Bollettino_Salesiano_197006


Bollettino_Salesiano_197006

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Vogllamo portare I Cooperatori Salesiani
a diventare collaboratori coscienti,
integrali, a fianco di noi, non sotto di noi:
non solo, quindi, fedeli e docili esecutori,
ma capaci di responsabilità apostoliche,
pur sempre d 'accordo e in sintonia col Sacerdote.
DON LUIGI RICCERI
Spedizione ,n abbonamento postale - Gruppo 2° (70) • 2• quindicina
EDIZIONE PER I DIRIGENTI
A. XCIV. N. 6 • MARZO 1970. DIREZIONE GENERALE 10100 TORINO . VIA MARIA AUSILIATRICE, 32. TEL. 48. 29. 24
Prospettive nuove per l'Associazione
Importante incontro di studio
per un rinnovato impegno delle
F.M.A. nei Centri Cooperatori
Roma, 24-26 febbraio. Nella sede
dell'Istituto internazionale Maria Au-
siliatrice (Direzione Generale delle
Figlie Maria Ausiliatrice) aperto dalla
Rev. Madre Ersilia Canta, Superiora
Generale, e presieduto dalla Consi-
gliera Generale Madre Letizia Gal-
letti, si è svolto l'incontro, da tempo
desiderato, delle Delegate Ispetto-
riali dei Cooperatori (Italia), pre-
senti il Vicario Generale del Rettor
Maggiore per le F.M.A. don Giu-
seppe Zavattaro e il Delegato Na-
zionale don Buttarelli.
Il Convegno ebbe lo scopo non
tanto di esaminare la «realtà Coope-
ratori•> nei centri (oltre 300) cmati
dalle Suore salesiane, quanto di in-
dividuare una linea chiara di impe-
gno per i Cooperatori, una linea che
non implicasse semplice collabora-
zione o prestazione di un servizio
(ché questo c'è sempre stato, gene-
roso, aperto, disponibile), ma assun-
zione di precise proprie responsa-
bilità e la coscienza che i Coopera-
tori sono affidati allo zelo apostolico
delle due famiglie di Don Bosco.
Sembra che l'effetto desiderato
sia stato, almeno in gran parte, rag-
giunto, come apparirà anche dagli
atti del Convegno di cui qui appresso
diamo una breve sintesi. Questo ap-
punto era il desiderio espresso anche
dal Direttore Generale don Fiora,
il quale cosi aveva telegrafato: «For-
zatamente assente auspico approfon-
dito studio cordiale collaborazione
assunzione precise proprie respon-
sabilità per potenziamento opera
autenticamente salesiana affidata no-
stre due Famiglie».
Le F.M.A. pertanto considere-
ranno i Cooperatori non come un in-
teresse dei Salesiani, ma come parte
viva del loro apostolato, una attività
propria della loro famiglia religiosa.
Si realizzerà cosi una vera comu-
nione salesiana: quella delle due fa-
mi~lie religiose insieme ai Coopera-
ton, vivendo nello stesso spirito,
seguendo gli stessi orientamenti, com-
partecipando agli stessi utili spiri-
tuali. I laici Cooperatori poi, in un
rapporto, che si farà sempre più in-
timo con i salesiani e le F.M.A.,
prolungheranno nel mondo l'aposto-
lato salesiano, nel solco unico della
missione ~iovanile-popolare affidata
dallo Spinto Santo a Don Bosco.
Al vertice la responsabilità del-
l'Associazione sarà sempre del Supe-
riore salesiano che sarà anche il supe-
riore dei CC. Ma i rapporti tra le
tre istituzioni salesiane saranno ispi-
rati alla corresponsabilità, che assi-
curerà l'unità e l'unione delle forze.
La linea déi lavori fu la seguente :
- tre relazioni: I Cooperatori, oggi -
La Delegata Jspcttoriale - I Gio-
vani cooperatori;
- tre grnppi di studio sul primo tema
considerato fondamentale punto
di partenza;
<< co11clusio11i * di principio e pra-
tiche, per un concreto lavoro,
almeno a titolo sperimentale;
<• norme » ben definite per rego-
lare i rapporti tra i due uffici
ispettoriali e quindi con i centri.
La presenza della Superiora Ge-
nerale ad inizio del convegno e della
Consigliera Generale incaricata del
settore CC. durante tutti i lavori,
fu una valida dimostrazione dell'im-
portanza che l'Istituto F.M.A. dà
a un lavoro di animazione e cura
dei centri.
Nelle pagine che seguono ripor-
tiamo alcune idee evidenziate nelle
relazioni e nei gruppi di studio. 17

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a) I COOPERATORI OGGI dalla relaz ione di suor Carolina Kreutzer
- Carisma salesiano : dono dello
bri, nell'esercizio della carità verso - Don Bosco in.'Via i CC. alla gio-
Spirito Santo alla Chiesa in Don
il prossimo, con preferenza per la
ventù.. Sembra dire anche a loro
Bosco e nei suoi figli, per la vita,
la missione e la santità della Ch.iesa
gioventù bisognosa.
la storica frase: << Aiutatemi a sal-
vare anime perché ho deciso di
stessa; si potrebbe chiamare per-
ciò <1 volto salesiano della Chiesa».
Il cooperatore è partecipe di que-
sto carisma.
I CC.SS. laici esterni a servizio
della Chiesa: vera e propria voca-
zione, grande disegno di Don Bosco,
che appare quanto mai attuale e
non cedere. dovessi anche cadere
sul campo».
Bisogna approfondire l'audace di-
segno di Don Bosco sui CC. e
- Fine principale dell'Associazione valido, se si pensa a quanto oggi il
aiutarlo a realizzare il suo pro-
CC. : la perfezione dei suoi mem- Concilio ha detto sui laici.
getto.
b) LA DELEGATA ISPETTORI.A.LE - PROFILO
Riportiamo quasi integralmente la
relazione svolta da Jlfadre Letizia
Galletti, cui è affidato ìl settore CC.
Sono lieta di affrontare un tema
che, per sua natura, suggerisce una
revisione personale sulle proprie re-
sponsabilità. Spero cosl di rendere
un duplice servizio:
ali'Associazione CC. che ha bi-
sogno di elementi dirigenti attivi
e ben preparati;
alJe mie care sorelle, particolar-
mente se sono state chiamate da
poco tempo in questo solco, per-
ché troveranno un orientamento
per il loro lavoro nel sintetico
profilo che tratteggerò.
L'Ufficio della Delegata Ispetto-
riale CC. è uno dei più delicati che
le Superiore possano affidare ad una
Suora.
L'opera delle F.M.A., in questo
campo vasto e fiorente, è una cor-
diale e generosa collaborazione per
il buon funzionamento dei Centri
eretti presso le Case dell'Istituto.
Al coordinamento di questa collabo-
razione, in campo internazionale, pre-
siede una Madre del Consiglio Gene-
ralizio; nell'ambito dell'Ispettoria pre-
siede L'Ispettrice che, per i suoi mol-
DELEGATE ISPETTORIALI COOPERATORI
PARTECIPANTI AL CONCORSO
ISPETTORIE
DELEGATE
Centrale
Alessandrina
Em i l iana
Ligure
Lombarda << Sacra Famiglia>>
Lombarda<< Madonna S. M onte»
M eridionale
M onferrina
Napoletana
Novarese
Piemontese
Romana
Sicula «S. Giuseppe»
Sicula « M adonna della Lettera»
Toscana
Veneta «Angeli Custodi»
Veneta « Maria Regina>>
V ercelle se
Sr. Ghezzi Letizia
Sr. Cavalli Dorina
Sr. Broggi Giuditta
Sr. Foglino Agnese
Sr. Tosi Rosetta
Sr. Petrinetto Emma
Sr. Ragosta Franca
Sr. Pelizzari Pierina
Sr. Griffi Filomena
Sr. Castano Elena
Sr. Pianano Margherita
Sr. Giannantoni Michelina
Sr. Pironti Maria
Sr. Catalano Grazia
Sr. Amadori Pier ina
Sr. Zoso Emilia
Sr. Kreutzer Carolina
Sr. Quarleri Ca rmela
Regolatrice: Sr. Maria Rampini
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teplici impegni, delega una Suora.
Chiamata a svolgere un tale com-
pito, la Delegata Ispettoriale entra
in rapporti diretti di lavoro con;
- il Delegato Ispettoriale e le De-
legate locali,
in relazione d'intesa con:
- le Superiore e le Direttrici delle
singole Case.
Attraverso uno studio dei suoi
particolari atteggiamenti in queste
diverse situazioni, mi pare, almeno
in parte, di poter tratteggiare un
profilo ideale.
Aperta, intelligente, pronta al dia-
logo, la Delegata Ispettoriale deve
tenersi in cordiale relazione d.i lavoro
col Delegato Ispettorialc.
Con lui deve adattare all'ambiente
le varie iniziative generali proposte
dagli organi centrali; con lui deve
concordare il piano di lavoro annuale,
programmare i turni di Esercizi Spi-
rituali, le giornate di studio, i con-
vegni ispettoriali e zonali, ecc.
Saggia e prudente, darà il suo con-
tributo di pensiero e d'esperienza
tenendo presente che la sua opera
ha solo il carattere di collaborazione:
il potere decisionale vero e proprio
non le spetta...
Autorità è servizio: la Delegata
Ispettoriale sarà, per le incaricate
locali, sorella buona e affettuosa.
Mediante convegni e circolari le
terrà informate del lavoro da svol-
gere, le seguirà nella realizzazione
delle varie iniziative, le sosterrà con
la parola e l'esempio. Ne studierà i
temperamenti, ne scoprirà le capa-
cità, ne potenzierà le risorse inte-
riori da cui parte ogni vera azione
apostolica.

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La sua attività stirnolatrice non
può prescindere da una visione con-
creta dell'ambiente in cui sorgono i
Centri. Una città o un paese, un
gruppo d'élite o un'associazione di
membri modesti, presentano fisio-
nomie particolari, hanno esigenze e
rese completamente diverse.
La Delegata Ispcttoriale deve agire
con saggezza e comprendere le si-
tuazioni in cui può trovarsi una in-
caricata locale, incoraggiarla, con-
sigliarla, sostenerla con la sua bontà.
Nelle immancabili delusioni del-
1'apostolato, nelle difficoltà inscin-
dibili da ogni iniziativa, essa deve
poter ricorrere alla Delegata Tspetto-
riale con fiducia e certezza di rice-
vere un aiuto efficace. Aiutare non
vuol dire certamente fare e sostituirsi,
ma rivedere insieme, illuminare, istra-
dare.
La formazione delle incaricate lo-
cali deve essere uno degli impegni
più cari alla Delegata Ispettoriale:
i frequenti cambi di personale nelle
Case, infatti, comportano l'inseri-
mento di elementi sempre nuovi nel
campo dei CC. Sarebbe auspicabile
che nella designazione delle incari-
cate locali potesse collaborare con
l'Ispettrice.
A tutte è bene che ricordi il dovere
di lavorare seriamente senza dare
eccessivo valore a ciò che è forma
esterna, ma a ciò cbt: costruisce nel
profondo dell'anima la convinzione
e la coerenza cnstiana. Richieda
perciò, nelle relazioni chiarezza e
verità, e, nel redigere la 1elazione
annuale dell'Ispettoria, tenga lei stes-
sa la medesima linea.
Qualora le suore incaricate lo ri-
chiedessero potrà accettare di recarsi
nelle singole Case, per un incontro
con i CC. Questo tipo di raduni brevi,
ben organizzati, simpatici, SU$Citano
entusiasmo e creano un clima vera-
mente salesiano.
La Terza Famiglia dipende giuri-
dicamente dalla Congregazione Sa-
lesiana: quindi solo da questa fonte
giungeranno alla Delegata I~petto-
riale le direttive per il lavoro da svol-
gere. La sua dipendenza religiosa,
tuttavia, le suggerirà, con le Supe-
riore e con le singole Direttrici,
quelle relazioni che sono indispen-
sabili per creare l'intesa necessaria
allo sviluppo pieno di un'opera.
Esporrà quindi all'Ispettrice i suoi
impegni, i viaggi da fare, le giornate
da organizzare: le clùederà aiuto e
consiglio per meglio riuscire...
Accenno soltanto ad altri suoi
compiti.
Si formerà una vera cultura sul-
l'organizzazione e i fini dcli'Associa-
zione e ~i terrà aggiornata leggendo
attentamente circolari, documenti,
pubblicazioni.
Lavorerà perché nelle comunità si
crei una mentalità esatta a proposito
dei CC., e si correggano eventuali
errori in proposito.
Particolarmente si prenderà cura
delle case di formazione, perché
dalle nuove leve i CC. siano cono-
sciuti, stimati e amati.
Parteciperà, se è il caso, ai turni
di Esercizi per Cooperatrici, ai ra-
duni dei consiglieri locali, alle gior-
nate di studio e a qualunque altra
manifestazione alla quale sarà invitata.
Raccomanderà alle incaricate che
i nuovi CC. si iscrivano dopo seria
preparazione e dopo un periodo di
frequenza, a modo di tirocinio.
Sarà sua cura l'aggiornamento al-
meno annuale dell'archivio.
Avrà cura che i pellegrinaggi siano
preparati in un clirna di fervore e si
realizzino in una serena atmosfera
ricca di spiritualità.
In fondo lo stile della Delegata
Ispettoriale nelle sue varie relazioni
potrà sintetizzarsi cosl:
Sempre, con tutti, sarà religiosa,
disponibile, impegnata, compren-
s iv a.
Concludo: da quanto ho esposto
mi par di poter dedurre un pensiero
semplice ma chiaro. Se vogliamo che
i nostri Centri siano veramente nella
Chiesa una forza viva, è necessario
che noi, per prime, ci impegnarno
generosamente in una testimonianza
di fede, di sacrificio, di dedizione.
e) GIOVANI COOPERATORI dalla relaz ione di suor Rosetta Tosi
Ci troviamo di fronte a un pro-
blema alquanto nuovo: come repe-
rire le nuove energie, come inserirle
nella nostra Associazione, come va-
lorizzarle? È quanto ci si chiede oggi.
La risposta fluisce facile e serena
<la due fonti di indiscussa impor-
tanza: Don Bosco e i Decreti Conci-
liari.
Nel tempo storico in cui viviamo,
ciascuno di noi è persuaso della pre-
minenza dell'apostolato associato ri-
spetto a quello, pur sempre valido
e necessario, dell'apostolato indivi-
duale. L'apostolato associato è fatto
secondo le esigenze di oggi; l'oggi
rifiuta il pacifico tradizionalismo,
l'oggi è dinamico.
È interessante studiare in Don Bo-
sco e nei Decreti Conciliari le formule
più adatte per scoprire un modo
moderno di dare Cristo alla gente.
li nostro santo Fondatore ha pre-
corso i nostri tempi, un secolo fa,
quando ha dato vita a molteplici atti-
vità, specie in favore d_ei giovani.
Nelle Memorie Biografiche si legge
che egli, nella sua vita, non cessò
mai di caldeggiare e favorire in tutti
i modi e a tutti i livelli l'unione dei
buoni, e in particolare dei giovani,
a scopo di apostolato, soprattutto col
catechismo, con la stampa e con opere
caritative.
All'inizio dell'opera degli oratori,
nel 18+1, Don Bosco incominciò a
circondarsi di sacerdoti e di laici che
lo coadiuvavano nella cura dei gio-
vani che accorrevano a lui. In seguito
l'esperienza lo portò a farsi aiutare
dagli stessi giovani, scelti fra i rni-
gliorì e i più generosi dell'oratorio.
Il Regolamento dice che chi si
iscrive deve aver compiuto 16 annj
di età, dare garanzia di vita cristiana
e desiderare di cooperare secondo le
proprie possibilità alla salvezza delle
anime, nello spirito di Don Bosco.
È chiaro quindi, che Don Bosco in-
tendeva rivolgere la sua attenzione
anche alle forze giovanili e invitare
i giovani buoni a iscriversi.
Giovani capaci di donazione gene-
rosa ce ne sono oggi ancora molti,
ma bisogna saperli individuare.
Direi: più che rivolgersi di prefe-
renza all'esterno, è bene cercare fra
le nostre Exallieve migliori quelle
che danno una certa garanzia di con-
tinuità nell'apostolato e che hanno 19

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già una formazione di base LU armo-
nia con gli insegnamenti cli Don
Bosco.
La formazione spirituale specifica
verrà gradatamente attraverso espe-
rienze, colloqui, ritrovi, scambi cli
idee. La fonte migliore a cui attin-
gere è proprio qui: la sezione Exa1-
lieve. Non temano le Suore addette
alle Exallieve cli perdere i loro mi-
gliori elementi. Devono anzi essere
fiere di offrire all'Associazione, per
una opera altamente sociale, energie
che altrimenti resterebbero non del
tutto sfruttate, tanto più che tra le
Exallieve risulta che ci sono alcune
adatte per le attività proprie delle
Exallieve e alcune invece più desi-
derose e dotate per lavorare secondo
i fini e i programmi dei CC.
E come impegnare le future gio-
vani Cooperatrici ? Bisogna farle la-
vorare, «far fare>>; questo è anche
un mezzo per tenerle legate all'As-
sociazione.
Si potrebbe vedere, nei vari centri,
quali attività urgono, specie nella
parrocchia, nelle varie zone che ne-
cessitano del nostro intervento e
indirizzare l'aiuto necessario: per
esempio, primo fra tutti l'assistenza
ai bambini, il catechismo, le ripeti-
zioni, ecc., affidando a una Coopera-
trice responsabile il compito di man-
tenere informato il Centro a cui ap-
partiene, e cli riferirsi a questo per
consigli, aiuti, ecc., e implicitamente
dare l'incarico di individuare nuovi
elementi idonei.
Per un cordiale inserimento delle
CC. giovani nel Centro potrebbe
giovare un incontro periodico con
le adulte, anche solo trimestrale (non
è possibile che sia più frequente,
dati gli impegni pastorali che esse
hanno), nel quale, mosse dallo zelo
per la gloria di Dio, le giovani Coope-
ratrici e quelle non più giovani, met-
tano in comune le esperienze posi-
tive cli bene effettuate nel periodo
trascorso, e traccino le linee di un
p_rogramma per il trimestre succes-
sivo.
Mi pare che sarebbe ancora neces-
sario che i membri dei vari centri si
conoscessero più profondamente, in
modo da potersi aiutare a vicenda.
Nell'organizzazione del nuovo nu-
cleo si dice che non è bene ci sia
una programmazione particolareggiata
perché non si possono imporre strut-
20 rure dall'alto, ma bisogna noi inse-
rirci tra i giovani senza dare loro la
impressione di volere dettar legge.
Ascoltarli e accontentarli fin dove è
possibile, quindi. Non è consentita
un'azione di massa; è preferibile il
colloquio personale, l'ascolto del-
l'individuo cosi come è, coi suoi
problemi e le sue possibilità cli dona-
zione. Ogni colloquio dovrà partire
da un piano umano per ascendere a
un piano cli fede. Dopo una forma-
zione teorica di base, è necessario
spingere i giovani subito all'azione·,
poiché l'apostolato, il dono di sé,
sono per se stessi efficace scuola di
formazione.
La materia di discussione in un
gruppo giovanile oggi deve riflettere
gli interessi del momento che il gio-
vane vive abitualmente, deve evitare
cioè l'artificiosità e l'estraneità dei
contenuti. Il giovane cooperatore deve
essere dinamico, attivo e aperto, mis-
sionario, cioè capace di galvanizzare
gli altri, irradiare simpatia e con-
vinzione.
Tutto questo suppone una base
solida: vita di fede e testimonianza
della carità, della povertà, della ret-
titudine morale.
Forza catalizzatrice dei gruppi:
la Parola di Dio e i Sacramenti, cioè
vita autentica di grazia.
I modi di attuazione dell'opera
apostolica sono vari quanto è vario
il mondo giovanile, l'ambiente e le
situazioni in cui i giovani si trovano
inseriti. L'importante è che si realizzi
veramente una circolazione di valori
perché può essere anche relativa-
mente facile avviare un gruppo, ma
è sempre difficile tener viva l'anima-
zione umana e sopr annaturale neces-
saria perché esso realizzi gli scopi di
salvezza per cui è sorto.
Ogni nostro nuovo gruppo deve
avere le caratteristiche particolari
volute da Don Bosco, cioè: spirito
di carità operosa (Don Bosco non
esigeva molto in materia di pratiche
religiose, si teneva all'essenziale:
S. Messa, Sacramenti, devozione
alla Mado.nna, ma faceva lavorare
con fede, speranza e carità), spirito
di carità giocondo (l'allegria alber-
gava in lui ed emanava da lui), spi-
rito di carità indipendente (supe-
riore cioè a giudizi e pregiudizi).
Gruppi di studio furono tre e
approfondirono la prima relazione,
studiando questi aspetti:
- come interessare la Comunità al
problema CC;
- attualità e validità della (I propo-
sta CC.>>;
- mezzi di formazione e criteri di
accettazione.
Alcune tra le idee emerse:
GRUPPO: se il centro CC. è as-
sunto come opera propria delle
F.M.A. allora tutta la comunità si
fa carico cli esso e ne diviene respon-
sabile.
La comunità deve sapere bene chi
è il Cooperatore, che fine si propo-
ne, ecc.
Una o due delle conferenze setti-
manali alla comunità potrebbero trat-
tare questo argomento.
Per sensibilizzare le nuove gene-
razioni sarebbe efficace cominciare
dal personale che inizia la vita reli-
giosa: aspiranti, postulanti, novizie,
juniores... Venendo a conoscere bene
i CC. ne faranno edotti i loro parenti
e le giovani arniche, che potranno
domandare di far parte della Fami-
glia salesiana.
Occorre però che dalla Ispettrice
e dalle singole Direttrici parta il via
a questo lavoro di sensibilizzazione.
GRUPPO: in una società come la
nostra che subisce il fenomeno di
secolarizzazione e dissacrazione, con
capovolgimento totale dei valori, i
CC. possono divenire una testimo-
nianza cristiana autentica, perché
sono stati istituiti come vincolo di
unione tra i buoni, per il trionfo della
carità.
I CC. sono per la gioventù. Mai
come oggi questa è stata bisognosa di
vera educazione. La missione giova-
nile-popolare salesiana è assunta
anche dai CC.
Se valido è lo spirito salesiano e il
metodo pedagogico di Don Bosco,
sarà valido anche l'apostolato CC.
La semplicità cli strutture, i pochi
impegni associativi, la possibilità di
un ampio apostolato di presenza e di
animazione, fanno dell'Ass. CC. una
<< formula apostolica >> gradita e ac-
cettabile.
GRUPPO: si ribadisce la neces-
sità che chi aspira a essere Coopera-
tore sappia a che cosa va incontro
e quali impegni assume. Quindi
iscrizione cosciente, maturata, per-
sonale e non in massa, senza fretta.

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Formare l'aspirante Cooperatore,
con colloqui personali, avviandolo alla
meditazione del Vangelo e alla Li-
turgia, aiutandolo a inserirsi nella vita
parrocchiale e nell'ambiente di lavoro,
con slancio cris:iano.
Conosca lo spirito e la vita di
Don Bosco, la natura e il Regola-
mento dell'Associazione; legga il Bol-
lettino, frequenti prima dell'iscrizione
il centro, per un conveniente periodo,
e si eserciti nell'apostolato indivi-
duale o di gruppo.
Dia garanzia di serietà morale e di
perseveranza; l'età sia normalmente
non inferiore ai 18 anni.
Il senso di praticità e concretezza
che fu caratteristico dell'incontro,
col dissipare dubbi, chiarire situa-
zioni e suggerire soluzioni, portò
a delle conclusioni elaborate dalle
Delegate lspettoriali e approvate da
Madre Galletti.
CONCLUSIONI FINALI DELL'INCONTRO
1. Coope,t•atori
e 1·appo11o F M .A. - CC.
Le F.1\\1.A. riaffermano che l'As-
sociazione CC. è una risposta io atto
della Famiglia salesiana alla mobilita-
zione dei laici promossa dalla Chiesa
post-conciliare.
Essa è valida ancor oggi perché
validi sono lo spirito e il metodo edu-
cativo salesiano; è attuale perché
tale è l'impegno tra i giovani, e per-
ché l'apostolato associato, segno di
comunione cristiana, è garanzia di
migliori risultati e per questo racco-
mandato dal Vaticano I I.
L'Associazione è affidata alla re-
sponsabilità dei Cooperatori stessi.
Ne sono Superiori il Rettor Maggiore
dei Salesiani e i suoi rappresentanti.
Si afferma però che l'Associazione
stessa è da considerarsi come opera
anche dell' Istituto F.M.A., allo stes-
so livello dei Salesiani, con i quali le
Suore operano animate dall'identico
spirito apostolico carismatico ecclesia-
le, convergente verso gli stessi intenti.
:.?. Se11sibiUzza1·e le Comunità.
Si rende conseguentemente neces-
sario avviare un'opera di illumina-
zione perchè tutte le comunità F.M.A.
approfondiscano il genuino concetto
di Cooperatore e si aprano correspon-
sabilmente a questo salesianissimo
tipo di lavoro.
3. Repet'im.ento, accettazione e
fonnaz ione dei CC.
Le F.1\\/I.A. si impegneranno:
a reperire fedeli potenzialmente
atti a essere Cooperatori; a formarli
con adeguati mezzi ascetici e aposto-
lici; a garantire la loro idoneità al-
l'accettazione, dopo un conveniente
periodo di preparazione cristiana e
salesiana.
Riterranno particolarmente idonee
le Exallieve e le animatrici dell' Asso-
ctazione e dei Centri giovanili, le
quali, una volta maturata una co-
sciente adesione ai CC., arricchi-
ranno spiritualmente il settore in cui
svolgono il loro apostolato.
4. l<'ormazione g,·u11p'i « Giova11i
Coope-rato1·i >>-
Le F.M.A., avendo a se stesse chia-
rito che un Centro Cooperatori, come
gruppo di laici impegnati nell'apo-
stolato, è dichiaratamente aperto alla
gioventù, si impegnano a curare l'isti-
tuzione di centri o gruppi giovanili
(anche misti), sia per animare apo-
stolicamente i gruppi esistenti nelle
loro opere, sia per realizzare forme
di apostolato adeguate alle esigenze
giovanili.
5. Norme pm•t-icolm·i da concol'-
da1·si , regoleranno i rapporti tra Su-
periori e Dirigenti dei CC. e le
F.M.A., ai vari livelli.
UN LIBR INTERESSANTE MA PURTROPPO INTROVABILE
rt Contro - Inchiesta a Ro m a (1967-1968) - Documenti sul celibato Sacerdotale" - di F. d. P.
fn questo tempo di «follie,> anche sacerdotali, di contestazioni a tutti i livelli e in tutte le sedi, anche in
quelle sacrr c sante dei templi e delle case religiose, questo libro documentatissimo e preciso può illuminare
molti e confortarli - con l'apprendimento di una semplice verità. E cioè gli esagitati e manovrati contestatori
del celibato ecclesiastico, e quindi reclamanti a gran voce... un letto, una moglie, un lavoro e un sindacato, sono
solo una piccola minoranza, un pugno (e lo usano chiuso, quasi sempre nelle loro assemblee più o meno clan-
destine!) di sbandati e di sprovveduti che gridano forte per farsi coraggio, purtroppo assecondati in questo da
troppi silenzi e da troppe acquiescenze gerarchiche. La verità, dicevamo, è un'altra, ed è consolante. Leggete
questo libro, che si avvale di una magnifica prefazione del Card. Felici, Segretario Generale del Concilio, e di
testimonianze preziosissime e commoventi, anche se a volte velate di amarezza e di rinuncia, di centinaia di sa-
cerdoti sia secolari che religiosi, e ve ne renderete conto. I Laicopreti, che prima di gridare e pretendere tanto,
hanno fatto il vuoto sacro dentJ"O le loro anime e i loro cuori, dovrebbero arrossire e ritirarsi nell'ombra a con-
sumare il loro tradimento sacerdotale.
Questo libro, che non è presente in alcuna libraria. anche cattoli~, pub essere reperito presso la Libreria ANCORA Roma
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UNA NUOVA RUBRICA
ESPERIENZE
la nostra Scuola di Formazione a/l'apostolato - nel
cui programma sono previste anche cinque eserci-
tazioni pratiche ogni anno - ci dà modo di cono-
scere, attraverso le relazioni degli iscritti alla formula
per corrispondenza, numerose iniziative ed espe-
rienze realizzate al vivo. Ne pubblicheremo alcune in
ogni numero, perché siano un contributo alla forma-
zione dei consiglieri e stimolo ad agire. Si tratta per
lo più di esperienze normali, che non hanno di per
sé molto di eccezionale, ma appunto per questo fa-
cilmente imitabili.
Un caso disperato?
<1 Exallievo salesiano di età, padre di quattro figli, da
tre a,mi senza lavoro: ecco il caso.
Situazioni simili a me fanno venire il fiato g1·osso : di
primn acchito mi sembrò un uomo già condannato; quindi
inutilefare qualche cosa. Le circostanze erano scoraggianti:
aveva studiato, ma non aveva il diploma; la salute era
precaria e consigl:iava un impiego e non un lavoro manuale.
Impiegato in una cava, fu messo in libertà per la chiusura
della medesima. Venne a mancare il reddito fisso a sei
bocche, e questi non sono tempi ùt cui si viva di rendita:
il lavoro è l'unica soluzione per tutti.
Si presenta a varie ditte. Tutte promettono: «Fra
poco, appena il lavoro aumenterà~- Per tre anni nulla!
Quandò lavorava, aveva messo da parie uua sommetta
per farsi una casetta; in tre amzi era sparita. Aveva fatto
l'impossibile: non valido fisica111e1Jte, aveva fatto il porta-
ba~agli. Ma la volontà non basta di fronte all'impossibilità
fisica : aveva dovuto anendersi.
Il caso mi si presenta disperalo. Dove, come trovare
una soluzione? li proble11ia c'è, si presenta a me, devo
risolverlo. Che cristiana sono, se mi arrendo davanti alle
difficoltà? do,;;'è la mia fede? Quindi sento di dover fare
tutta la mia parte per ricacciare indietro, con tutte le
mie forze, il dramma della disperazione che vuole ù1ghiot-
tire una famiglia intera.
Devo premettere una cosa: durante il corso di questa
esperienza, che fu dura per me, a O_l[IIÌ 11uova difficoltà ho
sentito la tentazione di arrendermi, ma... ho fatto sempre
qualcosa. Dio sa, se volevo liberarmi da questo cruccio:
sentivo che molestava troppo il mio quieto vivere.
Cercai quindi dapprima di confortare il pover'uomo
con tanti bei ragionamenti. J.v.Ti diedi da fare; speranze
me ne diedero molte. Alfa fine, ottenni un bel nulla. E
allora 1u»1 trovai altro rimedio che rivolgem1i a un sacer-
dote, compag,w di scuola del poi,eretto. Speravo che almeno
lui, che aveva tante conoscenze trovasse una soluzione.
Questi, sotto le feste di Natale, gli mandò tlll assegno per
i srwi bambini. Il lavoro gli venne prom~-so da una ditta
22 per l'anno nuovo.
A questo punto sentii un gran sollievo per essermi libe-
rata del caso. Mi ero sentita .ttanca di aver aiutato a pa-
role, più che a fatti. E pensare che si trattava di un uomo
che era alle soglie della ~:fiducia e della frustra.zio ne totale.
Troppo comodo per me! Infatti un giorno mi risvegliò
una telefonata delle suore, die mi mise davanti a una
situazione che le ore avevano reso gravissima.
- Ma faccia qualunque cosa - risposi. - Non cerchi
assolutamente l'impiego, accetti qualsiasi lavoro !
Queste le mie comode parole, espressioni di gellte che
ha alle spalle un benessere assicurato. Però... andai a
trovarlo : pelle e ossa, occhi lucidi, stremato fisicamente,
ma più moralmente. Dentro di me sentivo una voce che mi
diceva: «Quest'affare è stato proposto a te. L'uomo è
stato posto alle tue costole, di te, che non manchi di nulla.
Sei lu che lo devi aiutare)). Non era difficile sentire che
questa era la voce ammonitrice di Dio. Non l'avrei sentita
solo se non l'avessi voluta sentire.
Fortunatamente per me, l'ho sentita. Ancora una volta
mi sono mossa. C'era ancora una possibilità su cui ripie-
gare: mio fratello, capo reparto in un'azienda. Ne parlò
co11 1m dirigente del complesso. Questi sentì (o qualcuno
glielo fece sentire?) che c'era bisogno di un guardiano
proprio in un magazzi1w di sua proprietà. In tre giorni
1o assunse. Il miracolo era compwto. Il pane per quelle
sei bocche era assicurato.
Ora i.o penw: e se non mi fossi mossa a battere a quel-
l'ultima porta? E se avessi risposto che ,wn avevo tempo?
Che avevo altri fastidi? E che quùuli <1 si arrangiasse»?
Mi pare di dover concludere che il caso si presentava
1110/to difficile, però non era disperato: ... almeno nei piani
di Colui che ha imposto a me di trovare la soluzione.
Quel poveretto e tutta la ma famiglia mi mandano wi
sacco di benedizioni: e queste sono di quelle che attaccano
certamente.
Ora ringrazio Chi mi ha fatto toccare quasi e<m IIIOJW
c/ze per la carità cristia11a 11011 c'è mai un caso veramente
<• disperato ij,
DIZIONARIO BIOGRAFICO
SALESIANO
Pochi mesi fa l'Ufficio Stampa Salesiano ha pubbli-
cato un volume di 400 pagine a formato gigante. È
intitolato DIZIONARIO BIOGRAFICO SALESIA-
NO. I compilatori, don Eugenio Valentini e don Amedeo
Rodinò, con l"aiuto di 32 collaboratori, l"hanno offerto
alla nostra famiglia con questo preciso scopo: perché
il ricordo dei salesiani defunti non venga cancellato
dal tempo.
11 Rettor Maggiore don Luigi Ricceri, dopo aver sfo-
·gliato la prima copia del volume, ha scritto: « Per molti
il volume susciterà care e gloriose figure del passato,
mentre i giovani potranno rendersi conto del buon la-
voro fatto in questi cento anni da tanti r.semplari con-
fratel li nelle più svariate attività e nei luoghi più diversi.
Per tutti il volume è una galleria che ci fa presente
la lunga schiera di coloro che hanno edificato la Con-
gregazione. Farà del bene a tutti)>.
DIZIONARIO BIOGRAFICO SALESIANO
L. 2800 (spedizione raccomandata compresa).
Rivolgersi a: Ufficio Stampa Salesiano,
via Maria Ausiliatrice, 32 - 10100 Torinr
c.c .p. 2/1355

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VITA DELL'ASSOCIAZIONE
GIORNATE DI STUDIO
« PER UNA MAGGIORE
PRESA DI COSCIENZA »
Sicilia Occidentale: 14-15
febbraio, a Palermo, due giorni per
consiglieri locali.
Sicilia Orientale : 1° marzo a
Catania e un'altra programmata
per il 5 aprile (tutte e due per
consiglieri locali).
I spettoria Adriat ica: giornate
° di studio per consiglieri locali:
Marche, 1 marzo. Umbria, 8 mar-
zo. Romagna, 15 seguente.
Emilia : programmata la «due-
giorni » per consiglieri locali per il
16-17 maggio. Si terrà a Fiorano
Modenese.
Calabria: degno di essere addi-
tato all'esempio dei Consigli lspet-
toriali il calendario elaborato dal
Delegato lspettorìale don Coin, per
le giornate di studio.
La situazione geografica della
medesima non consente incontri a
largo raggio. Ma forse questo è
prowidenziale, perché consente un
lavoro più capillare e una maggiore
partecipazione. Gli incontri si sono
già svolti a Bova, Reggio, Melito
P. S., Gallico S., Rosarno, Vibo V.,
Villa S. Giovanni.
Ancora una volta raccomandia-
mo che tutti i centri si impegnino a
svolgere seriamente la loro giornata
di studio sul tema, unico per tutti :
Per una maggiore presa di co-
scienza.
PRO FAMIGLIA
ANTIDIVORZI O
Il contributo che l'associazione
deve offrire alla società italiana per
la difesa della stabilità della fami-
glia, deve essere particolarmente
intenso.
Numerosi i centri che hanno ap-
profondito nella conferenza di
marz::> «le ragioni umane, sociali,
religiose per cui ci opponiamo al
divorzio».
Occorre proseguire e collaborare
con tutti i movimenti e comitati che
stanno sorgendo nella diocesi o
province per un'opera antidivorzio.
L'unione delle forze porterà a suo
tempo i suoi frutti.
Segnaliamo intanto tra l'altro:
Torino: Cooperatori ed Exallievi
hanno organizzato insieme una
conferenza ad alto livello. tenuta
dal prof. Mario Longo.
T erni : il Consiglio CC. ha pro-
grammato alcune iniziative pratiche
per il mese di aprile.
Roma : i CC. hanno aderito a
un'azione concordata tra i vari set-
tori salesiani alla quale daranno tutto
il loro appoggio. Intanto hanno at-
tuato il tradizionale corso per fi-
danzati e un ciclo di incontri per
coniugi.
Per un'attenta lettura e come
materiale per conferenze, indichia-
mo gli articoli apparsi sul Bolletti-
no; febbraio: « Divorzio a/l'italia -
na» e marzo: <r Le statistiche par-
lano chiaro JJ.
L'Ufficio lspettoriale di Milano
(via Copernico, 9) ha curato l'edi-
zione di due pieghevoli a carattere
divulgativo popolare, che mette a
disposizione al prezzo di L. 8 la
copia.
Settore Vocazioni
PER LA GIORNATA
MONDIALE
PRO VOCAZIONI
La giornata sociale di preghiere
per le vocazioni, che si celebra ogni
anno la seconda domenica di Pa-
squa - quest'anno il 12 aprile -
ci richiama a un problema sempre
importante e urgente per la Chiesa
e per l'Opera di Don Bosco.
Si propone questa iniziativa:
far giungere subito, ai Coopera-
tori e alle persone sensibilizzate ed
attive nella pastorale delle voca-
zioni, specialmente ai consiglieri
per l'orientamento vocazionale (che
ancora non lo avessero ricevuto),
il fascicolo Orientare (n. 4) desti-
nato ai collaboratori laici per le vo-
cazioni.
Contiene:
Una guida per l'orientamento
vocazionale della gioventù (quat-
tro fascicoli, i nn. 2, 4, 6, 8 entro
il 1970);
una inchiesta 1970 sulla sensi-
bilità e gli orientamenti della gente
d'oggi per il problema;
spunti per la preghiera, con In-
tenzioni adatte alle iniziative di
preghiera, specialmente per la pro -
mozione e la conservazione di vo-
cazioni sacre;
proposta di un'iniziativa, per sen-
sibilizzare la gioventù, specialmente
nella famiglia, nella scuola, nelle
associazioni;
indirizzi, per chiedere sussidi,
immagini, pieghevoli con la pre-
ghiera dei fedeli, cartoline, striscio-
ni, manifesti, una « mostra» rea-
lizzata con 15 manifesti, ecc.
Inviare urgentemente indirizzi al
Segretariato Salesiano Voca-
zioni, Viale dei Salesiani, 9 -
00175 ROMA. che è anche a di-
sposizione per ulteriori informa-
zioni.
1-3 MAGGIO
CON\\,
CO IG IERI ISPETTORIALI
Ariccia-Roma - Casa Divin Maestro
23

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Spediz. In sbbon. PoS!ale Grupoo 2• (70) 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
s, pubbllc• Il 7• d11/ f1111SII p11r , Coopar111or, Salesi11n,: Il 15
do/ mos11 pt1r i D,r/gtmti del Cooparacorf
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene•
fattori e Amici delle Opere Don Bosco
Direzione e amministrazione: via Maria Au-
siliatrice, 32 • 10100 Torino Tel. 48.29.24
Direttore responsabile Don Pietro Zerbino
Autorlt. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949
Per inviare offerte servirai dal e.e. Postale n. 2-1355
Intestato a: Dlrelt. Generale Opera Don Bosco Torino
Per cambio d'lndlrln;o inviare anche l'Indirizzo p.-.cedante
~
!
o
;.....i(
~
24
Anche nella prossima estate i campi di lavoro offriranno ai giovani
Cooperatori e simpatizzanti l'occasione di un servizio a ritmo pieno per
un loro tirocinio pratico nell'apostolato educativo.
Questo infatti è l'aspetto tipico dei loro campi: mentre si fa l'espe-
rienza comunitaria a sfondo fortemente cristiano, si vive a contatto
con i ragazzi e giovani del luogo, ai quali si tenta di offrire qualcosa
di proprio, quasi a ricambiare l'amicizia e l'ospitalità.
Oltre ai campi organizzati dai Consigli Ispettoriali, ne sono previsti
alcuni a raggio nazionale.
Ecco alcune indicazioni, quasi definitive, riguardanti questi ultimi:
dureranno circa un mese ciascuno e si svolgeranno nel periodo
luglio, 15 settembre;
i campi sono aperti ai giovani membri dell'Associazione, o a~p1-
ranti a divenirlo, di età 18-28 anni;
lavoro per la gioventù e le famiglie: organizzazioni di soggiorni
estivi per ragazzi e gruppi ricreativi; ripetizioni gratuite a domi-
cilio; lezioni di puericoltura ed economia domestica; prestazioni
domestiche; incontri con la gioventù.
Lavoro 11/(lf1uale: costruzione muraria di un'opera di particolare inte-
resse p er i giovani del luogo o di vera urgenza per la collettività.
I partecipanti si autofinanziano con un contributo personale e con il
frutto di un lavoro svolto antecedentemente ai campi.
Località: Cupone di Cerro (Campobasso) - Palma Montechiaro
(Agrigento) - Riesi (Caltanissetta) - Urzulei (Nuoro) - Talana
(Nuoro).
È previsto anche un campo all'estero.
Iscrizioni e informazioni: presso i rispettivi Consigli lspettoriali e
l'Ufficio Nazionale.