Bollettino_Salesiano_200611

Bollettino_Salesiano_200611

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Mensile · Anno CXXX· nr. 10
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. · D.L 353/ 2003
(Conv. in L 27/02/ 2004 n. 46) art. 1, comma 2, DC8 PD
Spedizione nr. 10/ 2006
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
---
EEUCRROISPTAIANESIMO
(pag. 10)
VERSO IL PA~BÙ
DEI FIGLI DI
(pag. 16)
CALENDALAR~Joo7
AMARE
(pag. 21)

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150 - MAMMA MARGHERITA - 150 _ _,
di Pascual Chavez Villanueva
FAMIGLIA
CULLA DELLA VITA
NONÈ
UN TABÙ
La morte fa parte della vita, ma ... oggi è un tabù per i più piccoli,
e anche per i grandi. La morte non porta via per sempre
le persone. Il ricordo e la fede. Don Bosco e la morte.
Un tempo,
la morte
faceva
parte della vita.
Adulti e bambini
non si meravi-
gliavano di in-
contrarla. Con
l'urbanizzazio-
ne e la medi-
calizzazione gli uomini si
sono allontanati dalla realtà sempli-
ce e naturale del morire, e mancano
parole e gesti per dire e vivere que-
sto morire moderno , spesso solita-
rio , deritualizzato , che per i più è so-
lo simbolo di un fallimento della me-
dicina. Così il contesto della morte è
profondamente cambiato , come il
rapporto che noi abbiamo con il limi-
te di tutti i limiti . La morte mette for-
zatamente la famiglia di fronte a un
ventaglio di scelte.
Si può scegliere di "negare" la
morte. Pascal già tre secoli fa scri-
veva: «Non essendo riusciti a vince-
re la morte, gli uomini hanno deciso
di non pensarci più ». Così , nei ri -
guardi dei piccoli , il concetto di morte
diventa un tabù simile a quello che
per lungo tempo ha riguardato la
sessualità. In questo modo si nega
alla morte l'iscrizione nella logica del-
la vita, non la si riconosce come una
legge scritta nell'esistenza, si svuota
del senso e se ne fa un incidente. Si
tratta ovviamente di un tentativo falli -
mentare: film , telefilm , telegiornali e
giochi elettronici sono zeppi di morti
in quantità industriale e a portata di
bambino. L'elaborazione del concet-
to di morte si fa per tappe successi-
ve nel corso delle quali il bambino
integra progressivamente i diversi
NOVEMBRE 2006 BS
A cavallo tra il Medioevo e
il Rinascimento andò in voga
il genere letterario "Ars moriendi",
l'arte di morire. In questa xilografia
appare il moribondo circondato
da Dio Padre, Gesù e alcuni santi
patroni, mentre l'angelo custode
tiene a bada i demoni.
aspetti della morte fino a quando,
verso gli otto anni , arriva a capire il
suo carattere irreversibile e universa-
le . E cominciano le domande : Che
cosa c'è dopo? Si sparisce del tutto?
La morte è un punto fermo nella vita
o solo una virgola? La morte pren-
derà anche noi? Anche la mamma e
il papà? E non li vedremo mai più?
Devo morire anch 'io? La morte è
sempre immersa in un magma di
sofferenza e la famiglia è il luogo in
cui il lutto si può comprendere ed
elaborare. Gli esseri umani conosco-
no un sentimento unico chiamato
consolazione che quasi sempre rie-
sce a eliminare il dolore spirituale .
Anche i bambini lo sanno : piangere
in braccio alla mamma o al papà li fa
stare meglio. Piangere insieme, con-
dividere il dolore può aiutarci a sop-
portare le perdite più strazianti . L'a-
more non muore e in qualche modo,
la solidarietà e la vicinanza riempio-
no il vuoto lasciato da chi è morto.
Si può tentare anche con la
"memoria": la morte non porta via
per sempre le persone che amia-
mo, se sappiamo ricordarle . Il ricor-
do sembra quasi un modo per te -
nere vive le persone defunte . Per
questo si va a portare un fiore sulla
sua tomba, al cimitero , e si parla di
lui . Per ricordare i grandi si dà il
loro nome a una strada o a una
piazza, si costruiscono monumenti
o fondazioni. Con il ricordo , chi non
c'è più continua a essere presente.
Nel cuore delle persone amate, il
ricordo di chi è morto può essere
molto forte e molto dolce tanto da
portare sollievo e lenire il dolore.
I La morte arriva anche nella
maniera più imprevista .. .
Ecco il calco di una figura umana
a Pompei, morta nell'eruzione
del Vesuvio del 70 d.C.

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Si può anche scegliere una via
"razionale" . Questo mondo non è
la nostra casa, è solo una specie di
albergo: siamo ospiti per un po ' e
poi basta. Ogni giorno c'è qualcosa
che nasce e qualcosa che muore ,
gente che parte e gente che arriva.
Ma a una questione così radicale
solo il Creatore è in grado di rispon-
dere. E lo ha fatto , perché ha dato
al problema della morte una rispo-
sta che mai l'uomo avrebbe potuto
immaginare. Ha attraversato lui
stesso la morte e l'ha eliminata
aprendo a tutti gli uomini la via per
la vita eterna. In questo modo nes-
suno potrà mai dire : «Il mio Dio non
sa che cosa vuol dire ... ». Dall'idea
cristiana di morte si trae la forza di
vivere . Chi crede in Gesù crede in
questa promessa: quando Dio ama
qualcuno , lo fa vivere per sempre.
«Dio non distrugge la vita che ha
creato! La trasforma ». La vita non è
fatalità stupida e crudele , ma re-
sponsabilità, perché tutti abbiamo
un appuntamento da non mancare.
È proprio parlando di morte che la
fede fa la differenza. I cristiani non
dicono «la vita è bella ma poi pur-
troppo si muore», ma «la vita è bel-
la e poi finalmente si muore ». Uno
dei compiti educativi essenziali è
proprio quello di rivelare ai giovani
che hanno in mano la scelta tra la
vita e la morte ogni giorno. In que-
sta prospettiva, le dimensioni edu -
cative della famiglia assumono una
tonalità assolutamente particolare.
La vita è una sola . Comincia su
questa terra e continua nella "casa"
di Dio. La famiglia credente s'im-
merge in un clima di gioia, di spe-
ranza radicale e sperimenta la forza
di una meta esaltante.
Quale fu la parola più pronun-
ciata da Don Bosco? Scrisse don
Alberto Caviglia: «A svolgere le pagi-
ne che riportano parole e discorsi di
Don Bosco, si trova che quella del
Paradiso fu la parola ch 'egli ripeteva
in ogni circostanza come argomento
animatore supremo di ogni attività
nel bene e di ogni sopportazione
delle avversità». Se festa è l'inizio e
festa la fine, in mezzo si vive impre-
gnati di festa. «Noi siamo gente di
festa», afferma un canto salesiano.
«Un pezzo di Paradiso aggiusta tut-
to! », ripeteva Don Bosco in mezzo
alle difficoltà.
Novembre 2006
Anno CXXX
Numero 1O
In copertina:
Fa specie un "Corso cli
Diploma in Fashion
Designer' in Etiopia.
L' hanno inventato le FMA
a Zway. Èuna scommessa,
una del le tante, per far
decollare una seri e
cli opportunit à di lavoro
per chi è stato sempre
senza lavoro.
Fo to: Archivio FMA
. WWJffJ
.,-:;, ~J!JlJ1)W
M ensil e di informaz ione
e cu ltu ra re ligiosa ed ito
da ll a Congregaz ione Sa les iana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
G IANCAR LO MAN IERI
- CHIESA
1 O Europa e cristianesimo
FMA
12 La carta vincente di Zway
- VIAGGI
16 La Terra dei figli di Kambù
EMARGINAZIONE
18 Harambée a Casale Monferrato
PRIMA PAGINA
21 Il calendario 2007
di Silvano Stra cca
di Maria Anton ia Chine/lo
d i Giancarlo M anieri
di Teresio Bosco
di Serena Manoni
RuBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 Il punto gio vani - 6 Lettere al Direttore - B In Italia & nel
Mondo - 14 Osservatorio - 15 Il mese - 20 Laetare et bene facere ... - 22 Libri - 23 Pri-
mo Piano/ Focus
Redazi one : Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Mollo - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori : Severino Cagnin - Ernesto Cationi
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covolo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco
g:~~~f~~~~r~~~be~i~°s~~~~~e~I~ ~~~gi~n~:C,~~~~fi
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertone
Direttore Respon sabile : Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
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È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, co llegandosi
al sito Internet:
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazion i,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica l.laliana
BS NOVEMBRE 2 006

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di Carlo Di Cieco
BISOGNI VERI
E ARTIFICIALI
La ~icer~a ~ella felicità è obiettivo dichiarato o inespresso di tutti.
Scntton: g1~rnal_i~ti, scien~iati in varie discipline se ne sono sempre
occupati; e I soht1 mercanti hanno tentato di "venderla" offrendo
strampalate ric,ette che, tutte, fanno capo ai bisogni. '
Nessuno al mondo, sano di mente
desidera peggiorare la propria '
_cond1z1one . Ognuno, anzi , spera,
per se il meglio anche quando
realisticame nte può apparire difficile
conseguirlo. Se la realtà si presenta
dura, ci si rifugia nei sogni. Ora, nel
linguaggio comune il massimo del
meglio e del vivere bene viene
chiamato "felicità".
Sono parecchie le scienze che si
stanno occupando in questi anni di
desc_rivere la felicità e indicare le vie per
raggiungerla. Ultima tesi, in ordine di
tempo, formulata nei laboratori di una
università, sostiene che la felicità è
legata essenzialmente alla salute alla
ricchezza, all'istruzione. Niente di nuovo
salvo l'aggiunta moderna dell'istruzione '
di quanto i vari indicatori che si sono '
succeduti nel tempo , hanno di volta in
volta identificato quale formula magica
della felicità.
La felicità è considerata da epoche
immemorabili l'apice dei desideri
connaturati alla nostra natura umana
e la sua ricerca instancabile ha inizio
dal primo pianto che segue
1mmed1atamente la nascita.
Ai bisogni e desideri naturali o
esistenziali che nella vita si aggiungono
a quello dominante di cercare la felicità
oggi ci troviamo spinti ad aggiungere un~
miriade sempre più vasta di desideri
e bisogni indotti e artificiali. Grazie
all'alleanza della tecnoscienza con
l'economia di mercato, si può dire
che si vive ormai nel turbine di una vera
e propria industria dei bisogni e dei
desideri artificiali . Ha fatto epoca in Italia
11 film d1 Rosi "Le mani sulla città".
Da quando le mani si sono allungate
dalla città dell'uomo direttamente
sull'u_orno per conseguire i più alti profitti
poss1b11i anche a scapito dell'etica e della
giustizia, utilizzando i canali della
comunicazione specialmente televisiva e
pubblicitaria, si sono dispiegate immense
risorse per dare piena cittadinanza alla
convinzione secondo la quale una vita
che non si pieghi e non ricorra ai desideri
imposti dalla moda del momento è una
vita arretrata, di basso profilo , '
insignificante.
Nel trionfo quasi incontrastato del
NOVEMBRE 2006 BS
mercato e dei consumi, bisogni
e desideri esistenziali entrano in coi:iflitto
con i bisogni e i desideri indotti.
Il marketing se lo è posto quale obiettivo:
rendere l'infanzia un'alleata dei consumi
per vincere le resistenze delle famiglie e
delle agenzie educative.
Ci sono vere e proprie scuole che
puntano a studiare e ideare vaste
campagne pubblicitarie mondiali - un
vero martellamento a tappeto diretto
e indiretto - per indurre i genitori a
comprare prodotti per i propri figli.
La pressione non viene condotta
direttamente sui genitori, ma sulla parte
debole del mercato, ossia i bambini che
con continue lamentele inducono
i genitori a cedere.
Gli esperti commerciali sono convinti che
nessu~o, al i:17omento, è in grado di porre
un ar_g1ne efficace a questa strategia di
vendita. Le famiglie sono destinate a
capitolare. E con il passare delle
generazioni la resistenza alle indicazioni
e_ ~Ile lusing_he del mercato sarà sempre
p1u debole fino a sparire. Si profila un
futuro in cui l'umanità sarà manipolata:
da pochi centri di interessi e verrà
convogliata nella scelta di stili e bisogni
d1 vita da elaboratori di desideri fittizi
funzionali al consumo.
'
Già oggi è abbastanza comune
la coscienza che con i soldi si diventa
cittadini di una super categoria a cui
sono lecite cose vietate alla massa.
Le stesse regole sociali si pensa valgano
per I piccoli consumatori , non per coloro
che dispongono di milioni di euro.
Da questi scenari non tanto fantasiosi
si coglie quale posta in gioco ci sia '
nell'ambito dell'istruzione e
nell'educazione dei giovani e perché le
battaglie per una libera educazione siano
tanto contrastate. E si spiega anche
l'insistenza della Chiesa per la libertà di
educazione. Non passerà molto tempo
che i discorsi sull'educazione e la scuola
così come sono fatti oggi saranno
superati. Ci si troverà invece nella
necessità che laici e cattolici si dovranno
porre la stessa domanda: puntare a un
futuro segnato da una rinascita
umanistica o rassegnarsi a un modo
artificiale e indotto di essere uomini e
donne, docili strumenti del profitto
pianificato.

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che si salvano ? Vuol dire che le e non lungo sulle ragioni del e 'è vissuta in mezzo e conti-
staranno con Geova ? Beh, se credere. Sono in un nero pe- nuerà a conviverci. In eterno.
è così, quello non è paradiso? riodo di dubbi e confusione Critiche spietate, fin.o al san-
E quelli che non si salvano [.. .] Ci sarà pure qualche gue. Come ben sa. Vede, ciò
vuol dire che staranno lonla- scritto che dia una dritta[ .. .] eh.e mi meraviglia non è la
ni da Geova ? Beh, quello non
è inferno ??? Quindi il Papa è
Marco... @.. .
critica, è l'unilateralità. È il
dire, come lei fa, che si ingan-
espressione di Satana ? Am- Ce ne son.o parecchi di libri nano le vecchiette, come se la
mettiamo che sia vero. Non. le eh.e affrontano il problenui Chiesa f osse costituita da vec-
pare un po' bizzarro che un della f ede. Ti consiglio l'ulti- chiette che si lasciano ingan-
"emissario di Satana " parli mo che mi è capitato tra le ma- nare, come se i preti fossero
continuamente contro Salana, n.i, di Dario Antiseri, un pro- nati per ingannare. In quel ca-
che esorti i credenti a ripu- f essore eh.e in.segna alla Fa- so devono essere dei "super-
diare il diavolo, le sue opere, coltà di Scienze Politiche della man " se sono riusciti a frega-
le sue pompe, che consacra LU/SS di Roma. Ha il pregio - re letterati, scienziati, fìlo so,fi,
degli esorcisti proprio per cac- raro - di essere chiaro e con- storici, artisti, ecc. per 2000
l:'Jt::,ONO TESTIMONE ciare Satana dalle persone? vincente. Non è un librone che anni. Il secondo errore è di
DI GEOVA. Sono una Non le pare per lo meno ano- procede tra astruserie filo so- credere che gli uomini di
Testimone di Geova e volevo malo, che un 'organizzazione fi colteologiche: in. men.o di Chiesa abbiano la convinzione
sintetizzare i valori in cui noi satanica (come secondo lei è 80 pagine, note bibliografiche di essere i migliori. Se leggo
crediamo: Cristo non è Dio, la Chiesa) ponga nella pro- comprese, spiega con precisio- le vite dei santi (sono o no uo-
non esistono Sacramenti f essione di f ede richiesta ai ne e metodo (non. per nulla mini di Chiesa?) mi stupisco
Messa, l'anima dell ' uomo genitori che portano a battez- l'autore è ordinario di Meto- nel constatare che si sentivano
muore con il corpo, non esi- zare un bambino di "rinun - dologia delle Scienze Socia- i peggiori, i più peccatori,
stono né inferno, né purgato- ciare a Satana ?". Mi pennet- li) come la grande domanda quelli che avevano bisogno di
rio, non bisogna venerare ta anche di farle notare eh.e della f ede sia ineludibile e sia perdono, che temevano sem-
la Madonna, né i santi; tenere
le immagini è iconoclastia,
festeggiare con le bandiere è
idolatria; Cristo non ha fon-
dato la Chiesa; la Chiesa cat-
tolica è chiamata Babilonia,
la città di Satana; il papa e i
vescovi sono "l'espressione
visibile del potere di Satana";
iconoclastia significa "distru-
zione" non. "detenzione" di
immagini. Gentile signora (o
signorina), mi punge vaghez-
za che lei sappia poco dei Te-
stimoni di Geova e proprio
niente di religione cattolica.
Studi un. po' prima di scri vere
ba gg ianate.
più un.a in.vocazione che un
problema; come gli "assolu-
ti terrestri" (positivismo, ma-
terialismo dialettico, scienti-
smo, strutturalismo, ecc.) sia-
n.o crollati senza aver risolto
nulla; come la risposta cristia-
na sia la più convincente e toc-
chi l'intimo dell 'uomo ben ol-
pre di non amare Dio né il
prossimo come si dovrebbe.
Domanda: per quale motivo si
sottolineano sempre e solo le
pecche degli uomini di Chiesa
e mai le loro virtù, sempre il
fatto che vogliono dominare e
mai che in realtà sono domi-
nati: accusati, derisi, disprez-
la fine del mondo è imminen-
tre la ragione. Un excursus zati, uccisi in tutti i modi e sot-
te e gli eletti sono 144.000; si
che può trovare interessante. to tutti i climi? IL terzo errore
salverà solo chi è Testimone
di Geova e l'omosessualità va
sempre condannata.
Marinella @... .
Chi le ha fornito queste ma-
DARIO ANTISERI
CREDERE
Perché la fede non può
è credere che gli insegnamenti
siano "ipocriti ". Ipocriti per-
Liti,/ t,.,ON ACCETTATE ché? Si insegna ad amare Dio
CRITICHE. Direttore e il prossimo. Ciò che si tra-
[...] voi non accettate mai smette non è bagaglio proprio
una critica [...] Ingannare le ma contenuti di Van.gelo. Cre-
gnifiche e consolantissime
essere messa ali' asta
vecchi ette dicendo che se non de fo rse che quando si parla
notizie? Deve essere qualcu-
si confessano bruceranno al- di "giudizio divino", questo
no che ha fatto a cagnara con
i' inferno non è difficile, ma sia solo per gli ascoltatori ?
la vita. Le ricordo che i TDG
siamo nel // millennio (sic) Pensa che i preti pensino di
hanno preannunziato la .fin e
[.. .] Voi uomini di chiesa sfuggire a questo resoconto fi -
del mondo una cinquantina di
avete la piena convinzione di nale? Dove l'ha sentito dire?
volte nel corso dei loro "po-
essere i migliori [.. .] di do- In collegio dai salesiani lei ha
chi " anni di vita. Non s'è mai
verci illuminare coi vostri sentito prediche che tendeva-
verificata nessuna fine. Siamo
ipocriti insegnamenti [... ] Io no a ingannare i collegiali ?
ancora vivi e vegeti, anche
sono stato allievo salesiano, e Qual era questa predicazione
troppo! Quanto ai 144 mila
sa che due suoi colleghi vole- ingannevole? Su che cosa ver-
che si salvano. .. è sicura di
vano sculacciarmi a sedere teva ? Gli hanno insegnato a
essere tra quelli ? E chi sono
nudo? [... ] La vostra Chiesa froda re, stuprare, uccidere e
tra voi - visto che siete ben
dovrebbe cospargersi di cene- tradire? Uno può non avere il
più di 144 mila - quelli che si
re per tutti gli scandali del dono della f ede. Pace! Ma
perdono ? E che cosa signifi-
fil ca perdersi se non esiste
'1:,J inferno, né paradiso, né pur-
passato e di adesso.
giustificarsi cercando di in-
N LIBRO. Direttore
carisismo [.. .] Non le
Matteo... @.. .
f angare chi, tra tante diffi-
coltà, e tra tanti sbagli perso-
gatorio ? E, di conseguenza, chiedo risposte a questa mia, Caro Signore, di critiche la nali, cerca di f are il proprio
che cosa significa salvarsi ? vorrei solo che mi consigliasse Chiesa ne ha sempre avute mestiere, questo è quanto me-
Quale sorte avranno quelli un libro, abbastanza accessibi- molte.. . È nata tra le critiche, no curioso: la storia della
NOVEMBRE 2006 BS

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. 1,---
Chiesa non è fatta di delin-
quenti, ma di gente che ha pa-
tito sulla propria pelle le con-
seguenze di quanto ha predi-
cato: i martiri cristiani del-
l 'ultimo secolo sono decine di
milioni e tra loro preti, frati,
monache, vescovi... scannati
come porci, non per aver com-
messo chissà quali delitti, ma
semplicemente per essere
quello che erano. Non nego
che ci siano stati anche degli
uomini indegni. Ma non ne
parlo, visto che lo fa già lei,
assieme a tanti altri. Conclu-
do e ribadisco. La Chiesa non
è nostra, quindi nemmeno gli
insegnamenti che cerchiamo
di trasmettere. I peccati perso-
nali di Preti, frati e monache
sono sottoposti al giudizio di
Dio come quelli cli tutti gli al-
tri, anzi, se dobbiamo credere
al Vangelo, il giudizio verso i
loro confronti sarà molto più
seve ro .
l':'f l.:;,l
1O DOPO AU-
scHWITZ. Caro dir. ,
mi hanno detto di un libro che
parla di Dio dopo Au-
schwitz . . . È vero? Io le con-
fes so di essere in crisi, perché
non trovo alcuna spiegazione
alle a.ben-azio ni perpetrate in
que l diabolico campo di con-
centramento. Si celebra la
memoria . .. Di che cosa? D el-
l'assenza di D io immagino! . ..
Perché i morti è inutile ricor-
darli: mica tornano a vivere !
Ma D io dov'era ad Au-
sc hwitz?
Benedetta, Vigevano
Era tra i carcerati, i sofferen-
ti, i gassificati, i torturati...
Era a subire la stessa sorte,
perché è solidale con l 'uomo
che soffre, perché è "l'uomo
dei dolori che conosce il pati-
re". Ciò di cui lei parla, "Il
concetto di Dio dopo Au-
schwitz", è un libro del filo-
sofo ebreo Hans Jonas, pub-
blicato dal Melangolo nel
1997. Si tratta, indubbiamen-
te, di un volume suggestivo.
L 'autore spiega che Dio ha
creato volontariamente il
mondo, poi ha rinunciato alla
propria pe1jèzione, calandosi
APPELLI
Ho 35 anni e mi piacereb-
be corrispondere con ra-
gazzi per una sincera ami-
cizia, sono relig ioso e vivo
a Torino. Risponderò a tut-
ti. Con saluto fraterno.
Tel. 339/8824772.
Giovane sacerdote corri-
sponderebbe con giovani
che si sentono soli o dete-
nuti o fuori . Di Lorenzo
don Roberto, 63040 Ca-
selle di Malignano (AP).
Ragazzo 28enne cerca ami-
ci/e di penna. Grazie tanto.
Renato Vaccarella, Piazza
Raffaello 2/a, 72100 Brin-
disi.
Se volete che preghi per voi
e per i vostri cari, telefona-
temi al 333/3141634. Sr.
Maria Pietra Teresa del Ge-
Adolescente. Via San
Martino 35/b/1, 16131 Ge-
nova.
Sono una ragazzina di 14
anni, colleziono santini di
ogni genere e gradirei
scambiarli con chi ha la
mia passione. Scrivetemi.
Chiara Fragnenti, Piazza
Adda 6, 63040 Caselle di
Malignano (AP) .
Amiamo collez ionare san-
tini , cartoline e francobol -
li. Cerchiamo amici con i
quali effettuare eventuali
scambi. Molinari Emilio e
Simonetta, Via XX Set-
tembre 27, 00044 Frasca-
ti (RM).
Vorrei corrispondere con
chi ama la vita semplice e
crede veramente nell'ami-
cizia. Guaragno Rosa, Via
Taranto 10 - Quartiere S.
Paolo, 70123 Bari.
Sono un giovane di 44 an-
ni e desidero tuffarmi in
un mare di lettere prove-
nienti da amici e am.icbe d.i
tutta Itali a. Credo tanto
nell a sincera an11c1zia.
Monaco Edoardo, Via G.
Clemente 141 - Casa
Santa, 91016 Erice (TP).
nello spazio e nel fu turo; ha
scelto di farsi "immanente",
ha scelto " il divenire" all'es-
sere immutabile. Dopo aver
creato l 'uomo, libero, e con
tutte le potenzialità per essere
un capolavoro, Dio sifa spet-
tatore del cammino della sua
creatura: si ritira, insomma,
per non intralciarla, per non
condizionarla. Partecipa alla
sua vicenda ma assolutamente
non interviene in essa... Egli
non è indifferente alle vicissi-
tudini dell'uomo, ma non può
causarle né dirigerle, ha ri-
nunciato alla sua onnipoten-
za. Solo l 'uomo, perciò, è re-
sponsabile cli ciò che compie.
Per tornare ad Auschwitz,
Dio "guarda" quel luogo in-
fernale con gli stessi occhi di
chi, in quel luogo, ha incon-
trato la morte: impotente e
addolorato per quanto succe-
de. Jonas vuole affermare
che il mondo è nelle mani
dell'uomo. La bontà divina
non esclude l 'esistenza del
male: è come se Dio si fosse
privato di qualcosa (della sua
onnipotenza), per dare all'uo-
mo la capacità di conoscere il
bene e il male, e questa cono-
scenza gli permettesse di agi-
re nella più completa libertà.
Insomma, concedendo all 'uo-
mo la Ìibertà, Dio ha rinun-
ciato alla sua potenza deci-
dendo di non inte1:fe' rire nella
zona/libertà della sua creatu-
ra. Questo modo di agire, in-
comprensibile per noi, f a par-
te del Mistero divino. Ma il
Mistero da cui Dio è avvolto
non deve diventare un alibi
per l'uomo, che è chiamato a
operare il bene, non il male,
secondo il "p rincipio di re-
sponsabilità" che è il fonda-
mento dell'etica di Jonas.
Non ci è stato possibile pub-
bnlu.,;ctaereinturtteedlaezli·eottneere. pCeervne.-e
. Provvederemo a
~~~s~~:;;; alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon -
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656. 12.643
E-mail : biesse@sdb.org
BS NOVEMBRE 2006

1.8 Page 8

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FOGGIA, ITALIA
GREST ESTIVO
L ' estate sales iana è da sem-
pre una vaca nza/lavoro per
decine di confratell i e centi-
naia di animatori e co ll abora-
tori . Le gite culturali, le serate
allegre, le sagre, l' animazione
di cortili e piazze ciel quarti e-
re hanno caratterizzato iI
GRE ST dell 'oratori o S. Cuo-
re di Foggia che ha visto la
partecipazione entusias ta di
centinaia di ragazzi.
MEMORIA
di Mons. Giuseppe Selva
È nato 120 anni fa, è morto
50 annj fa. Fu un grande mis-
sionari o salesiano e un grande
vescovo. In Bras il e - dove ha
speso la vita - gli hanno dedi -
cato scuo le, centri culturali,
vie, ponti e perfi no quartieri.
P roveni va da un gruppo fa mi-
liare che ha regalato a Don
Bosco parecchi componenti :
don Pietro e don Luigi SDB ,
suor Angela e suor Caterina
FMA e, appunto, don Giusep-
pe SDB e vesco vo. Un pasto-
re che non scrisse pas torali ,
lettere, libri .. . "Fare senza
scri vere !" diceva. In effetti,
scri sse con la sua vita. Era
sempre in giro sul dorso della
sua mul a a visitare l'immensa
dioces i che la Chiesa gli ave-
va affid ato, a parlare, a esor-
tare, a pred icare, ad ammini-
strare i sacramenti. Un vesco-
vo/parroco. (Il BS gli ha dedi-
cato una pagina a f irm.a di
don A/biselli - BS ottobre
1956 pag. 390 -, e un artico-
lo di Monica Ferrari nel BS
di luglio 1990, pagg. 40-43) .
GOZO, MALTA
DON BOSCO
Un ennes imo di segno di Don
Bosco eseguito stavolta da
Martin Attard , noto arti sta
maltese. Attard è nato nel
197 1 e ha studiato arte a Val-
letta e frequentato 3 anni la
scuola di d isegno grafi co
"Salvaclore Dimech" a Mosta.
Attualmente in segna di segno
artistico e tecnico ne l liceo di
Gozo e, part time, presso la
"Wistin Camjlleri School of
Fine Arts" cli Gozo, dove in-
segna tecnica fotografica.
ROMA UPS
NUOVO VESCOVO
SALESIANO
Don Antonio Carlos Altieri ,
di.rettore della Comunità di
fo rmazione dell a Unj versità
Pontificia Salesiana (UPS), è
stato raggiunto dalla nomùia
a Vescovo di Caraguatatuba
in Brasile. Professore di Me-
todo logia e buon mu sico, ha
passato la sua vita salesiana
in case di fo rmazione o con
incari chi fo rmati vi. Ispettore
a San Pao lo, dal 2000 era al-
1'UPS. La dioces i che l'atten-
de ha un a supeificie di l992
km2 e una popolazione di
265 000 abitanti .
NOVEMBRE 2006 BS

1.9 Page 9

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AL FIDAR, LIBANO
AIUTO AI PROFUGHI
La tragedia della guerra ha
colpito di nuovo il Libano, la
cu i unica colpa è essere paese
confinante con Israele. Deci-
ne di migliaia i profughi/sfo!-
lati che hanno fatto scattare la
solidarietà internazionale. An-
che i salesiani di Al Fidar e
di El Houssoun hanno mobi-
litato tutti i loro animatori per
il sostegno materiale e moral e
ai bambini sfo ll ati. Giochi ,
canti , attività le più diverse
sono state proposte per lenire,
almeno in parte, la tristezza di
ritrovarsi da un g iorno all'al-
tro senza casa, senza beni,
senza scuola, e, spesso, senza
famiglia.
SONO MESSAGGI
SPECIALI
di Marco Pappalardo
Il linguaggio stringato degli
sms - in espansione espo-
nenziale - sta creando un
nuovo modo di scrivere e di
pensare. Il l.ibretto di Marco
Pappalardo, fo rmato 11 X 18
per 96 pagine, si presenta
co me un ' excerpta di mes-
saggm1 in campi diversi:
amore, lontananza , partenza,
anni versari , scuse, onomasti-
co, Pasqua, ecc . Insomma un
libretto, come l' ha definito
Sergio Sciacca, "formato te-
lefonino ... una nuo va lette-
ratura informatizzata". Un
esempio? Ecco lo: "Ciao,
amico, com andata ? Sono
1 po' preoccupato x domani.
Sxo d farcela. Fa J preghie-
ra x me. 1 abbraccio!" . Ciò
che lo caratterizza è che i
messaggi ni sono di alto va-
lore, positivi , religiosi, sa-
pienziali, delicati , teneri,
ed ucativi . . . Il che cos titui sce
un a novità!
VICO EQUENSE,
ITALIA
ESERCIZI
SPIRITUALI
La casa sales iana di Paco-
gnano di Vico Eq uense (NA)
in sinton ia con la stampa del
Rettor Maggiore sull a fami-
gli a, ha organizzato anche
quest'anno il corso di eserci-
zi spirituali per i gen itori e
parenti dei sales iani e delle
Figlie di Maria Ausiliatrice.
Il corso ha ri scosso grande
adesione, con la partecipa-
zione di una novantina di
persone. Il ritmo è stato mi-
rabilmente scandito dalla pa-
rola brillante e sostanziosa di
don Adolfo L ' Arco, su temi
di sa lesianità e spi rito di fa-
miglia nell ' oratorio di Val-
docco durante il periodo del-
la presenza di mamma Mar-
gherita. Le giornate sono sta-
te vissute intensamente ne ll o
spirito di un 'ottima collabo-
raz ione e coinvo lgi mento an-
che nell'animazione li turg i-
ca. La sempre più amp ia re-
ciproca conoscenza dei par-
tecipanti è stata la nota carat-
teristica del corso.
Come il suo predecessore,
Benedetto XVI ha scelto gli
scenari delle Alpi per il suo
"operoso riposo" . Nello cha-
let, adattato dai salesiani alle
esigenze di un Papa, il Ponte-
fice ha trascorso due settima-
ne di pace serena tra studio,
passeggiate, suonate al pia-
noforte, senza omettere qual-
che intervento di spessore per
la tragica situazione politica
mediorientale che proprio in
quei giorni toccava il suo tra-
gico culmine.
BS NOVEMBRE 2006

1.10 Page 10

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···················································································•··
QUOVADIS CHIESA
IL 11 N0 11 ALLE
RADICI CRISTIANE:
EUROPA? INIZIAMO UNA SERIE
DI ARTICOLI
SU QUESTA EUROPA
UN TEMPO
CRISTIANA.
di Silvano Stracca
REGNO UNITO
Il
REPUBBLICA CECA
SLOVACCHIA
SPAGNA
PAESI BASSI
~
SVEZIA
CIPRO
~
==DANIMARCA
AUSTRIA
~
I Le bandiere dei 25 stati firmatari
della Costituzione UE. A gennaio
2007 si aggiungeranno quelle
di Romania e Bulgaria.
NOVEMBRE 2006 BS
FINLANDIA
~
uFRANCIA
GERMANIA
GRECIA
~
IRLANDA
A ll'inizio del secolo ventesi-
mo, l'Europa, illuminata
dalla Belle époque - il pe-
riodo storico felice che ha preceduto
l'inizio della grande strage del
1915-1 8 - era divisa tra tanti Stati
separati da confini e barriere, ma nel
suo complesso era la capitale dello
sviluppo industriale, dell a cultura e
dei vasti imperi colon iali . Cento an-
ni dopo, la stessa Ew·opa - passata
attraverso due guerre mondiali, arte-
fice e vittima dei grandi totalitari-
smi, perse le colonie, divisa a lungo
dalla "cortina di ferro" - si riscopre
unita, quasi per un miracolo, ricca,
segnata dal benessere e protetta dal
Welfare come non era mai stata nella
sua sto1ia e come non accade, forse,
in nessun ' altra patte del pianeta.
EPPURE...
Eppure quest'Europa, liberata
dalla "cami c ia di forza" delle ideo-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
logie e dei blocchi, allargata a Est,
intenta sempre più a segnare le di-
stanze dal! ' America, non progredi-
ce come potrebbe, non è competi-
tiva, è quasi assente dalla scena in-
ternazionale, sino all a crisi libane-
se, rifugge dalle proprie responsa-
bilità nell' affrontare drammatici
problemi sull a soglia di casa, come
la dissoluzione dell'ex Jugoslavia
ieri, l'emigrazione disperata dal
Sud del mondo oggi.
Insomma questa nostra Europa,
proprio nell'ora del suo massimo
successo, sembra diventata vuota
dall ' interno, incapace di tradurre
principi e valori in azione politica,
paralizzata da un a grave crisi mo-
rale e spirituale più che politica.
L' E uropa unificata attraversa, di
fatto, un a "crisi d'identità", emersa
nella sua profonda portata durante
il lungo dibattito per il varo di una
Costituzione europea, naufragata
poi con il "no" popolare nei refe-
rendum in Francia e Olanda.
Intorno alla definizione del! 'Eu-
ropa, intorno alla sua nuova forma
politica, non si giocava una batta-
gli a di "retroguardia", ma piuttosto
una grande responsabili tà di fronte
all ' umanità di oggi. Nella discus-
sione sul Preambolo della Costitu-
zione è subito affiorata la con trap-
posizione tra le due culture che ne
hanno contrassegnato la storia,
quella religiosa cristiana e quella
laica e illuminista. E la contrappo-
sizione si è concentrata su due punti
controversi: la questione del riferi-
mento a Dio nella carta costitutiva
e quella della menzione delle radici
del continente che affondano nella
tradizione ebraica e cristiana.
IL GRAN RIFIUTO
L'Europa si è 1ifiutata di menzio-
na.re le radici giudaico/cristiane. Ri-
guardo alle sue origini cul turali e
sp irituali sono state adottate due
formule leggermente differenti tra
loro, accettate solo dopo molte di-
spute. Una dice che "i popoli del-
l'Europa (sono) consapevoli della
sua eredità spirituale e morale",
l'altra si riferisce genetica.mente al-
la sua "ereditàptlturale, religiosa e
umanistica". E evidente che en-
trambe sono estremamente povere e
deliberatamente reticenti , dato che
né l' una né l'altra definisce con pre-
cisione di "quale" eredità e di "qua-
le" reli gione l' E uropa sia debitri ce.
La domanda è dunque: può l' E u-
ropa unificars i economicamente, so-
cialmente e politi camente se non ha
neppure la forza di menzionare
quella tradizione religiosa senza la
qua le essa non esisterebbe? La ri-
sposta è: no, non può. Chi non sa
da dove viene, non sa nemmeno
dove andare. Il 1989, in questo sen-
so, è uno spartiacque importante.
Tolta la camicia di forza delle ideo-
logie e dei blocchi che aveva imbri-
gliato l'Europa per decenni, si sono
aperti nuovi spazi di libertà e di re-
cupero religioso. Ma si sono anche
sprigionate nuove minacce, le qua.Li ,
più che nel passato, riguardano I' i-
dentità dell'uomo e generano la
"dittatura del relativismo", come la
definì Benedetto XVI nella sua ulti-
ma omelia da cardinale.
BENEDETTO XVI
Proprio Joseph Ratzinger, attento
osservatore di un 'evoluzione del-
l'E uropa nel segno ciel rifiuto dei
suoi fondamenti spiri tuali , poco
prima dell'elezione scriveva, all ar-
mato: "Si diffonde l'impressione
che il sistema dei valori dell'Euro-
pa, la sua cultura e la sua fede, ciò
su cui si basa la sua identità, sia
gi unto alla fine e anzi sia già uscito
di scena". E ancora: "Dell a sua
storia (l'Europa) vede orma.i ciò
che è deprecabile e distruttivo,
mentre non è più in grado di perce-
pire ciò che è grande e puro".
Lo stesso Ratzinger così replicava
a chi invitava le Chiese a sta.re tran-
quille dato che, nella Costit11zione,
venivano garantiti i loro diritti istitu-
zionali: "Ciò significa che esse, nel-
la vita dell'Europa, trova.no posto
nell'ambito del compromesso politi-
co, mentre, nell'ambito delle basi
dell'Europa, l'impronta del loro
conten uto non trova alcuno spa-
zio ... L' affermazione che la men-
zione delle radici ctistiane ferisce i
sentimenti dei molti non cri stiani
che ci sono in Europa, è poco con-
vincente, visto che si tratta prima di
tutto di un fatto storico che nessuno
può seriamente nega.re". "Chi ver-
rebbe offeso?", si chiedeva il cardi-
nale. "L'identità di chi viene minac-
Ironia della sorte, la firma della
Costituzione europea da parte
dei 25 stati membri è avvenuta
il 29 ottobre 2004 a Roma, nella
Sala degli Orazi e Curiazi
in Campidoglio, sotto lo sguardo
serio e il gesto benedicente
di papa Innocenzo X. Nel lato
opposto la statua marmorea
di Urbano VIII completava
il curioso quadro d'insieme.
ciata? I musulmani, spesso tirati in
ballo, non si sentono minacciati dalle
nostre basi morali cristiane, ma dal
cinismo di una cultura secolarizzata
che nega le prop1ie basi. E anche i
nostri concittadini ebrei non vengo-
no offesi dal riferirnento alle radici
cristiane, in quanto queste radici ri-
salgono sino aJ monte Sinai: portano
l'impronta della voce che si fece
sentire sul monte di Dio e ci unisco-
no nei grand i orientamenti fo nda-
mentali del Decalogo per l' uma-
nità".
ETSI DEUS
NON DARETUR
Lo stesso vale, sottolin eava il fu-
turo Papa, per il riferimento a Dio
nella Costituzione europea: "Non è
la menzione di Dio che offende le
altre religioni , ma piuttosto il ten-
tativo cli costruire la comunità
umana assolu tamente senza Dio".
Dunque le motivazioni per il dupÌi-
ce "no" sono più profonde di quell e
avanzate. E "presuppongono l'idea
che soltanto la cultura illurninista
radicale, la quale ha raggiunto il
suo pieno sviluppo nel nostro tem-
po, potrebbe essere costituti va per
l'identità europea".
BS NOVEMBRE 2006

2.2 Page 12

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LA CARTA VINCENTE
DIZWAY
di Maria Antonia Chinello
«Lem lem» - in amarico
"piano piano,, - è il foglio
informativo che collego
chi sostiene lo missione di
Zwoy, al sud del/'Etiopio.
Il periodo di silenzio tra
un 'informazione e l'altro
si sto allungando, segno
che lo missione cresce,
così come lo risposto
ai bisogni dei più poveri
che non hanno voce
neppure per piangere
il loro dolore.
Z way è una «città» con 60 mila
abitanti, un centro importante
che esercita un'attrazione
enorme sugli abitanti dei villaggi. A
Zway c'è l'acqua (e le donne non de-
vono camminare ore per attingerla).
Ci sono le scuole (non importa se i
bambini arrivano anche a 150 per
classe!). C'è la medicina per la mala-
ria ... Ma la povertà dilaga: famiglie
intere vivono in pochi metri quadrati,
senza i servizi essenziali. La maggior
parte della popolazione in casette di
fango e paglia. E la città si allarga
verso la periferia, una casupola dietro
l'altra, senza interruzione. I servizi
urbani sono rimasti quelli del dittato-
re Menghistu, quando aveva deciso
di elevare il villaggio al rango di
città: larghi boulevard (ha piantato
anche alberi!), diversi uffici, una
scuola elementare e una superiore.
Infine, una scuola popolare che, dopo
la caduta della dittatura, il popolo ha
deciso di affidare alle suore salesiane.
NOVEMBRE 2006 BS
Distribuzione della faffa al "Feeding Programme".
Esiste anche un minuscolo centro
medico. Poi, si sono aggiunti bar e
hotel, perché chi viaggia lungo quel-
l' arte1ia, la maggiore del Paese, possa
trovare un luogo in cui trascorrere e
spendere la notte. La città è tutta qua.
FAME EDUCAZIONE
La comunità delle FMA, presente
dal 1984, si è aperta alla gente e ha
ascoltato il grido di questi anni: fa-
me! Vi ha risposto con il Feeding
Programme: «A lemitu, 18 mesi per
4,900 kg di peso - spiega suor Elisa
Tonello - è stata la ptirna. Poi è arri-
vata Makia. Poi decine, centinaia di
altri bambini sull 'orlo della morte
per fame. Tanti ce l'hanno fatta. Ma
non tutti. Abbiamo davanti agli oc-
chi una realtà che non sapremmo im-
maginare vera, se non fosse lì, sulle
nostre braccia». Non si possono rac-
contare le migliaia di mamme e
bambini che durante l'anno della fa-
me camminavano ore per raggiunge-
re la missione e avere qualcosa da
mangiare. E i bambini, accampati in
un angolo presso un ospedale da
campo improvvisato. Per mesi. Ma il

2.3 Page 13

▲back to top
---------------------------------4 Le prime FMA sono arrivate in Etio-
pia, a Dilla, nel 1982. Ora le comunità
sono quattro: Addis Abeba, Adwa,
Dilla, Zway. La missione è accanto ai
giovani più poveri per promuoverli : si
tratta di formare uomini e donne per il
convinte che in questo angolo del
Sud del mondo solo la competitività
assicura la sopravvivenza. Ed è così
che, a fianco dell'ospedale da cam-
po, i ragazzi hanno iniziato a diven-
domani. Le FMA di Adwa durante il
lungo conflitto con l'Eritrea, sono re-
state accanto alla gente. Le bombe
acide e i missili volavano sopra i tetti
della missione. La gente si è rifugiata
nella loro casa e le ha aiutate a
tare esperti informatici, con diploma rinforzare i muri : era il loro grazie.
uffic ialmente riconosciuto».
Ora nelle quattro case le FMA hanno
aperto scuole dell'infanzia e prima-
A SCUOLA DI FASHION
rie, centri professionali e scuole per
la preparazione di insegnanti. Sono
Altra scelta strategica: taglio e cu-
cito, una scommessa che il P aese -
esportatore di cotone e di tessili -
"suore alla Don Bosco": collaborano
con alcune industrie europee e se-
guono personalmente le giovani , bat-
tendosi per un giusto riconoscimento
avrebbe fatto il salto verso l'indu- dei loro diritti e perché possano rice-
strializzazione, sfruttando il settore vere un salario adeguato al lavoro.
manifa tturiero. Così, dopo anni di
Giovani della scuola
"Fashion Designer".
governo negava che a Zway ci fosse
la farne. Come e che cosa fare per-
ché queste storie non si ripetano al-
l'infinito? U processo di desertifica-
zione avanza, le piogge sono sempre
più erratiche, i raccolti si perdono, le
micro/macro forni si moltiplicano.
«A Zway abbiamo scelto di educare,
perché solo l'educazione permette di
1isolvere e non rattoppare i problemi
della gente». Ecco che accanto alla
scuola materna, 650 alunni, si apre il
Centro di alfabetizzazione, 200 gli
allievi, per ragazzi/e che non si sono
mai seduti sui banchi di una scuola:
in pochi anl)i prepara per accedere
alla quinta. E un programma di pre-
venzione per gli "street children" che
aiuta ragazzi/e altamente a 1ischio a
non compiere il passo verso la stra-
da. La Primary School (dal 1° all '
grado) accoglie chi proviene dai pro-
grammi . di alfabetizzazione. Ora la
freq uentano in 640, ma il numero è
destinato a raddoppiare. «Ci siamo
proposte - dice suor Elisa - una edu-
cazione di qualità, perché anche qui,
al Limite del deserto, siamo testimoni
oculari che sono sufficienti 3/4 anni
taglio e cucito e molti sforzi, la
scuola avvia il Corso di Diploma in
Fashion Designer. I ragazzi/e sono
stati invitati a presentare un fashion
show ad Addis Abeba, la capitale,
in occasione di un evento nazionale
per le scuole tecniche. E stanno già
arrivando proposte di lavoro. I no-
stri studenti sono ricercati da nume-
rose industrie manifatturiere c he
stanno sorgendo attorno a Zway:
tutti quelli c he si sono diplomati
han no trovato un 'occupazione. Ma-
gari sono cresciuti in una capanna,
affrontando grandi difficoltà; ma
ora hanno un lavoro e un salario.
Gli studenti della Fashion Designer
stanno gestendo anche un piccolo
negozietto in città. Dopo la scuola,
vi lav9rano per guadagnars i da vi-
vere. E una grande opportunità di
lavoro non solo per chi si diploma
nel campo della moda, ma anc he
per chi freq uenta informatica, per le
donne dei bambini del Feeding Pro-
gramme che stanno imparando a fa-
re i cestini di paglia, per le ragazze
della scuola superiore che guada-
gnano qualcosa con il ricamo. «Ma
come salesiane non potevamo di-
menticare che madre Mazzarello
stava ancora imparando a scrivere,
quando aprì la prima scuola per la
fo rmazione delle insegnanti. E così
da due anni , accanto al College, si è
aperta anche la sezione del TTI
(Teacher Training Institute) per la
formaz ione degli insegnanti che re-
sta la nostra più grande sfida.
sione. Nel corso dell 'anno sono stati
realizzati 13 pozzi , in altrettanti vil-
laggi. Ma la gente continu a a chie-
dere. Suor Giovanna Bianchi, ani-
matrice della comunità e tra le fon-
datrici della presenza FMA in E tio-
pia, è il referente designato a discu-
tere con gli "anziani " del vi llaggio
che, quando gi ungono alla missio-
ne, versano, davanti ai suoi occhi,
un a boccettina d'acqua del colore
del fa ngo: «Questo è quello che i
nostri bambini bevono» . La condi -
zio ne di vita ne i vi ll aggi si è fermata
ali ' anti chità, quando i buoi tiravano
un aratro con la punta di ferro;
quando la donna camrninava per ore
per attingere acq ua a qualche lonta-
na fonte. Purtroppo, Zway è situata
nella Rift Valley, l'antica profonda
spaccatura che dalla Palestina arriva
alla Tanzania. I geologi considerano
la zona come un a delle aree di più
intensa attività sismica. Di qui, l' al-
ta percentuale di fluoro presente
nell 'acq ua di diversi pozzi. Si è ini-
ziata l'opera di de-fluorizzazione,
perché dai rubinetti potesse fluire
acqua potabile. La gente è andata
infinite volte all'Ufficio delle Ac-
que della zona per spronare le auto-
rità locali a dare inizio ai lavori. E
la loro caparbietà ha ottenuto l'in-
sperato: «Il governo ci ha dato il
permesso di avv iare i lavori. Non
senza qualche rimprovero, perché
prima di ini ziare a scavare i pozzi
non li abbi amo interpellati» . E così
il Progetto Trivella si è trasformato
per salti di tipo epocale! Da due an-
ni, vicino alle capanne passano le fi-
ACQUA!
in Progetto defluori zzazione... E
sembra che ce l' abb iamo fatta: l' ac-
bre ottiche (dai costi inaccessibili!) La scommessa dell' educazione rag- qua sgorga dai rubinetti li mpida e
con la connessione a Internet. Siamo gi unge anche i dintorni della rnis- fresca.
O
BS NOVEMBRE 2006

2.4 Page 14

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u IDE Z L E..
1125 novembre 1856, esattamente 150 anni fa, alle tre del mattino,
moriva la mamma di Don Bosco, Margherita, di polmonite. Era nata il 1° aprile 1788,
aveva 68 anni. Era stata all'Oratorio, mamma di suo figlio e dei tanti figli di suo figlio,
per 10 anni. A Lei dedichiamo la poesia di monsignor Baldassarre Cuomo,
già vicario generale di Pompei ed ex rettore del Santuario.
micie zolle conservano incantate
il ricordo delle tue orme innocenti.
Là, su quelle orme ,
si piegarono sotto il cielo le tue ginocchia
per pregare.
Là sono impressi indelebilmente
i giochi di un fanciullo che sognava;
e i sogni, divina profezia,
si mutarono in eventi .
Là, un mammR,
che dal suo stesso nome
annunzia candore di semplicità e saggezza,
volge ancor oggi occhi di amore
ricordando intimità, speranze, pianto
intorno a un figlio .
Mamma Margherita,
guardando a quelle zolle ,
narra ogni giorno al figlio in paradiso
segreti palpiti
nascosti , durante il tempo , in fondo al cuore .
Umide zolle, umile abituro!
Là, semi di un arcano
piovvero
per diventare messi di tutti i continenti.
Tra ristrette mura,
il respiro universale ebbe la sua culla :
respiro che di fuoco e d'impetuoso vento si compone,
come Pentecoste rinascente.
Il vento, il fuoco , sono voci di un Amore
che traccia strade liberamente,
anche tra luoghi impervi e ignoti
per portar luce.
Il vento , il fuoco
irresistibili potenze cui ricorre Dio
per dir di sé senza farsi vedere!
Tu , Giovanni,
così sei fatto: tutto vento , tutto fuoco,
come tutto verde è la selva, il bosco che ti dà casato .
Chi ti tocca si scotta.
Chi si avvicina sente il soffio che lo investe.
A chi t'interroga rispondi :
"Am a!".
A chi vuol sapienza per cambiare il mondo,
additi:
"Studia di farti amare! ".
NOVEMBRE 2006 BS
Il parroco mostra al Rettor Maggiore
l'atto di battesimo di Mamma Margherita.
Una veduta di Capriglio, il paese natale
di Margherita Occhiena.

2.5 Page 15

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-Novembre
IL FRUTTO DEL MESE
CASTAGNA
Già nel IV secolo a.e ., Senofonte
definisce il castagno "albero del
pane". La pianta, originaria dell 'Asia
Minore, si è diffusa nell 'area medi-
terranea. In Italia, forma grandi bo-
schi su Alpi e Appennini , molti dei
quali eredi di quelli impiantati nel
Medioevo dai monaci e dalla con-
tessa Matilde di Canossa. In passa-
to la castagna ha avuto un ruolo
fond amentale nell'alimentazion e:
100 g di castagne fresche ap-
portano 200-21 O calorie ; secch e,
370. Contiene anche calcio , potas-
sio , vitamine (B1 e B2 ; assente la
C) , è consigliata a giovani, sportivi
e anziani. Un tempo era usata per
curare astenie, anemie, diarree ed
emorroidi ; resta controindicata per i
diabetici . Le castagne sono più pic-
cole dei marroni, che hanno pellico-
la interna più chiara e meno ade-
rente. Si consumano cotte (caldar-
roste) , o bollite , o ridotte in farina, e
si usano per preparare marmellate,
dolci e "marrons glacés".
L'ITALIANO DEL GIORNO
novembre 1957: a Stresa (Ver-
bania), muore il poeta Clemente
Rebora .
2 novembre 1475: presso Berga-
mo muore il condottiero veneziano
Bartolomeo Colleoni .
3 novembre 1801 : a Catania, na-
sce il compositore Vincenzo Bellini .
4 novembre 1575: a Bologna, na-
sce il pittore Guido Reni.
5 novembre 1526: a Bologna,
muore il matematico Scipione del
Ferro .
6 novembre 1835: a Verona, nasce
l'antropologo Cesare Lombroso .
7 novembre 1877: a Roma Vitto-
rio Emanuele Il sposa civilmente
(dopo il rito religioso, nel 1869) ,
Rosa Vercellana , la "Bela Rosin ",
moglie mo rganatica.
8 novembre 1491 : a Mantova
nasce il poeta Teofilo Folengo ,
noto come Merlin Cocai.
9 novembre 1877: a Napoli na-
sce Enrico De Nicola , primo pre-
sidente della Repubblica.
10 novembre 1965: a Los Angeles ,
muore lo schermidore Aldo Nadi .
11 novembre 1869: a Napoli, na-
sce Vittorio Emanuele lii , re d'Italia.
12 novembre 1866: nasce il poe-
ta Angiolo Silvio Novara .
13 novembre 1868: a Passy, vici-
no Parigi , muore il compositore
pesarese Gioacchino Rossini.
14 novembre 1893: a Milano, na-
sce lo scrittore Carlo Emilio Gadda .
15 no ve mbre 1356: a Genova
Simone Boccanegra è eletto do-
ge per la seconda volta.
16 no vembre 1892: a Castel D'A-
rio nasce Tazio Nuvolari , pilota
d'auto e moto da corsa.
17 novembre 1494: a Firenze
muore l'umanista Giovanni Pico
della Mirandola .
18 novembre 1891 : a Milano, na-
sce l'architetto Giò Ponti.
19 novembre 1503: nasce Pier
Luigi Farnese , primo duca di Par-
ma e Piacenza.
20 novembre 179 1: a San Marti-
no dell 'Argine nasce il sacerdote e
pedagogista Ferrante Aporti .
21 novembre 1992: muore Seve-
rino Gazzelloni , il "fl auto d'oro".
22 novembre 1929: nasce l'attri-
ce teatrale Isa Barzizza .
23 novembre 1921 : nasce l'attore
e cantante Ferdinando "Fred"
Buscaglione .
24 novembre 1826: nasce Carlo
Lorenzini , noto come Collodi.
25 novembre 1881 : nasce Ange-
lo Giuseppe Roncalli , papa Gio-
vanni XX III , beato.
26 novembre 1871 : a Caltagirone
nasce don Luigi Sturzo , fondatore
del Partito Popolare Italiano , poi
Democrazia Cristiana.
27 novembre 1962: in un misterio-
so incidente aereo , muore Enrico
Mattei , presidente dell'Eni.
28 novembre 1899: a Parigi muo-
re Virginia Oldoini Verasis , con-
tessa di Castiglione.
29 novembre 1797: nasce il com-
positore Gaetano Donizetti .
30 novembre 1526: a Mantova
muore il condottiero Giovanni de'
Medici , "dalle bande nere".
Savina Jemina
Gaetano Donizetti
IL BESTIARIO DELLA BIBBIA
AGNELLO
Nella prima lettura della solennità
di Tutti i Santi (1 ° novembre) , si
legge che "Tutti stavano in piedi
davanti al trono e davanti all'A-
gnello" (Ap 9,1O) . Nella Bibbia l'a-
gnello è citato 187 volte . Nell'A.T. ,
è l'animale da sacrificio per eccel-
lenza (per tutti , Lv 14,1O e Nm
7, 17) . A Pasqua, si offriva "un
agnello senza difetto, maschio,
nato nell 'anno " (Es 12,5). Nei
sacrifici quotidiani , "u no degli
agnelli lo offrirai la mattina e l'al -
tro agnello lo offrirai al tramonto "
(Nm 28,4). Nel N.T. l'agnello raffi-
gura Cristo. Giovanni Battista
stesso definisce Gesù: Agnello di
Dio che toglie i peccati del mon-
do" (Gv 1,29 e 1,36). Il concetto è
richiamato anche da Pietro: "Fo-
ste liberati (... ) con il sangue pre-
zioso di Cri sto , come di agnello
senza difetti e senza macchia"
(1 Pt 1,19) . Numerose citazioni
nell'Apocalisse (36 volte).
IJS NOVEMBRE 2006

2.6 Page 16

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VERSO IL PAESE
DEI FIGLI DI KAMBÙ
di Giancarlo Manieri
In viaggio per
raggiungere la Cambogia,
paese del famigerato
Poi Pot. Qualche battuta
sui grandi salesiani della
Thailandia, il paesaggio,
poi ecco un altro mondo.
' 'D o~,gwrndaotvaremcoh_tusstz~r~m ununa
pulmino. Come passia-
mo il tempo?". "Ti racconto qualco-
sa dei primi salesiani della Thailan-
dia, quelli che considero i più
grandi". "Perfetto! Vai ...". E Batti-
sta partì di gran carriera, descriven-
do, quasi senza pause, imprese sor-
prendenti e richiamando alla memo-
ria ricordi personali sui personaggi
che hanno fatto la storia salesiana
della Thailandia. Seppi così alcune
cose di don Luigi Fogliati (1907-
1987) l'apostolo dei lebbrosi e dei
poveri. In Thailandia, missione an-
cora vergine per i salesiani, il primo
gruppo arrivò nel 1927. Anni duri,
di estrema povertà. Prese la malaria
e in seguito anche la congiuntivite.
Intelligente, mite e sorridente ebbe
sempre stima di tutti. Papà dalle
mani bucate, distribuiva tutto ciò
che riusciva a ottenere. Attendeva a
cinque residenze missionarie. C' e-
rano anche centinaia di lebbrosi: ci
trovava gusto a convivere con loro.
Il Re stesso volle dargli un grande
segno di riconoscenza, I ' onorificen-
za dell'Elefante Bianco.
Don John Ulliana (1911-1984),
fondatore della Don Bosco Techni-
cal School e della St. Dominic
School. Un prete tanto amato per le
NOVEMBRE 2006 BS
I Ci concedemmo un po' di riposo
prima di attraversare la vistosa
porta/monumento che marcava
il confine.
sue benemerenze che ha ricevuto
ben tre onorificenze dal sovrano, e
quando è morto la sua bara fu ve-
gliata per 5 notti dai fedeli e da ami-
ci, riempiendo la chiesa. Sei vescovi
e 79 preti hanno concelebrato al suo
funerale. Fu il fondatore di una rivi-
sta e di fogli parrocchiali letti anche
dai buddisti, e un precursore della
"Ad Gentes" per il dialogo tra le re-
ligioni, oltre che un grande costrut-
tore di case per i poveri ... Monsi-
gnor Pietro Carretto (1912-1994)
fu il "padre buono". U re inviò per il
suo funerale in un'urna apposita una
manciata di terra thai che servisse
per l'inumazione, riconoscimento
accordato in genere solo a persona-
lità di sangue reale. Era ormai più
thailandese che italiano, guidato da
un motto: "prendi il cuore dell'altro
e mettilo nel tuo cuore". Vescovo a
39 anm s1 mise a serv!Zlo di tutti
senza limitazioni. Solo un episodio
per svelarne l'animo e lo sti le: il
portinaio dell'episcopio dovendo re-
carsi in vista dai parenti chiese in
tutta semplicità al vescovo di ac-
compagnarlo, e lui lo fece subito,
ponendosi al volante della sua vec-
chia Fiat 124. Arrivava con anticipo
nelle parrocchie dove doveva am-
ministrare la cresima, dava una ma-
no per i preparativi, sedeva in con-
fessionale ... Era il fratello di un al-
tro grande: il famoso Carlo Carretto
fondatore di Spello.
Don Massimiliano Gomiero
(1916-1977); Io chiamavo "don-
dai-che-ce-la-fai", perché era il suo
motto intercalare. Lo diceva a tutti,
insegnando così a non scoraggiarsi
mai. "Era un po' come me - dice
don Battista - raccontava barzellet-
te, ma più belle delle mie. Era ecce-
zionale: quando rubarono i panta-
loni dei ragazzi del collegio, sicco-

2.7 Page 17

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I Avevamo passato campi di riso, minuscoli villaggi,
edicole al Budda, chioschetti che vendevano
la benzina in bottiglie come fosse vino,
bancarelle di piccoli stupa ...
I
Una terra dalle immense distese
allagate, e le case quasi tutte
costruite su palafitte.
me avevano solo quelli, lui inforcò
la sua bici la mattina presto e andò
per le vie di Bangkok a chiedere
pantaloni usati per i suoi ragazzi ri-
masti in mutande (quelli che ce l'a-
vevano). Molti 01fani gli dicevano:
se potessi scegliere un padre, sare-
sti tu!".
Don Delfino Crespi (1907-1978).
L' uomo della foresta. Fu inviato a
fondare due villaggi - Fatima e
Phanom - per dare un aiuto a fami -
glie povere sia cristiane sia buddi-
ste, senza distinzione. Non ci pensò
due volte. E riuscì nell'impresa di
cambiare la foresta in coltivazioni
di banane, cocco, aranci, caffè, ana-
nas, mango, ecc. tutto con la sola
forza della zappa, della scure e della
sega, perché non aveva altro. Di-
venne una leggenda. Fece il farma-
cista, il provveditore, il falegna-
me ... visse per anni in una casa con
le pareti di bambù . .. "Questi, con-
cluse don Battista, e molti altri sono
i nostri eroi".
OLTRE IL CONFINE
Eravamo ormai arrivati presso il
confine, dopo aver percorso la lun-
ga strada costruita dai militari ame-
ricani per arrivare in Vietnam. Ave-
vamo passato campi di riso, minu-
scoli villaggi, edicole del Budda,
chioschetti che vendevano la benzi-
na in bottiglie come fosse vino,
bancarelle di piccoli stupa, ecc ...
Ora bisognava espatriare con la so-
lita noiosissima trafila alla frontiera.
Ma tutto sommato ce la siamo cava-
ta in non molto tempo, con Don
Battista pronto a spiegare, tradurre e
raccontare barzellette perfino ai
funzionari di frontiera . Si meravi-
gliò anche l'autista della velocità
con cui si superarono le questioni
burocratiche. Era disposto all' atte-
sta di ore, invece ne bastò una. Ci
concedemmo un po' di riposo prima
di attraversare la vistosa porta/mo-
numento che marcava il confine. A
guardarsi attorno, di bello c'era solo
la porta. Il resto appariva alquanto
squallido: tanta gente, abbastanza
male in arnese, che attendeva il suo
turno per il visto, piccoli commer-
cianti che trainavano in carretti
sgangherati le poche cose che ave-
vano da offrire, venditori/trici am-
bulanti che riparavano dal sole la
povera merce sotto ombrelloni da
spiaggia, e poi moto, biciclette, ri -
sciò, camion, macchine sgangherate
e la confusione tipica di un posto di
confine.
KAMBU-JA
Ed eccoci, finalmente, in Cambo-
gia. Il vocabolo deriva da Kambu-
ja, i nati da Kambù. Costui era, se-
condo la tradizione nutologica in-
diana, un senudio giunto nel nostro
pianeta dalle stelle. Sulla terra spo-
una principessa naga dando così
origine al popolo dei figli di Kam-
bù, i cambogiaiu. Furono i Kmer
nel x secolo che presero il semidio
come nume protettore e dettero il
suo nome alla loro terra. In effetti,
la civiltà Kmer era profondamente
legata alla cultura indiana, di cui
presenta imponenti vestigia, prime
fra tutte i resti della favolosa città di
Angkor, circondata da mura quadra-
te e protetta davanti a ogni porta di
entrata da 54 statue di divinità sulla
parte destra e altrettante di demoni
sulla sinistra.
"Non siamo arrivati nella stagio-
ne migliore - disse Battista - ma
questa terrà ti stupirà ugualmente
per le immense distese allagate, per
le case quasi tutte costruite su pala-
fitte, proprio per difendersi dall'ac-
qua, dai topi, dai serpenti, ecc.; per
le strade ché chiamare dissestate è
fargli un complimento, per i fiumi
praticamente senza argini e per la
povertà che è il minimo comune de -
nominatore di questa antica glorio-
sa terra" . E tuttavia la Cambogia è
anche foreste, boschi, pianure, mae-
stosi monumenti, pagode impressio-
nanti per la loro bellezza . .. Oggi è
un paese in ricostruzione. "Ci vor-
ranno ancora anni perché si risolle-
vi dalla maledizione in cui l'ha cac-
ciato Pol Pot. Ma avremo occasione
di parlarne". "Quando i salesiani
sono venuti in Cambogia, e per-
ché?", chiesi. "In avanscoperta già
nel 1991 con don Walter Brigolin e
il coadiutore Roberto Panetto. Ora
abbiamo presenze nella capitale, a
Sihanoukville e a Poipet... senza
contare le numerose scuole, i villag-
gi che curiamo pastoralmente e aiu-
tiamo economicamente".
BS NOVEMBRE 2006

2.8 Page 18

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HARAMBE-E
A CASALE
MONFERRATO
di Teresio Bosco
Alcuni anni fa un gruppo
di cooperatonltrici
salesiani di Casale
Monferrato occuparono
le ferie andando ad
aiutare una n11'ssione
salesiana dell'Uganda.
Videro cose splendide
ma anche angoscianti
e, di riflesso, scopni-ono
le necessitò della loro
cittadina ...
I n Uganda i figli di Don Bosco
fanno miracoli per dare pane e
mestiere. Lo ha constatato de vi-
su un gruppo di cooperatori che vi
hanno passato le ferie. Tornati a Ca-
sale, scoprirono che anche nella lo-
ro zona c' erano ragazzini/e in gravi
difficoltà. "Perché non facciamo
qualcosa anche qui ?". Nacque così
la Comunità Harambée, parola afri-
cana che significa Incontro . La co-
munità salesiana mise a disposizio-
ne l' intero secondo piano della sua
casa che, adeguato e ristrutturato se-
condo le norme di sicurezza, inau-
gurò il suo nuovo corso nel 1996.
Quest'anno, nel centenario dei sale-
siani a Casale, Harambée ha cele-
brato il suo decennale con una gior-
nata di studio e approfondimento
delle tematiche educative, insieme
alla Procura dei minori, ai Servizi
sociali e altri esperti. Ora, su quel
NOVEMBRE 2006 BS
I Un momento del convegno.
Al centro il responsabile nazionale
dei servizi sociali don Domenico
Ricca.
piano da 10 anni vive Harambée,
composto di 7 ed ucatori laici (lau-
reati in scienze dell ' educazione) e
12 ragazzi/e dagli 11 ai 18 anni. Per
loro sono a disposizione ingresso,
cucina, sala da pranzo, salone, sette
camere da letto, una per un educato-
re e le altre per i ragazzi a du e a
due. La comunità è gestita educati-
vamente da laici, con un referente
salesiano in qualità di superv isore
pedagogico, e ammi ni strata dall'I-
spettoria salesiana. Il motivo deUa
presenza di quei ragazzi/e è mlico:
l'abbandono da parte di famiglie di-
sgregate, non in grado di rispondere
al loro bisogno di affetto, fo rmazio-
ne, ascolto .. . Il tribunale dei minori
li affida, tramite i servizi sociali del
territorio, alla Comunità se è risulta-
ta impossibile la loro permanenza
nella famiglia. L'abbandono è spes-
so accompagnato da emarginazione
scolastica. Il tribunale riesamina la
loro situazione ogni due anni, e può
confermare la permanenza, che a
volte può durare anche per più anni.
La Comunità non isola i ragazzi: li
inserisce nella scuola pubblica, par-
rocchia, oratorio salesiano, gruppi
sportivi e scout, circoli culturali e
ricreativi. Il reale processo di cam-
biamento si sviluppa lentamente dal
rapporto costante con gli educatori,
con cui vivono i pasti, il tempo libe-
ro, le serate con la salesiana buona
notte, i week-end, le vacanze, i sog-
giorn i al mare e montagna... La
sussistenza economica è garantita
dalle rette fornite dai Servizi di
competenza territoriale dei ragazzi.

2.9 Page 19

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Casale Monferrato la casa salesiana dove alloggia
la Comunità per minori, all'ultimo piano.
Don Ricca con gli educatori della Comunità minori
di Casale Monferrato.
"TU SARESTI IL NUOVO
EDUCATORE?"
Pierre ha 33 anni. È l'educatore
penultimo per anzianità. (L'ultima è
la bionda Barbara, 36 anni; il più
giovane è Adriano, 28); l'abbiamo
intervistato.
- Come ti è venuto in mente di
venire all'Harambée?
Sono di Alessandria, e tutta la mia
vita da ragazzo la ricordo vissuta
dell' oratorio salesiano. Ho mastica-
to pane e Don Bosco, insieme al
pallone. A 20 anni scelsi l'obiezio-
ne di coscienza e fui mandato per il
servizio civile nel biellese, poi per
sei mesi presso i salesiani di Casale
Monferrato. Era il 1993.
- Ma l'Harambée cominciò tre
anni dopo.
Infatti . Si trattava di trovare gli
educatori. Qualcuno si ricordò di
me che con i ragazzi me l'ero cavata
abbastanza bene, e mi offrì di torna-
re come educatore. Era il 1997. Non
conoscevo la fisionomia della Co-
munità, e venni per rendermi conto
della situazione.
- Il primo educando che hai in-
contrato?
Una ragazzina di 13 anni, Marika.
Stavo entr·ando. Mi esplorò dall'alto
in basso e: "Tu saresti il nuovo edu-
catore?". Risposi: "Fra un'ora ti ri-
sponderò". Incontrai gli altri educato-
ri, riflettei, e incontrando nuovamen-
te Marika le dissi: "Sì, lo sono!".
- Diventaste amici?
Io divento loro amico solo quando
escono dalla comunità. Prima sono
un educatore . Uso l'amorevolezza
di Don Bosco ma non divento l'a-
micone. Di amici ne hanno fin tr·op-
pi. Ciò che loro normalmente man-
ca è un padre.
- Difficoltà dei primi tempi?
Tutti avevano serie difficoltà nel-
lo studio. Occorreva aiutarli ad aiu-
tarsi. Marika, per esempio, non riu-
sciva a risolvere le prime equazioni.
Mugolava lamentandosi, insomma
aspettava che qualcuno le risolvesse
al suo posto.
-E tu?
Le spiegavo, e poi la spingevo a
tentare. Lei rimpiangeva molto la
sua casa, suo padre·e sua madre.
- Non tentò mai di fuggire?
No. Anche se sembrava non capi-
re che le sue difficoltà (specialmen-
te la sua estrema fragilità psicologi-
ca) venivano proprio dalla famiglia.
Quando difatti rientrò, compiuti i 18
anni coD un diploma alberghiero, i
risultati furono negativi.
- Ti trovi bene tra i ragazzi della
Comunità?
Sì. In nove anni ho evidentemente
imparato tante cose. Per esempio
che i problemi veri il ragazzo co-
mincia a manifestarli dopo circa un
anno. Prima è educato, ma non si fi-
da di nessuno. Nasconde se stesso
dietro una gentile cortina di filo spi-
nato. Un'altra cosa che ho scoperto
con sgomento è l'impossibilità di
aiutare chi ha certi disturbi psichici
che lo tagliano fuori dalla realtà. Re-
gressione indotta da certe condizioni
di violenza continua che ha subito.
- Se dovessi lasciare questo lavo-
ro, chi porteresti nella mente e nel
cuore?
Sara. Oggi ha 22 anni , e con noi
ha fatto realmente un buon cammi-
no. Veniva da una situazione diffici-
le che comprendeva una fuga da ca-
sa, come ribellione al padre. Ha ri-
stabilito i contatti con la famiglia,
ed è riuscita a realizzare anche una
buona situazione economica. Ha
fatto pure un buon cammino verso
Dio. Prima di partire mi ha detto:
"Tu mi hai fatto un po' da papà".
Quella di Sara è una realizzazione
riuscita. Ma è rara, purtroppo.
La Legge n. 149 del 28/03/01 recita
all 'art. 1 che"// minore ha diritto di cre-
scere ed essere educato nell'ambito
della propria famiglia". Ove ciò non sia
possibile consentito l'inserimento
del minore in una comunità di tipo fa-
miliare o, in mancanza, in un istituto di
assistenza pubblico o privato". C'è poi
un tassativo richiamo che "Il ricovero
in istituto deve essere superato entro il
31/ 12/06 mediante affidamento a una
famiglia e, ove non sia possibile, me-
diante inserimento in comunità di tipo
familiare, caratterizzate da organizza-
zione e da rapporti interpersonali ana-
loghi a quelli di una famiglia". Spetta
poi alle Regioni definire "gli standard
minimi dei servizi e de/l'assistenza
che devono essere forniti dalle comu-
nità di tipo familiare". I salesiani d'Italia
hanno guardato con predilezione a
questo tipo di accoglienza dei minori
in difficoltà. Al presente si contano 23
servizi residenziali per minori. La pre-
sentazione sul BS di alcune esperien-
ze di accoglienza dei minori dal Nord
al Sud alle Isole vuole sollecitare il
sentimento e l'azione dei lettori, ed
esprimere la totale appartenenza del-
l'intervento con i minori in difficoltà alla
Pastorale Giovanile. (d .r)
Comunità Harambée,
Via Orba, 4
15033 CASALE MONFERRATO (AL)
Tel. 0142.451667
Email: harambee.sales.icp@libero.it
BS NOVEMBRE 2006

2.10 Page 20

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A F?tR. SALTA
TUTTI i //4LORJ
)
~ RCO D~~~~' ,~:.:~~ & cés:~::.~::"~;~
&1 PvÒ &Af'GRG co&A
MIGLIORI PROGRAMMI, ,.., H
M6MORIA, ,.., HO coMf'R::~s· R6Vl&10.JAR6. f'liRCHG°
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f'A,..,..O COM!'LGTAM
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J
U,t..:..:...li~;,......_ ..:__>,.-= - -;-
... ··- .
~_J~ ~ ~ ~=--
DISTRAZIONE
IERI SONO ANDATO A MANGIARE
ALLA TRATTORIA ALL'AP~
7
MA COME TI È VENUTO IN MENTE?
IERI PIOVEVA A DIROTTO!
~
OH, ACCIPICCHIA! ECCO PERCHÈ
CI HO MESSO DUE ORE A
"---. FINIRE IL BRODgL_.
NOVEMBRE 2006 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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PRIMA PAGINA
Serena Manoni
AMARE LA VITA
Il calendario salesiano 2007
ANTICO PRELUDIO
Un professore di filosofia prima di iniziare la
lezione, toglie dalla cartella un grande foglio bian-
co con una macchiolina di inchiostro nel mezzo.
Poi rivolto agli studenti domanda: "Che cosa
vedete qui?". "Una macchia d'inchiostro", rispon-
de subito qualcuno. "Bene - dice il prof - così
sono gli uomini: vedono soltanto le macchie,
anche le più piccole, e non il grande e stupendo
foglio bianco che è la vita".
PRIMO ATTO
la vita è un imperativo cosmico. Si abbarbica
ovunque e non teme null a; ha occ upato ogni nic-
chi a amb ientale disponibile. Cresce perfino dove
mai avresti giurato che potesse crescere: sulla roc-
c ia, o nei più minu sco li anfratti dei muri. La v ita
resiste al fuoco, all ' acqua, al vuoto, all 'oscurità, al
vento, all a tempesta. Alloggia in mefitiche monta-
gne di spazzatura; co lonizza le steppe, i deserti, le
pa lu di. La scop ri negli abissi insondabi li del mare
e su ll e c im e imm aco late dei monti. Pullula nelle
carcasse dei cadave ri , resiste incastrata ma non
vinta nel cuore irraggiungibile dei gh iaccia i. Non
teme la sofferenza, supera l'angoscia, sconfigge il
dolore. Nel terribile duell o con la morte, sconfitta
rinasce, araba Fen ice, da ll e sue cener i. Gli scien-
z iati vengono co ntinuamente a contatto co n nuove
spec ie viventi. " La vita è una malattia incurabile",
affermava Abraham Cowley (1618-1667) in uno
dei suo i famosi afori smi, mentre Leonardo da Vinci
sentenz iava con inusitata cru dezza: "Ch i non ama
la vita non la merita". La Vita è Dio.
ATTO TERZO
Sì, la vita è un dono fatto all a terra, ma destinato
al cielo (1 ). Un dono in evolu z ione che da esseri
unice llul ari passa ai vegetali, ag li animali , all' uomo
(2). E dall'uomo ini z ia la vera sto ri a: eg li prende
cosc ienza di ch i è e di ciò che gl i serve per vivere
(3); si rend e conto che non tutto fila li sc io : la vita è
min acc iata da ll 'esterno e da ll 'interno (4); scopre
che Qua lcuno lo ama e lo difende (5), gli indica i
sentieri sicuri da pe rcorrere (6), co mpie l' in aud ito
miracolo della seconda genes i impegnandovi suo
Fi gli o (7), che propone come v ia, verità e vita (8),
si pone come fame per la sua fame (9), come seme
per una nuova umanità (1O). E si offre all a morte
pe r battere la morte (11 ), fino al trionfo totale della
vita (12).
ATTO SECONDO
Il calendario 2007, nato dalla strenna del Rettor
Maggiore pe r tutta la fa mi gl ia salesiana, presenta la
Vita come il capo lavoro da amare, perché ha Dio
per autore. E ne fa la sto ri a a com incia re dal formi-
dabile mito biblico della creaz ione, quando dalla
libera volontà divina scaturì questa inimitab il e per-
la di cui lo stesso Creatore restò sodd isfatto "per-
ché era cosa buona" . E vol le continuare l'opera
fin o ad arri vare all a creatura p somig li ante a Lui,
e se ne comp iacque ancora d i più perché "era
cosa molto buona". Fu il capolavoro dei capolavo-
ri. Ora davvero poteva riposare.
·
BS NOVEMBRE 2006

3.2 Page 22

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M IL
ESE
IN
LIBRERIA
Moroote
o curo di Giuseppe
IL CORPO
RACCONTA
di Bano, Carlo & Luigi,
(a cura di Vittorio Chiari)
Monti , Saronno (Va)
2006, pp.288
Il testo descrive un ge-
sto d'amore espresso
attraverso un'azione sim-
bolica corporea. Il Cor-
po che racconta e... sor-
ride , in tempi dove trop-
pe volte esso denuncia
disagio, insofferenza, si
pone in controtendenza.
Il libro esce a 25 anni
dalla nascita dei Barab-
ba's clowns del Centro
Salesiano di Arese, che
da 50 anni accoglie ra-
gazzi e giovani in diffi-
coltà. Dal volume emer-
ge una figura del clown
presente in ogni perso-
na, anche nella più ma-
linconica, ed è un invito
all'ottimismo e alla spe-
ranza. Si tratta di ma-
teriale espressivo utile
per le scuole, i gruppi
giovanili , per giovani e
meno giovani che vo-
gliono esprimere i propri
sentimenti attraverso il
corpo che "ride , scher-
za, salta, corre , danza,
ama, piange, soffre, gioi-
sce, comunica...".
NOVEMBRE 2006 JJS
~~~
ATTUALE
INTIME
I 1O COMANDAMENTI
PER I GIOVANI
di Carlo Fiore,
ELLEDICI , Leumann (To)
2006, pp. 206
La riflessione parte dal pre-
supposto che i Comanda-
menti non sono da archi-
viare tra le idee dell'infanzia
catechistica, ed evidenzia la
loro significatività per il no-
stro contesto culturale, co-
me una proposta essenzia-
le per la vita sociale. Il libro
si apre con un intervento
del cardinale Biffi che incen-
tra la sua attenzione sul pri-
mo Comandamento, archi-
trave di tutto il decalogo. E
si chiude con il commento
di Enzo Bianchi , priore di
Bose, sull'episodio del gio-
vane ricco: prototipo di chi
segue i Comandamenti ma
non ha il coraggio di opera-
re lo strappo richiesto da
Gesù . Per ogni Coman-
damento viene presentato
un commento tratto dal
Compendio, e vengono pro-
poste testimonianze del no-
stro tempo.
per Ig1ovan1
interventi delcard. Giacomo Biffi
e di Enzo Bianchi
NON SPRECATE
PAROLE
Esercizi spirituali
con il Padre Nostro
di Carlo Maria Martini
Portalupi , Casale M. (Al)
2005, pp. 182
CARLO.l\\-WUA
MARTINI
NON SPRECATE PAROLE
faerchi s/)il"ituali
con il Padre' :Vostro
Il commento del cardinale
accompagna il lettore in un
cammino che lo porta a
scoprire gli inesauribili tesori
di una preghiera definita "il
breviario di tutto il vangelo".
Lo stile è semplice. A tratti
la commozione rende la pa-
rola vibrante. Può parlare
così solo chi ha dedicato e
dedica la propria vita all'at-
tuarsi del Regno , nella se-
quela amante e perseve-
rante di Gesù; solo chi ha
vissuto e vive la compas-
sione e la solidarietà con il
male e le sofferenze del
mondo, tenendo lo sguardo
fisso agli orizzonti eterni che
aprono alla speranza. Per
questa testimonianza ope-
rativa e pratica ogni parola
risulta nuova e stimolante.
In questa nostra cultura la
presenza di tali testimoni ri-
vela i segni di speranza e
della solidarietà necessaria
a uomini frastornati ...
LA RISPOSTA D'AMORE
Dimensione mistica
della vita spirituale
a cura dell'Istituto
di Spiritualità dell'UPS
LAS, Roma, 2006
pp. 120
Attorno al termine "amore"
si coagulano attese diverse,
non sempre realistiche, che
sono in relazione alle espe-
rienze di ciascuno ; alle fru -
strazioni sperimentate, agli
ideali raggiunti. .. In quali
forme possono esprimersi
queste aspettative nel rap-
porto interpersonale? E nel
rapporto con Dio? Una cer-
ta difficoltà ad accettare la
piattaforma umana, come
base per l'impegno di carità,
è presente all'interno dell'e-
sperienza di vita consacra-
ta. Quali vie percorrere per
ridurre l'oscillazione tra la
posizione spiritualistica (che
trascura l'aspetto umano) e
quella psicologica (che non
sempre considera la dimen-
sione teologale)? Se l'amo-
re è la spinta che motiva la
persona, è un'arte che non
si può improvvisare.
s Quaderni di
Spiritualità
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5.,.,
Salesiana
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che vengono segnalati s1pos-
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rie cattoliche o vanno ne ~ive
dirett amente alle n spe t
Editrici.

3.3 Page 23

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cus
IDon ITALO SPAGNOLO
Partì missionario con
il "Progetto Africa" dall'ispettoria
Novarese, dopo essere stato
direttore a Novara e per due anni
a Vercelli. Prima missione
in Nigeria. Ora è in Ghana.
Don Italo, com'era Ondo quando ci sei arrivato come missionario?
Una città ... africana: tradizionale, povera, molto religiosa. Tanti gio-
vani, tantissimi bambini e tanti abitanti, ma non dirmi quanti, perché
una conta è pressoché impossibile.
Perché hai fatto questa scelta?
Perché mi offriva la possibilùà di un apostolato salesiano come quello
del1e origini , cioè in un ambiente povero e tra giovani "necessariamente"
abbandonati o quasi, date le circostanze di vita di quelle popolazioni.
Difficoltà?
Non poche. Prima di tutto l'idioma. Siamo tra gli Yorubà che hanno
una lingua tonale .. . Abbiamo fatto quattro mesi di corso intensivo per
capirci qualcosa e conoscere cultura e tradizioni delle tribù. Tuttavia . ..
Ti conto un episodio curioso: quando si camminava per la città, noi
missionari usavamo salutare i bambini all'italiana, alzando il braccio e
aprendo e chiudendo la mano. a Ondo significava non "ciao" ma
"vieni" sicché ci siamo di colpo trovati circondati da torme di fanciul-
li ... Altra difficoltà il cibo: il piatto principale e spesso unico è lo jam,
una specie di tubero sirnile alla patata che si cucina in mille modi di-
versi ... ma semprejam è!
E dal punto di vista religioso?
La comunità parrocchiale dove ci hanno inserito all ' inizio ci ha su-
bito accettato ... Ci siamo rimasti tre anni, intanto che si costruiva la
nostra residenza. E devo confessare che ci è dispiaciuto un po ' lasc iare
quella brava gente. Inoltre, settimanalmente incontravamo gli altri re-
ligiosi: la Società de lle Missioni Africane, i Fratelli delle Scuole Cri-
stiane, i preti locali. Tali incontri, molto proficui , fortunatamente con-
tinuano anche oggi.
Poi vi siete trasferiti nel vostro nuovo complesso. Comprenden-
te? ...
Parrocchia, oratorio, scuola professionale, internato. In un secondo
tempo anche il noviziato. Una bella opera insomma, sostenuta anche da
volontari italiani. Ora io non ci sono più: quando si è costituita l' ispettoria
AFW ho scelto il Ghana. Da tre anni sono a Sunyani e ci sto bene!
Come vedi lo sviluppo salesiano in Africa?
La profezia di Don Bosco si sta realizzando sotto i nostri occhi.
Quale profezia?
Ma che lo sai! QuelJa missionaria. Il sogno al cap. XVIII, pag. 73
delle MB. Me lo ricordo a memoria, è troppo bello, quello della famosa
linea che attraversava il globo e in cui si leggevano Pechino, Hong
Kong, Calcutta ... fino al centro dell'Africa dove erano segnati dieci
centri: case di studio, di noviziato, ecc. Si sta realizzando.
SIA ED EMMA
Sia non è sempre stata cieca.
Quando, anni addietro, ha ini-
ziato ad avere qualche proble-
ma agli occhi si è rivolta allo
stregone del villaggio. Costui
ha preparato un gran pentolo-
ne adagiato su tre pietre, l'ha
riempito d' acqua e mescol an-
doci una quantità notevole di
erbe medicinali, ha poi portato
il tutto a bollitura. A questo
punto, coperta da una grande
tela di stoffa, Sia è stata fatta
chinare sul decotto fumante a
pochi centimetri dal]' acqua
bollente, e le hanno detto di
aprire gli occhi ... Se li rovinò
per sempre! Da allora fu Em-
ma, la più piccola e bella delle
sue sei figlie a diventare la
guida fedele della mamma. Le
mete più frequentate erano la
mi ss ione salesiana dove si tro-
vava sempre qualcosa da man-
giare, e la capanna-bar dove si
consuma il palm-wine, mici-
diale per la salute e la dipen-
denza da alcool. Sia non si fa-
ceva ri accompagnare a casa
prima di aver scolato fino al-
l'ultima goccia l'abbonda1Jte
pozione ordinata. L'organizza-
zione caritativa di "San Vin-
cenzo de' Paoli" cercò di sal-
varla trovandole vitto e allog-
gio e affidando Emma a una
famiglia della parrocchia. Sem-
brava tutto risolto, ma... Sia
non reggeva di sciplina e orari.
Si sentiva in gabbia. Così con-
vinse la figlia a tornare da lei ,
per ricominciare la vita libera
di prim a. Il risultato: Sia fa la
randagia per le vie di Free-
town. Quando i mi ss ionari la
incontrano le allungano qual-
che soldo. La piccola e bellis-
sima Emma invece è stata data
in moglie a qualcuno. Nessuno
l' ha più vista.
mengonsdb@yahoo.com
IJS NOVEMBRE 2006

3.4 Page 24

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA c.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
SPECIALE
diCDC
Segretario di Stato
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di Graziella Curti
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CHIESA
di Silvano Stracca
Europa e Cristianesimo (2)
VIAGGI
di Giancarlo Manieri ·
Il villaggio diventato città