Bollettino_Salesiano_194004


Bollettino_Salesiano_194004

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E.diz:aon.: ...idott.1. ,.~condo le prcscrlztonl m1nbtcriaH~
A:itlo LXIV - n. 4 · Pubbll=lone mcosile
xo APRILE 1940-xvin Sp~di,i. in :,bbonamen10 postale - Gruppo;;'

1.2 Page 2

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PERIODICO MEN-
SILE PE:R I COO-
PERATO.Rl DELLE
OPERE EMISSTONl
DI S. CIO. BOSCO
BOllE~fTINO
SJ.\\tESIJ.\\NO
Anno LXTV - N. 4
x0 APRILE
1940 - XVIll
SOMMARIO: 1.a s,:11ola pratica di Ca1ecbJ,mo di l.lrul Madre veramente crls1lan.a . • Una nobile iniziativa.• In
famiglia: Italia, Brasile, Moravia. Lettera di D. Giulivo ai giovani. . Ad onore della Bea111 Mazzarcllo.• Te-
soro Spirituale. - Dalle nostre Missioni: A.ssam, Nord-India, Giappone, Viaggio d'esplorazione nella Cordigliera
Para1tonica Me.rtdionalc. - Crociata missionaria... Necrologio.
La scuola pratica di Catechismo
di una Madre veramente cristiana
L'appello che il Rettor Maggiore ha lanciato Bi>sco ( r0 aprile 1788) l'esempio di ,1lm11111a
per una i11tr11sijicata ripresa di lavoro e di i,,i::;ia- )Uargherùa, ticordando ciò che essa fece ptr
tive. per l'inscg11ame11to della Religione, indicando insegnare e instillare le prime 110:::ioni del C,1-
in tale attività il modo
lechismo e del/a i·ita
più degno di celebrare
cristiana 11ell'a11i1110 dei
il primo ce11te11ario del-
suoi figli, co11corre1u/l)
l'Opera dì Don Bosco
cusi efficace11w11tr alta
« Opera pri11cipal111e11/e
for111a:::io11e del futuro
catechistica» ,wn è ri-
Apostolo de/111 rristiana
volto solo ai Salesiani,
educa:::;ione della gi()-
ma anche ai Coopera-
ventù.
tori e agli amici del-
Tuili sa11110 quale im-
l'Opera Salesiana, i qua-
porta11::a abbia l'educa-
li sono invitati cosl a
::,ione impartita da/lei mt1-
collaborare con spirito di
dre. La madre è la crea-
famiglia a questa nobile
tura privile,tiala rni Dio
e importantissima 111Lf-
lw affidato la missiQlll'
sio11e, che costituì sem-
di imprimere nell'animll
pre il primo pensiero del
docilissima dei bambini
Sa11to Fo11datore.
le prime impronte, quP/1,,
E se ai Sacerdoti .ri
dw 11011 si cnncelleraml()
o.ffre radioso l'esempio
mai piti. 1\\'011 esisti, in
del Santo, tulio dedito,
natura un i'Ìncolo che
fin dagli mmi della gio-
unisca i11 tempo e i11
dne::::::a, ad imeg11are
modo più propizio, co11
la Religione con genia-
111aggior forza co1111111i-
lità di men.le e ardore di
cativa, due anime come
zrfo; alle madri cristia-
ne, quali sono le nostre
Mamma Margherit a Cat echismo al figlìoli.
(Ulustrazion• di G. B. Gulizzi).
quello che unisce la ma-
dre ai suoi bambini. Di
buone Cooperatrici, noi vorremmo presentare in qui la rt•sponsabilità di questo alto compito ma-
questo mese di aprile, i11 cui ri.corre l'amu·- temo davanti a Dio e alla società. Ora, come
1:ersario della nascita della mamma di Do11 11011 può sussistere una vera educa.:::io11e che 11011
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sia profondamente crist1a,1a, così l'opera edu-
cativa della madre dev'essere squisitamente ca-
techistica, in quanto deve preoccuparsi, prinw
di ogni altro pensiero, di instillare nella. tenera
mente delle creaturine i primi rudi111e11ti della
Jot1rina cristiat1a.
Non è necessaria, per questo magistero, quella
compete11za specializzata, sia nel dogma come
nella pedagogia, che è necessaria ai docènti della
.ttirx1e11tti già 111at11ro per le a11le scolastiche. La
Proi,"l.lidenza ha dato alle madri, a11che a11nlfa-
bele, w, tesoro di spirituali energie che si può-
sintetizzare 11ellt1 parola mnore. Grande parola
rhe meglif> e più e_fficacememe di ogni altra
t•sprime e comprende l'opera catechistica dellt1
madre cri.stiana.
Amore verso Dio che, irradiando co11 forza
,Jiffusiva dall'anima 11u1terna, illumina e ri.scaldt,
/"anima t1aturalmente cristiana del bmnbi110;
amore naturale e soprannaturale verso le tenere
creature, che spinge lt, madre a volerne il bene,
1 a t•eder questo bene intimamente co1111esso co11
la grazia di Dio. Più la madre sente e vive la
rifa della f,,de, e più abile ed efficace maestra
di catecl1ù1110 riuscirà in 111e:::zo ai suoi bam-
bini.
Jllamma 1'1argherita Pra donna di fede viva,
,chielta, e di profonda se11sibilità cn".stiana. Fu
quindi un'accorta e ottima marstra di Religione
,,i moi figli. Certamente essa 11011 co,wsce-va la
leori.a del metodo così detto i11tuz'tivo; eppure
1o seguif;•a esemplarmente, guidata da quel senso
pratico che ;,, lei, p(J'l)era domza dei campi, era
sviluppato /orse assai più che in gente di scuola
e di studio.
bi una bella notte stellata, u.sciva all'aperto,
ro11d11ce11do per mano ; moi bambini e, additando
loro la wirabile ..,-olta celeste, ten(!'l)a la sua le-
-::ione sulla esistenza e gli attributi di Dio: «Chi
; che lta creata e collocato lassù tutte quelle
stelle? È Dio. Se è cosi bello il cielo stellato,
che è opera delle mani di Dio, che cosa sarà
e il Pnradiso, che il luogo dove Dio sta C(m i
suoi amici? ».
La primavera cosparge di fiori gli alberi del
poggio e il •,1erde dei prati? la buona mamma,
con parole semplici, spo11ta11ee, co11ti1111a la sua
le::;ionP: « Tutte queste cose belle, il Signore le
ha fatte ppr noi! I).
Se il temporale addensava i suoi nnnbi, e
rombai-a il tuono, ai bambini che i-Stinlivamente
si stringn:0110 a lei co11 il '1:olto spaurito, la
madre dicl'V:a: <• Quanto è potente il Signore,
e come è disgraziato chi osa resistergli! Tali
sono quelli che commettono il peccalo ,i.
Tah:olta la grandine si abbaltt"'ùa m!!e cam-
pagne a distruggffi•i, in 911egli anni di mise-
-
ria, le poche speranze dei contadini. Aggiran-
dosi coi figli, dopo il temporale, in mez:w alla
desolazio11e del disastro, la buona Alargherita
esclamava: << Il Signore ce li aveva dati, il Si-
gnore ce li ha tolti. I I Padrone è lui. Se ha per-
messo questo, lo ha fatto per il nostro bene. ll1a
sappiate che pei cattivi so110 castighi, e con Dio
11011 si burlai >>. Quando i11vece i raccolti ri11-
sciva110 bene ed erano abbondanti: << Ri11gra-
::ia.1110 il Signore - ripetroa. - Quanto è
stato buono co11 noi, da11doti il pane quoti-
diano!,,.
Nell'inverno, quando tutti erano seduti di-
twn:::i a un bel fuoco e fuori inf11riava il 1:e11to
e la neve, essa face1:a rifletti>re la fa111iglia, co11
queste parole: ~ Quanta riconoscenza dobbiamu
111 Signore che ci prtn:"IJede di tutto il necessario!
Dio è i:eramente Pt,dre. Padre 1iostro che s,i
nei cieli!».
la fantasia dei bambini è uno schermo ca/1-
dido sul quale si imprimono fortemente le prime
111,pressioni. Da questo [atto psicologico, la
buona madre sapf!V.•a ri.cm:are il mez:::o di le-
Jtare alle imprt,ssioni che i Jenomeni quotidiani
del mondo esterno lascun.•ano sull'animo dei
bambini, degli opportuni i11.1·eg11amenli religiosi
e morali. C'omc restm•a110 nella sensibile anima
quelle impressioni, così reslm:ano, indelebili, gli
inseg,um1enti che la saggia maestra vi univa.
Il più frequente, quello che maggiormente essa
cerwva di inculcare, erci il pensiero della pre-
senza di Dio.
« Dio ti vede} 1>. Cosi se loro permettff:a di
andare a divertirsi nei prati t-'iri11i, li conge-
dava dicendo: «Ricordatevi che Dio vi vede.'~-
Se talvolta Li scorgeva pen$ierosi, e temeva che
11asc(Jlldessero in cuore qualche piccolo rancore,
loro sussurrava d'impr01,"ltiso a/l'orecchio: il Ri-
cordatevi che Dio vede anche i ..,-ostri pensieri! >>.
Uno dei difetti pziì frequenti nei bambini è
la bugia. Quando essa, interrogando qualcuno
dei .moi bambini sospetta-ca che quello potesse
scusarsi con qualche 111e11zog11a, prima di averne
La risposta, ripeteva: «Ricordati rhe Dio ti
vede!)). Senza accorgen.·i, la buona madre, ri-
pett:Y.·a ai suoi figli le parole dette da Dio ad
Abramo: «Cammina a/l(I mia presen::a e m
per/etto )).
Gli è che I\\1amma 11largherita era do1111a di
fede e il divino insegnamento fl11i1,•a spo11ta11eo,
efficace, integrale dfll suo esempio prima du·
dfllla sua parola.
L'insegnamento integrale del Catechismo esige
che esso 1101: si limiti ,folo, come a-vviene per h>
altre scienze, ad illuminare la intelligenza, ma
tmdze, e specialmente, a riscaldare il cuore e
a mum·ere la volontà. E per siffatto magistero,

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necenita nel maestro la salltilù di '<-'ita assai più
che la sciem:a della religione.
Il catechismo quindi non era insegnato da essa
solo come arida j1Jr111ula m11n11011ica, ma come
regola di vita. Le testimonùm:::e di 'San Gio-
'/1an11i Bosco, disseminate uelle l\\lemorie Bio-
grafiche, so110 11umerose e signijìcati'lJ'e q11a,1to
· mai. Una sera, per esempio, la f a11u'gliola era
riunita attomo alla madre per recitare le pre-
ghiere. Giovannino e Giuseppe erano ragazzi;
ma .cliuo11io, il figlias/To, era giù un nerboruto
gitYi'inotlo che fin da allora co11 le sue prepo-
tenze oscurava spesso la serenità della famiglia.
Si recitava ad1111que il Pater noster. 11Ia giunti
alle parole: « Rimetti a 11oi i 11ostrì debiti come
noi li rimettiamo ai nostri debitori 11, i1largheritu
sospese con un cemio le preghiere. e, voltasi ad
Antonio, che in disparte seg11ii•a un po' immu-
sonito la preghiera romune, gli disse: << Lascia
le parole: Rimetti a noi i 11ostri debiti; perchè
tu 11011 le devi dire 1>. «Ala come? Se sono nel
Pater! ». «Eppure tu non devi dirle! ~- « Oh!
bella, e percl1è? ». «Pensa a quello che dici,
e 1:edrai che ti conviene tacere, 1111:::ichè promm-
ciare queste parole». E Antonio non tardm;a a
riconoscere che la madre ave'l..'a ragione e che,
pregando a quel modo, col rancore 11ell'm1imo,
avrebbe pronunciata la sua condanna; onde fi-
niva col dire: (I J1amma, ho torto, perdona-
temi"·
Lontani com'erano dalla chiesa parrocchiale,
11011 avrebbero patuto, i figli di ll-Iargherita,
frequentare convenientemente le istn11::io11i par-
rocrhiali per la prepnra:::io111• alla prima Con-
fessione. Fu la buona madre, che seppe sosti-
tuire degnamente il Sacerdote, i11 quella circo-
stanza, e, quando li ritemie be11 preparati, 11
accompagnò alla chiesa, li precedette al co11fes-
sionale, co11fessandosi lei stessa, li raccomandò
al c01ife.~sore, e dopo li aiutò a fare il ri11grazia-
111e11to. Continuò poi a prestar loro tale ass1-
sten,za finchè non Li giudicò capaci d1 fare de-
g 1m11e11te da soli la loro confessione.
Allo stesso Do11 Bosco, che essa segul a To-
rino, nei laboriosi giorni della sua opera 1w-
sce11te, quando egli a notte rientrava nella sua
slan:::a cadente dalla spossatezza dopo una gior-
nata verammte apostolira, la madre prima chl'
egli si accingesse o prmder riposo chiedeva:
<i Hai dettu le orazioni?». Il ranto figlio, che
aià le a·,:e•va reritate, sapendo quale consola-
~io11e recava a sua madre, riipondB'l·a: 11 Le
dico subito!~- E la madre aggiimgn,·": <1 Pe1-
d1è •lJedi: studia pure il tuo latino, ma tua ma-
dre ne sa più di te: sa che dl"'t.11 pregare!».
Faccia il Signore che le madri cristiane 11m-
ti11n, 11tl sa11f11ariu dl'fla loro famiglia, lo zelo
calPthistico di questa umile popolana. Se aJ
esse 11011 sarà dato l'onore di educare alla Chiesa
dei grandi santi, sarà certamente c(mcesso li
merito di contribuire con il più efficare dei 111e-::zi
a debellare quella che è la più p1·ofonda de/Jr
sciagure che travagliano La nostra società: I'1-
gnoran::;a religiosa.
ALLA MEMORIA DI MAMMA MARCffE.RJTA
Una nobile iniziafiva.
Un sacerdote umbro, l\\Ions. Origene R,,.
gari di Gubbio, noto oratore sacro, si è fatto
promotore di una nobile iniziativa per l'as-
sistenza delle mamme e delle vecchie sorelk,
povere e sole, di s.1cerdoti defunti. Ed ha l:m-
ciato un appello a sacerdoti e fedeli percht:
concorrano a costruire e a dotare dei fondi
necessari una Casa che le possa ospitare, so-
stentare e confortare, scampandole dall'ab-
bandono e dall'indigenza. RicordanJo l'am-
mira.bile dedizione della mamma di Dun
Bosco, che lascib la quiete della casa naria,
per far da mnmmà ai birichini dd suo Or.i
to.-io di Torino, Mons. Rogari pensa di dt'-
dicare la Casa alla memoria di '.\\[amma 1\\1:lr-
gherita e di intitolarla appunto: // Casa 1Hamma
Nlargherita, per lt: mamme e vecchie s.ordk
- povere e sole - di Sacerdoti italiani morti».
I l nostro venerato Rettor l\\Iaggiore, informato
dell'iniziativa, ha mandalo subito il suo plauso
e la sua benedizione, impegnandosi ad offrire
il medaglione marmoreo che perpetuerà nel-
l'erigenda Casa la vera effigie deUa mamma di
Don llosco. E noi segnaliamo ben volentieri
il progetto ai nostri Cooperàtori, lieti di veder
onorata la memoria di Mamma l\\tlargherita
con un'opera che è omaggio non solo al sa-
crificio delle mamme e delle sorelle dei sa-
cerdoti, ma dello zelo disinteressato degli
stessi Ministri del Signore i quali, non poche
volle, sorpresi dalla morte nell'esercizio del
s:icro ministero, lasciano nella povertà e nd
bisogno le creature più car<:: quando mancano
loro le forze di provvedere alla vita. Il numero
delle domande di ospitalità già pervenute al-
l'ideatore, che, per parte sua, n()n ha pur-
troppo ne mamma sorelle, dimostra l'ur-
genza dell'attuazione del progeuo e d.isvclu
un m()ndo di umiliazioni, ili sofft:renzc e d1
sacrifici in cui languiscono tante povere mamn,,__.
e sorellt: cli sacerdoti che hanno consumato
sostanza e vita per le popolazioni affidate al
loro ministero. La reafo.zazìone dell'opera s,1r;1
la miglior manifestazione <l.i gratitudine allo
zelo disinteressato <lei Clero ed all'abncgaziom·
dei loro cari.
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1.5 Page 5

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IN FAMIGLIA
1TALIA - Ad onore di S. Giovanni Bosco.
XR. - Dalle rrln::iom prrt:rn11tt!ci nhbin1110 pn-
tuw riln·are che lll Jtstt, m1111wle di S Giot·mmi
Bouo si ultbrn 11rmni dllf'/)t!rt11tto con Rrtwtle so-
lt1111lllÌ e Jert·ore. Ci i qumdi impossibile ,,spitare
ond,e 1010 br«.·i rr,i11i d, unti11ni«1 di crorwche. Ci li-
1111tit11110 a stl(1ialnrt q11al1:111w delle i11i::intit·t spe-
cifll1 prrse dai 1wrtri Cooprrntori.
A Bari, il 27 gennaio u. !-. Sua Eccellenza
l'Arc1vcscovo Mons. ì\\larcello "\\limm1 ha be-
neùcllo solennemente un hd quadro d, Don
Bosco, opera elci pittore napoletano Di Do-
menico, pcl no:.tro Tempio del R~·Jentorc
Intervennero al sacro rito le autorità citta-
dine c<l una folla di fedeli e tli rappn.'Se11-
tanze <li rum· le associazioni giovanili della
citt:i. 8ua Eccellenza, con :\\lon::;. \\'cndem-
mia, decurione dei Cooperatori. dcc•>ro an•
~·hc le funzioni della festa che si cdebrò la
prima <lomcnic11 <li febbraio.
.\\ Lecce il Direttore diocesano, :\\lonsignor
Agrimi, confonato dalla fc:rvorosa corrispon-
<lcnza dei Cooperatori, ha organizzato il culto
Ji Don Bosco nella chiesa dt Santa Teresa, con
una speciale funzione al mattino e conrcn:nza ai
Cooperatori a Sl·ra, il primo martcdl di ogni
nttSè. Alla festa liturj.,>i.Ca fa pn.~edcr~ ogni
anno una devota novena predicata che pre-
para dcgnnmcme I fedeli. Quest'anno vi ha
partecipato anche S. E. l\\Ion,;. Costa, Ycscovo
Jiocl-sano; ed il 'enunario, per imz1at1\\'a dcl
Rettore l\\Ion~. l\\11ladini, , , ha Jedicato un
intero triduo.
.\\ Roma, alla nostra Scuola Agraria • San
Tarcisio• S. E. l\\lons. Felice Guerra hcnc-
<lis~e un .1rt1stico gruppo marmoreo Ji San
Giov:inm Bosco che domina gli ampi coruli
e la èampagna circostante, presenti distinte
personalità, allie\\'i cd e,-allicvi e numerose
r.1ppr1."$cntanzc dea Collegi Sal1:siani e delle
Associazioni cattoliche dcli' Urbe.
\\ PadoJa (Belluno), la famiglia :\\Iartini
ha fondato un legato perpetuo per la cde-
br:1zionc annuale della fost.1 di S. Giovanni
Bo!'CO nella propria parrocchia.
A Vigevano ~li alunni del Collegio Sapo-
riti, ti J.riorno Jclla fcsta Ji Don Bo~co, cui
~i erano pn:parati con :ippo~1to triduo di pre-
dicazione, preseru riniziatirn di offrire una
Pi~side alla nuova chiesa militare ùi .-\\dd1s
-1\\bcba.
-
Derna. - Altre notizie del Vicariato.
Il 4 fchhruio li. s. si è cclclmna per la
prima volta, a Dcma, l.1 ksta del nostro santo
Fondatore con grande solennità e concorso di
popolo.
Una duplice Xovena preparò la gion:ntia
dernina e la cittadinanza.
Lumeggiò la p<>liedrica figura di S. Gio.
Roseo, nei prinu sci giorni, il Cappellano
militare Padre Ambrogao Forloni, Camilliano;
e nelle ultime tre sere 8. E. :\\lons. Giovanni
Luc:ito, \\'icarao Apostohco.
11 collt~io dei figli dci cantonieri testimo-
niò il suo amore al grane!.: amico e padre <lci
g10\\'ani con un triduo speciale.
La mattina del 4 febbraio 1!iovcntù e po-
polazione ,;1 e assiepata alla Santa Comu-
niont:.
.\\Ile ore to il Ycscovo tenne il suo primo
Pontificale, durante il quale pronunziò una
dotta omelia, mettendo in picn.1 luce la fi-
gura del nostro Santo.
.-\\Ile funzioni dd pt1meriegio :\\lons. Lu-
cato tenne ancClra il panegirico è chiuse la
festa colla benedizione eucaristica.
la La Sdwltl Co11toru111 esc~ì sotto la guida
del prof. Luciano Fradclloni <lura.ncc no-
\\'eoa e al Pontificale, un bel programma di
musica sacrn.
li 10 ft:bhniio S. Ecc. :\\lons. Giovanni Lu-
cato ha fatto la :.ua prima ,·isita a Tohrul.,
accolto a fcsrn da tutta la popolazione, c~-
p1tanata d.11 dott. \\Iarin Schiavo, commi~-
sario prcfct11zio, dall'.'\\mmir. comm. Ales-
sandro Oh~t 111, comandante la hasc navali.
dal Gen. comm. Umberto Barbcris, coman-
dJntc il presidio militarl' dal cav. Enrico Ro-
mugnoli, podestà di Tobruch, <lai Ccnt. Fran
c1.-sco Ptrl, sl.!grctano politico, dal rcsidc11tc
da Porto Bardia, :\\Ia1t~1nr Aranco e tlal par-
roco cav. D. Gaggino.
Il corteo automobilistico condu:.-se Sua Ec-
cellenza al pi~1zzale d<:lla chlesa, che offrìva
un bel colpo d'occhio. \\ 'erano supcrbam"ntc
inquadrate le rapprc:-entanze della \\farina e
dell'Esercito, le fonnazioni delha G. I. L. e
del Fascio, le Associazioni parrocchiali, le
scuole, l'asilo infantile, colle Suore dell'Isti-
tuto della Sacro Famiglia di Spoleto, i :'-.o-
tabili arabi e turchi nei loro classici e tradi-
z1on:ùi costumi.
Nel sacro Tempio Sua Eccellenza rivolse
a tutti i l"<lt1\\·cnuti e in specie alle Autorità
ci\\'ili, militari, politiche e reli~iosc, il suo
nvo ringraziamento per la cordiale e solenne
accoglienza che avveniva proprio nell'unde-
cimo anniVl'rsario dei Patti Lateranensi. Pro-

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L'EPISCOPATO SALESlANO lN BRASILE - Quauro Arcivescovi, tre Vescovi ed un AmminJstnlore Apus10-
Uco $ales1"nJ auorno " S. E. il Nuru:io Ap051olico Mons. AlolBI Mase!Ja, dopo Il Concilio Plenario ln Rio
Janeiro. Da # nistra a de~trtl: Mons. Anconio dc Almeida Lustosn, Arciv. di Para; Mons. Francesco de Aquino
Corrèa, Arclv. di Cuiaba: Moru,. Alolsl Masella, Nunzio Aspostollco; Mons. Helvecio Gomes de Oliveira, Arci-
vescovo di Marianna; Mons. Emanud Gomes de Oliveira. Arciv. di Goiaz; Mons. Giuseppe Selva, Prelato dJ
Registro dJ Araguala; Mons. Enrico C. F. Mourao, Vescovo di Cafelàndla; Mons. Vincenzo M. Prlante, Vescovo
di Conunba; Mor.s. Pietro Massa, Prelato di R io Nc11ro.
SAN' PAUl, O (BrdSlte). • li Capo doJJo Slnto al nostro CQlleglo pel confedment o della « Croce del Sud»
al noecro miulonarlo D, Colbac:chlni.
79

1.7 Page 7

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1mse, anche a nome dei Salesiaru, di espli- piazza della chiesa. Sua Eccellenza espresse
care la maggiore attività per il bene delle la sua gioia nel trovarsi in mezzo a quei suoi
anime in intima collaborazione con tutte le figli e si recò anche a consolare i malati del-
Autorità.
l'ospedale.
Nella serata l\\fons. Vescovo si portò al- Approfittando poi della squisita gentilezza
l'ospedale coloniale e per tutti ebbe parole del Magg. Araneo, Mons. Lucato visitò il
di conforto e di cristiana rassegnazione nel cippo che segna il confine tra la nostra Pro-
dolore.
vincia e l'Egitto e nel pomeriggio tornò a
Il primo sole del mattino lrovò i fedeli di Tohruch.
Tobruch riuniti attorno al Pastore. Numerosi
c.:ittadini si accostarono alla S. Comunione. BRASILE - San Paolo. - Omaggio ad
Sua Eccellenza celebrò la 8. l\\Iessa alle ore 11
sul piazzale <lella chiesa pre3cnti lutte le Au-
un benemerito missionario.
torità, numerosi marinai, soldati e feùcli. Dop,J L'8 settembre u. s., in occasione della festa
il Divin Sacrificio conferi la Cresima ad al- nazionale, S. E. il Capo dello Stato, Dott.
cuni militari.
Adhemar do Barros, a nome <lei Presidente
della Repubblica, alla
presenza di S. E. Mons.
Priante, salesiano, Vesco-
vo di Corumba, di una
eletta schiera di autorità
civili e militari, e di UI1a
folla di personalità, e:x -
allievi e cooperatori, nel-
l'ampio cortile centrale
del nostro Liceo Sacro
Cuore, ha conferito uffi-
cialmente le insegne di
Cavaliere Ufficiale del-
l'Ordine della Croce del
Sud al nostro missionario
D. Antonio Colbacchini.
Ordinata l'alza ban-
diera e cantato l'inno
dalla massa dei tremila
alunni, S. E. ascoltò gli
indirizzi di omaggio di
un allievo e di un pro-
O,,rna • Il Vicario Apostolica S. E. Mons. Lw,ato in vis!n a Tobruk
fe~ore; quindi fregiò il
petto del missionario
della decorazione, pro-
:--rei pomeriggio, la giovt:ntù maschile e fem- nunziando il seguente discorso:
minile testimoniò la propria devozione a San <• Sapendo del vostro soggiorno in San Paolo,
Giovanni Bosco partt:cipando a una sacra e il nostro Ecc.mo Presidente della Repubblica
hcn riuscita funziont:. Alle ore 181 ùopo il mi ha incai·icato di consegnarvi le insegne del-
Rosario Hua Eccellenza tenne il panegirico del l'Ordine della Croce del Sud. Ricevetele come
~anto e lo adùiti) a.i genitori quale moùdlo un omaggio nazionale, che, oltre a ridondare
di educatore cristiano. frnpanl quindi la trina a vostro onore, pone nel dovuto rilievo l'opera
hcncdizione.
collettiva della Congregazione a cui apparte-
A scra si svolse, nd salone-teatro del nete. Nuova ancora, con poco più di mezzo
Dopolavoro, un'accademia musico-lette::raria secolo di esistenza, la Società Salesiana è già
in onore del \\'escavo, tenuta dai piccoli del- una istituzione poderosissima con settecento
l'asilo. Piccole e piccoli artisti superarono se case sparse per l'Universo. Nella sua missione
stessi nell'arte del dire e delle declamazioni. di preparare operai e uomini probi, nessuno
Lunedl mattina il Vicario Apostolico visitò la supera. Il genio di S. Giovanni Bosco, pre-
anche Porto Bardia, accolto dalle Autorità sentendo le esigenze del mondo moderno, ha
- - civili e militari col nostro Don Santià sulla
So
cn:ato un alveare incomparabile di lavoro e

1.8 Page 8

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di fede. Ma allo stes-
so tempo gliene allargò
gli àmbiti, permettendo
la evangelizzazione e la
catechesi dei pagani.
In questo settore della
loro attività, i figli di
D. .Oosco hanno scritto
pagine di eroismo im-
mortale. Il martirio dei
due Salesiani uccisi dai
Chavantes del 1\\Iato
Grosso uguaglia quello
di Pietro Corrcia, il
compagno di Nobrega
e di Anchieta. Per-
mettetemi che appro-
fitti di questa solenne
Oerna. - L'Orn1orio femminile.
occasione per proferire
con emozione e venerazione i nomi di questi con la quale l'umanità onora uno dei mag-
due benemeriti: D. Giovanni Fuchs e Pedro giori suoi benefattori.
Sacilotti: quello straniero, ma brasiliano di ,, Voi, Don Colbacchini, siete bene un di-
cuore, questo paulista di Lorena.
scepolo di San Giovanni Bosco. Fin dal lon-
>t Provo una vera fierezza e un gran pia- tano giorno del 1888, in cui all'Esposizione
e cere nel trovarmi in questa casa, che una di Torino vedeste tre Bororos, voi aveste la
istituzione che onora il Brasile. Ha cominciato rivelazione della vostra missione: convertirli,
dal nulla. Poco più di venticinque anni fa, non educarli, assisterli, prendervi cura di loro. A
era che un baraccone. Oggi è questo maestoso questa missione non siete mancato un giorno
edificio, nelle cui aule studiano, ogni giorno, solo, un solo momento. E oggi il mondo intero
2600 alunni; mentre le sue scuole professio- sa quello che siete: l'apostolo e il padre dei
nali occupano, pure ogni giorno, 160 appren- Bororos.
disti, tutti gratuitamente. È stato il vostro •> Si è ampliato soltanto lo scenario. Quello
santo fonùatore, Don Bosco, che ha deciso che siete agli occhi dell'Universo già lo era-
ed ha ordinato la fondazione di questa casa. vate per essi nelle foreste vergini dove vivono.
Vuol clire che lo spirito illuminato che pro- Siete il loro padre, la loro guida, il loro giu-
fetizzò il petrolio in Patagonia prima an- dice.
cora della piena rivelazione <le! suo valore in- ,1 Vi nominarono loro capo. Vi rivestirono
dustriale, che il veggente, vaticinante pel Bra- dei loro ornamenti e delle loro penne; vi in-
sile uno splendore sen-
za rivali, previde pure
il meraviglioso progres-
so di questa casa. Non
doveva essergli difficile.
I doni soprannaturali
dell'uomo che previde
la maestosa sede della
sua Congregazione in
Torino cosi come si
trova oggi, gli apriva-
no i segreti del futuro.
Ricordare il suo nome
benedetto in mezzo alla
sua grande famiglia, in
mezzo ai suoi figli vuol
dire aggiungere a que-
sta festa di gioia e di
speranza, la gratitudine
Dcrna. - L'Orator io maschJJe.
81

1.9 Page 9

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coronarono con penne fiammeggianti e non
vi attraversarono il setlo nasale con la penna
del « tucano ~ soltanto perchè faceste capir
loro che la vostra legge sacerdotale vi costrin-
geva a far senza ili così bello quanto poco
piacevole ornamento.
•> Bella la distinzione conferitavi da questi in-
genui e primitivi: la maggiore di cui dispones-
sero! Ma come la conquistaste? Con trenta
anni di devozione e di sacrifici, con trenta
anni ili pericolo, con trenta anni di rinuncia
e di isolamento, con trenta anni di perma-
nenza lfililterrotta tra loro. Ma c'è ancora un
:ispetto della vostra personalità che bisogna
rilevare: quella del dotto. La vostra opera
$ I Bororos orientali» è un capolavoro. Non
sono uno specialista in materia. Ma so che,
a giudizio di competenti di prim'ordine, non
è stata scritta ancora su una tribù brasiliana
un'opera cosi profonda, cosi ricca di sussidi
etnologici e linguislici... ».
Uno sc10.cio di applausi coronò il discorso
del Capo dello Stato cui D. Colbacdùni rispose:
~ So bene che cosl grande onore non spetta
propriamente alla persona dell'oscuro missio-
nario che vi parla. Mi commuovo, tutlavia,
al pensiero che personifico qui, sebbene in-
degnamente, tante anime eroiche che, abhan-
donando tutto quanto avevano di più caro al
mondo, attraverso mille peripezie, sprczzando
il pericolo, affrontando la morte e sacrificando
!:i vita, portarono nel cuore degli aborigeni di
questa grande terra, nella solitudine delle sue
foreste e dei suoi fiumi, la semente della parola
evangelica, vale a dire, di tutta quella dottrina di
amore, di sacrificio e di salvezza, simboleggiata
già nella croce ùi stelle che tanto illumina i cieli
brasiliani e nel nome primitivo di Santa Croce,
dato a questa immensa e benedetta terra ».
La cerimonia si echiusa con un riuscitissimo
saggio ginnastico seguito fra canti e declama-
1ioni molto applaudite.
MORAVIA - Brno. - Inaugurazione del-
l'Opera salesiana.
A BRNO nella capitale della Moravia s, e
costituito da alcuni anni un bel gruppo di
zelanti Cooperatori e di ottime Cooperatrici,
presieduto dallo stesso Ordinario locale S. E.
Rev.ma l\\lons. Giuseppe Kupka e infervorato
,,a tutto il clero. Ogni 24 dd mese consacrano
1..on e-semplare divozione speciali pratiche di
pietà in onore di Maria SS. Ausiliatrice ed
ogni primo venerdì del mese compiono in
comune «l'Esercizio di buona morte >> In
hreve il loro numero ha raggiunto il migliaio.
- 82
La loro cooperazione si è concretata in un
primo tempo nella costruzione di una bella
chiesa in posizione centrale che ci offersero
insieme ad una casa vicina. J\\1a la scar-
sità di personale non ci permise l'accetta-
7.ione. I buoni Cooperatori non si scorag-
giarono: comprarono nella periferia di Za-
bovresky un vastissimo terreno e tanto fe-
cero che i Figli di Don Bosco finirono per
stabilirsi nel popoloso rione che conta 14 mila
anime servite soltanto da una piccola cap-
pella. Un sacerdo~e salesiano cominciò ad
aprirvi un Oratorio, il 16 agosto, con dodici
ragazzi, che divennero subito i migliori apo-
stoli dell'opera. A casa, nelle scuole, sulle
tranvie, dappertutto sparsero la notizia del-
l'arrivo dei « preti che scherzano e ridono » e
dell'apostolato salesiano per la gioventù. Man-
co a dirlo, essi compresero subito che l'Ora-
torio era destinato soprattutto al bene dell'a-
nima loro, e di buon mattino si videro ac-
correre attorno al sacerdote per servirgli od
assistere alla Santa l\\1cssa. Il loro numero
.crebbe rapidamente e bisognò pensare a qual-
che luogo di riunione, specialmente in vista
llell'invemo. Fu deciso di fabbricare. ]\\fa in
tempi cosl difficili e nell'imminenza dell"in-
verno ci si dovette accontentare d'una costru-
zione in legno che in due o tre settimane
coll'aiuto degli stessi giovani diede la cappella
di Maria Ausiliatrice ed una grande sala.
Era uno spettacolo veder gli oratoriani prestar
mano agli operai, secondo le loro possibilità, a
trasportar legname o altro materiale, a porger
chiodi eJ arnesi, a far pulizia chi qua, chi là.
I passanti si fermavano meravigliati a do-
mandare che edificio si stesse innalzando. Ed
i ragazzi a spiegare: ~ Questa è la nostra casa,
di noi piccoli. 17abbrichiamo il nostro ora-
torio, un oratorio di Don Bosco... >>. Sull'e-
sempio dei primi, altri bimbi concorsero alla
costruzione della ~ loro casa» portando i sol-
dini sottratti agli onesti piaceri. Tutti vollero
procurare almeno un chiodo per «la loro casa 'Il
e specialmente per quella della J\\1adonna.
Così 1'8 dicembre u. s. si potè far· la festa
della inaugurazione. Impartì la benedizione
lo stesso Ecc.mo Vescovo Mons. Kupka, che
si vide circondato da una folla di ragazzi.
Oltre 600 fanciu lli si accostarono divotamente
alla Santa Comunione insieme a 400 adulti.
Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco de-
vono aver goduto di quel primo spirituale
trionfo dell'Opera salesiana.
Tutti i giornali cattolici di Boemia e di
Moravia fecero degna propaganda esaltando
il sistema preventivo di Don Bosco ed augu-

1.10 Page 10

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randa ai Salesiani un promettente avvenire.
Il nuovo oratorio continua a fiorire fra le
preghiere, i canti, le grida dei ragazzi che,
animati dal più vivo entusiasmo, partecipano
numerosi alle scuole di catechismo, e poi si
riversano in massa a far ricreazione nell'ampio
cortile. Questa gioia dei giovani cattolici
attrae anche giovani di altre confessioni, che
così imparano a conoscere la vera religione.
E coi ragazzi non mancano i genitori: è
uno spettacolo di tutti i giorni vedere, per
esempio, un ingegnere che si diverte coi piccoli
ed aiuta il direttore, papà e nonni che dividono
la gioia dei figli e dei nipotini in un ambiente
in cui tutti si sentono come in una famiglia.
È già in progetto la costruzione cli una gran
chiesa aù onore di Maria Ausiliatrice che non
tarderà a sorgere colla carità di buone persone.
.l\\,,iyuaki (Giappone), Fu le opere benefiche della nostr a Missione fiorisce l a Pia U11ione di Carità
cho si prodiita nella cura degli ammalati .
LETTERA DI DON GIULIVO Al GIOVANI
Carissimi,
ho let.to, tempo fa, in 1111 periodico, 1m tpi.<odio che
p1w ric'da11w,·e la vostra attenzione wi segreti eroi-
smi di una perso11ll che 1•i dev'essere so11m1m11e111e
cara: la vostra 11mm11ia.
ltt ,ma scuoletta di rampagna 1111'i11segna11tt m•Mta
spiegato, n/111 .me alluwe di terza elemento,·e, le qua-
lità clte dev,1e m:erc 1111 erne. Eroe - e/1a di.1<e -
è colw che, essendo molto coraggioso, compie cose
grandi, belle e di{ficili •·
Per arsic11mrs1 poi che le bambine ot·essero capito,
le im.•irò a scri~·ere il ttome degli eroi che prefniuanc.
[11 fondo allo classe, ima fanciulla, l\\1aria, se 11e
stava incerta, esitante... Stentava, p1nJeri11a, a te-
ner dietro alla classe. Ella dwe,1a sot;<e11te perdere
delle lezioni per badare ai fratellini, percl,è /ti sua
mamma era f.ledova t faceva la l<.wa11daia.
Fillalmente scrisse a11rh'essa qualcl1ecosa...
L'insegnante raccolse le pa!(ine, lesse I.e ,·arie ri-
sposte. I 110111i più 11()(Ì degli eroi modtrm ed ant1cl11
passarono i11 rou~na. E fu lo volta del fogli() di
.l1arill. L'insegnante lo scorse co11 t,·epida-::n.one 1rnl
timore di do1:er umiliare la fanciulla. j\\,fa ecco i s,mi
ocrlii riempirsi di hu:rime e la sua 11oce tremare nel
prommeiare 1111 ll()nt/': sul foglio bianco e'era scritta
11110 sola parola: i\\;Jamma •!
Si fece rm grar1de .rilenzio.
Tutri pensaro110 alla ma-mmn di Afarin sempre rosi
pallida, sempre cosi .<ln11ra, eo11 il suo grande .fagotto d1
bu,1.11cherù1 sulle spalle e i piccoli attaccati alle me ,•esti...
Poi cùuçwu, pemò nlla propria 111m11mt1 ed ai sa-
rrijici che og11i giomo si impone per la famiglia, per
la casa. La mmrrma: la prima ad alzarsi, /"111/m,a
n coricarsi! la mamma: tempre in faccende, sempre
al lat•oro, ttttta sacrificata pel bene dei swJi cari,
sempre sorridente anche quando il cuori! le si spe::-::a e
u gli occhi vorrebbero go11fiarsi di pianto... ftmciulle
compresero allora quello a c,ri 11011 auevmio jors,-, mai
pemato: che essere mamma vuol dire fare con cnraggio
1[11.0U:he cosa di molto bello, motu,b11011oe molto difficil~ •·
l\\fiei cari, pe11sate anche ~,ai qualche ista11te all<t
t·ostra mamma. Ricordati! quanto disse il Santo Pfl•
dre Pio Xli 11ell'udicm:a pubblica del 31 gem,mo
11. s,; ~ Dispiacere a un padre o ad unii mndre: su-
premo dolore di un fanciullo bene educato; e pro-
po11etll1Ji di compensare i suoi sacrifici e quelli del
,·ostro ba!ibo colla vnstra b11011a co11dottu.
Vostro aff.mo DON G1l·L1YO.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Ad onore della Beata Mazzarello.
Nn11 /)Q/111do mp1Mrt• lt rtfll:foni delle Je.<te n11-
111wli rhc s1 relebr,1110 vr111ni m rrttte Il nostre rltfrse.
qztrslti ru.briu, 1w11 farà rlte esa11nre i11 rapidi cenni
/,i cro11ara de/Il feste n:oltesi dal 11oi-e111bre 1938 al
11,.,1.'embrt· 1939. Pu f,. altre che ril!11tra,10 11ello st•i-
/rtppo ordinario del rnlto della Beata, rim•ia1110 ai
ruiodici louili.
ITALI.-\\ - •.\\ Perosa Argenfina, la frsra, pre-
.:eduta da un mduo di predicazione, si celebrò il
23 aprile u. s. ndla chiesa annessa all'Istituto Sa-
lesiano. Ad accrescete la de,·ozione del popolu v>1lse
In i,azia singolare ottenuta, per intcrcess1onl' della
Beata, proprio in quei ~mmi, da una fomiglta del
luogo, la quale , itle scendere 1mpr0\\·v1samente
dalla c.1rroy.zella, e camminare spedttnmente, una
bimba di circ.i 8 anni, da più mtsi ammalata e resa
m1mobile da una p:tralìs1 infantile. Lu piccola gra-
ziata partecipò ella pure ai soknni festeggiamenti, rrn
11 commo~ionedella fa1111~ha ed, tutta lll popolazione.
li giomo ddla fest.i, celebrò la l\\lessn per le
11i(),·entì1 fcmmm1le, cd esaltò le glorie della Beat11,
l'Ispettore Don Fnnara; per la wo,·entù maschile
il Pre\\'osto T'eol. Bcrnlche.
Alla Messa ~olenne camatn dal Vicario Genernle
tlellr, diocesi i\\lons. Bolla, in rappresentnnz:1 di S. E.
l\\fons. Vescovo, la Schola Cm1/(Jrum delle Figlie
di M. Aus1l1atrice eseguì scclrn musica lituq~ica.
La gi.omata terminò con un'accndcmin nel Con-
\\',ttO Operaie delle l~iglie di .M. Ausiliatrice.
A Chieri le feste si celebrarono tlall' 1 1 ul 14
mag$?io u. s. nella bella chiesa di 1\\fono Ausilio-
mce, arricchita di un nuovo artistico altare dt!lla
Bl-ato. TI triduo fu predicato da Don Spriana, Don
Luzi e Don Zortca. li programma musicale fu sud-
diviso tra la Scuola d, Canto del Noviziato Sale-
siJlno di Yilln '.\\foglia e quello dello Studentato
Teoloi:ìco Salesiano di Chieri; mentre all'altare si
succeJcttero i RR. Padri Gesuiti, Domenicani,
pn:ii della l\\1iS!lion.: e Salesiani.
All:1 sera della ,•111ilia, od ~alone teatro dell'I-
stituto, l'An. Colnmbo illustrò le virtù della Beata
alla presenza del Podestà, dei Parroci, del clero cit-
tadino e di una eletta schiera di ex-allievè e bene-
fottrtci dell'Opera salesiana.
li giorno della fosta, S. E. \\Ions. Coppo cele-
brò la l\\lessn della Comw1ione izcnernle, assistette
poniifit.:nlmcr,te a qudla solenne, e, nel pomèrig-
gio, prima della benedizione eucaristica, tenne an-
che il panegirico della Beata.
A Biella, preceduta da un triduo solenne, si
celebrò il l-1- magl(io u. s. nella nostra Parrocchia
di S. Cassiano, e coinctbe coi festewamenti per
i nuovi restauri della chiesa e la consacrazione del
nUO\\'O altar ma~1ore. Intervenne S. E. Rev.ma
:Mons. Carlo Ross.i Vescovo diocesano, il quale impartl
;,ure la ::i. Cresima a una bella schiera di fanciulli.
A Diano d'Alba, dcn·e le Figlie di :\\,lana Ausi-
liatrice lavorano da oltre 40 anni, la festa si cclc-
hrò il 23 luglio u. ~- con un triduo predicato da
l),,n Giario. Alla \\ !essa solenne celebrata daJ ni-
-
pote di \\Ions. Arciprete, ncosacerdote, intervenne
pure il Yicario G,n..rale della Diocesi :'.\\fon,;. Gia-
no~ho, che, nel pumerigiiio, dopo la processione,
impartì la Bcn.:di2ione Eucaristica.
La fost:, si chiuse con una riusciti! accademìo
n~lla Cn~a dc.Ile Fìi:lie di \\laru Ausiliatrice.
Ad Alba-Grinzane, il 24 settembre u. s., alla
:Messa della ComUJlione generale, a cui interven-
nero le Assoc1:1ziom Religiose in di\\tisa e numero-
$issimi fedeli, predicò il Parroco Don J\\forone. I.a
Sc/10/a C<Jll(Ql'IIIJI èSC:J..'1.JÌ mottetti C /nuu, s.i.:rc. ,\\I
pom.-nggio tenne il paneiiirico Don Bomengo, gra-
ziato appena due mesi prima per intercessione della
Beata. La festa si chiuse con un'accademia nel locale
dell'Asilo, din:tto dalle Fìµlie d1 :\\!aria Ausiliatrice,
prest•nti le autorid religiose e ci, ili e la popolazione.
A Torino-Lingot1o, nella borta'llta che dal 1884
o~pitn le Figlìe di :.\\faria .\\usiliatrice. la frsta si ce-
kbrò nella chiesa parrocchiale il 28 ottobre u. s.,
dopo un triduo predicato dal nostro Don Luzi.
Straordinaria l'affluenza alla mt'nsa eucaristica.
Li: funzioni furono rallegrate d.ti canti ddlc gm-
,-nn, oratoriane.
A Manerbio, le Fi1?lie di :\\!aria Ausiliatrice han
,·islo accorrere la popolazione al triduo ed allo fe-
sta, preparata fervorosameme dnll'Arcipr.,te col-
l'aiuto della direzione del Lanificio :\\fa, zotto, e
decorata dallo presenza d1 S. E. l\\Ions. Coppo e
del Vicario generale che celebrarono le sacre fun-
zioni e distribuirono numerose comunioni.
BELGIO - A St-Gilles (Liegi) si festeggiò ìl
23 aprile u. s. nella chiesa parrocchiale: oratc.,re il
nostro D. Claeys, il quale predicò pure a Flort:è,
a Lie,:ti, n l.o,·anio, a Grand-Bii,ird e a Courtroi.
A Florzè il 30 aprile, nella chiesa parrocchiale, fu
preceduta da un triduo predicato dal nostro D. Glod.
A Liegi, alla festa del 14 maggio, inter\\'enne
S. E. :i\\lons. Kcrkhofs, Vesco,·o diocesano, che pre-
siedette anche l'accademia saale nell'I stituto dclfo
Fiulie di ;\\laria Ausiliatrice.
A Verviers, il 18 rna-g!(ÌO u. s. presiedette il
re,·. Decano della città.
A Lovanio la fesra si svolse, il 21 maggio u.
s., nella bellissima cd antica chiesa gotica di Hé-
verlé. Gli studenti di Teolo_qia del nostro Srudcr.-
rato eseguirono la 1\\lcssa di • S. Edoardo Re ; di
Licinio Refioe. Celebrò le funziom solenni ti re,·.
Decano del luogo.
):el pomeriggio, coll'intern:nto di numeroso e.le•
ro, rappresentanze: di vari Istituti religiosi e cli
una folla d.i fedeli, dopo il panegirico, si snodò
ncll'intemo del tempio una devota processione.
Svolse In parre musicale I.i Sd,ola Cantonm, delle
alunne ddlc Suorè Am1011ciades, con un $Celtissimo
programma polifonico. concluso col grandioso Haec
dies a 8 ,·oci del Gullus.
A Grand-Bigard, presso Bruxelles, sede della
Casa lsp,moriale delle Figlie di '.\\fari::t Au~ili::ttrice,
le feste si celebrarono nella ch,esa parrocchiale dal
s1 al 18 giugno u. s. Il giorno della festa, celebrò
In :'.\\lessa della Comunione generale, illustrando la
vita della Beata. il Parroco D on Van dcn Dogaert.

2.2 Page 12

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Cnnto\\ la :\\lessa solenni.' e tenne il p11n('Q1rJCn non scovo tli Patc,rson, il qualc. pr1:ndi,ndo or-J:omcntn
Dt:molder, Diretton· ddl'lstituto Don !losco, çhe dal wn.euo biblico • T..a dnmt,1 saRcia fahhncn
alhtto k funzioni colla sua scuola di c:mto.
la sua ca-.a •• c5altè, l'umilt!i ùcll.1 1Jcau1.. e la ~trn•
Alle funzÌOI\\Ì del pomcri11i:10 intcr..-cnnc S. I~. plicu à dcll,1 sua \\'Ìta; ntu r,'l'll 5Ublime e &.tnta per
Rcv.ma :\\Ions. Canon dt \\\\"mn, Vescovo ,\\ usili11rc mezzo dt:11',-sauo adempimento ,lei doveri ordi-
ùi \\J,,lmt.~, il qunl.- •1 1t,cò 1mi all'bututo delle nari, curnpmti in pcrftzionc ,li ~ontitù.
i.1d1c di \\loria Aus1l1ntr1cc n presiedere l'occude-
ti succ1.-sso trionfale si dcH· in 11rnn parte al \\'Il•
mia fìnnlc.
lido consii:lio ttl appo1?1,1io di '.\\lon~. LaH•l lc ùl
A T o urnai, il z luQlio u. ~.. nella cappcll.1 ùd- s. m. 1-frnorc della Can,,drnlc d1 ~1:w York, d, l
l'Oratorio Sal1$iuno • S. Cari" •• cantò la ,._1cs.u Ca,. LIT l>oi1 Carlo Cianci, l';1rmco della chìc"-ll d1
soltnnc il nostro Oon D'J·hlluin. ~.ussrnnauo nel S. :\\tichdc m Patcrson. ::--. I. e .11l',11u,·ita del Permeo
Cnn110. Impani la lknc:-ùizione Eucari~tii;a il Can. ddla no~tru chit:'-a ili .'.\\!Jri11 ,\\usih.11rice, Don Tnl.m.
C hc,ulicr. \\'icario G, rll'rnlc della d1occs1.
Il i::iomo ~t•1,tu-,nte, dom,·mc11 14 mal!do u R. ,
A Courtrai-St-Annc, 11 9 luglio u. a., celebrò
I~ \\lt-ssa della Comunumc gcncrnlc Oon Nysi?n,
l>1rcttorc dell'Jstinno • D. Bosco , ; cnnt/1 quella
"tlcnnc 11 D.ic.1nn di (.'ourtra1 P. Canll'rhnkx, il
qualt', dopo :\\fet-$0, mnUl!UrÒ l'csposizmn, dei la-
vori delle alunne Jcll'l&1ituto 8. Anna. di"un dalle
f.'1,clit> di :\\{aria Ausiliatrice, mentre la h.1nd11 dd-
1'1,tituto D. Bo~co Nt·gul\\·a un bel conc<rtn.
Tanto alle lun1.10ni del mattino come ,1 quelle
dd pomt:r11!QiO foce •crvizio I~ scuoln ù1 canto
dcli' Istituto Don Busco.
:-.1ons. Decano pn•sic,ktte anche l'acc~dcmio li-
si celebrò l.1 fosta ddln Beat.i m Ila ducsa di ,1.ar n
Ausihatrict•, con numero!-c •nm,· <.omun1oni J1 cx-
allievi e di t·x-1111ì1:ve e di dt·\\otl d1 l\\ lnrin Ausih11-
trÌCl' Coronr, lo fei<ta unu mc-...a ~olcnne ,;on p;1-
ne1?irico detto dal Parroco.
J.u Jom,·mcn 21 ffi8J!J.!ÌO, ,, mprc m Xew York,
la fo,tn •• cdcbrb nella chie,a SJ1l,-i;1ana della Tra-
sliJ.,>urnzinnc. \\ 1 parteciparono ~h cx-al11t:\\ i e le
'"-allieve ddl.i Scuola Partncch111lc, e j dc\\'oti di
\\foria \\usih,1trice ddhl P;irr,x:dua, che assiep.irono
fo mon~a ct1caristica: in un solo ~iorno, p1u J1 13co
Comu11io111
nJlt· nel!' Isntuto Jclk Fii:he di "'\\Iari,1 Au'illiatm:c.
A Patcrson l,1 fe,;ca 1<1 cdchrò 11 18 no,,·mb1,•
,\\ Hechtel 11 13 lu11lio u. s., pr~1cé'> un11 no\\'cna u. s. nella c11ttcdralc di S. Gio,11,mi Batti&ia. T,·nn<
Don llaubcn, Dircuorc del nostro lsun1to S. LuiJ!i. pont1ficalt lo stesso ree.mo ,·.-,cm·o :\\lons. Tho-
A Lippeloo 11 23 lu~hn u. s. nella chit,sa par- mns :'.te l..au1?hlm S. T . D. I.L. D
#
J
rocchiale di S. ~tct'ano, la \\lessa snlcnn(' fu cc-
lebram do un ncn-~:Jct•rdote Sale.siano, t·x-nlunno
Ois~c 11 p:1ncgirico 1'\\lon1. Dau<:nhauer, Hcttor,·
della chìun di 8. \\'incenzo m l\\fad1'on N. J e\\ is1tn-
dclfc Fiplie d, l\\lorin Austliutricc che da qunsi 50 tore Gcnunlc delle Comunità Hdil!in~c della Dioce,i.
anni insegnano ndle Scuole Comunali dc:I luogo.
A Atlantic C ity la f;.;sca si cl'lebrò 11 26 novem-
La hc·nL-<lizione solcnm. tu 1mparuta dnl re\\'.mo bre u s. dopo una nov.nn di predicazione ~ullc
l'. H cylen, Dc.-aino di Puurs, il quale ,i n·cò poi ,·inù ddla Beata.
insieme alle autontà ecclesiastiche e comunnh, e
La 1:1omatt1 di chiusuro fu distinta dalla Comu-
a numerosa follo, alla Casn delle Fi1?lic di ;\\lari.i nione gt·n,mle, dei di\\'l;n,i Sodah71 della Pan•><"·
Aus11iatnce per a,;s1stcrc all'accademia preceduta chia. e d11 una ben nu."Ctt.l acc;1dcmia musico k•
d,1 hrc,i discorsi tenuti da Cooperatori t' Coopc- terana, prc:su,ziata dall'Ecc.mo Ordinario Oio(1 -
rntrici, e conclusa d.il Parroco P. \\•on ll tyst.
sano l\\ 1011,. Bnrtolomco T:ust11ct•, \\'csco,·o d1 Cam-
dcn t-..J,, e svolta daJ:>,li all1cv1 cù ex-allie,1 ,klln
~TAT I l,;);IT I - A New Yo rk lo fcst11 si cde- :--cuulu Pnrrocchiale annes~11 111111 chiesa e t<-nut.1
hrl, 11 13 maiil!io u. •· nella splendida t.:mtcdnùe dalle Fi~hc di Maria Ausiliatnc,·.
1.ntica di S. Patrizio. mcap,11:e a contenac l'im-
mensa fotla, che dall,· dl\\,•rsc parti di '\\.cw York
e '\\e" Jcrser conn:nn<· in oum,•ro ~uperiore ad
TESORO SPIRITUALE
Ol!nl prc,i~ione.
IM1 fii:ura delln Bc:,11n, onisticamc:ntc dipi111,1 ù,11
prnr. D'Ambroj!io, spiccn\\'o sull'altar mal!itiore, fra
un11 beUa decornzionc ùi rosi!, !(Ìllli e palnw.
l'onuficò solennemente S. E. R.:\\'.ma ;\\lons.
Emmct ).lichcle Wal•h D. D., Y,,.,co,·o Ji Char-
leston. South Carolin;i. ass1st1to da ;\\lons. An:1:<c
d1 ;s;,-w York, e Jall' Ispettore Salesiano Don 1\\m-
bn11tio Hossi. \\''mtcn cnnero pure parc.-chi ;\\lon-
!il1110n, numcro~o clero secolare e r.:uolart•, 1 tutto
11 piccolo clero della cattedrale.
I ..1 coràlc ddln ~tl~sn caltedr,!le di !\\.,,,,. , nrk,
Conp-.·rutori che, co,,/~rr,Jti r ron111mra1;, \\'i•1t.1ro
una chics., o pubhhca carr.-11,, (i Rd,gio~i e le H.-1·-
irio,~, !., loro cnrrella r,riv•ru) e qui,·i rr~~11no •l'conù"
l'intenzione.: dd Sn1nmo Po,neficc. r,tt-;'lfil:ono nequ1,1wrc:
J ' l ',Dl'LGE-.;zA l'I l·'-.\\R IA
Coor,,.,,,,,,,. t J ~cl i::inrnc• an cm danno ,t 1 0111• ,111.t J>in l ·11rmt sfo
2) ~rl -.:,o rno in cui p1.:r I.i l'rin1:1 vo lt.a s-i con..:. cran,1
~• !'>•ero Cuore di G.:sù.
3) Tuu, le , oltc che p....- otto 11ior111 con1inui 1>1tc,r.Juno
,,111t F:1crc12i ,ririuuli.
4) /,i r1111to di morir ~c. c11nf, '"Il e, comunicatt, n rl•
ml•nn conti t1i. invocherdnno div,,t.1n,cnt~ il S ,utillik.Ìm1
~t•mt Ji (;4;•,.u. colh nt,ct il, ,e- r11u·unn«, nù n]nh:nu
i.u1ùata e Jirctt;i dal ,\\f.n Pictro Yon, .1mm1rator1: ,·d
unm:u delle Fan111dic Salesiane, L"'cuuì cnn 111 1m1t·stria
6Ua propria, la ;\\l,;s~ Rf'(!iJt,1 Paas da lui ,·omp<n-ta.
Di<sc le lodi tiella lleata, S . E. R1:v.ma \\lons.
Tharnn.s H . :'.le L,uQhlin, S. T. O. LL. D \\ e-
<'ol cu•>rt
Or.-. t ,11.,1:
1) In un uiurno dcl m""" a luro •nh<L
2) li ~ornu in ew fanno l' /i,,•"'"o di Buona ,\\lorlr.
- 3) Il g1nrno m c:ui pan~-cir~no ulL, C,;1ifi:u11:a m,'11-
t,lr 111lr1i1111a.
85 --...

2.3 Page 13

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ASSAM
La buona novella è annunziata ai poveri
Rn•.mo sig. Don Ricaldo11e,
ho passato il primo giorno deU'anno in
Tyrna sulle colline khassi nel distretto di
Cherrapunjee. A me piace molto questo vil-
laggio colle sue capanne sparse come un greg-
gie di pecore sullo sperone di un monte, in
una conca boscosa, circondato da più alti
monti che lo mirano come colossali giganti.
La chiesetta, tutta rossa, collo snello campa-
nile, spicca tra il verde. L'altipiano di Chcr-
rapunjee strapiomba coi fianchi rocciosi su
un lato della conca e ha l'aspetto d'immensi
baluardi di una forte-z~a; di là precipita in
ru.morose e argentee cascate l'acqua della zona
più piovosa del mondo. La più alta cima
è chiamata la Likai. Narra la leggenda che
una donna di nome Ka Likai, oppressa dal
dolore per l'uccisione della sua figlia, si sia
gettata giù nel vuoto della cascata da un'al-
tez;,,a di più di cento metri; il rumoreggiare
delle acque è forse ancor_a l'eco delle urla
della infelice madre ? Cosl dicono, ma il vil-
laggio di Tyrna parla soltanto di pace e di
quiete; nei boschi di arancio, che circondano
il villaggio, i frutti dorati fanno piegare i
rami e le alte e snelle palme del betel-nut tro-
neggiano sulle capanne. Come è fcwente la
comunità di Tyrna l Il seme del Vangelo è
caduto su buon terreno e la semplicità e bontà
dei suoi abitanti mi trasporta colla mente
nella terra di Galilea, dove per la prima volta
fu annunciata la buona novella. Mentre lon-
tano, lontano, la guerra infuria e la voce del
Principe della Pace è soffocata dal rombo del
cannone, sulla terra di missione Gesù Cristo
continua a predicar.e il Vangelo ai poveri, a
rimettere in libertà gli oppressi, a predicare
l'anno accettevole del Signore.
Abbiamo raggiunto Tyrna dopo una fa-
ticosa discesa lw1go i gradini del sentiero
montagnoso. Le automobili, il telefono, la ra-
dio e il rumore della vita moderna non ci
hanno potuto accompagnare, ma ci sentiamo
- 86
tanto felici nella contemplazione delle mera-
v~lie naturali e al contatto di una popola-
zione semplice e buona! Comprendfamo la
bellezza della vita missionaria. Tranquilli, con
occhi scintillanti, ci vengono a incontrare gio-
vanotti che sparano bombe che non uccidono,
vecchi che ci tendono le mani tremolanti,
<lonne che ci presentano i loro bimbi perchè
li benediciamo. Cantano i nostri canti sale-
siani in varie lingue, italiano, inglese, khassi,
perchè hanno una memoria tenace. Cosi è
incominciata la festa. Una caratteristica delle
celebrazioni khassi è quella che essi chia-
mano la giniase11g o radunanza. Quando il
Delegato apostolico dclJ'India venne a visi-
tare Shillong, fece una passeggiata nelle col-
line circostanti: ed ecco improvvisamente tro-
varsi di fronte a un centinaio di cattolici che,
seduti sull'erba nel centro del villaggio, pre-
gavano, cantavano e ascoltavano le istruzioni
del catechista. Il buon prelato ne fu tanto
ammirato e disse: «Come i primi cristiani! ».
Nell'occasione di battesimi, matrimoni, anni-
versari di morte, queste riunioni hanno sem-
pre luogo in famiglia con inviti di amici e di
parenti. Un pagano cede al pungolo della gra-
zia e si avvicina a noi? Il primo passo si è
di chiamare i cattolici perchè tengano la gi-
11iaseng (riunione) in casa sua. Là si prega,
si canta, e vari oratori spiegano la religione
cattolica. In questa maniera la parola di Dio
corre e si diffonde. Anche in Tyma avemmo
la grande riunione alla sera sul sagrato della
chiesa. Intervennero molti protestanti e pa-
gani. L a parola di Dio è come un seme che
cade nel cuore degli uomini. Forse domani
il mis~ionario incontrerà, sulla soglia delle
loro case, questi Nicodemi che vennero di
notte; i bimbi lo salate.ranno come un vecchio
amico, gridando: Khublei! klmblei! li sacer-
dote si fermerà· per accarezzarli e accetterà
l'offerta di aranci e l'invito di sedersi un poco.
Il seme che è caduto nel buon terreno inco-
mincia a germogliare senza che l'uomo lo per-
cepisca. La riuni9ne è seguita dal teatro. Ln
religione promuove e santifica la gioia. Sono
danze e saggi ginnici, piccoli drammi, farse,
che si susseguono fin oltre la mezzanotte,
preparati da loro con un'arte incipiente; ma

2.4 Page 14

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noi andiamo a riposarci. Ci hanno offerto ospi-
talità nella casa più bella del villaggio, che
appartiene a due sorelle orfane che hanno
per tutore uno zio. Da cinque anni offrono
la casa in simili occasioni; nel loro cuore è
accesa una fiamma sola: la fiamma di quel
fuoco che GesL1 ha portàto sulla terra. Ma
fiere opposizioni ritardarono loro fino ad oggi
la grazia sospirata. Le battezzai e diedi loro
la prima comunione. Furono molto contente.
:.\\fanifcstarono la loro gioia e fortezza cri-
stiana al catechista dicendo: 11 Ora siamo felici,
e nulla ci spaventa, neppure la morte ». Quan-
te altre anime sono pronte per Gesù; ma le
barriere sono così alte, che, umanamente par-
lando, pare impossibile che riescano a supe-
rarle. È nostro dovere pregare per quelli che
sono già arrivali alla porta e tuttavia stanno
fuori della sala nuziale, affinchè nella lunga
attesa della lotta non s'affievolisca il loro fcr-
\\'Ort.
Il giorno dopo, i cristiani, prima di sepa-
rarsi da noi, vennero a darci l'addio e a chie-
dere la benedizione. Ciascun villaggio aveva
preparato un inno d'occasione in onore del
\\'escovo e passarono a turno. Sembrava d1
assistere a un'accademia musicale. I Khassi
amano molto la musica e cantano bene. Do-
mandai a un catechista: << Quando sarete a
casa?<<. ~ Oh, rispose, questa sera dopo JO
ore di marcia >>. Mons. Bars che è vicino a
mc sorrize e disse: «Quj bitogna avere buone
gambe e conoscer~ l'a.rte di_ arr3.1;11p(car~i *·. E
io pensai con ammuaz1one a1 sacnfic1 dei mis-
sionari sempre in moto per queste montagne,
lontani dalle gioie di una casa religiosa, in
mezzo a stenti di ogni genere. Il buon Dio
non si lascia vincere in generosità e ogni mis-
sionario ripete sempre col medesimo accento:
~ Grazie, o Signore, per la vocazione missio-
naria che mi hai dato>>. Un sacerdote da
Tura mi scrisse: t l\\llonsignore, ritorno a casa
dopo un giro di 25 giorni e come regalo di
Natale le presento J06 nuovi battesimi. \\"i
sono nuovi villaggi che desiderano istruzione,
ma abbiamo dovuto licenziare quattro cate-
chisti; non possiamo mantenere le posizioni
conquistate, a che pro avanzare?... Ora ho
un po' Ji febbre, ma sono contento>>. li po' di
febbre voleva dire una
temperatura di 41° e
dovere rimanere a letto
per 15 giorni.
Ci aiutino i buoni
cooperatori a mantenere
catechisti, ad adottare
qualche catechista il
quale predicherà, convertirà in nome loro.
Voglia, amato Padre, benedirci lutti, affinchè
nel nuovo anno possiamo consolidare il nostro
lavoro e renderci degni delle grazie divine.
Slziflong, 5 gennaio 1940.
Dcv. in C. J.
ffi STEFANO ft:RRANDO
Vesrovo di Shillo11g.
NORD-INDIA
Notizie consolanti.
.4111ulissi1110 Padrt',
mai come in questi ~iorni ho sentito \\'Ìva
e palpitante in mezzo a noi la presenza dì
Don Bosco, qui in questa immensa città di
Calcutta che Egli vide in quella profetica Yi-
sionc la notte dal 9 al 10 aprile I 886. Quelle
due semplici parole *là... Calcutta ». che un
fanciullo aveva letto Ct)n trasporlo per ordine
della pastorella, mi risuonavano con insistenza
all'orecchio e mi riempivano il cuore di com-
mozione. È per noi motivo di viva gioia e di
grande conforto il pensiero che siamo i for-
tunati testimoni delle mirabili visioni del Pa-
dre e continuatori della sua opera e del suo
spirito in queste terre lontane.
Il sogno del 1886 è una bella e consolante
realtà la quale, mentre ci dischiude sempre
nuov; sorprese, ci assicura pure altri trionfi.
Siamo appena al principio e già abbiamo as-
sistito a veri miracoli. '.'/on sono ancora tra-
scorsi diciotto anni dal nostro arrivo in In-
dia. Quando il piccolo manipolo dei pri.nù
Salesiani capitanati da D. Luigi Mathias, l'at-
tuale Arcivescovo di Madras, si spinsero tra
le foreste e sulle montagne dcli'Assam, nes-
suno avrebbe pensato allo sviluppo prodigioso
dell'Opera salesiana in India. Oggi, soltanto
nell'Ispcttoria del :Nortl ,] nùia sono duecento
figli di Don Bosco che l~voran? c01_1 ard~re
in ben vcntiquallro centri scaghonatt da Sa-
harampur, a nord di Delhi, a l\\fanùalay m I
cuore della Birmania.
IL CUOR.E DELL'JSPETTOR/11. - Cal-
cutta, la grande metropoli bengalese co~ ~uoi
- - tre milioni di abitanti, per I.i sua posizione

2.5 Page 15

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centrale e la sua importanza commerciale è
diventata il cuore dell'Ispettoria indiana di
San Giovanni Bosco. Qui abbiamo oggi tre
opere che fonnano come il nucleo di una più
vasta organizzazione salesiana a ,•antaggio della
gioventù povera ed abbandonata.
Situata al centro della città, la stamperia
necessità. Ora con vera effusione di cu~)rc
rendo grazie alla :\\fadonna che ha voluto chia-
mare qui all'ombra del suo santuario già quin-
dici giovani delle nostre scuote e missioni per
avviarli al sacerdozio. Formare un scelto e
numeroso clero indigeno è la nostra più fer-
vida aspirazione.
tA PRIMA RIUNIONE DEI
COOPERATORI SALESl.L!\\'I
DF.L l\\'ORD INDLI. - Ed ora de-
sidero darle un'altra consolante noti-
zia che certamente le recherà grand-:
conforto. Il 31 gennaio u. s. nel
giorno steSl;o della festa di Don Bo-
sco si è tenuta in Calcutta, alla pre-
senza dell'Arcivescovo, S. E. :\\Ions.
Ferdinando Pericr, S. J., nostro grande
amico, la prima riunione dei Coope-
ratori Salesiani dd Nord India. Ciò
fu reso possibile dalla valida e pa-
tema cooperazione, oltrechè dell'Ar-
<.:alcuua. - Il Comitato doce1tlvo dei Cooperatori salesiani.
civescovo e del suo zelante Yicario
Generale l\\fons. Fernandcz, dei Rev.
dell'Orfanello Cattolico è certamente una delle Padri Gesuiti che hanno sempre per noi
migliori e più modernamente attrezzate case tante delicate attenzioni
editrici dell'India. Le sue dieci macchine sono
Da tempo avevo pensato ad una riunione
sempre in moto. Il grande e assai diffuso set- d i tal fatta; ma varie difficoltà cd i numerosi
timanale cattolico The Herald è una delle nu- impegni non mc l'avevano permesso. Questo
merose pubblicazioni che vedono ivi la luce. anno ci fu possibile organizzare meglio la Pia
Al di del fiume Hugli, nel sobborgo di Unione dei Cooperatori Salesiani e dar loro
Lillooah, è .sorta come per incanto una bella un presidente nella persona del nostro grande
i:cuola industriale con annessa parrocchia ed amico e benefattore Signor Barber che non
oratorio festivo. È un'l'l-
pera ancora incipiente.
ma che già attira le sim-
p.1tie di Lu Lti, crisliani
e pagani, ed ha certa-
m~nte un grande avve-
nire. C'è poi il santua-
rio Mariano di Bandel,
uno dei più vetusti e
frequentati dcli' India.
con la scuola superio-
re <• San Giovanni Bo-
sco » per i giovani ben-
l{alesi. Oggi a Bande!
è sorta un'altra opera
che son certo recherà
grande piacere al s'uo
cuore di Padre. Inten-
do parlare della Scuola
Apostolica e della Casa
per Aspiranti. Era un
sogno questo che ac-
carezzavo da tempo e
di cui si sentiva tutta la
L IIJooa b. • Scuole Pro{esslona!I •• D o n B osco•·.
88

2.6 Page 16

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dubito di chiamare il Lo Pa Hong del Ben-
gala. Di grande aiuto ci fu pure il Signor
Norman il quale da poco aveva abbandonata
la chiesa anglicana per farsi Cattolico.
La riunione, che servi anche ad illustrare
e commemorare la .figura del nostro Santo
Fondatore, si tenne nel vasto salone del Grail
C~uh messo gentilmente a nostra disposizione
dal Padre Weaver S. J. Tra profonda com-
mozione diecli lettura del telegramma del
Santo Padre, che impartiva a tutti i presenti,
oltre un centinaio, la benedizione apostolica
Anche la sua benedizione, amato Padre, c,
tornò di gran consolazione e ci assicurò della
sua presenza in mezzo a noi. S. E. Rev.ma
Mons. Leone Kierkel, Delegato Apostolico.
volle pure .inviare lettere di adesione formu-
lando i migliori voti per il successo della riu-
nione.
Trattai come primo tema «Lo spirito di
Don Bosco cd il Cooperatore Salesiano li per-
chè mi offri\\·a l'occasione di illustrare fa gi-
gantesca figura del Padre e di dare un'idc3
chiara della stessa Unione. Mi fermai soprat-
tutto sullo zelo per la salute delle anime che
animava il gran cuore cli Don Bosco e lo spi-
rito di carità e di amorevolezza verso la gio-
ventù povera cd abbandonata .in modo tutto
particolare.
Passai quindi a trattare del Cooperatore sa-
lesiano: concezione nuova e geniale di Don
Bosco per cui il laicato ct1.ttolico venne chia-
mato a collaborare con il sacerdozio alla sal-
vezza della gioventù.. Poche regole, ma molta
carità; il Cooperatore salesiano nel pensiero
di Don Bosco deve essere il più valido aiuto
per il proprio Vescovo e parroco e deve por-
tare lo spirito salesfano nella sfera della pro-
pria attività.
Il signor ~orman parlò del ~ Cooperatore
salesiano al lavoro » e seppe belJameme illu-
strare il suo dire con episocli desunti dalla vita
del Santo in cui brilla la valida e pratica colla-
borazione di tanti illustri personaggi. «Don
Bosco - egli disse - fu proprio l'uomo
mandato da Dio in un momento storico della
società per la salvezza della gioventù che ver-
sava in grancli pericoli. L'industria e la mac-
china avevano trasformato la società di allora;
i cattolici non erano preparati a questa tra-
sformazione repentina e radicale ed ecco sor-
gere Don Bosco con le sue scuole industriali,
coi suoi ospizi ed i suni faboratori. C'era
grande scarsezza cli sacerdoti, ed ecco Don
Bosco scegliere fra i suoi giovani i migliori
ed avviarli allo stato clericale. Di più, egli
andò in cerca delle vocazioni tarùive e diede
alla Chiesa una schiera di sacerdoti esemplan,
missionari zelanti... Ecco il campo dei • Coo-
peratori salesiani ~ - egli concluse - togliere
i giovani dalle strade, insegnare loro un'arte
che assicuri l'avvenire; assistere in tutti i modi
possibili i giovani che si sentono chiamati al
sacerdozio... &.
Dopo questo discorso, spesso sottolineatç
da approvazioni ed applausi, si passò alla cli-
scussione delle varie proposte. Il Padre De
Staercke S. J. formulò il voto che tutti i Coo
pcratori diventassero dei Leaders e, come Don
Bosco, divenissero dei • conquistatori di ani-
me». Si discusse, quindi, piuttosto a lungo
sulle scuole industriali che, specialmente in
una città come Calcutta, sono una necessità
di prim'ordine. Fra i presenti c'era anche
uno dei rappresentanti dell'Associazione An-
glo-Indiana che volle illustrare l'importanza
dell'educazione tecnica e ringraziò i figli di
Don Bosco che avevano portato in Calcutta
il loro sistema ed il loro esempio. La scuola
industriale di Lillooab non è un esperimento;
ma ha in se la certezza della riuscita.
L'Arcivescovo mostrò la sua alta compia-
cenza per l'apenura della scuola aro, tolica
cli Bandel cd insistette sulla formazione scelta
degH aspiranti aJlo stato ecclesiastico. Si disse
pure assai lieto nel sentire che presso il san-
tuario di Bande! si sarebbero tenuti dei corsi
di esercizi spirituali per giovani ed adulti.
La risoluzione .finale fu di propagare, sul-
l'esempio di Don Bosco, la divozione a Gesù
Sacramentato e a Maria Ausiliatrice e di es-
sere sempre figli devoti della Chiesa. Come
ultimo ricordo .invitai tutti i presenti a con-
servare sempre vivo l'amore e la venerazione
verso il Sommo Pontefice e a celebrare con
speciale solennità la festa del Papa.
S. E. Rev.ma Mons. Perier si degnò d1
chiudere la cara ed intima riunione con un
discorso riboccante cli paterno affetto: e Per
essere veri Cooperatori salesiani - egli disse
fra l'altro - non bastano le regole e le dispo-
sizioni; l'opera cli Don Bosco è un'opera d,
carità e noi dobbiamo nutrire anzitutto una
vera ed efficace carità. La scuola industriale
di Lillooah è priva di tutto ed i Salesiani non
hanno i mezzi per condurla a termine. Ep-
pure Lillooah è un gran successo e lo sarà
sempre più, perchè vi è la carità di Don
Bosco. I Salesiani troveranno certamente 1
mezzi necessari, perchè essi hanno entusiasmo
e .fiducia illimitata nella Divina Provvidenza ll.
Alla fine della riunione si ebbero numerose
nuove iscrizioni alla Pia Unione dei Coope-
ratori. Ormai la base è assicurata; il piccolo
----

2.7 Page 17

▲back to top
PURO (Brasile). La 6oren1e Scuola Agricola e Profess.lon,ole SaJeslana per giovani JndJJ, accanto alla quale à
--
- som1 ques1'anno la S.:uola Agricola per glovinelle Indie affidala alle Flallc di Maria Aw,ill:urice.

2.8 Page 18

▲back to top
granello non mancherà di crescere in albero
gigante e stenderà i suoi rami sopra tutta
l'Jnclia.
Un bel gruppo dei nostri gio\\"ani di Lil-
looah, durante la riunione, eseguirono feli-
cemente alcuni canti di musica scelta, termi-
nando con l'inno salesiano ed inneggiando a
Don Bosco nella gloria dei Cicli...
ln quell'istante mi ritornè> forte alla mc-
moda la profetica visione del 1886 e mi sem-
brò di sentire i nostri orfanelli gridare in
coro: Qui è Calcutta... qui è Don Bosco!
Voglia, amato Pa1rc, inviare una benedi-
zione speciale per tutti i Salesiani, i giovani
ed i Cooperatori di questa grande 1spettoria
del ::--Jord India.
Suo aff.mo in G. C.
D. VtNCENzo Scumrnr
Ispettore.
GIAPPONE
Situazioni. santamente sfruttate e con-
seguen ti attiv ità.
Rev.mo ed amai.mo sig. D. Ricaldone,
è troppo naturale che da molte parti mi si
domandi: ~ In questo dissesto mondiale che
cosa capita fra di voi in Estremo Oriente?».
Questione un po' delicata e a cui non si può
tanto facilmente rispondere. Ma, lasciando
tutta la parte che non interessa il missionario,
dirò che « al momento attuale. il popolo giap-
ponese lavora e prega; concentra gli sforzi
comuni per trar frutto anche dalla situazione
presente, dando luogo a multiformi attività de-
stinate al bene comune. Gli avvenimenti e i
necessari sacrifici del momento ]() educano
ancor più fortemente al vero spirito giappo-
nese di calma, di padronanza di sè, di attività
laboriosa, di tenacia nel dovere. E se tutto
questo riuscirà a fissarsi nell'abitudine della
vita quotidiana non sarà certo poco,>.
~on è difficile comprendere come si ecciti
in tali occasioni il sentimento religioso: pelle-
grinaggi, visite ai templi nazionali e locali,
offerte, funzioni speciali ecc. Le sètte religiose,
specialmente buddistiche, lavorano attivamen-
te in Giappone e in Cina per stringere relazioni
e cooperare insieme alla fom1azione di opere
di cultura spirituale (gruppi di associazioni
giovanili. asili d'infanzia, scuole, dispensari,
or,ganizzazione dei servizi per i soldati morti
in guerra ecc.). Insomma si deve pur consta-
tare che gli avvenimenti attuali hanno provo-
cato nel mondo religioso giapponese un movi-
mento ùi idee, che ·tende sempre più ad ar-
monizzare le religioni esistenti con lo spirit..i
ed il culto nazionale.
Ai cattolici, a!Jc manifestazioni di vario ge-
nere nell'ambito dell'azione cattolica, a per-
sone religiose ed associazioni cattoliche che si
distinguon1> nel campo dell'educazione e nt:lle
opere di assistenza sociale s.i gu:irda con sim-
patia crescente, specie in questi momenti di
mobilitazione spirituale di tutte le forze della
nazione. Così sono citati all'ordine del giorno
dai giornali della c.ar,italc e locali il bel libro
Sp~ran:::e di cristiani in Giappone (trad. ital.'.
di S. E. J\\Jr. Marelk1, Delegato Apostolico in
Giappone; le conferenze dd missionario Pa-
<ln: Gemlinder org.rni.zzatore dell'associazione
giovanile femminile caltolica; le opere di azione
cattolica deUe Dame di Toho, delle Dame
di St-l\\faur di Yokohama e delle giovani cat-
toliche di Beppu; la vita di preghiera, di lavoro
e penitenza delle Trappistine dcll'Hokkaidò
e delle Domenicane di ~Iorioka; le conferenze
alla radio dei nostri D. l\\'largiaria e D. l\\larega;
la rappresentazione della prima opera scenica
~ Grnzia ~. libretto del Rev. P. Ilenvers S. J.
direttore dell'Università Cattolica di Tokyo.
musica del sottoscritto, orchestrazione del
M 0 Yamamolo Tadaoki; le ricerche archeolo-
giche e traduzioni del nostro D. Marcga. :\\1ag-
gior attenzione dunque, maggior interesse·,
maggior avvicinamento e desiderio di cono-
scere anche quanto si fa dai cattolici. È se-
guita con attenzione anche l'opera che svol-
gono i missionari cattolici, religiosi e religiose,
per i giapponesi r.:sidenti all'estero. Degno di
nota quanto a,·vcnnc nd Perù in occasione
ciel 50° di professione di Suor Francesca delle
Suore della Carità, che per 33 anni prodigò le
sue cure ai giapponesi colà residenti. Alle insi-
sten:r.e che si facevano pcrchè volesse iRdicare
un dono che le sarebbe tornato gradita, rispo~c
suggerendo la costruzione di una chiesa per i
loro compatrioti. La pubblica sottoscrizione
diede subito 18.000 Y. e la stampa comme:i-
tava con gioia l'avycnimenco, che 1, su una
base religiosa stringerà i Yincoli d'amicizia fra
Giappone e Perù, dove numerosi giapponesi
appartenenti alla seconda generazione della
colonia sono già cattolici ,i.
A questo rifiorire di sentimento e pratica
religiosa corrisponde una vigilanza più severa
per l'educazione morale del popolo e della
gioventù per parte del governo. Così il Ylini-
stero degli Interni ha dato precise direttive
- - per l'elevazione del li\\'ello morale delle riviste;

2.9 Page 19

▲back to top
aholizione cli romanzi e articoli ad intreccio
tendente al male, di romanzi il cui intreccio
spinge la donna alla crudeltà, di descrizioni
sensazionali del suicidjo o ru scene sentimen-
tali, ru romanzi e articoli tendenti ad eccitare
il linguaggio volgare o plateale fra gli stu-
denti, ili annunci compromettenti i buoni co-
stumi.
Non tutto il male dunque vien per nuocere
e le vie della Provvidenza per trarrè ovunque
dal male il bene si manifestano anche in Giap-
pone.
E i suoi figli ? Lavorano e pregano e si
o;for,mno di fare il loro dovere fino al sacrificin
totale ili sè, se sarà necessario, per la loro pa-
tria adottiva, per la salvezza di queste care
anime e per l'avvento del regno di Dio in
questo gran Paese. Lei, i confratelli, gli allievi,
i Cooperatori e le Cooperatrici nostre ci aiutino
quanto possono a realizzare questo intento.
Suo aff.mo in G. C.
Mons. VINCENZO CtMATTI
Prefetto Apostolico di Miyazaki.
Miyazaki, 15 novembre 1939.
Viaggio d,esplorazione nella Cor-
digliera Patagonica Meridionale.
(Continuazione - V. Boflmino di febbraio).
Per conoscere la configurazione del ver-
sante l'fW del Fitz Roy e le catene cli monti e
ghiacciai che si innalzano a SW della valle del
Rio Elettrico, effettuammo nei giorni seguenti
un'ascensione ad un monte situato fra il Fitz
Roy e la catena Marconi, il quale, per la sua
posizione isolata e dominatrice, sembrava un
punto molto appropriato di osservazione. Men-
tre ne compivamo la scalata, a poche centinaia
di metri dalla vetta (m. :noo), ebbi la sorpresa
d'incontrare numerose ammoniti e belemniti
incluse in Wl affioramento di scisti argillosi,
residui dei sedimenti cretacei del Giurese Supe-
riore e dell'lnfracrctaceo.
Al fine poi di conoscere il versante orientale
della Corra Bianca e i suoi contrafforti pros-
simi alla Yalle del Rio de las Yuelt.as, il 4 feb-
braio trasportammo l'accampamento nella valle
Condor, che seguiva immediatamente la no-
stra, alquanto più a nord.
Otto giorni runancmmo attendati in questa
- - valle favoriti da alcune bdlissime giornate, nelle
92
quali ef!èttuammo proficue aEcensioni sui con-
trafforti orientali della Gorra Blanca e del
monte Cagliero, altro picco importante, al-
quanto più ad occidente, e nelle valli tributarie
del Rio de las Vueltas. Poi, avendo il tempo
ripreso il suo corso tempe,,;toso, con pronostici
di durare alcune settimane, come appunto av-
venne, scendemmo, verso la fine di febbraio, a
Santa Cruz, dove le guide s'imbarcarono nuo-
vamente per l'Italia.
m - Nel "brazo su.r" del lago San Martin. -
Es plorazione della Cordigliera fra i laghi
Viedtna e San Martin.
Alla quarta spedizione, nell'estate succe&-
siva, riservai il braccio più occidentale del lago
San Martin, dal quale avrei potuto completar.·
la m:a ricognizione sui contrafforti settentrionali
della Garra Bianca, e sulle catene di monti
interne, che formano la cresta spartiacque.
Il lago San Martin segna con la depressione
idrografica del Rio Pascua, suo emissario, e
l'Estero Cale.il, nei canali del Pacifico, la diYi-
sione della Cordigliera patagonica in setten-
trionale e m,~ridionale.
I suoi numerosi bracci, lunghi e stretti, in-
cassati fra elevatissime montagne a guisa di
fiordi, che irradiano per ogni lato, lo fanno
appari.re come un immenso polipo che fruga
con i suoi tentacoli i recessi più solitari della
Cordigliera. Il lago San Martin apparùe....:
metà all'Argentina e metà al Cile. La linea d1
confine, seguendo a nord il corso di un braccio
settentrionale del lago, fin presso la foce del
Rio Mayer, e tagliando a sud il canale centrale,
ad occidente della penisola Cancha Rayada,
assegna all'Argentina la zona orientale e al
Cile quella occidentale.
La parte cilena è la più pittoresca e attra-
ente per l'imponente grandiosità delle mon-
tagne, le cui vette si elevano al di sopra dei
tremila metri, per gli immensi ghiacciai, che
ricoprono le catene interne e poi scendono fin
sulle acque del lago, dove sciolgono la loro
fronte, per i suoi profondi e lungi fiordi, eh~
si incuneano fra altissime pareti di monti am-
mantati da esuberanti foreste vergini di faggi
e di magnolie.
Giunsi sulle sponde del lago San ì\\Iartin,
presso l'estancia « Terccra >> Yiedma, vecso la
metà di dicembre del 1937, quando colà inco-
mincia la bella stagione, coi due gio,·anotti
~;alesiani Cassera e Zampieri e un cileno, pra-
tico dei luoghi, che doveva occuparsi dei ca-
valli per il trasporto degli equipaggiamenti
nell'interno della Cordigliera.

2.10 Page 20

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Per r.iggiungere il braccio sud del lago San
:\\1artin, dove eravamo diretti, avremmo dovuto
percorrere più di cento chilometri a piedi, se-
guendo le sinuosità della costa del lago, tutto
anf_ratti e burroni con la non leggera fatica di
o:ascinarci dietro sei cavalli carichi degli equi-
paggiamenti; ma per fortuna più di metà di
questa distanza ci venne risparmiata dal sig. Ri-
vera, un estanciero cileno, che vive in quelle
\\'icinanze, il quale ci trasportò di buon grado
nella sua lancia, fin quasi all'entrata di questo
ultimo braccio del lago.
Dopo circa un mese trascorso nella penisola
Maipi1, dr>vc eff.:ttuamo parecchie ascensioni
sui monl1 circostanti e nelle varie tappe del
viaggio lungo il braccio occidentale del lago,
soltanto verso la metà di gennaio potemmo
stabilire il no~tro campo-base sur un colle di
displuvio fra il braccio sud del lago San Manin
e la valle del Rio Diablo, principale immis.,ario
della ,, Laguna del Dcsierto ,, all'altezza di 800
metri. Attorno a noi un paesaggio dei più sug-
gestivamente selvaggi e pitloreschi.
Dopo un lungo periodo di venti fortissimi e
di uragani, che avevano aggravato i danni
ll'una siccità che durava da parecchi mesi, so-
praggiunsero quindici giorni filati di tempo
bellissimo, quali non avevo scorto <lacchè fre-
quentavo la Cordigliera, che ci favorirono in-
solitamente nella realizzazione del nostro pro-
gramma escursionista.
Una prima escursione lungo la valle del Rio
Diablo fino alla « Laguna del Desierto n da cui
esce il Rio de las Vuelta;; ci permise di cono-
scere la configurazione di questa importante
conca lacustre, - affatto ignorata e non se-
~ata nelle carte, tanto cilene che argentine, -
che per una lunghezza di sedici chilometri si
estende incassata fra elevate montagne, in gran
parte rivestite da foreste \\>ergini. La pitr im-
portante ascensione l'effettuammo il 22 gen-
naio, salendo sul monte Milanesio, di circa
duemila metri, siruato alla testata settentr:o-
nale della catena Cagliero, dalla cui vetta. po-
temmo scorgere $irnult.aneamente i laghi San
Martin e Viedma e contemplare un vastissimo
panorama su tutta la Cordigliera andina limi-
trofa al lago San Martin. Studiammo nella loro
formazione. anche i ghiacciai che scendono nel
braccio sud del lago San Martin, nonchè i
momi O'Iliggins e Condor e altre catene sco-
nosciute dell'interno.
Ultimato il nostro programma di escursioni,
ritomammo alla esta11cia " Tercera Viedma n,
percorrendo a piedi in quattro giorni, con
cinque ca.,·alli carichi dei nostri equipaggia-
menti, quell'anfrattuoso tratto della costa sud
del lago, che si svolge per centoventi chilo-
metri fra il braccio più occidentale del lago e
la penisola Maipit, presso l'estremo lembo,
orientale.
IV - Ricognizione del bacino di origine
del ghiacciaio Upsala e della catena
spartiacque coi massicci Murallon e
Don Bosco.
Per completare la ricogn.zrone del bacino
<li origine del ghiacciaio Upsala e di quel tratto
<li Cordigliera che sorge fra il lago Viedma e
il Seno Eyre (già da me in gran parte rilevato
con le spedizioni del 1930-1931 e 1931-32)
organizzai, nell'estate seguente 1937-38, un
quinto viaggio a questa regione in compagnia
della guida Oberto Giuseppe di Macugnaga,
<lei salesiano Carlo Cassera e di un portatore
cileno scelto sul posto.
Per raggiungere più facilmente l'obbiettivo
ci port'.lffimo, come già nel 1930-31, alla estancia,
« Cristinn i1, la quale trovasi alla estremità set-
tentrionak del lago Argentipo e nelle vicinanze
del ghiacciaio Upsala.
Da questa estancia iniziammo il trasporto
degli equipaggiamenti con cavalli verso il cor-
done centrale della Cordigliera, risalendo per
25 chilometri il margine di .,inistra del ghiàccia:o
Upsala. In tre giorni di faticoso cammino at-
traverso un labirinto di rocce montonate, con-
che lacustri e torrenti impetuosi, raggiun-
gemmo il termine d'una valle, incisa nel fianc()
orientale del Cerro Nord, dové stabilimmo
l'accampamento-base, entro le u ltime macchie
della foresta.
Era nostra intenzione di attraversare il ghiac-
ciaio Upsal.a e stabilire un secondo accampa-
mento sul .cordone interno più elC\\'ato, eh !
forma la linea di confine fra il Cile e l'Argen-
tina, e, a questo fine, trasportammo, dopo un
primo viaggio di ricognizione, una parte dei
viveri e due tende fin sulle morene di sinistra
(m. 1200), a dieci chilometri più a nord, dove
il ghiacciaio, poco o nulla crepacciato, offri\\"a
maggior facilità per essere attraversato con
una slitta carica di tutti i nostri equipag-
giamenti.
Considerato però l'esiguo num';!rO <lei mem-
bri componcnli la comitiva, non rutti preparati
ai duri cimenti dell'alta montagna e le d.fiìcoltà
che avremmo incontrate per il persistente C11l-
tivo tempo, che ci avrebbe obbligati a rimaner<!
attendati lungamente sui ghiacciai, dove le
tende di:ffi1-'ilmente avrebbero potuto resistere
alla veemenza del Yento, preferii aspettare che
- il tempo <lesse sicuro affidamento di alcim ~
93

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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belk g·omatt:, che, per quanto rare, tuttavia
non sogliono mancare nel periodo estivo. Cosi,
in due o tre giornate di calma e di sereno,
avremmo potuto svolgere ugualmente il nostro
programma, compiendo qualche ascensione di
importanza, che ri avrebbe dato la possibilità
rli cooo.,cere con facilità e rapidamente tutto
quel settore cord.igliano, fino al Seno Eyre.
l\\la le condizioni a•mosfcriche furono in quel-
l'estate australe inusitatamente avverse. Per set-
timane intiere i venti dominanti del SW sof-
fiarono senza tregua giorno e notLe con stra-
ordinaria violenza, rend'.!n<loci impossibile 1.1
traven;ata, mentre le catene internt: si mante-
nevano tenacemente coperte ùi nubi. Soprag-
giunsero alcune giornate di rdativa calma, con
leggere brezze del nord, accompagnate da piog-
gia e da neve, ma subito dopo il vento ripr~e
a soffiare con maggior lena. Le nostre ascen-
sioni si limitarono, nei brevi intervalH <li calma
e sereno, ai contrafforti occidentali del C. Norte
per osservazioni e studio sulla Cordigliera.
Soltanto dopo un mese, giunse una giornata
discretamente serena. Le c!l.tene interne si
andarono poco alla ~olta spogliando dei vapori,
e nel pomeriggio inoltrato tutto quel regno
sconsolato delle bufere e dei venti si acquetò
d'un tratto in uoa pace solenne. Sorto ai raggi
-
94
-Ghiacciaio Car;illero.
luminosi del sole, apparvero incise, sullo
sfondo azzurro del cielo, in un candore sfolgo-
rante di luce, le estreme propaggini della Cor-
digliera.
A noi vicino, verso S\\Y, sull'opposto ver-
sante del ghiacciaio Upsala dominava maestosa
la catena spartiacque con i due massicci del
l\\1urallon e Don Bosco, separati soltanto da
una sella nevosa.
li monte Don Bosco appare come un gigan-
tesco massiccio di oltre tremila metri di altezza,
dai fianchi giganteschi rivestiti da ghiacciai
profondamente seraccati. La vena termina in
un candido e fantastico cocuzzolo di ghiaccio.
A nord del monte Don Bosco il rilievo centrale
della Cordigliera si abbassa e dopo due costole
rocciose isolate, sparisce Sotto il manto di
gliiaccio e neve <lei ghiacciaio Upsala, il quale
rimonta verso occidente in china soav~, in
forma di dossi tondeggianti, unemlosi al vasto
altipiano Italia <la noi scoperto nel febbraio del
1932, allorchè con il dott. Feruglio e le guide
Crnus e Bron cffatluammo la prima tra\\·ersata
della Cordigliera patagonica, raggiungendo il
fiordo Falcon, sui ('anali del Pacifico.
Nella stessa giornata compiemmo un'interes-
sante escursione sul ghiaccia.io studiando l'iti-
nerario della traversata per il giorno seguente;
ma un nuovo di~inganno ci attendeva. Al mat-
ti110, una corrente umida del N\\V aveYa nuova-
mente occultato la Cordigliera e il vento, il
nostro formidabile nemico, tornava a soffiare
con la solita veemenza.
Attendemmo ancora due settimane, finchè,
Haochi di quella forzata inazione e anche pcrch.:
i viveri stavano per ultimarsi, abbandonammo
l'acC3mpamcnto dove eravamo rimasti atten-
dati per ben quarantadue giorni e scendemmo
alla estancia (< Cristina ,1 dont.le, dopo pochi
giomi, raggiungemmo Santa Cruz.
Quantunque non mi sia stato possibile rea-
lizzare l'intero programma di esplorazione, che
mi ero prefisso, tuttavia con le ripetute spedi-
zioni compiute in distinti settori interni e una
ricognizione aerea, potei tracciare con sicurezza
uno schema generale della stmttura orografica
della Cordigliera patagoo.ica che trasmisi alle
Società Geografiche. Nella prossima estate
spero di conchiudere la seri~ delle escursioni
= e di dare informazioni anche più particolareg-
giate, ed
dei>crizione completa.
l\\tli benedica, amato Padre, puchè anche
queste spedizioni scientifiche tomino a gloria
di Dio e di Don Bosco.
Suo aff.mo in C. J.
Sac. ALBERTO DE AGOSTH\\7.

3.2 Page 22

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Crociata missionaria
Borse da completare.
llor;a ,JSDR/,1.\\0 I). PASQl A/,B E A,\\DRL-1-
NO LUIGI n cur.i dd Ca\\' Uff. ~hl\\'C<,tcr An-
driano. S. l;runciscu - Somma pn~.: 6.025 -
Sylno;;fer A. 2.000
Tnt I,. 8.025.
Borsa .\\I.IDO.\\.VtI DRT,LE GRA7.1R. P111crolo
- Sonm,,, J'lfco;.: ;17ll.li5 - N N. 100 - Tot.
L. 7.278,8~.
BQrso .HA[)()\\ V,/ DELLE GR,IZ/E DI GA-
S1BLM<J\\ 'JF. Udine - Somm.1 prcc.· 7.775
- Ex-nlllcv, tli UJinc, 5 - Znnnini Fl\\'Ìr4, 10
- Uoraccctto .\\lnriQ, .5 - N. :-.. o - Giordani
Sa\\·i11a, 75 - 13, rtoni Sanre, 10 - 1'. :,.;, :20
:,_, "\\. 5 ' ' • IO - :,__ :S. 10 - :,_, N, 10
- ,. "< e.o Tot. L. 7.91>1.
Borsa JI.1\\/\\f,I MARGHERIT,1 (J"I - S11m-
mn f!tcc.. 1.855,75 - Unn mnmma riconoscente.
1co Tot. I,. 1.955,75.
Porsa MARI I JIUSIL/ATRJCE ti curn di E. P.
- Somma nn·c. 7.500 - E P. 500 - Tot,
L. 8.000.
Borsa _l/,lRJ..-1 ACJSILJATHICE H S. GTO-
VA.:\\'.\\'l noscn (9 l - L. E. ,.,,o;.3o.
Borsa .\\1.-IR!A 1CS1l.T.ITRJCE a cura d.-1 cav.
D'Urso - Sommn prcc.: 4.230 - !'i. D'Urso.
50 - Til'rl T. 10 - Tot. L. 4.2(/0,
8Jrsa .\\JARI,I A/JSJLIATRICE (211') - Som-
'Tla prl·c.· 1~193, 10 \\.lorei Angelo, 5 - 1'1. 1'.
30 Munusi1rd1, 15 - Tot. L. l ,H3,10.
Borsa JIOSC.',11'1 DOTT. Gll, Slìl'l'E -; Som-
ma pn:c.: 1030 - Sac Gor1uulo 1'\\içolo !\\I. 50
- TM. L. 1ollo.
Bor>,<1 PJWUSS/.I D. L(jJGJ - Sommo prec.;
5.624,55 - l..nndi Giu~ppina, 15 - Fedorn
Biondi. so - \\"1t1 Maddalena, 50 - L'Aroldo
,1i \\'ohnr.1, 1r,,;10 - Tot. L. 5.,155,8.5.
Bors, l'EJJR,IZZINI D. GIUJ'1I.\\'\\'/ (2•) a cura
della cn,11 sai. di LuRano. 1"' Vu-snmcn10 ro.ooo.
Ilorsa PliR /UDI G. li '. LUIGI cnp.o alpini
Sommo prcc.: 3,210 - 1'. P. D. 50 - E. O. D.
25 - Tor. I.. 3.28.5
Bonn PIO .\\' (2') - bomma prcc.: 1.597 - Buffa
G. 50 - Th/. I.. 1,64;.
Borso .PISCHrr,I D. /JUIGJ (2•1 a cura del Sac.
D011. Cnl\\·1 G. B. Somm:1 pn:c.: 17.552, 10 -
~aJ)Oli Gimuo111, ~o - G. 8010110, _so - Sac.
G. Bro,su, 50 ,\\. Al?U ·s Guaz.:oui, 1c Gio-
vannmn Co,tn, so - C. !:,oona. 100 A. J\\11.
Viale, 55 - G. Cmrn<fo, 50 - R. Di:mnrtmi, 10
- [J, Derna, 25 - '.\\I Quur ,,. ~o
Tot.
1,. tl!.047, IO,
.
Borsa RC-.·1 {), ,1,JlCI-lEl..E (4•) - :-nm1n:1 prec.:
770-Palazzoln a.-v Francesco, 100-1'01. L. 870.
Bo~ RJ:;G/S,I DI l-lO.\\'DOi'] <2 l - Somma
prcc..· 4-•qo,70 - , "-· 10 - ,ani e Tc:rt,"1na,
10 - Hoi:111 M~g111nno, 10 Tnt. L. 4,520,70.
Uorsa SACRO CUORE ,\\I. Al!SILIATRICE
D. BOSCO Somma prec.: 216 C1pollooe
Nor1na, 10 Tavoschi A. 100 - G1ullaume
'.\\I 10 - Oc Ponti ;\\laria. 10 - Tot. L. 346.
llorsa S ·lCRO CUORE DI Gf:SìJ (.'0 \\FWO
IN VOI (3U) - Somma prcc.· 9.987 P11squ1rn
M. 40 l\\lorone V. 30 (.'dli do11. Leor.
100 -- l\\la11cnda A. ro - CancpJ ;\\1, Vl'<l. T11-
wll11, 20 - !'- :--. ;o - \\Iaz.zini P . 10 - TlJt
I,. 10.i67.
Bonw S. CARLO pt.7 ottenere la pPtc. Pnmi ,~-r-
samcmi - N. :,.;. 100 - 2 :tt>latrki e patronesse
di Pero. n, 100 - ì\\lo!;C.hcuo, 5 :,., :-:. 50
Tnt. I•• 25.s.
Bon<n S. G/01.1,\\,\\/ BOSCO J:'l)UCATORJ'
DF!./,,1 CJ<Jr'ENT( CA/,/1/JRESE 11 curn dd
sac (j1rnl:1 1- runcesco. Primo vi:nmmcrHo, ~o.
•Bo.-sa S. OTOV ll\\"l\\-1 BOS<.:O (.~•) - :-;0~111
prcc.: 2,287 Ilda :\\laria Ardm:d, ~o - Jnc,,,
Capella, 21 - Saccone Anna, 30 - Rìgn P~ 100
Drucciali U. 1z,50 - Dalla Y.111., :\\I. 5 -
D G. Gh,om·, 20 - C. i\\lir.1111, 15 - Cc,lomh,
E. 15 - :\\l1~lio P. ,o - Tot. L. 25(15,50.
llorsa S,II.IO DO.UE.\\ /CO (4•) - Somma rrcc.:
1:i.364,30 7.nffaina inlò(, Sunte, 50 - Tokt-
tini Luci,I, 5 - Tot. L. 12.•pq,30.
IlorsR S. M, I RGHERJT.11 D.I C('1?TO\\ .4
Snmma prcc · 7.16o,30 - Vakri Angdo, 125
Tot, L. 7.z85,30.
Don.a S. IU1'.tl Dd C.dSClA Somma prt.c.:
3.181 - Tulcttm1 Lucia, 5 - 1'r>1. L. :;.18(>.
Borm 1Rl0.\\F. D. STEFAXO - :;omma prcc.:
2.282,80 Zelamci Salcsmne d1 Cuorw:nè, 200
- l\\lornil, \\Jar!lhcrita, s N. N. 1,75 - N. 1\\..
3 Pcrctll Luawn, S - 1\\lu.fintt1 Giuseppina,
20 Tot. L. 2.517,55.
Bor~a r OSTI D. SAJIUELB - Somma prec.:
2.100 - Pm,:i:1 Francesco, 100
,\\ppenòmu
Catcrinu, 500 - Tot. L. 2.700.
(SegutJ.
NECROLOGIO
Salesiani d efu o ti:
Bl!:TTT.,J V ATT/LTO, sac. cl., R. Stefano di Ca-
dore (lklluno), t n ~lonteolive10 Ji Pinerolo (1'ormo)
11 2-1-1940 ~ &8 anni.
Il promo c-nllnquio con D . .Bo,co, ul ,~rmine del gin-
nasio, nel 11i86, lo gWldagnò alla Società !¼lc•iana con
bile rcuiiudme d'1n1enzione "' lale anelito di ,..,rfozion,-,
da riu..:irc un moddlo di «afej,1ano -·onJo lo apirito
dd Sanio. Comp-.11110 di noviziato del Seno di Dio
D. Andrea lkhl'lUJli, ne ~I il fcn·or,- ndla disciplina
interiore che lo lcmprò alla rc-l(olarità cd ..11•0,;,,,n.11n,a
dclt. ,.;,. rcli1110,u con inalti:rahilr ubc-nt.l cd a•solu,.
ahne:Qnz1onc J\\1u~,co delicaro '-" ~l·n11t1r. utst .,n.tntt S"o-
Jcrtc e -..,tp1t-ntt", vero educatore, d1hgenn~-.1111n amm1
nistrawro. dir1•11nre esemplare dc, 1J1tMt1 Coli"~ cl,
L"ruo, lntru, Coli-, Solvc:111, C,wrl!n~. Tonno ~- G,o-
v11nni E\\an,.c..-ti,r.,, chiu!ie l <;.Uni ~torni m:11n c.hrezior.1.:
del 110,1rn """"'"'" d, Piner<•IO. proùii,ando u, no,·iz,
i l<!>llrt ddla .11wa 1tmnunbìle çultur• u•,'Cnca "• p,ù. l'<··
-..:mpio dtlle &uc \\'irtù crrunenti e, della aua fc:Jdtà :si
doYet~.
B.1/H'Ol.OTT/ CùlETA.VO, c-01,1.J. d.a 7,oeca (-;\\lo-
dc11a), t Il (:ollCSllh-"111 (Livorno) 11 2•1-l•llJ.µ> u 8o anni
Cnnahhc Oun Bo,co a S.1n1r,1erd4tcflll, t~, rntnto
ndlll So<1l S1.de-.ian,11 pn·stò le 11tt1l' rmttlmra cncrgit:
ntfl.1 lihrt·ri, d, quelle no•tre Scuole prnfess,onnlt.
STliA,\\fARII' I), GiUSEPPI:', sac. dn V:1ldobbiadem
- Y5 - (l"rt..•v1.sol. t a Jtom1t..Sacro Cuore- 11 15•1 u . s. i1 j2. unn,.
L,1 ftt1ur,1 lld JJo/1,ttmo I' mr.1"" ull., S.,,.,, t~ Sah-•

3.3 Page 23

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siana. Fauo sncerdotc, cnnsncro più di 25 anni dellu
gua Ylto nt:1 SJCr() 111111Ìs(cro come Yi(;)eparr6çO nelh
no,tra Basihcu dd S11cn, (.:ur,re in Rorna, opprezziu,-
s,mo per la cura spintt1ale e pc.'r la sua canl:Ì ~oi poveri
t J\\l.LVCONI D. CARLO, sac. da llitu (Sassari),
n Rt•ma il 9-1-1,140 a 66 anni.
Duro.nte H sen·u10 mdimrt:' in. Ron1R frequentò il
no~tro Orntor10 dd S:ttro Cuore e s'nfl'c-z-un10 talmente
nlfo vico salciuano che, dal seminano diocesano pnss<>
d, nel 1898 ~1 noHr<I noviziato Gcn1,ano. PictÌI ~od?,
~tlÌ\\'ltà tnStJTIC'Jbilc, spirito d1 p(l\\'Crta " d1 sncrifizin
congiunti ad un:t sincero u111ihà e R!"'nero~u cnrità re...
2-ero prez1o~n l'opt..•rn ~un neg.lt uAlc1 di nmn11ni~tra-
i1onc, alla d1rtziunc cld Cc,lle11in di Pcrui:ia, e m·ll'11•-
~ociar,sQne ex-ulli,:\\·i in cui si ca.ltivò la stumt e l'.1ffetto
di IIJlli.
FR..-INCJJ D. Al,ESS.-J.\\'DRO, ~•e d11 Cloz (Tremo),
t a Trento il :>5-1-1940 a 6o anni.
Campo predil<•ltrl ciel ,uo a1~0,tolfltO fu l'Orntorio d1
Trid'te ,n cui dbpit-!(Ò le sue niigli<>ri encri:ic e gli cc-
,.,,.ionnli ralenti di cui Dio l':" ,·va dot.w, iicr quest 1
op.:ru provvidcn~iale. J,11,·oraturc imtirncahilc. c,rqani>i-
zerorc jleniale, nmo proteso al hene ùcllc anime, erJ
il padrt dei Rio,11n1, spccidhncnte più poveri, che nel
su<• 1,1nu1 cuore trovavano lo ~p,rito di l>on Busco pc,1
lo loro cristiana educ11zione. Fiaccuto dn una lenta d11~
lorosi1tsinui malatua., cm,tinuù a prodi.:tnre Jc sut· forz~
finchè 11ljcne rimasero a San Donò di P111ve cd II Trento
fw la ~-oinmossa e l"uffcttu0Nl rict~nuscenzn di tuui.
T·LK LUJGT eh t. clJJ Praks,ce (\\lornviil), t a l\\ln•
ravskil O,tra,·n (:\\-tornv,a) il 11-xn-1939 n 20 nnni.
l'IGLJETTf FR.1.\\'CESCO, cund, da J,,onc (Fran-
cio), t 3 Vicdma R. '.\\. IRepubhct Ar<!<!numa) 11 3-x11-
1939 a 6o unni.
Coop e ratori defunti:
t S. E. FlLTPPO J/IWA 11 l\\lilano il 31-,m-«)39,
a 70 anni.
Cìiornalistu, !ll'."TltlOr<.·, oratore, tl\\~vocato, uotno pow
litico, stuti~rn. subtimnto d.alln fede nll'upostolato, d111lc
organiz1..nz10ni J..,..IOVa.tuli di Akiune Cuttolicn, al1a t:a-
n1era ed al !\\Jin1~tcru. hn cnnsacrnto tutta lo ~\\111 vita ,l
servl7JO dcll:t <.:ruc,a, delln ,oc1~t.à e <ldlu Patria, accre-
d,umdo la parola, Li pcrulu, l'.1hil11a profe,.,iomùc, l':11-
1,vuà çulturulc, socia!• e poùricu cnU'esemptn d'un.i
condotta cosmn1cmcn1c i,pimt:n ul Vangclu. Siccb~, pc.r
unn titoli bcncmcril!l del ,uu 1cmpn, egli rimane nl'llu
.roria, soprntttat!l p.:r la i.rnn11i~-u su~ frdclril a Cristv,
m•><lello ai èlmulid di azione nella Patria net,nc1lfata.
Nf'lì lo ricordiru111'> anch!! come uffczionato ('ooperntorc.
divotis~imo ùi Dun llo~to, <: fcr\\'1do ~o.stut11torc del..
l'Orcra salesiana.
DOTT. ALESSilNDllO TER.-lZZI t a Varnllo Pom-
bia (Novara) il 2.2-11 u. ~-
Uoa lun~a dnlurosis-.irttn mub1ti<1 sublin,ò nclh sof-
fer..-nzn Lii parecchi anni la sua an,ma buona e 11cnerosa
che, 1\\dln picna cosc1cn1.a dd pro11ress, del male, uo,·ò
nélla foùe la forw del Jiat allo wlont:ì d1 D1u. Sicché,
tfopo aver cons.~croio di" cur.1 \\ici:h inlermi runa la
sua :tb1litit profossiouale con co>t,m7.3, rettitu<lu,e, ed
assoluto cl1~inrcm,sse, cumm<>~se tutto 11 rae•e coll'c-
,emp1u di uno fede, ù1 una forte-,.,.n ,. di wm pic1il e
rns~cgnnziunt: crbunna Vè.rnn1c-ntc c<l1fo.-. unti. Aff'c-1.1011:1•
u-.~irno t.·nopen!torc, nurnvu una h:rv1d.1 Jh cn:iont d
.\\!lirja Au~iliorricc c<l a S. Giovanni Buscò,
l\\l01\\S. A :\\"GELO CRUC! I \\I t u :\\lonterusso il
23-x-,939 a 86 an111.
Decurione 1le1 coopcrnton sulc,;1.1111, P~rro.-o di \\lnn-
tero~sn {:\\.ricona) per uhre (,2 anr11 ern d_n Lutti :1pp1e7,-
2Jlto per le ,u.: belle dou ùi nwnte e di <·uor~, pt·r sua
profonda pietà è n:t1itudint·. rvr il ~UQ zçlu infau..i.1hilc.
ECSTAC'JIJ() -1.\\"SEL.Jll J .,d A~qu1mva Jt.:llc
Font, il 3-xn-1939.
Ottimo cooperatore, fu h,n~Ù<'tto da T>m c<lll,1 ,·nca-
zione di un tì~lìu .dlJ ::;oat•t.ì S~IL">mna.
B.rll 'DISO FR.-IXCESC -I t u Dolianova (C:~slinri).
il 25-xrr-1tJ39.
Zda11tìss11nn coopcrn1rice, tutto amorc e carit~ pci
poveri, fu sempre 1-,ra1;1 al Si11nor.: p~r la \\'ocazionc di
un figlio alla Sodctù Sale,,iunn.
t TUlUXA GJOV.-1.\\'.\\ I PJJ;.'TB.0 :i C.wour il 16-
x11-1939.
Cnrtoli~o d, nzione e fcrvc,nt.: coc1perut0re fu hcnc-
d,mo da Dio colla vocazìnnc d1 umi 1iglin a1l"l.11tu11•
delle Figlie di li far1n .\\uJ'iliarri.:,·.
}\\".lr,-1 Jl.lRI 1 l'TW. ZLCCI/KTTI I a .\\lclm
il l<}-l•I<)40.
ì\\.Tadre: cscmphirc l" ft-n·enu: conp..,.n1,tru:c. fu b...-ni·•
delta colla voGazrvnc d1 u11 fi~lio alla :Soc.icr., Sah!:,.1,,ntt.
.1-IRD BE,\\-PDETT.I l'l.'U l',/T'l.l I n Ri,oli To-
ruh~t·.
Cow,aw dcli ,ndimcnticabilc Don G1u,cpp<· Pa\\'la, ru
per molti anni ,-em mu<Jre cld Omtorio cH S. (iio-
vnnn1 Bosco. Zdtnrirt- d1 molo: open.• d1 cantù, cn1nu-
nic11\\."'ft nllc arunte il suo tuoco cucaristtco e hl sua nr-
tlcnte d1vo7.1onc a :Vli1na ..\\u-.1hatru.:l-".
Altri Cooperatori defunti:
..\\,mo,w ( :1rcr1no, Cmirf.111, (.\\1►,tu) - .\\ndron,co Sal-
\\'l\\tore, Pa/a11r,111n (Cotanin) - .\\rc1fa l\\larm, Brlpaw,
Counrn) - Uanti C..rolina, (i,·ew (;\\l1ln110) - Brndcnc
Zuntn Em1liu, 0.-rngQ rrrcviso) - B1zzozern C11Tlo, s,-
ng110 (,.\\-lilano) - Uucchio Fugcnia., Spint:llll (..\\lc,;stln-
drm) - 8ombclli L>. Lui~i. Fur111all' (<.:r•mon~) - &so
(;1ov,mn1, Carte/ Te,1'110 (Tr.·mo) - Bruclù ,\\ndrurc1
Chiaro, l..11dg11nno d'Arhù, (Sicrin • Bruno Giu.•erp<",
Simrma - 13uricchi AlJuim, T'ladirnfa,1i (Siena) - Uus,u
AugcL1, C=allrmm_l!giou (<.:unco) - C,11tnòni Ann('llu,
Gn1::::n11i{!a (lkr1,'l11nn) - CamOZZ! F,·rmo, Pambiago (1\\!1-
lano) - Camprn Domcn1cs, l'illaf1011w Sabauda (To.
rino) • Cnmprn El<'OnONI, l "illnfrnnl"<l Saha11do (Tornio)
- Cnnevali l.uiiti. Law::o ,rl111rlt, (Curno) - C,ipnti ::;._
,ono, 1'mra11ia (\\.iterbo) - Gapclla Gnllo Angela, Ca-
srinc Vico (Torino) - Cari! Anna :\\!lana. Cn11t,./11po (hn
per,a) - Casale Francesco, Somma Lombardo (Varese,)
- <.:u.stluni.:cr 1\\lnria, llwa (Jl<,l7a110) - C"rnsn l\\lar1,1h,~
nta CM·o (Sondm,) - Ctmm'I l)omcnicf), Pnnr.ali,-r,
(Turino) - <.:hivmo P.tsquaJi.nn, 1·,srigm· (Ao,ta) - Cin-
que l\\Tarh1, ,Vetv )•ork (L' R. .>\\.) - Cominclli Pc!lcJ.,'TÌ-
nclli !Vlar,anna, Aru:nfo (llr~,c,n) - Comisso .\\fon~. 1'1c-
tro, Sclimbtrco (Udine) - Coppa r\\lcncmiu, .l/hu (<.:u-
nco) - Co,-a Curlt.>, Sa11111111 Lnmb11rd1> (Varcs~J - Crai-
~hcro Q". Luigi. 1'r,!,,11·:,~o (l:dine) - Del :\\<lonacb
:\\laddoknn, T'ìbo l'alwtù, (Gemnzaro) - Dcmatei• Emms,
Uim•e110 ('l'orino) - De Robcrt1s C..:llrrrune. Posi1glìo11,
(l'nlcrmo) - Farè!lin Bernardo. J.11r,a (Vicenza) F,1
,oli l\\/ari:i, I 'l'Tto,·o ( IJeriznmo) - FaH·ru Lui~'ln, Ca-
sm11 di ,l/,,s,,olenl< (Vicenza) - Fcdri11ott1 Raffuc:1~. Tianm
Sollo (Trento) - h:rru111 :'\\,ttalc, .\\lo11tr111<1Jlt1Q (.-\\su) -
(j,hibaudo Oiu,cppe, /:Ji,rd1i;hcm (Imperia) - G,rnudn
Luigi, B11,rn (Cunetl) - Ciunzu G,o,anm, c,,misan11
(\\°1cenzu) - Gusmin, .\\ntrin,u, Gn::e1111i1111 (.Bcrg:1mo) -
Jannitel11 Co,rnnt1no, ('tJlli ~11 1·(11t11rm> (Dmpohusso)
- lnsérillo Andrea, B111·,ti11 (Agn11cn10) - Lagurio P•olo
C'ur1111111,:11t1 J.ig. (lulpcrw) - Ll't>ni (;iu•cppt:, .Ho::ai11,
(:\\;o\\'arn) - !'\\fochcL l\\luri,1, 1"1Jr{l11t111 (Ao,rn) - l\\la1ia111
CJn. O. Giu,-~ppc. J"tJtli (l'crul-'iu) - '.\\l,1zzoli '.\\lori,·tta,
Cr,rtNti ,\\J,m[. (A,11) - '.\\U12zud1dli Cari,,, Ot.>1it1111t
(:\\Iilano) - l\\Jonw Carlo, CreH"c111i11" (\\crr.-11,) - l\\lni•
~unti •FilJppO, Cm1,pa,t,1111u, ltorna), - :\\tonno Frnnn·•
scs, Xi:,:::a (Asti) - ~,"--r1n1 Ro,a, R11n111da (Smnna)
Oppini :'vlatildc, Zibello \\l'armo) • Padre ,\\Jbcrtn (.'.,p-
puccH10, Oenot·a - l!enno 1\\.:rC.!-R, C:nsdlr rr()nnn •
J'crlo '.\\lari;; Rvcc.,, Cm·,,ll<rmaeyi,,rc ((.;un«>) - Rllg~.,
A.ri~tìde, So,·1,:11nm, d, Ri110 ( nrll) - Rappa D. :>ulva-
torc, Jfo,rrt-/eJ1rr (l'alcrnw1 - Ha,cri, Elconurn. Fosrmm
((.;uneo) - Robiat ..\\nr,it.lo, Mi/0110 - Ros-.;1 St.1rncc Eu-
,.:cn1a, Raarol<> (Gt'norn) - Ro,so Gius~ppc, Ctmt1tc1J
t Udine) - Scnrp,1 i\\n1onic>, nt1ma - Sufficnuno 1;1;,11,,
Campomorr,11, (Genova) - Thc,ill Luigi.i, 1ìiri,w - Torre D.
l".1010, Ct1bclla Li_qurt (l'avia) - Yignula G. Battism, l "r,c,,u,,
-96
Con permesso d ell'Au1ori1à Ecclesiastica. • Tip. S. E.I., Cor.,o Regina. Ma.rghorita, 176.
Direttore nu:ponsabUe: D , G U ID O F A V I N I , Via Co ttolcngo, 32 • T orino 10~.