Bollettino_Salesiano_194109


Bollettino_Salesiano_194109

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EdiLionc: r1Jo11;, w,c.,ndu le pr-,.crlzlonl mlni!ltl'rla!I.
Spc:dft.. In 1>hbot1am~n10 postale Gruppo 3•

1.2 Page 2

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PETOOOlCO MF.:-1-
SI LF. l'l,R l COO-
pgRATOIU DELLE
OPERE E J\\.11$!'\\I0".1
n1 s. G10. nosco
BOllET~flNO
S>\\lESl>\\NO
Anno LXV - N. 9
SETTEMBRE
194:r-XIX
SOMMAlUO: San Glovruuù Bose-0 ininistro del perdono. - In famiglia. - Dalle no$tre Mìssloni: Bombay, Assam.
Giappone. - Lettera d1 Don Giulivo ni giovani. . Necrologio. - Croc:ialn inisslonnria. - Tesoro spirltuulc.
San Giovanni Bosco ministro del perdono
Q11a1i PStz11rita la pri':ma, (r) è già In corso
di stampa /11 seconda edfoione del magnifico vo-
l,m1e di Don Ceria: Sau Giovanni nosco nella
vita e nelle open:, rù:rame!lle i/lustrato dal Ga-
lizzi di Bergamo.
J,a rapidità dello s111ercio è l'indice più elu-
q111,nte dt>l successo del/ti stml(Jfa pubblica,jiuue in
rui genio e storia, tecnica ed arti:. ha11110 gareg-
giato per far dpg111) omaggio alla memoria di
colui che, cent'a,uu· or sono, g.:tla'va /,1 lmi di
un'istituzione 111011dia/.e con una semplici lc:::ione
di Catechismo ad wi povero o;fanello.
E noi cogliamo l'occasione per riportarne al-
rnne />agine interessanti s11/l'apostou1to di Don
Bosco 11ell'eserci;:;io del sacro ministero delf,, Con-
fessiom.
Nella Chiesa vi sono martiri che confes-
sano Dio davanti agli uomini, e martiri die
confessano gli uomini davanti a Dio. È
questa una geniale piacevolezza di San
Francesco di ~hles che, applkata nella se-
conda parte a Don Bosco, significa quanto
egli si sia sacntìcato nell'amministrare il
sacramento delia penitenza. Per lunghi anni
Yi attese non lesinando tempo nè fatica.
Nei processi vi ha chi lo chiama apostolo
della confessione. Con approssimazione
eYangelica diciamo apostoli coloro che si
adoperano a diffondere una dottrina o un'i-
stituzione; apostolo della confessione me-
( 1) Ne rurnmgono appe11ll poche copie. Ogni copin,
1.. 120, pagabili a rate. Per ordinazioni rjvolgersi alla
S E. f. Corso Regina :i\\larght:rita, 176 - Toriao 109.
rita cli css::re salutato Don Bosco, pcrchè
con la parola e con l'opera si dedicò per
più di nove lu:itri a promuoverne la buona
pratic:i e la frequenza. Tanto zelo gli ve-
niva da impulzo di coscienza sacerdotale,
che gli dettava essere compito precipuo
del ministro di Dio condurre le anime alla
salvezza e quindi al sacramento del per-
dono.
Confessioni estemporanee.
Ci colpisce di primo acchito l'osservare
in che circostanze inverosimili egli s:ipesse
disporre certe p:::rsonc al pentim~nto e al-
l'accusa delle loro colpe. Avvicinato ostil-
mente un giorno in fondo a una foresta
presso i Becchi e di noLte in una piazza so-
litaria di Torino, penetra cosl addentro
con la sua parola nell'anima dcg:i aggres-
sori, che si coufessano nel luogo medesimo
dell'attentato, inginocchiandosi uno sul
margine di un fosso e l'altro presso il mu-
ricciolo che cingeva on lato del Palazzo
:Madama. Viaggiando spesso in carrozze a
cavalli, amava sedere a cassetta accanto al
conduttore e di I:'! di discorso in discorso
cond uceva il suo uomo all'argomento della
Pasqua o a riflettere sulla brutta abitudine
della bestemmia, finchè quegli, se era iso-
lato o solo, cedeva a lui le briglie o diver-
samente in una fermata si appartava do-
vunque si fosse, e si confessava; non po-
tendo fare cosi, i vetturini promettevano
di andarsi a cortessare neJl'Oratorio e man-
ll)3

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tenevano la parola. U.1 mattino, tornando sita amichevole, finivano confessandosi; al-
dalla parrocchia della Crocetta, s'imbattè tri che pur vicini a morire detesta,•nno il
in quattro giovinastri che, fingendo d, YO- prete, se si riusciva a introdurre Don Bosco,
lcrlo arbitro in un loro litigio, si appresta- a poco a poco cambiavano sentimento, ria-
vano a dargli briga con inaudita libertà di prendo l'anima alla fede e facendo ammenda
linguaggio e di tratto. Di rado s'incontrava del loro passato.
allora anima vh·a in quei paraggi. Che f-are ? Teatro abituale del suo zelo di confo;•
Li invitò ad accompagnarlo entro la città, sore furono i luoghi cli pena. Per una ven-
dove, prendendo insieme una taz7..a di caffè, ~ tina d'anni ne frequentò tre: le prigioni
si s:trcbbc risolta comodamente la que- dette <lt:l Senato, la casa dei corri~eodi
stione. Ivi tra un sor:.:.o e l'altro intavolò <letta la Generala e le carceri na7.ionali. Yi
una com·ersazione assai piace\\'ole. Tt·nen- si reca\\"a per lo pit't nei gao\\'edì, promet-
cloli così a baùa, se li guadagnò talmente, tendo da tornare nel sabato successivo per
eh'! gli fecero compagnia fino a Yal<locco, conf<.;ssare chi ne a,·cs~ ,·olontà. A questo
do,·e tre d1 essi prim1 di lasciarlo \\'Ollero disponeva i reclusi con ingegnosi:: tro,·ate,
confe~sarsi. Vinggiando in treno da To- studiandosi di cattivar::.ene la benevolenza
rino a l\\Iontemaguo, si mise a ragionare
con ,m negoziante, il quale si senti cosi
preso <li ben.c\\'Olen1.a vcrs'.:> il prete scono-
sciuto, che Il per li gli manifestò il desiderio
di confessarsi e si confessò difatti nell'al-
bergo della stazione di Asti. l\\1a, essendo
fa confessione durata alquanto, Don Bosco
perdette la corsa. Alcuni giovanotti, ac-
cortisi del contrattempo, lo compassiona-
Yano, lungi mille miglia dal pensare che
cosa stesse per accadere. Come se cercasse
di ammazzare il tempo, prese a raccontare
storielle; poi, fattiscli amici, li interessò
con discorsi religiosi e li conquise a segno,
che, pregato da essi, li introdusse in una
.icina locanda, don,, clispostili con\\'cnicn-
temcnte, ne ascoltò le confessioni come se
si fo<ise in chiesa.
D1 confo,-;ioni cosl estemporanee egli
ne rice,·ette molte, specialmente ne' suoi
\\'iagg1. Rono fatti che insiemt: con una gran
fede ndla Yirtì1 i;oprannatur.ilc dt.l sacra-
mento rh·clano in lui una sete insa;,.iab1le
di riportare anime n Dio.
con regali <li loro gusto. I tcsti ricordano
nei processi che tanti di questi disgraziati,
ricupcr.tta In libertà, o tosto o tardi gli si
facevano nuovamente vcdt;rc per aggiu-
stare la coscienza.
Dimoravano a Torino cattolici di lingua
tedesca; ne capita,·ano pure negli ospedali
della città. Nessun prete era allora in grado
di confessare questi! persone. Nel 1855
Don Bosco, fattesi <lare da un professore
sedici lezioni di tedesco, che retribuì, si
compilò un prontuario di vocaboli e di
frasi che gli scrviss1.:ro pcr interro~arc, ri-
spondere, ammonire, eccitare al dolor.,;
così potè prestare largamente in <;Cguito J
quc~li stramcri i'opera sua nel tribunale
della peniten;-.a.
Finchè ne ebbe la possibilità, accorrern
a confessare nellc S--uolc Cristiane dei Fra-
telli, in ritiri di fanciulle, in monasteri, in
case di bcnt.:ticenza, in ospedali. Dalli: in-
fenncrie del Cottolcn_go non si allontanò
fino al 187-1,; eppure di U1 verso il r8+$
avcv.i riportato un'infoz,onc petecchiale con
Carità industriosa.
effetti dolorosi, che lo tormentarono per
tutto il resto delln sua nta, <'Ome depose
Il s 1persi poi q11anto la ~ua caritù foss:.: D on Rua che seppe la c~sa da lui, e come
industriosa nel tro,·:uc le vie dei cuori, fa- l'economo salesiano Don Sala riscontrò
ceva sl che in casi di moribondi mal di- sul suo corpo dopo la m0rtc.
sposti si ricorresse a lui per ottenerne il Dal 18.t4 :il 18(,5 nelle innumercrnli pre-
ravwdimento finale. Ch.iamato, accorrev.i diche e predicazioni a Torino e fuori sem-
a qualunque ora e in qualunque luogo, brava che predicando non si pn.-tìggessc
senz:t tim'>rc di sorta. Le conversioni in aJtro scopo che di poter tirare ~li uditori a
ftlrPmis furono molte e talora straordinarie. confessarsi. Le moltitudini, vinte dalla sua
Vecchi settarì, che ne ammettevano la vi- evangelica bontà, ne assediavano il conJc!:-
1 94

1.4 Page 4

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sionale, dove egli sedèva dalle prime ore
dd nuttino e poi fino a notte inoltrata.
In questo modo la sua fama di confossorc
diffondendosi sempre più conduccrn al-
l'Oratorio uomini <l'ogni classe sociale, bi-
sognosi di riLrovare a' suoi piedi la pace
dell'anima.
Per i suoi giovani.
S:= tanto faceva occasionalmente per i
fedeli non affidati alle sue cure, si com-
prende che doveva fare assai più per i gio-
\\':tni che da lui dipcn<le,·ano. li suo pen-
siero fondamentale al n~uardo lo espresse
nel Gioi:rme Prcnr.:rd11tr1 scri,·endo: <t 'Cari
tigliuoh, se \\'oi non imparate da giovani
a confcssar\\'i hcne, correte pericolo di non
apprenderlo in Yita \\'Ostra e per conse-
guenza di non confes,;ar\\'i mni a dovere in
\\'ostro danno e a rischio della vostra eterna
:.ia l\\'czza >1. \\la la confessione doveva, se-
condo lui, css.-re com•~ integrata dalla co-
munione. Onde nella \\'ìta di Francesco
Rt!succo scm·e: «Dicasi pure quanto si
\\'uole intorno ai vari sistemi di educazione,
m 1 io non tro,·o alcun:i base sicura, se non
ndla frequenza della confessione e comu-
1 i,me; e cre<lo <li non dir troppo asserendo
,·he, omesji questi due elementi, la mora-
lità rcl;ta han,lita · Tutto compreso di que-
sta c3trema necessità, fece della confessione
e comunione frequente una consuetudine,
per dir cu!)Ì, connaturata con la vita dcl-
l'Orntorio csrerno e intento.
P.=rlando in pubblit;0, a,·e,·a mille modi
di scuotert: chi si trovasse in <lisgra7.ia di
Dio e d'insinuargli il desiderio dei 8acra-
lll'~nti. Dumnte il corso della settimann
richiama, a i più alla pratica tiella confc..~-
:;ione e comunione almeno domenicale;
pl·r le feste maggiori eccitava i meno pro-
pensi; per il mensile Esercizio della buona
morte ùa,·a una scossa (.(enerale alle co-
scienze. \\ la <"hi non conobbe quanta fosse
la delicatezza di Don Bosco, non imma-
~ina <'on clll' naturnlc e spont:mea libertà
i gio\\'3ni nl' sccondasscro gli inviti. È quello
<lei resto che si r.u<> tuttora osservare:: do-
n111q11e regni davvero lo spirito del santo
l1•nda•ore.
Confessore impareggiabile.
Oltre a tutto cii, Don Bosco offrh a 111
se- stesso a' suoi giovani un confessore in-
stancabile e impan.ggiabile.
écrlo il solo vederlo ogni giorno e per
non breve tempo fcnno e tranquillo aJ
ascoltare i suoi piccoli penitenti, come se
al mondo non avesse altro da fare, era g,:i
di per sè un tacito incitamento a confes-
sarsi. Questo ministero quoudiano assu-
meva propor.lioni favolose in occasione di
solcnrutà e <li esercizi spirituali; allora egli
v'impiegava fino a dodici o 1.piattordic1 ore
al giorno, come tt:stifica Don Rua, nono-
stante il gran frc<ldo o il gran caldo, se-
condo la stagione. Xè in quelle ore , i po-
teva essere cosa di tale importanza, che ai
suoi occhi la , inccsse su qudlo eh.e starn
facendo. Sotto questo aspetto è ben signi-
ficativo il caso dd marchc!ìc Patrizi. Il no-
bile si~nore, col q1Jale egli O\\'eva stretto
relazione ne' suoi \\'iaggi a Roma, arrivò
una domenica all'Oratorio per visitare il
santo s:iccr<lote. Don ·Bosco alloLa confes-
sava gli esterni. Al visitatore fece per primo
gli onori di casa Don Cai.tlicro, che rc~;c
subito avvi..ato Don Bosco della sua pre-
senza. Bene, bene I rispose egli con calma.
Gli si dica che io sono contento della sua
venuta e che aspetti un momento. - Ailro
che un momento I Era passata un'ora e
mezzo quando uscì. Allora tutto lieto e
sorridente mosse incontro al ~larchcse,
coJman<loJo di gentilezze e ùicendo sem-
plicemente di non :n'er potuto sbri~re
prima quei poverini, eh.e <lo\\'evano fare la
santa comunione. L'ospite, uomo di antica
fede e capace <li comprendere, non che for-
malizzarsi per questo, ne trasse nuo,·o ar-
gomento per esaltare la santiLì di Don
Roseo.
Durante l'ultimo decennio della sua Yita,
hencht: sopraffatto da occupazioni e pre-
occupazioni, non abbandoni> il confessio-
nale, m·1 continuò a confessare solo i gio-
\\'àni e il pensonall' dell'Oratorio intet no;
quando poi ndl'ultimo bicnmo i gra\\'i in-
comodi fisici lo costrins~ro a nuoYc limi-
tazioni, confessava presso la sua cameretta
chiunque giorn:,lmcnte sì presentasse· e
ogni sabato sera ascoltava gli studenti della
1 95

1.5 Page 5

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classe superiore. L'ultimo sabato che com-
piè tale ufficio fu il 17 dicembre 1887.
Yerso le diciotto una trentina di giovani
salirono secondo il solito e al>pettavano fuori
dell\\1sc10 l'avviso del segretariÒ. Don Bosco
!:itava moltu male .li uclla sera; aveva la feb-
bre e stentava a respirare. Era cominciato
il progressivo abbandono totale delle forze.
A tutta prima disse eh~ non si sentiva di
sostenere quella fatica; ma poi dopo un
istante di silenzio ripigliò: - Eppure è
l'ultima volta che potrò confessarli. - E
diede ordine che fossero introdotti. Entra-
rono essi in punta di piedi, s'inginocchia-
rono intorno a lui stù p:w1mento e si con-
tessarono. Due giorni dopo Don Bosco si
poneva in letto per non più rialzarsi.
Doni soprannaturali.
Oltre allo zelo infaticabile e alla bontà
lnec:mribile, uri terzo elemento conferiva
forz:i di attrazione verso Don Bosco
nella direzione delle anime. La Chiesa
non restò mai priva dei doni carisma-
tici profu3i già dallo Spirito Santo nelle
Cristianità primitive. San Paolo chiamò
c:1rismi certi doni gratuiti, straordinari e
passeggeri, conferiti direttamente a van-
taggio altrui. Egli ne enumera nove; set-
timo, il di~cernime1\\to degli spiriti o dono
di legg<!re nel segreto <lei cuori. Una cro-
naca dell'Oratorio sotto il 13 aprile 1864
registra '1Ue!lte parole di Don Bosco ai gio-
,·ani dopo gli esercizi spuituali: << lo in questi
giorni passati vedeva chiaramente i pec-
cati di ciascuno di voi, come se li avessi
avuti tutti scritti davanti agli occhi, di
modo che alcuni, i quali, facendo la con-
fessione generale, volevano dire essi stessi
i peccati, non badando alle mie interroga-
zioni, m'imbrogliavano le cose. È una gra-
zia sing.Jlare che 11 8ignore mi ha fatte in
questi giorni per il vostro bene. Adesso al-
cuni renitenti al mio consiglio mi doman-
deranno, se non vedo più come prima il
loro interno. Eh n_o ! debbo loro rispondere:
non sono venuti allora, e ade:,so non sono
più a tempo per godere di questo bene-
ficio •>.
Vivono tuttora alcuni di quelli che si sen-
tirono sciorinare da Don Bosco nella con-
fen:.ione tutte le loro marachelle di un pas-
sato anche remoto. Vi fu un tempo, in cui
certi giovani, volendo fare la confessione
gene.raie o avendo la coscienza imbrogliata,
o non avendo avuto tempo di prepnrarsi
bene, s'inginocchiavano dicendogli: Dica
lei. E Don Bosco dice,·a. Ma a questo modo
non la poteva dur:uc. Una sera nel ser-
ro'bncino dopo le preghie1e parlò così:
«Finora confessandovi voi mi dicevate:
Dica lei, e io dicevo. Ma in buona sostanza
tocca al penitente e non al confessore. Io
non reggo più a parlare per ore e ore; ne
soffre il mio povero stomaco. Da qui in-
nan7i dite voi e se sarete imbrngliati, allora
vi aiuterò>>. Queste parole vennero udite
allora, scritte subito e poi lette nei processi
dal s:.1lesiano Don Lem'.)yne.
Nessuno nell'Oratorio pose mai in dubbio
questo dono di Don Bosco, poichè a cen-
tinaia si contarono quei che nt: fecero l'espe-
rienza. Dinanzi ai giudici ecclesiastici vari
testi deposero con giuramento su fatti da
essi medesimi accertati. Di toli fatti YC n'è
uno meglio documi;:ntato, avendolo esposto
per lettera a Don Rua il 5 aprile 1909 colui
che n'era parte interessata, ]Wonsignor An-
gelo Cattaneo, Vicario .\\postolico nel-
l' Honan meridionale e residente a Nau-
Jang-Fou. l'\\el 1861 era chierico nel se-
minario di Bergamo, quando Don Bosco
vi andò a predicare gli esercizi. Presenta-
tosi a lui per fargli la sua confessione, tirò
fuori uno scartafaccio, nel quale aveva
scritto i suoi peccati, e cominciò a leggere.
Ma Don Bosco glielo tolse di m-mo, lo
gtmò sul fuoco nella stufa e gli disse: --
Te li conterò io i tuoi peccati. - Infatti
glieli sfilò uno dopo l'altro, proprio come
stavano scritti. «Si può immaginare, scrive
Monsignore, quale fu la mia sorpresa e
commozione. Scoppiai in pianto di vero
dolore e consola:òone >>.
Questo dono serviva a Don Bosco per
richiannre alla memoria dei giovani colpe
dimenticate o volontariamente taciute. << S'>-
no cose, depone Don Rua, che avveniva.no
con tan.ta frequenza, che ,mi riesce difficile
a ricordare i nomi di tali giovani 1>. Ne men-
ziona solo due con tutte le particolarità.
l 1J6

1.6 Page 6

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~fa Don Bosco non faceva così soltanto nare le cose nostre. - U,iitane quindi
coi giovani. Nel 1882 a Nizza Mare un si- confessione, lo pregò di ricevere la propria.
gnore cinquantenne uscì trasognato dalla Dunque anche la forna dell'esempio con-
camera di lui, nè seppe trattenersi dal nar- tribuiva a tener vivo, fra quanti lo circon-
rare al Direttore Don Ronchail il caso oc- da\\'ano, l'amore af sacramento della peni-
corsogli. Confessandosi dal Santo, si cre- tenza e infondeYa maggior confidenza Ycrso
deva di aver detto tutto; ma quegli al ter- il confessore che si confessava co5Ì sotto t
mine dcll'nccusa gli disse: - Scusi, signore. loro occhi.
Di quel peccato commesso a diciotto anni Fondata che fu la Società Salesiana, il
nelle tali e tali circostanze, si è forse di- fondatore le asscgn<'>, secondo il costume ,
menticato. - li peccato era stato realmente Io stemma c un motto. Il motto dice: Da
commesso e non mai confessato.
111;1;; animm ce/era tolle. Queste parole vo-
gliono significare che per guadagnare anime
a Dio i soci debbono essere sempre disposti
Da Confessore a penitente. a sacrificare og-ni altro interesse. Di ciò
tutta ia sua vita fu mirabile esempio. Ilcn
TI grande confessore in un dato giorno poteva egli appropriarsi la dichiarazione di
della settimana si faceva alla sua volta S. 1laolo che, scrivendo ai Cristiani di Co-
umile penitente. Finchè visse Don Ca- rinto, protestan di sentirsi pronto a dare
fasso, tutti potevano vederlo prostrarsi al per le anime non solo quanto aveva, rna
suo confrssionale .ndla chiesa <li S. Fran- anche tutto se stesso: imp1mdn:n et supe~im-
cesco d'Assisi. Morto Don Cafasso, ogni pendar.
m irtedì mattino, dove Don
Bosco confessava, compariva
Don Giacomeili, già suo
compagno di seminario e,
aspettato che terminasse, ne
prendc,·a il posto e alla pre-
senza d1 jlunni e superiori
ne ascoltava la confessione.
Fuori dell'Oratorio, venuto il
suo gion10, si confessava, po-
tendo, da qualche salesiano
oppure da altro saccnfote.
era puntualissimo. Nel
marzo del 1886 a Nizza l\\Ia-
rittima la Regina del Ww--
temberg, desiderosa di ve-
derlo, ottenne la promessa di
una sua \\-isita, della quale gli
fissò l'ora. Don Bosco, sbri-
gatosi dalle udienze, benchè
già in ritardo, avendo nel-
l'uscire <lalla sua stanza
scorto Don Cerutti, membro
del Consiglio superiore sale-
siano, lo chiamò dentro e,
sapendo che avrebbe voluto
confessarsi, gli disse: - Oh,
la Regina del Wurtemberg
può ancora aspettare un poco
e intanto noi possiamo tenni-
Don Bosco contes.<, ., cassc1u di una pubbhc~ <1Jllgeru•
(//Imira,:ion, d,I Ga/i~ ai).
r97

1.7 Page 7

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IN F A. MIGLIA
Sacre Ordinazioni.
Un radiotelegramma di S. E. Mons. Pasotti
al Rcttor Maggiore ci ha annunziato che egli
ha potuto ricevere la consacrazione episcopale
nella cattedrale! di Bangkok, il 24 giugno u. s.
Non conosciamo i parùcolari sullo svolgimento
della solenne cerimonia; ma confidiamo che
essa abbia recato molto conforto ed incorag-
giamento m fedeli e soprattutto ai giovani se-
minaristi che si preparano al sacerdozio nella
nostra casa di Bang Nok Khuck. Rinnoviamo
intanto a Monsignore le nostre più vive feli-
citazioni e cordiali auguri.
La prima domenica di luglio, nella Basilica
di l'vlaria Ausiliatrice, l'Em.mo Card. Arcive-
scovo di Torino l\\faurilio Fossati ha tenuto,
come gli anni scorsi, le sacre Ordinazioni dei
nostri studenti di teologia. Gli ammessi al Sa-
cerdozio erano soltanto tre, perchè lo stato di
guerra ed il bisogno d i cappellani avevano già
fatto anticipare di un anno l'ordinazione dei
candidati. Ne ammise però un bel numero
agli Ordini minori ed una cinquantina al Sud-
diaconato.
Anche gli altri nostri studentati Teologici
hanno chiuso l'anno con un consolante numero
di promossi ai vari Ordini sacri.
Attività catechistica.
Sull'esempio di Asti, anche la Diocesi cli
Ivrea e quella di Pinerolo organizzarono un
riuscitissimo Congresso Catechistico Dioce-
sano che gli Ecc.mi Ordinari affidarono per
lo svolgimento al nostro Ufficio Catechistico
Centrale. Daremo nel prossimo mese relazione
di quello di Pinerolo.
1\\d Ivrea si tenne nei primi giorni di luglio
nell'Istituto Card. Cagliero. Lo presiedette lo
stesso Ecc.mo Vescovo l\\.1ons. Paolo Rostagno.
Rappresentò il nostro Rettor Maggiore, im-
provvisamente impedito, il Prefetto Generale
sig. Don Berruti. Una giornata venne dedicata
al Clero, l'altra afle Suore, Maestre e Cate-
chiste.
Nella prima relazione, D. Bottinj, dell'Ufficio
Catechistico Centrale Salesiano, illustrò l'Or-
gamz:razione di uri Centro Catechistico con
ampia documentazione a disegru e fotografie,
indugiandosi sulla Congregazione della Dot-
trina Cristiana, gli ambienti della scuola, il
censimento catechistico, l'organizzazione delle
varie classi, la formazione del gruppo parroc-
duale dei catechisti, i sussidi didattici, i lavori
della segreteria, i libri di testo, i mezzi di emu-
lazione, la festa della dottrina cristiana.
Don l\\forari, del nostro Oratorio festivo di
Saluzzo, svolse il tema: Il Catechismo nelle
Parrocchi,e con Oratorio e se11za Oratorio, insi-
stendo specialmente sul dovere di aggiornare
le scuole di catechismo per renderle sempre
più rispondenti allo scopo.
<1 Sul modo di _lare il Catechismo agli adulti~
parlò con molta competenza il prof. Don Va-
lentino Panzarasa, del nostro Ateneo Pontificio
prospettando: i modi migliori per attrarre gli
adulti alle istruzioru patroccliiali; alcuni punti
strategici da conquistare e scogli da evitare;
i requisiti necessari e il metodo particolare;
infine, il modo cli sfruttare gli interessi domi-
nanti ogni categoria di adulti.
Nel pomeriggio,. Don Giovanru Capirone,
Arciprete di Rivarolo e vice Direttore della
Commissione Catechistica Diocesana, diede
un'aggiornata re\\azione del movimento cate-
chistico della Diocesi.
Chiuse la giornata una brillante lezione pra-
tica tenuta dal nostro Don Vincenzo Colom-
bara, direttore dell'Istituto <• Conti Rebau-
dengo » di Torino. Dopo di che S. E. Mons.
Vescovo disse la sua soddisfazione per le ot-
time trattazioni e, ripromettendosi abbondanti
frutti, impartì a tutti la pastorale benedizione.
Anche la prima parte della giornata delle
Suore, Maestre e Catechiste fu presieduta da
S. E. Mons. Vescovo cd ebbe pieno successo.
Dopo la proiezione della filmina esplicativa
suJI'Organiz::ia:.ione di un Centro Catechistico,
Suor Innocente Borzini, delle Figlie di l\\laria
SS.ma Ausiliatrice, affrontò il tema sulla lllis-
sione delle Catechiste svolgendo magistralmerik
questi due punti: dignità e attitudini della ca-
techista; necessità di una profonda e organica
preparazione; come trovare praticamente buone
catechiste nelle parrocchie; come formarle di-
datticamente; efficacia della prepara7.ionc in-
teriore delle catechiste nello svolgimt!lltO del
loro apostolato.
Suor Emma Acchiappati, pure Figlia di
M. Ausiliatrice, tratte'> in seguito dei << Princi-
pali su,ç,-i.dì didattid per f'inSl'f?/la111ento Cat,·clzi-
s:.ico llell'Oralorio e nelle Parrocchie». I.a rela-
trice dimostr<> che anche ùove re~m1 la povertà
e non esistono sussidi didattici ?deguati, qncsti
si possono costruire con un po' di buona vo-
lontà servendosi delle cose più usuali.
Una vivace discussione pratica sottolineò la
relazione e- ne mise in luce i punti più impor-
tanti.
198

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:'\\cl pomeriggio, Don Gim·anni C:ipirone sacerdotale <li Don Bosco, ncll.i magnifica ta-
e rilesse fa sua rclaziont! ~ul Jl117t'immto Cllterl,i- silica di S. Croce, il 29 giugno u. s., assurto
slico Diocesano; quindi Suor Lina Gnrnb.t, :id una .,era glorificazione cittadina. Vi accorse
delle Figlie cli Maria Ausiliatrice, svolse l'ul- una folla imponente di Cooperatori e di ex-
timo tema: Il Catcrhismo delle adulte, toccando aUievi, cd un'eletta rapprcsentanr.a del Clero
brevemente: il fine <la r:iggiungere; il metodo e del Patriziato fiorentino, degli Ordini e delle
particolare; la materia da insegnare. Fece ri- Con~rc(!azioni reliuiose, degli Istituti di edu-
lc\\'arc con alcuni esempi
pratici quanto sia grande
l'ignoram.a religiosa nelle
adulte anche praticanti,
e spiegò come si debba
far loro il Catechismo.
Chiuse Don Capironc,
rin~raziando i Salesiani
e specialmente il Rcttor
J:\\fol,!_~orc, Don Pietro Ri-
caldone, per aver coope-
rato coli! efficacemente
alla buona riuscita del
Congresso Diocesano, cd
invitando tutti i pn.-scnti
a portare nelle singole
parrocchie sempre più
ardente la fiamma dcl-
i'apostolato catcclùstico.
A commento pratico,
nel salone-teatro dcll' l-
stituto Salesiano venne
N ew O r I Il" n • • La beli~ cble.-1 dedicata a S. G iovanni BoS<;o.
(v. Bollwl,w d, luglio, pa1<. , 58).
allcslÌtn per la circo-
stanza una bella mo:.tra catechistica, che il- ca.zione e delle Associazioni cattoliche. La pr"-
lustrava con documenti e sussidi: la Congre- sicdcttc l'Em.mo Card. .\\rcivcscmo Elia D.illa
gazione della Dottrina Cristiana, l'occorrente Costa, circoml3to dal Prefetto Ecc. Marchese
per la formazione dei catechisti, per l'alksti- Palmeri di \\'illalha e Signor.1, e dai rappresen-
mcnto delle scuole e ùcllc singole classi di Ca- tanti delle allrc massime autorità civili, poli-
techismo, il libro di testo, i vari sussidi didat- tiche, militari e scolastiche. li quadro del Santo
tici, le macchine da proiezione delle migliori
c-.ise produttrici italinnc, ecc. Un piccolo banco
J i Ycndita diede a1tio di procurarsi libri, re-
gistri, i:ussidi di ogni genere.
campeggiava sull'altar maggiore m un lrionfo
di luci e sembrava che Don Bosco si compia-
cess~ di quel nuovo inconlro col popolo tli
Firenz, t"hc egli amò di speciale predilezione.
La ~ Schol.1 cantorum » della Basilica della
SS. Annunziata nccolse l'ingresso dcll'Em.mo
Cardinale .\\rcivcscovo con le note trionfali
Nel centenario dell'Ordinazione dell'Eccr .'iacerdos 111ag1111.r del Pcrosi. Quindi
Sacerdotale di San Giov. Bosco. l'Ecc.mo \\"<:scovo di Livorno, :\\lons. Giovanni
Piccioni, .pronunciò una mirabile orazione com-
rnemorati\\',l ricordando la geniale mulnfonne
Iniziative particolari. anività ddl'apostolato di Don llosco e illu-
RilN•iamo la cr·onaca d, quale/te altra comme-
111oracio11e del cenlenario dell'Ordinazione sa-.
e, rdnt11/e di Don Bofco, , irorda11dtJ che la relt'-
brazio11r ,~f]ìriale •1:errti fissala a suo temfH1 dal
R1.llor \\laggiore.
strando particolarmente la :;ua figura di edu-
catore onginalt, sapiente, simpatico. Egli volle
infatti che la volontà dei giov.rni fosse educata
senza costrizioni, con la luce ddla riflessione,
con la bontù delle com inzioni, con l'efficacia
della carità, con l'acco~licn:l.l del sorriso: il
Firenze - Promossa dagli ex-allievi, sotto tutto J)\\!rmeato e potenziato dalla Grazia di
la presidenza del prof. Carmelo l\\Ieli, la com- Dio che stimola all'ardimento e spinge all'e-
memorazione del cl"ntenario <lcll'Ordina?iune roismo di o~i giorno.
199

1.9 Page 9

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I v re a .. Uno scorcio della Mostra Catechistica,
'l'crmin:no il discorso di Mons. Piccioni,
r.ccolto da unanimità di consensi, fu data let-
tura di un telegramma inviato dal nostro Ret-
tor Maggiore.
La cerimonia ebbe termine con il canto del
Te Deum e con la benedizione Euçaristica un-
partita dal!'Em.mo Cardinale Arcivescovo,
seguita dall'acclamazione trionfale Tu es Petms
del M. T-Taller.
Telegrammi di devoto filiale omaggio ven-
nero inviati dagli cx-allievi fiorentini al Santo
Padre e al Sig. Don Ric-.tldone.
Chieri - Una folla di Cooperatori e di
cx-allievi, coi giovani dell'Oratorio S. Luigi
e le alunne dell'Oratorio 8. Teres.i, Salesiani
e Figlie di Maria Ausiliatrice cd una cospicua
rappresentanza del Clero, degli Ordini e delle
Congregazioni religiose cittadine accorse, la
domenica 8 giugno, alla storica chiesa di San
Domenico, ove Don Bosco cc1cbrò, cent'anni
or sono, una delle prime sue l\\fossc, per com-
memorare la cara data con una solànoc funzione.
Sali lo stesso altare del Rosario il sig. Don
Tirone, Direttore Spiritua1e Generale della
Società Salesiana, ed i chierici del nostro sru-
dcntato teologico subalpino eseguirono sceJta
musica liturgica. I RR. Padri Domenicani si
prodigarono con ogni cortesia pcl culto divino,
per le Confessioni e per le. Comunioni.
Foglizzo Canavese, che ebbe l'onore di ac-
cogliere a festa Don Bosco vivente non volle
lasciar passare inosservata la data centenaria.
Tutto il paese accorse al triduo predicato, nclh
ch1esa parrocchiale, da D. Mario Giro ùi Fer-
rara, ed il giomo della festa, 27 aprile, fece,
come suole da qualche anno, la sua Pasqua.
Dopo le varie Messe per la Comunione ge-
nerale degli uomini, gioventù tfoll'Orat<>rio
maschile e dell'Oratorio femminile, e delle
mamme, tenne pontificale il Vescovo Dioce-
sano S. E. l\\Ions. Rostagno, il yuule, nel po-
meriggio, dopo i vespri solenni, presiedette
la processione eucaristica recando il SS. Sa-
cramento per le vie dd paese, e chiuse la festa
colla s:ia frrvida parola e coUa trina Benedi-
zione. Per la circostanza gli ex-allievi tennero
il loro convt.~no annuale e per tre sere venne
proiettato nel cinema lncale il film <• Don Bosco
e le sue Opere>>.
San Severo - Don Bosco nelle car-
ceri.
Il 18 maggio u. s., in occasione del precetto
Pasquale ai detenuti delle carceri giudiziarie
della città, venne loro offerto un bel quadro
di San Giovanni Bosco, che collocarono trion-
falmente nel centro della cappella, durante h1
sacra funzione a i;:ui parteciparono tune le au?

1.10 Page 10

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torità cittadine e nume-
roso pubblico. Celebrò
Ja Santa l\\-lessa e distri-
bui la Comunione il Di-
rettore dell'Istituto Sa-
lesiano D. Stanco, che
parlò del Santo quale
apostolo dei det.ennti,
suscitando nell'uditorio
profonda commozione.
Pomigliano D'Arco -
Conferenze sale-
siane.
Per invito del Diret-
tore Generale Gr.. UIT.
Ugo Gobbato, il nostro
Ivrea - Durante li Congresso delle " uore. Maestre e Catechiste.
Don Fasulo nci giorni
6, 7 e 8 giugno tenne nella grandiosa sala del seguirono con deferente, vivo interesse, coro-
Dopolavoro aziendale Alfa Romeo dello sta- nanùole con calorosi applausi. A nome di tutti,
bilimento aeronautico S. Martino io Pomi- iJ Di.rettore del Dopolavoro, Ing. Mario Avena,
gliano d 'Arco un ciclo di conferenze con pro- espresse sentimenti di plauso e di riconoscenza
iezioni e film su S. Giovanni Bosco e le sue all'Oratore, di simpatia e di ammirazione a
Opere, mettendo in particolare risalto le bene- $. Giovanni Bosco, grande figura di lavoratore,
merenze del Santo nel campo del lavoro e le grande apostolo cd amico degli operai.
istituzioni salesiane a vantaggio dei figli dd Le riunioni furono rallegrate dalla banda
popolo lavoratore. Dirigenti e maestranze le musicale del Dopolavoro.
I•
I ,.r" a Il Clero intervenuso al Cenz,-esso Catechistico Dlocuaao,
attorno o S. E. Mons Vescovo ed al Sig. O. Berru1J.
201

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Bomba y • Prosl)<'llo d~ll'lstltuto S:,leslaop In costruzione.
BOMBAY
Amatissimo Padre,
avrete ricevuto la notizia della morte del caro
confratello eh. Tomaso O'Shea, avvenuta 1'8
maggio u. s. in seguito a setticemia. Abbiamo
fatto del nostro meglio per salvarlo; ma il Si-
gnore ci J,a chiesto questo sacrificio. Era il più
giovane ed apparentemente anche il più forte
della nostra casa. Speriamo che egli goda ora
in Ciclo il premio delle sue virtù e patrocinii
presso Dio quest'opera che gli stava tanto a
cuore.
Il mese di maggio, tempo di vacanza, parte
dei confratelli lo passò in una stazione clima-
tica, in un fabbricato gentilmente messo a no-
stra disposizione dal Governo. Torneranno fra
due giorni e ci prepareremo pc! nuovo trime-
stre che si inizia il 5 giugno.
Abbiamo avuto molte domande di ragazzi,
ma non le abbiamo potuto accettare perchè i
posti sono limitati. Speriamo di poterlo fare
quanto prima.
Vi informai a suo tempo dell'inizio del nuovo
fabbricato. Ora posso darvi noti1ia dei rapidi
progressi, S. E. l'Arcivescovo di Bombay be-
nedisse la prima pietra il giorno della festa di
S. Giuseppe, 19 marzo u. s., per ottenere la
protezione del Santo sulla costruzione.
Attendemmo ancora una quindici.tu di giorni
per intrnprendere i lavori, perchè i piani non
erano pronti; ma subito dopo Pasqua si co-
minciò lo sterro, ed i giovani, prima di partire
per le vacanze, ebbero la gioia di vedere già
le fondamenta emergere dal suolo. L'impre-
sario continuò con lena; sicchè si è fatto tanto
progresso che si spera di veder completata
0 gni cosa a suo tempo.
202
Accludo il progetto del nuovo fabbricato,
e perchè possiate \\edere quanto in programma.
La nostra povertà non ha consentito <li affron-
tare subito tutta la costruzione: ci siamo limi-
tati alla prima ala colla parte centrale, che sarà
pronta pel 15 ottobre p. v. Cosi potremo la-
sciare la casa che attualmente affittiamo e
sentirci in casa nostra. Siccome la disponibi-
lità dei posti sarà troppo inferiore alle richieste,
intendiamo di innalzare subito anche il pian
terreno <lei resto del fabbricato, che ci pcnnet-
terà di soddisfare per qualche anno alle più
urgenti c..-sigenzc. Se i tempi fossero un po' più
propizi avremmo senz'altro potuto attuare
tutto il progetto, perchè il pubblico è ben di-
sposto e ci aiuta con offerte. Ma cominciamo
ad accontentarci. Il lavoro più lungo fu per le
fon .lamenta. Ora il pian terreno della prima
ala è già quasi pronto e tutto procede bene.
Ne ringraziamo il Signore e ci affrettiamo a
dan-i questa noti:r.ia che farà piacere anche ai
nostri Cooperatori. Ci raccomandiamo alle vo-
stre prCQhiere preS$0 l'altare di Maria Ausilia-
trice e del nostro Padre S. Giovanni Bosco e
vi assicuriamo sempre il nostro più fervido
ricordo.
AJI.mo in G. C.
Sac. AURELIO :\\1Ascmo
Direttore.
Bomhay, 30-v1-r94r.
ASSAM
Amatissimo sig. Rettor l\\,Jaggiore,
prima di tutto vi ringrazio di gran cuore
dei paterni messaggi che ricevemmo sempre
con intensa gioia. Grazie a Dio, noi continuiamo

2.2 Page 12

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a lavorare, fra deferenti riguardi che ci per- ogni nostra aspettativa. In Tura, che è la
mettono di svolgere gran parte del nostro apo- base della Missione, c'è anche, come voi sa-
stolato. Anche il Governatore mi ha dichia- pete, una colonia di lebbrosi che viene visitata
rato, per Natale, la sua soddisfazione sul buon regolarmente dal nostro Don Costa. Ebbene,
andamento della Missione.
abbiamo potuto rallegrare i poveri malati
Tomo ora da un duplice viaggio nella valle con l'albero di Natale carico cli premi e di
del Bramaputra e sulle colline Garo, dove potei regali specialmente in vestiti. Essi vollero di-
amministrare 120 battesimi, 6oo cresime e be- mostrarci il loro gradimento con un'acca-
nedire 15 matrime>ni. Il percorso delle colline demia; ma come stringevano il cuore anche
i loro canti di gioia
in quel regno <lei do-
lore!
Conferii la Cresima
a 30 lebbrosi: molti
di essi mancavano già
delle dita e portavano
visibili altri terribili
segni del male. Non
Caro fu lungo e faticoso: ho fatto colla mia si µuò fare a meno di piangere e di anuni-
ma:china pit1 di 1200 kilometri. Troppo so- rare lo spirito di sacrificio del missionario,
,·ente la strada era in pessimo stato tra la bella l'amico dei lebbrosi. La cosa piì1 urgente per
foresta dell'Ass:im. Non ci mancarono avven- ora a Tura sarebbe l'apertura di una scuola-
ture; ma, grazie a Dio, ogni e.osa ~ndò bene. orfanotrofio per le ragazze, diretta dalle Suore.
Per la prima volta abbiamo potuto organizzare Tra i Garo è ancora in vigore il matriarcato, e
due grandi Convegni tra i Caro. È consolante se noi non curiamo l'educazione delle fan-
vedere come questa tribù, che un'ottantina ciulle, dovremo rinunziare alla speranza di
di anni fa era temuta come composta di cac- conquistarli al Signore.
ciatori di teste, ora accolga con docilità il
smto Vangelo! I due convegni durarono
quattro giorni. Ampie tettoie coperte di paglia
ospitarono i cristiani che giunsero anche da Sto per iniziare un altro viaggio sulle col-
molto lontano. Abbiamo trattato i più vitali line Khasi per confortare ed tncoraggiare altri
pr.:>blemi religiosi con grande praticit'.l e frutto missionari i quali lavorano molto nonostante
spirituale. Amhcdue si chiusero cç,Jla proccs- le presemi difficili circostanze. Stiamo tutti
s:one eucaristica che riuscì assai bent.", quan- bene. A Dio piacendo, il 5 giugno celebreremo
tunque fosse un'impre-
il centenario dcli' Or-
sa incolonnare <lonne e
di nazione sacerdotale
fanciulli che non ave-
dd nostro caro Padre
vano un'idea del nostro
San Giovanni Bosco,.
ordine processionale.
coll'Ordinazione di 14
In mancanza di band<.-
novelli sacerdoti a Shil-
istrumentali, suppliro-
long. È una grandt·
no i tamburi locaii. In
consolazione. L' I:pct-
uno dei convegni ab-
tore è semp1e in viae;-
biam tenuto anche la
gio anche hu.
gara di Catechismo, con
Raccomandateci alle
candidati di diversi vil-
preghiere dei nostri ca-
laggi, che contavano dai
ri Cooperalori e be-
10 ai 40 anni. Kelle.
nediteci tutti. Noi ri-
notti precedenti, men-
cambieremo con al-
tre gli altri cantav-.ino
trettante fervorose pre-
e saltavano fino a mez-
ghiere.
7.anotte, qui:sti studia-
Aff.mo iu G. C.
vano di gran lena per
imparar bene a memo-
ria le risposte. Il ten-
►I~ STEI'AN-0 FFH.RANOO
Vescovò di Shillong.
Uttivo è riuscito oltre
T u r a La lebbra agli :,ni Inferiori.
91iillong, 24+ r941.
203

2.3 Page 13

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s h : I l o n a . Novelli spo:,.1 au.orno al Ve.e.covo dopo l.1 c\\!ICbC"azionc delle nozze.
GIAPPONE
discussioni sulla nuo,·a Elruaura s1 possono
pensare: si è in un campo sperimentale, e• la
Torniamo all'antico... in veste moderna. pratica dirà tante cose. Accennerò ad alcuni,
Rev.1110 ed awat.mo Sig. D. Rical4rme,
che mi sembrano fra i punti più salienti. li
richiamo cioè piì1 forte al problema delle ma-
dalle mie precedenti relazioni può essere nifestazioni religioso-traùizional i, e ad alcune
che molti dei nostri cari lettori del Bollettino istituzioni o associazioni che tocca11o più di-
abbiano pensato: <1 }\\fa ché cosa avviene in rettamente la vit3 domestica quotidiana. Spno
Giappone? Quali piani di riforma si stanno notizie certo nuove pcr la maggior parte dei
attu:u,do? Quale.: ne t: il mo\\·entc? ~- Rispon<ln lettori e serviranno a far conoscere meglio
subito: come ho accennato altre volte, si tratta questo gran paese anche nelle sue relazioni
del rinnovamento della vita della nazione giap- culturali con noi, e a far comprendere meglio
poncst; s.i tratta di riunire comc'un solo uòmo l'apostolato mission::irio per queste anime.
cento milioni di sudditi e di creare il fonda-
r-:ra le associazioni di base delln nuova strut-
mento per un'era di comune prosperità nel- tura è caratteristica quella detta As$0cia~ioni,,
l'Asia orientale. l modi proposti sono svaria- dei vicini di casa (tonarigumi) I.i cui idea ha
tissimi, ma turti cooperano a questo scopo. accompagnato la storia giapponese fin dai suoi
Penso sia utile riferirne, affinchè tutti i nostri primordi (pur non essenùo di origine giappo-
fratelli, amici e benefattori si rendano conto nese, ma cinese) con successivi cambiamenti
della nostra situazione, e ci vengano in aiuto, nei secoli, con lo scopo della mutua sicurezza
specie con ardenti preghiere.
- e della responsabilità collettiva per la condotta_
Questo rinnovamento è in gran parte fon- moraI!! e politica dei suoi membri. Uno dei
dato su un ritorno più sentito, più pratico, più più importanti compiti dell'antica associazione
efficace, a direttive, principi, tradizioni e co- era di evitare incendi, ladronecci; di essere
stumanze antiche, naturalmente coi riattamenti responsabili dell'esattezza nella denuncia e nel
moÌ.lemi, che ne assicurino l'eflì.cienza in ogni pagamento delle tasse ecc.; ora sarà di pro-
campo, morale e civile, letterario e scientifico. muovere la cooperazione per le opere cli difesa
ammini!'rrativo cd economico, per fur fronte sociale in caso di pericolo o calamità pubbliche,
alla situazione del momento, e per raggiun- per la provvista di rifornimenti e il controllo
gere lo scopo indicato. Non mi è ceno pos~i- dell'equa distribuzione di generi sottoposti a
bilc in un breve articolo di cronaca, parlare tesseramento; l'aiuto nel lavoro dei campi a
e di tutto; d'altra para: chiaro che dubbi e quelle famiglie i cui membri sono stati richia-
204

2.4 Page 14

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mati al servizio militare; a sacrificare pani
fis~c delle entrate a favore di prt!Stili per la
difc,,.1 nazionale; ccc. L'associazione antic.1 era
fonnata di cinque e.api famiglia (colle rispet-
tive famiglie e servi); l'auualc, è di <licci, che
vengono formando comi; un elementn interme-
dio fra l'associazione privata e l'organo stat:-ilc:
qucsLo funzion:i per mezzo delle leggi e dei
regolamenti; • l'associn:done dei \\'icini J> con
suiigcrimenti, desideri e reclami alle :iutorità.
Non è da mera,·igliarsi di queste rcYivisccnzc
dell'antico, date h. attuali circostanze e neces-
sità: come in antico, si ripn,tlucono ora dispo-
sizioni cfrca il mangiare il riso o 11 pn:no dei
menù; ciR-:i le limitazioni delle spese nei fu-
nerJ)i e m:1trimQnj; circa I.i proibizioni dei
vc~titi <li lusso, l'ahuso tlei g ioielli, c;1pelli e
c:1pigliaturc vistose...
Quanto alle manifrstazioni rdig10s0-trad1-
ziona li anche per il fotto della nuovu legge
sulle religioni emanata in G iappone (11011 .111-
('ora applicata su tulla la linea pei- le rcligim,i
che hanno domandalo il riconoscin1cnLO uffi-
ciale) si è notato da quilche tempo a quct-t3
parte un accrcscimcmo e rinnov:mwnto non
r.olo <l, cditìci, m<>numcnti o altri segni, rimessi
.1 nuovo o cosLrt1iti cx novo, ma di Llltl!l l'atli-
\\'ità <li cui rnno rappresentazione: puhhlica-
zioni a stampa, <lisc<>rsi, pcllegrinag~i. fc~te e
c1.:rimonie, propaganda all'interno e :11l'cstcrn,
t'CC. Per dire di alcune che cadono in aprile
ml l'$., bisogna Ycdcrc lo splendore t:on cui "''
2.
3
4
.
:\\I , ). ~ T." k I - I premLltj olla ,rara c.>techistica .
M I y a 7, a k I • Le a.Iunne dc.li.a scuol,1 di canto.

2.5 Page 15

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è celebrato alla capitale la festa dei _(i.ari per
commemorare l'anniversario della nascita ùi
Budda. Hanno partecipato al solenne classico
corteo numerosissimo popolo e gli elementi
ufficiali di tutte le feste buddiste riunite e dei
bonzi e studenti delle scuole e università bud-
diste. Sessanta bonzi, rivestiti di ampi e sg:u-
giant:i paludamenti in rappresentanza di tutte
le sette buddistiche del Giappone; 30-40 fan-
ciulli e fanciulle scelti fra le famiglie di ele-
vata condizione, vestiti di ricchissimi costumi
antichi condccoravano il corteo, che si snodò
per le vie pi-incipali della capitale fino al grande
stadio Hibiya, ove si tenne la commemora-
zione. l bonzi attorniavano un fiorito palan-
chino, che portava la statua cli Budda bam-
bino, intonando le antiche «sutre » ritmate su
caratteristiche elevazioni di voci, seguite da
profondi mormorii, seminando nel frattempo
in ogni direzione ritagli di carta colorata, si-
mulanti i petali di fior di loto. Si susseguirono
coreografie e canti speciali d'occasione, e la
fw1zionc finale. Si preparò per la circo5tanza
un tè dolce speciale, che venne distribuito ai
fedeli, i quali se lo portarono a casa, dopo
averne versato un po' sulla testa di Budda.
Chi può numerare le persone adunate per la
funzione di Tokyo ? E così in ogni parte del
Giappone. Quando si pensa ai milioni di anime
legate a questa credenza, e al men che esiguo
numero, in proporzione, dei seguaci di Gesù,
qual senso di stringimento al cuore! E da
quali propositi tutte le anime buone non deb-
bono essere eccitate per l'apostolato I
Altra festa caratteristica e cara al cuore dci
giapponesi (ed è ottimo lo scopo che si pro-
pone) è la Cesta dell'equinozio di primavera,
destinata a richiamare il 1-icordo degli ante-
nati e ùi riconoscerne i benefici: nella ricono-
.sccnza dei benefici si manifesta lo spirito del
buddismo; nella venerazione dei trapassati lo
spirito del shintoismo. Ali'occasione si fanno
dolci di riso che sono messi davanti all'altare
domestico e si scambiano doni fra parenti e
vicini; si fanno visite ai monumenti nazionali
e ai cimiteri, La Famiglia imperiale ne dà l'e-
sempio con solenni funzioni a palazzo. Leggo
su un giornale per la circostanza: «In questi>
giomo dobbiamo rendere omaggio e agli an-
tenati della Famiglia imperiale e a quelli delle
nostre famiglie. In questo momento in cui la
nazione giapponese ha per compito d'inetau-
rare un nuovo ordine di cose in Asia, è nostro
dovere rendere i nostri omaggi anche agli spi-
riti dei soldati che si sono sacrificati per questo
scopo. A questo spirito di sacrificio dobbiamo
noi pure assoggettarci nella nostra vita quo-
tidiann. Oggi è l'equinozio - è il giorno della
semina - la semente <l'eternità,>. Entrino i
lettori in questo spirito - relativamente fa-
miliare ai Giapponesi - pensino al numero,
ai mezzi disponibili, al fatto di queste :rpani-
festazioni secolari, che oggi più che mai si ri-
badiscono, e preghino per queste anime.
Un'altra grande manifestazione avvenne dal
23 al 28 aprile al massimo monwnento nazio-
nale a Tokyo, e fu proc:sieduta dalla stessa
Maestà dell'Jmperotore: la glorjficazione degli
spiriti di i4.976 soldati e marinai, che hanno
sacrificato la vita per la patria. Si pensi pure
a milioni d'intervenuti: non si esagera.
Dunque, da un lato masse più che impo-
nenti che assistono, sotto l'impulso dell'amore
alla famiglia, alla patria, alle tradizioni nazio-
nali non disfarmi in gran parte da\\ln kgge n:.t-
turale, con manifestazioni circondate di splen-
dore, di f~to, di attrazione, toccanti il. senti-
memo (molla di scatto dcll':1girc giappone(>e)
e il netto indirizzo delle autorità al rassoda-
mento e alla reviviscenza di tutto questo statù
di cose; d.all'altro lato, un complesso di prin-
cipi, che vogliono santin<..-are, vivificare, dare
il fondamento razionale e reale a quc;.tc ma-
nifestazioni di vita re!igioso-tradiY.ionale, rap-
presentato dai discendenti dei dodici pesca-
tori di Galilea e dagli insegnamenti di Gesù
<• via, verità e vita •> verso i quali si manifestano
posizioni diversissime tli spirito e dì realtà di
vita. Alcuni (pochissimi paragonati al numero
degli abitano) accon.sen~ono e dicono il gene-
roso: «8equar te quocumque it>ris ». Altri,
di fronte al Dio ignoto, o dicono come il buon
milanese dell'anneddoto: <• ghe l'em anche nu *•
e non ne sentono il bisogno; o dicono come
quelli dell'Areopago a S. Paolo: « ti sentiremo
un'altra volta~- Altri non se ne curano, hanno
ben altre faccènde cui attendere. Altri igno-
rano. Altri osteggiano per principio. Buoni
amici, mettetevi nella realtà di questa conèi-
zione di fatto, in questa terra classica di espe-
rienza dell'npostolato motlcrno, e concludete
di aiutare il povero scrivente, che vi ha sempre
domandato preghiere, preghiere, preghiere
per la prosperità spirituale di questo gran po-
polo. Oh buon Padre, all'inizio del bel mese
di Maria, accettate i nostri omaggi e l'assicura-
zione che i vostri figli in Giappone vogliono
sempre lavorare, comt: D. Bosco, guidati e
sorretti dalla loro Ausiliatrice; ma non cessate
d1 pregare e far pregare per noi e per tutte le
anime a noi affidate.
Aff mo ì\\fons. Vt!S"CENZO C1M.\\TTI.
Miyazal~i, 30 aprile 1941-
206

2.6 Page 16

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Leflera di D. Giulivo ai giovani.
Carissimi,
me11tre state per concludere le vostre vacanze,
io vì propongo 1m dialogo da meditare che vi in-
voglierà a riprendere con lena lo studio ed il la-
voro. È un dialogo che si è svolto cinque secoli
avanti Cristo, tra uno dei più celebri filosofi ed
astronomi dell'antichità, Talete, ed un suo disce-
polo. Questi, w1 giomo domandò al maestro:
- Qual è l'essere più antico?
- Jddio - rispose Talete - pcrchè non
cominciò mai ad esistere.
Difatti voi sapete dal Catechùmo che Dio è
etemo. Talete lo intui col semplice genio umano.
- Qual è la cosa più bella? - co11ti1111è> a
domandare ii discepolo.
- JI mondo - rispose il maestro.
E la cosa più grande ?
- Lo spazio.
E la migliore?
La virtù.
E la più comoda ?
La speranza.
E la più veloce?
11 pensiero deH'uomo.
E la cosa più forte?
- La necessità, perchè essa supera ogni
ostacolo.
- Qual è la più facile ?
II dar consigJfo agli altri.
- La più difficile ?
- Conoscere se stesso.
- La più utile?
- li tempo.
Jlliei cari: voi del tempo ne ®ete o,11cora a
vostra disposizione. Siete nella primavera della
1:ita. Fatme tesoro. Riflellendo alle risposte di
Talete che rive/tino ltl sapienzll di uno dei selle
Sm:i della Grecia, prendete le 1:ostre ri.soluzio11i
p11l nuovo amw scolastico-profemona/e. E im-
parale a co11oscere e ctd apprezzare voi stessi.
Il celebre filosofo solevn ringraziare ogni giorno
Jddio di twerlo fatto nascere 110 1111) e non bestia.
I'oi, a maggior ragione, sentirete il bisogno di rin-
graziare il Signore di m•ervi creati ~,omini e fa~ti
cristiani; e farete dì 111/to per 11m1 diventar bestie,
fuggmdo l'ozio che è il padre dei vi::::i. Col Cate-
chismo alla mano, coltiverete la cosa migliore, clw
è la virtù, e diventer(•te più saggi dei sette Savi
della Grecia, perchè w1 buon c.istiano 'i:al più
di tutti i savi di q.1esto 111011do che non hanno
!t1 vera Fede. Ve lo augura di gra11 et,ore il
·vostro riff.mo DoN GruL1n>.
T ha i Ja od i a I Salesiani della Casa di formazione di Bang Nok Khuek.
207 . -

2.7 Page 17

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NECROLOGIO
Sale~iani defunti:
Sac. ASTORI D. AfARJO, da Lu Monferrato
{Alessandria), t a Torino il 13-vn-19~ r a 37 unni.
Professore nel nostro Liceo di Vàlsalicc si proui-
go,·n ncll'inse,:rnamcnto, come nc-ll'csercizio del sacro
ministero. e.on \\"ero spirim :.aksiano d1 aposto!aLO.
Snr..COSTANTI SO S.1.'\\'DRI, do Trezzo Ti-
nella (Cuneo), t ad Antci S. Andrea (Aosca) ,.i.I
19-v11 u. s. n z8 anni.
Ci1. DEl\\TE ANDRE. I, da ;\\Turan.ano (Cuneo),
t in fam1,:rlia il 1-v1-19+r a 23 anni.
Ch. GOVC.U.1 ES IJ()S REIS ,-.lSTO\\T/0, do
l\\'lontelo (Portogallo), t a Lishonu (PortoRallol il
28-v-1141 ~ z6 anni.
Cooperatori defunti :
t MOXS. GiuLTO B -1.STAf a :\\lodt'na 1116-\\'T
u. s. a 65 anni.
Era uno ddlc• fì~n, più eminenti del Clero :vro-
dcncse per <1anntà ., Jonrina e In sua scomparsa ha
sw,o,tuto in nmi il più profondo rimpi~nio.
Grande amico dcll'Opcr.i Sale~iana, cui diede
sempre il suo generoso appogi;rio morale e materiale,
da van anni ricopriva cori zelo In carica di Dirnnore
diocesano dei C1x,peramri.
Fino all'ultimo momento, nono,tnntc le ~uc mol-
teplic.i occupmiioni, pnrtecipò attivamente a tutte 1.,
mnnifcsta~ioni dell'Opera nostra in Modena.
Snc. Do11 vlOV.-1,\\'Nl GIUDICI, t a Bcrgoro
Olona il 17-v u. s o 67 anni.
Ex-nllicvo dell'Or,torio cli Torino, serbt'l per Don
Bosco la più viva venerazione, per l'Opera sua il
più cordiale uffcno Pnrroco per 12 nnni a Bergoro,
1spinì il suo zelo agli esempi cd allo spirito del Santo
al qunlc d~dicò l'Oratorfo ma~chilc. Rc.,;tilurò In
'thieso parroclhiale. caldeggiò la fondazione del-
l'Asilo e Completò il suo pro~ramma dj apostolatn
coll'Oratorio femminile. Alla popolazione diede tutto
~e. stesso nell'esercizio del sacro mmisrero, con ed1-
ficatÌte pi1:rll e spirito di sacrificio. Tra lo: nostre
Opere prediligeva le l'vlissioni i ~ui sviluppi se,rujva
con affettuoso interelò-~e.
Sa,. D()n GIUSEPPE SALLEN, t n Pernm,
n (Torino) il 29-v1 u. s. a anni.
Inviato da Don Bosco per gli studi secondari al
nostro Istituto di Nizza l\\llare, serbò sempre pel
Santo la più sentita gratitudine e grande venera-
zione. Ordinato sacerdote, esercitò il sacro miniHero
in varie parrocchie ddla diocesi Ji Pinerolo, finchè
nel tQZ-1- pnssò alla parrocchia ,;caria di Pt>rrero,
ovt 8pcsc tutto il resi() della l'UO vita alla cu ra della
popolnzionc di cui era veramcr,te padre e pastore.
Povero di mezzi, era ricco di risorse e di zelo per
far del bene agli alt-n. L'unica sua stanr.a, che scr-
vjva da comero, da stu<lio, da salo da pran~o e di
ricevimento, pareva l'ufficio di un segretnriato del
popolo tante e.ràno le pratiche a c\\li si sobbarcava
per gli interessi spirituali e mRteriali dei suoi psr-
r(>ccbiani. Scrittore gemale e polemista ,li ,•aglia,
esercitò nnche l'apostolato delle penna con frutto
delle anime. Volle le Figlie di Ma.ria Ausiliatrice a
dirigere l'Asilo Principessa Giovanna ~ e no: ampliò
locn1i che arredò di moderni sussidi didattici.
Sar. D. GJOVAJ.l1Vl BAT1'ISTA GATTIGLIO,
t u :\\lilleaure di Bardor1ecchia il 31-vr u. s.
Sacerdott umile e pio. ammiratore dell'Opera Sh-
les1ana, diffuse il Bollettino Salesiano e lu Pia Unione
dei Cooperiltori fin nelle ultime wan!!ic ddl'alpcst1e
pncscllo.
Cav. GIULIO CENTEJIERO, t a 1\\Ionza il
25-vr u. s.
Direttore e procuratore della Soc. An Giuseppe
Cambi~hi e d1 altre imprese industriali, rifulse per
renitudine di spirito cristiuno e fedeltà integerrima.
Anima dell'Azione Cattolica, dedicò all'apostolato
attivo oltre cinquant'anni, esempio &gli uomini ed
ai giovani di g,-Mde amore alla Chiesa e di verv
zelo per la gloria di Dio e per il bene delle anime.
Dhot.issimo di S. Gio\\·anni Bosco ecl ammiratore
delle Opere salesiane, le sostenne sempre con ge-
nerosa larghezza.
CAMARDA .1WDOLO.RA1'A ved. PU1\\:ZJ, t a
Cistcmino il 24-VT u. s . a 100 nnni.
Veneranda centenaria, madre del Sac. Prof. Qui-
rico Punzi, msigne benefattore del nostro fstituto
di Cisternino, amava essere chiamata la mamma
dei Salesiani•· E lo era realmente per l'affetto cl e
pnrtava all'Opera nostrn " per le cure e, le :eollecitu-
dini che aveva p.ir tutti. Visse i suoi cent'anni nella
pietà e nelrescrcizio della carità cnsriann, animain
da una fede patriarcale e da u na illimitata genero-
sità di cuore.
Altri Cooperatori:
Agosto L uigi, Passom (Udint) - Aims Scorzino
Rcmigin, Trino (Verc;elli) - Barb.,ro Carolina, To-
rmo - Barli D . Pietro, Caswgneto (Firenze) - B;;,tte-
loni Giuseppt-, Pr,111 (Verona) - Bor to16tto Silvia
Sartori, Nlalo (Vic.inza) - Bur$i l ,11111, F,,m,i!fine
(Modena) - Casazw Caterina, Casanova di Ro-
vl!fl110 (Gsno~·a) - Castold1 L u11(ia, N/011::ra (l'vlilano)
- Cavallini \\\\1.sa Egle Veci. Voltcrrani. Petrioli (Pisa)
- Ch.icco Alfredo, Torino - De Muro Marictta, Ca•
glinri - Grandi Bonvicini Edvige, Brescia - Ma,,cr
Francesco, Cnlol:::iocorte (Berp;amo) - !\\.lotta Cam1-
niri Agatina, Roccalm11er<1 (l\\1essina) - PaveSJ D on
Luigi, Cascine Calderari (Pavia) - Piscinetti Gen-
naro, Napoli - Regis l\\hria, Torino- Tre Telti - Sarrn
Graziella, A,Jusellarn (Pescara) - Scr_gio Guai;:liuni
Jole, Tori110-1're Tetti - Steint'r Miolati Carla, Roma
- Tarasconi Elvira, Cn/esta110 (Parma) - Vanoli
Alessandro, Vìlladosia (Varese) - Znvattaro Ll!lizia,
Torino-Tre Tetti.
208
<.:on permesso dell'Autorità Ecclcsin~tico. - Olf. Graflclie S.E.I., Corso Rcg. ~1nrghaitn, 176
Direttore responsabile· D. G U l DO F A V I ~I, Via Cottol;ngo, 32. - Torino (100)

2.8 Page 18

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Crociata missionaria
Borse complete.
Bor.<a CIIARJT..JS CJIRIS'/'I LRGET SOS, a
cum di;,.;,:-...
Bor-a .J,\\,'/,\\JH DEL PURGATORI0(5•1-Son1ma
prec.; 19.955,QO - l\\'one Leonardo, 50 - 'l"ut.
20.005,1)0
Borsa BUC:<JI DOTT. GH 'SEPPE, Ferrara, come
da di1p()l,i1.ione tc,;tamern.1ria pcrchè col di,·i-
dendo .mnuo ,·eni;ia 1stilu11.1 una perenne Borsa
di Studio da conferire i,J un allievo sal,--.iano
chl· nhbm lu ,ocaz1ont' c l'mtellctto mamfcstaml'nle
ndatti pi·r di..enlarc un dncace :'.\\li,-,ionnrio •·
Borse da completare.
Dol"S.l .t11\\1.\\fF DEL Pl'RG.ITOTUO (4•\\
Luisa di·i <."unti di BcneH·llo, 10 - Sonetti C411e-
rim1, 10 - 11.IAn~lli C.urol11u1, zoo - flari;:n~l1 \\'11-
tori11, 12 - Tnr. 232
Bon;o -l'\\.llG/IETTI Glf'SHl'PH- ~on1mu pr\\'c.·
2100 Don Bertolucci, .,oo - Tr,t. 25co.
Borsa ,I.\\'7./ \\'I DOS 1IBBO \\DIO - fìommn prec:
220 - Poui lseo, 1co - l..~\\attarn ;.\\Jueùa, 100
- Tot• .12c.
Borsa RE,-IT,1 .lTARl,l Mrl7.Z IRELLO, a cura
drl Don. :Sac. G. B. C.1h I
Somma prc<'.:
J 5.8Cl2 Galeani Carm1:l111n, 50 - Coniui:i Gr,1-
noln . 30 - Dott. lnJ(. lfon ~ Gola e fratello <lott .
Emil,o, 500 - Cantarne.,_,,, I\\I Luisa, 600 - l'ro-
p:111andiste \\ltss. Oratorm h:mm. :\\laria Au,i-
lia1ricc, 100 - Kino :-\\n. ,\\lh<·noni, 20 - C:ikai:no
Gius,;ppinn. s - Sorel!" lletnc:11,. ~s - Cari.,. :.'\\1.rria
Tcre,a. Rt-nzo. Anna Marin Picco. 500 - f'. 7.<rl>i,
s - 100 - 'I' Gay, , A. lli·11io, .50 - Pilu111. 70 •
F. T rabucco, 20 - N. J\\.111s,,1r<lo, 50 - G Rnvcro
(p. /l, , .), ~o - Tot 17.1187.
Borsa R,Il.DI DO.V l.CIIGT - Somma prec.:
3435 - Grìi,,olo An!lda 100 - Tot. 3535.
Bon-.a Bl:.'1.TR,l.l/1 DO.\\' 1 \\'])REA. (4•1 - Somm11
'r,,,. pn.-c.: 400~.30 - Orlancli Hrned..-tro, .50 -
4055.10
Borsa IIE'f'Tl•\\'/ DOV ATT/1./0, .i cum di An-
inola Poi, \\turche'>C Somma prl'C.: !150 -
=--uo,·o '"' r,amento, 100 - '1't1t. 950.
r,,,. Illlrs.1 C0/.0,\\IBO DO.\\' SIS1-0 :;ommn pn:e;
12ss - s. :,;.. zo -
1305.
Bo:i.a D,lT. XF.GRO 1110\\'S. Gl<Jf"-l \\'\\'/, a cum
della Pm Unione ddl'Adornzmnc del SS. Socra-
mcn11,, chirsn di S. S!Jirilo (lJdine) - Somm·1
prc·c.: .5311 - Dal :-;c11m Giu,1:ppe, lO • Offemi
ca,ssdt,,, zR - .'.\\lana l'crnton..r, 10 S,,cir e ,i-
gno:-c S. :--p1riro, 75 - .'.\\li111smi :'.\\lann, 7 -
Tot. ~HL
BoNP DOGI.I I\\'/ CAI'. GllJSEPl'E, 11 c:uru ù1
Pozzi Fr.mcc:;co - Somni.1 pr.-c.: 782_;,50 -
Don \\ntonio J\\Iaiocchi, 25 - l\\lore1ra ~tton·, _i;o
- Rtmonclini eJ cx-ulhcvi, 15 - \\'nllino C.1rlo,
10 - Poz?.i, 100 - C. S., 100 - IJl\\..-rsi, 200 - 'l'ot.
83:25,50.
Bo~•• DO.\\' uos<:o EDl CA J"<JRE (4•) - Somm 1
pn.-c.: ,.s6.l 70 - Sciarctta l·:va, 10 - Tot. 48;-4,;o.
Bm-..a DUR,INDO DON CliJ.F.STIXO, a cu1",1 d,
un ~;lcertlotc torinc~e ~uo cx-allie,·o - Sornmn
prcc.: 1330 C. S .. 100 - Tot. 1430.
Dors,t DO.V BOSCO SALl'.1TE I \\"OSTRf
FIGI.I (2•) - ~omma prrc.: 8844,50 Panj.
,zom ::\\latildc 10 T11t, !ìll54,50.
Borsa IWCARISTJC,l DHI. l'/CCOI.O Sl:R,1-
F/SO (;. \\I. HRl SI, a curn dd l->ac \\ntonio
Brum (10•) - Sommu pn·c.: 1:2.619,55 - Dnr-
badoro Alzira, ro - Bnindnlini R., 60 - I.uigma
Rohba, 100 - Tnt. 1:i .78<J,SS·
Borsa Rl <;,l!US1"fCrl f)f:"f. I ',I ~-c1-.•1.o USI-
FIC,1 TO, .1 cura del Sue. Anioni" ::\\I. Drum -
Somma r>r~-c.: 33;0 Off,·rt<· rnn,·. :zo - T,,t,
33•}0.
Bor,-., R/'C:,IRISTIC.l /JH/. PICCOI.O Sh'Rd-
FJ\\O G. '\\-1. BRUNI, 111 m,·mona e: ~unr.11{io
di C.,rlo Ghudionc, a .:ura J1·I S.1c. Antonio Bruni
- 'i,,mnr1 prrc,: 5200 - ArJ1no11e, 100 - Vo-
J!"liano \\'111ori11, 10 - :\\l1rogl1 Clt-mc:ntina, 6o -
r,,,, ~- ::-:., 20 - Ch.i!!linnc Ida, 300 -
5710.
Borsn FR,l\\'Glll.\\l DOVr:f<H'.IS\\'1- Somma
prre. 1JO Cotini \\'1111,rm, se. - TQ/ 48c
Borsa <,J;SÙ ,U1lRIA IUSILI lrJUCTJ Dl)'/'v
BOSC<) (3•·1 - Somm., pr, e · 12.Soo.00 J\\l~na
Flick <~allo, 50 - Golhtr,<l, .:'\\hr .1, 10 - l()t.
12.8no,bo.
Borsa (]{,/ 1.-0l"<:ATORI .li. I.ORO S ISJ'O, 11
curn dtll'ln11. Comm. Ui:111.:hi, Prcsid~nte Umone
Dnn Husco fra lnM·J111.1111i - Snmm,1 pn-c.:
8.509.~.5 - Don Bia~to Tumnyorc. 10:> - 1'ot.
Slic•>,55•
Borsa Gl:'Dl) l SCOR J'ERl~·s I - :';omm~ prec.·
12,i - ' ' 20
J'ol 14:,.
Bors:i /. 1701 O DO\\' ICOSTIXO - Somni:t
prl'C 57.,, Pattanno :\\furia, 10:> - Fami~li<'
Rordo11t· Bosco, 25 T111. ~Sl>c.
Borsa !\\/ IRf I RfFl:GIO /)f.'/ PECC 11'/JRI, ,1
cura tli '\\' 'I;. - \\'cn·t:lli Somma I ree: Soo:,
- :-;uo• o vcr,mncntn. 4000 Tr,/ 12 ooo.
( ','<7:11~).
T E S O R O D I R I T U A L I:
I Coop< r.ltnri ch1;, m1,f,•uati ~ cmmmir«ti. ,-i~i1nno
una cht<"ill o puhòl,ca <:appella (1 Rd1siio,i < I,• R<-·
lisrinse la lnro carpeIla pnv.11a) e qui, i rr<'ff no ~-
condo l'm1,·n:i:1nnc dd Sommo Pontroce possono
acqui5tllro.::
1.'lNDULGl:.:-:Z,\\ l'l.l:~ARI \\
0G'III Ml',t-:
1) In un 111omo dd mc:,e a 1,,rn 11Cdta.
2) Il 11ion,o in cui fanno l' Eurd::10 d llu Il w11,1
,n,,rtr.
3) 11 1?1orno in cu, panec1pano alla CfJ11{un1::11 n1t11•
s,le ,al< mnn.
J\\F.L Ml.-11 1)1 S~.JTEMIIRY. 11'11("111;
1) TI 111orno 8 • ?\\a1&1 u:i Ji ;l.[,1ria SS.
2) Il si1orno 12 - SS '\\ome tl1 .\\lurìa.
3) Il giorno 14 - F.salt3z1onc <ldla 5. Crncè.
4) li i,eiomu 15 - I ~ettc lhlort di :\\hria :--S
~) 11 giorno 29 - D1:dia11.ionè J1 S . .:-.I,chclc Amm11,