Bollettino_Salesiano_200312

Bollettino_Salesiano_200312

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PADRE E MAESTRO
di Pascual Chévez Villanueva
I MILLE VOLTI
DI DON BOSCO
NON RESTA
CHE ESSERE...
Siamo alla fine di questo ciclo di suggestioni bibliche sulla figura
di Don Bosco comparato a Mosè. Molti altri aspetti potrebbero
essere scoperti e altri paragoni tentati di questo nostro
poliedrico "Padre e Maestro" che presenta mille interessanti
I risvolti. Altre occasioni capiteranno per sottolineare volti diversi
della santità di Don Bosco. Qui concludiamo'
la nostra fatica con un'ultima considerazione.
Anonimo
Don Bosco a Marsiglia nel/'81 .
Marsiglia, 1881.
cm 8,5 x12.
eome se vedesse l'Invisibile
definisce bene l'esperienza
non tollera altri signori (Es 3, 12.18},
è credere di star vedendo l'Invisibi-
di Dio vissuta da Don Bosco. le. Ciò implica fare propria l'espe-
Chi, seguendo le sue orme, deside- rienza di Mosè a non rimanere
ri imitare il modo di essere creden- indifferente davanti alla presenza
te che ha santificato Don Bosco, del male, e nel far uscire il popolo
dovrà ne~essariamente impegnarsi da quelle situazioni che non gli per-
a vivere egli stesso "come se mettono di condurre la propria vita
vedesse Dio". Questa caratteristica con dignità.
è propria - nella Bibbia - di perso-
ne destinate a essere mediatrici di guide di popoli, credenti che
salvezza per il popolo di Dio. È, seguono le strade di Dio, anche se
quindi , alla portata di tutti quei cre- li portano nel deserto, perché san-
denti che si sentano invitati da Dio no che i figli di Dio nascono dove
col mandato di essere:
non ci sono altre possibilità di vita
se non quelle che il Padre procura
uomini dell'esodo, credenti che (Ot 8,3; Mt 4,4). I Figli di Don Bo-
sanno eliminare i luoghi di schia- . sco sanno che lo sviluppo materia-
vitù , dove schiavitù esiste, perché le e culturale ha creato nella gio-
sono conv fnti che la salvezza di
Dio non si può effettuare dove il
suo popolo soffre sfruttamento e
ingiustizia (Es 3,3-7-10). I figli di Don
Bosco sanno che nel mondo attuale
innumerevoli gruppi di giovani non
sanno nemmeno che cosa sia la gio-
ventù, perché vengono subito assor-
biti da un sistema di produzione che
li sfrutta, e passano direttamente,
non senza traumi e patologie, dall'in-
fanzia alla vita adulta.
Come ai tempi di Mosè, sapere del-
l'esistenza di un Dio che non sop-
porta la sofferenza del suo popolo
(Es 3, 16-17) è credere di star
vedendo l'Invisibile; convincersi che
ci deve essere un esodo soltanto
perché esiste un Dio che desidera
essere festeggiato da solo, lui che
ventù di oggi una straordinaria
quanto ambigua volontà di vivere e
di sperimentare tutte le possibilità
offe rte dalle propri e energie . Vo-
gliono vivere in libertà al margine
delle forme tradizionali, prescinden-
do dalle modalità ufficiali che ven-
gono presentate loro; vogliono sen-
tirsi protagonisti di un 'esperienza
nuova da loro stessi promossa che,
perciò, possano considerare del
tutto propria.
Come ai tempi di Mosè , questo
mondo dei giovani ha bisogno di
guide che, senza condannare il loro
traviamento e senza condividerlo, li
convincano della presenza del Dio
invisibile , del suo camminare ac-
canto a loro, perché sanno intrave-
DICEMBRE 2 003 BS

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derlo nelle nubi della giornata e nel
caldo delle notti; guide che oppon-
gano resistenza al popolo quando il
popolo oppone resistenza a Dio,
perché vedono più in là delle appa-
renze.
uomini di alleanza, credenti che
fanno da ponte tra Dio e il suo
popolo, perché fanno da tramite tra
i due, e dei due sentono il peso .
Come ai tempi di Mosè, il popolo di
Dio ha bisogno di uomini che sap-
piano parlare di Dio, perché hanno
parlato con Dio; credenti la cui fac-
cia si trasfiguri, come dice Paolo, e
lasci trasparire la gloria dell'Invisibi-
le; rappresentanti davanti al popolo
della volontà di questo Dio inacces-
sibile. Oggi, come ai tempi di Mosè,
Dio ha bisogno di uomini che gli
presentino le urgenze e i lamenti
del suo popolo.
Dicembre 2003
Anno CXXVI I
Numero 11
In copertina :
Natale è la festa
dell 'amore più puro
e disinteressato,
quell o di D io per
la sua creatura.
Un amore che non può
non essere contagioso ...
Foto: Piero Scalabrino
Mensile di informaz ione
e cultura relig iosa ed ito
dalla Congregazione Salesia ,
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IERI
- CHIESA
12 Per un Natale più solidale
- G,ovANI
14 Per "osare" il futuro
- M1ss10N1
18 Per chi ha niente
di Silvano Stra cca
di Vito Orlando
di Filippo Manoni
INSERTO CULTURA
23 Museu d'art nadalenc
- FMA
28 Donne e carcere
di Eriman/Maffioli
di Graziella Curti
DIBATTITI
38 La vergogna della pedofilia
di Giovanni Russo
RuBRICHE
2 Il Rettor Maggiore - 4 Punto Giovani - 6 Lettere al direttore - 8 In Italia & nel
mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 20 Prima pagina 1 - 21 Prima pagina 2
- 22 Lettera ai giovani - 27 Il doctor f. - 30 Libri - 32 On fine - 34 Come Don Bosco -
36 Movimento Salesiano - 37 Laetare et benefacere - 40 Dibattiti - 42 I nostri morti -
43 Il mese - 44 Viaggi - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
I I giovani vogliono vivere in libertà
al margine delle forme tradizionali,
prescindendo dalle modalità
ufficiali.
Don Bosco ha saputo mettersi
all'altezza delle esigenze di Dio e
delle attese della "gioventù pove-
ra, abbandonata e in pericolo"
(MB 4,662). Chiunque si senta
chiamato a imitarlo, sa che dovrà
impegnarsi a vivere "come se
vedesse l'Invisibile".
I Bambini/soldato della Sierra Leone,
riscattatati da monsignor Biguzzi,
a Roma dal Papa.
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Ernesto Gattoni - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntog rafica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi I::!
al sito Internet:
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Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
Ccb 32631/99 - Banca Intesa
Filiale Roma 12 -ABI 03069- CAB 05064
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mai I: <donbosconelmondo@sdb.org>
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 55 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
f
Associato alla
U nione Stampa
Periodica Italiana
BS DICEMBRE 2003

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di Carlo Di Cieco
PUBBLICO
E PRIVATO
Schedati , spiati, controllati nei modi e nei tempi più impensati...
L'occhio dei più diversi apparati elettronici, della tv, della
fotocamera integrata del cellulare, delle fotocellule di sicurezza.. .
la voce suadente degli imbonitori. .. Quanti si sono accorti
che sta radicalmente mutando anche il sistema valoriale?
eon l'occhio informatico, anche
chi pensava di essere sfuggito
al pettegolezzo tuffandosi
nell'anonimato della città, si ritrova
schedato e spiato in forma
esasperante. Qualcosa del disagio
che la violazione della privacy
provoca lo ha patito pure Gesù
Cristo, nel suo Natale, coinciso con la
più vasta schedatura dell'antichità,
ordinata da un sovrano imperiale.
Non ancora invasiva come rende
possibile il progresso tecnologico, ma
i genitori di Gesù, con la gioia per
una nascita, avranno rivissuto chissà
quante volte disagi e incubi di quel
censimento, culminati con la fuga in
Egitto.
O Il controllo attuale è totale ,
affidato agli spioni in carne e ossa
(lo stesso Orwell che ha descritto
l'incubo totalitario, era uno spione
che denunciava segretamente i suoi
colleghi) ma specialmente alle più
sofisticate tecnologie
informatiche che, col generico
pretesto della sicurezza, sfuggono
a ogni controllo etico e democratico.
Veniamo spiati anche per motivi di
mercato: siamo bombardati come
consumatori da persistenti e
petulanti pubblicità.
I produttori di questa campagna
martellante e snervante per
accaparrarsi fette di mercato, ci
gettano l'amo sperando che
qualcuno abbocchi. Con il risultato
di essere riusciti a modificare lo stile
di vita e i riferimenti valoriali di tanta
gente .
Perso il pudore del proprio corpo, si
è perso anche quello dell'anima e
non per una nobile causa, ma per
~emplice guadagno e tornaconto.
E una strana corsa
all 'omologazione al ribasso . La
perdita della dimensione privata
personale ci consegna incauti e non
resistenti ai poteri di turno : lo
spettacolo, i venditori, i controllori
politici e militari , i servizi segreti , il
fisco , i datori di lavoro, le
associazioni di ogni genere e di
ogni finalità, la criminalità
organizzata. I nostri dati - con
buona pace delle tante leggi sulla
privacy - sono accessibili come
non mai e in barba a tutte le
password di questo mondo.
O La percezione del pubblico e
privato è variata anche in economia,
che spaccia la privatizzazione quale
toccasana miracolista.Tutto il
patrimonio che costituiva il paese di
tutti viene smembrato e svenduto ai
privati, ossia a una parte minoritaria
che può disporne per 11uovi
guadagni. Si pensi alle.pensioni , alla
scuola, alla sanità, alla cultura, ai
trasporti. Si vuole ridurre al minimo le
garanzie di cura e di istruzioné che
erano considerate diritti della
persona. Ora si chiamano possibilità
a pagamento: più si può pagare e più
si hanno tutele . Si pensa di dare ai
privati anche la gestione dell'acqua e
dell'ambiente: berremo se potremo
comperare l'acqua.
O Si è più disposti a mettere i f_atti
propri nell'arena mediatica, anzi a
puntare tempo e risorse per
giungere nel salotto buono della tv,
regina del pettegolezzo. Migliaia di
ragazzi e ragazze, indotti da genitori
accaniti , sognano un debutto
televisivo in qualche gioco o gara di
intrattenimento.
· O Scuola e religione sono
considerate anch'esse area privata
contrapposta al pubblico. La
privatizzazione è la grande
ideologia trasversale nel tempo
della centralità del denaro. Pubblico
e privato diventano uno snodo
cruciale degli orizzonti educativi.
Per coglierne pericoli e possibilità.
DICEMBRE 2 003 BS

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natica "anagrammista". di al- rispetto alla verità gonfiata, o 1) Il pittore Mario Caffaro
lora aveva scoperto che collo- edulcorata, o filtrata, o ro- Rore (1910-2001) nel dipinge-
cando diversamente i numeri, manzata, o infiocchettata, o re Domenico Savio ha seguito
veniva fuori VIXI, cioè "ho aggiustata a seconda che ciò i canoni agiografici del tempo
vissuto", cioè "sono morto". risponda o meno agli umori di Don Bosco, riproducendo (e
Da allora il numero si giocò del mercato degli utenti. ingentilendo) il ritratto dall' u-
la reputazione! Ma via! ...
Certo anche tu immagini che nica incisione esistente del pic-
tra un programma che fa colo santo, opera di Carlo To-
r., soldi dicendo "megafesse- matis, suo amico, in seguito di-
IÙ NE PARLI PEG· rie", e uno che non li fa venuto professore di disegno.
, . . GIO E! Carissimo Di- anche se ciò che dice o pre- Si tratta della stessa incisione
rettore, mi chiedo come si senta è molto più vero , molto che Don Bosco ha fatto ripro-
possa dare, quotidianamente, più nobile, più di valore, più durre su Letture Cattoliche,
attraverso radio, TV, giornali, di cultura .. . la preferenza del anno Vll,fascicolo XI del gen-
riviste notizie di stupri, vio- "Gestore", chiunque esso sia, naio 1859, dedicato alla "Vita
lenze, rapine, uccisioni, scon- vada al primo palinsesto. del giovanetto Savio Domeni-
tri [.. .] Non è forse vero che Questo te lo dico, mio caro, co allievo , ecc.". È quella che
più si lanciano determinati per trasmetterti un messaggio fa da cappello alla presente ri-
flA DISGRAZIA E•.. messaggi più se ne fa propa- importante: bisogna essere sposta. Giudichi lei. Comun-
l,;'IL 17. Egregio direttore, ganda? E che certi particolari preparati anche alla lettura que anche Tomatis , come può
mia nipote ha deciso di spo- scabros i sono solo un incenti- di un giornale, alla scelta dei constatare, rappresenta il suo
sarsi sabato 17 ! Ho cercato di vo a... fare altrettanto?
programmi TV, alla naviga- amico col papillon! Era pro-
dissuaderla, perché forse non
sarà vero, ma... è sempre bene
Francesco , dalla Sicilia.
zione virtuale su Internet. So
ciò che mi vuoi dire: "Chi ci
prio così Domenico? Forse sì,
o forse no! Qualche somiglian-
non fidarsi del 17. Io credo Caro Francesco , i media prepara?". "La scuola natu- za dovrebbe averla, ma non ci
alla saggezza dei vecchi che sono un' arma potentissima. ralmente , perché i gruppi non giurerei.
dicevano che porta disgrazia. Don Bosco avrebbe fatto di bastano più". "Un' altra ma- 2) Per quanto concerne il ve-
Caro Direttore, può dire qual- tutto per averne qualcuno a teria , dunque?" . "Proprio stire dei ragazzi di Don Bo-
cosa lei a mia nipote? Gli disposizione per fare del così!". "Non scherziamo, con sco, le posso citare una sua
metto l'indirizzo ..."[...]
bene, come fece con la stam- tutte quelle che ci sono... sa- lettera autografa , nella quale
Amalia, Napoli
pa, a proposito della quale
diceva di voler essere al!' a-
rebbe un peccato mortale con-
tro gli studenti". "Sbagliato!
- se non racconta barzellette,
e non ne racconta, c' è da cre-
No, cara signora, non scrivo vanguardia. Ma l'arma me- Peccato mortale sarebbe pro- derci - fa una fotografia della
proprio nulla a sua nipote. diatica è a doppio taglio. prio glissare su una materia situazione dei suoi ragazzi,
Tutt'al più se dovessi davvero Credo che tu debba riflettere del genere!".
che più chiara non si può
dirle qualcosa la consiglierei che TV, radio , giornali e,
pretendere. Egli scrive nel
di mantenere con tutte le sue oggi, Internet hanno una
l':'foN forze la data! Il 17 in nume- preoccupazione sopra tutte le
l,,ij rologia il numero della spe- altre: devono vendere e/o
novembre 1855, al ministro
BOSCO NE• della guerra Giacomo Duran-
GRIERO. Spett.le di- do per chiedere, "essendo nel
ranza, della grazia, del!' armo- vendersi! Lo scopo ultimo del rettore, Caffaro Rore ha fatto bisogno di provvedere a un
nia e rappresenta la sensibi- loro operare è il ricavo , e il di Domenico Savio un ritratto numero di oltre mille cinque-
lità e l'innocenza" . Nella tra- mezzo per arrivarci è l' au- di raffinata eleganza (abito e cento (ragazzi n.d.r.) che fre-
dizione shiita è addirittura il dience. Non vendere è come papillon da studente di quentano gli Oratorii di Val -
numero di Dio perché 17 morire, non avere utenti (cioè Oxford) [...], un abbellimen- docco, di Porta nuova, e di
sono le lettere di cui si com- non raggiungere una determi- to tutt'altro che reale [... ] Vanchiglia [. ..] alcuni oggetti
pone il Nome dei Nomi. An- nata soglia di audience) , si- Come vivevano nei collegi di vestiario che, o perché la
che nella tradizione pitagori- gnifica prima la marginaliz- d'allora questi poveri allievi forma o perché molto usitati
ca è considerato il canone di zazione poi l'inesorabile spa- di Don Bosco? [... ] Incredibi- non potevano più servire ad
equilibrio di ogni cosa. Per- rizione, che in termine tecni- le poi come il dott. Vallauri uso delle regie truppe [. ..]
ché mai, dunque , dovrei dis- co chiamano oscuramento. È abbia salassato per ben 1O per poter così continuare nel
suadere sua nipote a sposare questo il motivo per cui si volte il povero Savio già lavoro e guadagnarsi il pane
il giorno 17?
studiano , a tavolino , tutte le esausto! [... ] Don Bosco si in qualche onesto mestiere
E allora da dove proviene la strategie possibili per battere dava da fare per procurare la- [.. .] , siano scarpe, tuniche,
paura per questo numero? la concorrenza e... sopravvi- voro manuale pesante ai ra- giacchette, camicie, mutande,
Perché nella tradizione latina vere. Allo scopo, è fondamen- gazzini [...] Oggi sarebbe con- lenzuola, coperte, calzoni [. ..]
è considerato nefasto ? Furo- tale indovinare i gusti della siderato una specie di negrie- e comunque siano, rimessi o
no i nostri antenati, i romani gente, l'andamento dei flussi ro[ ... ] Che dire?
logori, da noi si aggiustano e
- i quali erano grandi in di idee, le oscillazioni delle
molte cose e talvolta anche in preferenze e delle propensio-
Vitaliano, Genova
si fanno servire". Come può
constatare, la dicitura abi-
imbecillità - a mettere in giro ni... È ovvio che tutto ciò Caro signore, a quattro do- tualmente usata per i ragazzi
la balla della scalogna sul 17. possa andare a scapito del ri- mande quattro veloci rispo- di Don Bosco "poveri e ab-
Come ben sa, il numero in gore della verità. Insomma è ste, sperando di soddisfare, bandonati" non era un' iper-
questione essi lo scrivevano facile che la verità nuda e almeno in parte, i suoi inter- bole ma una dolorosa realtà.
così: XVII. Ora, qualche fa- cruda passi in secondo piano , rogativi.
3) La faccenda dei salassi è
DICEMBRE 2003 BS

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certamente strana, ma se la
deve prendere con la medicina
de/l' epoca: si pensava, allora,
che facendo uscire dal corpo il
sangue malato si permetteva
ali' organismo di rigenerarlo
con sangue nuovo e sano. Né
io né lei c'eravamo per avvi-
sarli che tale metodo era una
solenne "cavolata"!
4) Per quanto, infine, attiene
alla questione del "la voro pe-
sante" che Don Bosco procu-
rava a dei minori, per cui og-
gi sarebbe tacciato di "ne-
griero", le ricordo che fu
proprio lui uno dei primi che
ha cercato di tutelare i minori
esigendo dai datori di lavoro
regolari contratti (Cfr. BS
settembre 2003 pagg. 18-19).
E fece di più: Don Bosco
aveva riservato per i suoi
"giovani lavoratori" tempi
per la preghiera, la catechesi,
il gioco, la festa .. . Cose che
ai padroni e ai procacciatori
di allora non passava nem-
meno per l'anticamera del
cervello. Pensi solo che nella
civilissima Inghilterra del/' e-
poca i minori lavoravano
anche 12 ore filate , senza tu -
tele di alcun genere.
~ USH. Egregio direttore,
I.i/ Bush è, spero che lei sap-
pia, un uomo di preghiera, che
mette Dio al primo posto. Leg-
gendo il suo giornale, (sic) mi
pare che lei non dimostri di
crederci. O mi sbaglio?
Lucio, Francavilla
Personalmente sono convinto,
e con me è la teologia cattoli-
ca, che la vera preghiera non
abbia la pretesa di invocare da
Dio l'aiuto per poter fare ciò
che vogliamo, la vera preghie-
ra (e sottolineo "vera") è
quella che si rivolge a Dio
perché ci dica quel che vuole
che noi facciamo, e perché ci
aiuti a seguire la sua volontà,
non le nostre convinzioni che,
essendo umane , possono esse-
re erratissime. Insomma, non
si può inte1pellare Dio per ot-
tenere il suo voto di fiducia ,
per assoldarlo nelle nostre file,
o per dar valore alle nostre
idee. Il presidente americano
APPELLI
Mi piacerebbe conisponde-
re con persone che abitano
a Siena, città di cui sono in-
namorata, per scambi di
caitoline e amicizia. Cerco
anche la Bibbia di "Selezio-
ne dal Reader's Digest", di-
sposta a pagaifa. Azzolina
Maria, via Caltanissetta,
163 - 93011 Butera (CL) .
Sono una ragazza poco più
che ventenne. Cerco ami-
ci/che veri e sinceri da tutto
il mondo. Cristina Trova-
to, via Case Nuove, 28 -
30175 Marghera (VE).
Sono una studentessa uni-
versitaria. Desidero corri-
spondere con amici/che di
penna di tutto il mondo.
Ricerco giornali in tede-
sco, spagnolo e inglese per
migliorare le lingue. Ama-
dori Silvia, Casella Po-
stale 280-LL - 48016 Mi-
lano Marittima (RA) .
jHola! Soy una chi.ca de 22
a. y quererfa corresponder
con chicos/as de la misma
edad, in espafiol, italiano o
ingles. Anna Rita Sorbo,
via Ruta pal. Rossi -
81100 Caserta, Italy.
I'm a giri and I am 22 years
old. I woud like to cone-
spond with people of my
age, in English or ltalian
language. Anna Rita
Sorbo, via Ruta pal. Rossi
-81100 Caserta, Italy.
My name is Mukisa Paul.
I'm a student. I'm 15 years
old, a catholic by religion,
and Ugandan by nationality.
My hobbies are reading the
Bible, listening to musi.e,
watching movies and visi-
ting and making friends .
My contact address is c/o
mr. Mugala Joseph, p.o.
Box 61. Kamuli, Uganda.
Sono brasiliana e ho 54
anni. Mi piacerebbe corri-
spondere con italiani/e per
amicizia e scambio cultu-
rale. Teresinha Kuhn,
Rua Francisco Timm,
128, Santa Rosa RS CEP
98900-000 Brasil.
ha affermato più di una volta
di essere guidato dalla mano
di Dio... Ne devo dedurre che
il Papa non lo sia, visto che i
suoi interventi sono di segno
opposto a quelli di Bush. Beh,
lei faccia come vuole, a me an-
cora più fiducia il Papa
quanto a ispirazione divina.
e~1:a1~~/:!!'!:'i ~~!
che ci sia un sacco di confu-
sione tra i cattolici nei riguar-
di dei santi, ai quali si attri-
buiscono appellativi o meriti
che, mi dica se sbaglio, ap-
partengono solo a Dio. Cristo
è il nostro obiettivo, perché
solo in lui e salvezza. I
santi , invocati, in questo diffi-
cile cammino ci aiutano sola-
mente .. . O sbaglio?
Francesco@ecc.
Caro Francesco, dici cose giu-
stissime. I miracoli !ifa "solo"
Dio. Magari per intercessione
dei santi. Ma solo lui è "I' ope-
ratore di prodigi" . Questa è la
verità della dottrina cattolica.
Deve ancora nascere, e mai
nascerà, un Padre Pio che
dica: "lo ti dico: alzati e cam-
mina!" . Se non c'è prima "in
nome di Gesù" nessuna pre-
ghiera è valida, perché solo
Lui ha fatto miracoli per po-
tenza propria. Nessun altro.
Non esistono potenze umane
capaci d' inten1enire sulle leggi
della natura e deviarne il
corso. Una vite farà sempre
uva mai angurie! Solo a Dio è
possibile, in quanto "Autore
della vita e delle leggi che la
regolano". L' invocazione a un
santo, dunque, non va fatta
perché intervenga direttamente
a "sanare" una situazione in
cui è ormai impossibile l' inter-
vento umano, ma perché inter-
ceda affinché Dio si degni di
fare quanto l'uomo non può
più fare. Questa è la prassi,
l'unica prassi "theologically
correct'' .
Non ci è stato possibile p~1b-
blicare tutte le lettere pe1 ve-
nute in redazione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo_a
suo tempo alla pu.bblicauo-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS DICEMBRE 2003

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(!N ITALIA . _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ __
LUNGI,
SIERRA LEONE
I SALESIANI NEL PAESE
Uno dei paesi più a r ischio
per i bambini e i ragazzi è
fuor di ogni dubbio la Sierra
Leone. I salesiani ci sono dal
1986. Hanno cominciato a
Lungi praticamente da zero.
Oggi, dopo 17 anni di impe-
gno costante e generoso, ge-
stiscono col metodo di Don
Bosco una scuola superiore
per 1000 ragazzi/e, 13 scuole
elementari per 5000 bambi-
ni/e, una scuola tecnica per
150 adulti, una parrocchia
con annesso oratorio per 1000
cattolici, 6 chiese in altrettanti
villaggi, un asilo per 150
bambini/e, una casa per an-
ziani abbandonati e non po-
che realizzazioni di prima ne-
cessità come numerosi pozzi
(cfr. foto) scavati dove più in-
gente era il bisogno. Un centi-
naio le adozioni a distanza che
aiutano molti bambini a spera-
re in un futuro "normale".
TARANTO, ITALIA
OLTRE I CANCELLI
È sempre più urgente che l'o-
ratorio superi il proprio recin-
to e diventi "missionario".
"Fuori" c'è tanta gioventù
che attende un intervento edu-
cativo, che cerca un incontro
di amicizia, che ha bisogno di
un gesto di solidarietà. Del
resto, se è vero, com 'è vero,
che educare è prevenire nel
sistema di Don Bosco, l'ora-
torio non può prevenire atten-
dendo, è una contraddizione
in termini, deve invece lan-
ciarsi oltre i cancelli per recu-
perare situazioni critiche, per
togliere dalla strada i ragazzi
a rischio, per proporre alter-
native valide e appetibili a chi
ha avuto quasi solo esperienze
negative. Tanto ha fatto l 'ora-
torio salesiano Sacro Cuore
di Taranto, lanciando per l'ap-
punto l' iniziativa "Oltre i can-
celli", che ha coinvolto varie
scuole del quartiere. Grande è
stata la risposta, grande la
soddisfazion~ delle autorità
civili e religiose, grande, infi-
ne, l' entusiasmo con cui ragaz-
zi e insegnanti hanno parteci-
pato .
GENERAZIONE
GIOVANI
di Matteo Zambuto
Il sottotitolo rende ragione del
contenuto: "Awenimenti, per-
sonaggi, miti, musica, mo-
da de/l'ultimo cinquanten-
nid'. In effetti , l'originale volu-
me segue puntigliosamente lo
schema e, con tratti brevi ma
intensi, ben scritti e meglio
espressi, porta alla ribalta
personaggi come Gandhi e
M. L. King, o come Elvis Pre-
sley, Bob Dylan, De Andrè,
Celentano, Led Zeppelin, Ma-
donna, Vasco Rossi, e tanti
altri famosissimi; narra aw e-
nimenti come il '68, Tien An
Men, le guerre del Golfo , la
caduta dell'URSS, le Torri
Gemelle, Bin Laden... Un li-
bro ricchissimo di suggestioni,
con alcuni testi (traduzione a
fronte) delle più famose can-
zoni , con puntualizzazioni cri -
tiche sul disagio giovanile, sul
look e sul linguaggio dell'at-
tuale generazione, e con pa-
reri di quattordicenni fino a di-
ciottenni. Non mancano nem-
meno note bibliografiche. Dav-
vero un bel lavoro che le Pao-
line offrono a giovani, a edu-
catori e a genitori.
DICEMBRE 2003 BS

1.9 Page 9

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redazionale
SCHIO, ITALIA
"CONCORDIA"
CENTENARIA
Cent'anni sono davvero tanti
per una associazione che ha
attraversato il "Secolo Breve"
con due guerre mondiali e re-
lati vi "effetti collaterali" e ha
resistito indenne. "Concor-
dia" è nata ali' oratorio sale-
siano di Schio in tempi in cui
si pensava quasi esclusiva-
mente ai ragazzi e non sem-
brava urgente una organizza-
zione che raccogliesse i più
grandi fino ai 30 anni. Fu
un' intuizione che ha dato frutti
magnifici nel tempo. Un'as-
sociazione non come le altre
- le "compagnie" per esem-
pio - organizzate per i più
piccoli ali ' interno di un orato-
rio, un collegio, una scuola.
No. È nata con tanto di statu-
to, rogito, distintivo, motto,
labaro... È nata non senza
contrasti: dava fastidio a or-
ganizzazioni di partito ben
più fiore nti, organizzate e fi-
nanziate, che non esitarono a
passare a vie di fatto: qualche
sassaiola e perfino un assalto
in piena regola per farli desi-
stere. È nata infine con un
programma che più salesiano
non si può: "fare onesti cittadi-
ni e buoni cristiani". Ebbe una
crescita esponenziale, fino a
superare i cento membri, po-
nendosi come una forza di
prim'ordine, gruppo di punta
del movimento cattolico scle-
dense. Era presente a tutte le
manifestazioni o con la banda
o con la filodrammatica, o con
il gruppo sportivo, o con la bi-
blioteca circolante... tanto da
segnare per un ventennio la
storia dell 'Alto Vicentino. Ora
i tempi, le diverse condizioni
di vita sociale, politica, econo-
mica, gruppale l'hanno con-
tratta, ma è ancora viva e pron-
ta, se necessario, a serrare le
fila per nuove imprese.
AHMEDNAGAR,
INDIA
GALLINE E
CAPRETTI
SOLIDALI
Le FMA continuano i loro co-
raggiosi progetti di promo-
zione in tutto il mondo. Qui
siamo in un villaggio alla pe-
riferia di Ahmednagar, nel-
!' ispettori a di Bombay, dove
le suore hanno realizzato un
allevamento di galline e ca-
prette, attraverso il quale le
donne del villaggio riescono
a raggiungere la loro indi-
pendenza economica e un
rapporto più paritario con gli
uomini. Un'opera altamente
sociale e meritoria, di cui le
FMA possono andar fiere.
FILATELIA
a cura di
:::=.-~~~~~ Roberto Sacc:a~r~e:11:o~ -;:.;;s~~~ ;:.-...
SAN GIORGIO
E L'ORDINE COSTANTINIANO
Secondo la tradizione, Giorgio venrie martirizza-
to nel 303, durante la persecuzione di Diocleziano,
per aver confessato la sua fede cristiana. Più tarda
è la storia del cavaliere Giorgio che libera dal drago
la fanciulla, narrata nella "Leggenda Aurea"; da allo-
ra il Santo è abitualmente riprodotto su un cavallo
nell'atto di trafiggere con la spada o con la lancia il
mostro. Dal luogo della sua sepoltura, a Lydda, il
culto del soldato-martire si diffuse ben presto anche
in Occidente, dove fin dal VI secolo vennero dedi-
cate al Santo numerose chiese.
Per celebrare degnamente i 1700 anni del suo
martirio , Gibilterra ha emesso uno splendido
foglietto riproducente il Santo a cavallo mentre
affronta il drago. Sui tre francobolli sono riportati:
l'i mmagine di San Giorgio tratta da una vetrata
(1,20 f.) , la Croce di San Giorgio (30 p.), l'emble-
ma del Sacro Militare Oraine Costantiniano di San
Giorgio creato, appunto, nel 1190 dall'Imperatore
d'Oriente Isacco Angelo Commeno per onorare il
Santo Patrono della Cavalleria cristiana.
Dopo l'estinzione della famiglia imperiale
bizantina, il papa Paolo lii Farnese trasferì la Mili-
zia Costantiniana alla propria famiglia. Nel secon-
do decennio del 1700, estintasi la famiglia Farne-
se, ed essendo passati i suoi beni da Elisabetta,
ultima della sua stirpe, al figlio Carlo 111 , la titolarità
dell'Ordine si trasferì ai Borbone di Napoli. Da
questa Casa l'Ordine non sarebbe più uscito.
Esso, infatti , è stato ininterrottamente conferito sia
dai Capi della Famiglia Borbone sul trono delle
Due Sicilie, sia, dopo il 1860, dai Capi della stessa
Casa in esilio : Francesco Il , Don Alfonso Maria
Giuseppe , Conte di Caserta (1841 -1934), Don
Ferdinando Pio , Duca di Calabria (1869-1960),
Don Alfonso, Duca di Calabria e Infante di Spagna
(1901-1964) e Don Carlos, Duca di Calabria,
Infante di Spagna (1964) .
Per saperne di più: -zr 0761/ 307. 124
BS DICEMBRE 2003

1.10 Page 10

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l00annifa
Abbiamo trovato nel BS del dicembre 1903 una
notizia che ci è sembrata davvero interessante
e ci ha meravigliato. Nella sua lunga relazione
don Calogero Gusmano, parla a un certo punto
dei tanti (!)osservatori meteorologici che
i salesiani avevano impiantato un po' dovunque
in terra di missione, esortati dallo stesso
fondatore sempre "desideroso di armonizzare
la religione col progresso".
Il collegio di Arequipa
nel Perù.
RONDONOPOLIS,
BRASILE
ORATORIO "FlLHOS
DE DOM BOSCO"
Dieci anni fa è stata inaugu-
rata la parrocchia/oratorio di
Rondonopolis nel Mato Gros-
so. Un 'altra delle opere di
grande rilevanza sociale, per-
ché in zona povera, dove la
presenza di una parrocchia
"attrezzata", cioè con orato-
rio , centro giovanile, scuole
professionali cost1tu1sce una
boccata di ossigeno per tanta
gente, soprattutto per ragaz-
zi/e e giovani . Don Dani-
lo , che attualmente la dirige,
è sempre preoccupato della
sua gente e delle centinaia di
ragazzi che affo llano le strut-
ture del suo centro , perché
conosce una per una le loro
necessità. Usa dire ai suoi
benefattori : "Adottate l'ora-
torio non un oratoriano, così
ne benefic iano tutti e si può
pensare a un ulterior,e sv i-
luppo ".
Il Congresso universale geografico, riunito a Ve-
nezia sotto la presidenza del celebre Ferdinando
Lesseps, pregava il nostro buon Padre D. Bosco,
affinché animasse i suoi figli , sparsi ormai per
tutto il mondo, a studiare le condizioni meteorolo-
giche del Sud-America, specialmente gli impor-
tantissimi fenomeni che si svolgono nelle coste
dell'Atlantico e del Pacifico, nelle Cordigliere
delle Ande, dal Capo Horn all'Equatore. Don
Bosco, desideroso sempre di armonizzare la reli-
gione col progresso e colla scienza accettò la pro-
posta ed esortò i suoi figli a darvi compimento; ed
ecco che il nuovo osservatorio meteorologico di
Arequipa viene ad aggiungersi all'estesa rete di
cui fanno parte gli osservatori salesiani di Villa
Colon e Paysandu nell'Uruguay, di Buenos Aires,
S. Nicolas de los Arroyos, Bahia Bianca e Patago-
nes nell 'Argentina; dell'isola Dawson e di Punta-
renas nel Chili, di Quito nell'Equatore, di Cuyaba ,
Cachoeira do Campo nel Brasile, delle Isole Mal-
vine nei possedimenti inglesi ed altri molti di cui
ora non mi sovviene.
DICEMBRE 2003 BS
SUBIACO, ITALIA
lCONE
A San Biagio di Subiaco, ca-
sa di preghiera e di accoglien-
za, si dipingono icone. L' ico-
nografia è un genere di pittura
che nasce da una intensa pre-
ghiera e fissa sul legno imma-
gini che trasudano spirituali e
mistero. Nel centro si tengono
addirittura corsi di iconogra-
fia, simposi sul tema e mo-
stre. Suor Renata, pittrice di
icone e responsabile dei corsi ,
dice che quest' arte particolare
testimonia una Presenza e per-
mette una comunione orante e
mistica col divino. San Biagio
merita una visita.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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I
OSSERVATORIO
Redazionale
NATALE
Molte poesie sono giunte in redazione nel corso di questi anni.
Ne presentiamo ai lettori alcune che riguardano la festa più suggestiva dell'anno.
È l'augurio del BS.
È NATALE
È freddo.
È inverno:- ""
È Natale.
Tanti ~goismi.
Tante amarezze.
Tanta solitudine.
Ma Gesù è nato per tu.tti
ed anche chi è solo /'
sente di _r:ion esserlo verament
Gesù è nato anche per me
(Annarita Fossa)
NATALE
Nell'aria permane un intenso
profumo d'incenso.
Scintillano luci dorate
tra sfere •iridate;
si muovono foglie d'argen o
al soffio del vento.
C'è odore di pane nell'aria.
Lontano, nel vicolo ,buio
un lume rosseggia, già brilla,
s'accende giulivo, sfavilla;
un chiaro bagliore di gioia
dagli usci sbadiglia.
E intanto tintinna una squilla
nell'aria nivale,
recando nei cuori
la gioia del santo Natale.
(Domenico Antonio Russo)
SIAMO A NATALE
Ecco Natale!
S'accende- una stella,
luce foriera
di un'alba novella!
Sei complicato?
Quel Bimbo t'invita
a cambiar la testa,
cambiando la vita.
Gesù Bambino,
bimbo innocente,
la tua grazia
conquista la gente.
Allora vieni ,
daf}lmi la mano! ~
N,~i due 1ssi!:)me,
a;r~ivJ.art)o lontano...
1 (Lt3igi Masoero)
NATALE..2000
Una notte tacita,
lontana dai rumori.
Tante stelle in cielo.
una grotta di pastori
e sulla nuda paglia
giace il Redentore.
Oggi come allora:
sei povero tra i poveri,
sei tra i sofferenti,
gli abbandonati, gli esclusi,
tra chi non ha più niente.
Sei il neonato
che viene rifiutato .
Betlemme si ricolma
in questa umanità
che soffre,
ce chiede al mondo
generosità.
(Stefania Saggini,
Scuole medie - Vas'to)
VORRE_I CHE A NATALE
Vorrei che a Natale
i bambini del mondo
avessero il cuore
che canta nel buio.
Vorrei che: gli uomini
sorridendo appendessero
all'albero le. palline
colorate della pace.
E insieme noi tutti
fossimo nel Presepe
a fest~ggiare Gesù .
(Giusy Politano,
Scuole Elementari - Amantea)
NATALE
Ci proponi ancora un nuovo regno
col Tuo Natale; la Tua mitezza
oggi col'l'ile allora, vuole ammansire
cuori avvelenati da guerre e da
furori.
Ma l'uomo più non crede alla tua
stella.
ostruisce presepi di cristallo,
vuoti Re Magi
che danzano una musica idolatra;
vivise iona l'atomo,
varca gli spazi
e torna senza averTi incontrato ...
Non lasciarci , Signore.
Ritroveremo il bue e l'asinello
se Tu ci batti e bruci il nostro orgo-
glio
con la (jlivina fiamma del tuo cuore.
Dacci la tua purezza, dacci il dolo-
re : so"lo se ci fai bimbi
anche per un istante e ci eommuovi,
la Tua na9-cita ancora ha la potenza
di quel Tuo primo immenso atto
d'amore .
(Domenico Defelice)
BS DICEMBRE 2003

2.2 Page 12

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.........................................................••..•...••••.•..•••..••••... ,
I Negli Stati Uniti,
la preoccupazione per il
terrorismo ha convinto
gli americani a stringere i cordoni
della borsa della solidarietà.
di Silvano Stracca
T orna il Natale tra buone in-
tenzioni e tentazioni consu-
mistiche nei paesi del be-
nessere. E torna l'invito del Papa a
non stravolgere il senso della festa.
A celebrarla tenendo presente la
"semplicità" del presepe, e com-
piendo gesti di "solidarietà" verso
chi ha bisogno. Torniamo a Be-
tlemme, ripete Wojtyfa. Rivediamo
il Bambino e sua madre, con Giu-
seppe nella povertà della grotta. È
il Natale, antico e sempre nuovo
che non si finirà mai di esplorare,
che non finirà mai di sorprendere.
Solo così eviteremo che il 25 di-
cembre si riduca a un vacuo fra-
stuono di festa.
"La semplicità del presepe", am-
moniva un anno fa, "contrasta con
quell'immagine del Natale che
viene talora proposta in modo insi-
stente dai messaggi pubblicitari".
"Anche la bella tradizione di scam-
biarsi tra familiari e amici i doni",
soggiungeva, "sotto l'urto di una
certa mentalità consumistica ri-
schia di perdere il suo autentico
senso natalizio". Perché, sottoli-
neava il Papa, un "senso natalizio"
i regali l'avrebbero, ma esso porte-
rebbe verso i poveri e non verso lo
spreco. "In effetti, questa usanza si
comprende a partire dal fatto che
Gesù in persona è il dono di Dio
all'umanità, di cui i nostri doni in
questa festa vogliono essere rifles-
so ed espressione. Per tale ragione
è quanto mai opportuno privilegia-
re quei gesti che manifestano soli-
darietà e accoglienza verso poveri
e bisognosi".
DICEMBRE 2003 BS
I Il richiamo di Giovanni Paolo Il
all'accoglienza e alla solidarietà
almeno a Natale suona
più attuale che mai.
CAMBIARE OBIETTIVO
Al DONI
Quello di Giovanni Paolo II non
è dunque un invito a rinunciare
allo scambio dei doni in occasione
del 25 dicembre, che considera
anzi una "bella tradizione", ma a
liberarsi dalla tentazione consumi-
stica e ad aggiungere - tra i desti-
natari dei nostri doni - i meno for-
tunati. Varie volte il Papa ha dato
indicazioni precise per i "gesti" da
compiere verso i più poveri. Per
esempio, alla fine del 1998, sug-
gerì di invitare a pranzo o a cena
un senzatetto, o una persona sola, o
comunque qualcuno in difficoltà,
ospitandolo almeno per una volta
nella propria casa, durante le feste
di fine anno. Lo fece rivolgendosi
in particolare agli abitanti di Roma
e di Milano, le città dove quell'an-
no un 'associazione aveva lanciato
la campagna "Aggiungi un posto a
tavola" per chi il 25 dicembre l' a-
vrebbe trascorso certamente da
solo e in povertà.
Il richiamo di Giovanni Paolo II
all 'accoglienza e alla solidarietà al-
meno a Natale suona più attuale
che mai, perché la difficile situa-
zione economica mette alla prova
la generosità della gente anche in
paesi come la Gennania e gli Stati
Uniti, che erano da sempre ai verti-

2.3 Page 13

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Il Natale antico auspicato dal Papa fa leva sulla semplicità
del Presepe e sulla generosità dei pastori...
differenti ispirazioni. Si parla, in
ogni caso, di un milione di italiani
che, soprattutto sul territorio nazio-
nale, ma anche ali 'estero, in Africa
e in America Latina, si danno da
fare per gli altri. E di ben 26 mila
organizzazioni, equamente distri-
buite sul territorio, con una certa
prevalenza nel Centro-Nord.
L' altra faccia - iJ volontariato -
della medaglia di un paese che pre-
senta, secondo stime attendibili, un
vistoso 10 per cento di evasori to-
tali al fisco nell'insieme dei lavo-
ratori autonomi e delle imprese. E
quasi il 30 per cento del prodotto
interno lordo attribuito al sommer-
so. Ebbene, in quest 'Italia, nono-
stante tutto, c'è chi vive un Natale
di solidarietà con i pm poveri:
senza dimora, immigrati, zmgari,
anziani soli .
ci della classifica delle donazioni
verso persone e popoli meno favo -
riti. L'anno scorso in Germania le
offerte di beneffoenza natalizie
sono calate fino al 20 per cento.
Una drastica riduzione riconduci-
bile alla diffusa preoccupazione
per la crescita dei prezzi. Il freno
dei consumi ha trascinato con
un freno alle donazioni. A fame le
spese, soprattutto le organizzazioni
umanitarie che si occupano del
Terzo Mondo. Non è andata me-
glio negli Stati Uniti, dove incer-
tezza, preoccupazione per il terro-
rismo e scetticismo hanno convinto
gli americani a stringere i cordoni
della borsa. Così le donazioni sono
calate anche qui in media del 20
per cento. Un calo che desta note-
voli interrogativi, perché stavolta
la vertiginosa caduta di generosità
potrebbe rivelarsi più profonda e
prolungata rispetto ad altri periodi
di crisi.
IN ITALIA
Il prossimo sarà comunque un
Natale di solidarietà per migliaia e
migliaia di italiani. Il 25 dicembre
rappresenterà solo la punta dell 'i-
ceberg del lavoro di tutto l'anno
per molte realtà impegnate nel so-
ciale. Ma quanti sono i volontari
che operano nel nostro paese? Dif-
ficile fare un censimento esatto.
Anche perché il servizio a favore
del prossimo ha diverse identità e
. è mille miglia lontano dal Natale
scintillante portato alla ribalta
dalla pubblicità e impregnato fino
all 'inverosimile di messaggi
I di consumo esasperato.
SOLIDARIETÀ
A DISTANZA
E un Natale di solidarietà sarà
anche per i tre milioni e più di ita-
liani "genitori a distanza". Papà e
mamme di circa un milione e due-
centomila bambini negli angoli più
desolati del pianeta. Stime, ovvia-
mente. Ma stime verosimili che
danno la misura dell ' impennata di
un fenomeno che non accenna a
fermarsi, visto che solo quattro
anni or sono i bambini adottati da
lontano erano poco più della metà,
circa seicentomila. L'Italia è il
paese che in Europa detiene il pri-
mato della solidarietà a distanza
con oltre quattrocento tra enti, as-
sociazioni e soprattutto istituti reli-
giosi che fanno da tramite con la
parte più sfortunata dell 'umanità
per sottrarre bimbi e ragazzi all 'in-
digenza e al sottosviluppo e indi-
r~zzarli verso il progresso e l 'istru-
zione.
Le adozioni internazionali rappre-
sentano ce1tamente un importante
atto di fraternità e un valido contri-
buto di solidarietà verso uomini e
popoli meno favo1iti . Il Natale è
l'occasione per riflettere se il boom
è solo espressione di una moda so-
ciale o se si può davvero pensare a
una riscoperta collettiva di valori, a
un rifiuto di un consumismo senza
freni e senza sapore.
D
BS DICEMBRE 2003

2.4 Page 14

▲back to top
Uno dei grandi interrogativi di oggi è costituito
PER "OSARE" IL FUTURO
di Vito Orlando
In questo ultimo numero
del BS 2003, vogliamo
ritornare sui giovani,
sulla loro difficoltà di
diventare adulti e sulla
necessità di inventare
modalità significative di
rapporto tra le
generazioni per un
futuro nuovo per tutti.
I Nostalgia di fanciullezza
nei grandi. La favola di Peter Pan
non muore, anzi sembra sempre
più viva ... e vera!
I 1 sociologo inglese Frank Fure-
di, in un articolo pubblicato nel
sito web http://www.spiked-
online.com, ha tracciato una pano-
ramica molto interessante su "I ra-
gazzi che non vogliono crescere" ' .
Le cose strane che si stanno verifi-
cando con sempre maggiore inten-
sità e in contesti sociali e cu lturali
diversi (sia nel mondo occidentale
che in Giappone) riguardano ven-
tenni che impazziscono per pro-
grammi televisivi per bambini; tren-
tenni che rifuggono le cose da ad ulti
e coccolano pelouche o si fio ndano
a casa, subito dopo il lavoro, pazzi
per play station e giochi tecnologi-
ci, o che si tuffano in altre esperien-
ze, per rivivere la propria infanzia.
Il MERCATO NON SOLO
Questa nostalgia non poteva non
essere colta dal mercato e fare la
fortuna di pubblicitari e produttori
che hanno dato vita a un commercio
DICEMBRE 2003 BS
incrociato di giochi e di libri "da
bambini per adulti", pronti a dare
una mano "alla celebrazione del-
l'immaturità" che occupa ormai sta-
bilmente i media. Il fenomeno non è
solo commerciale. Psichiatri e psi-
coterapeuti hanno evidenziato il va-
lore positivo del ritorno al bambino
che è in noi come una sorta di rime-
dio curativo alla fatica di crescere.
E non tutto finisce qui , perché
un ' organizzazione di medici ameri-
cani che si occupa della salute degli
adolescenti pensa sia necessario in-
teressarsi di giovani dai 10 ai 26
anni , e altri che studi ano il passag-
gio ali 'età adulta, ritengono che
questo non avvenga se non intorno
ai 35 anni. Insomma, il Peter Pan
che cercava una patria nell "'isola
che non c'è", adesso abita comoda-
mente nella nostra società postmo-
derna, ormai "piena di ragazzi e ra-
gazze che si attardano sulla soglia
della maturità". Strettamente colle-
gata a questa nostalgia dell 'infanzia,
è anche la lunga permanenza in fa-
miglia di giovani trentenni e oltre, o
il loro ritorno a casa dopo aver ten-
tato, anche più volte, di andare a vi-
vere da soli . La già altissima per-
centuale di famiglie di single, che a
Monaco, Francoforte e Parigi rag-
giungono ormai il 50%, è in crescita
un po ' dovunque. Questa nostalgia
dell'infanzia e l'esitazione verso il
futuro evidenziano, secondo il so-
I I ricercatori affermano che
il passaggio all 'età adulta
avvenga ormai per molti attorno
ai 35 anni.

2.5 Page 15

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dal trinomio giovani, famiglia, affettività.
I 11 mito dell'adulto non esiste più,
l'autonomia e l'indipendenza non
sono più così ambiti nel percorso
di vita dei giovani.
ciologo, "una profonda insicurezza
del futuro e una "diminuita aspira-
zione all 'indipendenza, all ' impegno
e alla sperimentazione".
E l'ADULTITÀ?
La voglia di tornare indietro, di
fermare il tempo, l'esitazione verso
la maturità, l'incapacità di affrontare
i rischi che si diffondono sempre più
tra i giovani costituiscono indubbia-
mente delle forti provocazioni per la
società e gli adulti. Di fronte a tali at-
teggiamenti sorgono alcuni interro-
gativi: perché oggi i giovani non vo-
gliono diventare adulti? Perché l' au-
tonomia , l'indipendenza non sono
obiettivi ambiti nel percorso di vita
dei giovani? La voglia di essere
adulto, di arrivare all 'autosufficien-
za, alla rilevanza sociale, a formarsi
un~ f~~g~a propria, ecc. , erano gli
ob1ett1v1 d1 un tempo che fu. Oggi,
"essere adulto" non significa più
"condizione di stabilità", approdo de-
fmitivo ... Il mito dell 'adulto non esi-
ste più. L'età adulta, travolta dal
cambiamento, è diventata un'età in-
certa. L'identità risulta essere un
nodo critico e insieme il compito di
ogni età. Questo svuotamento dell'i-
dentità adulta, la perdita del suo fa-
scino, l' incertezza che la circonda, le
delusioni soprattutto emotive con i
rischi di fallimento che diventano
sempre più diffusi, non la fanno più
percepire come l'età clou, la più si-
gnificativa e importante della vita.
D 'altra parte bisogna anche dire
che proprio questa realtà della vita
adulta ha portato a una nuova visio-
ne delle età dell 'uomo. La vita è vista
come un continuo, di cui si cerca di
cogliere e di valorizzare le caratteri-
stiche specifiche delle varie fasi. In
questa prospettiva, per esempio, l'a-
dolescenza non è pre- di ciò che
segue, ma un modo di essere con
capacità, sensibilità, valori, ecc. , che
sono specifici di quest 'età e che co-
stituiscono delle risorse che la co-
munità è chiamata a valorizzare.
Adolescenti e giovani vanno visti
come protagonisti dell 'intera vicen-
da umana, in grado di dare un con-
tributo per la realizzazione di una
convivenza diversa. Si tratta quindi
di vedere come poter realizzare la
loro interazione e integrazione per-
ché, insieme alle altre fasce di età,
possano "osare" un futuro meno in-
certo.
CERCANDO
UNA SPIEGAZIONE
In questa visione della vita uma-
na,,come possiamo immaginare mo-
dalità significative di rapporti tra
generazioni? Quale significato pos-
sono avere gli adulti per le nuove
generazioni e viceversa? In che cosa
si può comunque esprimere la re-
I La voglia di gioco non abbandona
mai l'uomo. Eppure alcuni giochi
richiamano l'indimenticata età
degli anni verdi.
sponsabilità educativa cui gli adulti
non possono venir meno? Nella vi-
sione diversa delle età della vita
dobbiamo liberare il concetto di ge~
nerazione da ciò che la faceva inter-
pretare come transizione, passaggio
e attesa. Bisogna riconoscere la
"contemporaneità" delle generazio-
ni e trovare modalità significative di
incontro per uno "scambio" efficace
della loro specificità. Nella contem-
poraneità bisogna imparare a valo-
rizzare la diversità; trovare modi
nuovi e anche nuovi luoghi e nuove
occasioni per stimolare e facilitare il
confronto, l'incontro, la solidarietà,
la reciprocità.
Un modo di comprendere la spe-
cificità dell'adulto e la realizzazione
del compito educativo a cui è chia-
mato può essere, come sostiene
Erikson, la "generatività", intesa
non solo in senso biologico, ma
come atteggiamento creativo, gene-
ratore di stimoli, di idee, di com-
prensione e di progettazione della
vita, e che diventa capace di aiutare
gli altri a diventarlo a loro volta.
Mentre gli adulti stimolano a diven-
tare creativi, sono a loro volta pro-
vocati dalle giovani generazioni, più
capaci di vivere il cambiamento e di
esprimere nuove sensibilità. L'effi-
cacia di questo "scambio evolutivo"
dipende dalla capacità dell ' intera-
zione comunicativa; non solo sapere
ascoltare, ma saper parlare con, uti-
lizzando mezzi nuovi, trovando luo-
ghi di incontro che facilitino l'inte-
razione. Per poter realizzare tutto
questo con i giovani, gli adulti de-
vono diventare maestri di dialogo,
confrontare le loro esperienze di
vita, coltivare la loro creatività e ge-
neratività di idee e di valori, di pro-
getti e di efficaci realizzazioni da
poter offrire negli incontri inte~ge-
nerazionali.
Le fo ro del!' articolo
sono del MGS Tri veneto.
1 Il suo intervento "The children who won' t
grow up" (I ragazzi che non vogliono cresce-
re), pubblicato nel sito http:llwww.spiked-
online.com/Articles/00000006DE8D,htm, il
29 luglio 2003, è apparso sul settimanale di
"La Repubblica", "D La Repubblica delle
Donne", il 13 settembre 2003, pp. 125-1 30,
con il titolo "Generazione boomerang".
BS DICEMBRE 2003

2.6 Page 16

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redazionale
BANPONG, THAILANDIA arricchendo l'es ibizione coi
loro virtuosismi, a tempo di
PRIMO PREMIO
musica. Siamo convinti - ce
La banda "SARASIT SCHOOL l' ha trasmesso Don Bosco -
BAND" dell' istituto salesiano che la banda, la musica, il
di Banpong, composta da una canto siano strumenti privile-
novantina di elementi, ha par- giati di educazione. Su questi
tecipato al Campionato mon- mezzi si può ancora scom-
diale bande da parata e spet- mettere. È vero, mantenere
tacolo che quest'anno ha avu- una organizzazione del gene-
to luogo a Monza dal 4 al 1O re costa soldi, impegno co-
luglio 2003, dove complessi stante, sacrificio, pazienza ...
provenienti da ogni parte del ma che ne valga davvero la
si globo sono dati appunta- pena è fuor di dubbio; e la Sa-
mento. E stato già importante rasit School Band lo dimostra
il fatto di essere stati invitati a abbondantemente.
partecipare, ma decisamente
prestigioso è stato l'essersi
piazzati al primo posto. Dopo
l'importante manifestazione,
il complesso bandistico ha pro-
seguito per Firenze, Pisa, Ro-
ma. Qui i giovani allievi dei
salesiani, quasi tutti buddisti,
si sono recati a rendere omag-
gio al Papa a Castelgandolfo
e al Rettor Maggiore dei Sale-
siani alla Pisana. Una banda
da "parata e spettacolo", dice-
vamo, che contemporaneamen-
te suona, danza, marcia, crea
figure mentre un gruppo di
sbandieratori fa da contorno,
PISANA, ROMA
IL BOLLETTINO
SALESIANO ITALIANO
Il Bollettino Salesiano ita-
liano ricomincia da zero...
Infatti , sono in fase di pub-
blicazione digitale tutti i nu-
meri , a partire dal primo ,
AUXILIUM, ROMA
UN GREST SPECIALE
La "Pontificia Facoltà di Scien-
ze dell 'Educazione Auxilium"
non è solo un piccolo tempio
della cultura pedagogica, è
anche un luogo dove la teoria
viene applicata. Così ogni
anno, portato a termine l' inse-
gnamento accademico, do-
centi e studenti provano sul
terreno quanto gli uni hanno
trasmesso, e gli altri appreso.
Insomma il Grest organizzato
dall' Auxilium fa parte del ti-
rocinio universitario per psi-
cologi, educatori professiona-
li, esperti di pastorale giova-
nile e di catechesi. Si possono
considerare fortunati i più di
3000 ragazzi che vi partecipa-
no, potendo essere animati e
guidati da "specialisti". Ma il
Grest/Auxilium ha fatto di
più . Come si conviene a una
struttura universitaria, ha aper-
to uno "sportello di ascolto"
dove una decina di psicologi,
exallievi della Facoltà, si so-
quello dell'agosto 1877, ap-
prontato dallo ste sso Don
Bosco. La rivista è resa
disponibile on line in due
formati diversi. Il PDF (leg-
gibile con l' universale e
gratuito software "Acrobat
Readel'') riproduce fedel-
mente l'immagine delle pa-
gine originali ; l'HTML con-
tiene soltanto il testo de-
gli articoli , ed è leggibile
con un comune browser
(consigliato Microsoft Inter-
net Explorer). Sul sito Web
http://biesseonline.sdb.org.
nella sezione "Archivio", so-
no già disponibili le prime
dodici annate, dal 1877 al
1888, anno della morte di
Don Bosco.
no messi a disposizione per in-
contri collettivi e individuali
con i genitori che lo richiede-
vano e i ragazzi che mostrava-
no di averne bisogno. Un lavo-
ro di cesello, insomma. Un
Grest pensato non solo come
svago estivo e vacanza orga-
nizzata, ma anche come peda-
gogia applicata, scuola di vita,
crescita in umanità e socialità.
Un Grest, perciò, che va prepa-
rato da lontano. Le riunioni di
programmazione, in effetti, co-
minciano da marzo attraverso
un vero e proprio laboratorio
in cui si esprimono idee, si co-
struiscono obiettivi, si ricerca-
no contenuti, si approntano
mate1iali . Un esempio per
tante iniziative similari che fio-
riscono un po' dovunque. Vita
di gruppo e giochi organizzati;
animazione con darize, musica,
canto; attività sportive, espres-
sive, manuali; gite e momenti
intensi di preghiera costitui-
scono I'inunancabile cornice
di questo Grest speciale, con-
dotto da specialisti.

2.7 Page 17

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CHIARI, ITALIA
Il Rettor Maggiore si
trova bene coi giovani .
Eccolo a Chiari il 30 apri-
le scorso , in occasione
della sua visita all 'opera
salesiana. S'intrattiene
cordialmente con loro ,
risponde alle loro doman-
de , li interroga a sua vol-
ta, prova i loro occhiali
alla moda .. . "Con voi mi
trovo bene", sembrano
suggerire il suo atteggia-
mento e il suo comporta-
mento ogni volta che li
incontra. Don Chavez ha
i giovani nel cuore .
I "LABORATORI"
IN SICILIA
I "Laboratori Mamma
Margherita" sono da anni
una splendida realtà che
ha cominciato a operare
alla grande fin dagli anni
'70 dello scorso secolo.
Sono sorti un po' dovun-
que . I soci (quasi esclusi-
vamente donne) oltre a
continuare a impegnarsi
"manualmente" per le va-
rie necessità dei salesia-
ni, soprattutto missionari ,
organizzano meeting e
incontri anche regionali,
come questo dei Labora-
tori della Sicilia nel mag-
gio scorso.
MINEO, ITALIA
"Siamo i ragazzi delle clas-
si 5°A e B dell ' I.S.C . di
Mineo . Le scriviamo per
ringraziarla di averci dato
la possibilità di lanciare
l'appello per la raccolta di
santini e immaginette, e un
grazie a tutti coloro che
hanno reso possibile l'alle-
stimento della mostra,
inviandoci le immagini ma-
riane e dei miracoli eucari-
stici. La mostra è rimasta
aperta dal 15 maggio al 6
giugno 2003".
PISANA, ROMA
Ultima settimana di luglio:
corso per i nuovi direttori. I
tempi esigono una prepa-
razione sempre più ade-
guata per coloro che sono
chiamati dall'obbedienza
ad animare le comunità re-
ligiose. Non essendo "nati
imparati", è sempre più ne-
cessario, dati i tempi, at-
trezzarsi per saper rispon-
dere con carità e compe-
tenza alle esigenze delle
comunità di cui si è diven-
tati responsabili.
PACOGNANO, ITALIA
Una settantina di persone
hanno partecipato nel
mese di luglio alla "Setti-
mana di Spiritualità per
Genitori e Familiari dei
Salesiani e delle Figlie di
Maria Ausiliatrice', animati
dall'arcivescovo salesiano
monsignor Gennaro Prata.
Un clima dawero fraterno
si è instaurato per tutto il
tempo dell'incontro, e gran-
de soddisfazione hanno
espresso i partecipanti per
una iniziativa da ripetere.
EL-OBEID, SUDAN
Là dove più dura è la vita,
più meritoria è la fatica di
chi si spende quotidiana-
mente per gli ultimi. Più di
trent'anni di guerra hanno
devastato il paese . Dal-
l'anno 2000 a EI-Obeid in
Sudan tre salesiani hanno
regalato la loro vita ai pro-
fughi e ai ragazzi di stra-
da. Nella foto lo School-
bus (si fa per dire!) di EI-
Obeid che raccoglie ogni
giorni 60 Street-boys per
condurli a scuola.
BS DICEMBRE 2003

2.8 Page 18

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La storia esemplare di una associazione
CHIHA
'ANCHE) POCO
ERCHI
.
NON HA NIENTE -6"rasll'2
di Filippo Manoni
Le adozioni a distanza
sono un modo
intelligente e concreto
per aiutare chi non ha
mezzi per studiare o per
vivere. L'ispettoria
salesiana
lombardo/emiliana ha
creato una delle maggiori
organizzazioni per
questo genere di aiuti.
' 'S ~no An~rea, camerier~
m un ristorante. Con 1
colleghi di altri cinque
ristoranti abbiamo rinunciato alle
mance di Natale per dare da man-
giare a 10 bambini. Stamattina ab-
biamo spedito 2500 €".
sconvolgente, caro padre: ieri
i miei operai hanno fatto assemblea
in fabbrica. Mi sono un po' preoc-
cupato, pensavo alle solite rivendi-
cazioni salariali. Sono rimasto di
stucco quando mi hanno riferito che
su proposta di un operaio avevano
deciso ali' unanimità di rinunciare
al solito pacco/dono di Natale del
valore di circa 100 , per adottare
dei bambini poveri. Invieranno sei-
mila euro. Mi hanno spiazzato. Ne
aggiungo altrettanti come mio con-
tributo personale".
DICEMBRE 2003 BS
PER I "BAMBINI SENZA 11
Don Arturo Lorini ci si è buttato
con tutto se stesso nell'impresa,
che l 'ha coinvolto sempre di più
catturandogli il cuore, le forze e
l'anima. Il Progetto Adozioni a Di-
stanza è il mezzo che usa per por-
tare avanti quella che considera la
sua grande scommessa, la sua mis-
sione di salesiano. Racconta, e gli
trema la voce, che ogni anno, so-
prattutto sotto Natale, gli si presen-
tano un 'ottanti na di coppie di fi-
danzati per an nunciargli con sem-
plicità di rinunciare al tradiziona-
lissimo reciproco regalo natalizio
per devolvere quei soldi a bambini
in stato di abbandono materiale,
morale, familiare e sociale: bambi-
ni senza casa, senza genitori, senza
istruzione, senza soldi, senza affet-
ti, senza mezzi ... "bambini senza",
insomma, che - don Arturo lo af-
ferma con un misto di incredulità e
dolore - sono milioni, tanti milioni
da far accapponare la pelle anche
ai più indifferenti.
CIFRE PER RIFLETTERE
Poi quasi recitasse una poesia co-
mincia a snocciolare numeri. Li
scandisce con la passione e la luci-
dità di chi è dentro al problema fino
al collo e anche un po ' più in su,
parla di 80 milioni di meniiios de
rua, dieci in Africa, venti in Asia,
cinquanta in America Latina, " . .. e,
Porto
I In Brasile si aiutano degli asili
e si costruisce una grande scuola
a Recife.
bada, sono stime approssimative per
difetto", aggiunge con disagio. Poi
continua, raccontando di 500 mila
piccole prostitute solo in quel!' im-
menso formicaio che è il Brasile.
"Pensa agli altri altrettanto grandi
formicai del mondo". E dice delle
sparizioni di bambini di otto, dieci
anni, fatti fuori spietatamente man-

2.9 Page 19

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nata in una ispettoria per aiutare più poveri.
I
In Etiopia ed Eritrea dove guerra,
siccità, malattie infettive fanno
strage, l'aiuto è sempre urgente.
co fossero pluriomicidi incalliti,
spesso con motivazioni banali, per-
ché danno fastidio o non stanno
bene in un quartiere "bene", così si
staccano dalla vita come le foglie
secche di un vaso ornamentale. Lui
stesso ha visto sparire sei ragazzini
che aveva conosciuto in uno dei
suoi frequenti viaggi in teITe desola-
te dalla miseria. "Non torneranno
più. Mai più", gli ha sussurrato
qualcuno. E la voce era carica d ' i-
nutile angoscia.
Ha il volto tirato, don Arturo, e
gli occhi, mobilissimi sotto le lenti,
sembrano cercare sostegno, com-
prensione, mentre le cifre continua-
no a fluire fotografando situazioni
allucinant_i. E conclude un po ' scon-
solato: "E ben poca cosa quel che
riusciamo a fare". Le poche cose di
don Arturo si chiamano 15 mila fa-
miglie che ha coinvolto nei suoi
progetti di bene, più di 5 mila bam-
bini adottati da famiglie di Milano,
700 da Bergamo, 500 da Lecco, 450
da Varese, ecc.
Mi scusi. Lei usa portare qual-
cuno di questi bimbi/e adottati in
Italia, presso... InteITompe subito
senza far terminare la frase.
"Mai più! Vuoi scherzare? Mi dici
di sradicarli dallo loro terra, dalla
loro cultura, dalle loro tradizioni?
No. Noi li aiutiamo perché possano
diventare qualcuno lì, nella loro pa-
tria. Vogliamo creare forze giovani
che sappiano emanciparsi ed eman-
I In Ecuador si mantengono 24 asili
in villaggi di montagna dove
è difficile arrivare.
cipare. Abbagliarli con il nostro sta_r
bene servirebbe solo ad alienarli. E
come impoverirli, anzi violentarli".
Il dialogo si fa seITato.
Don Arturo, qual è la nazione
che le sta più a cuore, a cui dedica
maggiormente la sua attenzione? .
Forse l'Etiopia dove gueITa, de-
serto, siccità, Aids, Ebola hanno
fatto e fanno stragi inaudite.
Dicono che lei non accetta cibo,
vestiti, medicine ...
Certo che no! E la ragione è lapa-
lissiana, non siamo in grado di ge-
stire queste cose, manderemmo tut-
to in rovina.
Dicono anche che fa difficoltà
a mettere in contatto le famiglie
con i piccoli adottati.
Facile anche stavolta la risposta:
si adottano i più poveri tra i poveri i
quali, come dicevo prima, non
hanno casa, genitori, ecc. Quindi
non hanno nemmeno un indirizzo,
qualche volta non hanno nemmeno
un nome. Quando sono fortunati vi-
vono in capanne, costruite dove ca-
pita e come capita.. . credere o solo
sperare che abbiano una via o un
numero civico è pura follia! E poi
parlano solo il loro dialetto, e chi
spiccica un po' d 'inglese general-
mente non lo sa scrivere ...
Mi pare di aver capito che la
vostra organizzazione aiuta di pre-
ferenza i ragazzi. Concretamen-
te? ...
Abbiamo costruito tre grandi
scuole in Etiopia ed Eritrea, e ne
manteniamo almeno altre dieci.
Aiutiamo anche 24 asili in altrettanti
villaggi di montagna in Ecuador
con il proposito di scavare per cia-
scuno altrettanti pozzi. Stiamo ulti-
mando un'altra grande scuola a Re-
cife . ..
Potrebbe quantificare il nume-
ro approssimativo di bambini che
in questi anni avete concretamente
assistito con le offerte ricevute dai
tanti benefattori?
Almeno 13 mila.
Tanti!
Sì, forse.. . Ma si renda conto:
sono solo una goccia nell ' oceano
della miseria che circonda e schiac-
cia il Sud del mondo e non solo
quello.
Per saperne di più: alorini@salesiani.it
BS DICEMBRE 2003

2.10 Page 20

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PRIMA PAGINA 1
Redazionale
Quanto sia impor-
tante la catego-
IL TEMPO
p resen ta la dil atazio ne
te mpo rale, la sua relati -
ria "tempo" no n
v ità e la sua soggettiv ità,
t utti sembrano afferrarlo.
la loro liquefaz io ne ne
Il tempo ha a che vedere Scorrendo le 12 fitte pagine della "tesina" di esprime l'a mbiguità, l'al-
con l' uomo, lo fasc ia, lo maturità di una 18enne, abbiamo estrapolato te raz io ne dell a rea ltà
c irco nda, lo penetra,
alcune riflessioni per i nostri lettori1 .
che ciascun uomo opera
l' ucc id e.. : Co n esso
co me nel sogno.
se mpre si so-
no ci mentati
gli uomin i: ne
han no fatto
un d io, ma
l' han no sem-
pre combat-
t uto. In va no:
il tempo co n-
tinua a incom-
be re min ac-
c ioso.
Marx, da par-
te sua, fa del
tempo una ca-
tego ri a soc io-
log ica: il va -
lore di una
m erce è dato
dal lavoro in
essa contenu-
to misurato
dal tempo, per
cui esso te m-
Gli antichi
po d iv iene di
hanno sempre
fatto strumen-
legato il te m-
to di sfrutta-
po all a sfe ra
m ento dei la-
sp irituale e re-
vora tori. E
1igiosa. Ogg i
Martinetti, nel
invece esso è
suo manife-
catap ul tato
sto del futuri-
nell a sfera del-
smo d ic hi ara
1' inte ll etto e de ll a raz iona l ità, d ive nta ndo un che il tempo e lo spazio finirono ieri, perché la
"segmento" a sé stante. Ha perciò stesso perduto ve loc ità e il d inam ismo mode rni infra ngo no le
il f ina lismo di un tempo. Questo provoca nel- ba rriere spaz io-tempora!i.
l'uomo contempora neo senso di disorienta men-
to, di fra mmentarietà e angoscia po iché nei con-
fronti del tempo si sente un "essere per la morte"
(H eidegger). E poic hé il te mpo no n appartiene
più a Dio ma all ' uomo, fini rà co n lui . Ne co nse-
gue che l' uomo deve sfruttar lo al meg li o, deve
saper "cog li ere l'attimo", perché ciò che perde è
perd uto per sempre.
Davvero suggestiva la so li da tes in a d i cui
abbia mo co lto qualche aspetto. Ci sembra che
dimostr i, co ntraria mente a ce rt i ste reotip i in
voga, da una parte la capac ità d i rifl ess ione dei
giova ni , da ll 'altra la lo ro presa di pos iz ione per
un v iss uto da l vo lto uma no. Fini sce, infatt i, la
signo rina, c itando Kundera e Cassano per un
Colpa di Einstein (e no n so lo) che ha messo
in cris i le catego ri e tradiz io nali de l tempo co n
la sua be n nota teo ri a. A questa rivo luz io ne
sc ient ifi ca è inev itab ilmente seguita que ll a fil o-
sofica, lettera ri a, art ist ica ... E la breve tesi fa
ritorno che appare urge nte a una d imensione più
um ana de l tempo, a un elogio de lla le ntezza.
Siamo co nv int i che la riscoperta de ll a "sacralità
de l te mpo" possa fa r rec upe rare atte nz io ne,
come scr ive A lessandra, alla qualità de l tempo
passare in be ll 'ord in e le concez ioni relative al piuttosto che all'accumulo quantitativo de lle
tempo d i Nietzsche, Bergson , Proust, Svevo, emozioni.
Woolf. Fino a Dalì . Partico larmente significativa
la co ncez ione d i quest' ult imo: il te mpo si sc io-
gli e, pe rde d i ce rtezza, non è né asso lu to né
raz ionale. In Gli oro logi m o lli (foto), la defo r-
mazione d i questi "m isurato ri de l tempo" rap-
1 Si tratta dell 'esercitaz ione di Al essandra Mastrodonato : "li
tempo, la clessidra delle idee", la cui ill ustrazione di coper-
tina è la stessa da noi proposta, a firma di Sa lvator Dalì.
DICEMBRE 2003 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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(
PRIMA PAGINA 2
Fabio Sandroni
11 mago Merlino, precet-
tore del giova ni ss imo
Artù -Semol a, è il perso-
nagg io ce ntrale del ca r-
toon, e sin dalla prima
seq uenza è alle prese co n
quello che definisce un
"gran caos m edioeva le":
l'ennes ima metafora disne-
yana del Ia co ntempo ra-
neità, da cui lo stesso M er-
lino si dissocerà nel fin ale,
definendola "guazzabuglio
modern o". Questo disor-
dinato e simpatico mago è
infatti convinto che l'uni-
co antidoto a qualunque
epoca dominata dalla pre-
potenza "tutta muscoli e
niente cervello" sia l'edu-
cazione della gioventù.
Più che un mago è un
pedagogista, che uti Iizza
le sue arti per affrancare il
dodicenne Artù dai mo-
delli negativ i dettati dal
co nformi smo dell'epoca.
UN
EDUCATORE
ALLA CORTE
DIARTU'
"La Spada nella Roccia", del 1963, precede
"Mary Poppins" (1964) e ne anticipa
l'attenzione per le tematiche educative.
Scuola elementare:
Quale personaggio viene
pre;entato per primo? Co-
m_e · Che cosa capiamo di
lui dalla presentazione?
Come viene presentato se'.
molél? Che cosa capiamo
di lw da tale scena?
Scuola media:
~uell~ di Merlino è una ma-
gia giOJosa: prova a indivi-
d~are ~a che cosa lo si ca-
pisce,_ripensando alle scene
in c~1 il maQo è all'opera.
Quali sono gli antagonisti di
Semola? Quali cambiano
idea su di lui? Caio rappre-
senta la prepotenza "tutta
mus~o!i e niente cervello",
Mago invece che cosa rap-
presenta? Chi è più perico-
loso?
Scuola superiore:
~1~0.struisci t_utti i passaggi
v1s1v1 e sonon dell'incipit, dai
c~ratten delle scritte sui titoli
d1 te~ta fi~o alla presentazio-
~e di M~rlino. Quali significati
ns~o~tn? A partire dalle sue
~ioni, ncostruisci un profilo
di Merlino "educatore".
Gli anacronismi tra i
quali Merlino si muove
co n disinvoltura supporta-
no il significato del co nti-
nuo riferimento al futuro,
che però risulta spesso po-
co compre nsib il e al pic-
co lo Semo la: come di re che l'ed ucato re deve avere
uno sg uardo lanciato verso l' utop ia anche quando
segue da vic in o il suo discepolo . L' in segnamento
de l mago si fa chi aro, invece, quando diviene
esper ienz iale, in un pe rcorso attraverso i tre ele-
menti acq ua, terra, aria che vede Semo la trasfor-
mato prim a in pesce, po i in scoiatto lo e infine in
uccellino, ve rso la grad uale emanc ipaz io ne, co n-
quistata med iante uno sg uardo a tutto campo sulle
v ice nd e umane. Semola sper im enta così l'e quili-
brio tra co raggio e prudenza, se nza trasc urare I'e-
ducazione sentimentale.
Più che il rischioso duello con la maga Magò,
la sfida più determinante per M erlino è quella con
il patrigno di Semola, assertore di un diverso stil e
ed ucativo. In fatti la scena della fa llimenta re ed uca-
zio ne all 'a rte di giostra re da lui im partita a Ca io,
fratellastro di Semola, non a caso precede la prim a
lez ione di M erlin o, che ini z ia da un ' in quad ratura
ribaltata del I'alIievo, rifl esso nell'acqua, anti cipan-
do il tema della "rivoluzione" cui so lo l'educazio-
ne può portare. Il secondo
aspetto del co ntrasto si
co ncreti zza sul ve rs ante
dell 'organizzaz ione. "Man-
do io avanti la casa", dice
sir Etto re al mago che, dal
canto suo, già si è rivelato
ori gin ale organi zzatore di processi produttivi mo lto
inn ovativi nella divertente scena in cui fa le vali-
gie. Q uand o poi Merlino rea lizzerà una si ngo lare
cate na d i mo ntagg io per ev itare a Semola i lavori
di puli z ia in cuc in a, sarà proprio il patrigno del
ragazzo a scag li arsi furibond o e spaventato co ntro
quella sim bo li ca "stregoneria", chiaramente isp irata
a un'id ea di progresso a lui ost il e. La mag ia di
Merlino assoc ia, quindi , l' idea di progresso a quel-
la di ed ucazio ne.
Per cogliere alcune ulteriori sfumature del pro-
getto educativo di Merlino, infine, non si può pre-
sc indere dal suo contrappunto narrativo: il gufo Ana-
cleto . In Di sney i personaggi animali costitui scono
quasi sempre un comp lemento per defi nire l' umano
corri spondente. Anche Anacleto, sco rbu t ico ma
costruttivamente sempre presente accanto al giovane
Artù, rappresenta il polo più ostico del percorso di
cresc ita, quella disciplina e quello sp irito pratico
rad icati nel passato e nelle tradizioni che compensa-
no la creatività progressista del mago.
BS DICEMBRE 2003

3.2 Page 22

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LE1iERA Al GIOVANI
(A Natale ho voluto ecegliere come .ee'tinatari della lettera
i bambini nati o.che etanno per naBcere que6t'an110).
Carissimo,
fI '
fa~ E bella ogn;f' forma di vi'!;a: la neve, la
Ila, la
benvenuto tra di noi. ii abbiamo aspettatò per ciliegia. / ' 1
,
lunghi mesi. Una piogg ia di domande da f t rmi e È bella la famiglia di t(Jtte le stelle, gli' animali del
da farti m'investe.
tuo cortile.
Riusciremo ad accoglierti in una casa, a farti sen- È bello vivere insieme, mangia;;e insieme, giocare
tire cittadino, a non- à'entirti profugo, rifu g~to, insieme.
abbandonato, espulso?
.,, È bello imparare il nome .,;f1elle città, dei monti.
Saremo capaci di volerti bene, di rispettare i ritmi Vorrei che qualcuno· ti ltlsegnasse a coniugare il
della tua crescita, i tuoi pia t i, la tua voce senza verpo mare e ti fac -e sse capire che la ~bta è
parole, i tuoi sì e i tuoi no?
4a Ìilove, che il Nat le è la festa dell'AMORE. ~
Che cosa hai sentito affacciandoti a questo
mondo? Lo scroscio dei temporali ~evastanti, il
Carlo ierraneo
crepitio dei bosch i in fiamme, l'espi ·sione di un
kamikaze?
,..
Che cosa vedono i tuoi occhi spalancati?- Non dir-
melo. Preferisco i tuoi occhi chiusi n +la notte e
nel sonno.
Vorrei che a Natale tu avessi la certezza di essere
amato.
,
_Ti .auguro di incontrare ge)1itori, educatori, sacer-
. dotiifdulti autorevoli ricchi di vita e di senso.
Yorr i che ti insegnassero ad amare, ad avere il
· cuo e grande e solidale, ad apprezzare il sacrificio
com e l'erba amara eh~ dà sapore; ad accogliere il
dolore come la scala che ti aiuta a salire.
Vorrei che ti parlassero di Gesù e diventasse l'ani-
ma dell'anima tua.
E ti f ~ranno compagnia i sentimenti, le emozioni, i
presentimenti, le gioie, i sogni , la fantasia ...
gocce che, una dopo l'altra, cadono nel mare del-
ranima tua.
Ca,, vita è bella.
DICEMBRE 2003 BS

3.3 Page 23

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•'--::::'.=======~ : ••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••
Molto particolare è l'esposizione del Tibidabo
di Barcellona ideata e curata dal padre José Maria Sanz,
salesiano, e allestita in undici sale adiacenti al Tempio
••
del Tibidabo a Barcellona. Quattro di esse presentano
una pregevole esposizione di presepi
di diversa provenienza e frutto,
per la quasi totalità, di una donazione.
MUSEI SALESIANI
-.
--<:-~ ~~ .........
···:":----:-
IL "MUSEU D'ART SACRE
NADALENC"
di Eriman/Maffioli
Sul colle di Barcellona (518 mdi altezza) Don Bosco accettò il dono di
un appezzamento di terreno offertogli a patto che vi fosse costruito un
tempio al Sacro Cuore (Cfr. BS giugno 2003 pag. 11). Correva l'anno
1886. Nel 1902 veniva posta la prima pietra del tempio. Oggi esso ospita
•••••••
anche un museo, in undici sale, del quale vogliamo parlare.
La poderosa entrata del tempio del Sacro Cuore sul Tibidabo.
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Da sin.istra: monsignor Vides, padre José M. Sanz
e Mossén Camprubf all'inaugurazione del museo.
Processione verso il presepe. Pupazzi con vestiti
originali.
Due anni ,e mezzo di lavoro
per co ll ocare in spaz i ap-
sacre nada lenc, ded icato, ovvia-
mente a "M ossén Francese Cam-
pos iti la generosa donaz io- prubf". Si tratta di una sp lend ida
ne che un ca noni co dell a catte- co llez ione di presep i di diversa
drale di Barce ll ona, ammi ratore forma, fattura, stile, materiale e
di Don Bosco, monsignor France- proveni enza che abbracc ia diver-
se Camprubf, scomparso 1' 8 giu - se cultu re e naz ioni . Attualmente
gno 2002 a 86 anni, ha fatto nel è conservato in quattro sa le di cui
gennaio 1999, frutto di un a pa- la prim a è di presentaz ione e in-
ziente raccolta durata decenni e trod uzione. Antichi tà e modernità
molto ben conservata, ma pur- si fo ndono nei va ri pezz i esposti.
troppo non scientifi camente cata- Lo scopo princ ipa le, tuttav ia, non
logata. Propri o da questa racco lta è tanto quello d i presentare capo-
ha avuto inizio nei loca li superi o- lavori d' arte presep iale, quanto di
ri del tempio del Sacro Cuore al testimoni are lo slancio e la devo-
~••••
I
Tib idabo il Museo d' arte sac ra sul zione popo lare verso il mistero
Nata le, in cata lano Museu d'art dell a Natività. L'espos izione, dun-
I Padre Sanz sorregge un originale
presepe con figure e casette
in tutta la montagna.
Il presepe di Mirò (copia).
Splendido presepe africano.
que, più che una visione cultura-
le e artistica vuole privileg iare il
messaggio catechistico e testimo-
ni are la fede de l popo lo. Proprio
per questo motivo, in fase di all e-
stim ento non è stata data la prin-
cipa le importa nza all a cata loga-
zione rigorosamente scientifica dei
va ri pezz i che comunque i sa le-
sian i del Tibidabo sono intenzio-
nati a portare a termi ne.
Daremo qualche ce nno sui pez-
zi esposti e parl eremo pi ù diffusa-
mente di uno dei più pregiati, ac-
ce nnando anche alle altre stanze
del museo. La co llezione com-
prende presepi di diversa prove-
nienza e fattura. Molti sono ri ca-
vati su grandi , medie e picco le
pietre ametiste, altri scolpiti in
grosse ammoniti ri salenti a cinque
mil ioni di anni fa, altri ancora in
• • DICEMBRE 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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. ••••••••••••••••••••••••••• ••••••••••••••••••••••• ••••••••••••••••••••• ••••• •••••••••••••••••••••.
..1
I
Originale scultura in legno
della Catalogna: Gesù Bambino
con colomba e ramoscello d'ulivo.
avorio, in terracotta, in fili di ferro,
paglia, cera; o in marmo, in legni
pregiati, in ceramica, in panno
con vestiti originali dei paesi da
mi provengono. Alcuni sono di-
pinti su ciottoli, altri su coppi. In-
teressante una tenera maternità di
Mirò (ovviamente una copia). Per
quanto riguarda le provenienze,
essi vengono dai posti più dispara-
ti, dall'Asia ali'America, dall'Euro-
pa ali 'Africa. Molti dei pezzi do-
nati dal canonico Camprubf pro-
vengono da Barcellona e dintorni,
opera di artisti locali, alcuni di ri-
levanza nazionale.
LA VETRATA
Pezzo forte del museo è un trit-
tico a vetrata, luminosissimo, pro-
veniente dalla Germania, in stile
La vetrata tardo/gotica nel museo della Natività: un capolavoro.
tardo/gotico, rappresentante una
Natività. Nel riquadro centrale la
Vergine è in atto di adorazione
del Figlio appena nato. In quello
di destra è ritratto san Giuseppe e
i tradizionali animali, l'asino e il
bue, mentre a sinistra è riprodotta
l'adorazione dei pastori . Gesù e
Maria sono il fulcro di tutta la
composizione, lei è in atto di al-
zarsi dopo essersi inginocchiata
per deporre il Bimbo sul lenzuoli-
no bianco. L'atteggiamento è
umile e devoto ma allo sesso
tempo signorile e dignitoso. Gesù
nel suo luminoso colore riposa
con naturalezza, gli occhi vivi, le
braccine aperte in gesto di acco-
glienza. Nasce senza una casa
particolare, poiché la sua casa è
il mondo.
Gran parte del settore destro
del trittico è occupato dalla figura
di Giuseppe, imponente e delica-
ta nello stesso tempo. Sostiene
con la destra una lampaçfa accesa
che illumina l'oscurità. E giovane
e barbuto in posa umile e bene-
vola. I due animali sembrano,
nella loro fissità, tesi a proteggere
il Bimbo nato presso la loro grep-
pia; l'aspetto ha 'un che di urna-
Presepio in filo di ferro, a grandezza naturale.
Presepe su coppi.
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• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS DICEMBRE 2003 • • •

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••
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•••••=••--=••-=--==-=••===••==••===••==••===••==••===••=i••
Presepe disegnato su una pietra ametista.
no, affettuoso e riflessivo: il bue un tempio pagano. Al centro, die-
ha smesso di ruminare, l'asi no è tro la Vergine, domina un arco di
attento a cogliere i vagiti del neo- trionfo da dove si scorge brillare
nato. Il riquadro di sinistra pre- una grande stella. Chiara la simbo- catechistica: si può insegnare an-
senta un gruppo di quattro pastori logia: la nascita di Gesù segna la che con la vista oltre che con la
in adorazione di età diversa e in rovina del paganesimo e l' inizio parola. Le dimensioni reali delle
diverse posizioni a significare che dell'era cristiana. Gesù prende il copie, l'ingrandimento dei dettagli,
il Bimbo è nato per tutti . Lo guar- posto del Sol lnvictus... è lui il le ricostruzioni, l'ambientazione, i
dano sorridenti e stupiti. li più nuovo Sole, la Parola che si è fatta pannelli esplicativi, le mappe, i
alto è anche il più anziano. li pa- carne ed è venuta ad abitare in percorsi storici, i simboli, gli effetti
storello su cui egli appoggia la mezzo a noi, come dice la scritta luce... tutto aiuta a rivivere con
destra porta tra le braccia un ai piedi del trittico. Splendido l'in- partecipazione emotiva la storia
agnello, simbolo di Gesù, agnello sieme della composizione.
Immolato per tutti. li terzo pasto-
emblematica di Gesù .
li museo si allaga poi descri-
re lo si intravede appena: la sua IL RESTO DEL MUSEO
espressione è di rara intensità.
vendo l'opera del tempio del Sa-
cro Cuore, i suoi monumenti sparsi
L' ultimo, in primo piano, è un La presentazione della vicenda sulle montagne della Spagna, e an-
giovane pastore ginocchioni, il di Gesù continua, dopo i presepi, cora alcuni aspetti della Chiesa e
cappello in mano e il sorriso rapi-
to, quasi in estasi. li paesaggio di
fondo riproduce un complesso di
rovine e colonne che rimandano a
con la vita di Gesù colto nella sua
passione, attraverso le mistèriose
impronte della Sindone di Torino.
Anche qui si tratta di una mostra
della congregazione salesiana.
Eriman/ Maffioli
(Servizio fo tografico di Tadeo Martfn)
••••••••••••••••••••••••••••
Santità salesiana nella sala dedicata alla congregazione. Il sepolcro nelle sale della Sindone.
• • DICEMBRE 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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CHE COSA CERCHI
VESTENDOTI COSÌ?
di Jean-François Meurs
earo Doctor J, frequento
((
un Istituto salesiano e
il grado di tolleranza ammissibile .
Ma voglio credere che le cose
desidero esporre delle vadano a finire lontano, fino ad arri-
osservazioni in merito all'abbiglia- vare all 'indecenza: non si può ne-
A-?NON Ml A
mento e al linguaggio dei giovani gare che lo sviluppo della porno-
Y-4_:j PER N!Ef./Tt
poco consoni a/l'ambiente scolastico. grafia, gl i spettacoli di voyeurismo .
Ritengo inammissibile che in un isti- e le trasmiss ioni di varietà molto
tuto cattolico circolino ragazze vesti- spinti spostino la soglia di tolleran-
.
VADA /fJ t;-fl<O
COI- SE!v'O /i/ODO
te in modo assolutamente impudico za e indeboliscano il giudizio del
e sconveniente, persino osceno, buon senso e del buon gusto. Il
.oserei dire da spiaggia. Mi sono noti problema indubbiamente riguarda
..........
~~
,..
solo rarissimi casi di ammonimento
da parte degli insegnanti, peraltro
senza alcun esito: sorge il dubbio
che si tollerino certe indecenze più
genitori ed educatori che sono
ugualmente in prima linea; a loro
corre l'obbligo di porsi almeno qual-
che interrogativo, a loro corre l'ob-
~
-z~ - -
4,,
adatte a una discoteca che a una
scuola! Mi aspetterei di trovare pres-
so i religiosi un ambiente sobrio e
dignitoso, contrariamente a quanto
bligo di studiare il caso senza gon-
fiare né minimizzare il problema.
A dodici/quattordici anni, la
. ·.. ...
,:r
-~·.
..
~
.f(I .
propone la moda oggigiorno, ma evi- ragazzina vuol giocare a far la don-
dentemente mi sbaglio. La corruzio- na. Uno dei modi è mostrare il cor-
ne dilaga a tal punto anche tra i po, scoprire se stessa, senza mini-
Salesiani? I religiosi stessi si beano mamente pensare allo sguardo degli
di guardare? Si esorta spesso ad altri. Si tratta in questo caso di far
andare controcorrente, ma allora capire le cose senza inutili reazioni
perché tutto questo disgustoso (e scandalistiche e senza squalificare la
peccaminoso) permissivismo? Inol- femminilità: non si deve confondere
tre, trovo il linguaggio usato dai la ricerca di una propria immagine
maschi estremamente turpe e volga- sociale con una sessualità sfrenata.
re, tanto da giungere al blasfemo,
fino alla bestemmia vera e propria.
Vituperi, turpiloqui e trivialità di ogni
sorta proliferano anche tra gli allievi
più giovani senza che alcuno sembri
curarsene o in qualche modo prov-
veda. [. ..}
«Sotto le tue ali »
Le parole offensive e lesive della
propria dignità possono condurre la
giovane a vivere il suo sbocciare
. come femmina in modo vergognoso
e umiliante. La madre in questo deli-
cato momento di passaggio verso la
maturità del corpo della figlia dovreb-
be essere la meglio piazzata per far-
Una lettera del genere non compor-
ta una firma personalizzata. Pecca-
to! Ma possiamo considerare che
la nostra corrispondente parl i a
nome di un movimento. Comunque,
le comprendere che prendendo a
prestito certi atteggiamenti, crea del-
le situazioni di cui non ha la padro-
nanza. Ma per questo non è «una
battona». Risulta, invece, molto più
non mi va di rispondere direttamen- difficile per il padre prendere la ri n-
te a nome dei Salesiani: è alle corsa per mettere al corrente la figlia
autorità scolastiche specifiche che di che cosa le sta succedendo, sen-
bisogna indirizzarsi. La generalizza- za una sua forte partecipazione emo-
zione a tutti gli istituti salesiani mi tiva e senza ingenerare ambiguità.
sembra ingiusta, personalmente co-
nosco un'altra realtà.
Con una ragazza più grande e
più cosciente della propria immagine
natura. In questo caso lo humour, da
non confondere con la derisione o
la leggerezza, è prezioso per trovare
il tono e il modo adeguati per una
conversazione educativa.
La lettera fa del linguaggio del
corpo l'appannaggio femminile ; al
contrario, il linguaggio verbale, strari-
pante in vocaboli "poco ortodossi"
sarebbe appannaggio maschile . Il
che è abbastanza intuitivo. Lo sguar-
do portato sulla nudità maschile non
ha gli stessi criteri e gli stessi effetti.
Quand'è che la seduzione maschile
diventa malsana? E quando sottoli-
nea la dominazione attraverso la for-
za o il danaro?
La pornografia pura e dura, basata
sullo sguardo che riduce il corpo a
un oggetto, è soprattutto un fenome-
no maschile. L'erotismo femmin ile
privilegia gli altri sensi , particolar-
mente l'udito. Benché siano in opera
dei cambiamenti culturali , alcune
donne assistono con reazioni a volte
isteriche a spettacoli di spogliarello
maschile. Senza arrivare a questi
Ho riassunto la lettera per centra- e del gioco sociale, la problematica eccessi , tuttavia, la nudità maschile
re la risposta sul "modo di vesti- può essere affrontata più direttamen- è sempre più presente nella pubbli-
re" e sulla "nudità", argomenti te e senza tante circonlocuzioni : cità , e spesso in modo ambiguo.
che mi sembrano perfettamente "Che cosa cerchi, vestendoti così?'. Tutto questo non aiuta i giovani a
attuali. Mi limiterò a qualche rifles- Non c'è da aver paura di risultare trovare i veri valori , ma non aiuta
sione su alcuni risvolti sociali.
autoritari, ma occorre essere consa- nemmeno genitori ed educatori a
pevoli che il disaccordo e la conte- dire una parola giusta attorno ai limiti
Non è facile valutare il grado stazione sono strutturali in un'adole- che necessariamente ci sono in tutte
di esibizionismo delle ragazze , né scente, appartengono un po' alla sua le cose.
BS DICEMBRE 2 003

3.8 Page 28

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....
DONNE ECARCERE
di Graziella Curti
Un progetto minimo, ma
costante, quello delle
Figlie di Maria
Ausiliatrice, di accostare
le detenute di due carceri
romane. Un 'esperienza
utile per lasciarsi
interrogare dalla
sofferenza di donne, per
la maggioranza
straniere, che vivono
recluse.
LA CARCERAZIONE
FEMMINILE IN ITALIA
Suor Bernadette Sangma con una volontaria; assieme condividono
la missione al carcere minorile di Casal del Marmo.
Suor Luigia, da quasi due anni,
va al carcere di Rebibbia due
volte la settimana. Incontra al-
cune donne per la catechesi e parte-
cipa con loro all ' Eucarestia domeni-
cale. A volte è sostituita o accompa-
gnata da suor Maria de los Angeles,
consigliera generale per la Famiglia
Salesiana. Qui la percentuale di
donne straniere è del 50%. Vengono
dalla Jugoslavia, dal Sud America,
dal Sud Africa. Un terzo delle 300
detenute è tossicodipendente. "Quel-
le che stanno nel reparto nido - rac-
conta un volontario - sono quasi
tutte rom. Le celle sono ben tenute,
umanizzate, ma la presenza dei
bambini che condividono con le
loro mamme la vita dietro le sbarre
le rendono crudeli" . Il carcere è di-
ventato un posto transnazionale do-
ve culture diverse convivono, spes-
o,cEMBRE 2003 BS
so si confrontano e anche si scontra-
no. "A volte basta un saluto nelle
lingue d'origine - assicura suor Ma-
ria-, perché la qualità del rapporto
cambi immediatamente. Noi abbia-
mo preferito al colloquio personale,
che ci limitava l'incontro solo con
qualche persona, la catechesi e la
presenza alla Messa domenicale. Da
tempo , dato che nel dicastero di cui
sono responsabile ci si interessa del-
la promozione fe mminile e dei pro-
blemi che la ostacolano, volevamo
renderci conto delle conseguenze
che l' immigrazione e la miseria com-
portano". Per le donne, più ancora
che per gli uomini, la disperazione è
data dalla separazione dagli affetti .
Conferma una detenuta: "A me
mancano più i figli della libertà. Mi
è stata negata la possibilità di porta-
re il mio bambino al parco, come le
I NUMERI
li 28/02/02 risultavano detenute 2466
donne co~ una presenza media d1
bambini pari al 10%.
LE NAZIONALITÀ
.
Le donne straniere sono 1002, ,1
42 29% del totale . Si tratta_ prevaleon-
te~ente di nordafricane, (11 44,4_4 1o/ t'·
cui va aggiunto _il 7,_13% _provernen _~
da altri paesi afncarn) e d1 donne ~n .
inarie della ex Jugoslavia e e1
iaesi dell'est europeo (il 31 ,54%).
altre madri con il carrozzino; è una
cosa che non riavrò più". Le suore
hanno imparato che il linguaggio
non verbale è quello più adatto. Si
fanno gesti, che hanno una com-
prensione universale. La stessa cate-
chesi deve trovare ritmi e modalità
comprensibili a persone diverse per
provenienza e tradizione.
DIGIUNO PER LA PACE
"Frequentare il carcere - confida
suor Luigia - ti mette a contatto con
un altro mondo. Ci sono pregiudizi
che cadono. Incontriamo donne con
la geografia della sofferenza incisa

3.9 Page 29

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La striscia di Giorgio Faiotto
(Umoristi a Marostica 1996'),
sembra voler dire: "siamo un po'
tutti prigionieri di noi stessi. ..
e l'anelito a liberarsi è vivo dentro
ognuno".
sul volto; donne che muoiono di no-
stalgia. In genere si trovano per
motivi di povertà. Si sono fatte cor-
riere della droga per avere una casa,
per far studiare i figli". Alcune sono
molto sensibili. Si commuovono. In
occasione della guerra in Iraq, le de-
tenute hanno digiunato per ottenere
la pace e hanno raccolto denaro per
chi stava soffrendo. Senza fare del-
1' inutile buonismo, nel carcere fem-
minile le suore hanno scoperto per-
sone con un desiderio forte di co-
municazione e di ripresa. Sono riu-
scite, in rete con altri gruppi, ad ac-
cogliere in una comunità religiosa
una donna agli arresti domiciliari.
ha trovato la simpatia di tutte le
suore, l'aiuto di un avvocato, il la-
voro e persino ha aperto un conto
corrente per poter tornare il più pre-
sto possibile in patria. Alla notizia
I Ahmet Erkanli (idem 1999) invece
dice il bisogno infinito di luce (più
che di libertà) che alligna dentro
il cuore del carcerato e di tutti.
che le mamme del carcere chiedeva-
no vestitini per i piccoli, è stata atti-
vata un'intera parrocchia. Un'altra
donna pensava al figlio lontano che
avrebbe fatto la prima Comunione
senza la sua mamma e ha chiesto
alla suora di portagli almeno una
bella immaginetta da spedirgli per
quel giorno. Ricordi, infanzia, ran-
core, disperazione, speranza: tutti
sentimenti che si alternano e si ac-
cavallano tra queste mura che sono
comunque un luogo dove possono
esprimersi la misericordia e la com-
passione.
NON SIAMO CRIMINALI
Qualche tempo fa, sul giornalino
del carcere minorile è uscita una let-
tera di V., una giovane internata a
Casal del Marmo da più di due anni.
"... Voglia di correre oltre le mura,
via da qui e via da me, perché più
vado avanti e meno mi sopporto".
La lettera è un 'analisi disperata
della propria situazione, e termina
con una lucida percezione di sé:
"Ho imparato che c'è una cosa da
cui non si può proprio fuggire: la
coscienza, e - credetemi - è il peg-
gior giudice che ci sia. Io, con la
mia, litigo più o meno tutti i giorni,
ma niente, lei continua a parlare,
parlare...". Anche per mettersi ac-
canto a V. e alle altre ragazze .dete-
nute, suor Bernadette, giovane FMA
indiana, con altri volontari, va ogni
settimana a Casal del Marmo. Pro-
prio perché si occupa di disagio
femminile ha voluto fare un'espe-
rienza diretta, anche se piccola. Qui
trova che non è facile l'approccio,
perché la popolazione, piuttosto
mobile, è costituita per lo più da no-
madi che scontano pene leggere,
quindi, dopo due o tre mesi passano
alla casa/famiglia. A ogni visita è
necessario cominciare da capo, con-
solare chi è appena arrivato, ascol-
tare chi si lamenta del vitto o chiede
favori e cose. Nel carcere minorile
c'è più libertà di movimento, e il
numero delle detenute è ridotto, ma
l'inesperienza e la giovane età delle
ragazze interpella più fortemente gli
adulti. Quando, mesi fa, il presiden-
te della Repubblica, Ciampi, fece
visita a Casal del Marmo, si sentì
dire da Katiuscia, una sedicenne
brasiliana: "Non siamo criminali!".
E lui, di rimando: "Sì, lo so che non
siete criminali, anzi è la società che
ha un debito con voi. Molto è stato
fatto per migliorare il sistema peni-
tenziario minorile, anche se molto
resta ancora da fare. Voi siete qui
perché avete violato qualche regola
della convivenza civile". Conti-
nuando, il Presidente aveva insistito
sulle possibilità di recupero tipiche
della giovinezza, augurandosi che il
tempo trascorso in detenzione di-
ventasse tempo di formazione. Ap-
punto per portare quella piccola
goccia al processo di recupero, suor
Bernadette e gli altri volontari non
desistono dal visitare questo luogo e
dal ripetere con i gesti, più che con
le parole, quanto ha detto il Papa a
questi ragazzi: "Se talvolta foste
colti dalla tristezza di pensare sono
riguardato con occhi che umiliano e
mortificano; forse anche le persone
care non hanno fiducia in me, ebbe-
ne sappiate che il Papa si rivolge a
voi con stima, come a giovani che
hanno la capacità di fare domani
tanto bene nella vita". Sembra di ri-
sentire la fiducia incrollabile di Don
Bosco: "In ogni giovane c'è un pun-
to accessibile al bene".
D
BS DICEMBRE 2003

3.10 Page 30

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L IL ft'IESE IN
IBRERIA
ante
acuta di Giuseppe Mof
~~~
SA
MORALE
MOBBING
Un nome nuovo per
una malattia antica
di Igino Tubaldo,
Effatà,
Cantalupa (To), 2003,
pp.64
L'emarginazione è una
dimensione ambivalen-
te della storia umana,
perché colpisce varie
categorie sociali, ma so-
prattutto i deboli , i criti-
ci del sistema, gli anti-
cipatori. .. Oggi è com-
parsa nel mondo del
lavoro una nuova for-
ma di emarginazione, il
"mobbing". Si tratta di
un insieme di azioni e
di comportamenti che i
datori di lavoro, utiliz-
zando anche la com-
petitività dei colleghi ,
mettono in atto per espel-
lere forza-lavoro, allo
scopo di sostituirla con
personale più giovane,
più malleabile, meno
costoso. In questo vo-
lume si offre una pre-
sentazione del fenome-
no, spaziando nel cam-
po sociale, politico ed ec-
clesiale. Si tratta, pur-
troppo, del solito prin-
cipio che mette il profitto
al di sopra delle persone,
capovolgendo i valori.
LA SPIRITUALITÀ
SALESIANA IN UN
MONDO CHE CAMBIA
a cura di Cosimo Semeraro,
Sciascia Ed. ,
Caltanissetta-Roma, 2003,
pp.222
DALL'ETICA
DEI PRINCIPI
ALL'ETICA DELLA
RESPONSABILITÀ
di Giuseppe Mattai,
Ed. Zenit, Firenze, 2003,
pp. 144
NARRARE GIOCANDO
Dimensione narrativa
e gioco in famiglia
di Bartolini-Conori-Danelli,
Effatà,
Cantalupa (To) , 2003,
pp. 192
Il libro riporta un confronto
approfondito su una tema-
tica attuale, svoltosi duran-
te il XXII Colloquio di Studi
di salesianità: come inten-
dere la spiritualità salesia-
na oggi in un mondo che
cambia, senza cadere in
una moda più o meno ripe-
titiva. La tematica oggi ri-
veste un'importanza, per
tutta la Famiglia Salesiana,
che riguarda l'autentica fe-
deltà al Sistema Preventi-
vo di Don Bosco, incarnata
nel contesto attuale, come
condizione essenziale pra-
tica per la nuova evange-
lizzazione e come esigen-
za dei tempi nuovi . Gli in-
terventi sono molteplici, pro-
prio perché riflettono sul te-
ma da diversi punti di vista:
storico, teologico, pedagogi-
co , culturale, antropologico.
Cambia il contesto cultura-
le ed è urgente saper deli-
neare il nuovo volto del
credente.
I cambiamenti epocali cui
la società ha assistito negli
ultimi anni e la presa di co-
scienza delle sfide che es-
si presentano a livello mo-
rale impongono una pro-
fonda revisione del modo
di accostarsi alla riflessio-
ne anche sull'etica cristia-
namente ispirata. In questo
testo, aggiornato sulle pro-
blematiche morali , l'autore
ripensa le esigenze dell'eti-
ca cristiana a partire da un
metodo che aiuti a leggere
l'esperienza. La riflessione
perciò prende le mosse da
un attento esame delle si-
tuazioni concrete in cui
l'uomo è collocato , del suo
stato personale di matura-
zione morale raggiunta, dei
conflitti di coscienza, delle
conseguenze derivanti dal-
le sue opzioni e aiuta a ri-
salire ai principi generali
che sono radicati nel Van-
gelo .
EDUCARE PER LA VITA.
Famiglia
e comunicazione
di Corrine Zaugg,
Ed . dell'Immacolata,
Bologna, 2003, pp. 114
Si tratta di due volumetti
che interessano la vita di
famiglia nel rapporto edu-
cativo genitori-figli , riguar-
dante sia la relazione co-
municativa sia quella ludi-
ca della vita. Il primo nasce
dall'esperienza di percorsi
di formazione comuni tra
genitori e figli, in cui la fa-
miglia è stata autorizzata
come "soggetto pastorale",
ipotizzato in un progetto for-
mativo dell'Ufficio CEI per la
pastorale della famiglia. Il
secondo nasce dalla vita e
ha il sapore del vivere quoti-
diano che vede la famiglia
alle prese con un mondo
che cambia e rischia di ri-
succhiarla nei suoi modelli .
La sfida è quella della co-
municazione all'interno del-
la famiglia, in un mondo che
si evolve, con i suoi vecchi
e nuovi media.. . e con Dio
al centro.
DICEMBRE 2003 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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ALLA RICERCA
DI SENSO
di Eugenio Fizzotti,
Lussografica ,
Caltanissetta, 2003, pp. 58
LA PROFEZIA DEI POETI
di Marco Guzzi,
Moretti & Vitali,
Bergamo, 2002, pp. 86.
,
Nel primo volumetto , par-
tendo dalla confusione mo-
rale , e dalla conseguente
frustrazione esistenziale, che
fa sperimentare all'uomo
contemporaneo la noia, l'a-
patia, la ricerca dell'ebbrez-
za e delle sensazioni forti, la
fuga nell'alcool e nella dro-
ga, la paura del silenzio e
del tempo libero, la degra-
dazione morale, l'autore fa
appello alla responsabilità
che porti a una ri-appro-
priazione dei valori in ma-
niera creativa ed esperien-
ziale . Il secondo, partendo
da profeti del nostro tem-
po, spesso inascoltati, ma
capaci di indicare la solu-
zione del nostro travaglio,
aiuta a trovare una strada,
nel linguaggio metaforico
poetico, come una espe-
rienza iniziatica che realiz-
zi una nuova umanità dalle
ceneri di questo mondo in
dissoluzione.
LA MATERNITÀ
POSSIBILE
I vissuti delle coppie
sterili, la fede e la
procreazione assistita
di Ardenti-La Sala,
Diabasis ,
Reggio Emilia, 2003,
pp. 136
CONIUGI IN CRISI.
MATRIMONI
IN DIFFICOLTÀ
Teologia, magistero e
pastorale si confrontano
di Grandis-Tosoni,
Effatà,
Cantalupa (To) , 2003,
pp. 160
Si tratta di due testi che
descrivono spaccati della
realtà familiare attuale, spes-
so vissuti drammaticamen-
te. Il primo è un prezioso
strumento costruito sul cam-
po. Dà voce alle coppie
sterili e agli operatori della
Procreazione Medicalmente
Assistita (PMA), che non è
una specie di bio-ingegne-
ria genetica, né una tecni-
ca no-limits. Vuole armoniz-
zare un bisogno umano,
spesso fonte di inquietudi-
ne spirituale, con la propria
fede e l'appartenenza alla
Chiesa. 11 secondo descri-
ve la varia casistica dei
matrimoni più o meno falli-
ti, per far crescere una
nuova mentalità pastorale
che aiuti la comunità a far-
si carico dell'accoglienza,
aiutando a riflettere su que-
sti problemi .
- - - ~:-:-::::7
UNA BELLA NOTIZIA
PER TE
Introduzione ad un
cristianesimo gioioso
di Sabino Palumbieri,
Paoline,
Milano, 2003, pp. 297
SAB INO l'ALlJMB IERI
UNA BELLA NOTIZIA
PER TE
rn1r11<\\u2iun1,; ~ im cri111i.11nL'11lttu1 w111ot.n
La bella notizia di Gesù fa
ancora centro nel cuore
umano. Per chi accerta che
il suo anelito alla felicità non
è l'ombra di un sogno, ma
Gesù Cristo, tutto ricomincia
a muoversi diversamente. Il
quotidiano riacquista senso
perché la vita, al di fuori
della visione cristiana, è
come un orologio, ma senza
le lancette. Il libro comunica
lo stupore contagioso della
gioia di un evento che è in-
contro speciale. Questa è la
"bella notizia" che si trova
nelle cronache degli anni
che vanno dal 33 al 36 della
nostra era: "Gesù di Naza-
reth è veramente risorto
dalla morte e noi ne siamo i
testimoni". Un uomo ha
vinto certamente ciò da cui
ogni essere umano resta ir-
resistibilmente vinto: la
morte. Questa è la vera noti-
zia (1 Cor 15,20).
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libn
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le libre'.
nd.ei r ecat ttatomli cehnet eo
vanno. nceht1te1svt1e
alle nsp
Editrici.
GLOBALIZZAZIONE.
Un mondo migliore?
di Jesus Villagrasa,
Roma ,
Logos, 2003, pp. 166
LA GLOBALIZZAZIONE
DAL VOLTO UMANO.
Diritti umani: la nuova
sfida della cooperazione
allo sviluppo
di Antonio Taimondi
e Carola Carazzone,
SEI , Torino, 2003, pp. 168
Il primo volume descrive l'o-
rigine, la natura e le diverse
interpretazioni della globa-
lizzazione, proponendone
una lettura evangelica in
quanto "grande segno dei
nostri tempi", e identifica la
sfida morale che essa pone
al cristiano. Il secondo testo
afferma che se il fenomeno
culturale non si basa sui di-
ritti umani nel loro rispetto
più assoluto, si rischia il falli-
mento della mondializzazio-
ne. Si tratta di strumenti at-
tuali che aiutano a capire il
complesso fenomeno della
globalizzazione nei suoi
vantaggi e nei suoi limiti. Gli
autori trattano il problema
con linguaggio semplice,
nonostante la complessità,
perché è un fatto apparen-
temente irreversibile, gravi-
do di conseguenze, cele-
brato dai sostenitori e con-
testato dagli awersari.
~'-"l(lfd •(;,6Néafuf.lirie
La globallun!One
dal volto umano
:::~~~
BS DICEMBRE 2003

4.2 Page 32

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LII/E
-
Appunti su Agostino Andaloro, nato a Delia (CL) nel 191 O,
morto a Palermo nel ·1998.
VESTIRE
COME
EDUCARE
di Giancarlo Manieri
- Agostino Andaloro, " il professore"
Significativa la vicenda di questo
figlio di Don Bosco che prim;;1 che
realizzatore di abiti per gli altri fu
sarto di se stesso, confezionando
per la società, la Chiesa e la
congregazione una personalità
degna di memoria imperitura.
11 "Giornale di Sicilia" lo definì il maestro dei sarti
palermitani, e la sua scuola di sartotecnica al Santa
Chiara di Palermo fu l'accademia della sartoria
palermitana. Gli allievi lo chiamavano "il professore".
Ne aveva mandati molti in America , dove si erano
affermati nel mestiere diventando professionisti
apprezzati e ricercati. Né mai dimenticarono chi fu l'ar-
tefice della loro fortuna; più volte, infatti, lo invitarono
negli Stati Uniti, e lui cedette alla tentazione e ardò a
trovarl i. Aveva ricevuto riconoscimenti ufficiali e onorifi-
cenze. Il prestigio nell'arte sartoriale, la fama di genti-
luomo, la reputazione di onestà e signorilità, la chia-
rezza dei suoi scritti di sartotecnica lo avevano reso
un punto di riferimento non solo in Sicilia.
UN UOMO IDEALE
"Era un ideale da raggiungere!", diceva di lui qualcuno
dei suoi più stretti collaboratori che meglio conosceva i
risvolti del suo animo, la bontà del suo tratto e la qua-
lità del suo insegnamento. I suoi allievi ne erano con-
vinti, perché sperimentavano nella loro vita da un lato
l'inarrivabile perizia del "professore" nell'arte del vesti-
re, dall'altro l'altrettanto impareggiabile maestria nel-
l'arte dell!educare. E, come religioso, aveva una terza
grande dote: una impareggiabile capacità nell'arte di
vivere il Vangelo. Un corredo di questo tipo è più che
DICEMBRE 2003 BS
sufficiènte per fare un santo. E il signor Agostino
Andaloro è senz'ombra di dubbio in prima fila nella
immensa schiera dei santi senza aureola che hanno
percorso i sentieri dell'amore vero con naturalezza
feriale ... I santi li fa la vita, e la sua fu una vita coe-
rente fino allo scrupolo, fedele ai voti , alle regole , alla
Lezione di taglio all'Istituto Santa Chiara. "Il professore"
insegna a un gruppo di allievi attentissimi.

4.3 Page 33

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preghiera, al lavoro, all'obbedienza religiosa ... Mai che
perdesse la calma, che desse in escandescenze, che
rifiutasse un saluto, che trattenesse un sorriso , che
lesinasse un gesto di amicizia. Una ricchezza di uma-
nità e spiritualità più uniche che rare, un signorile
savoire faire che gli tornava particolarmente utile
quando al suo "atelier'' arrivavano onorevoli, professori
universitari, magistrati, autorità civili, donne della high
society per "vestirsi".
CORBEZZOLI!
C'era anche, tra i numerosissimi allievi, chi non era un
pozzo di virtù e di obbedienza , chi per motivi che
restano un mistero per tutti, quando poteva fare un
dispetto, si sentiva appagato come se avesse vinto al
lotto (allora si diceva alla Sisa~. Ed ecco, dunque, il
piccolo teppista che faceva apposta a tagliar male
qualche pezzo, o a cucire con un tipo di punto al
posto di un altro. Per vendetta contro non si sa chi,
certo non contro "il professore" che non dava il minimo
motivo di avercela con lui. Negli adolescenti scattano
a volte meccanismi che gli psicologi si arrabattano a
spiegare , scavando non si sa dove e facendo mille
improbabili congetture senza mai venirne veramente a
capo! In circostanze del genere qualche aiutante esi-
geva un castigo esemplare per questi teppistelli del
taglio e cucito! La risposta del professore poneva fine
a ogni rivendicazione di castigo pedagogico: "Qui i
ragazzi bisogna aiutarli più che castigarli". Qualcuno ci
ha anche provato a farlo arrabbiare; talvolta persone e
circostanze pare si coalizzino per farti saltare la mosca
al naso. In questi casi la grande arrabbiatura del pro-
fessor Andaloro prendeva corpo in un meravigliato
"corbezzoli! " che poteva essere classificata come la
sua più grande "parolaccia", il segno della sua "straor-
dinaria" inquietudine.
SENZA MISURA
Aveva inventato per i suoi alunni il diario obbligatorio,
perché "riassumere la giornata di scuola e/o lavoro è
I
L'ultimo piano dell'Istituto Santa Chiara oggi: il grande
laboratorio di sartotecnica del professor Andaloro,
in attesta di diversa destinazione.
Casa dei Padri Bianchi, dove il coadiutore sig. Andaloro
aveva aperto per i più poveri una scuola di sartoria.
già un modo di studiare, di programmare, di controllare
il proprio progresso e scoprirei propri punti deboli". A
lui serviva per avere sempre davanti il quadro della
situazione di ciascuno dei suoi allievi, e per rimanere
in rapporto educativo con loro. Era convinto che la cul-
tura non fosse solo quella del sapere, ma anche quella
del fare, e che il fare o meglio il saper fare fosse una
singolare scuola di educazione. Proprio per questo
negli anni Cinquanta aprì la Scuola Femminile di
Taglio e Cucito presso le suore dell'Annunziata e con-
temporaneamente si offrì di andare a tenere corsi dello
stesso tipo alla Kalza , uno dei quartieri più popolari di .
Palermo, per le donne della zona, tra le più bisognose
dell'intera città.
Nei rari momenti liberi , poi , non correva a riposarsi in
camera per un attimo di respiro, si affrettava invece
verso l'oratorio perché, dice di ·lui un oratoriano, "cre-
deva nel cortile con tutto se stesso". All'oratorio avvici-
nava i ragazzi , soprattutto quelli con i quali non aveva
mai parlato o con i quali nessuno parlava, e ci si intrat-
teneva con una amabilità unica. E se trovava qualcuno
secondo i suoi gusti, non esitava un istante a propor-
gli : "Beh, con questi sentimenti e queste doti che cosa
aspetti a farti salesiano?". Insomma la sua giornata era
così colma che non trovavi più un buco per un respiro,
e non erano pochi quelli che si domandavano come
facesse a far tutto. A volte saltavano anche le vacan-
ze ... Come quel 27 dicembre quando una mattina si
trovò tra i piedi un collegiale che avrebbe dovuto esse-
re a casa:
- E tu che ci fai qui?
- Beh.. . qui si mangia tutti i giorni, sa, professore!
E "il professore" capì , e prese sotto la sua protezione
l'orfanello di Nicolosi che a casa non aveva da man-
giare tutti i giorni: lo portava al cinema, a passeggio;
giocavano insieme ... Nessuno dei confratelli ebbe da
obiettare e il compassato professore si trasformò in
padre tenero e premu roso. Agostino Andaloro, sar-
totecn ico ... L'abito migliore che con fezionò fu
stesso!
·
O
BS DICEMBRE 2 003

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
IMPARARE
A PARLARE
Scrivevamo la volta scorsa dell'importanza del dialogo
in famiglia, affermando che prima di parlare è necessario
ascoltare. Ora aggiungiamo che anche parlare è... un'arte!
,
QI
uando un figlio picc,olo, i penso.. . io provo.. . io voglio...» . In
genitori impongono indica~ ., ueste affermazioni , riveliamo noi
zioni e disposizioni , çn a se stessi. Comunichiamo ai nostri figli
continuano a comunicare in q4esto
modo durante gli anni dell 'adole-
scenza, il figlio sbotterà: «Mi stai
trattando come un bambino ». E
avrà ragione.
c e cosa accagé in noi( Al contra-
ri @, affermazioni del ti po. «Tu hai
tot.toi tu non apisci/ tu1non com-
prendi la situaziofrle,( u non sei
ragionevole, tu mi/4 ndt la vita diffi-
È importante ricordare che l'adole-
scente sta costruendo la sua indi-
pendenza e l' identità inaividuale.
Ciò significa che i genitori devono
permettergli di elaborare i suoi pen-
sieri , di sperimentare le sue emo-
zioni , di avere i suoi sogni e di
poter condividere tutto questo con
loro senza ricevere valutazioni o
giud izi, se non sono richiesti. I
ci/e» espriri1ono biaSin:to_.,e accusa.
Quasi sempre determinano una di
queste due reazioni: una discussio-
ne esplosiva o I' llontanamento e la
depressione , a seconda della per-
,ff sonalità di base dell'adolescente.
Le
rriazioni che iniziano con
"tu' arrestano il fluss.l:> del dialo-
go; le affermazion· che iniziano
éon 'io" aprono la stfacta ulte-
genitori devono imparare ad aiutare dori considerazioni.
il figlio a valutare le sue idee , a
comprendere le sue emozioni e a
compiere passi concreti verso la
realizzazione dei suoi sogni . E
devono imparare a fare questo in
un'atmosfera serena e incoraggian-
te di dialogo, non nelle affermazioni
dogmatiche del monologo. Per mol-
ti genitori, questa è una fra le sfide
più grandi. Molti genitori sono arri-
Un altro principio importante
da tenere presente quando si parla
con gli adolescenti è insegnare
invece di fare prediche. Se un
genitore alza la voce e si atteggia a
pose teatrali , in genere l'adolescen-
vati all'esasperazione, durante que-
sto processo di apprendimento.
Il modo in cui si parla è estrema-
mente importante. Una conversa-
zione efficace prevede che i genito-
ri condividano i pensieri , i senti-
menti e i desideri che provano, non
che attacchino quelli dei figli. I
genitori creano un rapporto conflit-
tuale, quando cominciano il discor-
so condannando il punto di vista
dell'adolescente sul tema. È molto
meglio scegliere la via propositiva
della condivisione del punto di
vista, dei pensieri, dei sentimenti e
dei desideri.
te cerca consigli altrove . I genitori
che, invece, imparano a comunica-
re le proprie idee con calma e
ragionevolezza spesso si sentono
chiedere consigli dai loro figl i.
Non intendo dire che i genitori non
possano essere intransigenti su
alcune profonde convinzioni. Inten-
do invece dire che devono tempe-
rare questo atteggiamento con l'a-
pertura verso le opinioni degli altri,
in particolare quelle dei loro figli.
«Permettim i di dirti ciò in cui ho
sempre creduto a questo proposito
e il motivo per cui credo che que-
sta sia la scelta migliore e poi
comunicami la tua impressione. Mi
interesserebbe conoscere le tue
osservazioni ». Questo modo di par-
lare consente al genitore di espri-
mere le sue profonde convinzioni ,
ma permette anche all 'adolescente
di esprimere con facil ità i suoi pen-
sieri , anche se sono diversi da
quelli del genitore. Il genitore deve
cercare di creare un clima di que-
sto genere.
È sempre opportuno ricordare che
gli adolescenti stanno cominciando
a elaborare il ragionamento astratto
e a pensare in termini di sequenza
logica. Esaminano le convinz ioni
con cui sono cresciuti e decidono il
loro sistema di valori. I genitori che
vogliono influire su questo proces-
so devono imparare l'arte di porre
domande. I genitori che imparano a
Il modo più semplice per impa-
ra re questa forma di esprimersi
consiste nel cominciare le frasi
con "io", invece che con "tu": «/o
DICEMBRE 2003 8S

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
porre domande indurranno i· loro
figli a parlare ancora. Non mi riferi-
sco a domande fastidiose , del tipo:
«Dove sei stato, per quanto tempo
ci sei stato, con chi eri? », ma a
domande che stimolino il pensiero
dell'adolescente , come: «Che ne
pensi? Ti sembra giusto?». Se
manifestate sincero interesse per le
opinioni che vostro figlio esprime,
può darsi che vi sia ch iesto di
esprimere le vostre opinioni.
I genitori possono aprire la porta
della comunicazione, se sono sen-
sibili a cogliere lo stato d'animo dei
figli. «Sembra che tu abbia avuto
una giornata difficile , oggi. Vuoi
parlarne?», è un invito che molti ado-
lescenti accettano. «Stasera sembri
entusiasta. Ti è capitato qualcosa
di bello, oggi? » invita la ragazza a
parlare. I genitori devono sempre
ricordare che un figlio ha il diritto di
tenere per sé i suoi pensieri e i
suoi sentimenti. Talvolta sceglierà
di fare così. In questi casi, cercare
di indurlo a parlare significa negare
la sua in_dividualità e l'indipendenza
da voi. E necessario comunicargli
che si è disponibili a parlare se lui
lo vuole.
È importante anche sostituire
l'espressione «perché ho detto
così» con «lascia che ti spieghi il
motivo ». Ai gen itori naturalmente
spetta la decisione finale su argo-
menti quali le spese o i permessi.
Qui non è questione di autorità dei
genitori, ma del rapporto tra genito-
ri e figli , o del modo in cui i genitori
esprimono la loro autorità. Agli ado-
lescenti interessano le motivazioni.
Stanno acquisendo la capacità di
ragionare e si rapportano in modo
positivo alle persone che hanno
motivazioni logiche a sostegno del-
le loro convinzioni o delle loro opi-
nioni. I genitori che fanno leva
esclusivamente sulla propria auto-
rità o che tentano di imporsi da
tiranni , senza esprimere motivazio-
ni, interrompono il dialogo cordiale
con l'adolescente. L'adolescente si
sente rifiutato dal genitore e, poi-
ché questo è un pensiero insoppor-
tab ile , reagisce spesso in modo
spropositato.
I Quando un figlio è piccolo,
i genitori impongono indicazioni
e disposizioni ...
QUANDO
UNA PREPOSIZIONE
FA LA DIFFERENZA
Parlare è diverso da comunicare.. . Parlare ai figli può voler dire
"parlare al muro", comunicare con essi è sempre un entrare
dentro di loro e farli entrare dentro di noi!
Ci siamo passati un po' tutti
attraverso questa esperien-
za: tentare di parlare ai figli
adolescenti è un'impresa disperata
e fallimentare in partenza. Se inve-
ce proviamo a comunicare con lo-
ro, le speranze di successo aumen-
tano quasi miracolosamente. D'al -
tronde , come dar loro torto se si
trincerano in un rifiuto garbato
quanto fermo, quando non si sento-
no considerati come interlocutori a
pieno titolo di un dialogo in cui han-
no qualcosa da offrire oltre che da
recepire? Nei loro panni, noi adulti
faremmo esattamente la stessa
cosa, se non di peggio. Pertanto è
importante partire evitando di fare il
primo passo con un'affermazione
perentoria; meglio una domanda,
magari molto innocente, che possa
sottolineare il sincero desiderio di
confronto e la disponibilità di incon-
tro, rinunciando a mettere sul tap-
peto in modo drastico tutto il peso
del proprio ruolo di genitore.
I... ma se continuano
a comunicare in questo modo
durante gli anni
dell'adolescenza, il figlio
sbotterà: «Mi stai trattando
come un bambino».
In questa strategia - ma non si
tratta solo di una tecnica, c'è tutto
un universo di valori - diventano linguaggio che vada ben al di là di
valide alcune regole pratiche . Ad quello che siamo soliti utilizzare nella
esempio, non è mai bene alzare la vita quotidiana. Perché rinunciare
voce per farsi ascoltare; conviene sistematicamente a evocare termini
anzi usare un tono molto basso , impegnativi dal punto di vista affetti-
tanto più ovattato quanto più la vo? Dire "ho a cuore la tua felicità",
posta in gioco della comunicazione mi sembra che sia molto più signifi-
è avvertita come importante per la cativo che ricordare che "mi preoc-
formazione di un ragazzo. Questo cupo per il tuo futuro"; "ho compas-
è il primo passo per suscitare curio- sione per la sofferenza che stai pro-
sità, che è una partenza adeguata vando in questo momento" dice
per favorire l'ascolto. Poi , mi sem- meglio la solidarietà di una madre
bra utile evitare gli stereotipi e le rispetto a un generico "non te la
ripet izioni; quando ci casco , mi prendere, vedrai che passerà".
ritrovo inevitabilmente a fare i conti
con un "uffa, mamma, sempre le È chiaro che non basta però
stesse cose!" che chiude subito la cambiare i termini: quel che i
strada per ulteriori approcci.
ragazzi si aspettano da noi è sentire
Per questo, credo valga la pena cer- . se siamo capaci di vibrare interior-
care di spiazzare i figli , usando un mente quando dialoghiamo con loro;
BS DICEMBRE 2003

4.6 Page 36

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se siamo pronti a metterci a nudo e
rischiare la nostra credibilità per
intercettare i loro problemi ; se pre-
feriamo aggrapparci alle nostre cer-
tezze o vogliamo giocarci insieme
a loro nella ricerca di una verità
sfuggente; se siamo veramente di-
sponibili ad accettare le loro incer-
tezze, contraddizioni, difficoltà o vo-
gliamo fare in modo che esse non
emergano in modo imbarazzante.
Tra l'altro, tutto questo non viene
verificato dai figli nel momento in
cui ci affanniamo a parlare loro di
una cosa seria; siamo tenuti in
osservazione in ogni momento, e
quando meno ce ne rendiamo
conto, tanto più essi stanno misu-
rando i nostri atteggiamenti. La
partita ce la giochiamo quando
non ne siamo per niente consa-
pevoli: questo perché un figlio
adolescente sceglie di affidarsi
pienamente al proprio genitore
non quando questi ha voglia di
fare il padre o la madre, ma pro-
prio quando non ha le condizioni
e le energie giuste per svolgere
questo compito ma cerca almeno
di mettercela tutta.
C'è anche un'altra questione
per la quale noi adulti siamo sotto
osservazione: i nostri ragazzi
comprendono pian piano se è
possibile considerarci un riferi-
mento affidabile per ogni cosa o
soltanto per alcuni argomenti e,
con una feroce consequenzialità,
accettano che noi interveniamo
soltanto su ciò per cui ci sono sta-
te riconosciute adeguata sensibi-
lità e competenza. Sta a noi dimo-
strare giorno per giorno che non
ci sono tabù nella comun icazione
familiare, che non c'è nulla capa-
ce di scandalizzarci o che ritenia-
mo fuori contesto rispetto alla no-
stra linea d'azione educativa.
È chiaro che ci tocca forzare alcuni
limiti della nostra formazione tradi-
zionale (quando mai alla nostra
generazione era permesso chiac-
chierare disinvoltamente in casa
degli amori adolescenziali o del
rapporto con il nostro corpo?) , ma
ne vale la pena: meno barriere
comunicative abbiamo con i nostri
figli (sempre però nel pieno rispetto
della loro intimità), tanto più avre-
mo la speranza di essere ascoltati
al momento opportuno.
DICEMBRE 2003 BS
MOVIMENT
SALESIANO
di Julio Olarte
Fondatore dei due rami
dell'Istituto (maschile e
femminile) è don Giuseppe
D'Souza (classe 1940) salesian
di Calcutta, sacerdote dal 1968.
I membri sono 275, in crescita, ,
sparsi in 191 centri distribuiti in 38
diocesi in India e 6 in Italia.
I DISCEPOLI
Giugno 1974. Don D'Souza era
parroco a Bongaon. Un giorno ven-
ne a trovarl o una giovane. Gli con-
fid ò che avrebbe vo luto co nsacrar-
si al servizio d i Di o e dell a Chie-
sa, ma non si sent iva fatta pe r il
conve nto, né aveva intenzione di
sposarsi. Nell a diocesi non c'e rano
istituti seco lar i . Che fa re? Don
G iu seppe la rass icurò che es iste-
va no orga ni zzaz ioni del ti po che
cercava, ri co nosc iute da ll 'a uto rità
eccles iastica. La giova ne to rn ò a
casa feli ce e propagò la notizi a.
Un mese dopo aveva trovato ben
15 co mpagne disposte a intrap ren-
dere questo nu ovo stil e d i vita .
Inta nto do n Gi useppe si era co n-
sultato co n il suo Provin ciale, cui
aveva es posto un a certa id ea. La
ri sposta fu: " Ebbene, co min c ia!" .
Egli ru ppe gli ind ugi: ogni mese
rad unava le "aspiranti" per porta re
avant i iI suo ·propos ito di fo ndare
un isti tuto seco lare. Nel magg io
1975 ne parl ò a Roma co n don
Stefano M aggio, assistente centrale
delle VdB; in pratica aveva in men-
te qualcosa del genere, eccetto i I
riserbo : in India era indispensab il e
ottenere il co nsenso dei genitori e
l'accettaz ione dell a gente che per
il 98% non era cri sti ana.
L'apostolato de i " Di scepo li " è
semplice e lineare: andare nei vil-
lagg i, co me i primi d iscepo l i ~i
Cri sto, ce rcando le pecore co me il
buo n pastore, co n il metodo de l-
!' Assistenza sa les iana ("Sistem a
Preventivo") , vivendo come la gente
e per la gente, accettando qualsia-
si cibo e alloggio venga no loro of-
ferti, impegnandos i per la cateche-
si, face nd o le/g li in fe rm ie ri a d i-
sposizione dei parroc i e di chi ne
ha b isog no . I "D iscepo li " vivo no
da sol i o in picco li gru pp i, sovente
a due. H anno tutta la li bertà di
ag ire ciasc uno secondo la propria
preparaz ione, le ab ili e i do ni
ri cev ut i, purc hé in co nso nanza
co n lo sp irito de ll ' Istituto . Si reca-
no dove c'è bisogno, chi amati da
parroci , e/o da vescov i. Altrettanto
semplice l'organi zzaz ione: c iascu-
no dei due ra mi ha un coordinato-
re ge nerale co n tre co nsigli eri , e
ogni grup po ha un coo rdin atore e
un co nsig li o. Don D ' So uza è il
Moderatore Genera le:
d souzajoe@hotmail.com

4.7 Page 37

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4.8 Page 38

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sf\\OE ET\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
La pedofilia oggi è sinonimo di abuso sessuale,
NONE' ABUSARE
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
L'educazione preventiva resta alla
base della lotta contro la pedofilia.
Oggi "pedofilia" è sinonimo
di abuso sessuale. Ma poi-
ché è un termine generale,
risulta difficile precisare che cosa
indichi: ciò che per un genitore è
soltanto affetto, per uno psicologo
può essere molestia sessuale; ciò
che per un educatore è solo un gesto
di amicizia, per un giurista può con-
figurarsi come abuso; e se in alcune
famiglie (o culture) è normale che i
membri bacino sulla bocca, in altre
tale comportamento è ritenuto de-
viante. Alcuni autori parlano di
sfruttamento di un bambino per la
gratificazione sessuale di un adulto.
Altri propongono che un bambino è
abusato quando un'altra persona,
sessualmente matura, lo coinvolge
in qualche attività a scopo di rag-
giungere la propria soddisfazione
sessuale. Se non è facile trovare un
DICEMBRE 2003 BS
VALORI IN QUESTIONE . .
Nella Bibbia in genere il bamb_m~ e
amato come dono inestimabile d1 _01~.
Nei Vangeli c'è un .messag~~o ~
predilezione divina dei bam~_m1,; op~r
corre diventare "come . bam lnt
enDtriaoreè
nel Regno dei
il difensore dei
c1elt ...
bambini:
"
~uar-
datevi dal disprezzare uno solo d1 que-
sfqatui Depciisaoctdci peoprrlieoi"ctce(nMogelgtil,e1ms~Iaa,1brlee0ab)m.abbne'cmh1m.eve1·guolnltaooti'.cs"~oAeIocghd~i~'~
fosse appesa al collo una ' m~cma I
mulino e fosse gettato nell abisso del
mare" (Mt 18, 6; Mc 9, 42; Le 17,_ 2).
Il pedofilo non è un mostro, e sem-
pre una persona, anche se malata.
concetto unico di pedofilia, si è però
d'accordo su alcuni elementi quali
lo sfruttamento sessuale del bambi-
no, l'uso della violenza, l'incapacità
del bambino al consenso, alcuni li-
velli di gratificazione erotica dell'a-
dulto, ecc A noi sembra che la pe-
dofilia debba essere compresa in ter-
mini di vulnerabilità e di conse-
guenze sull'identità personale e ses-
suale del bambino.
Non è facile una
definizione adeguata di
pedofilia. Alcune
possibili descrizioni, per
quanto incomplete,
lasciano intravedere
chiaramente in che cosa
consista il problema.
Come parlarne con
responsabilità? Il
pedofilo è una persona?
ABUSATI DA SEMPRE
Non c'è dubbio che nella storia i
bambini siano stati oggetto di abusi
e crudeltà. Sono stati sacrificati in
riti religiosi, torturati, venduti come
schiavi, prostituiti, abbandonati o
uccisi alla nascita, mutilati, forzati a
lavori degradanti. La mitologia gre-
ca offre ampia documentazione sul-
1' abuso sessuale dei piccoli. Zeus
era insaziabile, soddisfacendo i suoi
appetiti con la nipote Talia, la sorel-
la Demetria (violentata assumendo
la forma di un toro) e altre ragazze.
Egli stuprò anche la giovane Euro-
pa, figlia del re di Sidone, con le
forme tipiche dei casi di pedofilia
attuali. I romani ufficialmente proi-
bivano pedofilia e incesto, ma l'im-
peratore Caligola fece bandire la
legge per sposare la sua giovanissi-

4.9 Page 39

▲back to top
anche se il termine è più generale.
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
È tollerabile socialm_ente la produ~
zione di materiale erot,co?e pornogra
fico coinvolgente bambini .
d. -
Di fronte a Internet, com~ reted ! ag
a~~f i.azione e di comunicazione e1 pe-
è sufficiente delegare alle _forz~
dell'ordine, o bisognereb_be organ~zza
si socialmente ed eccles1almente . .
Il pedofilo trova un'effic~ce organt
zazione di commercio e d1 ~ffe~a. a
diffusione del fenomer;fà ndo;p1~~~ad:I:
se una nascosta ome
socSieetàil?pedofilo
non
.
e
un
mostro,
ma
rimane sempre una persona, come
aiuQtauralole? prevenzi.one?.
Facciamo
infor-
?
mazione ed educazione sessuale .
ma nipote. Nel medioevo e nel rina-
scimento pedofilia e prostituzione
infantile hanno avuto periodi di for-
te sviluppo. Nel XIX secolo l'insor-
gere epidemico di malattie veneree
portò la prostituzione minorile al
punto che in qualche porto inglese
nel 1869 si contavano circa 1500
bambini prostituti, di cui un terzo
sotto i 13 anni. Attualmente la pe-
dofilia è un fenomeno diffuso con
consolidati interessi commerciali e
turistici. L'incontro tra l'occidente
sazio e il Terzo Mondo alla fame
permette che l'infanzia dei deboli
venga violata sistematicamente. La
TV mostra bambine vendute dai ge-
nitori nelle campagne, o ragazzini
precocemente bruciati dalla lotta
per la sopravvivenza che offrono il
loro corpo a pattuglie di occidentali
pieni di soldi. Un'altra caratteristica
è la quantità di materiale erotico e
pornografico in circolazione che spa-
zia dall 'editoria alla produzione vi-
deo. In Internet esistono canali non
solo di comunicazione o di aggrega-
zione, ma anche di commercio e of-
ferta. Il fenomeno nuovo dei nostri
tempi è l'organizzazione sociale della
pedofilia, non la struttura mentale
che la sostiene, che è sempre esistita.
PEDOFRIA
E INTERNET
Il turismo sessuale produce un dan-
no sociale enorme. I bambini del
Terzo Mondo destinati ai bordelli
solo in apparenza portano ricchezza
al loro Paese (il denaro dei turisti
che li usano). In realtà essi sono
esclusi da un meccanismo di crescita
normale, di inserimento lavorativo e
sociale, quindi dalla possibilità di
essere apportatori di sviluppo. Non
solo. Essi sono destinati a rappre-
sentare da adulti le fasce deboli di
disordine sociale. Il turismo sessuale
finisce così per rappresentare una
forma di lesione grave del diritto del
minore a una crescita armoniosa, e
un costo sociale ed economico che
peserà sul Paese cui appartengono.
La scoperta di una rete internaziona-
le di pedofili, con agganci anche in
Italia, che agiva attraverso Internet
ha sollevato il velo sull'emergenza
pedofilia. Internet serve per dialoga-
re, conoscersi, fruire a basso costo
di immagini atte al godimento, avere
indirizzi utili per il turismo sessuale,
individuare paradisi del sesso con
bambini. Anche solo il legittimare e
tollerare forme di pedofilia legate al
consumo di immagini, da ·Internet,
riviste o videocassette porno, è già
di per un atto che va contro l'etica
della convivenza civile. Il guardone,
infatti, anche se direttamente non
provoca danno ai minori, con la sua
condotta rappresenta uno strumento
dannoso, poiché la domanda di que-
ste merci crea un 'offerta che ha co-
me vittime proprio dei bambini.
È essenziale la promozione
dei diritti dell'infanzia.
Nella Bibbia il bambino è amato
come un dono inestimabile di Dio.
cm È IL PEDOFILO?
Non è un mostro ma una perso-
na.. . una persona malata. In genere
la patologia non è tale da determi-
nare una compromissione della ca-
pacità di intendere e di volere, per
cui egli è eticamente e giuridica-
mente responsabile. Ci sono diversi
tipi di pedofilo. Nella forma cinica
è in primo piano l'abuso sessuale
del minore. Questa forma si orga-
nizza attraverso i canali della prosti-
tuzione e dell 'offerta commerciale
(club, video, turismo). Al polo op-
posto esiste un tipo di pedofilia ro-
mantica: è una relazione "narcisisti-
ca" che ha come base l'idealizzazio-
ne del corpo e della bellezza infanti-
le o adolescenziale. Ma esiste anche
(vedi la storia di Marcinelle in Bel-
gio) il p edofìlo criminale e assassi-
no. Come prevenire? Il filone edu-
cativo e preventivo deve proporsi -
dice Riva - attraverso la promozio-
ne convinta dei diritti dell'infanzia,
progettando piani, promuovendo pro-
grammi internazionali sulla sessua-
lità e sulla salute, istituendo l'edu-
cazione e la formazione sessuale,
coinvolgendo tutti i soggetti, dai
bambini ai genitori e agli insegnan-
ti , dialogando con i bambini.sul ses-
so, attivando i servizi sociali e sani-
tari, pensando a campagne informa-
tive con l'aiuto dei mezzi di comu-
nicazione e a controlli presso le
scuole, concependo infine l 'inter-
vento sul pedofilo in termini riabili-
tativi. Occorre privilegiare una cul-
tura del!' infanzia, con un ' organica
rete di servizi e di produzione e con
la messa in discussione di certi mo-
delli interpretativi superficiali della
famiglia e della visione commercia-
le dell'infanzia.
O
BS DICEMBRE 2003

4.10 Page 40

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IN CERCA DI UN LUOGO
DOVE VIVERE DA PERSONE
di Severino Cagnin
Sono i migranti. Italiani
ali'estero e stranieri
in Italia. È un problema
della società civile,
ma è anche un problema
dniuoCvhi.iepsear.coUrrsgi.e cercare
di accoglienza e
di evangelizzazione.
' 'A tt~ndevamo delle brac-
cia da lavoro e sono ar-
rivate delle persone". È
l'affermazione/bomba di Gian An-
tonio Stella nel suo saggio L' orda -
Quando gli Albanesi eravamo noi,
dopo Schei e Lo spreco, sul Nordest
italiano, arricchito economicamente
e peggiorato moralmente. Dopo aver
gridato contro Marocchini e Alba-
nesi perché portavano via il posto di
lavoro ai Veneti con un ' orda furba e
violenta che aggrediva le fabbriche,
si è constatato da tutte le parti che i
problemi sono diversi: c'era bisogno
di lavoratori stranieri, pena il crollo
delle aziende in espansione, ma ci si
è trovati di fronte a persone. Questo
è il punto: ognuno cerca casa, lavo-
ro, assistenza sanitaria, scuola per i
figli , ma esige di essere considerato
una persona con diritti, doveri e
sentimenti umani. Lo stiamo dige-
rendo, ed è diventata una sfida euro-
pea e mondiale. L'antropologia nuo-
va è la concezione operativa del-
1'uomo in cammino del filosofo
Buber, del pensiero nomade della
persona che non è radicata in una
DICEMBRE 2003 BS
I Sacerdoti salesiani che
si occupano dei migranti italiani
in Germania.
regione, ma cittadina del mondo. prendente saggio-documento del-
Che cosa fare?
l'algerino Sayad1, dove si dimostra
che chi parte non può far marcia in-
ANDIAMO PER ORDINE
dietro: "Sono tornati tutti scossi,
tutti bacchiati come gli ulivi. Non
Gli Italiani all'estero, che dalla fine possono più lavorare. Sono buoni
del secolo XIX e fino a trent'anni fa . solo a rimanere nel villaggio a far
hanno invaso il mondo, si sono ac- niente... come se fossero sempre in
climatati nei paesi di accoglienza. vacanza. Erano stranieri ali' estero
Alcuni sono tornati perché bene- e diventano estranei nel paese d' o-
stanti, altri si sono inseriti, mante- rigine". Pochi fanno eccezione, co-
nendo tradizioni regionali origina- me il mio amico di Casarano (Lec-
rie, altri (soprattutto i giovani) si ce), che torna e si rimette a fare l'o-
sono mimetizzati da tedeschi o ame- liveto come suo nonno. Ma a chi
ricani. Il modo italiano di vivere , vende l'olio? Ed è morto ieri a 56
con associazioni come "Gli Italiani anni, dopo una vita di stenti e logo-
nel mondo", conta oggi quattro mi- rio fisico. Come anche i Turchi, ma-
lioni di individui che hanno conser- novali e operai in Germania. Alcuni
vato la cittadinanza, e sessanta di tornano e aprono una miniofficina
oriundi che si richiamano in qualche domestica al paese d'origine, i loro
modo all'Italia. Il flusso dovuto a figli invece si germanizzano. I no-
povertà e scarsità di lavoro in patria stri si diplomano, si sposano, lavo-
è cessato, o si è trasformato in tra- rano, smettono e fingono di non sa-
sferimento interno dal Sud al Nord. pere più l'Italiano, se non in casa
Rimane il problema di chi è all 'e- con i vecchi. Pochi fanno gruppo,
stero e non tornerà più a casa. Infat- uniti . in qualche modo da feste,
ti, tornare significa troppo spesso menu, celebrazioni religiose, spesso
trovarsi isolati e talora emarginati sostenute da un fideismo magico e
nei paesi di origine. Lo rivela il sor- con poche convinzioni profonde. La

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I
La fila di emigrati che giornalmente affollano la porta
delle suore di Madre Teresa nei pressi del Vaticano
per'un pasto caldo.
I Bambini in festa. Sono figli
di emigranti italiani della
parrocchia di Mainz in Germania.
Chiesa tra questi gruppi è presente:
un migliaio di sacerdoti e religiosi,
in Germania, studian.o nuovi inter-
venti e percorsi pastorali diversi da
quelli tradizionali. Si stanno defi-
nendo, da parte di organismi ufficia-
li come l'unpim (Ufficio Nazionale
Pastorale Italiana del Migrante), e
basandosi su indagini socio-religio-
se2, chiare modalità operative pasto-
rali come confronto tra immigrati e
locali, scambio, convivenza tra cul-
ture e religioni diverse, il tutto attra-
verso interventi concreti, elencati in:
guardare (Gesù li guardò e si com-
mosse), insegnare, superare le logi-
che del mercato, e ancora convivia-
lità, accoglienza, giustizia, parola di
Dio . .. Non è poco!
I
I "vu' cumprà''., venditori
ambulanti immigrati sono sempre
più numerosi nelle nostre città.
MOLTO È CAMBIATO
Si è capito che molto è cambiato
dai tempi della fame e dei baraccati,
sia per gli emigrati italiani all 'estero
sia per gli immigrati stranieri in Ita-
lia. Questi ultimi non sono così nu-
merosi come sembra, anche se ìn
continuo aumento. Si tende, da par-
te interessata, a esagerarne il nume-
ro, in particolare quello di clandesti-
ni e irregolari. Si può ipotizzare
oggi una presenza straniera regolare
in Italia di circa 1.600.000 persone,
pari al 2,8% della popolazione. Il
Nordovest assorbe il 32,70% degli
immigrati, il Nordest il 24,1 %, il
Centro meno del 30%, Sud e Isole
solo il 14%. Provengono da Alba-
nia, Bosnia, Filippine, Cina. Le re-
gioni che ricevono i lavoratori spon-
sorizzati sono la Lombardia con
3782, l'Emilia Romagna con 2460,
il Veneto con 1095 e altre sotto il
mille3. Tali cifre possono far decan-
tare l' allarme dell'orda d'assalto ,
ma sono destinate rapidamente a
crescere: dal 2001 il numero di Ru-
meni è aumentato di nove volte e
ancor più quello degli Albanesi.
Anche qut oltre a una regolamenta-
zione giuridico/economica, il futuro
immediato chiede decisioni concre-
te, modalità pratiche e progetti per
con-vivere tra genti diverse. Sembra
il punto cruciale della filosofia e
della politica del nuovo millennio.
Di fronte alle persone, nere o gialle
che siano, non posso accontentarmi
del rispetto reciproco, né sono suffi-
cienti l'accoglienza, la collaborazio-
ne o lo scambio di beni: io ti offro
auto e tu mi dai petrolio; io ti vendo
mele e tu banane; io ti testimonio la
mia solidarietà cristiana e tu la tua
preghiera in ginocchio sulla strada.
Non basta, perché restiamo quello
che eravamo. Il diverso invece deve
provocare dentro di noi un cambia-
mento, deve far nascere delle do-
mande: chi sono io, chi è l'immi-
grato, quali i diritti e i doveri reci-
proci. Quando avrò scoperto la mia
identità personale e quella di ognu-
no, sciolta dal legame geografico
e/o da una cultura, allora potrò agire
in rapporto agli altri.
PROSPETTIVE
Che cosa dovrebbero fare gli Ita-
liani in Germania, non è facile dirlo.
Quel che è certo è che si deve vivere
da persone tra persone sia in casa
sia in fabbrica sia allo stadio e in
chiesa ... Vengono alla mente gli in-
segnamenti di umanesimo e fede
cristiana, della Cabrini, di monsi-
gnor Scalabrini (in Germania metà
degli operatori pastorali sono della
sua congregazione) e di Don Bosco
che, sollecitato da Pio IX a inviare
salesiani in Argentina, diceva loro:
"Vi raccomando con insistenza par-
ticolare la posizione dolorosa di
molte famiglie italiane. Voi trovere-
te un grandissimo numero di fan-
ciulli e adulti che vivono nella più
deplorevole ignoranza del leggere,
dello scrivere e di ogni principio re-
ligioso. Andate, cercate questi no-
stri fratelli che la miseria e la sven-
tura portò in terra straniera". D
1 Abdelmalek Sayad, La doppia assenza.
Dalle illusioni del!' emigrante alle sofferenze
del/'emigrato, Cortina Ed., Milano, 2002.
2 Atti del Convegno Nazionale sulle migra-
zioni, Castelgandolfo, febbraio 2003.
3 OIM - Organizzazione Internazionale Mi-
grazioni - del 28/06/2002.
BS DICEMBRE 2003

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
"... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. li testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore:
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Te!.011.5224247-8 - Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
DICEMBRE 2003 BS
...J I NOSTRI MORTI
POACIANI METZLER CLELIA,
cooperatrice salesiana,
t Verona, il 18/01 /2003, a 74 anni
Moglie e madre buona, generosa ed ener-
gica! Nel 1978 Clelia divenne la nuova
responsabile del Laboratorio "Mamma
Margherita" presso l'Istituto Don Bosco di
Verona. Aveva già lavorato per alcuni anni
in quello del "Tusini" di Bardolino. A Vero-
na Clelia profuse tutta la sua esperienza e
capacità. Tutti la conoscevano nell'Istituto
e fuori come donna solerte, provvida e
disponibile. La sua vita era innestata su
una fede solida e generosa. Intenso era il
collegamento con le missioni salesiane alle
quali si spedivano tantissimi pacchi e offer-
te e si ricevevano tante lettere dai Missio-
nari . Resse il Laboratorio fino al 2001
quando si ritirò, adducendo come motivo la
cura dei nipotini, in realtà si stava manife-
stando un male che non perdona. Per fare
un atto d'amore verso i suoi cari e verso
quanti la visitavano, mantenne sempre una
grande serenità fino alla morte . Noi che
l'abbiamo avuta come amica qui in terra, la
sentiamo ancora vicina e continuiamo il
lavoro come lei lo voleva: intriso di pre-
ghiera e di buona volontà.
nascimento nell'ospedale - è una persona
piccola di statura, ma con un invidiabile
senso critico e, prima di tutto, una persona
umile e portatrice di pace".
GILLIO sig. Corradlno, exallievo,
t Torino, il 09/02/2003, a 78 anni
Per lunghi anni egli è stato insegnante alla
scuola elementare "Coppino", da tutti sti-
mato e amato per la preparazione profes-
sionale e la passione educativa con cui sa-
peva seguire e accompagnare i suoi allievi,
non solo negli anni della scuola, ma anche
dopo, nella loro vita professionale. Per tutti
egli era il MAESTRO per antonomasia.
Molte le attività di volontariato cui s'è dato
con esemplare dedizione, soprattutto a fa-
vore degli handicappati del Cottolengo. Nel
campo ecclesiale non si possono dimenti-
care la sua partecipazione attiva al consi-
glio pastorale e alla vita parrocchiale, co-
me anche il suo impegno come catechista
e accompagnatore degli adulti che si pre-
paravano al Battesimo e alla Cresima. Ex-
allievo della casa di Penango (1936-1941)
egli mantenne sempre un "cuore oratoria-
no", innamorato di Don Bosco e dell'edu-
cazione dei giovani. (F. Bergamelli)
MASOTTI Lanfranco,
exallievo e cooperatore salesiano,
t Roma, il 28/01 /2003, a 72 anni
SANVITALE Anna,
cooperatrice salesiana,
t Ortona, il 18/06/2003, a 85 anni
Quarantotto anni da cooperatore salesiano
e molti di più da exallievo: una vita per Don
Bosco. Uomo di talento, alla scuola sale-
siana ha appreso come essere onesto cit-
tadino e buon cristiano. Tale fu per tutta la
vita. Competenza e dedizione lo hanno
portato fino al Consiglio mondiale dell'U-
nione. Cooperatore dal 1955, è stato tra i
fondatori degli "Incontri di amicizia" per gio-
vani e famiglie nella realtà romana. Fu
sostenitore di molte opere: dalle missioni ai
centri di accoglienza per ragazzi difficili ;
dalle case famiglia per le ragazze madri
alla ricerca sul cancro . Generoso, discreto,
puntuale e preciso nelle iniziative suggeri-
tegli dalla sua "salesianità". Squisito nel-
l'accoglienza, era l'uomo del sorriso cor-
diale e della gioia schietta e sincera. La
grande partecipazione ai suoi funerali è
stato il segno della stima e dell'affetto che
godeva presso amici e conoscenti e pres-
so la famiglia salesiana romana . Il Signore
avrà raccolto ogni lacrima, ogni pensiero
nascosto, ogni più piccolo gesto di solida-
rietà di Lanfranco come doni che egli potrà
consegnare al Padre, frutto di una vita vis-
suta per amore.
CANCIANI sr. Santina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Très Lagoas (Brasile). il 22/01 /2003,
a 97 anni
Donna di grande fede , di vivace intelligen-
za, di carattere sereno e ottimista, cresciu-
ta nelle file dell'Azione Cattolica, abbracciò
con fervore l'ideale della militanza cristia-
na. Suoi campi di apostolato furono in par-
ticolare : l'attività di catechista (per 40
anni!): i suoi bambini della Prima Comunio-
ne non l'hanno mai dimenticata, anche da
adulti ; le pontificie opere missionarie che
prese ad amare come l'ideale della sua
vita; le associazioni dell'Azione Cattolica e
della Guardia d'onore al S. Cuore che la
videro sempre in prima fila, animatrice
instancabile; il gruppo delle Cooperatrici
Salesiane di cui fu membro zelante presso
la locale parrocchia dei figli di Don Bosco
presso i quali desiderò si celebrassero le
sue esequie. Tanto impegno ecclesiale fu
da lei congiunto , con infaticabile amore,
all'assistenza del fratello sacerdote e all'af-
fettuosa cura per tutti i suoi cari che ora ne
piangono la dolorosa scomparsa. (Mons.
Sanvitale Tommaso)
Venuta la sera di
uel giorno Gesù disse:
q "Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
Ha vissuto in pienezza la sua lunga vita di
FMA, missionaria nel Malo Grosso, dedi-
cando le sue energie come infermiera, re-
sponsabile anche della sala operatoria, e
in particolare come inferm iera notturna
negli ospedali di Campo Grande e di
Cuiaba. A 83 anni di età e dopo più di 50
anni di lavoro, nel 1989, il Governatore del
Malo Grosso conferì a suor Santina il
grado onorifico di Cavaliere dell'Ordine di
Merito. Pubblicamente così è descritta:
"L'Angelo della notte - appellativo di rico-
-"~<
~-
,<.
;
:.... -·
•-,--:.7
~ !J..... ......:
~ ---~-:-~~--:j~.-~:~~~; ~'°~ ~~ -

5.3 Page 43

▲back to top
LUNARIO
Il 1°, il Sole sorge alle 7.43 e tra-
monta alle 16.41; il 15, alle 7.57 e
alle 16.40. Luna piena 1'8; nuova
il 23.
LA FESTA
Si comincia il 6 con san Nicola di
Bari (il Santa Claus dei Paesi nor-
dici) , che porta doni ai bambini.
L'8, l' Immacolata , a Roma, in
piazza di Spagna, il Papa depone
una corona di fiori ai piedi della
colonna dedicata alla Madonna. A
Loreto e dintorni si accendono i
focaracci per illuminare il percorso
degli angeli che portarono la San-
ta Casa. Il 13 è santa Lucia :
patrona della vista, anticipa la
luce della nascita di Gesù ; nel
Nord-Est (le reliquie sono conser-
vate a Venezia) , è attesa per i
suoi regali. Poi , Natale , santo
Stefano e san Silvestro , che
segna l'inizio dell'anno nuovo.
IL NUMERO
Il numero 12 è frequente in molte
culture e tradizioni. Dodici sono
per esempio, le fatiche d'Ercole :
le tribù dell'antico Israele, gli apo-
stoli scelti da Gesù, i segni dello
zodiaco occidentale (si ripetono
dopo un anno) , gli animali dello
zodiaco cinese (tornano, invece,
ogni 12 anni). Ancora: sono dodici
le ore dell'orologio.
DIARIO DEL XX SECOLO
1° dicembre 1989". Giovanni Pao-
lo II riceve in visita il Presidente
del Soviet Supremo dell'Urss, Mi-
khail Gorbaciov.
2 dicembre 1933: in Germania il
partito nazista è l'unico riconosciut~.
2-5 dicembre 1964: viaggio di
Paolo VI in India.
3 dicembre 1971: seconda guer-
ra tra India e Pakistan .
7 dicembre 1941: il Giappone
attacca la flotta Usa a Pearl Har-
bour.
8 dicembre 1965: si chiude il
Concilio ecumenico Vaticano Il.
12 dicembre 1969: strage di
piazza Fontana, a Milano.
17 dicembre 1903: a Kitty Hawk,
nella Carolina del Nord, primo
volo di un aereo a motore, realiz-
zato dai fratelli Wright.
18 dicembre 1914: l'Egitto di-
venta protettorato inglese.
18 dicembre 1932: è fondata la
città di Littoria, oggi Latina.
21 dicembre 1988: un jumbo
Pan Am esplode in volo sul villag-
gio scozzese di Lockerbie: 270
morti. Lo scorso agosto Gheddafi
ha ammesso il coinvolgimento dei
servizi segreti libici.
24 dicembre 1999". Giovanni Pao-
lo Il apre il Grande Giubileo del
2000 .
25 dicembre 1942: il Giappone
occupa Hong Kong.
25 dicembre 1979: le prime divi -
sioni sovietiche entrano in Afgani-
stan .
27 dicembre 1908: terremoto a
Messina e Reggio Calabria; 100
mila morti.
27 dicembre 1948: in Ungheria i
comunisti arrestano il cardinale
Mindszenty.
29 dicembre 1916: assassinio di
Rasputin, monaco-consigliere del-
la zarina.
30 dicembre 1922: istituita l'U-
nione delle Repubbliche Socialiste
Sovietiche.
LA LENTE
Per l'annullo natalizio di Christkindl,
(Gesù Bambino), spedire un buono
risposta internazionale e il proprio
indirizzo a: Postamt, A-4411 Chri-
stkindl (Austria). L'Italia ha emesso
quattro francobolli e un foglietto per
il centenario del primo volo com-
piuto dai fratelli Wright. Dal Vatica-
no: splendida moneta d'argento da
1O euro per i 25 anni di pontificato
Savina Jemina
di Giovanni Paolo Il, e un franco-
bollo per la beatificazione di madre
Teresa. Dal Belgio: emissione spe-
ciale per i 1O anni della morte di
Baldovino. Dalle isole Far 0er: il
foglietto con il 100° francobollo,
opera di Czeslaw Slania, il più noto
incisore vivente. Da Vanuatu : un
foglietto per il primo e unico ufficio
postale sottomarino nel mondo.
LE MOSTRE
A Torino, la Gam ospita sino al 15
febbraio , Africa. Capolavori da un
continente. A Venezia, Gallerie del-
!'Accademia, sino al 22 febbraio,
Giorgione. Le maraviglie dell'arte. A
Padova, Palazzo Zabarella, sino
all'8 febbraio, I Macchiaioli prima
dell'Impressionismo, e nel Museo
Civico al Santo, sino al 25 gennaio,
Giuseppe Pino. Portraits 1964-
1998. A Trento, Museo di scienze
naturali, sino al 25 gennaio, Dentro
la conchiglia: i molluschi alla con-
quista del mondo. A Parma, Galle-
ria Nazionale, sino al 6 gennaio, Il
Medioevo europeo di Jacques Le
Goff. A Siena, S. Maria della Scala
e dell'Opera del Duomo, sino all'11
gennaio, Duccio da Boninsegna.
Alle origini della pittura senese. A
Roma , Scuderie del Quirinale, sino
al 6 gennaio, Metafisica. E, al Vitto-
riano , sino all'8 febbraio, Toulouse
Lautrec. Uno sguardo dentro la vita.
AUGURI
Italia
Francia
Germania
Gran Bretagna
Portogallo
Spagna
Buon Natale e Buon Anno Nuovo
Joyeux Noel et Bonne Année
Frohliche Weihnachten und ein gutes Neues Jahr
Merry Christmas and Happy New Year
Bom Natal, oppure Boas Festas
Felices Pascuas, oppure Felices Fiestas

5.4 Page 44

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Il viaggio in India continua a impattare
L'ODISSEA DI MANJU
di Giancarlo Manieri
- Bangalore, la sede del Parlamento.
Le storie dei ragazzi di
strada sono quasi tutte
uguali, in tutto il mondo.
Vicende di abbandono,
fame, violenze; avventure
di piccoli sbandati che
costituiscono un
problema a più livelli:
politico, sociale,
economico, religioso...
Come l'odissea di Manju.
A l Don Bosco Yuvodaya di
Bangalore, dopo le presenta-
zioni di rito e la visita ai lo-
cali, il direttore del centro soddisfa
un desiderio espressogli poco
prima, quello di udire la storia vera
di uno dei giovanissimi ospiti.
- Ce n' è uno, ma parla solo il
kannada, anzi il dialetto del suo vil-
laggio ...
- Beh, mi fornirà un interpre-
te ?...
Il sorriso - di commiserazione? -
comparsogli sul volto mi ha fatto
capire l'insulsaggine della doman-
o,cEMBRE 2003 BS
da. Qualche minuto dopo entrano
nel piccolo parlatorio due ragazzi:
lei, poco più che ventenne, apparte-
neva allo staff del centro; lui, un
quattordicenne alto e allampanato,
mi è apparso in atteggiamento guar-
dingo, sul volto che denunciava una
sofferenza a stento nascosta, mi
sembrò di scorgere un'ombra di stu-
pore interrogativo.
- Ciao, come ti chiami? Attesi
una risposta che non veniva, non
tanto per la traduzione in kannada
che si ridusse a poco più che un mo-
nosillabo, quanto per la reticenza
del ragazzo che prima di formulare
il monosillabo con cui mi ha gratifi-
cato, ha voluto rassicurazioni sull' o-
spite.
- Manju, balbettò infine.
-E da dove vieni?
- Egipura.
Se la conversazione avesse conti-
nuato con quella brevità scheletrica
di risposte, avrei dovuto formulare
qualche migliaio di domande per
conoscere tutto. Fortunatamente la
giovane interprete ampliava le ri-
sposte e chiosava gli interventi del
ragazzo con commenti e spiegazio-
ni appropriate. Così venni a sapere
che Egipura era un villaggio a circa
70 km da Bangalore, un te~po
ricco per le miniere d'oro, ora mi-
serabile poiché lo sfruttamento sel-
vaggio aveva prosciugato le vene e
l'intera popolazione s'era ritrovata
sul lastrico. Manju aveva i genitori
e un fratello. Quando di colpo il
papà se ne andò con un ' altra donna ·
che aveva già tre figli, aumentarono
le difficoltà, e toccò darsi da fare.
Per quanto piccolo (non aveva an-
cora sette anni) fu messo presso un
tale che lavorava coi bachi da seta:
doveva tirar via i fili dal bozzolo
per 1O rupie alla settimana, poco
più di 20 centesimi di dollaro, circa
450 delle vecchie lire. Niente con-
tratto, rivendicazioni, trattative,
ecc. Prendere o lasciare. Fu costret-
to a prendere. Poi anche la mamma
si risposò, con un ubriacone che
aveva altri due figli, e Manju ci
guadagnò un patrigno, non certo un
affetto.
SFORTUNA DI SERIE...
Le disgrazie non finiscono mai.
Manju ricorda con terrore le terribili
sfuriate del patrigno ubriaco di ar-
rack, un liquore di cocco che brucia
lo stomaco e ottunde il cervello. Da
vero incosciente un giorno il patri-
gno ne fece bere anche ai due figli
acquisiti. Il risultato fu che vomita-
rono anche l' anima! Poco tempo
dopo un altro fulmine si abbatté su
quella giovane vita già a pezzi, il

5.5 Page 45

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storie paradigmatiche degne di menzione.
Manju e la giovane interprete, durante l'intervista.
Un momento dell'intervista.
fratellino cadde in un laghetto e
morì annegato. Intanto la mamma
mette alla luce un 'altra bimba, ma
la famiglia si frantuma nuovamente
quando una notte nella stagione dei
monsoni, la pioggia sommerse e di-
strusse la capanna dove erano al-
loggiati. Il patrigno, accecato dalla
rabbia, cacciò via moglie e figli che
trovano un momentaneo rifugio
presso uno zio, anch'egli, ahimè,
alcolizzato che poco tempo dopo il
loro arrivo li incolpò di avergli sot-
tratto dei soldi e li buttò fuori di
casa anche lui. Stavolta trovano ri-
paro presso la sorella della mamma.
Ma la mala sorte sembrava non ab-
bandonarli un istante. Stavolta toc-
cò alla sorellina, nata da poco: per
una sfortunata circostanza ella ri-
mase gravemente ustionata, e la di-
sgraziata famigliola fu nuovamente
costretta a far le valigie (si fa per
dire! Le valigie loro non le hanno
Tutti i collaboratori hanno
un cartellino identificativo per
la polizia, compreso il direttore
(la foto mostra il suo), poiché
i salesiani e i laici che li aiutano
entrano dappertutto anche
in luoghi malfamati per avvicinare
i ragazzi di strada.
mai conosciute). Pensando di risol-
vere i suoi problemi, la donna pro-
vò a risposarsi, stavolta con un mu-
sulmano, peggiorando ancora di
più la situazione sia economica sia
affettiva, mentre della situazione
religiosa s'erano ormai perdute le
tracce.
DI MALE IN PEGGIO
Un brutto, bruttissimo giorno, i
due coniugi si recano a Chintamani
trascinandosi dietro Manju. Torna-
rono a casa con 5000 rupie, ma
senza il figlio. L'avevano venduto a
un tale che cercava un operaio (me-
glio dire uno schiavo) per la sua
mini azienda di bachi da seta. Anco-
ra fili da strappare per tutto il gior-
no. Manju non ne poté più e scappò
da sua cugina, ma la madre andò a
ripescarlo, riconsegnandolo al pa-
drone. Ma le difficoltà costrinsero
la sfortunata famigliola a emigrare
in un altro Stato, dove Manju si ri-
trovò a vendere ghiaccioli a 30 ru-
pie la settimana. Fuggì ancora, sta-
volta presso la mamma che nel frat-
tempo aveva avuto un'altra bambina.
Manju non tornò al lavoro, dovette
fare il "casalingo": baby sitter, cuo-
co, sguattero, provveditore ... L'en-
nesima fuga lo portò a Bangalore,
nella grande città. Finisce sguattero
in un albergo. Ci credereste? Dopo
la prima lunga lavatura di piatti il
nostro eterno fuggitivo sentì un do-
lore atroce alle mani. Le guardò:
sembravano diventate terra arata,
tutte screpolate, e dai solchi faceva
capolino il sangue. Allora la dispe-
razione lo avvinghiò come un ser-
pente la sua preda, la rabbia e l' av-
vilimento lo accasciarono. Capì che
era l' ora di fuggire. Di nuovo a
casa, di nuovo al vecchio deprecato
lavoro. I bachi da seta lo perseguita-
no. Ma Manju non sta più bene. Lo
stomaco gli fa sempre più male,
sembra voler lasciare la cassa tora-
cica... diarrea, vomito, giramenti di ·
testa diventano pane quotidiano.
S'allontana ancora una volta da casa
verso la città. A Bangalore final-
mente un amico, randagio come lui,
lo aggancia e gli parla dello Yuvo-
daya.
QUALCHE GOCCIA
DI SPERANZA
trova qualche amico, qualche
"padre" e "madre" che si prendo-
no cura di lui, senza costringerlo a
lavori umilianti, senza imporgli
nulla, senza chiedere alcunché in
cambio. E lo curano. E quando si
accorgono di non riuscire a miglio-
rargli la salute, inviano il test di
urina negli Stati Uniti. Il verdetto è
tubercolosi addominale avanzata.
Difficile da curare ... Ora lui confi-
da nei nuovi amici, nei padri sale-
siani.
Quando scrivo non so se Manju
ne è venuto fuori, quello che so è
l'incredibile storia "normale" di un
ragazzino, bisognoso di affetto e dei
suoi tentativi disperati di vivere la
sua adolescenza.
D
(Servizio fotografico del!' autore)
BS DICEMBRE 2003

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
UN UDITO
RACQUISTATO
Nella stessa comunità delle
Figlie di Maria Ausiliatrice, in
due diverse circostanze, abbia-
mo constatato l'intercessione di
santa Maria Mazzarello. Da
mesi alcune pratiche riguardanti
terreno e proprietà di immobili
erano tenute in sospeso per
questioni legali di irregolarità da
parte del proprietario preceden-
te. Furono fatti molti passi , ma
senza risultato. Tutto dava a ve-
dere che si trattava di sotterfugi,
per cui anche noi potevamo
essere coinvolti con penose
conseguenze. Abbiamo affidato
il caso alla Madre Mazzarello ,
pregandola con fiducia. Dopo
parecchie inchieste e tentativi di
chiarificazione, finalmente è
giunta la risposta proprio il 13
settembre, commemorazione
mensile della nostra Santa: ogni
cosa è stata chiarita e i docu-
menti della pratica, legalizzati e
riconosciuti , ci sono stati conse-
gnati. La seconda circostanza si
riferisce a una nostra consorella
che, da oltre sei mesi sofferente
per una grave infezione alle
orecchie , era giunta alla quasi
totale sordità. Cure medico-spe-
cialistiche e medicazioni per
oltre cinque mesi avevano fer-
mato l'infezione, ma l'udito non
dava segni di miglioramento ,
anzi erano sorte complicazioni
che impedivano l'uso di protesi
acu stiche e richiede va no un
cambio di medicazioni. Siamo
ricorse all 'intercessione di
Madre Mazzarello e abbiamo
applicato anche la reliquia della
Santa sulla parte infetta. Sospe-
se le medicazioni per ordine del
medico, dopo circa UrJ mese di
preghiere, la condizione è man
mano migliorata e la suora ha
riacquistato l'udito.
Comunità FMA di Nairobi,
KENYA
UN'ATTESA
CHE È GIÀ
RICONOSCENZA
Mio marito e io , da quando ci
siamo sposati abbiamo subito
des1derato un bimbo. Ma questo
nostro desiderio non veniva
ancora soddisfatto. Abbiamo
fatto non pochi tentativi , avva-
lendoci di tutti i suggerimenti
della medicina ma sempre
sen za alcun risultato . Quest'an-
no siamo venuti in Italia, dall'In-
ghilterra, per tentare altre cure.
Frattanto una nostra zia ci ha
dato l'abitino di san Domenico
Savio con il libretto. lo per tutto
DICEMBRE 2003 BS
il tempo della cura ho tenuto ad-
dosso l'abitino e ho recitato tutti
giorni la novena. Ora apprendo
dai medici che sto aspettando
un bambino e tutto fa supporre
che questa volta andrà bene.
Già questo risultato mi riempie
di riconoscenza che desidero
esprimere pubblicamente. Con-
tinuerò a portare l'abitino per
tutta la gravidanza e quando
nascerà il mio bambino, gli inse-
gnerò ad amare Domenico
Savio, suo santo protettore.
Fulgoni Daniela, Bardi (PR)
PIANSI
DALLA GIOIA
Mi sembrò una situazione di-
sperata. Mi avevano detto infatti
che mio marito aveva un tumore
al fegato , al 95% maligno. Mi ri-
volsi con tanta fiducia a Mam-
ma Margherita, Don Bosco e
Maria Ausiliatrice , recitando
tre volte al giorno il S. Rosario.
Il chirurgo per accertarsi sulla
diagnosi decise di fare un inter-
vento esplorativo, dopo il quale
mi comunicò che il tumore non
era maligno e che tale non
sarebbe diventato. lo al sentir
questo piansi dalla gioia e rin-
graziai di cuore i Santi da me
invocati.
Santos Cladys,
San José (Uruguay)
UN TIMORE
FUGATO
SI È ACCESA
medici mi avevano diagnosti-
UNA NUOVA VITA cato, in seguito a una tomogra-
fia computerizzata , un tumore
Dopo il nostro matrimonio siamo maligno al fegato . Ricevendo a
stati allietati dalla grazia di un casa mensilmente il Bollettino
bambino e di una bambina Salesiano, vi leggiamo le grazie
distanziati l'uno dall'altra di due ottenute per intercessione dei
anni e mez zo. Dopo qualche ' nostri santi. Nella mia grande
anno i nostri figli ci chiesero un angustia pregai e supplicai con
fratellino . Ciò concordava con il molta fede Alexandrina da Co-
nostro desiderio di avere una sta perché non si trattasse di un
famiglia numerosa. Ricordo la tumore maligno . Sono stata
gioia nei loro occhi quando final- esaudita perché nell'operazione
mente l'esito positivo delle ana- si è potuto constatare trattarsi
lisi ci annunciava che stava per solo di vasi sanguigni rotti , quin-
arrivare un loro fratellino o so- di solo tumore di sangue e per-
rellina. Dopo dodici settimane ciò niente di grave.
però il cuoricino del nascituro
cessò di battere . Avevamo il
cuore a pezzi anche perché non
Juan Munaretto,
San José (Uruguay)
sapevamo come affron·tare il
discorso con i nostri figli. Riu-
scimmo tuttavia con serenità a
Ml È BASTATO
far capire loro che queste cose
TOCCARE
possono accadere, e che essi
dovevano essere fieri d'avere Sono mamma per la seconda
un angioletto che li avrebbe pro- volta. Mentre aspettavo la na-
tetti per sempre dal cielo. Dopo scita della piccola Francesca
sei mesi venni a sapere dell'abi- Pia, una mia cara amica d'infan-
tino di san Domenico Savio. zia mi ha donato l'abitino di san
Lo indossai immediatamente , Domenico Savio. Ho pregato
ancor prima d'essere incinta. Il intensamente affinché tutto
mese successivo ero di nuovo
felice perché nel mio grembo si
era accesa un 'altra vita. Per
tutta la gravidanza mi sono s·en-
tita protetta da quell'abitino , ed
ero sicura che tutto sarebbe
a~dato bene: così è stato. Dopo
nove mesi è nata Maria, gioia
nostra e dei nostri figli.
Barbara, Loreto
andasse per il meglio, visto che
nella prima gravidanza erano
sorti problemi. Prossima alla
data del parto, ho indossato l'a-
bitino. In sala parto, a un certo
punto le cose si eomplicarono.
Forse si rendeva necessario il
taglio cesareo . Ma mi è bastato
toccare con la mia mano l'abiti-
no che indossavo, per sentire
subito una gran forza e la cer-
tezza di potercela fare. Infatti la
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
fir mate e senza r~capito. S_u
richiesta s1 potra. omettei e
piccola Francesca Pia è nata
poco dopo, senza alcun proble-
ma.
Rosel/ina Ferrara, Cosenza
l' indicazione del nome.
Suor Eusebia
Pa lomino
CASI DI VISIBILE
PROTEZIONE
Una mia nipote ha subito un
intervento ch irurgico in lapa-
roscopia , ritenuto di routine,
ma così non è stato. A causa
di una sopraggiunta settice-
mia e un succ essivo inte r-
ve nto, la vita della ragazza è
rimasta in pericolo grave per
parecchi giorni. Sono ferma-
mente convinto che si deve
solo all'intercessione di suor
Eusebia Palomino se mia
nipote è ancora tra noi. In
un'altra circostanza, a causa
di una situazione molto ditti-
cile , aggravata da malattia
mentale, avrebbe potuto
succedere una tragedia in
famig lia. Ma per intercessio-
ne di suor Eusebia Palomino
questa è stata evitata e si è
raggiunto un buon equilibrio.
L. D. A.
Mons. Ignazio Stuchly Mons. Ottavio Ortiz
C'ERA MOTIVO
PER
PREOCCUPARSI
Una mia cugina con una bimba
di tre anni si trovò nuovamente
in attesa di un altro bambino.
Aveva motivo di essere preoc-
cupata, dati alcuni precedenti.
lo le inviai subito l'abitino di san
Domenico Savio. La gravidan-
za fu molto delicata e lei dovette
sottoporsi a un riposo quasi
continuo. Alla preghiera della
mamma si univa ogni giorno
quella innocente della figlia di 3
anni. Tutto andò bene . Benché
nata con un anticipo di due gior-
ni , non ci fu bisogno di alcuna
attenzione particolare e dopo tre
giorni fece ritorno a casa.
Sr. Carmen Martfnez G6mez,
Madrid

5.7 Page 47

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Signor
CANCIO PETRUZIO
Un coadiutore salesiano nativo
di Sondrio. Da sempre conosciuto
come don Gancio, maestro
ebanista, intagliatore, scultore
e disegnatore... Ha ricevuto
r_iconoscimenti religiosi e civili.
E da tutti stimato e amato.
Ora si trova a El Campello.
Signor Petruzio, come mai si trova in Spagna?
Era il 1941 quando mi è arrivata l'obbedienza di trasferirmi dalla
Casa Madre di Torino, a Bacellona Sarrià in Spagna, perché la terribile
guerra civile aveva falcidiato i salesiani.
Immagino che ormai si senta più spagnolo che italiano, dopo
quasi 50 anni di permanenza... o sbaglio?
Non sbaglia. Mi ci sono trovato così bene che considero la Spagna
la mia patria. Mi hanno conquistato il modo di fare e di parlare, la cul-
tura, la bontà della gente e il fatto che la parte più "fruttuosa" della
mia vita l'ho vissuta qui.
Qual è il ricordo più vivo che ha dell'Italia?
Il ricordo più vivo non è purtroppo anche il più felice: sono partito
dall'istituto Rebaudengo di Torino alle tre del mattino dopo un terribile
bombardamento. Immagini lo stordimento, l'apprensione, la paura... i
palazzi crollati, i morti ... Ce l'ho ancora dentro.
Lei è un po' eclettico: dipinge, suona, scolpisce, aggiusta mac-
chine e motori... Dove ha imparato?
Sì, in effetti non sono un gran che... sono un "factotum!" che può
anche significare che si sa fare poco di tutto ... Comunque ho imparato
prima di tutto da mio padre: anche lui era un "factotum", così pure i
miei fratelli; insomma è una malattia di famiglia! Poi mi sono un po'
perfezionato al Rebaudengo: lì era davvero una scuola seria e dura.
Quale di questi mestieri ama di più, quale le ha dato più soddi-
sfazione?
La mia vera vocazione è intagliatore ebanista. Alcuni lavori in que-
sto settore mi hanno davvero dato grandi soddisfazioni perché sono
stati molto apprezzati.
E quali sono stati i momenti più difficili del suo apostolato in
Spagna?
Lo vuole proprio sapere? Ebbene, non ci sono stati momenti particolar-
mente difficili. Qui io mi sono trovato bene sempre con tutti, confratelli
salesiani e ragazzi, e anche genitori e colleghi insegnanti. Può apparirle
strano, ma è proprio così. Ecco perché considero la Spagna la mia patria.
E quali sono i ricordi più ... ricordàti?
Quelli che mi hanno permesso di essere quello che sono. A parte la
mia professione religiosa, il ricordo che mi è sempre presente è il su-
peramento dell'esame di "Maestro d'arte" e l'abilitazione come "Mae-
stro intagliatore". Questi due piccoli titoli mi hanno permesso di inse-
rirmi nel mondo della scuola e di conoscere tanti ragazzi ai quali ho
cercato di dare quanto avevo ricevuto e non solo a livello professiona-
le, ma anche secondo la mia vocazione, a livello religioso. E ho tanti
exallievi che mi vogliono bene.
ocus
GUMEDE
Ha 9 anni e fa la piccola
venditrice di legumi in una
strada del villaggio. Orfana in
una terra di 01fani: l'AIDS ha
fatto strage tra i neri del Suda-
frica e tanti, troppi bambini si
ritrovano a sbarcare il lunario
da soli, anche se hanno 6/8/10
anni. Le vogliono bene tutti,
benché non possano aiutarla
perché tutti hanno problemi di
sopravvivenza. Le vogliono
bene perché Gumede canta
come un angelo. Si fermano
per ascoltarla e alla fine hanno
le lacrime agli occhi. Ora Gu-
mede canta per tutti. Ha fatto
società col fratello più grande:
lui le fa da manager e scrivono
insieme musica e parole. La
conoscono in tutto il Sudafrica
e molti fremono a sentirla. Lei
canta il terrore di bambini
come lei che muoiono col pan-
cino gonfio d'aria, o uccisi
dall'AIDS o dall'Ebola. Canta
la tragedia di quegli altri bam-
bini sulla cui testa piovono
bombe invece che pioggia, la
disperazione ·di quelli costretti
a vivere sulla strada o nelle
fogne, disperatamente soli. Can-
ta dei bimbi vittime di violen-
ze, di stupri, di commerci in-
degni, vittime dell 'avidità, del-
la cattiveria... "Canta, piccola,
canta! Chissà che qualche co-
scienza prenda coscienza di
avere una coscienza!".
BS DICEMBRE 2003

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
INSERTO CULTURA
di Natale Mattia/i
Il "Museo" della vita contadina
CASA NOSTRA
di Giovanni Eriman
Un salesiano artista
I
D.
:E
(.)
w
Nzw
IC
ii:
e
uo
ii:
Il.
:::,
èù
di Giancarlo Manieri
L'uragano sulla pelle
FMA
di Graziella Curti
L'università che dà voce ai poveri