Bollettino_Salesiano_199010cooperatori


Bollettino_Salesiano_199010cooperatori

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
ANNO 114 - N. 16 2• QUINDICINA 15 OTTOBRE 1990
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
1/ 81

1.2 Page 2

▲back to top
Il Messaggio di Giovanni Paolo II ai giovani e alle giovani
per la VI Giornata Mondiale della Gioventù 1991
«AVETE RICEVUTO UNO SPIRITO DA FIGLI»
Casissimi giovani!
Le Giornate Mondiali della
Gioventù segnano tappe impor-
tanti nella vita della Chiesa, che
cerca di rendere più intenso il
suo impegno di evangelizzazio-
ne nel mondo contemporaneo,
nella prospettiva dell'anno 2000 .
Proponendo ogni anno per la
vostra meditazione alcune ve-
rità essenziali dell'insegna-
mento evangelico, esse inten-
dono alimentare la vostra fede,
e imprimere impulsi al vostro
apostolato.
Quale tema della VI Giornata
Mondiale della Gioventù, ho
scelto le parole di S. Paolo:
«Avete ricevuto uno spirito da
figli» (Rm 8,15) . Sono parole
che introducono nel mistero più
profondo della vocazione cristia-
na: secondo il disegno divino
siamo infatti chiamati a diventa-
re figli di Dio in Cristo, per mez-
zo dello Spirito Santo.
Come non rimanere stupiti di
fronte a questa prospettiva verti-
ginosa? L'uomo - un essere
creato e limitato, anzi, un pec-
catore - è destinato ad essere
figlio di Dio! Come non esclama-
re insieme con S. Giovanni:
«Quale grande amore ci ha dato
il Padre per essere chiamati figli
di Dio e lo siamo realmente!» (1
Gv 3, 1)? Come rimanere indiffe-
renti dinnanzi a questa sfida del-
1'amore paterno di Dio che ci in-
vita ad una comunione di vita
così profonda ed intima?
Celebrando la prossima Gior-
nata Mondiale, lasciate che que-
sto santo stupore vi invada, e
ispiri a ciascuno di voi un'ade-
sione sempre più filiale a Dio,
nostro Padre.
2/ 82
Lo Spirito dei figli di Dio
è forza propulsiva
della storia dei popoli
«Avete ricevuto uno spirito da
figli ... ».
Lo Spirito Santo, vero prota-
gonista della nostra filiazione di-
vina, ci ha rigenerati ad una vita
nuova nelle acque del Battesi-
mo. Da quel momento egli «at-
testa al nostro spirito che siamo
figli di Dio» (Rm 8,16).
Che cosa comporta, nella vita
del cristiano, essere figlio di
Dio? Scrive S. Paolo: «Tutti
quelli infatti che sono guidati
dallo Spirito di Dio, costoro
sono figli di Dio» (Rm 8,14). Es-
sere figli di Dio significa, dun-
que accogliere lo Spirito Santo,
lasciarsi guidare da Lui, essere
aperti alla sua azione nella no-
stra storia personale e nella sto-
ria del mondo.
A tutti voi, giovani, in occasione
di questa Giornata Mondiale della
Gioventù, dico: Ricevete lo Spirito
Santo e siate forti nella fede ! «Dio
infatti non ci ha dato uno Spirito
di timidezza, ma di forza, di amo-
re e di saggezza» (2 Tim 1,7).
«Avete ricevuto uno spirito da
figli.. .». I figli di Dio, cioè gli uo-
mini rinati nel Battesimo e forti-
ficati nella Cresima, sono tra i
primi costruttori di una nuova
civiltà, la civiltà della verità e
dell 'amore: sono la luce del
mondo e il sale della terra (cfr.
Mt 5, 13-16).
Penso ai profondi cambiamen-
ti che stanno avvenendo nel
mondo. Davanti a numerosi po-
poli si aprono le porte della spe-
ranza di una vita più degna e più
umana. A tale proposito, ripenso
alle parole, veramente profeti-
che, del Concilio Vaticano Il:
«Lo Spirito di Dio che, con mira-
bile provvidenza, dirige il corso
dei tempi e rinnova la faccia del-
la terra, è presente in questa evo-
luzione (Gaudium et Spes, 26).
Sì, lo Spirito dei figli di Dio è
forza propulsiva della storia dei
popoli. Egli suscita in ogni epoca
uomini nuovi che vivono nella
santità, nella verità e nella giusti-
zia. Il mondo che, alle soglie del
2000, sta cercando ansiosamente
le vie per una convivenza più so-
lidale, ha urgente bisogno di po-
ter contare su persone che, gra-
zie appunto allo Spirito Santo,
sappiano condurre un'esistenza
da veri figli di Dio.
L'eredità essenziale
dei figli di Dio: non avere
paura di essere santi
«E che voi siete figli ne è pro-
va il fatto che Dio ha mandato
nei nostri cuori lo Spirito del suo
Figlio che grida: Abbà, Padre!
Quindi non sei più schiavo, ma
figlio; e se figlio, sei anche erede
per volontà di Dio» (Gal 4,6) .
San Paolo ci parla dell'eredità
dei figli di Dio. Si tratta di un
dono di vita eterna, ma al tempo
stesso di un compito da realizza-
re già oggi, di un progetto di vita
affascinante soprattutto per voi
giovani, che portate nel profon-
do dei vostri cuori la nostalgia di
alti ideali.

1.3 Page 3

▲back to top
La santità è l'essenziale ere-
dità dei figli di Dio. Cristo dice:
«Siate perfetti come il Padre vo-
stro è perfetto» (Mt 5,48). Essa
consiste nel compiere la volontà
del Padre in ogni circostanza
della vita. È la strada maestra
che Gesù stesso ci ha indicato:
«Non chiunque mi dice: "Signo-
re, Signore", entrerà nel regno
dei cieli, ma colui che fa la vo-
lontà del Padre mio che è nei
cieli» (Mt 7,21).
Vi ripeto, anche oggi, quanto
ho detto a Santiago de Compo-
stela: «Giovani, non abbiate
paura di essere santi». Volate
ad alta quota, siate tra coloro
che mirano a mète degne dei fi-
gli di Dio. Glorificate Dio con la
vostra vita!
Il grande impegno
dei figli di Dio: lavorare
all'edificazione
di una convivenza fraterna
tra i popoli
L'eredità dei figli di Dio com-
porta l'amore fraterno sul-
IN CAMMINO VERSO CZESTOCHOWA
Durante la celebrazione della V Giornata Mondiale della
Gioventù in Piazza San Pietro nella Domenica delle Palme
Giovanni Paolo II ci proponeva già il tema della VI Giornat~
e ci invitava a peregrinare a Czestochowa. Il tema scelto è
«Avete ricevuto uno spirito da figli ... » (Rm 8,15), ma tornere-
mo dopo su questo punto.
L'invito a Czestochowa, apparentemente inaspettato,
era logico e evidente: subito dopo Santiago de Compostela si
presentarono avvenimenti profondi nei paesi dell'Est Euro-
peo. I giovani cercavano la libertà ed erano affamati di va-
lori spirituali; non si trattava semplicemente di contestare
vecchi sistemi oppressivi, aprire frontiere e abbattere muri.
Era qualcosa di più profondo: la ricerca di una vita degna
della persona umana, più libera, più aperta, più comunita-
ria e fraterna, più giusta, più ricca di valori umani e spiri-
tuali. All'origine di tutti questi avvenimenti era tangibile
un'azione speciale di Dio, nella sua Provvidenza infinita, e
una protezione particolare di Maria. Per questi motivi è sta-
to normale per il Papa - e credo per tutti noi - pensare
che per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù si
doveva dare la preferenza ai paesi dell'Est. Non è stato diffi-
cile scegliere fra i Santuari Mariani. Il pellegrinaggio dove-
va indirizzarsi a Czestochowa, meta di innumerevoli pelle-
grinaggi da più di 600 anni e «capitale spirituale» della Polo-
nia, la patria del Papa.
È interessante osservare come la preparazione della
Giornata e poi la sua celebrazione mettono in stretto contatto
e in un dialogo cordiale e sincero i giovani che appartengono
ai diversi movimenti ed associazioni: uno stesso amore per la
gioventù, per la Chiesa, per il mondo; ma soprattutto lo stes-
so amore per Gesù Cristo e la stessa fedeltà al Santo Padre.
Finalmente, le Giornate - se sono ben preparate e vengono
poi seguite in una riflessione comunitaria e personale e nella
preghiera - risultano sempre una «forte sfida di rinnova-
mento per i giovani»: Cristo li assume in un impegno profon-
do di santità e li fa missionari del mondo contemporaneo.
Card. Eduardo F. Pironio
Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici
l'esempio di Gesù, primogenito
tra molti fratelli (cfr Rm 8,29):
«Amatevi gli uni gli altri, come
io vi ho amati» (Gv 15,12). Invo-
cando Dio quale, «Padre», non
si può non riconoscere nel pros-
simo - chiunque esso sia - un
fratello che ha diritto al nostro
amore. Ecco il grande impegno
dei figli di Dio: lavorare all'edifi-
cazione di una convivenza fra-
terna fra tutti i popoli.
Non è di questo che il mondo
oggi ha bisogno? S'avverte con
potenza all'interno delle nazioni
l'anelito verso una unità che ab-
batta ogni barriera d'indifferen-
za e di odio; spetta in particolare
a voi, giovani il grande compito
di costruire una società più giu-
sta e solidale.
Prerogativa dei figli di Dio
é la libertà: un dono
che bisogna usare bene
Prerogativa dei figli di Dio è,
poi, la libertà: anche questa fa
parte della loro eredità. Si tocca
qui un argomento a cui voi gio-
vani siete particolarmente sensi-
bili, poiché si tratta di un dono
immenso posto dal Creatore nel-
le nostre mani. Ma è un dono
che bisogna usare bene. Quante
false forme di libertà conduco-
no alla schiavitù!
Nell'enciclica Redemptor Ho-
minis ho scritto in proposito:
«Gesù Cristo va incontro all'uo-
mo di ogni epoca, anche nella
nostra epoca, con le stesse paro-
le: «conscerete la verità, e la ve-
rità vi farà liberi» (Gv 8,32).
Queste parole racchiudono una
fondamentale esigenza ed insie-
me un ammonimento: l'esigenza
di un rapporto onesto nei riguardi
della verità, come condizione di
un'autentica libertà; e l'ammoni-
mento, altresì, perché sia evitata
qualsiasi libertà apparente, ogni
libertà superficiale e unilaterale,
ogni libertà che non penetri tutta
la verità sull'uomo e sul mondo.
Anche oggi, dopo duemila anni, il
Cristo appare a noi come Colw
3/ 83

1.4 Page 4

▲back to top
che porta all'uomo libertà basata diale della Gioventù 1991 ci sarà
sulla verità...» (n. 12).
un nuovo raduno mondiale dei
«Cristo ci ha liberati perché giovani. Questa volta, a conclu-
restassimo liberi» (Gal 5,1) . La sione degli incontri e delle cele-
liberazione operata da Cristo è brazioni usuali nelle diocesi, ci
liberazione dal peccato, radice ritroveremo per pregare insieme
di tutte le schiavitù umane. Dice presso il Santuario della Madon-
San Paolo: Voi eravate schiavi na Nera di Czestochowa, in Po-
del peccato, ma avete obbedito lonia, nella mia Patria. Memori
di cuore a quell'insegnamento dell'esperienza del pellegrinag-
che vi è stato trasmesso e così, gio a Santiago de Compostela
liberati dal peccato, siete diven- (1989), molti di voi accorreran-
tati servi della giustizia» (Rm no con gioia a questo appunta-
6, 17). La libertà è dunque un mento nella Solennità dell'as-
dono e, al tempo stesso, un fon- sunzione della Beata Vergine
damentale dovere di ogni cri- Maria, il 14 e 15 agosto 1991.
stiano: «Voi non avete ricevuto Porteremo con noi, nei nostri
uno spirito da schiavi... » (Rm cuori e nelle nostre preghiere, i
8,15), ammonisce l'Apostolo. giovani del mondo intero.
Importante e necessaria è la Incamminatevi, dunque, sin
libertà esteriore, garantita da d'ora verso la casa della Madre di
giuste leggi civili, ed a ragione ci Cristo e nostra Madre, per medita-
si rallegra che oggi cresca sem- re, sotto il suo amorevole sguardo,
pre più il numero dei Paesi dove sul tema della VI Giornata: «Avete
si rispettano i diritti fondamen- ricevuto uno spirito da figli... ».
tali della persona umana, anche Dove si può meglio imparare
se ciò è costato non di rado un che cosa significhi essere figli di
alto prezzo di sacrifici e di san- Dio se non ai piedi della Madre
gue. Ma la libertà esteriore - di Dio? Maria è la migliore Mae-
pur preziosa - da sola non può stra. A lei è stato affidato un
bastare. Alle sue radici deve es- ruolo fondamentale nella storia
serci sempre la libertà interiore, della salvezza: «Ma quando ven-
propria dei figli di Dio, che vivo- ne la pienezza del tempo, Dio
no secondo lo Spirito (cfr. Gal mandò il suo figlio, nato da don-
5, 16), e che sono guidati da una na, nato sotto la legge, per ri-
retta coscienza morale, capace scattare coloro che erano sotto
di scegliere il vero bene. «Dove la legge, perché ricevissimo
c'è lo Spirito del Signore, c'è li- l'adozione a figli» (Gal 4,4).
bertà» (2 Cor 3, 17. È questa, Dove, se non nel suo cuore
cari giovani, l'unica strada per materno, si può meglio custodi-
costruire una umanità matura e re l'eredità dei figli di Dio pro-
degna di questo nome.
messa dal Padre? Portiamo que-
Vedete, dunque, quanto gran- sto dono in vasi di creta. Il no-
de e impegnativa sia l'eredità stro pellegrinaggio sarà, quindi,
dei figli di Dio, alla quale siete per ciascuno di noi un grande
chiamati. Accoglietela con grati- atto di affidamento a Maria. Ci
tudine e responsabilità. Non recheremo in un Santuario che
sciupatela! Abbiate il coraggio di per il popolo polacco ha un si-
viverla ogni giorno in maniera gnificato tutto particolare, come
coerente ed annunciatela agli al- luogo di evangelizzazione e di
tri. Così il mondo diventerà, conversione, verso il quale con-
sempre di più, la grande fami- fluiscono migliaia di pellegrini
glia dei figli di Dio.
provenienti da tutte le parti del
Paese e del mondo. Da più di
Incamminatevi fin d'ora verso 600 anni, nel monastero di Jasna
la casa della Madre di Cristo G6ra a Czestochowa, Maria vie-
Al centro della Giornata Mon- ne venerata nella miracolosa
icona della Madonna Nera. Nei
momenti più difficili della sua
storia, il popolo polacco ha ri-
trovato là, nella casa della Ma-
dre, la forza della fede e la spe-
ranza, la propria dignità, e l'ere-
dità de figli di Dio.
Per tutti, giovani dell'Est e
dell'Ovest, del Nord e del Sud, il
pellegrinaggio a Czestochowa
sarà una testimonianza di fede
di fronte al mondo intero. Sarà
un pellegrinaggio di libertà at-
traverso le frontiere degli Stati
che si aprono sempre più a Cri-
sto, redentore dell'uomo.
Spiritualmente inginocchiato
davanti all'immagine
della Madonna Nera
Con questo Messaggio inten-
do iniziare il cammino di prepa-
razione spirituale sia alla VI
Giornata Mondiale della Gioven-
tù, sia al pellegrinaggio a Cze-
stochowa. Queste riflessioni vo-
gliono servire ad avviare tale
cammino, che è soprattutto di
fede, di conversione e di ritorno
all'essenziale nella nostra vita.
E voi, carissimi giovani della
mia amata Polonia, siete chia-
mati, questa volta, a dare ospita-
lità ai vostri amici, che giunge-
ranno da ogni parte del mondo.
Per voi e per la Chiesa di Polo-
nia quest'incontro, a cui anch'io
prenderò parte, costituirà uno
straordinario dono spirituale
nell'attuale momento storico
che state vivendo, così pieno di
speranze per l'avvenire.
Spiritualmente inginocchiato
davanti all'immagine della Ma-
donna Nera di Czestochowa, affi-
do alla sua amorevole protezione
l'intero svolgimento della VI Gior-
nata Mondiale della Gioventù.
A voi, carissimi giovani, la mia
cordiale e paterna Benedizione..
Dal Vaticano, 15 agosto 1990
Solennità dell'Assunzione
di Maria SS.ma.
Ioannes Paulus PP.11
4/ 84

1.5 Page 5

▲back to top
CONVEGNO INCARICATE
LABORATORI
.M... AMMA MARGHERITA
E da anni che si tentava
un incontro nazionale delle
incaricate dei laboratori
Mamma Margherita: la data
è ormai alle porte! Spero che
non sia mancata la necessa-
ria sensibilazzazione.
Occorre non perdere mai
di vista le finalità di un
convegno.
In questo caso restano
principalmente due da avere
ben chiare: una riflessione
sulla realtà dei nostri labo-
ratori e orientamenti di ag-
gwrnamento e secondaria-
mente, non per importanza,
un approfondimento della
ricchezza educativa e spiri-
tuale della prima cooperatri-
ce, Mamma Margherita.
Un'attenzione alla mam-
ma di Don Bosco è conforta-
ta da quanto si sta muoven-
do soprattutto in questi ulti-
mi anni per riscoprirne il
suo messaggio di madre
esemplare.
In quest'anno i pellegri-
naggi a Capriglio si sono
consolidati.
Per il 202° anniversario
della sua nascita si sono
qui radunati oltre 300 per-
sone al motto "Occhiena di
tutto il mondo unitevi».
Il tentativo di ricostruire
l'albero genealogico degli
Occhiena ha portato nel
paese di origine tanta gente
discendente della mamma
di Don Bosco. Ma la rico-
struzione storica della sua
figura non è tutto.
Nella celebrazione che si è
svolta sulla piazza, l'Ispetto-
re della «Centrale», Don An-
gelo Viganò, ha ribadito la
speranza e l'impegno, perché
si giunga alla beatificazione
di Mamma Margherita.
È una riflessione che non
mancheremo di fare in oc-
casione del prossimo incon-
tro nazionale.
Roma: Lavori dei Laboratori MM offerti al Papa per la beatificazione di Don Rinaldi.
LE «MOZIONI FINALI»
NON MUOIANO IN ARCHIVIO
Un rischio della malattia dell'assemblearismo
di questo momento culturale è la tendenza a mol-
tiplicare gli incontri, a elaborare conclusioni e
mozioni finali di questo o quel convegno e relega-
re il tutto in una cartella di archivio o, peggio an-
cora, in un foglio ingiallito di rivista.
E così tra una dimenticanza e l'altra, con il
tempo che passa, ci si dimentica delle risoluzioni
prese e ci si avvia a organizzare altri incontri con
altre «mozioni finali» e la catena di montaggio
della proliferazione di «carta» non si arresta.
È quanto potrebbe anche accadere agli orien-
tamenti maturati nel X CONVEGNO CC. GG.
È opportuno andare a rileggere quanto fu vo-
luto dai presenti. Forse non tutto si potrà fare,
ma realizzare alcune sensibilità sì, quali ad
esempio: L'ATTENZIONE ALLA CULTURA DEL-
LA SOLIDARIETÀ E ACCOGLIENZA E IL COL-
LEGAMENTO CON IL MOVIMENTO GIOVANI-
LE SALESIANO.
5/85

1.6 Page 6

▲back to top
CONVEGNO NAZIONALE
INCARICATE LABORATORI MAMMA MARGHERITA
Roma 7-8-9 dicembre 1990
________ PROGRAMMA--------
Venerdì 7
Ore 15,30: Accoglienza.
Ore 16,00: Momento di preghiera. Saluti. «Presentiamoci: Esperienze e testimonianze».
Ore 18,30: Santa Messa.
Ore 19,30: Cena.
Ore 21, 00: Recita del Santo Rosario. Buonanotte.
Sabato 8
Ore 8, 15: Colazione.
Ore 9, 00: Preghiera in comune.
Relazione «Mamma Margherita, la prima cooperatrice salesiana» (Don
Elio Scotti, rettore Colle Don Bosco).
Ore 11, 45: Cerchio Mariano. Santa Messa.
Ore 13,00: Pranzo.
Pomeriggio: Incontro con il Rettor Maggiore e visita Mostra Lavori pro Sahel.
Domenica 9
Ore 8,15: Colazione.
Ore 9,00: Preghiera in comune.
Relazione della coordinatrice nazionale Iolanda Masotti: «I laboratori
MM: Verifica e prospettive».
Ore 11,15: Santa Messa.
Ore 12,15: Pranzo. Partenze.
NOTE ORGANIZZATIVE
SEDE: Roma - Suore Rosminiane - Via Aurelia, 776 - Tel. 06/680.8049-680.6549
QUOTA: L. 100.000.
Per raggiungere la sede (da Roma-Termini): 64 fino a Largo Argentina; 46 fino a Piazza Irnerio. Di qui il
246 e scendere sull'Aurelia all'altezza del distributore «Esso», e alla parte opposta vi è la casa per il
Convegno.
È organizzato anche un servizio privato di pulmann, che parte da via Marsala, 42 (Stazione Termini)
alle ore 15,00 (costo: L. 5.000 andata e L. 5.000 ritorno a conclusione convegno).
PRENOTAZIONI: Vengono fatte all'Ufficio Nazionale tramite gli incaricati ispettoriali secondo le mo-
dalità comunicate.
MOSTRA LAVORI: Tutti i laboratori MM sono invitati a far pervenire per la Mostra Pro Sahel quei la-
vori che essi ritengono opportuno entro e non oltre il 30 novembre.
Si prega di portare con sè «Cooperatoe di Dio».
6/ 86

1.7 Page 7

▲back to top
In questo momento posso parla-
LETTERA APERTA
re solo del Capitolo Generale 23°
dei Salesiani. Quando le nostre So-
AI COOPERATORI SALESIANI
relle FMA avranno concluso il loro
Capitolo Generale XIX sarà indi-
CHE VIVONO ED OPERANO
spensabile tenere presenti gli
orientamenti emersi, per aggiorna-
NELLE ISPETTORIE D'ITALIA
re eventualmente le indicazioni di
lavoro.
Educare i giovani alla fede è far-
si «propositivi».
Carissimi Cooperatori,
vi giunga il mio cordiale e frater-
no saluto dalle colonne della rivi-
sta che raccoglie gli orientamenti e
le iniziative dell'Associazione in
Italia.
È il primo saluto ufficiale e ho
accettato volentieri di farmi pre-
sente con alcuni pensieri e senti-
menti che mi salgono spontanei
dalla mente e dal cuore, pensando
alla Famiglia Salesiana ed ai Coo-
peratori in particolare.
Voglio esprimervi tutta la mia
simpatia, assicurandovi che seguo
le attività che l'associazione, attra-
verso i Centri, va sviluppando, a
vantaggio delle singole persone
che ne fanno parte e delle comuni-
tà ecclesiali in cui operate per i
giovani.
Quale contributo di orientamen-
to e di stimolo posso offrirvi nella
presente circostanza?
Alla luce
dei lavori programmati
dalle vostre assemblee
Riconsidero con voi, in una pri-
ma riflessione, le scelte concrete
che vi impegneranno nei prossimi
mesi.
Non si tratta comunque di fatti
automatici, ma di realtà da pro-
grammare e da sostenere anche
con la preghiera e la testimonianza
della vita.
Vi ripeto, perciò, una parola del
Rettor Maggiore, pronunciata nel
momento della sua riconferma a
«successore di Don Bosco», facen-
dovi visita a Cinecittà durante il
Convegno:
«In questo sessennio i Cooperato-
ri, soprattutto quelli giovani, cre-
scano in numero e qualità.
Abbiamo affermato nel nostro
Capitolo Generale, che prima viene
la qualità e poi la quantità.
Però, nella missione salesiana, si
dimostra di avere qualità quando si
cresce anche in quantità.
Questo è il mio augurio per i Gio-
vani Cooperatori di tutta Italia».
I Centri sono direttamente chia-
mati in causa.
I responsabili dei Centri, i Consi-
gli locali, dovranno organizzare la
vita e le attività in maniera che
quanti dal di fuori vedono, curio-
sando, si sentano invogliati ad in-
tervenire e a partecipare con impe-
gno personale.
Non è una «campagna acquisti» a
suon di miliardi per ogni ingaggio.
È un'opera di convincimento e
Il Centro deve diventare signifi-
cativo nelle proposte che avanza,
negli interventi concreti che orga-
nizza, nei principi che sottostanno
e dirigono le scelte.
I giovani devono essere capaci di
dare ragioni di senso e di speranza
ai loro amici.
Educare i giovani alla fede è
«toccare e cambiare» positivamen-
te alcune «radici» della loro vita.
Innanzitutto, la coscienza.
In secondo luogo, la capacità di
vivere un'esistenza di donazione e
di amore.
Infine, la manifestazione di una
carità che anima e sostiene la con-
vivenza civile e sociale.
Educare i giovani alla fede è su-
scitare in loro l'amore alla «spiri-
tualità».
È il tema della formazione per-
sonale.
È l'esigenza di scoprire Don Bo-
sco maestro di spiritualità.
È tornare al fondamento del cuo-
re oratoriano.
È vivere in pienezza il «da mihi
animas».
È risuscitare la grazia del batte-
simo.
È vivere con le caratteristiche
proprie a ciascuno, uomo o donna,
adulto o giovane, laico o religioso.
Mi riferisco al X CONVEGNO formazione interiore, di qualifica-
NAZIONALE COOPERATORI
GIOVANI dell'aprile scorso e alla
programmazione per il 1991 che vi
vede impegnati a rifondare il CEN-
zione educativa spirituale salesia-
na, di realizzazione missionaria
giovanile.
Si aprono orizzonti nuovi e signi-
Due collaborazioni
continuamente
da aggiornare
TRO LOCALE per dar vita e respi-
ro all'Associazione.
Mi piace considerarli insieme i
due richiami, che sono attraversati
da un'identica preoccupazione,
dallo stesso desiderio e dalla mede-
sima prospettiva: FAR CRESCERE
L'ASSOCIAZIONE.
L'Associazione cresce se cresco-
no i giovani.
L'Associazione cresce se cresce
il Centro.
ficativi per tutti, giovani compresi!
La prospettiva
dei capitoli 23 e 19
dei SDB e delle FMA
C'è da riportarsi continuamente,
nel sessennio, all'urgenza che è,
per tutti coloro che sono della Fa-
miglia Salesiana, a una sfida e a un
impegno: EDUCARE I GIOVANI
ALLA FEDE.
Carissimi Cooperatori, mi sembra
interessante ed utile, prima di con-
cludere la mia lettera, ricordare a
tutti voi due cantieri di lavoro che
non si possono mai chiudere: ci
sono sempre restauri necessari da
prevedere, ampliamenti da conside-
rare, sofisticazioni da assicurare.
In concreto, penso all'impegno:
• di INSERIRVI attivamente e
con responsabilità, condivisa con i
7/87

1.8 Page 8

▲back to top
MASANE (Genova)
Animazione estiva e tanta al-
legria! Un 'avventura, denomi-
nata STARK (misterioso ma
non tanto il nome!) ha coinvol-
to animatori giovani e adulti,
cooperatori e aspiranti, ha im- Bosco: «Io con voi mi trovo be- Siro di Genova nel 1987 al-
pegnato circa cento tra ragazzi ne».
l'apertura del DB .88
e ragazze, tra attività di mare e
È stato un seme che non
montane.
mancherà di diventare albero!
Entusiasti i protagonisti, affa- MONLEONE
L'impegno apostolico sale-
ticati, ma soddisfatti di aver
siano è vissuto principalmente
dato a tanti l'opportunità di tra- Un primo nucleo di Coope- nell 'assistenza e cura dell'atti-
scorrere del tempo libero per ratori, nati alla vita dell'Asso- vità oratoriana, nell'organizza-
consolidare i valori dell'amici- ciazione; è stato accolto nella zione delle feste, nell'aiuto alle
zia, dell 'impegno e del corag- Famiglia Salesiana dal Rettor esigenze domestiche in casa
gio nel superare le difficoltà Maggiore nella Chiesa di S. (che bello!) e nella catechesi.
quotidiane .
Il periodo trascorso in mon-
tagna ha aiutato questi adole-
scenti a vivere positivamente
il distacco dalla famiglia, a sa-
persi gestire le piccole pro-
blematiche di ogni momento, a
rendersi utili in comunità, a ri-
scoprire nelle persone del
gruppo, attraverso la convi-
venza e la riflessione, i «doni
d e l l ' a l t r o ».
Per tutte la testimonianza di
un neo-cooperatore, Sergio:
«... Ho acquistato tanti piccoli
amici che quando mi incon-
trano mi salutano con affetto .
A me hanno dato tanto; sento
,di stare bene con i giovani, il
loro chiasso scalda il cuore,
la loro spontaneità, le loro bi-
ricchinate ... sono fonte di
simpatia».
Aveva proprio ragione Don Brindisi: Quando si dice... «farsi dolci, per gli altri!
fratelli salesiani, nella COMUNI-
TÀ ÉDUCATIVA.
Avete un posto preciso ed origi-
nale.
Nessuno può sostituirvi.
La riflessione da voi compiuta
sul Movimento Giovanile Salesia-
no vi trovi pronti ad animare, nei
diversi ambienti di presenza edu-
cativa ed apostolica, comunità che
si pongano in atteggiamento di
educazione e persone che manife-
8/88
stino particolarmente un cuore da
educatore;
• di COLLABORARE per la de-
terminazione di un PROGETTO
LAICI, che sappia esprimere le ric-
chezze di una qualifica umana e
professionale, senza dimenticare
l'apporto insostituibile della quali-
ficazione cristiana spirituale e sa-
lesiana.
I laici nello stile di Don Bosco
traducono nella vita quotidiana
«l'onesto cittadino e il buon cristia-
no» o meglio «l'onesto cittadino
perché buon cristiano».
Vi saluto di cuore.
Vi affido all'Ausiliatrice e a
Don Bosco.
Roma, 24 settembre 1990
Don Antonio Martinelli
Consigliere generale
per la famiglia Salesiana
e Comunicazioni sociali

1.9 Page 9

▲back to top
Complimenti alla direttrice-
delegata e ... crescere nel nu-
mero!
ARMA DI TAGGIA
Anche in questo grazioso
Centro, il nucleo delle sei
PROMESSE fatte a Genova nel
novembre 1987 alla presenza
del Rettor Maggiore va conso-
lidando la vocazione del coo-
peratore vivendo la propria
vocazione, seguendo adole-
scenti, piccoli, giovani nelle at-
tività del tempo libero, nella
catechesi e nel coinvolgimento
alle ricorrenze significative
dell'opera salesiana locale e
ispettoriale.
La testimonianza di una
cooperazione g1010sa non
mancherà di suscitare altre
«Promesse». E quello che tut-
ti sperano .
Novara: Istituto Immacolata. Nuove Promesse. Complimenti e... sempre con Don Bosco.
NOVARA
Nuove PROMESSE all'Istitu-
to IMMACOLATA di Novara :
sette collaboratori hanno fatto
la Promessa con l'impegno a
condividere il proprio impe-
gno tra i ragazzi dell'Istituto e
dell'orarorio come servizio
apostolico secondo il Regola-
mento di Vita apostolico e in-
sieme ad altri fratelli Coope-
ratori .
Ogni Promessa è un dono
del Signore e come spesso ac-
cade, il mese di maggio diven-
ta sempre il mese in cui ab-
bondano questi doni.
E quanto è stato offerto al
Centro IMMACOLATA di No-
vara .
Per tutti resta il compito a vi-
vere con entusiasmo quanto è
stato pronunciato con la Pro-
messa: «voglio riamarti ... fa-
cendo del bene».
Roma: Promesse giovani Cooperatori nella &silica S. Cuore.
ROMA
vani Cooperatori ha fatto la Giovanile Salesiano . È ormai
Nella suggestiva Basilica del Promessa in occasione dell 'ul- una tradizione consolidata e
Sacro Cuore un gruppo di gio- timo incontro del Movimento che rivela il crescente legame
9/89.

1.10 Page 10

▲back to top
tra il cammino di tanti gruppi
locali, tra i quali maturano
scelte di impegno laicale nella
Famiglia apostolica salesiana.
Ricca di significato è infatti la
prospettiva di lavorare insie-
me per offrire, a chi è in cam-
mino formativo nelle varie ag-
gregazioni giovanili salesiane,
proposte chiare e varie, per
suscitare non solo interesse e
voglia di conoscenza, ma so-
prattutto per stimolare rispo-
ste concrete ed entusiasmanti.
La contemporanea consegna
del crocifisso ai giovani del
movimento missionario in par-
tenza per il Madagascar e la
Promessa di questo gruppo di
Cooperatori, nel suggestivo
scenario di una Veglia Maria-
na lascia in tutti interrogativi e
motivi di profonda meditazio-
ne sulle proprie scelte di vita.
In questa prospettiva e in fe-
deltà a quanto emerso nel
Convegno dei CC.GG. si sta
lavorando in collaborazione
«stretta» tra MGS e ACS: i frutti
saranno più abbondanti.
CANNETO-Settefrati (Lazio)
Quando un gruppo di Coo-
peratori si dice ... dinamico ge-
nera vita e voglia di aggrega-
zione. È cominciata così l'azio-
ne di due giovani cooperatori
nella parrocchia diocesana S.
Gemma Galgani, a Roma, qua-
si in sordina, umilmente ma
con costanza.
Due giovani, medici entram-
bi, hanno avviato una serie di
iniziative in una Parrocchia, al-
cuni anni fa senza strutture e
solo ora nella nuova Chiesa
e ... lo stretto necessario: due,
poi quattro, sei ... 12, tutti gio-
vani ed ora sono la vita del-
l'animazione giovanile.
Un dono inatteso, ma bene-
detto. .. un novizio salesiano.
Tra le tante attività estive, i
campi scuola, fatti per età a
Canneto, nel parco nazionale
degli Abruzzi.
Marco, Valeria, Novella, An-
drea, Antonio, Silvia... sono i
dinamici «responsabili» di
questi campi. E si pensi che
quando si dice parrocchia dio-
cesana, si realizza in pieno il
«fai da te» senza il sostegno di
altri aiuti, che si possono avere
nei nostri ambienti.
«Liberi per volare» era il
tema di un campo e Marco e
compagni ce l'hanno dovuta
mettere tutta perché il gruppo
pre-adolescenti vivesse in pie-
no una forte esperienza umana
e cristiana e non si involasse
tra i boschi o le cime dei «TRE
CONFINI».
ESTATE IN SICILIA
CAMPO GIOVANI 90
Tabor di Fornazzo
L'esperienza vissuta sul Ta-
bor di Fornazzo da 45 giovani
è di quelle che rimangono
dentro e che è d'obbligo non
disperdere, ma anzi , mettere a
frutto.
Il campo si è snodato attra-
verso i vari momenti con
estrema partecipazione, vero
spirito di famiglia, e soprat-
lj
Valvisende: Campo giovani per i giovani. lspettoria Veneta S. Marco.
10/90

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
tutto con intensi e ben prepa-
rati incontri spirituali e di
preghiera.
L'esperienza di questa esta-
te è una manifestazione della
voglia di crescere, nella vita e
nella fede, da parte di un
gruppo di giovani nella ricer-
ca e nella riconferma di una
più per la Chiesa di Cristo,
l'Associazione e la società
nella quale siamo immersi
fino al collo.
Don Giovanni Corselli, con
accenti carichi di umanità e
con toni concreti e reali, ci ha
presentato il tema del campo:
le Beatitudini giovanili. Turi
Confrontarsi poi nei lavori
di gruppo e in assemblea tutti
insieme, con le opposte tesi
che ci erano state prospettate,
è stato senz'altro molto stimo-
lante e coinvolgente. Un bel
campo, quindi, vissuto con in-
tensa partecipazione da tutti,
in ogni momento.
ESERCIZI SPIRITUALI
Zafferana - Emmaus
Sicilia: Campo giovani '90. Gruppi di studio
. r ----
Sicilia: Esercizi spirituali agosto '90: un momento forte nella vita di ogni Cooperatore.
vocazione laicale da scoprire
e coltivare per tutta la vita
«nelle ordinarie occupazioni
del quotidiano».
Insomma una ricchezza in
Liotta ha presentato con sottili
argomentazioni logico-filosofi-
che le tesi della controparte,
della cultura corrente, o alme-
no di un certo tipo di cultura.
Quando sono arriv~a ad
Emmaus, sabato pomeriggio,
insieme a due delle mie tre fi-
glie, di sette e dodici anni,
siamo rimaste un po' perples-
se: loro speravano di trovare
tanti bambini ed in realtà ne
scorgevano solo quattro fra
tante, troppe persone di una
certa età.
Fiduciose nel Signore, inco-
minciammo questa esperienza
rivelatasi successivamente me-
ravigliosa. Man mano che tra-
scorrevano le ore in mezzo ai
CC.SS., ci siamo sentite subito
parte della loro famiglia e,
cosa che più di tutto ha colpito
le mie figlie, è che l'età biolo-
gica delle persone non corri-
spondeva affatto all'età crono-
logica. Esempio: il Signor ...
dall'età indecifrabile con il suo
papillon e i suoi baffi bianchi,
la sua voglia di vivere nella
gioia, pronto in ogni occasio-
ne, disponibile sempre, quan-
do incontravamo i suoi occhi
sorrideva sempre. La Signo-
ra ... forse di mezza età attenta
alle esigenze di tutti, sapeva
chiederti il tuo aiuto con tale
dolcezza che penso mai nessu-
no le avrà detto di no. Già il
giorno dopo le bambine ave-
vano fatto amicizia con gli altri
coetanei e ogni tanto si perde-
vano tra i giochi e i rivoli d'ac-
qua delle fontane . Quando an-
nunciai loro che, per motivi di
lavoro, saremmo dovute ripar-
tire martedì sera invece che
mercoledì, mi implorarono di
rimanere.
11 / 91

2.2 Page 12

▲back to top
Il tema degli Esercizi Spiri-
tuali, mi ha incantata. Questo
passo del Vangelo viene letto
dalle bambine a casa ogni sera
dopo le preghiere e il ritro-
varlo quale tema degli eserci-
zi, spiegato in maniera impa-
reggiabile da Don Munafò, mi
ha fatto amare ancora di più
queste ore.
CAMPOCOPPIE
Un tema stimolante e provo-
catorio, 22 coppie, 38 bambini,
5 baby sitter: questo il campo
coppie dei CC.SS. di Sicilia.
Sicilia: Campo Coppie 1990 (agosto). Momenti di fratemittà salesiana.
Il servizio alla vita
Una riflessione, che parten-
do dalla Familiaris Consortio,
ha impegnato profondamente
le coppie presenti, alla luce
delle seguenti indicazioni:
- la Famiglia nel disegno
di Dio (relazione -di Don Falzo-
ne) centrata sulla teologia del-
la sessualità;
- la spiritualità della pater-
nità (relazione della coppia
Sammartano) centrata su testo
della Familiaris Consortio e
sull'esperienza di paternità e
maternità vissuta alla luce del-
la fede .
- la paternità responsabile
(relazione della Dottoressa
Giusy Ferreri) centrata sulle
ragioni fondamentali che ali-
mentano la cultura della vita
nella coppia cristiana e la scel-
ta dei metodi naturali.
L'educazione alla fede
Educare i giovani alla fede,
educare i propri figli alla fede,
obbiettivo e compito priorita-
rio della famiglia . Ma come?
La stimolante ed interessan-
te relazione di Don Cravatta
conduce le coppie a verificare
priorità, strategie e contenuti
della catechesi familiare .
Il campo ha vissuto momenti
12/ 92
intensi di preghiera e di ascol-
to della parola di Dio .
A rendere frizzante e sale-
sianissimo il clima hanno con-
tribuito i bambini guidati dalle
baby sitter e protagonisti nelle
serate di fraternità.
***
PENSIERI DI FEDE E D'AMORE
Non importa dove si muore: tutti i punti della
terra sono equidistanti dal cielo. (Anonimo).
La morte non la si improvvisa, la si merita con
tutta la vita. (Son Moximilion Kolbe).
Non affligerti per chi muore. Quale assurdo:
credere in un paradiso eterno, e poi compatire chi ci
va. (Son Giovanni Crisostomo).
La vita, più è vuota e più pesa. (Alphonse Allois).
• Il principale compito dell'uomo nella vita, è
dare alla luce se stesso. (Erich Fromm).
Una vita inutile è una morte anticipata. (Wolf-
gong Goethe).
L'uso migliore della vita è di spenderla per qual-
cosa che duri più della vita stessa. (Wil!iom Jomes).
La vita è il compimento di un sogno di giovi-
nezza. Giovani, abbiate ciascuno il vostro sogno da
portare a meravigliosa realtà. (Giovanni XXIII).

2.3 Page 13

▲back to top
Oltre
la notizia
Bandiere mondiali
E così dietro il sogno di un pallone
iridato è risorto l'italico orgoglio! Un
sogno durato poche settimane con
un risveglio da «delusione» rispetto
al sogno, ma onorevole per un terzo
posto ben meritato, Italia, Italia! Cit-
tà imbandierate e cortei strombaz-
zanti fino all'alba, gioia per i festan-
ti, rabbia per i dormienti...
Ora le bandiere sono state rimesse
in soffitta a custodire altri sogni per i
prossimi campionati del mondo. Un
look italiano, tutto sommato, digni-
toso e apprezzabile. Molto meno del
previsto il fenomeno triste della vio-
lenza, più in là del pensabile l'entu-
siasmo, spettacolare senza dubbio,
nel complesso, la prestazione della
formazione «Vicini».
L'Italia dunque ne è uscita ono-
rata, non solo sportivamente, ma
anche civilmente e politicamente: e
per quel complesso di problemi ri-
solti che si chiamano ordine pub-
blico, accoglienza, servizio, ecc.
ecc.! Un'immagine di tutto rispet-
to. Viva l'Italia, dunque.
Certo quell'Italia che è tornata ai
suoi problemi non può essere di-
versa da quell'Italia imbandierata
del tipo «mondiale».
Quell'Italia che per questi cam-
pionati ha speso oltre diecimila mi-
liardi (il doppio dei preventivati),
di cui 1.148 per la ristrutturazione
degli stadi (previsti 634)... Quel-
l'Italia che forse ha dimenticato il
pianto di 23 famiglie per i 23 operai
morti a costruire i luoghi dei nostri
incontenibili entusiasmi. Vorrem-
mo sperare che la gioia sportiva a
cui tutti abbiamo partecipato non
diventasse un alibi al bisogno ur-
gente di costruire fra noi più frater-
nità, più sensibilità alla sofferenza,
più austerità nel nostro modo di vi-
vere, più onestà, più equilibrio, co-
munque, nella amministrazione dei
nostri beni, esigendolo da noi stes-
si, nelle nostre famiglie , ed esigen-
dolo civilmente da chi si è preoccu-
pato più di costruire gli stadi mi-
gliori d'Europa e forse meno aga-
rantire la casa al povero Cristo che
si è rotto la schiena per questa ope-
ra pubblicitaria nazionale.
Che lo sport non diventi il nuovo
«vitello d'oro» da proporre all'ado-
razione del popolo e che i campioni
applauditi di oggi siano aiutati con
la nostra discrezione a restare uo-
mini semplici e umili .
È l'augurio che ci viene sponta-
neo alla conclusione di quest'espe-
rienza di «Italia 90».
E.Z.
Carità ritardata
Si parla tanto in questi giorni di
«terroristi pentiti» messi in libertà e
impegnati in servizi e lavori sociali
in strutture della Chiesa: è non è
semplicemente cronaca, ma qualco-
sa di più.
Non sembra neppure, e speriamo
che non lo sia comunque, un puro
atto umano e tanto meno segno di
facile perdono. Chi si ferma a que-
sto genere di considerazioni rischia
di cadere in equivoci o di peccare
di intolleranza.
Non entriamo in merito a una
legge che concede permessi, sostie-
ne la «voglia di riscatto». Ci vor-
rebbe ben altro spazio.
L'aspetto invece che dovrebbe far
riflettere un educatore e chi opera
come apostolo nel mondo laico è un
interrogativo che, al vedere o sentire
questi illustri personaggi degli anni
di piombo, nasce spontaneo e in-
quietante. E se ALLORA come
OGGI ci fosse stato qualcuno che
avesse indicato loro la GRANDEZ-
ZA DELLA CARITÀ? Se avessero
incontrato quel QUALCUNO capa-
ce di testimoniare VERITÀ E AU-
TENTICITÀ DI VITA?...
Un saggio proverbio ci ricorda
che si raccoglie ciò che si semina.
Forse allora si è seminato «zizza-
nia» o non si è seminato affatto:
pochi profeti di AMORE, e molti
messaggeri di VUOTO.
Un caro amico, uno delle tante
vittime di quell'oscuro momento
storico, mi parlava con ammirazio-
ne di un noto ideologo del terrori-
smo: «Per me... quello è un S.
Francesco d'Assisi mancato!».
Non dovrebbe far meraviglia che
oggi TIZIO e CAIO lavorino con
umiltà tra i bisognosi, piuttosto
farci «meravigliare» perché non lo
abbiano fatto prima.
Una risposta c'è: potenziare
oggi la LUCE DELLA CARITÀ
per evitare che altri domani siano
avvolti ancora DALLE TENEBRE
DELLA VIOLENZA.
A.A.
13/93

2.4 Page 14

▲back to top
SCUOIA DI FORMAZIONE N. 2 L'esperienza di questo corso
ci ha lasciato una gioia interiore
che si trasmetterà inevitabilmen-
Val di Fassa - Fontanazzo 30 giugno-7 luglio 1990 te ad altri cooperatori.
·L'immagine della vita di «cen-
tro» come esperienza di aggre-
gazione ad un carisma apostoli-
La crescita di un... seme
Era iniziata proprio così la
prima scuola nazionale voluta
dalla Conferenza nazionale:
un piccolo seme, accolto con
scetticismo e perplessità. Non
lo... C'ero!
La voce di un partecipante
A Fontanazzo non si è parla-
to solo di aspetti organizzativi
della nostra Associazione, ma si
è fatta anche una forte espe-
co sarà sicuramente immagine
speculare di quel particolare
spirito di comunione che abbia-
mo conosciuto a Fontanazzo!
(Da una riflessione
di Giovanni Bovecchi
Centro di Pietrasanta - Toscana)
furono infatti che pochi corag- rienza di vita di gruppo e di vita
giosi a partecipare lo scorso associativa, nella pace e bellezza
anno a questo tentativo di of- delle vallate dolomitiche.
frire ai Cooperatori impegnati
un'occasione per consolidare
la propria scelta vocazionale,
ma anche per acquisire conte-
nuti e metodologia per anima-
re l'Associazione nelle struttu-
re locali.
E quest'anno.. un altro passo
avanti: raddoppiata e qualificata
la partecipazione (27 presenze!
vari coordinatori ispettoriali e
locali!), migliorata l'organizzazio-
ne e soprattutto più efficace la
dinamica della conduzione del
corso.
Resta l'assenza di tante ispet-
torie: occorre potenziare la sen-
sibilizzazione e indovinare la
scelta dei partecipanti.
Fontanazzo: Partecipanti al corso nazionale di fonnazione .
L'incoraggiamento ci viene
dai consensi avuti dai presenti!
È un cammino da continua-
re... e come tutti i piccoli semi
con il tempo diventerà albero e
darà ottini «frutti».
L'appuntamento al prossimo
anno: stesso periodo, stessa se-
de... diverso il tema!
La partecipaziaone di anima-
tori preparati e «simpatici» ha
creato momenti di altissimo si-
gnificato comunitario. Forte e
profonda la vita liturgica: toc-
canti i momenti di preghiera co-
struiti insieme e che sono esplo-
si in quello stile di amicizia e di
Il Centro: Casa che accoglie!
Eravamo certamente più del-
l'anno passato, ma pochi per
l'obiettivo che il Comitato dei
Coordinatori si era prefisso: far
fare una esperienza particolare
di studio-vacanza ai tanti della
nostra Associazione impegnati e
Don Alfonso Alfano festa tipicamente salesiano.
responsabili.
14/94

2.5 Page 15

▲back to top
Molti, purtroppo, hanno del-
l'associazione una visione «ri-
stretta» che non va oltre i confi-
ni del proprio Centro o al mas-
A Fontanazzo, cooperatori
provenienti da più parti d'Italia
hanno scoperto di amare pro-
fondamente la propria Associa-
possano assicurare il futuro alla
nostra Associazione.
Il mezzo più potente: la pre-
ghiera personale o comunitaria
forza a cui attingere per coope-
rare al grande piano di salvezza
di Dio.
A Fontanazzo abbiamo pre-
gato molto: di questo dobbiamo
ringraziare un nostro giovane
cooperatore, Giampiero che,
con capacità e freschezza, ci ha
guidati per tutta la settimana,
creando momenti particolari e
spontanei con l'apporto di tu~i.
La serata della fraternità ha
visto degli esperti, tipo «Piero
Fontanazzo: Scuola di formazione.
simo dell'Ispettoria. Chi invece
ha avuto la fortuna di partecipa-
re a queste giornate è tornato a
casa scoprendo proprio quanto
un ideale comune unisca e ren-
da veramente partecipi delle
esigenze, delle difficoltà e delle
prospettive di ognuno. E sono
sicura che si è portato a casa un
patrimonio di idee e tanta spe-
ranza di realizzarle.
Si è parlato del centro come
cuore dell'Associazione, come
radice viva da dove far partire
germogli nuovi capaci di dare
frutti in abbondanza. Tutto que-
sto l'abbiamo riscoperto attra-
verso la memoria del passato
da cui è scaturita tanta ricchezza
e tanta santità. Abbiamo capito
che il passato è patrimonio im-
menso a cui attingere per vivere
un presente fecondo, per dare
alla nostra Associazione il futu-
ro che Don Boscpo ha sempre
sognato.
zione ma hanno anche capito
che amarla significa servirla con
umiltà di cuore, con la forza
della speranza, con la certezza
di una fede profonda. Da qui
l'esigenza di una formazione co-
stante e mai superficiale, di
un'animazione capace di coin-
volgere veramente tutti e so-
prattutto di «un 'attenzione par-
ticolare ai lontani» nella ricerca
personale di tanti nostri fratelli
che si allontanano senza che
nessuno si chieda il perché. Oc-
corre invece far sentire che ogni
persona che se ne va, rende più
povera la nostra Associazione,
svuota di significato il nostro
Centro.
Il Centro, è stato detto, deve
essere «la casa» che accoglie, la
casa in cui vivere e operare in-
sieme. Solo così recupereremo
credibilità e saremo capaci di
accendere entusiasmi nuovi e di
coinvolgere i giovani, i soli che
Fontanazzo: Loriano e Luigi... a confronto.
da Catania», fare «scuola di fra-
ternità e allegria» ai più giovani
e principianti.
Grazie a tutti! In modo parti-
colare grazie al nostro Delegato
che dal lavoro già svolto per il
sussidio del prossimo anno ha,
con pazienza e capacità, traccia-
to le linee fondamentali per
questa settimana di formazione,
che è stata certamente preziosa
per chi ha la responsabilità di
animare l'Associazione a tutti i
livelli.
Iolanda Masotti
15/95

2.6 Page 16

▲back to top
w
C/l
.-~o;
0
o
E
(I)
E
:e
<"n '
Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
L'edizione di metà mese del BS è particolarmente de-
stinala ai Cooperatori Salesiani. Direzione e ammini-
strazione: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 - 00100
Roma Aurelio - Tel 69.31. 341.
Direttore responsabile : GIUSEPPE COSTA
Redattore: ALFANO ALFONSO - Via Marsala, 42 -
00185 ROMA - Tel. 44.50.185; 49.33.51.
Autorlzz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949 - e.e. Po-
stale n. 2-1355 intestato a: Direzione Generale Opere Don Bosco -
Torino - e .e.P. 462002 intestato a Dir. Gen . Opere Don Bosco - Ro-
ma. - Per cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente.
*
c,\\oval\\l,
,..,.i~~,,entattteo
«prose
ENZO BIANCO
365 pensieri
di fede e d'amore
*
Mov,MENro,,
ltlpagn A lJI LA VITA
hlBRoslANo
•a deUa
*
16/96