Bollettino_Salesiano_200812

Bollettino_Salesiano_200812

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Mensile - Anno CXXXII - nr. 11
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 811/2008
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Dicembre 2008

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STRENNA 2008
di Pascual Chávez Villanueva
EDUCARE
CON IL CUORE DI DB
EDUCAZIONE E CULTURA
“Il compito primario ed essenziale della cultura in generale
e anche di ogni cultura è l’educazione. Questa consiste nel fatto
che l’uomo diventi sempre più uomo, che possa ‘essere’ di più
e non solamente ‘avere di più’, e che, di conseguenza,
attraverso tutto ciò che egli ha, tutto ciò che egli possiede, ro di agire come uomini liberi e con
sappia sempre più pienamente essere uomo”1. capacità che li rendono competenti
ed efficaci nell’azione. È ben nota la
situazione di incredulità in cui cresce
la maggior parte dei giovani europei.
L’educazione è un cam-
mino specifico di
umanizzazione; cer-
nità espressa nel patrimonio Essa ha una straordinaria rilevanza
culturale e nella cangiante culturale. Basta affacciarsi al mondo
mondialità attuale.
della letteratura o del cinema. È diffi-
ca di costruire l’uomo li-
berandolo dai condiziona-
cilissimo trovare nelle opere di suc-
>> L’educazione sale- cesso, qualche produzione i cui pro-
menti che potrebbero im-
siana è fondata su una tagonisti ricevano dal cristianesimo
pedirgli di vivere piena-
scala di valori che provie- l’ispirazione per la vita o per la di-
2 mente la propria vocazione
ne da una particolare con- gnità della loro esistenza. L’esperien-
e abilitandolo per un’espan-
cezione dell’uomo: la matu- za religiosa viene presentata con
sione delle sue capacità crea-
razione della coscienza attra- toni peggiorativi, come un fenomeno
tive. Lo sviluppo dell’uomo passa
verso la ricerca e l’adesione alla di infantilismo e di senso di colpa.
necessariamente attraverso la cultu- verità; lo sviluppo della libertà re- Ciò nonostante, per noi Cristo è la
ra, intesa come un modo di rappor- sponsabile e creativa attraverso la migliore notizia che possiamo dare al
tarsi con il mondo, con gli altri, con conoscenza e la scelta del bene; la mondo; in Lui l’uomo raggiunge la
se stesso, con Dio; ma anche come capacità di relazione e solidarietà massima dignità, in quanto viene
incontro con un patrimonio oggettivo basate sul riconoscimento della di- riconosciuto come figlio di Dio e le
di conoscenze, beni e valori, e come gnità della persona; l’abilitazione alle frontiere della sua esistenza si dilata-
processo personale di assimilazione, responsabilità storiche, fondata sul no fino all’eternità. Perciò l’obiettivo
rielaborazione, arricchimento. Perciò senso della giustizia e della pace. Le finale dell’educazione è l’evangeliz-
la cultura non è un patrimonio accet- opere salesiane sono ambienti di zazione come sintesi tra fede e cul-
tato da tutti: abbiamo a che fare con educazione e di cultura, in cui si tura, fede e vita. Gli ambienti educa-
società sempre più complesse, post- offre un sapere che renda i giovani tivi salesiani cercano di avviare un’in-
ideologiche e multiculturali, con tut- consapevoli dei problemi del mondo, tegrazione tra sapere, educazione e
to il carico di ambiguità che quest’ul- sensibili ai valori e costruttivamente Vangelo. Il riferimento a Cristo è un
timo termine evoca. C’è poi da tener critici; in cui i giovani acquistano criterio di valutazione per discernere
presente lo scenario della globaliz- atteggiamenti che permettono lo-
i valori che edificano l’uomo e i
zazione che stritola identità e pro-
controvalori che lo degradano. In-
gettualità. Allora, la sfida prossi-
fatti, è soprattutto l’irrilevanza
ma ventura dell’educazione sarà
della fede nella cultura e nella
appunto quella della mondialità
vita che fa diventare i giovani
e dell’interculturalità, dove rico-
indifferenti o estranei al mondo
noscere le differenze e smontare
religioso, rende insignificante la
gli stereotipi sarà una necessità
domanda su Dio, svuota il lin-
e una risorsa educativa. L’educa-
guaggio religioso del suo senso
zione è capace di mettere a con-
e tende a vanificare ogni impe-
fronto situazioni e aspirazione dei
gno di evangelizzazione.
giovani con l’esperienza dell’uma-
>> Per molti secoli la fede
cristiana ha ispirato in Euro-
Gli ambienti educativi salesiani
cercano di avviare un’integrazione
tra sapere, educazione e Vangelo.
pa la riflessione dei pensatori,
le opere degli scrittori, le crea-
zioni degli artisti e le composi-
DICEMBRE 2008 BS

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L’obiettivo finale dell’educazione
è l’evangelizzazione come sintesi
tra fede e cultura, fede e vita.
zioni dei musicisti. Con grande
temerarietà (o cinismo?) oggi si
pretende di negare le radici cristia-
ne della cultura europea. Da trop-
po tempo manca una presenza
testimoniale ed efficace di cattolici
nei distinti ambiti della cultura.
Mancano politici, scrittori, profes-
sori, medici, poeti, giuristi, giornali-
sti veramente cattolici. Poiché l’in-
credulità ha una forte rilevanza
culturale in Occidente, occorre che
il cattolico faccia della cultura il
campo della sua presenza attiva.
Occorrono militanti cattolici nel
mondo dell’arte, del pensiero, della
comunicazione sociale, capaci di
dare nuovo prestigio all’evento cri-
stiano. “La Chiesa sollecita i fedeli
laici a essere presenti all’insegna
del coraggio e della creatività
intellettuale, nei posti privilegiati
della cultura, quali sono il mondo
della scuola e dell’università, gli
ambienti della ricerca scientifica e
tecnica, i luoghi della creazione
artistica e della riflessione umani-
stica2. L’educatore secondo il cuo-
re di Don Bosco è consapevole
che il processo educativo è il luo-
go della promozione totale della
persona. Egli nell’insegnamento
illumina il sapere umano con i dati
della fede, senza distoglierlo dal-
l’obiettivo che gli è proprio; nel
processo educativo cerca di svi-
luppare la cultura del singolo come
capacità di comunione e di ascolto
degli uomini come dovere di servi-
zio e di responsabilità verso gli
altri e non come mezzo di afferma-
zione e arricchimento. L’educatore
salesiano aiuta a scoprire la
profonda coerenza tra la fede e i
valori che la cultura persegue. ٗ
1 GIOVANNI PAOLO II, Juvenum Patris, 1.
2 GIOVANNI PAOLO II, Christifideles laici, 44.
Dicembre 2008
Anno CXXXII
Numero 11
Mensile - Anno CXXXII - nr. 11
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 811/2008
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Dicembre 2008
In copertina:
La condizione
della donna ha costituito
un problema per l’umanità.
L’emancipazione è in atto,
ma resta ancora molto
da fare, anche
nell’Europa Unita.
Foto: Fabiana Di Bello
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Quo vadis Europa? (Fine)
di Silvano Stracca
SECOND LIFE
14 Seconda vita o occasione perduta? (2) di Antonio Giannasca
VIAGGI
18 Aborigeno non significa selvaggio
di Giancarlo Manieri
ANNIVERSARI
20 Lazzaretti e Don Bosco
di Francesco Motto
IL TEATRO DI DON BOSCO
23 Teatro nella scuola
di Michele Novelli
FMA
28 Avvento e Natale in scena...
3
di Graziella Curti
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Li-
bri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… –
38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti –
43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
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SALESIANO
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Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS DICEMBRE 2008

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RIBALTA
di Gionata Di Cicco
G IOVANI
GENERAZIONE
FLESSIBILE
Sembra, quella giovane, una generazione che ha appeso
la bicicletta, tanto non può pedalare: troppo arduo il cammino
che conduce al lavoro, alla casa, alla famiglia… L’impatto con
la vita reale è duro. Ma speriamo, prima o poi, di riprendere la bici!
UL’estate è finita. Il sole non risplende
più sulle sciagure umane. Noi giovani
di belle speranze torniamo nelle
brulicanti città, nelle metropoli
d’acciaio a misurarci sul terreno della
concretezza, della vita reale. L’impatto
ostile resta in bocca un sapore amaro.
Senza lavoro è come se si perdesse il
senso della vita, è come smarrirsi, ci si
sente socialmente inutili. Ed ecco
l’assalto ai vagoni dei treni,
l’invasione delle strade. Siamo in molti
è duro e ci precipita nella notte. Siamo a camminare controvento, con fiducia,
i giovani con i salari più bassi d’Europa.
tante competenze, voglia di fare e
L’Italia in termini retributivi è al 23° costruire. Vorremmo opportunità per
posto, sopra solo al Portogallo e alla
farci valere, prima di avere i capelli
Polonia, con una media retributiva
bianchi. Troppi anni di attesa
mensile netta che supera di poco i
ci trasformano solamente in uomini
mille euro. Il potere d’acquisto dei
attempati, quarantenni single, senza
nostri salari è del 40% inferiore alle una famiglia. Scivolano via per sempre
5 medie di Francia, Germania, Regno gli anni della giovinezza. E resta infine
Unito. Un divario enorme ci separa
solo il rimpianto degli anni perduti.
dall’Europa, un precipizio che sembra
Dal punto di vista materiale la vita
essere senza fine. L’inflazione è
troppe volte è senza redenzione.
altissima ed erode i già miseri salari.
Siamo la prima generazione del
Noi giovani stiamo diventando la
dopoguerra a dover affrontare una
“Casta” dei bisognosi. Il lavoro,
così acuta emergenza lavorativa
quando c’è, è quasi sempre precario,
per avere un contratto a tempo
condizione di lavoro che con
indeterminato. Altro che
eufemismo alcuni economisti imprenditorialità giovanile, la maggior
chiamano mercato delle opportunità.
parte della mia generazione è una
La realtà è un’altra per chi lavora.
gioventù precaria. Insieme ai colori,
Solo per l’affitto di un monolocale in
portiamo stralunati tanti dolori.
una città come Roma si arriva a una
Aspettiamo pazientemente risposte
media di 500 euro. Per una casa di 90 politiche, misure coraggiose capaci di
metri quadrati 1500 euro. In queste
non venderci ancora chimere.
condizioni per gli studenti universitari Manteniamo una grandezza d’animo
fuori sede studiare è diventato un
libera. Sperando di non vederci un
lusso, che pochi possono permettersi. giorno naufragare drammaticamente,
Esteban, un amico di 26 anni, torna
come gli orsi polari in Canada.
ogni giorno dal suo ufficio – lavora
Sperando di poter riprendere la
come programmatore – con un
bicicletta e pedalare… Tra le onde
contratto a progetto di 700 euro al
alte della tempesta, cerchiamo uno
mese. Per una stanza sulla via Tiburtina
squarcio di luce che ci indichi un
paga 450 euro mensili. Ed è uno dei
approdo, una carezza, capace di
“fortunati”, di quelli che un lavoro,
ballare con i nostri smarriti destini.
anche se precario, l’ha trovato. Spesso
Lo chiediamo con gentilezza, lo
per sopravvivere ci si salva solo grazie chiediamo con amore. Ma soprattutto,
al sostegno di genitori sempre più
lo chiediamo con trepidazione e
indebitati.
restiamo con trepidazione in attesa.
Di fronte a tante difficoltà e attese Speriamo che i nostri sogni e progetti
che ci separano dal mondo del lavoro non continuino a riecheggiare in uno
ci chiediamo: “Ma cosa bisogna
spazio infinito come estinte ceneri.
fare?”. Non bastano neanche i master Quanto sembra irreale il profumo del
post-laurea, le specializzazioni, gli
mare, quanto è freddo l’autunno.
stage aziendali e anni di gavetta per
Sbiadito ricordo l’estate.
ottenere un posto al sole. Perché è
Antica memoria non far cadere solo
diventata così amara la vita? La ricerca
le avvizzite foglie autunnali
della felicità è un diritto che ci viene sulle nostre nude braccia! Noi giovani
negato. In un mondo del lavoro così
aspettiamo l’aurora.
BS DICEMBRE 2008

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LETTERE AL DIRETTORE
qualunque cosa abbia detto o no vere, le giuro che farà la contrario di coloro che lungo i
qualunque cosa abbia fatto... cerimonia dello sbattezzo secoli l’hanno attaccata. Ah,
Il suo potere (ma è più un […]. Insomma, a leggere si dimenticavo: sì, il libro l’ho
dovere” che un “potere”) è ha l’impressione che la letto. Dovevo… anche per ri-
tutt’al più rifiutare l’assolu- Chiesa sia una colossale or- spondere alla sua. Al predetto
zione, ma devono verificarsi ganizzazione a delinquere giornalista, comunque, è stato
alcune precise condizioni per […] abbondantemente sup- puntigliosamente risposto at-
prendere una decisione del portata dalle indagini fatte e traverso un supplemento di
genere. O che il peccato con- le cose scoperte.
“Avvenire” (La vera questua)
fessato sia “riservato”, cioè
non di sua competenza. Mi
Marina, Roma
da Umberto Folena. Un’ottan-
tina di pagine che rispondono
spiego: la Chiesa per peccati Vede, gentile signora, ci sono punto per punto allo scritto di
di particolare gravità, che due modi di condurre le inda- Maltese. E tuttavia le dirò che
possono rovinare una famiglia gini. Una è quella di ricercare libri come “La questua” han-
o peggio, riserva l’assoluzio- con la testa vuota! Voglio dire no il pregio di far riflettere i
ne al vescovo, o alla Santa che chi indaga “deve” essere credenti e anche i prelati,
Sede, questo solo per far ri- privo di pre/giudizi, pre/com- spingono a sempre maggiore
flettere sull’estrema gravità prensioni, prevenzioni e roba trasparenza, contribuiscono a
del caso. O che il confessore simile, quindi ricercare con evitare errori e a correggere
si accorga che il penitente coraggio e certificare con quelli che sono stati commes-
non è per nulla pentito, anzi è scrupolo le verità di cui si va si, ecc. Anche se, ripeto, l’in-
C ACCIATO DAL CON- disposto a rifare, senza scru- a caccia. Il secondo modo è dagine che alcuni anticlericali
FESSORE. Caro diret- poli di sorta, quanto ha fatto, quello di immergersi nel mag- fanno, è troppo spesso “ad
tore […] oggi mi trovo ad an- se gli capitasse l’occasione. matico mare magnum di fatti, usum Delphini”.
dare in chiesa per confessarmi Quindi, cacciare dal confes- parole, affari, transazioni, cir-
I e mi vedo, per così dire, cac- sionale qualcuno rasenta la costanze, eventi, episodi, im-
ciato via in malo modo da un crassa ignoranza (e uso un prese, ecc. alla ricerca di tutti
sacerdote perché gli ho confes- vocabolo passabile) nel senso e solo quegli elementi che pos-
NTERROGATIVI. Ca-
ro direttore, […] sono di-
6 sato che mi ero arrabbiato con che il prete ignora il suo “me- sono avvalorare una verità di sperata. Ho un figlio che gli
una persona dalla quale, secon- stiere”, e questo è proprio cui si è convinti, una verità ho (sic) voluto bene, gli ho
do me, ho ricevuto un torto singolare, visto che dovrebbe pre/costituita, una conclusione dato tutto, gli faccio da ami-
[…]. Ma è giusto? […]
avere sulle spalle quattro anni che si ha già in testa. Bene, in ca più che da mamma, sono
di università teologica... È, quest’ultima operazione mi sempre disponibile per lui
bf…@_____.it per intenderci, un po’ come pare che il nostro famoso gior- […]. Poiché sono separata,
Caro sig. Bruno, se ciò che
mi ha scritto è vero (mi per-
doni la punta di dubbio), allo-
ra lei è incappato in un con-
fessore a dir poco “strano” –
stavo per scrivere “strambot-
to” –. E i motivi sono tanti.
Gliene enumero alcuni:
Una delle virtù di un con-
fessore “deve” essere la pa-
un tale che dopo quattro anni
di università in matematica
non sa far di conto!
L A QUESTUA. Caro
direttore, […] ha letto il
libro di Curzio Maltese “La
questua”? Se solo un po’ di
quelle cose che ha scritto so-
nalista sia maestro. Non tanto
a scapito della verità che si fa
strada da sé, quanto piuttosto
dell’onestà e della deontolo-
gia professionale. Le indagini
fatte sono tendenziose e le co-
se scoperte erano già risapute,
quindi affatto scoperte. La
Chiesa da sempre sopporta at-
tacchi, ma non è morta, al
ho cercato di non fargli pesa-
re la situazione […]. Ebbene
mi fa ammattire; non ne pos-
so più. Che fare?
Vera, Padova
Signora, le racconto un aned-
doto “vero”. Una signora va
da un sacerdote e racconta
una lunga e triste storia di
zienza. Una pazienza prover-
rapporti con suo figlio… e
A biale, come quella di Giob-
be... e anche maggiore, perché
ppelli
chiede quel che anche lei ha
chiesto a me: che cosa fare?
il vecchio patriarca a un certo
Il prete fa la sintesi del di-
punto la perse, la pazienza, e
tirò giù quattro moccoli!
Il confessore nel confessio-
nale non è equiparabile, nem-
meno alla lontana, a un giudi-
ce sul suo scranno! L’atto pe-
nitenziale non è un giudizio ma
un sacramento, un “segno” di
salvezza che avviene non per
opera del confessore, ma per
volontà di Dio. Il confessore
ascolta, non emette sentenze;
in quel momento è “strumen-
to”, non protagonista.
Non è dunque mai giusto
“cacciar via” una persona
Francesco Pio ha 7 anni e
aspetta una famiglia o un
genitore che lo adotti. Lui è
“diverso”, è nato con la sin-
drome della “X fragile”, ma
è affamato d’amore. Esiste
in qualche angolo d’Italia
qualche buona persona che
vuole salvare Francesco
Pio? Per saperne di più: psi-
cologa M. Rosaria Sicilia-
no 339/8198941.
Cerco materiale anche vec-
chio (foto, interviste, ecc.)
su Flavio Insinna, l’indi-
menticabile interprete di
“Don Bosco” e “Don Pietro
Pappagallo”. Ricambio con
immaginette. Grazie. Oriet-
ta, 340/51.09849.
Scambierei i numerosi dop-
pioni della raccolta “Santi, i
campioni della fede” con al-
tri santini. Scrivere a: Simo-
ne Grazia, Via Plinio il
vecchio 7/a, 22035 Canzo
(CO), e-mail: graziellasi-
mone@libero.it.
scorso:
Dunque, signora, mi ha det-
to che suo figlio dispone di
molti soldi.
Beh, oggi è naturale averne,
non può girare da pezzente.
Rientra alle 3 o 4 di notte, o
meglio di mattina.
È l’orario naturale dei gio-
vani, caro padre.
Si fa qualche canna…
Lo fanno tutti, ormai è di-
ventato naturale come bere un
caffè, purtroppo!
Corre troppo in macchina…
Sa, è pieno di vita… è una
DICEMBRE 2008 BS

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Nbnssnlcouuieucnotoaesctireaaieimlnmèltaupsortotr.teaeidsPtaoplalreloopzaslvioetopvastutsneepibdebrebee.irllrseCpiecoempeanruzavonibeloe-ea--.
cosa del tutto naturale per la che sto pensando alla nostra di un parroco, o forse meglio
gioventù odierna.
società occidentale che toglie i come vorresti che fosse?
Su 20 parole che dice 10 crocifissi dagli spazi pubblici
sono parolacce…
(Zapatero docet), che scredita
Franca, prov. Genova
È vero, ma nessuno ci fa ca- il matrimonio e, contro ogni Cara signorina, le porto l’e-
so, è il naturale linguaggio di regola naturale, chiama matri- sempio di don Costanzo, par-
quell’età.
moni unioni dello stesso sesso; roco di Trocchiano, uno sputo
E bestemmia pure.
che vieta di vietare, perché la di paese del fermano nelle
Cosa vuole? Dice di non libertà personale è sacra, però Marche. Le sue avventure,
credere e quindi…
poi è costretta a inasprire le scritte da Gabriele Nepi, mi
… è anche questo naturale, pene, imbottire le carceri, co- hanno affascinato quasi quan-
sì! E cambia ragazza ogni stellare di divieti le strade, i to quelle del don Camillo del
momento…
raduni, i bar, i pub, i night, i Guareschi. Gliene trascrivo
Vede, reverendo, non si usa cinema, aumentare sempre di una. “Un giorno don Costanzo
più stare con una sola. È natu- più il numero dei tutori del- venne chiamato al capoluogo
rale che uno ne provi più di l’ordine, ecc. È buffo: se la di regione; era una chiamata
OGNI MESE una per cercare quella giusta. prendono con chi fuma, o chi urgente e, dato che la vecchia
Bene, signora, siccome pen- si impasticca, ma continuano a Balilla dove si rifugiavano le
CON so che sia inutile dirgli di pre- insistere che è vietato vietare. galline durante la canicola
gare, viste le premesse, ho solo Allora ti domandi: sono matti? estiva per godere un po’ d’om-
una domanda da farle: “Ma E poi scopri che in realtà il bra era dal meccanico, vi andò
DON BOSCO allora perché è venuta da me a monito contro i divieti è rivolto con la corriera. […] Don Co-
dirmi che è disperata? Che co- solo alla Chiesa!... La fede stanzo con la veste pulita, nuo-
A CASA TUA sa si può fare per cambiare? sembra diventata nemica della va fiammante, salì sull’auto-
Niente si può fare! Suo figlio è ragione, nemica dell’uomo, mezzo. Era affollato e la con-
perfettamente naturale”.
nemica della società. Come se versazione verteva sulla cam-
la causa di tutti i mali fosse la pagna elettorale in atto e sulle Il Bollettino
S fede e non la sua mancanza. prossime elezioni. Qualcuno
TATI LAICI. Caro di- Perché? Scrive in un blog un sonnecchiava; qualcuno fuma-
Salesiano viene
rettore […] uno stato è giovanotto: “Perché il diverti- va (a quei tempi si poteva inviato gratuitamente
7
laico perché leva i crocifissi mentificio non si tocca!” Già! n.d.r.). Vi era però tra i viag-
dagli spazi pubblici? È laico Così ci va di mezzo la fede, an- giatori una signora molto di-
perché permette a tutti di fare zi Cristo. E giù anatemi! (oggi sinvolta e tremendamente ciar-
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
tutto, senza badare ai dettami non è più la Chiesa a lanciar- liera. Ce l’aveva con tutti, con di Don Bosco a chi
della Chiesa? Tolta la Chiesa li, se n’è accorta?). E allora il Governo, con l’Amministra-
di mezzo, si è liberi e si vive penso che se in qualche altra zione comunale del suo paese,
in paradiso? […] Mi scusi se nazione si facessero gli sber- con la cognata, ecc. ecc. Allor-
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
le domande sono troppe… leffi che si fanno da noi alla ché il discorso cadde sulle ele- i giovani e le missioni.
Eliana, Verona (prov.)
religione, a Cristo, al Papa,
ecc., ci sarebbe da piangere. In
zioni, squittì: “Oggi non sono
molti quelli che votano per la
Gentile signora, la risposta più galera. Poi, quando succedono DC, anzi, sono pochi, o per
breve alle sue domande è: dei disastri (inutile fare esem- meglio dire poche: le mona-
“no!”. Ed è perfino facile ar- pi, sono troppi) si fa gli scan- che e le prostitute”. Don Co-
gomentare. I disastri che as- dalizzati: “Dio dov’era?”. Da stanzo la guardò ma non disse
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
salgono la nostra beata (o nessuna parte era, perché nulla. La osservava e da tutto ci. Comunicate
beota?) società sono tali e tanti l’abbiamo cacciato perciò te- il contesto si vedeva che aveva subito il cambio
che chi si considera in paradi- niamoci questo nostro paradi- dei requisiti non dubbi da es-
so o è pazzo o semplicemente è so, “e… zitti e mosca!”, come sere collocata e con sicurezza,
di indirizzo.
un masochista. Sono interve- dicono dalle mie parti, è inuti- tra le donnine allegre; il suo
nuto altre volte su questi temi, le piangere sul latte versato. atteggiamento, il suo modo di
in risposte private e pubbliche,
vestire, il comportamento la
C ma, forse, repetita iuvant! Uso
distinguere bene laicità e laici-
smo. E oso pensare che i veri
indicavano come “una di quel-
HE TIPO DI PRE- le!”. Certissimamente non era
TE? Caro direttore, abito una suora! Giunti vicino alla
Per la vostra corrispon-
laici non siano un esercito. C’è in un paesino […] Il mio pre- stazione, prima di scendere, denza:
invece un esercito di indiffe- te, già abbastanza anziano, è don Costanzo, con fine savoir-
renti, di gente che ha tolto Dio un po’, come dire, moscio [...]. faire, la guardò, si levò il cap-
dal cuore e gli rimane, dentro, Sembra senza nervi, insomma pello e rivolto a lei: “Grazie,
IL BOLLETTINO
SALESIANO
con un buco nero. Gente che è è poco attivo, da noi si dice signora, per il voto che darà Casella post. 18333
piena solo di vuoto e usa pren- “posapiano”. A me sembra un alla Democrazia Cristiana!”. 00163 ROMA Bravetta
dersela con tutti, ma in parti- po’ fuori dai problemi […]. Gli astanti si guardarono l’un fax 06/656.12.643
colare con la Chiesa. Il perché Beh, ciascuno è quello che è, l’altro ridacchiando mentre E-mail: biesse@sdb.org
non si sa, o forse sì, lo si sa fin non mi meraviglio. Però, ho Don Costanzo, serio serio,
troppo bene. Voglio precisare una curiosità […] Tu come ve- scendeva dall’autobus.
BS DICEMBRE 2008

1.8 Page 8

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& IN ITALIA
NEL MONDO
MERANO, ITALIA
NON SOLO
PER LA SETE
Il Gruppo Missionario di
Merano ha avviato e realiz-
zato progetti di ampio respi-
ro nel Benin e Burkina Faso.
Non si scavano più solo poz-
zi per la sete della popola-
zione, ma anche per la messa
a dimora di alberi da frutto
per la riforestazione, il recu-
pero di terre aride e la colti-
vazione di ortaggi. Ora si
pensa allo sfruttamento del-
l’energia solare. Un modo
per mettersi in sintonia con
la Giornata per la salvaguar-
dia del creato. Per collabora-
re: www.gruppomissiona-
riomerano.it.
8 DON BOSCO AMICO DEI GIOVANI
PER CONTO DI DIO
30 GIORNI
CON DON BOSCO
di Piero Borelli
ed Edy Calvetti
ELLEDICI 2007
Piero Borelli
ed Edy Calvet-
ti hanno ap-
prontato, un
anno fa, un li-
bretto (21ϫ14)
per accompa-
gnare il me-
se di gennaio
con un rife-
rimento quoti-
diano al santo
dei giovani. È
una specie di
Bignami che
raccoglie in
due pagine
giornaliere un riassunto del
suo pensiero educativo che
diventa per salesiani, inse-
gnanti, educatori, catechisti
delle nostre parrocchie e
animatori delle nostre scuo-
le, una fonte preziosa a cui
attingere per il buongiorno
nelle scuole, la buona notte
negli oratori, la preghiera
nelle comunità e nei grup-
pi… Ogni giorno inizia con
un flash scritturistico (tre o
quattro ri-
ghe) con-
tinua con
una rifles-
sione sulla
vita e sul
pensie-
ro del san-
to, poi tre
altre consi-
derazioni
(non più di
cinque righe)
che attualiz-
zano, conte-
stualizzando-
la, la breve
lettura precedente e infine un
messaggio. Uno strumento
ben fatto che consigliamo a
tutti per vivere il primo mese
dell’anno accompagnati da
don Bosco.
SANTA CLARA,
CUBA
L’inchiesta diocesana per il
processo di beatificazione del
servo di Dio, il salesiano don
José Vandor, è stata chiusa,
nell’agosto scorso, con una
cerimonia nella chiesa sale-
siana del Carmine, dove il pa-
dre svolse il suo ministero per
25 anni e ne fu il primo parro-
co. Ungherese di nascita, si
chiamava Wech (viandante).
Partito per la missione, fu in-
viato a Cuba dove si inculturò
talmente da cambiare il suo
cognome ungherese in quello
castigliano di Vandor/vian-
dante. Possedeva in modo ec-
celso i doni di prudenza, sa-
pienza, consiglio. Una fede
profondamente vissuta l’ha
sempre sostenuto nei momenti
più duri. La sua fama di san-
tità crebbe con gli anni fino a
sfociare nell’inchiesta dioce-
sana del 2003. Era nato il 29
ottobre 1909; è morto l’8 ot-
tobre 1979.
Nella foto: il vescovo dioce-
sano monsignor González
Amador, a destra don Enrico
dal Covolo postulatore gene-
rale della congregazione sa-
lesiana, a sinistra monsignor
Isaac Fernández Berron vica-
rio generale.
DICEMBRE 2008 BS

1.9 Page 9

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redazionale
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
BRUXELLES,
PARLAMENTO
EUROPEO
853 progetti da 109 Nazioni.
Il progetto del VIS, “Una goc-
cia nel mare compie il mira-
colo”, realizzato in Etiopia, è
stato premiato a Bruxelles con
l’Energy Globe Award 2008, e
consegnato nell’emiciclo del
Parlamento europeo a Massi-
mo Zortea, presidente del Vo-
lontariato Internazionale So-
ciale salesiano. Erano presenti
tra gli altri Hans-Gert Pötte-
ring, presidente del Parlamen-
to EU, José Manuel Barroso,
presidente della Commissione
UE, Kofi Annan, ex segretario
generale ONU, Mikhail Gor-
bachev, ex presidente dell’U-
nione Sovietica. Il VIS ha co-
struito un sistema di approvvi-
gionamento idrico in cinque
villaggi della regione di Gam-
bela, permettendo l’accesso
all’acqua potabile a oltre 13
mila persone. Il sistema è ge-
stito da un comitato per ogni
villaggio, onde evitare sprechi
e danni all’ambiente. Onore al
merito!
FILATELIA
9
RELIGIOSA
L’EVENTO
Presentiamo il libro di filatelia “1988 – 2008:
vent’anni!”, che festeggia il primo ventennio di atti-
vità del “Gruppo di Filatelia Religiosa Don Pietro
Ceresa” di Torino, nato a Valdocco. Il volume in
160 pagine ripercorre il lungo cammino di iniziative
filateliche a tematica religiosa svolto dalla sua fon-
dazione a oggi. Ecco alcuni capitoli: “Don Bosco e
l’opera salesiana”. “La Sindone e il duomo di Tori-
no”. “I santi, beati e religiosi”. “Abbazie, santuari,
chiese e luoghi sacri”. “Altre confessioni religiose”,
ecc.
ISTANBUL, TURCHIA
IL GREST
ESPORTATO
Il Grest ha messo piede an-
che fuori Italia e presso i rifu-
giati. È successo, per esem-
pio, in Turchia con i rifugiati
iracheni, poco accettati dal
governo e dalla popolazione,
accolti però a braccia aperte
dai salesiani. Per loro è stata
organizzata l’estate ragazzi a
tema: “Un grande sogno!”,
per i partecipanti dai 6 ai 16
anni, con corsi di inglese,
musica, canti, teatro, tornei,
riflessioni, preghiera. Hanno
aiutato i salesiani anche due
gruppi di giovani irlandesi
protestanti. Questo è… ecu-
menismo!
LO SCOPO
Far conoscere la vitalità della filatelia religiosa in
Piemonte e offrire una traccia ai collezionisti, ma
anche ai lettori non filatelici. Senza dubbio una
bella iniziativa che può essere vista come il contri-
buto del mondo filatelico alla conoscenza delle
radici cristiane delle terre piemontesi, aperto
anche alle esperienze delle altre confessioni reli-
giose.
L’ANNULLO
Il 20 settembre è stato presente alla mostra filateli-
ca a tematica missionaria l’Ufficio Postale distac-
cato per l’annullo filatelico commemorativo. Il 21 è
stato presentato il volume presso il santuario di
Maria Ausiliatrice.
Per saperne di più: Angelo Siro ¤ 347.27.63.876
BS DICEMBRE 2008

1.10 Page 10

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Il BS di 100 anni fa (dicembre 1908) ricorda
la visita di re Alfonso XIII al Tibidabo,
la splendida collina di Barcellona,
con i suoi 512 metri di altezza, dove
i salesiani stavano costruendo il tempio
al Sacro Cuore su un terreno offerto
a Don Bosco nel 1886.
L’ALTRO VANGELO
di Giuseppe Notaro
edito dalla CLE “Calabria
Letteraria Editrice”, 2008
Si tratta di un simpatico rac-
conto (46 pagine in tutto) ac-
cattivante, fruibilissimo, ben
scritto… Racconta il ritorno,
dopo anni, in un paesino del-
l’Aspromonte calabrese di
Rosario, un emigrato che ha
fatto fortuna, e del suo in-
contro – giunto alla sua vec-
chia casa ormai avvolta da
sterpaglie e conquistata dalle
ragnatele – con una misterio-
sa bambina che disegna Ge-
sù, dice di conoscerlo perso-
nalmente e gli parla. I due
fanno amicizia. La piccola è
triste perché il mondo è pie-
no di cattiveria, triste come
il Gesù che disegna. Con lei
accadono cose strane, visioni
che fanno riflettere. Rosario
si accorge di vivere un Van-
gelo a misura di bambina…
Vorremmo che fossero nu-
merosi questi racconti: Gesù
comincia a mancare nella
nostra società.
10
PSICOLOGIA
DELLA FAMIGLIA
S.M. Re Alfonso XIII di Spagna.
S. M. Alfonso XIII, Re di Spagna, insieme colla
sua Augusta Consorte e in compagnia del Ministro
Maura e di altri illustri personaggi, saliva il 23 ot-
tobre al Tibi dabo, ove l’aveva preceduto l’Ecc.mo
Governatore di Barcellona. Le LL. Maestà si reca-
rono subito a visitare i lavori del tempio nazionale
al S. Cuore di Gesù, la cui cripta sperasi d’inaugu-
rare nel prossimo giugno. Re Alfonso fu lieto di
trovare avanzati i lavori e s’interessò vivamente
dell’opera, mentre la Regina Vittoria Eugenia ve-
niva ossequiata dal Comitato delle dame Patrones-
se, di cui era a capo la signora Rosalia Florit de
Osorio, sposa al Governatore. La musica delle
Scuole Professionali di Sarrià, assai applaudita,
prestò, durante la visita, servizio d’onore. La do-
menica seguente, gli stessi Augusti Reali passava-
no in rivista più di ventitremila fanciulli, alunni
delle scuole di Barcellona, premiandone i più dili-
genti e facendo distribuire a tutti un regalo. Anche
a quella gentilissima festa ebbe l’onore di prestar
la musica sullodata.
LA PROSPETTIVA
SISTEMICO-
RELAZIONALE
Paolo Gambini -
FrancoAngeli ed. 2007
DICEMBRE 2008 BS
Per una “famiglia” che soffre
di una crisi senza precedenti,
può essere utile se non neces-
sario il libro del prof. Gambi-
ni che ha il merito di affronta-
re con l’acume dello psicolo-
go e psicoterapeuta le anoma-
lie della famiglia odierna ri-
spetto a quella tradizionale,
cercando di indicare vie di so-
luzione. In buona sintesi, si
tratta di un manuale
di psicologia della
famiglia. La prima
parte storico/teo-
rica considera le
principali dinami-
che che si svolgo-
no all’interno del
nucleo familiare,
la seconda è la
presentazione dei
compiti che ogni
famiglia è chia-
mata ad affronta-
re nell’arco del-
la vita. La terza,
infine, presenta
alcune forme
odierne di fami-
glia (monopa-
rentale, ricom-
posta, affidata-
ria, ecc.) evi-
denziandone i
compiti.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (17)
Divagazioni (mica tanto) su... un personaggio
non sempre adeguatamente considerato: la nonna
Alice torna da scuola e
trova mamma Stefania
intenta a preparare il
loro avranno fatto finta di
crederle, per comodità.
Non so cosa sia più triste,
pranzo, Beatrice dorme tran-
Alice, se la cattiveria o
quilla nel suo lettino. “Mam-
questo tipo di stupidità”. “A
ma, hai sentito la nonna
noi non succederà, vero,
oggi?”, chiede dopo un po’.
mamma?”. “Certo che no!
Sì, certo, ha chiamato sta-
La nonna sta benissimo, va
mattina, ti saluta tanto”,
dal dottore a farsi controlla-
risponde la mamma. “Non
re regolarmente, ha una
mi piace per niente che stia
rete di amici e conoscenti
lì in campagna tutta sola”,
che vede quotidianamente,
continua Alice. “Ma la non-
io la chiamo tutti i giorni e
na non è per niente sola! Ci
lei chiama noi. Sai bene
sono le sue amiche e Anto-
che la nonna ci tiene mol-
nio che l’aiuta a curare gli
tissimo alla sua indipenden- 11
animali”. “Ma se dovesse
za, adora quella casa che
succederle qualcosa… ormai
ha costruito assieme al
è vecchia”. “Cosa dici, Ali-
nonno e dove ha vissuto
ce? La nonna è in gran for-
tanti anni. È chiaro che, se
ma e non è per niente vec-
dovesse cominciare ad ave-
chia, anche se a te può
re problemi, la convince-
sembrare”. Non è questo,
remmo a venire a stare da
lo so che la nonna sta bene,
noi. Stanne certa”. “Quan-
però… Mamma, oggi un
do è nata Beatrice, è stata
compagno di scuola ha rac-
qui due settimane e sem-
contato che una signora sua condòmina quest’esta- brava contenta di starci”. “Certo, non voglio mica
te è stata trovata morta nel suo appartamento. Non dire che non sia contenta di stare con noi. Ci vuole
se n’era accorto nessuno. È stato un anziano vici- molto bene, questo è fuori dubbio. Però ama molto
no che, non avendola più vista, ha chiesto al por- la sua casa, gli animali, la sua indipendenza. A
tiere di aprire con la sua chiave. I figli di questa Natale verrà e si fermerà qualche settimana per sta-
signora, partiti per le ferie, l’avevano lasciata sola re con te e Beatrice. Per lei però, è importante
e non si preoccupavano nemmeno di chiamarla sapere che presto tornerà a casa sua. A volte l’egoi-
tutti i giorni. È terribile, mamma! Come si può fare smo dei figli fa soffrire i genitori anziani. Strapparli
una cosa del genere?”. “Purtroppo sono cose che dalle loro case per placare la propria ansia non è
succedono. Ci sono persone che, distratte dalla sempre la soluzione migliore, anche se è preferibile
propria vita, dimenticano le cose importanti. Mi a parcheggiarli in qualche casa di riposo. Non è
dispiace per quella signora e capisco che questa facile prendere una decisione che soddisfi tutti. La
triste storia ti abbia sconvolta”.
vita è complicata”. “Lo so, mamma, però, un
modo ci sarebbe. “Quale? Sentiamo!’”, dice curio-
>> Com’è possibile diventare così cattivi da sa mamma Stefania. “Forse, la cosa migliore sareb-
lasciare la propria mamma da sola e partire per le be dare la priorità ai sentimenti e agire di conse-
vacanze?”. “Cattivi? Sai, Alice, probabilmente non guenza”. “Com’è saggia la mia bambina. Sono fie-
sono persone cattive, ma solamente stupide e ra di te, Alice”. “Forse ho avuto dei buoni esempi
superficiali. Si saranno date mille giustificazioni da seguire, risponde Alice sorridendo. Adesso però,
prima di decidere, magari la signora stessa diceva faccio una telefonata alla nonna, mi è venuta
per tranquillizzarli che preferiva restare in città e voglia di sentirla”.
ٗ
BS DICEMBRE 2008

2.2 Page 12

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CHIESA QUO VADIS
EUROPA? (24)
Nel 2007 il numero globale
di donne che lavorano atti-
vamente sul pianeta è salito
ad un miliardo duecento milioni, il
18,4% in più – duecento milioni di
unità – rispetto a dieci anni prima.
Purtroppo, anche la disoccupazio-
ne al femminile resta piuttosto alta:
al 6,7%, un punto in più di quella
maschile. Lo dicono i dati dell’In-
ternational Labour Office di Gine-
vra, l’agenzia delle Nazioni Unite
che monitora di continuo il mondo
del lavoro e che per il suo impegno
ottenne, nel 1969, il Nobel per la
pace.
Donna in Europa
L’altra metà del cielo
di Silvano Stracca
12 PANORAMICA
MONDIALE
Il dossier statistico mostra come
l’accesso al mercato del lavoro per
le donne sia estremamente differen-
ziato a seconda delle aree geografi-
che. Fanalino di coda è il Nord Afri-
ca, dove solo il 26,1% delle donne
ha un lavoro fuori casa e la percen-
tuale di disoccupazione femminile,
contrariamente a quella
maschile, è la più al-
ta del mondo. Si-
mile la situazione
in Medio Orien-
te, dove il 33,3%
delle lavoratrici è
costretto ad ac-
contentarsi di la-
vori poco garanti-
L’Europa unita...
ti, soprattutto in agricoltura. Nel
subcontinente indiano le opportunità
di impiego al femminile non manca-
no (siamo al 36,2%), ma le condi-
zioni di occupazione sono degradan-
ti. Nel Sud-est asiatico e nell’area
del Pacifico si sono fatti passi da gi-
gante (67,1%): è, infatti, la regione
dove le donne hanno conquista-
to più posti dirigenziali, ben paga-
ti. Bene anche l’America Latina
(52,7%) e il Sud Africa (62,6%) che
hanno incrementato soprattutto la
presenza femminile nel settore dei
servizi. E gli Stati Uniti? E l’Euro-
pa? Sia nel Nuovo Mondo sia nel
Vecchio Continente la situazione è
Il tasso d’inattività femminile
ha picchi negativi specialmente
al Sud e tra le giovani.
aCdpUrioentrniracano“gnellio’ooa–tndlitziirenaiaadmEimbucoarueostootupànaaiandlelee’qUdlnuEceuei.lesnmtla’ouo”mlnti–emdnoloeo.
stabile. La media europea del tasso
di occupazione femminile è del
54,7%. I tassi più elevati si registra-
no in Danimarca (74,3%), Svezia
(70,7%), Regno Unito (66,8%), Ger-
mania (62,2%), Francia (57,7%).
Leggermente al di sotto della me-
dia continentale la Spagna (53,2%).
E l’Italia? Ancora una volta venia-
mo dopo Grecia, Ungheria, Roma-
nia, Polonia, Croazia. Con il suo
46,3% il Bel Paese è agli ultimi po-
sti. Anzi siamo il fanalino di coda
dell’Europa nella classifica del la-
voro femminile. E poco importa
che tra il 2000 e il 2006 siano stati
creati un milione di posti di lavoro
per le donne: il tasso di attività è
cresciuto meno del 2%.

2.3 Page 13

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Per l’accesso al lavoro, fanalino
di coda è il Nord Africa.
no in possesso di un diploma di
scuola superiore. Percentuali molto
simili tra donne (24%) e uomini
(23%). La percentuale delle donne
diplomate è più elevata in Finlandia
(42%), Estonia e Danimarca (39%),
mentre i tassi più bassi si registrano
in Romania (12%) e Malta (13%).
Il dossier statistico mostra come l’accesso al mercato del lavoro per
In quasi tutti gli stati membri il
le donne sia estremamente differenziato a seconda delle aree geografiche.
gentil sesso preferisce studiare ma-
terie umanistiche e artistiche, men-
tre gli uomini scienze, matematica e
IL RAPPORTO
46,3% (2006) quando la media eu- informatica. A proposito dell’ulti-
CENSIS 2007
ropea – si è visto – è al 54,7%. Die- ma, la percentuale delle donne tra i
tro di noi c’è solo Malta (34,9%). E 16 e i 74 anni, senza alcuna cono-
Ce lo racconta il Censis nel suo se il tasso di disoccupazione fem- scenza informatica si attesta intorno
rapporto 2007 sul nostro Paese, do- minile è leggermente calato negli al 44% contro il 38% degli uomini.
ve le donne rimangono ancora al ultimi anni, quello di inattività tra i La percentuale maggiore di donne 13
palo. Lavorano poco le donne italia-
ne. Meno che in tutta Europa. Il tas-
so d’inattività femminile ha picchi
negativi specialmente al Sud e tra le
15 e i 64 anni è del 48,6%, contro il
25,4 maschile (dati Istat). Ciò signi-
fica che molte donne, anche giova-
ni, hanno smesso di cercare un’oc-
con elevate nozioni informatiche si
trova in Danimarca, Lussemburgo e
Ungheria. Il 64% delle italiane in-
vece non conosce Internet. A fronte
giovani (dai 25 ai 34 anni). Non la- cupazione: quasi 10 milioni in età di tali carenze, le donne europee so-
vorano le donne perché non ce la lavorativa si sono ritirate dal mondo no più longeve degli uomini in tutti
fanno con i tempi e non possono del lavoro.
gli stati membri dell’Unione. L’a-
contare sui servizi pubblici. Quasi il
spettativa di vita dell’altra metà del
75 per cento delle italiane andrebbe, DATI EUROSTAT
cielo, nel 2050, dovrebbe superare
infatti, a lavorare se avesse il part-
per le donne gli 80 anni, stabilendo-
time e il 69,7% vorrebbe un orario Altri dati interessanti sulle diffe- si tra gli 82 della Romania e gli
flessibile, mentre circa il 55% la- renze tra uomini e donne vengono 89,1 in Francia. Una delle conse-
menta la mancanza di asili nido e di segnalate da Eurostat. Nell’UE a guenze di questa attesa di vita più
servizi per gli anziani. Le altre eco- 27, il tasso di disoccupazione fem- lunga è che già nel 2005 le donne
nomie europee crescono più rapida- minile a inizio 2007 era dell’8,5% rappresentavano il 59% delle perso-
mente della nostra non solo perché contro il 6,7% degli uomini. Gli ne anziane. Secondo le previsioni
la loro produttività è più elevata, ma scarti più sensibili si registrano in sulla struttura della popolazione, di
anche perché ci sono più donne oc- Grecia, Spagna e Repubblica Ceca. qui al 2050 la percentuale dovrebbe
cupate. In Francia e in Gran Breta- Nello stesso periodo quasi un terzo abbassarsi al 55%. Un altro dato la-
gna – due nazioni che hanno più o delle donne lavoratrici (31,4%) ac- scia ben sperare per il futuro delle
meno la stessa popolazione dell’Ita- cedeva a occupazioni che prevedo- donne. In un’Europa, dove prevale
lia – le donne che lavorano sono ri- no un contratto part-time, cosa che una gerontocrazia maschile di over
spettivamente 11,5 milioni e 13 mi- accade invece solo per il 7,7% dei 70 tra le classi dirigenti, con punte
lioni. Nel nostro paese siamo fermi maschi. La Romania, l’Estonia e la più alte in Germania (46,6%) e Ita-
da anni a 9 milioni, appena un mi- Lituania presentavano i tassi di oc- lia (45%), il “sorpasso” femminile è
lione in più della Spagna, paese che cupazione femminile temporanea ormai consolidato tra uomini e don-
ha una popolazione di un terzo infe- più bassi (sotto il 3%), mentre la ne con meno di 36 anni. In Gran
riore rispetto all’Italia. La strategia Spagna, la Polonia e la Finlandia Bretagna e Irlanda, infatti, il 61%
europea messa a punto a Lisbona quelli più alti. Quanto al livello di dei leader under 36 appartiene al
nel 2000 aveva fissato nel 60% il scolarizzazione, Eurostat fa sapere gentil sesso, un dato che sale al
tasso di occupazione femminile nel- che quasi un quarto delle donne e 66,7% nei paesi scandinavi e nella
l’UE entro il 2010. In Italia siamo al degli uomini tra i 24 e i 59 anni so- penisola iberica.
ٗ
BS DICEMBRE 2008

2.4 Page 14

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SECOND LIFE
UNA SECONDA VITA
O UN’OCCASIONE
PERDUTA? (2) di Antonio Giannasca
Second Life (cfr. BS
settembre pag. 14)
non è solo business: viene
comunemente utilizzato
dai suoi utenti per
proporre conferenze, file
musicali, opere d’arte,
14 messaggi politici, ecc.;
si è inoltre assistito alla
creazione di numerose
sottoculture all’interno
di quell’universo simulato,
che viene attualmente
studiato come modello
virtuale di una interazione
umana, falsa, ma in cui si
In SL s’incontrano tutti i mestieri…
proietta ciò che si
vorrebbe essere.
Ne analizziamo alcuni
aspetti.
Il primo degli aspetti che ci inte-
ressano è l’educazione, e il se-
condo non può essere che la for-
mazione. Qualche esempio ci
aiuta a capire meglio la portata di
quanto andiamo scrivendo. Negli
Stati Uniti i principali college apro-
no isole in Second Life per tenere
corsi e lezioni in piena regola, con
tanto di banchi e lavagne virtuali e
quote di iscrizione. Molte università
e società di formazione stanno usan-
do SL per scopi educativi e formati-
vi, inclusi i prestigiosi centri univer-
sitari di Harvard e di Oxford. Tutta-
via la prima a occupare un’isola in
3D è stata l’università del Texas,
nell’agosto del 2006, inaugurando
un corso virtuale di “design di spazi
pubblici”. Anche l’insegnamento
dell’Inglese come lingua straniera
ha guadagnato una certa presenza in
Second Life attraverso varie scuole,
alcune meno note, ma altre notissi-
me, come il British Council, che si è
concentrato all’interno del ‘Teen
Grid’, una versione di Second Life
riservata ai ragazzi fino ai 17 anni
(http://teen.secondlife.com/).1 L’i-
stituto di lingua e cultura spagnola
Instituto Cervantes ha un’isola su
http://secondlife.cervantes.es/.
PROGETTI EDUCATIVI
SU SECOND LIFE
Una lista di progetti educativi (in-
cluse alcune scuole di lingua) pre-
senti su Second Life può essere tro-
vata sul sito della SimTeach2. John
Lester, “education manager” della
Linden, spiega: “Siamo convinti del
potenziale rivoluzionario dell’ap-
prendimento virtuale, e vogliamo
esplorarlo in ogni dettaglio. Il suo
maggior punto di forza è che offre, al
contrario del tradizionale apprendi-
mento a distanza, il contatto diretto
DICEMBRE 2008 BS

2.5 Page 15

▲back to top
con la classe e con l’insegnante. Die- Johnson Medical Italia, viene tra-
tro a ogni avatar (la proiezione di se smessa su SL la prima operazione
stesso, il proprio personaggio in SL, chirurgica di ernia inguinale.
cfr BS settembre pag. 14) c’è un ve- >> Le attività solidali: si sono con-
ro essere umano. Questo permette al- clusi il 10 dicembre 2007 i festeg-
l’insegnante di fare esercitare gli giamenti per Telethon all’isola di
alunni e di stimolare discussioni pro- BNL gruppo Bnp Paribas, che hanno
prio come se fosse una classe vera. coinvolto e sensibilizzato gli avatar
Con il vantaggio che si possono inte- di SL sul tema del supporto alla ri-
grare esperienze di tutto il mondo”. cerca contro le malattie genetiche, il
Spazi curatissimi: aiuole fiorite,
Ma non sono solo motivi “umani- giorno successivo si è svolta la con-
tari” a spingere Linden Lab ad aprire ferenza di presentazione della nuova
le porte. “Gli studenti di corsi virtua- campagna Telethon, supportata da Bnl
erba, fontane, alberi, cartelli…
il tutto sistemato in modo da far
invidia ai migliori giardinieri
delle nostre città d’arte.
li, inoltre – ammette Lester – devono gruppo BNP Parisbas e Pentapolis.
passare molto tempo collegati. E
hanno maggiori probabilità di sotto- E LA CHIESA?
scrivere abbonamenti premium”.3
Parioli, ricostruzione realistica del-
l’omonimo quartiere romano. Se ci
Neanche la Chiesa sta a guardare, navigate appare un po’ stilizzato e
E ALTRO ANCORA
se l’importante periodico dei Ge- approssimativo rispetto a quello rea-
suiti “La Civiltà Cattolica” a firma le (la piazza principale è indicata co-
>> La Politica. Il senatore Di Pietro di Antonio Spadaio in un articolo me piazza Navona), ma che gode di
nel febbraio 2007 ha annunciato sul dell’agosto 2007 dal titolo «Second un grande rilievo tra gli utenti di
suo blog di aver aperto uno spazio life»: il desiderio di un’«altra vi- questa grande community. Per Bruno
per l’Italia dei Valori in Second Life. ta»4, analizza la dimensione religio- Cerboni, ingegnere e manager, auto-
Per primo in Italia ha acquistato un’i- sa del fenomeno, il fiorire e prolife- re di Parioli (e per il suo avatar Bru-
sola e piantato la bandiera del suo rare di gruppi e luoghi per la spiri- no Echegaray) “la ri-creazione del
partito. Ha attrezzato la zona con uf- tualità di tutte le religioni e si chie- quartiere Parioli all’interno di Se- 15
fici e sale stampa e degli “addetti ai de se in tutto questo “c’è (cyber) cond Life è una sorta di portfolio fi-
lavori” fanno da rappresentanza vir- spazio per Dio” dove molti blog e nalizzato a mostrare le potenzialità a
tuale accogliendo i visitatori che vo- testate online hanno voluto vedere livello di marketing e di advertising
gliono sapere di più sul partito del- in questo il volere entrare della di Second Life e dei suoi strumen-
l’ex magistrato. In Europa Segolene Chiesa su Second Life con un grup- ti”5. Non a caso il land, frequentatis-
Royal è stata la prima candidata di un po di cyber-missionari.
simo ad ogni ora del giorno e della
partito politico ad andare su SL. La Possiamo a questo punto chiudere notte, è stato l’unico italiano scelto
Regione Toscana è stata la prima re- la nostra carrellata con il noto caso di dalla Microsoft per la presentazione
gione italiana a sbarcare ufficialmen-
di Windows Vista (cfr. foto).
te su SL. Nel maggio del 2007 è stata
inaugurata e aperta al pubblico su SL
L’ingresso del cyber-luogo
di Windows Vista.
In un prossimo articolo cerchere-
mo di concludere questa nostra
la prima isola italiana della IBM, e
provocazione educativa su uno
così subito il 20 settembre 2007 è sta-
strumento – e non è l’unico – che, è
to indetto da CGIL, CISL e UIL lo
fuor di dubbio, potrebbe condizio-
sciopero degli avatar dei lavoratori
nare i sistemi educativi tradizionali.
IBM Italia. È stata la prima manife-
(Continua)
stazione di sciopero su Second Life
(realtà virtuale ma problemi reali…).
>> L’Editoria: nasce il 15 maggio
1 Vedi l’articolo online A scuola d’inglese in
2007 la prima rivista italiana in Se-
cond Life. Si chiama 2L Italia, pub-
blicata da Maggioli Editore a partire
dal 15 ottobre 2007.
>> Eventi: pochi avatar ma tanto
business nel primo raduno italiano
Teen Grid (http://www.secondlearning.it/a-
scuola-di-inglese-nella-teen-grid/).
2 Vedi (http://www.simteach.com/wiki/ind-
ex.php?title=Institutions_and_Organiza-
tions_in_SL).
3 Cit. in www.repubblica.it, Università, le
classi diventano 3D. Gli atenei sbarcano su Se-
di SL, il 19 luglio 2007 vicino Pi-
cond Life (4 maggio 2007).
stoia. A fare la parte del leone sono
4 http://www.laciviltacattolica.it/Quader-
stati artisti, piccoli imprenditori e
grandi aziende. Il 28 settembre
2007, durante il 18° Congresso di
Chirurgia dell’Apparato Digerente
in collaborazione con Johnson &
… e tutti gli ambienti anche quelli
più futuristici.
ni/2007/3771-3772/Articolo%20Spada-
ro.html.
5 Da VideoLudica - Game and Culture
http://www.videoludica.com/news/gamecul-
ture/intervista-cerboni-brunobruno-
echegaray?lang=it.
BS DICEMBRE 2008

2.6 Page 16

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BOX
MARTINA FRANCA,
ITALIA
UN GRAVE LUTTO
Il giorno 4 agosto ultimo
scorso, è morto all’ospedale
di Martina Franca l’architetto
Claudio Adamo, salesiano
cooperatore, papà di Paola
case, scuole, ristoranti… Ri-
(Cfr. BS maggio 1999 pagina
coverato il 28 giugno (30 anni
16) deceduta “in odore di san-
prima – stesso mese e stesso
tità” circa 30 anni fa, a 13 an-
giorno – il 28 giugno 1978,
ni. L’architetto Adamo è stato
moriva la sua figlia unica),
un grande professionista, uno
cesserà di vivere poco più di
splendido marito, un papà
un mese dopo. Fu, dicevamo,
ineguagliabile, un cristiano a
un grande architetto che ha
tutto tondo. Alla sua meravi- città per le opere realizzate: sempre lavorato in tandem,
gliosa figliola il papà dedicò chiese (tra le quali quella di con la moglie anche lei archi-
un libro: “Dialogo con Paola san Giovanni Bosco, moder- tetto. Ora è lei a dirigere l’ul-
– documenti di vita” – in cui nissima, realizzata con solu- tima opera progettata insieme
ha raccolto preziose testimo- zioni avveniristiche), ville, al marito.
nianze e toccanti aneddoti
della sua vita con la figlia. Il
noto professionista era fiero
di Paola, figlia unica, che a B R E V I S S I M E D A L M O N D O
10 anni fu capace di scrivere:
L’uomo deve fare solo ciò ROMA, ITALIA. Green- crosoft, Nokia, Canon,
che può fare e non ciò che peace ha diffuso in agosto Siemens scaricano in Gha-
16 vuol fare, altrimenti diventa il rapporto “Ghana conta- na da Germania, Svizzera,
solo causa di disastri”. Il sito minator” in cui si denun- Olanda, Italia i loro rifiuti
racconta di questa ecceziona- cia il pericolo dei rifiuti tossici come “beni di se-
le ragazza che, secondo molti, elettronici che arrivano in conda mano”. Non è certo
merita gli altari. Dal canto quella nazione da tutto il un’operazione da benefat-
suo, il padre resterà indubbia- mondo. Philips, Sony, Mi- tori dei poveri!
mente nella storia della sua
CONCERTO DI NATALE
PER I RAGAZZI
DI STRADA DI HAITI
Anche quest’anno la Fonda-
zione DON BOSCO NEL
MONDO prenderà parte al
tradizionale Concerto di Na-
tale, arrivato alla sua XVI
edizione, che si terrà al Teatro
Filarmonico di Verona e che
verrà trasmesso da RAI 2 la
sera del 24 dicembre alle 21.
La raccolta fondi, tramite
SMS solidale al numero
48544 attivo dal 24 al 28 di-
cembre per tutti i gestori, se-
guirà quella estiva di Torino
per i ragazzi di strada di
Haiti (Foyer-Lakay) presso
l’opera salesiana di Port-au-
Prince, che sono stati ulte-
riormente danneggiati dagli
uragani abbattutisi sull’isola
nello scorso mese di settem-
bre; i salesiani hanno ugual-
mente aperto le porte della
scuola accogliendo circa 250
sfollati della zona. Consulta:
www.donbosconelmondo.org.
redazionale
DICEMBRE 2008 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
CITTÀ DEL VATICANO
Il gruppo “Adulti scout” dei
salesiani di Ancona è stato
ricevuto dal cardinale Ber-
tone per una messa nella
sua cappella privata in suf-
fragio di un sacerdote suo
amico, il salesiano don
Paolo Iafolla, già assisten-
te del medesimo gruppo, e
della mamma del porpora-
to, signora Pierina, nel
giorno anniversario della
sua morte. Sono stati mo-
menti di grande emozione,
anche per le parole dense
e semplici rivolte da S.E. ai
partecipanti.
CITTÀ DEL VATICANO
Un altro salesiano, monsi-
gnore Antonio de Almedia
Lustosa, il “vescovo della
giustizia sociale”, è più vi-
cino alla beatificazione: è
stata infatti consegnata il
10 settembre la “Positio” in
5 volumi che raccoglie vita
e virtù del presule. Compi-
lata dallo storico don Anto-
nio da Silva Ferreira, colla-
boratore per la causa del
vescovo, è stata conse-
gnata nelle mani del rela-
tore della Congregazione
per le cause dei santi pa-
dre Daniel Ols, O.P.
17
CAGLIARI, ITALIA
Una sola ma intensa gior-
nata del Papa a Cagliari
dove ha reso omaggio alla
Madonna di Bonaria, “Ma-
ma, Fiza e Isposa de su
Segnore”, patrona dell’iso-
la. Benedetto XVI ha in-
contrato gli anziani cente-
nari, i malati, i vescovi, il
clero e infine i giovani con-
venuti da tutta la Sarde-
gna. Ha loro ricordato le
tre “F”, di sapore salesia-
no, “Fede, Famiglia For-
mazione”. Nella foto: un
gruppo del MGS presente
alla convocazione.
BORGHETTO SANTO
SPIRITO, ITALIA
Un omaggio a un instan-
cabile salesiano che si av-
via a celebrare le sue “noz-
ze” di… platino sacerdota-
li. Si tratta di don Emilio
Siro, un sacerdote che di-
cono abbia una marcia in
più. Intelligente, sensibile,
sempre disponibile, pronto
ad aiutare chiunque. Per
tutti ha un consiglio, un in-
coraggiamento, una paro-
la di conforto, un sorriso.
Studia e si tiene aggiorna-
to. È un giovanotto, don
Emilio, di quasi 92 anni!
VAZZOLA, ITALIA
Domenica 25 novembre
Vazzola, paese natale di
don Aurelio Maschio, che
ha passato 72 anni della
sua vita in India, ha ricor-
dato il suo concittadino in-
titolandogli la strada dov’è
ubicata la sua casa. Sul
fabbricato, oggi della fa-
miglia Tomasin, è stata
posta una targa ricordo.
In Italia i suoi benefattori
sono quasi centomila.
Molti si augurano di ve-
derlo sugli altari. Da do-
menica 25 novembre l’an-
tica via Barbette si chia-
ma “Via don Aurelio
Maschio”.
NAZRUL
KALASHLETRA, INDIA
Due salesiani indiani han-
no prodotto il film Yarwng
(radici), elogiati anche dal-
lo Stato. I due non sono
nuovi al genere avendo
anche girato “Mathia”. L’in-
tento è “didattico”: le pelli-
cole documentano lo sfor-
zo dei missionari per ser-
vire la gente attraverso la
scuola, la sanità e una nu-
trita serie di opere sociali,
elevarne la cultura ed esal-
tarne la lingua (i film sono
in lingua locale, kokborok,
parlata da una delle tante
e dimenticate tribù del
Nord Est).
BS DICEMBRE 2008

2.8 Page 18

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VIAGGI
ABORIGENO
NON SIGNIFICA
SELVAGGIO
di Giancarlo Manieri
Parlando con vari lonco
capi dei mapuche
ho scoperto, tra l’altro,
le eccezionali doti
di saggezza e le
potenzialità artistiche,
poetiche, canore del
popolo della pampa.
Dicevamo di Zeffirino (Ce-
ferino, come abbiamo de-
ciso di chiamarlo con il
suo nome argentino) colle-
ARTIGIANI
I prodotti artigianali mapuche so-
no innumerevoli. Primi fra tutti, le
frecce per il passatempo dei compa-
gni. I mapuche costruivano i loro
utensili da cucina, brocche, ciotole,
caraffe di varie forme in terracotta o
giale, cantore assieme al grande armi “fatte in casa”, confezionate a ceramica; conoscevano l’arte di la-
Carlos Gardel, ma anche assistente regola d’arte. Se è vero che le armi vorare l’oro, l’argento, il rame con
dei compagni presso la scuola agri- servivano contro i nemici (i figli cui fabbricavano sfiziosi ornamenti,
cola di Uribelarrea e sempre pronto della pampa erano considerati feroci producevano notevoli sculture in le-
a dimostrare come si costruiva e guerrieri, anche se di natura pacifi- gno, collane e pendagli in pietre
18 usava un arco, come si confeziona- ca), è altrettanto vero che tali stru- preziose di cui la pampa non era
vano e lanciavano le boleadora, co- menti venivano usati soprattutto per certo avara (rodocrosite, ambra, ce-
me si cavalcava, si pescava, si inta- la caccia, una vera arte in cui essi lestite, fluorite, quarzo ialino, mar-
gliava la trutruca, come realizzava il eccellevano. Anche Ceferino, come casite, ecc.), forgiavano arnesi per
kultrum e perfino come si zappava
l’orto… Il museo mapuche di Junin
accennammo, sapeva costruirli oltre
che usarli con perizia inarrivabile.
lavorare la terra. Ma la loro arte
brillò particolarmente nella tessitu-
de los Andes come anche il museo
di Viedma custodiscono la memoria
degli aborigeni artisti: artigiani,
cantori, poeti, scultori, tessitori. Un
popolo secondo a nessuno.
Ne ha dato dimostrazione durante la
sua permanenza in collegio. In va-
canza con i compagni, egli racco-
glieva giunchi e rami di salice e pre-
parava con grande maestria archi e
ra: la confezione di stoffe a colori
vivaci e disegni geometrici, spesso
a richiamo religioso, era e resta una
delle attività più qualificanti del
“popolo della terra”. Curavano in
modo particolare i
poncho (o quillan-
do se erano di
pelle di guanaco)
e i trarilonco, le fa-
sce rituali per la te-
sta che anche Cefe-
rino dovette usare
soprattutto nei gior-
ni della rogativa. Di
queste cerimonie in-
dubbiamente parlò ai
suoi compagni di collegio e
ai suoi colleghi novizi. A proposito
di novizi, anche allora come ora la
perseveranza nella vocazione era
privilegio di pochi, se è vero che dei
suoi diciassette compagni solo due
hanno perseverato.
DICEMBRE 2008 BS
Artigianato mapuche.

2.9 Page 19

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CANTORI
no. Ho ascoltato vecchi lon-
Ceferino in colle-
gio divenne un ido-
lo tra i suoi com-
co parlare una prosa, fluente
come una poesia. Gli stessi
salesiani sono stati conquista-
pagni, non solo
per la naturale
bontà, il garbo,
ti. Scrisse molte poesie don
Raúl Entraigas, salesiano.
Una l’ha dedicata a Ceferino.
l’abilità manua-
le, o perché era fi-
A Ceferino (nostra traduzione)
glio di “Manuel Na-
muncurá terribile ca-
cicco, ex re della pam-
pa argentina e oggi co-
lonnello della nazione”,
com’era scritto sui testi di geografia
più diffusi nelle scuole sotto una
grande illustrazione che ritraeva il
padre; ma anche perché era un ec-
cellente cantore, soprano, con una
voce limpida e squillante e un’into-
nazione perfetta. Da don Achille
Pedrolini, maestro di musica, aveva
imparato tanti ritornelli e canzonci-
Poncho mapuche e un originale
crocifisso in radica con la stola
della deposizione.
di Ceferino. Quando in Italia fu
ospite dei parenti di don Evasio
Garrone (el padre doctor), lui in cu-
cina, mentre si preparava la quoti-
diana polenta, andava canticchian-
Non saranno i musei a con-
servare / le reliquie degli in-
dios. / Tutto ciò che di grande
e puro / ammassarono gli an-
tenati / è la quintessenza delle
virtù / di questo splendido Ce-
ferino / bianca bandiera della no-
stra stirpe / splendido fiore di un
popolo orgoglioso…/ Perciò il gio-
vanotto / che luce ha dato alla sua
razza / è onore del cristiano / di-
gnità dell’argentino / gloria pura e
sfavillante / del fratello indio.
ne allegre. Addirittura aveva cam-
biato il refrain di una famosa canzo-
ne napoletana: “Funiculì, funiculàs,
guerra al peccato e a Satanás!”.
do: “Polenta dura, fôrmai d’Olanda
/ l’è la vivanda del marinar!”. Ce-
ferino, tramandano le memorie del
Collegio di Viedma, era anche un
El carpintero, il picchio, è del poe-
ta argentino Leopoldo Lugones:
Mastro picchio / dal ciuffetto colo-
19
Del resto, la “gente della terra” ha piccolo mago, faceva comparire e rato / fin dall’alba trapanando /
ben poche distrazioni, e allora can- scomparire con le carte cuori e dia- va il suo tronco.
ta! Canta a Ngenuchén, Dio del cie- voletti con incredibile abilità, tiran- Nessun alito di vento / il silenzio è
lo, agli spiriti della montagna, al so- doci la facile morale: i cuori vince- profumato / solo il tic del suo
le, alla neve, al vento, ai guanaco… vano e i diavoletti scomparivano, scalpello / stuzzica il fusto.
Il canto ce l’hanno nel cuore ed sconfitti!
E a tratti con ardore / sotto la gran
esce spontaneo nei momenti del la-
pace del cielo / lancia intrepido il
voro, della preghiera, delle cerimo- POETI…
suo rustico / canto di lavoro!
nie e danze rituali. Si comprende al-
lora la grande versatilità musicale Aveva, il nostro, anche un animo E una struggente poesia del poeta
sensibile e poetico, come tutti i suoi mapuche, Elicura Chihualaf Neuel-
fratelli pampeani. Ho saputo proprio pan:
a Chimpay che oggi è in atto una ri-
nascita poetica mapuche, dovuta so-
prattutto alla generazione giovane
che rivendica la “mapuchità” della
razza e il possesso del territorio ata-
vico. Fioriscono i poeti, ma l’indio
pampeano è naturaliter poetico. Non
si può non essere poeti, tra maestose
foreste pedecordillerane e grandi pic-
chi innevati, fiumi limpidissimi e la-
ghi incantevoli, ghiacciai perenni e
grotte preistoriche, tra pinguini e lo-
bo, nandú e ovejas, asne e abadejo,
mutisia e amancay… Immersi in una
natura incontaminata l’animo si affi-
na, l’intelletto si esalta, le mente di-
venta creativa, le emozioni ingrossa-
Io sono la visione / degli antichi
spiriti / che in questa pampa s’ad-
dormentarono.
Sono il sogno del mio avolo / che
morì sognando / il giorno che sa-
rebbe tornato / in questa amata
terra.
Sono corso a raccontare / il sogno
del mio popolo / perché l’aria del
mondo / diventi respirabile. / In
questo suolo abitano le stelle / in
questo cielo canta / l’acqua della
fantasia.
Di là dalle nubi / nate da quest’ac-
qua e questa terra / gli antenati
sognano di noi / il loro spirito è la
luna piena, / il silenzio è il battito
del cuore.
Piccola tessitrice mapuche.
(Continua)
BS DICEMBRE 2008

2.10 Page 20

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ANNIVERSARI
A 130 anni dalla morte di un presunto profeta,
DON BOSCO di Francesco Motto
E L’ERETICO PROFETA
DEL MONTE AMIATA
Il logo del
movimento
giurisdavidico.
Don Bosco, si sa,
fu in relazione con
Innumerevoli i personaggi che po-
terono incontrare Don Bosco: uo-
mini di Chiesa: (papi, cardinali,
vescovi, sacerdoti, religiosi...) e
migliaia di persone,
uomini di potere (re, ministri,
che vennero ad
politici...), uomini di cultura (Tom-
maseo, Pellico, Rosmini...) e uomini
incontrarlo a Valdocco, di umilissima condizione; cattolici
o avvicinò nei suoi
ma anche protestanti ed ebrei... in-
somma membri di un po’ tutte le
20
numerosissimi viaggi,
o lo contattarono
classi sociali, di varia cultura e di di-
verse religioni, cui chiese qualcosa
(spesso aiuti economici per i suoi ra-
per via epistolare.
gazzi poveri) e da cui venne richiesto
di qualcosa (accoglienza, preghiere,
Tra essi ci fu anche la
benedizione...). Fra quanti avvicina-
Davide Lazzaretti di Arcidosso
(06/11/1834-18/08/1878),
controversa figura di
rono il santo di Valdocco ci fu un
certo Davide Lazzaretti, l’eretico
Davide Lazzaretti. conosciuto come “il profeta
dell’Amiata”; per molti un esaltato,
per altri un illuminato dal Signore.
“profeta dell’Amiata”, di cui ricorre
il 130° anniversario della morte.
Arcidosso (Grosseto) il paese natale di Lazzaretti ai piedi del Monte Amiata.
DICEMBRE 2008 BS
CARNEADE,
CHI ERA COSTUI?
Era nato ad Arcidosso (Grosseto)
alle falde del Monte Amiata, nel
1834, da famiglia contadina e per
guadagnarsi il pane fece umili me-
stieri, fra cui il barrocciaio. Ammala-
tosi di malaria, come molti marem-
mani allora, ebbe delle visioni. A 22
anni si sposò ma, dopo quattro anni,
lasciò moglie e figli per entrare vo-
lontario nelle file dell’esercito pie-
montese, che combatteva contro lo
Stato Pontificio. Congedato dopo la
battaglia di Castelfidardo (settembre
1860), tornò alla solita vita, e nel
1868 ebbe altre visioni. Sul Monte
Labro (1000 m sul massiccio dell’A-
miata) gli apparve la Madonna.
Spinto dalle sue visioni, divenne
molto devoto e iniziò una predica-
zione d’ispirazione apocalittica e

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Davide Lazzaretti fondatore della Chiesa giurisdavidica.
millenaristica, che suscitò l’attenzio- gli concesse una brevissima
ne di alcuni conterranei. Comincia- udienza, nella quale gli “contestò”
rono a seguirlo e lui fondò per loro le presunte rivelazioni perché pri-
un piccolo eremo sul Labro. Nel ve di credibilità (si certificava da
1870, poco prima della Presa di Porta se stesso), e perché il “profeta”
Pia, su invito di san Pietro, apparso- non dava quei segni di religiosità
gli in visione, si recò a Roma dove che il santo riteneva essenziali.
sembra sia riuscito ad avvicinare il Lo spassoso dialoghetto riporta-
Papa, senza potergli parlare. La sua to dalle Memorie Biografiche,
predicazione agli occhi dei più appa- IX, 1144-1145, probabile rico-
riva delirante; non per nulla, pur da- struzione di don Lemoyne, ne
tosi a severe penitenze in una grotta riporta la sostanza. Don Bosco
di Montorio Romano, in Sabina, fu non dovette considerarlo pericoloso,
Monte Labbro, 1000 m,
espulso dalle autorità pontificie. Co- ma semplicemente una persona gene-
la vecchia chiesa del Lazzaretti.
munque fece proseliti in tutta la To- rosa, un visionario altruista, dalla
scana e perfino in Francia, divenen- mente un po’ esaltata; e quando il tive con la Santa Sede, lo definì “otti-
do l’Unto del Signore. Entrò allora di Lazzaretti venne arrestato per vaga- mo sacerdote e buon cittadino”. Nei
fatto in conflitto con le gerarchie del- bondaggio, truffa e cospirazione poli- mesi in cui Lazzaretti stava in galera,
la Chiesa cattolica, fino a discono- tica, Don Bosco vergò uno scritto in Don Bosco a Roma era in relazione
scere l’autorità del Pontefice. Ma di- sua difesa (cfr. riquadro), poche righe con il ministro Vigliani e il cardinale
venne inviso anche alle autorità ita- che opportunamente presentate in Antonelli, e potrebbe aver speso qual-
liane e al clero locale, con il suo fon- corte d’appello, soppressero la con- che parola in favore del carcerato! Sta
dare alcune cooperative monastico- danna comminata in prima istanza. di fatto che costui fu liberato e nella
sociali, confluite poi in una sorta di
primavera del 1875 passò di nuovo
comunità religiosa di mutuo soccor-
so (la Giurisdavidica,) ispirata a un
ANNI
per Valdocco da don Bosco. Pochi
anni dopo tuttavia il visionarismo re-
socialismo mistico e utopistico. Il
centro, invero puramente simbolico,
era sul predetto Monte Labro. Segui-
rono denunce, probabilmente più per
motivi economici che ideologici, per
cui le autorità del giovane Regno
d’Italia si allarmarono e nel novem-
bre 1873 lo arrestano nuovamente.
DI GRANDE NOTORIETÀ
Erano gli anni in cui il nome di
Don Bosco correva sulla stampa reli-
giosa e laica non solo per le sue atti-
vità di educatore, di fondatore di due
congregazioni, di santo taumaturgo,
ma anche per l’azione mediatrice fra
Stato e Chiesa nei difficili problemi
ligioso gli diede alla testa: egli giunse
a proclamarsi “Cristo Duca e Giudi-
ce”, dichiarò decaduto il papato, an-
nunciò l’arrivo dell’era dello Spirito
Santo e la fine dei papi con la morte
di Pio IX (febbraio 1878). Era troppo.
Fu scomunicato – i suoi scritti erano
già stati messi all’Indice anche se
aveva ritrattato le tesi in essi contenu-
21
GLI INCONTRI
del tempo: quelli della nomina, con- te – ed entrò nuovamente nel mirino
divisa, dei nuovi vescovi e dell’asse- delle autorità civili. Il 18 agosto 1878,
A VALDOCCO
gnazione delle cosiddette “tempora- nel corso di una processione con i se-
lità” a neopresuli da parte delle auto- guaci sul Monte Amiata, scoppiò un
Forse proprio per fuggire a un pre- rità civili. Dall’inizio di giugno 1873 immotivato ma violento parapiglia
vedibile arresto, nel maggio si era a Roma vi era un nuovo governo e con i carabiniere ed il Lazzaretti fu
messo in viaggio per la Francia assie- Don Bosco si era messo subito in re- colpito a morte. Folle pacifico o pro-
me a un figlio, predestinato, secondo lazione con il nuovo ministro di Gra- feta inascoltato? Pazzo lucido o misti-
un’altra visione, a diventare generale zia, Giustizia e Culto, Paolo Vigliani co pensatore? Visionario socialista
di un esercito salvatore del mondo che, dopo averlo incontrato personal- ante-litteram o uomo di Dio? Forse
(?). Fece tappa a Valdocco, ma Don mente più volte nel corso delle tratta- un po’ di tutto, anche se all’epoca le
Bosco era assente. Benché
autorità, in un evidente ec-
non si sappia il motivo per
cui gli fu concessa l’ospi-
talità per alcune settimane,
A bbiano inteso qualche
sinistra voce sul conto
dato ospitalità in questa
mia casa per alcune
cesso di zelo, lo giudicaro-
no semplicemente un paz-
zo pericoloso, tanto da
ebbe modo, come racconta
del signor David Lazzaretti, settimane, riconobbi una
mettere a disposizione par-
la tradizione salesiana, di
che cioè sia stato
persona veramente
te del suo cadavere al fa-
non far troppa buona im-
incarcerato. Se mai
dabbene, desiderosa di far
moso criminologo Cesare
pressione, non fosse altro
per il fatto che non faceva
il segno della croce prima
e dopo i pasti che prende-
potesse giovare la mia
parola in suo vantaggio
io sono disposto a
pronunziarla di cuore,
giacché avendo il piacere
del bene al prossimo, non
curante dei propri interessi,
purché possa giovare agli
altri. Se avrà occasione di
rivederlo, lo riverisca per
Lombroso per i suoi studi.
Don Bosco invece, più ca-
ritatevole ed interessato al
bene delle anime, ne aveva
va alla loro mensa. Torna-
di conoscerlo nella scorsa parte mia, lo conforti.
semplicemente tessuto le
to, Don Bosco certamente
primavera, anzi avendogli (Torino, 28 dicembre 1873)
lodi, magari solo per libe-
indottrinato dai suoi “figli”
rarlo dal carcere.
ٗ
BS DICEMBRE 2008

3.2 Page 22

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LAIEGTTEIORAVANI apLerpotavtoretcraiaret“omdraoialdlaaeriraegtaioaltvmaàendni.e.t.ief”atti
Su di me
puoi contare
Caro Gesù,
Senza Te ho perso il gusto della vita.
un’ora sola ti vorrei.
Vorrei che il tuo compleanno
Non voglio complicare la mia vita spirituale
funzionasse da elettroshock.
partendo da me, dai miei bisogni.
Vederti, sentirti è un tuffo al cuore.
Hai domande da farmi?
Buon compleanno, Gesù, ben tornato
Chiamami, parlami, sorridimi, strapazzami.
nel presepio preparato per Te.
Prendimi come sono.
Non mi vergogno di dirti che Ti voglio bene.
Oggi come oggi, non puoi tenere la bocca chiusa. Sono innamorato da quando ho percepito
Io ho poco o niente da dirti, come tanti.
il tuo cuore nel mio. È stato un colpo di fulmine
Alcuni ti vogliono, altri no.
quando per la prima volta ti ho detto “Ti amo”.
Qualcuno fa a meno di Te e non Ti ha in nota.
Tienimi per mano: che vedano che sono pazzo di te.
Eppure tu ci sei.
Tu mi hai preso il cuore, ma io non ho perso la
Se venissi in questo mese
testa.
22 a farti vedere o sentire,
Su di me puoi contare, Gesù.
ancora una volta ti tratterebbero
Così è, se vi pare
come clandestino, extracomunitario,
Carlo Terraneo
ovvero non gradito.
Ti chiederebbero le impronte digitali.
Le stigmate non servono per riconoscerti.
Dopo qualche giorno di fermo a Lampedusa,
ti rimanderebbero al mittente.
Esule allora, espulso oggi.
Non hai una carta di riconoscimento.
Sei un sans papier.
Non ti lascerebbero mettere i piedi per terra.
Il cielo e la terra non sono luoghi diversi e lontani,
ma l’habitat dentro cui ti muovi in ognuno di noi.
Ti chiamerebbero kossovaro, iracheno,
afgano, palestinese e, perché no, ebreo.
Segni particolari per risalire al tuo nome
sono evidenti: naso ebreo, occhi occidentali,
bocca espressiva semiaperta
come se stesse per dire: “Ti voglio bene”.
Non sei un anaffettivo, un duro.
Vivi di sentimenti, provi emozioni,
piangi, ti isoli, vai verso tutti.
Sei l’Amore, l’Amante e l’Amato.
Ti sento. Avverto il tuo fuoco, il tuo calore.
Se la mia vita è fatta di fuochi fatui
è perché ho voglia di un fuoco,
rovente, inestinguibile.
Esco da un lungo inverno, come tanti.
Lontano da Te, mi ha portato lontano da me.
DICEMBRE 2008 BS

3.3 Page 23

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IDLI TDEAOTNROBOSCO Sseeacrileobtnebdaeotrioul nsèiseutrnerm’oarlaetrsmaalcaeorsgsiaiann.aol,izilzateralotr,oanècuhneonsetlrluemsceunotole,edcouncaltaivsocudsiapcrhime’loardscinueo,la è scuola
TEATRO
NELLA SCUOLA
fra cultura ed espressione
di Michele Novelli
“L’ottimo è nemico del bene”, soleva ripetere Don Bosco.
Così finiva per tollerare, quando personalmente non poteva
più controllarli, allestimenti teatrali che esulavano dalla prospettiva
23
educativa di quel “Teatrino” come lui aveva “inventato” e realizzato
nei primi anni dell’Oratorio.
BS DICEMBRE 2008

3.4 Page 24

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di Don Bosco. Si tratta sì di attività Decimale. Oltre le scuole (che
teatrale, ma non abbastanza
erano quelle che erano) le autorità
“Teatro nella scuola”. Spesso è incentivarono sacerdoti e religiosi
riservato ai patiti che magari a collaborare all’impresa,
costituiscono una
specialmente nei confronti della
“compagnia” nell’istituto popolazione rurale quasi tutta
ed è collocato tra le
analfabeta. Anche Don Bosco, per
offerte parascolastiche amore dei suoi giovani, moltissimi
del pomeriggio, con raccolti dalla strada e alle prime
tanto di iscrizioni e, a armi del leggere e scrivere, si
volte, compensi. Del coinvolse nell’iniziativa. Già
resto passano per sacrosante frasi qualche anno prima, in
di docenti e/o presidi: “Non posso previsione, aveva scritto un libro:
perder tempo, ho un programma Il Sistema Metrico Decimale
da svolgere e poche ore
ridotto a semplicità, ma tutt’altra
settimanali”; “La scuola è cosa
cosa era abilitare i suoi ragazzi a
seria, per divertirsi c’è il
rendersene padroni. Nessuna
pomeriggio”; “I ragazzi ce li
paura, il segreto ce l’aveva. Nelle
mandano per fare scuola e non situazioni complesse, la “chiave
24
isLdpalIeaeillcleifrlEcocaese“uotcigoaaPimltnriliadiapdeothenienonlRadllilo’nedeaainnincisslsdocaccBeihnuumrEritotoebaseolvlitcsaalopeehsd”mrioidolledoeivmililn,Pde’Tumiiansosaslgtceneiihconetyruamannttnrlaooeon.o
Cucchiara.
per farli recitare”... Allora si
finisce, nel migliore dei casi, di
offrire al teatro la “foresteria” del
convento.
SUL SISTEMA
METRICO DECIMALE
Gli insegnanti più favorevoli al
di volta” don Bosco la trovava nel
“Teatrino”. Così compose otto
dialoghi, uno per ciascuna delle
nuove misure, comparandole alle
misure precedenti (ad esempio il
dialogo 4°: metro, ettometro e
chilometro paragonati con piede,
trabucco, miglia; il 6°: litro,
ettolitro, decalitro, paragonati con
teatro possono, semmai, essere pinta, boccale, brenta, mina,
quelli delle materie umanistiche. coppo). Gli otto dialoghi
Mettere in scena i miti greci,
costituivano il nucleo di una
Molti furono i salesiani
che si cimentarono con
ottimi risultati a
Plauto, gli autori della letteratura
italiana e straniera, è cosa che si
è sempre fatta. Ma è quasi
commedia in tre atti, intitolata,
produrre testi teatrali per impossibile incontrare un
i ragazzi come don Lemoyne, don professore di matematica che
Francesia e altri. Tiravano su
si sia avvalso del teatro per
drammoni in 5 atti, recitati
insegnare la sua materia. Uno
scrupolosamente in latino. Ha il però c’è stato: fu quel genio
suo lato positivo anche un certo creativo di Don Bosco. Correva
teatro che fiorì e fiorisce tuttora l’anno 1850, scelto dal governo
nelle nostre scuole, ma non
piemontese per introdurre nel
attinge pienamente all’intuizione regno il Sistema Metrico
DICEMBRE 2008 BS

3.5 Page 25

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fu fondata e diretta
dall’ottimo sacerdote
don Bosco, che
all’educazione dei
giovani operai consacra
le sue sostanze e la
sua vita. Non ci
stenderemo a fargli
verun elogio, ché i suoi
giovani con le savie
risposte, colle belle
maniere, coll’edificante
compostezza, ieri glielo fecero
appunto, Il Sistema Metrico
tale, da non potersi desiderare più
Decimale, ma erano raggruppati, ampio, né più veritiero”. La
di volta in volta, in maniera
testimonianza del successo fu
diversa. Riferiscono le Memorie piena allorquando, non erano
Biografiche: “Variava sempre
passati che quattro giorni, don
l’aspetto delle scene, ora
Bosco si vide giungere dal Regio
rappresentando una bottega, ora Economato la significativa somma
un’officina, ora un’osteria, ora
di £ 400 per il contributo offerto
un’aperta campagna o la casa di alla causa del Sistema Metrico
un fattore. Erano recati a vista e Decimale. Non meno lusinghiero
adoperati i nuovi e i vecchi pesi, fu il commento del celebre abate
le vecchie e le nuove misure;
Ferdinando Aporti che, nel lasciare troneggiava un “accrocco” per il
primeggiava eziandio in mezzo la sala, si commiatò dicendo:
Teatro dei burattini. Le maestre di
il globo terracqueo. Don Bosco “Don Bosco non poteva
allora raccontavano la storia, le
trovava sempre nella sua mente immaginare un mezzo più efficace favole, brani di letteratura,
25
feconda il modo di mutare la
per rendere popolare il sistema
servendosi di quel teatrino e
veste drammatica a’ suoi
metrico decimale; qui lo si impara chiamavano i bambini ad
dialoghi” (MB III, 602ss.).
ridendo”.
esprimersi attraverso il duplice
Interessante, persino
canale della recitazione e della
commovente, leggere le pagine in SCUOLA E STILE
cui vengono descritti i suoi sforzi
per far apprendere ai ragazzi quei DRAMMATURGICO
manipolazione. La creatività e la
fantasia suggerivano molte altre
forme espressive, con l’intento
dialoghi. Ma tanta tenacia venne
ricompensata anche
pubblicamente se il giornale
“L’Armonia” nel n° 149 del 1849 si
esprimeva in questi termini: “Ieri,
16 dicembre, assistemmo a un
saggio che diedero i figliuoli
dell’Oratorio di San Francesco
di Sales sul sistema metrico
decimale. Si sa che quest’opera
La testimonianza dell’Aporti ci
inserisce nell’autentica funzione
educativa del teatro nella scuola.
Non si tratta di un teatro finalizzato
a coprire il tempo libero
dall’impegno scolastico, o
concorrenziale con altre scuole,
ma di un vero e proprio “mezzo
efficace” per la didattica. In molti
di noi affiorano alla memoria gli
anni delle elementari quando in
aula, accanto alla lavagna,
non di creare una pausa
all’insegnamento o di sollevare
i bambini dalla fatica di un
apprendimento verbale spesso
noioso, ma di arrivare alle loro
menti e fissarne la memoria con
strumenti di sicura efficacia. Pian
piano il teatro è scivolato dal suo
essere mezzo privilegiato di
apprendimento, alla periferia
dell’azione scolastica, considerato
“complemento”, o tollerato. La
scuola stessa dovrebbe vivere di
una “espressione drammaturgica”
costante: dai riti ‘classici’
dell’ingresso, della campanella,
dell’uscita, fino a momenti
significativi come il “Buongiorno”,
il “fine settimana”. Attingere alla
fantasia degli alunni porterebbe a
trovare meccanismi drammaturgici
di accoglienza al mattino (es. la
telecronaca spiritosa di una
pseudo-radio che trasmette in
BS DICEMBRE 2008

3.6 Page 26

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diretta), la sostituzione della
campanella con le suonerie dei
cellulari; sceneggiature di parabole
ed episodi evangelici per il
“Buongiorno”, ecc. L’obiettivo?
Quello di trasformare il tran-tran
scolastico in un’azione
drammaturgica continuata,
assumere uno “stile”
drammaturgico in una scuola
che diventi essa stessa
“rappresentazione” ai suoi allievi,
26 a opera degli stessi allievi. Non si
tratterà solo di rendere più
piacevole e varia la frequentazione
scolastica, ma di tessere rapporti
comunicativi efficaci ed educativi.
In questo clima (Don Bosco lo
definiva “clima di famiglia”)
avranno particolare rilievo
solennità, ricorrenze e feste. Gli
antichi “altarini” alla Madonna per
il mese di maggio, le varie novene,
gli addobbi, i festoni, nient’altro
erano che scenografia
drammaturgica entro cui era più
agevole vivere da protagonisti il
clima della festa. La musica, regina
del primo Oratorio, può fare da
contrappunto allo svolgersi del
calendario scolastico come un fac-
simile di colonna sonora della
drammaturgia scolastica. In
occasione delle feste più
importanti, allestire un recital
è cosa di facile e immediata
realizzazione.
A FINE ANNO
Solo se la scuola respira un’aria
di Comunicazione che privilegia
l’Espressività degli allievi ed è
impregnata di “Stile
Drammaturgico”, trova naturale
far confluire tutto in una
rappresentazione teatrale che ne
ricapitoli le potenzialità. Di come
allestire uno spettacolo se n’è
abbondantemente parlato negli
inserti precedenti, partendo da un
Progetto Culturale condiviso
(maggio), tenendo ben presenti le
connotazioni educative (giugno),
le caratteristiche di un
allestimento (luglio), la presenza
di uno staff che animi e conduca
verso le finalità proprie di un
teatro salesiano (settembre), che
sia espressione dell’intera
Comunità scolastica (ottobre).
Non resta che sottolineare
l’importanza di questo evento
finale. Che sia una “Festa”, la festa
di tutto l’Istituto, in cui,
parallelamente allo spettacolo, vi
siano altre manifestazioni che
coinvolgano genitori, Ex-Allievi,
Amici dell’Opera. Si tratta di un
appuntamento annuale cui dare
grande risonanza e che celebra
l’appartenenza all’istituzione, il
ringraziamento (ci sono le “Feste
del Grazie”, l’antica Festa della
Riconoscenza), il ritrovarsi
insieme, il sentirsi ancora una
volta protagonisti, il comune
sentire per l’educazione ricevuta,
stringersi intorno a Don Bosco
come Padre comune. Il “Teatrino”
fatto secondo i canoni e le
intuizioni di Don Bosco, finisce,
così, per essere veicolo di valori
che lo trascendono.
Insomma, occorre ripartire da
Don Bosco. Questo inserto
conclude un percorso che ha visto
il BS occuparsi di Teatro, come lo
voleva Don Bosco, per l’intero
anno 2008. Partiti con i quattro
articoli di Martina Crivello
(gennaio-aprile) che hanno
evidenziato la personalità
comunicativa e drammaturgica di
Don Bosco, le grandi intuizioni
educative e pedagogiche che lo
hanno sollecitato a servirsi di
“azioni sceniche” per conquistare
i suoi ragazzi ed educarli, han
fatto seguito (maggio-dicembre)
sei inserti sulle caratteristiche del
suo “Teatrino”, attualizzate per i
nostri giorni. Di teatri, nei nostri
ambienti, se ne sono sempre fatti
e se ne faranno ancora. I salesiani
possiedono una ricchezza
carismatica tale, che sarebbe una
vera stoltezza fare teatro
“comunque”, quando il Padre e
Maestro dei giovani ha indicato
una strada che tuttora rimane
sorprendentemente attuale e
sommamente efficace.
Michele Novelli
DICEMBRE 2008 BS

3.7 Page 27

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BAGLIORI
serena.manoni@libero.it
PIERINA
IL LAVORO
E LA PREGHIERA
Un’altra vittima di un
“Era buona, sempre silenziosa,
balordo senza scrupoli.
pronta alla preghiera”. Terminate
le elementari, Pierina si trovò di
fronte alla prima grande scelta
Lontani dalla terra sarda che
diede i natali ad Antonia
Mesina le cui virtù morali
abbiamo ricordato nel precedente
articolo (BS ottobre ’08, pag. 27),
viviamo con la giovane Pierina
Morosini lo stesso tragico ma eroi-
co percorso di vita spirituale. Cat-
turata e contagiata anche lei dalla
crociata per la purezza che in Ma-
della sua vita: continuare gli stu-
di o lavorare per aiutare la fami-
glia. Fu faticoso abbandonare li-
bri, amiche e banchi di scuola,
ma il suo senso di concretezza
unito a una già eminente maturità
interiore, la spinsero a frequenta-
re un corso di taglio e cucito, e a
15 anni si inserì in un cotonifi-
cio. Sono questi gli anni in cui
ria Goretti aveva colto il suo fiore matura in lei il desiderio di dedi-
più bello, Pierina ne seppe interpre- carsi a Dio facendosi suora pres-
27
tare e testimoniare il significato più so l’istituto delle Poverelle. Con-
autentico, conferendo al proprio sigliandosi con la madre, com-
corpo sacralità e inviolabilità, co- prese che anche quella per lei
me una Chiesa da mantenere sem- non era una scelta possibile e
Pierina Morosini 1931-1957.
pre pulita e in ordine. Siamo nel chiedendo a Dio luce e conforto
nord di un’Italia sana e laboriosa nella preghiera per quella così suoi giorni quando cadde vittima
quando, il 7 gennaio 1931, nasce a costosa rinuncia, realizzò che nelle mani di un balordo che, do-
Fiobbo (Bergamo) la piccola Pieri- avrebbe potuto ugualmente con- po averla sfigurata ed uccisa, vol-
na e, come allora era in uso presso sacrarsi a Dio con voti privati, le togliersi il barbaro piacere di
molti genitori, venne battezzata il pur continuando a rimanere a ca- violentarla. Venne ritrovata da
giorno successivo alla nascita. Il 10 sa per contribuire al sostenta- suo fratello Sandro che, preoccu-
gennaio 1937 il Vescovo la ritenne mento della sua famiglia. Si mise pato per l’insolito ritardo di quel
già idonea per il sacramento della perciò sia nel lavoro sia a casa a giorno (usciva dal cotonificio alle
Confermazione e l’anno successivo servizio degli altri e con genuina 14 e alle 15,10 era di solito a ca-
ricevette la prima Comunione nella umiltà e serenità di cuore si pre- sa), decise di andarle incontro
chiesa della sua parrocchia. Fre- stava ad offrire il proprio aiuto pensando che fosse stata colta da
quentò le scuole elementari con ot- alle sue compagne di fabbrica. un malore. Quando da lontano la
timi risultati, ma poiché nel suo Una di loro testimonia: “Molte riconobbe, distesa a terra sul sen-
paese l’istruzione obbligatoria si volte si presentava anche senza es- tiero che Pierina usava per corre-
fermava alla IV elementare, i geni- sere stata sollecitata: intuiva dove re, dopo averla ripetutamente
tori le permisero di continuare gli c’era bisogno”. Il 25 ottobre 1948 chiamata, si precipitò verso di lei
studi presso la scuola gestita dalle si iscrisse all’Associazione Apo- e si accorse che era sanguinante
suore Figlie del Sacro Cuore di Al- stolato della Riparazione poi al- ma viva, seppure con respiro len-
bino, per raggiungere la quale do- l’Azione Cattolica dove la crocia- to e affannoso. Aveva ancora in
veva ogni giorno percorrere (a pie- ta per la purezza divenne missione mano la corona del Rosario che
di!) otto chilometri.
consapevole e definitiva.
abitualmente recitava per strada.
Portata all’ospedale, dopo due
N La sua insegnante suor Ga- N Difese senza indugi la pro- giorni di coma morì. Era il 6 apri-
briella Visentin così la ricorda: pria integrità fino all’ultimo dei le 1957.
ٗ
BS DICEMBRE 2008

3.8 Page 28

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F MA
L’AVVENTO E IL NATALE
IN SCENA di Graziella Curti
L’incanto dell’attesa
e il mistero semplice e
grande del Natale si
rivelano attraverso i testi,
le immagini, i disegni,
le scene teatrali del primo
volume del Calendario
Liturgico dei piccoli,
un’opera originale, nata
nella Bottega di suor
28 Caterina Cangià, che da
anni lavora tra i bambini
e con loro produce
Suor Caterina Cangià, ovvero suor Sisternet.
comunicazione di senso
sposando insieme
tecnologia e teatro.
“T utti sono contenti quan-
do dicono: Che bello, è
cominciato l’Avvento e
tra poco arriverà Nata-
le, poi Capodanno… poi l’Epifa-
nia. E di solito si aggiunge Pecca-
to che duri poco. Perché a tutti i
bambini piace questo periodo
dell’anno? Forse perché si fanno i
regali? Forse perché si addobba un
albero che brilla tutto di luci e di
colori? Forse perché si fa il prese-
pe? Certamente il periodo di Nata-
le piace per questi motivi, ma…
Natale è soprattutto il ricordo che,
tantissimi anni fa, precisamente
più di duemila anni fa, è comincia-
ta una storia straordinaria”.
Inizia così la presentazione ai pic-
coli dell’Avvento. Dietro lo scritto
s’indovina la voce narrante di suor
Caterina Cangià, una salesiana so-
prannominata Sisternet per la sua
abilità tecnologica, che le permette
Un bambino interpreta
Giovanni Battista.
di veicolare attraverso la rete e altri
mezzi di comunicazione i grandi
valori della vita, dell’amicizia, del
sapere, dell’acquisizione delle lin-
gue. In questo caso, ha intrapreso il
compito di comunicare il sacro del-
la liturgia e della tradizione. Un
compito non facile per chi non co-
nosce la logica e il potere figurati-
vo e creativo dei piccoli. Un’ap-
passionante avventura per l’autrice,
che invece sta sempre tra di loro, li
provoca con domande azzeccate,
conosce i loro pensieri attraverso il
loro sguardo o la mimica del volto.
Ma quale storia ha voluto narrare?
Lo dice con il linguaggio dei bam-
bini: “Quale storia?” La storia di
Dio che manda in mezzo a noi, pic-
colo piccolo, il suo unico e adorato
Figlio Gesù. Lo manda in mezzo a
noi in missione speciale con due
obiettivi. Primo: farci sapere che
Dio si chiama Amore e che ci ama
da morire. Secondo: che desidera,
più di ogni altra cosa al mondo,
che ci amiamo tra noi”.
DICEMBRE 2008 BS

3.9 Page 29

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e per l’acquisto, rivolgersi a:
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“La parola ‘Avvento’ – aggiunge
– deriva dal latino. In italiano si tra-
duce molto bene con le parole ‘pre-
senza’ e ‘venuta’”. Poi suor Cateri-
na rivela il tesoro contenuto nel te-
sto: “Per aiutarti ad aspettare con
tutto il cuore l’arrivo di Gesù, ab-
biamo preparato per te un libro, un
Una pagina tratta dal libro e la copertina del libro.
cd-rom interattivo e un teatrino.
Con questi tre ‘regali’ puoi seguire
la preparazione al Natale”.
regali. C’è ancora un segreto, l’au- cd-rom interattivo e il teatrino con
trice lo sussurra: “L’ultima cosa che scenari e personaggi sono stati curati
COME DON BOSCO
puoi fare te la dico piano piano al- con amorevole impegno seguendo la
l’orecchio: puoi leggere pensieri falsariga delle domeniche e delle
A Valdocco, quando si doveva in- profondi e coltivarli nel tuo cuore grandi feste dell’anno. Inoltre la pro-
segnare il nuovo sistema metrico e… la tua vita cambierà!”. Oltre alla duzione di suor Caterina Cangià non
decimale o semplicemente i modi di parolina all’orecchio rivolta ai ra- è limitata al periodo dell’Avvento, 29
una vera vita cristiana, Don Bosco gazzi, Don Bosco dava molta im- del Natale e dell’Epifania, che fanno
ricorreva al teatro, l’espressione portanza agli educatori, alla fami- parte del primo testo. C’è un secon-
drammatica e visualizzata di una glia, a quella che noi, oggi, chiamia- do volumetto dove viene presentato
realtà. Allo stesso modo, suor Cate- mo comunità educante. Anche suor il periodo liturgico che va dalla Qua-
rina invita e aiuta i bambini a fare i Caterina si rivolge agli adulti coin- resima a Pentecoste, con particolare
registi, a raccontare il Vangelo pro- volgendoli attraverso la spiegazione accento sulla celebrazione del Triduo
ponendo scenografie, personaggi e del significato della parola liturgia, Sacro e della Pasqua. Il terzo testo
oggetti in modo da rappresentare i che vuol dire “stare insieme pensan- presenta il tempo ordinario e il quarto
fatti natalizi. E sapendo che si trova do a Dio” e “fare qualcosa insieme presenta le feste di Maria la madre di
davanti alla generazione del digita- per Dio” e anche “partecipare a Gesù e dei santi suoi amici.
le, adegua il teatro di sempre a chi qualcosa che Dio fa per noi”. L’insi- I volumetti offrono, per ogni do-
sa operare in maniera interattiva con stenza sul termine “insieme” ispira menica e festa del relativo periodo
il computer, con giochi come il me- varie riflessioni. La prima è che bi- liturgico, una presentazione genera-
mory, il puzzle e il drag & drop. E sogna considerare la preghiera li- le con riflessione sul Vangelo, una
non basta, il coinvolgimento nella turgica come una gioiosa attività scelta “per piccoli” del Vangelo del-
festa è completo se si è in molti a comunitaria. La prima comunità, la domenica o della festa sulla base
godere. Ecco allora le indicazioni per i piccoli, è la famiglia ed è pro- della traduzione interconfessionale
per preparare sorprese per la fami- prio la famiglia l’ambiente dove è in lingua corrente della Bibbia; sug-
glia, per gli amici. Istruzioni per de- più facile formare alla celebrazione gerimenti per impegni pratici ade-
corare la casa, per fare gli auguri e i liturgica.
guati all’età della giovane utenza;
note di regia teatrale per giocare
CALENDARIO LITURGICO
PER I PICCOLI
con il teatrino, geniale invenzione
di Pierpaolo Grassetti.
Il tutto mobile, intercambiabile,
La Famiglia, la Parrocchia, la
Scuola, i Centri giovanili potranno
preparare i piccoli alla celebrazione
della domenica o della festa utiliz-
zando i copiosi materiali del libro: il
giocabile. I fondali e i personaggi
evangelici, nati dalla luminosa grafi-
ca di Nicola Buiat, sono parlanti, ed
entrano perfettamente in sintonia con
l’età dell’utenza. Testi, fotografie e
grafica si intrecciano e si completano
e sono un vivace invito a vivere gio-
I bambini con il libro aperto.
iosamente l’esperienza liturgica. ٗ
BS DICEMBRE 2008

3.10 Page 30

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Giuseppe
Morante
FPAEMDAIGGLOIAG.IQA?UALE
PAROLE EFFICACI CHIESA OGGI
LA PEDAGOGIA
PARLAVA LORO
LA CHIESA AL SERVIZIO
FAMILIARE
IN PARABOLE
DEL REGNO DI DIO
NEL VANGELO DI LUCA Gesù ha qualcosa da dire di Adriano Stasi
di Laura Bormè
a ognuno di noi
Edizioni Segno
e Flora Bresciani
a cura di Giovanni Mantello Tavagnacco (Ud), 2008
ELLEDICI, Leumann (To) Effatà Editrice
pp. 128
2008, pp. 94
Cantalupa (To), 2008
pp. 190
Le idee che circolano oggi
La domanda che accomu-
sull’identità della Chiesa
na tutti gli uomini: Chi sono
sono spesso confuse an-
io? da dove vengo? dove
che tra cristiani. Questo te-
vado? Cogliere il senso del
sto può costituire un contri-
vivere è necessario per
buto efficace, semplice e
non cadere nella solitudine
nello stesso tempo stimo-
e nella delusione che im-
lante, per richiamare l’at-
pediscono ai giovani di
tenzione e favorire la rifles-
esprimere e vivere scelte
sione sul suo mistero e
autenticamente umane.
sulla sua identità. In un
LA CHIESA
Genitori, insegnanti, edu-
contesto culturale che ten-
NELLA STORIA
catori…, sono chiamati a
de a destabilizzare ogni
duemila anni
propagare la gioia di vivere
istituzione, risulta opportu-
di Cristianesimo
la vita come protagonisti e
no offrire una via a quanti
di Andrea Maria Erba
testimoni di un mondo giu-
desiderano riscoprire la fi-
e Pier Luigi Guiducci
sto e fraterno. Ma dove si
sionomia autentica di que-
30 ELLEDICI, Leumann (To) trova la sorgente dell’ac-
2008, pp. 768
qua che rigenera, donando
sta istituzione umano-divi-
na che è la Chiesa. L’auto-
Due preziosi volumi in
cofanetto che, attraver-
so capitoli suddivisi in
sottotitoli e paragrafi
rendono lo scritto chia-
ro, scorrevole, fruibile,
dando della complessa
storia della Chiesa un’i-
dea completa e com-
prensibile. Foto in bn/ e
cartine aiutano a capire
le vicende e a rendersi
conto dei luoghi interes-
sati agli avvenimenti più
significativi. La classica
divisione in epoche è
sostanziata da elemen-
ti/chiave: i concili, lo
sforzo dell’evangelizza-
zione, la spiritualità, le
missioni, l’inculturazio-
ne, ecc. Gli autori, am-
bedue esperti della ma-
teria, non nascondono
difficoltà e ostacoli che
hanno segnato il cam-
mino del cristianesimo e
un rinnovato desiderio di
scommettere sul valore
educativo? Le autrici dico-
no di averla trovata nel
Vangelo. E proprio sulla
Parola esse hanno tratto i
principi a cui riferirsi per
formare l’autentico educa-
tore; Gesù è veramente un
pedagogo, un catechista,
uno psicoterapeuta…
“Per questo io parlo in para-
bole: perché pur vedendo
non vedono, e pur udendo
non odono e non compren-
dono ” (Mt 13,13). Il testo si
offre come lettura, medita-
zione e comprensione, una
specie di vero tesoro da
scopire e apprezzare, di
quel “vangelo nel Vangelo”
che è costituito dalle para-
bole, rivelazione del vero
volto di Dio che semina con
generosità la sua grazia nel
cuore dell’uomo e lo eleva
ai vertici della conoscenza
e dell’intimità con Sé, vera
vita dell’umanità. Questa
lettura è nata dall’esperien-
za di un gruppo parrocchia-
le che ha percorso un cam-
mino di scoperta sul Vange-
lo; può diventare un esem-
pio di accostamento alla
Bibbia nelle comunità ec-
clesiali e diventa una vera
forma di catechesi biblica.
re aiuta ad accostare le im-
magini bibliche che la de-
scrivono, offrendo una pri-
ma sintetica riflessione
teologica per tutti. Il suo
impegno raggiungerà lo
scopo se aiuterà il lettore a
scoprire qual è stata la vo-
lontà di Gesù nello sceglie-
re i dodici, sui quali fonda-
re la Chiesa.
riescono a dare un qua-
dro intenso e autorevole
della storia della Chiesa
cattolica.
DICEMBRE 2008 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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CE RSIOSTCIIAENTÀI
BEECNOENSFSLEITRTEUALITÀ TEEFSFITCIMACOINIANZE
PQEUNOSTIIEDRIAI NI
DIRITTO E DOVERE
LE SEDUCENTI INTESE VINCENZO SAVIO.
365 IDEE
FISCALE NELLA
DELLA RIVALITÀ
LA MERAVIGLIOSA
PER PENSARE A DIO
CULTURA CRISTIANA Breve viaggio nel mondo AVVENTURA DI UN
di Enzo Bianco
di Gino Concetti
della competizione
VESCOVO SORRIDENTE ELLEDICI, Leumann (To)
VIVEREIN
di Giovanni Scalera
di Antonio Miscio
2008, pp. 98
Roma-Monopoli, 2008
Monti ed. Saronno (Va)
ELLEDICI, Leumann (To)
pp. 78
2008, pp. 124
2008, pp. 438
Si tratta di pensieri per i
giorni dell’anno: riflessioni,
Dovunque vi sia una coppia
massime, proverbi, aforismi.
di persone (marito e moglie,
Tante idee per avere Dio
genitori e figli, insegnanti e
presente nella vita di ogni
alunni, colleghi di lavoro, vi-
giorno. Può essere impegno
cini di casa, amici…) vi so-
difficile, ma indispensabile
no simpatia, collaborazione,
per sostenere la propria fe-
complicità, amore… ma an-
de. L’autore aiuta a scoprire
che gelosia, interesse, invi-
Dio in compagnia di santi e
dia. In una parola rivalità! È
pensatori, da Agostino a
la storia umana. La “rivalità”,
Pascal, dal curato d’Ars a
lungi dall’essere solo com-
Benedetto XVI. Ma anche
ponente negativa, se ben
con pensieri arguti, scapi-
gestita, può addirittura risul-
gliati, spassosi, a firma di
tare un positivo collante e
umoristi e dei Pierini dell’o-
uno stimolo dinamico per
ratorio. Perfino con pensieri
una crescita armoniosa ver-
non ortodossi, che fanno di-
so la “adultità”. Il tema della
scutere. È un modo origina- 31
Nella cultura cristiana il te- competizione qui trattato è
le che porta a scoprire che
ma delle tasse non è mar- una caratteristica presente La vita del vescovo Vincen- Dio è Creatore e Padre, che
ginale. Ne tratta la Scrittura in tutte le persone. La rifles- zo Savio mostra lo splen- dona Gesù come fratello,
sui cui fondamenti si è svi- sione viene sviluppata se- dore delle sue virtù umane che raccoglie i cristiani nella
luppata in questi due mil- guendo alcune tappe evolu- e sacerdotali: il calore uma- Chiesa, che rinnova con i
lenni di storia della Chiesa tive dei soggetti, il che con- no che si fa prossimo a tutti Sacramenti, che offre mo-
la riflessione teologica. Nel sente di calarla nel contesto nella stima e nell’attenzio- delli di vita, che nutre con la
Vangelo si insegna la giu- della quotidianità in cui la ne a ciascuno, scelto e cer- fede, orienta con la speran-
stizia, ma si fa anche di- persona fa esperienza della cato come figlio di Dio; l’an- za, rafforza con la carità…
stinzione di poteri tra ciò vita sociale in senso ele- nuncio fedele e convin-
che appartiene allo Stato e mentare e concreto.
cente della Parola di Dio,
alla Religione. Si tratta
capace di ispirare e soste-
quindi di un problema com-
nere la sua missione e le
plesso, che richiede conti-
opere spirituali a largo rag-
nuo perfezionamento, per
gio; un equilibrio di giudizio
indirizzare la vita sociale
che comunica pace e infon-
verso delle norme orienta-
de il senso della fede nel
te al conseguimento del
disegno di Dio sulle vicen-
benessere e del progresso
de umane… Queste virtù
di singoli e di comunità. Il
costituiscono il frutto di una
presente contributo, ap-
vita innestata, in Cristo e
profondito alla luce anche
offerta nel più cordiale ser-
della Dottrina Sociale della
vizio al prossimo. Egli ricor-
Chiesa, vuol essere uno
da a tutti che la Fede è es-
stimolo a proseguire nella
sere innamorati, non esse-
ricerca di un bene che ga-
re assicurati, e che il Dio
rantisca l’amornia del ben
della bontà mette il creden-
vivere, anche per mezzo
te alla prova della fede e
del sistema fiscale.
dell’amore.
NCcsrdihoOOeireneNRcotvatReaatSItmncoSIqglePuiocnFiOnhstAeoteNaarsDVoelelEEevgpNaNnrreinasDZsnplAasIoeTot.iAttrlsiieIvciePhlpilbiEEieobrRdssert-ii--i
trici.
BS DICEMBRE 2008

4.2 Page 32

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ON LINE
Profilo del salesiano laico, coadiutore Angelo Remigi (26/11/1921–08/08/2000).
TRA PENTOLE
E PREGHIERE di Giancarlo Manieri
Una magnifica figura di coadiutore
“da corsa” sempre indaffarato:
una ne finiva e un’altra ne
cominciava. Di faccende, s’intende,
senza soluzioni di continuità.
Un uomo buono, che sprizzava
simpatia da tutti i pori.
salesiano, come coadiutore. E divenne l’uomo tutto
fare: cambusiere, provveditore, cuoco, accompagnato-
32
re, autista, operatore cinematografico, ecc. e benché le
incombenze che aveva per obbedienza e quelle che si
prendeva per buon cuore non gli lasciassero molto
spazio per stare in cortile, andare in laboratorio, assi-
stere in camerata o in studio, tuttavia si era conquista-
to il cuore di tutti: “Gli volevamo un bene matto!”. “Il
motivo?”. “Sapevamo, benché non stesse spesso con
noi, che lui lavorava per noi dalla mattina alla sera”.
Il signor Angelo Remigi (1921-2000)…
sprizzava simpatia da tutti i pori.
Angelo Remigi? Era un angelo. Di bontà. Dice un
confratello che l’ha conosciuto bene, ancora una
volta giocando con il suo nome: “Era un vero an-
gelo custode; se capitavi sotto la sua protezione, una
cosa era certa, non ti lasciava a secco!”. “Cioè?”. “Quelli
erano tempi di fame e lui aveva un panino per tutti, e se
non l’aveva, saccheggiava la dispensa! Non sempre l’e-
conomo della casa saltava di gioia, anzi talvolta bofon-
chiava tra sé e sé, ma come facevi a rimproverare uno
che aveva ‘un cuore grande come la sabbia del mare’ e
un sorriso perenne che gli impreziosiva il viso?”. Nean-
che la morte gli ha cancellato il sorriso. Pochi tratti, ma
sufficienti per inquadrare un personaggio.
Remigi era di Gualdo Tadino, uno splendido paese
dell’Appennino Umbro, dove un collegio salesiano rac-
coglieva un nugolo di ragazzi dei paesetti circonvicini e
un oratorio fungeva da calamita per i gualdesi: là si
stringevano amicizie durature, si imparava a vivere per
gli altri, si pregava, si diventava “buoni cristiani e onesti
cittadini”, ci si divertiva nel nome di Don Bosco. E Don
Bosco affascinò il giovane Angelo che decise di farsi
DICEMBRE 2008 BS
QUALITÀ SALESIANE
A dir la verità il signor Remigi con i giovani ci stava tutte
le volte che poteva. In chiesa, per esempio; ma lì non li
vedeva: era occupato da un’altra presenza! Pregava
intensamente e non badava ad altro. C’era gusto a
vedere quell’omone che sembrava un agnellino di fronte
al suo Signore. Era sempre presente anche nelle gite. Ci
andava armato dei suoi strumenti di lavoro: pentoloni,
fornello, pane, pasta. Quando ci si fermava, lui tirava
fuori gli arnesi e “in quattro e quattr’otto preparava delle
pastasciutte da farti leccare le labbra”. Ci si accontenta-
va di poco, allora, ma il poco di Remigi era molto, anzi,
moltissimo per chi aveva fame; e dopo la guerra, la
fame era diventata una pandemia! La sua pasta era
condita più con il sorriso che con il sugo, ma forse
diventava ancora più buona proprio per questo, e la si
mangiava a quattro mani, tant’è che talvolta lui sbottava
ridendo: “Ahó, a voi la fame del ’48 ancora non v’è pas-
sata! ”. A proposito di gite, gliene capitò una bella quan-
do per 12 ragazzi si organizzò una gita premio a Super-
ga. Giunti presso il celebre santuario torinese, mentre i
ragazzi visitavano il complesso monumentale, lui si pre-
cipitò a comprare dei panini (era una delle poche volte
che aveva lasciato a casa pentolone e fornello), e li
riempì ben bene di carne Simmental. Giunta l’ora cano-
nica li distribuì trionfante… Ma, sorpresa delle sorprese,

4.3 Page 33

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ALESIANI COADIUTORI
Uno scorcio del Borgo Ragazzi Don Bosco.
Gli exallievi che ci hanno raccontato la sua vicenda.
s’accorse che nessuno mangiava: “Beh, ragazzi, che a un tavolo con il sottoscritto che li intervistava. Si scam-
c’avete? Nun ce credo che v’è passata la fame! ”. “Sor biarono uno sguardo di meraviglia, poi la risposta: “Ma
Remigi… è venerdì! ”. Lui rimase interdetto. Intervenne, Remigi non ha mai dato un castigo, non s’è mai arrab-
allora, il sacerdote salesiano che accompagnava il grup- biato; non si aveva il coraggio di combinare marachelle a
po, tracciò un segno di croce sui panini incriminati e uno che ti voleva bene come lui”. È tutto detto! “Anche in
sentenziò: “Simmental? No, questo è tonno! ”. La altre case si è comportato così? ”. “Mah… a dire la verità
dispensa dalla “vigilia” li rese felici.
Remigi ha passato praticamente tutta la sua vita salesia-
Al Forte Prenestino Angelo ci arrivò con i primi cinque na al Borgo!”. Però lo conoscevano bene in tutta l’ispet-
salesiani per iniziare una gloriosa presenza che diverrà
famosa con il nome di “Borgo Ragazzi Don Bosco”.
toria. Lo conoscevano come un gran lavoratore, mani
callose e cuore buono, uno che per sé si accontentava
33
Non erano figli di ricchi quelli che frequentavano colle- dello stretto necessario, nemmeno uno spillo di super-
gio e oratorio. Tutt’altro. Era gente semplice che tirava fluo; per i suoi ragazzi e confratelli, invece, aveva le mani
la carretta e misurava tutto. Per cui i panini di Remigi bucate. Quando riusciva a stare con i ragazzi, nelle feste,
divennero mitici. Ne preparava in quantità, poi chiama- nelle accademie, si sfogava inventando per loro giochi…
va i ragazzi in fila per riceverne uno a testa. Ma la fila a base di cibo. A carnevale, per esempio, preparava pen-
era lunga e i primi avevano tutto il tempo di finire il toloni di pasta asciutta generosamente piccante, poi
loro, così quatti quatti di rimettersi in fila. Il signor riempiva i piatti; la messinscena era invitante. I ragazzi si
Angelo li individuava, ma se aveva ancora “mercanzia” avvicinavano per… “giocare”. Dovevano mangiare solo
faceva finta di niente e distribuiva fino a esaurimento. con la bocca, tenendo le mani dietro la schiena. Si pos-
IL CONSIGLIERE SAGGIO
Tutto qui? Macché! Remigi era la saggezza fatta perso-
na, una dote che tutti i salesiani gli riconoscevano. Non
per nulla divenne consigliere di direttori ed economi oltre
che amico e confidente dei ragazzi. Tant’è che chi l’ha
conosciuto giura che i successi educativi lo accompa-
sono immaginare le boccacce di qualcuno cui s’infiam-
mava la gola, e le corse verso l’acqua. Un’altra delle sue
performance capitava la domenica, quando si apprestava
a mandare avanti la macchina del cinema, dopo il con-
trollo del timbro sulla tesserina che certificava la parteci-
pazione dei ragazzi alla messa. Per l’occasione Remigi
diventava “er sor pecione”, perché la sera prima visiona-
gnarono sempre, perché la sua personalità umana, cri-
stiana e salesiana emergeva con prepotenza. Un nutrito
gruppo di exallievi gli è tuttora devoto e parlano di lui
con entusiasmo. Alla domanda loro fatta: “Come si com-
va il film e tagliava senza pietà spezzoni di pellicola con
scene scabrose o sconvenienti, poi la sera della domeni-
ca riattaccava i pezzi con carta gommata trasparente,
insomma “er Pecione ce metteva ’na pecetta”.
portava con chi era un
po’ briccone,
con chi lo face-
va arrabbiare,
Non l’hanno ancora dimenticato sia confratelli sia
exallievi. Nel 2001, a un anno dalla morte, il Bor-
go ha fatto stampare un calendario dal titolo
con chi gliene
combinava qual-
cuna? ”, silenzio
di tomba. Erano
“Studia di farti amare!” dedicato al signor Angelo
Remigi: ogni mese una sua foto con le effemeri-
di e una frase, o sua o a lui dedicata. In quarta
di copertina accanto alla sua foto più bella la
in quattro attorno
dedica: “Ad Angelo Remigi, che ha fatto del suo
sorriso un dono d’amore per tutti”. Anche per
La copertina
del calendario
a lui dedicato.
suo merito, del Borgo si poté dire come scrisse
Felice Quaglieri: “’sto Borgo pe’ li pupi è un
Paradiso! ”.
ٗ
BS DICEMBRE 2008

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
LE 12 PIETRE
DI GIOSUÈ
come componente vitale e irrinuncia-
bile della persona. È una forma di
“risveglio” e scoperta su cui si posso-
no appoggiare le altre “pietre”.
Occorre lasciare ai propri figli memorie utili alla vita,
utili all’azione, utili alle decisioni, soprattutto – nel nostro
caso – per quanto riguarda il catechismo.
Uno strano ordine venne imparti- per voi queste pie-
to da Dio a Giosuè quando que- tre, risponderete
sti, succeduto a Mosè, si appre- loro…».
stava a guidare il popolo ebreo oltre il
Giordano, nella Terra Promessa: «Sce- Oggi, i nostri figli
glietevi tra il popolo dodici uomini, un incontrano sempre
uomo per ciascuna tribù, e comandate meno adulti che la-
loro di prendere dodici pietre da qui, in scino pietre della me-
mezzo al Giordano, dal luogo dove moria per loro. Anche il
stanno immobili i piedi dei sacerdoti, di catechismo si è impove-
trasportarle e di deporle dove questa rito, diventando troppo
notte pernotterete». Giosuè convocò i tecnico e “scolastico”.
dodici uomini che aveva designato tra Quali potrebbero essere le
gli Israeliti, un uomo per ciascuna pietre della memoria per que-
tribù, e disse loro: «Passate davanti sto nostro tempo? Possiamo
34 all’arca del Signore, vostro Dio, in proporne alcune, con esse i
mezzo al Giordano, e caricatevi sul- genitori possono costruire un
le spalle ciascuno una pietra, secon- altare di pietra da cui i figli
do il numero delle tribù degli Israeliti, possono scorgere un oriz-
perché siano un segno in mezzo a zonte spirituale.
voi. Quando un domani i vostri figli La prima pietra naturalmente
vi chiederanno che cosa significhino è il fascino dello spirituale
᭿ Lo stupore per la bellezza
e la grandezza della crea-
zione. I bambini devono per-
cepire il dono della natura,
dell’intelligenza, delle capa-
cità sorprendenti dell’uomo e
soprattutto del corpo, che non
è un oggetto che si possiede,
ma l’espressione più intima e
reale della persona, degna di
ogni delicatezza e rispetto,
perché anche Dio si è incar-
nato: in terra ha avuto un cor-
po come noi.
Segni semplici possono es-
sere il ringraziamento per i
cinque sensi e una buona
relazione con la natura e le
persone. Quando vide il ma-
re per la prima volta Santa
Caterina scrisse a un amico
di aver avuto almeno un
barlume di che cosa signifi-
chi che Dio è amore. L’amore di
Dio è il vasto mare in cui galleg-
giamo. La sua immagine preferita
di Dio divenne “il mare di pace”.
᭿ La realtà del tempo. Il tempo
è una risorsa non rinnovabile:
corre implacabile e gli esseri
umani, con tutta la loro sicumera,
non hanno alcun potere su di esso.
Anche i più piccoli possono incomin-
ciare a riflettere sul fatto che questo
pezzo di tempo, che noi chiamiamo
vita, ci è stato donato per uno scopo
e che certamente qualcuno ci chie-
derà che ne abbiamo fatto.
Il segno può essere un calendario da
vivere insieme, con le feste e le ricor-
renze, le gioie e gli impegni. Un modo
per essere “padroni” del tempo.
I bambini devono accorgersi, attra-
verso l’atteggiamento dei genitori,
che la Bibbia non è un libro come gli
altri. La domanda è chiara: “Che
significato ha per te questo libro?”. È
importante evitare di trasformare la
Bibbia in una sorta di contenitore
mitologico. Deve essere un linguag-
gio che parli di Dio e della vita degli
uomini e del loro rapporto con Dio e
con gli altri uomini.
DICEMBRE 2008 BS
I bambini devono percepire
la bellezza impagabile della natura,
e i doni dell’intelligenza e delle
capacità sorprendenti dell’uomo.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
La Bibbia è il libro che dona alla fa-
miglia momenti di forte intimità spiri-
IN CAMMINO
tuale, il libro che si usa per pregare.
Un libro a cui è facile affezionarsi,
simpatico, pieno di sorprese.
VERSO LA TERRA
È qui che genitori e figli incontrano
Gesù. È lui il centro del creato e della
PROMESSA
nostra esistenza: i bambini devono
sentire la storia di Gesù come avveni-
mento reale e storico. Incontrarsi con
Gesù significa andare alla scoperta di
altre due “pietre” fondamentali.
La splendida figura del pellegrino non attira più la gioventù
di oggi. C’è un perché. Eppure siamo viandanti.
La prima è Dio. Gesù è venuto per-
ché gli esseri umani lo potessero
conoscere. È Dio il “metro” con cui si
Sta agli adulti accompagnare il cammino, fare da segnaletica,
essere i punti di riferimento costante.
misura di tutto. Ma è molto facile
ingannare i bambini su Dio. La ten-
M denza è parlarne come di una specie
di Babbo Natale tutto amore, inoffen-
i capita a scuola di proporre ai è il momento di precederli per strada;
ragazzi un percorso didattico quando è opportuno camminare al loro
sivo e quindi inutile.
che parte dall’identificazione fianco; quando è il tempo giusto per
È assolutamente vitale riscoprire l’im- con una particolare figura di viaggiato- rimanere qualche passo indietro. Non è
mensità e l’onnipotenza di Dio. Più si re esistenziale. E sono colpita dal fatto facile entrare in sintonia con il ritmo
sente la grandezza di Dio, più si per- che sempre di più sono quelli che sim- naturale che ogni ragazzo esprime e
cepisce l’incredibile significato di patizzano per i nomadi o si ritengono che è comunque il riflesso della sua
«Dio si interessa proprio a me e mi dei naufraghi, mentre va perdendo vocazione; né, tanto meno, capire
ama». Solo di qui può sgorgare il quota, perfino fra i giovanissimi che si quando occorre invitare a un’accelera-
coraggio della testimonianza di un sforzano di vivere un itinerario di fede zione o a un rallentamento. Ancora più
modo di vivere che oggi è fuori più consapevole, l’immagine del pelle- difficile, nell’educazione alla fede, aiu-
moda. Come pure un rinnovato sen- grino. Troppo faticoso, dicono, indivi- tare i ragazzi a comprendere che il
so del “sacro”.
35 duare una meta: mancano sistemi car- cammino della vita ha comunque, al di
La seconda è la Chiesa. La Chiesa
gode di cattiva pubblicità e i bambini
tografici affidabili e, soprattutto, scar-
seggia il senso del futuro.
là delle presenze più o meno familiari,
un compagno eccezionale: Dio cammi-
na al fianco di ciascuno di noi, soprat-
ne sentono parlare quasi solo in ter-
mini aspri e spesso canzonatori. Si
᭿ Da questo confronto, che si fa di
anno in anno più problematico, com-
tutto quando non ce ne accorgiamo e
non lo riconosciamo.
accetta volentieri Gesù, ma “amico prendo che l’educazione cristiana non
della chiesa” lo si può essere soltanto può che ripartire, con le nuove gene- ᭿ Il viaggio verso la terra promessa
con mille obiezioni. Per troppi la Chie- razioni, da due elementi: per prima richiede, ancora, che s’impari a decodi-
sa è solo un vago riferimento burocra-
tico, con strascichi generici e tradizio-
nali. Genitori e figli devono invece
cosa, la consapevolezza del dono
della vita; di una vita che non vale
solo in determinate condizioni, ma
ficare le indicazioni segnaletiche e che
si accetti la sfida di ogni bivio e croce-
via. Non si diventa protagonisti della
partecipare alla vita della Chiesa, sempre e al di là di qualsiasi evento; vita, né tanto meno si diventa cristiani,
sentendolo gradualmente come un una vita che non è stata in partenza se non correndo il rischio di decidere
miracolo: nella Chiesa incontrano ipotecata dal destino, ma che viene e la paura di sbagliare, sapendo che
realmente e fisicamente Dio, i suoi regalata a ciascuno di noi da un Dio la pazienza di Dio è più grande di ogni
doni di grazia, il suo perdono.
fiducioso che sapremo costruirla in nostra esitazione o errore. La posta in
Qui ricevono il sostegno e il nutri- piena libertà e arricchirla, nonostante gioco è orientare i passi verso la sottile
mento per crescere nella fede e una tutto, con ciò che riteniamo buono, linea di orizzonte che congiunge (per-
risposta autorevole alle domande giusto, vero. In seconda istanza, la di- ché mai diciamo che divide?) il cielo e
della vita.
sponibilità a trovare e sperimentare il la terra. In questa unità ci sono la bel-
I bambini hanno bisogno di scoprire gusto di cercare la terra promessa,
il perché del male e del dolore pre- che ci consente di non fermarci e
senti nel mondo, come pure di una accontentarci del già dato, ma di sco-
convincente presentazione del senso prire che siamo stati creati per l’inedi-
della vita.
to. Senza questa speranza, il dinami-
Un pregiudizio duro a morire vuole che smo dell’andare diventa inutile, se non
con una cosa il cristianesimo non c’en- addirittura pericoloso.
tri nulla: con la gioia di vivere. Ma che Occorre anche che noi adulti sostenia-
razza di Buona Notizia è, se è così dif- mo la fatica di questo viaggio verso la
ficile andare in Paradiso e così facile maturità umana e religiosa offrendo ai
andare all’Inferno? Una curiosa forma giovani una compagnia concreta: ci
di pudore impedisce a troppi di parlare tocca però comprendere bene quando
del paradiso. Tommaso d’Aquino so-
stiene che la felicità sia uno dei nomi di
Dio. Una speranza fiduciosa e gioiosa
è il termometro della nostra fede.
Va perdendo quota, anche tra
i giovanissimi, l’immagine
del pellegrino: troppo faticoso
individuare una meta.

4.6 Page 36

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lezza del creato e la forza dell’amore
fra le persone, l’impulso creativo
dell’arte e il rigore dell’intelligenza.
Il cammino è fatto anche di stanchez-
za e di delusioni: perché non dirlo
chiaramente? E perché non spiega-
re ai nostri ragazzi che l’esperienza
del limite e delle fragilità è parte in-
tegrante di una spiritualità religiosa
autentica? Perché non aiutarli a fare i
conti con il fatto che essere cristiani
significa giocarsi dalla parte degli ulti-
mi, accogliere come regalo che viene
da Dio l’eventualità di essere perdenti,
porsi con umiltà gioiosa l’ipotesi di
chiedere aiuto? Perché illudere le
nuove generazioni con l’idea che oc-
corre raggiungere il successo a tutti i
costi, che vale la pena arrivare al tra-
guardo prima degli altri, che la terra
promessa è la realizzazione perfetta
delle nostre attese e possibilità?
᭿ Queste cose non sono affatto im-
proponibili; la vera difficoltà è riusci-
re a mettere i giovani in contatto con
testimoni credibili, perché la fede cre-
sce e diviene feconda solo se è so-
stenuta da esempi autorevoli. Occor-
36 re, per questo, rinforzare la loro vista:
i cristiani veri non mancano certa-
mente, ma non è facile riconoscerli,
proprio perché operano senza clamore;
ed è inoltre vero che spesso abitano
luoghi inaspettati, dove non li si an-
drebbe mai a cercare. Nello stesso
tempo, i nostri ragazzi hanno bisogno
di essere confortati quando nel loro
procedere incappano in persone e si-
tuazioni scandalose; alla loro maturità
religiosa serve anche la consapevo-
lezza che la misericordia di Dio non
rifiuta mai nulla e nessuno e nello stes-
so tempo è forza riparatrice verso chi
è stato offeso o umiliato magari proprio
da chi avrebbe dovuto essere guida ai
loro passi.
Se queste condizioni verranno assi-
curate ai nostri ragazzi, credo che
anch’essi potranno andare verso la
terra promessa, assaporando, come
i loro antenati biblici, la scoperta che
la meta vale quanto il cammino, che
la salvezza non è solo nella destina-
zione finale, ma nello stesso percor-
so: il Dio cristiano ama la ferialità
quanto il tempo della festa, perché,
proponendo all’uomo la santità, ha
colmato una volta per tutte la sepa-
razione e la distanza fra il sacro e il
profano. Diciamo queste cose ai no-
stri figli con semplicità e chiarezza,
se vogliamo che il loro essere cristia-
ni non sia solo ossequio formale alla
tradizione familiare e sociale, ma una
scelta motivata e liberante.
DICEMBRE 2008 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Aligi Sassu (Milano 1912 - Maiorca
2000). Vita alquanto errabonda
non priva di difficoltà anche
economiche. Riesce comunque
a completare il suo curriculum
artistico. Numerose le mostre
in tutto il mondo. Numerosi i premi.
ALIGI SASSU
TRA SACRO E SOCIALE
Aligi Sassu è una delle voci più
caratteristiche nel panorama
pittorico del ’900 italiano ed
europeo. La sua meditazione
urta in maniera veemente con le vi-
cende belliche del II conflitto mon-
diale e con il II dopoguerra. In un
periodo in cui i colori del sociale si
mimetizzavano con i colori delle ma-
cerie, dello sterminio e delle bombe,
e il classicismo imponeva colori for-
temente scuri e volumetrici, Sassu
contrappone la tematica del colore-
luce, intenta a individuare la condi-
zione umana in situazione. È questa
la strada che lo conduce a scoprire
l’impressionismo. L’artista poté lar-
gamente attingere i suoi soggetti dal-
le vicende belliche, che gli permette-
vano di riflettere sulla natura degli
accadimenti umani, indagando le sue
più scure profondità. Risalgono pro-
prio a questi periodi molte delle ope-
re a soggetto sacro come l’ultima ce-
na del 1929, le deposizioni, del 1934
e 1943, le crocifissioni dei primi anni
’40 e la serie dei Concili. V’è di si-
curo l’impronta di una scelta politica
e sociale orientata all’antifascismo
che lo porta anche in carcere e che,
come ha scritto F. Russoli, opta per
un “repertorio storico di chiaro signi-
ficato polemico e rivoluzionario, una
tematica mitica che richiamava ai
principi spirituali della libertà e della
lotta e soggetti religiosi che sono la
celebrazione umanissima di una pie-
tas negata dagli orrori della dittatura
e della guerra”.
>> Di forte impatto emotivo è il Cro-
cefisso del 1941 nel quale, da uno
sfondo decisamente tetro emerge un
Cristo stravolto dalla sofferenza, che
si volge verso il buon ladrone espri-
mendo la volontà che l’ha sempre
sostenuto durante la predicazione: la
salvezza dell’uomo. È un sguardo
sofferente e insieme redentivo, sotto-
lineato dal rosso del sangue che
avvolge i personaggi, il sangue che
salva. Disma accetta il perdono e la
salvezza, lo sguardo volto verso l’al-
to, quasi a pregustare la promessa
del Cristo: “Oggi sarai con me in
Paradiso”. Il quadro, un olio su tela,
è in due scene: nella metà di destra il
ladrone “empio” si è arreso alla con-
danna e Gesù nulla può contro la sua
volontà di perdersi. Anche la figura
che s’interpone tra la sua croce e
quella del Cristo, unica in nero
eccetto una piccola parte del viso,
accentua questo fallimento. Nell’altra
metà la mano destra di Gesù sembra
aprirsi all’accoglienza del ladro pen-
tito. La figura del Cristo ha continua-
to a lungo a “provocare” Sassu che
l’ha interpretata con una dualità
immaginativa: da un lato la dispera-
zione, dall’altro l’accettazione seppur
dolorosa. Il rosso dominante è in
qualche modo il sigillo significante
l’insanguinata vicenda del Maestro
di Galilea e della altrettanto cruenta
calamità della guerra. Lo stesso cro-
matismo tornerà nella grande Depo-
sizione del 1943 ora al Museo di
Arte Moderna del Vaticano.

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
AFORISMI di Francesco Ferrara
1) Abbiate il coraggio di avere paura.
2) Gli “stilisti” erano le mode, non lo “stile”.
di Aloi & César
37
BS DICEMBRE 2008

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
DONO
E DOVERE
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Non esiste religione al
mondo che faccia a
meno della preghiera di
to ciò che esiste non è tutto,
che c’è una realtà “altra”, un
mondo della trascendenza,
insomma un Dio che sovrin-
lode o di richiesta, di
ringraziamento, o di
supplica... La preghiera
appartiene al DNA di
una religione, ma
tende alla vita. Ebrei e mao-
mettani, cattolici e protestanti,
hindu e buddisti, scintoisti e zo-
roastriani, animisti e vudù…
tutti pregano, nei mille modi
che la fantasia umana ha esco-
gitato. La preghiera non patisce
anche al DNA
eccezioni. È dunque ragionevo-
38 dell’uomo: non esiste
le affermare che non è possibi-
le definire la propria identità a
essere umano che non prescindere dalla preghiera.
abbia mai pregato Dio
o una qualche entità
superiore, o il destino,
LA PREGHIERA
DEI CATTOLICI
il caso, la sorte, la
fortuna… La preghiera
non è una forzatura,
non è una
ridicolaggine,
non è un sentimento
Anche e soprattutto per i cat-
tolici la preghiera è la via fon-
damentale, l’ossatura della dottrina,
l’abito della fede: “Pregate sempre
senza stancarvi mai”, scrive il medi-
co evangelista Luca, dove i due av-
verbi la dicono lunga su questa ca-
ratteristica di fondo della dottrina. E
Non esiste essere umano
che non abbia mai pregato Dio
o una qualche entità superiore.
Tutti pregano, nei mille modi che
la fantasia umana ha escogitato.
bambinesco…
la preghiera per discernere la propria al Padre, offrendo se stesso. Quando
strada nella vita, tra le tante che si prega, già insegna a pregare: “Come
propongono, resta un fatto basilare un pedagogo, egli ci prende là dove
che è stato indicato e sublimato dal- siamo e, progressivamente, ci con-
lo stesso fondatore del cristianesi- duce al Padre” (Catechismo della
La storia di un credente, a
qualsiasi religione appar-
tenga, inizia, si svolge e
termina con la preghiera.
mo, quel Gesù di Nazareth che ha
pregato e insegnato a pregare, dando
per primo l’esempio ed esortando a
fare come lui. Anche Gesù, dunque,
ha pregato in circostanze diverse e
Chiesa Cattolica).
È fuor di dubbio che l’umiltà sia il
fondamento della preghiera: “Nem-
meno sappiamo che cosa sia conve-
niente domandare” (Rm 8,26). L’u-
Sussurrata, o gridata, muta o canta- in diversi modi. Ha elevato al Padre miltà è la disposizione necessaria
ta, d’impetrazione o di supplica, di accenti di glorificazione, d’impetra- per ricevere il dono della preghiera:
glorificazione o di ringraziamento, zione, di abbandono, di sottomissio- “L’uomo è un mendicante di Dio
di richiesta o di lamentazione (la ne, di richiesta, di esorcismo, di stu- (Sant’Agostino). E santa Teresina af-
Bibbia ha anche preghiere depreca- pore… Spesso per pregare si ritira in fermava che la preghiera è “uno slan-
torie e addirittura imprecatorie…). disparte, nella solitudine, sulla mon- cio del cuore, un semplice sguardo
No, davvero la preghiera non è ro- tagna, generalmente di notte. Per gettato verso il cielo, un grido di gra-
ba da preti! Essa è il sostrato e il concentrarsi meglio? Egli porta gli titudine e di amore nella prova come
nutrimento di chi riconosce che tut- uomini nella sua preghiera, e li offre nella gioia”.
DICEMBRE 2008 BS

4.9 Page 39

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NEL SILENZIO
non è assenza di parole, né uno stato
di oblio, di vuoto, di nulla. Piuttosto è
Il silenzio è un luogo privilegiato vita, la vita stessa di Dio.
della preghiera. Qualche anno fa
(2005) un film dal titolo significativo,
Il grande silenzio, in Germania ha
NEL POZZO DELLA
fatto record di incassi, sorprendendo PROFONDITÀ DI DIO
tutti. Il regista ha filmato… il silenzio
(!) nel monastero certosino della La preghiera è il tentativo di pene-
Grande Chartreuse, sulle Alpi fran- trare nelle profondità del Mistero di
cesi. Un film apparentemente immo- Dio. Non è tanto un atto dell’intellet-
bile, statico, senza parole, senza dia-
loghi, un film di meditazioni, messe,
lodi, vespri, compiete, un film che
trasudava preghiera dalla mattina alla
sera e spesso dalla sera alla mattina.
Un film verità, che scandiva la vita
dei monaci con le sue ricorrenze quo-
tidiane inalterabili tanto da sembrare
eterne. Un film, infine, in cui parlava
il silenzio. E la sua voce l’hanno sen-
tita in molti, se l’incasso è stato supe-
to, quanto piuttosto della contempla-
zione e dell’amore. Penetrare nelle
profondità di Dio è come avventurar-
si nelle profondità di un pozzo a cer-
care l’acqua per la propria sete. È
difficile, anzi, è praticamente impos-
sibile senza una corda e un recipiente
per attingerla. La corda è la preghie-
ra; questa corda gli viene donata. La
preghiera è dono nel senso che è
Anche il pellegrinaggio
è una preghiera...
IL CAMMINO
DELLA PREGHIERA
riore a quello di una delle pellicole l’accoglienza della Rivelazione che Non una sola volta capita di sentire
più gettonate di allora, Henry Potter. Dio fa di se stesso, quando incontra da qualcuno – soprattutto in chiesa –
Dopo la visione, un giovane italiano occhi capaci di vedere e cuore aperto un sibilo strano: “Sssst! Mi devo con-
ha scritto: “Avevo dimenticato che a capire. La ragione principale della centrare”. Sarà pure giusto, ma è an-
cosa significasse pregare; non ne di-
cevo più una di preghiere dal giorno
preghiera è l’Amore. Chi ama desi-
dera sempre soddisfare l’amato. Se
che vero che si è sempre troppo con-
centrati su se stessi, impegnatissimi a
39
della cresima; a ventisett’anni ho qualcuno trova poca soddisfazione far confluire tutto nel grande lago del
scoperto, guardando il film di Grö- nella preghiera, vuol dire che aspira proprio io. La preghiera è “uscire da
ning, quello che mi mancava, il silen-
zio e la preghiera o, se così posso
esprimermi, il silenzio della preghie-
ra che ho sentito carico di una Pre-
senza con cui dovevo fare i conti”.
Tutti, ha scritto Giovanni Paolo II,
hanno bisogno di imparare un silen-
zio che permetta all’Altro di parlare,
quando e come vorrà, e a noi di com-
prendere quella parola”. Dio rivela
nel silenzio il suo volto, un silenzio
a dissetarsi in altri “pozzi”, coltiva
altri desideri e altre aspirazioni. Cri-
sto viene a incontrare ogni essere
umano e gli chiede da bere. Gesù ha
sete; la sua domanda sale dalle
profondità di Dio che ci desidera.
Che lo sappiamo o no, la preghiera è
l’incontro della sete di Dio con la
nostra sete. Dio ha sete che noi ab-
biamo sete di lui (Sant’Agostino).
sé”, è porre Dio al centro, quindi in
qualche modo è deconcentrarsi… per
riconcentrarsi altrove. L’altrove della
preghiera è Dio; l’altrove sono i fra-
telli. Indirizzare la preghiera a “Qual-
cuno” per qualche altro è fondamen-
tale: esprime l’amore che si ha dentro
per il prossimo. Si prega per chi si
ama. Perciò essere devoti con Dio e
maligni con il prossimo puzza di con-
traddizione. Pregare e parlare male
della gente sono termini antitetici.
“Chi canta
prega due volte!”,
diceva sant’Agostino.
Spesso è meritata l’osservazione di
qualche maldicente: “Quello va in
chiesa, ma è peggiore di quelli che
non ci vanno”. Allora? Gesù non par-
la, riguardo alla preghiera, di dovere,
di obbligo; e se la prende con quelli
che pregano per farsi vedere, per met-
tersi in vetrina con parole durissime.
Allora? È interessante il Vangelo, do-
ve Giovanni 15,16 (Tutto ciò che chie-
derete nel mio nome vi sarà concesso)
è preceduto da Giovanni 15,12 (Il mio
comando è che vi amiate gli uni gli
altri) ed è seguito da Giovanni 15,17
(Questo vi comando: amatevi!). Allo-
ra la preghiera è una questione avvolta
nel e dall’amore. Amore e preghiera
sono un’endiadi inseparabile.
BS DICEMBRE 2008

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
STOP
ALLA DISABILITÀ
di Severino Cagnin
10 dicembre 2008:
largata ad attività collaterali, giardi-
naggio, falegnameria, ceramica,
XX Giornata Mondiale
delle persone disabili.
ecc. Ed è una volta tanto con gioia i vantaggi, le difficoltà e gli errori
che scriviamo “ecc.”, perché certe inevitabili. Ma la via del futuro è
performance dei diversamente abili unica e non si torna indietro: oc-
Non sono poche nel
mondo le vittime o
sono impensabili.
corre che la società sia unica,
egualitaria, senza discriminazioni
>> Il 10 dicembre è la data della di sorta.
di malattie o della
crudeltà umana:
Dichiarazione dell’Uomo, che gli
stati aderenti all’ONU sottoscrissero >> Alcuni eventi dell’anno 2008
giusto 60 anni fa, nel 1948, e che ci illuminano: il deludente summit
guerre, torture, abusi,
40
o dell’imprudenza o
altre disgrazie…
oggi è considerata la base di ogni
diritto per ogni persona: non si pos-
sono aiutare invalidi, handicappati,
ciechi, non-udenti, dislessici e stu-
denti in classi speciali, se prima non
della FAO a Roma, la Giornata
Mondiale della Gioventù a Sidney,
aperta a un futuro di speranza, i
Giochi Olimpici a Pechino, spetta-
colari, con gravi restrizioni ancora
si rispetterà effettivamente la loro non superate, ma con un salto in
persona, eliminando differenze e avanti! Non si possono tacere nu-
Molte sono le giornate
mondiali, celebrate ogni
mese. Ma perché il 10
dicembre vede protago-
nisti i disabili e chi sono? Un esem-
pio: il recital Noi come voi, presen-
tato dalla casa/famiglia “Rosetta” di
Caltanissetta nel maggiore teatro
cittadino Margherita, ha fatto capire
che l’uguaglianza è un diritto fonda-
mentale, quando la differenza è vis-
suta come dono vicendevole. Il di-
sabile ha talenti propri, non per nulla
oggi lo si qualifica come “diversa-
mente abile”, il che è una verità sa-
crosanta: un’infinità di esempi stan-
no a dimostrarlo, come i 40 ragazzi
dei centri di riabilitazione che han-
no recitato a Caltanissetta. Essi han-
no mostrato a un pubblico meravi-
gliato ed entusiasta di saper fare
privilegi, favorendo le condizioni
più conformi alle caratteristiche del-
la loro personalità.
Questo si fa sempre più chiaro per
migranti, minoranze etniche e reli-
giose. O i bambini stranieri li mette-
remo in classi a parte? E in chiesa,
in autobus e nelle squadre sportive?
La storica vittoria di Pistorius – l’a-
tleta con protesi a entrambe le gam-
be – sulla buro-
crazia che non
lo voleva tra i
“normali” la di-
ce lunga sul cam-
mino fatto dalla
civiltà, e segna
indubbiamente
una tappa po-
sitiva in que-
sto settore vi-
tale della so-
merose persone, di cui la stampa
non parla, come Valeria Parrella,
33 anni, cieca, interprete della LIS
– Lingua Italiana Segni, che lavora
all’Ente Nazionale Sordomuti di
Napoli, autrice di romanzi selezio-
nati ai Premi Campiello e Strega.
Ma se io dovessi scegliere un li-
bro, direi ancora Nati due volte di
Giuseppe Pontiggia.
ٗ
molte cose: recitare, cantare e dan- cietà. Il pro-
zare, ispirandosi a testi teatrali, mu- blema è diffici-
siche e fiabe di tutto il mondo. È le e si inse-
stata una vera festa della vita, che risce nell’ur-
ha impegnato esperti e volontari in genza mon-
varie aree. La scoperta di quanto diale di inte-
tutti possono fare per gli altri si è al- grazione, con
DICEMBRE 2008 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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STANCO
OTE SULLE NOTE
di Lorenzo Angelini
Emergere, primeggiare
sembra essere
una condanna per l’uomo
del nostro tempo.
Al contrario la normalità,
la semplicità sono
considerate alla stregua
del fallimento.
L’itinerario artistico che ha zione, Gianna Nannini gli affida,
portato Giovanni (in arte insieme a Lola Ponce (già sua
Gio’) di Tonno al successo partner in Notre Dame di Paris), per normalità e la complessità,
attuale è alquanto inusuale. Nato la canzone Colpo di fulmine anziché approfondita, viene stupi-
35 anni fa a Pescara, s’impone (scritta per una nuova opera in- damente risolta come banale con-
molto presto all’attenzione della centrata sulla figura di Pia de’ To- to da pagare al progresso.
critica come cantautore dallo sti- lomei) e invia la coppia al Festi- L’ansia di vivere in queste condi-
le delicato e profondo, raggiun- val di Sanremo 2008 in cui risul- zioni è ben tradotta in musica dal
gendo in breve palcoscenici im- tano vincitori.
ritmo incalzante e da una melo-
portanti: nel 1993 “Sanremo Gio-
dia costruita con veloci note ri-
vani” con La voce degli ubriachi,
nel 1994 e nel 1995 in gara al
>> Per Gio’ è tempo di un nuovo
album da cantautore che arriva
battute nonché dall’arrangiamen-
to caratterizzato da ostinati so-
41
Festival di Sanremo rispettiva- puntuale con il titolo Santafè in vrapposti di chitarre. Nel ritornel-
mente con Senti uomo e Padre omaggio alla zona di Pescara che lo l’arco melodico è appena più
padrone. L’album che ne segue, gli ha dato i natali, detta Santa Fi- articolato e le pause leggermente
però, pur confermando i buoni lomena. Tra le molte canzoni in- più lunghe. Ma ancora non basta
giudizi della critica, non “sfonda” tense ad alto tasso esistenzialista ci a sciogliere la tensione che sem-
il mercato e lo relega in quel lim- colpisce, al contrario, questa Stan- bra più che altro trasformarsi in
bo popolato di “bravi artisti” ma co dal sapore più frivolo ed all’ap- sfogo (sia pure contenuto) verso
cui l’industria discografica non parenza meno impegnativa. Il testo una prassi artificiosa che, alla
guarda se non in terza o quarta addita, con un sarcasmo forse a lunga, può stancare e spingere a
battuta poiché non garantiscono volte tracotante, situazioni in cui la ritrovare la strada della “naturale”
sicurezze adeguate di “ritorno”. straordinarietà viene fatta passare semplicità.
ٗ
Lo scenario per Gio’ cambia to-
talmente nel 2000: dopo svariate
selezioni, viene scelto per inter-
pretare Quasimodo nella versio-
STANCO di Gio’ Di Tonno - Alessandro Di Zio
ne italiana dell’opera Notre Da- Stanco di bruciare il tempo a fare mosca Stanco dell’eroe che vince sempre e non
me de Paris con le musiche di
Riccardo Cocciante. Grazie alla
sua voce, che si accorda magnifi-
camente con quella dell’autore
delle musiche, al suo carattere
schivo e sensibile, che calza alla
cieca con la stessa donna di vent’anni /
Stanco degli inganni della gente bieca e
stolta / Stanco ma contento di sapere go-
vernare il vento quando arriva l’onda di
tre metri e ti ritrovi in un momento con la
faccia capovolta / Stanco del fusto mez-
zobusto che mi dice buonanotte con sor-
si stanca / Stanco dell’esperto moralista
in polo bianca che sicuramente collezio-
na foto porno di bambine tailandesi /
Stanco dei dodici mila mesi che manca-
no al 3000
Stanco del viaggio organizzato da cielle /
Stanco del coraggio del leone che si
perfezione il personaggio da im-
personare, alle sue indubbie ca-
pacità espressive sia nel canto sia
nella recitazione, l’interpretazio-
ne di Gio’ di Tonno è impeccabi-
le e costituisce un tassello impor-
tante nella costruzione di un suc-
cesso senza precedenti che si
snoda in oltre un lustro di repli-
che. A seguito di questa afferma-
riso di una iena / Stanco del topo pove-
retto che ha un orecchio sulla schiena
Stanco di essere speciale / Stanco come
il tipo all’ospedale che mi dice:
“sono stanco di essere operato per l’otta-
va volta dove fa più male”
Che poi le api, vedi / torneranno a fare il
miele
Io tornerò a mangiare mele / per toglier-
mi dai piedi / il medico di turno
pappa quasi tutte le gazzelle
Stanco di essere speciale / Stanco più
stanco del normale
stanco e consapevole e cosciente che l’a-
more non finisce sulle scale
Che poi le api, vedi / torneranno a fare il
miele
Io tornerò a mangiare mele / per toglier-
mi dai piedi / il medico di turno
BS DICEMBRE 2008

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino, avente persona-
lità giuridica per Regio Decreto
13-1-1924 n.22, possono riceve-
re Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
per le Missioni, con sede in Tori-
no) a titolo di legato la somma di
… o titoli, ecc. per i fini isti-
tuzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
42
per le Missioni, con sede in Tori-
no) l’immobile sito in… per i fi-
ni istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o l’I-
stituto Salesiano per le Missioni,
con sede in Torino) lasciando ad
esso quanto mi appartiene a
qualsiasi titolo, per i fini istitu-
zionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
DICEMBRE 2008 BS
I NOSTRI MORTI
VISI sac. Carlo, salesiano,
† Arezzo, l’11/06/2007, a 84 anni
I genitori, ottimi cristiani (“Mi edificavano con
il loro esempio” scrive lui stesso) acconsenti-
rono che seguisse la sua vocazione. Entrò in
noviziato e fu salesiano. Visse il periodo tra-
gico della guerra e ad Alassio una sera fu ar-
restato e portato via. Lo salvò un colonnello
tedesco. Dopo la guerra poté dedicarsi a tem-
po pieno all’apostolato e divenne un vero
educatore e guida spirituale per centinaia di
ragazzi a Borgo S. Lorenzo, Strada, Pietra-
santa e in Versiglia. Dovunque lasciò un’im-
pronta della sua bontà e del suo zelo. Dal
1964 fu cappellano delle FMA (Furono, se-
condo la sua testimonianza, gli anni più belli
della sua vita), e aiuto in parrocchia. Fu con-
fessore, direttore spirituale, confidente e ami-
co di tante persone che non l’hanno più di-
menticato. Accettò con serenità la sofferenza
degli ultimi anni. Concluse i suoi giorni nella
Casa di cura diocesana di Gargonza.
BECCIO sr. Elsa, Figlia di Maria
Ausiliatrice,
† Nizza Monferrato (Asti), il 07/02/2008,
a 80 anni
Partì per le Missioni senza averlo chiesto
esplicitamente e fu in Messico, Stati Uniti,
Inghilterra, ma anche in Iran per la scuola e
l’animazione della comunità. Rientrata in Ita-
lia, fu direttrice a Varese e poi ripartì per l’E-
tiopia. Molto attenta ai bisogni delle sorelle,
soprattutto se ammalate, capace di vivere la
carità da vera donna di silenzio e di profon-
da preghiera.
FAVARO sr. Colomba Margherita,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Punta Arenas (Cile), il 07/02/2008,
a 98 anni
Era la decima di 16 figli, dei quali cinque di-
vennero religiosi, oltre a due zie e quattro ni-
poti che hanno seguito il Signore. Nel 1939
partì per il Cile e tutta la sua missione si è
svolta nelle terre magellaniche. Il suo sorri-
so aperto, la sua creatività alimentavano
buoni rapporti e il suo zelo apostolico non
aveva confini, tanto che la chiamavano “l’a-
more”.
DRAGO sig.ra Santina, cooperatrice
salesiana,
† Valdagno, il 23/06/2008, a 72 anni
Exallieva, cooperatrice salesiana, socia
entusiasta del VIDES, innamorata del cari-
sma di Don Bosco ha speso tutta la sua
esistenza in campo educativo. Insegnante
di lettere alla Scuola Media ha continuato,
da pensionata, a insegnare la lingua italia-
na presso la scuola di Alfabetizzazione per
immigrati promossa dal VIDES locale, do-
nando le sue energie fino all’ultimo nell’i-
deale dell’educazione come promozione e
servizio alla libertà della persona. Creati-
va e originale, amante dell’arte e della mu-
sica, ha ricercato il bello e il buono prodi-
gandosi in ideali sociali autenticamente
umani. Cosciente fino all’ultimo, ha conse-
gnato la sua vita a Dio dopo un ricovero
ospedaliero di soli 20 giorni! Il Dio della Vi-
ta la ricolmi della pienezza della sua feli-
cità per sempre!
BRESCHI sac. Severino, salesiano,
† Livorno, il 1°/07/2008, a 85 anni
Profondamente uomo, profondamente sa-
cerdote! Da Fauglia, suo paese natale, sul-
le colline pisane, passò a Varazze in novi-
ziato. A Roma venne ordinato sacerdote al
Sacro Cuore. Fu direttore di Oratorio, par-
roco, cappellano del carcere, direttore di
comunità, consigliere ispettoriale, inse-
gnante, ma soprattutto prete. Amava i gio-
vani, amava la sua gente come il pastore
buono ama le sue pecore e le conduce ver-
so i pascoli migliori. Dovunque è passato
ha lasciato una lunga scia di bene. Il suo
paese gli ha riconosciuto lo “Scudo di Faul-
lia”, riservato ai suoi cittadini più illustri. In
effetti amò molto il suo borgo e tutte le vol-
te che ne ebbe l’opportunità non mancò al-
le celebrazioni più significative, special-
mente alla festa patronale. Presso la gen-
te è rimasto in benedizione.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”
DEIDDA sr. Assunta, Figlia di Maria
Ausiliatrice,
† Cagliari, il 19/02/2008, a 83 anni
Iniziò la sua missione con i piccoli della
scuola materna, con l’oratorio e la cateche-
si. La bontà traspariva dal suo volto sempre
atteggiato al sorriso aperto ed accogliente.
Negli ultimi anni ha sofferto molto per le con-
dizioni di salute che andavano peggiorando
di giorno in giorno, ma dalle sue labbra mai
un lamento.
D’AMATO sr. Giovanna,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Taranto, il 23/02/2008, a 91 anni
Insegnò Lettere e curò intensamente la ca-
techesi parrocchiale, dedicandosi con pas-
sione ai gruppi missionari, ai centri di ascol-
to e alle fasce più deboli della Parrocchia. La
sua vita quotidiana è stata sempre permea-
ta dalla preghiera e dall’approfondimento dei
Documenti della Chiesa e dell’Istituto.

5.3 Page 43

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IL MESE
LA NOSTRA
PATRIA EUROPA
Savina Jemina
1-2 dicembre 1975:
a Roma, il Consiglio
europeo si pronuncia
gli Stati membri decido-
sull’elezione del Parla-
no di adottare una poli-
mento europeo a suffra-
tica comune in materia
gio universale, sull’unione
di energia.
dei passaporti.
17 dicembre 1991:
4-5 dicembre:
firmata la Carta europea dell’e-
1978: a Bruxelles, il Consi-
nergia.
glio europeo decide di istituire il 21 dicembre 2007: si allarga lo
Sistema monetario europeo (SME) “spazio Schengen”, con l’adesio-
basato sull’unità monetaria europea ne di: Estonia, Lettonia, Lituania,
(ECU).
Malta, Polonia, Repubblica Ceca,
8 dicembre 1955: il Consiglio Slovacchia, Slovenia e Ungheria.
d’Europa adotta il proprio emblema:
Dicembre
una bandiera blu con 12 stelle oro.
9 dicembre 1999: la Commissio- LE MONETE
ne europea concede ai Balcani AI TEMPI DI GESÙ
occidentali un’assistenza comunita-
ria per l’associazione e la ricostru-
zione (programma CARA).
9-10 dicembre 1991: a Maastri-
IL BESTIARIO DELL’ANTICO cht (Olanda), il Consiglio europeo
TESTAMENTO
raggiunge un accordo sul progetto
L’AQUILA DI EZECHIELE
di Trattato sull’Unione europea.
12 dicembre 2007: a Strasburgo,
Da sempre, l’aquila è considerata il presidente del Parlamento euro-
il “re” degli uccelli per la taglia peo, Hans-Gert Pöttering, il presi-
43
medio-grande, il fisico robusto, il dente della Commissione europea,
becco uncinato, le grandi ali (fino José Manuel Barroso, e il presiden-
a due metri e mezzo di apertura te di turno del Consiglio dell’UE,
nella specie “di Verraux”) e il volo José Sócrates, firmano la Carta dei
maestoso. Nell’antica Roma, raffi- diritti fondamentali dell’UE.
SEMIASSE
gura il dio Giove e compare nei 13 dicembre:
È una delle monete romane più
vessilli dei legionari; con la suc- 1960: a Bruxelles, firmata la con- note: vale, infatti, metà di un asse
cessiva divisione dell’Impero in venzione che istituisce l’Organizza- (altri sottomultipli di questo sono il
quello d’Occidente e quello d’O- zione europea per la sicurezza del- quadrante e il sestante). Coniato
riente, l’aquila romana diventa la navigazione aerea (Eurocontrol); già in epoca repubblicana, ha cir-
bicipite. Nei secoli seguenti, è 2007: nel monastero di Jeróni- colato sino all’impero di Costanti-
simbolo di Carlo Magno, Napoleo- mos, a Lisbona, è firmato il tratta- no, anche se con peso e raffigu-
ne, Hitler, dell’impero asburgico, di to di Lisbona.
razioni diversi, a seconda delle
vari Paesi dell’est Europa e anche 14 dicembre 1960: l’Oece-Orga- riforme monetarie e della zecca:
degli Usa. Nella Bibbia, l’aquila è nizzazione europea per la coopera- dal dio Giove (il simbolo più diffu-
citata 36 volte. Due i casi più noti. zione economica diventa l’Ocse- so) all’aquila legionaria (nella spa-
In una visione avuta da Ezechiele, Organizzazione per la cooperazio- gnola Mèrida). Con la riforma di
compaiono quattro esseri animati ne e lo sviluppo economico.
Costanzo, il semiasse assume
e uno ha fattezze d’aquila (Ez 14-15 dicembre 1973: a Cope- metà valore del “solido” ed è pari
1,5-10). Nell’Apocalisse, uno dei naghen, dopo la crisi energetica, a 1/144 di libbra d’oro.
quattro esseri viventi “era simile a
un’aquila” (Ap 4,7). Da qui, l’idea
di raffigurare gli Evangelisti come
quei quattro esseri: l’angelo (Mat-
teo), il leone (Marco), il bue
AUGURI
(Luca), l’aquila (Giovanni). L’aqui-
la, poi, ha dato il nome a una del-
le contrade di Siena, a una nave
ITALIA: Buon Natale e Buon Anno Nuovo
FRANCIA: Joyeux Noël et Bonne Année
della Regia Marina italiana, a una
costellazione dell’emisfero borea-
le, a una città. È presente anche
GERMANIA: Frohliche Weihnachten und ein gutes Neues Jahr
GRAN BRETAGNA: Merry Christmas and Happy New Year
nello stemma di molti Comuni,
come Merano.
SPAGNA: Feliz Navidad y próspero año nuevo
BS DICEMBRE 2008

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P RIMA PAGINA
Carola Carazzone
UNA
CITTADINANZA
La Strenna 2008 invita la Famiglia salesiana a coglie-
ATTIVA
re la sfida incentrata sulla prevenzione, sul rompere
il circolo vizioso che perpetua le continue violazioni
dei diritti e della dignità della persona, sul promuo-
E RESPONSABILE vere una cultura dei diritti umani, capace di uscire
dalle stanze dei giuristi per farsi patrimonio dell’uma-
nità. La sfida è educare alla partecipazione e all’im-
pegno, farsi soggetti attivi di cittadinanza mondiale
Presentiamo in questa pagina l’esperienza
dell’ispettoria salesiana di Barcellona.
responsabile. In questa prospettiva, l’educazione ai e
per i diritti umani è educazione all’azione, al gesto,
alla presa di posizione, all’analisi critica, al pensare,
all’informarsi, a relativizzare le informazioni ricevute
da giornali e media, è insomma un’educazione per-
Troppo spesso oggi si parla di “emergenza edu- manente.
cativa”, di “educazione di mercato”, al servizio
del mantenimento di uno status quo che conti- >> L’educazione alla cittadinanza, alla democra-
nua, nell’era della globalizzazione, a privatizzare la zia, alla pace, alla solidarietà attraverso i diritti
ricchezza sempre più in poche mani, in poche perso- umani coinvolge tutti gli ambienti educativi e si
ne, in pochi gruppi, in pochi Paesi e, nel contempo, articola in tre fasi successive: la prima è la cono-
44 socializza la povertà. “Dramma dell’umanità moder- scenza dei propri diritti e doveri e dei valori sotto-
na – insegna il Rettor Maggiore1 – è la frattura tra stanti (dimensione cognitiva); la seconda è la rifles-
educazione e società, il divario tra scuola e cittadi- sione personale, l’interiorizzazione (dimensione
nanza. Il capo dei salesiani chiede di promuovere affettiva: provare empatia, fare esperienza); la terza
un’educazione umanizzante e una pastorale dell’im- è l’apprendere a praticare la giustizia e la solida-
pegno, affermando che la proposta educativa, pur rietà e l’imparare a difendere i diritti di tutti
nascendo dall’opzione preferenziale per i più poveri, (dimensione volitiva: compiere scelte e mettere in
deve riguardare tutte le opere salesiane, non solo atto comportamenti orientati).
quelle che si occupano di emarginazione, ma tutti gli
oratori, le scuole, le parrocchie. Che cosa significa >> In questa prospettiva sono molte le esperienze
oggi formare “il buon cristiano e l’onesto cittadino”? in atto nella Famiglia Salesiana e la piattaforma
www.donbosco-humanrights.org ha l’obietti-
vo di metterle in rete. Tre le altre ci pare par-
ticolarmente significativa l’esperienza dell’i-
spettoria di Barcellona che dal 1998 promuo-
ve PLAJIS – Un plan para educar integral-
mente en la justicia y la solidaridad: un pro-
getto educativo diretto a ragazzi ed educato-
ri. PLAJIS ha coinvolto oratori, parrocchie,
scuole, centri di formazione professionale
con attività di educazione partecipativa ai
valori sociali. Iniziato nel 1998 nella prassi,
ha avuto una prima sistematizzazione nel
2002; nel 2004 un libro raccoglie la meto-
dologia educativa e le esperienze pratiche
e nel 2005 il sito: http://www.plajis.net/ ٗ
DICEMBRE 2008 BS
1 Si veda P. Pascual Chàvez Villanueva, Educa-
zione e cittadinanza. Lectio Magistralis per la
Laurea Honoris Causa, Genova, 23 aprile 2007.

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45
BS DICEMBRE 2008

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I NOSTRI SANTI
di questi miei nipoti, Mario Al-
fredo di 24 anni, da me affida-
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
to al Servo di Dio sac. France-
sco Mis` ka, tornando in moto-
cicletta da Postano a Napoli,
SCOMPAIONO LE
MALFORMAZIONI
La scorsa primavera ero al quin-
to mese di gravidanza. Sembra-
va che tutto andasse bene, ma
l’ecografia morfologica ha rilevato
la presenza di un feto polimalfor-
mato: problemi al cuore, al cer-
vello e a entrambi i reni, con so-
spetta sindrome genetica. Due le
mente a quale santo mi fossi vo-
tato, data l’estrema gravità dello
stato in cui versavo: se avessi tar-
dato altre 12 ore – riporto fedel-
mente quanto espresso dal chi-
rurgo – avrei rischiato conse-
guenze estreme. Io, senza dare
risposta, piansi di commozione,
sapendo che Don Bosco mi ave-
va salvato la vita.
Boccia Giovanni
Francesco Mis` ka.
sulla strada costiera amalfitana,
in seguito a una frenata, sia sta-
to catapultato con la moto con-
tro il parapetto della strada che
corre lungo uno strapiombo sul
mare, restando miracolosa-
mente al di qua di questo, sep-
pure investito dalla sua stessa
moto. Dal verbale dei carabinie-
ri, accorsi sul posto, risulta che
ad allertarli è stato un altro mo-
tociclista, provvidenzialmente di
prospettive: o praticare l’aborto
terapeutico, o far nascere ugual-
mente il bambino, nonostante tut-
exallievo, Asti INVESTITO DALLA
SUA STESSA MOTO
professione infermiere, che per-
correva la stessa strada e, uni-
co spettatore dell’incidente, si
to. Mi è caduto il mondo addosso.
VINCE UNA RARA
era subito prodigato a prestar-
Non potevo uccidere mio figlio,
ma avevo paura di condannarlo a
INFEZIONE
In risposta a un’offerta da me gli il primo soccorso. Ricoverato
inviata qualche anno fa per una all’ospedale Cardarelli di Napo-
46
un’esistenza breve e infelice. Ho
chiesto a Dio di sostenermi, sot-
tomettendomi però alla sua vo-
lontà. È accaduto l’impossibile!
Mi è stato donato l’abitino di san
Domenico Savio, che ho indos-
sato per il resto della gravidanza
senza mai toglierlo, recitando
ogni giorno la novena e la pre-
ghiera della mamma in attesa.
Ancor oggi stento quasi a creder-
ci: a ogni esame ecografico
scompariva una malformazione;
prima quella al cuore, poi quella
al cervello, infine quella ai reni. In
estate mio figlio è venuto alla lu-
ce sano e bellissimo.
Sono un sacerdote salesiano.
Nel marzo 2006 fui colpito da una
gravissima infezione bronco-pol-
monare, che i medici diagnosti-
carono come la BOOP, dovuta a
un raro virus infettivo dei polmo-
ni. Ricoverato d’urgenza al Fate-
benefratelli di Milano, fui traspor-
tato in pneumatologia. Qui il pri-
mario mi sottopose a molteplici e
pesanti antibiotici al cortisone
che m’indebolirono all’estremo.
Anche le successive radiografie
furono sempre più preoccupanti.
Finalmente, dopo oltre un mese
di pesanti cure, la febbre comin-
ciò a diminuire e io fui inviato nel
missione, ho ricevuto l’invito a
pregare per la glorificazione dei
Servi di Dio sacerdoti e martiri
polacchi Francesco Mis` ka,
Ludovico Mroczek, Vladimiro
Szembek e Casimiro Wojcie-
chowski. Poiché sono ormai
nonno di quattro nipoti: Mario
Alfredo, Lorenzo, Maria Chiara
ed Elisabetta, rispettivamente
di 28, 26, 24 e 21 anni di età,
ho pensato di affidare ognuno
di loro alla protezione di questi
Servi di Dio martiri. Tuttora pre-
go il Signore affinché si degni
di concedere la grazia della lo-
ro canonizzazione. Il 9 settem-
bre 2007 è accaduto che uno
li, gli venivano riscontrate lesio-
ni multiple alla spina dorsale a
carico di quattro vertebre e del
midollo e frantumazione di una
vertebra. Sottoposto a un lungo
e difficile intervento, mio nipote
Mario Alfredo grazie a Dio è ora
fuori pericolo, anche se non ha
ancora riacquistato l’uso degli
arti inferiori rimasti paralizzati.
Tra qualche giorno sarà trasfe-
rito al centro di riabilitazione di
Imola, dove si è reso disponibi-
le un posto. Ora preghiamo che
possa uscirne completamente
guarito.
Stevens Alfredo, Napoli
Tué Nadia, Modica (RG) mio Istituto, si può ben immagi-
nare in quali condizioni. Infatti,
ancora prima di essere colpito da
DON BOSCO
VOLEVA
CHE ANDASSI
ALL’OSPEDALE
questa rara malattia, mi sentivo
molto debilitato a causa di tre pe-
santi interventi subìti all’anca si-
nistra, l’ultimo dei quali fu molto
complicato e mi costò ben quat-
to del parto l’ha indossato e poi
messo nella culla del suo bam-
bino. Il santo delle culle ha ve-
ramente protetto mia figlia nel
parto che fu eutocito; infatti è
to e trascorsi tutto il periodo a
letto o in poltrona. Finalmente il
22 gennaio 1997, nacque un bel
bambino, al quale diedi il nome
di Francesco. Il mio ginecologo
Il 30 giugno scorso, improvvisa-
mente accusai bruciori al petto,
senza aver mai avuto in prece-
denza nessun tipo di avvisaglia.
Trattandosi di dolori sopportabili,
per ore non vi diedi peso. Ma la
sera, mentre uscivo per incontra-
re degli amici, dissi a me stesso:
“Se il bruciore riappare, Don Bo-
sco vuole che vada all’ospedale”.
tro ore e mezza di anestesia. Al-
l’Istituto continuai la terapia cor-
tisonica per parecchi mesi; ma
dopo alcuni giorni ritornò la feb-
bre a causa del risveglio del vi-
rus polmonare infettivo. Dopo
un’ulteriore radiografia, ripresi gli
antibiotici e il cortisone. Tutto
questo mi fece molto soffrire e mi
appesantì la convalescenza. Le
mie condizioni di salute erano
stato evitato il taglio cesareo e
il suo bimbo, Matteo, è nato sa-
no. Ora ha quattro mesi, ed è un
bimbo sano e bello. Prego sem-
pre affinché san Domenico Sa-
vio lo protegga assieme al suo
cuginetto e a tutti i bambini del
mondo.
Biancardi Anna Maria,
Varazze (SV)
si congratulò con me per questa
fatica portata a termine, avendo
ritenuto quasi impossibile che io
potessi partorire. Trascorsi tre
anni, rimasi incinta di nuovo. Eb-
bi una gravidanza più tranquilla
e il 10 aprile 2000 nacque il mio
secondo bambino di nome Si-
mone. Ringrazio infinitamente
san Domenico Savio per questo
duplice dono.
Questo pensiero fu la mia sal- così compromesse, che i miei
vezza. Appena varcato l’uscio di confratelli della comunità teme-
casa, il dolore subito riapparve. vano che io non riuscissi a so-
GRAZIE
Bizzarri Giuseppina
Mi recai all’ospedale e con som- pravvivere. Io in quei giorni mi af-
ma sorpresa fui immediatamen- fidai a Mamma Margherita con
te ricoverato, trasportato in car- una novena, che ripetei una se-
A DOMENICO
HO DUE BAMBINI
diologia e sottoposto a corono-
grafia e a intervento d’urgenza.
L’esimio primario a operazione
conclusa, mi chiese semplice-
conda volta e promisi che se fos-
si sopravvissuto, avrei fatto pub-
blicare la grazia sul BS. Eccomi
ora a soddisfare la mia promes-
sa e ad elevare il mio grazie pie-
no di speranza per il futuro.
Mi sono sposata nel 1995 e do-
po un mese rimasi incinta. Pur-
troppo persi subito la creatura
che avrei dovuto partorire. Do-
po una serie di accertamenti
scoprii di avere un difetto all’u-
Don Milanesi Angelo, tero che rendeva difficoltoso
sdb, Milano portare avanti un’eventuale gra-
vidanza. I dottori mi dissero che
la possibilità di avere figli era ri-
FEDE PREMIATA dotta del 50%. Dopo un anno ri-
Don Ignazio Stuchly Mons. Ottavio Ortiz
DICEMBRE 2008 BS
Ho ricevuto da mia madre l’abi-
tino di san Domenico Savio,
che ho consegnato con fiducia
a mia figlia, la quale al momen-
masi nuovamente incinta. Iniziai
a pregare san Domenico Savio
e ne indossai l’abitino. La gravi-
danza non fu facile, poiché su-
bii due volte un pericolo di abor-
Ptfrlii’eiericrmnnhedlaiaietccesopatneuzaitboossbenidlneipeczdolaaletezrrlieàolnecnotoaetmepmrnieeteo.otnnt.eoSsrnuei

5.7 Page 47

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IN PRIMO PIANO
redazionale
Padre
LEONARDO SANTIBÁÑEZ
Finora Vicario dell’ispettoria cilena.
Nominato dal Rettor Maggiore
nuovo ispettore in sostituzione
del padre Natale Vitali eletto
Consigliere Generale per l’America
Cono Sud.
Padre, quante ispettorie in Cile?
Una sola, su un territorio di oltre 750 mila km2 e 28 case: la più a
Nord è Iquique, la più a Sud è Porveniz, circa 4000 km di distanza l’u-
na dall’altra. Probabilmente un primato.
Quale l’occupazione principale?
Le scuole. L’ispettoria si caratterizza proprio per questa attività verso
i più poveri. In effetti non abbiamo oratori come avete in Italia, anche
perché i giovani delle scuole stanno con noi alle 8 del mattino alle 17
del pomeriggio.
Che tipi di scuole avete?
Tutte: elementari, medie, superiori (professionali, umanistiche, arti-
stiche) e anche l’Università, in totale 22 scuole più un centro profes-
sionale di recupero per adulti in 7 sedi.
A proposito di Università, com’è nata?
Sotto il regime militare. Un sacerdote diocesano, padre Blas
Cañas aveva fondato un grosso istituto professionale per ragazze
povere e una congregazione di suore per gestirlo. Quando si sono
rese conto dell’impossibilità a continuare, il cardinale di Santiago, il
salesiano Raoul Silva Enriquez lo ha consegnato alla Conferenza
Episcopale, che a sua volta ha associato i salesiani. Nel 2006 i ve-
scovi hanno rinunciato, e ora l’Università è salesiana. Oltre 5000 gli
studenti.
Altre attività?
Le 16 parrocchie. Lavorano con zelo e ottimismo. Da poco abbiamo
iniziato anche una fondazione per il recupero dei tossicodipendenti. Ci
lavorano una quarantina di laici. Abbiamo anche un’editrice e una ti-
pografia, tra loro indipendenti ma complementari. Si producono so-
prattutto testi per la religione e la catechesi.
Il problema?
Quello di tutta la chiesa oggi, le vocazioni. Cominciano in molti e fi-
niscono in pochi. Troppi si perdono per strada. La società attuale laici-
sta non incoraggia certo le vocazioni. Si cerca di sopperire responsabi-
lizzando i laici. Alcuni sono davvero bravi e lavorano con spirito sale-
siano, secondo il nostro carisma. Credo che la congregazione debba
dare loro sempre più fiducia.
MANDAR
Bacinella + scopino = dalit,
cioè pulitore di latrine, quindi
assolutamente intoccabile. Av-
vicinarsi troppo a un/una dalit
significa contaminarsi irrime-
diabilmente, essendo quello il
mestiere più impuro che esista.
E allora si può immaginare co-
me deve sentirsi Mandar, il cui
nome, per uno scherzo del de-
stino, è sinonimo di profu-
mo (significa infatti “fiore”),
quando la mattina parte dalla
sua baracca sotto il ponte per
andare nelle case dove non ar-
riva la fognatura, né l’acqua, a
svuotare i recipienti o le fosse
biologiche piene di escremen-
ti. Mandar lo fa perché altri-
menti non mangia. I due dolla-
ri al giorno che guadagna lo
47
salvano dalla fame. Il resto…
Beh, non ha esigenze, non ha
una casa, non ha una famiglia
– o non sa più dove sia – non
ha parenti. Unici amici gli altri
ragazzi di strada con i quali
condivide gli stenti, la miseria,
e, troppo spesso, la rabbia di
essere un reietto. Ha provato
anche a stare in una casa/fami-
glia tenuta dai missionari, ma
non ha resistito. Adesso è di
nuovo in strada, ma, c’è da
scommetterci, i missionari
riproveranno a tirarlo via
di lì, a quindici anni un ra-
gazzo non merita quel de-
stino.
BS DICEMBRE 2008

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Incontri
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
INSERTO CULTURA
di Nicolò Agrò
Andiamo, ragazzi!
CHIESA
di Silvano Stracca
Le encicliche sociali
FMA
di Maria Antonia Chinello
Un oceano di solidarietà