Bollettino_Salesiano_201811

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IL
NOVEMBRE
2018
Rotta con
don Bosco!
Rivista fondata da
S. Giovanni Bosco
nel 1877

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IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE
DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME
Ci sono ancora le del Salmo 105 che dice: Il Signore chiamò Mosè
e Aronne, gli uomini del suo cuore. La mia è una
chiamata, non una scelta». Il loro atteggiamen-
buone
notizie! to sereno e deciso ci ha fatto rivivere in qualche
modo la nostra chiamata personale.
Una chiamata che non riguarda solo i salesiani e
salesiane consacrati, ma tutti i membri della Fa-
miglia Salesiana, perché in un modo o nell’altro
tutti noi siamo stati chiamati ad essere discepoli
I nuovi missionari SDB ed FMA missionari dei giovani e dei più bisognosi in ogni
angolo del nostro bello, amato e sofferto mondo.
chiamati a testimoniare la presenza di Dio nel I cristiani in realtà non hanno una missione, sono
mondo. Con l’inconfondibile stile salesiano: la missione. Tutti i cristiani sono chiamati a vive-
re il mistero dell’Incarnazione, cioè a vivere nel
cominciando dal basso, dai più piccoli. corpo fisico e nel corpo morale della comunità la
presenza di Dio.
V i sto scrivendo, cari amici del Bollettino
Salesiano, poche ore dopo aver conse-
gnato la croce di missionari al gruppo
di 10 Figlie di Maria Ausiliatrice e 25
salesiani di don Bosco di questa 149ª
spedizione missionaria, a partire dalla
Dalla Casa-Santuario della nostra Madre Ausi-
liatrice sono partiti in tanti per ogni angolo della
terra: 149 volte in 143 anni.
Dopo la prima spedizione missionaria del 1875,
don Bosco ne inviò un’altra nel 1877, con le pri-
me Figlie di Maria Ausiliatrice, accompagnate
prima preparata da don Bosco stesso l’11 novem- dalla benedizione materna di Madre Mazzarello.
bre del 1875. In quella occasione erano dieci i Erano sei giovani suore tra i 17 e i 25 anni. Nel
primi salesiani inviati in Argentina, sei giovani tempo di don Bosco si succedettero le spedizioni
sacerdoti e quattro salesiani coadiutori. Quei pri- del 1878, 1881, 1883, 1885, 1886, 1887 e 1888.
mi sono stati seguiti da undicimila salesiani e Alla morte del nostro amato don Bosco erano 149
duemila e cinquecento Figlie di Maria Au- i salesiani inviati in missione e 50 le Figlie di Ma-
siliatrice, più di duemila italiane, par- ria Ausiliatrice, presenti in Argentina, Uruguay,
titi dall’Europa per il mondo.
Brasile, Cile ed Ecuador.
È una realtà meravigliosa che Sono la coraggiosa avanguardia della nostra Fa-
mi fa dire che esistono ancora miglia. Non sono stati inviati per “fare”, e “fare”
buone notizie da cono- e ancora “fare”, ma per portare uno spirito, per
scere e comunicare. allargare l’abbraccio di don Bosco, la tenera uma-
Consegnando il cro- nità di Madre Mazzarello e l’audacia di chi vive
cifisso ho visto negli la passione del Vangelo.
occhi di questi giovani Quello che ho detto ai nuovi missionari voglio dir-
uomini e donne una lo a tutti voi: «Aspettiamo che la carità pastorale
luce comune, il riflesso sia il vero centro del vostro essere e agire; che il
delle parole pronuncia- Cristo del Vangelo, amato e seguito da don Bosco
te da uno di loro: «Sen- e dai nostri santi, sia davvero alla sorgente della vo-
to di vivere il versetto stra persona; che viviate con umiltà e intensità un
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filiale senso di chiesa, la predilezione per i giovani,
e l’amorevolezza tipica del Sistema Preventivo, in
spirito di famiglia, con operosità instancabile e con
temperanza. Sempre uniti a Dio, siate ottimisti e
gioiosi, creativi e flessibili, e mai, mai, dimenticate
che ci aspetta l’abbraccio del Padre in Cielo dove
arriveremo non soli ma accompagnati dai tanti per
i quali daremo la nostra vita».
Siamo chiamati a testimoniare la presenza di Dio
nel mondo. Con un inconfondibile stile salesiano:
cominciando dal basso, dai più piccoli.
Il professor Fernando Silva, che dirige l’ospedale
pediatrico di Managua, ha raccontato una toc-
cante esperienza. Una vigilia di Natale rimase a
lavorare fino a tardi. Si sentivano già gli scoppi
dei razzi, e i lampi dei fuochi d’artificio illumi-
navano il cielo, quando Fernando si decise ad an-
darsene a casa, dove lo aspettavano per la festa.
Mentre stava facendo un ultimo giro attraverso le
corsie per vedere se tutto era in ordine, sentì d’un
tratto un lieve rumore di passi alle spalle. Passet-
tini di bambagia. Si volse, e vide uno dei piccoli
pazienti che lo seguiva.
Nella penombra, lo riconobbe, era un bambino
che non aveva nessuno.
Fernando riconobbe quel viso già segnato dalla
morte e gli occhi che chiedevano scusa, o forse
chiedevano permesso.
Fernando gli andò vicino e il bimbo lo sfiorò con
la mano: «Diglielo...» sussurrò. «Di’ a qualcuno
che io sono qui».
In una mostra fotografica sui bambini di strada a
Lima, sotto una fotografia c’era questa didasca-
lia: «Saben que existo pero no me ven». Sanno
che esisto, ma non mi vedono. Sono un problema
sociale, una statistica, ma non mi vedono.
Siamo Salesiani se dovunque ci troviamo, ascol-
tiamo la voce dei dimenticati, degli invisibili. Sia-
mo chiamati ad essere i missionari tenaci e corag-
giosi dei piccoli e degli ultimi. Siamo chiamati a
inginocchiarci per lavare i piedi degli altri, come
ha fatto il nostro Maestro e Signore.
Solo chi si abbassa può ascoltare e soprattutto
ascoltare i piccoli. Loro hanno una parola da dire
e una vita da condividere.
Carissimi, incontrerete dappertutto tantissime
persone di buona volontà, alcune che nemmeno la
pensano come noi, hanno altre visioni del mondo
e vivono e praticano altre religioni, ma che sono
buone e fanno il bene, ammirano la bellezza e cer-
cano la verità. Ma troverete pure tante sofferenze
causate dall’ingiustizia, dalle diseguaglianze e dal-
la violenza, tante volte da parte di quelle che hanno
più potere, sia politico, sia sociale, sia economico.
Ma voi dovete restare sempre accanto al popolo
più povero, più minacciato, più bisognoso.
Al riguardo voglio richiamare uno dei “ricordi”
che lo stesso don Bosco ha voluto consegnare ai
missionari della prima spedizione, 143 anni fa,
alla partenza del vapore “Savoia”: «Prendete cura
degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei po-
veri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la
benevolenza degli uomini» e, in un biglietto a
don Cagliero: «Fate quello che potete: Dio farà
quello che non possiamo fare noi. Confidate ogni
cosa in Gesù sacramentato e in Maria Ausiliatri-
ce, e vedrete che cosa sono i miracoli».
I missionari della
spedizione numero
149 con il Rettor
Maggiore.
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