Bollettino_Salesiano_200712

Bollettino_Salesiano_200712

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
Mensile - Anno CXXXI - nr. 11
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 11/2007
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Dicembre 2007
(PpRaOg.G1E4T) TO LAOS
(ALpALagPF.OO1L8TL)EIRAE
L(pAagV.I3TA8) VIOLATA
Croedntaizeinoenainleserto

1.2 Page 2

▲back to top
STRENNA 2007
di Pascual Chávez Villanueva
AMARE LA VITA
L’IMPEGNO
PER LA VITA
“Osservate come crescono i gigli del campo:
non lavorano e non filano. Eppure io vi dico
che neanche Salomone, con tutta la sua gloria,
vestiva come uno di loro”. (Lc 12,27)
La Chiesa ha
ricevuto il Van-
gelo della vita
ed è inviata ad an-
nunciarlo e a far-
lo divenire realtà.
Tale vocazione e
missione richiedo-
no l’azione gene-
rosa di tutti i suoi
ti. Come figli di Dio siamo chiamati a
proteggere e prenderci cura di colo-
ro la cui vita è più disagiata, più a
rischio, più indifesa, più emarginata.
Dobbiamo essere capaci di immagi-
nare e di creare nuove forme di pre-
senza missionaria nel mondo dell’e-
marginazione e dell’esclusione.
membri. Insieme, dob-
biamo sentire “il dovere di annuncia-
2
re il vangelo della vita, di celebrarlo
nella liturgia e nell’intera esistenza,
di servirlo con le diverse iniziative e
strutture di sostegno e di promozio-
Celebrare la vita spinge a uno
sguardo contemplativo davanti
alla natura.
᭿ Educare al valore della vita. È
un compito che impegna genitori,
educatori, insegnanti, catechisti,
teologi. Le nuove generazioni han-
no bisogno di trovare veri “maestri
ne” (EV 79). In proposito, segnalo
di vita”. I giovani cercano non solo
alcune scelte da fare.
malapena l’esistenza o muoiono di informazione o dottrina, ma testi-
fame, il commercio di armi sempre moni che stimolino e accompagni-
᭿ Difendere il valore di ogni vita più micidiali, lo squilibrio ecologico, no lo sviluppo delle loro migliori
umana. La vita si è vista sempre la diffusione delle droghe, gli inci- qualità. È indispensabile mettere in
circondata da pericoli, provocata denti dovuti al traffico, gli attentati rilievo il valore assoluto della vita,
dalla violenza, sfidata dalla morte. terroristici, cose tutte che causano promuovendo il rispetto per le per-
Persistono le minacce, frutto dell’o- una vera ecatombe di morti. Di fron- sone, suscitando una visione positi-
dio, del sopruso o di interessi con- te a questo “oscuramento”, è urgen- va nei loro confronti e speranza per
trapposti (omicidi, guerre, massacri), te difendere il valore inviolabile e il futuro, combattendo ciò che
aggravate dall’incuria e dalla man- sacro della vita e promuovere un impedisce di vivere con dignità e in
canza di solidarietà. A questo, si atteggiamento positivo verso di essa solidarietà. Atteggiamenti e gesti
aggiungono gli abusi contro milioni considerata come dono, sviluppare quotidiani, anche i più semplici,
di esseri umani che trascinano a un senso di gratitudine verso chi ce devono essere per i giovani scuola
l’ha donata, e promuovere la sua di vita. Come educatori, dobbiamo
visione integrale che abbracci l’atti- saper risvegliare in essi la gioia di
vità materiale, economica o sociale, vivere, l’apprezzamento per i valori,
ma anche il progresso spirituale.
il gusto del servizio verso gli altri e
verso la natura, testimoniando che
᭿ Tutelare la vita dei poveri. Ogni la vita è vocazione.
vita è preziosa e degna di rispetto.
Ne consegue che si giustifica non ᭿ Educare “a cogliere e a vivere
solo la vita sana, utile, felice, ma la sessualità, l’amore e l’intera esi-
anche la vita sminuita, toccata dal stenza secondo il vero significato e
dolore e dalla malattia, quella del nella loro intima correlazione… Solo
bambino non nato e dell’anziano un amore vero sa custodire la vita
invalido. È preziosa la vita dei po- (EV 97). Difficilmente si potrà arri-
tenti, ma lo è anche e forse più vare a un vero apprezzamento della
quella dei poveri e degli abbandona- vita umana se essa non è apprezza-
ta nell’ambito familiare, se in famiglia
“Considerate i gigli del campo”.
regna un clima di violenza, se si pre-
DICEMBRE 2007 BS

1.3 Page 3

▲back to top
senta come progresso l’interruzione
di una vita scomoda o non desidera-
ta, se si vive avendo per fine la com-
petitività, il successo o il potere.
᭿ Annunciare Gesù Cristo come
senso della vita. L’annuncio deve
condurre i giovani al rapporto perso-
nale con Gesù, energia e modello di
vita piena. Forse non è mai stata
urgente come oggi l’evangelizzazio-
ne di fronte a un mondo che esalta
modelli ingannevoli e seduttori. I gio-
vani denunciano un grande vuoto
interiore e tentano di colmarlo con il
piacere, il divertimento, il sesso, gli
stupefacenti, o percorrendo le strade
del bullismo e della delinquenza. Ma
né il piacere, né il consumo soddi-
sfano le loro aspirazioni e i loro biso-
gni. Molti vivono situazioni socio/eco-
nomiche di esclusione o gravi fragi-
lità personali. In queste situazioni
deve risuonare la “buona notizia” del
Dio amante della vita che vuole la
felicità di tutti i viventi. L’evangelizza-
zione è la migliore proposta di vita
umana piena e felice. Dobbiamo
impegnarci a realizzarla con fran-
chezza e dedizione.
᭿ Infine, ringraziare per la vita e
celebrarla. Ogni vita, in quanto do-
no di Dio, ha non solo una dimen-
sione d’impegno, ma anche di cul-
to. Già di per sé è manifestazione
di lode, perché è un prodigio d’a-
more. Accoglierla costituisce già
culto, rendimento di grazie. Cele-
brare la vita spinge a uno sguardo
contemplativo davanti alla natura,
al mondo, alla creazione verso cui
a volte abbiamo atteggiamenti utili-
taristici o consumistici; davanti alle
persone con cui spesso mantenia-
mo dei rapporti superficiali o funzio-
nali; davanti alla società e alla sto-
ria che tante volte pieghiamo ai
nostri interessi… Bisogna saper go-
dere del silenzio, imparare l’ascolto
paziente, l’ammirazione e la sorpre-
sa di fronte all’imprevisto e all’inim-
maginabile. Bisogna saper fare
spazio all’altro, per poter stabilire
con lui un nuovo rapporto d’intimità
e di confidenza. Da questa prospet-
tiva sorge la lode e la preghiera.
Celebrare la vita è ammirare, ama-
re e pregare il Dio della vita: “Ti
celebrerò perché sono stato fatto in
modo stupendo; meravigliose sono
le tue opere” (Sal 139,14).
ٗ
Dicembre 2007
Anno CXXXI
Numero 11
Mensile - Anno CXXXI - nr. 11
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 11/2007
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Dicembre 2007
In copertina:
Il BS termina il suo
131° anno di vita.
Una affezionata lettrice ci
ha inviato due simpatiche
vignette che il pittore
Umberto Gamba
ha colorato.
Disegno: Elisa Artelli
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
(PpRaOg.G1E4T) TO LAOS
(ALpALagPF.OO1L8TL)EIRAE
L(pAagV.I3TA8) VIOLATA
Croedntaizeinoenainleserto
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Quo vadis Europa? (13)
di Silvano Stracca
MISSIONI
14 Progetto Laos
di Giovanni Eriman
VIAGGI
18 La follia al potere
di Giancarlo Manieri
ANNIVERSARI
20 Hanno lasciato il segno
di Francesco Motto
INSERTO CULTURA
23 CSCS
di Walter Fajardo, Jesús Jurado
FMA
28 Quale casa/famiglia
3
di Graziella Curti
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Il punto giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel
Mondo – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori –
30 Libri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et beneface-
re… – 38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Varia – 42 I nostri morti – 43 Il mese –
44 Un anno di BS – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Cattoni
Graziella Curti - Enrico dal Covolo Carlo Di Cicco
Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante
Vito Orlando - Marianna Pacucci - Gianni Russo
Roberto Saccarello - Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni
Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Pier Bertone
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
O SALESIANO
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
http://biesseonline.sdb.org
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
e-mail: <biesse@sdb.org>
Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
Ccb 3263199 - Banca Intesa - Fil. Roma 12
CIN P - ABI 03069 - CAB 05064
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS DICEMBRE 2007

1.4 Page 4

▲back to top
IL PUNTO
di Carlo Di Cicco
GIOVANI
EDUCARE OGGI
PERCHÉ
La preoccupazione educativa non può non essere sempre in primo
piano, dall’educazione delle giovani generazioni dipende il futuro,
sic et simpliciter.
Cè una speranza anche oggi
e allora ha un senso educare
anche oggi, inizio del terzo
millennio. Anzi – è il Papa che lo dice –
educare oggi è la prima attualità per
la famiglia e per la Chiesa, a condizione
che si faccia in un linguaggio
comprensibile. Il Vangelo è
comprensibile di per sé, a una
condizione: che si rimetta al centro
dell’annuncio Gesù di Nazaret e si
testimoni con la vita come egli abbia
vissuto e tutto quanto egli ci ha lasciato
d’esempio. La maniera di raccontare
questa storia irripetibile deve situarsi
nella condizione e nel linguaggio degli
uomini e dei giovani di oggi.
Si abbonda di cure e di medicine,
si scarseggia di prevenzione dei mali
del corpo e dello spirito. La modernità
ha rimescolato tutte le carte della storia
passata e la globalizzazione ha
spalancato orizzonti troppo grandi per
essere assorbiti in un attimo. Si vive
come un po’ spiazzati e spaesati da
queste dimensioni mondiali che entrano
di continuo nelle nostre circoscritte
esistenze. Ci pare di non guidare più le
nostre vite e proviamo la sensazione di
essere spintonati dal di fuori. Vorremmo
ritrovare la pace, ma ci angoscia la
sensazione che stiamo navigando a
vista e la deriva del mondo è ormai a
portata di mano.
ٗ Ma la stella polare della proposta
ٗ L’educazione, perciò, va riscoperta
4
educativa rimane la speranza. I cristiani
sperano la risurrezione e la vita eterna e
quale questione fondativa per un modo
nuovo di fare economia e politica.
fondano una tale speranza sulla fedeltà La sparizione dei ghiacciai, la secca dei
di Dio. È la consegna del Papa ai
fiumi e dei laghi, la rabbia dei venti,
giovani nel grande raduno di Loreto. il fetore dell’inquinamento dell’aria,
È nella speranza che Benedetto XVI
gli scontri militareschi sollecitano
chiede di incamminarsi alla volta di
l’educazione. Educare significa ripartire
Sidney, l’appuntamento mondiale 2008 dall’attuale situazione globalizzata per
dove i giovani cattolici sono sollecitati a correggerla sino a renderla vivibile e
scoprire nella propria vita il più grande
giusta per tutti gli esseri viventi, l’uomo
Dio nascosto: lo Spirito Santo. Egli è
anzitutto. Un uomo rinnovato
lo sconosciuto del nostro millennio,
specialmente nello spirito. Se pensiamo
il grande innominato a cui tutti ci
di affidare la custodia del mondo ai robot
richiamiamo formalmente, ma che solo di anziché alla responsabilità, ci
rado facciamo sedere alla nostra tavola prepariamo volutamente un futuro
di progetti e comportamenti. Tra noi
infernale. Più globalizzazione si afferma
credenti e nelle nostre istituzioni, solo a
parole ci richiamiamo a Lui. Egli conta di
meno della fiducia che mettiamo nel
denaro. Gesù ha detto che Lui, lo Spirito,
ci rivelerà la verità tutta intera, ma questo
punto del testamento di Gesù è uno dei
più dimenticati. Così viene meno o si
affievolisce anche la sapienza del cuore
che resta indispensabile in ogni rapporto
educativo. Specialmente ai giorni nostri
quando abbondano le conoscenze e le
informazioni, ma scarseggia la sapienza.
e si radica e più capacità educativa si
deve mettere in campo. Perché nel
percorso educativo che abbraccia
l’intera esistenza di ciascuno, siamo
chiamati continuamente a saper
esercitare la capacità critica. Spendere
per insegnare alle persone come gestirsi
nella globalizzazione e come gestire la
globalizzazione, indirizzandola verso
dove, dovrebbe rappresentare la prima
voce di spesa di ogni finanziaria. Capirlo
è il primo passo perché la gente sappia
chiedere giuste riforme, adoperandosi
ٗ Educare non è compito solo dei
volentieri per la solidarietà, la libertà,
cristiani. Perciò, è terreno d’incontro
l’uguaglianza, la convivenza pacifica
fecondo tra visioni diverse della vita
perché giusta, un ambiente guarito dalle
e del mondo. Il bisogno di educazione
ferite di un progresso di rapina.
scuote sempre di più ogni società civile Crescendo la capacità critica e il senso
che va sperimentando pericoli di deriva di responsabilità degli uomini (e noi
sociale. Avrà pure un significato
cristiani siamo anzitutto uomini e donne
constatare che insegnanti, scuola,
del nostro tempo), diminuirà pure il
educatori sono meno ricercati e quotati silenzio di Dio. Avremo imparato
degli psicologi e degli psichiatri.
ad ascoltarlo prima di giudicarlo.
ٗ
DICEMBRE 2007 BS

1.5 Page 5

▲back to top

1.6 Page 6

▲back to top
LETTERE AL DIRETTORE
finita telenovela di Beautiful? prodotte ad arte, e troppo Dio, almeno se arriva qualche
O la notte di Halloween? O il spesso esagerate per deside- delusione non ti arrabbi […]
niente assoluto? Ma il niente rio smodato di sensazionali-
non funziona con l’uomo: do- smo e per amore di scoop,
Andreasi, Ginevra
vremo trovare – scimmiottan- cioè di notorietà e soldi. Per- In che cosa è utile credere?
do la Rivoluzione francese – ché, vede, questa storia la Ammettiamo che abbia ragio-
una religione laica (una non- “storia” la racconta un po’ ne tu: via Dio dalla nostra vi-
religione) con una morale lai- diversa da come la racconta- ta. Che cosa rimane?
ca, dove l’unica legge è la li- no i giornali. Scrive il giorna- – O credere nel… nulla!
bertà personale, e dove la mo- lista Ruggero Guarini, che – O credere nell’uomo!
rale è individuale. Nelle ore di certo non è il difensore civico – O credere solo… in me
tristezza, nei periodi di ansia, della Chiesa: “Negli ultimi stesso.
P RESEPI E NATALE.
nelle difficoltà giornaliere a
chi ci si potrà rivolgere? Allo
due secoli le omofobie più fe-
roci sono state proprio quelle
Mi permetto un’analisi sem-
plice, quasi banale, delle tre
Egregio direttore, anche Stato? Al Grande Fratello? Al rigorosamente atee, professa- ipotesi, con la speranza di in-
quest’anno si verificheranno signor Nessuno? O al proprio te da tutti quei regimi totalita- sinuare qualche dubbio sul
casi di scuole dove solleciti istinto… allora sì che ne ve- ri di ieri, e anche di oggi, in suo non-credere. Comincio
insegnanti vietano ai bambini dremmo delle… brutte! Via il cui gli omosessuali erano dalla prima ipotesi.
italiani di cantare canzoncine presepe per non offendere i sbattuti in galera o in qualche “Credere nel nulla”, proprio
natalizie, allestire presepi o musulmani, dice la maestra di gulag”. E casi eclatanti al ri- perché “nulla” è altrettanto
alberi di Natale, ecc. per ri- turno, o la preside altruista guardo ce ne sono stati e ce inutile che credere in un Dio
spetto dei bambini musulma- (?)… Dica a questi innamorati ne sono, certo non provenienti che non è pronto a soddisfare
ni. Ma poi nessuno ha da dir del benvivere degli immigrati dalla Chiesa. Se vuole since- i miei gusti, i miei desideri, o
nulla se si festeggia il capo- – ma non del benvivere di tutti rarsene personalmente, provi i miei bisogni. Anzi, è peggio.
danno cinese o la fine del ra- gli autoctoni che in questo a fare qualche ricerca sul fa- Perché con Dio una speranza
madan […]. Sembra che il Paese ci stanno da millenni – moso industriale tedesco ce l’hai sempre, la speranza è
cristianesimo stia derivando che provino a far togliere il ve- Friedrich Alfred Krupp, su l’unica cosa che non muore.
per la pusillanimità dei catto- lo alle alunne musulmane per chi l’ha spinto al suicidio, do- Di fronte a qualche iattura il
6
lici nostrani […]
non offendere i cristiani…
po l’accusa di omosessualità credente può dire a se stesso:
Danny@… Comunque lei ha ragione: è partita da Capri, dove aveva Dio avrà le sue ragioni; non
la nostra pusillanimità, la no- una residenza. E giacché c’è, le capisco, e vorrei che desse
Caro signore, il Natale con i stra piccolezza e soprattutto veda anche l’eclatante pro- più udienza alle mie, ma forse
suoi simboli offende solo i finti la nostra somma indifferenza cesso a Oscar Wilde, il notis- – e senza forse – Lui vede do-
altruisti e i cripto laicisti. Chi ai valori che hanno paura del simo scrittore e poeta irlande- ve io non vedo, sente quel che
si offende perché c’è un bimbo Natale, non i musulmani. Il se, condannato per sodomia io non sento, sa quel che io
in una greppia offende, prima Natale offende gli indifferen- nell’Inghilterra vittoriana, e non so… Con il Nulla, hai
di tutto, la propria intelligen- ti, gli agnostici, i finti cre- costretto, non certo dall’o- proprio nulla, sei nel vuoto
za. Gesù Bambino non può of- denti, non i veri credenti, a mofobia cattolica, a vivere in più assoluto, affidato a nessu-
fendere nessuno, una festa non qualsiasi religione essi ap- esilio sotto falso nome (Seba- no se non alle tue mani impo-
può offendere nessuno, una partengano.
stian Melmoth) gli ultimi due tenti, al tuo piccolo cervello,
canzone che parla di senti-
tristi anni della sua esistenza. ai tuoi occhi miopi.
Lmenti di bontà, di mitezza, di
umiltà offende solo chi decide
di offendersi per partito preso,
Per quanto poi attiene alla “Credere nell’uomo”, o ma-
INDIFENDIBILE. sua affermazione finale le gari nel progresso, nella
Caro direttore, […] Lei dirò quello che anche Guarini scienza… A questo punto c’è
o per rabbia contro non si sa cerca di difendere le sue posi- nota, che cioè esiste nella lin- da augurarsi che s’incontri
chi, o per pusillanimità, o per zioni, e mi sta bene […] Ma gua italiana una “figura reto- qualche super-eroe che sia di-
povertà di spirito… Del resto spesso e volentieri mi pare che rica” che si chiama “ossimo- sposto nel momento del biso-
sulla civiltà cristiana si è co- lei si sforzi di difendere l’indi- ro” che il Devoto/Oli defini- gno ad assisterti anche fino al
struito l’Occidente: canti, com- fendibile. Come l’omofobia sce: l’ossimoro consiste “nel- sacrificio di sé; o qualche su-
posizioni, romanzi, opere pit- cattolica, per esempio. Da una l’accostare nella medesima per-scienziato che sia capace
toriche, sculture, costruzioni, vita la Chiesa è irrazionalmen- locuzione parole che esprimo- di risolvere tutti i tuoi proble-
croci sulle cime dei monti… te contro i gay, benché poi no concetti contrari”. Lei, se mi e soddisfare tutti i tuoi desi-
non c’è nulla che non denunci molti suoi membri lo sono gay non vado errato, vorrebbe di- deri. Ne conosci molti di questi
– esplicitamente o implicita- (parlo dei preti) […]. Forse è re che i gay sono contempora- semidei? Ma se l’uomo non è
mente – qualche derivazione proprio questa omofobia che neamente “uguali e diversi”. capace nemmeno di soddisfare
cristiana. Cattedrali, santuari, ne suscita tanti, non crede? Beh, credo proprio che la co- se stesso!… Del resto è la sto-
basiliche o decine di migliaia […] Lei deve capire che noi sa abbia bisogno di più di ria a frantumare impietosa-
di cappelle, di edicole, di chie- siamo tutti uguali.
qualche chiarificazione.
mente questa ipotesi: la mille-
sette-ex voto sono preghiere di
pietra che testimoniano la fe-
de di due millenni di storia.
Il cristianesimo sta derivan-
Vittoriom@…
Caro signore, forse conviene
davvero mettere i puntini su-
D IO INUTILE. Caro di-
rettore, l’ho constatato
naria vicenda umana è zeppa
di guerre, di disastri morali, di
sopraffazioni, di battaglie per-
dute, e soprattutto di morte.
do? A favore di chi? E che co- gli “i” in questa lunga querel- personalmente ormai infinite Quanto al “Progresso” – pur
sa lo rimpiazzerà? Forse l’in- le di accuse, troppo spesso volte: è inutile credere a (sic) vertiginoso – non ha impedito
DICEMBRE 2007 BS

1.7 Page 7

▲back to top
APPELLI
tica, da cui nasce la metafisi-
ca, da cui nasce lo Spirito, da
Giovane 39enne di Varese cui nasce la carità che è l’e-
simpatico, vorrebbe trova- manazione della “Carità”
re nuovi amici/e nella zona (nota anche qui il maiuscolo).
per instaurare un rapporto
E quando si tratta di figli, oc-
I di vera amicizia. Risposta
assicurata. Alberto, Tel.
NTERROGATIVI. Ca-
corre fare ciò che può torna-
re utile alla loro vita. Pren-
349/72.03.007.
ro direttore, […] le faccio diamo il caso del battesimo.
qualche esempio: un compo- Uno dei due genitori può an-
Sono un uomo di 55 anni, nente della coppia impedisce che non credere agli effetti
sposato, religioso, colle- all’altro di andare a messa spirituali che produce, ma la
ziono cartoline di tutto il perché toglie tempo prezioso cerimonia di per sé non è una
mondo e amo l’amicizia alla cura dei figli e all’unità droga, una superstizione, un
sincera. Cerco amici e della famiglia… Uno dei due veleno, né un rito scandalo-
amiche che come me ama- genitori, ateo, vieta all’altro, so. Tutt’altro, ha un profon-
OGNI MESE no la sincerità, la vita sem- credente, il battesimo del fi- do significato spirituale e
plice, la preghiera, per glio perché “non bisogna cre- prefigura esigenti comporta-
CON creare amicizie belle e forti dere a queste stupidaggini e a menti morali. Allora, tra due
per corrispondenza. Scri- queste ipocrisie dei preti…”. genitori di idee contrapposte,
DON BOSCO vete a: Paparella Salvato-
re, Via degli Eroi 44,
04026 Minturno (LT),
La parte credente di una cop- la scelta non può non essere
pia che non può aver figli demandata a quello dei due
vuole adottare un bambino che desidera battezzare il
Tel. 340/9835991.
A CASA TUA mentre l’altra impone la fe- piccolo. Perché, dice la sa-
condazione assistita… Uno pienza popolare, “Se non c’è
Mi chiamo Franco e ho 43 cerca di vivere secondo Cri- niente non perdi niente, ma
anni. Vorrei costruire delle sto l’altro tenta sistematica- se c’è qualcosa guadagni tut- Il Bollettino
buone amicizie tramite con-
tatto telefonico. Chiamatemi
al numero 347/38.29.552.
mente di sabotarne ogni ten- to”; in ogni caso è meglio fa-
tativo… Insomma, che fare re il battesimo che non farlo.
nei casi in cui uno dei due Nella vita, caro signore, la
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
Chi desidera schede telefo-
niche, stamps o amicizia,
non accetta il credo religioso prevalenza o preminenza va
dell’altro? A chi dare ragio- data al più e non al meno.
ne? Rinunciare al proprio Tra Dio e niente, Dio è qual-
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
mi contatti. Scrivetemi in credo in nome dell’unità co- cosa (è più) e il niente è nien- di Don Bosco a chi
inglese o in italiano: Cenci niugale? […]
Beatrice, P.O. Box 998 –
Silverton, 0127 Pretoria,
te (è meno). Appare perciò
Claudio@… irrazionale che tra due part-
ner di opinione opposta ab-
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
Gauteng – South Africa I suoi interrogativi sono “pe- bia la prevalenza chi crede al
Rep.
santi” e non prevedono rispo- niente piuttosto che chi crede
i giovani e le missioni.
ste apodittiche. Voglio dire al più. Logica vuole che
che la soluzione alle proble- “qualcosa” è più di “nulla”,
che sempre nuove malattie si matiche che lei pone, trattan- quindi che “qualcosa” pre-
affacciassero all’orizzonte e dosi di persone, ha mille sfac- valga sul “niente”.
che il pianeta si avviasse al- cettature: tante quante ne ha, Per quanto poi riguarda il
l’autodistruzione, come alcuni per l’appunto, la persona che “fastidio” provocato in qual-
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
vanno predicendo.
è l’essere più complesso al cuno da certe figure, chiamia-
C’è rimasto di “credere in se mondo. Dunque, una possibi- mole “istituzionali”, vale la
stesso”. In questo caso le de- le soluzione varia da indivi- pena ricordare che ciascuno
subito il cambio
di indirizzo.
lusioni, i disastri, i problemi duo a individuo, da coppia a ha le sue allergie, ma non per
si moltiplicano all’infinito, e coppia e forse, anche da zona questo è opportuno “fare di
si moltiplicano gli ansiolitici, a zona, da nazione a nazione. ogni erba un fascio”: se a me
i calmanti, gli antidepressivi, È tuttavia indubbio che la so- dà fastidio il polline dei ci-
gli… “antibuggerotici”, ag- luzione migliore abiti “nella pressi, i casi sono due: o mi
giungerebbe con una punta di testa” degli individui: perso- curo, o evito i luoghi dove cre- Per la vostra corrispon-
sano sarcasmo il Proietti na- ne minimamente razionali scono cipressi, ma non posso denza:
zionale. Credere unicamente sanno che alcune scelte coin- proibire ad amici, parenti, fi-
in se stessi vuol dire perdersi volgenti la vita individuale gli ecc. di accostare e gustare
nei problemi, essere da essi vanno lasciate agli individui. la loro ombra per solidarietà
IL BOLLETTINO
SALESIANO
soffocato.
con me. Anche questo sarebbe Casella post. 18333
L’unico “Elemento” (lo scri-
vo opportunamente con la
maiuscola) che può frenarlo
– almeno qualche volta – è la
fede in Dio, da cui nasce l’e-
Nbnssnlcouuieucnotoasecitraeaieimlmnèltauposrtort.teaiesPdtapolalreolozapslvioteoapvsttenuspeidbeerbebe.rilrsleCpieocemnpearauzovlnibeeo-ea-.-
irrazionale. Come può consta-
tare, non ho ragionato sui
massimi sistemi, ho usato la
logica spicciola di tutti i gior-
ni, quella che tutti capiscono.
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS DICEMBRE 2007

1.8 Page 8

▲back to top
& IN ITALIA
NEL MONDO
ROMA,
SACRO CUORE
UNA FOTO!
Un’appassionata fotografa,
Lorella Mastroianni, ha
scattato la foto che presen-
tiamo in un pomeriggio di
settembre 2006, alla Stazio-
ne Termini. Curiosa certo,
ma adattissima a qualche ri-
flessione, che ovviamente
lasciamo ai lettori, alla loro
perspicacia e alla loro sen-
sibilità religiosa. Il Cristo
svettante sul campanile è
quello del tempio del Sacro
Cuore, costruito da Don
Bosco a Roma.
TORINO, ITALIA
8 È IL PRIMO
Nel maggio scorso presso la toctono al traguardo. Molti
basilica di Maria Ausiliatri- altri sono sulla sua scia. La
ce a Valdocco ha ricevuto Visitatoria AFW ha 107 sa-
l’ordinazione sacerdotale il lesiani di cui 57 in forma-
nigeriano, don Michael zione iniziale. Le case sono
Ogunniyi. Dopo 25 anni 12. L’età media è di 33 an-
dall’arrivo dei salesiani nel ni: c’è più futuro che passa-
più popoloso stato dell’Afri- to. Del resto, occorre tener
ca (130 milioni di abitanti) presente che il 44% dei ni-
ecco il primo salesiano au- geriani ha meno di 14 anni.
DICEMBRE 2007 BS
ALCAMO, SICILIA
SALESIANI
COOPERATORI
Si è allargata la Famiglia Sa-
lesiana con la promessa, il 3
giugno 2007, di nuovi sale-
siani cooperatori. La loro
presenza attiva nel territorio
parrocchiale sarà ancor più
preziosa. Mai come oggi la
Chiesa ha avuto bisogno di
laici impegnati che promuo-
vano l’evangelizzazione e la
catechesi e siano di esempio
alle giovani generazioni alla
ricerca di modelli da cui at-
tingere forza per testimonia-
re di fronte a un mondo,
sempre meno partecipe alla
vita della Chiesa, la propria
fede e il proprio impegno.

1.9 Page 9

▲back to top
redazionale
I FRATELLI
UNA CRITICA
PROTESTANTE
DELLA MODERNITÀ
di Massimo
Introvigne/Domenico
Maselli
la vitalità del cristianesimo e
su concetti attualissimi come
fondamentalismo e conser-
vatorismo. È, questo volu-
metto, l’ultimo nato di una
serie di 17 preziosi altri testi
che fanno il punto sulla si-
tuazione sociale odierna in
rapporto alle religioni.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
Un capitolo poco o nulla
conosciuto dagli italiani
(e non solo dalla gente
comune) è il cosiddetto
movimento dei “Fratel-
li”, nato all’indomani
della Rivoluzione fran-
cese per superare lo
scandalo della divisio-
ne tra i cristiani. Nel
corso del tempo sono
sorti una decina di mo-
vimenti di questo tipo
che, se non hanno rag-
giunto lo scopo di
creare unità, hanno
tuttavia apportato un
fermento che conti-
9
nua ancor oggi e per-
mette di riflettere sul-
TARQUINIA, ROMA
to Speranza”, di cui è testimo-
nial Antonella Ruggiero. Lo
scopo è la costruzione nel Ta-
SEMI DI PACE
mil Nadu, India, del Villaggio
PER L’INDIA
della Speranza che ospiterà i
bambini poveri e gli orfani
L’Associazione di volontaria- dello tsunami 2004. I lavori
to “Semi di pace Onlus” che sono in corso. Per il comple-
ha già collaborato alla costru- tamento dell’opera mancano
zione di un centro polivalente ancora 80 mila euro. Per sa-
gestito dalle FMA in Thailan- perne di più: 0776/84.25.66;
dia, ha ora lanciato il “Proget- www.semidipace.org
PER I 300 ANNI
DI CARLO GOLDONI
L’ufficio Filatelico Vaticano ha dedicato alla
ricorrenza genetliaca del grande commedio-
grafo veneziano due francobolli da 0,60 e 0,85
, oltre a un elegante foglietto con francobollo
da 2,80 sagomato a formare un siparietto
apribile.
Autrice dei disegni che illustrano i francobolli è
l’autrice del logo del Giubileo 2000, Emanuela
Rocchi, che ha affrontato l’impegno con le sue
linee delicate, e i colori non sfacciati che amal-
gamano mirabilmente i personaggi con gli sfon-
di: la chiesa, i palazzi, il ponte, l’acqua…
Carlo Goldoni (1707-1793) è l’artista che ha
rivoluzionato il mondo del teatro, togliendo l’im-
provvisazione. Dialoghi, monologhi, movimenti
scenici non sono più lasciati all’estro estempo-
raneo di attori o sceneggiatori. Goldoni asse-
gna a ciascuno ruoli precisi, precise battute e
scenari studiati. Famosissime alcune delle
commedie: La locandiera, Il servitore di due
padroni, Le baruffe chiozzotte, Il burbero bene-
fico, ecc.
BS DICEMBRE 2007

1.10 Page 10

▲back to top
Troviamo sul BS di dicembre 1907 l’annuncio
dell’inaugurazione di uno degli oratori più
difficili ma pastoralmente più validi di Roma
(che già tuttavia funzionava da vari anni),
quello del Testaccio e l’accenno alla chiesa
di Santa Maria Liberatrice non ancora
terminata che sarà inaugurata nel corso
dell’anno seguente, per cui nel 2008 celebrerà
il suo centenario di fondazione.
SANTI
NELLA FAMIGLIA
SALESIANA
di Enrico dal Covolo -
Giorgio Mocci
Il Rettor Maggiore stesso
scrive la presentazione di
questo prezioso volumetto
che va a sostituire quello che
11 anni fa aveva pubblicato
il postulatore generale delle
cause dei santi, don Pasquale
Liberatore, predecessore di
don Enrico dal Covolo. 120
pagine formato 19ϫ13, per 8
santi (tra cui Cafasso, Mu-
rialdo, Orione); 17 beati (tra
cui Guanella, Pio IX, Mar-
velli, Markiewicz); 10 vene-
rabili e 20 servi di Dio. È un
vademecum della santità che
non dovrebbe mancare nelle
biblioteche salesiane, nelle
mani di ogni confratello e
consorella e di ogni mem-
bro della grande famiglia
salesiana.
10
CITTÀ DEL VATICANO
zionalmente anche i vicari
generali hanno partecipato.
Tra loro il salesiano don
AD LIMINA
Kierbiedz˙ Tadeusz, vicario
Il 1° novembre s’inaugurava regolarmente l’Orato-
rio festivo, già iniziato da vari anni, al Testaccio in
Roma. Quei Salesiani per mancanza di cappella non
Il 4-5 giugno u.s. i nove ve-
scovi delle province eccle-
siastiche dell’Africa del
Nord si sono ritrovati nella
Città del Vaticano per la vi-
sita ad limina, in cui si
espongono ed esaminano
generale in Libia, ancora in-
cardinato nella casa ispetto-
riale di Pila e inviato (da 24
anni) come aiuto alla Chiesa
libica. Don Tadeusz è l’uni-
co a continuare la tradizione
salesiana nel Nord Africa do-
ve, a suo tempo, esistevano
solo non avevano mai potuto dare il dovuto svilup- problemi ed esigenze delle numerose presenze dei figli
po all’Oratorio, ma fin per la messa erano costretti a varie diocesi dell’Africa di Don Bosco, essendo un vi-
condurre i ragazzi a S. Alessio, sicché alle volte pel
mal tempo ne erano anche impediti; al dopo pranzo
poi non potevano mai trattenere i ragazzi. Attesa
“bianca”, che non sono po- cariato apostolico affidato a
chi, data la forma di gover- un vescovo salesiano, monsi-
no, ovunque islamica. Ecce- gnor Giuseppe Lucato.
l’impellente necessità di provvedere all’istruzione
religiosa di tanti fanciulli si convertì provvisoria-
mente in cappella una scuola, e così fin dal 1° no-
vembre u.s. si poté anche al Testaccio cominciare
regolarmente un po’ d’Oratorio Festivo. Tanto al
mattino quanto alla sera furono un centocinquanta i
ragazzi intervenuti, che rimasero oltremodo contenti
e ai quali, dopo la benedizione, venne regalata una
merenduola.
Affrettino i buoni Cooperatori colle loro offerte il
compimento della Chiesa di S. Maria Liberatrice e
dei locali dell’annesso Oratorio, nella certezza che
sarà immenso il bene che si potrà compiere anche al
Testaccio nei giorni festivi.
DICEMBRE 2007 BS

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
OSSERVATORIO
Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (7)
Divagazioni (mica tanto) su...
una rete che acchiappa il mondo: Internet
“Non è possibile, Viola, sono settimane che
non esci…”. Alice guarda l’amica, seduta
davanti al computer acceso. Distratta, si
attenta, vero?”. “Sì, sì…”, chiude Viola, con una
scrollata di spalle. “Ehi, non mi devi dire niente? ”,
riprende Alice. “Niente d’importante”, risponde l’amica
volta per un attimo poi torna subito al suo schermo e evasiva. “Dimmi la verità!… Tu le bugie non le sai
biascica: “Te l’ho detto, Alice, non mi va di uscire”. dire”. “Ho conosciuto un ragazzo, ammette alla fine
Io proprio non ti capisco. È sabato pomeriggio e tu Viola, ma non è come pensi: non ci siamo ancora
te ne stai rintanata in camera davanti al piccì. Ma chi incontrati”. “Ancora? Vorresti dire che lo vuoi incon-
ci trovi?”. “I miei amici, anzi aspetta che devo rispon- trare? Te l’ha chiesto lui?”. Adesso Alice è proprio
dere…”, e Viola si mette a battere velocemente i tasti preoccupata. “Sì… con insistenza. Ma è proprio una
con due dita. “Eh no! Tu adesso mi ascolti, prorompe persona carina”. “E tu come lo sai? Ma non senti le
Alice, spostando con forza la sedia munita di rotelle cose che succedono? Non gli avrai detto dove abiti,
su cui siede l’amica, i tuoi amici? Da quando hai vero?”. “No, però lo vorrei conoscere. Mi ha mandato
scelto amici di tastiera? E io? ”. “Non volevo dire que- una foto…”. “Senti Viola, questa storia non mi piace
sto, Alice, però… tu non capisci…”. “No, infatti, non per niente. Potrebbe essere un pedofilo, possibile
capisco. Anche a me piace chiacchierare su MSN, che tu non ci abbia pensato? Ascolta, tu adesso ti
ogni tanto lo faccio con Kate in Australia, con Monica
a Milano… ma è diverso. E poi i miei genitori non
metti un vestitino carino ed esci con me. Ci sono tutti
gli altri che ci aspettano e che saranno felicissimi di
11
vogliono che stia troppo tempo al piccì. A te non vederti. Spegni e vatti a preparare. A proposito,
dicono niente?”. “No figurati, anzi secondo me prefe- Andrea ieri mi ha chiesto di te”, conclude Alice con
riscono che stia qui piuttosto che vedermi uscire. Sai, un sorriso.
dopo ciò che è successo a mia sorella… ”, dice Viola
abbassando la voce. “Ma che c’entra con te? Non ti
vietano mica di uscire, no?”, chiede Alice. “No, però
li vedevo sempre tesi, quando uscivo, così ho preso
l’abitudine di stare al computer. Sono entrata in una
chat e ho fatto amicizia”. “Ma quale amicizia? Tu non
sai nemmeno che faccia abbiano queste persone, e
se sono veramente chi dicono di essere. Tu stai
᭿ E così le due ragazzine raggiungono gli amici
per un pomeriggio divertente. Quello che succede
a Viola succede a tanti ragazzi che rimangono
intrappolati nelle lusinghe del web. Sia chiaro,
Internet è tra i più grandi successi del progresso,
ma anche in questo caso il dolo non è nello stru-
mento, ma nell’utilizzatore. Internet apre immedia-
tamente a tutte le informazioni, comuni-
cazioni. È splendido, se utilizzato corret-
tamente e con parsimonia. Ma può un
messaggio istantaneo sostituire una
chiacchierata, una carezza, una risata
con l’amico/a del cuore? Uscire di
casa, decidere che cosa indossare,
dove andare, chi incontrare sono gesti
di socializzazione insostituibili. Ci defi-
niscono, rendono bella la quotidianità.
La cosa peggiore è che Viola era
completamente sola in questa sua
ipnotica passione. I genitori, preoccu-
pati per la vicenda accaduta alla
sorella in discoteca qualche mese pri-
ma, si sono sentiti tranquilli nel vede-
re Viola chiusa in casa. Ma non
sempre il pericolo ha bisogno di
utilizzare la porta principale per
entrare nelle nostre case.
ٗ
BS DICEMBRE 2007

2.2 Page 12

▲back to top
CHIESA QUO VADIS
“cntnèbLaopmse(oaeJnleapvoerrtireomnoisgvornleciiturlpuzcoaapiiloorniatrhcoiiannmsoqcdoctegu…dureapgelgieitnbrsraulildltaIaultrmae’i.ctatiiartnreRnuleesiitnsatteuueàttatcrtooioaz,aaofvicancnandaehhuvigbirmeemopdebecraorelaiavdi’ò)stvnEinniaesrtutdici,neàetorhàobeoè-e”-ia--l.
EUROPA? (13)
La sfida della
multiculturalità
di Silvano Stracca
Amsterdam, una delle città più
multiculturali d’Europa, con
soli 750mila abitanti, ma 170
nazionalità diverse. Amsterdam, ca-
pitale dell’accoglienza fin dal XVII
secolo, quando qui trovarono rifugio
i profughi ugonotti cacciati dalla
Francia e gli ebrei sefarditi messi al
12 bando da Spagna e Portogallo. Am-
sterdam, antica metropoli della tol-
leranza che oggi deve fare i conti
con seri problemi d’integrazione,
perché poco più del 50 per cento di
chi vive sul fiume Amstel è di origi-
ne olandese e l’altra metà in preva-
lenza maghrebina e turca. Amster-
dam, simbolo di un modello cultura-
le che sembrava funzionare, ma or-
mai è entrato in crisi. A far esplodere
L’Europa unita...
le tensioni, l’assassinio di Theo Van
Gogh, un regista ucciso per strada sta”, ma anche un figlio dell’Olan- nità. E la conseguente domanda che
da un ragazzo d’origine marocchina da, un immigrato di seconda genera- in tanti si pongono: “Come vivere
che intendeva punirlo per un corto- zione alimentato dagli stessi valori insieme, qui e adesso?”.
metraggio “sacrilego”, che denun- di libertà e tolleranza. Amsterdam,
ciava la violenza dell’Islam contro
le donne. Un estremista – l’omicida
dunque, crocevia della sfida della
multiculturalità nel cuore dell’Euro-
INDIFFERENZA
– imbevuto di propaganda “jihadi- pa. Una città e un Paese abituati a Una situazione messa a fuoco
gettare ponti verso gli “altri”, che si con un’amara constatazione dal
risvegliano in preda a paura e rab- sindaco ebreo di una città che si
bia. Moschee bruciate, attacchi a vantava del proprio cosmopoliti-
scuole islamiche da una parte e a smo: “Ci siamo accorti che la tolle-
chiese dall’altra, bando al burqa nei ranza nei confronti degli immigrati
locali pubblici… Episodi di violen- altro non era che indifferenza”.
za che rivelano l’improvvisa diffi- L’indifferenza ha lasciato il posto
coltà di persone di culture diverse, alla contrapposizione, alla diffi-
abituate sino ad allora a convivere, a denza, all’ostilità, alla discrimina-
immaginarsi parte di una sola comu- zione, alla xenofobia. Il problema
è tornato così a essere lo stesso af-
Amsterdam, crocevia della sfida
della multiculturalità nel cuore
dell’Europa.
frontato al tempo dell’arrivo degli
ugonotti e degli ebrei: realizzare la
convivenza pacifica, la coesione
DICEMBRE 2007 BS

2.3 Page 13

▲back to top
tura occidentale. L’universalismo in-
teso non come imposizione della
propria cultura, ma come apertura al
dialogo e al confronto. E l’indivi-
dualismo, non come sradicamento
dai valori originari, ma come prio-
rità della coscienza comune di esseri
umani sulle appartenenze di nascita
e di destino. Il multiculturalismo
non va quindi confuso con il relati-
vismo oggi di moda in Europa. Ne-
garsi il diritto di affermare alcuni
La multiculturalità non può
La sfida della pluralità delle
principi fondamentali come univer-
sussistere senza rispetto di ciò
culture, delle etnie, delle religioni sali è la fine della nostra civiltà.
che è sacro, parola di Ratzinger.
Insomma, non si può rinunciare
alle proprie radici cristiane.
non trova l’Europa preparata
come sembra.
L’Occidente ha una sua identità cul-
turale e spirituale che lo contraddi-
stingue da altre civiltà. È ciò che ri-
chiamava con forza l’allora cardina-
sociale, il rispetto reciproco, il dia- ambientali di dimensioni mondiali. le Ratzinger, mettendo in guardia
logo e il confronto sui valori e i di- Il multiculturalismo risulta, di fatto, l’Europa da una multiculturalità che
ritti umani. Una sfida allora coro- una sfida fondamentale a due pila- “talvolta è soprattutto abbandono e
nata da successo. Ma oggi? Quella stri della concezione morale del- rinnegamento di ciò che è proprio”,
della multiculturalità è sfida che l’Occidente, l’universalismo e l’in- anzi “fuga dalle cose proprie”. Men-
investe ormai l’intero continente dividualismo. Per l’Occidente è im- tre, affermava il porporato tedesco,
europeo. “Multiculturalismo” è un possibile rinnegarli senza rinnegare “la multiculturalità non può sussiste-
vocabolo comparso la prima volta la sua stessa civiltà. Banco di prova re senza costanti in comune, senza
nel 1982 in Canada, un paese fede- dell’Europa sono la necessità e la punti di orientamento offerti dai va-
rale con profonde differenze fra le capacità di entrare in rapporto con lori propri.”
sue popolazioni, di cui è testimo- altre culture. Senza fermarsi alla
13
nianza la diversa lingua. Negli anni
successivi, la parola è diventata
mera tolleranza, ma riconoscendole
come controparte nella ricerca di so-
IL RISPETTO
oggetto di un dibattito esteso a tut-
to il mondo occidentale sotto la
pressione crescente dell’emigrazio-
ne da paesi lontani. In questo di-
battito, l’espressione ha assunto un
luzioni giuste ai problemi della con-
vivenza. Insomma, una risposta
conforme ai solidi pilastri della cul-
“Sicuramente – sottolineava so-
prattutto – essa non può sussistere
senza rispetto di ciò che è sacro. Di
essa fa parte l’andare incontro con
rispetto agli elementi sacri dell’altro,
significato nuovo, “universalizzan-
dosi” e alludendo a problemi di
ma questo lo possiamo fare sola-
mente se il sacro, Dio, non è estra-
convivenza ben più vasti di quelli
neo a noi stessi. Certo, noi possiamo
legati al federalismo e ai diritti di
e dobbiamo imparare da ciò che è
comunità autoctone.
sacro per gli altri, ma proprio davan-
ti agli altri e per gli altri è nostro do-
MULTICULTURALISMO
vere nutrire in noi stessi il rispetto
davanti a ciò che è sacro e mostrare
Multiculturalismo indica oggi una
il volto del Dio che ci è apparso, del
sfida alla convivenza fra gli esseri
Dio che ha compassione dei poveri
umani di portata globale. Una sfida
e dei deboli, delle vedove e degli or-
agli stessi fondamenti del nostro vi-
fani, dello straniero… Se non fac-
vere civile alla quale non possiamo
ciamo questo, non solo rinneghiamo
sottrarci. Una sfida a cui proprio
l’identità dell’Europa, bensì venia-
l’Europa appare impreparata, per ra-
mo meno anche a un servizio cui gli
gioni di storia e di cultura. La sfida
altri hanno diritto. Per le culture del
di culture e civiltà estranee, finora
mondo la profanità assoluta che si è
contenute in confini geografici che
andata formando in Occidente, è
l’Europa stessa ha contributo a sta-
qualcosa di profondamente estraneo.
bilire, legittimando i “muri” che an-
Esse sono convinte che un mondo
cora dividono i poveri dai ricchi.
senza Dio non ha futuro. Pertanto –
L’emigrazione Sud-Nord ed Est-
L’allora card. Ratzinger metteva concludeva Joseph Ratzinger – pro-
Ovest dei nostri giorni è solo un for-
zato riequilibrio di profondi squilibri
politici, demografici, economici e
in guardia l’Europa da una
multiculturalità come
rinnegamento di “ciò che è
proprio”.
prio la multiculturalità ci chiama a
rientrare nuovamente in noi stessi”.
(continua)
BS DICEMBRE 2007

2.4 Page 14

▲back to top
MISSIONI
È in gestazione il progetto per una scuola
PROGETTO LAOS di Giovanni Eriman
UN SOGNO
CHE SI REALIZZA I primi contatti risalgono
al 1994. Nel 1999 una
chiamata dal vescovo
della capitale Vientiane
rinfocola le speranze e
rafforza la decisione di
tentare l’avventura.
Il 24 maggio 2004, festa
di Maria Ausiliatrice,
5 exallievi delle scuole
professionali salesiane
thailandesi, un insegnante
14
delle medesime e don
Tito Pedron affittano una
casa per iniziare a
realizzare il Progetto Laos.
Un popolo profondamente
religioso.
Si è cominciato con 12 allievi
in una casa affittata. L’anno
dopo gli alunni erano 24 e
venne l’ispezione governativa e il
Memorandum of Understanding
per tenere al corrente i burocrati
statali del lavoro che si andava
lentamente impostando a favore
dei giovani della città capitale del
Laos da quel gruppo di stranieri
DICEMBRE 2007 BS
Don Vaclav Klement e don Tito
Pedron a Vientiane.
che sembravano perfettamente ad-
destrati al compito. Gli ispettori
inviati dal ministero del lavoro ri-
mangono piacevolmente sorpresi
della preparazione degli insegnanti
e dell’apprendimento degli ancora
troppo pochi allievi. Vogliono
però essere sicuri, chiedono altre
garanzie e proprio per questo deci-
dono di recarsi in delegazione pri-
ma in Cambogia e, in seguito, nel-
la Thailandia per visitare le scuole
tecniche salesiane e parlare sia con
i dirigenti di quegli istituti diven-
tati famosi sia con gli ufficiali go-
vernativi loro pari. L’intento è
chiaro: ascoltarne il parere e cer-
care di conoscere le persone.
PIÙ ISPEZIONE
CHE VISITA
Gli orientali, in genere, sono fatti
così: non si fidano a occhi chiusi.
Vogliono vedere, toccare con mano,
annusare, interrogare… La delega-
zione laotiana vuole anche e soprat-
tutto sentire il parere dei funzionari
statali, vogliono inoltre rendersi
conto dei progetti, dei programmi,
delle macchine nei laboratori, degli
insegnanti e dei loro metodi di inse-
gnamento: un esame in piena rego-
la, fatto con il sorriso sulle labbra e
la cerimoniosa gentilezza orientale,
ma meticoloso al massimo grado.
È andata bene. I sei ufficiali di al-
to rango che sono partiti in delega-
zione per visitare (forse è meglio
dire ispezionare) le due grandi
scuole tecniche salesiane di Phnom
Penh in Cambogia e Bangkok in
Thailandia, dopo le dovute indagi-
ni, i colloqui con le autorità scola-

2.5 Page 15

▲back to top
professionale nella repubblica democratica del Laos.
I primi alunni nella casa in affitto.
Le splendide creazioni buddiste.
stiche del Paese, le scrupolose visi- Bosco nella propria capitale. Qui i pio: ti do una scuola di prestigio,
te ai due complessi, le domande di- ragazzi sono liberi di praticare la ma tu mi esenti dalle tasse scolasti-
screte e talvolta indiscrete, i sorrisi, religione che desiderano e, termina- che, ecc. anche perché le scuole tec-
gli inchini a mani giunte, ecc. si so- to il loro corso tecnico, sono pronti niche richiedono grandi investimenti
no convinti finalmente che avere i per andare a lavorare presso l’in- e perciò anche grandi spese; e poi-
salesiani nella loro nazione era dustria locale. Attualmente la Cam- ché si tratta di beneficiare i giovani
semplicemente un “affare”, e gli af-
fari, si sa, sono come i soldi: non
bogia dà molta importanza alla for-
mazione tecnica per lo sviluppo del
del Paese, il mantenimento di una
grande struttura scolastica non può
15
hanno religione, colore, etnia, tradi- Paese. Penso che anche il Laos gravare tutto sulle spalle dei salesia-
zioni culturali, non odorano di stra- possa fare lo stesso”. Al che la si- ni che la gestiscono.
niero. Allora hanno pensato che po- gnora Ketmany Bandasak, capode- Il ministro cambogiano è stato
teva essere opportuno dare il via legazione laotiana si degna di ri- convincente anche per un altro mo-
anche nella loro patria a un istituto spondere: “Condivido quanto il si- tivo: ha rivelato all’attenta direttrice
scolastico professionale sul tipo di gnor Ministro ha detto. Anche il del Dipartimento dell’Educazione
quelli di Bangkok e di Phnom mio Governo sente l’urgenza di mi- del Laos che la scuola statale “Na-
Penh. E, tanto per non essere da gliorare la qualità e la quantità del- tional Politechnic” era costata al suo
meno dei thai e dei khmer, hanno la istruzione tecnica per lo sviluppo governo la bellezza di 32 milioni di
chiesto che, come nelle due nazioni del Paese”. Insomma la “benedizio- dollari e che ogni allievo per fre-
vicine, anche nel Laos il centro ne” governativa era stata data e quentarla doveva ora pagare 1500
scolastico venisse costruito nella l’impresa di impiantare una nuova dollari annuali; in più lo Stato dove-
capitale Vientiane.
scuola tecnica a Vientiane poteva va erogare non pochi altri sussidi e
considerarsi vicinissima alla realiz- sgravi, spese – ha fatto capire – ele-
IL PARERE DEI GRANDI zazione.
vatissime che la scuola salesiana
non richiedeva.
È interessante la conclusione del IN ATTESA DEL VIA
discorso che il ministro del lavoro
Ciò non è bastato tuttavia. Un’al-
tra delegazione è stata inviata a vi-
cambogiano ha fatto alla presenza Una “benedizione” tuttavia non sitare le due grandi scuole di
della delegazione laotiana che ave- scevra di altre domande per carpire Bangkok, la “Don Bosco Technical
va voluto incontrarlo per indagare nuove informazioni, diciamo, più School” e la “St Dominic School”.
in che considerazione tenevano le terra/terra, quelle sul chi, come, Anche questa volta la relazione è
scuole salesiane: “In questi anni ab- quando, quanto: quanto si paga, ad positiva, tant’è che l’augurio fatto
biamo visto che la scuola Don Bo- esempio, per l’acquisto del terreno, dallo stesso capo/delegazione è che
sco prepara bene gli allievi che ora le tasse per l’importazione dei mac- si possa iniziare entro il 2007 la
sono numerosi e contribuiscono ef- chinari, il loro sdoganamento, i costruzione del complesso scolasti-
ficacemente allo sviluppo del Paese, compensi ai professori, la retta degli co a Vientiane. Per ora continua la
e non creano difficoltà, al contrario alunni, i lavori da essi compiuti.
sua marcia la piccola scuola nella
collaborano per il bene comune. La capo/delegazione, intuitiva co- casa presa in affitto. L’attesa, si
Penso dunque che anche il Laos me tutte le donne, ha capito che non spera, non sarà lunga per il grande
possa ricevere un aiuto importante poteva non essere uno scambio del inizio, dal momento che l’anno
dalla presenza di una scuola Don tipo “do ut des”… Per fare un esem- 2007 è ormai al tramonto.
ٗ
BS DICEMBRE 2007

2.6 Page 16

▲back to top
BOX
1892 al 1902, dipingendovi
“le glorie di Maria”. Il quadro
che riportiamo, “l’adorazione
del Bambino” ha un’impor-
tanza particolare per i salesia-
ni: per dipingere il Gesù, in
piedi a braccia aperte sulle gi-
nocchia di Maria, il pittore si
servì del bambino Nazare-
no Pagnanelli, nato a Macera-
ta il 12/03/1900. Portato dalla
mamma a Loreto in pellegri-
naggio, ebbe la fortuna di es-
sere notato dal pittore e preso
come modello, per la sua bel-
lezza e grande serenità. Il pic-
LORETO, ITALIA
colo diverrà poi salesiano (cfr.
foto sopra), e sarà lui stesso a
UN SALESIANO...
IMMORTALATO
raccontare il fatto che la
mamma tante volte gli aveva
ripetuto e che lui stesso vaga-
La magnifica cappella tedesca mente ricordava. Don Pagna-
della Pontificia Basilica di nelli è morto a Macerata il 16
Loreto è stata affrescata dal dicembre 1967 a 67 anni. La
noto pittore Ludovico Seitz, sua lettera mortuaria riporta la
che ci lavorò 10 anni dal circostanza.
16
redazionale
BREVISSIME DAL MONDO
PRIMA GIORNATA MON-
DIALE DI MEDITAZIO-
NE/PREGHIERA. Lo scor-
so 20 maggio, un milione di
persone hanno partecipato
alla Prima Giornata Mondia-
le di Meditazione/Preghiera
per la Pace. Mai accaduto
prima d’ora: persone, appar-
tenenti a fedi e culture diver-
se si sono riunite in tanti
Paesi per pregare per la pace.
Le meditazioni hanno segui-
to la stessa procedura, a pre-
scindere dalla cultura, fede o
religione di chi vi ha preso
parte, intercalate da musiche,
danze, preghiere, ecc. A con-
clusione cinque minuti di si-
lenzio in piedi tenendosi per
mano. www.globalpeace-
meditationprayerday.org.
DICEMBRE 2007 BS
ROMA SACRO CUORE,
ITALIA
NELLA VETRATA
UN RICORDO
Una stupenda vetrata di Bar-
bara Ferabecoli impreziosisce
al Sacro Cuore di Via Marsala
a Roma la cappellina dei sale-
siani. Essa ricorda che proprio
in quel luogo Don Bosco
scrisse la sua famosa “Lettera”
del 10 maggio 1884. Il fonda-
tore dei salesiani è intento alla
stesura: lo sguardo, dolce ma
deciso, sembra scrutare l’inti-
mo dei suoi figli per spronarli
alla fedeltà, alla vocazione, al-
la generosità apostolica, alla
gioia del sacrificio, alla fami-
liarità con gli allievi. Sopra e
sotto la losanga romboidale
che racchiude la figura del
Santo, alcune scene in disegno
seppiato richiamano altrettanti
momenti focali della lettera,
riportati nei rispettivi cartigli.
In alto sono disegnate l’acco-
glienza e la protezione della
Vergine per i giovani delle ca-
se salesiane con la scritta:
“Basta che un giovane entri in
una casa salesiana perché la
Vergine lo prenda subito sotto
la sua protezione speciale”. In
basso viene rappresentata la
prossimità affettiva del sale-
siano con i suoi ragazzi, che la
frase nel cartiglio sottolinea:
“Non basta amare, bisogna
che i giovani sappiano di esse-
re amati”. La composizione è
chiusa dallo stemma salesiano
in alto e dalla basilica del Sa-
cro Cuore in basso.

2.7 Page 17

▲back to top
a cura del direttore
LIVORNO, ITALIA
Si moltiplicano episodi co-
me quello di Livorno, “Cen-
tro S. Spirito”, dove due
coniugi, professionisti af-
fermati e genitori di tre figli,
affascinati dal Sistema
Preventivo, dopo un perio-
do congruo di preparazio-
ne, hanno pubblicamente
emesso la loro promessa
di “salesiani cooperatori”,
in occasione di una “festa
di famiglia”. Stavolta c’era
addirittura lo stesso Rettor
Maggiore dei salesiani a
Genova, ed è stato lui a
presiedere la cerimonia.
FROSSASCO, ITALIA
È stata organizzata presso
la Casa Medioevale Riva
una mostra mercato di ar-
tigianato con oggetti etnici
originali e raffinati (presepi
di varie nazioni, t-shirt, sa-
ponette dall’aroma esoti-
co, incenso, ecc. ecc.). L’i-
niziativa è dell’associazio-
ne Fratelli Dimenticati On-
lus che ha sede nel liceo
salesiano di Valsalice e si
occupa di adozioni a di-
stanza, case, ospedali,
scuole nel mondo povero.
17
COLLE DON BOSCO,
ITALIA
Si sono ritrovati venti anni
dopo il diploma quelli del
V ITI dell’istituto Domeni-
co Savio di Bra. Non era-
no più i giovani di allora
ed erano molti di più di al-
lora. Erano, infatti, ac-
compagnati dalle rispetti-
ve mogli e dai figli. Se-
condo la testimonianza di
tutti, hanno passato una
giornata meravigliosa.
Belle, queste feste/ricordo
che sottolineano un perio-
do della vita in cui l’edu-
cazione preventiva ha
aperto il futuro agli adole-
scenti di allora.
FORLÌ, ITALIA
Finanziata dal FSE (Fon-
do Sociale Europeo) è
sorta in Romagna, attra-
verso l’iniziativa del
Cnos/Fap (Centro Nazio-
nale Opere Salesiane) di
Forlì la cooperativa so-
ciale “Abbraccio Verde”
con il programma di favo-
rire la creazione d’impre-
sa per giovani a rischio di
emarginazione che, con-
trariamente a quanto si
possa pensare, sono nu-
merosi nelle nostre città e
nel circondario. La coo-
perativa opera nei settori
del turismo sociale e del-
l’ambiente.
AMHREST COLLEGE,
MASSACHUSETTS
Il cardinale salesiano Jo-
seph Zen è stato insignito,
dal noto “Amhrest Colle-
ge”, del dottorato “Human
Letters”. Interessante la
motivazione che recita:
“Ampiamente riconosciuto
come la nuova coscienza
di Hong Kong… la figura
spirituale di uno dei più im-
portanti movimenti per i di-
ritti civili nella regione”.
Una indagine del “Hong
Kong’s Daily Apple” lo indi-
cava come “la persona più
significativa della città”.
CITTÀ DEL VATICANO
Il cardinale salesiano di
Tegucigalpa (Honduras)
Oscar Andrés Rodriguez
Maradiaga, è stato eletto
nuovo presidente di “Cari-
tas Internationalis” della
XVIII Assemblea Generale
della Caritas il 5 giugno
2007. Dal 9 giugno egli è
diventato il rappresentante
ufficiale di 162 associazio-
ni sparse in tutto il mondo.
La sua nomina è stata un
riconoscimento al forte im-
pegno verso i poveri.
BS DICEMBRE 2007

2.8 Page 18

▲back to top
VIAGGI
POL POT di Giancarlo Manieri
LA FOLLIA AL POTERE
Vittime della repressione
di Pol Pot.
18
Ti spiego. Pol Pot voleva rinuncia-
re all’uomo vecchio per creare l’uo-
mo nuovo, fatto a immagine...”. Si
Un ossario delle vittime.
fermò lasciando in sospeso la frase.
Ma non ci cascai, e il “di Dio” che
si aspettava non mi uscì di bocca.
Chiudiamo la
cronaca/commento del
viaggio in Cambogia
con il profilo di chi l’ha
condotta sull’orlo
dell’abisso: il dittatore
Salot Sar detto Pol Pot.
una brutta fine? Nel ritorno da Ph-
nom Penh verso Bangkok don Bat-
tista ha sfoderato tutta la sua cultura
storica, per snocciolarmi la vicenda
di uno dei più sanguinari dittatori
della storia e forse anche uno dei
più pazzi in assoluto, “a fronte del
quale Saddam impallidisce!”, sen-
tenziò senza esitare la mia guida
che poi concluse: “I dati vatteli a
Allora lui ripeté e concluse: “... fat-
to a immagine della sua follia!”.
Così tra il 1975 e il 1979 – non so-
no ancora passati 30 anni dalla fine
del regime – eliminò brutalmente
circa due milioni di persone, crean-
do, tra le altre cose i campi di ster-
minio, peggiori di quelli nazisti e
dei gulag sovietici. “Ci lasciarono
la pelle quasi tutti gli intellettuali e
Un’incredibile storia
di un uomo incredibile!
vedere tu, ché io non me li ricordo. le persone che sapevano leggere e
Ti dico quel che so sulla persona e scrivere”. “Perché mai?”. Don Bat-
sulle sue imprese. La Cambogia ha tista precisò che tutta quella gente
la più alta percentuale di mutilati era ormai “inquinata”, secondo la
del mondo…”. “Cominciamo be- lucida follia del dittatore. Lo inter-
ne!”. “Grazie... a Pol Pot!”.
ruppi: “Don, i salesiani come si tro-
Su Pol Pot hanno scritto di tutto
e di più. Più crudele e sangui- ANNI TRAGICI
naria è una persona più trova
vano in un Paese così... malan-
dato?”. “Non diversamente da come
si trovano in altri posti difficili”. “E
scrittori pronti a versare per lui “fiu- Vengo così a sapere che il dittato- su chi contava Pol Pot per mandare
mi d’inchiostro”, si direbbe con una re era un insegnante che “aveva una a effetto il suo allucinante proget-
locuzione ormai fuori tempo ma che gran voglia di mettere in pratica il to?”. “Sui contadini e per di più
rende perfettamente l’idea. Non sarà Vangelo”. “?!”. Stavo gustando un ignoranti, per ricominciare da zero.
per questo che i dittatori continuano mango e poco mancò che mi andas- Qualche tempo fa mi hai detto che
a fiorire nonostante che la maggior se di traverso. “Don, ma sei ammat- era la prima volta che vedevi dei
parte di essi – è provato – faccia tito? Dài, non prendermi in giro!”. ragazzi senza sorriso. Beh, non
DICEMBRE 2007 BS

2.9 Page 19

▲back to top
Don Battista mostra come si stava nei letti delle prigioni di Pol Pot.
Il dipinto posto nel museo
degli orrori ritrae uno dei tanti
modi in cui nei killing fields
venivano uccisi gli oppositori,
per risparmiare le pallottole.
hanno di che ridere: i loro padri mer, sui libri di storia della Cambo- studiare la storia del periodo più
hanno vissuto e subìto la mattanza, gia, è liquidato con poche righe senza oscuro della loro millenaria esistenza.
e i nonni non li conoscono perché li nomi né giudizi.
Pol Pot fu e resta un incubo. Un in-
hanno fatti fuori. I loro ricordi in-
cubo che nacque nel 1925. Si chia-
somma non sono così gioiosi. E c’è CULTURA DI REGIME
di più: i capi khmer, quelli che han-
mava Salot Sar, passò per varie espe-
rienze e vari cambi di nome, e morì
no perpetrato le stragi, sono ancora A proposito di libri... Don Bosco si come Pol Pot il 15 aprile del 1998,
a piede libero”. “Il motivo?”. “La prodigava con ogni mezzo e metteva alcuni dicono per un improvviso ar-
pacificazione della nazione dopo la ogni cura per la diffusione della resto cardiaco, altri per suicidio, in-
feroce guerriglia che per 20 anni ha
continuato a imperversare e mietere
“buona stampa”, fino a volere una ti-
pografia all’avanguardia. In Cambo-
gerendo una miscela letale di farmaci
dopo aver saputo di dover comparire
19
vittime”.
gia siamo in un paese che li odia, o li davanti a un tribunale internazionale,
ha odiati. Durante la folle dittatura di altri infine per avvelenamento som-
DOPO LA SCONFITTA
Pol Pot qualsiasi stampa era conside- ministrato chissà da chi. Quale sia la
rata letale per il partito e per il pro- verità è ancora un mistero, e forse lo
Solo nel 1997 i khmer rossi hanno gresso. “Insomma per quel che è suc- resterà per sempre. Pol Pot ha fatto
finalmente deposto le armi; da allora cesso in Cambogia – se ne uscì d’im- del suo Paese una prigione senza
la guerriglia si è spostata nei tribuna- provviso don Battista – c’è da pian- sbarre dove morì un quinto dell’inte-
li, dove gli antichi persecutori sanno gere di dolore come una tartaruga ra popolazione. I primi gesti eclatanti
difendersi e attaccare, quasi che fos- nel fuoco, dicono qui!”. Ecco anche furono quelli di abolire il denaro, la
sero ancora nelle foreste sulle monta- perché la maggioranza dei cambogia- proprietà privata, la religione e le
gne. Il vice di Pol Pot e il capo del ni è ancora analfabeta. Ed ecco anche professioni borghesi. Fece evacuare
suo governo vivono ambedue in una perché le tre grandi scuole salesiane le città trasferendo i cittadini in fatto-
cittadina della provincia di Pailin e il di Poi Pet, Phnom Penh e Sianoukvil- rie collettive e istituì i famigerati “kil-
suo ministro degli esteri si è installato le sono “prese d’assalto”. I giovani ling fields”, con un obiettivo: ridurre
addirittura nella capitale. Solo due hanno una gran voglia di seppellire il la popolazione da sette a un milione
gerarchi sono stati arrestati: il coman- passato e di correre verso il futuro. di abitanti, sufficienti, secondo “la
dante in capo dell’esercito e il co- Devono recuperare anni di arretratez- coscienza pulita” del capo, alla “so-
mandante del centro di tortura di za culturale, né vogliono ricordare o pravvivenza nazionale”. Oltre ogni
Tuol Sleng. L’intreccio di connivenze
immaginazione! Ciò che stupisce di
internazionali e locali è inestricabile.
tutta la faccenda è proprio quanto
I khmer sono stati aiutati da Stati
egli stesso dichiarò pochi mesi prima
Uniti, Cina, Francia. L’attuale Primo
di morire, in una intervista rilasciata
Ministro del resto era anche lui un
al giornalista Nate Thayer: “Ho la
comandante khmer. La figlia di Pol
coscienza pulita!”. “Beh, se uno che
Pot studia in una università privata
ha fatto torturare e ammazzare due
della capitale, finanziata, pare, dagli
milioni di persone ha la coscienza a
Stati Uniti. Gli studenti non la cono-
posto, un Idi Amin, responsabile di
scono: è ben protetta da occhi e do-
300 mila morti, manca poco che lo
mande indiscrete, e fa la vita di tutti
facciano beato!”. Il fatto che un uo-
gli altri. Chissà, se conosce la vera
mo come il dittatore in questione si
storia delle gesta di suo padre! Molti
sono convinti di no! Il periodo kh-
Il famigerato Salot Sar
detto Pol Pot.
senta “a posto” costituisce uno dei
grandi misteri dell’animo umano. ٗ
BS DICEMBRE 2007

2.10 Page 20

▲back to top
ANNIVERSARI
La storia di un quartiere romano (Appio-Tuscolano)
HANNO LASCIATO
IL SEGNO…
di Francesco Motto, direttore Istituto Storico Salesiano
Un altro tassello del
mosaico salesiano di
no ricevuto la loro educazione e ac-
quisito la loro professionalità nelle
aule scolastiche e nei laboratori del-
Roma del secolo scorso. l’istituto. Anche la toponomastica lo-
cale ne porta il segno, con le numero-
se vie dedicate a membri della Fami-
glia Salesiana, la piazza Maria Ausi-
Che cosa sarebbe stato il quar- liatrice, la vicina opera delle Figlie di
tiere Appio-Tuscolano di Ro- Maria Ausiliatrice e la grande scuola
ma senza la presenza dei sale- statale intitolata al cardinale salesiano
siani dell’istituto e della parrocchia Giovanni Cagliero. Alla storia del
del Pio XI? Certamente un’altra cosa, primo ventennio di questa significati-
visto che sono migliaia i ragazzi che va presenza salesiana in Roma, sorta
hanno calpestato il cortile dell’orato- allorquando l’area era un tranquillo
20
rio e frequentato le aule di catechi-
smo, e sono altrettante le famiglie
luogo di campagna è stato dedicato
un affascinante volume dalla profes-
La copertina del libro
di Maria Franca Mellano.
che nella chiesa/basilica di Maria Au- soressa Maria Franca Mellano, pub-
siliatrice hanno celebrato la loro fede, blicato come n. 25 nella collana “stu- Ovviamente si era scelto un luogo
creando una comunità ecclesiale. Mi- di” dell’Istituto Storico Salesiano.
periferico, nella fattispecie al Man-
gliaia i ragazzi del quartiere che han- Promosso in occasione del 75° del- drione, proprio accanto alla scuola
l’Opera, esso non è stato realizzato in agricola per orfani di guerra già esi-
chiave nostalgico/erudita, e neppu- stente da una quindicina di anni. Ora
re in quel tono oleografico/retorico però si trattava di costruire ex novo
spesso utilizzato in circostanze analo- un grandioso complesso, costituito da
ghe. La studiosa, ben agguerrita sul tre distinti settori: anzitutto una scuola
piano della logica storiografica, ne professionale a servizio dei ragazzi
utilizza gli strumenti sic et simpliciter bisognosi di imparare un mestiere per
(fonti archivistiche e bibliografiche, guadagnarsi di che vivere, cui ag-
analisi interpretative, fotografie talora giungere presto altre scuole; poi un
più eloquenti del testo, appendici do- oratorio – che non poteva mancare in
cumentarie, statistiche ecc.) per illu- una casa salesiana che volesse defi-
strare un quadro dell’opera interes- nirsi tale – per i ragazzi dell’incipien-
santissimo, anche se decisamente di- te quartiere, infine una chiesa pubbli-
verso da quello offerto dalla stessa ca a servizio dell’intera comunità lo-
autrice a proposito dell’opera del Te- cale. La decisione dell’“istituto Pio
staccio pubblicata nel 2002.
XI” era stata presa, i progetti pronti
sulla carta, ma i soldi a disposizione
PRIMA LA CASA DI DIO erano del tutto insufficienti. Si tratta-
va perciò di graduare gli interventi,
La decisione della nuova fondazio- distanziare la costruzione dei fabbri-
ne era stata presa in seno al Consiglio cati, e sollecitare la beneficenza. Se
Superiore nel marzo 1928, perché lo l’urgenza era quella della scuola per
spazio disponibile per le scuole pro- gli artigiani, cui far seguire l’oratorio
fessionali dell’ospizio del Sacro Cuo- e infine la chiesa, a scompaginare i
re, fondato dallo stesso Don Bosco piani intervenne il Papa in persona
nel 1880, era diventato insufficiente. che di fronte a tale sequenza edilizia
chiese all’economo generale don Fe-
L’istituto Pio XI oggi.
dele Giraudi: “E perché la casa di
DICEMBRE 2007 BS

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
in simbiosi con un’opera salesiana.
La schola cantorum dei primi tempi.
don Adolfo Tornquist, che con i beni
di famiglia sovvenzionò abbondante-
mente l’intera costruzione. A quando
una biografia di questo illustre perso-
naggio, finanziatore di innumerevoli
opere salesiane in tutto il mondo?
Moderne macchine nella tipografia.
PER IL FUTURO
La storia del Pio XI non è istrut-
Dio dovrà sorgere per ultima? Come ma, l’occupazione tedesca della città, tiva e rilevante solo per la sempre
rifiutare l’invito di un papa come Pio la caccia all’ebreo, la difficile ripresa scottante “questione “Pio XII ed
XI, il “papa di Don Bosco”, che si del dopoguerra, con la preoccupante ebrei” – com’è stato fortemente sot-
apprestava a beatificarlo, in attesa di presenza dei famosi sciuscià o “ra- tolineato da vari giornali in occasio-
poterlo anche canonizzare? Impossi- gazzi della strada”, e così via. Vicen- ne della presentazione del volume –
bile per i salesiani, tanto più che alla de che ebbero un forte impatto sull’a- ma anche per il messaggio educati-
proposta “teorica” di un luogo di cul- zione dei salesiani del Pio XI, co- vo quanto mai attuale che ne sorge.
to, ispirato dunque al “Da mihi ani- stretti ad agire in circostanze obietti- Come non pensare che oggi – a dif- 21
mas”, il pontefice faceva seguire im- vamente difficili. Nella microstoria ferenza di quanto avvenne nel quar-
mediatamente il “coetera tolle”, ossia dell’istituto entrano di prepotenza i tiere Appio-Tuscolano 75 anni fa –
un bel milione di lire (dell’epoca!). E nomi di Pio XI e di numerosi cardi- tanti nuovi insediamenti abitativi in
così nel volgere di pochissimi anni il nali, di esponenti della famiglia reale, città sorgono e vivono a lungo privi
grandioso complesso veniva inaugu- regina compresa, di Mussolini, De di quelle strutture socio-religiose-
rato e successivamente quasi raddop- Gasperi, Einaudi, delle massime au- educative (scuola, chiesa, oratorio,
piato per rispondere ai bisogni della torità cittadine e provinciali, di illu- centro medico...) che fanno delle fa-
gioventù e della popolazione della stri ospiti stranieri, di vari membri miglie e delle persone presenti sul
zona e della città.
del Consiglio Generale salesiano, di territorio una comunità vera e pro-
ispettori e direttori – due per tutti: il pria, e non delle monadi chiuse le
UNA MICROSTORIA
primo direttore e parroco don Salva- une alle altre, con le conseguenze
APERTA
tore Rotolo, futuro vescovo e don che tutti conosciamo?
Francesco Antonioli, insignito, con il Forse che le numerose discoteche,
L’autrice percorrendo il primo ven- suo prefetto don Armando Alessan- gli onnipresenti McDonald’s, i sem-
tennio dell’Opera (1930-1950), non drini, del titolo di “Giusto fra le na- pre più grandi Centri Commerciali
ha potuto evitare di dedicare una ra- zioni” per aver salvato dai forni cre- sono le nuove agenzie educative del
pida ma interessantissima sintesi alle matori ben 70 ragazzi ebrei. Senza 2000? In tal caso si capisce perché or-
difficili e anche tragiche vicende del- dimenticare il salesiano argentino mai da ogni parte si parli di emergen-
l’Italia e della Roma dell’epoca, sen-
za educativa. Si tratta di rimboccarsi
za le quali non si può comprendere
le maniche, tutti assieme, forze politi-
l’operato dei salesiani in tutti i suoi
che, sociali, economiche, realtà eccle-
risvolti politici, sociali, economici,
siali, volontariato... per rispondere al-
religiosi, culturali: la crisi economica
le attese dei giovani, per tutelare i lo-
mondiale di inizio anni Trenta, la
ro sacrosanti diritti di crescere – co-
violenza nei toni e nei modi del regi-
me direbbe Don Bosco – “buoni cri-
me fascista anche dopo la Concilia-
stiani e onesti cittadini”. L’Opera sa-
zione, la seconda guerra mondiale, i
lesiana del Pio XI lo ha fatto nel diffi-
bombardamenti degli alleati su Ro-
cilissimo ventennio che il gustoso li-
bro della Mellano magistralmente ci
Il primo direttore monsignor
Rotolo e uno dei finanziatori,
don Tornquist.
presenta; ora il testimone passa a tutti
noi. I giovani presenti sul territorio di
Roma non possono attendere. ٗ
BS DICEMBRE 2007

3.2 Page 22

▲back to top
laeitgteiorvLaaAniVOGLIA
DI...
VOGLIA DI
GESÙ
Carissimo,
Qualche volta mi fa arrabbiare:
a Natale il mio saluto
è troppo buono.
prende la piega
Ne ha una per tutti.
di uno che ha una voglia matta
È accessibile con tutti.
di parlarti di Gesù.
Non riesco a darmi pace
È attraverso Gesù
per come si possa prendersela con lui.
che mi sono avvicinato a Dio,
Perché bistrattarlo,
è attraverso Gesù
accantonarlo, emarginarlo
che il mio rapporto con Dio è cambiato.
fino a farlo morire?
Mi è di grande aiuto pensare
Con lui muore la mia voglia di vivere,
a Gesù bambino
di amare, di fare qualcosa di buono.
fra le braccia di una mamma,
Ho voglia di Te Gesù.
a Gesù adolescente
Ti amo perché ho una grande voglia
che ha tante domande
di ricominciare di nuovo,
da fare ai dottori nel tempio.
di tornare fra le braccia di mia Madre.
Che tipo di ragazzo era Gesù?
Non fossi venuto fra noi
22 Lo penso vivace, reattivo,
non saprei come orientarmi.
con l’argento vivo addosso
Non voglio morire
e tanta voglia di diventare grande.
senza la prospettiva
Mi piace il suo modo di parlare,
di incontrarti, baciarti
di guardare, di prenderti gli occhi
e di stringerti
e di farti intravedere
fra le mie braccia di carne.
la luce del futuro, il fuoco della vita.
Non so come fartelo capire.
A questo punto mi vengono in mente
Ti amo, ti voglio.
le sue parole nei confronti di Filippo:
Ho perso la testa per te,
“Chi vede me vede il Padre”. (Gv 14,9)
non il cuore che è solo tuo.
Attraverso Gesù vivo un Dio vicino,
Io sono quello che sono,
interiore, nascosto nel mio cuore.
ma Tu no,
Non per questo piccolo ma misterioso,
sei speciale, unico.
non per questo provvisorio ma eterno,
Mi hai aperto gli occhi
non per questo fosforescente ma vivo.
e spalancato il cuore.
Grazie Gesù di essere nato.
Carlo Terraneo
Posso chiamarti per nome, darti del tu, trattarti
come un amico,
amarti da morire.
Parlami, guardami, toccami.
Una tua carezza vale una vita.
Con te vicino Dio non è inaccessibile.
Con Gesù io non riesco a dire basta.
È vero che con Gesù vivo
accanto a me non c’è mai pace.
Mi crea tanti casini.
Non mi sento mai a posto, pulito, puro.
Non è mai finita. È un tormento.
Ti vuol portare sempre più su, più su.
È una croce sentirlo così premuroso,affettuoso.
Insiste fino a farmi morire come lui.
Mi sento innamorato.
DICEMBRE 2007 BS

3.3 Page 23

▲back to top
CINUSLETRUTROA
Ecco una breve storia e le realizzazioni
del Centro di Co.So del Perù che serve
non solo la Congregazione Salesiana
ma anche l’intera realtà ecclesiale peruviana.
CSCS
Centro Salesiano
di Comunicazione Sociale
di Walter Fajardo e Jesús Jurado
Il Perù salesiano è all’avanguardia per quanto concerne la comunicazione
sociale, con il suo CSCS che raggruppa varie realtà di comunicazione,
quali l’editrice, la libreria, la tipografia, la TVP...
Un’impresa di tutto rispetto che supporta egregiamente
il lavoro della Famiglia Salesiana nel territorio nazionale.
Gesù mi affascina, un progetto della CSCS
per la formazione integrale, cristiana e umana.
BS DICEMBRE 2007

3.4 Page 24

▲back to top
Giovani del MGS preparano il materiale di dinamica di gruppo
per un libro di religione.
Fin da più di 80 anni il collegio
salesiano, ubicato nei primi
isolati della grande via Brasil
218, contava un numero conside-
revole di alunni. Per soddisfare alle
necessità della massa di scolari si
organizzò un negozietto dove si
vendevano lapis, quaderni, porta-
penne, cannelli, ecc. insomma tut-
to ciò che poteva tornare utile per
la scuola. Nel 1964 il padre Carlos
Cordero ispettore a quel tempo,
stabilì che la libreria salesiana
avesse una sede appropriata. Così
avvenne, e la libreria diventò in
breve tempo il punto riconosciuto
di diffusione del messaggio cristia-
no e del carisma salesiano.
Grandi e affermati scrittori con-
tribuirono a che la congregazione
salesiana nel Perù avesse una visi-
bilità riconosciuta. Eravamo un’au-
tentica forza nel settore dell’educa-
zione. Monsignor Vittorio Álvarez
scriveva libri che si vendevano in
tutto il Perù. Con il passare del
tempo la libreria andò consolidan-
dosi. Di pari passo si affermò sem-
pre di più l’editrice e si potenziò la
tipografia. Anche altre realtà eccle-
siali richiedevano il nostro servi-
zio. Si editavano foglietti parroc-
chiali, come “Pane dell’anima”,
che era un foglio per la diffusione
del messaggio cristiano, aveva una
tiratura altissima e andava a finire
in mano a tutte le classi di perso-
ne, perfino ai politici. Dopo molti
anni, la responsabilità di questa li-
breria/editrice/tipografia passò a
quello che oggi si chiama Centro
Salesiano di Comunicazione So-
ciale (CSCS), che è l’organismo
promotore della diffusione, produ-
zione dei contenuti, formazione e
sviluppo dei progetti di comunica-
zione sociale della e per la congre-
gazione salesiana.
SVILUPPO
Dopo l’arrivo dei salesiani in
Perù iniziò una grande attenzione
al mondo della comunicazione. In
effetti tutto ebbe inizio con la tipo-
grafia, subito dopo toccò alla edi-
trice e in seguito alla libreria, fin-
ché nel 1964 comincia l’edizione
peruviana del Bollettino Salesiano.
Tuttavia è a partire dall’anno
1984 che la comunicazione riceve
un impulso straordinario sotto la
direzione del padre Vicente Santil-
li. Vennero stampati e diffusi innu-
merevoli prodotti per la formazio-
ne integrale del giovane, usando
come mezzo di comunicazione vi-
siva le diapositive. Poco tempo do-
po ai salesiani venne affidata la ce-
lebrazione della messa in televisio-
ne, videotrasmessa dal canale 7
della TV a tutta la nazione.
I tempi cambiano e le esigenze
del pubblico cambiano con i tem-
pi. Per cui presto ci si convinse
della necessità improcrastinabile
di iniziare una linea di produzione
più rispondente alle esigenze at-
tuali, e di alta qualità professiona-
le, sempre per la diffusione dei va-
lori umani, religiosi e culturali che
costituivano e costituiscono lo
scopo dell’editrice. Le difficoltà
economiche per affrontare l’opera
di rinnovamento furono superate
con l’aiuto dell’allora Rettor Mag-
giore dei salesiani, don Egidio Vi-
ganò, e la generosa partecipazio-
ne di alcune istituzioni di solida-
La nuova libreria salesiana.
DICEMBRE 2007 BS

3.5 Page 25

▲back to top
Mario Loyaza responsabile della sala di registrazione.
Primo incontro di formazione degli animatori della
Comunicazione Sociale.
Alcuni laici stanno preparando un programma
televisivo.
L’ispettore don Vicente Santilli presenta il programma
su santa Rosa, il piano e la proposta educativa.
rietà. Nel 1996 si riesce a concre-
tizzare il progetto a lungo sognato
di acquistare una serie di apparec-
chi audiovisivi e formare un set
per la produzione di materiale au-
diovisivo. Nacque così la TVP (Te-
levision Pastoral). Un’altra realiz-
zazione importante che segnò un
ulteriore passo avanti per la nostra
impresa è stata la realizzazione di
documentari religiosi e di video
educativi che sono stati e sono tut-
tora diffusi in tutto il Perù dai ca-
nali 7, 9 e 13 e all’estero dalla te-
levisione EWTN degli Stati Uniti.
UNA NUOVA
ERA COMUNICATIVA
Oggi la CSCS orienta il suo lavo-
ro in tre direzioni fondamentali:
informazione, produzione e for-
mazione. A partire da queste linee
operative si sviluppano contenuti
grafici, multimediali e audiovisivi,
come pure programmi strutturati di
formazione alla comunicazione
per tutta la famiglia salesiana, e
non solo. Lo spazio “informativo”
è coperto egregiamente dal Bollet-
tino Salesiano, fiore all’occhiello
delle pubblicazioni della congre-
gazione. Don Bosco diceva che “il
Bollettino non è che un mezzo per
far conoscere le nostre opere e riu-
nire i buoni cristiani in un medesi-
mo spirito e un identico scopo”. Il
BS peruviano ha una cadenza bi-
mestrale con una tiratura in Perù
che raggiunge le 16 mila copie.
La pagina web www.salesiano-
speru.org è lo spazio virtuale infor-
mativo su cui si interviene giornal-
mente per l’aggiornamento dei dati
e/o dei contenuti. Attraverso que-
sta rivista si raggiungono e si amal-
gamano le 23 opere che i salesiani
gestiscono nella nazione, gli exal-
lievi e in generale tutti i gruppi del-
la famiglia salesiana. All’interno
della linea di produzione s’incon-
tra la Television Pastoral (TVP), che
è oggi considerata senza alcun
dubbio uno dei principali e più
importanti produttori cattolici di
materiale audiovisivo del Perù.
Produce infatti una varietà di for-
mati per la TV: documentari, cor-
tometraggi, videoclip, spot, ecc.
adatti alle famiglie, ma anche spe-
cifici per i ragazzi o i giovani, per
promuovere, propagandare e dif-
fondere i valori umani e cristiani.
È un lavoro appassionante”, affer-
ma con convinzione il signor Chri-
stian Castellejo, cameraman di
TVP e il primo tecnico assunto dal
CSCS. La sua lente (l’occhio elet-
tronico della macchina da ripresa)
ha captato nel corso di undici anni
immagini di tutto il paese. Egli,
con malcelato orgoglio, assicura di
aver registrato la quasi totalità del-
le festività religiose del Perù.
BS DICEMBRE 2007

3.6 Page 26

▲back to top
Si gira il cortometraggio su Domenico Savio.
Si gira un cortometraggio.
REALIZZAZIONI
Tra i più di 200 progetti realizzati
da TVP, emerge con caratteristiche
proprie il lungometraggio “Domin-
go”, che narra la breve ma intensa
parabola del migliore degli alunni
di Don Bosco, san Domenico Sa-
vio, il santo – non martire – più
giovane dell’intera Chiesa cattoli-
ca. Il film è stato proiettato e visto
da migliaia di giovani delle opere
salesiane in Perù, ma anche oltre i
confini in diversi Paesi dell’Ameri-
ca Latina dove sono presenti i sale-
siani con scuole, oratori e parroc-
chie. A questo ambizioso proget-
to hanno partecipato come attori
molti giovani dei collegi salesiani
della capitale.
Alcune produzioni di TVP han-
no ricevuto un riconoscimento uf-
ficiale, con la consegna del Pre-
mio Nacional de Periodismo Car-
denal Juan Landazuri Riquetts,
promosso dalla Conferenza Epi-
scopale del Perù e assegnato alla
nostra impresa negli anni 2000,
2002 e 2005, segno sicuro della
Si prepara il programma
su santa Rosa da Lima.
professionalità degli operatori e
della qualità morale dei prodotti.
A livello di formazione di grup-
pi, si organizzano laboratori di co-
municazione per catechisti, reli-
giosi, scolari e famiglie. Spicca tra
gli altri il progetto di educazione
intitolato Jesús me fascina, Gesù
mi affascina, una proposta innova-
tiva, pensata per un insegnamento
dinamico del corso di religione
che approccia l’uso dei media nel-
la scuola. Il corso è supportato da
vari sussidi, da una pagina web, e
da alcuni video che offrono speci-
fiche motivazioni del lavoro. Per
saperne di più basta consultare il
sito www.jesusmefascina.org.
Un’altra proposta di sicuro im-
patto è rappresentata da Il comu-
nicatore nella scuola. Si tratta di
un programma integrale di forma-
zione alla comunicazione riserva-
to a giovani e adolescenti, al fine
di trasmettere loro competenze e
capacità critica di fronte ai quoti-
diani messaggi spesso disorientanti
che trasmettono i media.
Materiali, tra cui Jesus me fascina,
uno dei migliori prodotti
dell’editrice salesiana.
Una riunione di lavoro.
Dal punto di vista dell’Educo-
municazione si approntano corsi
di giornalismo scritto, di radiogior-
nalismo e di giornalismo televisivo
(anche in questo caso, per una mi-
gliore informazione, si può ricor-
rere al sito web www.comunica-
dorenlaescuela.org).
Sotto la direzione del padre Je-
sús Jurado, nove comunicatori la-
vorano a tempo pieno nelle diffe-
renti aree del CSCS e rendono
possibile la realizzazione delle
diverse attività e la gestione della
comunicazione salesiana.
Nel Centro Salesiano di Comuni-
cazione Sociale si lavora con gran-
de responsabilità e professionalità
e vivendo l’impegno che esige
Don Bosco, perché il suo grande
progetto di comunicazione sia
completo e soprattutto all’altezza
dei tempi: “In queste cose Don Bo-
sco vuole essere sempre all’avan-
guardia del progresso”, come ha
affermato più di una volta (MB
16,329; 14,550; 19,157.321), e
sempre al servizio dei giovani.
Walter Fajardo e Jesús Jurado
DICEMBRE 2007 BS

3.7 Page 27

▲back to top
BAGLIORI
serena.manoni@libero.it
DINO
IL PARADISO
NEGLI OCCHI
Nobile di “lignaggio”,
nobile d’animo, fino a
essere considerato santo.
già trascorso alcuni importanti
attimi in chiesa, e ricevuto la co-
munione eucaristica.
È da tempo iniziato
il processo per la causa
di beatificazione.
᭿ Le vacanze estive le trascor-
reva alla Badia di Arabona sul
colle di Manoppello (Pescara)
residenza acquistata dai suoi an-
tenati agli inizi dell’800. Anche
Chieti, ridente cittadina qui Dino esercitava concreta-
abruzzese, è la patria del mente la sua fede nascondendosi
Dino Zambra che, ivi na- nel silenzio della notte nella
to il 12 marzo del 1922, si fregia chiesetta gotica accanto alla vil-
di nobili natali: era figlio del ba- la, per trascorrervi ore di sereno
rone Gerardo e di donna Elena raccoglimento e di preghiera.
27
De Giorgio appartenente alla Conseguita la maturità classica,
stessa famiglia di San Camillo si iscrisse alla facoltà di Filoso-
de Lellis. L’ascendenza era dun- fia presso la Cattolica di Milano,
que d’alto livello anche spiritua- stringendo particolare amicizia
le. Un buon auspicio per il nuo- con il rettore padre Agostino
vo nato della famiglia. Circonda- Gemelli e con monsignor Olgia-
Dino Zambra
(12/03/1922 - 03/01/1944).
to e cresciuto tra gli agi e i beni ti. Ma di lì a poco, causa la
materiali, i suoi genitori non guerra, il corso venne sospeso e verato a Lecce. Un attimo pri-
mancarono però di insegnargli il di seguito arrivò la chiamata al ma che arrivasse la sua ora,
vero bene, inscrivendo in lui i servizio militare, destinazione Dino si confessò, ricevette
segni di una convinta e retta edu- Ascoli Piceno. Nonostante la l’Eucaristia e riuscì a pregare
cazione cristiana. Ciò che più durezza dell’ambiente e la re- così: “Gesù, salva la mia ani-
apprezzava e amava Dino della frattarietà di alcuni commilitoni, ma”. Il 3 gennaio 1944 Dino,
sua “fortuna” era la piccola chie- la sua tenda diventa richiamo pienamente consapevole, tornò
sa di famiglia che si trova di spirituale per molti che, con la a Dio. Durante tutta la sua vita
fronte alla villa, e dove sin da preghiera e la lettura della Paro- egli appuntò in un diario pen-
bambino ogni giorno si recava a la, poterono riavvicinarsi alla re- sieri e momenti importanti che
far visita a Gesù. L’inclinazione ligione e alla Chiesa. Il proposi- Padre Gemelli, il fondatore del-
alla generosità non tarda ad af- to che Dino maturò in quegli an- l’Università Cattolica, pubblicò
fiorare e la scuola è il luogo in ni fu quello di farsi religioso do- poi ricordando con queste paro-
cui egli mette se stesso a disposi- menicano, “per servire Gesù con le il giovane nella prefazione:
zione del prossimo: è il primo a i miei talenti di studioso”. Ma “Dino Zambra con queste pagi-
presentarsi all’ingresso dell’isti- Dio lo aveva destinato a una vita ne ci porta in alto e ci suscita
tuto e qui attende l’arrivo dei diversa.
l’impressione e la gioia di un
suoi compagni pronto ad ascol-
lago alpino dalle acque limpi-
tarli e dispensar loro qualche ᭿ Nel Natale del 1943 si am- dissime nelle quali si rispecchia
consiglio. Ma prima Dino aveva malò di meningite e venne rico- il sole”.
ٗ
BS DICEMBRE 2007

3.8 Page 28

▲back to top
FMA
QUALE di Graziella Curti
CASA/FAMIGLIA?
Giunte dai vari continenti,
29 Figlie di Maria
Ausiliatrice si sono riunite
a Roma per la verifica
finale dei seminari
internazionali Sistema
Preventivo e disagio, che
da dodici anni
costituiscono la pista di
esperienza e di riflessione
della presenza delle
28 salesiane tra i più piccoli
e i più poveri.
Èstato detto che se uno sogna
da solo, il suo rimane un so-
gno. Ma se sogna insieme agli
altri, il suo sogno è già l’inizio della
realtà. Questo il cuore della relazione
di suor Katia Cristina de Souza, diret-
trice della casa Mamàe Margarida,
secondo la quale il sogno muove la
vita e alimenta la speranza educativa.
La casa in cui opera, approdo di ra-
gazze madri giovanissime, bambine
violate, ferite nell’anima, affamate di
tenerezza, che la comunità educante
cerca di aiutare attraverso l’amore
preveniente. Appunto, sulla certezza
che “educare è cosa del cuore”, come
affermava Don Bosco, si è articolato
il seminario.
LA RELAZIONE
È TERAPIA
“L’educazione – si è ripetuto – è
ciò che permette all’educatore socia-
le di sognare e di andare oltre la
realtà che si manifesta”. A crederlo
sono donne che vivono gomito a go-
mito con bambine e adolescenti con
DICEMBRE 2007 BS
Il gruppo delle partecipanti
al seminario di Roma su Sistema
Preventivo e disagio.
bassa autostima, con forti esperienze
di violenza, di abuso sessuale, di
sfruttamento. La loro carenza d’amo-
re gratuito stimola le educatrici a
prendersene cura. Richiede la pazien-
za dell’ascolto, la concretezza del ge-
sto per cui vale l’incidenza del pro-
prio vissuto: quello che sei grida così
forte che non sento quello che dici.
“Il nodo problematico da scioglie-
re – afferma suor Maria del Carmen
Canales, Consigliera generale per la
pastorale giovanile – è far trovare
una famiglia a chi non ha esperien-
za di famiglia”. E su questa realtà,
oggi tanto discussa e pure ricercata,
si è riflettuto e condiviso a lungo.
Le partecipanti hanno sottolineato
l’importanza di valorizzare il nucleo
familiare, che in tutti gli angoli del
Ragazzine della Casa/famiglia
di Nairobi partecipano con
entusiasmo alle gare sportive
per loro organizzate.
mondo, per tutte le culture e le reli-
gioni, svolge funzioni di identifica-
zione, di protezione, di trasmissione
di norme e di socializzazione dei
bambini, lasciando quindi in loro
impronte incancellabili. Per molti
ragazze/i, l’unico modello alternati-
vo di famiglia è la casa di acco-
glienza, che è quindi chiamata a far-
ne sperimentare, nella concretezza

3.9 Page 29

▲back to top
La superiora generale madre
Antonia Colombo con il gruppo
delle FMA provenienti
dal continente asiatico.
Un gruppo di lavoro durante il seminario.
delle relazioni quotidiane, lo spirito dice – e lo sappiamo tutti – che Stare con persone a rischio, infatti,
e il clima.
educare alla fede proprio oggi non significa molto spesso per l’educa-
È, comunque, rimasta aperta una è un’impresa facile. Oggi, in realtà, tore/educatrice confrontarsi con le
domanda: “Come aiutare i ragazzi ogni opera di educazione sembra zone d’ombra personali; la sfida è
a convincersi che hanno il diritto di diventare sempre più ardua e pre- in questo caso affrontare positiva-
formare una famiglia diversa da caria. Si parla perciò di una grande mente tale realtà per imparare a
quella sperimentata?”. A questo ‘emergenza educativa’”. E indica- gestire i conflitti interni; conceder-
punto si è evidenziato che la cate- va il compito della comunità cri- si tempi di riflessione e pace per
goria pedagogica della resilienza, stiana: “Fare rete per condurre i prevenire il burn-out.
cioè di una possibilità di recupero giovani a incontrare Cristo”.
29
proprio a partire dalla situazione di
disagio, può dare speranza ed è ri-
Sulla stessa linea, sono state le
parole di madre Antonia Colombo,
LA BUONA NOTIZIA
sorsa femminile per sanare le ferite
dell’esistenza.
Altre tematiche sono state messe
a fuoco, in particolare, la relazione
del prof. Mario Pollo ha rimarcato
l’importanza di ridare la parola co-
me strumento fondamentale per lo
sviluppo dell’autocoscienza, consa-
pevolezza della propria dignità e
possibilità di emancipazione nella
vita sociale.
Di qui, anche la grande importan-
za della storia, del fare memoria di
un passato che ci appartiene e illu-
mina il presente. Nel caso particola-
re dei giovani a disagio, l’urgenza
di aiutare ad assumere il passato e a
rielaborare la propria esperienza in
modo tale che possa diventare la ba-
se di una vita nuova.
che ha voluto e seguito i vari semi-
nari su Sistema preventivo e disa-
gio fin dall’inizio. Riflettendo sul-
le difficoltà di comunicare il mes-
saggio cristiano, cuore della peda-
gogia salesiana, specie a giovani in
disagio, ha suggerito: “Questa si-
tuazione obbliga a ripensare, a ve-
rificare la propria esperienza di fe-
de e il modo con cui la esprimia-
mo. Le ragazze e i ragazzi di cui ci
prendiamo cura hanno il diritto di
incontrarsi con Gesù di Nazaret e
aprirsi al mistero di un Dio provvi-
dente e buono. È importante quin-
di progettare una pastorale specifi-
ca con itinerari personalizzati che
partono dalla situazione della per-
sona in crescita”. Pure la necessità
di un lavoro in rete, convinzione
che da tempo viene ripetuta nell’I-
Al termine del Seminario, le par-
tecipanti hanno trovato consenso
su sette punti prioritari da poten-
ziare, per realizzare un impegno
sempre più valido tra i ragazzi/e a
disagio: valore del Sistema Preven-
tivo; formazione di chi deve lavo-
rare nelle case-famiglia; educazio-
ne alla fede; coinvolgimento in
rete; educazione all’amore; qualità
educativa delle opere.
A queste prospettive, fa credito
l’apertura da parte dell’Istituto di
un Centro per i diritti umani a Vey-
rier (Ginevra): “Sarà un’opportu-
nità – ha precisato madre Antonia
Colombo – per raccogliere le espe-
rienze significative che l’Istituto
realizza nelle diverse parti del
mondo e costituire così un segno di
SUPERARE
L’EMERGENZA
stituto delle FMA, è stata ripropo- speranza per tanti bambini/e, gio-
sta come scelta prioritaria per le vani e donne privati delle condizio-
case/famiglia. A partire dall’espe- ni di vita degne dell’essere umano.
EDUCATIVA
rienza, infatti, si è constatato che Potrà forse diventare anche un cen-
si educa solo insieme. La corre- tro promotore di incontri, seminari
Negli stessi giorni del Seminario, sponsabilità con i laici è fonda- e convegni per la formazione di
il Papa, alla conclusione del Con- mentale, in essa è necessario dare FMA e laiche/laici operanti diretta-
vegno diocesano di Roma, affer- priorità alla professionalità educa- mente nell’ambito della difesa dei
mava: “L’esperienza quotidiana ci tiva e all’equilibrio psico-affettivo. diritti umani”.
ٗ
BS DICEMBRE 2007

3.10 Page 30

▲back to top
M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Giuseppe
Morante
IRNERLIICGEIORSCAA
BE ACMABTEINCI HESI
LINGUAGGI
CERCARE GESÙ
CATE-RAP
IN CAMMINO
PER GESÙ
L’incontro con Gesù
CON IL SIGNORE
In ascolto del Vangelo
è gioia, esprimiamola
Raccontare la fede
di Giovanni
con il rap
in parole e... fumetti.
di Dario Vivian
di Bruno Ferrero,
Traccia per la
ELLEDICI, Leuman (To) Lucia e Mauro Gioia
presentazione della fede
ISG, Vicenza, 2007
ELLEDICI, Leuman (To) cristiana ai ragazzi
pp. 92
2007
di Danilo Dorini
Centro Ambrosiano, Milano
La festa del Natale ci met-
2007, pp. 96
te di fronte a un evento
che ha bisogno di essere
La traccia presenta i punti
scoperto e seguito. L’iti-
nodali del credo cristiano e
nerario sul vangelo di
guida a trovare risposte al-
Giovanni, tracciato in que-
le seguenti domande: che
sto libro, è stato presenta-
senso ha la vita che cosa
30
IL CRISTIANESIMO
IN 50 LEZIONI
Le radici lontane
e vicine. Gesù di
Nazaret. I cristiani
di Teresio Bosco
ELLEDICI, Leuman (To)
2006, pp. 286
to in un corso di esercizi
spirituali. Il Dio di Gesù
Cristo non mette in diffi-
coltà: è semplice, diretto,
essenziale. Continua a
proporre a chi crede in lui
di non affannarsi a delimi-
tarlo, e circoscriverlo in
una definizione stabile e
In un cofanetto sono rac-
colti 4 libretti insieme a un
cd, un dvd e un poster. Si
tratta di un innovativo stru-
mento per la catechesi dei
significa credere quali
sono i cardini della fede
cristiana chi è Gesù per
noi. Domande difficili, ma
urgenti per l’annuncio al-
l’uomo del nostro tempo.
L’itinerario, raccontato con
parole adatte e fumetti,
rende facile il discorso. Il
Nei duemila anni della
immutabile. Egli va per bambini, per farli partecipi sussidio vuole rispondere
primo alla ricerca dell’uo- del racconto evangelico all’esigenza di fornire un
loro storia, i cristiani han- mo; si pone accanto a lui con l’aiuto di ritmi, rime e equipaggiamento necessa-
no costruito la “civiltà cri- e sostiene i suoi percorsi. movimento. Ogni frase dei rio per affrontare il cammi-
stiana”; e pur tra errori e Il libro presenta cinque quattro racconti evangelici no della fede. È frutto del-
ripensamenti hanno se- modalità di incontro con il contenuti nei libretti, tra i l’esperienza di una parroc-
guito la maniera di vivere Signore: dei discepoli, di più belli e conosciuti del chia. Gli articoli del Credo,
e di pensare del loro fon- Nicodemo, della folla, del- Vangelo, è accompagnata accompagnati da schede e
datore. A suo fondamen- la Maddalena e dell’adul- dall’indicazione di una sem- da divertenti vignette, co-
to non sono le chiese e tera. Ogni percorso con- plice gestualizzazione adat- stituiscono la cartina per
le opere d’arte, ma la duce alla scoperta della ta anche ai più piccoli e da orientarsi in questo viag-
mentalità cristiana che si pietra ribaltata del sepol- un facile motivo musicale. I gio…, che costituisce una
è diffusa in tutto il mon-
do. Le componenti della
mentalità cristiana: Dio è
padre di tutti e gli uomini
hanno una profonda di-
gnità, sono fratelli e as-
solutamente uguali. L’u-
nica legge è l’amore; la
vita è un insieme di gior-
ni che Dio dà per cammi-
nare verso la patria ulti-
ma. Il libro presenta l’es-
cro e all’incontro con il Ri-
sorto.
libretti: In viaggio con i Re
Magi, Sali sulla barca con
Gesù, Alzati e cammina
con Gesù, Scendi Zaccheo!
Il dvd-video aiuta a interio-
rizzare la storia biblica; il
cd-audio aiuta a imparare
le canzoni del Cate-rap; i
quattro poster, con i disegni
delle gestualizzazioni, aiu-
tano a partecipare al rac-
conto evangelico.
straordinaria avventura che
dura per tutta la vita.
senza del Cristianesimo:
le radici dei cristiani (il
problema religioso, il po-
polo ebreo e la Bibbia);
Gesù Cristo; un popolo
che a duemila anni cerca
di pensare e di vivere
come Gesù.
DICEMBRE 2007 BS
NCcsrdihoOeOienrNeRcovatRaetStatcnIoISmqgliuoPFceinhsAOnoteatNeVrsoeDeEavgpENlanrlNeeDnasZnlIasroTAiotsiA.rlpseicIiePhlpiltbiEiteobirvRssert-ei-i
Editrici.

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
FSIUNLELSATRVAITA
LA LOCANDA
DEI RACCONTI
VGILLOLABGALGEIO
FARE E FORMARE
Persone e progetti
CULTURA OGGI
INCONTRI
Cinema, scienza, cultura
VDB
Una pastorale
per lo sviluppo
e fede per costruire
in stile narrativo
del capitale umano:
di Emanuele Andreuccetti un manuale
VOLONTARIE il futuro
di Maria De Falco Marotta
EDB, Bologna, 2007
pp. 188
a cura di Elio Meloni
Paoline, Milano, 2007
Monti, Saronno (Va), 2006 pp. 254
DI
pp. 316
DON BOSCO
Fare e formare è un’asso-
ciazione di persone appar-
(Cfr. BS Ottobre 2001 pag. 36)
tenenti a diverse aree: ri-
sorse umane, medicina, co-
municazione, progettazio-
ne, impresa sociale, edu-
cazione, formazione e uni-
versità. Un filo conduttore
lega le differenti esperien-
ze culturali e professiona-
li presenti nel gruppo: la
centralità del capitale uma-
no per la crescita e lo svi-
Vuoi saperne
luppo delle organizzazioni.
Al centro vi è la convinzio-
ne che la formazione e la
di più?
Vuoi contattarle? 31
Il testo rimanda a Emmaus:
una narrazione che finisce
sulla manifestazione di Ge-
sù. Da questo suggerimen-
to parte il volume, che na-
sce in un contesto laico,
quando l’Autore scopre nel-
consulenza sono davvero
utili se si basano sull’ac-
compagnamento. Una for-
mazione autentica si fonda
su un’evidenza: un uomo
accompagna l’altro. Tra
una gestione dirigistica del-
l’impresa e l’anarchia orga-
Il cinema guarda la realtà
di tutti i giorni con altri oc-
chi. E così anche la scien-
za, la cultura, la religio-
ne. Occhi che vedono
problemi, intuiscono per-
corsi nuovi e suggeri-
scono soluzioni. Attraver-
SICILIA
Tel. 091.671.22.20
(occidentale)
Cell. 347.08.07.758
(orientale)
ITALIA
l’università di Stato il meto- nizzativa esiste una strada so un itinerario tra spe- MERIDIONALE
do narrativo nell’interpreta- intermedia, benché più dif- ranza e realtà, il libro rac- Tel. 081.644.889
zione dei testi letterari. Tra- ficile: la valorizzazione del- coglie testimonianze di in-
sferirlo all’interpretazione
biblica è quasi automatico;
valorizzarlo come metodo
globale per la formazione
in ambito catechetico e
le qualità di tutti.
contri e dialoghi con per-
sonaggi di spicco. Pren-
dendo le mosse dagli ar-
gomenti più scottanti per
la società così come ce li
ITALIA
CENTRALE
Tel. 0733.960.611
06.39.73.47.57
nella pastorale è il passag-
gio della maturità. Ma non
si pensi a una metodolo-
gia: l’arte narrativa è pre-
propone il grande scher-
mo, l’Autrice analizza sin-
golarmente, nelle sue in-
terviste, alcuni dei grandi
ITALIA
SETTENTRIONALE
N.O.
sentata come percorso pa-
temi che l’umanità è chia- Tel. 011.998.81.50
storale-formativo alla luce
dell’esperienza cristiana. La
mata ad affrontare: l’eco-
logia e la sostenibilità del-
011.39.09.32
comunità credente diven-
lo sviluppo, la globalizza- ITALIA
ta locanda della presenza,
zione e la sua etica, le SETTENTRIONALE
della Parola, della frazione
del pane, della comunione.
Narrare di sé e della Chie-
sa fa risvegliare la recipro-
guerre tra i popoli, i diritti
delle donne, l’incontro tra
culture e fedi diverse, il ri-
spetto e la tolleranza in
N.E.
Tel. 02.69.00.04.03
041.52.35.390
ca identità.
una società pluralista.
SITO WEB
www.volontariedonbosco.org
E-mail: istituto.vdb@iol.it
BS DICEMBRE 2007

4.2 Page 32

▲back to top
ON LINE
Breve profilo biografico del salesiano laico Luigi Cimatti di Faenza.
UMILE E GRANDE di Giancarlo Manieri
Un grande coadiutore salesiano,
fratello del venerabile don Cimatti e
della beata Raffaella Santina: una
famiglia faentina di santi che aveva
visto Don Bosco, il quale visitò la
città nel 1882 e parlò alla gente.
Allora Vincenzo aveva 3 anni,
Luigi 15 e Santina 21.
cio, il teatro, la musica, il canto, la preghiera, la “buo-
nanotte” lo conquistarono. Così a 18 anni entrò in col-
legio a san Benigno Canavese che era un aspirantato
per coadiutori. Lì poté più volte incontrare Don Bosco
in persona. Lì fece anche il noviziato e cominciò a de-
32
dicarsi alla musica fino a diventare un gran bravo mae-
stro di banda.
Luigi Cimatti (Faenza 25/01/1867 - Piura - Perù)
13/12/1927) con il più famoso fratello, don Vincenzo
Cimatti, venerabile (Faenza 15/07/1879 - Chofu
16/10/1965), grande musico, apostolo del Giappone,
che viene sempre ritratto con una lunga barba bianca.
Di lui è stata introdotta la causa di beatificazione
ed è in stampa il suo fittissimo epistolario.
L uigi nacque nel 1867, Santina nel 1861, Vincen-
zo nel 1879... tre fratelli tre capolavori. L’anno
prima della venuta di Don Bosco a Faenza era
iniziata l’attività dell’oratorio. Luigi fu uno dei primi e
più affezionati “clienti”. Quelle prime scorribande negli
spazi da gioco di quegli strani preti, che giocavano con
la veste tirata su e retta dalla cinta dei pantaloni che
fuoriusciva dalle due tasche della talare, non le ha più
dimenticate, tant’è che volle prolungare per tutta la vita
il gusto salesiano provato all’oratorio, diventata sua se-
conda casa, dove trascinava anche il fratellino Vincen-
zo (le prime volte ce lo portava in braccio, perché era
ancora troppo piccolo). Le interminabili partite di cal-
DICEMBRE 2007 BS
VITA DI LAVORO
E cominciò subito la sua impegnativa vita nella con-
gregazione salesiana che, per essere di vita “attiva” e
non “contemplativa”, sa con maestria unica caricare le
spalle dei suoi membri di un cumulo tale di impegni
che in genere “chi ha grilli per la testa, il lavoro glieli
caccia”, come stornellava un vecchio maestro di novi-
ziato degli anni Sessanta. Ai salesiani l’unica cosa che
non manca mai è il lavoro, e Luigi approdò all’Istituto
Sacro Cuore di Roma con il doppio incarico di maestro
calzolaio e Maestro di banda. Si trovava bene tra sette
preti e sette coadiutori, parità perfetta e perfetta armo-
nia. Peccato che dopo pochi anni fu inviato a Orvieto,
sempre con doppio incarico. Lasciò di provvedere ai
piedi dei confratelli per dedicarsi al loro stomaco: ebbe
infatti l’incarico di “provveditore”; in più il caro impegno
della musica. Amante del bello com’era, non dovette
trovarsi male nella città che esibisce una fra le più
fascinose cattedrali d’Italia, dove si conserva il corpo-
rale del miracolo di Bolsena.
E tuttavia il signor Luigi aveva un sogno nel cassetto:
pensava da tempo alle missioni. Fu accontentato. La
prossima obbedienza, dopo Orvieto (il Collegio verrà
chiuso nel 1905) fu l’America, e precisamente la capi-
tale del Messico, arruolato nella 35ª spedizione mis-
sionaria del 1901 con altri 83 salesiani e 12 FMA. Nel-
la meravigliosa città degli Aztechi sbarcò che aveva 34
anni. Nel collegio di Sta Giulia lo attendevano più di
200 ragazzi. Iniziò subito. Anzi no! Prima di tutto si
recò ai piedi del Tepeyac a chiedere la protezione del-
la grande patrona del Messico, la Vergine di Guadalu-

4.3 Page 33

▲back to top
ALESIANI COADIUTORI
La sorella di Luigi,
Santina Cimatti che
da religiosa cambierà
il nome in Raffaella
(Faenza 06/06/1861 -
Alatri 23/06/1945).
Fu beatificata da
Giovanni Paolo II
il 12 maggio 1996.
Il signor Luigi (il terzo da destra in piedi) posa per una foto con gli altri salesiani
del Sta Julia in occasione della visita (1903) del catechista generale della
congregazione, don Paolo Albera.
pe, patrona anche della nuova ispettoria messicana to dalla fama di ottimo maestro di banda e di coro, fu
che risultava composta di tre case (Santa Julia, Pue- destinato a queste mansioni. Per due anni, perché poi
bla e Morelia) e 34 salesiani, quasi tutti italiani. I coa- l’obbedienza religiosa lo trasferì presso una prestigio-
diutori, 13, erano il gruppo più numeroso.
sa scuola salesiana di Arti e Mestieri a Piura nel nord
del Perù. Anche lì si vede apprezzare da tutti, popola-
IN MESSICO
Non andò tutto liscio a Sta Julia. Se è vero che l’inco-
zione compresa, anzi, divenne l’orgoglio della città:
accorrevano in massa ad ascoltare le esibizioni dei
33
ronazione della statua di Maria Ausiliatrice, il 16 suoi ragazzi che suonavano da professionisti. Eppure,
dicembre 1906, fu un giorno di grande gioia e allegria,
protagonista la banda di Cimatti, è altrettanto vero che
il terremoto che scosse Città del Messico nel 1907,
giusto cent’anni fa, fu un momento di altrettanto gran-
de paura. Svegliati di soprassalto verso mezzanotte da
un terribile brontolio della terra, dalla caduta di calci-
nacci e cornicioni, dal cedimento delle scale, i ragazzi,
Luigi non si esaltò mai. Continuò invece la sua vita di
umile coadiutore, pronto a qualsiasi obbedienza e
schivo da ogni forma di trionfalismo, da ogni battimani,
da ogni riconoscimento. Gli bastava la coscienza di
aver fatto il suo dovere.
IL CUORE
letteralmente atterriti, passarono il resto della notte nel Ma ormai il suo cuore dava sempre più vistosi segni
refettorio. Ma non ci furono né morti né feriti.
di stanchezza. Nessuno, però, pensava che Luigi
Nel 1908 Luigi tornò in Italia dopo 5 anni di missione e fosse tanto vicino alla sua fine. Nemmeno lui. Tant’è
i superiori lo inviarono a Este nel collegio Atestino, un che prendeva per scherzo le parole dei medici che
internato per studenti dove egli fu maestro di banda e lo informavano sulla serietà delle sue condizioni.
di coro. Poi nel 1913, lo mandarono per un anno a Quando si convinse che probabilmente si avvicinava
Vigevano dove ebbe la gioia di incontrare più volte la la fine, non perse, come si paventava, il suo buonu-
mamma, il fratello salesiano don Vincenzo non ancora more e accettò con entusiasmo la proposta di rice-
partito per il Giappone, e la sorella Santina, anzi suor vere gli ultimi sacramenti. Dopo non pensò ad altro
Raffaella, come si chiamava da religiosa.
che a prepararsi a fare una buona morte. Mai un
ASPIRAZIONI... ALTE
lamento! Anzi, diceva al confratello che l’assisteva e
a quelli che lo visitavano che avrebbe salutato Don
Ma i Cimatti erano persone che aspiravano a “cose Bosco da parte loro.
alte”. Così prima che scoppiasse la prima grande Morì il 13 dicembre del 1927, a 60 anni. Sua sorella,
guerra, nel 1914, Luigi riattraversò l’Atlantico per sbar- la beata Raffaella Cimatti morì il 23 giugno del 1945 a
care non più in Messico ma in Bolivia, a La Paz, a più 84 anni, ed è stata beatificata il 12 maggio 1996. Suo
di 4000 metri slm. Beh, era giunto davvero in alto! Tut- fratello Vincenzo, apostolo del Giappone e grande
tavia le altezze cui aspirava erano quelle dello spirito, musico, morì il 6 ottobre del 1965 a 86 anni, anche di
non quelle della terra, tant’è che lassù il suo cuore
dopo quattro anni di permanenza cominciò a ribellarsi:
mal sopportava quel tipo di altitudine. Lo accolse amo-
revolmente la capitale del Perù, Lima, che si trovava
più o meno a livello del mare. I 26 salesiani presenti
nel barrio Breña gestivano, oltre a un collegio, una
lui è stata introdotta la causa di beatificazione. E Lui-
gi? Egli visse umile e nascosto. La sua umiltà non gli
consente onori quaggiù, ma lassù sarà certamente
nello stesso “girone” dei fratelli. I suoi funerali furono
un tripudio di gente e di commozione...
parrocchia e un tempio. Ovviamente Cimatti, precedu-
(Da una ricerca storica di Francisco Castellanos)
BS DICEMBRE 2007

4.4 Page 34

▲back to top
COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
AUMENTARE
IL RENDIMENTO
Un buon rendimento scolastico è l’asso nella manica
della felicità familiare.
᭿ Instaurare un’alleanza. In questa
fase è importante che l’adulto mani-
festi un interesse continuativo nei
confronti del ragazzo. «Sappi che ci
sono, conta su di me. Non sono qui
per giudicarti o per farti la predica.
Sono dalla tua parte. Voglio darti dei
consigli e ascoltarti. Dimmi, come
posso aiutarti?».
᭿ Lodi e rinforzi positivi. Con gli in-
᭿ Dare il buon esempio. Uno o coraggiamenti e gli elogi i genitori
preferibilmente entrambi i genitori possono aiutare i figli a vivere lo stu-
dovrebbero, con la loro vita e la lo- dio in maniera meno opprimente. I
ro carriera, fornire esempi della genitori dovrebbero lodare i figli in
produttività che si aspettano dai fi- presenza di altri adulti: non va mai di-
gli. I bambini devono vedere i loro menticato che generalmente i ragazzi
genitori seriamente impegnati in sanno di essere amati, ma non sono
attività lavorative, sia a casa sia altrettanto sicuri che i genitori li ri-
sul lavoro, e hanno bisogno di mo- spettino o si vantino di loro con amici
delli di produttività che siano an- e parenti. I ragazzi hanno così la
che attraenti.
sensazione rassicurante di fare qual-
cosa che conta per le persone che
᭿ Progettare e mantenere uno contano di più per loro. Non c’è nulla
spazio adeguato per lo studio. In di scandaloso nel fornire loro degli in-
un mondo ideale, i bambini dovreb- centivi, anche materiali. Dopotutto, si
bero avere un loro «ufficio» ben or- usano ricompense analoghe per in-
34
ganizzato in casa. Realisticamente, crementare la produttività degli adulti!
ogni bambino dovrebbe avere un Inoltre, è fondamentale che i ragazzi
angolo, anche piccolo, per i “ferri sentano che lo sforzo viene sempre
del mestiere” che devono essere te- premiato.
nuti puliti e ordinati.
Il celebre prof. Harvard Gardner
docente di Cognitivismo e
Pedagogia alla Facoltà di Scienze
dell’Educazione dell’Università
di Harvard.
᭿ Stabilire orari regolari per lo
studio e farli rispettare. Per la ge-
stione del tempo, la regolarità è fon-
damentale. Così come molte perso-
᭿ Il genitore come personal trai-
ner della mente. C’è chi paga un
personal trainer per fare ginnastica
e mantenersi in forma. I genitori de-
vono, per quanto è possibile, com-
ne dedicano una parte della giorna- portarsi da personal trainer della
ta all’attività fisica, i bambini hanno mente, stimolando la creatività e
Il celebre professore di Harvard
Gardner sostiene che per “soprav-
vivere” in questo secolo occorrono
bisogno di momenti dedicati ad alle-
nare la mente. È molto importante
aiutare il bambino a stabilire priorità,
l’intuizione dei figli. Imparare a scri-
vere con disinvoltura, per esempio,
significa lubrificare gli ingranaggi del
cinque approcci mentali. Il primo è sia a scuola sia nel tempo libero.
cervello, rinforzare la memoria, il lin-
quello della mente disciplinata, la più
classica se vogliamo, ma indispensa-
bile al successo scolastico, insieme
alla mente sintetica e a quella creati-
va. Seguono poi due approcci che
Gardner definisce “non opzioni ma
necessità”: la mente rispettosa, cioè
la capacità di accettare le differenze
e quella etica, che tiene conto dei bi-
sogni e dei valori di tutti. È faticoso
ma fondamentale che i ragazzi si for-
mino una “testa ben fatta” non che
“imparino qualche cosa”. Ecco alcuni
semplici accorgimenti per aiutare i fi-
gli in questa sfida quotidiana.
Ogni bambino dovrebbe avere
un angolo, anche piccolo,
per “imparare a imparare”.
DICEMBRE 2007 BS

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
guaggio, l’attenzione ai dettagli, la
capacità di risolvere problemi e altre
importanti funzioni cerebrali, armo-
nizzandole tra loro.
UNA SERRATURA
CHE APRE
᭿ Curare le ferite psicologiche.
Molti si vedono appiccicare addosso
SOLO DALL’INTERNO?
inutili e pessimistiche etichette, senza
capire quali siano esattamente le dif-
ficoltà in cui incorrono quando devo-
no portare a termine un lavoro, e
spesso si arrendono e iniziano a pen-
Ci vogliono motivazioni per fare qualunque cosa.
E spesso mancano.
sare di essere ritardati o colpevoli.
Conosco molti bambini che si sono
convinti di essere dei fannulloni, an-
che se nessun adulto li aveva mai ac-
cusati di pigrizia. Queste autodiagno-
si negative sono demotivanti e, talvol-
ta, causano gravi complicazioni. Aiu-
tare un bambino a capire i propri pro-
blemi è importante per impedirgli di
cadere in una spirale di fallimenti,
Don Bosco diceva che il cuore
dei ragazzi ha una serratura
che si può aprire solo dall’in-
terno e pertanto gli educatori devo-
no aspettare pazientemente che la
porta dell’interiorità venga socchiu-
sa, per permettere un contatto affet-
tivo efficace. Credo che la voglia di
apprendere degli studenti funzioni
scarsa autostima e inutili sofferenze. più o meno nello stesso modo: la
È giusto anche accompagnare un motivazione allo studio è questione
bambino nel controllo qualità.
che ciascuno deve risolvere in pri-
ma persona, anche se questo non
᭿ Cercare di limitare gli effetti ne- significa affatto che debba agire in
gativi della pressione sociale eser- modo solitario o esclusivo. Nessun
citata dai coetanei. In genere le ami- maestro può entrare nella testa del
35
cizie sono utili per lo sviluppo dei suo allievo e sostituirsi alle sue ca-
bambini e degli adolescenti, ma tal- pacità intellettuali; è però possibile
volta impediscono l’espressione indi- sostenere e orientare la disponibilità
viduale. L’influenza esercitata dai a imparare in vario modo.
coetanei può condurre al conformi-
smo e a un’eccessiva uniformazione,
e spingere alla mediocrità chi ha un
eccessivo bisogno di essere accetta-
to e benvoluto. Per molti il confine tra
amicizia e asservimento al gruppo è
molto labile.
᭿ Sia la scuola sia la famiglia han-
no, da questo punto di vista, numero-
se responsabilità: la prima deve
preoccuparsi non solo dei saperi da
trasmettere, ma della realizzazione
stabile di un clima relazionale che
renda agevole e interessante condi-
La motivazione allo studio
è questione che ciascuno deve
risolvere in prima persona.
scolastica come un insieme di pre-
stazioni dal quale ricavare un suc-
cesso immediato e una promessa
per il futuro professionale, ma come
᭿ Etica del lavoro e responsabi-
lità. È l’allenamento alla vita reale,
fatta di impegni, responsabilità e fa-
tica. I bambini e gli adolescenti con
la mente «sottoccupata» rischiano
di perdere il rispetto di sé, sono pe-
ricolosamente inclini ai comporta-
menti devianti, alla perdita di mo-
tivazione e ambizione, a un interes-
se ossessivo per la propria vita so-
ciale e a ogni tipo di futilità.
videre la fatica di assimilare determi-
nati contenuti. È una questione che
riguarda direttamente il rapporto do-
cente/discenti, ma anche il gruppo
classe. Dove si instaura un’eccessi-
va competizione, o, al contrario, si ri-
nuncia a valorizzare le competenze
individuali, c’è il rischio che studiare
si trasformi in una corsa a ostacoli o
in un ristagno paludoso. La famiglia
può partecipare a questo impegno
mostrando stima nei confronti degli
un itinerario che porta alla maturità
umana; favorendo relazioni fra i com-
pagni di classe di tipo collaborativo e
solidaristico.
᭿ Guardare più al processo forma-
tivo che ai risultati di fine anno: sia la
scuola sia la famiglia devono insiste-
re su questo punto, creando innanzi-
tutto una conversione di mentalità de-
gli stessi adulti e aiutando gli studenti
a essere più esigenti con se stessi e
᭿ Sviluppare una mentalità pro-
gettuale. Significa credere che è
possibile ottenere risultati utili e gra-
tificanti pianificando bene e a lungo
termine le proprie azioni. Soprattut-
to significa proporsi concretamente
delle mete attraenti e puntare a es-
se con speranza e ottimismo. Il pes-
insegnanti (e dunque evitando quei
comportamenti conflittuali e rivendi-
cativi che spesso annullano qualsiasi
possibilità di alleanza educativa);
supportando i ragazzi nell’impegno
domestico (non si tratta soltanto di
controllare che i compiti vengano fatti
puntualmente, ma di indicare un rit-
mo e un rigore nello studio che siano
con coloro che partecipano alla loro
esperienza formativa. Quando le si-
tuazioni di malessere e di fallimento
scolastico vengono mascherate con
pagelle dalle sufficienze risicate e de-
biti formativi che si accumuleranno
nel tempo senza essere mai colmati,
significa non soltanto che le cose
vanno male, ma che si stanno crean-
simismo è letale per il rendimento coerenti con le capacità di partenza); do delle pericolose illusioni e bugie a
scolastico.
aiutando i figli a non vivere la vita fronte di crescenti omissioni. Un altro
BS DICEMBRE 2007

4.6 Page 36

▲back to top
ambito di riflessione e di intervento
condiviso per la scuola e la famiglia
sta nella capacità di avanzare pro-
poste formative che siano sufficien-
temente integrate con la vita quoti-
diana dei ragazzi – così da appari-
re loro significative –, ma anche un
po’ dissonanti, in modo da genera-
re una iniziale curiosità e, progres-
sivamente, il gusto di confrontarsi
con ciò che è qualitativamente di-
verso rispetto all’attuale cultura
omologante. Una scuola “specchio”
della società oggi non serve a mol-
to, se non a confermare strategie
politiche conservative, che impedi-
scono una progettazione del futuro
che sia davvero partecipata demo-
craticamente da parte di tutti i citta-
dini e dalle diverse generazioni.
᭿ Ma anche una famiglia statica
dal punto di vista culturale ed espe-
rienziale rischia di rendere un catti-
vo servizio alle nuove generazioni:
la tradizione è una linfa vitale, se è
bilanciata dalla tensione all’innova-
zione e alla progettualità. E il futuro
36
non può essere identificato soltanto
con la ricerca di un lavoro: chi edu-
ca deve scommettere con i giovani
sulla possibilità di creare una mi-
gliore qualità della vita, attraverso la
messa a fuoco di utopie condivise.
Per ottemperare a questo impegno
ci vogliono insegnanti appassionati
del loro lavoro e quindi capaci di
trasmettere entusiasmo; autorevoli
sul piano delle competenze peda-
gogiche oltre che disciplinari, che
possano offrire agli allievi percorsi
culturali impegnativi ma soprattutto
sensati; esperti in didattica, che si
preoccupino di rinvenire i modi più
idonei a trasferire in modo critico e
creativo saperi complessi, così da
costruire nella testa dei ragazzi ma-
trici concettuali che accolgano in
modo ordinato, ma anche proble-
matico, i contenuti di una cultura re-
ticolare e policentrica. Anche i geni-
tori devono fare la loro parte: rispet-
tosi delle potenzialità dei ragazzi e
pronti ad accompagnare la scuola
nella scoperta e valorizzazione dei
talenti giovanili, devono mostrarsi
testimoni contagiosi di una capacità
di sacrificio e di fedeltà ai doveri
quotidiani. Una casa in cui i figli stu-
diano deve essere riconoscibile dal-
la sobrietà con cui vengono svolte
le diverse attività e dalla capacità di
tutti di restare concentrati sui propri
impegni, senza dispersione di ener-
gie e distrazioni inutili.
DICEMBRE 2007 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Kendell Geers è nato nel maggio del 1968
a Johannesburg. È un grande artista e
un grande critico. Un esponente dell’arte
minimalista. Ha esposto nelle maggiori e
più prestigiose gallerie del mondo.
Vive più spesso a Bruxelles.
KENDELL GEERS
IL MINIMALISTA
PROVOCATORE
᭿ Geers è un po’ apolide: vive qua
e là, passa da un albergo all’altro, da
una nazione all’altra: porta con sé il
suo genio, e in più soltanto il com-
puter, il cellulare e qualche vestito.
Minimalista anche nelle cose che
servono per il vivere quotidiano oltre
che nell’arte. Si può definire un arti-
sta “contro”. È in effetti contro tutto
ciò che tenta di inquadrarlo, di defi-
nirlo, di ingabbiarlo, di violentarlo
anche solo spiritualmente.
᭿ Arte provocatoria la sua. La
sua visione artistica scorge e dipin-
ge una realtà di contraddizioni, di
eccessi, di egoismo e spesso di
sadismo: “L’unico posto in cui ho
trovato la libertà è su Internet –
dichiara – il resto è violenza che
perseguita ogni immagine... tanto
più quella di Cristo inchiodato alla
croce”. Una violenza che deturpa,
che toglie identità, ti lascia solo le
forme, quelle di un uomo inchioda-
to su una croce, senza nome, senza
volto, senza generalità specifiche,
perché tanti sono stati e sono i
poveri cristi inchiodati sulla loro
croce quotidiana, definiti dal loro
anonimato. Un cristo fasciato da un
nastro segnaletico: un “segnale”
per tutti. “Adoriamo il crocefisso
nello stesso modo in cui ci fermia-
mo a guardare la scena del crimine
o un incidente mortale lungo la
strada”, riconosce con rammarico.
᭿ Il suo pessimismo a tinte forti
si spinge oltre: “Oggi Gesù non
può salvarci perché ogni sera al
telegiornale, vediamo più scene rac-
capriccianti e più massacri di quelli
descritti in tutto l’Antico Testamen-
to”. Un’arte quella di Geers che, se
stupisce per il suo minimalismo, fa
tuttavia anche riflettere e costringe
ad andare “oltre”, a liberarsi dal
materialismo opprimente e ad assu-
mere una preoccupazione di ordine
spirituale. Geers disegna il piccolo,
il negativo, il semplice, il povero,
ma dentro c’è una carica potente di
significati... Un esempio su tutti: ha
esposto in una teca dentro un’enor-
me stanza buia, un fiammifero. Un
fiammifero contiene un incendio!

4.7 Page 37

▲back to top
LAETARE
ET BENEFACERE…
AFORISMI di Francesco Ferrara
1) La vecchiaia è un dono che andrebbe vissuto
a vent’anni.
2) Il capitalismo è come il colesterolo: buono
e cattivo.
di Aloi & César
37
BS DICEMBRE 2007

4.8 Page 38

▲back to top
per raSgFazIzDi,EgPeEnEiTtRoIrCi,HedEucatori
LA VITA VIOLATA
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Prostituzione, abusi
e riduzione a nuove
forme di schiavitù:
la lista “contro la vita”
è tragicamente lunga e il
turpe fenomeno sembra
non fermarsi mai, anzi
dà l’impressione di
proliferare, soprattutto
da quando i flussi
migratori di persone che
fuggono dalla povertà o
dalla guerra si sono fatti
38 più frequenti e massicci
nonostante leggi che
cercano di tamponare
il fenomeno e una
vigilanza messa in atto
anche con i mezzi più
sofisticati.
DICEMBRE 2007 BS
Rubare l’innocenza ai bambini
è certamente uno dei più grandi
e vergognosi delitti perpetrati
dall’uomo.
I mass media rendono conto fre-
quentemente di situazioni di
violenza e di abuso delle per-
sone sotto diverse forme. Quello
che preoccupa è l’escalation della
violenza, molto più presente rispet-
to al passato. C’è sempre stata vio-
lenza nel mondo: guerre, uccisioni,
abuso di persone vulnerabili come
donne e bambini e altre forme di
sopraffazione. Perché cresce la
violenza, nonostante una maggiore
consapevolezza della dignità della
vita e dei diritti umani?
C’è sempre stata violenza nel
mondo: guerre, uccisioni, abuso
di persone vulnerabili, schiavitù,
lavoro minorile e altre forme
di sopraffazione.
dbpotceeeraasVoilldl,ngiDloltneeASucaCaeiszsehamipnrirLzitdezoeezrcareeioOtsriioeidnsdrscd“nrautouiRmescoeircnniameloeIleadcaca.cIlosiiaeollNp’vemeèrmriipndpncoeprzQuooglesorelacniart’punaaUceas”lrszbezizeimtEiaodieiligodoz,eriucSntirinpliasaol.eeseaiTezranc,pgissaczIroolnOeeoeemanocscredbeNissivpaeaiuuoorlElcseagolld.g’ue,allceeiatnliolttralmzràaiaotlad-àai
mvileeLnadtoapdraoiltsprteiitprusezorinoienloerridoèopdttrieopfeaitnt“id,ceol’ansbzeab”.rusettri--
Certamente è cresciuta la spre-
giudicatezza, si sono acutizzate si-
tuazioni di ingiustizia sociale, la
maleducazione, la volgarità, l’ero-
tismo senza freni, si cerca il pro-
prio piacere senza considerare le
conseguenze sugli altri, anzi “si
compra” il corpo dell’altro o lo si
riduce a merce di scambio. Ci tro-
viamo di fronte a gravi violazioni
della vita, segno di forte degrada-
zione morale e di vere e proprie

4.9 Page 39

▲back to top
FLUSSI MIGRATORI
E COMMERCIO
DI PERSONE
Una delle fonti, e nemmeno la
più prospera, che alimenta la pro-
stituzione è costituita dai flussi mi-
gratori tipici del nostro tempo (in
particolare quelli clandestini), con
Masse di minori si spostano anche
senza i genitori, spinti dalla
necessità o dal miraggio di una
vita migliore, o costretti da
organizzazioni criminali per i loro
loschi profitti.
“strutture di peccato” che riducono
le persone a nuove forme di schia-
vitù. “Una giovane vita che si è
violata o abbiamo violato, è scrit-
dfsrrGCiooopcQncQROecituaerhuUNsaliaeeonalPFnetioèePpRnd?eiuliOnO’rioemdvrNisoEpfifiteeTtisusgrIcIeamNnAhnzooiitaMoFivsdncAieeOsiilltvMlmiedCaeiogInIGsgiotIntirrNsoLagita?firIufmeAicsoatpiznaditraii-
galqerbuaulQataSislucnoipaahermoonei stnodomtoiitsodsuctdfizirrioiuoqtptonuntaaceeeecm?lcslaieei?snclsathoaercdiaoirnimtodeoiniznlgtieioovinmnietoambdiii-ni-
masse di giovani donne e di minori
che si spostano anche senza i geni-
tori, spinti dalla necessità o dal mi-
raggio di una vita migliore, o co-
stretti da organizzazioni criminali
per i loro loschi profitti che si con-
sumano sulla pelle dei più deboli.
La prostituzione in questi contesti è
organizzata e ferocemente control-
lata. Risulta difficile sfuggire alla
morsa del crimine. Ragazze che
vengono “sequestrate”, abbindola-
te, raggirate e costrette a prostituir-
to nel portale di un blog su Inter-
si dove decidono il gruppo mafioso
net, è la lenta morte della nostra
o i capibanda, e alle dure condizio-
società”. Non stentiamo nemmeno
un po’ a dargli ragione.
individui avviene quasi sempre at-
traverso la sottomissione e l’abuso
ni stabilite: procurare alti profitti
quotidiani che, sotto la minaccia di
39
di altri individui e in contesti che torture o di afflizioni fisiche, vanno
RIDUZIONE
nulla hanno a che fare con il rispet- ad arricchire le tasche dei magnac-
IN SCHIAVITÙ
to delle persone e con la natura cia. Un turpe e brutale commercio
della sessualità umana. Dietro una di corpi che registra episodi scon-
La prostituzione, purtroppo, è prestazione sessuale a pagamento volgenti: una ragazza o un bambino
antica quanto l’uomo, e si tratta di ci sono l’aberrazione della bellezza dopo essere stati sfruttati per mesi
un fenomeno troppo spesso provo- del corpo e della reciprocità delle vengono ceduti, dietro lauto com-
cato dalla miseria, ma anche, se persone, la dipendenza servile da penso, ad altro gruppo, ad altra
non soprattutto, per la condizione altri per i loro profitti, ma anche la banda per altri profitti e non di rado
di debolezza in cui la donna si è diffusione di gravi malattie e l’ab- altre torture. La reazione delle ra-
sempre trovata nella storia rispetto bruttimento di persone ridotte a gazze o dei bambini porta alla mi-
all’uomo. Questa particolarissima “cose”, dove ogni dignità è calpe- naccia di rappresaglia crudele este-
forma di compravendita è stata ed stata e ogni diritto conculcato.
sa anche a parenti, fratelli, sorelle o
è anche oggi legalizzata presso
genitori (Concetti).
molti popoli, quasi a porre il sigillo
Pochi sanno che cosa fare, i di-
di istituzioni importanti come lo
battiti sono infiniti e si svolgono a
Stato su comportamenti che usano
tutti i livelli. C’è chi vorrebbe es-
il corpo di un’altra persona – anzi
sere più drastico e chi invoca più
lo comprano quasi fosse una merce
tolleranza. Ci sembra un problema
– per il proprio piacere, conside-
irrisolvibile a colpi di leggi. I traf-
rando anche il contesto di estrema
ficanti agiscono nell’ombra, e
povertà e vulnerabilità in cui tante
spesso sono persone insospettabili
donne e bambini si sono trovate e
che possono trovarsi ovunque.
trovano.
Ma questi trafficanti di persone,
Dalla prostituzione non nasce al-
veri e propri schiavisti, che eserci-
cuna forma di utilità per lo Stato –
a meno che non vogliamo parlare
Le carrette del mare portano
masse di diseredati, di profughi,
tano una padronanza assoluta e
violenta su soggetti poveri e vulne-
dell’introito delle tasse là dove è
legalizzata –, perché la mera soddi-
sfazione degli istinti sessuali degli
di fuggitivi verso terre che
appaiono come un paradiso…
Non sempre però i sogni
diventano realtà.
rabili, non potranno sfuggire,
questo è certo, alla mano di Dio,
vindice di ogni ingiustizia.
ٗ
BS DICEMBRE 2007

4.10 Page 40

▲back to top
GiDorInBaAteTmToInTdIiali
AMBIENTE...
NON SOLO CLIMA
di Severino Cagnin
Il 6 settembre è stato inau-
gurato sulla costa occidentale della
Groenlandia il simposio su “L’Arti-
co: specchio di vita”. Si è celebrato
sotto il patrocinio del patriarca ecu-
menico della chiesa ortodossa Bar-
tolomeo I, di José Manuel Barroso,
40
presidente della Commissione Eu-
ropea e di Kofi Annan, ex Segre-
tario Generale dell’ONU. Il radu-
no è stato organizzato da Reli-
gion, Science and The Environ-
ment, un organismo del patriarcato
ortodosso, in collaborazione con la
Chiesa cattolica. Anche questa edi-
La Giornata Mondiale
dell’Ambiente del
dicembre 2007 ricorda
che l’aria pulita è un bene
di tutti, ma ridurre l’ozono
e i consumi sarà difficile…
Stop alla pesca nei fondali
delle isole Eolie, preferiti da
tonno e pescespada. Per la
mucillagine non si possono getta-
re le reti da quando essa è cre-
sciuta causa l’aumento della tem-
peratura dell’acqua, che quest’an-
no non è mai scesa sotto i 17° ri-
spetto ai 13-14 della media sta-
gionale. Si stanno verificando le
previsioni di Una scomoda ve-
rità, libro e film di Al Gore, che
hanno sorpreso il mondo. L’illu-
stre uomo politico e scienziato
americano, già vicepresidente
USA, ha tenuto più di mille in-
contri e promosso i concerti del
Live Earth per rendere l’umanità
consapevole della crisi climatica.
Per la prima volta un ex presiden-
te degli Stati Uniti, che ha corso
per conquistare la Casa Bianca,
diventa paladino ambientale. Sarà
un buon segno? Certamente sì. Se
ormai si muovono i “grossi cali-
bri” della politica – anche se “ex”
– vuol dire qualche speranza in
più per la nostra terra. I dati e le
proiezioni di Al Gore sul prossi-
mo futuro, dopo le prime perples-
sità, sono finalmente stati presi in
considerazione da governi e isti-
tuzioni.
zione, come del resto le altre, è stata
la piattaforma per una riunione
straordinaria di leader religiosi del-
le tradizioni cristiana, ebraica, mu-
sulmana, buddista, induista, giaini-
sta e sikh oltre a rappresentanti Inuit
e Saami del nord del Circolo Polare
Artico, in pratica i padroni di casa,
per una speciale preghiera silenzio-
sa per il Pianeta; così hanno dichia-
rato gli organizzatori.
L’importanza di tali inizia-
tive è del tutto palese: l’allarme
per il pericolo di una deriva cata-
strofica del mondo, anche se sono
molti a contestare questo pessimi-
smo, è tuttavia stato lanciato e fa
presa ormai non più solo sul popo-
lino. E questo è un bene: sarebbe
davvero tragico che l’uomo da cu-
stode della natura, come Dio lo ha
pensato e voluto, si trasformasse
nel suo becchino.
ٗ
DICEMBRE 2007 BS

5 Pages 41-50

▲back to top

5.1 Page 41

▲back to top
NON CI STO
di Lorenzo Angelini
Troppo spesso il
divertimento del sabato
sera è coniugato con
le tragedie della strada.
Occorre che
i giovani stessi siano
i primi a non stare a
questo gioco spietato.
canzoni
VARIA
Luca Lattanzio ha 29 anni, è
nato a Milano, vive nelle Mar-
che da quando era poco più
musica, le loro parole
e le immagini dei vi-
deo, incitano spesso
che bambino ed è un cantautore
a comportamenti tra-
sui generis: nessuna (per ora) hit di
sgressivi, violenti, au-
successo nazionale ma tante can-
tolesionisti se non ad-
zoni offerte all’impegno civile e
dirittura illegali e sen-
sociale. Una per l’Associazione
za morale. Ben ven-
Carlo Urbani (AICU), un’altra per
gano, quindi, prodotti
le Olimpiadi di Torino con il testi-
in controtendenza an-
monial di Medici Senza Frontiere e
adesso questa Non ci sto a suppor-
ti. Le canzoni, in casi come questi,
al di là della mera espressione arti-
che se per farsi notare hanno biso-
gno dell’etichetta di una campa-
41
to della campagna per la sicurezza stica o del banale fine di lucro, di- gna o di un’associazione: non per
stradale Basta un attimo. L’iniziati- ventano mezzo di comunicazione, questo esprimono meno il “sentire
va è promossa da Assogiovani e sfruttando l’enorme autorevolezza artistico” dei loro autori.
Forum nazionale dei Giovani con che il linguaggio musicale si è
il patrocinio dei ministeri compe- guadagnato sui giovani. È indub- ᭿ Il testo di Non ci sto svela quel
tenti ed è rivolta ai giovani che “vi- bio, infatti, che ormai la coscienza perverso meccanismo per cui il
vono” la notte e mettono a repen- dei ragazzi e dei giovani si forma divertimento non sembra pieno se
taglio la loro vita e quella di molti in gran parte sui media e le canzo- non si regredisce fino ad annulla-
altri con comportamenti incoscien- ni imposte dal mercato, con la loro re le proprie normali responsabi-
lità: verso la propria dignità di
NON CI STO
di Luca Lattanzio
Fermati un istante, accosta, / poi con
calma partirai.
Piano, Piano / altrimenti no - Non ci sto.
persona, verso la vita, verso chi ti
vuole bene, verso chi incroci per
strada. Il linguaggio è semplice,
diretto, forse al limite della bana-
È sabato e ti vuoi divertire, / è sabato
sera e ti va di ballare, / ma mettici la
testa, / altrimenti no - Non ci sto
Se pensi che ballare / e poi sballare al
volante, / sia un modo di affermarsi / di
nascondersi un istante.
Allora no - Non ci sto
Se credi che la strada / sia come una
pista, / che la sniffi e sei padrone, / di
un problema senza testa.
Allora no - Non ci sto.
Se si parte tutti insieme, / almeno uno
che fa il turno, / Perché essere un ami-
co / non è sempre dire sì,
se si rischia , Allora no! - Non ci sto.
Se si può per una notte, / divertirsi e
non strafare, / e ci vuole più coraggio
Perché a volte trasgredire e dire no -
Non ci sto.
Perché poi non sei da solo, / nella stra-
da del ritorno, / c’è qualcuno che ti
aspetta / domani è un nuovo giorno
e nessuno deve piangere per te.
lità, ma non si presta ad ambi-
guità o fraintendimenti. La musica
attinge a piene mani ma con sa-
pienza al genere dance. La melo-
dia è ridotta all’osso per fare spa-
zio all’incalzare ritmico e alla
comprensibilità del testo; l’arran-
giamento fatto di batteria, suoni
sintetici avvolgenti e poco altro
“cattura” l’attenzione fin dal riff
iniziale. L’interpretazione, voluta-
Perché poi non sei da solo, / nella stra-
da del ritorno, / c’è qualcuno che ti
aspetta / domani è un nuovo giorno
e nessuno vuole piangere per te.
È soltanto una canzone, / non la solita
morale / ma è troppo il dispiacere / per
chi ti vuole bene.
È soltanto una canzone, / ma ascolta
le parole / perché è troppo il dispiacere
/ per chi ti vuole bene.
Fermati un istante, / accosta poi con
calma partirai.
Piano, Piano / altrimenti no - non ci
sto.
mente in contrasto con il genere,
è leggera, candida, allegra e mai
sopra le righe invitando a sman-
tellare l’equivalenza tra ballo e
sballo. Una canzone che lascia
scatenare il fisico, ma mette in
moto anche il cervello.
ٗ
BS DICEMBRE 2007

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all’Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di … o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all’Istituto Sa-
42
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l’immobile sito in…
per i fini istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l’Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
DICEMBRE 2007 BS
I NOSTRI MORTI
POZZEBON sig. Danilo, exallievo
salesiano,
Milano, il 06/12/2004, a 53 anni
Nel terzo anniversario della morte, il BS ri-
corda un exallievo speciale, il signor Danilo
Pozzebon, che ha fatto del lavoro sacrifica-
to e onesto la sua bandiera. Dal nulla ha
fondato un’azienda a carattere familiare
che ha raggiunto con il tempo i 20 operai.
Lui li chiamava “i suoi ragazzi”, ed essi lo
ricambiavano. Dopo la sua prematura
scomparsa, essi hanno dichiarato tutto il
loro rimpianto: “... Ci siamo sentiti parte di
una famiglia con un padre generoso e se-
vero... e gioioso”. Credente convinto, devo-
tissimo di Don Bosco, ricordava con piace-
re e riconoscenza i suoi antichi professori
di Castello di Godego. Instancabile nel la-
voro, aveva una “forza inesauribile e la vo-
lontà di un leone”, dicevano di lui i suoi col-
laboratori. Familiari e operai hanno specia-
le che l’hanno voluto ricordare con una
grande festa, una specie di Oktoberfest.
Lui avrebbe voluto così.
BO sac. Piero, salesiano,
Torino, il 19/06/2006, a 77 anni
Un salesiano doc, pieno di iniziative, alle-
gro, prezioso amico e consigliere di schie-
re di ragazzi che hanno trovato in lui un
punto di riferimento sicuro. Era accoglien-
te ed esigente nello stesso tempo, uomo
che “sapeva incontrare” perché sapeva
amare. Don Piero è stato un prete a tutto
tondo che nella gente che l’avvicinava sa-
peva cogliere i segni di Dio. Mai sazio di
giovani, non si accontentava di attenderli,
ma li andava a cercare poi riusciva a tra-
scinarli nella “casa per tutti”, l’oratorio, l’i-
stituzione che egli ha amato di più, e a cui
ha dedicato il meglio della sua intelligen-
za, delle sue capacità organizzative e del-
la sua generosità apostolica. La sua ecce-
zionale sensibilità sacerdotale e missio-
naria l’ha spinto anche verso i più emargi-
nati, cui ha saputo dare speranza e addi-
tare il Cielo. A un anno e mezzo dalla
morte è ancora nella mente e nel cuore di
tante persone.
PALMIERI sig.ra. Concettina,
Volontaria di Don Bosco,
Napoli, il 25/03/2006, a 85 anni
Ha dedicato la sua vita ai ragazzi, inse-
gnando italiano, latino e greco presso i li-
cei scientifici e classici a Napoli. Cono-
sciuti i salesiani, ha sentito il bisogno di
entrare a far parte della famiglia e con sti-
le e garbatezza ha cercato di seguirli.
Successivamente è diventata “Volontaria
di Don Bosco” facendo la prima professio-
ne nel luglio 1965. Nonostante i suoi im-
pegni di docente trovava il tempo per par-
tecipare a giornate di ritiri, raduni ed eser-
cizi spirituali. L’unico suo cibo era divenu-
to ormai negli ultimi sei/sette giorni Gesù
Eucarestia di cui era devotissima. Per il
suo funerale è stato portato da Cerignola
uno stendardo di san Giovanni Bosco, a
testimonianza del suo amore per il santo
dei giovani e della sua appartenenza reli-
giosa. La ringraziamo per tutti gli insegna-
menti che ci ha dato, le parole, le carez-
ze, i rimproveri, le raccomandazioni, le
esortazioni, le catechesi.
ZUCCHET sac. Marcello, salesiano,
Castelfranco Veneto (TV), il 14/07/2007,
a 95 anni
Fu tra quella schiera di giovanottoni chia-
mati “figli di Maria” che, faticando negli
studi, con tenace volontà e soprattutto
con dinanzi la meta da raggiungere – il
sacerdozio – riuscirono a fare miracoli.
Salesiano a 27 anni, sacerdote a 35.
Buon senso e doti pratiche messe insie-
me a laboriosità, fan sì che gli vengano
affidati compiti amministrativi. Sarà eco-
nomo a Trento e a Venezia San Giorgio,
direttore a Venezia Alberoni e a Mezzano
di Primiero. Se sommiamo a uno a uno gli
anni d’amministrazione sono ben 37. Gli
“affari” però non l’hanno mai distolto dai
suoi doveri religiosi e sacerdotali. Animo
delicato, di molta preghiera, quasi scrupo-
loso negli impegni di vita religiosa, gli ulti-
mi vent’anni di vita sarà un buon maestro
di spirito nell’accostare le anime nel sa-
cramento della penitenza. (O. Paron)
SEMENZANO sig.ra Adele in
Annoè, cooperatrice,
Noale (VE), il 29/01/2007, a 99 anni
Adele è la prima di dodici figli di una fami-
glia di solide virtù cristiane. Sposata nel
’38 ha due figli che educa cristianamente
con attenzione e trepidazione nel furore
della 2ª Guerra Mondiale. Molte mattine
d’inverno sveglia il primogenito e con pas-
so veloce e furtivo si reca alla prima mes-
sa per poter tornare a casa al sorgere del
sole e non pesare sul lavoro. Il primogeni-
to Ernesto lascia la casa per entrare nel
collegio salesiano e unirsi ai figli di Don
Bosco come salesiano laico. Ella continua
a governare la casa e la sua numerosa
prole, a consolidare rapporti fra famiglie,
a prestare aiuto a chi ha bisogno, sempre
con umiltà e forza d’animo. Accetta la
vecchiaia con serenità, ringrazia per ogni
attenzione prestatale, non fa pesare su
altri i suoi incomodi. Nelle ultime settima-
ne della sua lunga e operosa vita ripete a
fior di labbra l’Ave Maria, la preghiera tan-
te volte da lei suggerita ai suoi bambini
prima di addormentarli.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”

5.3 Page 43

▲back to top
AUGURI
Italia: Buon
Natale
e
Buon
Anno
Nuovo
Francia:
Joyeux
Noël
et
Bonne
AGuGaSnnnerpndadraémnegHeiannaBnapgri:paeuy:ttFaeFNegsrlenioNzwaheN:liYucaeMehvsaeiedrJraWraydheryCihphnrraóiscsthmpteearnso
año nuevo
IL MESE
Savina Jemina
9 dicembre 1565: muore Pio IV,
Giovanni Medici di Marignano. Nel
Giovanni XXII
1669, muore Clemente IX, Giulio
Dicembre
Rospigliosi.
10 dicembre 1508: a Cambrai si
stipula la Lega contro Venezia, volu-
ta da Giulio II.
Leone X
11 dicembre 384: muore Damaso I,
L’ANIMALE FANTASTICO
santo.
DEL MESE
MINOTAURO
12 dicembre 1254: è eletto Ales-
sandro IV, Rinaldo di Jenne.
13 dicembre 1124: muore Callisto
Nella mitologia greca, corpo umano e II, Guido di Borgogna. Nel 1294, Ce- Paolo III
testa di toro, figlio di un toro divino e lestino V rinuncia al papato. Nel
di Pasifae, regina di Creta. Minosse lo 1521, nasce Felice Peretti, futuro Si-
Sergio I
rinchiuse nel labirinto di Cnosso, e sto V.
Atene doveva inviare sette giovani e 14 dicembre 867: è eletto Adriano II.
sette fanciulle da offrire in pasto al Mi- 15 dicembre 687: è eletto Sergio I, LA SALUTE DEL MESE
notauro. Teseo, figlio del re ateniese santo. Nel 1124, è eletto Onorio II.
Egeo, riuscì a ucciderlo e a uscire dal 16 dicembre 955: è eletto Giovanni
labirinto grazie al “filo”, suggeritogli da XII, Ottaviano dei conti di Tuscolo.
Arianna, la figlia di Minosse. L’anima- 17 dicembre 283: è eletto Caio,
le è citato nelle “Metamorfosi” di Ovi- santo, nel 384, Silicio, santo.
dio e nell’“Inferno” dantesco (XII, 11- 18 dicembre 1352: è eletto Inno-
43
25), dov’è guardiano dei violenti. Nel cenzo VI, Étienne Aubert.
Medioevo, il mostro ha valenza nega- 19 dicembre 401: muore papa
tiva. Il labirinto, invece, assume due Anastasio I, santo. Nel 1370, ad
significati: il peccato, causato dalla Avignone, muore Urbano V, Guil-
confusione mentale o, all’opposto, il laume de Grimoald, beato.
riscatto e la risurrezione. Teseo, infatti, 20 dicembre 217: muore papa Ze-
è paragonato a Davide che sconfigge
Golia, oppure a Cristo che vince la
morte. Non a caso percorsi labirintici
ferino, santo.
21 dicembre 1878: è ordinato sa-
cerdote Giacomo Della Chiesa, futu-
OSSIDO DI CARBONIO
E «BOTTI»
sono presenti anche nelle pavimenta- ro Benedetto XV.
zioni di chiese e cattedrali.
22 dicembre 1536: Paolo III crea L’ossido di carbonio è un gas inodo-
VITA DA PAPI
cardinale Giovanni Ciocchi del Mon- re e incolore, prodotto dalla combu-
te, poi suo successore (Giulio III).
stione di benzina, kerosene, carbo-
1° dicembre 1521: muore Leone 23 dicembre 619: è eletto Bonifa- ne o legna, da stufe e fornelli difetto-
X; Giovanni de’ Medici. Nel 1830, cio V, napoletano.
si o datati (la fiamma gialla, anziché
muore Pio VIII, Francesco Saverio 24 dicembre 640: è papa Giovanni blu, è segno di funzionamento catti-
Castiglioni.
IV. Nel 1294, è eletto Bonifacio VIII, vo). L’ossido di carbonio provoca
2 dicembre 537: muore papa Sil- Benedetto Caetani.
mal di testa, vertigini, difficoltà respi-
verio, santo.
25 dicembre 795: muore Adriano I. ratoria e perdita di coscienza (si ri-
3 dicembre 1154: muore Anasta- Nell’800, papa Leone III incorona schia di morire senza accorgerse-
sio IV, Corrado della Suburra.
Carlo Magno.
ne). Il primo gesto di soccorso è
4 dicembre 1334: muore Giovanni 26 dicembre 268: muore papa Dio- aprire finestre e porte, spegnere la
XXII, Jacques Duèse. Nel 1563, sotto niso, e nel 418, muore papa Zosi- stufa e portare la persona infortuna-
Pio IV si chiude il Concilio di Trento. mo, santo;
ta all’aria aperta. Nei casi più gravi,
5 dicembre 1443: nasce Giuliano 27 dicembre 1717: nasce Giovanni chiamare l’ambulanza. Molta atten-
della Rovere, futuro Giulio II.
Angelo Braschi, futuro Pio V.
zione richiedono anche i “botti”: ac-
6 dicembre 1352: muore Clemente 28 dicembre 1990: papa Wojtyla quistare soltanto quelli autorizzati e
VI, Pierre Roger, quarto papa d’Avi- va a sciare sul Gran Sasso.
con micce lunghe, usarli all’aperto,
gnone.
29 dicembre 1939: Pio XII si reca non puntarli verso finestre e balconi,
7 dicembre 1254: muore Innocen- in visita ufficiale da re Vittorio Ema- non raccogliere quelli inesplosi. Infi-
zo IV, Sinibaldo Fieschi.
nuele III.
ne, quando si stappa la bottiglia di
8 dicembre 1854: Pio IX proclama 30 dicembre 1370: è papa Grego- spumante, evitare il “botto”: il gesto
il dogma dell’Immacolata Concezio- rio XI, Pierre Roger de Beaufort.
è poco signorile, e il tappo che fuo-
ne. Nel 1965, Paolo VI chiude il 31 dicembre 335: muore Silvestro riesce in velocità può danneggiare
Concilio Vaticano II.
I, santo.
volto e occhi.
BS DICEMBRE 2007

5.4 Page 44

▲back to top
UN ANNO DI BS
Mensile - Anno CXXXI - nr. 1
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 1/2007
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Gennaio 2007
Un anno intenso, contrassegnato da artico-
li e rubriche diverse, che hanno spaziato
in numerosi campi dello scibile: Chiesa,
Stato, scuola, tempo libero, giovani, politica,
economia, cultura, morale, pedagogia, attualità,
missioni, lettere (di risposta o di riflessione),
imprese di comunicazione, vite esemplari, rubri-
che di svago, strisce per un sorriso, provocazio-
ni per un dibattito, profili, ecc. Il tutto incorni-
ciato dall’articolo di fondo del Rettor Maggiore
dei salesiani quasi a dare il “la”, la nota d’inizio
della sinfonia del mese.
᭿ Un melting pot – direbbero gli inglesi, oggi
di moda almeno come lingua – una cascata di
temi diversi, notizie, opinioni, interrogativi, date
e dati… Unico lo scopo: il mondo, questo mon-
do, è passibile di cambiamento. In meglio!
Occorre che ciascuno rinunci a un pezzettino
della propria libertà per il bene di tutti. Occorre
soprattutto che i credenti non demordano dal
bene; genitori e insegnanti, professionisti e ope-
rai, casalinghe e manager, tutti sono chiamati a
44 dare il loro apporto, piccolo che sia, per una
società migliore, una Chiesa più viva, una fami-
glia più unita, una natura più rispettata, una
fede più vissuta…
MP(SCopeosetnnedvsiI.zitaliienolinaL-e.nAe2n7rSn./.n2p0/.o2A2/.C02-00XS70Xp4eXdnIi.z-4io6nn)rea.irn2t. A1.,Pc.o-mDm.La. 325, 3D/C2B0P0D3
RDNIAVELISS1.TA8G7IFO7OVNADNANTIABOSCO
Febbraio 2007
S(PMCpooesendtenviz.sIitioianlnleiLea.-nn2erA7.S/3n.0p/n2.2oA/02.0C0-7X0Sp4XenXd.iIz4i-6o)nnearr.itn.31A,.Pc.om- Dm.La. 23,5D3C/2B0P0D3
NDREAIVL SI1S.T8GA7IO7FOVNADNANTIABOSCO
Marzo 2007
EE(pUaCRgR.OI1SP2TA)IANESIMO (3)
(2IpN2agOM. S2ILT0AR) IFIGLI!
(UUpSNagA.P3EA8RG)TENTETAR
PG(EpIRaOgL.CA1H41I) E8aDUVCOALTTAIVI
SSD(SApIVaLVgES.ISDI2SIAE3TO)NEMCOOAMUNICAZIONE
LD(ApEaITgEC. R2ER8D)ARI
SCULTURE
PER VOTO
(pag. 14)
DUIN4A00F0ILAGIOVANI
(pag. 18)
ERO
STRANIERO
(pag. 28)
Mensile - Anno CXXXI - nr. 4
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 4/2007
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Aprile 2007
MP(SCopeosetnnedvsiI.zitailionelinaL-e.n2Aen7rSn./.5np0/.o2A2/.0C2-00XS70Xp4eXdnIi.z4-io6nn)era.irnt5. A1.,Pc.o-mDm.La. 325, 3D/C2B0P0D3
RDNIAEVLISS1.T8AG7IFO7OVNADNANTIABOSCO
Maggio 2007
S(PMCpooesendtenviz.sIitioianlnleiLea.-nn2erA7.S/6n.0p/n2.2oA/02.0C0-7X0Sp4XenXd.iIz4i-6o)nnearr.itn.61A,.Pc.om- Dm.La. 23,5D3C/2B0P0D3
NDREAIVL SI1S.T8GA7IO7FOVNADNANTIABOSCO
Giugno 2007
PROICVCEORINROARGDAEZSZTI
(pag. 14)
UCRAINA
TERRA DI
SPERANZA
(pag. 20)
EDEBÈ
UN PROGETTO
EDUCATIVO
(pag. 23)
L(ApAaCgQG. RU18AA)NDE
S(PMCpooesendtenviz.sIitioianlnleiLea.-nn2erA7.S/7n.0p/n2.2oA/02.0C0-7X0Sp4XenXd.iIz4i-6o)nnearr.itn.71A,.Pc.om- Dm.La. 23,5D3C/2B0P0D3
D(CpOOagMS.A2U3N) ICACIONES
(LVpAUagLV.NI3TE8AR) ABILE
NDREAIVL SI1S.T8GA7IO7FOVNADNANTIABOSCO
Luglio/Agosto 2007
PM(pOaOCgL.OT1O8P)EPRERSÉGLI ALTRI
EI(NpSaPDgEI.MR2IEE0NN) ZTIACABILE
UD(pPOaSgN:. L2BA3O)BSIBCLOIOTECA
MP(SCopeosetnnedvsiI.zitailionelinaL-e.n2Aen7rSn./.8np0/.o2A2/.0C2-00XS70Xp4eXdnIi.z4-io6nn)era.rint8. A1.,Pc.o-mDm.La. 325, 3D/C2B0P0D3
RDNIAEVLISS1.T8AG7IFO7OVNADNANTIABOSCO
Settembre 2007
S(PCpMooesdnetevinz.iIsotianinlleeiLa.nn-2re7A. S/9n.0/pn22.Ao/02.0C0-70SX4pXendX.iIz4i6-o)nnaerri.tn. 91A,.Pco. m- Dm.aL.23,5D3C/B20P0D3
NDREAILVSI1S.8TGA7I7OFOVANNDNATI ABOSCO
Ottobre 2007
SINDACALISTA NO
EDUCATORE SÌ
(pag. 18)
ABYA YALA
(pag. 23)
BUON COMPLEANNO
AFRICA
(pag. 28)
MP(SCopeosetnnedvsiI.zitaliionelinaL-e.n2Aen7rSn./.1np00.o2A//.2C2-00XS00Xp74eXdnIi.z4-io6nn)era.rint1. A01.,Pc.o-mDm.La. 325, 3D/C2B0P0D3
RDNIAEVLISS1.T8AG7IFO7OVNADNANTIABOSCO
Novembre 2007
LA(ApVaCVg.OE1LL8EL)NINAATA
AF(pOaFRgU.TC2UH0R)ILEDREN
I MARTIRI
SPAGNOLI
(pag. 17)
DO
PERCHÉ RICEVO
(pag. 20)
BEAMS
RAGGI DI LUCE
(pag. 23)
FI(LpIOaDgRE.ISS2EC8R)ETO
Mensile - Anno CXXXI - nr. 11
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 11/2007
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Dicembre 2007
inseCratloenreddaCaroiznoito2ien0na0ele8
DP(pAEaSCgTI.FI1NIC2A)OZIONE
L(ApaCg.IT1T6À) PERDUTA
PN(ApEaSLgTL.OE18RIS)EOLE DEL RE
(PpRaOg.G1E4T) TO LAOS
(ALpALagPF.OO1L8TL)EIRAE
L(pAagV.I3TA8) VIOLATA
Croedntaizeinoenainleserto
L’annuale Concerto di Natale, che si
terrà il 9 dicembre al teatro filarmoni-
co di Verona e sarà trasmesso il 24 alle
ore 21,00 è quest’anno a favore della
Fondazione “Don Bosco nel Mondo”
che devolverà i proventi agli orfani e
profughi del Darfur, di cui si occupano
i salesiani del Sudan.
‘‘ I ragazzi in fuga dalla guerra
del Darfur hanno bisogno di case e
di scuole:
AIUTACI A COSTRUIRLE!
Dal 22 al 26 dicembre invia un sms
solidale del valore di 1 euro al
numero 48585 (da tutti i cellulari
Vodafone, Tim, Wind e 3) oppure chia-
ma lo stesso numero da rete fissa
Telecom Italia donando 2 euro
DICEMBRE 2007 BS

5.5 Page 45

▲back to top
45
BS DICEMBRE 2007

5.6 Page 46

▲back to top
I NOSTRI SANTI
delle crisi di labirintite che da
allora andarono aumentando.
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
Dovetti sottopormi a visite
specialistiche e ad esami neu-
rologici, senza trovare alcun
UNA FIDUCIA
MAI DELUSA
to, a San Donà di Piave, un sa-
bato pomeriggio siamo partiti
per raggiungere quella località.
rimedio. Unica causa dei di-
sturbi si riteneva che fosse
l’ansia. Nel frattempo mi sono
Dal giorno in cui ho saputo che
mia figlia era in attesa del suo
primo bambino, dopo una gravi-
danza extrauterina, io l’ho affi-
data a san Domenico Savio, il
grande protettore delle mamme
e delle culle. In tutto ciò che ho
chiesto a questo santo per mia
figlia, sono sempre stata esau-
dita. Tutti i giorni ho fatto la no-
vena a san Domenico Savio. Ho
donato l’abitino a mia figlia per-
ché l’indossasse. Essa l’ha
sempre portato con sé, anche
nella sala parto, e ora l’ha mes-
so nella culla del suo piccolo
Piercarlo. Anche il primo nipoti-
no Antonio, figlio di mio figlio
Roberto, ho affidato alla prote-
zione del santo, pregando per-
sonalmente presso il suo altare
Ci siamo fermati in preghiera
davanti all’urna, chiedendo la
grazia di poter avere, io e mia
moglie, un altro figlio. Solo dopo
pochi mesi Raffaella era incinta.
In ciascuno di noi si mescolava-
no gioia e paura; abbiamo ri-
chiesto l’abitino di san Domeni-
co Savio, ricevuto con grande
gioia nel luglio 2004, e ci siamo
affidati al Santo, recitando la no-
vena ogni sera. Il 2 febbraio
2005 è nato un bellissimo bam-
bino biondo, con gli occhi azzur-
ri. Per riconoscenza del dono ri-
cevuto e garanzia di protezione,
l’abbiamo chiamato Domenico.
Anche una coppia di nostri ami-
ci sono stati aiutati da san Do-
menico Savio, quando al quarto
mese di gravidanza la mamma
Mamma Margherita.
TROVATA LA CURA
GIUSTA
Sono una donna di 47 anni,
sposata, madre di un ragazzo
di 16 anni, exallieva delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice. Nel
sposata. Un giorno del 1997
venni a conoscenza, tramite
mio padre, di un medico di Mi-
lano che durante un’intervista
aveva descritto tutti i miei sin-
tomi. Presi un appuntamento
con lui e cominciai a pregare
Mamma Margherita, affinché
mi aiutasse a trovare una cura
efficace a questi disturbi. Il
medico diagnosticò vertigine
parossistica posizionale, cura-
bile con adeguata ginnastica e
assunzione di qualche pasti-
glia. Con profonda soddisfa-
zione mia e dei miei familiari,
ora ho trovato la cura che en-
tro pochi giorni mi fa passare
la crisi. Lo debbo anche alle
preghiere rivolte con insisten-
za a Mamma Margherita.
nella basilica di Maria Ausiliatri- ha contratto il citomegalovirus, 1983 per la prima volta provai
M.M., Torino
ce a Torino. Lo invoco sempre, assai pericoloso, poiché induce
affinché protegga questi miei ni- al 40% la possibilità di infettare
potini e le loro mamme.
il bambino che si porta in grem- ce. Esattamente un anno fa, ero Provvidenza. Intanto mi sottopo-
Gilio Antonio,
Vaglio Basilicata (PZ)
bo. Questi nostri amici, sentita
la nostra esperienza, si sono af-
fidati a Domenico Savio e il 5
in attesa di una bambina, ma a
40 giorni la gravidanza si è fer-
mata e io sono caduta in una di-
si a una cura per un’infiamma-
zione che avevo scoperto. Dopo
la cura, scoprii di essere incinta
gennaio è nata una bellissima sperazione totale: piangevo ma, temendo per la salute del
bambina, di nome Charlotte, mi- ogni giorno e mi chiedevo per- bambino, indossai l’abitino di
46
racolosamente sana.
ché il Signore aveva preso il san Domenico Savio senza mai
Zoia Claudio, NN mio bambino. Ero diventata ge- toglierlo. Ogni giorno piangevo e
losa verso tutte le mamme che pregavo il santo, affidandogli la
incontravo per strada con i loro mia bambina. Il 23 settembre
LA GIOIA
DI SENTIRSI
GENITORI
Mi chiamo Claudio e sono papà
di due bellissimi bambini: Ema-
ASPETTANDO
ANGELICA MARIA
Dopo un certo periodo dalle
nozze, ci siamo imbattuti in un
problema che ci impediva di
concepire il frutto del nostro
amore. Una cara zia, con molta
discrezione e fede, ci ha fatto
conoscere la biografia di san
Domenico Savio e ci ha parlato
della sua intercessione a favore
delle mamme in attesa. Anche
bambini. Un giorno, dopo l’en-
nesima crisi di pianto, una mia
amica mi ha parlato dell’abitino
di san Domenico Savio e di
tante grazie che il santo conce-
de alle mamme. Mi procurai l’a-
bitino, lo misi al collo fin dal
giorno in cui lo ricevetti. Ogni
giorno imploravo il santo di dar-
mi la gioia di essere mamma.
Lui ha ascoltato le mie preghie-
re, donandomi Francesco.
Nona Cristina, Favara (AG)
2005, con nostra grande gioia,
nacque Alice, bella e sana.
Bracco Graziella,
Pocapaglia (CN)
STORIA
TRAVAGLIATA
La mia storia travagliata di mam-
ma comincia con Leonardo, il
mio primo bambino, morto il 4
maggio 2002, il giorno prima che
nuele di 7 anni e Domenico di noi abbiamo percepito la straor-
lo partorissi. Ringrazio Dio d’a-
18 mesi. Il 5 settembre 2001 era dinaria efficacia di questo picco-
nata Valentina, ma a causa di lo santo dopo aver iniziato a
PIANGEVO
vermi sempre sostenuta con la
fede. Non ho mai perso la spe-
una rara malattia al cuore morì pregarlo con fiducia. Tutto è an-
dopo solo otto ore di vita. Per il dato miracolosamente bene: tra
E PREGAVO
ranza di avere prima o poi un al-
tro bambino. Ho pregato inces-
tremendo dolore mia moglie qualche settimana ci accingere- Sono sposata da sei anni, mam- santemente san Domenico Sa-
Raffaella, dopo circa un anno mo ad accogliere la nostra pri- ma di due bambine, Sara (quat- vio, con la novena e la preghiera
dall’accaduto, cadde in depres- mogenita Angelica Maria, che tro anni) e Alice (sei mesi). della mamma in attesa. Ho in-
sione, e dovette poi ricorrere a affidiamo ancora alla protezione Quando decidemmo di avere il dossato il suo abitino fino al gior-
specifiche cure antidepressive, della Madonna e di san Dome- secondo figlio, la mia gioia era no del parto di Francesco Maria,
fino all’inizio del 2004. Era no- nico Savio, affinché nasca in sa- grande. Lo desiderammo per avvenuto il 23 aprile 2005. Ho co-
stro desiderio di avere un altro lute e soprattutto cresca nella qualche mese, ma invano. Decisi nosciuto la potenza del piccolo
figlio, di riscoprire e provare la Grazia di Dio.
di abbandonarmi alla Divina grande santo Domenico Savio
gioia di essere ancora papà e
mamma, ma la paura era tanta.
Alessandro e Marilena, Genova
tramite una mia amica, che mi
consigliò di procurarmi e d’indos-
Casualmente abbiamo incontra-
sare il suo abitino miracoloso. Sia
to un sacerdote salesiano che ci
ha parlato di san Domenico
GIOIA DI ESSERE
lode a Dio che realizza sempre
ciò che promette.
Savio, protettore delle mamme
in attesa. Durante i mesi di feb-
MAMMA
Catanese Luisa, Terni
braio/marzo 2004 l’urna di vetro Mi chiamo Cristina, di 31 anni,
con il corpo di san Domenico
Savio veniva portata in pellegri-
naggio attraverso varie città d’I-
talia. Quando giunse nel Vene-
DICEMBRE 2007 BS
sposata da due anni e mezzo.
Dal 7 ottobre, giorno della na-
scita di mio figlio Francesco, so-
no una persona totalmente feli-
Don Ignazio Stuchly
Mons. Ottavio Ortiz
Ptfrlii’ieericmnrnhedlaiaietccesoaptnaezuitboossbenidlneipezcdloaaletezrrlieàlonecnotaotemepmrnieeteo.otnnt.eoSrsnuei

5.7 Page 47

▲back to top
IN PRIMO PIANO
redazionale
Mons.
FLAVIO GIOVENALE
Piemontese di Murello (CN).
A 20 anni era già in Brasile.
È stato direttore, economo, vicario
in varie case. Era economo
ispettoriale quando fu nominato
vescovo di Abaetetuba.
• Monsignore, ci dà qualche dato della sua diocesi?
È presto detto: 30 km2 di superficie, 415 mila abitanti, l’82% cattoli-
ci, gli altri appartenenti ad altre confessioni cristiane, facenti capo ai
neopentecostali.
• Quali sono i grandi problemi del suo territorio?
Gliene elenco quattro. Le sette, molto aggressive che hanno il loro
punto di forza nella teologia della prosperità: “Se sei santo sei ricco, se
sei povero vuol dire che sei peccatore!”. La scarsità del clero: ho solo 14
preti diocesani e 14 saveriani. Questo vuol dire che riusciamo a garantire
la messa a tutte le comunità parrocchiali della diocesi non più di 2 volte
l’anno. Ad alcune una volta al mese. Solo la cattedrale ha una messa tutti i
giorni. La mancanza di lavoro: c’è una fortissima migrazione dalle cam-
pagne, perché i villaggi non offrono alcuna possibilità, hanno solo la
scuola elementare, ma non ci sono ospedali né altri servizi essenziali. In
città si cerca scuola, lavoro e salute. Abaetetuba è sul Rio Tocantins vici-
no alla foce che forma un tutt’uno con quella del Rio delle Amazzoni:
una foce di 200 km con una sessantina di isole che purtroppo sono diven-
tate basi per la droga. E questa è la quarta piaga! Purtroppo.
• Avete pensato a qualche rimedio?
Certo. Non facciamo che pensare ai rimedi. Il primo e più importante
è, come puoi immaginare, l’educazione attraverso la scuola. Questo è il
motivo per cui la diocesi gestisce quattro grandi scuole che vanno dall’a-
silo alla maturità superiore. Il secondo rimedio, essenziale per un territorio
come quello che mi è toccato in sorte, non può che essere la scuola pro-
fessionale che apre le porte al lavoro. La nostra è il “Cristo Trabalha-
dor” che ha corsi di informatica, artigianato, moda, alimentazione, giar-
dinaggio, imprenditorialità. Terzo rimedio: l’oratorio. Da poco abbiamo
inaugurato l’oratorio Salvo D’Acquisto con l’aiuto della “Carlo Marchini
ONLUS” di Brescia e della “Lumbelumbe ONLUS” di Roma fondata
dai carabinieri italiani. Al Salvo D’Acquisto non si va per il tempo libe-
ro, lì c’è il “tempo occupato”; è vero che si pratica lo sport, si fa amici-
zia, ecc. ma soprattutto ci sono corsi di informatica, ci sono il doposcuo-
la, l’ambulatorio medico e si fa vaccinazione e prevenzione…
• Insomma un oratorio di servizi…
Precisamente. Questo ci permette di guardare con più serenità al fu-
turo. Anche perché nei dintorni sta sorgendo, ed è ormai arrivata a
buon punto, la più grande fabbrica del mondo di alluminio. Una strut-
tura del genere oltre a portare il beneficio indispensabile del lavoro
porta con sé, come ben sappiamo, anche non pochi problemi ambien-
tali, morali, di micro e macrocriminalità, ecc. Prepareremo i nostri ra-
gazzi a questo impatto industriale. E che Dio ce la mandi buona!
SHIKÒ
È una bambina di strada fin
da quando aveva 4 anni. Ha im-
parato a sopravvivere mendi-
cando e spesso rubacchiando.
Sempre in fuga dagli abitanti
che non sopportano gli street
children e i poliziotti che li tal-
lonano per punirli o rinchiuderli
in qualche struttura... Non ha
futuro, non pensa di diventare
grande. Ha subìto ogni sorta di
violenza, perché la strada è cru-
dele. La diocesi di Nairobi per
cercare di alleggerire questa pe-
sante situazione dei bambini ha
messo in piedi un’associazione
i cui operatori cercano le bam-
bine di strada per strapparle da
quella brutalità. Molte di loro,
senza famiglia, perché distrutta
47
dalla fame, dall’alcool o dal-
l’aids, hanno finito per accettare
la strada come il loro ambiente
naturale, ed è una tortura rein-
serirsi nel mondo civile, rin-
chiudersi in strutture, rinunciare
alla colla, all’alcool, al fumo...
Shikò, capitata nella rete bene-
fica dell’associazione di padre
Kirito, ha fatto una fatica boia
per capire e accettare di ribalta-
re come una calzetta la propria
vita. Ma ce l’ha
fatta, anzi è riu-
scita anche a
raccontare la sua
storia, che è di-
ventata un li-
bro edito dalla
Sperling & Cu-
per, che ha
per titolo sem-
plicemente il
suo nome. Au-
guri Shikò...
per il tuo fu-
turo.
BS DICEMBRE 2007

5.8 Page 48

▲back to top
TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
INSERTO CULTURA
di Maria Antonia Chinello
RaDio for You
CASA NOSTRA
di Martina Crivello
Il teatro di Don Bosco (1)
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Ceferino, che era costui?
CHIESA
di Silvano Stracca
Quo vadis Europa? (14)