Bollettino_Salesiano_196007


Bollettino_Salesiano_196007

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,~so LX\\'" 1\\1.--,u:ao 1 TOIUSO, •• A.PKILE " "
Una luce che non si spegne
~EL CI~QUANTENNIO DELLA .MORTE DI .DON RU'\\.
La lurl' che il 6 aprile 1910 parve sprgner~i Micht•lino Rua s'i..r1.co11trò la prima ,olla cou
nPI cido di Torino e d'Italia, lu.sriando il Don Bosro. Da qud j!:iomo 11011 ~i ~laccò più
mondo « diminuito di -valore » - come fu da lui. srgU<'ndolo in tutte lt" 11en•griuazio11i
snitto duP anni dopo per la seom1mrsa d'un dell'Oratorio. fino all'ultima. che s1•gnò la fine
altro grande - torna a briflan· più viva ..- del triste nomadi,uno ,. l'Pntrata in porto si-
l'uomo, a cinquant'anni dalla ruoi·te, si innalza curo: Valclor1·0. Domenica di Pascp1a dd 1846.
sempre più dove le
Frequentò p.-r ilur
stelle non tramontano.
Il u·n1J10, eh,· tutto
invcsll' ◄' tra...-t"str. ab-
bassa ..- oscura, rirli-
mensiona a sua volLa,
~econdo una lt"ggr tni-
sterio~a della storia, i
Lunedl 29 febbraio ultimo scorso
Sua Santità Giovanni XXIII concedeva
al nostro venerato Rettor Maggiore
un'Udienz:a, nella quale dava alla Fa-
miglia Salesiana nuove prove di una
benevolenz:a straordinariamente pa-
anni. dal '18 al '50.
la scuola dri J?ratelli.
,1a il suo cuore era
llPrnpre ron Do11 Bosco
dw, leggendo 11.cll'av-
v◄•nire del giovanetto.
l'avviò all,, i.tudio del
geni, i santi, gli eroi, terna, e terminava con un'ampia Be- l11tino. « È mrra, iglio50
purificando e sfumando nedlz:lone che lo stesso slg. D.Zlgglottl qu.-1 fanciullv », ripe-
i contMni, drntro i trasmPtte col seguente messaggio: tt>va il maestro Ronza-
quali appaiono agli uo-
nino. E Don Picco.
mini ut>Ua Iure più giu-
professore d'umanità r
sta e più vera. Tuie
di rettorica: 11 Codesto
Don Rua. di cui si po-
~iovane s.i farà avanti».
trebbe ripete.te ciò chr
Così ì!rlichclìno rresceva
un grandc romanziere
sotto gli twchi e la
italiano scrisse di un
guida di Don Roseo chi',
altro santo: « La 1111a
11t>ll'auhu1110 clel ·53,
vita è come un ruscello
col com,cmo della fa-
che. S('aturito li:mpiùo
miglia - povrra e cara
dalla roccia, senza ri-
famiglia via via dcci•
stagnare uè inlurhi-
mata dalle morLi e dallo.:
darsi mai. iu un lnngo
i,trettczzf - lo chiamò
con;o pn Ji\\'en;i tt•r-
con sÈ' all'Oratorfo.
reni. , a limpido a get-
Poco dopo. il 3 ot-
-,,.,~ tarsi uel fiume ».
tohre 1853, ut.'lla ca11•
prlla dei B,·cchi. il
giovane R ua prendeva
~ato a Torino il
l'abito dalll' mani di
9 giugno 1837. a ~◄•ttc
Don. .Bo,,·o. I.a sera.,
armi r◄·~tò orfano di
rirntrando u Torino. il
padre. Una dom1•nica
Snuto, con un gesto
cli autunn.o del 1815.
ormai consuelo, strn-

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dendo In mano eiuislra «' facrndo at lo cli
tagliarla con la d<·•L ra, toru,'t a ripl'l1·r~li:
« ~Pila vita noi due forrmo ~emprt· 11
metà ». E così fu. R11a ora il primo ù'unn
schiera preparata 1wl J<il1·11zio per li.Il di-
segno ant•ura mistcrio~o d1e ~i chiari\\ a n poco
a poco 1·011w il cidn d..!l'alba. F.J!:li •lt·,,o,
fotto la data 26 gcnnnin 1851. segnnà cumt·
in. uu tar1·,i.iuo di guerra, la prima 01wra-
z-ionr hrillantc: la pronwssa, cui sarPhl11• et·•
guito il \\ oto, doll'e1,erl'i:l.io <le-Ila 1:a:rilà , Pr~11
il prosairuo. Era il untul1,. l" il balt1•,inw
insiemt·, tl.-lla nnont S"1·i,·tà. che da rpwl
giorno si disoe « SaJc~inua ».
AHrav:er-o lo l'tuclio. il I.I\\ oro. il ,;a..rilfrio
0
l'
andava
rosi
pre-parando.
roml'
in
una ~cuoia
di guerra. il primo stato maggiore. clw bru-
ciava 1lavrnro Je tapJH'. 11 25 mnggio IH55
Rna. ru-llu <"nrneretta ili Do11 Bosco. t>llll'll <·, a
i priu.ti voti annnali. NPRsun trstiuwnio.
:\\lanrayu p11r,• J'u111il.- 1·otta delle 11111ili c•.-ri-
monie. Lppum fra q1wlle povere mura na-
scc,·a 11uakhc co~a cli grandl'.
li gio\\ allÌ8simo safoRiano vide da cp1el
giorno moltiplicarsi '\\l'rtigino.:,amcntc il la-
voro: m111i~h'11te, inseguant.·. 8c•grctario di Don
Ro.,,eo. addl·tto all'Oratorio San Luigi, fonda-
tore e din·ttorl', insieme 1·011 nomenfro Su\\io.
dc-Ila Compagnia ddl'Imrnacolata. l'•·r,ino
compilatore d'm1 grosi-o manuale cli Storia
sacra. Co!IÌ, rubando il tempo alla not tr· ••
al riposo, passarono il '57. il '58. il '59. ~Jlc~i
nel lavoro pii'a intenso e 1wgli Rtudi tfolugici,
che l'Orupl. con brillanti risultati, in 111111.i
difficili. pre.;so il Seminario ili Torino. In
quci;to modo. a passo di carica_ arrh ù al
giorno della sua ordimiiionc: 29 luglio lll60.
li b4;li1·lto che la i;era del j agm•to. dopo lu
festa cl'l!'»rata all'Oralorio, trovò nella Rna
cameretta. imonava giù
come un 111t·~11aggio e un
programma: « Tu i:edrai,
meglio di 11it•, l'Opera Sa-
,rf65iana t•aliwre i confini
Iialia e stabilirsi iIl
molte parli del mo11do.
Avrai molto tla lavorare ,,
molto da ,offrire. E per
compiere In tua missione,
SP.grii queste linee di con•
<lotta: esemplarità di rii«.
somma prudPn:cL, egu(I/
costtm::a nel lavoro p1>r
la s11l1·1>::a rlrlle animr. pir11a tlocilità 11lfr ispi
ra:i1111i dirinP, guerrll rnntillua al dl'1111111iu ••
runti111111 jìd11ri11 i11 Din ».
Tu qu1•~tl' rigl1e c'è giù, in flintcsi. la 'l<ita: In
«mirahil ,;tn» cli Don H,rn. Alla parola ~·1111iv-a
l'immagiue viva del Patir.- e la forv.a illuminant,•
degli .-,1•111pi. rhe lo Lrmpravauo r prepara, arto
ai coni pii i e alle re~pon~nhiHtà dt>l futuro.
1\\..t '63. infatti, Duu Uu~ro lo unmiua. a
vcnliiwi 111111i. direttorr tlcl primo is1it11to a
MiralwUo. Dw· anrn dnpo è rirlùanra1o II To-
rino. Da allora. per , ,•111'111111i fu il Don Ho~cu
in seconda 11. ml'glio. un nitro Don Rnsc·o a
fianco tli lui nelle sorti gloriose e dolurost•
de-I na~c'PIIU' l~tituto, portando i;enal're
dovunqm•, insieme con la ll·nacia eroica d,•1
la, oro. l'rnt·rgia dolce n1•I governo. il tatto
abilissimo negli affari. la prudenza n•·llr n·-
laziorri. inlìrre, lo slaurio d'uua giovim·zrr.u giÌl
temprata ndl'e8ercizio q11vti1linno di tutti• 11·
, irtù. •1·comlo la tt·slimouiauza in1·1·cq1ihilt·
di Don Uo~co, che in lui a,·rva seopcrto. a
coronanu·nto. il dono <li opnare minH·oli.
l'Ila na giì1 un miracolo la sua stesi-a vita
di lu, oratore, formidal,ilc c calmo, di d~t•ela
austero !' umabile insienJ<'. chL• vide in •1u1•gli
anni allargarsi sempre 11iì1 gli orizzonti tfrlla
Congrrga?iorw («la famiglia miracolosa». C'Olllc
la chiama,a Pio D,). amplìar,i i.I quadro d1·llt•
opere. afli11nn;Ì lo spirito tra~mm,so e impr1·1<so
dal Foadatorr. che potl'va ormai consegnare Il'
leve di 1•omando a chi, ~ulo. poteva rac1•0-
gli1:rnc pirnt1nt('11te l'erediti1 di esempi <i di vii 11.
TI hracC'io di Don Hua. intrecciato. udl'nl-
tima hettcùfaione, con qurllo del Padrr. rui
donava la vm·e. era il segno visibili: che la
consegna (del resto giÌl ratificata con decreto
pontificio d1·l 27 novembre 1884) 11a;;sin a
ormai udlc sue maru. Lu lìac:cola continuava
Torino, 9 11prlle l9l0.
I solennl••lml funerali del
primo Succccr,orediDonllo,co,
il vencrabUc Don Mlch.ele Ru..1.
I V~covl .,cono dalla Ba-
silil"• <Il M11rla AEL,11iarrlcc.

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ad ardl're, trasmessa, come nelle lampado-
forie antiche. da N·oe ad eroe. E brillò l)er
i ventidue anni del su.o Rettorato, rischia•
raudo il cammino e irradiaudo una luce
bontà, tanto più in.tensa e profonda quanto
più eroicamente mortificata e velata dagli
uffici ricoperti e dalle parti, spesso difficili
e ingute. svolte in seno alla Società.
Dopo la scomparsa del Padre, la Congre-
gazione s1:~nò i tempi, si può dire, col passo
ù.i Don Rua: pas~o e cuore di gigante, pronto
ad accorrere dove si ,;offrù o si piange, a
Varazze come a Messina. ad aflrontare lunghi
viaggi in Eu.rnpa, in Africa. in Asia per ri-
trovare i figli, ed entrare, come mediatore
e pacificatore, nei grandi conflitti del lavoro,
come avvenne nel 1906 a Torino, nello stabi-
limento Poma.
E doVllllqne ebbe le accoglienze riservate
ai graudi santi. Papi, come Leone XIII e
Pio X, lo sah1taro:no uomo prodigio.so di
Dio; soVTaui. come quelli di Portogallo, lo
arcolsero nella loro reggia: principi e cardi-
nali si inchinarono davanti all'umile grande
prete; folle d'ogni nazione lo acclamarono
commosse e rjverenti. :Xell'uomo sentivano
il fascino misterioso della sautiLà.
Questo è il titolo autentico di gloria che
lo tra1nanda e raccomanda alla storia: la sua
vita, fatta « regola vivente » e scandita .fino
all'ultimo su W1 ritmo di ordine mirabile e
di lavoro intensissimo; la povertà :umalzata
a ideale eroico di spogliamento e di distacco,
senza, per questo, nulla tli grl'tlO e di angusto;
l'umiltà profonda, clie lo chiuse per oltre
trent'anni in tm cercbio d'ombra, pt>rcl1è
s11lendt>sse la grandezza del Padre; h, pietà,
semplice e schietta, ma costante e solida; la
mortificazione spinta al punto di aggiungere
il cilicio alla povera cru-ne già martoriata,
e di arrendersi solo ad un Papa, San Pio X.
per prnlunga're d'u.n'ora il suo brt>,,e sonno;
la volontà tesa d~cil,amente, senza flessioni
ed esitazioni, verso tutte le forme del bene;
l'ansia per la salvezza dei giovani (che lo
spinse, una volta, a dar loro la preferenza
sulla nnblesse venuta ad incontrarlo); lo slancio
appassionato per le vocazioni (che gli faceva
ripetere sul letto di morte: « Vocazioni, vo-
cazioni!... cercarle 1~ soprattutto consnvaile »):
il senso stesso della misura, dell'e<1uilihrio
che informava tutti i suoi atti, rivelando in
lu.i il perfetto gentiluomo; i doni, infine, >:10-
prannalurali, clie gli apriva.no i segreti delle
coscienze o i misteri del futnro, quando non
si traòucevano in autentici prodigi.
Dentro questo quadro stupendo di virtù
naturali e soprannaturali, si compone e si
ar.IIlonizza la vita e la .fine del Servo di Dio.
Don Rua morì da santo, assistito, nelle ore
estreme, da un altro santo: Don Rinalili.
Era il 6 aprile 1910. Il mondo, abbiamo
dl~tlo, parve « dinrinuito di valore ». cotlle
si vide dalle parole stesse dei giornali d'og:ni
colore. « Torino - emù un oratore nel Con-
siglio municip-ale - deve es~ere gloriosa
d'aver dato i natali ad un si grandt> Sllecessorc
di Don Bosco. Toriuo, oel sentimento della
sna m.is..ionc moderna, deve essere alwra
d'un figlio del suo popolo, che ai figli del
popolo di ogni terra e di qgni lingua disse la
Noi se,itianio dfre l'l1e. t1e11t, scinta Cmnu-
11ione si rice,•e O~ù ('risto. nui non dob-
biau,o pensa1·e chequesto sia solo un ,n<><lo
di flfre, conie se .'fi rkere.'lse Gesù C1·isft1
in ·imnwgi.ue e i11figu1·(1,: nella Cmnunimle
si l"ieeve Ge.'fù C-risto in per·son(I, Gesù
O,·isto vivo e ue,·o conte è in Cielo a.tu,
<lestra ,lei rlivin P<uh•e. In vi'rtit delle pn-
1•0/e <lella t·onsarnizimw, J)<Wole om1ipo-
te11ti 71e1·cltè le p1·onuncia 'il sace·1·d()fe
eterno Ge.<;it Grisfo pe>· bocca riel socel'-
dote celebrante, it 1mne ,·ess<, di esse,·e
pm,.e e si t~o,werte nef {'orpo saerati15si1no
(li Ge,;if C-l"iMo; t'essa, la sostmizo tlel viuo
11el calke e diventa smigue prezio1>isshno
di Gesù Ci•iflto. Pensianw ,ion y1-al!itmliue
e smnnu, ri'i:enmza a questa gninde 1-ealtcì,
affìnchè I.a 11,,stra Pasqua sia j'atta ,·ou
j'ede .<;iure1·a e am,<H·e f/è1te1·oso oonw Ge.o;tì
che ci vieue a l)iSitarc.
su GIOV~kNI BUSCO
santa parola vivificatrice del dovere, del la-
voro, della bontà e della fratellanza umana ».
Solennissimi e degni d'un sovrano i fn•
nt".rali. nel pomeriggi1.1 del 9 aprile, anche se
il carro funebre era quello dei poveri. Un gior-
nale della sera scriveva: « Uoa dinv,strazione
commovente come quella ohe Torino ha trihu-
tato qucs.t'oggi a Don Rna, non s'f' mai vi.sta
in nessuna città d'Ttalia ».
E da t[uella sera il figlio dormì accanto al
Padre per hu\\gl,i anni a V alsalice. Ora giace
ancora vicino al Padre nella cripta di ~aria
Ausiliatrice e 11are che aspetti il giorno, forse
non lontano, quaudo anche lui sarà nella stessa
gloria, avverando così una profezia di S. .Pio X:
« Spero - dis~l' al postulatore Cru·d. SaloLti -
che voi non dimenticherete Don Rua. Vedo in
lui q111·l complesso di virtù eroiche chr fa:u.uo
il Santo. Che grande servo di Dio! La Chiesa
111t giorno se ne occuperà certamente».
E ancora una volta Don Bosco e Don Rua
faranno a metà; e per sempre.

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-
----
::,,.,,. Signore, rivela
'cii g1•1~ quanto ~in
h'èl!o donare un figlio
1,wr 'il divino servi-
z'k1I - Così press'a
pof'o ~i esprimeva 11n
giorno Pio "\\.TI. par•
laudo della vocazione
al h8Cerdoz10.
I primi a godere d<'lla divina chiamata sono
<1uci g<'nitori che. mo"si da viva ll·<le. sen•
I.uno l'animo pieno di gratitudine>, allorrhè
Dio s.i dt•ttrta di vol~ere il ~uo sguurdo alla
loro casa. p,•r chicdPre in terno di M1tlìdcnza:
:lle lo òonate il YO!'tru figlio?
Signore - rispondono - t11 re l'bni
dato e orn ci fai l'onore cli richfrderlo: ma
e;.so è tuo!
Pi·r tale· pronta dk--po,.iidone ci fanno ri-
1•11rdare la mamn1a del profeta Samul'l<·,
Anna, rJ1,l111 qual,• ,.i parla nell'Antico Tt>sla•
ownto. E~sa con lacrime- I' !<Upplichc aveva
domandaio a Dio 11D fi~lio. prom1·ttencl,,,
~.- ••saudita, di farne un regalo a Lui; e con
dw gioia potè un gioruo. prest•ntando il
fi~liolino nl Tt>mpfo, dire rironosceute: - Iln
pregato pt>r aven· q11e,,to fonciull1> e il Si-
j!IIOre t11i ha <'Saudita.; ben volentieri io fo
do1!0 dPI mio Saurnde al Signore!
_l.o~~ i-ar~b?e doloroso ehe .genitori cri•
~t1a1u, 1 quali vi,·0110 sotto 111 legge dl·lr -\\mor(•,
fossero meno ge1lt'rosi delle antiche donuc
eh,·t>l'!
Eppure. se Pio \\..II t>sprimeva qncl 1>uo
voto ardl'ntf', è rwrchè non tutti i ,eenitori
clw si dicono cri-tiani comprendono l'i°t gran-
d1•1.2:a clella divina vocazione p1·r i lnro fì.,liuoli:
~i la.sciano guidare più dai rm•giudizi c~rccnti
rh,· da giusti moth i: alcune> Yolte da falbo
amore, altre da bogni orE::ogliosi, altre an·
cor11 da tlf!Cra:n11.:a di guadagno.
Li conoi-ciamo tutti qucbti « motivi n. che
han valort• bolo quando c'è di mt•i,zo Dio ,.
la 11u~ Chi,•sa: perchè se si tratta di ,·antag!!-'i
umall.L, spe~so non f'i h-a S('rupolo Ji sacrifi•
car,• i fittli... Tristo movente per une vita
che, prima anco_ra che crihtiana. dovrebbe
i:$HCre ragionevole.
Diciamo sì
I figli sono miei!
_Ecco un patire che alla richiei-ta del figliuolo
d, potf'r seguirt: la chiamata al sacerrio:1.io.
si adonta quasi gli si parlasse iJj m1 furto
a suo danno:
- I figli sono miei, - eg:li tlice - e io
solo Df' faccio queUo cht> voglio!
Sì. caro pa1,à, i fi,eli s01.10 l1t0i, ma non
in modo che tu ne poR8a clidporrt: a piaci-
mento: f figli i.ano anime. sono persone.
, edi _que! pa?re clw inutilmente ~i slrnggc
dal drs~deno rii aven~c: fosse p11r ricco, po•
tentt', foRse pure un irnperalor,•, se Dio nh □
glieli dà...
I figli appartt>ngono i,i al padre, ma non in
modo che il donatore - Iridio - non ci
abbia piìì diritto alc11110.
I frc·quentì ussari rhc costellano i ronfìni
dt-llc ".\\azìooi, 11ffcrma110 in muto linguaggio
che am:he la patria ne ,libponc fino alla morte.
E contro i dirilli della patria infrangono i
diritti paterni.
\\ qucbto prohahilmcnte non pensano quei
genitori che hanno paura che la voca~io11c
al ~acerdo:r.io li defrauùi dei loro figliuoli.
- Figlio wio. - di<:t•va un pad.rt• in pianto.
al figlio che, ostacolato m•Ua ~ua vocazioni.',
era c~duto iu pt>ricolose proslraziomi dì
foue
figlio mio, piuttosto che ve,lt·rti
co,iì. preferis1·0 che tu ritorni con Don Bosco.
TOR NO • 0rill1azio11 11c■rdolll1 111 4tl dlacul dtl POQJ11lcll Altntt
Sllesla■o, ,appm1ntanll di 18 nazl11L C1n1'111I fa, le S1cleti Sa·
* leslHo, n1I ••• na,uro, lilVI ua nlo 11urdat1, q111.1t'uno con I
IUII 11 stdnllli taoleglcl dari all• c,1ua 1ev1III sacerdoti.
1:16

1.7 Page 7

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quando Dio li chiama
Ba.stru·ono q,.1este parole perchè il fig:lio
riJìo.r:issc.
:Ma il padre n,on mantenne la prome;isa:
alla richfosta del figlio, rispose nuovamente
cun parole aspre di diniego.
Tosto il male misterioso fece ritorno.
Il medico, richiamato a visitare il ragazzo,
dovette ripetere: - La avverto, come già
le dissi. che suo figlio non ha altro che un
forte dispiacere: lci solo può tTOvare il ri•
medio per tenerlo in vita.
Il padri" tergiversò ancora, poi alJme si
decise: comunicò al malato il permesso di
seg-1ùre la sna vocazione.
E il figlio con voce mesta: - Troppo
tardi, papà, chiamami piuttosto il parroco,
percl1è mi sento in fin di vita.
Difatti moriva il giorno appresso.
E allora quel padre non potè più dir di
no al Signore!
Figlio sacerdote, figlio perduto?
Un altro padre, invece, ba la convim,ione
- chfasà chi glicl'ba messa in testa - che
un figlio prete sia un figlio perduto.
Perduto? in che senso?
Forse pm:chè non grava più sulle spalle
<lei genitori?
Ma questo, sotto un certo aspetto, p11ò
dirsi lllt guadagno.
Oppu1·e nel senso che la famiglia non può
più fare assegnamento su di lui c sul suo
rendimento?
Oh, lo sappiamo tutti il guadagno <'he
danno i figliuoli ai genitori.
La realtà è ben diversa. I genitori si tirano
Ii su i fio-li tra millll fatiche, e poi, quando
ormai hrumo in età da sperarne un aiuto,
si sentorw dire press'a poco così: - Caro
papà e cara mamma, vi sono tanto grato di
quel ~he avete fatto per m e; ve ne ~erl>erò
eterna rir.onoscenza. ma è ormai giunto il
momento che io me.tLa su casa da me. e
quindi debbo lasciarvi....
R talora lo fanno een~a dirlo!
Chi 1n1ò esprimere la sofferenza dei geni-
tori nel vedersi così allontanare ad uno ad
uno i propri :figli, la casa farsi deserta e si-
lenziosa, a padre e madri: tornare a vi·vt:re
in due, comr. all'a[ba del matrimonio, qualldo
gli anni erano lieti di "peranze, mentre ora
si fanno tristi nella melanconia dei ricordi?...
E spesso s11ccede che la triste realtà dia
ragione al proverbio toscano: « Basta un
padre a goveJ"nare cento figlioli e cento
figlioli non bastano a governarn Uit padre ».
SLoria dolorosa, che ai giorni nostri trova
più ampia conferma che nel passato.
Ma il figlio prete non f' mai perduto!

1.8 Page 8

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vere> che non si è fatto prete per far
ricchi i gou.ilori, ma nou tullo a queslo
mondo l1a valore solo per il deuaro che rende.
Chi può dire la gloria che proviene ad una
casa dal figlio sacerdote? Gloria che talora
è tale nel senso più vero d<·lla parnla, perchè
quella famiglia, fino allora umile e ig11orata.
diviene famosa ucl mondo intero. Così le
famjalie di Don Bosco, di San Pio X e di
Pap: Giovanni XXIII dal figlio sacerclote
hanno ricevuto un lustro che umanamente lira
follia sperare.
Ma se anche non sarà così di Lutlì, resta
sempre incalcolabile il bene che qucst~ fì_glio
diffondr.:rà in tante anime uclla sua misswnr
saccr.dotale, bene ili cui saranno principal-
menk partecipi i suoi genitori, che vi !,ai.mo
concorso facendolo quasi proprio. il giorno
che han detto di sì alla vocazione del figlio.
Possiamo pure facihnrnte immaginare le
soavissime lacrime di gi<1ia, che sgu_rgar<►•t~
dagli occhi dei genitol'i di Papa Gwv~uru,
quando in occasiotH" delle loro nozze doro,
nella lettera ili auamio del figlio - allora
lorttauo percltè Dekgato Apostolito ÌII Trn_::;
chia - lessero parole come q1.rnstc: « E
pw·e 1m conforto p~r ~~ il pensru:e che una
delle vostre consolaZ10111 m questa c1rcostauza,
sia quella di ricevere da vol:'tr(l figlio,_ ili"'.cuuto
Vescovo. una h<:ne<lizione che v1 ricorda
quella che _ri.ceveste 50 anni. fa dal vc~~rato
parroco Rebuzzini. Quella prima he1:1ed.iz101Le,
oh! come è stata couft>rmata dal Signore ed
arricchita di grazie oelc~ti! Ehheuc la be~e-
ilizivne nuziale congi1111ta ora cou la mia,
che è Lened.iz.ione di figlio e ili Vescovo, :,i
accompagni a.ucora per molto "tempo a ga11d.iu
pen~rme di tutti noi! ».
.
La bcuetliziu.ue del figlio sacerdote! .B il
conforto più grande cLe Dio ~on.cede ~i ge-
nitori che haruw av11to fiducia in Lm. Ad
essa si unisce il dotto non mimo prezioso di
PREGHIERA E VOCAZIONI
Mlnéiros è la locall1à più al sud della Pre-
latura di R<Jgistro do Araguaia nel Brasile.
Il 2.0 dicembre scorso vi celebrò la. prJ.m.."l
Messa an ~acerdote salesiano. Quando H Ve-
scovo salesiano S. E. Mons. Faresin giunse a
Mineiros pe.r predtcare il lriduò in prepara-
zione alla prJma Messa, 1a manim.a del saccrf
dote- gli d..i.sse commossa: <( Fin dc; quando ero
b:1:n1bina, Ja nonna ci Invii.ava ognl sera a
recitare Il Rosario perohè- il Signore concedesse
un prete alla noS"tra (amlglia: ora posso.mor~c
contenta. perchè il Sigoore_ci h.i esauditi».
uoa pl'eghicra incessante per i genitori. ogni
giorno presenti nel sacrificio della Messa. al
« memenl o>> dei vivi, oppttre là ove si ri-
cordano i defunti.
Se poi, orma.i avanti negli anni, essi avranno
hisogno di aiuto e confoTto. sarà sempre il
0.,lio prete a dividere con loro doforj e gioie.
I padri e le madri che Bpesso vediamo nelle
cauon.ichc, stanno a dimostrare come, aucLt-
nella vecchiaia dei -genitori, il ftglio prete
appare uon come il figlio pel'd11to, ma l'unico
provviùenzialmente conservato.
E l'ora stessa della morte di q-irnsLi genitori
privilc..-iati non Ì> un'ora di ansia ma di
sorriùc~tc ruspettativa. Essi le vanno incontro
scre.w, porchè sono i creditori di Dio. coi hanno
donato quanto di più caro avevan(l al mondo.
Falte le debite modificazioni. altrettanto
si avvera per CJllei genitori cLe hanno concesso
al figlio o alla figlia di consacrarsi a Dio nella
vila religiosa.
Caro papà e «:ara mamma, che temcvatt·
che il figlio sacerdote o religioso fosse per-
duto ller voi. av11te fatto una bella scoperta:
è -vero l'opposto.
Si i;ono avverat"' ancl1e per voi in lutti i
sensi le parole profetfolw di Don Bosco:
« Quando un figlio lascia
la famiglia per seguire
La sua vocazione, Ges.ù
pr,.nde- iu essa il suo
posto».
Parolf' chi" vi allargano
iJ cuoi-e e vi commuo-
vono, perchì· yj a11sieu-
rano clrn, col figlio ri-
niasto tutto vostro. è
entrata nf'lla vostra casa
la beneclizionc ili Dio.
COACALCO (Me,;sico)
La certn1onia della Vé3.'tizione
clei novizi salesiani, che per l
CoadiurorJ si riduce alla con-
138
segna deUa medaglia benede11a.

1.9 Page 9

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GIORNATA DI PREGHIERA, STUDIO E BENEFICENZA PER LE VOCAZIONI
PRESIEDUTA DAL CARD. AGAGIANIAN
Per m1>oucl1•re all'appello lanciato dal
Santo Padre 1wlla '-U& ree-ente Enrirlirn
missionaria e <lare impulso alla « Campagna
prr le vocazioni N't•lesiastid1e e rt·ligiu~c »
iudctla dal Rettor Maggiore per il correnti•
aun.o sociale, i Coopt,ratori Salesiani 1ldl,·
15 'Guioni tli Roma hauuo organizzato una
gfornata. eht> .,i è li\\ olt a il 24 fehl ►r11io u. s.
prt>•i'O l'Istituto Pio XI.
Sua F.mint·nza il Cardinale Gre;?orio Pìt•·
lro "'\\'.Y \\ga~aniau. Pro-Prefetto dPlla Sat·ra
Cougregaziom• dr Propaganda fide. ha , olulO
paterna:ment<' acl,•rirP alla richic~ta ciri iliri-
g1'.llti, t•d ha prc•~iu,l uto all"intcra mauif,·s t11-
zione. Nel toulro d,•ll'lstituto. grrmito oltrr
ogni post1iliilità, Ki ì, tenuta la ronfor.-nz11
jlrogram.maticn: << n Sacerdote. oggi ». Ora-
tore. S. E. il Mini~lro Angelo Raffadt, .Tt•r-
volino. ini<igm· Cooperalon.- salt'siauo.
Il Minis tro l1a lunwggiato la figura clt•l ~a-
rerdote nei suoi as1wtli fondamentali. li Sa-
1'l'rdote - ha tl1•llo - l'alJì,,n· t• l"t>roc·
della Vuità, prrchi- Cri!:lto. \\f'rità A~~oluta,
ha dato solo al Kac.•rdote il mandato di
istruire il mondo nella Verità. li ~al'l'rdote
Ì' il realizzaton- tldla Carità. p1•rcl1i' t' bllll
compito compn•111l<•rt•, aiutare, aman• tutti.
anche quelli rhe 1'01lia110, lo pl'r~••g11ita11n.
attentano alla ,;ua ,•,j~tenza.
li s_accrdoH· è \\'ducatOrl' della giov1'nlù;
egli è il cardint• ddla vita sociali', p1•rd1i> con-
corre ad attuari· la g iuKtizia mrdianli• la con-
fessione: è il continuatore della l'as~iunc tli
Càsto, comt' an,'ora nggi è dimostrato tlalla
Chiesa d el Sil1•nzio. 11 sacerdote è il più 110·
Vt'tO di tutti. pf'rd,ìl pur avcJl(Jo li' mani
ricolme di cloni inPatimahili, ha il more
di!ltaccato dai lwni 1t'ul'ni.
.\\ i Coopl'ratori il ~[inislro ha ricordato il
monito di Don Ho~co: « Qne,.to Ì> il mandato
che vi affido: \\.Oi sirte coloro che dt·lihono
,;ogtenl'l't' il hrncrio dei miei figli. Sut•1•-0rrP•
temi. 1\\la siate anche il hraccio della Chii-•a di
Gftlù Cristo: prorurntdl• munero~i Sa1·1•rdoti ».
Terminata l'applamlitissima confrn•nza. bC·
gul l'omag::rio clf•ll1• rinque Case di formazioJw
che la 1•amiglia Salcsiuna ha in Roma.
RappresPntauti d1·gli ullre 500 j!Ìovani che
sono c1uatì in rpw:<lt• ca,;P. si sono ;.uc,·.-cluti
1-11! [•alto e -.i ~ono e<-ihiti io originali ,, ;,.imra-
tid1e manifestazioni. dando co~ì modo ai
pre~f'nti di r.ono•l,cr,· la \\Ìta e lo -.pirito di
quc-sti amhil'nli di formazione. L 'impt·ceal,ile
ei;P<•uziou r• di ca111 i da parti' dt•gli a,pirunti
deJl'lstituto 1lt-l Mandrionc, il vivace dialo-
gare di cp1Plli <lrll'l,.titnto S. Tarci;.io, 111 pa·
tetica scena eseguila dalle aspirnnti delle
Figlie di \\faria Au11iliatr~'. la clrc·lamuziom•
rii brani evongrlioi sulla vocazio1w da parte
di alunne clc·llu ~cuola dementart' « Armando
,1a Diaz ». !tanno ~uscitalo un coro di applausi
intl'rminaltili.
l'attt·nzitHlt> di tutti 11i è
rivolta attorno al gruppo dei scmiuari,.ti
Urraini. i qunli t·on danze folklo rii;tichr e
canti no~talgi<'i alla loro Patria lontana.
hanno rommos110 ~·iyameute l'uditorio. 1
Chierici dello St udl'ntato filoso6co S. Calli11to
hanno fatto udire nwlodil' saat• c•~pguitt•
con arte e lìtll'zza.
Un chfrric·o d11l P ontificio Att•n1•0 Salc8iano
ringraziava - lui rhe veniva dal lonlano i;ud·
India - quanti si prodigano pn I,• Mis11inni.
Dopo la lcllura del mesl!aggio del H1•ltor
,Iaggiorc, Sua Eminenza ha portato a rono·
:,Ct·nza d,·i prrsl'nli la lettcra-t elt·grummu che
Sua SantiI;t Gin, u,tni X.\\cII I ~i c•ra ,1,•gnato
inviargli. 1wlla quale « 1·Ìl•t1m.Pntl' r111n11inre11-
dosi progmmmt1 .•r1•/10 du Pfo (/11i1me Ct,o,,e-
ratori Sa/Psic111i nell'imrio centPn(lrio Jimtla-
:ione lwm•mnitu Soci111cì San Gio1•111111i B11.sro,
ama esprimere p/1111.so Pd inroml(giu111enl1J a
quanti, .,,1lll.'ri1i .~alrl';:::a ,mimi', .si ml1111erano
con zelo " srnprirt•, proteggere. rurMe 1m·:::ioso
f!,Prme n,r.c1:ione d1>posto da Dio nel runre
in11oce1IIP e gen,.roso di fanciulli e ,llinl'ani,
pt>r portarlo a /IÌMia nuuura:ionr 111•1/11 loro
graduale a~r,.sa ali' tltare ».
Sua Emint'llZII, eon ruore commc,11110. tet1pri-
meva senlimP11ti ◄li amruirazionP 111·r la va~ta
opera mil'~ionaria ~alesiana a lui lwn nota,
e pPr lo zdn dw i Cooperatori sal,•~iani por-
tano uclratliam•arf> gli op,·rai d1•ll11 prima
linea. E que,-l'1 dicr\\'a a nom,• dt>lla S. Cou-
grrgazionc J1• P ropaganda I-'iclc ,. ,;110 per-
sonale. Esortava inlinl' tutti a moltipliran·
la preghit-ra e l'apofitolato pf'r 1,. vcwnzioni.
Xella ,·icinu d1il'sa di S. Maria \\ 11~iliatrirr.
l'Em.mo Cardinale da,,a qniu<li inizio alla
cclebrazfonr d,•lla 8. Messa vcopcrtinn, nrlla
•rualc i Coopt•ritl ori ol:l:i-ivano la S. Comu niom•
e prcgl1icm p•·r le vocazioni.
Per l'occa,.ionc na !.tata alle8tita la ~fo~tra
dl'l Ccnti-uario Salesiano. che Il' ,\\ ntorità " i
Coopcratori l'l1lwro agio di vi~itnn- I' ap-
prezzare.
Dl'gno ancora di nota il « Banru tli 81·11..fì-
Cl'nza-», prl'parato con il concoreo ddlr. varie
Unioni di Homa.

1.10 Page 10

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u
CONGRESSO
EUCARISTICO
INTERNAZIONALE
DI MONACO
La serie gloriosa dei Congressi Eucaristici sta a
conferma delle parole di Don Bosco: " ! 'Eucarestia
è la grande colonna che tiene su il mondo morale e
materiale, affinchè non cada in rovina 11 - Rassegna
delle forze caltoliche nel mondo - Il Convegno
lntemazionale dei Cooperatori salesiani a Monaco
l\\el giugno 1881 ebhe luogo a Lilla una riconduceva nella casa del Padre etnincnti
manifestazione destinata a fal'e epoca nella personalità e nulllerosi laici; in Germania
storia della Chiesa. Si trattava, invero, di l'infaue,ta « Kulturkampf » aveva scosso i
un modesto 1·aduno per il numero dei parte- « fedeli a Roma». . ~
dpanti, tna grandi erano le speranze che gli
organizzatori e i convenuti si ripromette-
vano da quell'incontl·o. 365 cattolici, pro-
~.J
venienti dall'Italia, dalla Spagna, dal Belgio,
Quest'anno, dal 31 luglio al 7 agosto, Mo-
dall'Austria, dall'Olanda, dalla Svizzera, dalla naco di Baviera ospiterà il 37° Congresso
Germania, dall'lugltiltcrra I.' persino dal Cile Eucaristico Internazionale. Fu Pio Xli, di
e dal Messico, ai erano radunati, assieme a santa memoria. a designarne la sede nella
poche migliaia di francesi, uclla cilla<lioa capitale della Baviera. Tn un'epoca u1 cui
posta a couJìue tra la Francia e il Bdgio, gli incont1·i di personalità politiche. di capi
persuasi. - come diceva il leitmotiv dd di Stato, di rappresentanti cli complesai in-
convegno - che « il mondo si poteva sal- d~striali1 di p~of~ssionisti s~no all'ordine dt>l
vare ~(>lo con la SS. Eucaristia».
giorno o costitmecono, anzi. una carattrrr-
Era il primo Congresso Eucaristice Inter- stica del nostro lcmpo, non Sembri strano
nazionale. Il governo aveva emanato, pocl1i che anche la Chiesa dia peso a questi cou-
mesi prima del Congrt>sso, numerose leggi vegui che, per la natura stessa della sua mis-
ostili alla Clùesa. A Lilla non fo possiLile sioue, si cifettua1w sem1>re su scala ,nomliale.
alcuna manifestazione pubblica in onore dol C'è, in sostanza, un'aspira;,;ioue, un anelito
SS. Sacramento: ci si limitò a funzioni re- alrunità i11 questi inco,1tri di fede; e l'a"er
ligiose nelle chiese e a conferenze nello aule scelto la Germania a sede drJ 31° Congresso
ùc-ll'università cattolica.
Eucaristico lntern.av.ionalP, proprio alla vi-
Fu un intimo bisogno di cuori ed un•im- gilia del Concilio Ecumeiùco. testimonia con
pellcntc necessità dell'ora dar vita a queste q-ua11to amore la Chìesa di Roma guarda ai
assisi eucaristiche che, da 80 anni, s i celebrano frateJli che la frattura operata da Lutero
or rLel1'una or ndl'alLra metropoli ùeTia terra. ha stac<'ato dal centro della cristianità.
Erano arnri, quelli, di fermento religioso: in
Che il Cougresso di Monaco sia un pres-
Bel gio e in Francia governi osLili alla Chiesa sante invito al ritorno dell'umanità alla
miravano a paralizzare le scuole cattoliche; casa del Padre, lo conferma il pensiero che
110 in lngl1ilterra il « .\\Iovin1ento di Oxford» si è volu.to mettere alla base della mani-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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2.2 Page 12

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2.3 Page 13

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fo!'tazi<,nf'. \\llorno àl lcgatu del Yicario di
Cristo si radum•ranno. infoti i, i rappr•·i.<'11•
tanti di tutti i popoli e di lultl' le nazioni,.,
i.J1<l.iprndf'nt:1•nll'nte dalla loro lingua. dal 1·0-
lorr della pt·llll r dalla c·onlìgurazionc tl<•gli
,.,igomi. offriranno a Dio l'rtnuo, unico S11-
crifif'io pt·r la salvezza d1•ll'umanità: pro
mundi i·iw. pn la vita dt>I mondo. come
dicf' il motto rlrl Congn•~~o bll.•...so.
Que~te « Feste del Corpus Dcm1ini su scalu
mondiali'», come furono :rnr•hc d<>finiti i
Congrc~si. souo già state cekbrate sotto tnlli
i pa.rallrli. I priru.ì q11attordid restano in
Francia ad ccctu.,;ione d,·ll'ottuvo, nel 1893.
a G,•ru~nlnm111·. Con il Congrr~;;o di Huma.
nrl 1905. iuizia la srrontla fa."e geografica:
~i (>!;Cl' 1.lnlla Francia ,, ~i rercano le i,edi
nPllf' 111<,tropoli europee. E fo così fino al
1926. aù <'<'cl'v.ione drl Co11grMillO del 19 l O
rbe si C\\'lc·h1ò 11 '.\\1ontrrul, nd Canadà. Dal
1~126 ...i aprono i contim•11li ai trionfi dl'I
SS. Sacrunwnto. Ognuno ,li c~,-.i ha aYuto
il s1io Cou~rc,~o Eucari!'Lico lnternazionale:
l'Austrnlin a Sidnt>y nel 1928, l'Af:rirn a
Gartagilll· ucl 1930. il Suùamrrica a Buenos
Aires nel 1931. l 'Asi11 11 Manila. ucl 1937.
Quanta !'Lori.a. quanti rapo, 0Lgim1mti po·
litici. quante lacrjme ma anch" quanll' "Jll'·
ra.nzr !'i ~ouo susseguite. per l'umanità, iu
questo frattempo! Tre gc,wruzion.i appc11a bi
sono SUCCl'dut e sulla terra dal primo Cou-
gre8SO Eucnristiro lntc•rr1t11.ionale, rua cp111lc
cambiamento nPlla vita, 1wi oortumi. m·llc
a,;prrazio11i degli uomini! Per i mali d1•I
mondo. allr angosce d,·gli uomini tlel nostro
tempo. O/!'l!Ì comr nel s,•rulo ,;con.o. come a~li
alhori rl,•1 rristiant-simo, la Chie,;a addito il
« Pau.- di Vita, discP,;o rial ciclo >}.
Sua Eminenza li CardJnale Giuseppe Wcad<>I,
Arcivescovo di Monaco, dJnamlco organizza•
tore del Coa,rresso Bucarl•tlco tnternazion.•Lc.
C,,ngresFi E111:arist1ri lntrrnazionali celebrati
dal 1881 al 1887. Ogii. al 370 Congrt·s~o
Eucaristico foternazionalt> r il mondo i11t1•ro
r he const11ta la mirabile espansione dt•llu
Congregazio11t' da lui fondata, che poggia,
secondo 11· parole drl Fondatore stesso, i-ulla
SS. Eucari~tia.
Il Co11grt>S1>0 Eucaristico l11trrnazionalt· di
,tonaco ,·orrà essere anche una ras-,1•gna
delk forze cattoliche nel mondo. Svariati
incontri, raduni, convegni, accompagneranno
le celrlirazioni rf'ligiosc. Cumerrauno l'.I 1\\10-
uaco i cat..•chisti e Le catvd,i~te, gli studiu~i di
wissionologia, i teol<1ii;i, i ine<liri calloliri,
gli arti,-ti. ~li ii,,critti allt' congregazioni ma-
riane. i c1111111•llani. militari. gli imprrnditori
cattolici. gli iscritti allt· rnnforcnzc di San
Vinr1mzu, infermiere et)C. \\nchc le grandi
cougn'gtt7.ioni rcligio,;c, gli Ordini a11tinhi
approfìllnuo della cir,•uRtanza per radunare
gU iscritti ai terzi ordini.
La F11miglia Sale:,iana terrà un co11v1•gno
intuuazionalf' di Coopl·ratori duran!<• la
,ettimuua 11,•1 Con~c~so. \\ i 11artecip,·ranno
rappn•,;1•11tanze dalrlt11lia 1• da vari.. na,.ioni.
D011 Bo11ro. dcvolu d,•ll'Eucaristia, sarà
,•erlamt•ntP venuto a rnno~ccnza dri primi
Qui pare opportuuo 1m c(•uno sui Salc•-
siani in terra tedt'sca. Ancora vi,1·nt1·,
Don U11s1•0 11011 era uno sronoqcint o in Gc•r-
mania. Proprio al tempo d,·i primi Cougu•s,,,
Eucari~tiri. ci1u1ue anni prima della ~na qauta
Ill0rte, c·otnrarivano in ll·de~co 11' prime
hiografìl• rie· granùe edu('ul urc. Erano Lnt·
duzioni dal fran,:t>~f'. Nd 188.'i. un sarerdot11
,li Rali~bona ,.j recava a 'J'uriml ed na rÌt'c·•
,uto ,·ordialmc>nte da l>ou Bo:-('o. .\\J prc·latu
il Santo dava l'incarico di far ,·ono,c,·n· la
sua opera in lt'rra tPdci;ca, ,. durante un ra•
duno dei <·at tolici u·dc·~rhi u ~fiinstt·r. in
Vestfalfo. 1wl 1885, dinanzi a cinq11emila
cougresRi~ti, il Mehler - ì• 11ucslo il suo
uonie-
pott'va narrare « ciò r..he l'un1110
di Dio compiva per la i::iovrn.tù in Italia.
Franci11. Spa{l:118 e nd S111lamerica. « Don
BoSt'I) , ..1wl L>c•nf' and1e 11lln ginvf'nru trd,•;,ra ii.
dichiaravu il prelato ~khh·r. Dt>vt•,,ano pa~-
sare pc•rò anco ra dh eri<i anni. priwn ,·h,·
un'opt>ru di Don Bo~c·o sor!l'.esse s,1 &11010

2.4 Page 14

▲back to top
i.,·ompar»o. fu JH'r i ,,-uoi con-
fratelli S\\.1•111 O!!li11ti sn tutti
i fronti, dal!' \\frica alJp
,tc-ppr drlla Hu~~ia. dalla
"\\nrvl'gia a Cn·tu. il padrr
e il corn,ìglil•r,· ilhmrinato.
TI cunflillo <'au~ò roYin1·
per le caRI' snl,·~ianr in Gcr-
nu11ria. Piì1 di rl"uto ~al,•-
siani lai-riaruno la loro "ila
-ui fam[•i di hanaglia u m·i
famigerati La~·r nazisti.
Dopo l"imnmur 1,uf<.'ra, i
~li di Don llosro ripre~rro
con nuo, o vi:i;orc il lavoro.
Nel 1919 n-nivu elt>ttn i&pet•
lore Don Giovanni Gre-inn.
Ben l4 11uovf' fondazioni si
l·bbero cl nra u te il pe-riodu
della sua rarica. I.e rovine.
le marrrir ~romparve-ro a
poco a poco pe·r dar luogo
a moderni edifici. d1e sono
tra i più rapprrsrntat1v1
rl'ntri tli t•dnoazionc detl,1
nuova {;,•rmania.
Dal 195R. ì- a capo del-
l'i,;pcttoria tr1l1·sca del Sud
Don L~ Ll'infelJer. dopo
rhc. nel 1951- si rra resa ne-
('CS~aria la cro•a:t.ionl' di una
ILUOYa ispcttoria nel Nord.
di cui è attualmente ispet•
tore Don Alfonso Martin.
ll·desro. Nd 1916. dumnlt· la prima gtwrra
I Coopl·ratori che convtirrnnno a Monaco
mondiale. fu fondata la casa di "ii..r:,,,Jturg. per il Cnngre,qo enraristico ,, prr il conve-gno
Dirrttorr fu Don Frat\\rl•~(•o Niederrnavc·r.
salei<iano. pntnmno avere un'id1·a clell"ei<pan-
Nel l <>19 veniva i11Lil 11ila l'ispetlo~ia te• sionr d1·lroptra ~alt>!'iana in terra tedesca. Ne
dc·1<ro-uu~tro•unghere1,p con sede a Vi1·nna. a, ranno un e~c·mpio 11ell'istit11t o ili ,1onaco,
}>rimo ispettore fu il futuro card. Aug11hlo eh<" por il valnrr educativo. per la moltc-
lllond. Gli successe, nel 1922, Don Niedcr• plidtà delle ini:r.iativf' pedagogic·lic e ricrea-
muyl'r. che diresse con tallo e comp1~t1•11za tive, per la si~norilità dt>i locali, è arlditato
il luvoro dei Salc11iani, i f(uali, appena din·i come modello ptr altre istituzioni del genere.
anrù rJalla fondazioni• della prima casa, con• ,.,..,...,,....,.,,,.,.,.,,.,...,,..,,.,...,,..,,.,..,.,~
tilvano già clieci ii,tiluti. Nel 193t la Ger-
mania cattolica presi· vÌ\\'a parte ai fp-,teg•
~iauwuti per la ca11011inazi11ne cli Do11 Bn,cu.
Sacrifici P Vocazioni
Il famoso card. Faulhal)('r, arcinscovo di
Mn11aco, inviava, per l'ureasione, w1 me;;-
i,aggio ai figli di Don Bmmo, in cui, tra l'altro.
diel', a: « Pos!;a il santo D1111 Bosto. p11r mi>:zo
"Sono un asplr1tn1e dell 'htituto Sai.siano cli Gallipoli.
Frequento la ◄• Mlnnaslale. Sono mantenuto In questo
11randissimo e famoso ambiente non con I sudori di mio
d1•1 suoi fìtili. essere :sempre di guida alfa ,;io- padre. ma con , .acrJfu.l di mia 501'1!11•. che sarebbe <li-
' n11ì1 ,,,Jpsra ».
a_posta anche a datt la vita purcht, lo abbia una buona
N..I 193:i. gli a, ·Hninwnti politici porta•
rom> alla scissioni' J.,lri:,1,ettoria 1t>tl,•i;c•o-
au~trinca; ne fu fonduta una con snl,· n
, i1•rurn r l'altTa in (,l'ra11a11ia con SNfo II Mu•
nnco. Nrgli anni <l<'Un ~c,·onda guerra mo11•
diak Dm1 Teodoro St•elbach -veniva elrtlv
e forte vocnlone, SI r,rlva del n,,c,,o.crlo per pagare il
mensile e per t:tr1ni avere un corre.do 1uffit"ien1e. Sebbene
sia uo1a1tlvn .ar1u, vQte mode1tamente e dal mattino
quando ,d al,;a ulla •~"' tardi q_uandò ha~(.,fn Il suo lavoro.
non Ca _a1trn che pregare per me amnch~ diventi un
u rnrcnlnt', in qualit:1 ,li i...pcttor<'. 11 Don fl alter Chri&tU'i u ~ &alvi aantbis-ime animt',o ))
144 l\\,i,•J1·nuaycr. Don Sl'l'll,arh. reccnle 1111·111t•

2.5 Page 15

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1W,,4o·Mllo,~dd.J'~4i,1}u,.
DON LUIGI MERTENS
a sera della domemca 25 aprilt· 1920
moriva Don Luigi Merle11~. rurnto
della parrorchin salesia11a cli T,it•gi.
<Jut>i,ta morLe fu 1111 olo,•ou~lo. Era la rii>po,.,ta
òd Cil'!o all'ofl'rrta d,•lla vila che il pa~lore
aniva fatto per la ~ah 1·zza dei suoi parnw-
chiani. Erano trascon;i •·~altamente otto giorni
t.la rrut·lla <lnmenfra. 18 aprilP, quand'q~li
av,•va 1>ronunciato l'alto <ldla sua oblazione
lotul1• <lavanti al Saul i8~Ìlll0 Sacrnm1•u1 o
e~poslo e alla presenza tiri ~uoi fedeli.
La grande miJ!siout•. eh,• dnrava da 1p1in•
tli,·i giorni. stava Jlt'r ~hiud.-r~i e uno folla
rcc1•.donalmcnte uuuu•ro«li ricmpiva il ,·a,tu
,ani uario di :llaria Au,-iliatrice.
Dou Mcrlcns, che n,•llo prima ~rttimnna
ddla rrùs~ione aveva letto una formula, ap-
provata dal suo Superi,n·e. nella qual,, offriva
la vita a Dio per le ijUl' 1wcorellc. quP.tla Ht·ra,
alla chiusura della missione, ripetè. davauti ai
suoi parrocchiani in~i1•w1· radunati, il i,uo atto
d1 offt·rln: << Se t>olrte un<1 t•ittimn. o Gt>sì,• .,e
n>hlf li, min vita pu l'r,pia::ione dn pe,·r11ti
1/rl pop11fo. pnndrteln. lo t'I' li, offro rolmtiPri ».
l 1111 settimana dopo, alla stes,,,a uru. la
~111t anima se ne voli1va vt•rso la ca:c1n t!cl
P,1dre. \\veva 56 a1111i.
Don \\lertcns si era fotto i,alesiano o 3~ anni.
'\\alo a Brnxelle-. il :!2 luglio 186 i ,la fa.
miglia benestante r .,timata. ebbe un'"ilncn•
iiotw profondam,·nte prnd;rata Ji spirito
1·ri~tiano. Pas11ò la sua gio,;nezza in.-<it'nw con
i (J uallro fral1'lli e son•llc, in un amhit•nk
familiare di virtù tradizionali e soliò,!. Ft>1·c
gli ~Ludi nrl collrgio San Michele rd eulrò
nel 11.-minario cli l\\luliu<'~ m•ll'ottQhrt> d,•l 1885.
Il 15 giugno 1890 fu ordinato ;iacerdotl'.
Dopo nove anni di apu,,1olato com,· ~act•r-
rlott· .,,•colar!'. nrl s1•t tcmlirP 1899 poLè appagatt
i 11uoi ,·oti entrando ndla Società Sat,·~iuna.
h•ct· il noviziato ndla ca!'a di Lit'-gi. ~wl 1902
fu mu11c.laLo a dirignt' la rosa di Sain1-D,•ny~-
W1·~trPf11. àppena afli<lata ai Salesiani.'\\/t•I I()07
ri1or11ò a Liegi e per di,•ri ruuri fu dirrttrwe
cl,•ll'l~rituto San Gici, ntmi Ilcrcl1111a11~. Dal
1911• a quc:,ta "ari"a uru quella di parro<'o.
Que~te le prino.:ipali tappe ddla vita di
D1111 ;\\!Prtl'us, seguatr· da uu·a.,ce~a <'Onlinua,
da 11u dP~idc:cio ab~illant\\' di pcrf,·zion,·.
:\\fa il grande mrrito (Li Vm1 )l,•rtPLLs ì• cli
av11r saputo, in pil'na maturità, quarnlo i
Lratli di uua .lì,1ionomia ~pirituale souo pro-
foudam,·nte incisi. mod,·llar<1i i,u} $UO rnu•·~I ro
,. padrn Don Tio"n,.
Per t1m1peramento e
per educa1.io111• Don
Mcrtens e:ra poco co
municativu II piullo,lo
austero; ma aveva il
cuore aprrtP. il gc~to
largo e accoglicnt ,.. Cosi
lo 6i vidr, !-t•c•ondo I.-
migliori tradizioni sa-
lesiane. framu1i$l'hiarsi ai giuod11 dr·i giovani
e aUe loro conversazioni. pralicare l'asaistcnza
più sl'TI1 polnsa insieme con un,1 dedizione
incondizionato. Per quc:;to dovette riuunciare
a certe ahitudini e idee, farsi una mentalità
nuova. E lo foce con una virtù chi.' richiama
l{llt'lla di D<1n nua.
Non v'i> santità senza uno ~t'lo hrudante
clrlla glorio di Dio. Fu qm·~ta la ca.ratte•
ristica più spiccata di Dvu )fortcns.
Giovane 11tudl'nte, si Jona senzn limiti al-
l'Oratorio San Giovanni: professore di reli-
gione, ri mo,;tro. frcondo e inp:,·guoso m·lle
iniziative e il suo inse~anw11lo è tutto
pervaso di•~li ardori di uÙ'anima totalmente
di Dio. ,ta Cu sopratlutto con{ì,,-i,ore ricer-
cato e illumiunto. Fu apostolo deUa comu•
uionl' freq11ent1!. Divenuto 1.1al11aiano, il suo
zelo crebhe: basti pensare eh,· pt>r ben dil'ci
anni fu dirt:tlorl' dell'importante ca.sa ili
Liegi. e insi<'111e parroco. <lui' uffici di cui
uno solo "Bn•hlw stato t-ufficientc a oppri-
mere spallt• rrwno robu~tt'.
A queQto profilo manca :mcora un trallo ùo-
1ninantl' dl.'llll fit,rura morali• di Don 1\\-fortens.
È la sua i11cli11azionr alla vita cont1mtpla-
tiva. in lni rnsì marcata cl1r d ~i mera, iglia
rhe sia .-111rato in una famiglia reliinosa dt
,ita C:,,-c11rialm11nte attiva. Giovan1~~i1110. tra•
~corre lunghe or•· in preghiera nl'lla cappella dei
PadriSarram<'ntiui. d,w,. si fa l'1ulorazioneper-
pctua. E durante tutta la ,;1a mostrò questo
gusto fH'r la pn•ghiera; non !!olo una prr·
ghiera anilllall'Ìl'r dell'a:tione, ma Wla pre-
ghiera prolungata nel sill'nzio e nel ritir(I,
di adorazione e di contempla1.ioru:.
E,.,-a 1wrò non iruprùì la ,;uu a11i,ità apo-
>-tolira e il ,-uo zelo: seppe sempr<· « lasciare
Dio per Dio ». Si pt"n1:-a al l'urato d".\\.I':!
d,e sogna,·a il hili:-nzio d'un chio,-tro.
La cuu~u e.li beatificazione di Dou Mert,,ns
ì., in corso a Homa. Per prot•c·dert·, t~ssa al-
t t>nÙe il miraro lo. Sta a noi 11t1t>11rrlo dal
Cielo con la prrghirra e la ro1t.litl...111.a ndl"ì11-
terce~~101..- ,lt•I S1•n·o di Dio.

2.6 Page 16

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Dall'Oratorio di Valdocco ogni settimana
Don Bosco si recava da Don Cafasso per con-
fessarsì e per consigliarsi: e ci andava pure
quando non sapeva pi-11 a quale santo ricorrere
per risolvere qualche pendenza finanziaria che
gravava sul suo Oratorio. Don Cafasso allora.
oltre che consigliere, cliveniva anche suo mu-
nifico finanziatore.
Ma qualche volta era lo stesso padre !.piri-
tuale che veniva all'Oratorio a vedere le im-
prese del suo figliuolo prediletto: e non ci ve-
niva mai a mani v.1ote.
A centn anni di distanza, il 13 febbraio u. s.,
San Giuseppe Cafasso ritornò a far visita al-
l'Oratorio di Don Bosco: l'insigne reliquia del
zùi:amentc del gomito a Don Bosco e dirgli:
"Vedi eh, se non avevo ragione io di impe-
dirti che ti facessi frate?!. .. " ». E non solo
a Don Bosco, quell'esile pretino seppe dare
direttive celesti, ma a parecchi alcri fondatori
e fondatrici di Istituti religiosi, proprio negli
anni in cui venivano soppressi gli Ordini e
incamerati i loro beni.
Al canto dell'lste Conjl'ssor si fonnl) quindi
la proce~ione che recò l'urna nella Basilica
di :\\-Iaria Ausiliatrice, collocandob ivi su ap-
posito trono Aoreale nel grande presbitero del-
\\'altar maggiore. Accanto all'urna contenente
la rdiquia del braccio fu posto anche il fa-
moso Crocifisso. che fu baciato e irrorato dalle
lacrime dei condan-
nati a morte assistiti
da Don Caf.isso, <• il
prete della forca>>.
Prima della solenne
Benedizione Eucari-
stica e del bacio del
Crocifissò, Don Favini
rievocò i profondi vin-
coli che unirono e che
uniscono per sempre
i due Santi di Castel-
I Superiori e 1uua la
Casa Madre accom-
pagnano l'Insigne
reliquia di San
Giuseppe Càfasso.
suo braccio destro racchiusa in un'artistica urna nuovo. Kon ~i può capire appieno Don Bosco
t: scesa a benedire ancora l'Opera eh~ egli aveva senza conoscere San Giuseppe Cafasso e la sua
consigliato e sostenuto. Fu accolta so1enne- spiritualità.
mente nel primo cortile della casa madre, da- Al termine della funzione si levò possente
vanti al monumento di Don Bosco. C'erano i dai 600 petti dei giovani interni l'inno com-
Superiori Maggiori con i due Vesco,-ri salesiani posto per l'occasione dal M 0 Lamberto su pa-
Mons. M. Arduino e Mons. P. Carretto, i role di Don Uguccioni: Nella ca.sa di Do11 Bosco
confratelli, i giovani dell'Oratorio, le associa- " benvenuto, Don Ca/asso! ".
zioni parrocchiali e Lllla rappresentanza delle Alle orazioni della sera tutta la grande fa-
Figlie di Maria Ausiliatrice.
miglia dell'Oratorio si radunò di nuovo nella
fl ricevimento riusci degno del Maestro, Basilica per udire la «Buona ,notte•> del Rettor
che voleva «le cose fatte bene •>: ingresso trion- Maggiore, che ricordò soprattutto l'invitta for-
fale a suon di banda, saluto argentino di un tezza di Don Cafasso, pur tanto debole di
ragazzetto, presentazione della reliquia da parte corpo, e la sua eroica pazienza, fatta di umiltà
del Can. Don Eretto della Consolata, parole e di rnansuerndine. Di Sant'Alfonso e di
commosse del V Successore di Don Bosco. San Francesco di Sales non erano passate in
Don Eretto avvinse l'uditorio fin dalle prime lui solo la dottrina morale ed ascetica ma anche
parole: «l\\li pare di vedere i due Santi incon- quelle virtù caratteristiche che poi brillarono
M6 trarsi di nuovo qui, e Don Cafa!'.so dare scher- in Don Bosco e nel clero torinese.

2.7 Page 17

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li 14 febbraio, domenica, la preziosa reliquia
del braccio di Don Cafasso e quella non meno
significativa del suo Crocifis!iO rimasero esposte
nel Santuario tutto il giorno alla venerazione
dei fedeli, che ad ogni Messa e nell'istruzione
pomeridiana poterono udire appropriate pa-
role sul grande sacerdote piemontese, definito
da Pio XI « la perla del clero italiano •>.
La mattina del 15 febbraio, dopo una breve
sosta nella chiesetta cli S. Francesco di Sales, che
tante volte godette la presenza e La muruficenza
del Cafasso, le reliquie tornarono nella Basilica
rer la S. Messa della comurutìt. Di là venivano
solennemente trasportate nella Casa Generalizia
delle Figlie cli Maria Ausiliatrice, iniziando
così la serie delle peregrinazioni da una casa
di Don Bosco all'altra nella città di Torino.
li giorno 27 ritornarono dalle colline di Val-
salice e di San ]\\,lauro a aldocco per essere
consegnate alla Piccola Casa della Divina Prov-
videnza di San Giuseppe .:B. Cottolengo, chiu-
dendosi così il circolo... virtuoso dei tre grandi
santi torinesi: Cafasso, Cottolengo, Don Bosco.
Imparano a voler bene al Papa,
" Santità. si lrol)a meglio a Roma o a Venezia?
lo le voglio un bene del mondo e le mando tanti
auguri
È que.,to uno dei tanti graziosi messaggi di augurio
che nei giorni scarsi sono pervenuti al Papa da parte
de11li allievi dc/ Centro Arti e Meslieri dell'isola di
San Giorgio Maggiore. dire/lo dai Salesiani e /acr.nl.e
parie della fondazione Giorgio Cini.
Questi r(l..~azzi nei loro messaggi hanno senz'altro
invitalo il Papa a visi/ore /"Istituto. Essi i11/atli ri-
cordano le sue Pisiline di quand'era Patriarca di Ve-
nezia e pensano che un Papa trovi certamente il modo
di farsi ~•edere all"lsliiuto, anche se adesso Vive aJ
alaine centinaia di chilometri di distanza.
Nelle lellerine di augurio inviale in Vaticano ,
ragazzi hanno messo anche q1ialclte piccola ,çomma,
perchè il Ponte/ice utilizzi quei loro risparmi in f~
vore dei bimbi piu poveri di loro, come Jaceva quando
era a Venezia.
Dalla semplidltt e sin~rild delle letterine traspare
/'amore dei gioaani p~r il Vicario di Cri,,to, l'ansia
dei veneziani di poter rivedere il loro Papa. Qual-
CWlò, quasi per rendere più genuino il .mo Pt!f!Siero,
ha seri/lo in dialetto veneziano.
"Santità - scrive uno - a Venessia tuti semo
bramosi de vederlo l Sei vien, lo porteremo col bu-
cintoro e lo faremo enlrar nea basilica d'oro! El
vostro fioleto ve fa tanti auguri».
Ed un altro: " Mi son fio venezian e scrivo al
Santo Padre e ghe faso i auguri col cuore in man ,,.
infine: '' Santo Padre, noi de Venessia te voemo
tanto ben, e semo contenti che ti se deventà Papa.
Ti ricordi quan<lo ti me ga cresemà? T e mando
tanti saudi ».
Qualcuno non si lascia s/ug11ire un'occasione cosi
preziosa per chiedere al Papa una preghiera o una
/olografia ricordo.
Spero che queste lei ferine che le mandiam<i siano
gradite. Le faccio lanli augriri e la prego di recila:re
qualche preghiera per la mia /ami.glia affinchè ,e,,ti
in Grazia di Dio
"lo desidererei avere una /olografia da me/lere sul
mio comodiM af/inchè mi rirordi sempre di dire una
preghiera e guardarlo prima di addormentarmi.
Tanli m,gun· e che il Signore l'assista sempre •.
Qualche oltro non manca di e<;porre al Pap/J pro-
hlemini clre per lui sono di capitale imporlonzu. Così
D. R. scrive accoratamente:
H Santità, vorrei, per Ja,;ore, che facesse .,anlo un
ragazzo moddllo che avesse il nome di Dino. lnfotti
sono senza onomastico durante l'anno. Tanti auguti
A pur/e il titolo dato al San/o Padre - Egre.~io
Santissimo Padre, Carissimo Papa - qualche giova-
nello ha posto al Papa grnssi inlerrogativi.
D. G. E. scrive: Santità, mi permeltn di chie-
der Vi con fiducia di figliuolo: Non può decidere un
Papa di tornare a Venezia}•·
In genere tutti questi" giovani sanno che le respon-
sabilità del Vicario di Cristo i11 terra sono molte e
lutti prumdlono le loro pregluere.
<( Santitd, io cerco di pregare il Signore per lei.
perchè l'aiuli a /are bene le sue cn!ié
" lo mando a Lei, Santo Padre, molti auguri aJ-
fettuosi. Si ricorda quando lei era qui a Venezia e
quando mi cresimò? Questa sera prima Ji andore a
letto dirò cinq11e Ave Maria per lei •.
" Le porgo affettuosi auguri e siccome lei è Papa,
non potrebbe pregwe per me p,irchè diventi più buono?
lo pregherò per Lei"·
Qua[cu,w non manca di ripari.are i giudizi espressi
sull'operalo del Santo Padre:
" Sento dire che siete un bravo pontefice, spero
conlinuiale sempre bene ancora per vent"anni •.
Ma la cosa che indi,hbiamente avrà colf,ilo il cuore
del Santo Padre è il pensierino scriUo da M. G.,
che con la sua semplicità ha mes.o;o in eaidenza quanto
stesse a cuore a San Giovanni Bosco la devozione
e l'obbedierr;:a al Papa e come i suoi figli abbiano bene
appreso questo prezioso insegnamento:
'' Santità. sono allievo d,· Don Bosco. Qui ho im-
paralo a voler bene al Papa. Questo srnlimento lo
parlerò tutta fo i'ita
11 7

2.8 Page 18

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Cosi hanno
Domenica 31 ft<'llllaio fu celclimta in tutt.a
l'Ttalia, pc-r iniziati-. a del .'.llini-tr.ro del La-
,·orn. In 2• giornata nazionale d,•ll'appr..n•
di$ta in C'Oincid1>nza con la ft>t-lÌ\\ 1tà di :::-1111
Giovanni 13osro. T.a 1·dcbra~iouc è s tata dt·•
citia a M•guito dt>i po..it ivi ri..••ultati 1•nns1•gniLi
dalla J,a giornata dl'll'apprendi~ta. svolta"• il
26 g,·uuaio 1958. È noto che rallora ,fini,t ru
del Lavoro On. l;ui aveva chiP~Lo a Pio )... 11
cLi· ~i drgnassf' di dicb.iararP Patr11110 a,•gl,
a11pn•ndisti San Giovanni Bo6eo, cl1e si OC'•
011pò ,)egli apprt>1Hli:::1 i prima ,tn<'ura di pol.-r
istituire i snoi laboratori-scuola. ,-tipulanclo
quei « 1•ontratti di apprendi.---tatu » per i p;io•
vani ddl'Oratorio. chr antiC'ipa, ano 11urllu
« sprt•iulc rapporto di la, oro >> C'he r1>gola
l'appn•111listato al I ual<' in ltalia.
Tu ogni <'ittà c al'oluogo di provim•ia furono
organizzate puhhlichc manifl•,.tazioni soprat·
tutto per sottolirtl'llrl! l'importaov.a ,ldla qua-
lificazfoue profeo~ioualr e per mnggiormcnh-
~l'lll'libiliz:r.are le famiglil' e- i givvaui al pro-
hlt>rna drll'apprendiHtnto. cni è lt·gato il loro
a,·\\ f'nirc. Nf'i maggiori centri la giornata fu
celehrata alla pn·~t-r12a di )fini~tri, Sollo·
segr<'lari <' parlamt.'ntari.
.\\ '1'11rinn si inizib c·ori la santa l\\frssa celi•·
brata m•lln Basilica di Maria Au~iliatricc dul
Rr.ttor )lll{;gion·. pre~t>nti il Minimo d1·I
Lavoro. autorità dttadine e rmmrrosi ap•
pr1·11di11ti.
TI proeramma dell,· ma11ifr~t11.i:ioni a Bo-
log1111 1·omvrru<lcva a11d1I' una \\lrh•n. che fu
celehratu daJ YcH·ovo \\usilian· "nnh. .lfa-
mni, con disC'Orso il111~tr11tivo d•·llu figura e
dt-11'opcra di S. Giovu11ni Bosco.
Anche a Brrl§cmio. Bre.,cia. Pa.-it1. 1\\omra,
Al~ssandri11. Bari, r III molti· 11ltn· città
ramorc l' l'opera di Don Bosro per la gio-
v1•ntù apJ1n'11cw;ta furono me:,~i in luce ila
EcccUcntis,.imi Arcivn,covi e , l'M·ovi e da
altri illu~tri Oratori.
A R11ri. inoltre. il no~tro Do11 l'Arco parlò n
circa 1500 nppreJJdi~ti dei Crntri di addeHra•
mcuto uri tratro <ldln Fit•ra del Levante. Altri
SaJe~iani tt>nnrro conn·r~az1011i agli operai dllllr
Officine' Calalm•sf e J>tt~t•n.tarnno Don Bo:;eo
patrono dt>gli apprendii,ti agli alli..vi di vari
fstitnti indu,t.riali prof1•&sionali d1·1la cillù.
avvici11amlo complesRh amcnte 5000 giovarti.
.A. r ••rnua. in prt>parazione alla ~iornala drl-
l'appnmdi~ta. cbe ebhr 1110/?o alrJ!itÌtuto Don
Bosco. 1'1.l'ì. l.A.S.A. ha organizzato una sct.-
1imana ,li iru,ontri ,mi quali i C:appellru1i
d.-11'O1\\A Rl\\1O hanuo illui.lralo II Lutti gli
allievi la lì~ura di S. Giovanni Bo~co ,. ropcra
da lui ,wolta a favori· <lt·gli appr,·nùisli.
A C,m,o per intcr<·si~am1>nto dl'i Coopera•
tori Salesiani, d'al·ronlo con le Organ.iz:za-
zioni del mondo dd lavoro. 111•1 lPatro « Lu-
c<'rnetta >> Don Biagini pre,entò « S. G. Bosco
anticipatore tld Sindat·ali~mo e protettori•
degli apprendioti d'Italia ».
·\\ l'alrrmo gli apprendisti bam10 asC'oltato
in cat h•clrale una S. l\\lesRa i;olt•m1r officiala
dall"Em.mo Cardinali· Ruffini. <'ht· ha ~otto-
lincato l'importanza della gior11ata dell'ap-
prendista, !'saltando l'esrmpio cli S. Giovanni
Bosco nella istruzione e nl'lla form.aziuue
profl-'l~ionale df'i giovani.
Dovremmo parlan~ di tanti altri c,~ntri.
ma nou <'Ì ,. poi-sihilf. fan• neppur<' uno ~carno
clclli"o J,·llv iniziath >'orte ovu1111w· in occa-
t-ione tlella giornata dl'll'apprrnJii,ta per pro-
spettare i proLlemi ùci rapporti tra i giovani
t> il mondo del lavoro, ,ecou<.lo lu visioni•
integrale di Don Bosco.
Parlando a P1lflora p1>r la « giornata )), l'on.
Gui cbl'. qual<" Miu.istro dPI Lavoro, c•ra
stalo il promotore della mauif1•sh1zfone, ha
detto C'he per l'o<'Ct11<ionc in tutti• le ci1t;1
d'Italia '<Ì con.sid,·ravano e si dihatte,·auo
i prnbl1•mi della ibtn1zion,: e dt>lla ednr.azio11r
~ella ricorreru;a ddla fosla di S. Gio, armi
del1a gim l'lltù lavorut rici:. ~-j f.ra doè intc~i Busco I' .\\,~ociazioue Italiana 1\\1,u-~tri Cat•
a<l una delll' « più oh.i, l. ncrcqi;11riu opere <li tolici (Al\\fC) e il Movimcùto Maci-tri di
pacr•. di lavoro e ordiuol o 1,viluppo civile. dictrn Azione Cattolica (M'1 AC) hanno or~anizzalo
118 l'ispirazione religiosa u morale di Uou Bosco». in moltissinrn città d'Italia manife,itazioni re-

2.9 Page 19

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onorato Don Bosco
ligiose in onore del Santo Educatore con
conferenze pedagogiche, nelle ffUali gli ora-
tori ha1ino presentato Don "Bosco non solo
come il fondatore e organizzatore di una
granùe 01,era educati-va, ma andlc come
il tipo ideale dell'educatore cattolico mo-
,lcrno.
Segnaliamo pure un'altra beUa iniziativa.
n « )Iovimcnlo dei Focolarini » ha ten11to
nella « Mariapoli » di Grottaferrata il suo
primo Convegno m1y.ionale. Per tre giorni,
circa 250 tra professori di scuola mP.dia e
lic:ei, maestri, direttori didattici. presidi e
rappresentanti di Università, con la parte•
cipazi011e di Belgi, Francesi, Tedeschi e Co-
lomhian.i iscritti al )>lovimcnto, studiarono il
modo di attuare la pedagvgia del Vangelo,
nella quale il vero Maestro è Gl-sù, che ogni
rducatorc deve sfo.rzaroi di imi.tarP "e viwle
insegnare qualcosa di veramente utile per la
gioventù e la società.
La prima giornata fu dedicata a porre le basi
per una educazio11e cristiana e fo eostit11ila
ufficialmente la Sezione lntern11zio11ale « S1m
Giovanni Bosco »: esRa accoglie le adesioni d.i
tutti i membri del movimento che hanno a
cuore i problemi educativi. In detto Convegno
fu pure decisa la costituzione di un Centro
« San Giovanni Bosco» nell'A.ha Ttalia, un
altro n ell'Italia Centrale e un terzo nell'ltalia
)ferid.ionale. Questi si propongorlO che tutti
ali educatori, ispirandosi al grande educatore
Don Bosco, possano realizzaT\\" uella scuola
quello che già fu l'anelito del Santo: porlare
i giovan.i a Dio e Dio ai giovani.
Siamo grati ai nostri corrispondenti per
le interessanti relazioni delle feste in onore
di S. Giovanni Bosco; ma è naturale cbf' rwn
ci proviamo neppure a darne un resoconto
a11-0he solo sommario, pcrchè ormai si può
tlire cl1e non c'è grande o piccolo centro di vita
rattulka in ctù non si onori l'upostolo della
gìovenlù. Preferiamo invece riportare la pic-
cola cronaca di una piccola festa, perchè ci
pare che gli organizzatori abbiano capilo
Don Bosco, e formuliamo l'augw-io cht· in
mezzo alla gioventù di tutte le parrocdiie
il culto e l'amore a Don Roseo porti lra i
giovani un'onda di gioiosa spiTit11aliLà, come
avviene in questo pict·olo centro.
« Oltre 130 ragazzi di Pianfei /w.,mo rele-
bmto la 1r11di~iono/p festfl di San Gi1111anni
B1>sw, in rm rlima di gioia spiritua.fe: pre1·i-
samenu come 11()1"1,a il SunM.
Bisogna trovarsi a Picmfei. in ,ina 1/i queste
oce<~s~oni. Pianfei è un paesino ridente pu
posizione e pur canittere. Le sue opere, le i11i-
-:dative .folcloristiclte della sua ge>Jte richiamano
l'11tlemdo11e dei lonumi. Mo quella di Don
Bosco è ,ma fe.~ta di supore speciale. /' siupisce
il $enso di respousnhilità con ru.i que.~ti ragozii
la celebrano. Fi11 d,rlla sera ,!Pllu rigiffo li
trovale tutti radunati in chiesa. Nella peda-
gogia di Don Bosco i sacramenti sono la pietra,
a,,f!;olare e un11 delle chiavi per l'allegria. È
una cosa che i ragazzi sanno: la gioia sca1u-
risce da ,ma cosrienz11 tranquilla. E per quesro
che la prima iniziativa, ir1 quest'occasione, è
quella d'una b1i()n,a confessione.
1l mattino 11opo, J\\[essa e Connmione gene-
rale: 1m'au1entir11 sr,gra dell'unima, con l'im-
mancabile gioia dei canti. Lu bella parrocchiale
barocca è il'urrn :;traordinnria capùmz.a, ma
ai raiazzi interessa un angoletto intimo e rac-
coll(). r'è /"altare di Don Bosco. La Messa si
celebra lì. Tuili insieme, stretti stretti e alla
famili(lre, si riceve in, quel luo1N la Comu-
nione. Si prega e si can111 pigittti e-0me fare-
vano i primi monelli torinesi del/11 tNtoia
Pinardi. nei prati di Valtlocco. È tm quadrello
.~igniftc,,tii-o clui ha sapiilo <:reare il Jinrimico
vice-pcrrroco Don JWandrile: mr prete rhe am11
i rC'l{azzi e ne è cordinlme,1111 ricambiato. Un
quadretto eloquente, che altri paesi do11rebbero
scoprire e imitare.
Tnfine non munoa la buona ,:o/azione, im•
bar11lita a wrn della parrocd1ia. Panini, pa•
g11ortelle, ciocrnlata e latte caldo. A voloncit
Don B1>sco ai suoi tempi distrib1ii11a 1in/1 scarsa
mezza pagnotta e trna trasparente fertirw di
salam.e: tan.to trasparente rhe di tru,,erso i
ragazzi vi scorgevano... Superga. I tempi
sono mutati. Qui a Pianfei si vedono le sMre
con le manirhe rimboccate, a .far rln st>rde,ui
a qu.es1i chiassosi ragazzini, e il giot•<Jne 11ire-
parroco distribnisce pane, sorrisi e rompa1111•
tico. Chi iliì il più comento di chi rice1·P. E rl,i
riceve è p,JirP. fn r11t1i la stessa 1·onte11tez::a rii
Don Bosro e dei suoi monelli d',w secolo fa ».

2.10 Page 20

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il centenario salesiano
La mani fe_.,tazione
s.i ;,. 6' olta nel!' Aula
)>lagna dell'Univer-
sità Cattolica, presenti Sua Em. il Card. Mon.-
tini, il Giudice Costituzionale prof. Nicola
Jaeger. il Prefetto dr. Vicari, il 1° Presi-
dente della Corte d'Appello, le maggiori
ant(lrità cittadine, il nostro vem:rato Rettor
Maggiore. il Rev.mo Don Luigi .Ricceri del
Ca1litolo Superiore e numerosi Supecior.i di
Ordini e Congregazioni religiose.
LI Rcv. Don Plinio G11giatti, Li-pPltorn delle
011cre Salesiane della regione lom.Lardo-emi-
liaua, rivolto il saluto alle autorità e a tutti
i presenti. comunicò il telegramma nel quale il
Santo Pàdre si compiace va di essere « PRE-
SENTE CON I SUO] VOTI MICUOJII PER JL SEM·
PRE MAGG10R f:'ICREMENTO l)F.LLA (;Jl.AJ'\\DE
FAMIGLIA llELIGIOSA TANTO BENEMERJTA SPE-
OE NEL CAI\\IPO l)ELLA FORMAZIONE CRlSTlANA
E PROFESSJONAt.f; DELLA DILETTA GIOVENTÙ E
CON TINA PARTICOLATI!': .BENEDIZIONE CONFQR·
TATRICE DEJ CENELWSI PROPOSITI DI FER\\ I DO
~'ECONDO APOS'l'OI.ATO l'TIOPIZlATRCCE DI Nt.JOVI
LUm ED AIUTI DIVINI AUSPICI MARIA SS.
AlIBILlAIRICE E CLI Al,TlU CELESTI PATRONI».
Lessi' pure il messaggio del Presidente della
Repuhhlica, nd cruale for1mùava per i Sale-
siani « SLNc1:;ru VOTI FELICE l'ROSECUl1'1ENTO
LORO Mi,:m-ronlA OPERA».
Quindi 1'011. prof. Domenico Magrì rievo-
cava in unà completa sin.Lesi le tappe «..del
tracciato luminos,o » segnato dalla storia
della Socir,tà Salesiana, « meravigliosa vi-
cenda - egli disse - che ha il profumo <li
una leggenda Hledioevale e nello stesso tempo
la chiarezza di contorni, la precisione di dati
che è propria della s:to1·ia contem11oranca.
Strettamente congiunta alla tradiidonc dei
più grandi Ordini religiosi, è nel resto 11.uova,
giovane, lihera, moderna, adegt1ata perfetta-
mente alle esigenze dri tempi nuovi ».
E a prova della perenne attualità drU'ope,-a
iniziata da Don Bosco, l'ou. _\\:lagrì richia-
mava ai p1·esenti la proclamazione dlll Santo
a Patrono degli app1·cndisti italiani.
A ri11graziare l'ou. p:r.of. Domenico )fagrì
prese immediatamente la parola il H.ev.mo
Rettor Maggiore. che rspresse la [liù sentita
riconoscenza all'Em.mo Card. Montini. e si
compiacerne che la rommemorn:rione del
Centenario salesiano fosse tenuta nella seùe
del grande Aten1>0 Cattolico, formuJaudo il
proposito clrn la Società Salesiana. « piccola
cosa nellR vita della Chics,a », continui nella
scia di Don Bosco ad amare e plasmare i
giovani, retaggio ricevuto dal l◄'oudatore.
Sua Ero. il Cnnlinale, alzatosi tra uu fra-
goroso e prolungato applauso ùella sala grc-
ruita, citava alla gratitudine comune le Case
Salesiane deJl'Arcl1idiocesi. e svelava Fol"i-
ginalità di Don Bosco, che senza la pretesa
di rappresentare una formula nuova, « sul
vecchio c antico tronco della Chiesa » da
una formula che sembrava quasi allentarsi.
impigrirsi nel corso del tempo. ha fatto sca-
MD.ANO
f r11ln1u lo 'inl<'ai-
Sua Em U C.rd. Montlnl
ddlnlace lo sviluppo dell Opona
di DonBosco un fenomeno " mlslerloso,
--re, belllaalmo e promellH>l '

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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celebrato ..
turire una primave:ra verdeggiante, stupenda
e promettente... Don Bosco ha dato alla Chiesa
e al mondo clue testi1nonianzc: la prima è
che la Chiesa. che semJuava ave~sc esaurito
la sua capacità istruttiva, mediante qi1esto
.miracolo della Società Salesiana div<'nta
maestra di foile, immense folle di gioventù...
Poi questo fenomeno si è rivolto prevalente-
men te alla clas~e popolare, ai figli del po-
polo. Anche qui la Chiesa ha avuto testimo-
uianza di nou essere ~oltanto maestra, ma
madre.
A i discorsi si alternarono cori dei « Piccoli
Cantori » deU'Aspir.antato Salesiano di Chiari,
d1P, diretti dal M0 Don Luigi Raboliui, hauno
rallPgrato, insieme con un brillante ;;aggio cli
declamazione, i numerosissimi convenuti.
Alla presenza di
Sua Em. il Cardi-
nale Patriarca Cio-
vanui Urbani, del Vescovo Ansiliut S,,a
Eoeellem:a Mons. Olivotti. delle massime
Autorità religiose, civili e rnilitari e di 11na
folta schiera di cooperatori, allievi, ex allievi
I' amici. pru-lò ascollatissimo il Rev.mo Don
Luigi Castano, nostro Prncuralore Generale.
Nell'accogliente sala delle coloiinc a Ca'
Giustiuian, l'Oratore fu prcscntaLo dall'lspet-
Lorc salesiano Don Michelangelo Fava, cbe
rivolse un grazie vivÌS$Ìmo a Sua ExoinPriza
I
pn aver voluto onorare cou la sacra porpora
la celebrazioni'. e a tutti gli intervem1ti. Diede
quindi lettura del nohilissimo telegra.lllma iu-
viat-o da Sua Santità Giovanni XÀUI a
Sua Em. il Cardinale Patriarca:
CITTÀ DEL VATTCA..'iO - Mt~MORE SUOI m-
CONTRT NEGLI ANNT PASTORAI,r-: "\\ftNJSTERO DI
"\\ ENEZlA. SANTO PADlIB GODE ORA ~'ARSI P.RF.-
SENTE CON VOTI E PREGHIERE ALLA SOLF.NNb
CERillIONIA CHE SVOLGESI A CA' GTIJS'l'll'IIAN
PER DEGNAMENTE COllflllEJ\\fORARE FAUSTA DATA
CENTEI'i:A1UA FONDAZIONE TANTO 13BKEllfERITA
SOCIETÀ SALESIANA E COllfPTACESI SOFFER-
MARE SUO AFFETTO PENSIERO SUI CO~NUTJ
CONCORDI NELLA GRATITUDINE AL SICI'-ORE
ESt;L'l'ANTl NEL TlUllUTO VENERAZlONE AL-
L1ll\\CLITO SAN GIOVANNI Bosco SUSCITATORE
DT MrHA61LI IMPRESE APOSTOLO DELLA GTO-
VEN'rÙ INVOCANDO CELJ,STI FAVORI INCO-
BAGGlA1'00 NEI PROl'O/<ITI PIETÀ. VIRTÙ OPE-
ROSITl AUGURAJ\\00 SALUTARI FRUTTI E SPI·
RITUALI CONSOf..AZIONr AUCUS1'0 l'ONTlWICE
U'<-vl.A CORDIALMENTE VOSTRA "EMINENZA RE·
VERENDISSDU, DILETTI SALESIANl E ALLIEVI
CE;>;TRO ARTI E MESTI.ERI E TNTERVENUTI
TUTTI 11111"LOBATA AMPIA BENEDIZIONE Al'O-
STOLICA - Cardinale TARDJNI.
Prese quindi la parola l'Orato:rc, che in
una geniale illustraziooe del periodo storico
ll<'l quale visse e operò Don Bvsco, passò
in rassegna le varie tappe attraverso le quau
ve1u1e rnat11rando e attuando il suo ideai~·.
« Don Bosco ebbe l'intelligenza di non for-
zare i tempi - disse D1m Castano - m1;1
quand'ehbe chiaro che era volontà di Uio
ciò che Pio IX aveva incoraggiato a condurre
avanti, continuò con irriducibile costanza.
uonostante calunuic, vcssazioilL. ostacoli d'ogru
genere, fidando interamente nell'aiuto della
\\ ergine Immacolata Ausiliatrice».
Alla commemorazione erano presenti i
ChiMici drl nuovo Studenta:to « San "Pio
di Cison di Valmarino, i quali allietarono la
distinta assemh1Pa con canti poJifonir,i.
Volle chiudere la cerimonia Sua Eminenza
il Cardinale Patriarca. clie richiamò l'atten-
zione sul bene che i Sal~siani vanno svolgendo
a Vl'Uezia in quattro opere e due. parrocchie
e fece sapientemente notare come i Santi non
siano solo i conquistatori del Ciefo. ma attchc
i precursori e gli anJLUilt'iatori del bene della
tr,rra. E Don Ilosco sta a ùircelo: ciò che oggi
viene conclamato come conquista moderna,
vPniva attuato da Don. Bosco a bene della
gioventì:1 un ,;ecolo fa. - Avanti per il se-
condi, secolo! - fu. l'augurio rlie Sua Emi-
nenza rivolse ai Salesiani, impreziosendolo
con la sua paterna l,enedizione.

3.2 Page 22

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SlllLJESIA\\NO
Una lettera di S. S. Giovanni XXIII a S. E. Mons. Mathias
Pn le !'foue il' A rge-nlo Epis,·opaJi di Sua E'ce. Jfrms. 1llathias, A rcifre11cni,o di Mai/ras, non
saprrmmn offrire r.ii nostri le/lori una migliore t più cllmpleta sintesi delle -w,irabil.i refliizznzi<111 i
rl'/igio~o-sn<'it;tli com;pfa/e in ·1w·11tici"11q11e a.in~i rli m.i11•ì,;tcro 11astorale da questo zel<mtissimo Figlio
,li Don Bo~oo ne/lei sua seco,ula patria, l' Inr1ia. ehe pres1mfando tt1111, fra1l•1izfrine tiella l,rt-
lera ohe flu.a Sant-ilà Cli11t•1tnni XXlII -~i è conipiaci11I() d~ ìi,viarg/i, per lct f«U/$(11, ricorrenza.
Al Nostro Venernhile Fratello
L l1IGl l\\L\\.1'11.lAS
Areivescovo cli l\\fodras-:\\1elyapore
Salute o apostolic1l benedizione
S. s. Gi ovanni XXIII dop o la p ater na udienza concessa a
S. E. Mons.Ma,hias In occasione del suo giubileo episcopale
Noi e.i siamo :sinceramente rallogrMi n1 sa-
pere, TC\\r,e.ntemente, caro l•'ratello, che i<'Ono
trai,corili vonti<'inque anni dacrbc\\ ,sei Stll,t,o
rivestito df'11:1 •lignità episcopale.
t 'ome è ghu,to <'hc Noi pàrtr.cipi11mo alfo
_gioie dei Nostri fìj!li, a, più forte r:i~iouo rlob.
bi,uuo prenùer 11arte a quelle ùei Pn~tori.
Percib. in occasioue di questo memorabile
anniver•!!fu•io. Noi non vogliamo clrn manchi
l'etipressione della Nostra gratitudine e i Nostri
voti, nllo1·è11<-. altorniato dai h1oi figli ril"olmi
di gioia, tu t,i prepari a rendere a Dio i;;olonni
azioni <li grazie.
Alla 1·ievocozio11e di quest-i anni kasc•orsi.
numerosi av,enitnent i si pl·esf'ntano cli cerlo
alla hla memo1fa,. E~si non posson o sfuggire
atl un ricordo rironoi::rente, poichè tutto tlev'es-
se.re altrilrnHo ii.lla, wanùissima boot à rii Dio.
~ ngui clono ec<:<'llen1e. ogni dono pe1·fe1 to,
viene da.11\\Llto e disconde ,làl Padre della
luce•► (UU.P. I, 17).
l,l11est1t serie di anni folict111Hmta tra,~corsi e
rhe 111 contempli. arric·ch.iti ,li magnifiche
rr:iliz?.azioui, sono tutti a tuo onore. .Aiutato
dull'.\\lt.iis"i1n,), ti Rei $forzato, a, somiglianza
del Sl'lTO fedele e 11rudonto ciel Vangelo. <li
far va lere al mas,iimo i ta lc,ufi 1·i•:evuli.
l11fo t 1i, clopo ,n·er ricoperto per 12 anni la
enriea <li Prefot to Apostolico di i-\\!Jillong. eJp.
val.a q_uPsta a Mtle vescovifo. ne sei ùiveuuto
il primo l'a~rore. Poco dopo sei stato pro-

3.3 Page 23

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moRRo alla se(lo wroh'esoovile di l\\faclra", alla.
quale, or souo C)llaRi ,,;ett,e 11uni. fu a/.(gillllla
una part.e della C11icsa di Mcl.vapore.
Là am·ora, h1 hai da.lo prove viisibili clel 1no
zolo apostolfro o <lei t11O spirito d'iniziali rn.
I 11f(1,t ti. allo Ac•opo cli rromuo\\'ere la fecle
nistiana. f' sYilupparo le opere cii carità. li
Rf'i la11ci1.do in ma.gnitiche. e allllfld realizza.
z.ioni. che clostano l'ammira.zione non Rolo dei
ni1<tia11i dell'a:rc.hicli<wesì, ma anche cli quelli
che non fanno ancora porte della Chiesa C'at-
t olica..
Tra. queste rna.Lizzr'lzioni, Ci r gra(lito ricordare
il 11emiru1rio di vaste proporÌioni, capate <li
ac;;ogliere tutti i semina.ris1i di quella provincia
e<>cleRia~t [ca.
Tu hai parimenti cm,tru.ito nn o Contro Cat-
tolico~, altTeHan1,o utilo quanto 11enefìco per
Lnt.t.i, sen~a, dire dello innumerevoli chiese e
s,,nole pa.rrocc..h.iali da te innalzate.
Tnfine <lobbia.mo ricordare non senza sod-
di«f117.ion.a il solenne Congrei=;so E11cari1,tko ,la
te Or/!anizza.to - il primo in Tndia - e che
ha ùat,o urirabili fru.tti spirituali.
:\\1entTe Noi li folidriamo di tnHo ruoi·a di
que«te moltepliri iniziativr., innalzi:mio ln.
'No~tra preghion a Ge;;tì C'ri~to, Capo t• \\ 'ornn.t
Ùt'i I'a-6tori, allì11<>]1~·- nella sua 1'lemCJnirn ti
a~1•onli le ~uo grazie aacor-à phì lar1n1mente
di.e per il iin~Kato
Lo preghiamo a.iwhe C'he ii doni se11Za po1<a
e 1·on ac,·re~riuta ahhonùa.nzit nnO\\-e <'llergfo
per far fronie ai gravi ohhligh1 dcllJ.1 tua <'ariC'a.
Alliu.cht> poi i f<',Rlogglarnenti ~ituio 11iù riechi
rli frutti gpfril:u11li, ti accorclinmo la facolbì
<li imvru:Lire illla BC1nC'tli1.ione Apo,:,tolira,, in
nome e autorità No~trn. 1!opo 1a l\\Ie~!'a pon1i-
flra.le, ai fedeli iirrsenti e nel giorno che c:re-
derai più opportuno. A quest 'nllima i,arìi a11-
1rnssa llll'i.nd11lgenz1;1, ple11aria clii. acqn:istll!'.si
::iJle solite condizioni.
fntanto ti ae<:ordiam<> rli !1ttto c1.1ore, come
pegno e sei;no <lelle grazie <'clcs1 i da 1e solio-
citaf.e. la BenNLizioue Apostoli<1a, cl1e e!lten-
diamo ll tulLo il gregge affidato alle t.ue cure.
nato a Roma prnsso S. .Picitro, il 16 ottohre
dell'anno 1959. il primo t!el Nostro l'onritieato.
,JO/\\NNE.."ì I', r. XXIII
lu data, 6 febbraio p. p. il Santo Padre
precouiz.zava il R.ev.mo Don Vii Iorio .Bomuniu,
salesiano. Vescovo titolare di Bit.a e Ausi-
liare 1lell'Arcivescovo òi BuenoR Ayres. Ern.mo
Canlinale Antonio Caggiano.
S. E. )[ou,,;. Bonamin, nato in Hosario ili
Rant,a F6 il 19 ottobre do! 1909. maturò nello
a11l0 del <·ollegio sale,;,ia,no cli quella ciUà, la sua
vcca.zione salesi::ina, che seµ;nl eukaudo nolla
Msi:\\ cli forma.1,ione di .Berna!. dove emise
professio!l.e religioso nel 1026.
Cor<lolla, Torino, Rorua. furono le t appti dell,1
sua forrna:.1io1rn sa.cerdot,ale. Si laureò in teolo-
gia. 11.JrUniversi t.à Gregoriana e fu ord.imit.o
,;acerùote venticiuque anni or sono.
Ritornai o in pat.ria,, si distini:;e per l.t smt
attività piena di :.1el.o sulla cattedra e nell'edu-
ra.iione. Per la paroht ttTdente e il vig01·e del
p,ml'liero fu ricercai o oratore e eonEoronziore.
J?urono prec·i.samenl.e le sue doti onJ1·.orie
che lo Iecero designare come oratore ntlicia.le
al Congres~o Eucaristil'o N,tz'io1lnle cli Pnn(a,
Areuas (Cl.tile) nel 1946, al 5° Congresso Eu-
rnrisLie;o N àz.i.on:ùe di Rosario nel 1950, e al
Cong1·esso .Mariano Nazionale del 1954. Dopo
un ln'.illant,e ciclo di conferenze pronunciate in
occasione del Congnisso Eucnristico lnlerna-
zionale cli Bàreellona, nel 1952. fo riceVJ.11,o
come Membro Corrispondente della ReaJe Ar-
rademia Jspano-ameriran1;1, di Scienze e Arie rii
C'adice. In <1uesti ultimi anni pnrtecipi'> pure al
Con;!{l'CBtiO lntoriboroa.merica,no d1 Etlm•azwne
di Q1ùi,o (Eq1rntore) (1954) e come Delegato ai
CongreRsi della C.T.B.C. di Ilio de Janeiro
(19:il) <' rii S11.nti11io ,:el C11ile (1957); e in
qualità di f:ogro1ario Generale Aggiunt.o, al
Cougre~so lntNamerieano degli SLat.i ùi Per-
fezione a Buenos A ircs nel l!J54.
Mn la sua impresa, 'f)i1'1 l'ilevaut.e fu ,~ ronùa-
zione nel 1947 clella Rivista «Didascalia• con la
q1ta.lf' Ahi ~valgeudo in Argeut.i11a e rLll'e~tel'O
un compito di alto valore diclattico.
L'elezione di Mons. Ronam/n alla dignità
epis('()pa/e e la s1ia 1lt,sig11azio11e ad .A11,çflfare
1/J;l/n grande .Archirliooesi di Buenos .Ay,.e.s
a.pronr, al suo 1li11a111ioo zelo ·vasti orizzonti rli
a,Postolalo pastorale. La l<'am'iglia Hale;;ù11ut lo
tu·rom1nrg111~ M11 fert•idi voti e preghierr.
Il 25 corrente aprile a Cayliari si svolgerà
con particolare solennità, il P1•i1no Co1nreg110
RPgionale dci CooJ}eralm•i dc•Jla SarflcfJIUl,
Numerose personalità Ecdesiast1che e civili, sia
dell'Isola come del contJnente, presenzieranno
al Convegno.
Per tale circostan?a sarà pure organizzato un
T'el1er,1·i11a9yio ,li ('oopenito1·i flel L<&zio
al /,nntum'i<J d(illa iUadomu, di Bomuin.

3.4 Page 24

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Il Presidente della Repubblica intervistato
dai giornalisti sui Salesiani nella Patagonia
Nella trasmissione delli1, TV Ar~enlina del
20 gennafo u. s. il Presidente Ùfllla ~a?.ione
.Arturo Frondizi fu cosl intervistato ~Lai gior-
uàli..ti "'ul pròblema ùella Patagonia:
- Giaccliè siamo in tema <li eloiri, vorr(>mmo
farle un'allra domauùa, Signor l'reRidento. Lei
lia l'alto un graude elogio dei Padri Salesiani...
Ora, rleside.riamo cl1e ci sia, prel.'isattl quali sono
le benemereuze ili questi Padri.
A questa richi~ta il Presiclenl,e così rispon-
deva:
- l P::vlri Sale!<iani realizzano nelln Pat,a.
gonia un lavoro 1.1rnmirabile. P.eni<ino che vi sono
ginuli militi anni fa e voi 1•.he siete al ron'ente
dei vroblemi clella Patagou.ia., certamente co-
1101\\('ete i «sogui ~ di Ra.11 Giovanni Boi;c-o che
la dp;uardano. La, Patagonia era. un immenso
rl11sarto po'[)nlato quaRi esclusivamente ila aho-
rigeni. 1 Salei;iani vi Mea,rono delle Hiciuzioni
per i mede.~irni o si fH'esero cura tli esRi, 8VOl-
gendo un compito spirituale veramente im-
ponente rlnran te tutto il periorlo tl:i pe1·ma,.
nf'nza. Li ho vii,t;i in svariati htopJ1i della, Pa-
tagonia. Ilo visitato i la.borat,ori f' Le ~vuole
clie rrearono; ho constat.ito i sanifi1•i di que~ti
~acerùoti e mi iaento orgoglio~o, come nomo,
deU'attività. che svolgono <le<lfoanJosi ngli in-
tere.~~i vitali della popola.zi'lne, senza pensare
a<l a.Jt-ro che non m iri al henessere della col-
Leti ivi tà, al cui servizio F;ono comia(',rllli.
Rono stato n{llle loro cl1ie,~o, ho pru:laLo co11
i Loro flllcerùoti. Voi sapete c·he 1111 Sale"iano,
lllous. l'ére?.. cl.te ha percorso tnt1a la Pa-
htgonia, ò altuillmenie -VeRcovo di Comodoro
THva,lavia. 1n <J nesti ronl.atti ho poi ut o ap-
prf'zzare in que;iti ~a<:erdoti una olevat,ezza di
nnim,t ed un irupei,.tno vei- favorire lo sviluppo
della PaLiw;onia, vr.ra,menLe <·ommovenli.
Ecco pe'i-ehl> ho elogiato II continuol'ò nd
<'l◊gia1·e i Salesiani.
Deo1iùero anzi ,:;egualare un altro aspetto ileJle
Jol'o henemereuze. Essi iniziarono la loro opera
evangelizzando gE i:uùi de.Ua, Patagonia, pe1·
i <]\\lilli l.lrearono scuole e laboratori. nggi
staru10 crMn1io anclte un istituto cli Insegna-
mento Superiore sotto la protezione d1:1l la
legge rlell'insegnamenlo libero. l s:werdoti sa-
losiiwi Cl'tleranno, poi, i nostri t(>cnici ilei pe-
h'oJio eìl i nuRLri t,ec.nid iuùu,~triàli. Jn modo
ehe l'a.Llivi1à spi.rituale avrà il suo romplt1la-
rue11to con l'atlh-ità scienl.iJìca e teè'trira.
BOLZANO· Presenti le maggiori Autorità dell'Alto Adige,
S. E. Mons. Enrlco Forcr benedice il busto in bronzo di
S. S. Giovanni XXUI, inaugurato nell'Istituto salesiano
per ricordare la vjsila dell'allora Card. Ronc:olli nel r958.
Una .ieftiuaana pct' le voc-azioui a S. Cruz
ti.e 'rent>rHP
R(1Jla l'iniziatiYa che ebhe la ~ Scuola ilei
1\\fagistern ilolla Cl1iesu delle Figl ie di ~f. A. in
S. Cruz deTenerife. ili promuovere unasettima,na
di c,rieMament,o sulla V0(':1,zi0111,. Si t,enne nelllt
novena,li S. Giovanni Bos,:o.ùal Lo al 31 gennaio.
TI programo1a a.bhracciava una parlè iii
preg:I1iera e una rli ~tuùio: ogni giorna,ta i:ii
a-µrìva C()h la santa Messa, e la rnr.if"a, del Ro-
;;ario seconòo le int,enzioui prestabilite o incht•
devo, 11(11 pomerig,g-io, la uoveua a S. G. Bnsl'o
e la Benecliziono Enoarilltica. Seguivano le
(,.onferen?.è, tenute <la Saeerùoti salesiani, Llal
Suvcriore <lei PP. Carmelitani e daJ Direttore
ùel Cenh·o Di1>cesano tli Esercilli spiritna.Ji .
r temi, a,nnonicamente collegati, rigua.nla-
vano i prolilen.i gfoY-anili dell'urientm:nonto
deUa vita: quello de.Ila vocazione in generale,
della chiamata alla sanlilù, ùell'et<:(>Jlenza <lello
stato roligioso e dolle diven,e forme di a,posto-
lat,o nella C'11 ie~a.
l\\on manca va.no iut,ereflsanti conversazioni
1111ll'Tsi.it11to delle Figlie ùi li. A.. le sue ori-
_gini, il suo sviluppo, le ,ma opere eclucative,
SOl·iali e missioìlarie.
Ti1i,li questi pnu li er!tno illm,1,rali in mm
riu.~C'ita, mostra. con pallUelli. gr:Uici, sla,t,i~ticl1e.
foro1,_TJ"otìe. rivi,.te e pubhli<·nzioni varie-.

3.5 Page 25

▲back to top
infine. nella, lesta di S. l~. Bosco, i'im]Josi-
iione della medaglia a, un gruppo di po,itu-
la11ti e una, liella, accademia ,;ulla vocazioue
religio8a furono il degJ10 suggello della setli-
maua, che lanciò n11ovi s1,rnzzi di lncè ~ul
cammino delle giovani parteC'ipauti.
Nuova chiesa dt>dicata a l\\llm·ia Ausi-
liatrice
Una, llllOVA chiesa dedicata a Maria Ausi-
liafrice è stata apel'ta al culi.o in J>am1llona.
È moderna, elegante, epaziol:!a. Sorge accanto
a,Jle Scuole professiona,li San Giovanni Bo~co,
cl1e per l'occ·asioue &ono sta,te rimodernai.e uel
braccio che s'innalza accanto alla nuova, chiesa,
rifa,l,lo iu armonia tli stile con la medesima.
\\\\1lARETZ - Un'opera cn~ata llCt· tlm·e- La, henetli;,ioue della c.hiesa o la conRa,crazione
saeerdotì alla Chiesa
tlell\\1ltar maggiore flU'OllO tompiutti da, Sua Ec-
Una delle iniziative realizzate ila Don Bosco
per dare Jlreti alla Chiesa ?1 la COF;Ì detta
~ Opera ùe.i Figli cli Maria t per 11' voc~-azioni
tardive. È difficile dire riuaoti operai della
Rerouù:\\ e della t.erza ora hanno potuto Mtrare
a lavorare 11elh Vigna del Siguore, gra;,.io a
qnes!,a provvideMiale Operà, èhe il Sani.o fon<lò
dopo averne avuto l'invito dalla Vergine ~tesi;a,
in nno dei snoi mirabili ~ s1,g11i ». l3astert'>bbc
ri<.:ordaro una di qneste voca;,ioni tardive, che
o1hì ad uu giovanotto cli 22 a,nni h1 pr,ssibilit1\\
di diveota,re sa,cerdoto o che ogiri è avviato
alla gloria «!egli altari: il Rervo di Dii) Don
Filippo H,i11s.ldi, terzo suece;;,sore di S. Gio-
vanni Bosco.
I Sa,le1:,iani, fec1é.li ailo spiriio del Padre e
con(imu)J,ori delle ~ne opere, sostengono, an-
che a costo di gra~1di ,:;acrifìci, quest'opem
cellenza l'l'!Oll8••Javier Arill, 'Vicario apostolico
di l'nerto l\\[al1lo1rntlo (Pel'C1). che si trovava in
quei giorni nella, sua lerrn na!.ale. Erano pre-
senli tutte le m1torità locali e rappresentava,
il Ret-tor Maggiore il Rev.mo Don Luigi Ric-
ceri, Direttore generale dei Cooperatori s11Jo-
siai1i. Fedeli <li tutte le f'lassi soriali stipavano
I.a rapace n1waLa del tempio, ment1·e gli a lunni
occu1m,!U10 il CO\\'O. ll nuovo tempio mis1mt
48 metri di hmglle-.i;za, 20 tli larghezza, e l O di
altezza. li campanile si eleva a 26 metri eò
è sotmontato da una grande sLa!.ua cli Maria
Ausiliah-ice, visibile da gran parte tlella ci!ti1,.
Di linee sobriamente moderne. il nuovo tempio
lta una sola nàse. senza colonne, con acustir,a
pe1·fetta. Sull'ali.are mai;(giore troneggia lilla
arLls!.ica, statua, di Maria. Ausilù1,h:ice, opera
della Scnolrt ionlflsia,na di "Barcellona.
co~ì p1•ezio~a per la Cl1ieFW. ùest.itia.uùo allo
scopo varie Case della Clong:rega,zione. Ne ri-
cordiamo llrri una: quella ili Marci,z h1 Fr11111cia.
Ha 90 allievi dai 16 ai 30 am1i, originari di
va-ri Paeiti: A.1u,tria, Svi2,.zera, Italia, Belgio.
Cameroun, Algeria, M:uocco. La E'ran<:iit vi
è rappresen!~ta da giovani provenienti eia una
ventina cli dio(,esi. Un ve,ro Collegio interna-
flAMSET (N. J,J - Allo riéonosein1e11to
ili una Sf'uola sa.Jesiaoa
zionale!
La , Dou Bosco High School * di Raim<t1)',
Questi 90 gio-vani provengono (la ognì ceto ~ew ,Jersey, lta avuto nltima,meute il più allo
e ambiante: cla centri cli at1destra,mon1,o, ùa, ric.onoscimento <lelle supl'eme àulori1à scolaRti.
$('uole tecnichP., da collegi; vi so11o tra es~i che, cli.e l'hanno ammer,sa a far pari e della« A"llò-
ùe(!li ex mina.tori. ex impiegati, elettricisti, ('iazio11e uelle Università degli Stati Atlamiéi , ,
pasticr•ieri, marinai, falegnami, pittori, ng1·i-
Lo ~c()rf\\0 anno la «Don Bos<',O Uigh Scl1ool ,,
coltori ecc. Da notare che que~ti aspiranti al chie~e ùi eRsere aggregala a questa Aasor.ia.zioue,
saeerrlo~io, come vole,,a Don Bmwo, bono la quale- Ìl'lviò un comitato cli trerlici penmne
Ja~cia,ti cornpleta,mente liberi rlì passare al che per tre giorni esaminarono la scuola in
<'lero sf'coJ;1re e a<l a1t1·e (·ongregazioni reli- ogni suo set,1ore: a,Il1Illinistrativo, sco1asUco,
gioso; ne escono così deJ,!'li apostoli atLivi. uei morale. Ne risultò una relazione più i•be soù-
contemplativi, dei mis.,iona,ri.
clis[aceute sot,to ogni ae.-petto, sit-chè la do-
I risultati ottenuti souo consolanti e dicono manda ve11ne accolla con alti elogi ùullo corn-
l'importanza cle1J'o1lera. L'Ts:titut;o di Ma1·elz, pelent,i autorità.
che ha avuto il suo inizio a }ralles (Belgio)
La, « Don Bosco High School » fu aperra
nel 1908 e che si trova nell'att,uule ,;;e,lfl ila n~ 1915 C'On i soli corsi prepl!,l'aL01i. Al,tual-
27 am1i, ha dato 1tl1a Chiesa, fino ad oggi 450 mente ('onta 650 a,IJievi delle scuole secon<larie
sacerdot,i, dei quaJi due terni sono entrati nel superiori, che godono ot,tìma fama per la ~e-
Clero secola,re e gli altri hanno scelto le pif1 rietà, degli studi o la soòa fonna,zioue morale
.rvi1criate fl'lmiglie religiose o le rrù8sioni.
<lei .giova;ni che lo frequoutar10
15fi

3.6 Page 26

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~ilancio e
Perchè i le/tori si persuadano dell'urgenza di
aiuto missionario nel!'lndia, vorrei presentare
anch'io, come banchiere che deve amministrare
con scrupolo la fiducia finanziaria dei clienti,
un bilancio consuntivo.
rima di parlarn dl'lla mia diocf'Si dj
Dibrugarh darò un piccolo panorama
della situazione cristiana in lndia. È
vero cl1e Cristo fa già parte del credo religioso
<fogli indù: nella vita e nel pf'nsiero di Gandhi
chhe anzi un posto preminente. )fa non è
il Cristo ddla Resurrezione; è semplicemente
il Gesù del discorso sulla montagna.
.Per gli indù, r..esù Cristo r 1m grande
maestro. L'indù rr«'rl«' che Dio si manifesti
conlinuamente lungo il rorso della sto.ria.
Molli sono pronti a vedere in Gesù uua ma-
nifrstazione di Dio. Gli indù hanno un'idea
squisitamente religiosa: accettano di unirsi a
qualsiasi manifestazioru>. religiosa, di prrn<ler
parte alle processioni, alle preghiere, aTie lodi.
Sprsso si incontrano pagani che pregano
con la più grande dcvoziou., la Madonna,
,. nè visitano i sa11tuari.
snodanQ fo JlfO<'essioni; si soutono inni e canti
nella lingua indigerta e la dolce recita del ro-
sario. Natali' e Pasqua sono frste sol,·nni:;sime.
Ma il Kerala è 1111•eccezione, un'isola nel-
l'oceano indù.
L'India ha una spiccata religiosità, ha
un'anima che è tesa verso il sacro, verso il
santo. Dappertutto. in India, ci soi10 luoghi
~acri. Non c'è collina, fiume, o albero fli qualclic
importanza che non abhia il suo santuarietto.
Ùl ogni veicolo, aLneno in campagna. si
trova una immagine di divinità ornata con
fiori. l\\cJ Kerala c'è un'immagine drl Sacro
Cuo1·c e della Madonna dappertutto.
L'iuùuismo pe.rò oggi sta attraversando
una crisi. I giovani. a contatLo della ";ta mo-
derna nelle città, Lendo,to a diventare re-
frattari alla religione.
C'è una regione nell'fndia, il Kcrala, dove
4Jj
il cristianesimo risah· ad alnumo 1500 anm
fa e si è radicalo forternl"nte. In alcune città
La mia diocesi di Dibrugarh è nell'Assam
e villaggi del Kcrala ì cattolici costituiscono e ha nn'estensione tf':rritoriale di 130 mila
il novanta per cento o anche addiritLtu·a il chilometri r1uadrati, con una popolazione to-
novantotto per cento ùella popolaziouf'.
tale cli 3 milioni e 365 r11ila ru1ime, secondo
La chiesa ha n•sistito attraveroo i secoli, il censimento del 1951.
pcrchì: i cristiani 1:1ono andati fonnando una
TI questo fì11me di anime, i cattolici rappre-
classe separata.
sentano solo una piccola percentuale perchti
È curioso auche oggi vedere gli scolari, sono 44.353. mentre i protestanti sono 600.000.
fìgli di cattolici. quando devono riempire
La diocesi è frarionata in alcnne panoc-
1111 modulo: alla voct· «casta» rispondouo chif' che coagulano attorno a i fedrli. La
« <'ristiani». I cristiani costituiscono mio parrocchia più importante, sede vesco,.ile, è
degli aggruppamenti maggiori ncl Kcrala.
D.iln·ugarl1: conta più di trrmila cattolici.
Nei loro costumi soèiali i cristiani del Kcrala 1n Dibra~arh città i fedeli appartengono a
hanno assorbito usi e costumi indù. 11 Kcrala circa 25 famiglie caltolicb,•. TI rcslu ilei cat-
quindi una regione dell'India in c11i il eri- tolici vive lontano dal centro; alcuni in piccoli
~tianesimo Ì' autenticamente indiano.
villaggi. la ruaggiorall7;a nelle pianlabrioni di
Fu in questa maniera che i cristiani con- tè. quindi staccati dal missionario. chi' li rag-
sc·rvarono la fl'de .ncJla e.ua interezza o pu- gillllgc e (j incontra in visite rare e hrf'vissiTil<l.
rezza. A girare per il Kl·rala sembra proprio
In Dihrugarb città prosperauo lC' opere
cli ritroYarsi j11 ltalia. o in Irlanda. La lede srgucnti.
ha un carallcrc tratlizionaJc.
La scuola media inglese « Don Bosco ».
l\\dfo grandi solennità religiost\\, le vie rignr• con 120 ragazzi iuterui, poveri ed orfani:
1::;o gitano Ji gcnLc vclltita con vesti multicolori: si la scuola media iu~lese « S:rnta Maria ·» con

3.7 Page 27

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p1ospeHive a Dibrugarh
150 o:cl'am: intei:ne e l'annessa scuola di c11cito
sotto la direzione delle Suol'e difJ('C$ane; la
scuola superiore inglese, dirl'tta dalle Figlie di
Maria Ausiliatrice. È una scuola attrezzatis-
~ima per la popolazione, fre◄ 1uentata da più di
trecento ragazze e ragazzi della dasse alta ddla
città. C'è pure un educandato capace di
sessanta ragazze. La rua;;sima parte sono indù.
LI' Kuurc di Maria .Bambina accudi1,cot10 al
grande o~pedalr annesso all'Università Me-
dica dell'Assam ch<' ha sede in Dihrugarl1. TI
meraviglioso Lavoro di questc Suore è assai
apprrzzato dalle Autorità mrdiche, dal Go-
vNno e da tutta la popolazione.
Un'altra parrocchia, la più estesa della
pianura, ron oltre settemila fedeli affidati a
due sacer◄loti, è la parrocchia di GolaghaL. li
contro parrocchiale ha una cl1icsu in muratura.
costruita tre anni fa, capace di un migliaio
di persone. Le due scuole locali. abbastanza
avviate. maschile e femminile, accolgono un
numero complessivo di 200 interni.
U ua terza parrocchia coupiù ditremila fede] i.
due sacerdoti, un coadiutore. è la parrocchia
di North Lakhimpur: la meglio sistemata, con
una scuola media inglese di 130 alllllID interni.
Manca però purlroppo di u.ua .scuola femminile.
Una wi-nuscola parrocchia è quella di Di_gboi
di ('Ìrca 300 fedeli ili provcnicuza di:01•aralis-
sima. impiegati nella colonia petrolifera. Vi è
un Rolo sac('rdote e l'opera è appena all'inizio
con tutte le difficoltà di ogni lavoro incipiente.
Setlf•mila anime coula la parrocchia di
Nal1arkatiya, con un internato di 100 ra-
gazzi e un·a scuolctta elcmcnta1:1· per le J,am-
liinc diretta dalle Suore diocesane.
Uoom Dooma è una parrocchia di oltre
novemila fedeli: vi si sta costruendo la chiesa.
Queste aon() · 1e parrocchie della pianura.
che assorbono tutte le fatiche e le povere
risol'se della diocesi. insufficienti in gra11
parte al fabbisogno. In programma sono
mnlti lavm·i e moltr opere che dovrnhhero
essere compiute, come nuove scuole. amplia-
menti. costmzioni ili fabbricati. completa-
menti di ahre scuole, asili parrocchiali.
economico. Scuole e maestri g:ravano tulli
guJJc finanze deTia diocesi.
La situazione è aggravata dai torbidi
politici. Fra i Lotha-Naga il lavoro mis-
~ionario è paralizzato dall'insur:r:ezionr dei
ribelli e dalle restrizioni imposte per conse-
gurnza dal ~overno: in <1uattro anni fu pos-
sil,ilc !Soltanto due volte vi~ilare le comunità.
È wro però che ,\\) centro di Golaghat nella
pianura Scendono talvolta dallc montagne
alcuni fedeli e avvi.cina,io il missionario.
T neofiti Lotl1a sono aLhan<lonaLi in mezzo
a un dilagare di prOtf'Stanteeimo e di~semi-
nari in mezzo ai huddisti.
11 missionario li ti◄-ne miiti ro11 l'istruzione
religiosa inviata in lettere alle varie chiesi'.
la domenica. Ogni anno. rruando lr autorità
lo pt>rmcttono. un gruppo di fotll'li viene giù
tlalfo rolline; ba Luogo allora un 1111'$1" di intensa
istrm:ione religiosa nrlla missione di (,-olaghat.
Kohima è la capitale dcli.a nuova provincia
dei monti Naga, amministrata direttamente
da 1'iuova Delhi. C'è una comumtà di un
centinaio di neofiti: non fu ancora possibile
acquistare lLll vasto appezzamt>nto di tcrrcr10,
e i missionari risiedono in una casetta presa
iu affitto. Sono però riusciti a c◄.11llpera re llll
piccolo lotto di terra dove sol'gerà la cappella.
Alcuw villaggi dei dintorni clifodono di essere
istruiti ndla rdigion◄' e noi Fperianw che. col
sorgerr di t◄"mJii migliori, aroccl1e:r:à r,>ra dcUa
Chiesa Cattolica anche fra gli Angami.
Da circa un armo, 1rn comitato di n<1i1 eat-
tolici ha dato vita ad una scuola elementan·
ingl◄-se, pr(lga.ndo <li p1·ovv◄>derr 11uore indiane
clw ne prenclano la diceziont>. Finora non rni
è, !'tato pMsi11ilP. Le suore diocPsane non
sono in graclo di assun1ersi la responsabilità
di una scuola inglt>se; tplindi la scuola elrmen-
tare assai fiorente è per oi-a in mano ad in-
~egnanti cattoliche laidie.
Ho speranza di avere qualche suora dal
Kerala, che è il vivaio delle vocazioni
La situazione nelle montagne è diversa da TI Manipur è una estensione di terreno
quella della pianura. l centri di montagna cli 25.000 chilometri quadrati. Nelle colline
s,m.o poveri. Quindi le opere hanno bisogno (li questo staterello vivono 4000 cattolici e
ili un 1.uaggior soslcutamrnlo l' i1nanziamento un migliaio fli c.at.ccmncni che appartengono 1r,;

3.8 Page 28

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a nove tribù div<"rRc. I li11ri di preghiere e i ca-
L'opera delle Suore in lmph.al prometti·
lc<:himu sono eclit.i in cinque lingue differenti. un avvenire magnifico.
Il 11anipur è « zona protetta ». Sono in Se potessero aprire anche un educandato
vigore restrizioni. in forza delle quali uno per le ragazze delle eòlline, sarebbe una
non può visitare questa zona Renza 1111 per- gra·t.ia e un grande pas~o avanti, perchè fra
niesso SJ)Cciale del Mirùste:ro degli Esteri. le giovinette delle colline del Manipur le
'l"d Manipur ci sono due grossi centri: il vocazioni sbocciano molto più facilmente
p1·imo è huphal. La residenza dei mis!;lionari che nella pianura.
Ì' alla periferia della città. È sorta una scuola li secondo centro è Hundung, aperto nel
U'P(fllentata dai ragani del}(~ colline. I 2000 dict'mbre del 1957 sulle colline a 73 km a
neofiti della parrochia di Jmplaal sono sparsi est cli lmphal. Vi lavorano due sacerdoti,
nelle colline a sud, a est e a ovest della ca- incaricali di circa 2000 cattolici. Anche
qui la messe è promettentissima, ma il la-
voro è duro. I missionari risiedono in una
minuscola casupola di legno e paglia. Vi
col metodo di Don Bosco
prospera una scuola elementare media ron
uu internato di una cinquantina di ragazzi.
Scrive Suor Cleofe Fassa F.1\\1. A. missionaria
a lmph~l nel ManÌpur (lndja): « Awmlo allo scuola
" Piccolo Fiore ". che tante simpatie ci a/tira dalla
pQpolaziorie e dalle autorità pagane, un'altrn /iorenle
opera e sorta in modo occasionale. Fin dall'inizio
delln nostra permanenza ad lmphal eravamo prese
di mira da turbe di monelli, che fu/le le sere gel/avano
pie/re sul /ef!o di zinco della noslTa casella. Auverlire
la polizia il Forse sarebbe stato peggio. Una domenica
mattina cercai di avvicinare un gruppo di quei di-
sturbatori che ronzavano presso il nostro cancello;
ma appena mi videro. se la diedero a gambe. Li
chiamai /accndo veder loro una palla e li invi/ai ad
enlrare. Venncro un po' cirtòspelli dapprima, ma poi
si misero a giocare allegramente con noi. Nacque
La gente è- poverii,sima. I ragazzi devono
e11sere mantenuti gratis o q11asi.
Le migliori speran7.e sn110, come dicevo,
nel Manipur: ma è tale il lavoro in pianura
dove sono co11ceutrati i nove dPcinù dci
cattolici, che ci si vede ohhligati a trascurare o
almeno a lasciare in secondo piano il Manipur.
È uec<"ssaria una l!Cllola per la formazione
di ratechiBti; sono riclùeste modificazioni e
ampliamenti dappertutto. 11 lavoro è enorme,
e i mezzi sono scarsissimi: elema tragedia
di noi missionari.
Jt
~
co.1) l'oratorio, clie aumentando di domenica in
domenica e raccoglie già più di 250 Janciulli e Jan-
èiulle. Al pomeri$gio. dopo il gioco, hanno la bene-
di::ione cucarislica, e quindi le proiezinni. che a/ti-
rano pure i foro parenti, cosl da formare un pubblico
di oltre 600 persone. Ora i monelli dislurbatori so110
dive11/ali i noslri fedeli amici: non lanciano pitì sassi,
e alla domenica arrivano sorridenti portando mazzo-
lini di fiori per lo cappella. E pensare che sano pa-
gani! Vengono infalli a,,cJ.e i non cattolici. compreso
lo st~so cugino de/ Maharajà, e lutti assistono a/In
santa Me.ssa in ginocchio e con grande rispetto
Tirate le somme, v<Jd<Jndo i sacrifici df:i
nostri missionari, viene da p<>nsare a cii',
che diceva San Paolo nella lettera agli Ebrei:
« essi furono lapidati, legali, morirono di
spada, si aggirarono in ahìti di pecore, in
pelli di capre, privi di tutto, tribolati, mal-
trattati, essi, dei quali uon era degno il
mondo, errando sui monti. nei deserti, nl'lle
caverne».
I nostri missionari possono, sotto certi
aspetti, ripr<"ndere questa litania e aggiun-
genri: « sian10 negletti, misconosciuti dalle
masse, ci aggiriamo in città luulicanti. nelle
vie strapiene di buddisti, musulmani e indù ».
pitale. Le comunicazioni limitale e le lingue
Occorrono missionari della « razza » dei
diverse che vi si parlano rendono il lavoro grandi a11tichl, di cui parla l'epistola agli
immensamente difficile.
Eh1:ei: «Perla fede Allele ol:frì a Dio un sacri-
111 lmphal lavorano cinque sacerdoti, di ficio... per la fede Noè costrni l'arca... per
cui due sono preti secolari della diocesi, e la fede Abramo obbedì alla chiamata di
provengono dal sud India. Le speranze Sono partire... per la fede egli offri. l'unico suo
mag1.1iJìche per quesla terra. Dal febbraio figlio in sacrificio... per la fede le mura cli
del 1958 vi lavorano anche le Figlie di .Maria Gerico caddero... »; occorre molta fede, per-
Ausiliat1·ice. Hanno aperto una fiorentissima chè nel silenzio, nel misterioso silenzio divino,
sc110Ja ineJesc per i harnhini delle classj più cou.tinua l'opera dei missionari nrlle tl'rre
alte della città. La scuola fu subito as~ie- dcll' lndia: una seminagione clie annuncia
pata e affollata: ha più di 200 allievi: uua grande ill<JSSC futura.
ne avrebbe facilmente tre volte tanti se il
l:fi ORESTE !11AREl'iGO
1r;f1 locale e lo spario lo r<maenti:ssero.
fle.t;cmm di f)ibn,gnrli India

3.9 Page 29

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J J_'_.f · ~
-, =

3.10 Page 30

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4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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P Ile r1n1e elle
La bella stagione riconduce i tradizionali numerosi e devoti pellegrinaggi al Santuario di Maria
Ausiliatrice: siano i benvenuti! La Masilica apre le sue porte e la Vergine le sue braccia materne
ai figli che lon1ano a rivederLa, a invocarLa. a cogliere dalle sue maui le grazie e le benedizioni
pit1 desiclerate. E appunto perchè i Pellegrinaggi al nostro Santuario possano dare i frutti
che si sperano, diamo agli organizzatori e ai devoti di Maria Ausiliatrice alcune indicazioni:
Ogni pellegrinaggio, dovrebht> pro-
porsi come ideale quello di ascoltare la santa
Messa nella Basilica. Il sacerdote che guida
il pellegrinaggio avrà perciò cura di fis,,are
in tempo utile col Rettore del Santuario,
l'ora e l'altare a cui desidera celebrare. In
mancanza di sace1·doti propri, i pellegrini po-
tranno ascoltare una delle s.antc Messe che nei
giorni festivi sono celeh.a:ate dalle 5,3() alle 12
all'Altare di Maria Ausiliatrice e dalle 5,45
alle 10,45 all'Altare di S. Giovanni Bosco.
Nei giorni feriali l'ultima Messa si celebra
alle ore 10.
Dalle 9,30 alle I0,30 dei giorrii fe~tivi vi è
sempre la Messa solenne ih canto.
Altro ideale di ogu.j ùevoto cli lfaria
.Au;;iliatrice che pellegrina al !!uo Santuario
dovrebbe e;.serc quello di accostarsi ai santi
Sacramenti della Confessione e della Co-
mllill.ont>.
I pellegrini che implorano grazie partico-
lari da Don Bosco nou possom, dimenticare'
<',he, se Egli fu l'apostolo dell'Ausiliatrice.
fu anche l'apostolo della Comun.io11e frf'-
quente. Dalla sua Urna belledetta il Santo
continua a invitare alla Confessione e alla
Comunione con parole cl1e possono couside•
rarsi il sugo del suo apostolato eucadstico:
<{ Rompete le c01:na al demonio con i due
martelli della Confessione e della Cc11nuuio1te ».
« La frequente Comunione! Che gran<le
verità io vi dico in questo momento! La fre-
q11ente Comunione è la grande colonna i:hc
tiene su il mondo morale e materiale. aflìn-
chi' non cada in rovina... Credetelo, o miei
cari figliuoli. io penso di non dire troppo
asserendo che la f-req11ente Comunione è una
grande colonna sopra di cui poggia nn polo
dcl mondo; la divozione alla ~tadonna Ì> la
colonna su cui pogg-ia l'altro polo ».
Nei giorni festivi al Santuario vi è ogni
èomodità di accostarsi ai santi Sacramenti;
se invect> il pellegrinaggio si etl'ettua J1ci
gioi:ni feriali, sarà bene che chi lo organizza
preavvisi il Rettore, spPcificando il nnmero
dei pellegrini e l'ora di arrivo.
lJ Direttore del PellPgrinaggio è pre-
galo di notare, suJ registro dt>lla Sagrestia,
dati e notizie sul pellegrin~gio stesso.
Sovente invece si tratta di romitive cli gio-
vani, di adulti.. di famiglie: sono alkgre scam-
pagnate organizzale llcr dilettare 1• occupare
le ore della giornata festiva. Più che pellegri-
naggi, si possono dire « gitu tu:risticl1t> ». La
l\\fadonna tutti accoglie e tutti attendr. 1
VÌRilatori rieorclino però cl1e il Santuario deve
essere considerato in ogni tempo un luogo
sacro alla preghiera aJla spirituale elcva-
z:ioue. Ricordino il ri1-pctto alla casa di Dio.
anche se la strettezza <lei tempo li obhliga a
limitarsi ad una rnpida visita e ad una brcvt·
preghiera. Ricordino la decenza deU"abbiglia-
mento, la compostezza, il silenzio: il San-
tuado è la casa della MadQlllla!
Il 5 aprile del 1856, Domenica delle Palme, S. Giovanni Bosco condusse i suoi giovanetti
oratoriani in peliegrinagirio alla ~fadonna dì Campagna, nei sobborghi di 'l'orino.
Li aveva prepa.rati a fare un pel1egrinaggio di devozione e non una semplice gita di piacere.
e tp1ei ragaz11:i tennero 1m contegno edìficante. Quando fa lunga schiera giunse .5uJJ'omhroso
vfale cl1e mena al Con.vento, le campane della chiesa pre-sero a suonare a festa. Quel saluto
inaspettato corr101osse i piccoli cuori, che s1>rigionarono un canto ancor più devoto e solenne.
Ma chi aveva dato ordine di suonare le campane? Era accorsa gente; anche i frati erano
usciti meravigliati stù piazzale: il Padre Guardiano appariva il più sorpreso perchè non avt>v a
dato ordine a rtessnno di suonare. La Madonna aveva mandato gli Angeli a salutare Don Bosco
e i suoi piccoli ma devoti l>cllegrini.
Se le campane di Maria usiliatrice non si moveranno a salutare i peTiegrini, la Madonna
farà risuonare nei loro cuoti il suo materno compiacente saluto, meutre il suo grande
apostolo Don Bosco «' tutti i Santi salesiani metteranno a disposi·,.ione dei pellegrini la loro
inesistibilt> potenza d'interces~ione presso il suo c-u0rP di Madre.
un

4.2 Page 32

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1rfltttamalUfl ~ ~ :='
ctett AUIILIATRlt
La macchina rotola giù per 25 metri
reliquia sempre ho tenuto tra le bende del-
Ero diretto in macchina a Gualdo Tadino
con l'intenzione di fare le divozioni e passare
qualche ora nel Collegio salesiano, ove tra-
l'arto malato. Desidero che la grazia sia pub-
blicata sul Bolletti110.
S . Ca~dido (Uolzano)
LIA COEN, INSEGNANTE
scorsi sei anni sereni della mia fanciullezza.
Partito in compagnia di un amico, mentre « Abbiate fede e vedrete i .miracoli ►)
procedevo a modesta velocità sulla strada che Questa espressione di S. G. Bosco è rimasta
conduce da Fabriano a Gualdo, la mia utili- impressa in molte persone che frequentano la
taria cominciò a sbandare sopra l'asfalto ghiac- nostra chiesa.
ciato (una fontana versa in continuazione sulla
strada acqua che per il freddo della notte gela)
e rotolò giù nel sottostante precipizio, rico-
perto da una fitta macchia di arboscelli, per
La signora Angela Costanza, abitante in
Saltillo, Abasolo 198 sur, aveva un bambino
di sei a.u:ni ammalato di poliomielile da cinque
anni. Quante cure, quante medicine! Due
circa 25 metri. Dalla macchina letteralmente
sfasciata il mio ainito usciva completamente
illeso ed il sottoscritto riportava lievi ferite e
qualche ammaccatura ad una gamba e alle
spalle. TI pensiero corse subito a quella pieto-
sissima Madre che è Maria Ausiliatrice, la cui
potente e valida protezione tante volte ho po-
tuto sperimentare nella mia vita. Una macchina
mite era stato ricoverato nella Clinica del
Dottor P<1.olo Perez di questa città, specialista
in malattie del genere, ma sempre ne era uscito
nello stato di prima. Yenne la novena di
S. G. Bosco, e la mamma disse ad alcune
amiche: <• Farb questa novena e son sicura che
Don Bosco mi farà la grazia ~-
Ogni giorno si vedeva questa buo1ia signora
di passaggio prontamente ci ospitò e ci portò col bambino sulle ginocchia pregare con tanto
a Fabriano. Nella grazia riconobbi un altro f,;rvore; ma la grazia non veniva. Giul1se il
favore: nell'incidente non si trovò il mio bam- giorno della festa ed ecco la signora col bambino
bino di 9 anni, solo perchè al momento della ai piedi di :S. G. Bosco. Finirono le fu,nzioni
partenza dormiva e non volli svegliarlo. Per- del mattino; si trattava di chiudere la chie~a,
tanto esprimo la pitt viva gratitudine alla po- ma la signora non voleva uscire... << To resterò
tente Ausiliatrice con la promessa di cantare qui - diceva - finehè Don Bosco non mi
le sue lodi per tutta la vita.
faccia la grazia ,1. Poichè il sacrestano volev;;i
Prr~ola (Pesaro)
PROF. SRRCIO MENGHlNI
Pre~idc Scuola media e Ginna.o::io -statale
mandarla fuori, essa piangendo mi disse: ~ '.\\Ili
lasci qui: sono sicura che avrò il miracolo>>.
Le indicai una porta laterale donde poteva
uscire, e si chiuse la porta maggiore.
Un caso « più unico che raro »
Erano le due pomeridiane, qua,ildo il bam-
bino fece un salto e si svincolò dalla madre,
Invio la somma nccess!lria per una Borsa correndo ai piedi di Don Bosco e dicendo:
Missionaria intitolata l'.1aria Ausiliatrice e << Don Bosco mi chiamai•>. Anche 1a madre
S. Giooanni Bosco per impetrare ,ma grande corse dietro al bambino per paura che ca-
grazia. Unisco altra somma per l~ Opere Sale- desse, ma non cadde pcrchè era guarito. Pian-
siane, a saldo di una promessa per l'insperato gendo di consolazione uscì per avviarsi alla
miglioramento di una arterite diabetica, che propria casa, e al sacrestano che la vide uscù·e,
mi aveva ridotto il piede in condizfoni di es- foce vedere il figlio bell'e gu.arjto. Alla sera
sere amputato per congelamento e inizio di tornò in chiesa a piedi col bambino, parlando
cancrena. n primario, commosso, mi disse: a tutti della sua guangione.
<• li suo caso è più unico che raro l >>. Lo devo [o presi il fanciullo e lo collocai sopra una
162 a l\\Iaria Ausiliatrice e a Don Bosco, la cui sedia, afiìnchè tutti lo potessero vedere; e tutti

4.3 Page 33

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ripetevano: << È stata la [ede della mamma
che gli ha ottenuto la grazia J ,,. Anch'io non
potei far a meno di ricordare alla gente la
grande par<>la di Don Bosco: « Abbiate lede
e vedrete i miracoli 11.
Sallillu, Coal,. ('.V!t;ssiro)
SAC. SERGIO CARRAGLIA
SALblANO
()t11!f/llfe per ('rntrrc.t.·sSlune di i.l1l1Yl(l A.11s~lw1rzu 4! d, S . Oia~
,wnm· Rr,uf), di 14:i. J\\,fnria "i\\loz.:wrtlfo. di S. Dom1•nirn
Stwio t di altri Srrt•i tli DitJ - uln.mi httm10 a,)t/,e ùt-
v,atfJ afferu ed e.le-moswe per sante 1We.sse di rhr,..'7f'azia-
mt?ntr) - i segmnuì:
Albesano Elsa - AnsaJdi Emma - Ariano Angela ... Rn.
ietto 1\\,farln - BaJdini l'Vltu'frt - Bnllabia E.lis.a - Rulsamo
Jm>f. S;,l"~rnre - llnrn,oo dott. G. B. - Burbagallo prof. Giu-
St"èppc ... Bassano Se-rnfinn - Berluticoni Giovnnru - Bettini
Gloriano - Bi1tfri ;\\n"eHn~ - 13hlnchi Clt:rici Antonietta
- J3i~nr.o Lina - Boccbi Anna - Dò:Hltta cnv. Giuseppe:
.. Bottero Don Angelo - Houda Elisa - Brada. F11m. -
Bridio Farn. - Brun Rosina. - Bu$ntn.Q'() Elviro - llu.zzi
Gc-~uin:t - Cuccaro Alda - Caiore Perrari Ersilia. - Calvi
Antonietta - Camog-ni a:useppiaa - Cancedda MRr-ian.Q:da
- Cann.:tvò Giuseppin,l - Cnpdll'> Vint1enr.o - Cor:1.glja Fam
- CnT"honclJo Lucia - Ca~alc r\\nnirn - Ca,snrot1-i Kety -
Cattar:ello G.iovanni - Chatel 'J'ereS:8 - Chisté 1\\'Iaria vçJ.
Cam.aì - Civ:llle.ri Antonia - Cler1ci non 1\\uJ.teJ~"l - Clerii;i
Fo111 . - Conte Gi,,vann1 - Contcrnu Olivcro Rosina -
Costa Stefano - Castigliani 1½m. - Cotta .Angelo - Conù
F.am~ - Cor..1;arin Ce.snre: - Cr-istini R~ttin:'t - C'rQlll Ro.st1
e Micliefon~,·lo - O:ùru FiorcLiliee - Do.lln)!o Valeria -
O' A mbrosi LWni e .fvlaria - O-anelli ri-aQ'. M :.ido - Dc I'aol-n
Don Francesco - Destor 'tt.1luri.1 - Devoto Alma e David
- Dez:1.ani Tt:rc6a - Di Costanzo Anno e Luciu - Di ftHtJ
Somuele - .Donale.ro Cnterinn - Otllto Gi:H·.into - .Espo-
~.o bmnu - Eu::,.d,lom: Letizia - l--' enari Bice - Filot·,
Brer., Giu'ieppini1 - f.•osSon !\\Il.arco - Franccs("hf'ltÌ .-\\r.-
:nanda - Franci Fnm. - f-runco Teresina - Frns~'t\\ ..\\faria
- r-~usjni l'aolo - Gtt~hani i\\ntr.,mdo - Gaia Rosa - Gal\\n.zr,i
Pio - G-nrdiru,- Prosp-erina - Garione ,\\rnc:<leo - G8rron~
Fr11nra - Cennari Vittoria - Gisn11 Dom<rnica - Gianni
F11.m. - Giaviomo ann-lzino Teresa - Girola :\\ttil1a
Gju1inni Eli!:rn - Gl.a:ndo Cele..-itinUi - Gua..chinn GiO\\'anni
• Guerrini Lui~, - Gu~liel·rncui P1,erinil - incordano Ro-
sa..ri:1 - l.otTrc-do Prna .. Lor,:n~ini Celeste - Lupo E.h rnl
- Lu·,o;iòni I•am__ - l\\1,u:;~i lne,- -.•ed. C:1-irq - i\\làlp:Jgono
S1nmpini 1\\1.:aria - MalLòrti Ua:o - M;lrictti Fo-c-nr<li 1\\llàri1.1
- Ma.rino C'ost1.m7.u. .. 'vlanno prof. Lu.i~, - J\\.1u.ritano Pi<•r
Gi<>rlllO - Marozio l\\hddolcn,1 - M.astromatl-C0 grof. Gfa-
comin,1 - 1\\,1dina Oli \\la • \\.lesl1lÌ T.uèln • l\\lilocco Mrtrin
- !\\.finut() ~lurinu - \\.1.o11nat1 f!aola ved GireJli - Nlon~a
Pierhu, :\\tongiurdo Annn - i1o~chio1 :\\h,rt,1 - (\\]U,tjl)irii
tvfaria. - Muzio Or~ota - 1\\"e;;~ri ?v'lari.uccis o. Flami - Ni-
colis Ros..1 - Novl'lli Irma ..... Ori_l!gi !\\laria ,·ed. Nani ..
P•l•d!M M,;n,. - Pani Iolanda - PannuJ!~• :\\lurÙI - P•n·ih
Fam. - Pari.se /\\.ni:teltl - Parmcu,1,1jani 1n~. Gact:1rt<> P-ecrc-hio
I.\\ln.rin - Pennrn1 Carmdo - Peruz~.otti Fuiu. - Pesenco
Lu1k"i P,cotl,, Muri.1 - Pitco :\\Iicht'le - PluchinQtti ('nn-
c.cttifla - Poidomani Conl~tta ... PnHcic1.·hio Maria Luisa -
Pcsse Lu,12:in - Pocrnn Teresa - Plmzi 1 1'1na - Purern Ros:i
- Qt-11Htr(Jtola Bross.1 :\\1.argbe.rita - RBni Rl.">sa \\·td Oèlb
Cnsa - Raperti Paol o - Rava-mini Piera - Re.petti Emm!l
- Rina f.1nd1\\ - ROfH!:n11 PòtH~uule - Rolu Gastone - Rome-
ric;o P;trn,çhinj Anna - Ros!'ii Oius.ep-pina - Sabrc La.,.~nr-o
- Saia Andrea e Lucia - Sa\\ton raQ_ An"'elo - Sc1nrorù
Viola - 53.rtori Agnest: ... S~rzini Rmrn - Sdudh11:1 Loren-
zin~ - Se-rr;:i. Allwr11n.a - Solaro ViI"gjnio. - Suste!:[ni Vir-
l!inia - Stresia Emilia - Test~ À.-·t~rin - 'rondini Gentm:\\
- 't'omnboni Farn. - LottcunQ Fnu\\,i,;C~"°Q - Trabucchi
Elisa - Vidqri Fam. - Vindig11i Lucia - Voltn Vittorio
Zai Uenuri Luig-inu - Zane Fam - Zarsutinì FIiippo
.. Zar.coni Scozzar-i Amelia.
dlltvi ~tLoPi vi~Hol~t!Hli
Anna e Giovanni Bertel!o (Volpiano-
Torino) rendono grazie a 1\\1. A. e
" !'ì, G. D. p~r due favori: la prima
potè ricuperare una son:1ma che le
<ipettavu, controogni previsione e Spe-
ranza umana; il tJecondo ottenne la
grazia di essere assunto stabilm.,!ntè
al lavoro presso una jfrande clrttn.
Rag. Ludovica Rinaldl (Barolo-
Cuneo) dichiara di dov~re grariru-
dinc sconfinata a M . A . e a S. G. B.
per j!t11zic ricevut..·.•
Branlfa Bracci (Tolentinc•-\\•faccrnta)
per $1 imolare il figliuulo a stuc.liare,
lo raccomandò li S. G. B. t> a S. D. S.
Il figlio, me,,sosì <li buo11a lena,
riu&cl in m<>do da stupire compagni
e prof-essori.
M 1ria Manassero In Rolfo (Mari;a-
rita-Cuncc)) sJ rivolse fiduciùsa n
S. G. D. e a S. D. S. durante una
diffici.l<i operazione suh,ta dn) ma-
ru rito e
~audita.
Maddalena Arato in Solera (forino)
viv,am('nte ringnlZÌà S~ G . .H. con
la fii,lia, ché ha oucnuto impiego e
ristahilimento in salute.
Famiglia Volpln (Albignasso-Pa<lova)
ringrazia ptr la guarigione di una
bambina, che <la cirlquc anni si
ammalava periodicamente di bronco-
polmonite; e ché, dopò aver prei.,'lltO
$. G. B., non ricadde più nel ninte.
Riccardo Prati (Cerro Ver.-Vcro,1a)
rende se~rnalate grnzh: a ~I. A. e
a S. (; R per favon1 ottenuto.
Rosina Scandurm (Acin:ale-l'arn-
nia) professa grntitu<line • :Ylari<1
Ausiliatrice per la •ua g-uatigio11L
da pè.!Vipcritonite, e attende •ltru
grazia.
Teresina Stell3 (Ca$cinetre d'Ivrca-
Torinu) fa celebrare sante M~sse
in ringrnziamenco di favori otte-
nuti da S. G. B. e per altn da
Ottenere.
Emilia Formenti (Airuno-Còll"lc,)
t.01, gr.anùe appre.a~ione. r-nc.C?om.aaJb
a M. A., a S. G. B. e a S. D. S. il
nipote Gnetano, che in u..nn cnduta
si era rouo l'osso parietale destro.
Mentre s.i temevn la con1nH>zion-t•
cerebrale, il bambino incumirtciò
a n1lgHorarr, e dc>po due st.Ht1n1arre
tornava a casa guarito.
Luigla Mary (1'orrnn) presenta
un'offerta e un unello a M. A. per
speciale grazìa ricevuta.
Anlòola Re cane-,,aci (Soresina-
Cnm1(,ua) esprime viva riQonoscenza
a M. A. e a S. G. n. per il m11r110
1ni_gliorato <la paresi, e p!!r la fi~Iia
sah-ata col bambino in estremo
pericolo di vit~t.
Maria Buttiero (Casale! M.onf.-Aless.)
raccomandò a ).I[. A. il marito che
da tre anni non trovava lavoro.
Alla terza novena il marito fu chia-
D1nto -per un buon 11npieero.
Prof. Oro117,0 Mastromatleo (Lucera-
Foggìn) con offenn rende pubblirhc
gro.zic u M4 ~ cht: cun ]a sua tn-atf'-ma
aSSts.tcrtza gli f~ce superare, contro
ogni !:.ptlan7...a, un esan1e parrico-
laruu.-_ntl!' in,portank.
Renza. Baracco In Carbone (Torino)
profcsoci viva iiracirndine • M. A.
per avt!rla .titttatu u ~upcrnrç un'ùpc-
nudom:.
Margru,ritu BordQne (Tonno), !?Ua-
ri.til da w1n suppunizwne causata
da in1e1.iom,. ne ringrazi~ M. A.
c. D. l'. Rinaldi.
Rosa Serra Foglino (Quargnento-
Ale~s.) mccvmamlò nlla protezione
di M. A. la hglia durante ,ma
operµ?ione di esito incerto. e la
ricbbs guarita.
Paola Alessio (Torino) fa un'offerta ad
onore cli 11,f. A. per !?1'117-19 ricevuta.
Giuseppina Garron~ (Genova-Sestri)
cosLt.>maùl da impr<ìl' vis<> rna!ore tld
marito. C'Olpir<> da peritonit<, sol-
lecitò con fcnorc l'ussistenza ù1
8. G. fl. e lo riebbe 1r, salute.
Antonia Barav!llle (C;,san0va di Car-
mngnola-'r'orino) per spec-,ale grezia
ottenura da M. A. ÌilVia offerta.
Giuseppina Sardella (Riesi-Calta-
msSetta) e~prit'ne il suo arato onimo
a M. A. e a S. G . B. p~r felice
concotdato ragq1uoto ln una divi-
sione d..1 e-n::dità..
Mariuccia Bertolo (Vc.rolèng<l-To-
rino) ringra,:ia l\\T. A. ,. '-. G. B.
~ invoca ancura la. loro prntetione
~ulla famii:lin.
1(13

4.4 Page 34

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cf', d/(_1('/1/WòCC!di al 11rrn/.1/e
~;;~~~:~;i:t}f~lf§f!fi;1flf@~l*1~!J:Jffwl~~¾;?ffiJJ!tflitf:.~:;~
DON MICHELE RUA
Quando disperava dì poter guarire...
cordo sulla natura del mio male e solo dopc)
Fui sottoposrn ad un atto operatorie), dopo
il quale si manifestarono mo! te complicazioni
che mi costrinsero a rimanere in clini.ca per
tre mesi con peritonite saccata. Ero i.n condi-
zioni disperate, quando vedendo sul Bolletti110
Salesiano la fotognrlìa del venerahile Don Mi-
chele Rua, mi rivolsi con grande fede a lui;
e quando proprio disperavo di poter guarire,
la g\\1arigione ebbe lieto inizio. Ora, grazie al
buon Dio e a Don Michele Rua, sono guarita
co~pletamente.
Noceru br{eriore (Sàlerno)
ANT01''IETTA SENSAL'E CAPEZ!O
un altro giorno di visite e di accertamenti,
con molta incertezza sull'esito dell'intervento
essendo io affetto da aortite acuta con pres-
sione alta e bronchite cronica, fui operato
d'w·genza. Seppi poi che avevano detto a mia
moglie che c'era una sola probabilità su cento
che l'opera:tione riuscisse. lo mi ero racco-
m<1ndato fin dal pripcipio al venerabile Don Mi-
chele Rua, di cui avevo già sperimentato il po-
tente patrocinio, e avevo portato fin sul ta-
volo operatorio una sua reliquia. Passarono,
dopo l'intervento, ben quarantott'ore prima che
i medici assicurassero i miei che ero fuori di
pericolo. Nel rendere grazie al venerabile
Guarisce istantaneamente
con l'applicazione della reliquia
Don Michele Rua, dalla cui intercessione ho
ottenuto una nuova vita, auspico prossimo il
giorno in cui vedremo innalzato agli onori. degli
L'applicazione di una reliquia del Ven. altari il primo Successore di Don Bosco.
Don Rua sul piede del mio figlio minore, di Napoli, via Jl. 'tarantini, zo
pochi anni, lo guarì istanlaneamcnte da una
CESARE PACil,F.O
rìsipola che già era giunta fino al ginocchio. Giuseppina Inver.njzzj in Goretti (Ballabio-Como)
Jl fatto fu così straordinario che tutti noi di dichiara che la suocera è guarita invocando il Yen.
casa ci meravigliammo al vedere come da un
momento all'altro gli si calmarono gli acuti
dolori che soffriva da tempo. Il medico, che
lo visitò pochi minuti dopo, potè accertare fin
dove era giunto il male e con quale gravità:
Don Rua, che aveva conosciuto nel 1902 e il cui
sguardo di paradiso l'aveva colpita e le era rimasto
sempre impresso.
Rosa De Momi (Mogliano V.-Treviso) aveva
chiesto a Don Rua la guarigione di una sua COJl'flata
promettendo di fare un'offert.~ per le Missioni. Li:
stesse avanzando. Non abbiamo il menomo sue preghiere furono esaudite oltre il desiderio.
dubbio: potremmo prestare giuramento che il Giuseppe Crippa (Bosisio Parini-Como), colpito
fatto fu prndigioso e lo dobbiamo a Don Rua.
da malattia grave per emorragia interna da ulcera
intestinale perforante, rivolse la sua preghiera ,ùla
Cofombi11
LINO BONILLA BARBOSA Vergine Ausiliatrice interponendo l'intercessione d i
Don Rua. Le sue condizioni migliorarono subito al
La reliquia fin sul tavolo operatorio
punto da rendere possibile un intervento chirurgico
con conseguente guarigione.
Premetto che sono iscritto tra i Cooperatori
fin dal 1926. Ero stato colpito da appendicite
acuta, non subito diagnosticata, tanto che il
Maria Sandra (Cambiano-Torino) era stata colpita
da grave male. Subito era ricorsa a Don Rua collo-
cando la sua reliquia sullo parte infenna. Al penultimo
giomo della novena scomparve il male cessando
medico mi ordinò di prendere cibo per ben il bisogno dell'opera:r,ionc, pre-vista necessana.
due volte. Visitato da altro dottore e trovato Egisto Guidru:elli (Firenze) dichiara che In figlia,
in istato tossico, fui ricoverato d'urgenza al-
ricover~ta in clinica per una grave caduta e rima~ta
a lungo priva dei sensi, ricuperò presto la salute
IG-'i l'ospedale. Neanche là i medici furono d'ac- per l'invocazione cli Don Rua.

4.5 Page 35

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DON FILIPPO RINALDI
Guarita da trombosi cerebrale
Fede premiata
Alla fine di dicembre la mamma fu colpita da
trombosi cerebrale. Il dottore dichiarò il caso
gravissimo. Tuttavia la fede nella MadoMa
Ausiliatrice e nel Servo di Dio Don Filippo
Riualdi era in noi vivissima. La mamma ri-
mase in pericolo per parecchi giorni, ma le
nostre preghiere furono esaudite e ottennero
una guarigione che fu clùamata miracolo.
A un anno di distanza volgiamo riconoscenti
il pensiero a Maria Ausiliatrice e al suo servo
fedele Don Filippo Rinaldi, e li preghiamo di
continuare la loro potente protezione sulla
mamma e su tut1:i noi.
Vicenza
FRATELLI COLOi\\lIBATTI
La promessa piacque a Don Rinaldi
Lo scorso agosto, venivo portata di urgenza
all'ospedale. L'incertezza del caso, la mia
età (74 anni) e complicazioni cardiache davano
molto a dubitare che un intervento chirurgico
mi avrebbe salvata. Pregammo il Servo di
Dio Don Filippo Rinaldi, la cui reliquia tenevo
sempre accanto. Fui operata a mia insaputa e
per parecchi giorni tutto andò bene. Poi un
collasso cardiaco e altre complicazioni vennero
a provare la fede di chi mi circondava. Ma
il Servo di Dio, invocato con maggior insi-
stenza, mi ha ottenuto dall'Ausiliatrice com-
pleta guarigione. Al caro Don Rinaldi tutta
la nostra riconoscenza, mentre Lo preghiamo
ad estendere 1a sua protezione su tante anime
bisognose di aiuti spirituali e materiali.
REGINA GJACOMUZZl E FIGLI
Mio babbo Libralesso Giovanni era stato
colpito da grave emorragia interna. Il caso si
era manifestato subito disperato. Da due o
tre giorni il caro ammalato era tenuto in vita
UJricamente con l'ossige,no, quando con tutta
la famiglia mi rivolsi fiduciosa al Servo di
Dio Don Filippo Rinaldi, pcrchè volesse
concedergli la guarigione. Promisi che avrei
presentato alle Superiore la domanda per
essere inviata nelle Missioni. I miei cari ac-
consentirono. Il babbo allora incominciò su-
bito a migliorare e, dopo 30 giorni di ospedale,
potè ritornare fra noi guarito. Più tardi ei
trovammo nuovarnente in angustie, perchè il
babbo avrebbe dovuto subire un'operazione
che, dati i precedenti, sarebbe stata molto
pericolosa. Pregammo ancora il Servo di Dio
ed egli nuovamente ci esaudl concedendo
all'ammalato la completa guarigione senza in-
tervento chirurgico. Ora attendo di partire
per le amate Missioni.
SUOR QE;,.,Th'IA LIBRALESSO, F.M.A.
Marcello Tento (Chivasso-Torino) s1 professa ricono-
scente al Servo di Dio O. F. R. per grazia ricevutu.
11.deli.na Ambrosio (Tceviso) raccomaadan\\los1 a D. F. R.
ottenne giustizia dopo anni di divergenze.
Orsola Tabuccbi ('l'ieinc-:to,..AJess.) manifesta d"aver rice-
vuto due graz1e-11 1ntercess1one di i). F. R. e di S. D. Savio.
Pieta Gatti (Sol:,.ago-Com<>) r1nj!razie O. F. R. per 1ft
guari,1?ione di un nipotino g"ià a~li estremi, t c:h.icdc pre-
ghiere per alrra 1,7;Taz1a.
Elisabetta Pa~sarelli (N~poli) racçomandandosi al Servo
di Dio D. F. R.ìnaldi ,:iuari de un noioso malanno.
Remigia Pizzil(alti (l'orli) consigliate di rivolgersi a
D. F. R. nelle difficolrà d'esame pur la lnurl)II in li1e-
dicina-chirurgia, fu e-~au<l.ita e consegul u.n OttÙì:lo esitQ.
Andreina Trasi (Bw-gamo) confortata dalla prcghjer_a a
D. F. R. slJ1)erò felicemente un'opcrazi~n~ preeccupante
perchè era u.n caso ti.i nlcidiva_
Suor Rosa Mongiano, F. M. A. (N izza ?.Innf.-Asti) .:on
i suoi cari ringrazia M. A. e D. F. R. ptcr il migliora-
mento ortenuto agli occhj infon.hi.
Maria Figari (S. Lorenzo della Co~ta-Gcnovn) invia
offerta p"r la ~ausa di be:ttificazicme di D. F. R. per
aver C()nseguito fu guarigione tla reuma gQttoso.
Sandra Fiorenùno (Gallo d'Alba-Cuneo) colpita da in-
fezione te~1ca e aggravatas-i fortemente in tre gio~
si roccom:indò con i familiari a D. F. R. ottenendo In
sospirata guarigione.
Piero Anolli (Alba-Cuneo) offre per la beatifiçazione del
Servo di Dio D. F. R. il suo contributo, ringraziando
per la protezione avuta nella s,Jutc e negli studi.

4.6 Page 36

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ElCROQAIA 7/fl!J'!d!!tlllà
TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
Borse complete
Tiorsa Rua Don Michele, \\'eoerabile, a cura del prof.
Borsa M. Ausilfa1rice, prot~ggi t n()1tri bamb-1ni, a cura
di A1dietta ine. Umherto (Milano) - L. ~o.ooo.
Borsa Rua Don Michele, Venerabile ITToma), a curo di
OPI Sette Federico - L. 50.000.
Borsa Madonna di Loreto e S. Giovanni Bo,,co, a èura
di ::vlària Fràttin (Modena) - L. 58.301.
Borsa M. Ausiliatrice, S. G. Bosco e $. D. Savio, p. g. r.,
• tura di Antonia Centinco (Palermo) - L. 60.000.
Uorsa M. Ausillatrice e S G. Bosco, a cura di Villa Cari.a
('l'orino) - L. 50.000.
Bona Savio Domenico Santo, ,n mjfrag10 dei gemtori, a
curn della figliu Teda La Gamba (Grosset<>) - L. 50.00Q.
Gioacchino Sassani (Ancona) - L. 50.000.
Borsa Maria AusillatrJce e Don Filippo Rinaldi, a cura
di Porta Caterina (Asti) - L. 50.000.
Borsa Oenettl Natale, a cura del fratello Silvio (Torino)
- L. ~0.000.
Bo~• Maria AusiUatrioe, Dasso Giuseppino e Masera
Vittoria (Torino), a cura di Vag1icnti Pietro - L. 50.000.
Bori¼! A suliraglo dcli 'anima dèll 'avvocato Provern Co-
stantino (l'orino), a cura del li~liu Beppe (Torino) -
L. 50.000,
Borss S. Giovanni Bosco, per "" .wc,rrdotf!a salèria110. i11
memoria di Sp,n-oni T'sr1<mia e Bmello M alleo, a cura della
famiglia l!i.n«tlo (CUJ'leo) - L. 50.000.
J:Jorsa Anime sanre òet Purgatorio, rn m11moria di!i defunti
della famiglia Pizzorni Vi,,ce,,zo e ;,, 0111aggio al 25 am10
di Episcopato del Vescovo di Shillon!! (Genova) - L. 50.000.
Borsa Mater M.isericordiae. a cur..i della S'ignora Roneallo
(Savons) • L . 5<>.000.
Rorsa Santln Enrico (2•), o ricordo e ro(fral{io Gruppo
Borsa Maria Auslllatrke. S. G. Bosco e S. Mlchele Ar-
cangeloJ perc.hJ uìt 111itsin11ar1'a ~ia presenti! dove lo dtl'v.ooo
essere, a cura dl Arcnngela Riggio (Palem10) - L. 50.000.
Borsa Maria Ausillatrlce e S. G. Bosco. a cura di Cocu
Lia, iusci,:nante (Bolzano) - L. 50.000.
Borsa Mari.a AusillatrJce, a cura dì Lina Cottinelli (Bre-
scia) - L. 50.000.
Borsa Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, p. ,:. ,., , pl!"f(lw
co"tin11i110 ln loro prll/o:inne a cura di Cesnre A. Dacarro
(Pavia) - L. 50.000.
Bon:in Em.an-ueJ Mo1&. Federico, Vescovo salesiano, a
cornle As$. Naz. Alpìnì 25 000; D. Marchfsio M. 1000;
Filippi Luiiti 500; Mèzzano C. ved. Canale 1500; Al-
vagnini Felieita e .sorelta 2000; sig.ne volontarie di
Don Bosco ;ooo - Tot. 5 1.000.
Borsa M. Ausiliatrice, S. G. Bosco e S. D. Savfo. pro-
te{//?l?tBct sempre, p. ~- r., a cura di Ebe Gcrola e famiglia
(Milano) • L. 50.000.
Borsa S. Lucla (2•), a cura del dott. Panizz1 Carlo (lm•
peria) - L. 50.250.
Bor$a Poverello d'Assisi, f>erchd rìva p'l!r rnn/Mt le g/orif
del Si!['ltJre, a !'ura ùi :\\'(ami Cesare (Fori\\) - L. 50.900.
cura di N. N. (Torino) - L. 50.000.
Borsa Barbero Francesco, in suffragio, a cura della ve-
dova B. Carolina (-',ovùra) • L. 50.Doo.
lforsa Ml'ria Ausiliatrice e S. G. Bosco, a curu del Comm.
Garole (Padova) • L. 50.000.
Borsa Polla Ezio (7•), a cura della m~mrn• frrna Polla
(Torino) - L. ;0.000.
Borsa Rpssl Toffolonl Linda ( r3•), a CUJ11 dea figli Gae-
tano. Rins, Antonio e Margherita Zanon (Vicenza)
L . 52.000.
l!or-sa Patornò P. Ignazio-Caste/lì de, Prinnpl di Bì- Borsa Rinaldi Don Fil!ppo, a cura di Aceto Maria
«:ari, a cura della nipote N. D . Baronessa Iolanda Mon- Fem Elisabetta 10.000 • ToL 50.000.
cada Leo11di (Ca~ania) - L. roo.<>00.
Borsa Maria Aus!IJatricè, esaudiscl l Sanli Salesiani, a
cura di l\\lii:nolli-Arg,;nten Mèrcede (Torino) - L. 50.000.
Borsa S. Giovanni Bo..sco e S. Domenico Savio, in s~(-
jrng-io di Er11e,1a Alossandrò Odella, a cura di '.\\farri-
mano Enrica (Genova) - L. -50.000.
Borsa Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, pr~~-g•t• I.a ,w&tra
famiglia A. G. (Alessandria) - L. 50.000.
Borsa Rua Don Michele, venerabile (2•), a curn di C. De
Franceschi Ciani /Udine) - L. 55 000,
Borsa Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, proteg{!ttect', a
cura di Bernascom E1mco e Bruna (Sv,zzera) - L. 50.000.
Bo,·sa Sacra Fam.iglia (S•) • Dott. Pani.zzi Ca.rio - L. 57.9-14,
Dorso San Domenico Savio, p. I(, r., a cura di T. Bat-
taglia-Peruzzrni (Milano) - L. 50.000.
Borsa San Domenico Savio, a cura di C. R. (Rag,ua) •
L. 50.000.
.Borsa San Dom<lnico Savio e S. (,. BoS<.:o. otle11etemi dal-
/' Ausiluunce le graz;i.e urget!J,i di cui ho bisog111,, a cura di
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI
con sede in TORINO, eretto in Ente Morale <'On
Decreto 1~ ~ennnio 1 Q24, n. 22, può legaJn)Cntc
ricevere Legati ed F.redita. Ad evitare possibili
l·ontestazioni si coos1gliano le segucnn forn1ulc;
Anna Bonmo • L. 52.000.
8orsa Boselli Carlo e Maria, rn suffr11g11J e memoria, a
cura di Bosdli Fausnno (Torino) - L. 50.000.
Borsa Maria Auslllatrice, • cura di Don Francesco Gal-
lizioli mrescm) - L. 50.000.
Se trattasi d'un I,egato: • ... lascio a.li'Istituto Sa-
/esia,10 per le llfisrilmi <on .vde in Tori110 a titolo
cli legato la somme di Liré... (oppure) l'immo·
bjle sito in ... ,.
Borsa Rinaldl Don F!Uppo, a cura di Giovanni Masera
(Torino) - L. 50.000.
Boru Cuore hn.m.acolàlo di Maria, a cura di MarÌJl Tor-
celli (Torino) - L. 50.000.
Se trattasi. invece, di nom1narv erede di ogm so-
stanza l'Istituto. la fonnuJa potrebbe esser questa
B,,rsa S. Ginvanni "Bosco, a cura di Rosina e prof. Giu-
•~ppe Corradl (Torino) • L. 50.000.
,1 •••Annullo ogni m1s precedente. disposizione resta-
Borsa Gesù, Maria e Giuseppa, i,r suf[ra}lio def/n mndre
mcntarfa.. .'.'\\on1ino mio erede un1ve.rs-afo 1•btt.tuto
d, CacdaJ.o Vlnc~,i.:-:a "figi, 'l'ataM f,i Stef1111u (Ab<rigcuto)
Salesiano pu /,e Missioni cm, sede w Tr,rrno, lasciando
- L. 50.000.
ad esso quanto mi appartiene a qualsia.si titolo,.
Borsa Rua Don Michele, venerabile, prot,;;gi mio Jigfio
il11ngo e dato.)
(firnza per esteso)
e la 1uo fam~~lia, a cura di M. S. (Bergwno) - l,. 50.000.
Borsa Maria Ausiliatrice, concedi, per D011 Bosco, la salute
fl(l
a 'I'amhucto Daniele (Alessandria) - L. 50.000.

4.7 Page 37

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n.,,.,, Santi Salc,;fnnl, wnr,detemi 1/lltllll xra:ia, a curn
cli Ammuclta Gin, (Hon,n) - L. 50.000.
Uor5ll 7..ilno Gfus,•ppc,. 1:1-tcollna, Ludovico e ~khclc,
o. i. ura ùi ;:\\lastnwnì Or.u:if, (~Je-ss1naì - L. 50.000.
fio...., Per la !orinazione di un chl.,.-aco salr-<iano, tn ,11/-
/ra~,o Jr/111 offaor/e f:lua l'rmrrnm (Hrc~<ia) L. ~00.000.
nursa Per la formufor1c cli un chh~rleo ~1lcslano mal•
1e•c. n eurn eh Uunn1c1 E. (Moltdl - l .. ➔ 12.500.
Bursll l\\1UbS-a Don f't•lJt't", m mnn1Jl'W ,Jdlt sue J\\'CJ':J.'tlt d,-
DÌIH1mntl! .ttìttt'd1Jtnh. u cum tlt:1111 C,1"10. Sah:·siarut l1i
llnlltnj!u • L. 50.000.
Uoraa Maria lmmaèc,!~12. a Cllfll della C11111 )-.alesi.ma di
Bollrn~" (Tnrrno) - l,. ,o.ooo.
llnr.,a Cardinale Catllcro, a cura drlln Ca.,n S..lcsianA J,
Hullrngo (Tonn1>) I.. 50.000.
Horsn Glr-dudi non Fcdel~, p-,, ro,11111,mumtf il , CM•
rcnnrio Saleswuo. u r,irt1 ,lì un suo t..·lt "ltit!vn atfeziunn.to.
Mon·. LuiJ?i Gorl!dlino L. 50.000.
llors. Giovanni. Lulal. a i.un: dr Rnbbmn~ \\Pi.ruiui1
(1\\111) , .. 50.000.
Uoraa Chlerko s,,i.,.iano povero. a cura di Eh·ira li1ona
('l'uriroì - L. 50.000.
flonrn l\\11iria AU&illatrlcc e $. Giovanni Bo•co, a cura Ji
A M. O. (forino) • I,. 50.000.
nu~u Maria Ausiil:Urkc. e S. Giovann.l Bosco. a curo Ji
C. C. D. (Alessnndria) • L. 50.000.
(tun/lmw)
Borse da completare
Borsa M. .\\u,lllatrke, S. G. !losco e S. Marl:i Mazza.
~Ilo (.2"), •uand,:, le u11,n::10ni d, rmcchiu .usimt" (Ak-s-
,andria) - L. :il,.ooo.
Hory l\\f. Aw.,11:uril.."e e S. G. Bo.co. a cura d, (;t"tah
;\\lana (Genn,•u) • I.. 10.000.
Rorsa M. AuSlllucrice, S. G. ll<ISOO e, S. Domenico S~vio,
m rnu!Ta;;wme,11,1, r/11.rde11dn protrtione t prt•1t/ut-rr, .1 c·urn
<Idio nonn,1 \\', ,le l (Caserta) • I.. 26.000.
llntsa M. Au,lllatric,,, S. G. Bo,u,o e Don F. Rlnahli,
1m.1ucondu pr11,:1un(! t. prr.:h,.. ,~. a cura dl Cn.l\\.ino
,.\\malia (TòrtnOl - L. 25.000.
Borsa MarJa Au-:.Ufatrlce, u t ,t,,/u I~ 111/tn::1,ml di l.ituuppe
l-,·rra11du (l,011mu) • L. 25.000.
lforsa Maria Au•ltlntrlcé e S. C:. Uo!IC", per "" 11m111I~
/11t•nre 01tt111'IO, ., CLlril di l\\l. V. (Pinerolo) - 1... 10.000.
llorsa Mari.a Ausiliatrice e S. G. 1.Joi;co, a cura di lk
\\ laucis, in-.-gnonte (A<>sla) L. 30.000.
Borsa Maria ,\\u,lliatrl=. ,r,urdu I, 1,rttr.,;:,,,n, ,/, [Jo-
,d,~ua ,\\Jaru, (V~rona) • L. a0.000.
llorsa Maria A1i•ftl.·11rice e $, G. u,,.co, p. g. r. r r,,·r ,I
bt11r1 di tutti 1 11,u·, r11r-,, a curo tk•I duu. Puolo Gosa (Bres..
lì)lllOOC.) - L. ~5.000.
Borsa Mnmnu> Mor11hm1a, a cuni tli O. C. (Chieri) -
L 32.000.
(((ln/11tua)
' _ 1nos1ri morti . '.
Salesiani defunti
Sac. Onofrio DI F-ran~co t a C'o1an1• • 69 anni.
Crt:!hhc nlh1 scuola di Don Bartolomeo FaJcie, che tnJ\\W
w:c.inwno spir:lo Sl'll-.•:onno diffuse Df!tla Sidl:n. f superiori
ttH •llìJaronn c.ompa-tJ Jireni,i a Ped;1ru, t"ahaairone. 1\\-'l.iu~
Hl•. k•ndazzo, l\\·h·uiflAI t' San GreRorio. Oopo la. scct>nd,
guerra mondiale. toçc.:ò a lui ~ttar Je fondamtnta della
mirahilc upcra $0rt.a in ,:i• '.\\la.donna delt• ~alntt::, in Ca-
1an.i11.~ per i raga.zzl della llnttb. 1ot~re fHnenzioni di l!IO•
YAm delle scuole d 1 h11hl\\ appresero dsi ir.ut•i tc;-sll di Re:-
1iJ,t1on1: u cc:,no'3cc-re ed .smare la Ctit4c cri•tian.a, chi: r'-!hl
con 11c.n minore c!omr,Ntnz:, e. tui:C'eaao, nnnurulò fl«i
pulriti Jclle cauedral, e delle piccole chi1•,e. Ricco di v,t"
1111er1orc. fu ancht: aipprt7~n.Lo direu.orc di t\\rume
Sac. Calogero Cllmm1U'af11 t a Palernu> 74 mm
Sac. Giobbe CarnJnl • • S. :-t:umz10 (Tc,nnD) 51 llnn,.
Sac. Abralllo Gluscp~ Cely Boi,01,l a 113 anni.
sac. Sebastiano Ptnto t • Corond O,·,cdo (Pani,unl
Sai:. Salvatarc Gamba t a San i'M1·•dur (El ~,ùrndor).
Sac. GJovannJ 11arlniul t a Uueno. Airta • 90 ,nm
Sac:. LulgJ Hawarden t Chcrt••>· llnRhilierroJ
COad. F~dedco Gua,relll t n TonntJ- " ";Q noni
coad.. ea.-10 Scoff"onc t Ene R; .,nni
Coad. Giovanni Lupi t a Pinruanu (l.ucca) a. 8R ann,.
Coad. Igino Fiaschi t • C'o1lnah·e11i (l,,.·orno) a 80 anni,
Coad. 11rancesco Saporito t a Palcrmn • g 5 anni
COad. Mario Portale I • Cnra~ia 4~ nnnL
Coad. Renato Frlcol I o Omno ( \\IKcrin) • so •nn1
Cooperatori defunti
Mons. Ernesto Paslnl t a BrcsC'l■ ■ 87 anni
Dir~1tnre dei Coopt".nuori Sales-inni per 111 Oioces-1 di
B1c1U,'J,4.1
ottcnurt:
fu tra T primi ud adope.rnr~i d!kncememe rcr
i Salesì11ni 1, ltrc:1'cln. f,la l'llld Jc\\·o:-:ianc a l\\1;1ri11
Au11ili1tri\\!e, il -tuo anit.1r1• r,er Don .Bosco e ha ~uo benl'\\'O•
Jen.i:.:a Jlc-r l'Op.er" Sull-'1-uma 2,rt>vano avu10 on,iine
rom~ amA\\"D l')iaC'.~\\·olmente ricordarr
fin dal lont1u10
1885. qu.ando Don Ho1co a1,,eva mandato • suol piccoli
cantori, .accump~t1 d4' non Rua, a c11ntarc: :;1, Brese1a,
nel :-;.antuurtn ,lc-llA ,Mndonna rl<"llr- Grane. Il p1n.·cilo Er•
ncsro et"s ;\\1lor11.. htcrichetto e n1·t\\·t tu~ in dono ,l.s f)qn R11,
un '-!rnzio~o e1u,11.trc, 1vt-ari1l .\\u'liliiirlice-. l""hc tenne l'll'lftr<•
prc'tfostssin10 l"'rnrrio poche oce pnmn di rnoruc. f)Llas,
ti sptcl(,u·c- H rwrchl." della «i1h-Uh1t11nu che: 1tli cna f•nliltare:
lfar,41 Auuli:11,Jf C1,ris-tinn,,ru,,., o p. 11•• ul 11act·r..Jnt~ c:tu.•
1•~·-siste,·a ,oUc 1ncor-Q cru volt.- racC"Ontare con (ummo-
ti<0nc }.;i tori• cl quel qtudn.•flo
Mons. Ma.rio AJfttti. D.rctto,c IJ1oc<,..ono d<i luQp<ra•
torì C'b1QA:~ld e f)el~11tu \\'csco,,lc: pe:r r \\, (
n, Snccr-dote !'ltH undo il cuore d1 f>i1'), ,·i11s-e i ~Uc'>1 h7 1mn,
nel fen on.: d, yn ,m-ieh~a pu:111 e uno xelo sactrdoculo
che lu n.::-.e-ro apecchiu cd e,:empio a I Lllci. Pe-rc-he ut>mo
di pree-hier.11. JI ,·mvti'l'liD e di illlione, lu caro a tuul i P:i-
&tod deH.~ L>1nn.-&1 r>,reuorc- Jn,H-sano dei Coopc-1i1uori.
~ .affe1:ion.:uo cx .sllievv. promoa1e eJ incrementò la Je-\\io--
7..11lnt- 31f'.\\uci1lalncl, r :t Don Rnt-t'o, di cui ,c5&ul'\\" la
donrina e l'c,cm-p10. t Salc~1.1n• tro\\arono si::m prc ,n hu
•! URl{io e ,llumtnau, (':Oncthdìere. l'-armtèl C'<ITdi.à.lt:, 1'•.1u1u
in ogni c::ont1n~en1."t.. Poco prirnw c.lcJJ;t morte, dh:r\\'n •I
l>irenorc.: du: lu \\~i11ituvn: « L>1rcttorc, 1100 ml rrt.tu rhe
f.,rc un.:i buonB condusione- r: n11ù.arc con l)cm Oc,sco •·
1-" Uon Doscn lo chi:amò in P■ra.di~ll nd triduo Jcll.l turt
festa.
Sac. Enrico can.cone Pren::atto \\'ia1rio Foraneo d, \\lt"Je
(Payu1). Uccunonct aales1ano T • ~1 anni.
Alftt.ionuissimo .111111 Famiglia }i.u)csiana. raro ct-f>mp10 d,
p1e13 r: di zelo, nt·1 6uoi qua.ran1 lH\\ru di vita p;utor11lc: 1
Mede Lornt'llin", tenne co.rne au11 l'or,cra delle FiQ'lit cl
1\\-tarirt ,\\tL-.Tllatricc curando d1 r,er~onn panicoh1rmrt1t~
POrLttorib fcuuninjlc:. ove fu C11.h·t::hista per molti~filìmi
anni Nntrw·a urui 1r:nrnl drvo1.1one al Sanro dei QU>\\':ani,
Cl-·lrbran,loae le fnlc cnn -.o1rnnit.\\ e ardo..-c. L"ulrlm1~ 1.uc,
.,.iinccirico fu rct la f..-,ra. di Don Jl.oteo. imricipat.1 Ji otto
giorni. qun-.1 f'lrc,·cdn~e 1a IWI prMtima fin~ ._.ucnnc
u-mpr-c una clori■ r,er h. P:1rrnc.ch1a l"a-.:tr Juto i natah
.a1J.J Suprriura f:-t1u•rulc d("IJc Fhrll,: di \\hria .\\us1hatrfre,
f\\,1ad.re J.indsa L\\11..·c,1n, de-c.edura or tmno due nnni, li com-
pianto Prevo1.to 11o~t~nne f.t:mpr(' r.on zel r, l1atth-a c-C1n1ro
di Coopcnu:rid ~1ilt:siianc di Mede
Sac. Carlo Zaccheo t • l!i,n,uonno C\\"ue-c).
O.- JS JLDD• pal'Toco di JJiandranno, nrll.a sua chies• par-
rocchaalc :ave,, hrto cri!?er~ un ::e\\t.,l" a S. Gio,-.nn1 UO!lco
.i.-,e ,,1,:rn anno ne cctehu,--. 1a ftst:. c-un 111 \\;\\"a partec,pu:wnc
foci.cli.
Gluscp_pe Mia,. t 11 Tormo. d 4-ll•IQ60 a 82. ,1nn1
(.'ris1inn9 c!n·mplun: e fervente CouJwrntar", fu dei 11rim1 o
tull,'\\Uurnre cnt L::,I, 11·1ni nella fon~iuziun~ r nella <1r~ miii..
Z1une dell1 0r.,1nriQ .::fan Paolo, ndl.1 ~·n'ltituzionc dd('l 'nmn,:
Padri di F11.1111-II•"' d,•lt:\\zlonr ,·."uuhc4 1:. ft-ee rlt.ll'Outono
I• wa 15-!Cotula bmurha fino :islla ml'ltt~.. hcn, ,leno daJ S1jtnorc
cun la ,·ocu~utu:, ,h Juc 6!;.liuo)c :all'I.lllllto delle F11l1e d1
Mana At1.111lu1tru t:! Suor Giuh.1, auualmemc bp1.:tt.ncc tJeJ...
lfii

4.8 Page 38

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1• f3p~ttor:ia Piemontese, e Sur,r OnorinA, .Oirettric_e a Ciistel-.
lanza. Chiamuro al Cielo, mcml.rt! i Co<".lper:atorj di Turin.o si
impeg:'J-ft\\'ll.no per le vocntioni ~cerdor..a:li e rcli~iose, offe:ra ·
di cuore al Sianore 1a ~ua \\'i~ per la perseveranza dt:itlc fi-
Rliuole e pe.r fa fioritur:.1 t.li alt.re buoni.' ·voca:rioni.
Pietro Tarabra t a Pr,oce~ (Cuneo) a g-J anru.
Visse con In st:mpliclt.,1 degli uomini di un ten,µo, Ln led1::
Hlumjnò di sago.qe-zza Il ct.11nm ino della so.a vira. Col lavoro
santlficatot divenuto preghiero, formò la numerosa fùrnip:li,
ncll'au$terità dei costumi e ne.J !l:tnto 1imt>r di Dio, meri•
Htndo 111 grazia dl offrire due figliuole all1AusHis1rke. Una
pace serena e plae-ida ne ooronò l:1 viu e,Seruplai-e.
Umberto Scarampi t ad Asti il 28-1-1960.
Fedele p-er lunghi anni al suo posto di lavoro, fu srimato
e l'tmoto da tuni percbè a tutti volle e fece dèl bene. Ctn-
tolico di fede coavintn, dei lrc figli ne ridonò due a Dio:
la fiidill nelJ1lstituto delle Suorè di Csrità e un fi~lio nella
Coogr~ga~ioue Salesiana. S, O. Bosco, di cui i.:ni molto
devoto, concesse :1 lui e all:1 fami~Hn numerosissime grar.it.·,
prerniando ls. sua attività .ricce, di buone ope,re. :\\.lori nel
primo giorno d,el triduo in onore del Santo ed ebbe 1 fu-
ncraJi il gigrno della fe!lta.
Alfonso La Manna t Tonno il 29-1-1~60.
Fu sun ~ar.t.tteris[ica un g_rande amore :1. Don Bosco, che
~li foCè\\Ta ~timarl!: una gra?~ia e un onore l'avere on fì~lio
a Sacerdote salcsinno. Di-ffort(leva. con zelo
Bolle.Umo
Devdti.s!umo della ).1adonna, vhiitaVà Assjduame.ntt: il san-
lltnrio <leU'.1-.\\u~i\\iinrice a "l'Qrinò. Nell"integrità di Uòil v:il:1
inte!:tsuta di lavoro t di soffereo?.~t, fu eseJnpio a q\\:l.anti lo
nv\\·icinllTO-nò di C:onvinta pratica rc1igio$a e di c.onformiti,
al vole-re- di DJo. D,-,n Rose() lo portò con in Paradiso
alfa ,•igilta della sua fe'flta.
PkttO Rossi t :i Var e.~e il I 6-1- 1960-
Si -Sìpe~neva confortato dai caris:mi di nostra sant-n reli•
J,rione, d;1llµ l.itinedu:ione deJ S-aoco Padre t di S . Em. ìt
Cardinal rvtonth1i. Papà di Mons. }~rancesccy Ro:-si, pre-
vosto di Varese e Con<liroltt)re <lei Coop151'atori saltsinni,
vi.ss~ ~cmpre- a finnco del figlio S~ccrdott. e:onfortandolo
con lo su:n viva fede:, il)ttss,Ul.!l di opere buone.
Giovanni Bigotti t a Palestro (Pavia) -a 67 •nm.
Fu Bàleshtno spirito e di 01,tire come pochi. Formato
infa~ti in una -scuoio: professionale s:a.lcsiaoa. lavorò lung-hi
anni come c:;tpO nelle nostre Scuole proressimu:ili di San-
ti•~~ del Cile e donò :\\ Uon Bo~:t..:O tutti i suoi fig-lì: Gi-a-
como, co11ùi1.1tore nelle Scuole profo~$ionali di Catar'l.i.l.
Uon ~1ario in quelle di Vercelli, Suor 'l'ommll$inn, }'igHa
di M0,riil Ausiliatrice a Pavia.
Maestro Piero Alfverti t • V11rese ,1 2-U-1Q60.
Nell11 $<.UOla tli suoi numerosi allievi ~c:ppe sempre h,pirure
una g.ranc.ic devozione a S. G. Bosco e amminzionc. per
le sue Opere.
Francesco Di Giovanni t • Napolì il 26-1-1960.
Padre e sp,)$0 esemplare.. si prod.i.1?À p~r far studia.re. l'unico
suo 6glio cht;, giunto alla ,, uuurità cla~s10u, offrì ~enero-
same.nte al Seminario DiocesAnO. i\\ppenn un m~iC: dopo,
la morte lo colse tragicamente sulla s1rada. Fortumno lui
che .ave\\l'a l'aoima rie.ca di si nobile sacrifido,
Doti. Federico Trajrui t In Cammarn• (Ai:ril<'emo),
Retto nel suo modo di penure e di agire, fu in vita c.rJ.-
stiano fervente e in mone cristiano cosciente della sua.
pcossinµ Jìue. che affronLÒ con. la Sercl'itil dei gìusti. Amò
tanto S.. Giovanni llosc61 c:he sicuramente lo i:wr~ assi-
stito nel 1;uo O'llpasso e accompattmtto ai gaucli eterni, tra
i Jlgli della su• grande Fan,iglia.
Mario Plrova.no t ti Va.reS-é i.I 3-11-1960.
Da molti anni Cooperatore, in quttt:ttl uhiml anni nvev•
accettato la carica ili Zelatore, che esplicò cç:an tanto t\\Oler~,ia.
Appaneneva pure ~1 Consi{!lio dei. Cooperatori di Varese.
Nell'lstituto SA.lesi.ano di l\\tilano a\\'eva imJ.'tJruto nd amnre
l'opera educa tiva di S. Giovanni Bos~o, per la q u.ale crebbe
il suo enrusiA.smo negli o.noi mucuri.
Ugo Basagni e Clorinda Brandlnl t a Vltiom•i:~io
(Arezzo),
Vit~mti per Je. felicità dei quattro figli, trasfusero ìn essi
lu loro profoodu fede e la pratic-.J della vjra cri~tiarHt. Eb-
bero fa gioìa W vedere iJ figlfo ma~giore saetrdotc 5alesiano.
Giovanni Lorenzo Rigat t a Torino n 87 anni.
Conobbe penu,:m~I mente. non llo:!-co, i.ti cui sempre h i en-
tusiasta~ fliutnndOnt anc.hé con offerte le Opere. Fece Sù8
una cf\\rutterìstic:a del Santo: Plllimitatn. fidueia ncll~ ~1a-
doon.j, a.Ua quale brlCOra rul letto di morte Le&e cQn slancio
di figlio le braccia.
Clementina Plvano t n Biella (Vercelli) a 81 anni.
Cooperatrice generosa, beneficò l'Ora.torio Michele Rua,
specie nei tempi eroici. Diede il fi~lio Don Se.condo aWt
CongreMazione S.ilesi.-tn.."'\\.
caterlna Pedronl In Pasqua:e t Vignole Borbera-
Vi$Se t:utta per t s:uoi nove :figli, di cui fu sempre gr..ara a
Dio, La ~ua gioia maggiore fu di aver donnto ttllu Chiesa
un Sfi<:erdote, di cui si r,ri\\.·i> genero.~ament4:i alla ,,il!"ilin
dell'Ordinazione per <larlo alln Conqregaz-ione! ~alesiana.
Dal 1Q30 promuoveva annunlmente in pan-oc.eh.i-a il triduo
a Don Bosco I! :ma vi1tilìa dcUa mort~ lo raccomandò ai
suoi figli, 1;1_ggiun,cnmdo di non dimenlicare rotfertn per ìI
B()l/ettino. Aiutò il Seminario d!oc.es.ino curando la bian-
cheria di vari seminaristi po,•erl i pe1· soccorrere le opere
parrocchìali lavor-dv3 lunghi mesj .a confoiion.1re cloni per
il banco cli beneficenza. A chi le con.sigliavs di riposare,
essa risponde\\•&: e RisQgna mandare avnnti qualcosa per
non trovarti poi malconLenti per !l\\'er fatto poco!-..
Linda Clivio t a Va.cese nella fesra di S. G. Bosco.
Da tanti onni benemerira Cooperatrice salesiana., divotis-
sirna di 1\\'lada 1\\u$ihatricu e di S . G. Bosco, si fernuva
lu.n.ghc ore in -adnrnzione nella ~appe.1111 de-i s.alè~iani
Angela Bovlo t • 1lellinza11<> Novorcsè l'II-ll-1Q00.
Fu donnn tnite e serena, Pnssò In sua vin santific~ndo l a.
fatica qootidìana. Colpita d:i ripetute trombosi. visse R"li
ultimi otto anni nelle sofferenze, a:ccet[ate sempre con
Arnore. 0dvQris:$ima deJb l\\1:ulonns, al :mono dcllt: cam-
pane d1d gìoino della rvlndonna di Lourdes, la:sci.t.va la
terra per il cielo. Fu premiato con la ,;ocazione ~-a~erdo.
mio Sàlesiaru di uno dei suoi figli.
Anna Maria Pia Noce t a Rapallo (Genovà).
Piccina di + anni1 era statn benedettn dn Don Besoo, d.1
passaggio a Oeno-.·a, e .si cò-ntJ>1ac.ev.u di ricQrdue le pn.
1 ole del Santo! ~ Be:nedioo questa birichinn •· GH re!i.tò
in tutta lo \\'Ìta affezionata, JSegui con nmore lo ~viluppo
della Congregazione attraverso il Bollelti'lu, e.. nnche in
morte: volle ricordare le Opere Salesiane
Be.llanna Puddu ved. Raccjs t n M•ndsl (Cll~li.iri'i·
F.ra Cooperatrice da oltre cinqu.anr~anai e custodi,ta !?e.lo•
samcnte il diploma d 1~scr-izìone. Amò Don Roseo e ne
nn,mirò l'open prqvvidunziale.
Vlrgtola Bottero vecl. Scovaul t ad Acqui.
rvr. La no"·anteono ma~tra, Cooperatrice ed ex allieva della
prima Ora dclle Figlie di
A., hn pr()flL~O i SU()Ì tesori
di mente e di cuore t'\\èt molli ttnni d'in~Cj(mun,~nto. se11lprc-
donan,dosi e intessendo la sun vita di lnvorq, di preghicr~
e d 1 :ap('.)9tolato.
Vittoria Cassino t a Priero (Cuneo),
Ftr-vente Coopc:.ratrice ritenne sempre 11uo onore e con•
1
forto aiutare le Opere Don Bosco, anc.1,e •• cQ~LO di sa-
crifici e rin\\lnce. Lascia alla sua numerosa tamic?"lia lumi-
nosi esempi di virtù c.ri~tlanc
Altri Cooperatori defunti
Agrini Rita - Allodi ing. Pietro Ardi$sone Lucia - Baldo
Ferdinando - Dn.rbied Ernesto - Baroli l\\1aioni A ag-eln -
Bell9tti Caterina - Bencclcuo Cateri l'l:l - Bertorto Luigi -
Oo.ccella a.vv. Felice - Borzacco Mnrio - Bosis Cesare - Brescia
Roi;ina - .Bruno Annn. - Buffa :\\lladdalena - Camarda Giu-
seppina - Camos Cecilia - c~uraco Lurj:ti - CMt~ldela
Domeniua - Cer~ani Attilio Codiroli Quirico - Colombaro
1'eol. a.vv. D. Giovanni - Costo Teresa - Cotza ca\\~. Lui~i
.. Cristina J\\1aria - De Negc:i Cuomina - Doni Antonia -
Dotto Emilio - Dulio Antonio - Fulzoni Achille - Fara-
velli Paolina - Ga~liaoo D. Vito - Ghello Cristina -
Ghi,elrnetti Elvira - Giorgio l)omenico - Leone G iustppe
- Locati T.ui_~I - Lombardi ~1ariann:a - Lusona Gahriel1E1
1\\ forrocu Pinna Cnterìra - l\\1oder,ese Antonio - ìv1oJinM:ri
Trinca RQSa - ~Lonaco Natali! - f\\-lQ~CO "\\ltar-iano - "Pnn-
nofi no ~1:aria - P~ssabcqua 8mttul - Pasta RoSA. - Pat.ane
D S~J-v11tore - P-0.rone Domenico - Pavese Carqlinn.
Pedret.ti Rossi •11eresa - .Peraz .Rambnldi J..,iviu - Pez,:11oli
A n n:a - Piceo Carlotta - Piras Giuseppc Phrtoia Virginia
- Qua2lio lVl-addtdent't - Raschio Arcnni;telo - Re_ginato
"'vlanfè - Muria - Restelli Giuseppina - Roberto lVlnr~ -
Rocc-a Conti M~da - Sarti 1\\llons. Cesare - Scanu Enxlinia
- Sthelllr\\o. Giov-anna - Sdtn Bosio J\\Iaria - Soana Annun-
z1;_1t3 - 'l\\rnda ,\\delina - ,-rcnti Z<).cca.ria - Testore Angelo
- Valagussa Ros:i - Vasino D. Angelo - Vassarotto Antonio
- Viole Nhri,:1.
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AU1'0~1ZZ}..ZJONE DEL 1'RlSUNAl.B 01 TORINO If\\. DATA 16 FE.lUJRAIO 19+9, Kl"\\IRRO 403 - CON ,-Prll.OV".AZTO'Nlt ECC"LES1.AST1CA
OIRE'l''J"Oif.e: HliSPONiiABlLE: ~AC. DOT1'. PIETRO ZE.R.BJNQ, VTA MA~IA AUSLLJATKl('.E .l"?, TOtHr,.--o (714\\ - t.1FFJCINH GllAFfCHE SEJ

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DIS(:ORSI l)I l)l0 Xl
"EnTZIONF. ITALI Al\\A A C!' R .\\. m DOMRNlCU HE'RTET'fO. S. D. R.
VOLUME l - ,\\NNI H)22-l!l28
Volume in-8, con la 1·iproduzione di un discorso autografo di Pio XI
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EDITIU CE
IHTERM "ZIOMALE
TORINO
CORSO REGINA MARGHERITA 176
C. C.. P. 2[171
È la prima raccolta completa degli immortali discorsi di Pio XI, ri-
cavati clali' Osservarore Romano che li pubblicò nel corso dei 17 anni
d i po ntificato di Pio XI e dalle altre fonti originali dell'insegna.mento
pontificio.
In questo primo volume, a cui seguiranno a breve scadenza altri due,
sono compresi i discorsi pronunciati dal 1922 al 192.i:!.
Confidiamo che questa importantissima pubblica.z-ione contribuirà ef-
ticaccmentc alla conoscenza e alla pratica del Supremo lVlagistero,
affidato dal DiYin Redentore al S uo Vicario in terra, per la prosperità
e la pace di tutti i popoli.
BOLLETTINO SALESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI SAN GIOVANNI BOSCO
Direzione: via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino - Telefono 22-117
° Al 1 del mese: per i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane
Al 15 del mese: per i Dirigenti della Pia Unione
Sl invia gratuitamente. Spedizione in abbonamen!o postai~. Gruppo 2°
*Facciemo nolo ei benemeriti Cooperetori e alle benemerite Cooperatrici
che le Opere Selesiene hanno il Conto Corrente Postale con il numero 2-1355 (Torino)
sotto le denominazione: Direzione Generale Opere di Don Bosco - Torino 714
Ognuno può valer.$ene con risparmio di speso, nell'inviare le proprie oflert'e,
ricorrendo all"ufficio postale locale per il modulo relativo
*IMPORTANTE
Per correzioni d'Indirizzo si prega d'inviare anche l'Indirizzo vecchio.
SI rlngraiiano i Slg. Agenti postali che respingono, con le notificazioni d'uso, i Bollettini non recapilafi.