Bollettino_Salesiano_200007supp

Bollettino_Salesiano_200007supp

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Luglio/Agosto 2000
Anno CXXIV
Supplemento al n. 7
In prima e qu arta
d i copertina,
o pera scu Itorea d el
p ro fessor Luigi Matte i,
model lata seguendo
i tratti sinclo n ic i.
/Foto: Luig i Mattei)
M ensi le di info rmaz io ne
e cul tura re li giosa ed ito
dalla Co ngregazione Sa lesia na
d i Sa n G iovanni Bosco
Direttore:
GIANCAR LO MAN IER I
Redazione: Maria Anton ia Ch inel lo -
Nadia Cia mbrignoni - Giancarlo De Nicolò -
Franco Lever - 'Nata le Maffioli - Francesco Motto -
Vito Orl ando
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertone
Registrazione: Tri buna le di Torin o
n. 403 del 16.2.1949
Direttore Responsabile: Anton io Martinell i
Diffusione: Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa: M EDIAG RAF s.p.a. - Padova
SOMMARIO
- 1L VOLTO DI GESU
4 Il desiderio del Volto
di Giacomo Biffi
- GL1 STUDI CONTINUANO
5 Il punto sugli studi · di Emanuela Ma rin e/li
,..,..__ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
- . IN PRINCIPIO FUtNOGUIER
8 Dati e documenti ,
di Luigi Fossa ti
- LE OSTENSIONI NEI SECOLI
1 O Dove, quando...
di Gian Maria Zaccone
- 1L VOLTO E I VOLTI
28 Antichi e moderni,
italiani e stranieri ...
di Nata le Maffio li
-. - 1L VOLTO DELLA VERONICA A S. PIETRO
30 Muovesi il vecchiereI canuto e stanco ...
(Petrarca)
di Nata le Maffioli
- CROCIFISSO E CROCIFISSI
32 Crocifissi sardi / Crocifisso ciborio
S. Marco...
di Franco Lever
- LE COPIE DIPINTE DELLA SINDONE
13 Indagine lungo i secoli
di Luigi Fossa ti
- LA DEVOZIONE E LA SINDONE
16 Gadget, medaglie, santini, spille, ciondoli,
ecc. sulla Sindone
di Ma rio Morra
- 1L CINEMA E LA SINDONE
35 I più famosi film su Gesù di Fabio Sa ndro ni
- LA CANZONE E LA SINDONE
37 Musica e canzoni su Gesù di Fabio Pasqua/etti
- SINDONE E SPIRITUALITÀ
20 Correnti di spiritualità
suscitate dalla Sindone di Giuseppe Ghiberti
- LA SINDONE, DON BOSCO E I SALESIANI
22 Da "Il Tempio di Don Bosco"
e altro
di Giovanni Ca lava
- 1SANTI DELLA SINDONE
24 I santi che sono venuti a contatto
con la Sindone
di Giuseppe Tun inetti
- R1coRD1 DALL'AMERICA
39 Un innamorato e conferenziere
della Sindone ricorda
- .,
di Larry Lorenzoni
L INTERVISTA
41 Un'esperta e la Sindone di Giancarlo Ma nieri
- LA SINDONE NEL WEB
43 · La Sindone
ha conquistato la rete
di Michele Sa /cito
- LA SINDONE E IL SOL LEVANTE
26 Le reazioni degli orientali
alla Sindone
di Gaeta no Compri
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 8 S
- APPENDICI
45 Bibliografia generale
46 Cinebibliografia
di Emanuela Ma rine/li
di Fabio Sandroni

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Prefazione
SINDONE
LA VISITA: DOVE ECOME
Sarà la più lunga dell a storia l'ostensione della
Sindone durante il Giubil eo del 2000: 72 gior-
ni , dal 12 agosto al 22 ottobre. L'arc ivescovo di
Torino e Custode del Lenzuolo, monsignor Severino
Paletto, ha antic ipato la data d'inizio per favorire la
visita ai giovani diretti alla Giornata Mondiale del la
Gioventù, a Roma (15-20 agosto). Durante l' osten -
sione, ogni giorno in duomo sarà ce lebrata la Messa
all e ore 6.45 . Poi, si aprirà il portone ai visitatori,
dal le 7.15 al le 22 . Monsignor Paletto ce leb rerà in
duomo ogni mercoledì e vene rdì, alle 2 1.30, e nell a
chi esa cli Sa n Fi lippo, la domeni ca, all e 11 .
La visita alla Sindone è gratuita, ma occorre pre-
notars i per telefono o tramite Internet, indi ca ndo
giorno, ora e numero de ll e persone previste.
Chi si ri volge al numero "verd e" 800-329.329
può avere ancne informazion i cu ltura li e turistiche
su l Piemonte. Con Internet, basta co ll egars i al sito
www.giubileo.piemonte.it, realizzato da ll a Regio-
ne, dove si trovano pure aspetti de ll a cultura e del
territorio e si possono fissare v isite a monumenti e
musei. Si accede al sistema di prenotazione anche
attraverso il sito de ll a Dioces i: www.sindone.org.
A co nferm a de ll a prenotazione, chi si è rivo lto al
numero "verde" riceve un bigli etto tramite posta.
Chi ha preferito Internet, ha l'assenso con e-mail o
posta tradizionale, oppu re potrà ri tirare il "pass"
presso i chioschi v icini al Duomo, forne ndo il nu-
mero di prenotazione.
La Segreteria dell'Ostensione ha sede in via XX
Settembre 87, 10121 Torino, telefono 011-521.59.60.
Non offre assistenza turistica, ma è a disposizione
per aiutare le persone disabili, am malate e anziane,
o per eventua li ass istenze rel igiose.
Savina Jemina
INTRODUZIONE
GENERALE
Perché ancora un numero monografico sulla Sin-
done?
Non bastavano i tanti che sono stati editi in anni
passati e recenti? Certo ma ... Questo lavoro è pri-
ma di tutto un omaggio a tutti quei sa lesiani che
hanno dedicato molto della loro intelligenza e delle
loro capacità scientifiche allo studio Bi questo mi-
sterioso oggetto che ha appassionato e continua ad
appassionare migliaia di studiosi, ecclesiastici e
laici, credenti e non, ma anche milioni di semplici
fede li. Non sono stati pochi i sa lesiani che hanno
"affrontato" il Sacro Lino.. . con m etodo scientifico
e competenza riconosciuta.
Il Mistero del Lenzuolo di Torino non è mai fin ito.
E molti ancora sono catturati da questa straordina-
ria reliquia che più viene studiata e più sembra
sfuggire a ogni indagine. ~roprio qui,_~re?ia n:o, ri-
siede la sua forza , questa singolare e in1m1tabile ca-
pacità di passare attraverso {e più sofisticate tecno-
logie d'indagine e mantenere intatto il fascino e il
mistero che la circonda, rendendosi, anzi, man ma-
no, sempre più indecifrabile.
Non sono pochi, anche tra i salesiani, gli studiosi
cultori del Lenzuolo sindonico. Ed è la loro testi-
monianza che riempie queste pagine. Ne siamo
fieri e fe lici. E vogliamo ringraziarli per questa loro
meritoria fatica che contribuisce a tener desto l'in-
teresse per questo cimelio che ogni giorno chiede
maggiore attenzione, e suscita sentimenti gra ndi di
amore per l'uomo che vi è effigiato.
La voglia del volto è sempre grande. Il bimbo
nella culla sorride solo a un vo7to, è rassicurato
solo dai volti della mamma e del papà. L'adole-
scente cerca il volto per scoprirvi i segni del desti-
no che lo legheranno a sé per sempre. L'adulto vive
tra i volti e sui volti legge l'a ndare della vita . L'an-
zia no è rassicurato dal volto amico che gli rende
facile l'accesso all'altra soglia .
La Sindone è quel volto universale capace di so-
stituire tutti i volti, di bastare ai desideri dell'uomo.
E la storia è zeppa di innamorati di quel volto, di
uomini e donne che gli hanno consegnato la vita,
di persone che hanno rinunciato a tutto per non ri-
nunciare a Lui. Volto della contraddizione che ha
attirato amici e nemici, ha suscitato memorabili
battaglie di pensiero, di cuore e... di armi, a ripro-
va della immensurabile capacità attrattiva che ha
sempre suscitato da 2000 anni a questa parte.
Vogliamo con questa fatica riscoprire e soddisfa-
re la ''voglia di volto" che ci portiamo dentro dalla
nascita.
Giancarlo Manieri
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

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ALLA RICERCA
DEL VOLTO
Di Gesù non possediamo
né fotografie o ritratti, né autografi,
né registrazioni dalla viva voce,
ovviamente. Abbiamo però molte
informazioni eloquent, e puntuali
di varia natura: i suoi detti,
le testimonianze di chi gli è stato
accanto, dati storici che
lo riguardano. Sono notizie preziose,
che vanno raccolte, ordinate, messe
a confronto tra loro, ai fini di arrivare
a un'immagine che sia la meno
difforme possibile dall'effettiva realtà.
C HE TIPO ERA GESÙ CRISTO? Che uomo
era? Qu esto il Vange lo non lo precisa. E
devo dire che un po' mi secca, perché ho
puntato la mi a vita su d i lui e non so neppure di
che co lo re fossero i suoi occhi . Era be ll o o era brut-
to? Secondo me era bell o. C'è un ep isod io, racco n-
tato solo da l vange lo di Lu ca, che ci può dare qual-
che aiuto. "Mentre Gesù parlava, una donna alzò la
voce di mezzo alla fo lla e disse: 'Beato il ventre
che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!'
Ma egli disse: 'Bea ti piuttosto coloro che ascoltano
la Parola di Dio e la osservano"'. (Le. 11,27-28).
La sconosc iuta ammiratri ce, che non sa frenare
l'entusias mo e ad dirittura interro mpe il discorso di
Gesù, ci rega la un indizio non trascurabile circa il
fasc in o che il giovane profeta d i Naza ret doveva
esercitare co n la sua presta nza e co n la sua avve-
nenza. Lo desum iamo tra l'a ltro dai termin i molto
"corpore i" in cu i l' elogio si espri me e soprattutto
da ll a risposta di Gesù che invita a una più pertinen-
te atten zione all a parol a di Dio .
C'È UN ELEMENTO DELLA BELLEZZA UMANA
che, pur essendo in di natura fisica, è quasi il ri-
verbero del la vita del lo sp irito, ed è lo sp lendore
degli occhi . il Maestro stesso l' aveva notato: "La lu-
cerna del tuo corpo è l'occhio; se il tuo occhio è
chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce". (Mt. 6,22).
Gli occhi di Gesù dovevano essere davvero in ca n-
tevo li, penetranti e quas i magnetici: chi li aveva
visti non se li di menti cava più. So ltanto così si spi e-
ga la strao rdin ari a frequenza co n cui gli eva ngeli sti
(e in special modo Marco, che riferisce i ricord i di
Pi etro) pongono in rili evo il suo sguardo .
Quando Gesù gira attorno i suoi occhi, tutti am-
muto liscono intimoriti e affascinati. Con questo
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
sguardo invita al raccoglimento prima de ll a predi-
caz ione. Con questo sguardo manifesta il suo affetto
e la sua forte co muni one con i discepo li . Con que-
sto sguardo prepara i cuori ad accog liere gli inse-
gnamenti più ori gin ali e in attesi. Qua lche vo lta è
un o sguardo muto, ma così intenso da essere fine a
se stesso . Qua lche volta è uno sguardo così ca ri co
di sdegno e di sofferenza, che gli asta nti zitti scono
e non osa no più rep li care. G li occhi di Cr isto sanno
anche guardare, in una appassionata preghiera al
Padre perché l' esa udi sca.
TRATTI FISICI E MORALI co nco rrono a fare di
Gesù un uomo eccez ionale, un uomo che dice di
essere Dio. Gli aposto li sono andati in giro a dire
che Gesù è risorto ed è ancora vivo, vivo oggi. E se
quell ' uomo be ll o, buono, ecceziona le è davvero
Di o, e se è anco ra tra noi , all ora ne ll a nostra vita
davvero ca mbi a tutto.
Cardinale Giacomo Biffi
Arcivescovo di Bologna
(Ha scritto un magistra le libretto,
'1dentikit de l festegg iato " che propone
ai cristiani la figura straordinariamente ad-traente
de ll'Uomo/Gesù, che festeggia, vivo, vivissimo,
il suo bimillenario genetliaco.
Ad esso rimandiam o per cogliere i tratti
più "parlanti" del "festeggiato degli anni 2 000".)

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GLI STUDI
CONTINUANO
Sindone: una parola evocatrice
di sofferenze inenarrabili, una parola
che rappresenta un vecchio lino
ingiallito, attribuito per antica
tradizione alla sepoltura di Gesù.
Un lenzuolo bruciacchiato,
rattoppato, ma prezioso perché
ha racchiuso il Mistero.
N elle rare occasioni in cui viene esposta, que-
sta reliquia attira come una calamita milioni
di pellegrini da tutto il mondo, che sfilano in
silenzio davanti alle straordinarie sembianze fissate
nel lino da quel misterioso cadavere. Uno di questi
periodi eccezionali è stato quando si è tenuta a To-
rino un'ostensione pubblica (18/4-14/6 1998) per
celebrare il centenario della prima fotografia, scatta-
ta nel maggio 1898. Nell'occasione è stata realizzata
una nuova teca sia per l'esposizione che per la nor-
male conservazione della Sindone, che viene tenuta
distesa dietro un vetro antiproiettile a tenuta stagna,
in assenza di aria e in presenza di un gas inerte. Il
lenzuolo è protetto dalla luce e mantenuto in condi-
zioni climatiche costanti attraverso vari sistemi di
monitoraggio.
Intanto in tutto il mondo fervono sempre gli studi
che tentano di sciogliere gli enigmi ancora nascosti
nell ' antico lino. Il 1999 ha visto due importanti
congressi internazionali: uno è stato organizzato
dallo Shroud of Turin Center di Richmond, Virginia
(U.S.A.) e si è tenuto presso la Mary Mother of the
Church Abbey dal 18 al 20 giugno; I' Hospital dos
Servidores do Estado di Rio de Janeiro (Brasile) è
stata la sede dell ' altro, che era il primo congresso
sudamericano di Sindonologia, organizzato dalla
Associaçao Santo Sudario de Jesus dal 2 al 4 set-
tembre. Anche il Turin Shroud Center of Russia è
molto attivo con l' organizzazione di due congressi
nel 2000 a Mosca, uno in gennaio e l'altro in mag-
gio. E già Malta e l' Australia iniziano i preparativi
per i congressi del 2001.
IPOTESI PER SCIOGLIERE L'ENIGMA...
Gli studiosi sono attratti da quella immagine
umana, provvidenzialmente sfuggita agli incendi,
che sfida ancora la scienza odierna con il mistero
della sua origine. È un'immagine superficiale, te-
nue, indelebife, non è dovuta a pigmenti o strinatu-
re, è un effetto di disidratazione e ossidazione delle
fibrille stesse del lino che molti fisici attribuiscono
ad una possibile irradiazione emanata da un corpo
I Prototipo della teca basculante (scala 1:1 O)
per l'esposizione della Sindone.
Pro~etto di Emanuela e Maurizio Marinelli_
realizzato con la collaborazione del tecnico M. Ghione
presso l'ITIS "Enrico Fermi" di Roma.
che riprende vita. Quel corpo fu a stretto contatto
con la stoffa: lo provano i decalchi ematici trasferi-
tisi per un contatto durato circa 30-36 ore. Durante
questo tempo gli aromi in soluzione liquida di cui
era impregnato il lino favorirono il fenomeno della
fibrinolisi , che permise al sangue umano coagulato
sulla pelle di ridisciogliersi fino a formare quelle
macchie dai contorni nitidi osservabili ancora oggi,
a testimonianza del distacco del corpo dal telo
senza spostamenti o trascinamenti. Ma il semplice
contatto non spiega i chiaroscuri e le sfumature. Un
fenomeno unico, irripetibile, deve aver formato quel-
l' immagine straordinaria.
Sono interessanti le indagini di John P. Jackson, il
fisico americano che divenne famoso nel 1977 in-
sieme ad Eric J. Jumper per aver realizzato la prima
elaborazione elettronica tridimensionale del corpo
dell ' Uomo della Sindone. Jackson ha ipotizzato che
il telo, durante la formazione dell ' immagine corpo-
rea, abbia assunto una posizione diversa da quella
che aveva mentre si formavano le macchie di san-
gue. II sangue avrebbe macchiato iI lenzuolo quan-
do era adagiato sul corpo umano disteso; invece
l'immagine si sarebbe formata a causa di un appor-
to energetico per contatto, mentre il lenzuolo pian
piano si afflosciava attraversando il corpo, divenuto
meccanicamente trasparente. I punti precedente-
mente in contatto con la pelle si portarono lateral-
mente e l'immagine giallina della figura si formò
sul telo man mano che, scendendo per gravità, in-
contrava il contorno del corpo. Ad esempio, le mac-
chie di sangue che vediamo sui capelli, si sarebbero
formate dove il telo, in un primo momento, toccava
le guance. L'apporto energetico potrebbe essere
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

1.6 Page 6

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§
<
f
Immagini ottenute su tela di mani umane
in esperimenti con radioisotopi iniettati: positivo.
stato dato da raggi ultravioletti (raggi x molli), che si
propagano solo per contatto diretto. Prove eseguite
su un telo di lino irradiato per contatto con raggi x
molli, e poi invecchiato in forno, hanno dato un in-
giallimento paragonabile a quello della Sindone.
Il fisico russo Alexander Belyakov ipotizza che il
corpo abbia irradiato luce da tutto il suo volume,
non dalla sola superficie; se esso inoltre assorbisse
la sua stessa emissione, questa in massima parte sa-
rebbe diretta ortogonalmente alla superficie del
corpo stesso. I calcoli teorici da lui eseguiti rendo-
no plausibile la sua ipotesi di formazione dell ' im-
magine. In esperimenti che si sono serviti di radioi-
sotopi iniettati, un medico statunitense, August Ac-
cetta, ha ottenuto le immagini generate interna-
mente dai raggi x che la radiazione proveniente da
questa sorgente può creare. Successivamente, usan-
do l'analizzatore d' immagine VP-8, ha dimostrato
le similitudini tridimensionali che esistono tra le
immagini create dai raggi x provenienti dalla radia-
zione interna e l' immagine esistente sulla Sindone
di Torino.
Sindone una grande abbondanza di pollini medio-
rientali. Successivamente Avinoam Danin, botanico
ebreo dell'Università di Gerusalemme, ha annun-
ciato che quel telo, in base all e imm ag ini di piante
e ai pollini identificati su di esso, può venire solo
dal Medio Oriente. Il 27,3% dei pollini appartiene
alla Gundelia tournefortii, che fiorisce in Israele da
febbraio a maggio, testimoniando perciò l'epoca in
cui queste piante possono essere state poste sulla
Sindone. La Gunde lia tournefortii cresce solo in
Medio Oriente. La presenza sulla Sindone di tanti
granuli del suo polline dimostra che piante in fiore
furono poste sulla Sindone.
Un'altra pianta il cui polline è presente sulla
Sindone è lo Zygophyllum dumosum Boiss, ende-
mico di Israele, Giordani a e Sinai. Il luogo più a
nord sulla Terra dove questa pianta può essere stata
raccolta fresca è a 15-30 km da Gerusalemme, tra
il segnale del livello del mare sulla strada per Geri-
co e il fiume Giordano. Usando l'archivio di più di
90.000 siti di distribuzione delle piante, Danin ha
verificato che il luogo che meglio si adatta all'insie-
me delle specie identificate sulla Sindone è 10-20
km a est e ovest di Gerusalemme . Dunque cono-
sciamo con certezza da dove provien e la reliquia
di Torino .
LA DATAZIONE AL RADIOCARBONIO
Per tentare di stabi Iire anche l'epoca di origine, iI
21 aprile 1988 dalla Sindone venne prelevato un
campione di tessuto per sottoporlo alla datazione
con il metodo del radiocarbonio . In base a questa
analisi, la tela risalirebbe a un periodo compreso
tra il 1260 e il 1390 d.C. M a le modalità dell ' ope-
razione di prelievo e l'attendibilità del metodo per
tessuti che hanno subìto vicissitudini come quelle
della Sindone sono ritenute insoddisfacenti da un
numero rilevante di studiosi. Successivamente è
SCOPERTE SENSAZIONALI
Altre ricerche, come l' indagine al microscopio,
hanno rivelato particolari e microtracce interessan-
ti. La manifattura rudimentale della stoffa, la torci-
tura in senso orario dei fili , la tessitura a spina di
pesce, la presenza di tracce di cotone egizio anti-
chissimo, l'assenza di tracce di fibre animali rendo-
no verosimile l' origine del tessuto nell'area siro-pa-
lestinese del primo secolo. Terriccio misto a sangue
è presente nelle ferite delle ginocchia e nelle esco-
riazioni della punta del naso, a riprova delle cadute
lungo la strada. Ai talloni c' è la presenza di arago-
nite simile a quella trovata nelle grotte di Gerusa-
lemme. Su tutto il telo si trovano tracce di aloe e
mirra, le due sostanze antiputrefattive usate nelle
sepolture giudaiche.
·
Già negli anni '70 Max Frei Sulzer, botanico e
criminologo di fama internazionale, scoprì sulla
Polline di Gunde/ia tournefortii trovato sulla Sindone.
SUPPLEMENTO LUGLIO/AGOSTO 2000 BS

1.7 Page 7

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I Tr~ J:!iante delle quali è stato trovato il polline sulla Sindone:
a~
sm1stra, Zygophyllum
destra, in alto, Cistus
dumosum
creticus I.;
Boiss·
'
m basso, Gundelia tournefortii.
stato dimostrato sperimentalmente che l' incendio
in ambiente chiuso del 1532 e la presenza di un
comp_lesso bi_ol?gic? con:p?sto da funghi e batteri,
~he . ri~opr~ 1 fil 1 _sindoni ci, formando una patina
1nel1m1nabile con I consueti sistemi di pulizia, han-
no alterato la datazione che va invece ricondotta al
I secolo d.C.
Tre ricercatori italiani, Mario Moroni, Francesco
Barbesino e Maurizio Bettinelli hanno condotto
I
Importan~I espe~Im~n_tI su ~e!~ di una mummia egi-
zI_ana: tali campIonI, IrraggIatI con un flusso neutro-
nico e successivamente trattati termicamente simu-
lando_ l'incen~io di Chambéry, sono risultati alla
dat~z1~ne radiocarbonica più giovani di circa 1100
anni rispetto alla loro vera età. Leoncio Garza
Val~és,. ric~r~at?re dell ' lsti~uto di Microbiologia
~~Il Un1vers1ta d1 San Antonio (Texas), che ha iden-
t1t1cato la patina bioplastica sulla Sindone, ha stu-
diato an~he una mummia egiziana conservata nel
Museo d1 Manchester, la quale aveva fornito addi-
ritt_ura date di:1erse per le ossa e le bende; queste
ultime sono ri~ultate 800-1000 anni più "giovani"
delle ossa. Un interessante esperimento è stato con-
d?tto da Garza Valdés, il quale ha trattato un cam-
pione delle be_nde _della mummia con uno speciale
prepa~ato enzImatIco che rimuove il rivestimento
batte_rico. _(2atando la stoffa dopo questa pulizia
spec1~le sI e ottenuta la stessa età del cadavere. La
dataz1on_e radiocarbonica della Sindone perde dun-
9u~ ,ognI valore_e non esistono obiezioni all'auten-
tIcIta della preziosa reliquia.
L'INDAGINE ANTROPOMETRICA
Presso l' Università di Padova è stata eseguita da
Giulio Fanti, docente di Misure Meccaniche, Termi-
che e Collaudi, un'analisi dimensionale con sistemi
di visione per valutare le caratteristiche antropome-
triche dell'Uomo della Sindone, a partire dall'im-
magine corporea impressa sul lino. Questo studio,
confrontando l'immagine frontale, quella dorsale e
quella ottenuta dal contatto di una superficie flessi-
bile su un manichino computerizzato, cerca di
t~nere conto degli effetti del capo chino, delle
ginocchia piegate e dei piedi distesi. Il risultato del-
r~ ricerca ha permesso di assegnare all ' Uomo della
Sindone un'altezza pari a 174 cm con un'incertez-
za di più o meno 2 cm . Mediante analisi antropo-
metrica computerizzata è stata verificata la compa-
tibilità aciatomica delle due immagini, frontale e
dorsale. E stato anche dimostrato che, mentre per
l'Uomo della Sindone gli indici antropometrici so-
no compatibili con quelli tipici di un uomo, nel ca-
so ?ella stessa analisi applicata ad alcune copie pit-
toriche del XVI e XVII secolo risultano indici antro-
pometrici assolutamente incompatibili . Ciò confer-
n:a _che un pi_ttore di quell'epoca non era in grado
d1 riprodurre I dettagli anatomici, che si possono ri-
scontrare esaminando l'immagine corporea del-
l'Uomo della Sindone.
Tra i vari indici antropometrici rilevati, risulta si-
gnificativo l'indice tibia-femorale, cioè il rapporto
fra la lunghezza della tibia e quella del femore .
Nell~Uomo del!~ Sindone è risultato pari all'83 ,8%.
Se sI confronta il dato con gli indici tipici delle di-
verse razze umane si constata che il valore è molto
vicino a quello della razza semitica, caratterizzata
da un indice medio dell'83 ,66%.
L'ing. Fanti ha anche sviluppato un modello ma-
te_m_ati~o. per a_sseg_n~re diversi parametri probabi li-
stIcI aI risultati pIu importanti ottenuti dalle ricer-
che scientifiche eseguite sulla Sindone, che sono
stati sintetizzati in 100 affermazioni . Il risultato ot-
tenuto, l'autenticità al 100% con un'incertezza infi-
nitesima, si dimostra molto stabile anche se si fan-
no variare gli indici probabilistici. Utilizzando un
paragone esemplificativo, la probabilità che la Sin-
done n_on sia aut~ntica è inesistente: infatti è più
probabile fare uscire per 52 volte consecutive uno
stesso numero al gioco della roulette.
Emanuela Marinelli
Sindonologa
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

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IN PRINCIPIO
FU NOGUIER
Al termine di una pubblicazione
sulla Sindone, edita nel 1900,
lo storico francese Vlysse Chevalier
(avversario dell'autenticità) scriveva:
11/ salesiani si sono fatti - malgrado
i miei avvertimenti - i propagatori
(della diffusione e conoscenza
della Sindone) nei due mondi,
con l'incoraggiamento delle autorità".
Capofila e animatore competente
ed entusiasta degli studi sul Sacro
Lino era don Natale Noguier.
Era nato a Si steron in Francia l' l l novembre
186 1 da un a fa migli a di anti ca nobiltà france-
se. M orì a Pont-à-Bin son il 21 di ce mbre 193 0,
all a vigili a dell 'ostensi one del 193 1, da lui ard ente-
mente des iderata. Trascorse una giovinezza, al-
quanto spensierata, passa ndo da un coll eg io all 'a l-
tro a motivo del ca rattere esuberante. Il suo sogno
era di entrare nell a M arin a, ma dovette rinun c iarvi
a ca usa dell a vista. Fu accettato nei Cacciatori dell e
A lpi. Du ra nte il servi zio militare, forse per qu alche
manca nza di sc iplin are, fu destin ato ali 'Al geria ove,
non si sa co me maturò, dopo uno scambio di lettere
co n Don Bosco, la decisione di fa rsi sa lesi ano.
Do n Noguier era un uomo dotato: dall a musica
al di segno, dall a abilità manu ale (i mpi antò due
linee tel efoni che a Torin o Valsa li ce e a San Beni -
gno Canavese) all a co mpetenza ~c ie~tif_i ca (fu a~to-
re di un apprezzato manu ale d1 ch1m1 ca), dall at-
taccamento e f il.i ale fidu cia in Don Bosco all a difesa
dell ' autenti cità dell a Sindone che fu la sua passi o-
ne, fin o ad essere co nsiderato un esa ltato durante e
dopo la polemi ca sull 'a utenti cità dell a Reliqui a.
UN PROMEMORIA PREZIOSO
Su questo argomento es iste un suo inte ressante
autografo scritto nel 1928, ma ritrovato so lo nel
1982 nell a bibli oteca dell ' istituto di Valsa li ce, in un
vo lume dell a sez io ne dedi cata alla Sindone. L' auto-
grafo po rta co me intestazio ne: Udienza priva ta di
S. A. Rea le il Princip e di Piem onte il martedì 22/5
(1928) nel Palazzo Rea le alle 12 ore.
Si tratta di un resoco nto sintetico deg li argomenti
trattati. Consta d i sei facc iate su fog li di ca rta d i re-
cupero ripi egati a metà, steso di getto dopo l' ~di ~n-
za, pubbli cato integralmente co n note espli cati ve
nell a rivi sta Sa les ianum (XLV 1983 , 1, pp.113 -1 27) .
SUPPLEMENTO LUGLIO/AGOSTO 2000 BS
Don Natale Noguier, salesiano.
Nei pass i ripo rtati don Nogui er ann ota quanto è
stato fatto prim a, durante e dopo la rip res~ dell a fo-
tografia eseguita dall ' avvocato Secondo Pi a.
"
[.. .] A llora conta i come nel 1898, essendo g1a
pratico da molti anni della fotografia e vedendo
ogni g iorn o il Sig. Baron e Ma nna a/l 'esp osiz ione dj
arte sacra, g li suggerii di domandare a Sua M aesta
di lasciar fare la fotografia della Sindone, sosp ettan-
do che la riproduz ione fotogr(~fica) avrebbe ~at?
cose in aspettate e interessa nti. li lendomani 1/
M anna mi disse che si erano fatte obbiezioni alla
mia proposta e che non si cre1eva opportu_no di /~~
scia re fotografare la Sindone. 'A llora, soggwns1, c e
pericolo che si faccia furtiva mente da qualche
d'uno che farà male, in ta li condiz ioni ta le fotogra-
fia, il che sa rà un torto grave p ortato alla quistione
su/l'autenticità della reliquia" . Pare che quest'argo-
mento fu compreso e si decise di affidare ai Sa le_-
sia ni /' inca rico di quel lavoro. A ta l punto che 1/
nostro fotografo Vespig nani p ar_tì (p ~r) comper_are a
Milano una macchina fo_tograf1~a di_g randi ~1men-
sioni. N on so p oi p erche due g1orn1 aop o si scelse
il Pia che eseguì del resto ottimamente quel favore:,
ma lo fece in completo. Bisognava oltre la fotografia
d' insieme fare diverse fotografie di certi dettagli tale
il volto che si doveva fa re in dim ensioni naturali.
M erita di sottolin ea re che le relazioni del Noguier
co l barone Manna dovevano essere mo lto co rdi ali
per il fatto che l'eminente pe~s':rn alità ~ra coopera-
tore sa les iano e presso I' Arch1 v10 Sales iano Centra-
le di Roma sono con servate vari e sue lettere indi-
ri zzate a Do n Bosco e a do n Ru a.
UN'INTENSA ATTIVITÀ
Do n Nogui er ebbe un' attività intens1ss 1ma. Pu_b-
bli cò va ri libri sull a Sindo ne: nel 1902 Le Saint
Suaire de Tu rin, nel 1922 Le Sa in t Suaire et la Sainte
Face de Notre Seigneur }ésus Christ, tradotto in te-
desco nel 1928 e in ita li ano nel 193 0 e 193 1; dal
1925 al 1928 videro la luce 15 fasc ico li dell a rivi -
sta Bulletin du Saint Suaire, prim a pubbli cazi one di

1.9 Page 9

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sindonologia; nel 1929 Le Saint Suaire de Turin; nel
1930 La Santa Sindone di Torino, traduzione della
precedente del 1929 .
La competenza scientifica e l'esperienza didatti-
ca, dopo oltre dieci anni d'insegnamento nell ' Istitu-
to Valsalice, lo portarono a scrivere nel 1900 Ele-
menti di chimica per le scuole superiori, presso l'e-
ditrice UTET di Torino, recensito da Civiltà Cattoli-
ca nel 1901 e ristampato nel 1912. In questa atti-
vità di scrittore non poteva mancare il settore sale-
siano. Ecco alcuni titoli: Vie de Don Bosco (25.000
copie), Méthode d'education (5.000 cop ie), Qui est
Don Bosco (migli aia di copie). Non si conosce il
num ero di co nferenze che don Nogui er tenne un
po' dappertutto. E stato trovato un libretto a stam-
pa, in seconda edizione, co n le didascalie per la
sequenza delle diapositive a disposizione di quanti
co ll aboravano con lui all a diffusi one della cono-
scenza della Sindone.
FOTOGRAFARE LA SINDONE
A seguito della pubblicazione di un breve profilo
su di lui nell a rivista Salesianum, pervenne la testi-
monianza (lettera del 1/12/1981 ) del salesiano don
Lorenzo Moiso che aveva ass istito nel 1926 a una
co nferenza di don Noguier nell 'a ul a di chimica del-
l' Istituto di Torino Valsalice.
Don Noguier ci narrò, prima, i vari tentativi da lui
fatti presso la Casa Rea le e l'A rcivescovo, per /'e-
sposizione della Reliquia e per ottenere che si po-
tesse fotografarla . Ci narrò pure com e Egli stesso
riuscì, con una piccola macchina fotografica nasco-
sta sotto il pastrano, a fotografare per il primo la
Reliquia, com e si affrettò a raggiungere Va/salice
per sviluppare il negativo e come rimase sorpreso e
impressionato dal risultato dello sviluppo, come si
commosse profondamente a/l'osservazione accura-
ta e particolareggiata del negativo che in quel caso
rilevava chiara mente il positivo de/l'immagine ne-
gativa delle tracce sanguigne impresse nel lenzuo-
lo. Ci spiegò pure l'incontro col fotografo ufficiale
Cav. Pia e i commenti
che ne fecero.
Un pensiero costante
dunque accompagnava
e sosteneva l'attivi tà di
don Noguier: poter ri-
prendere una nuova fo-
tografia della Sindone
con i mezzi più perfe-
zionati offerti dal pro-
gresso, co me espose al
Principe Umberto e la-
sciò scritto nel le pub-
bi icaz ion i del 1929 e
1930. Ecco la conc lu-
sione del manoscritto
I
L'avvocato Secondo Pia,
primo fotografo
della Sindone.
su questo argomento:
La fotografia del 1898,
che fu un lavoro tecni-
camente perfetto per quell'epoca, è un lavoro in-
completo. Oltre la fotografia d'insieme si sarebbero
dovute eseguire anche delle fotografie particolari in
grandezza naturale della testa, mani, piedi, ferita
del costa to, altre stigmate ecc. Inoltre - e questo al-
lora non era possibile - è necessa rio eseguire delle
fotografie a colori.
A&biamo spesso espresso il voto, e lo rinnoviamo
qui, che una Commissione composta di dotti di ogni
nazione: prelati, sacerdoti, laici, scelti in ragione
della loro competenza scientifica (a rcheologia, chi-
mica, fotografia, tessitura, ecc.) sia ufficialmente in-
caricata di esa minare la S. Sindone con la più com-
pleta libertà. Queste ultime parole vanno intese nei
limiti del rispetto dovuto ad un oggetto considerato
come reliquia eminentemente santa, e sotto la co-
stante sorveglianza dell'Autorità ecclesiastica.
ULTIMI TENTATIVI
Purtroppo i grandi progetti e le proposte di don
Noguier solo in parte furono rea lizzate nell a ripre-
sa fotografica del 1931 , fatta dal profess ionista tori-
nese Giuseppe Enrie, e fu abba ndonata l' idea della
fotografia a co lori per la quale egli aveva richiesto
lastre speciali alla ditta Lumi ère di Lion e che a di-
stanza di tanti anni aveva ancora neg li archivi la-
stre speciali suggerite da don Noguier per quell a
operaz ione.
Svanita l'occasione del 1928, qualche tempo do-
po se ne presentò un ' altra, più certa e sicura: il ma-
trimonio del Principe Umberto con la Principessa
di Brabante M ari a Josè, ce lebrato in Roma 1'8 gen-
naio 1930. Fin dal 1929, quando si diffuse la noti-
zia dell'evento, don Noguier era in piena agitazio-
ne. li desiderio di conoscere co n precisio ne la data
del l'ostensione lo spinse a scrivere va ri e lettere, tra
le quali una al Principe Umberto (18 dicembre
1929), e un 'a ltra al sovrano Vittorio Emanuele lii
(11 febbraio 1930).
La copia a carbo ne delle due lettere, con altre
salvate fortunosamente dalla distruzione, sono in
possesso dello scrivente in attesa di essere invi ate
all'Archivio Salesiano Centrale di Rom a. Con molta
semplicità e ingenuità don Noguier chi ede quando
sarebbe avven uta l' ostensione, e si offriva di foto-
grafare la Sindone con l'éq uipe dei suoi collabora-
tori, come già aveva esposto al principe Umberto
nell'udienza ri co rd ata del 1928.
Dal Quirinale, tramite l'Ambasciata d'Italia, ri ce-
vette una lettera di cui non si conosce il tenore. La
data dell'ostensione (4 -24 maggio 193 1) fu comu-
ni cata solo dopo la nomin a dell'Arcivescovo di Tori-
no nella person a di monsi gnor M aurilio Fossati.
Nell ' attesa del grande avvenimento don Nogui er,
deluso, amareggiato e in malferma salute fu trasferi-
to a metà del 1930 a Pont-à-Binson, ove il 21 di-
cembre di quell ' an no morì.
Luigi Fossati
sdb
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

1.10 Page 10

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LE OSTENSIONI
DELLA SINDONE
La caratteristica essenziale
che fa della Sindone un unicum
è la straordinaria immagine dell'uomo
crocifisso che reca impressa.
Per questa ragione l'approccio
più conveniente e comvolgente
è quello visivo.
La contemplazione di quel corpo martoriato,
dal rimando così immediato alla narrazione
della Passione di Cristo, ha da sempre attirato
su di sé gli occhi degli uomini , spinti da devozione
o da semplice curiosità . La notevolissima quantità e
varietà di riproduzioni fatte, la straordinaria diffu-
sione della sua fotografia dopo che l'obiettivo di
Secondo Pia, freddo e oggettivo per antonomasia,
ne rese inaspettatamente tutto il pathos racchiuso,
trovano la loro spiegazione nella necessità di "ve-
dere", di accostarsi con gli occhi alla Sindone, an-
che se la vista mediata da una riproduzione non è
sufficiente alla comprensione compiuta del suo
messaggio . Da qui nasce l' importanza delle osten-
sioni che scandiscono la storia della Sindone, come
momento privilegiato attraverso cui si comunica in
tutta la sua potenza tale messaggio.
LE ANTICHE OSTENSIONI
La prima ostensione di una sindone figurata de) Si-
gnore sembra risalire all'inizio del Xlii secolo. E di
un crociato la narrazione di avere visto a Costantino-
poli, durante gli eventi che portarono al sacco della
città nel 1204, una sindone che tutti i venerdì veniva
mostrata in modo da rendere visibile l' immagine in
essa impressa. Lo stesso crociato, Robert de Clary, si
affretta però ad aggiungere che dopo la caduta della
città in mano ai latini, più nessuno seppe che cosa
accadde di una tal-e reliquia.
Per trovare notizia certa di una nuova ostensione
bisogna attendere 150 anni, quando a Lirey, in Fran-
cia, viene esposto un lungo lenzuolo contenente
l' impronta frontale e dorsale di un morto crocefisso,
che la pietà popolare identificò subito con Cristo. Era
proprietà di uno tra gli uomini più influenti di Fran-
cia, il "prode" Geoffroy de Charny. Larga risonanza
ebbero queste ostensioni; lo si ricava sia da docu-
menti dell 'epoca, che dal fatto che la collegiata di
Lirey si dotò di un medaglione di pellegrinaggio -
un'insegna in piombo che contraddistingueva i luo-
ghi "forti" del pellegrinaggio medievale - sul quale è
raffigurata in maniera evidente la Sindone di Torino.
Questo medaglione è sicuramente del XIV secolo.
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
La cupola della Cappella della Sindone
(arch. Guarino Guarini).
OSTENSIONI DAL XIV SECOLO
Tuttavia le prime ostensioni che dovrebbero risa-
1ire agli anni 1353/56 non ebbero, sembra, una
lunga durata. Cessarono infatti poco dopo, pare per
intervento del vescovo locale, Henri de Poitiers, e
ripresero nel 1389, suscitando una viva polemica .
Non conosciamo molto di più delle ostensioni tra
la fine del '300 e l'inizio del '400. Sappiamo che
nel 1418, a causa del rincrudire della guerra dei
Cent'anni, Humbert de la Roche, secondo marito di
Marguerite de Charny, ultima discendente diretta
della famiglia, ritirò il lenzuolo insieme ad altre reli-
quie per timore di possibili razzie. C'è memoria
che la Sindone trovò riparo nella chiesa di Saint-
Hippolyte-sur-Doubs, ancora esistente. Le ostensio-
ni in quel periodo avvenivano su di un prato, che
assunse il nome popolare di "Pré du Seigneur",
mutato in "Pré du Mauconseil" allorché Margueri-
te, che nel 1436 era nuovamente rimasta vedova,
decise di partire portando la Sindone, con l'avallo
della comunità di Saint-Hippolyte. Nonostante i ca-
nonici di Lirey ne avessero richiesto la restituzione,
citando più volte in giudizio Marguerite, questa ri-
fiutò sempre di rendere la Sindone, allegando la
perdurante scarsa sicurezza del luogo. Per questi suoi
iterati dinieghi, venne anche colpita da scomunica.
In quegli anni è documentato il vagare di Mar-
guerite in Francia, con ostensioni estemporanee
dagli esiti a volte contrari alle aspettative. Come av-
venne a Chimay, dove, nel 1449, non poté esibire
documenti circa l'autenticità, richiesti dal vescovo
del luogo . Il suo peregrinare la portò infine a Gine-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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vra presso Corte dei Du chi di Savoia, cui nel
1453 ell a trasferì la propri età dell a Sindone. Da al-
lora la reliqui a entrò a fa r pa rte del patrimonio di
casa Savoi a che co ntinu ò a difendere i propri diritti
su di essa fin o al 1983, quando, co n vo lontà testa-
menta ri a, l' ultimo re d' Ita li a in es ili o, Umberto 11 ,
ne dispose a favo re dell a Santa Sede. M a se co n il
passaggio ai Savoia ini ziò l'accresc imento dell a sua
notori età e devozione, non per questo ebbero ter-
min e le sue peripez ie.
LE OSTENSIONI DEI SAVOIA
In un primo periodo i Duchi non vollero rinun-
ciare ad ave re sempre co n sé quell a che ritenevano
la più prez iosa reli qui a de ll a cri stianità, per cui il
lenzuolo seguì l' it in erare dell a Corte presso i suoi
vari ca stelli , acc uratamente ripi egato in un cofano
per occ upare meno spazio, rendere più agevol e iI
trasporto e dare meno nell 'occhi o. Così la Sindone
giunse in Pi emonte nel 1478, co n un a probabile
ostensi one a Pinero lo, po i di nu ovo nel 1488, e nel
1494 a Verce lli. Nel 1495 fu ostensa a Torino, dove
risulta anche nel 1498.
L'11 giu gno 1502 con un a so lenne ce rimoni a la
Sindon e venne trasferita nell a Sainte-Chapell e di
Ch ambéry, dove trovò sistemaz ione definiti va solo
dal 1506, anno in cui ne venne anche autori zzato
il culto pu bb li co . La festa fu fi ssata il 4 magg io, e
ve niva so lenni zzata co n una ostensione dall e mura
del ca stello di Chambéry. Qui nel 1532 avve nn e il
noto in cendio che la danneggiò.
La presenza dell a Sindone nell a ca pitale dell a Sa-
voi a venne bru sca mente interrotta nel 1536, qu an-
do il du ca Ca rl o 11, inca lzato dai Francesi, abban-
donò i suo i stati, co ndu ce ndo co n la re liqui a.
Dopo lungo peregr in are che lo portò fino a Mil ano,
ove ebbe Tu ogo un a ostensione, giun se, ultim o rifu-
gio, a Ni zza nel 1537 . La Sindone to rn ò a Cham-
béry nel 156 1, per vo lere del nu ovo duca Emanuele
Filiberto che co l trattato di Catea u-Ca mbrés is aveva
ottenuto la restituzione di parte delle te rre perdute
dal pad re. M a per il din ami co nuovo duca di Sa-
La Sainte-Chapelle di Chambéry .
Vittorio Emanuele 11 di Savoia.
voi a, Ch ambéry non ri spondeva più all e esi genze
di capitale. Essa ve nn e trasportata a Torino dove,
nel 1578, fu trasfe rita anche la Sindone, divenuta
ormai il " pall ~clio" de ll_a ~asa e ~ell e su e genti. Un
mese dopo giunse a p1 ed 1 da Mil ano Carlo Borro-
meo, che sciogli eva così il voto fatto durante la
peste ciel 157 6. Il 1O ottobre il santo poté venerare
la reliqui a in una ostensione privata, e più volte nei
giorni seguenti in fo rm a pubbli ca.
LA SINDONE A TORINO
A Torino la Sindone conobbe varie sistemazioni
provvisorie sin o a che, nel 1587, venne riposta nel-
l'edi co la soprelevata retta da qu attro co lonne, ap-
pos itamente costrui ta innanz i al co ro vecchi o dell a
cattedrale, dove rim ase fin o al maggio 1685, qu an-
do ve nne spostata nell a ca ppell a dei Ss. Stefa no e
Caterin a, al fo ndo dell a navata sini stra, per perm et-
te re i lavo ri di costru z ione del nu ovo edifi cio di
Gu arin o Guarini . Q ui venne defini tivamente tras la-
ta il prim o giugno 1694 . La perm anenza torin ese
dell a Sindone è sca nd ita dall e ostensioni del 4
maggio, da qu ell e partico lari per ce lebrare eventi
din asti ci, e da quell e per la presenza di person alità,
o per so lenni zzare eventi straordin ari , co me nel
1642 in rin graz iamento della fin e dell a guerra civil e
tra 11prin c ipi sti11 e " mada mi sti ".
li '600 fu certamente l'epoca d'oro delle osten-
sioni , sia pubbli che che private. Ciò non stupi sce:
la Sindone si adattava perfetta mente all a pasto rale e
all a pi età dell 'epoca. G li impo rtant i apparati baroc-
chi che faceva no da co rni ce all 'ostensione sotto li-
neavano il va lore e l' importanza del lenzuolo e
della su a esposizion e, in un quadro co nsono allo
spirito dell a riform a cattoli ca . Non è qui possibile
rico rdare tutte le osten sioni di qu esto seco lo, alle
qu ali parteciparo no grandi masse di popo lo, impor-
ss SUPPLEMENTO LUGLIO/AGOS TO 2000

2.2 Page 12

▲back to top
I
1613. La reliquia viene esposta alla presenza
di Carlo Emanuele I e Francesco di Sales.
Incisione di Antonio Tempesta .
tanti personaggi e uomini di fede che poi sa lirono
ag li onor i degli alta ri .
Dalla seconda metà del '700 le ostensioni co min-
c iano a rarefarsi. In questo seco lo ricordiamo lo
spostamento della Sindone a Genova, du rante l'as-
sed io della città da parte dei Francesi nel 1706. Ri-
mase invece a Torin o durante il periodo dell'occu-
pazione francese di fine seco lo, poiché i Savoia,
che ripararono in Sardegna, l' affidarono al la custo-
dia dell'Arcivescovo. In quegli an ni abb iamo noti-
zia di due ostensioni private. Una nel 1799 quando
l'Arc ivescovo di Torino vo ll e verificare lo stato de l
lino all ' atto di prenderla in consegna, e una - parti-
co lare - nel 1804, alla presenza del papa Pio VII
che si fermò a Tori no durante il viaggio per recars i
a incoro nare Napoleone. Lo stesso pontefice undi ci
anni dopo, durante il periodo de i "Cento giorni ", fu
di nuovo a Torino dove partecipò a una solenne
ostens ione pubblica il 21 maggio 1815. Il ritorno
dei legittimi sovrani negli stati venne naturalmente
ce lebrato con un a ostensione il 20 magg io 1814.
GLI ULTIMI DUE SECOLI
Nell"800 diminuirono le occasioni di vedere la
Sindone. Dopo l'ostensione del 1822, voluta da
Carlo Feli ce per l'i ni zio del suo regno, abbiamo no-
tizia di quelle del 1842, per le nozze del futuro Vit-
torio Emanuele Il con Maria Adelaide d'Austria e
1 1898. O stensione indetta da re Umberto I
per le nozze del principe di Napoli Vittorio Emanu ele
con Elena dei Montenegro.
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
Giovanni Paolo Il a Torino
durante la prima visita pastorale in città, il 13 aprile 1980.
del 1868 per quelle di Umberto (I) con la princi-
pessa Margherita di Savoia; nel 1898 per il matri-
monio di Vittorio Emanuele (lii ) con Elena di Mon-
tenegro . Le nozze in rea ltà erano avvenute due
ann i prima, ma si procrastinò la data per far co in ci-
dere l'ostensione con i festeggiamenti dei centenari
religiosi che nel 1898 si cel ebrava no a Torino. Fu
all ora che l'avvocato Secondo Pia ricevette l' in cari-
co di fotografare per la prima vo lta la Sindone, che
rivelò l'immagi ne negativa dell ' uomo sindonico.
Nel '900 la Sindone ha conosciuto le ostensioni
pubb li che del 193 1, per le nozze del principe Um-
berto con Maria José, de l 1933 per l'An no Sa nto
della Redenzione, del 1978, per commemora re l'ar-
rivo dell a Sindone a Torino, e del 1998 per il cente-
nario della prima fotografia . Corre tuttavia l'obb ligo
di segna lare ancora alcu ne ostensioni particolari:
quella di cu i godettero i monaci de ll 'Abbaz ia di
Montevergi ne presso Ave llino, dove la Sindone ven-
ne segreta mente trasferita du rante l'u lti mo conflitto
mondiale; quella del 1969 per procedere a una ri-
cog ni zione da parte della prima co mmi ssione
sc ientifi ca ufficiale per lo studi o e il compimento di
esam i diretti sul lenzuo lo vo luta dal cardinale Pel-
legrin o e quella de l 1973, ce lebrata attraverso il
mezzo te levis ivo. Il 13 april e 1980, durante la sua
visita a Torino, l'attua le pontefice, Giova nni Paolo
Il, poté godere di un a ostens ione privata. Durante
questi anni vi furo no altre occasioni , per ri cog ni-
zioni e per effettuare il prelievo per la datazione
con il radiocarbonio (1988). Il 25 giu&no 1997, per
la prima vo lta nella stori a, la Sindone e stata portata
nella ehiesa de lla confratern ita del SS. Sudario,
dove ha avuto luogo un'esposizione per studiare il
sistema migliore cfi illuminazione per l'ostension e
de l 1998.
Gian Maria Zaccone
Attuale vicepresidente
del Centro di Sindonologia di Torino

2.3 Page 13

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LE COPIE
DELLA SINDONE
L'esistenza di copie della Sindone,
confezionate da artisti, più o meno
abili, è argomento recente.
li loro numero è stato grandissimo.
Le copie, manufatte, venivano
richieste per avere un ricordo
concreto de/l'originale.
La caratteristica era quella di essere
state messe a contatto col lenzuolo
sindonico durante
le ostensioni per cui venivano
considerate reliquie come l'originale.
L'attestazione d, questa operazione
era descritta nei documenti
di accompagnamento
e talora anche scritta sulla tela.
Dall 'iniz io del 1500, da quando si estese la
consuetud in e di esporre e mostrare il sacro
lenzuolo al la veneraz ione dei fedel i, ebbe ini-
zio la trad izione di riprodurre in grandezza naturale
o in rid uzione la figura che si vede sulla tel a. Il 1600
fu il secolo delle so len ni ostens ion i e anche della
produzione di un gran numero di cop ie che con il
passare del tempo furono in parte dimenticate. Con
la ri presa d' interesse per il prezioso telo si estese lo
studio d i questi cime li soprattutto per il loro va lore
documenta ri o, legato a tante vicende storiche.
Copia della Sindone di Gerolamo della Rovere.
Sono moltissimi i termini usati per indicare la co-
pia. Oltre a Extractum (il più usato), vie ne chiamata
Cavato, Sacado, Pictura, Exemplar, Expressum, Re-
trato, Transuptum, Abstractum che indicano un 'o-
pera manufatta, ripresa dall'originale. Non si cono-
scono i nomi degli artisti o sempli ci cop iatori. Al-
cune copie sono firmate da un ce rto Giovanni B~t-
tista Fantino, su l conto del quale non sono state rin-
ven ute notizie. Altre sono da attribuire all a princi-
pessa Maria Francesca Apo ll oni a (1594~ 1656), fi~
gli a d i Carlo Emanu~le I, morta a_Roma I~ f~ma d 1
santità, della quale sI legge nella vita che sI dilettava
a dipi ngere e regalare copie de ll a Sindone a mona-
steri , cni ese e diverse personalità . La copia co nser-
vata nella chi esa San Giuda Taddeo di Roma è stata
d ipin ta dal Conti , "ecce ll entissi mo pittore". L'infor-
mazione non è sc ritta sulla tela ma nell a lettera che
accompagnava la copia. A ltra cop ia, anonima, è
qu ella esposta in permanenza nell_a chi_esa del SS.
Sudario di Roma, riaperta al pubblico d1 recente . Il
pittore Ricciardi ritoccò il primitivo disegno ~el ~e~
co lo scorso. Copie a grandezza natura le degli artIstI
Carlo Cussetti ed Enrico Reffo furono esegu ite in
occasione del l' ostensione del 1898. Ne es istono
anche alcune confezionate per processioni o sacre
rappresentazion i. Nelle cop ie di Guadalupe (1568)
e di Navarrete (1568) sono ricordati i nom ~ dei ri-
chiedenti, come pure in quella di Gallarate (171 O)
CARATTERISTICHE DELLE COPIE
L'interesse per le copie a gra ndezza naturale è
stato favor ito da una pubb li caz ione d i Domenico
Leone (1890-1 989), delegato in Spagna de l soda li-
zio Cu ltores Sanctae Sindonis, costituito nel 1937
in seno all a Confratern ita de l SS. Sudario e Vergi ne
Beatissima delle Grazie di Torino, ri sa lente al 1959.
La pubblicazione El Santo Sudario en Espana vide
la lu ce a Barcellona nel 1952 e in seconda ed izio-
ne nel 1959 .co n notevoli agg iornamenti . L'opera
meritava una traduzione in italiano che non fu rea-
li zzata. Per quanto si presentasse co me .raccolta di-
vu lgativa aveva tutte !e caratteristiche di una ricerca
storica documentaria di indubbi o va lore. il volume
suscitò nel sottoscritto il proposito di fare altretta n-
to per le copie esistenti in Itali a, e così iniziò la ri-
cerca che a distanza di tempo ha dato la possibi lità
di impostare sistematicamente la materia, suscitan-
do l' interesse di altri studios i.
Intarsio in avorio dell'ebanista Pietro Piffetti.
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

2.4 Page 14

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Copia della Sindone di Acireal e (Catania).
di Giovanni Battista Fant ino che vi appose la firm a.
Le copi e no n hanno la ca ratteristica di perfetti ne-
gativ i co me l' ori ginale. Sono quindi la prova che
non è possi bil e cop iare un negativo all a perfezio ne.
La Sindone così rimane un unicum inimitabile. li
numero delle co pi e rintracc iate e cata logate si aggi-
ra sul ce ntin aio: una trentin a in ordin e cro nol ogico
co n la data sc ritta sull a tela; un a trentina senza
data, in ordin e alfabeti co de ll e loca lità ove sono
co nservate; un a quara nt ina rico rdate in documenti
de ll ' epoca ma non piì:1 rintracciate. La rice rca ha
portato ad approfondire du e aspetti: le ca ratteri sti -
che mo lto di ve rse di interpretaz ione e co me venne
ri prodotto il vo lto negativo de ll ' ori gin ale.
COPIE INTERESSANTI
1516 - Lierre (Belgio), chiesa Saint Gommaire. È
la copi a più antica che si co nosca, attri buita al
Durer, ed è anche la più interessa nte per le due
sc ritte, una in latin o e una in tedesco, che co nti ene.
Nel 1998 è stata esposta nel Palazzo Baro lo di Tori-
no, po i in altre loca lità. Anche se è so lo un terzo
dell a Sindo ne, pu ò essere co nsiderata la più bell a
di tutte. Ecco la tra duzione de l testo latino posto al
centro tra il vo lto e la nuca. Q uesta (copia de lla)
Sindone è solam ente un terzo della Sindone, nella
quale il pio Giuseppe avvolse il corpo di Cristo de-
posto dalla croce (in rea ltà il corpo di Gesù era tre
volte più grande). Possa questa Sindo ne (copia del-
la), o lettore, ricordarti quale acerba m orte soppor-
sponta neam ente per te, o miserevole crea tura.
li testo tedesco che co rre lungo il bordo in fer iore
co nti ene due afferm azioni raramente messe in evi -
denza : le im pronte del co rpo sono attribui te a divi-
na potenza; presso la Sindo ne sono avvenuti dei
miraco li . li figlio di Dio, Gesù Cristo nostro Sa lva-
tore, dopo la sua penosa m orte è stato deposto e
sepolto in un bianco lenz uolo sul quale Eg li ha la-
sciato per divina potenza (gottlicher Kraft) tali im-
pronte delle sue umane fattezze. Q uesto venerando
lenz uolo è esposto ogni anno il giorno dopo la festé!_
dell'In venz ione della Croce a Chambéry in Savoia. E
riguardato con venerazione per avvenuti miracoli.
Tra gli ex-voto esposti ne ll a Sa inte-C hapell e d i
SUPPL EMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2 000 BS
Chambéry nel 1664, se ne vedeva un o ri sa lente al
1533 raffigurante la guari gione di una paraliti ca .
1594 - Pueb/a de Los Angeles (Messico) . Q uas i
del tutto sconosci uta, è una pittura a o li o su tela di
m 4.80 x 2.90. Ben conservata, è qua lificata come
copi a da ll a scri tta : 11Extractum ab originali Taurini
(bordo superi ore) die 8 apri 1594 11 (bord9 inferi ore).
1624 - Summit, New Jersey (USA) . E nel mona-
stero del Rosa ri o dell e suore Domeni ca ne. Reca la
scri tta:
"Cavato
da l originale
in
turin o
l'ann o
1624
11
1643 - Casale Monferrato (Al) . Si co nserva nell a
parrocchi a d i sa nt' ll ario. È la cop ia richi esta a
M ari a Cri stin a da l padre francesca no Bo naventura,
di ori gine irl andese, da invi are in Irl anda. In seguito
alla morte d i chi avrebbe dovuto portarl a a destin a-
zione, è sempre rim asta in Ita li a e dopo va ri e vi-
ce nde è pervenuta al sa nt' ll ari o. Dell ' ann o 1646
so no state ritrovate quattro co pi e co nservate a Bi-
tonto (Bari ) in cattedra le; a Bo logna, in catted rale;
Fabri ano (Anco na), nell a chi esa di Sa nta Caterina e
a Q uebec (Canada), nel monastero dell e O rso line.
1652 - Napoli - Monti ai Ponti Rossi, Carmelo SS.
Giuseppe e Teresa. Di questa cop ia è interessante la
scritta latin a su cinque ri ghe, nell a quale è descritta
l'operazione che si compi va prim a di donarl a: " Esem -
plare a gra ndezza natura le m essa a contatto con /'ori-
ginale per le mani dell'Arcivescovo nella Cattedrale
di Torin o e alla presenza di Mada m a Reale Cristina".
Quadro su seta di ignoto piemontese del Settecento.

2.5 Page 15

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1710 - Gallarate (VA) . La copi a, in cattedra le, ri-
porta un a scritta alq ua nto inso lita co n va ri errori di
ortografia e il nome del ri chi edente e de l pittore:
" Extractum ab originali regie duccalis ecclesie au-
guste taurinorum ex devotione ioa nnis b. trombini
17 1O fa ntinus fec it''.
Le copi e che seguono non han no la data. Le
elenco in ordin e alfa betico dell e loca lità ove son o
co nservate.
Aglié (Torino), sacrestia della cappella del castel-
lo. Il documento di autenticazione, datato 04/01/1882
a firm a del! 'Arcivescovo di Torin o Colombano Chi a-
ve rotti, è un ito all a copi a mediante un a fettuccia.
L' autent ica, in italiano, afferm a che la co pi a "fu da
no i di stesa sopra la Santa Sindone in modo che si
sono esse perfettamente co mbac iate in ogni sua
parte, ad oggetto di sa ntifica rl a" .
Inzago (Milano), prepositurale santa Maria As-
sunta . Tra il vo lto e la nuca di questa copi a su due
ri ghe è posta la scritta: Sacrosa ntae sindonis vere
impressa imago. Copi a posseduta da san Carlo.
Dopo la sua morte subì va rie v iciss itud ini, e so lo
nel 1933 in occas ione de ll 'ostensione di qu ell 'a n-
no fu rico nosc iuta co me cop ia autent ica ed esposta
in perm anenza al pubbli co.
Rabat (Malta), collegiata di San Paolo. Riporta
un a scri tta non ce ntrata e, sotto un ce rto aspetto,
alquanto strana: "Verissimo ritratto del sa ntissimo
sa n Sudario". Le mi sure sono di mo lto infe ri ori a
quell e o ri gin ali : m 2. 93 x m 1. Il mode ll ato dell a fi-
gura è stato delineato co n leggeri puntini usa ndo
fo rse un prees istente modell o.
Ripalimosani (CB), chiesa parrocchiale. Copi a cu-
riosa, fo rm ata da quattro tele cuc ite tra loro. Com-
pl ess iva mente mi sura m 3.80 x 0.80 . Stori ca mente
è legata al nome di due illustri pre lati, Giulio Cesare
e Aressandro Ri cca rdi , dei quali il primo fu nunz io
presso i Savoi a dal 1595 al 1601 , e riporta la se-
guente scritta: " Vera ss. sudari sa(vatoris imago e
sa cra sindone sabaudiae excep ta ". E esposta in per-
manenza .
Roma, chiesa SS. Sudario, di recente riaperta al
pubbli co, risalente all ' ini zio del 1600 . La copi a è
esposta in permanenza .
Santiago Del Estero (Argentina), convento san
Domenico. La copi a è ri piegata nell a metà, per cui
è vis ibil e so lo la parte fro ntale, e co n la scritta in-
completa: "V erum Sacrae Sindonis (exemplar)".
Torino, chiesa della Piccola Casa della Divina
Provvidenza (Cottolengo) . M o lto bell a nel de li cato
sfum ato de ll ' in sieme, l a co pi a ha questo scri tto:
"Cop ia esa ttissima che si è ricavata - (dal) SS.m o
Suda rio in Torino - nel 1750 - ne /l 'occasione che
si è fatta un a simile copia pe r il - Re di Spagna che
ne aveva pregato S.M. il Re di Sardegna Carlo
Emanuele ".
Ness un a dell e co pi e co munque può va nta rsi d i
essere la riprodu zione esatta dell a rea ltà, neppure
quell e di Ca rl o Cussetti e Enri co Reffo di pinte nel
1898, co n parti co lari accorgimenti. Solo la fotogra-
fi a ha offerto la riproduzione fedele di una rea ltà
non percep ibile dall 'occhi o. Dall a ripresa in bi an-
co/nero d i Secondo Pi a e d i Gi useppe Enrie, si è
passati a quell a a co lori di Giova nni Batti sta Jud ica
Cordigli a e altri . U ltimamente a quella ad alta defi-
nizione e tridim ensionale. Il futuro ci riserve an-
co ra qualche altra sorpresa?
Luigi Fossati
sdb
La Sindone di Besançon .
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2 000

2.6 Page 16

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LA SINDONE
EGLI OGGETTI
DI DEVOZIONE
POPOLARE
Prendendo in considerazione
l'abbondante materiale devozionale
riguardante la Sindone, medaglie,
spille, immaginette, stampe, ecc.,
viene spontaneo classificarlo in due
grandi blocchi: le riproduzioni
della scena del'ostensione,
e le raffigurazioni
che illustrano le caratteristiche
e l'uso della Sindone.
1 14 settembre 1578 il duca Emanu ele Filiberto
1trasfer isce la Sindone da Chambéry a Torin o, per
all eggerire la fat ica a sa n Carlo Borromeo, che
aveva deciso di recars i a pied i fino a Chambéry, per
sciogli ere i l voto fatto in occasio ne de ll a peste de l
1576 . Tra la fo ll a che partec ipa all a Messa del sa n-
to, ne ll 'a ntica cappella di Santa Maria "a d Praese-
pe" a Torino, è presente anche " l' inquieto e so lita-
ri o Torq uato Tasso", co me ricorda la lap ide posta a
ri cordo de l fatto il Ottobre 1978 . Dal 1578 in
poi la devozione all a Sin done ha lettera lmente in-
vaso i territori de i Savoia. L'iconografia è mo lto
varia: sostengono il lino ange li , la Ve rgine o sa nti
loca li. Dopo la Madonna, il sa nto più raffig urato è
Borromeo. Si tratta di d ipi nti su te la, su tavo la o af-
fresch i su pareti di chiese e anche case, spa rsi un
po' dovun que, ma co n maggior frequenza nell e
prov ince d i Torino e Cuneo.
I
8. Incisione su rame, acquerellata a mano successiva mente,
che unisce l'immagine della Vergine Consolata
alla scena dell'ostensione della Sacra Sindone.
geli e santi è in nu merosissimi quadretti ex-voto
che denunciano la grande devozione popo lare ver-
so la straord inari a re liq ui a (foto 2). Numerose an-
che le medaglie-ricordo che riporta no su un verso
la scena classica dell 'ostens ion e e sull 'a ltro la data
de ll 'avvenimento, co me la medag li a in ottone a
form a di cuore, de l 1898 (foto 3), oppure in rame,
commemorativa dell 'ostensio ne per le nozze dei
principi Umberto e Maria José, nel 1931 che reca i l
ALCUNI ESEMPI
Nella chiesetta di San Sudario, a Piana di Beneva-
gienna, dioces i di Mondovì, è stato resta urato un af-
fresco su p ilone, risa lente all a fi ne del secolo XVI.
Rappresenta la Si ndone sostenuta da un angelo alato
tra san Donato, patrono dell a dioces i, e sant'Agosti no.
li pittore P. G. Crida, vo lendo rico rdare che pro-
prio il giorno d i Pasq ua de l 1846, Don Bosco può
fi nalmente ce lebrare la messa de l suo oratorio vo-
lante in un locale definitivo, la tettoia Pinard i, rap-
presenta i l Cristo Risorto con alla sinistra due soldati
atterriti, e all a destra due angeli , un o dei quali so-
sti ene, suIl a pietra riba ltata de l sepolcro, iI lenzuo lo
sindon ico (foto 1). L' oste nsio ne con Mado nn a, an- - 1. Torino Valdocco. Cappella Pinardi. Tela di P. o. Crida.
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS

2.7 Page 17

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profilo dei due sposi, e su I verso tre ange li che so-
stengono la Sacra Sindone (foto 4). Così pure la
medaglia-ricordo de ll'ostensione per del l'Anno San-
to della Redenzione (1933/34), con l' immagine di
Pio Xl su un lato, e sull ' altro la Sindone sormontata
dal monogramma IHS con il profilo della Cattedra-
le di San Giovanni e la scritta 11Tuam Sindonem Ve-
neramur Domine" (foto 5).
Anche la devozione al la Consolata, protettrice di
Torin o, è abbinata all a Sindone (foto 6).
Nell e immaginette e nelle stampe è comune la
raffigurazione dell 'ostensione tradizionale, sostenu-
ta cioè da ange li e santi. Tipica è una litografia co-
lorata de ll a ditta Verdoni di Torin o, di fine Ottocen-
to, che rappresenta la Santa Famiglia sotto l' az ione
del la colomba de ll o Spirito Santo, con in ca lce la
Sindone (fo to 7). Un ' incisione del 1700, su rame,
acquerell ata a mano successivamente, unisce l' im-
magine de ll a Vergine Consolata all a scena dell 'o-
stensione. In corn ice sono riportati dipinti del Cer-
vetti, realizzati nel Santuario tra il 1730-'36 (foto 8).
2. Benevagienna CN. Ex voto sindonico del secolo XV III
(Ass. Amici di Bene).
LA SINDONE
NELLA SEPOLTURA DI GESÙ
Grande diffusione ha incontrato la tavola di Clo-
vio dell a Rovere (1605-1637), conservata nella
Galleria Sabauda di Torin o (foto 9) . Il quadro è sud-
I 3. Medaglia in ottone
a forma di cuore con
riprodotta l'immagine
dell'Ostensione e su l retro
la scritta "Torino 1898".
I4. Medaglia in rame
commemorativa
dell'Ostensione in occasione
delle nozze dei principi
Umberto e Mana Jose.
1931.
5. Medaglia in metallo bianco
commemorativa dell'Ostensione dell'Anno Santo 1933/34.
9. Clovio della Rovere, Cristo avvolto nella Sindone.
Galleria Sabauda.
6. Medaglia in argento con bordo dorato con l'immagine
della Sacra Sindone e della Consolata.
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

2.8 Page 18

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1O. "Bindelli" riproducenti la "vera lunghezza"
di Nostro Signore.
diviso idea lmente in due parti; nell a parte superiore
tre angeli alati, tra nuvole e angio letti, sostengono
la Sindone distesa, con le due impronte, fro nta le e
dorsa le. In basso, ai piedi de ll a croce, all a quale
sono appoggiate le sca le per la depos izione, è raffi-
gurata la scena de ll a preparazione per la sepo ltura.
Ritte a lato, la Madonna e le pie don ne piangenti,
al centro, inginocchi ati, Giovanni, Nicodemo e
Gi useppe d'Ari matea, intenti a coprire il corpo di
Ges ù con la Si ndone; in dispa rte, i vaso per l'a loe,
la mi rra e gli aromi. La scena è co nfo rme all a se-
po ltura ebraica. In genere gli Eb rei ripul iva no i ca-
daveri prima di deporli ne l sepo lcro. Per
Gesù non ci fu tempo, perché manca-
va poco al tramo nto che av rebbe
dato ini zio all a Pasq ua, du-
rante la quale non era per-
messo compiere alcun lavoro. Perciò i discepo li
deposto lo in fretta da ll a croce, lo ripu lirono all a
meg lio, lo cosparsero d'a loe e mirra, infusero aro-
mi nel la biancheria destinata ad accoglierl o, po i lo
seppe lli rono. Da l lenzuo lo sepo lcra le (m 4,36 x
1,20), co nsiderando che una parte di esso era
posto sotto il dorso e l'a ltra ri pie~ata su l capo, si
possono ri cava re le misu re di Ges u. A questo pro-
pos ito si diffondono, per la devoz ione popo lare, a
partire da prima de l 1700, i cosiddetti 11Bindelli 11 ri-
prod ucenti la "vera lunghezza" del Signore. Sono
nastri di ca rta o seta su i quali è stampata in bianco
e nero, o a ti nta sangu igna, la figura de lla Si ndone,
infra mmezzata agl i strumenti del la Pass ione, al No-
do Sabaudo e alla scritta" Longhezza dei Nostro Si-
gnore G iesù Christo 11 (foto 1O).
Altri oggetti di devozione, desti nati a comunità
re li giose o a cappe ll e private, sono costitu it i da
Scarabattole, con la riprod uzione in cera del Vo lto
di Cristo, ril evato dal la Si ndo ne, e circondato dagli
strumenti de ll a Pass ione (foto 17); o anche da Qua-
drifond i con la croce in legno di olivo, proveni ente
da l Getsemani, gli oggetti de ll a pass ione e l'im magi-
ne dell 'Addolorata (foto 12). Sono parimenti diffuse
im maginette, co n ta nto di sigi lli de lla Curia di Tori-
no, recanti un fram mento del la fodera che avvo lge-
va la Sindone fra un 'ostensione e l'a ltra. Alcune re-
cano frammenti di stoffa nera, rimasta a contatto
dell a reliquia per circa 200 an ni , altre di stoffa
rossa, servita a proteggere la Si ndone per un perio-
do pi ù breve (foto 13).
I 7. Litografia colorata
della di tta Verdoni di Torin o
rappresentante la Santa Famiglia,
con in calce la Sacra Sindone.
SUPPLEMENTO LUGLIO/AGOSTO 2000 BS
I 11 . Scarabattola,
con la riproduzione in cera
del Volto di Cri sto circo ndato
dagli strumenti della Passione.
12. Quadrofondo
con la Croce in legno
di oli vo, proveniente
dal Getsemani, 09:getti
della Passione e I immagine
della Madonna Addolorata.

2.9 Page 19

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S,.;on;d.-.o,.,.,.,....,
«m".-u1' • ..........· . :
(l/,~.,/110 di ~ IX, 16 S.m..Ar-t 1159)
INDULGBNZA J, 500 fi<nni, io 1 - Ji 100, 1i !,,i.I, ,ho
SlnJ(;,~~--:~~~- J~;~~:•;::a:~~i;;;;;• ,1,. •••i1••-•••..•11url,i.,a,oa,oop,0Nali,0U1Jol1,n1opl,..,;.
uolti tonfu,.,i t (Ol:lo11io11i lo rocim...no n,lla futa ~,Uo l
SS,
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~ulJlln,sgio1931 ali'/&ttobrel933
e~ ~bbe inunc~iato contatto co11
ln ~ljtcliquin .
, J tl f" l ' l ' d ~ i o « ii.S,ìfl.
c/Z,,wf'6'c.r...,,,y
1 13. Immagine (Lit. Doyen, Torino) con un frammento
di stoffa rossa, servita a proteggere la Sindone
tra l'oste nsione del 1931 e l'ostensione del 1933.
14. Medaglia rotonda
in metallo pesante
con il volto ispirato
alla Sindone e la scritta:
"Illumina,
Domine, Vultum tuum
super nos"; sul retro
l'immagine frontale,
con la scritta: "Sancta
Sindon qua Corpus
Domini Nostri Jesu Christi
involutum fuit".
I15. Targhetta rettangolare,
in metallo pesante,
con il Volto in rilievo,
e sul retro la scritta:
"Secundum Sindonem
- Scultore F. Bassani
- Torino 1978".
LA FOTOGRAFIA RIVELA LA SINDONE
L'ostensione del 1898 è rimasta famosa perché ha
aperto la strada all a fotografia e ai success ivi studi .
Nonostante la commozione e l'eco susc itata, quel-
la prima foto risente delle imperfezioni della tecni-
ca dell ' epoca. Pertanto, durante l'ostensione del
1931 ve nn e affidato a Giuseppe Enrie, fotografo
professionista, l'incarico di ripeterla con gli accor-
gimenti tecnici del tempo. Enrie impressionò dodici
fastre in bianco e nero, controll ate nell a ripresa,
nello sviluppo e nel fissaggio da molte autorità in
qualità di testimoni ufficiali. Tali immagini ben riu -
sc ite costituiscono il materiale per gli studi succes-
sivi e permisero ingrandimenti fino all e dimensioni
naturali per l' analisi dei particolari. Le rivelaz ioni
della macchina fotografica danno un nuovo impul-
so alla devozione verso la Sindone. Soprattutto il
Volto, nel la compostezza serena del la morte, con i
I
16. Chiodo tratto dal sacro Chiodo che si conserva
nella Cappella interna delle sacre Reliquie della Basilica
romana S. Croce da Gerusalemme.
segn i evidenti della coronaz ione di spine, le co late
di sangue, il setto nasale tumefatto, suscita senti-
menti ed emoz ion i profonde. Si moltiplicano per-
ta nto le riproduzioni del Volto in tutte le dimensio-
ni , e anche la numismatica si sbizzarrisce. Si hanno
medaglie tonde e retta ngolari, in metallo comune e
in metallo prezioso, anche di incisori di fama, con
la riproduzione del Volto che si ispira a quello
della Sindone (foto 14 e 15 ).
UNA RELIQUIA INSIGNE
Merita di essere segnalata una reliquia un po' par-
ticolare. Presso il Centro Salesiano di Documenta-
zione Storica e Popolare Mariana si trova la r,eliquia
del chiodo della croce di Cristo (foto 16). E tratto
dal Sacro Chiodo, conservato nella basilica di Santa
Croce in Gerusalemme a Roma, lavorato e forgiato
nella forma del chiodo usato per la crocifissione di
Gesv. Questa re liqui a è munita di autentica, in lati-
no, fatta dal Priore del Monastero di Santa Croce in
Gerusalemme. Ne diamo la traduzione:
A11 quanti leggeranno questa lettera, facciamo
fede ed attestiamo che questo Chiodo di ferro, le-
gato da nastro di seta rosso, munito di nostro pic-
colo sigillo, è stato tratto dal sacro Chiodo che si
conserva presso di noi Cistercensi, nella Cappella
interna delle sacre Reliquie della Basilica romana
di S. Croce in Gerusalemme, e che è uno di quelli
con i quali fu appeso alla Croce Nostro Signore
Gesù Cristo; attestiamo inoltre che il medesimo è
stato lavorato artigianalmente perché risultasse si-
mile a quello".
Dato a Roma, nel nostro Monastero di S. Croce in
Gerusalemme, il giorn o 7 del mese di Novembre
dell'anno 1882 .
Mario Morra
sdb
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

2.10 Page 20

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SINDONE
ESPIRITUALITA'
Molte persone non sanno
del'esistenza della Sindone,
molte assumono un atteggiamento
di sufficienza quando se ne parla;
c'è però anche chi dimostra
un If!teresse genuino, quando
ne viene a conoscenza.
Davanti alla Sindone vedi persone
stupite, persone ammirate
e soprattutto persone commosse.
N on d i rado accade che chi si ritiene 'superio-
re a quell e cose' si tenga anche prudenzial-
mente all a larga da l co ntatto co n la Sindo-
ne. Add irittura s' è dato il caso, in un recente sim-
posio, che ci sia stata per gli sc ienziati partecipanti
la possibilità di osservare da vicino il lenzuolo sin-
m donico e che uno di ess i, che da ann i sosteneva
che la Sindone è un fa lso, non abb ia approfittato
dell'occasione, perché «la Sindone non mi in teres-
sa », salvo poi teorizzare in tutta sicurezza co n qua-
le procedimento s'era formata quell ' immagine che
egli per principio si rifiutava di vedere.
Ma ci sono anche altri attegg iamenti da parte di
scienziati e - più spesso - di gente semplice, che
non ha posizioni previe da d ifendere. Sono atteg-
giamenti di grande attenzione e ri spetto, e soprat-
tutto di commozione e di preghiera.
LA SINDONE E I GIOVANI
I giovani confermano la regola. Durante l'ostensio-
ne del 1998 furono distribu it i formul ari tra ragazzi e
adolescenti che passavano dava nti all a Sindone, in-
vitandoli a rispondere ad alcune domande, che ruo-
tavano sui pensieri che essi avevano avuto nel mo-
mento in cu i si erano trovati davanti al lenzuolo sin-
donico. A molti esso ha parlato della crudeltà e della
malvagità dell'uomo. Guardando quel lino, di per sé
insign ifica nte, i giovan i han no fissato istintivamente
il volto e si sono accorti che «mi voleva parlare ». A
volte deve essere venuto un pensiero eh~ disturba
sovente gli adu lti: ma è verame nte Gesù? E un pen-
siero che li co mmuove, anche se non san no dare la
risposta defin itiva. Però essi capisco no, da quel vo lto
sofferente, senza parola e pur tanto eloquente, «cosa
ha dovuto sopportare ». E questo fa «pensare che l' ha
fatto so lo per noi, per la nostra sa lvezza ». E molto
spesso ini zia un esame sul proprio comportamento:
che cosa facc io io per il Signore? Che cosa faccio
per co loro che soffrono come lui? Mi sembra che
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
La Sindone venerata dagli apostoli Pietro e Paolo.
queste d ich iaraz ioni contengano già una risposta
all a domanda su ll a spiritua li della Sindone, che
possiamo porre in vari modi: se ci sia, che cosa sia,
che cosa la contraddistingua. A ll a fine si tratta sem-
pre di sapere qua le rapporto possa avere con la vita
spirituale una devoz ione genuina all a Sindone, in
qua le modo la favo ri sca .
UN LINO CHE PARLA
La risposta può partire so lo dalla Sindone stessa.
Essa è un ' immagine che comunica una storia dolo-
rosissima, di un uomo morto e sepo lto esattamente
come i va nge li narrano che sia morto Gesù di Na-
zaret. Dopo la morte eg li fu avvo lto in un lenzuo lo
un po' particolare per il suo rapporto fra lu nghezza
e larghezza. Su que l lenzuolo si è formata un ' im-
magine, che sembra frutto di una proiezione quasi
ortogona le delle membra de l defunto su ll a stoffa.
L' immagine ha un unico co lore, di tona lità vaga-
mente marrone (tranne nei lu oghi in cui si è posato
il sangue) e di varia intensità; essa non si distacca
troppo dal co lore di sfondo del lenzuolo e non è

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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tanto fac il e a dec ifrarsi , soprattutto in certe cond i-
zioni di lu ce.
Nonosta nte tutte le difficoltà di 'lettura', l'i mma-
gine esercita un 'attrazione indescrivib il e su chi la
contempl a: per il suo mistero di sofferenza, di im-
potenza, di silenzio, intanto che vi scopri il raccon-
to della vicenda finale di Gesù e ti sorgono in
cuore mille domande. Da questa contempl azione
provengono gli aiuti più propri all a vita spiritu ale.
Ognuna delle sue ca ratteristi che diventa un a carat-
teristica della sp iritu alità della Sindone: sp iritualità
del sil enzio e dell'ascolto, dell ' impotenza, della
morte, della sofferenza. Una spiritualità che stenta
a esprimersi in parole, se non quelle delle constata-
zioni più elementar i: una spiritualità attonita, che
sente di potersi acq ui eta re solo nell 'abba ndono e
nell a preghiera. Sarà preghiera di rin graziamento:
«S ignore, non mi potevi amare di più»; di penti-
mento: «Signore, riconosco che sono stati i mi ei
peccati a fa rti soffrire così »; di domanda : «S ignore,
che la mi a vita possa darti un po' di gioi a»; di im-
pegno pratico: «S ignore, fa che io sia, in tutti i modi
testimone credibile del tuo amore». E una spiritua-
lità del disagio più profondo e dell a pace più vera.
PAPA WOJTYtA E LA SINDONE
Nessuno più del Papa ha seminato impulsi per
una rifl essione sulla spiritualità dell a Sindone, quan-
do venne a venerarla a Torino, il 24 maggio 1998,
festa di Maria Ausiliatrice. Egli l' ha ch iamata «pro-
Visita alla Sindone per l'ostensione del 1998.
vocazione all ' intelligenza», «specchio del vange-
lo », «imm ag ine della sofferenza umana, .. . icona
dell a sofferenza dell ' innocente di tutti i tempi »,
«immag ine dell'amore di Dio oltre che del peccato
dell ' uomo ... : cred i nell 'a more di Dio, il più grande
tesoro donato all ' umanità, e fuggi il peccato, la più
grande disgrazia della stori a», «immagine dell'im-
potenza, .. . l' impotenza totale del momento in cui
la vita si spegne », «i mmagine del silenzio, .. . il si-
lenzi o della morte e il silenzio coraggioso e feco n-
do del supera mento dell 'effimero, grazie all ' immer-
sione totale nell 'ete rno presente di Dio », «invito a
vivere ogni esperi enza, co mpresa quel la del la sof-
ferenza e della suprema impotenza, nell 'atteggia-
mento di chi crede che l'amore miseri cord ioso di
Dio vince ogni povertà, ogni condizionamento,
ogni tentazione di disperazione».
Potrebbe sorgere l'impress ione che sia una spiri-
tualità dell'inattività, ma la stori a della devoz ion e
sindonica dimostra il contrari o. I grandi devoti
dell a Sindone (a nche Don Bosco fu tra quelli) han-
no sentito il dovere di impegnars i per gli interessi
del loro Signore sofferente, e le necess ità dei suoi
frate lli che oggi soffrono vicino a noi . La Confrater-
nita del SS. Sudario, sorta a Torin o 20 anni dopo
l'arrivo della Sindone, si prese cura dei malati men-
tali (e continua ogg i a co ltivare questo impegno
con la Casa Bordino, centro di recupero e ass isten-
za per i disagiati psichici) fondando la prima casa
di cura per malattie menta li in città, seconda in Ita-
lia, e dedicandos i all ' ed ucaz ion e dei bambini, so-
prattutto dei figi i dei so ldati, che erano acq uartierati
vicino all a sede della Confraternita.
Spiritualità dunque dell'attesa, contemplativa e ope-
rosa, impegnata nell ' attenzione agli interess i del
Regno di Colui che ha sce lto di essere Salvatore
amoroso attraverso la più tota le impotenza.
Giuseppe Ghiberti
Vicepresidente della Commissione Diocesana
per /'Ostensione della Sindone
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

3.2 Page 22

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LA SINDONE,
DON BOSCO
EI SALESIANI
Riprendiamo, con alcune integrazioni,
un articolo pubblicato
da "li Tempio di Don Bosco"
nel numero del giugno/luglio 1978,
anno di ostensione della Sindone.
Le notizie sono intervallate
da frasi di Don Bosco,
che della Sindone fu devoto.
A Torin o, durante la vita di Don Bosco, ebbero
luogo due ostension i dell a Santa Sindone, l' una
il 2 1 aprile 1842 e l'a ltra il 22 aprile 1868 .
La prima in occas ione de ll e nozze del principe
Vittori o Emanuele co n Maria Ade laide di Lorena. In
merito scr ive don G iova nni Battista Lemoy ne (un o Don Giulio Barberi s.
dei biografi di Don Bosco n.d.r.): L'immensa piazza
e le vie era no riboccanti di gente di ogni condiz io-
ne, di ogni età e di ogni paese, che a m ostrare la
propria fede recava nsi con giubilo a venerare la
sacra Reliquia ed a contemplare in essa la facc ia
divina e le p iaghe delle mani, dei piedi e del costa-
to del nostro divin Sa lvatore. Don Bosco p ure vi ac-
corse e con lui tutti i giovani de /l'Oratorio. Egli, che
era tenerissimo verso i do lori del Sa lvatore e de lla
divina sua Madre, di questo commovente spettacolo
si va lse per destare nei suoi giova netti odio impla-
cabile al peccato ed un amore ardentissimo a Ges ù
Redentore, ciò che faceva sempre in tutta la sua
vita ogni volta che aveva occasione di pa rlare della
Passione del Signore e dei do lori de lla sua 55.
Madre (MB Il,117).
La seconda ostensione avvenne per il matrim oni o
del prin cipe U mberto, fig li o p ri mogenito d i Vi ttori o
Em anu ele 11, co n la principessa Margheri ta d i Sa-
voia. L' Arcivescovo ottenne co n diffico ltà l'osten-
sione de ll a Si ndone, per tre giorni , nell a cattedrale.
Don Bosco si diede premu ra d i preparare i suoi
giovan i all 'evento, e di ravv iva re l'amore a Gesù
Cri sto e l' od io al peccato, face ndo in modo che ne
traessero motivo di un a vi ta cristia na intensa mente
vissuta (MB IX,137) .
I membri della Famiglia Salesiana hanno attin to
da Don Bosco e da una tradizione ininterrotta l' a-
more all a Passione di Ges ù e ai do lori de ll a Ve rgi -
ne, e si sono adoperati sempre di tras metterlo nel-
l'a ni mo dei giova ni .
A d istanza di 30 anni dagli ulti mi fatti su es posti Don Alberto Caviglia.
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS

3.3 Page 23

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Don Eusebio Vismara.
Don Antonio Cojazzi.
si presentò per Torin o la circostanza del matrimo-
ni o di Vittorio Emanuele con El ena de l Montene-
gro. Il sa les iano don Natale Noguier de Malijay,
professore di fis ica e di chimica al li ceo "Valsalice"
per 12 anni per vo lere dello stesso Don Bosco, tra-
mite il ba ron e Manno otten ne da Umberto I il per-
messo di fotografare per la prima vo lta la Sindone.
L'esecuzione del la fotografia fu affidata all'avvocato
Secondo Pia di Torino . A cose fatte, la scoperta che
la Sindone era un negativo perfetto costituì una di-
mostrazione scientifica dell'autenticità della Sindo-
ne e dette il via a ricerche e a studi appassionati,
prima di all ora particolarmente diffici li . Si può oggi
affermare che da quel momento prese l'avvio " una
nuova branca del sapere um ano". Noguier aveva
deciso di fars i sa lesiano dopo un co ll oq uio con Don
Bosco avvenuto il 5 marzo 1887, e dallo stesso
Don Bosco ri cevette l'abito talare nell a basilica di
Maria Ausiliatrice, il 24 novembre dello stesso anno.
I salesiani si misero subito all'opera. Al Nogui er,
che pubblicò vari lavori in lingua italiana e fran ce-
se, fecero segu ito don Antonio Tonelli (1878 -19 38),
suo successore all a catted ra scientifi ca di Valsalice.
Suoi sono gli studi più approfonditi sulle conse-
guenze del graviss imo incendio di Chambéry del
1532 . Egli pubblicò La santa Sindone - Esame og-
gettivo, e spiegò come essa fu custod ita e ripi egata
nei secoli passati, attraverso molti artico li su " Rivi-
sta dei Giovani ", tra il 1929 e il 1933. E ancora don
Giulio Barberis (1847 -1 927), don Albino Carma-
gnola (186 1-192 7), don Alberto Caviglia (1868-
1943 ), don Eusebio Vismara (1880- 1945), don Anto-
nio Cojazzi (1880- 1953), don Pierino Scotti (1899 -
1982) che fece ricerche scientifiche ed esegetiche
ad alto live ll o in oltre 30 artico li; don Giuseppe Pa-
rolini (1905-1976), don Eugenio Valentini (1905-
1992), don Peter Rinaldi (1910-1993) che scrisse lt
is the Lord, New York, don Geremia della Nora
(1915- 1987) Hanno fotografato il vo lto di Gesù,
LDC.
Altri salesiani continuano a dedicare te mpo e in-
gegno alla diffusione della cultu ra sindoni ca in Ita-
li a e all 'estero, prefiggendosi di far conoscere l'au-
tenticità e l' intrin seco va lore cristiano del raro ci-
melio, che a buon diritto si può definire " Quinto
Vangelo": don Giuseppe Pace (Case lette Torino),
don Natale Cerrato (Pinerolo, Torino); don Gaeta-
no Compri (Tokio, Suginami-Ciappone), don Pedro
Pasino (Villa Regina, A rgentina), don Piergiuseppe
Ottaviano (To rin o, S. Paolo), don Giuseppe Terzuo-
lo (Torino, Valdocco), don Luigi Bonora (Mogliano
Veneto), don Luigi Fossati (S. Benigno Ca nanese,
Torin o).
Giovanni Calova
sdb
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

3.4 Page 24

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SANTI, BEATI. ..
ELA SINDONE
DI TORINO
Con la Sindone di Torino ebbero
a che fare, nel'epoca moderna,
sia pure con diversa intensità
e in particolare durante le ricorrenti
ostensioni, santi e beati,
soprattutto quelli più legati
a Torino e al Piemonte.
E' giocoforza iniziare con san Carlo Bor_romeo'.
arcivescovo di Milano. Fu proprio grazie a lui
che la Sindone nel 1578 fu traslata da Cham-
béry a Torino, dove rest~ definitiva~ente. __lnfatt!,
spi nto da un'intensa devozione a Gesu Croc1f1sso, il
santo vescovo durante la peste aveva fatto voto di
andare a vene rare la Sindone. Emanuele Filiberto,
che nel 1563 aveva trasferito la capita le del ducato a
Torino, dove desiderava portare anche la più preziosa
reliquia dei Savoia, co lse al volo l'oc~asi~ne e fec_e
trasferire il sacro lenzuolo, per abbreviare il pellegri-
naggio che il presule intendeva compiere a piedi;
pellegrinaggio che l'arcivescovo rinnovò altre tre
volte negli anni 1581 , 1582 e 1584. ·
.
Il santo vescovo di Ginevra, Francesco d1 Sales,
che ne teneva nel suo apparta mento :e nel suo bre-
viario molte riproduzi~ni, iI 4 ma~gio 1613. co~
altri vescovi la presento alla fol la, da ll a loggia d1
Palazzo Madama. Quando nel 1638 la sua disce-
pola spirituale, sa nta Giovanna Frémyot di Chantal,
venne nella capita le per fondare ,un monastero
de ll a Visitazione, Madama Reale si degnò di farle il
raro favore di un 'ostensione, che venne compiuta
dall ' arcivescovo Anton io Provana: la santa venerò e
baciò il sacro lenzuolo.
,
Devotissimo ne fu il beato Sebastiano Valfré, pre-
posito de ll 'Oratorio di San Filippo; co_nv into_ che la
Sindo ne avesse avvo lto il corpo d1 Cristo, cI ha la-
sciato al riguardo alcu ne commosse rifl ess ioni ; si
adoperò inoltre presso il duca Vittorio Af!l~~eo I!,
perché la reliquia avesse una degna e defin1t1va si-
stemazione, che avvenne nel 1694 nella cappella
del Guarini : in tale circostanza il beato procedette
personalmente all a cucitura di un p,iccolo strappo
del telo della fodera. A proposito della co ntempo-
ranea beata Maria degli Angeli, sappiamo da ll a sua
autobiografia che fu proprio in occasione dell 'a n-
nuale ostensione del 4 maggio del 1675 (o del
1676) che ell a maturò la decisione di entrare nel
Carme lo.
Del beato Ignazio da Santhià, vissuto nel Sette-
suPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
San Francesco di Sales consegna le regole
a santa Giovanna di Chantal.
ce nto e soprannominato " il santo de l Monte" , un
biografo ha scritto che il c_appuc~ino ~~triva u~, "te-
nerissimo affetto alla Passione d1 Gesu1 e una spe-
cialissima devozione alla Santissima Sindone". Nel-
l' Ottocento continuò la devozione alla Sindone,
ma - se le biografie sono fedeli - sembra essersi ve-
rifi cata una certa attenuazione rispetto ai santi e
beati dei seco li precedenti. Soprattutto appare più
episod ica, occasionata in p~rticolare da_ll e oste~-
sion i, che si celebravano partico larmente in avven i-
menti concernenti Casa Savoia.
Desta stupore ad esempio l'assenza del ri chi amo
al la Sindone in co lu i che è considerato il padre
della santità sacerdota le torinese dell'Ottocento,
sa n Giuseppe Cafasso : assenza oppure om i~s ione
da parte dei biografi? Nella biografia di san Gmsep-
pe Cottolengo compare il riferimento al_la Sindo~e
so ltanto al la vigilia della sua morte. Era il 21 aprile
1842, giorno dell ' ostension_e, ne_l contest? d_elle so-
len ni ce lebrazioni del matrimonio del principe ere-
ditario Vittorio Emanuele co n la principessa Mari a
Adelaide; le v ie erano traboccanti di gente che ac-
correva all a ostensione. Quel giorno, alle tre suore
che lo accompagnava no a Chi eri , il canonico Cot-
tolengo, prendendo lo spunto dalla _n umerosa fo ll a
festosa, secondo iI biografo .Castaldi avrebbe offer-
to una lunga riflessione sul la reliquia .
In mezzo a questa strabocchevo le fo lla anche Don
Bosco accorse con tutti i giovan i dell 'o ratorio a ve-
nerare la Sindone esposta dalla loggia di Palazzo
Madama. La cosa si ripeté in occas ione della osten-
sione del 1868, a cui fu pres·ente anche la beata En-
richetta Dominici delle suore di Sant' Anna. 11 2
giugno 1869 il santo di Valdocco scrisse al conte
Edoardo Crotti di Costig li ole, lamentan~o eh~ la
chiesa del SS. Sudario in Roma cadesse in rovina;
lo pregava perché intervenisse presso il ministro
Menabrea, per ottenere all a congregaz ione l' uffi-
ciatura della chiesa.
Di san Leonardo Muriald~ ci è giunta ~n ~ trac~i~
di conferenza su ll a Sindone tenuta ai suoi giovani il

3.5 Page 25

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San Leonardo Murialdo.
2 apri le 1897, venerdì dopo la IV domeni ca di
Q uares ima. Scrive di "divozione a Reliquia prezio-
sa" "pel ricordo delle piaghe di N.S. " Offre alcune
interessa nti inform az ioni: eg li era presente nella
cappe ll a quando la Reg ina M ari a Teresa e M aria
Adelaide cucirono gli squarci; l'a rcivescovo Loren-
zo Castaldi fece scattare una fotografia e il pittore
Enrico Reffo ne trasse un dipinto; e poi accenna
all a devozione di san Ca rlo e di sa n Francesco di
Sales. Ma fu attorno alla solenne ostens ione inizia-
ta il 25 maggio 1898, ce lebrata per ri co rdare parec-
chi ce ntenari , tra cui il XV del co ncili o di Torino, e
durante la quale fu scattata la ce lebre foto da parte
dell'avvocato Secondo Pi a, çhe rivoluzionò la sin-
don o logia e che fu occasione di ril anc io della de-
vozione all a Sindone, che co mpaiono divers i futuri
beati.
Tra questi Giuseppe Allamano, che co me ca noni-
Il beato Giuseppe Allamano.
Il beato Luigi Orione.
co de ll a cattedra le ebbe il privil egio di portare sulle
spa ll e la cassa; nel 1901 inviò in omaggio a monsi-
gnor Andrea Jarosseau, vicario apostoli co dei Gall a
in Etiopia, un "a rtistico vetro della 55. Sindone" ;
stesso dono inviò a padre Giovanni Vincenzo Tas-
so, superi ore dei Lazza risti .a Roma; ripetutamente
parlava dell a Sindone ai mi ss iona ri e all e missiona-
ri e della Consol ata.
Il prevosto di Rivalba, il beato Clemente Marchi-
sio, per la ri co rd ata ostensione del 1898, guidò un
imponente pell egrin agg io di Rivalbesi e si com-
muoveva al pensiero che il lenzuolo portasse le
tracce del sangue di Gesù . Fu presente co n i vesco-
vi piemontesi e i valligiani segusini anche il vesco-
vo di Susa, il beato Edoardo Rosaz . Tutta una notte
in preghi era vi trascorse il beato Luigi Orione (che
ritornò per l'ostensione del 1933, co nducendo con
i novizi). Non è ce rta, anche se probabile, la
presenza del primo successore di Don Bosco, iI
beato Michele Rua, che nella c irco lare del 16 di-
ce mbre 1898 scrisse che " il 1898 sarà memorando
nella storia della città di Torino per l'Ostensione
della Sindone".
Si può dare per ce rta la presenza del venerabile
Paolo Pio Perazzo " il ferroviere santo", sempre in
prima linea nella partec ipaz ione all a vita della dio-
ces i. La Sindone fu vista ce rtamente da un ragazzo
quattordicenne, futuro segretario del ca rdin ale A-
gostino Ri chelmy e fondatore del Famul ato Cristia-
no, il servo di Dio monsi gnor Adolfo Barberis . Que-
sti divenne un co nvinto devoto della Sindone, ma
anche studioso e divul gatore della co nosce nza del
lenzuol o e della devozione al Crocifisso. Quanto al-
l' origine dell e impronte enun c tre possibili ipote-
si: «E possibile__ che le impronte della Sindone siano
opera divina. E probabile siano un processo natura-
le. E parimenti ammissibile sia il frutto del concor-
so di ca use natura li dirette dalla Volontà divina ».
Giuseppe Tuninetti
Direttore Archivio
Curia Metropolitana di Torin o
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/AGOSTO 2000

3.6 Page 26

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LA SINDONE
NELL'IMPERO
DEL SOL LEVANTE
Scrivo dal Giappone dove da 45 anni
svolgo il mio apostolato missionario.
Sono convinto che la diffusione
della Sindone in questo paese
sia una missione. Qui "scienza"
e "scientifico" sono vocaboli magici,
sinonimi di "assolutamente vero".
Perciò la Sindone, con
la sua inconfutabile base scientifica,
esercita un fascino straordinario
e una forza convincente unica.
11 mio primo incontro con la Sindone risale a 50
anni fa, quando nel 1950, studente alla facoltà di
filosofia dell'Ateneo Salesiano, don Geremia del-
la Nora invitò il notissimo fotografo sindonico Giu-
seppe Enrie a tenere una co nferenza ag li studenti.
Così m' in contrai con Quel Volto, e rim asi affasci-
nato dal suo mistero. Nell 'aprile del 1955, venticin-
quenne, arri vato a Tokyo, tenni la mi a prima confe-
renza ag li studenti di teo logia. Parlai in italiano,
non sapendo una parola di giapponese. Assisteva a
quel mi o primo contatto co l mondo ori entale il ve-
nerabi le don Cimatti. Fu iI suo sorriso a incoraggiar-
mi. Dopo quella, ho tenuto almeno 600 conferenze
nell a lingua che sa n Francesco Saverio definiva
"del diavolo ", tanto gli sembrava difficile, ma che,
co noscendo la, la si scop re bel la ed espress iva.
LA PRIMA VOLTA IN TELEVISIONE
Nel 1970 una grande casa editri ce giapponese mi
chi ese una foto per un libro di ed ucaz ione morale
per le scuo le li cea li. Cercavano un' immagine non
conosciuta de l gali leo Gesù, maestro di moral e.
Consegnai loro la foto del vo lto della Sindone, ac-
compagna ndola con un a breve sp iegazione. Ma il
li bro non passò l' approvazione del Ministero de ll a
Pubblica Istru zione: "Non es iste alcu na prova che
questa sia la facc ia del M aestro". Mi accors i all ora
che la Sindone era sconosciuta. Sulla reliq ui a es i-
steva no in giapponese so ltanto due vo lumi fuori
commercio. Nel 1978 ci fu l' esposizione a Torino,
preceduta da scoperte scientifiche che fecero parl a-
re la sta mpa de l mondo intero. Anche in Giappone
se ne parlò, ma con non poco scetticismo. Nel
maggio di quello stesso anno fui contattato dalla te-
levisi one nazionale NHK, che aveva intenzione di
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
manda re in onda un programma di mezz'ora pro-
prio sul lenzuo lo di Torino, e vo leva qu alche spie-
gazione in proposito. Mi contattò add irittu ra il di-
rettore del programma che nella conversaz ione ma-
nifestò la gran confusione che aveva in testa . Gli
mostrai la foto del vo lto sindonico e gli chi esi:
1'Di chi è questa facc ia?'1. La guardò un po' incu -
riosito e rispose:
11Non è quella di Cesù?11.
11Perché mai?111 in ca lza i.
11Mah ... perché g li assom iglia11, rispose.
11Come fa a dirlo?11
.
11È molto simile a quella che si vede sempre stam-
pata sui libri/11.
Q 11 uelle sono pitture1 questa invece è una foto-
grafia/ 11. Per poco non balzò sull a sedia:
11Come sarebbe... una fotografia? Non è possibi-
le1 caro lei1 a quei tempi non esisteva ma cchina fo -
tografica ! 11.

3.7 Page 27

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Cominciai per a spiegargli il mistero della
Sindone. Mezz'ora dopo fui certo che il program-
ma sarebbe stato fatto. E in una fascia oraria di
grande ascolto. Fu un successo senza uguali . Final-
mente la Sindone poté entrare nell'immaginario del
pubblico giapponese. La sua diffusione J'.lGfl ·
fermò più. Se ne cominciò a pa.i:lare a proposito e
anche a sproposi o .. osì mi decisi a fare il punto,
scrivendo per il eubblico giapponese, credente e
non, sul mistero di quella fotografia (!) che aveva
scatenato tante pr se di posizione e soprattutto su-
scitato tanto interesse nei figli del Sol Levante.
Il volume uscì nel 978 con il titolo: "La Sindone:
ripresa fotografica defla passione di Cristo". Ebbe
successo, anche se I mancanza di tempo aveva
giocato a favore di u testo pìù divulgativo, anche
se scientificamente eSfl>OSto. Il 1981 fu l'anno della
visita di Giovanni Paolo Il in terra giapponese. Un
grande settimanale edi ò un numero unico sull'av-
venimento. Vi comparve anche un mio articolo
sulla Sindone. Il che mi fece ca?ire che i miei scritti
sindonici cominciavano a far breccia. Nell'83 un
noto scrittore protestante, rispondendo a un'intervi-
sta, criticò un certo prete (ero io!) che aveva osato
affermare che la cosiddetta Sindone era probabil-
mente una reliquia autentica. "Non può essere, af-
fermò, perché il Cristo fu avvolto in fasce non in un
lenzuolo. Purtroppo esistono anche dei preti che
credono a ogni panzana" . rovai a telefonargli per
informarmi dove mai avesse letto due Gesù era stato
avvolto in fasce!
11 Nella Scrittura!", mi rispose secco.
"Mi pare di conoscer/a bene, la Scrittura, ma non
rammento di aver mai trovato questa notizia!".
'Tppure io l'ho letto!".
"Mi dica dove".
"Beh, in un libro, ovviamente!".
"D'accordo! Ma quale libro?". Non lo seppe cita-
re. Allora chiesi alla rivista che aveva diffuso quella
notizia di pubblicare una mia replica. Risposta ne-
gativa: non volevano polemiche. Così decisi di ri-
spondere con un volume che vide la luce nel 1984
col titolo "Guardate quest'uomo". Ne feci omaggio
alla moglie di questo "famoso scrittore", essa pure
scrittrice di fama nazionale. L'apprezzò, ma dal ma-
rito non ebbi risposta. Il libro raggiunse la tiratura di
20 .000 copie: notevolissima per un libro cattolico.
Nel 1987 fui invitato dalla città di Nagoya, apre-
sentare un aspetto religioso della cultura italiana,
quello riguardante la più famosa reliquia del
mondo, la Sindone, curandone anche una mostra.
Preparai foto a grandezza naturale e 100 altri pan-
nelli con immagini e spiegazioni . Il successo andò
oltre ogni previsione. In una settimana più di 8000
persone visitarono la mostra e io lì, tutto il tempo a
dare spiegazioni. Alla conferenza durata due ore, il
salone si riempì all'inverosimile.
LA DATAZIONE AL CARBONIO 14
Sorsero difficoltà nel 1988 dopo la datazione al
carbonio 14 cb giudicò il lino un manufatto del
1~DQ. I: stampa reagì con affermazioni perentorie:
11 E tutto falso, da relegare nel polveroso magazzino
delle cose inutili. Non se ne parli più". Ci fu chi ne
gioì, anche tra il cle o; e chi ne soffrì. Anch'io; ben-
ché avessi sempre sostenuto che la Sindone non era
articolo di fede, la q aie poggia su ben altre certez-
ze. Contattai don Rina.Idi per riferirgli che a mio pa-
rere l'esp:>erimento di laboratorio non era stato con-
dotto bene. 11 Per ripa~ re i danni ci vorranno anni",
mi rispose. E fu propri,o così. Per gli anni a venire la
Sindone, almeno in Giappone, fu relegata nell'am-
bito dell'occultismo...
Tutti i libri più strani vennero tradotti in giappo-
nese. Si scomodò perfin Leonardo da Vinci come
falsario della Sinèlone, e si scrissero storie fantasio-
se sulla non morte di Gesù e sul suo viaggio in
India. Si vociferò anche che il Vaticano avreobe vo-
luto distruggere la reliquia. E si giurò che la Sindo-
ne aveva re[azione con la massoneria. Un profluvio
di teorie e un effluvio di libri che realizzarono lauti
guadagni. Ma gli studi, fortunatamente non si fer-
marono. E l'esposizione del 1998 e quella ormai
alle porte di quest'anno 2000 vedono il problema
riproposto con più forza, con il supporto di rigoro-
sissimi studi.
Nel '97 volli lanciare in commercio una video-
cassetta sulla Sindone di 70 minuti, mentre mi de-
dicavo con cura a un nuovo studio sul lenzuolo
sindonico, spiegando in modo rigorosamente scien-
tifico perche il risultato della datazione al Cl 4 non
fosse accettabile. Il volume La Santa Sindone uscì
nel 1998 edito dalla San Paolo di Tokyo, con 100
foto a colori e 300 in bianco e nero. Tutte le que-
stioni dibattute vennero affrontate e approfondite.
Molte le recensioni e buono il successo.
Nel settembre 1999 la televisione nazionale NHK
mi ha contattato per preparare un programma televi-
sivo sulla Sindone in occasione di questa esposizio-
ne giubilare. Le registrazioni vengono fatte da una
équipe in Italia, Germania, America e, naturalmente,
Gerusalemme. Presenta il programma Atoda Takashi,
scrittore di fama nazionale, non cristiano. Quando
venne per la ripresa aveva il mio libro ,in mano ... lo
aveva letto con attenzione. Mi disse: "f affascinante.
E mi piace il suo modo di scrivere è scientifico e og-
gettivo. Lei parla sempre dell'Uomo della Sindone e
non di Gesù, lasciando così la conclusione al lettore.
Non impone il suo parere. Proprio per questo risulta
ancor più convincente".
Domenica 23 gennaio 2000 la trasmissione è an-
data in qnda in prima serata, ora di punta per l'au-
dience. E la prima volta in assoluto che la TV na-
zionale trasmette un programma religioso e cattoli-
co di questa portata.
Gaetano Compri
sdb
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

3.8 Page 28

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IL VOLTO
EI VOLTI
L'immagine di Cristo fa parte
della nostra cultura, prescindendo
dal fatto che si sia credenti o meno.
L'arte occidentale è debitrice
alla figura del Salvatore perché grazie
alla raffigurazione del corpo
del Si!fnore ha potuto affrontare
i tem, della gioia, del dolore,
del lavoro, de/l'ingiustizia
e della morte, soprattutto
quella dell'innocente.
Nei primi tempi della Chiesa, quanti rappre-
sentavano il Signore non aveva no la pretesa
di esprimere con verosimiglianza le sue sem-
bia nze e nelle scene in cui era necessaria la sua
presenza si raffigurava un tipo ideale, oppu re si ri-
correva al simbolo. Nei mosaici, nelle pitture e nel-
le sculture dei sarcofagi paleocristiani la figura di
Gesù è idea li zzata, o appena delineata, sovente è
giovane e senza barba.
11 grande serbatoio del si mbo lismo cristiano era,
ovviamente la Sacra Scrittura . Ecco al lora che le
pareti dei cim iteri, delle primitive basiliche e chi ese
si copr irono di affresch i e mosaici con immagini
tratte dall'Antico e dal Nuovo Testamento. La figura
del buon pastore opp ure quel la dell 'agnello erano
delle più ricorre nti; quest'ultima, soprattutto, aveva
importanti riferime nti nei testi biblici. Nel libro del
profeta Isaia è sc ri tto: "Come un agnello è condotto
al macello" e nel l'Apocalisse: " .. . vidi un Agnello
che sembrava sgozzato, ma stava ritto in piedi".
LA VERONICA E IL VOLTO
L'idea di un " ritratto" di Gesù si fece strada dopo
che si ebbe la certezza d i possedere un' immagine
esatta del suo vo lto, noi oggi diremmo, una fotogra-
fia. Questa sembianza " vera " de l Signore era stata
ottenuta, secondo la tradizione, dall'impressione
del suo vo lto su un panno offerto dal la Veronica.
L' importanza di questo reperto crebbe nella .misura
in cui i pellegrini la diffusero e gli artisti la ripro-
dussero, co n tutte le va ri anti dipendenti dalla loro
personale capacità e con le caratteristiche tipiche
dell'a rte del loro tempo. li volto di Gesù, da l X se-
co lo in poi, ebbe sempre la barba e i cape lli lun-
gh i. li repertorio va dalle figure imponenti del Cri-
sto Pantocratore delle absidi di Monreale e Cefa lù,
dove la maestà del Signore viene espressa co n
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
Crocifisso della basilica di San Pao lo fuori le Mura.
fo rm e marcate e colori e tessere dorate, alla raffigu-
razione del Servo Sofferente, del Crocifisso dove, a
partire dal secolo Xl, si rappresenta Dio che si avvi-
cina all 'uomo. Basta qui citare i crocifissi di Giunta
Pisano (uno bellissimo è nella Galleria fiorenti na
degli Uffizi ), o di Cimabue a Bologna e a Firenze in
Santa Croce, oppure quelli di Giotto agli Scrovegni
di Padova e nella chi esa fiorenti na di Sa nta Maria
Novella. La scultura annovera capo lavori che pre-
sentano la serena compostezza dell'Uomo dei do-
lori, come il crocifisso di San Paolo Fuori le Mura,
o i l risultato della cattiveria umana espressa nell a
numerosa schiera dei Crocifissi Dolorosi prodotti in
Sardegna nel XV seco lo. Nell'affresco co n la sa lita
al Calvario, nell a sacrestia dell a chiesa di Sa nt' An-
to nio di Ranverso (To), il contrasto tra il vo lto pacato
e dolente di Gesù, e la marmaglia deg li sgherri
sbracati e vocia nti, diventa il segno dell ' amore del
Cristo condotto al Calvario (Sanl'Antonio di Ranverso).

3.9 Page 29

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Figlio di Dio, obbed iente fino all a morte per porta-
re il Va nge lo della sa lvezza, nonostante la bestialità
degli uomini.
GLI ARTISTI E IL VOLTO
Oltre ai messaggi legati a un a visione teologica,
gli artisti nel volto del Signore seppero esprimere
anche una loro personale adesione alle vicende del-
l' umanità. Hans Memling (1435-1494) dip in se per
una nobi ltà e una borghesia paghe di quanto pos-
sedevano e des iderose di un a ascesi impegnata, ma
congen iale al loro stato di vita. I suoi vo lti di Gesù
sono sempre be lli, e anche nel dolore sono di una
dolcezza malinconica. Antonello da Messina con i
suo i Ecce Hom o, e i ritratti di Cristo coronato di
sp ine e beffeggiato dalla marmag li a, offre al cristi a-
no un riferimento forte per la sua meditazione per-
sona le; iI formato ridotto del le tavole attesta che
era no destinati all a devozione privata. Il Gesù di
Mathi as Grunewald (1480-1 528), invece, dipinto in
un'epoca di torb ide repress ion i, nonostante ri spetti
le ti piche caratteristiche somatiche, ha iI sembiante
di un povero co ntadino sottoposto ad ogni sorta di
angherie; di quella stessa povera gente che ha visto
massacrata perché aveva osato chiedere pane, giu-
stizia e li bertà .
Particolare del Crocifisso di M. Grunewald.
L'UOMO PERFETTO
La cultura figurativa rinascimentale vide in Gesù
l' uomo perfetto, e lo ri trasse come un eroe de ll'an-
tichità class ica. Per questo gli artisti si servirono
come modelli dell e statue che affioravano tra le ro-
vin e della Roma imperiale. Mi chelangelo si disco-
stò dall ' iconografia tradizionale e nel suo Giudizio
Universale raffigurò un Cristo Giudice giovane e
senza barba, come nell e immagini pa leocri stiane.
Una sorta di manifesto dell e sue asp irazion i a una
Ch iesa rinnovata, in sinto ni a con quella delle origi-
ni. Il Caravaggio non dipinse mai una Crocifissione,
ma le sue Flagellazioni, e le due versioni della Ce-
na di Emma us ci presentano un vo lto di Gesù pron-
to a sopportare con pazienza co loro che lo frusta-
va no e a indicare, con il segno della benedizione,
ai suoi discepoli cocciuti che lu i non è morto ma,
come avevano detto i profeti, vivo e vicino.
UN VOLTO CHE INSEGNA
La riforma della Chiesa segu ita al Conci lio di
Trento pose l'accento sull a funzione didascalica e
di inc ita mento all a pietà svolta dalle immagini
sacre e produsse un a fioritura di immagini del Si-
gnore pie, ricche di sentimento: ag li estremi si pon-
go no Guido Reni per sodezza di contenuto (s ign ifi-
cativo è il Cristo coronato di spine) e Ca rl o Dolci
ce lebre per le sue immagi ni languide e svenevol i.
L'ultimo grande " ritrattista " di Gesù è stato il pittore
Georges Rouault (1871-1958); i suoi dipinti sono
ca ratterizzati da un forte contorno sc uro che li
priva di ogni verosim igli anza e li proietta fuori dal
tempo e dalla storia per tramutarli in simbo li della
sofferenza che è sa lvezza per tutti gli uomini.
Natale Maffioli
sdb
Veronica di Hans Memling.
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

3.10 Page 30

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IL VERO VOLTO?
"et viene a Roma, seguendo 'I desio
per mirar la sembianza di colui
ch'ancor lassù nel ciel vedere spera".
Q uesta terzina del Petrarca è illuminante per
più di un aspetto: definisce una delle mete
del pellegrino romeo che, a co nclusione del
suo pericoloso viaggio, non so lo venerava le tombe
degli apostoli Pi etro e Pao lo, ma aveva una visione
der cos iddetto Volto Santo, detto anche Veronica,
cioè dell a vera immagine del vo lto di Cri sto.
LA VERONICA
La Veronica è una delle reliquie maggiori de ll a
basilica di San Pietro in Vaticano e la sua presenza
a Roma nel seco lo VIII è attestata da documenti
che risalgono al secolo X. Le origini della preziosa
reliqui a si perdono tra le pieghe della storia, e
quanto si conosce è fatto d i leggende. Da sempre è
stata ritenuta un ' immagi ne non fa tta da mano d' uo-
mo. La tradizione leggendaria è co nten uta in diversi
testi , i più anti chi del VII seco lo, la Cura Sanitatis
Tiberii (La cura della gua rigione de/l'imperatore Ti-
berio) e la Vindicta Salvatoris (La vendetta del Sal-
vatore), narrano che l' imperatore Tiberio, co lpito da
lebbra, inviò un suo messaggero in Palestina da un a
donna di nome Veronica, cn e era stata guari ta da
perd ite di sa ngue da Gesù (evidentissima l' identifi-
caz ione co n l'emorroissa dei Vangeli ) e possedeva
una sua immagine; questa stessa effi gie, portata al-
l' imperato re, lo guari dall a malattia. La tradi zione
non di ce null a però dell 'origine dell 'i mpronta,
di co me la reliquia sia stata co nservata nella cap ita-
le dell ' impero né, tantomeno, del rapporto tra que-
sta e l' icona della Veronica roman a. Solo nel tardo
secolo Xl- Xli si descrisse per la prim a vo lta la genes i
de ll ' immagine di Gesù, rim asta come impro nta mi-
raco losa sul panno usato da un pittore nel tentati-
vo, non riuscito, di ritra rre le sembi anze del Mae-
stro. La tela fu poi donata da Gesù stesso alla Vero-
nica. Un autore del Xli seco lo un 'a ltra version e
delle vice nde della reliqui a, co ll ocando la nell 'am-
bito della passione, al momento dell ' in co ntro d i
Gesù co n Veronica: il panno recante l'effigie è
quello che Gesù usò per detergersi il viso mentre si
recava al luogo della crocifissione.
Pierre Octave Fasani sdb. Particolare del volto di Cristo
(dal libro: Seguire Cristo sulla via della Croce).
IL CULTO DEL VOLTO
Senza dubbio, il culto per la vera immagine del Si-
gnore si diffuse per tutta la cri stianità grazie all e tra-
dizioni leggendarie e alle indulgenze che erano co n-
nesse con fa sua veneraz ione. Con la co noscenza si
diffusero anche le raffigurazioni. Le più antiche risal-
gono al Xlii secolo e sono miniature di co rredo all a
SUPPLEMENTO LUGLIO/AGOSTO 2000 BS
/::l'r/ A~.,;~,~ r;,,,,.n· l?lm,.- ./)111/t'/1/..AJ;.11?/. ~I(/ l'J17,:,1t·
'°" ,i, f"'f' .11.•mr ,1,;r,~~-,,11,,;,, /J,,.,,/t,., ,J.'.R•/f/ ffrlif,n,: r,•1y,:1:,/-1JN,· ~,;},.,.,.,t/111~ ,,r,.,,ftì1ìr,::.,,1
- Copia ottocentesca della Veronica di San Pietro in Vaticano.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Sovrapposizione del volto della Veronica di Manoppello
al volto della Sindone di Torino.
Crocifisso di Nicodemo (Oristano, chiesa di San Francesco).
preghiera composta da. papa Innocenzo lii sull a
bolr~ ~h ~ co ncedeva le indulgenze. Nei secoli suc-
cess_,v_, d,ven_ ne uno dei '.'gadget" più in uso dai pel-
legrini rome, che la cuc ivano su ll a mantellina o sul
gra nde cappe llo da viaggio, come si vede in un af-
fresc? in Sa~ta Maria Novella Firenze, oppure sul
copricapo d , una scu ltu_ra che ritrae un pellegrino,
conserv~ta nel museo d, Evreux. Scavi archeologici
h~nno ri ve lato _la presenza di pl acchette di stagno o
d, rame co n l' impronta dell a Veronica nell e più di-
sperse co ntrade ,de! nord Europa . La reliqui a era
conse rvata in un ed icola co ll ocata nell 'u ltima nava-
tella destra dell'antica basilica di San Pietro. Nell a
cronaca del monaco Benedetto da S. Andrea si dice
che_papa _Giova ~ni VII (705-707) fece costruire nell a
basilica d, Sa n Pietro una cappel la dedi cata all a Ma-
donna "dava nti al luogo dove si conservava la Vero-
nica", e le piante anti che della basi li ca definiscono
co n chi arezza dove si trovava questo amb iente.
Dell'ult!mo altare, _fatto costruire nel 1193 da pa-
pa Ce lestino 111, abb iamo delle descrizion i somma-
ri e nelle incisioni di co rredo del Mirabilia Urbis
un a sorta. di. ~u ida all e merav igli e della ca pitai~
d~lla rnstIanIta; una raffigurazione più precisa la
diede Jacopo Grimaldi nell ' Opusculum de Sacro-
sancta Veron_icae Sudario Salvatoris (Opuscolo sul
Santo Sudano del Salvatore della Veronica) , del
1621. 11 monumento era a due pia ni, inferiormente
quattro co lonne SC?stenevano una copertura piatta,
proteggendo, quas, fosse un ba ldacch ino, un altare
c~e aveva co me dossale un a raffigurazione di Vero-
n, c~ C?n aperto il sudari o, affiancata dai sa nti apo-
stol i Pietro e Paolo. Al piano superiore, che fungeva
anche da ba ll at? io per l' espos izione della reliquia
nelle feste stab ilite, sopra un altare di più ampie di-
mensioni, era co llocato un tabernacolo co n co lo n-
ne to rtili protetto da un a inferriata, munito di due
sporte lli apribili per togliere la reliquia e mostrarl a
~' pe!l egrini nelle occas ion i più so lenni dell ' anno
l1turg1co; sopra la custodia era posta una sorta di ci-
borio esago nale su co lonne.
UN DEGNO MONUMENTO
Quando la basilica anti ca d i San Pi etro fu del
tut!o ~e~olita, la Veronica (con le altre tre insigni
rel1qu1 e: il legno della Croce, la lancia di Longino
che trafisse iI costato di Gesù crocifi sso e iI ca po di
sa nt'Andrea) fu osp itata in un nuovo monumento
ri cavato nel pilone d i sini stra della cupo la mi che-
langiolesca, racchiusa in tre teche d'argento, pro-
t~tta da un cristal lo e da un velo . Il progetto dell ' in-
s,em_e si _deve ~I _Bernini (1598-1680) che, per la
loggia d, espos IzIone della reliquia, riutilizzò due
colo nne to rtili dell ' antica pergula della co nfess ione
costa ntin ia na. La gigantesca e movimentata scultu-
ra che Citrae Vero~ica co l ve lo dell'impronta del Si-
gnore e opera d, Francesco M ochi (1580-1654).
Durante le espos izioni, le fattezze del Volto, a
ca usa del velo che lo copriva, si distinguevano a
stento . I papi Pao lo V, e sop rattutto Urbano VIII
proibirono qualsiasi riproduzione della reliquia; nel
1629 Urbano VIII ordinò la distruzione di tutte le
cop ie; con il conse nso di Gregorio XV se ne con-
serva una nell a chi esa del Gesù. Un discorso a
parte merita l'effigie della Veronica di Manoppello.
Natale Maffioli
sdb
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

4.2 Page 32

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CROCIFISSO
ECROCIFISSI
Il crocifisso è un'immagine frequente
nel nostro paesaggio. Lo si incontra
sui sentier, di montagna, ai bivi delle
strade di campagna, al centro di ogni
sguardo nelle cattedrali come nelle
più solitarie cappelle; veglia nei nostri
cimiteri, segue le gioie e le sofferenze
quotidiane in molte case, scuole,
ambienti pubblici, tribunali. Per molti
è l'invito a cercare un impegno,
una verità, una giustizia più grandi.
N on sempre però iI crocifisso è segno sacro.
Per alcuni è solo un distintivo, come la mez-
zaluna per l' Islam, la croce uncinata per il
nazismo, la falce e martello per il comunismo. An-
che per molti cristiani l'immagine solenne e tre-
menda, moltiplicata in tutte le forme, tenuta al collo
come qualsiasi ciondolo, ha perduto di forza evo-
cativa, e non si avverte più l'inumana ferocia che vi
è rappresentata. Nel volgere del tempo, diversi so-
no stati i modi di contemplare e capire il mistero del
crocifisso. Come si è giunti alle attuali descrizioni?
SECOLI I-IV: I PRIMI CRISTIANI
Resta a mani vuote chi cerca l'immagine del cro-
cifisso negli ambienti dove le prime comunità cri-
stiane s'incontravano. Nelle catacombe e nelle chie-
se "domestiche" a Roma questa immagine non c'è.
La passione e la morte di Gesù, non dimenticate,
vengono espresse attraverso altre immagini . Come
la scena di Abramo che, obbediente a Dio, si ac-
cinge a sacrificare il figlio Isacco, segno e profezia
di un altro figlio obbediente fino alla morte; oppure
con la rappresentazione della vicenda di Giona che
rimane tre giorni nel ventre del pesce, figura di
Gesù deposto nel sepolcro, prima di risorgere vin-
citore su I male e su Ila morte.
Non trovando ciò che cercavano, molti - in pas-
sato - hanno scritto che il crocifisso nei primi secoli
non c'era perché i cristia.,ni si vergognavano della
morte di Gesù in croce. E difficile pronunciare un
giudizio più ingiusto. Per convincersene basta scor-
rere i testi del N!,Jovo Testamento e gli Atti dei Mar-
tiri dove è ricorrente il desiderio di imitare il Mae-
stro fino al sacrifico della propria vita: "Noi annun-
ciamo Cristo Crocifisso", escla ma quasi con orgo-
glio san Paolo (I Cor. 1,27).
Alla base di questo modo di giustificare l'assenza
del crocifisso nei primi secoli cristiani c'è un grave
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
Assisi, Basilica di Santa Chiara, Crocifisso di San Damiano.
errore di metodo. Non si fa storia pretend endo che
le immagini familiari in un determinato periodo sia-
no presenti anche in altri. I pittori del '5 00 per rap-
presentare lo spazio usavano le leggi çlella prospetti-
va, sconosciute ai secoli precedenti. E assurdo pen-
sare che essi fossero nel giusto e gli altri - anche gli
artisti attuali? - no! Ogni epoca adotta proprie
forme espressive e attraverso quelle comunica i
suoi messaggi.
SECOLI V-IX: IL CROCIFISSO VIVO!
Le prime rappresentazioni - significative - della
crocifissione a noi pervenute risalgono agli anni
420-430: sono effigiate una nella grande porta li-
gnea della basilica ai S. Sabina a Roma, l'a ltra sulla
tavoletta di un piccolo reliquiario di avorio conser-
vato nel British Museum di Londra . La figura di Ge-
sù è solenne e viva, senza segni di sofferenza, se-
condo lo schema iconografico italico. li più antico
esempio orientale documentato risale, invece, al
586. Si tratta di una pagina dell'evangeliario siriaco
del monaco Rabula, conservato nella Biblioteca
Laurentina di Firenze. Gesù è coperto da una tuni-
ca senza mani che (il colobium), e la scena è più
complessa, con gli altri due crocifissi, i soldati, le
donne, Maria e Giovanni. Anche in questo caso
non vengono rappresentate le conseguenze del la
tortura, né la sua morte: Gesù è rappresentato vivo,
la morte è solo annunciata dal soldato che sta per
trafiggerlo .

4.3 Page 33

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È solo dopo il VII-VIII secolo che troviamo delle
crocifissioni poste all'interno delle chiese, nel luo-
go più solenne, l' abside. Tra gli esempi più belli,
due affreschi di S. Maria Antiqua, a Roma (uno è
completo e ben conservato). Databili tra il 741 e il
751 , riprendono fedelmente l'immagine della cro-
cifissione alla maniera del codice di Rabula. Gli
studiosi sono convinti che questo cambiamento
nella tradizione iconografica cristiana sia stato pro-
mosso dal concilio Trullano del 692 . I padri conci-
liari disposero che alle forme simboliche venisse
preferita la rappresentazione diretta della figura di
Gesù. Essi, infatti, intendevano reagi re contro le
eresie del tempo, ri affermando in modo solenne la
fede sia nella divinità che nella umanità di Cristo.
Verso la fin e del periodo che stiamo considerando
si è sviluppato in Occidente un altro tipo di imma-
gine, dove scompare la scena del calvario e rimane
unicamente la figura del Cristo in croce. Probabil-
mente è una evoluzione della croce che - portata
dall ' accolito - apriva ogni processione liturgica e
durante la celebrazione veniva posta accanto all'al-
tare. Il _tratto più caratteristico non è il dolore (solo
alluso), ma la solennità e regalità della figura. La
croce più che un patibolo è un trono. Un esempio
eloquente è il Crocifisso di Lucca, conosciuto con
il nome di Sacro Volto (datazione incerta, tra VIII e
X secolo).
Crocifisso di Rouault.
SECOLO IX: IL CROCIFISSO SOFFERENTE
A partire dal IX secolo, accanto ad altri modelli,
comincia a diffondersi un'immagine di crocifisso
dove i segni della sofferenza sono resi con eviden-
za. I reperti più antichi hanno fatto pensare che
questa figura sia nata in Germania: molto significati-
vo è, ad esempio, il grande Crocifisso del duomo di
Mainz (secondo l'esame al carbonio, potrebbe risa-
lire al 750, anticipando quindi l' inizio proposto
dalla nostra scansione temporale) . Qualunque sia
però il modello scelto, l'artista cristiano per quasi
tutto il I millennio non ha rappresentato sulla croce
un uomo morto, ma un Gesù vivente (forse fa ecce-
zione - alcuni studiosi lo dubitano - un ' icona del
monastero di S. Caterina sul Sinai che potrebbe ri-
salire al VII secolo) . Era la teologia a guidare la
mano degli artisti. Ad essi la comunità credente affi-
dava il compito di rappresentare la Pasqua, mistero
della vittoria di Gesù, non della sua sconfitta.
SECOLI Xl-XV: IL CROCIFISSO MORTO
All ' inizio del Il millennio sono presenti le diverse
tradizioni figurative. Frequenti sono ancora gli e-
sempi dove la croce più che un patibolo è un tro-
no. Nell'Italia centrale - Umbria e Toscana - la for-
ma più diffusa è quella della croce dipinta (tutti ri-
cordano il Crocifisso che parlò a san Francesco); al-
trove invece prevale la figura scolpita: ricordiamo
soltanto quello dell'abbazia di S. Salvatore (vicino
a Siena), e le Majestades delle chiese catalane, in
Spagna. Va affermandosi, però, l'attenzione alla sof-
ferenza del Cristo e l'immagine mette ora in scena
con crudezza non più soltanto i segni della passio-
ne ma anche quelli dell a morte. Quando, dove e
perché sia stato rappresentato - per la prima volta -
i I Cristo morto non si sa con certezza. Per quanto
riguarda il tempo, si devono indicare i due secoli X
e Xl, come periodo di formazione dell'immagine.
Qué;lnto al luogo, alcuni studiosi sostengono che es-
sa sia nata nell ' ambiente monastico aella Chiesa
orientale; tra gli altri argomenti ricordano come nel
1054 il cardinale Umberto di Selvacandida, a
nome del Papa, abbia portato a Costantinopoli una
protesta formale contro la rappresentazione di Cri-
sto morto sulla croce. D'altra parte - osservano altri
- in Occidente, quasi cent'anni prima, si trova già
un crocifisso con iI Cristo raffigurato morto: Cero,
arcivescovo di Colonia tra il 969 e il 975 , aveva fat-
to scolpire un crocifisso a grandezza naturale, rega-
le e solenne come nella tradizione, ma con il capo
abbassato e gli occhi chiusi. Ed è ancora in Occi-
dente che il tema della sofferenza e della morte si
fa sempre più esplicito. Comunque siano andate le
cose, lo schema iconografico costituisce una rottu-
ra con la tradizione: il corpo di Gesù è esangue e
inchinato, gli occhi chiusi , la testa piegata nell'ab-
bandono della morte; i segni della flagel Iazione,
dei chiodi e del colpo di lancia vengono resi con
sempre maggiore crudezza. Nel Xl I secolo compa-
ss SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

4.4 Page 34

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- Tavoletta di avorio del British Museum (430 circa).
re anche - per la prima volta - la corona di spine.
Che cosa è cambiato? Perché l' artista sente il biso-
gno di dare importanza al tema della atroce soffe-
renza e morte di Gesù? Come al solito, è alla teolo-
gia del tempo che dobbiamo rivolgerci: la morte di
Gesù è la prova che il Figlio di Dio è veramente di-
ventato uno come noi; egli ha preso su di i nostri
peccati ed è morto in croce a[ nostro posto; la sua
sofferenza e la sua morte hanno annullato i diritti
che il "Tentatore" aveva acquisiti sull'uomo a causa
del peccato: esse testimoniano la grandezza dell'a-
more di Dio per l'uomo.
SECOLO XV- XIX:
ARTE E FEDE SI SEPARANO
Nei primi due secoli del periodo in esame avven-
gono cambi profondissimi nella cultura europea.
Due fattori hanno determinato questa trasformazios
ne. Nasce un nuovo modo di concepire e studiare
la realtà: oggetto d'interesse è tutto ciò che è osser-
vabile, misurabile, sperimentabile; il resto perde
d'importanza. Lungo questa direttrice l'arte e la
fede prenderanno strade diverse. Nel Medio Evo,
ad esempio, il cielo era trasparente: all'avvenimen-
to del calvario l'artista trovava naturale rendere pre-
senti angeli e santi. Ora invece egli cerca nuovi
modi per esprimere la concretezza di ciò che è vi-
sibile e, quando rappresenta la passione-morte di
Cristo, non può che proporre la scena con crudele
verosimiglianza, mentre i cieli restano completa-
mente vuoti.
In secondo luogo una più grande sfiducia nella
possibilità di salvezza dell'uomo invade il pensiero
religioso, e così il tema della sofferenza salvifica ac-
quista più rilievo. Mentre la Chiesa cattolica conti-
nua a prestare grande attenzione ai temi della mise-
ricordia di Dio, il protestantesimo radicalizza l'in-
terpretazione della redenzione: l'uomo, immerso
ne peccato, è incapace di compiere il bene; il do-
lore e la morte del Cristo sono il pagamento del de-
bito infinito contratto dall'umanità. La Riforma pro-
testante non conosce quasi altra raffigurazione che
la croce nuda o il Cristo morto.
Come si può intuire, tutte e due le tendenze por-
suPPLEMENTO LUGLIO/AGOSTO 2000 BS
tano a uno stesso risul_t~to: le in:1magjni _del c~ocifis-
so si fanno sempre p1u crudeli nell ev1denz1are _la
sofferenza. Alcuni artisti restano comunque all'in-
terno di un grande equilibrio tra il bisogno di e~pri-
mere l'atrocità del patibolo e la contemplazione
del mistero della divinità di Cristo (vedi il Crocifisso
di Donatello a Padova, quello di Velasquez al
Prado di Madrid). Altri invece pongono sulla croce
non la persona di Gesù, ma il suo cadavere strazia-
to. Uno degli esempi più shockanti è il Cristo di
Mathias Grunewald (XVI sec.), conservato a Colmar
(Francia).
QUALE CROCIFISSO OGGI?
Dopo la metà del secolo scorso prende avvi~ un
vero e proprio movimento le cui conseguenze g1u~-
gono ai nostri giorni. Il risultato di questo travagli~
è una nuova disponibilità per il mistero, perché gli
artisti sono tra i primi a provare disagio e insicurez-
za di fronte ai nuovi miraggi della scienza, della
tecnica del potere. La tematica religiosa non è
molto frequente, ma non è dimenticata. II crocifisso
ritorna frequentemente, ma come simbolo della
sofferenza umana, non come espressione di fede e
speranza di salvezza. Le eccezioni si chiamano
Chagall, Rouault, Sutherland ... Da questa nuova
primavera artistica rimangono esclusi quelli che per
mestiere trattano i temi religiosi: senza vigore e au-
tenticità, non fanno che ripetere sempre le stesse
cose. E la comunità cristiana sembra ayer dimenti-
cato il valore comunicativo dell'arte. E così vero
che spesso i capolavori religiosi bisogna cercarli nei
musei e non nelle nuove chiese.
Alcuni segni di una nuova sensibilità sono però
visibili. Sempre più spesso si ricorre allo stile delle
icone, oppure si riutilizzano gli schemi iconografici
dei primi secoli e li si reinterpre_ta. In questo s~~so'.
molto belli sono alcuni prodotti delle comt:1n1ta d1
base latino americane: viene ripreso il tema dello
splendore della croce, ma lo si traduce con scene
di vita quotidiana luminose e piene di serenità.
Franco Lever
sdb
- Crocifisso di montagna (Dolomiti, Passo delle Erbe, Bolzano).

4.5 Page 35

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CINEMA
SINDONOLOGICO
ECINEMA
COME SINDONE
Quando, intorno al 1898, l'avvocato
e fotografo dilettante Secondo Pia
per la prima volta fotografò
il lenzuolo di Torino e si accorse
che l'immagine sul telo poteva essere
assimilata a un negativo fotografico,
probabilmente non pensò
alla singolare analogia di questa
scoperta con l'altra che, a partire
da quegli anni, avrebbe rivoluzionato
l'immaginario collettivo:
il cinematografo.
/ analogia nasceva dal fatto che la Sindone, at-
traverso un ' imm ag ine "fotografi ca", da secoli
L stava raccontando un a Stori a; anche il cine-
ma comin ciava in qu el momento a racco nta re at-
trave rso imm agini e, visti i tanti fi lm rea li zzati agli
albori dell a "settim a arte" sull a passione di Cri sto,
te ntava di narrare la stessa stori a. Per certi versi,
quindi , il cinema ha ce rcato di imitare la Sindone.
M algrado ciò poche opere, in o ltre ce nto anni, si
so no direttamente occ upate del lenzuolo di Torin o.
Si tratta di documentari e film rea lizzati nell ' intento
di studi are e di vul ga re qu anto scoperto sull a sac ra
reliqui a sotto il profil o ,stori co, antropol og ico, teo-
logico o iconografi co. E quell o che vi ene definito
Cinem a Sindono logico che cerchi amo per qu anto
possibil e di doc um entare.
.
Solo un a di queste produ zioni , // mistero della
Sindo ne (1979) di Salvatore Cerra, ri sulta segnalata
su alcu ne Enciclopedi e del Cinema (dal Farinotti:
" Interessa nte ed esa uriente documenta ri o sull a Sa-
cra Sindone" - Trama pubbli cata su CinEn cicl ope-
dia 1995 Editori a El ettronica Editel dall' archivio ci-
nematografico dell ' Ente dell o spettaco lo). Il film,
dell a durata di 85', fotog rafato, montato e prodotto
dallo stesso regista, riperco rre la stori a del lenzuolo
dal ritrova mento d i Ni code mo all e ri ce rche di G iu-
stini ano, dal trasferimento a Costantinopo li durante
la IV croc iata all 'acqui sizione da parte dei Savo ia,
da ll e foto dell 'avvocato Pi a fin o all e so lenni osten-
sioni del XX seco lo .
Ben poco si pu ò dire sugli altri film , prevalente-
mente di taglio doc umentaristi co, il più vecchio de i
Jesus, di Roger Young.
quali, rintracciato sui cataloghi dell ' AN ICA, ri sa le
al 1933 e dura c irca 50' l'l. Com e di cevamo, però,
sin dai primordi dell a stori a del cin ema si sono mol-
tipli cati i film che raccontavano la stessa storia rac-
co ntata dall a Sindone co n un procedimento che,
per ce rti vers i, rimandava al " mistero" del lenzuo lo.
Si può dire che il cinema, con le sue mo ltepli ci
narrazi oni dell a passi one, abbi a cercato in questo
seco lo di vita di restituire anch 'esso un ' imm agine
sindoni ca, che attraverso segni trascritti su un a pe lli-
col a e riportati su uno schermo-telo fos sero in
grado di rim andare al " mi stero" : il cinema, infatti,
si è rivelato uno strum ento di co muni cazi o ne idea le
per su ggerire, alludere co n le immagini ed evoca re
l' indimostrabil e, basandos i su vi sioni parziali e
spesso soggetti ve di alcuni autori , a vo lte totalmente
estranee ai vangeli .
I MILLE VOLTI DEL CRISTO
M olte pelli co le hanno tentato di intuire il vo lto
scavato del Cri sto dell a passi one, anche se, sin dai
primi anni di stori a del cinematografo, i film hanno
prevalentemente illu strato la tradi zio ne popo lare
sfruttando una stori a in grado di emoz ion are il pub-
bli co : mol to melodra mma all a ri ce rca del so lo coi n-
vo lgimento epi dermi co, per fac ili risco ntri co mmer-
ciali . M a an che opere in grado di su ggerire qu alco-
sa, di sviluppare un disco rso nuovo sul naza reno,
provoca re, reinte rpretare o, addirittura, tradi re ...
Si bad i bene che il cinema come imi ta zi one sin-
doni ca non è una tes i, ma una su ggesti one giorn ali-
ns SUPPLEMENTO LUGLIO/AGOSTO 2 000

4.6 Page 36

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Jesus, di Roger Young.
~tica c~e. permette di chiedersi co me e quando le
ImmaginI del XX secolo siano entrate in risonan za
c~rn le note mistiche dell a reliqui a di Torino, e ab-
biano svo lto un co mpito simile: riuscire a rivelare il
messaggio, il sacrificio, la sofferenza de l Nazareno.
Gran parte dei film su Gesù è costituita da racconti
tranqui ll izzanti , più o meno romanzati dei vangeli
e della passione, ca ratterizzati da ricostruzioni o-
leC?grafiche per un a fac il e divu lgaz ione. Il vo lto di
Cristo sfugge a queste opere che hanno in definitiva
la forza di un' immaginetta troppo scontata. Non
appa rtengono al filone "tranquilli zzante", invece,
opere come "Il Vangelo secondo Matteo" di P. P.
Paso lini o "Il Messia" di Roberto Rosse llini : il primo
proteso a una co ndann a senza appell o del male di
q~esta_te_rra, l'a ltrC? esse~z iale, didascalico, capace
d1 restItuIre un a d1mens1one cronac histi ca e razio-
nal_e della par~ la; a detta di alcuni , entrambi gli au-
tori non sotto lineano affatto la visione trascenden-
te-escatologica, pur mante nendo una sostanzia le
fede ltà al testo eva ngeli co.
Un altro filone è costituito dalle pelli co le che di-
segnano un Cristo figlio dei tempi in cui sono state
prodotte: come il Gesù-hippy del cu lt ''lesus Christ
Superstar11
e
quello
vaga mente
new
age
de
11
/
giar-
dini
del/
'
Ede
n
11
In
questi
casi
è
legitti mo
chi edersi
se la rei nterpretazione sia solo riduttiva o esprim a
co munque la ce ntralità dell ' uomo della croce ri-
spetto a ogni cultura. Ino ltre non è raro che siano
?per~ co me q~este, parziali ma in grado di cog li ere
in Cristo un a f igura che ass ume le ista nze giovanili
de ll 'oggi, a ri avv ic_inare m?lti ragazzi a un va nge lo
da ess i relegato nei precetti dell'infanzia.
CRISTO NASCOSTO
Per assurdo, in alcuni cas i, l'immagine di Gesù vie-
ne rivelata da fi lm che, a un prim o livello narrativo,
non parlano de l Cristo, ma ne nascondono una par-
ziale rivelazione-trasposizione (in altri co ntesti e con
SUPPLEMENTO LUGLIO/AGOSTO 2000 BS
molte li ce nze-trasgressioni ) dietro al volto di altri
personaggi , vere e proprie figurae Christi. Tra le più
efficaci ri cord iamo la Giovanna d'Arco di C.T. Dreyer
( 11Passione di Giovanna d1Arco11 - 1928), che nel film
muto, capo lavoro dell 'espress ioni smo, racconta
conce ntrandoli in un a so la giorn ata la vicenda de l
processo e del rogo all a giovane sa nta di Francia.
Anche il film che ha inaugurato il neorealismo,
"Roma città aperta11 di Roberto Rossell ini (1945), è
segnato da un a di queste icone cinematog rafiche:
don Pietro Pellegrini (nell a storica interpretazione
d i A ldo Fabrizi ) è il parroco fuci lato dai nazisti da-
va nti ai ragazzini de ll a propria parrocchia. Di Bres-
so n è "Diario di un curato di campagna11 (1950), in
cui la trasposizione de l romanzo di Bernanos offre
all 'autore l' occasio ne per sottolineare le molte ana-
logie tra il protagonista e il Cristo.
Procedendo per grandi sa lti torn a all a mente la fi-
gura della beata Gertrude Stein e il suo sacrificio
nel campo di Auschwitz nel fi lm 11La settima sta n-
di za 11 Marta Mészaros (1995). E anco ra altre: da
11Sacrificio 11 di Andrej Tarkovskij (1986) a 11Miss ion11
di Roland Joffé (1986), da 11Amistad11 di Steven Spiel-
berg (1997) a 11Dead man walking11 di Tim Robbins
(1995) e così via...
Spesso, rimanendo nell'ambito delle figurae Chri-
sti, la passione di Cristo è la pietra di paragone di
percorsi um ani estremi , lonta ni dalla sa ntità, ma
purificati dalla povertà, da ll a sofferenza o da ll a fe-
de. E il caso della giovane Bess di "Le onde del de-
stino" di Lars Von Trier (1996), che persegue un
singo lare Ca lva rio arri va ndo a prostituirsi, ad af-
fro ntar~ da so l~ lo sca ndalo e a morire per restituire
al marito paral izzato la percezione della fisicità del
desideri o. Altrettanto provocatoria per la conda nna
della ~trumenta li zzazione co mmercia le del sacro,
la stori a del povero e affa mato Stracci de ll ' epi sod io
di
Pasolini
"La
ricotta" (tratto
da
"Ro.Go.Pa
.G.
11
-
1963),
co mparsa di un film su ll a passione che morirà d'in-
digestione sull a croce ove interpreta il buon ladro-
ne, dopo essers i ingozzato della ri cotta trovata du-
rante una pausa delle riprese.
Sicuramente queste opere, che restitui scono in f i-
li grana un Cri sto scomodo, fa nn o pensare: nella ca-
pacità che hanno di inquietare e di sm uovere un ' i-
conografia crista lli zzata sta una risonanza sindon i-
ca da non sottova lutare.
Fabio Sandroni
Per saperne di più:
"li Cri stianesimo in Cento Anni di Cinema" - AA.VV.;
Ed. Cinec irco li Giovanili Sociocu ltura li - (Roma 1997).
" La più grande storia mai girata" di A. Bourlot e D.
Vigano su "Attualità Ci nematografiche 1997" - Ed .
Centro Amb rosiano (M il ano 1997).
" li Vange lo secondo il cinema" di Remo Romeo;
Ed. E. Romeo (Siracusa 1995 ); " E voi chi dite che io
sia? - I Gesù de l Cinema" VHS di E. Alber io.
("l Per documentari sulla Sindone: Remo Romeo, di-
rettore del museo de l cinema di Siracusa.

4.7 Page 37

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VOLTI DI DIO
EVOLTI ·
DELL'UOMO
Tracce di divino in alcune canzoni
italiane dagli anni '60 ad oggi.
Fabrizio De André.
Igiovan i ab ita no costantemente i territori mus ica li
e spesso ad ess i affi dano angosce, spera nze e de-
nun ce. La ca nzone è ce rta mente uno dei generi
più amati dai giovani , e capi ta che, a vo lte, si a elet-
ta a manifesto culturale e generaz ionale proprio
perché in essa ri co noscono qu ell o che vo rrebbero
di re, raccontare, url are, senti re, sognare. I testi pro-
posti, fra i ta nti che si potrebbero sceg liere, son o
quelli che catturano megli o l' evo luzione de ll ' im-
magi ne di D io che va dagli ann i ' 60 a oggi, e inter-
pretano il ca mbi amento ael rap porto che si è sv i-
luppato tra le nuove generazioni e il loro modo di in-
tendere e pensare D io, la fede, la re ligione, il sacro.
"DIO È MORTO ... DIO È RISORTO":
GLI ANNI '60/ '70
Nel 1965 Guccini scri ve Dio è m orto, una di quell e
ca nzoni che si possono co nsiderare un manifesto
generaz ionale. Il testo tratteggia ico ni ca mente le
prob lemati che che animava no l' imm aginario de i
giova ni in quegli anni . Tripartita in denun cia, di-
chiarazione e speranza la ca nzone è un inno fidu-
cioso all a ca pacità dell e nuove generazioni di co-
struire un mondo mi gliore. Il di o che mu ore in que-
sta ca nzone è il d io fa ntoccio usato spesso per ma-
scherare gli abu si e gli abomini de ll'uomo. C'era
un a fo rte vogli a di ca mbiare, "perché è venuto or-
mai il m om ento di nega re I tutto ciò che è fa lsità, le
fedi fatte di abitudin e e pa ura" . Tutto veniva rimes-
so in di scussione e Di o non poteva essere lasciato
fuori da l processo. I giova ni, tuttav ia, ini ziava no ad
abba ndonare le isti tu zioni all a rice rca di un vo lto
dive rso d i Di o.
Nel 1968 Fabrizio De André pu bb li cava " Vo lume
11
1,
dove,
co n
la ca nzone
Si
chiam ava
Ges ù,
si
fa ce -
va interprete di un des ideri o di scoperta de l volto
umano di Gesù, stanco di un a sua sacra lità abusata
che l'aveva allontanato. Si legge, in fatti, nel testo:
11 Non in tendo ca nta re la gloria I né in voca re la gra-
z ia e il perdono I di chi penso non fu altro che un
uom o I com e Dio passato alla storia" . L'aver fatto
cadere la sua di vinità lo fa percep ire anco ra più
sconvo lgente e misterioso, in un certo senso " divi-
no" "m a inumano è pur sempre l'amore I di chi
rantola senza rancore I perdonando con l'ultima
voce I chi lo uccide fra le braccia di una croce" .
De André perco rre rà coe rente mente questa sua ri-
fl ess ione sul Cri sto nell ' album " La bu ona Nove ll a"
1970, dove co me un pittore impress ion ista tratteg-
gerà un paesaggio di personaggi profondamente
umani . La nuova si tu az ione culturale inizi a a met-
tere in di scuss ione i l Di o dell'i stitu zione, una reli-
gione incapace di dare risposte a ciò che sta su cce-
dendo. Ricordi amo che a meno di quindici anni di
distanza dalla seconda guerra mond ial e, le nuove
generaz ioni stavan o vivendo la "guerra fredda",
f' incubo dell 'atomi ca . In Ita li a arri vava no i miti di
un' America che co nsum ava la traged ia del Vietn am
co n la bened izione di un co nnive nte " dio" imperi a-
li sta . L' uccis ione di M artin Lu ther Kin g nel 1968
co nge lava il sogno di un ' uguagli anza tra bi anchi e
neri anco ra lontano da raggiungere, e anco ra oggi
diffici le da prati care.
DA "IL MIO DIO" ALL"'UNO
AL DI SOPRA DEL BENE E DEL MALE":
GLI ANNI '80
Gli anni passavano e il sogno di rivo luzione di
molti giovani si infrangeva co ntro la rea ltà quotidi a-
na di un paese e di un a cl asse diri gente che ca mbi a-
va troppo lentamente. Nel 1977 la ri vo lta punk porta
sull a scena una generazione di arrabbi ati e di sillusi,
ma la maggioranza preferi sce passare dalle piazze
alle pi ste aelle discoteche, e si diffonde la " Febbre
del sabato sera". La parola chi ave è " riflusso", au-
menta la sfi ducia in tutto ciò che è istitu zion ale.
Nel 1980 Renato Zero pubbli ca "Tregua" un
doppio album che tocca va rie pro bl ematiche del
mondo dei giova ni inclu sa quell a divi na. In Potreb-
be essere Dio, si pu ò intravedere uno spaccato del
ca mbi amento di relaz ione nei co nfronti di Di o.
Ri assumendo il percorso fatto, si potrebbe di re che
scompa re il di o soc iale di Gucc ini, il Gesù forte-
mente um ano di De André, ed emerge un ' immagi-
ne che si pu ò ritrovare co me di ce la ca nzone, nel
nostro II immenso io" . Di o dive nta all ora questa ri-
ce rca dentro di noi II se m ai un dio non ce l'hai I io
ti p resente rò il mio I dove abita io non saprei I m a-
ga ri in un cuore I in un atto d'am ore I nel tuo im-
m enso io c'è dio I p otrebbe essere dio".
Il co nto to rn a, i giova ni credo no sempre meno
nell a religione ist ituziona le e sono all a ri cerca di
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

4.8 Page 38

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I
I SITI PER ILJtt~Rd~~~Ò~I
DEI TESTI
,,
/6186/
Guccini: "Dio è m_o_rto om/BourbonStreet/Square
http://.,.,n.,a.R.A..I.geoc1.t1es.C
sù"
De André: "Si cn1am; ~~g9;usica/OeAndre/
http://www.treewe . io"
ro· "Potrebbe esse~e O I
..
~~tp:11www.zeroman1a.com e" http://www.batt1ato.1tl
Battiato: "E ti vengnol_ba cr!~ct!~to tratto dall'album Pathos
Salemi.: "W L'andims.a74,3e21567402
CD BMG
Jovanotti
Recar .
: "Ouesté:
~
la
. sa"
~ ~ f~osemite/Gorge/3085/
http://wWW .geoc1t1es.c
qualcosa di più personale e intimo. Da un volto di
Dio definito dalle formule catechisti che si passa a
un volto di Dio indefinito, mutevol e e personale.
Dio certamente non è morto, ma il rapporto con lui
sta radicalmente cambiando.
Proseguendo il viaggio, arriviamo a cava llo fra gli
anni ' 80 e ' 90. Parola d' ordine tra i giovani : "essere
belli"; inizia l'era del look e delle apparenze.
li 1989 segna l' evento storico della caduta del
muro di Berlino. L'era della globalizzazione avanza
e i giovani sono sempre più una realtà e un prodot-
to a sé. Le nuove generazioni, tele-videogiochi-di-
pendenti , sono sempre più distanti dalla politica e
sempre più eterogenee. 11 falli mento dei gestori del
sacro, delle istitu zioni religiose classiche, incapaci
di rispondere ed ed ucare i nuovi bisogni delle ge-
nerazioni emergenti , sembra favor ire sempre di più
un ' emigrazione ve rso un tipo di re ligiosità persona-
le e intimi sta.
Nel 1988 Franco Battiato con la canzo ne E ti
vengo a cercare dell 'a lbum "Fisiognom ica", vo-
ce a un nuovo modo di sentire Dio che va dif-
fondendosi in molti giovani . Nella co ntrad dizione
ess i vivono "vite spericolate", ritm ate dalle notti dei
sabato sera. C'è un anelito verso qualcosa di puro
"a l di sopra del Bene e del Male" ; per questo canta-
no " E ti vengo a cerca re I anche solo per vederti o
parlare I perché ho bisogno della tua presenza"; ma
Renato Zero .
SUPPLEMENTO LUGLIO/AGOSTO 2000 BS
Jovanotti.
ormai è una ricerca che esce dai percorsi tradizio-
nali della formazione istituzional e delle chiese. Gli
esperti parlano di un passaggio da una "apparte-
nenza per tradizione", a una "appartenenza per si-
gnificato". In pratica si cerca un Dio "perché sto
bene con te I perché ho bisogno della tua presenza".
"OGNUNO SCEGLIE QUAL È
IL SUO DIO": GLI ANNI '90
Negli anni '90 è sempre più difficile definire ch i
siano i giovani: rimangono comunque un a rea ltà
compl essa, diversificata e prob lematica.
Oggi "ognuno sceglie qual è il suo Dio, I Oggi
che ognuno crede... ma a m odo suo" , ca nta Silvia
Salemi in W L'a nima libera. li primato della sogget-
tività e della libertà è, almeno nell a cultura occi-
dentale, un dato di fatto. Dimenti cati orm ai gli anni
caldi della contestazione, oggi "soffia un vento di
spiritualità, I ed ogni uomo fa domande sull'a ldilà"
e tuttavia ciò che conta è che " Viva l'a... viva l'a-
nima libera, che non muore più senza idee I Viva
l'a nima libera che segue la sua verità I che si ribella
e se ne va I da qui I che sceglie lei l'a utorità I la reli-
gione in cui vorrà restare, sognare, volare". La ri-
vendicazione della propria libertà di sce lta avv iene
forse paradossalmente in una società che in manie-
ra sottile sta orga nizzan do sempre di più la vita e le
scelte. Quasi inconsciamente si alza il grido che,
al meno "Per questa voglia di vita eterna chiamata
Dio", !"'anima" possa scegliere liberamente. Dio
come l' ultima spiaggia della libertà trad ita da tante
promesse soc iali di libertà.
Jovanotti, co nsciamente o in co nsciamente, foto-
grafa questo sq uarcio di fine anni '90 ca ntando "O
Signore dell'universo ascolta questo fig lio disperso I
che ha perso il filo che non sa dov'è I e che non sa
nea nche più parlare con te I ho un Cristo che
pende sopra il mio cuscino I e un Buddha sereno
sopra il comodino I conosco a memoria il Cantico
delle Creature I gra ndissimo rispetto per le mille
sure del Corano I c'ho pure un talismano I che
m 'ha regalato un mio frate llo africano I e io lo so
che tu da qualche parte ti riveli I che non sei sola-
m ente chiuso dietro ai cieli I e nelle rappresenta-
zioni umane di te I a volte io ti sento in tutto quello
che c'è (. .. )
Voglio andare a casa LA CASA DOV'È ??? I la
casa è dove posso stare in pace ... (3 volte) con te I
in pace con te..."
Questo breve viaggio nell a ca nzone, alla ricerca
del volto mutevole di Dio, è parziale, inco mpl eto e
non ragione della complessità dell a situazione
religiosa giova nil e. Ma è importan te prestare atten-
zione anche a questi picco li segnali che ci parl ano
del "vo lto di Dio" e del "volto de ll ' uomo", che
forse, prima e megli o di tante anali si, ci indicano
che cosa passa nelfa mente di molti giovan i.
Fabio Pasqualetti
sdb

4.9 Page 39

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RICORDI
DALL' AMERICA
Ricordo vivamente l'immediata
reazione quando, per la prima volta,
giovane studente, mi capitò tra
le mani una foto della Sindone...
quel volto che, secondo l'opinione
di molti, nessun artista potrebbe
dipingere!
Q uando guardi quel corpo, così anatomica-
mente corretto, con i segni terribili dei
chiodi, dei flagelli , delle spine, e quel volto
martirizzato, così nobile nel l' espressione, sereno,
maestoso e... vivo nella morte, i dubbi sembrano
svanire. Sei colpito dall ' interna evidenza di quel
viso, dall ' impressionante simmetria dei tratti, più
che dalle ricerche di storici d' arte, patologi , fi,sici,
criminologi, botanici (anche loro!), esperti di tessuti,
biblisti, fotografi . La Sindone? Più che un ritratto è
una presenza, diceva Paul Claudel. Ha superato in-
denne guerre, incendi, alluvioni per scalfire col suo
enigma la razionalità costrutta di questo nostro
tempo del l' evidenza scientifica.
Il volto dell'Uomo della Sindone nella straordinaria
bellezza dell'elaborazione tridimensionale.
st, Time, Newsweek e altre ne parlarono in modo
semplice e popolare, come poche volte capitava e
capita a riviste del genere. Del resto iI fatto aveva
impressionato le rispettive redazioni , perché appa-
riva impossibile "dipingere" un perfetto negativo fo-
tografico in un 'epoca in cui non si sapeva che
cosa fosse come potesse essere pensato.
LA PRIMA FOTO
La prima foto fu realizzata nel 1898. La Sindone
era stata esposta proprio grazie all ' intervento del
salesiano Natale Noguier. Il giovane avvocato Se-
condo Pia la fotografò poche ore prima che venisse
ripiegata e rinchiusa nel reliquiario d' argento fino
alla successiva esposizione. Nell 'era della polaroid
che sforna l' immagine dopo qualche istante, e della
foto digitale che non ha più bisogno nemmeno del
rullino, facciamo fatica a credere che l' avvocatuc-
cio torinese dovette lasciare l'obiettivo aperto 16
minuti per ottenere la sua prima foto . La sua mac-
china a dagherrotipo è ancora esposta nel Centro
Sindonologico di Torino: un cimelio preziosissimo,
che fece impazzire di meraviglia e gioia l' autore
che per lì, probabi Imente, pensò che qualcosa
fosse andato storto, visto che sul suo negativo com-
parve il positivo della figura di un uomo. Ovvio,
quando sviluppi un negativo ti aspetti un negativo!
Poi , intelligente, anche se sempre più shockato, ar-
gomentò che se la foto sulla sua lastra negativa era
positiva, voleva dire che lui aveva fotografato un' im-
magine negativa. Chiaro no? Per niente. Tant'è che
da allora cominciò la teoria infinita di interpretazioni
che ancora non ha trovato soluzione.
E quella prima foto fece il giro del mondo, ripor-
tata sulle testate delle più prestigiose riviste. In
America Life, National Geographic, Reader's Dige-
LA TRIDIMENSIONALITÀ
Da allora le scoperte non hanno più dato tregua,
e l' interesse è andato aumentando. Entrò in ballo
anche la NASA, l' ente spaziale americano, che svi-
luppa strumenti scientifici avveniristici per le sue
missioni spaziali, soprattutto il programma Mars
Mariner per pianificare lo sbarco su Marte. Il capi-
tano John Jackson, fisico dell' Air Force Academy, e
Donald Lynn, supervisiore del Centro Elaborazione
Immagini al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena,
e mio buon amico, hanno scoperto che la debolis-
sima immagine del lino torinese contiene informa-
zioni di natura tridimensionale, che soltanto la tec-
nologia dell'ultima era spaziale poteva rilevare.
Il VP/8 lmage Analyser del JPL può riprodurre su
un monitor, da una normalissima foto della Sindo-
ne, un ' immagine in rilievo, non distorta, a tre di-
mensioni , perfettamente evidente, al contrario delle
foto comuni che risultano un po' vaghe, con con-
torni sfumati, e non immediatamente riconoscibili .
Lynn riassunse lo studio con incisiva plasticità: " Sa-
rebbe miracoloso se fosse un imbroglio! " . Fu pro-
prio lui, supervisore scientifico per conto della
NASA delle immagini scattate dal Voyager, a fare
non poco scalpore quando, esaminando per la
prima volta le fenomenali foto inviate dal Voyager
Il degli anelli di Saturno, si lasciò sfuggire ammira-
to: "Hey, Dio, hai fatto davvero un buon lavoro!" .
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

4.10 Page 40

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Sangue ev idenziato dal computer .
LA DATAZIONE AL RADIOCARBONIO
H? c~:m os~ ~u to il _premi o Nobe l Will ard Libby,
dell U nive rs1ta d1Chi cago, che ha sv il uppato il me-
todo dell a datazione al carbo ni o 14. E Co mew or-
din~ri o di Fi sica dell ' UCLA, che è stato per ~o lti
anni membro de ll a direzione del nostro Don Bosco
Technica l lnstitute in Roisemead, Ca lifo rni a. D a lui
ho ri ce_vut? _un ra_ro souve ni r, un pezzo di uno dei
co nte nitori in cui furono ritrovati i rotoli del M ar
M orto_, e che è_stato ac~uratamen_te datato. Ogni
ma~ena\\e org~ ~I ~0 ha un isotopo d1 ca rboni o che è
rad1 oatt1vo e inI zIa a perd ere la sua rad ioatti vità nel
mome~to in cu! muore. La geni alità di Li bby fu d i
usare il carbo ni o 14, la cu i v ita med ia è di circa
1700 anni, il .te mp?, che im piega a perdere metà
dell a sua rad1 oatt1v1ta, co me una sca la di mi sura
per data re anti chi reperti . Ca lco lando co n cu ra la
rad ioattiv ità lasc iata in uno speci men e conosce n-
do il suo _cicl o _d! decad imento, si pu ò risa lire fi no
al tempo in cui I albero o l'a nimale o l' uomo sono
morti_. Dqmandai_a Li bby se gli era mai stato chi e-
st_o d1datare la Sindone. Rispose di sì, al prezzo d i
~1strug~e re una parte si g~i_f icativa, del lenzuo lo:
Perche farlo solo per stabilirn e /'eta?" . Per i roto li
d~I _M ar_M or~o. fu faci le, perché erano rimasti mi-
glIaI~ d1 a_nnI_in_un a grotta asc iutta senza subire
man1 po laz 1oni d1 sorta. Le in credibili v iciss itud ini
d_e l_la Si~done re_ndeva no l'operaz ione quasi impos-
si b il e_: rimanegg iata, spostata, passata attraverso in-
ce ndi , tr_asportata, nascosta in un muro, esposta agli
elemen~1 ,. bagnat_a co n l' acqua, ra mm endata, sp ie-
gata e ri piegata ri petutamente .. . E un vero miraco lo
averl a a.n.co ra, ma pr~senta problemi quasi insor-
montab1h per la datazione col carbonio .
?are_b_be stato ausp_icab il e che il metico loso ri go re
sc 1ent1f~co _de l !Jr. L1 bby fosse stato seguito dai la-
bora~or1 d1 Zuri go, Tu cso n e Oxfo rd, in ca ri cati da l
ca rdin ale Ba ll estrero, di data re al ca rbo ni o minu-
sco li frami:ne_nti de_ll a Sin done. M a le proced ure a-
d~ttat~ .e I ri sultati mal pubb li cati si so no ri ve lati
SC1ent1f1 ca mente deboli e inaffidab ili . Peccato che il
C_a: dinale no~ abbi a atteso il pronunciamento defi-
~I tIvo, pubbl1 ca n_do subit9 i ris ultati grezzi. Così
I ombra de l dubbio smorzo l' entusiasmo mondiale.
SUPPL EMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
UN ALTRO SALESIANO
Un grande esperto de ll a Sin done, il sa les iano do n
Peter Ri na ldi, an imò il lavoro scientifico dell o STU RP
(Shro ud of Tu rin Resea rch Project). li suo li bro / saw
the Ho ly Shroud, pubb li cato in innumerevo li edi-
zioni è, qui in America, un classico. Rina ld i era ben
co nsapevo le che il metodo di datazione al ca rbo-
nio 14 e:a :tata mo lto rifini to da i te mpi de l prim o
lavoro d1 L1 bby, e che ora basterebbe un singo lo
frammento di otto po ll ic i per un a lettura acc urata,
co n l'avvertenza che ogni metodo di dataz ione ri-
chiede un 'analis i accurata de ll e co ncrez ioni stori-
che co nosc iute sull e ant iche f ibre dell a Sin done.
Q uando i laboratori dell a Roc hester U ni ve rsity e
dell a Lawrence Radi ation richi esero un sottil e
fra mm ento de l lino sindoni co all e co mpete nt i au-
t~ ri~à, fui sorpreso e dispi ac iuto all ' app rendere il
d1ni eg~ opposto. Dod ici stri sce, che io sappi a, sono
state rim osse al tempo de ll ' investigazio ne de ll o
STU _RP, quale di ffe renza poteva fa re il prelevamen-
to d1 altre du e possibili str isce? Ri na ldi mi aiutò a
co mprendere perché né Rochester né Lawrence
avevano ancora co mpletato i test al bui o ri chi esti.
Infatt i poc_hi ca mpioni già datati sono ass ieme ad
altri nuov i che devono essere testati. li lavo ro di
co nfe rm a o sment ita dei dati, cioè di acc uratezza o
meno de l metodo im piegato, possono ri chi edere
anni .
La ri ottos ità d i Torino era co mprensibil e: un 'altra
fa lsa lettura su ll a dataz ione del lenzuo lo sin do ni co
avrebbe gettato un ' ombra irrimed iab il e sull a sua au-
tenti ci!à. Sapp iamo bene quanto inefficace sia un a
smentita, quando una notizia sensaz ionale ha co l-
pito gli orga ni_di in fo r~ az i<? ne ~ attr~verso d i loro
la gente. La risposta d1 Tonn o in fatti fu: "Fin ite il
~ostro lavoro. Abbiamo aspettato duemila anni, poss-
iam o ben aspetta re qualche tem po in p iù".
È IMPORTANTE LA PROVA
DELL'AUTENTICITÀ?
La domanda ve nn e da pa rte d i un giova ne f isico
prof~ssore all ' Unive rsità d i Sta nfo rd, dopo un~ de l~
le :17I e numerose ~onfere nze su ll a Si ndone. E p
se na e profond~ d1quanto appa ia. E mi ha im pres-
sionato, perche la fede è un dono d i D io, no n
nasce da un a p_rova scientifica umana, che sa
pur sempre pa '.z1ale e soggetta al limi te um ano. La
fede no n pogg ia _su ~~cun l~nzuo lo. li p sprovve-
duto ba rbone, il _,pIu umil e co ntadi no posso no
avere u~ a f~?e pIu fo rte e fo ndata d i qualunqu e
prova s~ 1ent1f 1ca. "'.fo lta de l_l a nostra ans ietà reli gio-
sa spa rirebbe, se ri co rdass imo che la fede no n d i-
pe~de da ll a nostra capac ità di d ife nde rl a. Pur tut-
tav ia sono grato all a sc ienza che mi aiuta nell a ri-
cerca, perché procede attraverso fatt i e argoment i
ca ri all a rag ione!
Larry Lorenzoni
sdb

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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INTERVISTA
alla dottoressa
Beatrix Erika
Klakowicz
La dottoressa Klakowicz, di origine
polacca, nata e vissuta a Vienna,
laureata in Teolosia e Filosofia
con specializzaz,one nelle religioni
del'Antico Oriente, è segretaria
generale della UMEC
(Union Mondiale des Enseignants
Catholiques), ha lavorato per qualche
tempo con monsignor Ricci,
presidente del Centro di Sindonologia
di Roma, che le ha commissionato
uno studio su/l'antico supplizio
della crocifissione. Proprio per
questo fatto l'abbiamo intervistata.
La crocifissione dell'apostolG Andrea,
Roma, Chiesa di Sant'Andrea della Valle.
Dottoressa, come ha accostato la Sindone?
Fu monsignor Ricci che, data la mia specializza-
zione, mi commissionò un'indagine sull'uso della
crocifissione nell'antico oriente. Scoprii che era in
uso I' impalazione, da cui deriva direttamente la
crocifissione. Essa consisteva in uno strumento sul
quale veniva inchiodato o legato un delinquente
che già è stato decapitato o ucciso in altro modo.
Quindi su questo, diciamo, ""antenato" della
croce veniva posto solo un corpo morto?
Precisamente. Per metterlo in espos izione, come
esemp io.
f non c'erano deroghe o eccezioni alla regola?
In un solo caso il condannato veniva impalato
vivo e, addirittura, gli veniva negato il funerale:
quando si trattava di una donna che aveva volonta-
riamente abortito. Sono le leggi mesa/ass ire della
metà del Il millennio avanti Cristo. Se lo facessimo
oggi ... non basterebbero i pali dei telegrafi!
Ecome passò ai Romani?
A un certo momento i Romani - mancano però
documenti - vennero a conoscere questo supplizio
della impalazione, probabilmente in seguito alle
guerre contro i Parti . E, per la prima volta, essi
usano le persone vive, ma legate e non inchiodate
alla croce. Così capitò a Spartaco, crocifisso con
tutti i suoi lungo l'App ia nel tratto Capua/Roma.
Una croce ogni 30 metri su ambedue i lati della
strada. Alcuni morirono asfissiati dal loro stesso
peso, altri per insolazione, altri ancora di sete ...
un a morte atroce.
Che tipo di morte è in realtà? Ci sono esempi
nella storia?
Una morte come quella che riservavano ai prigio-
nieri certe tribù nomad i della Mongolia: li lega no
alle rocce e li lasci ano morire al sole.
A Gesù tuttavia riservarono un trattamento spe-
ciale...
Infatti. Gli occupanti rom an i si trovarono in un
paese difficile e per certi versi strano, dove coman-
dava più il gran sacerdote che il re e dove le regole
del tempio erano anche quelle che ordinavano vita
pubblica e privata. Tali regole tra l' altro considera-
vano sacrilegio che i co rpi dei condannati rimanes-
sero sul patibolo in giorno di festa; dovevano tassa-
tivamente essere sepolti prima del suo inizio. Quin-
di i Romani non poterono comportarsi co n Gesù e
gli altri due croc ifissi come fecero con Spartaco e i
suoi seguaci, lasciati esposti per giorni. Ecco per-
ché furono costretti al crurifragio, fracassando loro
le ossa dei ginocchi a bastonate.
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/AGOSTO 2000

5.2 Page 42

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Ma a Gesù no! E poi egli era stato appeso coi
chiodi, non legato come gli altri due. Come mai
questa stranezza?
Bel la domanda, ma resta senza risposta. Non si
sa per quale ragione abbiano deciso di usare i chio-
di. Tanto più che sembra non l'avessero mai fatto
fino ad allora! Quest'uso andò in vigore per la
prima volta in Palestina; stando ai testi, non si han-
no notizie di crocifissioni a mezzo di ch iodi fatte
dai Romani, prima di quella d i Gesù.
Per quanto concerne la Sindone, che cosa ha po-
tuto apprendere dalle sue ricerche?
Nulla più di quello ch_e non si sapesse già . E ciò
che si sa è molto poco. E certo che nel palazzo im-
periale di Costanti nopo li l' imperatore Costantino
aveva raccolto tutte le reliquie che aveva potuto,
spinto dalla mamma Elena, lettera lmente innamora-
ta dei ricordi della vita del Signore. Tra le altre cose
si trama nda che iI famoso ritratto del la Madonna
dipinto dall ' eva nge li sta Luca fosse anch'esso tra
queste reliquie ... e che la Madonna nera di Czesto-
chowa e la Vergine Salus Populi Romani fossero
copie di quel dipinto. Ma di trad izione si tratta,
senza alcun ri scontro stori co.
Giancarlo Manieri
Come il condannato portava il patibolo,
che veniva issato su un palo infisso nel terreno.
)
1. Macchie e bruciature dovute a un incendio (1532).
2. Aloni prodotti dall'acqua usata nello spegnimento.
3. Doppia immagine, dorsale e frontale di un corpo virile.
4. Ferite da flagello. - 5. Stille di sangue sulla fronte,
sul capo e sulla nuca, prodotte da trafitture. - 6. Ferita
da trafittura nel polso sinistro. - 7. Macchie di sangue che
scorre sugli avambracci: l'Uomo della Sindone fu sospeso
con le braccia distese. - 8. Macchia di sangue sul costato,
purtroppo rovinata in parte dalla bruciatura della stoffa.
9. Grande colata di sangue intorno alla vita,
in corrispondenza della ferita al costato.
1O. Sangue da trafittura nei piedi: la gamba sinistra
è leggermente contratta e i piedi sono sovrapposti. Le gambe
ri sultano più lunghe nell'impronta frontale (a destra)
perché il lenzuolo non era ugualmente teso so pra e sotto.
11 . Contusione dovuta al trasporto di una trave (un patibulum).
~ 2 -----+---r-H;:
'
;,_:_9 ,o
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS

5.3 Page 43

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LA SINDONE
NELL'INTERNET-
WEB
L'utente che ha bisogno
di reperire notizie sul mondo
della Sindone deve affidarsi ai motori
di ricerca. Questi, però, sovente
propongono centinaia di documenti,
non facili da consultare in breve
tempo. Inoltre, nella Rete vi sono
numerosi siti collocati da autori
non sempre ben informati
sulle tematiche sindonologiche.
La diocesi di Torino ha realizzato il migliore sito
in lingua italiana(ll che occupa le prime posi-
zioni nei principali motori di ricerca. In esso si
possono percorrere vari itinerari come quello scien-
tifico, iconografico, pastorale, spirituale, ecc. Perla
dei link contenuti in questo sito è quello inerente la
prenotazione on-line per la visita dei gruppi e de,i
privati alla Sindone nel periodo dell'ostensione. E
stato curato dal Comitato "Piemonte 2000"(2).
Oggi, questo sito introduce in maniera esauriente
gli utenti nell'affasc inante mondo della Sindone.
Eventuali limiti di approfondimento sono il frutto di
una scelta voluta, poiché si tratta del sito ufficiai~
dell'ostensione, evento prima di tutto religioso. E
quindi logico non pretendere certi dettagli tecnici
che snaturerebbero il significato e la tipologia del
sito torinese.
LA SINDONE "RI-VISTA" DAGLI ARTISTI
Nell ' arco dei secoli molti artisti si sono cimentati
nel riprodurre copie della Sindone, destinate a nu-
merose chiese d' Europa, per scopi devozionali(31.
Anche nei tempi moderni vi sono artisti che hanno
" rivisto" la Sindone e in particolar modo il Santo
Volto, riuscendo a suscitare sentimenti ed emozio-
ni . Un'opera singolare è quella di Mario Allegretti
intitolata " Il Giudice". La prima impressione che si
ha è quella di una figura(41 che sorge dai fumi di
un ' eruzione vulcanica, e sprigiona un senso di po-
tenza e di saggezza. In essa risalta la gravità del
momento del "Gi udizio", ma al tempo stesso tra-
spare una grande serenità.
Un volto veramente "maciullato" dalle torture e
dalla sofferenza lo troviamo nella scultura di Fer-
nando Bassani, che ha intito lato il suo lavoro "Se-
cundum Sindonem"(51. Un 'a ltra interpretazione arti-
QIJl'WjQ
00'1Sl.1$
!IDIJ
l~
PDllOD
GL! ~
llll.!!al.w;.m
FrlMII.
.• ,A I
stica interessante è quella di Leonardo Cumbo . Con
l'a usilio di oggetti come stoffa, gesso, filo spinato,
legno e gomma ha realizzato un'interessante com-
posizione in cui gli oggetti hanno il ruolo di attori:
due mani , rappresentate da guanti appesi con le
mollette su filo spinato, strizzano un telo che ha an-
cora il colore del sangue'61. Ti l'i mpressione che
l'u manità cerchi di giustificare e di annullare la sof-
ferenza di Cristo, strizzando e stendendo la Sindo-
ne su filo ... spinato.
EDITORIA
Vi sono aziende, soprattutto editoriali, che offro-
no al pubblico interessanti prodotti : libri, videocas-
sette, cd-rom, ecc. In questi siti, nella maggior parte
dei casi, vi sono semplici elenchi o riproduzioni
delle copertine di libri. A volte, come nel sito della
Elledic i(71, vengono rappresentate, in sintesi, alcune
tematiche della sindonologia.
Per chi vuole approfondire determinati aspetti
della ricerca, a parte la bibliografia consultabile sul
sito della Chiesa Cattolica e di "Collegamento pro
Sindone" (collezione Marinelli), c'è la possibilità di
consultare il catalogo'81 dei volumi disponibili nell e
grandi e nelle medie biblioteche di qualsiasi città
d'Italia.
INIZIATIVE SCIENTIFICHE
Dal 5 al 7 giugno 1998, pochi giorni prima della
chiusura dell'ostensione, si svolse a Torino il lii
Congresso Intern azio nale di Studi sulla Sindone.
Qualche relazione di questo congresso è consulta-
bile nel sito della rivista "Co llegamento pro Sindo-
ne"r91 _Dopo quello ufficiale della Chiesa Cattolica,
è questo il più completo nella Rete in lingua italia-
na, soprattutto sul piano scientifico.
Non poteva mancare a Torino il '.Museo della
Sindone"(io1, unico al mondo, situato a breve distan-
za dal duomo, nei sotterranei della chiesa del Santo
Sudario. Dopo il simposio internazionale svoltosi a
porte chiuse nei primi giorni di marzo, l'appunta-
mento scientifico più importante, sarà il Worldwi-
de Congress "Sindone 2000 11(111 che si svolgerà ad
Orvieto dal 27 al 29 agosto. È la prima volta che,
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

5.4 Page 44

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La Si11do11e
Ile/la
vita
-
d.ella
Chies{I
per r.artecipare ad un congresso sulla Sindone, è
possibile iscriversi on-line e ricevere tutte le infor-
mazioni .
Un capitolo promettente nella ricerca scientifica
è quello dell ' elaborazione tridimensionale. C'è chi
vuole verificare la caratteristica tridimensionale del-
l' impronta dell'uomo sindonico, come Walter Pa-
van r12l, creando un effetto reticolato ma sempre a
tre dimensioni del Santo Volto . Altri autori e ricer-
catori propongono nuove forme di bassorilievo
della probabile immagine di Gesù, prodotto con
tecnologia VRMLr13l_Le immagini più tradizionali e
più recenti che tutti conosciamo sono quelle elabo-
rate dal prof. Nello Balossino del Dipartimento di
Informati ca dell'Università di Torino. Si possono
ammirare sul sito(14l che presenta il Centro Intern a-
zionale di Sindonologia, di cui lo studioso è il vice
direttore.
CURIOSITÀ
Nella Rete sono stati installati alcuni siti che af-
frontano svariati aspetti della questione Sindone.
L'articolo di Giorgio Banaudi(15l, pubblicato su Jesus
nel maggio 1998 è, in pratica, un piccolo osserva-
torio di quello che offre Internet a proposito della
Sindone. Altrettanto si può dire della rubrica Cultu-
ra & Scienze di " la Repubblica .it" intitolata " Le vie
infinite della Sindone in Rete"(16l. La questione Sin-
done è_propost~ nell'artic?~O di Pino Mazzucchelli
in un sito che s1occupa d1 insegnamento della re li-
gione catto li ca dal titolo " La 'battag li a' della Sindo-
ne" con chiare fonti bibliografiche(17l.
Nella web page di Massimo Contin8l si trattano
svariati argomenti e, nel settore dei pellegrinaggi
virtuali, anche la Sindone. Questo articolo, svilup-
pato in otto cartelle, senza bibliografia, cita brani
degli evange li sti, poi fa un riepilogo storico e quindi
passa ag li aspetti più scientifici. Nel sito del CS I
Piemonte si può leggere la storia della cupola, per-
ché e come venne costru ita, ammirare l' architettura
de l Guarini, i suoi disegni e le soluz ion i adottate e
rea li zzate. Si possono vedere la cupo la e il duomo
di Torino nell'iconografia dei seco li passati e il mo-
dello tridimensionare in VRML(19l. Infine, è in fase
di all estimento un sito(20l ch e avrà la funzione di
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
"osservatorio" dei siti che trattano de ll a Sindone.
Esso verrà suddiviso in cana li tematici per faci litare
la ricerca dei temi più specifici.
GRUPPI DI DISCUSSIONE
Un capitolo a parte meritano i gruppi di discus-
sione. Non esiste nel web italiano alcun newsgroup
specifico sulla Sindone. Si possono comunque tro-
vare degli interessanti messaggi " ping-pong" (botta
e risposta) nell'argomento della scienza. Spesso,
però, più che costruttivi scambi di notizie scientifi-
che sembrano diatribe fra co loro che sono favore-
voi i e co loro che sono contrari all 'autenticità della
Sindone. Il perfezionamento tecnologico nella ge-
stione dei messaggi elettronici e nella formazione
di siti specializzati, accessibi li solo ag li addetti ai
lavori , darà un notevole contributo all o sviluppo
della ricerca sindono logica.
Michele Salcito
(" 11 I ~ .S A
C' I\\ 1 1 O I. I (' A
lrn<mARIO
scrr,.-n:nco
SFGllETI'.lllA l'IU.NOTAZIONl
OSTFNS ION'E QSTli'NS lON I-
Siti italiani citati nel testo:
1) http://www.sindone.org/it/welcom e.htm
2) http://www. giubi leo. pi emonte.it/gi ubi leo/home.htm
3) http://www/net-point.it/extra/c2/26.htm
4) http://www.portfo lioita lia.com/c ultura/all egretti .html
5) http://gruppoitalia.it/sindone/npg_hm.htm
· 6) http://eee/tin.it/volart/CUMBO/s indone.html
7) http://www/e ll edici.org/sindone/ index_h ome.htm I
8) http://opac. sbn .it
9) http://space.tin.i t/sci enza/bachm/
1O) http://ww w .claypaky.i t/italiano/press/art_sindo ne.htm
11 ) http://web.ti sca linet.i t/s indo ne2 000/ ·
12) http://members. xoom.com/_XOOM/wa lterpava n/s indon e.htm
13) http://www.polito.i t/~ mchiesa/sindone/sindone/sindonel .html
14) http://ww w .di.unito .it/s indon/
15) http://www. mari sti.it/sindone. htm
16) http://www.i ltirreno.it/online/cultura_scienze/sindone/guida/guida.html
17) http://www.augustea .i t/dgabri ele/ italiano/teo_sindo ne.htm
18) http://userspace.a ts.it/free/ma xconti/ index .html
19) http://www.cs i.i t/c upola/
20) http://space.ti n. it/sci enza/misalcit
Siti stranieri:
http://www.shroud.com/
http://www.s hroud .org/
http://users.aol.com/fc bri nk/hsg!hsg.htm
http ://www.uni sa.ac.za/dept/press/dearte/5 1/dea rturn .html

5.5 Page 45

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APPENDICE 1
BIBLIOGRAFIA GENERALE
a cura di Emanuela Marinelli
AA.VV., Sindone, cento anni di ricerca, Istituto Po-
ligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato,
Roma 1998
AA.VV. - Guida del pellegrino- Elledici, Leumann
(TO), Edizioni San Massimo, Torino 1998
AA.VV. - Il Grande Libro della Sindone - Ed. San
Paolo, Cinisello Balsamo (Ml) 2000
ACCORNERO Pier Giuseppe - Sindone, verità o
inganno?- Ed. Il Punto, Grugliasco (TO) 1998
BAIMA BOLLONE Pierluigi, Sindone o no, SEI,
Torino 1990
BAIMA BOLLONE Pierluigi, Sindone, la prova,
Arnoldo Mondadori Ed ., Milano 1998
BAIMA BOLLONE Pierluigi - ZACÀ Stefano - La
Sindone al microscopio - Esame medico-legale -
Elledici, Leumann (TO) 1996
BALOSSINO Nello - L'immagine della Sindone -
Ricerca fotografica e informatica - El ledici, Leu-
mann (TO) 1997
BARBERIS Bruno - SAVARINO Piero - Sindone,
radiodatazione e calcolo delle probabilità - El ledi-
ci, Leumann (TO) 1997
BARBESINO Francesco - MORONI Mario - L'or-
dalia del Carbonio 14 - MimepDocete, Pessano
(Ml) 1997
BARTOLINI Bartolina - Pregare con la Sindone -
Elledici, Leumann (TO) 1998
DE ROLANDIS lto - L'Immagine dal non cono-
sciuto - Il Punto, Torino 1998
DUBARLE André M., Storia antica della Sindone di
Torino fino al Xlii secolo, Ed. Giovinezza, Roma 1989
FANTI Giulio - MARINELLI Emanuela, Cento pro-
ve sulla Sindone - Un giudizio probabilistico sul-
l'autenticità, Ed. Messaggero, Padova 1999
FAVARO Oreste - Via Crucis con la Sindone - El-
ledici, Leumann (TO) 1997
FOSSATI Luigi, Breve saggio critico di bibliografia
e di informazione sulla Sacra Sindone, Bottega
D'Erasmo, Torino 1978
FOSSATI Luigi - Don Natale Noguier de Malijay stu-
dioso della Sindone- Bottega d'Erasmo, Tonno 1981
FOSSATI Luigi - La Sacra Sindone - Elledici, Leu-
mann (TO) 2000
GARELLO Edoardo, La Sindone e i Papi, Ed . Corsi,
Torino 1984
GHIBERTI Giuseppe - Sindone, Vangeli e vita cri-
stiana - El ledici, Leumann (TO) 1997
GHIBERTI Giuseppe - Sindone verso il 2000 -
Piemme, Casale Monferrato (AL) 1999
GHIBERTI Giuseppe - CASALE Umberto, Dossier
sulla Sindone, Queriniana, Brescia 1998
INTRIGILLO Gaetano, Sindone, l'istruttoria del se-
. colo, San Paolo, Cinisello Balsamo (Ml) 1998
LOCONSOLE Michele, Sulle tracce della Sacra
Sindone di Torino - Un itinerario storico-esegeti-
co, Ladisa Editori, Bari 1999
MALANTRUCCO Luigi, L'equivoco Sindone, Elle-
dici, Leumarm (Torino) 1992
·
MARINELLI Emanuela, La Sindone - Un'immagine
i11 mpossibile 11 - San Paolo, Cinisello Balsamo (Ml)
1998
MARINELLI Emanuela - MARINELLI Maurizio, Sin-
done Viva - CD-ROM - San Paolo, Cinisello Bal-
samo (Ml) 1997
MARINELLI Emanuela - MARINELLI Maurizio, Co-
sa vuoi sapere sulla Sindone? - San Paolo, Cinisel-
lo Balsamo (Ml) 1998
,
MILANESIO Antonio - SIRACUSA Simona - ZACA
Stefano - Un 'immagine «inspiegabile» - Ipotesi
sulla formazione dell'immagine sulla Sindone - El-
ledici Leumann (TO) 1997
MORETTO Gino, Sindone, la guida, Elledici Leu-
mann (Torino) 1996
MORETTO Gino - Piccola guida alla Sindone - El-
ledici, Leumann (TO) 1997
MORETTO Gino - Sindone, la storia: 1416-2000 -
Elledici, Leumann (TO) 2000
MORONI Mario - BARBESINO Francesco - Apo-
logia di un falsario - Maurizio Minchella Editore,
Milano 1997
ORLANDI Alfredo - Il punto sulla Sindone - El le-
dici, Leumann (TO) 1993
PETROSILLO Orazio, La Sindone da contemplare,
Elledici, Leumann (TO) 1998
PETROSILLO Orazio - MARINELLI Emanuela, La
Sindone, storia di un enigma, Rizzali, Milano 1998
RAFFARD DE BRIENNE Daniel - Dizionario della
- =-- Sindone- Elledici, Leumann (TO) 1998
-- -
RICCI Giulio, L'Uomo della Sindone è Gesù, dia-
mo le prove, Ed. Carroccio, Vigodarzere \\PD) 198_9
RICCI Giulio, La Sindone contestata, dtfesa, spie-
gata, Collana Emmaus, Roma 1992
.
RIGGI DI NUMANA Giovanni, Rapporto Sindone
1978/1987, 3M Edizioni, Milano 1988
RODANTE Sebastiano, Le realtà della Sindone,
Massimo, Milano 1987
RODANTE Sebastiano, La Scienza convalida la
Sindone, Massimo, Milano 1994
SCANNERINI Silvano - Mirra, aloe, pollini e altre
tracce - Ricerca botanica sulla Sindone - El ledici,
Leumann (TO) 1997
STEVENSON Kenneth E., HABERMAS Gary R.,
Verdetto sulla Sindone, Queriniana, Brescia 1982
TESSIORE Giorgio, Sindone: '.'Segno" ~i Cristo?,
Arti Grafiche San Rocco, Grugliasco (Tonno) 1994
TESSIORE Giorgio - La Santa Sindone e_il suo mi-
stero - Arti Grafiche San Rocco, Grugl Iasco (TO)
1997
TESSIORE Giorgio - La Santa Sindone ~a Ger_usa-
lemme a Torino in lotta col fuoco - Arti Grafiche
San Rocco, Grugliasco (TO) 1997
.
ZACCONE Gian Maria - Sulle tracce della Sindo-
ne - Storia antica e recente - Elledici, Leumann
(TO) 1997
Per una più ampia documentazione sulla Sindone, si
possono consultare i seguenti siti Internet:
Arcidiocesi di Torino: http://www.shzdone.org/
Collegamento pro Sindone: http://space.tin.it/scien-
za/bachm/
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

5.6 Page 46

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APPENDICE 2
a cura di Fabio Sandror'li
IL CINEMA
SINDONOLOGICO
1933 S.S. SINDONE produzion e Bricarello (Itali a)
durata ca. 50'*
1976 TESTIMONE SILENZIOSO di David Rolfe (USA)
1978 LA VIA CRUCIS ALLA LUCE DELLA SINDONE
E DEI VANGELI di Remo Romeo (Itali a)
1979 IL MISTERO DELLA SINDONE di Salvatore
Cerra (ltalia) *
IL TUO VOLTO, SIGNORE, IO CERCO di Re-
mo Romeo (Ita li a)
L'UOMO DELLA SINDONE È IL GESÙ DEI
VANGELI di Remo Rom eo (Itali a)
198 1 IN SEARCH OF HISTORIC JESUS d i Henning
Schell erup (USA)
1985 LA SINDONE, INDAGINE SU UN MISTERO di
D amato - Brancheri - Giorda no (Itali a; 1985)
L'UOMO DELLA SINDONE: INDAGINE SU
UN ANTICO DELITTO di Maria Graz ia Sili ato
(Italia)
1987 COPIE SINDONICHE DI ACIREALE E CALTA-
GIRONE di Remo Rom eo (Ita li a)
1988 SAINT SUAIRE DE TURIN di E. Bonnet - P.
M erat (Fran cia)
SACRA SINDONE di Gianca rlo Giojelli (Ita li a)
1989 LA SACRA SINDONE E LE ICONE di Remo
Romeo (ltalia)
199 1 INDAGINE SU GESÙ di W ern er W eick (Ge r-
mani a)
1993 LA SINDONE, IL SEGNO DEL NOSTRO
TEMPO di Alberto Di Giglio (Itali a)
1995 LA SINDONE PRIMA DEL XIV SECOLO di
M ario Moroni (Itali a)
* uni ci dei documentari disponibi li su pellicol a e rin-
tracc iab ili sul cata logo ANICA disponibile su http://
www.anica.it/
FILMOGRAFIA SU GESÙ
(El enco indicativo, alcune opere potrebbero essere
state omesse)
1897 Il segno della Croce (USA) di William Hagar
La vie du Christ (Francia) di Léa r (a nche La
Passion Léar)
La Passion du Christ (Francia) dei F.lli Lumi ère,
regia di Georges Hatot
Passion Hollaman (USA) di L.J. Vin ce nt (a nche
Passion play) prod . Rich G. Hollaman
1898 Passion (USA) di Sigmund Lubin
1899 La vie du Christ (Francia) di Ferdinand Zecca
(prod. Léon Gaumount)
Le Christ marchant su les eaux (Francia) di
Georges M éli ès (pe r alcuni 1900)
1900 Passione di Gesù (Itali a) di Lui gi Top i (per alcu-
ni 1897)
SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000 BS
Il vangelo secondo Matteo, di Pasolini .
1902 La Passion (Francia) prod . Gaumont
La vie et Passion de N.S. Jesus Christ (Francia)
di Ferdin and Zecca e Lu cien Nonquet (prod.
Charles Pathé)
1904 La vie et Passion de N.S. Jesus Christ (Fran cia)
di F. Zecca e L. Nonq uet, ampli ata da ll 'ed.
1900 e 1902
Passion Bonne Press (F rancia), rec itata a Nancy
1905 Passion Warwick (G.B .) di Lu dw ig Deutsc h
1906 La vie du Christ (Francia) di Al ice Guy e Vieto-
rin Jasset
1907 La leggenda della Croce (Itali a) fotografia di
G iovanni Vitrotti
La vie et la Passion de N.S. Jesus Christ (Fran-
cia) di M auri ce-André M aitre
1909 Il bacio di Giuda (Francia) di Armand Baur
1910 Cristo in croce (Francia) di Louis Feu iIIade
1911 Calvario (Itali a) prod. Pasqua li & C.
Giuda (Ita li a) prod . Ambros ia
Passione Pathè (Francia) di Zecca (ultima ver-
sione)
From the Manger to the Cross (D all a mangia-
to ia all a croce) (U SA) di Sidn ey Ol cott
19 13 La Vita di N.S. Gesù Cristo (Fran cia) di M auri-
ce-André M aitre
1914 Passione di Cristo (ltalia) prod. Film d'Arte Ita-
li ana
1915 Christus (Itali a) con Alberto Pasq uali di Giu li o
Antamoro (per alcuni 1916)
Via Dolorosa (Italia) d i Gugli elm o Zorz i
1916 Golgota (Itali a) di Achill e Consa lvì
lntolerance (USA) di Dav id Wark Griffith
1917 Il buon ladrone (Ital ia) di Giu lio Antamoro
1918 Maria di Magdala (Ita li a) prod. Vera Film con
Il eana Leonidoff
1919 Giuda (Itali a) di Febo M ari
Redenzione (Maria di Magda la) (Itali a), di Car-
min e Gal lone
Via Crucis (Ita li a) di Romo lo Bacch ini
Via Dolorosa (Itali a) di A lberto Carlo Lo lli
1920 Der Christus von Oberammergau (Ge rmani a)
di Frantz Seitz
1922 The Rip-Tide (USA) di Jack Pratt (per alcuni 1923)
1923 I.N.R.I. (Germ ani a) di Robert Wi ene
1927 Il Re dei re (USA) di Cecil B. De Mill e
1930 Ecce Homo (G .B. ) di W alter W. Rii la

5.7 Page 47

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1932 L'ultima cena (Itali a) di Febo Mari (ediz ione so-
nori zzata del Giuda del 1919)
1934 Golgota (Francia) di Julien Duvivie r
1942 Jesus de Nazareth (Mess ico) di José Di az Morales
1946 Maria di Magdala (Messico) di Miguél Torres
Contreras
1948 Il dramma di Cristo (Itali a) di Lu ciano Emmer
195 1 Mater Dei (Italia) di Don Emilio Corsero prod.
Parva film (San Paolo)
1954 Il Figlio dell'Uomo (Ita lia) di Virgilio Sabei
Day of triumph (USA) di lrvin g Piche I
1957 Il bacio di Giuda (Spagna) di Rafaèl Gil
1958 La redenzione (Ita li a) di Vincenzo Lucci Chiarissi
196 1 Il Re dei re (USA) di Nicholas Ray
1963 Rogopag - episodio: la ricotta (Ita li a) di Pi er-
pao lo Pasolini
1964 Il Vangelo secondo Matteo (Itali a) di Pi er Paolo
Pasolini
1965 La più grande storia mai raccontata (USA) di
George Stevens
1968 E abitò tra noi Uoyful mysteries) (USA) di Jo-
seph Breen jr.
1969 I suoi non lo riconobbero (The sorrowfu11 my-
steries) (USA) di Joseph Breen jr.
1971 El Cristo del océano (Lu ca, bambino mio) (Ita-
li a-Spagna) di Ramòn Fernàndez
1973 Jesus Christ Superstar (USA) di Norman Jewison
Godspell (USA) di David Greene
Tu lo condanneresti? (Proceso a Jesus) (Spag na)
di Josè Luis Saenz De Hered ia
1975 Il Messia (lta lia-Francia) di Roberto RosseIIini
1977 Gesù di Nazareth (Itali a) di Franco Zeffirelli
I Giardini dell'Eden
di D'Alatri.
1979 Jesus (USA) di John Krish e Peter Sykes. Prod.
J.B . Heyman
Mary and Joseph: a story of faith (Canada -
Germania - Israe le) di Eri c Till. Prod. per la TV
1980 The day Christ died (USA) di James Cellan
Jones. Prod. per la TV
Jesus, Marfa/ José (Mess ico) di Miguel Zacarfas
1981 In Search o Historic Jesus (USA) di Henning _ ;,;.:...._
Schellerup
1986 L'inchiesta (Itali a) di Damiano Dam iani
1988 li bacio di Giuda (Itali a) di Paolo Benvenuti
L'ultima tentazione di Cristo (USA) di Martin
Scorsese
Un bambino di nome Gesù (Ita li a) di Fran co
Rossi - prod . per la TV
Un bambino di nome Gesù. L'attesa (Italia) di
Franco Rossi - prod. per la TV
1989 Un bambino di nome Gesù. Il mistero (Itali a)
di Franco Rossi - prod. per la TV
Jesus of Montreal (Ca nada) di Denys Arcand
1991 Pustynya (li deserto) (URSS) di Mikhail Kats"
1993 Per amore, solo per amore (Italia) di Giova nni
Veronesi
La belle histoire (Francia) di Claude Lelouch
1998 I Giardini dell'Eden (Italia) di Alessandro D'Alatri
1999 Jesus (Germania) di Roger Young - prod. per la
TV
Jésus (Francia) di Serge Moati - prod. per la TV
The miracle maker (GB - Russia) di Stanislav
Sokolov e Derek Hayes
Jesus, di Roger Young.
Ulteriori fo nti : " Dizi onario dei Film " di Pino Farinotti;
Sugarco 1999; " li Morandini 2000 - Dizionario dei
film " di L. e M. Morandini; Zanichelli 1999; Archivio
ANICA - http://www.anica.it/; Archivio "the Internet
Movie Database" - http://www.imdb.com/; CD-ROM
Cinencicloped ia Ediltel - Editoria Elettronica Edite! (ar-
chivio cinematografico dell ' Ente dello spettacolo).
BS SUPPLEMENTO LUGLIO/ AGOSTO 2000

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
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