Bollettino_Salesiano_200512

Bollettino_Salesiano_200512

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- 40 ANNI DAL CONCILIO
di Pascual Chavez Villanueva
RINGIOVANIRE
IL VOLTO
GIOVANI... E SANTI
"Ora io vi dico, dice Dio, non c'è nulla di più bello in tutto il
mondo di questo bambino che s'addormenta nel dire la
preghiera" (Charles Péguy)
eoncludo que-
sto 2005,
parlandovi
dei santi giovani .
L'anno scorso, in
occasione del 50°
della canonizza-
zione di Dome-
nico Savio e del
centenario della
morte di Laura Vicuiia ,
vi avevo presentato una galleria di
frutti preziosi dell'azione dello Spirito
Santo e del sistema preventivo .
Adesso lo faccio con uno sguardo più
ecclesiale, contemplando ragazzi e
ragazze che hanno saputo far risplen-
dere il volto di Cristo nella loro vita, e
ringiovanito la Chiesa. Rode, la ra-
gazza che riconosce la voce di Pietro
che bussa alla porta, dopo essere
stato liberato dal carcere (At 12, 13) ;
Eutico, il ragazzo che cade dal da-
vanzale della finestra durante un'o-
melia di Paolo (At 20,9) ; e lo stesso
nipote dell'Apostolo che salva lo zio
correndo a rivelare al Procuratore il
complotto per uccidere Paolo (At
23, 16-22) , sono gli unici adolescenti
nominati dagli Atti. Ci si presentano
come giovani accuditi con affetto dal-
le famiglie. Purtroppo non era questa
allora la loro condizione normale. Tra
gli emarginati dalla società romana , i
bambini erano i più infelici : molti ab-
bandonati sul nascere, altri venduti
come schiavi o avviati alla prostituzio-
ne. In una società così avversa ai
bambini , cade il messaggio rivoluzio-
nario di Pietro e Paolo che era quello
del Maestro: "Lasciate che i bambini
vengano a me; non impeditelo... E
presi/i tra le braccia li benediceva"
(Mc 10, 13- 16). Addirittura , per Gesù
l'infanzia spirituale è condizione per
entrare nel Regno (Mt 18,3).
In questo, come in altri campi del-
la vita familiare e sociale, il cristianesi-
mo ha sovvertito la cultura, facendo
San Tarcisio.
valere la dignità dei ragazzi, al servizio
dei quali la Chiesa ha sempre istituito
numerose opere. Scrive il prof. Romeo
Vuoti: " Una delle opere più benefiche,
nate dal senso di carità e di amore
verso i più deboli, sono gli ospizi per
orfani. Esistiti fin dall'inizio del cristia-
nesimo, si mantenevano con le offerte
dei cristiani ed erano diretti normal-
mente da sacerdoti". Le iscrizioni sulle
tombe di adolescenti , ritrovate nelle
catacombe di san Callisto, dimostrano
la bontà e tenerezza con cui i primi cri-
stian i trattavano ed educavano i loro
figl i. Essi sono figli di Dio e come tali
devono vivere e comportarsi , poiché
sono in grado di rispondere con gene-
rosità alle ispirazioni divine. Nella sua
prima lettera Giovanni li esorta: "Giova-
ni, io vi dico che siete forti... che avete
vinto il maligno" (1 Gv 2, 14). È natura-
le che i giovani si sentano attratti da
Gesù e che nei loro cuori faccia presa
con forza il suo messaggio. Da san
Tarcisio, ucciso per aver difeso l'Eu-
DICEMBRE 2005 8S
caristia che recava ai carcerati , fino ad
Alberto Marvelli, salito agli onori degli
altari il 5/9/2004 ed exallievo salesiano,
l'agiografia cristiana è zeppa di nomi di
giovani: san Pancrazio, santa Agne-
se, santa Cecilia, san Stanislao, san
Luigi Gonzaga, santa Teresa di Li-
sieux, Pier Giorgio Frassati...
Assistiamo oggi a fenomeni com-
plessi e paradossali . Mentre sembra
crescere il divario tra la gioventù e la
Chiesa ufficiale , il Papa continua a
esercitare un'incontrastata leadership
sui giovani. La cultura materialista e
secolarizzata sembra privarli delle loro
migliori qualità, riducendoli a semplici
consumatori di beni , di sensazioni ed
esperienze , ma sorgono iniziative al
servizio dei più bisognosi che trovano
proprio nei giovani i principali promoto-
San Pancrazio.

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ri e protagonisti . Splendide pagine di
solidarietà si stanno scrivendo da par-
te delle ONG e del volor1'tariato. Non
corrisponde, quindi, alla realtà l'imma-
gine di una Chiesa consérvatrice. La
Chiesa vuol essere strumento di sal-
vezza in ogni epoca: ascolta il cuore
di ogni uomo e ogni doona dimostran-
do una sensibilità concreta.
Santa Cecilia.
I giovani e la Chiesa parlano lo stesso
linguaggio, quello dei grandi ideali ,
delle mete più nobili a·nche se esigen-
ti , dell'andare "oltre". L'orizzonte mate-
rialista è troppo stretto e asfissiante
per i giovani che spesso, smarriti ,
dichiarano di non trovare un senso
alla vita. Non sempre le loro scelte
sono le più indovinate. La Chiesa è al
loro fianco con sollecitudine materna.
Con il Papa e con Don Bosco. vi pro-
pongo, cari giovani. l'ideale della san-
tità.È possibile. A tutti. Non vi parlo di
ascetismi eroici, ma della scoperta di
Dio come Padre, e di Gesù come ami-
co personale ; di una santità attiva e
simpatica come quella di Domenico
Savio o di Alberto Marvelli , vissuta
nell'adempimento dei doveri quotidiani
e della solidarietà verso gli altri. Gesù
è la risposta adeguata alle ansie di
felicità e di amore che vivono nel
vostro cuore . Quest'anno ho voluto
impegnare tutti a "ringiovanire il voltd'
della Chiesa. Essa è giovane nella
misura in cui continua a essere inna-
morata di Cristo, fedele alla propria
identità e missione, luce del mondo,
serva dell'umanità, casa per i giovani.
I santi giovani sono coloro che più
l'abbelliscono e la ringiovaniscono.
Di cembre 2005
Anno CXX IX
Numero 11
In copertina:
Le imprese d i
comun icazione sociale :
soprattutto le Radio
possono avere gra nde
inc idenza e trasm ettere
i va lori c ristian i
a una vastissima p latea.
Foto: M artin Tadeo
M ensile di info rm az ione
e cul tura religiosa edito
da ll a Congregaz ione Sa lesi ana
di Sa n G iovanni Bosco
Dirett ore:
GIANCARLO MAN IERI
- CHIESA
12 I Benedetti prima di Benedetto (2)
di Silvano Stracca
M1ss10N1
14 Darfur emergenza infinita
- VIAGGI
18 Krung Thep città degli angeli
di Vin cent Donati
di Gianca rlo Manieri
- RELIGIOSITÀ OGGI
20 Mistero Medjugorje
di Giuseppina Cudemo
INSERTO CULTURA
23 Radio "Sorgenti"
FMA
28 Un cuore per tutte le stagioni
di Giuseppe Del Col
di Maria Antonia Chine/lo
RuBRICHE
2 // Retto, Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Bagliori -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et be -
nefacere ... - 38 Sfide e tiche - 40 Dibattiti - 42 / nostri morti - 43 // mese -
44 Prima pagina - 45 Relax - 46 / nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni • Gianca rlo De Nicolò Franco Lever
Natale Mattioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin Ernesto Gattoni
Giuseppina Cuderno - Graziella Curti - Enrico dal Covolo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco
r'.f:r~~~~~n~~~u~J~ r~ia~~~~tfs~~~~;~~~ ~~~~); ~io
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e Impaginazione: Pier Bertone
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Ammin istrazione: Giovanni Colombi (Roma)
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È possibile leggere in anticipo
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni.
più di quelle in cui operano i salesiani.
'
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS DICEMBRE 2005

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di Carlo Di Cieco
SE I I E MESSAGGI
PER UN MONDO
ALTERNATIVO
Sono 40 anni che il Concilio Vaticano Il ha chiuso le sue sessionl...
Si sono susseguiti da allora speranze e delusioni, adesioni e riti ti
I Papi lo hanno citato e continuamente rilanciato. Alcuni suoi
documenti sono profetici. I Padri allora scrissero sette messaggi...
Quando si chiuse - 1'8 dicembre di
40 anni fa - il Concilio aveva in
testa un mondo alternativo da
costruire . I 4 anni di "revisione di vita"
per rimettere a nuovo la Chiesa
avevano convinto i padri conciliari che
le cose dovevano cambiare
profondamente. Ma per farlo non
sarebbe stata sufficiente la loro azione.
Perciò , l'ultimo giorno pensarono di
scrivere dei messaggi per chiedere
aiuto . In tutto sette inviti a sottoscrivere
l'impegno per nuovi orizzonti dal
momento che appariva a tutti l'urgenza
di una svolta per salvare il mondo da
pericoli incombenti e la Chiesa
cattolica da un cammino distante dalla
gente. Una sorta di patto sottoposto ai
governanti, agli uomini di scienza e di
pensiero, agli artisti , alle donne, ai
lavoratori , ai poveri , ai giovani. Ai
governanti per chiedere l'impegno per
la pace e la libertà religiosa, ricordando
che Dio è al di sopra dell'autorità
politica. Ma al le altre categorie , per
stringere un 'alleanza , quasi a
cancellare un passato di minore
attenzione nei loro confronti. La
Chiesa, in una parola, puntava le sue
carte sulle fasce più deboli e
inascoltate della società, alcune
addirittura emarginate.
La Chiesa riteneva queste persone
capaci di cambiare il corso della storia:
gli scienziati, gli artisti, le donne, i poveri,
i lavoratori , i giovani. Il cammino verso
una maggiore intesa è stato lento. Sono
stati fatti passi in avanti, ma si è ancora
lontani dal realizzare interamente non
solo i documenti del Concilio ma pure i
messaggi finali e specialmente lo spirito
che li anima, i temi ricorrenti in ognuno
di essi che disegnano le priorità scelte
per dialogare con il mondo
contemporaneo. Considerando in
particolare il messaggio ai giovani , si
coglie un impegno nuovo per la Famiglia
Salesiana doppiamente legata ormai
alla ricorrenza dell'8 dicembre: dopo
l'inizio della missione di Don Bosco con i
giovani, l'inizio del rinnovamento della
Chiesa awiato dal più grande Concilio
della storia cristiana.
Si tratta di una prospettiva del tutto
· interessante dal momento che i giovani
- dalla tradizione salesiana e dal
Concilio - sono visti non quali oggetto
ma come soggetti attivi della
testimonianza cristiana e della
trasformazione del mondo. Lo scenario
è drammatico e dinamico: il Concilio
vede nei decenni successivi alla.sua
conclusione "gigantesche
trasformazioni" nella storia del mondo
che i giovani sono chiamati a costruire.
Ora possiamo dire che il Concilio
aveva letto bene il futuro.
I giovani sono i protagonisti della
società di domani: ''v0i - armmoJlivano i
vescovi del Concilio - vi salverete o
perirete con essa". Ed è in questa
prospettiva di tempi nuovi che la Chiesa
nel Concilio ha sentito il bisogno di "fare
revisione di vita" per rifondare la fedeltà
a Cristo, "il grande Vivente". L'uniea Via
per tornare a dire parole di senso n 11, -
società della tecnica.
Ma siccome non tutto nella storia è
scontato, ecco l'impegno a realizzare
un mondo positivo, mettendosi al
servizio degli altri . "Lottate cont~o 0gni
egoismo. Rifiutate di dar libero,cor o
agli istinti della violenza e gell'odio, che
generano guerre con il loro trist~
corteo di miserie. Siate gener0si, QU i,
rispettosi, sinceri. E costruite
nell'entusiasmo un mor,ide migliore cli
quello attuale".
Il difficile poi, nella storia, quando si
chiude il sipario di un evento, è
accettare che questo si traduca in fatti
concreti, rispettando l'autonomia dei
protagonisti che devono operare. Se si
affida ai giovani un compito tanto
impegnativo, occorre dawero formarli
in maniera superlativa e )asciare loro
reali spazi di decisione. E la parte più
difficile del messaggio conciliare da
rea lizzare.
Non obbedire al Concilio significa
lasciare anche questo mandato ai
giovani al livello delle belle parole di
circostanza. Gli indiani pellerossa
direbbero parlare "con lingua biforcuta".
Un pericolo sempre in agguato nella
dinamica educativa.
DICEMBRE 2005 BS

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I.I/ ,...,ARRY POTTER.
Egregio di.rettore, vorrei
conoscere il suo punto di vista
su HaITy Potter. Mi pare che le
autorità ecclesiastiche non sia-
no d'accordo: ho letto un com-
mento negativo dello stesso
Pontefice. Personalmente mi
piace, ho letto tutti i libri e mi
pare che l'indirizzo di fondo
sia 1ivolto a una vittoria del be-
ne sul male. Dall 'altra parte il
genere fantasy ci era letto da
piccoli nelle fiabe e ... magari
queste si leggessero ancora, al
posto di lasciare i bimbi soli
davanti alla TV!
Ilaria, universitaria
Cara signorina universitaria,
siamo circondati da occulti-
smo in questo 21° secolo an-
cora agli inizi. TV, libri , ri vi-
ste, fum etti. Ci sono elementi
di magia in Shrek, Asterix,
Biancaneve, Pinocchio, la Bel-
la addormentata, la Sirenetta,
ecc... Ce n'è anche nella Bib-
bia. Nel libro di Daniele il re
Nabucodonosor nomina il
prof eta "Capo dei Maghi" , di
corte (Dan 5,1 lf). Daniele vi-
veva in un mondo segnato
dal!' occultismo e dalla magia
ma non ha rinnegato il suo
Dio. E, indubbiamente questo
rigurgito di indovini e maghi
che impazzano in TV può si-
gnificare il bisogno di so-
prannaturale tra tanta frego-
la tecnologica e informatica.
E questo mi pare un elemento
non negativo. Peraltro I' oc-
cultismo richiama l' esoteri-
smo, la magia bianca o nera
che sia, il satanismo con le
note e mai dimenticate trage-
clie occorse non molto tempo
fa . Quindi non sono tutte "ro -
se e fiori" , la materia di per
è ambigua. Allora? Con-
dannare Harry il maghetto e
la sua saga? No! Ma occorre
l'ausilio del genitore e/o del-
/' educatore perché i piccoli
imparino a discernere il bene di intelletto abbia poi voluto
dal male. È chiaro che un che non lo usassimo..." . E bi-
bambino accecato dall' occul- sogna usare la fede ... Che la
tismo rischia grosso, ma chi magia sparsa a piene mani nei
ha una guida impara a trarsi libri di H.P . rappresenti la fe-
d'impaccio .
de? Difficile appurarlo.
ll Per restare nel nostro assun-
to, Harry Potter non va preso
come un aspetto della verità,
PAPISTI. Egregio diret-
ma come una finzione, una tore, [...] Le dico due o tre
magia, appui1to , a volte pure cose. Quello che le altre cul-
un po' burlona .. . la sua fa n- ture imputano ai "papisti" è
tastica vicenda va accolta che i miss ionari cattolici arri-
con il sorriso sulle labbra . vano nei loro paesi con le va-
l ei mi chiede perché l'allora ligie piene di dollari: "Ti do
cardinal Ratzinger l'abbia se ti fai battezzare! ". [... ] E
criticato. Perché se è vero, questo lo fanno soprattutto i
com'è vero, che la saga mo- salesiani che sono la multina-
stra la lo tta tra il bene e il zionale più grande del mondo
male, è anche vero che il Ma- e con il maggior capitale im-
le è paurosamente presente, mobiliare[ .. .] Voi fate i paci-
incarnato nel misterioso Vol- fici senza esserlo; infatti a
demort, mentre non è chiaro guardar bene 2000 anni di cri-
chi sia il Bene! Sembra che la stianesimo = 2000 anni di
soluzione del male in questo guerre. [... ] E avete terroriz-
mondo sia rappresentata uni- zato le masse, dicendo di pos-
camente da una non ben defi- sedere le chiavi dell'Aldilà
nita magia... che · peraltro (quale poi?). E infine che dire
aiuta solo dei prescelti, men- del chiasso assurdo fatto
tre i poveri "babbani" , gli quando è morto il Wojtyi"ac-
uomini comuni, i casalinghi cio? Egocentrico e astioso -
(tutti noi insomma) sono ab- una specie di Stalin cattolico
bandonati a se stessi, e al lo- - da vivo e super evento me-
ro ridicolo destino. C'è il diatico dopo morto, ma solo
Male con la "M" maiuscola in Italia perché al di là delle
ma non c'è il Bene con la Alpi è stato solo una notizia
"B" maiuscola. (Questo è il tra le tante. E non mi conside-
limite del libro dal punto di: ri uno sciocco, anche se sono
vista cristiano/cattolico).
un metalmeccanico: io ho let-
E tuttavia il passaggio verso to moltissimo, anche i libri
questo Bene non appare diffi- che che la Sua Chiesa ha bru-
cile per un genitore o un edu- ciato nelle piazze[ ... ]
catore. Credo che la Rowling
lasci la porta aperta a questa
Enzo, Torino
possibilità. Per contrastare i I "papisti" - come li chiama
piani del "Nemico occulto", lei - non arrivano nei luoghi
non è difficile attrezzarsi di di missione con le valigie pie-
quella che San Paolo, scriven- ne di soldi. Al contrario. Ge-
do agli abitanti di Efeso, chia- neralmente arrivano con
mava la fo rza del Signore: niente e spesso vivono di
"Sempre tenete in man.o lo stenti. Sempre, comunque, vi-
scudo della fede con cui potete vono di carità. Nessun.a mis-
spegnere le fre cce del Mali- sione resisterebbe se non fos-
gno, prendete anche il vostro se sostenuta dalla carità dei
elmo cioè la saggezza e la spa- buoni. .. Non so quale sia la
da dello Spirito Santo, cioè la sua fonte di informazione. È
Parola di Dio" (Ef 6,16-17). fu.or di dubbio che, se pure
Insomma è importante che la esiste, è molto, molto, molto
magia non diventi il dio che disinformata! Detti "papisti",
sconfigge il satana. Bisogna poi, vanno in missione se-
usare la ragione, come ben di- guendo un preciso "man.da-
ceva Galileo nella lettera a to" di Gesù: " Andate in tutto
Cristina di Lorena: incre- il mondo e predicate la Buona
dibile che Dio che ci ha dotati Notizia a tutte le creature".
l a buona notizia che cercano
di diffondere si riduce essen-
zialm ente a questo "Dio ha
tanto amato il mondo e l ' uo-
mo che ha deciso di assumer-
ne il volto". Che cosa ha di
orribile un annuncio del ge -
nere? Nu lla, credo. Eppure i
missionari questo loro "an-
nunciare" l'hanno pagato
con il sangue (il loro badi be-
ne!)... catturati , bastonati,
squartati, crocifissi, arsi vi-
vi... Se non avessero avuto
un.a grande f ede sarebbero
fuggiti a gambe levate. Altro
che beceri colonialisti!
* "2000 anni di cristianesi-
mo e 2000 anni di guerre",
lei afferma. Perché nei 2000
anni precedenti il cristianesi-
mo di guerre non ce ne sono
state, o sono state men.o fero -
ci? l egga senza prevenzioni
una storia della Chiesa e
s'accorgerà che imputare al
cristianesimo la causa delle
guerre, invece che alla... avi-
dità (di,soldi e di potere) del-
!' uomo e degli Stati , rasenta
la... oligofrenia! Pe1fino le
Crociate non furono guerre
religiose: se Ve nezia, l' Au-
stria, la Spagna , la Francia
accettarono l' appello del pa-
pa Urbano lll , fu perché si
erano bloccate le vie del com-
mercio, e perché i vari re,
principi , grandi feudatari ,
ecc. pensavano di poter con-
quistare terre e ricchezza.
L ' afflato religioso non riuscì
a unirli, tant'è che quelle spe-
dizioni fallirono. Solo gli sto-
rici di parte oggi classificano
le crociate puramente come
guerre di religione.
* Devo anche annunciarle che
la chiave del'A ldilà ce l'ha
anche lei.. . la sua! (Quale al-
dilà? chiosa lei. Beh, caro si-
gnore, attenda qualche annet-
to, potrà rendersene conto di
persona tanto quanto me, visto
che non siamo eterni).
* Chi le ha raccontato la bar-
zelletta della multinazionale
salesiana, la piiì grande del
mondo? Lei probabilmente
non sa che cosa sia una multi-
nazionale né quali siano i suoi
bilanci! Né, soprattutto, "co-
me" e "per chi" le multinazio-
nali fanno i soldi! Credevo
DICEMBRE 2005 BS

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che esistesse un anticlericali- che hanno dedicato servm de dall' avere ma dal' essere.
smo con un minimo di pudore. speciali al Papa scomparso: Non sappiamo quanti anni
Ahimè, come sono ingenuo! sono un numero impressio- hai... Noi siamo dei novanten-
Devo proprio ricredermi: esi- nante . Anche riviste laiche e ni in casa di riposo, ma dalla
ste ancora un obsoleto anti- laicissime come la fran cese vita ci aspettiamo sempre tan-
clericalismo ottocentesco. Ca- "Paris Match", tra le più to. Perché non tu, che sei gio-
ro Signore, lei rischia di appa- prestigiose a livello interna- vane? Non piangerti addosso,
rire un epigono del "Secolo zionale , gli ha riservato da ché non serve. Apri gli occhi,
dei Lumi" ... spenti!
pag. 33 a pag. 133 , quindi rimboccati le maniche, cer-
* E ancora il Wojtylaccio! 100 pagine su 168. Lei para- ca... anche fuori della tua cer-
Dica la verità: le ha fatto gona Wojtyla a Stalin e com- chia, va in giro senza un soldo
rabbia il trionfo tributatogli pany. .. si controlli, caro ami- in tasca, e ti accorgerai di chi
"post mortem" ! .Non se l' a- co , la rabbia toglie lucidità e non ha ed è contento, perché è
spettava, vero? Lei dice che fa farneticare.
pieno "dentro" . Non consu-
"al di là delle Alpi" è stata * Infine i libri bruciati. I libri mare il tempo che ti è stato as-
solo una notizia? Anche qui la Chiesa li conserva, non li segnato: ogni minuto vale una
le sue fonti cl' informazione brucia. Ha conservato tutta la vita . Non spargere nel deserto
sono inquinate. La CNN ame- cultura anittica (badi che non del nulla istanti preziosi che
ricana, la BBC inglese , l'ara- era cattolica, tutt'altro'). Tra mai potrai recuperare. "Il
ba AL JAZEERA , hanno fatto le pochissime volte che ha tempo è danaro" cioè è un va-
servizi mai fatti per altri bruciato dei libri, per esempio lore. Incalcolabile. Cerca nel-
grandi. "Internazionale" che quelli di Wicleff, si trattava di la tua Milano (Il vicino!) gio-
è un settimanale di sinistra volumi con macroscopici er- vani sani (ce ne sono stanne
"spinta" ha editato un sup- rori teologici (ma siamo nel certo), abituati alle rinunce;
plemento di 46 pagine, ripor- 1400 e c'entrava più l' impera- essi ti insegneranno a uscire
tando le testate internazionali tore Sigismondo che il Conci- da questo tuo solipsismo e a
lio di Costanza il quale aveva ritrovare la strada della sere-
dichiarato eretico Wicleff e i nità, attraverso esperienze do-
APPELLI
suoi scritti). Questo tuttavia è ve non ha cittadinanza il dio
Sono un'amante di rosari e
santini, vorrei riceverli da
tutto il mondo. Migliaccio
Anna Maria, Via Rivolta
43 - 15100 Alessandria.
niente a fronte, ad esempio,
della feroce -persecuzione di
Diocleziano contro i cristiani
che distrusse i loro luoghi di
culto, bruciò i loro libri e tor-
turò e uccise migliaia di essi.
denaro, ma il dio solidarietà.
Pensa a quanti giovani come
te nei paesi poveri hanno biso-
gno di tutto ma non sono di-
sperati. Svegliati, fai qualcosa
per gli altri e ti sentirai me-
Sono una studentessa uni-
versitaria di 23 anni, desi-
dero corrispondere con
am ici/che di tutto il mon-
do. Ricerco e scambio
francobo ll i, monete, santi-
ni e cartoline. Scrivete a
Lelli Paola, Casella Po-
stale 3160-LL, 47100
Forlì - Succ. 3 (FO).
E non finì con Diocleziano, glio, il dono di sé è la strada
come lei sa, ma continuò. Fi-
ano ai nostri giorni.
L RAGAZZO IN-
della felicità. E comincia subi-
to, non domani: il domani non
arriva mai. Lasciatelo dire da
questi giovani novantenm!
Ciao.
FELICE. Un gruppo di
anziani risponde al giovane
che ha scritto alla rivista di-
, . ,A
RAGIONE. Una
chiarando la sua grande ama- LIJ1ettrice di Torino mi scri-
rezza (BS Luglio/agosto 05 , ve a proposito del libro di Fa-
Cerco amici e amiche di
tutto il mondo. Esigo sin-
cerità, serietà, non perdi-
tempo. "Cerco amicizia
vera ... ". Scrivetemi , rispo-
sta assicurata. Rinaldi
Rejane, Via Gorizia 7 -
10046 Poirino (TO).
Sono una donna di 40 anni
e mi piacerebbe corrispon-
dere con i lettoti del Bollet-
tino Salesiano per scambio
amicizia. Panontin Anna,
Via Et Partage Ferme de
Manoir - 14170 Mittois,
FRANCIA .
pag. 6).
Gli anziani di Scorzé
Caro "ragazzo infelice",
siamo degli anziani che vivo-
no in una casa di riposo. In
uno dei nostri incontri abbia-
mo letto la tua riflessione sul-
la vita e abbiamo scoperto la
tua insoddisfazione... Possibi-
le, ci siamo detti. A noi, infatti
risultava impensabile che dei
giovani potessero vivere infe-
licemente. Perciò ti scriviamo
le nostre considerazioni. Sa-
pevamo già "da una vita" che
chi ha tutto non è detto che sia
f elice. Essere f elici non dipen-
letti Niente di vero tranne gli
occhi (BS Dibattiti Ottobre
05), contestando che sia da
consigliare, per via di alcune
volgarità che appaiono del tut-
to inopportune e gratuite, pur
tra molte altre belle pagine. La
signora ha ragione. Ce ne scu-
siamo. Siamo anche noi con-
vinti che si possano scrivere
dei bei libri senza la solita sal-
sa da bassifondi.
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redazione . Ce ne
scusiamo. Provvederemo_ a
suo tempo alla pubbli cazio-
ne o alla risposta personale .
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vos tra co rri spon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse @sdb.org
BS DICEMBRE 2 005

1.8 Page 8

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LUBUMBASHI,
R.D. CONGO
DUE PESI
E DUE MISURE
Don Piero Gavioli nell ' orto
pan-occhiale. Lo ha realizzato
per dare un ai uto ai più poveri
e sottoalimentati del quartiere
di Kassangani, soprattutto nei
periodi di siccità quando mol-
ti non trovano il necessario
per vivere. Scrive con un po '
di rammarico: "I circa 2800
morti delle Torri Gemelle so-
no ancora nel cuore di tutti, a
tre anni dalla tragedia, e sem-
bra che per l'Occidente conti-
no molto di più dei due milio-
ni e 800 mila morti della
guerra che ha devastato il
Congo dal 1998 al 2003 e
continua in sordina a mietere
vittime".
VILNIUS, LITUANIA
ONORIFICENZA
Il 09/08/2005 l'ambasciatore
d'Italia in Lituania, dott. Giu-
lio Prigioni, nel salone d'ono-
re della sua residenza ha con-
segnato l'onorificenza di Ca-
valiere dell' Ordine della Stel-
/a della Solidarietà Italiana a
don Alessandro Barelli, diret-
tore della Comunità salesiana
di Vilnius e del Bollettino Sa-
lesiono lituano. L ' onorificen-
za è stata concessa lo scorso
30 maggio dal Presidente del-
la Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi in considerazione del
lavoro che don Barelli svolge
da 7 anni a beneficio dei gio-
vani e dei bambini lituani ,
della pubblicazione del Bo/-
lettino Salesiano lituano e a
servizio della comunità italia-
na. Alla cerimonia hanno pre-
so parte varie autorità, tra cui
il Nunzio Apostolico nei tre
Paesi Baltici e un fo lto grup-
po di amici e di animatori
dell'oratorio di Vilnius.
PRAGA, REP. CECA
Più di 130 gi'ovani provenienti
da varie nazioni hanno parte-
cipato, a Praga, ali 'Eurizon
2005 , una grande kermesse
all ' insegna dell 'impegno del-
la cultura e della fes ta. Gare
sportive, stand gastronomici,
fi lm impegnati, dibattiti di ap-
profondimento sui nostri tem-
pi. Durante la festa conclusi-
va, ogni nazione ha presenta-
to un pezzo del proprio folk-
lore. A Praga si è svolta la
12° edizione: Eurizon, infatti,
ha visto la luce nel 1993 a
Vienna, quando ci fu un in-
contro con la comunità di
Taizé. Fino al 2003 la mani-
festazione, riservata ai giova-
ni sopra i 17 anni, si svolse
nella capitale austriaca. Ora
ogni anno cambia nazione
con il nuovo nome di Eurizon
che ha sostituito il primitivo
Eurotreff.
lume di Gino Moretto edito
dalla Elledici cerca di fare
chiarezza avvalendosi , oltre
che di un linguaggio chiaro,
scorrevole, attraente, anche
di uno splendido impianto
fotografico e grafico che do-
cumenta puntualmente lo
scritto. Tra l'altro l'autore de-
dica una ventina di pagine
al restauro conservativo del
002 he
DICEMBRE 2005 BS

1.9 Page 9

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redazionale
I
BARCELLONA,
SPAGNA
100 ANNI
DI EDUCAZIONE
Il Collegio san Antonio de
Padua di Matarò (Barcellona)
compie 100 anni. I salesiani
vi misero piede nel 1905 in
un ed ificio alla periferia della
città. Iniziarono con 50 inter-
ni che dopo 30 anni erano ar-
rivati a 300. Oggi l'opera ac-
coglie più di 900 alunni, ma
gestisce anc he un "Centro
Formazione Adulti", un "Cen-
tro Aperto" con presenze di
extracomunitari, un "Centro
Giovanile", un "'Associazione
Sportiva", ecc. Tra gli altri fu
diJettore dell'opera il padre
.!osé Calasans, assassinato
durante la guerra civile e ora
beato.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
n:.- .Ua XX 0"""'""' M-1iok Gim-ntd
xx~t.,...°"1
CATANIA, SICILIA
FORUM:
ALLA RICERCA
DELL'ALTRO/ALTRO
Si parla sempre di più di dia-
logo tra le religioni e, in pri-
mo piano, balza proprio l ' I-
slam. Benedetto XVI ne ha
fatto uno dei punti program-
matici del suo pontificato.
Suona dunque profetico il
Forum sul dialogo intercultu-
ra le che un anno fa ha impe-
gnato i giovani siciliani del
MGS a Catania. Essi hanno
toccato i punti caldi della
questione Islam: l' Islam e la
donna; il Corano e la guerra
Santa; l' Islam e il cristiane-
simo; l'arte araba in Sicilia.
Iniziative del genere andreb-
bero ripetute anche in altre
zone geografiche.
XX GIORNATA MONDIALE
DELLA GIOVENTÙ
In occasione della XX Giornata Mondiale della
Gioventù , le Poste Vaticane hanno emesso una
busta/ricordo . La busta reca in alto il logo del
Governatorato dello Stato dt;illa Città del Vaticano
e la scritta Poste Vaticane. Sul lato sinistro, è raffi-
gurato il Santo Padre Benedetto XVI nel gesto del
saluto. Sul lato destro dell'immagine è riportata la
scritta in lingua italiana , inglese e tedesca, "XX
Giornata Mondiale della Gioventù".
Il francobollo da 0,45 della serie "Inizio del
Pontificato di Benedetto XVI ", emesso il 2 giugno
2005 , è timbrato con l'annullo postale speciale
posto in uso per la circostanza. Completano l'an-
nullo il motto latino "luvenes convenit Benedictus
XVI Coloniae" e "Poste Vaticane 18-21 .Vlll.2005".
Nel rovescio, in basso a destra, è indicata la sigla
PV/%6 identificativa della busta. Il costo di una
busta ricordo è di 2,50 o di 4,00 se racchiusa
in un raccoglitore. Il contributo per le spese postali
di spedizione è di 0,80 per gli invii raccomandati
e 2,58 per quelli assicurati . La richiesta va
accompagnata dall'importo relativo pagato
mediante vaglia postale internazionale o assegno
circolare all'ordine: Poste Vaticane - Governatora-
to - 00120 Città del Vaticano.
Non sappiamo tuttavia se, quando uscirà que-
sta comunicazione, saranno ancora disponibili
le buste suindicate.
Per saperlo: -n- 06/6988.3406
fax: 06/6988.5378
JJS DICEMBRE 2005

1.10 Page 10

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l00annifa
Nel BS di dicembre 1905 abbiamo trovato un
brano di don Felice Tallachini che descrive le
prime messe e prediche dei salesiani ai Kivari da
poco contattati. Quello che riportiamo è il
commento di un gruppo di "selvaggi", come li
chiamavano allora, mentre don Costamagna e
due altri missionari salesiani celebrano la messa.
GLI ANGELI
DI NATALE
ciano con celesti melodie la
venuta di un Bambino straor-
dinario nella notte più straor-
dinaria del mondo. Ecco un li-
bro gradevole e delicato che
racconta con linguaggio gior-
nalistico una sessantina di epi-
sodi che vedono protagonisti
gli angeli custodi che hanno
avuto il pennesso di interveni-
re e salvare il loro protetto nel
momento del pericolo. Un li-
bretto piacevole che fa bene a
grandi e piccini. È interessante
sapere che il ricavato della
vendita va a beneficio delle
missioni per aiutare i più po-
veri dei poveri (p er saperne di
più: 061230.31 .84) .
Natale evoca da sempre la
grotta, il bambinello, i pastori
e gli angeli cantori che annun-
S RANI COMMENTI
I missionari rizzaron l'altare ... e invano invitarono
gl'indii alla santa Messa. Celebrarono quindi tutti e
tre: Mons. Costamagna e due sacerdoti. Gli indii
«passavano davanti all'altare; osservavano i sacri or-
namenti, poi scuotendosi, grattandosi e fregandosi la
persona contro la palizzata della porta (erano coperti
di scabbia) rientravano a portare nuovi argomenti sul
tappeto dei discorsi». Eccoli nella loro ingenuità.
- L 'Aparu obispo (il vescovo n.d.r.) ha vestito un lun-
go taràci (tunica) bianco.
- Sì, e se n'è messo un altro simile a una foglia di ba-
nano , quando è ingemmata dalla rugiada e coperta di
farfalle azzurre, verdi, rosse, gialle, .rosa, screziate
d 'oro e d 'argento (la pianeta).
- Io vorrei che mi regalasse quel taràci per la mia
donna.
- lo ne farei un itipi per le visite.
-Avete visto l'apaci (così chiamavano il padre Kiva-
ro n.d.r.) , che si è inchinato profondamente a terra e si
è battuto il petto? Segno che gli duole il ventre. Gli
farebbe bene la guay uza (bevanda) ...
- Un'altra volta si è inchinato ed ha soffiato sopra una
yuca rotonda e bianchissima; poi fece lo stesso con un
guscio rotondo e brillante più che le ali beccafiori e
più che il ventre della cucuja (lucciola n.d.r.) , entro
cui era una ciccia rossa.
- E l' ha mangiata la yuca, e l'ha bevuta la ciccia
rossa!
-No: non dev'essere ciccia! Perché poco dopo, depo-
sto il taràci e la camicia lunga, cadde sulle ginocchia
e s' addormentò. Egli deve aver bevuto il natèma! .. .
RAGUSA, SICILIA
UN ALTRO
MONUMENTO
Don Bosco è uno dei santi
cui sono stati dedicati più
statue e monumenti in tutto il
mondo, nonostante che la sua
vicenda risalga a poco più di
150 anni fa . Anche Ragusa il
12/06/2005 ha inaugurato il
suo monumento al santo dei
giovani, un magnifico grup-
po di bronzo che vede Don
Bosco stretto tra due dei suoi
ragazzi che sembrano volerlo
tutto per sé: lo guardano ra-
piti, mentre uno da una parte
e l'altro dall'altra lo cingono
per non lasciarlo più. Ancora
una volta il maestro Ennio
Tesei di Roma ha creato un
capolavoro.
DICEMBRE 2005 JJS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Marco Pappalardo
IL PRESEPE SIAMO NOI
Il nostro corpo
presepe vivente, nei luoghi
dove siamo chiamati a vivere e lavorare
Le nostre gambe
come quelle degli animali
che hanno visitato la grotta " quella notte"
Il nostro ventre
come quello di Maria
che ha accolto e fatto crescere Gesù
Le nostre braccia
come quelle di Giuseppe
che l'hanno cullato, sollevato, abbracciato, e lavorato per lui
La nostra voce
come quella degli angeli
per lodare il Verbo che si è fatto carne
I nostri occhi
come quelli stupiti di tutti coloro
che la Notte Santa l'hanno visto nella mangiatoia
Le nostre orecchie
come quelle dei pastori
che hanno ascoltato attoniti il canto divino proveniente dal cielo
I
La nostra intelligenza .
come quella dei Magi
che hanno seguito la stella fino alla Sua casa
Il nostro cuore
come la mangiatoia che ha
accolto l'Eterno che si è fatto piccolo e povero come uno di noi
BS DICEMBRE 2005

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I "BENEDETTI" CHIESA
MENTRE SI AVVICINA
L'ANNO MILLE,
PRIMA DI AL SOGLIO DI PIETRO
ARRIVANO
TRE ''BENEDEffO"
"BENEDffTO" <2>
di Silvano Stracca
N eppure vent'anni, dal mag-
gio 964 al luglio 983, e
ben tre Papi che prendo-
no il nome di Benedetto ih uno
dei periodi più bui della storia
del pontificato romano. Tre sto-
rie, le loro, emblematiche della
confusione ingenerata dalla sud-
divisione tra potere temporale e
potere religioso, ancora irrisolta
alla fine del primo millennio
della Chiesa.
BENEDETTO V
Sessantuno anni dopo la morte
nel 903 di Benedetto IV, il Ponte-
fice che invano aveva tentato di
opporsi alla corruzione dilagante '
nell'Urbe, il clero e il popolo ro-
mano eleggono papa Benedetto
V. Il "regno" di questo pontefice,
di origini sconosciute, ma perso-
na estremamente erudita al punto
I Benedetto V, romano, eletto
il 22 magg io 964 e deposto
il 23 giugno dello stesso anno.
Morto il 4 luglio 966.
DICEMBRE 2005 BS
meritare dai contemporanei
l'appellativo di "grammaticus",
sarà brevissimo. Verrà infatti de-
posto solo trentadue giorni dopo
la consacrazione per volere impe-
riale. In effetti, la sua elezione
nel maggio 964 rappresentò un
"colpo di mano" da parte della
nobiltà romana nei confronti del-
1'imperatore germanico. Ottone,
l' anno prima, aveva fatto deporre
da un concilio Giovanni XII e
imposto sul trono pontificio il
proprio candidato Leone VIII.
Ma i romani non vollero ricono-
scerlo e si scelsero un loro papa
nella persona di Benedetto V,
certi che avrebbe difeso la libertà
della Chiesa e della città dai so-
prusi imperiali. E in gesto di sfi-
da inviarono propri ambasciatori
da Ottone, a Rieti, per chiedergli
di ratificare l'elezione. Natural-
mente, la risposta dell'imperatore
fu negativa. Ciononostante si
procedette alla consacrazione del
nuovo papa il 22 maggio. Subito,
Roma venne cinta d'assedio e ca-
pitolò per fame dopo un mese, il
23 giugno. Lo stesso giorno ven-
ne convocato un concilio in Late-

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
rano, presieduto da Leone VIII,
innanzi al quale Benedetto V
comparve in veste d'accusato per
alto tradimento nei confronti del-
l'Impero e della Chiesa, per aver
accettato il papato mentre era an-
cora in vita il predecessore. La
difesa di Benedetto V fu breve,
supplichevole: "Se ho mancato,
abbiate pietà di me!" Ottone si
commosse di fronte a quell ' uomo
che, in ginocchio, gli abbracciava
le ginocchia e prese le sue difese.
Ma Leone VIII, furente, stracciò
il "pallio", il mantello con le in-
segne pontificali, e spezzò la "fe-
rula", il bastone pastorale, di Be-
nedetto V. Tuttavia, per compia-
cere il sovrano, Leone acconsentì
a lasciare al pontefice deposto lo
stato di diacono. Imponendogli
però l 'esilio. Ottone se lo portò
con sé in Germania, dove Bene-
detto trovò rifugio ad Amburgo.
Qui morì nel 966. Le sue spoglie,
sepolte nella cattedrale anseatica,
vennero poi trasportate a Roma
da Ottone III, nel 999, con tutti
gli onori per la fama di santità
che circondava ormai la figura di
Benedetto V.
BENEDETTO VI
Più tragico ancora si rivelò il
pontificato di Benedetto VI, ro-
mano d'origini germaniche, elet-
to e consacrato tra fine 972 ed
inizio 973. Sicuramente su indi-
Benedetto VI, romano, eletto
il 19 gennaio 973 e ucciso
nel luglio 974.
cazione del potere imperiale. Una
nomina, dunque, che non poteva
non provocare il risentimento po-
polare. Benedetto VI riuscì a im-
porre la sua autorità, finché rima-
se in vita Ottone I. Ma alla sua
morte, nel maggio 973, si scatenò
immediatamente una rivolta, ca-
peggiata da un certo Crescenzio,
probabilmente un nobile romano
con molte aderenze tra il popolo.
Benedetto VI fu catturato, rin-
chiuso in Castel Sant'Angelo e
deposto dagli stessi rivoltosi, che
elessero al trono pontificio un
diacono romano, tal Francone,
che assunse il nome di Bonifacio
VII. Era il giugno del 974. Un
mese dopo, Benedetto VI venne
strangolato in una cella del carce-
re. Un omicidio consumato, se-
condo la leggenda, con le mani
del suo stesso usurpatore, passato
alla storia come un 'mostro'. Ma
Bonifacio VII, considerato ovvia-
mente dalla Chiesa un Antipapa,
durò poco. Già nello stesso mese
di luglio, per sfuggire alla rappre-
saglia imperiale, si rifugiava, con
la marmaglia dei suoi partigiani,
a Costantinopoli, portandosi die-
tro il tesoro della Chiesa.
BENEDETTO VII
I luogotenenti di Ottone II riu-
scirono in breve a ristabilire l' or-
dine a Roma. E, una volta tran-
quillizzata la città, si affrontò il
Benedetto VII, romano, eletto
nell'ottobre 974 e morto
il 1O luglio 983.
problema della successione di
Benedetto VI. Dopo il rifiuto di
un candidato indicato dall'impe-
ratore, la "vacatio" della Catte-
dra di San Pietro si concluse,
nell'ottobre del 974, con l'ele-
zione del vescovo di Sutri, che,
per devozione verso lo sfortuna-
to predecessore, prese il nome di
Benedetto VII. Appartenente al-
la potente famiglia dei conti di
Tuscolo, il nuovo pontefice era,
di fatto , un "papa di compromes-
so", perché considerato vicino
sia all'imperatore sia agli aristo-
cratici romani. Benedetto VII
convocò subito un Concilio per
scomunicare Bonifacio VII, la
cui elezione venne ritenuta non
valida. Era l 'inizio di un pontifi-
cato prevalentemente religioso,
rivolto soprattutto a incrementa-
re le attività missionarie tra i po-
poli germanici e slavi. Al tempo
stesso, il nuovo Papa riprese la
riforma monastica, trascurata dai
suoi predecessori, assorbiti da
interessi più mondani. Altro fat-
to eclatante del pontificato fu la
prima, solenne condanna contro
la "simonia", cioè il commercio
delle immagini sacre e la prassi
dei lasciti a favore di preti, pre-
suli e cardinali, per salvare la
propria anima e guadagnarsi il
Paradiso. La quasi serenità che
caratterizzò i rapporti tra potere
temporale e religioso, indusse
Ottone II a concentrarsi contro
l' avanzata saracena e le mire
espansionistiche dei bizantini nel-
l'Italia meridionale. I suoi pro-
getti però naufragarono con la
cocente sconfitta di Punta Stilo.
Risalito al Nord, per dar nuovo
lustro ali ' impero, Ottone chiese
al Papa d ' incoronare il proprio
primogenito di tre anni, Ottone
III, a re di Germania e d'Italia. Il
che avvenne a Verona, nel giu-
gno del 983. Subito dopo, l'im-
peratore ripartì per il Sud. Ma il
suo viaggio s'interruppe a Ro-
ma. Il 1O luglio era morto Bene-
detto VII.
(continua)
BS DICEMBRE 2005

2.4 Page 14

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tJ\\\\SS\\OtU
L'operazione Darfur non è termina ta, anche se
COME SEI RIUSCITO
A INTRUFOLARTI? di Vincent Donati
Il treno che in quattro
giorm; partendo do Nyolo
nel Dorfw; dopo 400 km
di percorso è arrivato o El
Obeict ho scaricato i 144
giovani destinati al Centro
Tecnico Don Bosco, il 2
agosto 2005. Sono tonti,
mo sono sempre troppo
pochi per l'emergenza
infinito che stringe in un
abbraccio mortole lo
sfortunato regione.
quilla il telefono. È la domenica
mattina del 31 luglio. Alzo la cor-
netta con un po ' di trepidazione,
perché aspettavo una chiamata; quella
chiamata: "Abuna, siamo arrivati con i
ragazzi alla stazione di Babanusa!" .
Traggo un sospirone di sollievo. Quat-
trocento km in quelle terre infes tate
dalla cattiveria umana, sono un rischio
non si immagina quanto elevato. Però,
ce l' hanno fatta. I miei ragazzi sono ar-
rivati, finalmente. Sani e salvi , e questo
è quello che conta. Babanusa non è così
lontana dalla miss ione: tra poco potrò
incontrare e abbracciare i fig li della de-
solazione del Darfur. Li avevo aspettati
con non poca ansia e preoccupazione,
ben conoscendo la pericolosità del per-
corso. Ma adesso sono qui, felici di es-
Così si vive ancora nei campi
profughi.
sere ormai giunti a destinazione. "Però
- continua la voce dell ' istruttore Wajd
con una punta di esitazione - ecco, pa-
dre...". Esita, e io mi metto subito in al-
larme: "Che cosa c'è che non va?".
"Ecco. .. non sono 120 i ragazzi che ab-
biamo preso con noi, come tu avevi sta-
bilito"."?!? !". Sento una punta di delu-
sione e quasi di in-itazione, perché ar-
guivo che ne avessero presi di meno.
L ' istruttore, infa tti , conosceva perfetta-
mente la capienza dell a nostra scuola e
avrà pensato di decurtare il numero sta-
bilito. Ci avrei scommesso. "A buna,
perdonami... i ragazzi sono ... sono 144,
perché...". Non lo lascio finire: "Bravo!
- gli grido con un _sospiro di ollievo -
mi spiegherai dopo . Vi aspettiamo".
Poi faccio un salto di gioia: non era co-
I La cartina del Sudan con
in evidenza l'immensa e desolata
regione occupata da centinaia
di migliaia di profughi.
me pensavo e sarei stato fe lice anche se
ne avessero presi duecento.
S SA T RIA
Il perché del numero in eccesso, Wajd
comincia a raccontarlo appena arrivato:
"La cosa, Abuna, è andata così: - l' i-
struttore comincia a snocciolare la sua
storia - abbiamo visto tanta miseria, de-
solazione, abbandono . Non solo i ragaz-
zi ma anche le loro mamme supplicava-
no, gridando, di essere salvati e portati
al 'Don Bosco' ... Erano centinaia. I 60
de l ' ann o scorso, torna ti nel Da,f ur
presso le loro misere abitazioni, aveva-
L'opera salesiana di El Obeid,
dove tanti giovani rifugiati
arrivano dal Darfur per imparare
un mestiere.

2.5 Page 15

▲back to top
i media hanno dimenticato questa terra di desolazione.
I Al Centro Professionale salesiano
di El Obeid rinasce per molti
profughi la speranza.
I Dal Darfur a El Obeid: una divisa, una casa, la possibilità
di imparare un mestiere e delle persone che
ti vogliono bene per quello che sei.
A sinistra spunta una faccia, l'unica faccia bianca
contornata da bianchi capelli: l'abuna Vincent.
no sparso la buona novella che a El
Obeid c'era una casa dove potevano vi-
vere come in una famiglia e imparare
un mestiere.'E il nome di Don Bosco
correva di bocca in bocca. Il peggio è
stato alla stazione di Nyala. Quando già
ci eravamo sistemati negli scomparti-
menti, il treno è stato quasi preso d' as-
salto da una moltitudine di altri giovani
che cercavano di infilarsi dentro di na-
scosto, mentre le mamme di fu.ori conti-
nuavano a scongiurare: 'Anche mio fi-
glio! Anche mio figlio! Prendete anche
il mio!' E quando il convoglio si è mos-
so, invece di 120 ragazzi ci siamo ac-
corti che ne avevamo con noi 144".
Il rappresentante degli sceikki locali
cominciò a supplicarmi: "Abu.na, non
rispedirli indietro ...". Non ci pensavo
nemmeno, anche se avrei dovuto pi-
giarli come le acciughe per farceli en-
trare tutti nello spazio a disposizione.
Così i 144 ragazzi giovani hanno tutti
avuto il loro posto. Stretti sì, ma felici
di essere fuori dall 'inferno dei campi di
concentramento per rifugiati. "Hai vi-
sto, abuna, come sono stracciati e mal-
messi? Però guarda come sono fe lici!",
mi dice con fine tatto materno Elena, la
giovane volontaria veronese che insie-
me con l'amica e coetanea Cecilia è ve-
nuta a passare qui le sue vacanze. Elena
e Cecilia hanno sgobbato con tanto sa-
crificio per preparare letti, lenzuola,
materassi e pulire le due case che dove-
vano accogliere i ragazzi.
Elena aveva ragione: i nostri osp1t1
soITidevano a tutti denti e sprizzavano
gioia da tutti i pori, ma indosso aveva-
no stracci inguardabili e puzzolenti.
"Padre, occorre rimetterli a nuovo an-
che nell' abbigliamento ... e poi mi sa
che dobbiamo anche rimetterli un po'
in carne: sembrano l'immagine della
fame". "Giusto . Li faremo sentire a ca-
sa loro. Le loJ'o dimore sono state in-
cendiate o distrutte dal!' imbecillità
umana, noi gli ridaremo una casa e la
speranza di un fu.tu ro. Gli insegneremo
un mestiere e dovremo seminare nel lo-
ro cuore il germe di un amore che vin-
ca le differenze razziali e tribali e sia
capace di far rigermogliare la pace.
Vale la pena no ?". "Altro che, padre!",
approvarono in coro Elena e Cecilia.
Intanto i ragazzi del Darfur passava-
no di meraviglia in meraviglia, e co-
minciavano a fioccare gli interrogativi:
"Si potrà giocare al pallone ?"
"Certo!". Stavano ammirando il campo
del Don Bosco spazioso e invitante.
"Quando entreremo nei laboratori?".
"Avremo anche noi la tuta azzurra?".
"Potremo suonare nella banda?" . Di-
menticavo di dirvi che appena arrivati la
banda della nostra scuola - quasi tutti ra-
gazzi di strada - aveva improvvisato per
i nuovi ospiti un mini-concerto di acco-
glienza, ed essi nell 'ascoltare le loro mu-
siche tradizionali si erano come elettriz-
zati, mettendosi a ballare con le mani al-
zate, secondo la moda araba. Una scena
da filmare! "Abuna, ci porterai a pas-
seggio sul lago Rahad?". "Abuna, alla
fine del corso darai anche a noi gli at-
trezzi da lavoro, come li hai dati agli al-
tri del primo gruppo ?".
G Z E.
Si è ormai fatto scuro. I ragazzi sono
stanchi m01ti, lo si vede da come cam-
minano, e da come ciondolano le loro
teste. può essere diversamente: non
avevano chiuso occhio per quattro notti
di fila. Li ho visti abbandonarsi al sonno
vestiti: si afflosciavano come i loro
stracci, assaliti da un sonno arretrato
che li ha immobilizzati sui letti, meravi-
gliosi giacigli che essi non avevano mai
avuto. Quale tenerezza, nel contemplare
queste giovani vite salvate! Improvvisa-
mente ho sentito dentro di me una gran-
de determinazione: avrei fatto qualsiasi
sacrificio pur di dar loro ciò che il desti-
no aveva sempre negato.
Prima di gettarmi sul letto, anch' io
stanco e provato, dal continu o darsi
d'attorno perché tutto filasse liscio, en-
tro nella nostra chiesetta per dire alla
Madonna: "Grazie, Mamma! Ti avevo
chiesto di aiutarmi e Tu l'hai fatto ol-
tre ogni previsione! Ti affido ancora
questi giovani. Veglia su di loro, e fa
che provino finalmente un po' di calo-
re umano dopo aver provato tanta
umana crudeltà".
BS DICEMBRE 2005

2.6 Page 16

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redazionale
CASTELNUOVO
DON BOSCO, ITALIA
1100 KM
PER ADORARLO
Da Asti sono partiti in bici
per la GMG di Colonia. Era-
no in 39, tra cui 20 di Chieri.
Hanno toccato 4 nazioni pri-
ma di giungere alla meta. " Ci
siamo arrivati tutti, anche noi
ragazze. Felici di avercela fat-
ta, e di essere state avvolte
dalla grazia". "Fatica, freddo,
sonno, fame, pioggia.. . pre-
ghiere, riflessioni . .. Non è
stato un caso ... Qualcuno las-
ha preparato tutto e ci ha
fatto un bel regalo". "Non so-
no mai stato così felice di es-
sere cristiano"; "Non mi era
mai capitato di piangere di
gioia! "; "La mia vita dopo
questa esperienza non sarà
più la stessa". In questo nu-
mero a pag. 44 le impressioni
di altri partecipanti alla
GMG, raccolte durante la fe-
sta salesiana al Don Bosco
Club.
CUORGNÉ, ITALIA
Evento importante a Oliva
Gessi e Cuorgné, i paesi che
hanno dato i natali rispettiva-
mente a san Luigi Versiglia e
san Callisto Caravario. Un
centinaio di alunni delle scuo-
le salesiane di Hong Kong,
Macao e Taiwan, diretti a Co-
lonia, hanno visitato i luoghi
di provenienza dei due sale-
siani che il 25 febbraio 1930
diedero la vita per salvare al-
cune ragazze della missione
di Linchow. Li hanno accolti
martedì 9 agosto a Cuorgné i
salesiani del "Morgando" e il
sindaco della cittadina. Festa
ed emozione hanno caratteriz-
zato la giornata.
COLONIA, GERMANIA
La GMG 2005 è stato il bat-
tesimo giovanile di Benedet-
to XVI. I "papaboys" l' han-
no accettato come guida e
amico, come avevano fatto
con papa Woityta. Colonia è
stata invasa da un milione di
giovani . I I00 mila italiani si
sono riuniti per far festa al
Rhein Energie Station, lo
stadio, insufficiente tuttavia
a contenerli tutti. hanno
riscosso applausi prolungati
oltre al card. Ruini, presiden-
te della Conferenza Episco-
pale Italiana, anche Giovanni
Trapattoni ex C.T. della na-
zionale, don Oreste Benzi, il
"prete delle prostitute", e i
numerosi artisti che si sono
esibiti durante la manifesta-
zione.
DICEMBRE 2005 BS
BREVISSIME DAL MONDO
VARSAVIA, POLONIA.
Lo scorso 27 luglio il Par-
lamento polacco ha istitui-
to per legge la «GIOR-
NATA GIOVANNI PAO-
LO II», che d'ora in poi si
celebrerà il 16 ottobre di
ogni anno, in ricordo del
giorno in cui il cardinale
Wojtyla fu eletto alla cat-
tedra di Pietro, mentre era
arcivescovo di Cracovia.
CITIÀ DEL VATICANO.
Il Papa ha ricevuto in udien-
za don Zef Simoni di 77 an-
ni, incarcerato per dodici an-
ni sotto il regime comunista
in Albania. La nazione nel
1944 aveva più di 200 sacer-
doti. Di questi, 70 furono in-
carcerati, 10 morirono sotto
le to1ture, 4 furono assassi-
nati senza processo e 19 fini-
rono la vita nei campi di con-
centt·amento, condannati ai
lavori forzati. Monsignor Si-
moni ha descritto alcune tor-
ture: persone sottoposte a
scariche elettriche, fatte cam-
minare scalze su placche me-
talliche incandescenti, sotter-
rate vive, legate a cadaveri
fino alla decomposizione di
questi ultimi...

2.7 Page 17

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NEW ORLEANS, USA
Anche i salesiani hanno
subito enormi danni dalla
furia dell'uragano Katrina,
benché si siano tutti (sdb
e fma) salvati, rifugiando-
si in piani alti dei loro isti-
tuti, fino all'arrivo dei soc-
corsi. Muri abbattuti , tetti
scoperchiati , infissi divelti ,
primi piani allagati ... I
danni ammontano a milio-
ni di dollari. "Sembra pro-
prio che la natura si stia
ribellando alle troppe de-
vastazioni inferte dall'uo-
md', ha esclamato un sa-
lesiano.
ORANGE,USA
Don Mario Balbi ha ter-
minato la fatica della tra-
duzione in inglese del vo-
lume di Michele Moline-
ris, Don Bosco Inedito, ti-
tolandolo The unpubli-
shed Don Bosco, e ap-
portando aggiornamenti.
Una bella fatica per l' ul-
traottantenne vivacissimo
salesiano che ha fatto il
giro degli archivi parroc-
chiali e comunali dei pae-
si toccati da Don Bosco
per verificare alcune af-
fermazioni non ben docu-
mentate.
LUBUMBASHI,
R.D. CONGO
La dottoressa Pina da
quando è andata in pen-
sione ha scelto di "riposar-
si" facendo la volontaria in
Congo dove , a Lubumba-
shi, ha assunto la direzio-
ne del Policlinico AFIA
(salute in lingua swai/J) dei
salesiani. Ha anche adot-
tato un gruppo di bimbi or-
fani o abbandonati che se-
gue con amore di madre ,
assicurando loro lo studio,
l'educazione, l'assistenza
sanitaria. Eccola raggiante
tra i suoi bambini.
CRACOVIA, POLONIA
Parrocchia di s. Stanislao
Kostka , affidata ai sale-
siani fin dal 1931. Nella
cappella di Maria Ausilia-
trice in ginocchio davanti
al quadro della Madonna
di Don Bosco il giovane
Wojty{a si recava spesso
a pregare. È lo stesso Pa-
pa che ha scritto: "Proprio
la comunità di Debniki e
la chiesa parrocchiale
hanno svolto un ruolo ec-
cezionale nella mia vita
personale.. . Proprio là si
è maturata la mia voca-
zione al sacerdozio".
WASHINGTON, USA
Il salesiano don Larry Lo-
renzo ni, all'Hotel Hilton
sede del Congresso
dell"'lnternational society
of Poets', ha ricevuto il 5°
premio (500 $) e una cop-
pa d'argento per la sua
poesia : Scie bianche di
aerei I nella notte I fili di
vita e unione I tra Est e
Ovest.I Una messe di so-
gni laggiù I e la falce d'ar-
gento I di luna calante I
pronta alla mietitura.
Complimenti don Larry.
SAO LUIZ GONZAGA,
BRASILE
Molte guerre si combatto-
no e si coryibatteranno per
l' acqua. E ora di pren-
derne coscienza anche a
livello scolastico/educa-
tivo oltre che politico/isti-
tuzionale. Le FMA lo fan-
no da tempo. A Sa.o Luiz
Gonzaga hanno promos-
so marce, incontri , dibatti-
ti , giochi per sensibilizza-
re i cittadini e richiamare
l'attenzione delle autorità
su questo problema che è
ormai un'emergenza pla-
netaria.
BS DICEMBRE 2005

2.8 Page 18

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Continua la visita alla capitale thai iniziata
di Giancarlo Manieri
Il colloquio con il "bonzo ,,
vicerettore dell'Università
buddista di Bangkok e
una delle autorità religiose
più in vista, venne seguito
dalla visita alla città,
perché "puoi capke
Bangkok solo se entri nel
clima buddista che la
plasm a e la informa '~
LI
angkok non si chiama Ban-
gkok, almeno a Bangkok. Si
chiamerebbe con l'impossibi-
le nome di "Krungthepmahanakhon
Amornrattanakosin Mahintharayut-
thaa Mahadilokphop Noppharat Rat-
chathaniburirom Udomratchaniwet-
mahas athan Amonphiman Awatan-
sathit Sakkathattiyawit. Non per nul-
la è finito nel libro dei guinness e ci
resta saldamente come la città con
l'appellativo più lungo del mondo.
Ovviamente neppure i thailandesi lo
rammenterebbero, perciò la chiamano
semplicemente Krung Thep, Città
degli angeli. Bangkok è il nome pri-
mitivo, quando la città era ancora un
villaggio e nei dintorni prosperava il
kok, un frutto aspro somigliante al-
1'oliva, da cui il nome Bang-kok (do -
ve cresce il kok) che gli appioppò la
fantasia (!) degli inglesi. Ha una sto-
ria lunga solo 223 anni. Venne, infat-
ti, fondata nel 1782, dopo la distru-
zione da parte dei Birmani dell'anti-
ca capitale Ayutthaya, da Rama I
della dinastia Chakri che a tutt'oggi
regna sul paese con Rama IX. I giap-
ponesi l'hanno fornita di una magni-
fica metropolitana, perfettamente si-
cura, modernissima, le cui fermate
assomigliano più a salotti che a sta-
zioni; il re, padre della patria e otti-
mo architetto, gli ha regalato strade
DICEMBRE 2005 BS
sopraelevate e ponti che allentano al-
meno un po' la morsa del traffico; gli
italiani gli hanno costruito la stazio-
ne ferroviaria al centro città, fuori
stile (ricorda quella di Porta Nuova
di Torino) ma bell a, spaziosa, fu nzio-
nale; i bonzi l' hanno riempita di edi-
cole e delle relative benedizioni per
esorcizzare gli spiriti malvagi e ii-
chiamare sulle famiglie quelli favo-
revoli ; i commercianti cinesi hanno
pensato alle bancarelle e i costruttori
edili ai grattacieli.
BU D
Al tempo dell ' invasione bumana e
dell 'occupazione della vecchia capita-
le, i thai cercarono di salvare i loro te-
sori e soprattutto il Budda, protettore
della loro terra e fondatore della loro
religione. Si trattava di una grande
statua in oro massiccio pesante 18
quintali. F urbamente, la intonacarono
e la gettarono nel fi ume, il Chao
Praya. Riconquistato il territo1io, una
compagnia italiana, incaricata di dra-
gare il corso d'acqua per liberarlo dai
NORAI
4 CHIANG
LAO
NeMAI
VI.ENTIA.oN
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SOTSUl<HOTIIAJ
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RATCH4T1W11,
.olKliOl'I ,.4YVTHAY4
KOK
HOENGSAO
AMBOOA
e
INH
tanti residui bellici, 1itrovò per caso
l'en01me statua e la tirò in secco. Nes-
suno si accorse che si trattava del
Budda d'oro, e venne abbandonata sul
posto senza farci troppo caso. Sen-
nonché, durante un temporale, un ful-
mine colpì la statua e mise in eviden-
za l'oro, staccando una parte della
placca di cemento che la ricopriva.
Oggi il prezioso sim ulacro ha riavuto
il suo tempio, il Wat Trirnitr, dove una
fila ininterrotta di pellegrini acc01Te a
rendergli omaggio. La mia guida, don

2.9 Page 19

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con l'udienza a un grande bonzo della città.
La stazione ferroviaria di Bangkok
dell'italiano ing. Giovanni Gollo.
- Il Budda d'oro.
A_ngeli thailandesi e terminali
d1 pagode protesi verso il cielo.
Battista, dopo avermi ingiunto di libe-
ra1mi delle scarpe, mi ha fatto entrare
nel luogo più sacro, una specie di
sancta sanctorum., dove il Budda
campeggiava in tutta la sua rilucente
bellezza. Ho ammirato la devozione
della gente e la curiosità degli stranieri
attirati più dallo splendore dell'oro
che dal clima sacrale che circondava
la pagoda e catturava i devoti.
Da Wat Trimitr al Gran Palazzo di
re Rama IX, dove un'impressionante
serie di templi ed edicole d' infinita
bellezza cattura l'occhio e accende la
meraviglia. " Questa è la Thailandia
splendida.. . ma c' è anche quella dei
klong, della postituzione, della dro-
- Favolosi intarsi.
ga.. .", suggerì Battista, quasi a bilan-
ciare le esclamazioni che mi affiora-
vano sulla bocca e mi illuminavano il
volto.
IL BUDDA DI SMERALDO,
.E...
"C'è qualcosa che ti colpisce parti-
colarmente nel!' architettura?". La
domanda fioccò improvvisa. Eravamo
nel bel mezzo della città reale letteral-
mente circondati da templi, pagode,
stupa a punta che sembravano missili
pronti a bucare il cielo, e ancora angeli
mostruosi, splendide scalinate, colon-
ne luccicanti di ori, arditissimi aggetti
sv_ettanti verso l'alto. Proprio questi
n:11 avevano p~icolarmente impres-
s10nato e lo feci notare a don Battista.
"Bravo, fu la risposta, sono il segno
che il destino del!' uomo è proiettato
verso i{ nirvana, il luogo del!' ataras-
sia ... E la sorte che tocca solo a chi
ha una vita integerrima, noi diremmo
a _chi è san_to, perché avrà il privilegio
dz non reincarnarsi, cioè avrà vinto
~efinit_ivamente il dolore". E questo è
11 motivo per cui gli stupa - le tombe
reali - sono tutti a cono.
Al Wat Phra Keo, il tempio del
Budda di smeraldo che è anche la
cappella reale, abbiamo ammirato la
preziosa statua che il re in persona a
ogni volgere di stagione (tre volte
l'anno) scende a venerare e a cambia-
re di abito. Il Wat (tempio) e la sua
statua rappresentano l'icona e il sim-
bolo del Paese. Adiacente a quest'a-
rea sorge il tempio del Budda disteso,
una colossale statua, completamente
rivestita d' oro, lunga 46 me alta 15. È
i~ ~udda del benessere e della prospe-
nta. Non per nulla il tempio (Wat
Pho) costituito da un complesso di
edifici, ospita una comunità di circa
300 monaci che si dedicano all'inse-
gnamento, ed è fornito di aule, biblio-
teche specializzate in medicina tradi-
zional~ siamese, botanica, astrologia,
ecc. Circa 500 medici associati prati-
cano l'agopuntura e curano con medi-
cina omeopatica. "Caro Battista, co-
mincio a capire le difficoltà che in-
contrano i missionari di fronte a una
religione che qui è una cultura, una
civiltà, una forma mentis e, mi pare,
anche una forma di governo ...".
la vera difficoltà del!' evangelizzazio-
ne", mi ha risposto senza esitare.
UN GIRO ...
E quindi uscimmo a riveder... il
~affico da kamikaze della città, per
immergersi ancora in quell'inferno di
veicoli, compresi i tuk tuk, taxi a tre
ruote sempre carichi di gente che nel
caos si districano meglio di tutti. Ini-
ziammo la visita all'altra Bangkok,
q~ella del mercato galleggiante, prima
d1 tutto, caotico, infinito ... che offre le
cose più impensabili, dagli spilli ai
vermi fritti! Si snoda attraverso le stra-
dine periferiche e lungo le sponde dei
canali (i klong) che ancora s'incunea-
no in città. Centinaia di baracche tirate
su alla meglio e di barche e barchette
stipate di generi alimentari ne costitui-
sc_ono l 'habitat. È la zona più caratteri-
stica, ma anche la più povera della ca-
pitale. "Il bagno è finito , brusì alla fine
il mio mentore, ora si va a visitare la
Bangkok salesiana!".
(continua)
(Servizio fotografi co dell'autore)
BS DICEMBRE 2005

2.10 Page 20

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-MIS-TERo di Giuseppina Cudemo
MEDJUGORJE
NTONIO
CCI
Che cosa accadde in
realtà il 24 giugno 1981 a
Mediugorie? Antonio
Socci giornalista, saggista,
editorialista, polemista e...
cattolico, già vicedirettore
di Rai Due, ideatore e
conduttore di Excalibur,
ha voluto indagare su
questo "mistero ,, che
resiste da 20 anni e lascia
ancora perplessi molti
Chiesa compresa. Ne ha
fatto un libro.
MISTE
MEDJVGO
- Il recente volume di Socci.
I fatti sono noti perché più che
storia Medjugorje è ancora cro-
naca. Molti se ne sono occupa-
ti, e presumibilmente molti se ne
occuperanno ancora. Scrive Socci:
"Tutta l'aria che si respira [lì] parla
- in positivo - di conversione, di
pace, di riconciliazione, di preghie-
ra, di letizia. Nulla dunque di terro-
rizzante e millenaristico ... ". Ci è
sembrato uno spunto buono per
un 'intervista all 'autore, ben noto al
gran pubblico, le cui indagini gior-
nalistiche e la cui profonda fede
scomodano più di uno.
Leggendo il suo libro, sembra
che lei sia convinto che credere ai
fatti di Medjugorje aumenti la fe-
de ...
Certo. Purché siano apparizioni
credibili dal punto di vista umano e
non in contrasto con la ragione.
Lei paragona Fatima e Medju-
gorje, mettendo in corrispondenza
date e richiami... Non le sembra
un po' macchinoso?
DICEMBRE 2005 BS
I La Madonna com'è stata descritta
dai veggenti. In secondo piano
a destra la sagoma della Chiesa
parrocchiale di san Giacomo
dal "Monte della Croce".
Perché mai? Provo a spiegarle.
Prenda il terzo segreto di Fatima, ri-
velato dallo stesso papa Wojtyla.
Parla di un attentato a un uomo dalla
veste bianca, profetizza la rivoluzio-
ne russa, adombra genocidi pazze-
schi e la seconda guerra mondiale.
Tutto regolarmente avvenuto. Dice
anche che alla fine l'amore che la
Vergine nutre per l'umanità avrà la
meglio. E, come lei sa, il mostro
ideologico leninista è crollato su se
stesso nel 1991, guarda caso proprio
il giorno dell'Immacolata, 1'8 dicem-
bre .. . Non è poi così macchinoso
mettere insieme queste date e fatti ...
Ma Medjugorje?
La Vergine ha adombrato la possi-
bilità della guerra in Jugoslavia nel-
la terza apparizione, il 26 giugno
I La Chiesa parrocchiale di san
Giacomo a Medjugorje... presso
la cu i sagrestia sono avvenute
molte apparizioni.
1981, quando è apparsa in lacrime,
implorando "Pace! Pace! Pace!". In
quel momento nessuno capì che co-
sa volesse dire, perché a tutto si po-
teva pensare fuorché alla guerra.
Poi, esattamente 10 anni dopo, e -
sarà una coincidenza, ma ti fa riflet-
tere - precisamente il 26 giugno
scoppia la guerra in quelle terre, la

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Sul retro della ch iesa il padiglione
Iper le celebrazioni all'aperto.
Ai primi di agosto vi si radunarono
più di 20 000 giovani provenienti
da ogni parte del mondo, per
prepararsi alle giornate della GMC
di Colonia.
I Folle di pellegrini sempre
sorprendentemente numerosi
e devoti partecipano
alle celebrazi oni.
prima in Europa dopo il 1945 . ..
Anche qui dov la macchinosità?
Sì, ma non era così chiaro il rife-
rimento alla guerra.
Certo. Mica la Madonna fa il poli-
tico! Ed è anche vero che la vera
pace da Lei invocata è quella con
Dio, è la pace di cui parla il Vange-
lo, è la pace che si realizza in tanti
pellegrini che vanno a Medjugorje e
ritrovano se stessi. Ovvio, questa è
una lettura religiosa della pace, non
certo politica. Non è difficile con-
vincersi che le più terribili guerre
che dilaniano l'umanità derivino in
I
"Monte della Croce", dove
è avvenuta la prima apparizione
ai sei veggenti.
primo luogo dal fatto che non c'è
pace nel cuore dell 'uomo.
Quale interpretatione dà al fatto
che le varie apparizioni sono avve-
nute quasi esclusivamente nell'Ot-
to/Novecento? ...
Il secolo scorso è stato il peggiore
della storia, e l'Ottocento gli sta a
ruota. .. Ma mi permetta di correg-
gere l'affermazione: di fenomeni
mistici è costellata la storia della
Chiesa in tutti i secoli. Tuttavia dalla
Rivoluzione Francese in poi la lotta
contro di essa si è acutizzata, voglio
dire che è diventata a tratti feroce.
Non per nulla il Novecento - a detta
degli storici - è il secolo che ha vi-
sto più martiri cristiani in assoluto:
si parla di 45 milioni di vittime per
la fede. Pensi anche alla capacità di
autodistruzione senza precedenti di
cui si è dotato l'uomo . .. A questo
punto credo che si possa immagina-
re un soccorso speciale della Vergi-
ne in un momento in cui l'umanità e
la storia vivono pericoli tali che
neanche riusciamo a immaginare.
Non nego che si possa liquidare tut-
to con un sorriso. Si può, insomma,
essere scettici, e la cosa appare per-
fino logica, ma .. . se fosse vero?
Non è un interrogativo legittin10?
Lei afferma nel suo volume che
le apparizioni avvengono sempre
per scendere in soccorso dell'uma-
ni(à sofferente e in pericolo ...
E vero. Nel mio libro riporto un'in-
tervista all'allora cardinale Ratzinger
che ricordava come fin dall 'antichità
la Vergine è vista come profetessa .. .
anche le parole del Magnificat sono
profetiche. Quando dice che il Signo-
re "abbatte i potenti e innalza gli
umili" .. . così è accaduto per gli im-
peratori romani allora, e per l'impero
~ovietico nel secolo appena trascorso.
E vero tuttavia che nel linguaggio
cristiano profezia non è indovinare il
futuro ma parlare con le parole di
Dio. In questo senso i motivi degli
interventi di Maria possono essere
letti come la sua cura materna verso
l'umanità perché Gesù torni a essere
il punto di riferimento.
Ma la Chiesa non si pronuncia
su Medjugorje .. ..
È vero anche questo. La Chiesa
non si pronuncia finché i fenomeni
sono ancora in corso. E in pratica a
Medjugorje lo sono ancora. I veg-
genti sono vivi, le manifestazioni
continuano e, come avrà potuto no-
tare, la Chiesa non è intervenuta uf-
ficialmente per diffidare i fedeli dal
recarsi sul luogo delle apparizioni.
Tant'è vero che le associazioni ec-
clesiastiche continuano a organizza-
re pellegrinaggi e Medjugorje è di-
ventato un luogo della fede .
Che ne dice del fatto che molti
dei pellegrini affermano di vedere
anche loro la Madonna durante le
apparizioni?
La mia è stata un 'indagine giorna-
listica, basata su fatti certi e provati.
Le stesse prove sui veggenti sono
state eseguite d'a scienziati. Non mi
pronuncio invece su ciò che non è
oggettivamente dimostrabile e che
potrebbe essere frutto di esaltazione.
Nel suo libro sembra anche favo-
revole ai fenomeni di Civitavecchia
della Madonna che piange...
Nel libro dico solo ciò che è avve-
nuto: una statuetta della Madonna
che ha lacrimato anche nelle mani
del Vescovo, peraltro allora molto
scettico sul caso. Le indagµii hanno
escluso trucchi o artifici. È un evi-
dente mistero. Questo dico.
O
BS DICEMBRE 2005

3.2 Page 22

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lettera .
ai giovani
A CIELO APE~TO
6UG>N NATALE
Carissimo,
manca poco alla mezzanotte.
L'ora che preferisco per dire "Buon Natale".
Sono consapevole che Gesù mi vuole bene.
Mi aiuta a capire chi sono, ad approfondire la vi-
ta, a rimanere bambino.
Mi fa scoprire il trucco di crescere
senza allontanarmi troppo dal mio giorno di na-
scita.
La vita non è l'essere giovani o vecchi.
Èguardare in alto con gli occhi di un bambino
ricchi di innocenza e di purezza insieme.
Hai mai visto una stella cometa'?
Sì'?... Stupendo! Allora ti accorgi che ha un fasci-
no da fine del mondo.
No... peccato! Da una vita non ti fermi con il naso
all'insù a guardare il cielo stellato.
Fallo stanotte!
Questa notte il cielo sembra più limpido, le stelle
più vicine,
e il " bambino" tra le mie braccia.
Non riesco nemmeno a immaginarlo un anno
senza Natale:
niente alberi, niente luci, niente regali.
No non è possibile vivere senza luce, senza sole,
senza ossigeno, senza aria.
Pensa un Natale senza Gesù.
Non scende dalle stelle.
Non viene al freddo e al gelo.
Non ha una madre che lo culli.
Immagina Gesù senza Betlemme, senza Naza-
reth, senza Gerusalemme.
Prova a percorrere una Gerusalemme senza il
tempio,
senza il Cenacolo, senza il Getzemani, senza il
Golgota.
Se la fantasia rende tutto possibile,
improponibile e impensab_ile dire Golgota senza
croce.
Il legno della croce, il legno della mangiatoia non
si possono togliere...
·
Gesù vuole veramente la tua felicità.
Tutta la sua vita è per te.
Costi quel che costi.
Il prezzo del Natale è altissimo.
Il Natale è tuo, è mio, è di tutti.
Ancora e sempre
BtJON NATALE!
Carlo Terraneo
DICEMBRE 2005 BS

3.3 Page 23

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cuiruRA •••••••••••••••••••••••••••••
• • • • • • • ••
INSERTO
Radio Manantiales, a Bahia Bianca,
entra nel suo decimo anno di vita e raggiunge ormai
, utenti in un raggio di oltre cento kilometri.
E un'impresa di comunicazione sociale che lo stesso
Rettor Maggiore - allora don Juan Vecchi -
ha voluto incoraggiare e sostenere.
•••••••••• ••• •••••••••••••••
RADIO "SORGENTI"
di Giuseppe Del Col
La Radio di Bahia Bianca in Argentina è conosciuta
come Radio Manantiales "radio Sorgent;:1• Ma il nome con cui
è stata ufficialmente registrata è LRI 340. E ubicata presso l'Istituto
Superiore Giovanni XXIII, dei salesiani.
••••••••••••••••••••••••
L'annunciatrice Silvina Frezza.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••
••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • JJS DICEMBRE 2005 • • •

3.4 Page 24

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Il direttore generale, don Giuseppe del Col.
I
Martino Noir, exallievo, che ha frequentato il corso
di Annunciatore Nazionale nell'istituto, ora è
nell'équipe della Radio.
L'addetta alla programmazione, Veronica Maenza,
(al centro) con due giovani conduttori.
Controllo centrale della Radio con il tecnico Paolo Spoth.
A circa 640 km dalla capita le,
Buenos Aires, al confine Nord
della Patagonia, sorge Bah ia
in sede dell a Radio e sulla terrazza,
a 20 m dal suo lo, fu issata l' anten -
na: una torre di 60 m.
Bianca, 300 mila abita nti co ncen-
•••••••••••••••••••••••••••••••••
trati in un centi naio d i sobborghi.
La popolazione è nell a strag rand e
maggioranza catto li ca co n piccole
enclavi di ang li cani , d i battisti, d i
evange li c i, di metodisti ... Tra gl i
istituti superiori dell a c ittà, un o dei
più noti è quello sa lesiano intitolato
a papa Giovann i XX III. Sono ospitati
propr io gli impianti di Radio Ma-
nantiales, gestita dai salesiani , che
serve egreg iamente la città, in prim a
lin ea tra le numerose altre radio lo-
ca li. L'idea nacque nel 1991 quan-
do nell'Istituto ven ne ist itu ito un
corso per "An nun ciato ri Nazionali",
patrocinati dall ' Istituto Superiore di
Insegnamento Radiofonico della ca-
pitale. Nel 1993 si ottenne l' autoriz-
zaz io ne per un se rvizio di radiodif-
fusione nell a frequenza di 89,9
MHZ. Un appartamento dell'Istituto
ve nn e ristrutturato, trasformandolo
PROPRIETÀ E GESTIONE
Il permesso govern ativo venne
concesso ali ' Arc ivescovado che,
dunque, resta il proprietario della
concess io ne governativa, ma la
gestione già dal 1996 fu affidata al
G iovanni XXIII, l' Istituto Superiore
dei sa lesian i, cui appartengono an-
che i loca li e le attrezzature per far
funzionare l'em ittente. Q uest'ann o
du nque, Radio Sorgenti inizia il suo
10° an no di attività rad iofo nica. In
realtà essa iniziò a funz ionare in Mo-
dulazione di Frequenza nel 1997,
prec isamente il 4 apri le, con la pre-
senza del compianto Rettor Maggio-
re don Juan Vecchi e, ovviamente,
dell 'Arc ivescovo di Bahia. Il nome
Mana ntiales evoca l'abbondanza, la
fresc hezza, la purezza delle acque
La ben fornita discoteca gestita
da Ferdinando Moreno.
• • DICEMBRE 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Cameratismo, professionalità e aiuto reciproco
contraddistinguono i membri dell'équipe della Radio.
Saletta d'aspetto di Radio Manantiales.
sorgive. È un a
radio altern ati-
va (e ben cono-
sc iuta tra la ses-
santin a di emi t-
tenti presenti nel
territori o), il cui
scopo più che
commercia le è
aposto lico, cul -
•••••
turale e artisti-
co. Non per nul-
la ha scelto co-
me motto "Ve-
rita tis ac boni- Il conduttore di "Radio Net" (programma di musica
tatis sonitus eia-
giovanile), Ferdinando Moreno.
re manantes -
Per fa r sgorga re/propaga re (ma nan- lità. Gli id ea li umano/c ri sti ani sono
tes) suoni di ver ità e di bontà". Rad io al ce ntro dell e preoccupazioni del
Manantiales asp ira a d iffondere pro- co nsigli o di redaz ione, che sceglie i
grammi che siano precisamente sor- pa lin sesti, stabili sce i programmi ,
genti sa ne, rinfrescanti, confortevoli vag li a i co ntenuti. La Chiesa e l' i-
di va lori um ano-cri sti ani . Il motto spettori a si sono rese perfettamente
programm ati co si arm onizza perfet- co nto dell ' importanza insostituibile
tamente con quell o dell'i stituto che del mezzo radi ofoni co, per l' edu ca-
la ospita : " Verum effundere ad bo- zione, la cultura, la diffusione di
num - diffondere il vero avendo di not iz ie non manipol ate, ecc. Tutti
mira il bene". Si può co n rag ione af- gli ope ratori , i coll aboratori , i re-
fermare che la radio dei sa les ian i è sponsa bili di settore lavorano con
di ti po cultural/ed ucativo. Essa copre co nvinz ione ma anche con non po-
il territorio di Bahi a per un ragg io di co entu siasmo benché si a un impe-
oltre 100 km .
gno che costringe a non pochi sa-
cri fic i. Sono orm ai in molti tra gli
SCOPI, PRODUZIONE, ECC.
asco ltatori che considerano Radio
Ma nantiales la loro radio, la seguo-
I suo i prog rammi so no rivo lt i a no gio rn almente, invi ano contributi,
og ni classe d i utent i, e tuttav ia non si mettono in contatto con gli ope-
è affatto un a radi o neutra. A l co n- ratori ... Ci ò che preoccupa in que-
trari o tutti sann o che è un a radi o sto genere di imprese è, ahimè, l'a-
cattoli ca, e no n lo nasco nde. Non spetto eco nomi co . G Ii sponsor,
I ne avrebbe alcun motivo. li suo di- qu ando ci sono, pretendono un for-
,•
Santa Chiara d'Assisi,
statuetta-premio conferita
dalla "Lega Madri di Famiglia"
all'équipe di Radio Manantiales.
••••••••••••• ••• • •• • •
rettore generale è lo stesso d irettore
dell'I stituto Sales iano. Nell 'équipe
ci sono sa les iani e laici, alcuni dei
quali occ upano post i d i res pon sab i-
• ••• ••••••• ••• •••••••••• ••
te ritorn o di immagine e di danaro,
e programmi di largo consumo che
all arghino l' audience e attirino
"con sumatori " . Per qu el che può
• • • • • • • • • • • • • • • BS DICEMBRE 2005
•••••••

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
.•••••••••I
I
Un premio speciale a Radio Manantia/es
per il programma "Terra Paradiso", giudicato il miglior
programma per turisti.
Controlli alla Radio.
••••••••••••••
Veronica al tavolo di lavoro.
Silvina Frezza conduce il programma di musica classica.
Radio Ma nantiales evita di entrare
nel giro dell e radi o commerciali .
Ciò sign ifica che le necessi tà eco-
nomi che aumentano a li ve ll o espo-
gli afroameri ca ni dell 'Ameri ca Lati -
na. Sono state davvero molte le per-
so nali tà di spi cco inte rvistate per
Radi o LRI 340. Tra gli altri , anche
Le di ffico ltà fin anzi ari e ci sono
state, c i so no e ci sa ranno. li com-
pi anto R.M. don Ju an Vecchi ha
sc ritto : "Se bisognasse destinare
nenz iale. Tuttavi a sia l' Istituto, sia la un buon numero di sa lesi ani , impe- qualche soldo per sostenerla (la
Chiesa locale, sia il contri buto di gnati nell a cultu ra, nell 'educaz ione Radio), sa rebbe speso bene, poiché
qualche benefatto re tra cui l' Unione e nell'arte. Notevoli i servi zi su ini - si con figurerebbe come una spesa
Eu ropea, e di altre Fondaz ioni, han- ziati ve e feste eccl esiali e salesiane. pubblicitaria che permette un ritor-
no permesso finora la sua sop ravvi-
no di immagine a tutto va ntaggio
ve nza. O ltre a programmi rad iofoni- PREMI E CONCLUSIONE
sia dell'Istituto Giovanni XXW sia
•••
ci di diversa natura, la radi o prod u-
ce vari mi croprogrammi e cd-rom.
E L'INCIDENZA?
La Radi o si è afferm ata presso la
popolaz ione per i suoi talk show, le
radi oc ronac he, le intervi ste, i co ri e
conce rti , le mu sic he di grandi com-
pos itori , i programmi letterari, edu-
cati vi, reli gios i. Co ll egata orm ai sta-
bilmente co n Radi o Vati ca na, tra-
smette i suoi programmi per I'A me-
ri ca Latina e le Regioni ca raibi che,
per 7 ore settim anali. El abora alt resì
programmi per la promoz ione dell e
cl ass i popolari , deg li indi geni e de-
Non per null a all 'équipe di Radi o
Manantiales è stato conferito il pre-
mi o naz ionale S. Chi ara di Ass isi
1999: " Per m ettere in rilievo i prin-
cipi fo nda menta li vincolati con la
dignità della persona.. . marciando
contro la corrente della facilone-
ria... della manca nza di etica . Per
contribuire al progresso spirituale,
culturale e artistico, per l'autenti-
cità dei suoi messaggi e la qualità
de i programmi e della produz io-
ne" . A sua volta la Soc ietà Arge nti-
na degli Arti sti Professi onali ha
co nferito all a radio tre premi " Del-
fin o d'oro".
della congregazione sa lesiana, sen-
za contare la cosa più importante :
l'edu cazione popolare e l'influsso
sull'opinione pubblica ... La radio è
una cattedra continua!". Nel 1998,
dopo so li du e anni di fun zion a-
mento, Radio Manantiales era co-
me audience al qu into posto su un
tota le di 25 radio ... Certo la Rad io
costa: il personale, le apparecchi a-
ture sempre da rinn ovare, i pro-
grammi ... M a co nfid ando nei be-
nefattori e nell a qu alità del servizio
andremo avanti , come avrebbe fat-
to Don Bosco.
Giuseppe Del Col
.
••••••••••••••••••••••••
• • • DICEMBRE 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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ANNA,
BEL
FIORE
RECISO
L a nascita di un figlio rap-
presenta all'interno di
ogni coppia il miracolo
dell'amore che arricchisce la vi-
ta.. . e se parliamo della piccola
Anna Achilli tutto ciò non può
essere che confermato dalla gra-
zia che la sua presenza ha rega-
lato a quanti l'hanno conosciuta
o semplicemente incontrata nel
loro cammino.
Nata in una famiglia che pog-
giava le proprie fondamenta
sulle più autentiche convinzioni
cristiane, la piccola Anna cresce
alimentandosi di questi valori
rendendoli sempre di più propri;
la Casa Generalizia delle Figlie
di Maria Ausiliatrice vede dap-
prima la costante e partecipe
presenza dei suoi genitori, Aldo
e Maria poi, con assiduità come
ne fosse una colonna portante,
la loro figlia Anna, fascino e
virtù delle giovani allieve. Non
c'è impegno che la distragga...
non c'è vacanza che la allonta-
ni: l'oratorio si nutre della sua
presenza che non cessa di essere
positiva e propositiva. Si sente
chiamata ad aderire alle più di-
verse attività, spaziando senza
indugi dal canto alla recitazione
fino allo sport.. . davvero dina-
mico questo piccolo fiore! Ma
Anna sapeva bene, pur nella sua
giovane età, che è il Signore a
compiere le grandi opere e per
questo non dimenticava di rin-
graziarlo nella preghiera quoti-
diana e nella messa domenicale.
Il suo anelito verso Dio è giova-
ne come lei, unico, insaziabile e
sempre presente.
Conclude le scuole del-
1'obbligo per', poi iscriversi al
liceo scientifico ed è qui che ·
cominciano à profilarsi i primi
segni di queHo che sarebbe
stato un lungo calvario. .. i
professori, notando un suo
scarso rendimento, l'esortano a
studiare di più, ma il poco pro- Dio "sia fatta la Tua volontà".
fitto dell'allieva non risiede Nonostante il progredire della
nella sua negligenza. Pur ri- malattia infatti, ella continua a
conducendo il tutto a una stan- mostrare una grande capacità
chezza di fondo che spesso co- interiore e, se il fisico avanza
glie l'età dello sviluppo, Anna nel decadimento, lo spirito,
comincia il lungo percorso del- che attinge alla Sorgente, si
le visite mediche che hanno la fortifica e nobilita. Sapeva che
loro tragica sentenza in una il Signore di lì a poco l'avreb-
diagnosi precisa e inequivoca- be chiamata a sé, e lei aveva
bile: si tratta di encefalopatia, saputo cogliere la grandezza di
patologia che colpisce i centri
nervosi, il cui decorso rara-
mente è benigno. Anna, anche
in questo caso, assume un at-
questo mistero che nella malat-
tia si era fatto progetto di sal-
vezza.
teggiamento più che mai matu-
ro e dignitoso e, informata dal
dottore in persona del proprio
stato di salute, dice: "Ora sono
più serena, finalmente so che
si tratta di una malattia". La
sua giovinezza, minacciata
dallo spettro della morte, ·con-
tinua a rimanere fresca e sola-
re: si crea attorno a lei quello
stesso clima di amicizia che sa
trasformare il suo letto di dolo-
Negli ultimi istanti , poco
prima di abbracciare Colui che
tanto aveva amato in questa vi-
ta, suor Rosina le chiede se
avesse voluto offrire la propria
vita al Padre così come aveva
fatto Gesù e il di Anna è im-
mediato e spontaneo. Alla pre-
senza dei suoi genitori e di don
Andrea Struss, Anna emette i
voti di castità, povertà e obbe-
re in un luogo di incontri sere- dienza facendo della sua vita
ni come se fosse in oratorio, un pieno dono. Nel 1981, a soli
con dialoghi, preghiere, scher- 17 anni finisce la giovane esi-
zi e perfino canti. Le infermie- stenza terrena di questo fiore
re del reparto restano sorprese che, vivendo la quotidianità
e ammirate: conoscono i suoi della fede senza tanti perché e
canti e sanno che nella recita senza alcun ma, ha saputo im-
del Rosario Anna continua a primere negli altri il vivo colo-
trovare la forza per chiedere a re della sua presenza.
D
8S DICEMBRE 2005

3.8 Page 28

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UN CUORE
di Maria Antonia Chinello
PER TUTTE LE STAGIONI
An che i più piccoli hanno fatto egregiamente la loro parte,
ben figurando e strappando grandi applausi.
Un centenario che guarda
lontano,
quello celebrato
quest'anno nel cuore di
Napoli
Nel quartiere del Vomero
le Figlie di Maria
Ausiliatrice,
da cento anni, ogni giorno
ripartono dal cuore
per educare,
accompagnare, amare
i giovani e le giovani
E non solo.
Per arriva.rei bisogna salire, ar-
rampicarsi sulle colline che so-
vrastano Napoli. Da lassù, è
come quando si visita una torre e il
panorama si allarga man mano che ci
si affaccia alle finestre e balconi dei
vari piani. Fuori di metafora, potreb-
be essere considerato così l'insieme
dell'Istituto Maria Ausiliatrice del
Vomero, uno dei quartieri più antichi
della città: il cuore della sua realtà la
comprendi solo se l'osservi dentro
un orizzonte che ha fatto dell 'educa-
zione la marcia in più , la cifra che fa
la differenza.
E così è da cento anni, ormai. Lo si
sa, per questo il centenario che si è
vissuto quest'anno non è stato altro
che un chiamare per nome i fatti che
hanno tessuto la storia di donne che,
da un secolo, si sono messe dalla pa1te
dei più poveri, offrendo l'educazione
come biglietto da visita per il presente
e il futuro di giovani e giovatù, fami-
glie, un quartiere, una città intera.
Cuore delle celebrazioni del cente-
nario è stata la tavola rotonda cui
DICEMBRE 2005 BS
hanno partecipato esponenti del
mondo politico, sociale ed ecclesiale,
trn cui la presenza del Sindaco di Na-
poli, on. Rosa Russo Iervolino.
Attorno al tema "ll coraggio di
educare", nella bellissima e acco-
gliente sala Gemito , offerta dal Co-
mune di Napoli, sono risuonati i sa-
luti, le parole, il riconoscimento per
l'azione delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice nella città. Durante il suo in-
tervento, ricco e coinvolgente, il Sin-
daco ha espresso la sua ammirazione
per l'Istituto riportando esperienze
famil iari di vicinanza, di approvazio-
ne per Don Bosco e il suo stile edu-
cativo. Rivolgendosi in particolare
agli educatori, ha voluto farli parteci-
pi di un messaggio ispirato ad appun-
ti ritrovati nel diario di suo padre.
Anche gli altri relatori hanno forni-
to all'incontro un apporto altamente
significativo: in una società, come la
nostra, che ha smarrito la coscienza
del bene e del male, educare signifi-
ca dare chiarezza ai valori della ve-
rità, della rettitudine, del dovere sen-
za cedimenti e permissivismi che
non promuovono la crescita integrale
dei giovani.
LE FMA A NAPOLI
25 anni. Questo il tempo che si è
dovuto attendere dalla visita alla città
di Don Bosco, compiuta nel 1880, al-
l'arrivo delle suore a Napoli. In q uel-
l'occasione, il santo gettò le basi del-
l'Organizzazione dei Cooperatori Sa-
lesiani, che dopo quella di Torino, è
una delle più antiche d'Italia. Molti
motivi spingevano il fondatore a
considerare le 1ichieste di fondazione
di opere salesiane nel capoluogo
campano: la situazione di miseria ge-
nerale; la necessità dell'evangelizza-
zione; l'educazione e l'istruzione dei
giovani. Specialmente i Vescovi, as-
sidui lettori del "Bollettino Salesia-
no" che parlava delle missioni sale-
siane nell'America del Sud, compa-
ravano la loro situazione con quelle
descritte negli articoli della Rivista e
reclamavano gli stessi urgenti biso-

3.9 Page 29

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Non sono mancati i saluti, simpatici e bene accolti,
dei piccoli e dei grandi alle autorità intervenute .
IAlla tavola rotonda hanno
partecipato esponenti del mondo
politi co, sociale ed ecclesiale,
tra cui la presenza del Sindaco
di Napoli, on. Rosa Russo
lervolino.
Lo spettacolo a celebrazione del centenario.
Un'esibizione delle antiche allieve dell'istituto magistrale.
gni. Così, il 18 maggio 1905 ebbe
inizio l'opera delle FMA nella città.
Pochi giorni per ambientarsi nell 'ap-
partamento del palazzo Minutelli,
poi le suore cominciarono la cateche-
si nella pmrncchia San Gennaro. La
cronaca ricorda i loro nomi: suor
Maria Genta, direttrice, suor Santa
Malaspina e suor Maria Dacunio. Ad
accompagnai-le nei primi passi, suor
Eulalia Bosco, nipote di Don Bosco.
Nonostante la povertà degli inizi, i
progetti erano grandi: "Per espresso
desiderio dello zelante parroco Gio-
vanni Variale, e secondo l'intenzione
del cardinale Giuseppe Prisco, le
suore si occuperanno di istruire nella
religione le povere fanciulle di que-
sto popolatissimo rione. Per facilitar-
ne la pratica, si trova conveniente
inizim·e un oratorio festivo, e a tal fi-
ne si pensa di fare acquisto di un ter-
reno. Sua Eminenza approva e inco-
raggia; firma di sua mano una suppli-
ca da presentarsi ai più facoltosi per
ottenere soccorsi. Le sei stanze del
primo piano del Palazzo Minutelli si
prestano benissimo per uso scolasti-
co. Le suore ben presto notificano la
prossima apertura del!' Asilo d'Infan-
zia, la scuola elementare e una scuo-
la di lavoro". Nel 1908 l'opera si tra-
sferisce in via Alvino 9, e il primo
successore di Don Bosco, don Mi-
chele Rua, benedice il nuovo allog-
gio "e fa l'augurio che il Palazzo
Martore/li sia presto e interamente
della Congregazione delle Figlie di
Maria Ausiliatrice".
OLTRE IL VOMERO
Lungo gli anni, l' impegno delle
FMA per l'educazione si è evoluto e
adattato a ogni longitudine e latitudi-
ne. Infatti le Figlie di Maria Ausilia-
trice sono presenti in tante nazioni
del mondo con impegni e opere di-
verse. La loro operosità femminile ha
ricostruito con le trame della pazien-
za, dell 'ottimismo e di una profonda
fede le vite di ragazze, famiglie e
giovani, spesso compromesse o dan-
neggiate dai mali della società con-
temporanea. Oggi, l'Istituto Maria
Ausiliatrice del Vomero è una pre-
senza educativa sul territorio per i
giovani della città e del suo hinter-
land; una struttura di servizio poli-
funzionale, dinamico, per lo sviluppo
integrale dei giovani; una comunità
di suore e di laici che offre il suo ser-
vizio nella Scuola Paritaria dell 'In-
fanzia, e in quella Primaria e Secon-
daria di 1° e di 2° Grado.
Accanto alla scuola, l'offerta edu-
cativa si esplicita nell ' Oratorio Cen-
tro Giovanile, nelle attività del tempo
libero (ludico/sportive; socio/cultura-
li; musico/teatrali; artistico/pittoriche);
nelle associazioni di ispirazione sale-
siana. Ma soprattutto, vi è un cuore
che la sa lunga e che sa parlm·e il lin-
guaggio dei giovani. L'ha compreso
bene Paola Mancini, Presidente delle
Exallieve del Vomero: "Chi, come me,
è cresciuta all'ombra di Mm·ia Ausilia-
t:rice a via Alvina, sa bene come ogni
processo formativo avuto in quella
scuola è passato prima dal cuore e poi
dalla ragione".
O
BS DICEMBRE 2005

3.10 Page 30

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IL
&AESE
JTI
IN
LIBRERIA . ppe tJ\\0{01',e
o cuto di G1use
~~~
IL DIO CHE SI FECE
BAMBINO
di David Maria Turoldo
Piemme, Casale M. (Al)
2004, pp. 122
RACCONTAMI LA
STORIA DI GESÙ
Per raccontare la vita
di Gesù ai bambini
e ai ragazzi
di V. Gilbert Beers
ELLEDICI,
Leumann (To)
2004, pp. 122
Il primo testo offre una
riflessione adulta sull'e-
vento dell'Incarnazione,
mistero di un Dio che ,
come Creatore, sceglie
di assumere la condizio-
ne umana; come Infinito
sceglie di prendere casa
nel limite della vita uma-
na; come Padre sceglie
di farsi figlio e fratello
dell'umanità. La riflessio-
ne è di un appassionato
poeta e contemplativo
del mistero vissuto e co-
municato. Il secondo vo-
lume offre l'esempio di
una narrazione a dimen-
sione di ragazzi della sto-
ria di Gesù Cristo. Il rac-
conto, ben illustrato, aiu-
ta i fanciulli a considerar-
lo non come un perso-
naggio, ma come un ami-
co, per immedesimarsi
nella sua storia, per favo-
rire un incontro con lui vi-
vo e reale.
DICEMBRE 2005 BS
CHE COS'È LA BIBBIA?
Per capire il libro più
importante del mondo
di Sue Graves
ELLEDICI-PICCOLI
Leumann (To)
2004, pp. 62
IDENTITÀ CRISTIANA
Laboratorio di fede
popolare
di Giangaleazzo Gaddi
ELLEDICI, Leumann (To)
2005 , pp. 102
IL SEME
DELLA PAROLA
Mattutino
di Gianfranco Ravasi
PIEMME
Casale Monferrato (Al)
2004, pp . 412
per aiutare ibatteuati asentirsi cristiani
Molti cristiani hanno biso-
Mattutino non è una parola
gno di colmare lacune co-
noscitive delle fonti della
propria fede . Il testo in og-
getto invita a trovare rispo-
ste a tante domande, tra
cui alcune importanti: che
IDfNiITÀ (RI~HANA
LABORATORIO DI FEDE POPOLARE
Giangaleaua GADDI
che evoca il ricordo delle
comunità oranti di monaci
o monache che "si levano
quando ancora si stende
sulla terra il sudario della
notte" per cantare le lodi
cos'è la Bibbia? Perché è
del Signore. È il vocabolo
un libro importante? Chi
l'ha scritto? Che cosa dice?
di una rubrica che appare
ogni giorno accanto al titolo
Come facciamo a sapere
che è la Parola di Dio? At-
traverso un linguaggio sem-
del quotidiano Avvenire, dal
02/01/1992. Con l'eccezio-
ne di un solo anno di sosta.
plice e immagini documen-
tarie si possono acquisire
le nozioni più significative
in vista di una conoscenza
più giustificata della pro-
pria vita cristiana. La cono-
scenza vera delle fonti del-
la propria fede deve porta-
re a una cosciente identità
di credente per evidenziar-
la nelle situazioni di dialo-
go con altre religioni senza
tradire le radici della pro-
pria storia, cultura e visio-
ne cristiana della vita.
Il libro presenta degli stru-
menti efficaci per una vi-
sione globale del messag-
gio cristiano. Aiuta a pren-
dere coscienza del valore
del proprio battesimo, at-
traverso il laboratorio della
fede. Tale laboratorio co-
stituisce l'occasione d'in-
contro di un gruppo di per-
sone che cerca, con since-
rità di cuore , di incontrarsi
con Dio. Si tratta di un la-
Dodici annate, dunque, per
un totale di 3650 articoli ,
per buona parte raccolti in 9
volumi, compreso questo.
Per ogni giorno dell'anno,
anzi, per ogni sbocciare
della luce al mattino, quan-
do ci si alza per iniziare le
opere quotidiane, una voce
può venire dall'alto; un bre-
ve pensiero può spostare
l'attenzione del credente
per pochi istanti verso la
coscienza e il mistero che è
in lui e fuori di lui.
voro con una precisa me-
todologia, per aiutarsi vi-
Gianfranco Ravasi
cendevolmente a cercare
la presenza di Dio nella
realtà concreta. È uno sco-
prire, con la Parola rivelata,
la relazione esistente tra
Dio e la realtà umana. È
una chiamata all'impegno,
nseme della p arola
Mattutino
personale e di gruppo, a
relazionarsi a Cristo per
realizzare la propria iden-
tità di credenti , che non si
attinge comprando il pro-
dotto al supermercato delle
religioni .
FA VENDITA PER
~g~~kpoNDENZA . 1 libri
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso le libre-.
n.e cattoliche
direttament
o
e
avlalennno·snpceh1tte1svte1
Editrici.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~
ECUMENICA
LA NOSTRA VOCE
PER LA SUA PAROLA
La lettura orale. Come
leggere meglio in chiesa
a cura di Carlo Buzzetti
ELLEDICI, Leuman (To)
2005, pp. 96
L'ALTRA FACCIA
DELL'OCCULTO
Piccola inchiesta
di un salvato
di Cristian Meriggi
Edizioni Segno
Tavagnacco (Ud)
2004, pp. 104
UN APOSTOLO SENZA
FRONTIERE
Don Bernardo Antonini
di Beatrice Immediata
Paoline, Milano
2005, pp. 196
Si tratta di una breve ma
necessaria guida che con-
tiene un corso, piccolo e
serio, molto facile ma soli-
do, destinato a tutti coloro
che leggono in chiesa du-
rante le celebrazioni. Con-
tiene 21 tabelle di osserva-
zioni-domande, per ben
programmare; . 18 schede
di analisi e di scelte, per
ben imparare. Svolgono un
esempio-esercizio concre-
to, applicando il geniale me-
todo VAV (= Vangelo Audio
Video) che ognuno può fa-
cilmente imparare in due o
tre ore. Perciò il volumetto
è molto utile in parrocchia,
o a scuola, o in famiglia,
per studiare il significato di
una pagina biblica che poi
sarà letta a Messa...; in
una classe di religione, o in
un gruppo biblico... ; persi-
no in un seminario di ese-
gesi o di pastorale biblica!
L'autore testimonia: "Solo
chi ha a che fare con per-
sone ferite da imbrogli oc-
culti , e soltanto chi è rima-
sto illuso e irretito in que-
sta sorta d'inganni può ca-
pire in quali condizioni se
ne viene fuori , sempre che
si riesca ad uscirne... Con
questo scritto è mia inten-
zione .. . proporre una pic-
cola sintesi spirituale frutto
di un intenso lavoro di ri-
flessione su di una fase
della mia vita in cui mi so-
no lasciato sedurre dall'oc-
culto e, in seguito, mi sono
ritrovato afferrato e salvato
da Cristo". Tale testimo-
nianza descrive un'analisi
del fenomeno dell'occulti-
smo. Mettere il dito su que-
sta piaga molto attuale può
illuminare persone su deci-
sioni intraprese , a volte af-
frettate, a volte per man-
canza di una cultura reli-
giosa, a volte con delibera-
zione .
Il libro racconta la storia di
un sacerdote italiano, sof-
fermandosi sugli ultimi die-
ci anni della sua vita tra-
scorsi in territorio russo dal
tempo della Perestroika in
poi. Si tratta di un 'espe-
rienza vissuta in un clima
avvolto da incertezze politi-
che ed economiche, ma
anche da paure giustificate
da più di 75 anni di totalita-
rismo. Tornata la libertà po-
litica, la fede del popolo
russo riemergeva dalle sue
antiche radici. Ma era ne-
cessario un aiuto per far ri-
fiorire la speranza cristiana
e l'intima libertà dello spiri-
to negate da lunghi decen-
ni di dittatura. L'aiuto ven-
ne anche dall'Italia: i fidei
donum, cioè sacerdoti, reli-
giosi e laici che la nostra
Chiesa inviò ai fratelli rus-
si. Don Bernardo Antonini ,
della diocesi di Verona, fu
uno di questi .
Fondazione
DON BOSCO
NEL MONDO
Ente autorizzato a riceve-
re tutte le offerte per le
OPERE E MISSIONI SA-
LESIANE.
Gestisce:
ADOZIONI
A DISTANZA
Aiuto ai bambini più poveri
senza allontanarli dalla fa-
miglia né privarli della loro
cultura.
Permettono di aiutare al-
cuni ragazzi e giovani sa-
lesiani senza mezzi per
completare la loro forma-
zione o il corso di studi in-
trapreso.
FONDO VOCAZIONI
Destinato all'aiuto di un
giovane lungo gli anni della
sua preparazione al sacer-
dozio o alla vita religiosa.
INTENZIONI
SS MESSE
Si celebrano messe or-
dinarie o gregoriane (30
messe continue, una al
giorno) secondo le inten-
zioni dell'offerente.
COME?
Le offerte vanno inviate -
indicando sempre la causa-
le - a FONDAZIONE DON
BOSCO NEL MONDO· ONLUS
ccp n° 36885028
oppure
Bonifico Banca Intesa
CIN P; n° 3263199
ABI 03069 · CAB 05064
o carta di credito usando
il sito www.fdbnm.org
o via Internet:
BancoPostalmpresa
www.poste.it sul conto
n° 36885028 ABI 07601 -
CAB 03200
http://in-impresa.it/cor-
porate/imprese/
BS DICEMBRE 2005

4.2 Page 32

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ti/VE
-
Un breve profilo del coadiutore salesiano Felice Puliti, sagrestano (1909- 1986), detto
FELICETTO
di Giuliano Malizia
Lo chiamavano così. Che fosse
felice tutti lo sapevano, ma lui di
certo non lo dimostrava. Neanche la
visita di due pontefici riuscì a
elettrizzarlo. L'imperturbabilità di un
grande oratore che ha parlato
tanto... con il silenzio!
14 gennaio 1979: Felicetto bacia l'anello
a papa Giovanni Paolo Il.
Da quanno che ce sta ? Ce l'ho trovato!
Er tempo nu lo tocca, m'hai da crede;
se move a passo lento e strascicato,
pare che casca e resta sempre in piede.
Fatica come un povero forzato,
al lume de li ceri e de la fede;
se je discori, resta senza fiato,
se vorta a n'antra parte e nun te vede.
L'Avemmaria la sona, ce scommetto,
pe' dì co le campane una preghiera;
poi resta solo, e prima d'annà a letto
coll'occhi che je cascheno per tera,
ripone da na parte er cataletto,
se dà na grattatina e... bonasera!
IMPERTURBABILE
Solo una volta mi fu possibile cogliere sulle sue labbra la
smorfia di un sorriso, quando gli donai questo sonetto che
gli avevo dedicato. A Testaccio, un rione ben conosciuto di
Roma, sono sempre esistiti ed esistono ancora personaggi
dotati di quel tanto di originalità con cui forse involontaria-
mente insegnano agli altri che dopo tutto la vita bisogna
prenderla come viene , e che la felicità può essere raggiun -
ta anche in questo mondo: basta cercare e adattarsi a una
certa filosofia , secondo il proprio gusto . Nella chiesa di
DICEMBRE 2 005 8 S
Santa Maria Liberatrice ha prestato servizio per quasi 50
anni un sagrestano , ritenuto un 'autentica istituzione , da
affiancare quasi al monumentino dei Caduti in guerra, che
ancora regge al vandalismo e ai teppisti. Si chiamava Puliti
Felice, ma tutti lo conoscevano come Felicetto. Avanti nel-
l'età, non diede mai nessun segno di abbandono del lavoro
quotidiano condotto sempre con lo stesso ritmo: percorreva
in lungo e in largo il tempio senza uscir fuori dal solito trac-
ciato, suonava le campane a morto a tre rintocchi alla volta
perfettamente distanziati. Prepara per funerali e matrimoni, i
battesimi, le cresime , le feste senza cambiare mai espres-
sione , senza mai rallegrarsi , senza mai commuoversi.
Imperturbabile ai cambiamenti del clima politico o atmosferi-
co che sia. Ammesso al bacio dell'anello , il giorno in cui
papa Wojty-ta visitò Santa Maria Liberatrice , si è inginoc-
chiato e si è rialzato con gli stessi movimenti e con la stes-
sa espressione che ripeteva ogni giorno passando davanti
all'altare. Anche chi è stato con lui per tanti anni afferma di
non essere mai riuscito a notare cambiamenti di sorta sul
volto, nei movimenti , nel tratto, nelle abitudini. Quegli occhi
sono stati sempre gli stessi , mezzi spenti e mezzi assonnati
- così sembrava - ma eternamente vigili. Quella bocca è
rimasta sempre ferma a una smorfia pressoché inespressi-
va. Quelle mani, contorte negli ultimi anni dall'artrosi, hanno
sempre obbedito alle candele, agli arredi sacri, alla ramaz-
Santa Maria Liberatrice, la chiesa di Felicetto.

4.3 Page 33

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--------------tfJlff}/tf77}R/ cfl!LEcf/11/fll
Si festeggia il sagrestano... I motti di spirito si sprecano
per lui, che, come sempre, resta imperturbabile.
Non si fermava mai un minuto.
I
La chiesa e le suppellettili di essa erano sempre
in ordine, tutto perfettamente pulito, tirato a lucido,
s_tirato ...
za. Soltanto le campane a festa a un certo punto sono riu-
scite a fare a meno di lui, quando si emanciparono, diven-
tando le damigelle del nuovo impianto elettrico. Probabil-
mente gli dispiacque, e non poco, ma non lo fece capire a
nessuno, non ne parlò con nessuno. Del resto, chiedere un
parere , un'informazione, una notizia al nostro sagrestano
era come chiederla a un muto.
LA SUA CHIESA
Felicetto apparteneva alla chiesa come gli altari , il fonte
battesimale, le colonne, le immagini sacre, i fiori ... per lui il
mondo finiva alle pareti della chiesa ; oltre c'era tutt'al più
qualche «bottegaro », felice di scambiare con lui un po' di
denaro con altrettanti spiccioli delle bussolette dell'elemosi-
na che regolarmente a tutte le messe egli batteva per rac-
cogliere quel poco che serviva alla chiesa e, più spesso, ai
poveri.
Eppure il sagrestano non era un illetterato. Tutt'altro . Le
sue letture preferite rispondevano ai nomi di Dante, dell'A-
riosto, di Parini, di Manzoni: a volte l'apparenza inganna.
Quella specie di rudere da piramide egizia nascondeva e
conservava una sensibilità culturale da far invidia a un pro-
fessore . Inoltre, sembrava impossibile che le sue braccia,
provate dalla stanchezza e dagli anni , possedessero una
forza fuori del comune , dimostrata più volte dal solleva-
mento di lunghi e pesanti banchi-inginocchiatoi.
Lavoratori come lui non era facile incontrarli, perché erano
e sono decisamente un'eccezione nel panorama degli ope-
rai , anche di quelli della "vigna del Signore". Se a chi l'os-
serva veniva naturale uno sbadiglio , voleva dire che era
stato plagiato da lui, dal sagrestano!
AMMIRAZIONE E RISPETTO
Tuttavia non si poteva fare a meno di ammirarlo e di rispet-
tarlo . E ammirazione e rispetto erano unanimi nei suoi con-
fronti , da parte sia dei grandi sia dei piccoli. Se è vero che
era schivo, che più schivo non si può , è altrettanto sacro-
santo che era mite, paziente , addirittura amabile, secondo
coloro che riuscivano a scucirgli qualche parola e a imbasti-
re qualche stralcio di conversazione . Non per nulla tra i
"suoi" chierichetti ben cinque sono diventati preti , e sono
proprio loro a dire che una certa "responsabilità" ce l'ha
pure Felicetto "con tutto quello che ci ha insegnato senza
mai parlare!' . Quando si concedeva la bozza di un sorriso
era una festa. Dio sa quanto valga "lassù" il servizio presta-
to per un'intera vita tra nuvolette d'incenso e lingue di fuoco
sospese sulla punta delle candele . Lo sanno migliaia e
migliaia di defunti passati sul cataletto per l'ultimo atto di
carità e pietà cristiana. Lo sanno le genuflessioni ripetute
ùn'infinità di volte . Lo sa la gente del Testaccio , che l'ha
visto sempre darsi d'attorno perché le feste, le processioni,
le messe, le cerimonie si svolgessero "alla perfezione". Feli-
cetto c'era. C'era sempre, e ciò bastava a che tutto filasse
perfetto. Sarà così anche in Paradiso?
BS DICEMBRE 2005

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
L'OMONE ROSSO
E GESÙ BAMBINO
Le più belle feste cristiane dell'anno sono sotto tiro...
e stanno perdendo punti a favore di feste laiche il cui unico
scopo è il business. Anche Natale è stato quasi svuotato
del suo significato religioso. C'è da correre ai ripari.
L a festa della Santa Zucca ha
già vinto: ha espulso dall'im-
C'è un brano della Bibbia che
spiega il significato del ricordo e del-
maginario delle famiglie italia- la festa. Quando gli Ebrei che ave-
ne un bel po' di simboli rel igiosi e vano lasciato l'Egitto giunsero nei
di tradizioni cristiane. Halloween e i pressi di Canaan, il Giordano era in
suoi scheletrini ridanciani hanno piena. Dio disse a Giosuè di far
fatto fuori Ognissanti e il ricordo dei camminare i sacerdoti che portava-
Defunti.
no l'arca dell'alleanza nelle acque
Babbo Natale ci riprova. L'operazio- del fiume. Appena i sacerdoti misero
ne è semplice: evacuare il religioso piede nel Giordano, le acque si apri-
dall'orizzonte simbolico degli uomini rono . Quando tutta la gente ebbe
del nostro tempo. È il sistema più attraversato il Giordano, il Signore
sicuro : un'evacuazione per sostitu- disse a Giosuè di scegliere dodici
zione, rimpiazzando i simboli religiosi grosse pietre e portarle con sé. Così
con un equivalente laico, possibil - prosegue la storia:· "Allora Giosuè
mente redditizio. In principio c'erano disse loro: Queste dodici pietre
solo Gesù, il presepio, le novene, gli - ricorderanno al popolo d'Israele quel
angeli, la Messa di Mezzanotte. Na- che Dio ha fatto per lui. In futuro,
tale era una festa unicamente cristia- quando i vostri figli vi chiederanno:
na. Poi, nella seconda metà del XIX Quale significato hanno per voi que-
secolo, dall'America arriva Babbo ste pietre?, risponderete che esseri-
Natale con la barba bianca, le renne cordano a tutti e per sempre il gior-
e il vestito rosso. Un giorno, entran- no in cui le acque del Giordano si
do senza bussare, l'omone in rosso
ha fatto irruzione nel presepio :
"Ehilà, hello friends. lt's a nice home,
here", ha detto a Giuseppe e Maria
sbalorditi. E si è installato. Ha inco-
minciato subito a piazzare banchi e
scaffali pieni di souvenir e merce.
il business, man...". Infine ha ordina-
to al piccolo Gesù: "Adesso fammi il
favore di prendere la paglia, quelle
bestie puzzolenti, i tuoi genitori mise-
rabili e vai a chiedere ospitalità in
qualche mused'. Dopo un periodo di
coabitazione, in effetti, il Bambino
Gesù ha sempre meno spazio. I so-
ciologi con la barba straparlano in tv
di Natale ''festa della famiglia", tradi-
zione antica, nostalgica, gastronomi-
ca, elettrica. Inventata dall'Associa-
zione dei Commercianti chissà quan-
do. Anche la festa della Prima Co-
munione e della Cresima si stanno
rapidamente trasformando in "feste
di qualcos'altro".
DICEMBRE 2 005 BS
IOggi Babbo Natale, l'albero,
le luci, le palline, i colori, i festoni,
la poinsettia, il vischio, i regali,
ecc. oscurano la semplicità
del protagonista : Gesù Bambino
del presepe.
divisero al passaggio dell'arca del-
l'alleanza". (Giosuè 3,17-4,7) Le fe-
ste cristiane sono le nostre pietre. A
ogni festa , i bambini dovrebbero
chiedere ai genitori: «Perché faccia-
mo festa? ». Le feste dell'anno litur-
gico sono una forma magnifica di
catechesi, che coinvolge tutta la fa-
miglia. Un vero catechismo "avvol-
gente" fatto di movimento, canto,
partecipazione, gioia, comunicazio-
ne, e non di formule astratte.
La festa di Natale non è affatto
la festa della tenerezza familiare . È
la celebrazione del momento più

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
importante della storia umana e
della fede cristiana. Alla base della
nostra fede c'è un avvenimento
storico indubitabile: Gesù è nato in
Palestina in una data che possiamo
determinare con sufficiente preci-
sione. Il nostro calendario comincia
con quell'evento. È l'evento fondan-
te della nostra storia. Al principio di
tutto c'è quest'uomo. Non un libro.
Non una dottrina, un catechismo o
un complesso di idee . Neanche
una speciale illuminazione. Nessu-
no ha mai parlato come quest'uo-
mo, ha amato come lui, si è donato
totalmente come lui fino ad annien-
tarsi. Nessuno ha comandato come
lui al vento e al mare, agli spiriti
malvagi che tormentano e distrug-
gono nell'uomo la parte migliore
della sua umanità.
La sua nascita diventa una festa ,
perché non è mai capitato né potrà
mai capitare qualcosa di simile.
Quella nascita ha cambiato la vita
dell'uomo e del mondo. Che cosa
sarebbe oggi il mondo senza Gesù
di Nazareth? Ma la domanda più
importante è: «Chi saremmo noi ,
senza Gesù di Nazareth?». La fe-
sta serve per rivivere, e non sem-
plicemente ricordare , il significato e
il fortissimo sentimento di quell'e-
vento, che perciò non è più lontano
nel tempo , ma presente. A questo
servono i segni della festa. Ma alla
maggioranza dei figli , oggi, proprio i
genitori propongono dei segni vuoti
che il mondo del commercio e degli
affari sfrutta cinicamente. Questo è
il grande inganno: la festa senza il
festeggiato. Che cosa si festeggia,
allora? I genitori devono rimettere
Gesù nel Natale e allora i segni tor-
neranno a parlare e la festa sarà
più bella perché vera. Con un ca-
lendario d'Avvento, anche molto
semplice, genitori e figli possono vi-
vere il senso dell'attesa. Facendo il
presepio, i genitori possono raccon-
tare ai figli la storia degli inizi; con
le decorazioni e le luci, ricordare la
vera luce che ha squarciato le te-
nebre del mondo; con i regali , spie-
gare il dono immenso tatto da Dio
all'umanità; con l'atmosfera di bon-
tà, testimoniare il modo nuovo di
vivere inaugurato da Gesù.
D
Eppure quella nascita ha cambiato
la storia dell'uomo e del mondo.
CHE COSA C'È
DIETRO AL PRESEPE
Anche il Natale risente del periodo storico che stiamo vivendo ...
V iviamo un tempo nel quale,
sicuramente , incombe il ri-
schio di ridare vita allo spirito
delle crociate, sia perché in ogni
religione è possibile un'interpreta-
zione integralista della tede, sia
perché a tutti crea disagio il con-
fronto fra civiltà e culture differenti.
Ma è altrettanto presente l'atteggia-
mento dell'indifferenza; per chi fa
della neutralità etica un valore che
consente di navigare con un mini-
mo di disinvoltura nelle acque della
società multiculturale, il sincretismo
appare come una soluzione vincen-
te che consente di occultare incer-
tezze e incoerenze della nostra
identità cristiana.
Anche il Natale, inevitabilmente,
è risucchiato in queste problemati-
che. E poiché la famiglia non è mai
di fronte al cambiamento sociale,
ma dentro le sue contraddizioni e
tensioni, diviene sempre più difficile
fare almeno della casa il luogo in
cui l'adesione al Vangelo possa es-
sere espressa in modo convinto e
trasparente . La cosa drammatica è
che la rinuncia a esplicitare i segni
distintivi della Natività non riguarda
solo i lontani dalla tede o i tiepidi ;
anche molte famiglie che abitual -
mente in parrocchia condividono i
ritmi pastorali della comunità cristia-
na si ritrovano a fare i conti con la
carenza dello spazio e del tempo
da dedicare a Gesù che si fa
uomo: microscopici presepi precon-
fezionati cedono il passo a sontuosi
alberi addobbati di luci e colori; la
preghiera e la partecipazione alla
messa vengono messe in secondo
piano, per fare posto agli acquisti
dei regali , all 'organizzazione di
pranzi e cenoni, a viaggi sempre
più esotici. Andare controcorrente è
arduo: e non ci si sente inibiti sol-
tanto dagli sguardi di commisera-
zione di parenti e amici per i quali il
Natale è soltanto una bella occa-
sione di vacanze sulla neve; spes-
I Halloween ha fatto fuori
Ognissanti e Babbo Natale
ha oscurato il grigio
della grotta di Betlemme.
so anche nella propria casa si deve
ingaggiare una dura lotta con i figli
che rivendicano più spazio al divèr-
timento che alla preghiera, e pen-
sano a momenti di evasione con gli
amici , più che alla contemplazione
dell ' Incarnazione .
E ti chiedi com'è possibile che
anche i tuoi ragazzi , che si preoc-
cupano di partecipare alla novena
con il loro gruppo parrocchiale, di
animare iniziative di solidarietà e
guidare i bambini del catechismo al
primo dei grandi misteri della tede
cristiana, possano poi con tanta
rapidità acquisire la forma mentis
del consumismo e vivere il Natale
festaiolo di tanti loro coetanei, la
cui freddezza nei confronti della
religione desta in loro stessi una
certa perplessità per tutto l'anno.
Non serve far scattare la molla dei
sensi di colpa , né limitarsi a dire
che il clima culturale rende inevita-
bile l'usura dei simboli e dei signifi-
cati della tede. Piuttosto, vale la
pena riflettere su alcune questioni
per niente marginali. Il presepe , e
tutto ciò che è contenuto in questo
BS DICEMBRE 2005

4.6 Page 36

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segno della cristianità, è espres-
sione innanzitutto di una rinnova-
ta antropologia, con la quale quo-
tidianamente dobbiamo misurarci.
Il Dio che si fa uomo e invita ogni
persona e riscoprire dentro di sé
il germe della santità e dell'eter-
nità è qualcosa che non può stuz-
zicarci in modo occasionale o
superficiale ; è una scommessa
che devi affrontare in ogn i mo-
mento , oppure l'hai persa per
sempre. Ma perché i nostri ragaz-
zi possano riscoprire e sperimen-
tare questa provocazione del Na-
tale, c'è bisogno che quotidiana-
mente si sentano sollecitati a
mettersi in gioco, a rischiarsi per
qualcosa di esigente .
Il presepe appartiene, inoltre ,
a una cosmologia che è rivoluzio-
naria per la nostra esperienza
abituale: suggerisce che il tempo
dell 'attesa conta molto di più di
ogni realizzazione umana; che lo
spazio degli affetti familiari è ben
più rassicurante rispetto ai luoghi
in cui si cerca soltanto un comfort
esteriore; che una grotta può di-
ven ire il cuore del mondo più di
mille centri del potere economico
e politico ; che la povertà è la
vera ricchezza dell'umanità. Se
mancano nella nostra casa riferi -
mE)nti costanti a questo diverso
modo di intendere l'esistenza, se
la nostra vita familiare non è
improntata a queste verità, come
possiamo pretendere che i segni
del Natale trovino adeguato rico-
noscimento e valorizzazione?
Infine , dietro al presepe c'è un
modo inedito di percepire e vive-
re la religione : non più un Dio
misterioso assente dalla storia,
ma un compagno di viaggio pron-
to a condividere ogni avventura e
travaglio degli uomini. Ebbene,
nell'esperienza attuale delle no-
stre parrocchie, è proprio questo
che viene annunciato nelle cate-
chesi e nelle liturgie? Le tante
forme di testimonianza cristiana
nelle realtà delle nostre città sono
davvero espressione di questa
sollecitudine e di una così profon-
da solidarietà? Non basta collo-
care il presepe al centro della
sala da pranzo, perché possa
stare al centro del nostro cuore e
della nostra identità.
O
DICEMBRE 2005 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Julio Olarte
Fondatore è il vescovo sa-
lesiano monsignor Hubert
D'Rosario (classe 1919), indiano
di Calcutta, nominato vescovo
nel 1964, fu promosso arcivescovo
di Shillong nel 1969.
SUORE
DELLA VISITAZIONE
DI DON BOSCO
Nel 1969, monsignor Hubert
D'Rosario sdb succedeva a monsi-
gnor Stefano Ferrando nell a sede di
Shil long-Gwahati . D ive ntato sa-
lesiano nel 1937 e prete nel 1947,
era direttore a Bombay quando, nel
1964, venne chiamato all 'episcopa-
to e consacrato vescovo di D ibru -
garh. Nel 1969 gli fu data la sede
arc ivescovi le di Shill ong-Gwa hati.
Il grande svilu ppo pastorale permi-
se che l'archidiocesi si smembrasse
in due diocesi : Shillong e Gwahati .
Monsignor D' Rosario rimase arcive-
scovo a Shill ong, f ino all a mo rte,
avvenu ta nel 1994.
Dopo una visita al suo terr itorio,
eg l i to rn ò pens ieroso: 1'80% de i
catto li c i si trovava ne i vill aggi,
abbandonati a se stess i, mentre le
re l ig iose si conce ntrava no nell e
città . Occorreva fare qualcosa. Nel
1980, la confere nza de i re li gios i
indiani, in vista del cente nari o del-
l'eva nge li zzaz ione de l NE In dia
(1990), ne discute i prob lemi, con-
statando che nessuno è più effica-
ce de ll e suore per annu nc iare il
kerigma. Esse vivono, infatti , ass ie-
me all a gente nei vi ll agg i, cono-
sco no tutt i, so no apprezzate e
segu ite. Monsignor Hu bert intu isce
che possano riso lvere le sue
preocc upaz ioni pastora li. E fo nda
le II Suo re de lla Visitazione" co n
l'approvaz ione de i 7 vescov i de l
NE e di Roma. Il 31 maggio 1983,
festa del la V isitaz ione, inizia la
nuova congregazione co n 1O gio-
va ni de ll a tribC1 Khasi e 2 suore
del la congregaz ione Our Lady of
the Miss ion, impegnates i pe r 9
ann i come loro fo rmatric i.
Il 31 gennaio 1988, cen tena ri o
dell a morte di Don Bosco, quattro
dell e quin d ic i suore professe ini-
ziano la prima miss ione in un vi l-
lagg io vicino a Shill ong. Dopo un
anno curava no già più di un cen-
tin aio di catec umeni, e di bamb ini
che si prepa ravano all a pri ma co-
mun ione e al la cresima , oltre ad
alcune giovan i copp ie per la pre-
parazio ne al matrimonio. Le loro
Costituz ion i stab i lisco no che i
memb ri sono II una comunità d i
do nne battezzate, de lla Chiesa
Catto lica, e riunite in un istituto
m issionario ed educativo di vita
consacrata, al servizio de i poveri
e abbandonati, specialm ente se
giovani, sia tra i cattolici sia tra
quelli che ancora non hanno rice-
vuto la luce de lla fede, special-
mente nei villaggi e nelle aree
urbane trascurate".

4.7 Page 37

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BS DICEMBRE 2005

4.8 Page 38

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Sf\\OE Ei\\C\\-\\E
per ragazzi, genitori, educatori
di Giovanni Russo
bioeticalab@itst.it
È la VITA. Un dono
meraviglioso e complesso
che l'essere umano non
cessa di indagare.
Una delle proprietà fondamentali
e più perspicue dell'essere uma-
no è la vita. L'uomo è homo vi-
vens: egli è umano finché è vivo. Men-
tre però il fenomeno della vita è un da-
to certo e quasi ovvio, il significato , la
natura e l'origine restano cose assai
complesse, e misteriose. Sin da quando
l'uomo ha potuto riflettere sulla condi-
zione del suo esistere, ha percepito che
un mistero grande e ineffabile avvolge
la sua vita. Essa gli sfugge e lo affasci-
na, lo incuriosisce e lo meraviglia. Per
darsi risposte meno inadeguate sul na-
scere, il vivere e il morire, l ' uomo si
affaccia alla comprensione dei proble-
mi della sua vita con un atteggiamento
di rispetto per il mistero che essa con-
tiene: egli colloca la vita nell'orizzonte
di quelle realtà che non potranno mai
essere comprese per intero.
SFORZI PER SVELARE
IL MISTERO
Lo sviluppo straordinario della scien-
za e della tecnica, anziché allontanare,
ha attualizzato ed enfatizzato gli inter-
rogativi sulla vita e sulla sua origine.
Essi rimangono ÌlTisolti: come irrisolti
rimangono il perché e il senso. Non è
pensabile che la scienza arrivi a scopri-
re l'origine della vita senza scoprirne
nel contempo il «senso» e la finalità. La
vita è così un mistero da esplorare, un
luogo in cui mettere in atto continui
tentativi di indagine geografica e spe-
culativa. L 'Odissea è il risultato di que-
sto profondo desiderio di scoprire il mi-
stero della realtà. Ulisse vive la tragedia
di un destino avverso che si abbatte su
di lui, ma se ne serve per navigare fino
ai confiI1i della realtà; subisce ogni for-
ma di avversità, ma tenta sempre di do-
minarne la violenza per assaporare il
gusto dei suoi più reconditi segreti: fa-
cendosi legare all 'albero della nave,
riesce a sentire l'ammaliante canto del-
o,cEMBRE 2005 BS
VALORI IN QUESTIONE
La vita è un mistero da contempla-
re. Stupendo dono di Dio ,_la_~u1 im-
magine è scolpita nella d1g111ta della
~ tr~ vita è una realtà sacra c~e non
~uLòamvaitiaesinsesreencsoomapsrseoslautpoerapmptaerrt~ie. -
neLsaolvoitaa
Dio .
è un
valore
•b'I
indispo111 I e
e
intangibile per se stesso.
le siI·ene (Privitera). Fotografare tutti
quanti i volti della vita: è questo il
grande desiderio di chi vuole svelarne il
mistero; ma scopre la limitatezza delle
sue possibilità. L' itinerario di scoperta
della verità, della storia di una singola
persona come dell'umanità intera, può
essere ripresentato come un itinerario
percorso dall'uomo seguendo le om1e
della vita, sua maestra.
MISTERO
DA CONTEMPIARE
La vita è anche un mistero da con-
templare. La contemplazione che l' uo-
mo fa del mistero della vita si trasforma
sempre in «autocontemplazione»: se
parte dalla contemplazione delle «cose»
te1Te11e 11011 potrà non pervenire alla
I Contemplarsi significa scendere
fin nel profondo di sé e scorgere
in quell'abisso il sussurro
del mistero più alto e il senso
del proprio esistere.
L' Odissea e un poema
emblematico: racconta il viaggio
di Ulisse attraverso la vita, di cui
egli vuole assaporare tutto,
ma senza perdersi. .. tanto
da farsi legare all'albero della nave
pur di non farsi ammaliare
dal canto delle sirene!

4.9 Page 39

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CONFRONTIAMOCI IN
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 1 GRUPPO E IN FAMIGLIA
Che rapporto vedi tra la vita come
iono dr D10 e la libertà dell'uomo di
rsporne a piacimento?
! Rr_treni possibile un pluralismo sul-
I rndrsponibilità della vita? Anche chi
ha disposto della vita nei campi di
stermrnro _h_a diritto di opinione.
~ L~ drgnrta della vita ha valore asso-
~to. come vedi chr dispone della vita
a suo nascere con l'aborto?
Pen~r che sia accettabile dis orre
le iella vita nelle sue fasi terminali tuan-
o rl sog~e_tto incapace di capite e
sue co~d121_on1 sono irreversibili?
La vrta e un valore trascendente
aperto alla vita eterna. Come annun~
c1are questo messaggio ?ggi?
I La vita, dall'uomo posseduta,
trascende la sua stessa realtà
personale.
Contemplarsi vuol dire riconoscersi nel profondo come figli
dello stesso Padre.
percezione della propria singolarità e
preminenza rispetto a tutti gli altri esse-
ri; se parte invece dalla contemplazione
del mistero di Dio non potrà non abbas-
sare il proprio sguardo fino alla con-
templazione del frutto più significati-
vo della creazione. Contemplare e au-
to/contemplarsi è possibile solo, come
affe1ma Hartmann, all'uomo non fretto-
loso. Questo è l'atteggiamento che per-
mette di cogliere il più genuino signifi-
cato della vita in genere e della propria
vita in particolare. La contemplazione è
saper guardare le cose, ma saper guar-
dare anche al di là di esse; riprendere la
varietà delle immagini della vita come
fa la cinepresa, ma osservarle dentro ed
esplicitarne il più recondito significato.
L 'atteggiamento contemplativo si iden-
tifica con quella tensione verso la tra-
scendente purezza e genuinità della vita
che inevitabilmente si scatena in chi ne
ha afferrato il significato più autentico.
La vita è un mistero che non si finisce
mai di contemplare.
DONO DI DIO
Per un uomo di scienza la vita è una
pm1icolare organizzazione della mate-
ria. Per l'uomo della strada, invece, la
vita è amore, è lotta, è dolore ... ma
anche speranza. Una simbologia, que-
sta, nella quale si legge l'affermazione
che la vita dell 'uomo è posta sotto il
segno dell'ambivalenza e del rischio.
Nessun automatismo o magia la può
garantire e nessuna sapienza può sve-
lare il segreto che ne assicuri la per-
manenza e la crescita. Per l'uomo di
fede, la vita è dono di Dio, viene dalla
sua libertà benedicente e, quando rag-
giunge il culmine nell'uomo, si svela
come dono che si gioca nell'ambito
della libertà. Solo l'accettazione di es-
sa come dono di cui si deve rinunciare
a voler disporre autonomamente, fa in
modo che la vita possa crescere come
vita di qualità. La vita, infatti, in senso
assoluto, appartiene solo a Dio. Vi è
sempre un di più in Dio che può creare
vita perfino nella morte. La domanda
sul significato della vita in genere e di
quella umana in particolare è al tempo
stesso, per tutti e sempre, tensione co-
noscitiva nei confronti del suo mistero
e tentativo umano, ora lecito ora proi-
bito, come nel caso di Adamo ed Eva,
di appropriarsi sempre di più e sempre
meglio del suo più recondito significa-
to. La vita appare ora come trascen-
denza, ora come tragedia, ora come
luogo da esplorare sia geograficamen-
te sia speculativamente, ora come rap-
porto di amore evanescente o travol-
gente, passionale o catartico, ora come
processo maieutico o contemplativo,
ora come realtà da scomporre in tutti i
suoi particolari o itinerario esistenziale
verso un Aldilà raggiunto e al tempo
stesso irraggiungibile; ora, infine, co-
me un accavallarsi di più sentimenti
contrapposti e il conseguente prevalere
alternato dell 'uno o dell 'altro di essi.
Pertanto, la vita, dall ' uomo posseduta,
trascende la sua stessa realtà persona-
le, non essendo lui a dm·sela, non es-
sendo lui a potersela togliere. Credente
o non credente, la persona avverte
sempre che quella vita che adesso è
nelle sue mani resta qualcosa di molto
superiore alla sua stessa realtà: pur
possedendola, non la ritiene come cosa
sua; la usa, ma non la domina; la tra-
smette, ma non la origina; la possiede,
ma ne è anche posseduto.
O
BS DICEMBRE 2005

4.10 Page 40

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TAGORE
POETA CRISTIANO?
di Severino Cagnin
L'ascetica figura del grande poeta
indiano Rabindranath Tagore.
P oeta in continua ricerca,
pensatore profondo e aperto
al nuovo, Tagore fu un fi-
glio unico e straordinario dell 'In-
dia e nello stesso tempo un uomo
moderno e universale. Nacque a
metà Ottocento in un esuberante
Bengala che sotto il dominio stra-
niero operava il difficile passaggio
da tradizioni secolari a una nuova
società, influenzata dal mondo in-
glese. La famiglia era induista, ma
non limitata ai riti folcloristici e al-
le osservanze tradizionali; era libe-
ra e aperta alla "Comun_ità di Dio"
(una forma di induismo più vicina
al cristianesimo). Nel suo scritto
La religione dell'uomo egli affer-
ma che la ricerca di Dio passa at-
traverso la sensibilità di un poeta,
più che di un teologo. Religione e
poesia hanno seguito in lui lo stes-
o,cEMBRE 2005 BS
Si riapre oggi ti discorso su
scrittori riscoperti come
portatori di messaggi
validi; tra gli altri il noto
poeto indiano Togore,
profeta di uno cultura
multietnico, fondato sullo
spiritualità di ogni
persona. Un Tagore Day
speciale nel mondo.
so percorso. Una ricerca costrutti-
va si sta affermando oggi tra pen-
satori diversi: non confronto, ma
ascolto, comprensione e progetta-
zione comune. "La mia vita reli-
giosa - scrive Tagore - ha seguito
la stessa linea misteriosa di cresci-
ta della mia vita poetica, attraverso
sentieri non segnati". Quindi gra-
dualità di processo, riconoscimen-
to dei propri enori e limiti, intui-
zione di una verità infinita mai
raggiunta: anche per questi motivi
Tagore è avvincente. A 12 anni
scoprì con il padre sull'Himalaya
la culla del Gange, madre di tutti i
fiumi e lassù il suo sguardo si
riempì di silenzio, e imparò a va-
gare tra immense foreste e nevi
perenni, abbracciando spazi infini-
ti, cullandosi del fluire incessante
di acque trasparenti.
STOP ALL:'INDIFFERENZA
Alla base dei suoi rapporti con la
natura, con le persone di ogni casta
sociale e con Dio, sta una convinta
visione dell'uomo, originale e vin-
cente. Si potrebbe definire una
concezione laica, indipendente da
ogni fede religiosa e, quindi, ac-
cettabile da tutti per il fatto stesso
di essere semplicemente e straor-
dinariamente uomini. Tagore so-
gna un mondo senza frontiere. Ve~
de il nazionalismo come una chiu-
sura in un momento in cui l'anima·
indiana cerca con forza di liberarsi
ed emergere dalla dominazione
straniera. Egli è per la rivoluzione,
ma senza violenza: una guerra
combattuta con la musica, la pre-
ghiera e le mani aperte a dismisu-
ra. "Chi vincerà una guerra - si
chiede in una lirica - quelli che
dopo aver creato frontiere e innal-
zato muri alzano la mano in segno
di vittoria, o quelli che, caID1ni-
nando verso un mondo migliore,
hanno dato la vita per questo idea-
le? La sconfitta vera è nel negarsi
all'amore e alla bellezza".
Per lui, come per altre persona-
lità del suo secolo, il mezzo princi-
pale per costruire questa nuova vi-
sione dell'uomo è l'educazione dei
giovani. Ricordando esperienze in-
felici, fatte da bambino a scuola,
Tagore attua programmi pedagogi-
ci, improntati al pieno rispetto del-
la personalità dell'allievo. Si può
dire che alla fine della sua espe-
rienza, da poeta e pensatore a poli-
tico e artista, arrivò ad essere maé-
stro. Considerò l'insegnamento co-
me la più alta professione e voca-
zione. Iniziò con i suoi figli e cin-
que altri scolari. Poi per ampliare
quest'attività didattica, si vide co-
stretto a vendere alcune proprietà e

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I(OM il simbolo supremo della
religione indù). Tagore fu un uomo
aperto a ogni fede, e vicino a tutti
quelli che sono disposti alla
ricerca del senso della vita e,
quindi, a incontrare l'Autore della
Vita.
A 12 anni scoprì con il padre
sull'Himalaya la culla del Gange.
i gioielli della moglie defunta, e a
sopportare viaggi faticosi in cerca
di fondi. I proventi del Premio No-
bel per la Letteratura e quelli dei
diritti d'autore sui numerosi suoi
libri, nonché il ricavato di confe-
renze tenute ovunque in quel pe-
riodo, gli servirono per trasformare
la piccola scuola di Santiniketan,
che significa dimora della pace,
nella università internazionale "Vi-
shva Bharati", che in sanscrito si-
gnifica Là dove il mondo si incon-
tra in un nido.
UN INDUISTA
CRISTIANO?
Tagore ha molto parlato e scritto
di Gesù e del mondo cristiano, ha
sempre riconosciuto nelle sue liri-
che una spiritualità vicina al Van-
gelo. Oggi, superando il confronto
diretto tra religioni e culture diver-
se, lo riscopriamo aperto a ogni fe-
de, e vicino a tutti quelli che sono
disposti alla ricerca del senso della
vita e, quindi, a incontrare l 'Autore
della Vita. "Perché - egli afferma -
nessuno può imprigionare Dio nel-
la propria religione e dire: è mio!".
Egli sostiene che il comanda-
mento nuovo di Gesù, "Ama il
prossimo tuo come te stesso", pone
l'uomo al livello di Dio che ama
ciascuno come figlio e fa vivere
tutti come fratelli. Tale intimità
con Dio permette anche di attuare
l'insegnamento di Gesù di amare i
nemici. È convinto, Tagore, che il
cristianesimo abbia portato nel
mondo l'amore per l'uomo; e di-
chiara un grande onore il fatto che
il Dio che i cristiani adorano si sia
legato alla condizione umana, fa-
cendosi egli stesso uomo. Nono-
stante i difetti che vede nei cristia-
ni (non sono uniti, a volte cercano
soldi e ... sorridono poco!), "rico-
nosciamo però che questa religione
ha saputo unire l'umanità, almeno
in un punto, nella dedizione al
prossimo. E questo è il più alto ri-
conoscimento per una religione".
UN GELSOMINO
Cl SALVERÀ
Ai lettori dei paesi sviluppati, abi-
tuati ai film catastrofici e ai romanzi
senz'anima, Tagore può insegnare
che la natura è bella, l'amore per gli
altri è migliore dell'odio e della
vendetta, che il denaro non fa felici,
e altro. Egli afferma convinto che
l'universo è una creazione della
gioia e che "anche un gelsomino
nato dal seno della terra è il frutto di
migliaia di anni di contemplazio-
ne". E non è solo sogno o ingenuità
I Per lui, come per altre personalità
del suo secolo, il mezzo principale
per costruire una nuova visione
dell'uomo è l'educazione
dei giovani.
orientale, se si vedono i risultati
della sua azione extrapolitica. Non
si è fermato di fronte ai contrasti so-
ciali e ai lutti familiari. Ha evitato
di murarsi in se stesso, perché:
"Murato in te, è solo notte. Apri gli
occhi e fuori di te troverai la luce
infinita. Dio si fa visibile nei fiori,
nelle stelle, nelle acque ... Dio è
nella gioia e nell'amore che trovia-
mo attorno a noi". Come capirlo?
Lui ci risponde, ora, qui, davanti a
noi, a modo suo:
Chi sei lettore, che leggerai le mie
poesie
tra cento anni?
Non posso mandarti un solo fiore
di questa ricca primavera.
Apri le tue porte, guardati intorno.
Nel tuo giardino in fiore cogli
fragranti ricordi
Dei fiori sbocciati cento anni fa.
Nella gioia del tuo cuore che tu
possa sentire
la vivente gioia che cantò, in un
mattino di primavera,
mandando la sua voce lieta, attra-
verso cento anni.
BS DICEMBRE 2005

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
pai.tiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8-Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
DICEMBRE 2005 BS
. . . J I NOSTRI MORTI
POSSENTI sig. Mani.io, exallievo,
t Treviglio, il 13/12/2004, a 79 anni
Un uomo di profonda fede, di grande talen-
to, di ininterrotta attività. Rigoroso e autore-
vole nella professione di commercia lista,
ma sempre pronto ad aiutare i meno ab-
bienti. Ha studiato dai salesiani e non si è
più allontanato da essi, divenendo prima
consigliere dell'Unione exallievi di Treviglio,
poi presidente. Ma Manlio Possenti fu an-
che un apprezzato giornalista, corrispon-
dente di varie testa te , pres iden te della
Schola Cantorum di Treviglio, fondatore del
periodico "La Voce Nuova", della "Filarmo-
nica della Gera d'Adda", del "Club Unesco
di Caravaggio". A un anno esatto dalla mor-
te il suo ricordo è ancora vivissimo non solo
presso gli exallievi ma in tutta Treviglio. La
sua perdita ha lasciato un vuoto grande in
tutta la città, la sua persona sentimenti di
profonda e sincera ammirazione in tutti co-
loro - e sono tantissimi - che l'hanno cono-
sciuto e/o gli sono vissuti accanto.
ALAMANI FABBIAN Sig.ra Maria,
mamma di un salesiano,
t Dolo (VE) , il 04/03/05, a 93 anni
Madre di otto figli , ha saputo educarli alla
fede e avviarli al lavoro. Dopo la morte del
marito, avendo visto sistemati i figli, scelse
di vivere l'esperienza di cooperatrice, se-
guendo il figlio salesiano, don Vito, e met-
tendosi al servizio della Comu nità Salesia-
na di Firenze. I confratelli le avevano colle-
gato la cucina con l'altoparlante della Chie-
sa per farle seguire durante il lavoro in cu-
cina e in guardaroba le funzioni che si
svolgevano in Parrocchia . Era fe lice di
sentirsi in comun ione con loro anche du-
rante la preghiera. Ebbe l'onore di una per-
sonale benedizione di papa Giovanni Pao-
lo Il , al termine del suo servizio, in una bre-
ve ma memorabile udienza. Nello stesso
periodo il Rettor Maggiore don Egidio Vi-
ganò , rin graziandola per la sua preziosa
opera, stendeva di suo pugno una perga-
mena in cui la nominava di diritto "Coope-
ratrice". Lei teneva con orgogl io questo
scritto accanto all a fotograf ia de l Papa
mentre la benediceva con un segno di cro-
ce sulla fronte .
CASTANO sac. Luigi, salesiano,
t Arese , il 26/01 /2005, a 96 an ni
Don Luigi fu un grande salesiano, da ricor-
dare negli annali della congregazione. Do-
po alcuni ann i passati in Patagonia, dove
fece il noviziato e compì gli studi umanisti-
ci , tornò in Italia per la Teologia e vi restò.
Fu insegnante apprezzato , fine filosofo e
profondo teologo, presto promosso a Con-
sultore del la Congregazione per i Riti. Dal
1953 al 1972 fu eletto Procuratore genera-
le dei salesiani , rappresentante cioè de l
Rettor Maggiore presso la Sante Sede. Fu
stimato da tutti , compres i i papi Pio Xl i,
Giovann i XX III e Paolo VI. Prese parte a
diversi Capitoli generali , scri sse molto, si
adoperò per la riab ilitazione del vescovo
sales iano monsignor Cognata , ingiusta-
mente calunniato. Dal 1972 andò cappella-
no delle FMA a Varese, dove conti nuò la
sua prolifica attività di scrittore. Fu definito
il più autorevole studioso della santità sale-
siana, che divenne la categoria fondamen-
tale della sua missione. La sua bibliografia
presenta una sessanti na di titoli. Resterà
nella memoria di tutti in benedizione.
GALEANI sac. Nello, salesiano,
t Civitanova Marche (MC) , il 24/06/2005,
a 87 anni
Un piccolo "crisostomo" salesiano. La pre-
dicazione è il servizio che ha caratterizzato
tutta la sua vita. Una predicazione curatis-
sima nello stile e nei contenuti. Un porgere
miratamente espressivo. Non solo predica-
zione, però. Educatore esigente e spirito-
so, insegnante qualificato e apprezzato fin-
ché la nostra storia glielo ha richiesto , poi
totale disponibilità per il servizio pastorale,
specialmente nelle confessioni. Uomo dal-
la conversazione intelligente, acuta, stimo-
lante. Ha avuto sempre pronta la battuta e,
a suo tempo, l'ultima barzelletta. Ha accet-
tato la croce , su cui ha consumato la sua
fedeltà al Signore e a Don Bosco (N. Cen-
tiom).
TOFANI sac. Ilario, salesiano,
t Civitanova Marche (MC), il 1°/07/2005,
a 83 anni
Nomen amen: ha incarnato una "ilarità" be-
nevo la e costruttiva. Piccolo di statura,
straco lmo di humour toscano, scherzoso e
stimolante. Vantava la con/cittadinanza
con Leonardo Da Vinci. Ha coltivato il gu-
sto del contatto , dell'accoglienza, dello
scherzo, del sorriso. Ha sorriso tanto, an-
che quando non poteva più parlare. Lo
rendeva simpatico il suo giocare a "fare il
vescovo" con tanto di fascia e zucchetto.
Mostrava con compiacimento il diploma di
"matto", assegnatogli dalla spiritosa tradi-
zione di Gubbio. Un 'umanità sorridente,
messa a servizio dell'educatore salesiano,
sempre presente in mezzo ai ragazzi. Uno
stuolo di exallievi di Forlì , Lugo e Ravenna
lo ricordano con simpatia e affetto. La sua
presenza in comunità lo metteva natural-
mente al centro del tono della fraternità .
Salesiano contento , sacerdote pastoral-
mente disponibile , sapeva risolvere sorri-
dendo anche i momenti di tensione o di dif-
ficoltà. Non è difficile pensare che abbia te-
nuto anche co n il Si gnore lo stesso tono
gioviale e che ora rallegri un angolo di pa-
radiso salesiano (N. Centiom).
Venuta la sera di
quel giorno ?esù disse:
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.3 Page 43

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le persone (Cfr.
Sei personaggi
in cerca d'auto-
re). Secondo lo
scrittore, l'uomo
è solo , la realtà
è frammentaria e
nel mondo domi-
na il relativismo .
Quando fonda la
Compagnia del Luigi Pirandello
Teatro d'Arte di
Roma e propone le sue opere
riscuote grandi successi. Nel 1934
riceve il Nobel per la Letteratura.
La stella di Natale (Poinsettia)
è il fiore di
Dicembre
FLORA D'APPARTAMENTO
La "stella di Natale" (Euphorbia
pulcherrima), è conosciuta anche
come Poinsettia, dal nome di
Robert Poinsett che la scoprì in
Messico, nel 1825. In natura è alta
anche due metri , ma le specie col-
tivate hanno dimensioni minori e si
stanno diffondendo per l'effetto
decorativo delle sue brattee , dal
vivace color rosso. Preferiscono un
ambiente caldo e luminoso. Il ter-
riccio non deve essere né secco,
né troppo bagnato. Spesso, soprat-
tutto dopo le feste natalizie, la
Poinsettia è gettata via, mentre se
è lasciata vegetare , in genere rifio-
risce . Poiché è una pianta fotope-
riodica (fa i fiori quando le giornate
si accorciano) , tra settembre e
ottobre è meglio tenerla in ambienti
con poca luce, e dopo concimarla
con potassio e fosforo. Produce un
lattice irritante per la pelle.
NOBEL ITALIANI
Il 10/ 12/ 1936 muore di polmonite
Luigi Pirandello. Era nato a Gir-
genti (Agrigento) il 28/6/ 1867.
Dopo la laurea in filologia roman-
za, la difficile situazione economi-
ca lo costringe a dare ripetizioni e
a collaborare a vari periodici. Nel
1894 sposa Antonietta Portulano
che pochi anni dopo manifesta
problemi mentali. Questa difficoltà,
lo scoppio della prima guerra mon-
diale e il ferimento del figlio Stefa-
no lo portano ad approfondire la
conoscenza dei meccanismi della
mente e l'identità profonda del -
IL PERSONAGGIO
DEL GIORNO
1° dicembre 1916: in Algeria, è as-
sassinato Charles de Foucauld,
fondatore dei Piccoli Fratelli di Gesù.
2 dicembre 1967: il sudafricano
Christian Barnard esegue il primo
trapianto di cuore su un uomo.
3 dicembre 1997: muore il dise-
gnatore Jacovitti.
4 dicembre 1924: Duke Ellington
debutta al Cotton Club di Harlem .
5 dicembre 1791: a 35 anni , muo-
re W. Amadeus Mozart.
6 dicembre 1977: a Parigi muore
Raoul Follereau, l"'amico dei leb-
brosi ".
7 dicembre 1598: nasce Gian Lo-
renzo Bernini, architetto e scultore.
8 dicembre 65 a.C.: nasce il poe-
ta latino Orazio Fiacco.
9 dicembre 1920: nasce Carlo
Azeglio Ciampi a Livorno.
1O dicembre 1894: Scipione Riva
Rocci inventa lo sfigmomanome-
tro .
11 dicembre 1843: nasce Robert
Koch , scopritore del bacillo della
tubercolosi.
12 dicembre 1915: nasce Maria
Luigia, moglie di Napoleone nel
1810.
13-17 dicembre 1996: Kofi An-
nan del Ghana, è segretario gene-
rale dell'Onu.
14 dicembre 1911: il norvegese
Roald Amundsen raggiunge il Po-
lo Sud .
15 dicembre 1890: muore il capo
Sioux Toro Seduto.
16 dicembre 1770: nasce Lud-
wig van Beethoven.
17 dicembre 1903". i fratelli Wright
fanno volare il primo aereo al mondo.
18 dicembre 1835: Samuel Colt
brevetta la pistola a sei colpi a ripe-
tizione.
19 dicembre 1915: nasce la can-
tante francese Edith Piaf.
Toro Seduto
20 dicembre 1872: nasce il com-
positore Lorenzo Perosi.
21 dicembre 1863: muore il poeta
romano Gioacchino Belli.
22 dicembre 1858: nasce il com-
positore Giacomo Puccini.
23 dicembre 1896: nasce Tornasi
di Lampedusa, autore de Il gatto-
pardo.
24 dicembre 1818: Franz X. Gru-
ber musica "Stille Nacht".
25 dicembre anno O: secondo il
calcolo di Dionigi il Piccolo, na-
sce Gesù. BUON NATALE ai let-
tori!
26 dicembre 1890-. muore Heinri-
ch Schliemann, scopritore di Troia.
27 dicembre 1571 : nasce l'astro-
nomo tedesco Giovanni Keplero.
28 dicembre 1947: ad Alessan-
dria d'Egitto, muore re Vittorio
Emanuele lii.
29 dicembre 1926: muore il poeta
austriaco Rainer M. Rilke.
30 dicembre 1865: nasce Rud-
yard Kipling , autore de li libro del-
la giungla.
31 dicembre 1946: il presidente
Harry Truman proclama la fine
della Il guerra mondiale.
AUGURI
Italia
Francia
Germania
Buon Natale e Buon
Anno Nuovo
Joyeux Noel et Bon-
ne Année
Frohliche Weihnach-
ten und ei.n gutes
Neues Jahr
Gran Bretagna Merry Christmas and
Happy New Year ,
Spagna
Feliz Navidad Y pro-
spero ano nuevo
BS DICEMBRE 2005

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Serena Manoni
Giornata Mondiale
della Gioventù
COLONIA 2005
ECHI DI
Tra il milione - o giù
di - di Papaboys e
non so lo, accorsi a
Colon ia per "adorare" ma
anc he per co nosce re la
COLONIA (1)
lascia to pulito e in ordine
(q uasi!). Non se l'aspetta-
vano, pensavano forse
alle gra ndi adunate dei
megaconcerti, quando sul
nu ova Guida e Pad re de l
Movimento e di tutti i gio-
vani catto li c i de l mondo,
terreno si lascia di tutto...
come dopo un a batta-
glia... Rifiuti umani com-
c'e rano anche circa quat-
presi! (Fabio)
tromila giova ni del MGS
proven ient i da tutto il
- Bello! Bello! Bello! Sia-
mondo . Essi i I 18 agosto
mo tanti e... sa lesia ni. E
si sono radunati al " Don
pure Papaboys. Non ti
Bosco Club" di Colon ia,
meravigliare: oggi non va
provenienti da 30 diverse
di moda la pluri/apparte-
nazioni, hanno ca ntato la
nenza? (Erika)
stessa ca nzo ne, c iascuno
nella propri a Iingua, han-
- Il Papa mi ha fatto
no asco ltato, hanno fatto
impressione. Ho nel cuore
festa , hann o preso impe-
Parig i, Rom a, e Toronto,
gni ... Soc iali zzia mo qual- Festa salesiana a Colonia.
adesso Colonia. In somma
che espressione co lta al
sono un Papaboy un po'
vo lo vagando in mezzo alla loro gioia, sia durante attempato, ma che male c'è? Ogni volta che parte-
l' inco ntro sia dopo.
cipo mi sembra di ringiovanire, in vece che di
in vecchiare. (Gianni)
- Sono straordinariamente contento di essere tra "i
crucchi".. . ma lo dico in termini di simpatia e qua- - È stato bello ritrovare Don Bosco, pronunciato da
si di tenerezza (si affretta ad aggiungere scambian- tutti più o m eno allo stesso modo... Dom Bosco,
do un'occ hiata comp li ce co n una sorridente ragaz- Don Bòsco, Don Vasco ... Don Bosco ... m a anche
za tedesca). (A ldo)
Ton Posco. Ho trovato un sacco di amic i con i
quali ho pregato, ca ntato, dan za to, raccontato.. .
- lo ho intesa con tutti, no parole, ma gesto. Italia- Sì, ci siamo cap iti! Come? Usando un inglese .. .
ni fare gesti very expressive. No problem con ita- da infarto e gesti da napoleta ni. (G iacomo)
lian i e altra provenienza ... from Greece, from
Spain, from Croazia, from Poland, from Russia.-..
FMA insegnato teatro, quindi no problem per
gesti.. . very expressive. Oennifer)
- lo devo lam entare qualche deficienza di organiz-
zazione de i tedeschi, soprattutto de lla poliz ia. Se
tentavi di chiedergli qualcosa no n sapevano m ai
niente, faceva no finta di non capire, ci mandava no
da lla parte sbagliata ... Ma di loro non mi interessa-
va più di tanto. Volevo vedere il Papa e farmi tanti
amici... (G iorgio)
- Li abb iamo meravigliati i poliziotti tedeschi
quando, partendo dal luogo del raduno, abbiam o
DICEMBRE 2005 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba•
Santuari d'Italia
12 13 14
19
di Roberto Desiderati 23
27
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro paese.
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
A gioco completato risulterà, nelle caselle a doppio bordo, il nom e di un fa moso Santuario.
o
Definizioni
ORIZZONTALI. l-17. Vedi foto-12.Motosca-
fo antiso1mnergibile -15. Esageratamente econo-
mo - 16. Compagnia Italiana del Turismo - 19. Il
nome di Fidenco - 20. Rumorosa litigata- 22. Mul-
tinazionale del petrolio- 23. Mitico figlio di Creso
- 24. La società nata dalla fusione dell 'Aeritalia
con la Selenia - 25. çorso post-laurea - 27. li
"vai!" in inglese - 28. E stata scelta con i voti- 29.
Le hanno i videoregistratori - 30. Partite - 31. La
portano solo le donne - 32. Così è detta una statua
senza testa - 34. Scuro, cupo - 35. Lubrificanti -
37.Furono fata li a Cesare - 38. Opera di Verdi con
l' aria "D i quella pira" - 41. Al centro dei peniten-
ziari - 42 . L' opposto di amore - 43. Arieggiati - 44.
Più passano gli anni e più aumenta.
LA MADONNA NERA
VERTICALI. 1. Capitale del Nicaragua - 2. Pro-
veniente dagli avi - 3. I barbari sottomessi da Tra-
iano - 4. Il suo simbolo è Au - 5. Una risposta che
delude - 6. Accogliere, gradire - 7. Nulla - 8. Grup-
po umano, razza - 9. Un 'attività... ali' inizio! - 10.
Divide a metà il cerchio - 11. La quarta preposi-
zione -12. Un robusto cane da guardia- 13. Depo-
sito di armi - 14. Lo diceva 1' imbonitore insieme a
"Siori" - 18. Sveglia - 20. Un'azione scon-etta -
21. Sono doppie in casa - 24. La D 'eusanio, con-
duttrice tv- 26. Rapace simile allo sparviero - 28.
Gonfio - 29. Popolare calciatore romano - 30.
Antichi menestrelli - 31. Il sedile in inglese - 33.
El Campeador - 34. Pari in Pravda - 36. Istituto
d'assicurazioni - 39. Adesso, in breve - 40. Extra
Ten-estre.
La soluzione nel prossimo numero.
Proprio dove sorgeva l'antica acropoli della colonia greca di Tyndaris, di
cui rimangono interessanti rovine, sul punto più elevato del promontorio
sorge ora un santuario mariano. Nel santuario si venera la statua lignea
bizantina di una Madonna Nera con Bambino che secondo la tradizione
venne portata dall 'oriente all'epoca dell ' iconoclastia (tra la fine dell'VIIT
secolo e l' inizio del IX), a bordo di una nave minacciata dalla tempesta e
prod igiosamente salvatasi nel porto di Tindari. Chiusi gli occhi, neri i volti
e le mani di Madre e Figlio, designanti la provenienza non latina.L'abito
della Madonna è dipinto di rosso
scinti llante e trapuntato di stelle.
Le scarpe luccicano d'oro e un
giglio d'argento ~ unta tra le dita
SOLUZIONE del
numero precedente
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de lla mano sinistra. Una dicitura, incisa sul
basamento della statua, recita : "N igra sum sed
formosa" , espressione che sta a significare la
bellezza di Maria nel colore brunito del viso. La
statua era conservata nel romitaggio che i
Benedettini, pochi secoli addietro, avevano
fondato sulle rovine di un tempio della dea
Cibele. Questo edificio divenne quindi luogo di
culto fin ché non fu distrutto nel 1544 dal pirata
Dragut; alla fine d i quel secolo venne costruito
un santuario e poi , in tempi più recenti , se ne
realizzò uno nuovo molto più ampio . Il nuovo
tempio, a croce latina, costruito tra il 1956 e il
1979, ha una pi anta di tipo basilicale caratterizza-
ta da tre navate divise da colonne rivestite in
mam10 pregiato. Dietro l' altare maggiore è posta
una teca, retta e incoronata da angeli in bronzo,
che ospita la statua in legno che per ben tre volte è
stata incoronata: nel 1886, nel 1901 e nel 1940. Il
luogo è molto frequentato dai fedeli e la ricon-en-
za principale si celebra I'8 settembre.
BS DICEMBRE 2 005

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
NON OCCORSERO
ESAMI
lo e mio marito desideravamo,
da tempo, un bambino, che non
arrivava mai. Per questo viveva-
mo giorni di preoccupazione e si
può immaginare quanto la cosa
ci rendesse tristi. Il medico ci an-
nunciò che con l'anno nuovo
avremmo dovuto sottoporci a
esami specifici, per indagare le
cause di questa sterilità. Un gior-
no, durante una confessione nel-
la mia parrocchia salesiana,
esposi il mio caso al sacerdote
che mi disse: "Signora, Conosce
san Domenico Savio? Prenda
questo giornalino, legga e si ri-
volga a questo piccolo santo, pa-
messo in viaggio da Modena
verso la Sicilia per starmi vici-
no. Ebbi un'emorragia, ma riu-
sci i a partorire naturalmente :
alle 3,50 del mattino nacque il
mio piccolo Giuseppe . Ma la
cosa più bella fu quando nella
sala di rianimazione davanti a
me apparve una luce bianca e
riconobbi la figura dell'immagi-
netta, che si accostò fino ai
piedi del mio letto . Non dimen-
ticherò mai quella emozione.
A. Brancato Angela, Modena
IL SANTO
DEI MIEI IMPEGNI
Mamma Margherita
GUARITO SENZA
INTERVENTO
essere stata curata da alcuni
medici , senza esito, decise di
rivolgersi a uno specialista.
Questi , dopo qualche mese di
cura, le consigliò come unica
solu?ione l'intervento chirurgi-
co. E da considerare che nella
famiglia di questa mia parente
sono presenti due persone in-
vai ide e bisognose di cure
continue. Presa dallo sconfor-
to, e non sapendo come fare
per aiutarla, cominciai a invo-
care con fiducia Mamma Mar-
gherita e Maria Ausiliatrice,
affinché fosse scongiurato l'in-
tervento, vista la difficile situa-
zione familiare. Dopo altri due
mesi di cure e preghiere, il me-
trono delle mamme in attesa.
Abbia piena fiducia in lui , vedrà
che qualcosa succederà, qualco-
sa di bello per lei , voglio dire".
Feci come mi disse il confesso-
re, pregandolo e parlando a Do-
menico come a un piccolo ami-
co. Ebbene , devo testimoniare
che quello stesso mese rimasi
incinta. Ora lo ringrazio ogni gior-
Posso testimoniare l'efficacia
dell ' inte rcessione dei santi e
specialmente di quella di Don
Bosco . Quasi tutte le sere lo
prego con la seguente orazione:
"Bisognoso di particolare aiuto,
a te ricorro con grande fiducia, o
glorioso san Giovanni Bosco. Mi
occorrono grazie spirituali per
Una mia cara parente soffriva
da quasi un anno di forti dolori
a un ginocchio con continua
formazione di liquido. Dopo
dico poté constatare la perfetta
guarigione del ginocchio.
A. Maria Teresa Griffa,
Torino
GRAZIE SEGNALATE
no e affido alla sua protezione il fuggire sempre il peccato e per- Per intercessione del bea- Per intercessione di san
bimbo che porto nel grembo.
severare nel bene fino alla mor- to Artemide Zatti:
Giovanni Bosco e altri:
j'
Mammoli Marzia,
Sesto S. Giovanni (Ml)
te. Ma mi occorrono grazie tem-
pora li e specialmente ... (qui si
espone la grazia). Tu che fosti
Miriello Mariuccia, Stilo (RC) Stefania Chiarelli, Siderno
Marina (RC) - Elda, Sotto-
Per intercessione della bea- marina (VE)
così devoto di Gesù sacramen- ta sr. Eusebia Palomino:
UNA LUCE Al
PIEDI DEL LETTO
Il 25 marzo 2003, da Modena
sono andata in Sicilia al paese
d'origine. Incinta, ormai vicina
tato e di Maria Ausiliatrice e co-
sì compassionevole delle uma-
ne sventure , ottienimi da Gesù
e dalla sua celeste Madre la
grazia che ti domando e una
grande co nformità al volere di
Dio". Poi si recita un Pater, Ave
e Gloria. Da quando ho iniziato
Adelina Cafasso, Livorno
Per intercessione di san
Domenico Savio:
Tatiana, Bagnolo (CN) -
C.G., Torino - Guavarini Sil-
via, Milano - Sr. Carmen
Per intercessione di Maria
Ausiliatrice e san Giovanni
Bosco:
R.C., Potenza
Per intercessione di Maria
Ausiliatrice:
al parto , mi recai in ospedale a pregare con questa orazione, Rizzo , Palermo - Gaspare e Teresa Forlin, Seveso (Ml)
per un semplice controllo , e i chiedendo sempre la stessa Emanuela, Parma - Valli
medici di Agrigento riscontraro- grazia {che mi aiuti a ricordare i Luigia, Lezzeno (CO) - Ar- Per intercessione di don
no che abbisognavo di esami miei impegni) , per strano che mando Domenico, Cuneo
Andrea Beltrami:
ben più importanti di quelli a possa sembrare, Don Bosco mi
B.R ., Novara (NO)
cui mi ero sottoposta. Mi disse- aiuta a ricordare gli impegni del Per intercessione di san
ro , inoltre , che non ero in grado giorno e ad affrontare i problemi Domenico Savio e altri:
Per intercessione di Attilio
di affrontare un parto naturale, della vita. Quando ho un appun- Alessandra, Verona
Giordani:
essendo la pressione a 160,
pensavano perciò d'intervenire
tamento che fino al giorno prima
avevo dimenticato di avere , il
Raccuia Vincenzo, Randaz-
Per intercessione di san zo (CT)
con il taglio cesareo. lo, già in
agitazione per il parto, fui assa-
lita da una gran paura, e iniziai
a pregare san Domenico Sa-
vio di cui avevo sentito parlare
come santo protettore delle
donne in stato di gravidanza ,
ma che non conoscevo ancora.
La sera di quel giorno verso le
giorno stesso me lo ricordo.
Quando ho qualche scadenza
fiscale , benché impegnatissimo
in altre faccende , a un tratto mi
ricordo di ciò che devo fare quel
giorno. Così Don Bosco è di-
ventato "il santo dei miei impe-
gni temporali".
Giovanni Bosco e san Do-
menico Savio:
Manna Paolo, Napoli - Ro-
salma Visconti , Cermenate
(CO) - S.G., Torino
Per intercessione di mons.
Luigi O/ivares:
Vanda Pazzetta, Nepi (VT) -
M.T.Z. , Verona
Per intercessione di san
Giovanni Bosco:
ore 20 cominciai a sentire dolo-
P. M., Roma M.F., Torino - C.B., Brandel-
ri così acuti ai reni che mi con-
lo (CN)
torcevo .piangendo. I medici
sentenziarono che non erano
ancora le contrazioni. Fu pro-
prio in quel frangente che una
signora molto gentile mi mostrò
un'immaginetta del piccolo Sa-
vio . La presi e la strinsi forte al
petto. Subito sentii tanto corag-
gio. Altrettanto avvenne per
mia madre che mi assisteva.
Mio marito nel frattempo s'era
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firma.te e senza recapito. Su.
richiesta si potrà omettere
DICEMBRE 2005 BS
l' indicazione del nome.

5.7 Page 47

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Monsignor
Gaston Ruvezi Kashala
Salesiano, già ispettore
del Centro Africa, vescovo dal
14 agosto 2004 per la diocesi
di Sakania-Kipushi. Ha scelto
come motto "Tout à tous". Sullo
stemma araldico compare il libro
(alfabetizzazione, Parola di Dio,
preghiera) , la scure (il lavoro
umano) , la piroga (il "due in altum"
di papa Wojtyta) , la croce al posto
della mitria.
Monsignore, se l'aspettava? E ora si sente ancora salesiano?
Prima domanda: assolutamente no! Seconda domanda: Assoluta-
mente sì.
In diocesi, qual è stata la prima iniziativa?
Ho visitato tutte le comunità ecclesiali, i gruppi, le associazioni, in-
somma le forze vive del mio territorio poi con loro ho stilato il Piano
Pastorale, non dopo essermi messo in ascolto della gente, dei loro
problemi, delle esigenze e urgenze che emergevano...
Immagino che il suo obiettivo sia...
. .. l'evangelizzazione, l'istruzione. Insomma la "costruzione" della
Chiesa. Se poi riusciremo a raccogliere qualche soldo dovrò pensare
anche ai luoghi di culto, che scarseggiano in modo preoccupante.
La diocesi è poverissima. Come pensa di andare avanti?
Ho scritto una lettera a tutta la diocesi per domandare a ciascun
cristiano un dollaro ali' anno come "imposta" ecclesiastica. Se la gen-
te capisce che torna a loro favore lo farà. I primi risultati sono buoni.
Monsignore, come vede la mondializzazione?
Molti dei fedeli della mia diocesi non sanno nemmeno che cosa sia.
Qui ci sono ancora molte famiglie che non mandano i figli a scuola.
Analfabetismo e ignoranza sono i nemici da battere, prima di pensare
alla globalizzazione, anzi l'alfabetizzazione è il primo passo verso la
globalizzazione.
Monsignore, le pesa la mitria?
Beh, materialmente pesa poco, ma come segno della responsabilità
pastorale verso il popolo pesa... Altro che! Comunque io nel mio
stemma al posto della mitria ho voluto la croce, per ricordare che la
mitria di Gesù era ben più pesante della mia.
Le posso chiedere un messaggio per la Famiglia Salesiana?
Prima di tutto che preghino perché la responsabilità non mi schiacci.
E poi... che non dimentichino mai i giovani che sono il futuro della
chiesa e del mondo.
Monsignore, come musico, che musica preferisce?
Quella classica, ma, e non meravigliarti, anche il reggae africano,
una musica che è il ritmo del cuore. .. ed è una musica altamente edu-
cativa che privilegia il messaggio. Mi comprendi?
Certo, monsignore! Grazie e auguri.
FOCUS
PIERRETTE
EBAKHITA
Sette anni ciascuna. Un gior-
no si presentano al catechi-
smo. "Vogliamo fare la comu-
nione!". "Siete troppo picco-
le!". "Ma noi vogliamo". E
continuano assiduamente a fre-
quentare le lezioni... A fine
corso, quando don Piero, tanto
per dar loro soddisfazione, le
chiama a colloquio per valuta-
re il grado di preparazione,
con l'intenzione di chiedere ad
ambedue di aspettare, s'accor-
ge che sono le più preparate.
Come dir loro di no? Le storie
personali di ciascuna votavano
a loro favore: Pierrette orfana
di madre, che a sua volta era
stata abbandonata dal padre,
era stata accolta in una ca-
sa/famiglia della parrocchia.
Bakhita anche lei senza il pa-
dre, che aveva abbandonato la
famiglia, poco tempo dopo ri-
mane anche senza madre, e
viene accolta in un 'altra ca-
sa/famiglia della parrocchia.
Sono due fiori solitari e splen-
didi. Così don Piero fa lo strap-
po alla regola, pensa che le sue
sfortunate bambine avranno -
con la P Comunione - un al-
tro "Amico" che potrà riempi-
re la loro solitudine.
piero2avioli@yahoo.it
BS DICEMBRE 2005

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA c.M.P.
r~
~,.
NEL F!ROSSIMO NUMERO
- I '- i
INSERTO CULTURA
di Josef Beranek
"Portai Praga"
ANNIVERSARI
di Giovanni Eriman
Ricordi di un "principe"
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
La Don Bosco School di Bangkok
ATTUALITÀ
di Valeria Battimiello
Una giornata in ostetricia