Bollettino_Salesiano_200212

Bollettino_Salesiano_200212

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Mensile • Anno CXXVI • nr, 11
St,ediz. In a.p. mt.2- 20/C-legge 64%/96
Filiale di F&we
~ nr. 10/2002
A'utorizz. Dhu. Pnw. P.T. •50100 finnza C.M;P.

1.2 Page 2

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.
- TERZO MILLENNIO
di Pascual Ch6vez Villanueva
TEMIDIF~- ~~O E
UN DIO FAMILIARE
La vita di famiglia, casa e scuola di comunione.
La "STRENNA" per l'anno 2003.
Natale: Dio mette su famiglia.
Natale: festa della famiglia.
Dicem -
br~! Il
mio sa-
luto questa vol-
ta non può che
trasformarsi
in un augu-
rio e in un
messaggio
natalizio per
i tanti lettori del Bolletti-
no Salesiano.
Sin dai primi anni dell'Oratorio, Don
Bosco prese l'iniziativa di offrire una
"strenna" ai suoi ragazzi , a mo' di
regalo per l'anno che stava per ini-
ziare. Da buon educatore, egli che
voleva loro un gran bene si preoc-
cupava di curare la
loro crescita uma-
na e spirituale, pro-
ponendo con pa-
terna insi-
stenza la
devozione alla Madonna e la comu-
nione frequente. Una volta giunse
all'assurdo di offrire se stesso come
"strenna": «Sarà una cosa meschi-
na, ma nulla riservo per me».
A poco a poco questa usanza andò
affermandosi , e la "strenna" diven-
ne un patrimonio per tutta la fami-
glia salesiana. L'ispirazione la si
può ritrovare proprio nella festa del
Natale, dove il dono che il Padre ci
ha fatto del proprio Figlio stimola la
volontà e sprigiona i desideri verso
qualcosa che faccia risplendere in
tutto il suo fulgore la novità recata
dal Bambino di Betlemme.
La "strenna " per l'anno 2003,
come del resto già quella del 2002
Due in altum, prende le mosse dal
programma pastorale
che il Papa ha pre-
sentato alla Chiesa
universale per vive-
re in pienezza que-
sto terzo mii-
lennio: "FACCIAMO DI OGNI FAMI-
GLIA E DI OGNI COMUNITÀ LA
CASA E LA SCUOLA DELLA CO-
MUNIONE" (NMI 43) .
È un invito a collaborare alla diffu-
sione di una cultura della solida-
rietà e della pace , partendo dal-
l'ambito locale, dalla propria fami-
glia naturale, ma anche da quella
religiosa che dovrebbe essere la
casa e la scuola dove , in maniera
spontanea e immediata, s'impara
a vivere nell'accettazione degli
altri e nel supporto vicendevole. È
scontato che la prima cu ra da
avere è quella verso i più piccoli e
bisognosi , entrando in dialogo con
loro , e rispettandone la diversità,
con l'unico scopo di ricercare il
bene comune e la comunione di
intenti. La famiglia , infatti , è - o
dovrebbe essere - il luogo natura-
le e privilegiato di crescita della
persona, là dove si impara la vera
fraternità , perché si fa esperienza
concreta e tangib ile della pater-
nità, della maternità e della figlio-
lanza.
I problemi del mondo sono tal-
mente grandi che non c'è nessuno
che li possa risolvere da solo, nep-
pure uno stato o una comunità di
nazion i. La soluzione è nelle mani
di tutti e di ciascuno, nella misura
in cui si vive la comunione nel pro-
prio ambito comunitario, familiare o
sociale .
Questo è possibile soltanto nell'a-
more , quello stesso amore che
spinse il Padre a inviare il suo
Figlio , perché assumesse fino in
Il Natale è il mistero di Dio che
volle diventare nostro familiare...

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I Il pellicano: la tradizione religiosa
lo assimila a Cristo che offre ·
il proprio sangue per la salvezza
dei suoi figli.
fondo la nostra natura umana e la
trasformasse. Natale è il mistero di
Gesù che "non considerò un tesoro
geloso la sua uguaglianza con Dio
e si fece uomo...". Natale è il miste-
ro di Dio che volle diventare nostro
familiare , e volle fare esperienza di
uomo, e uomo povero , scegliendo
come luogo del suo nascere e del
suo crescere una famiglia comune,
in tutto simile alle altre. Fu proprio
in seno a questa famiglia che I'In-
viato del Padre imparò a crescere
come uomo, e come figlio di Dio.
O Oggi la famiglia, purtroppo, si
vede minacciata su due fronti ,
ali'interno, dal divario generaziona-
le che rende a volte quasi impossi-
bile la relazione fra figli e genitori,
e dal mutuo estraniarsi degli sposi ;
e, all' esterno, dalla sottovalutazio-
ne sociale , espressa nella infe-
deltà come ideale , nella infertilità
come liberazione , come se un
figlio rappresentasse un ostacolo
al benessere individuale e allo svi -
luppo personale e sociale dei geni-
tori. Eppure, la scelta di Dio è sta-
ta quella di farsi uomo nel seno di
una fam iglia . Vi si fece umano il
nostro Dio: non soltanto s'incarnò,
ma imparò , lui Dio, ad essere e a
vivere come uno di noi. Questo
vuol dire che la famiglia è spazio
privi legiato di umanizzazione e
perciò di educazione . Allora, acco-
gliere Dio nella propria vita e nella
propria fam iglia implica il compito
di fargli spazio , di credere al suo
amore per noi, e creare comunio-
ne tra noi.
O Auguro a tutti buon Natale e
un anno 2003 ricco di solidarietà,
di pace e di comunione.
Dicembre 2002
Anno CXXVI
Numero 11
In copertina :
Natale: " la scelta d i Dio è
sta ta quella di fars i uo m o
ne l seno di una famig l ia.
(Ll) imparò ad essere e a
vivere come uno di no i"
(Foto: Ch iara Fantini)
7. ~l//ffi1m>
/.-:?,~ ,-..:,,I~~i,.)2)iJl'l.(JFJi,ltW'r'f!i/)
Mensil e di informaz ione
e cultu ra re ligiosa ed ito
dall a Congregazione Sales iana
d i San G iovanni Bosco
D i retto r e:
G IANCARLO MAN IERI
- ARTE
12 Le tavole di Nadal
- G,ovANI
14 Quel fabbricante di immaginario
- M,ss10N1
18 Altro giro altra avventura
di Nata le Maffioli
di Fabio Sandroni
di Gia nca rlo Manieri
VOLONTARIATO
20 La moisson dans le désert
- 1 NSERTO CULTURA
23 Il Museo di Meruri in Brasile
Di BATTITI
40 88 anni spesi bene
di Giova nni Eriman
di Maffioli/Ca rva lho
di Severino Cagnin
RusRICHE
2 Il Rettor Maggiore - 4 Pun to Giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 /n Italia & nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Il doctor /. -
28 FMA - 30 Libri - 32 On fin e - 34 Come Don Bosco - 36 Familia Salesiana -
37 Laetare et benefacere - 38 Sistema Preventivo - 42 I nostri morti - 43 Il mese -
44 Viaggi - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori : Ernesto Cationi - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
ifa";~~~~ :n~ ~ i u ~ T ~ r~ ; b ~ ~ ; ? f i t i 1 ; ~ ~ti~bYi"s~~~r~~r
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano De Maria
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e Impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
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Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
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È possibile leggere in anticipo
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 55 edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni
ln cui operano i salesiani.
~
Associato alla
U nione Stampa
Periodica Italiana
BS DICEMBRE 2002

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di Carlo Di Cieco
DISAGIO DI VIVERE
C'è un fotogramma che fissa, nell'attimo distruttivo,
il senso della svolta.
D
Q uando uno scrittore muore,
anzi si uccide, mette a nudo
con tutta evidenza e violenza
il disagio di vivere . Non solamente
suo, ma della nostra umana
condizione. Perché la sua penna -
si ricordi lo stordimento che ha
accompagnato tanti anni fa la morte
di Ernest Hemingway, poi di Primo
Levi e, più di recente , di Franco
Lucentini - ha raccontato con
intensità mille vicende umane,
sapori , scandagliato amori e dolori
della comune esistenza. Proprio per
questo affondare i racconti nella vita
quotidiana del mondo
disegnandone anche slanci e
superamenti , la loro è una morte
che ci obbliga, almeno per un
minuto, a sederci sul ciglio del
baratro dell'esistenza. Dove giovani
e adulti sono ugualmente
apprendisti. Cercatori di senso nel
"deserto dei Tartari" che non
risparmia nessuno.
O Quando uno scrittore decide di
farla finita con la vita, mi coglie
sempre l'impulso di spiare dentro la
sua bisaccia esistenziale. Forse
nella voglia, un po' vorace , di
tacitare analoghe paure che
sonnecchiano dentro di noi .
È una soglia, la morte , che prova la
verità delle parole educative.
Svestite dal gioco dei ruoli
"maestro-ciiscepolo-genitori-fig Ii".
Anzi , la prospettiva concreta di
quella soluzione finale di ogni storia
di vita , incalza gli adulti a farsi
domande più esigenti di quante
ciascuno di noi sia disposto a
farsene in gioventù. Oltre al gioco
dei ruoli e alla maschera che ci
porta a essere, di frequente, dottor
Jekill in privato e mister Hyde in
pubblico, con una sorprendente
capacità di dissociazione.
O Da giovani, si morirebbe perfino
per alcuni grandi ideali , specie se
coincidono con grandi amori. In età
matura ci vorrebbe il coraggio di
chiedersi che cosa ne abbiamo fatto
di quegli ideali e di quegli amori
che , avvampandoci il petto, davano
sapore e slancio alla vita, forza
creativa e innovativa. Perché sono
DICEMBRE 2002 BS
quegli amori e quegli ideali che
danno dignità civile e umana alla
proposta educativa senza renderla
yn inganno.
E su di essi, liberamente proposti e
accolti, che prima di qualsiasi
finanziamento, si possono reggere
anche le istituzioni educative.
Famiglia, scuola, istituzioni civili e
religiose, nell'ora del disincanto per
gli ideali , appaiono formule vuote
che aggravano la fatica di vivere:
i giovani fuggono in paradisi
artificiali o si ribellano. I meno
giovani si ripiegano in sterili
rimpianti senza visione di futuro.
O La forza vitale degli ideali
costringe a interrogarci sulla qualità
delle proposte educative e sollecita
a liberare dalla banalità e dal
ritualismo la stessa domanda
religiosa.
Il desiderio d'immortalità si
accompagna sempre, a volte
confusamente, alla ricerca e al
godimento degli ideali. La fede
cristiana , al desiderio di immortalità
che non si realizza , risponde con la
sconvolgente promessa della
risurrezione della carne .
"Raccontaci Maria - narra un antico
canto popolare della mattina di
Pasqua - che cosa hai visto sulla
via? Ho visto il sepolcro del Cristo
vivente ~ la gloria di colui che
risorge . E risorto Cristo mia
~peranza. Precede i suoi in Galilea".
E più facile , per credenti e non
credenti , condividere l'emozione del
Natale . Narra un'esperienza
comune , verificabile. La
Risurrezione, come l'Eucaristia,
spariglia il consenso.
O Le parole educative, per quanti
credono, almeno una sbirciata a
quella stalla del senso e a quel
sepolcro vuoto devono darla.
Perché vivere non sia un morire
impercettibile, ma uno scandaglio
inappagato dell'abisso della
risurrezione . Che rimane un dono,
alla pari della vita. Per asciugarne le
lacrime e completare la creazione,
quando Dio vide che tutto era
buono e la morte non insidiava la
vita.
O

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I Enrico Ganassi:
da L'apocalisse, tav. 9:
" Sesto sigillo".

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dimostra di non avere molta questo lo sanno anche i bam- de patrimonio della Chiesa
dimestichezza con la teologia bini del catechismo!), mi militante che riempie la co-
cattolica. I santi sono i salva- basta ricordarle che Cristo munità dei credenti. Quando
ti, tutti, nessuno escluso! Dal- stesso è stato tentato. Spero il Credo afferma che la Ch ie-
la prostituta che la misericor- che cli lui non elica "Stran o sa è "una", "santa", ecc.,
dia di Dio ha un giorno av- che il Figlio di Dio sia tenta- quella santità non è la santità
volto e riscattato, al bestem- to!'' . Non mi fa ccia ripetere cli Padre Pio... Caro Scorso-
miatore incallito, acciuffato cose strano/e riguardo ai ne, conceda un minimo cli ra-
magari solo al' ultimo mo- dubbi dei cristiani, o, se pre- ziocinio a questa santa (!)
mento dalla stessa infinita fe risce, dei santi. Essere san - Chiesa! No n si confonda, e
Grazia , cosl come questa ti , perché redenti dal sangue soprattutto non confonda! La
stessa Grazia afferrò al/' ulti- di Cristo , non significa non Chiesa,fatta anche eia uomini
mo istante il ladrone crocifis- essere più uomini. Tali si re- cli somma cultura , non è così
so a fian co del Cristo. I santi sta sempre: il fatto del dubbio sprovveduta e meschina. O
sono semplicemente i salvati. è connaturale col fatto del- crede davvero che le migliaia
Quelli dich iarati tali attraver- l'essere uomo. E l'afferma - e migliaia di filosof1, teologi,
so annosi processi sono.. . ec- zione da parte di "uomini cli giuristi, moralisti , moltissimi
cezioni rispello a tutti gli Dio" come Padre Pio ma non dei quali hanno pagato con la
altri, uomini assolutamente solo lui, di temere di non sal- vita la diffusione del Vangelo,
particolari che il Digitus Dei varsi è, ancora una volta , una siano tutti in mala fede, o dei
ha segnato - perché fosse ro, professione di umiltà, di uma- cretini patentati, e che solo
C tt;!r'd~e~!-~Ri~~~; in mezzo al popolo dei suoi nità, un invito a sé e agli altri lei e pochi altri eletti abbiate
eletti, specialissimi diffusori a non abbassare mai la guar- capito veramente tutto ? La
e/o testimoni de lla sua Parola dia , perché la tentazione è ringrazio comunque per I' op-
alla scala delle Hit Parade di - come segnò gli antichi pro- sempre "dietro l'angolo!". È portunità che mi danno le sue
tutti i santi , oggi vi si trova
quel piccolo frate [...] Credo
che la fo rte spinta verso que-
st' uomo si abbia [...] per la
fe ti, re, o giudici, se proprio
vuole un paragone. Se le folle
accorrono presso queste per-
sone, non vanno in realtà
la professione di fede che
"solo Dio salva" , è dichiara-
re ancora una volta che la
Grazia conta phì dello sforzo
lettere cli farmi riflettere e
confermarmi nella convinzio-
ne che il grande nemico della
Chiesa è l'ignoranza ... E non
morbosa attrazione prodotta verso un uomo ma verso ciò umano, pur necessario e indi- mi riferisco a lei, sto invece
dall ' ultraterreno [...] E strano che egli rappresenta, e verso spensabile ( "A iutati che il pensando ai tanti cristiani/cat-
vedere 300 mila uomini cor- il Cristo che incarnano nella ciel t'aiuta" non è solo un tolici che peccano cli accidia ,
rere verso la santificazione di loro vita esemplare. Sono at- proverbio). I santi sono un fermando si alla supe,ficie dei
un solo uomo e non verso tirate dal "projiuno" di Dio catechismo vivente , caro ami- problemi per evitare lo sforzo
Gesù [...] Se per diventare che emana da loro. P. Pio, co . Certo che "l'amore per- di apprendere e approfondire
santi ci vuole una vita esem- secondo la storia, era anche fetto scaccia la paura", ma il pensiero vero della Chiesa
plare [...] e subire 30 anni di un uomo brusco, a volte un spero non mi voglia contesta- e la sua saggezza logica e
processi [... ] la gente ci rinun- po' scostante; umanamente re che "la pe1fez ione non è di teologica.
cia. Eppure l'essere santi è la parlando, come individuo ave- questo mondo" . li "Veg liate e
condizione essenziale per en- va ben poco che attirasse le pregate per non cadere in
r.Js trare in Paradiso. [...] Pio af- fo lle. I suoi pazienti (legga tentazione" è sempre attuale,
1,.;,/ UA. fermava di ricevere botte da penitenti) raccontano di sue in ogni epoca anzi, in ogni
UNA ANOMA-
Egregio direttore,
demoni, mentre leggiamo nel- impuntature, di improvvise ora del giorno e della notte, vi sono grato che continuate a
la Scrittura che nessuno dei "uscite di scena", di rifiuti, e in questo grande percorso di inviarmi il BS . Lo leggo con
santi biblici ebbe mai botte quant'altro. Eppure i f edeli passione del' umanità che, interesse anche perché rap-
dai demoni [...] Nel mondo continuavano e continuano pur tra le bombe del male, presenta per me un classico
religioso purtroppo santo è ad affluire nei luoghi della sappiamo fini con una ri- esempio di anomalia religio-
solo colui che è elevato agli sua memoria. Vo rrà pur dire surrezione.
sa, tipica delle pubblicazioni
onori degli altari [.. .]
qualcosa! Chi è "tifoso" di Pa- Per riassumere, dunque : nel che vogliono apparire moder-
Andrea, Agrigento
dre Pio 11011 è uguale a chi è
tifoso cli Schumacher. Chi va
mondo religioso, santo non è
solo colui che è elevato agli
ne mentre non fanno altro che
servire credenze e ideali tra-
Caro amico ,
da Padre Pio prega, canta, onori degli altari dopo una montati. Vedi per esempio le
una volta per tutte , i santi invoca la benedizione di Dio trafila di indagini giuridiche. "risposte" alle lettere al diret-
non sono quelli con l'aureola, su di sé e sul mondo , chiede I santi da altare sono pochi, tore. L 'autore è bravo e furbo
come la "comun ione dei san- perdono dei propri peccati, pochissimi, rispetto ai "san- nell ' usare i termini della cul-
ti" di cui f a cenno il "simbolo promette di cambiare vita , di ti" che la Chiesa celebra nel- tura laica e moderna. Ma
niceno/costa111inopolitano", il
credo, non è la riunione ple-
fare del bene . Provi a sentire
quel che urlano o cantano i
la festività del novembre.
santità anonima è il gran -
quanto allo spirito, alla so-
stanza, lui attinge ancora so-
naria del gruppo di persone tifosi degli idoli nostrani
stanzialmente alle fo nti classi-
aureo/ate dopo un processo
trentennale e proclamate san-
te dal Po111efìce romano. Se
crede questo, e se crede che i
cristiani credano questo, lei
sugli spalti dei nostri auto-
dromi o su.Ile gradinate degli
stadi!
Quanto alle tentazioni ( "bot-
te da satana" = tentazioni...
Non ci è stato possibile p~tb-
blicare tutte le lettere pe1ve-
nut e in redazione . Ce ne
scusiamo. Provvederemo_ a
suo tempo alla pubblicazio-
che del cattolicesimo italiano
dell ' Ottocento, tipo le varie
cosiddette "STORIE" (in stam-
patello nella lettera n.d.r.)
scritte da Don Bosco. Di
DICEMBRE 2 002 8S
ne o alla risposta personale.

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nuovo non conosce altro che cristiana hanno superato i agrarie, tecniche di altissimo
la "globalizzazione" e lo "sfrut- centomila, i martiri missiona- livello che hanno meritato e
tamento del terzo mondo", e ri del 2001 - cioè l'anno continuano a ottenere ricono-
il "consumismo". Secondo scorso , è bene ricordarlo!!! - scimenti da capi di stato e di
me dovrebbe essere premiato sono stati più di 2000, e che - governo pe,fino non cattolici
medaglia d' oro per "acrobati- ripeto ciò che ho già scritto a cristiani (come in India,
smo intellettuale" [...]
un altro signore - là dove più per esempio); lianno milioni
Peter, S. Diego
dura è la vita, più drammati-
ca la lotta per la sopravvi-
di alunni e, perché non dirlo ?
- un BS che stampa nel!' edi-
Caro signore, che il BS rap- venza, p iù tragica la povertà, zione italiana quasi 500 mila
presenti un classico esempio là dove ogni giorno si muore copie, ma ha altre 55 edizio-
di anomalia religiosa è idea numerosi come le mosche, ni, arriva in 151 Paesi e viene
divertente . Lei è fornito di non spesso si trovano i politi- stampato in 24 lingue diverse
humor... un po' bislacco , ma- ci, i laici, i filantropi, i filoso- per milioni di copie . Oggi il
gari , ma sempre di humor si fi e gli esegeti biblici come sistema pedagogico di Don
tratta; inoltre spara, con si- lei, ma un prete cattolico c'è Bosco, quello che va sotto il
curezza un po' troppo ameri- sempre a sputar sangue con nome di Sistema Preventivo, è
cana, di "ideali tramontati" , quelli che sputano sangue, a il più diffuso in Europa e cen-
come se ignorasse che gli subire ingiustizie con quelli tinaia sono gli studenti uni-
ideali religiosi muovono an- che subiscono ingiustizie, ad versitari che si cimentano con
cora il mondo; che solo nel essere sgozzato con e per il una tesi su tale metodo edu-
secolo appena trascorso i suo gregge. .. Lei ignora cativo. Questa è la nostra ar-
morti ammazzati per la f ede anche che alla gran parte retratezza culturale, il nostro.
delle più di cento guerre com- guscio ottocentesco, caro si-
battute negli ultimi 50 anni, a gnore! Per quanto mi concer-
APPELLI
torto o a ragion.e è stata ap- ne, come direttore della rivi-
piccicata l' etichetta di "guer- sta in questione, mio ideale è
Scambio santini di qualsia- .
si genere. Per corrispon-
denza scrivere a: Daniele
Pennisi, V.le A. De Ga-
speri, 64 - 95019 Zaffera-
na Etnea (CT).
Cerco immaginette e santi-
ni, in modo particolare i
santi Quirico e Giuditta,
martiri. Guerra Gabriele,
Via Firenze 15 - 67067
Sante Marie (AQ).
Alcuni missionari raccol-
gono francobo lli usati la
cui rivendita serve per so-
stenere opere missionarie
in Africa. Padri Bianchi,
Casella Postale 23, Re-
ckenbuhlstrasse 14
6000 Lucerna.
Per opere missionarie ven-
do le mie immaginette di
santi/e poco conosciuti. An-
tonio Comparelli, via
Adolfo Malorgio 10 -
70013 Castellana Grotte
re di religione", e che pe1fino
i ben. noti atti di terrorismo
contro le Twin Towers sono
stati attribuiti alla forza degli
ideali religiosi... e la risposta
del Presidente americano a
tanto scempio è stata da lui
stesso chiamata "crociata"
(spero le ricordi qualcosa il
vocabolo!).
Il BS non vuole apparire mo-
derno, perché è moderno, in-
carnato nella società di oggi.
Segue le orme di Don Bosco
che affermava di volere esse-
re sempre "alt' avanguardia
del progresso". E Don Bosco
ha raccontato poche "sto-
rie", ha fa tto f atti, molti fatti :
i suoi 17 mila salesiani e al-
trettante suore oggi hanno
nel mondo più di 40 univer-
sità, hanno istituito e gesti-
scono pùì di 30 musei che do-
cumentano storia e cultura di
popoli a volte dimenticati e
sfruttati dalla cosiddetta ci-
fare educazione. Certo, "edu-
cazione cristiana", perché, le
piaccia o no, è lo stesso idea-
le che Don Bosco ha riassun-
to con una fas e programmati-
ca diventata famosa: "FARE
ONESTI CITTADINI E
BUONI CRISTIAN['.' , detto
proprio così, esattamente con
quest' ordine, dove il primo
obiettivo è fare dei "cittadini
onesti", perché non esiste un
buon cristiano che non sia un
onesto cittadino, mentre può
esistere un onesto cittadino
senza che sia cristiano! Lei
che afferma di conoscere le
"storie" di Don Bosco, mo-
stra di essere digiuno della
sua "storia", quella vera .
Glisso sulle mie conoscenze
su "globalizzazione" , "sfrut-
tamento del terzo mondo"· e
"consumismo" perché non va-
le la pena perdere tempo su
"l'insostenibile leggerezza"
de l 'affermazione.
(BA) .
viltà, hanno un centinaio di
Cerco persone serie, prefe-
ribilmente della mia età,
19 anni, o poco più grandi
per scambi di idee e per
fare nuove amicizie. Lore-
na Silveri, via Gatano
Casati, 39 - 00154 Roma.
grandi imprese di comunica-
zione, compresi centri radio e
TV, hanno fondato e gestisco-
no case/famiglia per i ragazzi
di strada , per il recupero dei
tossicodipendenti, per il rein-
serimento dei carcerati; pos-
siedono scuole umanistiche ,
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comun icate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse @sdb.org
BS DICEMBRE 2002

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ONITALIA . _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ __
CIVITA NOVA
MARCHE, ITALIA
DA DON BOSCO
PEDALANDO
In bicicletta da Civitanova
Marche a Torino, ben 846 km,
nei luoghi di Don Bosco, per
dare un ulteriore significato
di fede al "giubileo d'oro"
che la comunità salesiana del-
la parrocchia di S. Marone di
Civitanova Marche sta viven-
do quest'anno. Con questo
spirito, oltre 40 "pedalatori",
alcuni abbondantemente se-
nior e due donne, si sono mes-
si in sella alle loro bici , parro-
co compreso, e via attraverso
Marche, Umbria, Toscana, Li-
guria e Piemonte. Sette tappe
per percorrere 846 km, con
qualche salita da superare, e
sosta in tante bellissime loca-
lità intermedie come Assisi,
Abbazia di Monte Oliveto
Maggiore, Lucca, Casa Beta-
nia a Valmadonna, nell'ales-
sandrino, Basilica dei Fieschi
sulla collina di S. Salvatore
nell'entroterra di Lavagna, in
Liguria, Duomo di Chieri e
festoso arrivo a Colle Don
Bosco. Conclusione del pelle-
grinaggio a Torino Valdocco
e ritorno a casa in pullman.
(Nella foto). La comitiva dei
ciclisti pellegrini dinanzi alla
Basilica cli Maria Ausiliatrice
a Torino Va/ciocco .
ISTITUTO GERINI,
ROMA
CENT'ANNI
Il 23 giugno 2002 don Ro-
berto Bosco ha festeggiato i
cento anni ... 1200 mesi di
vita, più di 36 mila giorni!
Colmi di attività sacerdotale,
di laboriosità salesiana, di
sapienza pedagogica, di sag-
gezza umana e di .. . armonie
musicali! Non si è anco-
ra fermato il patriarca, a
cent'anni suonati, con un cu-
mulo incredibile di attività:
insegnante di scienze, molti
ricordano i suoi esperimenti
che qualche alunno con scan-
zonata "serietà" sbagliava ap-
positamente per assistere al-
le sue sfuriate che suscitava-
no ilarità invece che timore;
le sue lezioni notturne per
studiare "de visu" la luna e
le costellazioni; le sue indi-
menticate lezioni di musica e
di canto in cui infilava sem-
pre una sua composizione,
"Tramonto a Piova", nostal-
gica e struggente romanza
fatta di bella musica e bellis-
sime parole, che egli consi-
derava il suo capolavoro. Un
salesiano verace, don Rober-
to , che " ne ha viste di cotte e
di crude" lungo " il secolo
breve" che egli ha vissuto
per intero , e attraverso il
quale è passato come uno
splendido esempio per i tanti
alunni, e non, che lo hanno
avuto come professore, edu-
catore e amico.
DICEMBRE 2002 BS
FORLÌ, ITALIA
ridotta a un cumulo di mace-
rie, e che dall '8 ottobre 1993
ne custodisce le spoglie. Gli
PIAZZA PIETRO
ha ceduto l'onore proprio san
GARBIN
Biagio prima titolare della
piazzetta oltre che della chie-
A don Pietro Garbin, fondato- sa. Don Garbin fu anche il
re, 60 anni fa, dell 'opera sale- primo parroco salesiano di
siana Orselli Santucci di Forlì San Biagio. Un grande talen-
e ivi direttore fino al 1957, è to, una grande umanità , un
stata intitolata la piazzetta grande educatore, un grande
antistante la chiesa parroc- salesiano insomma, e, molti
chiale di San Biagio ricostrui- ne sono convinti, un grande
ta dallo stesso don Pietro santo. Il 60° dell ' opera non
dopo i bombardamenti del- poteva essere ricordato
l'ultin1a guerra che l'avevano meglio.

1.9 Page 9

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a cura del direttore
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Saccarello
UPS, ROMA
IL POSTULATORE
CAVALIERE
Il presidente della Colombia,
Andres Pastrana, ha conferito
la medaglia dell'Ordine al Me-
rito con grado di Cavaliere a
don Pasquale Liberatore, Po-
stulatore per le cause dei santi
della congregazione salesiana.
Il riconoscimento, consegna-
to dall 'ambasciatore, è arriva-
to per l'instancabile impegno
profuso in questi anni da don
Pasquale nel seguire con scru-
polo l' iter del processo e pre-
parare la beatificazione di don
Luigi Variara, salesiano, apo-
stolo dei lebbrosi e fondato-
re della congregazione delle
suore dei SS. Cuori di Gesù e
Maria, le suore che, tra l'altro
hanno assistito con amore fi-
liale il compianto Rettor Mag-
giore don Vecchi nella sua
Lunga malattia.
••MH=f•M'.!t•imiU•j•• 50 dei 120 "minori in diffi-
- • ••• • • - - -•■■•- ■-· coltà" - ma c'è da chiedersi
oggi quali minori non siano
UNA EDUCAZIONE in difficoltà - che frequenta-
CHE ... VOLA!
no il conosciutissimo colle-
gio. Lì, infa tti, i ragazzi che
La compagnia aerea "Vola- più ne hanno bisogno rice-
re-Group" di Napoli ha vono un 'educazione a tutto
messo a disposizione un mo- campo che pone particolare
dernissimo Airbus per il Don cura e attenzione ali ' inseri-
Bosco di Napoli, sponsoriz- mento sociale, provvede al
zando l'iniziativa di una gita bagaglio cul turale e insiste
a Mil ano al termine dell' an- sulla loro formazione umana
no scolastico, come premio a e religiosa.
MONETE NATALIZIE
Soprattutto nei paesi di lingua inglese riscuoto-
no un buon successo le monete emesse con rego-
larità a partire dal 1980 da Gibilterra e da Man in
occasione del Natale. La coniazione augurale del
2002 comprende due pezzi da 50 pence realizzati
in cupro-nikel, argento e oro dalla Pobjoy Mint,
che recano sul dritto il quarto ritratto numismatico
della Regina Elisabetta Il disegnato da Rank-
Broadley. I rovesci propongono graziosi quadri
natalizi a soggetto religioso e laico.
Nella ricorrenza delle festività natalizie Man
batte anche un taglio della celebre moneta da
investimento Angel, sul cui rovescio , accanto alla
figura dell'Arcangelo san Michele che trafigge il
drago, compare un piccolo emblema natalizio.
Unico tra i paesi dell'area italiana , il Sovrano
Militare Ordine di Malta emette una serie a sog-
getto natalizio, composta da un pezzo d'argento
da nove tarì e da uno in bronzo da 1O grani.
Ambedue i rovesci riportano una scena della Nati-
vità ispirata al dipinto di Pietro Berrettini "L'adora-
zione dei pastori", conservato oggi nella cattedrale
· di Cortona.
Il dittico può essere richiesto direttamente alla
Zecca dell'Ordine di Malta, via Bocca di Leone, 68
- 00187 Roma. Il telefono è lo 06.6758.1254.
Per saperne di più: "B' 0761/307. 124
BS DICEMBRE 2002

1.10 Page 10

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l00annf fa
"Impressioni di un viaggio" è intitolata la
relazione che don Felice Tallachinifa della
lunga visita svolta da monsignor
Costamagna, don Mattana e lui stesso alle
stazioni missionarie "dal Pacifico alle fore ste
amazzoniche". Ciò che abbiamo trovato
interessante sul BS del dicembre 1902 è
l'introduzione con la dedica (ai salesiani di
Valsalice e di San Benigno Canavese), la foto
e, soprattutto, la giustificazione sul suo modo
di raccontare che potrebbe apparire
incredibile.
ROSARNO, ITALIA
SCUOLA DI MUSICA
"DON VARRÀ"
Al salesiano don Varrà, pre-
maturamente scomparso al-
l' età di 49 anni nel 1996, è
stata intitolata una scuola di
musica a Rosam o, suo paese
natale, per iniziativa dell 'Am-
ministrazione comunale e del-
! ' Associazione culturale che
porta il suo nome. Don Gre-
gorio è stato un grande amico
e maestro dei giovani, soprat-
tu tto di quelli più poveri ed
emarginati ; tra loro e per loro
ha lavorato con intelligenza e
grande generosità senza mai
risparmi arsi. Amante della
musica, ha seguito e sostenu-
to con passione la "Banda
Don Bosco" di Napoli. Pro-
prio per questa sua qualità
Rosarno lo ricorda con la
neo-scuola e i suoi 50 alliev i.
J)cJJllenico ,\\.utonio Kus,;o
Incaricato dal mio venerato Superiore e Vescovo di
lasciare scritto un ricordo della sua recente visita
alle missioni di Gualaquiza. A chi Io potrei dedica-
re meglio che a voi, giovani chierici e coadiutori
(di Valsalice e S. Benigno n.d.r.), che dei sacrifici
del Missionario fate il tirocinio sotto l'egida di D.
Bosco e gli sguardi di D. Rua? Nella fiducia che lo
gradirete mi faccio ardito di offrirvelo. Se il colorito
che osserverete in questo racconto vi facesse so-
spettare della sua veracità, ricordate che vi riferisco
i fatti e le impressioni che io ho presenziato e senti-
to; e che non sarei veritiero se non procurassi di far
sentire anche a voi per mezzo del colorito, quei
sentimenti reali che io ho provato. Tuttavolta, se
nel corso della narrazione io fossi obbligato ad in-
trodun-e qualche sfumatura che non fosse storica,
mi farò scrupolo di avvertirvene. Vi supplico inol-
tre a non cercare fiori di lingua nella penna di chi
scrive in dolce favella italiana, dopo undici anni di
assenza dal "Bel Paese dove il sì suona".
DICEMBRE 2 002 BS
TEMPO DI NATALE
Davvero delizioso il libretto
di poesie natalizie dell'exal-
lievo Domenico Antonio
Russo. La indimenticata
Festa rivive tra neve, carni-
ni fumanti, presepi , stelle di
natale, ciaramelle... gli in-
gredienti antichi , insomma,
senza dimenticare un tocco
di allarmante attualità con
"L'albero del disperato". Le
delicate rime creano l'at-
mosfera ideale per sogna-
re il Natale e riviverlo sul-
la fil igrana della memoria,
senza il disturbo dei "Bab-
bo Natale" o, peggio, delle
"Mamma Natale" come è
dato, ahimè, di vedere
oggi, e senza i surrogati di
palline colorate, feston i luc-
cicanti , fiori finti , neve di
cotone.. . Tutto natura in-
somma queste brevi liriche,
per riportare la nascita di
Gesù più vicino possibile a
sentimenti ed emozioni
reali, fuori dall'attesa dei
regali che oggi hanno pro-
ditoriamente monopolizza-
to l'evento più misterioso e
sacro della storia. Da leg-
gere.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
don Romano Nicolini
O re 23,30 di una
domenica d'ago-
sto , in una parroc-
chia turistica del mare
Diario di un parroco in campagna estiva,
quando tutti fanno vacanza - e spesso
mandano in vacanza anche l'anima -
amici preti che si offrono
di restare in confessionale
per ore, ma non si può
officiare in costume! Già, il
Adriatico. Finalmente pos- mentre a lui tocca ancora stare sulla breccia, confessionale. Non è mai
so chiudere la chiesa , e
prepararmi al riposo: ne
ho un po' di diritto anch'io
anzi sulla sabbia, perché la cura d'anime
non finisce mai, e in certi periodi,
troppo pieno, ma quando
uno ci viene, specialmente
d'estate , quand'è in va-
no? Ieri sera mi era frulla-
anzi, aumenta.
canza , vuota il sacco,
ta in testa un'idea. Un'idea
come nei santuari ...
pazza. E stamattina l'ho
attuata : alle 7 , dopo il
caffè , mi sono presentato
in spiaggia per invitare i
giovani sdraiati al sole a
venire a messa! Poveri
ragazzi ! Avevano passato
la notte in bianco e ora
avevano tanto di quel son-
no da. .. bere la sigaretta e
fumare il caffè! Ovviamen-
te rimangono di stucco:
probabilmente il sonno gli
è passato di colpo: un pre-
te che va a beccarli in
spiagg ia, a Riccione, non
doveva avere tutte le rotel-
le a posto! Ma non mi
rispondono male , e questa
volta sono io a meravi-
gliarmi . Anzi , scherzano ,
pallegg iando fra loro la
responsabilità del cattivo
esempio .
Alle 8,00 comincia la serie
delle messe . Tutte piene ,
tutte stipate di gente mez-
zo svestita e... mezzo
nuda - nostro Signore non
si spaventerà, lui ci ha fatti
RICORDANDO
L'ESTATE
Ore 23,30 di una domeni-
ca estiva al mare, dicevo.
Termino il breviario con
un occhio solo e, franca -
mente , non sto molto
attento a quello che leg-
go . Spero che il Signore
mi perdoni . Dopo una
giornata di "fatiche apo-
stoliche" mi merito un
buon sonno ristoratore. Ci
vado proprio volentieri a
letto, sognando di addor-
mentarmi subito. E manco
a farlo apposta, i vicini
decidono di alzare il volu-
me della vacanza estiva
con musiche a decibel im-
possibili, e un comitato tu-
ristico buontempone co-
mincia a celebrare l'estate
sparando proprio ora una
cascata di fuochi d'artifi-
cio. Va bene così! Imma-
gino che la bagarre sia
una festa fatta a Dio che
ha visitato la sua chiesa in
una calda domenica estiva
in mezzo alla confusione
della sua Riccione.
O
senza foglie di fico ! - I
fedeli "da spiaggia" parteci-
pano alla liturgia cantando
a gola spiegata . Vorrei
abolire qualche messa, ma
da dove com incio? Non
posso certo mettere la
gente a strati! È fatica
essere accogl ienti con le
tante persone che affollano
la sacrestia nel dopo/litur-
gia, ma stanno peggio -
psicologicamente - quei miei confratelli che la chie-
sa ce l'hanno quasi sempre vuota, come mi ha con-
fidato un parroco tedesco, anche lui al mare qui. La
caldaccia estiva sembra liquefare i celebranti e gli
BS DICEMBRE 2002

2.2 Page 12

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Una piccola casa editrice ha riprodotto le mirabili tavole
LE TAVOLE
DIJEROME
NADALSJ
di Natale Maffioli
I N N O CT E -~ATALJS DOMINI .
NatTUJt11s Ch,-isri.
9. . Lur.
l ,w(' ; , .
3
La storia interessante di
un lavoro innovativo di
catechesi, inciso su
tavole di rame nel XVI
secolo. La editrice
Scriptorium di Sassari si
lancia temerariamente
nell'impresa di
ristamparle. Il triplice
utilizzo a scopo
liturgico/catechistico,
storico e artistico.
N el 1593 fu pubblicata ad An-
versa presso l' editore Mar-
tin Nutius, successore di
Christophe Pl antin, una serie di 153
immagini intitolata Evangelicae Hi-
storiae lmagines, curata dal gesuita
Jerome Nadal (1507-1580); le tavo-
le erano state incise dai fratelli
Anton, Giovanni e Hieronimus
Wierix, Karel de Mallery, Adriaen e
Johann Collaert, su disegni di Ber-
nardino Passari e Martin de Vos. Fu
un 'impresa grafica tra le più interes-
santi della fine del XVI secolo, in
linea con quella che era una delle
preoccupazioni della Riforma Cat-
tolica: la catechesi.
Purtroppo il Nadal non riuscì a
vedere ultimata la sua opera, era
morto tredici anni prima. Un paio
DICEMBRE 2002 BS
- Tav. 3 - La Natività.
d 'anni dopo, nel 1595 fu pubblicato
un compendio all ' opera del gesuita
le "Adnotationes et Meditationes in
Evan.gelia quae in sacrosancto Mis-
sae sacrificio toto anno leguntur;
cum Evangeliorum concordantia hi-
storiae integritati sufficienti", (Note
e riflessioni sui brani de i vangeli
letti durante tutto l' anno, e la loro
sufficiente concordanza storica),
una sorta di commento spi.rituale a
quanto era stato raffigurato.
INCISIONI
CON DIDASCALIE
Il lavoro di illustrazione dei fa tti
evangelici fu per più aspetti innova-
tivo; la metodologia usata da Nadal
promuoveva una profonda medita-
zione sugli eventi evangelici identi-
ficando con didascalie persone e
luoghi presenti nelle illustrazioni.
Oltre il pregio artistico, le incisioni
di Anversa hanno fatto crescere la
consapevolezza delle potenzialità
della prospettiva cioè l ' utilità della
rappresentazione di oggetti tridi-
mensionali nelle due dimensioni di
una pagina. Le sc ienze meccaniche
hanno ricevuto un notevole impulso
dalla ricerca compiuta dagli illustra-
tori nella resa prospettica delle
scene, perché ha fornito un metodo
per la resa di schemi comprensibili
nel montaggio di apparati meccani-
ci; inoltre per la prima volta si sono
creati i presupposti per allestire i
manuali scientifici con illustrazioni

2.3 Page 13

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catechistiche elaborate nel '500.
A 'f:.::;f..r:::.t,::-:,.::;
; ;,:;:f:};t}::. -~-
- Tav. 12 - Le tentazioni del Signore. - Tav. 17 - La pesca miracolosa.
Tav. 28 - La risurrezione del figlio
della vedova di Naim.
dettagliate il che ha favorito la ri-
cerca delle menti giovarti e brillanti.
L' arte prospettica ha inoltre offer-
to un'occasione splendida nella
spiegazione dei racconti evangelici
usando il linguaggio universale
delle immagini. Il gesuita nel lan-
- Tav. 63 - La Trasfigurazione.
ciare la sua idea aveva l'intenzione
di fornire ai pittori che decoravano
le chiese nuovi stimoli nel .rendere
più vivaci e credibili le scene raffi-
gurate, di dare spunti anche agli il-
lustratori dei libri devozionali e,
non ultima preoccupazione, aiutare i
suoi confratelli nelle meditazioni
durante gli esercizi spirituali.
LE LETTERE ESPLICATIVE
Le varie parti delle immagini
sono accompagnate da lettere espli-
cative, come se si trattasse di raffi-
gurazioni scientifiche, che ricapito-
lano la vita di Gesù quasi con obiet-
tività scientifica. Ad esempio, nel-
l'incisione della Natività le partico-
larità sono segnate con una lettera
in grassetto che è riportata in calce
con la spiegazione in lingua latina.
Sotto la lettera A è raffigurata la
città di Betlemme; alla B è legata la
scena del censimento, la lettera C fa
riferimento alla grotta dove è nato il
piccolo Gesù che è contrassegnato
dalla lettera D. Gli angeli sono con-
traddistinti dalle lettere E, K , L ; l'a-
sino e il bue dalla lettera F mentre
la luce irradiata dal mistero dalla G.
I pastori, e gli eventi che li hanno
coinvolti, sono identificati dalle let-
tere H ed I e la stella che ha guidato
·i Magi dalla lettera M.
UNA PICCOLA CASA
EDITRICE
Dopo diversi secoli, nella metà del
2002, la casa editrice Scriptorium
di Sassari ha riproposto la pubblica-
zione del Nadal in un 'opera di gran-
de valore e di fo1mato in tutto simjle
all'originale. Al di là del pregio arti-
stico e dell'età, che la relegano tra le
cose senza tempo, l'impresa ha
tutt ' oggi una innegabile validità sia
storica sia liturgico/catechistica, e
può perciò costituire un valido aiuto
nella presentazione di fatti evangeli-
ci durante la catechesi, soprattutto ai
ragazzi, ma altrettanto interessante
come sostegno e contributo alla ri-
scoperta di quanto sia parlante,
anche per una mentalità moderna, il
patrimonio d'arte conservato nelle
nostre chiese!
O
Per sapern e di più :
Ed. Scriptorium
V.le Umbe1to 90 - 07100 Sassari
tel./fax: 079.271.798; 347/7710.243
BS DICEMBRE 2002

2.4 Page 14

▲back to top
Si è appena concluso il centenario della nascita di
IL FABBRICANTE
DI IM' MAGINARIO... ·
di Fabio Sandroni
I Walt, sorridente e simpatico...
almeno in fotografia. Non sempre,
a detta di molti, nella realtà.
Anche da questi primi,
brevissimi cenni di una
storia centenaria si
intuisce la presenza di
una enorme ricchezza di
linguaggi e messaggi utili
ad ogni educatore per
capire i destinatari del
loro impegno e non solo
loro.
T utto cominciò a Chicago il 5
dicembre I901 in casa di
Elias Disney e Flora Call, ma
oggi, appena chiuso il centenario
della nascita di Walt Disney, risulta
davvero difficile aggiungere ancora
qualcosa a quanto già detto e scritto
sul creatore di Topolino, Paperino
&Co.
Già il suo nome evoca, "ambigua-
mente", da un lato un immenso im-
maginario fatto di personaggi e
mondi fantastici , che hanno raccon-
tato sogni (ed incubi) a molte gene-
razioni; dall'altro un colosso del-
l'industria che si occupa di produ-
zione e distribuzione cinematografi-
ca e che, pur avendo più volte ri-
schiato il fallimento , è protagonista,
dalla metà degli anni '50, anche sui
mercati dei grandi parchi dei diver-
timenti, della produzione televisiva,
e, via via, dell'home-video, della
TV via cavo e pay TV. Senza consi-
derare l'immenso merchandising
che da decenni accompagna il red-
ditizio lavoro della fabbrica dell'im-
maginario.
DICEMBRE 2002 JJS
QUALE EDUCAZIONE?
GLI .INIZI
Sono le due facce del "grande"
Walt: fantasia, sensibilità, espressio-
ne di esperienze forse sofferte in
profondità, e grande spirito impren-
ditoriale, probabilmente acquisito in
giovane età insieme a disagi e dissa-
pori, quando suo padre Elias, molto
severo e attaccato al denaro, lo co-
stringe ad arrangiarsi con molti la-
voretti per pagarsi vitto e alloggio
in famiglia ... In età scolare Walt e il
fratello Roy devono alzarsi prima
delle quattro del mattino per conse-
gnare i giornali casa per casa, tanto
per citare solo un esempio del siste-
ma educativo in cui venne allevato;
erano gli anni della seconda rivolu-
zione industriale, bisognava impara-
re a emergere con ogni forza per
farsi una strada propria.
In quegli anni i Disney si trasferi-
scono due volte: prima nei dintorni
di Marceline, poi, nel 1910, a Kan-
sas City ove il giovane Walt inizia
la sua attività come·disegnatore sati-
Iniziamo un percorso disneyan_o teori_-
co-pratico per incoraggiare arnmaton ,
educatori o insegnanti ad invent~re
occasioni di incontro per ragazzi, g,f-
vani e non più giovani , che sotto a
pat.,na della tenere zza s·canzoomneata1
facciano pensare ... propno c
cartoon di papà Walt.
rico per un giornale locale, per poi
muovere i primi passi nell'anima-
zione.
Partendo negli anni '20 da brevi
cartoon, ottenuti facendo interagire
personaggi in carne ed ossa con di-
segni animati ("Alice's Comme-
dies"), dopo alterne vicende finan-
"Tutto cominciò a Chicago
il 5 dicembre 1901 ".

2.5 Page 15

▲back to top
I Walt Disney, vogliamo ricordarlo come educatori.
Alcuni dei suoi personaggi hanno
riempito e riempiono ancora
l'immaginario di intere
generazioni, e hanno fatto
accapigliare psicologi, sociologi
e pedagogisti.
ziarie vissute con non poco spirito
piorueristico, il giovane cartoonist,
trasferitosi a Los Angeles, fa cre-
scere una piccola impresa e vara
l 'importante stagione delle "Silly
Symphonies" e dei primi cartoon
con Topolino (1928), Paperino
(1934) ed il resto della banda. Si
circonda di altri disegnatori con cui
sviluppa tecniche sempre più evolu-
te che prima faranno di lui uno dei
piorueri del sonoro, poi, dopo esser-
si assicurato l'esclusiva per tre anni
del sistema technicolor, gli pennet-
teranno di arrivare primo (e restare
a lungo l' unico) a poter produrre
lungometraggi animati già nel 1937
("Biancaneve e i sette nani").
TRADIZIONE
E INNOVAZIONE
Questo percorso avviene non
senza gravi tensioni con i collabora-
tori che, inseriti in un processo pro-
duttivo nuovo, di gruppo, di tipo in-
dustriale, poco adatto all'emergere
delle capacità dei singoli creativi,
vedono le proprie individualità scar-
samente valorizzate. "Come una
piccola ape, volo da .una zona al-
l'altra dello studio, raccolgo il pol-
Papà Elias Disney e mamma
Flora Call.
fine e stimolo un po' tutti ..." Una
dichiarazione che segna la distanza
tra il disegnatore artigiano-artista
ottocentesco e l'imprenditore inno-
vativo, ma anche tra il lavoro soddi-
sfacente per il singolo individuo e
l' impersonale "catena di montag-
gi<?"-
E in questo clima di insoddisfa-
zione che esplodono all'inizio degli
anni '40 i conflitti sindacali in cui si
renderà evidente l'indole ambigua-
mente paternalistica e vendicativa
del papà di Topolino.
Con l'immagine pubblica veicola-
ta dai suoi personaggi contrasta una
figura reale di uomo ben diversa.
Molti storici testimoniano di un
Walt Disney spesso turbato da para-
noie e complessi, che nel tempo di-
verrà sempre più dedito agli eccessi
dell'alcool e del fumo.
Ciò non impedisce al lavoro del
grande animatore di superare alcuni
gravi insuccessi, tra cui il flop leg-
gendario alla prima uscita di "Fan-
tasia" (1940) - opera troppo diffici-
le per i più piccini e poco gradita
alla cultura ufficiale dell'epoca - e
quelli meno eclatanti di "Pinoc-
chio" (1939) e "Bambi" (1942).
Anche se "Dumbo" (1941) è un suc-
cesso, alla fine degli anni '40, dopo
vari lungometraggi, c'è aria di crisi
di incassi e di idee.
Nel 1950 con "Cenerentola" la
compagnia si rilancia alla grande e,
dopo l'esito incerto di "Alice nel
paese delle meraviglie" (1951) e
l'uscita del più semplice "Le avven-
ture di Peter Pan.", entusiastica sarà
nel 1955 l'accoglienza per "Lilly e
il vagabohdo".
Sempre orientato alla ricerca e
alla sperimentazione di nuove tec-
nologie, il lavoro di Walt Disney
con "la bella addormentata nel
bosco" (1959) dovrà fare i conti con
un nuovo flop di dimensioni colos-
sali.
L'IMPERO AL COMPLETO
Due intuizioni però confermano
in questi anni l'istinto imprendito-
riale di Disney: la creazione di Di-
sneyland e l' attenzione "profetica"
verso la produzione televisiva.
L'iruzio degli anru '60 segna
nuove affermazioni con "La carica
dei 101" (1961) e con "Mary Pop-
pins" nel 1964 (15 Nominations, 5
Oscar, incassi vertiginosi).
Durante la lavorazione de "Il libro
della giungla", Walt Disney si spe-
gne minato da un male incurabile: è
il 15 dicembre 1966.
Ma la sua impresa continua e,
dopo la crisi dei primi anru '80, in
cui la compagrua ha rischiato di es-
sere smembrata e venduta a pezzi,
ha saputo reinventarsi e raccogliere
le sfide lanciate dai nuovi creatori
di immaginario (Bluth, Spielberg,
Lucas, Katzemberg), soprattutto sui
fronti dell'animazione digitale e
delle nuove tecnologie.
Molteplici percorsi di analisi si
diramano da ogni segmento della
strada tracciata dalla "Disney fac-
tory": tenteremo di incamminarci in
alcune di queste piste. (continua)
BS DICEMBRE 2002

2.6 Page 16

▲back to top
redazionale
,
BREVISSIME DAL MONDO
ROMA. Mentre glob!!,l-
mente nel mondo aumenta
la tolleranza ci sono anco-
ra paesi dove convertirsi al
cattolicesimo può costare
la vita (Sudan, Yemen), o
dove l'attività di evange-
lizzazione prevede durissi-
me sanzioni (Cina, Viet-
nam), o dove gruppi estre-
misti impediscono di pro-
fessare la propria fede (In-
donesia e alcuni stati del-
l'India), e paesi dove non
sono ben viste altre con-
fessioni religiose (Russia,
Ucraina).
CHICAGO. Più di 3000
delegati hanno partecipato
agli inizi di settembre alla
riunione nazionale dei cat-
tolici negri, affrontando te-
mi di scottante attualità de-
gli Stati Uniti di oggi, e mo-
strando una insospettata vi-
talità. Il 5% della popola-
zione cattolica USA è afro-
americana, si tratta di 3 mi-
lioni e 200 mil a fedeli.
VERONA, ITALIA
COMUNITÀ DEI GIOVANI
Ha felicemente compiuto i 30
anni la Comunità dei Giovani
(CdG) di Verona. Semplice la
genesi: alcuni volontari che
lavoravano per la raccolta di
stracci, ferro vecchio e carta
per realizzare una casa per
bambini figli di lebbrosi, si
trovavano a messa dopo la fa-
ticaccia di quel giorno - era
domenica 2 luglio 1972. Arri-
vano le intenzioni spontanee
della preghiera dei fedeli.
Dice uno: "Per i ragazzi che
dormono sulle panchine della
stazione perché non hanno
casa ... ". Risposta: "Falli ve-
nire qui e ci adatteremo! ".
Dopo due ore si presentarono
due minorenni: "E vero che si
può dormire qui?". "Ci adat-
MAROGGIA,
CANTON TICINO
I SALESIANI LASCIANO
DOPO97ANNI
I salesiani hanno lasciato Ma-
roggia, dopo quasi un secolo
di attiva permanenza educati-
va, il 30 giugno 2002. L 'atTi-
vo dei figli di Don Bosco nel
più italiano dei cantoni sviz-
zeri risale alla fine del XIX
secolo. La loro presenza con-
tribuì in modo decisivo allo
sviluppo della giovane dioce-
si ticinese soprattutto nel set-
tore specifico del carisma, i
giovani , attraverso la gestione
di sedi scolastiche prestigio-
teremo, se non avete altro
posto! ". La sera dopo erano
in cinque: "Sopra il deposito
c'è una soffitta con sette stan-
ze". L'hanno occupata... ed è
nata la CdG di Verona, con
tre regole: 1. mantenersi col
proprio lavoro; 2. nessuna
azione criminosa; 3. contri-
buire alla gestione della casa.
Oggi la CdG comprende un
Ufficio Tecnico Operativo , un
Centro Studi, alcuni centri di
Prima Accoglienza, alcune•
Comunità Alloggio, sia ma-
schili sia femminili, la Comu-
nità terapeutica, la Comunità
FORLÌ, ITALIA
di Inserimento, la Mediateca, FESTA DEI COADIUTORI
la Biblioteca, il Centro Stam-
pa... Trent'anni spesi bene
dai salesiani e dai loro colla-
boratori, soprattutto volontari.
Don Bosco ne può essere or-
goglioso.
Interessante e degna di men-
zione l' iniziativa della casa
salesiana di Forlì per il ses-
santesimo anniversario del-
1'opera e in occasione della
beatificazione del primo sale-
siano laico non martire della
storia della congregazione sa-
se, come il Collegio S. Giu-
seppe di Locarno, il Collegio
Elvetico di Lugano, il Colle-
lesiana, il coadiutore di Bo-
retto (Reggio Emilia) Arte-
mide Zatti che ha operato per
gio Papio di Ascona e il gin-
nasio di Mendrisio, prima tra-
sferito nella villa vescovile di
Balerna e infine nell'Istituto
di Maroggia, acquistato nel
1905, che fu l'unico collegio
cattolico del mendrisotto. Ge-
nerazioni di ragazzi vi si for-
marono fino a quest'anno, in
cui è stato chiuso. I salesiani
sono tuttavia ancora in Sviz-
zera, e precisamente nel gran-
de collegio di Lugano, ora
potenziato proprio in seguito
alla chiusura di Maroggia, e a
Zurigo.
l 'intera vita a Viedma in Pa-
tagonia, come infermiere. Es-
sendo Forlì un colleg io con
scuole professionali, è stata
organizzata la festa dei con-
fratelli coadiutori che delle
scuole professionali sono i
prin_cipali operatori. Una qua-
rantina di costoro hanno ri-
sposto all'appello e sono ac-
corsi, entusiasti dell 'iniziati-
va. Per l'occasione sono state
ricordate altre grandi figure
di salesiani laici .
DICEMBRE 2002 BS

2.7 Page 17

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FORLÌ, ITALIA
Il salesiano laico, "coadiu-
tore" Michele Palmarini,
per lunghi anni direttore
del Centro di Formazione
Professionale CNOS/FAP
dell 'Istituto salesiano
Orselli , è stato insignito
della medaglia d'oro per i
meriti conseguiti nel set-
tore della formazione pro-
fessionale in 42 anni di
attività , dalla Camera di
Commercio , Industria,
Artigianato e Agricoltura
della città di Forlì .
MYSl.OWICE, POLONIA
Nel cuore di Mis-tow ice,
città carb'onifera dell'alta
Slesia , s'innalza dal 15
giugno 2002 un grande
monumento all'altrettanto
grande cardinale salesia-
no , ex .primate della Po-
lonia, monsignor Augusto
Hlond, morto nel 1948. A
Mys-towice era nato nel
1881 . La statua troneggia
nella piazza che porta il
suo nome, coi suoi cinque
metri di granito rosso
della Scandinavia, bene-
detto dallo stesso Gio-
vanni Paolo Il .
LUNGI, SIERRA LEONE
La scuola "Don Bosco" di
Lungi , in Sierra Leone ,
sta diventando sempre di
più una vera e ricercata
oasi per tanti giovani del
circondario: finalmente
sono arrivati i computer, e
la scuola ha fatto un bai-
zo avanti nel cuore della
modernità, nello spazio
dell'era informatica. Si fa
festa per l'occasione: canti
e danze accompagnate
dagli strumenti tipici del
folklore africano.
LUNGI, SIERRA LEONE
L'Africa è un 'immensa
risorsa naturale, ed è pro-
prio questa la sua vera ric-
chezza. Se ospita i più
grandi e desolati deserti
del globo, è anche custode
di grandi foreste, di animali
rari , di ricchezze inimmagi-
nabili nel sottosuolo, cose
tutte che fanno gola alle
grandi compagnie com-
merciali. Ai bambini dell'a-
silo Mother Teresa si inse-
gna l'amore alla natura.
Eccone alcuni intenti ad
arricchire il lorn giardino
con nuovi alberelli.
m
MESSINA, ITALIA
Cento anni! Spesi per il
bene , costituiscono un
grosso "deposito" di meri-
ti , pronti per essere con-
teggiati per il Regno. Suor
Carmelina Fieri , FMA, ha
vissuto fino in fondo le
sue tante primavere, e ha
investito nel modo miglio-
re i talenti avuti : maestra
di musica, abile ricamatri-
ce, grande educatrice.. . Il
suo impegno apostolico e
religioso l' ha resa un
dono prezioso per tutti
coloro che hanno potuto
awicinarla.
PISANA, ROMA
I primi dieci giorni di ago-
sto 2002, quando tutti si
fermano per le ferie: ope-
rai , impiegati , ditte, ecc. i
parroci salesiani sono sta-
ti convocati per un "Corso
di Formazione" nella Ca-
sa Generale della congre-
gazione a Roma. In qua-
rantotto hanno risposto
all 'appello e, guidati da
esperti in varie discipline,
hanno studiato interventi
e strategie pastorali con-
sone all ' era che si sta
vivendo , quella informa-
tica.
BS DICEMBRE 2002

2.8 Page 18

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Il riconoscimento di una città a un concittadino doc,
ALTRO GIRO
di Giancarlo Manieri
ALTRA AWENTURA
L' occasione è particolare: le
celebrazioni per la giornata
del 20 giugno, data "infau-
sta" per Perugia che segna una so-
nora sconfitta, quasi una strage,
quando scoppiò la rivolta contro lo
Stato Pontifico e un centinaio di ri-
belli, operai, artigiani, borghesi, si
trovarono di fro nte a circa duemila
mercenari svizzeri pontifici e contro
le bocche dei loro cannoni. Era, per
l'appunto, il 20 giugno 1859. Una
delle poche volte, crediamo, in cui
si festeggia una sconfitta! Forse per-
ché fu l' ultima: già in settembre, in-
fatti, l'esercito piemontese annette-
va definitivamente la città al neona-
to Regno d'Italia.
In uno dei luoghi più
anticlericali d'Italia, la
famosa e splendida Sala
dei Notari del Palazzo
dei Priori di Perugia, il
salesiano laico Armando
Catrana, con una
solenne cerimonia
pubblica, è stato
insignito della massima
onorificenza cittadina,
l'iscrizione all'Albo
d 'Oro della città.
UN RICONOSCIMENTO
MERITATO
Il Palazzo dei Priori, carico di sto-
ria e di arte, è l'orgoglio della città,
il simbolo della libertà e dell ' indi-
pendenza comunale, e la Sala dei
Notari ne è il cuore pulsante. Dopo
il lungo dominio pontifico divenne
anche il simbolo di quell 'anticleri-
calismo che caratterizzò in qualche
modo un po' tutti gli ex stati ponti-
fici.
Proprio in questo splendido e pre-
stigioso salone il 20 giugno scorso
Armando Catrana, perugino doc e
salesiano laico, è stato solennemen-
te iscritto nell 'Albo d ' Oro degli
uomini illustri della città. È detto
nella motivazione: ".. . Ali' età di 24
anni, dopo aver rinunciato a una
buona condizione economica, e
sociale... scelse... di dedicarsi total-
mente agli altri, soprattutto ai gio-
vani e ai più deboli ... lavorando in
Brasile per la promozione umana,
sociale e religiosa di mig liaia di
ragazzi e giovani ... in un'opera ...
che lo ha portato.. . a dare dignità
DICEMBRE 2002 BS
Il Palazzo dei Priori, sede del Municipio.
Armando durante il suo intervento
nella Sala dei Notari del famoso
Palazzo dei Priori di Perugia.

2.9 Page 19

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coadiutore salesiano e missionario.
I Mentre riceve dal sindaco della
città, dott. Locchi, il riconoscimento
di cittadino illustre e il diploma
di iscrizione all'Albo d'Oro della città.
11tre premiati, Armando Catrana, sdb, missionario;
Artemio Giovagnoni, exallievo salesiano, scultore;
Raffaele Rossi , senatore della Repubblica, storico
di Perugia.
umana e futuro a circa 35 mila per-
sone in p di 30 ann i di attività
missionaria".
Ringraziando, Armando ha pun-
tualizzato quasi temesse esagerazio-
ni: "Voglio dedicare questo ricono-
scimento ai destinatari del mio im-
pegno cristiano e sociale, ai desti-
natari della vostra solidarietà fra-
terna, ai ragazzi poveri e impoveri-
ti, in pericolo e a volte pericolosi , a
rischio o già vittime della cupidigia
e dell' ingiustizia".
Lavorare tra i più poveri dei po-
veri è stato il sogno poi diventato
realtà della sua vocazione. Si è tuf-
fato dove più forte erano il degrado
e la miseria; ha lavorato per la
"redenzione" dei ragazzi di strada,
dei figli dei garimpeiro, dei piccoli
teppisti che non hanno altro da fare
se non delinquere, perché è l 'unica
possibilità alla loro portata; dei
minori carcerati, di quelli dei senza
arte né parte... Ha fondato per loro
un oratorio dotandolo, con l'aiuto di
amici e benefattori della sua e di
altre città, di servizi di alta qualità:
il doposcuola, la musica, il canto, lo
sport, il teatro , la biblioteca... Poi la
scuola professionale, l' infermeria.
Ha fatto , e fa, il salesiano a tempo
pieno. Di giorno e, spesso, di notte.
Non sono mancati i frutti , non è
stato un lavoro sterile . Uno dei
primi giovani ad essere accolti nel
suo Centro Giovanile di Poxoréo si
chiama Ulisses Araujo Barbosa .
Oggi è presidente di Corte
d 'Appello.
IL PROFESSOR NETO
La storia di Anselmo non è diver-
sa da quella di tanti altri ragazzi
" redenti ".
"Armando? Mi ha rigirato come
una calzetta, ha cambiato il corso
della mia vita! Abitavo a Barra do
Garças, nel Mato Grosso, povero,
senza padre e anche senza alcuna
voglia di andare a scuo la!" . Era
insomma, Anselmo, uno dei tanti
che avevano eletto a domicilio la
strada più che la casa e sulla strada
cercava la risposta alle sue tante
domande. E sulla strada Anselmo
Pessoa Neto ha trovato la prima
risposta: quel giovanottone atletico
e barbuto che ha portato lui, come
tanti altri, quasi di peso all'oratorio,
perché tutti potevano cominciare
a trovare le risposte che cercavano.
"Armando non ha soffocato la mia
rivolta contro l'ingiustizia, me ne
ha fatto capire il vero perché, e mi
ha mostrato l'assoluta inconsisten-
za del mio modo di rispondere, del-
le mie reazioni ali' ingiusta situazio-
1 11 prof. universitario Anselmo
Pessoa Neto, uno dei primi ragazzi
dell'oratorio di Armando.
ne che ero costretto a subire". Cer-
to! non si riso lve l'ingiustizia col
teppismo, col vagabondaggio, con
l'oziosità stizzosa... "Ho capito l' in-
congruenza delle mie reazioni alle
sfide della condizione sociale ed
economica che ero costretto a vive-
re, e spinto anzi quasi spintonato da
lui, ho ricominciato gli studi abban-
donati . Mi sono laureato in Lettere.
Armando mi ha mandato in Italia , a
Perugia, dove ho potuto allargare
ancora i miei orizzonti. Ho letto Cal-
vino, Manzoni, L eopardi, Verga ...
Oggi sono professore universitario,
tengo le mie lezioni con scrupolo e
coscienza, scrivo i miei libri... Nel
mio orizzonte c'è ancora lui!".
NON DA SOLO
Quel giorno la Sala dei Priori ha
onorato con lo stesso premio anche
un grande della storia della città, il
professor Raffaele Rossi e un altro
di famiglia, l'ex allievo dell' orato-
rio il professor Artemio Giovagno-
ni, scultore e medaglista tra i più
noti, ma anche scrittore di teatro,
regista... Di queste sue doti ha rin-
graziato pubblicamente i salesiani e
Don Bosco che hanno fatto parte
della sua vita.
Dopo il premio, Armando scap-
perà di nuovo tra i suoi poveri.
Non più a Poxoréo. Dopo trent'an-
ni gira tranquillamente pagina e va
in un 'altra realtà altrettanto povera
qu anto quella che trovò a suo
tempo a Poxoréo . E senza tanti
rimpianti è pronto a ricominciare.
Davvero , altro giro altra avventu-
ra . Di bene!
BS DICEMBRE 2002

2.10 Page 20

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d\\
. onn\\
G\\0'1
E,t"hr"l'\\00
I Esile, carica di grinta e di anni, un cuore giovane e un
entusiasmo alle stelle, Rina è una volontaria... in carcere!
Dopo la pensione non si è arresa, ha scelto un servizio
difficile in missione. Eccola con la catechista Veronica
e alcuni detenuti del " suo" carcere.
I Siamo ad Ebolowa, Camerun. La missione salesiana
è attiva e attenta alle necessità del territorio che sono
tante, troppe. Tra le più difficili c'è la prigione. Proprio
il carcere è oggetto della cura pastorale dei salesiani e
di alcuni volontari, sognando il recupero.
I Gli edifici del penitenziario sono stati costruiti
prevedendo la presenza di circa duecento detenut i.
Ce ne sono ammassati più del doppio, come in ogni
prigione, con conseguenze facilmente prevedibili...
Che la cattiveria vada al di là di ogni previsione?
I Come in ogni casa di pena sovraffollata, la lotta interna
per i posti migliori e l'accaparramento di privilegi vede,
purtroppo - com'è nella natura delle cose - soccombere
i più deboli che non di rado sono costretti a subire
soprusi e vessazioni.
DICEMBRE 2 002 BS
I I volontari hanno combattuto bene le loro battaglie:
hanno ottenuto aree protette per i minori e gli ammalati,
una migliore sistemazione delle donne, una cella che
hanno trasformato in aula scolastica con tanto
di lavagna e cattedra...

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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I ... un locale in disuso per adibirlo a infermeria - vera
manna per i detenuti certo non avvezzi a simili attenzioni
- e altri servizi che gli stessi carcerati curano
meticolosamente, indicando attraverso scritte questi
spazi che cambiano il volto al luogo di pena.
I Ma il segreto del successo, dice Rina, non è nelle cose
fatte ma nell'atteggiamento tenuto verso i detenuti,
nel rispettarne la dignità, nell'avvicinarli senza
pregiudizi , nell 'ascoltarli senza sospetti, nel dialogo
umano, anzi fraterno ...
111 più grande impegno è l'ascolto. Ne hanno da raccontare
di tutti i colori, non solo i più anziani ma anche i giovani
e i giovanissimi. E Rina ha scoperto con stupita sorpresa
che sono tanti quelli che voglio redimersi.
(Foto: battesimo in carcere)
I Per le donne Rina ha ottenuto di impiantare una scuola
di cucito. A fine corso regala alle " alunne" (!) una
macchina da cucire, perché, dice, "è inutile che Imparino
un mestiere e poi non abbiano la benché minima
possibilità di esercitarlo".
I Coi più giovani invece, s'è fatta giovane, lei quasi
ottantenne. Ha giocato a pallone con loro, ha fatto
ginnastica, ha insegnato musica e canto, procurando
dalla missione alcuni strumenti musicali e usando quelli
dei detenuti.
I L'altra grande scoperta è che tutti i carcerati, cattolici
e non , amano parlare e ascoltare le cose di Dio. E molti
di loro sanno citare a memoria salmi e brani di Vangelo;
sanno scrivere messaggi pieni di poesia e saggezza,
suonano, cantano... Insomma, c'è speranza!
BS DICEMBRE 2002

3.2 Page 22

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Natale arriva puntuale, ogni anno,
nonostante i venti di guerrra, nonostante
le minacce di terrorismo, nonostante gli squarci
evidenti sulla crosta del mondo, nei volti
di tanta umanità e nella volta del cielo.
DICEMBRE 2002 BS

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
ti popolo dei bororo è stato uno degli ultimi a entrare ••••••••••••••••••••••
in contatto con la cosiddetta civiltà. E subito si è capito
di trovarsi di fronte a una vasta cultura supportata
da valori individuali e sociali di grande rilievo che
occupava un'area di circa 350 mila km2• L'Enciclopedia
Bororo dei salesiani A/bisetti e Venture/li è la maggiore
opera etnografica pubblicata in Brasile.
••••
••••••
IL MUSEO R.LUNKENBEIN
••
DI MERURI, BRASILE
di Maffioli/Carvalho
Uno museo esclusivo, per una etnia vivace e un po' misteriosa. Un
incontro che sa di leggenda. Il contatto dei missionari col popolo, la
scuola, l'enciclopedia, la sala Koge Ekureu, gli oggetti della vita bororo e
•••••••••••••••••••••••••••••••
la valorizzazione della loro cultura in un museo interattivo. ·
HATO ITAE.
IHODE TARO RAl<ADO.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • è • • • • • • • IJS DICEMBRE 2002 • •

3.4 Page 24

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
prova. Qualcuno sarebbe venuto
presso di voi, e se non gli fosse
accaduto nulla di male, quello sa-
rebbe stato un segno di pace. Al
suo ritorno l' inviato giurò di aver
udito la voce d'uno spirito buono,
cioè la voce della Madre del
Grande Spirito, che gli diceva:
questi uomini che tu vedi sono
venuti per fare del bene ai Boro-
ro, essi sono miei figli, non fate
loro del male. Udito questo, deci-
demmo di lasciarvi in pace".
A partire da questo incontro,
iniziò un nuovo capitolo della
storia dei Bororo e delle missioni
salesiane in Brasil e e nel territorio
della misteriosa tribù venne eretta
la missione del Sacro Cuore di
Gesù di Meruri .
PER SALVARE UN POPOLO
Bororo con i "Bapo rogu" per
ritmare il canto.
La prima metà del secolo scor-
so fu segnata da una profonda
trasformazione culturale, e fu dif-
ficile per gli indio abbandonare
I
Locandina di propaganda del
Centro di Cultura P. Rodolfo
Lunkenbein di Meruri.
le proprie abitudini per assumer-
ne altre, del le qual i non sospetta-
vano neppure l'es istenza. I loro
Sono trascorsi poco più di
cento anni da quando due
salesiani, don G. Balzola e
A. Malàn con alcune suore, in-
contrarono i primi indio bororo. Il
canti, le danze, le credenze reli-
giose, le usanze sociali erano dal-
la cultura occidentale ritenute co-
se da selvaggi, o addirittura delle
superstizioni; lo sforzo dei mis-
sionari si appuntò proprio su que-
piccolo gruppo di missionari si
era accampato in piena foresta
amazzonica, una località con una
presenza di Bororo ostili a qual-
siasi contatto. Nel gennaio del
1902 avvenne il primo incontro.
Per mesi, nonostante i tentativi,
non erano riusciti ad avvistare
alcun indio. "Voi non ci vedevate
- narrò poi al missionario il caci-
Oggetti sacri esposti su una
colonna di legno.
co maggiore - ma noi vedevamo
voi, vi seguivamo e sapevamo
sto settore, per salvaguardare le
tutto. Qualcuno propose anche di
più genuine tradizioni culturali di
uccidervi . Uno mi disse: tu 'frec-
un popolo, e proteggere i Bororo
cia' quello là (don Balzola), io tra-
dalle influenze negative della co-
passo il cuore a quello che sta
siddetta èiviltà. La prima preoc-
dietro (don Malàn), mentre i no-
cupazione dei salesiani fu quella
•••••••••••••
stri sterminano il resto del gruppo.
Poiché il capo ero io, mi opposi.
Essi sono bara.e, dissi, sono estra-
nei , ma bisogna osservarli meglio
per sapere se sono buon i o cattivi.
Alla sera tenemmo consiglio e
venne deciso di sottoporvi a una
Fanciulla bororo ornata per il
rituale dell'imposizione del nome.
di fondare la scuola del Sacro
Cuore di Gesù attraverso la quale
poter aiutare gli indio a impatta-
re in modo positivo una cultura
estranea, alfabetizzando Ii e in i-
ziandoli all'agricoltura, senza per-
dere il loro proprio patrimonio
• • • DICEMBRE 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 4

3.5 Page 25

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Festa di inaugurazione del Centro di cultura
P. Lunkenbein.
Il momento dell'offertorio.
culturale. Da parte loro i figli di
Don Bosco furono tanto consape-
voli del pregio degli us.i e dei co-
stumi dei Bororo da realizzare
••••••••
una splendida opera che avrebbe
dato piena consapevo lezza ag ii
uomini della · foresta del valore
delle loro tradizioni, offrendo nel
contempo alla comunità scientifi-
ca internazionale uno strumento
unico di investigazione e di lavo-
ro. Nacq ue così l'Enciclopedia
Bororo, opera pubblicata in un
primo tempo da don Antonio
Colbacchini, rivista poi da don
11"Bapo rogu'', tipici strumenti per
ritmare i canti, fatti con il frutto
del "cabaceiro", albero che
Cesare Albisetti. Il lavoro descri-
produce la "cabaça", un frutto
vagamente somigliante a una
ve con dovizia di particolari la
cultura bororo nelle sue più di-
zucca.
verse manifestazioni.
e alla loro indipendenza degli
indio bororo e xavante, a Meruri
PIÙ CHE UN MUSEO
è stato inaugurato un museo a lui
intitolato, e finalizzato alla valo-
L'Enciclopedia non è l'unica rizzazione della cultura indigena.
Bambina davanti alla esposizione impresa dei salesiani nella valo- Il centro è nato dall'interscam-
della sala "Koge Ekureu''. La Sala
è composta di otto capanne dove
i Borore collocano gli oggetti che
costruiscono e che usano durante
feste e cerimonie per poi
ricollocarle in esposizione. Se
si deteriorano ne costruiscono
altre.
rizzazione della ricca cultura bo-
roro. A venticinque anni dalla
morte di don Rodolfo Lunken-
bein, un salesiano ucciso il 15 lu-
glio 19 76 dai "fazendeiros" per
aver difeso i diritti alle loro terre
bio di informazioni con il museo
etnologico del Colle Don Bosco
(che conserva tra le sue collezio-
ni la più importante raccolta di
oggetti della cultura bororo fuori
dal Brasile), grazie alla compe-
••••••••••
'J
Confezione di un ornamento per il rito dell'imposizione
del nome.
Artigianato bororo: costruzione di cesti, arte tipicamente
femminile.
, • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • e • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS DICEMBRE 2002 • •

3.6 Page 26

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
"'
•••••••••
I Tessitura. Così il museo dà lavoro e realizza oggetti
e tessuti che vengono usati, venduti, scambiati...
e rifatti.
Capanna espositiva con gli oggetti tessuti dai Bororo.
tenza della dottoressa Aivone
Carvalho, coadiuvata dalla dotto-
ressa Maria Camilla De Palma, e
alla sensibilità di don Francesco
Lima e don Gonçalo Ochoa, di-
rettori della missione salesiana di
Meruri. Dispone di una bibliote-
ca, di una sala video, di un archi-
KOGEEKUREU
La sala, dedicata a padre
Lunkenbein, è stata denominata
dagli indio "Koge Ekureu", dal
nome con cui il salesiano era en-
trato a far parte della società bo-
roro, significando la totale sua in-
villaggio; gli otto lati della vetrina
rappresentano gli otto clan del
popolo bororo e l'asta centrale
simboleggia la capanna, posta al
centro del loro villaggio che svol-
ge più di una funzione: è il luogo
di raduno dei maschi sposati, la
dimora degli scapoli già iniziati e
••••••••••••••••••••••••••••••
vio e di una sala per l' esposizio- tegrazione nella cultu ra e nella il centro del potere religioso. Su
ne di oggetti di uso comune e ri- società indigena. La biblioteca è questo puntello principale sono ·
••
tuale dei Bororo. Questo ambien- invece intitolata a Simao Bororo, stati collocati alcuni strumenti,
te è stato denominato dagli stessi il giovane ucciso dai "fazendeiros'' usati nei riti, che indicano la sud-
Bororo "Sala di Espressione di assieme a padre Lunkenbein. La divisione del villaggio: il settore a
Cultura" preferendo il termine comunità bororo è stata coinvo lta oriente è governato dal mitico
"espressione" a quello di " esposi-
zione", perché gli oggetti esibiti
sono vivi, vale a dire ancora in
uso presso gli indio. Non hanno
voluto usare la denominazione di
museo, perché questa dava all ' in-
sieme un senso di chiusura, di
cose morte mentre essi volevano
esprimere che quegli oggetti sono
l' espressione di una cultura tutto-
ra vivace.
in pieno anche nell' al lestimento
del la sala "Koge Ekureu " : le
donne hanno intrecciato le foglie
del la palma babaçu; un piccolo
villaggio circolare indigeno è
stato costruito dentro questa sala
da due anziani bororo. Una vetri-
na di otto lati che contiene molti
oggetti donati dal Museo Missio-
nario del Colle Don Bosco occu-
pa la parte centrale del piccolo
/tubare, ed è ricordato da una
Pana, strumento musicale a fiato;
la parte a ovest è governata da
Bokororo, e una Ika (altro stru-
mento musicale a fiato) è l'inse-
gna dell'eroe; su l punto più alto
dell' asta è stato posto un Pariko,
splendido diadema di piume di
pappagallo arara, ornamento mol-
to prezioso e significativo del la
tribù, simbolo di un popolo che,
malgrado le sconfitte, non si è
mai considerato vinto. Per dare
un' idea del rituale di aggregazio-
ne alla comunità, il giorno dell'i-
naugurazione del Centro più di
venti ragazzi hanno ricevuto il
nome bororo . Il Centro attual-
mente organizza corsi per il recu-
pero e la valorizzazione di tecni-
che per la produzione di oggetti
tipici della cu ltura bororo: sul la
••••••••••••••••••••••••••••••••
scorta di alcune fotografie di tes-
suti, conservati nel Museo del
•••••••••••
Tessuti e penne di arara.
Il bororo Laurinho nella Sala
di Espressione di cultura.
Colle Don Bosco, è stato recupe-
rato un metodo di tessitura di-
menticato. Un altro corso ha vi-
sto impiegate le ragazze nell'ap-
prendimento de ll' arte antica della
produzione di cesti .
Maffioli/Carvalho
••••••
• • • DICEMBRE 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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NON VOGLIO
ABBRACCIARE
UN PORTACENERE
di Jean-François Meurs
earo Doctor J., il tabac-
((
co fa tossire e lacrima-
re, è male odorante e
uccide. Da bambino, non perdevo
occasione di dirlo ad alta voce allor-
quando degli amici di famiglia veni-
vano a farci visita. Anzi, avevo
anche l'ardire di chiedere loro di
svuotare il portacenere prima di
partire. Non so se l'ha notato, ma in
genere i fumatori lasciano come
regalo ai non/fumatori le loro puzzo-
lenti cicche. Il mio compagno Tibor
era come me, ma un giorno, aveva
sì e no 14 anni, l'ho sorpreso men-
tre fumava di nascosto. Mi ha con-
fessato che stava esercitandosi a
ingoiare il fumo senza tossire, per
non fare la figura del bambino se gli
fosse capitato di fumare con dei
compagni più grandi. Diceva che
avrebbe smesso quando avesse
voluto. A 16 anni era un fumatore
incallito! Non gli bastava più un
pacchetto alla settimana. Sono riu-
scito a fermarlo. Ora rimpiange di
non aver capito che sarebbe stato
più facile non cominciare nemmeno,
piuttosto che cercare di smettere.
Oggi, sono triste e arrabbiato. Ho
incontrato un ragazzina carinissima,
per la quale ho provato subito una
forte attrazione, e la cosa è recipro-
ca. Ma fuma. lo mi rifiuto di abbrac-
ciare un portacenere! Lei dice che
ne ha bisogno per rilassarsi. Le ho
detto: o la sigaretta o me. Ha scelto
la sigaretta, e io sono tentato di
andarla a ritrovare. Lo so, è triste e
io non voglio giocare al cattivo. I
suoi genitori sono d'accordo con
me, ma io non so se sia giusto che
essi s'impiccino, perché a volte si
ottiene l'effetto contrario. Perché
questo bisogno di fumare ? Perché
le ammonizioni non fanno effetto ?
Se hanno ottenuto risultati con
Tibor, potrebbero fare effetto anche
con lei. Ma se non funziona?
Luigi , 17 anni , Bergamo
Caro Luigi ,
bisognerebbe che ci fossero molti
giovani come te, perché la preven-
zione del tabagismo è in gran parte
nelle vostre mani. In effetti , fumare
viene percepito dalla maggior parte
dei giovani come una cosa da adul-
ti , ed è diventato un simbolo , un
rito di passaggio alla categoria dei
grandi. Ma, l'hai notato? la maggior
parte delle campagne anti-tabacco
sono organizzate e portate avanti
da adulti, non da giovani. Essi han-
no tutte le carte in regola per esse-
re percepiti come persone che
vogliono impedire l'accesso degli
adolescenti al "fuoco", per mante-
nere questo privilegio , riservarsi
questo potere. Non dimentichiamo
che il fuoco è uno dei quattro ele-
menti con l'aria, l'acqua e la terra,
senza dubbio il più affascinante,
ma allo stesso tempo è anche
quello che fa più paura.
La sigaretta è un rito di pas-
saggio, dunque, in una società che
manca di riti di passaggio. Ora, in
un rituale c'è spesso una prova da
superare, un male che bisogna
debellare. Se comincia ad ingoiare
il fumo fin dalle prime volte, il fuma-
tore debuttante scopre di riuscire a
controllare sempre di più il gesto
dell 'inalazione, dal che sorge un
fantasma di potenza che lo avvolge
e lo domina . Anche se sa più o
meno confusamente che la metà
dei fumatori moriranno prematura-
mente, si convince di essere tra i
fortunati che non morranno. L'ado-
lescente se ne frega della salute ,
quello che gli interessa , è di so-
pravvivere. È come coloro che van-
no incontro a rischi al volante figu-
randosi di essere immortali: i cartel-
li di pericolo sono sempre per gli
altri. Se le campagne di prevenzio-
ne non hanno alcun impatto su di
loro, è proprio perché usano quasi
unicamente l'argomento della salu-
te e fanno leva sulla paura.
Invece, il simbolismo è decisa-
mente importante: è la promessa
della vi rilità , dell'emancipazione ,
della potenza, della libertà, ecc .
Bisogna fare i conti con l'immagina-
rio! Così , per esempio, la ragazza
che ha cominciato a fumare da
quando suo padre è morto di un
cancro al polmone, lo faceva per
non dimenticare l'immagine pater-
na , di uomo e fumatore , e forse
anche per accorciare la propria vita
e riavvicinars i così a lui . Alcuni
esperimenti condotti su intere classi
hanno ottenuto qualche apprezza-
bile risultato. Attraverso esposizio-
ni , sketch e quant'altro, e/o giocan-
do a fare i giornalisti che intervista-
no. i vicini , i giovani possono diven-
tare degli specialisti credibili accan-
to ai loro pari , ed essere gratificati
da una performance adulta. Questo
permette di affrontare anche altre
problematich~ che interessano gli
adolescenti. E, infatti , utile per non
dire necessario, non focali zzare il
dibattito sul solo tabacco , ma allar-
garlo su un insieme di realtà.
L'intervento dei genitori può
far nascere il desiderio di trasgre-
dire? Forse sì, ma è ancora peggio
non intervenire , lasciar correre ....
La permissività non è una buona
strategia. Dunque, la battaglia sarà
dura! E buona cosa rendere difficile
la strada del tabagismo, non accet-
tare di veder fumare , vietare l'uso
della sigaretta in certi luoghi e
momenti , ridurre la paghetta a chi
la utilizza per comprare sigarette.
E, come dici , sono da preferirsi i
fumatori «ben educati » che svuota-
no i portacenere e domandano se
non disturbano . È anche bene illu-
minare i giovani sulle strategie dei
mercanti di sigarette, sul tipo di
pubblicità che fanno e sul modo di
boicottarli, se sono poco sensibili
agli argomenti della salute e del
pericolo , rico rdando che i giovani
non sopportano che li si inganni. O
BS DICEMBRE 2002

3.8 Page 28

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.....
STRANIERI
di Graziella Curti
-.;--OME OSPITI
per incontri di condivisione o fo1ma-
zione. Avendo una specifica voca-
zione di intervento a favore di gio-
vani donne uscite dalla prostituzio-
ne, mamme sole con bambini o con
famiglia, la casa dispone di spazi vi-
tali costituiti da camerette arredate,
una zona cottura utilizzabile dalle
mamme per i loro bambini al di
fuori dell 'orario dei pasti e durante il
corso di cucina, sala da pranzo, sa-
letta di ritrovo TV, area biblioteca,
ampie terrazze coperte perimetrali a
tutto il primo piano. Tutt'altro che
una struttura anonima, senz'anima.
LA STORIA DEL
VIDES LAURITA
Nel cuore della città di
Torino, vicinissimo alla
basilica della Consolata,
è situato il Centro di
Ascolto e Accoglienza
per immigrati,
animato dalle Figlie di
Maria Ausiliatrice.
Una risposta di attualità,
in stile evangelico,
per la costruzione di una
società civile ben
integrata.
U na palazzina stile liberty, ri-
strutturata di recente, è la
nuova sede del Centro di
Ascolto e Accoglienza. Vi affluisco-
no ogni giorno decine d'immigrati,
provenienti particolarmente dall'Est
Europa e dal Nord Africa. C una
piccola percentuale di filippini, cine-
01CEMBRE 2002 BS
si e peruviani. Il primo colloquio
pe1mette di conoscere la situazione
di ogni persona, informare sulle pos-
sibilità di sostegno e, spesso, offrire
l'opportunità di un lavoro. Specie da
quando le leggi italiane sull'immi-
grazione sono divenute particolar-
mente restrittive, il compito del per-
sonale addetto non è facile. Urge
l'intervento di operatori con compe-
tenze diverse: medici, avvocati, psi-
cologi, pedagogisti, ecc. La gente
viene carica di problemi e di attese.
C'è la donna incinta che non sa
come affrontare l'imminente mater-
nità non avendo né casa, denaro,
né familiari cui rivolgersi; il giovane
marocchino senza lavoro, che ha
ormai esaurito la piccola somma che
aveva portato dal suo paese; le ra-
gazze dell'Est Europa che, tratte in
inganno dai loro stessi connazionali,
cercano aiuto per una vita più one-
sta. Sembra di assistere all'approdo
di un esodo umano che interpella gli
operatori, spesso volontari, e li mo-
bilita per rispondere all 'appello di
gente sradicata, senza punti sicuri di
riferimento. Il Centro prevede spazi
Il motore di tutto è il VIDES Lau-
rita, che svolge attività di accompa-
gnamento sociale in favore degli
immigrati presenti in Torino e cintu-
ra. Il VIDES (Volontariato Interna-
zionale Donne Educazione Svilup-
po) è una ONG riconosciuta dal
1991 , e animata dalle Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice insieme con giovani
volontari e volontarie. La sede di
Torino ha scelto il nome Laurita

3.9 Page 29

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perché s' ispira a Laura Vicufia, l'a-
dolescente beata del Cile che provò
con forte sofferenza i disagi dell 'e-
migrazione sull a sua giovane vita, e
venne aiutata dalle FMA e dai sale-
siani. Nel dépliant di presentazione
del Centro c la carta di identità di
questa ONG che crede nel valore
della vita e della persona, nell ' ugua-
gli anza di uomini e donne di razze e
culture diverse. Fonda la sua fede
nel Vangelo di Cristo, ma è aperta ai
veri valori presenti in tutte le reli-
gioni .
Attraverso la realizzazione del
Multiprogetto Integrazione Immigra-
ti, toglie queste persone dai rischi
della strada, le aiuta a trovare un 'oc-
cupazione, offre soggiorni montani
ai bambini e uno spazio fisico dove
socializzare per evitare il formarsi di
ghetti e giungere a una integrazione
sociale. Al di delle parole, l'acco-
glienza quotidiana e il relativo ascol-
to, dalle 8 del mattino fino alle 19, la
dicono lunga sulla voglia di prestare
aiuto, e non si tratta mai di interventi
poco mirati o realizzati senza com-
petenza. Ogni anno approdano al
Centro circa 1500 persone.
I cinque progetti coordinati che
formano il nerbo della proposta
sono come i mattoni di una casa:
l' uno sostiene l'altro e tutti insieme
danno sicurezza alle mura dell'abi-
tazione. Infatti non ci si accontenta
di ascoltare le singole persone, ma
si sostiene la famiglia, si fa la for-
mazione dei genitori, si offrono cor-
si di alfabetizzazione , si educano i
bambini a socializzare attraverso
soggiorni montan i e marini a piccoli
gruppi. Ultimamente, si sono ag-
giunti altri due progetti. Quello del-
l'Accoglienza madre bambino che
ha come obiettivo di rispondere a
situazioni di emergenza che toccano
le fasce dei più deboli quali i minori
con madri in difficoltà. Per tale pro-
getto è prevista l 'ospitalità al Centro
dove le persone hanno possibilità di
acquisire autonomia, di confrontarsi
con altre che vivono gli stessi pro-
blemi, di ricevere un sostegno psi-
cologico qualora se ne vedesse la
necess ità. L'altro progetto prevede
di far raggiungere ad alcune delle
ospiti l'autonomia ab itativa. Attual-
mente, tre giovani moldave, domici-
liate prima presso il Centro, dispon-
gono ora di un ' abitazione, che le
rende capaci, avendo anche trovato
lavoro, di concretizzare un 'autono-
mia totale.
GLI INQUILINI DI SOPRA
Nella palazzina di via Giulio,
oltre le attività descritte, c'è una ca-
ratteristica unica nel suo genere: le
Figlie di Maria Ausiliatrice hanno
deciso di far convivere nella stessa
casa tipi di persone apparentemente
incompatibili tra loro. Al piano terra
e al primo piano abitano le mamme
con i loro piccoli , quasi tutte immi-
grate o in situazioni di disagio. Le
inquiline dei piani superiori sono un
gruppo di univers itarie pensionanti
e la com unità delle suore con alcune
giovani che si preparano a iniziare
la vita religiosa. Sono previsti mo-
menti d ' insieme, di condivisione
nella reciprocità, durante i quali la
vita gell ' una diventa scuola per l'al-
tra. E interessante, infatti, scoprire
come nel progetto di questa inedita
convivenza ci sia alla base l'atten-
zione all 'altro, alla sua storia perso-
nale ed unica che viene accolta in
quello spirito di famiglia tipico
delle case salesiane. Il rapporto di
semplicità che si crea tra le giovani
ospiti, le suore, le universitarie e le
ragazze in formazione, e la disponi-
bilità delle volontarie diventano tan-
ti piccoli contributi per far rifiorire
la vita e ridare speranza.
La storia di Roberto, il piccolo ru-
meno, giunto al Centro con la mam-
ma quando aveva solo pochi mesi,
conferma la possibilità di potenzia-
mento che può regalare una comu-
nità familiare. Sul suo viso triste è
spuntata dopo qualche tempo la
gioia. All'inizio, incapace di rispon-
dere agli stimoli esterni, ora ha im-
parato a percorrere il terrazzo a
quattro zampe, e tutto fa prevedere
che in breve imparerà a camminare.
Il giorno del suo Battesimo, presso
la Comunità Rumena Ortodossa
c 'erano tutti: le giovani immigrate,
compresa la musulmana, le suore, le
inquiline di sopra. Il Pastore rume-
no ha mostrato una grande ricono-
scenza per le Figlie di Maria Ausi-
lia trice .
In queste occasioni viene da pensa-
re che il linguaggio dell 'amore è pro-
prio l'unico che può costruire unità
nella diversità. Dice una volontaria:
«A volte ci capiamo solo con un sor-
riso o una stretta di mano. La parola
d'ordine di ogni incontro è sempre
ciao e poi sempre grazie !».
BS DICEMBRE 2002

3.10 Page 30

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M IL
ESE IN
LIBRERIA
Moton\\e
o cuto di Giuseppe
NUOVO ORDINE
MONDIALE
Il governo occulto
planetario
di Alfredo Lissoni,
Ed. Segno, Tavagnacco
(Ud) , 2002
pp. 238.
NO GLOBAL
La formidabile ascesa
dell'antagonismo
anarchico
di Maurizio Blondet,
Edizioni Ares,
Milano, 2002
pp. 224
Per avere un'idea della
situazione sociale e cul-
turale della globalizza-
zione ecco due libri. Il
primo individua in alcu-
ni poteri la spinta globa-
lizzante che provoca in-
teressi economici formi-
dabili e ingiustizie pla-
netarie, frugando fra le
pieghe della storia, alla
ricerca dei fili invisibili
del potere occulto che
presiede ai destini del
mondo. Il secondo ri-
sponde al perché una
folla indistinta e rissosa
si addensa in giro per il
mondo protestando an-
che violentemente contro
la globalizzazione; cioè
contro le strategie inter-
nazionali dei poteri eco-
nomici , senza tuttavia
esibire alcun riconosci-
bile progetto alternativo.
In tale conflitto si gioca
l'intera dinamica edu-
cativa delle nuove ge-
nerazioni. Sono da leg-
gere. Entrambi.
DICEMBRE 2002 BS
~~~
SPIRfTUAL:iTA
CAPIRE IL
DIFENDERREE
INCARNATI"
LE cULTU
CHI DICI CHE IO SIA?
MULTICULTURALISMO. LA TERRA E LA GENTE
Alla scoperta di Gesù
DIALOGICO?
La speranza in cui credo
Figlio di Maria
di Gamberini , Martelli ,
di Gian Carlo Bregantini ,
di Nardo Masetti,
Pastore ,
Editrice Monti ,
Ediz. dell'Immacolata,
Edizioni Messaggero,
Saronno (Va), 2001
Borgonovo (Bo) , 2002
Padova, 2002
pp. 220
pp. 112
pp. 262
In tempi in cui è acuto il bi-
A partire dalla domanda Il libro tratta problemi di di- sogno di capire e dialogare
"Chi dici che io sia?" l'Au- versità di cultura, etnia e con culture anche lontane,
tore sviluppa un itinerario religione - caratteristiche appare esemplare il cam-
di riflessione spirituale che della società attuale sem- mino di Bregantini , uomo
aiuta il credente a progre- pre meno unitaria - e sug- del Nord trapiantato al
dire nella scoperta di Gesù gerisce il dialogo come Sud, che ha amato il Sud
Cristo. Questo percorso mezzo per superare ten- fino a comprenderlo ed è
può portare a scoprire me- sioni e difficoltà.
riuscito a mettere in comu-
glio l'identità, la storicità,
nicazione viva i due poli ,
l'autenticità dei Vangeli , la
distanti , del nostro Paese.
vera umanità e la vera divi-
nità, i miracoli, la resurre-
zione; insomma, la vita sto-
'°"" , AOLO GAlllfllNI . fflFANO MMTWJ
MI.WSARE ...
MULTICULTURALISMO
Un itinerario che diventa
stima per la terra e per la
gente . La terra (mare e
rica di Gesù. In uno stile ri-
sole di Calabria, ma anche
goroso e, insieme vivace e
i suoi ripidi sentieri di mon-
accattivante, vengono pre-
tagna, i paesi arroccati sui
sentati temi che sono al
monti e quasi irraggiungibi-
centro della riflessione teo-
li , le case, le scuole, le fab-
logica e che vogliono aiu-
briche e le chiese) e la
tare a ritrovare i motivi di
gente (spesso sfiduciata e
credibilità della fede cristia-
convinta che nulla possa
na, in tempi di smarrimenti
cambiare, ma anche ani-
e confusioni esistenziali. Si
mata, gente pronta a lotta-
tratta di un'indagine che la
re e a pagare di persona
mente approfondisce, coin-
per un futuro più giusto).
volgendo il cuore, e condu-
cendo il lettore ad una rin-
novata e gioiosa adesione
di fede.
Le diversità che la caratte-
rizzano sono perciò di di-
verso genere e non è sem-
pre facile farle convivere e .
dialogare. Il libro affronta
vari aspetti del vasto tema
del multiculturalismo, resi
sempre più attuali dalle '
ERRA
ENTE
tensioni create dal terrori-
smo e dal fondamentali-
smo in cui possono radica-
a speranza
in cui aedo
lizzarsi culture e religioni.
Si mettono in evidenza le
ragioni filosofiche e teolo-
giche del dialogo multicul-
turale e interreligioso, le
difficoltà e le ambiguità che
questo può comportare, i
problemi derivanti dall'im-
migrazione e dalla difficile
integrazione, il ruolo delle
chiese , ecc.
SI FA VENDIT.A PER
~g~RI SPONDEN ZA. I libri
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le ~br: ;i
rie cattoliche o vanno ne ie
direttamente all e rispettive
Editrici.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~~
COMPRENDERE
LA PERSONA ANZIANA
di Charlotte Mémin ,
ELLEDICI ,
Leumann (To) , 2002
pp. 128
Il libro è una risposta a do-
mande che sono state po-
ste da persone che lavora-
no con la terza età in strut-
ture gerontologiche pubbli-
che e private, ma anche a
domicilio: c'è una psicolo-
gia specifica per gli anzia-
ni? Quali insidie evitare per
migliorare la comunicazio-
ne, e quali sono le forme di
comunicazione? Quale ruo-
lo assume la sessualità con
l'avanzare dell'età? Che
posto si può e si deve dar-
le negli istituti? Quali atteg-
giamenti si devono adotta-
re di fronte alle manifesta-
zioni sessuali delle perso-
ne anziane? Che cosa pos-
sono dare queste persone,
benché paiano spesso su-
perate dai cambiamenti del-
la nostra società? Ogni ri-
sposta occupa un capitolo.
Destinatari : personale me-
dico-paramedico, famiglie ,
anziani.
CRESCERE INSIEME
Genitori e figli
adolescenti alla scoperta
dell'età adulta
ELLEDICI,
Leumann (To), 2002
pp. 232
Hanno 15-20 anni e sono
protagonisti dei primi de-
cenni del millennio: una
società ·che sta entrando a
fatica nell'era incerta e af-
fascinante della globalizza-
zione totale, del dominio
tecnologico, della comuni-
cazione senza frontiere.
Perciò cambierà completa-
mente il nostro modo di vi-
vere, di lavorare... Ecco
perché questo libro punta
sul mondo dell'adolescen-
za, per dare una mano
tesa ai genitori, per accom-
pagnarli nei loro sforzi edu-
cativi , nella consapevolez-
za che genitori non si
nasce, si diventa educan-
dosi ad educare. Si passa-
no in rassegna i problemi
che si presentano tra la
fine dell'infanzia e l'inizio
dell'adolescenza (scuola,
insegnanti, gruppi di coeta-
nei, formazione della per-
sonalità, valori e nuove
identità, grandi scelte so-
ciali , problemi occupazio-
nali, volontariato e impe-
gno politico) .
PAOtA TmNMN?I
lucw-loMa..
gooi!Ori efigliadolescenti olioscopertodell'e!tl adulto
FORMARE I CATECHISTI
ACCOMPAGNATORI
Per un itinerario
catecurnenale dei ragazzi
7-14anni
a cura del Servizio
Diocesano per il
Catecumenato di Torino,
ELLEDICI,
Leumann (To), 2002
pp. 142
Trasformare i catechisti in
accompagnatori per l'itine-
rario catecumenale dei ra-
gazzi è l'argomento - "nuo-
vo" - di questo sussidio.
per
1'ìti1tNTif ÌO
1Y1 tttt:mt11malt.
d«i mi:nu i
7•Nmml
ACCOMPA
GNATO ~
Consapevoli che nessuna
novità ha un futuro se non
è condivisa da coloro che
devono sperimentarla, pri-
ma di avviare l'itinerario o
introdurre cambiamenti nel-
l'iniziazione cristiana italia-
na, occorre parlarne, inte-
riorizzarli, rimuovere le per-
plessità, sapere dove vo-
gliamo andare. Il sussidio
si compone di due parti:
una più generale, con 6 la-
boratori per conoscere e
interiorizzare l'itinerario ca-
tecumenale (6 schemi) ;
una più particolare, con 5
laboratori per affrontare i
punti "caldi" dell'itinerario
per coloro che decidono di
sperimentarlo (5 schemi) .
IL POPOLO
DELLA NOTTE
Discoteche, ecstasy
e alcol: nuove solitudini
o buio da illuminare?
di Carlo Climati ,
Paoline, Milano, 2002
pp. 184
Il volume affronta uno dei
temi in assoluto più attuali
dell'universo giovani. La
loro vita/vera si sta inarre-
stabilmente spostando ver-
so la notte. Con tutti i rischi
che la cosa comporta. Non
è tutto naturale e sponta-
neo in quest'operazione
"da - a", qualcuno, infatti ,
ci specula sopra, e i più
deboli tra i fruitori ci casca-
no, con le conseguenze
che tutti conoscono: dro-
ga, alcol, stress, morti. .. La
notte non può essere solo
trasgressione. Occorre re-
stituirgli spazi di speran-
za, perché non si trasformi
in "notte delle coscienze";
così, l'ultimo capitolo del
libro ipotizza proposte con-
trocorrente, per vivere la
notte. Perché anch'essa ha
bisogno di redenzione , e
soprattutto perché cambia-
re si può!
Il popolo
della nott
BS DICEMBRE 2002

4.2 Page 32

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tl/f/E
-
I coadiutori protagonisti
I COADIUTORI diFrancescoMotto
DELLE EMERGENZE
La terribile Il guerra mondiale creò infiniti scompensi in ogni settore
della società. Furono anni terribili che richiesero dosi massicce di coraggio
e in certi casi di temerarietà per procurare il pane, per accogliere gli sfollati,
per salvare i perseguitati... Casi esemplari a Roma e dintorni tra i salesiani.
Antonio Tronza.
Pietro Tatti.
Ottavio Lobina.
Brenno Montani.
Antonio Savino.
Alessandro Mignucci. Elio Menichelli.
Mario Anibaldi.
Gino Cacioli.
DICEMBRE 2002 BS
Fausto Scipioni.
Alessandro Novelli.
Aldo Romitelli.

4.3 Page 33

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--------------t(}l1!}/tf77JRI cfl1LE«fll1!/I
assieme ai sacerdoti dell'emergenza romana ...
R orna , 8 settembre 1943 - 5 giugno 1944: 9
mesi di incubo per la capitale d'Italia e del cat-
tolicesimo mondiale. Assediata dai nazifascisti
e dalla fame, terrorizzata da perquisizioni e violenze ,
provata dai bombardamenti , depauperata della popola-
zione maschile, agonizzò a lungo fra attese e delusioni
- l'eccidio delle fosse Ardeatine rappresentò il culmine
della tragedia - ma l'Urbe non cedette , resistendo fino
alla fine . E lo fece in mille modi: raccogliendo e
nascondendo armi, reperendo dovunque mezzi di dife-
sa e di offesa, inventandosi espedienti con cui sottrar-
re i giovani alla leva obbligatoria, salvando antifascisti,
prigionieri ed ebrei, strappando dalle mani del nemico
gli arrestati. La spontanea accoglienza delle persone
in pericolo ha vissuto una stagione di grande fecon-
dità, se, come è stato detto da un generale tedesco, la
metà della popolazione di Roma viveva nelle case del-
l'altra metà. A fronte di pochi tradimenti dovuti per lo
più a pavidità, fame e torture, sta dunque la solidarietà
della grande maggioranza della popolazione che a
richieste di asilo, rischiosissime per chi le accoglieva,
non si tirò indietro. Infiniti gli episodi di eroismo, pochi
famosi, altri appena noti , moltissimi ignorati.
ACCOGLIENZA SALESIANA
Anche le comunità salesiane fece ro la loro parte . Pur
operando quasi solo all'interno delle loro opere e nel-
l'ambito delle parrocchie loro affidate , non solo non
vissero estranee all 'ambiente cittadino , ma si sentiro-
no.parte di una tragica realtà. Nonostante la difficilis-
sima situazione mantennero aperte le case , conti-
nuando le tradizionali attività scolastico-educative e
pastorali ; intervennero generosamente e con ammira-
bile spirito di sacrificio in favore di quanti erano in dif-
ficoltà. In risposta all 'appello dei superiori , ma ancor
più a quello della propria coscienza , salvarono da
morte certa oltre 200 ebrei; nascosero in comunità
giovani italiani ricercati dai nazifascisti , soldati fuggiti
dai campi di prigionia; diedero un pane , un letto e un
tetto a decine e decine di famiglie di sfollati, accolse-
ro bambini, ragazzi , giovani orfani o privi di qualun-
que protezione, ecc. E altrettanto fecero dopo la libe-
razione , salvando quanti si erano compromessi col
regime. 1 Una solidarietà umana e cristiana che non
distinse dunque fra amico e nemico, capace di stare
sopra le parti. In una società in preda al parossismo
bellico e postbellico, .riscoprirono , con altri , ecclesia-
stici e laici , l'antico ruolo della Chiesa: quello della
pietà e dell'accoglienza.
I SALESIANI COADIUTORI
Nella gravissima emergenza cittadina, i coadiutori
salesiani non si tirarono indietro, forse con ancor mag-
giore rischio che non i sacerdoti , privi come erano di
quella che poteva essere una protezione: la veste tala-
re. Ciascuno lo fece a suo modo.
Il coadiutore Antonio Tronza , collaboratore prezio-
sissimo dell'economo don Armando Alessandrini al
collegio Pio Xl , attraverso mille espedienti riuscì a
ottenere sovvenzioni per l'acquisto dei generi alimen -
tari di prima necessità per centinaia di bocche da sfa-
mare . Ricorse forse anche alla falsificazione di tessere
per qualche decina di ragazzi ebrei accolti in collegio;
scoperto, fu fermato in caserma per due giorni, ma riu-
scì a evitare il peggio. Non mancò di coltivare cono-
scenze con qualche autorità tedesca, il che gli servì
per evitare pericolose ispezioni al collegio .
Il coadiutore Pietro Tatti era il responsabile del labo-
ratorio di rilegatura. Varie volte vide aggregarsi ai soliti
ragazzi alcuni volti nuovi di giovani mai visti. Mentre
tutti recitavano la tradizionale Ave Maria di inizio lezio-
ne, questi ultimi non facevano neppure il segno di cro-
ce. Non gli ci volle molto per capire di chi si trattava:
ebrei. Ma il problema non fu tanto il sapere, quanto il
far finta di niente, non far capire a nessuno che si era
scoperto il "segreto", far sì che i cristiani non sospet-
tassero nulla dei loro compagni ebrei ... E tutto ciò per
nove mesi.
Il coadiutore Ottavio Lobina a Frascati , stimatissimo
infermiere, spesso veniva mandato dal dottor Buttarelli
in campagna a visitare i malati al suo posto e sommi-
nistrare le cure del caso , avendo assoluta certezza
della sua professionalità. Egli dopo i bombardamenti
usciva a raccogliere i feriti per la strada e poi li curava
in cantina che faceva anche da rifugio, al lume di can-
dela. Una volta, tentò anche una disperata operazione
chirurgica su un carrettiere dilaniato da una scheggia.
Non di rado si accompagnava all'ortolano del collegio ,
il coadiutore Fausto Scipioni che col carretto si aggi -
rava tra le macerie a raccogliere i morti per seppelli rli
nella fossa comune al cimitero.
I coadiutori Elio Menichelli e Mario Anibaldi , inve-
ce , rischiarono seriamente la deportazione; solo un
caso fortuito li salvò quando erano già stati forzosa-
mente inseriti nella lunga fila destinata ai campi di
concentramento.
Ma quelli ricordati non sono gli unici che in quei terri bi-
li frangenti sfoderarono coraggio e abnegazione per
aiutare chi era in difficoltà. Potremmo citare ancora
Brenno Montani , Antonio Savino, Alessandro
Mignuccì , Aldo Romitelli , Gino Cacioli , Alessandro
Novelli , e molti altri.. .
O
Le conseguenze di un bombardamento.
1 Per una attenta ricostruzione dell'operato dei salesiani, si veda F. Mono,
"Non abbiamo fa tto che il nostro dovere" Salesiani di Roma e del Lazio du-
rante l'occupazione tedesca ( 1943-1 944), Roma, LAS 2000, pp. 274.
BS DICEMBRE 2 002

4.4 Page 34

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COME DoN Bosco
di Bruno Ferrere
IL GRANDE ESCLUSO
Una mamma si preoccupa di fondare le basi della vita morale
del suo bambino, approfittando della "sparizione" di alcuni dolci
conservati nella credenza del salotto ...
<< L o sapevi che quando hai
rubato la tortina, Dio era
con te , anche se io
non vedevo? ». «Certo », fece il
bambino annuendo vigorosamente.
Ma i dolci continuarono a sparire.
Pazientemente la mamma riprese :
«Lo sapevi che in quel momento
Dio ti vedeva? ». «Certo ». «E che
cosa pensi che ti abbia detto, men-
tre tu rubavi il dolce? ». «Mi ha det-
to: qui ci siamo solo io e te, prendi-
ne due! ». Aveva ragione il bambi-
no , naturalmente. Dio non fa la
guardia a niente, neanche ai cimi-
teri dove molti lo hanno relegato. E
dovendo scegliere tra i biscotti e
me , senza ombra di dubbio Dio
sceglie me . Quante "masche. e"
vengono affibbiate a io ela educa-
tori che hann anta buona vo-
lontà? Chi in seguito libererà i bam-
bini da immagi9i di un Dio "guardo-
ne", giudice terribile o Babbo ata-
le? Altri , la maggioran za, hanno
semplicemente scelto il silenzio. Un
tempo si dicevà '9.!e i due argo-
menti tabù tra genitorJ e figl i fos-
sero il sesso e Dio. Oggi è rima-
sto solo Dio . Gesù , nel Varsigelo,
si arrabbia molto con quelli ch,e
impediscono ai bambini di avvici-
narsi a lui : «Lasciate che i bambini
vengano a me ». Ci sono anche
genitori seriamente imbarazzati che
non sanno come affrontare l'argo-
mento , allora affermano: «Quando
saranno grandi sceglieranno loro ».
Raramente funziona , il più delle
volte nella vita dei figli Dio diventa
il grande escluso . Non lasciano
Dio: non l'hanno mai conosciuto.
ppur~ a famiglia è il luogo
dove n«:>rmal~nte si_dev~ incon-
trare D10 . Ma anche I gernton non
possono dimenticare rl-..p iù semplice
dei principi pedagogici : nessuno
può portare un altro se non dove è
già stato . In fa miglia, Dio si deve°'\\
"respirare", semplicemente , co ~
ec ' uno di casa. La su presen-z9-- s•I
rivel~ nell'i . portan~a da_ta a.lV+n_
riorita, negli avve 1r:i:ie-n1I grandi ~ ~
belli, nell'amore reciproco , nella7
respor:isabilità tle li uni vers gli
altri , '.el coraggio, e ge-r-aono e
ella sp:efanza. I g niton non devo-
no mai dimenticare eme Dio non è
un "vago sentimento" religioso, ma
una persona, realmente presente .
Dio è il papà di Gesù. E importante
arrivare a Dio lasciandosi portare
da Gesù .
IL PAPÀ E LA BIBBIA
Questo significa, da una parte, l'e-
norme importanza e responsabilità
del papà che , come affermano
innumerevoli ricerche di seri istituti
universitari , è la prima immagine
viva di Dio per i suoi figli . Un papà
testimonia concretamente l'amore
incondizionato, la protezione , l'inco-
raggiamento , la capacità di distin-
guere il bene dal male . Un bambi-
no impara il Padre Nostro avendo
ben impresso il "timbro" del proprio
papà. In secondo luogo, la neces-
sità di leggere la Bibbia insieme, in
famiglia. Anche la Bibbia è una
"grande sconosciuta" delle fami-
glie italiane. Le letture bibliche del-
la domenica sorvolano teste piene
di indifferenza . Dopo la lettura del
brano di Vangelo in cui era prota-
gonista Giovanni Battista, un parro-
co si rivolse ai bambini e con un
sorriso chiese : «Allora , chi è quel
personaggio del Vangelo che si
I .veste di pelli di animali e vive nel
diventare capaci di proporre
ai figli un'educazione religiosa
che non li condanni a un eterno
infantilismo della fede.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
deserto in mezzo alle belve? ».
Quasi all'unanimità, i bambini rispo-
sero: «Tarzan!» .
È quotidianamente provato che, in
maggioranza, gli italiani, anche
quelli che hanno frequentato cate -
chismo parrocchiale e scuola di
religione, non conoscono la Bibbia.
Sanno citare episodi e personaggi
emblematici come Mosè, Adamo ed
Eva, i Re Magi o i Dieci Comanda-
menti, ma non sentono la differen-
za tra la Bibbia e un libro qualsiasi.
La parola della Bibbia è invece una
parola viva, che riguarda il presen-
te e non il passato, che riguarda la
vita di ogni essere umano, che dà
senso e significato all'esistenza. È
l'unico libro che chiede al lettore
di prendere posizione . L'Arca di
Noè non è un raccontino edificante
e divertente. Attraverso le parole
bibliche , arriva a noi la voce del
Dio vivo che chiede a ciascuno ,
nella propria vita, con le sue doti
uniche , di costruire a sua volta ,
come Noè, un'arca, una comunità
d'amore, di opporre la pace alla
guerra, l'amore all 'odio, l'unione
alla disgregazione, l'accoglienza
all'esclusione. Per troppi la Bibbia è
soltanto "parola polverosa". Non ne
sentono il gusto , la forza, il profu -
mo, l'appello. Se tutto questo è vis-
suto in famiglia i bambini non lo
dimenticheranno mai.
CELEBRARE LA VITA
Dal contatto vivo con la Bibbia
nascono la preghiera e l'incontro
con la comunità ecclesiale . Così la
partecipazione all'Eucaristia dome-
nicale della famiglia diventa la cele-
brazione di ciò che si vive . Del
resto solo i genitori possono pro-
nunciare con profonda verità le
parole Prendete e mangiate, que-
sto sono io. Quando tutta la fami -
glia è riunita a tavola, che cosa
mangiano i figli? Non forse pezzi di
mamma e papà , pezzi della loro
vita, del loro lavoro , delle loro
preoccupazioni? Accogliere Dio
nella propria casa è sentire tutta
la bellezza e la grandezza della
vita , è essere ricchi di ciò che con-
ta davvero e avere il cuore colmo
di gratitudine, risentendo le parole
del padre della parabola dei due
figli raccontata da Gesù: «Figlio
mio, tu sei sempre con me e tutto
quello che ho è tuo ».
O
OLTRE LA PORTA
SOCCHIUSA
"Fanno tutti così!" ... Ma non è detto che sia vero e giusto
ciò che è diventata una prassi comune. In certi casi la diffidenza
è d'obbligo. Essere neutrali riguardo ai p.roblemi religiosi
è una posizione discutibile, e peggio!
In tempi in cui non si è alla moda,
se non si dimostra ampio ricono-
scimento del pluralismo culturale
che domina la società e se non ci si
comporta da adulti tolleranti nei con-
fronti dell'autonomia dei figli, sicura-
mente appare poco opportuna la
scelta di impartire un'educazione reli-
giosa ai bambini e può sembrare
quasi una prevaricazione la richiesta
del battesimo di un neonato.
Credo però sia giusto essere sem-
pre un po' diffidenti verso ciò che
ri schia di essere vero solo perché
praticato dalla maggior parte delle
persone e provare a pensare con
la propria testa valutando se vale la
pena proseguire in un comporta-
mento che forse è tradizionale, ma
non per questo necessariamente
va rimosso dalla vita familiare .
E qui occorre fare un passo
indietro: prima di decidere se sia
giusto attribuire ai figli un'appartenen-
za religiosa , credo che dovremmo
chiederci, come genitori, se sia possi-
bile esprimere il nostro ruolo adegua-
tamente senza dover mai affrontare
la responsabilità di comunicare e
testimoniare determinati valori che
sostengono la nostra vita quotidiana.
Chi di noi rinuncerebbe sempre e
comunque a indicare un orientamen-
to etico partendo dalla propria perso-
nale esperienza e da tutto ciò che
ha maturato nel corso dell'esisten-
za? Chi fra noi penserebbe di amare
davvero i propri ragazzi proponendo
sempre e solo la strategia della neu-
tralità assoluta, dell'equidistanza ri-
spetto a qualsiasi ideale?
Questa posizione non solo è di fat-
to impraticabile, perché ciascuno di
noi - gli piaccia o meno - in fondo
non può fare a meno di essere se
stesso quando si relaziona con gli
altri e soprattutto quando assume il
compito di educare un'altra perso-
na; ma è anche stupida, perché
non serve a costruire nei ragazzi la
capacità di porsi domande, di impa-
rare a prendere posizione, perfino
la libertà di rifiutare l'esempio e l'e-
sperienza dei grandi. Peraltro la
stessa indifferenza è, alla resa dei
conti, una scelta, anche se di bas-
so profilo , soprattutto se attuata
dall'adulto senza una riflessione un
po' più consapevole e lungimirante.
Vale dunque la pena, come
genitori, avere il coraggio di fare
proposte ai figli su tutti i fronti, com-
ns DICEMBRE 2002

4.6 Page 36

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preso quello religioso. Se sI e
credenti, è una prospettiva coe-
ren te: è il più bell 'atto d'amore
offrire ai bambini quello che per
noi costituisce un bene importan-
te , un criterio di orientamento che
dà qualità alla vita. Se non si è
credenti , può essere importante
accettare di condividere con i figli
la scommessa su qualcosa che
non può essere liquidato in fretta
e a buon mercato. Camminare
insieme lungo la strada della
ricerca religiosa credo che sia
un'esperienza fondamentale per
accrescere il dialogo e la solida-
rietà fra le generazioni. Anche in
questo caso però non basta un'a-
pertura vaga e indistinta: molti
ragazzi, divenendo adulti e scon-
trandosi con le difficoltà della vita,
non hanno perdonato ai propri
genitori di essersi limitati a pre-
sentare un'immagine opaca del
sacro, nascosta dietro una porta
socchiusa. Anche perché spesso
hanno purtroppo verificato che
quella porta poteva essere spa-
lancata o serrata solo pe rché
faceva comodo dare o negare
qualche minuto di ospitalità a Dio.
Quello che invece i figli vor-
rebbero sapere dai loro genitori
è se hanno incontrato veramente
il volto di Dio, se vivono abitual-
mente la compagnia di Gesù , se
l'appartenenza alla Chiesa li ha
resi più responsabili e protagonisti
nella realtà in cui ordinariamente
vivono. I ragazzi lo dicono a bas-
sa voce , perché la religione rap-
presenta per molti di loro un tabù,
qualcosa di cui non è conveniente
parlare né con i coetanei né con i
grandi: però il loro bisogno più
vero, negli anni della crescita, è
capire se veramente è possibile
ancora oggi vivere l'intimità dell'a-
micizia con Dio. Molti di loro non
si accontentano più che noi adulti
gli comunichiamo la nostalgia di
un Padre; vogliono poter danzare
la vita sul ritmo della musica che
sperano Lui continui a comporre
l?er tutti gli uomini della terra.
E una speranza che obbliga noi
adulti a fare chiarezza in noi stessi,
per diventare capaci di proporre
ai figli un'educazione religiosa
che non li condanni ad un eter-
no infantilismo della fede.
DICEMBRE 2002 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Julio Olarte
Fondate in Thailandia (l'antico Siam)
l'B dicembre 1937
da monsignor Gaetano Pasotti salesiano, quand'era
prefetto apostolico di Ratchaburi.
ANCELLE DEL CUORE
IMMACOLATO
L'8 dicembre 1937 incomincia-
vano il loro noviziato le prime
sette suore . Il gio rn o precede nte
era avvenuto l'in izio ufficiale dec i-
so da l fo ndato re che sceg li eva
co me M aestra de lle nov iz ie un a
Fi gli a di M aria Aus ili atri ce, suo r
A nto ni etta M ode ll ato. L'8 d ice m-
bre de ll 'a nn o success ivo, se i d i
loro emetteva no la pr im a profes-
sio ne. Era nato un nu ovo Istituto
nell a Ch iesa. Ogg i è co mposto da
95 suore e 3 novizie che lavorano
nell e d iocesi ind iane di Ratc haburi
e Suratthani, ma hanno aperto una
prese nza anc he in Ca m bog ia ne l
1997. La prim a Mad re Generale è
stata suo r Lui gin a di G iorgio FMA,
co nsiderata cofo ndatr ice. L'attu ale
M ad re, quinta nel suo ord ine, è la
th ail andese madre M ari a Sompong
Th abp in g.
Originariamente erano le Suore
Ausiliatrici. So lo nel 197 1 -diven-
nero le A ncelle del Cuore Imma-
co lato d i Maria. Scopo de ll a co n-
gregaz ione è q uell o d i ven ire in
aiu to de ll e chi ese loca li co me
catec hes i nell e sc uo le, ass iste nt i
socia li pe r fa nc iulli pover i, pe r
anzia ni e am ma lati . Lo sp iri to
dell a Congregaz ione vie ne ri ass un-
to nel motto : "amare, servire, per-
donare". Tratt i caratte ri stici c he
fissa no un po' lo sti le e il ca ri sma
so no l' imi tazione d i Ma ri a ne ll a
sua umi ltà ed ubbidienza, il senso
v ivo dell a Chiesa loca le, il Sistema
Preventi vo d i Don Bosco come
ca mmin o di evange lizzaz ione.
La congregazione è stata sem-
pre molto legata ai Salesiani e alle
Figlie di Maria Ausiliatrice, anche
e sop rattutto perc hé FMA e SD B
so no all 'o ri gin e: sa les iano era il
fo ndatore monsignor Pasotti, come
sa les iani furono i successori mon-
signor Pietro Carretto e monsignor
M ichele Praphon Chaicharo rn ;
Figlie d i Mar ia Aus i liatri ce la
cofondat ri ce, e la prima maestra
de ll e nov iz ie, c ui seg uirono altre
FMA f in o all a p iena autono mi a,
nel 1964, co n l'elez ione del la pri-
ma M ad re Ge nerale thail andese,
suor Agata Ladda Sasvi nit.
D

4.7 Page 37

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"DON B., d..,
·o
s~
'-GI ..Us/c::/v:1ocl;.E
,
·~ ~~ 1~;-.-..;~;:;,
l~----~.~ ~~:;~f..~~~?-. ~..- ~ ,<\\"
··--~~ -.&>~~ :--.
~~~
9- -;,.ff;
'

4.8 Page 38

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UNA SOCIETA' PIENA
DI BUCHI
di Francesco Casella
Un tempo bastavano il
cortile, la chiesa, il
centro giovanile, oggi
sono necessari e urgenti
scuole speciali, istituti
educativi e terapeutici,
comunità di accoglienza
per ragazzi e giovani in
difficoltà, la prevenzione
contro la
tossicodipendenza, i
consultori, l'intervento
umanitario per i giovani
che vivono per la strada,
i campi profughi popolati
da un gran numero di
ragazzi e giovani. 1
La famiglia ... è necessario che la sua verità sia proclamata
pubblicamente e il suo senso sia mantenuto chiaro.
Nell'educazione emergo-
,/,/
no alcune urgenze. Il
''
Capitolo Generale 23
dei salesiani indicava la costellazio-
ne vita - amore - coscienza - solida-
rietà come sfida alla .nostra opera
anche di evangelizzazione.2 La con-
siderava uno degli aspetti da curare
in ogni nostro programma educativo
e ne indicava i traguardi principali:
radicare attraverso rapporti, convin-
zioni ed esperienze il valore della
persona e della sua inviolabilità, al
di sopra dei beni materiali e di ogni
struttura od organizzazione, per abi-
litare a fare scelte autonome di fron-
te ai pesanti meccanismi di manipo-
lazione e a valutare correttamente
situazioni inumane; orientare i gio-
vani alla conoscenza adeguata della
complessa realtà culturale e socio-
o,cEMBRE 2002 BS
politica, cominciando con quella
più vicina e quotidiana, per anivare
fino alle istituzioni e ai modelli
socio-economici che hanno influs-
so determinante sul bene comune;
coinvolgere i giovani, quelli di am-
bienti di povertà e quelli dei conte-
sti di benessere, in iniziative che ri-
chiedono solidarietà, perché impari-
no a farsi carico delle sofferenze al-
trui e a collaborare per superarle. Il
programma enunciato costituisce
una efficace prevenzione contro di-
pendenze e stimoli negativi, offre
indicazioni per un cammino di ricu-
pero e allo stesso tempo richiede il
coinvolgi mento di quei giovani che
hanno potuto tenersi liberi o supe-
rare i rischi delle diverse povertà.
A noi tocca tradurlo in gesti q uoti-
diani ».3
LE URGENZE
SECONDO
JUAN VECCHI
Ravvivare lo spirito missionario,
attraverso la via dell 'educazione,
nei confronti dei giovani "poveri" e
"abbandonati", "pericolanti" e "pe-
ricolosi" oggi è l'indicazione del
defunto Rettor Magg iore, don Juan
Edmundo Vecchi che indica anche,
come campo del nostro spirito mis-
sionario, la famiglia, la stessa edu-
cazione e la società: «Lo spirito
missionario caratterizza tutta la no-
stra pastorale: noi siamo evangeli z-
zatori dei giovani e del popolo. La
nostra via preferita è l'educazione.
Quando don Cafasso fermò Don
Bosco a Torino, non gli impedì di

4.9 Page 39

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esser missionario. Lo ha reso mis-
sionario originale per intensità, cam-
po specifico e stile. Coloro che par-
tono sono come un segno e un forte
stimolo per tutto un corpo che vive
secondo un unico spirito ...
Oggi ci sono ragazzi lavoratori ,
ragazzi-soldato, ragazzi sfruttati ed
esposti a turismo sessuale, ragazzi
che non conoscono Gesù, ragazzi
della strada4 e giovani che debbono
sviluppare in pieno la grazia che il
Signore ha dato loro, come Dome-
nico Savio. Alcuni di questi ragazzi
si trovano fortunatamente accolti da
servizi religiosi, pastorali e civili;
molti altri invece sono, purtroppo,
Occorre orientare i giovani alla conoscenza adeguata della
complessa realtà culturale e socio-politica.
allo sbando e senza aiuto. Don Bo-
sco, quando pensò alla Patagonia,
vide quei giovani che insieme alle
loro famiglie erano privi della luce
del Vangelo. Lo spirito missionario
si può sviluppare in una scuola o in
un oratorio. Non è diverso l'ardore
del da mihi animas. Per i membri
della Famiglia Salesiana sono "terre
di missione incuneate nella nostra
vita".
come il modo di concepirla, le que-
stioni riguardanti la vita; ne cono-
sciamo anche le problematiche af-
fettive, come la preparazione al rap-
porto di coppia, la possibilità e con-
dizione di educazione dei figli. La
famiglia è uno degli spazi quotidia-
ni della pratica del Sistema Preven-
tivo e quindi dello spirito salesiano.
I gruppi della Famiglia Salesiana vi
cialmente quello prossimo. In esso
convergono, si incontrano e si fon-
dono dimensioni umane assunte di-
versamente: quella religiosa e quel-
la sociale o di responsabilità pubbli-
ca. Ognuna offre lo spazio per un
incontro, un dialogo , una parola,
una condivisione, per far capire il
dono che è arrivato a noi con Gesù
Cristo». 5
LA FAMIGLIA
hanno espresso già iniziative che Lo spirito missionario deve svi-
sottolineano la sua importanza. Og- luppare anche, dice ancora don Vec-
E L'EDUCAZIONE
gi si è aggiunta, proprio nella fase chi, la "solidarietà missionaria" e
di nuova evangelizzazione, la collo- indica alcune aree in cui esprimerla:
La famiglia: ne conosciamo le cazione della famiglia nel diritto ci- la cultura o mentalità, la preghiera,
problematiche umane ed etiche, vile, con una irragionevole tensione il supporto economico, la collabora-
tra la proposta umanistico-biblica, zione nell'azione e in particolare il
ll con migliaia di anni di esperienza, e volontariato.6
( co ntinua)
,g la voglia di scelte individuali omo-
i logate senza fondamento, per cui la
g famiglia ha non soltanto bisogno di 1 Per alcune problematiche, cf VOLONTARIATO
testimonianza silenziosa, ma anche INTERNAZIONALE PER Lo SVILUPPO, Ragazzi di
che la sua verità sia proclamata
pubblicamente e che il suo senso sia
mantenuto chiaro.
Un altro campo della nostra mis-
strada. Meeting Internazionale Roma 7-11 di-
cembre 1998. Roma 1999; Mara BoRSI et al. (a
cura di), Strade verso casa. Sistema preventivo
e situazioni di disagio. Atti del seminario di
Studio promosso dagli Ambiti per la Pastorale
sionarietà è l'educazione e, all 'in-
terno di essa, l'emarginazione gio-
vanile. L'educazione non soltanto
formale, ma come rapporto promo-
giovanile e per la Famiglia Salesiana FMA
Roma 1-8 marzo 1999. Roma, LAS 1999; F.
Mono, "Non abbiamo fatto che il nostro dove-
re". Salesiani di Roma e del Lazio durante I' oc-
cupazione tedesca (1943-1944). Roma, LAS
zionale, ha bisogno di essere lievita- 2000.
ta da valori, progetti, visioni , pro- 2 CG23 , pp. 182-214.
spettive che diano le dimensioni del- 3 J. VECCHI, Si commosse per loro (Mc 6,34) ,
1' uomo. In non poche parti riflette in ACG 359 (1997), pp. 30-3 1.
l'andazzo libertario dell ' individuali- 4 J. VECCHI, Questioni pendenti. Bambini la-
smo e la mancanza di punti di riferi- voratori, in BS 1 (2001), pp. 2-3.
I Spesso la famiglia di oggi riflette
l'andazzo libertario
dell'individualismo e la mancanza
di punti di riferimento.
mento a causa di un pensiero non
dico debole, ma privo di ogni tipo
di verità che si possa chiamare pro-
priamente tale.
C'è poi l'ambiente sociale, spe-
5 J. VECCHI, Strenna 2001. Cristo dono per
tulfi. Come fru ito del Giubileo, ravviviamo lo
spirito e la solidarietà missionaria. Roma,
Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice 2000, pp.
15-17 .
6 J. VECCHI, Strenna 2001 , pp. 18-20.
BS DICEMBRE 2002

4.10 Page 40

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BBANNI
BEN SPESI
di Severino
Cagnin
Perché non viene assegnato il premio
Nobel al poeta Mario Luzi... Noi glielo
assegniamo, e ve ne specifichiamo i
motivi... "Il cantore della luce" è
presentato solamente come metafisico
e astratto spiritualista, quando invece
ha inserito nella sua visione la
concreta realtà della vita e gli scottanti
avvenimenti politici attuali.
MA~,a Luz,
Tutte le poesie
**
F esteggia i suoi 88 anni il fiorentino Mario Luzi,
asciutto, riservato, dagli ,occhi vivaci, gentile e
deciso nelle sue parole. E conosciuto e studiato
nella letteratura del Novecento come un poeta metafisi-
co-religioso, che illumina i profondi principi universali
della realtà e si esprime con parole concise e simboli-
che. Così fu soprattutto all'inizio, nelle raccolte La
barca e Avvento notturno (1938), ma già con una ten-
sione dell'intelligenza che avrebbe sviluppato in segui-
to, e allargato negli ultimi anni fino alla attualità. Un
esempio metafisico:
MARI G!J L UZI
Tutte 1è poesie
*
I Copertine dei
volumi delle
poesie edite
da Garzanti.
Le mamme muoiono e la vita
così si compie. Quando i loro volti
germogliano sotto le terre rigonfie
quella loro bontà li congiunge
violentemente al fuoco di segrete
speranze e quel silenzio
che le divora lava il cuore.
La collocazione ufficiale nell'ermetismo divenne de-
finitiva e lo privò del Nobel, più volte preannunciato.
Ma la guerra e gli anni '50/60 misero il poeta di fronte
alla concretezza della storia di ogni uomo e del mondo.
In Onore del vero (1957) il suo sguardo acuto si posa a
leggere a fondo il lavoro umano, la fatica quotidian~, il
modo di pensare e di vivere della gente, la morte. E in
quel periodo che la lirica di Luzi diviene sociale e co-
smica: ogni persona è legata agli altri, al passato e al fu-
turo, al mondo te1Teno e a quello ultrapresente. Matura
in lui il concetto fondamentale della vita globale, che è
verità intelligibile, dono, ricchezza, speranza. Elabora
in variazioni infinite la metafora della luce in una miria-
de di riflessi e richiami , come simbolo beatificante di
tale verità e realtà.
DICEMBRE 2002 BS
Al 37° Seminario di Letteratura della Pro Civitate
Christiana di Assisi, noti studiosi hanno sviluppato sul
"cantore della luce" questo aspetto meno noto della sua
varia produzione, quello della interpretazione del reale
concreto in riferimento all'Assoluto. Il percorso si è
compiuto in lui anche con opere teatrali (Jpazia, Rosa-
les, Histryo), e il recente dramma in versi Opus florenti-
num sulla consacrazione del duomo di Santa Maria del
Fiore. I viaggi all'estero in Georgia, Cina, Irlanda, Ce-
coslovacchia, l ' insegnamento universitario e l'amicizia
con forti personalità della cultura lo spinsero negli ulti-
mi vent' anni a penetrare con la sua lama di luce nei
drammatici fatti storici attuali.
IL POETA CIVILE
Nelle giornate di Assisi Stefano Verdino, che ha curato
l'edizione di Tutte le poesie (Garzanti 2001), ha eviden-
ziato in Luzi il poeta civile con riferimenti a liriche sul
terrorismo, sull 'assassinio di Aldo Moro, su Praga 1960.
Significativa La Passione, testi della Via Crucis del Papa
nel '99, e il grido sulle due to1Ti di New York ("la mente
vacilla, l'animo è soverchiato e oppresso I viene il tempo

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I La biblioteca del poeta al centro
studi Mario Luzi
"La Barca" di Pienza.
Il poeta con Italo Bolana
in montagna.
Luzi con l'amico sacerdote
e scrittore don Fernaldo Fiori.
in cui verrà chiesto agli uomini di essere altri da quello
che sono stati). E alla fine di Le donne di Bagdad.
Davvero nulla cambia? Nulla si redime ?
vanno e vengono nelle loro tuniche
gonfie di vento, intrise d' acqua , loro
donne di Bagdad al fiume benefico e insidioso.
La morte è la sola maestà
che non vien meno. E sola
ci assicura della sacrosanta vita.. .
Minuscolo.
Minuscolo e invisibile
lui seme
che affonda
calcato da zoccoli / e da ruspe,
gli slitta I intorno
sguisciando la fanghiglia
e lui
cala fin dove
quel limo si rapprende.
Non è che il poeta scenda alla cronaca o all'impegno
politico, ma in questa fase matura della sua personalità
unisce sempre intimamente il fatto storico, il suo signi-
ficato universale, e la presenza in esso della forza divi-
na che lo fa essere vita nel senso pieno, unico e intel-
leggibile. Da qui la parola diviene interrogazione - in-
vocazione - risposta. Il discorso si fa palinodia, nuovo
diverso canto, oltre la nostalgia leopardiana o il pessi-
mismo negativo di Montale. Il rifiuto verso le troppe
parole di oggi, di stampa e dei media, è deciso. "La pa-
rola oggi è fonèma senza significato, invece
Vola alta , parola , cresci in profondità,
tocca Nadir e Zenith della tua significazione,
giacché talvolta lo puoi - sogno che la cosa esclami
nel buio della mente -
però non separarti
da me, non arrivare,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo, sii
luce, non disabitata trasparenza. ..
La cosa o la sua anima? O la mia e la sua sofferenza?
Dopo aver espresso al pubblico del convegno un suo
completo e sincero profilo autobiografico, richiesto di
leggere la sua lirica più significativa, ha scelto Il seme, in
cui risplendono le tre leggi della vita. Ha scandito con
lenta trepidazione e fermezza questa lirica-testamento, in
cui risaltano il dramma della distruzione del piccolo esse-
re, la sua trasformazione in dono, la gloria della vita.
Ci pensa
e già sente I spigare
il prossimo frumento
il campo oro-meriggio,
oh dolore, oh f elicità.
Ed ecco cresce, si erge
già tubero, già bulbo,
già stelo primissimogemmante.
Lo aspettano , lo sente,
le stagioni, non può mancare,
è scritto
nel calcolo dei giorni
avvenire il suo tributo.
Leggibile, esso, come vita
e parimente come morte :
pari
incrociano I in lui la loro croce
le due , le sole: vita e morte, morte e vita .
Oh gloria , oh dura oscurità
del gran lavoro.fatto.
Questo poeta merita il Nobel perché annuncia un
messaggio di speranza e certezza di vita nel nostro
tempo. La sua forma linguistica è alta e raffinata, ma
così fu anche per altri grandi da Eliot a Montale. Noi,
ispirati ad una cultura umanista e spiritualista, assegnia-
mo di cuore il grande premio ai suoi 88 anni, al di là del
successo e dei soldi, che lui ha sempre ignorato. Come
il seme.
BS DICEMBRE 2002

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma , riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule :
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678- Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Te!. 011.5224247-8-Fax 011.5224251
C.C.P. 28904100
DICEMBRE 2002 BS
....J I NOSTRI MORTI
BROCARDO sac. Giuseppe, salesiano,
t Torino, 1'08/08/2002, a 86 anni
Don Giuseppe è "l'inventore" di uno dei più
importanti e qualificati musei salesiani ,
quello del Liceo di Valsalice, di cui il BS ha
ampiament~ scritto nel numero di Marzo
del 2001. E stato un grande: un grande
uomo , un grande professore , un grande
sacerdote , un grande salesiano. L'ag-
gettivo non è sprecato e le affermazioni
non sono ipe rboli. Don Brocardo seppe
vivere ad alti livelli la sua vocazione di rel i-
gioso salesiano , la sua qualifica di inse-
gnante, il suo apostolato di sacerdote, le
sue relazioni di uomo. Ha donato la non
breve giornata terrena a Dio, alla scienza,
ai giovani; sempre fedele , sempre scrupo-
loso, sempre preparato, sempre stimato, e
fors'anche un po' temuto dai suoi alunni,
ma di quel timore di cui parlava Don Bosco
quando raccomandava ai suoi salesiani di
farsi amare se volevano farsi temere, cioè
rispettare, se insomma volevano essere
obbediti. Ha lasciato un grande vuoto tra i
confratelli, i numerosissimi exallievi , e in
quanti l'hanno conosciuto, e stimato.
ZANFURLIN sac. Pietro, salesiano,
t Mogliano V. (TV), il 04/05/2002, a 77 anni
I funerali di don Pietro si sono svolti nella
Chiesa del collegio con grande partecipa-
zione di salesiani , sacerdoti diocesani,
amici, studenti ed exallievi. Per trent'anni
ha insegnato letteratura nel liceo classico
dell'Astori e ha promosso num~rose inizia-
tive culturali e ricreative. E mancato
improvvisamente la notte del 3 maggio: al
mattino lo attendeva la classe per la prima
ora di scuola. All'età di 77 anni era ancora
in piena attività, come docente e in iniziati-
ve culturali di vario genere che con costan-
za e metodo proponeva e conduceva da
sempre. Molti suoi allievi ed exallievi ricor-
dano la compagnia di Teatro Sperimentale
Giovanile, i corsi di recitazione da lui diret-
ti, il Gruppo Biblico, le gite annuali all'este-
ro , la fondazione del Filmscuola per il bien-
nio e triennio superiore. Sabato 11 maggio
la compagnia sperimentale ha presentato
la commedia " Scrooge e gli spiriti", tratta
con suo adattamento da " La ballata di
Natale " di Charles Dickens. In luglio si è
svolta la gita in Grecia che sarebbe stata
da lui guidata. Notevole era la sua prepa-
razione culturale: era profondamente con-
vinto del valore della scuola e dell'educa-
zione umanistica, anche attraverso il tea-
tro, il cinema, il turismo , l'uso dei mass
media. A tale scopo ha costituito all'Astori
anche un laboratorio attrezzato di riprese e
produzione di originali sussidi audiovisivi.
Grande è il rimpianto per la sua scompar-
sa. (S. Cagnin)
dese - ci andava sempre in bicicletta
anche d'inverno - la sua presenza e la sua
parola erano di conforto morale e spirituale
ai degenti di qualsiasi religione o ré_!zza e
alle famiglie colpite da lutti familiari. E stato
il salesiano della cattedra, del confessiona-
le , del servizio pastorale, un instancabile
lavoratore nella vigna del Signore sullo
stile di Don Bosco. Così lo ricordano quanti
lo avvicinarono: "La sua vita è stato un
inno di amore: a Dio con una fede genuina,
a Maria Ausiliatrice con una devozione
soda, ai giovani con un amore sincero, ai
poveri con un sostegno fattivo , agli amma-
lati con una attenzione partecipata". Così
don Angelo pregava: "Se è giunta l'ora di
raggiungerti , Signore, fa che mi lasci affer-
rare da Te". Dio lo afferrò per il cielo, quan-
do un incidente stradale lo rapì dalla terra
mentre si recava agli Esercizi Spirituali.
(Remo Paganelli)
LETO Paolo, exallievo,
t Palermo, il 15/08/2002, a 15 anni
Fiore appena sbocciato, reciso da una tra-
gica fatalità, Paolo è rimasto folgorato dai
fili di un palo della luce che · l'incuria di
qualcuno aveva lasciato scoperti. Apparso
quasi improvvisamente su lla scena della
vita, dopo 18 anni dal secondo figlio, altret-
tanto improvvisamente è partito, lasciando
tuttavia di sé un traccia incancellabile . Il
suo ricordo resta ·vivissimo, perché viva e
forte è stata la sua bontà. Senza conosce-
re nemmeno le persone , Paolo salutava
chi incontrava e offriva il suo aiuto con
semplicità e schiettezza a chi vedeva in
difficoltà, sorprendendo e meravigliando
molti. Pieno di vita, aveva mille interessi:
amava la musica e il disegno - quando
poteva correva a comporre i suoi murales
negli appositi spazi a questo riservati - ,
amava la break dance e la canzone napo-
letana, il cielo stellato e il mare, ed era
attaccatissimo ai genitori e ai fratelli grandi.
Paolo aveva l'animo sensibile di un poeta,
il tocco dell'artista, e sapeva riempire di
senso la sua giornata, e di vita quella dei
suoi genitori. Con i salesiani di via Libertà,
nel cui istituto il fratello maggiore aveva
frequentato medie e liceo scientifico, lui
aveva partecipato a gite e Grest estivi . Ha
lasciato un grande vuoto che continua a
segnare le giornate di chi l'ha amato e che
solo la fede può riempire.
ta la sera di
rno Gesù disse
p assiamo
altra riva!"
c. 4,35)
MUNARI sac. Angelo, salesiano,
t Torino, il 18/08/2002, a 86 anni
Don Angelo è stato per gran parte della
sua vita stimato insegnante elementare in
varie case del Piemonte. Finita la missione
di insegnante, si dedicò con grande spirito
sacerdota le a un appassionato lavoro
pastorale : dove c'era un ammalato, un
anziano, una famiglia in difficoltà, un invali-
do a cui portare l'Eucarestia, egli era sem-
pre pronto in qualsiasi ora del giorno e
della notte. Cappellano dell'Ospedale val -

5.3 Page 43

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! JJ11/ r--6 r..à r:-1
'JWl!=.-2,)l-..J
Savina Jemina
internazionale per i diritti umani:
ricorda l'adozione della Dichiara-
zione Universale dei Diritti Umani,
da parte dell'Onu , nel 1948.
LUNARIO & ALTRO
Il 1° il Sole sorge alle 7.17 e
tramonta alle 16.36; il 15 alle 7.31
e alle 16.35. Luna nuova il 4; pie-
na il 19. Molti animali sono in
letargo e i vegetali in riposo .
Nel' campo , potare e piantare
arbusti e alberi da frutto ; termina-
re la raccolta delle ol ive. In canti-
na , colmare le botti per evitare il
contatto del vino con l'aria, fare il
primo travaso.
Verdura di stagione : barbabie-
tole, broccoli, carciofi, cardi , carote,
cavoli , cavolfiori , cicoria , cime di
rapa, coste , finocchi , lattughe, por-
ri , radicchi, rape, spinaci , zucche.
Frutta : arance, cachi , cedri ,
kiwi , limoni , mandarini , mele, noci ,
nocciole, pompelmi.
IL FIORE
L'Euphorbia pu/cherrima, più nota
come rosa di Natale, è originaria
del Nord America, ed è apprezza-
ta per i fiori invernali dalle grandi
brattee rosse. L'agrifoglio, invece,
è una pianta: un ramoscello con
le bacche rosse è un motivo orna-
mentale, simbolo di pace e buon
augurio . Proprio come il vischio ,
arbusto parassita già sacro ai
druidi , con frutti a bacca, trasluci-
di, globosi e appiccicaticci.
LA GIORNATA
Il giorno 1 ricorre la Giornata mon-
diale di lotta contro l'Aids: un'oc-
casione per documentarsi sulla
prevenzione . Il 1O è la Giornata
IERI ACCADDE
2-5 dicembre 1964: viaggio di
papa Paolo VI in India.
3 dicembre 1967: in Sud Africa,
Christian Barnard esegue il primo
trapianto di cuore umano.
6 dicembre 1921 : istituito lo Sta-
to libero d' Irlanda , l'Eire, senza
l'Ulster.
7 dicembre 1941 : il Giappone
attacca la flotta Usa, a Pearl Har-
bour.
8 dicembre 1869: si apre il Con-
cilio Vaticano I.
9 dicembre 1990: Lech Walesa
presidente della Polonia.
13 dicembre 1925: Reza Khan
Pahlavi è Scià di Persia.
13 dicembre 1967: re Costanti-
no di Grecia è costretto all'esilio.
15 dicembre 1972: riconosciuta
l'obiezione di coscienza al servi-
zio militare .
18 dicembre 1914: l'Egitto di-
venta protettorato inglese.
21 dicembre 1950-. a Roma, muo-
re il poeta dialettale Trilussa.
24 dicembre 1951 : proclamato il
regno di Libia, con re ldris al Sa-
nusi; è il primo Stato indipendente
africano dopo la seconda guerra
mondiale .
27 dicembre 1908: terremoto di
Messina, 100 mila morti.
28 dicembre 1964: Giuseppe
Saragat è presidente della Re-
pubblica italiana .
29 dicembre 1916: in Russia,
assassinato Rasputin , monaco-
consigliere della zarina.
LA LENTE
Tra i cataloghi 2003 , il Sassone
con la sua elegante grafica è
sempre il più bello del mondo , e
presenta la nuova classificazione
dei foglietti e libretti vaticani. L'U-
nificato regala l'Euroalbum per i
primi francobolli in euro dei 15
Paesi a chi acquista l'edizione
Junior o la Super. L'Onu ha emes-
so sei francobolli e tre libretti
dedicati a località italiane inserite
nel Patrimonio mondiale dell'Une-
sco: Firenze, costa Amalfitana,
Pisa, isole Eolie, Pompei e piazza
Navona a Roma . Il Vaticano ri-
corda i 700 anni della morte di
Cimabue. Bermuda propone una
serie per la Giornata mondiale
della pace. Tra le prime emissioni
a tema natalizio, ecco quella raffi-
nata dell 'Austria e l'allegro fo-
glietto del Belgio .
LE MOSTRE
A Torino , alla Fondazione Accor-
si , sino al 2 febbraio 2003 , Gli
splendori del bronzo, mobili e
arredi francesi e italiani del perio-
do 1750-1850. A Milano , al Mu-
seo della Scienza "Leonardo da
Vinci", sino al 6 gennaio, L 'alba
dell'uomo e Da Democrito ai
Quark raccontano il percorso del-
l'uomo dall'origine alla capacità di
generare conoscenza e cultura. A
Ferrara , a Palazzo Bonacossi, si-
no al 15 dicembre, Lucrezia Bor-
gia, la donna che 500 anni fa giun-
se a Ferrara, sposa del duca Al-
fonso d'Este . A Roma , al Com-
plesso del Vittoriano, sino al 2
febbraio, Gli espressionisti. 1905-
1920, grande rassegna degli anni
1905-20.
BS DICEMBRE 2002

5.4 Page 44

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La visita all'ispettrice FMA presso il noviziato di Shillong
IL FIATO DEL
di Giancarlo Manieri
KALASHNIKOV
Suor Bamon Felicita, ispettrice
di Shillong.
Costume garo.
L a visita di cortesia a suor Fe-
licita si è presto trasformata
in un racconto pacato delle
peripezie occorsele al tempo in cui
animava la comunità di Imphal in
Manipur. Tranquilla, sorridente, l'im-
magine della felicità; non per nulla
porta quel nome. Ma la voglia di
scherzare su Felicita e felicità mi
passò in fretta ... man mano che pro-
cedeva nel racconto della sua incre-
dibile esperienza a Manipur. Con-
temporaneamente cresceva l 'ammi-
razione per donne come lei , cui la
mitezza del carattere, la tranquillità
del gesto, la calma dell'eloquio era-
no supportate e mantenute da una
determinazione e un coraggio ecce-
zionali. E ho pensato che le sorelle
e ragazze che l'avevano come supe-
riora fossero davvero fortunate.
FOCOLAI DI RIBELLIONE
Il fattaccio si svolse in uno degli
stati più turbolenti dell'India, uno di
DICEMBRE 2002 BS
Costume khasi.
quelli in cui le rivalità tribali e la
guerriglia indipendentista tengono
la popolazione in allarme 24 ore su
24 per 365 giorni l'anno, perché
può capitare da un momento ali 'al-
tro di fare i conti con bande che
scorrazzano senza mete e scopi pre-
cisi, spesso solo in cerca di danaro
invece che di gloria. Nel mirino di
gang del genere ci sono soprattutto
comunità e istituti religiosi, dove
più pingue può essere il bottino.
Tutti, o quasi, sono costretti a pagare
periodicamente una tangente a que-
sti ribelli; motivo ufficiale: aiutare i
patrioti indipendentisti. Chi paga
viene lasciato, relativamente, in pa-
ce. La gueniglia antigovernativa si
alimenta ovunque con scorrerie
estorsive contro organizzazioni con-
solidate, soprattutto a carattere reli-
gioso, meglio se straniere. Il perché
non è un mistero per nessuno, a
parte la ricordata capacità finanzia-
ria che non è affatto da sottovaluta-
re, l'azione contro organizzazioni
Dopo la conversazione
fiume con don Silvano,
ecco quella pacata e, per
certi versi, drammatica
con l'ispettrice delle
Figlie di Maria
Ausiliatrice, suor
Felicita, poi le foto con le
novizie di Shillong.
straniere permette di acquistare visi-
bilità internazionale, e dunque di
mondializzare le rivendicazioni.
Gli obiettivi della guerriglia in
Manipur sono noti: l'indipendenza
dal governo centrale. Per ottenere lo
scopo etnie e tribù diverse si sono
coalizzate, e con rapidi colpi di ma-
·no creano il caos. Ma l'ideale spes-
so scolora facendo emergere gli in-
teressi particolari dell'uno o l'altro
gruppo, o etnia, o tribù o semplice-
mente banda... e non è infrequente
che gruppi di sbandati, non obbe-
dienti ad alcuna legge, cavalchino la
ribellione per proprio conto, senza
ideali e senza regole. Sono i più pe-

5.5 Page 45

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e il suo drammatico racconto.
Costume della tribù garo. (particolare)
Costume jaintia.
Costume assamese.
steva è difficile da ingurgitare, e si
sfoga in reazioni senza senso, di
vandalismo allo stato brado.
ricolosi. Le loro scorrerie, general-
mente illegali, sono segnate dal ter-
rore, fatte di indebite pressioni,
estorsioni, soprusi, fi no alla violen-
za gratuita, al terrorismo e al delitto.
UN'IRRUZIONE
ANNUNCIATA
Capitò a metà mattinata del 14
settembre 1996. Senza alcun preav-
viso un gruppo di guerriglieri in
cerca più di vendetta che di danaro
si presentarono, armati fino ai denti,
davanti all'istituto delle FMA di
Imphal. Perché contro le suore? Il
motivo era lampante: assieme ai sa-
lesiani le suore erano le uniche che
resistevano da ben sette anni, rifiu-
tando di pagare la tangente alla
guerriglia. I soldi li usavano per ben
altri scopi: istruzione, recupero,
aiuti alle famiglie più povere... Ve-
nivano insomma impiegati per far
vivere non per ammazzare.
Suor Felicita narrava senza esita-
zioni, né toni drammatici, o tinte
forzate, con la tranquilla consapevo-
lezza di essere viva per miracolo, e
con negli occhi la determinazione
che l'avrebbe rifatto. "Erano una
decina, carichi di livore e di kalash-
nikov, ambedue armi micidiali. Ir-
ruppero subito nell'Istituto. Si vede-
va che avevano un piano preciso, e
non era quello di ricuperare soldi,
ma di farci pagare il coraggio dimo-
strato per tanti anni di oppors i al so-
pruso e all'angheria!". Era dunque
arrivato il " redde rationem" delle
religiose ai cosiddetti guerriglieri .
Senza tanti complimenti, con gesti
più brutali che decisi , spinsero le
suore in uno stanzi no e ve le chiuse-
ro dentro, trattenendo con loro solo
la direttrice, suor Felicita appunto,
che fortunatamente non perse la
calma, nonostante du_e bocche di ka-
lashnikov le "baciassero" il collo.
Altri, intanto, avevano radunato le
ragazze del collegio ammassandole
nell'aula di studio... Un 'operazione
condita da grida di spavento, pianti
e implorazioni da una parte, urli e
brutalità dall'altra. Ma le operazioni
fatte per vendetta più che per pa-
triottismo non sono mai perfette,
qualcosa sfugge sempre. Quella vol-
ta sfuggì una ragazza, una delle
alunne che, calandosi da una fine-
stra, attraverso i campi raggiunse in
fretta la vicina casa dei salesiani e,
tra singulti di paura, diede l'allarme.
Venne subito avvertita la polizia di
Stato. Nel frattempo i banditi ave-
vano iniziato a distruggere tutto
quanto capitava sotto tiro: vasi, ve-
trine, mobili, banchi delle aule,
computer, apparecchi telefonici,
lampadari, televisori... La rabbia di
aver trovato qualcuno che mostrava
di non aver paura di loro e gli resi-
LA FINE DELLA STORIA
Il commando è stato sorpreso
dalla polizia in piena azione, quan-
do già era anche stato appiccato il
fuoco. Uno scontro breve ma inten-
so e la fuga precipitosa dei guerri-
glieri che lasciarono sul terreno uno
di loro. Ma i fuggitivi non soprav-
vissero a lungo: vennero tutti uccisi
in scontri successivi con la polizia
nel giro di pochi mesi. La scuola
restò chiusa 90 giorni per permette-
re di riparare quanto era andato di-
strutto. La popolazione, solidale, in-
scenò anche grandi cortei di prote-
sta contro tanta brutalità. "Ma la tri-
stezza resta, commenta suor Felici-
ta, perché è incomprensibile come
chi manovra certe operazioni non
riesca a realizzare che c'è gente vo-
tata a fare il bene, a diffondere pace,
cultura, onestà; e che l'educazione è
il vero grande ideale della storia".
Ora suor Felicita, che non ha mai
perso la sua serenità, cura un'ispet-
toria e le ragazze che andranno a
rafforzare le fila delle sue sorelle.
Ce le ha presentate. Non solo, le ha
pregate di vestire i loro costumi per
farci toccare con mano che si può
essere di etnie, tradizioni e culture
diverse e volersi bene come sorelle.
o
(Servizio fotografico dell'autore)
BS DICEMBRE 2002

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
Per la. pubblicazione non si
tiene conto delle lette1:e non
f .irmate e senza re.capi to. S_u
ri chiesta si potra omette, e
l'indicazione del nome.
UN TREMENDO
DUBBIO
La mia bimba alla nascita ha
avuto forti convulsioni , rischian-
do la vita. I dottori non riusciva-
no a trovarne la causa, lascian-
do tutti in gran trepidazione. In
questa situazione non mi restò
che pregare e chiesi a Dio la
guarigione della mia creatura.
All'ospedale le misi vicino l'abiti-
no di san Domenico Savio. Eb-
bene, dopo alcuni giorni potei
portarmi a casa la bambina.
Quella mattina mio marito sentì
odore di fiori nell 'automobile ,
benché non ve ne fossero in
nessuna parte e i finestrini fos-
sero chiusi. Quando riportammo
la bimba al controllo , i medici,
stupiti e increduli , la dichiararo-
no guarita.
S. L. , Bornate Sesia (VC)
IL MONDO
ADDOSSO
dosso. Fu in quei giorni che una
mia ca ra zia mi regalò il libretto
di san Domenico Savio e il re-
lativo abitino, dicendomi di te -
nerlo addosso. Fu il regalo più
prezioso che io avessi ricevuto.
Pregavo tutti i giorni; lo tenevo
stretto a me e ne ricavavo
coraggio. Promisi che se fosse
andato tutto bene, avrei dato il
nome di Luca Domenico al mio
bambino. Il 29 settembre è nato
il mio bimbo, sano e vivace.
Eliana Carissimi,
Cologno al Serio (BG)
PERVASA DA UN
SENSO DI PACE
Scrivo per adempiere la pro-
messa fatta nel momento in cui
scopri i d'aspettare il mio primo
bimbo. Da parecchi anni soffrivo
di ripetute infiammazioni che le
cure del ginecologo non riusci-
Ero al settimo mese di gravidan-
za quando, tramite esami del
sangue, scoprii d'aver preso la
taxoplasmosi. Non sapevo che
cosa avessi ca usato al mio bim-
bo. Piangevo giorno e notte.
Sentivo il mondo crollarmi ad-
HANNO SEGNALATO GRAZIE:
Per intercessione
di Maria Ausiliatrice:
Baroni Annamaria, Milano - Mi-
cuneo Lucia, Bari - Rasano
Maria, Adrano (Ct) - Boggio
Ezio, Vische (To) - D.M ., Cam-
mago (Mi) - B.R. , Desana (Ve)
- Tiziano Furlan , Mortegliano
(Ud) - M.M., Torino - A.V. , To-
rino - Tornatore Nuccia, Peda-
ra (Ct) - Norma Arias, Roma
Per intercessione
di Don Bosco:
Andrea del Valle Fanloo, Cor-
doba (Argentina) - Adriana Pe-
ralta, Repubblica Domenicana
- Cerutti Maria Luisa, Leinì
(To) - D.G .R., Borgalino (Ag)
- LiIliana P., Alessandria
Per intercessione
di san Domenico Savio:
Giglio Maria Teresa, Altofonte
(Pa) - Distratis Gregorio, Man-
duria (Ta) - Mosele Lauretta,
Peschiera del Garda (Vr) -
Cesarin Amorosa, Trebasele-
ghe (Pd) - C.M. , Foggia -
Massimo e Daniela Bada,
Tencarola di Selvazzano (Pd)
- D.M.M., Palermo - Valentina
Trento, Brescia - Piera Bon-
zano e Mario Sondiano, Casa-
le M.to (Al) - Zilli Angela, Ca-
dola (BI) - Gasparini Maria
Grazia, Saltrio (Va) - M.D. ,
Piacenza
Per intercessione
di Laura Vicuna:
Lucia Lamonaca, Milano - P.
C. Mariuccia, Vercelli
Per intercessione dei beati
Maria Romero e Artemide
Zatti
Giglio Francesca, Altofonte (Pa)
Per intercessione
di monsignor Cimatti
R.D., Macerata
Per intercessione
di Teresa Valsè Pante/lini
Francesca Malara, Reggio Ca-
labria
Per intercessione
di monsignor O/ivares
R.D. , Macerata
Per intercessione
di Mamma Margherita:
e.e., Caltanissetta -
Giuseppina, Osio Sotto (Bg) -
Maria Salemi Mastrandrea,
Catania - Concettina Brig u-
glio, Torino - M.G ., Bronte (Ct)
- B.C. , Torino - Bussolino Mar-
gherita, Govone (Cn)
DICEMBRE 2002 BS
vano a debellare completamen-
te. Quando seppi della gravidan-
za fui assalita da preoccupazio-
ni per la salute del bambino, an-
che se il ginecologo che mi se-
guiva non mi diede mai alcuna
notizia allarmante. Al secondo
mese ebbi però una minaccia di
aborto. Mia suocera dopo qual-
che giorno mi consegnò l'imma-
gine di san Domenico Savio.
Iniziai a recita re quotidianamen-
te il Rosario, pervasa da un sen-
so di pace e di serenità. Dopo
nove mesi fummo allietati dalla
nascita di Cosimo Maria, un bel
bambino di kg 3,300 in piena
sal ute.
Stefania Velie, Marsala (TP)
GRAZIATA DUE
VOLTE
Tre an ni fa è nato Francesco il
mio primogenito, venuto alla lu-
ce dopo una gravidanza minac-
ciata da aborto al mese, ma
feli cemente portata a termine,
per averla quotidianamente affi-
data a san Domenico Savio.
Oggi posso nuovamente ringra-
ziare il piccolo santo , al quale
ho affidato Camilla, secondoge-
nita, nata lo sco rso maggio ,
dopo una gravidanza sofferta.
An che lei è nata bene: sana e
vispa . Ma in s pi egab ilment e
dopo quattro giorni dalla nascita
si ritrovò in fin di vita. Anche
stavolta mi sono affidata al pic-
colo santo. La bimba giaceva
nel reparto di patologia neona-
tale, in una culla circondata da
fili per monitorare le sue pulsa-
zioni , e martirizzata da cinque
aghi per le flebo . A tutte queste
cose ho aggiunto il prezioso abi-
tino che avevo indossato nei
lunghi giorni d'attesa dei due
bimbi. Inspiegabilmente tutti gli
esami esegu iti in seguito hanno
dato esito negativo e dopo una
settimana Camilla è stata di-
chiarata sana ed è stata dimes-
sa. Ora Fra ncesco e Camilla,
uniti a mamma e papà, nel rin -
graziare san Domenico Savio ,
s'impegnano ad essere fedeli ai _
propri doveri e a vivere cristia-
namen te .
Emanuela e Adriano Bernabei,
Cervia (RA)
Mons. Ignazio Stuchly Mons. Ottavio Ortiz
Suor Eusebia
Palomino
UNA Sl'rUAZIONE
COMPLETAMENTE
CAMBIATA
Qualche mese fa , mia sorel-
1a si è recata all 'ospedale
per i control li necessari dopo
varie operazioni subite (pro-
tesi a tutte e due le anche e
asportazione di un re ne per
un carcinoma) . Facendo l'e-
cog rafia, il medico ha riscon-
trato un angioma, e ha ordi-
nato ricerche approfondite
che hanno rive lato un tumo-
re maligno al fegato . Si può
immaginare la preoccupazio-
ne dei due fig li. In me, man
mano che cresceva la preoc-
cupazione, aumentava an -
che la fid ucia in un interven-
to da parte di suor Eusebia
Palomino, di cui avevo già
esperimentato l'aiuto in altre
circostanze . Ben due oncolo-
gi di fama non accettarono di
inte rven ire chi rurg icamente.
Un terzo finalmente vo lle ri-
schiare. E l'intervento, molto
difficile , è ri uscito perfetta-
mente, anche se l'ammalata
per cinque giorni rimase tra
la vita e la morte. Continuai
a pregare e, inaspettatamen-
te, la situazione si ribaltò com-
pletamente .. . Ora mia sorel la
è tornata a casa e il suo mi-
glioramento è progressivo, al
punto che il professo re le ha
detto di riprendere la sua vita
cons ueta , senza ne ppu re
bisogno di chemioterapia.
Des idero re ndere pubbl ica
questa g razia ve ra mente
grande per incoraggiare
anche altri ad ave re fiducia
nell'intercessione di suor Eu-
sebia .
Suor Gina Sanna, FMA

5.7 Page 47

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redazionale
FOCU
Monsignor
LUDWIG SCHWARZ
slovacco di nascita, austriaco
di "adozione", specializzato
in filologia e archeologia classica,
già superiore dell'ispettoria di
Vienna e, successivamente,
della visitoria UPS.
Monsignore, ho davanti il suo stemma: quattro campi e una
scritta ...
Cominciamo dalla scritta: "Servite domino in laetitia", la mia iden-
tità salesiana. L'allegria è I' 11 ° comandamento, mi dicevano quand'ero
in formazione, citando don Caviglia. Don Bosco l 'ha vissuto e Dome-
nico Savio ci si è fatto santo. Nei quattro campi ho posto la croce del-
1' archidiocesi di Vienna di cui vado a fare l'ausiliare; il castello di
Bratislava che ricorda il mio paese natale, il logo dei salesiani di lin-
gua tedesca; i tre chiodi della croce di Gesù, che, si dice, san Lodovico
re di Francia di cui porto il nome, recò a Parigi.
Perché ausiliare di Vienna?
Perché è una diocesi con più di 700 parrocchie e grandi problemi.
Siamo due ausiliari... ancora pochi! Vienna soffre di enormi problemi
come tutte le grandi capitali. Pensi al flusso immigratorio, alle tensioni
conservatori/progressisti nella Chiesa, alla secolarizzazione, al consu-
mismo. Se a questo aggiunge lo scarso numero di vocazioni, si rende
conto di quanto lavoro pastorale mi attenda. Vienna ha bisogno di un
cattolicesimo, impegnato, di movimenti laicali forti e convinti, di un
clero preparato e disposto a una pastorale d 'avanguardia.. .
Monsignore, da buon salesiano lei avrà certamente il "pallino"
dei giovani...
,
Altro che! Ce l'ho e come! E uno di quei problemi che tengo presenti
sempre, giorno e notte si può dire, soprattutto quando penso che solo il
10% dei giovani frequentano la Chiesa, e che il benessere, il materiali-
smo, il consumismo, lo sballo, l'indifferenza religiosa fanno strage.
Qual è la situazione dei gruppi nella diocesi?
Esistono gruppi molto ben organizzati e impegnati a livello ecclesia-
le, per esempio la "Legio Mariae", i Focolari, l'Azione Cattolica, lo
stesso MGS, oltre a gruppi di volontariato per le missioni, ecc. Ma
evidentemente sono gocce nel mare. Si tratta di rafforzare questa forza
d'urto e di creare nuove opportunità per fame sorgere altri.
Che compito aveva prima di essere vescovo?
L'animazione missionaria, la pubblicazione di libri, e riviste, e confe-
renze, corsi di preparazione per laici volontari, per missionari e missio-
narie, progetti di costruzione di cappelle, ambulatori, ospedali, scuole;
relazioni con i missionari di tutto il mondo ... Ero direttore nazionale
delle opere pontificie missionarie, lavoro che continuerò a fare.
Quali i problemi più scottanti dal punto di vista ecclesiale?
Quelli di tutte le diocesi dell'occidente: il problema dei divorziati,
dei single, dei "diversi", dell'indifferenza religiosa, l'apertura all'Est.
Comunque la diocesi è in femi.ento. Il cardinale, molto apprezzato da
tutti, sta imponendosi come una figura carismatica.
MIKELA
Poco più che una bambina,
18 anni appena compiuti. Mi-
kela è otfana già da cinque.
Fortunatamente ha trovato un
giovanotto che dice di volerle
bene, di amarla alla follia, di
desiderare per lei un avvenire
luminoso. Così un giorno le
propone di espatriare per ten-
tare la fortuna all'estero, e
poi sposarsi senza l' assillo di
un lavoro e del pane quotidia-
no. Dove? In Italia, natural-
mente: è facile an-ivarci, è una
nazione ricca, ci sono ottime
prosp<?ttive di lavoro per tutti e
due. E sicuro, perché ha già
dei contatti... E Mikela si la-
scia convincere, e "sbarca" a
Milano, piena di speranze e di
sogni. Durano solo qualche
giorno: l'ineffabile fidanzato
la vende a un albanese e lei si
ritrova costretta a fare la pro-
stituta in un night. Dopo un
anno passa sotto un altro pa-
drone, poi un altro e un altro
ancora, l' ultimo è un italiano.
Venduta e rivenduta, sempre
per lo stesso lavoro. Un insop-
portabile calvario di umiliazio-
ni , percosse, costrizioni, vio-
lenze. L'ha liberata don Benzi.
Dopo tre anni d'inferno. Subiti
nel "Bel Paese".
8S DICEMBRE 2002

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CHIESA
di Francesco Motto
Paolo VI e i salesiani
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
-
I
Shillong delle meraviglie
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INSERTO CULTURA
di Natale Maffioli
Il "Museo" dei ritratti
GIOVANI
di Vito Orlando
Adulti onesti per
giovani coraggiosi