Bollettino_Salesiano_201311

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IL
NOVEMBRE
2013
Rivista fondata da
S. Giovanni Bosco
nel 1877
Un numero speciale:
Calendario Salesiano 2014
I sogni di don Bosco

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DON BOSCO EDUCATORE
PASCUAL CHÁVEZ VILLANUEVA
Don Bosco racconta
Chi è amato,
ottiene tutto,
specialmente dai giovani
Spinsi quel carretto…
In una giornata afosa e so ocante camminavo per
Torino in compagnia del fedelissimo don Rua e di
un altro salesiano, quando ad un tratto i miei occhi
indugiarono su una scena che mi riempì il cuore di
profonda tristezza: un ragazzino, forse avrà avuto
12 anni, stava tentando di trascinare un carretto
carico di mattoni sull’acciottolato sconnesso della
via. Era un garzone muratore esile e piccolo che,
incapace di smuovere quel peso superiore alle sue
forze, stava piangendo disperato. Mi staccai dai
due salesiani e corsi verso quel povero ragazzo, gli
sorrisi con un lieve cenno d’amicizia e lo aiutai a
spingere quel peso sino al cantiere di lavoro. Tutti
si meravigliarono nel vedere arrivare in quel po-
sto un prete con tanto di tonaca nera; il ragazzino,
invece, aveva capito al volo che gli volevo davvero
bene se mi ero messo al suo anco per un gesto
solidale di aiuto concreto.
Mi piace ricordare questo fatto, uno fra i tanti,
perché lo considero il simbolo del mio grande
amore verso i giovani. Amore non fatto di parole,
amore che parlava dritto dritto al cuore. Di que-
sto ero certo: il cammino che giunge al cuore è
quello che convince di più e spazza via ogni resi-
stenza e possibile dubbio.
Disegno di Luigi Zonta
Una sera memorabile
Ricordo con emozione, come se fosse oggi, la sera
del 26 gennaio 1854. Dopo le preghiere avevo ra-
dunato nella mia povera camera 4 giovani (tra i 16
e i 20 anni) che erano con me da tempo. Stavo per
proporre loro “una prova di esercizio pratico della
carità verso il prossimo”. Non potevo sbilanciarmi
oltre. Se avessi manifestato loro la mia intenzione
di fondare una congregazione religiosa non avrei
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raggiunto lo scopo. Erano tempi in cui, con un
semplice tratto di penna, vari gruppi di frati e
monache erano stati cancellati. Era più prudente
domandare se volevano rimanere con me per aiu-
tarmi a lavorare con i giovani. Seguivo l’esempio
di Gesù che ai primi discepoli aveva solo detto:
Venite e vedete. Da quella sera ci chiamammo
per la prima volta “salesiani”. E con lo sguardo
sso su san Francesco di Sales, il campione del-
la bontà e della mitezza evangelica, iniziammo.
Quando stavo per essere ordinato prete, 18 anni
prima, avevo scelto tra i propositi: “La carità e la
dolcezza di san Francesco di Sales mi guideranno in
ogni cosa”. Nel mio cuore, quella sera, nasceva la
congregazione salesiana; essa sarebbe stata de-
nitivamente approvata solo 20 anni dopo! Mi
aspettava un cammino lungo e di cile, una vera
Via Crucis te l’assicuro… Tanto che, anni dopo,
confessavo: “Se avessi saputo prima che costava tanti
dolori, fatiche, opposizioni e contraddizioni il fon-
dare una Società religiosa, forse non avrei avuto il
coraggio di accingermi all’opera”.
Un’educazione personalizzata
Anche se lavoravo con molti giovani, la mia pe-
dagogia non era mai di massa, anonima, generi-
ca. Era sempre personalizzata. Ero solito usare
un quaderno speciale: in esso annotavo il pro -
lo di ogni ragazzo, la sua indole, le sue reazio-
ni, qualche mancanza leggera, ma di quelle che
fanno stare all’erta un uomo prudente, i progressi
riportati nello studio e nella condotta. Mi servi-
vo di questo quaderno per un accompagnamento
personale di ogni ragazzo. Lo stesso metodo lo
consigliavo a coloro che erano incaricati del ca-
techismo. Era il Quaderno dell’Esperienza. In esso
i catechisti dovevano registrare gli inconvenienti,
gli sbagli che avvenivano a scuola, a passeggio, nel
cortile, ovunque. Raccomandavo loro di leggere
ogni tanto le osservazioni fatte, le misure prese
e i risultati ottenuti. Era un lavoro di costan-
te veri ca che esigeva attenzione e continua
presenza. Per questo, nel Trattatello sul
Sistema Preventivo avevo de nito l’e-
ducatore come “un individuo con-
sacrato al bene de’ suoi allievi, pronto
ad a rontare ogni disturbo, ogni fa-
tica per conseguire il suo ne, che è la
civile, morale e scienti ca educazione
de’ suoi allievi”.
Sognavo l’educatore come “assi-
stente”, colui che “sta accanto” al
giovane, che conosce ciascuno e
chiede da ciascuno di essere cono-
sciuto. Proprio come il buon pasto-
re, colui che conosce le sue pecore
e da esse è perfettamente cono-
sciuto.
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa
nel mondo in 57 edizioni, 29 lingue
diverse e raggiunge 131 Nazioni.
Direttore Responsabile:
Bruno Ferrero
Segreteria: Fabiana Di Bello
Redazione:
Il Bollettino Salesiano
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Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
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del 16.2.1949
Copertina: foto Shutterstock
I disegni del calendario
sono di Stefano Pachì
e-mail: stefanopachi@gmail.com
Associato alla Unione Stampa
Periodica Italiana
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TAXE PERÇUE
tassa riscossa
PADOVA c.m.p.
In caso di mancato
recapito restituire a:
ufficio di PADOVA
cmp – Il mittente si
impegna a corrispon-
dere la prevista tariffa.
Nel prossimo numero
Don Bosco Educatore
«Mettiti immediatamente
a fare loro un’istruzione
sulla bruttezza del
peccato e sulla preziosità
della virtù»
Così ordina a Giovannino
Bosco l’uomo misterioso
nel sogno dei nove anni
Avvenimenti
Il Nobel dei missionari
a due salesiani e mezzo
Il premio Cuore amico 2013
Come don Bosco
Un presepio per educare
Fare il presepio non è
un gioco da bambini
Salesiani nel mondo
Il Museo Internazionale
della Natività
Il Centro Artistico
Salesiano di Betlemme
L’invitato
Don Luigi Melesi
Laurea in umanità
Senza di voi
non possiamo
fare nulla!
PER SOSTENERE LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che l’Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino, avente persona-
lità giuridica per Regio Decreto 13-01-1924 n. 22, e la Fondazione Don Bosco nel mondo
(per il sostegno in particolare delle missioni salesiane), con sede in Roma, riconosciuta con
D.M. del 06-08-2002, possono ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule
Se si tratta di un Legato
a)
Di beni mobili
“… Lascio all’Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino (o alla Fondazione
Don Bosco nel mondo con sede in Roma) a titolo di legato la somma di ……………..,
o titoli, ecc., per i fini istituzionali dell’Ente”.
b)
Di beni immobili
“… Lascio all’Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino (o alla Fondazione
Don Bosco nel mondo con sede in Roma), a titolo di legato, l’immobile sito in… per i fini
istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare erede di ogni sostanza l’uno o l’altro dei due enti
sopraindicati
“… Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio erede universale
l’Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino (o la Fondazione Don Bosco
nel mondo con sede in Roma) lasciando a esso/a quanto mi appartiene a qualsiasi titolo,
per i fini istituzionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per esteso e leggibile)
N.B. Il testamento deve essere scritto per intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 - Fax 011.5224760
e-mail: istitutomissioni@salesiani-icp.net
Fondazione Don Bosco nel mondo
Via della Pisana, 1111
00163 Roma - Bravetta
Tel. 06.656121 - 06.65612658
e-mail: donbosconelmondo@sdb.org
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