Bollettino_Salesiano_200610

Bollettino_Salesiano_200610

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Mensile • Anno CXXX • nr. 9
Poste Italiane S.p.A. • Spedizione in A.P. D.L 353/2003
(Conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 9/2006
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
LO CHIAMARONO
FRANCISCO
(pag. 12)
UNA STORIA
INCREDIBILE
(pag. 18)
ARCOBALENO
A DAMASCO
(pag. 28)

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- 150 - MAMMA MARGHERITA - 150
1
di Pascual Chavez Villanueva
FAMIGLIA
CULLA DELLA VITA
SUPERARE
GLI OSTACOLI
Tutti gli esseri umani vogliono "riuscire". Quello che fanno
ha un solo scopo: essere felici. Ma la vita non risparmia
preoccupazioni, sconfitte, fallimenti. Anche la famiglia più felice
lungo il cammino incontra difficoltà e lacrime.
Non pochi
eventi at-
tentano al-
la tranquillità e
uccidono la spe-
ranza in una fa-
miglia : la vio-
lenza, la perdita
del lavoro, l'in-
fedeltà, la de-
pressione, la separazione,
la malattia... La parola d'ordine in
questi casi è "uscire dal tunnel", il
che può significare "crescere". Non
sembri strano : le difficoltà possono
rinvigorire , formare . I periodi di crisi
destabilizzano e angosciano, ma se
la famiglia resta unita, può organiz-
zarsi e ricominciare il suo percorso.
Essere forti nelle avversità significa
non farsi imbottigliare in un vicolo
cieco , prendere la decisione, quan-
do tutto sembra bloccato , di tentare
da un'altra parte .
AIUTARSI L'UN L'ALTRO
La migliore garanzia è la comunica-
zione che si fonda su un lavoro di
gruppo basato sulla cooperazione,
la stima, l'equità . Quando un pro-
blema familiare è "messo in comu-
ne" la soluzione si trova. L'educa-
zione consiste proprio nel plasmare
una persona perché si renda capa-
ce di superare ostacoli e problemi
che la vita presenta. I genitori san-
no che non possono proteggere i
figli all 'infinito . Devono quindi agfre
in due modi . Uno consiste nella
solidarietà incondizionata : «Qualun-
que cosa capiti, siamo qui per te!».
Questo atteggiamento significa
l'impegno di insegnare ai figli a
OTTOBRE 2 006 BS
superare gli ostacoli. E significa
anche sentire la famiglia come luo-
go dove ci si attrezza per affrontare
le sfide e ripartire. Senza famiglia
è impossibile superare le crisi . Il
secondo modo consiste nell 'allena-
re i figli a una buona disciplina
costruttiva , facendo accettare loro il
senso del limite . Tutte le crisi
nascono dal limite di essere creatu-
re deboli e imperfette. I figli si alle-
nano alla vita attraverso i «no »
motivati dei genitori. I «no » aiutano
a crescere forti. Se i genitori soddi-
sfano ogni capriccio dei figli, essi
cresceranno incapaci di sopportare
la frustrazione . Il genitore che cer-
ca di risparmiare al figlio qualsiasi
sofferenza potrebbe privarlo del-
l'opportunità di sviluppare gli stru-
menti per far fronte alle difficoltà. I
limiti aiutano i bambini a sviluppare
le proprie risorse.
LO SFASCIO
C'è una forma di crisi che punta
direttamente alla çlistruzione della
famiglia. Oggi, separazione e divor-
zio sono considerati un modo per
porre fine a una relazione insoddi -
sfacente. Migliaia di persone l'anno
commettono omicidi e/o suicidi , ma
sono centinaia di migliaia gli indivi-
dui che scelgono il divorzio o la
separazione. Da alcuni anni a que-
sta parte, il cinquanta per cento dei
matrimoni fallisce ; alcuni si ritrova-
no con due , tre o più divorzi sulle
spalle! La nostra può essere consi-
derata la "società dell'usa e getta".
I nostri cibi vengono confezionati in
begli involucri destinati alla discari-
ca ; le auto e gli elettrodomestici
sono progettati perché vadano in
obsolescenza, i mobili si cambiano
perché non più alla moda; i rapporti
d'affari si coltivano finché sono pro-
duttivi . Persino le gravidanze indesi-
derate vengono "gettate via". Non è
perciò una gran sorpresa che la
società sia giunta ad accettare il
concetto del matrimonio "usa e get-
ta". Se non si è più felici di stare
insieme , la cosa più facile è rinun-
ciare al vincolo matrimoniale "per
rifarsi una vità". Ma per i figli non è
un fattore neutrale o, come preten-
dono molti, un evento "normale".
Ogni separazione frantuma violente-
I Occorre aiutare i figli a superare
gli ostacoli... non superarli
al posto loro.

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Ottob re 2006
Anno CXXX
Numero 9
In copertina:
Si è chiamati,
in fa miglia e alirove
a lottare ogn i giorno
per superare le c ri si,
le diffico ltà, gli ostacoli
che ne rompono l' unità
e ne minano
la convivenza.
Foto: Santo Cieco
M ensil e di informazio ne
e cultura reli giosa ed ito
dall a Congregaz ione Salesi ana
di San Giova nni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIER I
I La "società dell'usa e getta": i cibi
in begli involucri destinati
alla c;liscarica; le auto e gli
elettrodomestici progettati perché
vadano in obsolescenza ...
mente il loro mondo affettivo: si
sentono abbandonati da chi li ha
messi al mondo, perdono in un col-
po solo quasi tutti i punti cardinali.
In ogni caso non vedranno mai più
l'amore, il matrimonio, il rapporto tra
i sessi come lo vedevano prima.
Dalla casa costruita sulla roccia pas-
sano alla casa costruita sulla sab-
bia, e vivono la separazione dei
genitori come una grossa ingiustizia.
LA FEDE
La fede offre prospettive totalmente
diverse . La conversione: con la
grazia di Dio le persone possono
cambiare anche in modo radicale .
La speranza: la forza incrnllabile di
chi sa che "nulla è impossibile a
Dio". L'amore: è l'arma più potente.
Il problema per molti coniugi è che
pensano all 'amore come a un'emo-
zione . L'amore è molto di più ; è
azione. Una «regola aurea» del
Vangelo dice : «Fate agli altri tutto
quel che volete c(ie essi facciano a
voi» (Mt 7,12) . E una definizione
dell 'amore . Il fatto che l'amore s_ia
un 'azione piuttosto che un 'emo-
zione significa che è possibile con-
tinuare ad amare il coniuge, anche
quando non si provano forti senti-
menti emozionali nei suoi confronti.
Dalle azioni può rinascere l'emozio-
ne . È questo il motivo per cui nel
primo secolo d.C. l'apostolo Paolo
rivolgendosi ai mariti scriveva :
«Amate le vostre mogli come Cristo
ha amato la Chiesa, fino a sa-
crificare la sua vita per lei » (Ef
5,25) . Infine il sacrificio: è la dimen-
sione definitiva dell'amore, quella
che consente di crescere fino a
"toccare il cielo".
- M1ss10N1
12 Lo chiamarono Francisco
di Teresio Bosco
- ANNIVERSARI
14 Mozart/Buzzati
di Savina }emina
- CASA NOSTRA
18 Una storia incredibile
d{ Teresa Marocco
- CoorERATORt
20 La svo1ta: un aggettivo diventa sostantivo
di COC
INSERTO CULTURA
23 Salve!
FMA
28 Arcobaleno a Damasco
di }ozef Pogacnik
di Graziella Curti
RuBRICHE
2 ti Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Bagliori -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Arte Sacra - 37 Laetare et beneface-
re... - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 41 Varia - 42 I nostri morti - 43 // mese -
44 Prima pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni Giancarlo De Nicolò · Franco Lever
Natale Maffioli . Francesco Motto · Vito Orlando
Segreteria : Fabiana Di Bello
Collaboratori : Severino Cagnin · Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo · Graziella Curti · Enrico dal Covalo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere· Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs Giuseppe Morante · Vito Orlando
. Marianna Pacucci Gianni Russo· Roberto Saccarello
Fabio Sandroni • Arnaldo Scaglioni • Serdu · Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantin'i - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Berten e
Direttore Responsabile: Anton io Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale. Via Marsala 42
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Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
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il prossimo numero, collegandosi
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11 BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni.
più di quelle in cu i operano i salesiani.
Associato alla
U nion e Stampa
Periodica Ita liana
BS OTTOBRE 2006

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di Carlo Di Cieco
BEATI I MITI
La beatitudine evangelica della mitezza riassume l'anima
caratteristica dei laici cristiani come sono i cooperatori, i quali con
l'approvazione del successore di Don Bosco e l'assenso della
superiora generale delle FMA, operano una sterzata...
T ra le beatitudini evangeliche
quella della mitezza è stata un po'
cenerentola nella predicazione
cristiana. Sembrava la meno spirituale
e la più remissiva rispetto ai canoni del
potere e della forza, quindi spregevole
almeno per la metà degli umani ,
composta da maschi. Si confondeva
facilmente con la vigliaccheria, la
debolezza, l'opportunismo. La mitezza
evangelica invece è l'anima segreta
della nonviolenza. Siccome sul piano
intellettuale e pratico, come dimostra la
storia, si fatica ad accogliere la
nonviolenza quale contesto di base
entro il quale muovere i rapporti
personali e sociali , nessuna meraviglia
che la mitezza evangelica sia rimasta
ai margini pure della vita cristiana.
Per queste considerazioni tanto
comunemente radicate, diffuse, oggi ,
nella cultura dominante con messaggi
subliminali dei media, si prova una certa
meraviglia leggendo il "Progetto di vita
apostolica" che segna il nuovo
battesimo di nonie e identità dei
cooperatori e delle cooperatrici
salesiane. Con il nuovo statuto essi
diventano "salesiani cooperatori":
l'aggettivo "salesiano" diventa
"nome". Per indicare veri salesiani nel
mondo, diversi come situazione , ma
convergenti e fraterni con i salesiani e le
salesiane consacrati nella vita religiosa.
Questa svolta - a leggere le carte - fatta
di concerto con il successore di Don
Bosco e la superiora generale delle
Figlie di Maria Ausiliatrice, rileva una
piena coscienza dei tempi che pongono
al vangelo di Gesù pressanti domande e
attendono risposte comprensibili. Non a
.caso sono stati specialmente i giovani
cooperatori e cooperatrici a spingere per
il cambiamento e ad accoglierlo con
meno difficoltà.
Tra i tanti aspetti identitari , la beatitudine
evangelica della mitezza riassume
l'anima caratteristica di questi laici
cristiani che respirano aria di Concilio e
operano nello stile di Don Bosco. E ne
mette in risalto l'urgente attualità che si
coglie pensando ai tempi di
globalizzazione e di guerra preventiva.
Nel mondo si gioca una partita
determinante sulla strada da imboccare
tra il primato delle persone e il primato
del denaro e della tecnologia. Si operçi. e
spesso si lotta tra chi vuole
O TTOBRE 2006 BS
salvaguardare la centralità dell'uomo
e chi vuole anteporgli i suoi prodotti .
L'economia globalizzata può mutare
radicalmente la faccia della terra e
polverizzare le epoche passate con tutto
il loro bagaglio di cultura religiosa e
profana. La scienza tecnologica, con la
sua capacità di incidere nella produzione
e nelle applicazioni perfino swll'uomo ,
contende il ruolo divino al Dio biblico
come avvenne con il vitello d'oro
dell 'Esodo.
In questo frangente cruciale è venuta
a maturazione una intuizione di Don
Bosco , il quale pensava già importante
al suo tempo di raggruppare gente che
vivesse l'ideale religioso ed educativo
nella vita quotidiana, dentro le dinamiche
mondane e non nei recinti dei conventi e
degli istituti. I salesiani cooperatori e le
salesiane cooperatrici possono dunque
ripartire con una rinnovata coscienza:
la testimonianza evangelica oggi passa
specialmente attraverso la beatitudine
dei miti, la stessa da cui attinge
l'amorevolezza del sistema
preventivo. Ma la durezza dei tempi
svela pure che non pasta più applicare la
prevenzione all'ambito educativo senza
estenderla contestualmente alla politica
e all'economia che va modellando il
mondo interdipendente. Se il metodo di
porsi in questa nuova età del mondo
resta quello preventivo, la rinnovata
proposta del laicato salesiano non si
carica di aggressività ma di mitezza, non
di bastone ma di dialogo . Non si cingono
i propri fianchi di bombe a mano, ma si
cingono i fianchi con il grembiule di
servizio che Gesù si mise per lavare i
piedi ai discepoli. Fu in quella
circostanza che il Maestro - lo stesso
alla cui regola di vita i salesiani
cooperatori si richiamano - parlò di
politica, raccomandando di non imitare i
capi delle nazioni , ma di fare
diversamente: tra voi il più importante
diventi come il più piccolo.
Accade ora un rovesciamento della
cultura prevalente. Dai propositi di questi
salesiani laici emerge uno stile: rendere
la mitezza v_ita concreta prima di
predicarla. E il "fare" evangelico di Don
Bosco, ossia testimoniare (il dare
esempio) prima di insegnare. Educare
alla mitezza è rivoluzionario, sovversivo,
come la memoria pericolosa contenuta
nell'annuncio cristiano .

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1..1 Vostra Maestà se invece è tut- r:,IRITTO DI CITTA- stalgici anticlericali che pro-
to vero! ". E il re zittì. Un altro
DINANZA. Gentile fetizzano la fine imminente di
notissimo personaggio, il filo- e illustre direttore, come lei queste istitu zioni ecclesiali!
sofo e matematico Blaise Pa- ben sa c'è chi vorrebbe to- Un bello scorno per chi vor-
scal (1623-1662), a proposito g liere alla Chiesa il diritto di rebbe relegare tutto ciò che
della scommessa sull'esisten- cittadinanza nel nostro paese è "pretesco " alla sfera pri-
za cli Dio aveva scritto: "Se ci e chiudere nel privato tutto vata.
azzeccate, guadagnate tutto; ciò che concerne le manife-
se Dio non c'è, non perdete stazioni della religione: via
l":J nulla! Scommettete, dunque, 1'8 per mille, la scuola priva-
1:J senza esitare, che Egli esi- ta, le manifestazioni pubbli-
ONO TRISTE. Egre-
gio Direttore, [... ] sono
ste!".
che della religione, ecc. Uno triste. Perché Dio permette
Stato laico non deve sotto- che succedano cose tanto mo-
stare a nessun principio reli- struose come vio lentare bam-
l'f1 AMORE SECON- gioso ... Per costoro, la re li - bini ? [... ] Già abbiamo i ca-
L:I DO IL PAPA. Egre- gione se non è deleteria poco stighi teJTeni per i nostri pec-
gio direttore, le confesso che ne manca ... E i loro discorsi cati con le malattie, le infini te
Ludovico Antonio
Muratori.
1,,,1 ft; ALDILÀ ESISTE?
Caro Direttore, sono
uno che ormai deve pensare
più all 'aldilà che all ' aldiqua.
Mi rode un dubbio atroce: e
se poi "di là" non c'è niente
di niente? Non le pare che
uno si è giocato la vita per
sarei proprio curioso di sape-
re perché mai Benedetto XVI
continua a impicciarsi di ma-
trim onio, a parlare di amore
coni ugale, di ·famig lia, e via
di questo . passo, come fosse
un grande esperto, proprio
uno che, invece, non ne sa
nulla di nulla, dal momento
che non è mai stato sposato
mai lo sarà. Certe domande
me le faccio sempre, anche se
sembrano perfino convi n-
centi. È così? [... ].
Ma.reo, Roma
Caro signore,
lei sa delle fastidiosissime
allergie primaverili che ti
tormentano per settimane a
causa dei pollini sparsi dal
vento in ogni dove? Ebbene
esiste anche eh.i è allergico
alla Chiesa, e i sin.tomi sono
difficoltà per la sopravviven-
za, in più ci attende il purga-
torio o add iri ttura l' inferno
eterno, ma perché non prov-
vede a castigare tanti assassi-
ni e a d ifendere i poveri inno-
centi? Abbiamo un Dio cru-
dele, cieco e sordo?
Un 'anziana signora,
Seregno (MI)
Cara signora, non è Dio che è
niente? Certo è una bella "sfi- sono giovane. E i miei compa- molto simili: si prova un' in- crudele ma l 'uomo . Dio ha
ga", come dice mio nipote, gni e anche le ragazze la pen- sofferenza e un fastidio in- semp re voluto l 'amo re, ha
che uno ha scommesso tutto siamo tutti uguale: perché uno controllabili, e si sente, im- creato l'uomo per amore, l'ha
su ciò che non c'è. Me la dà non può cambiare la moglie pellente, il bisogno di star- · redento per amore, e lo sostie-
una risposta in breve?
se ne è stanco, o non le vuole nutire e di espettorare il mu- ne per amore. Gli ha fatto il
A(fonso, Terni
più bene, o non soddisfa più
le proprie esigenze? Che sen-
co (il marcio?) che si ha
dentro! Ho letto da qualche
clono più grande cli tutti: la li-
bertà perché potesse scegliere
Caro signor Alfonso, ci provo so ha tenersi una per sempre? parte - mi spiace di non ri- la sua strada e percorrerla fi -
a essere breve. Ricordo una Non è più razionale cambiare? cordare la rivista, perché il no alla pe,fezione. Ora lei si
pagina di Ludovico Antonio Non fanno così tutti gli ani- mestiere mi costringe a sfo- chiede perché Dio permette
Muratori (1672-1750) - ma mali? Quale animale prende gliarne innumerevo li - che che l'uomo compia tante
non me ne chieda la citazione sempre lo stesso partner?
un istituto di ricerca ha con- sciocchezze letali. Ancora per
esatta-. Scrive, i/famoso sto-
rico ed erudito del Settecento,
Mauro; Pa via
dotto delle indagini a propo-
sito della delinquenza mino-
amore. Sì, perché intervenire
vorrebbe dire: "Ho sbagliato,
di un tal Gioioso che s'era Caro Mauro, non riesco a rile, e con. sorpresa ha dovu- invece cli aver creato un capo-
fatto frate, da Duca che era e rendermi conto di come tu to prendere atto che questa la voro ho creato un delin -
generale dell'esercito cli re consideri il matrimonio.. . Mi malapian.ta è in crescita - quente. Adesso lo blocco, così
Arrigo IV (di Francia o cli viene in mente il commento di guarda caso - dove man- non potrà più nuocere!". Po-
Germania). Un. giorno che at- una giornalista americana, cano o sono venuti a manca- trebbe farlo, sì, Dio, ma si ri-
traversava un bosco dopo un. una femminista di certo non. re gli oratori. Sì, gli oratori, troverebbe a regnare su un
lungo giro di questua, l'ex cattolica che scrive a proposi- quelle organizzazioni gestite mondo cli marionette, di pu-
generale ormai fraticello cli to dei detrattori cieli 'Enciclica da preti o suore che qualche pa zz i mossi da un grande
Dio incontrò il re in battuta sull'amore di Benedetto XVI, anticlerica le nostrano vede Mangia.fuoco, come nella fa-
di caccia. Ovviamente il frate che se il confronto è tra chi - come il fumo negli occhi. Il vola cli Pinocchio. Viva tran-
avvicinò il sovrano per o,nag- come te (a quanto mi par di perché mi pare chiaro: no- quilla, signora. Nel mondo
giarlo. Costui, vedendo l'anti- capire) - considera l'amore n.ostant e le difficoltà e le non lutto è male. Esistono an-
co fiero generale ridotto in una forma cli football ameri- controindicazioni cli una so- cora i sa.mi, esistono ancora
calzari frateschi e talare da cano dove ci si abbarbica gli cietà che in fatto di valori gli eroi, esistono ancora i "ca-
poverello, stanco, sudato e la- un.i gli altri per sport (oppure sembra allo sbando, gli ora- polavori". È vero, c'è gente
cero, lo apostrofò ridendo: per denaro!) e chi, come il Pa- tori reggono ancora; cioè che tortura, ma c'è anche chi
"Caro il mio fra Gioioso.. . e pa presenta l'amore in modo educa.no ; si respira aria po- sa resistere alla tortura, c'è
se poi fosse tutta una panzana tanto sublime da farne una an- sitiva anche nei più "scalci- chi uccide, ma e'è chi muore
la faccenda dell'altra vita? ticipazione cieli'eternità, allo- nati". Pe r buon.a pace de i perdonando ed è felice di "an-
Sai che fregatura! ". Al che il ra papa Ratzinger ha già vin- numerosi pessimisli (ce ne dare nella casa del Padre".
frate: "Sarà ben peggio per to in partenza!
sono anche tra i preti), e no- Per contro, c'è gente che ha
OTTOBRE 2 006 /JS

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Non ci è stato .
b!icare tutte z/tsszbile pub-
,.,_,,,~w.,,.,v1 nute m red ettere perve-
scusiamo p azione. Ce ne
suo tempo· alrlaavvederemo a
ne o alfa ris . Pt~bbltcazio-
Posta personale.
tutto eppure non è felice, e c'è mentre tutti si arrendono, sa- La sua e-mail meriterebbe di
chi non possiede niente e vive pendo delle 10 piaghe toccate essere trascritta alla lettera.
una perfetta fel icità!... Ogni agli egiziani per essersi op- Sì, siamo figli cli una civiltà
medaglia ha il suo rovescio. È posti ai figli d i Israele, gli ciel supe1fluo .. . e continuia-
una legge della vita. Nella mia amaleciti non si lasciano inti- mo a imprecare contro la
vita e nei miei viaggi ho "sem- midire, anzi con il loro eser- povertà, perché non basta
pre" constatato che i poveri, cito attaccano la retroguar- ma i que ll o che abbiamo .
gli um ili, i dise redati sono, dia ebraica, cioè il punto del Sembra che noi abbiamo bi-
stranamente, più tranquilli, loro schieramento composto sogno ciel superfluo tanto
sereni, gioiosi dei ricchi e dei da pochi soldati con donne e quanto i poveri hanno biso-
potenti, e infinitamente di più bambini. Mosé si vede co - gno del pane. Conosco gente
dei malfattori. Oso ripeterle di stretto a correre ai ripari, e che ha speso patrimoni per
vivere in serenità, confidando
in un Dio che non è cieco co-
me noi, non è ignorante come
noi, non è cattivo come noi,
perciò sa bene quello che fa,
come lo fa e perché lo fa.
invia il suo vice, Giosué, con
un distaccamento di uomini
armati per il contrattacco. La
battaglia si svolge con alte r-
ne vicende. Dice il testo sacro
che quando Mosé alza le
comprare modellini di mac-
chine, soldatini, tappi di bot-
tiglia, schede telefoniche,
scatole di fiammiferi , ecc.
che servono solo per essere
contemplati, e manco tanto.
DL MALE. Caro Direttore,
posso chiederti una cosa ...
come si combatte il male?
braccia al cielo per invocare
l'aiuto di Yahvè i suoi uomini
vincono, quando le abbassa
per la stanchezza hanno il so-
pravvento gli amaleciti. Co -
È l'ido latria dell ' inut ile.
Nell 'e ra della globalizzazio-
ne mediatica a nessuno può
sfuggire che cosa è assoluta-
mente necessario e che cosa
Arturo, L 'Aquila sicché, due compagni di Mo - è assolutamente supe rf luo.
sé, Aronne e Cur, decidono di Sono del parere che "less is
Bella domanda! La cui rispo- sostenere le braccia de l pa- better", meno è meglio, cioè
sta, ne sono certo, interessa triarca fino alla completa di- avere meno vuol dire star
tutti, credenti e non. C'è nella sf atta dei nemici. L'episodio meg lio. Ne so no co n vinto .
Bibbia un episodio, noto ma ci dice con chiarezza che il Toglierebbe delle preoccu -
non molto citato, in cui gli male, rappresentato in questo pazioni a chi ha e a chi .non
ebrei in ma rcia verso la caso dagli amaleciti, va com- ha. Il deside rio spasmodico
"Terra Promessa", passano battuto con una strategia a di possedere è una malattia
di vitto ri a in vittoria. Ma, due dimensioni. Una umana: (il delirio cli onnipotenza),
trattandosi di una conquista perché complica la vita, ren -
importante, è indispensabile de insensibile il cuore, ot-
APPELLI
studiare bene tutte le mosse, tunde il cervello... "Beati i
saper muovere le pedine giu- poveri", diceva Gesù. Facile
Ho 50 anni e vorrei scam- ste, individuare i punti sensi- capire il perché: sono più li-
biare amicizia e cultura fra bili del nemico. Una divina : beri! E vi par poco? Del re-
Brasile e Italia. Clarice occorre altresì un chia ro e sto la sapienza popolare ha
Wiznieuwsky, Rua Caxias inequivocabile ricorso all 'Al- sempre stigmatizzato il su -
174, 98900-000 Santa Ro- to. Senza un a iuto super, o pe 1fluo: " ll troppo strop-
sa - RS, BRASILE.
meg lio "S upe ri ore", senza pia!". Ma il less is better è
una mano dall 'Alto, non c'è applicabile a ben altri cam-
Sono un cattolico pratican- valore che tenga, non c pia- pi:
te e desidero1corrispondere
con chi ha bisogno di un
no di battaglia sufficiente per - È meglio nel cibo (fatevelo
la vittoria. Quel che ci vuole dire dalle fe rree diete fino al-
aiuto morale e spirituale, contro il male è, insomma, l 'anoressia delle nostre ado-
che desideri scambiare una strategia umano/divina. lescenti).
opinioni e stabilire una
- È meglio per quanto riguar-
nuova amicizia. Il mio de-
siderio è portare anime a
Dio. Reale Gesualdo, Via
Pietro Micca 50, 58100
Grosseto (GR).
Colleziono santini di ogni
genere e vorrei scambiarl i
con qualcubo che ha la
mia stessa passione. Alon-
gi Elisa, Via Vittorio Ve-
neto 78, 92020 San Gio-
vanni Gemini (AG).
l'!JOLLEZIONI. Caro Di-
6.:1 rettore[... ], sono stato
un accanitq collezioni sta
[... ]. Di fronte al dolore e al-
la morte l'accumulo di cose
vane mi è apparso in tutta la
sua inutilità [... ]. Ho vendu-
to tutto: automo bil ine, aerei
e navi e il ricavato alle mis-
sioni , [.. .]. Le collezioni le
facc iano i M usei ...
da l'ambiente: meno polveri
sottili, meno scarichi tossici,
meno produzione cli immondi-
zia.
- È meglio nella vita quoti-
diana: meno computer, meno
TV, meno poltrona...
- È meg li o per la salute ...
mentale. L 'applicarsi a trop-
pe cose provoca sch.izafrenie
sempre più violente. Insom -
ma è u,:gente riconquistare
l 'antico valo re della "so -
Valerio, Trieste brietà".
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-m ail : biesse@sdb.org
BS OTTOBRE 2 006

1.8 Page 8

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SIVIGLIA, SPAGNA
IL SALESIANO
PIÙ ANZIANO
Grande festa a Si vig lia . Il 18
giugno u.s. il padre Luis
Gandara A lonso ha festeg-
giato il suo I03esi mo anno
di vi ta, ri sulta ndo il salesia-
no più anziano dell a Co ngre-
gazione. Do n Lui s è nato il
18 giug no 1903 nell a cittadi-
na gali ziana di Ourense, ha
fatto il nov iziato a San José
de l Vall e, è stato ordinato
pres bitero a S iv ig li a. Da l
1998 vive nell a co munità
don Pi etro Ri caldo ne della
stessa c ittà. Il BS fa i mi -
gliori auguri al nonno di tutti
i salesian i del mondo.
ROMA, SCS/CNOS
18MESI
DI "PROGETTO
DRUGSTOP"
La fede razione "Servizi C i-
vili e Sociali " de l Centro
Naz ionale O pere Sales iane
ha lanciato ne l g iugno scorso
il Progetto DRUG STOP per
la prevenzio ne dell' uso di
sostanze do panti. Si tratta di
un ' iniziati va fin anziata e so-
stenu ta dal Mini stero de l La-
voro e delle Politi che Soc ia-
li . La necess ità di un fo rte
impeg no per la prevenzione
è do lorosame nte ev idente.
R ecenti studi , infa tti, ev i-
denz iano l'aumento costante
de ll ' uso di dopanti tra gli
ado lescenti che praticano lo
sport (s i parl a del 28 % di
consum atori in età compresa
tra i 12 e i 15 anni! ). U n' a l-
tra ricerc~ parl a de l 40% di
giovani che in pa lestra ricor-
re all ' uso di ta li sostanze.
www.drugstop.it - www.fe-
derazionescs.org
BRUXELLES,
BELGIO
ILSALESIAN
YOUTH SERVICE
I
L ' Uffic io Volonta ri ato di
SDB e FMA del Be lgio an-
che quest' anno ha offerto ai
g iovani dai 16 anni in su
l' op portuni tà di svo lgere vo-
lontari ato estivo sia in patria
sia in mi ssione. In Belgio
l' atti vità esti va co in vo lge un
centina io di animatori e dai
200 ai 500 ragazz i ogni
giorn o, con un a nu trita serie
di ini ziative vo lte a far ass u-
mere a i partec ipanti un ap-
procc io positivo ne i con-
fr onti de ll a vita. Oggi, dati i
te mpi c he corrono , è il mi-
g li or servizio che si possa
fare come educatore. (Nella
fo to: atti v ità de i volo ntari
del "Sa lesian Youth Service"
a M alta).
BRATISLAVA,
SLOVACCHIA
EURIZON 2006
L'incontro Eurizon 2006 si è
svolto quest' anno a Bratislava
a fine luglio. Il Movimento
Giovanile Salesiano della Slo-
vacchia (denominato Donika)
l'aveva preparato nei minimi
particolari. Vi hanno preso
parte circa 150 giovani prove-
nienti da 13 paes i europei che
OTTOBRE 2006 BS
hanno lavorato sul tema "Feel
the power of team" - Percepi-
re la forza della squadra; co-
me dire: lavorare in sinergia,
non da isolati, non come "cani
sciolti". Siamo ne ll 'era della
globalizzazione, dove tu tte le
società si fo ndono per avere
più fo rza contrattuale, o com-
merciale, o economica, o . ..
vale anche per le équipe di
educatori e/o animatori. (Nella
foto : l' équi pe di Eurizon in fa-
se di preparazione).

1.9 Page 9

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FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
IIOYANNI PlOl.0 Il
VIAGGI DI SPI~~
'"~ ; : ~ :
GOROKA, PAPUA
NEW GUINEA
LA CAPPELLINA
"DON BOSCO"
È quas i un miracolo. Una mi-
nu scola stazione mi ss ionari a
sperduta in un villaggio tra le
montagne al Nord de ll a Nuo-
va Guinea ne ll a diocesi di
Goroka (430 mila anime con
soli 13 500 cattolici) è costi-
tuita da un a cappellin a dedi-
cata a Don Bosco. L ' ha trova-
ta, ben tenuta dai fede li , Don
Alfred Marav ill a, il salesiano
chi amato dal vescovo del luo-
go, . monsignor Francesco Sa-
rego, come res ponsabil e dell a
pastorale liturgica d iocesana.
MESSINA, ITALIA
GREST
li 30 giugno c irca 2000 ragaz-
zi, provenienti dai Grest delle
case salesiane di Messina e
della provinc ia, si sono incon-
trati a Piazza Duomo per la
Festa InterGrest "Una Fami-
glia per vivere insieme" . Alle
ore 9 si sono radunati e alle
10, dopo il sa luto ciel sindaco
dell a città Francantqnio Ge-
novese, hanno partecipato al-
la Celebrazione E ucari stica,
presieduta dal vescovo mon-
signor Francesco Montene-
gro. Dopo i giochi in Piazza, i
vari gruppi si sono trasferiti
all ' oratorio sa lesiano San Lui-
gi per il pranzo e la festa in
teatro. I ragazzi, pur prove-
nendo da case che si trovano
in tessuti urbani e sociali dif-
fe renti , hanno potuto condivi-
dere quel cari sma e quell'al-
legria che li lega e li rende fi-
gli di Don Bosco.
Una sorpresa anche per i non collezionisti , il
volume "Giovanni Paolo Il - Viaggi di speranza I
francobolli del mondo testimoniano le visite di Papa
Wojty{a" ripercorre i 104 viaggi compiuti fuori Italia
dal Papa polacco . Per ciascuno , in varie pagine
sono descritti e riprodotti a colori tutti i francobolli
emessi dai Paesi che lo hanno ospitato e quelli che
il Vaticano ha dedicato allo stesso viaggio .
A questi, si affiancano la descrizione del per-
corso , citazion i dei temi pastorali , sociali e politici
affrontati durante le visite , testimonianze di giorna-
listi e analisi di esperti . Non solo : una cinquantina
di pagine sono dedicate ai momenti salienti della
vita di Wojtyta, quali l'Anno Santo, i compleanni , il
25° di pontificato (quando Vaticano e Polonia han-
no emesso un francobollo in argento) , la sua mor-
te (per tutti , Israele) e la Sede Vacante (la serie ,
come noto , può essere usata soltanto sino all 'ele-
zione del nuovo pontefice).
Il volume è stato scritto da Fabio Bonacina e,
come ha detto Valeria Vaccari , responsabile dell'e-
ditrice , «è un omaggio e un ricordo del grande
Papa. La commozione e il coinvolgimento per la
sua scomparsa mi hanno fatto pensare a un libro
che , attraverso i francobolli , ripercorresse la sua
vita e i suoi viaggi ». A confermare l'interesse e l'af-
fetto che la figura di Giovanni Paolo Il richiama
ancora, il libro è disponibile anche in lingua inglese
e tedesca, e quindi ideale per un regalo ad amici
non italiani. Per dare un'idea della mole di dati e
informazioni , bastano alcuni numeri: 408 pagine a
colori , oltre 800 riproduzioni di tutti i francobolli
emessi per i 104 viaggi , altre 40 foto delle visite .
(Testo di Savina Gemina)
Il volume è in vendita nei negozi di filatelia o
richiesto alle edizioni Vaccari, via Buonarroti 46,
41058 Vignola (Modena), tel.059-764.106 (22
euro).
BS OTTOBRE 2006

1.10 Page 10

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100annifa
Ottobre 1906. 1l BS a pag. 317 riporta la visita
del missionario Antonio Malan (poi ispettore
di Campo Grande, quindi vescovo di Petrolina)
che dal Brasile si era recato in Italia,
accompagnato da un indio bororo - vedi foto -
per preparare una nuova spedizione di missionari
e cercare aiuti tra i benefattori per le ingenti
necessità delle missioni.
m
ULAANBAATAR,
MONGOLIA
DA SO ANNI
IN MONGOLIA
Le suore coreane per celebra-
re nel 2007 il 50° de ll 'arrivo
de l.le prime mi ss ionarie, han-
no voluto compiere un gesto
sign ifi cati vo : la fo ndaz ione
di un a comunità interc ultu ra-
le a Ulaanbaatar, cap itale de l-
la Mongoli a . È anche un mo-
do di rendere rea ltà il sogno
mi ss ionario di Don Bosco del
1886. Occorre un a attenta
preparazione per affrontare
una realtà cu lturale completa-
mente nu ova: lo studio pa-
ziente dell a lingua mongo la
prima di iniz iare qualsiasi at-
tività apostolica; l' urge nza di
incominc iare la non fac il e co-
noscenza dell a realtà cultura-
le di questo popolo ; I' ap-
profondimento della situazio-
ne della fa mi g li a e dei giova-
ni ; l' urge nza di iniziare da i
più piccoli . La Mongoli a, an-
tica T artaria, è la terra sogna-
ta da Don Bosco: immensi
ori zzo nti , steppe sconfin ate,
rig ide te mperature continen-
tali, incommensurabili ri e-
chezze del sottosuolo . È una
terra salesiana, in quanto il
60% dell a popolazione è
composta da giovani!
Il Missionario D. Antonio Malan. ha dovuto rinviare il
suo ritorno in Ame1ica al prossimo mese di novembre.
Insieme coll 'indio Magone Miguel , egli è ora in cerca di ,
sussidi presso alcuni benefattori.
L ' indio Miguel è figlio di un Bari dei Bororos. Accolto
nella Colonia del S. Cuore nel 1902, egli è un esempio
eloquentissimo della fe lice con-ispondenza della sua
t.tibù all'opera civilizzatrice dei Missionari. Il buon gio-
vanetto, quando per la prima volta mi se piede nel San-
tuario di Maria Ausiliatrice, andò tosto a prostrarsi ai
piedi della taumaturga Immagine con acceso fervore; si-
milllìente la prima volta che fu condotto a visitare la
tomba di D. Bosco a Valsalice, si avv icinò spontanea-
mente ad essa e v ' impresse un affettu osissimo bacio. Il
caro Miguel parl,:i con-ettamente il portoghese, e com-
prende un po' anche i l francese e assai bene l' italiano .
Ne diamo il ritratto, ritto presso la persona di D . Malan,
per cui egli nutt·e un devoto affetto.
OTTOBRE 2006 IJS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Redazionale
16/10/1978 fu eletto papa Karol Wojtyfa. Un piccolo segreto svelato 28 anni dopo
IL SEGRETO DI CANNETO
Era il 5 luglio 1985. Nella casa salesiana estiva di Canneto - Parco Nazionale d'Abruzzo -
si _presentano il segretario del Papa, don Stanislao Dziwisz e l'addetto alla sicurezza vaticana
Camilla Cibin. Il giorno 10 alle 14,30 un piccolo elicottero della Protezione Civile sbarca papa
Wojtyta nel campo da gioco antistante la casa. Nessuno doveva sapere.
Alle 17,15 il Papa era già pronto, talare nera e
scarpe da ginnastica, per la prima uscita. La
comitiva (i salesiani don Frisoli, don Bianchini,
re alla cima, per raggiungere la quale occorrevano
ancora un paio d'ore . D'accordo, si optò per una
cima più vicina da dove si poteva ammirare il pano-
don Mancini , don Procenesi, l'ispettore don Prina, rama dell 'intera valle di Canneto. Il Pontefice ne
monsignor Dziwisz e pochi altri della sicurezza) si rimase incantato.
diresse attraverso il
bosco verso Le Ca-
La discesa ver-
scatelle. Wojtyla cam-
so casa riservò
minava con passo
una sorpresa : ri-
cadenzato e sicuro,
passando a fonte
ammirava il paesag-
Chiariglio , Wojtyta,
gio e pregava il rosa-
assetato, raccolse
rio. "Stupendo, mera-
con semplicità una
viglioso, bellissimo!',
scatoletta di carne
esclamò arrivati alla
vuota, lasciata da
cascata. Poi , sedu-
qualcuno , la lavò e
to tranquillamente su
l'adoperò come bic-
una roccia, ricordò
chiere. Cominciò a
i suoi trascorsi in
piovere. Un grande
montç.gna da giova-
ombrello da pastore
ne prete: le lunghe
portato da don Pro-
camminate, le impre-
cenesi riparò il Papa
se in kajak, le veloci
assieme ad altri tre ;
sciate ... A sera, do-
po il rientro , una ce-
na molto sobria, un
po' di conversazione,
una visita in cappella
e subito a riposare.
I Da sinistra: don Fabio Bianchini, don Pierfausto Frisali ,
sig.na Antonietta Nizzardo, Giovanni Paolo Il,
don Mario Prina (ispettore), sig. Francesco Fontane,
don Leonardo Mancini, sig. Sera Loreto e don Clemente
Procenesi (economo ispettoriale).
fu un'emozione strin-
gersi con lui sotto
l'unico riparo . Si
arrivò a casa sotto
la pioggia battente,
ma fu una giornata
indimenticabile per i
Alle 7 del matti-
salesiani che pote-
no del giorno 11 Giovanni Paolo Il era già in chie- rono viverla con Giovanni Paolo Il. L'indomani , 12
sa , seduto al secondo banco come un qualsiasi lugl io, l'ultima escursione ebbe come meta i "Tre
fedele. Dopo l'Eucarestia e la colazione, il program- Confini ", un pianoro che divide Lazio , Abruzzo e
ma prevedeva la sgroppata al monte Meta, prima Molise. Panorami , canti popolari italiani , conversa-
tappa fonte Chiariglio a quota 1950. Il Pontefice si zione , preghiera accompagnarono la camminata.
presentò in pantaloni grigi, scarponi da montagna, Alle 18,30 puntuale, ai.terrò l'elicottero . Il dono di
camicia bianca, key-way blu , berretto , occhiali da un rosario al cuoco e alla cuoca, qualche foto , il
sole, bastone di canna. Guidava don Fabio Bianchi- ringraziamento e la benedizione ai salesiani:
ni. La salita, ripida, fiaccò il seguito , ma non Woj- "Contemplando queste montagne sappiate sem-
tyta. Dopo tre ore di marcia ecco il fontanile. Pran- pre ripetere levavi oculos meos ad montes", e...
zo a base di pane, prosciutto, frittata, vino, cocome- la consegna del segreto . Sempre mantenuta. Il
ro, il tutto condito da piacevole e serena conversa- GR2 delle 22,30 di quel giorno diede notizia che il
zione ... Ma il cielo cominciava a imbronciarsi , e si Papa aveva fatto un 'improvvisa escursione al
faticò a convincere l'illustre escursionista a rinuncia- Gran Sasso (sic) .
O
IJS OTTOBRE 2006

2.2 Page 12

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tJ\\\\S5\\ON\\
Il 2006 è stato chiamato Anno .Saveriano: ricorrono
LO BATTEZZARONO
FRANCISCO
SAREBBE DIVENTATO
UN GRANDE
di Teresio Bosco
Uno dei più grondi
missionari di tutti i tempi
m tonto do essere
proclamato patrono
delle missioni Uno vita
avventuroso consumato
per obbedire al comando
del Maestro: ''Andate in
tutto il mondo e predicate
lo Buono Notizie(~
E ra il sesto figlio di Juan de Jas-
su, presidente del consiglio rea-
le di Navan-a. Ma mentre il ra-
gazzo faceva i primi studi, il piccolo
regno di Navan·a (che si estendeva tra
i Pirenei e l'Ebro) veniva conquistato
e annesso alla Spagna. Il padre morì, i
suoi fratelli che si erano battuti per
l'indipendenza di Navana, dovettero
fuggire al di là dei Pirenei. Francisco
rimase solo con la mamma nel grande
castello. A Parigi, dove si recò a fre-
quentare la celebre Università, condi-
vise il piccolo appartamento (come era
usanza tra gli uni~ersitari). con lo stu-
dente savoiardo Pierre Favre e il mae-
stro spagnolo Juan de la Pena. L'oraiio
e la disciplina erano rigidi di giorno,
ma di notte molti universitai·i varcava-
no i recinti e si davano alla baldoria
nelle bettole. Anche Francisco corse
1isch.i forti, ma con l'aiuto dei suoi
compagni conservò una salda vita mo-
orroaRE 2006 BS
rale. Aveva 22 anni quando nella lor0
stanza prese alloggio uno studente già
attempato e zoppicante, Ignazio di
Loyola. Era stato capitano di milizia e
fe1ito gravemente. Durante la degenza
all' ospedale aveva letto la vita di Ge-
sù, e si era convertito a lui totalmente.
E POI?
Francisco, Ignazio e Pierre diven-
nero amici. Durante una conversazio-
ne notturna, avvenne tra Francisco e
Ignazio il famoso dialogo del "e
poi?". Francisco esponeva all'amico
le tappe gloriose della sua futura car-
I Francesco Saverio venne
nominato 'Nunzio Apostolico
per le Indie e Ispettore del re sulle
missioni'.
I Nel 1539 il gruppo di Ignazio era
a Roma, e si metteva a completa
disposizione del papa Paolo lii.
Nasceva la 'Compagnia di Gesù'.
1iera. E Ignazio, a ogni pausa, chiede-
va freddamente: "E poi?" Professore,
avvocato ricco, onorato da tutti ...
Ignazio incalzava: "E poi ?" Finché
Francisco, quasi esasperato, disse: "E
poi anch 'io morirò". E Ignazio ineso-
rabile: "E poi?". Dopo il lungo silen-
zio che seguì, Ignazio parlò con voce
calda, coinvolgente: "E poi anche tu ti
presenterai al tribunale di Gesù, e do-
vrai rendergli conto di come avrai spe-
so la tua vita. Allora capirai le sue pa-
role scritte nel Vangelo: Che giova al-
l 'uomo guadagnare anche tutto il
mondo, se poi perde la sua anima?
Lasciamo i sogni, Francisco, è spen-
diamo la vita per Dio" . Il 15 agosto
1534, Ignazio, Francisco (che aveva
28 anni), Pierre e un gruppo di "igna-
ziai1i", nella cappella parigina di san
Dionigi fecero voto di consacrai·si alla

2.3 Page 13

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- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - tMaharashtra
500 anni dalla nascita del grande evangelizzatore.
I Ignazio di Loyola. Era stato
capitano di milizia e ferito
gravemente. Durante la degenza
all 'ospedale aveva letto la vita
di Gesù, e si era convertito.
vita apostolica. Tre anni dopo Franci-
sco divenne sacerdote.
LA "SOCIETAS JESU"
Nel 1539 il gruppo di Ignazio era
a Roma, e si metteva a completa di-
sposizione del papa Paolo III. Nasce-
va la 'Compagnia di Gesù' , i cui
membri passarono alla storia con il
nome ben noto di 'Gesuiti' . Franci-
sco era il segretario di Ignazio.
Due anni dopo il re del Po1togallo
chiese al Papa missionari per l'India
(dove i Portoghesi avevano un vero
impero). Avrebbe dovuto partire un
gruppetto di soci della 'Compagnia di
Gesù' capeggiati da Nicola Bobadilla.
Ma Nicola si era improvvisamente
ammalato, e Ignazio non trovò di me-
glio che ordinare a Francisco di sosti-
tuufo. Fu una scelta azzeccata. Fran-
cisco partì su una nave che avrebbe
circumnavigato l'Africa, dopo essere
stato "caricato" dal Papa e dal re di
pesanti responsabilità: Nunzio Aposto-
lico per le Indie e Ispettore del re sulle
missioni. Tredici mesi durò quel viag-
gio drammatico in cui morirono metà
dei passeggeri (negozianti, mercanti
in cerca di fort1ma, avventurieri).
TAPPE SUCCESSIVE
All'arrivo al porto di Goa (capitale
dei territ01i indiani appartenenti ai
portoghesi), il governatore gli mandò
una lettiga portata da quattro servi.
Francisco rifiutò e prefetì recarsi all'o-
spedale, che da quel giorno divenne la
sua casa. Nella città ricevette una de-
lusione cocente. I portoghesi che egli
pensava buoni cattolici, avevano di-
menticato Dio e l'onestà. Maltrattava-
no gli abitanti e li vendevano come
schiavi. Per contrappasso gli indiani
cominciarono a odiare tutto ciò che
era po1toghese, compresa la loro reli-
gione. Francisco capì che prima di
parlare di Gesù agli indiani, occorreva
iniziare una seria missione tra i pmto-
ghesi. Si mise all'opera con energia.
La sua parola sferzò nmi, senza fare
sconti. Anzi , avvalendosi della duplice
autorità conferitagli, aiTivò a fai· impri-
gionare e reimbai·care per il Po1togallo
gli individui più scandalosi. Solo allo-
ra, con gli altri gesuiti, giudicò che
fosse giunto il momento di iniziai·e
l'evangelizzazione tra gli indiani. I
primi ad accettare la sua pai·ola furono
i malati dell'ospedale, dove viveva e
curava i più mise1i, poi i pescatori che
abitavano nelle capanne sulla spiaggia,
i loro figli vinti dal suo sorriso mite, la
gente povera. Riuscì pe1fmo a fondare
un seminario, che a suo tempo sarà de-
Pierre Favre nacque nel 1506
a Villaret nella Savoia. A Parigi
ebbe compagni di studio
Francesco Saverio e Ignazio
di Loyola, al quale in seguito
si unì. Morì il 1° agosto 1546
e da Pio IX nel 1872 è stato
dichiarato Beatò.
Goa fu il primo territorio
evangelizzato da Francisco.
stinato al clero indigeno. Poi percorse
le coste dell'India meridionale. Nel
1544 battezzò il rajah di Travacore e
tutto il suo popolo. Sc1iveva a Ignazio:
"La moltitudine di quelli che si con-
vertono alla fede di Cristo è tale, che
molte volte ho le braccia stanche per il
battezzare. Qualche giorno battezzo
un intero villaggio". La diocesi di Goa
si estendeva fino alle isole Molucche e
alla penisola di Malacca. Vi si recò nel
1545 per l'evangelizzazione dei Pava-
ri, un popolo di pescatori miti che lo
accolsero e ascoltarono la sua pai·ola.
Tradusse nella loro lingua il catechi-
smo e le principali preglliere.
FINO ALLA MORTE
Il 15 agosto 1549, Francesco
sbarcò in Giappone con altri due
Gesuiti. Trovò la lingua tremenda-
mente difficile, ma riu scì a farsi capi-
re, a tradurre per loro pagine del
Vangelo. Egli poté scrivere a Igna-
zio: "La gente con la quale abbiamo
finora parlato, è la migliore che ab-
bia mai incontrato .. . Amano ascolta-
re le cose di Dio ... ".
Lasciata la missione in mano ai suoi
confratelli, Francesco pensò all'im-
mensa e misteriosa Cina. Salì con i
mercanti fmo alla baia di San-Choan,
davanti alla costa cinese, e aspettò una
barca che osasse trasportai-Io. Arriva-
rono invece i venti invernali, e una
fortissima febbre. Delirò più giorni.
Morì in una capanna nella notte tra il 2
e il 3 dicembre.
BS OTTOBRE 2006

2.4 Page 14

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A 250 anni dalla nascita di W. Amadeus Mozart -
DUE
MOZART IL SUBLIME
Mozart con1pie 25O onm!
Mo è sen1pre vivo còn le
sue straordinarie musiche.
Apprezzato anche do
papa Benedetto XVI che
si diletto o suonare al
pianoforte alcune sue
celebri composizioni e do
n1olti musicisti salesiani
Salisburgo, la casa è ancora
come 250 anni fa, trasformata
in museo. Il 27 gennaio 1756
echeggia il primo vagito di un bim-
bo, l'unico maschio destinato a so-
pravvivere assieme alla sorella Ma-
ria Anna Walpurga Ignatia (Nan-
nerl), dei sei figli della coppia Leo-
pold Mozart e Anna Maria Pertl. È
battezzato con i nomi di Wolfgan-
orroaRE 2006 BS
gus Theophilus " tradotto" poi dal
greco nel più armonioso latino
Amadeus. E così, in tutto il mondo
quel bimbo sarà ricordato come
Wolfgang Amadeus Mozart. Preco-
ce, a quattro anni suona il cembalo e
il violino; a cinque compone la sua
prima opera: un minuetto per pia-
noforte "Andante in Do maggiore".
Il padre ne intuisce la bravura.
Allora, prende anche la figlia Nan-
nerl, di sei anni e li porta a es ibirsi
nelle corti d'Europa. A Vienna, in
Germania, in Francia, in Inghilter-
ra, in Olanda, in Svezia. Ovunque,
è un successo. In Italia si esibisce a
Verona, Mantova, Milano, Torino,
Bologna, Firenze, Napoli e Roma
dove nel 1770 riceve l'O rdine dello
Speron d'Oro da papa Clemente
XIV. Attorno a questi viaggi itali a-
ni serive al padre nell 'ottobre del
1777: "Non ho mai avuto tanti ono-
ri, non sono mai stato così stimato
come in Italia". Mozart è sempre
più richiesto e negl i ultimi anni
compone capolavori senza confron-
ti come "Le nozze di Figaro" nel
1786, il "Don Giovanni" nel 1788,
"Così.fan tutte" nel 1790. E nel set-
tembre 1791, tre mes i prima di mo-
rire, il capolavoro "Il Flauto magi-
co". Una curiosità: frequenta ra
massoneria nonostante sia e si ri-
tenga cattolico. Nelle sue ultime
ore di vita cerca di terminare un
"Requiem" che per il biografo
Bernhard Paurngartner è un perso-
nalissimo atto di fede dell 'artista
alle soglie dell 'eternità.
Dopo breve malattia, il grande
compositore muore alle 0,55 del 5
dicembre 1791. Ha soltanto 35 an-
ni. Tubercolosi, oppure collasso, o
sifi lide. Circola persino l'ipotesi di
avvelenamento, provocato dall'in-
vidioso rivale italiano Antonio Sa-
lieri. Il feretro nel cimitero di San
Marco viene sepolto in una fossa
comune, ma i resti del compositore
scompariranno e non saranno più
ritrovati.
La sfortuna sembra essersi acca-
nita contro questo genio sublime: la
tomba non più ritrovata, la masche-
ra funeraria caduta e rotta (e i pezzi
gettati), nessun discendente, ecc.
Restano, fortunatamente, gli sparti-
ti delle 626 opere: messe, sonate,
sinfonie, concerti, serenate, musi-
che da camera e da chiesa, mottetti
e molto altro ancora. In questo
2006, sono stati organizzati concer-
ti , mostre, convegni in ogni parte
del mondo per ricordare il genetlia-
co di questo grande, reso immorta-
le dalla sua musica.
D

2.5 Page 15

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a l 00 anni dalla nascita di Dino Buzzati.
GRANDI di Savina Jemina
BUZZATI, LA RICERCA...
Dino Buzzoti (1906-1972),
scrittore, giornalista, .
pittore. . . Molti educatori
hanno usato i suoi
racconti per trasmettere
messaggi educativi
e religiosi Più di uno
recensione ho avuto
"// ca/ombre': citatissimo
71 segreto del Bosco
Vecchio': ecc
Una vita di continua ricerca
del significato, e soprattutto
di un "oltre", di Dio. Lui,
Dino Buzzati, del quale il 16 otto-
bre ricon-ono i cent'anni della na-
scita, si definiva non credente. Ep-
pure sul "Corriere della Sera" del
29 gennaio 1972, il giorno dopo la
scomparsa, Eugenio Montale lo ri-
corda "naturalmente cristiano":
"Tutta la realtà, la vita stessa, gli
oggetti erano per lui seg nali dell 'al-
trove, erano una porta che un gior-
no avrebbe potuto aprirsi. E Dino
poteva tranquillamente ostinarsi a
bussare. E così fu per lunghi anni" .
Un'"avventura" iniziata un secolo
fa, appunto, quando Buzzati nasce a
San Pellegrino, vicino Belluno. Il
padre, Giulio Cesare, è docente di
Diritto internazionale. La madre,
Alba, veneziana, è sorella dello
scrittore Dino Mantovani. E non a
caso, il figlio studi a Giurispruden-
za, ma nel 1928, pochi mesi prima
di laurearsi, entra come praticante
al "Corriere", che non lascerà più.
Di certo, gli interessi giovanili
lo accompagneranno sempre: la
montagna, la mu sica, il disegno, la
"scrittura". Lui stesso, in un 'inter-
vista a "il Giorno" , il 26 maggio
1959, sostiene che «in ogni scritto-
re i primi ricordi dell 'i nfa nzia sono
una base fondamentale. Le impres-
sioni più fo rti (... ) appartengono
alla terra dove sono nato, la valle di
Belluno, le selvatiche montagne
che la circondano e le vicinissime
Dolomiti». Proprio le cime sono lo
scenario del suo primo romanzo
"Bàrnabo delle montagne" (1933),
un successo, e del successivo "TI
segreto del Bosco Vecchio" (1935),
dai quali quasi sessant'anni dopo,
saranno tratti due film. Inviato spe-
ciale e cronista di guerra, nel '40
pubblica (su segnalazione di Indro
Montanelli a Leo Longanesi) il ca-
polavoro: "Il deserto dei Tartari". È
l'allegoria es istenziale del tenente
Giovanni Drogo, che trascorre la
vita in una fortezza sperduta, nell 'i-
nutile attesa della grande occasio-
ne, del nemico che non atTiva, e
quando (finalmente?) i Tai·tari dàn-
no l' assalto, lui, ormai vecchio e
malato, deve lasciare il caposaldo
per morire, solo, in un a locanda.
L'autore stesso definirà quel ro-
manzo «il libro della mia vita».
Buzzati pubblicherà altri volu-
mi e racconti , tra i quali "Sessanta
racconti" (1958; premio Strega),
"Un amore" (1963, con probabili
cenni autobiografici: si sposerà, in-
fatti, sessantenne), "Il colombre"
(1966) e "Le notti difficili" (197 1).
Nessuno, però, uguaglierà il succes-
so de "11 deserto dei tartari". All'at-
tività giornali sta e letterai'ia affianca
il disegno e la pittura. Espone con
successo in varie mostre (per tutte,
quella veneziana delle sue tavole di
"ex-voto") e pubblica testi affiancati
da riproduzioni di sue opere. Con
autoironia, nel '68 scrive: «Che di-
pinga o scriva, io perseguo il mede-
simo scopo, che è quello di raccon-
tare delle storie». Poi, il 28 gennaio
del '72, mentre a Milano infuria
una nev icata, il tumore al pancreas,
che aveva già colpito il padre, ha il
sopravvento anche su di lui. Che
muore con la dignità del suo tenen-
te Drogo. Figurarsi come sorride-
rebbe oggi, nel vedersi celebrato in
convegni, mostre e persino con un
francobollo. Lui che qualcuno ha
definito lo scrittore della "normalità
dell ' a s s urdo".
O
BS OTTOBRE 2006

2.6 Page 16

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redaziQnale
I Il presidente Lula
in visita ai salesiani
e alle opere di padre
Cicero.
JUAZEIRO, BRASILE
LULA, I SALESIANI
E PADRE CICERO
A Juazeiro do Nmte i salesia-
ni ci sono dal 1939. Scuol a,
Parrocclii a, Oratori o, Radi o
Educati va ... Ora stanno inte-
ressandosi al grande santuari o
e alle relati ve strutture di ac-
cogli enza per i pe ll egrini che
numerosiss imi (più di 2 mi-
li oni in un anno) ragg iungono
la città del fa moso padre Ci-
cero R omao Balista ( 1844-
1934) morto in concetto di
santità e veneratiss imo dalla
popolazione che gli attribui-
sce una serie impressionante
di grazie. La zona su cui sta
sorgendo il santuario è stata
bonificata, ma la costru zione
procede lentamente, man ma-
no che i benefattori e la pove-
ra gente raccolgono e invi ano
offerte. La piazza vicina alla
gigantesca statua (25 m) del
padre dell a povera gente po-
trà contenere fi no a 70 mila
persone. Don Giuseppe Ven-
turelJi, missionario salesiano
in Brasil e, continua a darsi
datto rno perché i proge tti
giungano a termine, sia quelli
edilizi, sia quelli di recupero
ambi enta le, sia quelli di recu-
pero umano. Anche il presi-
dente Lula se ne è interessato.
Don Venturelli è convinto
dell a santità del padre, ma
1' impegno profuso a fav ore
delle opere di padre Cicero è
anche per un debito cli ricono-
scenza: morendo a 90 anni il
padre lasciò qu anto possede-
va ai sales iani , perché erano
gli uni ci che çonsidera va ca-
pac i cli cambi are il volto dell a
soc ietà, educando i ragazzi..
I La grande statua
(25 metri di altezza)
del padre Cicero
a Juazeiro do Norte.
APELDOORN,OLANDA
UN NUOVO
CENTRO GIOVANILE
Il Municipio dell a città di
Apeldoorn ha chiesto uffic ial-
mente ai salesiani di farsi ca-
rico di un nuovo Centro Gio-
vanile nel distretto " De Ma-
ten", avendo molto apprezza-
to la qualità e l' efficacia del
lavoro educativo svolto dagli
stessi nel distretto di "Ze-
venhuizen" . I salesiani hanno
accettato la nuova incomben-
za e affidato il nuo vo centro a
due operatori laici. La D~n
Bosco Groep Nederland, l' or-
ganizzazione che segue e tu-
tela gli operatori sa lesiani
olandesi, ha consegnato a
Marce! Berencls, il laico re-
sponsabile del centro in que-
stione, la bandiera con il logo
dei salesiani. li centro giovaa
nile cli "De Maten" ha comin-
ciato a fun zionare nell ' agosto
scorso.
', BREVISSIME DAL MONDO
CITTA DEL YATICANO. spettacoli, letture, commenti
Il giorno 15 di questo mese dei testi sacri delle cliverse
papa Benedetto XVI proce- religioni, proiezioni cli fi lm e
derà alla canonizzazione ciel documentari , lezioni e incon-
sacerdote Filippo Smalclone tri con teolog i, fi losofi , stori-
( 1848-1923), apostolo dei ci, giornalisti , scrittori e
sordomuti e fondatore dell e scienziati. È stata un 'occa-
Suore Salesiane dei Sacri sione per riflettere sui dubbi
Cuori.
che attraversano l' umanità.
ADRA~O. SICILIA. In un
grave incidente stradale sulla
statale 284, il 20 luglio u.s.
sono morte suor Rosetta Ca-
v,u-ra e suor Marianna Ordì-
ce assieme al giovane volon-
tario Francesco Cottone, nel-
lo scontro con il furgone cli
una ditta cli trasporti. Le due
Figlie cli Maria Ausiliatrice
appartenevano alla comunità
Casa dei bambin i ·'San Gior-
gio Gua ltieri ".
roR :\\i( , l" \\I. \\. Dal 19
al 24 seltembre 06 si è svolta
la nuova edizione di "Torino
Spiritualità. Domande a Dio,
Domande agli uomini" : di-
battiti, in iziative, workshop,
TARQCINI.\\. IT.\\LJA. L'As-
soc iazione Umanitaria "Se-
mi di Pace ONLUS" di Tar-
quini a ha rea lizzato il " Pro-
getto Speran za, un cuore
per l'As ia" per una seri e cli
ini ziative come la raccolta e
la distribuzione cli vestiti e
generi al imentari , sostegno
per anziane e ma lati, racco l-
te cli med icin ali , consultorio
fami liare per extracomuni-
tari , corsi gratuiti cl.i li ngua
itali ana per strani eri , ecc. In
Thai land ia contribuirà all a
costru zione cl i un Centro
Polifunziona le per bambini
abbandonati o in situazione
di di sagio, seguiti dalle Fi -
glie di Maria Ausiliatrice.
OTTOBRE 2006 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
CITTÀ DEL VATICANO
A fine giugno è stato letto
il decreto di martirio per il
gruppo di 63 servi di Dio
appartenenti alla Famiglia
Salesiana, martirizzati du-
rante la guerra civile spa-
gnola degli anni 1936 e
1937. Appartengono alle
ispettorie salesiane di
Madrid (42) e di Siviglia
(21 ). Sono 22 sacerdoti ,
18 coadiutori , 2 coopera-
tori , 1 cooperatrice , un
collaboratore laico. La
beatificazione avverrà nel
corso del 2007. Capolista
Enrique Saiz Aparicio.
LUBUMBASHI,
R. D. CONGO
Un 'altra opera sociale di
primo ordine è stata
inaugurata presso il Cen-
tro Salesiano di Bakanja
a Lubumbashi. Si tratta
di un dispensario a di-
sposizione della parte più
debole della società con-
golese , i ragazzi di stra-
da. Così i sette posti letto
del vecchio dispensario
vengono sostituiti da 20
posti. La struttura è inti-
tolata al salesiano laico
beato Artemide Zatti , in-
fermiere professionale
che ha dedicato la vita ai
malati.
SANT 801 DE
LLOBREGAT,SPAGNA
Sono partiti a luglio. Si
tratta di 50 giovani , ma-
schi e femmine , dell 'ispet-
toria salesiana di Barcel-
lona che. dopo un anno di
preparazione hanno scel-
to di dedicare due mesi
della loro vita ai paesi più
poveri del mondo. Le de-
stinazioni : Cile, Perù , Bo-
livia , Costa d'Avorio , Ma-
rocco , Etiopia. I giovani
salveranno il mondo. La
loro generosità trascinerà
altri al servizio e all'apo-
stolato.
MADRID, SPAGNA
Un gruppo di volontari è
partito anche da Madrid
per una esperienza mis-
sionaria estiva in Perù .
L'impegno è quello della
animazione pastorale ,
educativa e del tempo li-
bero presso i centri di La-
re s, Calca e Quebra-
dahouda. Anche per loro
la partenza è stata prece-
duta da una serie di in-
contri di preparazione
coordinati dalla ONG "J6-
venes del Tercer Munda".
MAVACA,VENEZUELA
In questo mese di ottobre
la missione salesiana tra
gli Yanomami celebra il
50° anniversario del suo
inizio. Varie le iniziative ,
alcune delle quali com-
promesse dalle inonda-
zioni che hanno colpito ,
devastandola, la missione
di Mavaca. Scuola, chie-
sa, cooperativa artigiana-
le con relativi manufatti, e
anche la dimora dei sale-
siani sono stati immersi
nell 'acqua per 5 giorni .
Gravissimi i danni e molte
le cose perdute.
LOMÉ, TOGO
Nella Maison don Bosco
si è svolta la 2~ edizione
del Festival "Azan" che si-
gnifica "festa ". Di una
gran festa si tratta, in ef-
fetti , con lo scopo pretta-
mente educativo di aiuta-
re i giovani partecipanti a
sviluppare le proprie doti
artistiche nel settore della
musica, del canto , del
protagonismo giovanile in
famiglia. Il tema di questa
edizione recitava: "Tutti
responsabili della vita fa-
miliare", in omaggio alla
Strenna 2006.
BS OTTOBRE 2006

2.8 Page 18

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·uNASTORIA ••••••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
.INCREDIBILE
di Teresa Marocco
Vi racconto una storia
che conosco bene:
riguarda la mia famiglia.
Non so se ciò che scrivo
sia tanto straordinario
da raggiungere il
miracolo. Lo
giudicherete voi.
Quel che so, e di cui sono
convinta, comunque, è
che per me la cosa ha
del/ 'incredibile.
I Anno 1912: Berruto Francesca
con il marito Marocco Carlo
e la figlia Catterina Angela.
P:ima di tutto vi presento i ter-
nini della questione. Berruto
na 36enne, per infonderle un po' di
speranza consigliò di portàrla a Torino
Francesca vedova Marocco all' Ospedale del famoso chirurgo Gu-
(1870-1969) mamma di Marocco glielminetti (?) il quale, dopo averla
Catterina Angela (1909-2004), che visitata scrupolosamente sentenziò:
ha sposato Vittone Giorgio. Negli ul- "Cara signora, non posso darle delle
timi tempi viveva con la famiglia del buone notizie! Dovrò operarla e, in se-
figlio Carlo, circondata dalla vivace gL1ito, non potrà mai più regalare dei
compagnia di nipoti e pronipoti. figli al marito". Francesca rispose che
Francesca Berruto sposò Carlo Ma- · quella era la preoccupazione minore,
rocco (1863-1940) nel 1888 e la loro ciò che l'angustiava di più era lasciare
unione fu benedetta dal Signore con 01iani otto figli, il maggiore dei quali
: il dono di nove figli. Nell'inverno aveva solo 14 anni e la minore neppu-
: 1906, dopo otto maternità portate fe-
: licemente a termine (Silvestro 1892,
Margherita 1894, Michele 1896,
: Giovanni 1898, Biagio 1900, Giulia-
: no 1902, Giuseppe 1904, Maria
re uno. Si fece prima accompagnare
nella Basilica di Ma.ria Ausiliatrice
per raccomandarsi alla Madonna, poi
a casa dove diede le istruzioni alla do-
mestica che già aveva dato prova di
I Il beato Michele Rua
con don Filippo Rinaldi,
terzo successore di Don Bosco,
beatificato da Giovanni Paolo Il
il 29 aprile 1990.
: 1906), Francesca soffriva di dolori essere di buon cuore, facendosi pro-
insostenibili con forti emorragie. No- mettere di occuparsi sempre dei suoi nale don Michele RUA, al quale ma-
: nostante il suo temperamento voliti- figli, poiché, quasi certamente, lei non nifestò tutta la sua angoscia. Il beato
: vo, fu costretta, anche su esplicito avrebbe più potuto farlo. Messo tutto le disse che non aveva alcun motivo di
: consiglio del dottor Allora di Riva di a posto, dopo qualche giorno tornò a preoccuparsi perché il Signore le
Chieri, a prendere una donna di ser- Torino per sottoporsi all'intervento, avrebbe donato una perfetta guarigio-
: vizio, la signora Aruga, per badare ai non senza essere prima tornata in ba- ne, e non solo: avrebbe ancora avuto
: bambini e ali' andamento della casa. silica per confessarsi e "avere il la- un figlio e sarebbe diventata centena-
Inoltre il medico, constatando la si- sciapassare" per il Paradiso! Per puro ria! Al momento delle di1nissioni dal-
:tuazione disperata della signora, appe- caso le capitò di trovare in confessio- l'ospedale il chirurgo le raccomandò
OTTOBRE 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • .• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
P.S.: Francesca si ammalò seria-
mente soltanto una volta, nell 'i nverno
del 1962. Il doti. Garrone, medico di
famiglia, con doti non comuni di sen-
sibilità, equilibrio ed eccezionale ca-
pacità diagnostica - consigliò l'unzio-
ne degli infermi, in quanto la paziente
ormai era in stato preagonico. La ni-
pote Teresa, andò subito a informare
il parroco , era 1'8 dicembre 1962. Don
Ettore Gaia prese gli oli , salì in auto e
giunto dalla 92enne inferma la bene-
disse con l'unzione. Non appena ter-
minò le preghiere Francesca scattò a
sedere come un automa. Girando at-
torno lo sguardo sorpreso , esclamò :
"Ma che cosa avete da guardarmi co-
sì?". Il doti. Garrone: "Ma Cichina,
siete voi che state tanto male, mica
noi!". - "lo? lo sto benissimo!", e vo-
leva alzarsi, ma fu trattenuta e con-
vinta a pazientare almeno per un
giorno. Erano presenti i figli Biagio e
moglie, Michele e moglie, Caterina, la
nipote Teresa, il Parroco e il doti. Ot-
tavio Garrone. Visse altri 7 anni.
Marocco Catterina Angela
nel 1934.
di tornare a farsi vedere dopo 5/6 mesi
e soprattutto di evitare assolutamente
di affaticarsi.
LA PROFEZIA COMINCIA
AD AVVERARSI
Francesca ritornò a casa piena di
gioia e felice di poter rivedere i suoi
bambini e, anziché riposarsi, si dedi-
cava con sempre maggiore impegno
e con gran dispendio di energie alla
cura dei figli, degli animali e della
cascina. Con il sopraggiungere del-
1' inverno (ott/nov. 1908), con somma
gioia si accorse di aspettare un bam-
bino: pensò subito al chirurgo; a don
Rua, e alle loro due contrastanti pro-
fezie. E si rallegrò che avesse vinto il
successore di Don Bosco. Fu allora
che le venne in mente anche la se-
conda predizione di don Rua, quella
sulla lunga vita. Ma non si fece trop-
pe illusioni. Trascorsi i soliti nove
mesi di gravidanza, il 15 giugno
1909 nacque una bimba, ma quale
spavento: Catterina era una cosi-
na minuscola che pesava solo 900
grammi , era lunga 22 cm e non
emetteva nessun suono . Mamma
Francesca non sapeva neppure come
fare a vestirla tanto era minuta,
come darle da mangiare perché la
sua boccuccia non riusciva ad attac-
carsi al capezzolo. Comunque riempì
di foglie e pula un sacchetto/materas-
so, ne imbottì il fondo di una grande
scatola da scarponi (un'incubatrice
ultimo modello!) che bucherellò sui
quattro lati e sul coperchio e la si-
stemò al sicuro in cima all'alta cre-
denza della cucina, in modo che
fratellini gatti - la casa era piena
-degli uni e degli altri , e tutti voleva-
no giocare con la nuova bambolina -
le dessero fastidio. La piccola non
ebbe vita facile. Non facendosi mai
sentire, la mamma a volte dimentica-
va di darle il latte, e mentre correva
di qua e di là, pregava continuamente
la Madonna di aiutarla: "Non posso
trascurarne otto per salvarne una; per
favore , pensateci un po' Voi! " . Catte-
rina era piccolina, ma molto vispa e
sempre sorridente, caratteristica che
conservò: anche nelle difficoltà e
sofferenze morali non perse mai la
sua giovialità, il suo ottinùsmo e la
battuta spiritosa e inoltre conservò -
come mamma Francesca - una fede
semplice e genuina. Anche negli ulti-
mi tempi della sua lunga vita, in cui
non aveva più la nozione dei fatti,
quando la si andava a trovare e la si
invitava a perseverare nell ' ascolto di
RADIO MARIA e a pregare la Ma-
donna, guardava dritto negli occhi e
diceva: "Oh, come è buoi:_i.a questa si-
gnora, come parla bene! E un piacere
sentirla. Continui sempre così!".
La basilica di Maria Ausiliatrice
a Torino.
ANCHE
LA SECONDA PARTE
•••
Catterina quando compì il primo :
anno di vita era cresciuta così bene
che era quasi grande quanto tutte le
altre bimbe della sua età. Trotterel-
lava soddisfatta dietro ai fratelli
maggiori , attirandosi le loro atten-
zioni con tante moine e tanti furbi
discorsetti ! Era l'orgoglio di tutti.
Finalmente mamma Francesca si
ricordò, dopo oltre due anni, che
doveva andare al controllo dal chi-
rurgo di Torino. Un giorno di buon
mattino , il marito Carlo attaccò i
cavalli e partirono con il calesse.
Francesca passò prima a ringraziare
Maria Au siliatrice, poi andò in
ospedale a presentarsi al professore
che restò sbigottito, poiché la rico-
nobbe subito. Pur constatando che
era il ritratto della salute, non volle
assolutamente credere che avesse
dato alla luce una figlia. Così, dopo
alcuni giorni, andò personalmente
con un altro medico, da Torino a
~iva in cascina, per vedere questa
bimba prodigiosa. Rimproverò an-
che Francesca che non l'avesse
subito informato. Per la situazione
così eccezionale e che aveva vera-
mente del miracoloso, avrebbe vo-
luto seguire il caso già fin dall'ini-
zio. Francesca raggiunse veramente
in buona salute il notevole traguar-
do dei 99 anni profetizzato da don
Rua. Conservò sempre una devo-
zione sincera e riconoscente all' Au-
siliatrice, e ogni volta che riscuote-
va i pochi soldi della pensione di
vecchiaia, ne faceva offerta per le
opere delle missioni salesiane, an-
che per onorare il defunto don Mi-
chele Rua che l' aveva incoraggiata
nel momento più drammatico della
sua vita.
O
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 8S OTTOBRE 2006

2.10 Page 20

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LA SVOLTA
UN AGGETTIVO
DIVENTA SOSTANTIVO
di Carlo Di Cieco
Al Congresso mondiale
del 9-12 novembre una
svolta storica: rinasce
il //salesiano cooperatore//
a/posto del //cooperatore
salesiano'~ Un
aggiustamento epocale.
A ttratti da Don Bosco, i coope-
rat01i reali zzano l'ideale di la-
vorare con lui rimanendo nel
mondo, chiamati a vivere nella con-
dizione secolare lo stesso carisma dei
salesiani . È un momento cruciale del-
la storia dei cooperatori salesiani.
Cambiano! D 'ora in avanti si chia-
meranno salesiani cooperatori. Al-
lora, sono tre i modi di essere salesia-
1li: quello della vita consacrata SDB,
quello delle FMA e quello di restare
nel mondo, facendo "una libera scel-
ta che qualifica l'esistenza". Il nuovo
"Progetto di vita apostolica" dei sa-
lesiani cooperatori sarà discusso e ap-
provato dal Congresso mondiale con-
vocato dal Rettor Maggiore. Vi pren-
deranno parte 302 persone tra coordi-
natori ispettoriali, delegate/i, consulta
mondiale, invitati, rappresentanti di
conferenze nazionali. Il cambiamento
è stato preparato con cura, in dialogo
costante triangolare tra SDB, FMA e
Cooperatori. Lo statuto delinea niti-
damente la nuova figura: "si ùnpe-
gnano nella stessa missione giovanile
e popolare degli altri membri della
OTTOBRE 2006 ~S
famiglia salesiana" . Lo stile di vita
personale è improntato alle Beatitudi-
ni evangeliche. Si sceglie la nonvio-
lenza come lievito di pace e perdono,
l'adozione del sistema preventivo
nell' impegno educativo, lo sguardo
su ogni giovane con ottimismo reali-
sta. Nella vita quotidiana si persegue
l'ideale evangelico dell'amore a Dio
e al prossimo; si reaUzza la dottrin a
sociale della Chiesa, favorendo l'edu-
cazione alla mondiaUtà. Don Pascual
Chavez, Madre Atonia Colombo e
Rosario Maiorano parlano breve-
mente di questo snodo straordinario
della st01ia salesiana.
Maiorano: più autonomia
e responsabilità quali
salesiani laici
(Rosario Maiorano, è il coordinatore
generale dei salesiani cooperatori)
Perché si è deciso questo cam-
biamento?
Perché i 20 anni trascorsi dall ' ap-
provazione del precedente Regola-
mento eq ui valgono, in termini sto-
rici e non certo cronologici, ad
almeno due secoli! Basti pensare a
quanto è accaduto nella società
(crollo del Muro di Berlino, avven-
to dell a società post-industriale,
diffusione dell ' innovazione tecno-
logica, nasci ta di giganteschi feno-
meni mi gratori , mondi alizzazio-
ne dei mercati , risveglio dell a Ci-
na, Islam integra lista, ecc.); nella
Chiesa (riforme post-conciliati, cri-
si delle vocazioni, scristianizza-
zione dell'occidente capitalistico,
nascita di nuove correnti di pensie-
ro teologico, ecc.); nella Fami-
glia Salesiana (importanti Capitoli
genera li SDB ed FMA, Carta di
comunione, Carta della missione,
nascita e/o aggregazione di nuovi
gruppi religiosi e laicali, c1isi nella
gestione di opere e strutture, ecc.).
Cambierà qualcosa nel rappor-
to laici-consacrati?
Il nostro ausp icio è di imprimere
un a forte accelerazione al processo
di "auto nomizzazione" . Il proble-
ma è soprattutto quello di essere e
apparire, come auspicava Don Bo-
sco, veri salesiani laici e secolari,
sald amente ancorati all a Famiglia
Salesiana (FS) , in contin ua comu-
nione carismatica, ma nel rispetto
della spec ificità del nostro cari-
sma, mentre troppo spesso siamo
visti come cooperatori dei salesia-
ni e non della mi ssione salesiana

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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(da qui anche la scelta del cambio
del nostro nome in "Salesiani Coo-
peratori").
Chavez: una più forte identità
laicale per la missione salesiana
(Don Pascual Chavez è il Rettor
Maggiore dei salesiani, IX succes-
sore di Don Bosco)
Che cosa cambia nella relazio-
ne dei salesuini cooperatori con
SDBeFMA?
Il nuovo statuto e regolamento
conferma la loro autonomia come
Associazione di Fedeli riconosciuta
dalla Santa Sede, e riafferma il loro
riferimento a Don Bosco e al Rettor
Maggiore nella sua veste di Succes-
sore del Fondatore, e dunque "pa-
dre" della FS e centro di unità.
Emerge di più la figura di laico
cristiano secondo il Concilio ap-
plicato alla tradizione salesiana?
La rielaborazione della carta d'i-
dentità ha voluto sì tracciare un pro-
filo di laico cristiano salesiano co-
me promana dal Concilio Vaticano
// e dalla Christifideles Laici e assu-
mere con più consapevolezza i tratti
specifici della spiritualità salesiana.
Ma si è trattato pure di farlo più ri-
spondente alla nuova sensibilità an-
tropologica, culturale, sociale ed ec-
clesiale.
Non resta qualche dubbio sul
pieno riconoscimento dell'autono-
mia del laicato rispetto alla com-
ponente religiosa della vita sale-
siana?
No! Ogni ramo della FS gode di
una reale autonomia. Il mio prede-
cessore don Vecchi l'ha 1ibadito
chiaramente. Lo faccio anch'io. Con
l'auspicio che l'Associazione diven-
ga sempre più autonoma nell'orga-
nizzazione, formazione e impegno
apostolico. I diversi gruppi della FS
devono assicurare sia la loro identità
nella forma di realizzare la missione
di Don Bosco, sia la loro comunione
con gli altri rami attraverso il dialogo
e la sinergia nell'azione.
Come tutelerà il Rettor Mag-
giore questa realizzazione più fe-
dele di un progetto che Don Bosco
aveva dei cooperatori come sale-
siani impegnati nel mondo?
Il Rettor Maggiore ha un suo rap-
presentante per essa'. Da' parte rnia,
cerco di essere molto rispettoso della
loro autonomia e di pari passo molto
propositivo. Alla fin fine quello che
interessa è la crescita quantitativa dei
diversi gruppi della Famiglia Sale-
siana, l'approfondimento della loro
identità, la qualità del1a loro vita spi-
rituale ed apostolica, e la sinergia
con gli altri gmppi della FS.
Madre Colombo: insieme
concilio e spiritualità salesiana
(Mad!e Antonia Colombo è la Supe-
riora Generale delle Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice)
Che ne pensa del Progetto di Vi-
ta apostolica?
È, allo stesso tempo, un punto di
arrivo e un punto di partenza. ' Sono
convinta che il cammino intrapreso
ci porterà a superare possibili forme
di dipendenza dei laici dai religiosi.
Insieme siamo chiamati a guarda-
re alle nuove povertà giovanili e a
offrire proposte alternative ispirate
al sistema preventivo, come hanno
fatto un tempo Don Bosco, Maria
Mazzarello, tanti fratelli e sorelle
della FS. Dobbiamo agire con lo
stesso spirito, contemplando Dio
non da stranieri, ma da familiari
che sanno esprimere la Sua vici-
nanza alla gente.
Il fatto di chiamarsi salesuini
cooperatori, non richiede una mag-
giore reciprocità e parità...?
Reciprocità e parità non sono lega-
te al solo cambio del nome: potrem-
mo rimanere nelle vecclùe abitudini
e fare le scelte di sempre. Credo che
il cambio del nome sarà tanto più ri-
spondente alla realtà che si vuole
sottolineare quanto più profonda di-
venta la nostra consapevolezza di es-
sere corresponsabili dello sviluppo
del carisma salesiano.
Le FMA ripenseranno il loro
rapporto con i salesiani coopera-
tori?
Di fronte alle sfide di oggi (bio-
etica, famiglia, ambiente, educa-
zione dei giovani nell'epoca della
globalizzazione e dell 'interdipen-
denza planetaria), è necessario
unire le forze, riattualizzare lo spi-
rito di famiglia. Lo richiede il pro-
getto di vita evangelica che con
specificità diverse abbiamo assun-
to. Lo esige il bene dei giovani che
cerchiamo insieme, animati dalla
stessa passione di Don Bosco. La
sensibilità femminile delle salesia-
ne cooperatrici e delle FMA può
aiutare a privilegiare la qualità del-
le relazioni, a creare, come fece
Mamma Margherita a Valdocco,
un ambiente aperto all'accoglienza
in cui tutti si sentano valorizzati e
perciò impegnati a contribuire al
bene comune.
O
BS OTTOBRE 2006

3.2 Page 22

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lettera ,
ai giovarti
Hl TROVA
tJN AMICO
TROVA
UN TESORO
Carissimo,
Se sono balbuziente l'amico mi apprezza per
tu conosci il soggettista inglese Gilberto Che- quanto so ascoltare.
sterton.
Se non vedo bene l'amico mi sollecita a descrivere
Al tuo sconforto rispondo con una sua intuizione. i colori dell'amicizia.
Tu mi dici: "L'amicizia non esiste più. Vivo sotto
choc.
Me la sono sentita negata, violata, sottratta".
Ti risponde l'umorista:
"Procurati un'anima nuova".
Non dire: "Non c'è", Dì piuttosto: "Non l'ho trovata".
Il miglior modo di trovarla è offrirla.
L'amicizia non è uno psicofarmaco che guarisce la
tua solitudine.
Non dare la colpa a qualcuno se è venuta meno.
~esponsabili del naufragio si è sempre in due.
E illusoria fosforescenza spirituale se pretendi
nell'amicizia di dare luce alle zone d'ombra della
tua affettività.
L'amicizia è un potenziale, un patrimonio da noi:i
perdere.
Perderlo significherebbe smarrire la strada che fa
diventare uomo.
Va seminata fin da bambino se vuoi goderne il
frutto da adulto.
Chi è senza amici scagli la prima pietra.
Chi trova un amico non trova un doppione,
uno simmetrico a se stesso.
Chi trova un amico, trova un tesoro.
Ne esce ricco e arricchito.
Vorrei poterti dire: ho trovato, a ogni stagione
della vita,
un amico,
Il bello dell'amicizia è la sincerità.
Rimangono i due pesi se mettiamo sulla bilancia
la nostra vita,
un vero tesoro, una grande risorsa, un sano rico-
stituente
che ha guarito più di una malattia.
rimangono le due misure se la mettiamo a con-
fronto
e rimangono due giudizi se la valutazione significa
rispetto, stima, crescita.
Ognuno va per la sua strada senza allontanarsi.
I gabbiano non costringe la tortora a vivere tra
Quando metti in moto il tuo tergicristallo è per-
ché piove,
perché il temporale ti impedisce di vedere la strada,
perché la nebbia toglie il sole.
Il tergicristallo è fondamentale se vuoi tornare a
casa e non fermarti presso un autogrill.
gli scogli.
Passi la forzatura.
· li cane pastore non convince la pecora ad abbaiare. Nei momenti di burrasca l'amicizia funziona da
L'aquilone non pretende che il bambino spicchi il tergicristallo:
volo,
ti fa ragionare e ti porta a casa.
se vuol giocare.
Abbimi per amico. Ti sento amico.
Possono vivere all'unisono, ma ognuno a casa
Con affetto.
sua. .
Carlo Terraneo
Se l'amicizia rimane amicizia non muore al primo e,-----~...,,-,,
gelo.
~i'!
Tu non scriverai:
"Restit!,liscimi il mio cuore perché io ti ridò il tuo".
Se un amico è un amico non reclama quello che
non può restituire.
·
Se sono zoppo l'amico ·mi giudica quando sono
seduto.
OTTOBRE 2006 BS

3.3 Page 23

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SALVE! ••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••••••••••
1NSERTO
CULTURA
La stampa è una tradizione salesiana
eccellente ed efficace anche tra i salesiani della
Repubblica della Slovenia. L'apostolato della
buona stampa non è mai venuto meno
nella coscienza e nella tradizione
dei figli di Don Bosco in questa nazione
I e e•••• e• e e•• e e
di Jozef Pogacnik
San Giovanni Bosco scrisse molti libretti popolari. Per poter attuare
questo, nonostante le altre molteplici occupazioni,
era costretto ad abbreviare il sonno notturno. I suoi figli, seguendo
il suo esempio, non hanno trascurato questo importante, anzi,
fondamentale apostolato. In Slovenia già da vari decenni, nei cosiddetti
"Libretti salesiani" si trattano i problemi di vita quotidiana.
Negli ultimi anni, l'attenzione è rivolta ai problemi de/l'educazione
e formazione delle giovani coppie. Le idee, condensate in poche pagine,
e
e
e
••
e
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
hanno fatto e fanno tanto del bene.
••
La sede di " SALVE" .
••••••
•••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS OTTOBRE 2006 • •

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.•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••
Trieste, per il Natale dell ' an no
1956, poi nel febbraio del 1967 a
Rakovnik. Per il dec imo anniver-
sario, il caporedattore, Stanislav
Kahne, ha potuto scrivere che in
1O anni sono stati ed itati 63 volu-
metti per 1 214 000 cop ie com-
plessive di tiratura.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••
IL BOLLETTINO
SALESIANO
San Francesco di Sales, patrono
dell'editrice SALVE. Dipinto
di Tomaz Perko.
Don Bosco fu un appassio na-
to de ll a paro la scritta. Ha
Il Bollettino Salesiano - Sale-
zijanski Vestnik - è il bimestrale di
co ll egamento con la Fam igli a sa-
lesiana slovena. Nell'edizione ita-
li ana risale a Don Bosco che lo
fondò nel 1877; nell'edizione slo-
vena il pri mo numero è uscito nel
giugno 1904 con il titolo " Don
Bosco, Notizie sales iane, Bolletti-
no Sa lesiano". Fino al 1945 la tira-
tura è stata mensi le. Soppresso du-
rante il regime comu nista è "risu-
sc itato" nel gennaio 1969, come
giorn alino della parrocchia di
Rakovnik, con il titolo " La campa-
na di Maria Ausiliatrice", ma nel
1973 ha ripreso l'anti co nome di
Bo ll etti no Salesiano. Dal 1993
Il logo dell 'editrice.
Bosco ha dato una co nseg na ai
suoi figli : "proc urare che i nostri
giovani attin ga no i morali e cri-
stiani principi specialll')ente dal-
le nostre produzioni" .. L'espe-
scritto artico li, monografie, esce sei volte all 'an no - e dal ri enza ci co nferma ampiamente
Iibri , trattati, ecc. La passione per 2006 la tiratura è arrivata a 13 500 la verità di queste paro le. "La
la buona stampa ha contagiato copie. La raccomandazione di Chiesa, che è ben coscie nte del-
anche i salesiani sloveni. Fino al Don Bosco, che il Bollettino dove- le possibilità e delle sfide, ha
1945 sono stati pubblicati a va essere distri bu ito gratuitamente, trov ato nei mezzi de ll a comu ni-
Rakovnik 250 vo lumetti per va le anche per i sa lesiani sloveni . caz ione un nuovo areopago, e il
1500 000 esemp lari. Il più prolifi- A tutt'oggi la rivi sta si regge unica- nuovo modo di eva nge li zzaz io-
co scritto re di questo genere è mente con le offerte dei benefattori ne", ha sc ritto iI Rettor Maggiore
stato Frane Knific. Dopo la 2~ e della gente.
don Pascua l Chavez ai direttori
guerra mondiale queste pubblica- Nell a circo lare ai sa les iani per del Solettino, rad un ati a Rom a
zioni hanno ripreso vita, prima a la diffusione dei buoni libri don nel sette mbre del 2005 .
Marko Mulej alla tagliacarte lineare...
Dusan prepara le riviste per la spedizione.
• • OTTOBRE 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Il Direttore generale (don Herman Gregarie -
a destra, seduto) con alcuni collaboratori.
Joze Senk, tecnico
per l'impostazione grafica.
I ~
•••••••••
Lo studente David Kuhar
alla stampante digitale.
... e alla macchina piegatrice,
cucitrice .
UNA LUNGA TRADIZIONE
La stampa ha una lunga tradi-
zione in Sloveni a che ogg i si ri as-
materiale in un tempo, nel quale
il govern o centrale controll ava ri-
gorosamente ogni attività di que-
sto genere e puniva severamente
•••••••
sume nella conosc iutiss ima ed itri- gli evasori . M a non sono mai riu-
ce SALVE iI cui ce ntro è a Rakov- sc iti a " becca rl o". L'attività d i
nik. Nei pri mi decenni d i vita, so- stampa e conseguentemente il ca-
no state numerose le persone che ri sma di Don Bosco si sono libe-
hanno accompagnato il lento svi- ramente sviluppati so lo dopo l' in-
luppo dell 'ed itrice. Ri co rdi amo dipendenza dell a Sl ovenia che,
tra queste Frane M ihelcic che ha
curato in modo impeccab ile la
grafica dei li bri di testo per la ca-
teches i e ha rea lizzato un a serie
di suss id i catechi sti ci che hanno
dato lustro imperituro al centro
sta mpa dell a pa rrocc hi a. Ha pre-
pa rato una lunga seri e di diaposi-
staccatas i dall a Jugoslavia, dive n-
ne una nazi one a sé co n due mi-
lioni d i abitanti. Presso la chiesa
di M ari a Ausiliatrice è subito nato
- come dicemmo - il centro delle
attività editori ali , sotto il nome di
SALVE - SAL (sa lesiani), V (vzgoj a
=educazione), E (eva ngelizzazio-
•••••••••
tive, d i quad ri per la catechesi, di ne), in pieno accordo co n le d iret-
grafici, di registraz ioni del testo su ti ve che nel 1965 i rappresenta nti
nastro magneti co .. . Con lui non
va dimenticato il sa les iano laico
Vin ko Furlan, che ha saputo
diffo ndere e vende re tutto questo
de i sa les iani d i tutto il mondo
hanno emanato nel XIX Capito lo
Generale, co nferm ate poi nel do-
cumento " I sa lesiani e i mezz i
I Seduto al centro, il direttore
editoriale Branko Balazic; a
sinistra il coadiutore Ambrozic
Janez, collaboratore dell'editrice.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • /JS OTTOBRE 2006 • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••.
Le riviste dell'editrice. Tra le altre
Martin Dezelak al negozio
.••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••••••••••••••••••••
il Bollettino Salesiano (SalezijanskiVestnik).
dell'Editrice a Lublijana.
della com uni caz ione socia le"
(Roma 1988). L'Editrice (compo-
sta dai settori dell'editoria pro-
priamente detta, della grafica,
della videoproduzione e della
vendita) ha in com in ciato a fun-
zionare uffi cia lmente il 15 mar-
zo 1995 sotto la direzione di
don Herman Gregarie e don
Branko Balazic.
LE PUBBLICAZIONI
L' Editri ce, in perfetto accordo
con lo spirito della co ngregaz io-
ne salesiana e della Chiesa in
Slovenia, pubblica i sussidi cate-
chistici, libri e riviste per .la cate-
chesi, giornalini parrocchiali,
produce aud io, videocassette, cd,
dvd, ecc. Per la presentazione
della co llez ione dei canti popola-
ri " Lodiam o il Signore" ha prepa-
rato 800 diapositive e altre 300
per quella dei ca nti moderni
"Esa ltate il Signore". Ma questo è
soltanto un a piccola parte di ciò
che l'ed itri ce fa per la Chiesa in
Slovenia. SALVE provvede per al-
meno cento parrocchie slovene
la stampa rapida dei giorn alini
parrocchiali. Tali ed iz ion i costi-
tuiscono già da decenni il modo
diretto dell'informazione delle
chi ese slovene. Questi giorna lini
parrocchiali sono andati via via
moltiplicandosi diventando nel
tempo sempre più eleganti e pro-
fessionali, co n la prima pagin a in
quadricromia. La stampa digitale
rende possibili anche altre produ-
zioni importanti: imm agi nette per
i giubil ei, per le prime messe, in-
viti missionari, programmi , po-
ster, volantini e locandine per le
più varie manifestazioni, come le
feste di prim a comu nio ne e cresi-
ma. " I mezzi della comunicaz io-
ne sociale hanno un influsso mol-
to importa nte su ll a formazione
dell'opinione pubblica", è scritto
nei Regolamenti dell'lspettoria sa-
lesiana San Cirillo e Metodio. Per
questo li dobbiamo utilizzare nel
lavoro pastorale, catechi stico ed
ed ucativo. Dello stud io de ll a pro-
grammazione e della pubblica-
zione di questi mezzi a livell o
ispettori ale, si occupano la "Com-
missione per la Comu nicaz ione
Sociale" e il "Centro Catechi sti-
co". Con le sue sette co ll ane (ca-
techistica, fam iliare, giovanile, teo-
log ica, pedagogica, di testimo-
ni anza e missionaria), l'ed itrice
SALVE si pone da protagonista al-
l'i nterno de ll a Chi esa locale.
GIUBILEO D'ORO
li direttore genera le ribadisce
con fermezza che questa istitu-
zione vuole essere a serviz io del -
la Ch iesa e della Società sa les ia-
na: " I nostri libri , riviste, libretti,
manuali , giornalini , opusco li con
i programmi d' occas ione su v i-
deocasette e su dvd vogliono
conso lidare i va lori religiosi, cu l-
tu rali , nazionali e morali cristia-
ni". Varie co ll ane di libri pubb li -
cati da ll a SALVE sono destin ati
all e diverse fasce d'età e agl i ani-
matori de ll a pastorale parrocchia-
le. "Tutta la nostra stampa vuo le
essere inclusa nell a missione
evange lizzatri ce che si sta real iz-
za ndo nella Chiesa de ll a Slove-
nia. Alla soc ietà civi le e politica
il comp ito di fare degli "onesti
cittad ini ", alla Ch iesa quello di
fare "buo ni cr istian i". La parroc-
chia di Rakovnik ce lebra il giubi -
leo d'oro (50 an ni dalla fondazio-
ne); la rivista "M inistrant', il giu-
bileo d'argento (25 anni dalla
prima pubb li cazione). All ' ini zio
questa rivista era un op usco lo
modesto pensato per i chieri chetti
delle parrocchie salesia ne e fran-
cescane. Con gli an ni è diventata
una rivi sta moderna - con un
co ntenuto e una grafica molto at-
traenti - che i chieric hetti di tutta
la Slovenia molto vo lentieri pren-
dono in mano. Nel 2006 la rivista
ha raggiunto la tiratura di 6200
copie. Con il patrocinio de l san-
tuario mariano di Rakovnik si
ed ita ogni an no il ca lendario ma-
ri ano, molto popo lare. Arriva nel-
le fam iglie slovene già fin dall 'a n-
no 1970. Nonostante molti ca len-
dari di diverso genere, quell o del-
la nostra ed itri ce ha pian piano
accresciuto la sua fama e mante-
nuto i suo i clienti fede li. Con sé,
reca anche il sa luto di Don Bosco
con l'assicurazio ne ai giova ni e
agli adulti: "Che io sia vicino. op-
pure lontano, sempre penso a
voi. Desidero una sola cosa: di
vedervi felici in questo mondo e
ne/l'eternità ...".
Jozef Pogacnik
.••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••
• • OTTOBRE 2006 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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SILVIO...
ANGELO
DICAKNB
Un 'altra giovane vita
recisa prima che
giungesse a maturità.
È nato e vissuto in
provincia di Torino terra
di santi... santo lui stesso.
Silvio Dissegna, ovvero un
lampo di santità giovanile
pienamente vissuta durante
il percorso che ci è concesso pri-
ma di arrivare alla meta: un ter-
.reno non privo di ostacoli - per
nessuno - spesso buio, altrettan-
to spesso bunascoso. Nasce nel
sobborgo torinese di Moncalieri,
Silvio, il 1° luglio del 1967. Tra-
scmTe la sua infanzia a Poitino
in famiglia, assieme ai genitori
Ottavio e Gabriella e al fratellino
minore Carlo. Il primo incontro
importante della sua vita lo ebbe
nel 1975, quando arrivò prepara-
to e convinto al traguardo della
prima comunione. La gioia ac-
cogliente di quel giorno non lo
abbandonerà più, portandolo fi-
no al compimento della sua bre-
ve parabola terrena, prima del
grande balzo incontro al suo
Amico con la A maiuscola. Da
quel giorno, infatti, la partecipa-
zione alla Messa e l'incontro
con Gesù nella comunione ri-
marranno l'appuntamento setti-
manale fisso che egli rispetterà
sempre con sentimenti cli pro-
fonda devozione e amore.
A soli undici anni un can-
cro alle ossa decide ineluttabil-
mente il suo destino ma non
spegne 1'ardore della preghiera
che nel suo rosario, tenacemen-
te stretto tra le mani, diventa
àncora di salvezza, mentre si sa
che in altri la malattia spesso
seppellisce chi soffre nel risen-
timento verso Dio. Silvio com-
pie la sua Via Crucis sgranel-
lando le Ave Maria con il suo
rosario missionario a cinque
colori, consapevole di una for-
za interiore superiore alla paura
e al dolore, e che non gli toglie
il sorriso dalle labbra e dona
anche a chi lo assiste quella se-
renità che fa sopportare qual-
siasi avversità. La sofferenza
del ragazzino si fa offerta e le
sue parole, pronunciate sul letto
del dolore, lo confermano:
"Gesù vuole da me molte soffe-
renze e preghiere. Io bo molte
cose da dirgli" . E ancora, con
l'anima protesa al mondo inte-
ro e con spirito missionario:
"Gesù, mi offro·per la Chiesa e
per i sacerdoti. . . mi offro per la
conversione degli uomini, mi
offro per i missionari e per le
missioni, e perché tutti gli uomi-
ni siano fratelli". Splendida ma-
turità, quasi increclibile in un ra-
gazzino di appena dodici anni.
Sembrano le parole di un
grande mistico, non quelle di
un bambino. Ma la maturità
della fede non segue gli stessi
1itmi della maturità psicofisica.
Uno può avere 12 anni di età
anagrafica e 40 e più di età spi-
rituale! E proprio a questo livel-
lo era ormai giunto Silvio, pic-
colo e immaturo per l'anagrafe
umana, ma grande e giunto a
perfetta completezza cristiana
secondo i conteggi molto parti-
colari dell'anagrafe di Dio. La
Sua mano lo raggiunse quando
per tutti gli altri non era che un
bocciolo... invece egli era già
una rosa nel fulgore della sua
splendida fioritura. Il 24 settem-
bre 1979 termina il suo dolore
terreno ed entra con passo sicu-
ro e convinto nella vita "altra".
Dal 9 novembre 2001, è in cor-
so presso la Congregazione del-
le Cause dei Santi a Roma la
sua causa di beatificazione. O
BS OTTOBRE 2006

3.8 Page 28

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di Graziella Curti
Ho quasi cent'anni
/'ospedale italiano
di Damasco e ho vissuto
le conseguenze
di due guerre mondia/J:
Attualmente, è crocevia
di culture e di religioni.
Diretto dalle Figlie
di Mario Aus!liotrice,
è ritenuto, per lo stile
di accoglienza e di curo,
ponte culturale tra lo Siria
e /'Italia.
La più antica capitale del mondo,
quarta città santa dell'Islam,
Damasco è pure cara ai cri stiani
per via dell'avventura di Paolo e di
una vivace chiesa primitiva. Nel cuore
di questa metropoli ricca di memorie,
di colori, di profumi, che attualmente
conta 6 milioni di abitanti, la presenza
delle suore salesiane è legata alla cura
dei malati, i più poveti, e ~'educazio-
ne delle giovani donne. E suor Ibtis-
sam Kassis, superiora della provincia
del Medio Oriente, che ci racconta le
vicende di un'opera piuttosto rara tra
quelle tipiche del carisma di Don Bo-
sco: «L' Ospedale italiano a Damasco è
un arcobaleno che si staglia nel cielo
cupo che alcwù vogliono stendere sulla
Siria. La nostra comunità gestisce que-
sta realtà dal 1913. Grazie al sostegno
e incoraggiamento dell' ANSMI (As-
sociazione Nazionale per Soccorrere i
Missionari Italiani), che ne è proprieta-
ria, in questa "officina per la vita" pos-
siamo curare con competenza e stru-
mentazione adatta gli ammalati, specie
i più poveri. Accogliamo musulmani,
OTTOBRE 2006 BS
La facciata dell 'Ospedale Italiano.
cattolici, siriani, italiani, iracheni e, ul-
timamente, anche sudanesi». Rimesso
a nuovo negli ambienti e arricchito di
nuovi servizi, con la ristrutturazione
del blocco operatorio e della sala di
cure intensive, la struttura sanitaria è
considerata una delle migliori della
città. Ma soprattutto è ricercata da
molti per il clima accogliente che la
caratterizza. Ogni giorno, i 120 medi-
ci, il personale paramedico e ammini-
strativo, insieme con le religiose si
propongono di essere una famiglia che
lavora con competenza e umanità con
l'obiettivo di dare vita e speranza.
IL GRAZIE
DELLA FIRST LADY
«Qualche mese fa - continua a rac-
contare suor Ibtissam - la signora
Asma, sposa del Presidente della Re-
. TURCHIA
Lsgo
~ •Homs
.Raqqa
~
~
Dayr al-Zur
IBANO
Deserto
(iermon
Siriaco
.~1.1 , 2 •DAMASCO
,.aunaytra
·n.,.,.-=:---
)
AI-Suwayda
GIORDANIA
, IRAQ
La cartina della Siria: le Figlie
di Maria Ausiliatrice mantengono
tre presenze in Siria: due a
Damasco (l'ospedale di chirurgia
e medicina con il pronto soccorso;
e l'opera Maria Ausiliatrice con
la scuola materna, la scuola di
sartoria e ricamo, l'oratorio-centro
giovanile) e una ad Aleppo
nel nord (scuola materna,
la scuola di sartoria e ricamo,
pensionato universitario, Oratorio
e centro giovanile).

3.9 Page 29

▲back to top
Il reparto di radiologia dell'ospedale
gestito dalle suore salesiane a Damasco.
I
Visita della First Lady siriana - signora Asma -
alla comunità delle FMA che gestiscono
la struttura ospedaliera.
pubblica suian~, ci ha fatto visita, sen-
za protocollo. E giunta da noi guidan-
do lei stessa la sua auto. Si è meravi-
gliata del grande numero delle sorelle
(19) che l'hanno accolta. Si è trattenuta
a nche per la cena, e scoprendo che sia-
mo di nazionalità diverse, ha espresso
il suo grazie per le nazioni che hanno
mandato nel suo Paese le loro cittadi-
ne per un servizio tanto prezioso. Nel
libro degli ospiti, ha la.sciato scritto:
"Mie carissime sorelle, dal profondo
del cuore vi 1ingrazio per quello che
fate per la Su-ia. e per i suoi cittadini.
Te1Tò come tesoro nella memoria que-
sta s~rata condivisa con voi. Dio vi be-
nedica e vi dia salute e pace!"». Un al-
tro avvenu11ento ha dimostrato I' ap-
prezza.mento delle autorità per l'ospe-
dale e in particolar modo per chi lo ge-
stisce. L' ex Presidente delJa Repubbli-
ca italiana., Ca.rio Azeglio Ciampi, die-
tro 1ichiesta del! ' Ambasciatore italia-
no in Sitia, ha conferito l'alta onorifi-
cenza di Commendatore dell' Ordine
della Stella delJa Solidaiietà italiana
(OSSI) a suor Lina Fior e a suor Anna
Menegon , rispettivamente responsabi-
le della comunità e du·ettrice del per-
sonale sanitario. Durante la cerimonia
di consegna, l'Ambasciatore ha spie-
gato il significato di tale onorificenza
creata in Italia dopo la II Guerra Mon-
diale per val01izzare il lavoro di tanti
volontai·i italiani all'estero. Sulla stella
c'è la 1iproduzione del buon Sama.iita-
no, la stessa icona scelta dalla comu-
nità per il suo servizio tra i pazienti.
Certamente il merito dell'onorificenza
è stato subito attiibuito a medici , infer-
miere, personale amministrativo, alle
suore tutte. Quello che si realizza ogni
giorno è un impegno corale in cui
ognuno il meglio di sé.
LA DONNA IMPOSSIBILE
Gran pa.ite del segreto positivo della
vita che si svolge in ospedale sta nello
stile appassionato e gentile di una don-
na, una missionaria, che è vissuta qui
ed è 1iuscita a essere ti·aspa.i·enza di
bontà per tanta gente. Non si è limitata
a cma.i·e i corpi, ha lenito le ferite del-
1' anima, ha intuito e accolto il dolore
dell 'altro cercando sempre, con tena-
cia, una soluzione. Ancora, a di stanza
di cinque anni dalla sua morte, tutto
pa.i-Ja di lei . All'entrata della stlTtttura
sanita.i·ia, c'è una lapide significativa
«A perenne ricordo d:i suor Maria Fio-
rin (1920-2001) che ha speso 50 anni
delJa sua vita in questo ospedale of-
frendo il suo amore e le sue sofferenze
per il sollievo degli ammalati, special-
mente dei più poveri, dando amore,
consolazione, sollievo nel nome di
Cristo Signore · come vera Figlia di
Ma.ifa Ausiliatrice e discepol a di s.
Giovanni B9sco». A questa missiona-
ria italiana infaticabile sono stati atti·i-
buiti funerali di Stato tanto era cono-
sciuta e apprezzata da ambasciatori,
medici, esponenti della società civile e
an1ata soprattutto dai suoi poveri.
Giunta a Damasco nel 1950 come
segretaiia dell' ospedale, nel 1958 ne
assunse la direzione creando una rete
di relazioni che superava i confini delJa
Siiia. Trattava con le aut01ità dello
Stato, specie con i vari ministi·i della
sanità. Con il capitano dell 'armata,
poi, aveva un rapporto tanto amiche-
vole da essere lei il suo comandante.
Grazie al suo aiuto, suor Fi01in ha po-
tuto asciuga.re tante lacrime dal volto
di man1me che avevano il figlio in pii-
gione o in servizio militare lontano da
casa e in territori di gue1rn. Riusciva a
ottenere, con il suo intervento gentile e
fe1mo, i visti di entrata nel Paese, la-
sciapassa.i·e all'aeroporto, permessi al-
la dogana. A lei nessuno sapeva dire
di no, a sua volta non diceva no a nes-
suno, per lei non esisteva "l'impossi-
bile". Negli ultimi anni di vita, quando
poteva continuare la sua opera solo dal
letto, la sua camera era diventata sede
di riunioni, luogo d:i incontii amiche-
voli, ufficio di collocamento, spazio di
· confessione e orientamento. Vicrno a
quel letto, con due grandi cuscini per
sostenerla e darle la possibilità di re-
spira.i·e, sono venuti ministi"i, amba-
sciatori, ricchi e poveri , cristiani e mu-
sulmani. Per tutti aveva qualcosa da
donare; dava il meglio di se stessa.
Donava Dio che portava nel cuore.
Monsignor Isidor Battikha, uno dei
quattro vescovi presenti per le sue ese-
quie, le ha dato l'ultimo saluto con
queste parole: «Ma.iia Fiorin, fiore
mariano trapiantato dall 'Italia in Siria
è stata un fiore nel giardino di Dama-
sco. Cinquant'a.imi di servizio con sti-
le matfano, quello che ha fatto non po-
teva realizza.i-Io da sola. Era Maria che
agiva con lei e in lei».
D
BS OTTOBRE 2006

3.10 Page 30

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---...:-I~ IL
MESE
IN
LIBRERIA . . eppeMoronte
o curo d1 G1us
~~~
DI FAMIGLIA
SERGIO M RCONI
TRA TENEBRE
E SOLE
Ogni storia d'amore
è un romanzo
di Sergio Marconi
Edizioni Thyrus, Terni
2005, pp. 254
Una donna oscilla tra
due amori , tra felicità e
infelicità, tra "tenebre e
sole". È la vita, si dice!
Un giorno uno( scono-
sciuto entra nel suo uffi-
cio e da quel momento
la vita di lei non sarà più
la stessa. Un abile viag-
gio introspettivo nelle de-
bolezze dei protagonisti,
nelle loro angosce, nei
loro dubbi, nelle loro cer-
tezze, nei loro ideali e
valori, ma soprattutto
nella loro visione dell'esi-
stenza e dell'amore. Una
vicenda che affascina
per l'anomalo inizio, per
l'incalzare degli avveni-
menti in una storia assai
contrastata, ricca di colpi
di scena, per un finale
per nulla scontato. Si
piange, si sorride, si so-
gna, si riflette assieme
all'autore che conduce il
lettore nel suo mondo,
nei suoi pensieri. Le vi-
cende hanno lo scopo di
dare spunti per riflessioni
personalizzate .
" ... E NOI
ABBIAMO CREDUTO
NELL'AMORE"
di Valentino Salvoldi
Velar-ELLE DICI
Verona-Torino , 2006
pp. 188
La riflessione dell'autore
pone la fam iglia come fon,-
damento di ogni civiltà. E
urgente riscoprirla come
palestra di serenità, am-
mortizzatore dei mali socia-
li , piccola Chiesa, culla in
cui si trasmettono valori
umani e divini . si forma
una persona che dipende
da quanto prevalentemente
riceve dai famil iari , in buo-
na parte dal gruppo dei pari
e in parte minore da quanto
apprende a scuola. I nostri
padri , pur ignari di statisti-
che e di psicologia, soste-
nevano che la famiglia va
messa al primo posto nella
gerarchia dei valori . Con
tali convinzioni l'autore ha
scritto pagine limpide, pro-
vocanti ed evangelicamen-
te ispirate per accompa-
gnare l'uomo di oggi a ri-
scoprire la famiglia come
luogo in cu i s'insegna l'alfa-
beto dell'amore.
VALENTINO SALVOLDI
"...e noi abbiamo
creduto nell'amore"
LE LETTERE
DI MARIA DOMENICA
MAZZARELLO
Testimoni e mediazioni di
una missione carismatica
di Ana Maria Fernandez
LAS, Roma, 2006
pp. 532
LAS-ROMA
Le lettere di un fondatore/
trice sono, in genere, l'e-
spressione umana, spiri-
tuale, storica di un rappor-
to vivo e incarnato fra l'i-
deale di una vita espressa
con immediatezza nella
concretezza del tempo e
l'applicazione del vissuto.
Queste Lettere di Maria
Domenica Mazzarel/o sono
collocate nel contesto sto-
rico e letterario del tempo ,
e se ne fa una lettura teo-
logica, spirituale e cari -
smatica. Pagine che illumi-
nano la portata storica del-
l'opera fondaziònale dell'I-
stituto delle Figlie di Maria
Ausil iatrice ; in modo parti-
colare , illustrano il carisma
di Madre Mazzarello . Pagi-
ne di studio, di ricerca, di
puntuale e talvolta punti-
gliosa documentazione del
valore di questi testi che ri-
velano una progressiva
presa di coscienza da par-
te di Mari a Domenica della
propria missione.
UNA COPPIA
ESEMPLARE
Sergio e Domenica
Bernardini
di Romeo Panciroli
Paoline, Milano, 2006
pp. 220
È la storia di una coppia
esemplare che dà vita a
una famiglia esemplare :
dieci figli , di cui sei suore e
due sacerdoti . E, come se
non bastasse, questi coniu-
gi santi adottano un semi-
narista della lontana Africa.
Una storia singolare che si
snoda, per buona parte del
libro, attraverso le vicende
di Sergio e Dom enica, con
i loro numerosi figli . Vicen-
de che talvolta sconce.rta-
no per la radicalità evange-
lica vissuta da questa cop-
pia, in un'epoca e in situa-
zioni tutt'altro che ottimali.
Essi desideravano molti fi-
gli che potessero fare del
bene nel mondo. E il loro
desiderio si è realizzato ol-
tre ogni aspettativa. Con
una fede serenamente vis-
suta anche nelle più grandi
difficoltà e nella carità cri-
stiana verso chiunque si
trovasse nella necessità.
OTTOBRE 2006 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ ~ MESSG AG I O
LA DIMENSIONE
RELIGIOSA NELLE
CANZONI
Fabrizio De André
di Ettore Cannas
Edizioni Segno
Tavagnacco (Ud) , 2006
pp. 188
L'autore ha provato a per-
correre l'impervia strada
che dalle parole scritte
conduce al suo movimento
esse nzi ale/esistenzi aie ,
che spesso è rivelatore di
significati pieni per la vita.
La riflessione sul linguag-
gio, sulla differenza tra
oralità e scrittura, sul signi-
ficato di fede, senso reli-
gioso, ateismo.. . poggia su
strumenti che permettono
di approdare a una valuta-
zione complessiva di tutta
l'opera del cantautore , an-
che con l'aiuto di alcuni
scorsi biografici. L'eviden-
ziazione di testi e la pre-
sentazione di note veloci ,
quasi in controluce , rivela-
no che narrare l'uomo at-
traverso musica e parole
equivale a mostrarne l'inti-
ma essenza, in una ricerca
della verità non ha la pre-
tesa dell'assoluta verità.
L'opera di De André è at-
traversata da un empito re-
ligioso non comune .
GIOCHI PER LA MENTE
Attività enigmistiche per
la scuola secondaria.
Voi. I Giochi di logica
con i numeri e di
comprensione del testo
di Claudio Ripamonti
Erickson , Trento, 2006
pp. 120
Si tratta del primo di quattro
volumi destinati a studenti
del ciclo secondario scola-
stico e agli adulti che vo-
gliono cimentarsi con la lo-
gica e il mantenere allenata
la mente per usarla a scopi
istruttivi. Il volume si occu-
pa di ciò che è precisato nel
sottotitolo. Si parte da eser-
cizi semplici per arrivare a
veri e propri rompicapi, pas-
sando attraverso espressio-
ni celate , abbinamenti e dif-
ferenze , annullamenti e
scambi, caselle da anneri-
re , figure tridimensionali e
altro ancora. Si tratta di un
modo divertente per miglio-
rare le proprie capacità de-
duttive e di sviluppo del ra-
gionamento e dell'apertura
mentale. Un testo alternati-
vo all'enigmistica, con gio-
chi che impegnano in pro-
fondità la mente.
IL CUORE E LA MENTE
di Antonio Berardi
Schena Editore, Fasano
2005, pp. 182
ANTONIO BERARD I
IL CUORE
ELA MENTE
SCHENA EDITORE
Quale orizzonte di pace si
presenta all 'umanità nell'at-
tuale contesto di "villaggio
globale"? Nessuno. È per
proporre una ipotetica visio-
ne di concordia tra tutte le
genti che l'autore ha pensa-
to di sviluppare una sua
idea, inserita in un contesto
ambientale in cui si vivono
situazioni criminali , in un cli-
ma di tensione e di paure.
L'idea propulsiva è partita
dalla certezza che Dio è l'u-
nico Creatore cui si deve
adorazione e venerazio-
ne. Un detto antico insegna
che ogni salmo va a finire in
gloria, cioè a Dio. La religio-
ne cattolica è l'unica religio-
ne in cui Gesù è Dio, per-
ché "consustanziale" con
Lui e con lo Spirito Santo. Il
racconto si sviluppa in un
ragionamento diretto a spie-
gare come sia possibile
giungere a una convergen-
za in Dio di tutte le religioni.
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso le libre-_
rie cattoliche o vanno nch1est1
direttamente al le r1spett1ve
Editrici.
MOVIMENTO-
GIOVANILE
SALESIANO
{MGS)
CINECIRCOLI
GIOVANILI
SOCIOCULTURALI
(CGS)
Tel. 06.44700145
Email : cgsnaz@iol.it
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06.4462179
Email : info@pgsitalia.org
TURISMO
GIOVANILE
SOCIALE (TGS)
Tel. 06.4460946
Email :
tgs.nazionale@flashnet.it
MISSIONI E
VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS (Salesiani)
Tel. 06.516291
Email: vis@volint.it
VIDES (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
Tel. 06.5750048
Email :
videsitalia@videsital ia.it
SERVIZI CIVILI
E SOCIALI (SCS)
Servizio civile naziona-
le
Emarginazione e disa-
gio giovanile
Tel. 06.4940522
Email : serviziocivile@fe-
derazionescs.org
CNOS/SCUOLA
Tel. 06.4440354
Email :
cnos-scuola@salesiani .it
BS OTTOBRE 2006

4.2 Page 32

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LII/E
-
Il profilo del salesiano laico lstvém Sand6r, ungherese, impiccato dagli stalinisti.
SALESIANO
COADIUTORE
E... MARTIRE di
Giancarlo
J.
Manieri
.l '
-I
lstvan, ripetutamente chiamato sotto le armi
fino al 1941, veste la divisa militare.
OTTOBRE 2006 BS
La vita normale di un religioso laico, _
obbediente ai superiori,
coraggiosamente dedito alla
missione, improvvisamente
illuminato dal martirio.
lstvan-Stefano Sandor è oggi
ancora una volta sotto processo...
ma per essere riconosciuto
ufficialmente "martire di Cristo".
E' nato nella terra gloriosa degli Ungari, magiaro
egli stesso, con il medesimo nome del duca
lstvan cui papa Silvestro verso il 1000 conferì il
titolo di re d'Ungheria, dopo che si fu convertito al cri-
stianesimo. Figlio di un popolo fiero, che mai s'è piegato
del tutto alle prepotenze degli invasori: né agli ottomani ,
né agli Asburgo, né ai nazisti e nemmeno ai comunisti
di Josif Vissarionovich Dzugasvili, detto Stalin (che si-
gnifica uomo d'acciaio). Ha sempre brigato o lottato
apertamente per la propria indipendenza, contro tutto e
contro tutti. Sand6r aveva il sangue dei suoi avi: visse
in anni difficili quando i rivolgimenti , gli attacchi improv-
visi dei nemici , i voltafaccia dei governanti , le alleanze
sbagliate, le guerre fredde e combattute, gli attentati , i
capovolgimenti di fronte erano all'ordine del giorno.
TRATTI ANAGRAFICI
lstvan nacque da un ferroviere e una casalinga di soli-
dissimi principi morali , praticanti un cristianesimo non
di facciata ma profondamente sentito e vissuto. Stefa-
no (il padre) e Maria Fekete (la madre) allevarono tre
figl i: Stefano , Giovanni e Ladislao. La scuola, i giochi ,
lo studio fecero loro trascorrere una giovinezza serena
e normalissima, corroborata, per Stefano (/stvan in
ungherese) , da un carattere felice e altruista che lo
spingeva ad aiutare i compagni in difficoltà, a tratte-
nerli con giochi , racconti , piccole recite , passeggiate ,
ecc. Un mènage quotidiano che a coloro che hanno
iniziato a raccoglierne le memorie richiamava quello di
Giovannino Bosco . Fu chierichetto e paggetto del

4.3 Page 33

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AUSTRJJ
/ SLOVACCHIA
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Viennà.
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\\ ,<>. ~
~zeged_e
\\'~'<·a Pécse •M" -ohacs~
, ·,_
CROAZI A -~,,,..~ I FEDERAZIONE"·
IUGOSLAVA
La cartina geografica dell'Ungheria.
Sacro Cuore con i padri francescani di Szolnok, suo
paese natale. Furono proprio loro, notando le sorpren-
denti attitud ini del ragazzo, a consigliargli di entrare a
far parte dei salesiani : la sua irresistibile voglia di dedi-
carsi ai giovani , di radunarli, di intrattenerli con recite
canti e racconti, di farli giocare, insomma di educarli ,
convinse i bravi frati francescani a dirottare quella
vocazione "sicura" verso i salesiani di Don Bosco.
IL BOLLETTINO SALESIANO
lstvan li prese sul serio quei consigli , perché era un
giovane serio. E volle informarsi bene sulle persone
che avrebbero potuto costituire la ·sua futura famiglia.
Non trovò di meglio che il Bollettino Salesiano. Lo
leggeva tutto , con interesse sempre magg iore . Da
quella rivista apprese di Don Bosco e delle sue incre-
dibili imprese, tanto quanto di quelle dei suoi figli ; poté
apprezzare il suo metodo, sorprendersi del suo impe-
gno costante e totale per la salvezza dei giovani ,
meravigliarsi del suo donarsi con gioia sacrificata ai
più poveri e bisognosi . Capì che non era il suo ideale
continuare a fare l'operaio delle ferrovie , come suo
padre, ciò che da qualche tempo aveva iniziato a fare.
Don Bosco era una calamita ... lo attirava sempre di
più e sempre più invincibilmente finché riuscì a strap-
pare il permesso ai genitori, dando così una sterzata
ad U alla sua vita : nel febbraio del 1936 entrava per il
periodo di aspirantato nella scuola tipografica del
municipio di Racospalota, e i salesiani se ne entusia-
smarono subito : era un giovane-capolavoro, tant'è che
solo un mese dopo fu ammesso al noviziato. Ma.. . tut-
ti fecero i, conti senza l'oste , come si dice . lstvan fu
ripetutamente chiamato sotto le armi fino al 1941.
S'annunciavano tempi bui per la sua patria. Riuscì a
fare il noviziato ma subito dopo dovette rivestire la
divisa del soldato , suo malgrado . Fu anche per qual-
che tempo prigioniero degli americani in German ia, i
quali nel 1945 lo ri mandarono a casa.
I TEMPI BUI
L'esperienza militare non aveva scosso le sue convin -
zioni, queste se mai , erano riuscite rafforzate : Stefano
aveva fatto il salesiano anche sotto le armi: amico sin-
cero dei suoi commilitoni , pronto al servizio , disponibi-
le al colloquio , soprattutto spirituale: da allora la trin-
- Il signor lstvan Sand6r bambino...
cea divenne il suo oratorio . Ebbe anche parecchie
decorazion i al valore . Quando tornò a Racospalota,
divenne maestro di tipografia, capo del piccolo clero
nel santuario del Sacro Cuore, e assistente all'oratorio
fino alla forzata nazionalizzazione delle scuole . Quan-
do lo Stato nel 1949, sotto Matyas Rakosi, incamerò i
beni ecclesiastici, Sand6r cercò di salvare il salvabile,
almeno qualche macchina tipografica e qualcosa del-
l'arredamento che tanti sacrifici era costato. Di colpo i
religiosi si ritrovarono senza più nulla, tutto era diven-
tato dello Stato: l'occhio del Grande Fratello sorveglia-
va e dirigeva ogni cosa. Addio libertà. Lo stalinismo di
Rakosi continuò ad accanirsi: i religiosi vennero
dispersi. Senza più casa, lavoro , comunità, molti si
ridussero allo stato di clandestini. Travestiti e trasfor-
mati, si adattarono a fare di tutto : spazzini , contadini ,
manovali , facchini , servitori. .. Anche lstvan dovette
"sparire", lasciando la sua tipografia che era diventata
famosa. Colto sul fatto (stava cercando di salvare del-
le macchine tipografiche) , dovette fuggire in fretta e
rimane re nascosto per alcuni mesi , poi , sotto altro
nome , riuscì a farsi assumere in una fabbrica di deter-
genti della capitale, ma continuò impavido e clandesti-
namente il suo apostolato , pur sapendo· che era atti-
vità rigorosamente proibita.
LA FINE
Un brutto giorno di metà luglio la polizia politica lo pre-
levò nella fabbrica dove lavorava. Lo trasferirono in
prigione, e nessuno lo vide più. Esiste solo un docu-
mento ufficiale che parla di un processo (farsa?) e del-
la sua condann a a morte . lstvan venne impiccato la
sera dell '8 giugno 1953. Solo dopo il 1990 hanno
comun icato la sua esecuzione, ma _il luogo della sepol-
tura nessuno ancora lo conosce. E iniziato l'iter per il
processo di beatificazione.
BS OTTOBRE 2 006

4.4 Page 34

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- coME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
I L SEGRETO È forniranno "un appiglio per salire".
Dunque , per crescere. I bambini
RACCONTARE hanno bisogno che qualcuno dica
loro come affrontare i pericoli , co-
me reagire alle minacce, come ri-
trovare il filo della normalità quan-
I genitori
non
devono aspettare
che i figli
portino il 39 di scarpe
·
do c'è la confusione. Hanno biso-
gno di sapere come ci si comporta
per sentirsi porre domande acute e pertinenti sul corso di fronte ai torti e alle ingiustizie.
degli eventi e del mondo. Con la forza del "transfert poetico"
e la presa di distanza, la storia par-
Ossessionati dalle prestazioni ,
dai buoni risultati e dalla visi-
bilità delle cose compiute,
non ha tempo di rispondere alle lo-
ro domande , al ritmo imposto dalla
scuola, che non è a loro misura. Al
la al bambino di un altro lui stesso:
un personaggio che non lo ango-
scia e lo incoraggia a parlare. Ave-
te la sensazione che vostro figlio
sia triste o depresso? Cominciate
troppi genitori finiscono per prestare massimo si lamentano di avere un con "C'era una volta": è una presa
attenzione solo, al lato "luminoso" po ' di difficoltà ad addormentarsi. È di distanza nel tempo che toglie
dei figli: al bambino che dorme, importante non trattenere il bambi- l'angoscia e aiuta il bambino ad
mangia, lavora e s'istruisce. E il n.o nel mondo infantile, prima di far- aprirsi. Il personaggio , infatti , che
bambino "segreto" che sogna, pen- lo precipitare nei problemi della sia un coniglietto o un topolino, un
sa, soffre? Troppo spesso viene di- preadolescenza, senza aver mai principino o una fatina, è lui e un
menticato. Questo silenzio è colpe- lasciato sbocciare in lui le grandi altro. Quando il bambino sente rac-
vole, ma il "logorio interrogativo" è domande. I bambini hanno diffi- \\. contare la storia della principessina
peggio: «Che cosa hai fatto a scuo- coltà a parlarci dei loro problemi: , che si era chiusa nella torre del ca-
la? Metti in ordine la tua stanza, la- hanno troppa paura di ferire i geni- stello perché era tanto triste , rima-
vati i denti (per almeno tre minuti), tori. Preferiscono accusare un gran ne sereno , perché tutto è accaduto
mangia le verdure e sbrigati! », «Al- mal di pancia, invece di dire che a lontano e tanto tempo fa, e la di-
lora, tesoro? Come hai passato la scuola sono stati intimiditi da un stanza appiana l'angoscia. Se gli
giornata? Hai mangiato bene?», fino gruppo di bulli o che hanno avuto raccontate la storia di un bambino
all'inevitabile: «Hai preso un bel vo- difficoltà con i compagni . Di fronte che veniva intimidito dai compagni
to? » Il risultato molto spesso è delu- a ciò che non può essere detto , da- bulli , forse vi dirà: «Mamma, que-
dente. E il piccolo intervistato si chiu- vanti all'angoscia e alla collera, ri- sta storia mi ricorda qualcosa ... »
de nel suo mutismo. I bambini dete- mangano le storie . Quelle storie Dalla bocca dell'adulto alle orec-
stano l'intrusione, la curiosità degli che, come ha scritto Bettelheim, chie del bambino, i racconti sono le
adulti. CÒsì compare un sospiro
emesso con aria annoiata: «Basta
domande», «Lasciami in pace »...
L'intenzione dei genitori è buona.
Sanno che le "ortiche" del mondo
pizzicano anche i loro figli , e non
possono estirpare dal pianeta tutte
le spine che rischiano di ferirli. Tut-
tavia, come è possibile parlare loro
della morte, della sessualità, dell'a-
micizia, del denaro, della tristezza e
dell'angoscia, della solitudine, del
divorzio e dei litigi? Come si può di-
re loro che la notte non è così buia,
che gli incubi sono inevitabili , che gli
adulti possono compiere gesti inop-
portuni?
·
Gli specialisti parlano di "pe-
riodo di latenza" , riferendosi al-
l'età che va dagli otto ai dodici an-
ni. È un momento molto particola-
re. Gli "ex piccoli" hanno interioriz-
zato i divieti. Non urlano più , non
piangono più, non hanno più crisi .
Si sono adattati a tutto: al papà che
torna a casa tardi, alla mamma che
OTTOBRE 2006 8S

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
prime confidenze filosofiche . Per la
prima volta, il bambino fa così
esperienza dell'universale: supe-
ra le ristrette frontiere dell'io. S'in-
quieta con Cenerentola, trema con
Biancaneve, piange ascoltando la
storia della Piccola Fiammiferaia
(che parla anche loro di Dio e del-
l'aldilà) .
Le storie creano rapporti nuovi ,
superano l'isolamento, rompono il
guscio dell'esistere immediato e del
quotidiano , insegnano l'importanza
del soffrire e del sopportare frustra-
zioni come tappe per raggiungere
una meta, ma soprattutto sono una
potente forma di comunicazione tra
adulti e bambini. Quando un adulto
e un bambino guardano insieme un
film o un cartone animato sono se-
duti fianco a fianco: sono vicini ma
non si guardano. Quando si raccon-
ta ci si guarda negli occhi . Quan-
do un "grande" racconta o legge
una storia, immediatamente si crea
un'atmosfera di complicità. Il bambi-
no si sente protetto e sicuro. C'è co-
municazione. La presenza fisica, la
voce e le espressioni del narratore,
le reazioni dell'ascoltatore e i suoi
commenti creano un clima diverso
da quello che si crea davanti a uno
schermo . C'è più vita. Più condivi-
sione. Il narratore può prestare al
testo emozioni , mistero, enfasi , iro-
nia... e può anche, entrando in sin-
tonia con l'ascoltatore, modificare
alcuni passaggi o chiedere a lui co-
me andrà a finire. Spesso chi rac-
conta è più importante della storia.
Le storie raccontate da un papà, per
esempio, saranno indimenticabili. E
siccome il silenzio più pesante che
si forma in famiglia riguarda Dio e il
problema religioso, le storie più bel-
le che i genitori possono raccontare
ai figli sono quelle della Bibbia. Il mi-
glior aiuto in questo campo è Rac-
conta la Bibbia ai tuoi ragazzi (El-
ledici) , un libro scritto da due nonni .
Chi l'ha provato sa che è una sor-
presa coinvolgente .
IMi piaceva raccontare storie
ai miei figli. Mi sembrava
di condividere qualcosa
di fondamentale e di costruire
con semplicità e immediatezza
un patrimonio di valori.
IL BACIO
DEL PRINCIPE
RANOCCHIO
Educare, ovvero aiutare a costruire una biografia sensata.
Come? Fra le tante scelte metodologiche, sicuramente v'è anche
quella di favorire la narrazione della propria storia di vita.
A i ragazzi piace raccontarsi ,
soprattutto quando sono si-
curi di avere un interlocutore
realmente interessato ad ascoitarli
e si sono allenati con una certa co-
stanza alla sfida di pubblicizzare i
sentimenti e le paurè, le esperien-
ze e le difficoltà quotidiane. Sicura-
mente venti anni fa non ero consa-
pevole di queste verità, ma ugual-
mente mi piaceva raccontare storie
ai miei figli. Mi sembrava, così, di
condividere con loro qualcosa di
fondamentale e di poter costruire
con molta semplicità e immediatez-
za un patrimonio di valori , che altri-
menti sarebbe stato trasmesso in
modo molto complicato e, probabil-
mente, arido. Mi dicevo: un raccon-
to è sempre un travaso di sensa-
zioni , idee, vissuti; nutre, allo stes-
so tempo, la fantasia e l'affettività
dei piccoli, provocando dinamismi
di identificazione che consentano
di percepirsi come protagonisti del-
la vita piuttosto che spetta_tori. Aiu-
ta ad apprendere come l'esistenza
è un continuo "farsi", la concretiz-
zazione di un progetto che non è
mai scontato nei suoi ritmi evolutivi
e nelle sue conclus ioni. Ricorda
che la stessa esperienza può es-
sere rivisitata da punti di vista diffe-
renti e che ogni esistenza chiama
in scena una pluralità di personag-
gi , che partecipano alla realizzazio-
ne di eventi inevitabilmente corali ..
Il momento preferito per le
narrazioni era la sera, prima di
andare a letto. Ma tante volte ap-
profittavamo anche degli sposta-
menti in macchina (ho già detto in
altre occasioni che i figli erano "vo-
mitevoli" non appena salivano in
I Ancora oggi ci capita di ricordare
in casa la scena conclusiva del
racconto del "Principe ranocchio ",
riveduta e corretta.
auto) o dei tempi morti nella sala
d'attesa del pediatra, dei pomeriggi
piovosi e de.Ile mattinate estive
troppo afose: ogni occasione era
buona per richiamare "il.libro magi-
co" - questo invisibile volume da
cui fingevo di trarre ogni tipo di fia-
ba - è per costruire una dimensio-
ne di complicità e di solidarietà
contro le incognite della noia o del-
l'ansia. L'essenziale, per Alessan-
dra e Claudio , era che ogni storia
fosse inedita e magari potesse rial-
lacciarsi idealmente a un percorso
già iniziato. C'erano i racconti fan-
tastici , che venivano proiettati ora
nel passato ora nel futuro; ma a lo-
ro piacevano molto quelli realistici ,
che consentivano a un oggetto di
uso comune di animarsi per vive-
re sentimenti e avventure simili a
quelli degli uomini e delle donne. E
poi c'erano le storie in cui si evi-
denziava l'intraprendenza dei bam-
bini di fronte a tutto ciò che è invisi-
bile agli occhi , ma non al cuore :
questa sensibilità rendeva possibi-
le il salto dal "c'era una volta" al -
l'oggi e, soprattutto, al futuro .
BS OTTOBRE 2006

4.6 Page 36

▲back to top
Un altro aspetto peculiare
era che la maggior parte delle
nostre favole privileg iavano la
normalità rispetto alla straordina-
rietà ; evocavano spazi e tempi
della quotidianità piuttosto che
mondi fantastici ; si occupavano
di faccende ordinarie, che però ri-
velavano forme eroiche di com-
portamento: l'attenzioné alle pic-
cole cose e la costruzione di una
trama invisibile di rapporti inter-
personali , la capacità di dimo-
strarsi tenaci e perseveranti nei
piccoli contrattempi , l'attitudine a
sviluppare i sogni partendo dai
bisogni comuni , la fedeltà a se
stessi di fronte alle insidie di chi
vuole mortificare il personale mo-
do di pensare e di agire . Nulla
era escluso da queste narrazioni :
meno che mai il dolore, la malat-
tia, la morte. Una .cosa curiosa
era che non sempre i racconti
avevano una conclusione positi-
va, né , tanto meno , scontata: ma
non potevo immaginare sempre e
soltanto un lieto fine , quando la
realtà di ogni giorno è comunque
intessuta di contraddizioni e di
problemi irrisolti. Era però impor-
tante che anche questi eventi
inattesi divenissero rivelativi di
una creatività e di una passione ,
capaci di trasfigurare i protagoni-
sti e le lorò relazioni con la realtà
circostante. Ancora oggi ci capita
di ricordare in casa la scena con-
clusiva del racconto del "Principe
ranocchio", riveduta e corretta al
ritorno da una gita particolarmen-
te turbolenta: il fatidico bacio fra
la principessa e l'anfibio, purtrop-
po, ebbe come risultato inatteso
la trasformazione della fanciulla
in una vispa ranocchietta. Un 'al-
tra bambina, che era con noi in
auto , si sentì profondamente de-
fraudata e chiese di riaffidarla su-
bito ai suoi genitori; Alessandra e
Claudio, guardandola con aria di
superiorità, dissero che ciò che
conta è che l'amore possa co-
munque trionfare , rendendo so-
miglianti quelli che si vogl iono be-
ne. Sarà anche per. questo che la
loro adolescenza è stata vissuta
con i piedi per terra, cercando di
sognare ad occhi aperti?
O
OTTOBRE 2006 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
MARCO CANNAS
IL FIORE DELLA VITA
Una voce singolare in mezzo a
una folla oceaniéa nelle di-
mensioni : Cann as è una voce·
che comu nica qualcosa di incons ueto,
perché è pu ra in noce nza, speranza
concretizzata nell a forma più umana e
creativa dell ' uomo che è l'arte. Sor-
prende, tocca nel profondo, rival uta
una dimensione che si sta lentamente
perdendo, ma che ancora può donare
sapore, significato e valore alla vita: la
purezza. Essa è oggi un a virtù qu asi
sconosci uta ed è appli cata a cose e/o
amb ienti che di puro e d ' inn ocente
hanno poco o nulla.
Trovarsi di fronte a quest'opera
di Marco Cannas, artista sardo che ha
posto la ricerca della trasparenza e del-
la purezza al centro del suo cammino,
è come ascoltare il lungo sospiro di un
uomo saturo e fiaccato dai suoi stessi
errori . Il linguaggio usato per inv iare il
suo messaggio rimanda ancora una
vo lta a un ambito espressivo dimenti-
cato o trasc urato, che vede protago nisti
fio ri al posto di uomini (come a dire la
semp li cità e la bellezza dell a natura),
co lori sempli ci in luogo di cervelloti-
che ricerc he cromatiche volte a stupi-
re. Ebbene, non si può non rimanere
senza fiato di fro nte a una vita ritmata
dai fiori, di fronte a un crocefisso dove
le lacri me e il sangue ha nno la stessa
ge nes i.
A questo punto ci si può confron-
tare: quali i fiori de ll a propria vita?
Quali i motivi? Quale il senso ulti mo?
Q uesti e altri interrogativi suscita il
crocefisso che Cann as ha pensato e
dipinto nel 1988, come punto di arrivo
de l suo lun go cammino di ri cerca.
Inchiodato all a croce è un fiore le cui
rad ici lambiscono soltan to il terreno
(negazione dec isa della materialità:
che cosa c'è di più attaccato alla ten·a
dell e radici?), mentre i petali di segna-
no una chi oma doke e stanca che
incorn icia un volto delu so dalle innu -
merevoli nefandezze umane più che
provato dall e sofferenze subite. Ai
suoi piedi sembra in ginocchi arsi un
altro fiore, i petali protesi verso la cro-
ce e le mani/foglia che asciugano lacri-
me di compassione: dolcissi ma imma-
gine d'amore e di dolore.
L'artista, morto di un male incu-
rabile qualche an no fa, sentiva parti-
colarmente sua quest'opera e in manie-
ra specifica percepiva di aver scoperto
con i fiori (dopo moltiss ime ricerche e
prod uzione di quadri che "nessuno
comprava mai ma che dipingevo lo
stesso") la sua "forma giu sta", il tema
che più di og ni altro av rebbe dato
significato al suo pensiero artisti co.
Tale è stato il rapi mento provocato da
questa scoperta che l'artista ha voluto
espri mere in vers i la traspare nza e la
purezza scaturenti da l fiore in rappor-
to ali ' uomo: Fiore, fiore fantastico;
I grande, molto gran.de. I Lo avvicino
e tendo una mano per toccarlo, I ma
non lo sento. I Aria, è fatto d 'aria[. .. ]
Sono come quel fiore , I sono fatto d 'a-
ria, I una proiezione del pensiero, ma
non il mio, I fo rse quello di Dio. O

4.7 Page 37

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ARCO & LISA di aloi & césar
PAPÀ, NON POSSO,
fJ6VO FINIR& p/ A$C0t..'f,4R6
/t, MIO CO, POI f?&VO
AN!JAR/;. A NAVIC,ARf;
su (Nf/J.RNer peR
'TROVARMI CON f?64/...I
' AMICI, POI CJEf.110
USCIRE?- CON usAJ
UNA VITA P!lf..NA VI
t"1P/J.4NI FR8NtfflCI vero.
SENTI QUA.. GLI
SCIENZIATI SONO
CONCORDI...
IL CUNA
... NELL'AFFERMARE
CHE IL CLIMA
STA CAMBIANDO!
BELLA SCOPERTA...
IO TI STO DICENDO DA DUE
SETTIMANE DI METTERTI
LA MAGLIA DI LANA!!
BS OTTOBRE 2006

4.8 Page 38

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Sf\\OE Ei\\C\\-\\E
per ragaz.z.\\, gen\\tor\\, educatori
Il professor Giovanni Russo della Facoltà Teologica
1A LUNGA VITA MA (05'€'QU€Sto '
"COPICE. PA 1/tNCI" ?
DEl1l1E FALSITA'
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Interpellato su libro, film
e valori morali del
Codice da Vinci, un
moralista non resiste alla
tentazione di dare un
pare,:e, benché ormai si
riscontri una vera
inflazione di risposte che
insieme formano un
malloppo ben più ampio
delle 523 pagine del
volume di Brown. Non
c'è stata rivista che non
abbia tirato fuori gli
artigli, o per difendere o
per attaccare. Non c'è
stato autore che non
abbia dato il suo parere...
sulla presunta famiglia
di Gesù! Lo diamo anche
noi.
I l fi lm, basato sull 'o rmai arcino-
to libro cli Brown, non è una sto-
ria , né un ' ipotesi sc ientifi ca.
Non riguarda fatti ciel passato - an-
che se si serve cli fatti ciel passato -
ma è un costrutto su l presente. Nes-
sun dibattito né scientifico, né pub-
blico, né, quindi, mediati co aveva
mai affro ntato l'ipotesi proposta
dallo scrittore americano, che il cri-
stianesimo sia una menzogna man-
tenuta foscamente in piedi eia uomi-
ni cli Chi esa, e che Gesù Cristo altro
non sia stato che un uomo sposato,
la c ui discendenza - per via ciel le-
game coni ugale con la M addalena -
è ancora in mezzo a noi.
OTTOBRE 2006 BS
.- Tutto cominciò al Louvre...
UN GESÙ NEGATO
Ciò che permette al Codice da Vinci
cli esistere nell a sua sensazionalità è
esattamente ciò che nega: la dignità
cli Gesù come Figlio cli Dio. In fon-
do, a me sembra che Brown, pu r vo-
le ndo il contrario, reinserisca cli fatto
il cristianesimo e la figura messiani-
ca cli Ges ù nella vita pubblica e nel
dialogo circa la verità ciel cristianesi-
mo, ri spetto all 'Islamismo e all a lai-
cità. Brown , al massimo della sua in-
genuità americana, inco nsapevol-
mente porta il cristianesimo a un a
verifica, quella stessa sotto la quale
passa eia venti secoli e eia cui esce
sempre come fenomeno trascendente
ma tremendamente reale perché tre-
mendamente aderente all a storia. Lo
scrittore in qu estione, nel tentativo
lucid amente programmato (non ere-
é._ UH llf?.IZO
/ $PIRA.TO
(da me)
do eia lui solo) cli ridi co lizzare la fede
schiacciandola sul livello umano, cli
fatto si trasforma in uno strumento
attraverso cui il messagg io cli Cristo
può risplendere in tutta la sua verità.
In definitiva il Codice da Vinci è un
boomerang contro il suo autore e
contro l' ideologia a cui presta servi-
zio, un boomerang i cui effetti sono
direttamente proporzionali alla va-
stità della sua diffusione. C'è dell ' al-
tro. Posto eia Brown (i nvol ontaria-
mente immagino! ) sulla cresta clel-
1' oncia, il cristianesimo si ritrova nel-
la condizione ideale per esperire la
sua missione profetica nella società.
Non intendo dire con questo che lo
scrittore sia uno strumento nelle ma-
ni dell a Provvidenza, affermo sem-
plicemente che la sua opera, sorpren-
dente per la superficialità, può avere
un approdo inatteso.

4.9 Page 39

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salesiana di Messina dice la sua sul _Codice.
L' Ultima Cena dove Leonardo avrebbe dipinto la Maddalena
al posto dell'apostolo Giovanni.
IDan Brown. Molti e diversificati
i giudizi sulla sua opera. Per alcuni
è solo un furbastro, per altri
un anticlericale, per altri ancora
un affarista arricchitosi sulla
dabbenaggine dei cristiani.
L'OPUS DEI, ECC.
Credo che abbia risposto adeguata-
mente l'Opus Dei, denigrata fi no alla
nausea nel volume - ma a cui ha of-
ferto un eccellente pul pito mediatico
- ritenendo che da questa impresa
emerga in tutta l' energia della sua te-
muta identità: quella di essere una in-
cisiva opera di Dio nella Chiesa e
nella società. Tutto ciò che descrive,
nel genere letterario del thriller, circa
gli uomini di Chiesa fino a oggi, non
avendo alcun fo ndamento storico e
non ponendosi nella scia di un dibat-
tito in corso, risulta assolutamente
inattuale e destabilizzante. Non ci so-
no storici, bibli sti, letterati, ermeneu-
ti, sociologi che possano convergere
con quanto Brown afferma circa la
Bibbia, l'i mperatore Costantino, la
distruzione dei Templari, e via elen-
cando. Q uanto fino a oggi è stato in-
dagato, anali zzato, discusso, pubbli-
cato, non porta alle sue conclusioni,
anzi nemmeno gli si avvicina. La
pseudostoria- di Brown, ben lungi
dalla storicità che vanta, non profe-
tizza se non la sua menzogna. Sem-
mai, le sue incredibili e a volte risibili
invenzioni conducono il lettore atten-
to verso quella ri cerca della verità
che passa per gli ardui sentieri del
conoscere, confro ntandosi con la fa-
tica dell a storia vera, che ha portato
anche i pi ù scettici all 'adesione al
Cristo dei Vangeli.
L'INTERPRETAZIONE
AUTENTICA
Il "bene" di Brown non risplende, e
il codice nascosto nel suo Codice da
Vinci - forse questo lu i non se lo sa-
rebbe mai aspettato - conduce verso
la più autentica interpretazione della
fede in Gesù. A noi, dunque, il com-
pito di leggere correttamente il Codi-
ce (di romanzo si tratta e non di altro)
che non può essere nascosto nella
simbologia di una folle ricerca esote-
rica affatto rispettosa della nostra in-
telligenza, quanto piuttosto nell ' anali-
si pacata del Nuovo Testamento, letto
con i rigorosi crite1i storici consegnati
agli uomini di ogni tempo, che conti-
nuano a interrogarsi sulla loro vicenda
e sul loro esistere. Dal Codice vero ri -
splende la scoperta del vero "tesoro",
quello che senso e valore alla vita,
e il cui messaggio è splendidamente
espresso nell'icona dell'ultima cena di
Cri sto, dove l' Eucaristia è il luogo
dell'approdo di ogni ricerca e, nello
stesso tempo, la risorsa per il nostro
continuo camminare, come lo fu per i
due discepoli di Emmaus.
Giunti a questo punto, non voglia-
mo pronu nciarci - perché moltissimi
lo han no fatto con riconosciuta com:
petenza - sui fan tasiosi errori di
Brown attorno all 'Ultima Cena di
Leonardo, nel suo preteso mestiere di
esperto d'arte.
O
VERSUS CODICE DA VINCI
Pareri di critici, scrittori, giornali-
sti, storici, registi , ecc. Umberto Eco
(Brown è un mestatore che diffonde
false notizie) , Vittorio Sgarbi (una pa-
taccata e un libro idiota). Peter Miller
(santa farsa) , Joseph R. Thomas (una
storia travestita da Storia) , Thomas
Roeser (eccentriche congetture) , Ce-
lia McGee (grossolani errori) , Bruce
Boucher (citando Voltaire : "se qualco-
sa è troppo stupido per essere detto,
almeno sempre potrà essere cantato"),
Amy Welborn (giallo di scarsa qua-
lità), Frank Wi/son (inesatto fin nei più
piccoli particolari) , José Antonio Ulla-
te (spiritualità da bar) , Massimo lntro-
vigne (ma la storia è un'altra cosa).
Cari O/son (bizzarre e infondate as-
serzioni), Franco Cardini (Brown , è
solo l'ultimo in una lunga serie di abili
venditori di finti misteri) , Luciano Giu-
stini (una somma di cretinate), Todd
McCarthy (oppressivamente ciacolan-
te), Giuseppe Savagnone (il codice
delle corbellerie) , Francesco Agnoli (il
codice delle frottole) , Giorgio Carbone
(nulla a che fare con la storia) , Maria-
no Tomatis (strabiliante mescolanza
di autentici enigmi , leggende, mistifica-
zioni , scherzi letterari e spregiudicate
operazioni commerciali), Giulio Meotti
(inesauribili bufale) , Il Giornale (prota-
gonista è la menzogna) .
Conclusione di un teologo : "Se il
prossimo romanzo di Brown dirà che
Piazza S. Pietro è la pista di atterrag-
gio per alieni fa voriti dal Papa contro
l'umanità, che questo si è sempre sa-
puto ma la Chiesa lo ha occultato,
non mi stupirei: sarebbe un 'opera più
veritiera del 'Codice Da Vinci"'.
BS OTTOBRE 2006

4.10 Page 40

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Cannes, Venezia, Sale cattoliche ...
Tra prodotti commerciali e occasioni di arricchimento.
AL CINEMA SE...
di Severino Cagnin
Il cinema è stupore.
Per chi lo fa è n1ercato,
,na cresce la gente che
prende dallo schern10
emozioni e confronto.
Si affermano anche le sale
della comunità gestite dai
salesiam:
Sono in uscita Viaggio segre-
to , Confetti , L'amico di fami-
glia ... Come saranno? Sem-
plice divertimento o anche gioia di
capire di più ? E chi va a vedere La
guerra di Mario del giovane A.
Capuano e Anche libero va bene di
Kim Rossi Stuart, ambedue con
protagonisti giovani, conflitti in fa-
miglia e richiami alle istituzioni
sociali? La mamma di Mario, inter-
pretata da Valeria Golino (David di
Donatello 2006), "è una figura
conflittuale e irrisolta, alla quale
l'autore riserba, ottimisticamente,
un cammino di maggiore speran-
za". La Mostra d'Arte Cinemato-
grafica di Venezia ha assegnato
premi con criteri in spiegabilmente
diversi, a volte opposti. Così è av-
venuto per il Festival di Cannes
2006, con la Palma d' Oro a un no-
to regista e il riconoscimento più
qualificato, inatteso, a un film tipi-
co di un o stile e cultura meditati va
dell'Oriente.
I dati sotto i nostri occhi sono
provocatori. In Italia gli spettatori
sono in forte calo e anche le multi-
sale salvano il bilancio con il bar e i
supermercati annessi, ma spes~o le
poltrone rimangono vuote. Eppure,
OTTOBRE 2006 IJS
si producono sempre più film e le
grandi corporation investono un
terzo del costo in pubblicità, sicure
di incassare il triplo in sala e altrèt-
tanto in spot e oggetti di moda. Il
caso dell'anno è il modesto Codice
da Vinci , privo del minimo senso
storico e logico che da noi nella pri-
ma settimana ha guadagnato 14 mi-
lioni di euro! Siamo più curi osi e
provinciali a confronto di altri stati ,
dove il medesimo fi lm si è piazzato
molto più in basso nella classifica,
ad esemp io, dietro a / colori della
Passione , il racconto della morte di
Cristo, interpretato da neri , negli
Stati Uniti, o Il grande silenzio sulla
vita dei monaci di Grenoble, o Mu-
nich - sport e terrorismo - uscito in
vista dei campionati ·del mondo di
calcio in Germania.
I film ci sono: basta sceglie-
re. In im sond aggio della Film Doc
tra chi frequenta sale con program-
mi scelti , risulta che nelle sale
d 'essai il pubblico tiene e aumen-
ta: la maggioranza è di cultura me-
dia e superiore, il 60% tra i 25 e i
55 anni. Da segnalare l'iniziativa
dell' ACEC , in collaborazione con
la CEI. 52 sale hanno aderito al
programma "Cittadini del mondo,
testimoni di speranza" con titoli
sul tema; tra queste, 8 sono gestite
dai salesiani del CGS. Su terni im-
pegnati e/o religiosi si trovano
proposte di film che piacciono e
fanno pensare. L' ultimo di Zanu s-
si, Il sole nero , è un thriller tra
passioni e rispetto etico dei senti-
menti . Il protagonista soffre del-
!' ambiente, da cu i emergono, tenta-
zioni e vio lenze. La storia è nata
da un fatto di cattiveria: "Quello
che più mi interessava era mettere
in risalto i due poli su cui ruota la
vicenda: la vendetta e il perdono",
sostiene il regista. "Quest'ultimo -
aggi unge - possibile solo se c'è
speranza". E chiaro che non ci so-
no più criteri per andare al cinema,
se non quello di indovinare un di-
scorso che ci parla dentro.
D

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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IL MARATONETA
di Lorenzo Angelini
La maratona, la gara simbolo di tutte le
competizioni sportive, presa come metafora della
vita: partecipare con il massimo impegno, con
lealtà verso gli avversari e rispettando il percorso è
già vittoria, quale che sia la classifica finale.
fo rte iI des iderio di non rea liz-
zare un prodotto sco ntato . Tutto
ciò v ita a canzoni a vo lte
fo rzate e artif ic iose, spesso in-
tense e signifi cative.
Il cantautore Samuele Bersani.
Samuele Bersani, 36 anni da
Catto li ca, fi n dai . temp i de
Il mostro e Chicco e Spillo
(1992), ,ha pri vil eg iato i temi so-
c iali e de ll' attualità p iuttosto
che quelli int imi stici e del se nt i-
mento. Resta sull o stesso so lco
anche l' ultimo origin ale album
L'a/diquà (p rop ri o così, con il
qua accentato) da fa r gri dare al
co lpo di ge ni o ad alc uni e all a
ba nalità estrema ad altri . A l suo
interno, per brev i ce nni o in
pensieri elaborati, si pa rl a d i in-
flu enza av iari a, lavoro preca ri o,
gio rn ali sti v ittime d i guerra, so-
litudine esti va per gli anz iani le-
nita da tv spazzatura, diffusa
ipoc ri sia perbeni sta. Lo stesso
Samu ele ammette : le paro le si
impongo no sull a musiGJ ed è
Il maratoneta è un a d i q ue-
ste ultime. La mu sica si fo nd e
co n le pa rol e e in sieme foto-
grafa no un ' im mag in e v iva e ni-
ti da. La melodi a costrui ta co n
elementi lunghi , sinu os i e con-
t inui segue passo passo il pe r-
corso dell a ga ra face nd os i "co-
lora re" da ll ' arrang iamento. Al-
l' ini z io, il ritm o in ca lza nte del-
fa batteri a e le note festose del
pianoforte, rendo no l' entus ia-
smo de l co nco rrente d il etta nte
che, pur co n q ualc he acc iacco
e senza il meg li o de ll'equ ipag-
giamento, vuo le pa rtec ipa re al-
la ga ra ed è pro nto a dare il
meg'li o d i . Success ivame nte,
i suoni più graffiant i deg li ac-
co rd i d i piano e chitarre e gli
sca rt i ri tmi c i, da nn o voce all e
rifl ess io ni sui d iversi approcc i
all a gara dei va ri co nco rre nt i :
chi osa troppo e si bru cia subi-
to; chi invece calco la co nt i-
nu amente; chi è se mpre in af-
fa nno; chi no n suda nea nche
in sa lita; chi è scorretto e sp in-
ge; chi aiuta l' avversa ri o rima-
sto ind ietro . A l q uarto arri vato
l'o no re d i esse re giunto co n di-
gnità al traguardo; a no i l' inse-
gnamento di no n co nsiderare il
successo come uni ca mi sura
de ll a pro pri a prestaz io ne.
IL MARATONETA
(parole e musica di S. Bersani)
In mezzo a tanti partenti che sono
"pronti partenza via"
mi son promesso anch'io di correre
domenica
con canottiera acrilica e sciatalgia
La folla segue l'evento in strada ai lati
o sopra il guard-rail
l'incitamento col megafono un po'
scarico dà un'emozione che non ho
provato mai
Conto le ambulanze che passano chi
si è immaginato al traguardo si è già
spompato
Conto le auto in panne al semaforo e
le facce scure nei vetri di•uno scortato
Mentalmente faccio un bel calcolo, si
modifica lungo il percorso nel risultato
come un discorso improvvisato
C'è chi è in salita e non suda e chi al
contrario non smette mai
chi per 42 chilometri persevera a ri-
passare gli alibi dei troppi guai
C'è chi è in vantaggio e ti aiuta e
quando inciampi rallenta un po'
ci sono quelli che ti spingono sul la-
strico , gli amici che ti fregano al te-
lefono
Conto le ambulanze che passano chi
si è immaginato al traguardo si è im-
pantanato
Conto le auto in panne al semaforo e
le facce scure nei vetri di uno scortato
Mentalmente faccio un bel calcolo, si
modifica lungo il percorso nel risultato
come un discorso
Complimenti al quarto in classifica il
maratoneta in ritardo , povero atleta
con i piedi in fiamme e la dignità di arri-
vare senza medaglia all'ultima meta
Complimenti in quanto significa che è
possibile credere ancora
a una vittoria senza corona
BS OTTOBRE 2006

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule :
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" .. . Lascio alla Direz ione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Miss ioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
sonuna di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell' Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in .. .
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quan to mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente" .
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. li testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Vi a della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.95612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatri ce, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 - Fax Ol l.5224760
C.C.P. 28904100
OTTOBRE 2006 ns
. . J I NOSTRI MORTI
FILIPPIN sac. Claudio, salesiano,
t Dolo (VE) , il 02/07/2006, a 49 anni
Era il superiore in carica dell 'ispettoria INE
comprendente il territorio delle Venezie. Il
suo cuore in un pomeriggio afoso di luglio
ha ceduto all 'improvviso durante un'uscita
in bicicletta con un giovane confratello . Le
sue passioni erano le vocazioni , i giovani
delle associazioni , i cooperatori , le giovani
coppie ... A loro dedicava tempo ed entu-
siasmo. Era un organizzatore formidabile
che non ti dava pace, e alle sue insistenze
non sapevi dire di no: ti trascinava con il
sorriso ma più ancora con l'esempio. Gli
stavi dietro a fatica. Nessuno lo fermava:
sempre pronto ad ascoltare problemi o si-
tuazioni incresciose così come piccole ed
umili cose ; era capace di lasciare il lavoro
per un servizio di accompagnamento o di
accoglienza, o anche per una semplice in-
dicazione o una risposta al solito importu-
no. Il suo cellulare era sempre aperto, gior-
no e notte , e lui era sempre disponibile
(anche troppo, dicevano i suoi collaborato-
ri) ad ascoltare, a dare un consiglio , a inco-
raggiare...
pre in Cristo, cantiamo e lodiamo la mise-
ricordia di Dio". Uomo dalla fede limpida
e forte , dalla certa e gioiosa appartenen-
za salesiana, dalla vita spirituale senza
eclissi. Nel 1934 entra nella Casa di
Alassio sino alla maturità classica nel
1942. Frequenta Giurisprudenza, e intan-
to ottiene il diploma di orafo. Nel 1961 è
assunto alla Cassa di Risparmio di Asti.
Nel 1965 consegue il diploma di ottico al-
la Clinica Oculistica dell 'Università di Ge-
nova. Ma la nostalgia e l'affetto per l'anti-
co collegio non l'abbandonano mai. Così
nel 1967, a 44 anni scrive all 'Ispettore la
sua domanda di ingresso in noviziato.
Quando emise la professione perpetua
aveva ormai 58 anni. Lo hanno caratteriz-
zato un grande spirito di servizio , di pa-
zienza, di pronta disponibilità nel rendersi
utile a qualsiasi richiesta gli venisse fatta:
appuntamenti per visite mediche , ritiro
dei medicinali presso la farmacia , servi-
zio della posta. Amante del lavoro, preci-
so, semplice nei tratti , essenzi ale nelle
parole , schivo e un po ' di staccato , era
tuttavia sempre pronto e disponibile spe-
cialmente verso i malati .
CLERITI sac. Giovanni, salesiano,
t Sassari , 1'01 /10/2005 , a 90 anni
Don Giovanni nei primi anni '70 lasciò l'l-
spettoria Veneta Ovest per trasferirsi a
Sassari dove vivevano la mamma, il fratel-
lo disabile e la sorella. Con grande amore
e squisita sensibilità sacerdotale si dedicò
all'assistenza dei suoi cari congiunti , insie-
me agli impegni pastorali n~lla Parrocchia
del Latte Dolce di Sassari. E stato per più
di trent' anni confessore apprezzato e ricer-
cato per tutti i parrocchiani. Sarà ricordato
per il suo tratto fine e squisito , il sorriso e
la serenità d'animo che traspariva dal suo
volto. Anima semplice e innamorata di Dio,
ci invita a seguire la via evangelica della
semplicità e del candore spirituale nel no-
stro impegno di evangelizzazione. Lo ricor-
diamo a un anno dalla morte . (Antonello
Sanna)
SQUADRONI sig. Lido, exallievo,
t Civitanova Marche (MC) , il 20/12/2005,
a 72 ann i
Lido Squadroni è un exallievo che ha
avuto un ruolo molto importante nella cin-
quantennale attività dei salesiani di Civi-
tanova san Marane. Si dedicò giovanissi-
mo ad allestire spettacoli parrocchiali , oc-
casioni di grande e popolare divertimento
che hanno segnato i tempi di crescita da-
gli anni cinquanta in poi. Una vita onesta
e operosa, dedicata al lavoro , alla fami-
glia e all 'oratorio , a cui è rimasto sempre
legato e verso cui ha indirizzato i figli , si-
curo che Don Bosco li avrebbe aiutati e
benedetti. Il rimpianto per la sua scom-
parsa è stato unanime e l'emozione gran-
de nel salutare per l'ultima volta il caro
exallievo.
FIORA sac. Luigi, Salesiano,
t Torino, il 24/04/2006, a 91 anni
Uno dei grandi salesiani le cui qualità e
doti hanno spinto i superiori a valorizzarlo
al meglio: fu direttore a trent'anni , poi
ispettore , in seguito consigliere generale ,
infine procuratore generale e postulatore
per le cause dei santi . L'ingegno brillante ,
il tratto signorile , l'accoglienza amabile ,
la salesianità adam antina , la spiritualità
profonda ... e si potrebbe continuare ...
Come postulatore lavorò con impegno a
numerosi processi di beatificazione e ca-
nonizzazione. Già in pensione , seppe ca-
pire i tempi nuovi e seguì con simpatia lo
sforzo di rinnovamento in atto , conse -
guente alla rapida evoluzione dei tempi . Il
suo innato ottimismo non gli ha mai fatto
perdere la fiducia sul futuro della congre-
gazione anche se con garbata ironia a
volte manifestava qualche interrogativo
sulla tenuta vocazionale delle giovani ge-
nerazioni di salesiani di fronte all'indivi-
dualismo imperante e alla perdita degli
antichi valori.
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
MARCHISA sig. Enrico, salesiano
laico,
t Varazze (SV). il 20/08/2005, a 81 anni
Aveva dettato la frase ch e voleva inci sa
sulla lapide della tomba " Viventi per sem-

5.3 Page 43

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Ottobre
IL FRUTTO DEL MESE
L'UVA
La vite , Vitis vinifera , è coltivata
da circa ottomila anni e dall'origi-
nale area asiatica, si è diffusa dal
Medio Oriente sino in Germania,
dov'è stata portata dai soldati
romani nel secondo secolo d.C.
Negli ultimi cent'anni , è stata
introdotta anche in altri Paesi : dal
Cile alla California, dal Sud Africa
all 'Australia . Non si contano le
varietà. Dal punto di vista nutriti-
vo , l'uva è frutto ricco di zuccheri
facilmente digeribili; contiene po-
tassio , calcio e altri sali minerali ,
ma poca vitamina C. Lassativa e
diuretica , facilita la digestione e
combatte dispepsia ed emorroidi.
Studi recenti hanno provato , poi ,
che alcuni componenti presenti
soprattutto nel vino rosso o me-
glio , nella buccia nera degli acini,
contribuiscono a ridurre infarti e
ictus cerebrali:
L:ITALIANO DEL GIORNO
1° ottobre 1968: muore il teologo
Romano Guardini.
2 ottobre 1538: nasce san Carlo
Borromeo, cardinale di Milano .
3 ottobre 1839: Ferdinando Il di
Borbone inaugura la 1a ferrovia
italiana, Napoli-Portici .
4 ottobre 1582: Gregorio Xlii
introduce il nuovo calendario : al 4
segue il 15 ottobre.
5 ottobre 1354: muore a Milano
l'arcivescovo Giovanni Visconti.
L'elogio funebre è pronunciato dal
Petrarca.
6 ottobre 1931 : nasce Riccardo
Giacconi , Nobel per la Fisica nel
2002 .
7 ottobre 1571 : a Lepanto, la flot-
ta cristiana di Giovanni d'Austria ,
Marcantonio Colonna e Seba-
stiano Venier, sconfigge i Turchi .
8 ottobre 1803: muore a Firenze
il poeta Vittorio Alfieri.
9 ottobre 1958: muore Pio Xli ,
Eugenio Pacelli .
1O ottobre 1813: nasce a Ron-
cole di Busseto Giuseppe Verdi.
11 ottobre 1962: Giovanni XXIII
apre il Concilio Vaticano Il .
12 ottobre 1896: nasce a Geno-
va Eugenio Montale , Nobel per
la Letteratura 1975.
13 ottobre 1822: muore lo scul -
tore Antonio Canova .
14 ottobre 1902: a Mantova,
nasce il ciclista Learco Guerra.
15 ottobre 1923: a Cuba , da
padre sanremese, nasce lo scrit-
tore Italo Calvino .
16 ottobre 1796: muore Vittorio
Amedeo lii , re di Sardegna.
17 ottobre 1912: nasce papa
Giovanni Paolo I, Albino Luciani .
18 ottobre 1909: a Torino, nasce
il filosofo Norberto Bobbio .
19 ottobre 1956: a Castelplanio
(AN), nasce Carlo Urbani , presi-
dente di "Médecins sans Frontiè-
res-ltalia".
20 ottobre 1914: nasce a Castel-
lo (FI) il poeta Mario Lu~i.
21 ottobre 1847: nasce il com -
mediografo Giuseppe Giacosa .
22 ottobre 1885: nasce l'attore
dialettale Gilberto Govi.
23 ottobre 1934: Francesco
Agello conquista il record mon-
diale di velocità per idrovolanti,
tuttora imbattuto: 709,209 km/h.
24 ottobre 1725: muore il com-
positore Alessandro Scarlatti.
25 ottobre 1241 : è eletto Cele-
stino IV, Goffredo Castigliani. 17
giorni di pontificato.
26 ottobre 1871 : nasce il poeta
Carlo Alberto Salustri , Trilussa .
27 ottobre 1597: Cesare I d'E-
ste diventa duca di Ferrara, Mo-
dena e Reggio.
28 ottobre 1958: è eletto papa
Giovanni XXIII , Angelo Giuseppe
Roncalli .
29 ottobre 1921: la salma del
Milite Ignoto parte da Aquilea
per Roma.
30 ottobre 1961 : muore Luigi
Einaudi , presidente della Repub-
blica dal 1948 al '55.
·31 ottobre 1993: muore a 73
anni il regista Federico Fellini.
Alessandro Scarlatti
IL BESTIARIO DELLA BIBBIA
L'APE
Nel Salmo della 26" domenica (1 °
ottobre) , si legge che "i giudizi del
Signore sono (... ) più dolci del
miele e di un favo stillante "
(19,10-11 ). Nella Bibbia, miele è
citato 68 volte (favo, invece , 7) ,
l'ape che lo produce compare 6
volte . Eppure è grazie a questo
insetto - pur "piccolo tra gli esseri
alati " (Sir 11 ,3) - che possono
nutrirsi Sansone (Gdc 14,8) e i
profeti nel deserto sino al Battista
(Mc 1,6) . A sottolineare l'impor-
tanza del miele (e quindi dell'a-
pe) , la Terra Promessa è spesso
definita come "il paese dove scor-
re latte e miele". Il miele è anche
simbolo della persona educata
("Favo di miele sono le parole
gentili", Prv 16,24) e della sua
dolcezza: "Le tu e labbra stillano
miele vergine, o sposa" (Cantico
dei cantici 4,11) .
BS OTTOBRE 2006

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Redazionale
DESERTI E
DESERTIFICAZIONE
Un anno fa, poco più poco meno, l'Unep
(il Programma ambientale delle N.U.)
ha lanciato ai governi del mondo l'allarme "desertificazione".
/ha fatto, co171'è con-
suet udin e, co n foto
L e dati: al71bed ue le
passando da 25 m il a km2
agli attu ali 2500.
La m anca nza di acq ua
cose nell a loro crud a
potabi le fa 5 milioni di
rea ltà aveva no tutti gli
morti og ni ann o.
in gredie nti per sc iocca re i
Le ri se rve di acqu a foss ile
governi cie l Pianeta. Ma ...
non dureranno (secondo
è successo poco o ni ente.
le st im e p acc red itate)
Sper iam o che quando il
più di 80 anni anco ra.
prob lem a s' im po rrà co n
ll
forza devastante, non sia
L'acq ua potab il e d iminui -
sce a ve loc ità impress io-
troppo ta rdi . Anche i 171i s-
nante, mentre aum enta
sion ari, occ hi attenti e cr i-
· all a stessa veloc ità l' inqui-
tic i nelle zone più diffic ili
namento idrico.
del mondo, co nferm ano
La foresta Amazzonica, il
og ni gio rno lo stato d i
po lmone del mondo, ha
grave ma lesse re che soffre
pe rso milioni d i etta ri di
questa nostra ma lcurata
este nsion e e impress io-
Terr a.
nanti qu antità d i risorse
I desert i ava nza no im p la-
idr i c he.
cab ili. Il fenomeno, secon-
La quas i tota li tà de i f iumi
do l'O NU , co in vo lge
cie l mondo ha perduto la
ormai il 20% della popo la-
pota bi Iità.
z ion e mond iale. La co lpa
Le oas i si sta nn o ve loce-
d i questo catac li sma epo-
171ente ridu ce ndo .
ca le va im putata per la
I dese rti sono in rap id a
171aggior pa1te all ' uomo: al-
espansio ne.
la di ssenn ata deforestazio-
L'effetto se rr a co ntinu a a
ne, all a cel71e ntifi caz ione
far risca ldare il pianeta.
selvaggia, all ' inquin amento
c he ha ragg iun to live lli
Catastro f i ? È que ll o c he
all armanti , all o sco nsidera-
abb ial71 o letto e co ntinui a-
to sfruttamento dei pasco li ,
1710 a leggere su rivi ste
all e co ltivaz io ni intensive che in poc hi anni ste rili z- sc ient ifi c he, su art ico li cl i gio rn ali sti specia li zzat i,
za no i terreni, co ndan nando li all ' im produttività .
su q uotidian i; è infin e c c he se nt iamo all a Radio
e ciò che giorna ll71ente ved ial71o all a Televis ione.
In questo mese di ottobre, l'A lge ri a osp ita un I num eri ... si gonfiano og ni giorno. Ecco un altro
summit mondi ale sui tem i dell a desert if icaz io ne e ca 171 po d i in te rve nto c ui non si può sfugg ire né
dell a povertà conseguente.
come uom ini come cri stiani e nemm eno come
I segnali mac roscop ic i di all arm e so no num eros i :
ed ucator i, po ic siamo stat i e lett i c ustod i de l
Il lago Ciad ha pe rso il 90% dell a sua estensione creato. D
OTTOBRE 2006 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba•
Santuari d'Italia
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro paese
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci .
o
1 ■2
13 r
20
26
29
3 ■4 5 6 7
15
1u
30
16
21
22
.!Il
8 ■9
17
23
31
10
18
24
11 12
19
25
I■
32
38
33
39
34
35
36
37
■ ■ 40
41 42
■ ■ 43
44
'-
49
50
45
46 47 48
A gioco completato risulterà, nelle caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario.
Definizioni
Un ".ERTl_C~LI-- 1. Decalitro - 2. k~lossal d~l
ORIZZONTALI. .I. Il simbo lo del rame-4. Appe-
si, come i panni del bucato - 9. Centro Universita-
rio Sportivo - 11. Lo si tra amici- .13. Non dolce,
come può essere wrn medicina- .16. Accordo'-18.
Le prime dell'alfabeto - 20. Detto di memoria che
cmema 1tahano del 1914 su soggetto d1 D Annunz10
- 3. Bisonti preistorici - 5. A te - 6. Ente Nazionale
Italiano del Turismo - 7. Frastornata - 8. Dittongo di
ieri - 9. Abbigliamento informale -10. Santi, vene-
rabili -12. Si accoppia a costumi-14. Vedi foto- 15.
Combattevano con la penna in testa - 14. Consisten-
conserva poco - 22. Al centro del campionato - 23. ti, compatti - 17. La sigla dcli' Urbe - 19. L'Arrigo
Nevrosi collettiva - 25-27. Vedi foto - 29. Lavorare librettista d i Verdi - 21. lrlanda - 24. M isura inglese
al tornio - 31. Oggetto molto poco comune - 32. di lunghezza - 25. Bacino carbonifero tedesco - 28.
Affluente del Tevere-33. La pena meritata - 35. So- Escursionisti Esteri - 29. Foresta siberiana - 30.
no dispari nel lido - 36. 60 minuti ne formano una - Pietro, storico socialista - 32. Lo sbocco del fiume -
38. Vani, inconsistenti - 39. Co lpo - 41. Le iniziali 34. Contenitore di pelle per liquidi - 37. Si può
di Einstein, il celebre scienziato-43. Un po' di gala- esprimere in mq -39. L'unità informatica con valore
teo • 44. K iller prezzolato - 46. Allegre, gioiose - Oo l - 40. Affluente de l Rodano - 42. L"'io" latino -
49. L'Altare della Patria è dedicato a quello " igno- 44. Affermazione - 45. La farina più sottile - 47.
to" -50. La disciplina che studia il vino e la sua pre- Agrigento-48. Undici romani.
parazione.
La soluzione ne l numero di dicembre
L'ICONA SOTTO LE MACERIE
11 Santuario, celebre per la miracolosa immagine che vi si venera, è situato
sul monte Salvi ano, nei pressi di Avezzano, in provincia dell'Aquila. È
accertato che il culto e la cappella con il quadro esistevano fin dal Xli secolo
quando questa rientrava nel feudo di Pietraquaria. Secondo la tradizione la
cappella e l'intero feudo furono distrutti nel 1268 su ordine di Carlo d'Angiò
che vo lle vendicarsi contro gli abitanti di Pietraquaria per aver parteggiato
con i suoi nemici. Il quadro rimase sotto le macerie per molto tempo e fu
ritrovato intatto per rivelaz ione dell a Madonna a un pastorello sordo e
muto da Lei miracolosamente
guarito. Per questo motivo il
Parroco, con la collaborazione dei
- fedeli di Avezzano, provvide a
SOLUZIONE del
numero precedente
- '"
'Re Or cr~F
r•
E
o
Er
BI
'"
O■
--
IR ON
I~ET RO ■ A BE L •A L I DIA
I> s TI• RE TO I A GA DIR
I e IA ■ T R I TA RA NE ■ I
- e A ■ GR ID o ■ p R AV o■ I ID
l ■ FRE O ■ REAME ■ DEI
- - - l ll.R IANl ■ PASTl ■ POST
■ L ZIClNE ■ TASMANIA
riparare la Chiesa ·dove venne sistemata di gnito-
samente la Sacra Effig ie. La Chiesa è costituita da
un'unica navata con volta a botte e abside
semicircolare affrescata con storie aella
Madonna. Due piccole cappelle, realizzate nei
lati della navata, contengono gli altari di S.
Agostino e S. Gaetano. L'aspetto dell a Chiesa è
inseribile nella tradizione neoclassica napoleta-
na, la facc iata è un a semplice composizione con
lesene in lieve risalto sulla parete, abbe llita con
pannelli di mosaico. Il sacro dipinto è eseguito su
legno da un ignoto autore di epoca bizantina e
rappresenta la Madonna che sorregge il Bambino
col braccio destro. Di stile bizantino, in origine,
venne poi modificato nel primo Rinascimento. A
seguito delle grazie elargite dalla Vergine
Santissima, nel 1838 il Capitolo Vaticano ha
proceduto alla incoronazione della Madonna e
del Bambino, cui sono stati posti due diademi
d'oro. La custodia del Santuario è affi data, dal
1878, ai frati cappuccini.
BS OTTOBRE 2006

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
ALLE TRE
DI NOTTE
Ho 39 anni. Dopo un anno dal
matrimonio, rimasi incinta ma la
gravidanza non andò in porto:
ebbi un aborto spontaneo. Ne ri-
masi turbata e provata. Lo
sconforto aumentò in modo
esponenziale di a qualche tem-
po, quando seppi , dopo ripetuti
accertamenti clinici, che non
avrei più potuto rimane re incinta.
Nel 2003, tuttavia, ebbi una nuo-
va gravidanza e piena di timori
mi sottoposi ad analisi. Fu allora
çhe una cara amica mi procurò
un abitino di san Domenico Sa-
vio. Lo pregai con speranza e
fervore tutti i giorni. Ebbene a fi-
ne marzo 2004 nacque la mia
primogenita. Desideravo darle
una sorellina o un fratellino , ma
avevo paura a sfidare di nuovo la
sorte. Comunque, rimasi nuova-
mente incinta. Ma ahimè proprio
il giorno di Natale ebbi una forte
emorragia, che mi fece perdere
ogni speranza di poter portare a
termine la gravidanza. Erano le
ore tre del 25 dicembre. Mi rivolsi
a Gesù Bambino e a san Dome-
nico, implorandoli di salvare la
mia creatura. Benché i dottori
avessero poca fiducia sulla pos-
sibilità che tutto potesse proce-
dere bene, il 25 giugno nacque il
mio splendido bambino, Giando-
menico. Ringrazio il piccolo san-
to per la sua intercessione: oggi
sono felice con i miei due angio-
letti. Spero che, sotto la sua pro-
tezione, crescano sani nell'anima
e nel corpo , e operino sempre
secondo la volontà di Dio. Esorto
le coppie che soffrono di infertilità
a non perdere la fiducia, ma a
pregare tanto.
N.N. , Abriola (BA)
È NATO
PERFETTAMENTE
SANO
Una mia nipote sposata di recen-
te desiderava tanto un bambino.
Dopo una prima gravidanza, riu-
scita malamente , si ritrovò di
nuovo incinta. Felicissima si sot-
topose agli esami del caso , che
diedero un esito preoccupante: si
sospettava che il bambino na-
scesse malato. I medici le consi-
gliarono un ulteriore esame spe-
OTTOBRE 2006 BS
cifico da effettuare dopo quindici oltre che alla sacra Famiglia. Ab-
giorni. Mia nipote decise di accet- biamo mantenuto una vita con-
tare il bambino in qualsiasi condi- trollata, perseverando nella pre-
zione fosse nato. Lo affidammo a ghiera ogn i giorno. Ed ecco in
Maria Ausiliatrice e a Don Bo- breve come sono state superate
sco, pregando e facendo prega- tutte le difficoltà dal 7 novembre
re. Dopo venti giorni di ansiosa 2005 al 27 dicembre. Nascita di
attesa giunse l'esito dell'esame Valentina: ore 9.37. Taglio cesa-
eseguito: il bambino era sano.
reo . Difficoltà per la mamma: pic-
C.A. , Guspini (CA) cola rianimazione. Valentina al
centro di patologia neonatale.
Due piccoli soffietti, ma si chiude-
UN GRIDO
DIGIOIA
ranno con il tempo: entro sei me-
si la conferma. La piccola Valen-
tina ora è a casa: pesa 5 kg e mi-
Sento il bisogno di gridare a tutti
la grande gioia che mi ha "inve-
stito", quando ho saputo che era
ancora possibile per me un nuo-
vo parto. Tre consulti medici
sura cm 57 di statura. Ringrazio
amici, colleghi di lavoro, familiari
e tutti coloro che ho coinvolto in
questo felice evento.
Basso Luigi, Mestre (VE)
avevano, infatti , esclusa questa
possibilità e dichiarata vana la
mia attesa: una nuova gravidan-
GRIDO
za - sentenziavano - sarebbe
stata possibile solo dopo un non
AL MIRACOLO
facile intervento chirurg ico al l'u-
tero. Invece , ecco che il 21 otto-
bre 2005 è nato, mediante taglio
cesareo , il mio piccolo Mattia
Domenico Nicola. Continuo a
rendere grazie a san Domeni-
co Savio, perché protegga i
miei ;figli e la mia famiglia.
Reale Caterina, Adrano (CT)
Sono una mamma di 46 anni .
Ho due figli: Annarita di 26 anni
e Vittorio di 23. Ho sempre pre-
gato san Domenico Savio af-
finché li proteggesse. Vittorio fin
da piccolo fu il mio travaglio.
Una zingara, quando aveva po-
chi mesi , me lo stava portando
via. Da allora gli sono successe
una serie di sventure: ha subìto
A GLORIA
ben sette incidenti. L'ultimo da
cui si è salvato - credo proprio
DI DUE SANTI
per miracolo - è dell'11 giugno
2005 , giorno in cui uscì di stra-
Durante la mia terza gravidan- da con la macchina andando a
za, al settimo mese la ginecolo- sbattere contro un muro. La
ga attraverso una ecografia ha macchina fu distrutta, ma lui ne
riscontrato dei possibili problemi uscì solo con qualche graffio.
al piccolo che portavo in grem-
bo. Subito mi sono affidata alle
"premure" di san Domenico ·
Rina/di Benedetta,
Putignano (BA)
Savio ed ho richiesto l'abitino di
cui avevo sentito parlare. L'ho
portato con devozione, pregan-
IL MEDICO
do questo santo e la nostra san-
tissima Madre celeste . Con mia
somma gioia il giorno dell'inter-
NON Ml DAVA
SPERANZA
vento chirurgico , consistente nel
taglio cesareo, fu fissato dai
medici al 31 gennaio, festa di S.
Giovanni Bosco , ben due setti-
mane prima della data presunta:
è nata una bellissima bimba, a
gloria dei due santi.
Valle Maria Grazia, Verona
Fin dal primo giorno di gravidan-
za avevo minacce di aborto. La
zia di mio marito mi portò l'abiti -
no di san Domenico Savio, di-
cendomi: "Vedrai che tutto an-
drà bene". L'accettai volentieri.
Nonostante la gravidanza diffi-
coltosa, il bimbo cresceva bene.
Alla trentesima settimana subii
COM'È NATA
la rottura della membrana. Fui
soccorsa d'urgenza all 'ospeda-
VALENTINA
Mia moglie Anna ed io abbiamo
pregato san Domenico Savio
durante il periodo di attesa della
nascita di nostra figlia Valentina.
Proprio in quei giorni, in cui stava
per arrivare a San Donà di Piave
e poi a Jesolo l'urna di san Do-
menico Savio, Anna aveva il dia-
bete ; perciò io ho affidato tutto al-
l'intercessione di questo· santo ,
Attilio Giordani
Matilde Salem
Mamma Margherita
MADRE DECISA
E FIDUCIOSA
Madre di quattro figli, exallievi
dell'Istituto Bernardi Semeria
del Colle Don Bosco, devo
molto al santo dei giovani e mi
rivolgo spesso ai santi s.ale-
siani. Il secondo dei miei figli ,
cantante lirico, era sfiduciato e
depresso. Esageratamente
aumentato di peso e preso
dalla sfiducia, era incerto se
continuare o meno il cammino
intrapreso. lo allora - erava-
mo nel settembre 2004 - de-
cisi di rivolgermi a Mamma
Margherita con una novena,
per ottenere che mio figlio ri-
solvesse i suoi problemi. A
Natale, che ci crediate o no,
era tornato al suo peso forma
e a una condizione normale;
nel giro di qualche mese vinse
due concorsi e poté iscriversi
a un master che si sta rivelan-
do assai utile. Ho esperimen-
tato anche in seguito la prote-
zione di Mamma Margherita,
ottenendo, appena terminata
la novena, che i miei due figli
di 15 e 19 anni partecipassero
entusiasti all 'incontro dei gio-
vani a Colonia con il Papa,
· mentre fino a pochi giorni pri-
ma erano del tutto contrari.
Montagnini Mara,
Chieri (TO)
le, dove il. medico mi disse: "Se
inizia il travaglio , dovremo tra-
sferirla in un centro d'assistenza
per bimbi prematuri". Alle ore 24
il monitor segnalava sofferenza
fetale ; perciò fui trasferita in un
altro ospedale. Chiesi a mio ma-
rito di portarmi l'abitino di Do-
menico Savio; lo indossai e dal
quel momento la mia situazione
iniziò a migliorare , con grande
stupore dei medici , che non riu-
scivano a darsene spiegazione.
Portai a termine la gravidanza
partorendo un bel bambino, che
ho chiamato Emanuele. Oggi ha
due anni e mezzo. In primavera
nascerà un fratel lino o una so-
rellina. A san Domenico Savio
la mia più grande riconoscenza.
Cirillo Virginia,
Sesto S. Giovanni (Ml)
Per la pubblicazione non si
llene como delle Lettere non
firmate e senza recapito. Su
r;-~·h,esta. si potrà omettere
l tndtcazwne del nome.

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redazionale
FOCUS
Don AMANDO
RODRiGUEZ MENA
Salesiano messicano
che risiede a Le6n ...
Fu uno dei promotori dell'unico
monumento pubblico in Messico
a Don Bosco e uno dei fondatori
della Ciudad del nino. Superstite
del naufragio dell'Andrea Doria ,
50 ann i fa .
Lei era sull'Andrea Doria la notte del naufragio il 26/7/1956?
Sì. Stavo tornando in patria per la l " messa, dopo gli studi di Teologia a
Barcellona. M i sono imbarcato a Gibil terra. Ma non ero l' unico prete, erava-
mo 16 più un diacono salesiano, Ettore Torres, con cui condi videvo la cabina.
Un bel viaggio?
Bellissimo, almeno fino alla tragedia. Avevo fatto amicizia con 6 connazio-
nal i: si scherzava, si giocava a carte, si cantavano i canti dell a nostra terra. Un
giorno, eravamo a circa 200 miglia dalla meta, calò una nebbia fittissima che
non permetteva cli vedere più in là di 2/3 m. Eravamo praticamente al buio.
Qualcuno cominciò a ricordare il Titanic, e ad avere pau ra. Per consolarli di-
cevo: "Non succederà nulla perché abbiamo radar che il Titanic nemmeno si
sognava, e poi quella nave sulla chiglia aveva una scritta provocatoria NEP-
PURE DIO PUO AFFONDARLA. Noi non ce l'abbiamo, quindi...".
E come avvenne la tragedia?
Eravamo di fro nte a Boston presso l'isola di Nantucket. C'era nei dintorni
una nave rompighi accio svedese in manovra, lo Stokolm. Forse la nebbia o
forse il cattivo funzionamento delle strumentazioni , fatto sta che verso le
22,30 la prua dello Stockolm ci speronò, aprendo uno squarcio di l2 X8 metri.
Così cominciò il disastro. Fummo svegli ati oltre che dall ' urlo dell a sirena an-
che dagli ordini concitati del comandante cli salire subito in coperta. La nave
stava incl inandosi paurosamente. Tutti quelli che ubbi dirono subito senza cu-
rarsi di mettersi in ordine, o mrnffare delle cose riuscirono a salvm·si.
Ricorda qualche episodio particolare di quel salvataggio?
Due che non ho più dimenticato. U na donna per raggiungere la scialuppa
di salvataggio si aggrappò a una gomena, usandola come liana e si lanciò.
No n ci arri vò e cominciò a dondolare sospesa nel vuoto; a un cen o punto le
sfuggì la presa e scomparve nel mare... pi eno cli squali! Una mamma inve-
ce, reggendo in braccio il suo bambino, presa dal panico, supplicava di
prenderla a bordo della scialuppa. Era piena e i ma1inai stavano già sgan-
ciando lo scivolo. La donna disperata: "Salvate almeno il mio bambino! "
ur lò lanciandolo nello scivolo. Il bimbo batté la testa contro la scialuppa e
sparì tra le onde... La paura toglie la ragione, pu rtroppo.
Quanti i morti?
Una settantina. Ma più di mille sono stati salvati, raccolti dalla "Ile de
France" che era corsa in aiuto. I primi soccorsi li aveva organizzati lo
Stokolm, la nave che ci ha speronato, dando ordini precisi per l' evacuazio-
ne: prima i bambini, poi le donne, poi gli anziani, ultimi i preti!
Come ultimi! E i marinai?
I marinai sono stati i pri mi a partire. Solo una ventina con il comandante
Calamai e il Vice sono rimasti.
Così, lei ha celebrato i 50 anni di messa e i 50 anni della grande paura
sull'Andrea Dora?
Propri o così. E non di menti co quella notte. Sull'Ile de France abbi amo
celebra to una lunga messa cli ringraziamento e alcuni dei mess icani presenti
hanno tirato fuori da l portafoglio l' immagi ne dell a M ado nna di Guadalupe,
giidando: "Lei ci ha salvati!" .
MARK
Mark, IV elem e ntare, ha già
un trascorso di prepotenza e
grave carenza affe ttiva. È pra-
ticam ente o rfano: il pap à non
sa c hi sia , la m amma l' ha sca-
ricato a degli zii v iolenti e si
è rifa tta una famig lia , p o i a 8
anni è andata a riprenderselo
per ri sparmi are i soldi che d o-
veva per il s uo m a nte nime n-
to. Mark è tornato per q ual-
c he mese a vivere con la ma-
dre e una sorell as tra prepo -
tente, di c ui d o ve va subire in
sil e nz io i capri cc i: il torto era
sempre suo ... e i soprusi era-
no se mpre più pesanti. Quan-
do no n ne ha po tuto più e ha
co minc ia to a ribell ars i, è stato
messo in una comunità. L a
m amm a stava a nche mesi
senza un a visita. M a fu la sua
fo rtun a: intelligente e visp o ,
egli studi ava vole nti eri; era
in so mma un bimbo d ' indole
do lce c he aveva do vuto impa-
rare p resto a dife ndersi. Un
giorno di sobbedi sce e merita
un castigo. Il direttore lo
ignora per tutto il fin e setti -
ma na , e no n ri sponde ai suoi
tentati vi di dialogo. M ark alla
fi ne s bo tta: " Perc hé no n mi
parli ?". "Perché non sono
conte nto di te" . "N o n è giu-
sto, piuttosto picchi a mi ", è la
s ua ri c hi esta che la d ice lunga
s ul siste·m a educati vo cui era
abituato . A lcune s~ttimane do-
po andammo a comperare un
paio di scarpe. U scend o dal
negozio mi fa con tenerezza:
" Tu sei co m e un p apà !" . Pur-
. troppo , prima che p o tessimo
far inte rvenire i Servizi So-
ciali, la ma mma è ve nuta a ri-
prenderselo e l' ha rispedito
presso i pare nti . Peccato ! A u-
guri , M ark.
BS OTTOBRE 2 006

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA c.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
FMA
di Maria Antonia Chine/lo
La carta vincente di Zway
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di Silvano Stracca
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Europa e Cristianesimo
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Calendario .
2007
''l'amore
per la v,·ta''
(Illustrazioni del pittore Umberto Gamba)
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Verso il paese di Kambu