Bollettino_Salesiano_198005


Bollettino_Salesiano_198005

1 Pages 1-10

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1.1 Page 1

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BO
ANNO 104 N . 5 2 ' GlUINDIC INA 1!1 MARZO 1980
SPEDIZIONE IN ABBONAMEN TO POSTALE GRUPPO 2° 170)
RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA SAN GIOVANNI BOSCO NEL 1877
I I BS-CC
Cooperatori Salesiani: cattolici di qualità!
Riempite di Vangelo la vita umana;
portate nel cuore il " Da mihi animas " di Don Bosco!...
Don Egidio Viganò
Rettor Maggiore
COOPERATORI ROMA- 80
Per
- alimentare
il senso di
appartenenza
all'Associazione
- conoscerci
di più, sentirci
molti e molto
fratelli
- rinnovare la
nostra fedeltà
a Pietro e ai
'
;.,
pastori della
Chiesa.
L ( ..
P , ,,
.d
Dal 1° al 4 settembre
SPECIALE-DOCUMENTI: XVI CONSIGLIO NAZIONALE - INDAGINE
CONOSCITIVA GG.CC. - ESTATE GG.CC
PARTICOLARMENTE INDICATO PER I COOPERATORI SALESIANI
l

1.2 Page 2

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LEGGENDO LA
CORRISPONDENZA
« Inoltro il modulo per l'iscrizione di sette nuovi Coo-
peratori: tre giovani e quattro del "Gruppo Nuovo" - Ti
assicuro che "sanno di sale" queste nuove iscrizioni, e
fatte con tutti i crismi responsabilizzanti: ammissione del
consiglio locale, informazione al Consiglio ispettoriale,
colloquio personale, ritiro di preparazione-.
Speriamo siano frutti buoni che fruttifichino per il Re-
gno attraverso l'Associazione... ».
Don Modesto Bertolll - Bologna
« Ho avuto il tempo di preparare sei nuovi giovani
cooperatori, i più bravi del Centro giovanile " 20 + 1 ",
che hanno fatto una commoventissima "promessa"
quasi alla vigilia di Natale, alla presenza dell'Ispettore D.
Elio e del delegato Don Mario... ».
Don Gastone Baldan - Pisa
«Sono una Giovane Cooperatrice di Civitavecchia.
Scrivo perché desidererei un piccolo favore: ricevere
l'edizione quindicinale del Bollettino Salesiano, desti-
nata particolarmente ai Cooperatori.
Da molti anni in famiglia riceviamo la pubblicazione
mensile del B.S. e ne siamo così entusiasti che nel giro di
tre giorni abbiamo già finito la sua lettura... necrologi
compresi!
Tuttavia, mi sembra, da qualche copia che ho "trafu•
gato" nel nostro centro salesiano, che nell'edizione di
metà mese vengano approfonditi argomenti interessanti
e costruttivi... ,..
Maria Adelaide Caruso
«Anche quest'anno confermo l'adesione a "Mondo
Nuovo". Don Bosco lo vuole e sono convinta della vali-
dità di queste pubblicazioni che misono state utili anche
per la scuola. Ringrazio, quindi, della nuova occasione
che ml si offre e del volume omaggio che l'LDC mi ha
inviato».
Paola Segato Padova
«Ringrazio per il servizio che ci prestano per "Mondo
Nuovo " e invoco su tutti coloro che collaborano ogni
benedizione del cielo. Grata saluto».
Suor Grazia D'Amico - Marano
2 18
I cooperatori sostengano
«AVVENIRE»
Il giornale dei cattolici
italiani
tiiii :y~; ;;J #i
campagna
abbonamenti
~
conferma
,
la tua
:fil. .. ' g:,Osl.'i.oscRIZIONE
6 numeri settimanali:
5 numen Mltlman■tt:
ANNO •..•.
SEMESTRE.•
TRIMESTRE .
ANNO ......
SEMESTRE..
TRIMESTRE .
L 74.000
L 38.000
L 19.500
L. 64,500
L 33.500
L. 18.500
• 1 nurMnJ settimanale: ANNO . ••••• L. 15.000
Per abb onarsi: versare la somma necessaria
s ul c.c.p . 6270 i n testato a Nuova E ditoriale - M i-
lano, P. Duca d'Aosta, 8/b
IO NON E SITO A CHIAMARE DIVINO IL
MEZZO DELLA BUONA STAMPA POICHE'
DIO STESSO SE NE SE RVI' A RIGENERA-
ZIONE DELL'UOMO (Don Bosco).
UNA CHIESA DI MENO, MA UN GIORNALE
CATTOLICO DI P I U' (Card. Mercier)

1.3 Page 3

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INCONTRO NAZIONALE
DI FRATERNITA' E DI PREGHIERA
L'annuncio dato dal Consiglio nazionale lo chiama "mo-
mento eccezionalmente forte" per l'Associazione. Dunque non
soltanto forte, ma tanto forte da costituire una eccezione.
Perché? Per gli importanti obiettivi che 8650 prefigge, e che
non dobbiamo perdere di vista. Ricordiamoli ancora una volta:
- Alimentare li senso di appartenenza all'Assocla:iione:
non un vuoto orgoglio di essere membri di una Associazione
grande e ricca di storia e di benemerenze apostoliche, non
trionfalismo o tendenza a emergere per poi chiudersi: tutt'altro!
SI tratta di ravvivare o - se ve ne fosse bisogno - recuperare
la consapevolezza di essere stati chiamati - senza merito - a
partecipare all'avventura salesiana, per la salvezza di tanti gio-
vani, come membri secolari di una grande Famiglia della quale
siamo non una componente marginale, ma essenziale senza di
cui gli stessi Salesiani non sarebbero quello che Don Bosco ha
pensato e voluto che fossero (Cfr. Atti del Cap. speciale sale-
siano, 741 ). Si tratta ancora di far crescere In tutti anche li gusto
e la gioia di essere Salesiani e Salesiani Cooperatori! E tutto
questo è assai importante.
- Conoscersi di più, sentirsi In molti e molto fratelli: non è
anche questo un obiettivo importante? Dobbiamo prendere più
coraggio, conoscere le grandi possibilità di Intervento per sal-
vare I giovani che ha la nostra Associazione, conoscere la ric-
chezza di anime generose e zelanti che militano silenziosa-
mente tra noi. Per questo all'appuntamento di Roma dovreb-
bero essere presenti tutti i Cooperatori, giovani e adulti, perfino
i nostri cari malati che possono viaggiare; ognuno ha da dare e
da dire qualcosa ai fratelli.
- Incontrarsi con li Papa cui rinnovare la nostra fedeltà: (si
tratta di continuare nel cammino che l'Associazione da sempre
ha fatto; di sottolineare uno degli aspetti della " devozione"
salesiana cui Don Bosco tanto teneva).
- Infine porre In atto un segno che cl faccia conoscere di
più all'episcopato e agli altri organismi ecclesiali: nella Chiesa
Italiana molti non cl conoscono; altri cl ignorano volutamente.
Questo di per sè non dovrebbe preoccuparci molto, ma se la
nostra Associazione è da Dio per lo Spirito Santo e per Maria
che sì servirono di Don Bosco, è giusto e conveniente che le
opere del Signore siano note a tutti. I Cooperatori non hanno
proprio da dire nulla atta Chiesa italiana?
- DI conseguenza: occorre prepararsi in tutti I sensi fin da
ora e predisporre se stessi ad essere presenti. Si Invitino I malati
a pregare per il buon esito di Roma 80; si parli spesso, chia-
rendo gli obiettivi, dell'Incontro nazionale nei Centri, nelle riu-
nioni dei consigli, nei giornalini di collegamento ecc-
Al Giovani Cooperatori l'Incoraggiamento a preparare e vi-
vere Intensamente i loro Convegni interregionali preparatori
dell'Incontro Nazionale.
.V19

1.4 Page 4

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COOPERATORE,
DIMMI CHI SEI
DA COLLABORATORI
A COOPERATORI
J. Aubry
6
Sorella e fratello carissimo,
Abbiamo Iniziato un Anno nuovo, 1980, durante il quale Dio
nostro Pad(e, con una fedeltà e una perseveranza Inalterabile,
diffonderà di nuovo su di noi le ricchezze del suo amore salva-
tor~ manifestato nel suo Figlio incarnato, morto e risorto per
no,.
Il tempo, giorno per giorno. ci viene dato dal Padre, che ha
voluto farne un tempo "cristiano" Gesù è /'asse della storia (ce
lo ricorda il nostro modo di calcolare gli anni: sono 1980 anni
che Gesù ci è stato dato). Eccoci allora invitati a fissare lo
sguardo sulla meraviglia di questo Dio venuto da noi vis/bi/-
mente, che non cessa di riempire il nostro presente con la sua
presenza misteriosa. e che tornerà un giorno, glorioso, per
concludere in modo trionfante la nostra storia. L'Anno nuovo ci
invita con premura a desiderare una venuta di Dio sempre più
efficace e a creare con un ardore nuovo la sua gloria e il suo
regno.
Don Bosco è stato un uomo di grandissimo desiderio. Sulle
sue labbra e sotto la sua penna torna centinaia e centinala di
volte l'espressione «perla gloria di Dio, per la maggior gloria di
Dìo e la salvezza delle anime•. Don Bosco è un santo che, con
un amore appassionato, ha cercato di glorificare Dio.
Che cosa significa, .,glorificare Dio "? In primo luogo, è rico-
noscere la sua presenza, la sua azione, il suo amore, e far
sboccare questo "riconoscimento " nella "riconoscenza"
ne/l'azione di grazie viva e giubilante. La creazione, dice Il sai~
mista, "racconta e canta la gloria di Dio", e anche noi quando
percepiamo e lodiamo i suoi interventi. Glorificare Dio, è anche
manifestare agli altri qualcosa di questa sua presenza attiva e
amorosa, con la propria testimonianza, con le parole, con i gesti
di adorazione. Infine, è lavorare perché gli uomini. attorno a noi,
si comportino secondo Il progetto di Dio, e perché Il mondo
progredisca secondo quello che il Dio creatore e salvatore ha
voluto per lui (cfr Vat. 11, cap. sul laici, n. 31 ).
Chiedendo ai Cooperatori di /anelarsi nell'apostolato, a fa-
vore soprattutto dei giovani poveri, Don Bosco non voleva altro
che fare di loro dei "cooperatori di Dio", la cui opera ·•può
giovare alla maggior gloria di Dio e a vantaggio delle anime"
(Reg. 1876, cap. VI). Scrivendo ai conti Cesare e Maria Balbo,
giovani sposi che lo aiutavano generosamente, diceva: «Ho
domandato per Lei (e per la sua sposa) il prezioso dono della
sanità e l'altra grazia ancora più preziosa di poter impiegare
questa sanità tutta e sempre in cose che tornino a maggior
gloria di Dio• (12 agosto 1872; in Scritti Sp. Il, 116).
Sorella, fratello carissimo, ti invito, per quest'Anno nuovo, a
ravvivare la fiamma del tuo zelo salesiano ad esempio con
questi tre mezzi. Quando pregherai il Padre nostro, metti tutto il
tuo cuore a dirne la prima parte: Si, Padre/ sia santificato il tuo
Nome! venga il tuo Regno! ,. Quando pregherai qualche salmo o
qualche decina del tuo rosario, metti tutto il tuo cuore a dirne la
lode finale « Gloria sia veramente resa al Padre e al Figlio e allo
Spirito Santo!• E quando partecipai all'eucarestia, fa· entrare
tutta la tua giornata, la tua settimana, la tua vita. nella corrente
Don Carto Borgettl
6
Nell'anno passato si é parlato di gruppi e di ambienti sa-
lesiani. SI é raccomandata l'unione. l'ìntesa. la programma-
zione pastorale comune. Siamo una realtà di Chiesa, con Il
carisma di Don Bosco, siamo Inseriti in un territorio. slamo
animati da spirito missionario. Ciascuno ha un suo ruolo. I
giovani di una zona ove opera una realtà salesiana devono
essere avvicinati e devono sentirsi proporre impegni. ade-
guati mentre vengono aiutati a scoprire interessi e valori
autentici. E poi?
Ripercorriamo il cammino ideale di un giovane in un ambiente
salesiano. Si avvicina, scopre amici, sente un invitante clima di
aggregazione. Gli si offrono risposte a vari interessi, sportivi,
culturali, sociali. Un giorno un sacerdote o altri ragazzi lo sol-
lecitano a un impegno... Ci sono tante cose da fare: animare il
gioco o i primi impegni dei più piccoli, adoperarsi per la cate-
chesi, per il cineclub, per portare in quartiere un'esperienza
giovanile e una parola illuminante. Poi ci si domanda: perché
tutto questo? E si riparla, forse in modo nuovo, di Dio, di frater-
nità, di Chiesa che si costruisce come servizio e comunione. Si
riimpara a pregare. Ci si domanda forse allora se l'unione pro-
fonda di chi prega e lavora Insieme non è la più grande ric-
chezza Ci si confronta quindi con la Parola di Dio, con lo stile di
Don Bosco, e ci si accorge che si è veramente ricchi solo
quando si dona. Si è veramente fratelli anche di chi non crede e
gli si offre un po' di speranza, una testimonianza, una mano
amica... l'ambiente salesiano riprende il suo "ciclo".
Ed ecco allora una domanda: perché non tutti i giovani e le
ragazze che nei nostri ambienti credono e vivono questo mes-
saggio, perché non tutti sono Cooperatori?
Questa è la domanda che ci accompagnerà quest'anno.
Quando fare la proposta di appartenenza alla Famiglia Sale-
siana? In che modo? Qualcuno pensa ancor oggi che chiunque
In qualche cosa coopera all'azione salesiana sia di fatto coo-
peratore, e attestato, promessa, adesione esplicita siano un di
più un po' folcloristico, un po' anacronistico. Altri contrappon-
gono I "veri " cooperatori che lavorano apostolicamente nei
centri giovanili o con gruppi, squadre, coetanei o più giovani, ai
cooperatori "strutturati in associazione" poco agili, un po· for-
maysti, poco attivi.
Eppure tante volte si è autorevolmente parlato di coopera-
zione salesiana come scelta di vita, prima ancora che come
impegno in un'attività; scelta di spiritualità, vocazione di "sale-
siano esterno" che non può bloccare Il carisma di Don Bosco in
chiacchiere ma deve testimoniarlo in azione e impegno corag-
gioso.. Tanti sono ancora però i preconcetti da abbattere.
Ne parleremo perché è urgente che ogni giovane Impegnato
in ambiente salesiano riceva l'esplicita proposta vocazionale
per la Famiglia Salesiana e non sia privato della ricchezza di
una spiritualità che forse gli si offre solo parzialmente.
potente che parta dal cuore di Cristo e va a glorificare Il Padre:
« Per Cristo, con Cristo, a in Cristo, a Te, Dio Padre... ogni onora
e gloria!»
Mi unirò a te per gridare: Amen! SI, Padre!•

1.5 Page 5

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NUOVO
REGOLAMENTO
Testimonianza nel lavoro
Don M ario CoglJandro
ot11t aa•o · · · · · · •• u 0 11 COOPl■AfOII I.A..Llll&NI - . ...,,.._ ~ • . _
5
•Quattro anni in fabbrica mi sono serviti più di due
lauree»." Il lavoro è per l'uomo. non l'uomo per iJ lavoro.
Non possiamo decapitarlo negandogli la sua esscn.<lale
proic4ione verso Dio che ha fauo dell'uomo il suo coo-
peralore».
Sono due espressioni pronunziate da Giovanni Paolo li
a Pomezia nel settembre scorso, due piccole perle tra le
tante brillate nei contatti del Papa col mondo del la,oro:
nirale, artigiano, operaio, impiegaLizio, professionale e
perfino casalingo. Due perle che possono illuminare la
laboriosità di LanLi Cooperatori e CooperaLrici che nel
loro Regolamento, agli art. 4, 5, 15, 16, 20, hanno tracciato
un itinerario di i,antità ben preciso: "Trasformare in li-
turgia tutta la noMra vita• (5). Vediamo di ripercorrerlo,
per cenni, in questo modesto i.forzo di conoscere bene il
Nuovo Regolamento per viverlo meglio.
li modello è i.empre lui, Don Bosco, «lavoratore intra-
prendente e infaticabile» ( 16): "intraprendenza" che as-
sieme alla "qualificazione" deve essere preoccupazione
costante del C. per contribuire al progresso della comu-
nità umana (4). Ma se ci guardiamo attorno il pericolo
della routine, la scarsa competenza professionale, l'as-
senteismo, la concezione mate1ialistica della vita, la
mancanza di creatività e generosità, sono altrettante
controtestimonian.ze agli ideali proposri dal NR:
I) preparazio11e alle proprie responsabilità cristiane e
aggiorname1110;
2) percezione gioiosa del valore del lavoro che consiste
nel:
a) collaborare con Dio
b) trasformare la crea:done
c) costruire una società più umana ( 16); cfr. GS
34,40,43
Ies.ccl
P•~• CDlAA._. •• t
hD C .&10 P[A
CQQP(FIAlQt.1 .ALJ.filANI
Leggere queste pubbllcazlonl (Il BOLLET-
TINO nelle due edizioni, " Salesiani Coope-
ratore•" che Informa sull'Associazione nelle
varie regioni del mondo e " Presenzaglova-
nl ", organo di collegamento del GG.CC. Ita-
liani significa avere a portata di mano, per
utlllzzarll, degli strumenti lndlspensablll per
la propria formazione.
3) comprensione delle necessità e giuste aspira;doni
dell'ambiente in cui opera, e successiva verifica per ade-
guare l'azione alle nuove esigenze (16);
4) testimonian;;a evangelica con onestà e coerenza,
condivisione, impegno a rinnovare mentalità e leggi in-
giuste (4); un lavoro insomma vissuto nello spirito del
Signore e trasformato in dono a Lui gradito (5);
5) compimemo della missione nello spirito salesiano
( 15).
Que!.te 5 tappe del lavoro "salesiano" del Cooperatore
sono percorribili io tempi più o meno lunghi, in mocli più
o meno diversi, a seconda delle qualità d 'ognuno, del tipo
di lavoro che svolge, dell'impegno che vi mette. Sono tra
le norme fondamentali della sua vita e intendono valo-
ri1..zare il contributo di tutù, dal più semplice al più qua-
lificalo (cfr. Proemio).
Chiudo con altre parole del Papa a Pomezfa: Dove
l'uomo suda, lavora e soffre Cristo è presente •; «la pa-
rentela era lavoro e religione riflette l'alleanza tra l'agire
umano e di Dio"· Studenti o lavoratori, impiegati o pro-
fossionis1i, siamo. tuui e sempre, Cooperatori di Dio.
5/21

1.6 Page 6

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Simposio di studio
per l'animazione
della Famiglia Salesiana
Si è svolto a Frascati alla fine dell'autunno scorso. con la partecipazione di cinque rappre-
sentanti di ogni gruppo della Famiglia salesiana. - Il gruppo dei Cooperatori ha elaborato il
documento
Sulla base degli "Orientamenti operativi" dei Capitoli gene-
rali SDB le Comunità prendano sempre più coscienza dell'ap-
partenenza del Cooperatori all'unica Famiglia salesiana, pro-
curando di rafforzare Il loro inserimento in essa mediante un
servizio di animazione. Esso presuppone:
1. Conoscere chiaramente l' identità e le attività dei Coope-
ratori (CG21, 535). Questa conoscenza spinge a:
a) impiegare i CC non in posizione marginale, ma, nel quadro
generale delle opere salesiane, nel posto giusto che loro com-
pete, considerandoli come • i primi necessari collaboratori,
specificamente diversi da altri collaboratori laici (CGS, 733);
b) inserire i CC nella programmazione, realizzazione e valu-
tazione del piano pastorale della comunità salesiana, plano da
concordarsi tra i Consigli SDB, CC, EE e - se possibile - FMA
e VDB (CGS, 735, 744; CG21, 79, 538);
c) far partecipare I CC al Consigli SDB locali e ispettoriall e ai
Capitoll lspettoriall e generale, quando si trattano problemi che
riguardano loro e la FS (CGS, 744; Lettera del Rettor Maggiore
es tugllo '73, Atti N4 271 );
d) farli partecipare, quando possibile, alla vita e alle opere
della Comunità, nonché agli organismi di corresponsabilità
educativa e pastorale (pastorale giovanile, scolastica, del
mondo del lavoro)(CGS, 736, 743, CG21, 69-71,75).
2. Curare la vita della FS, e quindi dei CC, presentando la toro
"vocazione" agli alunni, EE, genitori e a tutti i destinatari del-
l'azione apostolica del SDB, tenendo presente in modo priori-
tario:
a) la pastorale vocazionale, preoccupazione prima non solo
del Delegato, ma di tutta la Comunità. I CC siano invitati a far
parte delle équipes voca.zionali;
b) il laicato missionario (o CC missionari): sostiene l'inlztatìva
partita dal Congresso mondiale e dal Convegno giovanile In-
ternazionale del 1976, per una presenza in missione del Coo-
peratori giovani. L'iniziativa va sostenuta principalmente per
quanto riguarda la formazione degli aspiranti missionari (CG 21 ,
539);
c) il gruppo dei CC.GG., che dovrebbe essere costituito in
ogni Comunità dove sono presenti i giovani; Il gruppo giovanile
è la base del rinnovamento e dell'impegno nella vita sociale,
6/ 22
nelle missioni, nella catechesi, nell'evangelizzazione (CG19,
Atti p. 159).
3. Attendere alla formazione integrale dei CC, sotto l'aspetto
umano, cristiano, salesiano, socio-politico, partendo dalla dot-
trina continuamente aggiornata con gli insegnamenti del Papa
e dei Vescovi: curando, assieme al responsabile locate della
formazione, la preparazione e lo svolgimento degli esercizi
spirituali annuali, del ritiri mensili , ecc. (NR, 21 ).
Poiché l'impegno dei CC sì attua in modo particolare nella
comunità parrocchiale, sarà necessario provvedere a una tor-
mazlone particolare dei laicl. sia individuale che di gruppo, per
compiti pastorali concreti (catechesi, liturgia, assistenza agli
emarginati) e al loro inserimento negli organismi pastorali ec-
clesiali.
Accanto al Delegato I CC vorrebbero spesso l'Ispettore e il
Direttore, nonché un'équipe di altri Salesiani che volontaria-
mente si offrano per la guida spirituale, la vita liturgica e la
formazione, specialmente quando Il Delegato non può dedì-

1.7 Page 7

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carsl a tempo pieno al CC. In tale caso sarebbe auspicabile
venisse Istituito anche rlncarico di Vice Delegato, in particolare
per l'assistenza del gruppi di giovani, di lavoratori, di Inse-
gnanti, di sacerdoti cooperatori.
4. Interessarsi affinché in ogni Casa cl sia un Centro di Coo-
peratori, abbia la sua sede, e la comunità sia informata perio-
dicamente dal Direttore o dal Delegato sul lavoro e sulle ne-
cessità del CC. Ciò favorisce I rapporti di fraternità tra Salesiani
e Cooperatori (CG19, Atti, p. 157).
5. Assicurare un organo di stampa per i Cooperatori, es-
sendo diventato il Bollettino Salesiano organo di collegamento
di tutta la Famiglia salesiana. A livello mondiale c'è "Salesiani
Cooperatores"; dove l'Associazione è organizzata nazional-
mente vengono editati speciali bollettini nazionali e, in alcune
zone, ispettoriali e locali. specialmente nel settore giovanile.
Questi organi di stampa sono ottimi strumenti di divulgazione
dei sussidi e della letteratura salesiana che si va moltiplicando
anche a vantaggio dei Cooperatori.
-- ..
LE OFFERTE DELL'ASSOCIAZIONE
A. Al SALESIANI
I Cooperatori hanno la gioia di mettersi a disposizione dei
SDB in tutte le occasioni e icasi che sono compatibili con la loro
possibilità, capacità e preparazione In particolare:
1. nel campo apostolico (catechesi, assistenza all'Oratorio e
Centro giovanile, aiuto alle missioni);
2. nel campo educativo (insegnamento, supplenze, confe-
renze ai genitori);
3. nel campo tecnico-amministrativo (consulenza di inge-
gneri, commercialisti, economi) a professionale (medici, avvo-
cati, giudici ..);
4. nel campo socio-politico e di pubblic:ia relazioni (parte-
cipazione alla promozione umana dei giovani e dei ceti popo-
lari, difesa del diritti dell' uomo e della famiglia, proposte di
nuove leggi e foro appoggio..., diffusione della conoscenza
delle opere salesiane nel mondo, ecc).
B. AGLI ALTRI GRUPPI DELLA FAMIGLIA SALESIANA
Offriamo gli stessi servizi, con un particolare rispetto della
loro autonomia e quando ne slamo richiesti.
Agli exallievl, In particolare, offriamo la nostra collaborazione
nelle attività delle loro Unioni, che possono essere effettuate in
comune (dibattiti, attività, formative, sportive, turistfche, ecc.).
Luigi Sarchelettl Maria Pia Onolrl - Angelo Tal -
Sergio Ghlrardetlo - Dina Paollnelll.
A VOI, GIOVANI,
ADDITO
L'IMPEGNO DI...
Il saluto del nuovo ispettore del Veneto
occidentale, segno di affetto e motivo di
speranza
Carisshni
1111 saluto affettuoso e fraterno al ,·ostro gruppo di
Gio,,ani Cooperatori così ricco di ;;elo apostolico e
animato dallo spirito salesiano.
E' il primo co11ta110 - per ora solo attraverso uno
scritto - che ho con voi e rni pare w1 'occasione
veramente proprizia per dirvi che ,,; \\ento stretta-
mente 1111iti alla Famiglia Salesiana, deffa quale
condividete la bella 11ocazione-missione di portare il
Vangelo aigiv,•a,1i e all'interno della quale prestate la
vostra generosa collaborazione.
Nella programma;;wne di questo amw di lavoro.
che avete iniziato, mi permetto di rm:comtmdarvi al-
cune linee della vostra identità cui fare costante rife-
dmento per una maggiore ricchezza della vostra es-
perienza:
- la certezza che siete stati chiamati con gralllito
dono dello Spirito, a vivere nel mondo il Vtmgelo con
stile salesiano, iu :.pirito di servizio ai giol'ani;
- la cot1vinzione che una matllra risposta alla
vocazione ricev/1/a esige un'intensa unione con Dio
realizzata attraverso una vita d1 p,-egliiera semplice e
viva;
- lo sforzo per molLiplicare le iniziative aposto-
liche, in unio11e con i gruppi della Famiglia Salesia.11a
e in sincera collaborazione con le Chiese locali;
- l'impegno di imitare don Bosco come modello
concreto di una vita di dono e di sen-i;:io.
A voi, giovani Cooperatori, addito in particolare
l'impegno di essere entus iasti nel vostro lavoro, por-
tatori di gioia cristiana e salesiana alla gioventù di
oggi: penso che questo potrà essere anche il punto di
panenza per una ripresa di nuove vocazioni alla vita
salesiana sia laicale che religiosa.
Accompagno l'augurio che tutto ciò si realizzi con
un ricordo per voi t11tti all'Ausiliatrice e al nostro
Padre don Bosco.
Sac. Francesco Maraccani
7 23

1.8 Page 8

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INCONTRO SPOSI
Nei giorni 1-4 novembre 1979 si è svolto a Frascati (Roma) un
Incontro tra alcune coppie di Cooperatori sposi per fare una
riflessione sui seguenti temi:
- vivere salesianamente l'amore coniugale
- vivere coniugalmente la missione salesiana.
Erano presenti, alcune coppie rappresentanti le zone del La-
zio, Veneto, Adriatica, Campania. Presenti anche Don G. Aubry,
relatore del secondo tema, e Don Buttarelli.
I tre giorni sono stati molto Intensi; I temi, affrontati da tutti
con impegno, sono stati completati dalla esposizione delle
proprie esperienze di vita di coppia salesianamente vissuta.
Le esperienze erano varie a causa della diversa provenienza,
ma sempre realizzate con un comune denominatore: la forma-
zione salesiana.
Durante le discussioni sono venuti fuori diversi problemi tra
cui i vantaggi che si ricavano se la coppia agisce unita nella
realizzazione della missione salesiana.
Le coppie presenti erano di età abbastanza giovane, con o
senza figli. Ma non è mancato Il valido contributo di una coppia
di anziani, i coniugi Santoro, che hanno una famiglia che si
potrebbe chiamare ' completa': una figlia sposata con nipoti,
una seconda figlia suora FMA ed un figlio sacerdote diocesano.
Lo scopo dell'incontro era di ricercare in gruppo I modi più
idonei per vivere in coppia nello stile salesiano e per svolgere,
sempre insieme, la missione salesiana. Il bilancio, In linea di
massima, sembra essere stato positivo. SI sarebbero potuti ot-
tenere migliori risultati se tutti I consigli lspettoriali avessero
inviato almeno una rappresentanza di coppie.
Contiamo di pubblicare tra breve tempo i risultati dei lavori
svolti con le conclusioni, di cui anticipiamo Il Documento finale,
con la raccomandazione di farne la più ampia diffusione.
Salvatore Fanali
della Giunta naz. esecutiva
8/24
DOCUMENTO CONCLUSIVO
DUE TEMI DELL'INCONTRO: .Vivere saleslanamente l'amore
coniugale», .vivere coniugalmente la missione salesiana•, possono
esprimersi cosi:
• Lo spirito salesiano è assorbito da noi COME COPPIA, che a
nostra volta lo doniamo al lratelll•.
A) CHE COSA LA COPPIA RECEPISCE DALLO SPIRITO SALESIA•
NO E COME LO APPLICA ALLA SUA SITUAZIONE PARTICOLARE
1. LA DISPONIBILITA, come accettazione completa dell'altro a
partire dalla sua reale situazione, amando ciò che egll ama, aiutandolo
a crescere nella propria vocazione.
2. IL DIALOGO, che, realizzato In spirito di umlltà, alimenta la co-
munione della coppia attraverso !'attenzione alle piccole cose, Il rls•
petto del pensiero dell'altro e la correzione fraterna fatta con .ragio-
nevolezza • .
3. LA PREGHIERA, come arricchimento della propria lede, latta con
sempllcltà, anche In mezzo alle occupazioni, attenta alla realtà che vive
la coppia, che ha come momento forte la revisione della vita a due
soprattutto In occasione della Riconciliazione, e come manifestazione
più viva !'Eucarestia preparata e vissuta Insieme.
4. LA FIDUCIA NELLA PROVVIDENZA, come certezza della pre-
senza del Signore nella vita familiare che apre alla gioia, all'ottimismo,
alla speranza.
5. LO SPIRITO DI POVERTA, come testimonianza del distacco dal
beni materiali In viale di una sempre maggiore libertà Interiore e di una
pl_ù genuina accoglienza degli altri.
In tal modo Il carisma proprio di don Bosco diventa STILE DI VITA
NUOVO per la coppia, vista nella sua unità di Intenti, orientala verso
Interessi e Impegni comuni.
B) TUTTO CIO LA COPPIA LO DONA Al FRATELLI. COME?
1. ATTRAVERSO LA TESTIMONIANZA:
a) del nostro essere coppia o, meglio, del nostro essere uno;
b) del nostro reciproco Amore come manifestazione a riflesso del-
1'Amore di D lo;
c) del nostro operare• Insieme• verso gli altri In una comunione di
cuori, di scelte e di Interessi, e non necessariamente In un Impegnarsi
tutti e due nello stesso servizio. Pertanto evitiamo la tentazione di
Isolarci e chiuderci una volta sposati. L'Impegno ed entusiasmo nel-
l'apostolato, la responsabllltà educativa vengono rinnovati e sos1enutl
dalla presenza dell'altro (rispetto alla slluazlone anteriore di Coopera-
tore singolo).
2. ATTRAVERSO UN TIPICO SERVIZIO
Il nostro operare diventa servizio verso gli altri:
a) I primi desUnatarl sono I FIGLI con I quali si !orma comunità
educativa• latta di dialogo e compartecipazione. L'Impegno negli allrl
campi della missione è un contributo Importante a questa loro educa-
zione (e sarà bene prospettare un loro Impegno In questi campi).
b) Coloro che risentono della nostra Impostazione di vita sono I
GENITORI e I FAMILIARI In genere, I quall possono rappresentare un
campo dlHlclle della nostra missione salesiana.
c) Come Cooperatori genitori è Importante la nostra presenza nel
mondo della SCUOLA, nella CHIESA LOCALE e sue strutture, nella
SOCIETA al vari llvelll compartecipativi.
I diversi campi di apostolato aperti al singoli Coopera1orl rimangono
aperti al Cooperatori sposati.
cosi LA COPPIA SALESIANA CERCA DI REALIZZARE SEMPRE
MEGLIO I CONTENUTI DEL MATRIMONIO CRISTIANO, DI ESSERE
FEDELE AL VANGELO E ADERENTE ALL'INSEGNAMENTO DELLA
CHIESA.
N.8. E apparsa a tutti la necessità per I FIDANZATI di prepararsi
seriamente a essere coppia salesiana, e persino di programmare per
tempo almeno alcune future attività In comune.
FRASCATI, 1-4 novembre 1979

1.9 Page 9

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Cronaca e Documenti del
XVI CONSIGLIO
NAZIONALE
STRAORDINARIO
Roma 8-9 dicembre 1979
PERCHE' UN CONSIGLIO STRAORDINARIO
Per approfondire la dimensione missiona-
ria del nostro essere cooperatori, e in parti-
colare il progetto Trelew, con un buon mar-
gine di tempo, senza doverla trattare fugace-
mente in un Consiglio ordinario. Si aggiunga
anche la necessità di definire meglio qualche
altro punto del programma annuale, partico-
larmente l'Incontro nazionale« Roma-80» .
I LAVORI
Si svolsero secondo questo ordine del
giorno:
8 Dicembre
- Incontro di preghiera: « Maria Regina delle
Missioni »
- Saluto e presentazione dei lavori
- « La tradizione missionaria dei CC. e l'at-
tuale momento storico missionario dell'Asso-
ciazione». (Relazione introduttiva - M. Pia
Onofri).
- Il progetto Trelew: situazione d'oggi -
problematiche - linee di continuità e di svi-
luppo (Don A. Buttarelli)
- « Ave Maria dell'8 dicembre » in unione
con tutti i CC. e S. Messa (Don Paolo Natali,
del Consiglio superiore salesiano)
- LA« PROPOSTA '78 »:
- équipe anima1rice missionaria (caratteris-
tiche, funzione, compiti)
- riconoscimento in organismo di volonta-
riato
- « volontariato» in Italia
9 Dicembre
- 5. Messa (Don B. Tohill, del dicastero sa-
lesiano per le missioni)
CONVENZIONE tra i CC. MM. e Associa-
zione (discussione della bozza e ratifica).
SENSIBILIZZAZIONE MISSIONARIA tra i
CC. - Iniziative, proposte. Deliberazioni su al-
cuni punti del « Programma annuale in
corso». (non fu possibile trattare, con il do-
vuto_riguardo, le parti della « Proposta 78 » ri-
guardanti il volontariato in Italia e il riconosci-
mento dell'Associazione come organismo di
volontariato)
UNA PRESENZA CHE Cl HA AIUTATO
E' stata quella di alcuni superiori salesiani:
Don Natali, Don Tohill, Don Mario Cogliandro,
e l'ispettore Don Mario Prina che cura, per
conto della Conferenza degli ispettori d 'Italia,
il "settore" cooperatori. Don Mario Midali fu
9 25

1.10 Page 10

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presente, come esperto, a parte dei lavori. Per
tutto il tempo presenziò anche Annabel Clark-
son della Consulta mondiale. La testimo-
nianza di Zaccaria Rossi, cooperatore reduce
dal Kenia ove è stato come missionario per
alcuni anni, ci aiutò a definire alcuni punti
della " convenzione".
UN CONSIGLIO PIU' PARTECIPATO E PIU'
SENTITO DEL SOLITO
Veramente così, secondo l'impressione di
molti.
Sia per il numero dei presenti, sia per il
tema trattato, sia per gli interventi costruttivi e
soprattutto per le decisioni prese.
Il clima tra noi? In rapporto inverso con il
freddo del di fuori. Il merito va anche alle belle
liturgie e al « Cerchio Mariano» che è stato
vissuto da tutti con commozione e consape-
volezza del suo significato. Sullo sfondo di
ogni nostro lavoro vi erano però sempre Da-
niela, Giuseppe e Oliviero, con le comunità
S.D.B e F.M.A di Trelew.
PARTECIPARONO:
Salvucci M. Pia (Adriatica) - Cardile Bruna
(Calabria) - Palmieri Concettina e Nicastro
Lello (Campania) - Scafati Domenico e Gam-
berucci Marilena (Lazio) - Carnia Anna (Ligu-
ria) - Pinzi Ilario e Saibene Loriano (Lombar-
dia) - Sesta Lina e Mastropierro Sergio (Pu-
glia-Lucania) - Mobilia Salvatore e Bellocchi
Pina (Sicilia) - Turello Giovanni (Subalpina) -
Mancini Elena (Toscana) - Cerruti Mauro e
Marin Serenella (Veneto or.)- Sarcheletti Luigi
e Poletto Bruno (Veneto occ.) - Assenti i rap-
presentanti della Centrale, Novarese, Sarde-
gna.
La Giunta esecutiva era al completo nelle
persone di Albert Giovanna - Di Tommaso
Salvatore - Fanali Salvatore - Giannantonio
Giuseppe - Pistoia Alessandro - Onotri M. Pia -
Santoni Paolo - Don Armando Buttarelli - Don
Michele Novelli - Suor Rampini Maria.
Inoltre, le delegate e i delegati ispettoriali:
Suor Angela Anzani - Suor Grazia Catalano -
Suor Vera Carrai- Suor Pierina Pellizzari - Don
Galliano Basso - Don Gianni Bazzoli - Don
Giorgio Roccasalva.
In rappresentan·za delle Volontarie D. B.:
Anna Tamburrini.
Inoltre alcuni cooperatori in veste di os-
servatori: Daniele Faes, Manuela Nencini, Li-
vio Bello, Dorinda Ida, Maria e Elisabetta Sor-
mani, Rosa Ottaviani, René Leche.
IN CONCRETO
Come si legge nell'ordine del giorno il
Consiglio ascoltò due relazioni, discusse la
«bozza » della convenzione e la configura-
zione di quello che la « Proposta '78 » deno-
minò «équipe animatrice », e diede indicazioni
sui modi per sensibilizzare l'Associazione.
In questo numero viene pubblicato il do-
cumento che maggiormente interessa i Coo-
peratori, cioè la convenzione.
IL GIORNO DI TRELEW
EL DIA DE TRELEW
Una giornata, vissuta da tutti i Cooperatori ltallanl, che sia:
- segno di unione, in chiave missionaria, dell'intera Associazione
- di sensibilizzazione al progetto missionario
- di ringraziamento al Signore e di preghiera
- di comunione tra .noi e loro ...
Il Consiglio nazionale straordinario, (8-9 dicembre 1979), approvando l'iniziativa, ha scelto 117 novem-
bre. data della consegna del crocefflsso al primi due Cooperatori che partirono, per celebrare« El dia: de
Trelew» .
I0/26

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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CONVENZIONE TRA I COOPERATORI
CHE PARTONO PER LE MISSIONI
E L'ASSOCIAZIONE
Tra i Cooperatori che partono per le Missioni e l'As-
sociazione che li invia, intercorrono diritti-obblighi. La
conoscenza e l'osservanza di questi agevola la realiz-
zazione del "progetto missionario •, dà ai partenti un
maggiore senso di sicurezza e all'Associazione che Invia
granzia di riuscita nel suo intento.
Il Consiglio nazionale straordinario, tenutosi a Roma
nei giorni 8-9 dicembre 1979, awalendosi del pareri
espressi da alcuni Consigli lspettoriall e da esperti, tra
cui alcuni che hanno fatto l'esperienza di 'Cooperatori
missionari', ha elaborato la presente 'convenzione'.
A)PREMESSE _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
1. Il Cooperatore missionario (CM) parte come «sa-
lesiano• e come "associato• e quindi non di sua esclu-
siva Iniziativa. Risponde, pertanto, nel senso più pieno al
termine« missionario», cioè« missus• - inviato da Cri-
sto - nell'ambito dell'Associazione - nei confronti della
quale quindi ha degli obblighi.
2. L'Associazione si assume la responsabilità di tutto
il "progetto,. apostolico missionario. Invia i Cooperatori
e può richiamarli In caso di necessità (malattia, neces-
sità gravi dei familiari, inefficienza nel lavoro ed altri casi
eccezionali).
3. L'Associazione favorisce con ogni mezzo la for-
mazione e la preparazione del C. che chiede di partire
per le Missioni e si fa garante della sua idoneità.
Ad essa spetta presentarlo ai Superiori della chiesa e
della comunità salesiana del luogo ove si recherà.
B) PREPARAZIONE _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
1) La preparazione cristiana di base e quella salesia-
na di ogni coopertore e l'esperienza di una vita attiva in
un Centro o gruppo di CC., sono di fondamentale im-
portanza e fanno da supporto a quella specifica missio-
naria. Quindi: cultura religiosa, conoscenza dello spirito
e della Famiglia salesiana (quindi del suo fondatore), del
metodo educativo di Don Bosco anche a livello di espe-
rienza, saranno oggetto di studio accurato da parte del
CM. Questi studierà anche, come materia specifica,
principi di missiologia.
2) Il C. che aspira a partire si impegna ad acquistare
una buona esperienza nel fare catechesi, animare
gruppi e vivere la «vita oratoriana,.
3) Si impegna anche nello studio almeno parziale di
materie che gli saranno assai utili: Insegnamento del
canto e uso di qualche strumento musicale, Infermieri-
stica, uso di mezzi audiovisivi, e particolarmente la lin-
gua del luogo dove andrà.
L'esperienza di un «Campo di lavoro e di animazione
cristiana" gli sarà indispensabile.
4) La preparazione spirituale In prossimità della par-
tenza avverrà attraverso un Corso di Esercizi spirituali,
qualche Giornata di spiritualità e frequenti colloqui con il
sacerdote salesiano che egli stesso liberamente awici-
nerà.
Il CM. d'accordo con il suo delegato ispettoriale,
vivrà per un congruo periodo di tempo in una casa sa-
lesiana o delle F.M.A., in modo da esperimentare la vita
comunitaria, prevederne le difficoltà e comprenderne l
significati.
5) La prassi da seguire per realizzare la "partenza» è
la seguente: inoltrare domanda al Consiglio lspettoriale
competente; questo presenterà li candidato - se lo ri-
tiene opportuno - al Consiglio nazionale cui compete
la definitiva accettazione.
C) DURANTE LO SVOLGIMENTO DELLA MISSIONE_
A) Vita apostollca
1) Il lavoro del CM - il progetto a cui è inviato - è
concordato con il Consiglio nazionale dell'Associazione
e non può essere mutato senza un preciso accordo con
lo stesso. Resta al CM la più ampia libertà nella meto-
dologia di applicazione del progetto.
2) Il CM si inserisce nella pastorale locale. I rapporti
con i pastori della chiesa locale e con la comunità S.D.B.
locale sono previsti nella apposita .convenzione» che il
CM si impegna ad osservare.
3) Il CM - aiutato dalla Comunità salesiana locale -
progr.ammerà e revisionerà periodicamente Il proprio
lavoro missionario, informandone dettagliatamente il
Consiglio nazionale.
4) L'offerta di una totale disponibilità al progetto, da
parte del CM, esclude automaticamente di assumere
Impegni ad esso estranei e limitanti l'attività apostolica.
5. Il CM si impegna nel lavoro per una durata di al-
meno tre anni. Eventuali deroghe saranno vagliate dal
Consiglio nazionale, che può delegare la Giunta esecu-
tiva, la quale procederà d'accordo con l'équlpe anima-
trice.
6) Il CM si applicherà al suo lavoro di evangelizza-
zione e di promozione umana, escludendo - nello spi-
rito dell'art. 10 del N. Regolamento dei Cooperatori -
qualsiasi forma di partecipazione al potere politico lo-
11 .!"'

2.2 Page 12

▲back to top
cale, oppure a forze politiche comunque organizzate.
7) Il CM si farà speciale premura di creare sul luogo
del suo aspostolato una continuità autoctona, sensibi-
lizzando i giovani del posto ad un discorso umano, cri-
stiano e salesiano, anche allo scopo di suscitare altri
Cooperatori.
8) L'Associazione avrà cura di sensibilizzare al pro-
getto missionario tutti I Cooperatori, in modo da renderli
partecipi delle realizzazioni dei CC.MM. e creare con
loro una Comunione di intenti.
B) PROBLEMI ECONOMICI, ASSICURATIVI E DI LA·
VORO _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
1) L'Associazione, ai vari livelli, si assume l'onere
finanziario totale per il mantenimento, l'assistenza sani-
taria e i viaggi di andata e ritorno.
2) Durante la permanenza in missione, la Comunità
salesiana locale si impegnerà ad aiutare I CC MM ad
impiegarsi in un lavoro lucrativo che, aprendo loro la
strada per una più facile penetrazione apostolica, ne
assicuri anche l'onesto sostentamento ed i benefici del-
le leggl sociali, sempre che ciò non comprometta il rag-
..giungimento del fine apostolico che deve rimanere pri-
mario.
3) Per il proprio mantenimento i CC MM prowedono
con Il lavoro e le offerte ricevute a titolo personale. In
assenza od insufficienza di questi, attingono di comune
accordo dal fondo messo a disposizione dall'Associa-
zione.
4) L 'Associazione prowederà anche alla creazione
delle strutture necessarie per lo svolgimento delle atti-
vità apostoliche. La loro proprietà è regolata dalla
convenzione» stipulata tra il Consiglio nazionale e l'l-
spettoria salesiana locale.
5) Sono a carico dell'Associazione anche le spese
per i sussidi che si ritenessero utlli allo svolgimento del
lavoro.
6) Nell'ambito delle leggi Italiane, l'Associazione
prowederà ad effettuare In patria un versamento assi-
curativo, che provveda a coprire I CC MM di ogni as1;i-
curazione, qualora non ne usufruissero nel periodo della
loro permanenza in missione.
7) L 'Associazione, ai vari livelli, è Impegnata a curare
con ogni mezzo Il reinserimento In patria del CM, aiu-
tandolo anche, nel limiti del possibile, a trovare un'oc-
cupazione a lui idonea.
O) VARIE _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
1) L'Associazione si Impegna a tenere stretti contatti
con le famiglie dei partenti, usando loro le attenzioni
dovute a chi ha fatto un dono tanto prezioso alle mis-
sioni.
2) In caso di «partenza• di una coppia di sposi, an-
che con figli, se uno dei due non fa parte dell'Associa-
zione, si fa deroga per lul a quanto detto In A. 1 (Pre-
messe) purché condivida Il progetto nelle sue finalità, si
impegni a collaborare alla sua realizzazione e sia in sin-
tonia con lo spirito e la metodologia applìcata.
ROMA - Consiglio Nazionale
straordinario - 8-9 dicembre 1979
12128
TRELEW E' DI TUTTA
l'ASSOCIAZIONE
$EGNO DELLA NO$TRA MIS$l0NARIETÀ IN CAMBIO DEL
POCO O MOLTO CHE FAREMO, ESSA Cl DARA CERTAMENTE DI
PIÙ.
Il Conelgllo nazionale straordinario tra le altre cose ne ha chla•
rlla e eottollneata una In modo pullcolara: Il progetto TRELEW è
progetto di tutta l'Auoclazlona In Italia, quindi di ogni regione. di
ogni Centro e di ogni Coopar,tore. NON t UNA DELLE TANTE
OPERE DA SOSTENERE. E' LA •NOSTRA OPERA.., quella che
realizza In modo vl■lblle «la dimensione mlHlonarla. del coope-
ratori e che - di conaaguenu - deve avere priorità tu ogni altre
lnlzlaUv• che pure potremo aostanere.
Ne conaegue che:
- Dobbiamo CONOSCERE E FAR CONOSCERE l'opera di
Trelew nel suo slgnlllcat.o, nella aua struttura, soprattutto nella sua
vita;
- quindi PARLARNE, leggere le lettere che scrivono I nostri
cooperatori missionari, diffondere, Insomma, con ogni mezzo, la
.noUzl■•;
- SUSCITARE INTERESSE, promuovere preghiere, ,.ccogllere
fondrcon le lnlz.latlve più svariata: e Inoltre - lmportanllHlmol -
SUSCITARE, ■pecl•lmente tra I Giovani Cooperatori che sono Ido-
nel ad auumere queato Impegno, ALCUNI CHE •PARTANO•, par
Incrementare Il progetto e offrire Il normale ricambio.
Q IMSto lavoro capillare è attldato al Centri; Il Conslgllo lspetto-
rfale lo 1osllene, lo •nlma e lo coordina.
A llvello nazlonale un'EQUIPE ANIMATRICE ha avuto mandalo,
tra l'altro, di svolgere un'oper• pa,tlcolare di sensibilizzazione, di
preparare gll strumenti a ciò neceuarl (diapositive, stampai! ecc. )
a di fare da collegamento tra Trai- e l' Auoclazlona. Intanto, I
Centri operino nella maniera migliore loro poulblla. Lo zelo per la
noatra • mlHlone. saprà suggerire modi e me.zzl I più veri. Atten-
de,e tutto dall'alto aarabbe Indice di pigrizia e segno di scarso
senso di rnponsabllllà.
Ricordiamo: IL PROGETTO TRELEW E' DI TUTTA L'ASSOCIA·
ZIONE, QUINDI E' ANCHE NOSTRO.

2.3 Page 13

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COOPERATORI ED EXALLIEVI
Del rapporti tra Exallievi e Cooperatori si è parlato e scritto in più riprese. E' ausplcablle una
partecipazione di idee e fatti della base». Per provocarla e aiutare nella riflessione ecco due brani:
il primo estratto dalla Relazione di Don Giovanni Raineri al Congresso latino-amerfcano di
Panama; ìl secondo. da/l'Intervento di Nicola Ciancio, Presidente degli Exallievi d'Italia, al Consiglio
nazionale del Cooperatori, il maggio 1979.
Exallievi e Cooperatori: una proposta
Nel 1886, due anni prima della sua morte, parlando
agli Exaliievi sacerdoti, Don Bosco disse: «Molte cose io
vorrei dire in questo momento che riguardano i miei figli
e l Cooperatori salesiani. La proposta del curato della
Gran Madre di incitare ciscuno di voi all'incremento
dell'opera dei Cooperatori, è una proposta delle più belle,
perché i Cooperatori sono il sostegno delle opere di Dio,
per mezzo del Salesiani».
E indubbio che se Don Bosco fu un precursore del-
l'impegno apostolico dei laici nella Chiesa, questo titolo
gli compete come fondatore dei Cooperatori. Conti-
nuando il discorso precedente egli disse: « Non è Don
Bosco, è la mano di Dio, che si serve del Cooperatori...
L"opera dei Cooperatori... si dilaterà in tutti l paesi, si
diffonderà in tutta la cristianità. Verrà un tempo in cui
Cooperatore vorrà dire cristiano. La mano di Dio li so-
stiene! I Cooperatori saranno quelli che aiuteranno a
promuovere lo spirito cattolico... " (MB, XVII, 160 s).
Don Bosco li considerò come I suoi più stretti col-
laboratori; tali erano stati agli inizi della sua opera: aveva
tentato di dare loro uno «status" uguale a quello dei
Salesiani nell'anticipatrice formula di «Salesiani ester-
ni», e alfa fine li organizzò come •associati» alla sua
«C o n g r e g a z i o n e ».
Seguendo il desiderio di Don Bosco molti Exalllevi
diventarono Cooperatori perchésentivano di rispondere
con questa adesione ad una vocazione proposta loro dal
Santo, di assumere un nuovo vincolo con la Congrega-
zione e di fare nella Famiglia Salesiana una scelta voluta
da lui.
Mentre si riscoprono e si rinnovano le intenzioni di
Don Bosco così anticipatrici di futuro nella fedeltà dina-
mica a Lui, si rinnova anche la vocazione di Cooperatore
e i Salesiani ripetono il suo invito agli Exallievl di divenire
Cooperatori. Come gli Exallievi non perdono nulla se
qualcuno di loro diventa Salesiano, perché avranno in
Congregazione un animatore di più - del resto ogni Sa-
lesiano è un Exallievo - allo stesso modo gli Exallievi non
perdono nulla diventando Cooperatori perché avranno
anzi un titolo di più per svolgere la missione salesiana a
favore dei loro fratelli Exallievi.
Questo è il pensiero dell'attuale Successore di Don
Bosco nel quale gli Exalllevi vedono «la figura stessa di
Don Bosco e riconoscono in lui la guida» (Stat. 1/ e).
Egli pensa che l'educazione ricevuta dagli Exallievi,
come è un cammino per giungere ad impegni apostolici,
è anche «un cammino graduale che parte dall'educa-
zione per arrivare alla vocazione salesiana• e auspica
«che i migliori dirigenti degli Exallievi dovrebbero esse-
re, o, meglio, potrebbero essere, dei magnifici Coope-
ratori, che realizzano la missione salesiana, assicurando
tra gli Exallievi lo spirito di Don Bosco e coltivando la
possibilità di mantenere uniti i non pochi Exalllevi che si
allontanano (CG 21 , 517).
Il «Documento aggiunto» allo Statuto Confederale
dice che una delle attività proprie dell'Associazione è
«favorire l'incremento volontario degli Exallievi tra i
Cooperatori»
Don Giovanni Ralneri
A distanze ravvicinate, insieme
Ringrazio per il gentile invito. Sono anche Coopera-
tore e sono convinto che il Congresso di Pompei apre un
nuovo cammino davanti a noi.
Partiamo da dati di fatto; il movimento Ex è stato tale
per un secolo. Poi c'è stata una evoluzione-sostanziale
dopo il Vat. 2°, e si è fatta una distinzione tra movimento
e Associazione. Al centro, come lievito, l'Associazione;
e i più fedeli condividono lo spirito salesiano.
La distinzione ha portato a una svolta: non abbiamo
abbandonato il «filo d'oro », ma lo abbiamo circondato
di fili di acc,a,o. Con una organizzazione più solida. E
questa lraformazione ha accorciato le distanze tra CC
ed Ex. Nessuna confusione tra le caratterizzazioni.
I Cooperatori si differenziano per il fatto vocazionale,
per un particolare tipo di rapporto con la Congregazione
e la Chiesa locale, e perché «in seno alle loro famiglie
vivono come se di fatto fossero in Congregazione» (Reg.
di Don Bosco, lii). Ma, in concreto, molti Exalllevi, e
moltissimi Dirigenti, sono anche Cooperatori salesiani.
Gli obiettivi comuni Il perseguiamo con stile diverso;
l'apostolato lo facciamo in senso limitativo, con gli
Exallievi lontani, e specie nel settore educativo: scuola,
lavoro, mass media, ecc.
-lo vedrei in un anno sociale per la Famiglia Salesia-
na almeno quattro momenti In cui siamo tutti insieme;
1) Festa di Don Bosco: festa della F.S.; preparazione
e svolgimento insieme.
2) Quaresima: un incontro di preghiera insieme.
3) Mese di maggio: una manifestazione mariana, in-
sieme (un pellegrinaggio, un pomeriggio, ecc.).
4) Periodo estivo: scambiarci campi scuola, esercizi
spirituali. villeggiatura, ecc.
Invito Inoltre uno della vostra Giunta a partecipare al
nostro Consiglio di Presidenza, nonché al Consiglio na-
zionale di settembre. Questi inviti reciproci dovrebbero
poi scendere a livello ispettoriale.
Ancora grazie e avanti insieme.
Nicola Ciancio
13/29

2.4 Page 14

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L'ESTATE DEI GIOVANI
COOPERATORI
«campi di lavoro e di animazione cristiana»
PER LA GIOVENTÙ E IL POPOLO IN ZONE TRA LE PIÙ BISOGNOSE
Al ·campo ' si chiansce sempre più la destinazione-giovani del nostro essere cooperatori - Un 'occasione di
verifica per la propria vocazione - Molti ancora però mancano all'appello
LONGANO
6 - 31 Agosto
Longano, in provincia di Chieti, nel
Molise, conta poco più di 1000 abitanti. E'
un paese ad economia essenzialmente
agricola. Il lavoro nei campi condotto con
sistemi arcaici Impegna in un duro lavoro
gli adulti ed anche un numero considere-
vole di bambinì.
La quantità di tempo e di energie impie-
gate nella lotta per la sopravvivenza non
lasciano margini per considerazioni e
problemi di altra natura.
Gli adulti accettano sfiduciati questa si-
tuazione, con un senso di rassegnazione
che attinge confusamente al sacro ed al
profano e che si esprime in un fervore re-
ligioso misto a superstizione e magia.
I giovani e gli adolescenti pensano di
sottrarsi alla vita grama dei campi con l'e-
migrazione ed il matrimonio, Inteso come
momento dl liberazione, soprattutto dalle
ragazze.
Le nostre attività - La colonia
Sono ormai cinque anni che i GGCC or-
ganizzano il campo di lavoro e di anima-
zione cristiana a Longano e le modalità di
approccio con la gente del posto sono ri-
maste pressoché Invariate. Si è pensato,
certo non erroneamente, che il miglior
modo per arrivare agli adulti fosse costi-
tuito dal comune interesse che noi e loro
avevamo per i bambini.
La colonia diurna frequentata da 40-50
bambini assorbe gran parte delle energie
che i campisti profondono in questa atti-
vità con ottimi risultati, specie in questo
ultimo anno.
Bisogna però dire che è stato eccessivo
il costo di questa pressocché perfetta
funzionalità in un servizio che ritenevamo
marginale rispetto al fine che ci eravamo
proposti di perseguire. Infatti, il non es-
sere riusciti ad impostare il dialogo con i
genitori rischia di far fallire per difetto di
continuità il nostro pur proficuo impegno
educativo.
L'attività in colonia è risultata articolata
in iniziative di vario tipo quali catechesi e
didattica durante le quali i bambini erano
divisi per classi di età o tenendo conto
della classe che avevano frequentato du-
rante l'ultimo anno scolastico mentre per I
giochi e per le attività ricreative in genere
si è pensato di dividerli In gruppi più ete-
rogenei nell'intento di smussare le spinte
individuali, molto forti In questi bambini, e
spronarli ad un contributo espresso a li-
vello di gruppo. Per ottenere maggiori ri-
sultati si è deciso di visualizzare con frasi e
disegni I modelli di comportamento ri-
chiesti al bambini e si è riusciti a stimolarli
efficacemente. Si è però constatato che
bisogna tener più conto delle esigenze dei
bambini pur nel rispetto dell'esigenza di
una programmazione dl base.

2.5 Page 15

▲back to top
Pur se complessivamente va conside-
rato positivo Il lavoro In colonia, si sono
registrati, tuttavia, scompensi determinati
dalla mancanza di preparazione specifica
a questo servizio da parte di alcuni cam-
plstl.
CODIGORO (FE)
28 Luglio - 20 Agosto
Preadolescentl
I preadolescenti a cui si sono dedicati
ogni anno due campisti di preferenza fra
quelli più vicini a loro per età, sono, per lo
più, ragazzi che abbiamo avuto in colonia
durante i primi anni di campo a Longano.
Non è facile con loro riuscire a realizzare
un programma definito In precedenza
anche perché non è facile riuscire ad in-
dividuare i loro interessi e stimolarli ad
averne di nuovi.
Con le ragazze tutto diventa più difficile
perché prevenzioni ambientali e tabù im-
pediscono loro di esprimersi come vor-
rebbero e di awicinarsi a noi con maggior
frequenza. Dopo aver cercato di coinvol-
gerli In una serie di Iniziative, procedendo
per tentativi, cl sembra di poter dire (per li
parziale successo ottenuto) che questi
ragazzi si appassionano alla preparazione
di canti, di spettacoli e... perché no? si
cimentano con successo alla consuma-
zione di abbondanti cene.
Servizio sociale
Il servizio sociale è consistito In spora-
diche visite alle famiglie e non si può dire
che esso abbia sortito molti effetti positivi,
sia perché Il numero ridotto dei campisti
non ha consentito la destinazione a tempo
pieno di nessuno di essi a questa specifica
iniziativa, sia per l'incapacità di elaborare
forme alternative di servizio sociale che
fossero attuablll In questo contesto e con
questa formula di campo di lavoro.
Un dato positivo in questo settore è
quello di essere riusciti ad organizzare la
gita dei bambini della colonia facendo
partecipare anche un numero sufficiente
di genitori e svìluppando con essi Il dis-
corso dell'Importanza del problema edu-
cativo e dell'Interesse per Il bambino che
noi e loro condividevamo e per quel giorno
reallzzavamo insieme e della necessità di
una soluzione di continuità che solo loro, I
genitori, potevano garantire.
Altre attività
Durante i ritagli di tempo ci slamo oc-
cupati anche di altre iniziative, quali la ca-
techesi di preparazione del ragazzi che si
dovevano accostare al sacramenti. Cl
siamo resi conto, però, che la frequenza ai
corsi da parte del ragazzi era discontinua
ed abbiamo pensato che per li futuro sia
meglio inserire questo tipo particolare di
catechesi fra le attività di colonia.
La sera, poi, si scende In piazza; una
strimpellata con la chitarra, quattro canti
popolari possono risultare utili per un
contatto più completo con la gente.
(F. C.),
...e slamo a quota •6•!
Quest'anno, infatti, per la sesta volta cl
siamo ritrovati a Codigoro (FE) per rivivere
Insieme quell'esperienza rivitalizzante che
è Il Campo di Lavoro e di Animazione
Cristiana.
Subito si rende necessaria una precisa-
zione riguardo al nome attribuito al
campo. Vorremmo per il prossimo anno,
modificare la dicitura in modo da eviden-
ziare In primo luogo l'animazione cristiana
verso la quale cl siamo maggiormente
orientati, anche se non abbiamo escluso il
lavoro manuale.
Ma procediamo con ordine.
La maggior parte delle forze erano Indi-
rizzate verso gli oratori:
- oratorio maschile San Giovanni
Bosco
- oratorio femminile del Rosario
- oratorio femminile di San Martino.
All'oratorio maschile si sono organiz-
zate per tutto il periodo di tre settimane, le
Olimpiadi. Inserite come complemento al-
l'iniziativa conduttrice dell'Estate '79: Il
T.E.E. (Trans Europe-Express).
Le premiazioni dei vari giochi davano
diritto a dei tickets che permettevano al
ragazzi di raggiungere (anche se solo con
l'immaginazione) le varie tappe segnate
dalle città più importanti d"Europa.
Un momento forte della T.E.E. è stata la
grande caccia al tesoro che ha visto mo-
bilitato mezzo Codigloro, senza esclu-
sione di gelatai, ferrovieri, carabinieri,
ecc.
La partecipazione dei bambini è stata
entusiasmante, anche se alla fine si era
tutti K.0 . (noi per primi...) per il terribile
caldol
Un'altra iniziativa che ha accompagnato
queste tre settimane è stata .1a campagna
brevetti», che ha visto I bambi ni impegnati
in varie attività, alla conclusione delle
quah gli stessi potevano acquistare il bre-
vetto di pittori, cantori, attori, baskettistl,
ecc.
La conclusione delle Olimpl!ldi e della
campagna brevetti è avvenuta fra la trepi-
dazione di tutti i ragazzi poiché era Il mo-
mento di tirare le somme. La premiazione
consisteva nell'attribuzione di tickets {In
gran quantità) con l quali alcuni hanno
raggiunto Il traguardo prefìssato: Il ritorno
a Codigoro (tappa di partenza e di arrivo
del grande viaggio per l'Europa)!
Le attività oratoriane iniziavano alle 9,30
con la celebrazione della S. Messa a cui
prendevano parte bambini e ragazzi dei
tre oratori.
Verso le 16 l'oratorio si concedeva un
•break• per un momento di preghiera e di
canto condotto da don Pietro, responsa-
bile dell'oratorio, che così magistralmente
ha dato vita e porta avanti l'esperienza
estiva del T.E.E., affiancato dall'infatica-
bile e •Simpaticone- Dino (quasi «don•),
dall'entusiamo... travolgentelll
Per quanto riguarda gli oratori femmi-
nili, occorre dire che quest'anno, per la
prima volta, si è iniziato ad operare all'o-
ratorlo di S. Martino seguito dalle suore di
Maria Ausiliatrice.
Le attività nel due oratori (S. Martino e
Rosario) erano simili ed indirizzate ad un
buon numero di bambine. Al mattino si
organizzavano dei lavori vari: con la rafia
si sono costruiti simpatici cestini e porta-
tovaglioli, con le conchiglie allegri anima-
letti, ed altri lavori artistici. Inoltre In tutti e
tre gli oratori sono stati preparati del car-
telloni utilizzati per Il recital che aveva
come tema «L'Anno Internazionale del
fanciullo/ I bimbi in questi cartelloni
hanno rappresentato I diritti fondamentali
del bambino e, durante Il recital, Il hanno
eposll alla visione di tutto il pubblico.
Il pomeriggio era occupato con giochi
vari, fra i quali era inserito il momento della
preghiera e del canti.
Nelle attività svolte al Centro del Rosa-
rio, siamo stati molto aiutati dalle ragazze
del gruppo giovanile. Con loro abbiamo
notevolmente approfondita l'amicizia (ini-
ziata due anni fa) e soprattutto è miglio-
rato il nostro cammino a riguardo della
Parola, svolto attraverso degli incontri di
•SCUOia di preghiera..
La loro collaborazione (Insieme a quella
del ragazzi più grandi dell'oratorio mas-
chile) è stata di ottimo aiuto, anche du-
rante la organizzazione e la realizzazione
delle giornate in cui si andava al mare. A
queste giornate partecipavano i bambini
di tutti e tre gli oratori, sempre cosi pieni di
entusiasmo e di voglia di giocare, nonos-
tante il sole, Il caldo e i 20 Km. di pedalate
(vedi • Michele pedala.) che cl seprara-
vano dal mare.
Altra attivlt.à svolta rn collaborazione dei
tre oratori è stata la preparazione del due
spettacoli realizzati In occasione del-
1'Anno internazionale del fanciullo.
15. .l i

2.6 Page 16

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_,,-.-..........
Il primo è stato una e lesta per Il fan-
ciullo•• realizzato con canti, giochi, balli,
scenette... a cui hanno partecipato non
solo l bambini, ma anche i loro genitori.
Uno del numeri di maggior attrazione e
di divertimento è stato Il Gioco del
clown• in cui abbiamo assistito alla
straordinaria metamorfosi della nostra
Angela, da «mammaseria• (?), a mamma
«clown .
Il secondo spettacolo è stato un Recital
In cui abbiamo voluto sviluppare i vari di-
ritti del fanciullo attraverso brani, poesie,
diapositive, flash e canti. Il recital ha ri-
chiesto un forte Impegno, sia da parte
nostra che da parte del pubblico, poiché
molli del brani scelti, mettevano In risalto
le condizioni di vita drammatiche In cui
tuttora nel mondo si trovano molti... troppi
bambini!
pittori.
Altrn camplsta super-affaccendato è
stato Dino, che ha sistemato l'.impianto
elettrico del teatro dell'oratorio. Riteniamo
Importante sottolineare come 11 lavoro non
è fine a se stesso, ma è un mezzo per un
coinvolgimento maggiore del ragazzini.
Nell'ultima settimana di campo, setti-
mana in cui abbiamo raggiunto Il maggior
numero di campisti, cl è stato possibile
convogliare parte delle nostre forze nelle
altre due iniziative.
Tre camplste hanno Iniziato delle attività
di oratorio a Lagosanto, un paesino vicino
a Codigoro. Questi pochi incontri pomeri-
diani sono serviti ad instaurare un rap-
porto di amicizia con I bambini del luogo
che ci hanno accolto veramente mollo
bene.
Altrettanto buona e sincera è stata l'ac-
coglienza che gli anziani ci hanno riser-
cunl di loro infatti, hanno condiviso con
noi una giornata di campo, partecipando
ad ogni momento della nostra vita di cam-
pìstl: tutto questo per noi è stato molto
bello e positivo, perché ha permesso ad
ognuno di noi di conoscerci meglio. Per
qu mto cl sentiamo veramente di ringra-
ziarli tutti: Gianna. Sergio, Francesco,
Chiara, Annalisa, Nicoletta e Beatrice...
tutte le ragazze del gruppo del Rosario!...
...e già che slamo in tema di ringrazia-
mento vogliamo dire il nostro •grazie• a
mamma Angela per il suo Impegno, la sua
costanza e...per I suol pranzetti!...
DI notevole aiuto sono state le medita-
zioni mattutine e le discussioni serali, pre-
parate e condotte dal •don•, che cl hanno
permesso di approfondire alcuni dei dis-
corsi del papi Paolo VI e Giovanni Paolo Il
...e altri temi di catechesi...
Con tutto questo •sulle spalle• eccoci
arrivati al 21 agosto: giorno triste: par-
tiamo da Codigoro...
Fortunatamente alla maggior parte di
noi rimangono ancora un paio di giorni da
trascorrere nella serena atmosfera fran-
cescana di Assisi.
{O.A.)
Attività aggiuntive a quelle che ab-
biamo svolto negli oratori sono state:
- il lavoro manuale
- l'avvio dell'oratorio a Lagosanto
- le visite agli anziani del paese.
Il lavoro manuale consisteva nella tin-
teggiatura della parte esterna dell'oratorio
maschile S. G. Bosco, che ha visti supe-
rimpegnatl i nostri pittori d'eccezione:
Antonio (per chi non lo conoscesse: Val-
tromplino) e Loriano, aiutati nella loro
opera dal ragazzi aspiranti al brevetto di
~
--- c::a
valo: abbiamo trascorso insieme momenti
di allegria e momenti di • conversazione•.
Ed è proprio In questi ultimi che ci siamo
resi conto come per loro (ma anche per
noi) sia importante soprattutto parlare ed
ascoltare.
BUONALBERGO (BN)
16-31 Agosto
16, 32
Un aspetto di primaria Importanza del
campo è la vita di comunità e la crescita
nella fede. Riteniamo Infatti che Il nostro
campo sia credibile nella misura in cui
cresceremo in questo senso.
Quest'anno abbiamo vissuto. forse più
intensamente degli altri campi, questi as-
petti di vita comunitaria. Ci sono stati del
momenti in cui non cl siamo trovati d'ac-
cordo su slcune scelte: momenti che ab-
biamo superato grazie ad un atteggia-
mento comune di disponibilità e sincerità.
Sono stati proprio questi momenti a ren-
derci più uniti e aperti verso l'altro...
Quest' apertura si è dimostrata anche
nel confronti degli amici e amiche codl-
goresi che quest'anno (forse molto più
degli altri anni) abbiamo avuto vicini. Al-
Il perché del C ampo
In realtà non si tratta di un campo di
lavoro vero e proprio (almeno nell'acce-
zione comune del termine), bensì è una
presenza che ha I seguentì scopi:
- Animazione oratoriana {ossia tro-
vare un aggancio con i giovani del paese
per iniziare o continuare una pastorale
giovanile);
-Preparazione di elementi locali (da
curare e seguire dopo, mediante contatti
periodici) per la continuazione della pas-
torale;
- cercare di seguire una pastorale
unitaria con i responsabili della pastorale
del luogo
(don G. Basso)

2.7 Page 17

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Programma di attività concordato dal
eamplatl con I giovani del luogo
I punti fermi della giornata sono la cele-
brazione comunitaria delle lodi e la cele-
brazione eucaristica pomeridiana (ore
18.30) 16 e 17 agosto: primi contatti con la
realtà locale e programmazione particola-
reggiata:
18 agosto: preparazione del campetto e
del teatro; incontro con i gruppi oratoriani;
19 agosto: (11 .30) messa con i giovani;
(18.00) Disco music 1
20 agosto: inizio del campiona1o di palla
a volo; inizio ripetizioni di filosofia; torma-
zione del gruppo del bambini ed Inizio at-
tività; incontro con le catechiste;
21 agosto: prosecuzione delle attività
del giorno precedente;
22 agosto: (7.30-13.00) Gita a Monte-
chiodi con gli adolescenti, prosecuzione
precedenti attività;
23 agosto: (9.30) celebrazione eucaris-
tica; prosecuzione precedenti attività:
-18.00) Bimbi In allegria (spettacolo
bimbi);
24 agosto: Tuttogiochl (mattlno); Caccia
al Tesoro (pomeriggio):
25 agosto: Continua la palla a volo; Ini-
zio campionato di calcio; (20.00) Falò,
26 agosto: (11 .30) Messa con i giovani;
(18.00) Disco music 2°;
27 agosto: prosecuzione precedenti al-
tlvltà; (17.30) Messa; (18.30) Mellonata al
Lombardo;
28 agosto: Gita al Taburno ed a Monte-
vergine ;
29 agosto: prosecuzione precedenti at-
tività; (19.30) riunione con gli adolescenti:
30 agosto: (9 .00-10.00) revisione ' allar-
gata' con le catechiste; (10.00 in poi) revi•
sione di campo: (19) premiazione;
31 agosto: saluti e partenza.
Ci sono state 2 modlnche al programma:
è stata spostata la gita a Montechlodl (a
causa delle awerse condizioni atmosfe-
riche) e le ragazze del paese hanno orga-
nizzato una cena per I campisti. Inoltre d.
Basso ha offerto una pizza ai camplstl In
occasione della partenza di Lilly e Tina.
Ambiente e mentalità
Lello ha fatto notare che c un risenti-
mento da parte di giovani ed adulti nei
confronti dei Salesiani poiché, tempo fa,
essi han costruito un edificio col ricavato
della vendita del vari terreni che erano
stati loro lasciati ed hanno poi venduto
anche quest'ultimo.
Per quanto riguarda I giovani, si è notata
una certa abitudine alla novità costituita
da gruppi che vengono ad animare il
paese, una tendenza ad aspettarsi le cose
dagli altri e quindi una certa mancanza di
autonomia; inoltre è molto importante per
loro il ruolo del leader.
Attività: risultati e dlfflcoltà
Le attività in programma sono state
svolte. con qualche piccola variante. tutte.
I risultati, soprattutto con gli adolescenti,
sono soddisfacenti· è nata in loro l'esl-
genza di formare un gruppo ed hanno de-
ciso di portarlo avanti da sé, chiedendo,
volta per volta, aiuto a persone esterne
qualificate.
Il gruppo delle più grandi ha manifestato
Il desiderio di una preparazione catechis-
tica (portata avanti. anche qui, da persone
qualificate) ed ha deciso di unirsi al
gruppo degli adolescenti.
Con i giovani si è avuto poco successo. I
risultati sono stati inficiati in qualche
modo dall'abitudine dei giovani all'anima-
zione estiva operata da vari gruppi e dalla
presentazione dei campfsti come 'missio-
nari' da parte def parroco. Per quanto ri•
guarda il gruppo del bambini Giulia a fatto
notare una tendenza di questi ultimi ad
affezionarsi alle persone che sanno car-
pire II ioro interesse.
Inoltre, proprio circa questo gruppo, vi è
stata una discontinuità dovuta al fatto che
2 campiste sono andate via prima ed
un' altra è arrivata dopa. Lello ha sottoli-
neato che è preferibile non permettere
cose del genere nel campi. Per quanto
concerne le ripetizioni scolastiche, c
stato il tentativo di preparare all'esame un
ragazzo ed anche di porgli criticamente
certi problemi.
Orientamenti
Possibilità di continuare il lavoro svolto
mediante Incontri periodici col gruppc di
Caserta.
Ristrutturazione della funzionalità degli
ambienti (che non si prestano a fungere
da oratorio) oppure uso del campetto e del
teatro in quanto unici ambienti più ampi a
dispcsizione
Permanenza estiva più lunga (di 1 mese
e mezzo) di 1 salesiano e 2 o 3 GG.CC.
Vfta di gruppo
Il gruppo è stato abbastanza aperto e
disponibile, ma più che di rapporti del
gruppo con la gente si può parlare di rap-
porti Interpersonali Intensi con alcuni gio-
vani. Lino ha notato che si sarebbe dovuto
lasciare più spazio al ragazzi del luogo, a
livello di responsabilità organizzative. C'è
stata disponibilità ed attenzione alle esi-
genze di gruppo anche se don Giovanni si
aspettava una vita comunitaria più Inten-
samente vissuta.
Per tutti è stata un'esperienza arric-
chente: infatti ad alcuni ha ridato carica e
fiducia In se stessi. per altri è stato mo-
mento di maturazione di scelte personali
(l'équlpe del Camplstl)
*
17 3i

2.8 Page 18

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CITTAREALE (RIETI)
22-30 Luglio
Ancora una volta torno con la mente
alla colonia che abbiamo fatto a Citta-
reale, ma questa volta con un proposito
diverso quello di comunicarvi la gioia che
ci hanno dato quei bimbi; alcuni di loro
estremamente poveri sia materialmente
che moralmente; bambini assetati di affetto
che cl hanno fatto toccare con mano l'im-
portanza di alcuni valori umani che presi
dalla routine quotidiana slamo portati a
sottovalutare o a dar per scontati.
I bambini provenivano per la maggior
parte da famiglie disgregate o inesistenti,
alcuni alloggiavano presso collegi oppure
vivevano in casa, ma in che case! Non
possiamo certo attribuire alle parola casa
il significato di focolare domestico, per cui
in entrambi i casi questi bambini crescono
privi di affetto, di calore, ed è proprio
questo quello che abbiamo cercato di
dargli in quei quindici giorni; senz'altro
non è stato sufficiente, poiché é utopistico
pensare dì colmare un vuoto cosi grande
in così poco tempo.
I bambini erano trentacinque divisi in
cinque gruppi, ognuno dei quali aveva due
assistenti; averli divisi facilitava il nostro
lavoro poiché era più facile Instaurare un
dialogo con un piccolo gruppo dato che
non era sempre possibile trovare un Inte-
resse che ii colnvolggesse tutti; alcuni si
chiudevano in loro stessi, altri si allenta-
navano, ma tutti avevano un fine comune:
• richiamare l'attenzione», ognuno di loro
cl avrebbe voluto per sé senza doverci di-
videre con l'altro; e ciò non per egoismo,
nonostante ciò credo che siamo riusciti
nel nostro intento :Donare un po·d'amore,
poiché questi bambini non pretendono
nulla, ma hanno bisogno di qualcuno che
si rivolga a loro con un sorriso, con una
parola d'affetto, qualcuno che gli taccia
comprendere che non sono degli emargi-
nati, ma che sono parte viva della società
In cui viviamo. E questo qualcuno deve
essere ognuno di noi perché se il Signore
ci ha fatto dei doni è per donarli a nostra
volta a coloro che ci sono accanto, perché
tenendoli chiusi In uno scrigno perdono
tutto Il loro valore; difatti una certezza
nella vita è proprio quella che intrapren-
dendo la battaglia dell'amore non saremo
mai soli.
Spiegare il nostro lavoro di assistenti è
un po' arduo poiché abbiamo fatto di tutto,
ognuno nei limiti delle sue possibilità s'in-
tende, ma posso assicurarvi una cosa che
anche nei lavori più umili ci hanno dato
gioia; ci hanno fatto sentire tutti uniti, tutti
fig li di un unico Padre senza distinzioni di
sesso, di età, di cultura».
(A.O.)
.... ,~
PEZZOLI (ROVIGO)
23 Agosto-2 Settembre
18 3-1
Cosi fu presentato il campo di Pezzoll:
Quest'anno sarà un campo di anima-
zione vissuto In stretta comunione con i
Giovani di quella Comunità - principal-
mente, e solo secondariamente con i pic-
coli.
Il tema: Missione-Terra. Il Signore ci af-
fida una missione qui, sulla Terra. La nos-
tra Missione: l'animazione del ragazzi nel
momento privilegiato del tempo libero.
Al mattìno esamineramo alcuni temi, la
sera con i Giovani (che torneranno dal la-
voro) II riprenderemo e ci comunicheremo
le nostre riflessioni.
Il pomeriggio lo trascorreremo con I
-
piccoli (elementar i e medie) per vivere con
loro questa Missione-Terra.

2.9 Page 19

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Faremo Il possibile di realizzare questa
nostra Missione educando loro stessi alla
loro Missione, al loro servizio nel loro am-
biente, nell'ambiente in cui sì trovano,
nella loro Chiesa da costruire giorno per
giorno.
Ed ora alcune Impressioni di chi vi ha
partecipato:
Per prima cosa ci ha colpito Il rapporto
venuto ad Instaurarsi con questi ragazzi
Indipendentemente dal motivo che ci
aveva spinto a Pezzoll.
Poi per il programma che hanno portato
avanti in quei giorni.
Ci ha colpito e piaciuto In modo parti-
colare la cerimonia della promessa, per la
sua schiettezza e spontaneità.
Esperienze di questo genere non fanno
parte della nostra vita...
( P. M.)
I pomeriggi che passavamo assieme al
bambini sono stati per noi momenti di
grande carica perché cl troviamo a lavo-
rare come Don Bosco faceva con I suol
ragazzi.
Noi che fino a questo momento ave-
vamo poche esperienze di questo tipo,
abbiamo cercato di dare Il più possibile
anche se In modo semplice, cogliendo il
meglio che in loro affiorava e cercando di
dar loro una certa sicurezza in quelle
giornate. Una settimana purtroppo è stata
corta per conoscere Il bambino: infatti con
quelll più turbolenti non sapevamo in che
modo comportarci e spesso la nostra pa-
zlnza veniva meno, perché appunto non
conoscendo Il carattere del bambino,
pensavamo si comportasse ln questo
modo soltanto per farsi notare: invece
scoprivamo che spesso dipendeva dalla
loro famiglia e naturalmente dal modo in
cui erano stati educati.
Come In ogni famiglia, anche nella nos-
tra non mancavano problemi e certe volte
ci trovavamo In situazioni proprio difficili e
facendo l'esame di coscienza ci capitava
di non essere in pace con noi stessi, ed
ecco: si entrava In crisi pensando appunto
come potevamo portare avanti Il discorso
con i bambini quando dentro di noi non
c·era quella serenità che sarebbe servita
appunto, per noi animatori, per affrontare
la giornata.
Anche gli Incontri che avevamo con I
giovani di Pezzoll, alla sera, sono stati
molto Importanti, perché vedevamo che
anche loro, come I bambini, avevano bi-
sogno di qualche consiglio e parlando
delle nostre esperienze si notava che an-
che loro avrebbero avuto ed hanno voglia,
di lavorare.
Motte volte, ascoltando loro, cl siamo
sentite un po· in colpa e a volle cl veniva
voglia di mollare tutto per rientrare nella
vita comoda, egoistica, infantile: cl faceva
paura la responsabilità a cui 010 ci ha
chiamato.
(S.E. ).
Per la seconda estate consecutiva,
abbiamo realizzato un «campo di lavoro e
di animazione crisf/ana. ad Armungia.
Inizialmente la sede scelta per il
«campo• era Nuraxl Figus, nella zona mi-
neraria dell'lglesiente, ma la mancanza di
strutture ricettive ci ha fatto desistere dal
recarci In quel piccolo centro, in cui man-
cano tante coseed un cui avremmo potuto
tare un poco di bene.
Vista l'lmposslbilltà di portarci a Nuraxl,
sia perché era ormai tardi per la ricerca di
un altro luogo, sia perché, forse. ancora
attaccati alla gente del piccolo centro del
Gerrel, abbiamo deciso di ritornare ad Ar-
mungia.
Anche quest'anno cl slamo prefissi tre
obiettivi:
- realizzazione di una colonia per
ARMUNGIA (CAGLIARI) 23 Luglio -
22 Agosto
(non possiamo chiamar/o un 'campo · del GG.CC. In senso pieno. ma p1uNosto un
·campo' organizzato e animato da qualche cooperatore, che ha offerto ad altri giovani fa
possibilità di offrire un 'estate in maniera costruttiva per e per gli altri Un modo
insomma anche questo di andare ai giovani).
bambini in età scolare, In numero di 65;
- attività sociale;
- formazidne salesiana del campistl.
Il gruppo, formato da sedici sardi e
quattro laziali, si è dimostrato più affiatato
e più maturo rispetto allo scorso anno.
Nella esperienza fatta quest'anno si
possono rilevare molte più luci, anche se
ogni luce emerge in mezzo alle Immanca-
bili ombre.
19 35

2.10 Page 20

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Le cose belle, le cose che contano e che
incidono costano.
Esse non possono essere realizzate con
preparazione approssimativa, perché, In
questo caso, anche l'applicazione più ge-
nerosa rischia di rimanere senza frutti.
D'altra parte è proprio col porsi in
contatto con i problemi, col misurarsi con
essi, col cercare di risolverli che si ac-
quista maggiore consapevolezza e cl si
avvia a maturazione.
Ancora una volta abbiamo potuto
constatare quanto valga nell'avvicinare la
gente, nel vivere con essa, nel condivi-
derne I disagi, l'opera di chi agisce nello
spirito della Cooperazione Salesiana.
Come laici impegnati, come giovani che
danno testimonianza cristiana si è nella
situazione migliore per attirare le simpatie,
disarmare atteggiamenti dovuti a pregiu-
dizi, entrare in sintonia con tutti, p reparare
la via all"opera del sacerdote.
Le difficoltà sopravvenute hanno pro-
vato duramente Il gruppo, e certamente
l' hanno maturato.
Sono contento di ciò che ho fatto
nel giorni del Campo, di come ho
vissuto, perché ho sperimentato la
vita di comunità che cresce in misu-
ra della dlsp<>nlbllltà di ognuno, del
servizio di ognuno... ma non sono
soddisfatto, sono ancora molle le
cose che devo migliorare... più
semptlcemente, ml devo convertire,
devo cambiare, lasclarmt cambiare
da Dio, cioè da chi ml ama vera-
mente.
Questo è ciò che principalmente 11
camp<> mi ha lascialo, ciò che il Si•
gnore in quelle tre settimane, giorno
dopo giorno, nella preghiera, nella
meditazione, nel lavoro, nella gioia,
negli incontri con gll altri, ml ha fatto
scoprire.
Gabriele (lei Campo di Codigoro
Molti paesi sardi durante l'estate sof-
frono pela mancanza d'acqua.
Armungia non fa eccezione a questa
dolorosa realtà.
Siamo stati vicini alla popolazione e ne
abbiamo condiviso I disagi, abbiamo
continuato il nostro lavoro, anche se non
s.empre è stato facile portarlo a compi-
mento.
Risolto in qualche modo «// problema
acqua», a nove giorni dal termine della
colona, un altro colpo e questa volta defi-
nitivo, si abbatte sul campo: nel paese
viene rilevato un consistente numero di
casi di «pertosse» in atto, e l'Ufficiale sa-
nitario ordina la chiusura della colonia al
fine di evitare nuovi casi della malattia al-
tamente contagiosa.
Decidiamo di non partire da Armungia,
ma di rimanere ancora fino alla data pre-
cedentemente stabilita per la cessazione
delle attività dei «campo».
Chiusa la colonia, tutte le energie ven-
gono riversate nelle attività di «oratorio• e
nell' attività sociale •.
Anche se il lavoro pedagogico è rimasto
Interrotto, anche se le difficoltà si sono
abbattute in modo impietoso, ciò che è
doveroso rilevare è che ancora una volta
siamo riusciti ad essere «segno tra la
popolazione del piccolo centro del Ger-
rei •.
(Silvio Milia)
20/36

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

▲back to top
NOTE DI SEGRETERIA
TEMA ANNUALE DI STUDIO - Ricordare: non è In lacollà del
Conslgll locall 1cegllere un teme diverso da quello scello dal Con■lgllo
nazionale. Quesl'enno l'Associazione 1tudle nel 1uol circe S00 centri Il
tema: .come vivere da saleslanl nella lamlglla e In alcuni amblenU
aoclall• (rllerlmento alla scuola • all'Impiago del tempo libero). GII
schemi per le lezioni sono Inviali regolarmente al Centri e da questi 11
attendono quel contributi che, Integrando l'•poslzlone latta dall'au-
tore, consentiranno In seguito di elaborare un testo per la lormadona
pedagogica del Cooperatori. SI pregano quindi I Segretari coordinatori
a non dluttendare questo Import.ante Invito: a conlerenu ultimata
aprano la convaraulone e riportino ouervezlonl, Integrazioni, auSISI•
rlmentl, esperienza sul modulo che è allagato ad ogni schema e lo
Inviino poi all'Ulllclo nazlonale.
CONFERENZE ANNUALI NUOVO STILE - SI Invii la reiezione al-
l'ulllclo lspettorlale a quello nazionale. L'offerta raccolta sia Inviata
direttamente al Rettor Maggiore, 1ervendo1I dell'apposito modulo di
c.c.p. n. 462002 e specificando bene le motivazioni dell'offerta e la
provenlenz.a. - Quenll hanno esperimentato forme nuove e 1Ule di-
veno In que1te Importanti assemblH, lacclano dono agli altri Centri
della loro eaperlema, descrlvendola au toglio a parte. E' materiale
prezioso che Il Bolletllno del Cooperatori utllluerà.
AUTOFINANZIARSI E' INDICE DI MATURITA' - Alcune domande:
Abbiamo rtllettuto 1ul significato di questa allermazlone? Se I'AHo-
clazlone Cooperatori è un'Associazione DEI Cooperatori, chi ha Il do-
vere di 101tenarna le spese (par gli uffici locale, l1pettorlale, nazionale,
centrale, per le etampa periodica, la corrispondenza, I 1u11ldl vari, I
viaggi per Iconferenzieri ecc.?) Quale è alato nell'anno scorso Il nostro
contributo personale per le Ingenti speee delI' Auoclazlone?
Ricordiamo: da noi non cl sono quota ma contributi volontari, ano-
nim~ non ragl1trablli. Tutto è lasciato alla comprensione, alla genero-
sllà è &lii dl1ponlbllllà éé0i'I0Mlca di ognuno. A lllolo Indicativo .,
potrebbe suggerire: ogni Cooperaatora dia ALMENO l'equlvalanta di
una giornata levoratlva o di pensione H è fuori lavoro. L' ALMENO
Indica però Il minimo, non Il mas■lmo.
Non è superfluo ricordare lnolte, che, H per Il giusto funzionamento
associativo, è neces■arla una buone base economica, più Importante è
lormare la mentalità del nostri Cooperatori al senso di corresponaebl•
lltà e partecipazione totale. In pratica: dibattere l'argomento, far
conoscere l'onere finanziarlo al vari llvelll, liberarsi da poulblll
.schiavitù economlci'leo o dipendenze dall'ammlnlstrazlone dell'opera
salesiana loc.tle, dimostrare rutllltà di un londo di cassa che renda
agile la vlla del centro e più efficace la aua attività apostolica. Su11•
guentemente raccogliere In buata chiusa e anonima I contributi, anche
degli auentl, e Il ricavato ala coal ripartilo: metà per Il proprio Centro,
del rimanente al Invii metà all'Ufflclo l1pettorlale, e metà a quello na-
zionale (c.c.p. 4S256005), cui spetta ver..rne parte all' Ufflclo centrala.
GIOVANI COOPERATORI -
CONVEGNI INTERREGIONALI
IN VISTA DI " ROMA - 80"
...Prepararli seriamente
viverli in intensità
Sono stati definiti i seguenti convegni:
NORD («Centrale» - Liguria - Emllla - Lombardia -
«Subalpina - Veneto occ. - Veneto or.)
- BRESCIA dalla sera del 29 febbraio al 2 marzo.
CENTRO (Adriatica - Lazio - Sardegna - Toscana)
ASSISI (?) dalla sera dell'11 aprile al 13 seguente.
IMPORTANTE
I nostri Convegni (che sostituiscono per ques-
t'anno quello nazionale), secondo la scelta fatta dal
Consiglio nazionale, sono preparatori dell' INCON-
TRO NAZIONALE DI FRATERNITA' E DI PREG-
HIERA che si terrà a ROMA nei giorni 1/ 4 settembre.
Sono quindi come una «prova generale» o, se si
preferisce, come un «anteprima » df questo lmporta-
nissimo Incontro.
Ne consegue la necessità di non perdere di vista
gli OBIETTIVI dell'Incontro nazionale.
Li ripetiamo (v. Bo/I. CC. dell'ottobre u.s.):
- alimentare Il senso di appartenenza a/l'associa-
zione
- conoscersi di più, sentirsi molti e molto fratelli...
- Incontrarsi con Il Papa (i vescovi)
- porre In atto un «segno» che ci faccia conoscere
di più alla chiesa italiana.
I regolatori dei Convegni vogliano tener presenti
questi obiettivi.
Sarà anche utile richiamare alla memoria di
ognuno che i Convegni sono dei GGCC, fatti da loro e
per loro. Questo comporta grande partecipazione ed
esclude sovrapposizioni di competenze.
L'Ufficio spedizioni del Bollettino racco-
manda vivamente che le richieste di invio siano
accompagnate sempre dal rispettivi Indirizzi
completi in ogni parte. Per le città e i grandi centri
urbani è necessario Indicare anche, oltre che Il
numero civico, Il lotto, la scala, e l'Interno se
esistono per evitare che il periodico sia respinto
al mittente come avviene di frequente.
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l/1-00402~2
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3.2 Page 22

▲back to top
INDAGINE CONOSCITIVA
SULLA REALTA' DEI
GIOVANI COOPERATORI
IN ITALIA - AL 15 MARZO
1979
PRESENTAZIONE
UNO SGUARDO D'INSIEME
31 gennaio 1980- solennità di S. Giov. Bosco
La presente «indagine conoscitiva" nacque da esi-
genze ben precise: sentivamo vivo il bisogno di sapere
chi e quanti siamo, fino a che punto operiamo da Sale-
siani, di essere a conoscenza della nostra realtà asso-
ciativa quando cisi incontra nei convegni, si voleva cioè
tastare il polso» dell'Associazione nel suo settore
«giovani•, per poter quindi proseguire il cammino
orientati da uno strumento, che, presentando la reale
consistenza numerica e qualitativa del settore, ci aiu-
tasse ad evitare errori ed a tare esperienza del passato.
Per ottenere questo cl siamo serviti de/l'Indagine: mo-
duli che apparentemente potevano sembrare aridi, ma
che hanno rivelato una realtà bellissima ed inattesa:
quella del GGCC italiani, che sembra quasi volerci ad-
ditare la grande messe che Don Bosco ci ha /asciato in
eredità: i giovani.
- Questo strumento ci sarà quindi molto utile,
specie per ricavare indicazioni atte a migliorare la si-
tuazione, guardando con speranza a quelle regioni e
Centri che già da tempo hanno avviato un discorso serio
e costruttivo.
- Per le norme con le quali /'Indagine è stata
condotta, vi rimandiamo alla « relazione nazionale"· La
realizzazione di questo lavoro è durata un anno per
cause facilmente comprensibili. Comunque ci siamo
riusciti ed ora slamo lieti di poterne offrire i risultati ai
Consigli ispettoriali, ai superiori salesiani e delle FMA, a
tutti i Centri e Gruppi di GGCC, nella speranza df aver
reso a/l'Associazione, nel suo promettente ramo giova-
nile, un valido servizio.
Con l'augurio di un buon lavoro e di un fecondo anno
sociale vi saluto cordialmente.
Vostra sorella in Cristo e in Don Bosco
Nencinl Manuela
incaricata dal Gruppo centrale per l'Indagine
A. PREMESSA
Hanno partecipato, inviando I dati necessari, le se-
guenti "regioni• della nostra Associazione: Adriatica,
Campania, Emìlia, Lazio, Novarese, Puglia, Lombardia.
Sicilia, Subalpina, Toscana, Veneto Occ., Veneto Or.
- I dati richiesti erano di due tipi: di carattere ana-
grafico (modulo a) e di carattere descrittivo riguardante
la realtà ('lei gruppo o centro negli aspetti: la formazione
- la missione del G.C. - i rapporti con la famiglia sale-
siana - le previsioni - difficoltà (modulo b).
Il Gruppo centrale, nell'elaborare i dati, ha cercato di
essere il più obiettivo possibile, anche se certamente
non vi sarà riuscito non vivendo In concreto la realtà del
singoli Centri.
Va precisato poi che non si è fatta una elaborazione a
carattere scientifico; il Gruppo tra l'altro non sarebbe
stato in grado di farlo. SI tratta quindi di un insieme di
indicazioni ad uso pratico (pertanto si rende necessario
che, in sede locale, i dati siano eventualmente Integrati o
rettificati, utìlizzando Invece I suggerimenti che sono
stati dati osservando la realtà in modo distaccato).
B. SITUAZIONE NUMERICA
Esaminando I dati appare chiaro che la « realtà
GG.CC. è abbastanza esigua se la si confronta con
altre Associazioni giovanili, ma molto consolante se si
pensa al cammino di preparazione che ognuno deve
fare, prima di diventare membro della Famiglia sale-
siana, al consolidamento che bisogna raggiungere e alle
difficoltà di vario genere da superare.
La rilevazione ci dice che 564 GG. nei Centri hanno
fatto la loro «promessa »: il numero va completato con I
GG.CC. delle 4 regioni che non rientrano nell'Indagine.
Comunque anche con questi non si supererebbe Il nu-
mero di 800. - Anche il numero di 1440, comprensivo dei
"vicini» e dei «simpatizzanti • è abbastanza reale. Forse

3.3 Page 23

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si possono calcolare a 1700-1800 I giovani che sono
interessati al nostro «ramo giovanile».
Dando uno sguardo alla voce« professione», si nota
subito che tra i GG.CC. troppo pochi sono gli operai.
Osservando la voce «coniugati» si nota con piacere
Il discreto numero di giovani sposi: sono la premessa
migliore per un raccordo con il ramo adulti e per la
costituzione dei «Gruppi Nuovi».
C - FORMAZIONE· Momenti e mezzi
Nella stragrande maggioranza dei casi le relazioni
indicano incontri formativi con buona frequenza: molti
gruppi settimanalmente, altri ogni 15 giorni. - A questi
Incontri a lìvello locale si aggiungono numerose Gior-
nate di spiritualità e di studio, Ritiri veri e propri, setti-
mane estive di formazione a livello zonale; alcune re-
gioni svolgono Corsi di esercizi - Il « Corso di formazione
per animatori» dell'Associazione ha avuto una discreta,
ma non ampia accoglienza.
I Convegni nazionali sono sempre momenti forti at-
tenti e graditi. Il gusto per la preghiera e il tempo ad essa
dedicato denotano grande desiderio di fare presto il
«cammino verso Dio». I temi di base, lo studio della
Scrittura, e i temi specifici salesiani sono l'oggetto della
riflessione che si fa negli incontri.
O- IMPEGNO NELLA MISSIONE DEL COOPERATORE
Poiché la caratteristica del vero salesiano è quella
del lavoro In mezzo ai giovani, specialmente quelli più
bisognosi di aiuto morale e materiale, i GGCC coeren-
temente operano in questa direzione. Il loro impegno è
nella Chiesa locale. La Catechesi viene chiaramente
privilegiata ma il loro impegno è vario a seconda delle
situazioni in cui si trovano. Molti si occupano dell'ani-
mazione liturgica e musicale e dei gruppi di oratorio o
parrocchiali. Abbastanza forte appare la sensibilizza-
zione missionaria in alcune regioni, mentre in altre il
discorso è piuttosto stentato.
Alcune ispettorie inoltre organizzano « Campi di la-
voro e di Animazione Cristiana estivi».
E - RAPPORTI CON LA FAMIGLIA SALESIANA
Dal dati inviati emerge una realtà molto varia: gene-
ralmente però i rapporti sembrano essere buoni. ed ef-
fettivamente lo sono. Ad eccezione di qualche caso
sporadico, i GGCC operano in un clima di serena fami-
liarità con i confratelli SDB e con le consorelle FMA. Ma
sembra che molti, sia di quelli che di queste, siano an-
cora all'inizio di un cammino che li porterà a conoscere
e comprender meglio l'identità del GGCC. e a favorirne
lo sviluppo.
F - PREVISIONI
Molti Centri sono ancora in formazione e perciò vor-
rebbero dedicarsi maggiormente all'approfondimento
della loro identità in modo da arrivare alla « promessa»
con una preparazione veramente seria che permetta poi
di lavorare in reale spirito salesiano.
Circa un eventuale sviluppo del ramo giovanile, il
Gruppo Centrale esprime la seguente previsione: poiché
« la mano di Dio sostiene l'opera dei Cooperatori» (Don
Bosco) il ramo giovanile crescerà certamente e diven-
terà adulto e consistente, ma a condizione.
- che glì animatori spirituali (SDB e FMA) prendano
coscienza dell'attualità di questa formula apostolica e
offrano, da fratelli, il loro Insostituibile servizio;
- che anche noi GG.CC. ci persuadiamo che non
tutto possiamo attendere da loro: la nostra perseveranza
nel vivere l'ideale, e la nostra testimonianza ci daranno
- se saranno forti - slancio e incremento.
Alle indicazioni fin qui presentate, ogni Consiglio is-
pettoriale e ogni Centro e gruppo di GG.CC., unirà le
proprie valutazioni.
Una raccomandazione sembra necessario fare:
UTILIZZARE L'INDAGINE NELLA MANIERA MIGLIORE.
- Questa non fu fatta tanto per fini burocratici
quanto per invitare ad una riflessione sullo stato del
«ramo giovanile» ed a operare di conseguenza.
Come e in quali sedi fare ciò, ognuno di noi saprà
deciderlo.
ABBREVIAZIONI
Centro a sè stante = di soli GG.CC., con propria
struttura;
Centro con adulti = Centro composito: adulti +
GG.CC.;
C = Cooperatore
V = Vicino alla «Promessa»
S = Soltanto Simpatizzante
lnt. = interessati in qualsiasi modo all'Associazione
Professione:
INS = Insegnante
DIS_= Disoccupato
N.B. Nel leggere le tabelle al noterà qualche dlacordanza o contraddl•
zlone. Clo' è da attribuirsi al fatto che I dati trasmessi non sempre
furono esatti e completi.
23 39

3.4 Page 24

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ADRIATICA (Ancona, Cannara, Civitanova, Bologna S.Gv. Bosco., Borgo Sacro Cuore, Faenza, Fusignano, Gualdo
Tadino, Lugo Macerata, Perugia, Portorecanati, Ravenna Anic., Rimini, Terni S. Francesco, Terni Parr. lmm., Vasto).
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In questa ispettoria esiste una realtà consolante ma in movimento: alcuni g ruppi di già CC, altri in via di esserlo, altri
ancora appena abbozzati.
C'è molto desiderio di fare e di prepararsi. L'analisi è stata fatta su 15 Gruppì.
La formazione sembra buona, curati i Corsi estivi. Scarsa la disponibilità degli SDB per la formazione.
L'impegno nella missione del C. comprende per tutti i gruppi la catechesi e l'animazione oratoria; molte le iniziative
missionarie che denotano una particolare sensibilità a questo problema: evidentemente l'aver dato a Trelew uno dei
prim i cooperatori missionari ha significato molto per l'intera lspettoria.
Il Gruppo Centrale nel desiderio di contribuire ad un rassodamento della realtà GG. CC. nell'Adriatica, suggerisce di accelerare la
maturazione e la conseguente scelta (o non) a Cooperatore di singoli e di gruppi.
CAMPANIA - (Caserta, Ercolano, Maddaloni, Napoli, V. Alvina, Napoli Vomere, Piedimonte, Portici, Salerno,
Terzigno, Torre Annunziata).
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Presente fin dal nascere del nostro« ramo giovanile» ha dato sempre un forte contributo all'attuazione dei progetti
e delle iniziative dell'Associazione (campi di lavoro, progetto missionario con la presenza nelle missioni di Giovani
Cooperatori e con l'aiuto economico, convegni per findanzati e sposi, convegni nazionali, Corso di qualificazione e
simili).
Circa la formazione salesiana c da ritenere che essa sia curata, anche se 6 centri non accennano a momenti
particolari di formazione specifica e solo 2 centri citano lo studio d i testi salesiani.
I rapporti con la Famiglia Salesiana, se per 5 centri risultano buoni, per gli altri sembra che debbano migliorare.
24/ 40

3.5 Page 25

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EM ILIA -(Bolobna S. G. Bosco. Bologna S. Cuore. Casìnalbo. Modena. Montechiarugolo).
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Difficoltà particolari hanno fìnora impedito che i GG .CC. si sviluppassero in modo consistente. Attualmente sembra
che vi siano segni di un prossimo futuro migliore.
L'indagine è stata condotta su 4 gruppi composti di CC e simpatizzanti e un gruppo di soli simpatizzanti.
Per quanto riguarda i mezzi ed I momenti formativi, si hanno incontri settimanali anche in qualche caso con gli
adulti, ma non appare dalle realzionl che sia curata la formazione specifica salesiana. Si osservano infatti riunioni
settimanali, molto generiche, mentre in un Centro si svolgono solo le Conferenze Annuali.
Buono l'impegno nella missione, che si srivolge in prevalenza ai giovani nella catechesi e animazione. I rapporti
con la Famiglia Salesiana sembrano buoni.
Il Gruppo Centra le s i permette di r,levare c he sarebbe opportuno coinvolgere I giovani con l'elezione di un loro responsabile che
dovr ebbe far parte del Cons1glfo fo cale. In maniera sorprendente figurano nelle relazioni alcuni nominativi di età veramente adulta.
LAZIO - (Civitavecchia, Ladispoli, Latina, Roma V. Marghera, Roma V. Subaugusta, Roma P.M. Ausiliatrice (1),
Roma S. M. Speranza. Roma V. Ginori).
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(1) DI questo gruppo non sono pervenutidati numerici completi.
Questa regione ha avuto un particolare posto di protagonista nella nascita e crescita del ramo giovanile CC. VI
operano 8 tra centri e gruppi di cui 4 in fase iniziale.
E' in atto un paziente e capillare lavoro di sensibilizzazione per un ampiamento della realtà attuale.
Formazione: sembra doversi migliorare almeno in alcuni gruppi nei quali si svolgano Incontri o troppo rari o non di
formazione specificamente salesiana.
Numerosi Invece e ben condotti gli Incontri formativi a carattere zonale.
Circa r1mpegno nella missione: prevale l'animazione di gruppi e la catechesi.
I rapporti con la Famiglla salesiana sembrano essere buoni.
25 4 1

3.6 Page 26

▲back to top
LOMBARDIA - (Arnate, Brescia, Cardano al C. , Castellanza, Cesano M., Chiari. Como, Costituendo di F., Darlo,
Fenegrò, Gallarate Sciarè, Lodi, Lecco, Ml - Timavo, MI-Bonvesin, Ml-Copernico 1 e 2, Nave, Oggiona, Pantigliate,
Samarate. Seregno. Sesto S G.. Tirano. Varese. Vendrogno.)
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5Si riporta per intero la valutazione fatta dal consiglio 1spettoriale lombardo)
« I gruppi del GG.CC. della Lombardia dipendono dal Consiglio ispettoriale. Dove però esiste Il Centro CC., i giovani
fanno parte Integrante del Centro. E' ovvio chi i momenti formativi sono genralmente distinti da quelli degli adulti. Non
esiste un·attivìtà di gruppo locale: tutti i piccoli gruppi costituiscono come un unico Gruppo 1spettoriale, tale che sia 1
singoli gruppetti come i loro membri rispettivi sI realizzano in modi diversi nelle rispettive locahta , infatti sI svolgono
numerosi incontri regionali a scopi formativi ed organizzativi, 1quali completano gh incontri locali
Pertanto le risposte che diamo valgono per tutti i Gruppi
Fondazione. dal 1973 gruppi - dal 1974 n. 5 - dal 1975 n 3 - dal 1977 n 6 - dal 1978 n 1 Momenti e mezzi d1
tormaz,one : localmente incontri mensili a scopo spmtuale - formativo Partec1paz1one circa 2 3 dei giovani, ritiro
spirituale due volte all'anno
Gli incontri regionali hanno una partec ipazione media di 30 persone.
Impegno nella missione.· Catechesi- attività all'interno dei gruppi gio vanili parrocchiali, nella scuola, nell'ambiente
di lavoro. Campo di lavoro di Codigoro. Partecipazione attiva al laic ato missionario (autofinanziamento raccolta
francobolli, sensibilizzazione presso altri ambienti. corrispondenza con Trelew. ecc.).
Rapporti con SDB o FMA. sebbene i rapporti siano positivi, si sente l'esigenza d1 una maggiore collaborazione
Prev1s1on, buone in quanto i GG hanno fatto una scelta (o la stanno fac endo) che desiderano proseguire e In
quanto c'è una maggiore sensibilità anche presso le Case Salesiane
D1ff1co1ta . alcune presso 11 clero diocesano. in quanto esso teme delle dannose interferenze I GG CC hanno 11
«giornalino .. «Proposta ...
Il Gruppo Centrale ritiene di raccomandare al Cons1gl10 ,spettonale che si lavo11scano quelle circostanze che c onsentano una
maturazione de, singoli gruppi, si che essi possano operare e vivere con vita a sii stante, per una maggiore elf,cacla. come previsto dal
Regolamento apostolico
(Cfr N Reg 23, 4-24 . 1)
NOVARESE - (Alessandria Nov1Ligure. Tortona)
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In questa zona operano tre piccoli gruppi ed alcuni Cooperatori 1< isolati - che son impegnati secondo le loro
possibilità Inoltre alcuni sImpaltzzant1.
Gli inc ontri formativi, sono poco frequenti, ma intensi e vissuti con vero stile salesiano.
La missione viene svolta nella Chiesa locale. con preferenza per la Catechesi dei fanciulli
C'è molla buona volonta, anche se le prospettive non sono ancora ben delineate. Un Insp1egabile disinteresse dI
non pochi SDB e 11 non voler quastI concedere la giusta autonomia ai CC. sono alla base del mancato sviluppo
dell'Associazione in questa regione.
26, 42

3.7 Page 27

▲back to top
PUGLIA - (Brindisi, Cerignola, Molfetta, Ruvo, S. Severo, Taranto, Santeramo.)
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L'analisi fatta su 7 centri l'idea di una regione che - per quanto riguarda la nostra Associazione - è In via di
rinnovamento, e In cui c 'e ancora abbastanza da fare per eliminare la vecchia immagine del cooperatore e dare spazio
al nuovo C.
C'è da notare che la formazione è abbastanza curata e molti Centri partecipano al Corso di qualificazione.
In alcune realzlonl però non s1 accenna a momenti formativi •salesiani ».
La missione del G.C. si attua essenzialmente nell'oratorio e nella catechesi e tutti i gruppi sono abbastanza
Impegnati.
L'interesse e la collaborazione con Il resto della Famiglia salesiana sono buoni tranne che in un gruppo.
La difficoltà più Importante riscontrata è la mancanza di un animatore spirituale fisso e di una assistenza del
Salesiano p1u continua Al riguardo s1 fa notare che la crescita e la maturazione di un gruppo dipende motto dalla
presenza d1 un animatore e assistene spmtuale
Un gruppo lasciato a stesso molto d1fflcllmente potrà fare grossi passi in avanti (pere/o s, raccomandano un maggior impegno
e una maggiore cura nella propria m1ssIone da parte de, delegati loca/, e degli asslstent, per non far fallire g/1 sforzi e le previson, de,
gruppi).
SICILIA - (Acireale, Alcamo, Biancavilla, Barcellona, Bronte, Calatab1ano, Caltagirone, Catania Barriera, Catania
M. Aus , Catania V. T. Greco. Gela, Noto, Nunziata. Palagonia, Pedara. S. Cataldo, Siracusa, Trecastagni, S. Teodoro.).
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Questa regione e presente nel« ramo giovanile» dell'Assoc1az1one in maniera forte e consistente. Vanta una buona
tradizione che ha dato frutti confortanti. L 'analisi mostra pero anche l'esistenza di gruppi eterogenei per formazione e
m1ss1one d1 cui alcuni costituiti molto recentemente.
Per la formazione alcuni gruppi hanno incontri settimanali, altri si incontrano più raramente. Numerosi i convegni
frequentato 11 Corso d1 qualificazione.
Le att1vita sono molte e svariate· dalla catechesi all'animazione liturgica e d1 gruppi nell'oratorio o nella parrocchia.
alla d1ttusione della buona stampa, scarsa l'attività di sensibilizzazione missionaria sia in genere che per la missione d1
Trelew Scarse anche le attività originali (un gruppo opera In un villaggio e In una casa di riposo due doposcuola per
bambini poveri.)
I rapporti con le FMA sono buoni nei gruppi nati presso d1 loro, sono invece assenti in quelli tra gli SDB.
S1 ha l'impressione che qualche gruppo viva ancora In una fase di anonimato e non si decida a fare la scelta a CC
Qualche altro appare privo di entusiasmo
Forse s1 dovrebbe dedicare più sforzo per suscitare gruppi e smgoll nella parte occ,dentate dell'1sola

3.8 Page 28

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SUBALPINA- (Villafranca d'Asti, Torino M. Ausiliatrice, Castagnole, Bra, Nizza Monferrato).
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5 4 13 21 14 13 18 15 93 47 18 23 3 3 2 88 5
L'indagine è stata condotta su 5 Gruppi dei quali più di uno è ancora in fase di assestamento e povero di elementi
va lidi.
I momenti formativi sono quasi ovunque frequenti.
Tuttavia un gruppo dimostra di non essersi sufficientemente formato all'idea della vocazione e della identità del C.
(non comprende pienamente - ad esempio - il significcato della «promessa»).
I gruppi sembrano essere abbastanza attivi: l'impegno nella missione In qualche caso è buono. carente in altri.
Il Gruppo centrale si rende interprete di un'esigenza largamente sentita ne/l"Associazione, ohe cioè nel Piemonte, tanto generoso
di vocazini salesiane nel passato, sorgano numerosi e validi GG.CC. Invita anche qualche gruppo interessato a meglio delin,re la
propria identità e il rapporto con l'Associazione e a prendere slancio e vigore.
TOSCANA - (Firenze, Livorno, Marina di Pisa, Montecatini Terme, S. Maria a Colle.)
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Sono stati fatti buoni tentativi per una presenza sostanziale nel nostro ramo giovanile nella regione Toscana. Lo
sforzo non è stato ancora premiato del tutto, ma sono state poste le premesse per un domani migliore. L'ostacolo
maggiore lo si può individuare nel disinteresse di non pochi salesiani e nella scarsa conoscenza dell'ìdentita del
cooperatore da parte delle FMA, che porta automaticamente a un disimpegno. Gli incontri di formazione, fatta qualche
eccezione, dovrebbero migliorare (solo un centro segue il Corso di qualif1caz1one dell'Associazione).
La missione comprende quasi essenzialmente la catechesi e l'animazione oratoriana
Un rilievo: ,n qualche gruppo l 'età dei giovani cooperatori è troppo alta. mentre scarseggiano elementi d1 eta 18-25 anm.
28/ 4-4

3.9 Page 29

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VENETO OCC. -Cornedo, Maglio di Sopra, Padova Comunità, Padova, M. Aus., Padova Don Bosco, Pegolette,
Rovereto, Trento, Verona, Verona-Lago.)
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77 7
L'analisi dei 1O Centri denota una realtà molto varia e In movimento.
La formazione appare buona eccetto che per alcuni centri in cui secondo I questionari risu lta scarsa la formazione
generale o quella specifica salesiana. I centri carenti su questo punto sono comunque pochi e la maggior parte denota
molto interesse per la formazione
L'impegno nella missione si attua prevalentemente nella catechesi e nell'animaz1one dell'oratorio alcuni Centri
hanno attivlta proprie particolari (es. assistenza ai non vedenti e agli anziani, doposcuola).
I rapporti con la Famiglia salesiana sono quasi generalmente buoni, solo pochi centri segnalano una scarsa
sensibilità nei confronti dell'idea del Cooperatore nelle FMA e SDB.
Le d1fhcoltà principali nei confronti dell'idea del Cooperatore nelle Fl
Le dlff1coltà principali riguardano la presenza del Salesiano animatore che spesso è scarsa, e la mancanza di
tempo da parte dei giovani per Impegni di studio o di lavoro.
Le prev,s,oni sono per una maggiore sensibilizzazione e un maggior numero di promesse.
S1 è notato anche che quasi tutti i gruppi seguiti da FMA mancano di segretano coordinatore che viene sostituito da
una suora Ci si domanda come mai ciò avvenga.
Il Gruppo centrale esorta 11 Cons1gho ,spettor,a/e a r,f/ettere sulla situazione statica d1 alcuni gruppi: non pochi sImpat1zzant1
sembrano da troppo tempo «adag1ars1. senza fare o escludere una scelta a cooperatore.
VENETO OR. - (udine, Camponogara, C1son, Conegliano, S. Donà dr Piave)
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In questa regione è 1n atto un intenso lavoro di preparazione remota e di senslbilizzazrone alla proposta a
cooperatore La formazione è curata, più che al numero si bada alla qualità.
Momenti forti d1 formazione sono gli Incontri estivi a Cencenighe, numerosi e per varie categorie (anche se non
appare dalle relazioni c·e da supporre che sia curata convenientemente la formazione specifica salesiana.)
La missione viene svolta prevalentemente nella chiesa locale. I rapporti con la Famiglia Salesiana dovrebbero
migliorare
Buone le prospettive per una crescita di grupp, e d1 s,ngofl. Ottimo il periodico Giovani Cooperatori Salesiani che s,
rivela un efficace mezzo formativo e di informazione
Il Gruppo centrale crede di poter lare una esortazione incoraggiare; sImpatIzzantl a def,n,re Il proprio rapporti con I Associazione
CC e uscire dal/ anonimato.
29/ 45

3.10 Page 30

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CALABRIA - ISP. CENTRALE - LIGURIA - SARDEGNA
Di queste regioni non figurano nella presente indagine I prospetti numerici ne la valutazione, poiché I rispettivi
Uffici 1spettoriali non hanno o fferto le necessarie ìndIcaz1oni e i dati richiesti
La causa dì tutto ciò è da individuarsi nella particolare situazione d1 ricerca o d1 crescita nella quale esse si trovano
a proprostlo di Giovani CC. Ciò non significa che il " ramo giovanile•. vi è assente del tutto o non è presente nei progetti
dei dirigenti Cooperatori o Delegati.
CALABRIA:un numero non indifferente di GG.CC. opera nelle varie situazioni ma trovano difficoltà a coagularsi in
Centri o gruppi, fatta eccezione del gruppo di Bova Marina.
ISP . CENTRALE: le scarse e pressoché nulle informazioni non consentono d1indicare concretamente la realta, se
esiste, nell'ambito di questa zona del Piemonte. Ciò nonostante si ha notizia dI qualche accenno d1 gruppo nascente o
In cammino verso la quallfìcaz1one di CC.SS.
LIGURIA: il Centro di Genova - Corso Sardegna sembra essere runica realta vera e propria d1 GG.CC. - Sra pure con
alterne vicende il Centro è testimonianza di una possibile crescita anche presso altre Opere salesiane, solo che lo
vogliano I responsabili.
SARDEGNA: vi sono alcune prospettive per un non lontano avvenlfe ma finora non esistono Centri o gruppi
costituiti come tali soltanto qualche G.C.
Emerge precisa la necessità di un approfondi-
mento della spiritualità propria del nostro essere
crlaUanl-saleslanl-lalcl.
Cl lmpegnamo percl6 ad evidenziare ulterior-
mente ed a vivere gll elementi che caratterizzano
tale spiritualità.
In particolare:
- sentiamo la necessità di richiamare la di-
mensione vocazionale della nostra missione;
- ogni gruppo nel vivere la sua esperienza
deve tendere a costruire •Una comunità di fede,
di amore e di preghiera•, alla cui reallzzazlone
ogni Giovane Cooperatore deve sentirsi perso-
nalmente partecipe. Tale comunità deve riuscire
a divenire segno nella realtà della chiesa locale.
(dal «documento fnale»
DEL CONVEGNO NAZIONALE GG. CC.,
ROCCA DI PAPA, 1978)
- A sostegno della nostra «spiritualità del-
l'azione.. riteniamo Indispensabile una specla-
llzzazlone nel nostro servizio al giovani, In parti-
colare a quelli emarginati.
- Tale servizio presuppone Il vivere I valori
della povertà evangelica a livello personale e di
gruppo.
- Riteniamo che si debba approfondire la
vocazione del Giovani Cooperatori nella situa-
zione di fidanzati e di sposi.
(dal «documento finale•
DEL CONVEGNO NAZIONALE GG.CC.,
ROCCA DI PAPA, 1978)
30 4<,

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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PROSPETTO RIASSUNTIVO
REGIONI
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PUGLIA
SICILIA
SUBALPINA
TOSCANA
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7 4 3 6 14 24 7 15 8 30
25 1
22 31 38
4 26 60
3
3 2 5 12 2 1 1 3
7 4 3 6 11 54 4 10 14 18
19 3 16 24 50 86 19 39 55 96
5
5 4 13 21 14 13 18 15
52
3
3
6 22
2
3
10 5 5 8 14 23 5 23 9 37
54
3 11 5 3
34 29
118 50 43 105 218 346 78 135 248 415
167 106 13 37 6 92
144 96 7 13 8 128
72
2 7 1O 3 54
98
51 8 15 8 91
159 62 25 35 22 136
24
8 1 11 3 21
112 54 16 1O 20 68
345 147 25 41 44 279
93
47 18 23 3 88
33
8 3 4 14 22
111 48 36 17 19 77
82
41 28 7 3 79
1440 700 187 223 153 1135
r.AI AARIA " r.FNTRAI E "- LIGIJRIA. SARDEGNA. non fiaurano non avendo inviato i dati

4.2 Page 32

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SpediL In abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
APPELLO Al CONSIGLI DEI CENTRI -
MONDO NUOVO
Nuova serie delle « Letture cattoli-
che» fondate da Don Bosco
« Opporre libri buoni per alimentare lo spirito ed I
cuori di principi morali, che siano di PICCOLA
MOLE per non faticare troppo, e di TENUE PREZZO
per non domandare che un sacrificio leggero» (Don
Bosco - Memorie biografiche, V, 441 , 42).
Questo il pensiero del nostro Fondatore.
Ogni centro abbia la sua riventita di « Mondo
Nuovo» - Molti Cooperatori potrebbero istituirne
una a domicilio, con il minimo di 1O copie ogni nu-
mero (ordinazioni: Cooperatori Salesiani - Uff. na-
zionale - V.le dei Salesiani , 9 - 00175 ROMA).
Quanti avevano già la «rivendita» vogliano in-
viare la cedola di conferma per il 1980, sempre al-
l'indirizzo suindicato.
BOLLETTINO SALESIANO
Ouindlcinale di informazione e di cultuta religiosa
L'edizione d i metà mese del BS è partico-
larmente destinata al Cooperatori Salesiani
Dir ezione e amminist razione: Via della Pi-
H na, 11 11 • C.P. 9092 • 001 00 Roma-Aurelio
Tel. 69.31.341
Direttore responsabile: Enzo Bian co
Redattore: A rmando Buttarelli • Viale dei Sale-
siani, 9 • 00175 Roma - Tel. (06) 74.80.433
Autorizz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 lebbralo 1949
C. C. Postale n. 2-1355 intestato a : Direzione Generale
Opere Don Bosco Torino
C.C.P. 462002 lntnt. a Dir. Gen. Ope,e D. Boaco . Roma
...,..... Per cambio d'Indirizzo Inviare anche l'indirizzo precedente
lASCUOLA
E' ANCHE NOS11IA
CHE FARÀ MIO FIGLIO
OOPO
LA TERZA MEDIA?
PER COOPERATORI E FAMILIARI VACANZE ESTIVE
LUGLIO prossimo - FONTANAZZO -
VAL DI FASSA (Trento)
Anche per il prossimo luglio, come già da
diversi anni, l'Associazione organizza periodi di
ferie estive nelle Dolomiti, e precisamente a
Fontanazzo di Val di Fassa (Trento, m. 1400),
nel « Soggiorno alpino Don Bosco » che ancora
una volta l'ispettoria salesiana «Adriatica»
mette a disposizione.
Informazioni e Iscrizioni: preso i rispettivi
Uffici ispettoriali o presso l'Uffcio nazionale, al
più presto possibile.