Bollettino_Salesiano_200310

Bollettino_Salesiano_200310

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PADRE E MAESTRO
di Pascual Chavez Villanueva
I MILLE VOLTI
DI DON BOSCO
TEMPI DURI
PER LA FEDE
IB
Don Bosco visse in tempi in cui la fede veniva messa a dura
prova dalla "progrediente rivoluzione liberale" (Braido),
e la Chiesa, stretta tra "perverse dottrine sovversive",
era chiamata a una strenua difesa della sua integrità dottrinale
e all'indipendenza dal potere politico.
E' stato scritto che l'espressio-
ne come se vedesse l'Invisi-
bile è "la descrizione più feli-
ce della fede che esiste .in tutto il
NT" (J. Moffatt) . La fede , COSÌ defi-
nita, consiste nell'adesione a ciò
che è reale , anche se non ancora
sensibile; il credente che vive come
se vedesse l'Invisibile non ha biso-
gno di vedere per credere, come
pretendeva Tommaso l'incredulo
(Gv 20 ,29) ; gli basta credere per
vedere, come Mosè, anche ciò che
per definizione è invisibile , Dio in
persona (Es 33,23).
O L'autore di questa definizione
ha voluto con essa superare il
disincanto di una comunità che
viveva una situazione critica:
dispersa in un mondo che le era
ostile , non sapeva trovare ragioni
per la speranza; la fedeltà diventa-
va un onere pesante , perché i suoi
membri non erano preparati ad
affrontare le nuove sfide ; era costi-
tuita da credenti veterani che non
potevano però più contare sull 'ap-
poggio di coloro che li avevano
educati nella fede , pe rché ormai
scomparsi. Così questi cristiani
'ebrei ' vivevano stanchi di aspettare
la realizzazione delle grandi pro-
messe della loro fede, e sfiduciati
per non aver ricevuto da essa altro
che difficoltà e persecuzioni. È a
loro che , per la prima volta, la fede
viene presentata come se fosse
una visione dell'Invisibile.
in quei cristiani. Nell'Europa "post-
cristiana" si vive attualmente una
situazione di stanchezza della fede,
di diaspora spirituale che potrebbe
caratterizzarsi , prima di ogni altra
cosa , per una sensazione, impalpa-
bile ma profonda, di sradicamento
e di esilio. Sembrerebbe che la
fede ci renda stranieri in un mondo
che ci diventa sempre meno fami-
liare , nel quale siamo considerati
un di più, quasi un bubbone. A vol-
te l'indifferenza , provocata da una
fede e da una presenza deboli, può
giungere ad assumere il volto del-
l'ostilità: ciò spinge il credente a rin-
cantucciarsi in sagrestia, a fare del-
la fede una questione privata, sen-
I Michele Rondoni (Fotografia Alfieri)
Don Bosco con zucchetto.
Torino, 1868.
Originale, stampa all'albumina
cm 9,8x13, 8.
za manifestazioni pubbliche e sen-
za impegno sociale , quasi che in
quest'epoca dominata dalla scienza
e dalla tecnica, fosse una vergogna
credere in Dio. Date queste pre-
messe, è inevitabile che la vita di
fede diventi per noi onerosa, per-
ché ci colloca controcorrente. E
allora ... bisogna imparare dal sal-
mone a nuotare controcorrente per
risalire sino alla sorgente. Ancora
di più , in queste circostanze biso-
gna imparare a fare degli stessi
ostacoli una piattaforma di lancio
per saltare più in alto, con maggior
decisione ed energia. Soltanto così
O Non ci vuole molta Immagina-
zione per vedere noi stessi riflessi
OTTOBRE 2 003 BS

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potremo supe rare il pericolo di
conformarci ai valori e alle mode
del momen to, soltanto così potre-
mo riconfermare la decisione di
vivere la vita in modo alternativo,
assumendo la responsabilità della
nostra fede davanti al mondo . In
tempi di di'sincanto siamo chiamati
a ribadi re la fedeltà agli ideali della
fede, e testimoniare gioiosamente il
Dio in cui crediamo.
Abbiamo bisogno di ricordare
Don Bosco . Anche lui è passato
attraverso "l'esperienza di tempi
che sembravano tristissimi a causa
dell'imparabile fenomeno dell 'apo-
stasia e della scristianizzazione" (P.
Stella) . E, ciò malgrado, in essi ha
saputo vedere Dio, per quanto fos-
se invisibile . Abbiamo bisogno di
non dimenticare che siamo nati da
tanto padre , e siamo ered i delle
sue gesta. Saremo degn i figli e
discepoli se riusciremo anche noi a
preavvertire la presenza di Dio nel
nostro mondo che sembra senza
Dio, tra i nostri giovani che sembra-
no indifferenti alla sua presenza e
impermeabili alla sua azione.
Abbiamo già, come membri
della Famiglia Salesiana, una lun-
ga storia di convivenza con Dio di
cui riappropriarci , perché costitu isce
il nostro capitale più importante e
decisivo. La fede di Don Bosco ha
fatto storia; e questo è il nostro
patrimonio , una eredità che si
difende se la si assume , dei beni
che si devono prendere a carico
per poterli trasmettere: l'oratorio
come tipo di presenza, i giovan i
poveri e abbandonati come desti-
natari, l'educazione come campo
di lavoro, l'evangelizzazione come
orizzonte e meta, il sistema pre-
ventivo come metodo e come spiri-
tualità. Essi sono la miglior garan-
zia che possed iamo per affrontare
l'ora presente , dissipando la paura
del futuro. Abbiamo già più di cento
anni di storia; avremo "secoli di
futuro" (E . Viganò) se riusciamo a
vivere , imitando Don Bosco , come
chi vede l'Invisibile.
I Il credente non ha bisogno
di vedere per credere, come
pretendeva Tommaso (Gv 20,29);
gli basta credere per vedere,
come Mosè.
Ottobre 2003
Anno CXXVII
Numero 9
In copertina:
Una società come
l' attuale non ai uta
i giovani a scendere
dentro se stessi e a fare
sce lte contro corrente.. .
A l contrario ha un forte
potere condizionante.
Ma i giovani.. .
Foto: Cipriano Demarie
M ensile di informaz ione
e cultura religiosa edi to
dall a Co ngregaz ione Sales iana
di San Giova nni Bosco
Direttore :
GIANCARLO MAN IERI
- CHIESA
12 U n'altra sfida di papa Wojtyta
di Silvano Stracca
- G1ovAN1
14 La fatica di "guardarsi dentro"
di Vito Orlando
- ANNIVERSARI
18 Don Bosco austroasburgico
- 1NSERTO CULTURA
23 Il museo Rawson
- FMA
28 Ani matore di strada
di Stanislaw Z imniak
di Natale Maffioli
di Bruna Crassini
- SFIDE ETICHE
38 M ori re come...
di Giovanni Russo
RuBRICHE
2 // Re ttor Maggio re - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia e nel
mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 20 Prima Pagina 1 - 21 Prima Pagina 2
- 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor J. - 30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco -
36 Movimento Salesiano - 37 Laetare et benefacere - 40 Dibattiti - 42 I nostri morti -
43 // m ese - 44 Viaggi - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus .
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Ernesto Gatto ni - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
~:rr~~~: n~~~u~T~r~~b~1;?tc~ii1r~~ti~bY~1°s~~~r~~?
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Sil vano Stracca
Fotoreporter : Santo Cieco - Cipriano Demari e
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafi co e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperato ri: Utticio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffu sione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s. r.l. - Torino
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È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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e-mail : <donbosconelmondo@sdb.org>
11 BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 55 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni,
più di quelle in cu i operano I salesiani.
Associato alla
U nione Stampa
Periodica Italiana
BS OTTOBRE 2 003

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di Carlo Di Cieco
RIBELLARSI
A SISIFO
-
Il mito di Sisifo ci parla di un uomo che lavorava bene e con
pazienza. Ma senza nessuna prospettiva. Il suo orizzonte finiva
in cima alla salita verso la quale spingeva il suo sasso che poi
sarebbe caduto, per ricominciare inutilmente a spingerlo in su.
E' la figura di chi abbandona la
speranza. Una figura familiare
che si aggira nelle nostre case,
nei centri della politica e
dell'economia, nelle reti della
burocrazia, nei modelli propagandati
di vita alla "Grande fratello".
Ma Sisifo e tutti i suoi cloni del mondo
scacciano dalla vita la credibilità della
speranza cristiana.
Sisifo è il grande sacerdote del
conformismo al presente. Mentre -
sostiene un grande teologo del nostro
tempo - chi spera in Cristo non si
adatta alla realtà così com'è ma
comincia a soffrirne e a contraddirla.
Nel mondo che va storto
specialmente per coloro che il vangelo
chiama "beati" (i poveri , i miti, i puri di
cuore, i misericordiosi), non basta più
una generica speranza. Magari di
vincere una schedina per "la svolta"
della vita. O che gli indici di borsa
possano risalire dopo una fase
depressiva. La speranza , in un
mondo che ha il culto del denaro e dei
suoi derivati, è come una bellissima
sconosciuta (o sconosciuto) che
quando la vediamo sparire dietro
l'angolo, ci intriga, il cuore sobbalza e
ci accorgiamo della sua devastante
perdita, nella convinzione segreta che
l'averla incontrata prima ci avrebbe
cambiato la vita.
O In un mondo ingolfato di cose e
scandito dalla teoria che la vita vale se
ci ingombriamo di averi e possessi,
denari e successi, siamo disabituati a
sperare. Il futuro non ha certezza e
quindi è irrilevante. Anch~ in religione
scopriamo di venerare un Dio diverso
da quello che ci ha raccontato e
testimoniato Gesù di Nazareth, che ha
osato dirsi suo figlio pagandolo con la
morte. Ma Dio lo ha risuscitato
aprendo uno squarcio impensabile
nella storia del mondo: non c'è nessun
compimento, nessuna fine della storia,
prima del suo ritorno. Con buona pace
OTTOBRE 2003 BS
dei miliardari che pensano di fermare
la storia o di averla fermata alla
caduta del Muro di Berlino. Ma a
questo tipo di speranza siamo solo
vagamente introdotti. Maestri sono rari
e trovarli è davvero fortuna.
o Anche il "ripartire dagli ultimi", la
prospettiva che la Chiesa italiana si
è data e che ogni tanto diluisce nei
meandri di mille altri percorsi , resta
duro senza la speranza cristiana. Il
teologo Moltmann dice che la
speranza fa delle comunità cristiane
un elemento di perenne disturbo
nelle comunità umane che vogliono
diventare una città stabile.
O Si constata, invece, che la
speranza esula alla grande dai piani
educativi di qualsiasi scuola . Anche
l'ultima riforma proposta ama
Jnettere in cima ai pensieri più
competizione che capacità di
speranza. E nelle famiglie, di questi
tempi, sperare è davvero da zombi.
Quelle benestanti hanno altro da
amministrare e quelle in difficoltà
impiegano il tempo ad asciugare
lacrime e rifarsi dalla fatica. Sono
certamente rare le persone che
possono dire di aver incontrato
qualcuno che li ha educati a sperare.
E il futuro , anziché riempirci di gioia,
ci inquieta con la sola certezza della
morte.
Il passaggio oscuro che ci lascia
senza parole e genera il panico
dell 'abbandono.
Pure Dio, secondo i canoni
correnti, lo pensiamo al passato,
"antico di giorni". Più di rado·come
colui che sarà sempre presente con
noi, colui che verrà a rinnovare la
faccia della terra, come colui che
non promette a vuoto come i politici
di turno. Credere nel Dio della
speranza cristiana scardina un sacco
di cose che sembrano inamovibili
perché rimette l'uomo in circolo,
liberato e rigenerato.

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bene finora e che oggi appare Forse non aveva tutti i torti... montabili di governarla diret-
uno straccio logoro. Quel che Se per i giovani è facilissimo tamente ne fecero un protet-
voglio dire è che ci si trova ad cambiare, per chi ha lottato torato mettendo sul trono un
affrontare un'epoca di pas- una vita per essere quello che re "sotto tutela". Fu in que-
saggio e un cambio drastico è, per formarsi le idee che si sto periodo che a un' illustre
non solo di metodiche educa- è formato, per convincersi signora inglese, Gertrude Beli,
tive, ma anche di pensiero. .. che il modo di applicare il Si- un po' avventuriera, amica
È ovvio lo sconcerto, lo smar- stema Preventivo è quello del leggendario Lawrence clAra-
rimento, lo sconforto di con- giusto... te l'immagini la fati- bia, e mandata a Bagdad co-
statare che ciò che ti riusciva ca che deve affrontare per me ufficiale del/' esercito in-
OALESIANI
tanto bene adesso ti riesce scalzare certi plinti monolitici glese, venne in mente di riu-
tanto male, ciò che incideva sui quali aveva innalzato le nire il territorio dalle sorgenti
TRADI- profondamente adesso non sue certezze?
del Tigri fino allo Shat el
TORI?. Carissimo di- scalfisce neppure, un modo di Detto questo una cosa resta Arab... così nacque l'Iraq.
rettore, [...] frequento da agire che dava frutti promet- intatta e sacrosanta tra tanto Non fu una gran bella idea,
molti anni i salesiani. Ciò che tenti nella direzione voluta, sconcerto, ed è il fatto che i perché nello stesso territorio
scrivo non è rabbia, ma dolo- oggi sortisce effetti indeside- salesiani vi vogliono ancora si trovarono a convivere, scii-
re, il dolore di chi si sente rati quando non opposti. ..
bene. Fino alla follia: sì, caro ti (la maggioranza), sunniti e
"tradito"! Sto notando con di- Ma non credere che i salesia- Samuel,fino alla follia di fare curdi più altre minoranze. In-
spiacere che i Salesiani sono ni non si muovano, non si in- "cagnara" tra loro per causa trighi, rivalità , scontri ideolo-
sempre meno salesiani... si terroghino, non si mettano in vostra, per fare chiarezza in gici, rivolte e tradimenti di-
occupano sempre meno dei crisi. Tutt'altro : interpellano un mondo giovanile che si è vennero pane quotidiano. Fin-
giovani, e rivolgono la loro sempre più frequentemente i complicato da morire...
ché non arrivò al potere, aiu-
attenzione agli adulti, ai geni- loro sociologi, i loro analisti, Ti voglio fare un esempio e fi- tato da inglesi e americani,
tori [.. .] Gli oratori sono sem- i loro pedagogisti. Si fanno nisco: hai un nonno/a abba- Saddam Hussein, sunnita, uo-
pre meno popolati [... ] Mi convegni, meeting, giornate di stanza anziano/a? Prova a mo senza scrupoli che con
sento abbandonato da quelli studio, raduni su tematiche vedere come se la cava a na- metodi brutali estese e conso-
che hanno promesso a Dio di specifiche, discussioni anima- vigare in Internet, a inviare lidò il suo potere, facendo
servirlo nei giovani [... ]
te. Quasi ci si accapiglia! SMS, a maneggiare i vari fuori senza tanti éomplimenti
Tutto ... per capire, per racca- programmi del pc, a usare gli avversari.. . Siamo ormai
samuel...@... pezzarsi, per trovare il bando- una play station... Per voi nel 1968. A Saddam dagli
Caro Samuel...@. ..,
lo della matassa! Ti vorrei far questi mezzi sono come USA arrivarono ogni sorta di
Forse un motivo c'è d{questa assistere a certe discussioni un'appendice di voi stessi, aiuti soprattutto armi e tecno-
"difficoltà" di alcuni salesia- dei salesiani: vedresti con i per molti salesiani assomi- logia con cui il rais poté svi-
ni - ma non di tutti - a capire tuoi occhi e sentiresti con le gliano di più ali' appendicite! luppare la sua potenza chimi-
e servire i giovani di oggi tue orecchie con quanta pas- Ma arriveremo ad essere di ca e batteriologica.. Nel 1961
come si richiede che siano sione e trepidazione affronta- nuovo in forma, ci puoi giu- gli inglesi avevano fatto in
serviti, ed è il fatto che stanno no il tema a loro più caro, e rare .
modo che il Kuwait, territorio
"invecchiando" e le giovani cercano di rilanciare il cari-
della provincia di Bassora
I'!, leve sono poche di fronte alla sma. Sanno benissimo che de-
crescente necessità di una po- vano venirne a capo, perché
UALE STORIA? Ca-
ma da tempo sotto il loro pro-
tettorato , divenisse indipen-
polazione giovanile "smarri- ne va della loro vocazione, .:;,,/ ro Direttore, è proprio dente: avevano tutti gli inte-
ta" tra le strade "tecnologi- della loro sopravvivenza.
vero né Iraq né Kuwait esiste- ressi a creare uno statere/lo
che" moderne. Sottolineo stra- Ho parlato qualche tempo fa vano, e che sono stati creati da debole per poterne controlla-
de tecnologiche per marcare con un vecchio salesiano, di inglesi [...] e americani? [...] re le grandi potenzialità pe-
la .radicale diversità dell' ap- quelli che a suo tempo erano
proccio rispetto ai tempi della tra i più "quotati". Mi ha
mia fanciullezza ... in cui le · confidato, quasi con le lacri-
Provo
a
dirti
Fily, Roma
qualcosa in
trolifere. Nel 1990 Saddam
ebbe l'infelice idea di andar-
selo a riprendere. E firmò la
strade erano strade e non me agli occhi, una cosa che poche righe. Se ci riesco. L'I- sua rovina. Questo è solo lo
c'era possibilità di equivoci!
Convengo · con te su alcuni
punti della tua e-mail; c'è
probabilmente da "ripensa-
ha definito inaudita: "Sai che
cosa sta capitando? Quello
che non avrei mai sospettato:
finora sono stati i giovani a
raq è una parte del/'Antica
Mesopotamia, la terra com-
presa tra i due fiumi Tigri ed
Eufrate. Era dei Sumeri, fu
scheletro della storia, che si
presenta ben più complicata: ·
la lascio alla sua lettura.
re" la pastorale giovanile te- chiedere consigli, a sollecita- poi degli Assiri, e via via di
nendo conto delle mutate con-
dizioni sociali, dello sconvol-
gimento dei tempi e degli
orari, dei mutamenti del /in-
guaggio, del/' incredibile am-
pliamento dei mezzi di comu-
nicazione a disposizione, ecc.
Tutto questo ha scombinato
totalmente un modo di pensa-
re e di agire che era andato
re di essere capiti, a esigere
di essere aiutati a cambiare.
Adesso, caro direttore, adesso
siamo noi salesiani che chie-
diamo ai giovani di essere ca-
piti, di avere un po' di pazien-
za, di concederci più tempo
per assorbire la civiltà tecno-
logica, noi che siamo figli di
una civiltà umanistica!".
Babilonesi, Persiani, Mace- ~EPARARSI... Che
doni, Romani, Parti... Verso
il VII secolo passò sotto il do-
minio arabo/islamico . Poi fu
la volta dei Mongoli , quindi
dei Turchi di Tamerlano .
Conquistata infine dagli Otto-
mani, la tennero finché gli
onnivori inglesi se la presero,
ma viste le difficoltà insor-
l;;J spiegazione c'è se un
uomo sposato non ama più
sua moglie, ma un'altra
donna e si separa? Dio secon-
do lei prende in considerazio-
ne le tentazioni del 3° millen-
nio (evolute come ogni altra
realtà)?!
erast ... @ ...
OTTOBRE 2003 BS

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Carola erast.. .@.. .
miglia cellula costitutiva e in- operazione semplice e gran-
Lei vuole una spiegazione sul sostituibile della società la de, quella di divorziare da se
perché due si separano? Do- cui forza si trasmette ali' inte- stessi! Questa è operazione
vrebbe chiederla a loro, più ro corpo sociale.
essenziale se si vuole essere
che a me, certamente gliene Al contrario chi pensa che "due in una sola carne" per
snocciolerebbero qup,lche quel giuramento sia solo un tutta la vita, come vuole la
centinaio "su due piedi". Io contratto fa presto a convin- Bibbia, due capaci di guarda-
al massimo posso tentare cersi che tale forma di lega- re nella stessa direzione, di
qualche riflessione... Fino a me possa essere rescisso, ma- comprendere che l'amore ha
che punto le spiegazioni che gari per cercarne uno più nel suo DNA qualcosa che lo
offrono due coniugi che deci- vantaggioso o gratificante. In rende esclusivo e li prepara
dono di separarsi siano vere, una unione tra due persone, ad accettare e vincere la sfida
credo costituisca il rompica- vanno reciprocamente accet- della fedeltà.
po più complicato e difficile tati del proprio partner pregi
che esista, perché così è fatto e difetti... Con questo baga-
'1j/ ... "questo guazzabuglio del glio, comune a tutti gli uomi- r..NCORA PUDORE
cuore umano". L'unica cosa ni, è necessario imparare a
Gent.mo direttore, a
certa di tutta la vicenda resta
"il fatto" nudo e crudo della
separazione che è traumatico
di per se stesso, quasi sempre
convivere; in caso contrario è
come se si volesse sposare
non una persona ma un mani-
chino, una bambola gonfiabi-
proposito di pudore, mi è pia-
ciuta la risposta data a Daria
di Roma (BS giugno 2003
n.d.r.) ... Mi permetta di se-
lo è per i figli, e non di rado
anche per gli stessi protago-
nisti. E fuor di dubbio , per-
ciò, che si tratti di una tristis-
sima vicenda per chi crede
nel!' amore come fatto unico
nella vita di un uomo, per chi
ha scommesso sul!' uomo (o
la donna) della sua vita, per
chi crede nella sacralità in-
dissolubile del vincolo e, an-
le, uno strumento di piacere,
o un mecenate pronto a sod-
disfare ogni capriccio, o uno
schiavetto ...
Quanto poi alla faccenda
delle "tentazioni del 3° mil-
lennio" (immagino che siano
quelle attinenti al matrimo-
nio, ma mi sfugge il senso di
evolute!), non so quanto ab-
biano di diverso da quelle del
gnalarle un bel libretto che
potrebbe essere utile a chi ne
vuole sapere di più: "Pudo-
re... se ci sei batti un colpo".
Si può richiedere con offerta
libera a re. Enzo Boninsegna,
Via Polesine, 5 - 37134 Vero-
na. Può pubblicare questo an-
nuncio?
Gesualdo, Grosseto
cora, per chi considera la fa- 2° o del 1°, né mi rendo conto Eccolo pubblicato.
di quanto siano cambiate ri-
APPELLI
L'associazione "AUGE-
RE" cerca volontari dispo-
sti a prestare la loro opera
per un periodo di tre/sei
mesi in Rwanda a favore
di .bambini orfani e handi-
cappati. Associazione AU-
GERE c/o Gianfranco
Lanzani, via Fiume Se-
rio, 4 - 23808 Vercurago
(LC).
spetto a quelle che avevano i
r.,nio nostri avi cavernicoli! Ora
1,,;J come allora se ne presentano
IL 85! Caro di-
rettore, giorni fa ho rin-
decine al giorno di tentazioni. venuto una copia del vostro
Ebbene, di fronte alle tenta- bellissimo e interessantissimo
zioni si può resistere o cede- BS su un sedile di un autobus.
re. Non ci sono altre strade, Non lo volevo prendere per-
come lei ben sa. La qual cosa ché credevo che si trattasse
- resistere o cedere - mi pare delle solite "Torri di guardia",
dipenda dalla maturità del ecc. Invece con mia grande
soggetto, dal suo spessore va- sorpresa era la rivista da lei
loriale, dalle sue convinzioni, diretta. E mi è piaiuto così
dalla sua fede, dal come e tanto (per come è scritto, per
quanto riesce a guidare se le idee, per gli argo!l}enti. .. )
stesso/a ...
che ho deciso di diventare
Sono un collezionista di
immaginette sacre antiche
e pastori di argilla. Chi mi
aiuta? Io potrei inviare im-
maginette nuove. Pagliaro
Anna Maria, e.so Um-
berto 1°, 4 - 87032
Amantea (CS).
La vita a due può essere un
inferno, e spesso capita che
lo sia perché i due prima di
fare il grande passo, e co-
struire una nuova comunità,
cioè prima di "metter su fa-
miglia", come si suol dire,
non hanno proceduto ad una
una vostra abbonata. Lo
diffonderò anche tra amici ...
Mariaelena, Roma
Grazie, cara signora, di
cuore... E mi fermo qui, se no
mi viene da raccontarle la fa-
tica che costa, ecc. ecc. ma
poi penso sempre alla frase
Se avete piacere di corri-
spondere con me, di fare
amicizia, sono Barile
Francesco, Via Sapri, 4 -
70038 Terlizzi (BA).
che qualche buontempone mi
--------.-:~=b7 .ha inviato via e-mail: "Nes-
ft;'!~ Non ci è stato possibile pu - sun uomo è così impegnato
blicare tuttedle l~ttere
da non avere il tempo di rac-
nute _in re p~~~~;d~remo a contare a tutti quanto sia im-
!~~s~:;;:;~ alla pubblicazio- pegnato!".
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS OTTOBRE 2003

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QNITALIA . _N_E_L_M_O_N_D__ O _ _ _ _ _ _ _ _ __
UNIVERSITÀ LA
SAPIENZA, ROMA
CONCERTO
PER IL PAPA
In occasione del conferimento
della "Laurea Honoris Causa"
in Giurisprudenza al Papa "per
l' affenn azione del diritto e per
la tutela dei diritti umani" (si
tratta dell ' 11 a law-ea ri cevuta
dal Pontefice, ma la 1a in Ita-
lia) conferitagli dall ' Università
La Sapienza di Roma - la più
grande d'Ew-opa coi suoi 145
MAGHI
A CONVEGNO
Domenica 25 maggio 2003 si
sono radunati al Colle Don
Bosco clown, maghi, illusioni-
sti, prestidigitatori. . . Don Lar-
ry Lorenzoni ha presieduto la
mila iscritti - un grande coro
interuniversitario allestito per
l 'occasione dal salesiano M0
Massimo Palombella, respon-
sabile della Pastorale Univer-
sitaria del Vicariato di Roma,
con cantori provenienti da
molte università italiane, ha
tenuto uno splendido concerto
accompagnato dall 'orchestra
sinfonica della provincia di
Bari, sabato 18 maggio nella
superba basilica di Santa Ma-
ria Maggiore. Eccezionale il
pubblico che gremiva la Basi-
lica, applauditissime le esecu-
zio n i.
concelebrazione con al fianco
don Silvio Mantelli (Mago
Sales) che ha organizzato l'in-
contro. Al pomeriggio 1600
spettatori sono stati conquista-
ti dalle esibizioni dei maghi.
L 'ormai conosciutissimo Ma-
go Sales continua a fare spet-
tacoli ovunque (quest'anno an-
che su 20 piazze italiane) per
aiutare i bambini sfruttati, e i
bambini/soldato della Siern
Leone. Don LarTy ha invece
lanciato il concorso "Bambini
per un anno di pace": i piccoli
partecipanti erano invitati a
consegnar·e le loro ar·mi/gio-
cattolo dichiarando di voler ri-
nunciare ali ' uso di quelle ve-
re! Come premio av rebbero ri-
cev uto un gioco di magia e
una bacchetta magica come
quella in foto, regalata anche
al Papa. "Ebbene, diclùar·a don
Lan-y, di bacchette come que-
sta ne ho spedite 35 mila!"
BILBAO, SPAGNA
SCARPE DA
GINNASTICA
Visita del Rettor Maggiore
ali ' ispettoria di Pamplona-
Navarra (8 -1 3 maggio). I
giovani si sono stretti attorno
al IX successore di Don
Bosco. Egli ha parlato con
loro con la cordialità che lo
caratterizza, rispondendo con
franchezza alle loro doman-
de e insistendo sui valori che
devono costituire il loro ba-
gaglio fi no ad affermarne l ' i-
denti tà. Significativo il dono
che i giovani hanno voluto
fare a don Chavez, un paio
di scarpe da tennis di quelle
che oggi costituiscono in
qualche modo un ' icona per i
giovani. Chiarissima l' allu-
sione: " Noi camminiamo la
vita, vogliamo che tu cammi-
ni con voi! ".
OTTOBRE 2003 BS

1.9 Page 9

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a cura del direttore
CISI • CGS
La SALA della
COMUNIT~
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
SACRO CUORE,
ROMA
SALE DELLA '
COMUNITÀ
È una grande scommessa quel-
la delle "Sale della comunità"
gestite dai salesiani in molte
delle loro opere. Sono 132, e
tra queste 58 fanno attività
esterna, come dire che sono
pubbliche, costituiscono per-
ciò una "testa di ponte" catto-
lica nella società secolarizza-
ta. Da qui l'importanza di un
coordinamento sempre più
stretto ed efficace, 1' attenzio-
ne nella scelta degli spettaco-
1i, l' impegno vigile e attivo
verso il progetto educativo e
pastorale di ogni opera dotata
di sala della comunità. È una
oppo1tunità, ma anche una sfi-
da da non perdere.
TESORI D'ARTE IN VATICANO
CHIARI, ITALIA
stato inaugurato il comples-
so che ospita la nuova scuola
superiore, il Centro giovani-
IL PUB
le e ... il PUB . Avete letto
DELL'ORATORIO
bene! Concorrenza agli in-
glesi? Affatto . Luogo di ag-
Siamo da sempre abituati a gregazione giovanile, di in-
feste di anniversari, di aper- contro con la musica che
tura di opere, inaugurazione funge da sottofondo, di col-
di palestre, e campi sportivi , loquio amicale ... "per amare
consacrazione di chiese, ecc. ciò che i giovani amano", e
L' opera salesiana di Chiari, parlare il loro linguaggio , in
ad esempio , ha invitato il ultima analisi per continuare
Rettor Maggiore (30 aprile) ad educarli e salvarli. Beh,
per ricordare i 110 anni di ora il Samb er' s Pub ha an-
attività apostolica, educativa che la benedizione del Rettor
e culturale; per l'occasione è Maggiore.
Nel 1488, il Pontefice, Niccolò V, chiamò a Roma
il pittore Giovanni da Fiesole detto Beato Angeli-
co (1400-1455) per affidargli la decorazione della
cappella privata. L'artista seppe trasformare l'ope-
ra commissionatagli in una "autentica preghiera
espressa attraverso il colore".
Per sottolineare il nuovo primato conferito dal
Papa umanista alla Chiesa di Roma ed evidenzia-
re , al tempo stesso, le illuminate virtù del Pontefi-
ce riconosciute nell 'eloquenza e nella carità , le
scene della Niccolina mostrano le vite parallele dei
due diaconi martiri della Chiesa di Gerusalemme e
di Roma: Stefano e Lorenzo.
I dipinti hanno nel loro complesso un impianto sto-
rico , teologico, dottrinale e liturgico: la Chiesa vie-
ne rappresentata da 14 patriarchi e profeti dell' An-
tico Testamento, protesi verso Cristo; l'evento del-
la Redenzione è annunciato e tramandato dai 4
evangelisti rappresentati sulla volta , mentre la mis-
sione evangelizzatrice della Chiesa è indicata
dagli 8 dottori d'Oriente e d'Occidente dipinti nei
pilastri.
I recenti restauri della cappella Niccolina
sono stati ricordati dalle Poste di San Pietro attra-
verso quattro splendidi francobolli da 0,41 -0,62-
0,77-1 ,03 , stampati in rotocalcografia dalla fran-
cese ITVF. La tiratura è di 300 mila serie complete.
Per prenotazioni:
Poste Vaticane , tel. 06.6988.3708.
E-mail: ufn@scv.va
BS OTTOBRE 2 003

1.10 Page 10

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l00annifa
Un'interessante relazione troviamo nel BS
dell'ottobre 1903, quella della visita degli
allievi del collegio salesiano Santa Rosa
di Niteroi al Presidente degli "Stati Uniti
del Brasile" (sic) nel giorno del suo
compleanno.
statuto delle studentesse e
degli studenti), edito da Ar-
mando, danno il senso del
libro che è una esilarante e
impietosa satira contro i mali
della scuola d'oggi. Il volume,
poco più di 90 pagine, attra-
verso capitoli brevi ma inten-
si, tocca gran parte delle pro-
blematiche presenti nelle
ELOGIO DELLA
PERFETTA
scuole italiane a cominciare
dal pessimo stato dei plessi in
cui l'ordine e la decenza si
IN DOCENZA
Per sorridere
e riflettere
possono solo sognare, conti-
nuando con gli studenti - cu-
gini di Attila! - i colleghi, i diri-
genti scolastici , senza dimen-
Le tre appendici del volumet- ticare i genitori degli alunni, i
to di Porfirio Perboni (Identikit sindacati della scuola, ecc.
del perfetto indecente, iden- Perboni striglja senza pietà e
tikit della perfetta indecente, le dice vere! E da leggere.
.. . Entrammo, ed in pochi momenti ci disponemmo
in bell'ordine nel parco interno davanti al quale
eravi un bel portico, in cui ad un'ora in punto (ora
scelta e fissataci dallo stesso Presidente) doveva
comparire l'Augusto Capo della Nazione Brasiliana.
Il luogo non poteva essere più proprio per dar agio e
comodità ad apprezzare il bellissimo quadro formato
dai giovani.
All'ora stabilita apparve l'illustrissimo festeggiato
ed un entusiastico prolungato viva scoppiò dalla
bocca di tutti i nostri giovani unito a un fragoroso
battimano. La banda fece tosto echeggiare le subli-
mi e sempre desiderate note dell'inno nazionale,
durante le quali contemplavamo l'Eccellentissimo
signor Presidente che [.. .] ci guardava soddisfatto
e con aria di compiacenza. All'inno tenne dietro
altra acclamazione poi alcuni componimenti intra-
mezzati da canti, suoni, viva, in onore dell 'Eccel-
lentissimo Presidente, riuscendo tutto bene e meri-
tando le più vive e sincere lodi [.. .] S'offerse pure
all'Eccellentissimo Presidente una copia del libro
Ramalhete Patriotico, lavoro di questa tipografia
premiato con 1° premio - medaglia d'oro - all 'e-
sposizione di Rio de Janeiro del 1900. Terminò
così la nostra breve dimostrazione.
MACERATA, ITALIA
na" qualche splendida novità.
Quest' anno è toccato a "Jo-
seph and the Amazing Tech-
PROGETTO
nicolor Dreamcoat" di Tim
CULTURALE
Rice con musiche di Lloyd
Webber. Un musical impo-
Che il teatro sia uno strumen- nente che ha impegnato 240
to educativo di prim ' ordine è ragazzi della scuola, una doz-
scontato; che questa nostra zina di professori, mamme,
epoca sia capace di apprezza- papà, nonni ... Gli alunni han-
re lavori teatrali lo si nota dal no coinvolto un po ' tutti, si
successo che hanno i musical sono cuciti i vestiti, hanno im-
in TV, nei grandi teatri e per- parato i balletti, hanno recita-
fino nei teatrini degli oratori. to, cantato, suonato, montato
Che le scuole superiori fac- e smontato le scene ... Se que-
ciano un progetto culturale/ sta non è educazione! E il
espressivo, beh, non è poi testo? Basti dire che il Joseph
così scontato: "Ma ... i ragaz- del titolo è Giuseppe l'ebreo,
zi si distraggono, non studia- figlio del patriarca Giacobbe,
no più ... pensano al teatro .. .". proprio quello che, venduto
Non è vero niente. Di tanto in dai fratelli, finisce viceré d 'E-
tanto arrivano in redazione gitto. È tutto dire. Ah, un 'al-
notizie di iniziative in tal tra cosa: il coro ha cantato i
senso, meritevoli di pubblica- testi originali, in inglese ...
zione, come questa dell 'Isti- durante l'esecuzione compa-
tuto salesiano di Macerata. La rivano su un grande schermo i
grande scuola ogni anno "sfor- sottotitoli in italiano.
OTTOBRE 2003 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Fabio Sandroni
11 processo di ibridazione
è fin troppo evidente. Se
molti classici Disney, per
rivelare l'origine letteraria
dell'opera - ma anche di-
MULAN
"Mulan", una delle pellicole Disney
Fascia elementari·· ehI· SI.
maschera o viene masche-
~? ra!o? Chi finge di essere
c,o che. n~n Quale per-
sonag~,o e p,u antipatico?
chiararne l'appartenenza al
genere della favola - inizia-
no con l'apertura di un libro
le cui immagini si trasforma-
no in disegni animati , in
"Mulan" la storia prende il
più significative degli anni '90 per la felice
contaminazione tra cultura occidentale
e tradizione cinese.
Perche? Alcuni personaggi
parlanti hanno un corri-
spondente che non parla
ma ne completa le attribu'.
zioni.- Co~truire le coppie.
Me~•e. inferiori e su-
peri~n: Identificare alcuni
via dalla pittura, tradizionale
degli "scambi" presenti nel
strumento della narrazione
in Cina: un quadro con linee
stilizzate viene componen-
dosi sui titoli di testa per poi
mutarsi nel disegno animato
della Grande Muraglia, dalla
film. Slual, oggetti, ricorren -
do p,u volte, assumono va-
lore .simbolico? Quale valo-
re s,m~~lico? Quali colori,
present, ,n scena, ricorrono
con maggiore frequenza?
In quali scene? Perché? ·
quale inizia la vicenda,
mentre elementi della tradi-
zione iconografica della Ci-
na (il pruno, i fiori , il drago,
l'aquilone .. .) faranno da
contorno agli eventi narrati.
sequenza al passo, però,
Mulan sbaraglierà i nemici
senza alcuna insegna ros-
sa indosso, indiziando che
L'onore, la maschera e
la forza può nascere anche
il ruolo
dalla sua fragile semplicità.
Tratto da una ballata cine-
Un ulteriore rimando al
se del VI secolo d.C., il
senso dell'onore spesso
film è un racconto di for-
solo "indossato", in un
mazione al femminile. Tre
mondo di donne condanna-
percorsi s'intrecciano tra
te al silenzio e di bambini
loro. Sin dalla sua presen-
vittime di violenza: lo sug-
tazione Mulan è chiamata
gerisce con tocco poetico
a portare onore alla sua
la bambola di pezza prima
famiglia; ma per distinguer-
ghermita dal capo degli
si dovrà omologarsi ab-
Unni e poi ritrovata da
bracciando il ruolo della
Mulan tra i resti del villag-
sposa, a lei non congenia-
gio e che, lasciata accanto
le. Per conquistare la propria maturazione (il film alla spada dell'eroico generale caduto , suggerisce
utilizza l'allegoria della "fioritura") e un ruolo non un ribaltamento nella celebrazione delle onorificenze.
più imposto ma scelto, la protagonista si fingerà
uomo e ·combatterà al posto del proprio padre
malato. Solo l'identità, essere se stessa, darà ono-
re a Mulan che dunque indossa una maschera solo
per smascherare altre maschere: i ruoli che si
basano sull 'apparire, non sull 'essere . Questo il
tema centrale della pellicola. Il piccolo drago, cer-
cando di consolare Mulan , sottolineerà buffamente
proprio tale iato tra l'essere e l'apparire, comune a
quasi tutti i personaggi. Maschere e scambio di
ruoli rinviano ad un malinteso senso dell'onore.
Una vita per una vita
Lo scambio/cambiamento assume invece valenza
rituale quando Mulan lascia al padre il proprio fer-
maglio per capell i (indice del ruolo femmin ile, ma
anche della sua "fioritura") per le insegne maschili
(il rotolo dell'arruolamento, la spada e l'armatura) .
Un'inversione che metterà in crisi il sistema e che
potrà risolversi solo quando gli stessi soldati, per
salvare l'imperatore, dovranno a loro volta masche-
rars i da donna, ri badendo che forza e onore non
risiedono nella forma o nel genere: il vero onore è
Il colore rosso
sancito dallo scambio "una vita per una vita" con il
L'onore è associato al colore rosso dell'energia, pre- giovane Li Shang , quella vita che Mulan mette in
sente nello stemma imperiale, nel manto e nei pen- gioco contro tutti e tutto per quella del padre, e che
nacchi dei soldati, pervasivo al termine dell'addestra- lo stesso Li Shang le potrà restituire se le offrirà la
mento di Mulan, ma anche - e in modo inquietante - propria come sposo (ma qui prevale il pudore cine-
nel cielo del villaggio distrutto dagli Unni ; nella se e si interrompe il racconto) .
BS OTTOBRE 2 003

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
UN'ALTRA CHIESA
UN PAPA A CAVALLO
TRA TRADIZIONE
SFIDADI E MODERNITA
CHE RIESCE SEMPRE
A STUPIRE •••
PAPA WOJJYtA
di·Silvano Stracca
E' una sfida che il vecchio
Papa coraggio non esita a
rivolgere, in un mondo ridi-
ventato sotto certi aspetti pagano,
innanzitutto ai giovani, consegnan-
do loro idealmente la corona del
Rosario. A "giovani liberi e corag-
giosi che osino andare controcor-
rente e proclamare con forza ed en-
tusiasmo la propria fede". "Non
vergognatevi", li esorta, "di recita-
re il Rosario da soli, a scuola, all'u-
niversità o al lavoro; abituatevi a
recitarlo tra voi, nei vostri gruppi,
movimenti, associazioni; non esita-
te a proporne la recita in casa, ai
vostri genitori, ai vostri fratelli".
Lo stemma episcopale di Gio-
vanni Paolo II, formato da una
grande M con sotto il motto "Totus
tuus", esprime la sua straordinaria
devozione mariana e la fedeltà con
cui l'ha testimoniata prima e, so-
prattutto, durante venticinque anni
di pontificato.
PERCHÉ I NUOVI
MISTERI
Il 16 ottobre 2002, ventiquattre-
simo anniversario dell'elezione, pa-
pa Wojtyl:a ha pubblicato il docu-
mento che invita pastori e fedeli a
riscoprire quest'antica pratica de-
vozionale, codificata nel 1569 da
san Pio V, il papa della vittoria di
Lepanto invocata, appunto, dalla
Madonna del Rosario. Pur senza
sconvolgerne la struttura secolare,
Giovanni Paolo II l'ha profonda-
mente innovato aggiungendo i "mi-
steri della luce" o "luminosi", ai
quindici tradizionali, divisi in gau-
diosi, dolorosi e gloriosi, riguar-
orroaRE 2003 BS
La "Madonna del Rosario"
di Amedeo Brogli. Il dipinto
è stato donato al Papa.
danti la vita di Maria e Gesù: l'an-
nunciazione, la nascita, la morte,
la risurrezione.. .
Il motivo dell 'innovazione è
semplice. Tra i misteri gaudiosi,
l'ultimo dei quali propone la di-
sputa di Gesù adolescente tra i
dottori del tempio di Gerusalem-
me, e il primo dei dolorosi, l'ago-
nia nel Getsemani, esisteva un no-
tevole vuoto mancando l' intera
vita pubblica di Gesù. Il Papa ha
voluto colmare questo vuoto con-
templativo con quella che defini-
sce "un'opportuna integrazione".

2.3 Page 13

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•• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
Anche al fine di riaffermare la cen-
tralità di Cristo in questa preghiera
mariana che considera, sono sue
parole, "quasi un compendio" di
tutto il Vangelo.
I misteri "luminosi", con riferi-
mento a "Cristo luce del mondo",
riguardano il battesimo nel Giorda-
no, l' autorivelazione di Gesù alle
nozze di Cana, l'annuncio del
regno di Dio con l'invito alla con-
versione, la Trasfigurazione sul
Tabor, l'istituzione dell'Eucaristia.
Per inserire i nuovi misteri nell'ar-
co della settimana, il Papa suggeri-
sce: lunedì e sabato i misteri gau-
diosi; martedì e venerdì i dolorosi;
mercoledì e domenica i gloriosi; e
il giovedì i luminosi.
PER LA PACE
Dinanzi alle "difficoltà che l'o-
rizzonte mondiale presenta", dopo
l' 11 settembre e la guerra in Iraq,
papa Wojtyla ripropone il Rosario
come "preghiera per la pace".
"Lungi dall'essere una fuga dai
problemi del mondo", dice, ca-
pace di orientare quanti vivono in
situazioni conflittuali e quanti reg-
gono le sorti delle nazioni" per
"sperare in un futuro meno oscu-
ro". Al tempo stesso, Giovanni
Paolo II rilancia il Rosario quale
"preghiera della famiglia e per la
famiglia". "Molti problemi delle
famiglie contemporanee, specie nel-
le società economicamente evolu-
te", scrive, "dipendono dal fatto
che diventa sempre più difficile co-
municare. Non si riesce a stare in-
sieme, e magari i rari momenti
dello stare insieme sono assorbiti
dalle immagini di un televisore".
Il cristianesimo, ricorda ai giova-
ni invitandoli a recitare il Rosario,
"non è un'opinione e non consiste
in parole vane. Il cristianesimo è
Cristo! ·incontrare Gesù, amarlo e
farlo amare: ecco la vocazione cri-
stiana. Maria, col suo esempio, con
il suo amore, vi aiuta ad entrare in
rapporto più vero, più personale
con Gesù". Nell'invitare a riscopri-
re una preghiera cara alla tradizio-
ne popolare, il Papa non ignora
certo che il Rosario è spesso oggi
contestato come preghiera infanti-
le, superstiziosa, meccanica che si
I bambini della parrocchia salesiana di Cracovia hanno realizzato
tantissime corone del Rosario con i materiali più diversi...
riduce a ripetlZlone frettolosa e
monotona di Ave Maria; una pre-
ghiera adatta dunque ad altri tempi,
mentre oggi è meglio la lettura
della Bibbia.
C'è una pagina non molto cono-
sciuta di un altro papa, Albino Lu-
ciani, Giovanni Paolo I, di cui è
stata appena avviata la causa di
beatificazione, che risponde a tali
contestazioni confutandole con la
semplicità e l'immediatezza che
l'hanno fatto amare nonostante i
soli trentatré giorni di pontificato.
Val la pena di riprodurla quasi per
esteso.
Preghiera ripetitiva il Rosario?,
si chiede Luciani che liquida l' o-
biezione con una bella e concisa
citazione del padre De Foucauld,
testimone di amore nella solitudine
del deserto: "L'amore si esprime
con poche parole, sempre le stesse
e che ripete sempre". "C'è la Bib-
bia? Certo, ed è un quid summum,
ma non tutti sono preparati a leg-
gerla. A quelli stessi che la leggo-
no, sarà poi utile, in certi momenti,
in viaggio, in strada, in periodi di
particolare bisogno, parlare con la
Madonna se si crede che essa ci sia
madre e sorella. Se la lettura della
Bibbia viene apprezzata, i misteri
del Rosario meditati e assaporati
sono Bibbia approfondita, fatta
succo e sangue spirituale".
_Preghiera stucchevole? , conti-
nua il predecessore di Wojtyla.
"Dipende. Può essere, invece, pre-
ghiera piena di gioia e letizia. Se ci
si sa fare, il Rosario diventa uno
sguardo gettato su Maria che au-
menta d' intensità a mano a mano
che si procede. Può anche riuscire
un ritornello che sgorga dal cuore e
che, ripetuto, addolcisce l'anima
come una canzone".
· Preghiera povera, infine? "E
quale sarà, allora, la 'preghiera
ricca'? Il Rosario è una sfilata di
Pater, preghiera insegnata da
Gesù, di Ave, il saluto di Dio alla
Vergine a mezzo l'angelo, di Glo-
ria, elogio alla Santissima Trinità.
O vorreste - invece - le alte elucu-
brazioni teologiche? Non si adatte-
rebbero ai poveri, ai vecchi, agli
umili, ai semplici".
Il Rosario, è la conclusione del
Papa del sorriso, "esprime la fede
senza falsi problemi, senza sotter-
fugi e giri di parole, aiuta l ' abban-
dono in Dio, l 'accettazione genero-
sa del dolore. Dio si serve anche
dei teologi, ma, per distribuire le
sue grazie, si serve soprattutto del-
la piccolezza degli umili e di quelli
che si abbandonano alla sua vo-
lontà".
D
BS OTTOBRE 2003

2.4 Page 14

▲back to top
Il mondo quasi sconosciuto dei giovani
LA FATICA
DI "GUARDARSI DENTRO"
di Vito Orlando
Nel mondo
dell 'immagine,
dell'esteriorità, dello
spettacolo, è sempre più
difficile fare gli
speleologi calandosi nei
recessi più profondi di sé.
Ma è una via obbligata
per scoprire la propria
identità e il proprio
ruolo, la propria via.
L e più recenti indagini su ado-
lescenti e giovani hal)Ilo sot-
tolineato la molteplicità e in-
sieme la relativizzazione delle espe-
rienze nella loro vita, la loro adatta-
bilità alle situazioni, la valorizzazio-
ne delle opportunità, il desiderio di
vivere intensamente il presente e la
smania di ottenere "tutto e subito".
La società del consumo ha fatto loro
intravedere una notevole varietà di
possibilità, e questo li ha portati a
espandere i desideri, salvo poi a fare
i conti con ciò che la realtà consente
realmente. Da una parte, tutto que-
st9 li ha spinti a rimanere alla super-
ficie delle cose, dall ' altra li ha co-
·stretti a fare i conti con una serie di
problemi che hanno accresciuto la
loro insicurezza: il futuro ha perdu-
to le caratteristiche di opportunità
per migliorare la propria situazione
a causa delle difficoltà di inserimen-
to nella società; la centralità dell'io
e l'eccesso di individualismo non
hanno facilitato la dimensione rela-
zionale e l'appartenenza istituziona-
orroaRE 2003 ns
Oggi non è sempre facile fare chiarezza
-
nei propri sentimenti e trovare gli orizzonti giusti.
le; la smania di soddisfazione im-
mediata di bisogni e desideri li ha
sollecitati a moltiplicare le esperien-
ze, a provare nuove sensazioni, an-
ziché scegliere un percorso paziente
e capace di valorizzare le mediazio-
ni. I giovani, tuttavia, sanno anche
mostrare un'immagine di sé che
esprime consapevolezza e sicurez-
za. Si tratta di immagine superficia-
le o di qualcosa di più profondo?
Qual è la capacità reale di un per-
corso verso la scoperta della loro
realtà interiore, per la fondazione di
scelte, di atteggiamenti, e la costru-
zione di orizzonti progettuali signi-
ficativi?
LA RICERCA CENSIS
Nella ricerca "/ giovani e la cultu-
ra nell' era della comunicazione",
realizzata dal Censis per conto della
Conferenza Episcopale Italiana (no- ·
vembre 2002), si è cercato di evi-
denziare i tratti del vissuto interiore
dei giovani dai 18 ai 30 anni. Uno
degli aspetti più immediati che ne è
emerso è quello di "un'interiorità,
di un vissuto psicologico dai forti
contrasti, attraversato da contraddi-
zioni inespresse che inanellano con-
sapevolezze e pragmatismi da adulti
'vissuti' con tensioni romantiche e
ideali da adolescenti". Le concezio-

2.5 Page 15

▲back to top
continua a essere indagato... e giudicato.
I C'è bisogno di "maestri d'arte",
di persone con cui confrontarsi
e a cui fare riferimento.
ni circa sentimenti ed emozioni,
quali l'amQre, l'amicizia, la genero-
sità, rimandano a una visione ideale
di grande rilevanza ed esprimono un
orizzonte di aspirazioni e anche de-
sideri di grande significatività. I ri-
sultati dell'indagine, tuttavia, indi-
cano anche chiaramente che i giova-
ni non si fanno troppe illusioni su
queste visioni ideali. La realtà, al-
meno per un terzo di loro, rompe
l'incanto e non si presenta come
"opportunità per rincorrere i sogni
che pure coltivano; semmai, preco-
cemente realisti, subiscono la vita o
la gestiscono senza troppe fantasie".
Al di là delle contraddizioni più o
meno palesi e del duro disincanto
nel confronto con la realtà, coltivare
sentimenti ed emozioni aperte a
forti idealità esprime certamente
una capacità da parte di adolescenti
e giovani a "guardarsi dentro",
anche se hanno bisogno di una for-
mazione adeguata per acquisire le
competenze necessarie per vivere
tale capacità in modo più continuo e
valido.
CALARSI "DENTRO"
In una recente ricerca abbiamo
voluto verificare le motivazioni del
"dialogo interiore", le difficoltà che
si provano a realizzarlo e le emozio-
ni che si sperimentano nel "guardar-
si dentro". I dati offerti dall 'indagi-
ne sono interessanti: più della metà
dei giovani non fugge di fronte a si-
tuazioni problematiche della vita
ma le mette al vaglio nel suo labora-
torio interiore; una percentuale an-
cora più elevata intensifica il dialo-
go interiore quando deve prendere
decisioni importanti e quando deve
fare un po' di chiarezza nei senti-
menti, nelle esperienze, nelle rea-
zioni. Insieme a queste motivazioni,
ve ne sono altre che evidenziano il
desiderio di miglioramento di sé, di
conferma di orientamenti intrapresi
e di migliore valorizzazione delle
proprie capacità; come obiettivi
della riflessione interiore. Non si
tratta tuttavia di un'impresa senza
difficoltà, né sempre con esito posi-
tivo. Gli ambienti e i modi di vivere
attuali non consentono facilmente
concentrazione e attivazione del la-
boratorio interiore; i problemi che si
devono affrontare possono far quasi
paura, e non è sempre facile fare
chiarezza nei propri sentimenti e
trovare gli orizzonti giusti verso cui
I Le concezioni circa sentimenti
ed emozioni esprimono
un orizzonte di aspirazioni e anche
desideri di grande significatività.
orientare la propria vita. Il laborato-
rio non è senza travaglio e fatica,
ma lo si ritiene importante e le sen-
sazioni che accompagnano sono
anche di ben-essere e di sicurezza.
Non mancano, tuttavia, gli atteggia-
menti problematici e le resistenze,
per la fatica che comporta un ap-
prendistato della vita non sempre
gratificante.
BISOGNO DI MAESTRI
Anche nel laboratorio interiore
c'è bisogno di "maestri d'arte", di
persone con cui confrontarsi e a cui
fare riferimento per essere aiutati ad
acquisire le abilità necessarie. La
stragrande maggioranza di adole-
scenti e giovani pone come condi-
zione della propria disponibilità al
confronto la reciproca fiducia; non
per tutti, però, risulta agevole trova-
re interlocutori di cui fidarsi. Non
pochi preferiscono ricorrere a per-
sone che si conoscono poco o all'a-
nonimato di una chat; sono pochi
quelli che possono contare su adulti
significativi per la loro crescita; i
più ricorrono ai coetanei, al partner,
agli amici. Sono più disponibili e
tenaci nella costruzione del proprio
mondo interiore quelli che sono in-
seriti in un contesto familiare che li
stimola in questa direzione e fa del
dialogo una risorsa utile per agevo-
lare la loro maturazione; quelli che
dispongono di strumenti culturali
che facilitano il confronto con le ge-
nerazioni adulte; coloro che hanno
una esplicita intenzione educativa
nel percorso della loro vita. Senza
cedere a immagini stereotipate che
accentuano fragilità, labilità e su-
perficialità del vissuto giovanile
odierno, bisogna riconoscere situa-
zioni di precarietà interiore che pos-
sono sfociare in forme di vita pro-
blematiche o anche evolvere in pro-
spettive più serene.
L'esito di questo percorso non
può essere dato per scontato; sicura-
mente la presenza di figure educati-
ve che aiutino i giovani a superare
le contraddizioni della crescita pos-
sono agevolare un maggiore benes-
sere e aiutarli a individuare compor-
tamenti validi per un apprendistato
della vita efficace.
BS OTTOBRE 2003

2.6 Page 16

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redazionale
L'AQUILA - VASTO,
ITALIA
IL RETTOR MAGGIORE
IN VISITA
Due occasioni hanno richia-
mato il superiore a l'Aquila e
a Vasto. La prima i 70 anni di
I presenza salesiana nel capo-
luogo abruzzese. Una città
L 'Aquila, ricca di storia e di
Un momento della festa
di accoglienza a don
Chavez.
arte, fondata dall'imperatore
Federico di Svevia, incornicia-
ta dal Gran Sasso e dal Siren-
te, impreziosita da Santa Ma-
ria di Collemaggio, prototipo
dell'architettura sacra medio-
evale d'Abruzzo, dal castello,
dalle 99 cannelle, da piazze e
monumenti. I salesiani sono
attivi con la scuola professio-
nale, l'oratorio e il pensionato
universitario che accoglie 100
studenti. A loro volta le FMA
vi lavorano con una casa/fami-
glia, l'oratorio e il pensionato
universitario. In occasione del-
la visita del Superiore Genera-
le la municipalità aquilana ha
conferito all'opera la cittadi-
nanza onoraria.
La seconda occasione è stata
la festa dei giovani dell ' ispet-
t01ia e l'inaugurazione a Va-
sto della palestra intitolata al
cooperatore "Gino D 'Adamo":
una gioiosa manifestazione
che ha visto la partecipazione
di più di 2000 persone - di
cui 1400 giovani - una ker-
messe di colori, canti, musica,
danze. Come simpatico omag-
gio al Superiore generale, a
simbolo della festa è stato
anni a favore della gioventù.
La cosa sorprendente di
Vasto è che si tratta di un' o-
pera che gestisce un oratorio
senza strutture: non un campo
di calcio, non un salone gio-
chi, non un teatro, non sale di
gruppo aule di catechismo
solo laboratori e aule scolasti~
che eppure più di 600 ragazzi
hanno sempre frequentato , e
continuano a ritmo sostenuto
attività sportive, teatrali, asso-
ciative, apostoliche, culturali.
Le ri unioni si fanno in tutti i
buchi. .. non di rado anche
per le scale. Una vita associa-
tiva fervidissima in una par-
rocchia altrettanto viva.
Ora finalmente i giovani e le
associazioni potranno usu-
fruire della palestra che asso-
miglia più a un palazzotto
dello sport e che la popolazio-
ne, giovani le e non, per 42
anni ha atteso con pazienza e
perseguito con tenacia. Ci si è
arrivati anche con l'apporto
consistente del comune e
della provincia, l'aiuto dei be-
nefattori e la generosità della
scelto il sombrero che gli in-
tervenuti hanno agitato in
onore di don Chavez, messi-•
cano purosangue, nei momen-
ti più belli e significativi della
giornata. Anche in questa cit-
tadina don Chavez è stato ri-
cevuto dal Sindaco della città
in Municipio dove il Consi-
glio comunale, riunito in se-
duta straordinaria, gli ha con-
ferito la cittadinanza onoraria.
I capigruppo dei diversi
schieramenti ·politici che sie-
dono nel parlamentino locale
hanno ringraziato per l'opera
altamente educativa, religiosa
e culturale che la scuola pro-
fessionale, la parrocchia e l'o-
I Davanti al monumento
di Don Bosco alla fine
di una magnifica
ratorio svolgono da più di 40
giornata.
gente, anche dei più poveri. E
non è finita: si avviano a con-
clusione i lavori che permet-
teranno alla gioventù vastese
di avere il primo vero campo
da calcio; subito dopo verrà
realizzato il padiglione dell 'o-
ratorio con le sale di gruppo e
l'auditorio.
La palestra/palazzetto.
BREVISSIME DAL MONDO
MADRID. (giugno 2003) Il
"Real Madrid" ha offerto
la "Coppa della Liga" vinta
quest'anno dalla sua squa-
dra alla Vergine Almudena
nella cattedrale di Madrid.
Ciascuno dei giocatori ha
ricevuto come dono un ro-
sario benedetto dal Papa du-
rante la sua ultima visita.
BANJA LUKA. In occa-
sione della visita del Papa
nel giugno scorso, sono
state diffuse le cifre che te-
stimoniano i danni apportati
alle chiese dalla guerra del
1992/1995. Solo nella dio-
cesi di Banja Luka vennero
completamente distrutte 39
chiese e altre 22 seriamente
darmeggiate; 9 cappelle non
esistono più, altre 14 sono
state semidistrutte; 2 con-
venti rasi al suolo e un altro
colpito gravemente; 32 ci-
miteri hanno subito danni
considerevoli.
CITTÀ DEL VATICANO.
Chi ama l 'arte può ora ac-
cedere al sito vaticano
http: //www. vatican. va ,
nella sezione dedicata ai
Musei Vaticani. Potrà navi-
gare attraverso i capolavori
di Michelangelo, Raffaello,
Leonardo e le gallerie egi-
zia e greco/romana. Una ma-
gnifica opportunità che è
costata 15 mila ore di lavo-
ro nell'arco di cinque anni.
Il sito vaticano è uno dei
più visitati del mondo con
internauti di 150 diversi
paesi.
BANJA LUKA. L 'ennesi-
ma richiesta di perdono del
Papa per gli errori commes-
si dal 1941 al 1945 dal mo-
vimento estremista ustasha
di matrice cattolica e filofa~
scista il cui capo, Ante Pa-
velic, era il fuhrer croato
ha avuto grandi ripercussio~
ne e favorevolmente colpito
gli stessi capi serbi. Le vitti-
me del furore ustasha furo-
no circa mezzo milione di
serbi, 40 mila zingari e 20
mila ebrei. Il coraggio del-
l'attuale Pontefice impres-
siona il mondo.
OTTOBRE 2003 BS

2.7 Page 17

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VALDOCCO, TORINO
In occasione del 1° Cen-
tenario dell 'Incoronazio-
ne di Maria Ausiliatrice ,
avvenuta il 17 maggio
1903, il Centro di Docu-
mentazione storica e po-
polare Mariana di Valdoc-
co ha allestito una splen-
dida mostra sulla devo-
zione a Maria Ausiliatrice
e sugli arredi sacri della
sua Basilica. L'ha visitata,
ammirato, anche il rettor
maggiore dei Salesiani
don Pasqual Chavez.
VICO EQUENSE,
NAPOLI
Con la partec ipazione
delle scuole superiori ,
medie e inferiori del territo-
rio, alla presenza di auto-
rità civili e religiose , della
fanfara dei carabinieri e
della banda "Ragazzi Don
Bosco di Napoli" monsi -
gnor Gennaro Prata, sale-
siano, ha inaugurato il 24
aprile scorso all'ingresso
del Casale di Pacognano,
a pochi metri dal centro di
spiritual ità e accoglienza
dei salesiani , un monu -
mento a Don Bosco.
PALERMO, ITALIA
Il Rettor Maggiore ha scel-
to di visitare le ispettorie
e/o le case che celebrano
qualche anniversario par-
ticolarmente significativo
per l'opera . Stavolta è a
Palermo. Dovunque arrivi
don Chavez riceve acco-
coglienze "rumorose" ed
entusiaste da ragazzi e
giovani , dovunque ottiene
il largo consenso dei con-
fratelli , ovunque rivela la
sua disponibilità a un sor-
riso , un 'intervista , una
foto ...
CREMISAN, ISRAELE
Dal 3 al 6 aprile don Cha-
vez ha visitato la Palesti-
na. A Cremisan , alle porte
di Gerusalemme, ha com-
piuto un gesto altamente
simbolico, piantando nella
martoriata terra di Gesù
un olivo, simbolo e augu-
rio di pace per tutti coloro
che la ·abitano ebrei mu-
sulmani e cristiani delle
diverse confessioni. .. Un
desiderio che ormai la
grande maggioranza della
gente coltiva nel cuore.
W@~ ~®@IDffil(ç~ll!l~O@llil@ (gj@~~0®ffilffil@ ~~@~@ID
ESPRIMIAMO ALCU NE OPIN IO NI SU COME E' ANDATO SECONDO NOI L'ANNO S COLASTICO
J50n0gNaspet:tt1"eulposmmo l
bblamo) rnlgllonre?
- r ~ ~ oin,po,i.,.
----;;::::,r-- aw:etad~ll"OpP).11~1
r. a . ~
, - ,•
IQuallsonol•C05fJch41~
ta molto bene, per- le qu ali rf"
zlamc, I prof e l';,mblente del
Bosca?
1 MARTINA: vorrei rfnç
•dotlbìlrrG~~ WI Ql,ltila: t-.
j UN~ dll ~collll
PORDENONE, ITALIA
Non si ferma il boom dei
"giornalini di classe", sem-
pre più curati e interessan-
ti. Stavolta segnaliamo
quello dei ragazzi di 1° D
della scuola media sale-
siana di Pordenone. Nèi
quattro fogli mensili forma-
to A/4 i giornalisti in erba
raccontano e si racconta-
no, fanno proposte, espri-
mono opinioni , corrispon-
dono, annunciano iniziati-
ve culturali e/o sportive ,
ecc. Bravi ragazzi.
FMA, ECUADOR
Il prossimo me$e si chiu -
dono. le celebrazioni del-
l'anno centenario dell'arri-
vo in Ecuador delle FMA,
sbarcate per la prima
vol ta il 30/ 11 /1902, rice-
vute da pochi coloni che
vivevano in povere caset-
te o capanne vicine alla
missione, e da alcuni ki -
vari. Ora sono presenti in
24 comunità con grandi
scuole e opere sociali si-
gnificative , come quelle
per le ragazze di strada.
BS OTTOBRE 2 003

2.8 Page 18

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·..
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
iDONBOSCO ••••••
..
Compie cent'anni l'opera salesiana in Austria
IAUSTROASBURGICO
•••• di Stanistaw Zimniak
: I difficili ed esaltanti
: inizi dell'opera salesiana
: in Austria. La situazione
: giovanile. I salesiani e il
: loro inserirsi non privo di
: contrasti nel tessuto
: sociale e religioso
dell'impero.
Don Bosco ci andò, in Austria,
nel luglio del 1883, per visi-
tare l'amico conte d'Artois,
ammalato, nel castello di Frohsdorf.
E fu il seme. La conoscenza e la
stima dell 'imperatrice Marianna,
considerata una cooperatrice sale-
: siana, moglie dell 'imperatore Ferdi-
: nando I e zia di Francesco Giusep-
: pe, fecero il resto. C'è da dire che
Don Bosco s'era fatto conoscere e
apprezzare. La sua audacia apostoli-
ca s'era spinta fino ad inviare nel
1886 allo stesso imperatore allora
regnante, Francesco Giuseppe, il di-
ploma di cooperatore con la raccolta
"Vor al(er., fur <Jie Juger,<J "
ffi.
DO, BOSCO
www.donbosco.at
Locandina del centenario
dei salesiani in Austria.
dei numeri del Bollettino Salesiano,
" .. fidando che la Maestà Vostra
vorrà ... aggradire l'iscrizione a det-
ta Pia Associazione". Nel 1895 ini-
ziò la pubblicazione dell'edizione
tedesca del BS (Salesianische Na-
chrichten) con circa 22 mila copie.
Addirittura! Se Don Bosco faceva
una cosa la faceva in grande.
I dati descritti erano il segno che
si stava avvicinando il tempo di una
fondazione salesiana in terra au-
striaca. Le premesse c'erano tutte,
perché i salesiani raccogliessero la
sfida. Don Bosco li aveva abituati, i
suoi figli , a "piazzarsi" nei posti
dove il lavoro si presentava più ur-
gente e difficile. Tale era l'Austria.
Vincere la sfida degli inizi era la
premessa di uno sviluppo glorioso.
"ARRIVANO I NOSTRI"
Era epoca di grandi sconvolgi-
menti e trasformazioni. L'Europa
stava rapidamente cambiando pelle.
La rivoluzione industriale, la for-
sennata conseguente urbanizzazione
e l'emigrazione forzosa creavano
scompensi vistosi a livello sociale,
politico ed economico. Se a tutto
questo si aggiunge il rilassamento
dei costumi tradizionali si capisco-
no anche i grandi problemi di edu-
cazione umana, civile e religiosa
che ne ·derivarono. I cattolici se n'e-
rano accorti, e si mossero, fondando
l'associazione Kinderschutzstatio-
nen, "stazioni di rifugio per ragazzi
poveri e abbandonati dai genitori".
I
Casa di St. Veit-Gasse nel Xlii distretto:
ragazzi inviati dal tribunale svolgono il test
sulle capacità lavorative (1918-1922).
I Gioco, sport, ginnastica... e ancora lavoro, studio,
passeggiate, educazione religiosa... un metodo che non
convinceva tutti, ma che ha dato frutti Incredibili (1929).
OTTOBRE2003BS ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

2.9 Page 19

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. 1••·······
Cominciò
······
sotto
···
gli
··········
Asburgo.
·
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La prima opera autonoma dei salesiani nel lii distretto.
Gioco organizzato.
~ - - - ~ - - - - - - - - - - - - ~ - - ~ .•••••••••••••••••
Vienna Stadlau: il teatro, uno dei punti qualificanti
del metodo preventivo (1916).
Fu precisamente questa associazio- lasciò definitivamente Vienna. Stes- del sistema per "redimere" i ragaz-
ne che nel 1903 ottenne dall 'allora se difficoltà per il successore, don zi che in numero notevole si river-
rettor maggiore don Michele Rua Kurpisz (1868-1934) che si vide co- sarono all'Oratorio. Su 400 iscritti,
che i salesiani "sbarcassero" a Vien- stretto a giungere alla rescissione 250 circa frequentavano regolar-
na per venire incontro ai ragazzi del contratto con la Kinderschutz- mente. Emerse subito che non ci si
abbandonati, maltrattati e bisogno- stationen nel 1906. Tuttavia i sale- poteva fermare. Ed ecco l'anno ap-
si di ambedue i sessi, senza distin- siani non mollarono la capitale del- presso nascere la seconda sezione
zione di confessione e di nazio- l'impero asburgico. Si misero inve- dell 'Oratorio, per i ragazzi dai 14
nalità. L'idea era quella di assegna- ce in proprio. Costruirono un edifi- ai 17 anni, lo "Jugendheim". Quat-
re loro una casa che funzionasse cio nel III distretto, uno dei più po- tro anni dopo , nonostante la guerra,
come una sede dell'Associazione. polati e popolari della capitale, e nel fu la volta dello "Jug endverein"
Affidarono a don Luigi Terrone 1909 don Manassero, superiore del- per giovani dai 17 ai 24 anni, men- ·:
(1875-1968) una casa di proprietà 1'ispettoria austroungarica, nominò tre nel 1912 era nato il ginnasio in-
del comune nel VI distretto. Fu una direttore della nuova opera don Au- feriore per gli studenti. Per la ero- :
vera sfida riuscire a renderla idonea gusto Hlond (1881-1948) futuro naca, il ginnasio ebbe come allievi :
e abitabile in pochi mesi, dato lo cardinale e primate di Polonia. Feli- Lois Weinberger (1902-1961) che
stato di abbandono in cui versava, ce scelta, date le qualità morali e fu viceborgomastro della capitale e
pronta per l' inizio delle scuole. In culturali del prescelto.
ministro del Governo democratico
casi estremi i salesiani sanno com-
dopo la 2a Guerra mondiale, Alfons
piere miracoli. Così quell'anno la KNABENHEIM
casa di Don Bosco riuscì ad ospitare
54 interni e 70 esterni che vi resta-
SALESIANUM
Stickler che divenne salesiano, poi
Magnifico Rettore dell'UPS e infi-
ne cardinale di Santa Romana
vano ininterrottamente per 12 ore,
dalle 7 alle 19. Il metodo? quello
salesiano nudo e crudo, a base di
teatro, accademie, canto, scuola di
musica, banda, passeggiate... e per-
fino la piscina, che è tutto dire dati i
tempi.
Nacque così nel 1910 lo Kna-
benheim, l'Oratorio, riconosciuto
dalle autorità scolastiche della Bas-
sa Austria, volto a offrire una vali-
da proposta educativa ai ragazzi
dai 9 ai 14 anni, la fascia conside-
. rata più debole e vulnerabile, po-
Chiesa, e Wilhelm Schmid (1910-
2000) , musico, missionario a
Macau in Cina.
EREDI DI ORIGINI
GLORIOSE
LE DIFFICOLTÀ
tenziale bacino in cui la criminalità Queste le origini di quella che
organizzata avrebbe potuto attinge- oggi è l'ispettoria austriaca che sta
DEGLI INIZI
re a piene mani. L'intenzione di vivendo l'anno centenario della pre-
don Hlond era quella di costituire senza salesiana. Oggi sono diversi i
C'era un "ma"., né piccolo né di una rete di "Knabenheim", uno in tempi, diverse le difficoltà, diversi i
poco conto: si dipendeva dalla As- ogni distretto della città; solo così giovani... ma ugualmente indispen-
sociazione predetta, e i metodi sale- sarebbe stato possibile far fronte sabile è il carisma salesiano che le
siani non erano molto condivisi dai con successo all'emergenza. Gio- attuali 15 presenze mantengono vi-
dirigenti. Tanto che don Terrone, chi e passeggiate, corsi e rappre- vo con parrocchie, oratori, pensio-
vista l'impossibilità di applicare in- sentazioni teatrali, canto e musica, nati universitari, centri giovanili e :
tegralmente il sistema preventivo, lavori manuali e lettura, istruzione di spiritualità, scuole e strutture
pensò bene di dimettersi e nel 1904 ed esercizi religiosi erano i mezzi educative/formative...
D:
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS OTTOBRE 2003

2.10 Page 20

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PRIMA PAGINA 1
Natale Maffioli
1 IL BOZZETTO 1 pittore Tommaso Lo-
renzone (1824-1901 ),
oltre che ritrattista, fu un
prolifico produttore di qua-
dri a soggetto sacro, di
grandi e piccole pale d' al-
RITROVATO
tare. Nelle sue opere giova-
nili sono da apprezzare la
fantasia e la freschezza del
colore; in questo periodo
del la sua attività artistica è
molto legato agi i ambienti
del l'Accademia di Torino,
in un giro di committenze
prestigiose per ritratti dei
Savoia e di nobili famiglie
torinesi, con varietà di sog-
getti che in seguito saranno
assorbiti dalla sola arte
sacra. Appartengono a que-
sto periodo le pale d'altare
Lorenzoni lavorava a di-
pingerlo.. . 5. Giuseppe è
in piedi sopra una nuvola,
portando su l braccio sini-
stro il Bambino Gesù, il
quale tiene sulle ginocchia
un panierino pieno di rose:
Il Bambino piglia le rose e
le dà a 5. Giuseppe e que-
per le chiese torinesi di San
sti man mano le fa piovere
Francesco da Paola e di
sulla chiesa di Maria Ausi-
San Gaetano. La sua capa-
liatrice... " (Lemoyne, MB,
cità inventiva, specialmente
voi. IX, p. 199). Certamen-
nella maturità, non fu sem-
te, quella del santo è stata
pre felice, fu in grado di
una ghermine ll a adottata
uscire dagli schemi di una
per dare l'idea a devoti e
pittura devota, intrisa di
benefattori di una chiesa
sentimentalismo, complice,
oramai completata almeno
forse, una committenza im-
nell'arredo essenz iale. Co-
perativa nei suoi confronti.
me poteva descrivere il
Nel corso di questa evolu-
quadro nel '68 se è stato
zione (o involuzione) si
terminato nel '73?
perderanno la freschezza di
ispirazione, la pastosità del
colore, il gusto dei partico-
lari .
La descrizione del di-
pinto era stata possibile
grazie a un bozzetto che
Dopo la pala per l'alta-
2 il Lorenzone aveva ap-
prontato prima dell'esecu-
re maggiore della basilica
zione della pala (fig. 2) . Il
di Maria Ausiliatrice, nel 1873 il Lorenzone termi- dipinto è stato di recente individuato in una co lle-
nava la seconda commessa per Don Bosco: la pala zione privata astigiana. Da poco restaurato, è in
per l' altare del braccio sinistro con San Giuseppe e buone condizioni di co nservazione; non si cono-
la Santa Famiglia di Nazaret (fig. 1). La tela è al sce quale sia stato l'iter che lo ha condotto dall o
centro di un piccolo giallo : Don Bosco nel 1868 studio del pittore al mercato antiquariale e da qui
descrive il lavoro come se fosse già collocato al al collezionista. È stato agevole attribuirla al
suo posto sopra l' altare, mentre in una lettera del Lorenzone, vista l' evidente parentela con l'opera
14 ottobre 1873 a don Rua scrive: " ... pensate al definitiva . L'altare di San Giuseppe fu inaugurato
quadro di 5. Giuseppe che è presso al Sig. Loren- il 26 apri le 1874 (F. GIRAUD I, Torino 1948, p.
zone finito, e non manca più che della corn ice poi 72). Il picco lo lavoro non presenta sostanziali
si metta a posto" (Episto lario Il, lettera 1123 . La varianti rispetto al prodotto fina le. Nel quadro
cornice fu messa in opera il 26/4/'74). Le Memorie definitivo, le figure sono più vo lum inose e l'ange-
Biografiche rettificano: "Nella crociera di sinistra lo di sinistra presenta un panneggio leggermente
àvvi l'altare che sarà dedicato a 5. Giuseppe; ma il più abbondante, con uno svo lazzo di tessuto die-
quadro non era ancora sul posto, l'artista Tommaso tro le spai le.
OTTOBRE 2003 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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PRIMA PAGINA 2
Redazionale
IRRAGGIUNGIBILE?
1119 di questo mese Madre Teresa sarà beata. Ha bruciato tutte le
tappe, ma nessuno se ne meraviglia: era già stata dichiarata santa
dal popolo di tutto il mondo, dai fedeli
di tutte le religioni.
A nche lei han-
no tentato di
contestazione alla
sua beatificazione,
infangare .
eccetto da parte di
Sembra diventata
qualche paranoico
una moda di questa
in cerca di noto-
nostra civiltà che
rietà o di scoop.
" macina" sempre
meno valori . Stavol-
ta ci ha provato
Christophrer Hit-
chens nonostante (o
perché?) il mondo
Sì, perché tutti
sappiamo molto
bene che di Ma-
dre Teresa non va-
liamo nemmeno
un centimetro del
intero fosse di pare-
velo che le copre
re opposto . Ma gli
è andata male.
" Vorrei avere una
com·e lei da agitare
la testa, e che se
non è santa lei
allora possiamo
eh iude re i battenti
come bandiera!",
ha esclamato un
sulla santità... e
non ci resterà che
giornalista che non
cantare con le
esita a definirsi ateo
parole di una can-
scientifico. La pic-
zone alla Madon-
cola e tenace mam- 1967: Madre Teresa In visita a Valdocco, a ds. don Luigi
ma dei poveri le ha
Bertuzzl, Incaricato della rivista M12.
na che paiono
esprimere una con-
superate tutte: dis-
traddizione in ter-
grazie, opposizioni, calun-
mini: "Vogliamo vivere
nie, sofferenze, minacce ...
come Maria... l'irrag-
ed è arrivata prima di
giungibile!". Quasi a dire
ogni altro al traguardo
che la santità resta un
della santità, solo 5 anni
pio desiderio e nulla più
dopo la morte . E pensare
per cui è inutile lo scal-
che c' è chi aspetta da
manarsi verso un traguar-
secoli! Del resto, lei l'ave-
do che resta proibito, ir-
va previsto. Non per nulla
raggiungibile appunto. Il
una delle sue frasi celebri
cammino verso la santità
recita: " Se fai il bene, ti
Madre Teresa lo iniziò
attribuiranno secondi fini
quel g-iorno in cui - lo
egoistici . Non importa, fai
il bene" . E un'altra: " Dà al
racconta lei stessa - "La
prima persona che tolsi
mondo il meglio di te, e ti 1 1979: Madre Terea col rettor maggiore
prenderanno a calci. Non
don Viganò e Il vicario don Vecchi.
dal marciapiede era una
donna mangiata per metà
importa, il meglio di
dai topi e dalle formiche.
te!" . Non si può dire che non abbia vissuto sulla La portai con un carretto all'ospedale, non vole-
sua pelle queste convinzioni.
vano accettar/a, se la tennero solo perché mi
rifiutai di andarmene finché non l'avessero rico-
Un traguardo previsto, dicevamo . Non ci sarà verata" .
BS OTTOBRE 2003

3.2 Page 22

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LEIIERA Al GIOVANI
MALINCONIA
Carissimo,
L'estate è alle spalle. La vacanza porta nella sua
valigia opportunità, esuberanze, sogni, incòntri
magici, bagliori. Per te anche tanta tristezza:
un ragazzo morto tragicamente sul Conero, il pro-
montorio che domina e rende famosa Ancona e il
suo mare;
una cara amica che si schianta con altri tre
ragazzi alle 18 di sera su una strada che invita a
correre ...
Tutto sembr~ irreale, inverosimile. Eppure, è acca-
duto. Vorresti far piazza pulita di tutto. La paura
ti è d'inciampo. La morte è entrata nei tuoi pen-
sieri, perché sia l'uno che l'altra abitavano la tua
vita.
La malinconia si insinua tra te e te. Di tanto in
tanto ti ferisce, ti prende alla sprovvista, ti chiu-
de gli occhi, quasi non volessj più vedere. Ti fa
sentire triste, passivo, senza vita, quasi fosse
prigioniero. Ti invito ad aprire di nuovo gli ocehl.
Le impronte che lasci sulla sabbia saranno can-
cellate dall'alta marea in arrivo. Impara a convivere
con la malinconia. In un certo senso è necessaria.
\\
\\
Ti rende reattivo. E una voce, parla di te. E una
sensazione che nasce col profumo di un fiore, col
garrire di una rondine, nello sguardo di un bimbo
innocente.
Ti insegna a stare da solo con te stesso, ad
abbracciare la tua solitudine, a guardare una
notte di stelle, a restituirti i tuoi ricordi.
I ricordi non ti portano indietro, ti fanno sentire
vivo, come esaltante è stato l'incontro con la tua
ragazza, sempre quest'estate, sul litorale dell'A-
driatico.
·
Tu stesso mi confidi che non sei in grado di espri-
mere ciò che hai sentito, quando i tuoi occ~i
incontrarono per la prima volta gli occhi di lei. E
come se Dio in persona fosse sceso sulla Terra
per toccare i vostri cuori.
Tieniti la malinconia come un'erba amara, se que-
sta ti custodisce i ricordi della vita.
I ricordi ti vincolano alle cose che ami, a ciò che
mai dimenticherai.
Il ricordo vince la morte e ti fa vivere.
Carlo Terraneo
OTTOBRE 2003 BS

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
========:-:-\\ : Ancora un museo che riveste una certa importanza:
conserva infatti reperti importanti delle civiltà indigene
della provincia. Lo troviamo in Argentina a Rawson,
capitale del Chubut, dove i salesiani misero piede
per la prima volta nel 1892 e le Figlie
MUSEI SALESIANI di Maria Ausiliatrice l'anno dopo.
•••••••••••••••••••••
•••••••••••
'
";_., .:,,... -...._;:
"-:.--~
~:-, ~-.
••••••••
IL MUSEO REGIONALE
DON BOSCO
DI RAWSON
di Natale Maffioli
Rawson, un po' di storia. La preziosa narrazione di don Vacchina, braccio
destro di monsignor Cagliero. I primi 50 anni e le grandi realizzazioni
dei salesiani. li museo regionale iniziato da don Antonio Fernandez.
Il collegio Don Bosco di Rawson dov'è ubicato il museo Don Bosco.
••
.•••••• ==
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • .• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
BS OTTOBRE 2003 • •

3.4 Page 24

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........................... .... ......................................... ..... , ........ .
lico della Patagonia centrale. Fu Negli anni successivi , assieme al-
per tanti anni il braccio destro di l'intensa attività di evangelizzazio-
monsignor Cagliero, con cui divi- ne, i salesiani provvidero ad av-
se le fatiche dell'evangel izzazio- viare una scuola per i giovani del
ne e civilizzazione degli indigeni. territorio. In cinquant'anni di pre-
Il primo insediamento di Raw- senza, le iniziative sono state nu-
son nacque a opera di immigrati merose, tutte indirizzate all'evan-
gallesi. Erano sbarcati il 28 luglio gelizzazione e alla promozione
1865 a Puerto Madryn ; si erano culturale della popolazione indi-
poi installati nel punto della valle gena e di quella immigrata. Tra le
del fiume Chubut dove, alla pre- diverse imprese, per non far per-
senza del colonnello Julian Mur- dere la consapevolezza delle pro-
ga, issarono la bandiera argentina prie radici , il 19 giugno 1941 , su
e denominarono la località Tre- iniziativa di don Antonio Fernan-
Rawson (villaggio di Rawson) in dez, fu inaugurato un Museo, il
onore del ministro degli interni primo della provincia del Chubut
del governo argentino Guillermo e sicuramente fondamentale per
••••
Tazza di porcellana appartenente
al sacerdote Juan Bautista Muzio,
salesiano infaticabile che compì
grandi opere in questa regione.
Rawson.
I SALESIANI
tutti gli studiosi che si interessano
della storia, degli usi e dei costumi
delle popolazioni di questa plaga
della Patagonia.
Scriveva don Vacchina a don
I Rua: "Eccoci a Rawson. Vi siamo
n una lettera spedita nel di- giunti dopo diciotto giorni di mo-
cembre del 1892, indirizzata a lestissima navigazione a vela (... ).
don Michele Rua e pubblicata La nostra povertà è somma. Se
sulle pagine del Bollettino Sale- non avessimo portato con noi un
siano di marzo 1893, il missiona- po' di biancheria e qualche pic-
rio salesiano don Bernardo Vac- cola provvisione di commestibili,
china narra le vicende che hanno direi che è apostolica. Ci aveva-
accompagnato la fondazione del- no detto che le case della missio-
la casa salesiana di Rawson "mi- ne erano decentemente ammobi-
croscopica capitale della Patago- gliate, e le trovammo quasi sac-
nia Centrale" . Don Vacchina, fi- cheggiate". La narrazione di don
gura esemplare di missionario, Vacchina è preziosa perché evi-
era nato a Revignano d'Asti nel denzia la grande precarietà in cui
1859, ed era entrato all'Oratorio vissero i primi missionari; le vi-
di Valdocco nel 1871. Partito per
l'America meridionale, fu ordina-
to sacerdote a Buenos Aires e nel
1887 divenne provicario aposto-
cende sono arricchite di partico-
lari da una relazione pubblicata
l'anno seguente, sempre sulle pa-
gine del Bollettino Salesiano.
I Pietra lavorata attribuita al nativi
della zona... La cosa strana è che
le Incisioni (tartaruga e serpente)
non sono animai! caratteristici
della Patagonia.
Impronte di pesci del periodo giurassico che vivevano
nelle acque di Rawson.
I Ammoniti e conchlglle pietrificate rispettivamente
della Cordigliera delle Ande e della costa dell'oceano
Atlantlco risalenti a 1O milioni di anni.
• • OTTOBRE 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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···········································································~··········· ··••••••••••••••••••••
I ~e bolas. Sono armi per la caccia utilizzate dagli antichi
abitanti della Patagonia, i Teuelche, foderate di pelle
e attaccate alle estremità di una striscia di cuoio, si
lanciano a mano per imbrigliare le gambe dell'animale.
I Punte di freccia e lance utilizzate nella vita quotidiana
e come strumenti di caccia dai Teuelche. Sorprende
la perfezione del lavoro.
IL MUSEO
Il museo consta di una hall di
accesso e di una grande sala; l'al-
lestimento non è dei più recenti,
e conserva ancora il fascino della
collezione didattica dove i reperti
sono stipati su scansie di legno e
in vetrine prodotte dalla minusie-
ria locale. Nell'ambiente di in-
gresso è conservata una formida-
bile · raccolta di pietre scolpite
dagli indigeni delle tribù Tehuel-
che e Mapuche, gli stessi che en-
trarono in contatto con i primi
missionari salesiani. La collezio-
ne è importante per il suo valore
antropologico. Assieme a questi
reperti si conservano oggetti delle
tipologie più diverse, dalle armi
agli utensili domestici, sempre
prodotti dalle tribù dei nativi, rac-
colti dai salesiani don Manuel
Molina, don Costantino Safz e
don Pasquale Marchesotti. L' im-
pegno di questi salesiani ha fatto
che non si perdessero delle
preziose testimonianze delle cul-
ture prima della colonizzazione
della seconda metà dell'800. La
sala centrale custodisce alcuni
oggetti provenienti dal 'Fuerte de
la Candelaria', lo stanziamento
militare che occupava la penisola
di Valdés, fondato dagli spagnoli
nel 1779 e distrutto dagli indigeni
nel 181 O; accanto ad alcuni at-
trezzi per lavorare la terra si con-
servano le armi della guarnigio-
ne. Sopra le vetrine sono disposti
in bella mostra gli esemplari im-
balsamati della fauna terrestre e
avicola del territorio. Non manca
una sezione dedicata ai fossili,
con impronte fossili della flora e
della fauna marina.
I
Collana teuelche formata da
18 conchiglie fossilizzate che
risalgono a 10 mlllonl di anni fa.
Nella sala si conserva uno dei
primi carri da trasporto costruiti
nella zona; un timbro per i bi-
glietti ferroviari della linea cen-
- Specie diverse di volatlll patagonici.
'
- Espositori con materiale diverso.
I
'
'
.•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
e
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS OTTOBRE 2003 • • •

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·•••••••••••••·······················································································:•••••••••
Ampolline e calice della prima chiesa cattolica del
territorio del Chubut dedicata a Nostra Signora di
Lourdes, e costruita dal canonico Francesco Vivaldi
I
Bambola ·di porcellana e Bibbia risalenti al periodo della
colonizzazione gallese. I primi 153 coloni sbarcarono
sulle coste della Patagonia il 28 luglio 1865.
· ••••••••••••••••••••••••••••••
nell'anno 1886.
trale del Chubut, costruita per il
trasporto del grano dal la valle del
Rio Chubut a Puerto Madryn.
Una preziosa fotografia scattata
nel 1890 con i primi coloni all'i-
naugurazione del ponte di Raw-
son. Nelle vetrine si possono tro-
vare alcuni cimeli della Associa-
zione Italiana di Mutuo Soccorso
di Rawson; 450 immigrati italiani
erano giunti a Rawson dopo il
1886, sulla nave a vapore deno-
minata 'El Vets', per la costruzio-
ne della ferrovia; molti vi si in-
stallarono creando, con la popo-
lazione di origine spagnola, il
primo consistente insediamento a
Rawson .
ma cappella dedicata a Nostra Si-
gnora di Lourdes di Chubùt, co-
struita grazie all'iniziativa del ca-
nonico Vivaldi . Accanto a questa
figurano i resti del la campana,
una immagine dell'Immacolata e
una tela della Madonna Addolo-
rata . La primitiva cappella fu di-
strutta da un uragano nel 1889;
restaurata, nel 191 O fu rasa al
suolo da un terribile incendio.
Due anni dopo si iniziò a costrui-
re una nuova chiesa, dedicata a
Maria Ausiliatrice e benedetta il
23 maggio 1919 dal salesiano
don Augusto Crestanello. Il Mu-
seo conserva di quest'ultimo edi-
ficio un altare lateral e, i confes-
I Pudu Pudu, un piccolo cervo che
non sorpassa il mezzo metro di
altezza e abita i boschi delle Ande
patagoniche, oggi in forte pericolo
di estinzione.
Dell'attività di evangelizzazio- sionali, alcune immagini, il pulpi-
ne di Rawson, il Museo conserva to e diversi libri liturgici.
la pietra fondamentale della pri-
Natale Maffioli
••••••••••
- Carro gallese da trasporto del 1865.
- Espositori con materiale diverso.
• • OTTOBRE 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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CURE
DI BELLEZZA!
di Jean-François Meurs
earo Doctor J. , lei ha
((
denunciato il meccani-
smo che conduce la
nostra società a favorire i belli e a
penalizzare i brutti. Ma qual è la
definizione di bellezza o quella di
bruttezza? Non sono forse termini
soggettivi? Non è per caso da
accusare questa nostra "società
dell'apparire " che detta le regole
della bellezza allo scopo di vendere
dei prodotti di cosmetica e/o degli
indumenti, e che finisce per far sof-
frire coloro che non possono per-
mettersi certe spese? E poi, la bel-
lezza è davvero così decisiva ?
Possibile che non vi siano altre
qualità che possano compensarla?
D'altronde, la bellezza non dura
sempre! Che fare, allora,. davanti
a/l'invecchiamento, alla malattia?
Colui che non vive che dello sguar-
do degli altri e non bada che alle
apparenze rischia di vedere la sua
personalità crollare! In conclusione,
bisogna incoraggiare i sogni di bel-
lezza, o condannarli?
Alessandro, 26 anni, Bologna
Caro Alessandro ,
in effétti, che cosa è la bellezza? Le
conoscenze scientifiche sono anco-
ra approssimative al riguardo ; si è
in ricerca . Comunque, vi sono dei
punti di riferimento più o meno
obiettivi che generano delle reazioni
istintive; altri che sono invece crea-
zioni delle società, canoni codificati
che rispondono a variazioni culturali
che valorizzano ed esaltano certi
tratti esteriori a scapito di altri. Biso-
gna sapere che tanto più queste
variazioni sono arcaiche tanto meno
riusciamo a difendercene.
Come tutti i mammiferi e gli
uccelli , noi abbiamo una predile-
zione per i visi o i tratti simmetrici ,
e principalmente siamo attirati dalla
simmetria verticale. Non si sa vera-
mente il perché; senza dubbio per-
ché risulta più facile e rapido dare
un senso a ciò che si vede. Questo
meccanismo scatta fin dai primi
giorni di vita! Nella vita di
tutti i giorni , negli affari,
nella politica, davanti alla
polizia o ai tribunali, i
tratti irregolari di una
persona sono facilmente
interpretati come il segno
d'un individuo equivoco;
quasi che i tratti irregola-
ri del viso fossero l'indice
di uno spirito contorto. In
compenso, un viso dai
tratti regolari fa pensare
che la persona è retta.
Noi siamo istintiva-
mente attirati da tutto
ciò che evoca la giovinezza. È for-
se la capacità riproduttiva che è
ricercata e facilitata? Noi ci lascia-
mo sedurre da certi tratti del viso :
la fronte larga, il naso piccolo , e
soprattutto i grandi occhi che evo-
cano l'infanzia e l'innocenza; è un
indicatore · spesso util izzato per
quell i che hanno bisogno di farsi
un 'idea sull'onestà di qualcuno .
Quelli che hanno gli occhi piccoli
sono volentieri sospettati di dissi-
mulazione. Un'altra qualità fisica
che non è legata alla bellezza i-
spira alla confidenza: il sorriso, e il
fatto di aver l'aria gioiosa; purtutta-
via i belli , come ho già spiegato ,
hanno delle facilitazioni anche in
questo campo!
Noi ci attacchiamo ai caratteri
fisici che evocano la differenza ses-
suale: i visi squadrati e contrasse-
gnati dalla barba per i maschi, i visi
tondeggianti e perfettamente lisci per
le femmine , ecc. Ma bisogna stare
attenti : queste immagini , ormai di-
ventate icone, sono state forgiate
dalla società. Non poche inchieste
mostrano da anni che noi amiamo
sempre di più gli uomini che rasso-
migliano a delle donne; un buon
numero di pubblicità di profumi o di
indumenti presentano visi androgeni,
a volte tanto enigmatici quanto quel-
lo della Gioconda. La nostra cultura
valorizza l'uomo materno (!).
ì
La bellezza influenza il giudizio, è
certo, ma le cose sono evidente-
mente più complesse: altre qualità
intervengono, che non sono l'appan-
naggio dei belli: il coraggio, l'intelli-
genza, la forza del carattere, il lavo-
ro , ecc. Tuttavia, di fronte a persone
con qualità uguali chi è bello riceve
un bonus che fa la differenza.
infine, l'importanza che si dà
alle apparenze emerge nel fatto
che si sono attivati negli ospedali
dei servizi gestiti da estetiste .
Continuare a fare attenzione al
proprio aspetto esteriore permette
di sopportare meglio lo sguardo
degli altri e anche il proprio sui
danni fisici provocati dalla malat-
tia. L'ammalato che cura una
migliore immagine di sé lotta me-
glio contro la malattia . Nelle car-
ceri, i medesimi servizi, cancellan-
do i segni che lascia sempre il
passaggio in un luogo di pena,
permettono ai prigionieri e alle pri-
gion iere di meglio soppo rtare la
prigione, e di riprendere fiducia in
, il che facilita il reinserimento , il
ritorno all' impiego e la ripresa di
una vita affettiva.
Curare il proprio aspetto e
preoccuparsi dell'effetto che si pro-
duce è manifestamente un vantag-
gio e uno sforzo che è necessario
incoraggiare .
BS OTTOBRE 2003

3.8 Page 28

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ANIMATORE
Una figura professionale
per prevenire il disagio
giovanile.
DI STRADA Ad Alessandria le Figlie
di Maria Ausiliatrice,
in collaborazione con la
di Bruna Grassini
Diocesi, l'Assessorato
alle Politiche giovanili, il
Gruppo Abele, hanno
dato vita a un "Progetto
per la Formazione di
Animatori di Strada"
Diciamo che non è un insegnante
nel senso tradizionale. È piuttosto
un "facilitatore", un tessitore di re-
lazioni che sa stare in ascolto, che si
interroga: è un interlocutore pazien-
te, discreto, portatore di istanze
nuove.
Animatori di strada al lavoro (slmulazlone).
Da dove vi è venuta l'idea di
questo progetto?
Da un sogno e da un invito: "An-
date ai crocicchi delle strade, nelle
piazze"... portate una presenza
nuova negli spazi di vita dei giova-
ni, una presenza amica, dialogante,
gratuita, nei luoghi dell'incontro
dove si parla, si soffre, si costruisce
un vissuto, dove i giovani cercano
"una mano amica" come diceva
Don Bosco. La sua esperienza edu-
cativa del resto è nata proprio sulla
strada: Portapalazzo, Via Doragros-
sa, i Molassi, Piazza Emanuele Fili-
berto fino al "pianto" del prato Fi-
lippi, continuamente sfrattato. In-
somma nei luoghi che oggi definia-
mo "informali".
OTTOBRE 2003 BS
Come si articola il corso?
Prevede una durata di 295 ore (da
maggio a dicembre con pausa esti-
va), con incontri preserali di quattro
ore ciascuno due volte alla settima-
na e alcuni week end. Si articola su
sei moduli: Accoglienza, "radiogra-
fia" dei giovani, modello e approcci
teorici al lavoro di strada, l'operato-
re di strada, altri strumenti, il terri-
torio. Il corso è frequentato da 21
giovani (ragazzi e ragazze) di età
superiore ai 20 anni, alcuni già im-
pegnati nel campo educativo (scuo-
la, associazioni, parrocchie, centri
sociali).
Come si definisce l'animatore
di strada: chi è, che cosa fa, come?
Questo richiede una prepara-
zione adeguata e... la vocazione
per farlo.
Ogni professione dovrebbe essere
vocazione. Infatti, l'obiettivo finale
dell'educazione è la manifestazione
operativa della propria personalità-
professione. Ovviamente non si
parte da zero: il cammino comincia
con tre "A": Attenzione - Apertura
- Accoglienza. Il logo del nostro
progetto è significativo: un gomito-
lo colorato con un filo che sporge.
L'animatore di strada è uno che sa
trovare il filo giusto per sgomitolare
un vissuto spesso "ingarbugliato"...
Ma il dialogo con questi giova-
ni è difficile.
Chi intraprende questo cammino
deve cercare, prima di tutto, di au-
mentare il livello della propria ri-
flessività, di sviluppare una capacità
di cura, e deve sapersi interrogare:
perché questi ragazzi se ne vanno?
Che cosa sognano? Che cosa sanno?
Che cosa aspettano? E deve anche
apprendere l'arte di interrogare.
La cosa più importante?
Riuscire a instaurare una relazio-
ne. I giovani hanno bisogno di "ri-
conoscimento", di capirsi e di esse-

3.9 Page 29

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Momenti di studio e di confronto.
re capiti. Nel groviglio delle emo-
zioni, nell 'incertezza che portano
addosso, inconsciamente cercano de-
gli indicatori di senso, qualcuno che
offra un contatto "umano", che fac-
cia loro scoprire le proprie potenzia-
lità. Gli adolescenti, è stato detto,
sono la generazione di ricercatori in
cerca della propria identità e del
senso della propria esistenza. Per
questo senza una relazione di amici-
zia non si fa niente.
Dove svolgeranno il /,oro lavoro?
Al termine del corso verrà rila-
sciato un attestato di frequenza rico-
nosciuto, per l'inserimento lavorati-
vo nel settore educativo-sociale:
coordinatori di centri giovanili, ani-
matori nelle scuole, negli oratori,
nelle associazioni del tempo libero,
nelle ludoteche e nelle comunità di
recupero. L'animatore di strada agi-
sce sulle situazioni a rischio, svol-
gendo un 'azione di collegamento
tra famiglie, istituzioni e servizi so-
ciali.
E in futuro?
La prospettiva è la creazione di
un'Associazione di Animatori di
Strada che dia visibilità alla figura
professionale e sia un punto di rife-
rimento per le istituzioni del territo-
rio. Inoltre, al termine del corso,
con il gruppo Abele-Università del-
la strada, vogliamo curare una pub-
blicazione che raccolga i materiali
prodotti, le indagini realizzate sul
territorio e i risultati dell'esperien-
za.
A questo punto siete soddisfatti
dell'andamento del corso?
Federica. Frequento politiche so-
ciali all'Università di Alessandria,
per caso ho av uto tra le mani il vo-
lantino del corso e subito ho pensa-
to di tentare questa esperienza. Sin-
ceramente sono molto soddisfatta
della scelta.
Maria Carla . Sono educatrice in
una Scuola Elementare di Novi Li-
gure e insegnante di sostegno. Mi
interessa molto questo corso, sento
che perfeziona la mia preparazione
e in futuro potrebbe aprirmi altre
strade.
Celso. Sono prete brasiliano, fre-
quento Scienze dell 'educazione al-
l'Università di Torino. Ho colto im-
mediatamente l'occasione di questo
corso, per continuare e completare
la mia formazione. Conosco la Casa
dei ragazzi di strada che le FMA
hanno in Brasile e penso già a quei
ragazzi. Siete tutti bravissimi.
Martina, Monica, Chiara. Sia-
mo tre amiche di Asti, frequentiamo
l'Università. Il corso è interessante
e utile anche in vista del nostro fu-
turo. Ci troviamo bene sia come
ambiente, sia come gruppo, e come
impostazione del corso.
Claudio. Studio e sono già ani-
matore nella mia parrocchia. Per
questo ho deciso di frequentare il
corso per migliorare il mio impegno
soprattutto verso quei ragazzi che
sono in difficoltà; vedo che non mi
mancherà la possibilità di rendere
un servizio più qualificato a chi è
meno fortunato di me.
Suor Isa Maiolo e collaboratori procedono alla mappatura.
Per chi desidera mettersi in rete:
sr. Isa Maiolo - Istituto M. Ausiliatrice
Via Gagliaudo 3 - 15100 Alessandria -
imaio/o@libero .i t
BS OTTOBRE 2003

3.10 Page 30

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_,.____,..,. IL MESE IN LIBRERIA diGiuseppeMoran\\e
0 cura
~ ~EIOR~E ~ E CELD EBRAE TA
E RECUP
F
LA RISPOSTA
Uomini e storie
di Vito Magno,
Ed. Rogate, Roma, 2003
pp. 222
In 16 grandi tematiche
si descrivono 84 intervi-
ste fatte dall'autore pun-
tando su storie positive
di persone notissime e
personaggi significativi
della cultura, dell'arte
dello spettacolo, dell~
Chiesa, dello sport. So-
no anche interessanti i
racconti fatti da persone
meno note come l'i ndu-
striale che vende le pro-
prie fabbriche e con il ri-
cavato costruisce ospe-
dali; il condannato a mor-
te innocente che perdo-
na i suoi giustizieri; il di-
sabile che non si arren•·
de, ed è campione olim-
pionico; il vescovo che
accetta anni di duro car-
cere per testimoniare la
propria fede; la suora
che sceglie di farsi ma-
dre di bambini abbando-
nati ; il cantante che mi-
sura la precarietà del
proprio successo. Ognu-
no dà spunti per la ri-
sposta che l'uomo è te-
nuto a dare, in coscien-
za, alle chiamate di Dio
e degli uomini.
OTTOBRE 2003 BS
COMUNICARE LA FEDE IL SISTEMA
LA PREGHIERA
OGGI IN 1TALIA
.PREVENTIVO DI
11 contributo degli Istituti DON BOSCO
CRISTIANA
Rivelazione, esperienza,
di Vita Consacrata
Prove di rilettura
educazione
del CISM,
Il Calamo, Roma, 2003
per l'oggi
di Carlo Nanni,
a cura di Ernesto Combi
Centro Ambrosiano, '
pp , 184
ELLEDICI,
Milano, 2003
Leumann (To), 2003
pp.320
È il testo degli atti del con- pp. 110
vegno che la Conferenza
Italiana Superiori Maggiori
ha realizzato per un coin-
volgimento nella missione
della Chiesa. I diversi con-
tr!buti sono di alto presti-
gio: quale comunicazione
TEPPISTI PER NOIA
La nuova violenza delle
baby gang
di Eugenio Fizzotti
LAS, Roma, 2003
pp. 184
della fede oggi in Italia; il
Vangelo in un mondo che
cambia; Consacrati/e co-
municatori della fede nella
Chiesa locale.. .
I due volumi si collocano
nell'ottica dell'educazione.
Il primo fa un'operazione di
attualizzazione del sistema
preventivo, tenendo conto
dei non facili inizi di secolo
della vicenda storica, euro-
pea e mondiale. Si afferma
che Don Bosco ha qualco~
11 convegno ha ricordato ai
consacrati/e - che hanno
approfondito con intensità
di ricerca le provocazioni
ricevute - di rendere visibi-
le la loro testimonianza nel
territorio, condividendo con-
templ~zione ·e preghiera,
sacnf1co e azione pastora-
le nei delicati settori "della
carità, della. cultura e del
radicamento nel popolo di
Dio", ma con un ampio re-
sa di saggio ed importante
da dire ai giovani che si in-
terrogano sul senso della
vita e del proprio futuro. Il
secondo non si limita a
semplici denunce di attuali
deviazioni, ma offre un
ventaglio articolato di ri-
sposte alle domande sulle
possibilità di recupero dalla
devianza, descrivendo pi-
ste di intervento e di recu-
pero di tali situazioni, che
portano a scoprire nel
cuore di tutti, piccoli e
grandi, germi di speranza,
indispensabili per la rico-
struzione morale di una so-
cietà che sia più a misura
d'uomo.
Il testo raccoglie lo sforzo di
una grande diocesi che ri-
flette sulla formazione di ca-
techisti e animatori pastora-
li, vista come un compito
fondamentale richiamato dai
documenti della Chiesa. Il
catechista educa i cristiani
all'orazione. I contributi ri-
flettono l'identità della pre-
ghiera: il contenuto e il me-
todo, la celebrazione euca-
ristica come scuola che
educa atteggiamenti propri
dell'orazione, i destinatari
dell'intervento educativo, l'e-
sperienza religiosa che par-
te dalla condizione persona-
le dei soggetti e precisa l'o-
biettivo formativo, le caratte-
ristiche dell'educazione alla
preghiera. Si tratta di una
ricchezza di materiali che
catechisti ed educatori non
possono assolutamente di-
sattendere.
spiro evangelico che co-
struisca dialogo e comu-
nione tra realtà diocesane
e religiose.
! NON SI FA VENDITA P~~
CORRISPONDENZ~- hbn
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso I~ h~re~
rie cattoliche o vanno nch1~st1
direttamente alle rispettive
Editrici.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

▲back to top
~
IL R0$ARl0
UN MESE
CON IL ROSARIO
Riflessioni,
testimonianze, racconti
di Marino Gobbin,
Leumann (To), LDC, 2003
pp. 128
CELEBRARE
IL ROSARIO
800 commenti ai misteri,
29 indirizzi tematici, 35
schemi di litanie mariane
stesso autore ed editrice,
pp. 384
Sono due libri di commen-
to e di attualizzazione del
magistero di Giovanni Pao-
lo Il sul Rosario. Il primo è
un sussidio utilissimo per
la riflessione personale e
comunitaria, la predicazio-
ne ·e le novene e per tutti
gli incontri mariani. Il se-
condo è un compendio del-
la preghiera più popolare
che aiuta le comunità par-
rocchiali, religiose e gruppi
a meditare il mistero di Cri-
sto attraverso il Rosario. Si
tratta di una proposta che
elabora una preghiera per
assemblee, comunità, per-
sone. Con l'aiuto del CD
annesso, si può trasforma-
re, allungare, accorciare,
migliorare, mettere insieme
elementi diversi sia nei mi-
steri sia nelle litanie. Il pa-
pa insegna che da Maria si
possono imparare i tratti
dolci e profondi che ci radi-
cano in Cristo.
'.,, Ì>/<(/ ,/
ROSARIO
~
pROBPLPE~
DI CO
GIUSTE NOZZE
Guida al matrimonio
in stile equo e solidale
di Giuseppe Caffulli,
Monti, Saronno, 2003
pp. 104
LA GOCCIA CHE FA
TRABOCCARE IL VASO
I malintesi nel
matrimonio ed il loro
superamento ...
di Michael Ryan,
Logos Press, Roma, 2003
pp. 100
la goccia
.
che fa traboccar
Volumi che possono pre-
venire fallimenti matrimo-
niali. Il primo istruisce su
tutto ciò che occorre sape-
re su come, dove e perché
organizzare un matrimonio
in stile equo e solidale: in-
viti, bomboniere e confetti ,
abito, liste di nozze, truc-
co-acconciatura, bijou, ce-
rimonia, pranzo, musica e
viaggio di nozze. Serve so-
prattutto per motivare dopo
la preparazione dei giovani
alla celebrazione del sa-
cramento. Il secondo offre
orientamenti utili per inter-
venire su problemi che si
riscontrano nella vita co-
niugale in conseguenza di
malintesi, ripristinando lp. ve-
ra comunicazione che ren-
de fecondi anche i momen-
ti di conflitto, COSÌ che il
vaso giunga a traboccare,
ma nell'amore.
~
cANT'eaRAZIONI
E CEL
IL CANTO DELLA RANA
Musica e teologia nella
Bibbia
di Ravasi e Turoldo,
Piemme, Casale M., 2003
pp. 142
GIOSY CENTO
IN CONCERTO (con CD)
di Giampaolo Mattei ,
Paoline, Milano, 2003
pp. 146
Il primo legge la Bibbia co-
me uno spartito, le cui note
accompagnano i grandi in-
terventi di Dio nella storia e
le opere degli uomini: na-
scita e morte, sorriso e la-
crime, pace e guerra, amo-
re e lavoro. Si tratta di un
ideale pellegrinaggio spiri-
tuale all'interno del tempio
divino della musica. Il se-
condo fa rivivere un con-
certo del cantautore attra-
verso canzoni che suscita-
no emozioni e stati d'ani-
mo, da cui scaturiscono me-
ditazioni e approfondimen-
ti. In ogni canto ci si imbat-
te nella persona di Gesù
tra le storie degli uomini
imbrattate dalla polvere
della strada. Sono pensieri
semplici, vissuti che hanno
l'ambizione di entrare nel
bagaglio della quotidianità.
Sant'Agostino insegna che
chi canta prega due volte.
GIANFRANCO RAVASI
OAVID MAR IA TUROLDO
li canto della rana
Musica e teologia nella Bibblo.
Fondazione
DON BOSCO
NEL MONDO
Ente autorizzato a riceve-
re tutte le offerte per le
OPERE E MISSIONI
SALESIANE.
Gestisce:
ADOZIONI
A DISTANZA
Aiuto ai bambini più poveri
senza allontanarli dalla fa-
miglia né privarli della loro
cultura.
é I J 10
Permettono di aiutare al-
cuni ragazzi e giovani sa-
l~siani senza mezzi per
completare la loro forma-
zione o il corso di studi in-
trapreso .
FONDO VOCAZIONI
Destinato all'aiuto di un
giovane lungo gli anni della
sua preparazione al sacer-
dozio o alla vita religiosa.
INTENZIONI
SS MESSE
Si celebrano messe or-
dinarie o gregoriane (30
messe continue, una al
giorno) secondo le inten-
zioni dell'offerente.
COME?
Le offerte vanno inviate -
indicando sempre la causa-
le - a FONDAZIONE DON
BOSCO NEL MONDO
El
ccp n° 36885028
oppure
Bonifico Banca Intesa
fil. 12 Roma n° 32631/99
ABI 03069 · CAB 05064
oppure via Internet:
BancoPostalmpresa
www.poste.it sul conto
n° 36885028 ABI 07601 -
CAB 03200
http://in-impresa.it/cor-
porate/imprese/
conto n° 32631/99 - ABI
03069 - CAB 05064
BS OTTOBRE 2003

4.2 Page 32

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L/;1/E
-
COADIUTORE
DA CORTILE
di Giancarlo Manieri
Veniva da lontano, profugo armeno
fuggito dalla guerra .
e dall'oppressione di regime.
Salesiano speciale, ha svolto il suo
apostolato nel cortile e ~i bordi dei
campi di calcio.
Sor Paolo con un album fotografico ... Ricordare era per
lui una vera gioia.
Z azù è vissuto in cortile: era il suo ufficio, la sua
chiesa, la sua cattedra, la sua stanza di gruppo!
Ci stçiva con la stessa sicurezza con cui un mae-
stro d'orchestra sta sul suo podio; da dirigeva squa-
dre e singoli , parlava a ognuno e a tutti insieme, esor-
tava, ammoniva, regolava, pregava. D'inverno intabar-
rato nel suo vecchio cappotto , portato con dignità ed
eleganza; in maglioncino leggero d'autunno , in cami-
cetta e gilet a primavera, in t-shirt d'estate ... Ce lo tro-
vavi sempre in cortile:
- Ragazzi, passa quel pallone, passa ...!
- Non così!... te pigliasse un bene!
- Vincè! Stai buono, usa il cervello!
- Che combini tu ? Piantala, fai l'uomo!
- Non voglio sentire parolacce!
Insomma quand'era nel suo elemento non stava mai in
silenzio, né si accontentava di guardare: avvicinava ora
l'uno ora l'altro, a chi una parola, a chi un sorriso, a chi
un buffetto, a chi un rimprovero. Ti chiedevi come
facesse a resistere , per ore, anche quando era già
anziano, sempre imperturbabile, sempre vigile, sempre
OTTOBRE 2003 BS
in atteggiamento educativo. Ma lui ci credeva fino in
fondo alla pedagògia del cortile, ed era incrollabilmente
convinto che fosse una formidabile scuola di umanità.
DOVUNQUE FOSSE...
Sportivo "dalla testa ai piedi" - lo affermava lui stesso - ,
a L'Aquila aveva fondato l' Oratoriana calcio e a Terni
la Basico. Aveva fatto diventare il gioco del calcio
un'attività nobile , importante , rispettata , educativa,
coinvolgendo nell'organizzazione atleti , genitori, allena-
tori, accompagnatori. Era stimato come uomo , come
educatore e come giocatore : quando gli capitava un
pallone tra i piedi, riconquistarlo era un'impresa: aveva
scatti e movenze da funambolo . S'era guadagnato il
rispetto anche delle autorità federali. Mai scomposto,
mai sguaiato, anche se nel calcio si fa presto a tra-
scendere i limiti. Tutt'al più buttava là un "porca pa-
letta!" per comunicare il suo disappunto nei riguardi di
qualche giocata maldestra, un'espressione che espri-
"Zazù" con una delle sue innumerevoli squadre.

4.3 Page 33

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-------------e()/1(}/{;(TrJRI «fllLEg/11;1/I
meva tutto il controllo di cui era capace su se stesso e
assomigliava poco o niente a uno sfogo.
"Zazùuuu?" .. . Lo chiamavano da ogni parte del cam-
po, da ogni punto del cortile e lui si metteva subito in
mqto per sentire il problema. Zazù, cioè Zazurian, ed
ecco denunciata la sua origine.
- Sono un armeno dalla testa ai piedi...
- Beh, la testa certo ce l'hai dura!
- Se è per questo, pure i piedi! Comunque, qui si fa
COSÌ.
- Senza eccezioni?
- Ah; l'hai capita!
E potevi provarci tutta la giornata, ma se riteneva giu-
sta un presa di posizione, non lo smuovevi nemmeno
a cannonate: col sorriso sulle labbra e la signorilità
che lo distingueva ti diceva "no". Lui stesso ammette-
va candidamente di essere un duro ...
- ... come le rocce del Monte Ararat, quello dove è
incastrata l'Arca di Noè.
- L'Arca di Noè ? Via, Zazù.. .
- Non ci credi? Eretico!
Ciò di cui si convinceva, diventava pensiero del suo
pensiero .
- Hai sentito quale trionfo Van Karajan ieri a Milano?
Che grandi uomini abbiamo in Armenia...
- Sor Paolo, Karajan è un greco non un armeno!
- Macché! È come Mikojan, Agagianian, Zazurian...
- Guarda che si chiamava Karajannis e in Germania
ha voluto cambiare ...
- Ma non dire baggianate! Uno adesso cambia il
cognome? Assurdo!
- Guarda qui, c'è sul giornale.. .
- Puah, i giornalisti! Quelli capiscono meno di tutti!
Ad Erevan nel 1987, tra sorelle e nipoti, dopo 50 anni
di "esilio" volontario.
- Lanuvio 1982, per il 50° di professione religiosa.
Gli dispiaceva che gli togliessero qualcuno di cui van-
tarsi come armeno. Il suo popolo era stato oppresso
da sempre. Aveva una forte avversione solo verso i
turchi, invasori e responsabili d13I genocidio degli
Armeni. Diceva di pregare per loro, perché il Signore li
ripagasse come meritavano! Era comprensibile. Suo
padre, medico a Erevan , che non volle rifiutare il soc-
corso a chi l'aveva ch iamato, nonostante fosse stato
avvertito del pericolo gravissimo che avrebbe corso -
ti potevi considerare già morto se come cristiano capi-
tavi tra le mani di una pattuglia turca - andò lo stesso,
e fu letteralmente massacrato. La fierezza del padre
passò al figlio : era orgoglioso di questo suo papà mar-
tire, e ogni volta che lo ricordava, gli si riaprivano ferite
mai rimarginate e si riaccendeva l'orgoglio della sua
armenità .
OPERE E RICORDI
Paolo parlava poco dei suoi , ma li p13nsava sempre,
scriveva spesso, pregava moltissimo per loro e quan-
do poté rivederli (mamma e cinque sorelle) dopo 50
anni di esilio, confessò di aver provato la gioia più
grande della sua vita. Alla preghiera per i suoi cari uni-
va quella per i suoi ragazzi. Ci teneva che fossero
"buoni giocatori e buoni cristiani", e che diventassero
"qualcuno". Dio gli diede la consolazione di vederne
alcuni divenire famosi. Come Italo·Acconcia che giocò
con la Roma, la Fiorentina e l'Udinese e divenne poi
dirigente del settore giovanile della nazionale. O il
"Carota" che giocò con la Juve, o ancora il portiere
Masci... Dicevano che fosse in simbiosi con i suoi cal-
ciatori. Non di rado , guardando in faccia qualcuno
sbottava all 'improvviso: ".. . Però non è giusto quello
che stai pensando, caro Mario!". Per quanto riguarda-
va i doveri del buon cristiano, non derogava: prima di
andare a giocare, tutti a messa. Ed era davvero diffici-
le che qualcuno mancasse, tanto era l'ascendente che
aveva presso giocatori e dirigenti. Al punto che i supe-
riori mandavano avanti il sor Paolo quando avevano
bisogno di qualche intervento presso le autorità; sape-
vano che a lui non avrebbero detto di no. Zazù: arme-
no di nascita, profugo per forza, italiano per scelta,
salesiano per vocazione, sportivo per gusto, educatore
per convinzione. ..
BS OTTOBRE 2003

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
L'ASCOLTO
PRIMA DI TUTTO
esclamò il padre di Mauro . «Ecco
perché è così straordinaria», disse
Mauro , «lei fa molto di più , papà.
Lei sa ascoltare! »
Ascoltare veramente un figlio
Con i figli adolescenti non si può non entrare in dialogo, pena la adolescente può essere molto
rottura dei rapporti e una famiglia in cui si rischia di stare complicato . Nel suo I cinque lin-
insieme, genitori e figli, come estranei. Prima regola è l'ascolto.
guaggi d'amore per gli adolescenti
(Elledi'Ci) Gary Chapman propone
Mauro proveniva da una buo-
na famiglia, con genitori
amorevoli , due fratelli e una
sorella che avevano successo nella
vita scolastica e sociale. Vivevano
in un bel quartiere e Mauro aveva
tutto quello che un ragazzino può
desiderare. Ma alle elementari, fu
etichettato come soggetto "spe-
ciale". Nelle medie era il "disadatta-
to piantagrane". Alle scuole su-
periori , cominciò inanellando espul-
sioni e voti disastrosi. Una domeni-
ca, un insegnante incrociò la fami-
glia: «Mauro sta facendo molto
bene in questo periodo. Siamo sod-
disfatti ». «Forse ci state confon-
dendo con un'altra famiglia , il no-
stro Mauro non ne azzecca mai
una», disse il padre. Mentre l'inse-
gnante se ne andava, la madre os-
servò: «A pensarci bene , Mauro
non si è cacciato nei guai nell'ulti-
mo mese. Inoltre è sempre andato
a scuola presto e si è sempre fer-
otto indicazioni Rer ascoltare me-
mato più del necessario\\, . Al a con
segna dell~ prim_a pagel ar sJ pJ
~ri tavano voti bassi e note in· od~ist': -
centi sul comportamento I liebe
c'erano voti più che s6ffici 5l:-flfl
una menzione speciale ih d~~qotta.
Mamma e papà erano scdhc:e7 .ati.
«A chi ti sei seduto vicino, p~r. .ve-
re questi voti? », chiese aP,à <l:On
sarcasmo. «Ho fatto tutto dai' sòlò1,
rispose Mauro. Perpless1 i1genitori
\\= lo riportarono a scuola (Per pacla~e
glio e stabilire uf\\vero ialogo. Ec-
cole in breve. _
uando vo~ ro 1•~}~ a, guar-
d~~elo negli occl'li/. ~ u~sto impe-
dira che la vostra Qje vaghi e
comunica che -v6st o- fi/9 11@ ha' la
vostra attenz1on vit t ' di alzare
al cielo o di ch i de gli occhi
quarf o vo tro figlio ,1 dice qualco-
sa~ ' o ~ piac , , di uardare al
di I al t~s~a de agaiìo o di fis
::;sa, i tost, sca\\~,?e tm1~l ~re...,12arlf
f con il preside. Egli assicurò l0r0 'N n ,ta~~ua~ sJfalt '"m~re
che Mauro stava andab dò m · lto
·-~évostrei iglio icordate
7 bene : «Abbiamo una nu ©V n se- c~ i_momenti S:~~9.iali co1nsistono
gnante di sostegno, e se 1 ra c~e
lei abbia una particola.~e infl6~ia
nell nse ryare..a1•
piena \\atten 1. OnA
.
S· elcsuvnoolgel·Iatevuons'taral-
su Mauro. Penso che dov 'esi e t~a atti-vit~ e -~ potete soJpender-
conoscerla ». Quando il trio si 'avvi- 1~,. ditel°\\ sincer~rnt~ 1 vostro
cinò , la donna aveva i\\ capo ab\\
bassato. Le ci volle I n istante e
figlio. Un mog,0 C\\!) truttivo 'p, tr,ebbe
es er Q!;!esto: , So che vuoi p:arla-
accorgersi che aveva visite. Qu n- re on me--e( v.0 lio prestarti la mi
do lo capì , si alzò in piedi e iniziò a i.ena attenzione . Adesso non po-
gesticolare con le mani. «Ma ... trei farlo , ma appena finito , tra
questa donna è sordomuta! »,
pochi minuti sarò tutto per te ». La
maggior parte degli adolescenti
rispetta una proposta del genere.
Ascoltate i sentimenti. Domanda-
tevi : «Quali emozioni sta sperimen-
tando mio figlio? » Quando pensate
di avere la risposta , cercate una
conferma: «Mi sembra che tu sia
deluso perché ho dimenticato .. .».
Questo approccio .dà all'adolescen-
te la possibilità di fare chiarezza sui
suoi sentimenti. Comunica anche
che ascoltate in modo propositivo
quello che egli vi dice.
Osservate il linguaggio del cor-
po . I pugni chiusi , le mani che tre-
mano, le lacrime, la fronte aggrotta-
ta e il movimento degli occhi pos-
sono darvi indicazioni su ciò che
vostro figlio prova . Talvolta il lin-
guaggio del corpo comunica un
I GII adolescenti devono imparare
la difficile arte di utilizzare
al meglio Il loro laboratorio
interiore.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
messaggio diverso da quello espres-
so dalle parole.
Non interrompete. Gli studi indica-
no che la persona media ascolta
solo per diciassette secondi prima
di interrompere e di esporre le pro-
prie idee. Queste interruzioni spes-
so troncano la conversazione prima
che parta. In questa situazione , il
vostro obiettivo non consiste nel di-
fendervi o nello spiegare qualcosa a
vostro figlio, ma nel comprenderne i
pensieri, i sentimenti, _i desideri.
Ponete domande riflessive . Del
tipo: :•Mi sempra che tu voglia di-
re ... E così? ». Oppure: «Intendi di-
re .. .?» . Queste domande riducono
il rischio di malintesi e vi aiutano a
fare chiarezza sulla percezione che
ayete di ciò che vostro figlio vi sta
dicendo. Ricordate che state cer-
cando di rispondere a queste do-
mande: «Che cosa pensa mio fi -
glio? Che cosa prova? Che cosa
desidera da me? ».
Esprimete comprensione. L'ado-
lescente ha bisogno di sapere che
è stato ascoltato e compreso. Sup~
poniamo che voi genitori poniate
una domanda riflessiva di questo
tipo: «Stai per dirmi che vuoi anda-
re al mare con tre tuoi amici , e vuoi
guidare tu perché loro non hanno
la patente, e vuoi che io paghi ben-
zina e pernottamento perché non
avete denaro a sufficienza. Mi stai
chiedendo questo?». Se vostro fi-
glio risponde: «Sì», potete esprime-
re comprensione per la sua richie-
sta: «So che sarebbe un'idea molto
accattivante, per te. Sono certo che
ti divertiresti molto, al mare». Espri-
mendo comprensione, voi rafforza-
te l'autostima di vostro figlio e lo
trattate come una persona che pro-
va desideri. Ora siete pronti per
l'ottavo punto.
Chiedete di poter esprimere la
vostra opinione. «Vuoi ascoltare
la mia opinione?» . Se vostro figlio
risponde: «Sì», comunicate i vostri
pensieri, le vostre idee e i vostri
sentimenti. Se l'adolescente rispon-
de: «Veramente, no», allora la con-
versazione si conclude e l'eventua-
le decisione rimane sospesa. Ma
se avete espresso comprensione
per i pensieri, i sentimenti e i desi-
deri di vostro figlio, è molto proba-
bile che l'adolescente sia pronto ad
ascoltare il vostro punto di vista. D
SAPER STARE
INATTESA
ALLA PORTA
DEL CUORE
È vero che molti adolescenti a un certo punto chiudono le
saracinesche e ammutoliscono ... cosicché certi problemi restano
sepolti nel segreto del proprio cuore. Ma è anche vero che un po'
di accortezza e attenzione, e la massima apertura al colloquio
possono aiutare a capire i problemi che li agitano e...
Non sono sicura di aver vissu-
to in casa la fase in cui i figli
adolescenti non hanno voglia
di comunicare . Sebbene si tratti di
un periodo della vita familiare che
probabilmente si è appena conclu -
so, faccio fatica a ricordare un tem-
po preciso in cui Alessandra e
Claudio si sono comportati in modo
rinunciatario, chiudendosi in se
stessi. Mi sembra, piuttosto, che ad
un certo punto abbiano cominciato
a mostrarsi più selettivi nel valutare
l'opportunità di raccontare certe
cose all 'impronta e in modo , per
così dire, pubblico.
Della scuola, ad esempio, non
hanno mai smesso di parlare ;
anzi, il problema che abbiamo è
quello di disciplinare gli interventi,
in macchina e a tavola, per evitare
che si sovrappongano in modo da
non farci capire nulla. Anche sulla
loro vita in parrocchia hanno sem-
pre fin troppe cose da raccontare,
di cui lamentarsi , sulle quali comun-
que esprimere opinioni , proteste,
proposte .. .
Periodicamente, invece, emerge un
certo pudore in relazione alle que-
stioni affettive e, di conseguenza,
sull'uso del tempo libero. Ma anche
se diminuisce il flusso delle parole, è
possibile capire come vanno le cose
dagli sguardi e dall'eloquenza dei
gesti, che passano dall'ansia al-
l'euforia o alla depressione. E resta-
re in attesa: perché, prima o poi ,
arriva il momento della confidenza a
cuore aperto, della condivisione dei
problemi e dei desideri, della richie-
sta di sostegno e di solidarietà.
I Talvolta il linguaggio del corpo
comunica un messaggio diverso
da quello espresso dalle parole.
Mi è sempre sembrato giusto
evitare di fare il primo passo con
domande , allusioni, interventi di
vario tipo : quando gli adolescenti
scoprono la loro intimità, è bene
che la difendano, anche perché
devono imparare la difficile arte di
utilizzare al meglio il loro laborato-
rio interiore . Nello stesso tempo
però, è possibile trovare il modo
per far capire loro che c'è una di-
sponibilità di fondo ad ascoltarli, a
partecipare al travaglio della cresci-
ta, ad affrontare con simpatia le lo-
ro difficoltà. Ci sono tanti piccoli
BS OTTOBRE 2003

4.6 Page 36

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gesti rassicuranti , che esprimono
più delle parole la voglia di condi-
videre senza però stare addosso,
diventando ficcanaso o troppo
protettivi.
·
E, comunque , nel periodo di transi-
zione in cui i figli alzano con più o
meno garbo il "ponte levatoio" per
impedire l'accesso dei grandi alla
loro vita, occorre che noi genitori ci
confermiamo di due verità:
la prima è che, se abbiamo colti-
vato negli anni dell'infanzia l'atti-
tudine a comunicare , prima o poi i
ragazzi torneranno a considerarci
interlocutori privilegiati de i loro
sentimenti , opinioni , esperienze .
L'afasia degli adolescenti si svi-
luppa (anche se non viene imme-
diatamente riconosciuta) , quando
da bambini non si riesce a trovare
in famiglia tempi e spazi opportu-
ni per esprimersi in modo ade-
guato alle proprie esigenze e pos-
sibilità e purtroppo non è facile
recuperare il tempo perduto e i
pregiudizi accumulati da una par-
te e dall'altra;
l'altra è che un figlio che si chiu-
de nel silenzio non necessaria-
mente è alle prese con problemi
terribili. Spesso ha solamente
bisogno di fermare un po ' la
comunicazione con l'esterno, per
valorizzare meglio il dialogo con
se stesso, per poter riconoscere
le sue risorse migliori , per fare il
punto della situazione e capi re
come funzionano i suoi strumenti
di navigazione esistenziale. Il non
dire sta a indicare che sta cre-
scendo, che vuole diventare pro-
tagonista della sua vita, che è
ormai pronto ad affrontare la sua
autonomia e le sue responsabi-
lità, anche se ha paura di entrare
in questa dimensione più impe-
gnativa del suo modo di essere.
Se il silenzio dei figli non è
un atto d'accusa contro le ina-
dempienze di noi genitori (e que-
sta verità non sfugge alla
coscienza di ciascuno di noi) , ci
vuole solo molta pazienza (come
quando si deve fronteggiare un
temporaneo black out della cor-
rente elettrica), insieme alla capa-
cità di noi adulti di praticare un'e-
tica della fiducia, che è la ricetta
migliore per restituire la voce agli
adolescenti.
O
OTTOBRE 2003 BS
MOVIMENT
SALESIANO
di Julio Olarte
CMB
Ènata come associazione
civilistica nel 1994 a opera di
sei cooperatori salesiani e di due
loro amici. La loro unione divenne ,.
sempre più stretta fino all'Atto di
Dedizione.
COMUNITÀ DI MISSIONE
DI DON Bosco
Il 22 giugno 2001 , festa del Sacro
Cuore, l'Arcivescovo di Bologna
riconosceva la Comunità della Mis-
sione di Don Bosco come realtà
eccl esiale. I fo ndatori, otto laici, di
cu i sei cooperatori salesiani, aveva-
no iniziato il cammino fi n dal 1983.
Attualmente sono organizzati in due
gruppi : la Comunità, 21 membri ,
che è il nucleo base animatore, e
l'Associazione, 170 membri, guidati
da un govern o ce ntra le. Tutto
cominciò nel 1980, quando il rettor
maggiore don Vi ganò chiamò i Sale-
siani a co nsiderare il co ntinente
nero, l' Afri ca, come il nuovo fronte
mi ss ionari o. Era il Progetto Africa.
La casa salesiana di Bologna s' impe-
gnò con il Madagascar, aprendo nel
1983 la pri ma presenza uffic iale a
Bemaneviky.
111983 fu anche l'anno del CMB .
Gli otto laici che avevano iniziato il
loro cammino di carità, vollero im-
pegnarsi a favore dell'Etiopia in mo-
do permanente. Nel centenario della
morte di Don Bosco (1988), essi ca-
pirono che la convergenza spirituale
e mi ssionaria che li aveva conquistati
aveva ormai oltrepassato gli estremi
del tempo libero ed era diventata im-
pegno quotidiano, scelta di vita. Si
cominciò à parlare di Comunità.
Non si trattava più di fare qualcosa
per o in Afri ca, ma di vivere questa
"tensione missionari a" come voca-
zione. Nel 1994 si costituirono co-
me associazione di diritto civile.
Il nucleo originario continuò il
cammino di maturazi one "sal es ia-
na" per impegnarsi sempre di più
nell a vita laica le. L' impeg no di-
venne Dediz ione, un vin col o che
li costitui va come Comunità di lai-
c i, uom ini e do nne, co niu gati e
non. Chi vuol entrare diventa aspi-
rante. Dopo tre anni di prepara-
zione, emette l'A tto di dedizione
da rinn ovare ogni anno. La Comu -
nità si organizza in nuclei di base,
og ni nu c leo è un a tenda. O gni
tenda promuove e anim a un' asso-
ciazione di sostenitori, guid ati da
qu este co nvin z ioni : " la Chiesa è
anche mi a, la Chi esa so no an-
ch' io. Mett iamo energie, possi b i-
lità e tempo a servizio degli ultimi,
in modo pa rt ico lare i giovani ".
A ll'assoc iazione si pu ò appartene-
re per deci sione pe rsonale sen za
altre formai ità.
Tr'È i cardini della spiritualità :
UNITA di cuori e d' impegno; CA-
RITÀ verso giova ni e poveri ; ES-
SENZIALITÀ per co nce ntrarsi sulla
sostanz a delle cose. I membri
" rispondendo all'impul so interi ore
dello Spirito, si dedicano con spe-
ci al e vincol o all ' impegno missiona-
rio e ali'attività educativa con spiri-
to sales iano.. . per realizzare nell a
loro vita la chiamata del Signore
nello stil e di san Giovanni Bosco".
Attualmente ci sono gruppi in Italia
(Bologna, Padova, Udine, Trieste),
Madagascar e Cile.
O

4.7 Page 37

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,. r~ ;;~rf() '1 ETAAPCR!:DlC,ORIINNOONsEEc,Cr,tlLJf;t.If>.'EIA$A5NPNTO5IURI/MT'fAVA/l/AJlLFIcZIFoI!VOIMCINTPIALIOI R1-
BS OTTOBRE 2003

4.8 Page 38

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Sf\\OE Ei\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
Il dibattito sull'eutanasia si fa sempre più serrato.
MORIRE COME.••
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
La risposta cristiana a
una civiltà che teme la
morte e la esorcizza.
L'aspirazione a morire
con dignità è legittima,
ma . . .
IL'aspirazione a "morire con
dignità" manifesta la volontà
di consentire a ciascuno di
affrontare lucidamente e, per
quanto possibile, serenamente
la propria morte.
I 1 termine "eutanasia" di per
significa morire bene o dolce
morte. Al di là di taluni suoi
aspetti disumani e disumanizzanti,
l'aspirazione a "morire con dignità"
rivela un senso di profondo rispetto
per l'uomo, manifesta la volontà di
consentire a ciascuno di affrontare
lucidamente e, per quanto possibile,
serenamente la propria morte. Ma
attualmente l'eutanasia designa l'at-
to medico che pone fine ai giorni
del malato. In un contesto tecnolo-
gico come il nostro, la morte rimane
un inspiegabile incidente di viaggio.
Si spiega così come l'accettazione
della morte si faccia sempre più dif-
ficile a mano a mano che si sviluppa
il progresso tecnico: appare come
un assurdo che occorre in qualche
modo controllare e razionalizzare.
L'eutanasia rappresenta in qualche
modo questo controllo e questa ra-
zionalità.
OTTOBRE 2003 BS
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
È corretto porre l'id~a. che, ~. certe
condizioni, possiamo disporre della
vitaLansocsiatrrae
o altrui?
che un
altro
scelga
.
?1
mo-
. (chiedendo l'eutanasia) o a~utarlo
~r~orire (suicidio assistito) corrispon-
donÈo
a un crimine?
possibile oggi
parlare
....
d1 insop-
portabilità" della sofferenza da parte
delNmonalaptou?ò
essere
che
.
siamo
·
noi
~
non sopportare di vivere accanto a
sofferente?
Inoltre, per tanti motivi il morire
rischia oggi di diventare una "prova
insopportabile": aumentano il be-
nessere e la qualità della vita, cresce
la fragilità dell 'uomo; la solitudine
in cui si trova l'uomo del nostro
tempo; la fuga dal sacrificio e dalla
sofferenza; la scarsa solidarietà so-
ciale, il costo della sanità, il peso
degli anziani e dei malati sulla fa-
miglia e sul bilancio dello Stato,
ecc.; gli attuali trattamenti di riani-
mazione prolungan.o notevolmente
la cosiddetta "fase terminale", ren-
dendo molt(2 più gravosa e lunga la
sofferenza. E proprio su queste cose
che bisognerebbe lavorare per una
risposta alla domanda di eutanasia,
perché dietro ogni domanda c'è una
richiesta di aiuto, di sollievo, di so-
lidarietà, di non rimanere soli in si-
tuazioni tanto dolorose. Sempre
l'uomo ha affrontato queste situa-
zioni dolorose (e non con i mezzi
della medicina di oggi), ma era "ac-
compagnato" dagli altri, dalla fami-
glia, dalla società. La soluzione
della società alla domanda di euta-
nasia cammina sulle vie dell' ac-
compagnamento del morente.
NON GIOVA
Perché l'eutanasia non giova alla
società? Perché la società si fonda
sul rispetto della dignità della perso-
na e sull'indisponibilità della vita
umana. Non si può porre corretta-
mente l'idea che a certe condizioni
possiamo "disporre" della vita no-
stra o altrui. Se così fosse dovrem-
mo avere rispetto anche di chi -
sotto il nazismo o lo stalinismo - ha
ritenuto di disporre della vita di po-
poli e razze. A questo ha contribuito
principalmente la fede cristiana che
ritiene che la vita appartiene solo a
Dio. Affermare, a certe condizioni,
che possiamo intervenire sulla vita
per disporne autonomamente signi-
fica porre il principio che la vita
non è un valore indisponibile sem-
pre. Lasciare che un altro scelga di
morire (chiedendo l'eutanasia), o
aiutarlo a morire (suicidio assistito),
significa minare alle radici le basi di
una società che afferma anzitutto
come crimine l'intervento che toglie
la vita a una persona.

4.9 Page 39

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Giova o no alla società?
I Per la cultura odierna la morte rischia di diventare
una "prova insopportabile" e si ricorre a tutto
per esorcizzarla: ecco un bara a forma di gallina! ...
I Dietro a ogni domanda c'è una richiesta di aiuto,
di sollievo, di solidarietà, di non rimanere soli
in situazioni tanto dolorose.
Altro è aiutare il paziente con una comprensione e di rispetto dell 'uo-
terapia antidolore (che potrebbe mo di oggi, della sua fatica di vive-
anche accorciare i suoi giorni), altro re, della sua sofferenza soprattutto
è intervenire direttamente per con- . di fronte alla malattia, anche quan-
eludere la sua vita. Esiste sempre il do non ne può approvare il senso.
diritto di rifiutare cure ritenute trop- Nella prospettiva della fede, la vita
po gravose, soprattutto per il costo è un bene e un valore indisponibile
psichico. Esiste sempre il diritto a in ogni caso. La vita, come dono di
non essere obbligato a un trattamen- Dio, all 'uomo è affidata perché la
to che potrebbe configurarsi come promuova nella sua bellezza e nelle
inutile accanimento terapeutico per sue risorse, anche quando le appa-
arrendersi più tardi possibile alla renze mutano o il dolore bussa alle
sconfitta della morte. Ma nessuno porte. Di fronte a situazioni patolo-
può esigere che un altro sopprima la giche irrecuperabili, o ad una rite-
propria esistenza, soprattutto se nuta "insopportabilità" della soffe-
questo è un medico che per voca- renza da parte del malato, è possibi-
zione e deontologia è chiamato solo le la tentazione di cedere alla debo-
a curare.
lezza. A livello sociale, i giudizi
sull'eutanasia più spesso riguardano
COME CIDESA
una "pietà per riflesso". Siamo noi
che non sopportiamo di vivere ac-
Di fronte all'eutanasia il cattolice- canto al sofferente. Certamente i fa-
simo si pone con atteggiamento di miliari vivono situazioni particolar-
mente stressanti (il paradosso del-
1'eutanasia sarebbe l'abbreviazione
VALORI IN QUESTIONE
L'eutanasia mina le basi della s~-
della vita del malato per pietà del
familiare) .
f: ~g:;:~~~ cietà che si fonda sul rispetto della di-
i n~~1 1
della tede, _la_vi~a
è un bene e un valore indispornb1le _in
A questo proposito il catechismo
della Chiesa Cattolica afferma (nn.
2276-2279): "Potrebbe anche verifi-
0 ni caso. La vita, come ?ono di Dio, carsi che il dolore prolungato e in-
aIT'uomo è affidata perche la promuo- sopportabile, ragioni di ordine affet-
va.Altro
terapia
è aiutare il
antidolore ,
apltarzoieènt.e·intceornvenui~rae
direttamente con l'eutanasia.
È lecito rifiutare cure ritenute troppo
tivo o diversi altri motivi inducano
qualcuno a ritenere di poter legitti-
mamente chiedere la morte o procu-
rarla ad altri. Benché in casi del ge-
gra11vmoseedipcoerpilepr avzoiceanzteio.ne
e
1
deonto o-
nere la responsabilità personale
possa essere diminuita o perfino
gia professionale è chia_mato a curare non sussistere, tuttavia l'errore di
l.e:~n~o'n..'__a::_.s:::o:!p'..!p:.r:.i::m.:.e=r~e-l_a_v_ita_._ _ ___. , giudizio della coscienza - fosse
pure in buona fede - non modifica
la natura dell'atto omicida, che in
rimane sempre inammissibile. Le
suppliche dei malati molto gravi
che talvolta invocano la morte non
devono essere intese come espres-
sione di una vera volontà di eutana-
sia; esse infatti sono quasi sempre
richieste angosciate di aiuto e di af-
fetto. Oltre le cure ·mediche, ciò di
cui l'ammalato ha bisogno è l'amo-
re, il calore umano e soprannaturale,
col quale possono e debbono cir-
condarlo tutti coloro che gli sono
vicini, genitori e figli, medici ·e in-
fermieri".
E l' ospedale moderno non è in
grado di accompagnare il morente.
Malattia e sofferenza nella situazio-
ne ospedaliera attuale risultano alte-
rate: l'esperienza della malattia è ri-
condotta per lo più a problemi di or-
dine tecnico e sperimentale. Affiora
tutto il dramma del rapporto tra
l'ammalato e le tecniche diagnosti-
che e terapeutiche moderne, in
un'atmosfera in cui il paziente si
sente depersonalizzato e schiavo
delle macchine. Eppure questo dato
esistenziale postula l'esigenza di
una chiamata del paziente ad avere
una parte attiva, a fare della propria
malattia una singolare esperienza di
vita. La malattia può divenire, attra-
verso la durezza della prova, un
luogo di riconquista del proprio es-
sere persona, ove vengono riscoperti
i valori fondamentali, e nasce una
reale valutazione della propria stb-
~-
BS OTTOBRE 2003

4.10 Page 40

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Anche se sembra diversamente...
LA PITTURA
di Severino Cagnin
DEL NOVECENTO
PARLA ANCORA DI DIO
È più frequente di
quanto sembra, non solo
in artisti famosi, ma in
molti viventi, anche se
poco noti: da Chagall a
Dalì, ma pure Severini,
Dinetto, Tornea e in
ricche collezioni da
visitare.
I Oleg Supereco, Tempesta. Sonno
di Cristo, 1999, olio su tela,
340 X 420 (part.).
L ,arte del Novecento ha di-
menticato Dio? O, peggio,
lo ha rinnegato eliminan-
dolo da una visione umana della
vita? Una prima impressione, im-
mediata e poco documentata, po-
trebbe dire di sì. Già in questa rubri-
ca (gennaio 2003) ne avevamo po-
sto il problema e avanzato un tenta-
tivo di risposta critica circa l'archi-
tettura e la scultura del nostro tem-
po. Certamente le costruzioni sacre
del XX secolo hanno un senso e
un'ispirazione religiosa che mira al
divino e le originali strutture di Le
Corbusier, Aalto e Nervi ne sono la
prova. Non tutte le numerose chiese
moderne di periferia o di borgata
sono dei capolavori, ma varie tende,
spazi di accoglienza e oasi di quiete
nel traffico urbano ci fanno pensare
OTTOBRE 2003 BS
a Dio e al nostro cammino verso
una casa che non è di questo
mondo. Così ci siamo fermati più
dettagliatamente su autori di scultu-
ra, che con legno, bronzo e pietra
sono riusciti a trasmetterci un senti-
mento superiore.
I COLORI DI CHAGALL
LODANO DIO
Ora vogliamo accennare ai pittori.
Alcuni molto celebri. George Rouauli
racconta il Vangelo e il dolore del-
l'uomo, visto nella rassegnazione e
purificazione del Cristo. Il suo Mi-
serere, 58 incisioni intense e ag-
gressive, di circa mezzo metro di
apertura, furono realizzate in vent' an-
ni di sofferta meditazione dopo la
Prima Guerra Mondiale. Qualche
cntico ha avv1cmato il ciclo alla
Cappella Sistina di Michelangelo.
Si respira in lui una profondità me-
ditativa, tragica ma poi anche dolce
e serena nelle scene sulla vita di
Gesù degli ultimi suoi anni fino al
1958.
Mare Chagall, russo, legato ai
colori e ai ricordi di una terra segna-
ta dalla fede popolare che lui consi-
dera l'anima e la speranza del
mondo contemporaneo, quando nel
1985 morì, lasciò alla città di Nizza
105 opere, tra cui le 13 grandi tele
della Creazione e le 5 de Il Cantico
dei cantici, patrimonio del suo mes-
saggio biblico universale. "Fin dalla
mia prima giovinezza - dice nel suo
testamento - sono stato conquistato
dalla Bibbia. Essa mi è sempre
parsa e mi appare ancora come la

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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più alta fonte di poesia di tutti 1
tempi. Sono convinto che i giovani
porteranno nel futuro millennio i
valori di tolleranza e fraternità del
santo libro" . Il suo stile inconfondi-
bile di colori vivi e figure simboli-
che volanti nello spazio porta la
mente a sognare un mondo dello
spirito e del futuro, al di di quello
terreno.
Anche artisti notoriamente eccen-
trici e trasgressivi hanno affrontato
con impegno il soggetto religioso.
Si pensi al bretone Gauguin de Il
Cristo Verde e de Il Cristo Giallo, a
Kandinskij con i simboli geometrici
della spiritualità dell'uomo, oppure
ad autori meno noti nelle loro opere
religiose, come il Matisse della
splendida silenziosa Chapelle de
Vence in Provenza o Leger o perfi-
no il surreale e sorprendente Salva-
dor Dalì. Oltre ai suoi sogni e incu-
bi, poco note sono le sue tele sul
Crocifisso e sulla Madonna. Baste-
rebbe osservare, senza pregiudizi, il
suo Primo Studio per la Madonna
di Portlligat (1949), dove, richia-
mando il classico Piero Della Fran-
cesca a Brera, ambienta la figura
con il volto della moglie Gala nel
paesaggio che entra nelle parti del
trono, nella testa e nelle braccia
della J\\.:iadonna, nel corpo del Bam-
bino. E un ricordo dello scoppio
atomico di Hiroshima che ha scon-
volto un ordine cosmico e spiritua-
AG
Alberto Gianquinto, Crocifissione,
1994, olio su tela, 160 x 130.
I Salvador Dalì, Primo studio
per la Madonna di Portlligat, 1949,
Milwaukee.
le, ma non ne ha distrutto l'armonia,
come si vede nella edizione definiti-
va di Tokio. Isolati nella luce pelfet-
ta dello spazio tra cielo e terra, spic-
cano oggetti simbolici, frutti del
suolo e delle acque.
ANCHE OGGI L'ARTE
SI INTERROGA SU CRISTO
Numerosi anche gli artisti viventi.
Meno noti: si direbbe che sia loro
mancata nella seconda metà del XX
secolo la pubblicità dei media, degli
editori e l 'interesse di noi visitatori.
Penso a Lino Vinetto che ha creato
molte opere e cicli religiosi, come
all'abbazia di Monte Oliveto Mag-
giore, a Padova, alla cattedrale di
Montevideo, a San Paolo in Brasile,
coerente a un linguaggio originale
tra classico e moderno. Molto colo-
ristico, soprattutto nelle serie di ve-
trate, composizioni sacre, gotiche
del nostro tempo. Sull'arte religiosa
di oggi mi ha detto. " Secondo me,
l'arte religiosa, · che si trova nelle
chiese, serviva e serve per istruire i
fedeli, è una catechesi visiva. L' Ar-
te di per sé è sacra ed è frutto di una
ricerca e bisogno di elevazione,
oltre che di crescita interiore. L'arti-
sta, il vero artista, fa arte come vo-
cazione, è come un prete, ecco che
il vero artista diventa un sacerdote
dell'arte. In altri casi l'arte può es-
sere ridotta a scalata sociale o
tutt'altra cosa".
Un giovane pittore russo, che la-
vora a Venezia e ha recentemente
esposto a Roma, è Oleg Supereco.
Interpellato come mai un giovane
come lui dipinga grandi tele di cro-
cifissioni, santi ed episodi evangeli-
ci, mi ha risposto: "L'arte, e l'arte
sacra in particolare, porta l'uomo
verso il bene, il bello, l'infinito,
verso Dio. L'arte sacra è come la
lettura sacra, di cui l 'uomo ha sem-
pre bisogno. Per me è la strada più
bella verso la conoscenza e verso il
divino. Soprattutto oggi, nel mare di
materialismo e ateismo, per me l'ar-
te sacra rappresenta la zattera a cui
mi aggrappo per non annegare".
Crocifissione di Alberto Gian-
quinto (1994), una delle 19 grandi
tele dedicate alla figura di Gesù, fa
pensare, anche perché l'autore, tra i
più attivi artisti contemporanei, non
è conosciuto come pittore religioso.
"Usa colori - ha scritto Luciano
Mazzocchi - che dicono senza
emettere alcun suono, senza predi-
care, che indicano Gesù senza sepa-
rarlo da noi né dalle cose". Ed Enzo
De Martino: "Questi 19 dipinti ma-
nifestano l'avventura di un artista
sensibile che vive e avverte la con-
traddizione di una ricerca espressiva
disperante, posta tra il cosiddetto
globalismo elettronico del nostro
tempo senza verità ed il persistente
ed imperscrutabile mistero della vi-
ta, dell'esistenza di un uomo, dello
sbocciare di un fiore".
Se si volesse ampliare tale ricer-
ca, basterebbe consultare il catalogo
della Collezione d'arte religiosa mo-
derna dei Musei e Gallerie Pontifi-
cie, con una quarantina di sale e
èirca trecento opere di artisti moder-
ni, tra cui Gino Severini, Giorgio
De Chirico, Giorgio Morandi, Fau-
sto Tomea, Silvio Consadori, Carlo
Carrà ... Le recenti mostre di Luga-
no su Rouault, di Firenze sul Primo
Impressionismo, del Centro Paolo
VI di Brescia e altre ci aprono al
trascendente. Anche il museo d'arte
contemporanea della Fondazione
Stauròs di San Gabriele dell 'Addolo-
rata (TE), che organizza la Biennale
d'Arte Sacra (nel settembre-ottobre
2003 è l'XI edizione) è una fonte per
conoscere autori e apprezzare opere
di originale rilevanza religiosa. O
BS OTTOBRE 2003

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
". .. Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in.. .
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" . .. Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(firma p er disteso)
NB . Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
I
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 11 11
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.6561 2678 - Fax 06.6561 2679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Te!. 011.5224247-8 - Fax 01 1.5224760
C.C.P. 28904100
OTTOBRE 2003 BS
....J I NOSTRI MORTI
TOSCANO sr. Rosa, Figlia di Maria
Ausiliatrice,
t Roma, il 03/01 /2003, a 65 anni
Suor Rosa ha condiviso tutta la sua vita re-
ligiosa nelle comunità dei confratelli sale-
siani , prima presso l'Università Pontificia
Salesiana poi nella Casa Generalizia in via
della Pisana a Roma. Quanti l'hanno cono-
sciuta affermano di aver sperimentato
sempre il dono del suo servizio generoso,
della sua presenza serena, della sua vici-
nanza cordiale e della sua testimonianza
religiosa. Tutto attingeva dalla preghiera
che era il nutrimento della sua vita. Colpita
da una grave. malattia, continuò a lavorare
con generosità e a donare a tutti il suo sor-
riso, la sua bontà, il sacrificio della sua sof-
ferenza vissuta nel silenzio e nell'offerta
continua. Anche in questi momenti ha con-
tinuato a essere donna di comunione e di
pace portando sempre la sua nota di alle-
gria, tipicamente siciliana, nella comunità e
tra quanti l'avvicinavano.
GARRO sig. Mauro, cooperatore
salesiano,
t Moncalieri , 1'08/05/2002, a 47 anni
Di animo buono e generoso, sensibile ai
valori umani e cristiani, il signor Garro
amava il Brasile e le opere missionarie ,
tanto da aver adottato due bambini orfani
dell'opera sociale per ragazzi poveri di don
Attilio Bellandi. Dalla sua permanenza
presso quella missione è nata una forte
amicizia che non si è più spezzata nemme-
no con la sua prematura scomparsa, che
anzi si è andata rafforzando. Nel suo
nome, infatti , è stata aperta una sottoscri-
zione con la quale si è potuto real izzare un
laboratorio/officina per l'avviamento al
commercio di giovani della parrocchia Sao
José di Jf-Parana. Il suo ricordo rimane in
benediz ione .
PREVIATO ADRIANO, exallievo,
t Firenze, il 22/12/2002, a 73 anni
Aveva appreso alla scuola di Don Bosco in
Piemonte l'arte tutta salesiana del rilegare i
libri che consegnò da maestro a genera-
zioni di alunni. Proprio come rilegatore
eccelse a Firenze primeggiando per com-
petenza e per raffinatezza di esecuzione.
Exallievo affezionatissimo, amava e segui-
va Don Bosco come e più di un salesiano.
Fu presidente della locale unione degli
exallievi per quasi vent'anni, dimostrandosi
organizzatore prezioso dei convegni e
delle feste salesiane. Sempre pronto all'ac-
coglienza fraterna , generoso nel servizio,
si può affermare di lui con verità che ha
fatto onore a Don Bosco con l'esempio e la
parola.
PADRIN sac. Giovanni, salesiano,
t Castello di Godego (TV), 1'01 / 11 /2002,
a 90 anni
La sua vita fu ca ratterizzata come prete da
una assidua e intensa operosità pastorale,
come salesiano da uno straordinario attac-
camento a Don Bosco e al suo carisma ,
come uomo da una grande umiltà, mitezza
e accogl ienza verso tutti. Fu il prete dei
cooperatori salesiani: per quasi tutta la sua
vita apostolica si è donato anima e cuo re
alla promozione, diffusione dei cooperatori,
ai chieri chetti che amava teneramente e
alla cui istruzione si dedicava con scrupo-
lo, e alla gente: parrocchie e oratori sono
stato il suo campo di lavoro pastorale e la
sua passione umana e religiosa . Una
lunga vita , quella di don Giovann i, no-
vant'anni spesi davvero bene.
ALBERTIN sac. Pietro, salesiano,
t Castelfranco V. (TV}, il 20/12/2002,
a 90 anni
Nell'ispettoria era il "catech ista" per anto-
nomasia, colui che segue i ragazzi e i gio-
vani nella loro formazione religiosa e spiri-
tuale con opportune iniziative e colloqui
personali. Ha educato per oltre trent'anni i
giovani aspiranti avviati alla vita sacerdota-
le salesiana. Preciso, metodico anche nel-
l'insegnamento, si è fatto vo ler bene da
tutti per il suo tratto semplice e bonario.
Curava con impegno meticoloso le funzioni
di chiesa, preparava le accademie nelle
feste salesiane , incitava e insegnava a
pregare. Gentile nei modi , accoglieva tutti
con un sorriso spontaneo. Molto ricercato
come direttore spirituale era sempre dispo-
nibile per il ministero della riconciliazione .
Lascia un caro ricordo presso i suoi exal-
lievi sacerdoti, molti dei quali salesiani.
ZUPPINI sac. Luigi, salesiano,
t Negrar-(VR) , il 30/10/2002, a 58 anni
Uomo di grande ingegno , profonda spiri-
tualità, elevate capacità di governo e
profonda fede . Una vita spesa per la con-
gregazione e per i giovani , come direttore
di oratorio, direttore di comun ità, ispettore,
delegato del Rettor Maggiore per il Mada-
gascar e poi ispettore del la medesima
ispettoria... E , in quella terra di missione
è stato.aggredito da un male che non per-
dona. E morto, lasciando di sé un ricordo
indelebile. Ha accettato sorella morte come
un ultimo atto di fede prima di precipitare
nell'abbraccio amoroso di Dio. Un sacerdote
cdnvinto del suo ruolo e ardente di zelo apo-
stolico, un educatore secondo il cuore di
Don Bosco e un superiore attento e disponi-
bile al colloquio che· ha sempre guardato al
positivo della vita, incoraggiando e inse-
gnando agli altri a fare altrettanto. Di fronte
alle grandi difficoltà che il quotidiano spesso
improvvisamente riserva , la sua reazione
era quella di un grande saggio e grande cre-
dente: "Il Signore è potente e gli uomini
migliori di quanto non appaiano!". Ha vissuto
la sua non lunga ma intensa parabola terre-
na, scommettendo sui piccoli germi di bene
sparsi con abbondanza ·dalla impareggiabile
bontà di Dio su ogni creatura.
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc, 4,35)

5.3 Page 43

▲back to top
Savina Jemina
Ott~bre
LUNARIO
Il Sole: il 1° sorge alle 6.23 e tra-
monta alle 18.04; il 15, alle 6.40 e
alle 17.38. Luna piena il 1O; luna
nuova il 25.
LA FESTA
Sabato 4 si onora san Fran-
cesco , cc/patrono d'Italia; il 7 si
festeggia la Madonna del Rosa-
rio (richiama la vittoria cristiana
sui turchi a Lepanto, nel 1571); il
15 santa Teresa d'Avila e il 18
san Luca . Queste ricorrenze so-
no alla base di processioni, riti e
sagre. Molte le manifestazioni le-
gate alla natura, le feste dell'uva
(famosa quella a Marino, nei Ca-
stelli romani), del tartufo (ad
Alba), delle castagne. Ad Aosta la
terza domenica si svolge la Ba-
taille des reines, confronto a cor-
nate tra le migliori mucche della
Vallée.
IL NUMERO
Ottobre è indicato con il numero
1O, cifra che compare nel titolo
del famoso thriller Dieci piccoli
indiani di Agata Christie e che
corrisponde a quello dei Coman-
damenti, del voto più alto a scuo-
la. Il 10 ha la particolarità di con-
tenere lo zero , numero ideato in
India nel V secolo, ripreso dagli
arabi che lo portano in Europa. Il
nome deriva dall'arabo sifr, che
significa nulla, assenza di valore
o di quantità; diventa zéphirum
nel latino medievale e zero in
veneto. Tanti i modi di dire: anno
zero, crescita zero, tagliarsi i
capelli a zero, ecc. Nel linguaggio
del computer è indicato con 0000.
DIARIO DEL XX SECOLO
1° ottobre 1946: a Norimberga,
la corte internazionale condanna
a morte dodici gerarchi nazisti.
5 ottobre 1908: l'Austria-Unghe-
ria annette la Bosnia-Erzegovina.
5 ottobre 1937: gli Usa annun-
ciano la fine dell'isolazionismo.
9 ottobre 1912: il tedesco Max
von Laue scopre la struttura reti-
colare dell'atomo.
9 ottobre 1958: muore papa Pio
Xli; il 28 è eletto Giovanni XXIII,
Angelo Giuseppe Roncalli , 77
anni.
9 ottobre 1963: una frana dentro
la diga del Vajont provoca un'on-
data che distrugge Longarone e
altri quattro paesi; oltre duemila le
vittime.
15 ottobre 1940: prima del film //
grande dittatore, di Charlie Cha-
plin.
16 ottobre 1978: Karol Wojty-ta
è eletto 264° pontefice.
18 ottobre 1912: a Losanna,
trattato di pace tra Italia e Turchia
per la Libia.
23 ottobre 1942: a El Alamein,
gli italiani sono costretti a ritirarsi.
25 ottobre 1936: in Germania,
costituito l'Asse Roma-Berlino.
28 ottobre 1922: Mussolini inizia
la Marcia su Roma.
29 ottobre 1923: Mustafa Kemal
Ataturk è il primo presidente della
Turchia.
29 ottobre 1929: crollo della
Borsa di New York e inizio della
grande crisi economica mondiale.
LA LENTE
La Svezia onora di nuovo santa
Brigida, nata 700 anni fa. La Re-
pubblica di Malta festeggia san
Giorgio, patrono di Gozo, in occa-
sione dei 1700 anni del martirio.
L'Ordine di Malta dedica due fo-
glietti al patrono san Giovanni
Battista e ai 50 anni del Corpo di
soccorso Malteser Hilfsdienst. L'Au-
stria ricorda che per le Chiese
cristiane di lingua tedesca il 2003
è l'Anno della Bibbia. L'Italia cele-
bra i 150 anni del motore a scop-
pio, ideato da padre Eugenio Bar-
santi e Felice Matteucci, e il te-
lefono, inventato da Antonio
Meucci. San Marino e Gibilterra
ricordano i 100 anni del primo vo-
lo di un aereo a motore, quello
dei fratelli Wright.
LE MOSTRE
A Venezia , per . la Biennale, si
svolgono il 35° Festival di Teatro
(15-30 ottobre) e la 5011 Esposi-
zione internazionale d'Arte (sino
al 2 novembre). A Verona , nel
Museo di Castelvecchio, sino al
2 novembre, Louis Dorigny
(1654-1742), sulla presenza sca-
ligera del pittore attivo alla corte
francese. A Rimini , sino al 16
novembre, La Sistina e Michelan-
gelo. Storia e fortuna di un capo-
lavoro. A Roma , nel Colosseo,
sino al 7 gennaio 2004, Nike-11
gioco e la vittoria, mostra sull'a-
gonismo sportivo nell'antichità
greco-romana.
IL PENSIERO
difficile rafforzare il tessuto
connettivo di una società se non
vi è un momento della vita in cui
non viene dedicato un periodo di
lavoro, anche se assai limitato nel
tempo, a servizio della società
stessa" (Romano Prodi, Governa-
re l'Italia, 1995).
BS OTTOBRE 2003

5.4 Page 44

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I RAGAZZI ''SENZA"
di Giancarlo Manieri
x.--;·J
R
p,oc::-, ~..-. ;.. , , -<\\~ ' ! t •-,
~ -.;',:mGCt:'- n~:-~~;m.~~
Scesi dalla montagna,
ancora una tappa a
Bangalore per visitare la
realtà salesiana della
città più
tecnologicamente
avanzata dell'India.
La scelta coraggiosa
degli ultimi. Arretratezza
culturale, bisogni
materiali, affettivi
e morali.
I
Bangalore doveva svelare qualche
segreto della sua contraddittoria
realtà sociale.
B angalore doveva svelare qual-
che segreto della sua contrad-
dittoria realtà sociale. I dieci
punti m cui operano i salesiani
fanno della città la più popolata di
presenze salesiane dopo Shillong. Il
fiore all 'occhiello è rappresentato
dal Don Bosco Yuvodaya da cui si
gestiscono cinque centri per ragazzi
abbandonati. In altra parte della
città, a Magadi, è operativo un cen-
tro di riabilitazione, prevenzione
HIV/AIDS e lavoro per lo sviluppo
delle tribù e dei giovani delle aree rn-
rali. Scrivevamo (BS maggio 2003)
della scelta controcorrente dei sale-
siani: opere sociali e formative in-
vece che grandi scuole professiona-
li, proprio nella città in cui queste
ultime potrebbero apparire le più in-
dicate e necessarie per i tanti giova-
ni in cerca di un lavoro e di una pro-
fessionalità. Ma no! Prima è urgente
riappropriarsi della propria umanità,
della propria identità e di una cultu-
ra sufficiente per essere cittadini a
pieno titolo, liberi e responsabili.
OTTOBRE 2003 BS
NEL CUORE DELLA CITTÀ
Il cuore della città ospita la sta-
zione ferroviaria, la stazione degli
autobus e il grande mercato. arri-
vano merci di ogni tipo, dalle derra-
te alimentari ai motori, dai giocattoli
ai ricambi . .. Lì, soprattutto, arriva
un mare di persone le più diver-
se: dai supertecnici impiegati nelle
aziende high tech ai disgraziati nul-
lafacenti e nullatenenti che sbarcano
il lunario stendendo la manci o ren-
dendosi protagonisti di piccoli furti,
borseggi, raggiri. circolano auto-
rità e "paria"; ragazzi perfettamente
equipaggiati che sciamano verso le
rispettive scuole, e ragazzi di strada
carichi del loro nulla che vivono la
strada come casa, scuola, palestra e
campo da gioco. Questi ultimi non
sono pochi: Bangalore offre aspetti
di grande opulenza, e attira come le
mosche chi l'opulenza la vede solo
in sogno, ammesso che si riesca a
sognare ciò che non si è mai cono-
sciuto. La più varia umanità, e le
più smaccate diversità, e una sensa-
zione di disagio ti assalgono, perché
l'occhio - quasi volesse farti un di-
spetto - non va mai a posarsi sulle
cose belle: i monumenti, i giardi-
Macchine da cucire a pedale
aiutano le apprendiste...

5.5 Page 45

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Tutti pronti - i ragazzi di strada -
per l'accoglienza agli stranieri in visita.
I L'entrata del "Don Bosco Yuva Kendra" (N.D.),
dove andare a scuola costituisce
un'opportunità unica per tanti giovani.
ni .. . no, va sempre a scovare il ca-
scame: il ragazzetto male in arnese
che sonnecchia in bilico su un mu-
ricciolo fumando una sigaretta puz-
zolente; la bambina sbrindellata che
· ti guarda, gli occhioni persi in una
infinita tristezza; il vecchio che
stende timoroso la mano per chiede-
re una rupia; il preadolescente che
pedala faticosamente ·su una bici
"da traino" trascinando un cassone
stracarico; l'adolescente che fa ser-
vizio di risciò; il gruppo di sfaccen-
dati che staziona all'ombra stanca di
un banyan tree che resiste impavido
ai gas di scarico di un traffico de-
menziale ...
A QUALCUNO
"IMPORTA"
Qualcuno ha deciso di occuparsi
di questa gioventù abbandonata a se
stessa, i salesiani appunto che in
cinque punti presso le stazioni e il
mercato da sempre crocevia dell 'ab-
bandono e dell'indigenza, hanno sta-
bilito "stazioni di soccorso" e rein-
serimento. Da quando sono arrivati
qui, i ragazzi di strada sanno di tro-
vare degli spazi "i care" in cui qual-
cuno si prende cura di loro, dove la
strada si trasforma in volti amici,
aree di accoglienza, momenti edu-
cativi e/o lavorativi, luoghi di ami-
cizia, zone di recupero. Sicché i
centri più deboli a livello educativo
sono oggi presidiati dal Sistema
Preventivo. Pochi coraggiosi sono
disponibili a qualsiasi or~ a inse-
gnare che la strada non è una casa
ma un luogo di passaggio, non una
meta ma ponte per altre mete, non
una dimora stabile ma spazio di
scorrimento. Il centro propulsore di
questo audace progetto si chiama
"Bosco Yuvodaya", cioè aurora per i
giovani; gli altri sono "Bosco
Mane" che riceve ragazzi sotto. i 15
anni; "Bosco Nilaya" è accoglienza
aperta a tutti; "Bosco Yuva Kendra"
si dedica ai giovani oltre i 15 anni e
li addestra professionalmente; "Bo-
sco Nivas" accoglie quelli con parti-
colari difficoltà. Formano una rete
di carità, un cordone protettivo, uno
sbarramento contro il degrado.
RAGAZZI "SENZA 11
Sono luoghi attrezzati per la rina-
scita, ancore di salvezza per i ragaz-
zi/e "senza": senza genitori, spesso
senza nome, senza affetti, senza
istruzione, senza protezione, senza
direzione, ma anche senza Dio e
senza legge. Arrivano dalle campa-
gne e dai villaggi attratti dal mirag-
gio dei soldi, e pur di guadagnarli
sono disposti a tutto, perché i soldi
sono libertà ...
- Soldi e libertà. .. non mi sembra
una buona accoppiata!
- Ce ne siamo accorti.
- Per esempio?
- Sono arrivati, qualche giorno
fa, due genitori ricchi e affranti.
- Che cosa era successo?
- Il figlio, giovanissimo, era fug-
gito di casa con 15 mila rupie.
- Dov'era andato?
- Per la strada. Sapevano bene
che.finiti i soldi, a casa non sareb-
be tornato: la strada l'avrebbe con-
quistato a sé, e lui sarebbe diventa-
to uno dei tanti "senza".
I Una meraviglia quasi timorosa
sui volti degli Street Boys: la strada
insegna a non cessare mai
di essere guardinghi.
- Voi li aspettate?
- Se li aspettassimo, saremmo
sempre senza ospiti. No, li andiamo
a cercare.
-In strada?
- In strada! Li avviciniamo, par-
liamo, e finalmente li portiamo nei
nostri centri.
- Immagino che abbiano da rac-
contare.. .
- ... storie di ogni genere, ma con
un denominatore comune: sono tut-
te molto tristi. Gliene posso raccon-
tare parecchie.
- Le chiederò di farlo . Prima
però mi dica ancora: in questi cin-
que anni di attività, quanti ragazzi
siete riusciti a contattare?
- Diciassettemila!
- Scusate se è poco!
Ho visto un sorriso affiorare sulle
labbra dell'incaricato del Bosco Yu-
vodaya.
(servizio fotografico dell'autore)
BS OTTOBRE 2003

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
STIMOLATA DA
UN'IMMAGINETTA
Più di una volta san Giovanni
Bosco mi ha aiutato nei
momenti di bisogno ; l'ultima
volta è avvenuto in occasione
dell ' esame di terza media .
Avevo 14 anni , ed ero molto
agitata per la paura di non
superare la prova con esito sod-
disfacente per me e per la mia
famiglia. lo non ero molto devo-
ta di Don Bosco . Alcuni giorni
prima dell'esame mia nonna mi
regalò un'immaginetta del Santo
dicendomi di pregarlo con fervo-
re . Incominciai a pregarlo inten-
samente e portai sempre con
me l'immaginetta durante le pro-
ve scritte. La sera prima della
prova orale, per me la più diffici-
le , mi recai nella chiesetta dedi-
cata a Don Bosco che si trova
proprio vicino a casa mia e reci-
tai il rosario. Pregai perché l'e-
same andasse bene, promet-
tendo di ringraziare pubblica-
mente. L'esame andò bene e la
prova orale fu addirittura brillan-
te. E allora voglio assolvere alla
promessa fatta.
P. L. , Vinchio (AT)
luogo dissero che si trattava di
una potente mina anticarro . Al
mattino di quel giorno, a conclu-
sione della celebrazione eucari-
stica avevamo ricevuto la bene-
dizione di Maria Ausiliatrice
perché era il 24 del mese.
Sr. Maria das Graças de Souza
FMA, Lwena (A ngola)
USCITA
DAL COMA
Fui ricove rata in stato di coma
presso il Pronto Soccorso dell'o-
spedale Don Bosco di Torino .
Mentre ero in attesa delle prime
cure, improwisamente apparvero
ai lati della mia lettiga san Gio-
vanni Bosco e il beato Filippo
Rinaldi. Indossavano entrambi la
cotta bianca sulla talare nera.
Non pronunciarono parola, ma mi
guardarono sorridenti, e rimasero
accanto a me fino all'arrivo dei
medici. Attribuisco alla loro inter-
cessione se dopo poche ore uscii
dal coma, e nel giro di una deci-
na di giorni potei tornare a casa
in buono stato di salute.
Amede Francesca,
Chivasso (TO)
ERA ESPLOSA
UNA MINA
ANTICARRO
Il fatto accadde nella città di
Lwena, in Angola. Padre Santia-
go Cristofersen SDB con tre
suore missionarie e quattro gio-
vani della parrocchia salesiana
percorrevano in macchina una
strada fuo ri città, per visitare il
terreno acquistato per ritiri ed
esercizi spirituali . Le tre suore
SE AVESSI
TARDATO
erano davanti e gli uomini die-
tro. In prossimità di una curva,
padre Santiago mi avvertì di
girare per andare a casa del
signor Mario a portare gli ali-
menti per i nostri animali. Quan-
do svoltai , le ruote passarono
su qualcosa che esplose. Fer-
mai subito la Toyota. I giovani
saltarono fuori e di gran corsa
entrarono nel bosco per na-
scondersi. Suor Maria Pedro
disse: una mina". Padre San-
tiago rimase sconvolto, immobi-
le. Poi chiese : "Cos'è stato?".
Rispo si: "Forse una mina an-
tiuomo, perché non è capitato
niente alla macchina". Tutti ci
chiedevano come avessimo
potuto scamparla con una mina
esplosa sotto la macchina. Tor-
Fui ricoverata all'ospedale San
Giovanni Battista di Torino per
disturbi all'orecchio destro. La
diagnosi rivel ò un tumore mali-
gno . Su consiglio di un amico
exallievo salesiano, mi rivolsi
fiduciosa a san Domenico
Savio. Lo pregammo insieme. Il
giorno successivo mi sottoposi
all'intervento chirurgico che riuscì
bene. Il medico ebbe poi a dirmi
che se avessi tardato a farmi
operare, avrei avuto, al massimo,
tre o quattro mesi di vita. I con-
trolli periodici che effettuo rego-
1armente non rivelano alcuna
ricomparsa del male . Desidero
ringraziare pubblicamente il
santo alunno di Don Bosco.
· S. A. , Cuneo
nati a casa, mentre noi raccon-
tavamo ai salesiani il "miracolo",
padre Santiago si recò dalle au-
torità militari per raccontare l'ac-
caduto. Queste dopo il sopra!- ·
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
ri chiesta si potrà omettere
OTTOBRE 2003 BS
l'indicazione del nome.
UNA SITUAZIONE
PENOSA
A nostro figlio di 36 anni fu dia-
gnosticato un carcinoma muco-
epidermoide dell'emipalato sini-
stro. Nello sconforto generale,
mi rivolsi con tanta fede al caro
don Cimatti, iniziando subito
una novena. Nel mese succes-
sivo , nostro figlio fu operato
nella Clinica maxillofacciale del-
l'Università di Torino. Fu aspor-
tata la lesione del palato e an-
che una porzione ossea sull'as-
se del setto nasale . Fu pure
applicata una placca palatina in
resina con ganci fra palato e
naso. Il paziente venne a trovar-
si in una situazione assai peno-
sa che influenzò pesantemente
la sua vita (alimentazione, rap-
porti socia li , di lavoro ecc.).
Successivamente dovette af-
frontare altri due dolorosi inter-
venti in anestesia locale e infine
un'operazione di plastica in ane-
stesia totale. Durante questi 5
anni , la protezione di don Ci -
matti si è rive lata efficacissima,
permettendo a nostro figlio di
non soccombere, pur nell'alter-
narsi degli alti e bassi della
malattia. L'ultima TAC ha rileva-
to che la ferita è ben chiusa. Il
caso è ormai avviato sicura-
mente alla guarigione.
Masnari Giuseppe, Torino
UNA FELICE
CONCLUSIONE
Con grande gioia mia e di mio
marito , mi accorsi d'essere in
attesa del mio secondo bambi-
no . La gravidanza però si pre-
sentò subito difficile a causa di
continue emorragie che mette-
vano in pericolo la vita del bam-
bino, tanto che secondo i medici
non sarei riuscita a portarla a
termine. Durante il periodo della
gravidanza , trascorso tutto in
ospedale, conobbi una signora
che mi rega l'abitino di san
Domenico Savio , raccoman-
dandomi di indossarlo subito. Lo
indossai con fiducia e con spe-
ranza perché da tanti anni cono-
scevo, tramite il Bollettino Sale-
siano, le grazie ottenute dalle
mamme in difficoltà . Abbiamo
invocato il piccolo santo in tanti :
parenti , amici e molte altre per-
sone invitate dal nostro parroco.
Alla 29a settimana di gravidan-
za è nata Annalisa, sana e sen-
za difficoltà respiratorie. Ma
dopo sette giorni, io fui colpita
da trombosi alle vene principali
della gamba sinistra. Ricoverata
nuovamente per altri 15 giorni,
riuscirono a bloccarla. I medici
mi hanno detto che nei pochi
Ven. Dorotea Chopitea
UN'IMMAGINE
SOTTO IL
GUANCIALE
Affetta da cirrosi epatica crit-
togenetica, con varie compli -
cazioni secondarie, tra cui
encefalopatia epatica di IV
grado e varici esofagiche,
mia madre venne ricoverata
· a più riprese in ospedale .
Tre anni fa , pur ritenendo il
caso ormai irreversibile , si
volle tentare un trapianto
epatico da un donatore
vivente già disponibile nella
cerchia familiare. Non ci si
attendeva la guarigione ma
almeno un certo prolunga-
mento della vita . Un 'infer-
miera dell'ospedale in cui fu
ricoverata per sottoporsi
all'intervento chirurgico, una
lontana parente della ven.
Dorotea Chopitea, la gran-
de benefattrice di Don
Bosco, invitò mia madre a
raccomandarsi a lei e, a tale
scopo, mise sotto il guancia-
le un 'i mmagine della Serva
di Dio. Da parte della degen-
te e di tutta la famiglia , si
pregò con fede per un felice
esito . Oggi , a tre anni di
distanza, mia madre condu-
ce una vita normale e sem-
bra perfettamente guarita.
C. L. F., Barcellona
(Spagna)
giorni trascorsi prima che venis-
se diagnosticata la trombosi , ho
corso grave pericolo di vita. Ora
grazie a san Domenico Savio,
tutto sembra risolto.
Grigolato Mariantonietta,
Verona

5.7 Page 47

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redazionale
FOCU
Padre MARCELO MADUENA
IMissionario, argentino, ha studiato
in Italia, nella Università salesiana,
poi, nel 1991 è partito per l'Angola.
Ora è a Dando. Sta coltivando
grandi sogni che tenta di mutare
in progetti concreti.
~ Marcelo, quali sono secondo lei le tre principali emergenze del-
l'Angola?
Ridare al popolo fiducia e speranza dopo 30 anni ininterrotti di guer-
ra; riscoprire la propria dignità di uomini liberi e soggetti di diritti;
riappropriarsi della capacità di essere attori e protagonisti della storia.
Qual è invece il bisogno più impellente dei ragazzi e dei giovani?
Gliene dico due: la speranza di ricuperare identità e visibilità. Non si
meravigli: in Angola ci sono 3 milioni di ragazzi e giovani senza iden-
tità su 12 milioni di abitanti. L'hanno perduta o abbandonata per sfug-
gire alla guerra ... Tre milioni di giovani che sono "nessunò" eppure
costituiscono il futuro dell 'Angqla. E ancora la grande voglia di stu-
diare e di sapere. Ogni corso che organizziamo è stracolmo: si iscrivo-
no a centinaia che non si sa più come accoglierli e dove metterli. Ci
danno man forte le FMA, ma le necessità sono immense.
Quali sono le cose più importanti che fanno i salesiani e le FMA?
Abbiamo parrocchie con servizi, il che vuol dire che oltre alla cate-
chesi la parrocchia si occupa di corsi di alfabetizzazione, centri profes-
sionali e ambulatoriali, case per ragazzi di strada... Perché forse a lei
sfugge che a Luena, ad es., su 70 mila abitanti, 50 mila sono rifugiati
di guerra e mancano di tutto, proprio tutto. A chi manca di pane, di
igiene, di tetto, di affetti, di identità, insegnargli catechismo non basta.
Siete aiutati dai volontari? Ne avete molti? Quanti all'anno?
Se non avessimo l'aiuto di volontari, probabilmente dovremmo
chiudere... Vengono un po' da tutte le parti. Hanno cominciato 15
anni fa brasiliani e argentini. Gli ultimi sette anni ci hanno dato man
forte gli italiani.
Come siete accolti dalla popolazione locale?
Basta dire come la manna dal cìelo!
E voi come li accogliete?
Come voleva Don Bosco: faccia allegra e cuore in mano ecco fatto il
salesiano. Ora con il nostro lavoro siamo modelli anche per le autorità.
Tutti parlano di situazione politica intricata ... Perché?
La grande disgrazia del!'Angola è la sua ricchezza che fa gola a
tutti ... anche e soprattutto agli occidentali: petrolio, diamanti .. . Inte-
ressi contrastanti di potenze piccole e grandi hanno fatto del paese un
campo di scontri. Immagini un po' chi ci rimette! . ..
Le grandi potenze entrano per nulla i11 questa situazione?
Lei sa che in Angola domina la guerriglia.. . Ebbene la guerriglia è
al servizio delle grandi potenze.
RENÉ E WILBER
Otto e sette anni con tre so-
relline. Assistono a liti furi-
bonde nel villaggio in cui vi-
vono tra il papà ubriacone e
violento e la mamma più presa
dall'amante che dai figli ...
Finché un giorno, durante l'en-
nesima lite alla presenza sbi-
gottita dei figli lei uccide il
marito, infierendo sul suo
corpo senza pietà. Viene porta-
ta in galera e i piccoli restano
disperatamente soli. Avrebbe-
ro fatto una brutta fine se qual-
cuno, impietositosi, non li
avesse portati in città, le pic-
cole presso l'hogar delle suore
FMA e René e Wilber nella
Casa de Acogida dei salesiani.
Qui i due piccoli hanno final-
mente ritrovato un po' di sere-
nità, degli amici, degli educa-
tori e hanno potuto iniziare a
frequentare la scuola. La mam-
ma, uscita non si sa come di
prigione e ~bbandonata dall'a-
mante, li viene a trovare ogni
tanto . .. Ma si guarda bene dal
riprenderli con sé: ha capito
che lì possono sperare in un
futuro. Che effetti avrà su di
loro l'esperienza vissuta?
Un hogar di accoglienza dei
salesiani.
BS OTTOBRE 2003

5.8 Page 48

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TA.XE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
REPORTAGE
di Maurizio Pa/omba
Pensieri dopo.. .
ANNIVERSARI
di Giancarlo Manieri
I
Q.
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125 anni al Manfredini
(.)
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Calendario
2004
I frutti
del Sistema
Preventivo
CALENDARIO 2004
(Illustrazioni del pittore Cosimo Musio)
CHIESA
di Silvano Stracca
Il Vaticano e l'Europa