Bollettino_Salesiano_200412

Bollettino_Salesiano_200412

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- SANTITÀ GIOVANILE
di Pascual Chavez Villanueva
I FRU I 11 DEL SISTEMA
PREVENTIVO
RENATO E SICiMUND
Ed ecco, per i lettori, altri due frutti del .sistema di Don Bosco,
che per quest'anno sono gli ultimi. Ma lascio la consegna
a tutti di scovarne altri - certamente ce ne sono -
e di farli conoscere. Vi presento dunque Renato Scalandri,
di Torino e Sigmund Ocasion, filippino di Mandaluyong.
Renato
(1919-
ragazza di Sangano . Sentiva la
responsabilità, aveva il senso del
1944) dovere ed esigeva da amici e colla-
frequentò il li- boratori lo stesso atteggiamento.
ceo classico Se qualche animatore dimenticava
salesiano di di seguire un ragazzo, assente alle
Valsalice, vi- riunioni, lo interpellava: "Ti manca
vamente am- uno del gruppo e non te ne preoc-
mirato per cupi? Potrebbe essere ammalato, o
la letizia co- in crisi.. . Non possiamo lasciare
stante, la serietà dell'im- che si perda nessuno". Soleva ripe-
pegno, l'entusiasmo nell'attività, la tere che non si può essere cristiani
santità della vita. Testimoniò la sua veri se non si è uomini veri. Anche
fede con tanta convinzione che si in guerra si mostrò preciso e deciso
guadagnò la stima anche di chi non e portò nell'ambiente dei commilito-
condivideva il suo credo. Chiamato ni l'ardore della sua anima cristalli-
alle armi come sottotenente degli na. Organizzava incontri di cultura
Alpini , nel 1943 fu deportato in e di preghiera, avvicinava con la
Germania e il 22 aprile 1944 venne sua amicizia contagiosa tanti giova-
ucciso da una guardia a tradimen- ni che sentivano il richiamo del suo
to, proprio per il suo impegno di ideale. Dopo l'armistizio, nel 1943,
servizio e di fede. Sepolto con gli fu deportato in Germania, al campo
onori militari nel cimitero del cam- di Luckenwalde poi in Polonia a
po, la sua salma fu portata in Italia Przemyls. Non si perse d'animo:
solo nel '67. Ora riposa accanto ai studiava storia, meditava libri di spi-
genitori à Sangano (TO). Era un ritualità, tenne anche un diario e
ragazzo come tanti: cuore grande, iniziò a scrivere un libro. Ma soprat-
approccio solare, sorriso limpido. tutto continuò il suo apostolato:
Gentile, simpatico, allegro, servizie- consolava, consigliava, sollevava il
vole, studioso... gli aggettivi potreb- morale, aiutava chi ne aveva biso-
bero continuare. Gli piaceva la bici- gno. Il 21 aprile 1944, disse al cap-
cletta e la montagna, amava la pellano del campo, don Mario
gente, la parrocchia e i giovani, Besnate, salesiano: "Don... se
tanto da commuoversi quando in- dovessi morire in prigionia ti assicu-
contrava ragazzi infelici , soli, senza ro che non ho nessun rancore con-
chi si curasse di loro. A Valsalice è
ricordato come "il migliore degli
alunni". Aveva la parola fluida e la
mente ricca di idee. Un giovane
vivo. Un giovane santo! "Si sentiva
~
:f
in lui la purezza dell'anima, la fede
cristallina, il giocondo ottimismo della
sua fiorente giovinezza ... Era avvin-
cente e convincente, forza motrice
della nostra parrocchia", dice una
DICEMBRE 2004 8S
tro i tedeschi". Il giorno dopo volle
recarsi nel campo accanto a porta-
re le ostie e visitare un malato. Pre-
sentò il lasciapassare alla sentinel-
la che lo stracciò senza nemmeno
guardarlo, ingiungendogli di rientra-
re subito nel suo alloggiamento .
Renato si gjrò per obbedire e quel-
la gli sparò a bruciapelo alle spalle.
Sigmund è del '76. Oggi avreb-
be 28 anni. Unico maschio di
una nidiata di quattro figli,
Sieg crebbe in una meravigliosa
famiglia. Fin dalle elementari fre-
quentò il Don Bosco di Manda-
luyong. Oltre a essere vicino a
casa , i genitori pensavano che la
scuola salesiana avrebbe offerto
buone fondamenta umane, morali e
spirituali. Sigmund ricevette vari
attestati di eccellenza in religione e
un premio come la persona più
simpatica. Era socio del club "Amici
di Domenico Savio" e del gruppo
"Apostoli dei Compagni", e parteci-
pava alla scuola per animatori. Nel
1992 la famiglia si trasferì in Cana-
da. Sigmund impressionò i profes-
sori di Toronto per il suo rendimen-
to e i compagni per la sua bontà e
disponibilità. Fece presto a diventa-

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re un leader. Tra le altre cose si
distinse come "un impressionante
giocatore di pallacanestro", · tanto
che fu preso nella squadra del
Duke, e ne divenne il giocatore
migliore. Ma la vita non era facile in
Canada, e Sigmund decise di. ..
aiutare la baracca: "Mamma, distri-
buirò giornali nella zona per aiutarti
1 nelle spese". "Buona idea, figlio
mio, ma sei sicuro di non vergo-
gnartene?". "Perché dovrei?". Per
contribuire poi alle spese universi-
tarie lavorò in un "fast food" e fece
il lavapiatti in una casa per anziani.
Conseguita la laurea, a 22 anni,
trovò lavoro -come analista di mate-
riali, dimostrando serietà, compe-
tenza e decisione. Il presidente del-
la compagnia lo chiamava "Grande
Persona" e "Piccolo Presidente". E
quando sembrava che si avviasse
a una vita di successo economico
e sociale, ecco all'improvviso la
malattia. Rientrando dall'ufficio, una
sera del febbraio 2000, Sigmund
sentì un dolore lancinante allo sto-
maco. Tumore al colon. Trepidazio-
ne, lacrime, preghiere ... E l'opera-
zione. Poi l'ansia dell'attesa. Il ver-
detto del primario chirurgo non
lasciò speranze: "Purtroppo è in
metastasi". Il male precipitò. Un sa-
lesiano venne per il sacramento
degli infermi. Era sereno. La sua
grande fede lo portava a consolare
i suoi, invece che a lamentarsi. Tut-
ti, medici, infermieri/e e pazienti, lo
chiamavano "ragazzo speciale", e
le visite non finivano mai. Credeva
fermamente che Dio avesse una
finalità per la sua sofferenza. Nel
notiziario salesiano del Canada
(giugno 2000) , don Giuseppe Oc-
chio scrisse: "Oggi, 14 giugno, ce-
lebrerò la messa di trigesima per il
riposo dell'anima di Sigmund Oca-
sion. Tre mesi fa, ha scoperto di
avere un tumore terminale. È stato
un esempio luminoso del successo
della spiritualità salesiana: la sua
serenità, coraggiò e pace fino al
momento della morte mi hanno fatto
pensare a Domenico Savio".
D
ILuminosi dall'alba al tramonto
alcuni giovani che hanno
frequentato le scuole, gli oratori,
le parrocchie dove si educava
attraverso il Sistema Preventivo
di Don Bosco.
Dicembre 2004
An no CXXVIII
Numero 11
In copertina:
50 an ni di TV hanno
influito su ll e g iovan i
generaz ion i riguardo all a
mentalità, alle abitudini,
a lla morale ... E non sempre
positiva mente.
Foto: FMNVia Dalmazia
(RM)
M ensile di informazione -
e cu ltura religiosa edito
dall a Congregazione Sa lesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
G IANCAR LO MAN IERI
- CHIESA
12 Chiesa e migranti
di Silvano Stracca
- G,ovANI
14 Giovani e 50 anni di TV
di Sergio Abbruciati
- VIAGGI
18 Tirana e i salesiani
di Giancarlo Manieri
- CASA NOSTRA
20 Salesiani... in mostra
di Nata le Maffio li
- , NSERTO CULTURA
23 Un turista d'eccezione (2)
di Renato Butera
FMA
28 Cielo sulla discarica
di Graziella Curti
RuBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor }. -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento Salesiano - 37 Laetare et
benefacere... - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 42 I nostri morti - 43 // mese -
44 Prima pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covalo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertony
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
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Fondazione DON BOSCO
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
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in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
Unione Stampa
più di quelle in cui operano i salesiani.
Periodica Italiana
BS DICEMBRE 2004

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di Carlo Di Cieco
NOTIZIE DAL FUTURO
A conti fatti, il futuro non si presenta come un'era paradisiaca...
Se i semi che si stanno gettando in questi inizi del lii millennio
dovessero fruttificare, allora le previsioni più pessimistiche non
riuscirebbero a descrivere la realtà. Eppure ...
Dal futuro giungono notizie di
catastrofi ecologiche e di lotte
sempre più radicalizzate per la
soprawivenza e l'accesso alle risorse
della terra. In più , nei pé;tesi
dell'occidente e segnatamente in Italia,
avanza un allarmante invecchiamento
della popolazione. Esperti di medicina,
scienziati, sociologi, economisti ,
climatologi sembrano convergere
nell'indicare il 2050 quale tappa che
segnerà un significativo cambiamento
della popolazione e dell'ambiente .
Un'epoca nuova, insomma, che -
secondo le premesse - non si
annuncia molto felice per chi ci sarà.
E, a starci, saranno gli attuali giovani e
i neonati in questi anni turbolenti di
inizio millennio.
Dall'awenire - visto quale risultato
di scelte che i governi stanno facendo
oggi - non giunge nessuna buona
notizia. Dal futuro promesso da Dio
vengono notizie che rinfrancano. Dal
futuro sperato e cercato dalle persone
di buon senso, aperte alla
responsabilità nei confronti della terra e
dell'umanità, è tuttora viva la speranza
di riuscire a rovesciare le previsioni che
voltano al peggio il cielo del domani.
Futuro di Dio e futuro dell'uomo
possono coincidere nella misura in cui,
da subito, ci si rimbocca le maniche e si
apre il cantiere di svolta rispetto alla
Babele globalizzata. Ponendo regole
condivise da tutti (i padroni di bombe
atomiche compresi) all'immensa Porta
Portese in cui il mercato sta
trasformando il pianeta Terra. Un
mercato tuttavia - sempre più spesso
tragico - dove c'è meno allegria e
meno varietà che nel celebre mercato
romano; sotto un influsso crescente
della violenza e con sempre meno
risorse da poter comprare.
O Addossare - come si fa spesso
semplificando e disinformando - questo
scenario da incubo al sistema sociale
che ha garantito la pensione agli
anziani condannando i giovani alla
precarietà, è un modo losco di
informare. Simile all'informazione nel
tempo di guerra, dove chi uccide dice di
DICEMBRE 2004 BS
farlo per liberare gli occupati. Mettere le
generazioni ai ferri corti per raggiungere
traguardi di profitto economico è una
operazione mercenaria ma rischia
purtroppo, nel tempo, di riuscire. Ai
giovani si dice che se non inseguono il
successo, se non corrono a diventare
famosi, non avranno futuro perché i loro
padri (nonostante milioni tra essi non
abbiano guadagnato nella vita quanto
prende in un mese un famoso
calciatore) hanno depredato tutto il
possibile.
Pure i padri, invece hanno sofferto le
rapine del sistema economico del
profitto, e i loro risparmi sono costati
lacrime e sangue di generazioni. Il
dolore dei padri è vedere che per i
propri figli si prepara una stagione più
incerta.
li luogo per raccontarsi le comuni
prospettive di fronte al mondo_che
cambia rimane l'educazione. E il tempo
del dialogo in cui giovani e adulti si
tramandano il testimone del passato e
aprono insieme finestre nuove
sull'awenire. Ma, paradossalmente,
proprio nella società della
comunicazione, anche l'educazione è
sottoposta a una pressione indicibile.
"Come ti educo il pupo a pensare che il
suo orizzonte di vita si realizza
nell'avere tutto e di più, ppssibilmente
subito e a basso costo". E la formula
più venduta dal mercato informativo ai
ragazzi e ai giovani. Salvo poi, quando i
riflettori degli studios televisivi sono
spenti , facendo i conti , ogni ragazzo si
accorge di avere in tasca molto meno
di quel che serve per stare al passo del
propagandato modello consumista.
Fa pensare l'audience che viene
offerta ai venditori di successo a buon
mercato. Fa pensare ancora di più
che ci siano tanti genitori che
abboccano. Di frequente ormai sono
anzi essi stessi a sgomitare per
garantire un posticino al figlio nel circo
mediatico. Tanto deprimente è il
quadro, da augurarsi che torni di
moda la disobbedienza. Quel gusto
interiore di fare il contrario rispetto
all'infinita leggerezza dell'avere che si
va seminando a piene mani.
O

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· Ho sentito ragazze più inna- ~CUOLE SALESIANE. - Noi abbiamo più di 600 ra-
morate della . loro squadra rij Egregio direttoie, [...] gazzi. Ebbene, sulla retta loro
che del proprio rt:gt:zzo. H? come mai oggigiorno l' acces- richiesta pratichiamo riduzio-
ascoltato d1scors1 msensatt, so alle scuole salesiane è con- ni per complessivi 50 mila
/;o constatato un disprezzo del- senti to solo ai figli del!~ fam i- ali' anno .
1 avve1;sano ta le da sconfina- glie con reddito alto? E spia- - Caro direttore, se desideri
re nel/ odw. Ho visto gentt h e cevole sentirsi dire dai oeni- renderti conto della gestione
miti .signorine/le... trasfor- tori: "Sa, prof, non poss~ se- economica della nostra scuo-
mars1 m p1.ccole belve e ra- ouire il suo invito a mandare la , ti invio il prospetto degli
OIFOSI? Egregio diretto-
re, Le cito un episodio
tanto spiacevole quanto ripro-
gazzi modello _sragionare di
brutto. Ho visitato qualche
sito di ultras sul web : i com-
menti e i ragionamenti che
scrivono nelle apposite chat
~ io figlio dai salesiani, per-
ché la retta è superiore alle
mie possibilità..."
Maurizio , Verona
alunni con i relativi sconti
applicati sulla retta. Più del
10% degli scolari usufruisce
di riduzioni che vanno da un
minimo del 10% a un massi-
vevole. Tifoso della Ferrari, sono quelli di gente colpita Ho fatto un giro di telefo- mo del 100%. Il che significa
assieme ad altri ho organizza- da qualche grave sindrome, il nate, caro signore, presso al- che ci sono alunni che non
to una sorta di raduno in una linguaggio è da esaltati, i vo- cune delle scuole salesiane pagano proprio nulla.
· cittadina del litorale veneto caboli da postribolo... Qual- sparse in. Italia, per rendermi - Tutti dicono che noi sale-
[...] Parcheggiate alc une vet- che psicologo compiacente conto dello status quaestionis. siani siamo ricchi per come è
ture nella piazza, siamo stati classifica questo modus di- Come pensavo, la realtà non messa la nostra scuola, p er le
"attaccati" da un gruppo di cendi come sfogo, scarico di è come a lei risulta e descri- attrezzature che possiede, per
tifosi che avevano assistito a tensioni, altri come manife- ve. I responsabili amministra- i fornitissimi gabinetti scienti-
una partita di calcio di serie stazione di frustrazioni re- tivi inte,pellati mi hanno con- fici, per le rette che le famiglie
A, accanendosi contro la no- presse... ma io credo si tratti fe rmato quello eh.e già sape- pagano, ecc. Ma se fa cessi ve-
stra manifestazione che non principalmente di mala edu- vo, avendo anch'io insegnato dere il prospetto amministrati-
c'entrava nulla col calcio, fi- cazione.
per qualche tempo in una di vo a qualche manager o revi-
schiandoci e urlandoci addos- Come educatore devo , anco- queste scuole. E cioè:
sore di conti, mi prendereb-
so fras i irripetibili (Alberto, ra una volta, ribadire che la 1. le rette richieste agli alun- bero per matto: un'azienda
Mogliano). Perché esistono fo rmazione impartita nelle ni risultano del tutto insuffi - con queste entrate come fa a
tifosi così pazzi scatenati? scuole, e nelle palestre , come cienti alla gestione del com- reggersi? Dove prendete i
(Viviana, Bologna).
anche in famig lia è a questo plesso scolastico in tutte le soldi ? Siete davvero come dice
livello carente, per non dire sue componenti. Praticamen- la barzelletta, che il Padreter-
È difficile scandagliare la inesistente; che una conviven- te, nessuna di queste scuole è no non sa che cosa pensi un
psicologia di un tifoso, diffici- za basata sulla concorrenza, in attivo. Se non. fosse per i gesuita, quanti ordini di suore
le enucleare i meccanismi che non può non portare a questi benefattori, l' industria perso-
scartano e... impediscono ai eccessi; che il gioco del cal- nale e l'intraprendenza dei
"malati di tifo" (sportivo) di cio oggi non è più un gioco salesiani, gli aiuti del/' ispet-
ragionare, di controllarsi, di ma un business; non è più toria di appartenenza o, in un
APPELLI
avere normali approcci con la una gara ma una battaglia le caso, della Regione, ci si tro- Signora giovane è disposta
gente . Sembra che oggi sia il cui armi sono parole volgari, verebbe nella dolorosa neces- ad assistere una persona an-
tifo a conquistare l'uomo , non sputi, sgarbi, ripicche, villa- sità di chiudere entro breve ziana, sia in casa propria sia
l'uomo che per diletto perso- nie, provocazioni; che lo tempo .
in casa della persona biso-
nale diventa tifoso. Non poche Stato non vuole o, non può o . 2. In nessuna scuola "tutti " i gnosa di assistenza. Regina
volte, infatti , il tifo riesce a in- non sa eh.e fa re; che gli edu- ragazzi pagano l' intera retta. Attienese, Via SS. Martiri,
durre ne11' individuo una me- catori (leggi genitori) a volte I più disagiati hanno agevo- 67 - 84010 S. Lorenzo di
tamo,fosi tale per cui scom- sono più "arrabbiati" nel tifo lazioni e/o sconti di vario Santegidio (SA).
pare il "tbl dèi tali" e compa-
re il fan o il tifoso arrabbiato.
Questi tipi di individui, una
volta sedotti e bidonati dal fa-
natismo, sembra che perdano
che non i propri fig li...
Ebbene, siamo chiamati a
combattere questa solitaria
battaglia! Vi consiglio di
non arrendervi e di conti-
tipo , che arrivano a coprire
anche l'intero ammontare del-
la quota.
3. C'è sempre, insomma, qual-
cuno che non paga nulla, pro-
Scambio santini . Roberta
Cortesi, Via Ramedello
5/10 44040 Corporeno
(FE) .
pezzi importanti della propria nuare a essere quei pazzi prio perché le condizioni fa- Sono un cattolico pratican-
persona: la capacità di ragio- che si ostinano a considera- miliari non glielo consentono. te. Des idererei c01Tispon-
nare serenamente, la calma re lo sport per quel che do- Per una visione più completa , dere con amici, amiche,
nei rapporti con la parte av- vrebbe essere: svago, dive,·- le indico le risposte di alcuni sacerdoti , suore, per sem-
versa , la capacità di "ricono - tim ento, relax, irrobustimen- economi e/o direttori di scuo- plice co1Tispondenza. Lu-
scere" le persone come ami- to del corpo, sano ago ni- le salesiane.
cio Frisullo, Via Sanità
che. Per loro, tutti diventano smo ... Da parte mia, conti - - Qui saremmo ben contenti 25 - 03012 Anagni (FR).
nemici, eccetto quelli che mi-
litano dalla stessa parte. Non
per nulla li chiamano ultras,
cioè al di di ogni regola, di
ogni ragionamento, di ogni
educazione, di ogni lecito. ·
nuo a credere che il bene sia
piiì fort e del male. È v.ero,
esso sembra perdente... e, in
effetti, perde non poche bat-
taglie, ma, ne sono convinto,
vincerà la guerra!
di accogliere tutti i ragazzi
gratis se lo Stato ci ricono-
scesse il diritto di essere pa-
gati per il servizio che gli si
fa, come capita nella quasi
totalità delle altre naziqni.
Ragazzo diciannovenne cer-
ca amici/e di penna. Rosa-
rio Cappello, Via Catagi-
rasi 16/A - 97015 Modica
Alta.
DICEMBRE 2 004 BS

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esistano e dove prendano i sol- e attirare, per scioccare ed ria...". Trovo davvero vergo-
di i salesiani?
emozionare. I giochi, i più gnoso che ci sia gente che
le assicuro, caro signore, che strambi, qualificati chissà per- giudichi senza sapere ma per
il cahier de doléance non è ché come medioevali, i costu- emozione. Personalmente tro-
certo finito qui. Però qui io mi mi più fascinosi, medioevali vo ammirevole il comporta-
fermo. Quel che farebbe Don an.ch' essi naturalmente.. . Ri- mento del Papa.
Bosco oggi, non so. So quel cordo che un tempo, quando
che faceva allora, in rapporto sedevo sui banchi di scuola, il
f ederico@ ...
alla società in cui viveva , e so, Medioevo passava per "l' età Caro Federico, anch'io trovo
altresì, che quella era abissal- dei secoli bui" , ed era a dir ammirevole il comportamento
mente diversa da questa. poco esecrato. Oggi non è del Papa, anche perché è
Forse, invece che moltiplica- cambiato molto nella testa e stato l'unico a vedere lonta-
re le castagne o le noccioline sulla bocca di certi professori no... i grandi politici del mon-
per i suoi ragazzi, Don Bosco nostrani. Ebbene, questo ri- do odierno hanno fatto la fi -
oggi sarebbe costretto a mol- gurgito spesso boccaccesco gura di persone miopi, quan-
tiplicare i soldi per pagare gli di giochi , di gastronomia, di to meno. Sbag lierò , ma mi
stipendi dei professori esterni costumi, di materiali e pe1fi - pare che esista anche un fon-
delle sue scuole!
t:.lcaro r.JESSO E DINTORNI.
Direttore, le televi-
sioni, tutte ormai sia quelle
p1ivate sia quelle pubbliche,
fanno le loro trasmissioni qua-
si sempre in funzione del ses-
so senza limiti e senza pudo-
re. In tutte le manifestazioni
propinate dal piccolo schermo
non si parla che di sesso che
viene assorbito anche dai
no di vocaboli fa pensare a
tutt'altro che a secoli bui.
Valli a capire gli storici (di
parte). Sembra, a scorrere le
saghe d'estate , che non solo
siamo figli del Medioevo, ma
siamo ripiombati nel Medio -
evo. Con una differenza. So -
stanziale. Il gran.de assente di
giochi e feste pseudomedio-
evali odierne è Dio , sostituito
dal dio-sesso , eppure quelle
feste, quei tornei, quelle sa-
ghe nacquero tutte , senza ec-
damentalismo occidentale ol-
tre a un fondamenta lismo isla-
mico. Nemmeno Dio ha prete-
so di estirpare il male e per di
più con armi di distruzione
inimmaginabili. Si parla di 10
mila testate nucleari in pos-
sesso della più potente nazio-
ne del mondo. Bastano e
avanzano per liquidare il pia-
neta non un territorio semide-
sertico di poco più di 20 mi-
lioni di abitanti com'è l'Iraq.
bambini. È uno spettacolo in- cezione, sotto la spinta o il Personalmente, temo una so-
decoroso cl;J.e toglie dignità, patrocinio della Chiesa, e ge- la potenza egemone: è faci le
soprattutto alla donna. Questa neralmente davanti alla chie- che diventi il "Grande Fra-
è la libertà che abbiamo con- sa principale del paese si tello" al cui occhio nulla
quistato? Nessuno reagisce? svolgevano, prologo o epilo- sfugge, il gendarme del mon-
Tommaso, Palermo
go di una cerimonia religio-
sa, di un.a f esta patronale, di
do che manganella chi non
fila secondo le sue vedute, il
Pare di no, caro Tommaso, un. matrimonio, di una pro- legislatore che scavalca ogni
nessuno reagisce perché, mi cessione, ecc. Guarda caso i legge, il potente che oltrepas-
ha suggerito un amico socio- "secoli bui", stanno illumi- sa ogni potere. Un tempo si
logo, il sesso oggi è squader- nando il terzo millennio, il se- inorridiva - lo ricordo bene -
nato senza più veli e pudore ... colo del'elettronica e del- per la famosa dottrina brez-
è come se avesse preso trop- !' informatica. Vorrà dire qual- neviana sulla "sovranità limi-
pa luce e si fosse bruciato. In- cosa. O no?
tata" . Ebbene c'è poi molta
somma ha perduto mordente
differenza con la dottrina bu-
perché ha perduto il mistero.
Infatti , ciò che è chiaro , abi-
,,L PAPA. Egregio Diret-
shana della "guerra preventi-
va". Solo una persona che s'è
tudinario, troppo conosciuto, U ~ore, qualche tempo fa ho bevuto il cervello può p ensa-
prima o poi - più prima che dovuto difendere il Papa da re che la guerra moderna
poi - stanca, annoia, depri- accuse di questo tipo: "Il fatta di bombe intelligenti
me. Siamo in una civiltà stan- Papa si è bevuto il cervello", (? !) che ti piovono dal'alto
ca, annoiata , depressa che ha "Il Papa è diventato comuni- senza che puoi fa rci niente,
bisogno di stordirsi per diver- sta" , "Il Papa non capisce che sia una cosa onesta, giusta o,
tirsi; ha bisogno di divertirsi la guerra all 'Iraq era necessa- addirittura, "sacrosanta", co-
per dimenticare; ha bisogno
me mi ha scritto un certo
di dim enticare per sopravvi-
Willi di Udine . Mi sa tanto
vere. Ho dato una scorsa ad
alcuni giornali nazionali e re-
gionali l'estate passata e ho
scoperto, soprattutto nelle cit-
Non ci è stato possibile p~tb-
blicare tutte le lettere per ve-
nute in redazione . Ce ne
scusiamo. Provvederemo_a
che se non impariamo a far
funzionare come si deve la
forza del diritto, della giusti-
zia e della ragione invece che
tadine ad alto tasso turistico , suo tempo alla pubblicazw- quella della ferraglia, andre-
un' infinita kermesse di sor- ne o alla risposta personale. mo incontro a catastrofi inim-
prese, di iniziative per stupire
maginabili.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org

1.8 Page 8

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KIKERINO, RUSSIA
ESTATE RAGAZZI
ESPORTATA
In Russia l'estate ragazzi or-
ganizzata dai salesiani è an-
che "ecumenica" . In un pae-
sino di campagna che rispon-
1 de al nome di Kikerino, si
sono fatte prove di conviven-
za multiculturale e multireli-
giosa: tre settimane di Grest a
favo re dei ragazzi della locale
scuola statale, organizzate dai
salesiani di Gatchina assieme
al pope di Kikerino e al presi-
de della scuola statale. È in
assoluto la prima volta che
sul piazzale dove s' intonava
inquadrati e impettiti l'inno
sovietico, risuona il Padre
nostro , la vera grande pre-
ghiera ecumenica della cri-
stianità.
S¼zza
~
~
CESOLI, ITALIA
PIAZZA
DON ERMINIO
JACOBACCI
Ancora un riconoscimento,
post mortem, per il salesiano
don Eiminio Jacobacci. L 'am-
ministrazione Comunale di
Cesoli di Ortona dei Marsi,
suo paese natale, ha voluto
intestargli una piazza. La ce-
rimonia ha av uto luogo il
7 agosto u.s . Una piccola fol-
la di exallievi del "sor Ermi-
nio" diventato "don" dopo i
60 anni, ha ricordato le espe-
rienze di vita avute con lui: i
campi scuola, le "uscite·", le
"prediche", le scarpinante in
montagna, ma soprattutto gli
esempi di un salesiano che vi-
veva sulla sua pelle quanto
insegnava. L'ispettore della
provincia adriatica, i sindaci
dei paesi viciniori, alcuni sa-
lesiani suoi amici, molti suoi
exallievi scout, e altra gen-
te hanno partecipato com-
mossi all 'evento che consa-
cra la semplicità, l'onestà e
la vita apostolica di un reli-
gioso sorprendente. (Remo
De Matteis)
ALICANTE, SPAGNA
UNA BIOGRAFIA
PROVVIDENZIALE
Due anni di ricerche puntuali
e scrupolose, poi il libro. I
familiari del martire salesia-
no di Salamanca, Julian Ro-
drfguez Sanchez hanno volu-
to approntare una biografia
del loro congiunto, caduto
durante la guerra civile il
9/12/1936 a Patema e beatifi-
cato da Giovanni Paolo II
1' 11 marzo 2001. Nemmeno i
parenti ne conoscevano bene
la vita e il martirio. Ora Fran-
cisco Sanchez, uno. dei suoi
familiari, ne ha scritto final-
mente la vita, 136 pagine e
612 incisioni, dopo una serie
di ricerche meticolose. Ci vo-
leva. Può fare da apripista ad
altri biografi dei tanti martiri
salesiani di questa guerra fra-
tricida.
DINGLI, MALTA
NUOVO QUADRO
DI DON BOSCO
"Don Bosco with Youth" è il
nome del quadro di John
G1ima, nativo dell 'isola di
Gozo e artista noto in parecchi
paesi per il suo successo ai1i-
stico. La pittura è stata messa
nel foyer del nuovo complesso
sportivo inaugurato dal Rettor
Maggiore, don Chavez, in oc-
casione del primo centenario
della presenza salesiana a
Malta. Rappresenta il volto
raggiante di Don Bosco il cui
fascino ha mantenuto vivo
l'entusiasmo dei ragazzi per
lui e i suoi insegnamenti. So-
no proprio essi i protagonisti:
vengono raffigurati nella pit-
tura con le braccia in alto,
mentre giocano felici e ricono-
scenti di fronte al loro grande
benefattore.
DICEMBRE 2004 BS
ROMA, PISANA
CONSULTA
MONDIALE
Dal 25 al 28 luglio 33 mem-
bri della Consulta mondiale
di Comunicazione Sociale pro-
venienti da diverse zone del
mondo, esperti di comunica-
zione per la formazione, l'in-
formaz ione e la produzione,
si sono radunati presso la Ca-
sa Generalizia dei salesiani.
Intense le giornate, vivo e
partecipato il dibattito, solido
l'approfondimento delle te-
matiche in agenda. Incontri
del genere appaiono sempre
più necessari e urgenti, p,oi-
ché viviamo nel mondo della
comunicazione globale.
La nostra rivista, dal prossi-
mo mese di gennaio 2005 , de-
dicherà l'Inserto Cultma alla
Storia e all'attività delle im-
prese di comunicazione socia-
le presenti nella congregazio-
ne salesiana.

1.9 Page 9

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FILATELIA
a cura di
Roberto
Saccarello
redazionale
DARFUR REGIONE
INVISIBILE
Tutti i media hanno parlato
del Darfur e della sua trage-
dia, peraltro ormai quasi di-
menticata, anche se non risol-
ta. L'occhio dei mezzi di co-
municazione si è fissato , inve-
ce, insistentemente ,sull'Iraq,
sulla Cecenia, su Israele... Ep-
pure, "Qui si muore come e
più che in Iraq, in Cecenia, in
Palestina, ci scrive un missio-
nario, ma nessuno sembra ac-
corgersene". Le cifre del "più
grande dramma del nostro
tempo", com stato definito
da un membro dell'ONU, sono
tragiche: un milione e 200
mila profughi, costretti a fug-
gire dalle loro case, pìù di 300
che lottano ogni giorno per
sopravvivere; 10 mila morti di
malaria e altre malattie in un
solo mese - una media di 200
morti al giorno - e 50 anni di
lotte tra i Fur (Da,fur signifi-
ca dimora dei Fur) e le altre
etnie. Ci permettiamo di inter-
venire ancora, perché la Re-
gione soffre ancora, come
prima e, se possibile, più di
prima. I salesiani continuano
la loro lotta quotidiana a favo-
re dei profughi, soprattutto i
più giovani.
ANCHE DUE
SALESIANI
no di Jarabacoa; e don Julio
Alberto Soto, già economo
ispettoriale della provincia re-
ligiosa delle Antille, attual-
mente è inserito tra i salesiani
di La Vega.
Carlos Martinez è un giorna-
lista della Repubblica Domi-
nicana che ha pubblicato un-
dici volumi di "Grandes Do-
minicanos", i personaggi più
illustri del suo Paese (uomini,
donne, militari, politici, giuri-
sti, sportivi, giornalisti, eccle-
siastici, ecc.). Nel giugno
scorso è stato pubblicato il
Tomo XI, con 37 interviste
(come gli altri volumi) ad al-
trettanti personaggi di spicco.
Ebbene, tra costoro ci sono
anche due salesiani. Si tratta
di monsignor Fabio Mamerto
Rivas già vescovo di Baraho-
na che, dal 1999, vive in pen-
sione nell 'aspirantato salesia-
!
!
ANTICHE INSEGNE DEI CAVALIERI
Il 21 giugno scorso , le Poste Magistrali hanno
emesso la 'seconda serie tematica "Antiche Inse-
gne del Sovrano Militare Ordine di Malta", stampa-
ta finemente in offset dall'I stituto Poligrafico dello
Stato italiano.
Il francobollo di 1 Tari riproduce un'interessante
insegna di Gran Croce risalente alla metà del xv11
secolo: la croce a otto punte è argento e avorio e
reca al centro un fregio in argento a foggia di fiore.
Il francobollo da 5 Tari mostra un'insegna di
Cavaliere Professo della metà del xv111 secolo: la
croce è in oro e smalto bianco a otto punte accan-
tonate in quattro gigli d'oro e, al centro, ha un fre-
gio rotondo in oro con nel mezzo un diamante.
Il francobollo da 100 Tari presenta a sua volta
l'insegna di Dama in oro e. smalti, della fine del
xv111 secolo: la croce a otto punte in oro e smalto
bianco è incorniciata da un fregio a catena ellittica
rigida a sedici anelli in oro massiccio.
Il francobollo da 200 Tarì , infine , che chiude la
serie, in oro e smalto, offre l'insegna di Cavaliere
di Onore e Devozione, risalente allo stesso perio-
do di fine '700: la croce è cimata da corona e tro-
feo d'armi in oro massiccio.
La tiratura è di 15 mila serie complete. Per
eventuali acquisti , ammesso che vi sia ancora
disponibilità - ragioni tecniche non ci hanno per-
messo di divulgare prima la notizia di questa emis-
sione, e ce ne scusiamo - ci si può direttamente
rivolgere a: Poste Magistrali , Sovrano Ordine Mili-
tare di Malta, Via Bocca di Leone n° 68 - 00187
Roma; teL 06.6758.1254.
Per saperne di più: 'fi" 0761/ 307. 124
BS DICEMBRE 2 004

1.10 Page 10

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l00annifa
Nel BS del dicembre 1904 abbiamo trovato
un articoletto dal titolo "Gli Oratori Festivi"
sottotitolo in parentesi: lettera aperta agli
amanti della gioventù. Ne riproduciamo
la parte più interessante, se non altro come
confronto con gli oratori di oggi.
La mattina si apre di primissima ora e vi ha ricreazio-
ne nei cortili ed annessi portici o tettoie. All'ingresso
ciascun giovane presenta il rispettivo libretto all'inca-
ricato d'imprimervi il segno d'intervento. Alcuni ca-
techisti od assistenti :frattanto raccolgono quelli che
volessero confessarsi e li accompagnano per questo
scopo in chiesa. Alle ore otto (o poco prima o poco
dopo, secondo le stagioni) suona la campanella per la
S. Messa. I giovani si raccolgono per ordine di classe
jn posti assegnati lungo i portici, presso il numero
della propria classe. Le classi sono varie; contano
circa venti giovanetti ciascuna, classificati approssi-
mativamente per ordine di età e capacità. Ad ogni
classe è preposto un chierico, od un giovane, scelto
tra i più buoni e adulti, quale maestro od assistente,
che si suol chiamare catechista. I giovani entrano in
chiesa ordinati, in fila a due a due, preceduta ciascuna
classe dal catechista, il quale osserva che ognuno
prenda l'acqua benedetta e faccia il segno della S.
Croce. Ha subito principio la S. Messa, durante la
quale si recitano le preghiere del buon cristiano asse-
gnate pel mattino dal Catechismo della Diocesi, il S.
Rosario con le Litanie Lauretane, il De Profundis ed
altre brevi preci. Nel tempo della S. Messa si conti-
nuano le confessioni. Durante la S. Comunione si so-
spendono le preghiere e si canta una lode. Dopo la S.
Messa, vi è un breve discorso sul Vangelo o su qual-
che fatto della Storia Sacra. Dopo tale discorsetto si
recita un Pater, Ave, Gloria a San Luigi; quindi il Di-
rettore dà qualche avviso od esortazione; si intuona
una lode, e mentre si canta, si ritorna al cortile ove si
ripiglia la ricreazione.
HONG KONG, CINA
scorso, quando mezzo milio-
ne di persone si sono 1iversa-
te per le strade sotto un sole a
IN PIAZZA
34°, a partire dal Victoria
COL VESCOVO
Park. È intervenuto anche il
vescovo monsignor Zen, che
Da sette anni l'ex colonia in- col coraggio che lo contrad-
glese è tornata alla Cina, da distingue non ha esitato a de-
sette anni Hong Kong conti- nunciare la recente legge sul-
nua a rivendicare la propria !' istruzione che toglie qual-
autonomia sancita dalla legge siasi autonomia alle scuole
basica, l'high degree of auto- sussidiate facenti capo a or-
nomy, a chiedere più libertà, ganizzazioni private, come
a contestare il governo per al- quelle cattoliche, dette Spon-
cune legge restrittive che le- soring Bodies, che sono an-
dono i diritti e le libertà, da che le più prestigiose dell'ex
sempre patrimonio dei citta- colonia, inoltre ha stigmatiz-
dini . Le manifestazioni non zato i tentativi di bloccare la
sono mai mancate. L' ultima riforma per il suffragio uni-
di cui hanno parlato i media versale e l'elezione diretta
di tutto il mondo è del luglio del capo dell 'esecutivo.
ISTANBUL, TURCHIA
PROIRAQ
Da troppo tempo l'Iraq è sot-
to l'occhio del ciclone: guer-
ra, sanzioni, fame, mancanza
di medicine, zero democrazia,
bombe intelligenti (?)... e
molte famiglie cristiane di
fronte a un futuro incerto han-
no preferito migrare, riducen-
do ancora di più la già strimin-
zita comunità c1istiana ira-
chena. Una parte consistente
di esse ha scelto Istanbul. Il-
legalmente. Chi potrà aiutar-
le? Soprattutto i ragazzi sono
in difficoltà. Ancora una volta
si sono mossi i salesiani:
prima un oratorio per racco-
glierli , ridare un po ' di spe-
ranza, cercare qualche siste-
mazione; poi la scuola, cer-
cando e preparando insegnanti
madrelingua. Infine i benefat-
tori... Sì, perché i ragazzi non
hanno nulla e i salesiani sono
stati costretti a fornirli di libri,
quaderni, penne e , a molti
anche alloggio, indumenti e
viveri . Attualmente, gli allievi
si avvicinano al numero di 200
a scuola e molti di più all'ora-
torio. "Qualche anima buona
si troverà che ci pe1metta di
continuare ad aiutarli", ci scri-
ve don Rodolfo Albertazzi.
DICEMBRE 2004 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Redazionale
NATALE
·no
d. un earnb1
potenza .' uori.
L'ALBERO DI NATALE
che apre , _c n earnbino
f~: potenza d1 u
che ditton?e
~aecaern. bino
potenzrna gioia.
,$'< '.f·'--
che se . Signore,
J' ·
..:.'r
potenz~ d!J:to speranza
che h~' n osce
alle rn1~ a!'g frutto alle
he hai ridato
~',L''
':nie fati~h~ dato gioia a\\
che hai n
mio futuro.
Ridi
Rilassati
Lode a te o di Maria.
frutto de\\ don
Lode a te tto del grern·
eccelso f~u
bo di Mana.
Chiedi aiuto
Fai un favore
Dona una carezza
(Leone/lo Moricon~
Rompi un'abitudine
Fai footing
Guarda vecchie foto. Ammira il cielo
Dipingi un quadro. Sorridi a tuo figlio
Leggi un buon libro. Canta sotto la doccia
Ascolta un amico. Accetta un complimento
Aiuta un vecchio. Metti in pratica le tue promesse
Porta a termine un progetto
Pensa a quelli meno fortunati di te
Spendi qualche soldo per loro, anche se ti costa
Non preoccuparti del presente. Spera in Dio
Ammira un fiore con intensità. Non perdere tempo
Spegni il televisore per parlare con i tuoi durante il pranzo
Ascolta la tua musica preferita
Impara qualcosa che hai sempre desiderato
Chiama gli amici per telefono. Opera qualche sterzata nella vita
Tieni una lista di cose che sai far bene. Vai in biblioteca e rispetta il silenzio.
Chiudi gli occhi e immagina le onde sulla spiaggia. Dai il benvenuto agli ospiti
Dichiara il tuo amore a coloro che ami
Dai il nome a una stella
Pensa a quello che fai
Sappi che non sei solo
Respira profondamente
AMAAMAAMAAMAAMA
BS DICEMBRE 2004

2.2 Page 12

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··········~·········································~································
IL DIALOGO IL PLURALISMO
RELIGIOSO
INCOMINCIA DEI MIGRANTI
RAPPRESENTA
UNA SFIDA
AROMA PER LA CHIESA
CAffOLICA
di Silvano Stracca
R oma è ormai una città dove
bambini di tutte le razze,
nazioni, lingue, religioni,
nascono sotto il Cupolone, tifano
per Totti e pregano in chiese catto-
liche, protestanti, ortodosse o nella
grande moschea sul Tevere, nel
tempio buddhista di Trastevere e
in quello sikh sull'Aurelia. La Ca-
pitale è, infatti, la città italiana che
dopo l' ultima regolarizzazione
ospita il maggior numero di immi-
grati, 320 mila circa, il dieci per
cento della popolazione residente.
Una città nella città. In pratica,
ogni dieci immigrati nel nostro
paese, uno incomincia la sua
nuova vita nel cuore del cattolice-
simo mondiale. Ed è proprio nella
città dei Papi che una parte consi-
stente del flusso multiculturale e
multireligioso dei migranti, uomi-
ni e donne, spesso giovani, scopre
che cosa vuol dire accoglienza, so-
lidarietà, integrazione in una nuo-
va società. A cominciare dal ri-
spetto della propria identità cultu-
rale e delle proprie convinzioni re-
ligiose.
na, in collaborazione con il Comu-
ne di Roma, che si rivela un inte-
ressante viaggio nel variegato
mondo di questi nuovi cittadini
dell'Urbe. La pubblicazione elen-
ca ben 185 luoghi di culto e di pre-
ghiera - una trentina in più rispet-
to al 2000 - frequentati dagli im-
migrati. I più numerosi sono quelli
cattolici, 132 (di cui 39 per i filip-
pini, 12 per i polacchi, 4 per gli
ucraini). Poi 20 i protestanti, 10
gli ortodossi, 7 i musulmani, 5
quelli ebrei ed altri 5 di diverse re-
ligioni orientali.
I A Roma ci sono 185 luoghi
di culto e di preghiera per
immigrati... Ecco la grande
moschea di Roma.
DICEMBRE 2004 BS
CAPITALE
MULTI RELIGIOSA
Insomma, la capitale della cri-
stianità è sempre di più il primo
approdo del popolo degli immigra-
ti anche sotto il profilo religioso.
Lo raccontano i numeri raccolti in
un opuscolo della Caritas diocesa-
Il tempio sikh sull'Aurelia
nei pressi di Aranova.

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
La chiesa ortodossa grec,a
di via Sardegna .
ricerca della Caritas sulle religioni
dei migranti. I fedeli dell 'Islam,
dunque, sono solo un terzo del to-
tale, assai meno che in Germania
(2,8 milioni) e in Francia (un mi-
lione e mezzo).
Il pluralismo culturale e religioso
delle odierne migrazioni, un feno-
meno che coinvolge quasi 200 mi-
lioni di persone nel mondo, costi-
tuisce una sfida per la Chiesa. I
problemi concreti che sorgono tra i
cristiani e i credenti di altre religio-
ni richiedono una mentalità e un
atteggiamento di dialogo. Non si
tratta però di cosa facile. L' incon-
tro con uomini e donne profonda-
mente radicati in convinzioni e co-
stumi non condivisi dai cristiani
può essere duro. Richiede pazienza
e perseveranza.
L1APPROCCIO
GIUSTO...
"Ogni cultura", afferma il Papa
con una bella immagine, "costitui-
La capitale multireligiosa degli
stranieri è lo specchio della nuova
geografia delle fedi in Italia. Dopo
la regolarizzazione del 2002, i cri-
stiani sono per la prima volta la
maggioranza assoluta ' degli immi-
grati nel Bel Paese. Il 50,3 per
cento. In cifre assolute, su 2 milio-
ni e 550 mila soggiornanti dalle ·
Alpi a Lampedusa, i cristiani sono
un milione e 281 mila. Ogni 10
immigrati cristiani, 5 sono cattoli-
ci, 4 ortodossi e 1 protestante. Gli
ortodossi sono aumentati addirittu-
ra di undici volte negli ultimi 15
anni. Da 43 mila all'inizio degli
anni ' 90 a 470 mila nel 2004. So-
no stati soprattutto gli arrivi mas-
sicci dall'Est europeo - segnata-
mente dalla Romania ortodossa,
da dove vengono 2 su 3 dei nuovi
cristiani - a modificare sostanzial-
mente il panorama religioso del-
l'immigrazione. Rispetto al 1991 ,
quando l' immigrazione era in pre-
valenza di origine maghrebina e il
38 per cento degli stranieri era di
fede islamica, i musulmani in Ita-
lia oggi rappresentano poco più
del ·32 per cento: 824 mila in tutto,
stando alle cifre di un 'aggiornata
sce un approccio al mistero del-
l'uomo anche nella sua dimensione
religiosa. E ciò spiega perché alcu-
ni elementi di verità si trovino
anche fuori del messaggio rivelato.
È necessario perciò accostarsi a
tutte le culture con l'atteggiamento
rispettoso di chi è cosciente che
non ha solo qualcosa da dire e da
donare, ma anche molto da ascolta-
re e ricevere". Di qui l'importan-
za del dialogo interculturale, che
comporta un cambiamento ,profon-
do di mentalità e anche di strutture
pastorali. E insieme la necessità
del dialogo interreligioso a tre di-
versi livelli. Anzitutto all'interno
stesso della Chiesa cattolica, tra
componenti della comunità d'acco-
glienza e immigrati. Poi, con i cri-
stiani delle altre Chiese non ancora
in piena comunione con Roma. In-
fine , con gli appartenenti alle gran-
di religioni mondiali, in primis l'I-
slam .
I problemi di mondializzazione
chiamano sempre di più la Chiesa
al dialogo interreligioso. "L'uma-
nità del terzo millennio", sottolinea
Giovanni Paolo H, "ha urgente bi-
sogno di ritrovare comuni valori
spirituali, su cui fondare il progetto
di una società degna dell 'uomo".
Tuttavia, ammonisce Papa Wojtyta,
"l'integrazione tra appartenenti a
culture e religioni diverse non è
mai priva di incognite e difficoltà".
Il che vale specialmente per i
musulmani. Conosciamo i nodi del
rapporto cristianesimo/islam: ma-
trimoni, reciprocità, rapporto reli-
gione-politica, preghiera . . . Termi-
ni come "giustizia", "verità", "di-
gnità" e "diritti" della persona,
"laicità", "democrazia", hanno si-
gnificati differenti nel mondo mu-
sulmano rispetto a quello occiden-
tale, di profonde radici cristiane.
Ma pur conoscendo bene questi
problemi, Giovanni Paolo II, so-
prattutto dopo l' 11 settembre 2001
e la crisi irachena, non si stanca di
insistere sul dialogo interreligioso
che "deve continuare ed è impor-
tante anche per mettere un sicuro
presupposto di pace e allontanare
lo spettro funesto delle guerre di
religione. Il nome dell 'unico Dio
deve diventare sempre di più, qual
è, un nome di pace e un imperativo
di pace".
D
BS DICEMBRE 2004

2.4 Page 14

▲back to top
Nel cinquantesimo anniversario della nascita
TV CATTIVA COMPAGNIA?
di Sergio Abbruciati
Cinquant'anni di TV
hanno permeato e
modellato molteplici
aspetti della vita politica,
economica e sociale al
punto da esserne sempre
più spesso specchio
fedele ma a volte anche
comoda coperta dietro
cui nascondersi per non
vedere. E i giovani...
T ra le tante anime componenti
la nostra Italia c'è il mondo
giovanile, spesso inseguito
dalla TV ma difficilmente preceduto.
Un rapporto che ha avuto poco spa-
zio di riflessione in questo cinquan-
tenario. Come la TV ha influenzato e
modificato il vissuto dei nostri ra-
gazzi? Quanto ha inciso sui loro co-
stumi, stili di vita, visioni del
mondo? Mi pongo queste domande
da educatore che vive tra i giovani e
che per un pezzettino della sua opera
si è occupato anche di televisione at-
traverso un progetto laboratoriale nel
Liceo delle FMA di via Dalmazia a
Roma. Premetto che il mio giudizio
non è positivo e che, come Karl Pop-
per, anch'io vedo la TV come catti-
va maestra, o meglio come cattiva
compagnia, e intendo dare ragione
di tale affermazione.
AMMALIATI DAL VIDEO
Mi è sempre sembrato di scorgere,
quando si discute di TV con i giova-
ni, una loro sorta di vergogna, di oc-
cultamento della pura fruizione ,
come se parlare di TV fosse parlare
di trasgressione, di comportamento
sbagliato, facendo scattare un certo
moralismo di ritegno compiacente
verso l'adulto. Tant'è che a una rile-
vazione superficiale, i dati si disco-
stano dalla media nazionale che già
DICEMBRE 2004 BS
Non è difficile rendersi conto di come la conoscenza del mondo
che emerge dal piccolo schermo sia spesso distorta, frammentata, incoerente...
negli anni '90 si attestava sulle tre
ore giornaliere. Recenti indagini ci
dicono che anche durante l'estate le
ore passate davanti alla TV sono
molte, quando si spererebbe che
mare e aria aperta sostituissero il
video; invece la fruizione dichiarata
dai ragazzi tende ad azzerarsi, poi
però nei discorsi, per così dire, da
con-idoio vengono fuori informazio-
ni che svelano una permanenza di
4/5 ore giornaliere davanti al video...
Le fasce d'ascolto che si denotano
dai programmi a loro dedicati sono
quelle del primo pomeriggio e serali,
ma la presenza di TV specializzate
sul target giovani ci segnala che già
esiste l'idea di una TV di flusso inte-
ramente incentrata sui giovani . Tutto
questo per dire che c'è qualcosa di
ambiguo nel inodo di accostarsi dei
giovani a questo mondo, confermato
anche dalla difficoltà che si prova a
tentare con loro una decodifica del
mondo televisivo: la maggior parte
non ama fare TV nel senso di smon-
tarla, capirla e riprodurla. Preferisce
fruirla e identificarsi nei modelli che
essa propone. Nel momento in cui
mi sono trovato a voler decostruire
con loro quello che la scatola magica
contiene si sono evidenziate nume-
rose resistenze, come se non si vo-
lesse spezzare l'incanto. Resta un
fondo di passività di fronte al mezzo
televisivo. Ciò significa che tra il
fare e il fruire esiste un confine
molto netto, ci si schiera o davanti o
di dietro al video, nel senso che se si
sceglie di vederla non si sceglie di

2.5 Page 15

▲back to top
della TV in Italia, qualche considerazione.
I L'Istituto scolastico FMA di via Dalmazia,
dove l'autore dell'articolo
ha portato a termine un progetto laboratoriale
su Giovani e TV.
I I giovani targati 2000, questi giovani d'oggi, '
come si pongono davanti al piccolo schermo?
Ne sono in qualche modo influenzati?
Secondo la nostra opinione,
assolutamente sì.
capirla o di farla capendola. Certo è
che il tema della passività in TV non
è recente.
LA TV EDUCA?
Il dibattito se la televisione educhi
o diseduchi è annoso. Da questo
punto di vista interessa in che modo i
giovani utilizzino in TV quelle che
potremmo definire "forme del•pensa-
re" e come le riproducano nella vita
di tutti i giorni. Ebbene non c'è dub-
bio che l'uso pervasivo e a volte
quasi frenetico degli stereotipi e dei
pregiudizi la fa da padrone. La cono-
scenza del mondo che ne emerge è
distorta, frammentata e incoerente, le
modalità del comunicare e del dialo-
gare sono improntate alla chiacchiera
e al litigio come in tutti i talle show. I
miei studenti nelle lezioni più accese
amano la discussione fine a se stessa,
non riescono a passare da una posi-
zione individuale a una comune nella
quale ravvisare uno schema di verità,
e il tutto s'impantana nell~ stallo di
uno sterile contrapporsi. E evidente
che certi scherni televisivi si siano
consolidati nel loro vissuto, portando
alla banalizzazione e disintegrazione
della comunicazione. Ne sono un
esempio i reality show dove questo
processo è portato alle estreme con-
seguenze. Rappresentare la quotidia-
nità è sempre banalizzarla perché la
sua spettacolarizzazione comporta un
certo confezionamento, una certa ap-
petibilità che la rende "patinata" ma
non la rivela. Vengono ridotte al mi-
nimo le capacità di concettualizzare,
e la funzione di ricostruzione della
verità è affidata alle mani (invisibili)
del conduttore che si presenta come minarlo. Preferisce rimanere a bocca
la vera "anima del mondo televisi- aperta di fronte ai divi dei reality
vo". Al massimo la TV distilla unità - show sognando di essere un giorno
atomiche di senso, modello ricalcato al posto loro, senza voler capire che
sulla sfera emotivo-affettiva delle cosa c dietro. Invece, occorre insi-
clip pubblicitarie. La televisione ri- stere sul protagonismo dei giovani,
mane affabulatoria, ma con i giovani farli uscire "alla scoperta". Quando
ha del tutto abbandonato una benché nel nostro laboratorio siamo riusciti
minima funzione educativa che mal a produrre nostri filmati e a vederli
si concilia con le sue imperanti istan- trasmessi in televisione (TeleLazio
ze commerciali. Insomma, come dice Rete Blu) all'interno del tradizionale
Sartori in Homo videns, per la TV il palinsesto, tutti si sono convinti del-
giovane resta un video-bambino de- 1'importanza di capire dal di dentro
stinato a non crescere più di tanto. La la TV in tutte le sue fasi: riprese,
televisione dunque indossa i panni di montaggio, messa in onda. Ora il la-
Lucignolo, apparso accanto a Pinoc- boratorio va avanti perché, come nel
chio per indicargli la strada verso l'e-
terno mondo dei balocchi e impedir-
gli di fatto di diventare adulto. Per
onestà, va detto che qualche tentativo
controcorrente esiste ma o è riservato
a un pubblico nottambulo o sono
pochi sprazzi nel palinsesto, come la
trasmissione "Screensaver" che in-
verte il tradizionale ruolo dei giova-
ni, rendendoli soggetti attivi, prota-
gonisti, attraverso la proiezione dei
loro video, dilettanteschi o amatoriali
che siano. Non a caso dietro c'è la
mano di Mussi Bollini, una valida
produttrice esecutiva che già con la
Melevisione ha dimostrato che si può
fare televisione per bambini senza
farsi prendere la mano da tentazioni
commercialistiche.
caso di Screensaver, abbiamo realiz-
zato una microesperienza attiva di
televisione integrandola con la di-
dattica. Non si possono scaricare
però tutte le responsabilità sul
mondo della televisione. Anche il
ruolo delle agenzie educative e dei
professionisti dell'educazione segna
il passo. La televisione fagocita tutto
e forse ha già fatto digerire l'iniziale
interesse che negli anni '70 e '80
aveva caratterizzato molte esperien-
ze di ricerca nel rapporto tra giovani
e TV. Dovremmo tornare a interes-
sarci più a fondo di questo rapporto
e non credo che sia insensato o rivo-
luzionario chiedere a chi fa TV di
considerare che un mezzo di comu-
nicazione così potente faccia i conti
CERCANDO
con l'educazione, e coinvolga le più
importanti agenzie educative, in pri-
UNA SPIEGAZIONE
mis famiglia e scuola, nel pensare e
costruire una TV attiva, maieuta e
Stando così le cose, è chiaro che il maieutica, promotrice e comparteci-
giovane tende più a identificarsi nel pe di un nuovo umanesimo, quello
variegato mondo televisivo che a do- dell 'immagine.
D
BS DICEMBRE 2004

2.6 Page 16

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redazionale
BREVISSIME DAL MONDO
IL NUMERO VERDE. PER LO SPIRITO. Al
È attivo da qualche me- Centro di spiritualità "Ma-
se il nuovo numero ver-
de per i diritti dei bam-
ter Divinae Gratiae" di Bre-
scia, Via S. Emiliano 30, la
commrità delle suore doro-
bini dell'associazione "Me- tee di Cemmo propone
te", contro ogni tipo di esperienze per la propria
violenza e sfruttamento vita spirituale sia di forma-
dei minori, fondata da zione sia di preghiera, attra-
don Di Noto, il prete si- verso esercizi spirituali e/o
ciliano
antipedofilia.
Il
week-end di meditazione
per singoli e coppie.
numero 800 45 52 70 è Tel. 0303847212 - fax
attivo da lunedì a ve- 0303847297
e-mail
nerdì dalle 10,30 alle info@materdivinae2ra:
12,30 e dalle ore 16 alle tiae.it Sito web: www.ma-
18,30.
terdivinae2ratiae.it
BORGO RAGAZZI
DON BOSCO, ROMA
UN CFP IN MISSIONE
Dal Borgo Ragazzi Don Bo-
sco il CFP va in missione. At-
tività unica nel suo genere.
"Si vuole offrire agli allievi
una esperienza di servizio per
provocare la fede e apprende-
re la lezione dell'intercultu-
ra", dice il direttore. "Invece
che scegliere il muretto, sce-
gliamo la missione", ha detto
uno di loro. Vacanze davvero
alternative. Hanno iniziato nel
1999 a Bagnoli del Trigno in
Molise dove hanno rimesso a
nuovo gli impianti elett:Jici
della Parrocchia e fatto la ma-
nutenzione dei locali, nello
stesso tempo hanno incontrato
i giovani del luogo, allacciato
amicizie, riflettuto, pregato...
Dopo il 2002, il grande balzo:
li troviamo, infatti, in Messico
tra gli indigeni della Prelatura
rnixepolitana di Oaxaca, nel
sud, a lavorare presso le sta-
zioni missionarie di Ay utla e
Matagallinas (nel 2003) e nel
collegio di Rio Manso (2004)
per la messa a nuovo degli
impianti elettrici e per manu-
tenzioni varie. Esperienze forti
con approcci umani e spiri-
tuali approfonditi, il confron-
to con i 170 allievi della
scuola di Rio Manso e la fra-
terna collaborazione con i vo-
lontari che lavorano in quelle
missioni. Ora, alcuni giovani
partecipanti e alcuni benefat-
tori si sono impegnati per una
somma che possa coprire le
spese di permanenza in colle-
gio (3 aimi) di ragazzi parti-
colarmente bisognosi, in più
raccolgono mensilmente dei
soldi per aiutare altri ragazzi
di quelle missioni. Bravi al-
lievi del CFP! Così si fa!
SPAGNA E ITALIA
IX CAMPOBOSCO
Il grande appuntamento giova-
1ùle spagnolo quest'anno ha
radunato oltre 500 giovani dal
30 luglio all '8 agosto. Tre le
tappe importanti: Barcellona,
Mornese, Colle Don Bosco.
A Barcellona i partecipanti
hanno fatto visita ai luoghi
dove ha soggiornato Don Bo-
sco e al Grande tempio sul
Tibidabo. A Mornese, paese
natio di santa Mai·ia Mazza-
rello, sono stati accolti e salu-
tati dal sindaco del luogo.
Suggestivo il pellegrinaggio a
piedi, in silenzio, in Valpona-
sca. Al Colle il benvenuto
l'hanno dato le campane del
tempio di Don Bosco, un
suono festoso che ha i_numidi-
to di commozione qualche
occlùo. Momenti di profonda
riflessione, di preghiera di ca-
techesi, di narrazione, di dia-
logo, di canti, danze e allegria
hanno caratterizzato le gior-
nate. Il Campobosco è un
"composto" salesiano che co-
niuga l'attività con la contem-
plazione, l'allegria con la me-
ditazione, la festa con la pre-
ghiera, il corpo con lo spiri-
to... È una esperienza da non
lasciar cadere.
DICEMBRE 2 004 BS

2.7 Page 17

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MILANO, ITALIA
Sarebbe soddisfatto Don
Bosco che con tanta insi-
stenza ha parlato di
"buona stampa" e ne è
stato grande divulgatore.
L'editrice salesiana
ELLEDICI il 23 settem-
bre u. s. ha solennemen-
te inaugurato la Libreria
completamente ristruttu-
rata, secondo i criteri più
moderni: 186 m2 per
esporre, consultare, sce-
gliere libri , periodici , sus-
sidi, audiovisivi ...
BELLA, POTENZA
Zia Mariuccia, mamma di
suor Donata , Figlia di
Maria Ausiliatrice (per
tanti anni addetta di cuci-
na nella Casa Generali-
zia dei salesiani), e di
altre sei figlie, il 31 otto-
bre ha felicemente rag-
giunto il ragguardevole
traguardo dei 90 anni_,
ancora lucida e arzilla. E
stata festeggiata nella
sua casa di Bella (PT)
dalle sue figlie e dai
nove nipoti che l'hanno
circondata del loro affet-
to . Auguri dal BS.
GATCHINA, RUSSIA
200 ragazzi e 50 anima-
tori per la 1orna edizione
dell ' Estate Ragazzi di
Gatchina (Sanpietrobur-
go). Una curiosità del
programma: "vivere in-
sieme, testimoniare, ma
non predicare", per non
suscitare il risentimento
dei parroci ortodossi. Un
apostolato muto, insom-
ma. Ebbene , "costretti a
parlare con la vita, forse
la nostra incidenza è
maggiore che non altro-
ve", ci ha detto un edu-
catore.
CREVALCORE, ITALIA
Le gite turistiche di Cre-
valcore , organizzate da
un ex dipendente dei sa-
lesiani, hanno una carat-
teristica : pe r quanto è
possibile i gitanti chiedono
di alloggiare o sostare per
il pranzo presso strutture
salesiane SDB o FMA. È
ormai lunga la lista: Case-
lette, Castellammare di
Stabia , Gorizia, Roma,
Trieste, Parma, Brescia,
Pavia , Ravenna, Ferra-
ra ... Un modo per ringra-
ziare e rivivere un'atmo-
sfera indimenticata.
m
CORDOBA,
ARGENTINA
Il 2 agosto 2004 sono
stati inaugurati i corsi
nella Escuela de Capaci-
ta fio Laboral san Juan
Bosco di Cordoba . Si
tratta di una scuola affi-
data ai cooperatori e da
essi gestita e diretta. È
dotata di tecnologia
avanzata, come le mac-
chine e le strumentazio-
ne per il nuovo corso di
Automazione Industriale,
realizzato anche con
l'aiuto della Procura Mis-
sionaria di Torino.
f:'ADOVA, ITALIA
E alla 31 ma edizione il
Concorso Internaziona-
le della Bontà riservato
a ragazzi e giovani e
organizzato dall 'Arei-
confraternita di S. Anto-
nio di Padova. Si tratta
di un componimento
con la seguente traccia:
"La famiglia è il fonda-
mento della società". Gli
elaborati devono giun-
gere in Piazza del
Santo , 11 - 35123
Padova entro il sei gen-
nai o. Bella iniziativa.
(Cfr. www.literary. it).
BS DICEMBRE 2004

2.8 Page 18

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A Tirana, capitale dell'Albania, i salesiani -
AWENTURA TIRANA
di Giancarlo Manieri
Due preti e un salesiano
laico do Scutori !I 12
dicembre 1992 si
recarono o Tirano.
Per rimoneJVL
Erano passati poco più di due
mesi dalla "presa" di Scutari,
da quando cioè Don Bosco
era sbarcato in Albania con la pro-
spettiva di darsi da fare per i giova-
ni del Paese delle aquile. L'avvio
nella capitale del piccolo stato bal-
canico fu modesto. I salesiani si do-
vettero accontentare di una casa pri-
vata per avere un pied-à-terre, per-
ché il terreno destinato all'opera era
occupato - si può dire manu militari
- dagli ex proprietari che promette-
vano battaglia dura prima di lasciare
la proprietà. Resistettero, infatti,
fino al 30 gennaio del 1993, vigilia
della festa di Don Bosco. Quella fu
una grande vigilia, perché con una
cerimonia tanto semplice quanto
suggestiva e solenne fu posta in
loco la prima pietra dell'opera sale-
siana a Tirana. Ma le peripezie con-
tinuarono fino al '95 quando, ap-
prontate alcune casette prefabbrica-
Le prime baracche. Qui cominciarono i corsi
professionali dei salesiani in Albania.
te, si poté iniziare un piccolo corso
professionale e nel medesimo tem-
po cominciare ad avvicinare i molti
cattolici che erano scesi dalle mon-
tagne dopo la caduta del regime.
Lassù il pugno di ferro del dittatore
ateo Enver Hoxha nulla poté contro
la fede dei montanari, granitica
come le loro rocce. "Finalmente, il
dado è tratto", poté affermare don
Michele Gentile che dell 'opéra al-
banese fu uno degli iniziatori. Nel
febbraio del 1997, il Rettor Maggio-
re don Juan Vecchi inaugurò il Cen-
tro salesiano di Tirana.
FIORETTI
DELLA FONDAZIONE
Iniziò tutto con una messa. "La
Pasqua del '93 non la dimenticherò
mai, racconta don Michele. Com-
pimmo un gesto altamente simboli-
co: il Giovedì Santo celebrammo la
messa che ricorda l'istituzione della
' messa', nella sala mensa del circo-
lo ufficiali di Tirana, là dove veni-
vano addestrati i militari del regime
e dove si inculcava loro l'ateismo".
Guarda caso (o dovremmo dire
Provvidenza?), quella zona faceva
Il centro salesiano di Tirana.
DICEMBRE 2004 BS
Strada l:lon Bosco Educatore.

2.9 Page 19

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sono arrivati da poco, nel dicembre del 1992.
parte dell'appezzamento assegnato stellani su Don Bosco. Molti musul-
ai salesiani per costruirvi scuola e mani hanno conosciuto il nostro
istituto. Non per nulla era costellato santo e avuto notizie della nostra
da oltre 40 bunker che è stata opera a Tirana proprio -attraverso il
un 'impresa ciclopica sradicare. Due film, trasmesso e ritrasmesso dalla
.,::.
, ..
,..
....;,: , ·'"'
di questi mini/fortini in cemento ar- TV di Stato. Non pochi musulmani
mato sono ancora lì, a perenne me- incontrandomi mi dicevano: abbia-
. ' - - .. .
moria, "ma ormai sono stati trasfor- mo visto il film in TV, veramente
mati in fioriere" , dice sorridendo Don Bosco è stato un uomo così ec-
don Gianni, l'attuale direttore che cezionale? Certo, rispondevo, era
mi accompagna nella visita. Mi è proprio così! Allora, concludevano, .
venuta in mente, non so perché, una
canzone pacifista degli anni '.60:
"Mettete dei fiori nei vostri can-
doveva essere proprio un ... un santo
come dite voi cattolici...".
I
' Durante la costruzione sul terreno
sono stati rinvenuti centinaia di
proiettili, molti dei quali inesplosi.
noni". Curiosa e misteriosa la co- TUTTO USCIO?
struzione di questi rifugi blindati
che hanno inquinato l'intera nazio-
ne, soprattutto perché !"'inventiva"
del regime ne aveva voluti circa 700
milà. Per non più di 200 mila mili-
tari. Incredibile! Don Bosco s'è
fatto strada da sé a Tirana, e in
modo impressionante. Chi, in qual-
che modo, ha sponsorizzato l'opera
Ma non tutto è filato così liscio.
· Inte1rngo in proposito il direttore
don Gianni Filippin. Mi raccontà
della rivoluzione del 1997, quando
l'Albania fu sull'orlo della gue1Ta
civile per uno scandalo di società fi-
nanziarie che mandò in rovina mi-
gliaia di famiglie, e in cui erano
salvo. Un elicottero li trasportò in
Italia in tutta fretta. Ma una decina
· di giovani e qualche istruttore ave-
vano promesso al direttore che
avrebbero badato essi stessi alla loro
scuola. E lo fecero, organizzandosi
per vegliare sul complesso, decisi a
difenderlo a ogni costo, anche con le
salesiana, soprattutto per quanto ri- coinvolti anche elementi del gover- armi. Si armarono, infatti, riuscendo
guarda la scuola professionale, e ha no. Le famiglie truffate scesero in a procurarsi - Dio sa come - perfino
permesso che nascesse superando i piazza, inferocite. Molti, armatisi, si un carro armato, e pianificarono
numerosi intoppi burocratici e giuri- aggiravano a gruppi per le principali turni di guardia. Quando un camion
dici, è stato un musulmano, lo stes- città del paese a far razzia, sparando di rivoltosi si avvicinò al cancello
so Ministro della Pubblica Istruzio- e uccidendo chi tentava di resistere. d'entrata per l'assalto, gli incursori
ne. "Non racconto balle, anche se Poco o nulla potevano le ancor gio- si accorsero della resistenza armata
può apparire improbabile", s'af- vani e inesperte forze dipolizia del e scoprirono che i giovani difensori
frettò a sottolineare don Michele Paese. Si venne a sapere che era appartenevano alla loro medesima
Gentile quando gli chiesi di narrar- stato pianificato un assalto anche tribù. Non potevano essere toccati,
mi la storia degli inizi, "non solo ha contro il Don Bosco, così l'amba- .secondo la legge del Kanun. "Di
tagliato corto con le scartoffie, i sciata italiana, allarmata, mandò a che cosa si tratta?". "Il Kanun è
timbri, i permessi, ma ha addirittura prelevare i salesiani per metterli in l'antico codice di sangue delle mon-
avuto il coraggio di pubblicare un
tagne, risalente al 1300, che pro-
suo articolo sul Sistema Preventivo.
mulga la vendetta contro chi uccide
Era rimasto affascinato dalla figura
un membro della stessa tribù. Tutti
di Don Bosco e dal suo metodo, di
possono dar la caccia e ammazzare
cui aveva appreso i principi leggen-
do il volumetto: Educhiamo come
Don Bosco. Ed è stato ancora lui a
proporre di intitolare la strada che
fiancheggia il terreno dove è sorto il
complesso scolastico, al nome di
"Don Bosco Educatore". Anche sta-
volta i1 consiglio comunale che ap-
provò la delibera era costituito per il
95% da musulmani, con alcuni orto-
dossi e un solo cattolico. Accettare
di dedicare a un prete cattolico per
di più straniero una via era quasi un
miracolo. "Se ne vuoi sapere ancora
una, continuò don Michele, eccola!
La TV albanese, fatto più unico che
raro, ha diffuso almeno quattro volte
in pochi anni il film di Augusto Ca-
I Nel terreno assegnato
ai salesiani erano disseminati
ben 47 bunker. Qualcuno
è stato trasformato in fior,iera:
è bastato rovesciarlo.
chi ha violato il Codice". "Chi erano
dunque gli assalitori?". "Uomini
della montagna, e per di più cattoli-
ci!". "Mi pare impossibile che....".
"So che cosa vuoi dire. Non ti mera-
vigliare. Gli assalitori hanno ragio-
nato così: siccome il Don Bosco è
una struttura cattolica, è meglio che
la deprediamo noi cattolici piuttosto
che la assaltino e saccheggino i mu-
sulmani". Fortunatamente la rivolu-
zione delle Piramidi, come venne
chiamata, si avviò a soluzione, e i
salesiani poterono tornare nella loro
casa dopo dieci giorni. Ma è tempo
di dare un 'occhiata alla scuola e alle
attività...
(continua)
(Servizio fotografico dell'autore)
BS DICEMBRE 2004

2.10 Page 20

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Genova: mostra al Teatro del Falcone dal 14 luglio -
SALESIANI...
INMOSTRA
di Natale Maffioli
Tra gli eventi culturali
del 2004, dedicato a
Genova Capitale
Europea della Cultura,
ce n'è uno che ha v.isto
impegnati anche i
salesiani: la mostra Da
Tintoretto a Rubens.
Capolavori della
. Collezione Durazzo.
L a mostra ha radunato capola-
vori provenienti da diverse
istituzioni pubbliche e rac-
colte private, opere un tempo della
raccolta dei Durazzo. Acc.anto ai ca-
polavori di Rubens, Veronese, Tin-
toretto ecc., sono stati esposti anche
alcuni pezzi (libri, incisioni e dise-
gni) provenienti dal collegio sale-
siano San Carlo di Borgo San Mar-
tino (AL). Il perché di questa pre-
senza presso i salesiani è presto
detto: nel 1922, morto il marchese
Marcello, la biblioteca della fami-
glia Durazzo del ramo che si era
stabilito a Occimiano (AL), passò
all'istituto salesiano. Il lascito com-
prendeva libri a stampa e manoscrit-
ti, tra i quali un gruppo consistente
d'autografi del musicista Antonio
Vivaldi (1678-1741), venduti nel
1927 alla Biblioteca Nazionale di
Torino, opere di alto valore biblio-
grafico (come un codice di Sveto-
nio, le Vite dei 12 Cesari , del XIV
secolo, in pergamena, splendida-
mente miniato, rilegato in pelle e
legno), e un rilevante insieme di
stampe e disegni.
PRESSO I SALESIANI
Stando al catalogo, al San Carlo
giunsero 1285 stampe e quasi 300
disegni. Purtroppo, libri, disegni e
parte delle incisioni sono stati tra-
fugati. Interessante la storia di
questi oggetti: gran parte proveni-
va dalla collezione raccolta da uno
dei membri più illustri della fami-
glia Durazzo, il conte Giacomo
(1717-1794). Avviato alla carrie-
ra politico-diplomatica, fu inviato
straordinario della Repubblica Ge-
novese presso la corte di Maria Te-
resa dove si fece notare , oltre che
per l'accortezza diplomatica, come
uomo di raffinata cultura. Nel
1752 fu direttore dei teatri vienne-
I Felice Giascone (?-1830).
Ritratto del gesuita Girolamo
Durazzo, patrizio genovese,
missionario e predicatore.
I Giovanni David (1743-1790),
Ritratto di Ernestine Aloysia
Durazzo von Weissenwolf.
si, nel '64 ambasciatore imperiale
a Venezia. Qui si diede a coltivare
la passione per il collezionismo
d 'arte, e in meno di tre anni ra-
dunò per il duca Alberto di Sasso-
nia una raccolta di circa 30.000
stampe, in parte di altissimo pre-
gio, che volle personalmente con-
segnare al duca nel luglio 1776.
Per aveva raccolto una splendi-
da selezione di opere grafiche, ar-
ricchita da una "cornice" di note-
vole livello artistico oltre che gra-
fico. Il Durazzo morì senza lascia-
re figli, legando le sue sostanze e
le sue ampie collezioni al nipote
Girolamo (1739-809). Dopo diver-
si passaggi di proprietà, nel 1872
la componente più omogenea della
raccolta fu messa all'asta e disper-
sa presso la Casa Gutekunst di
Stoccarda. Una piccola parte di
quanto era stato raccolto da Giaco-
mo e dai suoi eredi, alcuni album
di stampe e un manipolo di dise-
gni, nel 1922 giunsero nelia biblio-
teca dell'istituto salesiano citato.
Quelle del San Carlo sono le ulti-
me, pallide testimonianze dello
splendido insieme realizzato dal
conte. Alcuni di questi prodotti so-
DICEMBRE 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
al 3 ottobre 2004. Anche i salesiani...
no stati esposti nella Mostra pre- ·nelle quali era riprodotta ,una parte
detta. Del pittore Giovanni David degli affreschi dipinti da Andrea
(1743-1790) è presente un fronte- Mantegna per la cappella Ovetari
spizio, all'acquaforte, con cornice agli Eremitani di Padova, con le
alla greca interrotta da medaglioni storie di san Cristoforo e san Giaco~
con le raffigurazioni di Apollo mo. Quest'opera è citata nei più au-
citaredo, delle Tre Grazie e della torevoli repertori della sua produ-
personificazione della pittura e zione. Il Durazzo, fedele all 'impe-
dell'arte dell 'incisione. Sulla fan- gno espresso nella dedica di salvare
tasiosa base di gusto piranesiano, le opere insidiate dal tempo, fece ri-
compaiono due medaglioni con i produrre.le scene più vicine al pavi-
ritratti di Alberto di Sassonia e della mento e compromesse dall'umidità.
consorte Maria Cristina d'Austria e Il frontespizio non ha attinenza con
un'epigrafe dedicatoria in latino. gli affreschi padovani: su un fondo
In mostra figura un'altra opera di occupato da rovine romane e da edi-
David, un'allegoria della Pittura fici di gusto gotico, quattro genietti
che, iterata, serviva da introduzio- alati, ripresi dalla mantegnesca Ca-
ne ad alcune delle sezioni di cui · mera Picta del Palazzo Ducale di
era costituita la raccolta. Ad asse- Mantova, sorreggono una lapide
condare i propositi del conte, oltre
al David intervennero altri incisori
veneti: Pietro Antonio Novelli
(1729-1804), Giacomo Guarana
(1720-1808), Giambattista Men-
gardi (1738-1796), Giovanni Vi-
talba (1738-1792). Tutti appronta-
rono diverse introduzioni, in forma
di composizioni allegoriche, alle
con la riproduzione del busto cli-
peato del pittore, riproduzione di
quello bronzeo che decora la sua
tomba nella cappella funeraria in
Sant' Andrea di Mantova, affiancato
da due festoni con gli strumenti tipi-
ci dell'attività del Mantegna pittore
ed architetto. ,
singole sezioni dell'opera.
Nel 1776 il conte Durazzo fece
I RITRATTI
·incidere dal David quattro tavole La Mostra esibisce i ritratti di
Giacomo e della moglie Ernestina;
i due lavori furono realizzati tra il
1775 e il 1780 da Giovanni David
per quanto riguarda la cornice, e da
Giovanni Vitalba per il volto, posto
di profilo. La tecnica usata conferi-
sce ai ritratti la suggestione del-
1'acquerello e li arricchisce di inte-
ressanti sfumature luministiche. L'in-
tervento del Vitàlba fu limitato al
volto per ravvivarlo e renderlo più
vicino al naturale grazie alla tecni-
ca del bulino: l' acquaforte avrebbe
appiattito il sembiante. La compo-
sizione, nel suo insieme, è di gran-
de equilibrio e pervasa di un'ele-
ganza classicheggiante: il meda-
glione con il ritratto, racchiuso
entro una sobria cornice quadrata,
è legato con un nastro a una sorta
di cippo. Sul piedistallo davanti
alla figura del conte sono disposti
alcuni oggetti. Ognuno di essi ha
un chiaro valore simbolico: la car-
I Jacob Matthias Schmutzer
(1733-1811) e Joseph Wagner
(1706-1786). Ritratto del conte
Giacomo Durazzo, ambasciatore
imperiale a Vienna. Acquaforte.
tella delle incisioni, il calamaio e il
libro evocano il Durazzo colle-
zionista, amante del teatro e della
letteratura; lira e spartito musicale
I Giacomo Guarana (1720-1808).
Presentazione di un pittore.
Acquaforte.
alludono ai suoi interessi musicali;
i pennelli con la tavolozza ram-
mentano la protezione accordata
agli artisti; il serto di alloro che
cinge il ritratto è il segno della glo-
ria. Il ritratto di Ernestina è simile
a quello del marito. Oggetti diversi
fanno riferimento ai molteplici sva-
ghi di lei: la faretra con l'arco e le
colombe sono un omaggio alla fe-
deltà coniugale e alla grazia fem-
minile; il liuto, lo spartito musicale
e i libri i suoi interessi per la musi-
ca e la letteratura, in buona parte
condivisi con il marito.
Un ulteriore ritratto di Giacomo
fu eseguito al bulino da Jacob
Matthias Schmutzer (1733-1811) e
.da Joseph Wagner (1706-1786). Il
conte è raffigurato come amba-
sciatore imperiale; la figura è in-
quadrata in una sontuosa cornice
barocca, il torso è in postura a tre
quarti mentre lo sguardo è rivolto
all'astante. La mano destra è ap-
poggiata su una cartella, la sinistra
indica una libreria fornita di diver-
si volumi. Il mantello, negligente-
mente gettato sulla spalla sinistra
deborda dalla cornice, creando un
simpatico effetto di invasione del
fittizio spazio esterno.
D
BI
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LA STRAGE
DEG~I l11NOCENTI
Carieeimi,
il Natale è notoriamente la feata più eentita ael-
l'anno.
Non c'è bisogno d'altre parole per fotografarlo.
A Natale ai ha voglia di coae piccole, Impalpabili
come le parole della fiaba.
La fame d'amore ai fa eentire e aovraata la festa.
Non ci eono eccezioni.
È la reaa dei conti dei eentimenti.
Secondo aati di una ricerca europea
eono eolo 22 al giorno i minuti
che il padre dedica in eeclueiva al figlio.
Vero o falao che eia, non è accettabile.
Se naacere è cadere in un corpo, naacere è anche
abitare il tempo.
Toeliere il tempo al Natale è dletrueeerlo,
aielncarnarlo.
È alventato un giorno da cui alfenaerei aa parte
aelle persone eole,
ael eenza famiglia, condizione q,uaei sempre
sopportabile meno il giorno della sua ricorrenza.
Contro la eolitudine non eapplamo Inventare nien-
te al meglio
che aelle pillole per dormire e almentlcare.
Toellere al Natale la vieita, la telefonata, Il reealo
è epeenerne il volto.
ç>ccorre esporsi, farei trovare accanto, ospitare.
E l'unica formula che eelete per dire: 5UON NATALE.
Il Natale ha un nemico: la morte.
51 muore on line, uno alla volta col contagocce.
Muoiono uomini, donne, I bambini di Beelan.
~ strage comunque.
E etrage di innocenti.
Togliere al Natale il profumo aella vita è renderlo
orfano, orfano di Dio.
Nonoetante tutto io eono di quelli che scrivono
BUON NATALE tutto maluecolo.
Minuscola è l'arroganza, la maleducazione e la vio-
lenza.
Carlo Terra neo
DICEMBRE 2004 BS

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••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••
Diamo conto dello straordinario pellegrinaggio
attraverso le ispettorie d'Italia dell'urna
di san Domenico Savio, nel 50° anniversario
della sua canonizzazione. Èstato un evento
senza precedenti.
1NSERTO
••••••••••••
cutTURA
U TURISTA
D'ECCEZIONE (2)
di Renato Butera
Su questo pullmino ha viaggiato l'urna di san Domenico
Savio, amorosamente custodita e accudita dall'autista,
Alfredo, un simpatico giovane che ha voluto
il Bollettino Salesiano, e un giorno ha candidamente
dichiarato: "Ho iniziato questo pellegrinaggio come
un lavoro che mi era stato comandato, ora lo sto
continuando come un ritiro e un momento di crescita
umana e spirituale" (Foto: Alfredo con il Rettor Maggiore
don Chavez).
A Jesolo Domenico è stato accolto da circa 3000
giovani, radunati per l'annuale festa del MGS
(Movimento Giovanile Salesiano). Magnifica occasione
per incontrarne tanti in un colpo solo. Tanti di quelli
che contano, perché più impegnati, più vicini a lui.
Sono stati molti quelli che accanto all'urna hanno
lasciato una preghiera, un desiderio, un sogno...
Molte anche le coppie in attesa che hanno affidato a lui
•••••••••••
il frutto del loro amore.
••••••
Perché Domenico è patrono delle gestanti? Un giorno
egli lasciò l'oratorio per andare dalla mamma in pericolo
Chierichetto modello, Domenico aiutò don Giuseppe
Bongiovanni a fondare la "compagnia del Santissimo
di vita per un parto difficile. Entrò da lei e mentre
Sacramento", per il piccolo clero. A Milano ha trovato
l'abbracciava le mise al collo senza farsi accorgere
i ministranti dell'ispettoria per una grande e magnifica
un abitino rosa della Vergine e ripartì. La mamma si
festa. Ha poi accolto circa 7000 ragazzi radunati nel
sentì subito meglio, e poté partorire Caterina. L'abitino
Duomo assieme al cardinale Tettamanzi, che ha
poi andò smarrito. Un salesiano lo fece rifare... Da allora
ricordato: "La santità; miei cari ragazzi, è puntare
egli è il santo delle culle.
in alto... ", quasi uno slogan sportivo!
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS DICEMBRE 2004 • •

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••••••••••••••••••••••••••••••
UN TURISTA
D'ECCEZIONE
.....•......•....•.••.•....•••• ,
Per una giornata, quella del 22 marzo, Domenico ha
fatto sosta alla Pisana, nella Casa Generalizia dei
·salesiani. A rendergli omaggio si è avvicendata non solo
la comunità ivi residente, ma anche le FMA delle case
Canta, Valsé e Auxilium, oltre ai direttori di alcune
ispettorie d'Italia presenti per un ritiro. A tutti Domenico
Savio ricorda: "Siate come Don Bosco e crescete
i gioyani come lui ha cresciuto me".
In Sicilia, erano ad attenderlo almeno 3000 ragazzi,
riuniti per la festa regionale. Si sono. uditi cori da
stadio. Non sono cose di tutti i giorni. A Palermo, come
a Milano, Domenico ha visitato la chiesa più bella della
città che è anche una delle più belle del mondo, la
cattedrale di Monreale. Numerosissime le mamme che
presso l'urna hanno pregato il piccolo santo per i propri
figli.
A San Cataldo, poco più che un paese, sono giunte oltre
6000 persone in visita al giovane santo. Nessuno ne
aspettava tante. In molti si sono chiesti il perché di tanto
successo. Forse perché c'è carenza cronica di santità
giovanile: la società, anche se non pare, ha fame di
santità e di spiritualità. E forse anche perché è una
autentica rarità trovare un ragazzo che si fa santo
_unicamente compiendo il proprio dovere.
IVento, pioggia e neve l'hanno accolto in Sardegna...
ma non hanno fermato la festa e la gioia. Cagliari,
Sassari, Selargius, Lanusei, Arborea, Guspini, Nuoro...
è stato sempre un tripudio, un successo di
partecipazione ma anche di preghiera. Ogni anno
qualche cappella, o monumento, o chiesa, o edicola
viene dedicata a lui in qualche parte del mondo.
.• DICEMBRE 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••
UN TURISTA
D'ECCEZIONE
•••••••••••••••••••••••••••••••••
In Puglia si è fermato a Maglie, la città del miracolo.
Non poteva non andarci. Maglie è un paesone di 15.000
abitanti. Qui, nel lontano 1950 per sua intercessione,
Maria Gianfreda, morente, si riprese con sorpresa dei
medici che avevano già deciso un intervento chirurgico
disperato. Anche a Maglie è stato un trionfo. Il parroco,
don Salvatore, afferma che tutto il paese è andato
a visitarlo.
Molte le cittadine toccate nel Lazio e moltissima la gente
che è andata a vederlo, pregarlo, toccarlo attraverso
l'urna... Circa 900 giovani hanno invaso il tempio di
Don Bosco a Cinecittà, dove a ~utti è stata offerta la
possibilità di trovarsi per un po' "a tu per tu " con lui.
Bella e devota "la marcia della fede" che un migliaio
di ragazzi e giovani hanno fatto dall'Istituto Pio Xl
al Tempio di Don Bosco.
Domenico non poteva non tornare nelle sue terre.
Eccolo dunque al Colle, accolto con entusiasmo e
commozione. Ha sostato a San Giovanni di Riva, il
paesino dove il 2/4/1842 nacque, a Castelnuovo dove
ricevette 1• Comunione e Cresima, al Colle (foto) dove
incontrò colui che lo fece innamorare della " santità
allegra", Don Bosco, a Mondonio dove concluse
la sua vita.
Entusiasmo ma anche curiosità. "Non conoscevo
questo piccolo santo; mi ha entusiasmato l'entusiasmo
di mio figlio, chierichetto, che è tornato a casa
emozionatissimo, dopo aver toccato l'urna di
san Domenico Savio. Mi può inviare una vita ~i questo
piccolo fenomeno? Vorrei studiarlo un po"'. E la lettera
di un papà, giunta in redazione, con altre simili arrivate
da più parti.
BS DICEMBRE 2 0 0 4 • • > • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••
UN TURISTA
D'ECCEZIONE
- ••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Tanti hanno cercato uno spazio di tempo per stare
Una gran folla di ragazzi, giovani e fedeli ha
da soli con lui... a pregare, chi in gruppo, chi
singolarmente, chi come famiglia. Ecco una famigliola:
accompagnato a Lecce Domenico nella sua grande
"casa". Sì, perché questa città gli ha costruito l'unico
la piccola si avvicina senza timore agli spessi cristalli
"Tempio" a lui dedicato nel mondo. Ci sono - dicevamo
che custodiscono l'amico dei bambini e lo guarda con
la curiosità e la tenerezza tipiche dei bambini, come a
- cappelle, chiese, edicole, monumenti in suo onore,
ma solo un tempio. Questo di Lecce, dove una
dirgli. "Beh, come stai? lo sto bene con papà e mamma,
processione gioiosa e composta l'ha accompagnato,
ma anche qui, adesso, _con te! Ciao Domenico".
il vescovo l'ha accolto e i giovani l'hanno vegliato.
•••
1115 maggio, arrivano da ogni parte dell'ispettoria
i giovani del MGS. E anche il Rettor Maggiore. 1116 gli
si sono stretti attorno anche 2000 coetanei... Il tempio
era occupato dai ragazzi in•ogni angolo, gli adulti
stavolta hanno dovuto accontentarsi di seguire la
celebrazione attraverso un megaschermo allestito nel
palazzetto. Ora altri chiedono la visita di Domenico
Savio, prima fra tutti la Spagna...
Domenico insegna ai giovani d'oggi a vivere "una
misura alta di vita cristiana ordinaria". Non ci si può
accontentare del cellulare per quanto sofisticato, del
computer per quanto potente, del walkman per quanto
perfetto... c'è qualcosa di più da desiderare, qualcosa
di più grande verso cui tendere. I ragazzi devono
riscoprire il gusto delle "salite", devono amare la fatica
che irrobustisce il corpo e fa bella l'anima.
• • DICEMBRE 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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LA FATICA DI
DIVENTARE SE STESSI
di Jean-François Meurs
earo Ooctor J, talvolta
((
scopro di avere un po '
di · risentimento contro
me stesso, e provo una noia profon-
da e incontenibile, mi sento come
un cavallo che fa finta di tirare la
carretta, ma rifiuta di avanzare di un
sol passo. Sì, è proprio così, non ho
più nessuna voglia di fare un passo!
Mentre un tempo riuscivo a fare un
sacco di cose e mi piaceva perder-
mi in moltissime attività. Attorno a
me, sia i genitori sia gli amici ci ca-
piscono ben poco. Non sapendo
che pesci pigliare se la cavano di-
cendo che sono giovane, che ho
tante possibilità davanti a me, che
posso diventare ciò che voglio, che
non ho che da scegliere, che tutto
quello che intraprendo posso tran-
quillamente portarlo a termine con
successo. Ma è proprio questo il
mio grande problema, io posso fare
un mucchio di cose, ne sono capa-
ce, ma è necessario che finalmente
io mi decida. Davanti a me si stende
un immenso spazio di tempo vergi-
ne che sono chiamato a delimitare e
colonizzare: il mio avvenire. Ma chi
sono io, in realtà? Questo è il pro-
blema. Un giorno la penso in un
modo e il giorno appresso cambio
del tutto opinione. A volte è suffi-
ciente un attimo per sentirmi un'altra
persona. Tutto ciò è sfibrante, e
anche insensato! Sono stanco di
dover sempre diventare me stesso,
sono stanco di essere sempre in
tensione, alla spasmodica ricerca
della mia identità. Che ci guada-
gno? Ed è così per tutti?
Manolo, Pescara
Caro Manolo,
Parto da un esempio. La mia gene-
razione non potrà mai dimenticare il
maggio del 1968! I giovani allora
sono scesi in piazza un po' dovun-
que nel mondo occidentale perché le
società in cui vivevano diventassero
più vivibili e facessero posto, prima
di ogni altra cosa, all'individuo in
modo che ciascuno potesse diventa-
re il protagonista, il soggetto della
propria esistenza e poter scegliere
lui stesso il proprio awenire. In nome
della libertà. Noi siamo tutti delle
"piccole fabbriche di noi stessi", ma
attenzione: non delle fabbriche co-
muni o comunque, bensì fabbriche di
senso. Se riuscissimo in quest'impre-
sa, sarebbe dawero formidabile. Ma,
non dimentichiamolo, c'è un prezzo
da pagare: entrare in un lavoro di
questo tipo, per costruire la propria
identità, vuol dire accettare di non
avere più un attimo di tregua.
Non è un caso se il vocabolo
«identità» è esploso proprio attorno
agli anni Sessanta. Prima, il futuro
era in gran parte abbastanza prevedi-
bile, ed era atteso come un destino.
La società, con il suo sistema di valori
e il suo quadro di riferimento morale,
conferiva un senso alla nostra vita a
seconda del posto che si occupava.
Ciò rientrava nella logica delle cose;
era così e basta. Ciascuno sapeva
bene chi era e quel che doveva fare,
e se per caso se lo dimenticava, gli
altri s'incaricavano di ricordarglielo:
quando si è fatti in un certo modo,
quando si proviene da una determi-
nata categoria sociale, occorre agire
di conseguenza. Punto e basta.
Le cose non stanno più così.
Ora, in tutte le diverse fasi della vita
si è chiamati a operare delle scelte:
nella vita professionale, nella vita di
famiglia, nel tempo libero ... Noi non
abbiamo un'identità unica e ben de-
finita, fissata da sempre e per sem-
pre, tutt'altro: abbiamo una identità
complessa, instabile, inafferrabile. Il
lavorio su di sé deve essere perma-
nente. Così di fronte a un accumulo
di impegni che s'impongono, sento
che devo scegliere di essere qual-
cuno perfettamente organizzato,
perfettamente disciplinato, e intriso
del valore dello sforzo. Ma un altro
modello purtroppo s'impone, quello
dell'edonista che sa approfittare del
tempo presente, o che rifiuta di ri-
nunciare ai suoi sogni. lo sono co-
stantemente di fronte a delle piccole
ipotesi di me stesso.
La nostra identità attinge po-
chissimo al passato, alle radici, alle
origini. È rivolta soprattutto, al presen-
te e volge lo sguardo verso il futuro.
Occorre inventarsi ogni giorno, ma è
anche necessario che in tutto ciò vi
sia un senso. Ora, più si hanno delle
": (1Ro'IAFE'IJAI SE1.JSo
.~ .4LL4 PROPf?l,4
vtrA!..
possibilità, più s'insegue il senso del-
l'esistenza, e più sorgono dei dubbi
su ciò che è il giusto senso. Sì, il
prezzo della libertà, è questo: si
condannati a dare senso alla propria
vita... Magari non sarà necessaria-
mente "il Senso (ultimo)", ma delle
cose che danno un senso, che man-
dano dei segnali. Molti giovani riman-
dano a più tardi la scoperta di questo
Senso ultimo della loro vita. Ma è im-
portantissimo vivere fin da ora di
cose che hanno senso, esplorare,
fare delle esperienze.
Tuttavia, allargare troppo le scel-
te è far perdere le evidenze. Ora,
non bisogna solamente dare uno o
alcuni sensi alla propria vita, occorre
anche crederci. E in ogni istante ri-
lanciare la macchina. Poiché ciascu-
no sa che se non è riuscito, non se la
deve prendere che con se stesso. Si
comprende che certuni abbiano la
tentazione di rinunciare, e cerchino
di costruirsi un universo intimista,
nella loro piccola casa di campagna,
con la loro piccola cerchia di amici,
attorno a un pasto frugale.
Ma un giorno, si ripresenterà la
questione. Chi sono io? Qual è il
senso della mia vita? Fortunata-
mente, ciò che dà senso alla vita
sono gli incontri. Con l'aiuto di qual-
che altro è possibile proiettarsi nel.fu-
turo. È senza dubbio una delle ragio-
ni per la quale i giovani, e oggi perfi-
no i ragazzi, si lanciano a corpo mor-
to nelle awenture amorose, speran-
do che un giorno vi sarà l'incontro de-
cisivo di qualcosa di unico.. . anzi di
Qualcuno di unico...
O
BS DICEMBRE 2004

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La vita di santa Maria Domenica Mozzarella ·
CIELO SULLA
DISCARICA
di Graziella Curti
O 100 200 krfl
I
Q
• '•
100
~
200mi
La cartina del Venezuela.
Barquisimeto è al Nord.
Ieri: circa trecento famiglie
collocate con le loro
baracche sui rifiuti.
Oggi: una comunità che
lavora per
/'urbanizzazione del
proprio barrio.
Gente in cammino verso
la speranza
accompagnata
da una piccola e ardente
m1ss1onana.
Suor Rina Salerno con la gente
del barrio.
25luglio 1992: sessanta fa-
miglie invadono una di-
scarica situata a nord
della città di Barquisimeto, in Vene-
zuela. Dapprima vivono in capanne
di plastica e stracci. Poi si dividono
il terreno e costruiscono baracche di
ferro e fango. Non disponendo di
nessuna organizzazione legalizzata,
rimangono comunque ai margini
della società civile, nell 'anonimato
più assoluto. Così, giorno dopo
giorno, per dodici anni.
DICEMBRE 2004 BS
NUOVO MATTINO
Quando Rina Salerno, FMA, la-
scia l'Italia per la missione, porta
con un bagaglio di ricordi. Non è
più giovane e valuta con realismo
le difficoltà che potrebbe incontrare
in una terra straniera con usanze e
cultura diverse. Ha fatto la maestra
da sempre, conta circa 40 anni di
scuola elementare con relativi per-
corsi di crescita di migliaia di bam-
bini. È il settembre del 2001. Non
sa che cosa l' aspetta in Venezuela.
Sente che sarà come ricominciare
da capo.
Dopo pochi mesi per orecchiare la
lingua e visitare alcune realtà indi-
gene, approda alla Rin.conada d9ve
la vita sembra non avere futuro. E la
risposta al suo desiderio di stare con
i più poveri. Ogni mattina, dunque,
esce dal vicino Centro educativo
Maria Mazzarello per stare a tempo
pieno nel barrio. La sua prima deci-
sione è quella di dimenticare i pro-

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in lingue e linguaggi per l'oggi.
La Rinconada: i protagonisti della Via Crucis.
La Rinconada, interno di una abitazione.
pri schemi di lavoro e di mettersi in
ascolto della gente.
Entra nelle baracche, visita le fami-
glie, incomincia, insieme con alcuni
volontari del posto, un censimento.
Finalmente si supera l'anonimato. Su
poveri fogli di carta s'allunga la lista
degli abitanti: bambini, donne, uomi-
ni. Tutti ormai hanno un nome, un
passato, una storia che li rende prota-
gonisti di un passaggio importante:
dalla discarica all'urbanizzazione del
barrio. Basta che lo vogliano e che lo
vogliano insieme. Le novità sono
molte, anche se conquistate a fatica.
Sorgono leaders di comunità; nasce
un'Associazione civile che diventa
interlocutrice del Consiglio comuna-
le. Addirittura, esce un giornale:
Nuevo amanecer (Nuovo mattino)
che viene presentato «come mezzo di
comunicazione che ci aiuti a costruire
con la collaborazione di .ogni fami-
glia, una comunità unita, solidale,
partecipativa».
tare e collaborare in semplicità». Si
attiva subito per liberare la comunità
dall'anonimato e po1tare ogni perso-
na a essere riconosciuta come citta-
dino con diritti e doveri.
Membr.i effettivi dell 'Associazio-
ne civile Unidos por la Rinconada,
della Giunta direttiva e del Consi-
glio di quartiere sono gli stessi abi-
tanti del barrio. Si riesce ad ottene-
re l'approvazione del piano di urba-
nizzazione della comunità, l'impian-
to dell ' acquedotto e dell 'elettricità,
la realizzazione di cinque case co-
munitarie per la salute. In contem-
poranea, da buona salesiana, suor
Rina si adopera con alcuni volontari
per la creazione dell 'oratorio con le
relative opportunità ricreative e cul-
turali: scuola di teatro e di ballo;
corsi personalizzati di catechesi; in-
contri per i genitori; piano per le va-
canze dei ragazzi e giovani. S'allar-
ga il cerchio dei collaboratori e au-
menta la partecipazione della gente.
AIUTARE A PENSARE
IL SILLABARIO DEI GESTI
C'è una frase che la missionaria Sul giornale di bordo della comu-
continua a sentir risuonare dentro di . nità sono segnalate le varie conqui-
sé: «Una nuova forma di evangeliz- ste. I giovani dimostrano maggior
zazione e di amore è quella di aiutare continuità nella frequenza ai vari
la gente a pensare, non nel suggerirle gruppi. Gli adulti vedono nei corsi
come pensare». Il rispetto della li- professionali di preparazione al la-
bertà e delle possibilità delle persone voro un.'uscita di sicurezza per il
è il segreto per una vera comunione. domani.
.
Suor Rina ha meditato a lungo que- «Dobbiamo realizzare un'evange-
ste parole e chiede aiuto, dà spazio, lizzazione che dia futuro alla gente».
vuole lavorare in cordata, come Don Questa regola suor Rina l'ha sentita
Bosco. «Prima, quando facevo la ripetere più volte in Italia, prima di
maestra in Italia - dice - ho avuto partire, e cerca di attuarla constatan-
delle soddisfazioni, ma quasi sempre done i buoni effetti. L'annuncio del
le attribuivo alla mia competenza. Vangelo, lei che è stata maestra per
Ora so che tutto mi viene da Dio e tanti anni lo sa, avviene nel quotidia-
dagli altri. Basta che io sappia ascol- no, rispettando le regole di una co-
municazione semplice, popolare,
comprensibile. Allora fa drammatiz-
zare la Via Crucis, prepara con spie-
gazioni facili la celebrazione del Bat-
iesimo e della prima Comunione.
Quando vuole presentare i valori
della comunità, si serve di parabole,
di racconti che rispecchiano la vita
del barrio. Come quella volta che
narra sul giornalino la storia del se-
greto della buona minestra che in.un
villaggio, povero e lontano, si riesce
a realizzare, nonostante la mancanza
di tutto, con l'apporto di quel poco ri-
masto alla gente. Al racconto, vera
pedagogia del gesto, segue la doman-
da: «Che cosa fai tu per creare unità e
solidarietà nella tua famiglia con i
tuoi vicini?».
In una sintesi di quanto si è realiz-
zato, la gente ha preso coscienza
che: «Con la legalizzazione dell' As-
sociazione civile si apre un cammi-
no di futuro e di speranza per la co-
munità, ma· questa deve assumere
con molta responsabilità il proprio
destino partecipando attivamente
nella promozione di tutte le famiglie
che la compongono, con l'appoggio
della missionaria e di altre orga~iz-
zazioni, avendo però la percezione
chiara che solo la comunità deve es-
sere protagonista dei propri progetti
e c!el proprio futuro ».
E un processo che rispecchia da
vicino la massima di Don Bosco:
«Educare è cosa del cuore» e dare
fiducia è creare possibilità.
« Nel programma di questi prossi-
mi mesi - racconta suor Rina con
sguardo luminoso - c'è la costruzio-
ne di 30 case per le famiglie. Qual-
cuno mi ha promesso che ne faran-
no anche una per me. Mi considera-
no ormai una di loro».
O
BS DICEMBRE 2004

3.10 Page 30

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.
A
~~.- IL
MESE
IN
LIBRE
. ppe Morante
a curo di G1use
NATALE 8ENAZZI
LA CHIESA
NON RISPONDE
~ ....... "°'ltl
LA CHIESA
NON RISPONDE
50 domande scottanti
ancora senza risposta
di Natale Benazzi
PIEMME, Casale M.
(Al} 2004, pp. 2004
Il saggio ragiona sul si-
lenzio del Magistero at-
torno ad alcune que-
stioni aperte del cattoli-
cesimo: in che senso la
Chiesa è infallibile, se
per molti non è più nep-
pure credibile? C'è una
morale universale da
imporre anche a perso-
ne di culture e fedi di-
verse? Ha senso parla-
re di metodi naturali , tra
pastori comprensivi e
altri intransigenti? I con-.
viventi, gli omosessuali,
i transessuali sono an-
cora considerati contro
natura? Non è il tempo
di distinguere tra divor-
zio, fine di una coniuga-
lità vivibile, possibilità di
ricostruire una coniuga-
lità? Se le Beatitudini
sono il più grande mani-
festo pacifista della sto-
ria, che senso ha parla-
re di guerra giusta? C'è
una riflessione approfon-
dita sul sacerdozio alle
donne e sul celibato dei
preti?
~~~
CRIS10
UNl\\lfRSAL .
CHE COSA SAPPIAMO
DI GESÙ DI NAZARET?
di Pierre Debergé (ed altri)
ELLEDICI, Leumann (To}
2003, pp . 272
Il testo permette di cogliere
il significato dell'enigma Ge-
sù. Si può conciliare il Van-
gelo con la storia? A quale
opera della letteratura anti-
ca paragonare i Vangeli?
Si tratta di una teologia ri-
vestita di una storia che dà
l'illusione di avvenimenti ve-
ramente accaduti? Dalla let-
tura rimangono due con-
vinzioni ; prima il radica-
mento storico di Gesù: i
Vangeli raccontano fatti reali
che riguardano un uomo
singolare che ha lasciato
tracce reali nella storia. La
seconda verte sul mistero
nel quale si conclude il
cammino di un "Gesù, mor-
to, che Paolo sosteneva
essere ancora in vita" (At
25, 19). La Risurrezione è il
mistero supremo di una
realtà inaccessibile che rias-
sume il percorso storico di
Gesu, le sue radici bibliche
e il destino umano.
=:~ Che cosa IIA)I.--..,.,.,,..._
sappiamo
di Gesù di éWII'et?
COME UN TESORO
NEL CAMPO
La ricchezza della
proposta cristiana
di Franco Giudice
Paoline, Milano, 2004
pp. 200
IM' O>GIUDIO
COME
U TESORO
NEL CAMPO
Prendendo spunto da una
parabola evangelica, il li-
bro affronta i problemi che
ogni uomo scopre nel pro-
prio intimo: qual è il proget-
to di Dio sul mondo e sul-
l'uomo? Perché il peccato?
Perché il male e la soffe-
renza? C'è una speranza?
Il "campo" descritto è quel-
lo del nostro tempo; il "te-
soro" è il Regno di Dio
concretizzatosi in Gesù e
nel suo messaggio. Se Dio
si è reso disponibile, l'uo-
mo è chiamato a incontrar-
lo nel terreno di questa vi-
ta, cercando in essa la pre-
senza misteriosa ma reale
di Cristo e del più autenti-
co significato dell'esisten-
za. Tocca al credente af-
frontare gli impegni e le oc-
casioni della vita quotidia-
na, per imparare a scoprire
e a far propria, in Cristo, la
ricchezza della proposta
cristiana .
PERCHÉ CATTOLICI
Le ragioni della nostra
fedeltà alla Chiesa
Cattolica
di Gerlando Lentini
Viverein, Roma-Monopoli
2004, pp. 162
Se si chiedesse a un bat-
tezzato che cosa significhi
"essere cattolici", si scopri-
rebbe che manca una vera
coscienza del suo signifi-
cato. Non è indifferente es-
sere in una chiesa qualsia-
si nell'attuale "mercato del
sacro", e non è problema
da poco rinunciare per
ignoranza alla propria fe-
de. Questo libro aiuta a
prendere coscienza delle
motivazioni di fondo (bibli-
che, dogmatiche, storiche}
del nostro essere cristiani
e cattolici. Il testo è chiaro
e semplice e aiuta a risco-
prire le ragioni della fedeltà
alla Chiesa, "sacramento
universale di salvezza".
L'autore offre testimonian-
ze e confronti per un giusto
dialogo ecumenico tra le
religioni cristiane, e rimane
aperto e disponibile al bi-
sogno del religioso di colo-
ro che militano in altri mo-
vimenti.
DICEMBRE 2004 8 S

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ ~ ~
BIBBIAECHESI
E CAT
AIUTOpREGHIERA PROFETI
ALLA
SPECIALE
LA BIBBIA NELLA
PORGI L'ORECCHIO
IL SEGNO DI BOSE
IL VIAGGIO
CATECHESI PERCHÉ
SIGNORE ALLA MIA
di Mario Torcivia
Itinerario spirituale
E COME
SUPPLICA
PIEMME, Casale M. (Al) per il pellegrino moderno
Riscoprire la Bibbia
Meditazioni in preghiera 2003, pp. 132
di Peter Kreeft
per riscoprire la fede.
di Vito Fabbian
Homeless & Book, Faenza
Problemi, confronti
Libreria Editrice Vaticana
2003, pp. 128
e proposte
Roma, 2004, pp. 254
a cura di Cesare Bissoli
Pagine davvero interes-
e Giuseppe Morante
La Chiesa vuole ascoltare
santi per non dire affascis
ELLEDICI, Leumann (To) la voce interiore dello Spiritò
nanti quelle di questo libro.
2004, pp. 216
di Dio, affinché lui stesso
È il pellegrinaggio dell'au-
possa in noi e con noi parla-
tore, in compagnia di So-
Cesare Bi.soli
Giu,eppe Moronfe
(ow,o,l;J
re, con i gemiti inesprimibili
di tutto il creato. La preghie-
ra un senso a tutta la vita
crate prima, Mosè poi e
Lewis (l'autore delle Lette-
re a Berlicche) infine, lun-
in ogni suo momento, in
go le strade tracciate dai
ogni circostanza (Giovanni
più grandi personaggi, per
Paolo Il). L'autore affida
trovare il significato della
queste "meditazioni in pre-
vita. Egli scarta via via le
ghiera" a chi vorrà leggerle
varie soluzioni (scetticismo,
e utilizzarle, assicurando e
cinismo, nichilismo, mate-
testimoniando che in ogni
rialismo, relativismo, ecc.),
momento Dio è attento alla
perché non lo convincono.
voce di chi lo invoca. Il vo-
Ogni "ismo" rappresenta un
Si presentano i temi della
presenza e dell'uso della
Bibbia nella catechesi , in
vista di una corretta ed effi-
cace comunicazione. Nella
comunità cristiana la cate-
chesi ha il suo permanente
lume, miniera di materiali
sperimentati in più occa-
sioni, presenta un'ampia
antologia di preghiere, me-
ditazioni, schemi di cele-
brazioni che, anche con
l'aiuto di un indice analiti-
co, possono essere utiliz-
zati in molte circostanze
della vita parrocchiale, o
fornire lo spunto per mo-
menti di preghiera perso-
nale o di gruppo.
Uomini e donne, monaci e
monache di diverse con-
fessioni cristiane, lontani
dal mondo eppure profon-
damente incarnati nella real-
tà e vicini ai problemi della
gente; dediti alla preghiera,
alla meditazione, al lavoro,
all'ospitalità: questa è la
comunità ecumenica di Bo-
se, che vuole creare spazi
di condivisione di vita e di
· fede fra cattolici, protestanti
bivio e un dilemma: fermarsi
o continuare. L'autore conti-
nuerà ragionando con l'in-
terlocutore di turno e gli
estensori delle diverse lin-
nee di pensiero, finché la ri-
cerca non si ferma. A Gesù.
Solo in lui l'autore trova le ri-
sposte che cercava. Davve-
ro un libro da gustare.
fondamento nella Parola,
e ortodossi. La comunità
attinta anzitutto alla sor-
gente che è la Sacra Scrit-
tura. Ciò vale per ogni for-
PORGl t:ORECCHIO
conta un centinaio di mem-
bri in tre fraternità (Gerusa-
lemme, Assisi, Ostuni), ed
..
ma di catechesi per età,
per situazioni e per am-
bienti di vita. La catechesi
degli adulti poi trova nell'in-
SIGNORE
è un segno profetico per il
V
ALLA MIA SUPPLICA
mondo e per la Chiesa,
perché non cessa di inte-
-+-'
V
Q..
ressare, coinvolgere e af-
contro con la Bibbia la via
più efficace e condivisa; an-
IL VIAGGIO fascinare migliaia di perso-
ne in ricerca. Una realtà
che se ci sono difficoltà per
monastica giovane, inter-
valorizzarla in maniera ade-
confessionale e mista, che
ltiner;irlo sp1t1t11~le
guata ,nella comunicazione
ha trovato nella fedele ade-
per il pell~tlno mo<lctno
catechistica, per ignoranza,
sione alla Parola di Dio, la
stereotipi, interpretazioni su-
linfa vitale a cui attingere.
perficiali, fondamentalismo,
Mrdiln:inJJ.i in pregMerp
isolamento ecclesiale. Di
qui, l'urgenza di aiutare so-
prattutto i catechisti a ritro-
vare la potenza di grazia
FA VEND ITA PE R
~g~:i~PONDENZA. I libri
che vengono segnalati s1 pos-
della Sacra Scrittura.
sono acquistare presso le ~b::;i
rie cattoliche o vanno ne t~ive
direttamente alle nspe
Editrici.
BS DICEMBRE 2004

4.2 Page 32

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L/;1/E
-
Il breve profilo di un tipografo dalle doti eccezionali, Guido Stefanelli (1921-1996).
UN MAREMMANO
AFFA'ITO RUSTICO
di Antonio Miscio
È comune desiderio che non si
perda la memoria di persone che
abbiano inciso nella società per
doti professionali, per
testimonianza di vita, per essersi
spese ·al servizio di nobili ideali, tra
i quali l'educazione dei giovani e la
loro istruzione. Come il coadiutore
Guido Stefanelli...
Guido Stefanelli, salesiano laico (Massa Marittima
21/01/1921 - Sanpierdarena 13/10/1996).
Guido è uno di quei personaggi , la cui vita fu
professionalmente elevata, e quel che più conta
fu umanamente e religiosamente di alta caratu-
ra. Per cui parlare e scrivere di lui, oltre che un piace-
re , è un dovere, espressione di riconoscenza. Uomo
piacevole per educazione, convivialità, socievolezza e
signorilità, Stefanelli fu professionalmente un tipografo
compositore di grandi capacità; religiosamente un
salesiano laico, attaccato alla sua vocazione , a: Don
Bosco e alla Chiesa; salesianamente un educatore di
prim 'ordine . Sembrava, a un primo impatto, rude e
severo di aspetto. Ma era un'impressione sbagliata.
Era maremmano è vero, a Massa Marittima in provin-
cia di Grosseto era nato nel 1921, ma aveva il cuore
tenero e i modi affabili , e non era affatto rustico, come
DICEMBRE 2004 BS
la letteratura è solita presentare il carattere maremma-
no. Forte era, di ferro come le colline metallifere della
terra nativa; sbrigativo e sincero, ma anche gentile e
sorridente.
SALESIANO IN MOVIMENTO
Era entrato a soli dieci anni nell'istituto salesiano di La
Spezia per frequentare la quinta elementare, poi l'av-
viamento professionale nella categoria dei tipografi,
secondo il consolidato schema delle scuole salesiane
di Arti e Mestieri. Dopo sei anni di collegio, catturato
da Don Bosco, approdava al noviziato di Varazze, de-
ciso ad abbracciare la vita religiosa. Aveva solo sedici
anni e non si sapeva quanto fosse maturo per una •
decisione così impegnativa, ma divenne salesiano. Era
In pellegrinaggio a Valdocco per il centenario
della morte di Don Bosco (1988).

4.3 Page 33

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-------------t(}ll(}ltA77JRI cfllLE.f/11;1/I
Il signor Stefanelli con don Alberto Lorenzelli , attuale
ispettore della provincia Ligure/Toscana.
il 1938. A San Benigno Canavese ebbe modo di perfe-
zionare in tre anni di studio tenace e di lavoro ininter-
rotto l'arte tipografica, a cu i era stato iniziato a La
Spezia. Divenne un autentico talento , sorprendente-
mente bravo, affidabile, efficiente. Tant'è che i superio-
ri lo spostarono di frequente , inviandolo dove c'era
bisogno di un maestro professionalmente impeccabile,
di un educatore avveduto e di un formatore secondo lo
stile di Don Bosco . Iniziò nelle scuole professionali
dell'istituto salesiano di Fi renze come capo tipografo.
Poi lo mandarono addirittura a Catania, un anno appe-
na, il tempo di impostare in maniera ineccepibile i cor-
si, qu indi al Colle Don Bosco dal 1943 al '49, vice di
un altro grande, Giuseppe Pellitteri, uomo di eccezio-
nale preparazione tecnica, umana e salesiana. Insie-
me , Pellitte ri e Stafanelli in sintonia di intenti e di
mestiere, in tempi di guerra, di penuria di mezzi e di
povertà, decisero di mettere al servizio dei giovani tut-
ta la loro esperienza. Frutto di questa collaborazione
furono i tre volumi di "Tipocomposizione ", usati per
anni dagli allievi compositori , fino a quando le nuove
tecniche non sconvolsero programmi e metodi. Guido
al mattino era nei laboratori accanto ai giovani per
insegnare pratica, alla sera nelle aule per fare teoria
che trasmetteva con una capacità didattica facile e
aperta . Nel 1949 lo troviamo a Sampierdarena, in
quella celebre scuola salesiana, capo tipog rafo. Furo-
no tre anni di grandi soddisfazioni per lui che finalmen-
te poteva lavorare nella sua ispettoria di origine. Una-
nime il coro degli elogi e dei ricordi , da parte degli
exallievi, anche dopo cinq uanta e pi ù ann i, testimoni
non immemori della irraggiungibile bravura di quel loro
inimitabile insegnante, della sua presenza vigile, della
comunicativa facile sulla cattedra, nel cortile, nella loro
vita. Dal '52 al '57, tornò al Colle Don Bosco come
coordinatore tecn ico. E sono gli anni grandi di Stefa-
nelli. Escono preparatissimi i futuri valorosi dirigenti
salesiani del settore tipografico, che tanto onore hanno
fatto e fanno alla cong regazione e non solo. Bastereb-
be citare gli attuali maestri che dirigono la tipografia
Vaticana, preposti da molti anni alla stampa dell'Os-
servatore Romano. Stefanelli è il maestro , citato e
venerato . Quando nasce a Roma il Borgo Ragazzi
Don Bosco, egli è tra gli scugnizzi, docente e, maestro
(1957-59). Poi a Bologna quattro anni , quindi a Raven-
na dal '63 al '65.
UN GRANDE
Fino a quando lui stesso con intelligenza, ma con stu-
pore e meraviglia di coloro che lo conoscevano capa-
cissimo di immergersi con genialità nelle nuove tecni-
che della fotocomposizione , decise di lasciare il campo
ai giovani e mettersi a disposizione per altri compiti
nello spirito dell'obbedienza e di Don Bosco. Lo si
ritrova così , paziente e disponibile, prima a Sampier-
darena all'accoglienza, poi nel grande ginnasio-liceo di
Alassio come segretario. Ha stampato libri per una vita
e ora eccolo umile e solerte operatore scolastico per
27 anni , gli ultimi della sua vita. Fu anche in questo
eccellente, nell'occasione continua di avvicinare i gio-
vani e i loro genitori, di comunicare simpatia e gioia; di
mostrare affascinante il carisma salesiano. La morte
giunse improvvisa nel 1996 a Sampierdarena. Stefa-
nelli fu un salesiano completo: un religioso osservante,
un insegnante abile, un educatore impareggiabile. Fu
un artista nella recitazione , nella musica, nel canto con
la sua bella voce baritonaJe, melodiosa, piena e piace-
vole. "Stefanelli, ci sono le prove de/l'operetta - gli
telefonavano imploranti da Varazze - vieni. Ti aspet-
tiamo". Solo mezzora di treno da Sampierdarena, ma
lui spesso non si faceva vedere, trattenuto da chi sa
quali impegni. L'operetta sarà un disastro, si temeva.
E invece era un trionfo. Vederlo, sentirlo: consumato,
istintivo, trascinante, il pubblico in deli rio. Le operette,
che per tanti anni si sono cantate sui palchi degli isti-
tuti, in giro per le repliche , erano tutte sue. E quel suo
clarino nella banda - un tempo la banda era un po'
dovunque negli istituti salesiani - lo modulava con
maestria. Gli assolo erano suoi, delizianti, impetuosi; e
quel suo incantevole, travolgente, appassionato recita-
re, da protagonista e cantare da solista. Molti salesiani
sono entrati in paradiso, accompagnati dal timbro
commosso del suo canto: "Nella notte, o Dio, noi
veglieremo... improvvisa giungerà la sua voce. Quan-
do Lui verrà sarete pronti'. Gli piaceva questo canto
d'addio che modulava con delicatezza e passione.
Parole presaghe del modo improvviso del suo morire.
Era pronto , preparato. Inattesa però la sua morte a
settantacinque anni. Un salesiano completo, il signor
Guido. Un uomo ricco di doti che ha fatto onore alla
vita e a Don Bosco . Molta gioia ha dato ai giovani ,
molta saggezza ha profuso . Ha onorato l'arte sua!
Ricordarlo è felicità.
D
BS DICEMBRE 2004

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
LA DIFFICILE ARTE Negli ultimi anni delle elementari e
alle medie i ragazzi sono profon-
DI SOCIALIZZARE. damente consapevoli della portata
e talvolta della crudeltà dei giudizi
dei loro pari. Molti sono sempre
sul chi vive, per paura di essere
Abbiamo già affermato da queste colonne che parlare è un'arte,
e un'arte necessaria alla crescita dei nostri figli. Non possiamo
trascurati o rifiutati. Si sentono
costretti a sorvegliare ogni loro
gesto, sapendo di rischiare di es-
dimenticare che arte ancor più fine è "socializzare". s re tlerisi .er un abito o una pet-
tinatura fuori moda, oppure perché
· ,,- -- ~ requentanro) amici non validi o
Q y~n. . .
.
. · . ~ } aséòlta~o.tla musica sb_aglia!a. ~
uando un figlio rientra da colpito dall'impressione di potenza, e" _ome _llilvere, ~o).~o _una t1~nni~ e 1
scuola avvilito, con la faccia di invulnerabilità che emar,a dai sin- ! r.en ~r so~o. 1 1 ~ll'e ~~d1e e
di un adulto appena licenzia- goli componenti. Insieme sono pron· ali~ s~pr, r~~J1 ) a,t1rap~1a ~I C?f ta-
to , ci sono buone probabilità che ti a dire o fare cose che cia soli nor,i nei m1r:1ac_c1a,.,costanteme~t.e :'1i?ro-
abbia dovuto subire qualche an - direbbero né farebbero ai. È tipico ,..y,~car~ U.crollo .dJll'a tosti ~::.tMolti
gheria di natura sociale. I burrasco- degli adolescenti esse e sopraf.fatti) s1 •?h1edono se stare al Q.IOco_ ?1-.,
si alti e bassi dei rapporti con gli da paure e da ansie che i -grup~for·-" re.s1stere, se cercfr~ la popolarrta _,
amici, con il gruppo dei pari e con i temporaneamente cà' éella. Fin dal- o essere se stessi. E u~a decisio-
rivali preoccupano intensamente le elementari, i bambini consolidano _,Q.e cjiffi ile, !Un dilemma personale
tutti i bambini e i ragazzi in età sco- le amicizie, sono in grad© di télefO:-- molto ©olinune. Fertu a amente, la
lare, anche se alcuni gestiscono lo nare agli amici e di ave e di§cuss'io- maggibr parte risolve il dubbio in
stress meglio di altri. Pochi ci pen- ni serie con loro o su di dro. In que- maniera sarfa e alla fine ottiene un
sano, ma i bambini devono in poco sta fase può fare la sua çor11pgi.rsa il giusto grcldo di é\\CCettabilità socia-
tempo •apprendere una quantità im- bullismo. I genitori devono riùsdre1i le \\'.riuscend · , rlel contempo, a
pressionante di abilità: capire gli capire quando il figlio sta acquistan- rim·anere feçlele a se stessa. Tutta-
altri e adattarsi velocemente, esse- do una fama negativa, viene emar- via, la préssione sociale -"r-,ron si
re capaci di risolvere i conflitti inter- ginato o subisce angherie, cercando allenta ma·. I genitori do· ebbero
personali senza ricorrere all'aggres- di individuare i suoi punti deboli. I offrire ai figli un sostegqg/ com-
sività, osservare il proprio compor- genitori hanno il diritto e il dovere di prensivo, facendo loro capire che
tamento mentre si relaziona o inte- informare la scuola se il figlio viene possono contare su adulti attenti,
ragisce con qualcuno , costruire e sistematicamente estraniato o è cui confidare difficoltà e dilemmi ,
mantenere una buona immagine diventato il bersaglio di beffe , mi- praticamente quotidiani, incontrati
pubblica e proporsi agli altri in ma- nacce o atti di bullismo. E interveni- nelle loro esperienze sociali .
niera adeguata, cooperare e lavo- re con decisione.
Anche in questo campo un genito-
rare con gli altri in un gruppo o in
una squadra, interpretare gli episo- e,----------,-::,--:-::------------------
di sociali, le azioni e i gesti degli ii.
altri, nonché afferrare concetti quali
«amicizia », ecc. È un compito
immane . Sono fin troppi gli adulti ~
incapaci di "convivere".
Per fortuna ciascuno nasce
con un determinato bagaglio di
capacità sociali di base. Ma poi è
necessario un efficace controllo del-
l'attenzione per evitare di commette-
re atti impulsivi che · rischiano di
allontanare dei potenziali amici. Chi
sbaglia è condannato all'emargina-
zione e alla solitudine. Durante l'a-
dolescenza stare insieme non è
solo un piacere. Il gruppo fornisce
infatti una sorta di armatura protetti-
va ai suoi membri. Chi osserva una
squadra di adolescenti mentre si
aggira in un centro commerciale è
DICEMBRE 2004 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
re deve essere per i figli una gui-
da, consapevole che i risultati so-
ciali contano più di quelli scolasti-
ci. Insieme alla scuola, per esem-
pio, si può proporre una delle tec-
niche preferite da Don Bosco: uno
o più studenti popolari possono
«adottare» un compagno rifiutato da-
gli altri, uno stratagemma in cui le
possibilità di riuscita sono maggiori
se il ragazzo che funge da tutor è
più grande.
Ma non bisogna dimenticare
che devono essere sostenuti e
incoraggiati soprattutto i bambini e
i ragazzi che dichiarano di volere
seguire le proprie inclinazioni e
quelli che sono pronti a remare
contro la corrente del conformismo
sociale . Sarebbe anzi opportuno
che tutti fossero stimolati a provare
a farlo , giacché un certo grado di
indipendenza sociale è sempre be-
nefico . A Laura, una ragazzina un-
dicenne, il pediatra voleva prescri-
vere dei farmaci perché aveva un
comportamento sociale non «con-
forme »: amava starsene per conto
suo , incurante dei giudizi altrui.
Laura però non ne voleva sapere.
Quando gliene chiesi il motivo,
rispose: «Perché sono originale. E
mi va di esserlo. Durante l'intervallo
mi piace sedermi su quel masso a
leggere poesie. Sono fatta così. La
gente pensa che sia strana. Ma
non è vero . Sono solo originale e
faccio quello che mi va . Quella
medicina mi farà diventare come
tutti gli altri. Ma perché non posso
essere come sono? ». Se a vostra
figlia piace leggere poesie in cima
a un masso, incoraggiatela a farlo ,
anche a rischio della sua reputazio-
ne. Se vostro figli9 tredicenne ama
collezionare farfalle e gl i altri .pen-
sano che sia un eccentrico, aiutate-
lo ad ampliare la sua collezione .
Lasciate che i vostri figli affermino
la loro personalità, incoraggiando la
loro individualità e lodando il loro
coraggio .
O
IDurante l'adolescenza, stare
insieme non è solo un piacere;
il gruppo fornisce infatti una sorta
di armatura protettiva ai suoi
membri; cresce lo spazio sociale
entro il quale scoprire nuove
opportunità di amicizia.
SOCIALIZZARE
SOLO UN PONTE
VERSO GLI ALTRI?
Ogni bambino, all 'inizio della sua esistenza, costruisce
senza saperlo l'attitudine alla socievolezza, sviluppandola
cohleimsiitatrnodvoalaad' aasfferoconntadrae,dseegnlizastpimeroaliltroodaeviecroenldeizidioeneacmhei.anrtei
o la necessaria autonomia. Su quest'esperienza
anche la famiglia si gioca molto della sua credibilità:
Vado con la memoria ai primi
anni di vita dei miei figli e
riscopro una comune disponi-
bilità alle relazioni , ma due percorsi
ben diversi. Come tutti i primogeniti,
Alessandra ha vissuto il primo perio-
do dell'infanzia circondata da adulti:
coccolata e amata, ma rischiando
che il suo essere al centro delle at-
tenzioni di tutti la rendesse dipen-
dente sul piano affettivo e più dispo-
nibile a vivere il rapporto asimmetri-
co con i grandi che quello paritario
con altri bambin i. Ci mancava una
brutta esperienza ospedaliera quan-
do aveva pochissimi mesi: da quel
momento è diventata molto diffiden-
te nei confronti degli estrane i e ci
sono voluti alcuni anni per restituirle
un minimo di sicurezza e di disponi-
bilità ad affrontare situazioni non
protette o note.
La nascita di Claudio è stata un
buon contributo per recuperare la
socievolezza iniziale: peraltro con il
fratellino non era difficile , poiché ,
come tutti i secondogeniti , Claudio
sin dal primo vagito ha riconosciuto
il suo essere in compagnia di altre
persone di varie età, con le quali
instaurare una gamma diversificata
di relazioni e dunque ha rivelato
subito una grande intraprendenza
nella scoperta del mondo circostan-
te. Per anni i due piccoli hanno vis-
suto una strana simbiosi: Claudio
faceva da apripista, sia in casa sia
fuori , lanciando provocazioni al pros-
simo per creare nuovi contesti af-
fettiv i e conquistando la simpatia
iniziale necessaria per determinare
Fin dalle elementari, i bambini
consolidano le amicizie.
una prima forma di interesse e di
comun icazione reciproca ; Alessan -
dra subentrava un po' dopo , per
migliorare le relazioni , dando loro
maggiore stabilità e profondità.
Il passare del tempo e la vita
quotidiana spesa in un nucleo
familiare socievole hanno prodotto,
a poco a poco, un assestamento di
questi due ruoli con fasi successive
molto diverse: abbiamo vissuto
periodi in cui i due fratellini erano
inseparabili dentro e fuori casa per
incoraggiarsi e proteggersi a vicen-
da nel percorso dell'esternalizzazio-
ne domestica; poi c'è stata una lun-
ga fase in cui ciascuno ha preferito
procedere per la propria strada e
costruire relazioni più autonome e
commisurate alle esigenze perso-
nali. Gli anni della preadolescenza
li hanno visti impegnati nella co-
struzione di piccoli gruppi amicali ,
in cui riconoscersi e costruire la
propria fisionomia; l'adolescenza li
ha resi più esigenti, ma anche più
BS DICEMBRE 2004

4.6 Page 36

▲back to top
ecumenici, ed è cresciuto lo spa-
zio sociale entro il quale scoprire
nuove opportunità di amicizia e
coltivare relazioni durature. Attual-
mente sia Alessandra sia Claudio
mi sembrano protagonisti della
propria vita sociale e credo che
riescano a stare con gli altri sen-
za particolari problemi , realizzan-
do un dignitoso equilibrio fra l'in-
tegrazione in un gruppo e l'e-
spressione della propria persona-
lità. L'appartenenza a un gruppo
parrocchiale, che in passato fun-
zionava talvolta da filtro e da dia-
framma verso l'esterno , oggi è
divenuta un trampolino di lancio
verso nuove forme di condivisione
e di testimonianza della fede.
Ma quel che mi fa piacere verifi-
care in loro è un salto di qualità
piuttosto impegnativo per un gio-
vane: il passaggio dallo stare con
gli altri all' essere per gli altri. Non
si tratta soltanto di una scelta di
valore, che porta ad adottare at-
teggiamenti e comportamenti con-
cretamente improntati al senso di
disponibilità, alla generosità e alla
solidarietà. Credo che sia molto di
più: un investimento ben calcolato
sul modello di "adultità" che inten-
dono interpretare nella loro vita
futura. Tante esperienze hanno
contribuito a orientarli verso que-
sto modo di intendere la vita
sociale, ed è stato importante che
esse si siano realizzate con gra-
dualità e continuità nei vari am-
bienti della loro vita, cercando di
costruire continuità fra i vari ruoli
che i ragazzi vivono quotidiana-
mente , ma anche quelle disso-
nanze critiche , utili a vivere nel
mondo senza dovervi appartenere
con un adeguamento passivo.
L'ultima, la più fresca in ordi-
ne di tempo, appartiene a queste
vacanze afose. Tornati dal campo-
scuola di cui Claudio era destina-
tario e Alessandra organizzatrice,
ragionavano su un pensiero che li
ha impegnati per una settimana:
nella vita "non basta giocare un
ruolo, occorre mettersi in gioco". È
un criterio buono per verificare e
progettare tutte le relazioni, da
quelle interpersonali a quelle che,
in misura più o meno convinta, si
vivono nella società.
DICEMBRE 2004 ns
FAMIGLIA
SALESIANA
di Julio Olarte
Fondatore è il salesiano don
}orge Puthenpura (classe 1941), ·
indiano da Poovathode nel Kerala
e missionario tra gli indigeni del
Guatemala, dal 1970.
PICCOLA COMUNITÀ
DELLE SUORE
DELLA RISURREZIONE
1973, missione tra i Kelchies in
Guatemala. Centinaia d'ind igeni
gioivano di portare la buona notiz ia
del Vangelo di vi llaggio in villaggio,
anche se un 90% erano ana lfabeti.
Anche le ragazze vo levano fare al -
trettanto. La possibilità si aprì con
l'arrivo delle Fi glie della Carità. 15
settembre 1977 nove "volontarie"
che vivevano con queste suore, gui-
date da don )orge Puthenpura inizia-
rono un'esperienza di vita com uni-
taria nel la prospettiva di renderla
stabile, in una casa indipendente.
Nel maggio precedente, l' Ispettore
salesiano, don Ricardo Chinchilla,
aveva fatto loro l' inaspettata propo-
sta di organizzarle come comun ità
religiosa autoctona, indicando loro
la procedura e fornendo loro i mez-
zi. Era la Provvidenza!
31 gennaio 1980. Tre giovan i del
gruppo esprimono il desiderio di for-
mare una "picco la com unità" con lo
scopo di servire i fratelli campesin i.
Il 31 gennaio 1987 la com unità vie-
ne approvata dal monsignor Gerar-
do Flores Reyes. Lui sa Che diventa
la prima superiora. Il vescovo con-
valida i voti di 14 sorelle e ammette
ai perpetui le prime tre. Si ricono-
scono due case del la Comunità. Il
Centro " Talita Kumi" diventerà l'o-
pera più significativa della congrega-
zione. La Piccola Comun ità è vera-
mente inculturata: sono tutte indige-
ne, anche se non è requisito statuta-
rio. All ' inizio gran parte erano anal -
fabete, ma ciò non impedì loro di
trasmettere una ricchezza culturale
profonda e sentita. Loro apostolato è
inculturare il Vangelo e aiutare i loro
fratel li più poveri, attraverso la cate-
chesi e la promoz ione, special mente
nei riguardi delle giovani e delle
donne, con l'alfabetizaz ione, l'edu-
caz ione alla salute, alla vita in fam i-
glia, all'economia domestica, agro-
pecuaria e commerciale con piccole
reti di mini cred ito cooperativo, ecc.
Un'esperienza tota lmente nuova
con un motto significativo: "Cristo è
risorto, risorgiamo anche noi con
Lui " . Il Cero pasquale diventa il sim-
bolo dell a Comunità.
La "Piccola Comunità" è attual-
mente composta da 49 professe, 9 •
novizie, 11 postu lanti e 43 aspiranti,
tutte indigene di diversa etn ia. li Ret-
tor Maggiore le ha accettate come
-22° gruppo della Famiglia Salesiana
il 19 luglio 2004 .

4.7 Page 37

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BS DICEMBRE 2004

4.8 Page 38

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Sf\\OE E1'\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
Educare e curare con gli animali, invece
ETICA
PERC
(2)
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
La sensibilità per gli
animali e il rispetto per i
loro "diritti" cresce
sempre di più. L'uomo è
sempre più "umano" nei
confronti degli animali,
anzi sembra interpretare
la sua stessa dignità di
uomo da come tratta gli
animali e dalla capacità
di relazionarsi con loro.
I La Bibl:)ia presenta nel Paradiso
terrestre la piena armonia tra
uomo e animali.
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
Che cosa pensi degli animali:_ son~
soltanto
"bestie"
meramente
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istintuali
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hanno un
Secondo
valore proprio . I
te ha senso par are
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rittiDdoebgbliiaamnoimraislip"?ettare
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ciò che sono o per le conseguenze
negative che il toro malt~att;mento ha
ancChoeinnveolllegenroessttrie
retaz1~rn .
un arnn:ate
. un
in ?
mma "educativo" o d1 salute .
: o-rtasembra eccessivo che l'uomo
possa subire il carcere per aver mal-
trattato un animate?
Oggi fa piacere tutta quella all'origine del morbo non solo della
serie di normative giuridi- "mucca pazza", ma di altri morbi
che poste a "limitare" l'eser- particolarmente insidiosi per la stes-
cizio della libertà dell 'uomo nei sa sopravvivenza dell ' uomo, come
confronti degli animali: no alla vivi- il cancro; gli oncologi sottolineano
sezione, ' alla sperimentazione sel- l 'insorgere di malattie tumorali (per
vaggia di farmaci o di cosmetici, no non parlare di quelle cardiovascola-
all'abuso della caccia, all'uccisione ri legate al colesterolo della carne)
nei macelli con mezzi dolorosi, al- statisticamente vicine all'industria-
l'utilizzo degli animali nei circhi. È lizzazione del mercato delle carni.
sempre più chiaro nell'opinione Non si vuole parlare della moralità
pubblica che gli animali non sono _ dei vegetariani, piuttosto portare
soltanto "prodotti" da massimizzare l'attenzione sulla necessità di un
a ogni costo, ma che hanno uno sta- riordino delle relazioni morali con
tuto etico, che sono capaci di soffri- gli animali e, di conseguenza, tra
re e quindi meritano rispetto da noi. Le responsabilità sulla soffe-
parte dell'uomo. L'uomo vive in un renza e sulla salute degli animali di
ambiente la cui salute dipende da fatto si ripercuotono sulla nostra
fattori legati al rispetto dello statuto sofferenza e salute. Il prendersi cu-
etico di ogni essere vivente. Una ra della salute degli animali porta
produzione industriale di carni me- significative conseguenze sia sulla
ramente legata al profitto ha portato salute umana sia sulla salute sociale
DICEMBRE 2004 BS
I La storia del cristianesimo
presenta anche santi - come
sant'Antonio - amici degli animali,
e animali, anche feroci, amici
di santi.

4.9 Page 39

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che seviziare e abbandonarli...
I Gli animali non sono soltanto
prodotti... meritano tutto
il rispetto e la cura da parte
dell'uomo.
nel senso di un miglioramento an-
che delle relazioni umane. Un uomo
più attento al benessere animale sta-
rà meglio di salute e sarà più attento
al benessere e alla salute degli altri.
L'etica del prendersi cura porta al-
1'essere responsabile per l' altro, per
il suo bene e il suo benessere, e que-
sto non per un fatto di mera convi-
venza, ma sulle basi di una salute e
di una dignità etica che tutti avvolge
e coinvolge.
CURARE
CON GLI ANIMALI
L'animale con la sua sensibilità e
la sua affezione è sempre più al cen-
tro di pratiche capaci di curare l'uo-
mo da tante patologie e di formarlo
al senso della lealtà, della solida-
rietà, dell'altruismo, della fedeltà.
Gli animali sono capaci di sensibi-
lità "formative" e sono quindi parti-
colarmente utili nell'educazione dei
bambini. In particolare la pet-the-
rapy è una nuova pratica terapeutica
del vasto armamentario mediço a
servizio della salute dell 'uomo, la
cui traduzione in italiano è "terapia
animale" ovvero "terapia facilitata
dagli animali". La letteratura spe-
cialistica documenta l'efficacia cu-
rativa, con l'intervento formativo
degli animali, su alcuni parametri
come la pressiòne sanguigna, la fre-
quenza cardiaca, i livelli di coleste-
rolo nel sangue, producendo effetti
benefici sullo stato di salute di
molte persone. La constatata effica-
cia degli animali nei programmi di
terapia assistita tuttavia è di una ri-
·1evanza clinica tale che richiede una
attenta valutazione per poterne me-
glio comprendere l'impiego e i limi-
ti. Da un lato vari fattori giustifica-
no la considerazione di cui gode la
pet-therapy: molti pazienti acquisi-
scono vivacità, gioia di vivere, co-
municabilità, i detenuti riscoprono
sentimenti positivi e migliorano le
relazioni sociali, i bambini affetti da
paralisi cerebrale e da disturbi mu-
scolari spastici traggono beneficio
dall 'ippoterapia. Così anche la pre-
senza nelle scuole per bambini disa-
dattati di animali come mascotte, gli
I Una scoperta recente è la
pet-therapy: l'animale con la sua
sensibilità e affezione aiuta a
curare l'uomo da molte patologie.
effetti positivi derivanti dalla sem-
plice presenza degli animali in una
casa per anziani la cui gioia evidente la mancanza di efficacia o di rispo-
è documentabile con videoregistra- sta. Pertanto, la delicatezza dell 'am-
zioni, la relativa facilità con cui per- bito applicativo della pet-therapy
sone non specificatamente formate (disabili, emarginati, disadattati, ma-
possono attuare programmi di visita lati cronici) deve indurre a una at-
con gli animali. Dall'altro lato non · tenzione particolare e a uno spiccato
vengono riportati èon la stessa at- senso di responsabilità gli operatori
tenzione gli insuccessi, i problemi, del settore che devono garantire
maggiori livelli di sicurezza e di tu-
tela, sia nei confronti dei pazienti
sia degli animali irppiegati nei pro-
grammi terapeutici.
I Nota è la storia del "Grigio",
il cane che ha difeso Don Bosco
per quasi vent'anni, poi come
misteriosamente comparve,
misteriosamente sparì.
IL "GRIGIO" PROTEGGE
DONBOSCO
Nella storia di Don Bosco è para-
digmatica una misteriosa figura, il
Grigio, un cane capace di interveni-
re tutte le volte che si trovava in si-
tuazioni particolarmente pericolose
per la sua vita e la sua salute. Lo se-
guiva ovunque, facendogli da body-
guard e, pare, anche da consigliere,
visto che il sacerdote gli parlava, ri-
volgendosi a lui come a una perso-
na. Il Grigio visse per un tempo esa-
gerato, più di vent'anni, pare senza
mai cambiare nell'aspetto, poi sparì
nel nulla il giorno stesso in cui Don
Bosco morì. Ma il Grigio non è mai
scomparso. Compare ogni tanto ,
ancora oggi e sempre uguale, nelle
opere salesiane di tutto il mondo
(Ravelstein).
O
BS DICEMBRE 2004

4.10 Page 40

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I Vivere secondo la moda, come dicono
Anche nel 2005 la vda
sarò felice, se ognuno
inventerò qualcosa di
bello per gli altri
di Severino Cagnin
gere la carrozzella di un malato sia
la ragazza scout sorridente, come
anche l'anziano medico ottantenne,
che fa le ferie con l'UNITALSI.
IL SEGRETO
DELLA FELICITÀ
Per vivere è necessario sognare, progettare...
S ofia Loreo ha detto: "A 70
anni ho avuto tutto e dato
tutto quello che potevo dare, e
ne sono soddisfatta. Ora penso ari-
posarmi". Luciano Ligabue inizia
nel 2179 le vicende del suo nuovo
racconto, La neve se ne frega, e gli
piace presentare il mondo dei mi-
glimi possibili, "in cui la mortalità,
la malattia, la criminalità sono quasi
a livello zero. In questa società futu-
ribile ci sono sorprese: si nasce vec-
chi per morire a zero anni e non esi-
stono parentele, perché la nascita è
un vero evento programmato". In-
vece il regista Ermanno Olmi ha di-
chiarato recentemente: penso di fare
ancora e molto meglio, ora, dopo
aver compiuto 73 anni. Un progetto
da realizzare è il segreto di una vita
DICEMBRE 2004 BS
felice. Nessuno può fermarsi a vive-
re in dipendenza dell 'orologio, del
calendario, della professione. Sareb-
be un tempodipendente, destinato
presto alla noia e all'inutibtà. Non
parliamo solo di anziani, spesso ab-
bandonati in casa o all'ospizio.
Tuttavia c'è anche l'ottantenne
che ancora progetta, dirige aziende
e istituzioni, sogna un domani più
ricco per sé e per gli altri. Non fac-
ciamo molti nomi del nostro tempo,
dal Papa a Ciampi, ad attori e can-
tanti in età matura, ma guardiamoci
pure attorno, in famiglia e accanto
alla porta di casa e scopriamo per-
sone impegnate a fare qualcosa per
gli altri, di originale e creativo, op-
pure spesso più quotidiano. Mi sono
commosso vedendo a Lourdes spin-
Per vivere è necessario sognare e
progettare. La controprova di ciò la
vediamo nel bambino, pieno di tutti
i giocattoli alla moda e di ogni dol-
ciume, che si annoia tremendamente
davanti alla TV, abbandonato a su-
birne le immagini e le chiacchiere.
Si pensa, però, che l'adolescente e il
giovane, ventenne o quarantenne, al
contrario, siano felici; invece hanno
tutto, forse troppo, ma non sono
contenti perché manca loro la capa-
cità di gustare. Non sono stati edu-
cati alla progettualità creativa, se si
riflette sotto la superficie. Per cui
non si aspettano dal . domani più
nulla: hanno già sprecato tutto!
Per fortuna la società non è tutta
così.deludente. Il filosofo Karl Pop-
per affermava che la teledipendenza
I
Ho dato quello che potevo dare,
e ne sono soddisfatta
(Sofia Loren).

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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di fare, oppure creando novità?
VERSO
UNA NUOVA FIDUCIA
Il presidente Ciampi, 80 anni
di impegno e di serenità.
toglierà la libertà spirituale all 'uo-
JTIO d'oggi: il tipo del XXI secolo ve-
stirà, acquisterà, voterà il politico e
la penserà come... uho che non ha
più pensiero né forza di decidere 1.
Dobbiamo ammettere che Popper
ha avuto ragione nelle sue profezie
di qualche decennio fa, ma che l'e-
nergia naturale della vita ci fa spe-
rare in meglio. Osserviamo il feno-
meno del volontariato giovanile: è
più vasto di quanto ci · mostrano i
giornali; in alcune regioni si parla
del 25% circa di persone che aiuta-
no, gratuitamente e con gioia, disa-
bili, anziani, bambini abbandonati.
Offrono ore di vita e affetto nel quar-
tiere e nella parrocchia. Così pure
avviene per enti e associazioni orga-·
nizzate. Il VIS (Volontariato Interna-
zionale per lo Sviluppo) lavora con
iriterventi concreti irI 120 paesi del
mondo, a scavare pozzi, costruire
scuole, rendere verde il deserto e, so-
prattutto; nello spirito di Don Bosco,
essere una presenza di speranza2. Per
i rassegnati alla noia del nostro
tempo, mi piace questo iritervento di
Ermanno Bencivenga in Parole che
contano (Mondadori, 2004), dove ci
impone siriceramente due condizioni
per l'uso del tempo in ·senso umano.
E indispensabile - afferma lo studio-
so - comiricia.re dai piccoli, dalle
scuole, dall'educazione del bambirio
e degli studenti: poi, attendere senza
fretta che il sole faccia maturare il
grano!
In varie parti del mondo si stanno
affermando associazioni, centri di
studio, pubblicazioni scientifiche,
che segnerebbero il momento di una
svolta. Mi riferisco, tra molti, a tre
interventi che con la loro documen-
tazione hanno suscitato anche in Ita-
lia una profonda attesa. Dino De
Poli ha sottolineato irI un convegno
che la cultura è la premessa per una
svolta. Lui, politico e amministrato-
re, si è convinto che lo studio del-
l'Europa di ieri e di oggi; le sue ra-
dici e le sue travolgenti prospettive,
la crescente immigrazione multiet-
nica e pluriculturale vanno studiate
e accettate come premessa di ogni
cambiamento. "Per cui - egli affer-
ma - la diversità, il pluralismo non
è divisione, è ricchezza". Perciò
cambia la scuola, dalle Elementari
all'Università e qui si capisce che,
se il progetto di vita individuale non
si inserisce irI un contesto attuale,
storico e politico, è destinato a esau-
rirsi nell'individualismo. Allora bal-
zano in primo piano gli insegnanti,
gli educatori, i tutor3. Accenno solo
a un secondo volume della collana
della associazione AEGel, L' anzia-
I Il volontariato ~iovanile è
il fenomeno piu bello del nostro
tempo (foto: le due Simona).
La diversità e il pluralismo sono
una ricchezza non una sciagura.
no fragile, dove, oltre a dati statistici
e medici, l'idea di fondo è che l'an-
ziano deve ringiovanire ogni giorno
e così offrire agli altri i frutti di uria
esperienza e di una serenità equili-
brata. Ma, anche qui, il discorso
vale per ogni età4. Tra i numerosi
volumi, che stanno avendo successo
crescente sull'argomento, mi piace
concludere questo DIBATTITI di fine
anno con l'augurio di Anselm Griin,
uno dei più noti autori di spiritua-
lità:
"Che cosa desidero veramente?
Di che cosa ho bisogno?
A che cosa aspiro, cosa vorrei ot-
tenere ?
Ogni giorno è un dono.
Ogni giorno è un attimo della
vita in cui è possibile
incontrare la felicità e trovare la
gioia di vivere.
Una luce nu_ova può trasformare
la nostra vita").
1 Karl Popper, Cattiva maestra televisione, a
cura di Francesco Erbani, Milano.
2 vrs - Volontari!lto Internazionale per lo Svi-
luppo, riconosciuto dal Ministero degli Esteri
e che si occupa da anni di educazione alla
mondialità, di gemellaggi, sostegni a distanza
e di servizi informativi e formativi. vedi:
www.volint.it.
3 A.A.VV. , Sulla longevità: eredità culturali
e nuove frontiere: il caso Treviso, ed. Anti-
Lia, 2002, della collana della Associazione
ARGeI.
4 AA .VV., L' an ziano fra gile, AntiLia, 2002.
5 Anselm Griin, Come trovare la gioia di vi-
vere, Gribaudi 2004.
BS DICEMBRE 2004

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all' Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in .. .
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. li testamento deve essere scritto per
in1ero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
1O152 Torino
Tel.011.5224247-8 -Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
I NOSTRI MORTI
RASO sig. Vincenzo,
cooperatore salesiano,
t Salerno, il 07/12/2003, a 42 anni
Crebbe e si formò nell'oratorio salesiano di
Salerno. Figlio di una famiglia "salesiana",
maturò la vocazione di cooperatore per
essere, da laico, sempre con Don Bosco.
Animatore sportivo, nel suo servizio apo-
stolico ha incontrato e contribuito alla for-
mazione umana e cristiana di centinaia di
giovani. Per PGS ha speso la vita prodi-
gandosi nell 'organizzazione di squadre ,
campionati, campi scuola, attività educati-
ve, facendosi stimare e amare. Testimone
di fede e di speranza fino all'ultimo, ha vis-
suto con estrema dignità la malattia che lo
consumava non perdendo mai li suo carat-
teristico senso dell'umorismo. E partito da
noi , dopo un sorso di vino con gli amici , la
vig ili a dell 'Immaco lata . La ce lebraz ion e
eucaristica esequiale è stata una grande
festa , come lui aveva desiderato , in una
ch iesa gremita al l' inverosimile di amici
giunti da ogni parte d'Italia. Resta la
memoria di un amico che ci ha insegnato
ad accogliere nella fede e nella preghiera
la volontà di Dio e il Suo progetto.
BERTULETTI sr. Veronica,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Lugagnano d'Arda (PC), il 12/12/2003,
a 84 anni
Era una adolescente già ben inserita nella
vita parrocchiale quando al suo paese arri-
varono le FMA. Fu subito attratta dal loro
comportamento, affascinata dal grande
amore che avevano per il Signore. Dopo la
professione religiosa, a Lugagnano inizia
la sua missione come cuoca, che svolgerà
per oltre quarant'anni, in gran parte presso
le case salesiane. Donna di grande lavoro,
preghiera e sacrificio fu sempre considera-
ta un prezioso dono dalle sorelle che vis-
sero con lei nelle varie comunità. Ebbe una
particolare sensibilità e attenzione verso gli
anziani e, quando l'obbedienza la destinò
a Bibbiano , ebbe l'opportunità di recarsi
quotidianamente in una vicina casa di ripo-
so. La motivazione era per far pregare il
Rosario , ma poi si fermava a far compa-
gnia per alcune ore agli anziani ricoverati.
CARMINATI sr. Giannina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Torino, il 28/11 /2003, a 83 anni
VILLA sr. Angela,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Lecco, il 16/12/2003, a 82 anni
Suor Angela, familiarmente chiamata Lina,
nasce in una famiglia numerosa e in un
tempo storico segnato dalle sofferenze pro-
vocate da un conflitto mondiale. Maggiore di
sei fratelli ha vissuto la propria infanzia nel-
l'impegno di accudire i più piccoli e aiutare la
mamma, tessitrice, che doveva dividere il
proprio tempo tra i figli e il lavoro. Ancora
adolescente entrò nel mondo del lavoro, lo
stesso della mamma. Dopo la Professione
religiosa , suor Lina si .trovò quasi subito
impegnata nell'accompagnare il cammino di
formazione iniziale delle giovani che chiede-
vano di diventare religiose. Ovunque, ha
saputo esprimere l'attenzione, la delicatez-
za, la pazienza nello stare loro accanto. Ha
vissuto un'interiorità profonda, semplice e
silenziosa. Ha amato l'Istituto e la comunità,
sempre pronta a partecipare attivamente ai
vari momenti comunitari.
CURTI sr. Giuliana, Figlia di Maria
Ausiliatrice,
t Roma, il 19/12/2003, a 67 anni
La fede della famiglia è rivelata dalla pre-
senza di ben tre vocazioni relig iose: suor
Giannina e suor Luigina, entrambe FMA e
il fratello Egidio, coadiutore salesiano. Era
entrata nell'istituto, dopo la guerra e forse
per questo, avendo sperimentato lei stessa
le sofferenze del periodo bellico, si era tro-
vata a suo agio con le bambine orfane del-
l'Arma dei Carabinieri nelle case di Arigna-
no e Mornese . Gran parte della sua vita
religiosa l'ha spesa nel prezioso servizio
comunitario di lavanderia , laboratorio e
guardaroba in varie case del l'lspettoria e,
per sedici anni , anche presso i salesian i
del Colle Don Bosco . Di temperamento
forte , deciso, usava tuttavia grande delica-
tezza nei confronti delle sorelle. In partico-
lare, ultimamente, per una sorella ammala-
ta della comunità , scriveva regolarmente
alla mamma notizie della figlia. Questo
aspetto di carità era evidente anche nella
sua capacità di ascolto delle persone
anziane che incontrava in Basilica: le aiu-
. tava e le impegnava in piccoli lavori per il
banco missionario.
Giuliana fin da piccola frequenta l'oratorio
delle FMA di Roma-Cinecittà e rivela subi-
to la sua esuberanza e intraprendenza. In
questo ambiente semplice e familiare
nasce il desiderio di consacrarsi al Signo-
'I
re , ma per realizzare la sua vocazione
deve superare non poche difficoltà da
parte della famiglia che non condivide le
sue scelte. Vince lei. Dopo la professione,
le viene affidato il compito di infermiera
dove dimostra subito capacità e competen.-
za, insieme a un forte spirito di sacrificio. E
pronta ad aiutare, a donarsi senza riserve.
Lungo gli anni molte sorelle ma anche per-
sone esterne sperimentano la sua carità e
trovano sollieyo e conforto dalla sua pro-
fessionalità. E infermiera della comun ità ,
ma ama anche tanto l'oratorio. È felice di
poter stare con i giovani. Partecipa ai
campi estivi e si fa benvolere dai ragazzi
per le sue capacità di relazione umana.

5.3 Page 43

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1YJESE
Dicembre
UN SANTO UN ORDINE
Juan de Yepes (Giovanni della
Croce) nasce in Spagna, a Fonti-
veros, nel 1542. A 21 anni entra
tra i carmelitani. Nel 1567 incontra
Teresa d'Avila che lo convince a
collaborare nella riforma dell'Ordi-
ne: ritornare alla Regola del 1247.
Nel 1568 fonda il primo ·convento
degli "scalzi". Le novità non piac-
ciono ai confratelli "calzati" che lo
fanno arrestare; ma lui evade.
Diventa priore in varie comunità ,
come Granada e Segovia. Nelle
sue opere - tra le quali "Notte
oscura dell'anima" e "Cantico spi ri-
tuale" - descrive come raggiunge-
re l'unione con Dio. Muore dopo
lunga malattia il 14/12/1591. Cano-
nizzato nel 1726, dal 1926 è "dot-
tore della Chiesa".
UN PITTORE
Henri Matisse nasce il 31/12/1869
da famiglia borghese. Studia giuri-
SP,rudenza, ma nel 1892 s'iscrive
all'Accademia delle Belle Arti. Inizia
un periodo di ricerca tra natu rali-
smo, [mpressionismo e divisioni-
smo. E affascinato dall'arte africa-
na e asiatica e dall'uso del colore
dei Cubisti . Il suo modo di dipinge-
re e di distorcere le forme porta la
critica a definire il suo stile "Fau-
ves" (belve). Inizia un periodo di
grandi opere : "Nudo Blu" (1907) ,
"La danza" (1908) , "La danza e la
musica" (1911) e nel decennio suc-
cessivo la serie di "Odalische".
Dagli anni Trenta esegue anche
incisioni , sculture e arazzi. Dal
1947 al '51 in Costa Azzurra, rea-
lizza per i domenicani la cappella
della "Madonna del Rosario". Muo-
' re a Nizza il 3/11 /1954.
Savina Jemina
DIARIO DEL XX SECOLO
1° dicembre 1989: visita ufficiale
a Giovanni Paolo Il di Mikhail Gor-
baciov, presidente dell'Urss.
3 dicembre 1967: in Sudafrica,
Christian Barnard esegue il primo
trapianto di cuore umano.
4 dicembre 1963: in Italia, inizia
il "centrosinistra" con Aldo Moro
presidente del Consiglio e Pietro
Nenni vice.
8 dicembre 1991: cessa di esi-
stere l'Urss.
9 dicembre 1990: in Polonia ,
diventa presidente Lech Walesa.
9 dicembre 1992: a 64 anni ,
muore Franco Franchi (Francesco
Benenato), "coppia fissa" con Cic-
cio lngrassia.
12 dicembre 1969: strage in
piazza Fontana, a Milano ; 16
morti e 90 feriti.
13 dicembre 2003. in Iraq, cattura-
to l'ex presidente Saddam Hussein.
15 dicembre 1996: muore il sa-
ce rdote e politico don Giuseppe
Dossetti.
16 dicembre 1966: muore Walt
Disney, "papà" di Topolino e Pape-
rino.
19 dicembre 1996: a 72 anni ,
muore l'attore Marcello Mastroianni.
22 dicembre 1989: muore l'irlan-
dese Samuel Beckett, Nobel della
Letteratura.
25 dicembre 1977: muore Charlie
Chaplin, nato a Londra nel 1889.
25 dicembre 1989: il dittatore
rumeno Nicolae Ceausescu e la
moglie vengono fucilati.
2 7 dicembre 1947: in esilio ad
Alessandria d'Egitto, muore Vitto-
rio Emanuele lii di Savoia.
30 dicembre 1987: enciclica So/-
lecitudo rei socialis di Giovanni
Paolo Il , nel 20° anniversario del-
la Popu/orum Progressio.
31 dicembre 1963: il Molise di-
venta ventesima Regione italiana.
LA LENTE
ra per i filatelisti dell'"area italia-
na", continua a crescere: l'edizio-
ne in due volumi più un opuscolo
con le emissioni dal 2001 , ha
oltre 1650 pagine tutte a colori
(37 euro) ; la compatta "Blu" ha
400 pagine (12,50 euro).
LE MOSTRE
A Torino, alla Gam, sino al 6 gen-
naio 2005, "personale" di Vedova
Mazzei, pseudonimo del duo Stella
Scala e Simeone Crispinoi a Palaz-
zo Bricherasio, sino al 9 gennaio,
Da Raffaello a Goya, ritratti dal Mu-
seo di Belle Arti di Budapest. A Bel-
luno, nel Palazzo Crepadona, sino
al 22 febbraio, A nord di Venezia:
scultura e pittura dolomitiche tra Go-
tico e Rinascimento. A Ferrara, Pa-
lazzo dei Diamanti , sino al 9 gen-
naio, Cubismo. Rivoluzione e tra-
dizione. A Roma, alle Scuderie del
Quirinale, sino al 9 gennaio, Da
Giotto a Ma/evic-La reciproca me-
raviglia: 180 opere italiane e del
Museo Puskin di Mosca. A Vien-
na, al KunstHausWien, sino al 9
gennaio, Ceci/ Beaton-Portraits. A
Lugano, sino al 23 dicembre, Ol-
tre Bering-Le colonie russe del
Nord Pacifico, bpere dal Museo
Storico di Tallinn , Estonia.
L'Italia ha ricordato i 500 anni
dell'apparizione della Madonna a
Tirano (Sondrio) . Malta i cent'anni
di presenza dei Salesiani al servi -
zio dei suoi giovani. San Marino i
25 anni del Meeting di Rimini . La
Norvegia gli 800 anni della nasci-
ta del re vichingo Hakon IV
Hakonsson (1204-63) : la spada a
forma di croce è simbolo del ruolo
e dei contatti con il Papa. Il cata-
logo "Sassone 2005", guida sicu- -
AUGURI
Italia
I Buon N~tale e Buon
Anno Nuovo
Francia
Germania
Joyeux Noel et Bon-
ne A.nnée
1
Frohliche Weihnach-
ten und ein gutes I
Neues Jahr
Gran Bretagna Merry Christmas and
Happy New Year ,
Spagna
Feliz Navidad y pro-
spero afio nuevo
BS DICEMBRE 2004

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Natale Maffioli
Fu Don Bosco a defi -
nire la Basili ca un
monum ento all a po-
LA BASILICA oggi, però, non è come
egli la voll e. Dal 1935 al
1942 intern o ed estern o
tenza di Maria Ausiliatri -
ce, perché "ogni pietra,
ogni o rn am ento segnala
SI RINNO.VA
fu rono rad ica lmente tra-
sformati, su progetto del-
l'architetto salesiano Giulio
un a sua grazia" (MB IX,
Vall otti . Il rivestimento
247). Sembrerebbe un a
marm oreo, le decorazioni
va nteri a se nari fos se la
pittori che e i nuov i altari
storia dell a bas ilica a con -
(s pecialmente quello ded i-
fe rm are qu este battute.
cato a Don Bosco) crea ro-
Don Bosco aveva inizi ato
no un ambiente prez ioso, e
la fabbr ica co n poc hi
da i ri sultati si ha quas i
spi cc ioli in tasca. A do n
l' im press ione che don G i-
Sav io che gli ri co rd ava
raudi, l'economo generale,
" La cana è vuo~, no n
abb ia vo lu to accosta re al
possiamo iniz iare la co-
sa ntu ario mariano un se-
struzion e de lla bas ili-
gno de ll a grandezza della
ca ... ", egli repli cava: " Tu
congregazione. Furono con-
comincia.. . Dobbiamo la-
servati gl i affresch i dell a
sciar fare qualcosa alla
cupola e dei pennacchi del
Divin a Provvide nza". E i
pittore Giu seppe Rollin i, e
c in que progetti elabo rati
' ' dall'ingegner Antoni o Spe-
tanti elementi de l! ' antico
altare fu rono riuti lizzati per
zia (1814-1892) furono
il nuovo, ma il tutto orma i
puntua lmente rea li zzati.
presenta vistosamente i se-
Nel magg io del 1867 f u
gni del tempo.
co ll ocata sull a c upol a la
statua dell a M adonna be-
Risalgono al 1987 i
nedice nte e il 9/ 6/'6 8,
lavori di restauro delle fac-
l'arc ivescovo di Torino,
ciate esterne e la revisione
monsi gnor A lessandro dei Conti Ri ccardi di Netro, di tetti e terrazzi del santuario, ma le celebraz ioni in
co nsacrò la bell a ch iesa.
occasione della ricorrenza del centena ri o dell'incoro-
Sono trascorsi oltre 130 anni e dalla basi lica si è
irrad iata per tutto il mondo la devozione alla Madon-
na di Don Bosco. La basili ca così come la vediamo
naz ione del quadro del!'Ausi Iiatri ce hanno eviden-
ziato il precario stato di conservaz ione della basilica,
soprattutto di quelle parti della vo lta e delle cupole
segnate da smog e infiltrazio ni d'acq ua. Per queste
ragioni , è stato dato l'avvio a un restauro completo
dell'edificio. L' impresa è stata sudd ivisa in lotti. Il pri-
mo lotto di lavori riguarda la cupola minore, quella
realizzata co n l'a mpli amento dell a Bas il ica, la più
disastrata a motivo del degrado dell e coperture in
vetro-cemento e delle infiltraz ioni di acqua piovana.
Al co ntempo si è dato avvio anche all a pulitu ra d i
tutta l'area del presbiteri o. La navata centra le rimane
disponibile per le fu nzioni religiose. Una gigantogra-
fia dell'altare maggiore con il quadro dell'Ausiliatrice
maschera l' im ponente ponteggio. I lavori impegne-
ra nno la Basi li ca per qua lche anno. Questa opera-
zio ne di restauro potrà dare un nuovo vigore all a
devozione all'Ausiliatri ce, si augura il Rettor M aggio-
re presentando l' ini z iativa all a Fami gli a Sa les iana
anche perché chi lo desidera possa contr ibu ire.
DICEMBRE 2004 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba
Santuari d'ltaHa
19
di Roberto Desiderati 22
25
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro paese,
i più conosciuti
e i meno noti. ·
Rilassandoci.
Soluzione
di settembre
A gioco completato ri sulterà, nelle casell e a doppio bordo, il nome di un fa moso Santuario
Definizioni
VERTICALI. 2. Sulla vocale può essere"grave" -
ORJZZONTALI.1. Vedi foto -17. Foglio abra-
sivo -18 . Ne passano 24 ogni giorno -19. Scrive-
re... a Parigi - 20. Lo ha sostituito l' italiano - 21.
Lamenti poetici - 22. Eccitante af~ne all a caffei-
na - 23. Una delle isole Eolie - 24. E "... D 'Or" in
gelateria - 25. Articolazione del bacino - 26. Più
che favo loso- 27. Fissazioni -28. Un po ' di timo-
re - 30. Saluto amichevole - 31. Avvoltoio ameri-
cano - 32. Il " via! " per gli inglesi -33. Società per
Azioni - 35. Lo è Rita da Cascia - 36. In prov. di
Siena, vi morì l' iniperatore Arrigo VII - 40.
Ammirare alcentro - 41. Lo sono gli orsi , del mie-
le -42. Canti lene -43. Il saluto a Maria.
3. Aperture per respirare - 4. Merletto - 5. Oscura -
6. Nome della West, attri ce - 7. Abbreviazione di
Avenue -8. Ri guardante-9. IIBe/ Paese -10. Lo è il
Mar Glaciale - 11. Piccolo cervo dalla pelle morbi-
da - 12. A volte preoccupa i catanesi - 13. Un fiume
ca labro presso Sca lea - 14. Principessa sabauda -
15. Si consulta per prendere il treno -16. Ripetere -
19. Aumenta con gli anni .- 23. Proprio così - 24.
Una melodia vocale - 27. E più alto di una collina -
29. Una pubblicità televisiva - 31. l migliori amici
dell ' uomo-32. La mette in scena il comico-33. Né
mio tuo-34. Fante senza testa né coda! -35. È un
centesimo di yen - 36. Prefi sso che vale due - 37. A
noi - 38. Di padre ignoto - 39. Venezia - 40. Quattro
romani.
La so luzione ne l pross im o numero.
UN CAPOLAVORO PIENO DI CAPOLAVORI
La prima pietra del.la Cattedrale di Santa Maria de l Fiore fu posta 1'8
settembre 1296, fes ta della Natività della Vergine alla quale il tempio è
dedicato. Il progetto originario di Arnolfo di Cambio, primo architetto della
Cattedrale, venne ampliato dai suoi successori, Giotto, Andrea Pisano,
Francesco Talenti e Filippo Brunelleschi , genial e rea lizzatore
dell'imponente e ardita cupola della Cattedrale. Dopo 140 anni di lavori , il
25 marzo 1436, altra festa mariana dell 'A nnunciazione, Papa Eugenio IV
consacrò la nuova chiesa cattedrale fiorentina, che, in quel tempo , era la più
gra nde della cristianità. Strutturata
in tre navate, la chiesa è lunga 153
metri, larga 90 e alta 90 alla
lanterna della cupola. L'originaria
SOLUZIONE d~I
numero precedente
facciata di Arnolfo di Cambio, rimasta incompiu-
ta, fu demolita nel 1587; l'attuale, progettata dal
De Fabris in sti le neogotico, è del 1887. Fra i
grandi artisti che hanno contribuito ad arricchire
Santa Maria del Fiore si possono citare Donatel lo,
Paolo Uccello, Andrea Del Castagno, Luca Della
Robbi a, Lorenzo Ghiberti e Giorgio Vasari. La
conservazione e la valorizzazione del Duomo di
Sa nta Maria del Fiore sono affidate all'Opera· di
Santa Maria del Fiore di Firenze. All ' interno del
Duomo si apre la sca la che permette di. scendere
per due metri e 70 centimetri tino al pavimento
della chiesa di Santa Reparata, seconda cattedrale
della Firenze cristiana dopo San Lorenzo. Gli
scavi, iniziati nel 1965, mostrarono ben presto la
ricchezza dei reperti archeologici e la possibilità
di ricostruire la storia della basilica. La leggenda
vuole che la sua costruzione sia stata decisa dopo
la vittoria di Stilicone sui barbari , avvenuta !'8
ottobre del 405 e accompagnata dall 'apparizione
miracolosa di Santa Reparata, di cui proprio quel
giorno ricorreva l'anniversario del martirio .
BS DICEMBRE 2004

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
QUESTO È UN
MIRACOLO
Dopo due anni di matrimonio
scoprii di essere incinta: io e
mio marito eravamo pieni di
gioia, ma due giorni dopo ebbi
una minaccia di aborto. Pratica-
ta un'ecografia, la ginecologa mi
consigliò di ripeterla dopo un
· mese. Mentre il giorno stabilito
mi recavo al controllo, ero terro-
rizzata al pensiero di ricevere
una brutta notizia. Infatti, la dot-
toressa mi disse che mancava
la camera gestazionale e che,
se volevo, potevo sottopormi a
raschiamento. Con le lacrime
agli occhi, le risposi che volevo
pensarci. Ne informai mio mari-
to. Il giorno dopo mi ricoverai
per sottopormi al raschiamento
e nei giorni seguenti non dico
quante lacrime ho versato, chie-
dendo alla Madonna perché
proprio a me era successo tutto
questo. Dopo un mese, non
vedendo tornare il ciclo, mi sot-
toposi a un nuovo test di gravi-
danza che risultò positivo . Mi
recai subito dalla ginecologa
che mi prescrisse un'ecografia,
in seguito alla quale seppi che
nell'utero non c'era un embrione
come si pensava , ma un feto
vivo e vitale che si muoveva
energicamente. lo, incredula
davanti al monitor dell'ecografia,
raccontai al dottore ciò che
avevo subito il mese prima. Lui,
sbalordito , mi guardò e disse:
"Signora mia, questo è un mira-
colo , non ci sono spiegazioni".
Nari riuscivo a crederci. Subito
misi l'abitino di san Domenico
Savio e affidai quella creatura
che non conoscevo alla sua
protezione. Comunicai la notizia
a mio marito che rimase incre-
dulo come me. Insieme tornam-
mo dalla ginecologa. La nostra
gioia ancora una volta venne
turbata, poiché lei ci disse che
l'intervento che avevo subito
poteva aver provocato danni al
bimbo. Ci ,recammo in ospedale
per parlare con il primario dei
farmaci eventuali da adottare in
questo caso. Mentre aspettava-
mo io sentii un profumo intenso
di rose e pensai subito a Padre
Pio. Chiesi a mio marito se
anche sentisse qualcosa. Mi ri-
spose di no. Dopo il colloquio
uscimmo dalla sala sconsolati
perché non sapevamo in che
misura i farmaci avrebbero
potuto danneggiare lo sviluppo
dell'embrione. Ma ero fiduciosa ,
perché Padre Pio mi aveva dato
un segno, e in più pregavo san
Domenico Savio e la Madonna
della Libera . Fui sottoposta a
controlli frequenti, a un 'amnio-
centesi, ecc. Nessuno ci dava la
certezza che il bimbo sarebbe
nato sano. Intanto la mia gravi-
danza procedeva . Il 5 giugno
2003 venni ricoverata d'urgenza
per il distacco della placenta. Mi
fu praticato il taglio cesareo,
perché il mio cuore non si senti-
va più. Ebbi un'emorragia, e fui
salvata per miracolo, dopo aver
subito otto trasfusioni di sangue
e aver trascorso tre giorni in ria-
nimazione . Oggi ho accanto a
me il mio Samuele. Per questo
duplice miracolo voglio ringra-
zi are san Domenico Savio ,
Padre Pio e la Madonna della
Libera .
Cristofano Antonietta, Imola
SOLO UN VIRUS
Più d'una volta Maria Ausiliatri-
ce mi ha aiutato nei momenti di
bisogno. Ai primi d'ottobre mio
fratello Giovanni di 53 anni fu
ricoverato per forti febbri . I
medici pensavano si trattasse di
broncopolmonite ; ma dopo un
esame ai polmoni vi scoprirono
una macchia che fu diagnostica-
ta come tumore. A questo punto
ci siamo rivolti a Maria Ausiliatri-
ce con una novena e altre forme
di fervida preghiera. Si è poi
accertato che non c'era un
tumore, ma solo un virus. Intra-
presa la cura adeguata, mio fra-
tello guarì e ora sta bene. Con
grande gioia ringraziamo Maria
Ausiliatrice che ha protetto tutta
la nostra famiglia.
Urso Giovanni,
San Cataldo (CL)
LIETA SORPRESA
Sposata da tre anni , desideravo
ardentemente con mio marito
avere un bambino che non veni-
va. Decidemmo di consultare un
medico che dopo varie analisi
sentenziò: "Niente figli!". Da allo-
ra cominciò il nostro calvario:
molte le cure, molti i medici con-
sultati, molti i pareri , molte le
cure, ma inutilmente. Quando
ogni speranza sembrava svanita,
mi parlarono di san Domenico
Savio e del suo abitino. Scrissi
per riceverlo e poco tempo dopo
con stupore appresi d'essere
incinta. Successivamente , mi
arrivò un abitino di Domenico
Savio color rosa. Sottoposta a
DICEMBRE 2004 BS
Beato Michele Rua.
ERA SCOPPIATO
L'INFERNO
Dopo 31 anni di felice matrimo-
nio vissuti con mio marito e le
mie figlie , ho scoperto che mio
marito mi trad iva con colei che
avrebbe dovuto essere la mia
migliore amica, dato che lei e il
marito da oltre dieci anni fre-
quentavano la mia casa. Nella
mia famiglia è scoppiato l'infer-
no . Sia io che le mie figlie
abbiamo reagito molto male,
poiché ci sembrava di morire:
abbiamo invitato mio marito a
lasciare la casa; ciò che lui ha
fatto senza difficoltà. Sperava-
mo che, resosi conto dell'errore
commesso e del grande dolore
procurato a noi, si pentisse e ci
chiedesse scusa, ma così non
è stato. Lui ha continuato la sua
relazione, e da quel momento
tra noi è scoppiata una vera e
propria guerra. Sono trascorsi
nove mesi , ma io non ho mai
smesso di chiedere aiuto al
ecografia, rimasi ancor più sor-
presa quando il medico mi disse
che avrei partorito una bambina.
Essa nacque sana e bella. Ogni
giorno e spero per sempre
rimarrà sotto la protezione di san
Domenico Savio.
T.C. Casteldaccia (PA)
UN GRANDE
DONO
Dopo dodici anni di matrimonio
e due aborti spontanei , avevo
ormai perduto la speranza di
poter coronare con il dono della
maternità il mio matrimonio. Al-
l'inizio dell 'anno nuovo , con
grande gioia mia e di mio mari-
to m'accorsi di aspettare un
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firm ate e senza r~capito. S_u
richiesta si potra omette, e
l' indicazione del nome.
Signore e alla Vergine Maria,
mi sono confessata spesso,
sempre dallo stesso sacerdo-
te , perché raccontare la mia
storia mi costava molta fatica.
Una domenica di dicembre,
mentre partecipavo alla Mes-
sa, sentii impellente il deside-
rio di confessarmi e mi decisi a
farlo con il sacerdote di turno
al confessionale. Questi verso
la fine della mia confessione
m'interruppe e mi disse di aver
colto sul mio volto una certa
inquietudine. A quel punto gli
raccontai la mia storia. Lui con
voce suadente mi esortò a non
disperare , ad aver fede: non
mi sarei mai separata da mio
marito. Dovevo pregare il
beato Michele Rua (nome che
io non avevo mai sentito) . Mi
dettò una preghiera, esortan-
domi a recitarla e a farla recita-
re anche alle mie fig lie per
nove giorni. Dopo mi sarei
dovuta recare da lui per infor-
marlo se qualcosa fosse cam-
biato. Quelle parole mi rincuo-
rarono e mi trasmisero una
forza e una fede nuova. Dopo
solo qualche giorno mio marito
si fece vivo con le mie figlie ,
con le quali aveva interrotto i
rapporti. Da quel momento le
cose sono inaspettatamente
cambiate. lo e mio marito ci
siamo incontrati il 5 gennaio e
da quel giorno non ci siamo
più lasciati. Ora siamo di
nuovo una famiglia unita e feli-
ce. Non dimentico mai di pre-
gare Don Rua e la Vergine
Ausiliatrice: nella vita non biso-
gna mai rassegnarsi, poiché la
fede ci salva.
L. , Taranto
Mons. Ignazio Stuchly Mons. Ottavio Ortiz
bambino , ma al secondo mese
di gravidanza insorsero gravi
problemi e fummo presi dallo
sconforto. Mia cugina mi parlò
di san Domenico Savio. Mi
procurai l'abitino che portai per
tutto il tempo della gravidanza
e recitai tutti i giorni con fede la
novena. Il 6 settembre, all'otta-
vo mese è nata Marina, una
bimba bella e sana. Di questo
dono ringraziamo san Domeni-
co Savio e affidiamo Marina al-
la sua protezione.
Paolo Bozzato,
Portogruaro (VE)

5.7 Page 47

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Maestro
FRANCO RIVA
Ex allievo salesiano di Valdocco -
Cuorgnè - Valsalice
Diplomato al Conservatorio
di Torino
Fondatore e direttore del coro
Gospel e Spiritual Saul Singers
Maestro, lei che è un exallievo, che ricordo ha dei suoi antichi
educatori di...
Valdocco - Cuorgnè - Valsalice? Stupendo. Non vedevo l'ora che
finissero le vacanze per tornare in collegio. Non posso dimenticare il
Maestro Sacarzanella, Don Coiazzi, Don Amerio e tanti altri...
\\
Come le è sorta la passione per la musica e per il genere Gospel?
Me l'hanno inculcato i miei genitori. Ho iniziato a suonare a sette
anni: prima il mandolino, poi la chitarra, poi la fisarmonica, poi il pia-
noforte e infine l'organo.
Chi sono i componenti del suo gruppo musicale?
Tutti dilettanti, appartenenti ai più disparati ceti sociali. Molti di loro
sono impegnati nel volontariato. ,
Non è un po' ftwri nonna che dei bianchi cantino una musica ti-
pica dei neri d'America?
È stata una scelta dei coristi. Amavano questo genere e lo volevano
cantare. Io li ho accontentati...
Ma non rischia di perdere di pathos, di sonorità, di originalità?
Di pathos, sì. I canti spiritual non sono solo il canto di dolore di un po-
polo in schiavitù, ma anche il canto di speranza in un avvenire migliore.
E anche di sonorità. I bianchi non hanno né il timbro vocale il ritmo
dei "neri", ma noi suppliamo con l'originalità degli arrangiamenti.
Quanti concerti tiene all'anno?
Una decina. Ogni concerto per noi rappresenta la gioia di poter aiuta-
re il nostro prossimo.
Questo genere di musica e canlo piacciono ai giovani, o sono se-
guiti solo da persone selez:fonate?
Piace a tutti, le assicuro. Noi poi lo facciamo con arrangiamenti ori-
ginali e il pubblico dimostra di apprezzare molto questa nostra partico-
larità.
.
Vi siete fatti conoscere anchefuori Roma? Con quale risultato?
Unico rammarico è non poter accettare gli inviti che ci vengono da:
Israele, Filadelfia (USA), Germania del Nord, Parigi, Austria, ecc. per
gli impegni dei nostri coristi. Siamo stati comunque al Teatro Lirico di
Cosenza (Teatro Rendano) , all'Abbazia di Casarnari, a S. Francesco
extra moenia di Spoleto, in molte località nei dintorni di Roma.
ELLA
Ha 11 anni ma una grinta da
adulta, anzi da veterana. Sa il
fatto suo, Ella. Vuole scegliere
lei come vestire e non come
vorrebbe imporle la moda. Si
reca ai grandi magazzini della
sua città, Seattle, ci spreca
mezza mattinata e torna a casa
furiosa. Ha trovato solo capi di
vestiario all ' ultimissima moda,
ma a lei la moda che lascia
scoperto l'ombelico e fa vede-
re la biancheria intima proprio
nòn va giù, anche perché, dice,
"voglio vestire con proprietà e
modestia, non solo per il fatto
che sono cattolica, ma soprat-
tutto perché sono convinta che
la modestia sia un valore da
salvaguardare". Così , senza
tanti timori, si mette al compu-
ter e scrive a quelli della Nord-
strom, pmtestando vivacemen-
te perché non le sembra giusto
che essi impongano a tutti in-
discriminatamente un modo di
vestire, senza offrire alcuna al-
ternativa. una tirannia bella
e buona", sottolinea. Beh, del-
la sua missiva si impossessa la
stampa e lei finisce sui giorna-
li... E i capi della Nordstrom si
sono affrettati a risponderle
promettendole che la Società
avrebbe messo a disposizione
altri capi di abbigliamento in
ahemativa a quelli ali 'ultima
moda. Brava Ella!
BS DICEMBRE 2004

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
INSERTO CULTURA
di Renato Butera
Agenzia Internazionale Salesiana di Informazione
SFIDE ETICHE
di Giovanni Russo
OGM .. . qualcosa non va?
CASA NOSTRA
di Francesco Motto
Il film su Don Bosco
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Il prestigio di una scuola