Bollettino_Salesiano_200811

Bollettino_Salesiano_200811

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Mensile - Anno CXXXII - nr. 10
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 10/2008
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Novembre 2008
inseCratloenrdeadCraoizoniot2ine0an0lee9

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STRENNA 2008
di Pascual Chávez Villanueva
EDUCARE
CON IL CUORE DI DB
SISTEMA PREVENTIVO
E DIRITTI UMANI
“Non è difficile vedere nella teorizzazione del progetto educativo
e nella prassi pedagogica l’effettiva promozione dei diritti
che sono proclamati dalle dichiarazioni internazionali:
il diritto alla vita; il diritto all’educazione e all’istruzione;
il diritto al riposo, allo svago e al gioco; il diritto al lavoro”1.
no di fame; dei minorenni venduti
o sfruttati sessualmente? Dov’è il
diritto al gioco per i troppi bambini
lavoratori?
Il cardinale Tonini ripeteva,
ai giovani riuniti per il
rispetto dei diritti umani, >> Sentiamo che l’umanità dispo-
quando vi sono masse di ne di risorse sufficienti perché tutti
“Confronto 2001”: “Pri-
bambini e adolescenti gli abitanti del globo possano vive-
ma siamo uomini e dopo
che non godono nemme- re con dignità. Eppure le statistiche
cittadini”. La vita ci affra-
no del diritto all’educa- ci confermano che il divario
tella, ci rende simili e de-
zione? A novembre del Nord/Sud aumenta ogni anno, e
2
ve poter essere vissuta
con la medesima dignità in
1989, a New York, si pro- mentre pochi nuotano nell’abbon-
clamarono i Diritti del danza, una grande massa di indi-
ogni angolo della terra. Il
Minore. Il 2° articolo predi- genti riesce a malapena a soprav-
diritto a una “vita dignitosa
ca Il diritto a non essere vivere. È noto che gli interessi eco-
per tutti” deve essere l’idea-forza
discriminati: “La totalità dei nomici fissano le priorità della
che porta a impegnarci nell’educa- diritti devono essere applicati alla società materialista e che la pubbli-
zione delle nuove generazioni. La totalità dei bambini senza eccezio- cità è la bacchetta magica usata
difesa della vita è l’asse che sotten- ne, ed è obbligo dello Stato adot- dall’insaziabile avidità delle multina-
de gli odierni percorsi e le diverse tare le misure necessarie per pro- zionali. Solo le società aggressive
ricerche intercomunicanti nelle varie teggerli da qualsiasi discriminazio- e competitive sopravvivono e que-
situazioni sociali, politiche e cultura- ne”2. Che dire allora delle minoran- sto stile è entrato anche negli enti
li. La lotta per la difesa della vita ze etniche; dei milioni di “ragazzi e nelle associazioni educative. Che
deve essere un ponte che unisce i di strada”; dei bambini che muoio- cosa fare? L’educazione sempre
ridotti limiti di sopravvivenza delle
più dev’essere una finestra spalan-
grandi masse impoverite con gli
cata sulla realtà mondiale e motore
ampi orizzonti di vita più umana e di
di trasformazione dell’umanità. Per
migliore qualità di cui godono in
questo nelle aule si deve ascoltare
pochi. Questi ideali non possono
la voce di coloro che non hanno
non essere presenti negli impegni
voce, sentire la fame, la sete, la
educativi, per non dimenticarci che
nudità di tanti popoli dimenticati; si
siamo uomini e prima di tutto occor-
devono far conoscere gli sforzi di
re proteggere la specie umana.
tanta gente impegnata nelle grandi
>> Nel 1948 alle Nazioni Unite
ebbe luogo la proclamazione dei
Diritti Umani. Alcune popolazioni
non ne hanno nemmeno sentito
parlare. Altri non li conoscono sem-
plicemente perché i loro governi
sono i primi a ignorarli e calpestarli.
Come possiamo parlare del diritto
cause della dignità della donna,
della pace, del rispetto del creato…
Per fortuna da diverse situazioni e
istanze (ONG, Volontariati…) si
comincia a convergere nella difesa
della vita, dell’essere umano e dei
suoi diritti, dei popoli e dei loro
diritti, del pianeta e dei suoi diritti.
alla vita se le società più sviluppate
sono le prime a immolare la vita
innocente mediante leggi sull’abor-
to? Come parlare di educazione al
La Carta dei Diritti c’è, ma dov’è
il diritto al gioco per troppi
bambini lavoratori?
NOVEMBRE 2008 BS

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E dov’è il diritto a una famiglia
e una casa per troppi bambini
che muoiono di fame?
>> Le nostre priorità, dunque,
devono andare alla formazione di
persone veramente libere, critiche,
impegnate socialmente, che trovano
le loro motivazioni nel Vangelo. L’edu-
cazione sta perpetuando il vecchio
sistema competitivo oppure apre
strade verso la corresponsabilità, la
solidarietà, la giustizia sociale? Non
sarebbe male fissare alcuni criteri se
vogliamo far sì che l’educazione
costituisca un meccanismo efficace
di miglioramento della società. Pri-
mo: una mentalità critica come stru-
mento per analizzare la realtà.
Secondo, l’alterità che deve permet-
terci di stabilire un rapporto ottimale
con gli altri. Terzo, il rispetto della
Dichiarazione dei Diritti Umani che
può costituire punto di riferimento
per tutti gli educatori. Quarto, il coin-
volgimento e l’impegno affinché i cri-
teri suddetti non rimangano dichiara-
zioni di buona volontà. Promuovere
i diritti umani è un cammino sale-
siano. Il Sistema Preventivo vuole
collaborare con molte altre agenzie
alla trasformazione della società,
lavorando per il cambio di criteri e di
visioni della vita, per lo sviluppo della
cultura dell’altro, di uno stile di vita
sobrio, di un atteggiamento costante
di condivisione gratuita e d’impegno
per la giustizia e la dignità di ogni
persona umana. L’educazione ai dirit-
ti umani, in particolare dei minori, è
la via privilegiata per realizzare nei
diversi contesti questo impegno di
prevenzione, di sviluppo umano inte-
grale, di costruzione di un mondo più
equo, più giusto, più sano.
ٗ
1 T. BERTONE, “Don Bosco e Brasilia”,
p. 251.
2 Diritti del Minore, art. 2°.
Novembre 2008
Anno CXXXII
Numero 10
Mensile - Anno CXXXII - nr. 10
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 10/2008
In copertina:
L’attesa dei giovani
per il domani è zeppa
di interrogativi.
La precarietà sembra
la categoria dominante per
quanto riguarda il futuro
e che li porta a bruciare
le tappe e perdere la rotta.
Foto: Andrea Canton
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RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Novembre 2008
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
10 Quo vadis Europa? (23)
FMA
12 All’ONU per la donna
VIAGGI
16 Lontan dalla sua terra
ATTUALITÀ
18 Manzoni ateo?
di Silvano Stracca
di Graziella Curti
di Giancarlo Manieri
di Severino Cagnin
3
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 14 Prima Pagina – 15 Il mese – 20 Laetare et benefacere… – 21 Box – 22 Libri –
23 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS NOVEMBRE 2008

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RIBALTA
di Alessandra Mastrodonato
G IOVANI
WAITING FOR
TOMORROW
C’è una domanda che spesso inquieta i giovani di oggi,
quella concernente il proprio futuro.
Verso dove camminiamo, verso quale meta?
IIn questo periodo della mia vita c’è una
domanda che non fa che rimbombarmi
in testa in maniera sempre più urgente
ed ineludibile: che ne sarà del mio
futuro? E, parlando con tanti miei
coetanei che come me si affacciano
presente e restio verso ogni velleità
di progettualità. Oppure, c’è chi
al contrario sceglie di vivere solo ed
esclusivamente in funzione del proprio
avvenire, bruciando le tappe naturali
del cammino della crescita e tendendo
incerti sul proprio domani
così decisamente alla meta
e sperimentano quotidianamente la da dimenticare di godere della bellezza
difficoltà di compiere scelte significative del paesaggio che gli si dispiega davanti
per il proprio avvenire, sembra proprio
lungo la strada.
che questo interrogativo sia una sorta di In ogni caso, quel che ci accomuna tutti
sottofondo costante che risuona nelle
è la sensazione di essere stati
orecchie di tutti noi giovani (e forse non
espropriati del senso del futuro,
solo noi), come una specie di tarlo
la difficoltà di sentirci autenticamente
fastidioso e martellante di cui nessuno
riesce a liberarsi del tutto.
5 protagonisti del nostro avvenire e la
tentazione di abbandonarci a un
Giovenale diceva che “l’oscurità del
comodo determinismo che ci solleva
futuro è la maledizione del genere dalla responsabilità di progettare giorno
umano” e, anche se questo aforisma è dopo giorno il nostro domani. Sì, perché
vecchio di secoli, ho come l’impressione
troppo spesso dimentichiamo che
che non sia mai stato così attuale.
“il futuro non si prevede, si inventa”;
Già, perché nel tempo presente il futuro e, se è vero che l’avvenire che ci aspetta
ci appare, molto più che in passato,
è meno rassicurante di quello che si
avvolto da un alone d’incertezza e di prospettava ai nostri genitori o ai nostri
precarietà, circondato da uno spesso
nonni, è altrettanto evidente che
strato di nebbia che ci impedisce di
in questa situazione si aprono per noi
guardare dall’altra parte e di presagire
nuovi spazi di libertà, di creatività e di
quel che ci riserva il nostro domani.
autodeterminazione.
I sociologi cercano di spiegare questa
Abbiamo, dunque, bisogno di
condizione chiamando in causa la
“riappropriarci” del nostro futuro,
precarietà e la provvisorietà che
restituendogli senso e significato e al
caratterizzano in maniera sempre più
tempo stesso comprendendo che
preoccupante il mondo del lavoro,
crescere non significa sperimentare in
le scelte di vita e persino le relazioni
maniera caotica e discontinua un
affettive, minando la stabilità delle
groviglio di esperienze frammentate
certezze rassicuranti che erano proprie
e contingenti. Significa, piuttosto,
di quella “modernità solida” cui oggi imparare passo dopo passo a dare una
Bauman contrappone il trionfo della
rotta unitaria alla propria vita,
“modernità liquida”, regno
sforzandosi di riscoprire il legame
dell’instabilità e della flessibilità. inscindibile che costruttivamente unisce
Ma di fronte a questa condizione di l’oggi al domani, il “già” al “non ancora”.
insicurezza esistenziale, qual è Ma soprattutto è importante capire che
l’atteggiamento di noi giovani?
l’esperienza della crescita non è
Qualcuno, attanagliato dalla paura di
semplicemente una fase di transizione
crescere, dall’incertezza del “verso verso la condizione adulta, bensì implica
dove si cammina”, e incapace di
un percorso che ci accompagna per
compiere scelte che sente come
tutta la vita. Un percorso in cui è
definitive, trova nella “sindrome di Peter
necessario educarsi al valore della
Pan” un rifugio fittizio che si illude possa progettualità, imparando a coniugare la
metterlo al riparo dall’incertezza del dimensione del realismo con quella del
domani. Qualcun altro si limita
sogno e dell’utopia, la capacità di
semplicemente a rimandare il problema,
restare con i piedi per terra con la
vivendo alla giornata, schiacciato sul
lungimiranza della speranza.
BS NOVEMBRE 2008

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LETTERE AL DIRETTORE
di ricostruire l’ambiente se- i genitori siamo noi, non loro. guenza delle nostre azioni),
condo quanto ha percepito di Il guaio è che la spugna l’ab- producendo, così, un con-
un’epoca in cui fede e politi- biamo gettata pure noi. Ma trollo morale autonomo, ela-
ca, religione e Stato erano un non c’è proprio rimedio?
borato dall’interno, in base
tutt’uno, e nessuno se ne
scandalizzava. Ci si scanda-
Marianna, Messina
a convinzioni. Gli adulti
hanno gettato la spugna di
lizza oggi, come se i disastri Cara signora, proprio alcune fronte alla responsabilità
di questi tempi fossero meno settimane fa ho ricevuto la educativa. Gl’insegnanti so-
letali di quelli del Medio Evo, lettera del professor Verdone no stanchi e demotivati,
come se la civiltà che abitia- di Salerno, che ogni tanto mi spesso arrivano in ritardo e
mo sia un paradiso rispetto a gratifica di qualche sua ri- fanno poco, dicendo che non
quella che abitavano Dan- flessione. Guarda caso, mi è più possibile insegnare. Bi-
te, Petrarca, san Francesco sembra che il suo argomenta- sognerebbe, invece, che gli
d’Assisi, san Bernardino da re risponda alla sua doman- educatori, per primi, rico-
Siena e compagnia. Tanto per da, che è quella di tanti geni- minciassero a credere nei
fare un paragone, la seconda tori. Gliela offro.
valori, come schemi di signi-
guerra mondiale ha fatto più “Di fronte al dilagare del ficato che danno senso alla
di 70 milioni di morti. Non bullismo, le due principali vita, e soprattutto nei valori
sono arrivate a tanto tutte le agenzie educative, la scuola fondamentali, quelli che so-
guerre del Medio Evo messe e la famiglia, sembrano diso- no di supporto a tutti gli al-
6
R OMANZI CATTO-
LICI. Caro direttore […]
Possibile che non ci sia un ro-
manzo più… “cattolico” sul
Medio Evo? Sono un tifoso di
questa età, ho letto e leggo
molto. Anche lei dice che il
M.E. non è come lo descrivo-
no i romanzieri. Tutti così?
[…] Intrighi, vendette, mona-
ci maniaci, Chiesa piromane,
ecc. ecc. Non c’è l’altra fac-
cia della medaglia? Chi ha
paura del Medio Evo?
insieme.
L A PEDAGOGIA DEL
NO. Egregio direttore,
[…] non so più come fare
con i miei due figli […] In-
somma comandano loro, e
sono un po’ prepotenti. A
scuola tutti e due sono un ve-
ro disastro. […]. Sembra che
facciano apposta a fare co-
munella con i peggiori […]
Ma mi pare che anche i pro-
fessori abbiano ormai gettato
rientate. Passati, negli anni
Settanta, dal modello autori-
tario a quello permissivo, ci
siamo arenati in un narcoti-
co atteggiamento d’indiffe-
renza e relativismo valoriale,
e non troviamo il coraggio di
rinnovarci nell’unico model-
lo educativo accettabile,
quello assertivo-autorevole,
basato sul dialogo razionale
(che tende a sottolineare il
senso del comportamento), e
sul dialogo empatico (che
mira a mettere in luce la sof-
tri, quali la dignità della
persona, la libertà di co-
scienza, l’amicizia, la
lealtà… Ci accorgeremmo,
allora, che, quando qualcu-
no testimonia i suoi valori,
con passione ed onestà intel-
lettuale, i ragazzi sono sensi-
bili e ascoltano. Occorre ri-
partire dall’uomo, come sog-
gettività degna di rispetto,
come valore assoluto ed uni-
versale, al di là di ogni ca-
ratterizzazione concreta.
Dall’uomo che è la via pri-
Luana, Modena la spugna, perché – dicono – ferenza altrui come conse- ma e fondamentale di ogni
Il Medio Evo è stato descritto
come la “sentina” di tutte le
malefatte possibili e immagi-
nabili, creata ad arte perché
gli anticlericali di tutte le ri-
sme e i colori potessero attin-
gervi a piene mani, troppo
spesso in modo acritico, per
infangare la Chiesa, che allo-
ra era una potenza non solo
morale. Ma sì, c’è qualche te-
sto, qualche romanzo “incon-
sueto”, che contiene tutti gli
ingredienti tipici di quell’età:
la foresta, la caccia, l’orda-
lia, la battaglia, i vassalli, i
castelli, l’abbazia, gli intri-
ghi, ecc. Ma la prospettiva,
l’impianto ideologico, sono
totalmente diversi. Si tratta di
L’allegoria del terzo brac-
cio” di Marco Mendogni, per
le Edizioni Il Fiorino di Mo-
dena, quindi è proprio nella
tua città. L’autore ha cercato
NOVEMBRE 2008 BS
Appelli
Cerco in regalo o a modico
prezzo vestitino antico per
Gesù Bambino. Appello ri-
volto anche a conventi e
monasteri. Scrivere a: Mar-
tino Carmine, Casella Po-
stale 71, 81100 Caserta
Centro (CE).
Ragazzo siciliano di 27 anni
cerca amici e amiche. An-
drea 393/49.40.452.
Desidero ricevere immagini
sacre con relative preghiere.
Ringrazio anticipatamente
chi vorrà esaudire la mia ri-
chiesta. Orlando Di Nicola,
Va dei Vigneti 40, 04011
Aprilia (LT).
Siamo una conferenza vin-
cenziana per l’assistenza ai
monasteri di clausura. Chi
vuole conoscere la nostra
opera, avvicinarsi alla realtà
delle claustrali o ricevere il
giornalino, ci contatti: Opera
S. Pio X, Via XX settembre
23 – 10 122 Torino.
Tel. 011/56.12.941
www.dalsilenzio.org
Ho 40 anni e cerco amiche
che come me amano l’amici-
zia sincera, leggere e colle-
zionare cartoline e punti da
collezione. Ringrazio chiun-
que mi scriverà. Giordano
Grazia, Via Bersezio 5,
12100 Cuneo.
Desidero corrispondere con
chi ama la vita semplice e
crede veramente nell’amici-
zia. Pietruzzi Pietro, Via
G. Matteotti 4, 56031
Bientina (PI).
Sono una donna finita nel
tunnel della depressione a
causa della morte di mia fi-
glia. Vorrei che qualcuno
mi aiutasse inviandomi car-
toline della propria città.
Ringrazio chi vorrà aiutar-
mi. Napoli Marilena, Via
delle Cave 128, 19123 La
Spezia.

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educazione. E bisogna tor- equivale più o meno a una Nessun imbroglio, cara si-
nare ad avere la forza di dire condanna a morte. Non di- gnorina: occorre agire “se-
di no, anche se questo viene mentichi che è già un sacrifi- condo natura”. La tua inse-
accolto male. Sapendo che i cio “essere poveri”. Il vero gnante ha dimenticato (non
giovani cercano negli adulti, povero non si dà da fare dal- so se per ignoranza o per ma-
più o meno consapevolmen- la mattina alla sera, come fa lizia) di aggiungere che l’uo-
te, modelli di riferimento, lei e tanti altri come lei, ma è mo è dotato di una natura ra-
stimoli per superarsi, ma an- obbligato a farlo dalla matti- zionale. Ha cioè una partico-
che norme e segnali di limi- na alla mattina dopo: alme- larità che nessun altro ha, la
te. Il genitore che dice sem- no otto ore in più di qualsia- razionalità, appunto, che lo fa
pre di sì, l’insegnante che dà si onesto lavoratore, perché “unico”. Hai mai sentito par-
la sufficienza a tutti, otten- la “malattia” della povertà lare di un’oca razionale?
gono, nell’immediato, gradi- non concede riposo e tanto Quella non è la sua natura.
mento e successo, ma, in so- meno ferie. Non credo che un Allora tiro subito le somme:
stanza, producono danno: povero si possa definire cica- per l’uomo agire secondo na-
OGNI MESE deresponsabilizzano i ragaz- la. Infatti ha poco da cantare tura vuol dire precisamente
zi, non li aiutano a crescere, e, se lo fa, canta di dispera- agire secondo la sua natura
a dare il meglio. Perché, chi zione o… “canta che ti pas- “razionale”, quindi riflettere
CON ama è esigente, e chi educa sa!”. Solo che la fame ha un su se stesso e sul mondo, pro-
corregge e contraddice”.
gran difetto: non passa can- grammare liberamente e
tando! E un povero non ha “sensatamente” la propria
L cantina (del resto non avreb- vita, agire secondo valori uni-
A CICALA E LA be scorte da stiparvi), e non versali, rifiutare la violenza,
FORMICA. Egregio di- ha nemmeno un conto in ecc. Il cuculo cui fai cenno
DON BOSCO
A CASA TUA
rettore, sostenitore dei poveri, banca. Se sono vere le stati- nella tua lunga lettera, che
degli immigrati, degli sfac- stiche ONU (né ho motivi per depone le uova nei nidi non Il Bollettino
cendati, dei (sic) stranieri […] dubitarne) c’è da rabbrividi- suoi e quando si schiudono i
io sono inc…! Perché il mon- re. Scrive padre Alex Zano- suoi piccoli sfrattano i legitti-
do ce l’ha con noi “benestan- telli che se a questo mondo mi inquilini gettandoli fuori
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
ti”? Stare bene è un diritto gli oltre sei miliardi di esseri dal nido, non ha un’etica. O a chi ne fa richiesta.
nostro, di noi che ci siamo umani vivessero come vivono meglio, l’unica etica è di so-
fatti un mazzo così lavorando. le nazioni opulente, cioè noi pravvivenza. Gli animali so-
Dal 1877 è un dono
Lo abbiamo conquistato a (l’11% del mondo consuma no, insomma, esseri pre/de- di Don Bosco a chi
suon di sacrifici […] Noi ci l’88% delle risorse del pia- terminati, programmati, agi- segue con simpatia
diamo da fare dalla mattina neta) avremmo bisogno di al- scono per istinto. L’uomo no!
alla sera, facciamo come la tri quattro pianeti come ri- L’uomo si programma, è ca-
formica, non come la cicala! sorse e di altri quattro anco- pace di cambiare, perché
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
È per questo che l’inverno ab- ra come discariche ove but- l’uomo sa, e sa di sapere. È
biamo qualche scorta in canti- tare i rifiuti. Le piace come unico e si costruisce da sé.
na […] Allora basta a parlare prospettiva?
Insomma è libero! Per questo
sempre dei poveri. Chi si dà
è il capolavoro della creazio- Diffondetelo tra i
da fare campa, chi non lo fa
crepa, e quelli (i poveri n.d.r.)
non rompano più tanto!
T., Venaria
Caro T., il “mazzo”, come
dice lei, se lo fanno tutti, ric-
chi e poveri, felici e infelici,
bianchi e neri, perfino buoni
e delinquenti. È una condi-
zione di vita, se così posso
dire. Se poi qualcuno scappa
dalla sua terra natale, lo fa,
immagino, perché il “maz-
zo” da sopportare è diventa-
to insopportabile, allora si
preferisce affrontare l’ignoto
pur di allontanarsi da quella
condizione. Dunque il suo
“non rompano” è uguale a
“stiano a casa loro” il che
D ARWIN. Caro diretto-
re, a scuola abbiamo stu-
diato Darwin, quello dell’e-
voluzionismo, e la professo-
ressa ha detto che siamo di
fronte a uno che ha fatto sco-
perte fondamentali […] per
esempio che la natura è vio-
lenta, che vige solo la legge
del più forte, ecc. […] La
prof ha più o meno concluso,
che quelli che vanno contro
Darwin cioè i preti, il papa,
ecc. dicono che bisogna sem-
pre agire secondo natura e
mai contro natura. Ma io ci
ho capito poco e vorrei sapere
che imbroglio è.
Vera, Napoli
ne. Ti faccio un esempio della
diversità uomo-animale: il
nibbio non va a caccia per il
gusto di cacciare, ci va solo
quando è in cerca di cibo, e
se incontra 10 prede, non ne
uccide 10, ma solo ed esclusi-
vamente quella che gli serve
per sopravvivere, e in genere
uccide la più debole, quella
che potrebbe non resistere
agli scompensi della natura…
Prova a pensare se l’uomo fa
così!
Nbnssnlcouuieucnotoaesctireaaieimlnmèltaupsortotr.teaeidsPtaoplalreloopzaslvioetopvastutsneepibdebrebee.irllrseCpiecoempeanruzavonibeloe-ea--.
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS NOVEMBRE 2008

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& IN ITALIA
NEL MONDO
NAZARETH,
ISRAELE
GREST NEL PAESE
DI GESÙ
Anche a Nazareth è GREST.
L’oratorio della parrocchia sa-
lesiana si riempie ogni matti-
na di 300 bambini, una cin-
quantina di preadolescenti e
un folto gruppo di animatori,
più quattro “esperti”, quattro
volontari italiani del MGS
Triveneto, arrivati nell’orato-
rio del paese di Gesù per dare
una mano. Sono stati proprio
gli animatori a constatare che
gli oratori salesiani sono
uguali dappertutto: sala gio-
chi, ping-pong, campo
da calcio, bar… E
anche i ragazzi sono
come i nostri: stessi
pregi e stessi difetti.
Ti sembra di stare
presso il tuo ora-
torio se non fosse
per il canto del
muezzin dal mina-
reto che cinque
volte al giorno in-
vita alla preghiera
di lode ad Allah.
Peccato che al GREST
partecipino solo ra-
gazzi cristiani di varie
confessioni: maroniti,
greco-ortodossi, cattoli-
ci, protestanti… un mo-
do per salvaguardare la
propria identità religiosa.
SYDNEY,
AUSTRALIA
LOMÉ, TOGO
8
1° FORUM
La XXIII GMG ha visto la
partecipazione di circa 1000
giovani del MGS provenienti
DELLA VITA
RELIGIOSA
da realtà salesiane di tutto il
L’Unione delle Religiose di
mondo. Il 16 luglio nella gran-
Lomé (Togo) ha tenuto il 20
de palestra della scuola Don
Bosco di Negandine essi han-
no accolto e salutato il Rettor
Maggiore, don Pascual Chá-
aprile u.s. un forum della vita re-
ligiosa. La finalità era chiara: far
conoscere a tutti, particolar-
mente ai giovani e ai delegati di
vez. Il messaggio lasciato loro
pastorale vocazionale, la vita re-
dal IX successore di Don Bo-
sco è stato semplice e chiaro:
occorre essere disposti in un
mondo come l’attuale a spen-
dersi fino in fondo per il bene,
Savio, Laura Vicuña, ancora
ragazzini come età ma adulti
nella fede. Nessuno può pren-
dere il loro posto, occorre che
propria gente come un altro
loro coetaneo ed ex/alunno del-
le scuole salesiane aveva deci-
so di fare, Zeffirino Namun-
ligiosa nelle sue dimensioni di
spiritualità, di carisma, di gioia,
di speranza, di vita profetica.
Numerose le congregazioni re-
ligiose presenti che, durante la
come hanno fatto Domenico essi facciano qualcosa per la curá da poco dichiarato beato. giornata, hanno potuto presen-
tare l’originalità del proprio ca-
risma e della missione attraver-
CASTEL GANDOLFO,
ITALIA
ra Lubich, fondatrice
del Movimento e
scomparsa il 14
marzo ultimo scor-
Saranno loro due a
continuare il cam-
mino tracciato da
Chiara per il gran-
so appositi stand. È la prima vol-
ta che in Togo le religiose or-
ganizzano un simile evento. La
soddisfazione è stata generale,
la richiesta di un secondo in-
MARIA VOCE
so, una delle sue
de Movimento dei contro unanime.
SUCCEDE A
più strette collabora-
focolarini. Com-
CHIARA LUBICH
trici, la teologa
Maria Voce,
pito delicato:
sostituire
L’Assemblea generale dei Fo- nata ad Ajel-
Chiara
colari (496 partecipanti, rap- lo Cala-
sarà una
presentanti dei 182 Paesi do- bro il 16
vera sfi-
ve è presente il Movimento) luglio 1937. Assieme a lei, da, che tuttavia i nuovi diri-
con votazione plebiscitaria come copresidente è stato genti hanno accettato. Gian-
ha eletto a presidente del eletto Giancarlo Faletti, nato carlo Faletti è sacerdote da
Movimento, al posto di Chia- ad Asti il 14 settembre 1940. 11 anni.
NOVEMBRE 2008 BS

1.9 Page 9

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redazionale
UPS ROMA, ITALIA
UNA BELLA
INIZIATIVA
La Facoltà di Scienze dell’E-
ducazione dell’UPS (Univer-
sità Pontificia Salesiana) pro-
pone un Master di 1° livello
per Responsabili/Coordinatori
di Oratorio. Ci si rende conto
che è oggi necessario e urgen-
te un nuovo profilo di respon-
sabile di oratorio. Quindici
mesi di corso (da questo mese
fino a gennaio 2010), 1500
ore di lezione, a frequenza di
2 giorni mensili infrasettima-
nali e una settimana intensiva
nel periodo estivo, presso l’U-
PS di Roma. Sono ammessi
tutti coloro in possesso di una
Per saperne di più:
Tel. 06/4940522
E-mail: orlando@unisal.it
laurea civile o ecclesiale, con
baccalaureato o con diploma
di Media Superiore con com-
provata esperienza di lavoro
come responsabile di Orato-
rio. Davvero una bella notizia,
oltre che una bella iniziativa.
(Nella foto: uno dei plessi del-
l’UPS)
TARANTO, ITALIA
prezzamento e la soddisfazio-
ne dei corsisti per i vari in-
contri formativi e i relativi ar-
UNO SPAZIO
gomenti. Ricevere l’attestato,
PER RACCONTARSI per tante donne, è stato uno
dei primi riconoscimenti otte-
Il 5 maggio, presso l’Associa- nuti a conferma del loro im-
zione Vides Onlus (Volonta- pegno reale e tangibile ad
riato Internazionale Donna uscire dall’individualismo e
Educazione e Sviluppo), ha dall’indifferenza, entrando in
avuto luogo la consegna degli una logica nuova di parteci-
9
attestati ai partecipanti al cor- pazione e solidarietà.
so di formazione al
volontariato “Ascol-
TORINO
lata a san Domenico Savio, to donna – uno spa-
MONTEROSA, ITALIA
proclamato santo solo quattro zio per raccontarsi”.
anni prima. Sarà un anno di Alla presenza del
manifestazioni a cominciare Presidente del Cen-
I 50 ANNI
dal pellegrinaggio a Roma, già tro Servizi Volonta-
DI UNA PARROCCHIA svolto in concomitanza con riato di Taranto,
quello della diocesi di Torino, dott. Carlo Martel-
L’opera salesiana di Via Pai- durante il quale gli oltre cento lo, è intervenuta la
siello a Torino è in festa: 50 an- pellegrini hanno potuto incon- Direttrice del Cen-
ni fa (una trentina di anni dopo trare anche il Rettor Maggiore tro, suor Immaco-
la fondazione dell’istituto) ve- don Pascual Chávez Villanueva lata Milizia, che
niva eretta la parrocchia, intito- alla Pisana (vedi foto).
ha espresso l’ap-
PACOGNANO, ITALIA
PER I PARENTI
Dal 22 al 28 giugno u.s. si è
svolta, presso la casa salesiana
di Pacognano-Vico Equense
(NA) la settimana di spiritua-
lità per i parenti dei salesiani
e delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice. L’incontro, annua-
le, coordinato dall’animatore
spirituale del gruppo, don
Ferdinando Lamparelli, e dal-
la sempre fresca e incantevole
predicazione di don Adolfo
L’Arco, è trascorso tra rifles-
sioni, scambi di opinioni,
preghiere e il pellegrinaggio a
Pompei. Per il folto gruppo
dei partecipanti sono state
giornate di arricchimento spi-
rituale, di fraternità e di
distensione.
BS NOVEMBRE 2008

1.10 Page 10

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CHIESA QUO VADIS
EUROPA? (23)
Può darsi che sia solo perché
la globalizzazione colpisce
sempre più duro nel portafo-
gli con le forbici del carovi-
ta. E può anche darsi, anzi è proprio
sicuro, che l’apertura dei mercati
spazzerà via molte occupazioni “tra-
dizionali”, colpendo specialmente i
lavoratori più avanti negli anni e con
più bassa qualificazione. Quel che è
certo è che la luna di miele tra gli
europei e la globalizzazione si è
molto raffreddata negli ultimi tempi.
Lo confermano i dati più recenti
dell’Euro/barometro, che registrano
ogni oscillazione negli umori dei
cittadini dell’Europa a 27.
Il mercato
che verrà
di Silvano Stracca
cplL’h’rEueeunorndocoec/nrubpf2aua5rnonzmntiioo…enntraotC.em’sèeegqniulaaglallocodbasaatli,
10 FAVOREVOLI
E CONTRARI
Dunque, nel 2003 si dichiaravano
a favore della globalizzazione i due
terzi degli abitanti dell’Unione che
allora era formata da 15 Stati, men-
tre i contrari erano meno di un terzo.
Tre anni dopo, la percentuale dei fa-
vorevoli era scesa al 42 per cento,
invece quella degli scettici era salita
al 44%, la maggioranza relativa. E
la situazione cambia di poco se si
tiene conto dei nuovi paesi membri.
L’Europa a 27 non ha migliorato
le percentuali degli entusiasti
dell’unione… Al contrario
la massa degli euroscettici
è andata allargandosi
numericamente… fino a superare
il 40% degli europei.
È allarme?
NOVEMBRE 2008 BS
L’Europa unita...
Perché l’apertura economica spa-
venta i cittadini dell’Ue? Essenzial-
mente per tre motivi: il timore di
perdere posti di lavoro, la paura di
una riduzione delle prestazioni so-
ciali e la preoccupazione che la
globalizzazione danneggi seria-
mente le imprese del vecchio
continente. Da altri sondaggi
forniti dallo stesso Euro/baro-
metro apprendiamo che que-
ste paure sono anch’esse au-
mentate, tra il 2003 e il 2006,
di circa dieci punti percen-
tuali. Quasi la metà degli eu-
ropei percepisce, insomma, la
globalizzazione come una minaccia.
Soprattutto per i lavoratori con livelli
d’istruzione minori e con oltre 40
anni di età. In futuro ci saranno sicu-
ramente meno agricoltori, operai e
artigiani. Eppure, secondo l’ultimo
studio elaborato dall’agenzia UE per
lo sviluppo della formazione profes-
sionale, se molti impieghi scompari-
ranno, altri ne nasceranno in settori
tecnologicamente più qualificati.
PREVISIONI
Stando ancora agli esperti, da qui
al 2015 si creeranno in Europa ol-
tre 13 milioni di nuovi posti di la-
voro, dei quali più di 1,6 milioni in
Italia. E, sempre nel Bel Paese, al-
tri 6,3 milioni di impieghi si rende-
ranno disponibili per effetto dei
pensionamenti. Si calcola, infatti,
che nei prossimi 7 anni andranno
in pensione in tutta Europa 51 mi-
lioni di persone. Se l’invecchia-
mento della popolazione si farà
sentire ancora di più, si apriranno
però nuovi spazi per i giovani a

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Si calcola che nei prossimi sette anni andranno in pensione
in tutta Europa 51 milioni di persone. L’invecchiamento
della popolazione si farà sentire.
Per i Paesi europei si prevedono
8,5 milioni di posti in meno
per lavori che richiedono solo
l’istruzione obbligatoria.
patto che sappiano prepararsi alla i commessi nei negozi e i muratori nei chio continente. In questo caso as-
realtà che verrà e mantenersi ag- cantieri edili, ci sarà sempre più ne- sieme a Germania e Olanda.
giornati lungo tutto l’arco della vi- cessità di gente maggiormente quali- Controcorrente va invece il segna-
ta lavorativa.
ficata. Anche per essere un buon mu- le che viene dai paesi nordici. Qui le
Naturalmente c’è anche l’altra ratore bisognerà avere migliori co- percentuali positive sono più diffuse di
faccia della medaglia. Nel nuovo noscenze tecniche.
quelle negative. Il caso più emblema-
mercato – dove la settimana lavo-
tico è la Danimarca, dove il 76%
rativa “standard” potrà toccare il STATISTICHE
tetto delle 60 ore! – saranno gli im-
pieghi part-time, o a breve termine,
PER PENSARE
guarda con favore all’apertura dei
mercati e pensa che “essa rappresen-
ti una buona opportunità per le im-
e comunque senza troppe garanzie, Alla luce di tutto questo si com- prese”. Soltanto il 16% dei danesi si
quelli più in pericolo. In questa ca-
tegoria, afferma la Confederazione
dei sindacati europei, rientrerebbe
un quinto di tutti gli impieghi at-
prende perché l’ulteriore apertura
del commercio mondiale sia sentita
dagli europei alla stregua di una mi-
naccia. E gli italiani? I dati sul nostro
mostra preoccupato nei confronti di
possibili perdite di posti di lavoro. For-
se perché la Danimarca ha realizzato
il modello più avanzato di “flexsecu-
11
tuali. E tuttavia i numeri dicono Paese non si discostano molto dalla rity”: più flessibilità nella gestione del
che lo spazio per competere c’è an- media europea. Il sostegno alla glo- tempo di lavoro – sia per le imprese sia
cora. Dentro quella cifra di 13 mi- balizzazione è diminuito di 23 pun- per i lavoratori – e più sicurezza, ov-
lioni di nuovi posti di lavoro, e ne-
gli altri 51 milioni di posti di lavo-
ro che si libereranno soprattutto
ti, dal 67 al 44 per cento, tra il 2003
e il 2006, ma il livello di tale soste-
gno resta un po’ superiore a quello
vero tutele (sussidi, formazione) per chi
perde il posto e un welfare rafforzato
(gli economisti sostengono che è il mo-
per i pensionamenti, si presente-
ranno molte differenziazioni. In
medio dell’UE. Il picco più alto di sfa-
vore nei confronti dello sviluppo
dello vincente).
generale si avrà la conferma che le nel segno del capitalismo finanziario I GIOVANI
occupazioni dei lavoratori con bas-
sa qualificazione saranno ovunque
in netto declino, con rischi eleva-
tissimi di disoccupazione. Ma con-
temporaneamente la maggiore fles-
sibilità aumenterà la richiesta di
globalizzante si registrava nel 2006
in Grecia con il 74 per cento e in
Francia con il 61. Sempre in Francia,
nello stesso periodo, si è avuta la cre-
scita più marcata di “sfavore” nel vec-
Un altro segnale positivo verso la
globalizzazione arriva dai giovani.
Gli intervistati da Euro/barometro
sotto i 25 anni mostrano due tenden-
ze: sono leggermente più favorevoli al-
posti fortemente specializzati e ad
l’apertura rispetto agli adulti; oppure
alto contenuto di conoscenze.
Per i paesi europei si prevedono 8,5
milioni di posti in meno per lavori che
Un segnale positivo verso
la globalizzazione arriva
dai giovani... In effetti il futuro
rispondono “non so”. In altre parole,
non hanno ancora maturato una posi-
zione chiara e definita su questi temi.
richiedono solo l’istruzione obbliga-
toria. E viceversa quasi 12,5 milioni
in più per quelli che richiedono un’i-
d’Europa poggia solo su di loro
e sul loro entusiasmo. Sembra
siano i meno euroscettici e i più
favorevoli alla globalizzazione.
Ciò lascia importanti spazi aperti per
campagne informative pubbliche che
presentino alle nuove generazioni l’a-
struzione e formazione a livello ter-
pertura dei mercati in senso più favo-
ziario. Inoltre 9,5 milioni di posti in più
revole e sostengano i giovani nell’af-
per soggetti con una buona qualifica-
frontare le nuove sfide. A cominciare
zione a livello intermedio. Diventerà
dal più crudele dei costi della globa-
quindi concreto il rischio di una po-
lizzazione: l’impennata dei prezzi dei
larizzazione del mercato ai due estre-
prodotti alimentari di base, la più per-
mi opposti. In ogni modo, anche nel-
versa forma d’inflazione.
le occupazioni più elementari, come
(Continua)
BS NOVEMBRE 2008

2.2 Page 12

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F MA
Percorsi di microcredito per
ALL’ONU di Graziella Curti
IN FAVORE
DELLA DONNA
L’Istituto delle Figlie
di Maria Ausiliatrice
ha partecipato alla
Commissione sullo Status
della Donna-ONU con
una presentazione
12 interattiva di quattro
esperienze
di microcredito
e microeconomia,
realizzate in quattro
continenti diversi,
per l’empowerment
femminile.
‘‘sdiaailLdefgceaervovlfeulanooeprftrlipiFoeaeniMardceaanAeosuczlpstlicioenteaoigrttdIniiueneotzsdannitionzniatenoeie
siacdnidoeednanllalao“tpiioTluasermtrfiaotrideucGditrdteolaaaelcrlvmideroleeeovrdnnorii”ottt.tooim, e
La commissione sullo Status
della Donna-ONU è un organo
delle Nazioni Unite responsa-
bile di monitorare l’azione dei
governi riguardo all’attuazione della
piattaforma di Beijing e del docu-
mento finale dell’Assemblea Gene-
rale intitolato Donne 2000: Ugua-
glianza di genere, Sviluppo e pace
per il Ventunesimo secolo. La Com-
missione s’incontra ogni anno per
prendere in considerazione un tema
specifico. Nel 2008, si è riflettuto su
Finanziamento per l’uguaglianza e
il potenziamento delle donne. L’o-
biettivo della partecipazione delle
suore salesiane è stato quello di
NOVEMBRE 2008 BS
condividere l’esperienza maturata
nell’Istituto circa la significatività
del microcredito e la microimpren-
ditorialità. Ma, soprattutto, si è vo-
luto mettere in evidenza la dimen-
sione educativa delle esperienze, in
particolare la formazione al lavoro,
al cooperativismo e all’autofinan-
ziamento e lo sviluppo di una citta-
dinanza attiva.
NON SOLO PAROLE
New York, palazzo ONU, marzo
2008. Sullo schermo della sala riu-
nioni della Commissione sullo Sta-
tus della donna appaiono le immagi-
ni dei quattro Progetti presentati
dalle religiose salesiane. Non solo
grafici e statistiche, ma storie toc-
canti di promozione femminile, che
hanno il volto di quelle giovani sal-
vate dalla miseria, dalla malattia,
dal degrado attraverso percorsi di
autofinanziamento e microcredito.
Bernadette Tabu, Bijou per gli
amici, si fa testimonial del Café
Mozart di Kinshasa (Congo), un’i-
niziativa di microeconomia per le
giovani donne a rischio (vedi BS
aprile 2008). Susheela Nicholas,
FMA, racconta gli interventi a favore
delle Tribù del tè, in Assam, Nordest
dell’India. Qui le donne pagano il

2.3 Page 13

▲back to top
la promozione femminile.
prezzo di essere vittime dello sfrut-
tamento da parte dei loro datori di
lavoro, che le trattano quasi come
schiave. La paga giornaliera di una
bracciante permanente in una pian-
tagione di tè è di un dollaro ogni ot-
to ore di lavoro. Le braccianti diffi-
cilmente escono dai campi, giacché
la scuola, i luoghi di culto, il merca-
to e l’ambulatorio sono all’interno
della piantagione. Questo è il mec-
canismo usato dai proprietari per te-
nerle ghettizzate, di modo che non
imparino a far valere i loro diritti.
Accanto alle immagini sullo scher-
mo, la voce di suor Susheela ne su-
scita altre, che completano il quadro
del disagio. Ed è proprio in tale
contesto che sono iniziati i primi
passi delle religiose. Si sono avvici-
nate ai capi villaggio, hanno spiega-
to i vantaggi del microcredito e han-
no ottenuto, dopo lunghe discussio-
ni, di avvicinare le donne, che si so-
no attivate in gruppi di auto aiuto.
«Insieme abbiamo organizzato un
piano di azione verso il 2010. Il la-
voro ha avuto un progresso lento a
causa della scarsità di fondi, ma nel
2005 il Servizio Sociale Indo-Tede-
sco ci ha offerto un aiuto che ci ha
permesso di coinvolgere 100 gruppi
di donne in 6 villaggi».
NATALINA
E LA COOPERATIVA
SOCIALE
crescevo, guardandomi intorno, pro-
vavo sempre più rabbia e sempre più
compassione per chiunque vedevo
nel bisogno, nell’umiliazione. La
cosa che mi feriva di più (avevo al-
lora appena preso la patente e giravo
per lavoro sulle strade della periferia
di Milano), era il vedere tante ragaz-
ze giovanissime che stavano rovi-
nando la loro vita, prostituendosi per
bisogno di denaro.
Allora, insieme alla rabbia, mi è
cresciuta anche la voglia di entrare
Sull’albero del già famoso Nido in qualche movimento o organizza- 13
di Pavia, trasformatosi in questi ul- zione che si adoperasse per offrire
timi anni in Centro residenziale alla donna l’opportunità di impe-
educativo, le sorelle salesiane hanno gnarsi in un lavoro onesto, rispetto-
fatto spuntare nuovi fiori. Suor Na- so della dignità della persona, libe-
talina Marise, pioniera dell’opera, randosi da qualsiasi tipo di dipen-
ha realizzato, da poco, la Cooperati- denza. Su questa linea, noi della
va sociale, che appunto è stata pre- Comunità abbiamo fondato una
sentata all’ONU come esperienza pi- Cooperativa Sociale, per il commer-
lota nell’attività del microcredito. cio e l’artigianato. Abbiamo aperto
Aiutata dai ragazzi, cresciuti in co- un negozio e un laboratorio artigia-
munità e diventati suoi preziosi col- nale. Partecipiamo a mercati, e a
laboratori, suor Natalina ha raggiun- fiere, ma anche ad altro. Lo scopo è
to traguardi ritenuti impensabili.
quello di impegnarci in cose impor-
Un lavoro di rete, che ha visto a tanti, maturando nel senso del lavo-
New York anche il maggior collabo- ro, nella capacità di assumerci delle
ratore, Alban, un giovane albanese, responsabilità, al corretto uso del
che ha raccontato la sua storia spie- denaro e soprattutto all’iniziativa
gando il perché del suo trovarsi lì, in personale nel progettare e nel crea-
mezzo a tante donne. Fuggito dal re. Forse per questo, o forse perché
suo Paese quand’era ancora bambi- da cosa nasce cosa, vedo che si
no, è stato accolto ed educato dalle aprono nuove strade, prova ne è il
suore salesiane nel centro di Pavia. fatto che come Cooperativa siamo
Oggi frequenta l’università ed è pre- qui all’ONU, alla 52° sessione della
sidente della stessa Cooperativa. La Commissione sullo Status della
sua testimonianza ha commosso l’u- Donna, per l’empowerment proprio
ditorio, specie quando Alban ha vo- della Donna, siamo qui a presentare
luto spiegare il motivo del suo attua- la nostra esperienza e i nostri pro-
le compito: «A questo punto vi do- getti… E io sono qui come giovane
manderete che cosa c’entra questo Presidente della Cooperativa… So-
mio cammino personale con quello no tentato allora di suggerire a tutti
che stiamo dicendo oggi. C’entra! E di credere che spesso i sogni … si
mi spiego. Strada facendo mentre avverano!! ».
ٗ
BS NOVEMBRE 2008

2.4 Page 14

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P RIMA PAGINA
Carola Carazzone - VIS www.volint.it
EDUCARE
COME DON BOSCO
NELLE BANLIEUES
DELLA FRANCIA
Incontriamo père Jean Marie Petitclerc presso il Centro di Formazione “Jean Bosco”
di Lione che offre corsi di pedagogia, spiritualità e azione sociale
a educatori, insegnanti e animatori che vengono da tutta la Francia.
P 14
adre Petitclerc, salesiano
francese, autore di una
decina di testi di pedago-
ai 16 anni e la scuola serale per i
ragazzi dai 16 ai 25 anni. Per il
resto, l’équipe multidisciplinare
gia e di vari saggi, insegna
degli educatori di Valdoccò ope-
usando un metodo coinvol-
ra direttamente in strada e
gente e partecipativo. Sono le
incontra, accoglie e sostiene il
9 del mattino e père Petitclerc
ragazzo immigrato che nella
arriva direttamente dall’ospe-
banlieue vive in strada la mag-
dale dove ha passato la notte
gior parte della giornata e spes-
senza dormire con i “suoi”
so anche della notte, facendo
ragazzi, i ragazzi della ban-
mediazione familiare e socio-
lieue di Lione, coinvolti in una
educativa, integrata nei tre set-
feroce rissa in strada. È incredi-
ting chiave che tradizionalmente vengono invece
bile quest’uomo che vive in strada con i ragazzi figli presi in considerazione separatamente: famiglia,
di immigrati di prima e seconda generazione, crea scuola e strada. È il cuore dell’Europa, eppure anche
dal niente oratori in mezzo al cemento dei palazzo- qui ci sono ragazzi di strada, ragazzi che vivono
ni della banlieue francese e, allo stesso tempo, inse- con i familiari in stanze troppo piccole e sovraffolla-
gna all’università, scrive libri ed è membro del con- te per poterci studiare o giocare, ragazzi che vivono
siglio del Ministro per le periferie, ministero costitui- la vera povertà multidimensionale – economica, cul-
to 3 anni fa in Francia per far fronte ai gravi proble- turale, sociale – di cui ci parlano gli economisti,
mi sociali dei quartieri a rischio di Parigi, Lione, ragazzi che vivono la violenza e cercano modelli e
Bordeaux, Tolosa, Marsiglia. Dal 1995 pulsa di vita, valori diversi a cui appigliarsi.
nel cuore della Francia, a Parigi Argentieux – il
quartiere più violento della banlieue parigina –, una >> Il 5 gennaio 2009 apre il Valdoccò per i ragazzi
nuova Valdoccò (con l’accento alla francese), dove delle periferie di Lione e questa inaugurazione sarà di
un’équipe di 30 educatori salesiani con l’aiuto di auspicio e ispirazione per i lavori del Congresso Mon-
animatori e volontari educa alla maniera di Don diale che si terrà a Roma dal 2 al 6 gennaio 2009 de-
Bosco più di 600 ragazzi, per lo più musulmani di dicato a “Sistema preventivo e diritti umani” e in par-
origine magrebina, ma anche asiatici ed est europei. ticolare all’educazione ai diritti umani come educa-
zione alla responsabilità e alla cittadinanza mondiale
>> Valdoccò ha poche strutture, solo i locali in pre- responsabile come una delle forme più pregnanti oggi
fabbricati per il supporto scolare dei ragazzi dagli 8 di attualizzazione della pedagogia di Don Bosco. ٗ
NOVEMBRE 2008 BS

2.5 Page 15

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IL MESE
Savina Jemina
glio decide che dal
1° gennaio 1977
inizia la politica co-
mune sulla pesca. LE MONETE
4 novembre 1950: AI TEMPI DI GESÙ
a Roma, è firmata la
Convenzione per la salva-
guardia dei diritti dell’uo-
mo e delle libertà fonda-
mentali.
6 novembre 1991: la
Commissione decide di isti-
tuire un Ufficio europeo per l’aiu-
to umanitario.
9 novembre 1989: crollo del muro
Novembre di Berlino; la Repubblica democra-
tica tedesca (comunista) apre le
frontiere.
11 novembre 1980: a Madrid, si
apre la Conferenza sulla sicurez-
za e la cooperazione in Europa.
12 novembre 1985: firmato l’ac-
IL BESTIARIO DELL’ANTICO cordo di cooperazione tra la Cee
TESTAMENTO
e i Paesi firmatari del Trattato
I PASSERI DI TOBI
generale di integrazione economi-
ca centroamericana e Panama.
Il passero è l’uccello più diffuso del
nostro Paese. Presente in quattro
specie, in campagna e in città, è
14-16 novembre 1974: a Roma
si svolge la Conferenza mondiale
15
amato non soltanto per il cinguettio dell’alimentazione.
e la socievolezza, ma anche per- 19-21 novembre 1991: A Parigi,
ché si nutre di insetti nocivi all’agri- riunione di 34 capi di Stato e di
coltura, oltre che di semi e frutta. Governo della Conferenza sulla
Nella Bibbia è citato dieci volte. sicurezza e la cooperazione in
Nell’Antico Testamento, il caso più Europa (CSCE) e firma di una
noto riguarda Tobi, padre di Tobia: Carta per una nuova Europa.
si addormenta accanto a un muro 25-26 novembre 2003: a Vene- QUADRANTE
“ignorando che sopra di me, nel zia, Conferenza ministeriale sullo Come lascia intuire l’originale
muro, stavano dei passeri” (secon- sviluppo sostenibile nel settore nome latino “quadrans”, questa
do altre traduzioni, rondini); i loro della pesca.
moneta romana di bronzo vale un
escrementi cadono sui suoi occhi, 26 novembre 1997: la Commis- quarto di un’asse e, quindi, tre
provocandogli la cecità (Tb 2,10); sione adotta un “Libro bianco sul- once. Circola già ai tempi della
Tobi guarisce anni dopo grazie le fonti energetiche rinnovabili”.
Repubblica e dapprima reca
all’intervento dell’angelo Raffaele. 27 novembre 1990: l’Italia firma impresso sul diritto tre globuli (per
Nel Nuovo Testamento, Gesù cita i l’accordo di Schengen (Lussem- ricordare le tre once), poi chicchi
passeri come esempio dell’amore burgo).
di grano, cinghiali, mani e in
che Dio Padre ha verso gli uomini: 29 novembre 1978: la Commis- seguito la testa di Ercole, mentre
“Due passeri non si vendono forse sione esprime parere favorevole al rovescio è raffigurata la prua di
per un soldo? Eppure neanche sull’adesione della Spagna. Il 25 una galea. Nel 90 a.C., con l’ado-
uno di essi cadrà a terra senza novembre 1992, la Spagna ratifica zione del sistema semionciale, il
che il Padre vostro lo voglia” (Mt il Trattato sull’Unione europea.
quadrante è la moneta di minore
10,29 e 31; Lc 12,6-7).
30 novembre 1974: gli ac- valore. Tale resta anche con la
cordi della Comunità del carbo- riforma di Augusto, quando il qua-
LA NOSTRA
PATRIA EUROPA
ne e dell’acciaio con la Norve- drante rappresenta soltanto un
gia e con la Finlandia sedicesimo di oncia. Continua a
sono ratificati da tut- essere coniato sino ad Antonino
1° novembre 1993: entra
ti gli Stati membri ed Pio, imperatore dal 138 al 161
in vigore il Trattato sull’Unio-
entrano in vigore il d.C., cambiando spesso rapporto,
ne Europea.
1° gennaio succes- diametro (17-18 mm) e peso (da
3 novembre 1976: il Consi-
sivo.
2,5 a 1,7 grammi).
BS NOVEMBRE 2008

2.6 Page 16

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VIAGGI
LONTAN di Giancarlo Manieri
DALLASUATERRA…
Il figlio del cacico in
collegio nella capitale.
Un’altra realtà
tutt’al più come una grande ruca
collettiva, una specie di condominio
in cui tutto era e si faceva in comu-
ne. Si sentì, a tutta prima un po’
spaesato, guardato come un pezzo
Carlo Gardel, uno dei
maggiori cantanti
argentini, compagno
di Ceferino.
territoriale, un’altra
cultura, altre tradizioni.
raro. Lo affliggevano le occhiate cu-
riose dei compagni e alcune doman-
de inopportune che gli venivano ri-
EL GAUCHITO GIL
volte, come quella che gli fece un Attraversando le terre di Ceferino,
giorno a bruciapelo uno degli aspi- mentre andavo annotando la sua vi-
ranti, Michele De Salvo (che diven- cenda umana e quella della sua gen-
16
Ceferino si è dunque trasfe-
rito al Nord, fuori dalla
sua terra, dalla sua cultu-
ra, lontano dalla saggezza
terà salesiano), probabilmente senza
alcuna malizia, ma per pura curio-
sità: “Ceferino, che sapore ha la
carne umana?”. Una richiesta “fuo-
te, rimasi colpito da alcune edicole
che costeggiavano la strada. “Sono
altarini che ricordano Gauchito Gil
quelli infiocchettati di rosso, e la
degli anziani della sua gente. Solo ri luogo”, ma sufficiente a far capire Difunta Correa quelli con tante bot-
la religione – ormai penetrata anche al piccolo mapuche che di leggende tiglie d’acqua accanto”, spiegò il
tra gli aborigeni – gli era di confor- metropolitane sul conto della sua padre Santilli. Pregai allora Raúl, il
to. A Buenos Aires, presso il colle- gente ce n’erano anche troppe ed nostro paziente autista, di fermarsi,
gio Pio IX trovò nuovi amici, nuovi erano dure a morire. In collegio Ce- giusto il tempo di fotografare l’edi-
“lonco”/capi o, meglio, “superiori” ferino imparò un nuovo modo di vi- cola di Gil, apparsa in quel momen-
come li chiamavano lì (un vocabolo vere e di rapportarsi con gli altri, to al lato della strada, tutta bardata
totalmente nuovo per lui), ma senza scoprì come erano visti gli indigeni di rosso; la nicchia conteneva di tut-
pampa, senza boleadora, senza ru- e ascoltò giudizi su di loro. Non to: una croce, una sigaretta, dei fio-
ca: il collegio poteva apparirgli sempre favorevoli.
ri, dei soldi e altri gingilli… Raúl e
don Piero, un po’ l’uno e un po’
l’altro, me ne raccontarono la sto-
ria/leggenda. Antonio Mamerto Gil
Nuñez nacque nel 1847. Ebbe una
vita avventurosa fin da giovanissi-
mo. Innamoratosi di una giovane
vedova, venne perseguitato dal
commissario del paese, suo rivale in
amore. Sfidato a duello, Gil vinse
l’avversario, ma lo risparmiò; costui
in compenso continuò a rendergli la
vita difficile. Si arruolò allora nel-
l’esercito, per disertare poco dopo,
non condividendone la causa. Non
gli restò che darsi alla macchia, di-
venendo una specie di Robin Hood
NOVEMBRE 2008 BS
Attraversando le terre di Ceferino,
in macchina: come autista Ramon
e come guida il padre Piero
Santilli.

2.7 Page 17

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argentino che rubava ai ricchi per
dare ai poveri. Divenne famoso e ri-
spettato da questi e nemico acerri-
mo di quelli. Una pattuglia dell’e-
sercito lo sorprese mentre dormiva
all’ombra di un cespuglio. Fu cattu-
rato e durante il tragitto un soldato
gli tagliò la gola. Era l’8 gennaio
1878. Mentre stava per morire, Gil
rivolto al suo uccisore pronunciò le
L’edicola di Gauchito Gil.
ultime parole: “Quando tornerai a
casa, troverai tuo figlio malato. Se
porterai a Dio il mio sangue, lo tra-
sformerò in favori per la mia gen-
te”. Il militare trovò davvero suo fi-
glio morente. Tornò allora sul luogo
dell’esecuzione, seppellì il corpo
del gauchito, e lo pregò che salvasse
il figlio. Così avvenne. Da allora il
posto si trasformò in luogo di culto,
e le edicole, sempre listate di rosso,
simbolo del sangue versato da Gil,
si moltiplicarono un po’ dovunque,
adornate di bandiere, drappi, fiori…
glioletto di pochi mesi per riunirsi al
suo congiunto. Siamo attorno agli an-
ni Quaranta del XIX secolo. Durante il
cammino nel deserto il sole implaca-
bile, la sete, la stanchezza ebbero il
sopravvento. Cadde in cima a un pic-
colo colle nella provincia di San
Juan. Prima di morire, offrì ancora
una volta la mammella al suo piccolo
per nutrirlo. Fu trovata così, lei già
morta e il bimbo che succhiava il suo
ultimo latte. Assunta subito nell’im-
Un altarino della Defunta Correa
con bottiglie d’acqua per
i pellegrini.
siana, dove egli poté sfoggiare la sua
abilità di cavallerizzo, di tiratore con
l’arco, ma anche di pastore di man-
LA DIFUNTA CORREA
Poi don Piero passò al secondo rac-
conto. Una serie di altarini che segna-
no di tanto in tanto i bordi delle stra-
de della meseta patagonica e soprat-
tutto della pampa al Nord, sono dedi-
cate a María Antonia Deodolinda
Correa, donna di fine bellezza e
grande aplomb. Moglie di don Pedro
Correa, quando il marito fu reclutato
dall’esercito, ella per sfuggire ai pre-
tendenti e alla fame partì con il fi-
maginario popolare a tragica eroina,
la gente iniziò a visitare la sua tomba.
Vi costruirono perfino un santuario,
dove i contadini ancor oggi vanno a
pregarla per i loro raccolti. I viandanti
la considerano protettrice del cammi-
no e la ricordano con edicole lungo le
strade del deserto, presso le quali de-
pongono bottiglie d’acqua per i pelle-
grini che le percorrono. Anche la de-
funta Correa è considerata, come il
gauchito Gil, una santa e ha schiere
di devoti. Ovviamente la Chiesa la
considera una superstizione.
drie e di greggi e lavoratore; usava
zappa e forca con disinvoltura, face-
va lunghe cavalcate, assisteva e inse-
gnava ai suoi compagni che avevano
più o meno la sua età. Proprio a Uri-
belarrea un suo coetaneo poi diventa-
to salesiano, padre Leopoldo Rizzi,
gli ha scolpito un monumento in cui
lo raffigura vestito come usava quan-
do viveva presso la sua tribù a Chim-
pay. Tornato al Pio IX, Ceferino con-
tinuò a irrobustirsi in bontà ma a de-
perire in salute. Impressionava i
compagni per la sua pietà, la forza di
17
Ceferino certo non conobbe que- sopportazione, la generosità; preoc-
ste storie ammantate di leggenda, si cupava invece i superiori per l’ineso-
sa che divennero solo molto più tar- rabile declino del suo stato fisico.
di di dominio popolare, anche tra i Nel 1901 era entrato in collegio un
suoi mapuche.
nuovo alunno, Carlos Gardel, che di-
venne molto amico di Ceferino es-
GLI AMICI DEL COLLEGIO
sendo ambedue dotati di una splendi-
da voce e primi cantori nel coro del-
Il piccolo “principe della pampa”, l’istituto. Carlos divenne il più cele-
però, aveva ben altre preoccupazioni. brato cantante argentino, tanto che
Proprio in collegio a Buenos Aires nel 2003 dall’Unesco fu dichiarato
cominciò il suo calvario: la TBC ivi “Patrimonio Culturale dell’Umanità”.
contratta cominciava a devastare la Ebbe vita avventurosa e morì carbo-
sua salute, tanto che i superiori deci- nizzato in uno scontro del suo aereo
sero di mandarlo in vacanza a Uribe- in fase di decollo, a Medellin, il 24
larrea presso la scuola agricola sale- giugno 1935.
Nel 1903 Ceferino andrà a Vied-
ma, divenendo così aspirante salesia-
Il piccolo altarino con la statuetta
del gauchito, una preghiera una
croce, una sigaretta, dei soldi…
no. Ma il destino e i programmi di
Dio avevano già pensato a un’altra
strada per il figlio della pampa. ٗ
BS NOVEMBRE 2008

2.8 Page 18

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ATTUALITÀ
Aldo Spranzi dice e scrive di aver scoperto
MANZONI
ATEO? di Severino Cagnin
Citazioni, opinioni e le
troppe insinuazioni del
prof. Spranzi, ordinario
di economia dell’arte
all’università di Milano,
sul più grande scrittore
cattolico, che egli
descrive come travestito
da cattolico, ma in
18 realtà era tutt’altro.
Monumento di Manzoni
a Lecco, sul davanti i protagonisti
dei Promessi Sposi: Renzo
e Lucia.
NOVEMBRE 2008 BS
L’ultimo intervento, del pro-
fessor Spranzi su Manzoni
(L’altro Manzoni, Aldo
Spranzi, ed. Ares 2008) ha
suscitato un polverone. Tra le tante
altre cose egli scrive: “Nulla di que-
sto personaggio corrisponde alle ap-
parenze”. Nulla è molto grave e an-
che difficile da realizzare per ogni
persona. “Qualcosa stagnava in lui
che somigliava a una congenita
doppiezza”, scrive invece il critico
Ferruccio Ulivi. Il che è ben diverso
dalle affermazioni assolute dell’au-
tore di L’altro Manzoni. Le prove
portate da Spranzi sono molte e, ci
pare, non connesse tra loro. Ne sce-
gliamo quattro.
>> Prima. Il professore affer-
ma che la vita di Manzoni fu
“misteriosissima”. Bastava “mi-
steriosa” senza il superlativo
assoluto. Il fatto della pubbli-
cazione di numerose biografie
in numero superiore a tanti al-
tri personaggi, sta a dimostrare
che proprio “misteriosissima”
non fu. E poi tutta la vita fu
misteriosa, o solo qualche pe-
riodo?
>> Seconda. Si afferma
che “la conversione resta il
punto più oscuro” e che “i
convertiti sono solitamente
loquaci: ci tengono a rac-
contare la loro straordinaria
avventura spirituale…”. In-
vece nella storia dei con-
vertiti di tutti i tempi è do-
cumentata una grande dif-
ferenza. Le generalizzazio-
ni sono sempre pericolose:
allontanano dalla verità.
>> Terza. Circa la crisi che soffrì il
Manzoni a 32 anni, secondo Spranzi
La copertina del libro di Spranzi:
due Manzoni uguali e
contrapposti… Ma se sono uguali
non sono contrapposti.
“non si sa nulla”, e accetta l’ipotesi
secondo cui “era andato indietro in-
vece di procedere avanti… nel suo
itinerario religioso procedeva come i
gamberi”. Ma l’agiografia documen-
ta per tutti i santi periodi di crisi di
fede, che furono per loro una matu-
razione purificatrice, non una perdi-
ta. Madre Teresa di Calcutta docet!
>> Quarta. L’opera del 1818, Le
osservazioni sulla morale cattolica,
è liquidata con affrettati giudizi: “ba-
sterà dire che l’operazione dell’apo-
logeta in erba lascia allibiti gli stessi
biografi devoti per la coesistenza di
un gran numero di sconcertanti difet-
ti”. Oggi, però, la storia della lettera-
tura italiana esprime un giudizio
molto positivo sull’opera. Gilda
Sbrilli: “Il Manzoni difende la Chie-
sa e la morale cattolica dalle accuse
mosse contro queste da uno storico
svizzero, Sismondo dei Sismondi,
che le riteneva responsabili della de-
cadenza e della crisi politica dell’Ita-
lia. Vi si esprime il profondo convin-
cimento della santità della dottrina
della Chiesa, in quanto perfettamente
conforme allo spirito del Vangelo”.

2.9 Page 19

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il vero Manzoni: un ateo travestito da cattolico.
ALLA RICERCA
DEL MOVENTE
contrario; basta rileggere la finale
dell’Addio, monti, la commovente
scena de La madre di Cecilia, la notte
Per dimostrare che Manzoni fu un di Lucia e dell’Innominato, ecc.
“impostore”, cioè uno che scrive un ro-
manzo cattolico e invece segretamen-
te è ateo, l’autore in 124 pagine co-
struisce una specie di giallo. Tra i so-
spetti scivolati in insinuazioni per di-
ventare prove ne accenniamo cinque.
>> Quinto. Spranzi afferma addirit-
tura “la inconsistenza teologica del
romanzo”, e sottolinea il comporta-
mento contraddittorio di tutti i per-
sonaggi, a cominciare da don Ab-
bondio che definisce non solo vile
Chiesa di san Babila a Milano
dove fu battezzato l’8 marzo 1785
Alessandro Manzoni.
mento di una certa apologetica man-
>> Primo. La contraddizione tra
una vita pubblica senza alcun impe-
gno né politico né religioso e una
vita privata del tutto domestica. Ma
si parla degli ultimi trenta anni, pe-
riodo in cui ha accettato solo onori-
ficenze formali, senza particolare
partecipazione politica. Questo pro-
va poco o nulla.
>> Secondo. “Quanto alla vi-
ta privata, Manzoni è rimasto
per tutta l’esistenza rintanato… con
ma per certi versi criminale, a padre
Cristoforo un opportunista, al cardi-
nal Borromeo un ambizioso, a Lu-
cia un’ignorante superstiziosa, e via
scrivendo… È il suggello a una vi-
sione nichilista che impedisce all’e-
sperienza religiosa dei protagonisti
di manifestarsi e produce un effetto
caricaturale della Provvidenza. Illa-
zioni, tutt’altro che convincenti. An-
che se resta vero che taluni aspetti
del Manzoni, ancora poco chiari,
vanno studiati e approfonditi.
zoniana. Spranzi, poi, tende a sovrap-
porre la personalità dell’autore Manzoni
a quella del narratore, arrivando a con-
clusioni niente affatto condivisibili…
Manzoni offre una visione drammati-
ca del cristianesimo, che può risultare
complessa. Da qui però a definire il li-
bro l’opera cristiana di un finto con-
vertito, ce ne passa”. E Gianandrea De
Antonellis: “Un lavoro ben riuscito, se
per quasi due secoli nessuno si è accorto
del romanzo nascosto che giaceva sot-
to la favola bella della Provvidenza che
aiuta due sfortunati giovani
un rapporto patologico con
la madre… Isolamento
egoistico rispetto a moglie
e figli… in opposizione a
un’intensissima pietà este-
riore”. È richiamata la sua
N elle Memorie Biogra-
fiche si fa menzione
di Manzoni nel volume IV
a pag. 128 dove si parla
del viaggio di Don Bosco
sarebbe avvenuto a Lesa,
dove lo scrittore si trovava
in villeggiatura. Nel volume
V a pag. 502 si dice che
Don Bosco lodò i
lecchesi… Rimane il dub-
bio, nonostante l’esplicita
negazione, di trovarsi di
19
fronte a un sia pur pregevole
divertissement ”.
“L’autore, 75 anni, ve-
frequenza quotidiana alla
a Stresa, accompagnatovi Promessi Sposi con
neto, arrivato a Milano
messa e ai sacramenti. È
nella sua carrozza dal
qualche riserva. Non si
per completare gli studi
morto, conclude Spranzi,
marchese Arcorati, che gli trattenne, il Santo, dal
tecnici, poi docente ordi-
“in seguito a una caduta sui
gradini di una chiesa”.
Contraddizioni o incoeren-
ze non sono la prova del-
propose una visita al
Manzoni, subito accettata
dal Santo. L’incontro,
secondo don Lemoyne,
“biasimare altamente il
ritratto che ci porge di don
Abbondio e della sgraziata
Gertrude”.
nario nella facoltà di
Scienze Politiche della
Statale, scrive: “Il fatto di
non provenire da studi
l’ateismo di un individuo,
umanistici è stato solo un
tanto meno del Manzoni.
vantaggio. Mi ha evitato
>> Terzo. Il confronto tra le sue
opere, che sono di genere letterario
LA CRITICA DI FRONTE
AL DOPPIO MANZONI
sovrastrutture, metatesi, biografie. E
pregiudizi”. È possibile che la man-
canza di cultura diventi un vantag-
diverso. L’ultimo trentennio (1843-
1873) non è contrassegnato da atti-
vità creative, né in prosa né in poe-
sia, ma rispecchia il suo interesse
storico e linguistico. Spranzi fabbri-
ca castelli in aria alla ricerca del
movente segreto tra una fede falsa-
mente esibita nelle opere poetiche e
una realtà atea delle ultime opere.
Invece ci sono molti autori nella
I critici sono rimasti molto perples-
si, anzi sbalorditi di fronte a queste tesi
o presunte prove. Giorgio Di Rienzo:
“Che la fede di Manzoni sia proble-
matica è un fatto, ma da qui a imma-
ginare una vita tanto contorta il passo
è stravagante”. Ermanno Paccagnini,
manzonista di chiara
fama: “E così, di de-
molizione in demolizio-
gio? Se assumiamo questo principio
per apprezzare il più possibile L’altro
Manzoni, non riusciamo ad andare
oltre le prime delle sue 342 pagine. ٗ
storia della letteratura che, dopo ne, del romanzo non ri-
aver espresso il meglio, non scrivo- mane più nulla. Neppu-
no più opere, almeno di quel livello. re la cornice storica. Dico
>> Quarto. La “debolezza poetica
delle parti religiose del romanzo”.
Ma ad altri critici sembra proprio il
soltanto che il metodo
applicato, quello cioè di
isolare i singoli personaggi dal conte-
sto storico, non è altro che il rovescia-
Le vecchie banconote da 100mila
lire con la figura di Alessandro
Manzoni.
BS NOVEMBRE 2008

2.10 Page 20

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LAETARE
ET BENEFACERE…
AFORISMI di Francesco Ferrara
1) I complimenti sono un modo elegante per risarci-
re una persona.
2) Vorremmo seppellire i vivi; ma dobbiamo seppel-
lire i morti.
di Aloi & César
20
NOVEMBRE 2008 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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BOX
redazionale
IL CALENDARIO
pilastri del suo sistema pre-
ventivo sono, come ormai tut-
Il calendario salesiano 2009, ti sanno, ragione, religione,
come ormai da molti anni, co- amorevolezza, Per cui si può
stituisce un ulteriore commen- senza ombra di dubbio affer-
to e ampliamento
mare che l’edu-
della Strenna che
cazione per
ogni anno il Ret-
il Santo dei
tor Maggiore dei
giovani mi-
salesiani lancia a
rava in ulti-
tutta la numero-
ma analisi
sa Famiglia Sa-
alla salvez-
lesiana, al Mo-
za della loro
vimento Giova-
anima, cioè a
nile e agli amici
liberarli dal
di Don Bosco.
male per farli
La Strenna del
2009 riguarda
camminare
sulle vie di
Sopra: l’arcivescovo
monsignor Angelo
proprio la Fa-
miglia Salesia-
na come va-
Dio. I 12 temi
in cui è sta-
ta suddivisa la
Amato, salesiano.
A fianco: il Cardinale
Saraiva Martins.
sto movimen-
strenna di me-
to di persone
(sono 23 grup-
se in mese ver-
ranno presen-
CITTÀ DEL VATICANO
della Congregazione per le
cause dei Santi”, dopo la ri-
pi ufficiali, al-
tati e commen- AVVICENDAMENTI
nuncia del cardinale José Sa-
cuni risalen-
tati nell’artico- IN CURIA
raiva Martins, per raggiunti
ti allo stesso
Don Bosco, e una quaranti-
na in attesa di riconoscimen-
to), per l’educazione dei gio-
vani. Nel gergo di Don Bo-
sco il termine educazione
aveva un’accezione ampia: i
lo di fondo del-
lo stesso rettor
maggiore don Pacual Chávez,
e illustrati dal corrispondente
disegno del pittore Umberto
Gamba, a pagina 2/3 del Bol-
lettino Salesiano.
Monsignor Angelo Amato,
salesiano, finora segretario
della Congregazione per la
dottrina della Fede, lo scorso
luglio è stato nominato da pa-
pa Benedetto XVI “Prefetto
limiti di età. Già decano, poi
vicedirettore della Pontificia
Università Salesiana (UPS) di
Roma, era poi succeduto al-
l’allora cardinale Tarcisio
Bertone.
21
BREVISSIME DAL MONDO
PAVULLO DI MODENA,
ITALIA. Domenica 19
maggio u.s. si è chiuso il
processo diocesano sulla
vita, le virtù e la fama di
santità dei servi di Dio, co-
niugi Sergio Bernardini e
Domenica Bedonni, esem-
pio di un matrimonio cri-
stianamente vissuto. Dei
10 figli, 8 si sono consacra-
ti al Signore: due sacerdoti
e sei suore. Un’altra cop-
pia, dopo i coniugi Quat-
trocchi, verso gli altari.
CITTÀ DEL VATICANO.
Mezzo secolo fa moriva Pio
XII a Castelgandolfo il 9
Ottobre 1958. La Chiesa
deve molto a questo suo
grande servitore. Se si esa-
minano le minute delle di-
scussioni dei Padri conci-
liari il suo nome viene citato
in 1500 interventi. Anche
nelle note dei documenti
conciliari papa Pacelli è ci-
tato più di 200 volte.
CASTEL GANDOLFO. L’or-
chestra sinfonica dell’Euro-
pa Unita, diretta dal M°
Gerard Oskamp il 6 agosto
u.s. ha offerto al Papa, in
vacanza nella sede estiva
dei papi, un concerto che
ha voluto essere un omag-
gio anche alla memoria di
Paolo VI, nel trentennale
della sua morte, che avven-
ne proprio a Castel Gan-
dolfo lo stesso 6 agosto
1978. L’orchestra è compo-
sta da professori italiani,
tedeschi, olandesi, belgi,
francesi, ecc.
CITTÀ DEL VATICANO.
Nel luglio scorso, papa Be-
nedetto XVI ha annunciato
per il 210 una nuova osten-
sione del famoso lenzuolo
sindonico di Torino. E già
fervono i preparativi. Studi
e ricerche sul telo funerario
più famoso del mondo non
si sono mai fermati, ma il
suo mistero resiste imper-
territo anche alle indagini
più sofisticate della scienza.
E se davvero quelle im-
pronte dovessero essere
quelle di Gesù, probabil-
mente non si arriverà mai a
una conclusione certa.
ASUNCIÓN, PARAGUAY.
A fine luglio papa Bene-
detto ha concesso la ridu-
zione allo stato laicale al
vescovo Fernando Lugo,
eletto presidente del Para-
guay. Poiché è stato il po-
polo a volerlo come guida
civile, la sua condizione di
“chierico” non era compa-
tibile con la presidenza
della Repubblica. Monsi-
gnor Lugo ha chiesto per-
dono alla Chiesa cattolica
per il dolore provocato
dalla sua disobbedienza al-
le leggi canoniche e il Papa
da parte sua lo ha esortato
a condurre una vita coe-
rente con il Vangelo.
BS NOVEMBRE 2008

3.2 Page 22

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Giuseppe
Morante
“PUENRTMEOMRPIORE”
L’ULTIMO VIAGGIO
FEDE E RAGIONE
ALLARGARE
ICOGONMLOAPRLEAAVNOFEZLADEE…
Consigli
GLI ORIZZONTI
CONOSCERE
per chi accompagna
DELLA RAZIONALITÀ
I CRISTIANI
alla fine della vita
Consigli I discorsi
di David Self
di Nicoletta Ghilotti
per l’Università
ELLEDICI, Leumann (To)
Effatà Editrice, Cantalupa (To) di Benedetto XVI
Messaggero (Padova)
2008, pp. 160
di Lorenzo Leuzzi
VELAR (Verona), 2008
Paoline, Milano, 2008
pp. 128
Il volume analizza la tappa pp. 110
finale del viaggio terreno
Un terzo della popolazione
dell’uomo, dove ognuno
mondiale si considera cri-
porta la propria valigia di
stiano, ma la cultura corren-
paure, dolore, problemi...
te e talvolta gli stessi cristia-
MORALE
PER RAGAZZI
I temi dimenticati
di Armelle Barrès
ELLEDICI, Leumann (To)
2007, pp. 32
Ma “insieme” i pesi da por-
tare passano di spalla in
spalla, facendosi più legge-
ri e diventa più facile por-
tarli. “Insieme” si affrontano
i passi più duri, ci si inco-
raggia, ci si supporta, ci si
ni conoscono poco il cristia-
nesimo. Molti disinvolti ac-
cusatori e polemisti da sa-
lotto televisivo denunciano
errori e crimini del tutto im-
maginari e infondati. Il libro
si offre come un’occasione
IO CE LA FARÒ
scambiano affetto ed espe-
per una conoscenza più og-
Le qualità umane
rienze, ci si incita e si arri-
gettiva del cristianesimo, at-
per diventare adulti
va alla meta… Il libro af-
traverso un’ampia introdu-
di Jennifer Moore-Mallinos fronta le tematiche della
zione alla storia, alla fede e
22 ELLEDICI, Leumann (To) malattia cronica, della mor-
2007, pp. 48
te, del lutto, del ricordo.
alle tradizioni della religione
di Cristo. L’impaginazione
Vuole essere un manuale
(con cartine, grafici, fotogra-
Questi due agili volumetti di consigli per chi deve ini-
fie e illustrazioni) ne rende
vogliono aiutare gli edu- ziare l’avventura di assiste-
piacevole la lettura. Il testo
catori a far recuperare
certi valori che oggi sem-
brano quasi scomparsi e
che appartengono alla
base comune della vita
serena per se stessi e
per gli altri. Lo scopo del
primo è quello di formare
la mente e il cuore dei ra-
gazzi nella responsabilità
morale, attraverso la pra-
tica dei principi dell’ugua-
glianza, del rispetto della
persona, del valore del
lavoro, della necessità di
vivere in armonia con gli
altri e con il mondo, in cui
questi valori sono molto
ignorati e calpestati. Il se-
condo presenta alcune
delle qualità umane che
servono per imparare ad
essere persone adulte.
Genitori, animatori, cate-
chisti ed insegnanti vi tro-
vano del buon materiale
che può servire nei loro
compiti educativi, oggi
abbastanza “difficili”.
re una persona allo spazio
finale. Oggi si pensa che
nella morte ci sia soltanto
orrore e sofferenza inutile.
Invece è il momento culmi-
nante della nostra vita, che
le dà senso e valore.
L’invito del Papa prende
l’avvio dalla preoccupazione
per le sorti dell’uomo im-
merso nella storia. È l’appel-
lo profetico a far ripartire il
dialogo tra fede e ragione,
in modo che esse non siano
più confinate nel mondo del
formalismo estetizzante, ma
in cammino verso i nuovi
traguardi dell’esistenza. Non
è il tempo del pessimismo o
della sfiducia: fede e ragio-
ne hanno ancora molto da
indagare, perché l’uomo e
Dio non sono astrazioni, ma
realtà la cui legge di vita è
l’amore. Anche se la ragio-
ne raggiungesse la pienez-
za della conoscenza, non
potrà mai spegnersi nell’uo-
mo la coscienza di essere
costruttore della storia, così
come nessuna azione etica
potrà appagare il desiderio
di Dio di avere ogni essere
umano accanto a sé. La for-
za della fede aiuta la ragio-
ne e viceversa.
è molto adatto perciò alla
consultazione per i lettori
appartenenti a qualsiasi re-
ligione e anche non creden-
ti. E soprattutto a quanti vo-
gliano accostarsi alla realtà
del cristianesimo per quello
che rappresenta nel mondo
attuale.
NOVEMBRE 2008 BS

3.3 Page 23

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IN PRIMO PIANO
redazionale
Sig.
CLAUDIO MARANGIO sdb
Salesiano laico.
Già economo dell’ispettoria
piemontese, eletto Economo
Generale dal XXVI Capitolo
dei salesiani.
• Signor Marangio, lei costituisce la novità del XXVI Capitolo Ge-
nerale dei salesiani: per la prima volta un salesiano laico regge il di-
castero dell’economia. Come si sente nel ruolo? Che ne pensa della
sua elezione?
L’impatto iniziale è stato duro e il “tirocinio” non è finito, ho ancora
molto da imparare. Penso che il Capitolo abbia voluto lanciare un mes-
saggio alla Congregazione, a prescindere dalla mia persona, un segnale
di riconoscimento e di attenzione nei confronti della vocazione del sale-
siano coadiutore.
• Che cosa ne dice della scelta di un “tecnico” – come è lei consideran-
do la sua laurea in economia e commercio – al posto di un “politico”?
L’economo generale è anzitutto un consigliere generale, affianca il
Rettor Maggiore nell’animazione e nel governo come incaricato di un
particolare settore: l’amministrazione e gestione dei beni, con una spe-
ciale attenzione alle Ispettorie. Il mio essere ”tecnico”, nel senso di pro-
venire dal “settore”, mi facilita, soprattutto nel trattare le questioni più
tecniche; ma so che non devo fermarmi a queste.
• Le appare difficile conciliare i suoi doveri istituzionali con quelli
religiosi?
Non nascondo le difficoltà. La tentazione, infatti, è di cercare Dio solo
nei momenti istituzionali, mentre la nostra tradizione ci porta a incontrare
Dio attraverso le persone e le “cose” di ogni giorno. Quindi, penso di non
avere più difficoltà di quelle di qualsiasi altro confratello.
• Lei non è nuovo a questo incarico; in confidenza, è facile fare l’e-
conomo?
La complessità delle questioni da affrontare lo rendono un incarico
impegnativo e delicato. Ma in questi anni sono cresciute la presenza e la
collaborazione di laici esperti in materia che affiancano l’economo ge-
nerale e con i quali si instaurano rapporti di profonda stima e reciproca
fiducia fino a una vera e propria fidelizzazione e adesione da parte loro
nei confronti della stessa missione salesiana.
• Quali sono, secondo lei, le priorità di un economo generale?
Penso si debba preoccupare di aiutare i confratelli – in primis gli eco-
nomi ispettoriali – a conciliare l’uso di quello di cui si dispone con le
esigenze della missione e la pratica della povertà religiosa.
• Come concilia soldi e povertà religiosa?
Cerco di ispirarmi all’esperienza di Don Bosco, alla sua capacità di re-
stare libero di fronte ai beni, confidando sempre nella Provvidenza. Egli –
proprio per citare Don Bosco – era solito dire che la “povertà bisogna
averla anzitutto nel cuore per praticarla”. Forse in questo sta il “segreto”
del riuscire a conciliare “soldi” e povertà religiosa.
ÉMIL E REMY
Tutti e due di 9 anni, tutti e
due con le bolle ai piedi: so-
no scappati dai loro tuguri in
campagna per rifugiarsi in
città. Nessuno li ha fermati
perché non hanno più nessu-
no, sono orfani di guerra, se-
parati dalle loro famiglie e
dai parenti. Perciò nessuno si
è minimamente preoccupato
di cercarli. Così un po’ av-
venturosamente hanno rag-
giunto altri 1500/2000 bam-
bini, più o meno disperati co-
me loro, che battono le strade
di Kigali adattandosi a tutto.
Vivono di quel che riescono
a trovare, un po’ offrendosi a
chiunque per svolgere qual- 23
che semplice servizio, un po’
chiedendo l’elemosina per
raccattare qualche spicciolo o
del cibo, un po’ rubacchian-
do, un po’ recapitando lette-
re, un po’ rovistando nella
spazzatura, un po’ lavorando
sotto certi padroni che li
sfruttano senza pietà. Ad
Émil e Remy tutto sommato
non è andata così male, per-
ché dopo qualche mese di
quella vita infraumana gli
uomini dell’Unicef con “Sa-
ve the Children” li hanno tro-
vati e portati via dalla strada.
Non erano ancora entrati del
tutto nel giro maledetto. Per
loro fortuna.
BS NOVEMBRE 2008

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