Bollettino_Salesiano_200810

Bollettino_Salesiano_200810

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Mensile - Anno CXXXII - nr. 9
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 9/2008
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Ottobre 2008

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Umberto Gamba
MGS Triveneto

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Ottobre 2008
Anno CXXXII
Numero 9
Mensile - Anno CXXXII - nr. 9
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 9/2008
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Ottobre 2008
Don Bosco a poco più
di quarant’anni
(foto archivio storico salesiano).
L’OBIETTIVO DEL PEPS
Le attese dei giovani si presentano
differenziate. Molti si trovano lontani
dalla fede quasi inconsapevolmen-
te. Altri vivono una religiosità debo-
le, con una pratica religiosa occa-
sionale. In tutti però è possibile
scorgere un bisogno di verità, di
liberazione, di crescita umana, e il
desiderio, anche se implicito, di una
più profonda conoscenza del miste-
ro di Dio. Quindi, nella prospettiva
di un’educazione che evangelizza e
di un’evangelizzazione che educa,
l’obiettivo del PEPS è che ogni gio-
vane arrivi alla sintesi fede-cultura
nella propria vita: maturare una
fede che costituisca il valore centra-
le della persona e della sua visione
del mondo, sia aperta a tutte le sfi-
de culturali, impegnata a tradurre
nella prassi la propria scelta di
valori; che stimoli e approfondisca i
processi di promozione delle perso-
ne secondo il modello del Vangelo.
Veramente il PEPS è l’espressione
del Sistema Educativo di Don
Bosco in questo tempo, la media-
zione storica e lo strumento opera-
tivo attraverso il quale Don Bosco
vuole manifestare la sua passione
per la salvezza della gioventù e
realizzare il sogno di fare di ogni
giovane “un onesto cittadino e un
buon cristiano”.
ٗ
1 CG24 5.
2 La Pastorale Giovanile Salesiana, Ro-
ma 1998, p. 26.
3 F. MOTTO, Ripartire da Don Bosco, LDC
2007, p. 76.
4 Cfr. F. MOTTO, op.cit., p. 76.
In copertina:
L’amicizia non deve
essere un problema ma
una risorsa; è comunque
materia grande e delicata
che impegna genitori
ed educatori allo spasimo.
Foto: Cipriano Demarie
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Quo vadis Europa? (22)
di Silvano Stracca
MISSIONI
14 Cronaca di una bella realizzazione di A. Ela Enam e J. Beraud
VIAGGI
18 L’esclusione
di Giancarlo Manieri
EVENTI
20 Bertie Gran Maestro / Doctor speculativus
di R. Saccarello
INSERTO CULTURA
23 Teatro espressione di una comunità
di Michele Novelli
FMA
28 Buone notizie in periferia
3
di Maria Antonia Chinello
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Li-
bri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… –
38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti –
43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
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SALESIANO
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Direttore <gmanieri@sdb.org>
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web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS OTTOBRE 2008

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RIBALTA
di Gionata Di Cicco
G IOVANI
NAUFRAGHI
La polizia di Tripoli ha recuperato un solo sopravvissuto,
e solo 40 corpi inanimati dei 150 migranti che il 7 Giugno 2008
erano al largo della costa libica. Naufraghi e immigrati…
due vocaboli che stanno diventando sinonimi.
L’L’ennesimo giro di vite ingoiato dal
mare. Le statistiche parlano di almeno
3000 vittime nel solo canale di Sicilia
dal 1990 a oggi esclusi i dispersi. Ad
attraversare il mare sono giovani come
noi, ragazzi e ragazze che spesso
presenza di extracomunitari sono stati
ambigui e di difficile gestione. La
prima legge organica
sull’immigrazione è del 1998. Si sono
avvicendati sino a oggi, attraverso
differenti legislature, tentativi fruttuosi
hanno meno di 30 anni. Nessuno è in
quanto incompleti per migliorare
grado di dire con certezza quante vite
l’approccio legislativo al fenomeno
umane si perdono nel viaggio verso migratorio. Il 24 giugno 2008 al Senato
l’Eldorado che non c’è. Analisi
è stato approvato il pacchetto
dettagliate dell’UNHCR contano, nel
sicurezza, dove viene anche
solo 2007, 12.200 persone giunte via contemplato il reato di immigrazione
mare a Lampedusa. Tale cifra
clandestina. Le leggi del mondo
costituisce oltre il 60% delle 20.000
politico cercano di interpretare le
persone arrivate nello stesso periodo
tensioni presenti tra i cittadini,
5 su tutte le coste italiane. Noi giovani riflettendo le varie sensibilità di fronte
siamo indignati di fronte a queste
a un fenomeno complesso e a tratti
tragedie e vogliamo cercare di
inquietante come l’immigrazione
riconoscere un volto umano tra le clandestina. Del resto la storia insegna
nude braccia tese dei naufraghi che
come solo in maniera convulsa siano
chiedono aiuto o asilo politico.
nate dal crogiolo di popoli forme
Le cause dell’esodo annoverano: sociali più o meno stabili. Noi giovani
guerre, carestie, persecuzioni religiose vorremmo un mondo, dove si agisca
e soffocanti debiti economici che
sulle cause economiche che
inducono intere economie nazionali al costringono tanti ragazzi a fuggire la
collasso. Circa 100 mila persone dalle
povertà. Non è solo ricacciando in
aree sub-sahariane annualmente mare i clandestini che si potrà arginare
attraversano il deserto in viaggi di
un fenomeno dalle proporzioni
morte, per arrivare stremati nei paesi
transnazionali. L’Europa non può
del Maghreb dove sovente sono
diventare una fortezza assediata.
rinchiusi in centri di detenzione
Vorremmo poter parlare di questi
disumani. Solo una parte di loro osa
ragazzi in fuga non come la storia di
attraversare il Mare Nostrum con
uomini infami, ma come una risorsa.
imbarcazioni clandestine. I traghettatori,
Del resto sui banchi di scuola il 5%
tremendi come Caronte, ricavano da degli alunni è straniero. Il futuro sarà
questi uomini in fuga centinaia di
multietnico. Dall’altra parte vanno
milioni di euro. Dopo la decimazione
assolutamente compresi anche gli
per gli stenti, queste orde giungono atteggiamenti di paura di tanti italiani,
stremate sulle coste dello Stivale.
specialmente lì dove
L’Italia è stata a lungo un paese di l’extracomunitario arricchisce la zona
emigrazione, e di emigranti, ma solo
d’ombra di criminalità e illegalità.
con un’impennata incredibile negli Un’integrazione senza regole diventa
anni Novanta, è divenuta meta dei
disintegrazione. L’ingresso
sogni di masse in fuga dal sud e
sconsiderato è pura demagogia. Per
dall’est del mondo. La globalizzazione l’agire di noi giovani cristiani di fronte
ha incentivato i flussi migratori dalle al problema povertà-immigrazione è
aree povere a quelle sviluppate,
giusto ricordare accoglienza e
causando inediti e difficili processi misericordia, così come ci è testimoniata
d’integrazione con cui la politica ha
nel Vangelo secondo Luca 16,19-31
dovuto confrontarsi per la prima volta.
dalla parabola: “Lazzaro e il ricco
Anche in Italia, così come avviene in Epulone”. Con una speranza sempre
molti altri paesi industrializzati, gli viva: che l’umanità non sia solo esodo,
atteggiamenti nei confronti della
ma anche e soprattutto amore.
BS OTTOBRE 2008

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LETTERE AL DIRETTORE
C ONTRADDIZIO-
NI DEI PRETI. [...]
I DIVI. Caro direttore, fessarsi. Il suo è un permissivi-
[...] avevo una fiducia esa- smo non lecito […]
Vorrei saperne di più sulle
contraddizioni in cui più di
gerata verso un uomo dello
spettacolo. Ero una fan “sfe-
Enrica, prov. Palermo
una volta cadono certi preti
gatata”, come si usa dire dalle Cara signora, le rispondo co-
per esempio il mio parroco
mie parti che sono anche le me ho risposto a qualche al-
[...] [che] una volta dice
sue. Ho fatto di tutto per avvi- tro lettore. Io ho scritto lette-
dell’assoluta impossibilità
cinarlo [...]. Dopo tentativi e ralmente: “Chi si trova nel-
di errori nella Bibbia (parla
tentativi, ci sono riuscita, con- l’impossibilità immediata di
di inerranza); un’altra volta
tro tutto e tutti [...], mamma accedere alla confessione può
che ci sono molti errori
mia, che delusione!!! Mi per- accostarsi ugualmente alla co-
[...]. Insomma a chi vuole
metta di non firmarmi. Non munione…. La tesi mi sem-
prendere per i fondelli?
pretendo una risposta [...].
bra chiara e logica. Dire che
[...]
Marsilio, Firenze
N.N.
può comunicarsi chi si trova
nell’impossibilità immediata
Cara anonima, mi permetto di di confessarsi equivale a dire
Caro signor Marsilio,
offrirti un consiglio, non mio, che, se ne avesse la possibi-
nessuno vuol prendere
ma di un vecchio poeta roma- lità, si confesserebbe perché è
per i fondelli nessuno.
nesco, Checco Durante:
pentito del male fatto. Ecco,
Men che meno lei che
ci siamo: centro di tutto è il
ha un nome “pesante”
Pe’ nun avecce mai disillu- perdono e Dio lo concede a
(Marsilio Ficino –
sione
chi glielo chiede. È dottrina
1433/1499 – è il massimo un’altra, ad es. loro e l’oro). nun annà mai vicino a le per- di fede. Perciò, un fedele pen-
esponente dell’umanesimo Comunque, per sua (e mia) sone
tito, disposto a confessarsi
fiorentino). Ragioniamo un “consolazione” le dirò che che senti chiamà “Celebre”... appena ne ha l’opportunità, è
po’. La Bibbia – dicono i ri- gli studiosi affermano che più “Divino”...
in coscienza” pronto a rice-
cercatori – è in assoluto il li- o meno il 98% del testo bibli- perché quanno l’accosti un vere la comunione.
bro più trascritto nel corso co corrisponde all’originale momentino
Insomma, la condizione per
6 dei secoli, pensi solo che si dopo che le tecniche moderne finischi guasi sempre da te fare la comunione è essere
contano dalle 24 alle 25 mila di indagine hanno scovato e stesso
degni di accostarsi a essa, e
trascrizioni (a mano), un nu- corretto molti errori. C’è an- a fatte ’ste dimanne:
per esserne degni occorre
mero spropositato se si fa il cora da dire che l’inerranza – com’è che da vicino è tanto pentirsi dei propri errori.
confronto con le trascrizioni biblica non riguarda l’orto- fesso
Questo è l’essenziale. Tant’è
di altri testi greci o latini fa- grafia, e nemmeno la storia, e da lontano pare tanto gran- che se uno muore pentito del-
mosi che tutt’al più raggiun- l’astronomia, le scienze, la ne?”.
le proprie colpe anche se non
gono qualche centinaio di cultura del tempo insomma,
si è confessato è salvo, come
trascrizioni. Questo tra le al- ma l’identità della fede cri- Ciao.
insegna il catechismo. Perché
tre cose significa che è facile stiana: Dio c’è, è Creatore e
mai, se uno è pentito e fa la
L incorrere in qualche errore, Padre, è intervenuto nella sto-
nonostante la buona volontà e ria di un piccolo popolo, si è
l’attenzione del copista ama- incarnato, ecc. Insomma che
comunione dovrebbe essere
A COMUNIONE. [...] dannato? Non le sembra in-
Caro direttore, […] un’a- congruo e contraddittorio?
nuense. Gliene faccio un cen- la Bibbia dica che la terra è mica mi ha riferito che lei a Del resto, quanto ho esposto
no. Esistono errori di “aplo- piatta e non rotonda, che la una persona che le chiedeva se a suo tempo, non è, le ripeto,
grafia” (dimenticare una lepre è un ruminante, che si può fare la comunione aven- opinione personale, ma teolo-
consonante doppia e scrivere Baldassar è re e figlio di Na- do dei peccati sulla coscienza gia morale.
ad es. loto al posto di lotto); bucodonosor (non era né re in pratica permetteva di fare la I sacramenti in questione, si-
dittografia” (è l’opposto: né figlio di Nabucodonosor), comunione. Mi stupisce non gnora, sono due non uno solo:
mettere una doppia dove c’e- ecc. questo non c’entra con poco. […] Non si può fare la Eucarestia e Penitenza. Cia-
ra una sola consonante e scri- l’inerranza biblica.
comunione senza prima con- scuno dei due è indipendente, è
vere ad es. notte invece di no-
a sé, non legato all’altro come
A te); “fissione” (dividere invo-
lontariamente una parola, ad
ppelli
se costituissero un unico sa-
cramento. Nella mia risposta
es. pescecane in pesce e
al lettore (che risale a qualche
cane); “fusione” (fondere
l’ultima lettera di una parola
con la prima della successiva,
il contrario insomma di fis-
sione); “metatesi” (scambia-
re la successione delle lettere
in una parola, ad es. capra di-
venta carpa, trota torta, ecc.);
omofonia” (scrivere una
parola che ha stessa pronun-
cia ma significato diverso da
Mi chiamo Nicoletta e sono
una trentenne che vive a Mi-
lano, mi piacerebbe molto
corrispondere con chi, come
me, crede ancora nelle picco-
le cose, nelle solidarietà e nel
grande valore della famiglia.
E-mail:
nicoletta.merli@inwind.it,
cell. 338/9746045.
Ho 58 anni e sono un uomo
separato e molto impegnato
nelle opere sociali. Desidero
corrispondere con signora
per condividere i problemi
della vita e gli impegni al
servizio del prossimo. Ser-
gio Cosentino, Via Dome-
nico Morelli 5, 80034 Ma-
rigliano (NA).
anno fa – luglio ’05 ) ho scritto
che “restano gli obblighi mo-
rali prescritti da espletare pri-
ma o dopo”. Il che vuol dire
che l’aver assunto la comunio-
ne non ha abolito l’obbligo
della confessione sacramenta-
le. Non c’è dunque permissivi-
smo nella mia risposta.
Certo può succedere che ciò
che scrivo sia frainteso e/o
OTTOBRE 2008 BS

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Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redazione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
interpretato da chi gli fa co- perfino dei tuoi sentimenti e ro le religioni nei confronti dei
modo “ad usum delphini – a pensieri. Il che vuol dire che credenti. La storia, caro amico,
suo uso e consumo”, ma resta la vita, appena nati, “passa di predica il contrario. Sono stati
vero che chi si accosta al cor- proprietà”. Da quando sei ve- sempre i movimenti religiosi
po e sangue di Cristo inde- nuto al mondo diventi respon- che si sono ribellati alla schia-
gnamente… dovrà risponder- sabile – tu, e nessun altro – di vitù, alla tirannia. L’indagine
ne a Dio.
quanto hai ricevuto. E proprio potrebbe cominciare da molto
a questo deve mirare l’educa- lontano, ma sarei inutilmente
L zione dei genitori, della scuo- prolisso. Mi accontento dell’e-
A PROPRIA STRA- la, e di tutti i formatori in ge- ra cristiana. Nel 2° secolo d.C.
DA. Vorrei chiedere nere: a rendere autonomi i fi- è stata la grande rivolta del
qualche consiglio per poter gli, gli alunni, gli educandi! movimento religioso taoista
accogliere la chiamata della La vera educazione è quella dei “Turbanti Gialli” che si ri-
mia vocazione […] nata tanti che rende liberi. Liberi anche, bellò al dispotismo e alla cor-
anni fa frequentando la mia e soprattutto, di costruirsi il ruzione dell’imperatore Huan
parrocchia. Vorrei entrare in proprio futuro, di scegliere la e, in pratica determinò la fine
OGNI MESE seminario. Dubbi ce ne sono propria strada, di seguire “la di quella dinastia. A metà del
tanti, ostacoli anche, ma c’è voce interiore”, come giusta- 19° secolo i Taiping, facendo
CON anche la voce interiore che ti mente dici tu. Non dimentica- leva sulla religiosità del popo-
spinge su una strada più che re: il “tuo” futuro dipende lo, chiamarono a raccolta mas-
su un’altra […]
unicamente dalle “tue” scelte, se di contadini contro lo stra-
DON BOSCO giuseppe@…
non da quelle che altri fanno
per te. Potresti avere una car-
potere schiavista dei Mandari-
ni. È cosa recente la rivolta dei
A CASA TUA Caro Giuseppe, seguire la riera invidiabile, diventare un monaci birmani contro la ditta-
“voce” interiore che t’indiriz- personaggio famoso, un capo tura militare e ancor più recen-
za su una strada piuttosto che di stato, un magnate a cui i te quella dei monaci tibetani
su un’altra è quello che si de- soldi scappano anche dalle contro l’occupazione cinese... Il Bollettino
ve fare – è un obbligo morale orecchie… ma se quella non Ho scelto appositamente una
– e significa per l’individuo era la tua strada, non potrai religione non cristiana, perché
assicurarsi un futuro senza che essere un infelice.
per quanto riguarda la storia
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
troppi traumi o patemi. Pur-
del cristianesimo dovrebbe sa-
R troppo sono tanti – troppi – i
giovani che abbandonano la
propria strada per paura o
perne abbastanza. Fu il Papa a
ELIGIONE SCHIA- salvare l’Europa raccogliendo
VISTA. [...] C’è chi dice l’armata che sconfisse gli otto-
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
pusillanimità, o per non fare tra i miei amici, ma l’hanno mani a Lepanto. E a Vienna
un torto a genitori, parenti e/o sentito a scuola, che le religio- chi infiammò gli animi dei
amici (come se imboccare la ni sono nefaste perché incorag- combattenti per l’ultima deci-
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
propria strada significasse di- giano le genti ad assoggettarsi siva battaglia, fu il frate Marco i giovani e le missioni.
struggere quella degli altri). all’autorità religiosa. Insomma d’Aviano. Ma il pezzo forte
Una cosa occorre non dimen- rendono schiavi [...]. Se si vuo- dell’argomentazione è un fatto
ticare: ognuno deve affrontare le essere liberi occorre abban- inequivocabile: la stragrande
non poche difficoltà per “si- donare le religioni [...].
maggioranza di tiranni, despo-
stemarsi” nel proprio futuro,
qualunque esso sia. Costruire
Mariano, Berna
ti, dittatori, autocrati, ecc. la
prima cosa che fanno, saliti al
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
la propria vita è per tutti E chi ti resta? Su chi riponi la potere, è quella di imbavaglia- ci. Comunicate
un’impresa ardua, ma esaltan- speranza? Chi invochi nel do- re la Chiesa e la religione. Se subito il cambio
te. È perciò essenziale che si lore? Chi cerchi nella dispera- fosse come dici tu dovrebbe
accetti il combattimento con zione? A chi ti affidi nella avvenire il contrario no? I
di indirizzo.
coraggio e si sia disposti a tut- morte? Che senso ha venire martiri cristiani si sono giocati
to, perché... la tua vita appar- dal nulla per ripiombare nel la vita sotto regimi assoluti e
tiene a te e a nessun altro, co- nulla? Emergere dal buio per tirannici. Come te lo spieghi?
me la mia a me, quella dell’a- essere soffocati dal buio? Allora, non è come dicono i
mico a lui stesso, ecc. Un Camminare la vita senza un tuoi amici... è il contrario: la
giorno ciascuno sarà chiama- perché, senza una meta, senza religione è un ostacolo alla ti- Per la vostra corrispon-
to “personalmente” a rispon- una ragione sufficiente? Sareb- rannia, perché incoraggia il denza:
dere su come ha gestito il do- bero giustificati i tanti chi me popolo a opporsi all’ingiusti-
no che gli è stato fatto. Per- lo fa fare? di coloro che, sco- zia, lo spinge a combattere
ché, è vero che si nasce per un prendo di abitare il nonsenso, contro i regimi che tolgono la
IL BOLLETTINO
SALESIANO
atto d’amore dei genitori, ma decidono di abbandonare que- libertà di parola e di azione e Casella post. 18333
si nasce liberi, non schiavi. sta “valle di lacrime” senza al- rendono sottomessi i sudditi. 00163 ROMA Bravetta
Dal momento in cui hai l’uso cun rimpianto. Comunque, ciò La storia della libertà dei po- fax 06/656.12.643
di ragione, diventi responsabi- che mi infastidisce un po’ della poli è piena di “martiri” e sono E-mail: biesse@sdb.org
le in toto di te stesso, delle tue tua lettera è l’affermazione molti di più i martiri religiosi
azioni, dei tuoi programmi, e sulla schiavitù che indurrebbe- che quelli civili.
BS OTTOBRE 2008

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& IN ITALIA
NEL MONDO
TORINO ELLEDICI,
ITALIA
UN CONCORSO
Centinaia di catechisti in tut-
ta Italia hanno aderito al
concorso lanciato da “Dos-
sier Catechista” Ec-
co com’è Dio.
In redazio-
ne sono arri-
vate le rispo-
ste di oltre
4000 bambini
sorprendendo
tutti: una par-
tecipazione in-
sperata, ma so-
prattutto una
inaspettata ca-
pacità dei bam-
bini del catechismo che ha
rivelato un terreno fertile per
la Parola di Dio. Il diretto-
re della rivista, don Umber-
to de Vanna, stupito e felice
del successo, ha
deciso con la sua
équipe di pre-
miare tutti i bam-
bini.
8
ROMA, ITALIA
L’ACCREDITAMENTO
ONU ALL’ISTITUTO
FMA
Il 6 giugno scorso è stata ac-
colta la richiesta delle FMA di
ottenere l’accreditamento al-
l’ECOSOC (Consiglio Econo-
mico e Sociale) delle Nazioni
Unite). Tale riconoscimento
permette di essere presenti co-
me Istituto alle riunioni indette
dall’ONU ed apre all’Ufficio
Diritti Umani di Ginevra la
possibilità di agire autonoma-
mente riguardo al Vides Inter-
nazionale, associazione che
già aveva avuto in precedenza
tale accreditamento. Si tratta di
una grande opportunità che è
pure una forte responsabilità:
sia il Vides, come ONG, sia lo
stesso Istituto FMA, potranno
essere voce dei giovani più
poveri e abbandonati in questo
grande areopago mondiale.
DUBLINO (IRLANDA)
UN FASCICOLO
PER I RIFUGIATI
A febbraio, presso il Centro
San Vincenzo de Paoli di Du-
blino, alla presenza del Mini-
stro per l’Integrazione Conor
Lenihan, è stato presentato il
testo “Living in My Home
(Vivere a casa mia), opera di
suor Ursula Mullan FMA, im-
pegnata nel Centro per Rifu-
giati. «L’idea mi è sorta duran-
te le visite a rifugiati e immi-
grati, dall’ascolto dei loro rac-
conti. Mi chiedevano ogni tipo
di aiuto: come gestire gli appa-
recchi elettrici, come districar-
si nella burocrazia quotidiana.
Ho compreso che potevo inse-
gnare loro tutto questo, ma an-
che che c’era bisogno di qual-
cosa di più». Il fascicolo infor-
mativo è stato pubblicato nelle
8 lingue usate al Centro: arabo,
inglese, francese, polacco, ru-
meno, russo, somalo e slovac-
co, ma se ne prevedono altre.
L’intento del testo è prettamen-
te educativo.

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redazionale
MAMA AFRICA
pancia di Mamma Africa, per-
FILATELIA cepire la vita che vi scorre e
presentirne i desideri, i sogni,
di Simona Ghezzi
le speranze, le aspettative che
la colmano... Inutile ragionare a cura di
Opportuna la copertina del vo- da occidentali in Africa... “Se Roberto Saccarello
lume di Simona
piove piove,
Ghezzi, un colla-
se non piove
ge di stoffe mul-
non piove!”,
ticolori africane,
il “governo la-
com’è precisa-
dro” non c’en-
mente il suo li-
tra nemmeno
bro: un collage
un po’! Fata-
di esperienze in
lismo? No, cul-
una terra da
tura: si vive
troppi sfruttata
il presente. La
poi abbandona-
storia di Ma-
ta a se stessa,
riama, che chiu-
dove povertà e
de il volume, è
miseria si me-
emblematica: in
scolano in un
poche pagine vie-
composto
ne descritta la
esplosivo dal-
tragica condizio-
le conseguenze imprevedibili; ne di una giovanissima africa-
l’intero continente è a rischio na per inferire quella di Mama
“disastro”. La Ghezzi, musico- Africa, il suo grido, la forza
terapeuta, filosofa, abituata a della sua disperazione e la vo-
percepire i suoni della vita, co- glia di emancipazione. È anche
OPERA D’ARTE DI SAN MARINO
glie nelle sue esperienze di vo- un monito per tutti. Da legge- A NAZARETH
lontariato aspetti seducenti e re, anche perché il ricavato è…
9
inquietanti; di ricchezza spiri- per Mama Africa. Per saperne Le Poste della Repubblica di San Marino hanno
tuale e miseria materiale; di
bellezza e mostruosità, di vita
e di morte: gli estremi insom-
ma con tutta la gamma di si-
tuazioni intermedie che offro-
no uno spaccato conturbante
ma veritiero delle contraddi-
zioni del continente nero. La
Ghezzi sa entrare nella grande
di più: Bellavite Editore, Via I
Maggio 41, 23873 Missaglia
(LC).
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e-mail Simona.ghezzi@musi-
coterapia.it e nelle migliori li-
brerie.
emesso un raffinato francobollo da 1 , riprodu-
cente un bassorilievo in bronzo che verrà collocato
sulla facciata della Basilica dell’Annunciazione a
Nazareth. Il bassorilievo è intitolato “Verso le origi-
ni ”, poiché rappresenta un percorso a ritroso nel
tempo e verso il luogo simbolo della fede cristiana,
il villaggio dov’era la casa di Maria, madre di
Gesù.
AHMEDNAGAR
(INDIA)
PREMIATA!
Il 27 aprile ultimo scorso,
suor Meena D’Silva FMA è
stata premiata da Snehalaya
(una ONG che difende i diritti
della gente bisognosa che
vive ai margini della so-
cietà) per il suo impegno
a favore degli altri. Alla
suora è stato consegnato
il premio Smt. Vijayatai
Lavate per il suo specifi-
co contributo nei con-
fronti della gioventù ru-
rale e povera di Ahmed-
nagar, in particolare at-
traverso il suo lavoro nel-
l’Auxilium Community Colle-
ge, sostenendo i giovani nel-
la ricerca di un lavoro al ter-
mine degli studi. Suor Meena
è stata l’unica donna cattoli-
ca e religiosa ad avere il pre-
stigioso riconoscimento, con-
segnato di fronte a una folla
numerosa.
Tale bassorilievo si ispira all’immagine della
“Madonna della Misericordia”, che da sempre è
venerata nella Basilica di San Marino, in stile neo-
classico, costruita nella prima metà dell’Ottocento
sulle rovine dell’antica Pieve dedicata a san Mari-
no, su disegno dell’architetto bolognese Achille
Serra.
Afferma l’autore Leonardo Blanco: “Penso alla
Madonna della Misericordia dentro la Basilica di
San Marino e la vedo guardarsi nello specchio col-
locato sulla facciata esterna della Basilica di Naza-
reth, da Basilica a Basilica scorgo lo sguardo di
Maria che si aggetta per 2000 chilometri e altret-
tanti anni come se fosse un ponte, un legame tra
due terre lontane…”.
La tiratura è di 100.008 serie complete.
Per informazioni: Azienda Autonoma Filatelia e
Numismatica della Repubblica di S. Marino,
tel.0549.882350/70 – e-mail aasfn3@omniway.sm
BS OTTOBRE 2008

1.10 Page 10

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Nel BS di ottobre 1908 c’è il resoconto della festa
di san Luigi Gonzaga nell’oratorio di Chieri.
Interessante il volume e l’intensità delle attività,
soprattutto religiose, oggi quasi impensabili.
Il 23 agosto si celebrò la festa di S. Luigi Gon-
10 zaga con intervento del dott. D. Francesco Cer-
ruti Direttore Generale degli studi della Pia So-
cietà Salesiana. I numerosi giovanetti dell’ora-
torio davano prova della loro pietà fin dal matti-
no accostandosi alla santa Comunione. Al coro
devoto dei giovani che pregavano nella cappella
festosamente adorna, si univano note toccanti di
musica sacra; era la piccola Schola Cantorum
dell’Oratorio, che sebbene incipiente eseguì con
sufficiente correttezza alcuni mottetti del Gou-
nod. Dopo la messa venne distribuita una mode-
sta colazione che servì mirabilmente a rendere
più animata la ricreazione protratta sino al mez-
zodì nel cortile imbandierato. Nel pomeriggio i
giovanetti si raccoglievano nuovamente in chie-
sa, ove udivano il panegirico del Santo, detto
dal rev. Teol. Torta che seppe avvincere l’atten-
zione loro con uno stile pieno di fascino e di fa-
migliarità affettuosa; quindi benedizione solen-
ne con Tantum Ergo in musica del Perosi. Dalla
chiesa si passò al teatrino, ove insieme coi gio-
vani un pubblico numeroso assisté ad una bel-
l’accademia per la distribuzione dei premi. Se-
guì poscia nel vasto cortile e chiuse la lieta festa
il saggio ginnastico offerto dalla squadra Leo.
Al suono di allegre marcie e nella festiva sere-
nità del cielo, i piccoli atleti eseguirono parec-
chie evoluzioni di plotone, una serie di esercizi
a corpo libero, un’altra con i bastoni francesi,
una terza con gli appoggi, ed infine alcuni grup-
pi su le parallele.
OTTOBRE 2008 BS
CITTÀ DEL VATICANO
DON
ORIONE
A SAN
PIETRO
Una delle nicchie
esterne della ba-
silica Vaticana,
presso l’entrata
al cupolone mi-
chelangiolesco, è
stata occupata
e riempita dal-
l’imponente sta-
tua di san Lui-
gi Orione (1872-
1940), già allievo
di Don Bosco al-
l’oratorio e fon-
datore della Con-
gregazione dei
figli della Divina
Provvidenza, det-
ti orionini, e del-
le suore sacramentine. La sta-
tua, opera dello scultore Ales-
sandro Romano (classe 1944),
è in marmo bianco di Carrara,
alta 5,50 m e pesante 25 ton-
nellate. Mercoledì 25 giugno
2008, papa Ratzinger con una
solenne cerimonia ha benedet-
to l’opera già collocata nella
sua nicchia.
BONN, GERMANIA
NUOVA PRESIDENZA
La DBN Don Bosco Network,
la rete internazionale delle
ONG Organizzazioni Non Go-
vernative, che si ispirano al
santo dei giovani, ha eletto per
la prima volta una donna alla
presidenza; si tratta della si-
gnora Françoise Léonard, spo-
sata, madre di due bimbi. Avrà
il compito di trasformare l’o-
dierna rete in una federazione
mondiale delle organizzazioni
di ispirazione salesiana nel
campo della cooperazione allo
sviluppo.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
i Bello
ALICE E GLI ALTRI (16)
Divagazioni (mica tanto) su una annuale normalità non del tutto normale:
una vacanza “non” organizzata.
“Ènato!”, urla Viola
nel telefono. “Ev-
vai!”, risponde Ali-
ce e le due amiche scoppiano
a ridere felici. “Quando vieni
a conoscerlo?”. “Passo stase-
ra in ospedale, mamma e
papà vi fanno i migliori
auguri. A dopo, Viola”. L’e-
state è al culmine, la città
quasi deserta, a parte poche
famiglie, ma le due ragazzine non sono dispiaciute.
L’eccitazione di diventare rispettivamente zia e
sorella supera di gran lunga il desiderio di vacanza.
Giorgia, la sorellina di Alice è nata dieci giorni pri-
ma e la vita in casa è radicalmente cambiata, scan-
dita dagli orari di pappe e pannolini, di pianti e
sonnellini. Mamma Stefania sembra di nuovo una
ragazzina e papà Giulio passa ogni momento possi-
bile con la bimba in braccio. Alice svolge una serie
di compiti in casa che inizialmente hanno lasciati
perplessi i due genitori: “Sei sicura di non voler
raggiungere zia Carla al mare?”, le chiede per l’en-
nesima volta papà Giulio mentre sono in cucina a
preparare il pranzo insieme. “Papà, ti assicuro che
sto bene qui”, risponde Alice. “Non è che hai pau-
ra di perdere il posto?”, chiede provocatorio il
papà. “Papà, quando fai così sei davvero odioso”.
Ti assicuro che la tua stanza non sarà toccata”,
insiste papà Giulio con un sorriso malizioso. “L’uni-
co motivo per cui andrei via, è per prendermi una
vacanza da te”, risponde Alice facendo al padre
una boccaccia. “Che succede qui?”, chiede mam-
ma Stefania entrando in cucina. “Papà è sempre il
solito spiritosone”, risponde Alice. “Stavo esortan-
dola ad accettare l’invito di Carla. Un paio di setti-
mane di mare le farebbero bene”, spiega papà Giu-
lio. “Beh, questo è sicuro… Però, forse ormai è in
grado di prendere da sé le sue decisioni”, risponde
mamma Stefania. “Ma se è solo una bambinala
mia bambina!”, dice Giulio abbracciando Alice e
stringendola forte a sé. “Già, è quasi alta come te,
ormai, scherza mamma Stefania. Comunque pensa-
ci bene, Alice, non mi sembra giusto che ti sacrifi-
chi”. “Ma tra due settimane non andiamo in cam-
pagna dalla nonna?”. “Alice, ti ricordo che sono
anni che metti il broncio per settimane ogni volta
che decidiamo di andare dalla nonna…”. “Vabbè,
adesso è diverso, taglia corto Alice, e poi c’è Viola,
non posso lasciarla sola. A proposito, papà, stasera
mi accompagni all’ospedale? D’accordo! Ma
adesso, donne, a tavola, che è pronto il pranzo!”.
>> Dopo cena Alice è in salotto con la mamma che
sta allattando Beatrice. “Allora com’è questo bam-
bino? Hanno già scelto il nome?”, chiede mamma
Stefania. “Valeria e Paolo hanno deciso di chiamar-
lo Ludovico, come il nonno di Paolo. Avresti dovu-
to vederli stasera, scoppiavano tutti di orgoglio! Se
ripenso alle tragedie di quando hanno avuto la
notizia che Valeria era incinta…”. “È normale. I
genitori si preoccupano sempre per il futuro dei
propri figli, una prima reazione negativa è più che 11
comprensibile. Poi per fortuna tutto si è sistemato.
Adesso speriamo per il futuro. Non pensare che sia
facile, Alice, crescere un bimbo all’età di Valeria e
Paolo”. “Ma con l’aiuto dei genitori… I genitori
stanno lì apposta, per aiutare i propri bambini, no?
Qualsiasi età essi abbiano”. “A proposito, di questo
oggi ho parlato con zia Carla, dice che la casa è
grande e ci sarebbe posto non solo per una signo-
rina, ma anche per la sua migliore amica che
rischia anche lei di saltare le vacanze”. ”Mamma!
Davvero?”, chiede Alice, incapace di nascondere
un guizzo di felicità. Interviene papà Giulio: “Già!
Ho appena finito di parlare con la
mamma di Viola. Lei e il marito
sarebbero ben contenti di la-
Fabiana Di B
sciar partire Viola insieme a
te. Solo che adesso devi deci-
dere tu”. “Esatto, l’ultima
decisione spetta a te. Ormai
sei grande. E poi, la mamma
di Fabio ha detto che la prossi-
ma settimana lui tornerà dall’In-
ghilterra e passerà lì vicino il
resto delle vacanze”, dice
mamma Stefania con un
sorriso. “Oh, mà, pà, sie-
te sempre i soliti! Beh,
adesso chiamo Viola,
così magari decidiamo
quand’è che possiamo
partire”.
ٗ
BS OTTOBRE 2008

2.2 Page 12

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CHIESA QUO VADIS
EUROPA? (22)
“C aro presidente, men-
tre i nostri amici e
vicini ci riconosco-
no come italiani,
l’attuale legge impedisce a molti di
noi di essere italiani anche sulla
Giovani immigrati
tra integrazione
ed esclusione carta. Noi giovani figli di immigrati
ci troveremo presto a decidere su
un futuro che sembra già così pre-
cario. Cominciare l’età adulta co-
me ’italiani con permesso di sog-
giorno’ rende il nostro passo anco-
ra più incerto…”. Questa lettera è
arrivata al Quirinale, sulla scrivania
del capo dello stato, giusto un anno
fa, ma poco è cambiato da allora.
L’hanno scritta i ragazzi di Rete
di Silvano Stracca
ddsQUtaaenufiuligregniignlo’iaiortdtnlrieigmo.iameaInnmreicrziiivsgzsiòearvanazutsi,inao.actneoel,neitcntrreivecrihaaaitteaaa-l
G2, un’organizzazione creata da fi-
12 gli d’immigrati nati e cresciuti in
Italia, che si batte per i diritti negati
alle seconde generazioni. Fotografa
bene, la lettera, lo stato d’animo di
questi giovani una volta diventati
adulti e che, magari, in passato
hanno frequentato asilo, elementari,
medie e persino liceo nel “Bel Pae-
se”. Per loro il diciottesimo com-
pleanno rischia di segnare l’inizio
di un’esistenza particolare che gli
stessi ragazzi descrivono così: “Sa-
rai costretto, volente o nolente, a
L’Europa unita...
sentirti ‘straniero in patria’.”
Immigrato di Mario Bogani.
OTTOBRE 2008 BS
DIRITTO DEL SUOLO
E DIRITTO DEL SANGUE
A fronte di un’immigrazione stan-
ziale e di una crescente sensibilità
per i diritti dei minori, quasi tutti gli
Stati europei hanno introdotto, o
rafforzato, l’elemento dello “jus
soli”, cioè l’acquisto della cittadi-
nanza per nascita sul territorio. In
Italia, invece, vige il principio dello
jus sanguinis”, ovvero l’acquisto
della cittadinanza per discendenza o
filiazione, cosicché il figlio di stra-
nieri nato tra le Alpi e Lampedusa
non è italiano. Le norme in vigore,
infatti, vincolano la cittadinanza alla
possibilità di dimostrare di aver ri-
sieduto legalmente – e senza inter-
ruzioni – nel nostro Paese fino alla
maggiore età. Un requisito e un iter
che possono diventare abbastanza
complessi da dimostrare. Di qui la
proposta di una modifica radicale
delle norme che preveda che sia di-
chiarato cittadino italiano alla nasci-
ta chi viene al mondo nel “Bel Pae-
se” da coppie di stranieri. Automati-
camente, senza necessità di richiesta
da parte dei genitori.
Il problema non riguarda soltanto
il nostro Paese. Ci sono “seconde
generazioni” che non hanno la citta-
dinanza di uno stato dell’Unione eu-
ropea e magari hanno il passaporto
del Paese da cui vengono i genitori,
e quindi hanno bisogno del visto. In

2.3 Page 13

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Italia, quando un figlio di immigrati
compie i 18 anni, si accorge subito
delle tante limitazioni che ha rispet-
to ai suoi coetanei, a cominciare dal-
la scelta del lavoro. Alla fine le per-
cepisce come ingiustizie. Il fatto è
che quasi un quarto dei 3.982.000
immigrati presenti nel “Bel Paese”
(al 2007) sono nati qui o arrivati da
piccoli. È l’equivalente del 5,6 per
cento degli alunni che frequentano
La difficoltà di essere immigrati…
le scuole della Repubblica. Sono i
compagni di banco, di squadra, di
gioco, dei figli degli italiani. I mino-
Nelle nostre città – qui siamo
a Roma – scene di questo genere
sono sempre più frequenti. Sono
uomini come noi, oltre ai “doveri”
renni, di fatto, sono oltre un quarto
della popolazione immigrata (dati
avranno pur diritto a qualche
diritto!
Gli immigrati s’incontrano per
Caritas). Un piccolo esercito di 700
mila minori, classificati come stra- glie, senza che tuttavia questo com-
nieri, registrati su permessi e carte di porti una completa assimilazione e
la strada, nelle piazze, nei bar,
sul lungomare, nei parcheggi,
agli angoli delle strade, nei campi,
sulle impalcature…
soggiorno dei genitori.
la conseguente perdita delle tradi-
zioni”. Come rispondere alle attese
DUPLICE
APPARTENENZA
dei giovani migranti? Che fare per aule un clima di reciproco rispetto e
venire loro incontro? “Occorre certo dialogo tra tutti gli allievi, sulla base
puntare in primo luogo sul supporto di quei principi e valori universali
Di fronte ai sentimenti contrastanti
che suscita in Europa la società mul-
tietnica, non può stupire che anche il
Papa inviti a guardare con particola-
re attenzione al ruolo delle nuove
generazioni nei flussi della mobilità
umana. Ricordando che “dai Paesi
d’origine se ne va spesso la gioventù
dotata delle migliori risorse intellet-
tuali, mentre nei paesi che ricevono
i migranti vigono normative che
della famiglia e della scuola”, affer-
ma papa Ratzinger, nonostante le
difficoltà che i giovani incontrano
nei loro contesti familiari e scolasti-
ci. “All’interno delle famiglie, infat-
ti, sono venuti meno i tradizionali
ruoli che esistevano nei paesi d’ori-
gine e si assiste spesso a uno scontro
tra genitori, rimasti ancorati alla loro
cultura, e figli velocemente accultu-
rati nei nuovi contesti sociali”.
che sono comuni a tutte le culture”.
I giovani immigrati vivono in so-
stanza la tensione di una duplice ap-
partenenza. Respirano cioè l’aria
delle realtà giovanili del Paese che li
ospita e ricevono l’influsso scolasti-
co degli ambienti di socializzazione
giovanile nei quali sono inseriti as-
sieme ai loro coetanei. Allo stesso
tempo, però, hanno “radici” diverse
dai loro compagni locali e nel loro
intimo e nella percezione della so-
13
rendono difficile il loro effettivo in-
serimento”. Per i giovani immigrati, ITINERARI FORMATIVI
cietà si considerano “figli di stranie-
ri” e, quindi, “stranieri” essi stessi. Il
sottolinea Benedetto XVI, “risulta
particolarmente sentita la problema-
PER IMMMIGRATI
giovane immigrato è così soggetto a
un’altalena di identificazione, a vol-
tica costituita dalla cosiddetta “diffi- Né va sottovalutata – secondo Be- te con la società dove risiede e altre
coltà della duplice appartenenza”: nedetto XVI – la fatica che i giovani in contrapposizione a essa. Spesso si
da un lato, essi sentono vivamente il incontrano per inserirsi nei percorsi trova solo, a metà strada tra due cul-
bisogno di non perdere la cultura educativi vigenti nei Paesi in cui ture, in una terra di nessuno. A volte
d’origine, mentre, dall’altro, emerge vengono accolti. Lo stesso sistema è una gioventù irrequieta e abbando-
in loro il desiderio di inserirsi orga- scolastico pertanto dovrebbe tener nata a se stessa e l’incertezza molti-
nicamente nella società che li acco- conto di queste loro condizioni e plica i fattori che portano all’emar-
prevedere per i ra- ginazione e spalancano le porte alla
gazzi immigrati spe- malavita con la criminalità, la pro-
cifici itinerari for- stituzione, l’alcool, la droga.
mativi d’integrazio- Cari giovani migranti – è la rac-
ne, adatti alle loro comandazione accorata del Papa –
esigenze. Importan- costruite accanto ai vostri giovani
te è anche l’impe- coetanei una società più giusta e
gno di creare nelle fraterna. Adempite con scrupolo e
serietà i vostri doveri nei confronti
delle vostre famiglie e dello Stato.
Molti bambini Siate rispettosi delle leggi e non la-
figli di immigrati,
anche se nati
in Italia, restano
sciatevi mai trasportare dall’odio e
dalla violenza”.
immigrati.
(Continua)
BS OTTOBRE 2008

2.4 Page 14

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MISSIONI
CRONACA
dell’opera. Chiudono la serie dei pre-
senti alcuni rappresentanti delle co-
munità religiose della città, gli stu-
denti dell’istituto teologico San Ci-
DI UNA BELLA
priano di Ngoya e, buoni ultimi ma
non meno importanti, giovani e bam-
bini del quartiere che frequentano la
casa e sono clienti abituali ed entu-
REALIZZAZIONE
siasti dei suoi vasti campi da gioco.
Non mancavano, ovviamente, i sale-
siani delle opere viciniori di
Yaoundé-Mimboman ed Ebolowa. Ai
due lati di monsignor Zoa, concele-
di André Ela Enam e Jean Beraud
brano don Francesco Cereda, consi-
gliere generale della congregazione
salesiana per la formazione, venuto
appositamente dalla Casa Generalizia
Gennaio 2008: viene
GIOIA E RINGRAZIAMENTO di Roma, e don José Antonio Vega,
ispettore dell’ATE, con tutti i membri
inaugurato il nuovo
L’orchestra dei teologi ritma l’en- del suo consiglio, oltre a Eleuterio
trata solenne del corteo liturgico. La che nel corso della cerimonia sarà or-
studentato teologico
lunga teoria dei direttori delle opere dinato diacono.
salesiano in Cameroun,
iniziato quattro anni fa,
14 quando si sono
presentati i primi quattro
seminaristi.
salesiane arrivati dalle sei nazioni che
compongono l’ispettoria dell’Africa
Tropicale/Equatoriale, ai quali si so-
no aggiunti molti parroci amici, pre-
cede il presidente dell’assemblea eu-
caristica monsignor Christophe Zoa,
nominato da non molto tempo vesco-
vo ausiliare dell’archidiocesi di
Yaoundé. Sul vasto spazio all’aperto
UNA LUNGA
MATURAZIONE
Alla fine della celebrazione, l’i-
spettore traccia la storia del nuovo
impianto. Nel 1989, un centro di
formazione per i salesiani che si
preparano a diventare sacerdoti a
Èuna mattinata radiosa che av-
volge una folla festante sui
dolci pendii delle colline di
Nkol-Afeme, delimitanti la
grande “banlieue” di Yaoundé!
negli scranni loro riservati di fronte
alla nuova cappella, hanno preso po-
sto le numerose delegazioni della Fa-
miglia Salesiana presente in Came-
roun. Alcuni salesiani cooperatori af-
fiancano le suore di don Variara, le
Figlie di Maria Ausiliatrice, e il grup-
po di giovani giornalisti denominato
Lubumbashi nella Repubblica De-
mocratica del Congo apre le sue
porte agli studenti dei Paesi dell’A-
frica francofona, sia a quelli di lin-
gua spagnola sia a quelli di lingua
portoghese. Un’altra possibilità vie-
ne offerta a Nairobi in Kenya a tutti
coloro che possono seguire facil-
Persone in macchina e a piedi inva-
dono il breve percorso boscoso che
porta al grazioso villaggio di
sant’Agostino, colorato dalle sue
facciate ocra e dai tetti verdi. “Un
gioiello di architettura!”, esclama
ammirata una giovane salesiana.
Oltre all’inaugurazione del plesso,
“Francesco di Sales”. Autorità civili e
religiose sono presenti. Ma anche la
gente che abita nei dintorni e gli ami-
ci dell’opera salesiana hanno risposto
in massa all’invito. E non è tutto. In-
fatti, hanno voluto partecipare alla fe-
sta anche gli operai del cantiere, che
nei lunghi mesi di lavoro hanno avu-
mente i corsi in lingua inglese.
Nell’ottobre del 1998, poiché la si-
tuazione politica dell’ex-Zaire si fa
sempre più delicata, l’allora supe-
riore regionale dell’Africa e Mada-
gascar, don Antonio Rodriguez
Tallon, concede l’autorizzazio-
ne a tre confratelli dell’Africa
c’è anche l’ordinazione diaconale
di Eleuterio Evita, salesiano, stu-
dente del quarto anno di teologia.
Molti dei parenti presenti alla ceri-
to tempo e modo di familiarizzare
con i salesiani e di conosce-
re Don Bosco, e sono
diventati amici
centrale e occidentale a co-
minciare gli studi teo-
logici a Yaoundé
in Cameroun.
monia sono emigrati dalla Guinea
Equatoriale, loro Paese natale.
Il complesso del nuovo studentato
teologico di Yaoundé sulle colline
di Nkol-Afeme, nei suoi diversi
padiglioni.
OTTOBRE 2008 BS

2.5 Page 15

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A colloquio con il vescovo
monsignor Christophe Zoa.
Don Francesco Cereda, consigliere generale per la formazione,
con i giornalisti del gruppo “Francesco di Sales”.
Durante quell’anno accademico, es- di perfezionare nel più breve tempo
si vivono nella comunità salesiana possibile l’acquisto del terreno. Co-
di Mimboman e seguono i corsi nel sì il 9 giugno 2004, si conclude
teologato San Cipriano di Ngoya. l’accordo di vendita e d’acquisto di
L’anno dopo, 1999-2000, gli stu- tre ettari di terreno con i signori
denti diventano quattro e nell’aprile Onana Nzou e Manga Laurent
2000 vanno ad abitare nella nuova Dieudonné. Il 26 giugno 2006,
casa provinciale. Il 23 giugno 2001, monsignor Victor Tonye Bakot, ar-
un incontro tra i due ispettori del- civescovo di Yaoundé, firma il de-
15
l’AFO (Africa Occidentale Fran- creto di erezione canonica della ca-
cofona) e l’ATE (Africa Tropicale sa religiosa. Meno di un mese più
L’offerta dei doni durante
la celebrazione da parte
dei giovani teologi.
Equatoriale) con i superiori di Ro- tardi, il 13 luglio 2006, il Rettor
ma permette di fare il punto della si- Maggiore don Pascual Chávez fir-
tuazione. Poiché la città offre delle ma a sua volta il decreto di insedia-
buone possibilità a causa della pre-
senza dell’UCAC (Università Catto-
lica dell’Africa Centrale) e della
scuola teologica San Cipriano, vie-
ne presa la decisione di aprire un
centro studi di teologia a Yaoundé e
contemporaneamente di preparare
un’équipe di formatori. L’anno scola-
stico 2001-2002 accoglie cinque stu-
denti. Il 2003-2004 quattordici, nel
2005-2006 il numero degli studenti
arriva a 19. Nel 2002 l’ispettore Mi-
guel Olaverri chiede al Rettor Mag-
giore l’autorizzazione a comprare il
terreno necessario alle costruzioni
del nuovo studentato. Parecchi passi
successivi vengono fatti in quest’ot-
tica. È don Jean Baptiste Beraud co-
me direttore che prende la decisione
mento della comunità sotto il patro-
nato di sant’Agostino. I teologi ne
prendono possesso il 27 settembre
dello stesso anno.
PROMOZIONE UMANA
ED EVANGELIZZAZIONE
Don Cereda si rivolge a tutti i
partecipanti. Parlando in successio-
ne in italiano, francese e spagnolo,
reca i saluti del superiore genera-
le, don Pascual Chávez. Poi si
rallegra per la realizzazione
di quest’opera destinata
a offrire una forma-
zione teologica ai
giovani salesia-
ni che vanno a lavorare nei paesi
dell’Africa francofona: “L’apporto
che rappresenta questo studentato
per la congregazione e la Chiesa sul
continente nero è un segnale per la
promozione umana e l’evangelizza-
zione!”.
Accompagnato dal consigliere ge-
nerale per la formazione, dall’ispet-
tore e dal nuovo diacono, monsi-
gnor Zoa si avvia a benedire solen-
nemente i differenti fabbricati del
nuovo complesso. Il vescovo va
dalla cappella ai due complessi resi-
denziali che ospitano 64 camere, al
largo spazio di campi sportivi, alla
bella sala da pranzo e infine alla bi-
blioteca già conosciuta e apprezzata
per i suoi settemila volumi.
Felice di ritrovarsi nei boschi e
nei prati della sua infanzia “dove ci
divertivamo a scoprire i nidi di uc-
celli”, affascinato da Don Bosco per
le sue opere, il vescovo ausiliare
Zoa non esita a concludere: “Stiamo
vivendo un momento storico per la
Chiesa e l’Africa”.
ٗ
BS OTTOBRE 2008

2.6 Page 16

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BOX
redazionale
TORINO, ITALIA
CONCERTO
A FAVORE
DEI RAGAZZI
DI STRADA DI HAITI
Il 23 giugno u.s. a Torino, in
Piazza Vittorio Veneto, si è
tenuto il megaconcerto pre-
sentato dalla Fondazione
Don Bosco nel Mondo con la
produzione esecutiva della
Prime Time Promotions. Al-
l’evento hanno partecipato di-
versi big della musica tra i
quali Albano, Eugenio Ben-
nato, Matia Bazar, Andrea
Mingardi, Roberto Vecchioni,
PFM, Frankie Hi NRG, Ma-
rio Rosini, Mory Kante, La
Leggenda dei New Trolls,
Modena City Ramblers, Bifo
Band, Slow Feet e alcuni gio-
vani emergenti tra cui Cristel
Carrisi, Ariel, Francesco Ra-
petti (figlio di Mogol), La
Scelta, Miodio, Naik. Nella
prima parte il concerto è stato
presentato dall’attore Enzo
Decaro il quale, sostituito nel-
la conduzione da Massimo
Giletti e Sonia Grey, si è esi-
bito in veste di cantore. La se-
rata di beneficienza, nella
suggestiva cornice di Piazza
Vittorio Veneto gremita di
folla, ha riscosso un grande
successo. Gruppi di fan hanno
a lungo applaudito e incitato i
propri beniamini che si susse-
guivano sul grande palco,
cantando le loro più belle
canzoni.
La manifestazione è stata poi
trasmessa il 28 giugno su
Raiuno. Il ricavato ottenuto
tramite l’sms solidale al
48566 è stato interamente de-
voluto al sostegno del proget-
to “FOYER-LAKAY” che si
prefiggeva di salvare dalla
strada 300 ragazzi haitiani di
padre Attilio Stra con un ciclo
formativo di tre anni.
(Foto della manifestazione)
BREVISSIME DAL MONDO
JUINA, BRASILE. Ci
scrivono dal Brasile che
alcuni ragazzini di religio-
ne evangelica che frequen-
tavano l’oratorio salesiano
dove praticavano sport,
andavano al doposcuola e
ricevevano regolarmente
una cesta con alimenti di
base per la famiglia pove-
rissima, sono stati costretti
dal loro pastore a ritirarsi:
“Essere evangelici e man-
giare pane cattolico fa an-
dare all’inferno”. Bell’e-
sempio di cristianesimo!
SYDNEY, AUSTRALIA.
Interessante sito web “vo-
cazionale”, realizzato dai
“Fratelli de la Salle” in oc-
casione della GMG dello
scorso luglio. Interattivo,
adatto alla “Internet Ge-
neration/ generazione In-
ternet”, che usa più imma-
gini che parole, poiché og-
gi i giovani adoperano
sempre meno parole e
sempre più immagini, e
sanno leggere più le im-
magini che le parole. Ci
pare un esempio da non
sottovalutare, e forse da
imitare. www.delasalle-
brothers.com
FESTA DEI NONNI
Il 2 ottobre è la festa degli
angeli custodi e... la festa na-
zionale dei nonni istituita con
la legge 3131 del 2005. Felice
coincidenza: i nonni sono un
po’ gli angeli custodi dei ni-
potini, soprattutto quando am-
bedue i genitori lavorano. Tra
i tanti pregi (la pazienza, la
saggezza, l’esperienza, l’auto-
rità, la tenerezza...), hanno an-
che qualche piccolo difetto:
tendono a viziare un poco i
piccoli dei loro figli. C’è uno
strano contrappasso. Quanto
più sono stati rigidi con i pro-
pri figli piccoli, tanto più sono
permissivi con i nipotini! Ai
OTTOBRE 2008 BS
nonni è dedicata la graziosa
poesia di don Angelo Roma-
nelli che riportiamo.
Ecco la nipotina che ogni
giorno
lieta si reca dal suo vecchio
nonno.
”Ciao, nonno!”, lei s’informa
come sta,
lo bacia… “È arrivata la
bontà”:
il nonno una lacrima s’asciu-
ga
mentre commosso la testina
fruga.
“La casa è tanto triste senza
te:
un angelo del cielo sei per
me!”.
Lei rifà il letto, pulisce la casa,
perfino è pronta a fargli la
spesa.
Lui le consegna un pacco, è
per mammina
Che ha messo al mondo sì
brava bambina.
E il vecchio molto prega la
Madonna
affinché la
donna.
conservi
brava

2.7 Page 17

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a cura del direttore
CIVITANOVA MARCHE,
ITALIA
Don Alessandro Canu, 95
anni, e una bontà da... alta-
re, celebra 75 anni di voti
religiosi, tre quarti di secolo
di “bene” fatto bene. Gli ac-
ciacchi degli anni non gli
permettono più di correre,
ma testa e cuore corrono
ancora, come quand’era
giovane, e sempre per lo
stesso ideale, lavorare con
tutte le forze a favore dei
giovani e della gente. Oggi
lo fa soprattutto con la con-
fessione e la direzione spiri-
tuale, ed è ricercatissimo.
RONDONOPOLIS,
BRASILE
Una simpatica iniziativa per
il mese di maggio ha mes-
so in piedi la parrocchia di
S.ta Terezinha di Rondono-
polis: “un mese per FAME
ZERO”. Tutte le famiglie ma
anche le singole persone
sono state sensibilizzate
perché i risparmi di un me-
se venissero accantonati
per i bambini più poveri. La
carità è uno dei pilastri por-
tanti del cristianesimo:
Senza la carità non sono
nulla”, diceva san Paolo (1
Cor 13,2).
17
MODENA, ITALIA
Sono 88 anni suonati che
gli exallievi di Modena cele-
brano il loro convegno. Il
luogo ideale è la Città dei
Ragazzi. Gli annuali incontri
non possono essere solo
riunioni di nostalgici né di ri-
cordi: oggi gli exallievi sono
chiamati a impegnarsi nella
Chiesa, ad acquistare la vi-
sibilità di “onesti cittadini e
buoni cristiani”, come vole-
va Don Bosco. Gli exallievi
modenesi cercano di segui-
re questa linea.
CATANIA, ITALIA
24 maggio: cinquanta nuovi
soci hanno emesso la pro-
messa dopo un anno di for-
mazione e preparazione,
entrando ufficialmente a far
parte del gruppo ADMA,
che dal 1989 fa ufficialmen-
te parte dei 23 gruppi della
Famiglia Salesiana. La sua
origine comunque risale al-
lo stesso Don Bosco che in
Maria Ausiliatrice aveva ri-
posto la sua completa fidu-
cia ed esortato i suoi figli a
fare altrettanto.
TROMELLO, ITALIA
Niente è impossibile per
chi ha buona volontà e co-
raggio: il centro coopera-
tori di Tromello (in provin-
cia di Pavia), estinto da 50
anni è... “risuscitato”. Do-
menica 8 giugno, 12 aspi-
ranti, dopo il percorso di
preparazione di oltre due
anni, hanno emesso la
promessa di “salesiani
cooperatori”, ricostruendo
quello che fu un gruppo
glorioso, nato con le FMA
che a Tromello hanno la-
vorato lasciando una trac-
cia indelebile.
DHARAN, NEPAL
Nella missione salesiana
di Sirsia, in Nepal, a 45
km da Dharan, la notte
del 29 giugno u.s. un
gruppo di 4/5 persone ar-
mate di fucili e bombe a
mano ha fatto irruzione
nella missione salesiana.
Quasi un assalto. Forse
per rapina (o terrori-
smo?). Raggiunta la ca-
mera di don Johson
Moyala, salesiano ses-
santenne, ne sono usciti
lasciando a terra privo di
vita il sacerdote, ucciso
con due colpi di fucile.
BS OTTOBRE 2008

2.8 Page 18

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VIAGGI
L’ESCLUSIONE di Giancarlo Manieri
Nella vita dei santi non
tutto fila sempre liscio,
anzi quasi mai la loro vita
è tranquilla e passa tra
studio e preghiera, senza
altre preoccupazioni.
Molte furono anche le
sofferenze che
accompagnarono
la vita del piccolo
mapuche Ceferino,
alcune delle quali
lancinanti.
18
Ceferino viene al mondo il
26 agosto 1886. Solo due
anni prima il padre, cacicco
Manuel Namuncurá, si era
arreso al tenete colonnello Paolo C.
Belisle. Proprio in quell’anno le terre
di Chimpay vennero concesse ad al-
cuni militari che avevano partecipato
alla “Campagna del Deserto”, nono-
stante che fossero state promesse a
Manuel e che egli e la sua tribù vi si
fossero insediati, vi avessero costrui-
to le loro ruca e vi dimorassero in re-
lativa libertà, sebbene in grandi ri-
strettezze. Otto anni dopo, stante la
situazione quasi insostenibile, il caci-
que si recò nella capitale per cercare
di ottenere più terra: quella assegna-
tagli dopo la resa era decisamente
troppo poca. Gli vennero concesse
otto leghe: “a Chipael (sic) o in un
altro posto”, recitava l’articolo 1°
della apposita legge. Pochi mesi do-
po, infatti, il gran capo mapuche do-
vette apprendere che le terre, ahimè,
erano “in altro posto”, non a Chi-
mapy (Chipael) sul Rio Negro ma a
San Ignacio, nella provincia del Nen-
quén, sulle sponde del rio Aluminé.
Sulle sponde del Rio Negro,
terra assegnata ai mapuche
di Namuncurá ma anche
ai soldati della campagna
del deserto.
UN POPOLO TRADITO
Fu un duro colpo per la tribù
e certamente Ceferino, che
aveva otto anni ed era un bimbo vi-
spo e intelligente, ha sentito dentro di
sé la prima grande “esclusione”, con-
dividendo la sofferenza della sua
gente che viveva in grande penuria e
in una decadenza che sembrava inar-
restabile. Ci si mise anche il Rio Ne-
gro che affrettò l’esodo da Chimpay.
Nel 1899, infatti, una grande esonda-
zione del fiume allagò e quasi som-
merse l’insediamento mapuche così
che anche Namuncurá che era rima-
sto sul posto si vide costretto a rag-
giungere la sua gente a San Ignacio,
ultimo della sua tribù, come ogni
buon capitano, a lasciare la nave che
affonda. Ceferino era già a Buenos
Aires dal 1897, con la volontà appli-
cato agli studi ma con il ricordo e
l’affetto ancorato a Chimpay, il luo-
go della sua infanzia dal quale ormai
la sua gente era stata allontanata…
La desolata piana di San Ignacio,
assegnata proditoriamente
a Namuncurá e alla sua gente,
in sostituzione di Chimpay.
Chimpay, dove la mattina veniva
svegliato dal canto della calandria
que sacude nuestras almas – che
scuote l’anima”; dove a ogni alba,
uscito dalla ruca e rivolto al sole na-
scente, pregava Ngueneuchén perché
concedesse una giornata tranquilla e
pace e prosperità al suo popolo; dove
aveva imparato a tirar d’arco, caval-
care, pescare, cacciare con le bolea-
dora... Ricordi struggenti di un tempo
che presentiva non sarebbe più torna-
to. Ma non furono le uniche sofferen-
ze che lo visitarono. Nel 1900 a 77
anni, Manuel Namuncurá decise di
sposarsi con rito religioso e scelse
come moglie la 37enne Ignacia
OTTOBRE 2008 BS

2.9 Page 19

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2.10 Page 20

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EVENTI
BERTIE
>> In occasione dei solenni fune-
rali svoltisi il 16 febbraio nella ba-
silica di Santa Sabina all’Aventino
GRAN MAESTRO alla presenza delle alte cariche del-
l’ordine, di cardinali e vescovi in-
signiti della Croce di Malta, dei fa-
miliari, e di cavalieri e dame giunti
da ogni parte del mondo, il “cardi-
di Roberto Saccarello
nalis Patronus” Pio Laghi ha ricor-
dato il Gran Maestro: “Fra’ An-
drew possiamo senza dubbio defi-
Il 7 febbraio 2008 si è
spento a Roma Sua
secolo, venne eletto alla suprema
dignità dell’Ordine del Consiglio
Compito di Stato.
nirlo un giusto, nel senso biblico
del termine: giusto è infatti colui
che si apre al progetto di Dio, che
vuole tracciare nella storia un or-
20
Altezza Eminentissima
fra’ Andrew Bertie,
78° Principe e Gran
Maestro del Sovrano
Ordine Militare di Malta.
Bertie (Willoughby Ninian)
dei conti di Lindsay è stato
il primo britannico a rico-
prire la carica di Gran Mae-
stro nel corso dei 900 anni dell’Or-
dine. Aveva studiato dai Benedetti-
ni di Amplefoth nello Yorkshire.
Per 20 anni fu docente di lingue
moderne (francese, spagnolo, rus-
so). Entrato nell’Ordine, vi pro-
nunciò i voti perpetui nel 1981 e,
nel 1988, alla morte di fra’ Angelo
de Mojana di Cologna che aveva
governato per oltre un quarto di
>> Molti i cambiamenti avvenuti
nell’ordine sotto la sua guida: la mo-
dernizzazione delle strutture ammini-
strative, l’aumento del numero dei
membri, l’incremento degli
aiuti ai Paesi in via di
sviluppo, il potenzia-
mento delle mis-
sioni umanitarie.
Sotto il Gran
Maestro Bertie
è stata emanata
una nuova Carta
Costituzionale
nel 1997, e l’Or-
dine è stato am-
messo come Osser-
vatore Permanente alle
Nazioni Unite.
Essendo un ordine sovra-
no, non vi sono condiziona-
menti da parte della Santa
Sede a quella che è la vita po-
litica e giurisdizionale dell’Or-
dine, rimanendo
la dipendenza so-
lo per i membri
religiosi e la
dine nuovo e ne diventa appassio-
nato collaboratore nell’amore”.
La salma è stata tumulata nella
chiesa di Santa Maria del Priorato
a Roma.
>> Con una storia di oltre 9
secoli, l’Ordine è l’unico
erede degli Ospedalieri di
San Giovanni di Gerusa-
lemme, fondato dal beato
Gerardo nel 1048 per
l’assistenza ai pellegrini
e agli ammalati e
riconosciuto con
la bolla del
1113 di papa
Pasquale II.
È il solo a
essere con-
tempora-
neamente
ordine reli-
gioso e ordine
cavalleresco.
L’Ordine non ha
mai cessato di essere riconosciuto
come sovrano, anche se sprovvisto
vita spiri-
tuale.
di un proprio territorio dopo la per-
dita di Rodi e Malta. Il Gran Mae-
stro è universalmente riconosciuto
come capo di stato al quale spettano
onori sovrani. La vita e l’attività
dell’Ordine sono regolate dalla Car-
ta Costituzionale e dal Codice. È
presente in 55 Paesi. Gestisce nu-
merosi ospedali, centri medici, am-
bulatori, corpi di soccorso, fonda-
zioni, strutture sanitarie specializza-
te che operano in 120 Paesi. L’Ordi-
ne, infine, mantiene relazioni diplo-
matiche con la Santa Sede e altri
cento Stati ed è accreditato anche
presso il Consiglio d’Europa. ٗ

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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DOCTOR
SPECULATIVUS
di Roberto Saccarello
Giacomo da Viterbo
>> Su designazione del Priore
Generale dell’Ordine, fu no-
nacque intorno al 1255.
Abbracciò ben presto
minato Maestro Reggente del-
lo Studio parigino. In tale cari-
ca di alta specializzazione teo-
la vita religiosa, entrando logica Giacomo rivelò piena-
mente quel particolare acume di ca-
nel 1272 tra gli Eremitani rattere speculativo che gli valse il ti-
di sant’Agostino.
Intraprende il curriculum
tolo di “Doctor speculativus”. Tor- inizi del 1308. La suo zelo pastorale
nato in Italia verso la fine del 1299, fu esemplare, sia nel breve periodo
venne designato Definitore della di governo a Benevento sia nei cin-
di studi umanistici nel
convento della SS. Trinità,
rivelando sin dagli inizi
le sue doti di profondo
Provincia Romana per il Capitolo que anni trascorsi alla guida della
generale del 1300, tenutosi a Napoli diocesi di Napoli. In vari passi del
alla presenza del re Carlo II d’An- De regimine christiano, specialmen- 21
giò. Nella capitale del Regno an- te nella parte seconda, capitolo IV,
gioino Giacomo rimase per due anni Giacomo si era, peraltro, espresso
come direttore dell’insegnamento con chiarezza sull’ufficio e sui do-
ingegno. Lo ricordiamo
a 700 anni dalla morte.
nello “Studio Generale” di Sant’A- veri del vescovo, insistendo sull’ob-
gostino alla Zecca che gli agostinia- bligo di pascere il gregge di Cristo
ni avevano fondato in quella città. “verbo, exemplo et temporali subsi-
Proprio durante il soggiorno napole- dio”, cioè “con la predicazione, con
tano Giacomo venne nominato arci- l’esempio e con l’elemosina”. La
Nel 1274, giovane frate, fu
inviato a Parigi presso la
facoltà teologica dell’Uni-
versità, l’Ateneo più cele-
bre dell’Europa medievale, dove in-
contrò due altri brillanti studenti
agostiniani, i romani Egidio e Gia-
vescovo di Benevento da papa Bo-
nifacio VIII. Si trattò, evidentemen-
te, di un riconoscimento per la dife-
sa che egli aveva fatto pochi mesi
prima dell’autorità e del primato del
Papa con il suo ”De regimine chri-
stiano”. Dopo poco più di un anno,
il 12 dicembre 1203, su istanza di
sua memoria fu subito circondata di
venerazione nell’ordine agostiniano,
sia a Viterbo sia nelle diocesi di Be-
nevento e Napoli, divenendo ben
presto oggetto di culto.
>> Il culto pubblico venne confer-
mato ufficialmente da Pio X nel
como Colonna. Alla morte di san Carlo II, fu trasferito alla sede me- 1911, su istanza del suo Ordine. La
Tommaso d’Aquino ebbe per con- tropolitana di Napoli.
memoria liturgica cade il 12 dicem-
corso la cattedra per commentare il
bre. Molte furono le opere compo-
Maestro delle sentenze. Nel 1281, >> Giacomo seppe guadagnarsi la ste da Giacomo durante il soggiorno
conseguì il titolo di Lector novus e stima e la venerazione del re Carlo parigino e in tempi successivi: ope-
venne destinato a incarichi autore- e del figlio Roberto, duca di Cala- re teologiche, filosofiche e giuridi-
voli che dimostrano quanto fosse bria. Tra i meriti di maggior rilievo, che. La sua fama è legata soprattut-
stimato all’interno del suo Ordine. quale arcivescovo di Napoli, vi è to al De Regimine christiano, scritto
Ritornò a Parigi nel 1286 per ri- l’impegno costante nel promuovere nel 1301-1302 in occasione della
prendervi gli studi teologici, conse- i lavori per la costruzione della nuo- lotta tra papa Bonifacio VIII e il re
guendo il dottorato nel 1293.
va cattedrale. Il 13 maggio 1306 co- di Francia, Filippo il Bello e che
minciò a trattare la causa di cano- può essere considerato uno dei pri-
nizzazione di papa Celestino V, affi- mi e più significativi trattati medie-
Per saperne di più:
datagli da Clemente V. A tale atti- vali sul governo della cristianità e
Tel. 0761.342808 - 0761.307124
E-mail: robsak@libero.it
vità si dedicò fino alla morte, avve- l’ordinamento gerarchico dei poteri
nuta verso la fine del 1307 o agli della Chiesa.
ٗ
BS OTTOBRE 2008

3.2 Page 22

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LAIEGTTEIORAVANI apLerpotavtoretcraiaret“omdraoialdlaaeriraegtaioaltvmaàendni.e.t.ief”atti
SE VUOI
PUOI GUARIRE
Elogio del cuore
Professionista di alto profilo, uomo di grande non lo nutri di amore, se non lo baci, coccoli,
cuore. “Non ci resta che il cardiochirurgo, abbracci incomincerà a indebolirsi fino
mettersi una mano al cuore. Sbaracchiamo: via le all’esaurimento, fino al rifiuto del cibo.
pillole per la pressione, via le analisi da mettere a L’amore è un dono. Appartiene alla divinità, al
confronto. Imballiamo l’eco-cardiogramma,
mistero, al sacro. “Chi tocca muore” leggi sui
l’eco-doppler e la famiglia dei guardoni
tralicci dell’alta tensione. Non puoi scherzare con
per quanto riguarda il cuore. Passo la mano alla il fuoco. Non puoi barare. Dono è dono. Se ami non
TAC e alla sala operatoria. Ti assicuro, il cuore puoi battere moneta falsa. In amore esistono i
può essere espugnato dai suoi nemici”. Fin
falsari. Ci sono segnali chiari per smascherarli:
qui la sua disanima.
tristezza, depressione. Indizi e tracce delle
Il cuore è lodato più di qualsiasi altra
loro carenze: bugie a tutto carico, le parole
cosa.
diventano trappole e trucchi del mestiere.
22
Più del denaro perché non può essere
messo in vendita. Più del successo
L’amore è un impegno. Il cuore ti dice sii
amorevole in tutte le situazioni della vita, sii
perché senza cuore non c’è vita. Più di
amabile con chi vuol condividere con te il
ogni altro organo del tuo corpo.
viaggio della vita. Ti accorgerai che amare
Puoi fare a meno di un occhio, di
significa accorgersi di essere amati.
una mano, di un polmone, di un
Questo viaggio d’amore ti fa capire
rene… ma senza cuore c’è solo la
il segreto dell’uomo.
morte.
Dio non è lontano o estraneo se
Amare è uno di quei verbi che tutti
ami. È vicino. È la fonte del tuo
usano, ma pochi sanno coniugarlo
amore.
come si deve. È un verbo: fluisce,
Dio è nel battito del tuo cuore.
scorre, ha bisogno di tempi lunghi:
Quando ami chiudi gli occhi per conoscere
passati, presenti e futuri. Più dai, più
la grandezza della tua esistenza e Dio
ricevi. È una comunione: occhi negli occhi,
dentro di te. Se riesci a cogliere nell’amore
cuore a cuore, mano nella mano.
il senso della vita, ti accorgi di Dio. E
L’amore è come il respiro. Senza respiro la vita si
quando scegli l’Amore, l’Amore ha
spegne, senza cuore l’anima intristisce. È come
scelto te. Sei diventato l’eletto, il
un albero: puoi concimarlo, potarlo, curarlo ogni
discepolo, l’amante.
giorno, non puoi mettergli fretta. Devi attendere a
I filosofi dicono agere sequitur esse /il
primavera inoltrata o in autunno i suoi frutti.
fare segue l’essere.
L’albero ha un suo cammino da fare.
I teologi possono correggere amare sequitur
Amare non è un sostantivo. La luna di miele si amari / l’amare segue l’essere amato, ovvero se
esaurisce in una notte.
ami incontri l’Amore (con la A maiuscola). Il
Il tempo e l’amore vanno a braccetto, come le due criterio? La gioia è la componente di un’esistenza
ali dello stesso cigno.
d’amore.
Ogni passo è una scelta. Un solo passo è una Quando sei felice o no, lo sai. La gioia non falsa la
responsabilità da dividere in due.
tua vita. Sarà la pietra di paragone per la tua vita
Ma perché?
interiore.
L’amore è un nutrimento. Al tuo bambino puoi
dare tutto: biscotti, medicine, vitamine, ma se
Carlo Terraneo
OTTOBRE 2008 BS

3.3 Page 23

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IDLI TDEAOTNROBOSCO UÈa,nlicntoesaontmtrroamreiaod,uuacmnaoatilsvgpoaemdtteaav,cecorlpoeraicmchoaeedrsiiifoutungtegteoedeinadtupecseaarr.seonaal lsiesmnsioediinadpivpiadrutaelnisemnzi ac.he non forgia divi,
TEATRO
ESPRESSIONE
DI UNA COMUNITÀ
di Michele Novelli
Non esisteva, per Don Bosco, il teatro per pochi addetti ai lavori,
per privilegiati, per “impallinati”: il “Teatrino” è funzionale
alla Comunità Educativa in cui sono inseriti i giovani che recitano.
23
Il respiro comunitario induce chi recita a farlo non per sé,
ma per creare un ambiente di famiglia.
BS OTTOBRE 2008

3.4 Page 24

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LrAoeiDpafcrNrcevifnrdrRolaaosfgruaopeDidd2ifirtmEctnipnicpseitaoo0augerAehAaapcraui0vatgrlclgn,zzoaotrrMitNand6avrooheoaviiidnnanioeo,noeCiAtsezetinndiofasptvrànnicindOei.eZsohoielaceaeesanmLesIoAGnoanrlrtN;cpldit’oiscoTcceieeavlpeimaèGainaahao”cnszenarvrqdctccésuioarsrptTdetauohuieoreoeeessvtreEpiitueneroacnbonfiioetiAldaCocl,nsnetairabtefpraoaic.atintiaHitatteltedvoDnanLcolottaeicN,racfeie“tedo.ninceirèoloilcdoJrWlnIoliileofsemCeboo,mOiliseGsou.ntdaepinuOiTsaseauSèllnurdabiiatceunueurmg,LovrmEsnabstsoltamemslgOoolildtPeetssandcoaeaail2paorRnaooHtsaiplt,la5tl,ltioglauaoape,0annreleol,a.
Iprincipi del sistema educativo
24
di Don Bosco non avrebbero
efficacia se non trovassero la
loro naturale collocazione nel
clima di famiglia che Don Bosco
voleva e sapeva creare nelle sue
case, fatto di confidenza
affettuosa tra educando ed
educatore, di amicizia tra i
giovani, di schietta solidarietà tra
tutti. Leggiamo la testimonianza di
uno dei primi giovani di Don
Bosco che ricorda: “A Valdocco i
pensionati prima e gli interni
dopo, facevano una vita di
famiglia alla buona, quasi
rusticana, senza pretese, nella
persuasione di non poter esigere
di più né da Don Bosco, né da
altri. Da tutti si faceva il possibile
per andare avanti alla meglio,
anche se il vitto era grossolano e
appena sufficiente, preparato da
cuochi improvvisati o per nulla
abili. Si sapeva che si viveva di
carità”.
PEDAGOGIA
DELLA GIOIA
L’allegria è alla base della vita di
famiglia. Don Bosco intuì che il
ragazzo va accettato com’è, con
la sua componente di libertà,
gioco e spensieratezza. Tale
convincimento era penetrato così
profondamente nell’animo dei
suoi giovani, che Domenico
Savio, volendo esprimere quale
fosse il segreto della santità
all’Oratorio, ebbe a dire a un
nuovo arrivato: “Sappi che noi
facciamo consistere la santità
nello stare molto allegri”. La frase
campeggiava sul boccascena dei
nostri teatrini d’un tempo. Era la
tradizione salesiana che
individuava nel teatro l’ambiente
ideale dove poter esprimere in
pienezza il bisogno dei giovani e
”il segreto” di un percorso
pedagogico e formativo. Lo stesso
Don Bosco, tra i sette “segreti” del
buon andamento dell’Oratorio,
ribadisce: “Allegria, canto, musica
e libertà nei divertimenti” (MB XI,
222). Il calendario dell’Oratorio
era seminato di ricorrenze piccole
e grandi, solennizzate da
celebrazioni che avevano il
duplice volto: religioso e
ricreativo.1 In questa atmosfera
banda musicale e “Teatrino”
erano protagonisti, a volte con
spettacoli e commedie, altre con
accademie e collage di numeri di
vario genere. Anche in occasioni
eccezionali, la festa si concludeva
con una rappresentazione
teatrale. Il Lemoyne riferisce della
prima visita dell’arcivescovo di
Torino all’Oratorio per
amministrarvi oltre trecento
cresime: “Se fu divota la funzione
in chiesa, non fu meno dilettevole
la festa preparata fuori, a cui dopo
1 Tra le solennità liturgiche emergono
Novena e Festa di Natale, Epifania,
Settimana Santa, Pasqua, Ascensione,
Pentecoste, Corpus Domini; alcune
celebrazioni mariane (Natività,
l’Immacolata Concezione, Maria
Ausiliatrice); le ricorrenze di santi
specialmente cari (s. Giuseppe, s. Luigi
Gonzaga, s. Giovanni Battista, s. Pietro,
Ognissanti, il patrono di ciascuna casa).
Interi mesi hanno una commemorazione
speciale: maggio a Maria, marzo
a San Giuseppe, ottobre al Rosario.
Riflessivi e festosi sono i ritiri mensili,
gli esercizi spirituali, il triduo
introduttivo all’anno scolastico con
annesse escursioni e feste: dell’uva,
delle castagne, delle premiazioni.
(Cfr. BRAIDO, Esperienze..., p. 373).
OTTOBRE 2008 BS

3.5 Page 25

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Don Bosco, con molta fatica,
organizzò uno spettacolo per il
15 agosto 1848: “Il giorno
dell’Assunzione di Maria in
cielo… egli preparò
un’accademia di tal natura che
testimoniasse eziandio i suoi
sentimenti patriottici” (MB III,
428). Il programma era composto
di sei quadri sulla storia
dell’Antico Testamento,
intervallati da inni religiosi.
Chiudevano lo spettacolo due inni
cantati, uno in onore di Carlo
Alberto, l’altro di Pio IX, e un
dialogo sulla storia dell’Oratorio.
Allo spettacolo erano intervenuti
molti personaggi distinti del
governo, della nobiltà e perfino all’Oratorio: essere in funzione
del Partito Liberale. La cronaca dell’intera comunità educativa,
conclude che “la festa riuscì a
nonché dei suoi scopi istituzionali.
meraviglia!”. Tra le righe, e con gli Molto teatro salesiano, lungo il
occhiali di oggi, non possiamo
corso degli anni, si è rintanato nel
non rimanere ammirati dalla
guscio di interessi parziali, limitati
prova di “equilibrismo” politico a piccoli gruppi di “aficionados”,
di Don Bosco e da una
a compagnie e filodrammatiche
esemplificazione lampante del
chiuse nell’orizzonte dei fondatori
suo assunto educativo: buoni
storici, tollerando nuove adesioni 25
cristiani e onesti cittadini.
solo mirate ai personaggi di cui ci
fosse bisogno nel nuovo
PROTAGONISTI DI FESTA allestimento. I contrasti con i
direttori d’oratorio non
un qualche ristoro, degnossi
Ci siamo intrattenuti su come mancavano, dal momento che
prender parte anche Monsignor Don Bosco utilizzasse il suo
divergevano i fini su cui si fondava
Arcivescovo. Era quello eziandio, “teatrino”: polo intorno a cui
l’attività teatrale. Non sarà questo
il suo giorno onomastico
faceva ruotare l’allegria e la
uno dei motivi per cui si è chiusa
(21/06/1847) e quindi, colta la
solennizzazione delle feste.
l’epoca d’oro delle
propizia occasione, i giovani gli Questa caratteristica è decisiva
filodrammatiche? C’era rimasto
lessero da bel principio varii
nel rintracciare le linee portanti
componimenti in poesia e prosa. dell’esperienza
Fra gli altri piacque assai un
drammaturgica
grazioso dialoghetto tenuto da
del teatro
alcuni fanciulli e condotto con
una mirabile disinvoltura. Dopo
queste letture cominciò il teatrino,
e venne fuori il celebre ‘Caporale
di Napoleone’. Costui altro non
era che un graduato in caricatura,
il quale, ad esprimere la sua
contentezza in quella solennità,
usciva in mille facezie. Esso fu di
sì amena ricreazione per l’esimio
prelato, che ebbe a dire di non
aver mai riso cotanto in vita sua”.
L’anno successivo ci rimane
memoria di un simile programma.
Era l’anno dei moti rivoluzionari e
per dimostrare quanto senso
civico fosse presente all’Oratorio,

3.6 Page 26

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IL TEATRO COSTRUISCE
LA COMUNITÀ
un vuoto, banalmente coperto da altra spesa. Per quanto il nome
tanto cinema domenicale. È
fosse di richiamo, nella piazza la
evidente, oggi, una ripresa di
gente continuava a passeggiare
attività teatrale in moltissime opere distrattamente e tirare oltre. Un
salesiane, sovente su quella linea anno si accettò di fare un
26 di coniugare il binomio
“comunità-festa”. Ma non è
esperimento. L’Oratorio contava
oltre mille iscritti, nelle varie e
ancora dappertutto così. A mo’
numerose associazioni. Si decise
d’esempio: una parrocchia
che lo spettacolo della festa lo
organizzava la sua bella festa
facessero i ragazzi dell’oratorio. Si
patronale annuale. Il
trovò un testo adatto all’occasione
comitato/festeggiamenti era alacre e ai gruppi che lo avrebbero
a raccogliere, di casa in casa, i
realizzato e “L’Arca di Noè” andò
contributi per sopperire agli oneri in scena, in piazza, nel momento
finanziari. Poi si dava alla caccia clou della festa, con la
di un “nome” di richiamo per lo partecipazione di circa 500
spettacolo serale.
ragazzi (una cinquantina per
Compatibilmente con la
ognuna delle 10 associazioni).
disponibilità finanziaria s’invitava Non solo i costi furono pressoché
il “cantante di grido” che, magari, azzerati e la piazza pullulava di
fosse più rinomato di quello
genitori attenti ed entusiasti, ma,
invitato dalle parrocchie
quel che più contava, fu che
circonvicine. Certo, quella voce di l’oratorio si era riappropriato di
uscita era la più “salata” di ogni una festa offrendo ai suoi ragazzi
l’opportunità di diventarne i
protagonisti.
Abbiamo parlato del clima di
famiglia che Don Bosco voleva
all’interno delle sue opere, come
fondamento e premessa del suo
intervento educativo. E tuttavia
quel clima non nasce come l’erba
sui muri. Occorrono interventi
specifici e mirati perché possa
vivificare l’intera comunità. Senza
dubbio Don Bosco addita il suo
“teatrino” come una delle chiavi
per aprire porte spesso
ostinatamente chiuse. Spesso
incaricati di oratorio, parroci,
presidi, animatori, ecc. per
aggregare le varie componenti
delle loro opere adoperano cene,
“pizzate”, gite, ecc.
L’aggregazione dura il tempo
della consumazione. Sono pochi
a “provare” con il teatro. Non uno
spettacolo affidato a un gruppo
selezionato, ma il Teatro di
Comunità. Che sogno una
rappresentazione che possa
coinvolgere l’intera comunità!
Mamme e nonne a provvedere
alla messinscena, papà a
organizzare struttura e supporti
tecnici, figli e figlie a preparare
recite, canti, danze… Centinaia di
persone protagoniste della propria
festa della Comunità! Come
sentirsi un tutt’uno? Come
sottolineare l’appartenenza a
un’unica famiglia? Come sentirsi
coinvolti nei problemi comuni,
conoscersi di più, stimarsi,
aiutarsi, abbattere ogni traccia
di concorrenzialità? Una
parrocchia/oratorio ha tentato
con “Caino e Abele”, di Tony
Cucchiara che gli animatori di
tutti i gruppi hanno allestito
insieme. Sono riusciti a
coinvolgere anche gli “sportivi”
tendenzialmente alieni dal salire
su un palco. Risultato: animatori e
aiuto-animatori di tutti i gruppi,
nessuno escluso, sono testimoni
dell’aria diversa che si respirava,
dopo l’esperienza teatrale, nei
corridoi dell’oratorio.
Michele Novelli
OTTOBRE 2008 BS

3.7 Page 27

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BAGLIORI
serena.manoni@libero.it
ANTONIA
COME MARIA
GORETTI
Si può essere eroi
a 16 anni, negli anni
tumultuosi
dell’adolescenza. Antonia
ne è esempio fulgido.
Gente che non sembra
più di moda, eppure…
zione religiosa e morale in fami-
glia, poi m’interessai io stessa della
sua educazione negli anni del corso
elementare... Antonia andava d’ac-
cordo con tutti e non si permise
mai di venire a scuola impreparata.
È stata sempre rispettosa verso i
genitori, gli educatori, i compagni
e verso tutti”.
N A dodici anni con dispiacere
C’è un eroismo vissuto dovette però abbandonare gli studi
nel silenzio dello spiri- e le sue compagne per dedicarsi
to, nella forza granitica completamente ai lavori in campa-
della fede, nella lotta nonviolenta gna e alle faccende domestiche.
contro ogni brutalità. Non sono po- L’umile lavoro e le quotidiane dif-
chi gli esempi che la Chiesa ha da ficoltà non furono mai un limite
Antonia Mesina (1919-1935).
27
mostrare al riguardo. Uno di questi alla sua dedizione forte e semplice
è quello di Antonia Mesina che verso Dio che i suoi genitori le in- a camminare. Di lì a poco avvenne
vive la stessa tragica vicenda che segnarono ad amare, continuando l’impensabile. Lo racconta Anna.
pochi anni prima toccò Maria Go- essa stessa a coltivare nel proprio “Stavamo per completare il carico,
retti. Nell’asprezza geografica della cuore una fede sincera e matura. legare le fascine e prendere la via
Barbagia nasce il 21 giugno 1919 a L’appartenenza al’Azione Cattoli- del ritorno, quando sentii il grido
Orgosolo, 18 km da Nuoro, Anto- ca e la “crociata per la purezza” accorato di Antonia ‘Annedda! An-
nia. È figlia di gente laboriosa e si- indetta dall’Associazione nel 1935 nedda!’ Mi voltai e vidi quel giova-
lente, dedita al lavoro solitario e contribuirono ad accrescere e con- ne zoppicante che sospingeva Anto-
massacrante della pastorizia, rude fermare il suo credo. L’esempio di nia, incalzandola, verso il bosco…
il cuore, severi i costumi, solida la Maria Goretti diede senso alla sua Antonia per due volte riuscì a svin-
fede. Seconda di dieci figli, riceve vita, ma ancor più alla sua morte. colarsi dalla stretta, tentò di venire
il battesimo il 30 giugno dello stes- Aveva solo 16 anni quando il suo verso di me, ma l’aggressore la ri-
so anno e l’anno dopo la cresima, “Sì” deciso e chiaro divenne sacri- prese slanciandosi verso di lei come
decisione, questa, presa diretta- ficio estremo. Si era alzata di buon una furia. Io, sopraffatta dal dolore,
mente dal vescovo, causa il dilaga- mattino con l’intenzione di andare scappai e mi allontanai senza ren-
re della febbre chiamata “spagno- in campagna a fare legna per il dermi conto di dove andassi. Giunsi
la” che in quegli anni seminò vitti- fuoco: era il giorno della cottura presso una roccia e proprio in
me in tutta Europa. I suoi genitori del pane e poiché non si sentiva si- quell’istante mi arrivò all’orecchio
desideravano per i figli l’istruzio- cura di camminare per quei sentieri un urlo come di belva ferita a mor-
ne, per questo Antonia iniziò a fre- solitari, chiese alla sua amica, An- te”. Era il 17 maggio 1935 quando
quentare le elementari e nello stes- na Maria, di accompagnarla.
selvaggiamente sfigurata da colpi di
so periodo, era il 1926, ricevette la
pietra, Antonia moriva raggomito-
prima comunione. La sua maestra N A una certa altezza del sentiero lata su se stessa per difendere la sua
così la ricorda: “Era una bambina scorgono un ragazzo che Anna co- integrità. Il processo di beatificazio-
normale, molto attiva, generosa e nosceva solo di vista, un certo Gio- ne iniziò il 17 aprile 1939. Il 4 otto-
servizievole, d’indole vivace ma vanni Ignazio Catgiu, ma entrambe, bre 1987 Giovanni Paolo II la pro-
obbediente; ebbe la prima educa- cercando di ignorarlo, continuando clamava beata.
ٗ
BS OTTOBRE 2008

3.8 Page 28

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F MA
Le Figlie di Maria Ausiliatrice e la scommessa
BUONE NOTIZIE di Maria Antonia Chinello
IN PERIFERIA
in diversi punti fino a essere com-
pletamente stravolto per via della
massiccia edificazione abusiva e
della cattiva gestione delle ammini-
strazioni locali. Ancora oggi, il
quartiere risulta in “fase di realizza-
zione”: è la storia di un progetto di
urbanizzazione incompiuta e, sotto
tanti aspetti, fallita.
L’assenza di molte infrastrutture
essenziali, il degrado ambientale e
paesaggistico, la mancanza di luo-
ghi di incontro e di aggregazione, la
carenza di strutture di servizio indi-
spensabili ne fanno soltanto un
28
grosso contenitore di popolazione
iscritta, purtroppo, tra le fasce più
deboli della vicina Catania. Il quar-
Catania Librino: suor Enza Cavallaro con alcuni giovani.
tiere è abitato da famiglie giovani,
una sorta di “parcheggio” dove vi-
vere in attesa di tempi e opportunità
Tre figlie di Maria
Ausiliatrice e tanti
giovani, donne,
I l mio quartiere è Librino. È
un mondo sottosopra, senza
regole. Siamo abbandonati
da tutti. Ognuno qui può
fare quello che vuole: spaccio, rapi-
migliori. In questo contesto, i piccoli
e i giovani faticano a trovare punti
di riferimento solidi a garantire una
formazione culturale adeguata e una
sana socializzazione.
volontari e volontarie,
sacerdoti e famiglie
uniti contro il degrado
e l’abbandono di un
intero quartiere.
Una comunità
na, droga, prostituzione, abusivi-
smo, corruzione. Solo l’oratorio è
un punto di riferimento per noi. Le
suore ci accolgono, insieme alle no-
stre famiglie. Lì impariamo a cono-
scere Gesù e a donare noi stessi
agli altri».
La voce narrante è di Stefano, un
giovane nato a Librino, il grande
SO-STARE CON TE
Le storie e le strade di Catania/Li-
brino si incrociano nel 2005 con
quelle delle Figlie di Maria Ausilia-
trice. È di quell’anno, infatti, la de-
cisione di aprire la comunità Gio-
vanni Paolo II. Tre suore che con-
ducono una vita semplice, essenzia-
educante che chiama
a raccolta per educare
quartiere di Catania ideato da Ken- le, sobria, che fanno del loro esserci
zo Tange. Il progetto ambizioso di tra la gente una dimora che accoglie
fare di Librino una città satellite e consola, guarisce e risana.
alla legalità, alla
prende vita intorno agli anni Settan- «La sensibilità nei confronti della
ta: zone suddivise in grossi anelli, sofferenza di persone costrette a vi-
responsabilità personale collegate attraverso un sistema di vere nella miseria, nonostante i
e sociale, al servizio.
Perché tutti abbiano
larghe strade e isole alberate, che grandi progressi della scienza e della
dovevano ospitare più di 60 mila tecnica, sollecita la comunità a vi-
abitanti con strutture sociali, scola- vere come Maria a Cana – spiega
presente e futuro.
stiche, religiose, amministrative tali suor Lucia Siragusa, animatrice del-
da renderlo perfettamente autonomo la comunità –. È questa l’icona che
In abbondanza.
dalla vicina città. Ma il futuro è ben ci guida a coordinare con trasparen-
diverso. Il progetto venne disatteso za e legalità il nostro servizio per lo
OTTOBRE 2008 BS

3.9 Page 29

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della speranza in uno dei quartieri più difficili di Catania.
sviluppo integrale e solidale della
vita umana; a non avere paura di an-
dare incontro ai poveri e a denun-
ciare le ingiustizie sociali, a scom-
mettersi in prima persona; ad andare
di casa in casa, nonostante i perico-
li, per portare conforto, amore, co-
raggio; a trasmettere gioia a chi non
crede più nella gioia, speranza a chi
non crede più nella speranza; a te-
stimoniare e a far sperimentare l’a-
more misericordioso del Padre at-
traverso l’animazione del territorio,
l’educazione di strada, la catechesi
nelle parrocchie, la gestione a tem-
po pieno dell’oratorio, l’evangeliz-
zazione nell’istituto penitenziale
minorile, la realizzazione di progetti
di promozione sociale in collabora-
zione con altri enti».
Via di corsa.
Oggi sono tre i centri di aggrega-
zione attivi nel quartiere: due gestiti
dalle FMA e uno, il Centro Talita
Kum, tenuto dalla Caritas diocesa- UN SERVIZIO
na. Ma il tutto è il risultato di una CHE VALE UNA VITA
sinergia tra la comunità educante,
la Famiglia Salesiana, la Chiesa lo- «Nonostante abiti in un quartiere
29
cale, l’amministrazione comunale, limitrofo – racconta Veronica, vo-
alcune fondazioni e agenzie educa- lontaria del Servizio Civile – non
Suor Renata Soldati
con alcune donne.
tive, associazioni ONLUS di volon- mi ero mai resa conto delle diffi-
tariato, cooperative sociali. C’è po- coltà e delle problematiche che si
sto per tutti per camminare insieme,
per alleviare e condividere diffi-
coltà e gioie, fatiche e speranze, la-
voro e preghiera, per tracciare per-
corsi educativi di pastorale integra-
ta a favore delle giovani e dei gio-
vani, delle famiglie.
Suor Lucia
Siragusa.
vivono a Librino. Essere in servizio
qui, mi ha obbligato a guardare me-
glio dentro me stessa. Sono molte le
sensazioni che provo: rabbia per il
menefreghismo delle istituzioni e di
chi potrebbe fare e non fa nulla,
senso di impotenza per le ingiustizie
sociali. Ma mi si mescolano anche
sentimenti di tenerezza, affetto e
gioia per poter stare insieme a bam-
bini, ragazzi, giovani e adulti che
subiscono e affrontano ogni
giorno, nonostante tutto, la vita
a testa alta».
L’oratorio è punto di riferi-
mento dove i ra-
gazzi possono
studiare, impara-
stessi, a rispettare l’ambiente e le per-
sone che le circondano.
Vi è lo sportello multifunzionale
CIOFS, con il Progetto Arianna per
le donne in cerca di lavoro. «A par-
tire dall’apprendimento delle tecno-
logie informatiche – narra Concetta
– impariamo a conoscerci meglio, a
valorizzare talenti nascosti, risorse e
competenze impensate. Lo sportel-
lo, attraverso la ricerca del lavoro,
ci fornisce anche gli strumenti per
immetterci con più precisione nel
mondo del lavoro. Gli incontri per
l’orientamento tra noi e con gli ope-
ratori sono importanti e ormai indi-
spensabili. Il Centro è antidoto ai
nostri palazzi di cemento, ai topi
re a socializzare, che vi scorazzano indisturbati, alle
sviluppare le lo- acque nere, alle malattie dei bambi-
ro potenzia- ni, al marito e ai figli reclusi».
lità e rappor-
tarsi con gli
adulti in mo-
TUTTO A POSTO?
do positivo, No! I problemi sono tanti, ma Dio
dove impara- ha scelto di abitare in periferia: goc-
no ad avere cia dopo goccia, le pozzanghere di-
cura di se venteranno un mare.
ٗ
BS OTTOBRE 2008

3.10 Page 30

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Giuseppe
Morante
DUBBI E MISTERI CONFRONTI
VITA FAMILIARE
QUANDO LA FEDE
UNA FAMIGLIA
PICCOLE STORIE PER
DIVENTA DIFFICILE
STRAORDINARIA
DIVENTARE GRANDI
Domande e risposte
Sette passi per vivere
Da leggere di sera per
su Dio, Gesù, la Chiesa, e amare insieme
affrontare le paure,
la morte, l’aldilà
di Ross Porter
le preoccupazioni,
di Tonino Lasconi
Edizioni dell’Immacolata, le domande del proprio
ELLEDICI Leumann (To) – Borgonuovo Marconi (Bo) bambino
Vicenza ISG, 2008
2008, pp. 190
di Sophie Carquain
pp. 184
ELLEDICI Leumann (To)
2008, pp. 270
C’è un momento nella vita
FAMIGLIA, CREDI
di ogni persona, in partico-
lare dei giovani, in cui la fe-
de ricevuta inconsapevol-
IN CIÒ CHE SEI
16 esperti si confrontano
sul Vangelo della Famiglia
mente da bambini non è
sufficiente a sostenere la
fatica della vita. Mille do-
a cura di Nicoletta
e Davide Oreglia
Effatà Editrice, Cantalupa (To)
CON IL VANGELO
mande si affacciano all’o-
rizzonte, mille interrogativi
2008, pp. 208
IN TASCA
7 percorsi di felicità
di Domenico Sigalini,
pp. 10
esplodono: perché c’è bi-
sogno di credere? Cosa
c’è dopo la morte? Perché
devo andare a messa?...
Il primo volume aiuta i geni-
tori a mettersi davanti ai loro
bambini per far superare
senza traumi le paure incon-
FELICITÀ CON LE ALI Si tratta di un momento im-
sce dell’infanzia, che spesso
30 Le beatitudini di Gesù portante in cui la fede di-
è piena di nubi e incertezze
di Pino Fanelli, pp. 132 venta adulta, rompe cioè
che ricavano dal mondo del-
Paoline, Milano, 2008
con le abitudini del passato
la comunicazione. Il secon-
per diventare più vera e più Si tratta di un volume che do offre una riflessione va-
Due volumetti per aiuta- forte. Il libro si offre come vuole aiutare la coppia e la riegata che, partendo da
re animatori e giovani a un vademecum da consul- famiglia a confrontarsi con punti di vista diversi, ha co-
camminare alla ricerca tare quando – davanti ai la vita e il vissuto quotidia- me collante comune una
di un’autentica felicità. Il fatti della vita – la fede di- no, offrendo piste concrete profondità di analisi e una
primo propone 7 percor- venta difficile, perché tor- di cammino e di verifica, novità di prospettive. Il testo
si verso la felicità più
profonda, quella che
non dipende da emozio-
menta, interpella, provoca. dal punto di vista sia spiri- può essere apprezzato da
A partire da testimonianze tuale sia umano. Che cosa chi voglia affacciarsi al “van-
di giovani sui problemi vis- rende le famiglie felici? gelo” della famiglia, e può
ni passeggere, ma coin-
volge tutto l’essere e di-
venta sigillo per la vita.
suti, l’autore offre spunti di Che cosa rende alcune ec- costituire un sussidio inte-
rinforzo e di orientamento cezionali? Che cosa hanno ressante per fidanzati, sposi,
esistenziale per scelte di in comune? Intrecciando gruppi-famiglia e operatori di
Un cammino non facile vita cristiana.
insieme sapienza spirituale pastorale familiare. La forza
ma certamente sicuro. Il
e dinamicità psicologica, e la speranza della Chiesa
secondo aiuta il lettore
l’autore propone un cam- vivono oggi nella famiglia.
nella sua “salita” verso il
mino in 7 passi per rispon-
monte delle “beatitudi-
dere a queste domande e
ni” (la vera felicità) riflet-
ad altre, e offre un percor-
tendo sui salmi delle
ascensioni. Sono letture
so che può condurre a rag-
giungere la pienezza della
che offrono ai giovani un
vita. L’esperienza dice che
ulteriore strumento di
conoscenza del mes-
alcune persone rimangono
schiacciate dalla famiglia,
saggio centrale del Van-
mentre altre sono salvate
gelo, un invito a cammi-
da essa. Perché? Qualun-
nare verso la felicità. Al-
que cosa si pensi oggi sul-
le “beatitudini” Cristo af-
la famiglia, è indubbio che
fida la risposta alle atte-
essa poggia sul fondamen-
se profonde del cuore
umano, il “bene” verso
to del mondo psichico di
ogni persona.
cui ciascuno mira.
OTTOBRE 2008 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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IDNAFAPNRZOITAEGGERE PVOROCABZLIEOMNAI
ISTRUZIONE
ATTUALITÀ
FAMIGLIE AFFIDATARIE SULLE ORME
VIVERE...
PERSONE & PAROLE/4
E WELFARE SOCIETY DEL DIVINO VIANDANTE a cura di Giuseppe Ruta di Cesare Cavalleri
a cura di Andrea Farina Riflessioni
CNOS-FAP Roma 2007 ARES, Milano 2008
e Mario Toso
LAS, Roma, 2008, pp. 148
sulla vita consacrata
di Vincenzo Bertolone,
ELLEDICI – Velar
Leumann (To) – Bergamo
2007, pp. 124
Il denso libretto, rivolto non
VIVERE IN…
1. L’identità. Percorso
di cultura etica e religiosa
a cura di Giuseppe Ruta
CNOS-FAP Roma 2007
pp. 104; guida pp. 80
pp. 224
Un utilissimo volume, cor-
redato anche dall’indice
dei nomi, che nelle oltre
duecento pagine presenta
con un linguaggio scorre-
solo agli uomini e alle don-
vole e accattivante alcuni
ne che hanno fatto una
temi attualissimi, frutto di
scelta di vita radicale per il
articoli dell’autore scritti
Vangelo, ma anche a tanti
per l’“Avvenire” dal 2005 a
che guardano a essi con
tutto il 2007, nella fortunata
ammirazione e senso di
rubrica Persone & Parole.
gratitudine, è frutto di una
Curioso e sagace, come
spontanea e appassionata
ogni vero giornalista, sen-
riflessione sul significato e
sibilissimo alle tematiche
sul valore della vita consa-
più scottanti, attento agli
crata. L’autore accomuna il
eventi, critico pacato e ve-
loro sentire a quello dei
ritiero senza essere cata-
consacrati che talvolta si ri-
strofico, l’autore affronta
fugiano in sterili autocriti-
con sottile ironia temi di
che, rinunciando a lasciarsi
Documentare e riflettere avvicinare e sorprendere
moda, personaggi famosi, 31
eventi importanti della vita
criticamente sull’alto senso dal misterioso Viandante
pubblica e privata, situazio-
di responsabilità, sul nobile che cammina con loro. Lo
ni ed emozioni da non di-
impegno educativo-sociale scritto, pertanto, vuole pro- La dimensione religiosa dell’e- menticare... Una lettura
sottesi all’organizzazione prio farsi eco della voce di ducazione è una componen- gradevolissima che offre a
sia di una Casa Famiglia questo Viandante, il quale te essenziale di ogni istituzio- ognuno spunti notevoli di
per minori dai 12 ai 18 an- anche oggi rammenta ai ne scolastica e formativa. La riflessione e spazio di ap-
ni, sia sul Movimento Fa- consacrati le ragioni profon- Federazione CNOS-FAP, che profondimento.
miglie Affidatarie – sorti de della chiamata. È, infatti, ha finalità di orientamento,
entrambi dalla sinergia dei l’incontro con Cristo che formazione e aggiornamento
Salesiani del Borgo Ra- svela alla vita consacrata la professionale, ha risposto a
gazzi Don Bosco e dei loro narrazione di un amore che tale istanza elaborando spe-
collaboratori – significa far esiste da sempre.
cifici sussidi e strumenti de-
conoscere un’importante e
stinati sia ai formatori sia agli
concreta via di realizzazio-
allievi. Viene perciò offerta
ne del bene-essere socia-
una proposta organica di for-
le. Le famiglie affidatarie e
mazione nella dimensione
il loro Movimento, mentre
etico-religiosa della persona.
danno corpo a politiche so-
Il curatore ha realizzato prima
ciali più commisurate ai bi-
il volume Etica della persona
sogni delle persone, specie
e del lavoro (2004) ristampa-
dei minori, contribuiscono
to nel 2007, con una Guida
efficacemente alla produ-
per il formatore. I formatori
zione di un nuovo welfare
coinvolti sono stati soprattut-
qualitativo e relazionale e,
to quelli che hanno operato
quindi, alla realizzazione
nell’area della cultura gene-
del bene comune, in linea
rale, denominata area delle
con una corretta interpreta-
competenze di base. A que-
zione della solidarietà e
sto seguiranno i volumi sulla
della sussidiarietà.
“relazione” e sul “progetto”.
NCcsrdihoOOeireneNRcotvatReaatSItmncoSIqglePuiocnFiOnhstAeoteNaBarsDVoelSelEEevgpONaNnrreTinasDZsTnplAasIOoeTot.BiAttrRlsiieIvciEePhlpilbi2EEieobr0Rdssert-ii0--i 8
trici.

4.2 Page 32

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ON LINE
Breve profilo di un grande salesiano coadiutore missionario,
Giulio Maestro (1929-2005).
DALLE ALPI a cura di Giancarlo Manieri
AL PAESE
DEL SOL LEVANTE
Crebbe a Viola in provincia di
Cuneo, con papà, fratelli e sorelle,
ma a lui, più che studiare piaceva
lavorare i campi. Nel 1936 il fratello,
sacerdote salesiano, gli propose di
32
entrare al Colle Don Bosco. Nelle
condizioni di accettazione c’era
scritto anche di essere disposto
a diventare missionario.
Era il 27 febbraio 1928. Aveva 6 anni, e la mamma
morente gli disse: “Fa sempre il bravo!” Lui molti
anni dopo scrisse: “Per me era impossibile crede-
re che la mamma l’avessero messa in una cassa e se-
polta nel cimitero. Un giorno mi trovai solo in casa, mi
recai in camera, mi inginocchiai per terra e guardai sotto
il letto pensando di ritrovare la mamma… Rimasi deluso
e mi rassegnai; la mam-
ma non c’era più”.
Quando lo lesse si mi-
se a piangere: era
sempre vissuto in un
piccolo paese ai piedi
delle Alpi. Quando si
trovò nella piccola ca-
setta di Don Bosco,
davanti al suo quadro
gli chiese aiuto. Poi si
mise a studiare e a la-
vorare nella scuola
agricola. Da qui ogni
anno partiva un grup-
po per le missioni. Al-
la fine del noviziato,
Giulio Maestro
e i frutti del suo orto.
Il signor Giulio Maestro (1922-2003).
anche lui fece la domanda e fu destinato al Giappone.
Lo conosceva già, perché leggeva sempre sul Bollettino
Salesiano gli articoli di Don Cimatti, che incontrò il 27
novembre del 1939 al porto di Kobe, dove era venuto
ad accogliere i sei nuovi missionari, di cui tre ancora in
vita. Furono gli ultimi dell’anteguerra. Nelle sue memo-
rie scrisse: “Ora bisogna ambientarsi, iniziare lo studio
della lingua molto difficile; altro tenore di vita, altri costu-
mi… Un po’ di nostalgia della patria non manca. Non
mancano i sacrifici, ma è meglio non parlarne. Il futuro
era incerto per la guerra del Giappone contro la Cina
che durava da qualche anno con il pericolo di una guer-
ra mondiale”. Facile profezia: il conflitto cominciò poco
dopo e fu terribile. Anche per i missionari. Dopo un an-
no di studio della lingua, fu destinato al Piccolo Semina-
rio di Miyazaki, sulle sponde dell’Oceano Pacifico al sud
del Giappone, con l’incarico di provveditore per una
quarantina di ragazzi e giovani, parecchi dei quali di-
vennero salesiani, e altri sacerdoti in varie diocesi. Non
era il suo campo, ma vi si adattò con generosità; è una
caratteristica dei salesiani: devono sapersi adattare a
qualsiasi lavoro. “Avevo la fortuna di essere con monsi-
gnor Cimatti – dice – e fu per me un grande aiuto”.

4.3 Page 33

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ALESIANI COADIUTORI
poi quella su Nagasaki. Finalmente il 15 agosto la
voce dell’Imperatore annunciò la resa incondizionata.
Fu un sollievo ma colmo di lacrime: l’imperatore, l’in-
vincibile, era stato sconfitto. Scrive Maestro: “Da quel
giorno più nessuno si interessò di noi. Dopo alcuni
giorni di attesa, decidemmo di far ritorno, e arrivati a
Un Giappone
presto risorto
dalle macerie
della guerra.
Miyazaki trovammo una vera desolazione. Tutto era
distrutto. Ci siamo messi a raccogliere il salvabile in
mezzo ai rottami”.
DA MIYAZAKI A TOKYO
L’arrivo di don Cimatti a Miyazaki, dopo un viaggio
avventuroso ed enormi disagi, li incoraggiò a continua-
Hiroshima
re, senza rimpianti per quello che avevano perso. Mon-
dopo l’atomica. signore sapeva guardare avanti e mai indietro. Per il
signor Maestri, che proprio allora emise i voti perpetui
nelle sue mani, cominciò una vita nuova. Solo nel 1951
Giulio poté rivedere l’Italia e s’accorse con dolore che
MIYAZAKI E LA GUERRA
tanti, troppi amici mancavano all’appello.
Ma lo fu solo per un anno, perché quando il Giappone Tornato in Giappone, cominciò per lui il periodo più
entrò in guerra, don Cimatti si trasferì a Tokyo. Su quel fruttuoso della sua vita missionaria. Fu destinato all’o-
periodo, il signor Maestro lasciò scritto: “Quando nel pera sociale di Tokyo, che ospitava circa 260 ragazzi
1943 l’Italia si arrese, la sorveglianza divenne più rigo- dai 6 ai 18 anni, quasi tutti orfani di guerra. Scrive: “Mi
rosa, dovevamo restare nel nostro territorio e non occupai della scuola agricola e delle necessità di tutta
uscire in città. Il 18 marzo 1945, improvvisamente la comunità. Ero l’unico ad avere la patente, perciò
apparvero i primi caccia americani... Poi arrivavano a dovevo essere sempre a disposizione. Quante volte ho
centinaia i B29 dirigendosi verso le città ove scarica- portato ragazzi all’ospedale per infortuni, per operazio-
vano bombe incendiarie ed esplosive di ogni genere. ni di appendicite, dovendo pure assistere all’intervento. 33
Un giorno, finito il bombardamento sulla ferrovia, la Gli ospedali erano locali di emergenza, ridotti tali a
sirena annunciò il cessato pericolo. Non sentendo più causa della guerra; mancavano cibo e medicinali e i
gli aerei, ci avviammo verso casa, quando a un tratto ragazzi erano molto deboli. Io sono rimasto in questo
un pauroso scoppio ci scaraventò a terra; era scoppia- orfanotrofio per 36 anni. Il nostro fine è stato sempre
ta un bomba a orologio, provocando lo scoppio di tre concentrato sull’educazione: prepararli alla vita nella
vagoni di munizioni. Morirono molti militari che sta-
società e insegnar loro la religione cattolica. Sei
vano scaricando il materiale. Il cielo divenne
ragazzi sono diventati sacerdoti salesiani e altri
buio, il fumo oscurò il sole… schegge e pezzi di
sono entrati in altre congregazioni. Si è formato
lamiera ovunque… un pezzo di rotaia di due
un buon gruppo di cristiani sposati che hanno atti-
metri cadde davanti alla nostra chiesa. Due ali
rato anche le loro mogli alla fede e altri sono
del fabbricato restarono senza finestre, con
impegnati nelle parrocchie. Il Signore ha bene-
schegge conficcate nei muri di calce e il
detto il nostro lavoro e il nostro sacrificio”.
soffitto di assi a penzoloni. Un vero disa-
Dal 1987 fu destinato allo studentato salesiano
stro, ma nessuno di noi ebbe la minima
di Chofu dove tutti poterono scoprire e ammi-
scalfittura”. Poi gli avvenimenti e lo svolgersi
rare la sua grande bontà e la sua totale dedi-
della guerra misero i giapponesi in situazione
zione al Signore e a Don Bosco. Tantissime
da non poter più sostenersi. Noi stranieri fum-
persone gli chiedevano consigli. Con lui il giar-
mo internati in una zona montuosa ai piedi
dino diventò un eden, fiorito durante tutto l’an-
del vulcano Aso. Requisirono un hotel per
no. Era innamorato dei fiori e della natura e
sistemarci. Il pianterreno ai padri delle mis-
con questo conquistava il cuore dei giappo-
sioni estere di Parigi, il secondo ai padri
nesi che venivano ad ammirarele sue piante
conventuali di Nagasaki. Al terzo c’erava-
e si fermavano a parlare con lui. Una conver-
mo noi salesiani, che ci prendemmo cura
sazione sempre piacevole e un sorriso che
anche di due civili: un tedesco di 80 anni e
conquistava i cuori. Lo si vide bene durante
uno della Russia Bianca sposato con una
la lunga degenza all’ospedale: non solo cri-
giapponese. Il governo ci offriva una razio-
stiani, ma anche pagani venivano a trovarlo.
ne di riso al giorno. Alla nostra partenza da
C’è un bigliettino inviatogli da don Cimatti: “Mio
Miyazaki ci mise a disposizione un vagone ferrovia-
carissimo Giulio, ti ricordo cotidie e tu non dimenti-
rio, che abbiamo riempito di viveri e con quelle provvi- care il vecchio amico che ti abbraccia e benedice. E
ste siamo riusciti ad aiutare anche i francescani e altri pregate per me. Saluti a tutti”.
fino alla fine della guerra”. Furono giorni tristi, che si Il 27 dicembre 2003, certamente don Cimatti l’avrà
appesantirono ancora di più quando arrivò la notizia abbracciato in Paradiso.
della prima bomba atomica sganciata su Hiroshima;
Don Gaetano Compri, missionario salesiano
BS OTTOBRE 2008

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
GLI AMICI paure e timori che gli adulti faticano
a capire. Tutte le amicizie fanno
FANNO CRESCERE crescere, anche quelle in cui il
bambino rifiuta o si sente rifiutato. I
genitori non hanno un compito faci-
le in questo campo: devono lasciare
«L’amicizia è un frutto che matura
libertà di scelta ai figli, ma devono
assolutamente mantenere un con-
lentamente» ha affermato Aristotele. trollo autorevole. Tutto quello che
È quindi qualcosa che può essere hanno insegnato con tanta fatica ai
loro figli dovrà superare il banco di
seminato e coltivato. prova più severo che esiste: il grup-
I genitori possono fare molto per aiutare po dei coetanei e degli amici. I
i figli “a entrare in società”, genitori devono restare al fianco dei
figli anche se in modo progressiva-
a diventare persone capaci di relazioni mente più discreto e senza intro-
costruttive e soddisfacenti con gli altri. missioni troppo visibili. Il primo
modo, come sempre, è l’esempio.
I bambini si ispirano ai modelli che
vedono perciò, se i genitori e gli
Ignorare ciò che accade tra i pro- siasmo. Ecco allora che i due piccoli insegnanti hanno amici, sono cor-
pri figli e i loro amici significa tra- amici partono su una nave immagi- diali e aperti, è facile che anche
scurare una parte fondamentale naria (costruita con le sedie), alla ri- loro si comportino in modo analogo.
della loro vita fin dai primi anni. Le cerca del tesoro (i mattoncini del Le- Essi notano infiniti dettagli: si accor-
relazioni con i coetanei sono fon- go) nascosto su un’isola deserta (il gono, ad esempio, se con un estra-
damentali per lo sviluppo armoni- tavolo). Il gioco è uno straordinario neo i genitori si limitano a un saluto
co della personalità. Aiutare i figli a strumento di apprendimento e pone formale o se si intrattengono con
34
coltivarle fin da piccolissimi, passo
dopo passo, significa insegnare a
anche le basi per riconoscere i sen-
timenti degli altri. Fino a 7-8 anni,
interesse, se sono tesi, imbarazzati
oppure divertiti e rilassati. In fami-
comporre il puzzle della loro identità l’amicizia è fatta di compagnia, inti- glia si impara il “metro” con cui
e fornire gli strumenti sociali indi- mità e affetto. Avere un coetaneo misurare il resto del mondo.
spensabili per tutte le forme di “con- accanto aumenta la fiducia in sé, in-
vivenza” futura. Tra i due e i cinque
anni, imparano come giocare e co-
me dividersi le cose tra di loro, ini-
ziano un rapporto fatto di grandi av-
venture e piccoli screzi, gioie e lacri-
me, risate e gelosie, spesso sotto-
valutato dagli adulti. «Giochiamo ai
pirati?», chiede Leonardo, tre anni e
mezzo, al compagno di scuola ma-
terna Enrico, che accetta con entu-
dirizza verso l’autonomia e attutisce
lo stress nei momenti delicati. Solo
a partire dalla preadolescenza si
aggiungono la lealtà e l’impegno.
᭿ Avere un amico come spalla
su cui piangere, come orecchio
pronto ad ascoltare, segna l’inizio
di una nuova autonomia rispetto ai
genitori. Permette di esorcizzare
᭿ I genitori devono conoscere e
valutare con la massima attenzio-
ne l’atmosfera che regna nell’am-
biente extrafamiliare: a scuola, nel
paese, nel quartiere, nell’oratorio.
Sono la palestra in cui quotidiana-
mente si esercitano i loro figli.
Spesso le amicizie sono strade in
salita e i genitori devono affrontare
insieme ai figli le piccole e grandi
difficoltà nelle relazioni. Con corag-
gio, decisione e senso della realtà.
Senza minimizzare e senza facilo-
neria. Le sofferenze dei piccoli
sono sempre crudelmente sottova-
lutate dagli adulti. Se un figlio fa
fatica a fare amicizia, non gettate-
lo “nella mischia”, ma accettate la
sua timidezza. Invitate in casa i
suoi compagni per qualche festa e
rimanete con lui. La vostra presen-
za, purché silenziosa, lo rassicurerà
e lo spingerà ad aprirsi. Se il bam-
bino è isolato o maltrattato dal
gruppo è necessario fargli acquisi-
re un’abilità che gli altri bambini
OTTOBRE 2008 BS
Pensare o parlare male dell’amicizia
è praticamente impossibile.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
RISORSA/AMICIZIA
I genitori devono conoscere
e valutare con la massima
attenzione l’atmosfera che regna
nell’ambiente extrafamiliare:
a scuola, nel quartiere,
nell’oratorio, al campeggio…
L’amicizia è una risorsa indispensabile per la crescita armonica
dei nostri figli. Impensabile farne a meno: le conseguenze
potrebbero farsi sentire. È tuttavia una risorsa che va guidata,
soprattutto in questo tempi.
P ammirano. Vestire come gli altri o
ensare o parlare male
dell’amicizia è pratica-
venire in possesso di un determina-
mente impossibi-
to oggetto a volte è sufficiente per le; dire che è un pro-
cambiare il tipo di rapporti; ma blema, è segno di
M
anche chi riesce in uno sport o fa tempi che davve-
musica o ha successo in una qual- ro sono grami. Se
che attività scolastica suscita inte- trasmettiamo ai
resse e ammirazione. D’altronde, nostri figli la dif-
possedere qualche competenza o fidenza verso il
riuscire in qualcosa dà un senso di prossimo, la pau-
orgoglio e produce un’autostima ra di vivere espe-
sufficiente a tollerare poi eventuali rienze affettive im-
difficoltà nei rapporti con gli altri.
pegnative, il rifiuto
di accettare per-
᭿ Avvicinare altre persone signi- sone che inevita-
fica anche correre il rischio di bilmente sono di-
35
essere criticati o rifiutati; un ragaz- verse da noi, ren-
zo (o una ragazza) sufficientemente diamo loro un catti-
sicuro di sé affronta questo rischio vo servizio; li con-
e non si lascia deprimere da diffi- danneremo alla solitudine, all’indivi-
coltà passeggere. Se è rifiutato dualismo, alla mancanza di comunica-
dai compagni, esaminate la situa- zione e di relazione. Né possiamo
L’amicizia è una risorsa
indispensabile per la crescita
armonica dei nostri figli.
zione con vostro figlio, tenendo avere la pretesa di soddisfare tutte le
conto anche delle motivazioni che loro esigenze di integrazione: la fami- famiglia. Quando i ragazzi scelgono
spingono gli altri bambini ad adotta- glia è un trampolino di lancio per la vi- la strada del silenzio in casa, quan-
re un atteggiamento di rifiuto o di ta affettiva, non un mondo chiuso in do evitano di far conoscere i loro
scherno. E mettete in atto i rimedi cui intrappolare i ragazzi. Detto que- amici ai genitori, è un cattivo segno:
necessari. Spiegate anche che nel- sto, è però vero che occorre ricono- o ritengono che i grandi non sono in
la vita non si può piacere a tutti, né scere che il valore dell’amicizia non si grado di capire i loro sentimenti e il
essere sempre vincenti (“Se i tuoi trasferisce automaticamente alle per- loro vissuto (e bisognerebbe chiede-
compagni ti deridono, non significa sone che cercano di vivere questa si perché sono arrivati a questa con-
che non vali nulla. Hai tante buone esperienza. L’amico è, inevitabilmente, clusione); oppure pensano che i
qualità...”). Se un figlio subisce un essere umano con i suoi limiti e le coetanei abitualmente frequentati
senza reagire, alzate le antenne e sue fragilità; soprattutto se è ancora non sono presentabili (e allora
cercate di captare i segnali, verbali acerbo – per l’età, per la sua partico- dovrebbero interrogarsi sulle scelte
e non, tipici del “bullismo”, come il lare situazione di vita, per il tipo di che fanno quotidianamente). Talvolta,
desiderio di non andare più a scuo- educazione ricevuta –, può affrontare invece, si tratta soltanto di pudore:
la, la chiusura in se stessi, il rifiuto la relazione affettiva in modo inade- gli adolescenti, si sa, in certi periodi
di parlare dei problemi, i brutti voti, guato. Fra adolescenti, poi, l’amicizia e su certi argomenti non amano par-
i pianti nel cuore della notte... Non tende a sommare i pregi individuali, lare con gli adulti; quando sono
esitate e siate diretti: “Penso che ma a moltiplicare in modo esponen- impegnati nella costruzione del labo-
qualcuno ti stia facendo del male, ziale le povertà tipiche di questa fase ratorio interiore, hanno poche ener-
che sia prepotente con te, parlia- della crescita.
gie da dedicare alla comunicazione
mone”. Dite a vostro figlio che siete
con i genitori. Tocca allora a noi fare
pronti ad ascoltarlo quando lo ᭿ Pertanto, è importante non la- il primo passo: con delicatezza e
vorrà. Informate le insegnanti e non sciare che i nostri figli vivano le discrezione, perché non ci giudichino
sentitevi troppo responsabili. Gli alti loro amicizie come qualcosa di esclu- invadenti; con prudenza e pazienza,
e bassi nelle relazioni sono norma- sivo, che non deve essere riversato perché temono valutazioni troppo
li, anche in quelle dei bambini. nella comunicazione ordinaria della nette; ma dobbiamo anche sforzarci
BS OTTOBRE 2008

4.6 Page 36

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di essere chiari nel sottolineare
che le loro esperienze di amicizia
ci riguardano, perché sono la pale-
stra nella quale si allenano per
raggiungere la maturità. In questi
interventi, dobbiamo però guardar-
ci da un rischio: quello di addossa-
re ai compagni la responsabilità di
atteggiamenti e comportamenti che
non condividiamo. Non possiamo
fare molto per modificare il modo
di vivere degli altri ragazzi (a meno
che non accettiamo di percorrere
la strada impegnativa di fare rete
con le altre famiglie per orientare il
cammino di crescita dei giovani
attraverso un’azione educativa dif-
fusa; ma questa è una scelta che
non si può improvvisare e che
richiede, in noi adulti, una buona
dose di lungimiranza e una certa
competenza esistenziale).
᭿ Abbiamo invece il diritto e il
dovere di chiedere ai nostri figli
alcune cose precise: l’attenzione a
mantenere sempre vivo il senso
36 della responsabilità individuale, per-
ché non si nascondano nel confor-
mismo di gruppo; la capacità di
custodire la loro autonomia di pen-
siero, di valutazione e di azione,
affinché l’amicizia non sviluppi for-
me di dipendenza affettiva; la voglia
di accrescere la disponibilità al con-
fronto, in modo da non vivere le
relazioni interpersonali in modo sta-
gnante; il gusto di allargare pro-
gressivamente la cerchia delle co-
noscenze, così da superare la logi-
ca ghettizzante che talora pervade i
gruppi giovanili; la disponibilità di
transitare pian piano dalla logica
dello “stare con” a quella dell’“esse-
re per”. Tutto questo significa, so-
stanzialmente, che dobbiamo sem-
pre ricordare ai nostri ragazzi che
bisogna rimanere se stessi anche
nello scambio affettivo, perché la
fedeltà alla propria identità non può
essere svenduta per avere in cam-
bio la sensazione di sentirsi accet-
tati dai coetanei. È una verità, que-
sta, che rimanda a un’altra verità:
se non si è esigenti, non si costrui-
sce mai un’autentica qualità della
vita. È chiaro che traguardi così
impegnativi non si possono raggiun-
gere in fretta, né una volta per tutte;
è però importante tenere alta la
tensione verso un’esperienza fonda-
mentale per la loro felicità.
OTTOBRE 2008 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Marcel Ballan, di Castelfranco
Veneto, classe 1944.
L’originalità dell’opera,
che presentiamo ci induce
al tentativo di una riflessione.
MARCEL BALLAN
OLTRE IL VISIBILE
Che cosa c’è dietro quel Cri-
sto, ritratto a occhi chiusi,
viso candido e corpo tume-
fatto a causa delle percosse
ricevute? È proprio tutto nelle forme
che ci appaiono il suo significato? È
un interrogativo legittimo, che accom-
pagna in genere ogni prodotto artisti-
co e, ci pare, l’opera che presentiamo
del pittore Marcel Ballan, passato
attraverso una multiforme formazione
culturale che si è articolata dall’Acca-
demia di Pittura, alla Facoltà di Giuri-
sprudenza, all’appartenenza ad alcuni
gruppi rock, prima di trovare definiti-
vamente nella pittura la dimensione
ideale entro cui indagare il mondo, la
vita e le domande eterne che accom-
pagnano l’uomo. Tale indagine è con-
dotta affrontando apertamente la que-
stione del significato “nascosto” die-
tro ogni pittura, che torna in maniera
del tutto particolare nel Crocefisso,
oggetto della nostra riflessione.
>> A un’occhiata superficiale, la
pittura potrebbe non colpire per ori-
ginalità, richiamando piuttosto echi
del passato, come altri hanno già
osservato: il surrealismo dei vari De
Chirico, Magritte, Sciltian ecc. per
arrivare a Gauguin… Echi che del
resto non nascondono un personalis-
simo gusto del pittore, un tocco del
tutto peculiare che guarda ben al di
là della “fisicità” dell’opera, alla
ricerca di ciò che non può essere
visto, di ciò che l’arte dice ma non
spiega, spiega ma non presenta, pre-
senta ma non svela. In realtà – è sta-
to detto di lui – “ciò che l’artista
dipinge è quello che non vede”. Ora,
tralasciando per un attimo le impli-
cazioni di carattere generale di que-
sta pur vera affermazione, non ci si
può esimere dal rapportarla alla rap-
presentazione sacra per eccellenza,
alla crocefissione. Non c’è crocefis-
sione che non intenda rappresentare
altro da se stessa: in fondo l’evento
stesso del calvario ha significato tut-
to l’opposto da se stesso: si assisteva
a una morte che significava in realtà
la vittoria sulla morte.
>> Nel Cristo di Ballan netta è la
distinzione tra volto e corpo: que-
st’ultimo pare appena abbozzato, non
rifinito e il sangue, versato fino
all’ultima goccia ma in parte rimasto
ancora a marcare lo strazio ricevuto,
è lavato lentamente via da una strana
pioggia, che pian piano sembra im-
mergere Gesù nel suo stesso sangue.
Unico elemento rimasto senza appa-
rente sofferenza – appunto – il volto.
Tocca nel profondo il volto di Gesù e
Ballan è riuscito a imprimere in Cri-
sto ciò che i vangeli hanno lasciato
intendere: la calma, la pazienza, la
tranquillità del Figlio di Dio di fronte
all’oltraggio supremo, di fronte alla
morte: è la calma di chi sa di aver
compiuto ciò che gli è stato chiesto,
la pazienza di chi ha amato i propri
nemici in ogni istante, la tranquillità
dell’essere figlio del Padre e dell’aver
compiuto fino in fondo la Sua
volontà che è volontà salvifica, nono-
stante le apparenze.

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
AFORISMI di Francesco Ferrara
1) I “vincenti” non sempre stanno con i vincitori.
2) Chi non sa che pesci prendere, non può fare
il pescatore.
di Aloi & César
37
BS OTTOBRE 2008

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
APPELLO
ALLA COSCIENZA
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
La coscienza è una
delle espressioni più
alte della dignità della
persona. È la
Senz’altro la coscienza non è
un semplice processo di con-
dizionamenti psicologici rela-
tivi ai sentimenti, che appro-
vano o disapprovano. La coscienza è
cazione personale all’interno di que-
sto piano. Come diceva il cardinale
Newman, “la coscienza è una legge
del nostro spirito, ma che lo supera,
che ci dà degli ordini, che indica re-
consapevolezza di due
verità: quella di essere
più dei sentimenti e più della ragione, sponsabilità e dovere, timore e spe-
in quanto è più di un semplice agente ranza... la messaggera di Colui che,
esecutivo di leggi morali. “La co- nel mondo della natura come in quel-
una persona umana
scienza è il nucleo più segreto e il sa- lo della grazia, ci parla velatamente,
e la verità morale.
Occorre distinguere la
crario dell’uomo, dove egli si trova ci istruisce e ci guida. La coscienza è
solo con Dio, la cui voce risuona nel- il primo di tutti i vicari di Cristo”.
l’intimità propria” (Gaudium et
coscienza come intimo Spes). La coscienza è, pertanto, fa- VOCE DI VERITÀ
38 nucleo della persona
coltà che, situata nella profondità e al
centro della persona, conferisce al- La coscienza quindi è anche una
e la coscienza come
l’uomo la comprensione del suo si- facoltà che l’uomo possiede per di-
capacità di giudizio
morale pratico.
gnificato e del suo destino, la consa- scernere ciò che deve fare per piacere
pevolezza di un piano divino nel al Signore. Essa non si riduce a una
mondo e la percezione della sua vo- semplice valutazione astratta, ma è
luce e forza per l’uomo che si sente
interpellato da Dio. Il primo impegno
della coscienza è allora il discerni-
mento della voce di verità del Signo-
re, per saper applicare la norma mo-
rale al caso personale concreto senza
errori, non giudicando buona un’a-
zione difforme dalla richiesta di Dio
o cattiva un’azione conforme alla vo-
lontà del Signore. La coscienza deve
essere “illuminata dallo Spirito San-
to” (Rm 9,1), deve essere “pura”
(2Tim 2,3), non deve comportarsi
“con astuzia, né falsificare la Parola
di Dio”, ma “annunziare la verità”
(2Cor 4,2). La coscienza esige perciò
di essere educata nella ricerca della
verità, esposta com’è alle influenze
negative del peccato. Come afferma
il Catechismo della Chiesa Cattolica,
la coscienza deve essere educata e il
giudizio morale illuminato. Una co-
scienza ben formata è retta e veritie-
ra. Essa formula i suoi giudizi se-
guendo la ragione, in conformità al
vero bene voluto dalla sapienza del
“La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo,
Creatore. Nella formazione della co-
dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria”.
scienza la Parola di Dio è luce sul no-
OTTOBRE 2008 BS

4.9 Page 39

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stro cammino; la dobbiamo assimila-
re nella fede e nella preghiera e met-
tere in pratica. Dobbiamo anche esa-
minare la nostra coscienza rapportan-
doci alla Croce del Signore. Siamo
sorretti dai doni dello Spirito Santo,
aiutati dalla testimonianza o dai con-
sigli altrui, e guidati dall’insegna-
mento della Chiesa.
IN CONFLITTO
Si danno situazioni in cui la co-
scienza si trova in situazione di per-
plessità, di dubbio, di conflitto. In
ogni caso bisogna arrivare a una de-
cisione, che spesso non può essere ri-
mandata. Il Catechismo offre delle
La coscienza quindi è anche
indicazioni preziose. Alcune norme
valgono in ogni caso: a) non è mai
consentito fare il male perché ne de-
rivi un bene; b) la “regola d’oro”:
una facoltà che l’uomo possiede
per discernere ciò che deve fare
e ciò che non deve fare, insomma
il bene dal male.
COSCIENZA
E LEGGE MORALE
“Tutto quanto volete che gli uomini
L’appello alla propria coscienza
facciano a voi, anche voi fatelo a lo- dire al giudizio della propria co- morale, mai può esimere dal rispetto
ro” (Mt 7,12); c) la carità passa sem- scienza, va accertato se questa igno- dovuto alla legge morale naturale,
pre attraverso il rispetto del prossimo ranza è imputabile alla persona per che è quella legge iscritta nella vita e
e della sua coscienza.
negligenza o altro, e se è vincibile nella natura come progetto origina- 39
La coscienza morale può rimanere con un’adeguata formazione. Se l’i- rio. Ogni uomo, a prescindere dalla
nell’ignoranza o dare giudizi erro- gnoranza è invincibile, o il giudizio cultura in cui è inserito, scopre questa
nei. Rimanendo però il fatto che erroneo è senza responsabilità da legge come inscritta nella sua stessa
l’essere umano deve sempre obbe- parte del soggetto morale, il male natura umana. È un progetto per l’uo-
commesso dalla persona non può mo e per la crescita della vita stessa,
essere imputato. Nondimeno resta che gli consente di riconoscere la vita
un male, una privazione, un disordi- nel suo valore originario e nel suo
ne. È quindi necessario adoperarsi progetto intrinseco. Non si impone
per correggere la coscienza morale all’uomo come legge di necessità, ma
dai suoi errori.
è operante per la libertà dell’uomo:
precede la libertà, ma nello stesso
tempo l’accompagna. La legge natu-
rale è il significato del senso della vita
e della natura, che consente all’uomo
di capire verso dove portare la pro-
pria vita e come architettare i propri
progetti. È legge per l’uomo e non ri-
gida legge sovrastante, legge per la
persona chiamata – proprio per tale
legge – alla reciprocità e alla comu-
nione con gli altri esseri umani e con
il resto della natura. È quindi legge
interculturale, perché trascende le di-
verse etnie e culture e consente il ri-
conoscimento della dignità umana
nelle diversità culturali.
(Pittura di René Magritte).
La coscienza è una legge
del nostro spirito, che scava
dentro di noi, che apre
L’artista Olindo Malvisi in
orizzonti altri, che ci dà
“Le forme della coscienza”
degli ordini, che indica
rappresenta opportunamente
responsabilità e doveri,
questa qualità dello spirito nella
timori e speranze…
sua inquietante complessità.
BS OTTOBRE 2008

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
STOP
ALLA POVERTÀ
di Severino Cagnin
17 ottobre 2008:
se salverà dalla morte per dissente-
ria, aids e infezioni.
dei Paesi più poveri, che parta dal
XX Giornata Mondiale
contro la povertà.
coinvolgimento dei contadini locali.
>> È possibile tutti insieme, se i
poveri saranno persone con di- >> Africa, salva te stessa! Su que-
Gli obiettivi del
Millennio per lo
ritti umani. La “Giornata Mondiale sta prospettiva, recenti segni positi-
Contro la Povertà” del 17 ottobre è vi ci danno fiducia.
proposta come “globalizzazione dei Ed è anche la direzione auspicata
sviluppo interpellano
genti e culture
diritti umani per il rifiuto della mi- da Benedetto XVI nell’ultimo mes-
seria”, non secondo i Paesi ricchi, saggio alla FAO: “La fame non è
tra cui l’Italia, che vogliono l’ap- una fatalità; occorre incrementare la
diverse. I credenti
40
sono in prima linea
nel III Mondo e tra
i baraccati delle
provazione degli OGM, gli organi-
smi geneticamente modificati. Ma il
deserto da solo non produrrà mai
pomodori, con o senza pioggia!
Invece la “rivoluzione verde per
l’Africa”, secondo l’ex segretario
disponibilità di cibo, valorizzando
l’industrializzazione dei piccoli
agricoltori e garantendone l’accesso
al mercato”. E specifica due condi-
zioni necessarie: “L’aumento globa-
le della produzione agricola potrà
grandi metropoli.
dell’ONU Kofi Annan, avverrà con essere efficace solo se sarà accom-
una grande riforma agricola a soste- pagnato dall’effettiva distribuzione
gno dei produttori locali, per accre- di tale produzione e se sarà destina-
scere del 6% annuo i frutti di quelle ta primariamente alla soddisfazione
regioni. Per incentivare la coltiva- dei bisogni primari”.
Bambini nudi rovistano sul
monte della spazzatura alla
periferia di Nairobi. Fanno
mucchietti di scatolette di
latta, stracci utili, rottami di plastica
zione di vegetali compatibili è ur-
gente promuovere non tanto una
maggiore liberalizzazione dei mer-
cati, quanto piuttosto una trasforma-
zione più profonda dell’agricoltura
I costruttori di case, scuole, ospe-
dali ci daranno la gioia di vedere
realizzata, almeno in parte, la Cam-
pagna del Millennio delle Nazioni
Unite entro il 2015?
ٗ
da scambiare. Ogni tanto portano
alla bocca rifiuti di cibo, non del
tutto avariato e ancora utile a uno
che non vuole morire subito. Foto
del genere hanno fatto il giro del
mondo, ma ci vorrebbe una cinepre-
sa per mostrarceli quando si aggre-
discono rabbiosamente e si rubano a
vicenda il boccone migliore! Si è
tanto parlato di fame nel mondo, di
Paesi poveri in via di sviluppo e di
50.000 persone che al giorno
muoiono per mancanza di un pugno
di riso, che ormai non ci facciamo
più caso, anzi ci tranquillizziamo
pensando che altri faranno ben qual-
cosa! I mass media non ci dicono da
dove arriverà in quel villaggio il ri-
so, chi e in che modo lo distribuirà e
OTTOBRE 2008 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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DISTANTE
di Lorenzo Angelini
OTE SULLE NOTE
Quando la fatica, il dolore
diventano insopportabili
il desiderio è staccarsene,
anche solo per un attimo,
anche se significa
allontanarsi da ciò
che si ama.
Meg, per l’anagrafe Maria
Di Donna, trentacinquen-
ne, napoletana verace, è
artista dal percorso “doubleface”.
trice ed esecutrice live, è anche
attrice nella parte di Ariel.
>> Nella “seconda fase” del suo
Prima (siamo negli anni ’90) è percorso artistico Meg propone
cantante “arrabbiata” e “contesta- melodie eleganti, ricerca sonora,
trice del sistema” nei 99 Posse, strutture formali dilatate, testi so-
gruppo rap legato ai centri sociali spesi tra poesia, invettiva sociale,
autogestiti e ai temi politico-cul- esistenzialismo e una vocalità
turali cari a quegli ambienti. Poi dalla vasta gamma espressiva.
è cantautrice raffinata e speri-
mentatrice che si autoproduce at-
traverso l’etichetta indipendente
Multiformis da lei fondata. In
Tutte caratteristiche che, inevita-
bilmente, le fanno raccogliere fa-
vori più dalla critica che dal mer-
cato e dalle classifiche di vendita.
Anche il recente Psychodelice
bum, completamente elettronico,
è freddo, glaciale e cozza spesso
con le melodie semplici, aperte,
calde dal sapore mediterraneo.
41
mezzo una miriade di collabora-
zioni, l’impegno per la denunzia
(suo secondo disco come solista)
si muove su questo solco e, anzi,
>> È questo anche il caso di Di-
stante, la canzone di apertura del
delle contraddizioni nella sua alcuni aspetti sono spinti verso disco, in cui una melodia a tratti
città e una “contaminazione” con l’estremo. Gli arrangiamenti e le eterea a tratti brillante ma nel
il teatro (sotto la sigla Nous) nella programmazioni ritmiche sono complesso piuttosto orecchiabile
colonna sonora di uno spettacolo realizzate insieme a Stefano Fon- si dipana sopra un tappeto di rit-
teatrale tratto da “La tempesta” di tana, meglio conosciuto come miche ossessive dominate dal re-
Shakespeare, in cui, oltre che au- Stylophonic: il suono di tutto l’al- gistro più grave. L’effetto stranian-
te, oltre a colpire l’orecchio, dà
grande forza alle parole della can-
DISTANTE di Maria Di Donna
zone. Nel testo, infatti, è descritto
il desiderio di trovare qualcosa o
Svegliami prima dell’alba / portami dove
la luce non c’è
Cosicché il sole non illumini più tutte le
paure / tutto questo dolore
Ogni momento sembra cruciale / in un
istante tutto può accadere
In un attimo solo tutto può cambiare /
passami le sneakers… meglio scappare!
Cosicché il sole (so that the sun) non illu-
mini più (anymore anymore)
tutte le paure (all the pain) tutto questo
dolore (of the world)
Fammi sentire distante / da ciò che più a
cuore mi sta
Fammi sentire distante / lontana anni luce
da qua
qualcuno che ci faccia sentire lon-
tano dalle piccole e grandi ango-
sce quotidiane; la classica oasi di
pace discosta dalla frenesia in cui,
invece, ogni momento sembra
cruciale, in un istante tutto può
accadere. Ma, come nella musica
non si giunge a risolvere la dicoto-
Fammi sentire distante / da ciò che più a
cuore mi sta
Fammi sentire distante / lontana anni luce
da qua
Inventa per me nuove parole / suoni ine-
diti e dolci / per non farmi soffrire
Regalami tutte le stelle cadenti / uno solo
sarà il mio desiderio
mia, anche nel testo le contraddi-
zioni sono palesi: si vorrebbe pro-
lungare la notte ma si sa che pri-
ma o poi il giorno verrà e il tor-
Svegliami (wake me up wake me up!) pri-
ma dell’alba (before the sun rise)
portami (take me away take me away) do-
ve la luce non c’è (where there is no light)
Fammi sentire distante / da ciò che più a
cuore mi sta
Fammi sentire distante / lontana anni luce
da qua
mento ricomincerà; si vuole scap-
pare ma si sa che allontanarsi da
ciò che procura dolore vuol dire
in buona sostanza allontanarsi da
ciò che più a cuore mi sta. ٗ
BS OTTOBRE 2008

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino, avente persona-
lità giuridica per Regio Decreto
13-1-1924 n.22, possono riceve-
re Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
per le Missioni, con sede in Tori-
no) a titolo di legato la somma di
… o titoli, ecc. per i fini isti-
tuzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
42
per le Missioni, con sede in Tori-
no) l’immobile sito in… per i fi-
ni istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o l’I-
stituto Salesiano per le Missioni,
con sede in Torino) lasciando ad
esso quanto mi appartiene a
qualsiasi titolo, per i fini istitu-
zionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
OTTOBRE 2008 BS
I NOSTRI MORTI
TIBERTI sr. Rosalinda,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Roppolo Castello (BI), il 17/03/2008,
a 85 anni
Dopo la Professione religiosa andò ad aiu-
tare in cucina presso i Salesiani a Chieri e
anche a Monte Oliveto con i Novizi, occu-
pandosi del guardaroba e della lavanderia.
Molte persone custodiscono un ricordo bel-
lo e riconoscente della sua presenza sem-
plice e cordiale. Nel periodo della malattia
ha dato un esempio di costante preghiera e
offerta, soprattutto per i Sacerdoti.
BATTISTI sac. Giovanni, sacerdote,
† Mestre (VE), il 08/04/2008, a 86 anni
Un uomo di cui ci si può fidare”. La frase
riassume il tratto caratteristico di questo sa-
cerdote salesiano che per oltre quarant’an-
ni ha svolto in varie comunità l’ufficio di eco-
nomo. Nel 1982 è stato chiamato presso la
Casa Generalizia dove per 15 anni ha rico-
perto il delicato incarico di Rappresentante
Legale della Congregazione. Vigile, pruden-
te, assennato, quasi scrupoloso, ha svolto il
suo lavoro come il buon servo fedele del
Vangelo, che amministra i beni con rettitudi-
ne senza indulgere a sentimentalismi, e sen-
za sprecare nulla. Nonostante un carattere
un po’ riservato e schivo, sapeva coltivare
amicizie e aveva rapporti sereni con tutti.
BÖHM sr. Antonietta,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Città del Messico (Messico),
il 27/04/2008, a 101 anni
Nona di 10 figli, è cresciuta in un ambiente
familiare profondamente cristiano. Dopo la
professione religiosa rimane in Italia per sei
anni, impara la musica, è assistente delle
novizie. Parte per le Missioni in Patagonia e
lì insegna musica, è direttrice e anche infer-
miera. Nominata Ispettrice di Rosario Santa
Fe, anima le suore con semplicità e pruden-
za. Passa poi a Lima (Perù) ancora come
Ispettrice. Nel 1969 riceve una nuova obbe-
dienza: partire per il Messico. Orienta le so-
relle a vivere con radicalità la sequela di Cri-
sto. La sua presenza è stata un dono che ir-
radiava semplicità, allegria, bontà e
coerenza nella fedeltà, e un grande amore
a Gesù e Maria. Nel 1973 riceve da Madre
Crugnola la statuetta della Madonna e inizia
a ottenere molte grazie. La sua vita è stata
un crescendo di donazione, aiuto, simpatia,
capacità di soffrire e di offrire. È morta in
concetto di santità.
ARCIDIADONO sig.ra Maria,
salesiana cooperatrice,
† Nunziata di Mascali (CT), il 07/05/2008,
a 95 anni
Exallieva delle FMA, per anni ha lavorato
con passione e dedizione presso il loro col-
legio intitolato all’“Immacolata”, creando con
le sue abilissime mani piccoli capolavori su
legno, ma anche pitture su tela, su cartonci-
no e su stoffa, come tovaglie per l’altare, pa-
ramenti liturgici, che hanno dato prestigio al
collegio e hanno fatto conoscere la signora
Maria nei dintorni e non solo. Donna buona,
amabile, sempre disponibile, di fede profon-
da e di nobili sentimenti, ha sempre dato una
mano a chi gliela chiedeva, e a chi ne aveva
bisogno anche se non chiedeva nulla. Il suo
ricordo rimarrà in benedizione presso colo-
ro che l’hanno conosciuta.
VELLA sac. Biagio, salesiano,
† Pedara (CT), il 10/04/2008, a 86 anni
La scomparsa dopo tante sofferenze di don
Biagio, figura carismatica e popolare apo-
stolo dei giovani poveri e abbandonati, ha
rattristato profondamente chi lo conosceva:
confratelli, amici, familiari e tanti suoi assi-
stiti e beneficiati. Da ragazzo frequentò a Pa-
lermo l’oratorio “Santa Chiara”, dove sboc-
ciò la sua vocazione. Dal 1977 al 2001 fu
dell’oratorio dei “Filippini”, il primo di Cata-
nia, voluto dal beato Dusmet. Era un prete
straordinario, don Biagio; tutti ricordano
quando salì sul tetto del carcere di piazza
Lanza per riportare la pace tra i detenuti in
rivolta; e quando, il 4 novembre 1994, nell’e-
piscopio di Catania, presentò a papa Wojtyła
una delegazione di ragazzi detenuti nel car-
cere della Bicocca, dov’era cappellano, che
il Papa avrebbe voluto incontrare personal-
mente il 29 aprile di quello stesso anno, se
non avesse avuto l’incidente che lo obbligò
a rinviare la visita. Una grande perdita per la
Chiesa catanese e la comunità salesiana
della città.
FACCHINETTI sig.ra Sandra,
salesiana cooperatrice,
† Bardolino (VR), il 06/05/2008, a 98 anni
Salesiana Cooperatrice attiva e attenta al-
l’Associazione, ai giovani, a tutti coloro con
cui ha collaborato con l’azione, la testimo-
nianza, la preghiera, la lettura e lo studio.
Abituata a mettere le sue capacità a dispo-
sizione della congregazione salesiana con
altre collaboratrici, curava il guardaroba
delle chiese nelle case salesiane di Bardo-
lino e Albaré. A 72 anni si è coinvolta nei
campi di animazione estiva preparando i
fazzolettoni da donare alle centinaia di ra-
gazzi dei paesi del lago e dell’entroterra.
Appassionata nella preghiera, nella lettura,
del lavoro a uncinetto, a favore delle mis-
sioni, offriva con pazienza i suoi problemi
di salute e di relazione soprattutto per l’a-
postolato fra i giovani. Ricordava con rico-
noscenza i sacerdoti salesiani da cui aveva
ricevuto incarichi di fiducia. Ci teneva a es-
sere informata sulla vita della Famiglia Sa-
lesiana a tutti i livelli.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”

5.3 Page 43

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IL MESE
LA NOSTRA
PATRIA EUROPA
Savina Jemina
1° ottobre:
1996: il Consiglio decide un’azio-
ne comune sul bando totale delle
mine antiuomo;
1998: entra in vigore la conven- LE MONETE
zione Europol sulla lotta contro la AI TEMPI DI GESÙ
droga.
2 ottobre 2001: Si adotta un
“libro verde” sulla protezione dei
consumatori.
3 ottobre 2005: avviati i nego-
ziati di adesione dell’UE con la
Turchia e la Croazia.
7 ottobre 1988: la Comunità
ratifica la convenzione di Vienna
sulla protezione dello strato di
ozono.
15 ottobre 1998: la Commissio-
ne adotta un “libro verde” sulla lot-
ta alla contraffazione e alla pirate-
ria.
Ottobre
15-16 ottobre 1999: a Tampere,
in Finlandia, il Consiglio europeo
concorda orientamenti e priorità
politiche su diritto di asilo, immi-
grazione, accesso alla giustizia e
lotta alla criminalità.
STATERE
43
IL BESTIARIO DELL’ANTICO
TESTAMENTO
ASINA DI BALAAM
L’importanza di questo animale
nella vita quotidiana degli ebrei è
confermata dal numero delle sue
citazioni bibliche: 156. In tutte le
18-19 ottobre 2007: a Lisbona,
si raggiunge un accordo su un
testo preciso per il nuovo “Trattato
di Lisbona”, che sarà formalmente
firmato il 13 dicembre 2007.
21 ottobre 1991: il Consiglio si
accorda sulla creazione dello
Spazio economico europeo.
È il nome di varie
monete battute in
numerose città della
Grecia antica e della Magna Gre-
cia, in genere auree, ma anche
argentee e quindi di valore diver-
so. La massima diffusione si regi-
stra attorno ai sec. VI-IV a.C. Il
culture, al contrario del cavallo 23 ottobre 1954: a Parigi, sotto- nome deriva da stadera, la bilan-
che va domato ed è utilizzato scritti gli accordi per una modifica cia a piatti. Il peso era di 8,70 g e
soprattutto in guerra, l’asino è del trattato di Bruxelles; nasce il valore era pari a due dramme.
simbolo di resistenza, pazienza l’Ueo, Unione dell’Europa occi- Lo statere più noto è quello dell’i-
e umiltà. E se non mancano i dentale.
sola di Egina, la prima a emettere
riferimenti alla testardaggine, 25 ottobre 1977: a Lussembur- monete, dove compare una tarta-
spesso le sue lunghe orecchie go, sessione costitutiva della Cor- ruga (la città rivaleggiò con Atene,
hanno assunto significato te dei conti delle Comunità euro- che la sconfisse nel sec. V a.C.).
sapienziale e della sua capacità pee, che sostituisce la commissio- Sullo statere ateniese, invece,
di ascoltare e mettersi in contat- ne di controllo Cee ed Euratom e sono raffigurate la testa della dea
to con il mondo invisibile. È la il revisore dei conti Ceca;
Atena e la civetta, suo animale
cavalcatura preferita da re e pro- 27 ottobre 1970: gli Stati appro- sacro, mentre su quello di Corinto,
feti biblici, oltre che da Gesù, per vano la “relazione Davignon”, tesa compaiono la dea Atena e Pega-
l’entrata in Gerusalemme (Mt a ottenere che l’Europa si espri- so. Famoso è anche lo statere
21,2-7). È anche l’unico animale ma con una sola voce sulle princi- emesso da Filippo II di Macedo-
che parla nella Bibbia: Balaam pali questioni internazionali.
nia (359-336 a.C.), e non a caso
cavalca contro Israele e non 29 ottobre 2004: i capi di Stato e detto anche “filippi”, con raffigura-
vede l’angelo che sulla strada lo
di Governo e i ministri degli ta la testa di Apollo e al rovescio
ostacola con la spada sguainata;
Esteri dell’UE una biga. Dato il suo elevato valo-
l’asina invece sì e gli evita il
firmano il Trat- re, si ritiene che lo statere abbia
pericolo, nonostante sia bastona-
tato che isti- avuto più funzione di conto o di
ta, e anzi, parla al suo padrone,
tuisce la Co- paga di soldati e funzionari pubbli-
che è costretto a ravvedersi
s t i t u z i on e ci, mentre nella vita quotidiana
(Num. 22,28-30).
per l’Europa. circolava l’obolo.
BS OTTOBRE 2008

5.4 Page 44

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P RIMA PAGINA
Emanuela Chiang
KENITRA
PICCOLO
tenuto: “Questo è Vangelo, mi sono detto, nono-
PONTE
stante non vi sia neppure un riferimento”. E quan-
do i musulmani lo leggono, dicono: “Corrisponde
alla nostra religione”. Più di 10 anni di attuazione
Dopo 15 anni con le comunità Rom
della Spagna, e 18 anni in Paraguay, da 5 anni
vivo e lavoro nella comunità salesiana
di Kenitra, in Marocco, in un contesto
musulmano quasi al 100%.
Kenitra1 è una città di mezzo milione di abitan-
ti, 40 chilometri a nord della capitale. I sale-
siani vi arrivarono nel 1937 ai tempi del “pro-
dimostrano che è possibile, per cristiani e musul-
mani, condividere uno stesso progetto educativo,
stabilire obiettivi comuni e lavorare in armonia. La
nostra esperienza educativa è un esempio rilevante
di ciò che può il dialogo interreligioso. A Kenitra lo
viviamo intensamente.
>> Ora, i salesiani di Kenitra promuovono l’educa-
zione ai e per i diritti umani. Perché oggi, a diffe-
renza di pochi anni fa, nelle scuole del Marocco si
può leggere, commentare ed esporre pubblicamen-
te nelle bacheche la Dichiarazione Universale dei
diritti umani. Così anche nel PEC l’educazione ai
tettorato” francese, quando i cristiani erano decine diritti umani è applicata in forma trasversale come
di migliaia e la vita parrocchiale simile a quella di educazione ai valori che sostengono e informano
44 qualsiasi parrocchia euro-
pea. Oggi, la comunità
la Dichiarazione. In tanti
ambiti, senza fare rumore
cristiana, animata da tre
preti salesiani, è composta
da un centinaio di perso-
e senza pronunciare
discorsi, influiamo positi-
vamente: la promozione
ne: europei, figli e nipoti
degli antichi coloni o in
Marocco per motivi profes-
sionali, e africani studenti
dell’associazionismo, la
partecipazione politica,
la democratizzazione
delle istituzioni, la pro-
universitari e militari di
diversi Paesi dell’Africa
Sub-sahariana. Alla messa
mozione dell’istruzione e
dell’opera di servizio
sociale, la dignità e l’u-
domenicale partecipano
65/70 persone di 15 nazio-
nalità differenti. Questa
guaglianza della donna,
la libertà nella formazio-
ne della famiglia... La
“insignificante” comunità
nostra presenza in terra
svolge un “significativo”
islamica e il nostro
compito educativo in città. Di fatto i salesiani sono lavoro gomito a gomito con i musulmani aiuta
responsabili di un complesso educativo che com- molti a constatare l’evidenza del fatto che la frater-
prende tra scuola materna, primaria, secondaria e nità può e deve essere universale. Per molti, la
professionale, 1200 alunni e fa parte dell’Insegna- nostra presenza è l’elemento scatenante di un cam-
mento Cattolico in Marocco (ICM), anche se alun- biamento di mentalità che porta all’apertura verso
ni e genitori sono musulmani; tra i docenti ci sono l’altro, verso lo straniero, il diverso; un’apertura
tre cristiani e due sacerdoti salesiani; mentre il
resto dei 70 professori è musulmano.
>> Il Progetto Educativo Comune (PEC) alle 16
scuole dell’ICM è stato elaborato dai direttori
all’universalità della famiglia umana, al fatto che
tutti gli uomini hanno la stessa origine e lo stesso
destino; che tutti siamo uguali al di là della religio-
ne, della nazionalità e della razza.
ٗ
musulmani e cristiani delle scuole cattoliche, pub-
blicato in francese e in arabo ed è disponibile in
Internet. Mi sono riconosciuto pienamente nel con- 1 Kenitra in lingua araba significa “piccolo ponte”.
OTTOBRE 2008 BS

5.5 Page 45

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45
BS OTTOBRE 2008

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
LE PREGHIERE
re fine alla mia vita. Un giorno,
vita l’ho sempre pregato. L’11
DELLA MAMMA
E DEL
mentre portavo al collo l’abitino di
san Domenico Savio, e stavo
per annegare nel lago, lo invocai :
maggio scorso, mentre in mac-
china percorrevo l’autostrada in
direzione di Palermo, fui tampo-
FRATELLINO
“Aiuta me e i miei bambini!”. Ho
nata da un camion che viaggiava
sentito subito l’impulso di uscire
a grande velocità e scaraventata
Michele è nato il 27 agosto 2007, dall’acqua. Lui mi ha salvato e lo
lungo la corsia d’emergenza sot-
al termine di una gravidanza du- ringrazio. Un’altra grazia ha rice-
to un altro camion. Subito dopo lo
rata solo 26 settimane, mediante vuto mia sorella. Operata cinque
schianto e dopo aver perso co-
taglio cesareo, effettuato d’urgen- anni fa per un nodulo al seno, ha
Mamma Margherita.
noscenza, ho riaperto gli occhi.
za a causa di un grave iposvilup- dovuto in seguito iniziare una che-
La prima cosa che vidi fu l’imma-
po del bimbo, in assenza quasi to- mioterapia e radioterapia. Con-
tale di liquido amniotico e man- temporaneamente assumeva dei
canza di flusso a livello di farmaci molto costosi. Il mese
placenta. Quando la mamma, am- scorso in occasione di una visita
TROVATA
LA TERAPIA
EFFICACE
ginetta di Domenico Savio, che
mi sorrideva e che mi ha subito
rassicurata per il mio bimbo. Pre-
si tra le mani quel santino e gli af-
malata di gestosi, l’ha partorito di controllo presso il suo oncolo-
fidai la mia creatura. Dopo la ne-
pesava solo 620 g ed era lungo 29 go, si accorse di un altro nodulo Mia figlia, ora ventenne, all’età cessaria visita effettuata in ospe-
cm, non respirava autonomamen- che si era formato. Il medico fece di 15 anni era affetta da emi- dale, ho potuto accertare che
te e soffriva di vari squilibri meta- una piccola biopsia per analizzare crania cronica, molto forte, che tutto in me era in ordine: il bimbo
bolici. Per venti giorni le condizio- la parte malata e le fisso un ap- le impediva di studiare e con- era vivo e io non avevo subito
ni del piccolo Michele rimasero puntamento la settimana seguen- durre una vita sociale norma- danni dallo schianto. Intendo te-
critiche; poi gradualmente, supe-
rando infezioni e varie avversità,
poté lasciare l’incubatrice, inco-
minciare ad alimentarsi e a cre-
scere. Grazie ad alcune terapie a
base di cortisone, verso metà no-
vembre ha ripreso a respirare be-
ne, fino al giorno in cui i medici
l’hanno ospitato nel reparto di te-
rapia intensiva prenatale. Dal 4 di-
cembre 2007, quando Michele è
arrivato a casa, si sono sussegui-
te per comunicarle gli esiti dell’e-
same. La diagnosi dell’oncologo
prevedeva il ricovero di mia sorel-
la per un altro intervento chirurgi-
co. Avrebbe dovuto entrare in
ospedale l’8 gennaio per essere
operata il giorno dopo. Il giorno
prima di ricoverarsi, 7 gennaio, si
recò dal suo medico di famiglia
per un ultimo controllo, e con
grande stupore lui le disse che il
nodulo era sparito. Mi sorella gli
le. Dopo tante terapie risultate
inefficaci, pregai tanto Mam-
ma Margherita affinché ci aiu-
tasse a trovare una terapia
adeguata alle sue condizioni.
Con mia grande gioia, tutto
questo è accaduto. Mia figlia
sta bene, ha terminato le scuo-
le superiori con buon punteg-
gio, ed ora si accinge a fre-
quentare l’università.
V.M., Gravina di Puglia (BA)
stimoniare l’intercessione di Do-
menico Savio in questa fase im-
portante della mia vita e, assie-
me a mio marito, lo ringrazio con
tutto il cuore.
Piazza Marianna,
Caccamo (PA)
LO PORTO
SEMPRE CON ME
46
te visite specialistiche e di con-
trollo, soprattutto per togliere ogni
dubbio circa possibili danni all’u-
dito e alla vista. Alla fine di gen-
naio è giunto il confortante re-
sponso medico: “Michele ci vede
e ci sente”. La mamma ha tenuto
accanto a sé per tutta la gravi-
danza l’abitino di san Domenico
Savio e ha sempre pregato con il
figlio più grande Gabriele, nato nel
2002, affinché il piccolo santo pro-
teggesse Michele. E quando Mi-
chele è improvvisamente nato, gli
ha appeso al collo l’abitino e non
gliel’ha più tolto, finché non è sta-
to dimesso dall’ospedale. Anche
la nonna Maria ha pregato san
Domenico Savio chiedendogli di
salvare quella piccola vita.
spiegò che aveva recitato con al-
tri parenti una novena a san Do-
menico Savio. Il medico le racco-
mandò di continuare a pregare
per ringraziare il santo.
Cipolla Valeria,
Locarno (Svizzera)
la sua amabile figura mi occupò
mente e cuore e la scritta posta
sul bordo dell’immagine “Pregate
questo santo missionario e avre-
te grazie e miracoli”, mi riempì
speranza. Ne sentivo il bisogno,
trovandomi solo, ultranovantenne
e da dieci anni sofferente per una
grossa piaga sanguinolenta nel-
l’alto braccio destro. Il 5 giugno
2007, dovetti farmi ricoverare
presso la Casa di cura citata per
sottopormi a un intervento che,
per le difficoltà stesse del caso, si
presentava assai pericoloso. Ese-
guita in anestesia locale assistita,
l’operazione ha permesso un’am-
pia resezione radicale della lesio-
ne, compresa parte del muscolo
Nel marzo 2004, con grande
gioia ho scoperto di essere in at-
tesa, ma la gravidanza era a ri-
schio. L’11 giugno ho avuto un
aborto interno da cui rimasi
scossa. Per dimenticare l’acca-
duto, io e mio marito abbiamo
deciso di andare in vacanza. Il 3
settembre, non essendo avvenu-
te le mestruazioni, mi sottoposi a
un test che risultò positivo. Por-
tavo in grembo una nuova crea-
tura. Nel timore che succedesse
qualcosa di spiacevole ogni set-
timana controllavamo come si
sviluppava il nascituro e intanto
chiesi l’abitino di san Domenico
Savio, portandolo sempre con
me e invocando spesso. L’ho
sentito vicino specialmente du-
Binello Silvia e Gianni,
bicipite. Il 9 giugno, fui dimesso. rante il parto, che avvenne alla
Albugnano (AT)
GUARITO
Sono certissimo che la guarigio- 33a settimana. La mia creatura è
DA BASILIOMA
ne, avvenuta in un breve periodo rimasta nella termoculla 15 gior-
di tempo, sia da attribuire all’in- ni. Al mio bambino ho dato il no-
DUE “MIRACOLI” Sono un uomo di 93 anni, guarito tercessione di don Francesco, a me di Rosario Domenico. Que-
da “vasta neoformazione ulcera- cui mi ero rivolto. In lui ho ritrova- st’anno (2007) abbiamo deciso
Abito a Locarno, nel Canton Tici- ta infiltrante il muscolo del braccio to una fiducia potente, per cui gli di dargli un fratellino o una sorel-
no. Tanti anni fa ero molto malata destro”, in seguito a un intervento sarò riconoscente fino al mio ulti- lina. Con felice sorpresa mi sono
di depressione e stavo per giun- chirurgico, eseguito presso la Ca- mo respiro.
ritrovata di nuovo incinta. Ora
gere a un gesto disperato per por- sa di cura “Città di Parma”. Da al-
cuni anni offro la mia attenzione
continuo a invocare Domenico
Cavalca Adamo, Parma Savio, affinché la nuova gravi-
alla missione salesiana di Krish-
danza proceda bene, fino al
nagar in India, dove ha esercitato
il suo apostolato il servo di Dio
SCARAVENTATA
prossimo parto.
Giuca Giuseppina,
don Francesco Convertini, sa-
SOTTO
Pozzallo (RG)
lesiano. Tramite una corrispon-
UN CAMION
denza che m’informava su questa
missione e sulla popolazione lo- Ho 31 anni e sono in attesa del
Attilio Giordani Matilde Salem
OTTOBRE 2008 BS
cale, mi era pervenuta una lettera mio primo figlio. Fin dalla nascita
con allegata l’immagine di Con- mia madre mi ha affidato a san
vertini, ritratto con un largo sorri- Domenico Savio, chiamandomi
so rasserenante. Da quel giorno Domenica. Durante tutta la mia
Ptfrlii’eiericrmnnhedlaiaietccesopatneuzaitboossbenidlneipeczdolaaletezrrlieàolnecnotoaetmepmrnieeteo.otnnt.eoSsrnuei

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IN PRIMO PIANO
redazionale
Monsignor
CHINNAPPA MALAYAPPAN
Arcivescovo di Madras (Chennai) -
Mylapore dal 1993. Salesiano,
ha studiato due anni presso
l’Università Salesiana di Roma.
Monsignore, ci fornisce qualche dato della sua diocesi?
Era l’antica diocesi di monsignor Mathías, uno dei primi salesiani
italiani sbarcati in India e il primo vescovo salesiano nel suo paese. Ha
350 mila cattolici su 8 milioni di abitanti. Il 12% degli abitanti è di reli-
gione musulmana, il 2% sono protestanti, tutti gli altri sono indù. Ho
150 preti diocesani e 240 religiosi con circa 1500 suore.
Qual è la situazione dei giovani?
Il vero problema dei giovani è purtroppo la mancanza di lavoro. I
salesiani hanno organizzato una specie di “informagiovani” per l’o-
rientamento e il sostegno di coloro che sono in cerca di primo impie-
go. Dal punto di vista personale sono molto religiosi. L’induismo, lar-
gamente maggioritario, è una religione dalla forte spiritualità che fa
ancora presa sulle giovani generazioni: infonde il senso di Dio, il ri-
spetto per i genitori e gli anziani, il senso della famiglia.
I cristiani hanno buoni rapporti con lo Stato?
Adesso sì. Anche perché nelle ultime elezioni i partiti religiosi hanno
stretto un patto per arrivare a non essere discriminati e a contare di più
nella vita pubblica. Proprio questo raggruppamento ha vinto le elezioni.
Come sono i rapporti con l’islam e l’induismo?
In Tamil Nadu si vive in pace, e c’è tolleranza reciproca.
Qual è la priorità della sua diocesi?
Con il Consiglio Pastorale diocesano abbiamo individuato l’emargi-
nazione e la povertà come priorità per la nostra azione. I dalit (i fuori
casta) sono una parte della società che va decisamente ricuperata. Su
questa priorità è impostato il Progetto Pastorale della diocesi.
Lo Stato vi aiuta?
Finanzia i progetti degli istituti e delle scuole purché accettino come
alunni il 50% di poveri ed emarginati sul totale. Ci pare un’iniziativa
formidabile.
L’India è in vertiginoso sviluppo. Qual è il settore che tira di più?
Il settore tecnologico e informatico. È vero: abbiamo una serie di in-
gegneri informatici che non hanno nulla da invidiare ai grandi inge-
gneri occidentali, europei o americani che siano. È un po’ questa la no-
stra speranza di futuro.
VITTORIA
Vittoria, 15 anni, era anemi-
ca, stremata e all’ottavo mese di
gravidanza quando gli operatori
sociali l’hanno trovata su un cu-
mulo di rifiuti al mercato di Ac-
cra. Era arrivata da un villaggio
povero con la speranza di gua-
dagnare qualcosa. Era uno dei
10 mila ragazzi di strada – di
cui 4 mila femmine – che vivo-
no nella capitale del Ghana. Per
un po’ aveva venduto ghiaccio
al mercato di Accra ma con il
passare del tempo si era dovuta
trovare, come molte altre ragaz-
ze, un protettore. “Cosa puoi
fare per una ragazzina incinta
che vive in strada e sta al gradi-
no più basso della scala socia-
le?”, dice padre Patrick Sha-
nahan, presidente del ricovero
Mamobi per le ragazze che vi- 47
vono nella strada di Accra. Il ri-
covero è stato istituito nel 1994
da Response, un gruppo di
ONG che si occupa dei bambini
di strada. Grazie agli operatori
del Mamobi, Vittoria ha trovato
un ambiente sicuro per portare
a termine la gravidanza; il suo
bambino è nato in una clinica
sostenuta dall’UNICEF e dopo
due mesi è riuscita a tornare al
suo villaggio. Ma non tutte le
ragazze riescono a mantenersi,
così molte ritornano a prosti-
tuirsi, anche a soli 11 anni.

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
FMA
di Graziella Curti
All’ONU in favore della donna
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
CHIESA
di Silvano Stracca
Quo vadis Europa? (23)
Calendario
2009
Un vasto
movimento
di persone
per la salvezza
dei giovani
(Disegni del pittore Umberto Gamba)
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Lontan dalla sua terra