Bollettino_Salesiano_201911

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IL
NOVEMBRE
2019
Un anno con
don Bosco
Rivista fondata da
S. Giovanni Bosco
nel 1877

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IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE
DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME
Il sogno missionario
continua
Ho visto imprese che sembravano impossibili:
uomini e donne donare quotidianamente la vita
in foreste e deserti terribili o in periferie
lacerate quotidianamente dalla violenza.
Annunciando Gesù con il vangelo semplice e
silenzioso vissuto nella vita quotidiana.
Il sogno missionario del titolo, amici del cari-
sma salesiano, è il grande sogno missionario di
don Bosco. Fin dai primi anni della fondazione
della piccola e fragile Società di San Francesco
di Sales (Salesiani), ha inviato i primi missio-
nari in Argentina (1875), perché si occupasse-
ro delle migliaia di emigranti italiani che vi erano
arrivati, ma con il profondo desiderio che, nel più
breve tempo possibile, andassero ad evangelizzare
le popolazioni indigene della Patagonia.
In uno dei suoi più grandi e profetici sogni mis-
sionari, don Bosco sorvola il mondo insieme ad
alcuni dei suoi giovani, guidato da una pastorella.
I giovani leggono i cartelli delle città che scorro-
no sotto di loro: Valparaíso, Santiago, poi mon-
tagne, colline e mari e Pechino! gridano insieme.
«Bene» dice la Pastorella «Ora tira una sola linea
da un’estremità all’altra, da Santiago a Pechino,
fanne un centro nel mezzo dell’Africa e avrai
un’idea esatta di quanto debbono fare i Salesiani».
«Ma come possono fare tutto questo?» esclama
don Bosco «Le distanze sono immense, i luoghi
difficili e i Salesiani pochi». «Non ti turbare. Fa-
ranno questo i tuoi figli, i figli dei tuoi figli e i
loro figli».
Ebbene, quei figli siamo noi e quel sogno mis-
sionario è ancora vivo, molto vivo. E noi siamo
dentro il sogno.
Don Bosco, se fosse fisicamente presente in
mezzo a noi, si sentirebbe molto felice, e ce lo
esprimerebbe con il suo largo e indimenticabile
sorriso, vedendo come le sue due grandi congre-
gazioni, i Salesiani di Don Bosco, e le Figlie di
Maria Ausiliatrice, continuano ad essere missio-
narie e ripartono verso gli orizzonti che lui aveva
solo sognato con ondate successive verso i lidi più
lontani. Molte volte, fino a raggiungere quest’an-
no l’ondata numero 150.
Diecimila missionari
Lo scorso 29 settembre, dalla Basilica di Ma-
ria Ausiliatrice, 36 Salesiani di Don Bosco e 12
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Figlie di Maria Ausiliatrice, durante una com-
movente Eucaristia, hanno ricevuto il crocifisso,
come distintivo di “inviati” in quattro continenti.
Nell’omelia ho potuto condividere con tutti un’in-
formazione che non è solo curiosa, ma che ha un
grandissimo valore carismatico e di identità sa-
lesiana. Ho detto che nel dicastero delle missio-
ni abbiamo un libro in cui sono registrati tutti i
nomi dei missionari partiti nelle 150 spedizioni,
e il primo nome è quello di Giovanni Cagliero.
Il numero totale di salesiani sdb finora raccolti in
quel registro è di 9542 missionari, dal 1875. Ma
sappiamo che un migliaio di altri sono stati in-
viati in altre circostanze, senza aver ricevuto uf-
ficialmente la croce missionaria a Valdocco. Non
conosco il numero delle nostre sorelle missionarie
Figlie di Maria Ausiliatrice, ma sono certamente
diverse migliaia.
Quindi ci può essere il minimo dubbio sul carisma
missionario delle due Congregazioni care a don
Bosco? Certamente no. Siamo nati come religio-
si e religiose per i giovani, i ragazzi e le ragazze
di tutto il mondo, specialmente per i più poveri e
bisognosi tra loro, ma anche per essere evangeliz-
zatori e missionari dove c’è più bisogno di noi.
Il vangelo della vita
Lo sanno bene i fratelli e le sorelle che hanno ri-
cevuto la croce a Valdocco il mese scorso, come
missionari di Gesù ovunque ce n’è bisogno. E
questa certezza mi porta al cuore tanti volti e
tanti nomi di sorelle e fratelli missionari che ho
incontrato in tutto il mondo in questi quasi sei
anni. Sempre in mezzo ai più poveri e umili dei
cinque continenti.
Ho visto imprese che sembravano impossibili:
uomini e donne donare quotidianamente la
vita in foreste e deserti terribili o in perife-
rie lacerate quotidianamente dalla violenza.
Annunciando Gesù con la parola e molte
volte senza la parola, perché non posso-
no annunciarlo, ma con una testimonianza
esemplare, con il vangelo semplice e silenzioso
vissuto nella vita quotidiana.
Ho incontrato sorelle e fratelli che sono stati in
varie prigioni per più di trenta o quarant’anni
per motivi di fede. Ho incontrato fratelli che poi
sono diventati martiri della fede in una morte
insensata e ingiusta, come gli ultimi due martiri
missionari salesiani spagnoli (padre César An-
tonio Fernández, e padre Fernando Hernández,
entrambi morti in Burkina Faso).
Oggi, i nostri fratelli e sorelle continuano ad es-
sere missionari in tutta l’America, in Amazzonia
e in tutta la catena montuosa andina; missionari
in Africa. Missionari in Mongolia, nell’Europa
dell’Est, nel Nepal e in tanti altri luoghi dell’A-
sia, in quasi tutta l’Oceania... e continuiamo a
ricevere domande e richieste da tutte le parti del
mondo per avere la presenza dei figli e delle figlie
di don Bosco.
Grazie anche a voi per il vostro affetto, la vostra
simpatia e anche per la vostra generosità quando
c’è bisogno di qualcosa per i più poveri. Insieme
possiamo aiutarne molti di più e allar-
gare di molto il raggio della nostra
carità.
Che il buon Dio vi bene-
dica tutti.
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