazoa. il haré, il guaico... lntanl o <lai
G-ovenlO e dalla Santa Sede fu.rouo fatte prPs-
sion.i, cd ecc() che si lllÌziò la fondazione vera
Venezuela chiamano « la ventiquattro »,
perchè può paralizzarr la parte colpita per
21 ore. P-ossi,~de un pu.u.giglione come le altre,
ma inietta una grossa quantità di veleno che
nessun rimedio può distruggere. Poi c'è la
forra.ira Cong-a, che è uno strano a11imalei-to
con mandibole a serrat1ira automatica, come
le pinze dt·l c-l1irurgo: ì>- più vivace e hrutal-
mcutc battagli,-ra. La sua puntura morde c
propria ùelle missioni tra gli indi nel 1957. lirucia. Poi C'i sono le fonnichc rosse, un po-
Un po· ta1·di, verò. Gli indi Maquiritari erairn polo sterminato che marcia in squaùroni af-
passati quasi in massa ai protestanti. l nu- fiancati f' distrugge tutto suJ sue, cammino.
nwrosi gruppi dc-i Baré, dei Banilias, dei Cur- ~on hanno veleno ma posseggono dut> for-
1·ipacos, dei Gualiibos e pa1·tc dei Piaroas midabili pim:e che scattano sulla preda e
avcvauo aùerito al protestantesimo. T più s'immergono profondamente come due le-
restii erano i Guaicas: sono i più selvaggi tra uaglit•. Ci sono altre formit1hc uerc, più tran-
i selvaggi.
c~ uilfo. ]_\\fa una specie di formira. la -più pic-
TI tl'l'l'itorio è di l i4.000 kmq.. con una rola, i- la più tcrciLilr: la candiTita. In-vi!rlhile,
popolazione di 4,5,000 abitanti trn indi ci- onnipresente, è la frrocia personificata. Ha
Yilizzati, stando almeno ai dati ufficiali.
un colore rossiccio ed <> grande come il punto
,::
alla fine di qnesto periodo. Vive 1.mllc foglie
e si li1scia cadere appena scuotono il ramo.
Sul corpo le candilitl' 11011 attaccano suhito.
Se 1wo1u·io vuole...
Quando arrivano, strii,ciano fino a trova1·c
la zona di pelle più delicata: incomim:jauo
Nel mese di lui:(lio del 1957 }lous. (;arda
mi rltiamò. Ero .~llora clir.-ttorp d.-1 Collegio
ili Puerto Ayac11cho. Chiamò anche Don Bon-
' t'Cchio, che rra confessore J.i quel coll,·giu.
allora un'azione furibonda con un pi~core
chè uou la~ria pace. l nervi saltano l'Otto
quel ·1ormento: vien voglia di maledire la fo-
tci;ta, il fiume e le formiche.
Ci fece un discorBt>tto prcss'a poco CObÌ:
- V1• la ~entitP.?
- Che cosa, Eccellenza?
Nelhi rf'gio11e
- Di anùai·e in mc7,zo agli indi e spingervi
di Esmeraldaa
rLella foresta?
lo guardai Dmt l3onvrcch.io. Don llou•
Il 15 oltohrc raggiungemmo la residenza
vecchio guardò me. Ci comprnndcmDJQ alla alla coufluen•1.a del fiu.mc Ocamo con il fiume
1uirua occhiata. llisvo~i:
Orinoco. Cl1iamammo quella località col nome
- Se proprio Y1.10le•.•
di Sa11ta Maria de los Guaicas. Il nostro la-
Nel cuor.- mi batteva il desiderio di incon- voro si ridusse a questo: imparare la lingua;
trare quei selvaggi, lontani cvmpleta.mentl· aiutarP gli indi a procurar5i J"indisp,:nsaLilc
dalla luce ili Cristo. ùi portarli a vivere più per vivere: ccrnare di co,truirci una residenza
-umanamente e far loro ronoscere la grande passabile. La povertà degli indi è iuimmagi-
gioia di <liventarP figli di Diu. Fu così che nahile. All'inizio, il loro linguaggio ci riusciva
accr;ttrunmo. Partimmo dopo wrn minuziosa incompn'nsihile. Ci ocror~c molta pazienza.
preparazioue di tutto il percorso. TI nostro
Fu aperta ima nuova residenza ru,lla re-
viaggin durò 20 gioTili. Ci accompagnò un gione del Platanal, dove vivono i )fajicodo-
mad1iritaro. il capitano Paolo e Sisto Se- tcri. A Santa Maria dc los Guaicas rimasi al-
quera, un t'réolo che era vissuto rp:ialdrn cuni mesi con il cowatello olandese Pietro
tempo tra i Guaicas. Dappertutto l'acco• Uintenval. .Passammo così il srcondo anno
gliun.za fu Luo1La: ùa partf' nostra <listribu- ,li misqom•. All'inizio del terzo anno la situa-
rionc di Ycstiario. <li scuri. di coltelli fra le :rione restò immutata. Mi ero accorto che tra
Gtl quatlro tribù clte vi&itammo.
i Guaicas faceva ~trage la malaria: li eumi

3.7 Page 27

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MISSIONE 01 SANTA MARIA DE t.03 GUAICAS (Alt<> Orinoco)
Uniforme di gala composta di piume bianche, che si usa nelle visite ufflclaU.
col chhùno. l protestanti non dormivano: au-
mentarono le loro visite tra gl:i indi con hnou
esito, verchè parlavano assai meglio di noi
la Jjngua indigr.na; gettavano il discredito s uJ
sacerdote cattolico e mentre prima uou ave-
vano fretta di muoversi, stabilirono uuovc
n~sidenzc vicino alle nostre, col.locandovi lu
loro famiglie provenienti dal Noi-cl-America.
mentre essi si spingevano uell"intcrno.
Nel dicembre del 1959 Mons.. Gai-eia. pre-
occupato di perdere iru<:lla zona, data la forte
attività clei protestanti. ùieilc ordine di
scc.n.dere il lìumc e cli costruire una capanna.
pur di metter pie,lc nella regione di Esme-
ralda. ai piedj drl Cerro Duida, con una
ma~nifica savana, dove può atterrare un ae•·eo.
peuti a,·quatiei il più diffuso è J'anaconùa, che
può giungere fino a lO metri di lunghezza
e che per la sua massa enorme è sicuranu,ntc
il piì1 grande serpente del mondo. Vive urlle
acque di tutti i fiumi; i piccoli dell'anaconda
strisciano auche u.ci ruscelli di montagna. ma
quando diventano grandi seenclono verso i
fiumi dalle onde scroseianti. Sulla terra il
serpente più grande è il boa, chiamato in
Vene:>.uda tragm•enado. Può raggiu.uge-rn quasi
4, nwtri e preferisce vivere nelle savane. Il
scrpPnte più pericoloso è il quainwpiria, che
abita nelle foreste. Diffusissimo è il serpente
chiamato V(!lluto a causa della sua prJle mor-
hida e vellutata. Di 11ccclli ce n'è una varietà
1,ellissima, dai colori splendenti. Di notte si
sente la m11sica dei grirli e al matli110, all'alba,
un intcnuinabifo cingui-ttio cli uccelli...
L'anaconda
è lnngo ttieei 111.-tri
La nostra è uua vita clu.ra. c.liilicilt·, avven-
turosa, ma anche ricca di sodc.lisfaziorii. Sap-
Alcune picc;ole nozioni suUa Hora e sulla piamo che nelri.nnueni;a foresta 11011 siamo
fauna di quel.le rPgioni per dare llll rcrmo davvero mai soli: vicino a noi c'è Qualcuuo
della vita dura cl1e ri tocca eondurre. T,e che <lal.l',ùto ci a~sistP. ci aiuta e r,i acc,0111-
acque dei fiumi in gcnflre sono ricche di pe-s<'i. pagna pur nei pericoli -dci fiumi, nei pericoli
fl pesce pi-ìi diffuso è un grosso pl•sce, l'ai- di lcrra, nei 1wricoli di belve, uci 11cricoli
mara, c1le può raggiu11gcre anche 16 chili; si delle foreste. 11 Signore ci avvolge .della sua
lro-,a sia nei g.i;andi che nei piccoli fiumi. È protezione e la Vergine Santa 'Veglia su ùi
il più ricercato a cau~a della mi:ile e cfolla noi. ,,fi rivolgo intanto ai cari amici d'Italia
facilità con cui si può callurarc. E un pesce (quanti m: ricordo!) e dico loro: fate colle-
C'arni-voro ma attivi.s!limo, guizzanti>. li paxara g:uuento Cc)ll noi. 1n che modo? Con la
invece è un altro pPsc,• carnivoro. pericolo- preghiera. È che uoi. sperduti nel.le selve,
sissimo per i suoi denti affilati.
uon ci sentiamo più ~oli.
\\, iYono arwhc alcuni coccodrilli chiamati
<:AC. LUWl COCCO
localmente caimani, lunghi 4 lllf'tri. D,•i se1·•
mi~3ÌOnflriO ~afr.~iou<> Hl

3.8 Page 28

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~ auana@teri
del liwnte Ma111
~~1'i tm1te\\:-:.:'{t:,-r>~l;";~,:c-
i.
..,
.
ccom1
tL.i
at. nrn<•
ch1lla
v1. s.rta
alle
missioni delrTspclloria salesiana tlf'll.Amaz-
zonia (.Urasilc), duTata ol In: ò1w nwsi.
Qutista volta uou li\\l vi8itato soltanto le
otto case della Prelatura del Biu ~rgro. ma,
insieme al caro Don Antonio Gois. mi sono
spinto fino a raggiungere una 1111uva tril11'1 di
Indi. uaBc-oi;t; nelle insenature dPlla cordigliera
riti- sepru·a il lhasik dal Ve111·z11Pla.
Il 23 giuguu 1960, su di uua pir.<"ola lancia,
lasciammo Tapnrw1uàra P dopo otto giorni
viaggio abbastam:a tranq-uiUo. arrivammo
alla nOl'llra resiù1·11za di Cauaborl. La frrrnala
u11 po· lnnii;a mi diede auchc la possibilità
di hrncdin,j la 1rnova capp<·lla f' gli arrrdi
sacri. dw consentiranno di consrrvart, la
SS. Eucan:Stia, a r:onforto e p:rotezionl.'
qtHii uost ri co11 fratrlli f' fedeli.
Ri1,resa, rlopo tre giorni. la navigazione, 1·i
inoltrammo nf'I fiume Ma.ià. aftluenle di si-
niRtra del Cauahort. TuHo ~rrn l,rava proc<--
dere nel miuliore dei modi, <1u~md'ecro d"im-
proYVÌSo i l fiumt• é'i si presentò iuterrotlc> <la
una cascata. Bisognb disn•ndere a terra, sfar-
clù111uc 11.dlu ~••arico dellP merci e dri bagagli,
,. poi trascinau la lancia...
r Supr•rato non tanto facilmitntc ostacolo e
imbarcatici cl.i uuovv. la la11<-ia a,an1-.ò 11er
dnr giorni, futo a <ptau(fo ·1a na, igahilità del
.fiume lo J>tmr1ise. Quando non fu più fl{)Ssi-
Lil◄• avanzar/'. ci toccò sbarcare e caricatici
clt"lle cose llf'Ct•ssa.rit• e utili, procedemmo alla
volta degli Indi, per un sentiero nun sempre
praticahiJc " talora a mala pena trnc1·ialo.
Cinque oi-e durò <1uel cammino faticoso in
mezzo alla fnrrsta, tra rollinr e montagur.
FiualmcnLe apparve ai nostri occhi il sospi-
rato accampamento degli Uauauactèri.
I l,
cr ammirarne l'ampiC'zza bisognò
entrarvi. AJ centro si Pstende uua piazza ro-
tonda, del diametro di oltre 200 metri, ben
t ◄'rruta, pulita srnza v,·g,'ta1.io1w a.h•1111:'l.
'rutto in giro vi è conw una t,•noia rJi paglia
a inclina.ziom' 11nj1•a. <!l'Ila profonùità di m. 7.
Sotto quesla vasta rapanna ciTcohwe ,·ivouo,
in uno sLalo molto prùnitivo. più di '100 iadi.
Essi parlano la stC'ssa lingua degli Uaieàs
dell'Orinoco: romplessivamf'nle saranno poco
più di 3000. divisi in gruppi diversi. iudipc•n-
cleuti fra di loro. 111a p11rtrojlpo aHC'hr cli frr-
qucnte in viccudc·volr guerra.
Ho detto cht' si trovano a<l un li--i-ello assai
1nimitivo. D vrf>tito ì'- quello fornito da madre
natura; loro ocrupazionl' preferita la caccia,
la pesca r la coltivazione dc•lla mandinra e
d~l battano.
P erò SOilo una raz,1a cli alta statnra. rohm,ta
I' di heU·aspetto.
Pur Yiveudo nUo stato selvaggio nutro110
<lei Sf'ntimenti ignoti a molti dei nostri !'ivili.
quali. ad esC'mpio. uu gran risl'ello pt•r Ja
donna, 1111 iu.tcnso amore pe:r i figli - ogni
famigJia ne alibonda - e 1111 iuu:1to ~Puso di
pudore, che impolle loro la rigida R<'pru·aziouc
dei ~l'Sl'Ì. quando vanno a l,agna:rsi al fiU1Jw.
-~~:;:; <
.tt
11
·accoglienza rhr ci riserbarono fu
delle più. tonl.iali.
Ci vennero inrontro fosto8i. c Loslo, com'è·
usanza di tu Lti i $dvaggi, ci chivsùrù d,•i doui:
coltelli, accetti', pentole; le allre rosr• non li
i nteressa.1·011.0. 1\\ un mancarono di ammirare
le cose nostre. le Yesli. gli oggetti pri•sonali
e quanlo per loro pre:-.rntàva una no~,ità.
Ad 1m certo momento si fece ava111i il
/uchaua (rapll). Lo salutaill1llo e riuscimmo
a farti capire. Egli gcntilmenlt: ci offrì us11i-
talità proprio daYanti alla s,ua amà1·a e ci
fl'cc dono di un grappolo di ha.n.'lllc>, mcut1·c
noi, a ilimostra7..iow• del UORtro grndimcnLO,
facemmo una di~tril,117,joue g!,neral<' cl.i carn-
mell,·. Trallart•l<>si di cu~a scouosciula, t1s;;i
le ii.fiutava.no dic~·ndo sciumìri (lllm lrnoue!).

3.9 Page 29

▲back to top
THAILANDIA - Evoluzioni della banda mu-
sicale di Haad Yai alla presenza del Gover-
natore della provincia e delle autorità inter-
venute all1inaugurazione del nuovo collegio.
T

3.10 Page 30

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SICURE PREMESSE ALLA SOLUZIONE
DEL PROBLEMA OPERAIO NEL VIETNAM

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

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m., rum,· vid<·ro .-lw noi I,· nwttn ,tnHl in
liucca. fn1·,·vam1 a gara ;1 ,·hi le riel-" essll
prima, Ln1 grida u~sordanl i cli brunì. bnirrì
(moltr. molte!).
J1 r1·,to ddla gim11a1., fu impi••galo in
ro111pai:11iu ,lei ragazzi ,. t),,j J,am!iin.i. ,·IH·
non ,•i la~ria'\\ ano 111ai soli.
\\ rr~o s1·ra si udì un ,·liia...so in,lhn olalo:
urla. ,·anli. grida ,. ,offi da nun finir,·. Peusai
,·lic fos~•• sucCt'ssn ,p,,dchc 1·11.-.a di µ:r.n p• ma
111i ln111q11illar111111 c·nl 1lirr11i f'he 11111·1111 ..ra
il modo ritua!.. p,·r allont u111u-r I ml Iiv, spi-
riti ,la una ùoiuia ;:ra,·enll'nlt• ammal,11a.
f:)Ua or1110110 11.-lla 111.1ni,•ra piì1 ,,·111plit·c
Si sdraiullO in uu·amàca. Lnlora co11111ne a
più p•·rs1111••. e -.i,•t·om(· 11011 hanno nì- 1ml11-
1111·uti ni· t·operti· pl'I' ripararsi ,lai fr,·drlo
- clw H fa ,wutir,• andlt' ,111"Equa1,11·1•. per
,· hi com,· loro ahila 1:,u di 1111 altopinnn ai
ph·di d,·llu t'ordigli<'ra - lt•~ann uc amat'h,·
in forma dr triaugnlo ,. 111 uwzzu , i ,l<'t't'll·
dono il fuoc·o. dw ,,prye a,l int iCJ'lllirr l"ariu.
t' cou11·111 porllil•'a111,·11 L,· a 1·1rn1·en I fH'Zl"i d1
c·nrne. fllll alc <' µnuwnr a uispo~i~.im1,· di
1•l1i voglia upproiit ltlrnc. l"'rTlti- ì• una loro
"arall1·r1,111·a 1p1dl,\\ di av,·r•· ,rmpn• I,· rna-
~r,•lli- lil mm,itnt'lllo.
Ci colpì la ~1·1•11a graz1os11 cli una 111adr1•
,·ltc·. dopo an·r allal talo il figliolrttu. ri:-1•rbì1
11n po· d~I suo lall,· 11cr m1 pri>tÌ. una ~pC;'cÌc
,,,I,li topoliuo ,wlvatiro, che 1]1·1 l1a111Jii11n eru
,I haloc,•u prefo1'.ilo.
~orno Sf'~1u~r1t«· av\\ ~nut~ In par-
t,•11:1:a. !:,aiutammo ,. fummo ,aiutali ,·011 effu•
~urne, 1; •1uinùi si riflrcsc la , in, diretti al tìunw
1lovt' ,·i al ll•ullcva la 110~Lra la11ci11.
Ci ,nllnu altre 5 nrf• di <JIWI H'11ti.1•ro a~pro
,. iucerlu accerurnto più ~opra: e. puma di
••·pararci. aprimmo lr , alig( ru•r far un n·galn
a 11uauti ,•i ave, a1111 aero111png11al11. ~i (lt'll·
~ln a fo~~f'ro ~oln 1p1alcb,· 11,·dna, rnu cou
uo~tra , ha sorprr,a c·i tru, amino iu hre,.,
1'Ìnondut1 ,la oltr•· I ;o prr,un... uomi111 ,!onne
rngazzi I 111111 hin.i.
« Buon 81•gno. - pernw1111111, - -.i , ede
t·lw e, co11~i,lt·ran11 1·01111• <lt>1 , cri amici ».
Ci fu un regalo pn tutti.
\\nzi nliliiainu , ululo clw una parti• In di-
~, riJrni%1· il 1·apo, dir apprn:.r.ì1 il g,·~I u ~rn-
t ile. co,-i1·cl1t> alla nostra ri,•liiPH-a ,li putf'r
ll<'<'OIU.f'RWHlrC alla 1111"io11.- IJ'l:1l.-1111n ,Id loro
figliol,•tt i, ,11•c1rndis••••~t• di l,uu11a '\\ oglia. ::ierise
lui ttt.•sso 1111111 Leo 111a~d.tiet-ti ,. 1·iLL1Jlll' l111111hi.11e
,. c1· li presentò. In lm,tu ,Ji.·di m1 h,·l HSlÌ·
Lino a 1·i11>1cuno cli qut'i nobtri piccoli t·ullegiali.
Il fntt,.1 11e stuzzfrò lu ,a11i1à. ,limdo loro
uu ;;ru~o di i.mportn.n.za <li frò11t1• agli altri:
pt>T' 'Jl"'"'to o-afirouo ~r111.a alcuna ,liffi1·ultà
~ulla 11ostra latu•ia.
Primo di parlirr, manifc.st Ili a 11111·1 folto
::ruppo ,li pcr,;;n111• la nostra 1·1nnpia,·1·11:1·a con
,lue st·mplit·i parol,·: \\lai?, ,iri,,rinn (la g1·utc d,·l
.'1aià l'i ~- piaeiuta a~sai). Sorri~rrn ,,11,ltli:1faM1
e d f,·1·,·ro s1·gno ili tHruar,· un'altra ,olta.
Erano l:1. Ìll ri, a al fi11111e. hen,• nlli1wati.
Ci ti!trt•hh"' <:tata lwn•· una foto. 111:1 la rrit•
111andammo al ~iurno della loru... , 1•,tizion1>!
i~:'.
:~• i . l .-ro111i111·i11mnu1 la ilì,-cr~a il,·! fiumi'.
rallegrati da rpwi frngulctli. 1w1· nirnll' aftlitti
o malui.·n11ici
, \\Ila ra,rnta rl,·l :\\laià m, 11110\\0 trn~honlo.
,ta ipii i 111i,·i in.lii'! li f1•r1•ro Ulla ~coperia:
1111 m111·,•hio di os!la. 11011 1lc-l Lutto ~polpnti-.
a1·,·antn ullu hra1•1•. a,·auzo d..!la ca,·,·ia fatta
il giorno innanzi da dm· !!Ìo, ani d,•lla loro
lriloù. Trwnfautc•. dasr1111u free 1111a prm-
dbta di q11,•lh• o~~a per ro~i1·!'11iat'1· lu pocu
t·arne <'lit· \\ ·,,ra ti111a,1a.
\\;. in 1wusa, a a 1p1d rlw ,an·bhr ~•w•·c--~o
11 giorno dopo.
,reut l't-' ~tavn rPl,·hra.udo la Salii a )les::a.
11w li , i,h t utli alturuo all'nlt are con 1111 osso
i11 nu111u. a cui lrau,, trnll•> da, a1111 uno
,trappo. ~on t·ontrnti <li l'iè',. 1,-•ira, ano or
•111a ur lii1 a tort•arr il 1u1•1<t,alc, il 1·r•H•ifi~so.
!!li arn·di ~arri.
\\I 1111·1111•11Lo 11,•i ,iri n1111 potei 1ra11,·11t>rl'
I,· lacriaw. ,. pregat f1·n-oro~a1111·utc il Siguol't'
,·fu• all'rc·I lus~e pt·r lor11 " p1·1· q111•11i ch·lla ~tfls~a
1rih1ì lu 1·onoscenza d,·1 vero Dio r 1lc-l nostro
H,·c.knton• 1;r~ù.
Dnranl,· la ua, 1ga7Jo1w •11muto eh 11110Y11
appari-..a Ili loro ~guardo
urcl'lli. fruita,
•1ua.lche ,•upanna
ouoeÌlll\\ a la loro a,11-
mirazimw.
Ln pn· di timon· lo 1,r,n,lrtlllll all'urriYo a
Tapur11q11:ua. Quallllo la h1111·ia ~i f,·rruò, ,i
~t riuscro alle YP~I i 111ic e di Dnu l,;ni.~. (Jlla,i
, ,11 •Sl!<'rll 11a~!'ou1kr~1.
:\\[a alringrt',,o in cnllt·~io gli appl.111,ì ., I,·
:;:n,la Ji ;.,,ioia t'fJII 1•111 li at'l•nl~ern i lnru com-
('•1g11i. fc·ccro sparir,· ogni Iiuwr,•. e ,·nminciò
t111che 111•r ,·ss-i la IIIWYU \\ it.1 di allit•vi in-
t,·ru..i t1..11.. IIU:,tra mi,siOllf'.
l.oufi.Jiamo eh,· il "-ignon• lwitedirù i 1111,;tn
,forzi ,•• 111·r le prrghi,·rr di Ianti Coup1·ratori
,. amici. forà di qu<',li inùic•Ui il primo seme
dic i:c.-rmincrà a -.111 taggi11 di tutta la Iril,ì1.
, \\f'.. '111.llF.LE 11•," EB'-o.\\
/spetto,,, ,afo.c.iano

4.2 Page 32

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~- ~ t ?. /~
~.(:V,<'••
.,
.,.
.
Miracoloso intervtinto di M. A.
ì1 24 maggio 1960
Un mio cugino ~·ru stato ricoverato urgen-
temente in ospedale co11 hroncopolmomte, in
condizioni disastrose perchè alcooli-zzato e fi-
sicamente sfinito. Gli subentrò poi una gra-
rissima complicazione: meningite tubcrcolnre.
Pur continuando le cure, i medici non davano
più speranza. In stato <li incoscienza, rigido,
immobile e rantolank, ebbe l'Estremn lJn-
zionc. Aveva ancora poche ore di vita e si
erano già avute disposizioni per il trasporto
dopo il dece.--so. '\\Jon ci restava che pregare,
osando sperare in un miracoloso intc:n·cnto
di :\\faria SS. Ausiliatrice, la cui festa ricor-
reva il J!Ìomo dopo. Passò anche h notte e
poi, incredibilmente, verso il mattino, scmbru
svegliarsi e disse: << i\\la<lonna santa... ho sete•>.
Pasl\\li ancora due giorni molto grave, deli-
rando. l medici non sapc\\'ano che dire, ma
intensificarono le cure e sperarono. Un cai-o
rarissimo. Ora e guarito. Ho promesso dì
render nota questa s1r.1ordinaria guarigione.
.,l/1b1<1/~~r11ssu (\\lil:uu•l
Tutti visitano la piccola miracolala
La mia piccola Agnese di quattro anni giò
da aku111 giorni soffri\\'a d1 clisturhi addominali.
\\'ctkndo che ù male pnsistc\\'3 e la febbre
non sccnde\\·a, chiamai il dottore che diai:no-
sticò un'appo1Jicitc acura. Portata in dinica
operata d 'urgenza, si trovo che si tralt:iva di
pl'ritonitc già avanzata. I professori fecero del
loro meglio, ma diedero notizie per niente
rassicuranti, tanto più d1c nel frattcmpu era
wn11ta ad aggravan.: la situar.ione la paralisi
intl'stmale. Poichè uma11:1mcnte non c'era più
alcuna spera.Jl.7.a, con tanta fede mi rivolsi a
i\\1:tria Au~ili.atricc c a S. G. Bosco. Tosto i;j
notò un miglioramento, grintestini ripresero
a tunzionare e la guarigione fu graduale ma
completa. La noti:rn1 si diffuse in tutta la cli-
nica fra lo stupore dei professori stessi; e
Lutu si recavano a fare visita alla piccola mi-
racolata, come la ch1ama\\'ano. Con tanta n-
conoscenza mi firmo
.\\i l!a llt lbo ( Cuneo) M \\Rrt l <.:I.\\ 00·1 I.\\ \\ O'I I LRO
Invoca l'Ausiliatrice « tanto miracolosa »
Una mia sorellina era stata investita da una
macchina. Ricoverata in clinica, il professore
disse che il caso era grn,·issimo. La notte fu
tragica: da un momento all'altro si temeva la
fine. Svanite le speranze umane, pensai di
chiedcn: insieme con i miei la grazia a :\\Iaria
Ausiliatrice, tanto miracolosa nei suoi inter-
venti. U mattino la bambina si riebbe e il
professore con sua sorpresa ci comunicò che
era fuori di pericolo. Oggi che la bambina è
guarita, sento il dovere di ringr:tztare :VI. Au-
siliatrice e San Giovanni Bosco.
.\\J,momc/1 (C11h,1niss.i1a
cn-sErr1:-,;, t 'ARl)L'\\'...\\LI
L'operazione si presentava con molte
incognito
A richiesta di mia sorella Ly<la Lodi, di-
chiaro ùi a\\'(,r assistito con 1111 esito felice,
atl un intervento chirurgico operato dal prof.
Agazzi. Si tratta\\·a di un osteoma mascellare
superiore di destra dcUa gro~sczza <l.t una
noce. il quale si proiettava sul seno mascellare
interno di n11a nipote lrnna Tampelloni di
anni q, ahitante in l\\1ilano, l'orso Ticinese, 103.
L'operaziont· s1 presentava con molte incognite,
ma grazie alla divina Provviùenza, implon1ta
anche dagli stessi familiari, l'intnvento non
ha presentato l'CCcssiYa difficoltà l' la perdit.1
di saneuc è stata nunima. Ora mia nipote sta
bene e ringr.tzia Don Bosco e ;\\Iaria Ausilia-
e trice, dei qt1ali molto dernt.t.
}\\f,?a1M, \\·in ~lnrw'4irn, t.t
DOTI'. l.ITTO r.On! ~11 UIC<.> CUIRl'IIG(l
« Don Bosco, salvaci la bimba!»
La picl·ola Santina Spataro eh anni 5 per
un incidente n.:ni\\-a U'>tiomtta grananente e
diffusamentt:. Sgomentate per l'orribile stato
ùella bimba, hi portammo all'Ospedale <li Si-
racusa. Le suore che l'accompagnavano, nello
strazio della pena, pregavano; 1• Don Bosco,
sah·aci la bimba! E con , iYissima fede po-
sero sul suo t·apc;r.zale una reliquia del Santo.
I medici dubitarono dell.i. guarigione cù cspre~-

4.3 Page 33

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scro la diagno~i in qltcsti termini: • Scottatura
di grado diffusa a tutta la regione dorsale
c<l arti inferiori~- La comunim, nell'angoscia
piu profonda, prega, a con fede insieme con
i familiari, le ragazze e i 200 bimbi dcll'a.,;i\\o.
lnes Mn1oano ("l'orino) 1ras111ctte la sua offcrlll prr la
C"onsc::g:u1t~t J{t1ariJ!1onc Udln sordla e fil racc:01nando
ancor.i II M. A, e !l S. (,. Llosoo.
Michele Ro,;~o (Torinnl ringr"Lia ~l. A., S. G . Il.. D Hu.1
çQfl plt:nezt.a dL ricom>SCClli..1 J')<..r ..ivu nncnu11> un:a
in"iJ)t"nttll 1 tcu\\a.2.Ìoni• 1 fa,m·o.
E Don Bosco ci esaudì. Dopo dieci giorni di
trcpidazio1,c, la bimba fu dichiarata fuori di
pericolo. In comunità ritornò la gioia e il sor-
riso e la p1ccola Santina anda\\"a ripetendo a
tntti: • Don Bosco mi ha fatto la grazia 1».
Ora è ritornnta a frc,1utmrarc l'a~ilo, lieta e
YÌ\\"ace come prima.
l'nrl11r10 (Sin1~u·-,1)
r,.-, otlt'nutc
1"111trrnH1ant ,/1 \\10110 .lunl,,,tr,rr t d1 S . n u -
,1, \\immi Bou,1, ,li S. .'1urÌ,, .\\l(J;.:ur,:1/11,
~ Dom, ,uro
.'ifloio ff di altri SM't•i d, /)io - alt1wl huw111 (utdu: 1,1..
,.u1tq nffnfr ,.,f t'hnu,~mr p,·r ~uni.- :lfru, di rinJ[rn. ·io-
mrntn - • ft ,. ,11i;
Sl'OR CO'.'\\Cl!l I l!SA PUI.VIRE:S'TI F.'.\\1.,\\.
Dir~""'~
.\\lb~rt1 \\hne - .\\llar.1 \\1ari11 - \\n1,,,;ohm 1,nuria - \\n,-
C"h1m C;1udllt,l - .-\\pat?:o Vtn~cn,..o - \\n·igo \\nita - \\-.ri
gmm:1 - Tfaht1 Ce.Isa - n11tJ~ra G10\\:1n111 Batd,1-Y.rnh!
Altri cuori riconoscenti
'Pennn Rt111 - Burbero ~t.1rin .. lia.rba\\ri \\-1erced~ .\\hno1 -
U11rreiru f\\1ar11.L - Bnsid l'nrlti - Ràq,/i\\) l)Q111~niL·•• - Bcll11via
Vincenzo .. Utr('tt• Laura - 1-lcrg1~mino l>ot\\fl" e ,\\.ssuutu -
DctrJt:c-:tC Tcrl.":(;1 t3~Huh~i lli.u:,ni :\\Lu ,. - Ucrnard1 "cldu -
f-"rancesco Monltrlsl (Sc~ICI S. l;innumi-'.\\hlano) marni
frKln I• r10,1110,c,·n1.a sua < <IL"llu moglie. (Jucstà, racco-
mnncl,tnd nsi n \\1. A., aS. G. li.. n R. M. J\\lu1.,nrcl lo, rot~
J:Unrirt·, dopo un•ort-ra-ziunc in t:IÙ 8\\'ltll1.Uht.
L:turn Gkaudo (Tonno) p1<na d, l!Tiltll\\ldmc nn~,r•:.ua
\\1. A. e S. (;_ Il. per la J>"rfr1u, c:uang1ont ddl,1 ~lioce,a
dalla rottura di unn •palla.
Rcrnoccu Teresa - Bctuni Rctl~nta - Uianco \\}fon1111n• ..
IJiloni Pia :\\brt., - Bonc.Ui Romnno . Uor111 \\1addal,·n~ •
Ourtiitn·.m G1u~1ina - Bor1nlu~lii Oftllll lto:sm ..-n11:ro
J\\1uria - Buuuri Gio\\;Aflrt,l - llutr-ass:o J'. 1\\1. - Bn1tc1 En-
riro - .l&rncco Giuseppe - lh-imça A m.,trn - lii u:;-atore dt,tt.
C:rrlo - Butl.1ndtJ -\\nna - C.:u.t:1nl1i loland.a. - l 11mpominr>:..1-i
~\\nna - l'ampora Teres.a - Cnndito Pulm,1 .. Cani Ort!,.te
• ~porhtu:u11 ..\\momen• .. Ca..nito.t.wlo l ·~rmdo - l'•..
rcn,o Ba1on,no t.";u('rina • l'."wrlanJo l mi,!m 1 • Ca. 01 n
Gio,·ann,i - (. ,ITTacci .\\.ntontelta. - CasJJ111 \\J.uC~ - C~1,;ino
Conlu~ Zan o11l, imrg11n11r, tV11 ldagno-V1on1.a) riconn-
-.·cntì ptr l'in11•rr~.-.siouc di M. A., di s. G. U., di S. D. S.,
1n l,fravi circuttL.uut::. rendono µubbiit·n 11 luro r inl!ru
:.damentu. pr,,pnnt<ndosi ancora dl n:-nirlt u ,"l!'-itare nd
s.,ntuario ,h ·rurtnO.
Costanz:i • l lB-1\\J:lioni Eh·ir..l - t:aula l urti Giov.1;111nn
Cecchini t;r, uulc:tcC> :\\11,ri.t • t'~rlni Saut11\\!l - t:cr111111
Fclicitn - ( 'll11rr:1nl'.c ·l'cofìltt - Chi11n Luhci C.hi11Jt"IH
(;es.:ll'e - C1lh ·\\meli a - C-1,unrrc:1 Fraoi:u - (,~c.10.,.igHo 1:nn,·o
- Cor4lcro HcrM1no \\""";unta - Coru-;1 \\fJo - C.:ortu. ,
Ro-.a .... Coni Dr-I Hono Clcl111 - C-Ort1 \\bri~ • ( ·osu.nt.a:.l'tll&
Glu~eppe Lombardin.i (Tonno) rende puhhlità la ,u.1
11ra1itudino • ;\\I. ,\\. per •nr 11trcnuto il f•1·11rc di r1•
1rr~\\11\\n: ln vin dt' I luvprn ,;ou lt1 ncccssnrin tttllu tt:'.
Tll<lo Gata...l VC'd. Vita (l.orno-Ancoo~) ?> riconosc~ntc
s. a :\\1. A. e a ~- I)
pc:r )(l"IIZlol nce,·ula
R.aftnellll SJ>O,.ho, irurstunrtl< ( Uni.<ciano-:S.apoli), come
,,,;1 altnt v,,lt•. ringrazia :-i (;, Il, per fa 11u•ri~ìo11c dt:JI•
mamma in ,·onJ11.ìuni che h:nwvaoo ~ra,·1.
l'lcru Brinzlo (C.:olmegn~-Vnr<·•c) rende puhhlid-w tre
~ra,.,., ottcriui.- d., S. G Il· d,·I padre divcnuro pn•
'l\\•.res1na - l"r.1,·ot1:o .Amaha - C:rurn G.:nrn,....- - D' .\\huo
prof. Cn~Lmhno - Dc:I f·•l1bn1 Cbi.u'1a - l>c Fran,,;.•JtcO
11tJcict - Uc.llL· Lh.iaic \\u11uato - OeorH.lt\\·naz Ccdliu -
Dotti PjelfO t- i\\nnu - l~liPO,.ih, Damwnu - FMri nu .\\11
drcana - F 1ritil1lli ~lez.zoi,cnri L idia ft"11nl" ~l.trill - Ft•r
rar-i \\T.an11 Fl!trar-is Bcr-t...\\ntoniettw .. F't'rrcri Barl.mro -
F'r"zoli Lwi,:1 - F1sauh t:alJar~r.a MNna - F,umctreddo
Vito - Fiunulh Vittorio • r:mnçhino \\llredo -- h·anlo
S:ih:atol"~ . l·T:1Hmnj Cdc~t.a • f"ratrìnì C1rmc.-ntina - G .,
rnerr• Emm11 ... Gullenz1 Tcre,-a - Gllm,1.zoh 1-:ne.r - C-nrda
C,1te-rin.1 - c.;1'11Jini Fil1p11u - Gay .\\nQ:iolinn - Coi) \\r
gcntin J - Cit.'re\\•Ìni L\\ln.rin - Uhirnrdi GiuSt:llJ)t è 8peran:r.11
Gi.unmuon G1u.,e,,pic ... GJ1urJensih.i Fnullo • Gitardi \\n
ftuament~ ll9ttn110; della ,orrlla che pocc lt·rmare un
rrnt:c~so di anrùi1à; di 8-c:' <1tt:, •~ Je11.ar1b Jit t•...aurimenlo
Famit:lia Mionl (Torino) ~ J.ll"•ta n :\\l. A. ,. a :;. G. Il.
per nvcr constl.(\\llfO un posto ù1 luvuro.
RManna Gorlni t\\'nralfo St•<i1t• Vc:rcclli) in prrico ln (li
intcrvenro ~.:lairuntil."o, si nu.:cnr\\umJò a t\\J \\. e gu.1rl
,cnz·;,tltrc cure:
Giulia l'utcrb (Torino) ,•h·.,mcntc rini:rail3 :O.I. A..
S {i. B., :;, f> ~- di averi., ,alv.,ta da w, 3ttac.o car•
diiwn.
Llna Rei&l<lrl (~~vona) il 1:ion,11 cleUa fr,t I ùl 1\\1. A ,,
f,attoponeva a unu op~ra;e.ionc d1 cnl<:olt rc1111li. Pr-ega.11Jo
cor i famihBn fL1 cs.iiudiu.
,\\ngcl.- B.auocchto prok&.'i.11 pr.·rl:'nnt..· n'-•nn<,'ì<.·cnza .,
:\\1. ,\\ e a S. (;, R. per ~r,111<· nltcmrtr. L 11 fi.(lin llnwr
humhinu dtt.vu per ~iuoto il fune\\, s.llis 1e·.i~n i mJ.. prt'Stn
questo sì sptnr.c. Il mcdt•suuu .Jur.intt· lj1 1-:ut.:rn1 fu p.rc.:Ro
d,11 Tedeschi c,d rhhc. tnohu 11 11otlrtrt!. nrn pote turnare-
., cau. La A:1lutc Jdla s<.·nn~n,c. già an211nu, el'a in pc-
rtt.:o1o per plllllhe qulllli inL-urnbth, m.a u•n l't11\\·oc:a.zionc
te.mio - (ih•oin· Emih.a - Ctn..1-.·i I\\·Ja-rfa - Gret.:o lmmac<>-
lau - Gr~pp1 R1n!l - Gros11 :--it.trirnna ... Guwludm1 .\\nn, ...
lvaldi G10,·11nn~ - L-azzcrclf1 ~ello • f..l'r,nn::h :\\laua •
LQn1?tno1n C;in, ,1nni 1.unco Ros.a - Ltlrtnainr Cdchtinu •
l.ori(l ..-\\t,llrnio Ludnnoi FfiRin - Lupi \\nnccta - :\\hf-
fczzin1 Rµint •.\\nn.a - Muqn,1no S',;vcn11u 1\\1:tl{rn .\\tarla -
,l\\l.u-cb.:tll l,11111llo - \\1urchi•m Cu~1ehnn ... l\\L,rtinl \\ l .ir...
R"hèrita - ~Littwl: Lui11;i - !\\1.tu:adi \\nu,, \\L1z.:r..ati 1\\h1-11..
milianD - ~hr..ea.,.ello C1tda - \\\\dt.;.f;m (f1ors:10 - ~lc-rl.1nt
~otmi • ~ln,..na .\\nJrca .\\lu:oni l·"nnc""~ - .\\tinno1:,1
prot, C,arlo . \\lmz<> Pin·1 \\Joliem Giu11.- • ~lonri Ct'-
c1110.. - !\\tont11w,·o GitUcppc; - \\lo,u:t:.,rhu rndto - '.\\lo
rutti t\\l.1r11Ju.ritt1 - 1\\Im bar.~ G11,va11na ... l\\fuuu·o \\luarn
Viuoriu f'\\.-1 di" Di\\'11 . Nardon[ ~lariunn 1 • Nicol~tt:1
J>uqunltna - "'\\;1c,;,lotu \\l.af'i;a - Ouoliru \\lnrio - P toù1
Ciov,uma - l,1:nn l Caro:,;Zl •r~.c:..a - Pcrt•....ina Elisa e l •o
Pcrro~ Cl~mt'ntiru - PC,:zi !\\Lana LWH • P1,u t:n.z:a F11-
mudi.a ~ Poh1;n.ino L1nn. Puno Le.on~ - Puc(T (.;1orain •
1,un:1.i ,1..u,, • Re Edmc-2 ... H.~~ •ioli \\"'uh.•rt.;t - Ri, cr,1,tn,
F1~nco. • H1d1t·rtn Lenndru • R1_t!ofa ,\\lh1✓-:zori :\\'8no1n" I
llinnltii P,crlui~I - Rocc• .\\11~,·lu • Roggoto Irti!• - ll<•ttchi
.\\1ati.a - J{nnd1l Ro~a - llu:,:inh:o Giusttppin1ot ... Rossi L1.1.11
dida - ROkfl (;1oretna • lt.00101 G1usepr"n 1 • Ross.o \\-1ar11i
Ro, c<i1 •~•mo • RUJ-Cont r:thhn:Jn,iu - Kuut :\\lar,:hcnt t
Sac~o ,\\lana - ~alo,none L..uii:1a. - Sapon~ro \\ntunictt.n •
a .\\1 A. e a S. G. ll., fu .alva.
Sbris-sa ~lJrt,1 .. ~burlau 1'1enn!L - !';ç.aramcl.1m !\\hria -
Ro,clla Cru.tnn,, l>e Marco (Ccmuripc-Fnnà) 1111·111 un'of-
ferta II onore <ii :-. G. li. p,·r l'n1tt.'.nuw 111111rluione del
!'-ican:im HcJ~ia ~clùa.s.1i \\'Htounu - Sc-wlh P1,i.lt1 I .otiti
Sc1utu l{t·H;,t.1 .. S..:.riv.tnu Suh·w:.i - St.·1 l'J \\L1rtino S,•
veri dott, Trn!~,I - Sfilio Ji Leo Gra;r,1a ... ~ht-fredi H.tci· 1
b,1hho, :;erian,,..ntl." nmm-:,11to J1 hrnnc<1p11lrnn11Ìtt"'.
ff.i.ane1 - ~..n,~1u;hini Picrro • Si,,u.L1ru !'ì,,1h·,tt lin~ - l' 1
, \\nn:, F=,r-,111 (i;crei,no-M1l.rnul da lcm~,o cerca,·a
1n,11no 1n1p1t.-uo r,cr la h!!lia Promt."§Sa un'olT,•ru n S. G. ll.,
hone \\m;ahà • 'l'ambutdm ,\\un:1 - l'ttrJu..,ct Sd., 1·1
mQ$'!il ~ - D.1tt.:i - ToTtc.ro lo , ,..,olerta • TructO \\n~el.l ..
\\ 'aldemaun '-lon... l1nno .. \\ ei::tio Mar.:hcrtt1t - , ·e.n ere
pro11tJ.Unt.•ntc \\é'1HH1 esa11d1tu. lhn~ra7.Ìa pure di ah11
hl\\'llri.
\\'1ttoti3 - \\'uz:liono 1':tla1irJ • \\'ul trnn n l .uo)ina - Znmn
L•1fc,rm:1 .. ~cmn Giu!>tq,1,10,1,
n7

4.4 Page 34

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fl:n inlntc,'>1>ir1m• rii
Cominciò a star bene da quel momento sigliai di indossare l'ahitino di San Domt:nico
La nostra piccola Donatella fin dalla na-
scita non stette mai bene e sempre fu soitc-
rente. Dopo tante cure e visite fatte da pa-
recchi dottori, ero ormai sfiduciata e avvilita,
quando la lettura del Bol/mi110 Salesiano mi
fece sentire un'ispirazione: rivolgermi al pic-
colo Santo Domenico Savio e supplicarlo
insieme con mio marito che volesse pensarci
lui a guarire la nostra piccina. Feci perciò
Savio. La degente apparve presto sollevata. La
rac:c.omandai con fede al Santo; ella stessa lo
pregò con llttto lo slancio di cui era capace.
.E mentre i medici pensavano di dover attendere
ancora vari giorni per intervenire con speranzn
di successo, tutto si risolse per il meglio quella
stessa notte. Sento il dovere di rendere noti
i due fotti.
MAUL\\ CRESTA
anivare un abitino del Santo e lo misi al collo
della piccola, rivolgendo a San Domenico L'attendevano da otto anni
Savio una fervida preghiera. Da quel mo-
mento la bambina cominciò a stare bene, a
godere buona salute e a crescere salla e ro-
busta. Per quesro non finiremo mai di rin-
graziare il piccolo grande Sanlo, che ha voluto
benedire in forma così e\\'idente la nostra
famiglia.
Fnrn N,:,t•11r,st RENZO E DOM:ENICA BARRTERATO
Due giovani sposi aLtendevano da otto .umi
che la loro casa fosse allietata dalla nascita di
un figlio. Ma inutilmente. Addolorati, ma pieni
di fiducia nell'intercessione di Sa11 Domenico
Savio, ne indossarono l'ahitino e lo pregarono
con fervore. T<:d oggi con immensa gioia pos-
sono stringere fra le loro braccia la loro cara
Antonietta Domenica, frutto della poteMe in-
tercessione del giovane Santo, a cui $aranno
Due casi ritenuti prodigiosi
eternamente riconoscenti. Essi mandano offerta
Il 9 agosto del 1959 la mia -figlia Giovanna l' desiderano che la grazia sia puhblicaLa.
fu ricoverata in clinica in condizioni che fa- Ship/r1• (lnghil lerral GINA SC:\\ RllONt fN OCHRIN
cevano prevedere 1111 intervento diflicilissirno.
Il r2 le condizioni della degente si erano
talmente aggrante da far lemere della vita della
madre e della sua creaturina. Kon restava che
un estremo e complicato intervento. In quel
Anna Gambetta (Vignale l\\lonf. - A lt'ss,) 111vi~ otltrru
per ùue grn;,ie ottm111te da 8. D. 8 .: prima per sè, la
_guariE?ionc <la c~auriniento nen·os<>. poi p(:r una co~nara
rolpita ùA serric-t~miA e- già in pc:rico]o di vita.
frangente pensai di ricorrere alla intercessione
di San Domenico Savio. mi procurai w1 abi-
tino del Santo e lo imposi a mia figlia quando
i medici decisero di tentare quanto an.corn si
sarebbe potuto per salvare almeno la madre.
Suor Anna Marcl,ese (Rarpol,, l'iann - \\'ercelli) ,·omu-
nica c he un~ nipoti,,a a rTetia eia mal;1tri11 llcr\\·os11 nc-m
r,ote-v~t riposare la notk Raccvmandataln n S. D. H.,
cessarono Lutti i disturbi.
Delfina Tonso (13ogc-onero - Turino) Ìn pen colo <li vita
con la sua bambina, rnccomnndatssi a S . n. S. ~>ttc-nuc
Nella certezza che Domenico Savio ci avrebbe la salute per ambedue.
esauditi, promisi di render pubblica la grazia
della salvezza di entrambi. Quello che avevo
chiesto, prodigiosamente è avyenuto. È tra-
scorso un anno e la bimba continua bene.
Fortuna Lippo ved. Farace (Nnpul i) supplicando S. D. S.
per il padre <]UàSÌ nonagenario ammala1o, lo vide ri-
!1anATe.
(nunacolata Giordano in Ml'J!ale (S. Coslantmo rii Ri-
vello - l'otenza) trovw,dosi per Ili ttrza v,olta in diflicolui,
Un caso analogo avvenne nella stessa cli- indossò l'abitino di S. D. S. invn.ando la sua prol~zionc,
nica, dove una paziente si trovava in circo- e fu rallegrata dalla nascrta di un bambino.
stanze non meno gravi di quelle superale da
mia figlia. La sera del Ii agosto andai a visitarla.
Venlurinl (Torino) dovendo pronunziare il s u o fiat In
cerza volta, nonl>$tantc le difficoltà già incontrate, si af-
fidi', n S. D. S. con fiduciose preghiere, e indo,isatc, I'ab,-
(li! Erano le 20. La trovai boccheggiante. Le cpn- nno, ottenne un fdicc esito per sè e per il suo Dr.m1enicQ.

4.5 Page 35

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DON FILIPPO RINALDI
Esaudisce le preghiere
di un povero pagano
Cna p1>1t•ra ùonna, rrmùrc ù1 cinque figli,
conYcrlita alcuni an111 or sono, si ammali'>
Rran:mrntc. ll marito, ancora pagano, , 1:nnc
da noi P'T u1uto. Le con<lizio111 dcll'a111111a-
lata erano grn\\'issime, non c'era che un filo
di speran;r,.1. ,\\ll'ospe<lalc, data l'estrema de-
bolezza, 110n fu possibile l'operazione, cltc pure
era tanto urg-entc, se non dopo parecchi giorni
di terribili angosce sia da parte della !loffo-
rtnte che dei f.l.miliari.
):d frattempo s'mcominc1u una ft•n·t.>ntc
non:na a Don Rinalcli, a c11i tutta la comu-
nità prese parte. Il marito ùclla morente pro-
mise che ,.i sarebbe fatto cattol1eo e che si
,;ai-ebbe fotto chiamare F1ltppn in onore tl1
Don Rinalùi, se la ~razia fosse stata concessa.
La guarir!ionr venne, contrariamente lilla pr1: •
visione d1 tutti. La donna è ritornata :dia
sua casa e ai suoi bamhm1.
Ora Filippo é un buon cattolico e si ,·anta
del suo nome, che e prova c caparra ùi pro-
tezione per lui e per la famiglia.
..'-}•Jiil/011;.: ,.-,,,,gthyumuu (lndiu)
Sll. lll'li\\ COLUSSl , F'.~I . \\.
Si rivolge << al buon cuore »
di Don Rinaldi
Vivente, Don Rinal<lt, m1 fu sempre pa1cr
namentc lmnno. Perciò quando l'anno scorso
le mie co11di:.1t0n1 sanitarie <livc.nnero tali che
l'aiuto medico piÌI non riusch·a a regolarle,
come a ullìmo rifugw, con tìlialc con'iùenza,
mi rin)bi al buon cuore dcll'anuco Superiore
e Padre, divenuto intanto potentissimo inter-
cessore ct:lcstc. In qut:I fra1ttmpo mi parve
ùi essere completamente guatno; tuttavia hr>
atteso part:cchi mesi. Ora sia il tempo che il
medico hanno confermato la guarigione. Lieto,
compio la prome~sa e, da huon mendicante,
completo la domanda con la preghiera che
i;ornalmcntc gli rimlgo: Ji rendere ricca di
cielo la tartl,t sera dell.1 mia I ita terrena.
J Ofci.,:!;t' (Sol\\'oH;\\)
i:\\A('. rH\\NCESCO W·\\11 ~Nll, SAJE~lA"lll
Ciò che non era state.
possibile alla medicina
Da len1po l01·0 soffe.rc111c a causa l11 una
piaga 1nc11n1h1le ?.lla gamba sinistra. A nulla
1alsero le pii, premurnse cure; le prescri-
zioni mcù1che servivano solo a procururmi
acuti dolori :11la testa. Con1<igli.11a dalla :.\\Taùre
Ispettrice. m, raccomandai con fen·ore 111
Seryo ùi Dio Don Filipp,) Rrnalùi. Tl g10r110
seguente, v1d1 con mio !(rand.e stupore· chr.:
della piaga p,mtlenta rimaneva solo 11na
leggera traccia. Ciò che per 7 lunghi mesi
era stato impos.o;1hilc aUa medicina, fu po~-
s!bìle al Servo di Dio. che nd limite fissato~li
e senza rimedio alcuno, ottenne la perfetta
guarigmnc della mia ga.mha. Riconoscente,
ùesidero ~,a resa pubhlic:1.
/1/amirll (\\',•11<-iu,·ln)
~IOR .),L-\\RlA l. {IS,\\ l .\\lTlN ~.\\I,\\,
Primo Frllllcl, ln•~gn:mte {ltom••,\\,1h~), tomoto da
mihrare. tro\\'~ndn-.;1 ~çnzn lavnrn 4.-· m•n nnsce-ndn II S\\•
,tc1nerbi, sl afhJO .1 D. J-.,.._ H Al ..,.,..._,n uiorno della nn-
\\'t.'llil r\\l fllt:nonicnu..· c...•mudito. Più UtrJ1 prnè and1.: "-11
per.tre il t'ntwono magis1rnl~ e ,~onNHCntrsi pc,.n giota
nllu m 1~io1n• l1J111:1Lth".:t, segurnd11 I principi aprwcsi
negli istituti -.nh:"'inni.
SU<lr Angelina Scan:ivino (;'\\;un>.mta • C.u111ùn) ehrnmut,
pr,.-sso 1.i& nuunma n11'o'.:ipeduli-. 111 s,rr1\\i c.'{mdizmni ptr
1Jcclu.s:innt> 1n1t tinalc.·, preJ,!Ò duran1c tutto 11 ,·rnflf.:1o
I>. F. Ru-tald1. <,aunta a dt"s-rin111.mn,, trovò la. nl.8.lnnu
l!ià 1uighorntn '-' Ul \\'la di piena ~unr1l!'tonc. La fr11tC'llo,
,nnosciulR la l111111.1 di D. F. R., ttli r1vol~c J., st.tc t>rc-
1.!l,iere e prcMo ottt.' t"Hlt" un pO~to ,l'inhcgnnmcnto in una
.-.cuoia r,npulurc. Raconosct!nti, rt•t1ùono ruhbliLht• h.·
uro:z.ic e lnvian.11 otf.:rtc.
n '-'farcello Trlccrrl (Genova} rinc1111zia
F. R. 11<1 11
huon t"51fo •h-1 uol c:-sanli.
T~rc-sa Fomtrls (Turino) ~pcrirncmau piu ,·olu, I• po
k"Tte mter,•,:,-.1nnc di D. F. R .. irn •• offl.rta nu~p,canJn
la b~at.iJìcaz1C1n, Jtl Scn•o w 1>11,.
Lucia Randn77.0 ci·nrino) con ÌfJ1P"-"rÌ1urn ricOTil)St:t;n.r.a
rinl(rn;,i,1 D. r,. R. per la g,wriiu,,nc ddla ,namm,1.
Suor Margherlt~ IMcureUo, F M. A. (Torino) d, rno1<·
n·nde ~-r-:11.1e u D. F R. pt·r I l.1\\ 011 ntti:nun pt· 1 !\\\\In
1ntc:n.:-cs.siunc;-
..o. r. C:unllla Brorttin (Somma 1.omharJo - \\'.1res,l non ~•
come t."!opn1n11:r(' , •• sua \\l\\a nçQll0'1C'C07.a \\l
lt,
~·T a,·t•rlc ftllilrttu Jue \\olte 11 c..ognato. L~ prim:1 vohì.1,
ointn.alato:n d1 p!t unti·, noti ru:ont.•s" 1ut,1 ~• h.:1.np11, 1,:uArl
LUntro o_g-rn pt·rn11t..;1,
GiuH~ FranJl (S. ,\\mbru~,o d, Rupullo • ll,·110,·a) 111v11
1.:abl l'ns~11"tenr-n ,J1 D. F. H.. tu pu.1 nun11.:nre cs11udlta.

4.6 Page 36

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- l nos1ri morti
craron<> al SiJmOre: S ua Ecc. 1\\,1ons. Pietro" salc<;iauo, Vicario
Apostolico ncl.la T h rulondia : il Prof. C arl<>, già Presiùcn1c
deU'A. C. ed oro .Religioso n<tllo C:01ljf.rcga~ion< dei Piccoli
Fratelli di Chade de Foucaul, e due Suore Figlie di l\\+111ria
Au~iliatrice: Sr. Emerenziana e S r. Doleidi11.
Questa semplice enum erazione può dare un'idea dt:.lla $CÌa lu-
Salesjani defunti
minosa ché questa donntt forte e pi11 lasci;-\\ dietro di s~. N'elta
sua fl:ranc.ie bontà volle essere la 1\\·1:ìmmu di tutti: Nljss.ionari,
Sac. ANDREA GENNARO i" a Torino l'n-r-1961
Sacet'doti, Lflici; Giovan.i di A. C. rro,·arono tra lè mur:a delfa
sLrn c11sa il calore d e l focolare domes-tico. La sua vjva dc!\\'O.,.
a 82 anni.
La dolorosa notizia ci è giunta an·ultimo momeuto;
ne parleremo 11çl prossimo m1111er~. I11tm1/ o l<> rncconum-
zione a Maria AusiJi;nric,e h1 c.onfortb ne~li ulrimì nnn.i trn le
gr..ivi sofferenze. Le ultime sue- pàrolc furono 1Jn1invoc:11:zione
alle i\\lfodonoa.
·
/'A S. E. Mons. Pietro Carretro e a nitu i FiUOÌ c..:1rl le nostre
dimm, ai suffragi dei 11,a/ti.«imi che ha11110 to11osciuu,
e amato il 1• RPttor ì\\,fa,:nifico del nostro Pontificio
AtPneo e di tutti i Cooperatori..
Sac. Abbondio Glraudl t o lntrn di Vcrh•nia n St anni.
Educatore intc.lliu:ente e colto. pa.rlntor e di non ('Omune
efficacia, eccets<, nell'insennnmcnlo come nella predica:
zione. TI suo s,puito d'inttapreadenza unilo a belle dott
or_ganizzativt td nuu,ifestò nella foadaz.ione e, negli 1wlluppi
dj importanti Opère Salesi·o.ne, alla cui direzione dedicò
i suoi pnnì più beJli.
ca.ndoglinnze e l 'offe:rta di generosi suffragi.
Lombardi c:om.m. dott. l'l-ancesc:o t " Chiuvuri,
Pt.\\r molli anni ebbe l'ambito e grolditissimo onore di pre-
sjedere al servizio dJordine di P. S. per le Feste Solenni
di l\\•lari1t ,>\\usitintrice, in qu11Htà di Vkeqnescore. Funi10-
nnrio irih!ijt:rrimo, ~tìm-ati:;~lm◊, vissè facenù-o del bene
a tutfi. Ne è testin1onfan·l.'.a la molta conispon.denza giunto da
ogni p!'lrtè d'ltalin. Uomo di F,trnnde Fede, i,f :;pense ::;erenu-
mtntç èOi çOnforti rellftio~j ricevu1i in picm.l t'0J\\9Sc~nzn. Fu
stim.ato da tuttì i nostri Rettori J\\lng.giori, con i quali ebbe
da trattare e per 1 qu.'lli nutri sempre Rrnnde venern.z.ionè.
Ultinrnmcorc vagh eggiava ~ricora u.o ìde.~le: innalznre alla
Vergine Ausjlfot ri ce. un t empio che fosse come Ja espres-
t:.ioo.e dell':1more che i fedeli di lntra e dirqpr1'i porrnno
Alla :\\·fadonrln di Don Bos:oo; ma non ebbe la con solaz-ione
di vederlo ultlm:1to~
Al fratello, H..ev.mo Don Fedele Giraud,i, l::cotrnmo Gt;:•
nern1e della nostra Con~·re~a.iìone, le condOgli-an~..e e
l 'olTcrta dei ~~opiosi sulTta~i dì tulla fa fnmicrJi:1 Sa lesiana.
Sac~ Giuseppe Gentili t n R orna-S. Callisto a 70- anni.
Vìssc una totGJe consncrazidne a .Dio nella Consre_ga~1onc
Salesiam1. F'u per 30 aJ\\ni Padre e 1\\hest.ro iUn rnin.a to di
giovoni anime. SaccrdolC esCmr,1are, lavoratore instanc:abile,
riproduss~ nella sua \\1ita di abile ed C$,perlo edu<-ator(', COf'I
amo;rusa çura, gli ese111pj e g li inseunamenti di r)on Ilos?O,
i~1 un clima di p~rcnné, intima ~iof11 e <li amah ile sempHcttn.
Sac. Guglielmo Torretti ·t " Varazze (Savona) a 80 anni.
Sa<:. Alberto De AgostlnJ t il :>.5-xrr-1960 in Torino
Vittorio Bosco t .,1 Torino a 86 .anm.
Freque,itò ~iova1'le, ndulrn e nnzfano H O ratorio di
Don Hoseo, d i cur fu ti:1:r\\to d evoto e a CuJ donò ('.on J!Ìoia
quanto sveva di più caro. r:u lavoratore instancabile, lieto
~em pr'e della sua vita semplice e frugalej seppe comuni-
r.:1re: a quanti 1'11vviti navano 1•onìn,i1:tmo e la fid ucia. in Dio.
Angelo Trentln e Teresa Durig-on in Trentln.
Coniugi csèmplRri, che In rnorre rlcon.1;,~unsc a breve ,n-
tervnllo nella pace clci giusti. L 'Amore che p.ortnrono .,
Don Bo,f.co li rese Cooperatori ntrivi e. gen erosi.
Giovanni Andreatta t n ·rezze sul Brenta - Jolanda.
Li, fede e la fiducia in Dio furono In caratteristica di tntt:1
In su11 vita. Kegli ulrin;j anni., rirnasto solo. pa.ss::1vH tu
maggior parte del tempo in preghiera. Offri le Sue soffe....
.renze per il trionfo delltl Chiel:la e per il baon esito del
Conc.tlio Yiltic~ioo ll. Pe-1 que~ta sua ofTertn il Santo Padre
si degnava di inviar~li u.n..'t ~peci.-\\l<.' be:nediZloae ;1pos.tQliça.
/ d r. pog. -~2).
Sac. Peyteado Giusep_pe + a Orensc (Spagna) n 79 anm.
Sac. Luigi Santoro t u 13eyrouth n 74 nnni.
Cristoforo Sa.rdo t ;t S an GteA"orio di C11tania n s-i an ni.
l>adre -e sp{>s:o esemphu·e. F'u p(1rticoJ-urn1cnte d(lvolo di
1\\1n1·iB Ausiliatrice e di Don Boscm. Nel suo lunjlo dolore
Sac. Nicolao Glod t a Hcrent (Belgio) n 73 anni.
Sac. Carlo Zettler t • C:ina~eno, (Colomhla) a ~ r annt.
Sac. Giuseppe Festa 1 a Rodeo del Medio (Argccnuna),
Sac. Gia<:omo O' Louglen t o Por1 ('l,ester (Sto.ci Uniti) ,
Cb. Tonunaso Bellandi t • S. loao del Rei (llr.sile),
Coad. Francesc:o Dlaz t Siviglia (Spagna) a 78 '1llni
mnnifestò 1':.des.ionc p i\\1 cornplet.u ullo volontà d 1 D1o,
offrendogli con sublime .:.c.rwii1H 1e ~offerea.lc e J~ vit a sH-~3.
Vittoda Gambellin ved. Colussi t " Casar..1 (Udine),
Vìss~ la sus lunga vita tc.rrcru:1 con t:ris-rlilna l'-difit:.tiione.
Dall-n pl'eghiera e d-al contano eucaristi co quoticliml<> con
Dio trncv~ ls forz11 per f'U:'J;scondere con un dolct s-orriso
le sue sofferenze, Seppe donare n tutti colon, d,c ,~,\\\\..Vi...
cina.rono la s\\ra pnrolo di conforto e ln sua opera fatt i.,,:.a
Cooperatori defunti
dt bene, Educò g li otto fi1tli ~I s<icrificio e nll.n pietà Ze-
lante Cooperatrice, èrn fo1icc d 'avtr <falo alla Chiesa due
Mons. Guglielmo <:agnln t " ~- (;~01:ino dt T ,·e,·isn.
dei SllOÌ figH: AttiUo e Giovanni.
Nella f.118. c;pera df educatore, r,rìmn al COlh·~io Pio X dì Maria Teresa Pasa ved. Cahavara t o Treviso 3 68 unni~
Treviso i: po, nel minitir<.:ro di un~ irnportanl è prirrocc-hfo, Lunghi anni d 1 mt1lattia, dei quali_ cinque r.rnsco-r.si n letto,
p ortò il metodo di Don lJo.sçu e trasfuse l'nmore al Santo immobili;!' perchè par"li~iutn, scn~A m.ti un hrn1l-"nto, s~mprc
e ?tlla sun Opet·a.
serena e buona, coronarono unlt vitn santtmu:ntc vissuto.
Maria Rovea Carretto i' a Ro m::i a 73 anni.
A l.ci &i potrehbe applicare c:iò ~he sl le~ge nei P,•ot'l'rb!:
"~ors.cro I fi~li par bcriedirln e il suo fq>OSO ne prese n1nro.
Come Cooperatrice Se1lesiano si darm.se per il suo amore
a Don Roseo t. a lla sua Oper:1, n cu i cooperQ ge.ne.to~1.111h•nte.
Carolina Tut•coni t • C'astellanza (\\'are;e).
J\\ [ohe !me pui raccQls-eru rìtche.zze1 ma n cMuna dj ei~c la Umih:, s ilc~i()sa, pTof~nJa1<i1ente pia, visse, p regò, ~i ~a-
superò••. Dìfotti . dei suoi cinqu e fi~di. lH·n quu11ro s-i con.sa.- crificò, tutto offrendo per i Sacerdoti. Artnualn\\Cntò, liU1la
modesta pen$ìone con cui ,~iv-e\\"':t, seppe sottrarre di che
aiut:.tn: ;,\\nc()rJ Juc V(H."'21.ioni J)O\\'erc: un t.hierico 5alesiano
e uno del ~e1nin11rio
L'JSTITUTO SALESIANO PER I.E MISSIONI
a
con sede in TORlNO, i,retto in Ente Mor~le c<ln
Decreto 12 gennaio 1,p4, n. 2.2, può lè_galmm11c
Altri Cooperatori defunti
riccvèrè LPgari ed b'J'edità:. Ad evìtare possibil,
contestazioni si consi~liano le st.~Ucuti formule:
Acqms tnpaco Cn1t·ri1u1 - Ambrosini \\rfa-gn.ahosço i\\lan!l -
♦-\\ndructto Luigi ... A.rd ifo .\\nna - Barone Railàch: - lla~ciu
Se trlill:Lsi d'un Lci:nto: •,..lascio all'l.,r-i/11/11 S11-
lcti11110 per le ,,(ù.,iom eo11 ude in 'Fori,w a tiwlo
di lc,1.,'llt() la somm:l dj Line. .. (oppure) l'immo·
bile sito in... ,.
Antonio - .Basso C.1r lo - Dclii Zelinda - lJertero Oii,Tieri
Corhnta - llertolotti Catel'i1)a - ller.ii c~s.a Igina - Ilo
belfin11 - fJorsnto fleba•Hnmo - nv-.ts,o 'T'ei-c9:ina - Bo~zoli
P:iolo - Bus-.setti Leonilda - Ca:nalis Caterina - C:.ivnlleri
Ermimn - Colombo .8m1M - Coltro Clara - Cozzi 1\\ n~elo -
Se trattasi, l nvece. di nammare erede di ogni so-
stanza l'lsti(l1to, la formula potrebbe esser questa:
«...Annullo ogni mia precedente d isposizione test.a-.
n1e11tar1n. Nomlno n1io erede univers~le l' !.l'lifuto
Ddb Valle Erminrn - Oi Co,imo :Vlorco - l•.tn.,ri Giu-
seppe - Ferroni lng:. Fen1a:ndo - Ficarelli Lul~a - Fois
Pulina Antoninfl - Galli Serafino - GrQssi Rocco - Lo
Pres.ri Provvid~nz.3 ... \\lni:1 Corinna - '\\thrcu Piçrin \\ -
~1foari f'rnncesè(J - Oliva Franc.eson - Partisnno Pè<luzz.i
Salèsiano per le 1llissionicoTl iede lii 'l'orino, b:sdnndo
J\\ngcla - Perini Auausto - Pcrino Ennchettn - Prato \\'in•
ad esso quanto mi appllrtiùne a qualsiasi titolo Il.
cenzo • Ricci Cina • Rii,aldi Cùn1.1rdr., Lu1 1,i:i:\\ - Ro~s:i
(l11ugò e dara)
70
(fimw r,er c,u:,tJ)
Den,etl'ìa - Ross.o Ros.,}Ji-a - Sussoli 1:-raoco - SobrCTO .l\\iiurÌLL
- Stevenon1 }• dg.ti ;\\1,n.rin - Tsnfoi,:clio Paolma - Trombetta
N icola1ta ... Valped~t Fioriml

4.7 Page 37

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ElCROCIATA t ~
?lli!J/(}//(//7(/
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TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
-Borsa Calogera Maria Savia, a cura di S. C. G. (A_grj- Borsa Ivlaria Ausiliatrice e S. G. Bosco, ronretle.ttn le.
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rino) - L.. 25.000.
Borsa Don Bosco, a cura cli Groff Livia (De,)_gio) -
L. 27.000.
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cura di E. Ri,.u, De \\laron (Como) - L. ,;o.ooo.
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curaùi lmherciadori loie e Niccolò(La Sp~z,a) - L. 50 .000.
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V'aruli Bosco> in su.ff1·a{?i(} delle anime no.çlri cvn/[!'1111/1, n
cura di i'\\. :\\. (Ra!fUsa} - L. 50 .000.
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(Imperio\\ - L. 50.000.
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cura di Bo:i;zolascò M acia (Cuneo) - L. 5-0.000.
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taro. a cura di Don Gabriele Znvattarn (.luncrica- S. Fran-
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de, mie, d4untl. a cura. di F. P. R. ("l'orino) - L. 50.000.
Borsa A Sàn Giovanni Bosco, percliè mio figlio riprimda
gli ,r11di es, /rmrei, a cura ùi N. N. (Ragusa) - L. 50.000.
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-,._,
AUTOR.IZZAZIONE DP.J.. TR.,LBU.NA..tl!: or TOlUNO )1'( DA.TA. 16 111:i.LUJHATO 19-49. NUMe:lt(l 403 - CON APl1 ROVA.7.lONt l!Cc.l.F.SSASTICA
ornEr'l'OHE kESPON$AIJI.LE: SAC, no,·r. vu:TtlO ZlìRBINO, VlA M.-\\1\\IA AUSlLlATRICI!: "\\2, 'rt')UINO (712) - Ol•f'lCINE!: GRAFICHf'. SEI

4.9 Page 39

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