vono da noi più di tre milioni e mez- 48% degli spagnoli considera “ec-
zo di stranieri, la metà donne. Quasi cessivo” il numero d’immigrati le-
il 6%, fra legali e irregolari, della gali nei rispettivi paesi. Richiesti
popolazione residente. Assieme alla però se l’immigrazione sia un danno
Spagna, l’Italia si avvia a raggiunge- o un aiuto, opta per il secondo ter-
re i numeri delle nazioni europee di mine il 54% dei francesi, il 53% de-
antica immigrazione come Germa- gli spagnoli, il 51% degli italiani, il
nia, Francia e Gran Bretagna. Ed ec- 48% dei tedeschi, il 36% dei britan-
co la vertigine o la paranoia “da in- nici. Quanto ai clandestini, gli italia-
vasione”. La sensazione di vivere in ni guidano la classifica di chi vor-
casa propria come in una fortezza rebbe espellerli (60%), seguiti da
assediata nasce anche dalla rapidità britannici (59%), tedeschi (54%),
della crescita degli stranieri. In soli spagnoli (43%) e francesi, i più tol-
Le migrazioni sono più una
35 anni dal 1970, quand’erano appe- leranti (34%). I clandestini sarebbe-
risorsa che un problema.
Il paese più potente al mondo
si fonda ancora oggi sulla sua
capacità di attrarre milioni
na 144 mila, gli immigrati sono au- ro circa 8 milioni, e aumenterebbero
mentati di 25 volte. Verso la fine del al ritmo di 500 mila l’anno. Concen-
prossimo decennio potrebbero supe- trati in maggioranza in Italia (6-800
di uomini, integrandoli.
rare i 7 milioni. E intorno alla metà mila), nel Regno Unito (570 mila),
del secolo varcare la soglia dei 10 in Germania (500 mila) e Francia
“interna” all’Unione. Considerando
anche gli illegali, il totale di immi-
grati extra Ue si aggirerebbe sui 15
milioni.
È nei due decenni a cavallo del
terzo millennio che il Vecchio
Continente è diventata la regione
di massima attrazione dei flussi in-
ternazionali. Italia e Spagna, nel-
l’ultimo quinquennio, hanno avuto
un’immigrazione più intensa – te-
nuto conto delle dimensioni demo-
grafiche – di quella assorbita dal-
l’America ricca a nord del Rio
Grande. La persistente debolezza
demografica di buona parte del
continente e la discreta ripresa eco-
nomica fanno pensare che l’Euro-
milioni, mentre gli abitanti dello Sti-
vale dovrebbero scendere sotto i 56
milioni. Se continuerà la forbice at-
tuale fra calo demografico, flussi e
riproduzione degli immigrati, appa-
re realistico ipotizzare che, in un fu-
turo non lontano, l’Italia diverrà il
primo paese europeo per numero
d’immigrati.
L’Italia è paradigma ed epicentro
del declino geopolitico, demografi-
co ed economico di un’Europa che
ondeggia fra bisogno – riconosciuto
– e paura degli “altri”. Le indagini
sociologiche mettono a fuoco i sen-
timenti ambigui, spesso negativi,
degli europei. Il 67% dei britannici,
il 55% dei tedeschi e degli italiani, il
(300 mila).
DIGNITÀ
PER GLI IMMIGRATI
Clandestino “non significa crimi-
nale”, ha ammonito il rappresentan-
te della Santa Sede durante un re-
cente Forum ONU. L’arcivescovo
Marchetto ha giustamente ricordato
che gli irregolari “indipendentemen-
te dal loro status legale, hanno una
dignità umana inalienabile”. E “i lo-
ro diritti devono essere salvaguardati
e non ignorati o violati”. Gli immi-
grati – ha sottolineato – contribui-
scono “al benessere del paese d’ac-
11
pa, per molti anni ancora, conti-
coglienza” e, perciò, devono veder
nuerà a essere meta di flussi consi-
garantiti tutti “i loro diritti”. Ma “di-
stenti. Se non ci fosse immigrazio-
ritti e doveri vanno di pari passo”. E
ne, i giovani che oggi hanno tra 20
i migranti hanno “il dovere di rispet-
e 40 anni non potrebbero essere
tare l’identità e le leggi del paese
rimpiazzati dai giovanissimi sotto i
d’accoglienza e di lottare per una
20 anni. I secondi sono meno nu-
giusta integrazione”, e non assimila-
merosi del 30-35% in Italia, Spa-
zione. L’Europa sa che l’esperienza
gna, Germania. Altrove il deficit è
della storia dimostra come le migra-
minore, ma pur sempre notevole.
zioni siano state più una risorsa che
un problema. Il paese più potente al
L’ITALIA
mondo si fonda ancora oggi sulla
COME PARADIGMA
sua capacità di attrarre milioni di
uomini, integrandoli. Invece, quasi
Nel contesto europeo l’Italia è sta-
tutti i governi del Vecchio Continen-
ta protagonista di una rivoluzione
te enfatizzano i rischi piuttosto che
copernicana. Siamo stati, dalla metà
le opportunità. E la diffusa sindrome
dell’Ottocento a quella del Nove-
di difesa dall’estraneo e dall’ignoto
cento, il paese d’emigrazione nume-
non favorisce certo l’integrazione.
ro uno. Mezzo secolo dopo, il Bel
Così gli europei sono destinati a
Paese è invece secondo, su scala
coesistere in casa con milioni di
mondiale, solo agli Stati Uniti quan-
to a forza attrattiva sui migranti. Og-
gi, secondo stime della Caritas, vi-
Il grande fotografo Sebastião
Delgado esprime icasticamente
il dramma delle migrazioni.
stranieri. Ma una vera convivenza
non è ancora di casa.
(continua)
BS NOVEMBRE 2007