Bollettino_Salesiano_201511

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IL
NOVEMBRE
2015
Numero
speciale:
2016 CalSeanldeasriainoo
I ragazzi
di don Bosco
Rivista fondata da
S. Giovanni Bosco
nel 1877

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IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE
DON ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME
Questa famiglia salesiana
che per fedeltà è missionaria
Papa Francesco ha invitato tutta la Chiesa
Universale a essere una Chiesa in uscita,
cioè una Chiesa che va incontro, una Chiesa
in missione. Per la nostra Famiglia Salesiana
questo progetto del Papa è pienamente e
concretamente armonizzato con il carisma
salesiano che condividono tutti e trenta i gruppi
della Nostra Famiglia.
Mia cara Famiglia Salesiana, amici
e amiche di don Bosco, lettori del
Bollettino: ricevete il mio cordiale e
affettuoso saluto come Rettor Mag-
giore. Scrivo questo mio editoriale
di saluto come se fosse una lettera
familiare perché sento sinceramente la necessità
di raccontare e ricordare ciò che stiamo vivendo.
L’anno di celebrazione del Bicentenario della
Nascita di don Bosco prosegue gioiosamente e si
dimostra sempre più quello che doveva essere: un
vero anno di grazia regalatoci dal Signore.
Nel momento in cui vi scrivo queste righe, ho
viva e fresca la memoria del mio incontro con i
24 Salesiani di don Bosco che ho conosciuto a
Valdocco, alcuni giorni fa, per portare loro il mio
affettuoso saluto e augurare loro un buon viaggio,
poco prima che partissero nelle settimane pros-
sime per il luogo destinato loro dalla vocazione
missionaria e raggiungessero i più svariati e re-
moti paesi del mondo.
Per la stessa cosa si preparavano un gruppo di Fi-
glie di Maria Ausiliatrice e alcuni laici.
Sarà la 146a spedizione missionaria, dal giorno in
cui don Bosco inviò i suoi primi missionari. L’al-
legria e l’entusiasmo di quei giovani salesiani e
delle nostre sorelle e dei fratelli laici, il loro vivo
desiderio di andare incontro a coloro che li aspet-
tano per condividerne l’esistenza, per offrire la
loro vita al loro servizio, per camminare insieme
ai piccoli e ai poveri, mi commuove e mi riempie
di gioia.
Tutta Valdocco vibrava
e faceva festa
E mi fa pensare a questo aspetto essenziale della no-
stra Famiglia Salesiana. Per fedeltà al carisma, sia-
mo una famiglia religiosa con vocazione missionaria.
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Fin dall’inizio don Bosco iniziò a preparare l’in-
vio in missione dei suoi Salesiani e delle Figlie di
Maria Ausiliatrice. Nel momento della sua mor-
te, nell’anno 1888, erano 154 i Salesiani inviati
in America (il 20 per cento di tutta la Congrega-
zione Salesiana in quel momento) e lo stesso don
Bosco bussava alla porta di tanti laici per chiedere
che lo aiutassero a sostenere l’azione missionaria.
Tutta Valdocco vibrava e faceva festa, si accende-
va di emozione e di desiderio di partire per ac-
compagnare quei primi missionari, ogni volta che
arrivavano notizie “fresche” dall’America.
Oggi, il linguaggio, la visione antropologica, cul-
turale e teologica non è più la stessa dei tempi
di don Bosco, ma identico deve essere il carattere
missionario della nostra Famiglia.
Papa Francesco ha invitato tutta la Chiesa Uni-
versale a essere una Chiesa in uscita, cioè una
Chiesa che va incontro, una Chiesa in missione.
Per la nostra Famiglia Salesiana questo progetto
del Papa è pienamente e concretamente armoniz-
zato con il carisma salesiano che condividono tut-
ti e trenta i gruppi della Nostra Famiglia.
Il mio magnifico sogno
Come ai tempi di don Bosco, anche nella nostra
Famiglia, tutti i rami, ciascuno con la sua pecu-
liare specificazione carismatica, dentro la “casa
comune”, sono chiamati ad essere presenti e attivi
nei quattro punti cardinali.
Sono molto più numerosi gli inviti che riceviamo
che le possibilità che abbiamo di essere presenti
dovunque ci chiamano. Succede come ai tempi
di don Bosco. Però abbiamo una possibilità. La
possibilità di impegnarci a essere come lui: susci-
tare quella passione missionaria che infiammò e
riempì di entusiasmo tanti giovani cuori.
Dicono gli esperti in sociologia che la nostra non
è più un’epoca di grandi narrazioni. Con questo
vogliono dire che il post-modernismo ha elimi-
nato le grandi utopie e i grandi ideali del mondo.
Tuttavia, io sono tra quelli che credono che le
stesse ipotesi sociologiche vanno incontro al loro
fallimento nella misura in cui esistono persone
individuali, istituzioni e collettivi che credono,
che crediamo, che qualcosa può essere diverso.
La differenza sostanziale, nel contesto di quanto
sto narrando, per la nostra Famiglia è un sogno.
Un incantevole e magnifico sogno: che il racconto
e il frutto del Bicentenario sia una passione missio-
naria che cresca in maniera solida nei prossimi anni.
Essere religiose, religiosi e laici impegnati all’u-
nisono per rendere realtà forte e trascinante la
passione missionaria che visse don Bosco.
Don Bosco, nel bicentenario della sua nascita, con-
tinui a intercedere per tutti davanti al Signore.
Si è concluso
domenica 27
settembre
l’Harambée 2015,
il tradizionale
appuntamento
della famiglia
salesiana di fine
settembre.
Quest’anno, la
manifestazione si
è divisa tra Expo
2015, al Padiglione
Casa don
Bosco, e Torino
Valdocco, dove
è stato celebrato
l’impegno dei
missionari che
operano in giro per
il mondo.
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Dite ai miei
giovani che
li attendo tutti
in Paradiso
Don Bosco

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